n° 19 TremilaSport 04 11 2015

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TUTTO LO SPORT DEL FRIULI VENEZIA GIULIA A 360 GRADI 19|15 magazine www.tremilasport.com 04|11|2015 PUNTA SINDACALISTA PAGG 16-17 PAOLA BRUMANA E IL SUO IMPEGNO SUL CAMPO E SULLE BARRICATE PAOLA BRUMANA in azione con la maglia del Tavagnacco. FINOCCHIO, TANTA VOGLIA DI AZZURRO pagg 6-7 All , interno IL SUPPLEMENTO TREMILA MOTORI DI NOVEMBRE pag 39 VANUZZO, DALLO SCUDETTO ALLA B BASKET ECCELLENZA GODEAS E LA MINA VAGANTE TORVISCOSA pag 10

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Femminile – Il personaggio-Brumana, attaccante e sindacalista Lega Pro – Finocchio, tanta voglia di Azzurro Eccellenza – Godeas e la mina vagante Torviscosa Promozione – Pezzutto: “Union Pasiano coi play-off nel mirino” Prima Categoria – Stampetta: “Tarcentina, ora puoi osare” Basket – Vanuzzo dallo scudetto alla Serie B Volley – Letizia Ciani, palleggiatrice da passerella Pallanuoto – A Trieste pallanuotisti come divi Le Belle di Tremila Sport – la conturbante Giulia Elegante Itinerari – Da Cividale a Specognis, risalendo le ciclabili del Natisone

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T U T T O L O S P O R T D E L F R I U L I V E N E Z I A G I U L I A A 3 6 0 G R A D I

19|15magazine

w w w. t r e m i l a s p o r t . c o m0 4 | 1 1 | 2 0 1 5

PUNTASINDACALISTA

PAGG 16-17

PAOLA BRUMANA E IL SUO IMPEGNO SUL CAMPO E SULLE BARRICATE

PAOLA BRUMANAin azione con

la maglia del Tavagnacco.

FINOCCHIO, TANTA VOGLIA DI AZZURROpagg 6-7

All,interno

IL SUPPLEMENTO TREMILA MOTORI DI NOVEMBRE

pag 39

VANUZZO,DALLO

SCUDETTOALLA B

BASKET

ECCELLENZA

GODEAS E LA MINA VAGANTE TORVISCOSApag 10

IL SUPPLEMENTO TREMILA MOTORI DI NOVEMBRE

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19|150 4 | 1 1 | 2 0 1 5SOMMARIO

CALC

IO

27-29 UDINESE

6-7 LEGAPRO

8 LEGAPRO

10-11 ECCELLENZA

12-15 PROMOZIONE

18-19 PRIMACATEGORIA

20-22 SECONDACATEGORIA

23 TERZACATEGORIA

24-25GIOVANILI

26 CALCIOA5

16-17 FEMMINILE

38-39 BASKET

40-42 VOLLEY

44-45 ALTRISPORT

6

RUBRICHE30-31 SIDICEVA...

33-36 LEBELLEDITREMILASPORT

32 NONSOLOSPORT

46-47 MONDOLIBERTAS

48-49 GLIITINERARIDITREMILASPORT

16

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Le Belle di Tremila Sport:Giulia Elegante

MANUEL VANUZZOConloscudettodiSassarisulpettosiècalatonellanuovarealtàdileaderdell'APUinB.

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DIRETTORE RESPONSABILE Edi FabrisVICEDIRETTORE Massimo MuzzinEDITORE MEDIATREMILA EDIZIONI srl Viale Palmanova 146 - 33100 Udine Tel. 0432. 33 30 893 [email protected]

Registrazione Tribunale Udine n. 38/07 del 19.11.2007Responsabile trattamento dati (D.LGS. 30-6-2003 N. 196) Edi Fabris

Questo numero è stato chiuso in redazione mercoledì 4 novembre 2015.

REDAZIONEViale Palmanova 146 - 33100 Udine Tel. 0432. 33 30 [email protected] www.mondoudinese.com

Mondo UdineseQUOTIDIANO D’OPINIONE BIANCONERA

LA RADIO UFFICIALE DELL’UDINESE CALCIO

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....

Il DirettoreEdi Fabris

E'dedicata al calcio femminile, e segnatamente ad una delle sue atlete regionali più rappresentative, la copertina del nuovo numero del nostro magazine: Paola Brumana, comasca ormai naturalizzata friulana, è infatti protagonista non solo sul terreno di gioco ma

anche sulle barricate,. pronta a difendere pubblicamente i diritti dello sport di cui è da anni protagonista. "Prima", dunque, e ampio servizio interno meritati, così come significativa è la passerella che abbiamo voluto dedicare a due protagonisti del calcio regionale, Francesco Finocchio del Pordenone e Federico Godeas del Torviscosa, attaccante il primo e centrocampista con il vizio del gol il secondo. Non solo calcio comunque nel dna del nostro magazine e allora, per il basket, non abbiamo voluto dimenticare uno dei grandi della Snaidero, l'allenatore sloveno Boris Kristancic, scomparso la scorsa settimana a 83 anni nella sua Lubiana. Uno che le testimonianze identificano come un signorile professionista che con acume cestistico e personalità condusse nel 1967/68 la formazione arancione nella massima serie, portando al top gli entusiasmi di una piazza, quella friulana, vogliosa di grande pallacanestro. E accanto al ricordo di un protagonista del tempo passato, l'intervista all'attuale capitano dell'Apu, Manuel Vanuzzo, veneto di Dolo, che dopo lo scudetto conquistato nella scorsa stagione a Sassari ha accettato di scendere di due categorie per farsi primattore con l'ambiziosa formazione di Lino Lardo. Storie di personaggi come piace a noi, visti nella loro quotidianità oltrechè nella pura e semplice espressione delle loro capacità sportive. Vetrina poi anche su uno sport, la pallanuoto, che a Trieste, nella recentemente conquistata serie A1, sta esprimendo inconsueti fenomeni di divismo in una città in cui il calcio è ormai lontano dalle dimensioni passate. E interessante ci è sembrata pure la riproposizione di un evento sportivo lontano nel tempo, il Giro d'Italia che nel 1949 fece tappa anche a Udine, negli articoli dello scrittore Dino Buzzati, allora inviato dal Corriere della Sera. Vinse, tanto per cambiare, Fausto Coppi, davanti a Gino Bartali. Erano gli anni del ciclismo da leggenda.

Storiedipersonaggi,comepiaceanoi

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CALCIOLEGAPRO

TANTA VOGLIADI AZZURRO

FRANCESCO FINOCCHIO

dra che si era creata non la riten-go una vera e propria sorpresa: io e i miei compagni ci abbiamo sempre creduto. Il nostro però è un girone davvero tosto, guardi e vedi squadre come la Cremonese o l'Alessandria che sono accanto a noi, e può sembrar strano, ma alla fine conta la parola del campo, e

Un po' brasiliano, un po' di Caserta, un po' di Reggio Emilia. Fran-cesco Finocchio, ala del Pordenone classe

'92, è un vero e proprio mix di talento, un frutto che ha riunito in sé i semi di terre magiche per chi gioca a calcio. "In Campania vado sotto le festività natalizie, di più invece a Reggio Emilia: lì ci ho vissuto da quando avevo 12 anni e i miei ci abitano tutt'ora. Sud America? Nel periodo estivo, lì ci vogliono almeno un paio di settimane di vacanze…". Ora, in Friuli, la sua nuova vita sportiva.- Come state dopo la vittoria con il Bassano? «Estremamente felici. Inoltre per quanto mi riguarda il problemino all'adduttore sembra superato. Mi

ha tenuto fuori qualche partita ma ora sono davvero in forma. Spero di proseguire su questa strada». - Fermati un attimo e pensa ai pronostici di inizio anno. Pen-savi di essere a questo punto adesso?«Sinceramente vedendo la squa-

LA S

CHED

A

FRANCESCO FINOCCHIONato il 30 aprile 1992 a Caserta, l'attaccante italo-brasiliano Francesco Finocchio è arrivato a Pordenone quest'estate, svicolato dopo il crac del Parma. In carriera ha vestito anche le maglie di Cremonese, Feralpi Salò, Trapani, Pisa e Nova Gorica. Con la formazione slovena ha militato nella massima serie vincendo la coppa nazionale.

Mi è bastata una chiacchierata con mister Tedino per capire

la serietà del progetto Pordenone

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LEGAPROCALCIO

COPPIA GOL - L'abbraccio tra Francesco Finocchio e Caio De Cenco dopo il gol del bomber brasiliano.

lì stiamo dimostrando il nostro valore. Difficile fare pronostici in un torneo così equilibrato, troppo presto. Più che altro penso che ci manchi qualcosa lasciato per strada». - Qualche rammarico?«Ingenerale no, ma dagli errori si impara. Forse poco cinici qualche volta, più semplicemente un piz-zico di fortuna in più non sareb-be guastata: anche quella è una componente fondamentale. Ciò che più conta è crescere dopo gli sbagli e lo stiamo facendo. Siamo giovani, cresciamo a livello di inte-sa partita dopo partita e abbiamo sempre espresso un buon gioco».- Tante squadre in carriera: qual è il ricordo più bello?«Senza dubbio col Nova Gorica, nella serie A slovena, dove ab-biamo vinto la Coppa. Finale con il Maribor, ci davano per spacciati, loro erano addirittura reduci da un quarto di finale di Europa Lea-gue contro il Siviglia, che poi vinse la competizione. Era due anni che alzavano quel trofeo, andavano a caccia del tris, ed avevano ap-pena vinto il campionato con tre turni di anticipo, invece abbiamo compiuto un'impresa, ed ho pure segnato una doppietta (la partità finì 2-0 con le reti realizzata al minuto 79' e 86', ndr). Da spacciati a eroi, il momento più bello».- Rapporta quel campionato ai tornei nostrani…«Là è diverso, si gioca di più a cal-cio, meno tatticismi e squadre più offensive: un attaccante ha più possibilità di mettersi in mostra. Io l'anno prima ero a Trapani, in B, quindi posso dire per esperienza diretta che il livello della serie A slovena sia come la nostra serie cadetta». - Sei una delle vittime del crack Parma. Come hai vissuto quell'esperienza?«Purtroppo penso che tutti quel-li che erano legati al Parma, dai giardinieri ai magazzinieri, han-no subito un enorme torto. Chi con famiglia, chi rimasto senza lavoro o senza contratto. Brut-to per una città ed una società con quella storia ripartire dal-la D, non è facile, ma ci stanno riuscendo. In quei momenti di morte annunciata ti arrabbi, te la vorresti prendere con chi ha gestito la società ma anche con gli organi di controllo della Federazione: non è accettabile arrivare a quel punto, bisogna prevenire certe situazioni. Erava-mo davvero tanti giocatori, e alla fine i nostri unici rapporti erano con i curatori fallimentari. Per fortuna è parte del passato. Un brutto momento. Speriamo che sia da lezione a tutti». - L'importanza del tuo gol al

Sudtirol.«È stato bello sbloccarmi e dare una mano ai compagni. Fare gol per un attaccante è l'obiettivo, spero ora di dare continuità alle prestazioni e fare bene con gol o assist, come con il Bassano: non mi son posto nei limiti». - Perché hai scelto Pordenone?«Progetto serio, società forte, centro sportivo stupendo. Ho vi-sto la voglia di creare una squa-

dra competitiva, il procuratore mi ha consigliato bene. Appena ho parlato con mister Tedino non ho avuto alcun dubbio. Lui ci tiene molto al lavoro e questo nel cal-cio, così come in tutti gli aspetti della vita, alla lunga paga».- Hai mai pensato di andare a giocare in Brasile? «In realtà no, ma ho due cugini che giocano in Serie B brasilerao. Mi confronto con loro ogni tanto ma no, mi sento italiano e voglio stare qui». - A proposito. Raccontaci degli Europei under 17.«Siamo usciti in semifinale con la Germania. vestire la maglia azzur-ra è sempre bello, un sogno per i ragazzini e non solo. Quando ci sono Europei e Mondiali ti imma-gini lì, non può essere altrimenti». - Quindi al prossimo Mondiale sarai il nostro Grosso di turno, che arriva dalla Lega Pro al ri-gore decisivo? «Magari! Ora pensiamo al Padova, un passo alla volta. È una partita difficile, loro non sono molto line-ari con i risultati, ma sono tosti. Là ci sarà una gran cornice ad aspettarci, non vedo l'ora».- E magari dopo l'intervista ti portiamo fortuna e segni. Con De Cenco ha funzionato…«(ride, ndr) Tripletta anch'io? Dove devo firmare?».

Luca Feole

LEGA PRO 10^ GiornataALBINOLEFFE - FERALPI SALO' GIANA E. - SUDTIROLBASSANO - MANTOVAALESSANDRIA - PRO PATRIARENATE - PAVIAPADOVA - PORDENONEPRO PIACENZA - CREMONESEREGGIANA - CUNEOLUMEZZANE - CITTADELLA

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CALCIOsERIED

GIRONE C - 12^ Giornata08/11/2015 BELLUNO - SACILESECALVI NOALE - LUPARENSECAMPODARSEGO - ABANO TERMEESTE - GIORGIONEFONTANAFREDDA - VIRTUS VECOMPLEVICO TERME - UFMMESTRE - DROMONTEBELLUNA - LIVENTINATAMAI - VENEZIA UNION RIPA - TRIESTINA

Tamai reduce da un otti-mo pareggio sul campo della Luparense, pari che consente agli uomini di Stefano De Agostini

di conservare un tranquillissimo posto di metà classifica.- Mister, partiamo dal paraggio con la Luparense...«Tanto rammarico. Eravamo in completo controllo, non abbiamo mai rischiato praticamente, poi ci siamo fatti fregare con due palle da fermo. Non siamo stati attenti: peccato, perché meritavamo di vincere. Dobbiamo accettare il verdetto del campo, anche se abbiamo lasciato un po' di punti per strada».- Come si riparte dopo partite così?

qualcuno. Il valore assoluto di queste squadre deve ancora ve-nir fuori, ovviamente spero di no (ride, ndr) ma sono attrezzate per fare un gran campionato. Credo, e sottolineo credo, che il mercato di dicembre farà la differenza. Già si sentono voci di acquisti roboanti, vedremo. Tornando al discorso iniziale lo confesso: nemmeno nei miei sogni pensavo di essere qui. Ma meritiamo tutto quello che abbiamo preso, anzi, ci manca qualche punto». - Fa riferimento a qualche epi-sodio in particolare?«Sacilese ad esempio. Ma le scon-fitte con Dro e Ripa sono merita-te: io credo che se la squadra non scende in campo nel modo giusto, con l'approccio corretto, meriti la sconfitta. Ai punti magari quelle sconfitte sono state esagerate, ma faccio un discorso di menta-lità, di porsi rispetto al match». - Ora arriva il Venezia. Lei è una sorta di ex…«Ho fatto un pezzo di percorso calcistico lì, stagione '96/'97. Ma la annovero tra le peggiori della mia carriera, forse la più brutta. Nulla contro il Venezia in sé, sia chiaro, ma è stato un periodo particolare in cui a non funzio-nare erano tante piccole cose, a partire dal mio difficile rapporto con il mister. Tante componenti

«Non la definirei nemmeno una delusione, è solo un risultato che dobbiamo lasciare alle spalle. Come ripartire? Dalla presta-zione. Sono molto soddisfatto, dobbiamo solo continuare così e metterci quel pizzico di atten-zione in più. Non siamo di certo col morale a terra, il diavolo non era così terribile come l'avevano dipinto e, anzi, abbiamo dimo-strato di essere superiori, per lo meno in questi 90 minuti. Ora dobbiamo dimostrare di essere squadra e far capire che i due gol sono stati solo due episodi. Non servirà nemmeno stimolare i ragazzi: dopo queste disattenzioni vorranno rifarsi subito. Il gol di Paganelli alla fine era difficile da evitare, ci mancava Giacomini e in quanto a centimetri eravamo in deficit». - Dopo la salvezza dell'anno scorso una partenza super. Se l'aspettava?«Io non mi sono posto obietti-vi: è un campionato strano, per me c'è un "vuoto di potere". Mi spiego, con tutto il rispetto ci aspettavamo tante squadre tra cui Triestina, Belluno, Luparense, eccetera. Mancano là in alto un po' di team che avevano altre premesse: questo potrebbe far sì che qualcuno gli rubi il posto, e noi potremmo essere fra quel

NON SAREMOVITTIMEsACRIFICALI

Il tecnico del Tamai, Stefano De Agostini, scalda i suoi in vista del match col Venezia

chenon hanno fatto funzionare quel matrimonio. In 21 anni di calcio può capitare. A Como, poi, sono rinato». - Torniamo al presente. Quanto spaventa il Venezia?«Dobbiamo prepararla con atten-zione come tutte le altre, calarci nel modo migliore possibile nel match. In partite come questa serve la tua miglior giornata a fronte di una loro non ottima prestazione. Penso che siano 90 minuti che vanno considerati al di fuori del campionato. Se va bene ci sarà esaltazione, altrimenti ti-rare una linea e andare avanti. Nulla da perdere, ma non troppo, perché può capitare con questo spirito di accontentarsi e non voglio succeda. Negli uno contro uno hanno tanta gente forte».- Un esempio. Barreto.«Già questo fa capire che ci sono due situazioni completamente di-verse che si affrontano, penso che valga per tutti. Barreto è solo la punta dell'iceberg, ci sono Fa-biano, Serafini, per citarne alcuni. Fanno 6 allenamenti a settimana: c'è un mondo di differenza».- Le auguriamo una grande im-presa allora…«(ride, ndr) Per me i 3 punti sono 3 punti, come tutti gli altri. Dare-mo il massimo, questo è certo».

(l.f.)

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UDINEsECALCIO

NON SAREMOVITTIMEsACRIFICALI

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CALCIOECCELLENZA

TORVIsCOsA,MINA VAGANTEGODEAs

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PRIMA CATEGORIACALCIOECCELLENZACALCIO

PROSSIMO TURNOTorviscosa tra le più belle realtà

del campionato di Eccellenza. Che i bassaioli potessero essere una delle outsider per i quartieri alti lo si era capito già sul finire

dell’estate; ora i ragazzi di Carpin lo stan-no dimostrando sul campo. Il punto ottenuto con il Chions mantiene infatti i biancazzurri al secondo posto a pari merito con il Cordenons: «Con il Chions è stata una partita equilibrata tra due squadre che vogliono vivere i piani alti della classifica – commenta Federico Godeas, uno dei leader indiscussi della formazione di Carpin -. Loro hanno avu-to il merito di segnare sull’unica nostra disattenzione, ma siamo stati bravi a re-cuperare. Poi le squadre si sono allungate e, un po’ l’orario anomalo, un po’ la voglia di non perdere, hanno fatto sì che la partita si incanalasse sul risultato di parità. Se mi aspettavo un inizio così? Onestamente non lo so. Eravamo un po’ un’incognita, ma il mercato estivo ha portato acquisti di qualità, quindi in cuor mio speravo che, lavorando bene sin dall’inizio, potessimo partire nel migliore dei modi. Siamo una squadra attrezzata e l’entusiasmo ci sta dando una grande spinta. La squadra è stata fatta per ottenere una salvezza tranquilla. Pensiamo intanto a quella, poi vediamo cosa succederà».Una passione per il calcio, quella di Go-deas, nata nella sua Ruda, squadra dove ha fatto tutta la trafila delle giovanili: «Ho sempre giocato lì – rivela l’asso del Torviscosa -. In realtà ho avuto parecchie richieste per trasferirmi in altre squadre, ma il perché non abbia mai cambiato an-drebbe chiesto a mio padre, che del Ruda era dirigente».Poi in prima squadra l’esordio col Ruda in Prima categoria, e i trascorsi alla Pro Gorizia (Eccellenza e Serie D), Gradese

(Eccellenza), Itala San Marco (Serie D), Palmanova (Eccellenza), Monfalcone (Ec-cellenza), Pordenone (Eccellenza), Manza-nese (Eccellenza e Serie D), e Ism Gradisca (Eccellenza), prima di approdare cinque anni fa al Torviscosa. «Qui ho trovato in primis una famiglia, ed è per quello che dopo tanti anni da nomade in giro per la regione, ho deciso di fermarmi. Provo un grosso sentimento di amore per questa maglia e questi colori».Nel suo palmares coppe e campionati – ben quattro in Eccellenza -, ma anche qualche infortunio pesante: «A mio avviso nel calcio le grosse delusioni non sono le sconfitte. Quelle fanno parte del gioco. I veri rammarichi sono gli infortuni: quan-do stai male e non puoi essere utile alla causa è davvero dura».E ora, nella segreta speranza di poter vincere con la maglia del Torviscosa il suo quinto titolo nel massimo campionato regionale, si appresta ad affrontare un Tolmezzo pronto a farsi in quattro per portare a casa punti pesanti in chiave salvezza: «Domenica affronteremo una squadra affamata di punti e non sarà affatto facile – conclude Godeas -. Loro sono molto bravi davanti, dovremo fare la nostra partita puntando sulle nostre armi migliori, ossia determinazione e cattiveria agonistica». (m.m.)

Le vere delusioni sono gli infortuni: è dura non

poter contribuire alla causa

Fari puntati sulla supersfida di alta classifica tra Cordenons e Lumi-gnacco. Le due formazioni sono staccate di sei punti in classifica, soprattutto per merito di uno stre-pitoso Lumignacco che continua a stupire grazie alle sette vittorie e un pareggio fin qui conseguiti. Di fronte le due squadre che hanno vinto più di tutte in questo avvio di stagione.Spera in un pareggio il Torviscosa, appaiato in classifica ai granata e prossimo avversario del Tolmezzo. Carnici ancora a secco di vittorie lontano dalle mura amiche, mentre i bassaioli sono ancora imbattuti in casa. Verrebbe facile scommettere sul successo dei padroni di casa, ma la banda Damiani non è certo cliente che si può sottovalutare.Altra sfida tosta in arrivo per la Gemonese che, dopo aver provato invano a fermare la marcia della capolista, tenterà ora di mettere i bastoni tra le ruote al Kras.Nei bassifondi, l'Ism Gradisca deve provare a sfruttare appieno il fatto-re campo per agganciare la Virtus Corno nello scontro diretto lascian-do così l'ultima piazza, al momento condivisa con la Manzanese, che se la dovrà vedere con un Flaibano dal morale altissimo dopo la vittoria sul CjarlinsMuzane. Gli orange della Bassa, grande delusione di questo avvio di torneo, sono attesi in quel di Tricesimo, mentre la Sanvitese e il Rivignano andranno a testare le ambizioni di Vesna e Chions.

GIRONE A - 9^ Giornata08/11/2015 CHIONS - RIVIGNANOCORDENONS - LUMIGNACCOGEMONESE - KRAS REPENISM GRADISCA - VIRTUS CORNOMANZANESE - FLAIBANOTORVISCOSA - TOLMEZZOTRICESIMO - CJARLINSMUZANEVESNA - SANVITESE

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CALCIOECCELLENZACALCIOPROMOZIONE

PROMOZIONE A - 08/11/20159^ GiornataBANNIA - AURORA REMANZACCOFLUMIGNANO - CASARSAFULGOR - FIUMEBANNIALIGNANO - PRO FAGAGNAPORCIA - SPAL CORDOVADOPRATAFALCHI - PRAVISDOMINISESTO BAGNAROLA - BRIANUNION PASIANO - TORRE

PROMOZIONE B - 08/11/20159^ GiornataGONARS - SANGIORGINACOSTALUNGA - RONCHIJUVENTINA - SEVEGLIANOOL3 - ZAULEPRO CERVIGNANO - SAN LUIGIS.ANDREA SV - PRIMORECS.GIOVANNI - SISTIANAVALNATISONE - TRIESTE CALCIO

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UNION PASIANO,OBIETTIVO PLAY-OFF

PEZZUTTO

Union Pasiano in lotta per i play-off di Promozio-ne : erano anni che i tifosi ros-

soblù non vedevano i loro colori così in alto. Merito della dirigenza guidata dal presidente Bonotto che ha saputo ricostruire la squadra e risollevare gli animi, raccoglien-

do i cocci lasciati dalla precedente

gestione, a dir poco disa-strosa se si

IL CENTROCAMPIsTA dell'Union Pasiano, Martino Pezzutto, qui con la maglia del Cordenons..

Girone AOstacoloProFagagnaperlacapolistaLignano.Rivieraschiancoraimbattutitralemuraamichedovefinquinonhannosubitonemmenounarete.PercontrounaProFagagnainevi-dentedifficoltàerelegatainpie-nazonaplay-out.SoloseiipuntiracimolatidairagazzidiCrapizcheperòcontinuanoadandaremegliointrasfertacheincasa.IlbigmatchèperòinprogrammaaPasiano,conl'UnionimpegnataafermarelarincorsaalprimopostodelTorre.Delledue,sonoiviolaquellicherischianodipiù,maintrasfertahannotoppatosolounavolta.IlBannia,tornatoarespira-redopouniniziotraumatico,ospital'AuroraRemanzacco,cheintrasfertasièfinquibencomportata,portandoacasasettepuntisudodici.Benpiùfacilesullacartal'impegnodelCasarsachepuntaalbottinopienocontroilFlumignano,ul-timoegiàsubissatoda39retialpassivo.Fulgor-FiumeBanniametteràdifrontelarivelazioneeladelusionediquestoprimoscorciodicampionato:allafinepotrebbeuscirneunpareggio.PravisdominieBrianvanno rispettiva-mentenelletanediPrataFalchieSestoBagna-rola: even-tualisconfittepot re b be rocostaremolto,moltocaro.

Martino Pezzutto

pensa che solo tre anni fa l’undi-ci rossoblù lottava per non finire in Terza categoria. A raccontare il momento della formazione gui-data dal sanguigno Giulio Fran-comartin, è il centrocampista Martino Pezzutto, arrivato in riva al Fiume in estate.- Cominciamo dalla gara col Ca-sarsa: un punto guadagnato o due punti persi?«E’ stata una partita difficile e direi una delle più belle, oltre ai quattro goal visti in campo, en-trambe le squadre non si sono risparmiate cercando di portare a casa i tre punti fino alla fine. Bravi noi a non mollare fino alla fine per cercare di agguantare il pareggio, perché non era facile contro un ottimo Casarsa che si è dimostrato una squadra ben organizzata e allo stesso tempo molto veloce nelle ripartenze, soprattutto sulle fasce dove probabilmente cercavano di giocarsela maggiormente».- Cosa l’ha spinta a sposare il progetto Union Pasiano?«In primis la voglia di crescere calcisticamente di tutto l’am-biente. Vi spiego: quando in spo-

gliatoio ti ritrovi, cito tanto per fare un esempio lo spogliatoio del Cordenons dell’anno scor-so, compagni di squadra che si chiamano Campaner, De Nardi, Russo, Posocco o Sessolo, anche se non vuoi, arrivi a capire qual è la mentalità con la M maiusco-la, quella che serve per giocare a calcio. Ecco, a Pasiano mi ha subito attratto questa voglia di crescere e arrivare a quel-la mentalità, ovviamente con le dovute maniere e con le proprie possibilità, dentro e fuori dal campo, e così ho deciso di con-tribuire anch’io cercando di tra-smettere tutto quello che sono riuscito a imparare in passato».- Quali obiettivi vi siete posti per questa stagione?«Sono sincero. Odio sentir parla-re della salvezza o dei famosi 40 punti. Il mister e la società l’han-no detto che i playoff sono un obiettivo, perché non provarci? Il campo deve dimostrarlo, e di-rei che fino ad ora non sono poi così lontani dato che i risultati dicono che possiamo giocarcela con tutti. Sempre con i piedi a terra però perché il campionato

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PROMOZIONECALCIO

TremilaSport+ | 04 11 2015 | 13

LO SQUADRONE DI ECCELLENZA E PROMOZIONE

Matteo Nardoni(Ol3)

Patrick Gesuato(Trieste Calcio)

Jonatan Garzitto(Lumignacco)

Nesim Haxhija(Costalunga)

Matteo Melchior(Flaibano)

Saverio Cucciardi(Sanvitese)

Dennis Dal Forno(Torviscosa)

Jan Pahor(Kras)

Nicola Paolini(Lignano)

Nicholas Graneri(Fulgor)

Sandro Andreolla(Pravisdomini)

VOTA

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RT.C

OM

è ancora lungo. A fine andata richiedetemelo e vi dirò dove può arrivare questo Pasiano».- Come si trova con mister Francomartin?«Lui è un grande. Prima ho ci-tato alcuni giocatori di un certo livello, potevo tranquillamente nominare anche Francomartin perché ho avuto la fortuna di condividere uno spogliatoio da giocatore anche con lui. Ho 27 anni, mastico calcio sabato e do-menica, ma non ho mai trovato uno con il suo carisma. E ovvia-mente quella voglia, mentalità, fame, chiamatela come volete, ora ce l’ha trasporta da mister. Magari le sue squadre a volte non saranno belle da vedere, perché preferisce la concretezza alla bellezza, ma la voglia e la cattiveria agonistica ai propri giocatori non mancherà mai. Non a caso in 3 anni in panchina ha già due promozioni all’attivo».- Che idea si è fatto di questo campionato di Promozione?«Lo disputai col Cordenons an-che due anni fa nell’anno della promozione e a dire la verità penso che quest’anno il livello si sia abbassato; è una cosa che si riscontra a cascata dalla D in giù. Ovviamente l’età media delle squadre si abbassa il che significa che si cerca di lavorare molto di più con i giovani, anche per ovvie ragioni economiche. Il livello di questi giovani è molto basso, a volte peccano di ele-menti calcistici di base (tecnico-tattici) che purtroppo non sono stati insegnati nei vari settori giovanili. Brutto da dire, ma a volte l’annata dipende per gran parte da loro, o te li coltivi in casa - e questo è il futuro -, o sei bravo a pescarteli altri-menti rischi grosso. Con questo non voglio assolutamente dar la colpa a loro, se predisposti, è un piacere allenarli e giocarci assie-me. Sarebbe da prendersela con chi non ha investito nemmeno un euro nei settori giovanili nel recente passato».- Tra le squadre che stanno da-vanti chi le ha fatto la miglior impressione?«Delle prime cinque abbiamo incontrato Casarsa, Porcia e Fulgor. Il Torre lo incontriamo domenica e il Lignano ce l’abbia-mo alla penultima giornata. Se devo dirti la verità, la squadra che fino ad ora mi ha impres-sionato per gioco è il Prata che però stenta in questo periodo a far punti; magari come si suol dire, una partita non fa testo. Occhio al Casarsa, è un bel mix di esperienza e giovani davve-ro bravi. Porcia e Fulgor belle sorprese che potrebbero lot-

tare per i playoff ma non penso resistano per la lotta all’Eccel-lenza. Il Torre lo conosco bene, col Cordenons l’ho incontrato ben 5 volte; a mio avviso sono la squadra da battere, molto soli-di con delle individualità anche da categoria superiore e in più hanno un anno di esperienza di Eccellenza che non è poco. Del Lignano conosco solo alcuni nomi, attendo di incontrarli per giudicarli, però la classifica dice sempre la verità, quindi se sono lì davanti vuol dire che è tutto meritato».- Quali ritiene siano i punti di forza di questa Union Pasiano?«Se c’è una cosa da imparare da questa squadra è la voglia di non mollare mai. Non a caso molte partite le abbiamo recu-perate dallo svantaggio oppure sbloccate nel secondo tempo, segno che la squadra ci crede sempre e non si abbatte alla minima difficoltà: è una squa-dra che rispecchia l’allenatore. Poi il gruppo: a volte puoi avere una squadra composta da nomi altisonanti ma se non si riesce a trovare l’amalgama giusta den-tro e fuori dal campo, farà molta fatica a portare a casa risultati positivi. Per quanto riguarda il

campo direi che possiamo van-tarci di avere uno degli attacchi che molte squadre ci invidiano, non a caso la via del goal bene o male riusciamo a trovarla sem-pre. Fino ad ora non abbiamo avuto l’occasione di schierare il trio Violo-Borda-Montagner, ma vedrete vi assicuro sono davvero forti».- In cosa invece pensa dobbiate ancora crescere?«Quando sali di categoria gli er-rori li paghi sempre di più. Dob-biamo cercare di limitare alcune ingenuità che ci sono costate a volte delle reti. Può esser consi-derato lo scotto della categoria nuova, ma con l’applicazione e l’impegno settimanale migliore-remo anche qui».- Nel prossimo turno affron-terete il Torre…«Una partita difficilissima. Ovvia-mente loro partono con i favori del pronostico. Dovremo stare attenti ad alcuni giocatori che possono farti male in qualun-que momento, come Giordani, ma nel complesso l’esperienza dei Torre non dà scampo ad errori. Conoscendo il loro allenatore e avendoli incontrati cinque volte negli ultimi due anni, potrebbero giocarsela molto sull’aggressività e l’agonismo. Dal canto nostro cercheremo di fare la nostra partita, senza badare tanto all ’avversario, sono loro che devono preoccuparsi di noi, va bene sapere chi avrai di fronte ma poi meglio se pensiamo a far bene quello che sappiamo fare noi. Per portare a casa il bottino ci vuole una partita perfetta, magari senza rischiare nulla e cercare di sorprenderli nella velocità. Sono comunque fidu-cioso, la partita di Casarsa dice che siamo sulla strada giusta, se poi l’avversario è più forte, gli faremo i complimenti».

Massimo Muzzin

Girone BLottaapertissimaperilver-ticedelgirone.LacapolistaSanLuigiandràafarvisitaallaProCervignano,mentrelarivelazioneCostalungasiapprestaadospitareunRon-chipenultimoinclassificaereducedallasconfittainternacontrolaJuventina.ProprioigorizianiriceverannolavisitadelfanalinodicodaSevegliano,ultimomapernullaremissivoedecisoadevitareilruolodellavittimasacrificale.Gonars-Sangiorginaèunder-byapertissimoadognirisul-tato:ibiancocremisisistannoancoraleccandoleferitepersconfittainternaadoperadelCostalunga,eriuscireavin-cereunapartitacosìsentitapotrebberivelarsilapanaceadituttiimali.Inzonasalvezza,sfidechesiannunciacaldatraSant'AndreaSanVitoePrimorec,mentreilSistianacercheràdifarelosgambettoadunSanGiovan-niulteriormenteringalluzzitodallavittorianellastracittadinacontrolacapolista.

Se il calcio dilettantistico cala di livello è colpa

di chi non ha investito un euro

nei settori giovanili

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AURORA BUONACQUISTOsesto bagnarola

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promozioneGIR. A

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nidero

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L'atleta comasca (qui a destra e in azione nella seconda pagina) parla della crescita del Tavagnacco (in alto) e del suo impegno nel portare avanti le istanze del calcio femminile. "Ma non mi ci vedo in futuro alla scrivania...".

Paola Brumana, attaccante-sindacalista, e il momento-si del suo Tavagnacco

Si scrive Fiorentina 0 Tavagnacco 3, si legge partita quasi perfetta di una squadra che, fino a pochi giorni fa, era ancora alla ricerca della giusta quadratura e di una

convinzione che solo le grandi prestazioni possono dare. Una gara che, in 90 minuti, ha fornito l’assaggio di un menu completo a tutti gli amanti del grande calcio. L’antipasto è stato offerto dalla coppia Parisi-Clelland, la

prima abile a trasformare un rigore fischiato per un fallo di mano di Guagni, la seconda vero e proprio cecchino capace di ribadire in rete un’ottima azione corale orchestrata da Zuliani prima e capitan Brumana poi. Il primo piatto ha visto protagonista un piacevole ritorno, quello tra i pali di una Sara Penzo

emblema della solidità della Di Filippo-band capace di soffrire la caratura delle avversarie con umiltà e determinazione, riuscendo, a volte anche con un pizzico di fortuna, a far sfogare la Fiorentina senza sfaldarsi sul più bello. Palo e traversa negano la gioia del gol a Panico e compagne ma il portiere gialloblu ci mette del suo proteggendo la porta in molte occasioni, una su tutte il rigore parato a capitan Guagni. La seconda portata è invece

il coronamento dell’inte-ro pranzo gourmet, il secondo centro di una Clelland scatenata che mette fine ai propositi bellicosi delle padrone di casa proprio sul più bello fissando il risultato su un netto 3-0. Che sia l’inizio di una nuova storia vincente dalle tinte gial-loblu? Il capitano Paola Brumana inquadra molto bene il momento che sta vivendo la sua squadra: «Quello di sabato è senza

dubbio un risultato importante, che dà morale e sicurezza a tutto l’ambiente, in primis a noi giocatrici. Abbiamo disputato un primo tempo praticamente perfetto, pressandole molto alte e non dando loro modo di giocare, soprattutto a centrocampo. Abbiamo brillato per compattezza e convinzione; nessuna di

quelle che ha giocato ha mollato, nemmeno per un secondo, hanno lottato tutte dall’inizio alla fine. Ci voleva un risultato così!».Leggendo la cronaca della partita sem-bra passato un secolo da quella gara non soddisfacente con il San Zaccaria, invece si parla dello scontro precedente a questo. «Partite come quella contro la Fiorentina si giocano da sole, è il sogno di ogni calciatrice poter scendere in campo contro una squadra di livello come quella viola, confrontarsi con giocatrici importanti e riuscire a portare a casa la vittoria. Quella di sabato per noi è stata una prova, solo noi potevamo decider-la, solo noi potevamo portare a casa i tre punti grazie alla consapevolezza nei nostri mezzi e un amalgama di squadra sempre più collaudato. Non so se quella che abbiamo incontrato è la vera Fiorentina o se siamo state noi brave ad annichilirla, certo è che ho visto una squadra senza una trama di gioco apparente, che puntava solo Panico nonostante abbia giocatrici di livello assoluto. Contro il San Zaccaria è stata tutta un’altra storia, se non altro il pareggio è un risultato abbastanza bugiardo: se invece di colpire la traversa avessimo sbloccato il risultato subito, probabilmente parleremmo di una prestazione differente. Forse quel giorno è mancata un po’ di fiducia, sicuramente a Firenze stavamo molto meglio fisicamen-te. Contro il San Zaccaria abbiamo perso molte seconde palle, cosa che solitamente

di Valeria Degano

PAROLA DI CAPITANA

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CALCIOFEMMINILE

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FEMMINILECALCIO

PORDENONE A FORZA-5 sUL FERRARA. E ADEssO RIPROVARCI CON IL PADOVA

Prima vittoria stagionale per una Graphistudio Pordenone a forza-5 sul New Team Ferrara. La squadra di mister Toffolo, reduce da uno 0-0 contro il San Bonifacio, si supera grazie a una scatenata Zanetti, che apre al 5’ con un sontuoso pallonetto e chiude al 90’ regalandosi una doppietta che fa ben sperare per

il futuro. In mezzo tanta qualità e sostanza grazie alle gioie di Tommasella, abile a sfruttare al

meglio un calcio di punizione, Paoletti, capocannoniere della scorsa stagione con la maglia del Bearzi, e Bellan, entrata al posto di Cimarosti. Domenica prossima contro il Padova, un punto in classifica sotto le neroverdi, Schiavo e compagne avranno la possibilità di allungare la serie di risultati positivi.

non appartiene al nostro modo di giocare. Personalmente mi dispiace per i due punti persi in casa, anche se mi godo quelli conquistati sabato aspettando il Verona».Ecco il Verona, appunto, la squadra campione d’Italia in carica dell’ex Bonetti, reduce da un 6-0 rifila-to alla malcapitata Sud Tirol. Una macchina da gol capace di collezio-nare 13 reti nelle prime due uscite stagionali, a fronte di un solo gol subito. Un biglietto da visita nien-te male per una squadra che non ha certo bisogno di presentazioni. «La partita di sabato ci ha conferito una gran bella dose di fiducia e visto che vincere aiuta a vincere affron-tiamo la settimana di preparazione alla prossima partita con il sorriso di chi ha bene in mente cosa potrebbe combinare. Abbiamo la fortuna di giocare in casa, il campo di Tava-gnacco è abbastanza piccolo e tutte le nostre avversarie hanno sempre sofferto un po’ questa condizione. Dovremo riuscire a ripetere la pre-stazione di sabato scorso, giocando a viso aperto senza timori reverenziali. La passata stagione, se avessi dovu-to trovare un punto debole a quel Verona, avrei puntato il dito sulla di-fesa, leggermente sotto gli standard del resto della squadra. Quest’anno invece hanno rinforzato il reparto. Forse gli manca il perno in attacco, quella Panico capace di segnare più di trenta gol e di trasformare in oro la mole di gioco creata da Gabbiadini & Co. Stiamo comunque trovando il pelo nell’uovo di una compagine che può vantare una rosa di livello internazionale. Anche noi però ab-biamo parecchie frecce al nostro arco: un centrocampo composto

pionato su Fiorentina e Mozzanica, tenendo ben presente che Verona e Brescia fanno paura, calcisticamen-te parlando. Non bisogna tuttavia dimenticare che sono impegnate in Champions e molte atlete giocano stabilmente anche con le varie na-zionali. La passata stagione hanno entrambe perso punti per strada a causa di prestazioni assurde (mi riferisco ad esempio al Brescia che ha lasciato sei punti al San Zaccaria). Qualche anno fa noi siamo arrivate seconde in campionato non perden-do nessuna partita e pareggiando appena tre incontri. Ecco, se penso a quel periodo un leggero magone mi viene. Tutto questo per dire che bisogna lottare sempre fino all’ul-timo secondo, senza mai mollare. Molto spesso, quando ti giochi un quarto o un quinto posto, comin-ci a tirare i remi in barca, magari inconsciamente, in fin dei conti sei comunque fuori da tutto. In questi casi dovremmo imparare dai nostri dirigenti, loro sì che non si danno mai per vinti».Oltre a essere uno dei punti di

da Camporese, Parisi e Tuttino ce lo invidiano dappertutto. Se quelle tre sono in giornata, come lo sono state a Firenze, nessun obiettivo è proibitivo. Di contro in difesa dob-biamo ancora trovare gli automati-smi giusti; siamo giovani e abbiamo effettuato parecchi nuovi innesti, normale quindi avere qualche defail-lance durante i 90 minuti. Sono inve-ce molto contenta per Sara Penzo: dopo uno stop di un anno, infortunio particolarmente grave condito da un difficile recupero, aveva bisogno di ritrovare la consapevolezza nei propri mezzi. Quale modo migliore se non sfoderare una prestazione impeccabile in una partita dal sapore di alta classifica? Sono sicura che questo le darà la carica giusta per riprendere da dove aveva lasciato, più forte di prima».Dove può arrivare questo Tava-gnacco per il suo capitano? «Noi come ogni anno puntiamo a migliora-re la posizione in classifica dell’anno scorso, quindi direi che un quarto posto potrebbe starci bene. Penso che potremmo fare il nostro cam-

riferimento del tuo Tavagnacco in campo, ti sei anche mostrata attiva sostenitrice del movimento calcio femminile inteso in senso un po’ più burocratico, mettendoci la faccia negli ultimi spiacevoli acca-dimenti che hanno minato ancora una volta la credibilità delle varie istituzioni.Pensi che potresti as-sumere un ruolo dietro la scriva-nia una volta appese le scarpe al chiodo? «No, penso che non mi ci vedrei nei panni di ambasciatrice del calcio femminile. Il dover ascoltare tutti, parlare utilizzando determinati linguaggi e molto spesso scontrarmi con dei muri invalicabili non credo sia nelle mie corde. A dire la verità non ho ancora ben deciso cosa farò da grande e in questo momento non mi ci vedo nemmeno nei panni di al-lenatrice. Chissà, può essere che sia addirittura disposta a mollare to-talmente l’ambiente calcio una volta appese le scarpe al chiodo. Ora come ora punto a far bene quest’anno, poi se il fisico me lo permetterà, con-tinuerò a lottare per questi colori".È inutile quindi fare programmi a lungo termine? "Non sono più una ragazzina! Negli ultimi tempi, vista la situazione complicata che stiamo attraversando come mo-vimento nazionale, ci ho messo la faccia, non perché ambissi a chissà quale posizione ma per il futuro delle mie compagne di squadra e di tutte le giovani calciatrici. Mi sono senti-ta spesso con Sara Gama e Chiara Marchitelli e insieme abbiamo deciso di lottare per dare la possibilità alle nuove leve di riuscire, tra qualche anno, a giocarsela alla pari con le rappresentative nazionali più rino-mate. La strada è lunga; sembra che si stia muovendo qualcosa a livello federale visto che Tavecchio dovreb-be aver firmato il verbale contenen-te i punti che avevamo suggerito".L’inserimento delle società ma-schili è un passo in avanti? "Certo, bisogna vedere se lo fanno per-ché ci credono veramente, come la Fiorentina, o perché sono obbligati. Nel primo caso si potranno avere dei miglioramenti significativi, nel secondo, invece, assisteremmo al collasso definitivo di una realtà an-cora troppo debole».

Sarebbeimportante

l'inserimentodel calciomaschile

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CALCIOPRIMA CATEGORIA

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TARCENTINA, ORAPUOI OsAREsTAMPETTA

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UDINEsECALCIO

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PROSSIMO TURNOQuando si cerca un giocatore

alla Pirlo nel panorama calci-stico regionale il pensiero cor-re subito ad Andrea Stam-petta: piedi buoni, cervello

fino, il centrocampista della Tarcentina è il classico giocatore per il quale l'età del pensionamenteo arriva sempre con qualche anno di ritardo rispetto alla me-dia. Ne sanno qualcosa a Tarcento, dove non si sono fatti sfuggire l'occasione di accaparrarsi un regista coi fiocchi dopo il suo addio alla Gemonese: «A Gemona ho vissuto alcuni degli anni più belli della mia avventura calcistica – commenta Stampetta -. Non posso che ringraziare il presidente e tutto lo staff. C'era la possibilità di rimanere ancora un anno, ma purtroppo alcune problematiche mi hanno fatto propendere per l’addio. Mi riferisco in primis all'età, ma anche all'im-pegno lavorativo e quelli con la famiglia. Ho scelto quindi di scendere di qualche categoria per avere un ambiente più vici-no, più tranquillo e con meno pressioni».E il regista gialloblù ci ha messo ben poco per prendere in mano le redini della squadra: «Non abbiamo obiettivi prefissati. L'importante è stare nella parte alta della classifica e lottare per le posizioni che contano. Qui ho trovato una società con ambizioni importanti, ma anche diversi giocatori con cui avevo giocato in passato, come Mini, Serafini e Cimbaro. Per ora le prestazioni sono in linea con il nostro livello, anche se pote-vamo avere qualche punticino in più. Ad ogni modo la squadra ha ancora bisogno di trovare l'amalgama giusto, visti i tanti nuovi acquisti di quest’estate. Io e gli altri "anzianotti" stiamo lavorando proprio per migliorare al massimo l'intesa».Una carriera iniziata nella Savorgnanese e che lo ha visto successivamente tran-sitare per l’Udinese, dove ha vestito le casacche degli Allievi e della Primavera. Poi il salto in prima squadra, con l’esordio in Serie C2 con la maglia del Sandonà, e la promozione in C1: «Pensare a quell’anno mi dà ancora gran-dissime emozioni. Nonostante la suc-cessiva retroces-sione è stato uno degli anni più belli, che mi ha permes-so di girare alcuni dei più importanti campi della catego-ria, tra cui Reggio Emilia, Trieste, Pisa e Ferrara».Dopo l’esperienza in Veneto, per Stam-petta è stata la vol-ta di Sudtirol, Santa Lucia di Piave, Poz-zuolo e Cordignano, fino all’approdo alla Gemonese, con quei

colori giallorossi che gli sono rimasti ap-pesi addosso e di cui è divenuto un’au-tentica bandiera: «A livello personale la promozione in Eccellenza a Gemona è stata davvero qualcosa di magico, visto l’attaccamento che avevo per la società e lo straordinario rapporto venutosi a creare all’interno dello spogliatoio. Ero entusiasta di aver contribuito a porta-re la Gemonese ad un traguardo tanto importante».Chiuso il capitolo giallorosso, Stampet-ta punta a scrivere ancora qualche pagina importante con la maglia della Tarcentina: «In tutta sincerità non mi aspettavo un livello così buono in Prima categoria: per adesso tutte le squadre che abbiamo affrontato hanno mes-so in campo un livello tecnico invidia-bile e una propensione al gioco arioso e con palla a terra. Tra tutte il Fauglis è la squadra che mi ha impressionato maggiormente fin qui. Ora attendiamo il LavarianMortean, formazione di cui mi hanno parlato molto bene, soprattutto in attacco. Credo però siano alla nostra portata. Dobbiamo imparare ad essere più cinici sotto porta e a finalizzare di più le occasioni che creiamo: dobbiamo essere noi a fare paura»”.E nonostante le 36 primavere Stampetta non ha ancora pensato a cosa farà una volta appese le scarpe al chiodo: «Sono uno sanguigno, non mi ci vedo tanto nel ruolo di allenatore. Quantomeno non di una prima squadra. Lavorare con i più piccoli mi piacerebbe, quindi perché no?».

Io allenatore? No, sono uno

troppo sanguigno

Nel girone A il Vivai Rauscedo dopo il primo scivolone stagionale cerche-rà di riprendere il cammino verso lo scudetto affrontando in casa un Ceolini penultimo in classifica e a caccia di punti salvezza. Nel girone B, la capolista Risanese affronterà in casa una Torreanese che in trasferta non ha ancora mai vinto. L'altra capofila, il Diana, ospi-terà l'Ancona che lontano dalle mura amiche ha fin qui ottenuto un solo misero punticino.Nel girone C, sfide da tripla a Terzo e San Dorligo: nel primo caso sarà di scena il Breg, nel secondo i bianco-verdi se la vedranno con l'Aquileia.

GIRONE A - 9^ Giornata08/11/2015 BARBEANO - PALAZZOLOMANIAGOLIBERO - CAMINOCODROIPO - GRAVISS.QUIRINO - CORVATEOR - UNION RORAIVALLENONCELLO - VALERIANOVALVASONE - VAJONTVIVAI RAUSCEDO - CEOLINI

GIRONE B - 9^ Giornata08/11/2015 AZZURRA PREMARIACCO - SANTAMARIABEARZI - ATLETICO FAUGLISDIANA - ANCONALAVARIANMORTEAN - TARCENTINAREANESE - BUIESERISANESE - TORREANESERIVE D'ARCANO - RAGOGNAUNION MARTIGNACCO - RIVIERA

GIRONE C - 9^ Giornata08/11/2015 DOMIO - AQUILEIAISONTINA - FO.RE.TURRIACOMARIANO - GRADESEMLADOST - ISONZOPORPETTO - SOVODNJEPRO ROMANS MEDEA - PRO GORIZIATERZO - BREGZARJA - CORMONESE

PRIMA CATEGORIACALCIOPRIMA CATEGORIACALCIO

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CALCIOUDINEsE

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CALCIOUDINEsE

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CALCIOsECONDACATEGORIA

Sei vittorie e due pareggi: 20 punti nelle prime otto gare. Il Rivolto non scherza. Non è un fuoco di paglia come molti pensavano. Era pas-

sato sotto traccia quest’estate dopo una campagna acquisti all’insegna delle forze fresche, della gioventù. Ma senza botti. Come l’ufficializzazione del nuovo allenatore: Luca Nonis, ex gio-catore della Sanvitese, un’esperienza da vice sulla panchina del Camino, ma nulla di più. E invece il Rivolto ha mes-so finora alle proprie spalle tutte le

big: Flambro, Maranese e Serenissima. Ne abbiamo parlato con il Presidente Alessandro Grillo.- I numeri parlano chiaro…“Bè, direi di sì. Siamo la squadra che ha collezionato più punti in tutti e quattro i gironi. Non abbiamo mai perso. Insomma sta andando tutto per il verso giusto dopo una stagione purtroppo deludente culminata con la retrocessione”.- Cosa è cambiato?“Il gruppo si è reso conto della propria forza ma soprattutto sono arrivate

forze fresche che hanno portato en-tusiasmo. Pensiamo al nostro nuovo mister, alla sua prima esperienza su una panchina. Ha appena conseguito il patentino e ha dato uno spirito nuovo al pari dei nuovi arrivati: Bre-da, Zamparo e Giuliani. Abbiamo poi promosso in prima squadra quattro juniores mantenendo comunque l’in-telaiatura dello scorso anno. Insom-ma questo mix di esperienza e novità ci sta ripagando delle scelte”.- Domenica arriva il Flambro. Siamo appena a un quarto del campionato. Ma già si parla di scontro decisivo per la promozione“ Finora negli scontri al vertice ci si è sempre andata bene. L’abbiamo spun-tata sia con la Maranese sia con la Serenissima. E forse è stata questa la nostra forza. Aver battuto quelle che erano state pronosticate come le grandi quest’estate. Ci ha dato consapevolezza dei nostri mezzi. Ci dispiace solo non poter affrontare questa gara con il Flambro con un margine più elevato. Domenica sia-mo stati costretti al pareggio da un

Luca Nonis, il nuovo allenatore, è il simbolo della rinascita. E’ alla sua prima esperienza su una panchina dopo aver

fatto da vice nel Camino

RIVOLTO SULLE ALI DELL’ENTUsIAsMOUn nuovo mister, forze fresche in squadra: così i verdeblu sono rinati e punta alla promozione

Trivignano tignoso, una squadra che non ti lascia giocare. E lo dimostrano i numeri visto che ha la miglior difesa e il peggior attacco del girone. Co-munque ci può stare un giro a vuoto. Il mister era molto tranquillo a fine partita. Il nostro portiere non è mai stato impegnato”.- Cosa consiglia ai suoi ragazzi in vista della gara di domenica?“Non aver paura di nulla. E’ ancora presto per dire quale è la squadra più accreditata per il salto di categoria. Dobbiamo giocare tranquilli ma senza la presunzione di essere la capolista. Un’eventuale sconfitta non sarebbe un dramma”.- Quattro juniores in prima squadra: è la dimostrazione che credete nel settore giovanile“Guai altrimenti. E’ una questione di bilanci. Mantenere un vivaio ha co-munque i suoi costi, ma è pur sempre meglio che andare a fare acquisti folli fuori casa. I giovanissimi sono primi in classifica. E questo ci fa ben sperare per il futuro”.

Davide Vicedomini

La capolista del girone C, il Rivolto

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TERZACATEGORIACALCIO

In estate una vera e propria rivolu-zione. Un nuovo direttore sportivo: Marco Galoppi, reduce da alcu-ne esperienze tra gli amatori; un nuovo preparatore dei portieri,

Daniele Nadalutti, dalla Reanese. Otto facce nuove in prima squadra ai servizi di mister Gaetano Di Rienzo, che aveva traghettato la squadra nelle ultime gior-nate della passata stagione. Un chiaro obiettivo: arrivare in Prima Categoria entro il 2018, giusto in tempo per fe-steggiare il trentesimo anniversario dalla fondazione della società. Il Pozzuolo ha cambiato verso. Quello giusto. Quello dei record. Perché finora è l’unica squadra a punteggio pieno in tutte le categorie dei dilettanti. In una terza categoria spesso criticata, ecco almeno un motivo per parlare. E bene. “Abbiamo stretto i denti in questi anni – spiega il Presi-dente Denni Tion – Abbiamo ripianato i buchi in bilancio. Io e miei collaboratori ci siamo rimboccati le maniche. Abbiamo ricominciato dalla terza categoria e ora siamo pronti a risalire.- L’obiettivo è ambizioso“Di sicuro non sarà facile centrare due promozio-ni in tre stagioni. Ma noi ce la tenteremo tutta. Siamo convinti delle no-stre capacità. Poi sarà il campo a dire se saremo in grado di raggiungere il traguardo. Finora sta andando bene. Speriamo di continuare su questa strada”.- La rivoluzione sembra funzionare“Abbiamo cercato di met-tere gli uomini giusti nei posti giusti. Abbiamo do-

vuto fare delle scelte prendendo anche giocatori che non sono del paese. Senza però esagerare. Fanno parte del circon-dario: Basaldella, Mortegliano. Abbiamo una squadra di rango che può fare il salto di qualità”. - Cosa dovete fare per continuare questo cammino che sembra per ora trionfale?“Dobbiamo mantenere lo spirito di grup-po che si è creato. Non bisogna esaltarsi davanti a queste vittorie. Io ho già fatto questo discorso negli spogliatoi e i ra-gazzi ce l’hanno bene impresso”.- L’avversario più tosto?“Credo che con il Latisana ce la gioche-remo fino alla fine”. - A macchiare la gioia purtroppo la mor-te di Omar Deanna“Lo portiamo sempre nel cuore. Il 25 ottobre lo abbiamo ricordato sul campo. Quando giochiamo in casa c’è sempre uno striscione e quando siamo in tra-sferta abbiamo sempre la sua maglia con noi. La appendiamo in panchina”.

D. V.

IL POZZUOLODEI RECORD

LE ULTIMEDAI CAMPI

FOCUs

Nessuno come la squadradel Presidente Denni Tion.

Cinque vittorie in altrettante gare. Nel ricordo di Omar,

scomparso tragicamente

PRIMA GIOIAPER sPILIMBERGO Il Calcio Aviano si aggiudica il big match con la Liventina e aggancia in testa al girone A il Villanova fermato davanti al proprio pubblico da un sorprendente Sarone. Si avvicina alla vetta anche la Tilaventina. In fondo alla classifica primo successo interno per il Spilimbergo che abbandona così l’ultimo posto al Morsano battuto dalla neopromossa Azzanese. Punticino prezioso per il Real Castellana in casa del Cordenons. Nel girone B i Grigioneri gettano alle ortiche un’ottima chance per tentare la fuga. Ne approfitta il Tagliamento che battendo nel match clou della giornata la diretta concorrente Nuova Sandanielese si porta

subito a ridosso della squadra di Savorgnano. Prosegue a corrente alternata la stagione del Colloredo e del Venzone, reduci questa volta da una domenica di vittorie. Più o meno definita la griglia delle pericolanti. Panchina calda ai Rizzi, mentre Ciconicco e Moruzzo preferiscono non farsi male e tornano a casa con un punticino a testa. Nel girone C frena il Rivolto in casa del Trivignano che vanta il peggior attacco e la miglior difesa. Si fa avanti il Flambro. E domenica c’è il big match. Serenissima e Maranese impattano. Un pareggio che serve a poco a entrambe le squadre se vogliono agguantare la promozione diretta. Continua a sorprendere ancora il Tre Stelle che ora si trova a ridosso delle regine del campionato. Nel girone D è lotta a due tra Primorje e Chiarbola. Gaja, Sagrado e Alabarda costrette a una stagione di sofferenza. In Terza categoria infine il Pozzuolo centra il quinto successo stagionale. Il girone più combattuto è quello C dove ci sono nove squadre in appena quattro punti.

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CALCIOGIOVANILEREGIONALE

Il Tricesimo riapre le sorti del gi-rone A degli juniores. Battendo la Sanvitese, finora sempre vittoriosa nelle prime sette gare del campio-nato, i friulani rimettono in gara i campioni uscenti del Flaibano. E ora arriva il bello. Le tre formazioni sono distanziate solamente da tre punti. Il Casarsa si mangia invece le mani per lo striminzito pareggio a Chions e fallisce così il tenta-tivo di restare in scia al terzetto di testa, raggiunto peraltro dalla Spal Cordovado. Tutta un’altra storia, invece, nel girone B, dove il Trieste ha deciso di ammazzare il campionato. Dopo la vittoria con il Ronchi, sono ora sei i punti di vantaggio sulle dirette inseguitrici. Il San Luigi agguanta al secondo posto il Lumignacco, mentre l’Ol3 perdendo sul campo della Pro Cervignano finisce fuori dal podio. Negli allievi si accende la lotta nel girone B. L’Ol3 a sorpresa batte il Donatello rimescolando le carte in tavola. Ora la formazione di Faedis comanda il raggruppamento in compagnia della Nuova Sanda-nielese. Ma nulla è ancora deciso e anche il Tolmezzo che ha una gara in meno può dire la sua. Nei gio-vanissimi combattuti i girone B e C. I Rizzi perdono la testa a favore del Tricesimo, mentre il pareggio tra Cjarlins Muzane e Trieste fa il gioco dell’Ancona.

Triestesaluta tuttie se ne va

In pochi sabato prima della sfida tra Tricesimo e Sanvitese avrebbero scom-messo un centesimo sulla vittoria degli udinesi. Vuoi per la prova di forza con-tro il Flaibano, detentori del titolo, vuoi

per la marcia trionfale nelle prime sette gare con 21 punti conquistati. Un bottino pieno che lasciava già presagire a un campionato già chiuso. E invece il calcio ci ha abituato a questi colpi di testa. Il Tricesimo ha riacceso la sfida nel girone A degli juniores rimettendo in gioco anche il Flaibano. E ora il Tricesimo non si pone limiti dopo che nella passata sta-gione aveva colto un buon quarto posto, con un podio sfumato nell’ultima giornata con la sconfitta in casa del Corno. Il responsabile degli juniores Pierluigi Bianchet sorride. “Sta

andando tutto per il verso giusto. Abbiamo una squadra buona . Abbiamo mantenuto quasi la stessa intelaiatura, con un anno di esperienza in più e qualche allievo”.- Sabato avete dato una prova di forza“A dir la verità ci aspettavamo una Sanvi-tese più tosta. Invece non c’è stata parti-ta. Abbiamo avuto sempre noi la palla tra i piedi. Comunque una giornata storta può capitare a tutti. E la Sanvitese rimane pur sempre la favorita. Se avessimo perso sabato, il campionato sarebbe già stato chiuso. E invece abbiamo avuto la capacità e la forza di riaprirlo”.- A questo punto non potete più nascon-dervi. Dove volete arrivare? “Abbiamo chiesto ai ragazzi di fare meglio. Lo scorso anno per poco ci è sfuggito il podio nell’ultima sfortunata partita”.- Quindi puntate al secondo posto?“Il secondo è il primo dei perdenti (sorride)”-Quale è il consiglio che dà ai ragazzi?“Di continuare così e di crederci. Questi sono ragazzi che hanno vinto il campionato di allievi e giovanissimi provinciali. Insomma ci hanno regalato enormi soddisfazioni. Il problema sta tutto nella testa. Ora viene il momento della verità. Nelle prossime due sfide avremo di fronte Gemonese e Torre, che viaggia-no nei bassifondi della classifica. Ma con le cosiddette piccole abbiamo sempre perso punti per strada. Dobbiamo dimostrare di essere maturati”.

D. V.

IL TRICESIMO RIACCENDE LA sFIDALa vittoria degli udinesi rimescola le carte tra gli juniores

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GIOVANILEPROVINCIALECALCIO

Allievi Aurora ancora in vetta al gi-rone A degli allievi inseguita a una sola lunghezza di distanza dal Tricesimo. Ma attenzione a questa Buiese: due gare da recuperare rispetto alla capo-lista, sei punti di distanza, ma lo stesso passo. E domenica la vittoria sulla Tarcentina che fa capire quali sono le ambizioni dei collinari. Girone equilibra-to e pieno di sorprese. Capita così che la Reanese scivoli in casa contro il Pro Fagagna. Raggruppamento B altrettanto denso di emozioni. Comanda il Forum Julii ma con una gara in più rispetto al Pagnacco, unica squadra finora ancora imbattuta. Balzo in avanti della Sangiorgina che batte e agguan-ta in classifica il Lignano.

GIOVANIssIMI Testa a testa tra Rangers e Ma-janese, due autentiche macchine da gol. Alla strapotenza delle due regine è costretta ad arrender-si anche il Deportivo che perde contatto. Nel girone B l’Aurora continua a viaggiare a punteggio pieno, mentre il Trivignano cer-ca di mantenersi a ruota forte anche di una difesa imperfora-bile. Nel girone C il Gonars cade clamorosamente a Sedegliano. Ora la lotta si allarga a cinque squadre che hanno superato nel punteggio in classifica la doppia cifra.

provincialiinpillole

LA RIFONDAZIONEDEI RANGERs66 gol nelle prime 6 partite. Una media reti da guinnes dei primati. I giovanissimi provinciali dei Rangers non conoscono rivali e si involano verso la conquista dello scudetto di categoria. Certo, un sogno per ora. Perché la strada è ancora lunga. Ma se il buongiorno si vede dal mattino….Nel frattempo i rossoneri guardano tutti dall’alto verso il basso. E le nubi sul cielo del quartiere di San Rocco non ci sono più. E’ iniziato infatti l’anno zero per la società retta dal Presidente Marrandino. Tre anni fa i Rangers potevano vantare di avere due squadre nelle regionali. Lo scorso anno ci fu la rinuncia degli allie-

vi al campionato di vertice per mancanza di giocatori. “Mi presi anch’io – spiega il responsabile del settore gio-vanile Alessandro Petriccione – un anno sabbatico poi per evitare il decadimento della situazione ho ripreso in mano la gestione”.- I risultati vi stanno pre-miando

“E’ vero, ma i risultati lasciano il tempo che trovano. Dipende dalle squadre che incontri, dal girone in cui sei inserito. Di sicuro non possiamo nascondere che la nostra ambizione è quella di centrare

subito il traguardo e tornare tra i re-gionali, che è la categoria che ci compete maggiormente. Vogliamo tornare ad es-sere i protagonisti”. - Tutto il vivaio sta risentendo di que-sta rifondazione?“Abbiamo i piccoli amici, tre squadre di pulcini, due di esordienti e poi ci sono gli allievi provinciali e i giovanissimi spe-rimentali, allenati per riempire le fila di una prossima squadra regionale. Ma come dicevo al di là dei risultati ci in-teressa vedere i pulcini classe ’97 come si presentano con senso di dovere agli allenamenti, l’educazione nei confronti dell’allenatore e degli avversari, la cura dei materiali. Da questi piccoli particolari capiamo che il futuro è assicurato per la nostra società. Anche se ci sono sempre dei lati oscuri…”- Ovvero?“I rapporti non idilliaci con il Comune di Udine. Da un anno attendiamo il nuovo bando per la concessione dell’impianto. E intanto viviamo in condizioni disagiate, senza un chiosco che è stato demolito, con scarsa pulizia, acqua troppo calda. E intanto lì giocano bambini che hanno sei – sette anni. Così non possiamo an-dare avanti”.

Davide Vicedomini

Anno zero per la società del quartiere di San Rocco

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IL TRICESIMO RIACCENDE LA sFIDA

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Fuochi d'artificio nella settima giornata di campionato in serie C di calcio a 5, dove tre delle prime quattro squadre in graduatoria incappano in una scon-fitta, a partire dalla corazzata Bassa,

affondata dai siluri del Pordenone; la Torriana fa harakiri in casa col Gold Feet Aquileia, Manzano ringrazia e vola in vetta solitario; impresa eroica infine della Clark Udine, senza portieri di ruolo a Prata espugna il campo del Maccan al secondo stop di fila. Partendo dagli anticipi, ancora una vittoria di misura 6-5 del Calcetto Lignano sul Pentalcor situazione diffficile per i gradesi fermi a quota 6, non festeggia nemmeno l'altra metà di Grado, con il Tergesteo fermato tra le mura amiche per 4-3 dalla Futsal Udinese; primo successo del Tavagnacco 4-1 in casa del fanalino Udine City. Il sabato offre mille emozioni come quelle vissute al PalaFlora di Pordenone dove i ramarri di Asquini infliggono il primo stop stagionale alla candidata principale al titolo, al secolo Bassa Futsal Latisana. Uomini di Criscuolo avanti per 0-2 nel primo tempo poi la rimonta stoica dei locali passati a condurre nel finale con una "remuntada" incredibile fino al 5-3 finale. Non si scherza nemmeno sul neutro

di Lauzacco che ha ospitato la Torriana, contro il Gold Feet gara equilibratissima con i gialloblu di Sfiligoi avanti per 1-0 all'intervallo, nella ripresa però il duo Degrassi-Gordini mette la freccia (2-1) e resiste nel finale agli assalti degli isontini. Sornione il Manzano di Pittini passa al comando della graduatoria: contro il fanalino Svt Futsal è un pomeriggio tranquillo come conferma il 6-1 finale con in evidenza Frosutto e Turolo, due reti a testa. In serata l'impresa epica della Clark Udi-ne che stavolta si presenta a Prata però senza portieri di ruolo, ricicla Markovic di professione ex centrale difensivo dandogli i guantoni, ed espugna per 6-5 il campo del Maccan infuriato per diverse decisioni arbitrali, dilagando anche nel corso della ripresa fino all'1-5 salvo poi rischiare grosso nel finale, ma resistendo con un risultato che regala un bel successo al patron Tirindelli. In serie B non è bastato l'avvicendamento alla guida tecnica di mister Jovic con Marega per dare una scossa all'Adriatica, sconfitta pesan-temente 0-6 dal Bubi Merano e ancora ultima in graduatoria assieme a Forlì e Cannottieri Belluno, attesa nel prossimo turno ad un vero scontro salvezza contro la Fenice Mestre che precede con tre punti il terzetto di coda.

MARCA L'IMPREsA

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DIJOVICALL'ADRIATICA

RAPPRESENTATIVAFVGALLAVOROCONSBISA'

BASSAAMANIBASSE

Acque agitate in casa Adriatica, dove l'ultimo posto in graduatoria dopo quattro giornate costa il posto ad Alexander Jovic. Il tecnico è stato esonerato dalla società dopo più di due anni di collaborazione. Al suo posto Alessio Marega, che dopo aver sfiorato la B con la Starfive nella passata stagione, proverà a salvare la squadra del presidente Rizzo.

Partita l'attività ufficiale della Rappresentativa Regionale guidata anche quest'anno da Marco Sbisà con il primo raduno ufficiale che si è svolto presso il nuovo impianto Bienneci di Ipplis di Premariacco. Ben 17 i presenti, con le virtuose Maccan, Pordenone e Futsal Udinese a farla da padrone con ben quattro atleti. La Rappresentativa sarà impegnata nel Torneo delle Regioni nel periodo pre-pasquale: questa la differenza rispetto alle precedenti edizioni.

Si sono disputati i quarti di finale ad eliminazione diretta, con tre gare risolte solo nei minuti finali. L'unica a non faticare troppo è la Bassa Futsal, come testimonia l'8-4 finale sul Lignano. Più duro il compito per Manzano (4-2 sul Pentalcor) mentre il Pordenone la risolve proprio all'ultimo minuto, 3-2 sull'Udinese. Minuti finali decisivi anche per la Torriana che espugna a fatica 5-3 il green della Clark.

SERIE B

COPPA

LA CLARK

SELEZIONE

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ASPETTANDO UNO SCUDETTO LUNGO 120 ANNISi sono accesi i cuori del-

la passione bianconera dopo la recente iniziativa del sito internet Mondo Udinese, con la proposta

di una petizione online da inviare alla FIGC per il riconoscimento del “primo scudetto” assoluto del calcio italiano, quello vinto dalla Società Udinese di Ginnastica e Scherma nel 1896. Da anni ormai seguo per-sonalmente e con grande passione la ricerca d’archivio su questi primi vagiti sportivi di fine ‘800, maturan-done con convinzione e dovizia di fatti particolari, che quel foot-ball pionieristico fu veramente l’anno zero del calcio italiano. Già nel 1996 in occasione del centenario dalla fondazione l’Udinese Calcio, diretta discendente della società Ginnasti-ca Udinese, tentò la strada di que-sto riconoscimento peraltro senza successo. Altri tempi oggi, la società bianconera gode un maggiore peso politico all’interno della FIGC ed è una società ritenuta da tutto il mondo “pallonaro” come modello di efficienza sportiva e manageria-le. La strada per il riconoscimento di quel primo “Campionato Italia-no di Foot-Ball” non sarà facile e

scontata, soprattutto perché da sempre è stata fatta l’obiezione che la Federazione calcio (FIF) nasce due anni dopo la disputa, cioè nel 1898 e quel primo campionato era invece organizzato dalla Federazio-ne Ginnastica (FGNI). Un’obiezione facilmente “smontabile” se si pensa che grazie alla grande volontà del Senatore fagagnese Gabriele Luigi Pecile e del primo maestro italiano di calcio tale Francesco Gabrielli di Rovigo, si sviluppò tra Veneto e Friuli un movimento talmente entusiasta del “nuovo gioco bri-tannico” da portare al Concorso Ginnico Nazionale di Roma nel 1895 le due società Udinese e Rovigo a disputare davanti a ben ventimila spettatori compreso Re Umberto I e alla Regina Margherita di Sa-voia, quella che viene considerata la prima partita ufficiale assoluta disputata in Italia. Fu tale la cu-riosità che da quel giorno il calcio iniziò ad essere praticato dai primi pionieri romani.Dopo solo un anno venne indetto un Concorso Interprovinciale Ginna-stico a Treviso, dove era previsto il “Primo Campionato Italiano di Foot-Ball” che pur con regole non ancora

del tutto definite ma con giovani atleti friulani orgogliosamente di-venuti Italiani con l’Unità d’Italia del 1866, venne disputato con grande entusiasmo e determinazioni tali da portare alla vittoria la Società Udinese di Ginnastica e Scherma, che per la prima volta si laureava Campione d’Italia.La federazione ginnastica era l’uni-co organismo potente nel mondo

sportivo italiano, solo per questo il calcio si avvalse degli atleti delle pa-lestre. Questa “preistoria” calcistica fu il preludio per la nascita della FIF e l’istituzione del primo campio-nato federale vinto dal Genoa nel 1898 con una squadra composta da atleti inglesi e svizzeri. Quello fu il calcio britannico, il nostro era il calcio ITALIANO.

Renato Favretto

UDINEsECALCIO

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CALCIOUDINEsE

Cambiando modulo si rischierebbe altra confusione. Manca la forza trascinante di Duvan Zapata, ma a gennaio Pozzo

deve recapitare rinforzi

Il tecnico si trova a gestire una situazione complicata tra infortuni e rosa modesta e male assortita. Il dopo-Di Natale non riesce a partire

di IDO CIBISCHINO

“Dovessi condensare in un'immagine l'Udinese di oggi, la prima cosa che mi viene in testa è una fascia grigia. Un grigio

uniforme e cupo, di una compattez-za interrotta qua e là da accenni intermittenti di chiarore. Il tutto in contrasto clamoroso con la bellezza e il fantasmagorico scenario del nuovo stadio così ricco di colori, di esuberanza, di gioventù, di pro-

Kone, fuori da un mese per un serio infortunio da nazionale. Appunto: titolarissimo e imprescindibile nella Grecia, incollocabile nell'Udinese. Un ulteriore mistero, dunque, che si allunga a sfiorare un altro protago-nista sfiorito, il francese Heurtaux, pure lui da tempo fuori dai radar.Ogni tanto mi chiedo: al posto di Colantuono che cosa faresti? E qui, inevitabilmente, sei costretto a guardare cosa resta in panchina.

messe. È la più totale mediocrità il segno distintivo di questa Udinese, del gruppo che si trova a maneggia-re Colantuono, pure lui personaggio senza lampi, di scuola conservativa, e con l'ingrato compito di cercare di impostare l'Udinese del dopo Di Natale, di immaginare un futuro che prescinda dal giocatore in cui si sono identificati per un decennio i colori del bianconero friulano e le glorie dei Pozzo.

ZOCCOLO - Sta arrancando, Co-lantuono, senza nulla aggiungere al lascito del predecessore Stramac-cioni, arenatosi per primo davanti al compito di dare una nuova identità di gioco e di personalità alla squa-dra. Annata di transizione, si disse. Soltanto che anche la presente si sta snodando sulla falsariga per-chè non c'è nulla su cui poggiare un nuovo ciclo dopo lo sgretolar-si dello zoccolo italiano che negli anni aveva garantito la continuità

Contro il Sassuolo, per dire, il tec-nico ha mandato in campo tutto quello che aveva. Una volta Guido-lin perdeva quattro partite di fila senza che nessuno battesse ciglio, tutti ultrasicuri che la qualità di gente giovane e motivata (Bana-tia, Cuadrado, Inler, Asamoah, Isla, Sanchez... ) alla fine sarebbe esplosa. Oggi, il miglior giovane è Bruno Fer-nandes e non sono affatto sicuro che sia dello stesso livello dei nomi fatti sopra.

VARIANTI - Come uscire da que-sto grigiore che acceca? Possibili varianti tattiche presentano pro e contro. Un 4-4-2 implicherebbe la rinuncia a un difensore centrale (i tre dietro, oggi, sono l'unica ga-ranzia solida) e all'ultimo arrivato Lodi, inadatto al modulo. Con un 4-3-3 si manterrebbe il regista, si impiegherebbe Edenilson più alto secondo attitudini genoane, for-se potrebbero essere riciclati nel

della gestione guidoliniana. Totò trentottenne visibilmente smona-to, senza più nemmeno la voglia di arrabbiarsi, che trascorre intere partite senza un tiro in porta; Pinzi spedito in tutta fretta al Chievo, Domizzi sepolto in panca. Né dietro si vedono forze nuove in grado di promuovere l'impennata.

C'è tanto di quel grigio che feri-sce gli occhi. La parte più scura è rappresentata da giocatori che ti chiedi quale mente - se non condizionata dall'idea del rispar-mio - abbia pensato risultassero funzionali all'Udinese. Colantuono, si sa, aveva osato chiedere per il centrocampo Carmona, uno che tra l'altro non sempre gioca nell'Ata-lanta che fu sua, mica una prima scelta; e si è visto recapitare un esodato del Granada come Iturra e un ibrido, un ottoemezzo, per di più di gamba leggera e fuori ritmo, che di nome fa Marquinho. Ma ave-

te visto che danza ha menato nel Sassuolo Biondini? Dicesi Biondini, mica Marchisio. Un tanto per dire che si sarebbe potuto pescare di meglio nella nostra serie B.

DOVE SIETE? - Resta, poi, il mi-stero degli inespressi. Edenilson, nella passata stagione genoana nel novero dei migliori esterni del campionato, si è rattrappito, corricchia nella zona di nessuno, sono un ricordo gli spunti rabbiosi che fecero parlare di lui in termi-ni lusinghieri Gasperini. Widmer è un caso ancora più eclatante. C'è stato di mezzo un infortunio, ma nella fattispecie, oltre alle gambe molli, è la testa a non sembrare più connessa con le vicende bianconere. Un contraccolpo per la mancata cessione alla quale aveva creduto fino all'ultimo giorno di mercato? Per certi aspetti, pare di trovarsi di fronte a un altro caso D'Agosti-no. Nella categoria va inserito pure

LA sFIDA (IMPOssIBILE?) DI COLANTUONO: ILLUMINAREUN'UDINEsE MAI COsì GRIGIA

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UDINEsECALCIO

tridente avanzato “liberi pensatori” tipo Fernandes e Thereau. E sottolineo “forse” perchè tutto andrebbe reinventato e reim-postato come si fosse a inizio stagione e non a metà campionato. Sono solo alcuni degli innumerevoli spunti di riflessioni sui quali si sta arrovellando da mesi Colantuono il quale, tirate le somme, è giunto alla conclusione dell'imprescindibilità di questo 3-5-2, al quale coerentemente continua ad affidarsi.Purtroppo il prodotto è quello che vediamo, di bassa qualità. Dieci partite - si dice - bastano e avanzano per battezzare una squadra e chi la guida. Nel caso dell'Udinese, tuttavia, è doverosa l'eccezione, sperando che i rimedi non arrivino fuori tempo mas-simo. Più di Guilherme (Lodi lo sta surro-

gando in meglio), più di Kone che non ha mai inciso, la vera medicina si chiama Zapata. E' della sua determinazione, della sua forza nel trascinare la squadra in avanti, della sua fame di gol, che l'Udinese ha bisogno. Con lui in campo, oggi probabilmente non saremmo qui a fare certi discorsi. Resta da vedere quando tornerà e come tornerà dopo l'operazione a muscolo e tendini del retto femorale.Più che a Colantuono, allora, ci rivolgiamo ai Pozzo: vedano di ripulire lo spogliatoio liberandosi di un po' di zavorra, e di tenere in caldo per gennaio un paio di soluzioni in entrata. Stavolta le retrocessioni non sono già scritte, la salvezza è da conquistare con le proprie forze.

INVOLUZIONE - Finora all'Udinese è mancato anche Widmer,in fase involutiva.A destra, Totò anticipato.Nella pagina accanto,Felipe, e Perica mentre si spiegacon Thereau.

COLLI MORENICIdiBiancamariaGonano

L'Udinese Club Colli Morenici prende vita nel maggio del 2009 a Tricesimo, presso il bar Al Taj grazie all’idea di Denis Birarda che ne è tutt'ora presidente. Così ci racconta lui stesso: “ Dopo qualche anno ci siamo trasferiti a Sant’ Eliseo di Majano, esattamente nel 2014. Il numero dei tesserati è via via aumentato e nella stagione 2014-2015 ha

raggiunto i 72 iscritti di cui due abbonati nel settore distinti e 16 fedelissimi in curva nord. Il club

è molto attento al sociale e si occupa anche di cene

di beneficienza, come quella organizzata lo scorso anno con l’Udinese club di Fa-gagna a favore degli

alluvionati di Genova, oppure il riuscitissimo

torneo di calcetto per la raccolta fondi dopo il terremoto in Emilia. Oltre al supporto for-

nito per la sottoscrizione degli abbonamenti nella calda estate appena trascorsa, il club organiz-za trasferte per seguire la squadra anche fuori casa: storiche quelle a Brema, Madrid e Liverpool in ambito europeo, Cesena, Verona, Roma, Bergamo, Bologna, Firenze e Torino, città questa nella quale torneremo il 19 e 20 dicembre per una gita di due giornate approfit-tando della sfida con i granata di Quagliarella e Padelli. Siamo attivi ha anche con una pagina fb e un sito http://udinese-

clubcollimorenici.oneminutesite.it Nonostante le due ultime stagioni siano avare di entusiasmo spor-tivo, la fiducia c'è sempre. I veri tifosi non dovrebbero mai perderla anche se devo dire che quest'anno

speravo in qualcosa di più da parte della società, ma alla fine penso che finiremo il campionato tra i primi 12. Manca sicuramente un centrocampista che dia i tempi del gioco ma sto vedendo Lodi in crescita e poi dovrebbe rientrare Guilherme che, se messo nelle condizioni di giocare nel suo ruo-lo, può rappresentare una pedina importante dai piedi buoni. Per quanto riguarda lo stadio dob-biamo ringraziare sicuramente i Pozzo che ci stanno regalando una struttura fantastica”.

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A Napoli con coraggiopeggio che a Romanon si potrà fare

Abc C'è una costante nelle ultime tre stagioni dell'Udinese: Co-lantuono si allinea perfettamente con Stramaccioni e con Guidolin-4 in fatto di gol in-cassati dopo un-dici giornate, 14 in tutte e tre i più recenti campio-nati. Per il resto, l 'Udinese di oggi è sotto nei punti (12 rispetto ai 17 di Stramaccioni e ai 13 di Guidolin) e nelle reti segnate: 10 finora (Di Natale una sola volta a bersaglio), 14 nella passata stagione (e Totò aveva già tuonato 6 volte) e 11 (Di Natale 3) nella precedente. Si nota un progressivo impoverimento generale tranne che nella resa difensiva che resta dunque costante, segno che gli interpreti di retroguardia - almeno loro - sono all'altezza e si sa che le fortune di una squadra cominciano proprio dalla saldezza difensiva.

E bisognerà rinserrare le fila, domenica, andando ad affrontare al San Paolo (dove ha strappato un punto solo la Samp alla seconda di campionato) il Na-poli, il cui attacco, con 21 reti, è il terzo del lotto dopo quelli della Roma (25) e della capolista Fiorentina (22).

Per il resto, beh, non sembra il caso di proporre il vecchio interrogativo: giocherà Di Natale? Totò, per piccoli malanni e altre ragioni non sempre chiare, evitava di incrociare la sua città ai bei tempi, figurarsi oggi che ai bianconeri si richiederà una partita di grande sacrificio, a cominciare dagli attaccanti, per non finire travolti da Higuain e compagnia. Possibile che Colantuono si voti a un prudentissimo 3-5-1-1 con interpreti tutti da svelare. Ci vorrebbe un colpo di genio, una soluzione destabilizzante, chessò, per esempio partire subito con Perica e Aguirre davanti come primi interditori. Di certo, peggio che a Roma non si potrà fare.

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sIDICEVA...sIDICEVA...

si diceva...

UNA PENNATRA RUOTEDA LEGGENDA

Q uando nel 1949 il Corriere della Sera inviò al seguito del 32° Giro d'Italia lo scrittore Dino Buz-

zati, lettori e uomini di cultura furono presi da una sorta di meraviglia. Erano gli anni del grande dualismo Coppi-Bartali, e furono infatti i due leggendari campioni a concludere in questo ordine la classifica finale della popolare kermesse, precedendo un asso "nostrano", il triestino Cottur. Un Giro che attraversò anche le strade regionali, facen-do tappa alla decima a Udine, dove al Campo Moretti tagliò per primo il traguardo Leoni. Anni di ciclismo leggendario, con i tifosi a suddividersi per la gran parte in "coppiani" e "bartaliani" e sono proprio Coppi e Barta-li ad apparire sulla copertina del libro composto da Claudio Marabini raccogliendo appunto gli articoli di Dino Buzzati. Quelli che fin dalle prime uscite of-frirono netta l'impressione di

essere stati partoriti da una fantasia che scavalcava la pura e semplice cronaca di un evento sportivo. Articoli che possono di diritto far parte della miglior produzione letteraria dello scrittore bellunese, morto nel 1972. Sullo sfondo del Giro scor-rono le immagini di un'Italia da poco uscita dalla guerra e spe-ranzosa in un mondo migliore, gente che anche dagli eventi sportivi sapeva trarre un'indi-spensabile fiducia nel futuro. E nei reportages di Buzzati si ritrova l'atmosfera di tale de-siderio di ripresa, il mondo della provincia italiana, il fresco ricor-do di rovine e lutti. Un contesto in cui appunto si stagliavano le figure del vecchio campione Bartali e del più giovane Coppi, idolatrati dalle folle che dalle loro imprese sportive traevano una sorta di messaggio a non mollare. Vi proponiamo qui degli estratti di quel libro, testimo-nianza di un passato lontano ma comunque indimenticabile.

I reportages del grande scrittore bellunese al Giro d'Italia del 1949, vinto da Coppi davanti a Bartali

Tempaccio... Nessuno parla della tappa che ci ha portati in 150 chilometri

da Udine ai piedi del Grappa

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sIDICEVA...sIDICEVA...

Nelle immagini: Coppi seguito da Bartali nella copertina del libro dei reportages di Buzzati al Giro d'Italia del 1949, di cui figura nella cartina il tracciato che portò i corridori da Palermo al traguardo finale di Milano. A corredo alcuni passi degli articoli del grande scrittore.

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NONsOLOsPORT

CULTURANovità su mostre, spettacoli, eventi, personaggi del panorama culturale

JOHN TAYLOR NEL RITMO DEL PIACERE ARCANAJPer la prima volta, John Taylor racconta la sua incredibile storia. Un romanzo di sogni realizzati, di lezioni imparate e di demoni conquistati. Timido figlio unico, Nigel John Taylor non sembrava destinato allo stardom del pop e alle masse di ragazze sovraeccitate. Ma quando si disfò del suo primo nome e imbracciò un basso elettrico, tutto cambiò. In questa avvincente autobiografia, John rievoca i momenti più entusiasmanti della sua carriera: gli incontri con autentiche icone, gli appuntamenti con le modelle di «Vogue», le macchine veloci, il tutto vissuto mentre suonava e lavorava con la band che amava. Ma non dimentica i tormenti che lo condussero sull’orlo dell’autodistruzione, le dure lotte che ha dovuto affrontare prima di dare una svolta positiva alla sua esistenza.

MATILDE AsENsI IL RITORNO DI CATONE RIZZOLI

Ottavia Salina è di nuovo coinvolta in una missione misteriosa, una ricerca nelle pieghe più oscure del Cristianesimo. Smesso l’abito da suora e chiuso ogni rapporto con il Vaticano, suo massimo committente nella decifrazione di antiche scritture, oggi Ottavia è una brillante ricercatrice di Paleografia all’Università di Toronto innamorata del marito, l’archeologo Farag Boswell. Tuttavia è molto difficile essere al sicuro quando si è custodi di un passato eccezionale. Una coppia di multimilionari appassionata di antichità e reliquie, infatti, individuato il talento di Ottavia e Farag, li coinvolge nella ricerca degli ossari contenenti i resti di Gesù e della sua famiglia...

L’ANGOLO DELLA LETTURA

JEFFERY DEAVER HARD NEWs RIZZOLI

Randy Boggs è innocente. Rune, ambiziosa assistente cameraman in un notiziario locale newyorke-se, ne è convinta. Prove incon-sistenti, indagini superficiali, testimonianze frammentarie, tutto fa pensare che dietro a una frettolosa condanna per omicidio si nasconda una grande storia che aspetta solo di essere rac-contata. Rune ricostruisce tutta la vicenda partendo dal cortile in cui Hopper è stato assassinato. Proprio lì la ragazza trova un nuo-vo testimone, ma il giorno della trasmissione, il servizio scompare nel nulla, cancellato dal sistema e rubato dalla scrivania di Rune, e il

testimone viene trovato morto. La polizia parla di un incidente, ma la ragazza comincia a sospettare che dietro ai due eventi si nasconda il vero assassino di Hopper.

CAMILLA LACKBERG TEMPEsTA DI NEVE E PROFUMO DI MANDORLE MARSILIOManca poco meno di una settimana a Natale. Adagiata contro le rocce grigie, con le sue casette di legno ammantate di neve Fjällbacka regala uno spettacolo particolarmente suggestivo, un paesino fiabesco affacciato sul mare di ghiaccio. Martin Molin, collega di Patrik Hedström alla stazione di polizia di Tanumshede, ha raggiunto la fidanzata Lisette sulla vicina isola di Valö per una festa di famiglia. Mentre il vento infuria, durante la cena il vecchio patriarca dall'immensa fortuna muore improvvisamente. Nell'aria si av-verte un vago aroma di mandorle amare, e a Martin Molin non resta che cercare di far luce su quella morte misteriosa. Intanto, la violenta tempesta che agita le acque gelide dell’arcipelago non accenna a placarsi, e ogni contatto con la terraferma è interrotto.

CHARLOTTE LINKE L’INGANNO CORBACCIOQuando Jonas e Stella Crane ricevono la visita della madre biologica del loro bambino, Sam-my, capiscono che stanno per precipitare in un incubo. Il nuovo compagno di Terry è un uomo violento, un manipolatore e di sicuro non è mosso dall’impulso di appagare il desiderio della giovane donna di rivedere il figlio dato in adozione appena nato. Dentro un incubo, invece, si trova già Kate Linville, poliziotta di Scotland Yard, da quando il pa-dre, ispettore di polizia in pensione, è stato trovato brutalmente assassinato a casa sua nello Yorkshire. Kate non si fida degli agenti che si occupano del caso, sa che suo padre nel corso di un’integerrima carriera si è fatto molti nemici fra i delinquenti che ha contribuito ad arrestare, ma tutte le indagini in quella direzione sembrano portare a un punto morto. E nel frattempo una donna viene uccisa nello stesso identico modo…

Joan MirJoan Mirò viene spesso ricordato come uno dei capostipiti del surrealismo, insieme a Dalì, Magritte, Ernst e molti altri. In realtà nella sua lunga carriera l’artista spagnolo ha saputo fare propri i diversi movimenti avanguardistici del

secolo scorso, lasciandosi influenzare dalla violenza cro-matica delle opere di Matisse ma soprattutto dall’astrat-tismo dei dipinti di Kandinskij e in seguito dall’istintività di quelli di Pollock. Ma è in età matura che Mirò ha iniziato a sviluppare un suo personale e davvero riconoscibile sti-le. Palma di Maiorca, da rifugio ideale durante l’invasio-ne tedesca in Francia, diviene selvaggio e incontaminato ambiente per la sua tarda e prolifica produzione. “Joan Mirò. Soli di notte” è l’esposizione, con sede a Villa Manin di Passariano, dell’opera di questo ultimo periodo artistico del maestro. La mostra, aperta fino al prossimo 3 aprile, raccoglie duecentocinquanta fra suoi dipinti, sculture, di-segni e stampe, oltre a oggetti personali che furono per lui fonte d’ispirazione, molti dei quali mai mostrati al pub-blico in Italia; è anche presente una selezione di fotogra-fie ritraenti Mirò firmate Cartier-Bresson, Mulas, Brassai, List, Man Ray. In questo percorso, accompagnato dalle piacevoli suggestioni sonore del compositore Teho Tear-do, abbiamo finalmente l’occasione di osservare i frutti di un periodo di incessante sperimentazione, dai primi anni ’50 alla sua scomparsa, avvenuta nel 1983 all’età di novant’anni. In questi ultimi decenni la sua diventa una pittura essenziale, a volte aggressiva, primitiva, ma che richiama comunque la vitalità della natura che lo circon-da. La mostra è aperta dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 19. Biglietto intero 12€, ridotto 10€.

Massimo Gaudino

MIRO' NOTTURNO A VILLA MANINMOsTRE

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UDINEsECALCIOle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSport

Giulia

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le belle di TremilaSport

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le belle di TremilaSport

Ama i set di posa più delle passerelle, Giu-lia Elegante, ventenne modella friulana di lontane radici venete

che nella recente kermesse per l’elezione della nuova testimonial di un centro commerciale dell’hin-terland udinese si è aggiudicata una delle fasce in palio. “Ma è stata l’ultima mia partecipazio-ne a questo tipo di manifesta-zioni – assicura - , perché quel mondo non mi affascina più di tanto e preferisco dedicarmi al lavoro di modella fotografica”. Le peculiarità, al proposito, non le fanno difetto, grazie ad un fisico longilineo abbinato ad una signi-ficativa intensità espressiva, doti che in sostanza le fanno “bucare” l’obiettivo. Diplomata geometra (“Senza averne la vocazione”, lei

sottolinea), Giulia ha un passato sportivo nella pallavolo, nel nuoto e nella ginnastica artistica e dal proprio futuro spera di ricevere delle soddisfazioni professionali ancora non chiaramente iden-tificabili. Testarda, spontanea e amichevole, come si autodefini-sce, è anche molto amante degli animali: “Avevo un cagnolino ed ora gli ho dato per compagno…un gatto – sorride - . E come vanno d’accordo!”. Viaggiare è una del-le sue passioni, insieme a quella della musica (“Ad alto volume, mi scarica e mi piace ballarla”), e il ricordo di una vacanza a Palma de Maiorca le riempie ancora il cuore e la mente: “Fu la mia pri-ma indipendente e mi diede un indimenticabile senso di libertà”, ricorda. Un flash back lo riserva poi ai suoi esordi in passerella: “A

MEGLIO I SET CHE LE PAssERELLE

quindici anni, stimolata dagli amici, feci la prima uscita a Mortegliano ma non ebbi successo e per un po’ lasciai perdere. Ci riprovai due anni fa nel centro commerciale in cui ho vinto la recente fascia e fui prima. Ma adesso, appunto, voglio chiudere con le passerelle e dedicarmi al lavoro di modella e ragazza-immagine”.

GiuliaElegantelasciaiconcorsidibellezzaperdedicarsiallavorodimodellafotografica

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Un altro pezzo di storia della pallacanestro friulana, Boris Kristancic, l’ “ingegnere”, se n’è andato nei giorni scorsi a Lubiana all’età di 83 anni. Il suo

nome è inevitabilmente abbinato al boom del basket della Snaidero, che nel 1967/68, sotto la sua guida tecnica, salì in serie A e successivamente infiammò, nella bolgia dello storico “Marangoni” prima e nel nuovo “Carnera” poi, un pubblico che per la prima volta era spettatore di spettacoli cesti-

stici di così alto livello. Da Udine nessun avversario “usciva vivo” (lo fece il primo anno di A solo l’immenso Simmenthal Milano) e l’entusiasmo, con il calcio bian-conero relegato allora in serie C, era a mille in tutti gli ambienti sportivi cittadini e friulani in ge-nerale. Un’epoca d’oro di cui Kri-stancic fu appunto protagonista,

un divo schivo e part time, visto che mai si stabilì a Udine, preferendo il quotidiano pendolarismo in auto (sulle strade di allora, quando l’Italia e la Jugoslavia era ancora politicamente molto distanti e divise da confini austeri) tra la sua Lubiana e il ca-poluogo friulano. Rino Snaidero, il popolare “Rino marangòn” di Majano divenuto re delle cucine componibili e presidente del club dai colori arancione, aveva in sostanza visto giusto, ingaggiandolo su consiglio del ds Manlio Cescutti, fratello di uno dei pilastri della squadra, il grande Nino.

L'AsCEsAE dalla serie B arrivarono ap-punto i grandi successi che proiettarono in alto il nome Snaidero. Chi scrive lo co-nobbe da vicino nella prima, importante conferenza stampa cui venne comanda-to e da giornalista agli esordi si ritrovò seduto attorno ad un tavolo, nella sede della società in piazza Primo Maggio a Udine, accanto a molti protagonisti della stampa e del basket di allora: il patron Rino Snaidero, appunto Kristancic e gior-nalisti molto noti come Isi Benini, Plinio Palmano, Ivan Naliato e Claudio Cojutti. L’occasione non era delle più felici, poiché veniva comunicato che l’unico americano permesso allora (si era nel ’71/72), Nelson, aveva deciso di mollare tutto e rientrare negli Usa, lasciando la Snaidero in “braghe di tela”. Una situazione spiacevole che sia il patron che l’allenatore commentaro-no comunque con toni misurati, con la squadra a diventare “all Italy” ed Enrico Bovone ad essere promosso al ruolo di “americano d’Italia” sotto i tabelloni. E fu comunque una Snaidero che faceva tre-mare ogni avversario, attirando al Carnera, inaugurato l’anno prima, folle di spettatori che riempivano il palazzo dello sport in ogni buco praticabile. Il giorno di quella mitica conferenza stampa l’impressione che trassi dell’ “ingegnere” fu la stessa di tutti coloro che l’avevano frequentato o solamente avvicinato: un uomo senza alcuna spocchia, professionale nell’atteg-giamento, che trattava con pari signorilità

il colto e l’inclita, la persona importante e quella dietro le quinte. Ma com’era Boris Kristancic in campo e in spogliatoio?TEsTIMONIANZA DI EX Una testimonianza diretta giunge da Ferruccio Tomat, classe ’50, giovane di belle speranze di allora in un gruppo zeppo di campioni: “La prepara-zione atletica di Kristancic era durissima – ricorda l’ex lungo arancione - , tanto che in un’occasione ci fece persino correre la classica cavallina sulla sabbia di Lignano. Io e Fiorini non entravamo praticamente mai in campo ma lui non giustificava le sue scelte a nessuno. Zitti e mosca. I suoi pila-stri erano Joe Allen, Cescutti, Bisson, Ger-gati, Pellanera, Sarti, Paschini e Melilla. A fine allenamento o dopo le partite nessun rapporto personale, risaliva in macchina e tornava a Lubiana, dove talvolta ci portava ad allenarci al Tivoli, impianto all’epoca avveniristico”. In quanto a schemi, Tomat ricorda poi la loro semplicità: “Non c’erano troppe alchimie, si giocava un po’ alla slava, ovviamente. La manovra era sostanzial-mente a beneficio di Joe Allen, che con la sua stazza dominava sotto canestro, e quando l’americano non andava a segno, un taglio ed ecco Bisson a supporto. C’era poi il tiro di Cescutti e Gergati a completa-re l’opera, con Melilla in regia”. A Carnera malinconicamente chiuso da tempo e con il grande patron Rino scomparso da tempo, ora l’addio all’ingegnere: la sensazione di chi ha vissuto quel periodo è che si tratti di un’epoca d’oro sicuramente irripetibile.

di EDI FABRIS

68 la promozione della snaidero

in serie A

Ricordo di Kristancic, l'allenatore sloveno che condusse la Snaidero nella massima serie

BORIs, L'UOMOCHE VENNE DALL'EsT

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Mentre in A2 la Pallacanestro Trieste si arena a Recanati dopo due vittorie consecutive, in B

l’Apu di capitan Vanuzzo (intervista in pagina) batte Crema solo all’overtime, mantenendosi solitaria in scia della capolista Orzinuovi e apprestandosi alla prossima, sulla carta non proibitiva trasferta di Padova. In C Gold, in una classifica cortissima, Tarcento si ferma ad Arzignano, mantenendo comunque la testa della graduatoria in compagnia anche delle altre due regionali Ardita Gorizia e Jadran Trieste. Corno di Rosazzo segue comunque a due sole lunghezze, mentre Spilimbergo annaspa nei bassi fondali, reggendo il fanalino di coda con 2 soli punti insieme alla Guerriero Padova. In B femminile, Basket School Udine e Muggia inseguono a braccetto al secondo posto, a due punti di distanza, la capolista S.Martino, mentre più sotto si difendono a quattro lunghezze Monfalcone e Piemme Trieste. Più staccate ma in linea di galleggiamento Isontina e Oma Trieste. A livello regionale, in C Silver è il Bor a fare da battistrada, con il quintetto formato da Ubc, S.Daniele, Romans, Breg e Latisana ad incalzare

seppure a ben quattro punti di distanza. Ancora a secco dopo quattro incontri la matricola Grado. Nei due gironi di serie D, nel “Pituello” sono in fuga Cordenons e Aviano a punteggio pieno dopo quattro gare, ma rimane in scia il Feletto di Lorenzo Bettarini a due lunghezze. Ancora al palo il Rorai. Nel “Gasparo”, a punteggio pieno la Goriziana, con il Duino due punti sotto. Dinamo Gorizia a digiuno di vittorie dopo le prime quattro giornate.

PERSONAGGI

Dalle luci della ribalta di più di trecento partite in serie A e dai fasti dello storico tricolo-re conquistato a quarant'anni come capitano della multietnica

Sassari della scorsa stagione, a giocatore chiamato a offrire un contributo decisivo per i sogni di promozione in A2 dell'Apu. Si-curamente un bel salto e una bella sfida per Manuel Vanuzzo, al quale abbiamo chiesto quali motivazioni l’abbiamo por-tato a scendere di due categorie per ac-cettare le offerte di Udine. “Rispetto alla prospettiva di rimanere a Sassari con un ruolo di “capitano non giocatore”, dopo aver vagliato diverse offerte, fra cui quella più insistente di Trapani, ho deciso di accettare la sfida che mi hanno proposto a Udine in una società ambiziosa che non prevede assolutamente un “piano B” rispetto alla promozione in A2 - dice il lungo di Dolo - . La motivazione principale è stata in ogni caso la voglia di giocare: mi sento integro e desideroso di tornare a confrontarmi con tanti giocatori italiani dopo anni passati a battagliare sotto canestro con gli stranieri che purtroppo occupano i roster di tutte le squadre di serie A”. Quali sono le diffi-coltà maggiori incontrate nella nuova categoria? “La maggiore è legata al diverso metro arbitrale che ho trovato in serie B e a cui mi devo ancora abituare.Sicuramente il fatto che siano in due invece di tre è già di per sé causa di un diverso sistema di valutazione, quello che mi costringe di volta in volta a tarare l’atteggiamento in

campo, rispetto agli arbitraggi certamente più uniformi della massima serie”. Qual è il bilancio di questa prima parte della stagione che “deve” concludersi con la promozione e quali sono le avversarie più temibili? “Siamo una squadra molto ben attrezzata, con una panchina molto lunga e guidata da un tecnico abituato a gestire le pressioni, esperto e di assoluto valore come Lino Lardo. Non dobbiamo però assolutamente cedere a cali di tensione, come accaduto con Orzinuovi , e dobbiamo migliorare ancora nei movimenti con la palla e imparare a leggere meglio i momenti delle partite, rinunciando di ricorrere sempre al corri e tira e giocando più di squadra, come pretende sin dall’avvio della stagione il tecni-co. In quanto alle candidate alla promozione forse è ancora presto per delle indicazioni nette, ma credo che nel girone Orzinuovi e Bergamo saranno le compagini che ci daranno più filo da torcere mentre per le final four molto alte sono a mio avviso le quotazioni di Piacenza.” Guardando al tuo futuro, quando pensi arriverà il momen-to della tua uscita di scena? “Ho lasciato la Dinamo con l’impegno di risentirci quando arriverà quel momento, per valutare se ci saranno le possibilità di iniziare a lavorare a bordo campo: ho passato nove anni a Sassari e oramai mi sento quasi un sardo di adozione. Comunque è ancora presto e l’eventuale decisione andrà condivisa con la mia compagna, dalla quale ho avuto da poco il mio primo figlio.”

Giuseppe Passoni

BAsKET

BORIs, L'UOMOCHE VENNE DALL'EsT

CAMPIONATI

E TARCENTO GUIDA LA FILA

VANUZZO, LUNGOBICENTENARIO

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CALCIOUDINEsE

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SERIE B1 FEMMINILELE ALI PADOVA - LIBERTAS MARTIGNACCO 3-2

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UDINEsECALCIO

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SERIE B1 FEMMINILELE ALI PADOVA - LIBERTAS MARTIGNACCO 3-2

Photo Andrea Moratto

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VOLLEY

“Chi lascia la stra-da vecchia per la nuova…” re-cita un famoso proverbio . Ma

a volte la saggezza popolare non si dimostra essere così vera. Infatti Letizia Ciani , dopo i trascorsi alla Pav Udine, sembra essersi perfettamen-te ambientata nella Libertas, la squadra triestina in cui ha iniziato a giocare quest’anno, dove, considera l'atleta di Pasian di Prato, “l’amicizia fra noi non svanisce una volta terminato un allenamento o una partita, ma continua anche fuori dal campo.” Una società, come lei stes-sa riferisce, che ha in primis un obiettivo irrinunciabi le : “La salvezza è sicuramente il principale. Ci sono infatti la convinzione e la speranza di poter fare ancora meglio ri-spetto all’anno scorso. Siamo un gruppo di atlete molto affia-tate, un team motivato e impe-gnato, su questo non ci piove".

Riesci a conciliare al meglio gli impegni scolastici con quelli

sportivi, visto che ti devi tra-sferire più volte la settimana a Trieste per gli allenamenti e gli incontri? “Si, certo. Fre-quento l’ultimo anno dell’istitu-to tecnico Deganutti di Udine e spero innanzitutto di riuscire a superare gli esami di maturità. Dopodiché vorrei poter realiz-zare il desiderio di iscrivermi e soprattutto venire ammessa alla facoltà di scienze motorie. Mi piacerebbe insomma focaliz-zare gli studi su quella che è la mia passione, lo sport. E la mia intenzione ovviamente è conti-nuare nel contempo a giocare.”

Quale il tuo punto di forza e quello che ritieni da mi-gliorare? “Sono palleggiatrice e posso dire che la grinta non mi manca.e m'impegno sempre a sostenere e incitare le compa-

gne durante gli incontri. E sono anche una persona abbastanza testarda, che prova e riprova, tenta e ritenta. Al di là di questo sento un forte bisogno di cre-scita, perchè essendo una delle più giovani ho molto da impara-re dalle compagne più esperte”.

se hai del tempo l ibero come lo investi? Hai altre passioni, un hobby? “Mentre d’inverno sono sempre molto impegnata, d’estate mi piace dedicarmi a sfilate e concorsi di bellezza. In particolare ho gareggiato per il titolo di Miss Excellence e di Miss Mondo Carnia: quest’ultimo l’ho vinto.”

In futuro, fino a quando ti immagini ancora sul campo, a ribattere il pallone oltre la rete? “Nella speranza che la

mia carriera sportiva continui nel migliore dei modi, il mio so-gno è poter praticare questa disciplina finché mi sarà pos-sibile. E oltre a questo spero di potermi impegnare un giorno in un lavoro soddisfacente”.

Fino a qualche tempo fa eri fidanzata con l’ex portiere dell’Udinese, attualmente al Como, simone scuffet: Cosa ci puoi dire di lui ? "Simone è senza dubbio un ottimo gioca-tore e lo testimonia il fatto che esordire in serie A a diciassette anni è cosa assolutamente rara. La dedizione, la passione per lo sport che pratica possono sicu-ramente essere di esempio per tutti i giovani. Gli auguro quindi che la sua possa essere una carriera costellata di successi.”

Massimo Gaudino

PALLEGGIATRICE

Letizia Ciani, dopo la Pav Udine, gioca in B2 con la Libertas Trieste

PRIMO PIANO

E MISS

Spero di riuscire ad entrare

nella facoltà di Scienze motorie,

per rimanere anche

un domani nello sport

PECULIARITàPalleggiatrice, grande carattere, Letizia Cianiè alla Libertas Triestedopo la Pav Udine

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VOLLEY

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SERIE C FEMMINILEVOLLEYBAS - VOLLEY PORDENONE 0-3

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ALTRI sPORT

Trieste e la pallanuoto. Un sogno che si realizza nella scorsa stagione con una storica promo-zione in A1. Ragazzi terribili fra cui capitan Giorgi, il sedicenne Podgornik, il portiere pa-ratutto Jurisic, il talentuoso Petronio e un

tecnico, Stefano Piccardo, ligure di 44 anni che si è incollato addosso l’etichetta di vincente. Una squadra che, al termine di un’entusiasmante cavalcata, batte Catania alla piscina Bianchi davanti a 1600 spettatori e si ritrova nell’élite della pallanuoto italiana. L’allenatore, genovese di Voltri con alle spalle due campionati di A2 vinti con Imperia e Como, è stato confermatissimo in estate, ritrovando un nucleo consolidato di giovani promettenti con l’innesto di Popovic. Il campionato di A1 è certo un’altra cosa e le difficoltà si sono subito presentate per la squadra alabardata che occupa le parti meno nobili della classifica. Nella quarta giornata di andata del campionato la squadra neopromossa in A1 si era arresa alla Canottieri Napoli (10-11) ma i giovani triestini avevano lottato su tutti i palloni e dimostrando di possedere grandi doti pronte ad emergere, seppur con numerosi errori. Sabato scorso infatti, al termine di un acceso duello sportivo, Trieste si è imposta per 12-13 sull'Ortigia a Siracusa, conquistando così il primo storico successo nel campionato di serie A1 maschile e i primi tre punti fondamentali nella lotta per la salvezza. Così Piccardo spiega l’inizio di questa nuova avventu-ra e parla degli obiettivi per la stagione: “Non siamo partiti bene nelle prime giornate, facendo i conti con

vari infortuni, come quello alla schiena di Elia Spadoni, classe ‘97, una delle pedine più importanti del nostro scacchiere. Ora stiamo attendendo i risultati degli esami e confidiamo in un suo recupero. Per il resto siamo in un buono stato di forma e speriamo di tirar fuori ciò che di positivo è stato fatto nella scorsa stagione. La vittoria di sabato è maturata al termine di una partita di alto livello da parte nostra e non deve rimanere isolata. Lo scorso campionato abbiamo vissuto una favola che si è materializzata in una splendida realtà. Adesso siamo fra le grandi e dobbiamo dimostrare ciò che sappiamo fare". La grande percentuale dei nostri giocatori pro-viene dal vivaio cittadino."Certo, ed è un fatto altamente positivo. Il nostro obiet-

La Pallanuoto Trieste al top ma da matricola punta alla salvezzaDIVI IN VASCA

SOCIETA'CHILAGUIDA

STAFF DIRIGENZIALE

Consiglio Direttivo

Presidente: Enrico Samer

Vice-presidente: Renzo Colautti

Consiglieri: Mario Giamporcaro, Gianfranco Semez

Collegio dei Probiviri

Presidente: Sergio Franco

Membri effettivi: Lorenzo Bevagna, Stelvio Giacomini

Collegio dei Revisori dei conti

Presidente: Maura Busico

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ALTRI sPORT

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tivo resta la salvezza, anche attra-verso i play out. I ragazzi devono ca-pire che le insidie sono soprattutto di natura emotiva. Siamo una squadra molto giovane che deve ragionare in termini molto diversi rispetto allo scorso anno in cui vincemmo tutte le partite. C’è da lavorare per meta-bolizzare al meglio il passaggio ad una categoria superiore tenendo conto che giochiamo in uno dei campionati più difficili e belli al mondo. Per noi è insomma un onore e un onere”.Lei ha dichiarato più volte il suo amore per la città giuliana:“Trieste ha capito la nostra forza travolgente nei mesi scorsi e ci ha seguito con molta passione, con una media di 700 persone ad incontro con punte anche di 1500-1600 per-sone, numeri impensabili per questo sport. Sono sempre stato profonda-mente innamorato di questa città sin da quando ci venivo da atleta e da allenatore e mi considero molto fortunato ad essere stato scelto e confermato dal presidente Enrico Samer. Provengo da Genova che per molti aspetti è simile a Trieste.

Il mare non può mancare nella mia vita”.Come giudica l’organico a sua di-sposizione?“ Ci siamo rinforzati con Marko Elez che è stato finalista di Coppa Cam-pioni con il Rijeka e che rappresen-ta la guida esperta in una posizione chiave di cui avevamo bisogno, e con Grummy Gustavo Guimaraes, un bra-siliano di vent' anni. Il programma della società è di guardare in pro-spettiva, con molti innesti dal settore giovanile, e infatti la nostra campa-gna acquisti non è stata faraonica. Alle spalle ci sono formazioni giovanili interessanti, le Under 20, 17, 15 (con la squadra femminile terza in Italia) e 13, e anche i bambini si avvicinano al nostro sport, affascinati dagli schemi o dalle palombelle dei nostri giocatori. Ci sono le premesse per vedere Trie-ste tra le prime 8-9 principali realtà nazionali ed un futuro senz’altro più che roseo”.Due promozioni, con Trieste una regular season con 21 vittorie in 22 gare e l’accesso alla finale. Qualcu-no la chiama Mago. Lei cosa dice? “Non mi vedo assolutamente in questi termini e resto molto umile. Sono innamorato del mio lavoro, questo sì. Ho la fortuna di fare il lavoro che mi piace e di viverlo anima e cuore, con passione e a trecentosessan-ta gradi in una città che considera noi e i giocatori del basket come i grandi campioni del calcio che qui è quasi morto. Siamo senza dubbio gli sportivi più seguiti e questo ci inor-goglisce. La città ha fame di grandi eventi sportivi e le 1500 presenze di gara-3 lo dimostrano. I nostri va-lori e il nostro modo di concepire lo sport sono molto simili al rugby. Purtroppo c’è una pecca che com-plica un po’ i nostri programmi nella preparazione: sarebbe bello infatti disporre di un impianto tutto nostro. Alla Bruno Bianchi siamo ospiti del

Adesso siamo fra le grandi e vogliamo rimanerci, anche

passando dai play out

centro federale, con la A1 abbia-mo sicuramente più spazi ma siamo condizionati dalle decisioni di altre persone per gli orari e i giorni di allenamento. Inoltre non possiamo svolgere la seduta defatigante la domenica perché la piscina è impegnata. Ogni tanto frequentiamo la piscina di 25 x12 ma è troppo piccola per le nostre esigenze. Potessimo disporre di

uno spazio tutto nostro idoneo, lavoreremmo più sereni”.Chi sono i candidati al titolo?“Nel nostro campionato vince sempre Recco e la finale sarà certamente Lecco-Brescia, con Posillipo Napoli come outsider. Noi senz’altro parteciperemo invece alla final four dei play out per salvarci”. Biancamaria Gonano

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MEMORIAL DOSE ALLA LIBERTAS MARTIGNACCOLa Libertas Vannello volley Martignacco ha vinto la settima edizione del Memorial Andrea Dose per squadre Under 16, istituito in ricordo dell'atleta e allenatore di Gonars, per volere dei genitori Clara e Giuliano. La manifestazione sportiva della Libertas si è disputata nelle palestre di Trivignano Udinese e Gonars e vi hanno partecipato, con la vincitrice Libertas Martignacco, la Libertas Gonars, classificatasi seconda, il Volley Ball Gemona, terzo, ed il Rizzi Volley; quale migliore atleta del torneo è stata premiata Elisa Fabbro, della Libertas Vannello Martignacco. L'evento è stato organizzato e coordinato dal responsabile settore pallavolo della Libertas Mauro Vicedomini e alla cerimonia di premiazione sono intervenuti, tra gli altri, i Sindaci di Gonars Marino del Frate e di Trivignano Udinese Roberto Fedele, il Vice Sindaco di Santa Maria la Longa Fabio Petenà, il Presidente fondatore della Libertas Gonars Carletto Candotto, l'attuale Presidente Silvano Menon e il Presidente Regionale Libertas Bernardino Ceccarelli.

GINNASTICAPioggia di medaglie per il Judo Villanova

■ In terra purliliese, il 14 e 15 novembre il palasport Cornacchia ospiterà il 21° Trofeo nazionale giovanile Libertas "Città di Porcia", organizzato in collaborazione con il locale Judo club. Sabato 14 novembre si confronteranno i tesserati delle categorie Esordienti A e B, mentre la domenica è riservata alle classi preagonisti. Il termine per le preiscrizioni è venerdì 6 novembre all'indirizzo telematico [email protected]. Possono partecipare anche i tesserati Fijlkam..

■ Si susseguono gli impegni agonistici per i ragazzi della polisportiva Villanova Judo Libertas di Pordenone che, dopo il Città del Mosaico e il Trofeo Internazionale di Capodistria,

hanno partecipato al Trofeo Città di Lodi, una trasferta ancora una volta ricca di medaglie. Sono infatti rientrati con l'oro al collo Yasmine Dene, l'argento per Francesco Sanapo, e il bronzo di Nicolae Bologa e Kenny Bedel. Positivi piazzamenti per i compagni di club Axel Andrijczuk (7°), Giovanni Boscaia (idem) e Marvin Bedel (13°). E' stata poi la volta dei giovanissimi (classe 2004) a coprirsi di gloria, scendendo sui tatami del Palasport di casa, impegnati nella quarta tappa del Criterium Giovanissimi. Emma Aldeni è salita sul gradino più alto del podio e Chiara Camilot sul terzo, praticamente un ruggito, considerando che erano al loro debutto agonistico. Non da meno sono stati i più esperti Andrea

Cigalotto, Mattia Menegatti, Samuel Serodine (primi nelle rispettive categorie) e Riccardo Pasut (terzo)..

■ Lo Skorpion Pordenone festeggia l'ingresso di un suo atleta nel già corposo elenco delle cinture nere societarie. Si tratta di Enrico Sartor, protagonista al memorial Tiberi di Spilimbergo. Per il blasonato club pordenonese sono saliti sul tatami anche gli esordienti Carlo Rosso (categoria -40kg, che con due incontri vinti e uno perso si è classificato terzo, nella foto il podio), Anna Zoff (che ha combattuto in una categoria di peso superiore ottenendo un quinto posto) ed Elena De Bortoli. Tra i cadetti si sono registrati la quinta piazza di Ivan Grando e la settima di Giovanni Rosso. Dal gruppone dei più grandi è arrivato il bronzo di Alberto Ciardo.

■ Riparte il Criterium Giovanissimi dopo la pausa estiva ed il Judo Club Tolmezzo porta in gara 17 grintosi judoka. È la prima gara per molti degli atleti tolmezzini ed è andata molto bene. Dal 2004 al 2009 si sono così piazzati: al primo posto Florida Gabriele, Mari Gaia, Dionisio Fabio, Pasqui Francesco, Bonanni Ivan e Conte Sirio. Secondi classificati Concina Dimitri, Marcolini Alessandro, Serli Miguel, Cargnelutti Gabriele, Biscosi Benedetta, De Caneva Aurora, Zinutti Davide e De Ninno Chiara. Medaglia di bronzo per Larcher Ignazio, Gortani Anthony e Cappello Giacomo.Sempre domenica 25 ottobre a Dueville (Vicenza) in gara di Coppa Italia Cadetti valevole per il triveneto, Zarabara Mattia e Lara Mari sono saliti sul podio rispettivamente al 2° e 3° posto.

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■ "Piccoli attrezzi per grandi utilizzi" sarà il tema conduttore della terza giornata annuale di promozione dell’attività sportiva nelle scuole, organizzata per il 5 novembre dal Centro Provinciale e Regionale Libertas e dall’Ufficio Educazione Motoria, Fisica e Sportiva dell’Ufficio VI dell’Ambito Territoriale per la Provincia di Udine coordinato dal prof. Claudio Bardini e che si articolerà in due parti. Nella giornata saranno infatti coinvolti rispettivamente allievi di una scuola per l'infanzia e una primaria ed i laureandi di scienze motorie a Gemona, ai quali parlerà Prof. Francesco Cuzzolin, preparatore fisico della nazionale di basket e massima espressione della preparazione fisica atletica a livello europeo. "Questa ormai tradizionale collaborazione con il mondo scolastico-sportivo della provincia di Udine - ha rilevato il Presidente della Libertas regionale Bernardino Ceccarelli - rientra tra gli scopi cardine dell'Ente di promozione sportiva: quello della formazione, che ci vede attivi nell'organizzazione di corsi, seminari e convegni sia a livello tecnico, sia medico, il cui successo ci sostiene e ci sospinge a proseguire con crescente impegno". Questa iniziativa, rivolta oltre che ai laureandi in scienze motorie, anche ai maestri delle scuole dell’infanzia e

primaria, a docenti di educazione fisica, tecnici, operatori sportivi e preparatori fisici di Friuli Venezia Giulia e Veneto, si avvarrà inoltre della fondamentale collaborazione della docente dell’Istituto Comprensivo di Tavagnacco dott. Gloria Aita, del Corso di Laurea di Scienze Motorie Sportive di Gemona e della dott. Alessia Sergon, esperta nel proporre esercizi e giochi coinvolgenti le giovani popolazioni scolastiche, che in mattinata eseguirà una dimostrazione con gli allievi di Feletto Umberto.Questa parte dell'iniziativa comprenderà anche le riprese di un video didattico che sarà utilizzato nell'ambito di uno specifico seminario già in preparazione per l'inizio del prossimo anno.Nello stesso pomeriggio del 5 novembre a Gemona ci sarà invece l'intervento del prof. Cuzzolin che, alle ore 14.30, nella palestra del D'Aronco si avvarrà anche di dimostrazioni pratiche con giovani studenti. "L'obiettivo, comune a quello della Libertas - ha spiegato il prof. Bardini - è di coinvolgere sempre più giovani, strappandoli alla dilagante sedentarietà e avviandoli alle attività motorie, poiché solo così si compie il primo indispensabile passo che poi può portare anche a svolgere delle attività sportive vere e proprie".

IN BREVE

Terza Giornata Annuale di promozione dello sport

EDUCAZIONE■ È La Delser Basket School domina la gara e si porta a casa la quinta vittoria consecutiva, imponendosi al PalaBenedetti per 64-38 sulla Thermal Basket nella sesta giornata. Un’ennesima conferma dell’ottimo inizio di stagione della formazione udinese che, con la partita di questa sera, si guadagna il suo decimo punto in classifica, facendo intravedere segnali assolutamente positivi. «Prima della partita – commenta Alessandra Mio – eravamo tranquille anche se, non avendo mai incontrato la Thermal Basket prima di oggi, non sapevamo contro chi ci saremmo confrontate. Eravamo a conoscenza del fatto che le nostre avversarie arrivavano da tre vittorie consecutive, ma anche noi, oltre al fattore campo, avevamo alle spalle un ottimo periodo. La partita tutto sommato è risultata semplice perché fin dall’inizio abbiamo trovato un vantaggio cospicuo che poi abbiamo mantenuto fino alla fine. È vero che nel secondo tempo abbiamo avuto un leggero calo che però non ha influenzato più di tanto il proseguo della gara. Sono contenta perché tutte hanno avuto il loro spazio, soprattutto le più giovani che hanno risposto bene alla fiducia data loro. È stata quindi una vittoria collettiva e un segnale positivo per migliorare e affrontare al meglio i prossimi impegni»

■ Il Lions Club Porcia ha donato alla Pattinaggio Libertas Porcia un defibrillatore. Un'apposita serata informativa permetterà di istruire l'associazione sulle metodologie del primo soccorso e sull'uso dell'apparecchiatura salvavita. Alla cerimonia di consegna sono intervenuti Luigi Luca Da Riva (presidente del Lions purliliese) e gli associati della Libertas Porcia, guidati dal massimo dirigente Pierino Gava.

LA DELSER BASKET FA 5 SU 5LIONS AL FIANCO DI PORCIA

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TREMILAITINERARI MTB

a cura di STEFANO OSSO

CroCTaL, BiMoBIS, CS2, A-13 non sono nuovi farmaci contro la depressione ma i fantasiosi nomi dati ai vari progetti per il cicloturismo

nelle Valli del Natisone. La zona è tal-mente bella che Comunità Montana, Provincia, Unione Europea, unione dei Comuni, ognuna per proprio conto, hanno “creato” degli itinerari cicla-

bili che risalgono il fiume a nord di Cividale: peccato solo che in realtà il percorso sia sempre lo stesso, lungo il quale appaiono diverse tabelle e differenti indicazioni per segnalare un’unica via. Lungo l’asta del Nati-sone è inoltre attivo un progetto per la definizione del “Parco Fluviale Transfrontaliero del Natisone” che ha tra i suoi obiettivi anche quello

della valorizzazione cicloturistica della zona. Per scoprirla proponiamo un giro presentato nel 2014 in occasione della prima “Festinparco”, una manife-stazione organizzata proprio per fare conoscere gli scopi del progetto del parco fluviale.L’anello inizia da Cividale e risale il Nati-sone fino a Specognis, all’ultimo ponte stradale sul Natisone in territorio ita-liano, e poi ridiscende praticamente lungo lo stesso itinerario in quanto non ci sono altre alternative, a meno di seguire la trafficata statale 54 “del Friuli”. Il percorso è quasi tutto su strade provinciali, con tre soli tratti di sterrato, ma la bellezza delle zone rende la pedalata comunque affa-scinante.Si parte dalla vecchia stazione di Cividale e, dopo aver attraversato il Natisone sul Ponte del Diavolo, lo risale fino a Ponte San Quirino passando per il Parco della Lesa e la strada dei mulini. Tornati sulla riva destra si continua a costeggiare il fiume lungo la tranquilla provinciale fino a Ponte Tiglio dove un bel tratto di sterrato conduce a Lasiz. Via Cigigolis si arri-va al ponte di Specognis dove si gira la bici e si ripercorre la strada fatta all’andata evitando però lo sterrato di Tarcetta e, una volta giunti a Vernas-

so, rientrando a Cividale attraverso la vecchia cava e l’amena conca di Sanguarzo e Guspergo.Chi volesse allungare un po’ il giro, da Specognis può attraversare il Natiso-ne e da Linder/Loch seguire la stata-le per 2,5 chilometri fino a Stupizza, dove una passerella pedonale consen-te di raggiungere il Villaggio degli Orsi. Quest’ultimo tratto, pur essendo sulla strada statale che conduce al confine, non è molto trafficato ma passa lungo due gallerie artificiali per cui è bene controllare di avere le luci funzionanti.

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DA CIVIDALE A sPECOGNIsRISALENDO LE CICLABILI DEL NATISONE

Fontana a Biacis con Francesco Giuseppe

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Si parte dalla vecchia stazione di Cividale e si passa il ponte del Diavolo. In piazza San Nicolò si seguono le indicazioni per l’ospedale dove inizia il percorso “Anello sud del Natisone” che su un bel-lissimo sterrato arriva fino alla provinciale nei pressi di Purgessimo. Da qui si raggiunge Ponte San Quirino dove si attraversa nuovamente il fiume per poi svoltare a destra, in direzione Vernasso, e seguire la provinciale che costeggia il Nati-sone.

DAL SATELLITETutta la zona è compresa nella mappa escursionistica 1:25.000 edita dalla Tabacco, foglio "041-Cividale e Valli del Natisone".La descrizione completa di cartina e traccia GPX è disponibile

http://www.natisoneinbici.it/?p=2619

La traccia e i dati sono disponibili anche su

INFO UTILIIl percorso è lungo 28,8 km di cui 3,9 su sterrato, ai quali

vanno aggiunti altri 5 km nel caso si voglia raggiungere Stupiz-za. Il dislivello complessivo è di 190 metri senza grossi strappi, a parte una breve salita a Cicigolis. Il tempo di percorrenza è di circa 3 ore ma conviene programmare almeno mezz’ora/un’ora in più per le soste, visto che non mancano le occasioni per fermarsi. Il giro è percorribile in ogni periodo dell’anno an-che se durante l’inverno si può trovare umidità o foschia nella parte alta del percorso; il periodo migliore però è da aprile a ottobre, con possibilità, durante l’estate, di fare un bagno nelle fresche acque del Natisone. Attenzione se ha piovuto nei giorni precedenti perché il tratto in cemento tra Vernasso e la cava si allaga facilmente.

Come cartografia di riferimento c’è la solita Tabacco 1:25.000 (foglio 041 “Valli del Natisone – Cividale del Friuli”) oltre ai ser-vizi online quali OpenStreetMaps, Google Maps, ecc. La scheda dettagliata del percorso, scaricabile in PDF e stampabile su un A4 fronte/retro è su www.natisoneinbici.it/?p=2619 dove c’è anche la possibilità di salvare la traccia in formato GPX da caricare sul GPS.

Lungo il percorso ci sono alcune fontane dove rifornirsi d’acqua (ottima quella del 14º Cavalleggeri di Alessandria, nei pressi di Biacis) ma in ogni casi ci sono innumerevoli locali dove fermarsi a mangiare a bere. Merita comunque una sosta l’Emporium di Cicigolis: un negozio come quelli di una volta dove si può trovare di tutto, dai libri al pane, dai chiodi a una bottiglia di birra fresca!Natis

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COME RAGGIUNGERE CIVIDALE

PERCORSO

Cividale è facilmente raggiungibile in auto (da Udine sono 16 km) oppure in corriera o meglio ancora in treno dove è possibile anche portare la bici. Informazioni su prezzi e orari (c’è pra-ticamente un orario cadenzato) sono disponibili sul sito della Ferrovia Udine–Cividale http://www.ferrovieudinecividale.it/

Fontana dei CavalleggeriTratto verso la cava

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BMW X1

E' stato un vero e proprio fine settimana da record nei due giorni dedicati all’Open Week End della nuova BMW X1: si sono

infatti registrati più di 26mila visita-tori che hanno dimostrato particolare attenzione alle offerte della gamma BMW, che si presenta come una delle più fresche sul mercato, e alla possi-bilità di effettuare i test drive dei nuovi modelli: si sono effettuati 4.250 prove prodotto con il modello di lancio.L’eccezionale attenzione verso la nuova BMW X1 si percepisce anche dai più di 1.200 ordini in fase di prevendita, quindi ottenuti prima dell’Open Week End e prima che si sia potuto vedere e provare la vettura.La nuova X1 rappresenta la seconda generazione di un modello di succes-so, venduto su scala mondiale in oltre 730mila esemplari. Si presenta con il tipico design della scocca dei modelli BMW della Serie X. L’abitacolo della nuova BMW X1 offre nettamente più spazio a passeggeri e bagaglio, in un moderno ambiente premium, ricco di pratiche funzionalità. Grazie ai motori a tre e quattro cilindri dell’ultima gene-razione di propulsori del BMW Group, alla trazione integrale intelligente BMW xDrive ad efficienza ottimizzata e all’as-setto di nuova concezione, è garantito un sensibile aumento della sportività

e del comfort di guida, accompagnato da una riduzione dei valori di consumo di carburante e delle emissioni fino al 17% rispetto ai corrispondenti modelli precedenti.L’eccellente posizione della nuova BMW X1 nel segmento di appartenenza è il risultato, oltre dei migliori valori di dina-mica di guida e di efficienza, anche dei numerosi equipaggiamenti innovativi, caratteristici dei segmenti superiori. Come optional sono disponibili, per esempio, proiettori full-LED, Dynamic Damper Control, BMW Head-Up-Display e il sistema Driving Assistant Plus. È possibile iniziare una nuova avventura a partire da 30.550 euro.Le sue proporzioni robuste, la presen-za muscolosa e l’andamento dinamico delle linee conferiscono alla BMW X1 un’immagine marcata che la identifica immediatamente come appartenente alla famiglia di modelli X di BMW. Nel confronto con il proprio predecessore, è cresciuta in altezza (+53 millimetri), così da migliorare l’abitabilità degli interni. Inoltre, la posizione di seduta nettamente rialzata (anteriore +36 millimetri, posteriore +64 millimetri) ottimizza la vista e l’osservazione del traffico.Nella zona posteriore, lo spazio per le gambe è cresciuto di 37 millimetri con l’equipaggiamento di serie e fino a 66 millimetri con l’optional divanet-

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to posteriore regolabile. Il volume del bagagliaio è di 505 litri, superando il valore del modello precedente di 85 litri. Ripiegando lo schienale del di-vanetto posteriore, divisibile di serie nel rapporto 40:20:40 e, a richiesta, regolabile anche in inclinazione, il vo-lume del bagagliaio è ampliabile fino a 1.550 litri. Per elevare ulteriormente

il livello di versatilità, sono disponibili come optional lo schienale del sedile del passeggero ribaltabile e il divanetto posteriore regolabile di 13 centimetri in direzione longitudinale.Il design degli interni della nuova BMW X1 combina il tipico orientamento verso il guidatore di un cockpit del marchio BMW con tocchi stilistici che accen-tuano il raffinato piacere di guida in un SAV dal moderno ambiente premium. L’equipaggiamento di serie comprende l’impianto di climatizzazione, il sistema audio con interfacce USB e AUX-In, non-ché il sistema di comando iDrive con schermo da 6,5 pollici integrato nella plancia portastrumenti come monitor di bordo separato. Per una maggiore personalizzazione vengono offerti, in alternativa alla dotazione di serie, le varianti Modello Advantage, Modello Sport Line, Modello xLine e Modello M Sport.

Il design degli interni della nuova BMW X1 combina i l tipico orientamento verso il guidatore di un cockpit del marchio BMW con tocchi stil istici che accentuano il raffinato piacere di guida

Un tipico modello BMW della Serie X: proporzioni robuste, elevata versatilità

e caratteristiche premium maturate

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MOTORI

La seconda generazione della BMW X1 (consumo di carburante nel ci-clo combinato: 6,4 – 4,1 litri; emissioni di CO2 nel

ciclo combinato: 149 – 109 g/km) si pone sul mercato con una gamma di motorizzazioni completamente rinnovata. Al lancio sono disponibili due motori a benzina e tre motori diesel a quattro cilindri, tutti ap-partenenti alla nuova famiglia di propulsori del BMW Group, dalla fascia di potenza da 110 kW/150 CV fino a 170 kW/231 CV. I propul-sori saranno abbinati a un cambio manuale a sei rapporti oppure a un cambio Steptronic a otto rap-porti, sviluppati anch’essi ex novo.Nella nuova BMW X1 è stata ot-timizzata anche la trazione inte-grale intelligente xDrive. Grazie alla frizione a lamelle a regola-zione elettro-idraulica, il com-

I propulsori saranno abbinati a un cambio manuale a sei rapporti oppure a un cambio Steptronic a otto rapporti

UNA NUOVA GENERAZIONE DI MOTORI

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MOTORI

patto sistema a peso ottimizza-to dall’esercizio particolarmente efficiente assicura in qualsiasi momento la ripartizione ottimale della coppia motrice tra asse an-teriore ed asse posteriore, in base alla situazione di guida. Nella BMW X1 sDrive20i e nella BMW X1 sDri-ve18d viene montata la trazione anteriore, che si è affermata già nella BMW Serie 2 Active Tourer e nella BMW Serie 2 Gran Tourer e assicura la tipica dinamica di guida del brand.Il cambio generazionale della BMW X1 comporta un grande progresso anche nel campo del collegamento intelligente in rete.

Una novità nell’offerta di BMW ConnectedDrive è il BMW Head-Up-Display che visualizza le in-formazioni più importanti per il guidatore direttamente sul pa-rabrezza, analogamente ai mo-delli più grandi BMW della Serie X. Inoltre, la BMW X1 è equipag-giabile adesso con i sistemi Active Cruise Control con funzione Stop & Go, Lane Departure Warning, assistente di guida in colonna e Approach and Pedestrian War-ning con funzione frenante City, inclusi tutti in Driving Assistant Plus. L’offerta viene completata dall’ultima selezione di app per ampliare le funzioni di comfort, di navigazione e d’infotainment in base alle preferenze personali.

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E’ ARRIVATA LA NUOVA MINI CABRIO!

Nuova edizione della prima e tutt’ora unica Cabriolet premium nel seg-mento delle piccole compatte: la nuova MINI Cabrio dà seguito al cambio generazionale nella gamma

di modelli del tradizionale marchio britannico e regala divertimento di guida a cielo aperto a quattro posti abbinato a qualità ottimizzate a livello di sportività, efficienza, comfort, fun-zionalità, sicurezza, interconnessione, materiali e lavorazione. Il design esterno è inconfondibile: equilibrio

preciso tra eleganza raffinata e sportività. Proporzioni caratteristiche con superfici mu-scolose e silhouette dallo slancio dinamico. Evidente l’interpretazione moderna dei classici stilemi di design MINI con proiettori circolari e luci posteriori avvolti da cornici cromate, griglia del radiatore esagonale, cornice nera della scocca, elementi tipici degli indicatori direzionali. Decisamente pregiata la capote in stoffa con meccanismo automatico di apertura e chiusura e funzione di tetto scorrevole. Innovativo l’azio-

namento, per la prima volta completamente elettrico, e molto silenzioso. Le dimensioni della nuova MINI Cabrio sono cresciute rispetto al modello precedente di 98 millimetri in lunghez-za, di 44 millimetri in larghezza e di 1 millimetro in altezza; il passo è allungato di 28 millimetri, la carreggiata allargata, sull’anteriore di 42 millimetri, sul posteriore si 34 millimetri. Au-mentati anche i comfort degli interni in tutti i quattro posti: nuovi sedili anteriori dal campo di regolazione ampliato, mentre per i passeg-geri della zona posteriore, è ora garantito un

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Il design esterno è inconfondibile: equil ibrio preciso tra eleganza raffinata e sportività. Proporzioni caratteristiche con superfici muscolose e silhouette dallo slancio dinamico.

E’ ARRIVATA LA NUOVA MINI CABRIO!

accesso comodo e una superficie di seduta allungata. Inoltre, il volume del bagagliaio è stato ampliato del 25% circa, fino a 215 litri a capote chiusa e a 160 litri a capote aperta. L’equipaggiamento di serie include lo schienale del divanetto posteriore ribaltabile separata-mente, apertura di carico passante ampliata e funzione Easy-Load. Caratteristico il design degli interni, con cockpit a struttura orizzontale, unità di visualizzazione, bocchette di aerazione e pannelli interni del-le porte dalla sagoma circolare o ellissoidale,

completati da sofisticati abbinamenti cromatici e mix di materiali. Al lancio la nuova MINI Ca-brio sarà disponibile in tre varianti di modello (consumo di carburante nel ciclo combinato: 6,0 – 3,8 l/100 km; emissioni di CO2 nel ciclo combinato: 139 – 100 g/km), tutti dotati di una nuova generazione di motori con tecnologia MINI TwinPower Turbo; motore tre cilindri a benzina da 100 kW/136 CV nella MINI Cooper Cabrio, motore quattro cilindri a benzina da 141 kW/192 CV nella MINI Cooper S Cabrio, motore tre cilindri diesel da 85 kW/116 CV nella

MINI Cooper D Cabrio. Per quanto concerne la trasmissione, è di serie il cambio manuale a sei rapporti, mentre come optional è previsto il cambio Steptronic a sei rapporti. Per la MINI Cooper S Cabrio è previsto anche il cambio Steptronic sportivo a sei rapporti con paddles al volante. Grazie alla tecnica di assetto dalla taratura speciale, in combinazione con la car-reggiata larga e il passo lungo, è garantito il tipico go kart-feeling di MINI. L’asse anteriore McPherson e l’asse posteriore multilink hanno una rigidità incrementata e un peso alleggerito.

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Il Crosstourer 2016, ora con omologazione Euro4, è una moto progettata per tra-smettere al pilota la sen-sazione che non ci sia nulla

di impossibile: nessun viaggio è troppo lungo o troppo impegnati-vo, nessuna strada o superficie è proibitiva. Un contributo decisivo a questa percezione di grande sicurezza arriva dal motore V4 Honda da 1.237 cc, configurato in declinazione ‘Adventure Sports Touring’ per offrire grande po-tenza e coppia inarrestabile.La configurazione V4 Honda è compatta sia in senso longitu-dinale che trasversale, riduce la sezione frontale ed è determi-nante per la centralizzazione del

baricentro e la massimizzazione della maneggevolezza. Il moto-re si distingue per la bancata posteriore con i cilindri ravvici-nati, in modo da massimizzare la snellezza della zona mediana della moto. Parallelamente, le testate sfruttano la tecnologia Unicam Honda, derivata dalle vincenti monocilindriche CRF della gamma motocross. Questo sistema di distribuzione impiega una configurazione monoalbero a camme in testa che riduce le dimensioni e il peso delle testate dei cilindri, ottimizzando la forma della camera di combustione a vantaggio delle prestazioni. La versione con cambio tradizionale dispone di frizione con sistema

antisaltellamento. Il motore V4 del Crosstourer ha un angolo di 76° fra a le due bancate e l’albero a gomiti con fasatura dei perni di 28°, quindi a scoppi irregola-ri, per eliminare le vibrazioni e fornire una favolosa erogazione di coppia e potenza. Con questa configurazione non è necessa-rio un contralbero antivibrazioni, che avrebbe assorbito potenza, mentre è garantita un’erogazione fluida e una spinta eccezionale a qualsiasi regime. Un motore infa-ticabile, dolce nell’uso quotidiano e grintoso quando serve, capace di percorrere migliaia di chilome-tri tutti d’un fiato lasciando al pilota solo un immenso piacere di guida.

L'alimentazione è ad iniezione elettronica Honda PGM-FI, con corpi farfallati da 44mm e co-mando del gas 'Throttle-by-wire'. I valori di potenza e coppia sono al top della categoria, con 95 kW (129,2 CV) a 7.750 giri/min e 126 Nm a 6.500 giri/min.Il Crosstourer è dotato del con-trollo di stabilità 'Honda Selecta-ble Torque Control' (HSTC), impo-stabile su 3 livelli di intervento e disattivabile. Il sistema monitora costantemente la velocità del-la ruota anteriore e posteriore nonché vari parametri del mo-tore e la posizione delle valvole a farfalla. Quando rileva variazioni che potrebbero implicare un'im-minente slittamento della ruota

NUOVO V4 PER HONDA CROssTOURER 2016

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MOTORI

ORA CON CAMBIO SEQUENZIALEA DOPPIA FRIZIONE DCT

Il cambio Honda DCT esalta i l piacere di guidaperché offre sia le sensazioni tipiche del cambio manualesia quattro modalità totalmente automatiche.

motrice la potenza del motore viene momentaneamente ridotta combinando l'azione dell'iniezione con la modulazione delle valvole a farfalla attraverso il sistema 'Throttle-By-Wire. Mano a mano che si riduce la differenza tra la velocità della ruota anteriore e di quella posteriore, il sistema passa alla sola modulazione delle val-vole a farfalla. Ciò garantisce un controllo della trazione uniforme ed equilibrato, senza tagli dell'ac-censione che disturberebbero l'efficacia della guida.Le modalità di funzionamento sono 3, dalla più conservativa per i fondi bagnati e a scarsa aderenza alla meno restrittiva per i percorsi offroad. La moda-lità intermedia è adatta a tutti gli altri utilizzi su fondi regolari e asciutti. La modalità in uso è segnalata tramite indicatore digi-tale sul cruscotto e il sistema può come sempre essere facilmente disinserito tramite l'apposito ta-sto sul fianco del cupolino.

Il cambio a doppia frizione DCT (Dual Clutch Transmission) è stato introdotto da Honda per la prima volta su una motocicletta nel 2010 sul VFR1200F, la “road sport” ad altissime prestazioni con motore V4 da 173

CV. Successivamente, con l’arrivo della serie NC (nelle versioni X, S ed Integra), è stato sviluppato il cambio DCT di seconda generazione, più com-patto per via del motore di minore cilindrata. Il gradimento del pubblico europeo per questa sensazionale tecnologia, precedentemente pre-rogativa del solo mondo auto con le costosissime supercar di fascia premium, è stato tale che dalla sua nascita oltre il 50% delle moto Honda offerte in questa variante sono state acquistate appunto con cambio DCT.Il cambio Honda DCT esalta il piacere di guida perché offre sia le sensazioni tipiche del cambio manuale sia quattro modalità totalmente auto-matiche. Il sistema sfrutta due frizioni coassiali: una per le partenze e quindi per la 1^, 3^ e 5^ marcia, l’altra per la 2^, 4^ e 6^ marcia. Presele-zionando la marcia successiva tramite la frizione non in uso, il sistema è in grado di innestare elettronicamente e in modo istantaneo le marce garantendo un cambio di rapporto sempre ra-pido, fluido e senza interruzione dell’erogazione.

Queste qualità rendono la guida piacevolissima in ogni situazione, e particolarmente conforte-vole quando si viaggia con il passeggero. Le tre modalità del cambio Honda DCT offrono tutta la flessibilità necessaria per assecondare i diversi stili di guida e per affrontare ogni percorso. La modalità Manuale (MT) permette di cambiare marcia agendo sulle apposite palette al manubrio, lasciando al pilota la scelta sul momento più opportuno per cambiare marcia, proprio come avverrebbe su una moto con tradizionale cambio manuale. La modalità automatica (AT) è disponi-bile in quattro funzionalità. Drive (D) è ideale per le andature turistiche, per i percorsi cittadini o le percorrenze autostradali, ed enfatizza inoltre l’efficienza nell'uso del carburante. Sul rinnovato modello 2016 la modalità Sport (S) si articola su 3 livelli, ‘S1’, ‘S2’ ed ‘S3’, in ognuno dei quali, e in modo crescente, il motore sale maggiormente di giri prima di cambiare, e scala marcia con anticipo quando si rallenta, per un maggior freno motore.Inoltre, sia in modalità D che nelle tre modalità S, è sempre possibile un intervento manuale se ritenuto necessario: è sufficiente agire sulle palette al manubrio della modalità MT. Il ritorno alla modalità automatica avviene al momento opportuno, per lasciare al pilota la libertà di

affrontare una particolare situazione di guida, come un sorpasso o un tornante, nella marcia che preferisce, offrendogli al tempo stesso la comodità del ripristino della modalità automa-tica con cui stava procedendo.Ma non basta. La centralina di gestione è ora in grado di ricono-scere la pendenza ed adattare i regimi di cambio marcia sia in salita che in discesa, fornendo così sempre la spinta più adeguata o il necessario freno motore.Come sempre, nella modalità "D", il sistema DCT rileva lo stile di guida del pilota e, in particolari condizioni, come per un sorpasso o semplice-mente per un “prurito” sportivo, autoinstalla una mappatura intermedia dalla risposta più brillante, per disinserirla autonomamente appena il comportamento di guida si normalizza.I vantaggi del cambio Honda DCT sono innumere-voli e innegabili. La gestione elettronica impedisce qualsiasi errore delle cambiate, ottimizza il regi-me di giri e massimizza l’efficienza dei consumi, inoltre aumenta durata e affidabilità del motore, in quanto le due frizioni lavorano alternativa-mente dimezzandone di fatto il deterioramento. Ecco perché il pubblico lo ha apprezzato fin da subito determinando il successo commerciale dei modelli che ne sono equipaggiati.

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sPECIALE “AUTO E MOTO D’EPOCA 2015”SALONI

La novità 2015 è che l’Italia ha, di nuovo, un appuntamento leader nel mondo dell ’auto contemporanea. “Auto

e Moto d’epoca”, andato in sce-na a Padova a fine ottobre, è divenuto il punto di riferimen-to per Case automobilistiche e appassionati con un’offerta d’anteprime e partecipanti as-solutamente unica nel panora-ma nazionale. Quest’anno - spiegano gli orga-nizzatori - è arrivato il punto di svolta per la manifestazione di-venuta, in trent’anni di succes-si, la prima fiera in Europa nel settore dell’Heritage. Con il 2015, infatti, l’auto moderna entra ad Auto e Moto d’Epoca a ranghi

completi. La fiera è divenuta la vetrina privilegiata per le an-teprime nazionali e i restyling presentati – a livello globale – al Salone di Francoforte”. “Da una parte, perciò, si è avu-to il meglio dell’Heritage, colle-zionisti e club storici da tutta Europa. Dall’altro, la panoramica sul presente e il futuro dell’auto con i nuovi modelli di oltre venti Case automobilistiche. Il punto di raccordo è stato la tradizio-ne che racchiude il carattere identitario e la riconoscibilità di ogni singolo Marchio. Tra questi figurano Abarth, Alfa Romeo, Citroen, DS, Maserati, Peugeot e Porsche”.La svolta nasce dall’intuizione di Mario Carlo Baccaglini, che da

MOTORIsPORT

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sPECIALE “AUTO E MOTO D’EPOCA 2015”

30 anni con Intermeeting orga-nizza AME: “L’Heritage è garan-zia di qualità e il più importante veicolo di promozione per l’auto contemporanea. Sottolineare la discendenza e la tradizione di un modello, associando pas-sato e presente, è divenuto un elemento centrale nelle cam-pagne pubblicitarie come nella partecipazione ai più importanti saloni internazionali”.“La forza dell’auto – aggiunge Baccaglini – si gioca sulla pas-sione che suscita nelle persone. Una fiera dell’auto, per avere successo, deve essere costru-ita attorno a questa passione , offrendo qualità, tradizione e futuro in un colpo d’occhio che riporti il mondo dell’auto alla sua

unità fondamentale”. Contenu-ti, anteprime, auto uniche, club storici, espositori internazionali e la grande tradizione dei moto-ri: questi gli ingredienti che han-no fatto il successo dell’edizione 2015 di “Auto e Moto d’Epoca”, per stupire ed emozionare in un evento dedicato all’auto, alla passione a tutto tondo e al fu-turo dei motori.

sPORTMOTORI

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Ha concluso con una sonante vitto-ria il pilota triestino Mitja Emili nel Trofeo Nazionale Michelin Power GP pur avendo, dalla penultima prova del Campionato, la certez-

za matematica della testa della classifica. Al Circuito del Mugello infatti il portacolori del Moto Club Trieste e della Scuderia Tecnobike aveva cominciato la gara in sella alla Honda 600 mantenendosi in quinta posizione per controllare, senza correre rischi, la gara che si stava svolgendo sul bagnato. Avendo scelto

gomme da asciutto ed essendo poi migliora-te le condizioni della pista, Emili non ha avto diffocoltà a riagguantare progressivamente la testa della corsa, scatenando spettaco-larmente tutta la potenza del quattro cilindri derivato di serie. Cinque vittorie e un podio su sei gare, conquistati nella stagione tra il Mugello, Vallelunga e Misano, gli hanno dunque valso ancora un alloro di prestigio nei trofei nazionali di Marca, competizioni in cui il cen-tauro di Prosecco è un autentico specialista e uno stimato esperto. Campione Europeo con

le 600 SS nel 2007, Emili ha conquistato, nelle ultime stagioni, il Trofeo Nazionale Kawaski 600, il Trofeo Nazionale Honda 600 e ora il prestigioso “Michelin”.La soddisfazione raccolta dalla scuderia ro-magnola Tecnobike, induce a puntare ancora più in alto nel prossimo futuro, affrontando Campionati Internazionali di primo livello che fin’ora, a causa dei costi elevatissimi, hanno precluso ad un pilota esperto e combattivo come Emilj gli scenari che gli sarebbero più consoni.

ANCORA UN TROFEOPER MITJA EMILI

FinaledistagionedaincorniciareperilpilotatriestinoportacoloridelMotoClubTriesteedellaScuderiaTecnobike

TRIONFO TRICOLORE PER ALESSANDRO BATTIGA Borno il giovane giuliano è riuscito nell’impresa di laurearsi campione agli Assoluti d’Italia di Enduro.

Alla fine ce l’ha fatta , e con un buon margine, Alessandro Battig a vin-cere gli Assoluti d’Italia di Enduro nella sua categoria ,la 250 (E1), con la Honda Red Moto-Zanardo.A Borno, in provincia di Brescia, si sono svolte le due ultime prove delle nove previste dal durissimo calenda-rio. Durissimo anche perchè Battig ha partecipato a tutto il Campiona-to Mondiale, in questo caso tra gli Juniores, concludendolo al quarto posto, grazie ai due magnifici se-condi posti guadagnati al gran Prix di Francia solo due settimane fa. Se non fosse stato per due ritiri per guasto tra le quattordici prove , il giovane pilota del Moto Club Trieste avrebbe conquistato anche il podio iridato.Tornando all ’epilogo italiano di Borno, Battig ha finito la prima giornata, quella di sabato, al terzo posto, mantenendo però ancora un

buon vantaggio sui rivali più vicini in classifica, Albergoni e Manzi. La giornata successiva, Battig è riusci-to a “spingere” fino ad aggiudicarsi la gran parte dell 11 prove speciali previste nel grande giro prealpi-no e a conquistare il titolo italiano con grande merito. A soli 23 anni, è questo il terzo titolo italiano che il giovane può vantare, dopo i due vinti – il primo a sedici anni – nel Moto-cross, classe 250, e senza contare i quattro vinti da “ minicentauro”. Un

talento, oltre che figlio d’arte. Agli Assoluti d’Italia si sono distinti altri piloti regionali: Maurizio Micheluz, nella categoria di Battig, termina al quinto posto riportando al suo attivo alcune performances vincenti in varie prove speciali; anche nel Mondiale l’avianese delle Fiamme Oro è stato autore di ottime prove. Brillantissimo il manzanese Lorenzo Macoritto, secondo negli Junior un-der 18. A Borno si è conclusa anche la Coppa Italia di Enduro nella quale un altro pilota del “Trieste” ha cen-trato la vittoria: si tratta di Alberto Cicalò, primo assoluto e vincitore della classe Senior.Per il club triestino la stagione delle specialità fuoristrada si è arricchita anche con le affermazioni di Marco Massarotti, vincitore del Trofeo Te-stori (Enduro under 18), e di Marino Fontanot, neo Campione Italiano di Trial d’ Epoca, classe 125.

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sPORTMOTORI

Alla sua seconda edizione l’ “Adria-tico Master Show” di Portogruaro (Ve) ha confermato le attese, e si e’ dimostrato l’appuntamento più importante dei motori della zona

del Gruarese.La gara del riuscitissimo “DCC 2015 Downtown City Circuits” con caratteristiche da Motor Show, disputata nella giornata di domenica, ha infatti raccolto l’adesione di un nutrito gruppo di drivers tra i piu affermati e plu-ridecorati del Nord Italia, che si sono sfidati all’interno di un circuito asfaltato di 1.4km chilometri di lunghezza, ricavato all’interno del Centro Commerciale Adriatico 2.Oltre all’alto livello qualitativo dei partecipanti la manifestazione, con autovetture che dif-ficilmente si riescono a vedere ultimamente anche in più blasonate competizioni del set-tore, la manifestazione è stata un vero pro-prio successo di pubblico, che sfruttando un weekend baciato dal sole, ha molto apprez-zato l’avvincente formula della competizione che, prevedeva 2 auto all’interno del circuito, che si sfidavano in avvincente inseguimento ad eliminazione diretta, che ha assicurato continue sorprese e colpi di scena favoriti dall’alto livello tecnico dei partecipanti. Ad aprire le danze come apripista di livello, 2 dei migliori driver DRIFT d’Italia, Paolo Iuri, Massi Nascetti, che hanno reso fin da subito l’atmosfera elettrizzante.

A conquistare la vittoria e a salire sul più alto gradino del podio, allestito nell’inedita location di piazza Marcello d’Olivo, è stato il pluridecorato driver Udinese Luca Vicario su Peugeot 206 WRC coadiuvato alle note da Stefano Doneddu, che ha messo subito in chiaro dall’inizio che era sua intenzione migliorare il 2’ posto dello scorso anno. Nella doppia manche di Finale ha regolato un altro driver friulano il manzanese Luca Beltrame su Peugeot 207 S2000, che fin dalla vigilia era considerato un possibile outsider.Al 3’ posto un pilota locale molto aggressivo, quale e’ Fabio Nosella, che sulla sua Clio Wil-liams Cup, ha davvero insidiato fino all’ultimo in semifinale il vincitore, vincendo anche una delle 2 manche, ma che per soli poci decimi

di secondo, non lo ha visto riuscire a quali-ficarsi alla Finale, chiudendo in 3° posizione assoluta. 4° il giovane Mattia De Cecco su Citroen DS3 R5, che per soli 3 decimi di se-condo ha fallito l’ingresso in finale. Semifinali, che sono state rese davvero entusiasmanti, dall’incredibile livellamento di prestazioni, con manche che si sono risolte per davvero manciate di centesimi, e che il pubblico ha applaudito calorosamente, dando un caloroso tributo finale ai protagonisti assoluti di una splendida giornata di sport.Continuando con la Top Ten, ha concluso 5’ un bravissimo Alberto Feragotto su Peugeot 206 S1600,che precede Mirko Carraro ottimo 6° su Renault Clio N3, che dimostra di esser particolarmente capace a sfruttare il suo mezzo in queste occasioni. Al 7′ posto e 1° di Under 26 Drigo Manuel coadiuvato da Cala-bretta Paolo su Peugeot 106 Gruppo A6, e all’8° posto un combattivo Andrea Cassan su Renault Clio Cup e splendido 9° Grassi Athos su Peugeot 106 N2. Chiude 10° e conferma le sue attitudini corsaiole, con la piccola Twingo R2 di casa Renault Andrea Paviotti.Una manifestazione perfettamente organiz-zata, con un altissimo livello di sicurezza e notevole livello tecnico dall’ASD Piloti Terra affiliata CSEN che in collaborazione con Park Rally Test e RS Promotion, hanno ricavato un circuito spettacolare dall’incredibile colpo d’occhio.

Nella doppia manche di Finale ha regolato un altro driver friulano il manzanese Luca Beltrame su Peugeot 207 S2000, che fin dalla vigilia era considerato un possibile outsider.

LUCA VICARIOVINCE L’ADRIATIC MASTER SHOW

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MOTORI

Ben150pilotiprovenientidaltriveneto,abattagliaresultracciatodicinquechilometri,pianeggianteconunmistoditerraesabbia

condiversipassaggitecnicietrattiveloci.

Quattro ore di spet-taco lo a l l ' Enduro Country città di Li-gnano Sabbiadoro Memorial Alessandro

Morsanutto, gara andata in sce-na nella città balneare domenica 18 Ottobre. Divertito il pubblico a bordo tracciato nella zona del Luna Park, che ha assistito ad un'avvincente gara di enduro Country di quattro ore a coppie e Marathon, con 150 piloti prove-nienti dal triveneto, a battagliare sul tracciato di cinque chilome-tri, pianeggiante con un misto di terra e sabbia con diversi

passaggi tecnici e tratti veloci, un percorso di gara disegnato per essere ancora più guidato rispetto alle passate edizioni. An-che quest'anno accesa sfida tra piloti di enduro e crossisti, che hanno animato la competizione lignanese. Una giornata di gara illuminata dalla classe di Perfi-lippo Bertuzzo pilota quest'an-no impegnato in alcune gare del mondiale motocross nella classe regina la MX1. Il pilota di Caorle su una Yamaha 250 4 tempi in coppia con Diego Pederiva, uno specialista dell'Enduro Country in sella ad una Honda, ha domi-

nato la gara friulana, di quattro ore a coppie valida per il trofeo di specialità. Al secondo posto, staccati di 2 minuti e 15, auto-ri di una efficace rimonta nella seconda parte di gara, gli alfieri del Motoclub Albatros Andrea Cescon e Marco Della Libera en-trambi su Honda. Completano il podio al terzo posto Mauro Me-landri e Matteo Zoppas, coppia inossidabile su Ktm a 2 minuti e 34 secondi, davanti a tutti nella classe Oltre. Il trevigiano Guer-rino Zanardo trionfa nella Ma-rathon, la gara di quattro ore in solitaria, Matteo Mario e Nicola

Corradin del Motoclub Bibione, quarti assoluti, primeggiano nella classe Unica. Bertuzzo e Pederiva oltre a trionfare nella classifica assoluta, portano a casa anche la vittoria in classe E1. Dopo il successo organizzativo degli assoluti d'Italia di Enduro a feb-braio, il Motoclub Sabbiadoro, si riconferma su alti livelli. Ora si attende l'uscita dei calendari na-zionali, per la certezza di rivedere a febbraio il Campionato Italiano assoluti d'Italia, con la spiaggia di Lignano di nuovo sotto i riflettori, con tanti campioni mondiali di enduro che ritorneranno in Friuli.

BERTUZZO E PEDERIVA SUPER ALL’ENDURO COUNTRY DI LIGNANO

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MOTORI

FEDERICO LIBERVINCE LA CIVIDALE-CASTELMONTE

Liber precede il secondo classificato Enrico Zandonà (Reynard), staccandolo di ben 14 secondi, e Alessandro Tinaburri (Gloria), terzo con un tempo complessivo di 6:49.82.

Federico Liber, il forte pilota di Capri-no Veronese, vince la 38sima edizione della Cividale – Castelmonte. Il driver veronese, a bordo di una Gloria C8P EVO, ha fatto fermare il cronometro

a 6:29.70, frutto di due salite guidate con preci-sione e regolarità (1a manche in 3:14.45, seconda in 3:15.25). Liber, già vincitore a Cividale nel 2013, precede il secondo classificato Enrico Zandonà (Reynard), staccandolo di ben 14 secondi, e Ales-sandro Tinaburri (Gloria), terzo con un tempo complessivo di 6:49.82. Ai margini del podio si piazzano l'udinese Stefano Gazziero (6:45.05) su Osella FA30 e l'austriaco Karl Schagerl (VW Golf Rallye TFSI-R ) in 6:49.82. Tra le auto storiche si aggiudica il gradino più alto del podio Uberto Bonucci (Osella Pa 9/90) in 6:57.89, un tempo notevole che gli avrebbe permesso di finire nono tra le auto moderne. Precede il cividalese Rino Muradore (7:49.75) , molto veloce sin dalle prove di ieri su Ford Escort RS; chiude terzo l'austriaco Gerald Glinzner su Porsche 911 Carrera (7:55.84). La cronoscalata, illuminata per tutta la giornata

dal sole autunnale, non è stata caratterizzata da molte interruzioni e le salite si sono alternate con ritmo regolare, permettendo di chiudere la gara già a metà pomeriggio. Ottimo il lavoro della Scuderia Red White e di tutti i volontari che le gravitano attorno, con la cronoscalata che ha vissuto il suo momento finale presso il piazzale del Santuario di Castelmonte, dove le autorità locali hanno consegnato ai piloti vittoriosi il meritato trofeo, tra gli applausi e le consuete bottiglie di spumante. Ottimo l'afflusso di pubblico sul per-corso ed il riscontro di chi ha seguito la diretta della gara sulla fan page della Scuderia Red White. www.facebook.com/cividalecastelmontehillclimb) e sul sito www.scuderiaredwhite.com (sul quale sono disponibili tutte le classifiche finali), con migliaia di contatti a testimoniare l'interesse per questa storica cronoscalata Tantissime emozioni sportive, il volto sorridente dei tanti premiati e gli applausi del folto pubblico lungo il tracciato rappresentano il giusto epilogo della 38^ edizione della Cividale – Castelmonte, che anche quest'anno ha proposto un grande spettacolo fatto di motori e di amicizia.

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MOTORGALLERYsPORT

MCLAREN 570SLamcLaren570Sèlunga456cm,larga210ealta120.Ilpesocomplessivoèdi1.313kg,chevengonospintidaunmotore8cilindriaVdi3.799cc,condueturbo,capacedierogare570CVa7.400girieunacoppiamassimadi600Nmnell’arcodiregimida5.000a6.500giri.

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MOTORGALLERYsPORT

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MANNI AUTOMOBILI,LO SPECIALISTA DELL’USATO

Da quasi mezzo secolo è uno dei principali

rivenditori di auto usate in

provincia di Udine

da una scarsa cultura di fondo in questo senso”.

- In genere gli utenti di quale fascia d’età si rivolgono a voi per l’acqui-sto? E chi vi affida la propria auto per poterla vendere?“Una buona percentuale di neopaten-tati decide di acquistare una macchi-na da noi. Ma la nostra clientela varia dallo studente, appunto, al pensionato. Diversamente da chi invece pensa sia il momento di cambiare auto, magari in occasione dell’arrivo di un bambino o di un passaggio da uno stile di vita a un altro: si parla di persone di età compresa fra i 30 e i 45 anni”.

- Solitamente quanto tempo hanno invece le vetture con cui avete a che fare?“Nel parco auto ne troviamo di mol-to recenti o con qualche anno in più: grosso modo l’anno di immatricola-zione va dal 2004 al 2014”.

- Spesso per l’acquisto di un’auto nuova il cliente ha le idee sufficien-temente chiare. Funziona così anche per quanto riguarda l’usato?“Si, solitamente si ha già un’idea di ciò che serve. Si conoscono le proprie esigenze: quanti chilometri di norma si percorrono, di che tipo di auto si necessita”.

- Si può dire che il mercato dell’usa-to abbia più fortuna oggi o in pas-sato?“Dopo la crisi economica il valore dell’usato è sicuramente aumentato, è avvenuto un notevole cambiamento. Fino a non troppo tempo fa un’auto di dieci anni andava in rottamazio-ne; oggi l’usato fa sicuramente più strada.”

- I veicoli a km 0 sono maggior-mente richiesti rispetto a un usato classico?“Acquistando un’auto a km 0 si abbat-tono alcuni costi aggiuntivi; proprio per questo attrae la clientela. Ma succede anche molto spesso che la differenza con un nuovo sia minima: ogni casa automobilistica infatti lancia una differente campagna a favore del nuovo”.

Massimo Gaudino

Per qualcuno può essere un rito entrare in un’auto appena uscita dalla fab-brica, lucida e intonsa, e sentire nell’abitacolo il

tipico odore di interni nuovi. Magari è l’automobile che aveva adocchiato da un po’ e non vede l’ora di averla nel proprio garage. Ma c’è anche chi rinuncia senza alcun problema a tutto ciò preferendo di gran lunga il piacere di lasciare il concessionario con un’automobile comunque molto recente e dall’ottimo aspetto, facen-do la gioia del proprio portafoglio. È quasi trascorso mezzo secolo da quando uno dei maggiori rivenditori di auto principalmente usate della provincia, Manni Automobili, apriva i battenti. Con il venditore Giorgio Mrakic abbiamo indagato sul suc-cesso dell’azienda.

- Manni automobili” è un rivendito-re multimarca. Ma qual è il marchio più richiesto?

“Le italiane vanno per la maggiore: Fiat, Lancia, Alfa Romeo. Ovviamente si vendono anche auto di case este-re, ma in minor misura”.

- Quali sono i motivi che spingo-no la clientela all’acquisto di un usato?“Il risparmio è senz’altro la prima motivazione. Volendo fare subito un esempio: un’Alfa Mito del 2012 viene a costare 8900€, mentre nuova la si pagherebbe più del doppio. Nel bisogno di un ridimensionamento dei costi, l’acquisto di una vettura di seconda mano è assolutamente vantaggioso: una bella automobile a un prezzo sicuramente abbordabile. Ritengo che spesso l’usato venga sottovalutato da molte persone, le quali si lasciano a volte impressio-nare da un chilometraggio piutto-sto alto, ad esempio; se si tratta di un veicolo diesel il problema è di scarsissima importanza. Credo che queste preoccupazioni siano dettate

MOTORI

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MOTORI

MEM è un bar/ristorante dove puoi com-perare oppure è un negozio dove puoi mangiare; girala o guardala come vuoi la sostanza non cambia! MEM è un locale dove puoi mangiare quattro cose fatte bene, bere una birra o un bicchiere di buon vino ed acquistare quello che ti sta intorno: il tavolo dove stai mangiando, la sedia sulla quale sei seduto, il quadro che vedi appeso alla parete, l’oggettistica esposta, il mo-dernariato che ti circonda, il lampadario che ti illumina... insomma, è in vendita tutto ciò che stai guardando! Fare affari, se ti piacciono le cose originali, stravaganti ed introvabili non sarà diffi cile!

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FLASH NEWS

ALLESTIMENTO COUNTRY PER SUZUKI CELERIO

Con il nuovo allestimento Country, Suzuki Celerio diventa una versatile citycar con la quale affrontare tutte le sfide del traffico quotidiano: dinamismo, com-fort e look distintivo in soli 3,6 metri

di lunghezza, con cambio manuale o automatico robotizzato AGS. Con nuova Celerio Country si amplia la gamma della city car Suzuki: questa versione propone dettagli che, oltre a sottolineare le linee alte e la versatilità d’uso, proteggono la carrozzeria dai piccoli urti cittadini. Cerchi in lega da 14” Black con profilature Silver, passaruota maggiorati, Cross Band laterali, spoiler frontale e montanti laterali Black, impreziosiscono le sue forme sottolineando un look che si ispira ai crossover compatti. Nuova Celerio Country è disponibile con il propulsore 1.0 tre cilindri (K10B) capace di 68 CV di potenza e 90 Nm di coppia.

TOYOTA AL sALONE DELL’AUTO DI TOKYOIl Salone di Tokyo 2015 ha aperto ufficialmente i battenti il 28 ottobre e Toyota ha stupito con tutte le novità che la vedranno impegnata sul fronte dell’ibrido, con la premiere giapponese della nuova Prius e il Cross over CH-R concept di prossima produzione, sul fronte della tecnologia sportiva, con la premiere mondiale del Toyota S-FR concept, il prototipo delle Sports car Toyota, facili e divertenti da guidare. Protagonista indiscusso l’idrogeno, con la premiere mondiale della Energy car Toyota FCV

plus, in grado di trasformare questa risorsa in una sorgente di energia stabile, da utilizzare tra le mura domestiche. A sorprendere i visitatori anche la KIKAI, in premiere mondiale, prototipo dalla forma innovativa e creativa, realizzato per enfatizzare il fascino di un’automobile caratterizzata da maestria artigianale e sensazione del movimento. Non solo auto per Toyota al Salone di Tokyo. In premiere mondiale è stato infatti esposto il Kirobo Mini, il robot spaziale che comunica con gli esseri umani, regalando nuove emozioni e sorrisi.

FORD sEMPRE PIU’ VICINA ALL’AMBIENTEFord ha ricevuto il rating più elevato possibile, ‘A’, per la gestione delle risorse idriche in tutto il mondo. Le politiche di management dell’Ovale Blu nel campo della sostenibilità ambientale rispetto all’utilizzo di acqua sono state analizzate e valutate dall’agenzia indi-pendente CDP, che ha inserito Ford nell’elenco delle aziende globali virtuose, solo 8 sulle oltre 400 prese in considera-zione, che hanno ottenuto il rating più elevato. L’acqua, storicamente consi-derata relativamente accessi-bile, è invece oggi una risorsa da considerare limitata e i cui costi continuano a crescere. Dal 2000 al 2014, Ford ha tagliato del 62% l’utilizzo di acqua negli impianti in tutto il mondo, per un risparmio di oltre 35 miliardi di litri, raggiungendo gli obiettivi di sostenibilità idrica con 2 anni di anticipo.

LANCIA E sMUTNIAKUNITI PER IL NEPALIn occasione della X edizione della Festa del Cinema di Roma, Lancia è stata main sponsor, insieme a Cinecittà Studios, della serata di beneficenza "Insieme per il Nepal", andata in scena venerdì 23 ottobre. L'evento di raccolta fondi, nato per iniziativa di Désirée Colapietro Petrini, è stato realizzato a sostegno dell'Associazione Pietro Taricone Onlus fondata da Kasia Smutniak: l'attrice di origine polacca, italiana di adozione, dal 2011 è impegnata in prima persona nella costruzione e nella gestione di una scuola nel Mustang per accogliere i bambini nepalesi.

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FLASH NEWS

Grande performance per i due equipaggi del team di Faedis in gara alla quinta edi-zione del Rally Porta

del Gargano disputatosi a Man-fredonia nel week end appena trascorso. Alla gara pugliese RB Motorsport ha schierato due Ford Fiesta R5 per gli equipaggi Azzarone-Paglione e Rizzello-Fiorito che già sulla carta era-no tra i papabili candidati ad un posto sul podio. Ed infatti questo pronostico si è subito rivelato veritiero, con i due piloti subito inseriti nelle prime tre posizioni assolute già a partire dalle pri-me due prove speciali del sabato sera. Nella seconda giornata di

gara la classifica si delineava con il primo assoluto, un forte driver locale che allungava di poco ma costantemente il suo vantag-gio, mentre era guerra aperta in casa RB per aggiudicarsi la seconda piazza assoluta. Rizzello e Azzarone, compiendo una gran gara con le performanti Fiesta R5, hanno siglato tempi molto vicini tra loro, rendendo incerto fino all’ultimo quale fosse il desti-no dei due gradini del podio rima-nenti a disposizione. Al termine della gara Rizzello conquistava definitivamente il secondo posto, distaccando di pochi secondi un ottimo Azzarone che giungeva terzo con un buon distacco sul quarto assoluto.

RB MOTORsPORT PROTAGONISTA AL RALLY PORTA DEL GARGANO

GARANZIA 9+ PER LE PORSCHE TRA I 9 E I 13 ANNI

ROMEO FERRARIS SPLENDE AL RALLY DI SPAGNASplendida trasferta in Spagna per i due equipaggi di Romeo Ferraris-ACI Team Italia formati da Fabio Andolfi, con Simone Scattolin, e Damiano De Tommaso, navigato da Massimiliano Bosi.I giovani leoni di ACI Team Italia sulle Peugeot 208 Romeo Ferraris si sono messi in evidenza in Catalogna dispu-tando una gara splendida. Fabio An-dolfi, in coppia con Simone Scattolin ha dominato tra le RC 4 chiudendo la sua gara 20° assoluto e terzo di Wrc

3; mentre Damiano De Tommaso alle note di Massimiliano Bosi ha terminato 24° assoluto, riuscendo ad ottenere il 2° posto di RC 4 e 5° di Wrc 3, dopo un'ultima tappa davvero strepitosa . «E’ stata davvero una grande presta-zione quella dei nostri ragazzi in questo Rally di Catalogna – ha commentato Claudio Bortoletto – in una gara dove hanno fatto vedere delle cose fanta-stiche. Sono davvero contento e sod-disfatto per come hanno guidato, sia Andolfi che De Tommaso hanno fatto appieno il loro dovere ».

Mrc Sport di Brugnera al 33esimo Rally Due Valli con l’equipaggio formato dal driver Gianmario Micheloni e dal navigatore Stefano Sabai-ni, che hanno gareggiato a bordo di una Peugeot 106 A5.

La gara, a cui era iscrit-to l'equipaggio liventino, era valida per il Trofeo Rally Na-zionale, ed ha avuto inizio alle 20:00 del venerdì sera, con la prova speciale “ Tor-ricelle ” lunga 2,62 chilometri e disegnata sulle colline adiacenti a Verona. Nella gior-nata di sabato le vetture iscritte al Trofeo Rally Nazionale hanno ricalcato lo stesso percorso, disegnato per la gara valida per il

Campionato Italiano Rally, percorrendo, per due volte ciascuna, le prove speciali situate

sulle colline della provincia veronese: la “ Porcara ” ( 2 – 6 ), la “ Ca' del Diaolo ” ( 3 – 7 ), la “ Badia Calavena ” ( 4 – 8 ) e la “ Marcemigo ” ( 5 – 9 ), per un totale di 111,30 chilometri di prove cronometrate. La compe-tizione è poi terminata la sera stessa sul palco si-tuato, per l’occasione, nella

scenografica cornice di Castelvecchio, a Verona. L’equipaggio Micheloni – Sabaini, che ha difeso i colori blu arancio della scuderia, si è, purtroppo, ritirato durante la seconda prova speciale del sabato mattina.

Garanzia 9+ è il programma di garanzia proposto in esclusiva solo da Porsche Italia per la propria clientela Porsche Boxster (986 e 987), 911 (996 e 997), Cayman (987) e Cayenne (9PA) di età compresa tra 9 e 13 anni e meno di 200 mila chilometri, che abbiano superato i 45 controlli svolti in modo scrupoloso dai tecnici Porsche Service sulle principali componen-

ti del motore, cambio e trasmissione, oltre che su tutti gli organi attinenti alla sicurezza. Controlli che sono ne-cessari per accedere al programma di copertura.La Garanzia 9+, la cui durata è di 12 mesi indipendentemente dalla per-correnza chilometrica nel periodo di validità, rappresenta inoltre un importante segnale di cura verso i clienti proprietari di questi modelli: la copertura infatti offre protezione dagli eventuali costi di riparazione che dovessero rendersi necessari sulle componenti principali del veicolo quali motore, cambio e trasmissione.

VERONA AGRODOLCE PER MRC SPORT

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