GD Magazine - Maggio 2012

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GD Piemonte - Magazine Maggio 2012 GD PIEMONTE A PARIGI PER HOLLANDE Da ieri fino a sabato, sessanta Giovani Democratici da tutta Italia saranno ospiti a Parigi del MJS (Giovani Socialisti) per sostenere la candidatura di F. Hollande alla Presidenza della Repubblica fran- cese. L’iniziativa rilancia l’esperienza-pilota già inaugurata dai GD Piemonte in occasione delle ele- zioni regionali del 2010, che aveva visto un soste- gno congiunto fra le due organizzazioni nelle cam- pagne per Mercedes Bresso in Regione Piemonte e Jean-Paul Huchon in Île de France. “In questo viaggio i GD consolidano la stretta col- laborazione con le Giovanili progressiste europee, per la quale in molti lavoriamo da tempo: in parti- colare, siamo fieri che il canale aperto dai GD Pie- monte in questi due anni, insieme alle motivazioni per cui l’abbiamo fortemente ricercato e sostenuto, possano essere ora una base a disposizione di que- sta occasione cruciale.” ha dichiarato Federico Cavallo, responsabile Europa e relazioni interna- zionali nella Segreteria GD. “Siamo convinti che la nostra generazione troverà una prospettiva oltre la Crisi solo se saprà rispon- dere chiedendo più Europa – più giusta, sociale e finalmente federale. La vittoria di François Hollan- de, per la quale oggi ci impegniamo anche al di qua delle Alpi, dovrà segnare l’inversione di rotta ri- spetto agli anni del governo del PPE di Merkel- Berlusconi-Sarkozy e delle destre nazionali, re- sponsabili consapevoli del disastro economico, so- ciale ed istituzionale davanti i nostri occhi. Nella prospettiva disegnata dal Patto di Parigi lo scorso 17 marzo, come giovani impegnati a cam- biare la Politica dell’Europa e dei nostri Paesi, a partire da questa battaglia vogliamo sentirci ancor più uniti nella riscossa civica, politica e generazio- nale di chi vuole il Cambiamento. Perché… le Changement c’est maintenant!Notiziario a cura dei Giovani Democratici del Piemonte Maggio 2012 CONTINUA A SEGUIRCI SU www.gdpiemonte.org

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Opuscolo informativo a cura dei Giovani Democratici del Piemonte

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GD PIEMONTE A PARIGI PER HOLLANDE Da ieri fino a sabato, sessanta Giovani Democratici da tutta Italia saranno ospiti a Parigi del MJS (Giovani Socialisti) per sostenere la candidatura di F. Hollande alla Presidenza della Repubblica fran-cese. L’iniziativa rilancia l’esperienza-pilota già inaugurata dai GD Piemonte in occasione delle ele-zioni regionali del 2010, che aveva visto un soste-gno congiunto fra le due organizzazioni nelle cam-pagne per Mercedes Bresso in Regione Piemonte e Jean-Paul Huchon in Île de France. “In questo viaggio i GD consolidano la stretta col-laborazione con le Giovanili progressiste europee, per la quale in molti lavoriamo da tempo: in parti-colare, siamo fieri che il canale aperto dai GD Pie-monte in questi due anni, insieme alle motivazioni per cui l’abbiamo fortemente ricercato e sostenuto, possano essere ora una base a disposizione di que-sta occasione cruciale.” ha dichiarato Federico Cavallo, responsabile Europa e relazioni interna-zionali nella Segreteria GD. “Siamo convinti che la nostra generazione troverà

una prospettiva oltre la Crisi solo se saprà rispon-dere chiedendo più Europa – più giusta, sociale e finalmente federale. La vittoria di François Hollan-de, per la quale oggi ci impegniamo anche al di qua delle Alpi, dovrà segnare l’inversione di rotta ri-spetto agli anni del governo del PPE di Merkel-Berlusconi-Sarkozy e delle destre nazionali, re-sponsabili consapevoli del disastro economico, so-ciale ed istituzionale davanti i nostri occhi. Nella prospettiva disegnata dal Patto di Parigi lo scorso 17 marzo, come giovani impegnati a cam-biare la Politica dell’Europa e dei nostri Paesi, a partire da questa battaglia vogliamo sentirci ancor più uniti nella riscossa civica, politica e generazio-nale di chi vuole il Cambiamento. Perché… le Changement c’est maintenant!”

Notiziario a cura dei Giovani Democratici del Piemonte

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I dati che l’Istat ha reso pubblici sulla disoccupa-zione in Italia devono preoccuparci sotto ogni pro-spettiva: quella territoriale, perché è chiaro che la crisi economica ed occupazionale colpisce in ma-niera trasversale ogni provincia del paese, quella generazionale, se consideriamo che le percentuali parlano complessivamente del 32 % di disoccupati ed inoccupati giovani, nonché quella di genere, dal momento che le donne sono in testa alla classifica di chi viene sacrificato dalle aziende in difficoltà. I dati più drammatici riguardano il meridione d’Ita-lia, dove si supera abbondantemente il 10 % di di-soccupazione; tuttavia il Nord non sta meglio, se

confrontiamo la disoccupazione di oggi con quella degli anni precedenti. In tutto il Piemonte, la disoc-cupazione è cresciuta ogni anno dal 2005 ad oggi. Nella provincia di Torino e nel Biellese, poi, la di-soccupazione è cresciuta più che nelle altre provin-ce, al punto che la percentuale di disoccupati a Biella è all’8,3%, la più alta di tutto il Piemonte, fatto salvo il caso di Torino, che supera addirittura il 10%. Destano maggiori preoccupazioni le per-centuali della disoccupazione femminile e di quella giovanile: nella fascia tra i 15 e i 29 anni, addirittu-ra il 23,5% dei giovani non lavora. Che la condizione piemontese sia particolarmente grave si sa da tanto tempo. Il tessuto produttivo che ha contraddistinto i distretti industriali della nostra regione è stato messo a dura prova dalla crisi di questi ultimi anni, una crisi di competitività delle nostre aziende tessili nel mercato globalizzato;

stiamo vivendo oggi gli effetti di quella crisi eco-nomica di lungo periodo, effetti attenuati solo dal sistema di ammortizzatori esistenti (compresi quel-li istituiti dalla Regione governata dal centrosini-stra, come la cassa integrazione in deroga) che an-cora evitano l’esplosione di una grave crisi sociale, in attesa che l’economia del territorio riparta. La crisi finanziaria degli ultimi mesi ha certamente aggravato anche qui la liquidità disponibile per le imprese, ha appesantito le condizioni degli enti lo-cali che dovrebbero governare i processi di svilup-po, ha accentuato il generarsi di sacche di inattività e di povertà sempre più diffuse, accelerando pro-cessi di spopolamento, invecchiamento, indeboli-mento del tessuto sociale. Ci troviamo pertanto nel triste paradosso di vivere in un territorio a patrimo-nializzazione buona (in alcune province addirittura

eccellente) ed allo stesso tempo colpito più grave-mente di altri dalla crisi economica, che è, nel no-stro caso, una crisi di prospettiva, una crisi di iden-tità. Non è poi un caso che a pagare le conseguenze del-la crisi siano le fasce deboli della società, in parti-colare le donne ed i giovani. In Piemonte i giovani trovano lavori cattivi, oppure non trovano lavoro. Nelle zone in cui le piccole imprese sono troppo piccole, non si sono attivati per tempo processi di dimensionamento tali da favorire l’innovazione, che passa, come sappiamo, tramite la valorizzazio-ne di quelle tante professionalità che le università stesse sfornano e che, appunto, il territorio non sa recepire. Nelle zone in cui, invece, le imprese sono grandi, tradizionalmente forti e “monoculturali”, concentrate su un unico tipo di prodotto, non si è innescato quel processo di innovazione e di diver-sificazione che, sempre attraverso un investimento più solido in ricerca e professionalità, avrebbe po-tuto aprire nuovi orizzonti di mercato e quindi maggiori prospettive di occupazione. E’ sempre più chiaro che la crisi del Piemonte è un pezzo della crisi dell’Italia, che è un pezzo della crisi dell’Europa e, forse, dell’Occidente tutto. Una crisi in cui non sembra, come si potrebbe pensare, avanzare il fronte dei paesi in via di sviluppo, o perlomeno non solo. Il processo di spostamento di reddito dal basso verso l’alto non smette di riguar-dare i paesi più deboli del nostro, mentre si sta ac-celerando da noi. Nell’aumentare della disugua-glianza globale, scopriamo i limiti di un modello di sviluppo che ci ha regalato, forse, un’infanzia for-

LAVORO:

PERCHÈ È URGENTE PARLARE DI LAVORO A cura di Paolo Furia,

Segretario regionale

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tunata, ma che ci sta portando via il futuro. Per tut-te queste ragioni, una discussione sul mercato del lavoro che non tenga conto della necessità di ritor-nare a crescere non ha senso, così come, d’altron-de, una discussione sull’esigenza di crescere che non rifletta sulla necessità di pensare a quale cre-scita possibile, sostenibile e maggiormente redistri-butiva non regge. Anche in Piemonte, dunque, occorre monitorare le spese che la Regione ha messo in campo per le po-litiche attive del lavoro e per il piano giovani: alcu-ne cose buone sono state fatte (dalla deduzione IRAP per l’assunzione di giovani al bando recente-mente finanziato per lo “scouting” di imprese inno-vative di giovani da parte di imprenditori affermati o “incubatori”), altre restano da fare (l’obbligo da parte delle imprese e degli enti locali di garantire il

rimborso spese minimo a stagisti e tirocinanti, una seria politica della casa e degli affitti per i giovani), altre ancora che sono state fatte vanno rapidamente modificate (l’Edisu non deve essere smantellato, così come è fondamentale, per i giovani, che venga potenziato, e non invece indebolito, il sistema di trasporto pubblico locale). Ma è necessaria la con-sapevolezza che nulla di questo basterà, se i giova-ni che si occupano di politica non incominceranno a sentirsi parte di un grande, importante movimen-to internazionale, forse mondiale, che deve rimette-re al centro le questioni della sostenibilità dello sviluppo, della centralità del lavoro, del modello di crescita che restituisca un senso alle identità dei territori ed un futuro, che i territori non possono trovare se non in noi.

LAVORO: Chiediamo che i soldi recuperati dalla lotta all’evasione fiscale vengano usati per creare sviluppo, sostenere l’impresa sana, generare e qua-lificare il lavoro! RICERCA E FORMAZIONE: Chiediamo che Stato e imprese investano di più in ricerca: solo così, infatti, potremo tornare competitivi nell’eco-nomia globale, senza lasciare a casa nessuno. La ricerca e la formazione professionale sono i mi-gliori investimenti per la crescita. REDDITO MINIMO GARANTTO: Chiediamo che nella Riforma del mercato del la-voro attualmente in discussione trovasse cittadi-nanza il tema, del tutto europeo, del reddito mini-mo. Alzando solo i contributi a carico dell’impresa per alcuni contratti atipici, infatti, i giovani precari (e non solo giovani) si troveranno la busta paga più leggera. I contratti precari, invece, devono ve-nire valorizzati come strumenti di qualità, coi qua-li la professionalità del collaboratore viene valo-rizzata. Sì dunque ad una soglia retributiva, diver-sa nei diversi tipi di contratto, sotto la quale però sia impossibile scendere, per tutelare la dignità del lavoratore. TUTELE SOCIALI PER TUTTI: Chiediamo che nella Riforma del mercato del lavoro si trovi-no i fondi per finanziare un vero sistema di tutele sociali anche per chi oggi non ne ha, migliorando i

capitoli che riguardano l’introduzione dell’Aspi e trovando un modo per valorizzare, per i precari, il tempo di passaggio da un lavoro all’altro con mo-menti di formazione permanente.

LAVORO:

IL LAVORO NON SI TAGLIA, IL PRECARIATO SI A cura del Dipartimento Lavoro GD Piemonte

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Parlare di ambiente significa, potenzialmente, par-lare di tutto. Si tratta certo di una sfida appassio-nante, ma anche di un rischio. Ecco perchè, per l'anno che ci attende, propongo che il Diparti-mento ambiente si occupi di quattro temi, sui quali concentrare gli sforzi nel breve e nel lungo periodo, l'iniziativa politica e l'elaborazione. Eccoli, dunque, in ordine di urgenza. Il primo tema nasce da una curiosa contingenza. Il 3 giugno si terrà, dopo oltre vent'anni dalla promo-zione dell'iniziativa, un referendum regionale sulla caccia. I Piemontesi saranno chiamati ad esprimersi su di un argomento certo non nuovo, ma che raramente occupa i telegiornali. L'iniziativa dei referendari (www.referendumcaccia.it) va nella direzione di una disciplina più restrittiva dell'attivi-tà venatoria. Il voto giunge in un momento in cui l'attuale maggioranza politica in Consiglio regiona-le ha in programma una riforma in senso opposto. Un'organizzazione come la nostra non può non avere una posizione ufficiale in materia (già assun-ta, peraltro, da alcuni dei nostri Circoli e delle Fe-derazioni). Nelle prossime settimane, dovremo di-scutere e deliberare in proposito. Il secondo tema riguarda l'attualità politica a livello nazionale. Il Governo intende riformare il caotico sistema degli incentivi alla produzione di ener-gia da fonti rinnovabili . Un dibattito che si fer-masse alle opzioni ideologiche (rinnovabili sì, rin-novabili no) sarebbe francamente stucchevole. Possiamo e dobbiamo fare di più. Ecco perchè propongo di avviare, sul tema, una collaborazione con il Partito Democratico che con-duca all'elaborazione di idee e proposte precise. Anche se rimanessero inascoltate, avremmo fatto un gran favore a noi stessi, aumentando la consa-pevolezza di ciascuno, della nostra organizzazione e del nostro partito. Il terzo tema nasce da uno dei principali eventi po-litici dell'anno appena trascorso: i referendum sull'acqua, apertamente sostenuti dal Partito De-mocratico e dai GD. Le tariffe idriche sono ancora regolate come lo era-no prima del voto (anche se presto vedrà la luce una nuova disciplina), mentre e a livello regionale si sta delineando la riforma degli organismi di ge-

stione del servizio idrico (le vecchie ATO, destina-te alla scomparsa). Una riforma da seguire con at-tenzione. Infine, il quarto tema: il consumo di suolo nel più ampio contesto del governo del territorio. Un di-scorso da portare avanti insieme al Dipartimento Enti Locali e ai nostri giovani amministratori. Casi recenti, come quello dello stabilimento Ikea nella provincia di Torino, hanno portato alla ribalta un problema terribilmente concreto, che non può più essere ignorato. Gli enti locali sono spesso costretti a sacrificare i terreni non edificati per racimolare il denaro necessario al funzionamento dei servizi pubblici, attraverso i contributi per l'urbanizzazio-ne. Nuove case, nuovi capannoni, nuove colate di cemento in cambio di autobus e lampioni. Che spesso sorgono accanto a vecchi insediamenti in-dustriali dismessi e in attesa di bonifica. A fronte della crisi, la programmazione cede il passo al bi-sogno. I posti di lavoro vengono artificiosamente contrapposti ai prati verdi, trascurando di conside-rare che il territorio è un bene per definizione finito e che le sue trasformazioni sono spesso irreversibi-li. Cosa può essere fatto per correggere questa ten-denza? Un'idea lega i quattro temi: dobbiamo avere una voce chiara sull'attualità, ma senza rinunciare a scrivere un'agenda che sia nostra. Rimbocchiamoci le maniche.

AMBIENTE:

QUATTRO TEMI, UN'IDEA GUIDA. UNA PROPOSTA DI LAVO RO PER IL 2012.

A cura di Andrea Carapellucci, Responsabile Dipartimento Ambiente, GD Piemonte

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ENTI LOCALI:

GIOVANI AMMINISTRATORI: IN RETE PER CAMBIARE

A cura di Alessandro Travaini Responsabile Dipartimento Enti Locali, GD Piemonte

I giovani amministratori, in rete per cambiare”, questo era il titolo di una delle tesi dei Gd del Pie-monte presentate durante il congresso appena con-clusosi. Infatti una rete è senza dubbio fondamen-tale per fare crescere una generazione di giovani amministratori che possa essere sempre più prota-gonista. Mettere in comune le diverse esperien-ze, confrontare idee e progetti, diffondere le “best practice” sperimentate a livello locale, può essere il succo di un cammino di crescita importante per molti ragazzi della nostra organizzazione che han-no iniziato un percorso nelle assemblee delle loro città, circoscrizioni o province, ovvero là dove si prendono le decisioni più prossime alla vita dei cittadini.

Avere amministratori preparati e pieni di iniziativa è una risorsa enorme per la nostra giovanile e per il Partito Democratico. Forse la miglior risposta che può offrire la politica alle persone in questi giorni difficili, nei quali non sembrano esserci argini all’avanzare di inquietanti ondate di demagogia e populismo. Per frenare il drenaggio di consensi verso quei movimenti che cavalcano questo clima, movimenti spesso composti da persone che inten-dono improvvisarsi alla gestione della cosa pubbli-ca, è necessario dimostrare concretamente di essere preparati e pronti per un vero rinnovamento che non sia meramente anagrafico. Questa è la sfida che hanno di fronte i giovani amministratori Gd, una sfida che sono pronti a vincere.

ENTI LOCALI:

I NOSTRI CANDIDATI ALLE PROSSIME ELEZIONI AMMINISTRATIVE

A cura di Alessandro Travaini Responsabile Dipartimento Enti Locali, GD Piemonte

L’elenco dei Giovani Democratici candidati alle prossime elezioni amministrative: Asti : Enrico Panirossi Alessandria Francesco Di Salvo Borgomanero Hassan Pagano, Davide Cerutti Chivasso Irene Montecchio, Tiziana Scullino Cavagnolo: Andrea Gavazza Cuneo Rebecca Ghio Grugliasco Emanuele Gaito, Luca Mortellaro, Mirene Alaimo, Omegna Alessandro Buzio, Alessandra Gebbia, Alessandro Colucci San Maurizio Canavese Alessia Piovano, Vincenzo Zanella, Andrea Bianco

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"Rendere omaggio a chi ha combattuto nella Guer-ra di Liberazione è doveroso. Il modo migliore per farlo, ma anche il più utile per la nostra generazio-ne e per quelle che verranno, è ovviamente quello di non limitarsi alla semplice celebrazione, e di ri-cordare forte e chiaro quali sono le cose che la Re-sistenza ci ha lasciato. Alla Resistenza dobbiamo qualcosa di molto con-creto per la nostra vita quotidiana: un Paese che cerca di assicurare a più persone possibile la libertà e la sicurezza. Il regime fascista, come tutte le dit-tature, privava i cittadini della libertà: e inoltre, es-sendo fondato sul principio della legge del più forte ed essendo (di conseguenza) spalleggiato dalle classi più forti, privava la maggior parte delle per-sone della sicurezza economica e della dignità del lavoro. Per questi motivi, l'Italia fascista, oltre a non essere un Paese libero, è stato un Paese arretra-to. I partigiani hanno avuto la forza di porre fine a tutto questo e hanno reso possibile il passaggio da un Paese quasi medievale a un Paese con tanti di-fetti, ma decisamente più civile e moderno. Ma alla Resistenza dobbiamo anche una lezione morale, storica e politica. Morale, perché chi ne ha preso parte è evidentemente un esempio di dignità e coraggio. Storica, perché la Resistenza ci ha por-tato libertà e sicurezza che prima non erano alla portata di tutti, dimostrando che questi beni, molto importanti, possono sempre essere messi in discus-sione da chi li vuole tutti per sé. Politica, perché la Resistenza non nasce solo dalla volontà di di-struggere, ma anche dall'adesione a dei valori cul-turali ben precisi, quelli della democrazia e del ri-

spetto dei più deboli: valori che i partigiani hanno messo in pratica in maniera collettiva, senza che l'uno potesse fare a meno del contributo dell'altro. Questa è la Resistenza, questi sono i motivi per ce-lebrarla, specie in un momento di crisi, in cui la cultura della "legge del più forte" torna a minac-ciarci. Buona Liberazione."

CULTURA:

L’IMPORTANZA DI RICORDARE

A cura di Nicola Dessì, Responsabile Dipartimento Cultura e Resistenza, GD Piemonte

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Così Walter Tocci risponde al Ministro Profumo e a politiche universitarie che cercano di svuotare completamente un intero sistema. C’ è seriamente il rischio di veder collassare il sistema universitario su se stesso, introducendo una concezione dell’ università conservatrice e assolutamente non in grado di saper cogliere le nuove sfide che ci si pre-sentano davanti. Tutto ruota attorno alla nostra idea di Università, se pensarla come bene comune oppure come un semplice servizio da erogare ai propri iscritti. Altro che governo dei tecnici, io ci vedo una preci-sa scelta politica. Una politica conservatrice che con il pretesto del merito introduce l’ idea che se non riesci ad emergere la colpa è tua e che proba-bilmente non sei adatto. L’idea secondo la quale la società è la semplice somma di più individui e non una comunità. In un periodo storico in cui l’India cerca di aumen-tare il numero di laureati noi decidiamo che solo diminuendoli si raggiunge l’eccellenza. Non mi sembra meritocratico un sistema che non mette tut-ti nelle stesse condizioni di perseguire il merito. E forse anche noi dovremmo smetterla di parlare solo di meritocrazia e pensare invece alla valoriz-zazione.

In questo contesto si è svolto venerdì 13 aprile il coordinamento nazionale della Rete Universitaria. E’ stato uno spazio importante di confronto e scambio tra le varie realtà e soprattutto un momen-to indispensabile di elaborazione politica. Il tema principale di discussione è stato il decreto legislativo, tanto voluto dal Ministro Profumo, sul controllo degli organici dei professori e dei ricerca-tori. Il decreto inserisce un meccanismo “diabolico” che renderebbe quasi impossibile il rimpiazzo dei docenti che vanno in pensione. Infatti il numero di assunzioni possibili in relazio-ne al turn-over viene definita secondo il rapporto tra le spese del personale e le entrate provenienti dalla contribuzione studentesca. Il problema è gra-ve poiché le Università italiane si troveranno a do-ver scegliere tra un buon livello di ricerca o l’ au-mento delle tasse studentesche. La Rete Universitaria si impegnerà a lungo su que-sto tema perché lo riteniamo un passaggio impor-tante verso una concezione di università che non è più “Bene Comune”.

ISTRUZIONE:

“SIGNOR MINISTRO COSÌ NON VA”. A cura di Andrea Scarpellino

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É accaduto per caso, una cena tra amiche, ognuna di noi che prepara una portata da condividere, qual-che chiacchiera. Sembra Sex& the City nostrano, e invece quelle amiche sono il 'nucleo fondativo delle Giovani Democratiche del Piemonte. E così, siamo nate e in questi mesi abbiamo lavora-to molto, scoprendo che la condizione femminile del nostro paese è peg-giore di quanto pensassi-mo. L'Italia è fanalino di coda per quanto riguarda il tasso di occupazione femminile: i dati dimo-strano un distacco di 12 punti percentuali rispetto alla media europea e di 14 punti rispetto agli obiettivi fissati dal Trat-tato di Lisbona, le italia-ne occupate sono il 45% della popolazione femmi-nile, e la percentuale non cresce da 8 anni. Inoltre le italiane 'in carriera' hanno maggiore difficol-tà di raggiungere ruoli direttivi e a parità di po-sizione professionale, percepiscono un salario inferiore a quello di un uomo, benché le donne siano di più e meglio pre-parate degli uomini. Il paradosso è che, nono-stante tutto ciò, siamo anche il paese europeo con il più basso tasso di natalità: solo 1,3 di figli per ogni donna. Probabilmente, rendere la vita meno com-plicata alle mamme-lavoratrici aiuterebbe le impre-se e il paese ad uscire dalla crisi. E il lavoro è solo uno degli esempi eclatanti. Siamo sottorappresentate sia nelle istituzioni che nelle aziende, di recente la giornalista e scrittrice Marina Terragni ha dichiarato che “Esiste in Italia una questione maschile: troppi uomini sono nei luoghi in cui si decide. E, forse, se le cose vanno male si deve anche al fatto che le donne decidono ancora così poco”. D'altronde i dati sono sconfor-

tanti: le donne sono solo il 4% dei membri di con-sigli di amministrazione e il 7% degli imprenditori, il 18% degli amministratori comunali e il 10% dei sindaci italiani. Mentre tra i parlamentari eletti alle ultime elezioni, solo il 17,1% dei deputati e il 13,7 % dei senatori sono donne, la quota PD è del

30%, meglio di niente. Il paese, ha bisogno di porre delle basi per uscire dalla 'questione femmini-le' (che nel frattempo è diventata una vera e pro-pria emergenza), di fare delle riflessioni serie ed approfondite, l'abbiamo lasciata nella lista delle 'cose da fare' per troppo tempo. Non possiamo più trascurare le mancanze, non possiamo non indi-gnarci sapendo che il pre-cedente presidente del Consiglio suggerì alle donne che non trovano lavoro di 'trovarsi un fi-danzato ricco o che si in-teressava alle casalinghe 'sotto 25 anni e la quarta di reggiseno' E come generazione, do-vremmo tenere sempre presente che 'La battaglia per la parità non è un fac-cia a faccia tra uomini e donne: è uno scontro tra

il passato e il futuro', anzi, sarebbe meglio non rimandare, tra passato e presente. Come giovani democratiche del Piemonte abbiamo e continueremo a dare il nostro contributo. Ci sia-mo e vogliamo continuare ad esserci, organizzando eventi specifici sui vari temi e nei vari territori, contribuendo alla dialettica politica nei Giovani Democratici, provando ad incrementare la parteci-pazione femminile anche all'interno dell'organizza-zione.."

DAI TERRITORI:

LA SFIDA DELLE GIOVA NI DEMOCRATICHE

A cura di Tiziana Scullino

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SEGNA IN AGENDA

CONCENTRIAMO LE ENERGIE

CONCENTRIAMO LE ENERGIE, gli obiettivi, le politi-che, il ruolo delle città venerdì 11 (14:30-18:00) e sabato 12 maggio (9:00-13:00) NH Hotel Santo Stefano, via Porta Palatina 19 Torino.

Il Partito Democratico del Piemonte intende fare il punto in-sieme a voi sugli obiettivi, le politiche ed il ruolo delle città nella lotta ai cambiamenti climatici e green economy.

Pensiamo che la lotta ai cambiamenti climatici debba esse-re in cima all’agenda politica per il rilancio dell’economia del Paese. Il Partito Democratico si candida ad interpreta-re questa priorità e a darle corpo attraverso un confronto continuo con gli interlocutori protagonisti utili a costruire una prospettiva di sviluppo sostenibile.

L’iniziativa si colloca nel quadro della Conferenza nazio-nale del Partito Democratico sull’economia verde che si terrà a Roma l’11 giugno 2012.

Sintesi del programma

Venerdì pomeriggio si lavora sul ruolo e la responsabilità degli Enti Locali rispetto all’attuazione concreta di politiche smart: smart city come sinonimo di pianificazione e pro-grammazione del proprio territorio in chiave innovativa e di efficienza non solo energetica. Si discuterà dei nodi proble-matici in particolare il finanziamento degli interventi anche sulla base di buone pratiche che mettono in relazione pubbli-co e privato, emergeranno proposte.

Sabato mattina si discute di ricerca, industria, legislazione, energie rinnovabili e ancora smart cities. La città subirà molti cambiamenti per rispettare gli obiettivi europei anche in termini di emissioni di CO2: l’Italia è la prima responsabile inquinante in Europa per il contributo del patrimonio immo-biliare. Quali sfide per Torino? Ci confrontiamo con esperien-ze diverse.

Durante l’iniziativa interverrà anche il responsabile del Dipartimento Ambiente dei Giovani Democratici del Piemonte, Andrea Carapellucci

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