NOI Magazine - Maggio 2013

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Anno V N° 5 - Maggio 2013 www.noimagazine.it IL MENSILE DELLA PROVINCIA DI NOVARA Igor Volley: è A1! Noi Stefano Re Campione Italiano Kickboxing Outlook Mercati Cos'è successo ad Aprile La riscoperta delle fonti d'acqua nel VCO Il mensile del buon gusto italiano a tavola! Rievocazione medievale a Bolzano Novarese GHIBLI Una nuova pagina della storia Maserati

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Il mensile della provincia di Novara

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Anno VN° 5 - Maggio 2013

www.noimagazine.it

IL MENSILE DELLA PROVINCIA DI NOVARA

Igor Volley: è A1!

Noi

Stefano ReCampione ItalianoKickboxing

Outlook MercatiCos'è successo

ad Aprile

La riscoperta delle fonti d'acqua nel VCO

Il mensile del buon gusto italiano

a tavola!

Rievocazione medievale a Bolzano Novarese

GHIBLIUna nuova pagina

della storia Maserati

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NOI - MAGGIO 2013 3

N° 5 - Maggio 2013

Autorizzazione Tribunale di Novaran. 372 del 15.12.2008

Direttore EditorialeMarco Trivelli

Direttore ResponsabileGiuliano Ladolfi

Hanno collaborato a questo numero:

Daniele BevacquaGiulio GrecoEmi Guidetti

Giuliano LadolfiChiara Ratto

Giuseppe TortomasiMatteo TruccoMark Welner

Grafica e impaginazione

CENTROMEDIA

Editore e PubblicitàCENTROMEDIA

28024 Gozzano (NO) - ItalyViale Parona, 6

[email protected]

sommario 5 EDITORIALE

6 PAPA FRANCESCO ...

8 ECONOMIA

14 OUTLOOK MERCATI

18 INFO POINT

22 SALUTE

24 PSICOLOGIA

29 TERRITORIO

32 ARTE

38 MOTORI

44 SPORT

57 NOI .. A TAVOLA!

70 LA RICETTA

Tutti i diritti riservati. È vietata e perseguibile civilmente e penalmente ai sensi della legge sul diritto d’autore ogni forma di riproduzione dei contenuti di questa rivista, compresi gli spazi pubblicitari, senza autorizza-zione dell’Editore. Giudizi, opinioni, notizie riportate negli articoli firmati o siglati impegnano esclusivamente gli autori. L’editore declina inoltre ogni responsabilità per la pubblicazione di materiale fotografico fornito direttamente o tramite commissione a terzi da enti, società e privati che ne abbiano palesato il pieno e legittimo possesso senza porre vincoli alla sua diffusione.

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Anno VN° 5 - Maggio 2013

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Napolitano + Napolitano = Governo

5NOI - MAGGIO 2013

EDITORIALE

Giorgio Napolitano è stato rieletto alla carica di Presi-dente della Repubblica Ita-liana con i voti della Destra e della Sinistra. Dobbiamo

rallegrarci?Senza dubbio la sua disponibilità ha per-messo di superare una impasse istituziona-le che non lasciava prevedere altri sbocchi. Del resto, durante il precedente settennato egli ha agito sempre (se eccettuiamo il ri-fiuto di firmare il decreto legge che avrebbe salvato la vita a Eluana Englaro) con sag-gezza e con imparzialità, tanto da meritarsi gli elogi da tutti i partiti.Il suo prestigio è riconosciuto a livello in-ternazionale e risulta veramente meritevole se si considera la sua militanza nel Partito Comunista che lo ha visto su posizioni dia-metralmente opposte a quelle attuali. Egli stesso ha fatto pubblica ammenda per aver elogiato con queste parole l'intervento sovietico del 1956: «L'intervento sovieti-co ha non solo contribuito a impedire che l'Ungheria cadesse nel caos e nella contro-rivoluzione, ma alla pace nel mondo». Non dimentichiamo che «l'Unità» arrivò persi-no a definire gli operai insorti “teppisti” e “spregevoli provocatori”. Inoltre, nel 1957 in occasione del trattato di Roma con cui veniva istituita la Comunità Economica Europea, il Partito Comunista votò contro quel patto con la motivazione espressa da Pietro Ingrao: «Votando contro questi trat-

tati intendiamo indicare alla classe opera-ia una prospettiva di autonomia e di lotta, intendiamo chiamare la classe operaia a battersi assieme a tutte le forze sane e mi-nacciate da questi trattati per dare un corso diverso alla politica internazionale».Oggi troviamo nel nostro Presidente uno degli europeisti più convinti, la cui lungi-miranza consente al nostro Paese di aprirsi a prospettive di pace e di cooperazione. Nel suo percorso umano e politico possiamo riscontrare il difficile cammino che ha con-dotto parte della popolazione italiana e la maggior parte degli intellettuali sulla via di una convinzione veramente “democratica” e di una valutazione positiva dell’azione politica di quei partiti come la Democra-zia Cristiana, il Partito Socialista, il Partito Liberale, il Partito Repubblicano e il Par-tito Socialdemocratico sempre schierati sul fronte della libertà.La rielezione Napolitano ha vincolato la Destra e la Sinistra in un patto di Governo, dal quale i cittadini si aspettano riforme, lavoro e sviluppo. Nessuno si nasconde le enormi difficoltà che si presentano: da una parte una protesta popolare che ha trovato nel movimento “5 Stelle” uno strumento che non si è ancora concretizzato in chia-ro quadro programmatico, dall’altra una Sinistra divisa e oscillante tra richieste di “matrimonio politico” con chi non si vuol sposare, e la necessità di guardare in faccia alla realtà, e infine una Destra che in questi

due ultimi mesi ha aspettato che le contrad-dizioni interne degli avversari la avvantag-giassero, con il merito, però, di non aver opposto preclusioni.Nasce ora un “governissimo” (neologi-smo orripilante), il cui futuro non dipende dalle formule, ma dalle persone. La Sini-stra (mini-)vincendo le elezioni ha perso il più importante fattore di coesione inter-na, l’antiberlusconismo, e trova difficoltà a compattarsi sullo stesso tavolo cui siedono rappresentanti dell’odiato avversario. E ri-uscirà la Destra a superare interessi di parte oppure posta di fronte alle prime divergen-ze minaccerà elezioni anticipate? Il nuovo Governo sarà un banco di prova non solo per le capacità mediatrici di Enri-co Letta, ma per ambedue gli schieramenti. Vedremo quanto conteranno gli interessi dei cittadini rispetto ai giochi di potere. Vedremo quanto prevarranno i pregiudizi dei partiti sui reali bisogni della comunità. Vedremo se la saggezza saprà superare di-visioni e odi ventennali.Sono certo che al cittadino comune impor-ti poco “quale” partito governi, importa molto di più “come” si governa. Anche in questo caso il fattore umano è determinante e non esiste alchimia politica che possa so-stituirlo. Il nuovo Governo dimostrerà con i fatti il livello della nostra classe politica.

Giuliano Ladolfi

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NOI - MAGGIO 2013

Fin dal primo momento della sua elezio-ne al soglio pontificio, papa Francesco ha dato un’immagine assolutamente speciale di sé, con un’umiltà e una semplicità fuo-ri dal comune. Caratteristiche che hanno colpito il cuore della gente e che stanno riavvicinando alla Chiesa un gran numero di fedeli. Le dimissioni di Ratzinger avevano colto solo apparentemente di sorpresa, poiché Benedetto XVI, il papa teologo, non sem-brava più davvero in grado di poter reg-gere la pesante situazione all’interno delle mura vaticane. Nell’opinione e nelle spe-ranze di molti il recente conclave, che ha catalizzato l’attenzione di tutto il mondo, avrebbe fornito la risposta sui moltissimi interrogativi che aleggiavano su tutta la Chiesa.Tuttavia Jorge Mario Bergoglio è ben lontano dall’essere un rettore bonario e sempliciotto di una Chiesa che in pochi momenti della sua storia millenaria ha vissuto una così grave crisi come quella

PaPa Francesco: buono, umile, ma non troPPo

attraversata negli ultimi anni.Gli scandali della pedofilia e dello Ior, le lotte intestine per il potere nella Curia ro-mana, il caso Vatileaks, hanno seriamente minato la sua credibilità, attirando un gran numero di critiche e soprattutto facendo-la apparire come un’entità estremamente lontana dalla gente e dai suoi problemi.Dietro il volto mite e la grande bontà di-mostrata, papa Francesco ha assunto il pieno controllo della Chiesa, impostando un’azione di pulizia e di rigore etico-mo-rale di tutta la Curia pontificia. Da buon gesuita, assolutamente contrario al rela-tivismo fideistico dilagante, Bergoglio si è posto davvero come il grande baluardo della Cristianità, al fine di attuare il pieno rinnovamento dei costumi e della men-talità di tutti coloro che fanno parte del gregge di San Pietro. Privo di croci ed ornamenti d’oro, senza le scarpe marcate Prada, papa Francesco è diventato egli stesso l’emblema del rigore e della serietà.

Esemplari sono state le sue parole durante l’omelia della messa inaugurale del mini-stero petrino il 19 marzo: “Non dimenti-chiamo mai che il vero potere è il servizio e che anche il Papa per esercitare il potere deve entrare sempre più in quel servizio che ha il suo vertice luminoso sulla Croce; deve guardare al servizio umile, concre-to, ricco di fede, di san Giuseppe e come lui aprire le braccia per custodire tutto il Popolo di Dio e accogliere con affetto e tenerezza l'intera umanità, specie i più po-veri, i più deboli, i più piccoli, quelli che Matteo descrive nel giudizio finale sulla carità: chi ha fame, sete, è straniero, nudo, malato, in carcere (cfr Mt 25,31-46). Solo chi serve con amore sa custodire!”Totale servizio e dedizione alla causa del-la Chiesa e del messaggio del Vangelo.

Matteo Trucco

L’impegno per il rinnovamento della Chiesa

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Ancora incertezze per l'industria novarese: calano le attese di produzione e ordini

Previsioni congiunturali - II trimestre 2013

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L’industria novarese rimane in attesa della ripartenza. Secondo le previsioni congiunturali elaborate dall’Associa-zione Industriali di Novara per il trime-stre aprile-giugno 2013, il saldo tra gli imprenditori che si dichiarano ottimisti e quelli che sono pessimisti sull’incre-mento della produzione scende a -16,9 punti rispetto ai -8,2 della precedente rilevazione. Cede anche l’export, che nell’ultimo anno aveva costituito l’unica componen-te della domanda con indicatori sempre positivi: i saldi tra ottimisti e pessimisti relativi agli ordini totali ed esteri si at-testano infatti, rispettivamente, a -8,5 e -1,2 punti, contro i precedenti -7 e +13.

«Nel contesto globale – commenta il presidente dell’Ain, Fabio Ravanelli – si consolida il miglioramento, mentre sul fronte interno si è accentuata l’in-certezza. Segnali positivi non si vedo-no ancora, ma non perdiamo la fiducia e attendiamo la seconda parte dell’anno

Negative le prospettive per metalmeccanico e chimico, dati contrastanti per alimentare e tessile-abbigliamento

per verificare una possibile inversione di tendenza».

Anche per il mercato del lavoro la situa-zione rimane preoccupante.

«Il saldo ottimisti/pessimisti relativo alla volontà di fare nuove assunzioni – spie-ga il direttore dell’Ain, Aureliano Curi-ni – risale lievemente, a -9,3 punti dai precedenti -11,5, ma le aziende che in-tendono ricorrere alla cassa integrazione toccano il 27,4% rispetto al 26,4% della precedente rilevazione: è il livello più alto degli ultimi tre anni».

Dopo il balzo in avanti del trimestre scorso, ritornano ai livelli del 2012 sia le percentuali di aziende che dichiarano di voler procedere alla sostituzione o all'ammodernamento degli impianti (al 42,1% dal precedente 51,7%) sia quelle che prevedono ampliamenti (al 14,7% dal precedente 21,8%), mentre risale dal 54,2% al 58,9% la percentuale di impre-

se che dichiara un ritardo negli incassi rispetto ai tempi di pagamento pattuiti.

A livello settoriale il metalmeccanico presenta saldi ottimisti/pessimisti sulle aspettative di produzione a -7,6 punti e attese di ordini, totali ed esteri, rispetti-vamente a -5 e a +8,9, in miglioramento rispetto ai precedenti -11,9 e +2,8 punti. La percentuale di imprese che vuole ri-correre alla Cig rimane su livelli elevati (33,3%), mentre il saldo sulle aspettative di allargamento della base occupaziona-le risale da -16,6 a -7,5 punti. Il 43,6% delle imprese investirà in ammoderna-mento degli impianti mentre il 12,8% (rispetto al precedente 23,8%) ha in pro-gramma ampliamenti. Aumentano dal 53,7% al 57,5% le segnalazioni di ritardi negli incassi.

Il chimico conferma un andamento che nell’ultimo anno si è rivelato altalenan-te di trimestre in trimestre, con indica-tori attualmente tutti negativi: il saldo

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ottimisti/pessimisti sulle aspettative di produzione, infatti, cala da zero a -18,8 punti, quelli sulle attese di ordini, totali ed esteri, rispettivamente da zero a -12,5 punti e da 21,40 a -7,1 punti. Stessa dinamica per le intenzioni di nuove assunzioni, il cui saldo ottimisti/pessimisti scende da 13,30 a -6,3 punti, mentre per il quarto trimestre consecuti-vo non si registrano previsioni di ricorso alla Cig. I tre quarti delle aziende del comparto intendono ammodernare gli impianti, mentre solo il 6,3% ne prevede amplia-menti. Si riducono dal 58,3% al 35,7% le segnalazioni di ritardi negli incassi.

Nel tessile-abbigliamento a fronte di un saldo zero tra ottimisti e pessimisti sulle aspettative di produzione (-11,1 il valore precedente) i saldi relativi alle attese di ordini totali crescono da 22,2 a 30 punti, mentre quelli sulle esportazioni calano da 37,5 a zero punti. Il saldo sulle attese di incremento della base occupazionale sale da -11,1 a zero punti, ma aumenta dal 22,2% al 40% la percentuale di imprese che intende ricor-rere alla Cig. Calano sia le previsioni di ampliamento sia quelle di ammoderna-mento degli impianti (rispettivamente da 11,1% a zero e dal 55,6% al 40%), men-tre il ritardo negli incassi è denunciato dal 70% delle aziende (contro il prece-dente 55,6%).

Luci e ombre nelle previsioni del com-parto alimentare, dove il saldo ottimisti/pessimisti sulle aspettative di produzio-ne rimane stabile a -11,1 punti, quello relativo alle attese di ordini totali sale da -33,4 a -22,2 punti e quello relativo alle attese di ordini esteri crolla da 25 a zero. Migliorano entrambi gli indicatori rife-riti al mercato del lavoro (con nessuna intenzione di ricorso alla Cig), ma rad-doppiano (dal 22,2% al 44,4%) le segna-lazioni di ritardi negli incassi. Crescono dal 22,2% al 33,3% i progetti di ampliamento mentre calano dal 55,6% al 44,4% quelli di ammodernamento de-gli impianti.

Dopo la dura e sacrosanta critica solleva-ta dal Presidente della BCE, Mario Dra-ghi, la CGIA ribadisce i risultati di una sua battaglia storica che vede le grandi aziende storicamente premiate dalle ban-che a scapito delle piccole e delle me-die imprese. Cosa denuncia la CGIA? L’81% circa degli oltre 1.335 miliardi di prestiti erogati dalle banche agli italiani è concesso al primo 10% degli affidati, ovvero alla migliore clientela. Il rima-nete 19% è distribuito alle famiglie, alle piccole imprese ed ai lavoratori autono-mi che, di fatto, costituiscono la quasi totalità, vale a dire il 90%, dei clienti dei nostri istituti di credito. Una anomalia, quella denunciata dalla CGIA di Mestre, che grida vendetta soprattutto in questa fase di “credit crunch”. Giuseppe Bortolussi, segretario della CGIA, non ha dubbi: «Al di là delle dif-ficoltà legate alla crisi, il nostro sistema creditizio presenta dei nodi strutturali che vanno assolutamente affrontati. È chiaro a tutti che questo 10% di mag-giori affidati non è costituito da piccoli imprenditori, da famiglie o da titolari di partite Iva, ma quasi esclusivamente da grandi gruppi o società industriali. In linea generale non ci sarebbe nulla da obbiettare se questo 10% fosse costituito da soggetti solvibili. Invece, dall’analisi della distribuzione del tasso di insolven-za emerge che il 78,3% è concentrato nelle mani del 10% dei migliori affidati.

In buona sostanza, nei rapporti tra ban-che ed imprese tutto è clamorosamente rovesciato: chi riceve la quasi totalità dei prestiti presenta livelli di affidabilità bassissimi, mentre chi dimostra di essere un buon pagatore ottiene il denaro con il contagocce». Secondo l’elaborazione dell’Ufficio stu-di della CGIA di Mestre, il primo 10% degli affidatari riceve il 80,9% del totale dei prestiti erogati dalle banche. Prestiti, fanno notare dalla CGIA, che tecnica-mente sono definiti come finanziamenti per cassa. Una tipologia di finanziamen-to che copre quasi il 70% del totale dei finanziamenti erogati dal sistema banca-rio italiano. Peccato che questa grande generosità rivolta alle grandi imprese non sia ricambiata. Infatti, le sofferenze a carico di questi clienti così “privilegia-ti” (ovvero sempre il primo 10% degli affidatari) è pari al 78,3% del totale.

Insomma, pur non essendo dei buoni pa-gatori, le banche continuano a premiarli. «È vero – conclude Bortolussi - le sof-ferenze totali sono in forte aumento e si attestano ormai attorno ai 115 miliardi di euro. Tuttavia il comportamento delle nostre banche è quanto meno sorprenden-te. Ricevono più soldi dalla clientela, ne erogano sempre meno, ma privilegiano i grandi capitani di industria a scapito delle famiglie e delle piccole imprese. Oggetti-vamente c’è qualcosa che non va».

Credito: l’81% dei prestiti va alle grandi imprese, anche se le sofferenze

di quest’ultime ammontano al 78%

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ECONOMIA

Vino e birra tra le bevande; carburanti, riparazioni auto, abbigliamento, calzatu-re, mobili, elettrodomestici, giocattoli e computer tra i non alimentari: sono so-lamente alcuni dei beni e servizi che dal prossimo 1° luglio potrebbero costare di più a seguito dell’incremento dell’ali-quota Iva ordinaria dal 21 al 22%, come stabilito dal Governo Monti.Ipotizzando che i comportamenti di con-sumo (*) delle famiglie italiane rimanga-no immutati, la CGIA stima che per un nucleo costituito da 3 persone l’aggravio medio annuo sarà di 88 euro. Nel caso di una famiglia di 4 componenti, l’incre-mento medio annuo sarà invece di 103 euro.Visto che per il 2013 l’aumento dell’Iva interesserà solo il secondo semestre, per l’anno in corso gli aumenti di spesa sa-ranno la metà: 44 euro per la famiglia da 3 persone; 51,5 euro per quella da 4.Il costo di questa operazione graverà sul-le tasche dei consumatori per un importo

di 2,1 miliardi di euro per il 2013 e di 4,2 miliardi per il 2014.«Bisogna assolutamente scongiurare questo aumento – sottolinea Giuseppe Bortolussi, segretario della CGIA – Se ciò non avverrà, corriamo il serio perico-lo di far crollare definitivamente i con-sumi che ormai sono ridotti al lumicino. Questa è una crisi economica che va af-frontata dalla parte della domanda: solo incentivando i consumi interni possiamo rilanciare la produzione. Altrimenti, sia-mo destinati ad accentuare la fase reces-siva che comporterà un aumento delle chiusure aziendali e la crescita del nu-mero dei senza lavoro».L’allarme sulla contrazione dei consumi registrata dalle famiglie italiane è stato riproposto nei giorni scorsi dall’Istat (**). Rispetto al 2011, la riduzione della spesa per consumi è stata del 4,3%, una variazione negativa molto superiore a quella registrata nel biennio 2008-2009, quando, al culmine della recessione, i

Famiglie: l’aumento dell’Iva costerebbe fino a 103 euro

consumi avevano segnato una caduta tendenziale del 2,6%.«Per questo – ribadisce Bortolussi è ne-cessario evitare l’aumento dell’Iva pre-visto dal prossimo 1 luglio».

I rincari che peseranno di più sui porta-fogli delle famiglie italiane si verifiche-ranno quando ci recheremo a fare il pie-no alla nostra auto o saremo costretti a portarla dal meccanico o dal carrozziere (33 euro all’anno per una famiglia di tre persone, 39 euro se il nucleo è composto da 4 persone), per l’acquisto dei capi di abbigliamento e per le calzature (18 euro all’anno per una famiglia di 3 persone, 20 euro se il nucleo è da 4) e per l’acqui-sto di mobili, elettrodomestici o articoli per la casa (13 e 17 euro).La CGIA ricorda che il passaggio dal 21% al 22% dell’aliquota IVA ordinaria non inciderà sulla spesa dei beni di pri-ma necessità, come gli alimentari, la sa-nità, l’istruzione, l’abitazione ecc., tutti beni ai quali si applica l’IVA al 10% o al 4%, o non si applica affatto.

(*) misurati dalle rilevazioni Istat(**) Def 2013, Audizione del Presidente dell’Istituto nazionale di statistica Prof. Enri-co Giovannini, Roma 23 aprile 2013

Caduta choc degli investimenti: in questi ultimi anni la contrazione è stata doppia rispetto a quella registrata negli anni Tren-ta. Gli effetti negativi della crisi economica che stiamo vivendo in questi ultimi anni sono più pesanti di quelli registrati negli anni Trenta. A dirlo è la CGIA di Mestre che ha messo a confronto l’andamento di alcuni indicatori economici censiti nei periodi 1929-1934 e 2007-2012.

Ecco i risultati:Pil - a livello aggregato la ricchezza prodot-ta dal Paese al netto dell’inflazione durante la crisi degli anni Trenta è diminuita del 5,1%. Tra il 2007 e il 2012 la contrazione è stata del 6,9%;Pil pro capite – la ricchezza prodotta per singolo abitante al netto dell’inflazione,

invece, è scesa durante la Grande crisi dell’8,6%, in questi ultimi anni del 9,4%;Investimenti – se tra il 1929 e il 1934 la contrazione fu del 12,8%, tra il 2007 ed il 2012 il calo è stato del 27,6%, più del dop-pio rispetto a quanto accaduto 80 anni fa;Consumi delle famiglie - negli anni Trenta la caduta fu drammatica: -9,4%. In questi ultimi anni la diminuzione è stata del 5%.È chiaro, sottolinea la CGIA, che questa comparazione presenta dei limiti ricondu-cibili all’incompletezza delle statistiche ri-ferite agli anni Trenta. Pertanto, i risultati vanno presi con le mol-le, anche se ci consentono di realizzare una comparazione che ci ribadisce la gravità della situazione che stiamo vivendo.Va altresì ricordato che in questa analisi sono stati presi in esame gli unici indicatori che potevano essere confrontati.

Nonostante i numeri mettano in evidenza le difficoltà di questi ultimi tempi, non va dimenticato che negli anni Trenta la dura-ta media della vita, la mortalità infantile, il livello di istruzione, le condizioni abitative, quelle igienico/sanitarie e la ricchezza me-dia delle famiglie non erano minimamente paragonabili a quelle attuali.Da un punto di vista metodologico la CGIA segnala che nel 1929 e nel 2007 si sono re-gistrati i risultati economici maggiormente positivi per il nostro Paese nei due periodi messi a confronto. Pertanto, le due variazioni hanno inizio proprio a partire dal ’29 e dal 2007.

Crisi: l’attuale più pesante di quella del ‘29

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Nuova facoltà all’Avogadro. Finalmente, dopo una lunga attesa, la sede di Nova-ra dell’Università del Piemonte Orientale ospiterà dal prossimo anno accademico il corso di laurea quinquennale in Legge. Ver-rà però chiuso il corso di Servizi giuridici per l’impresa, una sorta di interfacoltà tra Economia e Diritto.Il consiglio d’amministrazione dell’univer-sità novarese ha approvato all’unanimità la proposta avanzata del rettore Cesare Ema-nuel di rafforzare la proposta formativa, re-plicando Economia nella sede di Alessan-dria, e Giurisprudenza a Novara.Chiaro è l’intento di allargare sempre di più il panorama dei corsi per intercettare il maggior numero possibile di studenti in nuove aree, soprattutto sul percorso che dal Piemonte Orientale punta verso la Lombar-dia. «Sappiamo che ogni anno circa duecento ragazzi delle province di Novara, Vercelli e

Vco s’iscrivono a Giurisprudenza in un’u-niversità che non è la nostra - è il commento del rettore - ma che al tempo stesso anche Novara “pesca” molti studenti nel Milane-se, portando in città chi vuole evitare i gran-di atenei della metropoli lombarda».Le lezioni delle nuova facoltà verranno te-nute al terzo piano dell’ex caserma Perrone. Il corso di laurea in Giurisprudenza rileverà la precedente triennale in Servizi giuridici per l’impresa, che all’inizio dell’anno acca-demico in corso contava 91 matricole. Un procedimento analogo verrà attuato anche nella sede di Alessandria, dove chiu-derà il corso di Informatica giuridica (41 matricole) e verrà aperta la facoltà di Eco-nomia aziendale. Un’operazione simile a quella di Novara, con l’intento di mantene-re sul territorio un gran numero di studenti che fino ad ora hanno optato soprattutto per Genova come sede universitaria. Andrà infine ad esaurimento la triennale

Aprirà a Novara la Facoltà di Giurisprudenzadi Economia a Casale Monferrato, un in-dirizzo di studi dalla caratteristiche meno manageriali, e più improntato sull’attività di commercialista e consulenza.Una delle maggiori difficoltà ha riguardato in particolare la scomodità dei collegamen-ti tra Novara e Alessandria, motivo per cui si cercherà di potenziare la linea diretta tra i due capoluoghi di provincia, alla luce del fatto che, per garantire i corsi nella sede no-varese, i professori faranno la spola tra la Perrone e palazzo Borsalino. «Non ho la bacchetta magica ma contiamo di superare, per questo primo anno, il cen-tinaio di matricole - conclude Emanuel - Novara attende da tantissimo questa facoltà e ora l’ha avuta: chiediamo alle famiglie e agli studenti di iscriversi all’Avogadro e avere fiducia in noi. Abbiamo dimostrato di meritarcela».

Matteo Trucco

Una città tra le più virtuose d’Italia il cui sviluppo rimane bloccato dai vincoli del patto di stabilità. È questa la situazione molto contraddittoria che vive Borgomanero, come spiega molto chiaramente l’assessore ai lavori pubblici Sergio Bossi: «Ci troviamo, così come tan-te altre amministrazioni comunali, a dover fare i conti con una situazione paradossale. Nonostante da anni il Comune di Borgo-manero si distingua per l’oculatezza e la correttezza dei bilanci, grazie alle diverse (anche politicamente) amministrazioni che si sono succedute, accomunate dal rispet-to della legge, non possiamo spendere il denaro che abbiamo in cassa. Abbiamo a disposizione le risorse finanziarie per dare avvio a lavori pubblici importanti, ma non è possibile spendere questi soldi. Il rischio è davvero quello di un collasso economico».È davvero lungo l’elenco dei lavori pubbli-ci, che a causa della spending review e del patto di stabilità, non possono essere avvia-

ti: il rifacimento sul ponte dell’Agogna nel-la frazione di San Marco (300.000 euro), l’abbattimento dell’immobile del “Fabbri-chin” nell’area ex Tarditi per la realizza-zione del parcheggio definitivo (450.000 euro), l’asfaltatura di una serie di strade (300.000 euro), i nuovi giochi nei parchi di Santa Croce e Villa Marazza (65.000 euro) e la sistemazione del verde pubblico (70.000 euro).«Addirittura - sottolinea nuovamente l’as-sessore Bossi - non possiamo neppure installare la nuova illuminazione nel par-cheggio di piazza Matteotti, con un costo complessivo di 45 mila euro. Avevamo pre-disposto tutto per l’installazione dei nuovi punti luce. Niente da fare, le normative ci impediscono di usare i fondi che abbiamo in cassa e che sono il frutto di una gestio-ne oculata della pubblica amministrazione. Personalmente credo che sia giunto il mo-mento di dire basta con questa situazione che non permette ad un Comune virtuoso

come quello di Borgomanero di disporre del denaro versato con le tasse dei cittadini. È una situazione che, di fatto, blocca la ge-stione amministrativa».Fortunatamente la spending review non è riuscita a bloccare tutti i progetti previsti a Borgomanero. Stanno infatti per essere av-viati i lavori di risanamento dell’asilo nido di via Ugo Foscolo. I bambini che frequen-tano la struttura, dall’inizio dell’anno, sono stati trasferiti in via Alfieri 7, ed ora sta per partire il progetto di ristrutturazione dell’e-dificio.Il Comune ha partecipato ad un bando regionale che ha finanziato progetti per il risparmio energetico. Per l’asilo nido di via Foscolo, l’amministrazione borgoma-nerese ha approvato una determina con un impegno di 20 mila euro per le opere di risanamento igienico conservativo dell’im-mobile, che per il prossimo autunno torne-rà ad essere utilizzabile e potrà ospitare di nuovo i bambini. M.T.

I propositi di ripresa di BorgomaneroECONOMIA

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BORGOMANERO • Tel. 0322 [email protected] • www.senzaterra.com

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Outlooka cura di

Giuseppe Tortomasi Daniele Bevacquamercati

OUTLOOK MERCATI

Cos'è successo ad Aprile

14 NOI - MAGGIO 2013

Aprile ha portato un’onda di realizzi anche in USA che hanno spinto SPX a ritoccare la sua media a 50 giorni. Fedele alla sua impostazione rialzista, l’indice ha rimbalzato con convinzione da quei livelli e ha ripreso a camminare verso i massimi di periodo. La correzione in Europa è stata più marcata, infatti gli indici si sono portati tutti sulla media a 200 giorni. Da lì, si sono ritrovate le energie rialziste e i mercati hanno tutti recu-perato terreno senza però superare i vecchi massimi dell’anno.

Le domande a cui rispondere per prepararsi ad affrontare mag-gio sono:1) La classe di investimento obbligazionaria rappresenta ancora un’opportunità?2) Quanto può ancora durare la spinta rialzista delle Borse?3) L’oro, dopo il ribasso è un’opportunità d’investimento?

Le obbligazioni sono troppo careLa poderosa e continua iniezione di liquidità delle Banche Centrali ha schiacciato i rendimenti delle obbligazioni, in un carry trade che ha prima quasi esaurito i rendimenti dei titoli di qualità, poi ha attaccato i titoli meno sicuri e nelle ultime sedu-te, grazie ad un ritrovato equilibrio politico, si è diretta veloce sul BTP riportandolo ai massimi del pre crisi.

Dopo un aprile che, come da statistica, si è rivelato mese for-tissimo, davanti a noi ritorna maggio, mese statisticamente de-bole che ha proprio nella sua prima settimana due dati impor-tantissimi per l’economia mondiale. Il giorno 2 maggio Draghi pare voglia abbassare i tassi sull’euro (il consensus dà la cosa fatta al 75%) e poi venerdì in Usa ci sarà il dato dei Non Farm Payroll che seguirà la conferenza stampa di Bernanke attesa per il primo maggio.Intanto i BTP sono diventati inarrestabili al rialzo, gli stessi titoli che circa 20 mesi fa erano continuamente in crollo.

A sostegno di un intervento di Draghi ci sarebbe l’esigenza tedesca di svalutare un po’ l’euro per fronteggiare il ritorno di competitività del mondo Yen: altissima qualità di prodotti, quelli giapponesi, penalizzati da un cambio troppo caro. Uno Yen debole contro euro e contro dollaro può diventare motivo di preoccupazione per la possente macchina industriale tedesca? Naturalmente la risposta dovrebbe essere positiva, ma la reazione tedesca potrebbe non essere immediatamente con-sequenziale, anche perché le elezioni di settembre si avvicina-no e possono influire pesantemente sulle decisioni di politica monetaria.Comunque si guardi al prossimo meeting BCE e qualunque cosa dica Draghi, il fatto che le obbligazioni siano arrivate a prezzi non più interessanti è evidente da molti punti di vista. È vero, come alcuni sostengono, che il flusso di liquidità che ha inondato i mercati sta generando sicuramente uno scena-rio economico di base alterato, che rende difficile analizzare i mercati con parametri “normali”. Ricordiamo che le obbligazioni molto raramente portano una performance in linea con il loro flusso cedolare: o rendono molto più o rendono molto meno delle loro cedole. Oggi da questa asset class non si possono più aspettare profitti significativi, e il fatto che si mantengano obbligazioni nei por-tafogli vuol dire scommettere sulla capacità delle Banche Cen-trali di mantenere alto il flusso della liquidità per non mettere a rischio l’andamento dei corsi sottostanti. Noi abbiamo la massima fiducia nelle Banche Centrali (non andare contro le loro politiche è uno dei punti forti della nostra strategia), ma abbiamo dimostrato di saper sostituire la clas-se obbligazionaria, ormai esausta dopo la grande corsa, con basket efficienti di Sicav (Bloomberg Ticker SGMDSOFI) a bassa volatilità, selezionati con metodiche proprietarie, in gra-do di dare ritorno grazie a strategie di investimento decorre-late, con volatilità molto inferiore a quella delle obbligazioni

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OUTLOOK MERCATI

NOI - MAGGIO 2013 15

e con rendimenti stabili e (ad oggi) migliori rispetto a quelli obbligazionari. Siamo quindi in grado di vivere anche senza questa asset class che secondo noi, al di là delle considerazioni sulla capacità delle Banche Centrali di gestire questi livelli di prezzo, non ha spazi di miglioramento.Quindi, non volendo esporci al rischio obbligazionario in que-sta fase di prezzi poco attraenti, continuiamo a investire in ba-sket di Sicav e riprenderemo in esame l’andamento delle ob-bligazioni solo se i rendimenti torneranno ad essere premianti.

Quanto può ancora durare la spinta rialzista delle Borse?Tra Borsa e investitori siamo in piena luna di miele. In realtà sta salendo tutto: le obbligazioni (come abbiamo visto) e le Borse crescono insieme in un tripudio di liquidità. Il nostro modello ci dice che siamo entrati nel periodo dell’an-no in cui è atteso un massimo importante. La previsione di una flessione a marzo si è rivelata corretta solo dalla nostra parte dell’Atlantico: gli USA hanno continua-to a crescere senza pause e adesso tutti i mercati sembrano es-sere tornati a salire insieme, riprendendo la strada che il nostro modello aveva immaginato già alla fine dello scorso anno. Quindi tutto bene? Ricordiamo intanto che il prezzo previsto per SPX (previsio-ne da prendere come valore indicativo, ovviamente) è in area 1700 punti, quindi ormai abbastanza vicino ai corsi attuali: mancano circa 100 punti all’obiettivo. Con le possibili pause di assestamento, legate a indispensabili

recuperi da condizioni contingenti di ipercomprato, il rialzo è destinato a continuare.A nostro giudizio non si deve cercare di indovinare il livello del massimo del mercato azionario. Si deve ricordare che men-tre i minimi sono episodi, i massimi di solito sono strutture abbastanza complesse in cui i mercati distribuiscono prima di invertire il trend. Si deve ritenere che il movimento rialzista continuerà fino a che non ci sarà evidenza del contrario. La cosa non è né banale né tautologica, è importante sapere che: 1) nel 2013 ci aspettiamo un massimo delle Borse che pensia-mo non sarà superato nei prossimi due anni 2) indovinare dove il mercato si fermerà è impossibile 3) seguire i prezzi e il trend è la cosa più ragionevole per inve-stire in questi momenti.In effetti i valori fondamentali del mercato sono difficili da leg-gere, diluiti come sono in un mare di liquidità a basso costo. Preferiamo quindi restare attaccati al trend, magari con rapidi take profit tattici e rientri su piccoli storni. Sarà il mercato stesso a darci indicazioni sulla sua volontà di confermare la fine della sua crescita.

Intanto vediamo che tutte le Borse occidentali si sono rimesse in moto insieme e si avvicinano al mese di maggio, statistica-mente uno dei meno performanti, tutti in buon denaro.Se è noto che il mercato americano a maggio spesso dà segnali di vendita (sell in may and go away), forse meno noto è il com-

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ARONA GOLF CLUB - 24 Maggio 2013

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OUTLOOK MERCATI

SOFIA SGR INVITATIONALGara ad inviti

portamento della Borsa giapponese in questa fase dell’anno. Anche la Borsa giapponese ha in maggio uno scoglio statistico non piccolo.

Quindi restiamo ancora positivi sullo sviluppo del secondo tri-mestre nelle Borse, consci che il massimo finale si sta probabil-mente avvicinando e che quindi gli spazi di rialzo sono ridotti rispetto alla fine del 2013 ma non sono del tutto finiti.

Dal punto di vista temporale, per ora, un maggio correttivo sarebbe probabilmente un’opportunità di rientro, magari sul tema dei ciclici che fino ad ora è stato un po’ in ombra e forse sulle materie prime. Per quanto riguarda invece il segnale di vendita sull’equity, questo per ora non è in vista. Calcolare i fondamentali per chiamare la bolla speculativa in un sistema finanziario così influenzato dalle politiche monetarie, per noi è troppo difficile. Preferiamo restare tatticamente vicini al trend e studiarne i suoi momenti di indebolimento e rafforzamento per prendere decisioni. Da ultimo un rilievo sulla volatilità: alcuni hanno sostenuto che la liquidità in esubero tenda a funzionare da calmiere per la volatilità. In effetti il Vix è molto basso e da non poco tempo.Sarebbe l’effetto del cosiddetto Put delle Banche Centrali: una sorta di garanzia contro il ribasso che viene dalle politiche mo-netarie. Per ora funziona, ma è difficile credere a queste prote-zioni sperando che siano infallibili, quando sarà arrivato il suo momento, la politica monetaria cambierà, come è sempre stato, e il mercato invertirà il suo corso. Probabilmente il catalizza-tore per una presa di beneficio verrà proprio da un intervento della BCE: un’altra volta ancora, forse vedremo il buy the ru-mors, sell the news.

Dopo il ribasso, l’oro è un’opportunità di investimento?Il calo violento dell’oro ha suscitato dubbi sulla possibilità di una ripresa del trend. Alcuni analisti hanno paragonato l’oro al Bitcoin, la moneta di internet, dicendo che l’oro potrebbe crollare all’improvviso essendo catalogato tra le classi di inve-stimento, per dirla con Bernanke, per pura tradizione. A parte le considerazioni di natura strategica, noi vogliamo segnalare che l’oro ha ritrovato la sua trend line mensile, è in condizioni di ipervenduto simili a quelle che nel 2008 diedero

il via ad una nuova grande spinta rialzista e il sentiment degli investitori è il peggiore proprio dal 2008.Non siamo in grado di dire se questa coincidenza di condizioni interessanti rappresenti un segnale di acquisto di lungo termi-ne, ma certamente in questo momento il mercato è scarico d’o-ro, il supporto raggiunto è molto importante e, almeno a livello tattico, questo sembra proporre una tematica di investimento che, almeno tatticamente, potrebbe essere interessante.

ConclusioniSempre fuori dalle obbligazioni (ahimè, un sacrificio grande, ma temiamo per ora indispensabile), guardiamo ancora all’e-quity con fiducia.Pensiamo che maggio sarà un mese di correzione per le Borse, ma non un mese di fuga. Secondo noi il trend resterà buono, da seguire tatticamente scaricando per motivi di ipercomprato e di stagionalità, ma-gari ancora soggetto a crisi improvvise legate a delusioni per dichiarazioni inopportune di qualche governante del Nord Eu-ropa o a qualche decisione troppo tiepida della BCE, ma so-stanzialmente pensiamo che il momento di uscire dall’equity non sia ancora arrivato. Non certo per motivi fondamentali (comunque difficili da calcolare correttamente), ma da un lato lo spazio per fare re-pricing nell’Europeriferia ancora c’è, dall’altro in Usa non si vedono segnali di rallentamento nel trend. Se maggio darà un po’ di debolezza, potrebbe nascere l’oppor-tunità di ricomprare i titoli ciclici. Deboli o poco performanti, con performance diverse nelle varie aree georafiche, ma sem-pre modeste dal 2011, potrebbero dare la spinta per una nuova (l’ultima?) gamba di rialzo. In particolare i ciclici emergenti si sono mal comportati.

Da ultimo uno sguardo ai Citisurprise. Restano tutti in terri-torio negativo dopo i segnali di vendita che non sono riusciti a dare valore aggiunto, visto che i mercati li hanno ignorati e hanno proseguito nel rialzo. Così, a fronte di sorprese negative dai dati economici, le Borse hanno continuato a crescere. Vedremo se maggio avrà la forza di rimettere in linea i segnali dei fondamentali e l’andamento dei mercati.

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INFO

POINT

Novara: nuovo look per Corso Mazzini

Corso Mazzini cambia volto. Gli inter-venti per il cambio della viabilità di via Giulietti, in un paio di giorni hanno rin-novato il look del tratto di corso Mazzi-ni che si affaccia su piazza Gramsci. La pianificazione, al di là del nuovo arredo urbano, della segnaletica orizzontale e del rinnovamento dell’illuminazione pubblica, punta a estendere la fruibilità dell'area e, di conseguenza, la pedonaliz-zazione del centro storico. «L’intenzione dell’Amministrazione – spiega il sinda-co, Andrea Ballarè – è di ampliare il più possibile le aree pedonali, valorizzando appieno le potenzialità del centro storico; un aspetto determinante per migliorare ulteriormente la qualità della vita nella nostra cittadini». Una trasformazione destinata a interessare altre zone limi-trofe, per favorire le attività commerciali secondo un semplice principio: meno traffico significa più passeggio. «Sarà consentito – aggiunge il primo cittadino – il transito soltanto ai mezzi pubblici su un’unica corsia, così che i locali possano disporre i dehor e trasformare anche que-sta zona in piccolo salotto».

Interventi stradali, chiusa la campagnaPriorità alle piccole cose. Un impegno scritto nero su bianco sul documento programmatico dell’amministrazio-ne comunale che lo scorso 19 aprile ha concluso una vasta campagna di manu-tenzione della rete stradale. Oltre 120 interventi in meno di due settimane per sistemare buchi, marciapiedi, porfido.

NOI - MAGGIO 2013

«Stiamo provvedendo a garantire quanto è necessario per salvaguardare un patri-monio che appartiene a tutti i cittadini». Così, Nicola Fonzo, Vicesindaco e asses-sore ai Lavori pubblici, ricorda l’impe-gno degli uffici comunali e l’importante sforzo economico, in una situazione in cui le risorse sono ridotte al lumicino. «La buona riuscita della campagna stra-ordinaria - precisa - è in gran parte do-vuta all’ottimo lavoro degli uffici com-petenti, in stretta collaborazione con le squadre a disposizione dall’azienda ap-paltatrice del servizio».

Comune e Cpt in aiutoalle aziendeMaggiori controlli e più sicurezza sul luogo di lavoro. Con questo mandato il Comune ha firmato la convenzione per il monitoraggio dei cantieri comunali con il Cpt, il Comitato Paritetico Territoriale responsabile della prevenzione antinfor-tunistica sull’ambiente di lavoro. L'ac-cordo è stato presentato nei giorni scorsi dal vicesindaco Nicola Fonzo. «Un passo importante per la città - spie-ga il Sindaco, Andrea Ballarè - tanto più in vista degli appalti sulle importanti opere pubbliche a Novara previste dal Pisu, come il Castello e il mercato co-perto». La convenzione impegna il Cpt a svolgere servizi di assistenza e consulen-za, ai fini di monitorare gli aspetti della sicurezza sul lavoro e delle condizioni d’igiene nei cantiere. L’attività prevista dalla convenzione sarà svolta da tecnici qualificati del Comitato, con sopralluo-ghi e segnalazioni per ovviare ad even-tuali carenze, senza fini coercitivi e nello spirito collaborativo tra le parti.

Luce e calore, risparmio e innovazioneOttimizzazione e risparmio. L’azione dell’amministrazione comunale prose-gue sul fronte della fornitura di servizi efficienti ed economicamente sostenibili. Una politica che comprende l’efficienta-mento degli impianti di riscaldamento

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19NOI - MAGGIO 2013

INFO POINT

delle scuole novaresi. Dopo Il passag-gio da gasolio a metano, cominciato nel 2011, l’amministrazione installa presso l’ufficio Lavori Pubblici un sistema di telecontrollo. Concentrando il moni-toraggio delle temperature, organizza-zando gli interventi di manutenzione e attraverso la gestione complessiva degli impianti, si otterrà una sensibile riduzio-ne dei consumi e quindi dei costi. Senza dimenticare gli effetti positivi sull'inqui-namento. Analogamente il centro storico sarà oggetto di un intervento di riqualifi-cazione degli impianti di illuminazione, gestiti anch’essi da un’unica postazione. Il passaggio alla tecnologia led, che inte-ressa l’intera cerchia dei baluardi per un investimento superiore a 260mila euro, consente infine di evitare la dispersione luminosa e favorisce il risparmio energe-tico.

Quelli di Colorado allo Sporting VillageLa banda di Colorado approda a Novara. Capitanati da Cristina Chiabotto i comi-ci si esibiranno il prossimo 10 maggio

all’Arena dell’Impianto Sportivo Comu-nale del Terdoppio. In scena Giuseppe Giacobazzi, Paolo Cevoli, Max dei Fi-chi d’India, Mancio & Stigma, Giorgio Verduci, Angelo Pintus, Andrea Perroni e Bianchi e Pulci .

Un primo esperimento all’insegna della risata per la nuova gestione del palazzet-to in capo al Comune, che intende va-lorizzare le potenzialità della struttura di corso Trieste in ambito culturale e dello spettacolo. I biglietti sono in vendita su www.live-nation.it e www.ticketone.it e saranno disponibili anche la sera dello spettacolo, direttamente al box office del palazzetto. Costi da 28,75 a 40,25 euro.

"Homo sapiens" Prosegue fino al prossimo 30 giugno la mostra interattiva e multimediale sulla storia dell'evoluzione umana. Allesti-mento al complesso monumentale del Broletto, lunedì dalle 14 alle 19; da mar-tedì a domenica, dalle 9 alle 19.

Rotazione opere allaGiannoni Fino al prossimo 30 giugno pittura di storia protagonista nelle sale del Broletto con 4 quadri e 2 serie di miniature prove-nienti dalla sala dell'Accademia. Visite da martedì a venerdì, dalle 9 alle 12,30 e dalle 14 alle 19. Sabato e domenica, dalle 10 alle 19.

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La riscoperta delle fonti d’acqua nel Verbano-Cusio-Ossola

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L’acqua rappresenta non solo l’elemento necessario alla vita, ma anche un trait d’union molto particolare che unisce Cannobio, Craveggia, Santa Maria Maggiore e la valle On-sernone, in un progetto di promozione comune assieme alla Provincia, per il rilancio delle fonti antiche.È nato infatti “Elisir del Ben-Essere”, progetto italo-svizzero che comporterà un investimento di circa 600.000 euro tra Fonte Carlina, Bagni di Craveggia e la promozione dell’acqua mirabilis, divenuta in seguito acqua di Colonia dai vigezzini Giovanni Paolo Feminis e Giovanni Maria Farina.Cannobio e Craveggia hanno posto l’obiettivo di ottenere il riconoscimento ministeriale delle proprietà curative delle loro acque, mentre sempre a Cannobio sono in corso lavori di re-cupero del vecchio stabilimento nell’area della Fonte Carlina.«Il cantiere procede e prevediamo di completare i lavori entro ottobre - spiega il sindaco Giandomenico Albertella - In questo progetto inseriamo il riconoscimento ministeriale delle qualità della nostra acqua e vogliamo arrivare a promuoverne anche un utilizzo locale, proponendola ai ristoranti di Canno-bio».Per ciò che riguarda nello specifico i Bagni di Craveggia, oltre al riconoscimento da parte del ministero della Salute, sono previsti anche studi geologici per analizzare le cause che hanno ridotto la portata della sorgente, in seguito all’alluvione che si verificò nel 1978, nell’antica area termale caduta in disuso. «Puntiamo ad un recupero che la renda un’attrazio-ne non solo per Craveggia, ma anche per una porzione di territorio più ampia, come è accaduto per le terme a Premia», sottolinea il sindaco Paolo Giovanola.I comuni del Canton Ticino di Comologno e Russo si sono inseriti nel progetto per studiare le possibilità di utilizzare l’acqua per scopi termali. Punta invece sull’acqua di Colonia Santa Maria Maggiore, l’altro marchio forte della valle Vigezzo. È previsto infatti il recupero architettonico, nel centro storico, di un edificio che verrà trasformato in “casa del profumo”, attraverso un percorso dedicato proprio all’acqua mirabilis, e alle erbe officinali, insieme a corsi ed iniziative da promuovere con l’associazione “Erba bona”.Grande soddisfazione viene espressa dall’assessore provin-ciale Claudio Cottini: «Nonostante il momento economico difficile, questo è uno dei quattro progetti italo-svizzeri che siamo riusciti a finanziare, segno che le idee per fare cultura vengono premiate».

Matteo Trucco

La riscoperta delle fonti d’acqua nel Verbano-Cusio-Ossola

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22 NOI - MAGGIO 2013

SALUTE

A Borgomanero è nato un luogo dove si possono organizzare feste di compleanno per i vostri bambini con una spesa modica.

Un posto dove c’è la possibilità di avere un catering per bibite e merenda o di organizzarsi da soli.

Un posto riscaldato con bagno a disposizione e spazio dove i bimbi possono correre e una sala dove mangiare seduti ad un tavolo

se così preferite.

Per informazioni: 0322 83 16 66

Il Dipartimento di Patologia delle Dipen-denze (D.P.D.) di Novara in collabora-zione con l’Osservatorio Epidemiologi-co regionale delle Dipendenze, prosegue il ciclo di incontri formativi paralleli per i genitori dei ragazzi delle scuole degli istituti comprensivi delle scuole medie (classi seconde e terze) e di una prima classe della scuola di formazione Profes-sionale Enaip di Arona. Spiega la Dott. ssa Sara Righi, operante presso la sede di Arona del D.P.D. : «Ogni ciclo prevede tre incontri, a caden-za mensile. Il primo incontro si è occu-pato di “Capire meglio gli adolescenti”, il secondo ha avuto per tema “Essere ge-nitori di un adolescente significa cresce-re insieme” e l’ultimo riguarderà invece il tema “Una buona relazione con mio figlio/a significa anche porre dei limi-ti e delle regole. Tali incontri integrano il percorso svolto dai ragazzi in classe, aumentando l’efficacia della prevenzio-ne, sono a libera partecipazione, ed in

ognuno viene sviluppata una tematica in modo esaustivo. L’obiettivo generale degli incontri per i genitori è accresce-re in loro la consapevolezza riguardo ai fattori di rischio e ai fattori di protezione familiari che sono correlabili all’uso di droghe in adolescenza».La finalità dell’iniziativa è indirizzare ed aiutare i genitori a comprendere i cam-biamenti a cui i loro figli sono sogget-ti, in termini di sviluppo e formazione dell’identità, durante l’adolescenza e a rendersi conto dei rischi derivanti dall’u-so di queste sostanze. Inoltre mirano a stabilire chiare regole in famiglia e ad accentuare le loro abilità di negoziazione e di monitoraggio e sensi-bilizzare i genitori in strategie educative che favoriscano buone relazioni familia-ri. Hanno aderito all’iniziativa le scuole secondarie di primo grado dei seguenti Istituti: Istituto comprensivo del Vergan-te - plessi di Invorio, Meina e Lesa, Isti-

tuto comprensivo “G.Pascoli” di Gozza-no e l’ Istituto comprensivo “E.Montale” di Gattico. «I genitori partecipano numerosi agli in-contri – aggiunge la Dr.ssa Righi - finora 47 hanno fruito dell’iniziativa presso l’I-stituto del Vergante, 52 presso la scuola media “G.Pascoli” di Gozzano, 19 pres-so la media “E.Montale” di Gattico».

I prossimi incontri sono fissati: il 10 maggio a Gozzano (presso la scuola Pa-scoli dalle 18.30 alle 20.30), il 24 maggio a Gattico presso la scuola Montale dalle 20.00 alle 22.30), mentre il 22 maggio si effettuerà anche un incontro informativo presso l’istituto comprensivo Tadini di Cameri. Per informazioni contattare la segrete-ria del Dipartimento D.P.D. area nord: 0322-516518.

(Redatto da: dott. Maurizio RobbertoDir. Medica ASL NO)

ASL NODROGA: PARLIAMONE CON STUDENTI E GENITORI

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24 NOI - MAGGIO 2013

PSICOLOGIA

«Ogni cosa conduce a un’altra cosa, che conduce a un’altra cosa… Se ti concentri sul fare la più piccola, poi la successiva e così via, ti troverai a fare grandi cose, avendo fatto solo piccole cose».

John Weakland

Concentrarsi sul più piccolo ma concreto cambiamento

Manovre di "self help strategico"

di Chiara RattoPsicologa e Psicoterapeuta

Gli esseri umani, quando devono affron-tare delle difficoltà, spesso si sentono impotenti, poiché le vivono come in-sormontabili nella loro complicatezza, oppure quando hanno diversi proble-mi connessi tra di loro, non riescono a trovare il modo per gestirli perché sono troppi. In questi casi, è sempre utile ricordare che in natura, come in tutti i fenomeni mentali e sociali, anche la più grande im-presa è composta di tante piccole azioni, ma soprattutto, anche dentro al sistema più complesso e articolato, se si introdu-ce un piccolo cambiamento, si innesche-rà una reazione a catena che condurrà a sovvertirne l’intero equilibrio.

Di conseguenza a ciò, quando si ha a che fare con grandi problemi, è bene iniziare a produrre nella situazione il più picco-lo ma concreto cambiamento, al quale seguirà un altro piccolo cambiamento, finché la somma di piccoli cambiamenti condurrà al grande cambiamento. Tutto ciò, oltre che rendere possibile e

più facile da ottenere l’effettiva soluzio-ne del problema, ridurrà di gran lunga l’ansia ed il senso di impotenza iniziali, incrementando così già in partenza la fi-ducia nell’esito finale.

Una delle prescrizioni più utilizzate in Terapia Breve Strategica, a questo sco-po, è il «come se», una tecnica finaliz-zata ad introdurre in ciò che la persona fa nella sua quotidianità un piccolissimo cambiamento che però potrà innescare tutta una serie di cambiamenti a catena che porteranno al sovvertimento della si-tuazione problematica. In sostanza, al termine della seduta con il cliente/paziente, gli si chiede: «Tutte le mattine, mentre si prepara per affrontare la sua giornata, vorrei che si chiedesse: cosa farei oggi, di diverso da quello che faccio di solito, come se il problema fos-se già risolto? E ogni giorno vorrei che scegliesse la più piccola cosa che le viene in mente e la mettesse concretamente in pratica duran-te la giornata».

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25NOI - MAGGIO 2013

PSICOLOGIA

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Un potente seminario ideato da Louise Hay nel quale si lavora su 4 livelli: fisico, emotivo, mentale e spirituale. Una vasta scelta di esercizi pratici, individuali, a coppie e di gruppo, affermazioni po-sitive e visualizzazioni, lavoro allo specchio ed altre tecniche semplici e divertenti per accrescere l’autostima, aumentare il successo e riscoprire il potere che è in noi. Il seminario è un gioco di squadra dove apprendere, sperimentare, comprendere ed utilizzare la propria creatività in maniera più utile, gioiosa ed illimitata, dove contattare e liberare la tua forza vitale, rilasciare le emozioni che bloccano la gioia di vivere e l’intuito, imparare ad interpretare gli schemi che si nascondono dietro alla “malattia”, trasformare la tua esistenza nella gioia e nella consapevolezza.

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Questa manovra si basa sulla logica di un antico stratagemma, creare dal nulla, che rovescia l’usuale interazione fra il soggetto e la sua realtà, conducendolo a esperire realmente ciò che inizialmente finge di provare. Comportarsi «come se» una cosa fos-se vera infatti, dopo un po’, secondo la logica dell’autoinganno, ci induce a ri-tenerla tale. Se io, ad esempio, entro in un locale convinto di essere simpatico e che gli altri mi stimino, automaticamente sarò più sciolto e rilassato ed essi a loro volta reagiranno in maniera speculare, rimandandomi segnali amichevoli.

A questo proposito, Blaise Pascal (1962) utilizzava già argomenti psicologici allo scopo di riportare alla fede cristiana gli esseri umani traviati dalle passioni e dai

piaceri del mondo e, nella sua famosa scommessa, metteva ogni singolo indivi-duo, che si trovasse nel dubbio tra il cre-dere e il non credere in Dio, ad effettuare la scelta più vantaggiosa, proponendo una ristrutturazione paragonabile al lan-cio di una palla di neve che, iniziando a rotolare, diventa sempre più grande sino a divenire un’inarrestabile valanga.Come sosteneva l’autore infatti, nessu-no si trattiene dal fare una scommessa quando sa che ciò che può perdere è in-finitamente più piccolo di ciò che può vincere: se uno dunque crede e Dio non c’è, non perde nulla, ma se uno ha fede e Dio esiste, ottiene l’infinito. A chi non converrebbe allora tentare di credere in vista dell’enorme vantaggio che derive-rebbe dalla vittoria?Pascal pertanto, proponeva a coloro che

sceglievano di credere di iniziare a com-portarsi «come se» già ci credessero at-traverso queste parole: «andate in chiesa, inginocchiatevi, pregate, onorate i sacra-menti, comportatevi come se voi crede-ste. La fede non tarderà ad arrivare».

Attraverso questa tecnica quindi, si provoca una vera e propria esperienza emozionale correttiva, che potrà essere facilmente incrementata sviluppando ulteriori cambiamenti del soggetto, sino alla costruzione di una nuova realtà fun-zionale che andrà a sostituirsi a quella precedente. Tutto questo avviene sul-la base di un autoinganno indotto, che cambia il senso della «profezia» creduta, provocando un completo capovolgimen-to della situazione problematica nell’e-sperienza diretta della persona.

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29NOI - MAGGIO 2013

La rievocazione “Alla Corte sul Lago”Da venerdì 7 a domenica 9 giugno Bolza-no Novarese si immerge in atmosfera in-cantata, dove fantasia e realtà si fondono dando vita ad un mondo irreale con dame, cavalieri, saltimbanchi e sbandieratori.“Alla Corte sul lago” saranno giornate ric-che di eventi, laboratori creativi ed esibi-zioni a sfondo medievale, sia per gli adulti che per i bambini, con musica d'epoca, popolani, guerrieri in armatura, giullari e sputafuoco. La location sarà la prestigiosa residen-za privata Borsini-Marietti, che aprirà i suoi cancelli sul parco ed i saloni esclu-sivamente per l'evento. Per l'alto livello artistico, “Alla Corte sul Lago” rientra nel prestigioso circuito “Le Rievocazioni Storiche del Piemonte” di cui è garante la Regione stessa.

Il debutto sarà venerdì 7 giugno con il dinner show: una cena medievale dove di-vertirsi con i propri amici, intorno ad una

tavola imbandita con libagioni cucinate se-condo vere ricette del 1300.Vino liquoroso a volontà, mentre sare-te assorbiti dall'atmosfera magica di una notte antica, circondati da armati, donne dai facili costumi e giullari. Ognuna delle otto portate sarà una scoperta della cucina medievale proprio attraverso il gusto. La suggestiva ambientazione e la luce del-le torce faranno da sfondo ad una serata non comune, che si ripeterà anche sabato 8 giugno (obbligatoria la prenotazione al 329.0903694; € 30 a persona tutto com-preso, sia il venerdì che il sabato).

Abbandonati i bagordi della taverna, la vita nella dimora storica riprenderà saba-to pomeriggio, quando verrà inaugurata la mostra di paramenti liturgici antichi, alle-stita nelle sale.Fino alle 19.00 di domenica 9 giugno, sarà poi tutto un turbinio di crescente emozione tra spettacoli di corte, visite teatrali, danze e sbandieratori!

Le novità della nona edizione di quella che è la prima tre giorni medievale del Cusio, saranno una più intrigante dell'altra e per ogni genere di ospite: chi ricerca forti emo-zioni tra amici o chi vuole un pomeriggio nel verde con la famiglia, chi è all'insegui-mento della storia nelle sue dimore o chi è fanatico del Fantasy.Per una totale immersione nel mondo no-biliare medievale, alcuni ospiti (fino ad esaurimento costumi e su prenotazione) potranno partecipare al corteo storico, che dalle 11.00 di domenica scenderà dalla chiesa parrocchiale fino alla villa, tra villa-ni, servitù, nobiltà, armati, artisti, sbandie-ratori, tamburini e chiarine.Nei sotterranei della dimora è stato inve-ce rinvenuto l'antro delle streghe, riaperto dopo secoli solo per i più temerari! Sarete immersi in storie fantastiche ed avventure terrificanti!La scuola di scherma permetterà agli im-pavidi di indossare elmo, usbergo e guanti corazzati per brandire una vera spada da

Nona rievocazione medioevale a Bolzano Novarese

DAL 7 AL 9 GIUGNO

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combattimento ed ardire contro i maestri d'arme. Questi daranno dimostrazione del-la loro destrezza, abilità e coraggio nell'arte del combattimento con le spade, le picche, le mazze ed altre armi da guerra e torneo.

Dalla mattinata di domenica 9 giugno, i viottoli del parco saranno animati da mer-canti con ogni sorta di merce, visite guida-te, spettacoli di saltimbanchi, cantastorie e musici. Accanto alle loro tende, i cavalieri saranno nel loro consueto vivere d'accam-pamento.Durante tutto l'evento saranno aperti due punti ristoro: direttamente all'interno della dimora storica e nella vicina sede della Pro Loco. Questi proporranno degustazioni di piatti tipici.Nel pomeriggio, per i bambini e per i geni-tori mai cresciuti “avventure in costume”, un nuovo modo di concepire l'animazione in un'esperienza attiva per imparare! Di-venterete un personaggio storico o leggen-dario, per vivere in un luogo ed un'epoca

immaginari. Non avrete nessun limite alle situazioni che vivrete, se non la vostra stes-sa fantasia!Saranno attrazioni continue in ogni angolo della dimora, tutte gratuite. L'evento troverà il proprio momento clou la domenica pomeriggio nel torneo dei campioni e nella grandiosa battaglia con l'impiego di autentiche ricostruzioni di macchine d'assedio e da guerra.Per chi poi vorrà proseguire nella cono-scenza del luogo, gli eventi collaterali pro-seguiranno fino a sabato 3 agosto.

Sabato 15 giugno, alle 21.00, si terrà una conferenza a San Martino dal titolo: “La pittura nella pietà popolare”, riguardante gli affreschi dell’oratorio campestre del 1100.Sempre nella chiesa di san Martino, alle 21.00 di venerdì 12 luglio, verrà portato in scena il concerto vocale “Ricordo d’In-gravo”.Invece mercoledì 17 luglio alle 20.30 i fe-

deli avranno l’opportunità di partecipare in San Martino alla messa con rito antico, se-condo i canoni del Concilio di Trento.Infine sabato 3 agosto alle 20.45, l’evento “Alla Corte sul Lago” terminerà con il cor-teo da Ingravo a Bolzano con la statua del 1330 della “Sedes Sapientiae”, a ricordo dell’abbandono dell’abitato di Ingravo.

Il patrocinio è del Comune di Bolzano No-varese e della pro loco “Bolzano Insieme”, con la collaborazione della Parrocchia; la direzione artistica è della compagnia d’a-nimazione teatrale “Albero Cavo”. Per il programma dettagliato di “Alla Cor-te sul Lago” visitate il sito

comune.bolzanonovarese.no.it o la pagina Facebook “Compagnia dell'Al-bero Cavo”, oppure ancora si contatti il 329.0903694.

Da visitare:Bolzano Novarese è un piccolo paese di quasi cinquecento famiglie e di tre chilo-

TERRITORIO

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metri quadrati, adagiato tra colline di ca-stagni che si affacciano sulla sponda orien-tale del lago d’Orta, baluardo del Cusio. La sua posizione geografica è particolar-mente felice. Il paese gode della vista ad ovest e a nord di colline e montagne: la sponda occidentale del lago d’Orta, la Tor-re di Buccione, il Monte Mesma, il Monte Barro, sino a gettare lo sguardo sui più ele-vati Monte Massone e Monte Rosa.A Bolzano Novarese sono stati numerosi i ritrovamenti di utensili risalenti al periodo romano. Inoltre il nome del fiume Agogna, che attraversa il territorio per circa due chi-lometri, si fa risalire alla popolazione galli-ca degli Agoni. Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, avvenuta nel 476 d.C., le notizie del territorio restano avvol-te nell'oscurità fino all'anno Mille.Posto lungo la Via Francigena, seguì da vi-cino le vicende medievali del feudo dell’I-sola di San Giulio, possesso dei Vescovi Conti di Novara.Le rive del vicino lago d’Orta, anticamente

abitate dalle tribù celtiche e poi dai Roma-ni, furono evangelizzate nel quarto secolo dai santi Giulio e Giuliano. Il lago appar-tenne al ducato longobardo del novarese con sede nell’isola di San Giulio.Il territorio fu quindi dominio dei vescovi di Novara, seguendo le sorti di Milano con le signorie dei Visconti e degli Sforza, per poi stare sotto la dominazione Spagnola e quella Austriaca fino al 1748, quando entrò a far parte del Regno di Sardegna.Per lungo tempo terra d’emigrazione, caratterizzata da un’agricoltura di sussi-stenza, l’economia della zona tenderà di risollevarsi nel secondo dopoguerra, con l’avvento dell’industrializzazione e con il fiorire delle attività artigianali.Oggi la piazza ed il centro storico, insieme alla chiesa parrocchiale del 1500 dedicata a San Giovanni Battista, rimangono vivi ri-ferimenti nella vita comunitaria. Da vede-re, oltre alla parrocchiale, l’antico oratorio dedicato a San Martino, risalente al 1100 ed unica testimonianza del paese scompar-

so di Ingravo, e quello di San Carlo Bor-romeo, edificato a cavallo di due grosse pestilenze (del 1500 e del 1630).Terra di confine tra novarese e VCO, negli ultimi tre secoli scrissero e documentarono del nostro Cusio innumerevoli personaggi illustri. Ricordiamo “La Riviera d’Orta”, de-scrizione del 1837 del barone austriaco Ludwig Von Welden, “Alpinisti ciabatto-ni” del 1888 di Achille Cagna, “C’era due volte il barone Lamberto” dell’omegnese Gianni Rodari, le pellicole di Mario Solda-ti e molto altro.

Per ulteriori informazioni:“Albero Cavo” e pro loco “Bolzano Insie-me”Via Artogno, 7 - Bolzano Novarese (NO)Tel.: 329.0903694; 348.0480680 E-mail: [email protected]: Compagnia dell'Albero Cavo

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TERRITORIO

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ARTE

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Sophie, a quando risalgono la sua voca-zione artistica e il suo primo contatto con l’arte?…da bambina come tutti, ma solo a 13 anni ho voluto realizzare la mia scelta artistica. Mi sentivo portata verso la musica, attrat-ta da un grande violinista come mio padre, e pertanto ho studiato pianoforte, verso il quale ero destinata. A quell’età, invece, ho capito che la musica non era sufficiente per raggiungere la mia completa realizzazio-ne: il musicista rimane sempre l’interprete di un compositore e in questo la creazione è limitata. Allora ho scelto un’arte che mi permettesse di esprimere tutta la mia libertà di pensare.

Quali valori sta cercando di trasmettere con la sua arte?Per me l’arte è un modo per comunicare. Senza comunicazione l’arte è sterile. Nel personale cammino spirituale mi lascio condurre dalla ricerca filosofica. Viaggian-do tra culture diverse, ho notato che l’uomo possiede un pensiero universale e un senso

comune che lo porta nella stessa direzione. «Perché sono nato? Che senso ha la mia vita? Qual è la mia posizione in questo mondo? Verso dove vado? Che sarà di me dopo la morte?» ecco una serie di domande che “ogni” uomo si pone. E l’artista deve cercare di “aprire” fasci luminosi di com-prensione. Questo è quanto ho tentato e sto tentando di fare. Noi artisti abbiamo una sensibilità che a volte ci permette di avere visioni, anticipa-zioni, proiezioni, suggestioni e di esprimer-le attraverso la nostra arte. Così comunico il mio modo di vedere l’esistenza.

In quale movimento artistico può inseri-re il suo lavoro?Non posso nascondere la mia appartenenza alla corrente dei “matieristi”. La mia scelta non stata dettata dalla bellezza della ma-teria, ma dal suo significato. Dal viaggio in Egitto, compiuto 20 anni fa, ho portato sacchi di sabbia nelle mie valigie, perché per me quel materiale possedeva un signifi-cato: era pregno di tutto un passato, di una

precisa simbologia del sacro, aveva già la sua storia. Nel tempo ho accumulato terre e sabbie dai quattro angoli del mondo e questa “materia” sintetizza, testimonia ed esprime la mia concezione di universalità: come lo Spirito è “universale”, così anche la mia materia invera la mia interpretazio-ne simbolica del reale: tutto è uno, tutto in tutto. Non è mia intenzione cercare di rin-novare una corrente estetica o di rivoluzio-nare la storia dell’arte, il mio lavoro è senza tempo e mi piace rivolgermi agli uomini di oggi, di domani e, se fosse possibile, a quelli ieri...

Come spiega la sua arte ai non specialisti?Per me l’arte non va spiegata; se è troppo intellettuale, diventa elitaria e questo non è il mio obiettivo. L’arte è un bene di tutti, ci si deve “sentire” in essa, l’uomo deve trovarci le proprie tracce, le proprie radici, i propri simboli. Egli deve essere in grado di guardare “oltre” senza parole, solo con il suo cuore. La materia che uso è forte, potente, è la nostra madre terra ed essa ci

Sophie CauvinIncontro con l'artista

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permette di unirci tra di noi e con tutto ciò che esiste. Oggi, le persone, che vivono nel calcestruzzo, si trovano in un univer-so virtuale, sono staccate dalla loro radice e proprio queste, guardando i miei quadri, ritrovano se stesse e la propria origine. Ri-tornano a casa.

Da dove viene il suo genio artistico?Non penso di possedere un genio artistico. Quello che è veramente difficile nell’arte è essere se stessi, essere capaci di guardare all’interno del sé e analizzarci fino in fon-do. In questo diventiamo esseri unici e ir-ripetibili.

Pensa che il mondo in cui viviamo sia do-minato da un grande vuoto e l’arte possa ancora scuotere le anime e le coscienze?Senza alcun dubbio l’uomo avrà sempre bisogno di trovare la verità delle cose. L’ar-te vive oggi un periodo di decadenza… In tutte le epoche l’umanità ha passato periodi di decadenza. L’arte non deve assoggettar-si alla moda come hanno fatto molti artisti con esiti nefasti.

Lei ha raggiunto un enorme successo mondiale. A suo parere, è la conferma che ci sono molti che bramano la bellez-za e le emozioni che l’arte produce?Mi è molto difficile rispondere a tale que-stione. Voglio solo dire che se l’arte è “sin-cera”, gli uomini la capiscono e ne sono colpiti. La bruttezza, la violenza, la volgari-tà sono espressioni momentanee della vita e da questo mi sento molto lontana perché non rappresento emozioni immediate e passeggere. Altri artisti dipingono secondo impulsi istantanei, ma non è il mio modo di lavorare.

Quale movimento artistico ha influenza-to in modo determinante la sua pittura?Il mio lavoro è in continua evoluzione, si trova in un perpetuo cammino. A molti movimenti artistici sono debitrice, ma non posso indicarne uno che abbia determina-to il mio modo dipingere. Senza dubbio i pittori italiani costituiscono un riferimento imprescindibile perché mi hanno insegna-

to la costruzione dello spazio, la traiettoria che l’occhio deve percorrere sulla tela per comprendere il senso delle cose. Chiamo questo “visione dello spazio”. Oggi cerco di raggiungere una semplicità e una “pri-mordialità” nella rappresentazione di cose essenziali: una pittura primordiale, vigoro-sa, vicina alla natura.

La pubblicazione “Sophie Cauvin” sarà presentata al Salone del libro di Torino sa-bato 18 maggio alle ore 13,00-14,00 nella sala Agorà, dall’autore ed editore Giuliano Ladolfi e da Véronique Bergen, docente universitaria di estetica, alla presenza della pittrice, la quale sarà anche presente duran-te l’intera manifestazione nello stand della casa editrice n. 68 del padiglione 2.

ARTE

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Nell’ambito artistico è nato un connubio interessante. Matteo e Giorgio Piccaia, padre e figlio si propongono

insieme. Abbiamo intervistato per il nostro men-sile Giorgio Piccaia.

Perché i Piccaia?

Io e mio padre siamo una coppia, un progetto artistico e un’installazione continua, i Piccaia sono nati nel 2012, con la prima mostra a Gallarate nello Spazio Zero e da allora progettiamo le esposizioni sempre insieme. Oltre a Gallarate abbiamo lavorato

Matteo e Giorgio: due artisti, lo stesso dna.

I PiccaiaUn incredibile progetto artistico

insieme a Milano, al Busto Arsizio Film Festival e una partecipazione alla col-lettiva in memoria di Luciana Schiroli a Varese. I nostri sono due percorsi diversi. Una vita dedicata all’arte, quella di mio padre Matteo, amante del colore sulla tela fin da bambino, studente d’arte e at-tivo artista in Svizzera, Francia e Italia. Autore indipendente, lontano dal mondo delle apparenze, con un linguaggio pit-torico di ricerca attraverso lunghi anni di lavoro e dedizione profonda, senza mai ripetere se stesso. Neo-figurativo emblematico così lo definiva nel 1971 Dino Buzzati. Io arrivo all’arte dopo un passato da editore, con l’arte nel mio dna.

Nei quadri, nelle installazioni e nelle ceramiche faccio sentire la mia voce in una società che si sta sgretolando. La mia è una ribellione sincera dove le idee diventano forma e la forma diventa catarsi. È un cammino lungo e difficile ed anche psicologicamente duro.

Come lavorate insieme?

Nelle ultime due mostre: i Piccaia in Generali e Due artisti, una medaglia il lavoro è stato ricercare nell’ampia pro-duzione artistica di mio padre disegni, chine e pastelli, nella mostra di Milano abbiamo portato opere con figure umane mentre a Busto disegni datati 1963

a cura di Marco Trivelli

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Nella pagina precedente: Giorgio e Matteo (seduto) Piccaia al Baff (foto Nick Zonna).Sopra: Giorgio e Matteo Piccaia.A sinistra, un'opera di Matteo Piccaia.A destra: Melania e Giorgio Piccaia con una sagoma in cartone di Federico Fellini alla serata di gala del Baff (foto Giogar).

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(anno di uscita di 8 1/2). Il mio compito è stato quello di rielabo-rare questi lavori. Come un remake cinematografico. Sono entrato nella sua vita. la sfida è molto bella. Oggi per me è importante recuperare la mia storia e riproporla con sensibilità. È un lavoro psicologico, romantico e contemporaneo. I grandi cambiamenti sono in atto. Per progredire bisogna sapere da dove veniamo e dove andiamo con serenità e lucidità. Utilizzo mio padre come stru-mento e lui è contento di essere utiliz-zato. I quadri sono esposti uno a fianco dell’altro. Padre e figlio si mettono in mostra vicino.

Quindi sei molto influenzato da tuo padre ma nello stesso tempo sembra anche distante?

Sono cresciuto nell’arte. A Ginevra dove sono nato e vissuto fino a nove

anni mio padre frequentava gli ambienti artistici e io lo seguivo. Le mostre e i musei erano il mio luna park. Leggevo Tintin e guardavo le mo-nografie d’arte con lo stesso interesse. I suoi insegnamenti sono stati impor-tanti. Anche ora che i nostri percorsi artistici si stanno intrecciando. Io lavoro più concettualmente, sembra un lavoro veloce, invece è molto studia-to, molto introspettivo e molto attuale. Va oltre la forma, naviga nel pensiero di ognuno. È semplice e nello stesso tempo complesso.

Il tuo rapporto tra segno e cromati-smo sembra far prevalere il secon-do…

Il segno è molto importante per me. Fin da piccolo le incisioni rupestri mi hanno sempre affascinato come pure l’arte primitiva africana e australiana. Il mio cromatismo è volutamente mono-

cromatico perché semplice è il messag-gio che voglio dare. L’uomo dimentica il suo essere elemen-tare ed è questo che voglio ricordare con i miei lavori. Un’installazione dal titolo “Umano troppo umano” (da un saggio di Friedrich Nietzsche) che ho esposto a Ginevra (Villa Dutoit) e a Va-rese (LivingLab) è sintomatica di questo mio essere. Ho realizzato in cartone quattordici pezzi di scheletro umano staccati l’uno dall’altro.

Le prossime mostre?

Io e Matteo stiamo preparando un’opera a due mani per il padiglione Tibet, un evento parallelo alla 55ma Biennale di Venezia e una mostra a Palazzo Perabò di Cerro di Laveno.

M.T.

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GhibliUna nuova pagina della storia Maserati.

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GhibliUna nuova pagina della storia Maserati.

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Le emozioni sofisticate non sono più un lusso riservato a occasioni rare: la nuova Maserati Ghibli nasce da una combinazione unica di

design, sportività e comfort per rendere quotidiana la sensazione di guidare una vettura speciale. La Casa del Tridente ha infuso nella progettazione di questa vettura tutta la propria esperienza nella realizzazione di Granturismo dalla classe inconfondibile, dalle prestazioni emozionanti, grintose nella guida e confortevoli nell’abitabi-lità, riuscendo a creare una berlina uni-ca in grado di distinguersi e di uscire dall’ordinario.Eleganza e sportività emergono imme-diatamente osservando i volumi e le li-

nee nette che movimentano una carroz-zeria dai tratti fortemente ispirati alla tradizione Maserati.All’interno, lo spazioso abitacolo propo-ne un design essenziale ed è impreziosito da materiali pregiati che consentono alla Ghibli di esprimere una personalità dif-ficilmente riscontrabile in vetture dello stesso segmento.Ecco quindi la prima auto a gasolio del Tridente. La Maserati Ghibli si è fatta ammirare al Salone di Shanghai in ante-prima mondiale, mostrando le sue forme sportive ed eleganti, com’è la tradizione per la maison Maserati. Si tratta di una “piccola” Quattroporte, con sotto il co-fano un innovativo turbodiesel V6 da 3.0 litri sviluppato in collaborazione con il Responsabile Motori di Ferrari. Il risul-

tato è un propulsore in grado di svilup-pare una potenza massima di 275 CV e una coppia di punta di ben 600 Nm, che consente alla Ghibli di completare l’ac-celerazione da 0 a 100 in appena 6,3 se-condi, a fronte di un consumo di 6 l/100 km di gasolio ed emissioni di CO2 di 160 g/km.Un motore non esagerato come alcune supercar ci hanno abituato nel corso de-gli anni, ma senza dubbio potente e, al tempo stesso, che strizza locchio ai con-sumi, decisamente contneuti per i suoi standard. Stiamo parlando di una vettura che vuole prima di tutto essere distintiva ed elegante, non solo sportiva. Se, però, il diesel proprio non vi va giù, allora sarà disponibile anche un V6 da 3.0 litri, ma con doppio turbocompres-

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sore alimentato a benzina, in grado di ruggire a 330 CV e fornire un valore di coppia massima di 500 Nm. I consui in quedta versione si agirano intorno ai 9,6 litri/100 km, mentre lo 0-100 viene com-pletato in 5,6 secondi. Il top di gamma sarà la Ghibli S, sotto al cui cofano ci sarà una belva capace di 410 CV ad un regime di 5.500 giri e una coppia di 550

Nm già disponibile a 1.750 giri. Abba-stanza per completare lo 0-100 in 5 se-condi e toccare una velocità di punta di 285 km/h. Prestazioni che incollano il guidatore al sedile, normale per i propul-sori del Tridente.Tutte le autovetture sono dotate di cam-bio automatico ZF a otto velocità, mentre l’architettura sarà disponibile anche sul

sistema a trazione integrale Q4. Il passo è stato accorciato di 20 cm. rispetto alla Quattroporte, riducendo la lunghezza della vettura di 29 cm. Cerchioni da 18 pollici a 21, come optional. La produzione e le consegne sono previ-ste da giugno, mentre il prezzo, ancora non ufficiale, dovrebbe aggirarsi al di sotto dei 100.000 euro.

Concessionaria Maserati a Borgomanero - C.so Sempione, 56 - Tel. 0322 846253 (r.a.) - 0322 81822 (r.a.) - Fax 0322 844064Centro Assistenziale: Via G.B. Curti, 26 - Borgomanero - www.autocusio.com - [email protected]

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GhibliUna nuova pagina della storia Maserati.

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Incontro con il novarese Stefano Re, neo Campione Italiano di kickboxing

Un Re sul podio

SPORT

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Incontro con il novarese Stefano Re, neo Campione Italiano di kickboxing

Un Re sul podio

Un nonno pugile, la mamma judoka: po-teva Stefano fare il ragioniere? Forse era già scritto nelle stelle che praticasse le arti marziali, ma di certo sappiamo che è stato lui a scrivere il suo destino,

giorno dopo giorno, con ore e ore di impegno, prepara-zione, duro allenamento.

Stefano Re, neo campione italiano di kickboxing, è arrivato al successo quando pensava di essere quasi giunto alla fine della carriera agonistica, combattuta ai più alti livelli. Ma la costanza e la tenacia hanno premiato il quarantu-nenne atleta di Fontaneto d’Agogna, con la vittoria tan-to sognata: ai Campionati Italiani Assoluti di Kickbo-xing, svoltisi a Jesolo dal 5 al 7 aprile, ha conquistato il titolo italiano nei pesi medi, vincendo il primo incontro per ko tecnico e la finale ai punti.

Grazie ad un comune amico, appassionato praticante di questo sport, ogni tanto un po' ammaccato, incontro Stefano per un caffè in un pomeriggio di metà aprile. Da profano, completamente a digiuno di arti marzia-li, mi aspetto di vedere una montagna di muscoli, un culturista, uno di quei fanatici della “tartaruga” che camminano tronfi con magliette attillate e i bicipiti che scoppiano. Esattamente il contrario. Sembra, ma solo all’apparen-za, un uomo normale. Alto, longilineo, sguardo aperto, un sorriso accattivante. Chi lo direbbe che sotto sotto si nasconde un “duro” col quale è consigliabile non liti-gare mai? Già dalla stretta di mano s’intuisce che è uno che non scherza. Stefano, complimenti, ho appreso del recentissimo titolo italiano. È da molto tempo che pratichi questa disciplina?

Ho iniziato a sei anni con l’aikido, poi sono passato al karate, infine, dal 1991, pratico kickboxing. Ho fatto parte, per circa un ventennio, della nazionale italiana e nel mio palmares ci sono vittorie in competizioni re-gionali e interregionali e un quinto posto nella Coppa del mondo, alla quale ho partecipato per ben 8 volte.

È un’attività che pratichi a tempo pieno?

No, lavoro come autista al Consorzio Medio Novarese, ma mi alleno tutti i giorni con grande costanza, affian-cando all’agonismo l’attività di istruttore in una pale-stra del borgomanerese, dove insegno anche a giovani molto promettenti. (...)

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SPORT

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SPORT

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Mi parli un po’ della kickboxing?

La kickboxing è uno sport da combatti-mento che combina le tecniche di calcio, tipiche delle arti marziali orientali, ai colpi di pugno propri del pugilato ingle-se. È una disciplina in cui contano non solo la forza fisica e la tecnica, ma anche la testa.

Il termine "kickboxing" è stato coniato in Giappone negli anni sessanta. In quel periodo le uniche forme di combattimen-to a contatto pieno erano il full contact karate, il muay thai thailandese, il sam-bo russo, il taekwondo coreano ed il san-da cinese. I promoter giapponesi, vedendo il suc-cesso dei match di boxing thailandese, decisero di eliminare i colpi di gomito, di ginocchio e le prese. Rimase uno sport da combattimento nel quale gli atleti usano pugni e calci alle gambe, al tronco ed al viso. Si usavano i calzoncini corti come nella boxe e nella boxe thailandese e nacque così la "kickboxing giapponese", poi ab-breviata in "kickboxing".

È una disciplina riservata a pochi o può essere praticata (quasi) da tutti?

Può essere praticata da chiunque, purchè in buon stato fisico, dai sei anni in su. Non sono rari praticanti cinquantenni, che arrivano a questa disciplina per te-nersi in forma o per scaricare le tensioni accumulate durante la giornata lavorati-va. Si tengono allenati non solo il corpo, ma la mente, perché, non dimentichia-molo, la kickboxing si pratica soprattutto con la mente. Pensiamo ad esempio all'uso calcolato della respirazione per acquisire forza, calma, scioltezza e velocità. Una disciplina nella quale mente e cor-po, salute fisica e psichica sono aspetti imprescindibili. Lavorando sulla correttezza della postu-ra, sull'armonia e fluidità dei movimenti, favorisce l'apertura del corpo e restitui-sce libertà agli organi interni, conferisce equilibrio e portamento corretto, ridona

flessibilità alle articolazioni e rilassa-mento ai muscoli. Concentrazione, at-tenzione, decisione, rapidità delle rispo-ste e intuizione sono le caratteristiche di questo sport. Inoltre, l’amicizia con i compagni, la solidarietà ed il rispetto dell'altro sono valori che si apprendono con questa pratica.

Stefano, tra gli atleti che alleni c’è qualche futuro campione?

Direi di si. Ad esempio, tra i 1300 atleti provenienti da tutta Italia che si sono sfi-dati a Jesolo, c’era anche Sofia Bressan, 16 anni, di Briga Novarese. Si è laure-

ata vicecampionessa italiana. Una gran-de soddisfazione, che ha premiato tanti sforzi. Pensa che ben 3 atleti su 4 del nostro gruppo hanno raggiunto il podio. E tanti sono i giovanissimi che si avvici-nano a questa pratica, con molta serietà e dedizione.

Adesso so qualcosa in più su questo sport. Mi commiato da Stefano ripromet-tendomi che, incuriosito, sarei andato a vedere un incontro di kickboxing. Insiste per offrire lui il caffè, non mi op-pongo. Meglio non farlo arrabbiare.

Marco Trivelli

Nella foto a sinistra, Stefano Re e Sofia Bressan

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SPORT

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Emozioni e ottimi risultati dal palazzetto dello sport di Cantalupa per la seconda prova del campionato regionale a squa-dre serie B e C. L'impegnativa giornata di gare si apre con le specialità duo. Le coppie santa-cristinesi in gara Antonioli-Miranda, Mazzola-Ciaramella, Boiocchi-Fornara, Testa-Zonca, PaganiCerutti, Borgia-Gussagoben si sono comportate mo-strando notevoli miglioramenti rispetto alla prima prova, ma non sono riuscite a piazzare la zampata vincente nella com-petizione riservata ai duo cadetti serie C. Appena sotto il podio, invece si è classi-ficata la coppia Locci-Valsesia mancan-do di poco la medaglia di bronzo per la categoria Junior serie C. Nella stessa ca-tegoria, buona la prestazione anche per la coppia Morandi-Latella. Nel pomeriggio le competizioni sono continuate con le prove riservate a team e gruppi. Tra i risultati di serie C spicca sicura-mente la bellissima prova del gruppo e del team cadetti che hanno conquistato una meritatissima medaglia d'oro.

Nella competizione riservata ai team completano l'ottima prestazione degli al-tri due team di Santa Cristina classifica-tisi rispettivamente al quarto e all'ottavoposto. Medaglie anche in serie B dove il gruppo ha conquistato la medaglia d'oro con una prestazione davvero convincente, men-tre il team è salito sul secondo gradino del podio con una prestazione a corrente alternata. Il prossimo appuntamento è a Carrù per la terza e ultima prova, dove verranno aggiudicati i titoli regionali e si definirà l'elenco dei partecipanti alle finali nazio-nali in programma a Loano in Liguria alla fine di Maggio.

Engarda Giordani

Informazioni per il pubblico:ASD TWIRLING SANTA CRISTINA Via Bogogno, 6 - Borgomanero (No) Tel. 0322 804109 Presidente: Roberto Bergamoe-mail: [email protected] Direttore Tecnico: Sabina Valsesia

"To twirl" in inglese significa "far ro-teare' e per far roteare il "bastone'- così si chiama l’attrezzo con cui le ragazze svolgono la disciplina agonistica - ci vo-gliono coordinazione, grazia, armonia e una buona preparazione fisica. In Italia il twirling è una disciplina sportiva ricono-sciuta dal Coni, con tanto di federazione (FITw) in attesa di essere riconosciuta a livello olimpico. «Le doti più importanti per il twirling - spiega l'istruttrice (instancabile “motore” e direttore tecnico della società sportiva) Sabina Valsesia - sono la pazienza e la passione. Anche chi non ha doti naturali può arrivare a buoni livelli». L'attività sportiva è divisa in base al livel-lo agonistico di ogni atleta; grandissima importanza ha il settore promozionale, in cui si apprendono i primi movimenti del bastone, giocando e variando gli incontri di allenamento con attività ludiche. Più il livello sale, più gli allenamenti diventa-no specifici e guidati da istruttori federali di twirling e ginnastica.

Cos'è il twirling ?

Ancora successi per il twirling

SPORT

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La IGOR è in A1!!!Volley

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La IGOR è in A1!!!

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La Igor è in A1. La squadra novarese con una vittoria poteva raggiungere questo in-credibile risultato e ce l’ha fatta. Sabato sera 20 aprile, dopo aver guidato il cam-pionato per tutta la stagione, ha festeggia-to la promozione grazie al successo per 3-1 ottenuto a Castelletto Ticino nel derby contro la Siamo Energia di Ornavasso.

In un PalaAmico gremito di tifosi di en-trambe le formazioni, tra il pubblico an-che Eleonora Lo Bianco, capitana della nazionale e il presidente di Lega Mauro Fabris. Grandissime le giocatrici della Igor, che hanno ritrovato la concentrazione neces-saria per affrontare nel migliore dei modi questa occasione irripetibile, che non do-vevano perdere. La Igor scende in campo consapevole di giocarsi l’intera stagione. È una lotta di nervi che si trascina sin dai primi punti, fino a quando la Igor accelera

e vola verso la vittoria 25-20. Poi la gran-de festa con invasione di campo. Così IGOR Gorgonzola Novara è in A1!

Un bel lavoro di squadra: 68esimo Cam-pionato A2, 63 punti, si torna alla massi-ma serie dopo 10 anni.

«Ci abbiamo sempre creduto anche se è stata dura affrontare l’assenza di De Car-ne. Le ragazze sono state davvero brave – parla la Presidente di Agil Volley, Suor Giovanna Saporiti – hanno dato il massi-mo. Hanno patito nelle settimane scorse la troppa emozione, dovuta in alcuni casi alla giovane età e alla prima esperien-za a questo livello, però ci hanno messo anima e cuore. In questa partita – riflette Suor Giò – avevamo chiesto proprio que-sto atteggiamento, nonostante le difficili giornate trascorse. Ringrazio la città, tutti quanti, per averci coinvolto e chiamato ad

avere un ruolo importante nella pallavolo di vertice. Questa vittoria – conclude – si-gnifica che non abbiamo deluso le aspet-tative né dell’amministrazione né degli sponsor». «Grande vittoria, coronamento di un bel-lissimo progetto partito con tutta la città – festeggia con Agil il Sindaco di Novara Andrea Ballarè – con gli sponsor, l’am-ministrazione e le squadre. Un’avventura positiva che dimostra che quando si co-struiscono bene le cose poi si ottengono i risultati. Incominciamo con il volley e con Novara che torna in serie A1. Arrive-ranno presto – assicura il primo cittadino – tante altre cose». «Siamo stati artefici del nostro destino e non abbiamo sciupato questa ghiotta oc-casione – commenta coach Stefano Co-lombo – era una partita difficile ma ogni atleta voleva la vittoria. Dedico questo

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successo a tutti quelli che hanno creduto in noi, nello staff e nelle ragazze, e un po’ anche a coloro i quali non lo hanno fat-to. Siamo stati grandi – scoppia di gioia il coach novarese - primi dall’inizio del campionato sino a oggi! Meglio di così non si poteva». «Sono davvero felice di aver vinto con Novara – parola di Capitano Valeria Ros-so – dopo la suspance creatasi una setti-mana fa, oggi un primo set teso all’inve-rosimile, ma la nostra voglia di vincere ha avuto la meglio. Complimenti comunque alle cugine avversarie». «Avere molte persone “contro” ci ha cari-cati ancora di più – dice Enrico Marchio-ni, gm novarese – abbiamo dimostrato quanto vale questa squadra. Tutto quello che in poco tempo abbiamo costruito era funzionale a questo risultato e a questa serata. Sono contento della promozione,

sudata e conquistata. Ci meritiamo una bella festa perché ora il sogno è una re-altà. L’unico neo, la mancanza stasera di Virginie De Carne, faro di un intero cam-pionato e assente nel momento clou di questa stagione. Ci ha portato avanti - e non me noe vorrà Vigginie - la squadra costruita quest’estate, a dimostrazione che avevamo visto bene, che le atlete ci sono, meritano, sono state brave, conside-rati i diversi infortuni. Adesso godiamoci questo momento». «I tifosi e le squadre giovanili, Agil unisce tutti – parola di Fabio Leonardi, ammini-stratore delegato IGOR, main sponsor della formazione – e questa festa è merita-ta. Dopo essere stati avanti di 5 punti, tra assenze e cali di tensione – questo accade d’altra parte nello sport – ora la promo-zione. Sono soddisfatto perché le ragazze, dopo un primo set carico di ansie, pres-sioni e responsabilità, si sono sbloccate e

hanno giocato con grinta, dimostrando di essere parte e testimoni di un valido pro-getto. Qualità, esperienza e giovani talen-ti. La conferma del mix vincente è arrivata dal campo. Sono soddisfatto dei risultati, ma soprattutto della risposta in termini di presenze allo Sporting. A Novara il vol-ley è importante, la città ama questo sport e il progetto, iniziato solo 10 mesi fa, ha ottenuto un riscontro molto importante. Sono che il nostro marchio dia il nome alla squadra e degli altri sponsor che han-no aderito a questo progetto, esultando in campionato e questa sera, entusiasti del percorso e del successo finale. Adesso go-diamoci la vittoria, il futuro si vedrà. Ogni azienda ha il proprio ruolo sul territorio e deve sostenere le attività che meritano. Ecco motivati il calcio e il volley femmi-nile e noi, IGOR, ci siamo e ci saremo».

Fotografie di Monica Buzzoni

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Il mensile del buon gusto italiano

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Supplemento a NOIdi Maggio 2013

Il mensile del buon gusto italiano

Vinitaly

a tavola!

Bilancio positivo per le eccellenze novaresi

BananaRepublic

Abbiamo provato per voi il ristorante

di Bellinzago Lombardo

Ristorante Macelleria Motta

Dal 17 Maggiola Sagra dell'Asparago

CANTELLO

Storia e curiosità del frutto che "profuma di rosa"

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ENOGASTRONOMIA

Banana RepublicIl frutto "che profuma di rosa", come veniva descritto nel 1600, oggi sulle tavole di mezzo mondo. Storia, curiosità, valori nutrizionali, aspetti medici di un dono della natura che in futuro potrebbe estinguersi.

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ENOGASTRONOMIA

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Banana RepublicIl frutto "che profuma di rosa", come veniva descritto nel 1600, oggi sulle tavole di mezzo mondo. Storia, curiosità, valori nutrizionali, aspetti medici di un dono della natura che in futuro potrebbe estinguersi.

Proseguiamo nella rassegna degli alimenti più comuni, che a volte nascondono pro-prietà e curiosità sconosciute. La banana, ad esempio.

È uno tra i frutti più graditi e che più consumiamo fin da bambini, frutto della pianta del banano, che si sviluppa, nella specie e nelle varietà commestibili, in una serie di grappoli.

Le banane pesano in genere da 125 a 200 grammi, benché questo peso vari con-siderevolmente fra le differenti coltiva-zioni. Il frutto è commestibile per circa l'80% e può essere consumato crudo o cotto, mentre il restante 20% è buccia.

Quasi tutte le banane oggi utilizzate a scopo alimentare provengono dalle spe-cie Musa acuminata e Musa balbisiana. In Italia possono sopravvivere alcune specie di banana, in particolare la specie comune di Sicilia proprio in Sicilia rie-sce a portare a maturazione i frutti.

La pianta di banana è la più grande pian-ta erbacea dotata di fiore. Le piante sono generalmente alte e robuste e spesso sono scambiate per alberi, ma il loro fu-sto principale è in effetti uno pseudofu-sto che cresce fino a 6-7 metri, e cresce da un bulbo-tubero. Ogni pseudofusto può produrre un singolo casco di bana-ne. Dopo la fruttificazione lo pseudofu-sto muore ma possono svilupparsi pollo-ni laterali. Molte varietà di banane sono perenni. Le foglie sono disposte a spirale e possono crescere fino a 2,7 metri di lunghezza e 60 centimetri di larghezza. Sono facilmente lacerate dal vento, col risultato di apparire spesso sfrangiate.

I frutti di banana si sviluppano dal cuore di banana, in una grande massa pendula, fatto di file di frutti (chiamate mani), con fino a 20 frutti per fila. La massa dei frut-ti è nota come casco, comprende 3–20 mani, e può pesare 30–50 kg. I singoli frutti maturano con il fiore rivolto verso l'alto, non verso il basso.

I frutti individuali di banana (comune-mente noti come banane o dita) pesano in media 125 grammi, dei quali circa il 75% è acqua e il 25% materia secca. C'è uno strato protettivo esterno (una buccia o pelle) con numerosi lunghi e sottili fili (il floema), che corrono lungo tutta la lunghezza tra la buccia e la parte interna commestibile. La parte interna della comune varietà di banane da des-sert si divide facilmente lungo la sua lun-ghezza in tre parti distinte che corrispon-dono alle parti interne dei tre carpelli. Il frutto è stato descritto come una bac-ca cuoiosa. Nelle varietà coltivate i semi sono piccoli fino quasi al punto della non esistenza; i loro resti sono piccoli puntini neri all'interno del frutto.

Il sapore e la struttura di molti tipi di ba-nane sono influenzati dalla temperatura a cui maturano e dal grado di maturazio-ne: i frutti fatti maturare per più tempo e a temperature maggiori hanno minore consistenza e sono più dolci rispetto a quelli più acerbi e cresciuti in ambiente più rigido o ventilato, che sono quindi più turgidi e meno saporiti.

Il colore della polpa evolve dal verde verso il giallo e, in avanzato stato di ma-turazione, tende a manifestare chiazze marroni corrispondenti ad accumuli di zuccheri.

Il livello di maturazione è visibile anche dal colore della buccia: tendente al verde nelle banane acerbe, al giallo scuro con piccole chiazze marroni in quelle molto mature, al giallo acceso nelle altre (quel-le di maggior diffusione in ambito com-merciale).

Le banane maturano generalmente nel-la stagione primaverile/estiva del luogo in cui si trovano (l'emisfero meridiona-le). È nota la tendenza di questo frutto a maturare anche dopo essere stato colto dalla pianta: questo processo è dovuto all'emissione di etilene da parte della banana stessa e caratterizza in generale tutti i cosiddetti frutti climaterici, anche

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Banane Flambeé

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se nel caso della banana il fenomeno è particolarmente marcato. Il fenomeno è accelerato dalle temperature elevate, che influiscono sulla maggiore produzione di etilene, dalla ridotta ventilazione e dalla presenza di altri frutti climaterici, quali mele, pomodori o altre banane, nelle vi-cinanze. In alcuni processi industriali, le banane vengono messe in ambiente non ventilato e a contatto con etilene prodot-to artificialmente proprio per velocizzare la maturazione e ottenere così frutti più dolci in minor tempo.

Le banane sono naturalmente lievemente radioattive, più di quanto lo siano gene-ralmente gli altri frutti, a causa del loro alto contenuto di potassio, e di conse-guenza del relativamente abbondante contenuto di potassio-40, che si trova na-turalmente mischiato col potassio. Qual-che volta ci si riferisce alla dose equiva-lente ad una "banana di radiazione" per

far comprendere i livelli di rischio della radioattività.

Tra tutte le specie di banani, diversi pro-ducono frutti commestibili, mentre altri sono coltivati come piante ornamentali. Mentre le banane originarie contenevano molti semi, varietà senza semi e triploi-di sono state selezionate per il consumo umano. Queste si propagano asessual-mente dai rami della pianta. Questi rami sono chiamati follower o sucker nel commercio, e uno o due di essi sono la fonte per il nuovo ceppo di frutta che la pianta produce, perché questa è normal-mente abbattuta al momento della rac-colta. Nelle regioni tropicali questo tipo di frutto è disponibile tutto l'anno, il che spiega il motivo per cui la quasi totalità delle banane proviene proprio da questi paesi. Nel commercio globale, la più im-portante varietà di banana coltivata è la Cavendish.

A causa della limitata diversità genetica, le banane coltivate sono soggette a varie malattie e attacchi di parassiti. La propagazione vegetativa, essenzial-mente dovuta alla mancanza di semi vitali nelle banane commercializzate, ha provocato la diffusione di malattie virali lungo le aree di coltivazione delle bana-ne, che devono essere curate e trattate con abbondante fertilizzante.

Valori nutrizionaliLe banane contengono circa il 75% di acqua, il 23% di carboidrati, l'1% di pro-teine, lo 0,3% di grassi, e il 2,6% di fibra alimentare. Questi valori variano a seconda delle diverse coltivazioni di banane, del gra-do di maturazione e delle condizioni di crescita. La polpa della banana, essendo ricca di vitamina A, vitamina B1, vitamina B2, vitamina C, vitamina PP e, seppur in mi-

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NOI - MAGGIO 2013

Le piccole macchie marroni

sulla buccia mostrano che la banana è ad uno stadio perfetto di maturazione,

ideale per il consumo

sura minore, di vitamina E, di sali mi-nerali (calcio, fosforo, ferro e potassio) e di carboidrati, ha proprietà nutrienti, ri-mineralizzanti e stimolanti per la pel-le. La banana contiene anche la vitamina B6, che favorisce il metabolismo delle proteine. È opinione comune che la ba-nana sia un cibo particolarmente ricco di potassio, in realtà il contenuto medio di potassio della banana è di circa 350 mg. per ogni 100 gr. di parte edibile, molto inferiore ad esempio ai 570 mg. di una patata lessa o al forno.

Aspetti mediciPer la presenza di proteine allergizzanti nel frutto (Ba 1, Ba2 e Mus XP 1), la ba-nana può dare luogo ad allergie alimen-tari.

Possibile estinzione?Entro il prossimo decennio, la banana commestibile potrebbe estinguersi. La banana Cavendish, consumata in tut-to il pianeta, pecca di scarsa diversità ge-netica che la rende vulnerabile a malattie quali la Malattia di Panama, causata da funghi terricoli, che ne cancellò la varie-tà Gros Michel negli anni cinquanta, la Sigatoka Nera, altra malattia provocata da funghi che ha raggiunto le proporzio-ni di un'epidemia mondiale e la Peste, che invade le piantagioni e le fattorie in America Centrale, Africa e Asia. Una nuova variante patogena, razza tropicale 4, affligge le coltivazioni di Cavendish nel sudest asiatico ed è per questo alla ra-dice dei problemi riguardanti i commerci di esportazione. La diffusione della razza tropicale 4 in America potrebbe avvenire se gli insetti cosiddetti succhiatori di banane infette vi sbarcassero oppure se del terreno infesta-to fosse trasportato dall'Asia; entrambe le cose sono strettamente proibite sia nei paesi produttori che in quelli esportatori. La varietà Gros Michel è stata una delle prime ad essere coltivata. Come già det-to, fu cancellata dalla malattia di Panama negli anni cinquanta. La Gros Michel era molto adatta ad essere esportata nei paesi extra-tropicali. Maggiore cura è richiesta per il trasporto della Cavendish.

Un po' di storia La diffusione del banano avvenne nell'Asia sud-orientale in epoca preisto-rica. Ancora nei primi anni 2000 si tro-vano molte specie di banane selvatiche in Nuova Guinea, Malesia, Indonesia e Filippine. Recenti ritrovamenti archeologici e pa-leoambientali nelle paludi del Kuk, nella Western Highlands Province di Papua in Nuova Guinea suggeriscono che la col-tivazione della banana risalga almeno al 5000 a.C. e forse anche all'8000 a.C. Ciò farebbe degli altopiani della Nuova Guinea il luogo in cui il banano fu do-mesticato.

È probabile che altre specie di banani selvatici siano stati domesticati succes-sivamente in altre zone dell'Asia sud-orientale.La banana è menzionata per la prima volta nella storia scritta in testi buddhisti del 600 a.C. e Alessandro Magno scoprì il sapore della banana nelle valli dell'In-dia nel 327 a.C. Inoltre, l'esistenza di una coltivazione organizzata di banane è stata riscontrata in Cina almeno dal 200 d.C. e nel 650 i conquistatori islamici portarono la banana fino alla Palestina, mentre i mercanti arabi diffusero succes-sivamente le banane in quasi tutta l'Afri-ca. Nel 1502 i coloni portoghesi inizia-rono le prime piantagioni di banane nei Caraibi e in America Centrale e intorno al 1516 la pianta di banana fu introdotta

dai portoghesi in America dall'Africa. In quell'occasione la parola “banana” entrò a far parte della lingua portoghese e della lingua spagnola. La banana, che non era ancora stata sco-perta ed importata in Europa, veniva de-scritta nel 1601 come il frutto che pro-fuma di rosa.

UtilizzoOltre ai frutti, nella cucina del Bengala e del Kerala (in India) si usano i fiori del banano, crudi o cotti. Negli stessi paesi e anche in Birmania si usa anche il cuore tenero del tronco del banano. Un altro modo per consumare il frutto è l'essiccazione: le banane essiccate hanno un colore marrone scuro e un sapore ti-pico e intenso.Le banane sono state anche usate per produrre marmellate. Tuttavia, al con-trario di altri frutti, le banane sono state usate solo recentemente per preparare succhi e spremute. Malgrado l'85% di contenuto d'acqua, è stato storicamente difficile estrarre il succo dal frutto perché, quando viene pressata, una banana diventa semplice-mente polpa. Nel 2004, scienziati del “Bhabha Atomic Research Centre” (BARC, India), han-no brevettato una tecnica per estrarre il succo trattando la polpa di banana in un recipiente con una reazione che impiega da 4 a 24 ore. Le foglie di banana, grandi, flessibili e impermeabili, sono come ombrelli e sono usate per avvolgere cibi. La superficie interna della buccia di ba-nana, infine, può essere strofinata sull'ir-ritazione provocata dall'edera del Cana-da per abbatterne i sintomi. Inoltre, la pelle della banana veniva uti-lizzata come medicinale per il trattamen-to della psoriasi. È possibile inoltre utilizzare la buccia di banana come lucido per scarpe ecologi-co.

Economia delle bananeLe banane sono tra i frutti più consumati al mondo. Tuttavia, i coltivatori di bana-ne ricavano esigui guadagni. Per questa

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ragione le banane sono disponibili come articoli del commercio equo e solidale in alcuni stati. La banana ha una storia commerciale che inizia con la fondazione della United Fruit Company alla fine del XIX secolo. Per gran parte del XX secolo, le banane e il caffè hanno dominato le esportazioni dell'America Centrale. Negli anni trenta, le banane e il caffè hanno contribuito per il 75% al volume delle esportazioni regionali. Più tardi, nel 1960, i due raccolti hanno realizzato il 67% delle esportazioni della regione. Sebbene i due prodotti crescano nelle stesse regioni, non hanno la tendenza a disturbare il mercato a vicenda. La United Fruit Company basava i suoi affari quasi interamente sul commercio di banane, visto che il commercio di caf-

fè era troppo difficile da controllare. Il termine banana republic è stato larga-mente utilizzato per i paesi della regione centro americana, ma in senso stretta-mente economico è applicabile solo a Costa Rica, Honduras e Panama, che sono state effettivamente repubbliche delle banane, ossia paesi la cui econo-mia è guidata dal commercio delle ba-nane.

Le banane in numeriOgni anno vengono raccolte oltre 68 mi-lioni di tonnellate di banane, di cui circa 12 milioni di tonnellate sono commer-cializzati nel mondo.In base ai dati della FAO relativi alla me-dia del periodo 2000 – 2004, il maggior produttore mondiale di banane è l'India (circa il 23% della produzione mondia-

le); Brasile, Ecuador, Cina e Filippi-ne producono ciascuno l'8 – 9% della produzione mondiale. Il commercio mondiale è però dominato (come paesi esportatori) dall'Ecuador (quasi il 30% del totale delle esportazioni), seguito da Costa Rica, Filippine e Colombia. In totale questi quattro paesi alimenta-no circa i 2/3 del totale mondiale delle esportazioni di banane.

I più grandi paesi importatori sono gli Stati Uniti e l'Unione Europea; quest'ul-tima, secondo i dati FAO del periodo 1999 – 2003, assorbe il 34% del totale mondiale delle importazioni di banane. I paesi latino-americani servono prin-cipalmente il mercato nordamericano ed europeo, mentre le Filippine sono il principale fornitore del Giappone.

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Provato perVoi

Questo è il regno di Sergio Motta, macel-laio sopraffino, appassionato gourmet, instancabile artigiano, artista e insostitu-ibile padrone di casa.La sede è una suggestiva casa d’epoca con corte indipendente, parte di una più grande proprietà nobiliare di origine cinquecentesca. All’ingresso del locale, una cella frigorifera a vista in cristallo, la "Cella dei sogni" di Sergio Motta, con appese enormi mezzene di manzi pie-montesi, è un esplicito manifesto della filosofia Motta. A pochi metri dalla cella-vetrina, un grande camino ospita grandi spiedi che girano lentamente per ore fino a portare alla giusta morbidezza grossi tagli di manzo e bue piemontese. Il risto-rante è un vero tempio per gli estimatori della carne ed il menù è tutto all’insegna della carne piemontese di qualità. Per iniziare una finissima tartare di bue piemontese ai tre sapori, quindi roselline di carpaccio e prosciutto crudo “Motta”

stagionato ben cinque anni, un delizio-so prosciutto di manzo con insalatina di asparagi e un cotechino allo champagne con coulis di pomodoro e zucchine pa-stellate. È poi la volta di un inconsueto “Viaggio nelle frattaglie”, un raro piatto per intenditori, un hamburger della mai-son ed infine un colossale bisteccone di coscia di bue piemontese di lunga, lun-ghissima frollatura. Un sapore indimen-ticabile ed una carne che si taglia anche senza coltello. Il tutto accompagnato da ottimi vini del territorio. Ottimo il ser-vizio, piacevole ed inconsueto il locale.

Ristorante Macelleria MottaBellinzago Lombardo (MI)Strada Padana Superiore, 90

Provato il 22 aprile 2013

M.T.

RISTORANTI

Ristorante Macelleria Motta, a Bellinzago Lombardo (MI)

CuriositàLe banane sono usate anche in senso umoristico come simbolo fallico (una metafora per il pene umano data la so-miglianza in forma e dimensione). In alcune zone del sud-est asiatico (ad es. Malesia e Singapore), banana è un termine dispregiativo per una persona di origine cinese che non conosce molto della cultura cinese e parla inglese fluen-temente, molto più del mandarino o di ogni altro dialetto cinese. Il riferimento è dovuto alla somiglianza dei due sog-getti: "giallo fuori, bianco dentro".La rappresentazione di una persona che scivola su una buccia di banana è stata la materia prima della commedia per ge-nerazioni. In realtà la buccia di banana non è particolarmente sdrucciolevole ed il suo utilizzo nelle gag è stato introdotto semplicemente per sostituire le feci dei cani, in realtà ben più scivolose, mante-nendone la comicità, ma edulcorando la situazione.

Leggende metropolitane Negli anni quaranta e cinquanta, una leg-genda metropolitana narrava di tarantole nascoste tra i caschi di banana. In realtà le tarantole non si nascondono tra le ba-nane, ma esemplari del genere Phoneu-tria hanno questa abitudine; questi ragni autoctoni delle esotiche zone dell'Ame-rica Centrale e Meridionale sono molto velenosi e altamente aggressivi. Un'altra leggenda metropolitana attri-buisce proprietà allucinogene alla buc-cia essiccata della banana, se fumata. Diversamente da tante leggende metro-politane, l'origine di quest'ultima è sta-ta tracciata. Risale ad un articolo in un giornale studentesco, il Berkeley Barb del marzo 1967, ispirato alla storia del cantante country Joe McDonald. Questa storia è stata portata all'attenzio-ne dell'opinione pubblica più tardi, ne-gli anni ottanta, quando un gruppo punk satirico, The Dead Milkmen, pubblicò una canzone riguardante gli effetti della buccia di banana da fumare. Perfino la Food & Drug Administration aprì un'in-chiesta.

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ENOGASTRONOMIA

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La ventiduesima edizione del Campio-nato Mondiale della Pizza si è svolto a Parma al Palacassa il 15-16 e 17 aprile 2013. È la manifestazione più importan-te e conosciuta a livello internazionale e ha richiama oltre 600 pizzaioli e addetti ai lavori provenienti da tutto il mondo: dalla Cina al Giappone, passando per l’Africa, il Medio Oriente, l’Australia, il Canada e gli Stati Uniti. Più di 10 le categorie in gara, per un evento dal profilo marcatamente interna-zionale che quest’anno ha registrato un +26% sulle iscrizioni rispetto al 2012.Una delle grandi novità della 22° edi-zione è stata “Tranci di Storia”, la prima Mostra Internazionale della Pizza, in cui si ripercorreva la storia antica e tradi-zionale del piatto italiano più amato al mondo.La Mostra è stata realizzata grazie allo straordinario repertorio di pezzi unici raccolti negli anni da Renato Margarit fondatore della Lilly Codroipo, azienda leader mondiale nel settoredelle attrezzature per la pizza. Questa raccolta straordinaria è unica al mondo, si può dire che nella sua collezione sia

riassunto l’eccezionale viaggio nella sto-ria della pizza. Tra i pezzi più interessan-ti si trovano prototipi di pale da pizza, dalle prime realizzate in ferro, pesantis-sime ma efficaci, a quelle in legno, per proseguire con i primissimi registratori di cassa meccanici utilizzati dalle prime pizzerie e i porta pizza che venivano te-nuti sui banconi delle pizzerie d’asporto e utilizzati per tenere calde le pizze.Alcuni pezzi sono invece molto curiosi, come i prototipi dei primi taglia moz-zarella, strumenti utilizzati per fare a piccoli pezzi la mozzarella in modo da renderla agevolmente utilizzabile per la pizza. Molti i piccoli pezzi di minuteria utilizzati per facilitare la realizzazione della pizza, prima che la tecnologia ve-nisse in soccorso dei Maestri Pizzaioli.A far da cornice a questo percorso una collezione di foto d’epoca che ritraggo-no le prime pizzerie, pizze e pizzaioli.La Mostra è stata realizzata anche con il contributo fotografico fornito da altre prestigiose aziende, quali il Molino Agu-giaro e Figna, la storica azienda Greci Prontofresco, i produttori di forni Cup-pone e Marana.

22° CAMPIONATO MONDIALE DELLA PIZZA 2013

“Tranci di storia”La prima mostra internazionale della pizza

Come ormai ben sappiamo, la Sagra dell’asparago di Cantello è tra le più ri-nomate in Italia ed il suo asparago bian-co fa gola non solo ai varesotti.Una sagra che ormai da qualche anno è stata estesa a ben 6 date, quest’anno giunge alla sua 73^ edizione e si festeg-gerà dal 17 al 26 maggio 2013.Ci sarà anche il mercatino enogastrono-mico, dell'artigianato e dell'hobbistica presso il Palatenda di via Collodi. Una sagra che richiama molte presenze anche dalla vicinissima Svizzera, patro-cinata da molti enti pubblici provinciali, regionali e statali. Il sabato e la domenica nelle preceden-ti edizioni si sono contati una media di 1200 coperti a pasto nel ristorante inter-no. Il mercatino inizia al pomeriggio di sabato alle 14,00 e continua fino alle 24,00; domenica si potrà visitare dalle 10,00 alle 24.00. L'asparago bianco di Cantello è la ver-sione più delicata e ancora più prelibata del gustoso ortaggio: ora siamo nel pie-no della stagione ed è adesso il momento di mangiarli, andando nei ristoranti della zona, approfittando della cucina della sagra, oppure comprandone un mazzo, magari dal produttore.

A Cantello (VA) laSagra dell'AsparagoDal 17 al 26 maggio la 73a Sagra del rinomato ortaggio

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• Trasferimenti di proprietà

• Duplicati, certificati di proprietà (C.D.P.)

• Perdite di possesso a seguito furto auto

• Estratti cronologici • Visure p.r.a.

• Prime immatricolazioni • Rinnovi di immatricolazioni

• Duplicati ed aggiornamenti carte di circolazione

• Prenotazioni revisioni

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• Collaudi (ganci traino, ripunzona- ture telaio, impianti gpl/metano

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La 47a edizione di Vinitaly, svoltasi a Verona dal 7 al 10 aprile, ha richiamato esperti ed appassionati di vino da tutto il mondo, oltre a 4.200

espositori provenienti da 23 Paesi.Otto le imprese novaresi – Barbaglia Sergio, Boniperti Gilberto, Brigat-ti Francesco, Ca' Nova di Codecasa Giada, Castaldi Francesca, Mazzoni Tiziano, Podere ai Valloni e Rovel-lotti Viticoltori in Ghemme – presenti

nell’area coordinata dal Consorzio Tu-tela Nebbioli Alto Piemonte e condivi-sa con le province di Biella, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli all’interno della collettiva piemontese. Queste imprese hanno beneficiato di minori costi di par-tecipazione, grazie anche al contributo dell’Ente camerale novarese, nonché dei servizi offerti dal Consorzio Tutela Neb-bioli. La rappresentanza provinciale, contan-do anche gli espositori presenti in forma autonoma, è stata complessivamente di una ventina di imprese, tra cui Antichi Vigneti di Cantalupo, Antiche Can-tine, Distillerie Francoli, Le Piane, Monsecco, Torraccia del Piantavigna e nello stand dell’Enoteca Tre Archi di Oleggio, Fratelli Ioppa e Carlone Davide.«Il nostro obiettivo è quello di migliorare

Bilancio positivo per le eccellenze novaresi

Vinitaly

la conoscenza e il posizionamento delle nostre imprese sul mercato domestico e, soprattutto, su quelli esteri – spiega Pao-lo Rovellotti, presidente della Camera di Commercio di Novara – In un momen-to economicamente difficile, il mondo del vino riesce a mantenere il bicchiere “mezzo pieno”: le opportunità non man-cano, ma per coglierle occorrono una vi-sione strategica e un’identità territoriale forte e ben definita, che abbiamo sapu-to offrire attraverso una rappresentanza compatta dell’Alto Piemonte».Lorella Zoppis, presidente del Consor-zio Tutela Nebbioli, aggiunge: «Chiu-diamo l’edizione di quest’anno con sod-disfazione, grazie ai segnali di interesse ricevuti, anche da parte di nuovi mercati. Alle degustazioni, dove sono state pro-poste 46 etichette, ha preso parte un flus-so continuo di visitatori, mentre hanno registrato il tutto esaurito i due momenti gastronomici curati dal Ristorante “La Torre” di Romagnano Sesia e dall’agri-turismo “La Capuccina” di Cureggio. Sicuramente possiamo contare su risorse di prima qualità, che vanno valorizzate con intelligenza e con azioni congiunte».Secondo i dati dell’ultimo Censimento Istat sull’agricoltura, le aziende vitivini-cole dell’Alto Piemonte sono 1.292 (di cui 466 in provincia di Novara) e 1.183 gli ettari di vigneto (di cui quasi 620 nel Novarese).Il valore dell’export di bevande dell’area (nel cui ambito il vino incide in misu-ra prevalente, sebbene non esattamente quantificabile) ha superato i 28 milioni di euro nel 2012, registrando un incre-mento del +10% rispetto al 2011.

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ENOGASTRONOMIA

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Puntarelle alla Romana

di Emi Guidettidi EmiLe ricette Buongiorno a tutti!

Ecco per voi una semplicissima ricetta, molto gustosa. È un piatto della tradizione romana, che vi piacerà molto, veloce da preparare e sorprendente.Provatela e .. buon appetito! Emi

Buongiorno, in questo periodo ho visi-tato città d’arte e tante altre belle cose, ma non mi sono fatta sfuggire i tipici locali del Lazio, dell'Emilia Romagna e dell'Umbria.Questo mese vi parlo di un tipico con-torno romano.

Voglio farvi conoscere questa tipica verdura, detta "puntarelle".Le puntarelle sono il cuore della cicoria “catalogna”, ricche di vitamina A, cal-cio e fosforo. Sono un contorno molto diffuso in tutto il Lazio, semplice da preparare e molto saporito.

INGREDIENTI per due persone• 300 gr. di puntarelle • un cucchiaio di succo di limone • 4 acciughe (sott’olio) • uno spicchio d’aglio• un cucchiaio d’aceto di vino bianco • due cucchiai d’olio e. v. di oliva• sale• pepe

PREPARAZIONETagliate a metà le puntarelle, dividete ogni metà in tante striscioline sottili.Sciaquatele molto bene e mettetele in una ciotola con acqua e succo di limone per dieci minuti. Preparate una salsina pestando acciughe e uno spicco d’aglio. Aggiungete dell’aceto e infine dell’olio extravergine, sale e pepe. Fate riposare la salsina per almeno quindici minuti, poi versate nella ciotola insieme alle puntarelle e mescolate. Sarà un'insalata buonissima….Una curiosità in più: il suo sapore amaro stimola le secrezioni digestive e hanno proprietà diuretiche e lassative.Buon appetito!

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Oleggio Castello (NO) - Via Vittorio Veneto, 53Tel. 0322 53255 - 339 3776370

L'Alchimista

AL C

H I MI S T Ail ristorante

ristorante

E quando tutti i giorni diventano uguali è perché non ci si accorge più delle cose belleche accadono nella vita ogniqualvolta il sole attraversa il cielo.

dal libro "L'alchimista" di Paulo Coelho

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