n° 10 TremilaSport 20 05 2015

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TUTTO LO SPORT DEL FRIULI VENEZIA GIULIA A 360 GRADI 10|15 magazine www.tremilasport.com 20|05|2015 ULTIMA SPIAGGIA AL VIA SABATO I PLAY-OUT PER I RAMARRI PAG 6 pag 46 MARCO E GIADA, PASS PER TALLINN ATLETICA MUSSOLETTO, L ' UOMO DEI MIRACOLI pag 14 PERSONAGGIO ENZO CAINERO, PROFESSIONE MANAGER pag 42

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Lega Pro – Pordenone, sfruttiamo il fattore Bottecchia Eccellenza – Birtig: “Bisogna crederci, rimonta possibile” Promozione – Buonocore: “Salvezza contro ogni scommessa” Prima categoria – Mussoletto, ecco il miracle man di Aviano Carnico – Il punto in casa Villa e Il Castello Basket – Marinelli e Malignani nella finale del Torneo Cernich Atletica – Marco e Giada, pass per Tallin Personaggi – Enzo Cainero, professione manager Le Belle di Tremila Sport – Gabriella Natale Gli Itinerari – Alla scoperta di San Bartolomeo a Vernasso

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RICOMI NCIAMO

T U T T O L O S P O R T D E L F R I U L I V E N E Z I A G I U L I A A 3 6 0 G R A D I

10|15magazine

w w w. t r e m i l a s p o r t . c o m2 0 | 0 5 | 2 0 1 5

ULTIMA SPIAGGIA

AL VIA SABATO I PLAY-OUT

PER I RAMARRIPAG 6

pag 46

MARCO E GIADA, PASS PER TALLINN

ATLETICA

MUSSOLETTO, L'UOMO DEI MIRACOLIpag 14

PERSONAGGIO

ENZO CAINERO, PROFESSIONE MANAGERpag 42

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SOMMARIO

CALC

IO

8

24-25 UDINESE

6 LEGAPRO

7 SERIED

8-9 ECCELLENZA

10-13 PROMOZIONE

14-15 PRIMACATEGORIA

16 SECONDACATEGORIA

17 TERZACATEGORIA

18-19 GIOVANILI

20-21 CARNICO

22 CALCIOA5

23 FEMMINILE

36-37 BASKET

38-40 VOLLEY

41-47 ALTRISPORT

28

Le belle di Tremila Sport:Gabriella Natale

GIANLUCA BIRTIGIlCjarlinsMuzanesigiocatuttonelritornoconlaVaresina.Iltecnico:«Comunquevadasaràunsuccesso»

RUBRICHE26-27 AMARCORD

31-34 LEBELLEDITREMILASPORT

30 NONSOLOSPORT

48-49 MONDOLIBERTAS

50-51 GLIITINERARIDITREMILASPORT

ILNOSTROEVENTO

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EDITORIALE

RICOMINCIAMO

T U T T O L O S P O R T D E L F R I U L I V E N E Z I A G I U L I A A 3 6 0 G R A D I

10|15magazine

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ULTIMA SPIAGGIA

AL VIA SABATO I PLAY-OUT

PER I RAMARRIPAG 6

pag 46

MARCO E GIADA, PASS PER TALLINN

ATLETICA

MUSSOLETTO, L'UOMO DEI MIRACOLIpag 14

PERSONAGGIO

ENZO CAINERO, PROFESSIONE MANAGERpag 42

magazine

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DIRETTORE RESPONSABILE Edi FabrisVICEDIRETTORE Massimo MuzzinEDITORE MEDIATREMILA EDIZIONI srl Viale Palmanova 146 - 33100 Udine Tel. 0432. 33 30 893 [email protected]

Registrazione Tribunale Udine n. 38/07 del 19.11.2007Responsabile trattamento dati (D.LGS. 30-6-2003 N. 196) Edi Fabris

Questo numero è stato chiuso in redazione mercoledì 20 maggio 2015.

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REDAZIONEViale Palmanova 146 - 33100 Udine Tel. 0432. 33 30 [email protected] www.mondoudinese.com

Mondo UdineseQUOTIDIANO D’OPINIONE BIANCONERA

LA RADIO UFFICIALE DELL’UDINESE CALCIO

vIDEOrEgIONETELEPOrDENONE

10| 15

DIZ IONI

MediaTremila EdizioniViale Palmanova 146 - UdineTel. 0432. 33 30 893 [email protected]

Il DirettoreEdi Fabris

Per il Pordenone è giunta, con i faticosamente conquistati play out, l'ultima occasione per rimanere in LegaPro, categoria di rispetto confacente all'antico blasone del club neroverde. Ha pagato lo scotto del noviziato, la società del presidente Lovisa,

che da esperto praticante del mondo del pallone, dove si è distinto a suo tempo anche come giocatore, ha voltato e rivoltato il calzino fino ad arrivare al salvatore della patria Fabio Rossitto. Ed ecco evitata la retrocessione diretta, ma sabato al Bottecchia i neroverdi dovranno vedersela con un'altra illustre decaduta, il Monza, nella prima delle due gare-salvezza. Un in bocca al lupo ai ramarri, da parte del calcio regionale, va dato con calore, anche perchè la loro permanenza in categoria significherebbe avere ancora un'altra squadra, oltre all'Udinese, nel calcio professionistico, e non è poco. Noi lo facciamo dedicando la nostra copertina ad un Maracchi esultante e beneaugurante. Ma non solo di calcio parla la nostra rivista, con i personaggi ad assumere una parte rilevante. Ecco allora l'uomo di sport Enzo Cainero a parlare della sua professione di project manager di livello internazionale, mentre ai giovani atleti Marco Bortolato e Giada Carmassi è dedicato il doppio servizio dedicato ai freschi record che hanno valso loro il pass per i campionati Europei del prossimo luglio a Tallinn, in Estonia. I campioni in tutti gli sport non mancano, in Regione, e nel nostro evento Top Tremila del prossimo 4 giugno al Centro benessere Aquarius di Magnano in Riviera ne vedremo sfilare in gran numero: date un'occhiata all'interno alla prima presentazione della nostra manifestazione per rendervene conto e invogliarvi a farci visita. E sempre a proposito di campioni, simpatico l'amarcord del giornalista Piero Micoli, che ripropone a distanza di trent'anni la propria esperienza professionale al seguito dell'Udinese di Zico e di altri bei nomi bianconeri in un calcio degli anni '80 dal volto umano. Un magazine, insomma, ancora una volta da gustare.

Pordenone,daccidentro,importantelatuasalvezza

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LEGAPROCALCIO

SFRUTTIAMO IL FATTORE BOTTECCHIA

VERSO I PLAY-OUT

FedericoMaracchi,matchwinnercontrol’Albinoleffe,puntasullagarad’andataperaffondareilMonzaneiplay-out

Aver avuto un solo risultato utile ci ha

dato la giusta spinta

“FEDERICO MARACCHI

Immaginate una gara sui 100 metri. Blocchi di partenza. Ready. Set. Go. Colpo di pisto-la e via. Ma parti male, non c'è grip, scivoli subito. Inizio

orribile, arranchi, resti indietro, mentre davanti a te gli avversari guadagnano metri e ti staccano. Ti rialzi a fatica e non resta che in-seguire. Corri, corri, corri più che puoi, ma più vai avanti più lo spa-zio per recuperare diminuisce. 50 metri. A metà percorso ti danno per spacciato. Sei troppo lontano, è praticamente impossibile. Invece tiri fuori l'orgoglio, il cuore, gli attri-buti. E parte lo sprint finale. Ormai lo vedi, ci sei quasi, il traguardo è lì, ad un passo, ed hai raggiunto i tuoi avversari. Ultimi metri. Senti il fiato dei rivali. Allunghi il busto con uno slancio dove c'è tutto te stesso e, al fotofinish, compi il miracolo. La rincorsa del Pordenone si è conclu-sa una settimana fa nello scontro con l'Albinoleffe: una meravigliosa rimonta, tanto incredibile quanto inaspettata, una volata chiusasi col sorpasso all'ultimo respiro e con la conquista del penultimo posto che permetterà agli uomini di su-per Rossitto di giocarsi ai playout la permanenza in Lega Pro. Perché il calcio regala emozioni anche alla rovescia. E, a raccontarcele oggi, è l'uomo dei gol decisivi, di quelli che pesano. L'eroe del 10 maggio: Fede-rico Maracchi. - Diciamolo: il tuo gol più impor-tante.«Ho goduto come un pazzo. Una cornice spettacolare, con tutti i nostri tifosi a sostenerci. Stupen-do. Avere avuto un solo risultato a disposizione ci ha aiutato: abbiamo fatto un primo tempo da paura! Peccato per il mio palo e le due occasioni di Bjelanović: avremmo potuto chiudere la prima frazione con un netto e meritato vantaggio. Nel secondo tempo poi ho trovato il gol ed abbiamo gestito arretrando il baricentro. Pochi rischi e risultato raggiunto».

un vantaggio. Le statistiche parla-no chiaro. I playout poi sono sem-pre un'incognita, può succedere di tutto. Servirà massima attenzione soprattutto nei minuti finali». - Avresti preferito un Lumezzane o una Pro Patria?«Ci sarebbero tante considerazio-ni da fare. Il Monza arriva in una situazione societaria non esaltante e il girone di ritorno non è stato eccezionale. A questo punto però un avversario vale l'altro: penso che dobbiamo guardare solo noi, che arriviamo lanciati. Il nostro ap-proccio sarà l'unico fattore deter-minante. Se giochiamo come l'ultima partita, davanti può esserci Lumez-zane, Pro Patria o Monza: non cam-bia nulla». Luca Feole

- Il fattore mentale è stato de-terminante…«Noi avevamo uno spirito diverso rispetto all'AlbinoLeffe e si è visto sin da subito. Il loro atteggiamento un po' mi ha sorpreso, te lo confes-so. Queste partite però sono sem-pre particolari: loro un po' impauriti, un po' troppo chiusi a livello tattico e noi con la nostra voglia di impre-sa. Abbiamo meritato la vittoria».- L'avevamo già detto a marzo: sei l'uomo del "last second". In tanti pensano che è giusto abbia segnato tu questo gol fondamen-tale…«Sì mi è andata bene spesso nei finali di stagione. Dopo la decisione che ho preso in gennaio (rifiutata la B, ndr) i tifosi si sono legati molto a me. Sono rimasto per aiutare la

squadra e toglierci grandi soddisfa-zioni: ho sempre cercato di dare il massimo e so che tutti hanno per-cepito il mio impegno. Inoltre il gol mi mancava da un po' e ci tenevo parecchio a tornare sul tabellino dei marcatori: è arrivato nel mo-mento migliore, meglio di così non poteva andare».- Ora playout. Arriva il Monza. Con loro due sconfitte per 1-0 in cam-pionato.«Il Pordenone dell'andata è comple-tamente diverso da quello del ritor-no. Siamo cresciuti, siamo più forti. Nel primo scontro avevamo fatto una discreta prestazione, nel se-condo invece è emerso quel nostro problema sulle partite in trasferta: per questo penso che sabato, al Bottecchia, dovremmo prenderci

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SERIED

L'UNIONE SI GIOCA TUTTO CONTRO IL DRO

QUI TRIESTINA

L'ennesimocambioinpanchinahavistoilritornodiFerazzoliallaguidadeglialabardati.OraèvietatofallireinTrentino,vistaanchelavalangaditifosigiulianialseguito

Si sta avvicinando ineso-rabilmente la scaden-za senza appello per la Triestina, ossia la fati-dica data di domenica

24 maggio. Un giorno assoluta-mente decisivo per l'Unione, che disputerà lo spareggio play-out in Trentino contro il Dro.Sarà una partita secca, senza appello di alcun genere: chi perde retrocede in Eccellenza.

Lo sanno bene i tifosi giulia-ni che, tanto per non perdere l'immarcescibile fede, stanno preparando scrupolosamente la madre di tutte le trasferte. L'atmosfera è bollente e tra la tifoseria serpeggia malumore in quantità industriale, concretiz-zato in maniera inequivocabile nell'ultima assemblea stante la fatidica decisione di ritirare il marchio della squadra a decor-rere dal 25 maggio. Il provve-dimento sensazionale è stato adottato all'unanimità dal Centro di coordinamento Triestina Club, detentore del marchio.

Questo la dice lunga sulla si-tuazione e sull'umore della tifo-seria nei confronti del presidente Pontrelli e ha sancito in maniera inequivocabile il forte strappo che serpeggia ormai senza ap-pello nei confronti dello stesso.

Pontrelli viene fortemente contestato sia per la cattiva gestione della società che per il tourbillon quasi inarrestabile di allenatori che si sono avvicendati al capezzale dell'Unione nell'ar-co della stagione, servito a ben poco, visto il fallimentare cam-pionato condotto dalla squadra giuliana.

Decisamente troppi quattro mister, nell'ordine Lotti, Ferraz-zolli, Gagliardi, nuovamente Lotti (per pochissimi giorni) ed infine nuovamente Ferrazzoli, una gi-randola capace di far girare la testa a chiunque.

Degli allenatori citati, soltan-to Ferrazzoli gode della fiducia quasi incondizionata dei tifosi e questo lo sa molto bene il pre-sidente Pontrelli, che lo ha fret-tolosamente richiamato, a furor di popolo, per affidargli nuova-mente la guida della squadra e il compito fondamentale di conqui-stare la salvezza nell'infuocato play-out che attende la Triestina in Trentino.

Nella vigilia dell'impegno senza paracadute, va però segnalata pure una nota lieta. Il Dro ha messo a disposizione della tifo-

seria giuliana ben 500 biglietti, in pratica l'intera capienza del piccolissimo stadio della squadra trentina. La società lo ha fatto ben consapevole della scarsa af-fluenza dei suoi tifosi e del suo poco attaccamento alla squadra.

In pratica un grosso aiuto alla Triestina che, domenica pros-sima, giocherà praticamente in casa sotto la spinta dei suoi ammirevoli tifosi, una grossa spinta in più per mantenere la categoria, di per sè già alquan-to stretta per una squadra dal blasone prestigioso e di grande

tradizione come la compagine alabardata.

Dal canto suo i giuliani stanno preparando la gara lontano da Trieste, in ritiro in Romagna, ben distanti dalle polemiche e dal cli-ma infuocato che regna sovrano nel capoluogo regionale.

La serenità e la calma di poter preparare il match senza pres-sioni dovrebbe costituire una buona dose di fiducia nelle teste e nelle gambe degli alabardati che nei play-out dovranno dare tutto, anche l'anima! Riccardo Gregori

DENTRO O FUORI La Triestina, dopo l'ennesimo cambio di allenatore, si gioca la salvezza nella tana del Dro. (Foto B360Images)

TremilaSport+ | 20 05 2015 | 07

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8 | 08 04 2015 | TremilaSport+

CALCIOPRIMACATEGORIA

Il Cjarlins è stata la destinazione ottimale. è la squadra più simile

per mentalità al mio Tamai

CJARLINS, NON TUTTO È PERDUTO

GIANLUCA BIRTIG«Serve una mentalità vincente e propositiva, a prescindere da chi si ha di fronte»

LA S

CHED

A

ROCCIANato a Udine il 31 marzo 1967, Gianluca Birtig ha iniziato nella Primavera dell'Udinese esordendo però in prima squadra con il Pordenone in C2. Successivamente ha vestito le maglie di Novara, Siracusa, Pro Gorizia e soprattutto Triestina, di cui è stato una bandiera. Ha chiuso la carriera da calciatore nel 2008 al Pordenone. Da allenatore è stato per sei anni al Tamai e dalla scorsa estate è al CjarlinsMuzane.

Secondi in classifica nel campionato di Eccel-lenza dietro solo alla corazzata dell’UFM, il Cjarlins Muzane si è guadagnato il diritto di giocarsi la possibilità di approdare in Serie D passando per la porta dei play-off nazio-

nali. Mister Gianluca Birtig si presenta all’appendice più importante della stagione dovendo affrontare la Varesina, già vincitrice sul Verbano nel play-off del girone A della Lombardia, in doppia sfida: l’andata in quel di Varese si è conclusa con il risultato di 3-1, quindi tutto si deciderà domenica prossima, il 24 maggio, in Friuli, quando la formazione allenata da Spilli è attesa a Carlino per la gara di ritorno. Il Cjarlins Muzane si giocherà tutto dovendo buttare il cuore oltre all’osta-colo e puntando alla grande rimonta, ma è certo che ci sarà da sudare.Per gli arancioblu del presidente Vincenzo Zanutta sono giorni di fermento e trepidazione perché alle porte del club sta bussando un sogno vero e proprio: dovesse la formazione di Birtig avere la meglio sulla Varesina, passerebbe alla finale Nazionale che, sempre con formula di andata e ritorno, sancirà definitivamente

chi si aggiudicherà il pass valido per giocare il prossimo anno in Serie D.Dopo un passato importante da cal-ciatore professionista, Gianluca Birtig ha deciso di saltare la staccionata e di andare a sedersi in panchina per intraprendere la via di una nuova e stimolante carriera: per lui sei anni alla guida del Tamai e ora, alla sua prima stagione da tecnico del Cjarlins Muzane, si ritrova con merito e gran soddisfazione a sentire il profumo della Serie D.Nato il 31 marzo del 1967, l’ex difen-sore centrale di Triestina e Porde-none, ci racconta entrambe le sue vite, quella di calciatore e quella di allenatore: «Da calciatore ho acca-rezzato il calcio vero arrivando a un passo dalla Serie A: con la Triestina di patron Berti ho giocato in C1, C2 e anche in Serie B, disputando i quar-ti di finale di Coppa Italia contro la Roma. La mia carriera da calciatore è iniziata nelle giovanili dell’Udinese ed è passata attraverso i campi di Pordenone per due volte, Trieste per sette anni e ancora per due volte, e poi Novara, Siracusa, Mestre in C2, Tamai, Gorizia, Manzano, Monfalcone e infine al Pordenone del presidente Lovisa. Qui ho appeso gli scarpini al

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ECCELLENZACALCIO

chiodo nella stagione 2007-2008 ottenendo la Pro-mozione in Serie D con la stessa maglia con cui la mia storia era iniziata tanti anni prima».«Cosa particolare - riferisce Birtig ripensando al pas-sato -, è che per me, il calcio vero, era finito già prima che lo cominciassi: nella Primavera dell’Udinese mi allenavo con un certo Zico, l’unico e ultimo vero campione del calcio, sia per le sue doti calcistiche che per quelle umane. Un fuoriclasse di altri tempi e di un’umiltà unica. Quando lui ha appeso gli scarpini al chiodo, io ho iniziato la mia carriera da professionista».«Quando chiusi col calcio giocato, il Tamai mi chiamò subito a guidare la squadra. Non ci ho pensato su e si è creato un connubio che è durato sei anni, sei anni belli e intensi. Tuttavia c’è un inizio e una fine per tutte le cose e anche quell’esperienza è volta al termine, senza lasciare amarezze o rimpianti per una fine non troppo entusiasmante. Allora avevo deciso che non mi sarei proposto a nessuno e di lasciare che le cose andassero da sé: proprio in quel momento mi ha cercato il Cjarlins Muzane, la realtà più bella, devo dire, fra tutte quelle che avrebbero potuto interessarsi a me. Una realtà pulita e un ambiente sereno, composta da gente genuina e guidata da un ottimo presidente. In questo senso molto simile a ciò che era anche a Tamai».E ora quella Serie D tanto sognata bisogna giocarsela in casa nel ritorno con la Varesina, in una gara che vale un’intera stagione: «Se pensiamo che l’anno scorso la squadra si era salvata all’ultima giornata, essere arrivati a questo punto, per noi, è già una gran sod-disfazione. Merito della società che ha voluto crescere e del gran lavoro operato dai dirigenti e da patron Zanutta. Adesso ci giocheremo il tutto per tutto e non sarà certo facile: in partenza eravamo comunque al 50 e 50 e nessuna delle due formazioni partiva favorita sulla carta. La Varesina è un ottima squadra e lo ha ampiamente dimostrato, viene da quattro promozioni di fila e un perché sicuramente ci sarà; stanno bene fisicamente e hanno buona tecnica. Inoltre conosco bene mister Spilli, una punta che ha giocato con me a Trieste nel 1996-97, così come conosco il loro bomber, Pizzini, che segnava al Kras quando io allenavo il Tamai».

«Noi - spiega Birtig - sul campo, non speculeremo: abbiamo una nostra chiara identità di gioco e non penseremo troppo a far calcoli. Non ci disponiamo sul campo a seconda delle caratteristiche degli avversari ma facciamo sempre la nostra partita indipendentemente da chi ci troviamo davanti. Il mio credo calcistico è basato su un’idea costruttiva di gioco, nella quale i ragazzi si devono abituare a pensare senza rimanere soffocati dagli schemi: un calcio in cui il pallone gira molto e in fretta, e votato al bel gioco».L’atteggiamento di Birtig sul futuro, rispecchiando la sua filosofia di vita, assume i tratti della leggerezza e del fatalismo, il tecnico non si fa certo dominare dall’an-sia o dalle eccessive aspettative: «Se guardo avanti è chiaro che vorrei centrare la Serie D, ma in genere preferisco non fare troppi programmi. Forse sono un po’ fuori dagli schemi ma penso a divertirmi e sto nel mondo del calcio per pura passione. Comunque andranno a finire questi play-off, io sarò contento di ciò che la mia squadra ha saputo fare fin qui, poi, se in estate ci saranno ancora i presupposti per rima-nere, allora rimarrò più che volentieri. Anche perché la famiglia è il mio primo impegno e non ho nessuna intenzione di allenare troppo lontano da casa». (e.b.)

Una formazione del CjarlinsMuzane che sta provando a dare l'assalto alla Serie D

BOMBERIl gol di Filippo Fabbro

all'Ufm: il momento più alto, fin qui, della stagione degli

orange in Eccellenza.

Al di là della Serie D e dei play-off, mister Gianluca Birtig è impegnato in un’importante iniziativa benefica promossa dal LavarianMortean: «Mercoledì 3 giungo alle ore 19.00, sul campo di Mortegliano, si terrà la partita in favore del Comitato Marangone che opera in favore dei malati di SLA del Friuli Venezia Giulia. Si sfideranno le rappresentative composte dalle ‘Stelle Bianconere’ (allenate da mister Giacomini) e delle ‘All Stars Amici di Stefano’ (allenate da mister Tesser), una squadra formata da una selezione di Glorie Alabardate: non mancheranno giocatori del calibro di Handanovic, Stankovic, Poggi, Bertotto, Felipe, Balbo, e solo per citare qualche nome». «Al termine ci sarà un asta di beneficenza con cimeli di calciatori, fra maglie e scarpini, autografate dagli stessi campioni. Tutto il ricavato verrà devoluto al Comitato Marangone. In più saremo, e meglio sarà. La reputo un’occasione importante per divertirsi e fare al tempo stesso qualcosa di bello per chi è stato più sfortunato».

TORNEO OPEN E DERBY PRO STEFANO MARANGONE

TremilaSport+ | 20 05 2015 | 09

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CALCIOPROMOZIONE

A inizio anno sembrava tutto per-duto per il Sesto Bagnarola: un punto in sette partite, ultima po-sizione di classifica e morale sotto ai tacchi, ai tacchetti. Poi la svolta,

la rincorsa, la scalata fino al quartultimo posto e il miracolo, concretizzatosi defini-tivamente il 10 maggio nella gara di play-out contro la Reanese. Avversari sconfitti per 2-1 dopo i tempi supplementari e, per la squadra di Sesto al Reghena obiettivo salvezza centrato.Chi ha segnato? Semplice, il numero 9: Gu-stavo Buonocore. Parliamo di una bandiera vera e propria di questo club, di cui è il cuore e l’anima, e contro la Reanese, per un’altra volta ancora, ne ha dato tangibile dimostrazione siglando il gol dell’1 a 1.Una stagione dunque iniziata male, poi la svolta dopo la settima giornata, quando mister Silvano Neri, ex Teor e Lignano, è succeduto a Giuseppe Geremia con un Sesto ultimo in classifica con un solo punto: quindi la sfida contro il Flumignano vinta 3-0 ed ecco materializzarsi, dopo otto giornate, i primi tre punti.Ma è lo stesso Buonocore a raccontarci

meglio come sono andate le cose: “Dopo poche partite già sem-brava tutto perduto, nessuno avrebbe scommesso un euro su di noi e sulla nostra salvezza e invece alla fine ce l’abbiamo fatta, seppur con più fatica di quanto avessimo previsto: la svolta è av-venuta dopo il cambio del mister, anche se quel momento è coin-ciso con l’inizio di un periodo per me piuttosto complicato e con la mia peggiore stagione calcistica di sempre”.“Ho avuto qualche screzio con mister Neri sin dal principio, motivo per cui, per scelta tecni-ca, non ho giocato fino a marzo, tre mesi di inattività completa. In effetti non stavo attraversando un bel momento, ero sottotono sia fisicamente che mentalmente, ma poi non siamo più riusciti a imbastire un relazione per lungo tempo. I rapporti sono stati tesi, è vero, ma ciò che più conta è che tutto si sia risolto e che ab-biamo goduto del lieto fine: dopo il gol che ho messo a segno nel play-out contro la Reanese c’è stato fra noi un bell’abbraccio, penso voglia dire molto. Per me una rivincita dal punto di vista personale, ma anche molta sod-disfazione per aver ricambiato la fiducia del mister guadagnata con fatica durante l’anno”.

Con mister Neri ho avuto screzi all'inizio e sono rimasto fuori tre mesi

LA S

CHED

A

Da 11 anni Gustavo Buonocore è il bomber del Sesto Bagnarola. La salvezza di quest'anno è passata ancora per i suoi gol

BANDIERAGustavo Buonocore è nato a Pordenone il 24 luglio 1984, vive a Porcia e da undici anni è in forze ai blues del presidente Daniele Gerolin. Ha iniziato a giocare a calcio nel Don Bosco, passando poi per le giovanili di Fontanafredda e Sanvitese, con la quale ha esordito in prima squadra. Nel suo palmares anche il titolo di Promozione conseguito con l’Azzanese di Stefano De Agostini, prima di approdare al Sesto Bagnarola.

BOMBERCon un sogno nel cassetto: giocare almeno un anno assieme al fratello Mirko, punto di forza del Ceolini. (Foto Rossetto)

CONTROOGNI SCOMMESSA

10 | 20 05 2015 | TremilaSport+

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PROMOZIONECALCIO

“Ci tengo invece a spezzare una lancia in favore di mister Geremia - sottolinea Buonocore -, che purtroppo si è trova-to ad allenare il Sesto Bagnarola in un momento particolarmente difficile. È stato con noi solo sette partite ma posso assicurare di aver visto pochi allenatori preparati quanto lui. Il problema è che Sesto è una squadra che ha bisogno di essere spronata, è un ambiente molto giovane che necessita di stimoli e sol-lecitazioni continue, mentre Geremia è persona taciturna e pacata. In questo mister Neri è decisamente più simile a Mauro Azzalini che ci ha portato in Pro-mozione: decisamente una persona fuori dagli schemi. Ho di lui un bellissimo ricordo, un gran personaggio in senso assoluto”.“Il campionato di Prima Categoria - confida Buonocore - l’abbiamo vinto praticamente solo per e grazie a lui: non penso che sarebbe stato possibile con nessun altro al posto suo. E l’anno dopo, ossia la stagione scorsa, al primo di Pro-mozione e sempre con Azzalini in panchina, abbiamo ottenuto un altro gran risultato riuscendo a salvarci. Portava in campo e nello spogliatoio una grinta pazzesca, era capace di momenti di goliardia incredibili per poi sapersi dimostrare di una serietà e di una professionalità uniche”.Nel passato di Buonocore, la trafila delle giovanili tra Fontanafredda e Sanvitese, l’esordio in prima squadra i Fraticelli in Serie D e successivamente il passaggio all’Azzanese di Stefano De Agostini, con la quale ha vinto il campionato di Pro-mozione. Da allora solo Sesto Bagnarola. “Mi sono definitivamente fermato al Se-sto Bagnarola perché qui ho trovato un ambiente eccezionale, non ho più sentito il bisogno d’altro. E oltre all’ambiente ho trovato anche e soprattutto una persona eccezionale: parlo di Franco Danelon, DS al

tempo del mio arrivo e ora dirigente del club. Un uomo di una disponibilità senza pari a cui sono davvero molto attaccato e riconoscente; ha fatto molto per me così come per tutto l’ambiente Sesto”.“In 11 anni con la maglia blu numero 9 - prosegue Buonocore - ho vissuto molteplici esperienze, momenti indelebili come la vittoria del campionato di due anni fa e la salita in Promozione, così come momenti di scoramento: nel 2008 ho subito un grave infortunio alla spalla che si pensava non mi avrebbe più per-messo di rientrare. Sono stato fermo un anno ma con la tenacia e stringendo i denti ce l’ho fatta, riuscendo in seguito anche a giocare la mia migliore stagione di sempre, quella appunto della vittoria del campionato di Prima Categoria di cui sono stato il capocannoniere con 17 reti senza rigori”.Parecchie ombre, però, sul suo futuro in riva al Reghena: “È probabile che questo possa essere stato il mio ultimo anno qui: ho appena comprato casa a Porcia, gli impegni di lavoro e quelli famigliari, con due bimbi piccoli a casa, mi tengono molto occupato e il campo è a trenta chi-lometri di distanza. A tal proposito voglio ringraziare Enrica, la mia compagna, a cui sono immensamente grato per avermi supportato e sopportato e per il modo in cui l’ha sempre fatto. Di dove andrò non ne ho ancora idea, come sempre si deciderà tutto in estate, quando mi confronterò con la società. Poi sceglierò in base a chi si farà sentire. Un sogno nel cassetto? Vorrei riuscire a giocare almeno un anno, prima di concludere la carriera, con mio fratello Mirko, ora in forza al Ceolini. È cosa che ci diciamo da sempre e che mai siamo riusciti a realizzare. Ma prima o poi…”. Elia Bianco

Mauro Azzalini, ex tecnico del Sesto, ha lasciato un segno la carriera di Buonocore.

Impresa riuscita all'Union Pasiano, fresco di promozione dopo il successo per 3-0 contro Maniagolibero. Un cammino strepitoso, quello dei roosoblù, soprattutto se si pensa al pessimo inizio di stagione. Decisivo il tecnico Giulio Francomartin che con una buona dose di pugno di ferro, è riuscito a rimettere in carreggiata la squadra portandola ad essere la prima tra le squadre umane, considerando il Casarsa formazione di altra categoria già in partenza. La sua conferma è arrivata direttamente dal presidente dell'Union Pasiano, Michele Bonotto nel dopopartita della sfida di domenica, e ora si può cominciare a programmare una stagione all'altezza del blasone di una società che si è definitivamente buttata le spalle i pessimi ultimi anni della gestione Vazzoler. Si festeggia a Pasiano, così come a Godia, con la Fulgor che per la prima volta nella sua storia affronterà un campionato di Promozione. Lo farà però senza la sua bandiera Massimo Sivieri che ha annunciato il ritiro dal calcio giocato al termine della stagione per ripetuti problemi fisici. Per quanto riguarda le altre panchine della Destra Tagliamento, probabile la conferma di Alessandro Giavon a Prata, mentre a Pravisdomini c'è attesa per sapere la decisione di Pino Rauso. La società vorrebbe trattenerlo, lui però ha ricevuto un'offerta a cui sarebbe molto difficile dire di no da Portogruaro. Conferma sicura arriva, infine, dal LavarianMortean: Stefano Beltrame sarà alla guida dei biancazzurri per il quinto anno consecutivo.

MERCATO E TOTOALLENATORI

CONTROOGNI SCOMMESSA

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CALCIOUDINESECALCIOFOTOGALLEY

FlumignanoPorcia

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PROMOZIONE GIR. A-PLAY OFF

Foto:DARIO BIANCHI

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UDINESECALCIOFOTOGALLEYCALCIO

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GIOVANNI MUSSOLETTO

MI PIACCIONO LE SFIDE IMPOSSIBILI

Dopo le due salvezze ottenute col Montereale, il tecnico avianese ha compiuto il terzo miracolo consecutivo salvando il Rive d'Arcano

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PRIMA CATEGORIACALCIO

LA SCHEDA

Giovanni Mussoletto è nato ad Aviano il 19 febbraio 1969. Centrocampista dai piedi buoni, da calciatore ha vestito le maglie di Fontanafredda, Polcenigo, Pro Aviano, FannaCavasso, Tamai, Sarone, Codognè, Julia Concordia, Liventina e Tiezzese, vincendo ben 10 campionati. Da allenatore ha iniziato con la Tiezzese in Promozione, per poi passare a Lumignacco, Cordignano, Pro Aviano, Pertegada e Montereale. Da novembre è l'allenatore del Rive d'Arcano, con il quale ha centrato la prima storica salvezza in Prima categoria del club collinare.

Riva d'Arcano salvo: un verdetto che ha del clamoroso se si pen-sa che mai i collinari erano riu-sciti a centrare la permanenza in Prima categoria nella loro

storia, e che a novembre erano relagati in ultima posizione in classifica con solo tre miseri punti racimolati.

A compiere l'impresa uno ormai abitua-to a centrare le salvezze impossibili, ossia Giovanni Mussoletto, chiamato a soccorso

del Rive a stagione in corso quando la situazione sembra-va ormai compro-messa, se non ad-dirittura disperata. Il tutto dopo le due salvezze miracolo-se conseguite alla guida di un Monte-reale imbottito di under 20.

« M e t t i a m o l a così - esordisce il tecnico avianese -, a me piacciono le sfide impossibili».

Un filotto strepitoso quello colto dal Rive d'Arcano, nel girone di ritorno, dove sono arrivati 13 risultati utili rallentando la corsa di Real Udinest, Fulgor, Fauglis e andando a vincere sul campo della Ri-sanese: «A dire il vero, se ho accetto la panchina del Rive è perchè ero convinto che il materiale tecnico e umano fosse assolutamente adatto alla Prima catego-ria. E la riprova la si è avuta considerando il fatto che abbiamo centrato la salvezza senza nemmeno aperare sul mercato invernale quando è arrivato il solo Lucio Dri».

«Tutti ci davano per spacciati e i ragazzi ovviamente avevano il morale sotto i tacchi dopo le prime gare di campionato. Ho trovato una squadra totalmente demoralizzata. C'era mol-to da lavorare a livello psicologico. Fortunata-mente da giocatore ho vinto dieci campionati, e se non altro ho imparato cosa vuol dire avere una mentalità vincente. La prima cosa da fare era cercare di instillarla nei ragazzi. Ho trovato un gruppo molto disponibile ad apprendere e al sacrificio. Pensa che anche ora a stagione finita continuano ad allenarsi per il solo piacere di ritrovarsi assieme. Oggettivamente non è cosa così comune. Se siamo riusciti a salvarci è soprattutto perchè si è creato un gruppo stupendo».

Tra i grandi protagonisti della storica salvezza dei collinari il bomber Juri Dessì,

autore di una raffica di gol: «Non capisco cosa ci faccia un giocatore come lui in questa categoria - continua Mussoletto -. A mio avviso meriterebbe palcoscenici più elevati. E' stato davvero bravissimo e ce lo teniamo stretto. Oltre a lui, però mi piace ricordare l'ottima stagione di capi-tan De Narda, che ha messo tutta la sua esperienza a servizio della squadra, e di Mark Onyechere, un vero e proprio ciclone in quanto a temperamento e corsa. Ma ribadisco, nulla sarebbe stato possibile senza un gruppo così unito. Da calciatore ho vinto parecchio, ma nessuna di quelle vittorie la paragono a quanto siamo riu-sciti a fare quest'anno».

Conquistata la salvezza, è già ora di pensare alla prossima stagione. All'ex cen-trocampista di Tamai, Sarone e Fontana-freddda non mancano certo le offerte, ma non è escluso che rimanga anche il prossimo anno alla guida del Rive: «Qui ho trovato un ambiente eccezionale e una società che non ha mai mancato di stare vicina a me e alla squadra. Mi sembra quindi corretto prima di tutto parlare con il Rive e vedere quali sono i piani. Se il progetto sarà interessante resterò quasi certamente».

La chiacchierata con Mussoletto è sta-ta anche l'occasione per uno sguardo retroattivo alla sua vita da calciatore: «Ero un centrocampista dai piedi buoni,

almeno così dicevano. Il mio pezzo forte era il lancio lungo, probabilmente avevo già una buona visione di gioco e questo mi ha agevolato molto nel diventare poi allenatore, così come il fatto di aver avuto ottimi maestri, tra cui Nerino Barel, a Concordia, e Graziano Erodi, alla Liventina, dai quali non si smette mai di imparare». Massimo Muzzin

Le qualità c'erano, ma al gruppo serviva

autostima

RIMONTA STORICA Il girone di ritorno del Rive d'Arcano è stato un autentico capolavoro: ben 13 risultati utili consecutivi fermando Real Udinest, Fauglis, Fulgor e battendo la Risanese.

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CALCIOSECONDACATEGORIA

C’ è sempre una prima volta. Ed è quello che è accaduto all’Union Rorai che per la prima volta nella sua breve storia iniziata nell’anno 2000 approda in Prima Categoria. Il pareggio contro il Ceolini

in casa è valsa la storica promozione “Un traguardo sofferto ma meritato – dice il Presidente Pietro Rivetti – a coronamento di 15 anni di duro lavoro”.

D: Una gara sofferta domenica contro il Ceolini“L’ultimo quarto d’ora in 9 è stata un’eternità. Mi sono passati davanti 15 anni di sofferenze. Poi al fischio finale è stata una liberazione. Avevamo 9 leoni in cam-po che hanno fatto di tutto perché questo sogno si realizzasse, per la società e per i propri tifosi. Con una gara secca l’insidia era dietro l’angolo”.

D: Quale è stata la chiave vincente di questa Promozione?“Abbiamo disputato un girone di ritorno impeccabile, dove abbiamo perso solamente una partita, peral-tro l’ultima, che era ininfluente ai fini della classifica. Grazie al secondo posto abbiamo potuto disputare due partite in casa che ci hanno dato un vantaggio notevole. E anche domenica avevamo due risultati a favore. Ci siamo presi una bella rivincita. Lo scorso anno siamo arrivati terzi ma per poco non siamo riusciti a raggiungere la promozione”.

D: Chi deve ringraziare?“Ringrazio tutti a cominciare dal mister Biscontin che sarà ancora dei nostri il prossimo anno. Ci ha con-sentito di fare il doppio salto in pochi anni: dalla terza alla prima catego-ria. Ringrazio i tifosi che soprattutto nell’ultima gara sono stati commoventi applaudendo e supportando la squadra per tutti i 120 minuti. E poi ringrazio tutto lo staff”

D: Un successo nato però da una fusione…“Sì, una fusione nata così a parole,

un’idea che poi si è concretizzata in poco tempo portando subito a dei risultati. Nel 2000 si sono uniti i gruppi sportivi del Rorai Piccolo, che aveva un proprio settore giovanile e una militanza in terza categoria, e quello del Rorai Grande – San Lorenzo. Abbiamo co-minciato a “coltivare” soprattutto l’ambito giovanile dai primi calci ai giovanissimi e poi abbiamo concentrato sempre di più gli sforzi sulla prima squadra. E’ stato un crescendo di traguardi. Oggi abbiamo anche due campi a disposizione: quello di Rorai Piccolo in perfette condizioni e quello dell’oratorio di San Lorenzo dove possiamo far giocare e allenare il vivaio”.

D: Dove volete arrivare?“Siamo una piccola società e come tale resteremo anche nell’animo. Non vogliamo fare il passo più grande della gamba. Cercheremo di mantenere fede sempre ai nostri impegni. Di sicuro non vogliamo essere una meteora in Prima Categoria. Onoreremo il campionato cercando di toglierci le soddisfazioni. E con questo voglio dire che la squadra verrà rinforzata in ogni reparto pur mantenendo la sua ossatura. Adesso per una settimana festeggeremo. Ce lo meritiamo visto che abbiamo atteso 15 anni per farlo. Poi a partire da lunedì ci metteremo a tavolino con il mister per capire quali acquisti fare. Nomi? E’ presto per farli, ma di sicuro non resteremo a guardare gli altri fare i loro colpi di mercato

Davide Vicedomini

UN SOGNOLUNGO 15 ANNIL’UnionRoraiapprodainPrimaCategoria

SUI CAMPI DI SECONDA E TERZA

Rush finale di stagione. Al via i playoff. Nel girone B i Rizzi, la squadra più in forma del momento, sfideranno lo Zompicchia, mentre il Forum Julii se la vedrà con il Ciconicco. Nel girone C già tutto deciso. Il Ruda coglie un pari a reti bianche contro il Lucinico ma può festeggiare grazie al divario di 17 punti sulla quinta classificata. Promozione meritata al pari della Maranese. Montebello e Chiarbola disputeranno quindi lo spareggio per determinare la graduatoria finale in attesa di sapere quante squadre (probabilmente) andranno in Seconda Categoria

Al via i playoff.Ruda promosso

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EGOR

IA A L’Union Rorai vola in Seconda Categoria

(a sinistra l’articolo di approfondimento). Una finale al cardiopalma quella giocata contro il Ceolini. 3 a 3 il risultato al termine dei tempi supplementari. Ma al Rorai, rimasto in 9 negli ultimi minuti, grazie al miglior piazzamento nella stagione regolare, basta e avanza per stappare lo spumante

Il Bearzi può brindare alla promozione. La rete di Gherbezza nel secondo tempo ha consentito alla squadra udinese di battere il mai domo Tagliamento, che domenica scorsa aveva avuto ragione del Cussignacco. Un plauso quindi ai ragazzi guidati da mister Cigaina che raggiungono in Prima Categoria il Riviera

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Finisce uno a uno la sfida tra Palazzolo e Porpetto e a festeggiare alla fine sono i ragazzi di mister Comandi. Una sfida tirata quella tra le due formazioni. Botta e risposta nel secondo tempo con le reti di Zanirato e Petrucco. Il Porpetto finisce in 10 e si arrende. Nel girone D promozione per lo Zarja che per tutta la stagione era stata l’unica formazione in grado di rivaleggiare con la Pro Gorizia.

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La società è nata nel 2000. Artefice della doppia promozione mister

Biscontin. IL Presidente Rivetti “Non vogliamo essere una meteora”

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Quasi come un miracolo. Morti e risorti nell’arco di una sola stagione. L’Azzanese che militava in Eccellenza fino ad un anno fa sembra quasi un

lontano ricordo. Oggi c’è un’altra Azzanese che diverte ed entusiasma i propri tifosi. Quasi come un miracolo, dicevamo perché della nuova Azzanese nessuno sapeva il vero volto fino a 15 giorni prima del campionato. Si sapeva solo che avrebbe militato nella Terza Categoria, una specie di punizione per chi era abituato al palato fino. Il miracolo è avvenuto due domeniche fa quando il triplice fischio finale nella gara sofferta contro il Futuro Giovani ha sancito la promozione in Seconda Categoria.

Un traguardo meritato testimoniato dai numeri: 87 gol fatti, 24 subiti e 71 punti conquistati con un divario di ben 8 lunghezze sulla seconda classificata, l’Unione Smt. “E’ stata una battaglia quest’estate – dice il direttore sportivo Francesco Miot – L’intenzione era quella di fare l’Eccellenza, ma alla fine abbiamo optato per ripartire. D’accordo con la Federazione abbiamo deciso di ricominciare dalla Terza Categoria. E’ stata una decisione etica dettata dal rispetto verso i tutti i dirigenti che hanno sempre portato avanti questo lavoro in forma volontaria, senza mai chiedere un soldo, ma

Metti un bravissimo cuoco ai fornelli, il calcio balilla a fine cena, una giornata, ovvero il venerdì, e il gioco è fatto. Così l’Azzanese ha costruito il gruppo: nei dopo cena. E l’artefice è stato il mister Milvio Piccolo “Non sapevamo che stagione poteva essere. Non era

facile mettere insieme quattro amici che avevano giocato con me con una schiera di ragazzini dai 18 ai 20 anni. – dice il tecnico- Così è nata l’idea del venerdì sera e il primo acquisto che ho chiesto alla società non è stato un giocatore ma il calcio balilla”. “Obiettivi non ce ne siamo posti a inizio anno. – continua mister Piccolo, che da poco è stato confermato sulla panchina biancazzurra - Abbiamo giocato partita per partita. Ed è andata bene così. E così faremo altrettanto in Seconda Categoria”. “Cercheremo – conclude il tecnico – giocatori di Azzano X, che vogliono tornare a vestire i colori del proprio paese. E’ un modo anche per avvicinare sempre di più i tifosi”.

Il segreto? Il dopocena del venerdì

spinti dalla passione e dall’attaccamento verso la società”.Ad Azzano X non ci si è persi d’animo e in 15 giorni è stata assemblata una squadra fatta da tanti giovani e alcuni “vecchietti”. Gente di Azzano X. Gente con il cuore biancazzurro. E alla fine la chiave vincente è stata proprio il gruppo. “Abbiamo richiamato alcune vecchie bandiere che hanno appoggiato il progetto, come Rui proveniente dal Corva, Fantuzzi che fino a ieri militava negli amatori, Got che per 10 anni aveva vestito i colori proprio dell’Azzanese”.Mancava però un tassello, forse quello più importante: l’allenatore. L’uomo giusto c’era già in casa ed era Milvio Piccolo, 40 anni, abile a destreggiarsi con una squadra in gran parte giovane visto che allenava la categoria giovanissimi.

E così l’avventura è iniziata. E ovviamente in salita “Siamo partiti – continua Miot – senza porci alcun obiettivo, ma solo con l’intenzione di divertirci. La Coppa è andata così così. Il gruppo era nuovo e doveva ancora

assemblarsi. Poi è iniziato il campionato e con esso le prime vittorie”.Una cavalcata senza limiti quella dell’Azzanese: primi dall’inizio alla fine. La vittoria sui Falchi nel girone di ritorno è stato il punto di svolta. Da lì i biancazzurri hanno inanellato 6 vittorie consecutive che li hanno portati fino alla promozione in Seconda Categoria. E ora? “E ora ripartiremo come abbiamo fatto quest’estate. Con umiltà. Senza farci grosse aspettative – conclude Miot - Cercheremo gente giovane ma anche con esperienza di categoria. La voglia di risalire la china, non dire di tornare in Eccellenza, c’è da parte di tutti. Non vogliamo però fare il passo più lungo della gamba e ripiombare nell’incubo vissuto un anno fa. Anche perché il momento economico è brutto e sappiamo come i comuni abbiano anche abbassato l’asticella dei contributi alle associazioni sportive. Noi quest’anno abbiamo avuto “spese zero” e questa continuerà ad essere la nostra filosofia”. Nomi di nuovi acquisti? “Il primo che viene in mente è Mirco Sartor del Bannia. Ci conosciamo da tempo e potrebbe essere l’uomo giusto per la Seconda Categoria”.

risorti nell’arco di una sola stagione. L’Azzanese che militava in Eccellenza fino ad un anno fa sembra quasi un

lontano ricordo. Oggi c’è un’altra Azzanese che diverte ed entusiasma i propri tifosi. Quasi come un miracolo, dicevamo perché

campionato. Si sapeva solo che avrebbe militato nella Terza Categoria, una specie di punizione per chi era abituato al palato fino. Il miracolo è avvenuto due domeniche

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CALCIOGIOVANILEREGIONALE

Termina molto probabilmente l’avventura del Flaibano verso il titolo nazionale degli juniores. I ragazzi di Rossi vengono travolti dall’Alzano Cene per 5 a 1 e ora la sfida di ritorno diventa quasi una missione impossibile per gli udinesi. Il gol di Vit a metà ripresa aveva riacceso una timida speranza, poi nei minuti finali l’harakiri che complica il cammino. Iniziano invece con il piede giusto Ancona e San Luigi. Gli allievi udinesi travolgono i pari età del Brixen per cinque a zero. Da sottolineare la doppietta di Balestrieri. E domenica l’undici di Lugnan è atteso dalla sfida con il Giorgione. Bene anche i giovanissimi del San Luigi che si sbarazzano con un perentorio quattro a zero della Stella Azzurra compagine di Bolzano. Negli spareggi salvezza per il torneo regionale invece esultano Fontanafredda e Fiume Bannia, mentre Rivignano (ampio speciale nell’approfondimento di questa pagina ndr) e San Vito al Torre scivolano nei provinciali. Per quanto riguarda invece la Coppa Regione, il Tricesimo allievi grazie anche a tre rigori dilaga contro i Falchi. Festeggia l’Aquileia che supera senza affanni la Fincantieri nella categoria giovanissimi

Anconae San Luigi, ottimo inizio

La formazione Allievi regionali di Rivignano.

Che ne sarà delle giovanili del Rivignano? Sono in molti a chiederselo, visto il cambio di Presidenza in casa nerazzurra. Il Presidente Paroni ha deciso

di lasciare, dopo aver portato la società ai massimi livelli con la promozione quest’anno della prima squadra in Eccellenza. Chi riceverà il testimone avrà ancora voglia di investire nel vivaio o dirotterà i maggiori sforzi verso la massima serie del calcio dilettanti regionale?

Intanto il Rivignano incassa la retroces-sione dei giovanissimi ai provinciali, dopo la sconfitta nello spareggio contro il Fiume Bannia. Due a zero che non ammette repliche sul campo di Casarsa. Per i pordenonesi a segno con una doppietta Recchia. “Non ce l’abbiamo fatta e per questo c’è parecchio rammarico nello staff e nei giocatori – dice il responsabile del settore giovanile, Loris Garofalo – Forse la squadra non era attrez-zata per i massimi livelli, ma contro di noi si è anche accanita la sfortuna. Nelle ultime gare abbiamo giocato sempre con 4 o 5 titolari in meno per infortuni o influenze. E anche a cascata nei giovanissimi sperimentali, chi era in grado di sostituire questi giocatori, era fuori uso”.

Stagione di alti e bassi anche per gli allievi regionali che dopo aver sfiorato l’accesso all’elite per il pareggio tra Tolmezzo e l’An-cona nell’ultima gara, è rimasto fuori dalla Coppa per la classifica avulsa nella seconda fase a gironi.

E ora parlare di futuro appare difficile vista l’incertezza all’orizzonte. “Aspettiamo di vedere che cosa accadrà dall’alto – continua Garo-falo – Siamo riconoscenti nei confronti del nostro Presidente che evidentemente dopo 25 anni di calcio ha lasciato per stanchez-za. Non so che cosa porterà il vento nuovo. Con l’attuale vivaio siamo in grado di avere fuori quota nell’eccellenza per i prossimi due anni”. Il Rivignano in queste ultime stagioni ha stretto accordi con le società vicine, da Pocenia a Varmo passando per Teor e Rivolto. 200 i ragazzi del vivaio, 80 dei quali militano nei pulcini e nei piccoli amici. Un patrimonio che non si vuole disperdere..

RIVIGNANO FUTURO INCERTOIlcambiodiPresidenzapuòincideresullegiovanili

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GIOVANILEPROVINCIALECALCIO

JUNIORES Match ball per il Domio che vincendo contro l’Udine United Rizzi e battendo sabato prossimo sul proprio campo il Casarsa sconfitto a sua volta dagli udinesi nel corso del triangolare può alzare la coppa. In entrambe le partite è saltato il fattore campo. Il Domio ha rullato i Rizzi per 3 a 1 e a loro volta i friulani ha espugnato il campo di Casarsa

ALLIEVI Storica vittoria dell’Ol3 che dopo il girone conquista anche la vittoria nella finale con il Sedegliano. A segno Toffolini e Sarinella nei 90 minuti di gioco. Per gli ospiti non c’è stato nulla da fare. Gli arancioni possono festeggiare. E per la prima volta la società potrà vantare tre squadre nei regionali

GIOVANISSIMI Al tre Stelle basta un pareggio per vincere il campionato e approdare nei regionali. Nella prima sfida del triangolare la formazione di Campoformido ha avuto ragione dell’Udine United per 3 a 2. Udine United che si è prontamente rifatto contro l’Union Martignacco. Domenica ultima sfida tra il tre Stelle e il Martignacco

provincialiinpillole

LE 6 MERAVIGLIEDI LEONARDO

Si scrive Leonardo Calcio, si legge Arteniese, Buiese, Gemonese, Treppo Grande, Venzone e Stella Azzurra. E’ una delle più grandi sinergie nel calcio dilettanti nostrano. Sei so-

cietà che da 6 anni si sono messe insieme per sviluppare il settore giovanile. Fino a qualche giorno fa ne facevano parte anche il Riviera e l’Osoppo. Ma la prima ha deciso di intraprendere altre strade, la seconda, invece, dopo diverse vicissitudini finanziarie, è attesa alla rinascita con la Nuova Osoppo. E solo nei prossimi mesi si capirà se farà ancora parte del Leonardo Calcio “Siamo aperti a nuove collaborazioni nei prossimi anni – dice il Presidente della Buiese,Ubaldo

Visentin – Non lasciamo chiuse le porte a nessuno”.

Lavorare insieme è diventato infatti un “must” nel calcio di oggi alle prese con la crisi di sponsor e contributi da parte dei Comu-ni, bloccati dal patto di stabilità. E lo hanno capito bene al Leonardo Calcio.“Cerchiamo di far crescere a

livello calcistico e anche sociale i nostri ragazzi.

Non vogliamo escludere nessuno. Tutti possono venire a giocare da noi. Ci sono infatti squadre che possono competere per vincere e squadre nate e costruite per far crescere l’intero vivaio”.

Un’organizzazione perfetta quella del Leonar-do Calcio:c’è un segretario che coordina l’attività burocratica, uno staff tecnico con un respon-sabile e il gruppo dei Presidenti che prende le decisioni più importanti a livello dirigenziale.

E poi ci sono le squadre: ogni società coltiva i propri piccoli amici, pulcini ed esordienti. I fiori all’occhiello sono i giovanissimi regionali della Gemonese, che quest’anno sono riusciti a mantenere la categoria, e gli allievi provinciali della Buiese che hanno sfiorato la promozione. In queste due squadre confluiscono i giocatori che provengono dalle sei società. 154 i ragazzi che fanno parte dei vivaio. L’obiettivo è poi in-serirli in prima squadra “in modo così anche da risparmiare negli investimenti”. Il caso è proprio quello della Buiese che solo quest’anno aveva in rosa 14 ragazzi del paese, e in formazione 9/11 di Buia. Nostrani Doc, insomma. Anche questo è il Leonardo Calcio, un progetto studiato ai minimi dettagli

Allascopertadiunadellepiùgrandisinergienelsettoregiovanile

154i ragazzi del vivaio

Qui sopra, la formazione degli Allievi provinciali e sotto, la formazione dei Giovanissimi regionali

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IL NUOVO VILLARECITA SENZA LIBERONuovomoduloperunaformazionechepuntaavincereiltitolo

Sedici anni di presidenza ed un desiderio fortissi-mo: vincere un trofeo per onorare la bacheca ancora vuota di una società nata

nel 1923. Il Presidente Enzo Dorigo trasmette profonda passione e ci racconta l'inizio di stagione del Villa, nella Prima categoria del campio-nato Carnico, ricordando che "c'è bisogno di un gruppo che ci crede".D: Partiamo dal bel 5 a 0 dell'ultima giornata...«È stata una partita che ha avuto due frazioni ben distinte di gioco: si vedeva che eravamo superiori ma l'Edera aveva opposto una discreta qualità. Poi però con l'espulsione di Burba gli equilibri si sono sposta-ti e per noi è diventato più facile esprimerci. Abbiamo cercato più che altro di giocare, di costruire trame, consapevoli del fatto che a breve ci attendono scontri importanti».D: In rete 5 giocatori diversi: cosa denota questo dato?«Stiamo bene, esprimiamo un bel calcio anche se siamo freschi di "restyling". Solitamente il Villa era

ASSALTO

abituato a giocare con il classico li-bero e con i 3 dietro. Quest'anno in-vece il mister ha deciso di passare a quattro: i giocatori sono stati molto bravi ad apprendere in fretta questo nuovo sistema, anche grazie all'ausilio di qualche giocatore esperto acqui-stato. Adesso ci sono più inserimenti, più alternative, il modo di giocare è più arioso, non abbiamo l'assillo della marcatura ed è bello vedere andare in rete tanti giocatori diversi». D: Siete gli unici a punteggio pieno: come sono state le due sfide con Real Imponzo e Bordano?«La prima partita la temevamo perché il Real è sempre il Real: società che ha vinto tanto, con carattere, che da 7-8 anni ha lo stesso allenatore, con la spina dorsale forte e che ha inse-rito qualche giovane di qualità. Siamo andati sul campo d'Imponzo un po' timorosi poi, nell'arco del match, sono usciti i nostri valori e, nonostante lo svantaggio su rigore, ci siamo messi

IL PUNTOCon i l rotondo successo sull'Edera (5-0) il Villa si conferma primo a punteggio pieno. Alle spalle dell'undici di Barburini tiene il passo la Folgore, brava a sbarazzar-si del Cavazzo sfruttando al massimo il gol di Carrera. Va al Real IC il big match di giornata: l'undici di Imponzo ha sconfitto in casa il Cedar-chis per 3-2 al termine di una strepitosa rimonta: i campioni uscenti, infatti, al 40' condu-cevano per 2-0. In classifica marcatori, guidano Josef Glo-der (Ovarese), Stefano Vidoni (Real IC) e Roberto Agostinis (Villa) con 3 reti.

La formazione del Villa che quest'anno parte comeuna delle pretendenti alla vittoria del campionato

lì a testa china ribaltando il risultato. Peccato per la sciocchezza dell'espul-sione e la sofferenza degli ultimi 15 minuti, ma ne siamo usciti vittoriosi. Con il Bordano invece è stato più sem-plice: loro hanno bisogno di ancora un po' di tempo per amalgamarsi e la partita si è chiusa già nel primo tempo. Forse avevamo ancora un po' le polveri bagnate, ma l'importante è vincere, perché ti aiuta ad acquisire mentalità».D: Obiettivi stagionali?«Ci mettiamo fra le 3-4 che lotteranno per vincere il campionato. Due anni fa ho capito che ci vuole carattere, for-tuna e mentalità. In quell'occasione lo perdemmo perché probabilmente non abituati alla pressione, a lottare per questi obiettivi. Arrivati lì siamo crol-lati sotto l'aspetto psicologico: sotto il profilo del gioco ci siamo sempre stati. Adesso con Barburini, che ha dato mentalità a questi ragazzi, potrebbe essere più facile: ci siamo costruiti la

corazza e ci stiamo preparando per lottare. Ora è presto ovviamente per parlare di queste cose, ma daremo il massimo. La storia poi dice che i campionati del Carnico si vincono ad agosto, perché è il mese delle sagre, delle feste, eccetera (ride, ndr). Bi-sogna avere dedizione, credere agli obiettivi per cui la società si sta tanto impegnando. Abbiamo intrapreso la strada giusta».D: Chiudiamo con un accenno alla Coppa…«La Coppa nell'ambito del Carnico è un trofeo ambito: chi arriva in finale può godersi una cornice di pubblico che si vede solo in Lega Pro, con oltre 2.000 persone. Soddisfazioni uniche. Inoltre la finale la giocheremmo in casa: quin-di ci teniamo davvero tanto. Siamo partiti bene anche lì, ora aspettiamo il Ravascletto: molta attenzione a non sottovalutare gli avversari anche se siamo favoriti, ci vorranno le giuste motivazioni». (l.f.)

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IlbomberdelCastellogiàasegno6volte"

«QUI SI GIOCA PER LA MAGLIA»

Classe '91, Enis Gale è un gioca-tore che ha avuto la fortuna di assaporare il calcio in modi diversi. Dalla Promozione con la Gemonese (quell'anno raggiun-

sero l'Eccellenza), sono passati 5 anni e, da quel giorno, il Carnico è entrato a far parte della sua vita sportiva. «Differenze? La Promozione è più professionale, qui il livello è forse un po' meno alto ma c'è molto più attaccamento alla maglia». Il macedone in forza al Castello si trova ora a condividere la prima piazza a quota 7 punti con il Val Del Lago (sua ex squadra) e con il Rapid Raveo. Ma gli obiettivi sta-gionali sono ben chiari.

D: Un super risultato contro la Val Resia.«Un 7-1 meraviglioso a conferma del fatto che siamo in una forma splendida e siamo

partiti in quinta. Il gruppo è bellissimo e il mister e la società ci stanno motivando nel verso giusto. Credo che stia emergendo anche il fatto che il nostro rapporto si estende al di fuori del campo. Per quanto riguarda la partita il divario era abbastan-za evidente: negli anni precedenti la sfida era sentita molto, questa volta è andata benissimo».

D: Nelle prime 3 partite hai realizzato 3 doppiette. Quanto sei soddisfatto?«Non so neanche io come mi sento (ride, ndr). Non ho mai avuto un inizio così splen-dido. Sto bene, sia a livello mentale che fisico. Sono partito a 100 all'ora e sono davvero felice: 6 gol in 3 gare sono un traguardo tanto bello quanto inaspet-tato. La priorità resta sempre aiutare la squadra, vincere tutti insieme: se poi dovessero arrivare tanti gol ben venga. Il più bello sinora? Senza dubbio il secondo gol contro il Trasaghis: un bel pallonetto da fuori dall'area con il quale ho colto di sorpresa il portiere. L'ho visto fuori e non c'ho pensato due volte: fortemente voluto, gran soddisfazione».

D: Il tuo record di gol?«Ero nel Campagnola: 16 gol in quella stagione. Quest'anno vista la partenza spero di riuscire a superare i 20. Potrei promettere una cena di pesce se dovessi riuscirci…»

D: Le prime due sfide di campionato in-vece come sono andate? «Esordio contro il Trasaghis, con una squadra nuova: tanta emozione, si è vista una bella partita, equilibrata, soprattutto nel primo tempo. Il secondo tempo siamo venuti fuori grazie alla nostra coesione: rimanendo lucidi fino alla fine siamo ri-usciti a portare a casa i 3 punti mentre gli avversari calavano. Con l'Amaro invece siamo stati un po' sfortunati: siamo andati

DOPPIOSORPASSOPERLANUOVACAPOLISTATARVISIO

Continua la marcia del Tarvisio, ora primo in vetta alla classifica con 12 punti. La terza vittoria consecutiva porta le firme di Crea e Kandutsch, siglate nel giro di 120 secondi. Ral-lentano Nuova Osoppo e Illegiana, bloccate sul pari da Ampezzo e Stella Azzurra, che quindi si vedono supera-re dall'undici di Princi. Bene anche il Lauco che vince 2-1 con l'Ancora. In classifica marcatori c'è un tris in vetta con 5 reti: Costantino Scarsini (Illegiana), Lorenzo Tiepolo (Nuova Osoppo) e Mario Marcon (Stella Azzurra).

UNATRIADEPERLAVETTADELLACLASSIFICA

Val del Lago, Il Castello e Rapid guidano la classifica con 7 punti. Tutte le capolista hanno vinto l'ultimo turno: roboanti le vittorie delle prime due, più sofferta quella del Rapid che ha dovuto sudare le fatidiche sette camicie per tenere a bada il Sappada. La sorpresa di giornata è la sconfitta interna del Velox contro l'Amaro. In classifica marcatori Enis Gale (Il Castello) e Riccardo Granzotti (Val del Lago) con 6 reti, davanti a Giordano De Marchi (Rapid) con 5 reti, e Anain Schiratti (Amaro) con 4.

SECONDA CATEGORIAAI RAGGI X

TERZA CATEGORIAFOCUS

in vantaggio i primi minuti ma, al contrario dell'esordio, sia-mo calati nella seconda frazione, soprattutto a livello fisico. Onore agli avversari comunque, abilissimi nel crederci sino al 90': hanno reagito e sono riusciti a recuperare i due gol di svantaggio».

D: Obiettivi stagionali della squadra?«Senza nascondersi, il passaggio in Prima. Anche in Coppa possiamo andare avanti: abbiamo una vittoria ed una scon-fitta ai rigori, siamo quasi certi del passaggio del turno. Sono contento di giocare qui perché siamo un gruppo "storico": in molti di noi sono passati per le giovanili della Gemonese e, ritrovarsi dopo tanti anni, è un qualcosa di speciale. La società, mister Claudio Carnelutti e tutti i tifosi, che ringrazio per il supporto durante le partite - e, aggiungo, al chiosco, (ride, ndr) - fanno il resto. Sono soddisfatto di questa scelta».

D: Un accenno alla sfida con la Velox?«Sarà un big match: quest'anno i "bookmakers" li indicano come favoriti. Sarà una partita tosta e spettacolare. Penso che sia una sorta di derby: anche negli anni precedenti si è assistito sempre a un grande spettacolo. Faccio un pronostico: 2-0 per noi, sono molto ottimista». (l.f)

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CALCIOC5

PROMOZIONEPIENAPERSTARFIVE,PORDENONEEBASSAFUTSAL

LE PAGELLE DI FINE ANNO

Tutti in vacanza, eccetto lo Starfive impe-gnato negli spareggi nazionali per la serie B, le protagoniste del campionato regionale di serie C di calcio a 5 dopo una stagione massacrante che si è chiusa col successo

del Manzano, niente play off visto che il divario tra la seconda e la terza è stato ampiamente superiore ai 10 punti previsti dal regolamento federale, ecco le pagelle della stagione.Manzano p.ti 86 : La Manzano calcettistica con-ferma di avere sette vite, data per morta e sepol-ta dopo la fallimentare scorsa stagione i seggiolai si rimboccano le maniche, fanno una fusione per incorporazione con la Brn Lauzacco affidando la conduzione tecnica a "Tita" Pittini, scelta azzecca-ta. Il tecnico udinese si conferma abile alchimista cementando il gruppo e mettendo il prezzemolo con la coppia Goranovic-Teixeira, storica doppietta Coppa Italia e Campionato con un girone di ritorno devastante, i numeri parlano da soli 28 vinte, 2 pari e 2 sconfitte; miglior difesa e migliore differenza reti, media inglese da sballo Voto: 10 e lodeStarfive p.ti 82 : Eterna seconda in questa stagione, Marega si conferma ottimo allenatore, ma sulla sua strada ha la sfortuna di trovare un Manzano stellare, in passato con la media punti ottenuta avrebbe quasi

sempre vinto il campionato; girone d'andata perfetto, la squadra regge pure alla partenza di Viapiana, fatica ma risponde colpo su colpo al Manzano fino alla fatal...Maniago. Onore al merito comunque del club e dei ragazzi del presidente Petriccione Voto 9.Bassa Futsal p.ti 66: Stagione da incorniciare per la matricola del presidente-allenatore Criscuolo. In estate ingaggia il re dei bomber Besic, ma la co-perta all'inizia si rivela troppo corta, perde terreno in classifica dopo un ottimo avvio causa panchina corta, a dicembre si corre ai ripari, dalla Slovenia arrivano prima Solaja e poi Grzelj e cambia anche la musica. Nel ritorno sinfonia azzurra, tranne il ko improvviso a Basiliano; poco male con il bliz all'ultima giornata in casa Starfive arpiona in rimonta un grande terzo posto Voto 8.5Pordenone p.ti 65 : Stagione esaltante anche per i neroverdi di mister Odorico, il lavoro della diri-genza di ricostruzione dopo la serie B di qualche anno fa sta dando i frutti sperati, squadra giovane e grintosa oltre che talentuosa, entusiasmo alle stelle che porta alla fine al quarto posto i Ramarri, comunque sempre in zona importante della classifica per tutta la stagione. In Coppa Italia costringe ai supplementari il Manzano sfiorando il colpo gobbo, promossa a pieni voti. Voto 8,5

PIENI VOTIPER IL MANZANO

FLASHPALMANOVAE

ADRIATICAALLAFINESTRA

IRAGAZZIDISBISA'PREPARANOL'ESORDIO

LASTARFIVECALAILPOKERALAIVES

Tutto fermo in casa delle due squadre pro-tagoniste nell'ultima stagione in serie B: in attesa di definire il proprio futuro, le due società stanno sondando il mercato regionale, strizzando l'occhio ai principali protagonisti della serie C.Ma è ancora presto per definire voci, contatti e certezze. In attesa anche di conoscere il futuro della Starfive impe-gnata nei play-off...

Proseguono i giovani calciatori della rappresentativa under21 di calcio a 5 che dal 30 maggio al 6 giugno difenderanno i colori regionali nell'annuale Torneo delle Regioni, ospitato in Lombardia. I ragazzi allenati da Marco Sbisà se la vedranno con Lazio, Emilia Romagna e Comitato Autono-mo di Bolzano in un girone che qualificherà automaticamente al turno successivo solo le prime classificate con l'aggiunta di tre migliori seconde.

Lo Starfive cala il poker a Laives sul campo della Bassa Atesina nell'esordio nel trian-golare dei play off nazionali. Grande prova dei ragazzi di mister Marega che dopo aver chiuso sull'1-1 il primo tempo, dilagano nella ripresa grazie alla giornata di vena di Oscar Spatafora match winner della giornata con tutti i 4 gol che portano la sua firma. Ora la gara decisiva che vale la promozione con-tro il quotato Città di Mestre, sabato alle 16, Imperativa la vittoria in quanto la dif-ferenza reti attuale per un gol di differenza premia al momento i veneti.

SERIE B

RAPPRESENTATIVA

SERIE C

PORDENONE e StarFive grandi protagoniste del campionato di Serie C. (Foto UbixSport)

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"La giovane età media del gruppo è stata un punto di forza della squadra ma si è sentita comunque in spogliatoio la forbice della differenza d'età con le senatrici: di generazione in generazione cambia infatti il modo di vivere il calcio" (nella foto, la giovane Sara Mella).

Dopounserioinfortunio,SilviaBerardovalutailfuturo

Res Roma: croce e delizia delle due squadre friulane di calcio femmi-nile della massima serie. Delizia per un Tavagnacco bello quanto sprecone che sabato si è aggiu-

dicato la finale di Coppa Italia superando per 1-0 le capitoline; croce per un Porde-none che proprio dopo la partita contro Pirone e compagne ha dovuto fare a meno di una delle sue pedine di maggior esperien-

za, Silvia Berardo, una che deve avere un conto in sospeso con la sfortuna, un conto che dura da ben due stagioni. Prima l’anna-ta difficile con il Chiasiellis terminata con la retrocessione e il successivo fallimento, poi un campionato ancora più complicato con il Pordenone, terminato anzitempo causa rottura di crociato e menisco. «È stato uno scontro banale – racconta la ventinovenne

difensore neroverde –. Atterrando dopo un colpo di testa, sono stata a malapena sfio-rata da un’avversaria e il ginocchio ha com-piuto un movimento strano e il crack con-seguente mi ha subito fatto capire l’entità dell’infortunio. A breve avrò il consulto con l’ortopedico e insieme a lui deciderò se ope-rarmi subito oppure temporeggiare. Il fatto è che avevo già deciso di smettere di giocare dopo questa stagione delicata; ora devo solo

valutare la soluzione mi-gliore da un punto di vi-sta lavorativo». Stagione che definire delicata per il club neroverde sembra un eufemismo, con dif-ficoltà economiche e di organico che sono sfo-ciate in una retroces-sione senza attenuanti. «I presupposti a inizio anno sembravano buoni – continua l’ex capitano del Chiasiellis –. Le diffi-coltà economiche erano conclamate e evidenti

ma come organico avremmo potuto dire la nostra. Poi però sono sopraggiunti parec-chi infortuni che, neanche a farlo apposta, hanno colpito le più esperte della rosa. Oltre alla sottoscritta, anche Schiavo, Zandome-nichi e Laterza si sono dovute arrendere alla sfortuna. Oltre a questo abbiamo avuto qualche problema a livello dirigenziale e mol-te figure di spicco si sono viste costrette a

diminuire la loro disponibilità causa problemi personali». Sfogliando la rosa di quest’anno si scopre che la maggior parte delle gioca-trici ha un’età compresa tra i 17 e i 20 anni. «È stato il punto forte, e per certi aspetti debole, di questa annata, e per quanto mi riguarda posso affermare di non aver mai visto giovani atlete così forti e Mella, Perin e altre sono molto cresciute. Purtroppo una forbice così ampia tra le “senatrici” e le gio-vani promesse ha creato qualche difficoltà nella vita di spogliatoio. Inutile dire che da generazione a generazione cambia il modo di vivere il calcio, più “spensierato” prima e for-se più asettico dopo». Non senti la necessità di continuare per chiudere in bellezza la tua carriera, magari con una promozione? «In questo momento mancano gli stimoli; queste due stagioni sono state impegnative sotto tutti i punti di vista. Non nascondo che se dovessero presentarmi un progetto serio, potrei comunque affrettare il recupero e rivedere la mia decisione».

Valeria Degano

"Attualmente mi mancano gli stimoli a continuare ma se mi si dovesse presentare un progetto serio potrei affrettare il recupero e rivedere la mia decisione di lasciare per poter chiudere al meglio la carriera".

SFOGLIO LA MARGHERITA

MOMENTI NODue stagioni difficili, le ultime, per il difensore neroverde, ora in recupero dalla rottura di crociato e menisco.

FINALE DI COPPA ITALIA IN STAND BY: TAVAGNACCO E BRESCIA CONTRO BOLELLI

"Noi donne indignate dall'ignoranza. Rispettateci" è stata la frase scritta sullo striscione che Tavagnacco e Res Roma hanno inalberato a centrocampo prima dell'incontro di semifinale di Coppa Italia che, vinta dalle friulane per 1-0 con gol di Brumana, consentirebbe sabato alle

ragazze allenate da Sara Di Filippo di affrontare in finale (terza di fila) il Brescia. Il condizionale è dato dalla presa di posizione delle due squdre, che minacciano di non giocare se Felice Bolelli non si dimette. Un'uscita infelice, quella del presidente della Lega dilettanti, che ha

indignato tutto il mondo dello sport ma alla quale il calcio femminile sta reagendo con compostezza e dignità. La finale di Coppa Italia sarebbe una chance di riscatto per le gialloblù da una stagione così così chiusasi con una comunque soddisfacente posizione di alta classifica.

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CALCIOUDINESE

DANILO E ALLANIL BRASILE CHE VA

Il rebus Guilherme: un altro anno di prova? Il prossimo sarà il campionato di Silva, Evangelista ed Edenilson. Poi arriverà il baby (prodigio?) Leandro

IL COMMENTO

Sonoleunichecertezzedell’Udinese,chenell’ultimodecenniohaimportatounaventinadibrasiliani.Senzagrandefortuna...

di IDO CIBISCHINO

di campionissimi come Edinho, Zico e Marcio Amoroso, ai quali aprì la strada, agli albori dell’era Mazza, il barbuto quasi quarantenne Orlando Pereira, oggi il Brasile offre all’Udine-se due puntelli di sicuro valore come Danilo (sontuoso regista difensivo di 31 anni, da quattro in Friuli); e Allan, tignoso tuttofare di centrocampo meno che regista.

Di Allan, 24 anni, colpiscono il dina-mismo, l’inesauribile carica atletica con l’aggiunta di rabbiose accele-razioni e uno spirito combattivo di stampo europeo, tutte caratteri-stiche che hanno attirato su di lui l’interesse di club anche di prima fascia. Un tipo anomalo se guardia-mo al prototipo brasiliano, con una spiegazione: Allan è nato nel calcio a 5, che anche in Brasile si gioca a rit-

sato 4 milioni di euro al San Paolo. È apparso quattro volte in questa stagione, per un totale di 146 minuti, giusto per far capire che c’è stoffa su cui lavorare. Non dovrebbe fare la fine, insomma, di ragazzi come l’esterno Douglas (ora al Mineiro) e il centrocampista Jadson (trasferi-to all’Atletico Paranaense) che qui non hanno trovato spazi, al pari di predecessori che si chiamano Tofolo Alemao (gioca oggi nel Cruz Azul) e di un altro attaccante, Thiago Schu-macher, emigrato in Ucraina nel Vo-lyn Luc’k. E prima ancora Machado Toledo, oggi al Rapallo, e Cribari fi-nito all’Haladàs in Ungheria. Oppure come il difensore Neuton Piccoli che però, tra un’avventura e l’altra per il mondo, resta sempre attaccato alla casa madre .

ruotato in tutti i ruoli di centrocam-po senza che mutasse la valutazio-ne di base: è fuori ritmo, gioca solo orizzontale e non vede la profondità. E’ possibile sveltirlo? Una cura indi-vidualizzata potrebbe renderlo fun-zionale al progetto Udinese? Dalla risposta al quesito, onnicomprensivo di componenti tecniche e atletiche non meno che psicologiche, dipen-derà il futuro prossimo del ragaz-zo. Guilherme ha soltanto 24 anni, può darsi che il passaggio sia stato troppo brusco e che questo primo campionato italiano gli sia servito per capire e cominciare ad adattar-si. Non è un bidone, questo è sicuro, pure se stride quello zero accanto alla voce gol. Il bello è che in Brasile passava per un gran tiratore. Oggi lo vediamo sparacchiare pallonate

Due soli innesti sicura-mente riusciti a fronte di una ventina di tentativi, alcuni in atto: è il bilan-cio delle grandi manovre

dell’Udinese sul mercato brasiliano negli ultimi dieci anni. Il refrain che il club friulano non sbagli un colpo è entrato ormai nell’immaginario cal-cistico mondiale, eppure la storiella non vale se riferita al pallone ver-deoro. Meno occhiuti gli osservatori al soldo dei Pozzo, oppure il futebol brasileiro non è più quello di una vol-ta? Un po’ dell’uno e molto dell’altro se la Selecao, nella semifinale mon-diale a Belo Horizonte di un anno fa, ne becca sette dalla Germania.

CAMPIONISSIMI - Mentre si perdono ormai nella leggenda i nomi

mi e aggressività superiori rispetto al futebol classico.

GUILHERME REBUS - Qui finisco-no le certezze di oggi, perchè tale non è Guilherme, il rebus Guilherme. Preso dal Corinthians per fare il regista (si è applicato, ma con esiti modesti), da Stramaccioni è stato

ai passeri, ma anche - come a Roma - beccare l’incrocio con una parabo-la velenosa. Nell’incertezza (hai visto mai che sia un tipo a lenta matura-zione... ) va provato ancora per un anno. Come si fece per Maicosuel, salvo poi arrendersi all’evidenza di un adattamento impossibile, e non

lo, evitando forzature come quelle, per esempio, che a Bari (dov’era in prestito) hanno rovinato la carrie-ra di un altro brasiliano per il quale Udine stravedeva, cioè Vitor Barreto, ora trentenne e riserva della riserva nel parco attaccanti del Torino.

Meglio è andata a Felipe, altro brasiliano “fragile”: ha fatto bene negli otto anni di Udine, meno a Fi-renze, ha abbandonato il disastrato Parma dove si era rilanciato per approdare in febbraio, a 31 anni, addirittura all’Inter e sperare in un nuovo contratto.

Ai box (è stato operato di ernio-plastica bilaterale) è finito anche l’attesissimo Lucas Evengelista, classe 1995, titolare verdeoro under 20, per il quale l’Udinese ha sbor-

si fece per un pippone come Wil-lians o per Naldo, gli ultimi fallimenti bianconeri di marca brasiliana. Sa-rebbe servita pazienza, invece, per veder sbocciare qui Siqueira, che si è realizzato lontano da Udine con un percorso che ha toccato Granada, Benfica e Atletico Madrid, di cui è apprezzato cursore di fascia.

GIOVANI AI BOX - E Silva, che fine ha fatto il Gabriel che doveva spac-care la corsia sinistra? Complice un grave infortunio muscolare (strappo al retto femorale) ha perso in pratica la stagione e buon che Stramaccioni, rispolverato il vecchio Pasquale, ha trovato per strada anche l’eclettico Piris per tappare la falla. Gabriel Silva è un magnifico atleta, resta un gio-catore potenzialmente importante, e bene ha fatto l’Udinese a preservar-

24 | 20 05 2015 | TremilaSport+

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UDINESECALCIO

DANILO E ALLANIL BRASILE CHE VA

PIACE Con la sua grinta e determinazione, Allan è uno dei pochi bianconeri in attivo in questa stagione. Lo inseguono club di prima grandezza. Un solo gol nel biennio di milizia udinese.

Rispettate il vecchio Friuli, mandatelo in pensione con un sorriso. Il miglior congedo, in attesa di vederlo popolato nella nuova versione “tuttocoperto” dal prossimo campionato, sarebbe una bella vittoria sul Sassuolo, domenica l’ultimo avversario casalingo prima della chiusura a Cagliari. L’Udinese di quest’anno è stata troppo avara con il proprio pubblico. A un avvio promettente (i successi iniziali su Empoli, Napoli e Parma) sono seguiti pareggini e rovesci come conseguenza di prestazioni scarne di gioco e di iniziativa. A tutt’oggi, l’Udinese ha messo assieme sul campo di casa 23 dei suoi 41 punti, con appena 6 vittorie (e 5 pari) su 18 partite disputate. Un anno fa, giusto per un raffronto recente, le vittorie erano tre in più. Il bilancio è appesantito dal girone di ritorno, in cui i bianconeri hanno vinto soltanto due volte, contro Torino e Milan, mentre le due ultime apparizioni casalinghe si sono risolte in altrettanti ko: glorioso quello per mano dell’Inter, mentre è stata irritante (1-4) la resa alla Samp di Muriel. Non certo il miglior modo per rilanciare entusiasmi e fidelizzazioni per l’annata del nuovo stadio. Anche per questo l’Udinese deve convincere e fare risultato contro il Sassuolo (1-1 all’ andata) reduce dalla tripletta rifilata al Milan con uno scatenato Berardi. Una squadra organizzata, temibile e irresistibile se la voglia giusta anima i suoi italiani (spesso tutti e undici), creativi e micidiali come e di più dei migliori stranieri. Con loro dovrà rivaleggiare Di Natale: guardiamolo bene, potrebbe essere l’ultima recita del capitano sull’erba di casa dove ha sempre dato il meglio di sé, regalando emozioni indimenticabili. (i.c.)

IN PENSIONECOL SORRISO

ULTIMA AL FRIULI

EDENILSON E POI LEANDRO - Nel-la prossima stagione, a rilevare ruolo e maglia dello svizzero Widmer, sarà di sicuro - l’ha anticipato Pozzo jr in persona - Edenilson. Il venticinquenne esterno brasiliano, in prestito al Ge-noa, si è rivelato prezioso puntello nel disegno tattico di Gasperini, che vor-rebbe tenerselo: non segna neanche per scommessa, tuttavia mette corsa e intelligenza al servizio degli equilibri di squadra. Stramaccioni vedrà di tirargli fuori qualche gol, come a suo tempo fece Spalletti con Alberto, un pari ruolo

di buona tecnica che però la porta non la vedeva.

Più avanti, tra un anno, alla maggiore età, arriverà in Friuli quello che in Bra-sile considerano un piccolo fenomeno, Leandro-Leandrinho del Ponte Preta, il 10 della Selecao under 17. Piccolo, ra-pidissimo, letale nell’uno contro uno, lo accostano allo Zico giovane, quindi da cesellare sotto l’aspetto fisico-atletico. In ogni caso un investimento senza ga-ranzie di riuscita. Ma valesse alla fine la metà del Galinho, per l’Udinese sarebbe già un bell’affare.

Nella pagina accanto, da sinistra, Guilherme, il promettente Evangelista e l'immarcescibile veterano Danilo.

AZZANO XdiBiancamariaGonano

L’Udinese Club Azzano Decimo nasce nel 1979 per iniziativa di sei amici, Celso, Adalberto, Angelo, Claudio, Bruno e Olivo, che lo fondarono insieme a una ventina di soci, stabilendone la sede nella trattoria di Angelo. Il nuovo consiglio oggi è formato da Loris Bonotto (presidente) Stefano (vicepresidente) Anne Marie (presidente onoraria) e i consiglieri Andrea, Paolo, Patrizia, Roberta, Sonia, Elena, Rita, Mirco, e Giovanni, anche consigliere A.U.C. Il presidente ci racconta

così, a ruota libera: “Oggi, a 36 anni di distanza, i soci sono circa 300 e in alcuni anni hanno sfiorato la quota di 500 iscritti, che confermano la passione per

la squadra bianconera immutata e vitale. Attualmente purtroppo non abbiamo ancora una sede, nonostante il nostro impegno a cercarne una nel nostro territorio, e questo ci penalizza molto, ma noi teniamo duro e ci troviamo comunque

in qualche locale di Azzano X per le nostre riunioni". E poi ancora: "La storia è costellata di molteplici occasioni in cui siamo stati presenti con la beneficienza

e coinvolti in iniziative sportive e non, amichevoli con l’Udinese o tornei di calcio o calcetto, gare di pesca tra amici di vari Club, il pomeriggio allo stadio con i bambini e il conseguente terzo tempo in compagnia di amici. E naturalmente a seguito della squadra nelle tante trasferte come a Praga, Leverkusen, Londra, Liverpool, Berna, in Olanda, altre estere condivise con altri club e le innumerevoli in Italia. Nonostante il periodo economicamente difficile e

i non brillanti risultati della nostra Udinese, lo zoccolo duro dei tifosi del nostro club non si arrende e per le trasferte a volte uniamo le forze con altri, in particolare con gli amici di S.Giovanni al Natisone. Fin che ci sarà l’Udinese il cuore del club di Club Azzano X continuerà a battere. Ogni anno vogliamo poi organizzare la cena sociale con giocatori, allenatori e ospiti anche se dobbiamo attenerci alla regola imposta dall’alto che la prevede ogni 5 anni”.

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AMARCORD

QUELLI

di PIERO MICOLI

amarcord

PIERO MICOLI, udinese originario di Ovaro, è stato radio-telecronista delle vicende bianconere sin dagli anni della serie C. Già giornalista del Messaggero Veneto, è attualmente presidente regionale dell'Ussi.

ERANO GIORNI...

Qualche anno fa l’Udinese Calcio ebbe nei miei confronti un gen-tile pensiero consegnandomi una targa a riconoscimento del mio lungo impegno professionale. Il

testo riportava “A Piero Micoli , dalla radio alla carta stampata per oltre 30 anni fedele cronista della storia bianconera”. Già, oltre trent'anni, praticamente una vita profes-sionale. Quella targa, logicamente, fa bella mostra di sé nel mio studio, dove, mentre pe-sto i tasti del computer compilando ancora qualche pezzo sull’amata Udinese, suscita, a

volte, fugaci, nostalgici ricordi di esperienze, avventure e personaggi conosciuti in quegli anni. Talmente tanti da confondersi spesso l’uno con l’altro, ma pur sempre vivi nella memoria.

Tra i più belli e significativi quelli legati agli stranieri che hanno fatto parte della storia bianconera, sia sul rettangolo verde, sia sulle panchine. I brasiliani trovano un posto di spicco, anche perchè rappresen-tati al massimo livello da Arthur Antunes Coimbra, in arte Zico, protagonista di un biennio conclusosi tristemente, quasi con una vera e propria fuga del Galinho, legata ai problemi fiscali di Lamberto Mazza, che

la Guardia di Finanza cercava di incriminare, magari anche attraverso il coinvolgimento dello stesso campione brasiliano. Ma il suo primo anno in Friuli fu davvero fantastico, deliziandoci tutti con le sue magiche giocate. Zico riempiva gli stadi in cui giocava l’Udinese, che il più delle volte lasciava il campo tra gli applausi, perfino di fronte alle tifoserie più violente, a conferma che il bel calcio placa e rasserena anche gli animi più focosi. Io tra-smettevo le radiocronache di quelle partite e in breve era nato tra lui e me uno stretto rapporto di amicizia. Le trasmissioni erano sponsorizzate dall’azienda vinicola Fantinel, che assegnava una confezione dei propri vini ai goleador bianconeri. Zico, naturalmente, fece la parte del leone, con 20 e passa reti messe a segno, costringendomi così a rag-giungerlo continuamente al Moretti o a casa sua al Morena, con le casse da sei bottiglie di Barone Rosso. Siccome però lui neppure beveva, mi semplificò il compito incaricando del ritiro il massaggiatore Franco Casarsa, che il vino invece lo gradiva, eccome! Sicchè almeno la metà di quei particolari trofei alla fine deliziarono il palato del simpaticissimo massaggiatore, animatore delle trasferte bianconere, autore di epici scherzi e grande barzellettiere. Ed era sempre lui a tentare di insegnare l’italiano ai brasiliani.

Ma più che l’italiano Franco parlava abi-tualmente il friulano, il cui primo rudimento era: “un taj di blanc, un taj di neri”, parole immediatamente fatte proprie da Orlando Pereira, che giocava nel ruolo di libero, un lungagnone magro e con un nasone a becco enorme, regolarmente escoriato quale prima vittima di tutti gli incidenti del giocatore

Ilgiornalistafriulanoriproponelesueesperienzeprofessionalidegliannidell'UdinesediZicoedeglialtristranieriinbianconero.

IL PRESIDENTEFu con la presidenza di Lamberto Mazza (qui a sinistra) che l'Udinese si accaparrò l'asso brasiliano Zico.

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AMARCORD

dall’età indefinibile, sulla quale fiorivano le interpretazioni più folli. Lui, con un ironico sorrisetto, dichiarava 30 primavere… circa, e già qui era tutto da ridere, ma alcuni lo ipotizzavano perfino cinquantenne. Un’esa-gerazione, ma non troppo… Quando cadeva, e capitava spesso, prima di rialzarsi sembrava raccogliere le proprie membra una ad una, ricomponendole per rimettersi in sesto e finalmente levarsi faticosamente in piedi. Un siparietto di una comicità unica. Eppure aveva anche un piede magico, capace di lanci “telecomandati” di oltre 40 metri.

Ricordo anche molti altri giocatori: il primo a inaugurare il ritorno degli stranieri nel no-stro campionato, Herbert Neumann, un bel biondone teutonico, non troppo apprezzato in campo, ma sicuramente invidiato per la bellissima moglie, che sfoggiava al suo fianco sfrecciando sulla sua rossa Ferrari. E ancora Ivica Surjak, un folletto in campo, bellissimo a vederlo giocare: partiva da metacampo in slalom entrando inarrestabile nell’area avversaria, dove non restava che fermarlo con le cattive. Ergo, quell’anno l’Udinese battè qualcosa come 12 rigori o giù di lì. Mitico! Ma oltre ai molti altri giocatori, anche i tecnici ebbero la loro parte.

Ne cito due in particolare: "Bora" Milutino-vic e Roy Hodgson. Il primo arrivò a Udine a campionato iniziato. Giungeva dall’esperien-za con la nazionale del Messico, di cui era stato Ct in un Mondiale. Le malelingue lo accompagnavano con l’immagine di un rac-comandato, grazie alla potentissima moglie, per l’appunto messicana. Entrai prestissi-mo in confidenza con lui, anche perché non possedeva un’automobile e così si faceva

volentieri scarrozzare da me, tra il Moretti e Là di Moret, regalandomi, secondo lui, fiumi di dichiarazioni, primizie e confidenze sul gioco del calcio. In effetti cominciai presto a credere che quelle malelingue non fossero proprio casuali: mi raccontava frottole e baggianate su tattiche e tecnica davvero incredibili. Poi, quando non ne aveva più, mi poneva un sacco di quesiti, sempre calcistici, ai quali lui stesso poi dava le risposte più disparate e pazzesche. Insomma, un vero e proprio bluff per Dal Cin che l’aveva porta-to in Friuli. Durò pochissimo. E ci credo!!! Il suddito di Sua Maestà, che in Italia aveva già fatto tempo prima un’amara esperienza all’Inter, tornò assai volentieri nel Bel Pa-ese, e specificamente in Friuli, di cui forse conosceva le abitudini, soprattutto quelle enogastronomiche. Personaggio simpatico, disponibile, dotato di un sottile humor, si ambientò immediatamente al clima udine-se, intendo quello di enoteche, osterie, bar, trattorie e ristoranti, che frequentava più che volentieri. Minore invece la sua ambien-tazione con il campionato nostrano, sebbene l’avesse già sperimentato. Un episodio per tutti: incontro Perugia-Udinese al via e um-

PERSONAGGI Zico, qui sopra esultante, divenne l'idolo del Friuli. A destra, il tecnico inglese Roy Hodgson.

bri partiti a razzo, frastornando i friulani, letteralmente in stato confusionale. Dopo alcuni tragici minuti un difensore bianconero si precipita verso la propria panchina, sulla quale Hodgson sedeva imperturbabile, e rivolgendosi al tecnico gli chiede dispera-tamente: Mister, ma io chi devo marcare? Il prode Roy, con sguardo sconsolatamente interrogativo e tipica flemma anglosasso-ne spalanca le braccia sospirando: “I don’t know!” Incredibile al Curi! Ovviamente anche per lui venne ben presto il tempo di abban-donare quella panchina.

Ma che fossero savi o matti, bravi o brocchi, giocatori e tecnici erano comunque persone con le quali il dialogo era sempre accessibile, spesso persino sollecitato da loro stessi, in un clima di rispetto reciproco, an-che nei contrasti, pur se a volte a muso duro, con schiettezza, a faccia a faccia, ma senza strascichi. Un mondo nel quale il rapporto umano aveva ancora il suo valore, un mondo decisamente diverso da quello odierno, dove tutto è più complesso e difficile, e sono ben felice nel rileggere ogni tanto quella mia targa che mi riporta ai tanti ricordi di quei trent’anni e oltre. Che mi tengo gelosamente e orgogliosamente ben stretti.

METEORAIl centrocampista tedesco Herbert Neumann militò per una stagione nell'Udinese dei primi passi in serie A, nel 1980/81.

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TENNISL'EVENTO

TOP TREMILA,I NOSTRI OSCAR

Sarà un parterre de roi dello sport regionale d’alto livello, quello che Tremilasport presenterà giovedì 4 giugno alle 18 presso il Centro be-nessere Aquarius di Magnano in Ri-

viera, tra le colline a nord del capoluogo friula-no. Eccoci di nuovo, dunque, dopo il pomeriggio di basket del 2009 al palasport Benedetti di Udine e i successivi Tremila in rosa e Tremila in azzurro, vetrine di campioni e campionesse del Friuli Venezia Giulia che presentammo nel teatro di Feletto Umberto.

Stavolta saranno appunto gli ampi spa-zi dell’Aquarius, all’aperto sul green se il bel tempo ci assisterà, altrimenti all’interno, ad ospitare il Top Tremila (così abbiamo volu-to denominare la nuova edizione del nostro evento), che si avvale dei prestigiosi patrocinii della Provincia di Udine, del Panathlon, dell’As-

sociazione Atleti Azzurri d’Italia, dei Veterani dello sport, dell’Ussi regio-nale, dell'Unesco Cities Marathon e dell’Achilles International presie-duto da Laura Bassi, nostra ospite d’onore.

Non sveliamo per ora il roster completo dei campioni che par-teciperanno all’evento presentato dal direttore di Tremilasport, Edi Fabris, e dalla giornalista Barba-

ra Castellini (lo faremo compiutamente nella prossima uscita del magazine, il 3 giugno, vi-gilia della manifestazione), proponendone solo alcuni a titolo di “aperitivo” e aprendo com-pletamente il sipario alla prossima occasione.

Con i nomi dei bianconeri dell’Udinese calcio ancora top secret, spicca quello della campio-nessa olimpica del tiro a volo, già qualificata a

Rio 2016, Chiara Cainero, insieme ad altri che gli sportivi regionali conoscono molto bene, dalle sorelle della scherma Mara e Caterina Navarria ai fratelli del judo Matteo e Giada Medves, dalle stelle dello sci Gabriella Paruz-zi e Lisa Vittozzi a quelle del ciclismo Cimolai, Buttazzoni, De Marchi, Cecchini e Andreotti, che avranno il piacere di ricevere la visita sul palco dell’inesauribile patron della mitica tap-pa dello Zoncolan, Enzo Cainero. Tutti perso-naggi ormai in confidenza con l’azzurro della nazionale.

Ampia poi la pagina del basket, con le at-tuali tre punte di diamante della palla a spic-

chi friulana Michele Antonutti, Davide Pascolo e Fabio Mian, reduci da una brillante stagione in serie A con le rispettive squadre, ai quali si affiancheranno molti altri bei nomi, tra questi quelli storici della Gedeco (Lorenzon, Bettarini, Milani, Cudia, Luzzi Conti, il tecnico Colosetti, il gm Fadini) che nel 1983, sotto la guida dell’indi-menticato Lajos Toth, conquistarono inaspet-tatamente la promozione in A1.

Non mancheranno le ginnaste dell’Asu di A1, le campionesse di pattinaggio artistico Silvia Stibilj e Valentina Carrafiello, delle bocce Ca-terina e Virginia Venturini, quella del tiro a se-gno Eleonora Mazzocoli, l’icona del rally Gianni Marchiol, gli atleti e le atlete, le calciatrici e i rappresentanti delle molte altre discipline che fanno della nostra regione, a dispetto dell’esiguità del territorio, una realtà infinita di campioni.

Una rutilante vetrina che sarà accompa-gnata da Anna e Luca, il giovane Acoustic Duo con chitarra e voci, di Azzano Decimo, per il quale profetizziamo un magnifico futuro in campo musicale. Alla prossima, dunque, per il roster completo.

MARA NAVARRIA E SILVIA STIBILJ, a destra e sotto, stelle a livello mondiale della scherma e del pattinaggio artistico. Più sotto, i fratelli MATTEO e GIADA MEDVES, judoka azzurri.

CHIARA CAINERO E MICHELE ANTONUTTI, a sinistra e in alto, punte di diamante friulane nel tiro a volo e nel basket.

L'ACOUSTIC DUO, che accompagnerà musicalmente il Top Tremila.

4gli eventi

organizzati da Tremila

Il4giugnoall'AquariusdiMagnanoinRivieracampionidituttiglisportinpasserella

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FESTA DELLO SPORT LIBERTAS

23 - 24 MAGGIO • CASARSA DELLA DELIZIA

Il polisportivo comunale di Casarsa della Delizia (piazzale Bernini) ospita la vetrina degli sport griffati Libertas. All’interno del complesso è ubicato il Palazzetto (o PALAROSA) che sarà teatro per esibizioni di ginnastica, arti marziali e pattinaggio artistico. L’Atletica leggera vivrà i suoi momenti agonistici nello stadio centrale, mentre sull’anello correranno gli sprinter del pattinaggio sulle ruote in linea. Il polisportivo presenta numerose pedane outdoot, che verranno usate per specifi che discipline. Le Libertiadi si svilupperanno in altre tre aree del territorio comunale: le PALESTRE DELLA SCUOLA MEDIA (via Castellarin) e DELLA ELEMENTARE (frazione San Giovanni, via Versutta) per tornei di pallacanestro, mentre al TEATRO PASOLINI si esibiranno le scuole di danza. Lungo le strade cittadine sfi leranno gli appassionati del nordic walking. Infi ne, a Cordenons (Centro Estate Vica in via Traversagna) si giocherà il campionato di beach volley.

Tutti i luoghi delle Libertiadidi Casarsa della Delizia

SABATO 23 MAGGIOpolisportivo comunaleore 15.00 cerimonia di aperturaPalaRosaore 15.30 dimostrazione di sandaore 16.15 dimostrazione di taelwon-doore 17.00 dimostrazionedi ginnastica artisticaore 18.05 esibizionee torneo di pattinaggio artistico a rotellecampo atleticaore 14.00 gare di pattinaggio corsoore 16.00 gare di atletica leggera e podismo amatorialecampo di basket esterno(in caso di maltempo palestra della scuola Media)ore 15.30 dimostrazione di fi tness+walking

ore 17.30 dimostrazione di krav maga(difesa personale)ore 19.00 dimostrazione di yosekan budo,kyusho e muay thaicampo di allenamentoore 15.30 gimcana di ciclismoteatro Pasoliniore 18.00 spettacolo di danza, ballo e arti marziali

DOMENICA 24 MAGGIOPalaRosaore 8.00 campionato di judoore 14.00 torneo di karate tradizionalepalestra della scuola Mediaore 9.00 torneo di Basketpalestra della scuola Elementare di San Giovanniore 9.00 torneo di basket

campi di calcioore 8.00 raggruppamento di minirugby

lungo le strade cittadineore 9.00 nordic walking

Centro Estate Eiva di Cordenonsore 9.00 campionato regionale di beach volley

Per tutta la durata della manifestazione,presso il Polisportivo saranno presenti un gazebo informativo sui corsi di abilitazione all’uso del defi brillatore,uno stand dello Sci Club Pordenone,info point e punto ristoro.

INGRESSO LIBERO

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PROGRAMMA UFFICIALE DELLE GARE

Il Friuli Occidentale si appresta a ospitare le Libertiadi 2015, in

pratica una fi era regionale dello sport sotto l’egida Libertas. Sarà ancora una volta Casarsa della Delizia (come lo fu per la prima fortunata edizione del 2013) il cuore dell’happening in calendario il 23 e 24 maggio.E saranno numeri da record: 20 le discipline che saranno presentate al

si svilupperanno su altre tre aree del territorio comunale: le palestre della scuola Media ed Elementare (in frazione San Giovanni), nonché il teatro Pasolini (vi si svolgerà uno spettacolo a base di danze e arti marziali). Inoltre, puntata extra al Centro Estate Viva di Cordenons, dove si disputerà un campionato di beach volley.Le Libertiadi sono organizzate dal Centro Libertas di Pordenone, e godono del sostegno di Regione e Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia.

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pubblico, messe in campo da 1.700 atleti, sotto la supervisione di 205 tecnici. La manifestazione coincide con il 70° anniversario di fondazione dell’ente di promozione sportiva,

che quest’anno vede il suo brand premiato ad hoc con una griffe incisa sulla medaglia coniata per l’Expo di Milano. Come detto, Casarsa sarà il fulcro della rassegna

(grazie alla disponibilità dell’amministrazione locale) potendo contare su un polisportivo tra i più grandi e completi in regione. Data la vastità del programma, le Libertiadi

MMA UFFICIALE DELLEE GGAARRREEE

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NONSOLOSPORT

CULTURANovità su mostre, spettacoli, eventi, personaggi del panorama culturale

MATTHEW THOMAS NON SIAMO PIU’ NOI STESSI NERI POZZA

Verso la fine degli anni Trenta, i genitori di Eileen Tumulty lasciano l’Irlanda e approdano nel Woodside, a New York. La piccola Eileen viene al mondo quando Mike Tumulty, suo padre, ha già messo solide radici in terra d’America. Negli anni Sessanta, giovane donna attraente, incontra Ed Leary, e sente per la prima volta il cuore avviarsi di colpo. I sogni, però, spesso non sono che chimere. Col trascorrere del tempo, l’eccentrica abitudine di Ed di rinunciare ai più piccoli piaceri in nome di un’esistenza interamente dedita agli studi, si mostra come una fissazione assurda, un’ossessione che lo spinge a rinunciare a un lavoro ben remunerato e a isolarsi dal mondo. Fino al giorno in cui ciò che ne è oscuramente all’origine si svela in tutta la sua crudeltà.

CARLO REPETTI IL PONTE DI PICAFLOR EINAUDI

«Picaflor è un paese che ha il nome di un uccello che volando sta immobile sui fiori e col suo lungo becco sottile ne beve il succo. Di Picaflor già parlavano i racconti degli uomini a cavallo che arrivarono un giorno dall'Europa. Picaflor è l'ultimo paese e dicono che di là, dopo la foresta dell'altipiano, tutto il mondo finisce a strapiombo nel vuoto».

L’ANGOLO DELLA LETTURA

JOHN CONNOLLY

UN’ANIMA CHE BRUCIA TIME CRIME

Sono passati molti anni da quando William Lagenheimer e il suo amico Lonny Midas hanno ucciso una ragazza di quattordici anni. Assicurati alla giustizia, hanno scontato la loro pena separatamente, trasferiti da un istituto correzionale all’altro. Dal giorno in cui è stato rilasciato, William non ha più avuto contatti con il suo amico di un tempo e ha chiuso i conti con il passato. La tranquillità della sua nuova esistenza, tuttavia, viene turbata da un messaggio recapitato da qualcuno che, a quanto pare, è al corrente del crimine che ha

commesso. Ma a sconvolgerlo è un fatto ben più grave: un’altra quattordicenne scompare da Pastor’s Bay, e lui teme di ripiombare nell’incubo da cui credeva di essere uscito.

PIETRO GROSSI L’UOMO NELL’ARMADIO MONDADORIPietro Grossi dà vita a tre racconti totalmente insoliti, surreali, pieni di ironia e di mistero: sorprendenti quanto la sua prima raccolta, sicuri e originali come lo stile maturo che li percorre. Storie che, sotto una superficie di assoluta limpidezza, lasciano crescere un piccolo germe alieno eppure umanissimo, una spora di irrazionalità destinata a crescere introducendo nella quotidianità la scheggia fantastica del dubbio, dell'inspiegabile, dell'inconscio. Che, come sempre, è quella capace di spostare il nostro sguardo, porci le domande più grandi e farci profondamente emozionare.

SAMUEL BJORK LA STAGIONE DEGLI INNOCENTI LONGANESINel folto di una foresta norvegese immersa nel silenzio, c’è qualcosa di inatteso. Qualcosa di crudele. La giovanissima vittima è impiccata a un albero e ha al collo l’unica traccia lasciata dall’assassino: un cartello con scritto Io viaggio da sola. Questa vittima è soltanto la prima di una lunga serie. Solo Mia Kruger e Holger Munch possono impedire che la fine dell’inverno diventi una strage di innocenti, soltanto loro possono fermare una mano omicida che presto colpirà vicino. Molto vicino. Con un intreccio che non lascia scampo e due protagonisti destinati a entrare nel cuore dei lettori, “La stagione degli innocenti” ha già conquistato tutta Europa e sta per uscire in 22 Paesi.

A noi, oggi come oggi, pare spaventosamente incredibile pen-sare come un prigioniero politico nella Romania degli anni ‘80 potesse godere di soli venti minuti d'aria a settimana, nei quali peraltro gli era severamente vietato parlare. Ci si esprime-va tossendo, ma era proibito pronunciare la benché minima

parola: ecco appunto “La tortura del silenzio”, il libro che l’autore Guido Barella, giornalista del quotidiano triestino Il Piccolo, ha presentato di recente. La sua è la storia di Marius Oprea, di professione archeologo, che quasi trent’anni fa co-minciò a indagare insieme a un gruppo di collaboratori sulla terribile situazione politico-sociale della Romania di quegli anni, vessata dal regime totalitario di Nicolae Ceausescu. Ma per la popolazione comune il dittatore appariva ben più un tremendo burattinaio che teneva le fila dello sventurato Paese, essendo il responsabile primo degli orrori che si verificavano all’ordine del giorno operati dalla polizia politica, la famigerata Securitate. Le vicende che dal vivo Oprea ha avuto modo di illustrare fanno accapponare la pelle, ricordando ciò che era accaduto anche durante il nazismo o nella Russia di Stalin, per citare due esempi molto noti. L’opposizione al regime che Oprea e i suoi collaboratori misero in atto iniziò con timide discussioni anti-comuniste e ascolti clandestini delle notizie trasmesse da emittenti radio straniere, per poi continuare con l’affissione di manifesti di protesta in vari luoghi di Bucarest. Iniziative che culminarono con il loro arresto, nel 1988, mentre moglie e figli di Oprea si trasferirono in Germania, cambiando identità. La conoscenza però della barbarie che il suo popolo continuava a soffrire, ha fatto sì che anche dopo il crollo del comunismo nei vari Paesi Oprea si assumesse il compito di reperire i resti dei 637 000 morti durante quel pe-riodo. “Io so che questa è la mia missione. Penso che l’ultimo pensiero di queste persone sia stato: ‘Chissà se avrò una croce sulla mia tomba’. Ecco, io offro loro quella croce”. L’incontro del coraggioso archeologo con il giornalista Guido Barella ha fatto nascere, oltre a una grande amicizia fra i due, l’idea di scrivere il racconto del “Simon Wiesenthal dei crimini del comunismo rumeno”, per la sentita necessità di riportare alla luce il più importante e drammatico capitolo della storia di uno Stato i cui legami con l'Italia sono numerosi e stretti. Massimo Gaudino.

IL WIESENTHALDI ROMANIA

TESTIMONIANZE

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UDINESECALCIOle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSportle belle di TremilaSport

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Ha iniziato a posare, come molte, per gioco nel 2009, Gabriella Na-tale, dedicandosi solo più tardi in maniera

continuativa e professionale ad un’attività che le sta gradualmen-te procurando consensi in spazi sempre più ampi. Ragazza del sud, la venticinquenne modella pugliese, bionda dalle forme morbide, della sua città, Taranto, delinea un ri-tratto dai contorni poetici ma la-menta la distanza dai centri che contano per la sua professione: “Ci sto bene, il clima è mite tutto l’an-no anche se reso afoso dallo sci-rocco durante l’estate, e il mare è stupendo. Per il mio lavoro avevo in programma però di trasferirmi a Milano, proposito poi rientrato a causa di sopravvenuti problemi di varia natura, e adesso ho la valigia

sempre in mano per andare dove mi chiamano. Per fortuna mi piace viaggiare”. Nel suo cuore una città su tutte, Parigi: “La adoro, mi è ri-masta dentro. Ci sono stata a feb-braio e il clima non era dei migliori: per me che sono freddolosa non il top ma se dovessi viverci mi sforze-rei di adattarmi!”. Con il suo incon-fondibile, caldo e simpatico accento pugliese si autodefinisce forte ma tenera, Gabriella, caratterialmente tosta ma allo stesso tempo dolce: “Sono testarda ma con una compo-nente di fragilità, determinata ma capace di aprire il mio cuore. Guai però a chi mi mette i bastoni fra le ruote!”. Della sua attività di modella è soddisfatta e guarda con ottimi-smo alle chances che il prossimo futuro potrà riservarle: “Sto otte-nendo buoni risultati, certo, e conto di proseguire su questa strada. No,

AMO IL MIO MARE MA SOGNO PARIGI

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i concorsi di miss non fanno per me, per riuscire in questo campo ci sono di mezzo troppi compromessi e invidie di cui io non sono capa-ce”. Ai lettori di Tremilasport, ora, il piacere di ammirare le sue linee: il gradimento, crediamo, è assicurato.

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U. S. MARIO TOSI

AUSTRIA SLOVENIA ITALIA CROAZIA S.MARINO

1 ° T R O F E O

“ TA R V I S I O - C I T TA’ E U R O P E A - S E N Z A C O N F I N I ”

ATLETICA LEGGERA - “ALPE / ADRIA”

BACINO IMBRIFERO MONTANO DELLA

DRAVA IN PROVINCIA DI UDINE

TARV

ISIO - MALBORGHETTO V. - CHIUSAFORTE

TARVISIO / DOMENICA 24 MAGGIO 2015

22ª Staffetta Alpina del Monte LussariCamporosso - Tarvisio

Corsa in montagna

14° Memorial “Carlo Emanuele Melzi”Domenica 9 agosto 2015

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Info. 347 3486801

31°

UNIONE NAZIONALE VETERANI DELLO SPORT

Sez. di TARVISIO

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BASKET

FINALE ECCELLENZAore 11.00

MARINELLIDell’Angela, Soramel,

Covazz, Furlan, Bulian, Meroni, Giacobbi,

Bacchin, Pertoldi, Picotti, Rizzo, Craighero.

Allenatore: Prof. Lucio Bergomas,

Ass.: Corradina

MALIGNANICattaruzzi, Kodermatz,

Lostuzzo, Dosmo, Feruglio, Bon D., Maran,

Costantini, Floram, Tonizzo, Lacovig.

Allenatori: Prof. Natale

Comuzzo

FINALE ELITEore 9.00

MARINONIMaroello, Pegoraro,

Lubian, Dominici, Giorgiutti, Bertossi,

Chiti, Fantini, Cascino, Cavallaro, Piccini,

Candotto. Allenatore:

Prof. Martinello

BEARZIBoccuccia, Ceschiutti,

Zamò, Trevisini, Martinuzzi M., Chianotti, Pividor, Marin, Rovedo, Peresotti, De Monte.

Allenatore: Prof. Milani,

Vice: Prof. Andriola

PREMIAZIONI ORE 12.30

3a STRINGHER

3a DEGANUTTI

4a ZANON

4a STELLINI

5a VOLTA

5a UCCELLIS

3a COPERNICO

4a CECONI

CLASSIFICA ELITE

CLASSIFICA ECCELLENZA

InscenasabatomattinaalpalasportBenedettilafasefinaledell'ottavaedizionedeltorneostudentescoudinesesuccessoredelmitico"Burei"deglianni'60e '70

Si ispira dichiaratamente allo storico torneo Burei degli anni '60 e '70, il "Cernich" dedicato alla figura dell'in-dimenticato giocatore e poi tecnico professor Ezio, prematuramente

scomparso nel 1992 a soli 58 anni. Una mani-festazione condotta dal professor Maurizio Ivancich in collaborazione con Apu ieri, l'Itc

Zanon e altri Enti che sabato vivrà la sua fase finale al pala-sport udinese Benedetti con le due finali, l'Elite fra Marinoni e Bearzi alle 9 e a seguire l'Eccel-lenza fra Marinelli, campione in carica, e Malignani, protagoni-ste di molte delle sette edizioni precedentemente disputate. "Considerando che il trofeo è intitolato alla memoria del professor Ezio Cernich, per-sona di grandi valori morali, è stata posta all'attenzione dei responsabili tecnici dei vari Istituti che il comportamento in campo e fuori dallo stes-so dei giocatori e allenatori sia rispettoso dei canoni di educazione e sportività che

la scuola ha il compito di promuovere. A tal fine la commissione organizzatrice riferirà al dirigente scolastico della scuola interessata ogni comportamento scorretto o comunque antisportivo tenuto durante lo svolgersi del torneo", evidenzia il professor Ivancich, deus ex machina della manifestazione. Raccoman-dazione trasmessa anche agli studenti che come di consueto affollerano i gradoni dello storico impianto cittadino che ospitarono qualche decennio addietro, appunto, anche le tifoserie del "Burei". Tifoserie, quelle, calde e appassionate che si lasciavano comunque andare anche a cori dal contenuto boccac-cesco e a lanci in campo di carta igienica e di ortaggi di una tipologia che oggi farebbe gridare all'omofobia. Altri tempi ma l'entusia-smo, a prescindere dai mutamenti generazio-nali, rimane sempre lo stesso. "Gli obiettivi del progetto - sottolinea Ivancich - sono diversi: valorizzare il gioco e lo sport come spazio privilegiato di apprendimento, socializzazione e integrazione; la crescita qualitativa dell'im-magine della scuola rispetto al ruolo forma-tivo di una coscienza sportiva indispensabile per apprezzare i valori dello sport; la promo-zione e l'acquisizione di corretti stili di vita; avvicinare la scuola allo sportivo. E ancora:

educare ad una competizione sana nel ri-spetto del compagno/avversario; stimolare uno spirito di appartenenza dello studente al proprio Istituto partecipando direttamente o indirettamente alla competizione sportiva; intraprendere un percorso di crescita edu-cativa corretta legata al tifo per la propria scuola e ricordare la memoria di un grande uomo di sport, Ezio Cernich, appartenuto ai massimi livelli della pallacanestro in Italia, e protagonista di un momento innovativo del mondo della scuola". Al progetto hanno par-tecipato 12 Istituti superiori della Provincia di Udine, con il torneo a essere iniziato il 5 febbraio, sviluppandosi nelle palestre di al-cune scuole con una formula cambiata da qualche anno rispetto al passato. Mentre nel "Burei" e nelle prime edizioni del "Cernich" a giocarsi il trofeo erano le quattro regine uscite da precedenti eliminatorie, recen-temente è stata adottata una formula che prevede due raggruppamenti con tanto di promozioni e retrocessioni. E nell'ambito del-le finali al Benedetti spazio anche allo spet-tacolo proposto con grande professionalità da gruppi di studenti. O tempora o mores, tutto si evolve, e in questo caso in maniera sicuramente positiva.

CERNICH, BASKET E SPETTACOLO

di EDI FABRIS

LA FINALEAncora una volta saranno il Marinelli (in giallo) e il Malignani a contendersi il trofeo.

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BASKET

SERIE D/SEMIFINALE

DERBY-2, DGM EB. TIME DI FRONTE

“Abbiamo avuto sempre la par-tita in pugno e vinto con pie-no merito” così ha esordito Letizia Di Leo, presidentessa del Basket Time Geatti al ter-

mine del vittorioso confronto nel derby con la Dgm Campoformido, gara-1 della semi-finale dei play off di serie D. “I 12 punti di scarto a fine gara ben rappresentano l’an-damento dell’incontro che, dopo il loro 4-0 iniziale, abbiamo sempre condotto con buon margine, raggiungendo una punta massima anche di 19 lunghezze. Adesso abbiamo il match point da giocare sul nostro campo in gara 2 e faremo di tutto per non farci sfuggire l’occasione per disputare la finale”.

Una finale che in caso di vittoria spa-lancherebbe al Basket Time le porte della serie C regionale, un obiettivo che rientra nelle aspettative di inizio stagione per la società udinese. “I molti infortuni patiti da diversi dei nostri uomini chiave durante la regular season ci rendono particolarmente soddisfatti di come si sono messe le cose durante i play-off; ad un certo punto del-la stagione eravamo preoccupati di non riuscire ad essere al meglio in vista del raggiungimento di un traguardo che rientra nei nostri programmi”.

I programmi societari per il prossimo campionato sono al momento in stand-by, tutta l’attenzione del vertice è rivolta alle battute finali del torneo, che nei desiderata è quella di bissare il successo degli Under 19 che hanno già vinto il titolo di categoria. Sul

fronte della Dgm la sconfitta è stata vissuta senza drammi e con la giusta aspettativa di rifarsi sul parquet udinese di Sant’Osval-do, portando a gara-3 i rivali, peraltro già battuti per due volte su due durante la stagione regolare. “Indubbiamente il Basket Time ha meritato il successo, ma ogni par-tita ha la sua storia e noi daremo tutto per invertire l’inerzia della serie e cercare di giocarci poi la promozione con Grado, che vedo favorita nell’altra semifinale”, ci ha confermato un Davide Micalich comunque soddisfatto dell’andamento complessivo della stagione. “La nostra è una società e una squadra giovane che è partita quattro anni fa dalla Promozione per cercare di portare e diffondere il basket a Campo-formido, piazza tradizionalmente dedita prevalentemente ad altre discipline come il calcio e il volley, e trovarci in breve tempo a disputare questo derby in un palazzet-to gremito e in un ambiente entusiasta ci ripaga e ci ricarica in vista della prossima stagione, che a prescindere dalla categoria, ci vedrà ai nastri di partenza con il confer-matissimo coach Cargnello e desiderosi di crescere ulteriormente e, naturalmente, di ben figurare”.

Entrambi i contendenti non ci hanno nascosto “le preoccupazioni” economiche legate al possibile salto di categoria, ma ora per tutti l’ordine del giorno è: guardare al campo e pensarci a bocce ferme, quando i giochi saranno fatti .

Giuseppe Passoni

PROTAGONISTIDavide Micalich, patron DGM

e Luca Di Leo, allenatore del Basket Time

Dai & Vai per la seconda volta regina dell'Uisp, a testimonianza che, ad ogni livello e a dispetto

dell'età, la classe non è acqua. Nella doppia finale con Fagagna, i triestini hanno fatto due volte centro (62-65 gara-2) anche se Guerra & C. non hanno mai mollato. Ma alla lunga ha prevalso anche la maggior profondità del roster giuliano, con Fumarola, Ciriello, Burni e Pozzecco un gradino più in alto. Una delle pretendenti al titolo della vigilia, la Sbrindella, ha dovuto invece accontentarsi di far propria per ora gara-1 della poule consolazione, vincendo 69-65 con l'Aquileia. In Coppa Friuli, è sull'1-1 la serie di finale fra Wlm Udine e Attimis. Partite e un po' di gloria per tutti, in questo campionato amatoriale in cui però evoluiscono talenti Over accanto ad atleti più giovani con voglia di maggior disimpegno rispetto a tornei più intensi. Se la A1 assegna lo scudetto, la A2 offre la possibilità di ascesa nell'èlite dell'Uisp e anche qui la lotta si fa accesa pure se alla fine della fiera amichevole. E anche qui c'è una Dai &

Vai, denominata 2, che vince gara-1 di finale con il Cus Udine ma perde la seconda 45-42, con i match ora sull'1-1. A2 che ha anche la sua Coppa Friuli, con Torviscosa a vincere senza giocare gara-3 con Palmanova. Gli "stellati" avevano chiesto il rinvio della bella al 23 maggio ma senza trovare l'accordo con

gli avversari. Non presentandosi in campo, i palmarini si sono visti quindi affibbiare lo 0-20 punitivo che ha automaticamente assegnato la coppa al Torviscosa. E da quest'anno c'è anche l'Uisp femminile, con finale fra Aibi Fogliano, vincitrice di gara-1 e Basket Time. Gara-2 venerdì 22/5 alle 21 al PalaVecchiatto a Udine. (e.f.)

UISP, LA TRIESTINA DAI & VAI ANCORA REGINA IN FRIULI

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VOLLEYVOLLEY

FINALI REGIONALI U16F FRIULI VENEZIA GIULIA

Foto di Alessandro SAIN

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VOLLEYVOLLEY

Udine mentre da Martignacco ar-rivano le prime conferme. Non po-teva fare a meno di Lara Caravello, capitana e leader indiscussa del team di Ceccarelli. Conferma an-che per Miriana Manig, classe '98, friulana, talentuosa alzatrice delle Valli del Natisone. Il giovane pupillo di coach Jacopo Cuttini costituirà con Camilla Giora una delle più forti coppie di palleggiatori del prossimo campionato. Dopo una stagione di tanto lavoro e miglioramenti fisi-ci, tecnici e di personalità molto

I l VB Udine è la formazione che sale in B2 maschile. Dopo Villa Vicentina è ancora una udinese a salire in un cam-pionato nazionale. La promo-

zione della società udinese arriva dopo una stagione che l’ha vista sempre alle spalle della diretta concorrente, e favorita, Ferro Allu-minio. I triestini, però, hanno sem-pre deluso nelle gare che contano. Prima in Coppa Regione, eliminati in semifinale dal VB Gemona, e poi nei play off promozione di serie C dove sono stati sconfitti per 1-3 tra le mura amiche subendo un secco 0-3 a Udine. Con questo successo il VB Udine bissa quello della Coppa Regione.

Promozione dedicata dal tecnico Marcelo a Tony Travaglini, scom-parso alcuni anni fa e dirigente in-dimenticabile del mondo del volley.

Anche nei campionati di serie D maschile e femminile le padrone sono state le formazioni udinesi. In campo maschile a salire diretta-mente è stata Cervignano, mentre in campo femminile a vincere il gi-rone promozione è stata la forma-zione del Borgo Clauiano.

Promosso anche il DLF Udine di Leonardo Esposito. Doppio sal-to per le udinesi che dopo la pro-mozione in D dello scorso anno ora volano in C. Partite in sordina alla distanza hanno fatto valere la maggiore compattezza e continuità di gioco. Un potere udinese che non è supportato dai risultati in campo regionale con le giovanili. In campo femminile fino ad ora si è distinta la Libertas Martignacco che ha con-quistato il titolo Under 14, domeni-ca le Villadies sfidano Chions per lo scettro dell’Under 18. In campo ma-schile l’Olympia e Cordenons sono le migliori, l’unica eccezione, ma non è una novità, il VB Gemona che ha conquistato il titolo Under 14.

Quale futuro per le grandi di serie B? Porcia sta disputando i play off promozione per la serie A, serie A che potrebbe ottenere comunque in quanto sembra che 2 o 3 formazioni del campionato di A2 sono in procinto di rinunciare all’iscrizione; giocoforza la Federa-zione nazionale è costretta a pe-scare dalla B1, e tra le papabili c'è la formazione purliliese avendo vinto il campionato. Nulla si sa della Pav

evidenti, non c'erano dubbi per la riconferma. Miriana quindi potrà crescere ancora e ritagliarsi spazi sempre più importanti nel team del presidente Ceccarelli, che pian pia-no si va delineando in previsione di un campionato importante.

Dopo il grande campionato di-sputato nella scorsa stagione segnalandosi fra i migliori palleg-giatori del campionato, Camilla Gio-ra sarà la regista di Martignacco anche nella stagione 2015/16. Be-niamina del pubblico e delle atlete delle giovanili, Camilla si è fatta ap-prezzare per le sue doti tecniche, la serietà, la dedizione e il grande fee-ling con l'allenatore Jacopo Cuttini. Talmassons, neopromossa in B1, è sul mercato per cercare rinforzi: difficile scegliere in regione, poche le atlete di valore a meno che non si cerchi nell’orto del vicino. Due le retrocesse dalla B2 alla serie C, Chions e Sangiorgina. La prima paga per la squadra molto giovane, ma è una scelta della società, la Sangiorgina per mancanza di mez-zi e per l’annata storta di diverse protagoniste.

Valter Fabbro

Ancora un week end all’insegna delle finali regionali. Sabato e domenica sono in programma le finali regionali Under 18 femminile e Under 17 maschile. La finale Under 17 maschile si gioca domenica 24 maggio e vede protagoniste le prime 2 classificate dei 2 gironi della regular season. Questi i campi e gli abbinamenti: A Mortegliano ore 10.30 Mortegliano - Centro Coselli TS; A Talmassons ore 10.30 Olympia - Futura Cordenons. Nel pomeriggio a Mortegliano ore 15.30 Finale 3° - 4° posto e a seguire Finale 1° - 2° posto. L’Under 18 femminile si gioca sabato 23 e domenica 24 maggio con girone all’italiana. A Chions ore 16 Etigraph Chions - Timmusic TS; a seguire Mossa - Villadies. Domenica mattina ore 10.30 vincente gara 1 vs perdente gara 2 a Fiume Veneto ore 10.30, vincente gara 2 vs perdente gara 1, alle ore 16 perdente gara 1 vs perdente gara 2, a seguire vincente gara 1 vs vincente gara 2.

ATTESA PER LE FINALI UNDER 18 FEMMINILI

VB UDINE PROMOSSO

Altrocheeternisecondi:losprintfinaleèdelsestettodiMarcelo

PRIMO PIANO

IN SERIE B2

IN TRIONFOA sinistra la Vb Udine festeggia il salto in B2. Sopra Francesca Cerruto può sorridere nonostante la retrocessione del Chions.

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VOLLEY

VILLA E SANGIORGINA,POSSIBILE UNIONE Unacarrellatasugliscenarifuturichevedonocoinvolteleformazioniregionali

FOCUS

Terminati i campionati, tempo po-chi giorni per prendere fiato e di-sintossicarsi della stagione appe-na conclusa. Presidenti e dirigenti si metteranno al lavoro per pre-

pararsi al meglio per la prossima stagione. Ora è tempo di fantavolley. Il si dice, si

pensa e via dicendo. Su fronte sponsor chi confermerà? L’Atomat sarà ancora al fianco della Pav Udine? Continuerà il bino-mio Itas Città Fiera?

Per quanto riguarda le squadre, già detto di Porcia, in profumo di A2, una A2 sicuramente abbordabile, per la quale è sufficiente qualche ritocco. La Sangiorgina cerca collaborazioni ma per ora le società della bassa fanno orecchie da mercante, per loro è meglio curare il proprio orticello. E se si alleassero Villa Vicentina e Sangior-gina? Ragazze per una B2 dignitosa con giovani promettenti ci sono, il futuro sa-rebbe garantito.

Talmassons, bene in B1, ma dietro cosa

ha? Settore giovanile per ora ricco di nu-meri, resta da capire se anche di qualità. Il VB Udine è salito in B2. Bene. Complimenti. Però, non ha settore giovanile e la squadra non è certo composta da ragazzini. Cerca-re alleanze?

Il VB Gemona potrebbe essere un ot-timo partner visto che i collinari non do-vrebbero collaborare con i cugini di Buia. Nei campionati regionali, dopo una stagio-ne dove di bel gioco se ne è visto poco, non si vede chi potrebbe la prossima stagio-ne essere la squadra leader. Poche sono quelle che possono contare su un gruppo competitivo che possa dare delle garanzie di continuità.

Intanto grande soddisfazione per il mondo regionale del volley che ha visto ben due arbitri della Regione Danie-le Zucca di Trieste e Daniele Rapisarda di Udine arbitrare due gare della finale scudetto femminile: Rapisarda gara 5 e Zucca gara 3.

DOPPIO SALTO PER LA SUPER DLF DI LEONARDO ESPOSITO

Daniele Rapisarda, in questa stagione ha arbitrato una delle finali scudetto.

Due promozioni per il Dlf di Leonardo Esposito che anche quest'anno può brindare ad un risultato a dir poco strepitoso. Dalla D ai palcoscenici che contano nel giro di due anni: complimenti!

A coronamento di una stagione fin qui più che positiva è giunta, in casa Chions, la convocazione ad uno stage di allenamento della Nazionale delle atlete Francesca Cerruto e Gloria Zanin. Entrambe le ragazze hanno disputato e vinto il recente Campionato Regionale Under16 nelle file di Chions, Francesca col ruolo di libero (premiata come miglior libero) e Gloria in quello di attaccante di banda. La richiesta è giunta su segnalazione del tecnico federale Marco Mencarelli che ha avuto modo di apprezzare le prestazioni delle due atlete in occasione del Regional Day tenutosi a Chions nello scorso mese di aprile. Lo stage si è svolto presso il centro FIPAV Pavesi di Milano il 18 e 19 Maggio. Chions aveva conquistato il titolo regionale Under 16 Femminile vincendo per 3-0 con la Minerva e Villadies, per 3-1 con la Timmusica Trieste. La formazione della bassa pordenonese parteciperà ai Campionati nazionali in programma a Mondovì, in provincia di Torino, dal 3 al 7 giugno.

STAGE IN NAZIONALE PER DUE ATLETE DELLA PALLAVOLO CHIONS

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ARTI MARZIALI

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ANNUARIO CICLISMO FCI FVG | GORIZIA

1

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Friuli Venezia Giulia

FederazioneCiclisticaItaliana

L’almanacco del Ciclismodi è online!

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PROMOTORILa specialità è ritornata a Udine grazie a Martino Moroldo e Michele Cancedda, che nell'ambito del Judo club hanno gettato le basi per la rinascita in grande stile della lotta.

RiapparelaspecialitàinsenoalJudoclubudinese

Se sentiremo parlare ancora di lotta a Udine e in Friuli dobbia-mo essere particolarmente gra-ti a due atleti,,Martino Moroldo e Michele Cancedda, che in seno

al judo club Udine hanno gettato le basi per la rinascita uno sport che negli ultimi anni ha vissuto quasi nell'ombra.

La società che a tutti gli effetti è una costola del judo club Udine del presidente

Franco Madeddu ha trovato ospitalità presso il comples-so sportivo per l'atletica in-door Ovidio Bernes di via del Maglio a Paderno. Il team prende vita da quello che rimaneva della storica Euri-batos amatori lotta di Udine che nel 2000 assumeva la denominazione di Amatori Lotta Udine nella sede del Palazzetto dello Sport di via Marangoni.

Il 2009 invece segna l'ini-zio dell'attività con vicissi-tudini alterne del sodalizio

Udinese che vede il rilancio della lotta sia nella specialità greco romana che stile libero, inserendo recentemente anche il grappling, una sorta di lotta che sta aven-do grandi riscontri sia a livello nazionale che internazionale.

Attualmente il gruppo è composto da un team di dieci atleti agli ordini del tec-nico Martino Moroldo, che coadiuvato da Michele Cancedda, genovese trapiantato in Friuli dopo aver militato nel gruppo

sportivo dei vigili del fuoco e nel Colombo di Genova sotto la direzione del tecnico Giuseppe Bognani, atleta di interesse in-ternazionale ed olimpionico.

L'entusiasmo non manca, la voglia e la passione non fanno certamente difetto, ragion per cui pur tra mille difficoltà ma con propositi lungimiranti ed innovativi il club udinese ha propositi molto ambizio-si confortati da due ottimi piazzamenti di Leonardo Giorgione e Contrera Estor Darlin ai recenti campionati assoluti ita-liani a Terni nella specialità stile libero. D: Martino Moroldo, da tecnico diciamo che il vostro lavoro è stato premiato da questi risultati.

“Diciamo che sono particolarmente soddisfatto considerando che ci si con-frontava con il meglio del panorama na-zionale e per una società giovane come la nostra e per gli atleti è un ulteriore spro-ne per proseguire inseguendo progetti ambiziosi”D: Come state operando in un settore e in uno sport che sino poco tempo fa pareva dovesse scomparire dalle disci-pline olimpiche?

“Stiamo cercando di creare motivi di interesse intorno a questa disciplina di cui ci si ricorda solo in caso di medaglie olimpiche, con una sorta di scambio e di collaborazione con altre palestre sia a li-vello locale che internazionale con i nostri vicini di casa della Slovenia e dell'Austria dove questo sport gode di grande con-siderazione”D: Quali le difficoltà più grandi e gli sco-

gli che dovete superare in questa disci-plina?

“La lotta spesso non è considerata nel modo giusto, molti la vedono come uno sport pericoloso, violento, e l'immagine che certi eventi ne danno non ha nulla a che spartire con la lotta e non ci aiuta di certo. In realtà chi viene ad allenarsi o provare a salire sulla materassina si accorge che di violenza e di pericolo non c'è nemmeno l'ombra, la lotta è uno sport completo dove tutte le parti del corpo vengono chiamate in causa, oltre che di-stinguersi per la lealtà e rispetto" D: Che caratteristiche deve avere un lottatore per emergere in uno sport di contatto ed azione?

“La rapidità, l'elasticità nei movimenti e la capacità di intuire quello che l'avversa-rio ha in mente, oltre che doti di resisten-za e di forza".D: Un desiderio che in ambito della vo-stra attività sportiva si potesse avve-rare....

Quello di poter disporre di uno spazio tutto nostro dove poter articolare e svol-gere la nostra attività in maniera utono-ma e riuscire a costituire un gruppo im-portante di atleti e praticanti.

Gianfranco Borghesu

«LA LOTTA NON VIENE VISTA

SPESSO NEL MODO GIUSTO

ESSENDO CONSIDERATA UNA

SPECIALITA PERICOLOSA.

IN REALTA'E UNO SPORT

COMPLETO DOVE TUTTE LE

PARTI DEL CORPO VENGONO

CHIAMATE IN CAUSA INSIEME

ALLA LEALTA E AL RISPETTO»

LOTTA, ECCOLA DI NUOVO

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PERSONAGGI

PROTAGONISTI POLIEDRICOI SUOI MILLE VOLTI, DA COMMERCIALISTA A PROJECT MANAGER

Mi avessero chiesto di fare un brainstor-ming del termine project manager, tempo fa avrei col-

legato a questo particolare ruolo parole quali leadership, azienda, economia, responsabilità, potere, denaro. Il mio immaginario perso-nale era abitato da uomini vestiti in giacca e cravatta, molto simili a

broker di Wall Street che, grazie al carisma e alla magia della retorica, riuscivano a raggiungere gli obiettivi impossibili che la loro impresa aveva commissionato loro contando solo sulle proprie capacità.

Enzo Cainero, dottore com-mercialista per lavoro e alpino per vocazione, mi ha introdotta a una nuova dimensione della difficile arte del project management: spinto

da alcuni amici, ha iniziato nel lon-tano 1998 organizzando il campio-nato italiano di ciclocross Over 35 a Zegliacco (durante il quale poté godere dell’ultima telecronaca di Adriano De Zan). Affinata la tecni-ca durante la Settimana Tricolore svoltasi nel 2001 nel pordenonese, ha avuto subito il difficile compi-to di organizzare le Universiadi del 2003 a Tarvisio, durante le quali ha ricoperto il ruolo di project mana-ger organizzativo-professionale. «La prima cosa fondamentale da fare – racconta il commercialista originario di Molinuovo –. è quel-la di coinvolgere chi partecipa alla manifestazione; solo creando una società a responsabilità limitata si riesce a ottenere i risultati ri-chiesti. Sottolineo comunque che i rapporti personali stanno al primo posto: sono solito contattare per-sonalmente sponsor affini, orga-nizzo incontri a vis a vis, molto più utili e diretti della fredda tecnologia moderna». Prima carrellata quindi di rettifiche alla mia forma mentis. Fondamentale, a detta di Caine-ro, il focus sul coinvolgimento degli interessati nonché l’investimento sulle risorse umane, sul rapporto diretto e fiduciario con gli sponsor. «Con un’importante precisazione – si affretta però ad aggiungere –. : è necessario non coinvolgere mol-te persone, altrimenti non si riesce ad accontentare tutti». Andando nello specifico sull’esperienza delle Universiadi, Cainero annovera tra i successi ottenuti, oltre all’afflus-so notevole di sponsor, anche una partecipazione popolare senza pre-cedenti e un’attenzione particolare per le persone diversamente abili. «Uno dei punti di forza della “mia” organizzazione fu l’investimento

Uomodisporta360°,EnzoCaineroèfamosocome"inventore"delloZoncolan

Ma alla base di tutto non deve mai mancare la passione per ciò che si fa Classe '44, dottore

commercialista, da calciatore ha esordito in A come portiere del Varese. Dirigente dell'Udinese di Zico e manager del Venezia di Zamparini, è stato negli anni '80 presidente dell'Apu Fantoni basket in 4 campionati di A2 e 1 di A1, con nelle fila campioni come Wright, Kea e King. Dedicatosi poi al ciclismo, ha ideato per il Giro d'Italia la tappa divenuta ormai mitica del monte Zoncolan. E' stato pure project manager delle Universiadi della neve di Tarvisio nel 2003. E' è zio della campionessa olimpica di tiro a volo a Pechino 2008, Chiara Cainero.

di vALERIA DEGANO

QUESTO È LUI

FUORICLASSEL'asso Larry Wright fu il numero uno della Fantoni presieduta da Enzo Cainero

PROFESSIONE PROJECT MANAGER

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UDINESECALCIO

fatto sui testimonial (Compagno-ni, Chechi, Rossi, fratelli Abbagnale, Zoeggeler, Andrea Magro): un buon project manager si rende conto infatti della forza mediatica che personalità simili hanno e cerca di sfruttare questa risorsa a vantag-gio dell’evento. Proprio in questo periodo stiamo imbastendo un ar-dito gemellaggio sull’asse Zoncolan-Fuji e ad agosto avremo ospite una delegazione giapponese per cercare di concretizzare questo nostro so-gno nel cassetto e permettere a un numero limitato (sempre per ragioni di tensione mediatica e soddisfaci-mento delle aspettative) di corridori giapponesi di partecipare alla tap-pa regionale. Anche qui ho richiesto

la partecipazione di un testimonial d’eccezione, quell’Alberto Zacchero-ni osannato come una divinità nella terra nipponica». Questa inaspetta-ta anticipazione ci dà la possibilità di approfondire un altro tema tanto caro a Enzo Cainero, il Giro D’Italia. Presidente instancabile del Comita-to locale di tappa regionale, ha or-ganizzato svariate tappe sul monte Zoncolan e, parole sue, sta cercando di imbastire una tappa lungo le valli del Natisone per il prossimo anno. «Quelle valli mi lasciano a bocca aperta, ho sempre voluto farle ve-dere al mondo durante una diretta del Giro. C’è purtroppo un problema di fondo di non facile superamento: sussiste il concreto rischio che gli

spettatori si ammassino tutti nei pressi di Cividale lasciando scoperto tutto il resto del percorso. Queste difficoltà però non mi spaventano, il project manager è anche, e so-prattutto, un problem solver, uno a cui piace trovare le soluzioni per le difficoltà più fantasiose. Chiunque voglia fare al meglio questo mestie-re deve necessariamente convivere coi rischi, saper assumere decisioni a volte anche impopolari nel minor tempo possibile e, soprattutto, non facendosi influenzare dai comuni pregiudizi. Un esempio lampante lo offre “Gemona città dello sport e del benstare”, inizialmente anch’io ero un po’ scettico sulla riuscita della manifestazione. Pregiudizio che è stato subito rettificato da un coordinamento e una collaborazio-ne vincenti dei Comuni di Gemona e paesi limitrofi che hanno creato un appuntamento irrinunciabile per molti pubblici, soprattutto stranieri. Un plauso enorme va poi all’ope-ra dei volontari, che qui in Regione risultano la vera arma in più che ti permette di vincere ogni sfida». Risulta riduttivo quindi ritenere un project manager come un mero risolutore di problemi perchè ogni Enzo Cainero che si rispetti rag-giunge sì gli obiettivi che gli vengono assegnati senza trascurare però una dimensione di responsabilità sociale molto forte. Compattare il territorio , promuoverlo non come un autoelogio personale bensì come la più sana gestione di ciò che ab-biamo. Sempre e comunque animati da una grande passione.

LO ZONCOLANNella foto in alto, il muro di folla alla tappa dello Zoncolan al Giro d'Italia. Sotto, Cainero nel gruppo di lavoro del progetto-Monte Fuji

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L'UDINESE PARTEIN COPPA ITALIA

BEACH SOCCER

Partenza 28 maggio 2015 con la Coppa Italia a Terracina: questa è la prima tappa del campionato di serie A di beach soccer per l'Udinese allenata da Peter Livon, squadra riconfermata in blocco con l'aggiunta di qualche innesto importante.Il capitano della squadra Amedeo Russo la pensa cosi:"Siamo un gran gruppo e un'ottima squadra,quest'anno avremo in tutte le tappe i due olandesi Smith (uno dei portieri più forti del mondo) e Steemer,con l'aggiunta di un mostro sacro in questo sport, Michele Leghissa ex capitano della Nazionale Italiana.Aspettiamo che la società ci regali un altro pivot". La rosa: Portieri:Smith, Grittini, Mateo Zico.Difensori:Russo , Leghissa , Quadrini. Esterni: Taviani, Clocchiatti, Caretto, Dal Compare,Amorese.Attaccanti: Steemers, Morciano.Allenatore:Peter LivonVice: Giancarlo SpongaPresidente: Eros Cargnelutti

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CALCIOUDINESE ABBIAMO IL PASS

PER TALLINN

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ALTRI SPORTABBIAMO IL PASS

PER TALLINN

Marco Bortolato e Giada Carmassi guardano

ai prossimi campionati Europei in Estonia

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ATLETICA

Hanno ottenuto il pass per i prossimi Europei di Tallinn a suon di record ai recenti Campionati Italiani di società di Paderno. Hanno entrambi vent’anni o poco più e sono fra gli atleti friulani

più talentuosi. Giada Carmassi, nuova primatista regionale sui 100 ostacoli con un 13’’32 e Marco Bortolato che con un 70, 84 al lancio del martel-lo ha migliorato per due volte il suo personale, si sono raccontati in un’intervista doppia passan-dosi la palla fra una battuta e l’altra.

“Sono felicissima per il nuovo record regio-nale che resisteva da molti anni in mano a Elisa Andretti – racconta Giada - . Quest’in-verno l’avevo incontrata e mi aveva invitato ad insistere perchè secondo lei l’avrei superato prestissimo visto i miei recenti risultati in in-door. Ne sono orgogliosa ma so che i record

sono fatti per essere battuti e in regione c’è un movimento molto forte di giovani ostacoliste

promettenti”. Giada vive a Magnano in Riviera e ha appena compiuto ventun anni. Fa parte dell'At-letica Brugnera da due anni e dal lunedì al sabato si allena a Pordenone con Roberto Belcari : “Ho scelto la società pordenonese per seguire lui. L’ul-timo record lo devo alla sua professionalità. Ero rimasta senza allenatore e ha voluto accettare la sfida di provare ad allenarmi creando un’amal-gama vincente”. Giada frequenta l’ultimo anno dei Servizi socio sanitari al Ceconi di Udine e vorrebbe continuare gli studi, anche se il suo sogno è quello di entrare in un Gruppo sportivo per potersi de-dicare allo sport con la serenità necessaria. Ave-va iniziato a cimentarsi con l’atletica nel 2009 ai tempi delle Medie, spinta dall’insegnante di Scienze motorie della scuola di Tarcento: “Quando mi sono ritrovata a Gemona in un vero campo di atletica avevo paura che l’ostacolo da saltare fosse trop-po alto. Poi, piano piano, è diventato il mio pane quotidiano. Due anni fa ho cambiato società per poter partecipare a gare più competitive. Il viag-gio quotidiano in treno all’inizio era molto faticoso , ora ci sono abituata e approfitto per studiare ed ottimizzare così il poco tempo a disposizione. Mi piace molto studiare le lingue straniere e di meno le scientifiche e spero di ottenere un buon risultato all’esame di giugno come soddisfazione personale e come bagaglio importante per il mio futuro. Il poco tempo libero lo dedico alla famiglia e agli amici. Mia madre mi segue sempre nelle gare,

mio papà, lavorando in giro per il mondo, viene quando può ma s'in-forma sul web. I prossimi impegni saranno i Campionati Italiani Under 23 di giugno a Rieti e gli Europei a luglio ai quali mi sto preparando da un po'. Avevo già partecipato agli Europei di Rieti del 2013 e ai Mondiali Juniores di Barcellona nel 2014. Adesso, con un tempo molto al di sotto di quello che richiede la Federazione, punterò sicuramente

alla finale”. Giada adora le sfide e in gara non esiste niente che possa distoglierla dal suo obiettivo: “Sono anche troppo competitiva perchè so che la nostra gara dura solo po-chi secondi e non si può sbagliare nemmeno un minimo dettaglio. Pri-ma del via mi ripeto mentalmente le frasi che mi dice il mio allenatore durante l’allenamento. Ho un por-tafortuna: un anello col nome di mia nonna che non c’è più. Lo bacio

LA SCHEDAMarco Bortolato, 11.2.1994, è di Martignacco e milita nel G.S. Fiamme Oro di Padova. Allievo del campione Mario Vecchiato, il martellista ha migliorato di recente per due volte con 70,84 il proprio record personale, acquisendo il pass per gli Europei di Tallinn.

LA GUIDAMario Vecchiato (qui a sinistra), allenatore di Bortolato, è stato martellista azzurro e primatista della specialità negli anni '70.

IlmartellistadiMartignaccoel'ostacolistadiMagnanoinRivierasonoreducidabrillantirisultatiagliItalianidiSocietàdiPaderno,incamerandodeirecord.

Punto alle Olimpiadi di Rio e devo ottenere il minimo

entro fine anno

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ATLETICA

prima di ogni gara. Il sogno di ogni atleta sono le Olimpiadi ma l’ obiettivo per il prossimo anno sono i Mondiali di Pechino. Non so se sara’ fattibile ma io ci provo”.

Marco Bortolato lo scorso anno è entrato tramite concorso nelle Fiamme Oro. Il ventunenne martellista di Martignacco così si racconta dopo il suo nuovo record personale di Paderno: “Dopo un periodo di calo sono riuscito a tornare a livelli ot-timali cambiando metodo di allenamento. Mi sen-tivo in forma e già al primo lancio mi sono superato, migliorandomi ulteriormente fino a raggiungere i 70, 84 metri. Questo risultato mi ha aperto le porte degli Europei Under 23 di Tallinn ai quali mi sto preparando con una serie di gare previste in maggio per tornare in scia positiva. Ma prima però voglio far bene agli Italiani di categoria a giugno”. Marco è allenato dal miti-co ex campione Vecchiato da molti anni. Un rapporto che va oltre quel-lo normale fra allenatore e atleta, come conferma lui stesso: “Non ci troviamo solo per lanciare ma an-che per parlare e mangiare insieme un boccone. È severo al punto giu-sto e sa tirare fuori il meglio da-gli atleti. Lui ci è passato e quindi sa come motivare al massimo”. Il salto di qualità ottenuto grazie all’ ingresso nelle Fiamme Oro è in-

negabile e Marco lo sottolinea: “Il sostegno di un gruppo sportivo è fondamentale per poter puntare al massimo livello agonistico senza patemi d animo”. Ha percorso la sua adolescenza dividendosi fra gli allenamenti a Paderno e lo studio e si è diplomato con buoni risultati come tecnico delle Industrie Elet-triche a Udine: “ È stato molto fa-

ticoso ma il sacrifico ne è valso la pena. Studiare non è mai stato un peso per me e i due ambiti di vita davano stimoli importanti a vicenda. Mi sento mol-to cresciuto a livello psicologico. Il fatto di doversi confrontare a gare di più alto livello mi ha cambiato la testa. Comunque sono convin-to che lo sport forma i giovani e li aiuta a diventare uomini. È fonda-mentale per la crescita perché fa capire come funziona la vita e che, di fronte alle difficoltà, non si deve mollare. Sono una persona molto ambiziosa e ci tengo a fare bene per orgoglio personale. Il mio sogno sono le Olimpiadi e per poter par-tecipare a quelle del 2016, dovrei ottenere il minimo entro novembre di quest’anno. Vedremo”. Marco co-niuga la sua disciplina sportiva con la musica rock ed heavy metal. Non a caso ha scelto di amare quella musica martellante come la sua specialità: “ Suono la chitarra e mi diletto a registrare la mia musica in un mio piccolo studio. Essa è molto importante e costituisce un ulte-riore stimolo e mi aiuta a sfogarmi e a liberarmi la mente. È adrenalini-ca come lanciare il martello”.

Biancamaria Gonano

“Le gare durano pochi secondi e non si possono sbagliare

persino nei dettagli

LA SCHEDAGiada Carmassi, 15.5.1994, vive a Magnano in Riviera (Udine) e milita nell'Atletica Brugnera. Ai campionati italiani di Società è diventata la nuova primatista regionale sui 100 ostacoli con 13"32, scalzando Elisa Andretti. Parteciperà ai prossimi campionati Europei in Estonia.

MARCO BORTOLATO E GIADA CARMASSI certezze friulane dell'atletica.

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SPECIALE LIBERTAS

IN BREVE

GRANDI NOVITÀ IN ARRIVO PER LO SCI CLUB PORDENONESono parecchie le novità in casa dello Sci Club Pordenone, già pronto a concentrarsi sulla prossima stagione agonistica. Dopo la preziosa esperienza con il gruppo sportivo della Forestale, l'aitante Andrea Appierto è rientrato in pianta stabile nell'organico del team naoniano, e ha recentemente conseguito il titolo di maestro di sci con il massimo punteggio a livello regionale. Intanto la dirigenza spazia a 360 gradi. "Sono programmati notevoli cambiamenti interni al sodalizio, questo nell'ottica di dare il meglio ai nostri ragazzi, ma anche di favorire la crescita di nuove figure dirigenziali che in futuro sappiano portare nuova linfa ed entusiasmo" è il new deal annunciato dal presidente Valentino Santarossa. "A breve sarà ufficializzato il passaggio di testimone nel ruolo di direttore tecnico - aggiunge il patròn - Luigi Porracin lascerà infatti l'incarico a Francesco Ciot". Nel frattempo lo sci club ha già dato il via alla preparazione atletica dei suoi iscritti, che quest'anno verrà curata da Rudy Trost, guru del settore atletica della polisportiva Libertas Porcia. La sinergia si completa con la presenza degli allenatori Loris Simonetti e Edoardo Gusso, cui si aggiunge la supervisione di Francesco Ciot, che presiederanno alle sedute mirate sui roller.

SCI

La Libertas regionale prepara un mese pirotecnico

■ Da sabato prossimo 23 maggio a domenica 21 giugno il Friuli Venezia Giulia tutto sarà per la prima volta nella sua storia il più grande teatro di una serie contemporanea di campionati sportivi di livello nazionale grazie alla Libertas che nel suo 70.mo anniversario di fondazione ad un tempo viene cosi omaggiata e omaggia il suo fiore all'occhiello rappresentato proprio da questa regione. Nell'affollata presentazione di stamane a Udine nella sede della Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia che - ha ricordato il Presidente Giuseppe Morandini - qui sostiene convintamente l'Ente di Promozione Sportiva fondato da Alcide De Gasperi, che ha già l'onore della vetrina internazionale dell'Expo di Milano con una medaglia celebrativa dedicata alla ricorrenza dei suoi 70 anni. Nella presentazione sono stati illustrati i programmi che consecutivamente si svilupperanno e che andranno dalle Libertiadi del Friuli Venezia Giulia al Campionato Nazionale Libertas di atletica leggera open, per proseguire con il Campionato Nazionale

Libertas di Judo e concludere con i Campionati Nazionali Libertas di Nuoto. Ricordando che il ritorno delle Libertiadi in grande stile era stato voluto del 2013 al suo insediamento dal presidente regionale Bernardino Ceccarelli e che da allora la partecipazione ha quasi raggiunto il raddoppio, è stato anche evidenziato che nello stesso periodo la Libertas del Friuli Venezia Giulia ha avuto una crescita altrettanto esponenziale passando da 160 a oltre 200 società affiliate con gli iscritti balzati da 12mila a quasi 16mila. In dettaglio le Libertiadi, che nella prima delle loro edizioni nuovamente in grande stile esordirono proprio a Casarsa della Delizia tre anni fa, con quasi milleduecento giovani di cento Società di tutto il Friuli Venezia Giulia e nella seconda, a Gemona del Friuli, portarono in gara ben 1.320 atleti di 110 Società di tutto il Friuli Venezia Giulia, per questa edizione 2015 ritornano a Casarsa della Delizia il 23 e 24 maggio con oltre 1.900 atleti di 24 discipline sportive, cui si uniscono alcune centinaia di dirigenti e tecnici, di

oltre 120 Società già accreditate e con novità riguardanti l'atletica open, quindi con la partecipazione anche di associazioni ospiti, il mini rugby e il basket e con lo svolgimento al vicino Centro Estate Viva di Cordenons di un campionato di beach volley. La settimana successiva, il 30 e 31 maggio, Gemona del Friuli ospiterà la 62.ma edizione del Campionato Nazionale Libertas di atletica leggera open, aperto a tutte le società affiliate Fidal per il quale è attesto un migliaio almeno di partecipanti. E ancora, ci sarà il Campionato Nazionale Libertas di Judo, giunto alla 21.ma edizione, che si svolgerà il 6 e 7 giugno a Pordenone nella Palestra Comunale dell'Istituto Flora, dove sono attesi non meno di 800 atleti da tutta Italia, con una rappresentanza anche dalla Sicilia e una forte partecipazione preannunciata dal Piemonte. Infine, Lignano Sabbiadoro ospiterà alla Ge.Tur. dal 18 al 21 giungo i 61.mi Campionati Nazionali Libertas di Nuoto ai quali è stata già prevista la partecipazione di 800 atleti, con la presenza di 2.000 persone/gara.

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48 | 20 05 2015 | TremilaSport+

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SPECIALE LIBERTAS

■ Enorme successo per la 5°edizione del World Cisa Symposium: la grande manifestazione organizzata dal Centro Italiano Sicurezza Autodifesa, affiliato Libertas, che ha portato la scorsa settimana nel centro alpino friulano di Tarvisio ben 923 specialisti delle diverse arti marziali, giunti da tutto il mondo, oltre a un numeroso pubblico di appassionati.L’evento ha inoltre avuto positive ripercussioni sull'economia della zona sia per riguarda il settore alberghiero, sia per tutto l'indotto del turismo.La manifestazione, realizzata con il fondamentale contributo del Comune di Tarvisio, è stata resa possibile dal diretto impegno nell’organizzazione profuso da Andrea Cainero e Marco Cavalli, coadiuvati da maestri di svariate discipline ed il particolare da Veronese, Drexler, Buttazzoni, Scardovelli, Puntara, Marsico, Artusi, Lazzarin, Antoldi, Quinziani e Di Meglio. Nel trarre il bilancio, tutti sono stati concordi nel definire questo quinto appuntamento un' edizone da record, in forza alla presenza di maestri da tutta Italia e da Francia, Spagna, Svizzera, Portogallo, Germania, Austria, Serbia, Croazia, Olanda, Inghilterra e Canada,

tanto che sulla base dei consensi ricevuti - è stato anticipato - ci si è già messi al lavoro per la 6°edizione, che si prospetta di livello mondiale assoluto.

■ Massimo gradino del podio per gli atleti azzurri Marco Dotta e Marco Durigon, che al memorial Bisi di Reggio Emilia, valevole come quarta prova del Gran Prix nazionale di kata, hanno vinto l'ennesima medaglia d'oro nel Kodokan Goshin Jitsu, ovvero il kata della difesa personale moderna. Si tratta della conferma dell'ottimo livello raggiunto

dalla coppia, che quest'anno si è aggiudicata tre prove su tre (Giaveno, Pordenone e Reggio). Una prova che è stata un test utile per il prossimo impegno che li vedrà impegnati ai campionati Europei a Herstal (Belgio) il 23 e 24 maggio. Diciannove coppie compongono la squadra azzurra che prenderà parte alla rassegna continentale. Tra di essi anche Michele Battorti (Villanova Pordenone) in tandem con il triestino Stefano Bucer (gareggeranno nel nage no kata over 34) e l'azzanese Marika Sato con Fabio Polo (kodokan goshin jutsu).

■ E' proprio il caso di parlare di un entusiasmante sabato di vittorie. Il 15° memorial Mario Zebic, svoltosi sabato 8 maggio 2015 a Kaštel Sućurac (Croazia), appuntamento al quale la società tiene particolarmente a partecipare, ha portato molte soddisfazioni a 7 atleti del Judo Club Tolmezzo. Il primo ad entrare in gara è Ignazio Larcher nella classe Under 12 anni fino a 27kg, che con due incontri vinti conquista la prima medaglia d'oro della giornata. Per continuare arriva l'oro di Gaia Mari, la quale vince 3 incontri nella classe U12 fino a 40kg. Giorgia Biscosi, nella categoria U14 fino a 52kg, con due incontri vinti ed uno perso, si classifica al 2° posto. Secondo posto anche per Annalisa Doriguzzi Breatta nella categoria fino a 57kg U16. Medaglia d'oro per il cadetto Mattia Zarabara, due medaglie d'oro ed una di bronzo per Lara Mari e tre medaglie d'oro per Betty Vuk. Judo ma non solo, ogni anno il memorial Zebic è un'occasione anche per una breve gita turistica in una splendida località di mare. Un lungo viaggio, che anche quest'anno è stato intrapreso con piacere ed entusiasmo.

Edizione record per il World Cisa Symposium

ARTI MARZIALI

La formazione Under 12 Cosatto

2014-2015

■ Proficua trasferta svedese per i pordenonesi Enzo Calà e Alfredo Sacilotto (Judo Kuroki Tarcento) che in qualità di ospiti hanno partecipato al campionato open di kata di Stoccolma, chiusi con un ottimo secondo posto, subito dietro ai padroni di casa. Nell'occasione, Calà e Sacilotto hanno anche frequentato il seminario tenuto dai pluricampioni giapponesi Tomoo Hamana e Masayoshi Yamasaki, potendo così acquisire ulteriore e prezioso bagaglio tecnico. L'esperienza è stata completata dall'incontro con la squadra olandese composta da ragazzi diversamente abili.

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ITINERARITREMILA

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L'ORO DI

Un itinerario tra natura, storia, fede e sport nelle Valli del Natisone

VERNASSO

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ITINERARITREMILA

a cura di ROMANO PALuDGNACH

CHIESA DI SAN BARTOLOMEO VERNASSO DI SAN PIETRO AL NATISONE (UD)VALLI DEL NATISONE

Questo itinerario è un mix di Na-tura, Storia, Fede e Sport. Ripar-tiamo da dove eravamo arrivati quindi dall’Agriturismo Monte del Re, seguendo la stradina sterra-

ta interna che ci porterà subito dopo sulla stradina asfaltata a monte della località Clenia, strada poco frequentata perché una scorciatoia verso San Pietro al Natisone. L’Agriturismo “Monte del Re”, ti rimane nel cuore, sembra un “ranch” in stile americano, delimitato dallo steccato rigorosamente in legno, davanti a noi sul pavimento ci colpisce la scritta, il Logo Monte del Re ovviamente a mosaico, ci viene incontro Francesco, che ci saluta come sempre nel migliore dei modi, e con grande disponibilità ci fa da cicerone indicandoci altri itinerari nuovi che faremo a breve nei prossimi giorni in CityBike, ma anche con le MTB, oppure con lo SlowTrek-king che in queste zone merita davvero.Infatti, ecco cosa ci colpisce lungo il percor-so di questa zona immersa tra colline e Valli che ti invitano a tornare e a restare anco-ra qualche giorno, dove Gente Unica come Francesco, e tutto il suo staff, ti accoglie con entusiasmo e cortesia. Salutiamo con

un arrivederci e dopo 10 minuti, dopo aver scollinato e passato davanti alla Trattoria Le Querce, si scende verso la chiesa di San Pietro al Natisone dove di fronte troviamo il Salone Onde di Barbara, in zona punto di riferimento per tutti i tifosi dell’Udinese Club Centro Storico che condividono con gioia le emozioni perl’Udinese.

Quindi di fronte alla chiesa superata la statale si attraversa il borgo in lieve disce-sa dove la stradina si restringe e diventa romantica con le rose dal color intenso che profumano di primavera. La stradina ci porterà sul ponticello sospeso pedonale che ci permetterà di oltrepassare il Nati-sone e ci troveremo sulla destra orografica del Natisone, pronti per svoltare a sinistra verso Vernasso che è sparso in alcuni bor-ghi. Superato il primo, continuiamo dritti e al primo bivio svoltiamo a destra verso il se-condo Borgo di Vernasso ad una altitudine di 161 metri slm, dove si intravede alle spalle la cava di marna a cielo aperto.

slowitinerarytrekking.blogspot.it/ it-it.facebook.com/romano.paludgnach twitter.com/paluroma www.youtube.com/user/paluroma

te del Re offre una Degustazione Enogastronomica locale i cui piatti vengono preparati con cura rispettando ciò che offre la natura nelle varie stagioni. La gran parte degli alimenti vengono prodotti direttamente dall’Azienda Agricola. Tra gli antipasti si distingue il “Tonno di coniglio alle erbe aromatiche” la cui pre-parazione si basa su un mix di erbe coltivate dall’Agriturismo come la liquirizia ed il finocchietto e le Erbe Spontanee tra cui l’Aglio Orsino, lo Sclopit. Lo Chef racconta che la cottura è molto lenta e diventa morbido come un tonno, dal sapore delicato ed aromatico. Poi Flan allo Sclopit e fonduta di malga che si presta molto per il suo sapore delicato e nel contempo marcato cre-ando un gusto unico.

Splendida, con il suo altare dorato, la chiesa di San Bartolomeo a Vernasso di San Pietro al Natisone (UD). Secoli XV - XVI. L’origine della Chiesetta viene fatta risalire agli inizi del Quattrocento. Splendida ed intatta con all’interno l’altare d’orato e sulle mura affreschi indelebili al tempo e alla storia.

DA VEDERE

PUNTO DI APPOGGIO:

Entrati in paese sulla destra scorgiamo prima la caratteristica casa rurale delle Valli del Natisone ed a seguire, al centro della piazzetta, la splendida Chiesetta.

Un vanto la splendida Chiesa di San Bar-tolomeo ancora oggi intatta con pietre fac-cia a vista. Fermi, immobili, a bocca aperta si rimane, si sente solo lo scatto della reflex che coglie i dettagli, ma anche il contesto, davanti alla chiesa, sotto al portico a pa-diglione sostenuto da due pilastri che la rendono ancor più unica. Ed, ancora, origi-nale è la facciata sormontata da una bifora campanaria con croce sul colmo. Entriamo in silenzio passo dopo passo ci immergiamo in anni, secoli di storia e di arte.

Il pavimento unico dai colori caldi, con il sole che entra radioso dalle finestre che affiancano la porta d’ingresso con stipi-ti in pietra, e che illumina proprio al cen-tro della chiesa una lastra con incisa una frase in memoria: ”Qui riposano in pace le ossa dei nostri antenati pietosamente rac-colte nell’adiacente cimitero.” Ancora pochi passi e davanti a noi l’altare in legno mas-siccio, decorato e dorato, imponente allo sguardo, in ordine grazie ai fedeli paesani, si presenta linda e pulita con i fiori sempre freschi, e bianchi bouquet che danno luce e riempiono di vita. A decorarlo fu il maestro e intagliatore Jernej Vrtav di Caporetto nel 1689. Sulle pareti dietro all’altare una serie di affreschi, del pittore Jernej da Skofija Loka risalenti all’anno 1530, ma ancora oggi intatti nel tempo e nella storia, raccontano di tempi lontani che ci sembrano vicini, den-tro al nostro cuore.

Se invece procediamo sulla strada asfal-tata davanti a noi ci troveremo a scendere verso Clenia, dove a fondo valle sulla destra troveremo la stradina che ci porterà rapi-damente all’Agriturismo Monte del Re con Alloggio e Ristoro curati dal Titolare Fran-cesco.

Per chi volesse fermarsi anche solo nel week-end per il Ristoro l’Agriturismo Mon-

AGRITURISMO MONTE DEL RELocalità Clenia, 35/B San Pietro al Natisone (UD)Tel.+39.0432.1486617 Mob. [email protected]

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SALONE ONDE di Barbara CrucilVia Alpe Adria,105San Pietro al Natisone (UD)Tel. 0432 1796061Cell.338.7512954

Come raggiungere in auto il punto di appoggio:Superata Cividale del Friuli in direzione Slovenia, raggiungete

Ponte San Quirino, lì trovate un bivio prendete la strada in dire-zione Savogna e/o Monte Matajur, e dopo menu di 2 Km trovate l’insegna Località Clenia con sulla Sx l’Agriturismo Monte del Re.

Itinerari in zona1) SENTIERO DELLA FEDE,

ANELLO DELLE SEI CHIESE VOTIVE2) CASCATE DEL KOT A SAN LEONARDO (UD)3) CHIESETTA SAN CANZIANO A MEZZANA

DI SAN PIETRO AL NATISONE (UD)4) CASTAGNO MONUMENTALE SECOLARE

A PEGLIANO DI PULFERO (UD)5) PROGETTO BIMOBIS TRANSFRONTALIERO

TRA ITALIA E SLOVENIA

TremilaSport+ | 20 05 2015 | 51

Page 52: n° 10 TremilaSport 20 05 2015

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>> LE INTERVISTE DI DARIO ZAMPA

Una testimonianza di vita: Maico aiuta chi ha l’AcufeneRoberto Padovani ha risolto i suoi problemi di Acufene grazie alla Maico, lo ha intervistato per noi Dario Zampa

Roberto, nella vita collaboratore scientifi co per una ditta farma-ceutica... Dopo i grandi successi

ottenuti al lavoro nel settore farmaceu-tico come prezioso collaboratore della classe medica si è dedicato alla pittura e spesso interviene come esperto d’arte nelle gallerie per il suo spiccato giudi-zio critico. Mentre sorseggiavamo un buon caffè, prima ancora di cominciare l’intervista a tema artistico, sapendo che sono un vecchio amico della Maico, ha iniziato a parlarmi di Acufene e di pesanti disturbi all’orecchio...“Se non ci fosse la Maico io impazzirei”

- mi ha detto con tono severo.“Roberto” - gli ho detto amichevol-mente - “non sono qui per sentire apprezzamenti sulla Maico, ma per descrivere il personaggio e le sue spic-cate qualità artistiche...” Mi ha inter-rotto bruscamente e ha ribadito: “Io no potrei resistere neanche un giorno senza l’apparecchio che mi attutisce quell’assordante fruscio all’orecchio. Sarei morto, stecchito! Sono stato negli Stati Uniti, all’Università di Pisa dove studiano il caso... Niente da fare! Non ci sono rimedi. Guai se mi mancasse l’assistenza della Maico, l’unico che

mi giova. Ne ho due di scorta!”Per attenuare un po’ il clima di quella sua delicata condizione, gli ho chiesto la sua opinione sui giovani d’oggi, sul-le loro diffi coltà... È stato perentorio: “Cercano di stupire, di provocare per emergere... Una volta emergeva chi aveva talento, chi aveva qualità e, so-prattutto, chi aveva buona volontà”. Grazie Roberto! È stato un piacere.

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