ML N.6 agosto

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CULTURA D’IMPRESA E DINTORNI AGOSTO ‘13 N°6 anno XX euro 2,00 ML PER URBINO CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA Paolo Subissati SPECIALE Formazione e Giovani UNIVERSITà, PERCHé ISCRIVERSI? La parola ai Protagonisti FOCUS TURISMO ITINERARI ALLA SCOPERTA DELLE MARCHE SPORT IL VOLTO SPORTIVO DI ANCONA LE GRANDI FAMIGLIE Vincenzo Zannini IL PADRE DEI CAMICI BIANCHI ANCONETANI A CASA DI BENVENUTI A MALATESTA MAISON DE CHARME 9 772036 758002 30006 > ISSN 20367589 “PER REALIZZARE UN SOGNO OCCORRONO IMMAGINAZIONE, VOLONTà E CONCRETEZZA”

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Mondo Lavoro | ML Magazine n.6 Agosto 2013, Anno XX.

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CULTURA D’IMPRESA E DINTORNIAGOSTO ‘13 N°6 anno XX euro 2,00

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SPECIALE Formazione e Giovani

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A CASA DIbENvENuTI a MalaTEsTa MaIsON DE chaRME

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“Per realizzare un sogno occorrono immaginazione, volontà e concretezza”

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Università,perché iscriversi? La paroLa ai protagonisti

Flavio Guidi “L’Università è chiamata a ripensare iL proprio rUoLo”

Angelo Pasquarellama cosa significa essere competitivi come Università?

Giorgio Petroni “per recUperare competitività, L’itaLia ha bisogno di più LaUreati tecnici”

Flavio Corradini“L’Università deve parLare Lo stesso LingUaggio deL territorio”

Luigi Lacchè“LaUrearsi (in tempo UtiLe) conviene ai singoLi, aLLe famigLie, aLL’intera comUnità”

Sauro Longhi“apertUra verso Le aziende, ma L’impegno dev’essere reciproco”

Stefano PivatoL’internazionaLizzazione degLi atenei è indice di qUaLità

Speciale Formazione e Giovani

Mauro Mercatalila “sua” mitoPolimeri alla conquista dell’italia

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Focus: 70

itinerari a cura di anci marche

71 Maurizio Mangialardi nuovo Presidente anci marche

72 La Valle del Cesano: scrigno di tesori nascosti

76 Tra borghi e frutteti della Val d'Aso: un Paradiso di tinte e Profumi

80 Bridge un nuovo asso nella manica Per il turismo incoming

soMMArIo

Paolo Subissati 22

Mauro Mercatali 28

36 BoRSA38 brevi dal TERRIToRIo40 news dal MonDo42 Young nEWS

le grandi famiglie MARChIgIAnE44 Vincenzo Zannini il Padre dei camici bianchi anconetani

alto ARTIgIAnATo48 Doriano Marcucci "un vero artigiano lavora con anima e mani"

vita DA MAnAgER50 Fabio Massimo Ceccarelli un manager oggi deve avere la caPacità di reinventarsi

53 acquisizioni e CESSIonI

imPrese54 coltorti: l'evoluzione della boutique

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le marche che SPICCAno60 associazione riviera del conero: valorizzare il vantaggio comPetitivo

internAzIonALIzzAzIonE62 marche regione imPrenditoriale d'euroPa

mare noSTRUM64 49° mostra internazionale del nuovo cinema di Pesaro

66 carriere e PoLTRonE

68 ConTRIBUTI e bandi

rubrica15 L’editoriale di Flavio Guidi

PrimoPIAno16 Vittoriano Solazzi "le oPPortunità Per i giovani marchigiani ci sono, ma è finito il temPo del Posto fisso"

PrimoPIAno20 Fondazione Salesi la salute dei bambini è un Patrimonio da tutelare

coverSToRY22 Paolo Subissati "Per realizzare un sogno occorrono immaginazione, volontà e concretezza"

controCoPERTInA28 Mauro Mercatali la "sua" mito Polimeri alla conquista dell'italia

il PERSonAggIo34 Alceste Vitri marchigiano dell'anno 2013

TurismoTurismo

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direttore editorialeflavio guidi [email protected]

coordinatore editorialeguido guidi [email protected]

direttore resPonsabilepaolo duranti [email protected]

caPoredattrice asmae [email protected]

coordinatore di redazione marco [email protected]

ufficio [email protected]. 071 2912331

editrice ggf grouPwww.mlmagazine.it registrazione tribunale di ancona n°12 del registro periodici del 14 aprile 1994

redazionevia albertini, 36 gross ancona60131 ancona antel. 071 [email protected]

hanno collaborato al numeroivan antognozziroberto antonella carlo badiolialessandra balducci margherita camillettiletizia ciaccafavatommaso costantinifabio di giuliolaura osmanicristina Panaramichela rossimichele sassoalessandro stecconimario timio

chiuso in redazione il 2/08/2013progetto grafico: ricciarelli comunicazione (an)stampa: tipoluce (an)

Poste italiane spa d.l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, dcb ancona autorizzazione direzione provinciale pt ancona

una copia euro 2,00 arretrati euro 4,00abbonamento annuale euro 10,00 modalità di pagamento a mezzo versamento su: c.c. Postale n°4072844 bonifico bancario presso banca Popolare di anconaagenzia ancona 1 – c.c. n°11164 cab 02684 – abi 05308 – cin niban it81n0530802684000000011164www.mlmagazine.it/abbonamenti/[email protected]

editore ggf group

luci della rIbALtA156 Mark Zitti Fratelli Coltelli la band marchigiana che ha conquistati gli emirati

cultura158 Angela Giovagnoli "quando diPingo mi estraneo dal mondo"

A cAsA di... 160 benvenuti a malatesta maison de charme

viaggi164 Per staccare la sPina

165 ProPoste a due Passi da casa

166 i viaggi di michela

168 itinerari del gusto

libri 170 Michela Trovarelli una finale nuovo di zecca

172 aPPunti in AgendA

i grandi chef174 Paolo Antinori "la nostra cucina è un volano del made in italY"

salute e benessere175 il benessere in camice bianco

146 oLQ

140

InchIestA138 Banca delle Marche 'un istituto che dev'essere conservato e riorganizzato'

dossier

energia

luci della rIbALtAMark Zitti Fratelli Coltelli 156

ML PER uRbINO caPITalEEuROPEa DElla culTuRa

specIALeFORMAZIONE&GIOVANI 82

86 al via i contributi Per l'assunzione di giovani

90 Flavio Guidi l'università è chiamata a riPensare il ProPrio ruolo

93 Angelo Pasquarella ma cosa significa essere comPetitivi come università?

96 Giorgio Petroni "Per recuPerare comPetitività, l'italia ha bisogno di Più laureati tecnici

98 Flavio Corradini "l'università deve Parlare lo stesso linguaggio del territorio"

100 Luigi Lacchè "laurearsi (in temPo utile) conviene ai singoli, alle famgilie, all'intera comunità"

102 Sauro Longhi "aPertura verso le aziende, ma l'imPegno deve essere reciProco"

104 Stefano Pivato "l'internazionalizzazione degli atenei è indice di qualità"

106 Lella Mazzoli "l'università italiana vale e all'estero lo sanno"

108 Renato Picciaiola "scuole e università come incubatori di idee Per le Pmi"

110 Giuliano Calza "al servizio delle aziende, ma in un raPPorto di indiPendenza"

112 Bruno Mezzetti "quale formazione in agricoltura?"

116 facciamo Parlare gli studenti: il Progetto di francesco malandra

112 Bruno Mezzetti "quale formazione in agricoltura?"

126 Prestito d'Onore una risPosta al 'bisogno d'imPresa'

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148 ancona calcio, la storia continua

150 L'Assessore Andrea Guidotti "lo sPort al centro"

154 Paolo Gioacchini "Puntare sul settore giovanile e sull'etica"

focus

sPorT

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editorialedi flavio guidi

Flessibilità, competenza, partecipazio-ne, assunzione di responsabilità e at-titudine al cambiamento: sono questi i

caratteri che consentiranno al lavoratore fu-turo di riconquistare la sicurezza, strumento che riduce lo stato di precarietà, di ansia, di marginalità sociale. Per rispondere a tali requisiti diventano ne-cessari gli strumenti della ricerca e della for-mazione professionale.la ricerca consente si analizzare l’intero si-stema, i vari settori e mestieri che tendono a far diventare l’individuo più capace di garanti-re continuità alla scelta del campo lavorativo. Questo compito non può essere demandato ad altri, i quali tutt’al più potranno essere di ausilio nella ricerca o nella raccolta di infor-mazioni. la ricerca dev’essere costante: non è possibile effettuarla saltuariamente oppu-re non occuparsene affatto, lasciandosi con-durre dagli eventi. Il ruolo dev’essere attivo, intraprendente, propositivo. In tale quadro, la formazione professionale la fa da regina, e risulta indispensabile nella traiettoria trac-ciata dalla seguente equazione:

formazione = competenzacompetenza = lavorolavoro = sicurezza.

le occasioni formative non mancano: ma-ster, corsi specializzanti, incontri formativi, seminari, congressi, corsi finanziati dall’u-nione europea (Fse), convegni, formazione a distanza, autoformazione, partecipazione a

fiere. certo, per accrescere le proprie com-petenze professionali è necessario organiz-zare e pianificare risorse di tempo e di dena-ro, ricorrendo a strutture specializzate che si occupano della ricerca di nuove collocazioni o che offrono assistenza nelle iniziative con-nesse all’imprenditorialità e allo sviluppo professionale. le istituzioni spesso fornisco-no un valido sostegno finanziario, da utilizza-re sia in ambito formativo, sia per lo sviluppo professionale o imprenditoriale.Giovani, non scoraggiatevi!anche nell’attuale contesto, caratterizzato da una situazione difficile, vi sono spazi ed opportunità: dovete però disporre di motiva-zione, determinazione, senso di responsabi-lità, flessibilità, intraprendenza, competenza, voglia di fare, voglia di partecipare, voglia di rischiare. la disponibilità al mutamento è anch’essa necessaria. Il progetto lavorativo che il giovane deve interiorizzare è la pro-fessionalità: essere capaci di svolgere bene uno o più lavori, essere quanto più trasversa-li possibile. Tutte le attività lavorative devono essere orientate da questo obiettivo: cercare lo sviluppo professionale, la responsabiliz-zazione, l’atteggiamento positivo. Il giovane inoccupato è chiamato ad organizzarsi, ad agire, a cercare; quanti lo circondano devono educarlo a che il progetto di crescita profes-sionale diventi motivo di impiego del tempo. l’atteggiamento con il quale approcciare questa nuova sfida è l’entusiasmo, consa-pevoli che tale approccio comporterà anche sacrifici, frustrazioni ed ansie.

La precarietà si combatte con la formazione

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Primo Piano

Presidente, il modello economico marchigiano è tuttora valido?“In linea generale, e senza ca-

tastrofismo alcuno, ritengo che tutto l’Occidente sia chiamato a “ripensare” il modello economico e sociale che ci ha accompagnati negli ultimi decenni. Più in particolare, se consideriamo che anche la piccola impresa è ormai piena-mente immersa in un mercato globale, va da sé che il nostro territorio – che ha saputo fondare la sua fortuna proprio sulle piccole realtà manifatturiere - non sfugge alle nuove traiettorie che si stan-no imponendo a livello mondiale”.

Tutto questo cosa significa?“che per riconquistare ed accrescere i livelli di ricchezza prodotta prima di que-sta terribile crisi bisogna puntare ai mer-

cati esteri . Non tutto il mondo è in crisi: vi sono vaste aree che crescono, talvol-ta anche in misura consistente: è lì che dobbiamo giocarci la partita”.In tale cornice come si posiziona il feno-meno del distretto?“Direi che quella del distretto ha rappre-sentato per la nostra regione una felice intuizione, ma oggi il modello distret-tuale non è più sufficiente; la priorità sta proprio nell’internazionalizzazione”.

Con quali modalità?“le politiche di penetrazione nei mer-cati esteri vanno perseguite tramite le reti ma anche con il necessario supporto delle istituzioni, sia locali che nazionali”.

In quest’ambito mi pare che sia stata premiata la politica condotta dal Presi-

dente Spacca …“spacca può a tutti gli effetti considerar-si un precursore delle moderne strate-gie di internazionalizzazione del tessu-to produttivo: ci ha creduto quando per molti parlare di conquista dei mercati esteri sembrava una divagazione. Oggi ci rendiamo conto che se l'impegno del nostro Governatore fosse stato lo stes-so per tutti i decisori politici del nostro Paese i morsi di questa crisi sarebbero meno dolorosi”.

Lei quindi non è tra coloro che sosten-gono la necessità di incentivare la tra-sformazione dell’economia marchigia-na, vista la crisi del manifatturiero?“Resto convinto che il sistema manifat-turiero resterà sempre l' asse portante della nostra economia. la concorrenza

“Le opportunità per i giovani marchigiani ci sono, ma è finito il tempo del posto fisso”Per il Presidente del consiglio regionale, vittoriano solazzi, il comparto manifatturiero rimarrà l’asse portante del tessuto produttivo regionale, seppure attualmente in calo rispetto al passato. Per compensare l’arretramento si deve puntare a settori promettenti, come il turismo

di P. Duranti

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globale potrà esporci a ciclici arretra-menti ma rimarrà la spina dorsale. Detto questo, il problema che abbiamo di fron-te è quello di riuscire a compensare i ri-schi di calo di questo settore”.

Secondo Lei come è possibile?“Ritengo che la compensazione debba essere perseguita facendo leva su com-parti quali la cultura, il turismo, l'agri-coltura e l’ambiente, che più di altri de-notano rilevanti capacità espansive. E’ qui che dobbiamo impegnarci nella co-struzione del secondo motore dello svi-luppo economico marchigiano”.

Parliamo appunto di turismo: quanto può essere determinante per la nostra regione?“l’offerta turistica regionale dispone di

fattori di attrattività di livello assoluto: basti pensare che il turista che decide di venire nelle Marche, nel giro di pochi giorni è posto nelle condizioni di ammi-rare ricche città d’arte e stupendi pae-saggi collinari, di rilassarsi sulle nostre coste e di fare una passeggiata in mon-tagna. Il tutto accompagnato da un’invi-diabile tradizione enogastronomica. Per non parlare poi dell’importanza del turi-smo religioso …”.

Si fa abbastanza sul piano della comu-nicazione?“Diciamolo chiaramente: le politiche di incoming turistico marchigiano hanno bisogno di fortissimi investimenti in co-municazione. È solo da qualche anno che la Regione Marche, sia pure in un mo-mento di difficili compatibilità di bilancio,

ha compiuto un grande salto di qualità. altre regioni hanno iniziato prima ed in-vestito tanto di più".

In che misura la comunicazione può es-sere efficace?“In tutti i comparti economici tale stru-mento è efficace se utilizzato in maniera massiccia ed integrata. In altre parole, se è costante e se coinvolge tutti i seg-menti della comunicazione: televisione, stampa, web, ecc... ”.Un altro aspetto da valutare è rappre-sentato dall’adeguamento delle struttu-re ricettive.“la Regione Marche negli anni scorsi è intervenuta in modo consistente con contributi in conto interessi in favore del-le imprese del comparto turistico per rendere maggiormente competitiva la

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Primo Piano

nostra offerta ricettiva. Dobbiamo impe-gnarci per reperire ulteriori risorse”.

Lei prima ha accennato al superamento del nostro modello sociale. In che sen-so?“Il discorso sarebbe lungo; le faccio solo un esempio: dobbiamo abbandonare la cultura del posto fisso, del lavoro sot-to casa, dell'aggiornamento casuale. Il futuro offrirà garanzie solo a chi avrà la capacità di comprendere che il cam-biamento e la velocità dello stesso sono fattori ai quali dobbiamo tutti allinearci. non ci sarà più un tempo delle garanzie perpetue”.

E’ altrettanto vero che i giovani non sono stimolati a rischiare …“condivido: servono misure dirette ad invogliare i giovani all’autoimprendito-rialità. In Italia mancano adeguate sem-

plificazioni per chi vuole intraprendere attività economiche. Il che si traduce in un imperativo: sburocratizzare. È chia-ro che un ruolo importante è quello del credito che dovrà privilegiare il progetto rispetto al capitale. Mi rendo conto che è complicato, ma è questa la strada”.

Anche la formazione presenta i suoi punti deboli.“In Italia la formazione presenta essen-zialmente due carenze: la scelta dei per-corsi formativi prescinde quasi sempre dall'evoluzione della domanda e dall'al-tro l'assoluta separazione tra il mondo della formazione e il mondo del lavoro”.

Eppure in regione vi sono ben quattro università …“E’ vero, ma manca un centro di raccordo tra domanda e offerta. Fino a poco tem-po fa inoltre si pensava che esistesse il

tempo dello studio e quello del lavoro: in realtà ora ci rendiamo conto che si tratta di una concezione sbagliata, i due mo-menti devono necessariamente convive-re ”.

In conclusione, Presidente, Lei ritiene che le opportunità per i giovani marchi-giani siano comunque molte?“ E' inutile negarlo il momento è difficile ma sono convinto che opportunità ce ne sono e ce ne saranno per i giovani ani-mati da impegno, passione, entusiasmo, fantasia e con una solida formazione di base ”.

“Servono misure dirette ad invogliare i giovani

all’autoimprenditorialità. In Italia mancano adeguate semplificazioni

per chi vuole intraprendere una attività economica”

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Primo Piano

Nel fiorente panorama delle asso-ciazioni di volontariato che ope-rano nella nostra regione, spicca,

per la qualità e l’unicità dell’offerta, la Fondazione dell’Ospedale G. salesi ON-lus. si tratta di una realtà che nasce il 21 luglio 2004 come strumento operati-vo sinergico del Presidio Ospedaliero di alta specializzazione “G. salesi”, unico ospedale regionale ad esclusivo indirizzo materno-infantile. “l’obiettivo principale dei fondatori - spiega il direttore operativo, dottoressa annarita settimi Duca - è quello di cer-

care di ‘umanizzare’ la permanenza in ospedale dei piccoli degenti, ponendo al centro della nostra attenzione il rispetto dei diritti dei bambini, che non si limita alla cura del corpo, ma tutela in parti-colare, il loro benessere psico-emotivo. I bambini ci danno molto, hanno una sca-la di valori diversa da quella degli adulti. sono il patrimonio dell’umanità, un pa-trimonio da tutelare”.Questo impegno si traduce in diversi progetti, che prima di diventare operativi vengono condivisi da medici e operato-ri sanitari. In particolare, la Fondazione

salesi porta avanti con successo il pro-getto “ospedale senza dolore”, che aiu-ta i bambini ad affrontare le sofferenze fisiche, grazie ad un importante lavoro sulla loro sfera emotiva. Tutti i profes-sionisti che operano con la Fondazione hanno un alto livello di specializzazione e fanno formazione continua; hanno modo di confrontarsi spesso con altre realtà d’eccellenza che operano nel settore, in un’ottica di crescita e miglioramento.Partendo dal presupposto che il bambino non è un piccolo adulto, ma rappresenta il futuro dell’umanità, la Fondazione si

Fondazione Salesi:la salute dei bambini è un patrimonio da tutelareFiore all’occhiello del volontariato nelle Marche, opera da nove anni al servizio dei piccoli degenti dell’unico ospedale materno-infantile della regione. vocazione, professionalità e impegno sono la linfa vitale dei numerosi progetti realizzati a sostegno del benessere dei bambini ricoverati

di a. Dachan

Da soli si cammina veloci, ma insieme si può andare molto lontano“ ”

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• accettare e contenere il dolore nel reparto di Oncologia pediatrica;

• “battito d’ali”, il cui senso è racchiuso in questa citazione di Fraiberg: “se il dolore dei genitori viene ascoltato e accolto, essi saranno in grado di ascoltare e accogliere il loro bambino”;

• ludoteca del riuso;• Pet therapy;• Preparazione psicologica all’anestesia e all’intervento

chirurgico;• Niente dolore in corsia;• Musicabilis, che prevede la presenza di due

musicoterapeute;• Più unico che raro, realizzato presso il centro Regionale di

Malattie Rare;• Disturbi del comportamento alimentare (Dca) Percorso

assistenziale integrato,• casa sabrina, mini appartamenti situati a colle ameno per

accogliere le famiglie dei piccoli degenti;• le favole della buonanotte;• Progetti europei, che vedono la Fondazione impegnata sia

come partner, che come coordinatore, in quattro diversi progetti orientati al miglioramento della qualità della vita;

• Operatore ludico;• corsi di formazione • convegni. • acquisto di attrezzature salva-vita e sostituzione di

apparecchiature diagnostiche di citogenetica.

impegna a creare, all’interno dell’ospe-dale, un ambiente il più possibile acco-gliente ed adeguato. I professionisti della Fondazione salesi, anzi, le professioniste dovremmo dire, considerato che per ol-tre il 90 per centro sono donne (età media 32 anni), operano sia nei reparti, che se-guendo i piccoli degenti individualmen-te, con percorsi personalizzati. I bambini vengono informati sulle cure e preparati, passo dopo passo, per gli eventuali inter-venti chirurgici a cui verranno sottoposti. la Fondazione salesi, presieduta dal dottor Paolo Galassi, lavora su una rosa

di importanti progetti, finanziati com-pletamente da generosi “compagni di viaggio”, ovvero sostenitori e donato-ri, aziende e privati, che non fanno mai mancare il proprio appoggio. Dal 2009 la Fondazione è divenuta socio aderen-te dell’Istituto italiano della donazione, ente che verifica la trasparenza a tutela del donatore. Ottenere questo marchio significa che l’organizzazione non pro-fit rispetta alti standard internazionali e mette al centro del proprio agire traspa-renza, credibilità e onestà. “Il nostro auspicio – ha affermato il diret-

tore settimi Duca - è quello di radicare ulteriormente la nostra presenza, conti-nuando il nostro lavoro al servizio della salute dei bambini; ci piacerebbe anche veder aumentare il numero dei ‘compa-gni di viaggio’; in particolare, vorremmo avere al nostro fianco più industriali. come ci ha insegnato Madre Teresa: “quello che noi facciamo è solo una goc-cia nell'oceano, ma se non lo facessimo l'oceano avrebbe una goccia in meno”.

fondazioneospedalesalesi.it

progettI deLLA fondAzIone sALesI

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Paolo Subissati

cover storY

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Subissati è oggi sinonimo di costru-zioni in legno, ma come è iniziata la vostra avventura imprenditoriale?

“la nostra storia inizia cinquant’anni fa, quando mio padre, Mario, ha avviato l’o-monima azienda, che realizzava teloni e tende per la Protezione civile ed altri enti pubblici. Dop o vent’anni di attività siamo entrati in azienda anche noi quattro figli – Rosa Maria, Francesco, andrea ed io – diversificando le produzioni, orientando-ci verso nuovi mercati di riferimento. ab-biamo iniziato con strutture di copertura per esterni, utilizzando prima l’acciaio, specializzandoci poi nel legno”.

Quali sono le peculiarità di questo set-tore?“Il nostro è un settore che vive un’evolu-zione e una crescita continui. consideri che trent’anni fa questo specifico merca-to in Italia era ancora nuovo: nella ma-croregione centrale siamo stati i primi e siamo tutt’ora leader per la realizzazione

di strutture, architetture Xe costruzio-ni in legno. siamo stati per molti versi pionieristici, affrontando le complessità legate ad impianti e materiali che ri-chiedono competenze diverse rispetto a quelle dell’edilizia tradizionale. Oltre alle case realizziamo ponti, scuole, strutture industriali”.

Come è stata accolta dal mercato ita-liano e, in particolare, da quello locale, l’innovazione delle case in legno?“In Italia è certamente dominante la cul-tura del mattone, quindi l’introduzione di un materiale come il legno ha inizial-mente trovato una resistenza, dovuta so-prattutto a un certo tipo di mentalità, che nell’immaginario collettivo lega l’idea del legno alla baita in montagna. la manca-ta conoscenza dei vantaggi e delle carat-teristiche di questo materiale ha richie-sto un forte impegno nel trasmettere le informazioni a riguardo; per questo or-ganizziamo seminari e convegni e tenia-

mo consulenze per gli addetti al settore”.

Che tipo di vantaggi offre il legno?“In materia di sostenibilità, risparmio energetico e rispetto ambientale, il legno è certamente un materiale straordinario e rappresenta il futuro. va sottolineato che il legno è un materiale salubre: evita la formazione di muffe e condense pro-prio perché si costruisce a secco e que-sto garantisce un’efficienza elevata. Nel nord Europa, soprattutto nelle zone dove c’è una certa contaminazione da parte della cultura nordica, questo settore ha già preso ampiamente piede. Da noi, nel-le Marche e in tutto il centro Italia, c’è oggi una nuova apertura e si registra una crescita continua”.

Quanto contano la ricerca e l’innovazio-ne nel vostro settore?“sono fondamentali; il 20 per cento della forza lavoro della nostra azien-da, infatti, è composta da ingegneri e

“Per realizzare un sogno occorrono immaginazione, volontà e concretezza”azienda leader nel centro Italia per l’edilizia in legno, con cinquant’anni di storia alle spalle e oltre trecento case realizzate, subissati è un’eccellenza nel settore che realizza le costruzioni del futuro

di a. Dachan

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tecnici specializzati, che si occupano di studiare e verificare tutte le situazioni più complesse legate all’uso del legno. un altro reparto del medesimo ufficio si preoccupa di testare i nuovi prodotti che escono sul mercato, fino a raggiungere una conoscenza approfondita di essi. In generale, lo sviluppo e l’aumento della domanda di strutture in legno, dovuto in special modo alle sue proprietà antisi-smiche e ai vantaggi che offre in materia di risparmio energetico, ha richiesto una maggiore attenzione di tutti gli operato-ri della filiera. un supporto importante ci arriva da aziende nostre partner che operano all’estero e che sono altamen-te competenti e all’avanguardia, con le quali abbiamo istituito da tempo un rap-porto significativo di collaborazione”.

La formazione viene in qualche modo trasmessa anche al cliente finale?“certamente sì e questo implica una se-rie di passaggi: noi coinvolgiamo i pro-gettisti, offrendo loro un quadro com-pleto delle peculiarità del prodotto e loro, che si interfacciano con i clienti, trasmettono la conoscenza di tutti i be-nefici che potrebbero trarne. Il momento della costruzione di una casa è, per una famiglia, particolarmente importante e delicato: un corretto orientamento e una buona informazione sulle offerte del mercato risultano fondamentali. Il nostro nuovo showroom, infatti, è stato concepi-to e realizzato come spazio formativo, in cui si mostrano i diversi materiali e i di-versi passaggi di realizzazione: in questo modo il cliente partecipa con consapevo-lezza al progetto e alla costruzione della sua casa”.

Oltre agli ingegneri e ai tecnici, quali sono le figure professionali che ruotano intorno alla vostra realtà?“Il nostro primo contatto è quello con i progettisti, che ci interpellano sin dalle primissime fasi di realizzazione del pro-getto. Interveniamo anche sul piano delle verifiche statiche e dei calcoli strutturali. la fase successiva è quella della cantie-rizzazione dell’opera, con tutti i dettagli e i disegni di esecuzione da inviare in produzione a reparti automatizzati. Noi lavoriamo su singole commesse, non facciamo produzioni di serie e questo fa sì che ogni casa sia un prodotto su mi-sura”.

Qualità, sicurezza e formazione sono termini che ricorrono continuamente nel vostro lavoro; vuole parlarci del-le certificazioni che avete ottenuto nel tempo?“Per noi sono requisiti irrinunciabili e le certificazioni che abbiamo, conferma-no la natura e il livello del nostro impe-gno in tal senso. a partire dal febbraio 1999 l'azienda ha ottenuto la IsO 9001, qualità aziendale, attenzione a precisi standard nei processi produttivi, valore dei prodotti e coerenza strategica; IsO 14001, qualità nella gestione ambien-tale; Ohsas 18001 sistema di gestione della sicurezza e della salute sul lavoro. un'altra certificazione, che attesta l'alto standard qualitativo e l'efficienza ener-getica delle nostre costruzioni è la cer-

tificazione Partner casaclima. l'azienda è anche in possesso dell'attestazione Euro-soa (categoria Os32 classe Iv e categoria Os33 classe II). altro certifi-cato è l’attestato di Qualificazione per la Trasformazione di Elementi strutturali in legno lamellare. la nostra azienda è stata tra le prime in Italia ad operare secondo i requisiti richiesti dalla nuova Normativa Tecnica per le costruzioni. le nuove Norme definiscono i principi per progettare, eseguire e collaudare le co-struzioni in riferimento alle prestazioni richieste in termini di requisiti essenziali come resistenza meccanica, resistenza al fuoco, stabilità e durabilità”. ultimo in ordine di tempo è l’attestato di Qualifica-zione per la Produzione di carpenteria

Metallica. subissati risulta essere una delle pochissime aziende in Italia ad ave-re sia l’attestato come centro di trasfor-mazione di Elementi strutturali in legno lamellare, sia quello per la Trasforma-zione di carpenteria Metallica”.

Oltre ai vantaggi in termini di sicurezza e risparmio energetico, anche dal punto di vista economico conviene scegliere una casa o una struttura in legno?“Dal punto di vista economico una casa in legno è un investimento assicurato: i costi di realizzazione sono inferiori del 20 per cento circa rispetto ad una costruzio-ne tradizionale e anche le spese di ma-nutenzione nel tempo sono notevolmen-te ridotte. Il costo medio chiavi in mano va dai 1200 ai 1400 euro al metro qua-drato. Il rapporto qualità-prezzo di una casa di legno è assolutamente vantag-gioso. Non dimentichiamo, inoltre, che la struttura portante della casa che si va a realizzare è la stessa di quella delle abi-tazioni tradizionali, ma le caratteristiche del materiale trattato ne aumentano no-tevolmente il livello di sicurezza, anche in caso di incendio. Inoltre ci sono aspet-ti legati alle peculiarità estetiche del le-gno, che ne fanno non solo un materiale di costruzione, ma anche un elemento di design, che garantisce grande flessibilità e risponde a criteri estetici sia classici, che moderni”.

Anche i tempi di realizzazione sono in-feriori?“sì, per un’opera completa bastano tre mesi e anche questo aspetto contribui-sce alla riduzione e al contenimento dei costi. le procedure di lavoro sono rigoro-se e assicurano l’ottimizzazione dei tem-pi: ogni singolo elemento viene lavorato con modernissimi macchinari a control-lo numerico. la mappatura dell’intera struttura architettonica e la codifica e tracciabilità di ogni singolo elemento co-struttivo, rendono efficienti al massimo tutte le fasi di lavoro”.

Già trecento case costruite e numerose realizzazioni in corso d’opera: quali sa-ranno le prossime commesse che por-terete a termine?“a settembre verranno inaugurate tre scuole dell’infanzia, che ospiteranno, complessivamente, oltre duecento bam-bini: a Morrovalle (Mc), a Filottrano (an) e

Tra le nostre ultime realizzazioni c’è anche

il ristorante di Moreno Cedroni,

Il clandestino, a Portonovo. Una perla del

territorio marchigiana fuori e dentro

cover storY

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Il miglior biglietto da visita è certamente la soddisfazione dei nostri clienti, che si concretizza con la spontanea diffusione della cultura della costruzione in legno.Oggi realizzano un sogno, con un occhio di riguardo al domani dei nostri figli.

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cover storY

a Montecolombo (Rn). stiamo inoltre per iniziare la posa di un agrinido, che sor-gerà qui ad Ostra e che sarà funzionante entro l’anno”.

Il settore edile sta attraversando un mo-mento particolarmente difficile. come state affrontando questa fase?“Il comparto delle costruzioni tradizio-nali purtroppo soffre, ma per quanto ri-guarda le costruzioni in legno si registra un’inversione di tendenza, con una sen-sibile e costante crescita. ciò è dovuto ad una serie di elementi, tra cui gli inve-stimenti fatti in innovazione, che hanno proiettato la realtà verso quello che è il mercato del futuro”.

Rassicuriamo gli amanti dell’ambiente: da dove giunge il legno che usate?“Non tagliamo nemmeno un albero in Italia; il legno arriva da piantagioni del nord Europa, che nel rispetto delle nor-mative ripopolano i boschi piantumati. Il rischio deforestazione, lavorando secon-

do questi canoni, non esiste”.

Ci ha raccontato che in azienda siete quattro fratelli: cosa significa lavorare insieme alla famiglia?“Fin da piccoli giravamo intorno all’a-zienda e nel tempo è nata e cresciuta in tutti noi la passione per questo set-tore e il desiderio di mantenere vivo gli insegnamenti e l’impegno di nostro pa-dre. Oggi ognuno si occupa di un aspet-to specifico, ma lavoriamo in sinergia e con grande affiatamento. Ormai anche i nostri collaboratori sono diventati parte di questa grande famiglia e famiglia si-gnifica fiducia, condivisione, lealtà. sono fattori che fanno la differenza”.

Se guarda al futuro, cosa vede?“siamo fiduciosi, stiamo crescendo e abbiamo molta voglia di lavorare, con-solidando e aumentando la produzione e il fatturato. Il nostro radicamento nel territorio, la scelta di dedicarci all’Italia, in particolare al centro, con un occhio di

riguardo alla nostra regione, è per noi un punto di forza, perché – oltre a creare oc-cupazione - riusciamo ad avere un con-tatto diretto con i nostri acquirenti, senza la mediazione di concessionari e rivendi-tori. Puntiamo ad un’architettura fluida, capace di adattarsi nel tempo alle esi-genze di chi vi abita. In particolare l’idea è rivolta agli anziani, che spesso nell’ar-co di pochi anni, vivono la quotidianità domestica con crescente difficoltà. Nel nostro futuro, quindi, ci sono lavoro, pas-sione e impegno”.

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terra e anticipa il futuro con l’ingegno della scienza”

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PRODUTTORE QUALIFICATO TRASFORMAZIONE DELL’ACCIAIO

PRODUTTORE QUALIFICATO TRASFORMAZIONE DEL LEGNO

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Presidente, dopo avere conosciuto Lei e la Sua azienda ci si ricrede su quello che si dice un po’ ovun-

que circa la difficoltà di fare impresa in Italia …“No, no … fare impresa è difficile, ec-come. anche a me, che ormai lavoro in proprio da quasi mezzo secolo, talvolta accade di scoraggiarmi”.

Partiamo da lontano: l’inizio dell’av-ventura. Dove nasce il cammino che la porterà a fondare questa realtà, che nel suo settore oggi è leader a livello nazio-nale?“Tutto nasce in Germania. Ora le spiego. Terminati gli studi andai a lavorare un anno in Germania, dove imparai il tede-sco. la conoscenza di questa lingua se-gnò tutti i passaggi successivi della mia

vita lavorativa, a cominciare dall’assun-zione in bayer, la multinazionale famosa per l’aspirina”.

Qui di cosa si occupava?“stavano cercando il titolare dell’agenzia di umbria, Marche e abruzzo per la divi-sione dei prodotti chimici”.

Cioè?“la divisione comprendeva le materie plastiche, la gomma, i pigmenti, le ver-nici, gli additivi, i poliuretani … insomma, prodotti chimici in senso ampio”.

L’impatto come fu?“Molto buono, nel senso che era un’epo-ca – stiamo parlando del ’71 – in cui per quei prodotti le regioni di mia pertinenza erano praticamente terreno vergine. E

così andai avanti per circa due anni, fino a quando mi resi conto definitivamente che tra i prodotti in portafoglio, il settore più promettente era quello delle materie plastiche”.

E allora cosa accadde?“colsi al volo l’opportunità di ottenere la rivendita della bayer per il centro Italia per tutto il settore delle materie plasti-che”.

E questa è rimasta l’attività degli ultimi quarant’anni?“Quaranta esatti! stiamo parlando, infat-ti, del luglio del ’73”.

Quelli erano anche gli anni della crisi del petrolio, dell’austerity. Ne risentì?“certo, per tutti i derivati dal petro-

Mauro MercataliLa “sua” Mitopolimeri alla conquista dell’ItaliaForse non tutti sanno che ad ancona opera da quarant’anni esatti un’azienda che, nonostante la crisi del settore (materie plastiche), continua ad aumentare il fatturato. stiamo parlando della Mitopolimeri, fondata e guidata da un marchigiano doc, Mauro Mercatali

di P. Duranti

controcoPertina

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Oggi nel settore dello stampaggio

siamo forse la regione

più importante del Centro Italia

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lio - comprese le materie plastiche - il momento era delicato. Ma fui facilitato da un lato dal fatto di poter disporre, a castelfidardo, di alcuni locali da adibire a magazzino, di proprietà di mio padre, e dall’altro dalla circostanza che, poiché il materiale era praticamente introvabile, lo vendevo prima ancora di riceverlo, per cui non avevo il problema della liquidità. Tutto sommato erano bei tempi”.

A detta di molti Lei ha in un certo sen-so “accompagnato” la nascita di molte aziende del territorio, in questo settore ma non solo. Mi incuriosisce approfon-dire questo aspetto, che La vede come testimone privilegiato del percorso ef-fettuato nel settore dello stampaggio.“vede, quando io intrapresi l’attività, l’attività industriale stava ancora attra-versando una fase embrionale. circa la metà del fatturato realizzato sul territo-rio proveniva dal settore degli strumenti musicali, come pianole e fisarmoniche. come fornitore di materie plastiche pos-so dire di aver assistito, anzi partecipa-to attivamente, ad un enorme sviluppo di taluni comparti e alla nascita di altri … Quanti marchigiani, dopo aver matu-rato un’esperienza in fabbrica, si sono messi per conto proprio, comprandosi la pressa per stampare materie plastiche, magari in locali di fortuna? Moltissimi, nei settori più svariati, dall’illuminazione agli elettrodomestici. Questa è stata la nostra storia e anche la nostra fortuna. Oggi nel settore dello stampaggio siamo forse la regione più importante del cen-tro Italia; dal canto mio, penso onesta-mente di aver contribuito a tale situazio-ne”.

Facciamo un salto fino ai giorni nostri:

come si è sviluppata la Mitopolimeri da-gli anni Settanta ad oggi?“l’attuale denominazione – Mitopolimeri – è stata assunta poco tempo fa, a se-guito di una fusione con un’altra società; allora ci chiamavamo Mercatali srl. se devo risponderle in una battuta, le pos-so dire che negli ultimi trent’anni siamo passati da una fase di sviluppo a due cifre a un periodo come l’attuale in cui – no-nostante la congiuntura in atto - si nota comunque una crescita, seppur lieve, at-torno al 2-3 per cento annuo. Dati estre-mamente significativi, se consideriamo che il settore registra cali dell’ordine del 20/25 per cento …”.

Anche quest’anno?“sì: prevediamo una crescita del 5/6 per cento rispetto al 2012”.

Visto che ha accennato alla fusione, ce ne parla?“siamo nel 2010, la Mercatali srl ha il centro Italia, mentre nel Triveneto ha l’esclusiva la Mida, una società fondata da un mio caro amico (e da un suo so-cio), che sul finire degli anni settanta fece il mio identico percorso professio-nale, passando da dipendente a distribu-tore della bayer. In questi anni abbiamo mantenuto strettissimi contatti, umani e professionali, trovandoci molto spesso in sintonia sulle strategie da adottare, nei confronti sia dei fornitori che dei clien-ti. E così, appunto, decidemmo di unire le nostre forze, per accrescere la nostra competitività e al contempo assecondare talune richieste che ci venivano avanzate dai fornitori”.

E così nasce la Mitopolimeri.“Esatto. E’ una società che oggi, attra-

verso le due sedi di ancona e Treviso, co-pre una vasta area del Paese ed è strut-turalmente e finanziariamente pronta a svilupparsi anche in altre aree”.

In che senso?“stiamo estendendo l’area commerciale anche in altre regioni, come Piemon-te e lombardia; regione, quest’ultima, che anche nel nostro settore riveste la massima importanza. abbiamo, infatti, aperto due magazzini depositi a berga-mo e Torino. Ora, con quattro depositi ramificati sul territorio nazionale, siamo in grado di gestire al meglio il rapporto con il cliente, garantendogli un servizio eccellente”.

In cosa consiste?“Oltre alla fornitura di prodotti di elevato valore qualitativo, il nostro punto di for-za risiede nell’assistenza tecnica e nella consegna del materiale, che garantiamo nel giro di 48 ore. Inoltre, si consideri che i commerciali della Mitopolimeri sono anche ottimi tecnici: è anche grazie alla loro passione che riusciamo ad organiz-zare periodici meeting ed incontri con i clienti e fornitori”.

Presidente, Lei può essere considerato a pieno titolo uno dei maggiori esperti in Italia del settore dei tecnopolimeri. Quali sono le prospettive?“Innanzitutto diciamo che il termine “materie plastiche” di per sé non signi-fica nulla. O meglio, perché abbia un senso occorre declinarlo in più ambiti: immaginiamo una piramide, occupata nella parte più alta dai prodotti supertec-nologici, realizzati in quantità minime a prezzi piuttosto elevati. scendendo, nella fascia intermedia troviamo i tecnopoli-

“Nel luglio del ’73 diventai il distributore unico per il Centro Italia della Bayer, per tutto il settore delle materie plastiche”

controcoPertina

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meri, cioè prodotti con caratteristiche particolari quali la resistenza termica, meccanica, ecc. la base della piramide, infine, ospita le cosiddette commodities, presenti nel mercato in enormi quanti-tà”.

I beni in plastica di utilizzo comune ri-entrano in quest’ultima categoria?“le commodities comprendono il poli-propilene – pensiamo al classico cola-pasta che usiamo in cucina –, i prodotti in Pvc (ad esempio i canali di scarico in edilizia), il polistirolo e il polietilene, con il quale sono fabbricati i sacchetti per i rifiuti. Teniamo presente che il polipro-pilene – nato in Italia negli anni settanta (essendo stato brevettato dall’ing. Natta, ndr), a dimostrazione dell’importanza che aveva l’industria chimica nel nostro Paese - è diffusissimo in tutto il mondo”.

Un’industria chimica che in Italia è qua-si sparita …

“Nel corso degli anni, per una serie con-catenata di fattori, il polo chimico italiano si è dissolto, mentre il “nostro” polipro-pilene è diventato in assoluto la materia plastica più utilizzata al mondo …. Detto questo, vorrei rispondere alla sua do-manda circa le prospettive del settore”.

Prego.“Negli ultimi anni la plastica è penetrata praticamente in tutti gli ambiti, dai casa-linghi all’arredamento, dall’illuminazio-ne al settore elettrotecnico in generale, dalle auto agli elettrodomestici, dagli accessori moto al tempo libero, dallo sport alla telefonia; per non parlare delle calzature, dei televisori, dei dvd, ecc. In altre parole, la clientela è vasta ed etero-genea. le prospettive sono buone, anche se in parte dipenderanno dai nuovi campi di applicazione della materia plastica”.

Cioè?“si sta parlando sempre di più della

possibilità di produrre in plastica tutte le componenti di vetro delle automobi-li: questa innovazione aprirebbe scenari nuovi a tutto il settore, come ci si può immaginare. Dobbiamo poi tener conto che nel Far East il settore registra uno sviluppo a due cifre: a conferma di ciò, basti pensare che oggi il 60-65 per cento dei consumi mondiali di materie plasti-che riguarda proprio quei Paesi, caratte-rizzati da forti espansioni economiche”.

E la situazione italiana come la vede?“come diretta conseguenza di quanto espresso poc’anzi. anche la produzione delle materie plastiche ha subìto un pro-cesso di globalizzazione che ha riverbe-rato i propri effetti anche sul nostro tes-suto produttivo. anzi, dirò di più: in Italia tale fenomeno è ancor più sentito rispet-to ai nostri competitor del vecchio con-tinente, perché noi per molti anni siamo stati un po’ la cina dell’Europa, il Paese trasformatore per eccellenza! Oggi che

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c’è la cina vera ne stiamo subendo inevi-tabilmente i contraccolpi, in tutto il ma-nifatturiero”.

Con gravissimi effetti sulla carenza di liquidità delle imprese.“Questo è forse l’aspetto più delicato. Per un’azienda commerciale, come la nostra, oggi è più importante vendere “bene”, nel senso di individuare il clien-te che poi riuscirà ad onorare il proprio debito, piuttosto che vendere “tanto”. Per cui è ormai indispensabile svolgere un’efficace attività di monitoraggio del cliente, prima di firmare il contratto”.

Considerata la crisi del manifatturiero,

cosa dovremmo fare?“l’Italia si deve reinventare, da un lato puntando moltissimo su innovazione e design, dall’altro sviluppando quello che a detta di molti è il nostro petrolio, cioè il turismo. In realtà non dobbiamo inven-tarci proprio nulla: abbiamo già tutto. solo che va organizzato e valorizzato in modo sistematico”.

Destinando risorse pubbliche allo svi-luppo dell’industria turistica?“certo. Dovremmo investire di più nei servizi indispensabili per attrarre turisti stranieri: in primis, nella rete infrastrut-turale, oggi purtroppo inadeguata. senza andare troppo in là, basta dare un’oc-

chiata al porticciolo di Numana è lo stes-so di trent’anni fa!”.Lei nel turismo ci crede davvero, visto che negli ultimi tempi vi ha investito non poco?“E’ proprio così. all’hotel Parco di ca-stelfidardo – acquisito alcuni anni fa – si è aggiunta recentemente un’altra iniziativa immobiliare realizzata da mia moglie, il bed&breakfast “Il concio”, si-tuata in un posto incantevole nei pressi di sirolo. sono molto legato al territorio e credo che le sue bellezze vadano valorizzate appieno. Il mio investimento nel turismo va letto in questi termini”.

controcoPertina

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Cosa ha significato per lei ottenere il prestigioso riconoscimento di “Marchigiano dell’anno”? Quali

sono state le motivazioni del premio? Se lo aspettava? “No, non me lo aspettavo ed è un rico-noscimento che sono molto onorato di aver ricevuto perché nel mio lavoro cerco sempre di guardare all’interesse di tut-ta la comunità e di pensare al futuro dei miei nipoti e dei giovani. È un premio che va a tutto il mio team, ai miei collabora-tori e ai miei figli che partecipano con me alla gestione dell’azienda.   E a loro ho detto che dobbiamo essere come una squadra: sempre uniti. Questo premio è una grossa responsabilità che ci deve stimolare a fare ancora meglio ed anda-re avanti”.

Cosa mette, di “marchigiano”, nel suo

lavoro? “Di marchigiano, a parte considerare an-cora la mia azienda come una famiglia e viverla a 360 gradi, sono ancora il pri-mo ad arrivare e l’ultimo ad andare via; è rimasto poco, ormai bisogna guardare oltre l’Italia e oltre l’Europa e quindi mo-delli di aziende molto più organizzate e strutturate. Per questo da anni abbiamo intrapreso la strada della lean manu-facturing (modello Toyota) e dell’interna-zionalizzazione”.

Cosa l’ha spinta a diventare imprendi-tore? “Quando ho iniziato ero appena tornato dal militare e quindi ero molto giovane, con tanta voglia, ma anche molta neces-sità di fare. Ovviamente sapevo di dover andare incontro a tanti sacrifici, ma la voglia di creare una mia identità e la tan-

ta forza che avevo mi hanno aiutato”.

Lei è il titolare della Rivacold, azienda che opera nel campo della refrigerazio-ne. Quali sono le peculiarità di questo campo? “la nostra azienda opera nella catena alimentare e anche se è un settore dove si potrebbe sentire meno la crisi, è ne-cessario realizzare macchine o impianti con alto contenuto qualitativo, tecnolo-gico e rispettare le esigenze relative a risparmio energetico e rispetto dell’am-biente. Inoltre è fondamentale una cele-re assistenza alla clientela”.

Qual è la situazione attuale del settore? Come affrontate la crisi? “Il settore, come molti altri, sta viven-do delle problematiche di poca visibili-tà sugli ordinativi e grosse difficoltà del

Alceste Vitri, marchigiano dell’anno 2013classe 1943, originario di Montecalvo in Foglia (Pu), con una passione per lo sport, è il fondatore della Rivacold, azienda che opera nel settore della refrigerazione. Per lui il lavoro oggi è soprattutto una grande passione

di a. Dachan

il Personaggio

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credito; per questo abbiamo cercato di rendere la nostra società molto flessi-bile, andando in cerca di nuovi mercati. Inoltre, nel tempo abbiamo diversificato enormemente la nostra offerta, cioè dia-mo ai clienti un pacchetto completo di prodotti dalla piccola refrigerazione fino ad arrivare ai grossi impianti e al tra-sporto refrigerato. abbiamo una presenza molto radicata sul territorio con punti vendita e di as-sistenza”.

Il modello imprenditoriale marchigiano, secondo lei, è ancora valido? “No, non credo. Ormai non si può più guardare al modello marchigiano, ma al modello internazionale: senza l’export non riusciremmo ad andare avanti. Pur-troppo secondo me le piccole imprese, se non hanno un prodotto tecnicamente

alto faranno molta fatica; non si può più pensare ad essere dei semplici assem-blatori che vivono alla giornata ma si devono fare programmi a lungo termine, stando pronti a cambiare alla velocità della luce”.

Come definirebbe il lavoro: un’esigen-za, un’opportunità, una passione o tutte queste cose insieme?“come detto precedentemente è nato come un’esigenza, poi negli anni mi ha permesso di guardare oltre ed aprire le vedute al mondo e ai diversi modi di ope-rare. Devo dire che ormai grazie all’a-iuto di tutta la mia squadra e ai grandi sacrifici fatti in passato, dove ho cercato di patrimonializzare l’azienda investendo gli utili in macchinari e ricerca, è per me ormai una grande passione che riesce a darmi soddisfazioni enormi”.

Che consiglio darebbe ad un giovane che volesse intraprendere la carriera imprenditoriale? “E’ molto difficile dare consigli ai nuovi giovani che non sono più abituati al sa-crificio ed hanno ormai passione per po-che cose. comunque potrei dire loro che bisogna essere tenaci e non avere fretta di arrivare subito a risultati soddisfacen-ti, ma fare un passo alla volta, stando attenti a non fare mai il passo più lun-go della propria gamba. Essere riflessivi ma allo stesso tempo veloci a cambiare rotta”.

rItrAtto dI Un IMprendItore che sI è fAtto dA séEra il 1966 quando alceste vitri, a diciannove anni, fonda la Refrigerazione industriale srl, poi denominata nel tempo Rivacold srl., che sin dal 1995 è certificata uNI ENI IsO 9001. Nel 1978 fonda la vitrifrigo snc e l’anno seguente la star srl. Nel 1999 acquisisce la Mobius srl, produttrice di isolanti termici per refrigerazione, riscaldamento e condizionamento. Dal 2000, al 2005 fonda la Districold srl, la Nordest srl e la vitrifrigo america llc. Dal 2005 al 2009 acquisisce, in ordine di tempo: la maggioranza della cover srl, della Frigopenta srl, della Raicen srl, della Grasso srl e la Frigileine srl. Nel 2007 acquisisce un ramo di una società inglese che denomina Rivacold uk.

Un IMpegno per I gIovAnIcollabora da anni con scuole (Itis di urbino, benelli e bramante di Pesaro) e con le università di urbino e ancona, per aiutare i giovani nell’inserimento del mondo del lavoro. a settembre 2013 verrà inaugurata la palestra scolastica “vitri” per i bambini delle scuole elementari di Montecchio – sant’angelo in lizzola (Pu).

preMI e rIconoscIMentINell’anno 2003 ha ricevuto dal comune di sant’angelo in lizzola l’attestato di civica benemerenza per l’impegno nei settori del lavoro, dello sport e del sociale. Nel 2009 ha ricevuto dalla camera di commercio di Pesaro - urbino il Premio Fedeltà al lavoro dedicato ai protagonisti dello sviluppo economico. Nel 2013 viene premiato come Marchigiano dell’anno. È socio del club Rotary di Pesaro, socio della Fondazione cassa di Risparmio di Pesaro e membro della Giunta della confindustria di Pesaro urbino.

soLIdArIetà e sponsorDa sempre figura attiva nell’organizzazione e collaborazione come sponsor per le attività sportive locali, quali calcio, pallavolo femminile e basket. una passione che lo ha accompagnato negli ultimi 12 anni è stata la partecipazione come sponsor ai campionati del Motomondiale, aiutando giovani piloti a inserirsi, crescere e realizzarsi in questo sport e allo stesso tempo dando grande visibilità all’azienda anche all’estero. Non a caso possiamo annoverare con orgoglio figure come quella di valentino Rossi, simone sanna, Roberto Rolfo, Franco battaini, steve Jenkner, Marco simoncelli, Pablo Nieto ecc. Partecipa, anche con l’aiuto della moglie, all’organizzazione di eventi di beneficenza per l’istituto Iopra di Pesaro e contribuisce con donazioni allo sviluppo di altre associazioni quali avis e ail, oltre che alla comunità religiosa locale.

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borsa

rubrica a cura di Michele sassodivisione strategia e finanza di impresa – gruppo [email protected]. 071.28521

Il firmamento delle marchigiane quotatein questa pagina presentiamo l’andamento di borsa delle società marchigiane quotate

Indesit ord.

segmento: bluechipPerformance 6 mesi: -1,55%Performance 1 anno: +97,23%trend:

segnali deboli, ma positivi per il titolo indesit comPanY, con un prezzo medio per azione che gravita intorno ai 5,75 euro. l’inizio mese di agosto 2013 fa segnare rialzi interessanti e l'ipotesi di nuo-vi apprezzamenti troverebbe conferma oltre il massimo registrato il 01/08/2013, posizionato a 5,895 euro. in termini di performance rispetto al ftse all-share, si registra un +1,336% sulla giornata di borsa precedente. i volumi sono risultati pari a 394.659 pezzi scam-biati, un valore superiore sia alla seduta precedente sia alla media settimanale. volatilità elevata. trend incerto.

ELICA

segmento: starPerformance 6 mesi: +13,13%Performance 1 anno: +106,23%trend:

esplode il titolo della fabrianese elica, che guadagna il +15,5% del valore in un mese; interessante e da non sottovalutare la prospettiva di crescita che l’azione ha avuto su base annua, che ha visto rad-doppiare letteralmente il suo prezzo. in termini di performance sul ftse all-share, tuttavia, si nota una pausa nella direzione del trend e con un -3,750% sulla giornata di borsa del 31/07/2013, il titolo fa peggio della media di mercato. i volumi sono risultati pari a 53.487 pezzi scambiati, un valore superiore sia alla seduta precedente sia alla media settimanale. il mercato è consistente, probabile l'avvio di una fase a volatilità elevata. trend incerto di breve.

ToD’S

segmento: bluechipPerformance 6 mesi: +21,77%Performance 1 anno: +66,84%trend:

i risultati per il titolo tod's, che archivia un +13,0% su base mensile. la performance rispetto all'indice ftse all-share, è di un +0,206% sulla giornata di borsa del 31/07/2013. l’azione ha fatto meglio del mercato. i volumi sono risultati pari a 66.159 pezzi scambiati, valo-re superiore alla media settimanale. discreta la partecipazione del mercato; ipotesi di rialzi e volatilità elevata.

Biesse

segmento: starPerformance 6 mesi: +15,55%Performance 1 anno: -6,59%trend:

fase positiva per il titolo biesse, che prosegue la sua ascesa, avvia-ta già dal 2° trimestre 2013. l'ipotesi di nuovi apprezzamenti inoltre troverebbe conferma nella performance rispetto al ftse all-share (+0,618%) sulla giornata di borsa del 31/07/2013. lo strumento ha fatto meglio del mercato. i volumi sono risultati pari a 56.672 pezzi scambiati, un valore superiore alla seduta precedente e alla media settimanale. volatilità elevata. trend di breve al rialzo.

Poltrona FRAU

segmento: starPerformance 6 mesi: +62,72%Performance 1 anno: +90,89%trend:

il titolo Poltrona frau è il top performer del mese, con un prezzo per azione che sale del +19,5% su base mensile, mostrando potenzia-lità interessanti ed ampi margini di miglioramento. in termini di per-formance relativa rispetto all'indice ftse all-share, si registra una variazione positiva del +2,387% sulla giornata di borsa del 31/07/2013. i volumi sono elevati e pari a oltre 333 mila azioni scambiate; buona partecipazione del mercato. trend di breve al rialzo.

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Borgo Futuro: numeri da record per la seconda edizione del Festival della Sostenibilità

oltre cinquemila persone hanno partecipato a borgo futuro, festival della soste-nibilità, che si è tenuto a ripe san ginesio, in provincia di macerata. tra gli ospiti

intervenuti all’evento, anche giulietto chiesa, Paolo barnard e francesco gesualdi. la terza edizione della manifestazione ha segnato l'esordio di libro futuro, il primo forum dell'editoria green ed il seminario della fima, la federazione italiana media

ambientali. “c’è l’intrattenimento fine a se stesso, che cambia pelle tre volte al giorno, per assecondare il suo pubblico e poi ci siamo noi. borgo futuro ha la forza di un progetto culturale e amministrativo, che da quattro anni segue la sua linea, senza

compromessi e porta risultati concreti”- ha affermato il direttore artistico del festival, damiano giacomelli.

lo scorso 9 luglio è stata presentata al teatro delle muse di ancona uecoop marche. si tratta di una nuova associazione, denominata unione europea delle coooperative, riconosciuta e autorizzata dal ministero dello sviluppo economico, alla quale aderiscono cooperative che operano nei quattordici settori dell'albo competente, dal lavoro al sociale, dall'edilizia fino all'agricoltura. “il compito di uecoop – ha affermato il presidente nazionale dell’associzione, sergio marini – sarà ripartire dalle persone e dai territori, dal capitale umano e sociale e dalle ricchezze naturali e culturali del nostro Paese quali leve competitive antiche ma moderne, durevoli ma sostenibili".

UeCoop Marche: la cooperazione

contro la crisi

L’Excelsior di Pesaro tra i die-ci Beach Hotel più belli d’Italia

“La punta della lingua” chiude

in bellezza

il boutique hotel excelsior di Pesaro, della famiglia eden viaggi, è stato segnala-to da trivago tra i dieci beach hotel più belli d’italia. l’ennesima conferma della raffinata eleganza di questo gioiello della ricettività marchigiana, fatta ristruttu-rare e portata a nuova vita dall’architetto marco gaudenzi, su iniziativa del nuovo titolare, l’imprenditore nardo filippetti, presidente eden viaggi e astoi confindu-

stria. lo stile anni ’50, le linee ispirate alla east coast americana e agli hampton, i colori tenui, la struttura ecocompatibile fanno dell’excelsior un albergo unico.

un connubio perfetto tra modernità, stile e arte dell’ospitalità. nella classifica del gettonato portale dedicato ai viaggi sul gradino più alto del podio compare l’una

hotel versilia, a lucca.

l’ottava edizione del Poesia festival “la Punta della lingua”, si è chiusa martedì 9 luglio con un bilancio molto positivo, di oltre 2500 presenze alla kermesse di ancona e Parco del conero, in aumento rispetto allo scorso anno. gli oltre 30 artisti invitati e le 10 location, dislocate in tre diversi comuni, hanno dimostrato con i numeri che “resistere serve a esi-stere”, rovesciando il titolo del romanzo Premio strega 2013. alta l’affluenza agli appun-tamenti alla baia di Portonovo, alla mole vanvitelliana di ancona, a sirolo, nelle grotte di camerano, tra i sentieri del monte conero. tra gli ospiti, artisti di fama nazionale e inter-nazionale, anche la guest star roger mcgough. l’iniziativa è stata organizzata dall’asso-ciazione nie wiem, in collaborazione con comune di ancona, Provincia di ancona, regione marche, Parco del conero, amo la mole, arci ancona, Proloco “carlo maratti” e amat.

BREVI DAL TERRITORIOBREVI DAL TERRITORIO

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la XXiv edizione del Premio marchigiani dell’anno si è svolta nella suggestiva cornice dell’excelsior hotel la fonte di Portonovo. l’evento, creato da giorgio santini e aldo

roscioni, ha visto la consegna del prestigioso riconoscimento a personaggi che si sono distinti in diversi settori: linda rossi per lo sport, gianfranco Priori, detto frate mago

della fratellanza, per il tema umanitario, ad alceste vitri per l'imprenditoria, a rosan-na vaudetti, storica “signorina buonasera” e presidentessa del centro studi marche di

roma per la comunicazione e a luca violini, straordinario doppiatore, che dà voce a programmi e spettacoli di grande spessore.

grande adesione allo sciopero indetto dai lavoratori della indesit com-pany di fabriano che si è tenuto lo scorso 12 luglio. i manifestanti sono giunti con trenta pullman da tutta italia per protestate contro i licen-ziamenti. insieme alle tute blu hanno sfilato anche il sindaco giancarlo sagramola e il vescovo giancarlo vecerrica, ma anche il presidente della regione marche gian mario spacca, oltre ad una trentina di primi cittadini giunti da marche, umbria e campania, all'assessore regionale al lavoro delle marche marco luchetti, ai consiglieri regionali enzo giancarli, gianluca busilacchi (Pd), massimo binci (sel), raffaele buc-ciarelli (federazione della sinistra) giulio natali (centro destra marche-fdi), ai vertici nazionali e regionali di fim, fiom e uilm e ai segretari regionali di cgil, cisl, uil. a fianco dei lavoratori di indesit company (compresa una delegazione dello stabilimento torinese di none) sono scesi anche i metalmeccanici del fabrianese, dalla tecnowind alla ex antonio merloni, alla ghergo cylinders tanks, e un gruppo della fin-cantieri. non solo per solidarietà, hanno detto, ma "perché qui siamo tutti sulla stessa barca".

il cartone animato star Key, prodotto a fabriano da gama movie animation è stato selezionato tra i venti finalisti in gara al seoul Promotion Plan, kermesse asiatica dei prodotti di animazione, che mette in palio uno dei massimi ricono-scimenti al mondo per il settore. star Key, unico finalista italiano, è coprodotto dalla rai e farà parte del palinsesto di rai fiction nel 2014, con programmazio-ne nel Prime time di rai2. si tratta di un cartone animato in 26 puntate della durata di 26 minuti ciascuna, rivolto alla fascia di pubblico dai 6 ai 9 anni, la cui protagonista è “luce”, giovane e bella principessa impegnata nella lotta tra il bene e il male.

Marchigiani dell’anno 2013: premiato il doppiatore Luca Violini

Maxi sciopero alla Indesit:

oltre quattromila

persone in marcia

Da Fabriano a Seoul con

il cartone animato Star Key

Il presidente Napolitano premia l’associazione Popsophia

orgoglio e soddisfazione: queste le reazioni dell’associazione Popsophia all’ar-rivo del massimo riconoscimento istituzionale rappresentato della medaglia del

Presidente della repubblica giorgio napolitano. “il festival di Popsophia – di-chiara la direttrice artistica lucrezia ercoli – sin dalla sua nascita, ha cercato di portare avanti una battaglia culturale radicale, che abbattesse la cortina di ferro innalzata tra cultura bassa e cultura alta e tornasse semplicemente ad indagare la contemporaneità in tutta la molteplicità delle sue forme. vedere premiato dal Presidente napolitano questo sforzo culturale è per noi motivo di enorme orgo-

glio e il segno tangibile che la strada che stiamo percorrendo è quella giusta”.

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il Premio nobel per la Pace nelson mandela, leader della lotta anti-apartheid in sudafrica, ha celebrato il suo novantacinquesimo comple-anno in ospedale, a seguito di una grave infezione polmonare che lo ha

colpito a giugno. in occasione di questa ricorrenza dal 2009 le nazioni unite hanno istituito il “mandela day”, che ricorre il 18 luglio, per in-

coraggiare le persone di tutto il mondo a onorare l'eredità spirituale di namiba – come viene chiamato dai suoi sostenitori - compiendo buone azioni, impegnandosi a dedicare 67 minuti del proprio tempo ad attività

utili alla comunità, tanti quanti gli anni dell'impegno politico di mandela.

sette capolavori d'arte rubati lo scorso ottobre al museo Kunsthal di rotterdam, tra cui capolavori di Picasso, monet, gaugin, matisse e lucien freud, sono stati dati alle fiamme. gli investigatori rome-ni, secondo quanto riferisce la bbc, hanno trovato i resti delle tele nel forno di una donna, olga dogaru, il cui figlio è stato arrestato, insieme ad altri, per il furto. dando alle fiamme le preziose tele, il cui valore oscilla tra i 100 e i 200 milioni di euro, la donna voleva cancellare le prove della colpevolezza del giovane. ora potrebbe essere incriminata per “crimini contro l’umanità”, in considerazio-ne dell’irreversibile danno che ha arrecato al patrimonio artistico e culturale mondiale.nella foto una delle opere date alle fiamme: “donna davanti ad una finestra aperta” di Paul gaugin.

la città di detroit, capitale dell’industria automobilistica statunitense, dove sorgono la gm, la ford e la chrysler, ha presentato la richiesta di bancarotta, con 18 miliardi di dollari in obbligazioni municipali che non saranno pagate. se-condo la stampa americana, si tratta della richiesta più ingente mai presentata da una municipalità nella storia americana; migliaia di dipendenti pubblici sono a rischio licenziamento. il destino della città e dei suoi abitanti è strettamente connesso a quello del mercato dell’auto, che da sessant’anni rappresenta un simbolo degli usa e che ora dichiara il suo fallimento. la casa bianca ha fatto sapere che sta seguendo la situazione da vicino.

ROMANIA Date alle fiamme

tele di Picasso, Monet e Matisse

USADetroit dichiara

la bancarotta

NEWS

DAL MONDONEWS

DAL MONDO

SUDAFRICACompleanno in ospedale per Nelson Mandela

MESSICOEnel Green Power firma due accordi per la fornitura di eolico in Messico

enel green Power ha raggiunto due accordi di fornitura di energia - "Power Purchase agreement" (PPa) – del valore di 485 milioni di

dollari, con delphi automotive Plc, azienda leader nella fornitu-ra del settore auto, e con banamex, primaria banca del messico.

enel realizzerà un parco eolico che avrà una capacità installata di 100 mw e un fattore di producibilità superiore al 30 per cento,

evitando l'emissione in atmosfera di 157 mila tonnellate di co2. in messico, enel green Power conta attualmente su circa 197 mw di

capacità installata, dei quali 144 mw eolici e 53 mw idroelettrici.

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l’11 luglio del 1995 le forze serbe guidate dal generale ratko mladić entrarono a srebrenica, enclave musulmana protet-

ta dai caschi blu dell’onu, divisero gli uomini in gruppi e li uccisero in diversi centri vicini, tra cui Kravica. in totale le

vittime furono almeno ottomila. diciotto anni dopo il massa-cro, commemorato da mogli, figlie e madri delle vittime, che ancora aspettano giustizia, sono state seppellite al cimitero di Potocari altre 409 vittime, tra cui adolescenti e neonati, i

cui resti sono stati ritrovati in fosse comuni.

secondo i dati diffusi nel corso del seminario “doing business in Kenya: opportunities for italian smes”, nel 2012 l’interscambio tra i due l’italia e il Kenya ha sfiorato i 240 milioni di euro, segnando una crescita del 13,2 per cento. il Paese africano ha registrato una crescita del Pil del 4,7 per cento e nel 2013 si dovrebbe confermare e rafforzare questa tendenza, grazie anche ai benefici derivanti dal taglio ai tassi d’interesse effettuato dalla banca centrale nel secondo semestre del 2012. a partire dal 2014 si prevede un’acce-lerazione del prodotto interno lordo che, nel 2017, potrebbe rag-giungere valori attorno al 6%. la recente scoperta della presenza di idrocarburi nell’area nord-occidentale del Paese, rappresenta un altro importante elemento per le prospettive di sviluppo dell’e-conomia.

BOSNIA HERZEGOVINADiciotto anni fa il massacro di Srebrenica

KENYAOpportunità per le

imprese italiane

MAROCCO15 miliardi di dollari di investimenti per le rinnovabili

secondo quanto emerso nel corso di un recente seminario orga-nizzato da aper (associazione produttori di energia rinnovabile), il marocco è da diversi anni in netta crescita, con un tasso di incre-mento del Pil che sarà superiore al 4,5% nel 2013-2014. il Paese nordafricano punta a installare sei gw di nuova capacità da fonti

pulite entro il 2020. si stima che il fotovoltaico possa avere un fun-zionamento medio di circa 2.000 ore l'anno, mentre la media dell'e-olico è compresa tra le 2.000 e le 2500 ore. Per tutti questi motivi il

governo di rabat ha deciso da tempo di puntare sulle rinnovabili, che nel 2020 dovranno coprire il 42% della capacità installata del

Paese, rispetto all'attuale 25%. le fonti pulite nel marocco valgono circa 15 miliardi di dollari di investimenti nei prossimi sette anni: un

dato che fa gola a molte imprese, anche italiane.

a ventinove mesi dall’inizio della repressione in siria, sale ad oltre 110 mila il numero delle vittime accertate. il vice segretario gene-rale per i diritti umani delle nazioni unite, ivan simonovic, durante una riunione del consiglio di sicurezza, ha denunciato che ogni mese, si contano almeno 5 mila nuove vittime e che si registrano crimini di guerra e sistematiche violazioni dei diritti umani. dalla città di homs, dove l’assedio dura da oltre 14 mesi, è stato lan-ciato l’ennesimo appello da parte dei civili, che chiedono di aprire corridoi umanitari per far entrare medicinali e generi alimentari, in particolare latte in polvere per i bambini, per far fronte alla gravis-sima emergenza umanitaria in corso.

SIRIALa denuncia

dell’ONU: 5 mila nuovi morti

ogni mese

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si chiama Gianluigi Quinzi, ha 17 anni ed è la nuova stella di uno dei tornei tennistici più importanti del mondo, Wimbledon, versio-ne juniores. Il giovane ha battuto il suo sfidante sudcoreano chung hyeon con un punteggio di 7-5 7-6, aggiudicandosi l’ambito trofeo. "Quando ho vinto non ho capito più nulla, credevo di essere in un so-gno”, ha affermato il campione. “le Marche dello sport non finiscono mai di stupire – ha commentato il presidente della Regione, Gian Mario spacca. l’impresa del giovane Gianluigi Quinzi che, imbattuto durante tutto il torneo ha conquistato oggi il prestigioso trofeo di Wimbledon, è senza ombra di dubbio storica. Dopo 26 anni il tennis italiano torna a brillare sul manto verde di Wimbledon e tutto grazie a questo giovanissimo atleta che ha dimostrato grinta, entusiasmo ed un eccezionale talento. I riflettori dello sport internazionale torna-no ad accendersi sulle Marche, dopo gli straordinari successi delle Olimpiadi di londra. le più affettuose congratulazioni a Gianluigi che, nonostante sia impegnato in argentina per la sua preparazione, aspettiamo presto nelle sue Marche”.

Tre stilisti pesaresi, Tanya battistoni, Omar Morotti, Melissa agnoletti e Pierti, una nuova griffe marchigiana, hanno affiancato i grandi nomi della moda in occasione di “Idee in Moda 2013”, la sfilata che la cNa di Pesaro e urbino organizza ogni anno in Piazza del Popolo per promuovere il set-tore del tessile abbigliamento. le promettenti griffe, di cui tre artigianali, hanno esibito le loro collezioni assieme a marchi consolidati della moda come Parah, cotton club, Ean 13. Nel corso della sfilata, presentata dal-la showgirl Jo squillo, insieme a cristiano Malgioglio è stato assegnato il premio “Pesaro Idee in Moda 2013” allo sceneggiatore e regista pesa-rese Graziano Diana, autore di numerosi ed illustri copioni per il grande schermo come “un eroe borghese”, “la scorta”, “vie strozzate”.

Wimbledon juniores: il

vincitore è un marchigiano

Idee in Moda, tre giovani

stilisti pesaresi accanto alle note griffe

della moda

YOUNG NEWSYOUNG NEWS

continuano a crescere su Facebook i fan di alessia Polita, la ventisetten-ne motociclista jesina caduta lo scorso 16 giugno sul circuito di Misano.

Per sostenere la giovane, rimasta paralizzata nell’incidente, è stata creata un’associazione, la lady Polita Onlus, che raccoglie fondi per af-

frontare i costi delle cure a cui la campionessa deve sottoporsi. Dall’I-talia, ma anche dall’estero, arrivano messaggi di solidarietà e incorag-giamento ad alessia, sorella del campione delle due ruote alex Polita;

anche la plurimedagliata Elisa Di Francisca ha voluto dedicare l’Oro che si è aggiudicata agli Europei di scherma. la pagina Facebook dedicata a

lady Polita Onlus è: https://www.facebook.com/ladypolita51?fref=ts.

Oltre 41 mila “Mi piace” per Lady Polita #51

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l’università di camerino, per l’anno accademico 2013/2014, propone un nuovo master di II livello: “Diritto e processo

penale della sicurezza sul lavoro” è il titolo del corso che si svolgerà a Fabriano, nella sede di unifabriano (via Don Giuseppe Riganelli, n. 26) da ottobre 2013 a giugno 2014.

“l’università di camerino – ha dichiarato Flavio corradini, Rettore unicam – è fortemente impegnata nell’attuazione di proficue strategie a difesa del nostro territorio e soprattutto,

in questo particolare momento, della sua imprenditoria. Il master si propone come un efficace strumento per la for-

mazione di professionisti esperti in materia di sicurezza sul lavoro, che sappiano fornire un valido supporto alle aziende

in un ambito che è certamente di vitale importanza”.

Nuovo master Unicam a Fabriano in Diritto penale e sicurezza sul lavoro

la scuola di lingue e letterature straniere dell’università di urbino “carlo bo” ha compiuto un passo concreto verso l’internazionalizzazione dell’offerta didattica: a partire dall’a.a. 2013/14 verrà attivato un nuovo curriculum del corso di laurea magistrale in “lingue per la didattica, l’editoria, l’impresa”. il nuovo percorso è stato ideato e organizzato in collaborazione con l’università “friedrich schiller” di Jena. offre agli iscritti la possibilità di studiare un anno a Jena e uno a urbino. alla fine del percorso, entrambe le università rilasceranno un titolo di laurea. il piano di studio si presenta molto simile al curri-culum “comunicazione interculturale d’impresa”. gli studenti dovranno passare il primo anno di corso in germania e, di conseguenza, seguire le lezioni in lingua tedesca. verranno selezionati, perciò, solo laureati di corsi triennali che abbiano raggiunto un ottimo livello linguistico in tedesco con una cono-scenza di base di problemi di comunicazione interculturale; i colloqui di selezione verranno organizzati nella seconda metà del mese di settembre.

Enoch Marrella vince il primo

Concorso Teatro made in Marche

la giunta regionale delle Marche, su proposta dell'assesso-re all'istruzione, alla formazione e al lavoro Marco luchetti

ha approvato i criteri per l'utilizzo dei 220mila euro stanziati per il Fondo regionale per l'attuazione dei progetti regionali

a sostegno dell'autonomia scolastica 2013-2014. ''l'obiettivo di queste risorse - ha spiegato luchetti – è rendere le scuole migliori, sempre più aggiornate e al passo con i tempi in una società che si evolve con rapidità. Per questo è fondamentale innalzare le competenze nell'istruzione e nell'apprendimento

e ridurre la dispersione scolastica. Oggi gli insegnanti trovano banchi occupati da studenti sempre piu' esperti nelle nuove

tecnologie. È prioritaria la presenza di docenti con competen-ze digitali e capaci di integrare le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (IcT). altrettanto importante è la quali-

tà dei rapporti che si instaurano nelle aule''.

Formazione: la Regione stanzia 220 mila euro per migliorare la scuola

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Il nostro viaggio alla scoperta delle grandi famiglie marchigiane prosegue facendo tappa, questo mese, ad ancona. Dopo aver

incontrato i discendenti e gli eredi morali di Enrico Mattei, Giacomo leopardi, carlo urba-ni, beniamino Gigli, Gaspare spontini, alceo Moretti, Maria Montessori, Pierino Guzzini, spartaco Romiti, antonio Trionfi honorati e luigi salvadori Paleotti, questo mese vi rac-conteremo la storia di vincenzo Zannini. I lettori che hanno prestato il Giuramento di Ippocrate nel capoluogo marchigiano ne han-no sicuramente già sentito parlare: vincen-zo Zannini, infatti, è stato il primo presidente dell’Ordine dei Medici di ancona. siamo risaliti alla sua famiglia grazie alla collega beatrice Testadiferro, direttrice del settimanale dioce-sano voce della vallesina, che ci ha messo in contatto con la signora anna vincenzoni, con-

suocera del professor Mameli Zannini. l’ab-biamo incontrata nella sua casa in provincia di ancona e, tra foto d’epoca, antichi libri e articoli dedicati alla figura del grande medico, abbiamo ripercorso insieme la sua storia. No-nostante sia passato oltre un secolo dalla sua scomparsa, viene descritto con viva passione e ammirazione. Ripercorrere la storia di que-sta famiglia significa aprire il libro della storia d’Italia e seguire gli eventi da una prospettiva inedita. Oggi, con i pronipoti Mattia, Giada e Nicola, siamo alla settima generazione. I di-scendenti, escluso il figlio Mameli, anche lui medico, hanno scelto percorsi umani e profes-sionali diversi da quello di vincenzo Zannini e questa sua unicità esalta ulteriormente la sua personalità carismatica, generosa e per molti versi avanguardista. vincenzo Zannini nacque il 29 maggio del 1851 a Jesi, in provincia di an-

VincenzoZannini Il padre dei camici bianchi anconetani

di a. Dachan

le grandi famiglie marchigiane

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Tratto dal libro: “Ricordi e speranze sull’ospedale di Ancona il biennio 1887 – 1888” *

“Illustrissimi Signori,Quest’umile lavoro dedico a Voi come un segno di grato animo, come un attestato di stima per l’affetto operoso che dedicate al Civico Ospedale e come l’espressione di un voto, di una ferma speranza. È giustamente divulgata nella cittadinanza la convinzione che sia necessaria una vera e propria trasformazione a questo Istituto, per il quale si provvede ai momenti più calamitosi degli infelici, cui non arride fortuna e si deve in pari tempo offrire ricovero e cura anche ai non poveri, cui manche uguale efficacia di trattamento nella propria famiglia. La carità de’ nostri avi reputò

di avere a ciò provveduto, e certo ne abbiamo loro riconoscenza immortale; ma richieggono oggi i nuovi tempi, e la nuova igiene perché il nobile intento sia pienamente raggiunto. Questo attende da Voi, con sicura fiducia, la Metropoli delle Marche; questo vi ispirano l’altezza dell’animo e la gravità dell’ufficio. E Voi, ne sono certo, vincerete ogni ostacolo, continuando nella via intrapresa con tanta perseveranza, da aggiungere benedetto e glorioso il nome vostro a quello dei più insigni benefattori di Ancona. Ardua è l’impresa, ma per ciò appunto degna di Voi. Ancona, 1 agosto 1889. Dr Vincenzo Zannini”

*di Vincenzo Zannini –Ancona, Stabilimento tipografico del commercio, 1889

IL rICOrdO dI VInCenZO ZannInI SCrITTO da arTUrO VeCChInI,

OraTOre e aVVOCaTO anCOneTanO“Che animo gentile, che spirito acuto (…).

Innamorato della sua scienza aveva versato questo suo amore nell’Istituto affidato alla sua

direzione e all’ospedale dava tutte le sue ore, tutte le sue ansie, tutte le sue virtù di esperto

e di scienziato, con tale abbandono d’ogni altra cosa, con tale ardente dedizione di sé che

aveva solo rivale il tenerissimo affetto della famiglia (…). Molti sapevano che era uomo

di molta dottrina e di nobilissimo amore; ma pochi sapevano che era salito su in alto da

umile origine, che negli studi universitari era segnalato tra i primi, che per concorso vinto aveva potuto frequentare a Vienna i corsi di perfezionamento, che aveva scritto memorie

sapienti illustrando forme cliniche gravi; pochi sapevano in qual conto lo tenessero i

maggiori clinici e scienziati nostri e stranieri, il Tommassi, il Cantari, il Concato, il Magni, il

Roncato, il Loreto, l’Hebra ed il Symund”.

Tratto da: “Ordine dei medici della Provincia di Ancona.

LA SUA STORIA„a cura di Sergio Giustini

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le grandi famiglie marchigiane

cona. Figlio di Nazzareno, impiegato co-munale e di agata anconetani, si sposò a ventotto’anni con la possidente celeste caporaletti; ebbero un figlio di nome Ma-meli. Nel 1868 sostenne l’esame di am-missione per il corso di Medicina e chi-rurgia dell’università di bologna, dove conseguì la laurea nel 1874. la sua tesi venne considerata meritevole di stampa (Fava e caravagni di bologna). subito dopo la laurea ottenne prestigiosi inca-richi: venne nominato medico praticante nel frenocomio di Reggio Emilia per poi essere designato assistente in una delle due condotte primarie della città di Jesi. lavorò anche a san Marcello, Pergola e Narni. Nel 1887 venne chiamato a dirige-re l’Ospedale di ancona e, per un anno, gli fu affidata anche la direzione del ma-

nicomio. l’8 dicembre 1898, all’indomani della fondazione dell’Ordine dei medici di an-cona, venne proclamato primo presiden-te dello stesso. la notizia venne pubbli-cata sul “corriere delle Marche” del 5-6 dicembre 1898: “cronaca cittadina. la riunione dei medici. Furono cinquanta i medici, fra città e provincia, che si tro-varono stamane riuniti nella sala degli impegni civili ed altre cinquanta adesioni furono anunziate. la presidenza provvi-soria era tenuta dal Dr. cav. Zannini che con brevi ed applaudite parole disse lo scopo dell’adunanza e l’utilità della pro-posta associazione. approvato lo statuto fu dichiarato costituito l’Ordine dei me-dici per la provincia di ancona e si pro-cedette alla elezione delle cariche. Pre-

sidente risultò eletto il Dr. cav. Zannini, vice –Presidente il Dr. cav. Fuà”. Fra le sue numerose pubblicazioni la più interessante è sicuramente quella titolata “Rirordi e speranze sull’Ospe-dale di ancona, biennio 1887-1888” dove viene raccontata la storia dell’ospedale cittadino dalle sue origini, facendone un preciso quadro statistico sulle patologie e ricoveri. si spense a soli 54 anni, nel 1905, in se-guito ad una violenta nefrite.

IL Padre naZZarenO* Nazzareno Zannini nacque a Jesi

nel 1826. Fin da giovane si dedicò all’attività politica, iscrivendosi prima

alla Carboneria e poi alla Giovane Italia. Fermo e risoluto d’animo, partecipò, insieme agli studenti

bolognesi, alle campagne in Veneto, compiendo un “atto valoroso” a

Vicenza e stringendo amicizia con Angelo Masina, che lo volle con sé, nel

1849 a Roma, come aiutante in campo: ma l’opposizione del padre gli impedì

di raggiungere la città, cinta d’assedio dai francesi. Rimase repubblicano

durante gli anni Cinquanta e fu sottoposto a persecuzione e carcere da

parte del governo papalino. Il suo nome risulta nel Dizionario biografico del

Movimento repubblicano e democratico delle Marche 1849- 1948 di Mario

Severini - Edizioni Codex - (N.d.R.). Fece la campagna delle Marche nell’autunno 1860 e, negli anni

successivi, si dedicò all’educazione dell’unico figlio Vincenzo (poi medico

e direttore dell’ospedale civico di Jesi). Colpito da grave malattia, dopo un’agonia durata cinque anni, morì a

Jesi il 24 settembre 1889. * Archivio Rostelli 29 settembre 1889

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VILLA LATTANZIpresenta Serate di Gustocon gli chef stellati delle Marche

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a Cena con Lucio Pompili

12 Settembre ore 21.00 ~ 90 euro( bevande incluse )

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Quando ti prepari ad incontrare un artigiano immagini di lasciarti stupire osservandolo all’opera,

guardando le sue mani che si muovono, gli attrezzi del suo mestiere, le sue creazioni, la sua bottega; tutto ciò che riguarda lo specifico del suo lavoro. specie se l’artigiano si chiama Doriano Marcucci, se Pippo baudo l’ha presen-tato all’Italia come un fiore all’occhiello delle Marche, se tra le sue realizzazioni più note ci sono le scarpe per il Papa e quelle per il presidente della Repubbli-ca. Ma l’artigiano, prima ancora di es-sere un grande lavoratore, è un artista e gli artisti sono maestri nel sorprende-re…

Doriano, tu sei oggi un artigiano affer-mato e noto nel mondo, ma come è ini-ziata la tua avventura professionale? “Mia madre è originaria di Montegra-naro e ho in qualche modo ereditato quello che è un patrimonio millenario legato all’arte del creare calzature ar-tigianali. ho frequentato l’Istituto d’arte e ho iniziato a lavorare nel 1980 come operaio presso alcuni solicifi e calzatu-rifici della zona. Nel 1990 ho avuto un primo incontro che mi ha aperto le por-te dell’artigianato, facendo conoscenza

con Maurizio Ercolani, un professionista del settore, molto rinomato. ho aperto una mia bottega e per due anni abbiamo lavorato insieme, poi le nostre strade si sono divise. lui ha scelto di andare in azienda, io ho voluto proseguire come artigiano, puntando a creare qualcosa che in un certo senso rispecchiasse il mio modo di intendere la vita”.

Che tipo di calzature realizzi?“Nel mio lavoro ho cercato sin da subito di creare oggetti unici, secondo quella che è la mia sensibilità e il mio gusto personale, usando molto colore, anti-cipando le tendenze e lasciandomi tra-sportare dall’ispirazione della musica, da sempre mia grande passione. Non ho mai voluto seguire la scia, ma solo le mie idee e proprio questa continua ricerca mia ha portato a fare l’incon-tro che ha cambiato per sempre la mia vita…”.

Ce ne vuoi parlare?“cinque anni fa ho incontrato il grande basilio Testella, in arte vasì. sono stato vicino a lui in un momento particolare: lui era molto malato, ma aveva ancora molta voglia di dare, insegnare. sono l’unico allievo che non è mai stato con

lui al banchetto: tutto ciò che ho impa-rato, me l’ha trasmesso verbalmente. Questa condizione particolare ha fatto sì che io mi prendessi il suo cuore, non solo la sua testa, che me lo gustassi come Maestro in un contesto inedito. lui parlava e io recepivo”.

Cosa ha significato per te avere un Ma-estro di così grande spessore umano e artistico?“Mi ha cambiato la vita, ha sconvolto la mia scala di valori, spingendomi a non fermarmi mai, a vivere il mio lavo-ro come un’estraniazione dal mondo, a non limitare il mio impegno in funzione dei successi collezionati sul curriculum e dei risultati economici, ma andare sempre alla continua ricerca della gra-tifica e della soddisfazione personale. È sempre stato molto esigente, severo e questo mi ha dato la spinta a cercare di dare il massimo. Grazie a lui sono diventato un ‘guerriero di pace, che ha fatto la gavetta col cuo-re’. anche ora che il Maestro non c’è più, la sua anima resta con me, ne percepi-sco la presenza in ogni istante e quando lavoro la mia mano è la sua… le famose scarpe per il presidente della Repubbli-ca Giorgio Napolitano, le ho realizzate

“Un vero artigiano lavora con anima e mani”a Montegranaro, nel cuore di quella che è considerata la capitale mondiale della calzatura artigianale, sorge la bottega di Doriano Marcucci. un laboratorio che sembra incantato nel tempo, dove sono nate anche le scarpe di Papa benedetto XvI

di a. Dachan

“La soddisfazione di un artista è veder

realizzato ciò che è stato in grado di

immaginare”

alto artigianato

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insieme al maestro, creando una treccia tricolore. l'idea innovativa legata ad un filo di rame ha portato alla crezione di un paio di scarpe donate oggi alla Re-gione Marche”.

Un filo di rame?“Proprio così: un giorno sono andato da lui e ho visto che aveva un filo di rame appuntato sul trapano elettrico. l’altra estremità era appoggiata su una sedia di legno. ho guardato incuriosito, ma sono rimasto in silenzio. ‘Non mi chiedi cosa sto facendo?’, mi ha rimproverato. così mi ha spiegato che, per ottene-re pomodori rossi e buoni, attaccava il filo di rame alla radice della pianta. Tu mi dirai, ma cosa c’entrano i pomodori con le scarpe? Il fatto è che tra me e lui c’era una profonda affinità mentale: da quell’immagine che mi aveva descritto, nella mia mente si è subito materializ-zata la treccia di rame, particolare che ho poi adottato per realizzare le cele-berrime scarpe”.

Il fatto di essere l’erede morale e il “fi-glio d’arte” del compianto Vasì, non ti spinge a voler a tua volta trasmettere il tuo patrimonio del saper fare a qual-cuno?

“Qui tocchi un tasto un po’ dolente. Io vorrei aprire una scuola di alto artigia-nato, una scuola marchigiana, dove i ragazzi apprendano il know how che da millenni si trasmette in questo ter-ritorio, di generazione in generazione e allo stesso tempo possano tirar fuo-ri il talento e la sensibilità che hanno dentro. Oggi purtroppo le scuole sono pensate ‘politicamente’, con insegna-menti e programmi standard, mentre io vorrei creare una realtà dove si pos-sa valorizzare ciò che di unico ha ogni giovane. È sbagliato pensare che il la-voro dell’artigiano sia esclusivamente un lavoro manuale: servono attenzione, sensibilità, emozioni, creatività; serve l’anima. Il nostro è un settore dove oltre alle nozioni base è fondamentale tra-smettere la capacità di ideare, di osare, di esprimersi: è ciò che rende il made in Italy davvero inimitabile e non possiamo permettere che si perda. Per realizzare una realtà così servono finanziamenti, sinergia con le istituzioni, attenzione, ma tutto questo, ora come ora, manca”.

È corretto dire che il made in Italy ri-schia di essere più apprezzato all’este-ro che in Italia?“Purtroppo è così. vale l’espressione

che dice ‘nemo profeta in Patria’. Io ho clienti fedeli e affezionati a New York, in Russia, in Norvegia, in cina, svizzera e sud africa e sembra che oggi sia più fa-cile farsi conoscere e apprezzare all’e-stero, che in Italia. anche nelle scuole di artigianato il numero di apprendisti italiani è esiguo rispetto a quello degli stranieri e ciò significa che forse non ci si rende conto dell’immenso patrimonio umano e morale che abbiamo e che ri-schiamo di perdere”.

Che consiglio vorresti dare ad un giova-ne che voglia diventare artigiano?“ai giovani, indipendentemente dal-la strada che intraprendono, consiglio sempre di seguire il proprio istinto e le proprie inclinazioni naturali; di essere consapevoli che la maniglia per aprire la porta del futuro ce l’hanno in mano, de-vono solo stringerla, senza aspettare; di guardare sempre al di là dell’immedia-to, godendosi la vita istante per istante, cogliendo l’unicità di ogni momento”.

Come vedi il futuro della tua bottega?“se penso al futuro vorrei solo conti-nuare ad essere libero, sottraendomi alla frenesia di quest’epoca, lavorando e vivendo di emozioni”.

da sinistra: scarpa tricolore donata al presidentre Napolitano, Doriano Marcucci in posa davanti al suo Maestro basilio Testella, le scarpe donate a benedetto XvI

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Presidente Ceccarelli, può descri-verci la realtà imprenditoriale di cui è a capo?

“Dal 2008 sono alla guida di Gruppo KGs, un network aziendale divenuto negli anni una realtà importante nella gestione del Global service e del Facility Manage-ment. Nato inizialmente come consorzio stabile dalla fusione di due imprese del territorio pesarese operanti nel settore terziario, nel 2011 è diventato Gruppo KGs spa e si è affermato sia sul terri-torio regionale che su quello nazionale, mettendo in campo sinergie ed esperien-ze differenti scaturite dai vari settori di intervento delle società che lo compon-gono, nell’ottica di integrare professio-nalità e competenze diverse al servizio di obiettivi e vision comuni. Oggi siamo un grande gruppo di circa 1.700 perso-ne operante nel campo del terziario, dei

servizi informatici e aziendali, ma è solo grazie al processo di aggregazione inten-to a mettere a sistema le diverse risorse (economiche, professionali, sociali.) che dobbiamo l’efficienza dei servizi offerti. Questo è l’orientamento che ispira l’at-tività del nostro gruppo e il mio lavoro ruota intorno alla capacità di costruire relazioni interne ed esterne all’azienda, individuare nuove strategie e coordinare una grande squadra composta da tante professionalità differenti”.

Qual è l’attuale situazione del vostro settore, anche alla luce della crisi eco-nomica? “Tutti sappiamo quanto è difficile e com-plesso il periodo che stiamo attraver-sando ed è inutile negare le problema-tiche che quotidianamente ci troviamo ad affrontare. Dobbiamo prendere atto

che siamo dinnanzi ad un forte cambia-mento di equilibri, schemi e prospettive che progressivamente hanno capovolto regole e processi a cui eravamo abituati. sono convinto che la crisi possa essere combattuta solo grazie ad una forte fles-sibilità e capacità di leggere le mutate esigenze del mercato, lavorando su nuo-vi paradigmi e diversificando l’approccio, anche grazie alla costruzione di siner-gie virtuose con altre realtà, in un’otti-ca di collaborazione e non di chiusura. Il nostro gruppo è una realtà in conti-nuo divenire che crede fortemente nel-la creazione di nuove partnership; se si considerano anche le società partecipate o controllate si raggiunge un aggregato di circa 100 milioni di fatturato, 30 milio-ni di patrimonializzazione e circa 1.700 dipendenti: una dimensione importante che costituisce la base per ulteriori pro-

“Un manager oggi deve avere la capacità di reinventarsi”Fabio Massimo ceccarelli, presidente del Gruppo KGs, laboratorio di sviluppo e innovazione imprenditoriale, illustra la sua strategia per essere vincenti in un mercato in continua evoluzione

di a. Dachan

vita da manager

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getti di sviluppo e nuova occupazione. Insomma, non intendiamo fermarci, si guarda avanti con fiducia e propositività”. Quanto contano oggi le esperienze for-mative e professionali all’estero? “la formazione è senz’altro la chiave per lo sviluppo delle competenze professio-nali e personali di ciascun individuo, pra-ticata a tutti i livelli. Ritengo che senza formazione non sia pensabile la crescita di un’azienda, è un aspetto in cui credia-mo molto. sicuramente fare esperienza all’estero oggi rappresenta un valore ag-giunto in termini di opportunità profes-sionali; aver lavorato in contesti interna-zionali favorisce la comunicazione verso i differenti ambiti culturali e previene il presentarsi di ostacoli a fronte di inizia-tive con altri paesi. Ritengo altrettanto vero che la preparazione accademica

non sia per forza sinonimo di talento: co-nosco grandi professionisti che instau-rano relazioni internazionali anche sen-za parlare perfettamente l’altra lingua. Resta inteso, ovviamente che una buona squadra deve essere munita sia di talen-to, che di preparazione”.

Ricerca e sviluppo: che importanza han-no per la vostra realtà? “credo che la vera forza del nostro grup-po sia proprio la volontà costante di cre-scita ed evoluzione, che pongono le basi sull’innovazione e sullo sviluppo. soprat-tutto in uno scenario così complesso come quello attuale, abbiamo compreso che la ricerca rappresenta sempre più un fattore chiave non solo per soprav-vivere, ma per avere successo e mirare alle scelte più opportune. Mi piace quindi pensare che il nostro Gruppo sia come

un grande contenitore che racchiude in sé competenze ed esperienze, un labo-ratorio di sviluppo e innovazione impren-ditoriale che miri ad innalzare la solidità delle aziende che ne fanno parte e a pro-durre valore per i suoi soci, dipendenti, clienti e fornitori. Per permettere che ciò avvenga, siamo costantemente alla ricerca di nuove sinergie che mettano a sistema le risorse economiche, profes-sionali e relazionali per lo sviluppo di progetti innovativi in grado di produrre nuovi posti di lavoro e servizi alla collet-tività”.

Lo scorso settembre Gruppo KGS ha ricevuto un importante premio: ce ne vuole parlare?“sì, abbiamo ricevuto un riconoscimento nel corso della manifestazione Marche in vetrina ‘per la sensibilità rivolta alle

“Le parole d’ordine per la nuova classe

dirigenziale secondo me sono flessibilità

e apertura”

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tematiche industriali, culturali e socia-li, e per essersi distinto quale motore di aggregazione e laboratorio di innovazio-ne imprenditoriale capace di produrre valore a favore della rinascita economica marchigiana’. Questo premio ci ha molto onorato”.

Anche l’ambiente manageriale sta vi-vendo un periodo di evoluzione? “si, senza dubbio l’ambiente manageria-le è correlato alle condizioni generali del mercato e da tempo si sta confrontando con nuove istanze e nuovi modelli che spesso nascono ‘dal basso’. le parole d’ordine per la nuova classe dirigenziale secondo me sono flessibilità e apertura: in un mondo del lavoro che diventa ogni giorno sempre più dinamico e con para-metri che cambiano continuamente, le aziende hanno bisogno non solo di ma-nager in grado di seguire il cambiamen-to, ma che sappiano guidarlo e gestirlo

proattivamente. Il manager oggi deve avere capacità di visione, di comando e di motivazione, deve essere pronto al cambiamento e avere la capacità di rein-ventarsi in base alle diverse situazioni. le condizioni del mercato non consen-tono più l’indecisione: chi è alla guida di un’azienda deve saper osservare, porsi dei precisi obiettivi di sviluppo e, rispetto al passato, avere la capacità di costru-ire relazioni con realtà differenziate ed esterne all’impresa, per ampliare i set-tori di intervento e diversificare la propria offerta”. Che consiglio darebbe ad un giovane che voglia fare carriera? “Di essere sempre curioso, affamato di conoscenza, di interrogarsi su quello che fa e che desidera, di porsi degli obiettivi e di essere tenace nel cercare di raggiun-gerli, non temendo di rischiare e metter-si in gioco. E’ però importante rendersi

conto che il successo, nel lavoro come nella vita, è una strada lunga, e che quin-di va affrontata con umiltà, sacrificio, de-dizione e senso di responsabilità. E tanta passione”.

Come definirebbe, in una frase, la sua vita da manager? “una vita in continuo movimento, con lo sguardo sempre rivolto al futuro alla ri-cerca di nuove sfide e opportunità. sono sempre stato abituato a pormi degli obiettivi e ogni volta che ne raggiungo uno, penso già a quello successivo”.

vita da manager

Una buona squadra deve essere munita

sia di talento, che di preparazione”

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imPrese

L’evoluzione delle boutique

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Il punto vendita, progettato dagli architetti Giancarlo Ercoli e Riccardo Diotallevi, in-terpreterà le tendenze del mercato prêt-

à-porter accompagnando gli ospiti in percorsi multi-sensoriali fatti di luoghi carichi di sen-so e densi di contemporaneità. un ambiente prestigioso, dove condividere le sensazioni restituite dalle scelte accurate di materiali e forme, in dialogo con l'immaginario archi-tettonico contemporaneo che ben si accosta all'esclusività e all'unicità delle collezioni pro-poste all'interno dello store.Percorsi più che acquisti, perché l'esperienza ricercata dalle boutique coltorti vuole essere un’esplorazione e una guida verso l'esaltazio-ne dello stile personale di ogni singolo cliente. Gli ospiti saranno i protagonisti e nella nuova boutique potranno scoprire gli ambienti dedi-cati all'uomo, alla donna e agli accessori pas-sando attraverso la visione, la scelta e la prova dei capi in un'atmosfera carica di teatralità.Questo processo di rinnovamento che coinvol-ge coltorti è finalizzato a garantire servizi all’a-vanguardia, per rispondere alle esigenze del mercato e soddisfare la domanda dei clienti, mettendo al centro delle attenzioni aziendali la cura meticolosa dell'esperienza d'acquisto. I consigli per un outfit adeguato alle occasio-

ni di business, ma anche per quelle della vita privata, sono infatti sempre più importanti per i clienti, che pongono ogni giorno maggiore attenzione alla comunicazione e trasmissione della migliore espressione di sé.a fianco dell'operazione nello store di anco-na, che risponde a questi bisogni da un punto di vista strutturale, le altre boutique coltorti hanno già iniziato ad accogliere eventi esclu-sivi dove esperti e consulenti di immagine si mettono a disposizione degli ospiti offrendo attenzioni e consigli.curare la propria immagine, sviluppare il pro-prio stile ed esprimere se stessi restituendo un messaggio positivo di unicità sono infatti le volontà che accompagnano coltorti nel lavoro quotidiano di assistenza ai clienti. una filosofia aziendale che premia la relazione e la fiducia tra il cliente e lo staff delle boutique, offrendo il valore intangibile di un'esperienza esclusiva da scoprire e provare.

un nuovo concept di boutique per coinvolgere ed emozionare i propri clienti in un percorso alla ricerca dello stile personale. Questa è in sintesi l'evoluzione di coltorti che potrà essere vissuta da settembre con la riapertura della boutique di ancona

a cura della Redazione

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IN webMarche

Ma cosa fare prima di lanciare un blog aziendale per una piccola impresa?

Primo passo: definire il vostro clien-te. Prima di fare qualsiasi cosa, assicu-ratevi di sapere esattamente chi sia il vostro cliente ideale: da dove provengo-no i vostri clienti? che tipo di contenuti dovreste creare per aiutarli? Quali sono i “luoghi” online frequentati dai vostri clienti? Determinate se creare un blog all’inter-no del sito aziendale o esternamente. la seconda scelta potrebbe essere ideale se si decidesse in futuro di vendere spazi pubblicitari ad altre aziende dello stesso settore (senza agevolare i competitors). se avete intenzione di impostare la Pmi su un blog separato dal web site, occor-rerà fare un’analisi preventiva verifican-do le parole chiave o keywords all’interno

dei motori di ricerca. le caratteristiche fondamentali di un buon dominio blog sono: relativo al brand o identificabile chiaramente nella Pmi, attinente ai mo-tori di ricerca, distinguibile dalla concor-renza, il più breve possibile.attualmente il panorama di piattaforme blogging è vasto: tra le più utilizzate dal-le Pmi troviamo Joomla e Wordpress. Da tenere presente comunque che l’aspetto grafico non sia standardizzato ma perso-nalizzato. Il passo successivo è quello di integra-re la piattaforma con gli account social media. Facebook, linkedIn, Twitter, Pinterest, con una preventiva analisi per identifi-carne le singole potenzialità: ricordia-moci che le logiche social sono differenti per business b2b e b2c.Molti blogger aziendali di Pmi sono pre-

occupati per il tempo che dovranno de-dicare alla produzione di contenuti; stru-menti gratuiti come Google analytics e Google alerts forniranno validi aiuti per monitorare gli utenti e il feed Rss offre un modo conveniente per i vostri clien-ti per ricevere aggiornamenti relativi a nuovi contenuti. come gestire l’opera-tività quotidiana? Pianificare i post in anticipo, programmandone l’uscita crea una base contenutistica per evitare lavo-ro quotidiano. Passare tempo sui forum, costruire la fiducia del panorama forum, raggiungere gli “influenza tori” del set-tore, completano un’ottima strategia di blogging. a voi la rete!

claudia bartoliniProduct Manager Web Marketing sida [email protected]. 071.28521

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Blog aziendale per una piccola impresa: cosa fare prima di lanciarlo?Il blogging per le piccole imprese serve a migliorare il posizionamento sui motori di ricerca, aumentare la consapevolezza del marchio e portare più clienti. strumento tanto utilizzato quanto poco conosciuto, ha cavalcato un’onda di successo pochi anni fa per essere riscoperto recentemente dai grandi marchi

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Mobile Surfer: il Pc ormai è un “incidente di percorso”una grossa opportunità per start up di sviluppatori ed esperti mobile

Parlando di Mobile qualcuno ha de-scritto il Pc Desktop un “incidente di percorso”. se pensiamo ad un

uso specialistico del personal, in grafica, cad-cam o 3D è un’esagerazione, ma per l’uso individual sicuramente ci siamo. In Italia i surfer mobili rappresentano il 50 per cento dei navigatori mensili e la crescita è esponenziale: nel 2012 erano il 28 per cento! Tra un anno le connessioni mobili saranno più di quelle fisse. Escludendo i portatili, siamo a 30 milioni circa di smartphone e a più di tre milioni di tablet. allora, nelle strategie aziendali questo canale specifico deve diventare prioritario. Infatti la mobile advertise è in crescita del 55 per cento e arriva al 7 per cento degli introiti complessivi della pubblicità internet.crescono decisamente i servizi di direct marketing (mail, coupons, sms) erogati

tramite il canale mobile. lo stesso dicasi per quelli di prenotazione ed assisten-za. Poi c’è il mondo delle applicazioni dedicate - su app store, Google Play o hTMl - finalizzate ad accrescere il mo-bile selling (automazione forza vendita) e il cRM, la promozione e la loyalty del brand, per realizzare un’esperienza de-cisamente finalizzata alla massima cu-stomer satisfaction.se guardiamo dal lato competenze si apre un mercato interessante. Nelle Marche (e dintorni) la densità di svilup-patori certificati android od apple è assai bassa e ci può essere un grande spazio per start up e aggregatori di competen-ze con un potenziale di mercato enorme. Pensiamo ai 50 miliardi di downloads da app store. anche a 0,99 cent e allo 0,5 per cento di share le cifre sono spaven-tose e non dimentichiamo certo android.

E anche tutto il mercato aziendale.c’è infine una particolarità: il mobile surfer ha un profilo intensivo nell’acqui-sto on the road. Quando cerca qualcosa (albergo, ristorante, cinema, pizzeria, ecc.) il surfer mobile è assai proattivo: il 40 per cento telefona o visita quel punto vendita e il 20 per cento, poi, acquista; tutto ciò grazie alle potenzialità del geo-targeting. Non essere sul mobile soprat-tutto per gli esercizi turistici e commer-ciali è un handicap gravoso, forse non sopportabile.

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Aleardo campagnoliconsultant senior Marketing e [email protected]. 071.28521

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Per molti secoli i fattori propulsivi dell’attività economica sono stati molteplici, prima il lavoro dell’uo-

mo, poi le fonti di energia - da quella animale a quella eolica o idrica - quindi l’energia basata sulle combustioni. Oggi il ciclo economico è basato sull’informa-zione come elemento e forza propulsiva dello sviluppo. accanto alle componenti classiche del marketing mix (4P) quali il Prezzo, il Prodotto, la Promozione e la Distribuzione, si è imposta prepotente-mente la componente Informazione.le informazioni raccolte sui clienti, sui fornitori, sui concorrenti, sui prodotti, rappresentano un patrimonio informati-vo preziosissimo per l’azienda. si tenga presente che la gestione delle informa-zioni non ha un prezzo elevato in quanto le informazioni non si consumano, sono facilmente riproducibili a un costo tra-scurabile, possono essere trasferite a moltissime persone in modo semplice ed agevole, ma soprattutto l’informazio-ne ha un valore che è tanto più elevato quanto più è condivisa, in modo riserva-to, da più persone della stessa organiz-zazione aziendale.Infatti se l’informazione è condivisa da un

numero crescente di persone dell’orga-nizzazione, queste si capiscono meglio, comunicano più facilmente, prendono decisioni migliori e in maniera tempe-stiva.con business Intelligence si intende una piattaforma informativa aziendale riservata, unica, centralizzata e sicura che mette a disposizione le componenti informative provenienti dal sistema in-formativo aziendale interno (fatturato, ordinato, redditività, budget, acquisti, bilanci, ecc.) secondo taluni indicatori di performance aziendale, ma che può an-che gestire e trattare informazioni pro-venienti dal mondo esterno all’azienda, come banche dati di settore, indagini di mercato, indice di fiducia dei consuma-tori per area, bilanci dei clienti, dei forni-tori, dei concorrenti, ecc.con tale patrimonio informativo, l’abilità dell’ azienda dev’essere quella di tra-sformare le informazioni in conoscenza, per poter aggredire i mercati, migliorare i prodotti, contrastare il potere contrat-tuale dei clienti e dei fornitori, aumen-tare quote di mercato nei confronti dei concorrenti, e quindi trasformare la co-noscenza acquisita in profitto.

In conclusione, la business Intelligence in azienda serve per:

• Prendere decisioni migliori• Prendere decisioni più rapide• controllare l’andamento della società• Migliorare la comunicazione• Mettere in discussione le opinioni dif-

fuse• Negoziare migliori contratti con forni-

tori e clienti• Migliorare l’efficienza operativa• Perfezionare le strategie con migliori

analisi di marketing• adottare un’arma vincente per la forza

vendita• stimolare la curiosità• liberare i dati operazionali (mattonci-

ni delle informazioni)

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L’ICT e la generazione della conoscenza: la Business Intelligencecome trasformare il dato operativo in informazione, l’informazione in conoscenza, la conoscenza in profitto

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Page 59: ML N.6 agosto

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Che la zona costiera della Riviera del conero e il suo entroterra sia-no stupefacenti, è oggettivamente

fuori discussione. certo, però, può far riflettere il fatto che spesso questo “stu-pore” ha i profili dell’inaspettato in chi lo prova, specialmente se si tratta di fore-stieri, il che denuncia se non altro una carenza di diffusione cognitiva che va senza dubbio colmata il prima e il meglio possibile. si potrebbe affermare con un briciolo di cinismo più del solito, ma ri-manendo comunque, ahimé, nell’ambito del realismo, che molti italiani hanno, di base, una percezione del nostro stivale che vede spesso un preoccupante cono d’ombra che va da Rimini a Pescara.Ovviamente, qui si parla per iperboli giu-sto per dare un po’ di colore al discorso; sicuramente molto si sta facendo in que-sti anni per migliorare questa situazione, e diversi sono già i risultati ottenuti, ma siccome non ci si deve mai accontentare e siccome non basta spedire gli inviti per poter dichiarare di aver organizzato una bella festa, può essere il caso di doman-darsi se possiamo tutti noi fare di più.Ed effettivamente ci si sta attrezzando per valorizzare di più e meglio le nostre incomparabili ricchezze territoriali: l’as-

sociazione Turistica Riviera del conero, per esempio, comprende attualmente il territorio rappresentato da 13 comuni (ancona, camerano, castelfidardo, lore-to, Numana, Offagna, Osimo, Ostra vete-re, Porto Recanati, agugliano, camerata Picena, Offagna, Polverigi e santa Maria Nuova) e opera attivamente per fornire supporto e servizi tanto alle località as-sociate e agli operatori connessi quanto ai turisti italiani e stranieri che decidono di passare le loro vacanze in queste zone.Grazie alla collaborazione con sida Group, siglata proprio in queste setti-mane, ora si sta impegnando a creare, attraverso la partecipazione ad uno spe-cifico bando, una rete per un progetto di vera e propria amplificazione delle capacità comunicative e ottimizzazione di quella ricettizia, all’interno di un an-cor più vasto programma che punta alla destagionalizzazione del turismo nelle Marche e ad una sinergica collaborazio-ne (finalmente) tra tutti i rappresentanti delle eccellenze regionali.Paesaggi (mare, monti, colli, valli, grot-te, fiumi, laghi, boschi, ecc., vi basta?), cultura, enogastronomia, artigianato e industria, religione, sport, folklore e tra-dizioni: a ben vedere, possiamo conside-

rarci un unico organismo funzionalmen-te e storicamente adatto all’accoglienza del turista e alla vera e propria “pro-duzione” di benessere per i suoi ospiti. Gestire tutte queste potenzialità come individui economici differenti tra loro o addirittura in competizione fratricida è quantomeno poco furbo, oltre che esse-re molto complesso e rendere purtroppo probabile la dispersione di almeno una parte di queste ricchezze.Dall’associazione Turistica Riviera del conero, e dalla sua collaborazione con sida Group, arriva dunque un messag-gio forte: ricercare la rete di impresa per valorizzare seriamente ed imprendi-torialmente il nostro territorio vuol dire preservarlo, svilupparne l’economia, assicurare benessere ai suoi cittadini, generare prospettive per la generazione attuale e per quelle future.

Michele barchiesiGruppo [email protected]. 071.28521

Associazione Riviera del Conero: valorizzare il vantaggio competitivoc’è stato un tempo in cui il “vantaggio competitivo” poteva già essere condizione sufficiente per affermarsi sul mercato. la storia ha fatto il suo corso, i contesti si sono evoluti ed ampliati e così, oggi, occorre sapere come dare valore massimo a ciò che si ha, anche e soprattutto se si tratta di una qualità innata o di un qualcosa apparentemente “piovuto dal cielo”

le marche che sPiccano

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Le Marche imprenditoriali al cen-tro dell’Europa. Il presidente del-la Regione Marche, Gian Mario

spacca, ha ricevuto lo scorso 4 luglio a bruxelles, dalle mani del presiden-te del comitato delle Regioni, Ramón luis valcárcel siso, il prestigioso rico-noscimento European Entrepreneurial Regions 2014 (Premio Regione Impren-ditoriale Europea) con cui il cdR premia le Regioni che si sono contraddistinte in Europa per la loro visione e spirito im-prenditoriale, per la qualità, l’efficacia e il successo a lungo termine della loro strategia per le pmi, nonché per la vo-lontà politica di attuarla. un premio che assume un valore ancora maggiore in considerazione del fatto che le Marche sono la prima Regione italiana ad esser-ne insignita e tra le 12 Regioni in tutta Europa ad averlo ricevuto. la consegna si è tenuta nell’ambito di una cerimo-nia al Parlamento Europeo. le Marche, quindi, ora possono fregiarsi del mar-chio EER, che consente alle Regioni che lo ottengono di incrementare la visibi-lità, interna ed esterna, divenendo un punto di riferimento per altre regioni e

un esempio di approccio strategico alle politiche per le pmi da seguire e imita-re. “Il premio – ha detto spacca – viene assegnato alla Regione con la strategia di politica imprenditoriale più convin-cente e con maggiore proiezione futura. un grande vanto, dunque, per il governo regionale, essere riuscito ad ottenerlo, tanto più in un momento di crisi in cui le scelte di governo assumono un ruolo decisivo per affrontare le difficoltà. ad incidere sulla scelta delle Marche qua-le regione imprenditoriale europea 2014 è stata la valutazione positiva da parte della giuria del cosiddetto Piano di pro-spettiva, vale a dire la strategia regiona-le in materia di politiche industriali. E’ il "patto" della Regione - la prima in Italia a recepire i principi dello small business act nel 2010 e ad intraprendere misure attuative nell’ambito del credito e finan-za, delle aggregazioni e reti di impresa, della semplificazione amministrativa - con le Pmi”. Il “Patto” che ha consentito alla Regione di vincere l’EER 2014, pone le sue basi su due pilastri: Marche re-gione attenta alle esigenze delle picco-le e medie imprese, aziende come dri-

ver di ricchezza e crescita e, dunque, di reddito e occupazione per la comunità. I due pilastri sono a loro volta articolati in 6 obiettivi specifici: pubblica ammi-nistrazione ricettiva, sostegno all’inter-nazionalizzazione, istituzioni finanziarie efficienti di sostegno alle necessità delle Pmi, specializzazioni intelligenti per in-novazione, ricerca e sviluppo, specializ-zazioni intelligenti per la manifattura di qualità, sistema di istruzione e di ricer-ca proattivo. “Questo è ciò che il gover-no regionale sta facendo e si impegna a continuare a fare. Questo è ciò che ci ha consentito di ottenere il prestigioso marchio di Regione imprenditoriale eu-ropea. un riconoscimento – ha concluso spacca - che rafforza la nostra strategia, anche per il futuro. stiamo, infatti, già guardando al prossimo periodo di pro-grammazione europea. Il marchio euro-peo EER rappresenta per noi anche uno strumento con cui condividere le buone pratiche all’interno di una rete di regioni europee eccellenti, di cui siamo onorati di far parte, e su cui assicuriamo fin d’o-ra la nostra più fattiva collaborazione”.

Marche regione imprenditoriale d’EuropaRiconosciuta l’efficacia della strategia a sostegno delle piccole e medie imprese. Il presidente Gian Mario spacca ritira il premio nella sede del Parlamento europeo

a cura della Redazione

internazionalizzazione

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IL preMIo eerIl premio EER-European Entrepreneurial Regions è un marchio del comitato delle Regioni dell’unione Europea. si tratta di un’iniziativa lanciata nel 2009 dal cdR in partenariato con la commissione europea, che seleziona ogni anno fino a tre Regioni. Il premio EER è strettamente collegato all’applicazione dei principi small business act. le Regioni EER, inoltre, mostrano un’attitudine politica che si contraddistingue da quella delle altre regioni. Esse, infatti, hanno una precisa visione politica sulle politiche riguardanti le pmi, ovvero mostrano un’elevata capacità di leggere i punti di forza e di debolezza del tessuto economico regionale e di programmare le azioni e le misure future da intraprendere per cogliere le opportunità e limitare le minacce; tale visione è inoltre inserita in un’ottica temporale di lungo periodo. Dal 2009 ad oggi 9 Regioni (cui si aggiungono ora Marche, Fiandre e Nord brabant), hanno ottenuto il marchio EER. si tratta di land brandeburgo, la contea di Kerry (Irlanda), la Murcia (spagna), la catalogna (spagna), la regione helsinki-uusimaa (Finlandia), la regione Trnava (slovacchia) le regioni Nord-Pas de calais (Francia), Danimarca meridionale e stiria (austria).

la sTRaTEGIa REGIONalE PREMIaTa cON l’EER 2014

la visione politica della Regione Marche premiata con l’EER 2014 si basa essenzialmente su sei obiettivi specifici:

1) pubblica amministrazione responsabile

Misure: la regione Marche sta redigendo il piano per l’applicazione dei principi small business act e introdurrà il "Test pmi" nel suo processo legislativo per applicare il principio “pensa per primo in piccolo” alle decisioni.

best practice realizzate e in corso di realizzazione:l’applicazione TEO “Tender for opportunity” consentirà l’informazione in tempo reale alle pmi regionali delle gare ed appalti promosse dalle pubbliche amministrazioni.

sIGFRIDO è il sistema informatico gestionale per l’amministrazione monitoraggio delle misure ed interventi a favore delle pmi.

suaM è la stazione unica appaltante delle Marche.

cRaI sono i centri di assistenza alle imprese artigiane che costituiscono il terminale intelligente tra le imprese e la pubblica amministrazione.

2) Un sistema educativo universitario pro-attivo

la Regione ha adottato misure volte all’impiego di ricercatori e studenti dottorandi nelle pmi per incoraggiare i giovani più formati ad entrare nel mondo del lavoro. Inoltre, la regione supporta i giovani studenti nell’ottenimento di master e dottorati attraverso specifiche borse di studio.

best practice realizzate e in corso di realizzazione:Industrial liason Office e marcheinnovazione.it sono i due strumenti operativi con i quali si creano i collegamenti diretti tra mondo delle pmi e i centri della conoscenza.

3) Attori finanziari vicini e collaborativi

la Regione supporta l’accesso al credito da parte delle pmi garantendo il pagamento dei crediti e aiutando le pmi colpite dai debiti. Nel prossimo periodo di programmazione, la regione punta ad introdurre strumenti finanziari innovativi come:

• un leasing inter-generazionale per consentire la capitalizzazione delle imprese familiari.

• azioni per aumentare la liquidità delle pmi.

best practice realizzate e in corso di realizzazione:sRGM, Fondo regionale di garanzia, Provvista bei, Progetto integrato ricambio generazionale.

4) specializzazione intelligente per la r&s

la Regione incentiva e supporta i network fra le pmi (minimo 3) con le università e i centri di ricerca. Il network svilupperà un modello di sviluppo industriale di ricerca/sperimentale nell’ambito dell’’ambient assisted living’ e ‘green smart homes’. Nel prossimo periodo di programmazione il principale strumento di innovazione regionale sarà il Piano per l’innovazione e la specializzazione intelligente’ che dovrà identificare e concentrare le risorse nei settori più innovativi e esplorare l’adozione di misure per gli appalti pre-commerciali.

best practice realizzate e in corso di realizzazione:Partecipazione a cluster nazionali (ambient assisted living e Flexible and sustainable Factory), cluster del mare, IKTIMED, Piattaforma per l’Innovazione Intelligente.

5) specializzazione intelligente per la produzione di qualità

best practice realizzate e in corso di realizzazione:Master craftsman – bottega scuola artigiana, MicroGreenlogistic – logistica integrata di distretto.

6) sostegno olistico per l'internazionalizzazione

best practice realizzate e in corso di realizzazione:Progetto WIDE, sprint Marche.

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Il concorso Pesaro Nuovo cinema – Premio lino Miccichè si è contrad-distinto quest’anno per una forte

componente femminile - quattro donne registe e molti ritratti di donna - e un’età media degli autori molto bassa, a partire dal ventiquattrenne Ignacio Rodriguez. sette i film in concorso: la slovacca Mira Fornay con My Dog Killer, intenso dram-ma filmato con notevole realismo sul razzismo, sui conflitti etnici e, soprat-tutto, sulle scelte sbagliate. arriva dal-la Romania alexandra Gulea, con Matei child Minder, incentrato sul piccolo Ma-tei che vive col nonno e vuole scappare di casa, mentre i genitori lavorano in Ita-lia. halley, una storia gotica ambienta-ta ai giorni nostri diretta dal messicano sebastián hoffman, nel quale il prota-gonista è uno zombie umano che si va spegnendo. Nel corpo in disfacimento rimane una mente lucida. Kayan della

regista di origine iraniana Maryam Na-jafi, è un potente ritratto femminile, in-centrato su una donna proprietaria di un ristorante dove si riunisce la comunità libanese di vancouver. l’Italia era rap-presentata quest’anno da ben due ope-re, a cominciare dalla seconda regia di stefano Tummolini, l’estate sta finendo, che racconta un “tranquillo week-end di paura” di un gruppo di ragazzi in una casa al mare, dove un incidente impre-visto trasformerà la loro vacanza in un incubo e l’esordio di Fabiana sargen-tini, Non lo so ancora: scritto a quattro mani con Morando Morandini, racconta una storia liberamente ispirata alla loro "amicizia a prima vista”. l’ultimo film in concorso era il cileno la chupilca del diablo di Ignacio Rodriguez, nel quale un uomo, giunto alla fine dei suoi giorni, tenta di riconciliarsi con la famiglia dopo una vita passata in solitudine, cercando

al tempo stesso di salvare la sua piccola distilleria di liquori. la giuria chiamata a decretare il vincitore del concorso era composta dalla regista costanza Quatri-glio, dall’attrice anna Foglietta, dal regi-sta vincenzo Marra, dai critici e giornali-sti cinematografici Massimo lastrucci e Federico Pontiggia.

49° Mostra Internazionale del nuovo cinema di Pesaro Film vincitore: Matei child Miner, della regista rumena alexandra Gulea. l’edizione 2013 è stata caratterizzata da un’ampia retrospettiva sul cinema cileno

a cura della Redazione

mare nostrum

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Foto dei Film in gara alla 49° edizione della Mostra Internazionale del nuovo cinema di Pesaro

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Chi entra e... chi escein questa rubrica presentiamo le novità principali relative a nomine ed incarichi in aziende del territorio ed enti pubblici, nonché avvicendamenti che interessano marchigiani

carriere e Poltrone

Maurizio Mangialardi alla guida di Anci MarcheIl sindaco di senigallia Maurizio Mangia-lardi è il nuovo presidente di anci Marche. lo ha eletto all'unanimità l'assemblea Generale dei sindaci delle Marche con oltre 100 delegati presenti. Mangialardi succede a cesare Martini, che ha assunto la reggenza di anci Marche dopo le dimis-sioni di Mario andrenacci, candidato alle elezioni politiche, e resterà presidente al-meno sino all'autunno 2014, quando l'as-semblea nazionale rinnoverà tutti i vertici regionali.

rainer Masera presidente banca Marchel’ex ministro Rainer Masera è il nuovo presidente di banca Marche. comasco, sessantanovenne, è stato, tra l’altro, ti-tolare del dicastero del bilancio e della programmazione economica nel gover-no Dini per un anno dal 1995 al 1996, e dal 1975 al 1988 direttore centrale presso la banca d'Italia. Rainer era stato eletto consigliere dall'assemblea degli azionisti di banca Marche lo scorso 27 giugno. al-tra nomina importante nello stesso istitu-to: Mario Pirro è stato eletto all’unanimità vicepresidente.

Ilario piersanti presidente regio-nale dei pensionati della cnaIl presidente di cna Pensionati della pro-vincia di ascoli Piceno, Ilario Persiani, ha appena assunto l'incarico di presidente regionale dei pensionati della cna. un ri-conoscimento importante per una strut-tura provinciale, come quella Picena, da sempre impegnata a dare risposte alle esigenze e alle aspettative dei pensionati associati.

diego Mingarelli nominato pre-sidente del comitato provinciale della piccola industria di confin-dustria AnconaDiego Mingarelli, amministratore Dele-gato Diasen srl di sassoferrato è stato nominato Presidente del comitato Pro-vinciale della Piccola Industria di confin-dustria ancona. a lui il compito di rappre-sentare gli interessi delle piccole imprese e la salvaguardia della loro funzione so-cio-economica sul territorio.

ordine Ingegneri provincia di An-cona: nominato il nuovo consigliol’Ordine degli ingegneri ha eletto il suo nuovo consiglio. la squadra guidata dal presidente uscente Roberto Renzi è ri-

sultata vincente, ottenendo il 56% dei voti. Ora il prossimo appuntamento per l’Ordine degli Ingegneri della provincia di ancona è ai primi di settembre, quando verranno individuate le nuove cariche, a partire da quella del Presidente.

Massimo Quaresima nuovo presi-dente del Lions club pesaro hostsi è pervenuti al "Passaggio della cam-pana" per il lions club Pesaro host: all’ingegner Massimo Quaresima è pas-sato l'incarico di presidente, già del dottor Roberto bracci. Nel suo nuovo incarico, cercherà di incrementare tutte quelle iniziative di solidarietà, d'attivismo civi-co, d’integrazione e di sviluppo legate al territorio.

Nomine e incarichi possono essere inviati all’indirizzo email: [email protected]

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contributi e bandi

MARCHe>regIone MArche"Promozione della coopera-zione per lo sviluppo rurale"

contributi per lo sviluppo del settore delle cooperati-ve nell'ambito delle politiche agricole, forestali e dello svi-luppo delle aree rurali. I pro-getti di investimento innovati-vi sono finanziati fino al 40% dei costi ammissibili, per un massimale di € 50.000,00.

scaDENZa: 06/09/2013

>regIone MArche bAncA MArche - sIdA groUp "Prestito d'onore Regione Marche"

Obiettivo è quello di sostenere la creazione di 400 nuove im-prese, attraverso finanziamenti agevolati concessi sull'ono-re ovvero non assistiti da al-cun tipo di garanzia (fino a € 25.000,00 per le ditte individua-li, e fino ad € 50.000,00 per le società) e la previsione di servi-zi gratuiti di assistenza tecnica personalizzata (tutoraggio) per i primi 12 mesi di attività.

scaDENZa: 31/12/2014

>regIone MArche "agevolazioni per le PMI cul-turali" sono ancora disponibili fondi per la concessione di finan-ziamenti agevolati, con cui la Regione Marche incentiva gli investimenti delle imprese che operano nel comparto cultura-le. a sostegno delle iniziative sono concedibili finanziamenti agevolati di importo non infe-riore a 50.000 euro e non supe-riore a 150.000 euro.

baNDO aPERTO

>dIpArtIMento AffA-rI regIonALI, tUrIsMo e sport "contributi per le reti di im-presa nel settore del turi-smo" contributi a fondo perduto per progetti miranti alla co-stituzione di nuove aggrega-zioni di imprese finalizzati a promuovere il turismo nella regione, lo sviluppo di piat-taforme condivise, sistemi di promo-commercializzazione. Il contributo massimo ero-gabile è pari ad € 200.000,00 con un'intensità massima del 50%.scaDENZa: baNDO IN aTTE-sa DI PubblIcaZIONE

>regIone MArche "Incentivi per i processi di in-ternazionalizzazione"" contributi a fondo perduto per le PMI, in forma singola o aggregata, per attività di sup-porto all'internazionalizzazio-ne, partecipazioni a iniziative verso mercati esteri, parteci-pazioni a fiere internazionali. Ogni impresa può beneficiare di un contributo massimo di € 10.000,00.

scaDENZa: baNDO IN aT-TEsa DI PubblIcaZIONE >regIone MArche "Formazione di nuove figure professionali nel turismo"" I contributi regionali sono fi-nalizzati a favorire la qualifi-cazione e l’occupazione dei giovani, ma anche a promuo-vere l’offerta turistico-cultu-rale delle imprese locali.

scaDENZa: baNDO IN aTTE-sa DI PubblIcaZIONE

>beI - bAncA eUropeA de-gLI InvestIMentI "Incentivi per promuovere lo sviluppo aziendale" I finanziamenti previsti sono finalizzati a promuovere lo sviluppo aziendale, attraverso prestiti a tasso agevolato e di durata variabile, a copertura massima del 50% dell'inve-stimento previsto.

scaDENZa: baNDO sEM-PRE aPERTO

>IsMeA "agevolazioni per il primo insediamento dei giovani in agricoltura"

sono previsti interventi al fine di favorire l'insediamento di giovani nella conduzione di imprese agricole competitive. l'agevolazione prevede con-tributi in conto interessi per interventi fondiari a cancello aperto, per un massimo di € 1mln per le ditte individuali o società agricole unipersonali, e per un massimo di € 2,5mln negli altri casi. Il premio mas-simo erogabile è pari ad € 40.000,00.

scaDENZa: baNDO sEM-PRE aPERTO >InvItALIA - AgenzIA per Lo svILUppo e L'AttrAzIo-ne degLI InvestIMentI"agevolazioni per il subentro in agricoltura"

Finanziamenti volti a favorire la nascita di nuova impren-ditorialità e il ricambio ge-nerazionale in agricoltura, in particolare nel settore della trasformazione e commer-cializzazione prodotti agrico-li. le agevolazioni consistono in contributi a fondo perdu-to e mutui a tasso agevola-

to fino ad un massimo di € 1.032.000,00. l'importo del premio per il primo insedia-mento consiste in un contri-buto a fondo perduto fino a € 25.000,00.

scaDENZa: baNDO sEM-PRE aPERTO >ItALIA LAvoro "agevolazioni per il trasferi-mento d'azienda"

"Il bando ha l'obiettivo di fa-vorire il rinnovo del tessuto dell’imprenditoria di tradizio-ne. l’avviso è infatti finalizzato a rafforzare l’appeal dei me-stieri tradizionali supportan-do la creazione, nei comparti produttivi della tradizione ita-liana, di nuova imprenditoria per il trasferimento d’azienda da imprenditori con età supe-riore ai 55 anni a giovani im-prenditori di età compresa tra i 18 e i 35 anni non compiuti. I contributi vanno da € 5.000 ad € 10.000. le domande possono essere presentate a partire dla 20/02/2013.

scaDENZa: 31/12/2013

>ItALIA LAvoro "agevolazioni per le assun-zioni di apprendisti"

sono stati prorogati i termi-ni previsti per l'erogazione di agevolazioni per le assun-zioni di apprendisti effettuate a partire dal 30/11/2011. In particolare sono agevolati i contratti di apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale e i contratti di apprendistato professionaliz-zante. I contributi vanno da €

4.700 ad € 5.500. scadenze previste: REGIONI cOMPE-TITIvITà - 31/03/12 REGIONI cONvERGENZa - 31/12/2013

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scaDENZa: 31/12/2013 eMILIA> regIone eMILIA roMAgnA "Progetti di intrernazionaliz-zazione" contributi per il sostegno di progetti e percorsi di inter-nazionalizzazione delle reti di impresa. l'agevolazione con-siste in un contributo in conto capitale fino ad un massimo del 50% delle spese ammis-sibili e per un importo non superiore a 150.000 euro per progetto e a 50.000 euro per singola impresa partecipante.

scaDENZa: 27/09/2013

>ccIAA rAvennA"Incentivi alle start-up emiliane"

contributi a fondo perduto per la nascita di nuove PMI fem-minili e giovanili: gli incentivi finanziari coprono le spese sostenute nel corso dell'an-no 2013 e relative ai costi per l'avvio d'impresa. l'entità del contributo è pari al 50%, fino ad un massimo di € 4.000,00.

scaDENZa: 31/10/2013

>ccIAA reggIo eMILIA"sostegno a programmi di reicerca e innovazione"

contributi a fondo perduto per sostenere programmi di ricerca e innovazione, assi-stenza e consulenza tecno-logica in collaborazione con l'università di modena e Reg-gio Emilia. Il contributo rico-nosciuto è pari al 50% delle spese sostenute, fino ad un massimo di € 30.000,00.

scaDENZa: 30/09/2013

>fondo energIA "Energie nuove per l'impresa"

Finanziamenti finalizzati ad agevolare progetti di effi-cientamento energetico, pro-duzione di energie da fonti rinnovabili. Il bando eroga finanziamenti a tasso agevo-lato per importi che vanno da un minimo di € 75.000,00 fino ad € 300.000,00.

scaDENZa: 29/11/2013

>ccIAA ModenA "sostegno del credito alle PMI" sostegno del credito alle PMI operanti nelle provincia di Modena, attraverso operazio-ni di finanziamento bancario o leasing effettuate tramite or-ganismi di garanzia fidi, rela-tive alla copertura delle spese da effettuare o effettuate fino ad un anno prima delle pre-sentazione della domanda. I contrbuti vanno da 5.000 euro a 20.000 euro.

scaDENZa: baNDO sEM-PRE aPERTO >cArIpArMA "credito alle imprese" Il Gruppo cariparma crédit agricole dà il via al progetto “sosteniamo le eccellenze”, volto a favorire la liquidità delle imprese nazionali con uno stanziamento di 740 mi-lioni di euro, dei quali 125 mi-lioni sono destinati alle PMI della Provincia di Parma. Il fondo messo a disposizione da cariparma si rivolge alle imprese del settore agricolo e dell’artigianato, ma non sono escluse le PMI del commer-cio, dell’industria e dei servizi.

scaDENZa: baNDO aPERTO

>beI - bAncA eUropeA de-gLI InvestIMentI

"Incentivi per promuovere lo sviluppo aziendale"I finanziamenti previsti sono finalizzati a promuovere lo sviluppo aziendale, attraverso prestiti a tasso agevolato e di durata variabile, a copertura massima del 50% dell'inve-stimento previsto.

scaDENZa: baNDO sEM-PRE aPERTO

>IsMeA "agevolazioni per il primo insediamento dei giovani in agricoltura"

sono previsti interventi al fine di favorire l'insediamento di giovani nella conduzione di imprese agricole competitive. l'agevolazione prevede con-tributi in conto interessi per interventi fondiari a cancello aperto, per un massimo di € 1mln per le ditte individuali o società agricole unipersonali, e per un massimo di € 2,5mln negli altri casi. Il premio mas-simo erogabile è pari ad € 40.000,00.

scaDENZa: baNDO sEMPRE aPERTO

>InvItALIA - AgenzIA per Lo svILUppo e L'AttrAzIo-ne degLI InvestIMentI"agevolazioni per il subentro in agricoltura" Finanziamenti volti a favorire la nascita di nuova imprenditoria-lità e il ricambio generazionale in agricoltura, in particolare nel settore della trasformazione e commercializzazione prodotti agricoli. le agevolazioni con-sistono in contributi a fondo perduto e mutui a tasso age-volato fino ad un massimo di € 1.032.000,00. l'importo del premio per il pri-mo insediamento consiste in un

contributo a fondo perduto fino a € 25.000,00.

scaDENZa: baNDO sEMPRE aPERTO

>ItALIA LAvoro "agevolazioni per il trasferi-mento d'azienda"

"Il bando ha l'obiettivo di fa-vorire il rinnovo del tessuto dell’imprenditoria di tradizio-ne. l’avviso è infatti finalizzato a rafforzare l’appeal dei me-stieri tradizionali supportan-do la creazione, nei comparti produttivi della tradizione ita-liana, di nuova imprenditoria per il trasferimento d’azienda da imprenditori con età supe-riore ai 55 anni a giovani im-prenditori di età compresa tra i 18 e i 35 anni non compiuti. I contributi vanno da € 5.000 ad € 10.000. le domande possono essere presentate a partire dla 20/02/2013.

scaDENZa: 31/12/2013

a cura della divisione strategia e finanza d’impresa gruppo sida t [email protected]

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Turismospeciale

Turismospeciale

“Non ereditiamo il mondo dai nostri padri,

ma lo prendiamo in prestito dai nostri figli

Proverbio dei Nativi Americani

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iTinerari

Proseguono gli itinerari di anci Marche, una bella iniziativa editoriale fortemente voluta dal nostro consiglio direttivo per rendere meglio conosciuti alcuni per-corsi attraverso la nostra regione. sono proprio i marchigiani a doversi ergere a testimoni e curatori della propria terra ma, aggiungo, anche a primi promotori di tutte quelle bellezze, siano esse turi-stiche, paesaggistiche, artistiche, cultu-rali, che troppe volte vengono forse date per scontate. siamo proprio noi, infatti, che non dobbiamo mai stancarci di rac-contare e celebrare lo spettacolo che ci circonda e qualche volta dovremmo impa-rare a guardare questo immenso con gli occhi del turista che, quando arriva per la prima volta nelle Marche, difficilmente resta insensibile al suo fascino restando, anzi, molto spesso a bocca aperta. I plu-

rimi riconoscimenti che alcune località ri-cevono giustamente, penso alle bandiere blu ed arancioni tanto per citarne alcuni, attribuiscono a queste località e, direi, all'intero territorio, una responsabilità in termini di tutela che proprio attraverso gli enti locali, i nostri comuni, viene assunta dagli amministratori come punto d'onore, come segno di civiltà, come tesoro da cu-stodire e valorizzare.

Maurizio Mangialardi, nuovo Presidente di Anci Marche

Itinerari a cura di: Alessandra balducciconsorzio Marche Maraviglia

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Di fronte alla facciata semplice di san Gervasio in bulgaria, in lo-calità Mondolfo (Pu), fissiamo un

ideale punto di partenza, che enfatizzi il carattere di questo territorio dominato da antiche abbazie, la cui costruzione si colloca tra il IX e l’XI secolo d.c. almeno sei complessi rilevabili lungo una valle di appena 55 km, con una distanza massi-ma di 9 km l’uno dall’altro, percorribili tranquillamente a piedi dai pellegrini di epoca medievale. comunità monastiche in stretto rapporto con il territorio che

attraverso il loro complesso di muli-ni, strutture produttive e villaggi hanno avuto la forza di rigenerare un territorio sconnesso dalla distruzione dell’effica-cissima organizzazione di età romana ad opera dei barbari. Oggi, queste architetture inevitabilmen-te trasfigurate dal tempo, conservano particolari affascinanti che è possibile apprezzare solo se si ha la pazienza di programmare una visita con le associa-zioni locali: dal bellissimo sarcofago in pietra del vI secolo d.c, che la tradizio-

ne vuole contenere le spoglie del santo nella cripta di san Gervasio ([email protected]) fino all’apparato archeologico ancora in parte da scoprire di santa Maria in Portuno (3385080220 circolo acli ) presso Madonna del Pia-no per finire con la vecchia Pieve di s. vito sul cesano, la cui facciata mostra il sapiente reimpiego di materiali anti-chi nell’ottica di un recupero tipico del Medioevo. sarà invece priva di intoppi una visita all’Eremo di Fonte avellana, a serra sant’abbondio (Pu), che vale da

La Valle del Cesano: scrigno di tesori nascostiIl viaggio che vogliamo proporvi è un’avventura per cercatori di tesori. Non ci attendono belve feroci né impervi percorsi, piuttosto un percorso selezionato lungo il tracciato della strada Provinciale 424 della val cesano, che solo ad occhi attenti può palesare meraviglie.

focus: turismo

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SS76

SS76

A

B

C

D

E

FIJ

G

H

K

LM

N

O

Q

RS

P

A cesano (aN)

b Marotta (Pu)

c Mondolfo (Pu)

d san Gervasio (Pu)

e via Piagiolino, san costanzo (Pu)

f Monterado (aN)

g Madonna del Piano (aN)

h corinaldo (aN)

I castelvecchio (Pu)

J Monte Porzio (Pu)

K area archeologica Romana di suasa (aN)

L castellone (aN)

M san lorenzo in campo (Pu)

n san vito sul cesano (Pu)

o Pergola (Pu)

p Frontone (Pu)

Q serra sant'abbondio (Pu)

r Eremo di Fonte avellana (Pu)

s Monte catria, cantiano (Pu)

borghi muratie castelli

Natura & Escursioni

Pievi & abbazie

archeologia

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solo una giornata di sosta per la pace, la cultura e la spiritualità che emanano da ogni singola pietra e l’esplorazione della Pieve di s. lorenzo in campo (Pu) che è chiesa parrocchiale ricchissima di de-corazioni lapidee. Quest’ultima va asso-lutamente abbinata ad una cena presso la Farroteca Monterosso (aperta su pre-notazione 0721776511) dove vi aspetta un menù completo a base di farro: una vera prelibatezza servita con grande cura in un ambiente raffinato. se da san Gerva-sio si riprende la strada principale, no-stro filo conduttore, in direzione Pergola, si scopre, a destra, una lunga facciata in muratura faccia a vista in posizione sopraelevata. E’ la Fattoria barberini, costruita nel 1686 dai Gesuiti di stanza a Monterado, oggi condotta dal princi-pe urbano, discendente di Papa urbano vIII. Doveroso ricordare che il pontefice fu mecenate del bernini al quale com-missionò nel 1626 il celebre baldacchino di san Pietro e che a lui a cui si deve la firma della condanna di Galileo Galilei nel 1633. se si ha la fortuna di essere

accolti nell’appartamento del Principe (cosa non impossibile vista la grande simpatia del personaggio e il suo grande interesse per l’arte la sua diffusione) si rimane letteralmente sbalorditi dai tanti preziosissimi cimeli di famiglia, molti dei quali recanti le api dei barberini: stam-pe, mobili, quadri e un’alzata di camino ricavata da paramenti di un altare, opera dello stesso bernini. Questo grande edi-ficio, affacciato sulla valle e circondato di campi a perdita d’occhio ammicca al suo dirimpettaio, il nobile castello di Mon-terado, anch’esso opera dei Gesuiti che qui controllavano una fabbrica di tessuti, smerciati in grande quantità durante la Fiera nella vicina senigallia. Il castello, oggi dimora privata, conserva un giar-dino all’italiana e un bosco di 7 ettari ( un tempo aperto al pubblico) con pini, querce secolari, allori e viburni. Prose-guendo lungo la valle si incontra prima, castelvecchio dominato dal nobile profilo di castello barberini e poi Monteporzio. ai piedi dell’abitato presso il Parco del-la vita, un percorso geo-naturalistico

illustra le caratteristiche della Foresta Fossile del Pleistocene con frammenti di tronco fossile di Pino silvestre, signore assoluto di questa valle in epoca preisto-rica. se si procede ancora in direzione san lorenzo è possibile deviare a destra in direzione Mondavio oppure a sinistra per raggiungere corinaldo. concedete-vi una piccola digressione che offre la possibilità di raggiungere due favolosi borghi murati, celebri per lo stato di con-servazione della loro architettura e per gli scorci paesaggistici offerti. si tratta di due giganti, nel frammentario panora-ma dei centri urbani di questa valle, che godono di grande notorietà: il primo per il ricco calendario di eventi, le curiose leggende e l’atmosfera unica ( per infor-mazioni e visite [email protected]), il se-condo per l’imponente Rocca Roveresca, opera di Francesco di Giorgio Martini, ancora oggi al centro di importanti rievo-cazioni storiche (per informazioni [email protected]). alla base dei rilievi collinari che accolgono castelleone di suasa si trova il Parco archeologico della

focus: turismo

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città Romana di suasa. Dalla polvere dei campi è miracolosamente emersa una grande domus romana del I secolo d.c, circondata da importanti strutture urba-ne quali il teatro, l’anfiteatro, i portici e due necropoli. E’ la suasa dei Romani, grande centro urbano della media val-le del fiume suasanus, oggi cesano. al complesso di scavi archeologici, ancora incompleti fanno da corredo due piccoli musei archeologici: uno ospitato nel bel Palazzo della Rovere a castelleone di suasa e l’altro con sede a san lorenzo in campo. Entrambi valgono una sosta per l’assoluta rarità di alcuni reperti conser-vati. uscendo dal Museo archeologico del Territorio di san lorenzo seguite le indicazioni per il castello di Montalfoglio e proseguite per qualche chilometro. avrete la possibilità di godere dell’incan-to di un piccolo e sconosciuto borgo cre-sciuto sulla sommità di una collina; un luogo che ha conservato il fascino delle cose dimenticate, passando indenne at-traverso guerre e cementificazioni. la prossima tappa è Pergola una cittadina

che ha molto da mostrare ai visitatori ( per una visita tagliata su misura sulle vostre esigenze [email protected]) con il suo corredo di chiese, palazzi storici ed arte. sorvegliata a vista dal Monte catria la città ospita un vero capolavoro di archeologia: il gruppo dei bronzi Dorati di cartoceto di Pergola, unico al mondo nel suo genere. si tratta di un gruppo bronzeo, composto in ori-gine da due coppie di figure femminili ammantate e velate, e da due cavalieri in veste militare, con cavalli riccamente or-nati. Roba da rimanere incantati. Merita una menzione la vicina Frontone, con il profilo triangolare del suo castello, risa-lente all’XI secolo ( per una visita [email protected]). la sagoma dell’e-dificio incombe sull’abitato e narra storie di principi e guerrieri che nei secoli se lo sono conteso per la posizione di assoluto dominio del territorio. a Frontone si gu-sta una delle migliori piadine delle Mar-che proposta dai vari locali: non c’è che l’imbarazzo della scelta. Giungiamo alla meta finale del nostro viaggio di scoperta

guadagnando la vetta del Monte catria, luogo in cui ha le sue sorgenti il fiume cesano che ci ha virtualmente affiancato lungo il percorso. ad attenderci la croce, voluta nel 1901 da papa leone XIII in ri-cordo del Giubileo del 1900. Nel territorio esistono ottime possibilità di escursioni a cavallo, a piedi o in bicicletta (www.montecatria.it) alla scoperta degli aspet-ti più reconditi della “Montagna sacra”, appellativo dovuto alla grande quantità di eremi e cenobi di regola benedettina ospitati dalle pendici del Monte dei quali il più celebre è l’Eremo di Fonte avellana, citato anche da Dante nella Paradiso. ci lasciamo con una ricetta semplice tipi-ca dell’alta valle del cesano ma oramai diffusa ovunque. E’ la crescia fatta con la pasta del pane e modellata in forma rotonda con l’orlo spezzettato da pizzichi regolari e fossette sulla superficie. Da condire con olio, sale, rosmarino o con ottima e dolce cipolla di suasa o da far-cire con le foj ( le foglie) quelle erbe di campo che hanno nutrito le generazioni di queste terre.

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focus: turismo

Percorrendo la val D’aso, a sud di Fermo, si attraversa un territorio che più di ogni altro nella Regione

ha conservato immutato “il bel paesag-gio” di origine rinascimentale: coloniche sparse qua e là, al centro di una rete di poderi coltivati a frutteti, vigneti, orti e seminativi che si alternano dolcemente a lembi di bosco. Il fiume aso nasce nei pressi di Monte-monaco, sui Monti sibillini e fa una sosta nel vicino lago di Gerosa, meta di pesca-tori e velisti, per poi gettarsi nell’adriati-co presso Pedaso. la valle che disegna è un paradiso di tinte naturali dall’azzurro

della costa in estate ai toni del bianco, del rosa e del viola quando gli alberi da frutto sono in fiore, passando per tutte le sfumature di verde delle coltivazioni e dei boschi. In questa sorta di eden l’uo-mo ha edificato nei secoli una ventina di borghi che danno origine ad un interes-sante museo diffuso, contenitore di aree archeologiche della civiltà picena e ro-mana, chiese romaniche ed abbazie, pa-lazzi rinascimentali e neoclassici. l’as-senza di uno sviluppo caotico riservato ad altre valli ha permesso di mantenere intatti i valori artistici, ambientali e sto-rici di questo territorio, consegnandolo

pressoché intatto nelle mani di chi oggi si accinge e visitarlo.

Tra i borghi che si affacciano sulla val-lata, sono almeno quattro le tappe che consigliamo di fare a chi ha a disposizio-ne solo i tempi ridotti di un’escursione. Moresco, Montefiore dell’aso, Petritoli e Montelparo rappresentano i must della val D’aso: quattro località assolutamen-te da non perdere.Il castello di Moresco sorge sulla som-mità di un colle a controllo della sotto-stante valle. completamente cinto di mura, ha forma triangolare con al vertice

Tra borghi e frutteti della Val d’aso: un paradiso di tinte e profumi

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E55

A

BC

DE

F

G

J

I H

K

J

M

borghi muratie castelli

Natura & Escursioni

Pievi & abbazie

archeologia

A Pedaso (FM)

b lapedona (FM)

c altidona (FM)

d Moresco (FM)

e Monterubbiano (FM)

f Montefiore dell'aso (aP)

g Petritoli (FM)

h carassai (aP)

I Ortezzano (FM)

J Monte vidon combatte (FM)

K Montelparo (FM)

L smerillo (FM)

M Montemonaco (aP)

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l’imponente e originale Torre Eptagonale del XII secolo, alta 25 metri. Molto particolare e suggestivo è anche il borgo di Montefiore dell’aso, racchiuso nell’antica e ben conservata cinta mura-ria. Il Polo museale di san Francesco cu-stodisce una delle più interessanti opere di carlo crivelli: il “Trittico di Montefiore” (1472). a Petritoli si rimane invece colpiti sin all’arrivo dalla sontuosa e suggesti-va Porta Tre archi, incastonata tra due bastioni del Xv secolo. all’interno delle mura, nell’elegante contesto di Piazza Rocca, domina maestosa, con i suoi ol-tre 40 metri di altezza, la Torre civica. un’ultima curiosa tappa è il Museo dei

mestieri ambulanti in bicicletta di Mon-telparo. si tratta di un’unica e bizzarra collezione di oltre 40 biciclette, tutte per-fettamente funzionanti, che sono state costruite o trasformate agli inizi del 1900 per essere utilizzate come vere e proprie attività lavorative ambulanti, dal medico all’arrotino, dal calzolaio al gelataio (solo su prenotazione al 0734/780141).

Per chi voglia trascorrere qualche giorno in più in questa terra, riservandole l’at-tenzione che merita aggiungiamo altre utili indicazioni.

Dal mare verso la montagna s’incontra

campofilone, dove ha sede la premiata azienda spinosi, fiore all’occhiello della valdaso, che con i suoi spinosini, sot-tilissimi tagliolini all’uovo, è assoluta protagonista nelle dispense dei migliori alberghi del mondo. affascinanti sono il borgo fortificato e il vicolo degli Orti, un passaggio coperto medievale facente parte del labirinto di stradine zigzaganti, in parte coperte con accorgimenti difen-sivi, feritoie e trappole che rapidamente collegavano i punti nevralgici dell’abita-to.

segue Monterubbiano, distante 10 km, con il Museo civico archeologico. all’in-

focus: turismo

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terno una grande quantità di ornamenti in bronzo di epoca picena di notevole ori-ginalità, oltre a reperti di epoca romana come mosaici e affreschi.

Di grande suggestione è carassai, a 300 m slm, con il castello vecchio che vanta origini feudali e l’annesso castello nuo-vo del Xv secolo. a 4 km dall’abitato una delizia per amanti del genere: la Rocca di Monte varmine, castello intatto caratte-rizzato da mura poderose con alta torre di guardia e merli ghibellini. Il maniero non ha mai ospitato un signore perché fu pensato per essere un’enorme fatto-ria fortificata. Rocca Monte varmine è

l’unico castello in tutto il Piceno che si conservi intero e perciò di particolare in-teresse storico.la Macchia Pelagallo, di proprietà dell’o-monima famiglia, è un bellissimo parco naturale a Monte vidon combatte, con presenza di farnie ( una delle specie più rare del territorio marchigiano) con ha-bitat ancora integro e incontaminato da percorrere a piedi o in bicicletta. Nel centro storico sorge Palazzo Pelagallo dove ammirare la parte esterna con la torre rompitratta, le tracce del ponte le-vatoio sull’antica porta di ingresso al ca-stello, tracce di merlature e beccatelli, la porta a doppio fornice, gli archi gotici, il

loggiato a cinque archi.Il nostro itinerario lungo la val d’aso ter-mina qui, ma i più curiosi e amanti del-la natura possono decidere di inoltrarsi sino alla montagna e raggiungere il deli-zioso borgo di smerillo, a oltre 800 metri di altitudine, per raggiungere Montemo-naco, in prossimità del quale il fiume tro-va le sue origini.

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focus: turismo

È stato presentato a Palazzo leo-pardi, nella sede della Regione bridge around Marche 2013, un

evento internazionale di bridge che si svolgerà dal 31 agosto al 7 settembre in diverse piazze marchigiane tra cui ur-bino, ascoli e Recanati. Giocatori locali, provenienti da altre regioni e dall’estero potranno sfidarsi in una cornice unica ed eccezionale, per un evento che dovrà divenire un appuntamento fisso annuale e crescere di anno in anno. un’iniziativa inedita che interessa non solo gli appas-sionati di questo sport, ma che avrà cer-tamente ripercussioni positive sull’inco-ming di turisti verso la nostra regione. Dopo l’Endurance e i Mondiale di vela d’altura, le Marche saranno di nuovo te-atro di una competizione sportiva inter-nazionale, confermando la propria voca-zione di regione versatile, sorprendente e poliedrica. l’estate 2013 sarà ricordata come la stagione dei grandi eventi, in un mix di adrenalina, divertimento, ma anche affascinante scoperta del terri-torio. Portare i tavoli da bridge nelle più suggestive piazze della regione significa offrire un’immagine pittoresca e inedita del territorio marchigiano. la complicità e l’intesa necessarie per giocare a golf

e la poesia delle location che ospiteran-no le diverse partite, conferiranno alla kermesse un prestigio davvero unico. l’iniziativa del bridge itinerante nasce fuori regione, più precisamente a Mila-no, durante la bit (borsa internazionale del turismo), grazie all’incontro tra con-sorzio Marche Maraviglia, l’assessorato al Turismo della Regione Marche, che ha deciso di sostenere il progetto insieme con i comuni che ospiteranno la ker-messe e soloitalia, un operatore turisti-co israeliano che oltre vent’anni propone con successo il nostro paese al mercato israeliano. Per Marche Maraviglia, una Destina-tion Management company organizzata in forma di consorzio, del quale fanno parte strutture ricettive, tour operator, operatori enogastronomici, compagnie di trasporto ed altri enti pubblici e privati rappresentativi dell’intera filiera turisti-ca e di tutto il complesso del territorio regionale, si tratta di un progetto di par-ticolare importanza, un’iniziativa corale che è un nuovo banco di sfida per il turi-smo esperienziale nelle Marche. soloita-lia ha istituito in occasione del progetto solitalia bridge, organizzazione ricono-sciuta dalla Federazione Italiana gioco

bridge, con l’obiettivo di diventare nel prossimo futuro un punto di riferimento per l’organizzazione di vacanze e tornei da organizzare nelle più prestigiose lo-calità turistiche italiane. solitalia bridge può inoltra contare su uno staff tecnico di primo livello presieduto da Maurizio Di sacco, giudice arbitro di fama inter-nazionale, presente alla maggior parte degli eventi. le prospettive del proget-to, sono dunque quelle di riuscire ad aumentare l’appeal della nostra terra a livello internazionale, offrendo ai parte-cipanti del Tour la possibilità di entrare nel vivo del nostro territorio, scoprendo ogni giorno qualcosa di unico e speciale: storia, arte, cultura e sapori di una desti-nazione autentica come le Marche. alla conferenza stampa di presentazione era-no presenti Pietro Talarico, Dirigente re-gionale, Guido castelli, sindaco di ascoli Piceno, Fiordomo Francesco, sindaco di Recanati, Francesca crespini, assessore al Turismo del comune di urbino, Guido Guidi, presidente del consorzio Marche Maraviglia, claudio coriasco, diretto-re commerciale solo Italia, Marchionni Maurizio, presidente del comitato re-gionale bridge Marche e bruno Plutino, Tecnico del bridge.

Bridge: un nuovo asso nella manica per il turismo incomingDal 31 agosto al 7 settembre le più belle piazze della nostra regione faranno da cornice a bridge around Marche 2013, un evento internazionale dedicato al gioco di carte. uno straordinario esempio di collaborazione ta pubblico e privato

di M. Rossi

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il tuo viaggionel cuore dell’italia

MARCHE

sotto le stelle ‘13

1° Festival internazionale del bridge itinerante nelle MarcheOgni sera si gioca in una piazza

Giocatori locali, nazionali e stranieri3 vincitori ogni serata. Premi in denaro e maxi-premio finale

Un calendario ricco di escursioni durante la giornata, cene di gala e spettacoli emozionati di contorno

In collaborazione con il famoso arbitro

Maurizio Di Sacco

Ascoli Piceno31/08, Piazza del Popolo

1/09, Palazzo dei Capitani

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2 giorni / 1 notte, a partire da € 85 3 giorni / 2 notti, a partire da € 188

uRbino4/09, Sala Raffaello

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PER INFO E PRENOTAZIONIwww.soloitaliabridge.it | T: +39 340 514 2929 | [email protected] | [email protected]

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Formazionee Giovani

specialeFormazione

e Giovanispeciale

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Per il Rettore dell’università di san Marino, Giorgio Pe-troni, “è difficile immaginare che l’Italia possa fare a meno di persone in possesso di un adeguato bagaglio di

conoscenze … tanto più che nel nostro Paese la percentuale di laureati rispetto alla popolazione è nettamente inferiore ri-spetto agli standard europei. Quindi la formazione dev’essere vista come il motore di sviluppo economico e sociale, com’è avvenuto e come avviene in altri stati”. Non solo: dovremmo puntare maggiormente sulle Facoltà ad indirizzo tecnico. Per il suo collega dell’università di camerino, Flavio corradini, “l’università è uno strumento di ascensore sociale di indub-bia efficacia”, tanto più laddove (è proprio il caso di unicam) accanto alle classiche attività formative il giovane viene coin-volto nell’apprendimento di competenze e conoscenze che in futuro saranno utili sia nell’ambiente di lavoro, sia nel conte-sto sociale. Per il neo-Rettore dell’università Politecnica delle marche, sauro longhi, “iscriversi all’università è un ottimo investimento che il giovane si ritroverà in futuro. Del resto, sono le stesse statistiche a dirlo: i laureati hanno mediamente maggiori opportunità lavorative. certo – avverte il docente - dipende anche dal tipo di percorso di studi che si sceglie e dall’impegno profuso dallo studente”. sulla stessa scia luigi lacchè, Rettore dell'università di Macerata, secondo il quale “tutti i dati smentiscono coloro che predicano l’inutilità della laurea. Il problema non è investire in formazione, ma semmai è avere un mercato più ricettivo, capace di crescere qualitati-vamente ...”. Per stefano Pivato, Rettore dell’università carlo bo di urbino, “l’università è un luogo unico di crescita umana, educativa oltre che strumento di sviluppo intellettuale; è un percorso della conoscenza e di scambio di esperienze e di cul-ture, che raccomando di vivere totalmente combinando insie-me momenti di studio all’estero; un’esperienza straordinaria

per arricchire la propria formazione ma anche per essere più consapevoli e responsabili”. Il Direttore del Dipartimento di agraria dell’univpm, bruno Mezzetti, ci aiuta a comprendere il ruolo della formazione nel settore agricolo, illustrando anche uno dei numerosi progetti realizzati sotto la sua guida dagli studenti della Facoltà. sempre in ambito accademico, interes-sante anche l’intervista a lella Mazzoli (Direttrice dell’Istituto formazione al giornalismo e del Dipartimento di scienze della comunicazione e discipline umanistiche dell’università di ur-bino carlo bo), che sottolinea tra l’altro l’elevata capacità for-mativa delle nostre università. la “voce” del mondo imprenditoriale è affidata a Flavio Guidi del Gruppo sida, per il quale nelle aule universitarie si deve “respirare” aria d’azienda, e i giovani vanno messi nella condi-zione di poter comprendere concretamente il mondo del lavoro e il sistema “azienda”. sul ruolo dell’università nell’attuale pa-norama socio-economico si sofferma anche angelo Pasqua-rella (manager, autore del libro “Il Quinto stato”), secondo cui “essere competitivi come università significa aumentare le probabilità che chi le frequenta abbia successo nella vita e si realizzi pienamente, significa aiutare i giovani a sviluppare al meglio i propri talenti in modo da essere utili a se stessi e agli altri. Questo significa anche opportunità di lavoro e succes-so economico”. a rappresentare il mondo politico, vittoriano solazzi, Presidente del consiglio regionale delle Marche, che (intervistato per la rubrica Primo Piano) punta il dito contro le carenze dell’attuale sistema formativo italiano: da un lato la scelta dei percorsi formativi che prescinde quasi sempre dall'evoluzione della domanda e dall’altro l'assoluta separa-zione tra il mondo della formazione e il mondo del lavoro”.Importanti anche le testimonianze di Giuliano calza, direttore di Istao e di Renato Picciaiola, presidente di cNa Marche.

Per quali motivi un giovane neo-diplomato dovrebbe intraprendere un percorso di studi universitario anziché cercare subito uno sbocco occupazionale? attorno a questa domanda abbiamo creato un dibattito tra cinque Rettori, che hanno accolto volentieri la nostra richiesta. se le risposte sono convincenti, ce lo diranno i lettori

di P.Duranti

Università, ne vale la pena?

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In generale, lo scorso anno il nu-mero di occupati residenti nelle Marche è aumentato dello 0,3

per cento, a fronte di un calo a livel-lo nazionale registrato nella stessa misura; il tasso di occupazione della popolazione residente tra i 15 e i 64 anni è invece rimasto sostanzial-mente stabile (62,6 per cento nella media dell’anno).Dall’analisi di bankitalia emerge inoltre che aumentano i contratti di lavoro a tempo parziale (+ 19,8 per cento) e a termine (+11,7 per cen-to): a fine 2012 i rapporti part-time in regione rappresentavano quasi un quinto del totale dei rapporti di lavo-ro, mentre quelli a tempo determi-nato oltre il 15 per cento dei contratti di lavoro subordinato.analizzando i dati per settore, si nota come l’industria continui a risentire marcatamente della crisi (avendo perso in un anno lo 0,7 per cento della forza occupazionale, dopo il pesante -6,5 per cento registrato nel

2011). Il picco negativo si è però re-gistrato nel settore delle costruzio-ni, con una flessione del 9 per cento rispetto all’anno precedente. bene invece, come detto, il comparto dei servizi, nel quale l’occupazione è aumentata del 2,3 per cento (0,7 per cento su base nazionale).un altro dato interessante – che si legge nel citato rapporto – è che “il lieve aumento degli occupati ha ri-flesso la crescita della componente dipendente (2,0 per cento), solo in parte compensata dalla diminuzione di quella autonoma (-4,5 per cento)”.Guardando ai titoli di studio, nel 2012 il tasso di disoccupazione è salito al 9,8 per cento tra le persone in pos-sesso al massimo della licenza me-dia, all’8,9 tra i diplomati e all’8,3 tra i laureati. Per questi ultimi, nel 2012 il tasso di disoccupazione nelle Mar-che ha ampiamente superato quello medio nazionale (6,7 per cento); per i laureati con meno di 35 anni, esso è salito dal 10,8 al 16,1 per cento.

Comparto dei servizi, nelle Marche aumenta l’occupazioneE’ del 2,3 per cento l’incremento occupazionale registrato nel 2012 nel settore terziario regionale: questo dato confortante emerge dal Rapporto annuale della sede regionale della banca d’Italia, che al riguardo cita la Rilevazione sulle forze di lavoro effettuata dall’Istat

a cura della Redazione

sPeciale: formazione e giovani

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NUTRE CON LEGGEREZZA

Dal cuore verde delle Marche, Acqua Minerale Frasassi. Sgorga leggera nel Parco Naturale Gola della Rossa e di Frasassi, e unica, scorre protetta da Grotte millenarie arricchendosi di preziosi minerali e microelementi, per portare ogni giorno sulla tua tavola la naturale leggerezza di un’acqua che con un’equilibrata presenza di minerali aiuta tutta la famiglia a sentirsi bene. Acqua Frasassi, nutre con leggerezza.

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Partiamo proprio da questo punto: gli incentivi per la creazione di posti di lavoro. Il provvedimento prevede

misure di favore per i soggetti che assu-mono a tempo indeterminato giovani tra i 18 e i 29 anni in possesso di almeno una delle seguenti condizioni: essere privi di impiego retribuito da almeno 6 mesi; non aver conseguito alcun titolo di scuo-la superiore o professionale; vivere solo con una o più persone a carico. le risor-se stanziate complessivamente vengono suddivise in misura diversa tra le Regio-ni, con una prevalenza dei fondi destinati al Meridione. Il bonus viene riconosciuto – per la durata di 18 mesi - nella misura di un terzo della retribuzione lorda im-ponibile ai fini previdenziali, con un tetto di 650 euro mensili per lavoratore. le

assunzioni, peraltro, dovranno compor-tare un incremento occupazionale netto e devono essere effettuate a decorrere dal 29 giugno 2013 ed entro il 30 giu-gno 2015. In caso di trasformazione del contratto da tempo determinato a inde-terminato, il bonus è riconosciuto per la durata di un anno. Quanto alle modalità di utilizzo dell'agevolazione, il decreto-legge precisa che l'incentivo in esame è corrisposto esclusivamente mediante conguaglio nelle denunce contributive mensili del periodo di riferimento (fatte salve le diverse norme relative al settore agricolo). si tenga presente, infine, che l'incremento occupazionale viene cal-colato sulla base della differenza tra il numero dei lavoratori rilevato in ciascun mese e il numero dei lavoratori media-

mente occupati nei 12 mesi precedenti all'assunzione (mentre i dipendenti con contratto part-time devono essere pon-derati sulla base del rapporto tra le ore pattuite e l'orario normale di lavoro).Il decreto-legge “del lavoro” introduce poi alcune misure straordinarie - ap-plicabili fino al 31 dicembre 2015 - per favorire l’inserimento lavorativo di disoc-cupati di età non superiore a 29 anni e agli ultracinquantenni. viene previsto poi lo stanziamento di 15 milioni di euro per i tirocini curriculari, al fine di incentiva-re le iniziative di alternanza tra studio e lavoro, e alle università statali che atti-veranno tirocini di almeno tre mesi con enti privati o pubblici, saranno ricono-sciuti incentivi per ciascun tirocinante. Il decreto istituisce una “banca dati delle

Al via i contributi per l’assunzione di giovanisalvo ripensamenti o ulteriori proroghe, il Governo ha deciso: l’Iva passerà dal 21 al 22 per cento dal 1° ottobre. lo prevede il cosiddetto “decreto per il lavoro”, che contiene tra l’altro agevolazioni per le assunzioni di giovani

a cura della Redazione

sPeciale: formazione e giovani

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per saperne di più: decreto-legge 28 giugno 2013, n. 76

politiche attive e passive”, al fine di ca-talogare le informazioni sui lavoratori da collocare, mentre dal 1° luglio aumenta del 9,6 per cento la misura della sanzio-ne prevista per le contravvenzioni alla normativa dettata in materia di igiene sul lavoro.altre importanti novità riguardano l’ap-prendistato: è infatti prevista la trasfor-mazione del contratto professionale nell’apprendistato professionalizzante. sull’argomento, il decreto-legge intro-duce norme derogatorie al D.lgs. 14 set-tembre 2011, n. 167: tra queste, si segna-la che la registrazione della formazione e della qualifica professionale ai fini con-trattuali eventualmente acquisita è effet-tuata in un documento avente i contenuti minimi del modello di libretto formativo

del cittadino (di cui al D.M. 10 ottobre 2005). Da segnalare poi che il provve-dimento stanzia somme per l'adozione di misure per l'autoimpiego e l'autoim-prenditorialità (di cui al D.lgs. 21 aprile 2000, n. 185), per il Piano di azione coe-sione, rivolta alla promozione di progetti promossi da giovani, e per il tirocinio for-mativo rivolto a giovani che non lavorano. Non solo: viene inoltre incrementato per il 2014 il Fondo per l’istruzione e la for-mazione tecnica superiore.Giova ricordare in estrema sintesi anche le modifiche alla riforma Fornero (l. n. 92 del 2012): relativamente ai contratti a tempo determinato, si prevede che gli in-tervalli di tempo validi ai fini del rinnovo dei contratti a tempo determinato ritor-nino a 10 e 20 giorni, in base alla durata

del primo contratto (si ricorda che la ri-forma del 2012 li aveva fissati a 60 e 90 giorni). viene infatti precisato che si con-sidera a tempo indeterminato il contrat-to stipulato entro una data di 10 giorni per un contratto di 6 mesi, e di 20 giorni per un contratto di durata superiore a 6 mesi. Nel contratto intermittente, infine, la trasformazione “automatica” del con-tratto di lavoro intermittente è ora previ-sta oltrepassato il limite di 400 giornate lavorative nell’arco di tre anni solari.

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Lo abbiamo detto fino a dare noia, ma una volta si diceva che repetita iuvant: la crisi è cambiamento, il

cambiamento è consapevolezza, la con-sapevolezza è informazione. l’essere in-formati è dunque la chiave di lettura di tutta quella serie di drammatici proble-mi che, come cause o come conseguen-ze, affliggono ancora la nostra Italia e, a dire il vero, oramai pochi altri Paesi nel mondo. altro che “crisi mondiale”! Qua siamo rimasti a zampe per aria in quat-tro gatti.E a parte la metafora zoofila, rimane la questione su cosa noi si debba fare dav-vero e subito per scrollarci di dosso tut-to questo. Il nostro territorio e le nostre risorse, se cerchiamo ancora risoluzioni prettamente industrial-manifatturiere, è davvero irrisorio e in parte irreversibil-mente utilizzato in modi poco efficaci. Tanto più, poi, che la capacità produttiva (materiale, umana, normativa, finanzia-

ria) di altri competitors internazionali è difficilmente contrastabile. Quindi, se fossimo in guerra (ma perché, non lo siamo?), un qualsiasi stratega sconsi-glierebbe in modo risoluto un attacco frontale. E invece noi lì, a montar le ba-ionette…Per essere semplicemente pragmatici, occorre puntare più che mai sulla for-mazione e sulla ricerca (non necessa-riamente in questo ordine). Ma questa volta viste secondo un’ottica nuova, os-sia quella del vendere la competenza, la conoscenza, i brevetti, in un certo sen-so anche la tradizione e la cultura. Per troppo tempo si è ignorata l’importanza di essere aggiornati. Forse per ancora più tempo si è considerato quello nella ricerca come un costo e non come un in-vestimento (e la disquisizione non è solo linguistica: è differente l’approccio alla problematica). Ma se fossero invece la conoscenza dei mercati e dei mestieri, i

brevetti, le capacità manageriali ad avere oggi un mercato concreto? se fossero le persone e le informazioni i nostri prodot-ti di eccellenza?I giovani hanno bisogno di credere nel fu-turo, di avere fiducia nel Paese, di avere la voglia di investire il proprio tempo e la propria determinazione in Italia e non altrove.Molte nostre aziende non coltivano af-fatto quello che è chiamato internal branding, ossia non sanno creare proat-tivamente consenso e motivazione nelle proprie risorse interne, nel proprio capi-tale umano e l’Italia è specchio di questa mancanza di cultura. Occorre investire seriamente, definiti-vamente, consapevolmente, intelligen-temente sulla formazione, perché essa non porta solo all’informazione e alla competenza, ma è anche volano della forza di volontà e dell’attaccamento agli ideali.

sPeciale: formazione e giovani

Il Prodotto “Conoscenza”l’informazione è quasi tutto. saperla gestire e mettere a frutto è tutto il resto. ancora sommersi nelle spirali del cambiamento, dobbiamo definitivamente convincerci che la nostra eccellenza non è tanto fatta di “cose” ma piuttosto di pensieri, progetti, tradizioni, cultura. che possono creare valore sia in modo indiretto che diretto, partendo (finalmente e doverosamente) dai giovani

di M. barchiesi

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sPeciale: formazione e giovani

Dottor Guidi, non pochi imprendi-tori lamentano una scarsa atti-tudine della formazione a prepa-

rare i giovani al mercato del lavoro. Lei cosa ne pensa?“Il problema parte da lontano. Impresa e strutture formative (scuole ed università) sono due mondi che in Italia non si sono mai parlati abbastanza, per una serie di motivi che non è il caso di trattare in que-sta sede. ciò che rileva, oggi, è un dato obiettivo: la formazione universitaria deve migliorare in termini di efficienza operativa, e cioè sul piano della capacità di orientare e preparare i giovani verso una dimensione lavorativa aziendale”.

Lei cosa suggerisce al riguardo?“Il coinvolgimento di manager e consu-lenti provenienti dall’impresa nel pro-cesso formativo e universitario, nonché l’integrazione tra manager e consulenti”.

Con quale funzione?“Trasferire in ambito didattico la cono-scenza del mondo aziendale”.

Concretamente, questo tipo di approc-cio come potrebbe avvenire?“l’università potrebbe ad esempio incen-tivare, anche economicamente, i ragazzi a frequentare un master con contenuti specialistici, organizzati e tenuti da sog-getti ed enti che “vivono” l’azienda quo-tidianamente. un’altra buona idea, ac-comunata alla prima per quanto attiene alle finalità, è rappresentata dalle borse di studio, finanziate attraverso conven-zioni con strutture formative e professio-nali e, loro tramite, con aziende”.

In che senso l’Università potrebbe aiu-tare i giovani in relazione ai master?“un sostegno concreto è senz’altro quel-lo di tipo economico; quindi sopportando

una parte del costo. Il neolaureato sa-rebbe così posto nella condizione di in-traprendere agevolmente questo nuovo percorso formativo, strategico per il suo futuro, grazie ad apposite convenzioni. al riguardo auspico una maggiore intera-zione tra università e formazione profes-sionale privata”.

In questo Speciale ML ha chiesto ad al-cuni Rettori se per un giovane neodiplo-mato vale davvero la pena intraprende-re un percorso di studi universitario. Lei cosa ne pensa?“In molti casi potrebbe essere vantag-gioso, una volta conseguito il diploma di scuola superiore, frequentare un ma-ster professionalizzante. certo, occorre valutare le singole situazioni personali e familiari, contestualizzandole nella situazione concreta, però mi sentirei di invitare i ragazzi a fare una seria rifles-

“L’Università è chiamata a ripensare il proprio ruolo”Per Flavio Guidi (Gruppo sida) nelle aule universitarie si deve “respirare” aria d’azienda, e i giovani vanno messi nella condizione di poter comprendere concretamente il mondo del lavoro e il sistema “azienda”. a loro viene anche chiesto di adottare una mentalità che sia al passo con i tempi

di l.Osmani

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“La realtà ha fatto emergere

inesorabilmente tutte le criticità e le

contraddizioni della cultura che ha dominato

per anni, che vedeva nel posto pubblico,

in banca o in aziende con contratto a tempo

indeterminato, l’obiettivo centrale del nostro

progetto lavorativo”

sione al riguardo”.

Una riflessione proiettata alle oppor-tunità professionali derivanti dall’una o dall’altra scelta?“Non solo. bisognerebbe mettere sul piatto della bilancia anche il costo socia-le e il costo familiare, in termini di spese vive, che la famiglia deve sostenere per mantenere un giovane agli studi. E per quanto tempo? Guardi qui: ho fatto un calcolo approssimativo. se un ragazzo, terminata la scuola superiore, si avvia al lavoro, anche con uno stipendio me-diamente basso dopo circa una decina d’anni ha già portato a casa diverse di migliaia di euro. Mentre il suo coetaneo che si è iscritto all’università, per bene che gli sia andata, alla stessa età – 27-28 anni - si sarà appena inserito nel mondo del lavoro. Non solo: in questi anni egli ha rappre-

sentato un costo notevole per la famiglia. senza considerare le spese se lo studen-te è fuori sede”.

Lei propone un modello che si discosta dalla visione classica del passaggio tra formazione e lavoro.“la mia impostazione segue i cam-biamenti imposti dal contesto socio-economico e dal mercato. Guardiamoci attorno: il mercato del lavoro è profon-damente mutato, ed è tuttora in continua evoluzione. le statistiche ci dicono che la vita media di un’azienda è attorno ai dieci anni, e mediamente una persona lavora per circa quarant’anni. ciò significa che il posto di lavoro dovrà essere cambiato almeno quattro volte …”.

Quindi?“la situazione creatasi sta facendo crol-lare il mito del posto fisso. la speranza di

molti giovani di avere la classica “siste-mazione” che ti protegge fino al momen-to della pensione, va riposta nel cassetto. la realtà ha fatto emergere inesorabil-mente tutte le criticità e le contraddizioni della cultura che ha dominato per anni, che vedeva nel posto pubblico, in banca o in aziende con contratto a tempo inde-terminato, l’obiettivo centrale del nostro progetto lavorativo”.

Ma l’esigenza di lavorare resta, per i giovani come per i meno giovani. E allo-ra cosa fare?“Ritengo che si debba pensare al proprio progetto di lavoro con la consapevolez-za che le aree in cui poter ricercare un reddito e un soddisfacente momento realizzativo siano sostanzialmente tre: l’imprenditorialità, la professione e l’im-piego come dipendente (seppur con la prospettiva del cambiamento)”.

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Come ?Non tutti abbiamo gli stessi talen-ti, ma è utile a tutti che ognuno di

noi dia il meglio di se stesso. chi fa ciò lo fa perseguendo forse un proprio in-teresse, ma porta benefici anche a tutti gli altri e anche a quelli meno dotati. la scuola deve quindi sviluppare i talenti, ma anche dare indicazioni su come pos-sano essere impiegati.Occorre, fin da subito, invogliare i giova-ni a riflettere su tutte le conoscenze che hanno appreso collegandole con idee utili per il pubblico, che si possono quin-di trasformare in attività imprenditoriale. Non basta solo chiedere “cosa sai?”, ma anche “a cosa serve?” “come può essere utilmente impiegata questa conoscen-za?” “come viene adoperata in ambito economico e quali possono essere gli ul-teriori sviluppi che possono migliorare la vita delle persone e avere sbocchi econo-mici?”. Occorre apprendere ma riflettere anche come possono essere utilizzate le

nostre conoscenze. Non basta dire: ora pensa a studiare e, se studierai, ti daran-no un posto di lavoro.

E qual è appunto il legame tra università e mondo del lavoro? attenzione. Quando parliamo di attività lavorativa ci viene subito in mente il po-sto di lavoro, sicuramente fisso, vagheg-giato dai nostri padri. Non è più così e non lo sarà in futuro semplicemente per-ché le imprese nasceranno e moriranno molto rapidamente, anche quelle che sembrano più grandi, e too big to fail. se non falliscono, spesso vengono assor-bite da altri e mutano profondamente con l’espulsione di molti lavoratori che debbono trovare altre alternative. Però il sistema è in grado di rinnovarsi per cui nascono continuamente nuove aziende e nuove opportunità (il male dell’Italia è proprio quello di non favorire questo processo). chi dovrà costituire queste aziende e non i giovani che ora stan-

no studiando e a breve si laureeranno? compito dell’università è sfornare non solamente dei competenti esecutori, ma anche degli intraprendenti imprenditori. lo studio deve quindi essere orientato a sviluppare caratteristiche di autonomia ed iniziativa.

cosa si può fare di meglio per creare un sistema competitivo e vincente in cui i giovani neolaureati possono trovare pre-sto un’occupazione nelle loro aspettati-ve?

1. un primo consiglio che si deve dare al sistema universitario è quindi quello di istituire esami che tocchino tra-sversalmente più materie (approc-cio interdisciplinare), in modo che gli studenti si abituino a collegare tra loro realtà anche molto distanti e in generale a curare gli aspetti trasver-sali oltre quelli specialistici. l’azien-da pretende dai propri collaboratori

Ma cosa significa essere competitivi come università? Essere competitivi come università significa aumentare le probabilità che chi le frequenta abbia successo nella vita e si realizzi pienamente, significa aiutare i giovani a sviluppare al meglio i propri talenti in modo da essere utili a se stessi e agli altri. Questo significa anche opportunità di lavoro e successo economico

sPeciale: formazione e giovani

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sPeciale: formazione e giovani

una visione d’insieme all’interno del-la quale collocare conoscenze anche diverse tra loro. ciò significa che il giovane, nell’affrontare il mondo del lavoro potrà trovarsi un compito spe-cifico da svolgere ed essere collocato all’interno di un particolare settore specialistico, ma da lui ci si aspette-rà che le conoscenze apprese siano ricondotte all’interno di un contesto unitario orientato a risolvere proble-mi pratici che debbono tener conto di numerosi aspetti. Per esempio, se inquadrato all’interno di un settore di ricerca e sviluppo, difficilmente potrà da subito applicare quello che ha im-parato ai particolari e specifici proble-mi dell’impresa. Da una parte avrà la necessità di approfondire la sua cono-scenza limitandone il campo di appli-cazione in ragione dello specifico set-tore di appartenenza dell’impresa, ma dall’altra paradossalmente dovrà am-pliarla a settori che, con buona proba-bilità, non gli sono stati insegnati. Do-vrà capire, ad esempio, come funziona l’impresa stessa, come relazionarsi ai colleghi e ai capi; dovrà comunque sapere come funziona un progetto in generale, quale sia la cultura della sua impresa, quali siano i fattori da tenere più sotto controllo nell’attività; dovrà considerare gli aspetti econo-mici come trasversali rispetto a tutto ciò che farà, comprendere le strategie del suo settore e dell’impresa in ge-nerale e sforzarsi nel suo piccolo di rispondere alla complessità dell’or-ganizzazione. Queste attività dovranno essere compiute tutte assieme e in tempi rapidi: se passa troppo tempo e il giovane fa troppi errori, anche se ben preparato rischia di perdere cre-dibilità all’interno dell’impresa e gli vengono offerte minori opportunità di crescita. stiamo andando da una par-te verso una grandissima specializza-zione, ma dall’altra si pretende da noi

un’estrema flessibilità nell’affrontare i problemi e un ampliamento delle no-stre vedute. Dobbiamo essere degli zoom e contenere caratteristiche sia di teleobiettivo che di grandangolo. l’approccio universitario opera anco-ra troppo per sommatoria più che per sintesi. le materie appaiono come dei microcosmi con leggi e regole che tro-vano giustificazione all’interno di quel determinato sistema. Il lavoro di met-tere insieme le conoscenze, di fare in modo di dare un senso complessivo alle varie materie apprese per ottene-re sofisticati risultati pratici, dev’es-sere fatto da ogni singolo studente. Questa operazione è notevolmente complessa e non è facile riuscirci.

2. In secondo luogo (in parte è una con-seguenza di quanto dicevamo prima) occorre che la cultura del lavoro per progetti (in tutte le materie, anche in lettere e filosofia) sia sempre presen-te, non solo nelle università ma anche nei licei, nelle medie e nelle elemen-tari. Il futuro sarà caratterizzato da in-novazione e l’innovazione nasce da un progetto. Il modo di lavorare basato su un compito da eseguire fedelmente non è più sufficiente. accanto alla cul-tura del lavoro per progetti vi debbono comunque essere nozioni di economia e di organizzazione d’impresa. Occor-re esercitare le persone a costituire imprese, anche innovative e anche nelle materie umanistiche.

3. Il rapporto con le imprese, anche qui per ogni materia (non solamente ma-terie tecniche, giuridiche od econo-miche, ma anche per tutte le altre). Quando si parla di rapporto con le im-prese si pensa agli stage e al fatto che gli studenti abbiano un contatto con il mondo del lavoro. Non basta! Occorre che questo contatto lo abbiano proprio le università, che con umiltà i diparti-

menti cerchino di dare significato eco-nomico alla cultura che producono e si confrontino con i manager e i centri di ricerca, per imparare oltre che per insegnare. Troppo spesso l’atteggia-mento dei cattedratici è supponente e distaccato rispetto al mondo dell’im-presa. si dice “vediamo cosa vogliono da noi” invece che “vediamo cosa è possibile fare insieme”. così si spre-cano opportunità sia per le università che per gli studenti. In qualche caso ciò avviene, ma siamo lontani dalle eccellenze che si sono verificate in altri Paesi. aggiungo che questo at-teggiamento non può essere esclusi-vamente riservato alle facoltà scienti-fiche ma anche a quelle umanistiche. In Italia ci sono almeno altrettante opportunità per startup che vengono da una cultura umanistica rispetto a quelle ben note che promanano da fa-coltà scientifiche. Noi possiamo forse riuscire più di altri a rappresentare una sintesi tra le due componenti.

4. Internazionalizzare. Non si dovrebbe avere il massimo dei voti se non si sono fatte esperienze all’estero. Non è solo il problema di imparare le lin-gue, ma quello di capire diversi modi di affrontare e risolvere problemi, di pensare, di far funzionare le cose, di porsi rispetto allo studio e alla cono-scenza. la velocità con cui succedo-no le cose è tale per cui è necessario ampliare ed allargare le nostre vedute non dando nulla per scontato e solo la comprensione di esperienze e realtà diverse aumenta le probabilità di tro-vare nuove strade.

Angelo pasquarellaautore de “Il Quinto stato”

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sPeciale: formazione e giovani

Professore, ci può spiegare bre-vemente i motivi per i quali un giovane neo-diplomato dovrebbe

intraprendere un percorso di studi uni-versitario anziché cercare subito uno sbocco occupazionale?“E’ difficile immaginare che l’Italia pos-sa fare a meno di persone in possesso di un adeguato bagaglio di conoscenze … tanto più che nel nostro Paese la per-centuale di laureati rispetto alla popo-lazione è nettamente inferiore rispetto agli standard europei. Quindi la forma-zione dev’essere vista come il motore di sviluppo economico e sociale, com’è avvenuto e come avviene in altri stati”.

E’ interessante approfondire questo tema.“Prendiamo l’esempio di Paesi emer-genti come la cina e l’India, che in cam-po formativo hanno manifestato una chiara inclinazione verso le discipline scientifiche, sulla base del modello an-glosassone. la politica perseguita li ha premiati: oggi possono disporre di numerosi in-gegneri e tecnici altamente competitivi nello scenario internazionale”.

Nel contesto che ha tracciato, la for-mazione universitaria italiana come si posiziona?“In Italia l’università si è generalmente rivelata carente sotto il profilo nume-rico, cioè relativamente al numero di laureati che sforna, come accennavo prima; tale limite si riverbera negativa-mente anche limitando il ragionamento ai percorsi di studi di natura tecnica”.

Se i laureati italiani sono pochi rispetto ad altri Paesi, è altrettanto vero che le iscrizioni non mancano …“Il fatto è che in Italia vi è un’elevata per-centuale di abbandoni, abnorme rispet-to ai dati che ci giungono, ad esempio, da Francia, Germania e Gran bretagna”.

Perché si deve puntare di più sulle Fa-coltà tecniche?“Perché sono soprattutto le discipline tecniche a rappresentare le determi-nanti del cambiamento, anche più di quelle economiche. Per cui ribadisco la mia convinzione: per recuperare terreno e competitività, l’Italia ha bisogno di un maggior nume-ro di laureati tecnici”.

Mi pare che le proposte formative dell’Università di San Marino seguano questa impostazione.“si, e il motivo è piuttosto intuitivo: un ateneo dev’essere idoneo a creare oc-cupazione. anzi, dirò di più: questa è la sua mission principale. Ed è per rag-giungere pienamente questo obiettivo che alcuni anni fa decidemmo di avviare tre corsi di laurea che ormai possono considerarsi collaudati”.

Ce ne vuole parlare?“Iniziamo con il corso di laurea in Dise-gno industriale, svolto in collaborazione con Iulm di venezia: riscuote sempre un ampio successo, per una serie di motivi: circa la metà delle lezioni sono dedicate alla realizzazione di progetti specifici, è previsto un periodo di tirocinio (obbli-gatorio) della durata di quattro mesi e, soprattutto, perché quasi sempre chi raggiunge il titolo finale trova agevol-mente e in tempi brevi un’occupazione adeguata alle proprie aspettative”.

Perché un corso del genere è apprez-zato dalle aziende?“Perché la nostra economia è composta

“Per recuperare competitività, l’Italia ha bisogno di più laureati tecnici”E’ sulla base di tale convinzione che il Rettore dell’università di san Marino, Giorgio Petroni, ci illustra il perché del successo dei corsi di laurea del “suo” ateneo

di Giulio Guidi

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in massima parte da Pmi, cioè realtà produttive di ridotte dimensioni che dif-ficilmente possono competere sul pia-no tecnologico, cioè investendo risorse cospicue in ricerca e innovazione. va da sé che puntino maggiormente in valori estetici, culturali insiti nel prodotto …”.

Nell’Università di San Marino non pote-va poi mancare - vista la Sua esperien-za in materia (unica a livello nazionale, non vi è dubbio!) - un corso di Laurea in Ingegneria Civile.“E’ un altro corso che riteniamo funzio-nale allo sviluppo delle attività produt-tive del territorio che ci circonda. Pensi che nella sola provincia di Pesaro e ur-bino, che conta sui 350mila abitanti, vi sono ben 42mila imprese; molte saran-no in crisi, certo, ma ne resta comunque un numero enorme … Inoltre è attivo un corso in Ingegneria Gestionale, anch’es-so caratterizzato da un ottimo indice di occupabilità dei propri laureati”.

Questo Ateneo è conosciuto in tutto il mondo anche per gli studi umanistici.“l’università di san Marino nacque in effetti come una sorta di cenacolo ri-

servato a pochi studiosi di altissimo li-vello, proiettati soprattutto ad attività di ricerca in campo storico, ma poco alla didattica. Era un centro attorno al quale gravitavano studiosi del calibro di Rena-to Zangheri – che ne fu il primo Rettore - e umberto Eco, miei predecessori. Di-ciamo che era un’università di studiosi piuttosto che di studenti”.

Nel corso degli anni, con il Suo ingres-so, l’Ateneo cambiò pelle …“ho cercato di dare impulso anch’io a questa metamorfosi, trasformando questa prestigiosa realtà culturale in un’università di studenti e per studenti, piuttosto che per studiosi. Ovviamente mantenendo da un lato la tradizione di centro di studi storici, che non può es-sere abbandonata, e dall’altro le carat-teristiche di piccola università, grazie anche al numero chiuso”.

Perché ha messo in risalto quest’ulti-mo aspetto?“Perché essere in aula in 40 persone è una cosa, in 400 un’altra. Il numero li-mitato di studenti facilita indubbiamen-te gli stessi allievi nell’apprendimento,

e anche l’organizzazione accademica perché ti permette di seguire da vicino chi dimostra difficoltà di apprendimento in talune materie”.

Professore, un messaggio ai giovani in procinto di iniziare un percorso univer-sitario.“scegliete un corso che vi dia buone op-portunità di trovare un impiego. se poi trovate all’interno del catalogo formati-vo dell’università di san Marino alcune proposte interessanti, venite a trovarci, magari con i vostri genitori: c’è uno staff qualificato pronto a fornirvi tutti i chia-rimenti necessari. Ma non dimenticate-vi di confrontarvi anche con chi ha già fatto quest’esperienza da noi: il passa-parola è sempre il canale comunicativo più efficace”.

“Ai giovani dico: confrontatevi anche con chi ha già fatto quest’esperienza da noi. Il passaparola è sempre il canale comunicativo più efficace”

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sPeciale: formazione e giovani

Professore, ci può spiegare bre-vemente i motivi per i quali un giovane neo-diplomato dovrebbe

intraprendere un percorso di studi uni-versitario anziché cercare subito uno sbocco occupazionale?“Rispondo molto volentieri, con la spe-ranza di convincere tutti coloro che ci leggeranno. Io sono assolutamente “pro” università; anzi, lo sono sempre stato, sin da studente … Per almeno due validi motivi”.

Iniziamo col primo.“la prima motivazione è quella classi-ca: la formazione. l’università è infatti uno strumento di ascensore sociale di indubbia efficacia. Io stesso sono testi-monianza di un percorso di questo tipo. Oggi però vi è anche un altro aspetto da considerare, e così introduco il secondo motivo”.

Prego.“Oggi non pochi atenei offrono ai propri studenti competenze e conoscenze che vanno oltre la disciplina che seguono,

sia essa scientifica, tecnica, umanisti-ca, giuridica, economica, ecc. a tal fine si mettono in moto iniziative dirette a far acquisire alla persona strumenti che in futuro saranno utili sia nell’ambiente di lavoro, sia nel contesto sociale. anzi, ad-dirittura già nel colloquio di lavoro …”.

Circoscrivendo il discorso a questo se-condo filone, può farci qualche esempio di attività sviluppate da Unicam?“Incentiviamo i nostri giovani ad esplora-re mondi nuovi, dalla comunicazione alla musica, dallo sport al teatro. loro devo-no essere consapevoli che un domani, sul lavoro, applicheranno si la disciplina nella quale si sono specializzati durante il corso di laurea, ma sarà chiesto loro un approccio elastico, duttile anche ver-so contesti culturali ed organizzativi del tutto nuovi rispetto a poco tempo fa”.

L’Università di Camerino sta preparan-do gli studenti in questa direzione?“I risultati confermano la bontà delle nostre scelte, nel senso dell’internazio-nalizzazione, dello scambio culturale tra

persone di razza, religione, lingua diver-se … lo sa che ormai numerosi nostri corsi sono svolti interamente in lingua inglese? significa che senza alcun costo aggiuntivo per lo studente, rilasciamo un titolo di studio che potrà essere speso in molti altri Paesi europei, grazie agli accordi che unicam ha sottoscritto con moltissimi atenei all’estero”.

I corsi di laurea in inglese attraggono anche studenti stranieri?“assolutamente si. E questo fattore aiu-ta non poco anche i nostri giovani, che si trovano a vivere a fianco di coetanei con abitudini e stili di vita del tutto differen-ti. così torniamo al concetto espresso poc’anzi, riferito all’importanza di colti-vare sia la crescita professionale che l’a-spetto personale, esperienziale dell’indi-viduo”.

Professore, secondo Lei quale dovreb-be essere il rapporto tra Università ed imprese?“un rapporto dialettico e costruttivo, che coinvolga anche la Pubblica amministra-

“L’Università deve parlare lo stesso linguaggio del territorio”Professor Flavio corradini, Rettore dell’università di camerino, mostra con soddisfazione i notevoli traguardi raggiunti: maggiori opportunità internazionali per i giovani, dialogo proficuo con le aziende e partecipazione allo sviluppo del territorio

di l. Osmani

“Negli ultimi tempi, rispetto al passato noto da parte del

mondo accademico un maggior interesse nei confronti del tessuto

imprenditoriale”

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zione, cioè chi governa il territorio”.

Se questo è l’obiettivo, come vede l’at-tuale situazione ?“Negli ultimi tempi, rispetto al passato noto da parte del mondo accademico un maggior interesse nei confronti di quel-lo produttivo inteso in senso lato, come detto poc’anzi. certo, alcune università si sono mosse più velocemente di altre, alcune guardano più intensamente alla didattica, altre concentrano maggiori risorse verso la ricerca e l’innovazio-ne, altre infine guardano all’Europa con estremo interesse. Però questa diversità è una ricchezza, non un limite della no-stra formazione”.

Nello specifico, Unicam come si posizio-na rispetto al territorio?“Mi permetta di dire che anche sotto questo profilo, negli ultimi anni abbiamo fatto enormi passi in avanti. Per quanto attiene in particolare il rapporto con il tessuto imprenditoriale locale, la rispo-sta alla sua domanda la trova già nello statuto dell’ateneo, laddove si prevede

uno specifico organo – il comitato dei sostenitori – composto da imprenditori che credono al nostro progetto formati-vo. E guardi che non è un organo sulla carta: gli imprenditori seguono da vicino la vita di questo ateneo, e molto spes-so i progetti che decidiamo di sviluppare sono emanazione della volontà proprio di questa componente. Non a caso, due membri del consiglio di amministrazio-ne dell’università sono eletti proprio dal comitato”.

E sul rapporto con gli enti locali cosa ci dice?“anche qui partiamo da un organo ope-rante nel nostro ateneo: la consulta permanente per lo sviluppo, composta dai sindaci di tutti i comuni del territorio, da Tolentino a Fabriano, e dai rappresen-tanti delle comunità montane”.

Perché due tavoli di confronto, uno per gli imprenditori e uno per gli ammini-stratori locali?“Perché sono due mondi che parlano un linguaggio differente, e l’università

dev’essere in grado di dialogare con en-trambi. Mi spiego meglio: in entrambi i contesti si verifica la sussistenza dei presupposti idonei per una collaborazio-ne dell’università in un’ottica di sviluppo del territorio. Però dobbiamo partire da premesse diverse”.

Ci faccia un esempio.“Posto che la mission dell’impresa sia quella di fare business, l’università non può pretendere di imporre un determina-to prodotto all’imprenditore se egli non lo reputa valido per i suoi obiettivi, oppu-re lo considera prematuro, fuori budget, ecc. Questo è un aspetto non trascura-bile, che per troppo tempo ha tenuto di-stanti le due parti. Inoltre con l’impren-ditore vanno valutati attentamente una serie di aspetti anche di natura legale, finanziaria, ecc. con i rappresentanti del territorio il discorso è diverso: a questo tavolo si deve ragionare in termini di van-taggi e benefici per la collettività. Ne de-riva che si parla di prodotto e di processo esclusivamente in tale dimensione”.

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Professore, ci può spiegare brevemen-te i motivi per i quali un giovane neo-diplomato dovrebbe intraprendere un

percorso di studi universitario anziché cer-care subito uno sbocco occupazionale?“secondo l'indagine almalaurea sull’occupa-zione dei laureati 2011, la percentuale di no-stri laureati che trovano lavoro dopo un anno dalla laurea è pari al 58,2 per cento. Questo dato ci colloca al primo posto nelle Marche e all'undicesimo in Italia. certo, in una fase di crisi economica come quella che investe l’I-talia da anni e, in maniera strutturale, i giova-ni, i numeri non possono dire tutto. E tuttavia qualcosa possiamo dire. la prima cosa è che laurearsi (seriamente e in tempo utile) con-viene ai singoli, alle famiglie, all’intera comu-nità. Tutti i dati smentiscono coloro che pre-dicano l’inutilità della laurea. Il problema non è investire in formazione, ma semmai è avere un mercato più ricettivo, capace di crescere qualitativamente (l’espressione “società della conoscenza” vi dice qualcosa?). abbiamo la metà dei laureati della media dei Paesi Ocse. Esiste un rapporto autoevidente tra crescita economica e sviluppo dell’alta formazione. Qualcuno diceva che la cultura non dà da mangiare… la laurea non assicura di per sé l’occupazione, ma è una fondamentale por-

ta d’accesso se offre, oltre alle conoscenze e alle competenze “professionali”, apertu-ra mentale, flessibilità gestionale, spirito di adattamento, abilità trasversali. l’università di Macerata è l’ateneo più specializzato in Italia nell’ambito delle scienze umane e del-le scienze sociali. Noi parliamo non a caso di umanesimo che innova per proporre una ag-giornata declinazione di saperi e professioni, che sanno coniugare valori antichi e nuove tecnologie”.

Secondo Lei l’università italiana – anche in rapporto con talune esperienze straniere - è adeguata per preparare i giovani al mercato del lavoro?“Il fatto che i nostri giovani diplomati e lau-reati trovino lavoro all'estero significa che hanno delle qualità e delle competenze. Il dato dell'impoverimento dell'Italia in termini di "cervelli" è davvero negativo. Infatti, il pro-blema non è che i nostri giovani facciano delle esperienze di studio e di lavoro all'estero, ma che l'Italia non sia in grado di assicurar loro, se lo vogliono, delle reali opportunità. la mo-bilità è un dato di fatto, ma noi non riusciamo ad attrarre, se non in misura molto piccola, giovani talenti provenienti da altri Paesi. In questo, l'università può fare molto, certa-

“Laurearsi (in tempo utile) conviene ai singoli, alle famiglie, all’intera comunità”Per luigi lacchè, Rettore dell'università di Macerata, “tutti i dati smentiscono coloro che predicano l’inutilità della laurea. Il problema non è investire in formazione, ma semmai è avere un mercato più ricettivo, capace di crescere qualitativamente ...”

di M. Palumbo

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mente di più per favorire la cultura del lavoro e l'autoimprenditorialità”.

Condivide l’idea di quanti ritengono necessaria la frequenza di un master post-universitario attraverso il quale trasferire ai giovani la conoscenza del mondo dell’impresa e delle sue regole?“sì, ma solo se i master e i corsi di per-fezionamento offrono davvero un’alta specializzazione utile per il neolaureato ma soprattutto per chi già opera in un determinato settore. Perché ciò acca-da occorre una forte integrazione tra l’apprendimento teorico e l’esperienza diretta nei diversi settori di intervento, grazie ad una metodologia didattica in-terdisciplinare, basata su simulazioni di situazioni reali, case-studies, seminari di approfondimento, workshop, stage aziendali. Per la loro flessibilità, i ma-ster possono essere una risposta stra-tegica alle richieste del territorio e delle organizzazioni produttive”.

Qual è la Sua opinione in merito alla collaborazione tra università e struttu-re specializzate nella formazione pro-fessionalizzante?

“la riteniamo molto importante. Non a caso sosteniamo alcuni Istituti Tecni-ci superiori, collaboriamo da anni con “Italia lavoro” nel programma Fixo (pla-cement aziendale) e stiamo implemen-tando il programma regionale Eureka per attivare borse di dottorato azienda-li”.

Un consiglio per i ragazzi che in queste settimane sono in procinto di scegliere la Facoltà: quali sono i corsi organizzati dall’Università di Macerata che offrono maggiori opportunità occupazionali a medio termine?“I recenti dati della classifica proposta dalla Guida di Repubblica-censis sul posizionamento delle aree didattiche degli atenei sono straordinari. sensibile è il miglioramento nella classifica degli atenei medi (sesti), davanti ad universi-tà di rilievo come brescia, Ferrara e ca’ Foscari. ancora migliore è il posiziona-mento nelle diverse aree. Primi in Italia per Giurisprudenza e per scienze della formazione; quarti per scienze politiche, scienze della comunicazione, Turismo, servizio sociale, scienze dell’ammini-strazione; quarti per tutto il settore lin-

guistico; sesti per beni culturali, Filoso-fia, lettere, storia; decimi per scienze dei servizi giuridici; quindicesimi per Economia. a ben vedere, ci collochiamo, nell’ambito delle nostre aree scientifi-che, tra i primi 5-6 atenei in Italia. E non è poco. a questi si aggiungono i risultati della grande valutazione quadriennale della ricerca, che ci vede al settimo po-sto tra i medi atenei italiani per la quali-tà dei prodotti della ricerca”.

Le graduatorie non dicono tutto …“Però i dati presentati sono concordanti nel mostrare un ateneo compatto, sulla via di una crescente dinamicità, capace di darsi un progetto per il futuro, per di-ventare, in maniera stabile e riconosciu-ta, una università delle scienze umane e delle scienze sociali di rilievo europeo. Gli studenti e le loro famiglie troveranno a Macerata corsi di qualità, sempre più internazionalizzati e in grado di offrire risposte concrete sul piano dell’occupa-bilità. Insomma, scegliere Macerata non solo perché è vicina, ma perché è tra le prime in Italia”.

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sPeciale: formazione e giovani

Professore, ci può spiegare bre-vemente i motivi per i quali un giovane neo-diplomato dovrebbe

intraprendere un percorso di studi uni-versitario anziché cercare subito uno sbocco occupazionale?“Iscriversi all’università è un ottimo in-vestimento che il giovane si ritroverà in futuro. Del resto, sono le stesse statisti-che a dirlo: i laureati hanno mediamente maggiori opportunità lavorative. certo, dipende anche dal tipo di percorso di studi che si sceglie e dall’impegno pro-fuso dallo studente”.

Ci presenta brevemente l’Università Po-litecnica delle Marche?“al riguardo non posso che confermare quello che già i dati ufficiali espongono con chiarezza: le nostre cinque Facoltà offrono tuttora ottime opportunità di im-piego”.

Possiamo indicarle una ad una?“Partiamo da Medicina e chirurgia: an-

che per il fatto che è a numero chiuso, chi vi si laurea non ha assolutamente problemi a trovare un’adeguata occupa-zione. agraria ha davanti a sé un futuro roseo, favorito dal ruolo sempre più im-portante che l’agricoltura avrà nella no-stra economia. Quanto ad Ingegneria, le posso dire – come docente – che ricevo sempre numerose richieste da parte di aziende che cercano i nostri laureati (e talvolta persino i laureandi…)”.

La crisi non si sente?“E’ vero che c’è una forte disoccupazio-ne, ma è altrettanto evidente che riman-gono numerose figure professionali che le aziende stentano a coprire”.

Restano Economia e Scienze.“Per quanto attiene alla facoltà economi-ca, anch’essa garantisce ottime oppor-tunità sia nelle imprese che nei servizi, ad esempio per l’internazionalizzazione. la Facoltà di scienze, infine, con le sue due specializzazioni (protezione civile e

tecnologie marine) si colloca in una si-tuazione peculiare nell’intero panorama formativo nazionale”.

Non pochi imprenditori lamentano una certa distanza tra università ed aziende, nel senso che la prima potrebbe e do-vrebbe essere più “utile” al mondo pro-duttivo. Cosa ne pensa?“la distanza esiste, non lo nego; però vanno fatte alcune precisazioni. E a tale proposito parto dalla mia esperienza for-mativa e professionale: mi sono laureato nel ’79 proprio in questo ateneo e – come tanti altri giovani di allora – emigrai, an-dando a lavorare fuori regione. allora il mondo produttivo regionale non era così attivo come oggi … col tempo lo stesso imprenditore è cambiato, e non poco, e il tessuto imprenditoriale che si è venuto a creare ha dimostrato una forte capacità di assorbire la forza lavoro uscita dalle nostre scuole e dalle nostre università. Questo per dirle che se per molti anni è mancato un contatto stretto con l’univer-

“Apertura verso le aziende, ma l’impegno dev’essere reciproco”sauro longhi, neo-Rettore dell’università Politecnica delle Marche, conferma l’impegno a collaborare con le aziende del territorio

di P. Duranti

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“Iscriversi all’Università è un

ottimo investimento che il giovane si

ritroverà in futuro”

sità, forse era per la natura delle aziende poco orientate all’innovazione e alle tec-nologie ”.

Oggi che il clima è cambiato, vi può es-sere un proficuo scambio di conoscen-ze?“certamente, a patto che l’azienda non veda l’università come uno sportello dove pretendere la soluzione ai propri problemi, ma piuttosto un partner con il quale sviluppare le soluzioni. Inoltre il nostro compito è quello di facilitare l’in-gresso di menti lucide e preparate nell’a-zienda”.

Come?“uno strumento che nel tempo si è ri-velato di estrema efficacia è quello del dottorato di ricerca, spesso finanziato o cofinanziato proprio dalle imprese. a questo proposito vorrei sfatare un luogo comune: tale esperienza formativa non è finalizzata esclusivamente all’avvio del-la carriera universitaria, ma può essere

un ottimo trampolino per una brillante carriera in un’azienda o nella Pubblica amministrazione”.

Anche la Regione Marche segue tale im-postazione …“Grazie al Progetto Eureka la Regione partecipa al costo del dottorato, nella misura di un terzo. così sia l’ateneo che le imprese vedono ridursi sensibilmente il loro impegno finanziario”.

In una recentissima assise dei Rettori italiani, il Ministro Carrozza ha espresso un concetto che in precedenza Lei aveva scritto nel suo messaggio elettorale. Mi riferisco in particolare all’importanza di comunicare anche all’opinione pubbli-ca il ruolo di motore dello sviluppo che ha l’Università. Non è che il Ministro ha “copiato” la sua tesi?“Non penso proprio … ciò che conta è che si lavori tutti nella medesima direzione. In tal senso è ovvio che le parole del Ministro sono dal sottoscritto più che condivise”.

In conclusione, professore: nel Suo mandato da Rettore c’è anche l’impe-gno a ricercare un confronto serio con le imprese del territorio?“un impegno totale, a condizione di re-ciprocità”.

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sPeciale: formazione e giovani

Professore, ci può spiegare bre-vemente i motivi per i quali un giovane neo-diplomato dovrebbe

intraprendere un percorso di studi uni-versitario anziché cercare subito uno sbocco occupazionale?“l’università è un luogo unico di crescita umana, educativa oltre che strumento di sviluppo intellettuale; è un percorso del-la conoscenza e di scambio di esperienze e di culture, che raccomando di vivere to-talmente combinando insieme momenti di studio all’estero; un’esperienza stra-ordinaria per arricchire la propria forma-zione ma anche per essere più consape-voli e responsabili. sotto questo aspetto, l’ateneo offre molte e diverse opportu-nità per gli studenti attraverso le borse Erasmus, Erasmus placements, IsEP e accordi di cooperazione internazionale con università australiane e statunitensi. sono oltre ventimila gli studenti italiani che hanno vissuto esperienze di studio e di vita all’estero. Occasioni preziose, for-se uniche, che trasformano lo studio in un’esperienza fondamentale nella vita di una persona, oggi più che mai necessa-ria quando il confronto con gli altri paesi è imprescindibile”.

Secondo Lei l’università italiana – anche in rapporto con talune esperienze stra-niere- è adeguata per preparare i giova-ni al mercato del lavoro?“I cambiamenti profondi del mercato del lavoro influiscono negativamente anche sulla vita delle nostre università costret-te a subire mutamenti continui a causa delle veloci trasformazioni del mondo professionale. Questo significa che cor-riamo costantemente il rischio che la nostra offerta formativa non sia più ade-guata per preparare compiutamente i giovani al loro futuro lavorativo. Per que-sto sono convinto che l’università debba offrire allo studente la possibilità di im-parare a imparare, a porsi nelle condi-zioni migliori per un mercato del lavoro che è sempre più flessibile. corsi di laurea meno professionalizzanti, perciò, sostituiti da quegli strumenti che servono non a un sapere specifico, che potrebbe rivelarsi inadeguato nel tempo, ma a plasmare e rafforzare la mente. l’internazionalizzazione delle università, al contrario, va privilegiata poiché rap-presenta un indicatore importante della sua qualità. ha dirette conseguenze sui finanziamenti ministeriali ed europei,

sulla possibilità di collaborare con le aziende e sulla sua valutazione interna-zionale, e indirettamente incide anche sulle iscrizioni. Per l’università di urbino è una priorità tanto da posizionarsi tra gli atenei più internazionali d’Italia con circa mille studenti stranieri, una percentuale del 7%, doppia rispetto alla media nazio-nale”.

Condivide l’idea di quanti ritengono ne-cessaria la frequenza di un master post universitario attraverso il quale trasfe-rire ai giovani la conoscenza del mondo dell’impresa e delle sue regole?“con 22 master e 8 corsi post laurea l’u-niversità di urbino ritiene il perfeziona-mento scientifico, l’alta formazione per-manente, parte integrante dell’offerta didattica dell’ateneo. la formazione deve saper rispondere in maniera adeguata alle domande di cono-scenza espresse oggi non solo dal mon-do del lavoro ma anche da una molte-plicità di soggetti e contesti, economici, sociali, culturali sempre più complessi. specializzazione e professionalità sono dunque sempre più richieste. I corsi post laurea o i master per neolaureati

“L’internazionalizzazione degli atenei è indice di qualità„Il professor stefano Pivato, Rettore dell’università degli studi di urbino carlo bo, ci illustra le peculiarità del prestigioso ateneo della città candidata a capitale Europea della cultura per il 2019, che vanta la percentuale degli studenti stranieri doppia rispetto alla media nazionale

di l. ciaccafava

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vogliono trasmettere conoscenze e com-petenze molto specifiche e necessarie, da poter spendere immediatamente sul mercato del lavoro. Intendono inoltre fa-vorire un migliore o diverso inserimento professionale nella propria area profes-sionale di competenza. Il nuovo corso post laurea dell’università di urbino, per esempio, presentato recentemente, vuole formare nuove figure professionali che sappiano promuovere le tipicità at-traverso il racconto delle aziende agro-alimentari, delle loro attività e delle loro produzioni. un progetto sostenuto da coop adriati-ca perché ha ritenuto bene allineato alla loro missione e coerente con il profilo professionale sempre più ricercato dalle aziende agroalimentari che difendono il buon cibo e le tipicità”.

Qual è la Sua opinione in merito alla collaborazione tra università e struttu-re specializzate nella formazione pro-fessionalizzante?“l’università di urbino ritiene fonda-mentale il rapporto con il mondo del lavoro, al quale si rivolge con contatti mirati e settoriali, con eventi, iniziative

e accordi specifici con i centri per l’Im-piego della Provincia di Pesaro e urbino, con le associazioni quali confindustria e confcommercio, gli Enti e le Istituzioni del territorio. aderisce inoltre al proget-to Fixo (Formazione e Innovazione per l’Occupazione) promosso e sostenuto dal Ministero del lavoro e delle Politiche so-ciali, grazie al quel stiamo rapidamente crescendo come visibilità e strutturazio-ne”.

Un consiglio per i ragazzi che in queste settimane sono in procinto di scegliere la Facoltà: quali sono i corsi organizza-ti dall’Università di Urbino che offrono maggiori opportunità occupazionali a medio termine?“Il Rapporto almalaurea 2013 sulla con-dizione occupazionale dei laureati, uno strumento fondamentale per valutare l’efficacia esterna del sistema univer-sitario e per misurare l’apprezzamento e la capacità di utilizzazione del mondo del lavoro nazionale ed estero nei con-fronti dei laureati, conferma per urbino, nel quadro generale occupazionale dif-ficoltoso, che l’università è ancora uno strumento privilegiato per l’investimento

del futuro dei giovani.  sicuramente do-vuto alla validità dei corsi di laurea e alla qualità della didattica dell’università di urbino con otto Dipartimenti: scienze di base e fondamenti, scienze della comu-nicazione e Discipline umanistiche, Giu-risprudenza, scienze della Terra della vita e dell’ambiente, scienze dell’uomo, scienze biomolecolari, studi Internazio-nali di storia lingue e culture, Economia società e Politica, che offrono 15 lauree triennali, 20 magistrali di cui 5 a ciclo unico, 22 master e 8 corsi di perfeziona-mento. una qualità confermata dal rappor-to censis 2013 che mette sul podio tre dei nostri Dipartimenti (aree di scienze e Tecnologie, scienze della Formazione e dell’Educazione, scienze Motorie) e collocando tutte le aree dell’ateneo ur-binate nella metà alta delle classifiche. Informazioni dettagliate si possono tro-vare sul portale d’ateneo (uniurb.it) e sul magazine d’ateneo (post.uniurb.it). Mentre le pratiche di iscrizione sono garantite dallo sportello virtuale Futu-ra matricola nel quale trovare tutte le risposte per potersi immatricolare per l’anno accademico 2013/2014”.

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Professore, ci può spiegare bre-vemente i motivi per i quali un giovane neo-diplomato dovrebbe

intraprendere un percorso di studi uni-versitario anziché cercare subito uno sbocco occupazionale?“Perché lo studio, la cultura, la cono-scenza sono fondamentali per esercitare qualunque mestiere. servono per inter-pretare, elaborare concetti ma anche per eseguire praticamente, voglio dire per il lavoro manuale. se la formazione of-frisse strumenti operativi, pragmatici in certi contesti non guasterebbe, anzi, ma sempre dopo o contestualmente avere acquisito conoscenza teorica. Perchè, insisto, avere buone basi culturali è il fondamento per vincere nella vita pro-fessionale e lavorativa”.

Secondo lei, l’università italiana – an-che in rapporto con talune esperienze straniere - è adeguata per preparare i

giovani al mercato del lavoro?“l'università italiana nella formazione e nella didattica ha grande competenza anche rispetto agli istituti di formazio-ne stranieri. Non è un caso che in tanti, all'estero, cercano e assumono, in set-tori molto qualificati, i nostri laureati e ricercatori. la cosiddetta fuga dei cervel-li non ci sarebbe se i nostri giovani non fossero bravi e capaci e se la formazio-ne non intervenisse adeguatamente. Gli italiani hanno spesso sentimenti di infe-riorità nei confronti dei paesi stranieri. È ovvio che non siamo eccellenti su tutto ma questo è vero anche per chi è oltre confine. Il mercato del lavoro in Italia, a mio parere, non funziona come dovreb-be anche per uno strano rapporto fra gli enti formativi e il mondo della produzio-ne e dei servizi. È come se i due attori principali per una buona occupazione, parlassero linguaggi diversi. vengono at-tribuite responsabilità dagli uni agli altri

e viceversa. Di contro, ci dovremmo im-pegnare tutti di più in una relazione più positiva e soprattutto avere maggiore fi-ducia a vicenda”.

Condivide l’idea di quanti ritengono necessaria la frequenza di un master post-universitario attraverso il quale trasferire ai giovani la conoscenza del mondo dell’impresa e delle sue regole?“certo. come dicevo lo studio teorico e una buona base culturale sono fon-damentali. se su questo si agganciano studi più specifici e specialistici offerti anche in collaborazione con le imprese avremmo giovani e aziende maggior-mente soddisfatti. Per questo io credo che i master debbano essere fortemente professionalizzanti e offrire competenze tecniche che mettano i giovani nelle con-dizioni di entrare nel mondo del lavoro. Poi naturalmente saranno le imprese, private e pubbliche a formare e indiriz-

“L’università italiana vale e all’estero lo sanno„lella Mazzoli, direttore dell’Istituto formazione al giornalismo e direttore del dipartimento di scienze della comunicazione e discipline umanistiche dell’università di urbino carlo bo, parla dell’importanza della formazione accademica e post universitaria e della necessità di un maggior confronto tra atenei e realtà aziendali

di a. Dachan

sPeciale: formazione e giovani

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zare i giovani ulteriormente a seconda delle esigenze. Questo è valido per tut-te le discipline. voglio dire che i master sono importanti anche per le professioni più teoriche e non solo per le discipline applicate”.

Qual è la Sua opinione in merito alla collaborazione tra università e struttu-re specializzate nella formazione pro-fessionalizzante?“Rispondendo al quesito precedente non pensavo esattamente alle strutture pro-fessionalizzanti ma a imprese produttive all'interno delle quali inserire i giovani già attraverso stage e tirocini. una colla-borazione proficua per tutti. ben venga-no comunque le strutture professiona-lizzanti se esse operano in collegamento con università e imprese”.

Un consiglio per i ragazzi che in queste settimane sono in procinto di scegliere

il corso di laurea: quali sono quelli or-ganizzati dall’Università di Urbino che offrono maggiori opportunità occupa-zionali a medio termine?“Per questo rimando al nostro sito: www.uniurb.it. È, infatti, difficile rispondere a questa domanda in poco spazio. l'ate-neo in cui insegno e faccio ricerca, ha un’offerta molto varia che va dalle disci-pline umanistice, sociali, economiche, giuridiche, della comunicazione a quelle scientifiche. Ognuna di queste ha poi al proprio interno un' ulteriore ampia e di-versificata offerta. Molte sono le lauree di base che offriamo e tante le lauree magistrali che specializzano in differen-ti settori; inoltre master, corsi di perfe-zionamento e poi dottorati di ricerca. È importante che un giovane sappia anche cosa c'è dopo la laurea di base e in cosa si può specializzare una volta raggiunto il primo obiettivo, quello della laurea trien-nale. I giovani a mio parere dovrebbero

scegliere quello che è a loro più conge-niale, che è nelle loro corde. se faranno scelte che corrispondono alla loro per-sonalità e soddisfazione, sono convinta che avranno maggior successo nella vita professionale. Io mi occupo di comuni-cazione e i corsi in cui insegno, e dove insegnano tanti professionisti a garanzia del collegamento con il mondo del lavo-ro, sono fra quelli che offrono svariate possibilità di impiego. la pubblicità, la comunicazione pubblica, il giornalismo e il lavoro nei social media sono temi di attualità utili per impiegarsi in tanti campi professionali. Ma questo è solo un esempio. Non voglio parlare solamente di quello di cui mi occupo e per questo uno sguardo al nostro sito credo possa essere utile”.

“La cosiddetta fuga dei cervelli non ci sarebbe se i nostri

giovani non fossero bravi e capaci”

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Da noi intervistato, il Presidente del Consiglio regionale delle Marche, Vittoriano Solazzi, ha affermato che

il sistema manifatturiero resterà sempre un asse portante dell’economia marchigiana. Secondo Lei, a tal fine vi sono i giusti presup-posti?“Il sistema manifatturiero regionale è uno dei primi in Italia per incidenza sul totale dell’e-conomia regionale; è inoltre differenziato in termini di produzioni, tecnologie, mercati. ha quindi un ruolo particolare nell’economia re-gionale in termini non soltanto quantitativi, ma anche qualitativi. Di conseguenza, concor-re fortemente a definire l’identità della nostra regione. I presupposti perché il manifatturiero continui ad essere un asse portante della no-stra economia sono quindi “culturali”: le Mar-che sono un’economia manifatturiera. Tutta-via, proprio una identità così forte configura anche i propri limiti”.

Perché?“Perché un manifatturiero che voglia mante-nersi efficiente e competitivo deve poter con-tare anche su un terziario adeguato a garan-tire che le attività di trasformazione produttiva siano integrate a monte e a valle da funzioni di ricerca, di design, di sviluppo, da funzioni di

commercializzazione e internazionalizzazione, da attività di formazione all’altezza delle sfide che la globalizzazione comporta. Queste fun-zioni da noi sono spesso inadeguate”.

A proposito di formazione: da più parti si so-stiene l’esigenza di un avvicinamento tra il mondo dell’impresa e quello della formazio-ne (scuole ed università). Qual è il Suo punto di vista?“Tutti o quasi concordano con l’esigenza di tale avvicinamento: è facile ritenerlo provvidenzia-le di fronte alla disoccupazione giovanile da un lato, alla crisi di idee e di progettualità del sistema produttivo dall’altro. secondo alcuni, poi, introdurre giovani nell’organico delle pic-cole imprese, sarebbe già di per sé un’azione fortemente innovativa: i giovani per loro natura sono portati a cambiare ciò che trovano e poi sono i giovani che possono più facilmente af-frontare le sfide delle nuove tecnologie. Manca però qualcosa per integrare queste potenzia-lità”.

Secondo Lei cosa manca?“la cultura del lavoro e dell’impresa deve prendere un nuovo spazio nella formazione e forse potrebbe trovarlo se sapesse appassio-nare i giovani e le culture giovanili. se scuola

Scuole e università come incubatori di idee per le PmiPer il Presidente cna Marche Renato Picciaiola, “la storia ci dice che è così che nascono le invenzioni e i grandi progressi economici e scientifici. a patto di avere un contesto favorevole, che premi la creatività e l’eccellenza, che punti a valorizzare le buone idee e le condizioni in cui esse maturano. Ma forse è proprio questo che manca …”

di a. Monticelli

“I singoli imprenditori è bene che esercitino

e sviluppino le loro curiosità e quindi quei

loro “spiriti animali” che li hanno portati ad

intraprendere”

sPeciale: formazione e giovani

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e famiglie, società e media lavorassero per rilanciare il gusto dello studio delle scienze, della ricerca, della sperimen-tazione, come scenari per la più ampia realizzazione personale, allora il rap-porto tra formazione e impresa porte-rebbe presto a risultati importantissimi. In parole povere: ogni scuola dovrebbe avere laboratori e sperimentazioni, ogni impresa dovrebbe facilitare tale obiettivo per avvantaggiarsene prima delle altre. la reputazione sociale di ricercatori e scienziati, imprenditori innovativi e spe-rimentatori, dovrebbe essere coltivata con mezzi adeguati e portata a gareggia-re con quella degli artisti e dei benefat-tori”.

I giovani neolaureati sono pronti per af-frontare le sfide del mondo del lavoro?“I nostri neolaureati sono spesso impre-parati alle sfide attuali del mondo del lavoro e ciò nonostante che nelle nostre università non manchino impegno e de-dizione, spirito di concorrenzialità ed apertura. Non c’è ancora un rapporto adeguato tra alta formazione e mondo delle piccole imprese che consenta alle due entità di avvantaggiarsi reciproca-

mente delle loro migliori caratteristiche e capacità. Eppure, proprio le nostre piccole imprese manifatturiere potreb-bero costituire la via più opportuna per applicare nella concretezza del mercato (che porta a sintesi fabbisogni e offerta di prodotti e servizi) le idee e la creati-vità scientifica che nelle nostre universi-tà si raccolgono e si coltivano. Non solo le nostre università ma anche le scuole superiori, scientifiche e professionali, possono divenire incubatori di idee da sperimentare nelle piccole imprese. lo scambio tra docenti e allievi deve svi-lupparsi sul piano concreto delle appli-cazioni economiche e delle realizzazioni sperimentali. la storia ci dice che è così che nascono le invenzioni e i grandi progressi econo-mici e scientifici. a patto di avere un con-testo favorevole, che premi la creatività e l’eccellenza, che punti a valorizzare le buone idee e le condizioni in cui esse ma-turano. Forse è proprio questo che man-ca, che non è pronto né lo sarà a breve per affrontare le sfide della concorrenza e della globalizzazione: un contesto fa-vorevole fatto di credito, infrastrutture, mentalità innovativa”.

A questo proposito che ruolo possono avere le associazioni rappresentative degli imprenditori?“le associazioni imprenditoriali devono farsi tramite – e già lo fanno – tra questi mondi la cui incomunicabilità non ha più ragion d’essere. lo devono fare portan-do a contatto ricercatori e imprenditori, aumentando le occasioni di incontro e di scambio di esperienze nei rispettivi am-biti: i laboratori di ricerca e quelli arti-giani. lavorando per una formazione più orien-tata alla creatività e alla sperimentazio-ne, alle scienze e alla cultura. Operando per la creazione di condizioni di contesto per la realizzazione di un nuovo rapporto tra formazione e impresa”.

E i singoli imprenditori?“I singoli è bene che esercitino e svilup-pino le loro curiosità e quindi quei loro “spiriti animali” che li hanno portati ad intraprendere. Il miglior modo è aprirsi alle novità, non cessando mai di incurio-sirsi. solo così gli imprenditori capiranno che investire in conoscenza può risultare il modo migliore per reagire alle difficoltà”.

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sPeciale: formazione e giovani

Dottor Calza, con l’avvento di Guzzini alla Presidenza di Istao, alcuni anni fa, si è assistito in

un certo senso ad un rilancio dell’Isti-tuto, al quale ha certamente contribui-to anche Lei. Condivide?“Gli ultimi anni hanno indubbiamente coinciso con l’affacciarsi di una nuo-va visione in merito alla collocazione di Istao sul territorio e anche del suo ruolo. O meglio: più che di una nuova visione parlerei di un ritorno allo spirito del suo fondatore, il professor Giorgio Fuà. Proprio Guzzini, che tra l’altro è stato il primo Presidente imprenditore, ha voluto fortemente questo riposizio-namento, nella convinzione che Istao dovesse rimanere nella sua importante autonomia fortemente collegato a rete con le università, le Istituzioni, le asso-ciazioni di categoria e naturalmente le aziende”.

Cosa intende per collaborazione con le aziende?“cercare di essere utili in funzione delle loro esigenze, attraverso le molteplici proposte formative che offriamo. Tenga

presente che noi alle aziende chiedia-mo quote associative, ma siamo in gra-do però di fornirgli una molteplicità di servizi ”.

Cioè master?“si, in particolare la formazione è il no-stro core business”.

Quali sono i “principi ispiratori” del Suo mandato di direttore di Istao?“sostanzialmente sono quelli presenta-ti dal nostro Presidente andrea Merloni: primo, la ricerca dell’eccellenza, nelle file della docenza come tra i discenti; secondo, lo sviluppo delle attività utili ai partners soprattutto in un’ottica di in-ternazionalizzazione; terzo, l’attenzione alla “reputazione” dell’Istituto e alla sua riconoscibilità fuori regione”.

Gli aspiranti allievi come vengono scelti?“appunto perché pretendiamo deter-minati standard qualitativi, la selezione avviene sulla base di criteri simili ad al-tre scuole: valutazione del curriculum scolastico, conoscenza dell’inglese, al-

tre esperienze formative, ma primo su tutti la corrispondenza ai nostri valori”.

E quando parla di eccellenze tra i do-centi a chi si riferisce?“Posto che le nostre proposte formative sono indirizzate ad un’utenza che aspi-ra ad entrare in azienda, oppure già vi opera, i nostri docenti sono in massima parte manager d’azienda e consulenti, cioè professionisti che “vivono” l’azien-da. Più precisamente, le posso dire che i docenti provenienti dal mondo accade-mico rappresentano in Istao il 12-15 per cento del totale. ciò perché avendo un approccio didatti-co esperienziale, riteniamo che le uni-versità abbiano già trasferito i concetti teorici; a noi il compito di fare da ponte tra teoria e pratica …”.

Due parole sui master.“Ritengo che il miglior modo di pro-muovere i nostri master sia quello di indicare alcuni numeri: ad esempio un indice di placement che si attesta attor-no all’85 per cento la dice lunga sulla serietà ed efficacia del nostro lavoro”.

“Al servizio delle aziende ma in un rapporto di indipendenza”Giuliano calza, direttore di Istao, ci illustra il ruolo dell’istituto fondato nel ’67 ad ancona da Giorgio Fuà

di R.Graziaplena

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Anche in agricoltura la formazione è un aspetto fondamentale per creare le condizioni di sviluppo

e competitività delle imprese, secon-do condizioni precise di sostenibilità ed efficienza produttiva. Nella strategia “Europa 2020”, infatti, la commissione europea sottolinea il ruolo chiave della ricerca, dell’innovazione e del trasferi-mento tecnologico per preparare l’unio-ne alle sfide future. Negli ultimi decenni si è registrato un significativo incremen-to della produttività dell’agricoltura, sep-pur rallentato negli ultimi anni, almeno nei Paesi più sviluppati. considerando la continua riduzione dei terreni coltivabili, l’utilizzo delle risorse agricole anche a fini energetici e il continuo aumento del-la popolazione mondiale (almeno si sti-ma fino al 2050) è prioritario pensare di invertire questa tendenza al più presto. E’ per questo motivo che la comunità europea sta dando indicazioni ben pre-cise per la definizione dei nuovi Piani di sviluppo Regionale (PsR) 2014-2020, che le Regioni devono presentare entro fine anno, tra cui in particolare: a) investire in ricerca e innovazione (l’indicazione è di raggiungere il 3 per cento del PIl dell'u-nione europea); b) favorire il trasferimen-to tecnologico (knowledge transfer) alle imprese; c) aumentare la competitività

sostenibile delle aziende agroalimentari.se questi sono gli obiettivi, allora la for-mazione sarà sempre più importante. Ma come sviluppare un nuovo modello di formazione che tenga conto di questi principi che già si conoscevano ma che in realtà sono ancora poco applicati?E’ difficile dare una risposta, ma possia-mo ragionare sul chi si deve formare, sui possibili diversi livelli di formazione e su-gli strumenti che si hanno a disposizione a seconda delle figure che devono esse-re formate, che a loro volta opereranno anch’essi da formatori (trainers). Gli agricoltori e tutti gli operatori ai di-versi livelli delle filiere di produzione agroalimentare (fino ad arrivare alla ri-storazione) sono sicuramente il bacino delle attività formative, con diverse spe-cificità, anche molto diversificate, che però spesso identificano una filiera “dal campo alla tavola”, come ad esempio il viticolo in campo, l’enologo in cantina, il sommelier in tavola. Oppure dall’alleva-mento zootecnico alla macellazione, fino alla norcineria. Ma il discorso vale anche per gli opera-tori che interessano settori specifici, in parte collegati tra loro, quali ad esempio il vivaismo, la progettazione di parchi o giardini, la rinaturalizzazione e il ripristi-no ambientale. aspetti più generali e tra-

sversali a diversi settori possono essere quelli del controllo qualità-certificazio-ne, della tracciabilità, della sicurezza alimentare, della commercializzazione e del marketing, fino alle competenze in-formatiche (Itc), ora fondamentali a tut-ti i livelli (quando invece molte aziende agricole ancora necessitano di un vero e proprio processo di alfabetizzazione …). Per quanto riguarda i livelli di formazio-ne, il primo che abbiamo per gli operato-ri è il diploma superiore, quello specifico agrario o anche da agrotecnico: si trat-ta di un percorso scolastico che ora sta vivendo una grande riscoperta con un notevole aumento degli iscritti. chi rag-giunge questo diploma, pur necessitando di un continuo aggiornamento, può esse-re già operativo nel creare, gestire o ope-rare in un’impresa produttiva nel settore agroalimentare, settore che in questo periodo sembra soffrire meno la stretta della crisi. Poi si può andare all’universi-tà: le lauree triennali permettono di spe-cializzarsi su settori specifici (prevalen-temente agrario, alimentare, ambientale o forestale) e già offrono opportunità im-portanti di specializzazione, ma che non sempre sono riconosciute dal mondo del lavoro, perché poco differenziate rispet-to ai diplomi superiori. Per chi decide di andare all’università è quindi fondamen-

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Quale formazione in agricoltura? Bella domanda…Quando si parla di formazione alle Nazioni unite (ad esempio, unido e Fao) solitamente si usano i principi del “south to south” (il sud deve insegnare al sud) e del “Train the Trainers” (“Forma i formatori”). se poi si è in ambito comunitario qualsiasi programma di formazione dev'essere “science based” (“su base scientifica”). Forse sarebbe ora che questi tre principi fossero presi in considerazione anche per la definizione dei nuovi programmi di formazione in agricoltura previsti nel nostro Paese a livello nazionale e locale

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tale pensare di investire fino in fondo sul lavoro intrapreso per giungere al titolo di “Dottore” con il completamento della laurea Magistrale. Infatti, solo questa offre piena opportunità di accesso a tutti i possibili livelli di carriera presso istitu-zioni pubbliche e private, anche se con tutte le difficoltà che conosciamo (ma le statistiche ci dicono che almeno l’85 per cento dei laureati in agraria con il percorso di cinque anni trova un lavoro stabile in tre anni). Non bisogna poi di-menticare il terzo livello di formazione e cioè il “Dottorato di Ricerca”.I Dottori di Ricerca sono figure altamen-te specializzate su specifici settori di ri-cerca, a volte forse troppo di base, ma spesso anche con importanti esperienze applicate. Purtroppo questa figura anco-ra non trova facile inserimento, nel pie-no del ruolo, presso le aziende agroali-mentari perché poche hanno dimensioni tali da giustificare al proprio interno una componente importante quale il settore “ricerca”. al fine di favorire l’inserimento di queste figure nelle aziende, la nuova legge nazionale prevede una co-parte-cipazione delle imprese. l’importanza della collaborazione università-imprese per la formazione di Dottori di Ricerca su linee di ricerca comuni e applicative è stata recepita anche dalla Regione Mar-

che con il recente bando Eureka.a tutti questi livelli, in diverse forme e possibilità di approfondimento, da con-siderare con estrema importanza è l’e-sperienza internazionale. chi fa ricer-ca e innovazione dev’essere capace di confrontarsi con la comunità scientifica internazionale, ora anche elemento pri-mario di valutazione della carriera dei ricercatori, secondo il sistema di valuta-zione nazionale della Qualità della Ricer-ca (vQR), mentre chi si occupa di produ-zione, più saprà cogliere l’importanza dei prodotti agroalimentari italiani a livello internazionale e più avrà successo con la propria impresa. Molti tecnici e operatori hanno già acquisito elevati livelli di for-mazione internazionale e non si accon-tentano più di programmi di formazione a valenza locale; essi sono infatti dispo-sti ad investire anche per seguire corsi di formazione all’estero utili a garantire aggiornamenti su tutte le novità tecnico-scientifiche derivate dalla ricerca in un determinato settore.Durante gli studi o al termine è fon-damentale l’inserimento in azienda mediante un “tirocinio formativo”, il “Placement’. Questo strumento è ora imprescindibile e dev’essere organizzato dagli enti formativi direttamente con le imprese locali, nazionali e, ancora me-

glio, internazionali. l’esperienza di “Pla-cement” è fondamentale non solo per il tirocinante ma anche per l’impresa, che può valutare le persone più utili in azien-da e infine anche per lo stesso ente for-matore, in particolare l’università, che può così valutare se il percorso formati-vo proposto è veramente utile a formare persone professionalizzate secondo le esigenze del mercato del lavoro.la formazione continua è oggigiorno un’altra parola chiave, sia per chi già la-vora sia per chi è in cerca di occupazione. spesso ricevo richieste di suggerimenti da parte dei nostri laureati che cercano di orientarsi tra le varie proposte di ma-ster, Ifts o altri corsi di formazione. Non è facile scegliere, anche se ora - rispetto al passato - c’è stata una sorta di scre-matura. E’ difficile rispondere a questa richiesta; in genere dico che un percor-so di approfondimento è sempre impor-tante, ma tutto dipende dall’argomento trattato (è una novità, c’è un particolare interesse sul mercato, il programma ti insegna veramente qualcosa di nuovo, ecc.), dai formatori/trainers (ritengo sia utile una combinazione tra professo-ri, professionisti e operatori del setto-re) e dalla tipologia di aziende disposte, nell’ambito del percorso formativo, ad ospitare gli studenti per un periodo di

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tirocinio. spesso a livello internazionale questi percorsi formativi si differenziano anche per la loro durata; un corso inten-sivo di una settimana o anche di qualche giorno (almeno tre), senza valutazione ma con il rilascio di un attestato di par-tecipazione, è visto come uno strumen-to importante per un approfondimento specifico su aspetti innovativi di una te-matica (pensiamo ad esempio alle nuove normative o tecniche di valutazione del rischio alimentare) che operatori pro-fessionisti già ampiamente professio-nalizzati necessitano per migliorare le loro prestazioni. ben diverso è, invece, un percorso di almeno un anno (come ad esempio un Master di primo livello per laureati Triennali o di secondo livello per laureati Magistrali), con valutazioni in-termedie, valutazione finale e rilascio di titolo (Master). In questo caso si ha una vera opportunità di approfondimento su nuove tematiche, importante ed utile per aprire nuove opportunità di inserimento anche per neofiti del settore. Da ricorda-re anche che il mondo della formazione si sta dotando di un nuovo strumento molto importante come la “formazione a distanza” (E-learning), che già trova applicazione in diversi settori speciali-stici (vedi Master Internazionale uNIDO-uNIvPM sulla biosicurezza delle biotec-nologie, ebiosafety, http://binas.unido.

org/moodle/) e che in un prossimo futu-ro occuperà molto più spazio in diversi programmi di formazione in agricoltura. anche l’assistenza tecnica è formazione. Nel PsR appena terminato l’assistenza tecnica in agricoltura è stata una vera “cenerentola” e forse la nostra agricol-tura se ne é accorta. Il motore di sviluppo delle aziende agricole è legato alla capa-cità dell’imprenditore di saper acquisire e trasferire in azienda tutte le innovazioni possibili, capaci di ridurre i costi produt-tivi e di migliorare la qualità, la sicurezza e la tracciabilità di un prodotto. Ma l’agri-coltore non sempre può girare il mondo o semplicemente partecipare ad incon-tri tecnici, convegni o corsi di formazio-ne (magari anche su internet). solo una rete aggiornata (trained) di professionisti (trainers) può fare questo, ma purtroppo questa rete manca. Prendiamo ancora un esempio da altri Paesi comunitari od oltreoceano dove esistono reti ben orga-nizzate di assistenza tecnica (extension service) sostenute da enti e organizzazio-ni locali, che in stretto collegamento con le università e i centri di ricerca, contri-buiscono a formare, aggiornare i tecnici aziendali (trainers), a volte intervenendo direttamente in azienda. Questo sistema è presente anche in Italia: in alcune re-gioni vi è un’organizzazione simile ma in molte altre esiste solo sulla carta. Non si

può pensare ad un’agricoltura secondo i principi delineati se non si costruisce una nuova organizzazione di assistenza e di aggiornamento alle aziende. crea-re sinergia tra le diverse strutture che operano in regione, accreditate per la formazione, è il primo passo da fare per avviare un nuovo programma di forma-zione in agricoltura che tenga conto di tutti questi aspetti. Gli enti locali hanno un ruolo importante nella definizione di una strategia di lavoro, ma si deve par-tire dalla discussione con le aziende - al fine di capire quali nuove professionalità sono importanti - e con le università o i formatori professionisti, per individuare i programmi e i contenuti formativi utili. In quest’ambito, l’università deve avere un ruolo primario sia nella messa in di-scussione dei propri contenuti formativi, secondo lo stesso principio della verifi-ca dell’esigenza del mercato del lavoro, sia nella programmazione dei percorsi di aggiornamento, formazione ed assi-stenza tecnica. chi garantisce il "scien-ce based" se non l'università o i centri di ricerca, ora valutati e accreditati a livello nazionale con il nuovo sistema vQR?

bruno MezzettiDirettore del Dipartimento di agraria dell’università Politecnica delle Marche

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Le attività svolte ce le spiega direttamente il protago-nista, Francesco Malandra, studente iscritto al primo anno del corso di laurea magistrale in scienze agrarie

del Territorio, curriculum Gestione dei sistemi ambientali e Del Territorio, presso il citato Dipartimento.

Allora Francesco, cosa ci racconti?“In questo spazio che ho a disposizione vorrei riflettere, sulla base della mia esperienza, sull’importanza del tirocinio e di tutte le attività pratiche proposte dal Dipartimento durante lo svolgimento dei corsi di laurea, per una formazione più effica-ce nel post-laurea e un contatto più diretto con il mondo del lavoro”.

Facciamo un passo indietro: che tipo di formazione hai?“Prima di iscrivermi al corso di laurea triennale in scienze e Tecnologie agrarie, ho svolto studi liceali: per questo motivo, quando sono approdato all’università, specificatamente alla Facoltà di agraria, sono venuto a contatto con un mondo per me del tutto nuovo, sconosciuto ma allo stesso tempo affasci-nante”.

Come sono stati i primi anni di università?“Nel primo anno d’iscrizione ho potuto approfondire le materie di base che poi sarebbero servite, negli anni successivi, per poter comprendere tutto quello che avrei studiato in seguito. Posso dire come in quest’anno, come anche nel secondo e nel terzo, siano state fondamentali le attività pratiche proposte dalla Facoltà, quali laboratori, visite didattiche in aziende, ecc. Questo perché ritengo sia assolutamente necessario unire alle conoscenze teoriche - fondamentali non solo per capire i meccanismi che stanno alla base di tutto il settore ma anche

per acquisire una certa capacità di ragionamento - il contesto pratico del settore, per poter applicare quello che si è studiato sui libri alla realtà. Per me che provenivo da studi liceali, l’ap-proccio pratico è stato molto importante per capire bene tutto quello che avevo acquisito sui libri. Per questo motivo posso tranquillamente affermare che l’esperienza di tirocinio che ho svolto nel corso del terzo anno è stata fondamentale per la mia formazione post-laurea”.

Parliamo appunto del tirocinio al quale hai partecipato assie-me ai tuoi colleghi studenti. Dove e quanto è durato?“Il mio tirocinio formativo l’ho svolto presso la Fondazione “Opera Pia Mastai Ferretti”, con sede a senigallia, in provin-cia di ancona. Quanto alla durata, ho deciso di diluire le ore di svolgimento del tirocinio in un arco temporale molto ampio (da ottobre 2011 a luglio 2012)”.

Perché?“Per poter seguire il ciclo delle colture cerealicole industriali nel contesto centro-italiano”.

Illustraci il progetto.“Il progetto che ho potuto seguire era basato sul confronto tra frumenti coltivati con tecniche tradizionali e frumenti, invece, seminati direttamente, su sodo. sono state predisposte diverse parcelle sperimentali sul versante di una collina. ad ottobre/novembre sono state seminate su sodo con diverse macchine seminatrici, con diverse varietà di grano duro ed applicando di-versi trattamenti antiparassitari e livelli di concimazione. Il fine è stato quello di verificare, anche a livello statistico, le rese di produzione delle varietà di grano duro seminate con macchina diverse e trattate con principi attivi diversi.

… e ora facciamo parlaregli studentiDopo aver sentito rettori, docenti, manager e consulenti, ora diamo spazio a loro, ai diretti interessati: gli studenti. sono loro i protagonisti dello speciale. E proprio per questo siamo andati nelle Facoltà, nei Dipartimenti, per comprendere i progetti che stanno portando avanti, le attività che li vedono coinvolti nell’ambito dei propri atenei … In questo numero iniziamo parlando di un bel progetto realizzato da un giovane studente del Dipartimento di agraria dell’università Politecnica delle Marche, sotto la guida del Professor bruno Mezzetti.

a cura della Redazione

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Nelle foto precedenti si possono notare le parcelle di grano duro con relativi cartelli identificativi.la tecnica di semina su sodo è sperimentata oramai da diversi anni dall’azienda: infat-ti, coadiuvata dalle conoscenze e dall’esperienza della Facoltà di agraria di ancona, ha saputo sviluppare tecniche colturali conservative molto efficienti. Nel corso del tempo l’azienda ha potuto constatare una migliore evoluzione della sostanza or-ganica nel terreno, un miglior sviluppo dei microrganismi del suolo (tra cui lombrichi, etc) ed, elemento molto importante,

un cospicuo risparmio economico rispetto a tecniche colturali tradizionali. Rinunciando ai tanti passaggi di macchine per la preparazione del terreno (aratura, estirpatura, erpicatura, rul-latura, etc) e seminando su terreno non lavorato (naturalmen-te ove il terreno abbia le condizioni adatte che permettano tutto ciò), l’azienda ha abbattuto le spese di coltivazione del 50%, ottenendo, a fine anno, dei benefici economici maggiori rispet-to al passato, e quindi assai soddisfacenti.Nelle 2 foto prece-denti viene mostrato il terreno con stocchi di girasole dell’anno

passato, pronto per essere seminato come si evidenzia nella seconda foto a destra. Detto questo, quindi, non solo ho potuto seguire questo progetto ma, durante il corso dei mesi, è stato molto interessante toccare con mano ciò che avevo appreso durante le lezioni dei corsi in Facoltà, dall’agronomia alle col-tivazioni erbacee, alla chimica del suolo, alla biochimica, ar-boricoltura, ecc. ho potuto seguire le tecniche di semina, so-prattutto la semina su sodo che l’azienda pratica in assoluta efficienza da molti anni, distinguendosi nel panorama nazio-nale con le proprie sperimentazioni. Poi le tecniche di control-lo delle infestanti, le tecniche di concimazione e i trattamenti antiparassitari. ho potuto approfondire tutto ciò che riguarda

gli aspetti della meccanizzazione, studiata in un corso attivo il terzo anno. ho assistito alle operazioni di manutenzione e ri-parazione delle macchine operative. Inoltre, è stato utile poter svolgere alcune ore di tirocinio all’interno dell’ufficio del diret-tore, per poter rendermi conto, seppur certamente in linee ge-nerali, di come si possa gestire in maniera ottimale un’azienda molto estesa (quasi mille ettari di superficie agricola utilizzabi-le) e di come si possa collocare sul mercato tutto ciò che viene prodotto. Infine, durante i mesi di tirocinio in azienda ho potuto conoscere gli aspetti che riguardano altri settori d’interesse agricolo, quali la coltivazione di piante orticole, il ciclo colturale di piante oleaginose industriali (girasole per uso energetico)

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le due foto precedenti illustrano alcuni momenti della presen-tazione della sperimentazione, che anche io ho potuto seguire. In conclusione posso affermare che quest’esperienza di tiroci-nio è stata molto utile non solo perché ho potuto approfondi-re e toccare con mano le tematiche studiate nei corsi proposti dalla Facoltà (cosa per me fondamentale provenendo da studi liceali) ma anche perché entrare in un contesto aziendale mi ha dato la possibilità di farmi conoscere dal mondo del lavoro,

con cui dovrò rapportarmi una volta conclusi gli studi. Ribadi-sco quindi l’importanza di unire alle conoscenze teoriche un approccio pratico, che aiuti lo studente a verificare nella realtà ciò che apprende dai libri. In questo emerge l’importanza delle attività di laboratorio, del-le visite didattiche presso le aziende e realtà locali e del tiroci-nio, punto di collegamento tra l’ambito accademico e l’ambito lavorativo”.

e la gestione del vigneto (circa 25 ettari), dal quale l’azienda produce vino che vende sfuso ed imbottigliato presso la storica

cantina ubicata nel centro di senigallia.

Nelle foto precedenti sono presentati il vigneto aziendale ed i prodotti delle colture ortive che l’azienda vende nel punto vendita ubicato in un settore della cantina.Nel mese di luglio, dopo la raccolta del frumento, ho potu-to verificare le rese di produzione ma soprattutto i risulta-ti del progetto che avevo seguito nel corso dell’anno. Infat-ti, le parcelle che erano state predisposte sul versante della collina hanno prodotto risultati interessanti e soddisfacenti. Occasione di approfondimento, prima della raccolta e della

verifica dei risultati, è stata la presentazione pubblica del pro-getto, momento in cui l’azienda e la Facoltà di agraria (che anch’essa ha seguito la sperimentazione) hanno condiviso con il pubblico ed altri importanti esponenti del settore agri-colo il lavoro in corso di svolgimento. la descrizione del progetto è avvenuta sia in azienda, sia in campo. Il tutto si è concluso con la visita al parco macchine aziendale e l’incontro con aziende del settore meccanico e chimico”.

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CONTESTO SOCIO-ECONOMICOIl tema della trasmissione d’impresa, più comunemente conosciuto come ricam-bio generazionale, si stima che riguardi nel nostro Paese circa un milione e mez-zo di realtà produttive. se il passaggio generazionale è da sempre comune-mente inteso, in maniera non esausti-va, come il passaggio del testimone dal padre imprenditore ai propri figli, tanto più il concetto va attualmente rivisitato e rielaborato.Il passaggio della gestione di un’impresa dev’essere infatti inteso in maniera più allargata: lo junior può essere un figlio sicuramente ma anche un familiare, un collaboratore aziendale, un manager esterno, perché l’obiettivo fondamenta-le è conservare la vitalità dell’impresa e svilupparne le strategie.Numerose ricerche condotte diversi anni fa in periodi di maggior benessere eco-nomico evidenziano che un terzo delle

aziende italiane non riesce a portare a termine con successo il primo ricambio generazionale e soltanto il 15 per cento sopravvive al secondo.Il fenomeno suscita particolare interesse anche per motivazioni di carattere cultu-rale, legate alla sempre maggiore velo-cità di cambiamento dell’ambiente in cui l’impresa opera e alla conseguente com-plessità del sistema economico: oggi al delicato problema della trasmissione d’azienda si aggiungono le note difficoltà del mercato.

“TERAPIE” PER LA CONTINUITà COM-PETITIVA DELL’IMPRESAsolo interpretando il complesso proces-so del ricambio generazionale come vera e propria “azione di sistema” si può dar vita ad una serie di interventi proget-tuali concreti, efficaci ed innovativi che vanno sviluppati e condivisi sui tavoli di concertazione istituzionali e territoriali,

al fine di trasferire una serie di “buone pratiche” da realizzare e reiterare come modello.Il ricambio generazionale non è solo un problema economico-finanziario, né solo un problema fiscale, né solo organizzati-vo-gestionale, né solo una questione di carattere relazionale tra padre e figlio o tra cedente e subentrante: è tutto questo insieme.

***

In questa dinamica la formazione e l’in-novazione rappresentano i due fattori strategici della vita aziendale, insieme ad una sana gestione finanziaria.

***

FORMAZIONE E COAChINGFondamentali nel traghettare l’impresa sono la formazione dello junior e la sen-

La continuità d’impresapassa attraverso laformazione professionalecome guidare con successo la transizione tra un’epoca aziendale e quella successiva?

Per maggiori approfondimenti: Flavio Guidi,

“Figli, capitale in azienda. Lo sviluppo generazionale aziendale

attraverso la consulenza” Franco Angeli Editore, Milano, 2005

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sibilizzazione del senior: si tratta di un percorso che deve avere alla base la con-vinzione che l’apprendimento significati-vo e prolungato nel tempo, può trovare concreta realizzazione soltanto partendo dall’esperienza personale e innescando un circolo virtuoso di pensiero-azione-riflessione.la formazione per figli di imprenditori e per neo-imprenditori si dovrebbe svilup-pare attraverso un percorso di medio-lungo termine e un training persona-lizzato che comprende fasi integrate di analisi, orientamento, coaching e tuto-raggio.Il coach specializzato nelle dinamiche comportamentali offrirà un contributo continuo, finalizzato a favorire i rappor-ti interpersonali senior/junior all’interno dell’ambiente aziendale. Inoltre il coach sarà attento a suggerire i modelli com-portamentali più idonei rispetto alle ca-ratteristiche e al contesto personale vis-

suto nelle attività lavorative.Il coaching non cerca di risolvere o tro-vare nel passato le cause di conflitti e problemi.Il coach ha come obiettivo quello di far sì che lo junior “prenda la vita nelle sue mani”, diventi più consapevole, respon-sabile, indipendente e passi ad azioni concrete, misurabili ed osservabili. Il coach agisce perciò come un facilitatore, come un catalizzatore, un enzima, una sorta di moderno alchimista ed utilizza modalità da ricercatore.Il coach non è direttivo, è neutrale, adot-ta un basso livello di influenzamento, aiuta il coachee (il giovane imprendito-re) ad individuare in modo autonomo le proprie soluzioni, motivandolo anche a metterle in atto attraverso un processo esplorativo.accanto al coaching, altra attività di sup-porto è il tutoring, che permette al giova-ne imprenditore un’esperienza sul cam-

po di rotazione in tutte le aree aziendali, per avere una visione completa e inte-grata della propria impresa, con l’intento di rielaborare e verificare in chiave criti-ca tutte le attività gestite attualmente e poterne individuare le ottimizzazioni da attuare nel corso del tempo.

CONCLUSIONIl’impresa e l’imprenditore sono il motore del processo di crescita economica e di sviluppo sociale e occupazionale. Il pro-blema della continuità d’impresa – con-siderando la dimensione del fenomeno – impone a quanti operano per sostenere lo sviluppo, un’attenta riflessione e un’a-zione energica nel contrastare i rischi connessi ad un approccio superficiale.

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Volenti o nolenti, il tempo nella formazione lo abbiamo investito. E la clausola “soddisfatti o rim-

borsati” vale solo col denaro, mentre con i giorni, i mesi e gli anni pare non funzionare (se qualcuno avesse trovato un modo per farsi rimborsare del tempo perso, per favore mi contatti. Non scher-zo).Il mondo è cambiato, malgrado noi. le aziende di domani, o anche solo quel-le di questa sera, sono profondamente diverse da quelle di questa mattina: la vera globalizzazione, quella della liber-tà di informazione (più o meno) e della libera circolazione commerciale delle merci e delle persone, ma anche e so-prattutto quella che prevede tutti questi interscambi tra Paesi che, però, seguono regole del gioco non del tutto (o affat-to) omogenee, sta facendo sentire tut-to il suo peso e così in molti luoghi nel mondo le culture si sono già adattate per ottenere il meglio da questa situazione. Ognuno facendo ciò che può permettersi meglio di fare, senza intestardirsi e con una capacità di visione e di coesione di

cui noi facciamo innegabilmente difetto.Per poter affrontare sfide di tale portata, è oramai da considerarsi necessario il ri-correre ad una formazione professionale, fatta da chi sta ogni giorno sul mercato, a scontrarsi con le sue contraddizioni, a scorgere i suoi limiti, a cercare di coglie-re le sue potenzialità. Non sto dicendo che un master sia la naturale e fisiolo-gica ultimazione di qualsiasi percorso formativo sempre e comunque, dico che oggi non esistono molte altre alternative, che ci piaccia o meno.vedete, il problema è che si spendono da anni milioni, o forse miliardi, di parole, molto spesso ridondanti, o perfino fuori luogo, discutendo su crisi, opportunità, ideogrammi cinesi, congiure yankee, do-minatori tedeschi, speculatori borsistici, e quant’altro la vostra memoria (o la vo-stra fantasia) vi porti alla mente. ci sono vocaboli e intere espressioni che vanno di moda per un po’: le ripetiamo fino a perderne il vero significato, poi passiamo ad altro. a sentirci parlare, è tutto chia-ro: sappiamo di chi è colpa, sappiamo quale sia la soluzione (un italiano, preso

singolarmente, sarà sempre quello che ha capito tutto e che sa quale sia la stra-da migliore… bravi in teoria, la pratica ci svergogna ogni tanto). Eppure, siamo ancora qui. Ergo, qualcosa non sta fun-zionando. È quindi ora di cambiare meto-di, o per lo meno di parlare meno e fare di più.la formazione professionale valorizza la teoria attraverso la saggezza accumula-ta con la pratica, indirizza il giovane ver-so ciò per cui è più portato, lo allena e lo orienta, va a finalizzare sostanzialmente ogni sforzo compiuto in precedenza, lo pone in contatto con le realtà aziendali, gli permette di scegliere serenamente e consapevolmente se preferisce la carrie-ra da dipendente, da professionista o da imprenditore, gli fornisce strumenti con-creti per ogni sua scelta futura.altro da aggiungere? beh, forse sì, ma basta parole. adesso i fatti.

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La formazione professionale: uno strumento per inserirsi nel mondo del lavoroIl problema forse è molto più a monte, nel percorso formativo scolastico tradizionale, ma non potendo fermare il tempo o capovolgerne il flusso, occorre ragionare in modo pratico su ciò che abbiamo a disposizione ora e su ciò che c’è da fare per poter trovare posto nel mondo del lavoro

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L’università degli studi di Mace-rata – Facoltà di Giurisprudenza, l’Istituto Professionale per l’indu-

stria e l’artigianato “M.leang” di Osimo, il comune di Osimo, Zeis Excelsa spa e il consorzio per l’alta Formazione e lo sviluppo e la Ricerca scientifica in Diritto amministrativo di Osimo sono i partner di progetto, che in aTs con l’ente sida Group srl hanno sostenuto e fortemente voluto l’intervento formativo realizzato.Iniziato a maggio 2012 e terminato ad aprile 2013, dopo 800 ore di attività for-mativa, di cui 364 ore d’aula, 36 ore di formazione a distanza e 388 ore di stage nelle aziende del territorio marchigiano, il corso ha formato 20 allievi che duran-te il percorso hanno incontrato esperti in export, internazionalizzazione d’impresa ed e-commerce.lo scopo iniziale del progetto era proprio quello di formare delle figure professio-nali complete, in grado di intervenire e rispondere alle esigenze delle aziende marchigiane, sempre più orientate e at-tente ai mercati esteri. I discenti hanno acquisito competenze indispensabili per impostare l'operatività di marketing sui mercati esteri e gestire in modo integrato tutte le attività utili a svolgere il processo di marketing management in un contesto internazionale competitivo globalizzato e multiculturale.Il programma formativo prevedeva un’at-tenta analisi degli aspetti geo-economici e delle opportunità di business dei prin-cipali mercati esteri: Europa centrale ed Occidentale (Germania, Francia e In-ghilterra), Maghreb (Marocco, algeria e Tunisia), Russia (ucraina e i Paesi della confederazione Russa), Europa dell’Est (Romania, Polonia e i Paesi dei balcani), cina (Paesi della Repubblica Popolare

cinese e dell’Estremo Oriente), america centrale e Meridionale (brasile, Messico e i Paesi del Mercosur), america del Nord (stati uniti d’america e canada), Giappo-ne e Medio Oriente (Paesi del Golfo Per-sico, gli Emirati arabi uniti e la Turchia).Nozioni di diritto commerciale e contrat-tualistica internazionale, elementi di co-municazione e marketing, elementi eco-nomici e gestionali delle aziende “export oriented” e lo studio delle lingue inglese e tedesco hanno fatto da supporto alle materie professionalizzanti del corso.Il laboratorio di e-commerce e il web marketing internazionale hanno fornito a tutti gli allievi gli strumenti per potenzia-re e raggiungere i nuovi clienti via web.Oltre all’intensa formazione teorico-pratica e all’incontro di alcuni affermati imprenditori che hanno condiviso la loro professionalità ed esperienza, gli allie-vi hanno visitato importanti aziende del territorio quali Zeis Excelsa spa, che ha aperto loro le porte illustrando le scelte strategiche aziendali e gli investimen-ti realizzati, anticipando la possibilità di visionare le calzature della collezione in-vernale realizzate per i differenti mercati di riferimento.Dopo aver superato la prova prevista dall’esame finale, i ragazzi hanno ricevu-to i complimenti della commissione, che ne ha apprezzato il grande impegno, la dedizione e la creatività, il buon gusto e lo spirito innovativo, ma soprattutto l’alto livello di preparazione e competenza rag-giunto.Tutti i partecipanti al corso hanno ottenuto l’attestato di specializzazione Tecnica superiore in “Tecnico superiore dell’export, del servizio al cliente e dell’e-commerce”, avendo raggiunto gli obiettivi formativi previsti per ogni unità formativa capitalizzabile.

Congratulazioni ragazzi!!!con grande soddisfazione degli organizzatori e dei partecipanti, il 30 aprile 2013 si è concluso il corso IFTs - Istruzione Formazione Tecnica superiore “Tecnico superiore dell’export, del servizio al cliente e dell’e-commerce”, progettato e realizzato da sida Group srl, Ente capofila di progetto. Il corso è stato finanziato dalla Regione Marche POR FsE 2007-2013 – asse 4 O.s.l. con D.D.P.F. n. 218/IFD del 19/07/2011 e n. 249/IFD del 19/08/2011.

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Federico Falcionelli, Andrea Fava, Anna Fabroni, Jessica Giampalma,

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Valentina Pinto, Tatiana Piccinini, Ribeca Alessandra, Marco Santoni,

Solaro Sara, Angela Telegrafo e Daniele Tuzi un grosso in bocca al lupo per una lunga e brillante

carriera lavorativa e tanti successi nel settore dell’export

e dell’e-commerce.

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La Regione Marche, rinnovando l'impegno del “Prestito d'Onore”, mette in campo risorse con l'o-

biettivo di continuare a credere alle ca-pacità imprenditoriali dei marchigiani. l'occupazione, soprattutto quella giova-nile, è tra le priorità sulle quali il Gover-no regionale intende puntare l'attenzio-ne in questa fine legislatura. In questo servizio proponiamo alcuni interventi dei protagonisti del progetto.

MARCO LUChETTI, assessore al Lavoro della Regione MarcheIl lavoro, elemento fondativo della no-stra dignità e della nostra vita. In questo momento problema e allo stesso tempo unica soluzione per risollevarci. Qual è la relazione che lega il lavoro all'impre-sa?“Il lavoro, anche in quanto elemento fondativo della nostra comunità, come previsto dall’art. 1 della costituzione Italiana, deve ritornare ad essere perno centrale in tutti i progetti di sviluppo eco-nomici e sociali che si stanno cercando di mettere in atto nel Paese, per contra-stare la crisi economica più grande che

abbiamo conosciuto. a tale proposito la tutela e la crescita del lavoro devono es-sere strettamente correlati, soprattutto in questa fase, al sostegno allo sviluppo, all'innovazione e alla creazione delle no-stre imprese, grandi, medie o piccole che siano”.

Il “Prestito d'Onore” è un'opportunità da cogliere. Per chi?“Il “Prestito d’Onore” è sicuramente un'opportunità da cogliere, in questo momento, per tutti coloro che hanno una buona idea di impresa e intendono realizzarla, anche in relazione alle loro caratteristiche personali e professiona-li che generalmente sono alla base di un progetto di successo. Noi pensiamo in modo particolare a coloro che hanno perso un lavoro dipendente ma anche a giovani che hanno terminato gli studi universitari e vogliono cimentarsi con il mercato; a lavoratori in cassa integrazio-ne a zero ore o a donne con più di 35 anni che vorrebbero cambiare lavoro, anche per conciliare meglio i loro impegni di vita familiare”.

Il “Prestito d’Onore” è soprattutto un

intervento di politica attiva del lavoro che la Regione Marche mette in campo nella sua terza edizione. Insieme ad al-tre azioni si delinea una volontà politica attenta a sostenere, ma anche attiva nel fornire strumenti e possibilità. Qual è il suo impegno?“Il mio impegno, e quello della Giunta regionale in questi anni, è stato quello di dare priorità al tema del lavoro. In questo senso, abbiamo messo in atto interventi importanti: dalla concessione di contri-buti per la stabilizzazione dei contratti a termine alle borse lavoro con incentivi alle assunzioni, da progetti formativi fi-nalizzati alla qualificazione professionale dei giovani nella green economy a misu-re specifiche per l’inserimento lavorativo delle persone disabili. E poi tutti gli in-terventi cosiddetti “anticrisi”, concertati annualmente con le organizzazioni sin-dacali, con cui si è cercato di dare rispo-ste concrete ed efficaci in un periodo così drammatico”.

Uno dei punti di forza del “Prestito d'O-nore” è l'affiancamento di un Tutor nel primo anno di attività della nuova im-presa. Qual è il ruolo della formazione

Prestito d’onore, una risposta al “bisogno d’impresa”Oggi più che mai c'è “bisogno d'impresa” e la Regione Marche ritorna con l'iniziativa del “Prestito d'Onore” per sostenere lo sviluppo economico e sociale del territorio attraverso la creazione di nuove imprese

a cura di Federica Ferri - camera Work

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per l'ingresso nel mondo del lavoro?“la formazione ha ovviamente un ruolo strategico per l’ingresso nel mondo del lavoro. affinché il sistema formativo re-gionale sia in grado di assolvere al me-glio il cambiamento del ruolo cui viene chiamato, occorre però porre in essere una serie di azioni che vadano nella di-rezione di un accrescimento della qua-lità del sistema. Innanzitutto si deve revisionare il sistema regionale di ac-creditamento delle strutture formative, nell’ottica di introdurre criteri di accesso più performanti. Occorre poi rafforzare la rete territoriale dei servizi per l’orien-tamento in un’ottica di integrazione e a garanzia della qualità, dell’innovazione e dell’accessibilità dei servizi stessi e de-finire degli standard professionali e la formazione degli operatori del sistema dell’orientamento regionale (istruzione, formazione, lavoro, università). È necessario completare il percorso, già avviato, di un sistema regionale integra-to di standard formativi e professionali, di certificazione di competenze, di imple-mentazione del libretto formativo, met-tendo a sistema le varie sperimentazioni esistenti.”

Il nuovo bando, che scadrà il 31 dicem-bre 2014, ha l'obiettivo di finanziare 400 nuove imprese attraverso la concessione di un finanziamento agevolato da parte di banca delle Marche s.p.a. fino a un mas-simo di 50.000,00 euro, senza bisogno di alcuna garanzia, da restituire in 6 anni e da utilizzare per far fronte alle spese di avvio dell'impresa. l'erogazione del prestito prevede di poter avviare imprese individuali o in forma associata nei setto-ri della produzione di beni e servizi e del commercio.

LUCIANO GOFFI, Direttore Ge-nerale di Banca MarcheUn gradito ritorno, quello del “Prestito d'Onore”, che vede l'impegno di Banca Marche e del medesimo gruppo di lavo-ro delle precedenti edizioni. “abbiamo costituito insieme a sida Group, camera Work e la Regione Mar-che una squadra vincente che ha matura-to una significativa esperienza nell’ambi-to dello start-up d’impresa e che, anche per questa nuova edizione, sarà al fianco di chi intende avviare una nuova attività imprenditoriale. banca Marche crede fermamente in questa iniziativa perché

vuole sostenere l’economia regionale at-traverso la concreta valorizzazione delle capacità e delle professionalità presenti sul territorio. Il nostro intento è quello di dare un segnale di fiducia a chi vuol “fare impresa”, a chi ha un progetto impren-ditoriale serio, concreto ed economica-mente profittevole ma non dispone delle risorse finanziare per il suo avvio”.

Qual è il compito di Banca Marche?“a testimonianza dell’impegno a favore delle iniziative che si prefiggono di cre-are ricchezza e sviluppo per il territorio, banca Marche sarà chiamata a valu-tare nuove iniziative imprenditoriali e, laddove sussistano i requisiti di merito creditizio oltre a quelli previsti dall’avvi-so Pubblico, ad erogare prestiti sull’o-nore, cioè finanziamenti senza garanzie accessorie, caratterizzati quindi da un profilo di rischio molto elevato, seppur in parte (50 per cento dell’esposizione) mitigato dall’esistenza di un Fondo di Garanzia istituito dalla Regione Marche. Tutte le nostre filiali presenti sul territo-rio regionale sono pronte a raccogliere le domande di ammissione. Garantiamo il nostro impegno per assicurare un’at-

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sPeciale: formazione e giovani

tenta ed oggettiva valutazione. Faremo tutto questo con lo spirito che, da sem-pre, contraddistingue banca Marche: un forte entusiasmo e la voglia di crescere insieme alla nostra clientela attraverso una relazione trasparente, professionale e duratura, fatta di risposte concrete in grado di soddisfare le diverse esigenze delle imprese e delle famiglie”.

Oltre all'erogazione del prestito, verrà assegnato a ciascun imprenditore a ti-tolo gratuito e per la durata di 12 mesi, un tutor designato da sida Group s.r.l. che affiancherà il neo imprenditore nella fase di start-up dell'azienda, accompa-gnandolo nell'adempimento delle pra-tiche burocratiche e di definizione dei dettagli del proprio progetto d'impresa.

GIULIO GUIDI, responsabile Area Formazione del Gruppo SidaPerché è importante quest’iniziativa?“Il Prestito d'Onore si caratterizza per il fatto di essere un’iniziativa che va ben oltre la semplice idea di “aiuto” all'avvio di nuove imprese, inteso come sostegno di tipo finanziario. Il progetto infatti mo-stra una particolare attenzione ai servizi e alle azioni che possano aiutare l'aspi-rante imprenditore a meglio definire la business idea, individuandone in detta-glio le chiavi di successo e le criticità da fronteggiare”.

E’ in quest’ottica che va letto l’interven-to del tutor?“certamente. Pensiamo a quanti insuc-cessi possono essere evitati con un sup-porto consulenziale quale quello sopra descritto! Il tutoraggio che accompagna il potenziale imprenditore in tutto il per-corso di analisi del progetto e delle sue attitudini imprenditoriali diventa pertan-to un vero e proprio percorso formativo, nel senso più ampio del termine, e di au-to-analisi. Il “Prestito d’Onore” si carat-terizza quindi per la presenza di specifi-che azioni volte a diffondere una cultura

imprenditoriale, a stimolare la nascita di idee d’impresa e a favorire la creazione e lo sviluppo di nuove attività di successo”.

Cosa significa fare l’imprenditore oggi?“Richiede una professionalità più com-pleta, dovendo coniugare cultura mana-geriale di tipo “verticale” (pianificazione strategica, conoscenze metodologiche in materia di marketing, finanza e con-trollo, ottimizzazione dei processi orga-nizzativi produttivi, tecniche di sviluppo dei prodotti) con capacità sistemiche di tipo “orizzontale” (conoscenze micro e macroeconomiche, nozioni di diritto del lavoro, conoscenze legali, fiscali e socie-tarie, ecc.)”.la campagna di comunicazione dell'i-niziativa del “Prestito d'Onore” della Regione Marche è curata dalla camera Work s.r.l. di Jesi.

FERDINANDO BLEFARI, Camera WorkC'è ancora “Bisogno d'impresa”?“Il successo delle precedenti edizioni, con cui sono state avviate complessiva-mente 980 nuove imprese erogando qua-si 20 milioni di euro, il momento storico che stiamo attraversando, nonché i dati occupazionali, ci mostrano la necessi-tà di mettere a disposizione strumenti pro-attivi, indicandoci la via da seguire. l'obiettivo principale della campagna pubblicitaria è informare i potenziali be-neficiari e permettere così l'avvio di 400 nuove microimprese, dando continuità all’iniziativa e a quanto precedentemen-te realizzato anche in termini di comu-nicazione. Nell’ottica della continuità abbiamo scelto di riproporre lo stesso concept creativo della precedente edi-zione, massimizzando la riconoscibilità dell'iniziativa all’interno della regione Marche ed affiancandolo a una strategia di comunicazione maggiormente centra-ta sugli aspetti emozionali e di emulazio-ne determinati dalle esperienze positive generate dalle scorse iniziative. Quindi

alla campagna istituzionale e informati-va verrà abbinata una linea comunicativa che dia risalto ed evidenza agli aspetti più innovativi e creativi del “Prestito d'O-nore”, con l'utilizzo dei QR code e alla contaminazione dei video-social”.

Ce la può anticipare?“l'iniziativa, nata e cresciuta come stru-mento per le politiche attive del lavoro, può allargare i suoi orizzonti e interes-sare altre realtà e tematiche importanti, soprattutto nell'ottica del futuro, come l'innovazione, la capacità di ripartire, lo sviluppo. Per questo si è pensato a uno strumento dinamico e diretto che co-munichi la passione da cui nasce l'idea creativa o più semplicemente la forza positiva ed edificante di coloro che hanno deciso e fortemente lavorato per la rea-lizzazione di un sogno. Il modo migliore per arrivare a trasmettere le sensazioni e le emozioni legate al formarsi di un'i-dea fino alla sua concretizzazione è far parlare i protagonisti di queste avven-ture. Tramite, quindi, una strategia più vicina ai singoli attori del progetto “Pre-stito d'Onore”, chi vorrà avrà la possibi-lità, semplicemente raccontando i passi percorsi, di mostrare la via di accesso al proprio riscatto, contribuendo a infonde-re in coloro che lo ascoltano e lo leggono la fiducia nel futuro e la speranza nella rinascita. l'obiettivo è spingere alla par-tenza chi fino ad ora il viaggio l'ha solo sognato”.

Tutte le informazioni relative al bando sono disponibili sul sito www.prestitodonore.marche.it

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“Il credito è una posta di capitale importanza ai fini della creazio-ne del valore e spesso rappre-

senta la posta più rilevante dell’attivo di bilancio. vendere di più non è sinonimo di creazione di valore: la leva del credi-to spinge le vendite, ma il conseguente effetto positivo sui margini aziendali non deve essere eroso dai costi di gestio-ne prodotti dall’incremento di credito aziendale”

3.060.500 le imprese con problemi di li-quidità; 40,5 miliardi di euro le perdite su crediti; 120 miliardi di euro i crediti in sofferenza: questi alcuni numeri che hanno caratterizzato il sistema credi-tizio nazionale nel corso del 2012. Nel prossimo biennio, i crediti deteriorati stimati possono aumentare di ulteriori 30 miliardi di euro. Inizia da qui il vorti-ce del recupero del credito: dagli incagli nei pagamenti, dal cronico manifestarsi delle sofferenze sul bilancio d’esercizio,

dall’esposizione del consumatore e del-le famiglie oltre il proprio patrimonio, da una Pa che non riesce più a remunera-re i suoi dipendenti. la matassa cresce all’infinito, alimentata dai clienti che non riescono più a sostenere le spese e da un mercato che sottopone le aziende a una dura selezione naturale. È una questione di sopravvivenza, insom-ma. E il primo imperativo per soprav-vivere è avere il carburante necessario per sostenersi e svilupparsi. la mag-gior parte delle Pmi italiane, assorbono mezzi finanziari registrando un flusso di cassa negativo. la causa scatenante il fenomeno sembra potersi ricondurre al declino del DsO (Days of sales out-stan-ding): 96 i giorni di incasso nelle transa-zioni commerciali, 180 se il debitore è la Pa. I dissesti causati dai ritardi nei paga-menti sono aumentati del 114 per cento durante il periodo 2008-2012, arrivando a contare, nel 2013, già 8.000 imprese fallite e 60.000 posti di lavoro persi. a ciò

si aggiunge il calo del fatturato a seguito di ordini sempre più contratti e il deciso aumento di imposte e contributi. In Italia l’investimento medio in crediti commer-ciali è di molto superiore alla media degli altri Paesi sviluppati: le imprese italiane investono circa un terzo del totale delle proprie risorse proprio per finanziare i clienti attraverso il credito. Dunque, ne derivano due tipologie di ri-schi e due classi di certezze: rischio di insolvenza e di ritardato pagamento, da un lato; costi di gestione e recupero del credito e costi di dilazione dei pagamenti dall’altro. Il rischio di credito però, non si manifesta solamente e necessaria-mente al momento della consegna, ma nasce nelle fasi antecedenti, a partire dalla valutazione e della concessione del credito al cliente. Da qui la necessità di prevenire e non solo curare. l’equilibrio economico/finanziario dell’azienda va sempre preservato: l’adozione di proces-si preliminari volti a scongiurare feno-

Credito e Solvibilitá: come creare valore in aziendauna formazione mirata porta ad un sicuro successo professionale

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meni di inadempienza prima che sfocino in insolvenza, permettono di evitare mu-tamenti traumatici di tale equilibrio. Occorre gestire in modo efficace e stra-tegico l’intero ciclo di vita del credito commerciale: capire come tale asset può creare e non distruggere valore, indivi-duare quel portafoglio clienti che sia in linea con gli obiettivi aziendali, prevenire il rischio di insolvenza, studiare le solu-zioni operative più adatte per trasferire il rischio e sensibilizzare la funzione com-merciale ad una maggiore monetizza-zione. Il fenomeno del credito commer-ciale va visto nella duplice ottica di leva di marketing, relativamente all’acquisi-zione e fidelizzazione della clientela e di causa generatrice di fabbisogno finan-ziario per il capitale circolante. Impor-tante è dunque, vista l’attuale situazione economico/finanziaria, porre in atto una revisione dei piani strategici aziendali,

dove la variabile credito vede attribuirsi una più ampia valenza strategica. l’o-biettivo della Direzione generale è quello di proteggere il patrimonio dell’azienda e garantirne la continuità, oggi fortemente compromessa dall’avvenuta insolvibilità dei clienti. Monitorare costantemente i rischi finan-ziari a cui la società è esposta, diventa necessario per valutarne anticipata-mente i potenziali effetti negativi ed in-traprendere le opportune azioni per mi-tigarli. In aziende sempre più orientate alla creazione del valore, e impegnate a governare in tale ottica anche la pro-pria situazione finanziaria e di liquidità, il ruolo del credit Manager si dilata ben oltre la dimensione “operativa” e assu-me, oggi, valenze strategiche. uno dei passi da fare è creare profes-sionalità specifiche e innovative, come quella del credit Manager. una forma-

zione mirata e dedicata attraverso per-corsi di alta formazione, è la via più effi-cace per raggiungere un sicuro successo professionale. si ricordi che in Italia il 70 per cento del-le Pmi ha problemi di liquidità, arginabili solamente tramite una gestione strate-gica, corretta, mirata e continua del cre-dito commerciale.

TEMPI DI PAGAMENTO IN EUROPA(in giorni, dati 2012)

*DsO: Days sales Outstanding o tempo medio di incasso

ITalIa GERMaNIa FRaNcIa uK MEDIa EuROPa

DsO* tra imprese 96 35 57 44 52

DsO* tra imprese e Pa 180 36 65 43 65

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La rete di imprese costituisce uno strumento per favorire la cresci-ta, lo spirito di innovazione e la

competitività delle aziende, una risposta vincente e determinante in un momento di drastica riduzione della domanda in-terna. Ma affinchè tutto ciò sia vero, oc-corre innanzitutto predisporre un valido progetto di creazione della rete, che in-dichi gli obiettivi strategici di innovazione e di innalzamento della capacità com-petitiva, gli strumenti per la misurazio-ne dei risultati, la suddivisione dei ruoli e delle attività tra gli attori partecipanti all’aggregazione.l’istituto della rete si sostanzia in un contratto tra più imprenditori che deci-dono di collaborare per aumentare la ca-pacità competitiva e di innovazione del-la propria impresa e di tutte le imprese partner. Per raggiungere questo scopo le aziende aderenti al progetto si scambia-no informazioni, si suddividono fasi del ciclo produttivo, svolgono attività in co-mune mettendo a disposizione le proprie risorse.la rete è la giusta combinazione tra in-tegrazione e autonomia, nel senso che l’imprenditore che aderisce ad un con-tratto di rete mantiene la propria auto-nomia nella programmazione strategica della sua azienda. I vantaggi derivan-ti dalla stipula di un contratto di que-sto tipo sono molteplici: ottimizzazione dei costi e di alcune funzioni aziendali, ampliamento dell’offerta dei prodotti e

servizi, acquisizione di nuove nicchie di mercato, maggiore investimento in ter-mini di risorse dedicate alla ricerca e in-novazione, razionalizzazione e migliora-mento della produzione e della logistica, innalzamento della qualità dei prodotti/servizi, maggiori opportunità di inter-nazionalizzazione, più elevate e migliori possibilità di accedere al mercato del credito, un’organizzazione snella, flessi-bile e che può essere costruita su misura in base alle esigenze richieste dal pro-getto comune.Il numero delle aziende che ricorrono a tale strumento è in continua crescita, a testimonianza della sua capacità, qua-lora organizzato e gestito in maniera in-telligente, di creare nuove opportunità di business. la formula organizzativa della rete è particolarmente adatta per le piccole e medie imprese al fine di fronteggiare il momento di crisi del mercato, in quanto consente di superare i limiti legati alla loro ridotta dimensione: scarso orienta-mento all’internazionalizzazione, poche risorse dedicate all’innovazione, limitati mezzi finanziari. la crescita, infatti, va perseguita con una politica di innova-zione del prodotto e con la presenza in nuovi mercati.le imprese partecipanti mettono in co-mune anche il loro patrimonio di cono-scenze a vantaggio della rete, dando va-lore aggiunto al know how complessivo.spesso le reti d’impresa facilitano pro-

cessi di internazionalizzazione: l’aper-tura a nuovi mercati richiede risorse e competenze specifiche che spesso le aziende di piccola dimensione non sono in grado di sostenere. Ecco allora che la rete fornisce quella risposta all’esigen-za di internazionalizzazione delle nostre Pmi che consente loro di sconfiggere la crisi e guardare con fiducia al futuro. Fondamentale per il successo del pro-getto aggregativo è la figura del mana-ger di rete, cioè della persona preposta all’elaborazione delle strategie, dei pia-ni e delle iniziative dell’organizzazione, alla cura dell’analisi dei bisogni degli associati, nonché alla promozione degli obiettivi imprenditoriali. Egli contribui-sce alla difesa degli interessi della rete nei confronti dei terzi e deve saper favo-rire la crescita attraverso la collabora-zione tra imprese e promuovere l’innova-zione lungo le filiere. Premesso questo, è agevole intuire che per le imprese italia-ne risulterà di fondamentale importanza poter disporre di figure altamente for-mate che sappiano ricoprire tale ruolo, siano in grado di sviluppare la creazione di reti di imprese, di gestire in maniera efficace i contratti di rete esistenti, di operare a vantaggio della crescita, della competitività e della capacità innovativa delle imprese coinvolte.

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L’integrazione è una valida risposta alla crisi? Si, purchè vi sia un manager di reteQual è il suo ruolo e quali competenze gli sono richieste? attraverso un rapido progetto di professionalizzazione, giovani con talento possono diventare leader di progetto della rete d’impresa. un mestiere di sicuro successo

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Forse più o meno queste sono le pa-role che hanno suggellato uno dei momenti più importanti della vita

di un/una giovane e che pongono la pa-rola “fine” ad un periodo lungo, faticoso, denso di eventi positivi e non, ma sempre carico di aspettative.E adesso?adesso cosa faccio?ho studiato tanto, ho imparato un sacco di cose, e … allora?Proviamo così: facciamoci una passeg-giata insieme io, manager ormai in pen-sione, e te, ingegnere fresco fresco di laurea: andiamo … diciamo verso bolo-gna, prendiamo l’autostrada. Ecco, siamo nei pressi di cesena, guarda là a sinistra: che bello stabilimento! E’ quello nuovo della Technogym; è proprio bello, riprende le forme delle dune arti-ficiali che stanno di fronte, coi cipressi in cima ad ogni duna. Graziosa costruzione e piacevoli anche i prodotti che vi si fab-

bricano, magari quegli stessi su cui ti sei allenato nella palestra che frequenti.Ma dimmi un po’: lo sai cosa succede lì dentro? lo sai cosa si fa in generale dietro il cancello di una fabbrica, che sia Technogym o chicchesia? E chi lo fa?Tu mi rispondi: si produce. E io ti replico: e cosa vuol dire, spiegami, dimmi in ter-mini pratici cosa si fa.E qui silenzio. Ma come!? E qui ti sfotto un po’ … sei ingegnere e non mi sai dire niente? Ma all’università queste cose mica ce le hanno dette, non le abbiamo mai viste, rispondi tu.beh, allora qualcosina te la racconto io, ma giusto un assaggio, tanto per darti un’idea: poi, se vorrai approfondire, non hai che da sceglierti un bel master post-universitario e vedrai che tutto ti sarà un po’ più chiaro e ti metterà meglio in gra-do di varcare il cancello di quella fabbrica senza essere completamente all’oscuro di cosa avviene lì dentro.

cominciamo? cominciamo.allora, in questa ipotetica fabbrica si pro-duce un articolo che forse qualche tuo collega avrà progettato.Questo prodotto verrà fabbricato con dei macchinari: bisognerà allora conosce-re come funzionano, quanto tempo ci mettono a produrre un pezzo, quali sono i tempi delle varie fasi di lavorazione, quali sono i punti delicati del processo; e poi quanti pezzi possono fare all’ora e che manutenzione questo macchinario richiede, e quanta energia consuma e della manodopera di cui ha bisogno per poter funzionare.E magari questa macchina è preceduta da un’altra e seguita pure da un’altra: vanno tutte ugualmente veloci? Oppu-re no? E se no, come si fa? E le perfor-mance di questi macchinari sono in linea con le aspettative? vanno meglio? vanno peggio? E che accorgimenti di sicurezza devo adottare perché chi ci lavora non si

sPeciale: formazione e giovani

Ingegneri: inseritevi nel mondo del lavoro in Produzione!“In nome della legge, visto il risultato dell’esame di laurea sostenuto oggi, XX-YY-ZZZZ, la commissione d’esame presieduta da me, prof. aaaaaaa, bbbbbbbbb, la dichiara ‘Dottore in Ingegneria hhhhh’ con la votazione di 108/110; complimenti Ingegnere !!”

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infortuni?Insomma, tante domande, tante cose.E il prodotto che si fabbrica lì da qua-li componenti è composto? E quanto costano? E quanto costa produrre un pezzo? la manodopera? l’energia? Gli sprechi di materiale? I pezzi difettosi? I tempi? E alla fine di tutto, con che prezzo mi presento alla fine della catena pro-duttiva? Troppo alto? ce la farò a stare sul mercato, tenendo conto che anche vendere costa?E i clienti? Quanto acquistano? Quando? che cosa? che tempi mi danno? come faccio a fare i programmi di produzione giusti? che previsioni ho?ce la faccio ad accontentare il mio mer-cato nei tempi, nei modi e ai costi che esso mi richiede? ce la fanno le mie macchine? Devo lavorare 5 giorni o 7 giorni su7? E con quale orario? Dalle 8 alle 17 o devo fare i turni? E quanti? Due, tre al giorno?

E la gente? ce l’ho la gente sufficiente per far marciare le mie macchine?

basta!! basta!!! come “basta, basta”!?aivoglia, quanto ancora c’è da fare dietro quel cancello!Devo acquistare le merci e i servizi (luce, gas, etc.) per produrre. E come si fa? come si tratta coi fornitori? E quanto si acquista, come, a che prezzo, a quali condizioni e per quando?E quante scorte devo tenere? Di prodotti finiti, di componenti di semilavorati? E i magazzini? come devo organizzare i ma-gazzini? Quanto spazio mi serve? come e quanto devono ruotare? Quanto costano?Mamma mia, tutte ‘ste robe!!!E non è finita!Non è finita?! Eh, no, che non è finita …ci sono i trasporti da organizzare, la di-stribuzione ai clienti o ai magazzini peri-ferici, le dogane da attraversare e con le

quali bisogna fare i conti, e poi …

basta, basta, ma all’università non mi hanno insegnato nulla … E io che credevo di sapere tutto!Non ti disperare, và! Dai, torniamo in-dietro verso ancona ed iscriviti ad un bel master di sida, vedrai che dopo le idee un po’ ti si schiariranno!!

Ti aspettiamo.

Marco Ascoli MarchettiResponsabile settore Operations Gruppo [email protected]. 071.28521

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inchiesta

Dottor Guidi, recentemente Lei ha affermato che in futuro la strate-gia politica si andrà sempre più

concentrando sul territorio. Con quali effetti?“l’efficacia operativa di tali azioni dipen-derà dalle risorse che il territorio riusci-rà a mettere a disposizione e dal com-portamento degli attori che operano su di esso”.

Nel processo di sviluppo economico qual è la funzione del credito?“una funzione di acceleratore dello svi-luppo”.

E’ possibile calare questi concetti sul nostro territorio?“se penso alla nostra regione, le Marche, e alla banca delle Marche, è d’obbli-go una riflessione sull’importanza e sul ruolo strutturale, strategico ed economi-co di una banca fortemente compenetra-ta sul territorio”.

Quali caratteristiche dovrebbe avere questa “banca del territorio”?“Penso a un’azienda di credito riorganiz-zata, a un istituto che faccia della funzio-ne creditizia locale il core business della propria attività, destinando l’impiego alle imprese e alle famiglie, tralasciando l’impiego interbancario e l’attività specu-lativa. un credito organizzato per funzio-ni: credito commerciale, di breve termi-ne, un’autonoma struttura organizzativa sul medio e lungo termine (Medio cre-dito), nonché una banca d’affari (focus)”.

E secondo Lei Banca delle Marche pos-siede i requisiti per realizzare questo progetto?“Per il know-how di cui dispone e per la governance di cui attualmente è dotata, ritengo di si”.

Perché?“Il direttore generale chiamato a questo progetto di ristrutturazione e risanamen-

to è fortemente motivato ad una politica di sviluppo e di sostegno del territorio. Dispone di un’ottima conoscenza dello stesso, consolidata in modo distintivo da una pluridecennale esperienza, e per la funzione che andrà e dovrà svolgere rap-presenta un’ottima opportunità”.

In tale contesto qual è il ruolo delle isti-tuzioni locali?“Queste ultime, ma anche in genere tutti gli operatori economici e finanziari delle Marche sono chiamati a stringersi attorno e dare all’Istituto un sostegno in questo momento di difficoltà finanziaria che sta attraversando. con un obiettivo ulteriore: mantenere sul territorio il con-trollo della banca”.

“Banca delle Marche, un istituto che dev’essere conservato e riorganizzato”abbiamo chiesto a Flavio Guidi (Gruppo sida) il suo parere in merito alle prospettive e al ruolo che potrà avere banca Marche per lo sviluppo del territorio, in un momento in cui l’istituto di credito jesino sta vivendo una delicata situazione finanziaria

di c.badioli

“Il direttore generale chiamato a questo progetto di ristrutturazione e risanamento è

fortemente motivato ad una politica di sviluppo e di sostegno del territorio. Dispone di un’ottima

conoscenza dello stesso, consolidata in modo distintivo da una pluridecennale esperienza, e per la funzione che andrà e dovrà svolgere

rappresenta un’ottima opportunità”

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*

dossier

* Gli interventi e gli articoli ospitati nell'ambito del focus sono spontanei e non vincolati in alcun modo

“Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire

nel mondo”

Mahatma GandhiPolitico e filosofo indiano

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Obiettivo dell’incontro è stato quello di evidenziare gli approcci possibili alla sfida del “new made in Italy”.

a partire dalla governance delle nostre città, chiamata ad una nuova razionali-tà dei servizi. uno spaccato delle strade percorribili per prospettare un futuro alle ‘città intelligenti’ nel focus che “Eco-logicamente” ha intitolato alle politiche ‘smart’: sotto i riflettori best practice ed importanti esperienze in atto, grazie alla partecipazione di anci, coordinamento agenda 21 locali italiane, corecom Mar-che, ciip spa e Regione, quest’ultima rappresentata dall’assessore ai lavori pubblici antonio canzian. Il cui richia-mo è stato alla necessità di sviluppare una progettualità adeguata a captare le “imponenti risorse”, dai 10 ai 12 miliar-di di euro, che la comunità europea, nel periodo 2014-2020, dedicherà proprio allo studio delle “smart city”: ambienti urbani in grado di agire attivamente per migliorare la qualità della vita dei propri

cittadini. ciò significa esprimere quanto di meglio e innovativo il nostro sapere economico può mettere in campo. “la Regione Marche si è attrezzata nel tem-po a pensare ‘smart’, destinando ingenti risorse al progetto ‘Italia longeva’, di cui è capofila”: un network dedicato all’in-vecchiamento, in cui significativa, ha ri-cordato canzian, è la presenza dell’Inrca per promuovere e sostenere una nuova visione dell’anziano come elemento cen-trale di un sistema che offra opportunità di crescita e di progresso sociale, sti-moli la ricerca e l’innovazione, favorisca l’implementazione di nuove tecnologie. “articolazione” del pensare ‘smart’ è la domotica, scienza interdisciplinare che cambierà la vita tra le mura domestiche: un nuovo asse di sviluppo per il nostro territorio, su cui la Regione, ha continua-to canzian, sta investendo, e che ha un legame stretto con il tema della longe-vità attiva; positivo il bilancio del bando indetto per raccogliere proposte proget-

tuali in merito. a partire dall’esperienza e dalle politiche che hanno informato un patto territoriale assurto a modello, uno dei più riusciti nel panorama nazio-nale, il “Progetto smart Piceno” nella definizione coniata da Pietro colonnel-la, presidente corecom Marche, già alla guida della Provincia di ascoli Piceno e sottosegretario agli affari regionali nel secondo Governo Prodi. un territorio ‘intelligente’, in grado di salvaguardare e valorizzare l’ambiente e le persone, di tutelare e rilanciare l’impresa e il lavo-ro, di fare del patrimonio della propria storia e della propria cultura occasio-ne di crescita. “Partendo da ciò che già esiste, recuperando l’impostazione del Patto del Piceno attraverso un approccio trasversale che restituisca una visione integrata del nostro territorio diffuso, la costruzione di un progetto forte, capa-ce di intercettare linee di finanziamen-to importanti, rientrando nella filosofia ‘smart’ dell’unione europea. Mi auguro

NEllE POlITIchE sMArt sI GIOca la sFIDa DEl “NEW MaDE IN ITalY”“buon governo e green governance delle città”: significative esperienze nel focus proposto durante il festival della sostenibilità a san benedetto, con la partecipazione di anci, coordinamento agenda 21 locali italiane, corecom Marche, ciip spa e Regione. Tra innovazione e qualità, un percorso che ha evidenziato la necessità di una visione complessiva dello sviluppo urbano, occasione di rilancio economico. Pietro colonnella: “che questo diventi un tavolo di lavoro”

a cura della Redazione

dossier: energia

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che questo – ha sottolineato colonnella – diventi un tavolo di lavoro”. sottolineato il ruolo di ‘facilitatore’ dell’associazione “spazio ambiente” grazie al ruolo che “Ecologicamente” ormai incarna. “un tema come quello che ci vede riuniti oggi non si ascolta frequentemente”, aveva commentato l’assessore canzian nel corso del suo intervento. “buon gover-no e green governance delle città”: molti gli spunti di riflessione, come il nostro Paese a riguardo si sta muovendo nella relazione di Mauro savini, che dall’Os-servatorio nazionale anci ha portato i riflettori sulle smart city italiane. “solo un numero molto ristretto di città è sulla strada giusta: Genova, Torino, bari, bre-scia e bergamo, realtà che hanno avvia-to un percorso integrato. buone pratiche anche in molti i centri medi, soprattutto nel Nord, che hanno sviluppato su ambiti territoriali specifici validi progetti, i quali tuttavia mancano di un piano integrato che proietti gli stessi in una visione com-

plessiva dello sviluppo urbano. E’ a que-sto riguardo – ha concluso savini, area ambiente, cultura e innovazione dell’anci – che il nostro Paese è nella gran parte dei casi ancora indietro: piani che vedano integrati i vari interventi settoriali, colle-gando le esperienze in un quadro coe-rente in cui siano coinvolti tutti gli attori sociali. Investire sulle città significa dare volàno moltiplicatore alla ripresa econo-mica”. Illuminazione pubblica, trasporti, mobilità, gestione dei rifiuti e dell’acqua: reti estese a diversi settori, riducendo i consumi e abbassando i costi, offrendo nel contempo migliori servizi. a riguar-do l’accento di Giacinto alati, presiden-te ciip (cicli integrati impianti primari) spa (società pubblica cui partecipano 59 comuni delle Province di ascoli Piceno e di Fermo), il quale ha parlato dei ser-vizi nel settore del ciclo idrico integrato, da rilanciare “in ottica green”, trovando “nuove forme di sviluppo” rispetto ad un’attività suscettibile di importanti rica-

dute sull’ambiente e sull’economia. “Ot-timizzare la rete di depurazione significa, ad esempio, contribuire all’ottenimento delle bandiere blu per i nostri lidi e il no-stro mare, dunque - ha commentato ala-ti – ad attrarre turisti sulla nostra costa”.al forum ha partecipato anche Emanue-le burgin, presidente del coordinamento agenda 21 locali italiane: “bisogna indi-viduare quei meccanismi che possano attivare politiche e azioni sostenibili dal punto di vista tecnologico e amministra-tivo, perchè ‘smart’ non significa solo uti-lizzo delle migliori tecnologie informati-che, ma anche rapporti di trasparenza con il cittadino. circa gli investimenti, la sfida è nella capacità di intercettare ca-pitali privati costruendo partnership, la-boratori e tavoli congiunti”.

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dossier: energia

una strategia comune in tema di “green industry” tra la provincia dello hunan e la Regione Marche

che si realizzi anche con una sempre maggiore apertura del mercato cinese per le aziende Green regionali: è il pro-getto sviluppato al primo Meeting del Ta-volo Tecnico congiunto Marche-hunan che si è tenuto nella sede regionale a fine luglio e scaturito dai solidi rapporti di amicizia che dal 2011 legano la provin-cia cinese con le Marche. una qualificata delegazione della pro-vincia cinese, guidata da Zhang Zaifeng (vice Director General of hunan Envi-ronmental Protection Department) e long Jun (Director of International co-operation Department of hunan Envi-ronmental Protection Department), è stata in visita nelle Marche. “un’occasione di incontro – ha detto il

presidente, Gian Mario spacca, nel dare il via ai lavori che seguiranno per tre gior-ni tra meeting, visite aziendali e b to b – che si concentra sul tema dello sviluppo connesso al rispetto ambientale e della vita umana, uno sviluppo ecosostenibile e ‘senza fratture’ capace di prevedere contemporaneamente crescita econo-mica, equilibrio ambientale e sicurezza dei cittadini. Questo è il nostro modello di sviluppo e coesione sociale certificato dai maggiori indicatori di benessere che ci attestano come la regione con la più alta aspettativa di vita in Europa. un re-cord frutto anche della qualità della vita che caratterizza le Marche. Oggi siamo qui per un progetto molto concreto e di grande valore che si inserisce nel per-corso già consolidato di relazioni strut-turali di lungo periodo con la provincia dell’hunan”. 

Esempi di eccellenza utili alla riflessio-ne sono quindi quelli che oggi la Regione Marche propone ai delegati della Provin-cia dello hunan in qualità di partner di lungo periodo per l’elaborazione di un progetto ambientale sviluppato lungo tre direttici: formazione, tecnologia e rela-zioni industriali. la Provincia dello hunan, territorio di circa 70 milioni di persone posizionato nella cina centrale, è una delle aree a più elevata industrializzazione del Pa-ese e con un tasso di crescita elevatis-simo, ma anche una delle Province più inquinate della cina. la collaborazione e l’amicizia con la Regione Marche si è sostanziata nel maggio del 2012 con l’a-pertura di un Punto di assistenza Tecni-ca alle Imprese della Regione Marche a changsha (PaT), capitale della Provincia dello hunan. lo studio delle opportunità

È TEMPO DI "green INDusTRY”Primo meeting tra la Provincia dello hunan, in cina, e la Regione Marche, esempio di eccellenza ambientale

La collaborazione e l’amicizia con la Regione Marche si

è sostanziata nel maggio del 2012

con l’apertura di un Punto di

Assistenza Tecnica alle Imprese della Regione Marche a Changsha (PAT),

capitale della Provincia dello

Hunan

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di collaborazione portato avanti dal PaT in collaborazione con le autorità loca-li ha individuato nel settore ambientale uno degli ambiti chiave per lo sviluppo di strategie economiche congiunte.costruire solide partnership internazio-nali costituisce uno strumento fonda-mentale perché la cina, Paese che ha oggi enormi squilibri ambientali deri-vanti da decenni di sviluppo industriale e sociale incontrollato, possa avviarsi verso una politica di riforma ambientale sostenibile, adottando azioni di collabo-razione in campo formativo, tecnologico ed industriale. la Regione Marche, attraverso un siste-ma integrato che ne definisce la princi-pale caratteristica strutturale, composto da competenze provenienti dal mondo pubblico, accademico ed imprenditoria-le, ha la capacità di proporre agli attori

rilevanti nella Provincia dello hunan so-luzioni all’avanguardia in tema di rego-lamentazione e sviluppo tecnologico nel settore ambientale. Questa mattina è stato dato avvio alla strategia di cooperazione grazie all’isti-tuzione di un Tavolo Tecnico congiunto che definisca le azioni e le attività per un progetto di lungo periodo. Da parte cinese, il soggetto promotore dell’iniziativa è il Dipartimento di Prote-zione ambientale, che coordinerà la par-tecipazione di altri attori rilevanti, quali la changsha central south university (una delle top 15 università cinesi) e in-dustrie cinesi del settore interessate a sviluppare relazioni con controparti im-prenditoriali italiane. Il Tavolo Tecnico marchigiano, a sua vol-ta, impegna in funzione di coordinamen-to il servizio ambiente e Territorio, as-

sieme ad aRPaM, università Politecnica delle Marche e le principali aziende del settore. Obiettivi principali dell’iniziativa di coo-perazione sono l’apertura del mercato cinese per le aziende Green della Regio-ne Marche – attraverso l’individuazione e lo sviluppo di partnership con industrie operanti nella Provincia dello hunan – e l’avvio di un programma di formazione tecnica per la gestione delle politiche e dei regolamenti in tema di protezione ambientale.   la delegazione della Provincia dello hu-nan è composta da rappresentanti del Dipartimento di Protezione ambientale della Provincia, south central universi-ty e quattro tra le principali industrie del settore.

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sPorTfocus

“Il calcio è l'ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. È rito nel fondo, anche se è evasione. Il calcio è lo spettacolo che ha

sostituito il teatro”

Pier Paolo Pasolini, su L'Europeo, 1970

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sono 108 anni di grandi vittorie e di cocenti sconfitte, anni di promo-zioni esaltanti e di tragiche retro-

cessioni, anni di passione, passione per il bianco e per il rosso.Nei primi del secolo scorso la neonata società sfiderà solo squadre di marinai inglesi o squadre di città o zone limitrofe ad ancona. bisognerà infatti aspettare la fine della Prima Guerra Mondiale per vedere l'anconitana iscriversi al primo campionato di terza categoria Figc e par-tecipare a diversi campionati regionali.Il 19 marzo del 1931 viene inaugurato lo stadio cittadino, il “Dorico”, che rimarrà la casa dell'ancona per moltissimi anni (fino al 1992) e che vedrà nascere e cre-scere la sfrenata passione dei tifosi dori-ci. Nel ‘37, dopo qualche anno di gavetta, arriva la prima promozione in serie b, categoria dove la squadra rimane fino al ’43, con la sospensione dei campionati a

causa della guerra. superate le difficoltà dovute al periodo post-bellico (ancona fu infatti colpita duramente dai bombarda-menti), la squadra riparte nuovamente dalla serie b, dove rimane dal ‘47 al ’51, per poi retrocedere e ripartire nuova-mente dalla quarta serie.Il ‘58 vede il ritorno in serie c, categoria nella quale la squadra sembra trovare la sua dimensione, tanto che bisognerà aspettare l'inizio degli anni ‘70 per ve-dere un nuovo cambio di categoria. Più precisamente, è il 1972 l'anno indicato, ma ancora una volta è un evento tragico a condizionare l'andamento della squa-dra. ancona, infatti, è colpita da un vio-lento terremoto e la carenza di strutture, unita ad evidenti difficoltà economiche, costringono la squadra a retrocedere tra i dilettanti.I sei-sette anni che ne seguono, vedono l'alternarsi di promozioni e di retroces-

sioni che mantengono i biancorossi in un limbo tra il professionismo e il dilettanti-smo, dal quale non è semplice venir fuo-ri. Finalmente - siamo nel 1978 - l'an-cona approda nella neonata serie c2 e negli anni seguenti inizia a fare i prepa-rativi per il vero salto di qualità.la svolta arriva nel 1984. l'imprendito-re Edoardo longarini, infatti, acquista la società, dando vita ad uno dei decenni più belli e ricchi (soprattutto a livello di risultati) che il calcio anconetano ricordi. con lui nell’'88 l'ancona ritrova dopo 37 anni la serie b e incredibilmente conqui-sta nel '92 la prima storica promozione in serie a.Rimane un solo anno nella massima ca-tegoria, ma la festa promozione che ha dato il via a questa avventura, vede coin-volta la città intera, mai cosi unita come lo è stata sotto i colori del bianco e del rosso, diventando un ricordo indelebi-

ancona calcio, la storia continua …siamo agli inizi del secolo scorso quando un commerciante anconetano di nome Pietro Recchi, spinto dalla passione per un nuovo sport che sta prendendo piede, decide di fondare l’u.s. anconitana. E' esattamente il 1905 e da allora il rosso e in seguito anche il bianco diventeranno i colori sociali di questa gloriosa squadra

di a. Fabri

focus: sPort

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le nella mente degli anconetani (e non solo).la società rimane nelle mani di longa-rini fino al '96, conquistando anche una storica finale di coppa Italia, persa poi contro la sampdoria. Terminata quest'e-ra, iniziano anni di alti e bassi, anni che vedono un susseguirsi di cambi a livello dirigenziale che portano purtroppo ad un andamento altalenante della squa-dra. Finalmente nel 2003, con una nuova società alle spalle, l'ancona conduce un campionato straordinario e riconquista meritatamente il palcoscenico della se-rie a. Il 2004 sarà però un anno neris-simo, conclusosi prima con la retroces-sione in serie b e poi con il fallimento societario.E’ la famiglia schiavoni, da sempre vici-na ai colori biancorossi, a tenere viva la speranza e la passione dei tifosi anco-netani. la squadra, infatti, ripartita dalla

c2 e dopo un inizio con qualche difficoltà, centra diverse promozioni, ritrovandosi nel 2009 di nuovo in serie b. Questo sal-to coincide anche con l'abbandono degli schiavoni al timone della società, che dopo tre anni di serie b ha nuovamente gravi problemi economici e fallisce per la seconda volta in dieci anni. sicuramen-te la situazione economica generale non lascia grandi spazi per sognare ancora in grande, tanto che sono in molti a temere che ciò rappresenti la fine del calcio an-conetano, la fine di un'epopea che come tutte le favole nel bene o nel male deve finire.Invece, dopo un’estate a dir poco burra-scosa, l'amore per i colori biancorossi portano andrea Marinelli, già presidente del Piano san lazzaro, a cambiare de-nominazione alla propria squadra dando vita all'ancona 1905. Ripartendo dall'Eccellenza viene subito

centrata una promozione che ci riporta in serie D. certo, la piazza è abituata ad altre categorie e non è semplice ri-salire … così in questa calda estate del 2013 si decide di allargare la compagine societaria inserendo nuovi soci/spon-sor, garantendo in tal modo sia serietà e trasparenza, sia una certa sicurezza economica che permetta di lavorare se-renamente.Ed è per questo che oggi ci troviamo qui a raccontarvi questa realtà, a raccontarvi questo nuovo capitolo di vita biancorossa ... perchè la storia continua!

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focus: sPort

E’ il prototipo dell'uomo schietto, sin-cero, incapace di ogni tipo di retori-ca e di ipocrisia. E' nato e vive per

lo sport e per i ragazzi. Predica la cultura dei valori dello sport come spina dorsale di una vita spesa per difendere e sostenere un’idea. Ora che ha assunto l'incarico di assessore allo sport della sua amata cit-tà, ancona, ha l'opportunità di realizzare il suo progetto.Parliamo di (e con) andrea Guidotti, che il sindaco di ancona valeria Mancinelli ha voluto nella sua squadra di governo affi-dandogli le deleghe relative allo sport e al volontariato civico.

Assessore, ha preso confidenza con il “palazzo”?“l'impatto è stato meno complicato di quanto credessi: la struttura dell'ufficio sport è valida e qualificata, formata da persone capaci e di buona volontà. siamo tutti concentrati sul da farsi e stiamo già facendo”.

Per “palazzo” io intendevo la politica: per un uomo di campo abituato a suda-re in palestra con le regole del campo e dello spogliatoio, le cose sono un po’

cambiate...“Per mia fortuna faccio parte di una squa-dra, la giunta comunale, guidata da un capitano come valeria Mancinelli che mi stupisce ogni giorno di più per tutto quanto riesce a gestire e governare e, per restare sulla similitudine dello sport, con compa-gni di squadra come gli altri membri del-la giunta, appassionati quanto me al loro lavoro ed orientati davvero al bene della città”.

Quale missione si è posto nel corso del suo mandato?“Quella che ci siamo posti tutti, come giun-ta comunale: quella di rimettere lo sport al centro della vita sociale di questa città. Non basta qualche soldo o un assessore volenteroso e magari capace: se non hai alle spalle la tua maggioranza che ti so-stiene fai poca strada, mentre noi, invece, vogliamo contribuire ad affermare la cul-tura dell'educazione a certi valori che ho sintetizzato nel programma di governo”.

Tutto bello, ma nella pratica a cosa sta la-vorando?“abbiamo cominciato con il censimento di tutti gli impianti sportivi di ancona. affig-

“Lo Sport al centro”a tu per tu con andrea Guidotti, assessore allo sport del comune di ancona

di Fabio lo savio

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gerò al muro del mio ufficio una mappa della città con ben evidenziate le struttu-re; per ciascuna ho chiesto all'ufficio una relazione dettagliata sulla situazione dell'impianto, la manutenzione, le uten-ze, la gestione, il custode: voglio sapere tutto. con una fotografia chiara e precisa metteremo in fila le priorità”.

Nel frattempo?“Nel frattempo sto incontrando tutte le società sportive di ancona: sono nel mio ufficio da mattina a sera e a tutti i diri-genti dico di fare uno sforzo per avvici-narsi l'una all'altra, almeno nell'ambito della stessa disciplina. ad esempio la questione del rugby anconetano ci sta molto a cuore e farò tutto quanto mi sarà possibile per far sì che tra le due società di rugby e i Dolphins si trovi un accordo, nell'interesse di tutti. aggiungo altre cose che sono della massima importanza come la cittadella sportiva polifunzionale, il polo destinato al nuoto e un lavoro con le scuole che deve essere per prima cosa un percorso educativo alla tolleranza, all'integrazio-ne, all'amicizia. Non dimentico poi che lo sport è senz'età e a tutti, disabili in pri-

mis, dev’essere concessa la possibilità di accedere alle strutture sportive perché è un diritto di tutti”.

Che risposte ha avuto dalle società?“bella questa domanda: mi sarei aspet-tato che mi chiedesse quali fossero state le loro richieste. ho trovato grande di-sponibilità e, se posso dire, anche fidu-cia. Forse mi ripeto, ma questa è una mag-gioranza solida che crede nello sport. capìto questo concetto, tutti escono dal mio ufficio con rinnovato entusiasmo. starà a noi non farlo sopire”.

Rimane il tempo per allenare la Luciana Mosconi Dorica Pallamano?“Questo è davvero l'ultimo dei miei pro-blemi: la squadra si allena in tarda sera-ta e il tempo che dedico alla pallamano lo sottraggo alla famiglia, non certo al mio lavoro e comunque, aldilà di qualche legittimo dubbio iniziale di qualche suo collega, penso che la questione sia risol-ta anche perché il caso non esiste”.

C'è stata polemica per il fatto che An-drea Marinelli è uno degli sponsor della

sua squadra...“ho già detto e ribadito che il presiden-te della mia società lorenzo Guzzini ha “corteggiato” Marinelli per anni e ben prima delle elezioni c'è stata la firma sul contratto. Io faccio l'allenatore e mi occupo di preparare i giocatori. andrea Marinelli è un ottimo imprenditore e un grande appassionato di sport. sul suo esempio e su quello di alcuni altri, spe-riamo di coinvolgere sempre più aziende. lo sport dev’essere visto come patrimo-nio della città, non come diversivo di po-chi facoltosi”.

Che rapporto ha con il calcio e con l'Us Ancona 1905?“come credo e spero la maggioranza dei ragazzini, io andavo allo stadio a fare il tifo per l'ancona e ne sono tifoso ancora oggi. Il calcio in Italia ha numeri incre-dibili che non ha in nessun altro Paese europeo. Il punto, credo, sia quello di ri-uscire a portare i tifosi del calcio e quindi anche dell'ancona, ad appassionarsi an-che ad altre discipline. Da questo punto di vista il consorzio ankon è un esempio che in altre città ita-liane stanno replicando, di aggregazione

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focus: sPort

positiva ed intelligente di realtà sportive diverse”.

Visto che è un allenatore non si spa-venterà se Le chiedo i risultati già rag-giunti...“Tutt’altro, anche perché ne sono molto fiero: abbiamo fatto partire i lavori per sistemare la piscina di vallemiano e si-stemeremo il pallone al Pinocchio, dan-neggiato in seguito alla nevicata di due anni fa. Inoltre i mondiali di vela d'altura hanno dimostrato la potenzialità di que-sta città ancora una volta, così come il Mundialito anti-razziale organizzato dall'associazione assata shakur, esem-pio eccellente di integrazione tra 25 et-nie. a questo proposito ricordo con grande emozione la partecipazione all’evento dedicato al cricket organizzato dalla co-munità del bangladesh: davvero ecce-zionale”.

Se guarda al domani cosa vede?“Intanto vedo che, per quanto concerne il volontariato civico, voglio organizzare dei gruppi di lavoro, in collaborazione con l'assessorato alla Partecipazione, che si occuperanno di ripulire i parchi di ancona rendendoli quindi accessibili e più facilmente fruibili per i bambini. Togliamo i nostri figli dal divano e da da-vanti alla tv e diamo loro la possibilità di giocare all'aperto, socializzare, così che scoprano la passione per lo sport e scel-gano di praticarne uno o più di uno. Per lo sport vedo un grande evento in calen-dario al Dorico per il 14 settembre, che stiamo organizzando in collaborazione a “sosteniamo l'ancona” che l'ha ideato: l’iniziativa aggregherà le famiglie e vedrà quale protagonista lo sport di ancona. Non dimentichiamoci mai che portiamo tutti il nome della nostra città in giro per l'Italia e tutti gli atleti, gli addetti ai lavori, i tifosi, devono essere i primi ad essere

orgogliosi e fieri della loro città e nutrire un sano senso di appartenenza”.

Assessore Guidotti, ci prendiamo l'im-pegno di ritrovarci ad un anno da oggi per fare il punto su quello che è riuscito a fare?“volentieri, e sono convinto che per allo-ra il lavoro della giunta Mancinelli sarà visibile non solo nello sport!”.

Come credo e spero la maggioranza dei ragazzini, io andavo allo stadio a fare il tifo per l'Ancona e ne sono tifoso ancora oggi. Il calcio

in Italia ha numeri incredibili che non ha in nessun altro Paese europeo. Il punto, credo, sia quello di riuscire a portare i tifosi del

calcio e quindi anche dell'Ancona, ad appassionarsi anche ad altre discipline. Da questo punto di vista il Consorzio Ankon è un esempio

che in altre città italiane stanno replicando, di aggregazione positiva ed intelligente di realtà sportive diverse”

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DESCRIZIONEConsuntivo

2012 2011

A. VALORE DELLA PRODUZIONE

1 Ricavi 1.208.000 1.180.000

2 Variazione delle rimanenze

3 Variazione dei lavori in corso su ordinazione

4 Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni

5 Altri ricavi e proventi 501.881 506.155

TOTALE VALORE DELLA PRODUZIONE 1.709.881 1.686.155

B. COSTI DELLA PRODUZIONE

6 Costi per Materie Prime, Sussidiarie, di Consumo e Merci (479) (541)

7 Prestazioni di servizi (182.242) (207.844)

8 Costi per il Godimento Beni di Terzi (35.232) (37.241)

9 Spese per il personale (118.992) (122.271)

10 Ammortamenti e svalutazioni (619.172) (619.955)

11 Variazione delle scorte (+/-) 0 0

12 Accantonamenti per rischi (118.000) 0

13 Altri accantonamenti 0 0

14 Oneri diversi di gestione (8.048) (4.851)

TOTALE COSTI DELLA PRODUZIONE (1.082.165) (992.703)

DIFFERENZA TRA VALORI E COSTI DI PRODUZIONE (A-B) 627.716 693.452

C. PROVENTI ED ONERI FINANZIARI

15 Proventi da Partecipazioni

16 Altri proventi finanziari 20.773 25.270

17 Interessi e altri oneri finanziari (410.508) (467.240)

TOTALE PROVENTI E ONERI FINANZIARI (15+16-17) (389.735) (441.970)

D. RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITA’ FINANZIARIE 0 0

18 Rivalutazioni 0 0

19 Svalutazioni 0 0

TOTALE DELLE RETTIFICHE (18-19) 0 0

E. PROVENTI ED ONERI STRAORDINARI

20 Proventi straordinari 286.352 7.634

21 Oneri straordinari (19.499) (6.563)

TOTALE ONERI E PROVENTI STRAORDINARI (20-21) 266.853 1.071

RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE (A-B+/-C+/-D+/-E) 504.834 252.553

22 Imposte sul reddito dell’esercizio (175.073) (35.220)

23 UTILE (PERDITA) DI ESERCIZIO 329.761 217.333

Il DirettoreGeom. Giacomo Aquilanti

Il Presidente Prof. Alessandro Mancinelli

CONTO ECONOMICO 01.01 - 31.12.2012

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focus: sPort

Paolo Gioacchini e il calcio, da dove nasce questa passione?“la mia è una passione per lo

sport in generale. Ne ho praticati tanti e ancora il nuoto mi regala delle belle sod-disfazioni nonostante la non più giovane età. Il calcio l’ho più seguito che pratica-to ma ho iniziato ad appassionarmi alle sorti dell’ancona da bambino al Dorico e non ho più smesso di farlo, neppure nei momenti più bui della storia di questa società (e ce ne sono stati diversi …)”.

Cosa ti ha spinto a collaborare con l'An-cona 1905?“sostenuto dalla passione di cui accen-navo prima. la cosa che mi ha spinto di più è stata la voglia di fare qualcosa di concreto per la squadra della città e quindi del territorio in cui vivo e lavoro. Dopo l’era longarini l’imprenditoria an-conetana è stata accusata in più occasio-ni di essere distante dalle sorti dell’an-

cona ma nella maggior parte delle volte non c’erano le condizioni per instaurare una qualsiasi collaborazione. In questo momento credo che vi siano tutti i pre-supposti e che si possa fare qualcosa di importante”.

So che ti occuperai di parte del settore giovanile ... come altre realtà nazionali e non. Credi che investire sul vivaio sia la strada migliore da seguire?“assolutamente si. Facendo un settore giovanile all’altezza riusciamo ad avere innumerevoli vantaggi anche di natura tecnica. Ma non solo”.

Cioè?“Dal punto di vista tecnico si possono far crescere i giocatori professionisti del domani. Dal punto di vista sociale, oggi più che mai una scuola calcio gestita con professionalità e serietà può rappresen-tare un punto di riferimento di cui i gio-

vani avvertono un grande bisogno. sotto il profilo del rispetto delle regole, se riu-scissimo ad approdare tra i professioni-sti - e questa è la speranza di tutti - è un requisito obbligatorio”.

E dal punto di vista economico?“come fanno molte società anche di serie a, se su mille ragazzini riesci a lanciare un talento e a valorizzarlo, co-pri i budget spesso in sofferenza per la gestione della prima squadra. Inoltre, teniamo presente che allestire un team competitivo (soprattutto con la rego-la degli under) con ragazzi provenienti dal proprio settore giovanile costerebbe molto meno rispetto ad andare a pescar-li in giro per l’Italia”.

Poi un centro giovanile è anche un otti-mo spot pubblicitario …“certo. crescere e giocare con la maglia biancorossa addosso fin da bambino non

“Puntare sul settore giovanile e sull’etica”Quattro chiacchiere con Paolo Gioacchini, amministratore della GMG Games, titolare del marchio Gplanet Gaming hall e sponsor dell’ancona calcio

di a. Fabri

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può che creare più consensi nei confron-ti dell’ancona. Oggi che ci confrontiamo in campionati dilettantistici c’è il rischio che le nuove generazioni crescano se-guendo le sorti delle “solite grandi squa-dre” piuttosto che per quella della pro-pria città”.

Giocare corretto, gioco pulito ... sono modi di dire che in realtà accomunano sia lo sport di cui sei appassionato che l'attività di cui ti occupi. Non pensi che la situazione italiana veda una scarsa presenza di “cultura sportiva” nei cam-pi da calcio (da qui l'importanza del set-tore giovanile) così come nel settore del gioco lecito nel quale sei impegnato?“In realtà è così. ci sono talmente tante similitudini che circa un anno fa organiz-zammo una sorta di convegno in cui, con la presenza di esperti, dedicammo ampio spazio al tema del “gioco etico” in senso ampio, inteso come giusto approccio al

gioco pubblico e al gioco inteso come sport. ho sempre pensato che il mondo dello sport e quello del gioco pubblico fossero assai simili: credo che parlare di fair play nello sport sia come parlare di gioco responsabile nel settore del new slot e delle altre attività di gioco. Punti di contatto tra i due ambiti sono rappre-sentati dagli effetti negativi degli eccessi e dalla necessità di rispettare le regole per raggiungere traguardi importanti. Per rendere l’idea di ciò, basti pensare ai tristemente noti fatti di cronaca legati al giro clandestino delle scommesse sul calcio, che sono paragonabili ai giocatori che spendono più delle proprie possibili-tà o ai frequenti casi di doping riscontrati negli sport, paragonabili ai soggetti che nel mio settore non rispettano le regole e usano apparecchi irregolari. Personal-mente, da molto tempo sono impegnato in prima linea per diffondere certi con-cetti etici, anche in veste di vicepresi-

dente dell’associazione di categoria as-sotrattenimento, ruolo che ricopro da un paio d’anni. Il mio desiderio è organizza-re un convegno ad ancona per discutere e approfondire questioni relative al mio lavoro, che troppo frequentemente sono affrontate con troppa superficialità e mancanza di informazioni adeguate”.

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Ti abbiamo ascoltato suonare e cantare, insieme alla tua band, Mark Zitti Fratelli Coltelli, in

occasione del Marche Endurance Lifestyle, alla presenza del Ministro dell’economia emiratino Sultan bin Saeed Al Mansouri. Voi raccontarci il percorso che ti ha portato su quel palco?“Nel marzo 2012 abbiamo suona-to al Dubai International boat show, in occasione del ventennale della manifestazione,come band ufficiale sponsorizzati dalla Peroni; presente an-che il primo ministro di Dubai, lo sceic-co Mohamed bin Rashed al Maktoum, primo ministro e vice presidente degli Emirati arabi uniti ed emiro di Dubai. le altre due importanti occasioni che ci hanno dato visibilità sono state la Dubai Race World cup, dove eravamo headliner alla cena di gala e il Marche Endurance lifestyle, dove abbiamo suonato nuova-mente di fronte allo sceicco al Maktoum e al ministro dell’economia degli Emira-ti arabi uniti. Da lì sono iniziate diverse collaborazioni con realtà prestigiose del mondo emiratino”.

Facciamo un passo indietro. Quando vi

siete esibiti in pubblico per la prima vol-ta?“come band siamo nati nel 2005; siamo dai sei agli otto membri : contrabbasso,Piano,batteria, sax alto,sax tenore,tromba e trombone ed io Marco virgili alias Mark Zitti voce. Ognuno di noi aveva alle spalle una sua formazione artistica. all’epoca il nostro nome era “Jo caruso e i Fratelli braca-lino” e ci dedicavamo a brani di musica di una volta. abbiamo avuto una piace-vole collaborazione con “Elio e le storie Tese” grazie al flautista Kristian sensini, che ha raccolto il brano e lo ha donato ad Emergency, ci siamo fatti conoscere maggiormente al grande pubblico. Da questa esperienza ci è venuta l’idea di riproporre vecchie canzoni come reper-torio, sul genere swing classico, spa-ziando da louis Prima a sinatra, fino a Michael bublé, autori degli anni ’80 e brani rock rifatti sempre in chiave swing. abbiamo cambiato nome e iniziato, così, una collaborazione con varie compagnie teatrali, tra cui la step di ancona, la stes-sa con cui il 2 agosto abbiamo portato in scena alla corte della Mole vanvitelliana il musical criminal Records. Questo no-

stro spettacolo era già stato presentato alla biennale dell’umorismo nell’ar-te, con la sponsorizzazione di Maurizio costanzo”in qualità di Direttore artistico già nel 2008".

In Italia, che tipo di seguito avete?“Per noi vale l’espressione che dice: ‘nemo propheta in patria’: siamo molto più conosciuti a Dubai che qui. In Italia, oltre al pubblico marchigiano, veniamo richiesti per eventi privati, ma come band la nostra scelta è di proiettarci sempre di più all’estero: ci rivolgiamo, in particola-re, ad un pubblico top spender, che ap-prezza sempre di più il genere ed è pron-to ad investire in spettacoli di qualità. le nostre mete più gettonate sono, oltre agli Emirati, il Qatar, shangai, seoul, las vegas. Esportiamo la nostra musica e le nostre performance sono volano del made in Italy. Tutti i capi di abbigliamento e gli accessori che indossiamo sono re-alizzati da aziende marchigiane; inoltre, abbiamo sempre il Tricolore al taschino. Il riscontro che hanno ogni volta queste realtà del territorio è davvero notevole e noi siamo fieri di farci ambasciatori del made in Marche”.

Mark Zitti Fratelli Coltelli, la band marchigiana che ha conquistato gli EmiratiIntraprendenza, talento e 100 per cento made in Italy: sono i segreti del successo del talentuoso gruppo musicale che pensa local e agisce global

di a. Dachan

luci della ribalta

“Siamo piuttosto intraprendenti, perché andare all’estero non è mai facile, ma ci dà coraggio la consapevolezza del fatto che l’italianità è un grande valore aggiunto e noi vogliamo essere alfieri del made in Italy e, in particolare, del made in Marche”

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Che atteggiamento riscontrate all’este-ro nei confronti dell’Italia e della mar-chigianità?“Riscontriamo ogni volta con piacere che hanno un’alta considerazione dell’Italia, della nostra cultura e dei nostri prodotti. c’è una particolare sensibilità alla mu-sica e al nostro modi di fare spettaco-lo. Per certi versi c’è ancora una sorta di verginità artistica all’estero e queste rende il pubblico ancor più interessato alle nostre performance. Inoltre, il nostro look fa sempre breccia; l’espressione che ci ripetono maggior-mente è ‘Nice shoes’, a conferma che l’artigianato locale non ha eguali al mon-do ”.

Come descriveresti la realtà degli Emi-rati?“la prima cosa che ti colpisce lì è il sen-so di tranquillità, di sicurezza; non vedi povertà, c’è un sistema sociale diverso, per cui si dà un supporto concreto ai cit-tadini, c’è lavoro per tutti. ci sono posti magnifici, c’è una grande tolleranza e si riscontra un’ottima commistione tra culture, popoli, mondi diversi. Dubai è un punto cruciale per l’incontro, un ponte

economico che collega direttamente l’I-talia a Paesi come la Russia: è lì, infatti, che il made in Italy si vende meglio”.

Possiamo dire che siete artisti “interna-zionalizzati”?“In effetti è così. abbiamo fatto di neces-sità virtù e abbiamo deciso di andare a colpire mercati che ancora non hanno fruito della nostra cultura, delle nostre produzioni. siamo piuttosto intraprendenti, perché andare all’estero non è mai facile, ma ci dà coraggio la consapevolezza del fatto che l’italianità è un grande valore ag-giunto e noi vogliamo essere alfieri del made in Italy e, in particolare, del made in Marche. Quando andiamo all’estero incontriamo chef italiani che cucinano nei più presti-giosi contesti internazionali; questo per noi è naturalmente un motivo di profon-do orgoglio, ma non solo: una volta tor-nati a casa ci è capitato di essere contat-tatati da aziende produttrici di eccellenze agroalimentari e facciamo in modo di creare una vera e propria rete, mettendo in contatto i produttori locali con i pro-fessionisti del gusto che lavorano fuori”.

Cosa ci puoi dire del mercato musicale italiano?“Qui ci sono dei meccanismi molto par-ticolari: è difficile entrare in certi cir-cuiti se non hai delle conoscenze o non ti adegui a quello che è il mercato. ciò che è certo è che artisticamente, l’Italia ha molto da proporre e da offrire. Noi, ad esempio, siamo una band musicale 100 per cento made in Italy e ci avvalia-mo del talento e della professionalità di connazionali straordinari come il regista Gianluca Grandinetti (che ha realizzato, tra l’altro, i videoclip per Fabri Fibra e Marrakesh) e il fotografo henry Ruggeri (fotografo ufficiale della virgin), entrambi giovani marchigiani ”.

Dove vi vedremo impegnati prossima-mente?“In preparazione abbiamo un disco, con brani inediti e cover; abbiamo un fitto calendario di presentazione del nostro spettacolo ‘criminal record’, col suo corpo di ballo di venticinque persone. a novembre, inoltre, torneremo al Gran Premio F1. Nel nostro futuro, di sicuro, ci sono molti viaggi all’estero”.

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Qual è stato il tuo primo approccio all’arte?“Mi è sempre piaciuto disegnare, di-

pingere, sin da piccola. ho frequentato una scuola commerciale e allo stesso tempo mi sono dedicata allo studio dell’arte, anche con corsi di pittura, vetro e ceramica. Impa-rare e sperimentare sono i primi passi che ho fatto e la voglia di andare avanti è stata spinta dalla passione. avere passione è im-portante, è il sale in qualsiasi cosa si faccia nella vita. a la spezia, dove risiedevo con mio marito per alcuni anni, ho cominciato a fare le prime mostre, cimentandomi in tec-niche sempre nuove. Nell’89 sono tornata per un breve periodo a camerano, vicino ad ancona, la mia città d’origine, per poi ritor-nare stabilmente nel ‘94”.

Quali sono i suoi soggetti preferiti?“Preferisco il corpo umano, ai paesaggi. attraverso i colori e le forme cerco di tirar fuori emozioni e sensazioni che ho. Mi pia-ce creare sinergie, fusioni, elementi diversi, materici: nelle tele unisco diversi soggetti, con infiniti significati e interpretazioni pos-sibili. Ognuno ha una visione diversa; come artista so che chi guarda vive l’arte in base a quelle che sono le sue emozioni personali,

come è naturale che sia, anche se si cerca di trasmettere un messaggio, un’emozione”.

Ti sei fatta conoscere anche attraverso la body painting: vuoi parlarci di quest’arte? “È un percorso artistico a cui sono arriva-ta con l’agape, l’associazione che ho creato insieme ad altri colleghi nel 2001. le radi-ci di questa forma d’arte risalgono al 1933, quando…Max Factor dipinse totalmente una sua modella, ma è stato negli anni ’70 che si è diffusa ampiamente. Inizialmente era un modo per esprimere malessere: il corpo ve-niva deturpato. Negli anni ’90, invece, ha as-sunto nuovi significati: la ricerca della bel-lezza interiore, della valorizzazione di quella esteriore. È una forma d’arte viva, che si evolve attraverso la gestualità della model-la, ma allo stesso tempo è effimera. Termi-nata la performance, il quadro ‘finisce’; ecco perché viene supportato dalla fotografia e da video che ne immortalano le immagini. anche attraverso quest’arte si trasmettono dei messaggi, tanto che sono stata invitata nel 2012 all’evento ‘Incontriamoci tra le ri-ghe’ a castelfidardo, una manifestazione di scrittura e lettura che appunto proponeva la mia testimonianza come un ulteriore modo per suscitare sensazioni ed emozioni”.

“Quando dipingo, mi estranio dal mondo”angela Giovagnoli, pittrice e body painter, con una passione per la scrittura si racconta a Ml. le sue opere rievocano leggerezza e delicatezza, ma anche forza e capacità di volare oltre i confini. Proprio come i suoi soffioni

di a. Dachan

“Il sorriso di quella donna che dorme di fronte a me, mi è esempio, mi dà il coraggio di rialzarmi dalla mia caduta, la forza di non abbattermi e di non mollare. Ci vorrà del tempo, ma ora guardo avanti con più forza, più serenità e più ottimismo”.Angela Giovagnoli, da “Apro gli occhi”

cultura

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Nei tuoi dipinti ritrai spesso dei sof-fioni: che significato hanno per te? “Il soffione ha una natura particola-re: consente un’astrazione morbida, permette di giocare con le emozioni, di volare lontano. È un fiore meravi-glioso, che al tocco dell’aria si libera e si moltiplica e riesce a trasmettere una sensazione di leggerezza, come se stesse volando”.

Cos’è per te la libertà?“la libertà è forse l’emozione di pro-porsi, di trasmettere qualcosa, di es-sere me stessa senza nessun tipo di costrizione”.

Tu sei un’artista molto versatile: ol-tre alla pittura, ti cimenti anche nella scrittura. Qual è il linguaggio che ti rispecchia di più?“Io mi esprimo meglio con la pittura, è il mezzo che preferisco, con cui ma-nifesto le mie emozioni e dove posso usare ed osare varie tecniche. Quan-do dipingo mi calo in una dimensio-ne diversa; riesco ad estraniarmi da tutto. Non disdegno però la scrittura: anche qui ci vuole ispirazione, oltre al tempo. ho un breve racconto nel cas-setto e scrivo anche poesie; lo faccio da lungo tempo, è uno strumento per raccontarmi, per aprirmi in qualche modo. Ora sto pensando di pubblicar-le. Penso che l’artista senta proprio il bisogno di provare, osare cose nuove, percorsi diversi per sentirsi comple-to”.

Nella tua vita artistica hai avuto un maestro o una guida?“Non ne ho avuto uno in particolare, ma in qualche modo mi danno linfa vitale artisti di diverse discipline: amo Klimt, Picasso, Da vinci. Klimt per le sue fantastiche decorazioni, che spa-ziano tra il reale e l’irreale; di Picas-so mi viene in mente, al do là delle sue opere - una sua frase che recita: ‘bisogna imparare l’arte del disegno e della pittura, per poi tornare a di-pingere come i bambini’. leonardo Da vinci, con i suoi sette principi, è diven-tato il grande artista che era, proprio ampliando il suo sviluppo spirituale. Ma amo anche Gaudì che nella sua visione artistica offriva un tripudio di colori e di forme sinuose e morbide,

che sono quelle che amo di più”.

Come fai a far conoscere la tua arte?“sicuramente i nuovi media - Face-book, YouTube, dove sto caricando anche alcuni video delle performance di body painting - sono un ottimo ca-nale di divulgazione e comunicazione; ho anche un mio sito www.angela-giovagnoli.com dove è possibile co-noscermi per quello che faccio e per come sono. È importante anche en-trare in un certo giro d’arte, ma non è sempre facile. le esposizioni sono certamente il canale migliore, anche perché ti consentono di avere un con-tatto diretto con potenziali galleristi e acquirenti. Quando ho iniziato a far-mi conoscere non mi piaceva l’idea di vendere le mie opere, poi le cose sono cambiate. sono impegnata in diverse iniziati-ve; a giugno, ad esempio, abbiamo organizzato un’importante mostra che sarà aperta sino a fine settem-bre all’interno del Palazzo comunale, in occasione del tricentenario della morte del Maratti – un pittore del ‘600 nato a camerano - al quale il comune ha dedicato un’importante esposizio-ne collegata alla mostra ‘Da Rubens a Maratta”.

Se guardi al tuo futuro, cosa vedi?“vedo un’artista con nuove prospetti-ve, idee, modi di fare. so che non è fa-cile mettersi in discussione, staccarsi da qualcosa e cambiare pagina, ma l’arte è vita, è un’evoluzione continua. cambiare, rinnovarsi è positivo, è un mettersi in gioco e tirar fuori la pro-pria creatività con l’anima”.

Pensi di rimanere nelle Marche? “Penso proprio di sì. sono stata per diversi anni fuori e quando sono tor-nata ho apprezzato molto i nostri pa-esaggi, l’alternanza di mare e monti, la tranquillità della vita. Mi sono ap-passionata al territorio, alla sua sto-ria e sono diventata anche guida per le Grotte di camerano. Tornando alla tua domanda, se guardo al mio futu-ro, vedo l’arte e vedo le Marche, con le sue dolci colline che accarezzo con lo con lo sguardo e in cui mi perdo an-che quando sono al volante dell’auto che va da sé”.

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BENVENUTI AMalatesta Maison de CharMe

a casa DI

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LA STORIAl'origine della dimora risale al 1485, quando i Malatesta di Rimini dominavano il territorio. Indicato in antichi documenti come "villaggio Malatesta", l'edificio fu costruito come sog-giorno di campagna e villeggiatura. Il casale venne piazzato sulla cima di una collina chiamata tuttora "Malatesta" nel-le carte geografiche. I visitanti di questa residenza magnifica continuarono a frequentarla ben oltre l'espulsione dei Mala-testa ai primi del cinquecento. Infatti, fino a qualche decennio fa e senza interruzione, diverse famiglie scelsero questo posto per riposarsi nella tranquillità della valle marchigiana. Dopo una lunga stagione di abbandono Malatesta Maison riprende il concetto originale di questa proprietà, cercando di soddisfare le esigenze attuali dei viaggiatori.

IL PRESENTE claudia e carlo Ruzza, gli attuali proprietari, a Malatesta han-no realizzato un sogno“abbiamo acquistato questo casale cinque anni fa per realizza-re il nostro sogno di trasferirci in campagna e aprire una mai-son d’hotes per ospiti ed amici. È stato il caso che ci ha portato nelle Marche perché io, cilena, e mio marito carlo, padovano, non avevamo nessun legame con questa terra. Era da un po’ di tempo che eravamo alla ricerca di un posto in Italia dove

La Maison ha pensato di mettere a disposizione degli ospiti un piccolo spazio dedicato al benessere e al relax personale, con spa, sauna, hammam e minipiscina.

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a casa DI

la natura e i luoghi fossero ancora incontaminati e il tempo fosse scandito dal ritmo del cuore. voleva-mo un posto che non fosse affollato dai turisti, che permettesse sia a noi, che a chi viene ospite nella nostra maison, di scoprire un nuovo territorio. Il restauro è durato tre anni; abbiamo inaugurato

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un anno fa; i lavori sono stati lunghi e difficili. abbiamo fatto molta ricerca e io, che sono appassionata di design e mercatini di modernariato, ho girato per il nord di Italia e la Francia alla ricerca di pezzi che mi permettessero di raccontare la nostra casa. Mio marito si è occupato di tutti i lavori di progettazione e installazione degli impianti per rendere la casa autosufficiente dal punto di vista energeti-co e per fare in modo che rispondesse al massimo ai criteri di rispetto dell’ambiente. volevamo riportare questo casale agli antichi splendori, senza alterare o danneggiare l’am-biente circostante.siamo molto felici di essere riusciti a realizzare questo so-gno e progetto di vita. vivere in un posto così, insieme a nostra figlia Isabel e ai nostri cani Teo e lilla, è un regalo ogni mattina.siamo felici di abitare in questa regione che ha molto da offrire a noi e a chi viene a scoprirla anche solo per alcuni giorni".

Per infoMalatesta Maison snc Maison de charme loc. Montaiate, 65, 61045 - Pergola (Pu) - ItalyTel: 0721 [email protected]

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viaggi

SOLUZIONIMid BREAK

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A cura di Maraviglia viaggi

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UN PARADISO AZZURRO E VERDE NELLE BALEARISpagna – Isola di Minorcaa due chilometri da ciutadella, estrema punta ovest di minorca, si trova l’eden village cala’n blanes. il paesaggio è caratterizzato da un susseguirsi di piccole calette di sabbia bordate da un bosco di pini marittimi e d accoglie un villaggio dall’atmosfera intima e raccolta, con ambienti curati e sistemazioni comodi e ampi, composte di camera da letto, zona soggiorno, balcone o terrazza. cala ‘n blanes è il luogo ideale per chi cerca attimi di tranquillità ma non disdegna la proverbiale movida dei locali del vicino centro di ciutadella tra i servizi offerti agli ospiti un ristorante principale con ottima cucina italiana, piscine atrezzate per grandi e piccoli e numerose attività di animazione diurna e serale.

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atmosfere esotiche e la splendida silversand beach fanno da cornice a questo meraviglioso resort, mem-bro degli “small luxury hotel of the world insieme ad un susseguirsi di spiagge da sogno dove ogni anno cen-tinaia di tartarughe marine depongono le proprie uova. qui regna il miracolo di una natura incontaminata unito a lusso e comodità rappresentati in pieno dalla splendida spa e dall’incredibile vista panoramica sull’oceano offer-ta dall’ottimo ristorante.

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v

LE PROPOSTE WeeKeND DI MaraViGLia A DUE PASSI DA CASA

Una nobile dimora nella Valle del MetauroVILLa TOMBOLInauna splendida villa del ‘700 il cui parco domina la valle del metauro, a due passi dalla gola del furlo. oggi, dopo una lunga ed accurata opera di restauro, l’ edificio ed il suo parco accolgono gli ospiti secondo i moderni canoni di confort ed eleganza, senza dimenticare il passato. un luogo dove l’accoglienza e il calore sono indimenticabili.Il pacchetto comprende: 2 notti in suite in villa con colazione • libero utilizzo della piscina • 1 bottiglia di olio in omaggio

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Un incantevole Casino di cacciaVILLa COLLePereesclusiva country house nella splendida cornice delle colline maceratesi, offre ai suoi ospiti una splendida vista sulla campagna di matelica. la struttura, sapientemente recuperata da un casino di caccia del Xvii secolo, è stata ideata per trascorrere piacevoli momenti in un’atmosfera di completo relax, immersa nel verde di alberi secolari. grandi e luminose vetrate offrono una splendida visuale del parco antistante che in ogni stagione dell’anno regala grandi suggestioni.Il pacchetto comprende: 2 notti in suite in bb • libero utilizzo della piscina • Ingresso giornaliero alla nuovissima area benessere con sauna, biosauna, hammam e doccia emozionale.

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da 125 euro a persona, ascoli Piceno (aP)

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vIaGGI

I VIAGGI DIMICHELARecanati: l’italianità genuina e verace

“sempre caro mi fu quest’ermo colle,e questa siepe, che da tanta partedell’ultimo orizzonte il guardo esclude[…]”.(“l’Infinito” di Giacomo leopardi)

Miei cari lettori,con questi celebri versi vi an-nuncio la meta del viaggio di

oggi: Recanati. Eccomi di rientro da breve da un educ-tour con un tour operator israeliano con il quale, tra le diverse tappe, sono stata anche a Recanati, e non posso non rac-contarvi il senso di meraviglia e di pro-fondo benessere che vedevo brillare sul volto del nostro ospite, mentre insieme scoprivamo gli angoli e gli scorci del pic-colo borgo leopardiano.Non potrebbe essere altrimenti, perché Recanati non è solo la città di Giacomo leopardi, che qui nacque e trascorse buona parte degli anni giovanili. Non è solo la piazza del “sabato del villaggio”, la torre del “Passero solitario” o la ricca biblioteca di Monaldo. Recanati è anche un borgo di più ampio interesse cultura-le, immerso in un panorama mozzafiato, in un’atmosfera tranquilla e d’altri tem-pi, che comunica intimamente il senso di un’italianità genuina e verace.

sospesa su dolci colli al limitare dell’infi-

nito, con la sua singolare forma stretta e allungata, Recanati si scopre ruotando-ci attorno, lungo la sua lunga e sinuosa cerchia muraria che apre panorami sug-gestivi sull’armonia di forme e di colori che caratterizza la nostra bella campa-gna marchigiana. “Resterei qui per ore a guardare e a godere questo grande sen-so di pace!” mi diceva Yair, il nostro ospi-te. È come una timida e delicata donna che si lascia apprezzare mano a mano che le si gira intorno e si arriva al segreto della sua interiorità. così, passeggiando nell’intimo dei suoi vicoli, scorgiamo so-brie forme e bei palazzi di fine Ottocento che fanno da contorno alla spettacolare Piazza leopardi, insieme a un corredo di lampioncini, panchine e tipici portoni all’italiana con lunetta, che sono sì un po’ consumati dal tempo, ma anche così affascinanti e così loquaci nel raccontare tutta la natura e la storia dei luoghi.

ci inoltriamo in uno di questi palazzi, in una stradina un pochino nascosta, pro-prio in fondo a via Falleroni, e saliamo su uno scalone bianco e incantevole con

stucchi e decori che ci preparano una vi-sta ancora più meravigliosa. siamo a vil-la colloredo Mels. la villa, oltre ad esse-re un bellissimo edificio, immerso in un altrettanto bello e immenso parco, è an-che una galleria d’arte antica e moder-na. all’interno si trova un corpus di opere straordinarie del pittore veneto loren-zo lotto (1490-1556), tra cui la famosa “annunciazione”. Yair sgrana gli occhi e rimane letteralmente colpito dalla pie-nezza dei colori, dalla forza espressiva dei volti, dalla minuzia impressionate dei particolari. basti pensare al capolavoro del Polittico di san Domenico (1508) e alla toccante incidenza espressiva degli occhi del Giuseppe d’arimatea che sor-regge il corpo del cristo morto; e questo è solo un piccolissimo dettaglio dell’inte-ro polittico. In verità non lo si coglie bene vedendo il grande quadro dal basso, ma quando a Yair faccio vedere quel parti-colare da una foto, resta letteralmente stupito ed emozionato. “Impressionan-te!”. amanti dell’arte, andate, merita veramente! a colorire ulteriormente le nostre emo-

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DOVE MANGIARE:

La Bottega del Villaggio via Falleroni 44, RecanatiTel. 071 7574751

Ristorante Borgo Antico vicolo dell'achilla, RecanatiTel. 071 7574286 www.ristoranteilborgoantico.it

Il giardino dei Sapori contrada saletta 28, Recanati

osteria Via Leopardivia leopardi 7, RecanatiTel. 071-7574374 www.osteriavialeopardi.it

DoVE DoRMIRE:

gallery hotel Recanati ****via Falleroni 85, Recanati Tel. 071 981914www.ghr.it

DA non PERDERE:

Mostra "giacomo dei libri"sino al 31.12.2013biblioteca casa leopardi via leopardi 14, Tel. 071 7573380 www.giacomoleopardi.it

Villa Incanto opera Festivaldal 28 luglio al 25 agosto 2013www.villaincanto.eupresso villa colloredo Melsvia Gregorio XII, Recanati Tel. 071 7570410www.villacolloredomels.it

Casa Beniamino giglivia cavour, presso Teatro PersianiTel. 071-7570410

> > >

zioni, erano le note allegre del “barbiere di siviglia” che ci giungevano dalla sala accanto, dove stavano provando gli artisti di villa Incanto Opera Festival, una rassegna lirica che si tiene tra luglio e agosto proprio all’interno della villa e che offre una dimensione del tutto intima e coinvolgente dell’opera lirica. Dedicandoci una “Marcia Trionfale” dell’aida, i musicisti ci dan-no il loro saluto mentre ci accingiamo ad uscire dalla villa con il cuore riempito di grandi emo-zioni.“Michela, sei fortunata a vivere in questa ter-ra!”, mi ha detto Yari al termine del nostro viag-gio.

alla prossima.

Scrivi a:[email protected] I racconti e le foto più belle saranno pubblicati.

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itinerari del gusto

IL pAdIgLIone – rIservA prIvAtA sAn settIMIopalazzo di Arcevia – Arcevia (An)

concepito per essere ritrovo conviviale dopo le battute di caccia nella riserva questa struttura, scaturita negli anni 60 dalla mano dell’architetto ico Parisi, conserva un incredibile fascino di mobili etnici, calde atmosfere e una bellissima vista sul paesaggio circostante. qui si riscoprono antichi sapori di prodotti biologici coltivati ed allevati nella tenuta (ottimo l’olio extravergine!) o reperiti presso poduttori locali. ottima anche la cantina che annovera produttori marchigiani e italiani tanto rinomati quanto emergenti.

rIstorAnte AIon – cAntIne Morodervia Montacuto 121, Ancona (An)

ospitato nei locali del casolare settecentesco, ristrutturati con cura e rispetto, il ristorante porta il nome del dio greco del “tempo che non passa”, del vivere pieno, della fantasia e dellćarte. la cucina, basata sullćaltissima qualità degli ingredienti prodotti in azienda, evoca antichi sapori e ricerca la naturale armonia di ogni piatto. inutile dire che gli abbinamenti con il vino sono sempre riuscitissimi. bellissimo lo spazio esterno del complesso, da godere a pieno nella bella stagione abbinando una visita alle storiche cantine moroder

rIstorAnte vILLA LAttAnzIcontrada cugnolo 19, torre di palme (fM)

situato al piano terra della villa, con ampie e luminose vetrate che si affacciano sul lussureggiante parco, il ristorante offre l’atmosfera ideale per chi vuole assaporare tutta la genuinità e la tradizione di una cultura culinaria fatta di passione e maestria. il menù di cucina tipica marchigiana, con prodotti stagionali e a km 0, propone quanto di meglio regala la natura, nell’ottica di esaltare le tipicità del territorio. un luogo dove “naturale” è significa scelta di alimenti freschissimi a km 0.

ITINERARI DEL GUSTO

rIstorAnte IncAntovia falleroni 85, recanati (Mc)tel. 071.981914

il ristorante incanto è annesso al gallery hotel recanati e ne rispecchia appieno lo stile proponendo un ambiente molto raffinato, ottime pietanze ed un servizio qualificato ed estremamente professionale. la qualità delle materie prime è il biglietto da visita del ristorante che abbina a questo fondamentale aspetto della buona cucina anche un pizzico di fantasia nel rivisitare piatti tradizionali. meravigliosa la vista sul colle dell’infinito di leopardiana memoria.

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via delle Terme, 5 - 60021 Camerano.An tel. 071 95691 [email protected] www.termeaspio.it

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È il racconto autobiografico di Michela Trovarelli, scrit-to a sei mani con sonia

Nigro e Matteo Morena. una te-stimonianza autentica, racconta-ta con un linguaggio semplice e diretto, che ripercorre il dramma di una ragazza, sportiva e piena di risorse, che d’improvviso sco-pre di avere una malformazione al cervello. la sua vita, sempre vissuta in quarta, viene sconvolta d’im-provviso; inizia così un calvario lunghissimo e doloroso. un in-tervento chirurgico per salvarle la vita compromette le sue ca-pacità motorie e mette a dura prova la sua tempra. Ma Michela è una ragazza coraggiosa, una tosta, che si aggrappa con tutte

le sue forze alla vita, cercando di cogliere in ogni situazione un insegnamento, uno stimolo per compiere un passo in avanti. un finale nuovo di zecca  è una biografia, ma anche un manuale di vita, un libro che somiglia ad una lunga partita: da un lato la malattia, dall’altro Michela, ju-ventina nel cuore e nell’anima, che non si arrende.“ancona oggi mi ritrovo spesso a fantasticare sul mio futuro e fini-sco con il riflettere sul perché mi sia capitato tutto questo. Ritorno con la mente a quel giorno sedu-ta al bar in cui la mia vita cambiò.  credo che ci sia una spiegazione per tutto e non mi sono mai ras-segnata a trovare una risposta. sono giunta così alla conclusio-

ne che ero arrivata ad un bivio. la mia vita doveva prendere un’altra strada, che mi ha per-messo di conoscere splendide persone che mi hanno aiutata ad ampliare la visione della vita”.

Un finale nuovo di zeccaEdizioni comunication project di simone Giaconiautrice: Michela Trovarellicoautori: sonia Nigro, Matteo Morenahttps://it-it.facebook.com/pages/un-finale-nuovo-di-zecca/567235156626806

libri

Di un libro possono colpire molte cose: il titolo, la trama, la

copertina; nell’opera prima di Michela

Trovarelli, giovane autrice marchigiana, ciò che lascia senza

fiato è quello che nelle sue pagine

ancora non c’è ancora. Il dopo… la nuova vita, il futuro da vivere e scoprire

senza paura

Un finale nuovo di zeccaÈ l’opera prima di Michela Trovarelli, il racconto autobiografico di una scoperta che stravolge la vita dell’autrice. un libro denso di emozioni, che lascia un insegnamento importante: non arrendersi mai!

di a. Dachan

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Cosa facciamo di bello stasera?quante volte vi sarete posti questa domanda… ml ha pensato a voi selezionando una rosa di iniziative culturali, d’intrattenimento, sportive e musicali davvero imperdibili!

rossInI operA festIvALdal 10 al 23 agosto a pesaro

due sono le nuove produzioni nella XXXiv edizione del rossini opera festival di Pesaro, in programma dal 10 al 23 agosto 2013: “l’italiana in algeri” e “guil-

laume tell”; in cartellone altre due opere, “l’occasione fa il ladro” (riallesti-mento) e “la donna del lago”, in forma di concerto. e molti sono i concerti che

arricchiscono la manifestazione.per info: t. 0721 3800294 www.rossinioperafestival.it

MArco MengonI “L’essenzIALe toUr”18 agosto – Arena sferisterio di Macerata

da non perdere il terzo appuntamento con marco mengoni nelle marche, l’artista vincitore dell’ultimo festival sanremese che animerà l’arena sferisterio di macerata il 18 agosto: dopo essere stato ad anco-na e a civitanova con il suo tour nei teatri, mengoni torna nella nostra regione per presentare il suo nuovo album, “Pronto a correre”, uscito

lo scorso 19 marzo. il cd contiene la famosissima canzone “l’essenzia-le”, e tanti altri brani in collaborazione con artisti del calibro di gianna

nannini, mark owen (take that), ivano fossati e cesare cremonini.per info: www.ticketone.it

festA deL dUcAdal 16 al 18 agosto – Urbino la festa del duca è nata nel 1982 in occasione del centenario della morte del mecenate federico da montefeltro. gli antichi splendori di urbino all’epoca dei montefeltro vengono rievocati intorno al Palazzo ducale con: musicisti, acrobati, giocolieri e danzatori. ai quali fanno seguito prove di destrezza da parte di sbandieratori, tamburini e balestrieri.per info: www.urbino.com

aPPunti in agenda

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sensI d’estAtefino al 21 agosto – Museo tattile omero, Ancona

torna sensi d'estate, la rassegna culturale estiva organizzata dal museo omero. la dodicesima edizione propone al suo affezionato pubblico un

calendario ricco di novità. i concerti e recital teatrali si svolgono all'aper-to, nella corte interna della mole vanvitelliana. il museo, sempre aperto

durante le serate, sarà arricchito da sculture e istallazioni multisensoriali delle artiste marchigiane sheila rocchegiani, chiara ludolini e sara Pan-

dolfi e da percorsi esperienziali dedicati.per info: Museo tattile statale omero

Mole vanvitelliana - banchina giovanni da chio 28, 60121 Ancona t. 071.2811935 email: [email protected]

soLsfIzI AL cAsteLLotutti i mercoledì, fino al 18 settembre a gradaratutti i mercoledì, dal 12 giugno al 18 settembre, presso i ristoranti dell’antico borgo di gradara, si terrà “solsfizio al castello”, un’iniziativa dedicata alla riscoperta degli antichi sapori della tradizione culinaria. per info: proloco gradara t. 0541 964115 www.gradara.org

L’AntIco e Le pALMe: rAssegnA dI AntIQUArIAtodal 23 al 26 agosto a san benedetto del trontol'antico e le Palme”, mercato all'aperto lungo l’isola pedonale di san benedet-to dalla rotonda giorgini al viale buozzi, corso moretti, corso colombo e via milanesi. gli appassionati di arte e storia da sempre si danno appuntamento per questa importante fiera con i professionisti nel settore d’antiquariato, che espongono oggetti d’arte preziosi e rari. si tratta, infatti, di un'occasione unica per cercare e trovare dai mobili agli argenti, dai gioielli ai dipinti, dai disegni alle stampe, dalle sculture agli oggetti d'arte, tutto di epoche comprese fra il ‘600 e il ‘900; ma anche tappeti, tessuti e pizzi, ceramiche e manufatti d'arte.per info: t. 0736256956 cel. 3939862023 www.lanticoelepalme.it

AntoneLLo vendIttI UnIcA toUr 22 agosto all’Ippodromo san paolo di Montegiorgio

uno dei cantautori italiani più amati, icona della musica leggera, arriva nelle marche per un imperdibile concerto, nell’ambito di “unica tour”. dopo

alcuni successi storici, venditti continua a riscuotere consensi anche con il suo diciannovesimo album di inediti. l’appuntamento è all’ippodromo san

Paolo di montegiorgio.per info: http://fepgroup.it/it/data-del-tour/venditti-montegiorgio

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chef

Chef Antinori, lei è oggi chef in uno degli hotel più belli e prestigiosi della riviera del Conero, il Fortino

Napoleonico, ma come è stato il tuo primo incontro con la cucina?“Il primo incontro è avvenuto a casa, guardando i miei nonni e mia madre tra i fornelli. Poi mi sono iscritto alla scuola alberghiera Panzini, di senigallia. ho co-minciato facendo le stagioni sulla riviera adriatica, poi sono partito per la Germa-nia, dove ho lavorato un anno in un ri-storante italiano di Monaco. al rientro in patria sono stato a bolzano con lo chef Giorgio Nardelli, a Milano, dove ho lavo-rato al bistrot di Gualtiero Marchesi, e a chioggia, per ripartire, poi per Ginevra. Da quattordici anni sono chef al Fortino Napoleonico”.

Cosa significa lavorare in una cornice

così pittoresca?“Dà tante soddisfazioni; la nostra è una clientela ampia, con esigenze diverse e dobbiamo saperla accogliere, soddisfa-re, stupire. Tutto deve essere al top, dalla scelta degli ingredienti alla preparazio-ne, fino alla presentazione finale. sono molti i dettagli che possono colpire un ospite: un piatto particolare, la sistema-zione di un tavolo, un abbinamento. un bravo chef deve avere tutto sotto control-lo per far sì che le sue preparazioni ven-gano esaltate al meglio. È un lavoro che richiede sacrificio e passione e che può dare tante soddisfazioni”.

Che importanza hanno avuto per te le esperienze all’estero?“Non ero ancora chef quando sono stato a Monaco e a Ginevra, stavo ancora fa-cendo esperienza e sicuramente sono

state due occasioni preziosissime. se vuoi affermarti nel panorama internazio-nale devi essere già uno chef, così da po-ter avere la piena gestione del tuo lavoro. Recentemente, ho avuto modo di girare il mondo – Pechino, Oman, Tokyo, Dubai, bangkok, shangai, abu Dabi, - con pro-dotti marchigiani, tra cui gli spinosini, facendomi in un certo senso ambascia-tore del made in Marche e non per ultimo con l’accademia dello stoccafisso all’an-conetana in Norvegia. Queste esperien-ze mi hanno dato modo di riscontrare quando la cucina italiana sia apprezzata all’estero e quanto siano richiesti gli chef italiani”.

Quindi la cucina può essere considerata a tutti gli effetti un volano del made in Italy?“certamente sì. Nei contesti dove c’è

Paolo antinori:"La nostra cucina è un volano del made in Italy"Passione, sacrificio e cura dei dettagli: sono gli ingredienti segreti dello chef del Fortino Napoleonico, cuoco di Marca e primo allenatore della squadra Nazionale cuochi under 21 della Federazione Italiana cuochi

di a. Dachan

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uno chef italiano, che si tratti di un ristorante, di un evento o di una trasmissione televisiva, l’attenzione è sempre molto alta. Dobbiamo essere consapevoli che la cucina è un fiore all’oc-chiello per il nostro paese ed è un richiamo anche per il turi-smo. Non dobbiamo dimenticare, inoltre, che dietro alla cucina c’è un grande movimento: corsi, film, show e di questo sipario bisogna saperne fare buon uso. Poi ci sono anche i concorsi”.

Ad esempio?“sono stato per sei anni allenatore della squadra Giovanile cuochi, che si preparava proprio al Fortino e abbiamo parte-cipato ai campionati Mondiali di cucina che si tengono ogni quattro anni a lussemburgo. abbiamo vinto una medaglia d’o-ro e due d’argento qualificandoci al terzo posto nella classifica mondiale e questo è sicuramente un riconoscimento che va a noi, ma anche alla nostra tradizione culinaria”.

Quali sono i tuoi piatti forti? “Prevalentemente sono a base di pesce, privilegiando i piat-ti della tradizione, come lo stoccafisso, il brodetto, i moscioli selvatici di Portonovo. la mia è una cucina sana e non troppo elaborata, perché il cliente deve poter gustare pienamente ciò che sta mangiando e non deve sentirsi appesantito”.

Lo sai che recentemente proprio uno dei piatti che ha appena nominato, i moscioli di Portonovo, è stato indicato dal regista Francesco Malavenda come uno dei suoi piatti preferiti? Ci ha raccontato che ogni volta che torna dal Kenya, viene a trovarvi per mangiarli.“Non può che farmi piacere questa cosa. Qui di artisti e perso-naggi famosi ne passano molti, non ultimo i cantanti Jovanotti, Eros Ramazzotti, Gianni Morandi, laura Pausini, claudio ba-glioni. alcuni hanno proprio il piacere di chiedere dello chef e venire in cucina a incontrarmi e parlare con me. Ricordo con piacere l’ex Presidente della Repubblica carlo azeglio ciampi, che prima di andare a cena passò in cucina a salutare tutto lo staff. Trovo che sia un bel gesto, un modo di manifestare ap-prezzamento che gratifica molto”.

Toglici una curiosità: a casa tua, chi cucina?“Io, mia moglie non ne vuole sapere…”.

Che consiglio darebbe ad un giovane che volesse intrapren-dere la carriera da chef?“avere forza di volontà, fare questo lavoro con passione, non guardare subito al lato economico, ma fare attenzione alle per-sone con cui lavori, cercando di imparare al massimo da chi ti circonda. È fondamentale fare esperienza, ma prima ancora è importante avere le idee chiare, capire se è davvero il lavoro che vuoi fare per tutta la vita, se sei pronto a sacrificarti e im-pegnarti in questo ambito. Fare lo chef significa non conoscere le festività, lavorare fino a tardi, dare sempre il massimo. Da giovani non è così immediato capirlo”.

Per il futuro, vorresti aprire un tuo ristorante?“Non è mai stato nel mio cassetto aprire un mio ristorante. sono soddisfatto di ciò che ho e di ciò che faccio. un sogno, però, ce l’ho: vincere, come italiani, le Olimpiadi della cucina”.

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Dottor Galatello, un’evoluzione dovuta a che cosa?“Da qualche anno la crisi ha

toccato anche le farmacie. Il sistema sanitario nazionale, che era fonte di sostentamento, oggi non è più una ga-ranzia di stabilità economica. le spese sono aumentate. Il farmacista, in questo momento, si trova in difficoltà con il suo bene più prezioso: il farmaco. Parlo del panorama nazionale: molte sono le re-altà che risentono di questa situazione, tant’è vero che il fenomeno delle chiusu-re è in aumento. alla crisi è corrisposto un calo del fatturato; uno dei motivi di sofferenza riguarda i pesanti ritardi nei pagamenti da parte delle asl o la scel-ta di distribuzione diversa da parte delle stesse. Il problema dei ritardi nei paga-menti, che in altre regioni sta causando disagi gravissimi, da noi non si registra: la Regione Marche, a riguardo, è virtuo-

sa, mentre i problemi di cali di fatturato sono più pesanti da noi che in altre re-altà. Per il futuro della farmacia serve innovazione: un valore aggiunto, senza naturalmente mai dimenticare che la missione del farmacista resta la salute del cittadino”.

Lei è stato uno dei farmacisti che hanno intrapreso questa strada: quale valore aggiunto ha apportato alla sua attività?“Già qualche anno fa avevo intuito che il sistema stava cambiando, anche alla luce del fenomeno delle liberalizzazioni, che ha previsto un aumento massiccio delle aperture con il decreto cresci Ita-lia. Ecco dunque la scelta di introdurre il concetto di benessere, creando un’at-tività complementare a quella della far-macia. un centro salutistico in grado di fornire risposte a problematiche diverse: per realizzare questo progetto abbiamo

dovuto apportare delle modifiche alla nostra attività anche dal punto di vista architettonico. abbiamo ampliato i locali, offrendo spazio ad aree diverse dal tradi-zionale farmaco; abbiamo scelto i colori, introdotto l’uso della musica di sottofon-do per creare un ambiente confortevole ed anche l’organizzazione degli spazi è stata studiata perché questi risultassero più vicini ad una sensazione di benesse-re”.

Il vostro slogan è: “Il benessere a colo-ri”. Quali sono i settori che avete intro-dotto?“all’interno della farmacia è stato creato un reparto dedicato ai prodotti per cilia-ci, le persone che soffrono di intolleranze al glutine. un’altra scelta è stata quella di introdurre i prodotti naturali: le piante sono il nostro primo alleato e spesso il farmacista, prima di proporre il farmaco,

Il benessere in camice biancoDa dispensatori di farmaci a centri della salute; da luoghi deputati alla cura a spazi per la prevenzione e per il mantenimento della forma fisica. la farmacia moderna cambia look: ne parliamo con luigi Galatello adamo, presidente di Federmarca ancona di M. alliney

salute e benessere

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iL cUrricULUm laurea in Farmacia nel 1999, stesso anno iscrizione all’albo. Titolare di farmacia nel gennaio 2007, succede al padre bruno e, prima di lui, al nonno luigi Piccolomini, che aprì la farmacia nel 1951. consigliere Federfarma ancona dal 2010, dal 2012 è presidente della stessa associazione provinciale.

accompagna il suo cliente nella scelta di un trattamento alternativo, che pos-sa ripristinare uno stato di benessere in maniera più naturale, appunto. un pro-getto che vorremmo realizzare presto, in accordo con i centri per i diabetici, riguarda la prevenzione della patologia diabetica. a breve, all’interno della no-stra farmacia, sarà possibile anche la consulenza con lo psicologo: su appun-tamento, in maniera del tutto riservata e serena. Per l’occasione stiamo forman-do i nostri collaboratori, che dovranno essere attenti a percepire malesseri la-tenti, cercando di intervenire per aiutare la persona ad affrontare un percorso di questo tipo. Il farmacista in questo caso sarà la ‘sentinella del disagio’. altro pro-getto, che stiamo portando avanti già da qualche anno, è quello relativo all’ali-mentazione: cerchiamo di consigliare le persone a mangiare in modo più sano,

a fare attività fisica. abbiamo anche in-trodotto l’analisi impedenziometrica, che completa la semplice lettura dell’ago della bilancia. l’incontro fatidico con la bilancia, specie dopo un pranzo dome-nicale, dopo un periodo d’allenamento, dopo una dieta, può risultare anomalo e non privo di risvolti psicologici. si tende a pesarsi per valutare quanto siamo dima-griti, ma molto spesso quella non è una stima reale e rappresentativa. Ecco che per capire meglio cosa abbiamo “perso”, e se la nostra dieta ci sta portando verso la direzione prescelta, è necessario fare questo esame. l’impedenziometria con-sidera diversi parametri: sesso, altezza, età, peso, resistenza, da cui è possibile calcolare la massa grassa e la massa magra”.

La sua esperienza è la prova che la far-macia è capace di ascoltare e di trasfor-

marsi in base ai bisogni dei suoi clienti?“Esattamente. Per affrontare un mer-cato in continua evoluzione competitiva, la farmacia ha oggi necessità di diffe-renziarsi sempre di più, dando risposte adeguate alle diverse richieste dei clien-ti. Guarire, ma non solo: le persone sono diventate sensibili al tema della preven-zione e mostrano maggiore attenzione a tutto quanto è ricompreso nella sfera del benessere”.

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a cura del gruppo sida di ancona - www.sidasrl.it offerte di lavoro

> AzIendA dI servIzI dI MedIe

dIMensIonI cI hA IncArIcAto dI

rIcercAre:

rIf: gA/Ad

AMMInIstrAtore deLegAto

il quale, nel rispetto delle decisioni pre-

se dal consiglio di amministrazione

dovrà garantire la realizzazione delle

politiche aziendali ed il raggiungimento

degli obiettivi concordati e definiti.

nello specifico si occuperà di:

• perseguire l’obiettivo del miglio-

ramento del rapporto capitale

investito sul valore prodotto, cu-

rando la ricerca e l’attuazione di

politiche dirette a contenere le

varie voci dell’attivo patrimoniale;

• proporre la strategia aziendale

per la realizzazione degli obiettivi

di redditività con particolare fo-

cus su: costi, procedure, gestione

delle risorse umane e politiche

fiscali;

• curare la redazione e la presenta-

zione al consiglio di amministra-

zione sia del bilancio annuale sia

dei rapporti periodici sull’anda-

mento aziendale e sull’avanza-

mento dei principali piani;

• approvare, dopo averli valutati e

discussi, gli investimenti propo-

sti dai responsabili delle funzioni

aziendali di vertice e controllarne

la corretta gestione;

• predisporre piani aziendali e ga-

rantirne la realizzazione, con-

trollando che vengano attuati o

modificati in funzione degli obiet-

tivi assegnati e della situazione

competitiva, sia nel medio che nel

lungo periodo;

• provvedere a pianificare l’equi-

librio finanziario individuando

fabbisogni e disponibilità, interve-

nendo sulla gestione, curando le

politiche di approvvigionamento e

la copertura dei fabbisogni.

il candidato ideale ha maturato una

decennale esperienza in ruoli di cfo

all’interno d’imprese industriali e/o

in ruoli di manager in società di revi-

sione e/o in ruoli apicali all’interno di

società di private equità. Possiede un

background di tipo amministrativo-fi-

nanziario e di controllo, con esperienza

nell’implementazione di strutture orga-

nizzative moderne oltre a competenze

in ambito di diritto societario e com-

merciale e fiscale.

ha maturato esperienza in ruoli multi-

funzionali (saving, buying, management

control) e nell’implementazione di mo-

delli organizzativi volti alla valorizzazio-

ne delle risorse umane.

completano il profilo competenze di

diritto commerciale e un età inferiore

a 50 anni.

la sede di lavoro è nel centro italia.

> sIdA groUp srL, socIetà spe-

cIALIzzAtA In svILUppo orgAnIz-

zAtIvo, consULenzA AzIendALe e

forMAzIone operAnte sU tUtto

IL terrItorIo nAzIonALe, rIcercA:

MAnAgers pArtecIpAtIvI

la figura prevede la condivisione delle

sorti aziendali tramite l’acquisizione di

partecipazioni nel capitale sociale, di

minoranza e/o di piccole e medie im-

prese e/o start up innovative, preveden-

do, l’inserimento in azienda come socio

e manager/imprenditore .

il profilo ricercato è quello di un ma-

nager, dirigente professionista o

imprenditore,di comprovata professio-

nalità e con carica imprenditoriale, che

ha già maturato pluriennale esperien-

za in ruoli di responsabilità in analoghi

contesti.

completano il profilo doti di leadership,

di efficacia operativa, pragmatismo e

capacità organizzativa.

verrà richiesta la predisposizione a

svolgere un ruolo attivo nel processo

di crescita e di strutturazione azienda-

le con particolare riguardo a realtà di

piccole e medie dimensioni, e start up

innovative.

i settori d’inserimento previsti sono

relativi a contesti che offrono ottime

prospettive di crescita con caratteri

distintivi e con prodotti atti ad essere

commercializzati su mercati interna-

zionali.

viene garantita massima riservatezza.

quanti fossero interessati possono in-

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sidagroup.com con riferimento: fg/41

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il quale, all’interno dell’azienda, si oc-

cuperà di mantenere l'efficienza del-

le macchine, degli impianti e di tutti i

mezzi necessari alla produzione. la

produzione è a ciclo continuo e po-

trebbero servire, talvolta, modifiche e

personalizzazioni all’impianto che sa-

ranno di competenza del manutentore.

inoltre, effettuerà i controlli periodici

per verificare l'idoneità dei mezzi di

produzione e degli impianti nel rispetto

delle esigenze qualitative e quantitati-

ve della produzione. si occuperà della

manutenzione periodica degli impianti

esterni e di supporto al ciclo produtti-

vo, alla sicurezza del lavoro e al rispetto

dell'ambiente.

il candidato ideale è un giovane di età

compresa tra i 25 e i 35 anni, in posses-

so di un diploma tecnico e/o laurea in

ingegneria, residente nel territorio di

ancona. abilità nel gestire situazioni

complesse, doti di problem solving, ca-

pacità di operare in situazioni di emer-

genza completano il profilo. costituirà

requisito preferenziale aver maturato

un’esperienza pluriennale in ruoli si-

milari.

l’azienda valuta positivamente i candi-

dati che hanno voglia di intraprendere

un percorso interno di medio periodo, di

crescita professionale,verso posizioni di

maggior responsabilità.

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