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CULTURA D’IMPRESA E DINTORNI MLmagazine.it Poste Italiane S.p.A. - Spedizioni in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) Art. 1, comma 1, DCB Ancona casa editrice GGF GROUP AGOSTO - SETTEMBRE ‘11 N°6 anno XVIII AGOSTO - SETTEMBRE ‘11 N°6 anno XVIII Francesco Casoli L’azienda? Una comunità ECONOMIA.LAVORO CULTURA.ATTUALITÀ STILE.DESIGN 180 DOSSIER IL FUTURO DEI DISTRETTI INTERNAZIONALIZZAZIONE LE OPPORTUNITÀ DAL VIETNAM E DALL’ AUSTRALIA SPECIALE XXV Congresso Eucaristico L’Arcivescovo Menichelli: “E’ bello poter dire, domani: Io c’ero!” 9 772036 758002 10006> ISSN 20367589 A CASA DI: Benvenuti a Villa Lattanzi TENDENZE MODA E STILE SECONDO VITTORIO CAMAIANI PER IL SENATORE, TITOLARE DI ELICA E “ANIMA” DELLA FONDAZIONE INTITOLATA AL PADRE ERMANNO, OGGI “OCCORRONO PIÙ DIALOGO E SOLIDARIETÀ”

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CULTURA D’IMPRESA E DINTORNI

MLmagazine.it

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VII

I

Francesco CasoliL’azienda? Una comunità

ECONOMIA.LAVOROCULTURA.ATTUALITÀSTILE.DESIGN

180

DOSSIERIL FUTURO DEI DISTRETTI

INTERNAZIONALIZZAZIONELE OPPORTUNITÀ DAL VIETNAME DALL’ AUSTRALIA

SPECIALEXXV Congresso EucaristicoL’Arcivescovo Menichelli:“E’ bello poter dire, domani:Io c’ero!”

9 772036 758002

1 0 0 0 6 >ISSN 20367589

A CASA DI:Benvenuti aVilla Lattanzi

TENDENZEMODA E STILE SECONDOVITTORIO CAMAIANI PER IL SENATORE, TITOLARE DI ELICA E “ANIMA” DELLA

FONDAZIONE INTITOLATA AL PADRE ERMANNO, OGGI “OCCORRONO PIÙ DIALOGO E SOLIDARIETÀ”

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“ Il futuro premierà gli studi legali attenti all’etica”

Michele Andreano

CULTURA D’IMPRESA E DINTORNImlmagazine.it

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pp Cielle Mondo del lavoro tr.in1-2 1-2 3-08-2011 13:27:13

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La riforma fiscale è il primo provvedi-mento che dovrà essere adottato. bi-sognaripristinareilsistemadipropul-

sione che regola e governa l’economia. laspesa pubblica, con tutte le sue inefficienze,hageneratounsistema fiscaleassurdo,checon i suoi meccanismi rende l’investimento,l’intraprendenza, il lavoro non remunerativo.Principiofondamentalediogniattivitàecono-micaècheall’investimentoeallavorodebbacorrispondere un adeguato ritorno. in italiail94percentodelle impresehannomenodi10 dipendenti; per esse si può prospettareun’imposizionefiscaledinonmenodel70percento(inalcuneconfigurazionianchedel100percento).Seilsoggettooperaincondizionidialtoindebitamentoillivellodiimposizionevie-neulteriormenteappesantito.Sel’aziendaèinperdita,vièunulterioreaggravamentointer-minidiprelievofiscaledovutoall’irapealre-cuperoaredditodicostinondeducibili:onerifinanziari,spesetelefoniche,spesedirappre-sentanza,ammortamenti,sanzioni,minusva-lenze,perditesucrediti,perditesupartecipa-zioni,imposte,ecc…èassurdo!ilsoggettoconiricavinonproducerisorsedopoaverpagatotuttiicosti.alflussodelleuscitesisommanoleimposte.l’autofinanziamento,seesistenteinognisistemaeconomico,dopoaverremu-neratoillavoroèdestinatoagenerarerisorsepermigliorare lasituazione finanziariaepersostenere losviluppo. inquestasituazione ilsistema fiscale, non sostenendo l’autofinan-ziamentoinibisce,disincentival’azioneecono-mica,spingeleaziendealdisimpegno.illavoro,ilrischioeilcapitaledevonoessereremunerati.Perchéunsoggettodovrebbela-vorare, rischiare, impegnare capitali, se poi,comevieneprodottouneurodimargine lor-

do, questo viene risucchiato nel “buco nero”cheentropizzailsistema?ilsistemafinanzia-rio dipende dal sistema economico: se que-sto vacillaosi imballa, il sistema finanziarioimpazzisce diventando preda della specula-zione.adunsistemafiscaleperversononpuòche rispondere un comportamento perverso.l’evasionefiscale,inquestomodo,diventapri-ma una protezione e, successivamente, unascusante.bisognainprimisrisanarelaspesa,renderla funzionale, parsimoniosa e non su-perflua.ènecessariounmaggioreimpegnodapartediquellecategoriechegodonodiprivile-gi.Ogniriformasidevebasaresuunsistema“morale”.unafamigliaparsimoniosahaalsuointernorigore,stabilità,crescitaerispetto.lemisuresulcostodellapolitica,l’allungamentodell’etàpensionabile,iltagliodellemaxi-pen-sioniedeimaxi-stipendi, l’eliminazionedellepensionidi invalidità inesistenti, l’incrementodell’ivasuibenisuperfluievoluttuosi,larevi-sionedeirapportilavorativi,larazionalizzazio-nedellestrutturepubblicheeparapubbliche,losmobilizzodelleproprietà immobiliarista-tali oparastatali, leprivatizzazioni, l’elimina-zionedeibeneficidellachiesa,l’inasprimentodellepeneper l’evasione fiscalecorrelateaduna drastica riduzione della pressione, la ri-duzionedeldebitosenecessarioancheattra-versounapatrimonialestraordinaria:questiiprincipaliprovvedimentiocampisucuiartico-lare un risanamento radicale. lo ripeto: allabase di un’azione drastica ci deve essere uncomportamento rigoroso e serio. l’esempiodisacrificio,rispettoecoerenzadev’essereilfondamentodiogniprovvedimento,altrimentiogni azione correttiva perde la sua funzione,generandodisagioeperpetuandolasituazio-ne.

RiformaFiscale

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PRiMOPianO

Sena Gallica, la cultura del pesceaSenigalliaabbiamoincontratoMaddalenaeMatteoMontanari,duefratellichehannofondato,assiemeadalcuniamici,lacooperativaSenagallica,divenutauninsostituibilepuntodiriferimentonelmercatodelpesce

diP.duranti

MaddalenaMontanari,dottorecommercialistaereviso-recontabile,masoprattutto…sociadiSenagallica,una cooperativa di nove amici che hanno cercato di

realizzareunsogno:riscoprirealcuneattivitàmarinaretipichedella cultura della loro città, Senigallia, che nel tempo era-no andate quasi smarrite. così si spiegano l’area marina inconcessioneperl’allevamentodellecozze,gliimpiantiperlalavorazionedelpesce,lapescheriaperlavenditaaldettaglio,l’attività all’ingrosso, l’accogliente locale “cucina di Mare”propriodifronteallastazionee,ultimoarrivato,l’accoglienteristorantealporto,realizzato inunedificiocostruitoexnovoaduepassidalfaro,conunaterrazzadallaqualesiscorgelamagnificacostachedallaRotondascendesinoalconero.

Dottoressa Montanari, dai libri contabili al pesce. Come ci è finita?“unadecinadiannifa,miofratelloMatteosigettòinquest’av-venturaconalcuniamici,maposeatuttiunacondizione:“lasocietàsifasoltantoseentraanchemiasorella”…Edeccomiqui”.

In questo numero parliamo anche del rapporto tra etica ed impresa. Voi avete scelto la forma giuridica della cooperati-va di lavoro, caratterizzata, sia sa, dalla valorizzazione della componente umana. A distanza di alcuni anni ritiene che la filosofia di Sena Gallica non sia cambiata?“innanzitutto ritengochesulleconsiderazionidi tipo formaledebbanoprevalereaspettisostanziali.l’averdatolavoroamol-tissime persone, sostenendo anche progetti costosi e finan-

ziandoimportantiinvestimentiinnovativi,secondomepossonoesserevisticomebuoniesempi.noisocisiamotuttiastipendiominimo:cisaràunmotivo!”.

E qual è, scusi?“chenellavitaenellavorocisonosuccessichevannooltrealfatturato”.

Ci parla degli investimenti in ricerca e sviluppo?Vorreiricordaresoprattuttodueprogetti,portatiavantiunoconl’universitàdianconael’altroconilcnr”.

Partiamo con il primo.“abbiamomessoadisposizionedell’ateneodeilocaliedacqui-stato macchinari che hanno permesso la realizzazione di unlaboratorioperlostudiosullariproduzionedellavongolano-strana,lavenusgallina”.

Non avete ottenuto contributi pubblici?“un finanziamento comunitario, ma le garantisco che i socihannomessosoldiditascaloro,enonpochi!”.

Il progetto con il Cnr invece cosa riguarda?“conladottoressafabidelcentronazionaleRicerchedianco-nastiamoconducendounostudiosullariproduzioneelacre-scitadeldatterobianco,unmolluscocheèsemprecresciutoanchenellarocciadelconero.Maoggi,dopodecennidisfrut-tamentoselvaggiodellacosta,c’èilrischiodiestinzione”.

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“Nel nostro punto vendita la qualità

è sempre garantita, visto che dietro al

banco lavora un collaboratore che per vent’anni ha fatto il

pescatore”

MaddalenaeMatteoMontanari

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PRiMOPianO

Insomma, anche sul fronte dell’innovazione non vi siete mai tirati indietro. Ma gran parte dell’impegno della cooperativa è stato indirizzato all’allevamento delle cozze.“un’areamarinalunga22chilometri–avutainconcessionedaldemanio–chepernoièmotivodivanto:ciabbiamocredutodasubitoedèandatabene.lecozze,comunque,nonlealleviamosoltantoinmare(conleboe),maanchenellostabilimento,permezzodiimpiantiall’avanguardia–certificatialivellocomuni-tario-,attrezzatureecellefrigoriferechenegarantisconolamassimaigienedelprocedimentoelagenuinitàdelprodotto”.

Oltre alla vendita al dettaglio curate anche l’ingrosso, co-prendo un territorio ormai molto vasto …“forniamoristorantidafalconaraMarittimafinoafano”.

Nel settore della ristorazione la crisi si è avvertita maggior-mente rispetto al dettaglio?“diciamochedopoun2008nero,il2009haregistratounadi-scretacrescita,confermatapienamentel’annosuccessivo.Si,il2010èstatopropriol’annodellaripresa,ancheper iristo-ranti”.

Per capire cosa rappresenta ora Sena Gallica e quali sono i progetti futuri incontriamo il fratello di Maddalena, Matteo Montanari, marchigiano doc, classe 1967, sposato con tre fi-gli, ideatore e “dominus” della cooperativa, pescatore ed im-prenditore.“gli scopi che ci eravamo prefissati sono stati raggiunti tut-ti”,ciconfida,osservandoorgogliosoilsuoultimocapolavoro–“MareMagno”-, ilristorantestagionalealporto.“abbiamoconquistato il mercato domestico, ricoprendo spazi vuoti ed“inventandone”altri”.

Ad esempio?“Siamoriuscitiapenetrarenelmercatospagnolo,facendounasceltacontrocorrente,vistochedisolitoèlaSpagnaavenderciilpesce…”.

Perché ha scelto proprio la Spagna?“avevamo il vivaio pieno di cozze che stentavamo a vendere;aValencia,sullacostamediterraneadelPaese,incontraialtriimprenditorilocaliedaquinacqueunabellacollaborazione”.

Quindi le cozze dell’Adriatico sono apprezzate anche all’este-ro.“lacozzaallevatasullacostamediterraneadelPaeseiberico–lacosiddettacozzaestiva–èmoltosimileaquellaitaliana,mentrelacozzaatlantica(invernale)èpiùgrande,egeneral-menteserveilmercatoeuropeo”.

SEnagallicaVialebonopera47/4960019Senigallia(an)tel.efax+3907160684cell.3397021922-3357026518email:[email protected]

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FrancescoCasoli“Occorronopiùdialogoeunapoliticaforte”Eticaesolidarietà:dueparolecheinunafasedelicatacomel’attualeassumonounsignificatoparticolare.neparliamoconfrancescocasoli,senatoreePresidentediElica,checiillustraancheleattivitàeiprogettidellafondazioneintitolataasuopadreErmanno,fondatoredell’aziendafabrianese

diP.duranti

Senatore, la situazione in generale è delicata: Lei è reduce dall’approvazione di due Manovre consecutive, rese ne-cessarie dalla congiuntura, particolarmente gravosa con

il debito pubblico che ci ritroviamo, e dalla turbolenza che sta investendo i mercati finanziari di mezzo mondo. Dove stiamo andando?“beh,lasituazioneeconomicageneraleèdavveromoltodelicata,èinutilenascondercelo.leiaccennavaalleultimemisureestive…Mipareche ilgovernoabbiagià fattodeimiracoli,seconsi-deriamoancheilfattochelapoliticamonetariasfuggeallasuacompetenza”.

Altrimenti cosa sarebbe accaduto?“Magari,adesempio,avremmoimboccatolastradadellasvalu-tazionedellamoneta...”.

Quindi il grosso del potere decisionale sarebbe a Bruxelles?“l’unioneEuropeadaunlatoeglientilocalidall’altrohannopro-fondamenteincisosullecompetenzestatali,riducendole.loSta-

“In Parlamento è ancora troppo rilevante il peso delle corporazioni”

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totalvoltaè impotente:prendiamoadesempiolasanità,cheincidemoltissimosulbilanciodelPaeseecheperòèdicom-petenzadelleRegioni.cheoracontanononpoco”.

D’accordo, ma nella situazione in cui ci troviamo cosa posso-no fare le Regioni?“Moltissimo.Perpermetterealleimpresedelterritoriodiso-pravvivere,talvoltacreandolegiustesinergieedalleanze,oc-corrono amministratori lungimiranti, con forti doti manage-riali. il tempodei furbimiparearrivatooramaialcapolinea.conquestononintendonasconderelanecessitàdiunaseriastrategiaeconomicanazionale;lapoliticadeverisponderesìalivellonazionalemaanche,edireisoprattutto,alivellolocale”.

Limitando un discorso alla realtà marchigiana, è indubbia la presenza di forti criticità. Come andrebbero affrontate?“PrendiamolaantonioMerloni:èfallita,manessunonepar-la.tradotto,significachetremilapersonevannoacasa,parenell’indifferenza generalizzata. Quali prospettive ci sono perquestilavoratori?continuanoadircicheverràilsalvatoredel-lapatria.Machiè?Seinaltreregionisipiange,diciamochequinonsirideaffatto.diciamocheseavessiunlavorochesiconcentranelleMarche,sareimoltopreoccupato”.

E gli imprenditori non devono fare un po’ di mea culpa?“gliimprenditorimarchigianisonoditerzagenerazioneeilpiùdellevoltesembracheilorofiglinonabbianomoltavogliadiintraprendere…”.

Però i dati sull’export delle aziende regionali sono confortanti ..“Sitrattadidatienumerichevannointerpretati:lasituazione

èunpo’amacchiadileopardo.Seilcompartocalzaturierohamostratosegnaliincoraggianti,perilmobiledelpesareseèundramma”.

Colpa anche delle banche?“ilmondodelcreditonondàpiùsoldi;lebanchenonfannofal-lireleaziendeperchéaltrimentiilsistemasoffocherebbe,masetalesituazionesifossepresentataunadecinad’annifa…lametàdelleaziendesarebberostatechiuse”.

Come ne usciremo?“ilsistemadovrànecessariamentecambiare,cominciandodanoiimprenditori”.

Versando la “patrimoniale”?“innanzitutto adottando stili di vita più sobri. Poi, perché no,anchecontribuendoalrisanamento.leihaaccennatoallapatrimoniale:personalmente,iosareifa-vorevoleall’introduzionediunatassasuiricchi,anchedel10percento,semprechéisoldivenganodatiachihaleideechia-reesemprechesiabbiadifronteun’opposizioneseria.Oggipurtroppo,quest’ultimanonstafacendolasuaparte”.

wInvece secondo Lei la maggioranza si?“la colpa di questa situazione è da dividere un po’ tra tutti,maggioranza e opposizione. Quello di cui ora avvertiamo ungrandebisognoèunpo’ditregua”.

In che senso?“Proviamotutti–politici,imprenditori,magistrati,avvocati–aconcederciunpaiod’annidipace,evitandodiutilizzareipro-

Un riconoscimento al talento artistico e creativoNello scorso mese di febbraio a Francesco Casoli sono stati assegnati dall’Accademia di BelleArti di Macerata il Premio “Svoboda al talento artistico e creativo” - un riconoscimento agliinvestimenti nell’arte finalizzati a favorire la competitività di un’azienda - e il titolo diAccademico honoris causa quale “imprenditore-mecenate”, come riconoscimento per le attività ideate e realizzate per la promozione dell’arte nel mondo imprenditoriale.

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primezziperfarfuoril’altro.altrimentinonsifiniscepiùesilasciaspazioall’antipolitica,checonsideroilpeggiormaleperilPaese”.

E i sindacati?“devonomaturare,manoidobbiamodargliqualcosaincam-biodiciòchechiediamo,sulmodellocheingermaniahannoadottatoallaSiemens”.

E cioè?“inquest’azienda laproprietàhastipulatouncontrattocon irappresentantideilavoratori:riduzionedellostipendioincam-biodellagaranziadiunimpiegoavita.Ecco,ritengochequestisianoimodellidaseguire:impegnoeserietàdaparteditutti”.

In Italia si potrà avvertire lo spirito giusto in tal senso?“Quellochedanoimancaèilcoraggiodifarescelteforti:perquestoserveunapoliticaforte,sianazionalecheregionale.Maoggipurtroppoèdebole”.

Quale potrebbe essere una scelta “forte”?“tagliareicostidegliorganiistituzionali,dalcomunediagu-glianoaquellodiMilano.losacheinitaliaunmilionediper-sone lavorano in politica? Se si dimezzasse questo numero,significherebbeche500milapersonerimarrebberoacasa.Ecosafarebbero?E’unproblemacomplicatissimo.l’italiaèfor-tementefrenatadaquestiproblemi”.

Sì, ma anche l’amministrazione statale, a cominciare dal Par-lamento, ci mette del suo quanto a costi e burocrazia …“lamacchinastatale–miriferiscoall’attivitàparlamentare-

vaarilentopermillemotivi:iregolamentisiadicamerachediSenato,chefrenanotuttiiprovvedimenti,hannocertamentegrandicolpe.Pernonparlaredellecorporazioni,ilcuipesofortissimocondi-zionatroppospessoilcontenutodeiprovvedimentiapprovati”.

Lei dipinge una situazione che indubbiamente produce forti preoccupazioni. Però il sistema delle imprese va. I dati re-lativi alle esportazioni dei primi cinque mesi del 2011 sono ottimi: la Germania ci distanzia di appena lo 0,7 per cento.“E’vero,mal’economiatedesca,rispettoallanostra,haassi-milato un concetto fondamentale, quello della “produttività”.danoistentaadaffermarsi.lagermaniahaunastrutturadifilierae,aspettotutt’altrochesecondario, presenta una dialettica sociale più matura dellanostra:traimprenditoriesindacatisièinstauratounrapportoproficuo”.

Un sogno da politico e da imprenditore?“Vederel’italiavincerelesfidedeimercatiinternazionali”.

Senatore, la passione per l’arte l’ha portata a promuovere un Premio Internazionale d’Arte Contemporanea e la Fondazio-ne Ermanno Casoli. Ce ne vuole parlare?“ilPremioèunriconoscimentoistituitonel1998ededicatoallamemoriadimiopadre,Ermanno.al2007,invece,risalelacostituzionedellafondazione,sortaconl’obiettivodipromuoverel’artecontemporaneafacendodapontetrailmondodell’arteequellodell’impresa,tradizional-mentemoltodiversiinquantorispondentialogichedifferenti”.

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Cosa significa per un’azienda investire in arte?“investire in arte significa puntare sull’innovazione e quindiinvestire sul proprio capitale umano, arricchendolo, nonchésull’internazionalizzazione”.

Non ho chiaro il rapporto tra gli investimenti aziendali in arte e l’internazionalizzazione.“ilnessoinrealtàèfortissimo:ilconfrontotradifferenticultu-re,espressionedidiversecomunitàprofessionali,generainno-vazioneeapertura,innalzandolaqualità”.

E in questi valori si riconosce Elica …“direidisi:l’aziendasiidentificainquestiprincipi”.

In questo contesto si inseriscono numerose iniziative, come ad esempio “E-Straordinario”, che quest’anno si è tenuto a maggio. In cosa è consistito?“E’unappuntamentodiformazioneconl’artecontemporanearealizzatodaElicaedallafondazione“Ermannocasoli”,chehavistolapartecipazione,perquestaquintaedizione,dialcuninostridipendentiaunincontroconl’artistafrancescobaroccodedicatoallatecnicadell’incisione.l’obiettivoèquellodicreareunrapportotraarteeproduzioneindustriale,particolarmenteimportante per un’azienda manifatturiera come la nostra, incuiilprodottosidistingueperl’altocontenutodidesign(comedimostral’aggiudicazionedel“Reddotaward:productdesign2011”perlacappaSkinedelPremio“lefonti”2011,ndr).Masifiniscecolprodurreancheunmigliorclimaaziendale”.

“Occorrono amministratori locali lungimiranti, con forti doti manageriali”

Elica è l'azienda dove si lavora meglio in Italia ...Dopo aver conquistato per tre anni il primo

posto nella classifica realizzata dal Great Place to Work, quest'anno il Gruppo Elica ha ricevuto

il premio quale migliore azienda in assoluto in Italia per il miglior clima di lavoro. Inoltre, per il terzo anno consecutivo l'azienda fabrianese è

stata inserita nell'Annuario Top Employers Italia 2011, che – basandosi su un'indagine condotta

dall'organizzazione internazionale CFR - premia le eccellenze imprenditoriali per quanto attiene

alle politiche di gestione delle risorse umane. Gli aspetti presi in considerazione, valutati sulla base dei severi criteri previsti dalla Top Employers HR

Best Practices Survey, sono molteplici: dalle politiche retributive alle condizioni di lavoro, dai benefit

alla cultura aziendale, dai percorsi di formazione e sviluppo alle opportunità di carriera.

… e in EuropaTra le grandi aziende, Elica è anche la prima in

Europa dove si lavora meglio: lo ha sancito la classifica stilata dal Great Place to Work Institute, che ha condotto una ricerca su oltre mille aziende

del continente.

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CONTROCOPERTINA

MicheleAndreano“Il futuro premierà gli studi legali attenti all’etica”Andreano Studio Legale è la prima Società tra Professionisti (S.t.P.) del capoluogo marchigiano. Lo Studio ha un organico di cinque soci e altri cinque avvocati, oltre allo staff di segreteria e service. Tredici Studi affiliati nelle Marche più altri due (a Roma e a Milano) testimoniano la forte espansione che lo Studio ha conosciuto in questi anni, particolarmente verso l’estero (Addis Abeba, Londra, Dubai)

di P. Duranti

La sua vocazione commerciale, societaria e internazionale lo ha reso un punto di riferimento per le piccole e medie imprese, che trovano nello Studio un affiancamento com-

pleto in tutte le fasi della loro vita economica e nell’esplorazione di opportunità di sviluppo verso nuovi mercati e nuove aree di in-teresse. Un alleato d’impresa multi e polivalente, capace di sod-disfare le esigenze locali, regionali, nazionali ed internazionali.La dinamicità della STP Andreano si riflette anche nella fitta rete di collaborazioni consolidate con altri studi nazionali ed internazionali, grazie alle quali è in grado di offrire un servizio interdisciplinare integrato ed efficaci strategie di internaziona-lizzazione. Proprio grazie ad esse, secondo l’avvocato Michele Andreano, le imprese potranno superare il difficile momento economico e contemporaneamente svolgere una determinante funzione sociale ed etica. La stessa valenza sociale ed etica che il ruolo stesso di avvocato impone a chi esercita la professione.

Avvocato Andreano, quale il futuro dell’avvocatura?“Sul futuro dell’avvocatura in generale non posso fare previsioni. Ho però molto chiaro il ruolo del nostro Studio: il nostro pri-mo dovere è quello di essere consci dell’effetto del nostro fare, come del nostro non fare. Impegnarci anche in settori extra-legali, contribuire concretamente al benessere della comunità è nella nostra indole, nel nostro essere, l’essenza più profonda delle nostre idee, il nostro “sogno segreto”. Le soluzioni dei pro-blemi esistenti sul territorio, attraverso l’adozione di politiche di sviluppo sostenibili, il rispetto di standard etici, il sostegno a cause di particolare interesse sociale sono e resteranno il no-stro primario impegno sociale, la nostra stessa ragione di esi-stere, di essere avvocati. Queste sono in sintesi le regole che da anni applichiamo nella nostra attività personale, di studio, di

gruppo. Un codice di comportamento che rispecchia la nostra sensibilità verso tematiche sociali, personali, le vostre ambizio-ni, i vostri timori. Alla base di ciò la nostra consapevolezza di essere i “custodi” di tutto questo, delle mille esperienze, storie e accadimenti. Per questo investiamo in capitale umano con una spiccata propensione al rispetto delle persone, dell’avversario, dell’ambiente e nei rapporti con le parti interessate: clienti, for-nitori, collaboratori, stakeholder, così si dice oggi e a noi piace dire: “to more, to much!”.

Crisi, etica e affari: come si leggono questi tre concetti appa-rentemente così distanti?“Per capirlo dobbiamo condividere due aspetti fondamentali. Il primo è che in Occidente abbiamo un grande bene primario ed essenziale che è la libertà di decidere cosa fare in ogni momento della nostra vita. Il secondo è che da ogni situazione, anche di crisi, bisogna cercare di ricavare nuove opportunità”. Quindi nuovi scenari e determinazione di scelta…“Certo. Da una parte ci sono delle aziende in difficoltà, forse an-che per miopia dei loro dirigenti che nel passato hanno pensato solo a delocalizzare la produzione senza portare vantaggi eco-nomici al cliente finale e senza acquisire quote di mercato nei Paesi scelti. Dall’altra ci sono Paesi emergenti che hanno biso-gno delle nostre capacità e delle nostre esperienze e che sono disposti ad investire sia nei loro Stati che nei nostri…”.

Manca l’incontro tra domanda e offerta…“Ma anche un pizzico di coraggio e una politica economica più lungimirante che attiri capitali nel nostro Paese. Certo è che aziende disposte ad affacciarsi ai nuovi mercati del Medio ed Estremo Oriente e del Corno d’Africa, avrebbero molte possibi-

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lità di crescita e contribuirebbero non poco a rendere quei Paesi più forti e a risolvere molti dei loro problemi endemici. E questa sarebbe la quadratura del cerchio”.

E’ quello che state facendo con l’Etiopia?“Proprio così. Il nostro ruolo è quello di fornire contatti e con-sulenze che possano far integrare mentalità e legalità tanto di-verse e distanti. Purtroppo spesso ci troviamo a combattere con la burocrazia italiana che non aiuta questo tipo di operazioni, al contrario degli altri Stati che ci mettono a disposizione mezzi e soluzioni per realizzare imprese e progetti”.

Se poi questo si proietta anche nel sociale e nel Terzo Settore…“A quel punto nascono le Onlus come la nostra Colibrì. Ma que-sta è un’altra bellissima storia”.

L’avvocato Fabio Freddi, socio e amministratore di An-dreano Studio Legale Stp, si occupa di diritto penale commerciale, diritto societario e fallimentare. Ha ma-

turato una consolidata esperienza nel diritto penale di impresa e in particolar modo in relazione ai cosiddetti “reati fallimenta-ri”. Un ambito che negli ultimi tempi ha conosciuto purtroppo un grande sviluppo per la nota crisi dei mercati finanziari che ha dato un duro colpo all’economia reale. Oggi, infatti, anche im-prese sane si devono confrontare con un sistema bancario re-stio a mantenere gli stessi tetti di affidamento e ancor più restio a concedere nuova finanza. Tutto questo, unito ad una notevo-le difficoltà di incassare regolarmente e puntualmente i propri crediti, aumenta in maniera esponenziale le problematiche del-

le imprese sia locali che nazionali. Lo stesso scenario ha pro-vocato il moltiplicarsi di processi penali per reati di bancarotta e ricorso abusivo al credito che vengono sempre più spesso contestati dalle Procure all’esito delle dichiarazioni di fallimen-to. Proprio per approfondire questo tema così delicato, l’avvo-cato Freddi parteciperà per lo Studio Legale Andreano, socio dell’ASLA (Associazione Studi Legali Associati) ad un gruppo di studi sul diritto penale di impresa composto da prestigiosi Col-leghi appartenenti a studi legali associati, per poi dar corso ad una serie di convegni in diverse parti d’Italia in cui saranno ana-liticamente trattate le peculiarità del cosiddetto diritto penale di impresa e sull’evoluzione di questa tipologia di reati. La filosofia dell’avvocato Freddi, così come quella dell’intero Studio Legale Andreano, è quella di contenere al minimo il contenzioso giu-diziario, consigliando ai clienti strade alternative, evidenziando sin da subito i potenziali elevati costi del contenzioso che spes-so non trovano giusto ritorno negli esiti processuali. La figura dell’avvocato di impresa deve quindi essere orientata sempre di più alla consulenza preventiva, indirizzando il cliente-impresa ad un nuovo metodo di scelta della clientela con controlli preventivi sulla solvibilità, consigliando l’assicurazione sui crediti laddove possibile e, cosa ancor più importante, indirizzando l’imprendi-tore verso nuovi mercati, in particolar modo esteri. Non va difatti dimenticato che molte imprese italiane sono spesso diffidenti nel cercare nuovi clienti su mercati emergenti che sono inve-ce il futuro dell’economia, sia per il tasso di crescita che per le necessità di consumo e che la carta vincente è proprio quella di prendere per mano l’imprenditore ed essere un suo partner nelle scelte, anche grazie ad una rete di seri e preparati corri-spondenti esteri che possono in ogni momento garantire am-pia assistenza legale sia giudiziale che stragiudiziale. Ulteriore ruolo del legale di impresa è poi sicuramente quello di mettersi

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Martina Coppari Giovanni Ballone Burini Giorgio Benedetti Fabio Freddi Giorgio Pierucci

a disposizione anche della clientela estera che sempre più di frequente è interessata ad investire in Italia, ma troppe volte è disincentivata dal “sistema giustizia” con i suoi tempi lunghi. La sintesi dell’avvocato Freddi sul ruolo dell’avvocato moderno: più tempo all’interno dell’azienda e meno nei meandri dei tribunali.

L’avvocato Laura Martinelli collabora da alcuni mesi con lo Studio Legale Andreano e proviene da esperienze professionali presso studi legali di Roma e Milano. E’ da poco rientrata da Londra dove lo Studio le ha consentito di frequentare un corso in materia di diritto contrattuale e diritto processuale civile inglese presso la City University of London. E ciò a conferma del fatto che la formazione non si fa soltanto “in casa”, ma anche all’este-ro, nella prospettiva di “internazionalizzare” la professione. Si è perfettamente integrata con la struttura che le garantisce una moderna visione della professione e una prospettiva innovati-va che consente di guardare “oltre i confini”, offrendo al cliente un’assistenza completa ovunque egli si trovi e ovunque intenda espandere la propria attività anche oltre i confini del territorio nazionale. Proprio questo aspetto è stato intuito dal quotidiano londinese The Times che nel mese di maggio ha pubblicato un articolo in cui lo Studio Legale Andreano è stato indicato quale esempio di “crescita dell’avvocatura italiana” e ciò in occasione di una joint venture conclusa tra lo Studio e uno studio legale della City londinese.

L’avvocato Gianluca Grisolia fa parte dello Studio Legale Andre-ano dal 2006 ed è socio dello studio dal 2008. Si occupa delle questioni di diritto civile giudiziale e stragiudiziale, del diritto di famiglia, della contrattualistica, del diritto fallimentare, del re-cupero crediti, dell’infortunistica stradale. E’ responsabile del sistema di gestione della qualità essendo lo studio certificato Iso-9001. E’ un attento osservatore del mondo economico e pensa che, anche se la crisi economica, che interessa il mondo occidentale da diverso tempo, non è ancora superata, si vedono all’orizzonte alcuni segnali di recupero. In Italia e, nello specifi-co, nella nostra regione, infatti, prosegue la lenta fase di ripresa dell’industria. Questo è dipeso anche dal miglioramento degli

scambi internazionali, che non ha interessato la totalità delle aziende ma solo quelle che hanno avuto un grado di apertura all’export e capacità di seguire la domanda internazionale. Ciò significa che le aziende strutturate ed organizzate hanno anco-ra possibilità di rendersi competitive sui mercati, sia nazionali come su quelli internazionali. Nei primi sei mesi del 2011 sono nate nelle Marche oltre tremila attività imprenditoriali, mentre ne sono scomparse circa duemila, con un saldo attivo di più di mille unità. Dopo i primi sei mesi dell’anno risultano complessi-vamente iscritte alle Camere di Commercio della regione oltre 177 mila nuove imprese. Le Marche alla luce dei dati suddetti, si conferma come la regione con il più alto numero di imprese rispetto agli abitanti: 10,3 ogni 100 abitanti contro una media na-zionale di 8,8 imprese per 100 abitanti. Questi segnali, pertanto, debbono far ben sperare per il prossimo futuro, considerando che l’innovazione e l’organizzazione sono le scelte obbligate per le imprese marchigiane e non solo, che vorranno uscire raffor-zate dalla crisi economica globale. Ha una grande convinzione: che in quest’ottica anche i professionisti legali, nonché tutti gli operatori di supporto alle imprese, che credono nell’innovazione e nell’organizzazione delle proprie realtà, possono dare un ade-guato sostegno al rilancio dell’economia, mettendo a disposizio-ne di chi opera quotidianamente sul mercato, non solo risorse umane adeguatamente preparate e aggiornate, ma anche stru-menti tecnologici che permettono un’ottimizzazione dei costi e dei tempi, col fine unico di garantire e garantirsi la prosecuzione delle proprie attività.

L’avvocato Giovanni Ballone Burini collabora con lo Studio Le-gale Andreano da due anni come responsabile del Dipartimen-to di Diritto Internazionale. E’ profondamente convinto che la particolare situazione economica attuale possa ad ogni modo consentire alle imprese di riadattare le loro politiche azienda-li di internazionalizzazione, soprattutto per quanto riguarda il trasferimento delle conoscenze e delle capacità imprenditoriali in quei Paesi ove la crescita economica impone l’apprendimen-to delle tecniche di produzione e commercializzazione. Questo grazie alla validità del metodo operativo applicato dallo Studio,

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Gianluca Grisolia Emanuele Silvi Giovanni Trapanese Laura Martinelli

che consente di rispondere in maniera tempestiva e con l’ap-proccio dello spirito di gruppo dei propri professionisti, alle varie esigenze ed aspettative dei suoi clienti, sia privati che aziende.All’azienda interessata a trasferire all’estero parte delle proprie attività per ragioni di sopravvivenza o per altri motivi economi-ci non viene fornita una semplice legal opinion, sul sistema di un determinato Paese. Lo Studio è abituato ad accompagnare, quando non addirittura precedere, l’azienda in quel determina-to Paese, a studiarne profondamente la cultura, la mentalità economica oltre che, ovviamente, il sistema legale. Insomma lo Studio, attraverso l’avvocato Ballone Burini, prepara concreta-mente il terreno agli operatori italiani che devono investire nei Paesi esteri, per portare ove richiesto tecnologia e know-how ed anche per acquisire negli stessi Paesi nuove quote di mercato.

L’avvocato Ballone Burini ha vissuto per lunghi periodi in Africa, prova tangibile che lo Studio Legale Andreano ha abbracciato in pieno questa filosofia, coniugando una prospettiva di espansione internazionalistica della propria struttura sia in ambito comuni-tario, a Londra, che extracomunitario, in Addis Abeba. Il recente apprezzamento apparso sul Times riguardo le attività dello Studio costituisce ulteriore stimolo alla realizzazione del progetto dello Studio Legale Andreano.

L’avvocato Martina Coppari si è laureata presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Macerata con una tesi in diritto commerciale-fallimentare. Collabora con lo Studio Legale Andreano dal 2007. Si occupa prevalentemente di diritto penale e di diritto fallimentare, ma anche di diritto civile.E’ particolarmente soddisfatta di aver trovato una vera squadra in cui lavorare e di poter contare ogni giorno su un continuo scam-bio di informazioni e collaborazione che garantisce una perfetta interdisciplinarietà e una copertura a 360° a tutti i clienti dello Studio Legale Andreano, portando ad un’assistenza completa, fatta di competenza e professionalità, nella fase giudiziale, ma anche in quella stragiudiziale e, ancor di più, nell’attività di con-sulenza, fondamentale per il cliente-azienda. E’ pronta al cam-biamento che richiede il momento storico in cui stiamo vivendo

e che non può non interessare anche il mondo della professione forense, ed è pronta a mettersi in gioco per “reinventare” la pro-fessione senza per questo snaturarla dell’impronta tradizionale. L’obiettivo? Individuare soluzioni che consentano alle aziende in generale, ma soprattutto alle piccole-medie imprese, una ri-presa economica e un risparmio di costi e di tempi, mettendo a disposizione opportunità di investimento, incoraggiare sempre di più, dove possibile, soluzioni stragiudiziali in presenza di si-tuazioni di difficoltà che potrebbero sfociare in un contenzioso destinato a durare anni.

L’Avvocato Giorgio Benedetti ha iniziato da poche settimane la sua collaborazione all’interno dello Studio Legale Andreano. Si occupa di diritto amministrativo, edilizia, urbanistica e appalti.“Affrontare la vita combinando la saggezza dell’adulto con l’en-tusiasmo del bambino”, è il motto che predilige. In un mondo che cambia, secondo lui, ad una velocità frenetica, l’intera so-cietà deve adeguarsi, senza essere quasi mai preparata alle profonde trasformazioni e cambiamenti che si susseguono co-stantemente. Questo adattamento deve però avvenire tenendo sempre presenti principi e valori di chi ci ha preceduto, senza che questo comporti sterili ingessature finalizzate al conserva-torismo. Al contrario, le nostre radici devono costituire l’occa-sione e il mezzo per affrontare con entusiasmo le sfide della modernità, che devono essere accettate, condivise, superate e, soprattutto, vinte. E’ in questa società mutevole ed in perenne evoluzione che deve oggi esplicarsi il ruolo dell’Avvocato: che per lui rimane quello, immutabile nel tempo, di guida e ausilio, per il cittadino ma anche per la Pubblica Amministrazione, che sappia sempre indicare fra le tante, nuove, soluzioni possibili, quella più agevole e pratica che si ponga nel solco del rispetto, dell’etica, della legalità.

L’avvocato Giorgio Perucci si occupa della difesa delle persone fisiche nelle liti su questioni di diritto civile, materia della qua-le si occupa in prevalenza. Da rilevare il suo apporto anche in termini di contrattualistica, sia per i privati che per le impre-se, visto che, a fronte dell’attuale situazione della Giustizia è

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ormai fondamentale cercare di regolare anticipatamente ed in maniera efficace i rapporti giuridici tra i diversi soggetti al fine di prevenire e di evitare, per quanto possibile, il ricorso all’au-torità giudiziaria, o almeno, al fine di rendere l’eventuale causa più semplice per il cliente e quindi potenzialmente meno lunga e dispendiosa. E’ convinto che, accanto al concetto di “difesa”, sia importante oggi recuperare anche i concetti di “assistenza” e di “consulenza”, funzioni dalle quali l’Avvocatura sembra aver abdicato a favore di altre categorie professionali, senza nulla to-gliere a queste ultime, soprattutto alla luce della situazione di crisi globale che si protrae ormai da tempo. assistenza e consu-lenza sono tre termini che sintetizzano la professione dell’Avvo-cato, termine che deriva dal latino advocatus, è, appunto, colui che è “chiamato a” difendere interessi di parte nelle aule di giu-stizia; è colui che è “chiamato a” regolare determinati interessi di parte attraverso la consulenza e l’assistenza stragiudiziale; in estrema sintesi è colui che è chiamato ad aiutare gli altri. Il tutto sempre nel rispetto della legge, quale interesse generale. Ama il confronto con i colleghi ma anche con le controparti perché da tutti pensa di poter prendere qualcosa per migliorare se stesso.

L’avv. Emanuele Silvi ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Macerata. Ha frequentato il Ma-ster in Diritto privato europeo e comparato, organizzato dall’Uni-versità di Macerata, e il Master di specializzazione in Diritto so-cietario organizzato dall’IPSOA (Roma). Iscritto all’Ordine degli Avvocati di Ancona dal 2004. All’interno di Andreano Studio Le-gale s.t.p. si occupa di diritto societario, tributario e immobiliare. In vista della imminente visita di Benedetto XVI ad Ancona ha ritenuto opportuno ricordare le illuminanti parole usate nell’En-ciclica Caritas in Veritate che meglio di tante analisi possono spiegare le cause della attuale crisi (che pure non risparmia il territorio marchigiano) e consentono di individuare le possibili vie d’uscita: «Vecchie modalità della vita imprenditoriale vengo-no meno, ma altre promettenti si profilano all’orizzonte. Uno dei rischi maggiori è senz’altro che l’impresa risponda quasi esclu-sivamente a chi in essa investe e finisca così per ridurre la sua valenza sociale. Sempre meno le imprese, grazie alla crescita di dimensione ed al bisogno di sempre maggiori capitali, fanno capo a un imprenditore stabile che si senta responsabile a lungo termine, e non solo a breve, della vita e dei risultati della sua im-presa, e sempre meno dipendono da un unico territorio. Inoltre la cosiddetta delocalizzazione dell’attività produttiva può atte-nuare nell’imprenditore il senso di responsabilità nei confronti di portatori di interessi, quali i lavoratori, i fornitori, i consumatori, l’ambiente naturale e la più ampia società circostante, a vantag-gio degli azionisti, che non sono legati a uno spazio specifico e godono quindi di una straordinaria mobilità. Il mercato interna-zionale dei capitali, infatti, offre oggi una grande libertà di azio-ne» (…) «La globalizzazione, a priori, non è né buona né cattiva. Sarà ciò che le persone ne faranno. Non dobbiamo esserne vit-time, ma protagonisti…. Opporvisi ciecamente sarebbe un atteg-giamento sbagliato, preconcetto, che finirebbe per ignorare un processo contrassegnato anche da aspetti positivi, con il rischio di perdere una grande occasione di inserirsi nelle molteplici opportunità di sviluppo da esso offerte. I processi di globalizza-zione, adeguatamente concepiti e gestiti, offrono la possibilità di una grande ridistribuzione della ricchezza a livello planetario

come in precedenza non era mai avvenuto». Per l’avvocato Silvi sono parole illuminanti. Il Santo Padre invita le imprese (ma il discorso può valere per tutti gli operatori economici), da un lato, a non essere spettatori passivi della globalizzazione, dall’altro, a governare i cambiamenti epocali che interessano il sistema pro-duttivo nel segno di un nuovo umanesimo. Riportare l’uomo e il territorio al centro dell’impresa e dell’attività produttiva, questa è la sfida che tutti gli operatori economici debbono lanciare alla globalizzazione e alla delocalizzazione. Anche la classe forense può (e deve) dare il suo contributo: nell’assistere e nel consiglia-re le aziende, sempre più spesso chiamate ad assumere deci-sione in mercati internazionali ed estremamente concorrenziali, gli avvocati debbono farsi portatori della cultura e del territorio di cui sono espressione.

L’avvocato Giovanni Trapanese si occupa di diritto commerciale, societario e delle procedure concorsuali. E’ arrivato allo Studio Legale Andreano nel 2010 e collabora attivamente con l’Uni-versità degli Studi di Macerata. Ha ben chiaro che in un paese a due facce, al contempo terra d’approdo e di miraggi per alcu-ni e di profondo disagio sociale per altri, la professione legale ha l’onere - ancor prima che l’opportunità - di saper modula-re la propria azione su più fronti, senza per questo perdere la propria funzione. Da un canto, infatti, è sorta e sorge tutt’ora la necessità di saper guardare oltre i confini territoriali e mentali, nell’ottica dello sviluppo delle relazioni commerciali e giuridiche nascenti dal rapporto con nuovi interlocutori che sappiano intra-vedere opportunità di investimenti, siano essi legati direttamen-te o indirettamente al territorio nazionale. E’ altrettanto convinto però che l’internazionalizzazione non possa importare un calo d’attenzione rispetto alle lacerazioni del tessuto imprenditoria-le locale e, più in generale, alle situazioni di difficoltà che quel mondo oggi vive in ogni suo comparto. In questo senso, allora, si comprende anzitutto la duplice anima dello studio, nonché, quanto al secondo degli aspetti, la sua attività al suo interno ed il suo modo di intendere la professione: non possono esistere ripresa o sviluppo se al pur fondamentale afflusso (diretto o in-diretto) di nuove attività e di nuove risorse non si affianchi la ri-strutturazione, il risanamento o quantomeno il controllo della crisi di quelle imprenditorialità territoriali che tutt’ora rappre-sentano la struttura portante della realtà marchigiana e nazio-nale. E’ per questo che l’affiancamento legale - di cui l’avvocato Trapanese si occupa - nelle questioni giudiziali o stragiudiziali di diritto societario o nelle diverse fasi delle ristrutturazioni azien-dali (a prescindere dal fatto che si svolgano o meno all’interno delle aule di giustizia) o, infine, nelle situazioni di conclamata crisi, rappresenta un punto essenziale nella (ri)costruzione di quel tessuto imprenditoriale e sociale. Senza arrivare a dire che la crisi è un’opportunità, si può comunque sostenere che per l’impresa può essere la (non desiderata, evidentemente) occa-sione per analizzare con nuovi strumenti e con nuovo sguardo la propria struttura e, ove possibile, per darle nuovo slancio.La sua passione resta comunque il processo civile, le cui inne-gabili difficoltà non possono rappresentare un alibi, soprattut-to per chi come lui, giovane avvocato, si ritrova dinnanzi ad un mondo complesso che mostra continuamente le due facce della stessa medaglia.

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La crisi umanitaria somala che è alla ribalta delle crona-che internazionali di queste settimane, è una crisi ori-ginata da una carestia, l’ennesima, di acqua e di cibo,

che porta milioni di individui a cercare aiuto. In tutta la sua drammaticità è l’ulteriore conseguenza dell’instabilità politica in quell’area del Corno d’Africa, fattore che amplifica la man-canza di politiche di raccolta e trattamento delle acque e della gestione delle emergenzeQuando ho immaginato il Progetto YOWA YOLI your water is your life, nel mese di marzo di quest’anno, l’idea era stata frut-to d’immagini, riflessioni e considerazioni che mi hanno arric-chito, negli anni, durante i miei viaggi nel Continente Africano e negli incontri con le Genti di quelle Terre, Sotto Certe Lati-tudini.L’immagine è quella che tutti coloro che hanno viaggiato in Africa hanno certamente visto molte volte…donne e bambini che camminano con un contenitore per l’acqua, vuoto e leg-gero se li incontrate all’alba, pieno di vita e pesante al ritorno dal pozzo o dal fiume a metà giornata o la sera, quando il sole rosso scende all’orizzonte. Abbiamo quindi varato, come Colibrì per Africa Onlus, un inter-vento umanitario nel settore dell’acqua perché crediamo forte-mente un Paese così ricco di risorse, terra, acqua, irradiazione solare, oltre che di fonti energetiche e minerali abbia in se tutte le energie per sostenere i suoi abitanti, prima che essi debbano cercare, attraverso un lungo viaggio, spesso drammatico, fatto di sacrifici, pericoli, rischi ed umiliazioni, una strada verso il nord del mondo.La consapevolezza del valore della vita umana e dei diritti della persona, ci porta infatti a fare scelte che non rispondono sem-pre e soltanto a logiche mercantili, ci sprona a trovare la strada ed i mezzi per aiutare altri, viepiù in tempi come questi, a vivere in maniera più dignitosa e, nel farlo, mettere a fattore comune i talenti di tanti come in una vera comunità.Con il supporto organizzativo della Società Italiana Sviluppo & Impresa abbiamo quindi organizzato il 9 luglio un incontro di calcio fra Vecchi Leoni per raccogliere i fondi necessari a rea-lizzare il Primo Progetto Pilota. Il Progetto si svilupperà nella zona dell’Eparchia di Emdibir, nella zona di Guraghe, a circa 240 km a sud-ovest di Addis Ababa, nella regione dell’Oròmia. Un distretto che ha importanti necessità di acqua potabile per sostenere la propria sussistenza. In quest’aerea esiste l’unica Clinica, nel Villaggio di Zizencho situato a 2700 metri di altitu-dine, che soddisfa le necessità di circa quarantamila persone, visto che l’Ospedale di Wolisso, realizzato con il contributo fon-damentale della Cooperazione Italiana e della CEI, dista più di cento chilometri. Utilizzeremo dei macchinari potabilizzatori, prodotti in Italia da una qualificata ditta che rifornisce già sia l’Unicef che il nostro Esercito nelle Missioni all’Estero, capa-ci di trattare e rendere quindi potabile dai 4.000 ai 5.000 litri di acqua l’ora. Realizzeremo una presa d’acqua nei pressi del Lago Arekit e riforniremo di acqua potabile per il complesso della Clinica di Zizencho e per l’abbeveraggio degli animali da allevamento. Nell’aerea provvederemo anche alla sistemazio-ne di un sistema di raccolta e stoccaggio delle acque piovane, alla dotazione dei servizi igienici ed al trattamento delle acque reflue che saranno poi destinate all’irrigazione delle colture. Il Progetto potrà contare sul supporto della struttura dell’Epar-

chia, che ha già un’intensa attività nel settore idrico. Infatti con il loro Water Supply Program hanno già realizzato 125 chilo-metri di acquedotto a caduta, 10 cisterne, 116 vari punti di di-stribuzione di acqua e 22 abbeveratoi per animali, in un’area dove i Cristiano Cattolici sono meno del 2% della popolazione, a riprova di quello spirito di servizio che non guarda il colore della pelle o la fede professata di chi ha bisogno. Un intervento quindi che rientra fra gli Obiettivi del Millennio, fornire le popolazioni dei Paesi in Via di Sviluppo dell’accesso all’acqua potabile, una risorsa indispensabile per la sopravvi-venza e lo sviluppo, e dotarle di servizi igienico sanitari dimi-nuendo così le condizioni disagiate che sono alla base di infe-zioni croniche e diarrea.

E’ possibile vedere nel sito www.colibriperafrica.it il Progetto nei dettagli ed anche contribuire, con la vostra goccia d’acqua, alla

realizzazione dello stesso versando su queste coordinate bancarie IT92 P031 2702 6000 0000 0001 188

Dott. Luca BargilliVice Presidente

Project Manager YOWA YOLI

Portare una goccia d’acqua con il proprio becco…questo stava facendo il piccolo colibrì per spegnere l’incendio.

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Dottoressa Chiara, ben tornata ad An-cona. Come si sente quando torna a casa?

“grazie. E’ sempre un piacere tornare, spe-cialmente per essere di nuovo con la fami-glia. Passeggiare per la città suscita un mixdiricordiedisorprese.E’bellovederecomeancona stia cambiando, la sua internaziona-lizzazioneemipiacevivere le tante iniziativeestive”.

Vuole raccontarci come è iniziata la Sua av-ventura negli States? “Sonoarrivata incalifornia(aSandiego)nel2000,duranteilmioultimoannodistudipres-sol’universitàdiancona(ora,Politecnicodel-le Marche). nel primo anno a San diego hoportatoavantiricercheperlamiatesidilau-reapressol’universitàdellacalifornia(ucSd)lavorandosullarispostameccanicadellozir-conio, per il contenimento di rifiuti nucleari.Hocosìconseguitolalaureaquinquennaleiningegneria Meccanica in ancona nel dicem-bre 2001, specializzandomi in metallurgia. aseguito della mia iniziale permanenza a SandiegohodecisoditornareaucSdperconse-guireunmastereundottoratoinscienzadeimateriali e ingegneria, lavorando sulle pro-prietà acustiche ed elettroniche di materialinonlineari.durante il mio ultimo anno comestudentessa di dottorato, sono stata assunta

dalcaltechcomeassistantProfessor.lapro-mozioneaprofessoreordinarioèinvecearri-vataagennaiodiquest’anno(2011)”.

In ambiente universitario il suo nomignolo è “The sound magician”: vuole raccontarci per-ché?“il nomignolo e’ stato inventato dalla rivista“Popular Science”, in uno dei suoi articoli incuipresentavapartedellavorodelmiogrup-po. ci occupiamo di ricerca su materiali coninusuali proprietà acustiche, per controllarela propagazione del suono e vibrazioni. Peresempio,direcenteabbiamocreatounmate-rialechefunzionacomeunalenteacusticaechepuòfocalizzareinmanieraefficienteondesonoredivariefrequenze,ottenendoampiez-zedifuocoelevatecongrandeprecisione.Mainrealtàdimagicononc’e’molto.Siamoag-grappatiasolideleggifisiche”.

A proposito delle lenti-acustiche: per i non intenditori sembra quasi un ossimoro, invece si tratta di uno strumento di grande impor-tanza. Ce lo potrebbe descrivere?“le lenti acustiche sono strumenti comune-mente usati oggi in varie applicazioni, dallamedicina (si pensi agliultrasuoniper vederebimbinellapanciadellemamme)all’ingegne-riaedile.noiabbiamocreatounavanzamentonel campo, creando lenti acustiche nonline-

ChiaraDaraiolagiovaneanconetananella“brilliant10”,laclassificadegliscienziatiunder40premiatidallarivistaamericana“PopularScience”

dia.dachan

Ama tornare nelle Marche, è sposata e ha un bimbo di un anno. Da piccola sognava di fare l’ingegnere alla Lego e di giocare a basket a livello agonistico. Ammira i ricercatori italiani che, nonostante le difficoltà, scelgono di restare in patria

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ari. come le classiche lentiacustiche questi strumentipossono essere utilizzati perfocalizzare onde acustiche/sonore in un punto di fuocoadiacente alla lente (un po’come le lenti usate in otticasiusanoperfocalizzareluce).lanovitàdellanostrascoper-ta risiede nell’uso di sisteminonlineari. Questi permetto-no di trasformare onde acu-stiche in impulsimoltocom-patti all’interno della lente,perpoifocalizzarliinmanieramolto precisa e controllabi-le nel mezzo adiacente allalente. Queste lenti acustichepotrebbero essere usate inapparecchiature biomediche,comeperesempioperacqui-sire immagini con ultrasuo-ni a più alta risoluzione, o inchirurgia. altre applicazionisipossonotrovareneisistemidi valutazione non-distruttivadi materiali, per determina-re,peresempio,lecondizionistrutturali di ponti e sistemimeccanici. in queste appli-cazioni l’uso di onde acusti-

che permette di scoprire lapresenzadipiccolefrattureodanneggiamenti nascosti neimateriali,nonvisibiliconaltrimetodi”.

Quest’anno il Suo nome è comparso nella lista “Bril-lant Ten”, la classifica 2011 degli scienziati più promet-tenti, che hanno meno di 40 anni e lavorano negli Stati Uniti la rivista Popular Scien-ce. Come ha accolto questo riconoscimento?“E’ stata una bellissima sor-presa, cha ha riconosciutoil nostro lavoro e i successidi tutti i componenti del miogruppodiricerca.Siamomol-tofelici.

In una recente intervista Lei ha espresso la sua ammira-zione per i ricercatori che re-stano in Italia nonostante le difficili condizioni in cui devo-no operare…“Sì,nonostantelacronicaca-renzadifondi,eipochispaziper i giovani nell’università

italiana, ci sono punte di ec-cellenza che lavorano e rag-giungono ottimi risultati escoperte innovative competi-tivecon lemiglioriuniversitàestere.la ricercae’una ric-chezza che l’italia dovrebberiscoprire”.

Oltre che docente e ricer-catrice, Lei è anche moglie e madre: come dire, si può fare?“Si può fare, ma certamentenon cercando di adempierele aspettative classiche dellamamma-a-tempo-pieno. ba-staunpo’diorganizzazionee,nelmiocaso,grandecollabo-razioneinfamiglia”.

Nel tempo libero, a cosa ama dedicarsi?“ditempoliberononnerestamolto.dopoillavorocercodistare il più a lungo possibileconmio figlio,eserestaan-coratempo,mipiacegioche-rellare”.

Da bambina, cosa rispondeva

se le chiedevano cosa avreb-be voluto fare da grande?“che volevo fare l’inventrice,l’archeologa, o l’ingegnereallalego.chevolevoviaggia-re.Perunperiodo,volevoan-cheesseregiocatricedipalla-canestroalivelloagonistico.

E se guarda al futuro, come si vede?“Spero non diversa da comesono adesso. Magari con unpo’piùditempolibero”.

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ilPERSOnaggiO

Compositore per la televisione, il cinema, il teatro e la pubblicità Dopo l’esperienza parigina, Giovanni Seneca si dedica maggiormente alla composizione, scrivendo ed interpretando musiche da concerto per vari organici cameristici e orchestrali, ma anche per la televisione, il cinema, il teatro e la pubblicità. I suoi concerti e i suoi dischi hanno avuto costante riscontro sulla stampa nazionale ed internazionale e su quella specializzata. E’ stato invitato come ospite musicale in diversi programmi radiofonici e televisivi della Rai e di France Musique. E’ consulente artistico e ideatore di rassegne come il Klezmer Musica Festival, Sconcerti e il festival Adriatico Mediterraneo, nonchè docente di chitarra all’Istituto di alta formazione artistica e musicale G.B. Pergolesi di Ancona.

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Giovanni, come nasce la passione per la musica?“Ogni essere umano nasce con

una propria predisposizione naturaleverso il canto e la musica, che ciascu-nodinoipoisviluppaeaffinasecondoleopportunitàchegli vengonooffertee leesperienzemusicaliconlequalivieneacontatto”.

Ci racconta qualcosa delle Sue espe-rienze canore e musicali dei primi anni?“Hopassato iprimidieciannidellamiavita in campania, dove assieme a miopadre, musicista dilettante, mi esibivospessoinmatrimoniedaltrericorrenze.Mio padre stesso ha indirizzato sia meche le mie sorelle, fin da piccoli, versolostudiodellamusica, facendocianchepartecipare a manifestazioni e concorsidestinatiaibambini”.

Così nel 1972 vinse la finale nazionale del concorso canoro “Girontondissimo” con una canzone inedita …“avevo appena cinque anni! il concorso-organizzatodalgiornalino“topolino”edallaWaltdisneyitalia–vennepresenta-todall’indimenticabilealbertolupo”.

Cosa è cambiato con la maturità artisti-ca?“dopo 40 anni di studio e di ricerca edopo centinaia di concerti e produzionimusicaliintuttoilmondoècambiataso-prattutto la percezione e la conoscenzadellamusica,cheèdiventatapiùprofon-

da, anche se l’entusiasmo e l’emozionecheprovavodapiccolonelsaliresulpal-cosonorimastiinvariati”.

Composizione, concerti … sono la Sua vita: come passa la giornata Giovanni Seneca?“nonostante una vita intensa, piena dispostamentieincontri,tentoognigiornodiritagliarmiunospaziodisolitudinepertrovarenuovestrademusicalie l’ispira-zioneperscrivereunamusicachepossacontinuareadattirareestimolarelamiacuriositàel’attenzioneversociòchepro-duco”.

Cosa consiglia a un bambino o ad un giovane che intende avvicinarsi alla mu-sica?“discegliereinsegnantiemodellimusi-calichelofaccianosentireaproprioagioeinarmoniaconilrepertoriocheaffron-tadurantelostudio.lamusicaèsemprestatoun insegnamento “abottega”,percui un rapporto fruttuoso e sereno do-cente-allievoè indispensabileperaveredeirisultati.Moltospessoalcunistudentiabbandonanolostudiodellamusicapro-prioperchénonsonoriuscitiatrovareuninsegnante che riesca far emergere lepropriepotenzialità”.

I CONCERTISi è esibito in prestigiosi festival, rassegne e stagioni concertistiche nelle maggiori città italiane ma anche a Parigi, Cannes, New York, Philadelphia, Tel Aviv, Sarajevo, Spalato, Belgrado, Smirne e Durazzo. Nell'aprile 2009 ha effettuato una tournèe di 12 concerti in Nuova Zelanda. E' stato ospite solista nelle stagioni delle seguenti orchestre: Orchestra Sinfonica della Rai di Roma, Orchestre des Concerts Lamoreux di Parigi, Orchestre Symphonique Français di Parigi, Orchestre Philarmonique di Cannes, Orchestra Filarmonica Marchigiana di Ancona, Orchestra Pro-Arte Marche di Fano (PU), Orchestra Filarmonica di Udine. Il grande Ennio Morricone ha scritto e dedicato un concerto per chitarra e orchestra a Giovanni Seneca, eseguito in prima assoluta a Parigi e inciso su cd con Orchestra Nazionale dell'Accademia di Santa Cecilia di Roma.

Giovanni Senecanatoanapoli,èancorabambinoquandositrasferisceaPesaro,dovenel1988sidiplomaalconservatorioRossiniconilmassimodeivotielalode.trasferitosiaParigi,sispecializzaall'EcolenormaledeMusiqueealconservatorioRavel,conseguendoidiplomidispecializzazioneinchitarraclassica,analisimusicaleeorchestrazione.E’tornatonelleMarchenel1993

dil.dattolo

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Carilettori,paginadopopagina,cisiamoinol-trati insieme nella seconda metà

dell’anno.dell’estaterimangonoancorapochigiorni,unamiriadediricordi, fotoscattatedurantelevacanzeesoprattut-to il desiderio che il rientro sia sereno,positivoecheibeneficidelripososipro-lunghinoilpiùpossibile.Mlhapensatoavoiestalavorandoadunnumerocreatoadhoc,cheoffriràspuntiimportantiper

staretuttol’annoinunacondizionediar-moniaedequilibrio.conundossier de-dicato all’agroalimentare e uno speciale dedicato al benessere,Mlproporràunbinomio prezioso, che inizia dai buoniprodotti,chefannolabuonatavolaecon-tinuaconlagiustaattenzionealpropriocorpo,fattaditrattamenti,coccole,curetermali ecc. le Marche sono una terrafertile e generosa, che offre prodotti dialtaqualità,certificatieapprezzatianche

all’estero. Molte ricerche vedono nellabuonaalimentazionechesiconsumainregione, associata alla buon aria e allacorrettacuradisé,ilsegretodellalonge-vitàdeimarchigiani,cheinitaliasonosulgradinopiùaltodelpodio.nonperdetevi,quindi, ilprossimonumerodiMl: ilvo-stromensilepreferitodiventeràilvostronuovoalleatodibenessere!

Marche, il gusto … del benessere

anticiPaZiOni

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PIANO ENERGY RESOURCES HOLDING AL 2015: MERCATI ESTERI, EOLICO E BIOMASSE, INNOVAZIONEEnergyResourcesHolding,gruppomarchigianoattivonellosvilupposostenibile(impiantidafontirinnovabili,efficienzaenergetica,ediliziaemobilitàsostenibili),haapprovatoilpianoindustrialeal2015cheprevedetrepunticardine:ingressoneimercatiesteri,sviluppodiimpiantieolicieabiomasse,spintaulterioreall’innovazione.nuoveassunzioniprevistegiànel2012.Obiettivo:500MWinstallatientroiprossimicinqueanni.“ciaspettiamounacrescitadel40percentol’anno”-commentaandreacardinaletti,presidentediEnergyResourcesHolding-“ciapriremoaimercatiesteri,confilialineiPaesidiareaue(inparticolarefrancia,Regnounitoegrecia)edingressoinusa,africadelnordePaesieuropeiemergenti”.

PIANO ENERGY

RESOURCES HOLDING

2015

INTERVENTI A SOSTEGNO DELL’ECCELLENZA ARTIGIANAPromozionedelmarchiodieccellenzaartigiana,tutelaevalorizzazionedelleproduzioniartistiche,tradizionali

edell’abbigliamentotramitecontributialleimprese:sonoquestigliobiettividellemisurevaratedalla

RegioneMarche,peruntotaledi436milaeuro.Possonousufruirneimpreseartigiane,singoleoassociate,

chesvolganoattivitàartisticheecheinvestanonell’ammodernamento,nellaristrutturazioneenel

mantenimentodeilaboratoriedelleattrezzature,oppurecheavviinol’attività,acquistinoimpianti,macchinari,

attrezzatureebrevetti,oppureaffrontinospeseperlacommercializzazionedeiprodotti.

Interventi a sostegno dell’eccellenza artigiana

PESCA,CONTRIBUTI

PROGETTI PILOTA

PESCA, CONTRIBUTI PER PROGETTI PILOTAlaRegioneMarche,settoreattivita ittiche,haattivatolamisura3.5delfondoEuropeoperlaPescaprogrammazione2007-2013,dedicataall’incentivazionediprogettipilotafinalizzatiall’acquisizioneediffusionedinuoveconoscenzetecnichenelsettoredellapesca.iprogettipilotasarannorealizzatidaoperatoriitticiorganizzatiinformacollettivaoentipubbliciterritoriali,conilmonitoraggiodiorganismitecnicioscientifici.ledomandedovrannoesserepresentateentroil26ottobre2011.

bREVidaltERRitORiO

PRESTITO D’ONORE REGIONALE: PROROGATI I TERMINISonostatiprorogatiiterminidelbandocheconsentiràdiaccedere

alprestitod’onoreregionale.laRegioneMarche,incollaborazioneconbancaMarche,gruppoSidaecameraWork,sullabasedell’interesseedell’attenzionedimostrataneiconfrontidel

“Prestitod’Onoreregionale”esoprattuttodeirisultatiraggiuntiasoli10mesidall’uscitadelbando,hainfattiritenutodoveroso

sostenereancoracolorochehannobisognodiun’opportunitàpertrasformarelapropriaideaimprenditorialeinimpresa.in

continuitàconl’attualebando,sonostatiquindiprolungatiiterminidiscadenzaal30/06/2012,conlapossibilitàdifinanziarealtre80

domandegrazieal“Prestitod’Onoreregionale”.informazioni: www.prestitodonore.marche.it

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Angela RoscaniL’arte della rilegaturanellasuasartoriaunacollezionediditalidaognizonadelmondo,uncorredodiaghiefili,scampolietessutipreziosicheparlanodiabitidasogno,chehannosaputoregalareemozioniunicheachilihaindossati

dia.dachan

Sig. ra Roscani, quando e come è iniziata la Sua attività?“nel 1985 avevo due figli piccoli ed ero

allaricercadiun’attivitàconunorarioabba-stanzaflessibile;sonovenutaaconoscenzadiunalegatoriachesistavachiudendo.dopounperiodo di apprendistato, nel mese di marzodel1986horilevatoufficialmentel’attività”.

Chi è stato il Suo maestro?“il compianto basili Egino, storico rilegatorediMontecarotto, cheanchedopo lacessionedell’attività,permoltianninonhamancatodidarmi i suoi consigli quando ne avevo biso-gno”.

Sta tramandando la Sua arte a qualcuno?“almomentono;nessunosembra interessa-to,almenononalivelloprofessionale.alivelloamatoriale, invece, sono in molti a chiedereconsigli sull’arte della rilegatura. Purtroppositrattadiun’artepoveraedèimpensabile,algiorno d’oggi, intraprendere questo mestierecome attività principale, specie in un piccolocentrocomeMoie”.Che tipo di clienti si rivolgono a Lei, oggi come oggi?“Principalmente lavoro per enti pubblici. Perilresto laclientelaspaziadallostudentechedeverilegarelapropriatesi,alpensionatochestariordinandounavecchialibreria”.

Che tipo di rilegature offre? Quali sono i ma-teriali che predilige?“c’èmoltadifferenzafralavorod’archivio,ri-servatoadentipubblicie il lavorodeiprivati.dovendo rilegare libri d’epoca, per la sceltadelmaterialecisidevenecessariamenteba-

sare sul periodo della sua pubblicazione. adogniperiodocorrispondeunadiversatipologiadiprodotti:si vadallapergamena,allapelle,allatela,finoadarrivarealsimilpelle,cheèilmaterialeattualmentepiùutilizzato”.Quella della rilegatura manuale è una delle arti legate al mondo del libro che ancor oggi è molto apprezzata: qual è il segreto di tanta longevità?“gli amanti della cultura considerano i libricome parte di sé; alcuni libri sono custoditicome tesori, che vengono conservati gelosa-mente.Spessocapitanolibrimoltousati,pienidiappunti,segnodiunutilizzomoltofrequen-te.l’attivitàdelrilegatoresireggepropriogra-zieaquestograndeinteresseperillibro”.

Di tutti i Suoi lavori, qual è quello di cui va più fiera?“Sicuramentepiù il libroda rilegareèanticoe malridotto, maggiori sono le soddisfazioni;forseperchésiriescearidarevitaalibricheiltempoavevaormairesononpiùconsultabili”.

A livello professionale, c’è un sogno che vor-rebbe realizzare?“almomentono.negliannipassatiavreivolu-tofarcrescerelamiaattività,madopoesser-miinformatasuicostidasostenerehodesisti-to.Questaèerimarràun’attivitàprettamenteartigianale”.

“Gli amanti della cultura considerano i

libri come parte di sé... l’attività del rilegatore si

regge proprio grazie a questo

grande interesse per il libro”

legatoriaRoscaniangelaviag.leopardi1960030MoiediMaiolatiSpontini(an)telefax0731701273mail:[email protected]

altOaRtigianatO

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intERnaZiOnaliZZaZiOnE

“Nell’Estremo Oriente vi sono ampi spazi per l’export marchigiano”ilPresidentediunioncamereMarchealbertodrudi,diridtornodaunamissioneinVietnam,laosecambogia,commentaidatipiùrecentirelativialleesportazionidelleaziendedellaregioneedelinealeprospettiveperilfuturo

diM.Palumbo

Commendatore, come giudica i recenti dati relativi all’internazio-

nalizzazione delle imprese marchigiane?“li osservo con grande sod-disfazione. agli importantirisultati raggiuntihasenz’al-trocontribuitoilcostanteim-pegno profuso dalle cameredi commercio della regione,che attraverso le rispettiveaziendespecialieinattuazio-nediun’efficacesinergiaconla Regione, hanno portato acasa traguardi significativi. inumeri, del resto, sono sot-to gli occhi di tutti. i risultatisulla crescita dell’export re-gionalesono,infatti,piuttostoconfortanti:neltriennio2005-2007leMarchesonocresciu-teinpercentualemoltodipiùrispettoanumerosealtrere-gioni”.

Lei, in veste di “regista” delle politiche di internazionaliz-zazione, ha sempre attribuito grande importanza al gioco di squadra. Perché?

“ilfattodipresentarsidavan-ti agli interlocutori straniericome un unico soggetto au-menta la credibilità e l’affi-dabilitàdellepropostemessesultappeto”.

Quanto incide la professiona-lità di chi si propone all’este-ro come “ambasciatore” di un territorio?“Vede, l’80 per cento di chigirailmondoèrappresentatodaquaquaraquà.Organizzanoun incontro e poi chi li vedepiù? tutto finisce lì. noi, alcontrario, vogliamo lasciareun messaggio di credibilità,diimpegno,diforzanellaco-struzione di relazioni. Rela-zionichenonsiimprovvisanodall’oggialdomaniechede-vono essere improntate allaserietà e alla correttezza re-ciproca”.

Lei è in un certo senso un pioniere dell’internaziona-lizzazione. Traccia delle vie nuove che poi in molti seguo-no …

“beh,ineffetti…incinasonostatoilprimoadandare,conilPresidenteSpacca:ricordolecritiche che ricevemmo! Oraperò ci dovete riconoscere ilmerito che quella strategiaera giusta … Stessa cosa inindianel2005epoineiPaesiarabi…”.

La Cina continua ad essere un importatore del made in Italy?“ilmercatocinese,comed’al-tronde moltissime altre partidel mondo, cerca prodotti diqualità. “Qualità” che il piùdelle volte è vista come si-nonimo di made in italy. tal-volta mi dico: se riuscissimoa comprendere al meglio leesigenzediqualitàdeicinesi,potremmo ridare il lavoro atuttal’italia…”.

Lei è appena tornato da una missione nell’Estremo Orien-te: Vietnam, Laos e Cambo-gia. Che idea si è fatto di que-sti mercati?“inquestiPaesi,inparticolare

albertodrudi

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in Vietnam, si stanno apren-do molte opportunità per lenostre aziende. il Vietnamha un’economia che crescein modo stabile del 6-7 percentoannuo.E’unPaesecheconta circa 86 milioni di abi-tanti(quindiunavoltaemezzagliitaliani…),conunpaesag-gionaturaleincantevoleeunacostastraordinariamentebel-la. Sotto l’aspetto professio-naleèunpopolomoltoserioegentile”.

In che senso vi sono opportu-

nità economiche?“ilcostodellavoroèinferioredel30percentorispettoallacina. Vi sono settori in for-tissima espansione – comeil mobile, il calzaturiero e lapelletteria – che registreran-no un sensibile incrementodella domanda di macchineper la lavorazione.Maanchel’agroalimentare italiano, cheall’estero non tradisce mai,presenta importanti prospet-tive di sviluppo, soprattuttoper i vini: quelli marchigianili prenderebbero anche do-

mani…nelfebbraio2012unadelegazione di imprendito-ri vietnamiti verrà a Pesaro,mentre per la seconda metàdell’anno organizzeremo unamissionediimprenditorimar-chigianiinquelPaese”.

Secondo Lei la maggior parte degli imprenditori marchi-giani ha maturato la consa-pevolezza della necessità di guardare oltre i nostri confi-ni?“dobbiamo convincerci cheil nostro mercato non è più

rappresentato dall’italia odall’Europa, ma da altri con-tinenti:tremiliardidipersonestannomigliorandoillorote-noredivitaevivonoinmercatiin costante crescita: pensia-moadesempio,comeaccen-navoprima,all’asiaoalSuda-merica.losachel’argentinasegna un tasso di crescitadell’8-10 per cento annuo?tral’altro,sonomercatichecicercano…”.

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La Ex.it azienda Speciale della camera dicommercio di Macerata ormai da oltrevent’anni si occupa di internazionalizza-

zione puntando soprattutto alla ricerca di nuovimercatiper leaziendedel territorio.tuttavia vadettoche,avolte,laricercadimercatieconomi-cinuovinonpremia,percuisirendenecessariodiversificare l’offerta delle aziende consentendoallestessedisceglieretrapiùopportunità.Per-tanto la Ex.it si sta concentrando non solo suinuovimercati,maanchesuimercatigiàconso-lidati,dovepotercommercializzare tutte lepro-duzioni del territorio, scoprendo così nicchie dimercatoancheinaustralia.tuttoèpartitodallavolontàdi intensificare i rapporticon lecameredicommercioitalianeall’esterocoinvolgendoglistessisegretarigeneraliperoperazionidiscou-ting.numerosiicontattiavuticonriscontrianchepositivi,maquellochecihaoffertomaggioripro-spettiveèstatoquelloconlacameradicommer-cioitalianainaustralia,consedeadadelaide(chefigura al primo posto delle cinque città austra-lianepresenti tra leprimediecicittàdelmondopervivibilità).Risalealdicembredel2006unpri-mocontattoconl’australia,quandolacameradicommerciodiadelaide inviòaMacerata ladott.ssaMaretaMarrapodi,responsabiledimarketing,promozioneecommercializzazione,laqualevisitòalcuneaziende;lasuaattenzionesiconcentròinparticolaresuimacchinarieleattrezzature,sof-fermandosi soprattutto sulla barigelli di cingo-li e la Zaffrani di corridonia. Molto più positivi irisultaticonseguiti ilmesescorsoconlavisitaaMaceratadiduefunzionaridellasedediadelaidedellacameradicommercioitalianainaustralia:ilSegretariogeneraledott.teodoroSpinielloeilProjet Officer dott. antonio Rosato. Essi si sonoincontraticonititolari,ocomunqueiresponsabili,dialcuneimpresedelMaceratese,perdiscutereletematicherelativealmercatoaustralianoeallepossibilitàdiesportare inostriprodottidieccel-lenza.leimpresemaceratesichehannocoltoalvolol’opportunitàdiquestocontattoconlarealtàaustralianasonostatelaMelonitecno-Handling(metalmeccanica), la borgani Saxophone (stru-mentimusicali),laRalò(sott’oli)elaPastadialdo

(azienda artigianale produttrice di pasta all’uovoessiccata). a seguito di questi incontri avuti coni diretti interessati e con i funzionari della Ex.it,lacameradicommercio italianadiadelaidehadecisodipuntaremoltosuiprodottidelterritoriomaceratese,“avendoscopertochesitrattadiunadellepocherealtàitalianecheconservanointattetutte lecaratteristichepropriedelmade in italy,riuscendo a fornire prodotti di altissima qualitàderivatidaun’artigianalitàescrupolositàneidet-taglidifficileormaidatrovarealtrove”.nelleulti-mesettimanesisonoulteriormente incentivati icontatti diretti tra varie imprese del Maceratesee la camera di commercio italiana di adelaidee i risultatisonostatipiùchepositivi.lostessodott.RosatorecentementehasegnalatoallaEx.itche“leaziendemaceratesimaiprimadiadessosisonoregistrateinnumerocosìelevatonell’arcodipochigiorni…elerichiestecidiconochevièunforteinteressedapartedellestesseascoprireilterritorioaustraliano”.aquestopuntol’evolversidella situazione apre le porte alla realizzazionediunaprimamissioneistituzionalediscoutinginaustralia,guidatadallaEx.itconalseguitoalcunedelleaziendechepiùsonointeressateadentra-renelmercatoaustralianoconipropriprodottidieccellenza. ilchepotrebbeessereprogrammatoentrolafinedel2011perprevederepoiaprima-veradel2012unavisitaalleimpresemaceratesidi operatori australiani interessati ad acquista-re inostriprodotti.Maanchenelcaso lenostreaziende non trovassero subito operatori interes-satiall’acquisto,lastessacameradicommercioitalianadiadelaidesiassumerebbeilcompitoditrovare le controparti australiane adeguate. glisviluppifuturiquindisulmercatoaustraliano,cheèinfortecrescitaeallaricercadiprodottidiprimaqualità(inquantolaforzaeconomicaprocapitediquellapopolazioneènotevole),sonopiùcheallet-tanti.Eleprospettivepossonoesserequelledior-ganizzarefiereinternazionaliconlapartecipazio-nediimportatori,nonsoloaustraliani,maancheasiatici. ilpuntodiarrivopotrebbeesserequellodiallestireadadelaideundeskcomepuntodiap-poggiopertuttequelleaziendechecomincerannoadesportaresulmercatoaustraliano.

Presidente di EX.IT Luca Bartoli

intERnaZiOnaliZZaZiOnE

EX•IT Azienda SpecialedellacameradicommerciodiMaceratat+390733.251239f+390733.251262exit@mc.camcom.itwww.exitonline.it

Ex.it: nuove opportunità dal mercato australiano

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Sida group, ggf group,iSd-istituto Studi dire-zionali e cfM-centro

formazioneMarche(consorziper la formazione manage-riale) hanno messo a puntoun progetto a sostegno delleaziende per sviluppare i loroaffariconl’estero.ilprogettoconsisteinuninsiemedistru-mentiepiùprecisamente:•incubatoioperlaformazio-neditalentidadestinareallosviluppo della funzione com-merciale•consulenzaamezzotempo-rarymanager•Scoutingconindividuazionee profilazione di clienti o in-termediariconcuisvilupparesubito rapporti commerciali(aPRE)• interventi di integrazionecon altre aziende, contrattidi rete assistiti da contributifiscali e coperture finanzia-rie agevolate per progetti dipenetrazione commercialeall’estero

•interventifinanziariperdarecopertura-progettidide-localizzazione-dipenetrazionecommercia-leinPaesiesteri• Web international marke-ting,cheverrannofornitialleaziendeperfacilitareproces-si di strutturazione aziendaleatti ad accrescere o conqui-stareladomandaestera.caratteristichediquestistru-menti sono l’efficacia opera-tiva e l’economicità dell’inve-stimentorapportatoalritornodellostesso.l’incubatoioperl’internazionalizzazione è ilprodottochenascedall’espe-rienza formativa manageria-le di Sida/iSd/cfM. l’idea èquelladifornireall’azienda:-l’individuazionedellepoten-zialitàdiesportazioneedelleareegeopoliticheperlequalirisultanoesigenzedistruttu-razione;-laricercaditalentidinazio-nalitàitalianaoestera;- la formazione manageriale

in aula, diretta a preparare icandidatiper il futuro inseri-mentoaziendale;- uno stage aziendale constretto tutoraggio di consu-lenti esperti nell’internazio-nalizzazione, per favorire ra-pidamente l’inserimento e laveloce creazione di valore (oefficacia)delcandidato;- l’inserimento del candidatoin azienda, prevalentementenella funzione di esperto ocountrymanagerel’eventua-lesuccessivaattribuzionedelruolo di mentoring da partedel consulente e in un se-condo momento, in presenzadi determinate condizioni, lastrutturazionedelrapportodiconsulente intemporaryma-nager.ilprogettoprevedediscentidinazionalità italianaostranie-ra, a seconda delle esigenzespecifiche aziendali. accantoalle tradizionali conoscenzemanageriali,problematicheestrumenti specifici all’inter-

nazionalizzazione, sarannosomministrate conoscenzesui sistemi-Paese, informa-zioni sulle fasi informativepropedeutiche allo sviluppodeinuovirapportiebest-pra-ticecheattualmenteoperanoconl’estero.Esperticheope-ranosuisingoliblocchiinter-nazionali, operatori istituzio-nali, consulenti, imprenditoriemanager farannopartedelcorpo docente. il percorso dispecializzazione si terrà inlingua inglese. il candida-to, se di provenienza estera,dopo un congruo periodo distageediinserimentoazien-dale,potràritornarealPaesediorigineesvolgerelafunzio-nediexportmanager,countrymanager,agente, franchisee,con rapporti di dipendenza oprofessionali.

Decolla il progetto per l’internazionalizzazioneincubatoidiimpresa,temporarymanager,directmarketing,webmarketing,retidiimpresa,finanziamentiagevolati:tuttistrumentichefacilitanolosviluppodelleofferteconl’estero

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L’internazionalizzazione per il rilancio e lo sviluppo aziendaletempiduriperlenostreimprese:ilmercatodomesticoristagna,ilmercatocomuneeuropeonontirapiù,usaegiapponelatitano.Perricercareitassidisviluppodelfatturatoandatiperdutibisognaguardareoltreimercatiabituali

intERnaZiOnaliZZaZiOnE

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Il credit crunch del 2007, limitato aimutui ipotecari usa, ha generatounacrisiglobaledapprimafinanzia-

riaepoieconomicamasoprattuttoharibaltato completamente il concetto (ele aspettative) di solvibilità finanziaria,tanto in termini di rapporto debt/equi-tycomedisoggettia rischio.nonsol-tanto oggi le leve finanziarie tollerateviaggiano a valori quattro/cinque volteinferioriaquellidel2007,maèlaplateadi soggetti considerati rischiosi che siè estesa in maniera quasi automatica,applicandoglistessicriteridiratingaldebitodellapmicomealdebitosovranodellemaggiorieconomiemondiali.implicazionidibusiness?glistatimenoindebitati sono gli unici che possonoguardareaiprossimi4-5anniconlara-gionevolecertezzadisostenereefinan-coincrementareillororitmodicrescita.E i più grandi tra questi, guess what,sichiamanocina,brasile, indiae-unpocostaccata-Russia.alparideibRicve ne sono altri che si muovono bene,dalMessicoall’indonesia,dalSudafricaalla turchia, ma è chiaro che questi enon quelli abitualmente presidiati sa-rannoiprincipalimercatidisboccoacuipuntarenell’immediatofuturoperinter-cettareladomandaincrescita.celoconfermanolestimeal2020sullacreazionedinuovaclassemedia,quellaconunredditodisponibileannuosupe-riorea30.000usd:dei123milionidiin-dividuiprevistia livellomondiale,metàsaràconcentratoneibRic(cinadasola40milioni),unquartoneiPaesiavanza-ti (usa,Europa)eunaltroquartoneglialtri Paesi emergenti, come quelli giàricordatisopra(enumerosialtri).ancora, ce lo conferma l’OsservatorioPmi-edizione2011-cheindicanell’in-ternazionalizzazione e nell’innovazione(diprodotto,dimercati,dipolitichecom-merciali,ecc.)lelevechecaratterizzanole Pmi di successo, ovvero quelle cheregistrano performances al di sopradellamedia.lostudiocimostracomementreil70percentodelleimpresein-dicanell’innovazionelasfidaprincipaleperlacrescita,soltantounquartoponel’accento sull’internazionalizzazione:alea,dimensioniridotted’impresa,sor-dità dei canali abituali di reperimento

dei mezzi finanziari, sono in testa allaclassificadellecausediquestaritrosiaimprenditoriale.Volendo gestire e non subire questoscenario, lenostre impresesonochia-mate a puntare lontano e a dedicarerisorse, umane e materiali, a questasfida. i mercati vanno studiati, capiti,selezionatiedaffrontatisullabasediunprogettodimedioelungoperiodo.Spesso notiamo come venga postapocaattenzioneaimomentidistudioedanalisi ed invece molta all’azione, allavendita. Pur condividendo il fatto chele aziende non si reggono su studi edinformazionimapiuttostosufatturatiemargini, metodologicamente non è unapproccio auspicabile ed è per questoche, come Sida, esercitiamo un moni-toraggiocontinuodeiprincipalimercatiesteri e delle opportunità di filiera perpoter meglio sostenere l’azione delleimpresedelterritorio.traglistrumentipiùattuali rientrano le formeaggrega-tive (ati, contratti di rete, consorzi perl’export,ecc.)utiliasuperarelecausediritrosiasoprericordate,condividendoconaltrisoggettigliinvestimentiediri-schi relativi aprogetti di promozioneedipenetrazionecommerciale.ciascunodi essi, con gradi e modalità differen-ti, prevede agevolazioni finalizzate agliscopidicuisopra.Sida mette a disposizione tutto il suoknow-how e il suo network estero perassistere le imprese nell’affrontare imercati mediante lo studio del poten-zialedimercato,l’individuazionedipart-ner locali, lastesurae larealizzazionediunpianopromo-commerciale.

PiergiorgiogigliareainternationalbusinessgruppoSidap.gigli@sidagroup.comtel.071.28521

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Dott.ssa Faggiolati, Lei è Direttore finanza, Amministra-tore e Procuratore Generale della Faggiolati Pumps SpA. Vuole raccontarci gli inizi della Sua carriera?

“Sonoentratainazienda,ancorainesperta,macontantavo-gliadifare,dedicandolamiavitanegliultimiventianniquasiesclusivamenteallosviluppo,allacrescitasanaegradualeol-trechealdirettocontrollodelleaziendecherappresento,com-presalafaggiolatiPumpsSpa,anteponendoaquestograndeimpegnoeobiettivodisviluppoprefissatomi,solamenteilbe-nesseredellamiafamiglia”.

Nel corso della Sua crescita professionale, c’è stata una per-sona che le ha fatto in qualche modo da guida o da modello di riferimento?“devomoltoperquellochesonoediquestoringrazio infini-tamente mio marito giovanni, che pur essendo stato il fon-datoredell’aziendacherappresento inqualitàdiProcuratoregenerale,mihaconcessotuttalasuafiducia,appoggiandomisenzamaiostacolarmi, inquellacheèstatalamiastrategiaaziendale. il mio obiettivo era una crescita graduale e sana,senzaandareabruciarequelle tappechepermenoneranodascavalcare.Sottolineoanchechelemiescelteeconomico-amministrative,nonavrebberoavutosuccessosenonfosserostate supportate dalla sua lungimiranza e continua innova-zione,chehasottoposto l’aziendafaggiolatiadunacostantericerca tecnica, creando così un prodotto di alta qualità e digrandespecializzazioneche,alladataodierna,grazieainostrigrandisacrificiecongrandesoddisfazione,vieneesportatointuttoilmondo”.

VitadaManagER

FiorellaFaggiolati“devoammetterlo:illavoroelafamigliasonolamiavita”

dia.dachan

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Quali sono i vantaggi di lavorare in un team con legami di san-gue?“condividere gli stessi obiettivi professionali e velocizzarequalsiasi strategiaaziendale.Si creano, comunque,dellesi-nergie contrastanti: se da un lato c'è un forte sentimento diappartenenza e il comune intento di portare avanti qualcosachesentiamoesserepartedinoienonèridottoadunsempli-ceoggettodibusiness,dall'altrononc'èmododinonsentirsicontinuamentecoinvoltinelsistema.illavorononrestamaitrale mura dell'impresa, le problematiche più difficoltose sonooggettodelcolloquioquotidianoespesso,nonlonego,l'oneredellaconduzionerisultaunpochinopesante”.

Oggi come oggi, qual è l’aspetto del Suo lavoro che preferi-sce? “anchesepuòsembrareassurdo,devoammetterecheciòchepiù mi stimola ogni giorno sono le difficoltà, piccole e gran-di,chedevoaffrontare:quelledifficoltàcheunavoltasuperatevanno ad affermare il mio successo personale e il successodell’azienda.Metto il cuore in tuttoquelloche faccio.amo ilmiolavoro,intuttelesuesfumature,èdavverospecialepermeeloritengoungrandeprivilegio”.

La vostra è un’azienda che si rivolge molto ad un target este-ro: cosa implica l’incontro e il lavoro con realtà tanto diverse dalla nostra?“Occorreunapredisposizionementalenell’accettareildiversocome“altro”danoienoncomesuperioreoinferiore.E’inte-ressanteilconfrontoede’anchemoltostimolanteperchénon

sifiniscemaidimettersiindiscussione.il63%delnostrofat-turatoèall’estero:vendereinEuropa,incina,inamerica,negliEmiratiarabi…nonèassolutamenteugualeequestoimplicaunprodottoconformeallenormativevigentiinogniPaese,conrilasciodeirelativicertificatidicollaudo.cisonopoiletrattati-vecommerciali,concontrattiavoltemoltocomplessiestres-santi,poichésonopredispostiinizialmente,acompletatuteladichicompra:ilmiolavoroédigrandeeresponsabilitàmiratoatutelarel’aziendadaqualsiasirischio”.

Se guarda indietro, a quando era bambina, cosa sognava di fare “da grande”?“dabambinasognavodiesseremamma,desideravoalmenotrebambini,ma ildestinoha riservatopermeanchegrandiprogettiprofessionali,chemipermettonodiconfrontarmiognigiornoconpersone illustri,brillanti, intelligentiesoprattuttoconcrete”.

E se guarda al futuro, dove si vede?“devoammetterlo:illavoroelafamigliasonolamiavita…spe-ro proprio di invecchiare accanto a mio marito, festeggiare imiei70anni,insalute,sullamiapoltronainaziendaconmiafi-gliadora,laureandain“Economia&Management”,chesperovogliaentrarenelgruppo,continuandoadaffermareilmarchiofaggiolatiintuttoilmondo”.

Il Suo è uno dei nomi più noti tra quelli delle imprenditrici delle Marche e non solo: un bel riconoscimento…“tengoasottolineareche,purrivestendounruolodigrande

Ritratto di una ManagerFiorella Faggiolati: Direttore finanza, Amministratore e Procuratore Generale della Faggiolati Pumps SpA. Nel tempo libero amo… stare in semplicità con i miei amici “veri” e godermi la mia bellissima casa. Io credo che la cosa più importante sia costruirsi dei rapporti, veri e sinceri: il tempo libero, va speso bene, con della gente con cui hai corrispondenza di affetti, o di ideali. La mondanità intesa in senso superficiale non mi interessa. Tutte le cose che per molti sembrerebbero banali, per me sono la base di un’esistenza felice. Vivo sempre nella consapevolezza che tutto ciò che possiedo, salute, serenità, amore, amicizia…. Non è mai scontato. Il mio motto è: evitare ogni forma di negatività; vorrei mantenere per sempre questa positività nei confronti della vita. La mia famiglia è: la mia vita e il mio successo.

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responsabilità in campo pro-fessionale, lavorosenzadiffi-coltàperquindiciorealgior-no; per mia scelta non sonoabituata a trovarmi al centrodelle situazioni e a ricevereattenzioni, tantomenoa livel-lo pubblico, ma sono vera-mente lusingata per questavostra considerazione e nonposso fareamenodi ringra-ziavi e ringraziare tutti imieicollaboratori,nessunoesclu-so, sottolineando che alcunidi loro, in particolare, hannocontribuito alla mia cresci-taprofessionaleeumana.Mihannoaccompagnatainquasiognimomentodellavita,aiu-tandomi a superare o a con-divideremomentiditensione,oltrechedigrandesoddisfa-zione per il raggiungimentodegliobbiettivichetuttiinsie-mecieravamoprefissati”.

VitadaManagER

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MARCHE

> L.r 5/2003“Provvedimenti per favorire lo sviluppo e il rafforzamento della cooperazione”Contributi a fondo perduto e in conto capitale per:

1) Progetti finalizzati alla realizzazione di attività di informazione e promozione della cooperazione, all’attività di ricerca, studi e centri di documentazione per la cooperazione. BENEFICIARI: Organizzazioni regionali delle associazioni cooperative riconosciute con decreto ministeriale

2) Agevolare l’accesso al credito per investimenti che comportino miglioramenti nelle tecnologie o nelle strutture organizzative aziendali o incremento dei livelli occupazionali da parte delle cooperative associate e loro consorzi, prestano le garanzie fideiussorie per:a) operazioni a breve termine;b) operazioni a medio terminec) operazioni a lungo termined) fideiussioni su operazioni di credito a favore di enti pubblici.BENEFICIARI: Consorzi fidi

3) Spese sostenute da cooperative di nuova costituzione per:A) INVESTIMENTIB) SPESE DI GESTIONE C) TUTORBENEFICIARI: Cooperative costituite dal 1° gennaio 2010 alla data di scadenza dei bandi.

4) Concessione di un finanziamento agevolato (max. 60.000 €) proporzionale al capitale sociale versatoBENEFICIARI: Cooperative ed ai loro consorzi operanti nella Regione Marche

5) Investimenti innovativi avviati a partire dal 1° gennaio 2010 relativi a:• acquisto di macchinari e di attrezzature di tipo innovativo;• costi per la ricerca e sviluppo;• concessioni, acquisizione di brevetti o licenze e creazione o acquisizione di marchi;• certificazione dei sistemi di qualità aziendale e marcatura CE dei prodotti;• certificazione dei sistemi di

gestione ambientale;• trasferimento di tecnologie relative ai materiali, ai processi produttivi e di servizio e ai prodotti.BENEFICIARI: Cooperative

6) Progetti sperimentali volti a sostenere:- iniziative di aggregazione tra cooperative, - programmi di internazionalizzazione , - sviluppo di nuove forme di cooperazione tra utenti nei settori delle comunicazioni, dell’energia e del gas.BENEFICIARI: Cooperative

7) Realizzazione di iniziative imprenditoriali cooperative nelle aree di crisiBENEFICIARI: Cooperative

8) Programmi di animazione economica, supporto, formazione e informazione a sostegno di programmi sperimentali per il settore cooperativoBENEFICIARI: Soggetti attuatori dei programmi di animazione economicaSCADENZA AL 15/09/2011

> POR FSE 2007/2013“Prestito d’onore regionale per la creazione di nuove imprese”.concessionediunfinanziamentoagevolatodapartedellabancadelleMarcheS.p.a.(max50.000euro–t.rif.3,20%)darestituirein6anniedautilizzareperfarefronteallespesedicostituzione,agliinvestimentieallagestionedellanuovainiziativaeconomica;èammissibilelacostituzionedinuoveattivitàd’impresaintuttiisettoridiattività,adesclusionedell’agricolturaedell’industriadelcarbone.E’ammissibileanchelarilevazionediun’attivitàgiàesistentepurchénongestitadafamiliari.ScadEnZaal31/12/2011

> FONDI DI GARANZIA E ACCESSO AL CREDITO“Contributi alle PMI per la riduzione dei tassi di interesse sui finanziamenti erogati dagli istituti di credito convenzionati”•lEggE949/52-contributoinc/interessiperleoperazionidicreditoartigiano(finanziamentomin10.329,14max500.000euro,tassoagevolatofinoal70%t.rif.)+contributoafondo

perduto“unatantum”paria2%delfinanziamentosegarantitodaunacoop.artigianadigaranzia.•lEggE240/81-contributoinc/canoniperleoperazionidilocazionefinanziariadapartedelleimpreseartigiane(finanziamentomin10.329,14-max350.000euro,tassoagevolatoparial60%t.rif)+contributoafondoperduto“unatantum”paria1,5%delfinanziamentosegarantitodaunacoop.artigianadigaranzia.ScadEnZaal31/12/2011

> C.C.I.A.A PESARO URBINO“Contributi a sostegno della par-tecipazione a fiere all’estero”concessionediuncontributoafondoperdutoperleimpreseiscrittealRegistrodelleimpresediPesaroeurbinoparial40%dellespesesotenuteperlapar-tecipazioneafiereall’estero,finoadunmassimodi3.000euro.ScadEnZaal31/12/2011

> C.C.I.A.A PESARO URBINO“Contributi a sostegno di inve-stimenti mediante abbattimento degli interessi”Concessione di un contribu-to sugli interessi maturati su finanziamenti garantiti da orga-nismi di garanzia collettiva (es. Confidi), finalizzati a specifici investimenti previsti dal bando. Il contributo è pari al 90% degli interessi previsti per il primo anno dal piano di ammorta-mento, su un finanziamento di massimo 50.000 euro.ScadEnZaal31/12/2011

EMILIA ROMAGNA

> POR FESR 2007/2013“Bando Nuove Imprese. Modali-tà e criteri per la presentazione delle domande, la realizzazione degli interventi e la concessione dei contributi anno 2011”contributoinc/capitaleinregime“deminimis”del50%dellaspesaammissibilefinoaduncontributomax.di150.000euro,perprogettipresentatidaPMicostituitedopoil1°gennaio2010eriguardantilacreazionedinuoveimpreseancheinno-vativeevolteafavorirericadutepositivesull’occupazionedelleimpresestesseinterminidilavorodurevoleediqualita.ScadEnZail31/12/2011

> REGIONE EMILIA ROMAGNA“Fondo di cogaranzia regionale

per l’accesso al credito delle imprese”ilfondopresentagaranzieperleimprese(50-80%finanziamentoerogatomax1.500.000euro)afrontedelleseguentioperazioni:a)finanziamentichirografarioassistitidagaranziarealeoaperturedicredito,diduratanonsuperiorea120mesib)locazionifinanziarieimmo-biliariemobiliarididuratanonsuperiorea120mesieffettuateperiprogettidiinvestimentic)operazionidifactoringdidura-tanonsuperiorea120mesibandOaPERtOfinOadESau-RiMEntORiSORSE

> FIDINDUSTRIA EMILIA ROMAGNA“Rilascio di garanzie a favore di imprese socie su finanziamenti erogati da banche convenzionate”Garanzia del 30% o del 50% del finanziamento erogato; tasso fisso o variabile; finalità a breve o medio-lungo termine.PROCEDURA VALUTATIVA DELLA DOMANDA

ABRUZZO

> PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007-2013“Programma regionale di Consolidamento delle passivita’ a breve”I debiti bancari a breve delle Piccole e Medie imprese abruzzesi, con scadenza entro i 12 mesi (ad esempio anticipi su fatture, scoperti di conto corrente), potranno essere consolidati in un finanziamento a cinque anni, il cui importo non potrà superare i 250mila euro. Il contributo spettante alle imprese è pari al 100% del tasso di riferimento indicato e aggiornato con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico.BANDO APERTO

cOntRibutiEbandi

acuradellaDivisione Strategia e Finanza d’Impresa Gruppo [email protected]

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È datempochesisenteparlaredell’insostenibilitàdelsi-stemaprevidenzialeedelfattochelapensionepubblicanonèsufficienteagarantireunadeguatotenoredivita

unavoltacheillavoratoreraggiungel’etàdiquiescenza:daquil’esigenzadituttiilavoratoridiprenderecoscienzadiquestarealtàedellaconseguentenecessitàdieffettuareunasceltaconsapevole e personalizzata nei confronti della previdenzacomplementare.attualmenteneancheunlavoratoresutrehafattoquestascelta…ènecessarioquindicreareculturaprevidenzialenonsoltantopresso i lavoratori,diretti interessati,maanchesul versantedegliintermediari,soggettiprepostiadoffrireconsulenzapre-videnzialeequindiformediprevidenzacomplementare.Perquestomotivonel2008nacquel’ideadiredigereunma-nualesullaprevidenza,“ilVademecumdellaPrevidenza”,chepotesseessereunadeguatostrumentodiindagineediinfor-mazionepertuttigliinteressatiallamateriaprevidenziale,conloscopodicercaredicapireimeccanismichelaregolano,levariabilichelainfluenzanoeleproblematichechelacaratte-rizzano.inquestovolumesifocalizzal’attenzionesututteletipologiedifondidiprevidenzaobbligatoria(dallecategoriepiùconosciuteediffusenelmercatodel lavoro,comei lavoratoridipenden-tidelsettoreprivatoe icommercianti,aquelledipiùrecen-te costituzione come gli attuari, i lavoratori per progetto, gliagrotecnici…)attualmenteprevistedalsistemapensionisticoitaliano.Sivannocosìadanalizzaretuttigliaspettilegatiallaprevidenzadibase,comparandoliaquelliprevistidalleformediprevidenzacomplementare,attualmentepresentisulmer-

Come muoversi nel complesso mondo della previdenzaStrumentiadisposizionedeglioperatoridelsettore(enonsolo)

cOnSulEnZa

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cato,destinatenellospecificoatalicategorie.di conseguenza ogni lettoresarà in grado di individuare,tra le 46 previste, la catego-riadi interesse;analizzare lasituazione previdenziale nelcomplesso(siaessapubblicachecomplementare)edinfineverificarequalepossaesserelasoluzionemigliore.Per facilitare la comprensio-nedell’argomentoedellesueproblematiche sono presentiuna serie di esemplificazioniecasisticheperognicatego-ria professionale, sufficientia rappresentaresituazioni ti-pichedi ogni categoria.con-sultandole si riesce a capireapprossimativamente quantogarantiscelaprevidenzapub-

blicaeinchemodointegrarlacon quella complementare.Proprio la comparazione tralesoluzionipubblicheequellecomplementarirappresentailvero focus del libro e prendein considerazione requisiti dipensionamento, situazioneall’etàdipensionamento,en-tità,prestazioni, tipologie: in-somma,tuttoquantoconcor-readeterminarelasituazioneprevidenzialediunlavoratore.tuttociòsignificacrearecul-tura previdenziale e questoè proprio l’oggetto di questapubblicazioneanchenellasuaseconda edizione, proprio diquestigiorni.lanuovaedizio-neèaggiornatacontuttelein-formazioniinbaseallerecentinovità previdenziali, come

ad esempio l’età di pensionedi vecchiaia per le donne delpubblico impiego e le nuovefinestredipensionamentova-lidedal1°gennaio2011.Sonostateaggiornatelenormativerelative alle casse previden-ziali privatizzateesonostateinoltre approfondite alcuneprofessionicheinprecedenzaononeranostateconsiderateoppureeranostatetrattateinmanieramenodettagliata; inparticolareèstata inserita lacategoria previdenziale del-le collaboratrici domestiche(colfebadanti).l’obiettivo di questi inseri-menti è quello di creare, equindi mettere a disposizio-nedeilettori,unostrumentosempreaggiornato.

VivianadabustiResponsabileareaPrevidenzaeSoluzioniapplicativediiRSaMembroufficiostampaOrdineattuari

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VipresentoilsocioSig.fisco,chehaunapartecipazionedimaggio-ranzaintutteleimpreseitaliane.

in un periodo in cui le parole d’ordinesono ristrutturazione, cassa integrazio-ne, riconversione, il sistema produttivoavrebbe bisogno di tutt’altro, avrebbebisogno di un sostegno da parte delloStato,oalmenodinonavereostacoliedintralci nel difficile e tortuoso sentierodaseguire inquestoperiododiprolun-gatacrisi. invecemolte volte ilfiscosipresenta vestito da boia e sancisce laparolafineallavitaproduttivadell’azien-da.Ora,invece,l’esigenzaforteèquelladiliberarerisorseperinvestire,cercaredi rilanciare lo sviluppo attraverso l’in-vestimento in nuove idee, in nuovi pro-getti. l’ingente quantità di risorse dre-natedalsistema-impresaechevengonoconvogliate nelle casse dell’Erario fru-stranotaliintenzioni.untipicoesempioriguarda l’irap, l’imposta meno amatadagli italiani, visto che non sono rari icasi in cui imprese che presentano unrisultato civilistico in perdita si trovanoa dover versare ingenti somme a titolodi irap, considerata l’indeducibilità delcostodellavoroedeglionerifinanziari.Senza considerare il danno economicoe finanziario procurato alle imprese, èevidente la discriminazione che pena-lizza le aziende labour intensive e chesono maggiormente indebitate. azien-de indebitate che sono ulteriormentecolpite dal meccanismo di deducibilità

degli interessi passivi dal reddito d’im-presa introdotto nel 2008 che presentaun conto salato proprio a quelle azien-dechenonhannobuonirisultatiecono-micieche fannounmaggior ricorsoalcapitale di debito. considerando che lavariabilefiscaleassumeunruolocrucia-lenellesceltemanagerialisugliinvesti-mentiprendendoneinconsiderazionelatipologia,lalocalizzazione,lerisorsedaimpiegare,ecc….,risultachiarocomeilsistemafiscaleinfluenziinmanierade-terminanteiflussidiautofinanziamentoe condizioni pesantemente l’equilibriofinanziariodell’azienda.Per rendersi meglio conto della situa-zione, potrebbe essere utile porre l’at-tenzione anche su qualche cifra. Riela-borandoidatididuericercheeffettuatedall’ufficio Studi di Mediobanca su, ri-spettivamente, 2.025 società italiane esu 3.921 medie imprese industriali delbel Paese, è interessante analizzare ilrapportotraleimpostesuiredditieilri-sultatoante impostecosìcomeemergedall’analisi dei dati di bilancio. relativa-menteallesocietà,lamediadelrapportotrail2001eil2009siattestaal38,30percentoedèinteressantenotarecomel’in-cidenzadelleimpostesirivelipressochéinsensibile rispetto all’andamento eco-nomicodelleimprese.afrontediuncalodrastico del risultato ante imposte nel2002,ilrapportosaleall’85,50percentoinquell’annoeafrontediuncalodicir-cail40percentodelrisultatolordotra

il2007eil2009,comeeffettodellacrisiincuicitroviamotuttora,leimpostesuiredditiaccantonateinbilanciorimango-nopressochéstabiliinvaloreassolutoedaumentanoquindiinterminipercentuali(dal32,93percentodel2007al39,17percentodel2009).ancorapiùinteressanterisultaanalizzarelostessorapportoperlemedieimpreseindustriali.ildatochebalzasubitoall’occhioèl’incidenzadelleimposte,cherisultamoltopiùaltavistoche tra il1999e il2008 lamediasiat-testaal57,2percentoedancheinque-stocasoilrapportosimostrainsensibileall’andamento economico considerandocheafrontediuncalodel30percentodel risultato lordo tra il 2007 e il 2008,il peso delle imposte passa dal 53,1 al56,9 per cento. considerando che sonopropriolemedieimpreseitalianeilfioreall’occhiellodelnostrosistemaprodutti-vo perché capaci di creare innovazione,di presentarsi competitive sui mercatiinternazionaliespessosimbolidelmadein italy nel mondo, risulta paradossaleche ilnostrosistemafiscalevadaape-sareproprio sul tessutopiù vitaledellanostra economia e privi queste realtàdelle risorse necessarie per effettuarenuoviinvestimentiepersvilupparsi.

Il socio FiscoSiprendelamaggiorpartedegliutili,èdifficilecolloquiareconlui,senonglidaiquellocheglispettanonesitaadazionareprocedureesecutive,tifaperderetempoesoldipersbrigaretedioseprocedureburocraticheepotrebbeesserealquantodiscutibilecomesperperaildenaronelsuotempolibero

cOnSulEnZa

RobertoantonellaaerafiscalegruppoSidar.antonella@sidagroup.comztel.071.28521

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L’obiettivo di qualsiasi ristrutturazione finanziaria ècomprendere ed interpretare le risorse e le moda-lità sulle quali fare leva per attrarre i mezzi finanzia-

ri necessari per innescare e sostenere il nuovo processo disviluppo.nell’approcciare il temaoccorrerebbefaresempreunapremessastrategicaediculturad’impresa:l’aziendapuòritenersi in equilibrio economico se è in grado di soddisfareleaspettativedeisoggettichehanno investito i lorocapitali,compensandoancheilrischioaccettato.E’ opportunononsottovalutareche il capitale impiegato, siaatitolodirischiosiaatitolodidebito,èonerosoperl’impre-sa. in una logica competitiva dei mercati finanziari i capitaliaffluiscononell’impresaseessaproduceun flussooperativoalnettodelleimpostesuperiorealcostofigurativodelcapitaleimpiegato.conquestepremessediimpostazionedilavoro,ilteamdiSidacorporate finance offre assistenza professionale agli stake-holderinterniedesternidiimpreseincrisiperilsuperamentodisituazionidisquilibriofinanziario,perlaminimizzazionedeirischilegatiastatidiinsolvenza,perl’individuazionedellefor-memiglioriperinvestireindistressedassets.ilteamèspecializzatonell’identificazione,nellanegoziazioneenell’implementazionedisoluzioniperarrestare ilprocessodi crisi e ricreare le condizioni della ripresa. Sida corporatefinanceassistegliazionistioilmanagementnell’elaborazionedipianidiristrutturazionefinanziaria,conuninterventostrut-turatonelleseguentifasi:

1. Stabilizzazione•analisidelleesigenzefinanziarieimmediate•Elaborazionedibudgetdicassad’emergenza•identificazionedisoluzionifinanziarieallenecessitàurgentidicassa

2. Analisi •dell’andamentoeconomico-finanziariostorico•dell’indebitamentoedellerelazioniconicreditori•delbusinessplan

3. Elaborazione•individuazionedelleopzionidisponibili•Elaborazionediunprogettodiristrutturazione•Presentazionedellapropostadiristrutturazioneaicreditori

4. Negoziazione e implementazione • assistenza nel negoziato con le parti della proposta di ri-strutturazione• assistenza nella formalizzazione degli accordi di ristruttu-razione•assistenzanellaimplementazionedegliaccordi

inoltreSidaèattivanelpromuoverelastrategiadirinegozia-zioneeristrutturazionedeldebitofinanziarioperusciredallacrisiaziendaletramitel’art.67dellaleggefallimentare.l’impresa in crisi economica e finanziaria ha a disposizio-neunostrumentoancorapocoutilizzatoa livellodiPmimadi notevole portata per congelare la situazione finanziaria edareavvioadunpianodiristrutturazioneerilancio:sitratta,appunto,diattuarelaproceduranormatadall’art.67,comma3, letterad),dellaleggefallimentare.nonèunaprocedurafallimentare:é inveceunaccordostragiudiziale tra l’impresae isuoimaggioricreditori (cioèdisolito lebanche).l’accor-doprevedechelebanchesospendanoqualsiasiazionelegaleneiconfrontidell’aziendaincrisifinanziariaperunperiododitempoconcordato(inpratica:nonfannofallirel’aziendaper18mesi)edinoltrelevengonoincontroaccordandotassidiinte-ressepiùbassiedallungandolastrutturafinanziariadeldebi-to,adesempiotrasformandopartedell’esposizionedebitoriadell’impresadabreveamediotermine.

Le strategie di risanamento:la ristrutturazione finanziariatutteleaziende,nelcorsodellorociclodivita,possonoattraversareunaopiùfasidicrisi,chesenonaffrontateadeguatamentecomportanosempreunaprogressivadistruzionedivaloreperazionistiecreditori.inassenzadiopportunesoluzioniognicrisi,qualunquesialasuaorigine,èdestinataadiventareirreversibileeadegenerareininsolvenza

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RubricaacuradiMichele SassodivisioneStrategiaefinanzadiimpresa–[email protected]

bORSa

Il firmamento delle marchigiane quotateinquestapaginapresentiamol’andamentodiborsadellesocietàmarchigianequotate*

IndesitOrd.

Segmento:bluechipPerformance1anno: -42,64%Performance1mese: -20,83%

indESitcOMPanycontinuanelladiscesa,cheinmanieraaltale-nantehacaratterizzatoilcursusdiquestimesi.ilprezzodeltitolomensilehafattoregistrareun-20%sullarilevazionedimetàlu-glio.tuttaviainterminidiperformancerelativarispettoall’indiceMibtel,siregistraunavariazionepositivadel2,93%sullagiornatadiborsadel02/08. iltitolohafattomegliodelmercato. ivolumisonorisultatiparia739.634pezziscambiati,unvaloresuperioresiaallasedutaprecedente,siaallamediasettimanale.laparte-cipazionedeglioperatorisistaintensificando;probabilel’avviodiunafaseavolatilitàelevata.trenddibreveincerto.

eLICA

Segmento:StarPerformance1anno: -33,17%Performance1mese: -7,06%

fasedilieveempasseperiltitoloElica,chehaarchiviatouncalodel -7% sulle rilevazioni di luglio, posizionandosi con un prezzoperazionedipocosuperioreall’unità;Purtroppoancheinterminidiperformancerelativarispettoall’indiceMibtel,si registraunavariazionenegativadel-4,30%sullagiornatadiborsadel02/08.iltitolohasottoperformatoilmercato.tuttaviaivolumisonori-sultatiparia59.528pezziscambiati,unvaloresuperioresiaallasedutaprecedente,siaallamediasettimanale.lapartecipazionedeglioperatorisistaintensificando;probabilel’avviodiunafaseavolatilitàelevata.trenddibreveincerto.

TOd’S

Segmento:bluechipPerformance1anno: +50,65%Performance1mese: -1,36%

lerilevazionidiinizioagostodeltitolotOd’Sfannoregistrareunlievecalo(-1%),dovutoperlopiùagliaccadimentiinternazionaliinatto.iltitoloèsanoespuntaun+50%subaseannuaecertamentetraititoliosservatièquellopiù interessante in terminidipotenzialitàeperformance.interminidiperformancerelativarispettoall’indiceMi-btel,siregistraunavariazionenegativadel-0,87%sullagiornatadiborsadel02/08.l’azionehafattopeggiodelmercato.tuttaviaivolumisonorisultatiparia243.271pezziscambiati,unvaloresuperioresiaallasedutaprecedente,siaallamediasettimanale.lapartecipazionedeglioperatorisista intensificando;probabile l’avviodiuna faseavolatilitàelevata.trenddibreveincrescita.

Biesse

Segmento:StarPerformance1anno: -31,83%Performance1mese: -18,31%

Mesidiluglioeagostocontrastati,perviadelletensionisuimer-catiinternazionali;iltitolobiESSEharisentitodellacongiunturaeregistrauncalodiquasiil20%sullarilevazioneprecedente.interminidiperformancerelativarispettoall’indiceMibtel,siregi-straunavariazionenegativadel -3,03%sullagiornatadiborsadel02/08.lostrumentohafattopeggiodelmercato.ivolumisonorisultatiparia118.293pezziscambiati,unvaloresuperioresiaallasedutaprecedente,siaallamediasettimanale.lapartecipazionedeglioperatorisistaintensificando;probabilel’avviodiunafaseavolatilitàelevata.trenddibreveincerto.

PoltronaFRAU

Segmento:StarPerformance1anno: +44,68%Performance1mese: -1,03%

POltROnafRaurimanesostanzialmentestabile, facendoregi-strareunmodestocalodel-1%sullarilevazioneprecedente;no-nostanteciòemergonosegnaliinteressantisulfuturoandamentodelcorso,provenientidallaperformancepositivasull’indiceMib-tel,conunavariazionepositivadel2,60%sullagiornatadiborsadel02/08.lostrumentohafattomegliodelmercato.ivolumisonorisultatiparia97.115pezziscambiati,valoresuperioreallasedu-taprecedente,segnocomunquediattivitàcrescenteintornoallostrumento.iltrenddibreveancoraincerto.

 

 

 

 

 

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iMPRESE

Lestatisticheregistranoilmancatosuccessoditante imprese al pri-

moannoe, tra lecause,vièla mancanza di esperienza,lacapacitàdigestirelerisor-se umane, la formazione sulprodotto o servizio ed anchela capacità finanziaria persostenere il business. Perchiavviaunanuova impresa,la metodologia del franchi-sing può rappresentare unainteressante opportunità daprendere in considerazioneconattenzione.il franchising (o affiliazionecommerciale)èuna formadicollaborazione continuativaper la distribuzione di beni oservizi tra un imprenditore(affilianteo franchisor)eunoo più imprenditori (affiliati ofranchisee), giuridicamenteed economicamente indipen-denti l’unodall'altro,chesti-pulano un apposito contrattoattraversoilquale:l'affiliante concede all'affilia-tol'utilizzazionedellapropriaformula commerciale, com-

prensivadeldirittodisfrutta-reilsuoknow-how(l'insiemedelle tecniche e delle cono-scenzenecessarie)ediproprisegnidistintivi,unitamenteadaltre prestazioni e forme diassistenza atte a consentireall'affiliato la gestione dellapropria attività con la mede-sima immagine dell'impresaaffiliante;l'affiliato si impegna a farproprie politica commercialeed immagine dell'affiliante,nell'interesse reciproco delleparti medesime e del con-sumatore finale, nonché ilrispetto delle condizioni con-trattualiliberamentepattuite.

Perché il franchising convieneil contratto di affiliazione infranchisingrisolveproblemiedà benefici in termini di pro-fitto:permettealleaziendedisviluppare quote di mercatorisparmiandocapitali,riduceicostidiintermediazionecom-merciale, permette di vende-re di più e più rapidamenterispetto alla concorrenza,

aumenta la percentuale diricarico sui prodotti vendu-ti, riduce i costi di gestionedell'azienda affiliata e riducei rischidi impresa.all’affilia-to conviene perchè egli puòfruire dell'avviamento com-merciale e della notorietàdell'impresa affiliante, utiliz-zandoneisegnidistintivi,nel-lasuapropostaalcliente;puòbeneficiare della pubblicitàdell'azienda affiliante a livel-lo locale e nazionale, ancheper il lanciodelpuntovendi-ta, riducendo notevolmentequestocapitolodispesa;puòrinnovare o allestire ex novoil punto vendita garantendo-si, grazie al prestigio dell'af-filiante, a livellodi immaginee impatto sul cliente; puòbeneficiare delle iniziative diformazione del personale, diaggiornamento ed assisten-za;puòusufruiredellastrut-tura commerciale dell'affi-liantecheprovvedeasvolgerele funzioni di acquisto e/o diricerca fornitori, unitamentealle trattative commerciali,

per conto dell'affiliato; puòpotenziarelapropriaclientelaaseguitodell'indottogenera-todaglialtripuntivenditaaffi-liatialfranchisor.la legge che agevola l'au-toimpiego (decreto legislativon.185del2000,titoloii)costi-tuisceilprincipalestrumentodi sostegno alla realizzazio-ne e all'avvio di piccole atti-vità imprenditoriali da partedi non occupati o persone incercadiprimaoccupazione.il sostegno finanziario consi-stenell’erogazione,afavorediiniziativegestiteinaffiliazionecon franchisor convenzionati,diunfinanziamentoperlare-alizzazione degli investimentiepercontribuireallespesedigestione, concesso sotto for-madifondoperdutoemutuoagevolato.

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CIELLE SOLUTIONS è un team di esperti fon-dato nel 1991; progetta

e realizza soluzioni d’arredo per la casa, l’ufficio, strutture ricettive e centri direzionali. Il nostro intervento spazia dal progetto iniziale al rilevamen-to in cantiere, alla valutazione delle offerte, all’ assistenza per l’esatta posa in opera dei vari materiali, ma soprattut-to, pone al centro del proprio lavoro l’emozione attraverso concept abitativi forti e capaci di creare valore aggiunto per i clienti.CIELLE SOLUTIONS completa il proprio team con artigiani professionisti selezionati con attenzione chegarantiscono esperienza, affi-dabilità e puntualità.Da sempre, offriamo servizio e rigoroso rispetto della tem-pistica prevista che fanno di CIELLE SOLUTIONS il partner ideale per chi cerca per le pro-prie esigenze di arredo un ser-vizio chiavi in mano e garanzia nella gestione dei cantieri.

La passione per il design, per la cultura del progetto ha suggerito la realizzazione di uno spazio espositivo che non fosse solo fisico , ma luogo di incontro e di diffusione di idee, il tutto ben rappresentato nel tour virtuale all’interno del ns sito.Il nostro show room è uno spazio dedicato al design e all’interpretazione di un uff cio realizzato concriteri tecnici e innovativi con uno sguardo alle nuove propo-ste emozionali come il verde verticale e l’architettura ol-fattiva.Il ns team offre inoltre servizi specifici per i progettisti, ar-chitetti, per creare soluzioni ad hoc; tuttoquesto in linea con la tenden-za a mostrare il meglio di noi e soprattutto a fare ciò che più ci piace: arredare i luoghi del lavoro e non solo.

Diamo spazio alle emozioniCIELLE SOLUTIONS: una nuova dimensione dello spazio

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LAVORO

Il testo presentato a Roma, frutto di una felice intuizione dell’autore, ha suscitato notevole interesse tra gli addetti ai lavori

in quanto è ritenuto il primo codice del lavoro settoriale pubblicato in Italia.

Da dove nasce l’idea di redigere un testo si-mile?“Dopo aver redatto numerosi testi sul rapporto di lavoro ho pensato che fosse giunto il mo-mento di curare una raccolta di norme, prassi, accordi interconfederali e contratti collettivi riferiti ad un settore particolare come quello agricolo di cui mi occupo da sempre”.

Quali sono stati i riscontri avuti dopo la pub-blicazione?“Senza ombra di dubbio positivi, perché dopo la pubblicazione del testo sono stato contat-tato da due differenti organizzazioni datoriali agricole interessate alla presentazione del te-sto. La prima è stata proprio Acli Terra”.

Perché ha redatto un codice e non un manua-le operativo, come solitamente avviene per testi tecnici?“Semplicemente perché ritengo che la gen-te sia stanca dei soliti testi operativi e che in questo momento occorra anche suscitare l’in-

teresse del Lettore con opere originali e non scontate”.

Un pregio di quest’opera?“Il pregio è averlo redatto conglobando norme, prassi e quant’altro per argomenti in modo che gli operatori del settore possano trovare subito quello che serve per singolo argomen-to”.

E un difetto?“Il difetto che riscontro in questo testo è non aver previsto un CD Rom, dove riportare i prov-vedimenti legislativi, le circolari i contratti e quant’altro, oltre alla possibilità di aggiornarlo on line”.

Secondo lei il comparto agricolo necessita di riforme in modo da prevedere una nuova edi-zione del testo?“Certamente il comparto agricolo, anche sotto l’aspetto normativo giuslavoristico, necessita di un forte cambiamento per tentare di rivita-lizzarlo. Ultimamente sono state presentate due proposte. La prima - più organica - pre-vedeva uno schema di decreto legislativo di ri-ordino delle normative sull’attività agricola al quale era abbinato un decreto del Presidente della Repubblica che dava attuazione a tale

Agricoltura, servono più formazione ed informazioneNei giorni scorsi presso la sede nazionale di Acli Terra a Roma è stato presentato il Codice del Lavoro in Agricoltura, edito da Ipsoa, curato da Giulio D’Imperio, docente a contratto di Diritto del Lavoro comunitario ed internazionale presso l’Università degli Studi Guglielmo Marconi di Roma e consulente del lavoro

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decreto. La seconda, invece, era una proposta più snella pre-sentata da Confagricoltura”.

Che fine hanno fatto?“Ebbene, la prima proposta è stata bocciata dalla Commissio-ne del 24 febbraio 2010 del Consiglio di Stato, mentre la secon-da, da quello che so non ha avuto alcun seguito”.

E lei ha un’idea di riforma da proporre?“Sì, e con Acli terra ci siamo dati appuntamento per le prossi-me settimane, se non ci sono cambiamenti di sorta, viste anche le ultime vicissitudini che hanno colpito l’economia mondiale”.

Infine vorremmo chiederle, al di là del libro, cosa serve alle aziende agricole?“Sicuramente formazione ed informazione, che può concretiz-zarsi in seminari e convegnistica riferita al settore agricolo fino ad ora quasi mai prodotta. Dico questo perché la maggior parte delle aziende agricole si stanno organizzando e strutturando, non trovando però quasi mai eventi che possano aiutarle a cre-scere”.

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Jacopo AngeliniÈ lui il nuovo Presidente del WWF Marche

Il WWF Marche ha un nuo-vo presidente: Jacopo An-gelini, che sarà affiancato

dai neo consiglieri: Danilo Baldini, Giuseppe Dini, An-drea Fazi, Simone Gatto Il Nuovo Consiglio di sezione regionale in carica per i pros-simi tre anni appena eletto dai soci WWF della Regione Marche. “La gestione che proseguirò” dichiara Jacopo Angelini “ve-

drà l’associazione impegnata soprattutto nel coinvolgimen-to dei nostri attivisti e soci attraverso azioni e iniziative che interessano sia i temi più urgenti della nostra regione sia le aree maggiormente a rischio.Manterrò la struttura capa-ce di proseguire e potenziare nei rapporti con le istituzioni regionali, provinciali e locali. La rete composta da referenti

tematici, attivisti, personale di staff, responsabili delle no-stre strutture territoriali lo-cali, dei nostri Cea e Fattorie del Panda e le Guardie eco-logiche volontarie sarà ancor più capillare e presente nel territorio”.

> Nomine e incarichi possono essere inviati all’indirizzo [email protected]

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SPECIALE: CONGRESSO EUCARISTICO

SPECIALE

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L’anima è un albero fatto per amare e però non può vivere altro che d’amore. Se ella non ha amore divino di perfetta carità, non produce frutto di vita, ma di morte. Conviene che la radice di quest’albero, stia dentro il cerchio del vero conoscimento di sé che è unito a Me. S. Caterina da Siena Dialoghi della Divina Provvidenza

Un RAGGIO di Sole è sufficiente per SPAZZARE VIA MOLTE ombre S. Francesco d'Assisi

EUCARISTICOCONGRESSO

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In quest’occasione, il Papa Leone XIII con la lettera Mo-numenta pietatis aveva indetto un Giubileo straordinario, da svolgersi nel Duomo di Orvieto e nella Chiesa di Santa

Caterina a Bolsena. Seguì il Congresso di Venezia del 1897, dopodiché si dovette attendere ben 23 anni: il VI Congresso si svolse infatti a Bergamo nel 1920, e poi Genova (1923) – al quale parteciparono 280 corrispondenti di giornali -, Palermo (1924), Bologna (1927), Loreto (1930) – in occasione del quale il Pontefice elargì l’indulgenza plenaria per la recita dell’Uffi-cio divino davanti al SS. Sacramento -, Teramo (1935) e Tripoli (1937). Un’altra “pausa” di 14 anni, e si giunse all’appunta-mento di Assisi del 1951 (come legato pontificio, con la lette-ra In urbe Assisiensi del 2 agosto 1951, fu nominato il Cardi-nale Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano). Tre anni più tardi si aprì il XIV Congresso a Torino, che si ricorderà per l’arrivo di 1.500 operai provenienti da Roma a bor-do di 30 pulmann, scortanti il SS. Sacramento esposto in un’auto adibita a cappella. Seguirono i Congressi di Lecce (1956), Catania (1959), Pisa (1965) - a conclusione delle celebrazioni del VII Centenario della bolla Transiturus, con cui Urbano IV estendeva a tutta la Chiesa la festa del Cor-pus Domini (11 agosto 1264) – Udine (1972), primo Congresso dopo il Concilio Vaticano II, e Pescara (1977), concluso con la presenza del Papa. Venendo ai tempi più recenti, si ricordano il Congresso di Milano del 1983 – che vide la presenza di Gio-vanni Paolo II per due giorni e mezzo, con incontri anche con il mondo imprenditoriale e del lavoro. Dopo cinque anni fu la volta di Reggio Calabria (1988), e poi Siena (1994) - città di uno dei 18 miracoli eucaristici verificatisi in Italia (nel mondo sono circa 123) –, Bologna (1997), nel corso del quale si ricorda l’in-contro che il Santo Padre ebbe con oltre 300.000 persone, in gran parte giovani.

SPECIALE: CONGRESSO EUCARISTICO

Dopo 81 anniil Congresso Eucaristico torna nelle MarcheL’Italia è stata la prima nazione del mondo a celebrare un Congresso nazionale: il primo, infatti, si tenne a Napoli nel 1891. Seguirono i Congressi di Torino (1894), Milano (1895) e Orvieto (1896)

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SPECIALE: CONGRESSO EUCARISTICO

Mons. Menichelli:“Mi piace pensare che

la gente, le autorità, le istituzioni, si rendano conto che questo è un avvenimento storico,

per il quale conta l’esserci e il partecipare.

È bello poter dire, domani, Io c’ero…”

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Sua Eccellenza, ben venuto sulle pagine di ML…“Grazie, ben venuti a voi”.

A settembre Ancona ospita la XXV edizione del Congresso Eu-caristico: qual è il clima della vigilia?“Siamo ormai nei momenti che precedono l’evento. Tutto è pronto ed è forte il desiderio che tutto vada bene, che la città sia ospitale e manifesti il volto più bello della sua identità stori-ca antica e presente; alla vigilia quello che si registra è un forte sentimento di attesa”.

A cosa si deve la scelta del Capoluogo marchigiano?“Non c’è una ragione particolare. I Congressi Eucaristici nazio-nali, nella loro storia più che centenaria (il primo si svolse nel 1891), si sono realizzati in una sorta di pendolarismo geogra-fico rispetto all’Italia, vale a dire ora nel Nord, ora nel Sud, ora nel Centro. Essendo stati gli ultimi due celebrati a Bologna e Bari, era ovvio che si scegliesse una città del centro. A questo riguardo, nella consapevolezza che la Diocesi di Ancona-Osimo non ha caratteristiche di ampiezza come altre, ho desiderato che il Congresso prendesse la fisionomia territoriale, interes-sando anche le Diocesi della provincia di Ancona, Senigallia, Jesi, Fabriano-Matelica, Loreto. Questa territorialità svela la caratteristica della “popolarità” di un Congresso Eucaristico nazionale, essendo quest’ultimo un convenire di popoli attorno al mistero dell’eucaristia”.

Con quale messaggio si aprirà l’evento?“Più che un messaggio il Congresso custodisce qualche spe-ranza che posso riassumere in una duplice forma: una interna alla vita della Chiesa (rinnovare la fede nel mistero eucaristico) e una sociale, nella consapevolezza che il sacramento dell’eu-

caristica ha contenuti che sollecitano la solidarietà, la frater-nità, la condivisione”.

Quali sono i momenti più importanti di questo evento? Come si realizzerà il progetto delle “tre C”?“Ho riassunto con questa simbologia delle “3 C” l’intero pro-gramma del congresso: la prima “C” sta per Celebrazioni, che ognuno può ben conoscere guardando il sito web (www.con-gressoeucaristico.it). La seconda “C” sta per Carità, dal mo-mento che si porrà in essere un segno in favore dei poveri. La terza “C” sta per cultura; attorno al Congresso, infatti, ci sa-ranno mostre, convegni e animazioni artistiche”.

Di grande valore simbolico è anche la scelta di celebrare la Messa nell’Area Portuale di Ancona…“La scelta dell’area della Fincantieri è stata pensata perché quest’ultima, collocata nel Porto, è un po’ il simbolo più ri-assuntivo della storia di Ancona: infatti, nel porto si sono re-alizzate varie opere e si è aperta una prospettiva di economia di mare. L’area, collocata sotto il Colle Guasco, dove sorge il Duomo di S. Ciriaco, rappresenta anche una modalità di forte rapporto tra il mondo del lavoro e della Chiesa. Purtroppo, al presente, si verifica una dolorosa situazione per la quale spero vivamente che si aprano strade di soluzione, che ridiano una nuova speranza a tante persone che lì prestavano la propria professionalità. Sono certo che anche la presenza del Santo Padre sarà di grande stimolo”.

Speriamo davvero. Ci dica, Eccellenza, qual è il rapporto tra il mondo del lavoro e dell’impresa nelle Marche e la religione?“La fede cristiana è un po’ quella realtà che nel tempo ha ca-ratterizzato la storia del nostro Paese e di questa nostra città:

Monsignor

Edoardo Menichelli“É bello poter dire, domani: ‘io c’ero!”Alla vigilia dell’atteso XXV Congresso Eucaristico abbiamo incontrato L’Arcivescovo di Ancona-Osimo. Attesa, partecipazione e speranza: così la città si prepara a vivere un evento di grande fede e comunione

Di A. Dachan

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non c’è angolo di Ancona-Osimo, Senigallia, Jesi, Fabria-no-Matelica, Loreto e Matelica che non custodisca un’o-pera che porta i segni del cristianesimo. La fede, checché se ne dica, è sempre un invito all’unità, è un collante per il popolo ed è ovvio che il Congresso Eucaristico si fa occa-sione per ripresentare a tutti la storia passata e quella me-ravigliosa cultura che rende l’Italia tutta un museo diffuso. A riguardo custodisco una speranza: che tutti siano capaci di riscoprire la meraviglia e lo stupore, oggi piuttosto ba-nalizzati da un meccanicismo superficiale e da un correre che limita il pensare e che riduce gli spazi della bellezza”.

Personalmente, come uomo e come cittadino, che emo-zioni Le suscita la visita del Pontefice nella Sua città?“La visita del Santo Padre rappresenta un grande dono e va vissuta come eccezionalità. Il Papa è il punto di riferi-mento della fede cattolica, è elemento di comunione, è il Maestro che rieduca ai valori cristiani e richiama a valori umani: come non gioire della Sua presenza e come non unirsi alle tante persone che parteciperanno alla celebra-zione che il Pontefice presiederà”.

Con quale messaggio Le piacerebbe che si chiudesse questo evento? “Mi piace pensare che la gente, le autorità, le istituzioni, si rendano conto che questo è un avvenimento, per il quale conta l’esserci e il partecipare. È bello poter dire, domani, ‘Io c’ero’…”.

SPECIALE: CONGRESSO EUCARISTICO

Cosa significa Congresso Eucaristico

È un convenire di popolo attorno al mistero dell’Eucaristia. L’Eucaristia

è il sacramento della presenza viva, reale, seppur misteriosa, di Cristo Signore. Nel Vangelo di Giovanni

Gesù annuncia che egli è il cibo per la vita dell’uomo e seme di eternità.

Questa promessa egli la realizza prima della sua morte e nella sua

passione, in quella che chiamiamo la cena pasquale. Possiamo anche

dire che l’Eucaristia è il sacramento che rende contemporaneo Cristo

a ogni essere umano.

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Effettivamente il ruolo dell’imprenditore nella società è forse stato in parte sottovalutato nel tempo e nel corso dello sviluppo della nostra civiltà: chi intraprende un’im-

presa è un soggetto che va ad interagire con la fitta ragnate-la dei rapporti economici e sociali di un territorio, generando istantaneamente una reazione a catena fatta di stimoli e di ri-sposte da parte di una lunga serie di interlocutori (privati cit-tadini, altre imprese, professionisti, istituzioni, ecc.). Tutto ciò che noi abbiamo (e in parte ciò che siamo) lo dobbiamo a co-loro che decidono, per vocazione, per tradizione, per voglia di realizzazione o per sete di ricchezza (o qualsiasi combinazione di questi fattori), di assumersi la responsabilità di generare e portare avanti un’azienda.Dunque, alla luce di queste considerazioni, l’icona dell’im-prenditore che la nostra cultura del quotidiano ha sdoganato è corretta? Risposta difficile e pericolosa, visto che immanca-bilmente si andrebbe a finire in un ginepraio di esternazioni di stampo politico, un campo, questo, in cui mi muovo a disagio e a fatica.Preferisco invece prendere lo spunto per fare delle riflessioni sull’importanza che deve ancora essere tributata alla cultura dell’intraprendere.L’Italia è un Paese il cui sistema formativo istituzionale prepara i giovani a svolgere ruoli subordinati. Non esiste, a ben guar-dare, una qualche forma di insegnamento diffuso che punti ad affinare efficacemente le doti di lungimiranza, coraggio, senso

La vocazione all’impresaVolontà, focalizzazione, speranza. Se doveste chiedervi se queste sono peculiarità distintive di un uomo di fede, un missionario, oppure di un imprenditore, forse vi trovereste a fare una scelta multipla

SPECIALE: CONGRESSO EUCARISTICO

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del rischio e della prospettiva, creatività, reattività, opportuni-smo, leadership, empatia, o quant’altro possa essere utile a creare e sviluppare autonomamente un qualsivoglia progetto. Piuttosto, usciamo dalle nostre scuole con una spiccata abilità nell’eseguire procedure, nell’attenerci a precetti, nel delegare la responsabilità a qualcun altro, chiunque esso sia. Questa dottrina porta anche a distaccarsi dai problemi, reputandone artefice sempre e comunque un terzo soggetto, e conseguen-temente a distaccarsi dal senso dello Stato in quanto comunità di persone, di idee, di intenti e di sinergie. Facile, per esempio, addossare colpe all’ennesima classe politica (scusate, ma se tutti ce ne lamentiamo, chi l’ha eletta?), mentre è probabile che sia più complicato chiedersi se oggi abbiamo fatto qualcosa per migliorare il nostro territorio, o se ci siamo limitati a sfrut-tarne le opportunità e le risorse più superficiali e facilmente disponibili, impoverendolo inesorabilmente.Quindi, la mia riflessione si estende a tutti, senza fare eccezioni e senza difese d’ufficio a favore di alcuna categoria.Essere imprenditore vuol dire assumersi il ruolo, la responsa-bilità o, in certi termini, la presunzione di poter generare così come distruggere tessuto economico. E dove il tessuto econo-mico cresce e si consolida, si sviluppa la cultura, il benesse-re, la prosperità di un intero Paese e perfino di comunità più grandi, anche se con contributi apparentemente infinitesimali. Quindi non si tratta di soli fini egoistici di arricchimento del conto in banca e del proprio ego. Essere imprenditori vuol dire

rischiare, accumulare e gestire un patrimonio, vuol dire dare lavoro, direttamente o indirettamente, ad altri operatori, vuol dire generare aspettative e permettere progettualità, vuol dire essere corresponsabili dell’andamento di un’intera economia.L’Italia sta vivendo un momento di transizione fatto di rischi, pericoli, prospettive. Occorre ripensare i nostri schemi di ra-gionamento, vincere le nostre paure, scrollarci di dosso questo odioso catastrofismo fatalista e comprendere che, nel bene e nel male, la responsabilità della nostra vittoria o della nostra sconfitta sarà nostra e solo nostra. Di tutti noi.Vorrei concludere citando Abraham Lincoln, in particolar modo una sua frase che ho trovato illuminante, a patto che la si legga lucidamente, senza filtri ideologici: “Non si può arrivare alla prosperità scoraggiando l’impresa, non si può rafforzare il de-bole indebolendo il forte, non si può aiutare chi è piccolo abbat-tendo chi è grande, non si può aiutare il povero distruggendo il ricco, non si possono aumentare le paghe rovinando i datori di lavoro, non si può progredire serenamente spendendo più del guadagnato, non si può promuovere la fratellanza umana predicando l’odio di classe, non si può instaurare la sicurezza sociale adoperando denaro imprestato, non si può formare ca-rattere e coraggio togliendo iniziativa ed indipendenza, non si può aiutare continuamente la gente facendo in sua vece quello che potrebbe e dovrebbe fare da sola”.Michele BarchiesiCSI - Centro per lo Sviluppo Industriale

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Presidente, quali furono i principi ispiratori dell’UCID?“L’Associazione nacque a Milano, per poi

espandersi in altre zone della Lombardia e in Ve-neto e poi in tutta Italia. La principale finalità era quella di promuovere i valori cristiani, mettendo al centro di tutto la persona umana. La nostra attività fa riferimento alla dottrina sociale della Chiesa. È una sfida educativa: formare la perso-na, il capitale umano. Si tratta, in fondo, di appli-care il principio di sussidiarietà”.

Un esempio che sia espressione del principio di sussidiarietà?“L’imprenditore che costruisce un asilo per i di-pendenti della propria azienda, oppure che dona al proprio Comune un edificio …. Sono iniziative realizzate qui nelle Marche! Alla base di un com-portamento di questo tipo c’è una visione della vita e del ruolo dell’individuo nella società che si rifà apertamente alla dottrina sociale della Chie-sa: se io sono bravo come imprenditore, una parte di ciò che guadagno la destino al bene comune, in ambito locale oppure nazionale o internazionale”.

Lei avverte sensibilità ai temi religiosi da parte degli imprenditori?“Stando ai numeri, direi di si: oggi l’UCID conta circa seimila iscritti, con una continua crescita, oggi più di ieri”.

Nei confronti degli imprenditori rimane una dif-fidenza generalizzata, non crede?“Noi chiediamo l’abbandono di qualsiasi tipo di pregiudizio nei confronti della figura dell’impren-ditore, purchè quest’ultimo abbia uno spiccato senso del dovere e si comporti di conseguenza”.

Come vede Ancona?“Ancona è una città che sta soffrendo una crisi economica profonda. Purtroppo la realtà è que-sta: noi assicuratori abbiamo un po’ il polso della situazione”.

“Si può fare impresa mettendo al centro la persona”

SPECIALE: CONGRESSO EUCARISTICO

Intervista a Paolo Capogrossi, fondatore dell’agenzia di Ancona della compagnia assicurativa Cattolica - che ora gestisce con il fratello Massimo e il figlio Daniele - nonché Presidente della sezione marchigiana dell’Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti (UCID)

di I. Barone

Massimo Capogrossi,

la gioia di fare qualcosa

per gli altri

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SPECIALE: CONGRESSO EUCARISTICO

“La vera questione non è l’etica, ma l’antropologia”

Per Massimo Valentini, Presidente della Compagnia delle Opere Marche Sud, “non c’è bisogno di un

correttivo che dall’esterno imponga delle regole, ma di una esperienza umana vera in cui l’aspetto più

caratterizzante è il desiderio che nell’intrapresa trova la sua naturale espressione”

di A. Monticelli

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Presidente, qual è oggi il ruolo della Compagnia delle Opere?

“La Compagnia delle Ope-re parte nella sua azione da un’esperienza dell’umano che riconosce nella singola persona un valore unico ed ir-ripetibile. Il desiderio dell’uo-mo crea l’opera che diventa segno espressivo di questa unicità e bene sociale per tut-ti. In questa responsabilità della costruzione si esprime la dignità dell’umano e la CdO è un luogo in cui il desiderio del singolo viene sostenuto, non riducendolo o parzializ-zandolo, passando attraver-so la contingenza dei bisogni specifici dell’impresa e aiu-tando pertanto la crescita di una responsabilità personale. Tale sostegno si realizza met-tendo in comune, attraverso la dinamica della rete, le ec-cellenze di ciascuno, sia nella cultura d’impresa che negli aspetti tecnici e gestionali. Per il contesto in cui operia-mo, questo approccio trova riscontro in quanto va da una parte a valorizzare un aspetto della tradizione, che in pas-sato ha reso possibile lo svi-luppo dei distretti produttivi della regione e che oggi ha bisogno di essere riproposto come esperienza presente e non facente parte di un pas-sato, dall’altra va ad incidere su un elemento strategico che permette di sostenere oggi la competizione globale”.

E i servizi realizzati per le aziende?“Sul tema dei servizi per noi è determinante una visione sussidiaria in quanto anche a livello associativo potreb-be esprimersi una concezio-ne statalistica che anche in questo campo si è rilevata fallimentare. Nella CdO non esiste l’impostazione della creazione e gestione di un centro servizi interno che ri-sponde a tutti i bisogni degli

associati. Al contrario, la no-stra impostazione è centrata sul riconoscimento che la pri-ma risorsa è il socio stesso e quindi la prima responsabilità è quella di far crescere una rete in cui questa ricchezza possa essere fruita da tutti. Nella rete si valorizzano delle eccellenze che hanno dimo-strato sul campo del merca-to di poter dare una risposta adeguata alle necessità delle imprese. Anche tutta l’espe-rienza di assistenza finan-ziaria alle imprese, sia sotto il profilo dell’accesso al cre-dito che della consulenza fi-nanziaria, ha portato 15 anni fa alla creazione del gruppo Cosvim da parte di alcuni im-prenditori che ogni giorno si sottopongono al giudizio del mercato, divenendo per que-sto punto di riferimento delle imprese e quindi anche della Compagnia delle Opere. Na-turalmente fa parte integran-te e sostanziale della qualità del servizio una impostazione culturale che non tende a so-stituirsi all’imprenditore, ben-sì a dargli tutti gli strumenti perché possa essere sempre più protagonista della sua re-sponsabilità”.

Ci vuole parlare di qualche progetto per le Marche?“I progetti più importanti del-la CdO nel nostro territorio riguardano in particolare tre aspetti: lo sviluppo delle reti, lo sviluppo di una nuova cul-tura di impresa, lo sviluppo di strumenti di supporto alla finanza aziendale”.

Partiamo dallo sviluppo delle reti.“Oggi è un tema decisivo per le nostre imprese e su questo verte gran parte del lavoro associativo, i cui strumenti principali sono il Matching, il Matching estero, l’Expandere with matching e le Commis-sioni di filiera. Il Matching si svolge ogni anno alla Fiera

di Milano alla fine di novem-bre e vede la partecipazione di 2.500 imprese. Il Matching estero si tiene ogni anno in un Paese particolarmente stra-tegico per lo sviluppo delle nostre imprese (nel 2011 si è tenuto in Russia), l’Expande-re with matching, anch’esso a cadenza annuale, si svolge ai primi di aprile all’Abbazia di Fiastra e vede la partecipa-zione di imprese marchigiane e di altre regioni, mentre le Commissioni di filiera duran-te l’anno svolgono un lavoro di scambio di opportunità e conoscenze tra aziende dello stesso settore”.

Per quanto riguarda lo svi-luppo della cultura di impre-sa?“A questo proposito lo stru-mento principale è la Scuola d’Impresa, che propone per-corsi formativi durante l’anno, a cui associamo work shop informativi e formativi di ag-giornamento”.

Infine, gli aspetti finanziari.“Si tratta di un settore che oggi sta incontrando difficol-tà sempre maggiori. Il nostro soggetto professionale di rife-rimento è il Cosvim, che ga-rantisce l’accesso al credito attraverso il confidi ed altri strumenti di sostegno agli start-up e al microcredito, nonché il miglioramento della gestione finanziaria attraver-so l’introduzione di strumenti di controllo e pianificazione che permettono all’imprendi-tore di migliorare la sua capa-cità di gestione”.

Etica e impresa: che rapporto c’è? “Per quanto riguarda il rap-porto tra etica ed impresa la nostra origine ci aiuta ad usci-re da un possibile equivoco che è frequentemente riscon-trabile in dibattiti sul tema. Normalmente l’etica viene presentata come correttivo

di una naturale malvagità o ingiustizia che esiste nel fare impresa. Non è questa la no-stra impostazione in quanto l’esperienza da cui si origina la CdO mostra che nella na-tura dell’uomo, se vissuta in-tegralmente, c’è la possibilità dell’unità di una posizione che tiene insieme tutto all’origine. Ciò di cui c’è bisogno pertan-to non è di un correttivo che dall’esterno imponga delle regole, ma di una esperienza umana vera in cui l’aspetto più caratterizzante è il desi-derio che nell’intrapresa trova la sua naturale espressione. La Compagnia delle Opere è un luogo, come dicevo all’ini-zio, in cui il desiderio dell’uo-mo viene sostenuto e la testi-monianza reciproca segna un percorso umano tangibilmen-te verificabile nel modo di fare impresa. Potrei concludere dicendo che oggi la vera que-stione non è l’etica, ma l’an-tropologia”.

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Presidente Formica, secondo Lei etica e impresa rappresentano due mondi così distanti come molti sostengono?

“Mi pare che oggi quello dell’etica sia un tema che va di moda …”.

Come di moda?“E’ piuttosto ricorrente. Attorno al concetto di etica avverto un certo abuso. Si vede che dà visibilità. Per cui prima di risponderle dobbia-mo chiarire cosa si debba intendere per etica”.

Mi piacerebbe sentire la Sua definizione di etica, anche in riferimento ai ruoli istituzio-nali che ricopre (Confindustria di Rimini, Ae-roporto Federico Fellini, Fiera delle Marche, ndr) e al Suo vissuto di imprenditore di suc-cesso (titolare di Alfad, ndr). “Ovviamente le rispondo sulla base della mia esperienza. Secondo me, quando un impren-ditore si dedica con serietà alla sua azienda, alle persone che vi lavorano, magari preoc-cupandosi anche di talune loro vicende per-sonali, che esulano dal suo ruolo di datore di lavoro – ad esempio aiutando i collaboratori a trovare casa –, significa che è corretto anche con i propri clienti e fornitori. Ecco, io penso che egli tenga un comportamento all’insegna dell’etica. In sostanza, contano i fatti, non le chiacchiere. L’etica va valutata sul campo, non sulla base dei proclami; se la pratichi, non hai bisogno di raccontarlo: te lo riconoscono gli altri. Per questo guardo sempre con mol-ta ammirazione tutti coloro che si impegnano ogni giorno, in silenzio, ciascuno nel proprio ambito”.

Però lei mi insegna che non sempre l’etica è contraccambiata: c’è il dipendente con il qua-le non riesce ad instaurare un buon rapporto, il cliente che tarda i pagamenti, il fornitore

che a volte non è corretto …“Etica per me significa rispettare le persone e assumersi delle responsabilità. In quest’am-bito è chiaro che talvolta devi adottare deter-minate scelte per il bene dell’azienda (e quindi anche di chi lavora con essa), seppur a ma-lincuore. Non trovo incompatibili l’etica e la fermezza”.

Quanto incide l’aspetto religioso in questo tema?“Per quanto mi riguarda è una componente importante, ma mi piace vivere il mio rapporto con Dio e la mia esperienza di credente e pra-ticante in modo molto silenzioso e riservato”.

Riesce a ritagliarsi qualche momento per la famiglia?“Sono legatissimo alla mia famiglia; il tem-po purtroppo è sempre tiranno, ma cerco di impormi uno stile di vita che mi permetta di passare del tempo a casa, tra i miei affetti. I due piani, quello lavorativo e quello familiare, possono e devono essere coniugati. Poi ho la fortuna di trovare i familiari anche al lavoro …”.

I figli?“Due su tre lavorano con me: il primo ammini-stra una delle società del gruppo, mentre l’al-tro è direttore commerciale di un’altra realtà, che fa sempre capo alla famiglia”.

E il terzo?“Ha appena passato l’esame di maturità; il giorno dopo l’avevo già messo in magazzino!”.

Insomma, in Alfad si deve respirare una bella aria …“Per ora mi pare vi sia la giusta serenità. Vi lavorano oltre 150 persone, ma non ho mai avuto problemi particolari”.

“Etica? Contano i fatti, non le chiacchiere”Intervista a Mario Formica, imprenditore e manager, e nuovo Presidente della Fiera delle Marche

di G. Guidi

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Lo Statuto della Cisl mette al centro la persona, facendo leva su principi quali solidarietà e giustizia sociale. Che rapporto vi è con una concezione religiosa del lavoro?

"Al rispetto delle esigenze della persona debbono ordinarsi so-cietà e Stato", recita tra l'altro lo Statuto della Cisl. La perso-na vista non come un individuo isolato: "la personalità umana si svolge naturalmente attraverso l'appartenenza ad una se-rie di comunità sociali"; "le condizioni dell’economia debbono permettere lo sviluppo della personalità umana attraverso la giusta soddisfazione dei suoi bisogni materiali, intellettuali e morali (…)". La Cisl, indipendente da influenze esterne e au-tonoma da governi e partiti, aconfessionale e aperta a lavora-tori di ogni provenienza religiosa, etnica, politica e culturale, considera il lavoro come una delle espressioni massime della persona umana, e come tale sovraordinato al capitale. Certa-mente la dimensione religiosa del lavoro, vissuto come parte-cipazione ad un progetto trascendente, come elevazione non solo materiale ma anche morale e spirituale dell’uomo, come mezzo per creare solidarietà e giustizia sociale, trova un’eco, anche se non esclusiva, nella concezione della Cisl. Tra l’altro, la centralità della persona che si sviluppa in comunità, l’impor-tanza data al lavoro dell'uomo nella visione Cisl, sono temi che traggono ricca ispirazione anche dalla dottrina sociale della Chiesa”.

Come si può manifestare l’etica nei rapporti di lavoro?“Il lavoro è una componente importantissima della vita dell’uo-

mo, intimamente connesso all’espressione della sua dignità. La dimensione etica quindi è naturalmente associabile al la-voro, che è fonte di sostentamento, ma anche di relazionalità, di crescita umana e professionale, di identità, di appartenenza, di partecipazione alla vita sociale e alla costruzione del benes-sere comune. Basti pensare alla Costituzione italiana, che sul lavoro fonda la nostra Repubblica e che in vari ed intensi arti-coli indica le attenzioni che vanno riconosciute al lavoro, alle persone che lavorano, alla loro possibilità di associarsi per tutelarsi. Il rispetto per la persona e per la sua dignità è la chiave perché si instaurino dei rapporti di lavoro che, pur non ignorando i problemi, evolvano in senso partecipativo-coopera-tivo, superando forme di paternalismo e di contrapposizione a prescindere. Il rispetto per la persona e per la sua dignità è la chiave per evitare che momenti di grave difficoltà e di crisi in una realtà lavorativa possano causare traumi personali e so-ciali ancora più gravi; l’esigenza di rispetto per le persone e per la loro dignità è la chiave perché in questa fase, ad esempio, siano approntate misure urgenti per favorire e promuovere la creazione di nuove opportunità di accesso al lavoro”.

Imprenditorialità ed etica: due mondi inconciliabili?“Al contrario, credo che la libera creatività imprenditoriale ab-bia comunque bisogno di un fondamento etico, sia in termini individuali che nel senso di risultato di un processo colletti-vo. Oggi, con i mercati di riferimento di molte imprese sempre più globali, spesso produrre profitto non equivale a produrre

“In molte imprese si avverte un nuovo approccio, condivisibile”Per il Segretario regionale della Cisl, Stefano Mastrovincenzo, “serve un ascolto delle diversità, perché solo nella sintesi c’è la possibilità di rispettare la realtà”

di P. Duranti

“La libera creatività imprenditoriale ha comunque

bisogno di un fondamento etico, sia in termini individuali

che nel senso di risultato di un processo collettivo”

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anche benessere diffuso. La maggiore mobilità del capitale porta troppo spesso gli azionisti di un’impresa a sentirsi meno responsabili ai propri obblighi sociali e verso i territori in cui l’impresa opera. Fortunatamente nella realtà delle imprese, per necessità quando non per convinzione, avanzano anche approcci diversi; possono prevalere la condivisione degli obiet-tivi, la partecipazione dei lavoratori, la reciprocità tra persone con ruoli diversi, la cooperazione che massimizza l’efficienza. È un’ impostazione che va condivisa e diffusa: la responsabilità sociale d’impresa non rappresenta un ostacolo agli obiettivi di profitto aziendale: anzi, sono convinto che possa contribuire ad un miglior benessere organizzativo e alla qualità del rapporto con il territorio”.

In un momento molto difficile per il lavoro, anche nelle Mar-che, quanto è importante ispirarsi a certi valori, soprattutto da parte di chi come Voi ha un ruolo sociale importantissimo?“Questi riferimenti sono fondamentali; in primo luogo sul pia-

no personale come sindacalisti, per mantenere viva la voglia di incontrare uomini e donne del lavoro, cercando di “tenere insieme” le loro aspirazioni e le loro intelligenze. La grande complessità odierna richiede pazienza, conoscenza, adattabi-lità, accoglienza. Serve un ascolto delle diversità, perché solo nella sintesi c’è la possibilità di rispettare, in qualche modo, la realtà. In secondo luogo credo che questa impostazio-ne rappresenti l’unico approccio realmente costruttivo per le nostre comunità. I problemi dell’occupazione, delle crescenti vulnerabilità sociali, delle nuove prospettive del nostro svilup-po, dell’aggiornamento del nostro sistema di welfare potran-no essere affrontati solo se ognuno, a partire da chi ha ruoli istituzionali e politiche, sociali ed imprenditoriali, assumerà in prima persona l’etica della responsabilità, capace di valorizza-re le varie ispirazioni, aperta ad ogni intelligente compromes-so, capace di valutare un’azione non solo per quello che è, ma anche per le sue conseguenze, per gli effetti che essa potrà produrre”.

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Il Pontefice viene per celebrare l’Eucarestia: la consacra-zione della pratica religiosa dell’ultima cena di Gesù Cristo, ripetizione del rito del pane, del vino e del calice, il Sacra-

mento istituito da Gesù prima della Passione, in cui si ripropo-ne la comunione e la manifestazione rituale della sua unione con Dio.Il fermento in città è tangibile, nonostante le preoccupazioni per l’attuale situazione economica e sociale coinvolgano buona parte della cittadinanza. È come se, di fronte a questo even-to epocale si sia deciso di accantonare momentaneamente i problemi per fare spazio alle celebrazioni, anche se spesso, per quanto riguarda le difficoltà sociali, in molti si trovano a percepire una sorta di distanza tra il mondo ecclesiastico e quello lavorativo. Certamente il primo ha a cuore il benessere del secondo ed è moralmente vicino alle famiglie, ma esiste un impegno e una diversità di ruoli non indifferente. Da un lato ci sono gli ecclesiasti (preti, suore, frati) e dall’altro gli operatori economici (imprenditori, professionisti, manager, lavoratori in genere). Senz’altro chi sviluppa imprese, chi crea reddito, chi crea la-voro, chi crea ricchezza, chi con coraggio combatte quotidia-namente contro le difficoltà della gestione e della creazione di valore, della crescita del reddito e conseguentemente della ricchezza è impegnato in modo concreto, tangibile nel gene-

Laici e cattolici: l’incontroIl Congresso Eucaristico ad Ancona. La città, le autorità civili e religiose, si sono organizzati al meglio, anche per la giornata conclusiva, che vede un Ospite d’eccezione: il Papa

di F. Guidi

Flavio Guidi

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rare tranquillità e appagamento. È corretto affermare, quindi, che non solo la devozione, ma anche la crescita economica, culturale e del tempo disponibile finisce per arricchire lo spiri-to e conseguentemente per aumentare il benessere individuale e collettivo.Michael Novak - medaglia d’oro al Merito della cultura cattoli-ca, titolare della cattedra di “Religione e Pubblic Policy” pres-so l’American Entreprise Institute di Washington” - sostiene che il vero messaggio evangelico consiste nel favorire il bene comune e che esso si realizza attraverso l’intraprendenza. E’ attraverso la pratica e con la diffusione di spirito di operosi-tà e imprenditorialità che si può combattere la povertà, fonte di ignoranza, disagio economico, sociale, psicologico, fonte di rabbia, di aggressività, di scontro e di aberrazioni, di deviazioni, di emarginazione individuale e sociale. Una visione, quella di Novak, che conferma quanto questi due mondi (ecclesiastico e imprenditoriale) possano e debbano camminare parallela-mente. Le conoscenze acquisite ad oggi ci dicono che per “benesse-re” dovrebbe intendersi liberazione dai condizionamenti pri-mari (fame, sete, deficienze fisiche e psichiche), dalla paura e dall’insicurezza. La tranquillità economica porta alla tranquilli-tà personale familiare e sociale. Il benessere crea serenità psi-cologica, riduce l’aggressività, predispone alla comprensione e

riduce i conflitti sociali, razziali, religiosi e ideologici, conduce alla tolleranza, al bene e all’amore. È auspicabile e doveroso, vista l’evidente gravità dell’attuale congiuntura, che ognuno, a modo suo, con i suoi mezzi e il potere in suo possesso, si impegni in modo più diretto per favorire la crescita sociale ed economica. Ridare libertà e dignità alle persone tutelando il loro posto di lavoro e il loro potere d’acquisto significa anche tutelarne la libertà, la dignità, la serenità personale e famiglia-re. All’allontanamento tra il mondo laico e quello cattolico si può rispondere con una maggiore sinergia, un nuovo dialogo, un confronto aperto tra tutti gli attori sociali, che veda coinvolti, ognuno nel suo ambito, i protagonisti della vita spirituale, eco-nomica, culturale e politica. Ricordiamo che è il connubio intelligenza/anima che porta alla crescita e all’evoluzione del pensiero e del concetto della funzione esistenziale. E’ attraverso la ricerca dell’unione dello spirito con il corpo che si realizzano la crescita e il distacco. Penso che nei processi di cambiamento e di ammodernamento delle missioni dei sub sistemi sociali, anche la Chiesa dovreb-be meditare sull’importanza di svolgere un ruolo imprendito-riale o di implementazione più attivo: in altre parole, diventare protagonista dello sviluppo sociale, culturale ed economico.

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La mamma di Carlo Urbani, Maria Sca-glione, ha dichiarato: “La nomina di Mauro Ragaini è la conferma della sti-

ma nei suoi confronti da parte mia e di tutto il Consiglio AICU, oltre che il riconoscimento per l’impegno che ha sempre profuso seguen-do e contribuendo al cammino dell’Associa-zione con interesse, professionalità e affetto verso Carlo”.

Dottore, parole dense di significato. A quando risale questa vicinanza con l’Associazione?“Carlo ed io siamo nati a pochi metri di di-stanza, nel centro storico di Castelplanio. Lui due anni più grande di me, per molto tempo abbiamo condiviso lo stesso gruppo di amici, facendo assieme importanti esperienze di vo-lontariato. Lui era un po’ la guida, l’ispiratore del gruppo di solidarietà che si era costituito in paese”.

Poi l’esperienza politica …“Esperienza bellissima. Mentre io ero vicesin-daco, lui faceva il consigliere di opposizione. Parliamo del periodo che va dall’80 all’85. Ma la politica non ha mai scalfito la profonda ami-cizia che durava già da molto tempo”.

Ora la nomina a Presidente dell’Associazione, nella quale peraltro ha collaborato dalla sua costituzione, essendone anche cofondatore.“Nel primo triennio di vita della Onlus ho rico-perto la carica di tesoriere e segretario, men-tre nel mandato precedente ero il vicepresi-dente”.

Quali sono le attività dell'Associazione?“Grazie alle donazioni, sia di privati che di aziende, finanziamo progetti sanitari in va-

rie parti del mondo in partenariato con al-tre organizzazioni, sia italiane che straniere. Quello che mi preme sottolineare è la cura e l’attenzione con la quale scegliamo i nostri interlocutori: devono avere solide referenze e un’indiscussa capacità di rendicontazione. E’ un aspetto delicatissimo in questo contesto, perché è forte il rischio di lavorare a fianco di persone poco limpide oppure armate di molto entusiasmo e basta”.

Solitamente chi sono questi enti?“Si può trattare di missioni che gestiscono ospedali oppure di enti che si sono guadagnati la fiducia dell’Organizzazione Mondiale della Sanità”.

Quindi l’Associazione vive soltanto grazie alla generosità della collettività. Niente contributi pubblici?“Neppure un centesimo”.

Presidente, sbaglio o Carlo Urbani è un per-sonaggio più conosciuto fuori regione che nelle Marche? E non è così anche per l’Asso-ciazione?“Condivido questa sensazione. Per questo abbiamo pensato di intraprendere iniziative dirette a far conoscere meglio nel territorio regionale l’Associazione e le attività che essa porta avanti. Penso ad incontri pubblici, a for-me di collaborazione con i Comuni, le Univer-sità, le scuole … Soprattutto, direi che dovrem-mo divulgare con più forza gli ideali di Carlo: tutelare il diritto alla salute per tutti, il che si traduce nella disponibilità di strutture sanita-rie adeguate e di farmaci anche nelle aree più povere del Pianeta”.

“Mi chiedo cosa restituire,in cambio di quanto ricevo”

Carlo Urbani, da una lettera ad un amico – 6 maggio 2001

Ad oltre otto anni dalla morte del medico marchigiano scopritore della SARS, continua l’attività dell’Associazione che porta il suo nome. Per saperne di più abbiamo intervistato un suo amico d’infanzia, oggi neo-Presidente dell’ente: Mauro Ragaini

Mauro Ragaini

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Il sostegno all’AICUColoro che sono interessati a sostenere l’AICU possono farlo mandando un contributo attraverso il bollettino

di c.c.p. Il numero del conto è 47249503, intestato all’Associazione Italiana Carlo Urbani – A.I.C.U.

O.N.L.U.S. Piazza Mazzini, 1 – 60031 Castelplanio (An)

Un breve profilo di Carlo Urbani(Tratto dal sito dell’Associazione - a cura di Pierluigi Fiorini)

Carlo Urbani nasce a Castelplanio (An) il 19 ottobre 1956. Già da giovane si dedica ai più bisognosi ed è una presen-za costante in ambito parrocchiale: collabora a raccoglie-

re le medicine per Mani Tese, promuove un gruppo di solidarietà che organizza vacanze per i disabili, entra a far parte del Con-siglio Pastorale Parrocchiale, suona inoltre l'organo e anima i canti. Il desiderio di prendersi cura delle persone sofferenti lo porta a scegliere gli studi di Medicina e la specializzazione in malattie infettive. Dopo la laurea, lavora in un primo tempo come medico di base, poi diviene aiuto nel reparto di malattie infettive dell'Ospedale di Macerata, dove rimane 10 anni. Nel frattempo sposa Giuliana Chiorrini; insieme avranno tre figli: Tommaso, Luca e Maddalena. Sono gli anni in cui Carlo comincia a sentire più forte il richiamo ad assistere i malati dimenticati, trascura-ti dai Paesi opulenti, dai giochi di potere, dagli interessi delle case farmaceutiche. Con altri medici organizza, dal 1988-89, dei viaggi in Africa centrale, per portare aiuto ai villaggi meno raggiungibili. Ancora una volta la sua comunità parrocchiale lo accompagna e lo sostiene con un ponte di aiuti alla Mauritania.La conoscenza diretta della realtà africana gli rivela con chia-rezza che le cause di morte delle popolazioni del Terzo Mondo sono troppo spesso malattie curabili - diarrea, crisi respiratorie - per le quali mancano i farmaci che nessuno ha interesse a far giungere a un mercato così povero. Questa realtà lo coinvolge al punto che decide di lasciare l'ospedale, quando ormai ha la possibilità di diventare primario.

Nel 1996 entra a far parte dell'organizzazione Medici Senza Frontiere e parte insieme alla sua famiglia per la Cambogia, dove si impegna in un progetto per il controllo della schistoso-miasi, una malattia parassitaria intestinale. Anche qui rileva le forti ragioni sociali ed economiche del diffondersi delle malattie e della mancanza di cure: si muore di diarrea e di Aids, ma i farmaci per curare l’infezione e le complicanze sono introvabili. Nella sua veste di consulente dell'Organizzazione Mondiale del-la Sanità per le malattie parassitarie ha l'opportunità di ribadire ulteriormente che la causa primaria del diffondersi delle ma-lattie è la povertà. Nell'aprile del 1999 viene eletto presidente di Msf Italia. In questa veste partecipa alla delegazione che ritira il premio Nobel per la pace assegnato all’organizzazione. Dopo la Cambogia, il suo impegno lo porta nel Laos, e quindi in Vietnam. Nelle ultime settimane di vita si dedica con coraggio alla cura e alle ricerche sulla Sars, la terribile malattia respiratoria che mi-naccia il mondo intero. E’ perfettamente conscio dei rischi che corre; tuttavia, parlandone con la moglie, osserva: "Non dobbia-mo essere egoisti, io devo pensare agli altri". All'inizio di marzo si reca a Bangkok per un convegno, nulla lascia intuire che ab-bia contratto il contagio. Dopo l'arrivo i sintomi si manifestano con forza e Carlo, tra i primi a occuparsi della malattia, capisce benissimo la propria situazione. Ricoverato in ospedale a Ban-gkok avverte la moglie di far tornare in Italia i figli. L’amore per il prossimo che lo ha accompagnato tutta la vita, lo fa rinunciare anche all'ultimo abbraccio per evitare ogni possibilità di conta-gio. La moglie gli resta vicina, ma nessun incontro diretto è più possibile. Dopo aver ricevuto i sacramenti, Carlo Urbani muore il 29 marzo 2003.

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SPECIALE: CONGRESSO EUCARISTICO

Fonte: Istat (a cura di Sabrina Stoppiello)

Le Marche, quindi, si collocano al quinto posto a livello nazionale, e al terzo nel Centro Italia, ma ad un soffio rispetto a Toscana ed Umbria.

Marche, una regione di volontari

Secondo il primo (e unico) censimento dell’universo del Terzo Settore, realiz-

zato dall’Istat nel 1999, risul-ta che le istituzioni non profit attive in Italia erano 221.412, oltre la metà delle quali (51,1 per cento) operanti al Nord, il 21,2 per cento al Centro e il

27,7 per cento nel Mezzogior-no. Rispetto a 12 anni fa mol-te cose sono indubbiamente cambiate; riteniamo peraltro utile riportare alcuni dati che, se nel frattempo possono risultare superati, testimo-niano comunque il grado di sensibilità di un territorio nei

confronti di temi quali la so-lidarietà, il volontariato (sia religioso che laico), lo sport dilettantistico, la promozio-ne della cultura e dell’arte. Da questi numeri emerge un quadro gratificante per la nostra regione (si veda la Ta-bella I): se a livello nazionale

in media vi sono 38,4 enti non profit ogni 10.000 abitanti, e nel Centro Italia 42,3, l’asso-ciazionismo marchigiano se-gna un bel 51,2 per cento (con 7mila e cinquecento enti).

SPECIALE

Marche, una regione di volontari

Secondo il primo (e unico) censimento dell’universo del Terzo Settore, realizzato dall’Istat nel

1999, risulta che le istituzioni non profit attive in Italia erano 221.412, oltre la metà delle quali (51,1

per cento) operanti al Nord, il 21,2 per cento al Centro e il 27,7 per cento nel Mezzogiorno. Rispetto

a 12 anni fa molte cose sono indubbiamente cambiate; riteniamo peraltro utile riportare alcuni dati

che, se nel frattempo possono risultare superati, testimoniano comunque il grado di sensibilità di un

territorio nei confronti di temi quali la solidarietà, il volontariato (sia religioso che laico), lo sport

dilettantistico, la promozione della cultura e dell’arte. Da questi numeri emerge un quadro

gratificante per la nostra regione (si veda la Tabella I): se a livello nazionale in media vi sono 38,4

enti non profit ogni 10.000 abitanti, e nel Centro Italia 42,3, l’associazionismo marchigiano segna

un bel 51,2 per cento (con 7mila e cinquecento enti).

Tabella I – Istituzioni per regione

REGIONI ISTITUZIONI ISTITUZIONI per

1.000 ABITANTIDATI ASSOLUTI %

Piemonte 18.700 8,4 43,6

Valle d’Aosta 833 0,4 69,2

Lombardia 31.120 14,1 34,2

Trentino-Alto Adige 8.308 3,8 88,7

Veneto 21.092 9,5 46,7

Friuli-Venezia Giulia 6.119 2,8 51,6

Liguria 7.841 3,5 48,2

Emilia-Romagna 19.160 8,7 48,1

Toscana 18.021 8,1 51,0

Umbria 4.347 2,0 52,0

Marche 7.476 3,4 51,2

Lazio 17.122 7,7 32,5

Abruzzo 5.841 2,6 45,7

Molise 1.021 0,5 31,1

Campania 11.411 5,2 19,7

Puglia 12.035 5,4 29,5

Basilicata 1.271 0,6 21,0

Calabria 5.300 2,4 25,8

Sicilia 16.524 7,5 32,5

Sardegna 7.870 3,6 47,6

ITALIA 221.412 100,0 38,4

NORD 113.173 51,1 44,0

CENTRO 46.966 21,2 42,3

MEZZOGIORNO 61.273 27,7 29,4

Fonte: Istat (a cura di Sabrina Stoppiello)

Le Marche, quindi, si collocano al quinto posto a livello nazionale, e al terzo nel Centro Italia, ma

ad un soffio rispetto a Toscana ed Umbria.

Tabella I – Istituzioni per regione

SPECIALE: CONGRESSO EUCARISTICO

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All'apparenza può sembrare una contraddizione in ter-mini, ma non lo è. Si chiama “carestia verde” e sta ad indicare il dramma che vivono milioni di persone nelle

aree agricole del Sud dell'Etiopia, dove CVM (Comunità Volon-tari per il Mondo) da tempo opera con l'obiettivo di contrastare tale costante minaccia, tanto più subdola e ingannevole quan-to visivamente nascosta, almeno al primo sguardo, su un ter-ritorio che non richiama subito i concetti di siccità e aridità. “È tutto molto verde, – scrive Anna Rubert, ingegnere e coor-dinatrice di CVM in Etiopia - ma la pioggia di inizio primavera quest’anno non c’è stata e non sono maturati i tuberi, come la patata dolce, di cui normalmente la popolazione si sfama fino all’autunno, quando finalmente si raccoglie il mais, grazie alle piogge estive. Ora le precipitazioni sono meno abbondanti del solito e non c’è abbastanza cibo per aspettare i raccolti. L’alta densità di popolazione del Wolayita (zona nel Sud dell’Etiopia, dove CVM opera) non permette alle famiglie di mettere da par-te abbastanza mais per tutto l’anno; una piccola alterazione al ciclo di piogge ed ecco la carestia.”

• In tale contesto, CVM collabora anche con le Diocesi lì pre-senti da anni e partner preferenziali, sia per la condivisione di valori, sia per il comune forte radicamento e la conoscenza del territorio. Una missione ed un impegno condivisi, tanto più in questo momento, in cui il verde dell’altopiano nasconde la terribile verità di raccolti che non sono arrivati a maturazione.

• CVM punta all’auto-sviluppo delle comunità beneficiarie. Ciò avviene attraverso la partecipazione attiva ad ogni fase del pro-getto, dalla formazione sul corretto utilizzo della risorsa idrica e sulle basilari norme igienico-sanitarie, fino alla realizzazio-

ne della struttura realizzata dagli stessi beneficiari, tra i quali vengono formati manutentori e gestori. Solo così si può costruire uno sviluppo reale e duraturo.

• Questa è l’attuale situazione in diverse aree dell’Etiopia, dove, a dispetto delle risorse economiche sempre più scarse, CVM si sta impegnando nel 2011 a realizzare la protezione di 18 sorgenti, costruire 4 grossi acquedotti, scavare 5 nuovi pozzi e mantenerne altri 15 dismessi, promuovendo orti e cooperative di donne per garantire la sicurezza alimentare, nonché l'im-pianto di 325 latrine. Verranno raggiunte circa 40.000 persone localizzate in aree rurali poco servite da altri interventi. Si tratta però di un risultato che potrà essere raggiunto ed emulato nel prossimo anno, solamente con l’appoggio di tanti soggetti che condividono questo impegno.

• Una delle modalità per sostenere il nostro lavoro è quella di aderire alla nostra campagna “La Solidarietà fa Miracoli: tra-sforma il vino in acqua”: acquistando una confezione regalo di 2 bottiglie di ottimo vino marchigiano o abruzzese si può forni-re di acqua una persona in Etiopia.

• Coloro che volessero aderire possono inviare il loro sostegno indicando la causale “ACQUA - ETIOPIA”:cc bancario n. 112.866 - IBAN : IT51B0501802800000000112866 - Banca Popolare Etica SCARL - Filiale di Firenze, via dell'Agno-lo n.73/r 50122 Firenzesu cc postale n. 1116.8622 – Intestato a Comunità Volontari per il Mondo, Piazza Santa Maria, 4 – 60121 AnconaPer maggiori informazioni e dettagli tel. 0734.674832 – e-mail [email protected] – sito www.cvm.an.it)

Portatori d’AcquaIl lavoro di Comunità Volontari per il Mondo con le popolazioni etiopi, colpite dalla terribile siccità del Corno d’Africa

di S. Accattoli

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DOSSIER: DISTRETTI

SIAMO CIÒ CHE FACCIAMO

R I P E T U TA M E N T E

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Ari

stot

ele

M A U N ’ A B I T U D I N EL’ECCELLENZA NON È UN’AZIONE

Quando lavorate siete un flautoattraverso il quale il sussurro del tempo si trasforma in musica.Chi di voi vorrebbe essere una canna silenziosa e mutaquando tutte le altre cantano all’unisono?Sempre vi è stato detto che il lavoro è una maledizione e la fatica una sventura.Ma io vi dico che quando lavorate esaudite una parte del sogno più remoto della terra,che vi fu dato in sorte quando il sogno stesso ebbe origine.Vivendo delle vostre fatiche,voi amate in verità la vita.E amare la vita attraverso la fatica è comprenderne il segreto più profondo”. ( Jibran Khalil Jibran)

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Sarebbe bello poter iniziare il dossier sui distretti indu-striali con un contributo musicale: l’Inno delle Marche. Sì perché le Marche sono l’unica regione in Italia che,

oltre a riconoscersi nell’immortale Inno di Mameli, si ritrova anche nel componimento creato ad hoc da un artista locale, il Maestro Allevi, che celebra con le sue note lo spirito, il cuore, l’essenza della terra del picchio. In questa regione la creativi-tà, l’ingegno, l’originalità sono nel DNA degli abitanti e questa peculiarità si riflette in tutto ciò che essi fanno. Passeggian-do per gli antichi borghi o attraversando in auto le moderne zone industriali, si coglie una crescita economica che pian piano ha interessato tutta la regione, modificandone la fisio-nomia urbana. La continuità del lavoro degli antichi artigiani, che nelle loro botteghe, lavorando il legno, cucendo le pelli, intrecciando la paglia, costruendo strumenti musicali, si sono nel tempo specializzati in uno specifico ambito è premiata dal riconoscimento, in molti casi anche a livello mondiale, del va-lore e dell’eccellenza delle creazioni. Intorno ai diversi centri produttivi sono sorti veri e propri indotti, in cui la crescita pro-duttiva è andata di pari passo con lo sviluppo sociale, culturale e turistico. I distretti, infatti, nonostante le difficoltà che hanno attraversato e stanno attraversando, hanno dimostrato sem-pre di più di essere un volano non solo per l’economia locale, ma anche per lo sviluppo culturale delle zone di riferimento. È proprio vero, dalla buona terra nascono i buoni frutti e le buo-ne idee. Le Marche, in questo senso, offrono molti spunti per quella che la Psicologia Industriale e delle’organizzazioni ha ribattezzato come “Biodata”. Come dire, dimmi da dove vieni e capirò come sei…

I distretti industriali nelle Marche“Un prodotto d’eccellenza, può nascere solo in un contesto d’eccellenza”

DOSSIER: DISTRETTI

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I DISTRETTI NEL DETTAGLIO

Ascoli Piceno

Urbino

MacerataFabriano

Ancona

Fermo

Distretto Industriale Plurisettoriale di Recanati, Osimo, Castelfidardo

Distretto Tessile-Abbigliamento di Urbania, Sant’Angelo In Vado, Pergola, Sassocorvaro, Mondolfo

Distretto del Legno e Mobili di Pesaro, Fossombrone, Piandimeleto

Distretto della Meccanica Fabrianese

Distretto Pelli, Cuoio e Calzature di Civitanova Marche

Distretto delle Calzature di Fermo

Distretto Agro-industriale di San Benedetto del Tronto

DOSSIER: DISTRETTI

Pesaro

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Distretto Industriale Plurisettoriale di Recanati - Osimo -

CastelfidardoIl Distretto comprende 14 Co-muni delle province di Ancona e Macerata: Camerano, Ca-stelfidardo, Filottrano, Loreto, Montecassiano, Montefano, Montelupone, Numana, Offa-gna, Osimo, Porto Recanati, Recanati, Santa Maria Nuova, Sirolo. La caratteristica sa-liente del Distretto e uno dei suoi fattori di maggior forza è la natura plurisettoriale delle produzioni e la flessibilità di sistema. Il distretto pluriset-toriale offre: illuminotecnica, fotovoltaico, telecomunica-zioni avanzate, giocattoli in-telligenti, strumenti musicali, lavorazioni metalli e pietre preziose, articoli da regalo, articoli religiosi, apparecchia-ture elettroniche e compo-nentistica, materie plastiche, circuiti stampati abbiglia-mento, turismo. Elemento

peculiare del sistema produt-tivo locale è la prevalenza di produzioni di semilavorati e componenti eseguite in conto terzi. Si segnala la presenza nell’area di specifiche strut-ture per la ricerca e sviluppo, orientate soprattutto ad inno-vazioni di processo. Il distretto conta 139 imprese (2009), con circa 700 addetti.

Distretto Tessile-Abbiglia-mento di Urbania - Sant’An-gelo In Vado - Pergola - Sas-socorvaro – MondolfoIl Distretto si estende nel pe-sarese nei comuni montani di Urbania e S.Angelo in Vado e lungo tutta la valle del Cesa-no, tra Pergola e Mondolfo, per poi sconfinare nella zona di Ostra in provincia di An-cona. Il Distretto può esse-re definito come una “jeans valley”. Nel Distretto operano imprenditori terzisti che lavo-rano su commessa per mar-che come Moschino, Swish,

Coveri, Trussardi, Avirex, Be-netton, ecc. Nononostante le crisi, il tessile-abbigliamento di Urbania mantiene una no-tevole valenza economica. Negli anni si è adattato alle nuove sfide, interpretando al meglio le mutevoli tendenze della moda. Le aziende del distretto formano una vera e propria catena di montag-gio del jeans. Accanto alle aziende direttamente impe-gnate nella produzione dei capi d’abbigliamento, altre si occupano di ricerca e proget-tazione, dell’informatizzazio-ne, dei macchinari. Il distretto conta 516 imprese (2009) con circa 3500 addetti.

Distretto del Legno e Mobili di Pesaro - Fossombrone – PiandimeletoDal punto di vista territoria-le, il Distretto è composto da 30 comuni appartenenti alla provincia di Pesaro-Urbino: Belforte all’Isauro, Carpegna,

Cartoceto, Colbordolo, Fano, Fermignano, Fossombro-ne, Frontino, Isola del Piano, Lunano, Mercatino Conca, Lombaroccio, Montecalvo in Foglia, Monteciccardo, Mon-tefelcino Montegrimano, Montelabbate, Montemag-giore al Metauro, Pesaro, Pe-triano, Piandimeleto, Saltara, San Costanzo, Sant’Angelo in Zizzola, Sant’Ippolito, Sasso-feltrio, Serrungarina, Tavola-to, Tavullia, Urbino. Le imprese del Distretto sono specializzate nella co-struzione di mobili in legno (soggiorni e camere da letto, ecc.). Il secondo comparto per importanza è quello delle cucine, da molti autori con-siderato la specializzazione del distretto, in virtù della presenza di diverse imprese leader sui mercati nazionali e internazionali. A sostegno e complemento delle attività della filiera principale, si sono sviluppate negli anni alcune

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DOSSIER: DISTRETTI

specializzazioni produttive correlate quali il comparto mecca-nico, quello della lavorazione del vetro, così come alcuni servizi commerciali. Il distretto conta circa 700 imprese oltre 12 mila addetti.

Distretto della Meccanica FabrianeseIl Distretto comprende 16 comuni, 14 nella provincia di Ancona e due nella provincia di Macerata. I comuni interessati sono quelli di: Jesi, Monsano, Castelplanio, Castelbellino, Mer-go, Rosora, Maiolati Spontini, Monte Roberto, Sassoferrato, Genga, Serra San Quirico, San Paolo di Jesi, Fabriano, Cer-reto d’Esi, Esanatoglia e Matelica. Il Distretto è caratterizzato dalla presenza di imprese principalmente legate all’industria dell’elettrodomestico, la cui storia ha alimentato lo svilup-po di una filiera meccanica ricca di eccellenze e competenze. La produzione di elettrodomestici nel fabrianese si concentra prevalentemente in due comparti: la produzione di elettrodo-mestici bianchi (di cui sono imprese rappresentative Indesit Company e Antonio Merloni); la produzione di cappe aspiranti (Faber, Best, Elica, Tecnowind). Il distretto conta 76 imprese, con oltre 13 mila addetti.

Distretto Pelli, Cuoio e Calzature di Civitanova MarcheIl Distretto coinvolge 3 comuni della provincia di Macerata: Ci-vitanova Marche, Montecosaro, Potenza Picena. Il distretto è specializzato nella produzione di pelle, cuoio e calzature. Il prodotto di specializzazione del distretto è la calzatura, per tutte le categorie di consumatori (donna, uomo, bambino) e la produzione di tutte le componenti della scarpa. È caratterizza-to da un elevato grado di specializzazione manifatturiera, da reti locali di imprese costruite sui bassi costi di transazione, da una struttura produttiva estremamente frammentata che dà luogo ad una elevata disintegrazione verticale del processo produttivo. Esiste un limitato numero di imprese leader che de-legano fasi del processo produttivo ad un numero molto elevato di imprese conto terziste di piccole e piccolissime dimensioni. Il distretto conta oltre 1600 imprese, con circa 11 mila addetti.

Distretto delle Calzature di FermoIl distretto fermano-maceratese delle calzature si colloca tra le province di Ascoli Piceno e Macerata e rappresenta la più grande concentrazione di imprese calzaturiere nel territorio italiano. Nel distretto prevalgono tre poli produttivi diversa-mente specializzati per prodotto: l’area che circonda il comu-ne di Montegranaro, dove vengono realizzate prevalentemente calzature da uomo; la zona di Monte Urano, specializzata nella

produzione di calzature per bambino/ragazzo; il comprensorio di Civitanova Marche e Porto Sant’Elpidio, dove è particolar-mente accentuata la produzione di scarpe da donna. Il grosso dell’imprenditoria locale è formato di piccoli imprenditori che fino a pochi anni prima erano operai. Ci sono i calzaturifici con marchio proprio, quelli senza marchio e una miriade di impre-se subfornitrici che formano l’indotto. L’azienda leader della zona è la Ema di Diego Della Valle (marchi Tod’s e Hogan). Il distretto conta oltre 4400 imprese, con quasi 30 mila addetti.

Distretto del Cappello di Montappone e Massa FermanaIl Distretto si colloca sulla sommità delle colline che dall’en-troterra del Fermano fronteggiano il confine Maceratese e si estende su un territorio che comprende i comuni di Massa Fermana, Falerone, Monte Vidon Corrado, Servigliano e Mon-tappone. Il core business del Distretto risiede tra le cittadine di Montappone e Massa Fermana dove lavorano oltre l’80% delle aziende. Le attività tradizionali del distretto consistono nell’in-treccio della paglia e nella produzione e confezione di copri-capo in paglia; ad essa si è affiancata la confezione di cappelli e copricapi di qualsiasi forma e materiale, per uomo, donna e bambino. Le aziende locali si sono specializzate anche nel-la lavorazione di altri accessori per l’abbigliamento, tra i quali guanti, sciarpe e scialli nonché di articoli promozionali. Il di-stretto conta oltre 440 aziende, con circa 2200 addetti. Distretto Agro-industriale di San Benedetto del TrontoIl distretto comprende 26 Comuni della provincia Ascoli Pice-no compresi nella fascia di territorio che iniziando dalla costa adriatica si estende nell’entroterra ascolano e arriva fino ai piedi dei monti Sibillini (Acquaviva Picena, Appignano del Tron-to, Carassi, Castignano, Castorano, Colli del Tronto, Comunan-za, Cossignano, Force, Massignano, Montalto delle Marche, Monte Rinaldo, Monte Vidon, Combatte, Montedinove, Monte-fiore dell’Aso, Monteleone di Fermo, Monterubbiano, Moresco, Affida, Ortezzano, Palliano, Petritoli, Ripatransone, Rotella, San Benedetto del Tronto, Spinetoli). Le principali filiere agro-alimentari del Distretto agro-industriale di San Benedetto del Tronto sono tre: ortofrutta, lavorazione e conservazione del pesce, produzione di vini. Sviluppato è l’indotto del distretto. Sono presenti nel distretto imprese produttrici di imballaggi specifici, progettazione e costruzione di macchinari, impianti per la lavorazione, per la conservazione ed il confezionamento dei prodotti e relative attività di servizio (assistenza, manuten-zione, commercializzazione di articoli tecnici, ecc.). Il distretto conta circa 50 aziende, con 254 addetti.

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Dott. Taranzano, vuole presentarci la Federazione dei Distretti Italiani, di cui Lei è Presidente? Qual è il suo ruolo

principale? “In primo luogo la Federazione dei Distret-ti Italiani rappresenta i distretti affiliati nei rapporti con le istituzioni, sia a livello locale, sia a livello nazionale, dove spesso bussiamo per proporre idee e cercare finanziamenti. Il suo ruolo è inoltre determinante per creare progettualità condivise tra i distretti. L’aggre-gazione oggi più che mai è un’arma vincen-te. La Federazione crea progetti comuni per i suoi distretti, che vanno dall’innovazione all’export. Inoltre cerca di favorire la forma-zione delle cosiddette “reti”, cioè l’unione di più aziende all’interno di uno stesso distret-to. Una novità del nostro lavoro è che stiamo facendo un confronto sistematico tra aziende distrettuali e non. Un lavoro iniziato tre anni fa con il comparto della meccanica e che stia-mo sviluppando a tutti gli altri settori. I risul-tati dicono sempre che le aziende distrettuali stanno soffrendo di meno rispetto alle aziende non riunite in distretto. Il mio ruolo? Essendo il Presidente della Federazione devo essere il supervisore di tutto, badando che le linee ope-rative tracciate in consiglio di amministrazio-ne con i rappresentanti dei vari distretti siano

sempre seguite e rispettate”.

In che termini si traduce il vostro rapporto con Confindustria e Unioncamere?“Sono due dei soci fondamentali della Federa-zione. Confindustria da sempre, Unioncamere da qualche anno. Con loro discutiamo ogni no-stra azione. Sono fondamentali perché uno dei nostri obiettivi è di estendere il concetto di rete non solo tra le aziende, ma anche tra i soggetti con funzioni pubbliche che intendono operare al consolidamento e allo sviluppo delle stes-se”.

Quanti sono i distretti che aderiscono alla Federazione? Quanti, tra questi, sono quelli marchigiani?“Ad oggi i distretti aderenti alla Federazione sono 44. Quelli marchigiani sono due: il Di-stretto del cappello di Montappone e Massa Fermana e il Distretto delle calzature di Fer-mo”.

Cosa ci può dire rispetto a questi ultimi?“Sono due distretti che interessano il compar-to dell’abbigliamento, un settore che sta anco-ra soffrendo la recessione. La crisi la sente un po’ di meno il distretto del cappello, in quanto punta su un prodotto di qualità e di nicchia che

VALTERTARANZANO

Il Presidente della Federazione dei Distretti

Italiani: “Sono state le Pmi e quindi i distretti

a salvare l’Italia imprenditoriale dal

baratro”

Di A. Dachan

DOSSIER: DISTRETTI

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sta andando benino anche all’estero. Ecco, la chiave di volta è proprio l’export. Chi ha inve-stito in questo senso oggi sta uscendo dalla crisi, chi non l’ha fatto sta attraversando un brutto momento e spiragli di un cambio di ten-denza non se ne intravedono”.

In base alla vostra esperienza, quali sono le maggiori difficoltà che oggi affrontano i di-stretti?“Paradossalmente il problema principale re-sta quello di fare sistema, rete. Le reti, come attualmente possono essere configurate, an-che nella loro forma trans territoriale, appaio-no come lo strumento più adatto per affronta-re la globalizzazione dei mercati e per inserirsi nei circuiti di fornitura delle grandi aziende multinazionali. La rete nella nuova realtà dei mercati globali e fortemente competitivi con-sente di integrare conoscenze tecniche reci-proche e progettualità disperse tra le aziende la cui sopravvivenza può essere determinata da processi di integrazione di attività azien-dali. Tali sviluppi organizzativi creano un salto dimensionale sia economico, che tecnico per cui aziende appartenenti a territori distrettuali diversi possono creare la massa critica eco-nomica e tecnica che consente di presentarsi sui mercati come player importanti. Ci sono

però ancora aziende distrettuali che vedono l’azienda vicina come il competitor principale. Quindi, nessuna collaborazione reciproca, ma rivalità esasperata. Tutto questo è deleterio. E non porta da nessuna parte. Le aziende che continueranno a pensarla così, che non fa-ranno sistema, sono secondo me destinate a scomparire in breve tempo”.

I distretti sono ancora un volano per l’econo-mia territoriale e la promozione turistica, o il loro ruolo è stato in qualche modo ridimen-sionato dalla congettura economica interna-zionale?“Il ruolo dei distretti esce rafforzato dalla cri-si che stiamo ancora attraversando. Perché sono state proprio le Pmi e quindi i distretti a salvare l’Italia imprenditoriale dal baratro.L’Osservatorio Nazionale dei Distretti, gesti-to dalla Federazione, segnala che i distretti, o gran parte di essi, hanno risposto alla crisi riposizionandosi nei principali mercati di ri-ferimento e hanno profondamente ridefinito le proprie strategie organizzative, mostrando così chiaramente il perpetuarsi di un modello flessibile, proattivo e, per molti aspetti, ine-sauribile. È un modello a “tripla A”, ovvero “adattativo, affidabile, alternativo”, attraverso il quale le

Abbigliamento - Moda

Automazione - Meccanica

Arredo - Casa

Alimentare - Agroalimentare - Ittico

Altro

I DISTRETTI INDUSTRIALIIN ITALIA

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DOSSIER: DISTRETTI

imprese dei distretti captano i possibili mutamenti della domanda e degli orientamenti del mercato e propongo-no innovazioni di prodotto o di processo, operando attra-verso reti sempre più leggere di cooperazione a livello locale. Così stiamo uscendo dalla crisi. Così i distretti si dimostrano sempre più importanti per la nostra econo-mia imprenditoriale”.Quali sono le opportunità che dovrebbero cogliere oggi i distretti per riprendere a crescere?“Sul fronte operativo, l’export e l’innovazione, sia di pro-dotto, sia di processo, stanno facendo la differenza e la faranno ancora di più nel futuro. Mi permetto poi di ag-giungere che in questa delicata fase congiunturale è ne-cessario mettere a punto un patto banca-impresa che, con un sistema premiante in termini di valutazione del rischio e assegnazione del rating, abbia l’effetto di pro-durre comportamenti innovativi e virtuosi da parte delle Pmi: più cultura imprenditoriale, più internazionalizza-zione, più aggregazione. Un patto che provi ad incrocia-re una nuova politica del credito con un’evoluzione dei comportamenti delle piccole aziende”.

“I distretti stanno perpetuando un modello flessibile,

proattivo e, per molti aspetti, inesauribile. È un modello a

“tripla A”, ovvero “adattativo, affidabile, alternativo”,

attraverso il quale le imprese dei distretti captano i possibili

mutamenti della domanda e degli orientamenti del mercato

e propongono innovazioni di prodotto o di processo, operando attraverso reti sempre più leggere

di cooperazione a livello locale.

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I distretti sono diversi per specializzazione produttiva, per livello di integrazione verticale e struttura dimensionale

delle imprese, per mercati di riferimento e organizzazione di vendita, per grado di apertura e livello di internazionalizzazione, per capacità di produrre nuovi prodotti. E si comportano in modo diverso, anche rispetto ai processi di integrazione dei mercati mondiali: è possibile individuare almeno cinque casi diversi. La tassonomia proposta di seguito aiuta a individuare differenti modi in cui i distretti industriali hanno reagito e stanno reagendo al mutamento delle condizioni della concorrenza.

1: La delocalizzazione all’esteroIl primo caso è costituito da quei distretti nei quali è in atto un processo consistente di de-

localizzazione all’estero della produzione. Una parte non indifferente è specializzata nell’in-dustria tessile e dell’abbigliamento e si rivolge verso l’Est Europa (soprattutto Romania per la realizzazione sia di lavorazioni sia di prodot-ti finito), i paesi del Nord-Africa (soprattutto Tunisia per semilavorati) e la Cina (prodotti finiti e semifiniti), dove i salari sono bassi e si possono facilmente ridurre i costi del lavoro. Il dato su cui soffermarsi è che, in generale, il livello di competenze dei produttori esteri è aumentato in modo significativo. Tra i primi effetti della delocalizzazione sulle aree di par-tenza c’è la riduzione dell’occupazione, che in-teressa soprattutto le imprese subfornitrici. Vi sono altri effetti di natura profonda sul siste-ma sociale. Spostare la produzione all’estero, infatti, genera cambiamenti nell’organizzazio-ne del lavoro, nei rapporti tra impresa e lavo-

DOSSIER: DISTRETTI

I DISTRETTI INDUSTRIALI NELLA COMPETIZIONE INTERNAZIONALE:Cinque comportamenti diversi

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ratore nel sistema locale, nel sistema di valori, nelle relazioni tra le imprese, nelle stesse competenze presenti nel tessuto produttivo.

2- Il distretto “catturato” dal brand globaleIn anni recenti nell’industria della moda è aumentato il peso dei grandi marchi. Il problema è che i brand globali, soprattutto quando hanno origine in aree diverse dal sistema produttivo specializzato, tendono a usare il distretto come centro di pro-duzione specializzato, come luogo delle competenze manifat-turiere, recidendo i legami diretti con i mercati e i consumatori. In queste circostanze, le imprese locali tendono a perdere il controllo del design, del marchio, del rapporto diretto con il mercato. Si ha, cioè, quello che si è soliti definire: “functional downgrading”: attività con valenza strategica per l’impresa e il sistema locale si spostano al quartier generale dell’impresa con brand globale. In questo senso, i brand globali possono mettere i distretti in gabbia, possono, appunto, almeno par-zialmente, “catturarli”. Nel breve termine, la dipendenza di un

sistema locale dai brand globali ha effetti ambigui sulla perfor-mance delle imprese: in alcuni casi le imprese possono avere una migliore redditività. Rimane però vero che il sistema locale si impoverisce.

3 - La convivenza “pacifica” con le imprese sovranazionaliPuò accadere che la grande impresa dal marchio noto apra mercati nuovi in cui poi si inserisce lo sciame di imprese di-strettuali, capaci di produrre prodotti di qualità similare per una fascia di consumatori potenzialmente molto più ampia. Ma possono anche esserci effetti di altra natura che contrastano questa tendenza: può accadere, infatti, che il numero di sub-fornitori si contragga; ma che quelli che rimangono si collochi-no su lavorazioni a più alto valore aggiunto: l’impresa recupera profitti e capacità di pagare realizzano in altro modo.

4- La bassa qualità e la standardizzazioneAlcuni distretti hanno tentato la sorte dei bassi costi e della standardizzazione del prodotto. In Italia il caso forse più em-

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DOSSIER: DISTRETTI

blematico è quello di Barletta, dove oggi, il 70% della subfornitura va verso i paesi della ex-Yugoslavia e, soprat-tutto, verso l’Albania. Si tratta di pro-dotti spesso di qualità medio-bassa e fortemente esposti alla concorrenza delle produzioni provenienti dalla Cina, dall’Indonesia, e dalla Thailandia. Il di-stretto delle calzature ha subito perdi-te notevolissime e sembra in una crisi irreversibile.

5- L’alta qualità e la risposta rapidaUn diverso comportamento è quello in cui il distretto coniuga risposte ra-pide e flessibili, con una ricca varietà dell’offerta attraverso investimenti nei cataloghi, nei campionari e nelle collezioni di entità molto rilevante. La dimensione assai piccola di molte im-prese, il tipo e la qualità del prodotto, la produzione su serie cortissime e i tempi molto brevi di risposta al merca-to rendono questa strategia non prati-cabile per la gran parte delle imprese. E, nondimeno, la globalizzazione av-viene per altre vie: si può presumere, ad esempio, che circa la metà delle lavorazioni di confezione - in termini di quantità - faccia capo, in forme più o meno sommerse, alla comunità ci-nese. Fenomeno analogo, sebbene di dimensioni assai più modeste, riguar-da le stirerie gestite da pakistani. La diffusione di queste imprese ha, per il sistema locale, implicazioni contrad-dittorie e allo stesso tempo accresce un’area “grigia” di lavoro irregolare o semiregolare, con effetti negativi sugli standard salariali e di lavoro.

Conclusione: Come si è detto, molti distretti “in car-ne e ossa” non sono riconducili alla tassonomia proposta. Se l’Italia si af-faccia al nuovo millennio come paese manifatturiero, lo deve in misura non trascurabile alle aggregazioni di pic-cole e medie imprese concentrate nel territorio. A fronte di una caduta irre-frenabile della grande impresa, i di-stretti industriali, considerati nel loro insieme, mostrano nel decennio una capacità di tenuta, per molti aspetti, inattesa. E, tuttavia emerge un qua-dro a luci e ombre, in cui a situazioni di crescita si accompagnano evidenti situazioni di difficoltà e di crisi.

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Collegare e proteggere, sostenere la crescita e favorire lo sviluppo. Queste le parole chiave che riassumono il significato profondo della strategia per la macroregione

Adriatico-Ionica, il cui percorso verso l’avvio definitivo segna oggi una tappa importantissima". Con queste parole il Presi-dente della Regione Marche ha commentato, l’approvazione a Bruxelles lo scorso luglio- da parte della commissione COTER, Coesione Territoriale del Comitato delle Regioni - del parere da lui preparato sulla strategia per la macroregione. Si tratta di una proposta di parere per il riconoscimento della Macro-regione Adriatico-Ionica presentata dal Governatore davanti a tutti gli stakeholders, parlamentari europei, commissari eu ropei, ministri ed ambasciatori degli otto Stati IAI, associazioni di regioni e città, reti europee, Forum delle camere di com-mercio, delle università, delle città Adriatico ioniche La Macro-regione rappresenta una modalità innovativa di cooperazione territoriale a livello interregionale e transnazionale in grado di

rafforzare la coerenza ed il coordinamento delle azioni politi-che in vari settori, razionalizzando l'impiego delle risorse fi-nanziarie e valorizzando il ruolo degli enti regionali e locali in base ai principi della governance multilivello, coinvolgendo in modo ampio le organizzazioni della società civile. “A un livello più ampio – ha sottolineato poi Spacca - la strategia adriatico-ionica si propone di essere uno strumento prezioso non sol-tanto per la Macroregione, ma per l'UE nel suo complesso. Essa sarà pienamente conforme agli orientamenti strategici dell'Unione europea in materia di sviluppo, crescita e stabilità, e in particolare alla strategia Europa 2020. Vi è una dimen-sione marittima in ogni questione fondamentale che interessa oggi la Macroregione adriatico-ionica, comprese la protezione e conservazione dell'ambiente, l'energia, i cambiamenti clima-tici, la ricerca e l'innovazione, la tutela delle aree sottomarine, le risorse culturali, la competitività e la creazione di posti di lavoro, il commercio, i trasporti e la logistica”.

DOSSIER: DISTRETTI

INIZIATIVA ADRIATICO-IONICA Le Marche capofila del modello di macroregione promosso da Bruxelles

Nei giorni scorsi a Tirana, il responsabile di ISCOS Mar-che (l’Istituto Sindacale di Cooperazione allo sviluppo), Fausto Mazzieri e il suo collega Dino Lorimer, sono

stati coinvolti in uno sciopero dei minatori di Bulqiza, per ri-vendicare migliori salari e sicurezza nel lavoro. Bulqiza, la più grande miniera albanese, 50 Km a nord di Tirana, é di proprietà della società austriaca DCM DECO metal GmbH, ed è gestita dall’Albanian Chrome Sh.p.k. Lo sciopero è proseguito con un presidio permanente nel centro della capitale, e poi con uno sciopero della fame da parte di una ventina di minatori che si trovano in una galleria, a circa 800 metri di profondità. Mol-ti dei minatori hanno iniziato ad accusare gravi malesseri al punto da dover ricorrere ad urgenti cure mediche. La protesta, sostenuta dalla confederazione sindacale albanese KSSH, con cui la Cisl Marche coopera da anni, si basa sulla richiesta di aumenti salariali, di migliori condizioni di lavoro e di sicurezza, di una politica di investimenti sulle strutture (risalenti ai tempi

del regime comunista) che garantiscano la continuità produt-tiva. La miniera di Bulqiza è aperta da oltre 60 anni, quando furono trovati i primi giacimenti di cromo, che si rivelarono così ricchi da portare negli anni ‘80 l’Albania ad essere il terzo Pa-ese esportatore di cromo al mondo. Oggi vi lavorano oltre 700 persone che spingendosi fino a 800 metri sotto terra, con un salario medio di circa 400.000 lek albanese, 287 euro mensili più un buono pasto giornaliero di 500 lek (3,6 euro), estrag-gono 70.000 tonnellate di cromo all’anno. “Le varie proprietà succedutesi nel tempo non hanno mai avuto troppo a cuore la sicurezza dei minatori, tanto che la sequenza di morti sul lavo-ro è impressionante – ha affermato Fausto Mazzieri – né hanno pensato ad investire sulle infrastrutture necessarie a mante-nere l’impianto funzionale, presupposto indispensabile per mi-gliorare le condizioni di lavoro e garantire la produzione”.Cinzia Castignani

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DOSSIER: DISTRETTI

Assessore, vuole presentarci il programma 2011 per la promozione del marchio “1M – Marche Eccellenza

Artigiana”?“Il piano promozionale 2011 del marchio “1M – Marche eccellenza artigiana”, segno distin-tivo regionale, che identifica e valorizza le im-prese del territorio marchigiano appartenenti al settore dell’artigianato tipico e tradizionale, rappresenta la sintesi di alcuni interventi che abbiamo avviato a sostegno dell’artigianato artistico. Il primo appuntamento è stato a Gra-dara dall’11 al 17 luglio, mentre l’antico borgo tornava nel 1445, con ricostruzioni di ambienti, allestimenti di botteghe artigianali, spettacoli e figuranti in abito storico. Poi è stata la volta di Macerata, dal 21 luglio al sei agosto presso gli “Antichi forni”, i locali sotterranei del Teatro Lauro Rossi risalenti al XIV secolo, recupera-ti a spazio espositivo. Qui, con allestimento a cura dell’Accademia delle Belle Arti di Mace-rata, all’interno delle manifestazioni culturali dello Sferisterio, una ventina di imprese del settore hanno dato luogo a “Liberi di creare” esposizione di produzioni dell’artigianato ti-pico locale. Poi Offida, dal due al quattro set-tembre, presso la Basilica di Santa Maria della Rocca. Qui viene, infatti, organizzata la mani-festazione intitolata “Eccellenze artigiane a S. Maria della Rocca”, nell’ambito della manife-stazione “di Vino in Vino”. Infine Ancona con programma in via di definizione”.

La scelta delle località espositive non è stata affatto casuale… “Quest’anno per la promozione del marchio

“1M - Marche eccellenza artigiana” abbiamo scelto una modalità nuova. In collaborazione con diversi comuni, con le associazioni artigia-ne e con le imprese che beneficiano del mar-chio, abbiamo organizzato esposizioni delle più importanti creazioni artistiche artigianali, all’interno di grandi manifestazioni culturali previste nel cartellone estivo di diversi comu-ni”.

Che impatto hanno le produzioni artistiche locali sulla crescita economica e sulla pro-mozione turistica del territorio?“Le produzioni di qualità che il settore sa esprimere, oltre a rappresentare la storia e l’identità regionali, evidenziano una buona do-manda di mercato e rappresentano anche un fattore di richiamo turistico”.

Cosa si sta facendo per tutelare le imprese e i distretti artigianali? “Dal sostegno al credito, alle operazioni Arti-giancassa - per la cui operatività stiamo lavo-rando con la Cassa Depositi e Prestiti - dalla promozione, al sostegno dell’artigianato tipico e locale che, come detto, ha riflessi anche sul turismo e l’attrattività territoriale, senza tra-lasciare le semplificazioni burocratiche e am-ministrative, che riducono tempi e costi d’im-presa. Abbiamo anche reso più trasparenti e accessibili gli appalti pubblici, in modo da fa-cilitare le imprese più piccole”.

Le produzioni artistiche regionali abbraccia-no diversi settori, dagli strumenti musicali alle ceramiche, dai cappelli ai mobili: come

Sara Giannini L’Assessore alle Attività Produttive: “La Regione Marche è in prima linea nel difendere le creazioni del territorio, puntando sulle produzioni di eccellenza e qualità”

Di A. Dachan

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“Le produzioni straniere, non potranno mai intaccare questo mondo di artisti, pieni di idee

e manualità che non possono essere copiate o fatte su larga scala: il nostro è un patrimonio

ineguagliabile”

stanno reagendo di fronte alla crisi?“Le nostre produzioni tengono, sono produzioni di nicchia, i possibili acquirenti sono persone con elevato potere d’acquisto che ricercano emozioni e qualità. Dobbiamo intercettare que-sta domanda facendo riconoscere le nostre produzioni”.

È possibile tutelare queste eccellenze dalla minaccia della concorrenza, in particolare quella straniera?“La Regione Marche è in prima linea nel difendere le creazioni del territorio, puntando sulle produzioni di eccellenza e qua-lità. Da qui tutta una serie di interventi per favorire la nasci-ta di imprese del settore artistico tipico e tradizionale, oltre al rafforzamento di quelle esistenti. Quest’anno, malgrado le ri-strettezze finanziarie, abbiamo avviato il programma di promo-zione del marchio; presto partiranno i bandi per la concessione dei contributi a favore delle imprese del settore dell’artigianato artistico e successivamente partiranno le “botteghe scuola” che consentiranno a molti giovani di “imparare un mestiere” all’interno di laboratori guidati da Maestri artigiani. Questo si-gnifica creare occupazione e allo stesso tempo salvaguardare e tramandare le nostre migliori tradizioni. Certamente i nostri giovani potranno avere un lavoro sicuro e pieno di soddisfazio-ni. Le produzioni straniere, non potranno mai intaccare questo mondo di artisti, pieni di idee e manualità che non possono essere copiate o fatte su larga scala: il nostro è un patrimonio ineguagliabile”.

Ci permetta una domanda personale: oltre che da una grande professionalità, è evidente che Lei è animata anche da una passione autentica per ciò che fa…“E’ la passione che trasmette una terra laboriosa, solidale, se-ria. Come quella dove sono nata”.

Nei prossimi giorni la nostra regione ospiterà il Congresso Eucaristico: cosa significa accogliere il Papa in terra Marchi-giana?

“Le Marche sono grate alla Chiesa italiana per aver scelto la Diocesi di Ancona-Osimo come sede del XXV Congresso Euca-ristico Nazionale che la nostra comunità e` onorata di ospitare in settembre. Per la seconda volta le Marche saranno la sede del grande evento, occasione di riflessione e di confronto sugli aspetti dello sviluppo integrale della persona, orientato al bene comune dell’Italia. Sarà, naturalmente, anche un momento promozionale d’eccezione per la nostra terra.

A questo proposito, tra le eccellenze produttive, c’è anche quella dell’oggettistica religiosa: come vive questo settore oggi? Qual è il target principale di riferimento? Verrà fatto qualche omaggio al Pontefice?“Il distretto argentiero di Osimo/Recanati offre al mercato una serie di oggetti religiosi quadri, ritratti di immagini sacre, ro-sari e molto altro, che vengono esportate in tutto il mondo. La Regione, per facilitare le opere di punzonatura dell’argento e di conseguenza abbassare i costi per le aziende esportatrici, ha voluto, insieme alle Camere di commercio di Ancona e Mace-rata, che nelle Marche fosse insediato uno dei primi tre labora-tori italiani accreditati presso il segretariato della convenzione di Vienna. I nostri artigiani del settore orafo stanno preparando una sorpresa al Santo Padre. Un concorso per la realizzazione di opere d’arte sul tema centrale del Congresso Eucaristico “ Signore da chi andremo, L’eucarestia per la vita quotidiana” ( la vita affettiva, il lavoro, la festa, la fragilità umana, la tradizione e la cittadinanza). Il vincitore – sono sicura- offrirà la sua opera al Santo Padre”.

“Le produzioni straniere, non potranno mai intaccare questo mondo di artisti, pieni di idee e manualità che non possono essere copiate o fatte su larga

scala: il nostro è un patrimonio ineguagliabile”

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NELLE MARCHE LA CULTURA FA RICCHEZZASecondo i dati emersi da una ricerca di Unioncamere e Fondazione Symbola, nella nostra regione l’industria culturale ha un incidenza sull’economia pari al +6%. Numerose le realtà marchigiane citate come esempio d’eccellenza

di A. Dachan

L’Italia che verrà – Industria culturale, made in Italy e territori” è una ricerca realizzata da Unioncamere e dal-la Fondazione Symbola che è stata presentata a luglio

al Fortino Napoleonico di Portonovo (AN) alla presenza delle autorità regionali. Lo studio mette in evidenza le regioni ita-liane la cui industria culturale incide sull’economia regionale. Il risultato per le Marche è davvero incoraggiante: la regione, infatti, con un buonissimo 6% è seconda a pari merito con il Veneto e si piazza subito dopo il Lazio, che sta al 6,1%. Inoltre, nella classifica nazionale, due città marchigiane si piazzano ai primi dieci posti: si tratta di Pesaro e Urbino (al quarto posto) e Macerata (al decimo posto); il capoluogo regionale si piazza al sedicesimo posto. “Quello delle Marche è un risultato molto confortante che non solo invita a proseguire, ma convalida il percorso virtuoso avviato in questa legislatura sulla Cultura, secondo la metodologia di una moderna spending rewiew per far fronte non solo a situazioni di stress dei conti pubblici, ma soprattutto per comprendere quale sia l’effettivo ruolo e peso di un’attività economica, quale quella intitolabile alla Cultura, che attraversa svariate branche di attività della consueta no-menclatura statistica”, ha detto l’Assessore alla Cultura della Regione Marche, Pietro Marcolini. A livello nazionale, l’indu-stria culturale frutta al Paese quasi il 5% della ricchezza pro-

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dotta (4,9%, per l’esattezza: 68 MLD di euro) e dà lavoro a un milione e mezzo di persone (il 5,7% dell’occupazione nazionale), superando, ad esempio, il settore della meccanica e dei mezzi di trasporto. È sicuramente questa la migliore risposta a chi sostiene che la cultu-ra “non dà da mangiare. Lo studio è il primo rapporto in Italia a quantificare il peso della cultura nell’economia nazionale. La ricerca smentisce chi descrive la cultura come un settore statico e rivolto al passato, inquadran-dola invece come fattore trainante per molta parte dell’economia italiana, sicuramente una delle leve per ridare fiato ad un Paese in ap-nea. Basti guardare la tendenza del triennio nero 2007-2010: la crescita del valore aggiunto delle imprese del settore della cultura è stata del 3%, 10 volte tanto l’economia italiana nel suo complesso (+0,3%). Dato che si riflette sul numero di occupati: saliti di quasi un punto percentuale (+0,9%, +13 mila posti) a fronte della pesante flessione del 2,1% subita a livel-lo complessivo. Ancora: il saldo della bilancia commerciale del sistema produttivo culturale nel 2010 ha registrato un attivo per 13,7 mi-liardi di euro. A livello di economia comples-siva, invece, la bilancia indicava -29,3 miliardi.

L’export di cultura vale circa 30 miliardi di euro e rappresenta l’8,9% sull’export complessivo nazionale; l’import è pari a circa 16 miliardi di euro e costituisce il 4,5% del totale.

Realtà marchigiane menzionateTra gli enti e le aziende più illustri menzionate nello studio, le marchigiane sono numerose, citate per ragioni di lustro, prestigio e per l’u-nicità e l’originalità delle loro produzioni e per il loro potenziale comunicativo.

• Le Marche come esempio, insieme alla To-scana, per la creatività dei territori del made in Italy, sia per quanto riguarda le calzature, che la moda e gli accessori. Un riferimento par-ticolare, inoltre, viene fatto per l’artigianato d’eccellenza legato alla cultura;

• La Comunità di Capodarco per la comuni-cazione nel sociale nell’ambito del Progetto Gaia;

• Il Consorzio CIR33, che ha realizzato siste-ma integrato di gestione dei rifiuti urbani e assimilati ha investito in comunicazione, rea-lizzando il primo esempio di campagna infor-

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mativa condotta in modo omogeneo su tutto il territorio consortile, con l’obiettivo di superare la frammentarietà territoriale e intraprendere un processo di comunicazione diretta col cit-tadino;

• Il Sistema delle Città del vino, che nelle Mar-che conta realtà d’eccellenza;

• Lo sceneggiatore Premio Oscar Dante Fer-retti, la cui opera ha fatto scuola a livello in-ternazionale;

• La Rainbow, creatrice delle Winx, le fatine che solo in Italia fatturano 3 milioni di euro e di altri successi comeWinx Club, PopPixie, Mon-ster Allergy, Huntik, Geronimo Stilton, i Cuc-cioli, Teen Days, Uffa che pazienza e i Gormiti. L’azienda ha prodotto lungometraggi animati e presto avvierà una Academy per formare professionisti dell’animazione. La Rainbow è citata anche per le sue capacità di sfruttare l’indotto derivato dall’animazione dopo aver creato un vero e proprio fenomeno mondia-le del merchandising, con le fatine del Winx Club, ha da poco inaugurato il Rainbow Ma-gicland, un parco a tema che segue il modello

degli Universal Studios negli Usa, che basa il successo su attrazioni che seguono i buoni esiti del cinema;

• La fabrianese Elica viene indicata, oltre che leader mondiale per la produzione di cappe aspiranti e per le ottime condizioni di lavoro assicurate ai propri dipendenti, per il Premio d’Arte Contemporanea dedicato a Ermanno Casoli, promosso dal figlio Francesco, Vice Presidente dell’omonima Fondazione Casoli, al fine di realizzare nel distretto industriale in cui opera, un polo per l’arte contemporanea diffuso nel territorio.

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Assessore Gambini, l’estate pesarese è stata particolarmente ricca di eventi: cosa può dirci della vivacità culturale di

questa città?“Credo di poter individuare due elementi es-senziali che stanno alla base di una buona ed efficace programmazione culturale comunale. Il primo fa riferimento alla capacità di intera-gire con unità d’intenti e senza inutili e dan-nose divisioni tra i vari livelli amministrativi, le istituzioni e le fondazioni culturali cittadi-ne. Altro elemento decisivo è poi la continuità dell’azione nel tempo: non basta produrre e realizzare buone idee, occorre saperle far cre-scere nel tempo. A Pesaro cerchiamo piuttosto di rinnovare ed attualizzare costantemente le proposte nel solco delle importanti tradizioni culturali cit-tadine”.

Può farci qualche esempio?“La mostra internazionale del nuovo cinema di Pesaro è giunta alla 47° edizione, Il Rossi-ni Opera Festival alla 32° la Fondazione Ros-sini opera nel settore della ricerca musicale dall’immediato dopoguerra e si potrebbe con-tinuare per la rassegna nazionale dei G.A.D. (Gruppi di arte drammatica) che si avviano alla 64° edizione, per il Festival dei Burattini e del Teatro per Ragazzi (B.O.F.) che si svolge da 24 anni. Siamo poi riusciti quest’anno a mettere in campo anche alcuni nuovi progetti, grazie al sostegno di sponsor privati, ma senza pesare sui bilanci comunali. Questa attenzione a lavo-rare non sull’”effimero” ma sul lungo periodo, fa sì che si creino circoli virtuosi ed effetti be-nefici a lungo raggio, che amplificano di anno in anno la capacità di richiamo del pubblico, la percezione di vivacità culturale e quindi l’iden-

GLORIANAGAMBINIL’Assessore alla Cultura, Fundraising e Pari Opportunità di Pesaro: “le politiche culturali contribuiscono alla crescita civile di una comunità e contemporaneamente fanno da volano alle imprese operanti nel settore del turismo, ma anche a quelle artigianali e manifatturiere in genere”

di A. Dachan

DOSSIER: DISTRETTI

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tificazione del “prodotto” culturale con il territorio”.La cultura fa ricchezza: secondo i dati emersi da un recente studio della Fondazione Symbola in col-laborazione con Unioncamere, Pesaro è quarta in Italia, con un valore aggiunto della cultura del + 7,5 per cento. Come commenta questo dato?“È in atto in tutto il Paese una profonda trasforma-zione dell’economia, in cui gli unici settori che cre-scono sono quelli della cultura e dei servizi alla per-sona. In alcuni territori, come il nostro poi, questo è più evidente perché da anni si investe in maniera strategica sulle attività culturali. Dovrebbe essere ormai a tutti chiaro che le politiche culturali, men-tre da un lato contribuiscono in maniera sostanziale alla crescita civile di una comunità, contemporane-amente esercitano un’azione di stimolo, non solo per le imprese operanti nel settore del turismo, ma anche per le imprese artigianali e manifatturiere in genere”.

Come si traduce, tutto questo, nel concreto?“La nostra ferma e convinta fiducia nel ruolo stra-tegico delle politiche culturali nel quadro delle poli-tiche economiche e di sviluppo cittadine ci spinge a proseguire nel promuovere e realizzare una diffusa presenza di attività ed eventi culturali nei più diversi settori, cercando di compensare gli effetti negativi e le innumerevoli difficoltà derivanti dalla contrazio-ne di risorse umane e finanziarie negli enti locali, con la messa in campo di nuove e fruttuose relazioni tra pubblico e privato ed individuando nuovi modelli gestionali. Inoltre, stanno nascendo e si consolida-no sempre più molte imprese, prevalentemente for-mate da giovani, che riescono a fondere in maniera innovativa arte, creatività e design, con la capacità di fare impresa, generando utili ed occupazione. È tramontata, si spera definitivamente, l’idea che le attività culturali possano esistere solo se sostenute economicamente da investimenti pubblici o da forme di mecenatismo ottocentesco e si fanno strada otti-mi esempi di fruttuose collaborazioni tra pubblico e privato e nuovi modelli gestionali di servizi culturali. L’industria culturale non è un miraggio teorico”.

In che modo l’Amministrazione comunale si impe-gna per sostenere la cultura e incoraggiare l’inizia-tiva personale e la creatività dei giovani?“Ogni iniziativa culturale viene accompagnata da un progetto legato al mondo della scuola. Se, ad esem-pio, sta per iniziare una rassegna teatrale, organiz-ziamo iniziative che, per un’intera giornata, facciano stare gli attori a contatto con i giovani, attraverso la-boratori, incontri e progetti mirati. In questo modo, prepariamo il terreno per il domani, facendo sentire la scuola protagonista di questo movimento artisti-co. Fare cultura in prima persona porta i ragazzi a capire che, ad esempio, il gioco della musica, può diventare, in futuro, una professione.

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Secondo Lei, questa grande ricchezza culturale, ha in qualche modo influenzato la creatività e l’inventiva degli imprenditori locali, che con le loro aziende hanno contribuito a fare la sto-ria del made in Italy?“È una sorta di reciproco scambio: il territorio offre un contesto stimolante e allo stesso tempo si fa lustro delle grandi aziende che lo animano. Volendo fare un esempio su tutti, potremmo citare la grande realtà della Scavolini. L’azienda è entrata nella storia delle grandi d’Italia, grazie ad un prodotto eccellente e a campagne pubblicitarie vincenti; pur con le difficoltà che il set-tore sta vivendo, Scavolini continua ad operare con ottimismo e a investire molto in cultura, sponsorizzando eventi, squadre sportive ecc.”.

A settembre il capoluogo regionale ospiterà il XXV Congresso Eucaristico: cosa può dirci a proposito della devozione nella nostra regione? Che ruolo ha?“Da sempre le Marche hanno avuto un patrimonio di deriva-zione ecclesiastica importantissimo, di cui sono testimonian-za viva le innumerevoli chiese, i monumenti, i dipinti sparsi sul territorio. Ci sono, inoltre, realtà come la ex chiesa della Maddalena e del Suffragio che sono state trasformate in centri d’arte, dove hanno luogo iniziative culturali che fondono l’ottica religiosa e quella culturale”.

“È tramontata, si spera definitivamente, l’idea che le attività culturali possano esistere solo se sostenute economicamente da investimenti pubblici o da forme di mecenatismo ottocentesco e si fanno strada ottimi esempi di fruttuose collaborazioni tra pubblico e privato e nuovi modelli gestionali di servizi culturali”.

L’ARTE CHE VIVE IN CITTÀLe foto si riferiscono all’inaugurazione della mostra di Luigi Ontani, realizzata presso la suggestiva location del Centro Arti Visive Pescheria. La mostra e l'opera sono dedicate dall'artista a Gioacchino Rossini e al Rossini Opera Festival. Luigi Ontani è uno dei massimi esponenti nel panorama dell'arte contemporanea internazionale e Pesaro è molto "orgogliosa" di avere attualmente in corso (sino al 25 settembre) una mostra delle sue sculture più importanti negli spazi del Loggiato e della Ex- chiesa del Suffragio che compongono il Centro Arti visive Pescheria.

DOSSIER: DISTRETTI

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Assessore Manzi, a giugno si è svolto il 33° Pellegrinaggio Macerata Loreto, a settembre la nostra regione ospiterà

il 25° Congresso Eucaristico: le Marche sono una regione con una grande devozione ...“La spiritualità riveste un ruolo molto impor-tante nella storia di questa Regione, di cui si trova traccia nei tanti monumenti che ab-belliscono le nostre città e negli itinerari che segnano il territorio. Penso, ad esempio, al progetto della Via Lauretana che il Comune di Tolentino, insieme ad altri Enti ed Istituzioni, sta portando avanti in questi mesi al fine di recuperare questo importante itinerario stori-co- religioso così legato all’identità di questa comunità”.

A proposito di monumenti: qual è lo stato di conservazione di questo patrimonio? “Il patrimonio è stato intelligentemente recu-perato in questi anni, grazie al concorso finan-ziario degli Enti pubblici ( Regione, Provincia, Comuni) al fine di mantenere e preservare un elemento importante dell’identità del territo-rio. Nella città di Macerata è in corso di re-cupero l’antica Chiesa di San Fillippo, gioiello

barocco, lesionato dal terremoto del 1997, che grazie all’azione congiunta di Diocesi di Ma-cerata e Regione Marche, speriamo di ridare quanto prima alla città”.

Che rapporto hanno i cittadini con questi luo-ghi? “I cittadini sono senza dubbio legati a questi luoghi, che fanno parte della loro storia e tra-dizione. Alta è l’attenzione verso i progetti di restauro e recupero dei contenitori storici e religiosi”.

Secondo lo studio “L’Italia che verrà”, rea-lizzato da Unioncamere e dalla Fondazione Symbola, Macerata è decima a livello nazio-nale per l’incidenza dell’industria cultura-le sulla crescita dell’economia territoriale. Come commenta questo dato? “I dati forniti da Symbola sono importanti e significativi per la nostra città, non solo per-ché registrano un quadro incoraggiante e po-sitivo, ma perché confermano la positività del percorso intrapreso in questi anni dalle istitu-zioni (penso alla Camera di Commercio con il suo progetto Macerata città della Cultura e al

IRENE MANZIVice Sindaco e Assessore alla Cultura del Comune di Macerata

“Le parole non bastano a descrivere la mia

città, solo un soggiorno consente di goderne fino

in fondo i colori e la musicalità”

di A. Dachan

DOSSIER: DISTRETTI

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“Macerata è caratterizzata da una profonda vivacità culturale ma, pur disponendo di un’ampia e qualificata offerta, la città stenta ad affermare un’identità chiara e riconoscibile”

recente progetto degli Stati Generali della Cultura, vara-to dall’Amministrazione co-munale). Molto è stato fatto, dobbiamo proseguire lungo il percorso fin qui tracciato per far emergere in modo sempre più forte e convinto le poten-zialità culturali di questa città e le prospettive che la cultura può offrire alla sua crescita, lavorativa ed economica”.

In che modo l’Amministra-zione Comunale è impegnata per sostenere la vivacità cul-turale del territorio? “In questi mesi stiamo cer-cando di favorire in modo sempre più accentuato la col-laborazione tra le istituzioni e le associazioni che operano sul territorio. Macerata è ca-ratterizzata da una profonda vivacità culturale ma, pur di-

sponendo di un’ampia e quali-ficata offerta, la città stenta ad affermare un’identità chiara e riconoscibile. E ciò è pena-lizzante: comporta mancate economie di scala, necessi-tà di maggiori investimenti di risorse per promuovere la propria immagine, difficoltà, per il pubblico, di ricondur-re in una cornice unitaria le tante proposte presenti. Ecco perché risulta importante far emergere alcuni elementi for-ti di questa offerta culturale: dalle eccellenze (Musicultura, Sferisterio Opera Festival), agli spazi storici significativi ( le piazze, i cortili storici, i te-atri) per far sì che la città ri-scopra con consapevolezza la propria identità”.

Qual è, secondo Lei, il fio-re all’occhiello della cultura

maceratese?“La forza di questa città sta nell’estrema varietà culturale assicurata dalle tante asso-ciazioni che operano sul suo territorio; è difficile quindi ri-durre ad un esempio soltan-to le tante attività. Mi piace citare le due manifestazioni più importanti ospitate in cit-tà e riconosciute a livello na-zionale: lo Sferisterio Opera Festival con la sua stagione lirica e Musicultura con la sua qualificata offerta di musica popolare e d’autore. Ma non solo questa città ospita delle eccellenze culturali di primo piano: è il caso, ad esempio, del Master in illustrazione per l’Editoria, attivato presso la locale Accademia di Belle Arti, che ogni anno coinvolge i più importanti illustratori mondiali nella formazione di

giovani e qualificati talenti”.

Visto che ci siamo, vogliamo avvalerci della Sua esperien-za di ricercatrice e studiosa: come racconterebbe Macera-ta a chi non ha ancora avuto il piacere di visitarla? “Macerata unisce in sé tanti elementi: la storia e la tra-dizione di un centro urbano molto antico, la dolcezza di un panorama che spazia dal mare verso i monti, la bellez-za di una città ricca di monu-menti storici e architettonici. Le parole non bastano a de-scriverla, solo un soggiorno consente di godere fino in fondo i colori e musicalità del-la mia città”.

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Il futuro della nostra economia è fortemente legato ai livelli di competitività del sistema Italia”.

Perché?“Osservando l’evoluzione delle economie mondiali e dei fattori che determinano il suc-cesso di talune di esse, dobbiamo rilevare che risulteranno vincenti quei Paesi che dispongo-no maggiormente di disponibilità quantitativa di forza lavoro a basso costo, di livelli elevati di scolarizzazione e di un costo più contenuto delle risorse energetiche”.

L’Italia non ha queste caratteristiche?“Noi potremmo disporre di una buona sco-larizzazione, ma non certo di disponibilità di forza lavoro a basso costo o di risorse a condi-zioni competitive!”.

Lei ci sta prospettando un quadro non pro-prio entusiasmante…“La situazione è senza dubbio seria, con un settore manifatturiero e industriale ten-denzialmente in declino. Se altri settori non avranno la forza di colmare questo decadi-mento, l’economia italiana è destinata a per-dere posizioni nel contesto internazionale e a ridurre il processo di crescita, se non a regi-strare processi di contrazione del reddito”.

E come si potrà equilibrare le difficoltà della nostra industria manifatturiera?“In presenza di risorse limitate ritengo che si debba perseguire strategie di “specializzazio-ne”, di “integrazione” e una seria politica in un’ottica “dimensionale” dell’azienda”.

Cioè?“Indirizzando le risorse e lo sviluppo del know-how (vale a dire le conoscenze) su quei set-tori che rappresentano eccellenze, dove per caratteristiche endogene e per motivi storici disponiamo di punti di forza che costituisco-no delle barriere all’entrata, oppure queste si possono fortificare attraverso politiche e stra-tegie di crescita”.

Quali sono questi settori?“Penso al turismo, al lusso, all’agroalimenta-re, all’energetico, a diversi settori della mec-canica, della mecatronica, delle costruzioni, della nautica, al mondo dei servizi. A questo proposito si rendono necessarie un’attenta analisi e una puntuale pianificazione di medio e lungo periodo dei settori economici sui quali concentrare la strategia della “specializzazio-ne” e degli strumenti con cui far leva per svi-luppare l’”integrazione””.

Quindi un’attività di pianificazione finalizzata anche all’integrazione?

Per Flavio Guidi, fondatore del Gruppo Sida, “il futuro della

nostra economia passa attraverso

la gestione efficace dei distretti, lo

sviluppo delle reti e dell’integrazione

delle imprese”

ATTENZIONE AL FUTURO DELL’ECONOMIA REALEdi J. Celant

DOSSIER: DISTRETTI

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“La pianificazione dovrebbe orientare le politiche fiscali e mo-netarie da adottare per favorire una più veloce crescita del-la competitività e l’integrazione tra le aziende appartenenti ai settori che presentano maggiori possibilità di sviluppo, alla luce di quanto detto poc’anzi”.

Mi pare di capire che Lei faccia parte di quella schiera di au-torevoli osservatori per i quali i processi aggregativi delle no-stre Pmi siano ormai un passaggio obbligato.“Il discorso è questo: poiché la nostra economia è fortemen-te caratterizzata da piccole aziende (non dimentichiamo infatti che il 94 per cento del numero delle aziende ha meno di 10 di-pendenti) è attraverso lo sviluppo delle reti e successivamente con le integrazioni societarie che si supera il problema dimen-sionale. Il tutto con un unico scopo: realizzare quelle economie di scala necessarie a favorire le strutturazioni aziendali per poter aggredire la domanda estera ed affrontare programmi di investimento di sviluppo, di marketing e di comunicazione indispensabili per migliorare la competitività”.

Chi dovrebbe attivarsi per stimolare ed organizzare tali pro-cessi?“Una volta delineate strategia e politiche di medio e lungo pe-riodo a livello centrale, la palla passa alle Regioni, che a mio avviso sono proprio i soggetti deputati a realizzare le integra-zioni nella forma che definirei classica, cioè quella dei distret-ti”.Il distretto può essere considerato tuttora uno strumento ef-ficace?“Il distretto territoriale o di settore si presenta come lo stru-mento strategico sul quale dovranno essere indirizzate le stra-

tegie di specializzazione e di integrazione. È in questo contesto che si può realizzare l’incontro tra pubblico e privato; è sulle caratteristiche specifiche del territorio e del settore che si pos-sono concentrare le analisi dei punti di forza e di debolezza ed individuare strategie, progetti di sviluppo e pianificazione at-torno ai quali gli operatori pubblici e privati possono essere chiamati a svolgere in modo sinergico e qualificato un ruolo realizzativo”.

Rapporto tra pubblico e privato, appunto. Ma è sempre pos-sibile?“Se il focus è rappresentato dal territorio o dal settore, i diversi ruoli - imprenditoriale, finanziario, politico, culturale e forma-tivo - si possono, anzi si devono comporre, proprio su di un terreno operativo”.

Lei ha accennato al ruolo della finanza.“Oggigiorno le economie sono pressate da problemi finanziari di breve periodo dove il debito pubblico rappresenta la variabile critica per il risanamento. La rimodulazione temporale del de-bito, accompagnata da manovre dirette a ridurre la spesa pub-blica, produce una riduzione dei fabbisogni futuri, ma di pari passo non deve rallentare il flusso delle entrate. Quest’ultimo elemento è correlato alla pressione fiscale e all’andamento dell’economia reale. Se il sistema riduce la sua crescita - che dipende dall’economia reale - anche la manovra finanziaria sul lungo periodo risulterà meno efficace. L’esempio della Grecia può essere di grande insegnamento”.

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Dottor Musolino, Lei ha curato, per la Fondazione Fiera di

Milano, una pubblicazione sul distretto del mobile nel Pesarese. In che contesto è nato questo studio?“E’ nata nel contesto di un progetto di ricerca svolto dal CERTeT Bocconi per la Fon-dazione Fiera Milano su alcuni distretti italiani (legno-arredo in Brianza; occhiale a Bellu-no; tessile-abbigliamento a Prato; tessile a Biella, distret-to serico comasco), trattati come casi studio, con analisi di tipo quantitativo (question-naire survey alle PMI) e con approfondimenti di natura qualitativa (es., interviste di-rette alle leader e agli osser-vatori privilegiati)”.

Qual è il quadro che è emer-so rispetto alla realtà distret-tuale esaminata? “Da quello studio è emer-

so un quadro di un distretto che, pur mantenendo le sue storiche specializzazioni (es. cucine, armadiature) e la sua compattezza territoriale, era in forte cambiamento, sotto la spinta di due driver, due “im-perativi” a cui obbedire per sopravvivere: la ricerca della qualità del prodotto e del ser-vizio, l’internazionalizzazione. Il cambiamento era osserva-bile attraverso diversi feno-meni: le strategie di riposizio-namento su fasce più alte, i processi di integrazione/con-centrazione orizzontale e ver-ticale, l’allungamento delle reti di fornitura (in particolare, per input standard), il poten-ziamento della fase di vendita (per esempio, la realizzazione di negozi monomarca da par-te delle leader del segmento cucine), la ricerca di nuove nicchie di mercato (arredi per la nautica, arredo per negozi, contract, ecc. ), il crescente

sforzo per innovare (in par-ticolare nel design, ma non solo). Una serie di cambia-menti che avevano tra l’altro il risultato di un progressivo ridimensionamento numeri-co del distretto, inducendo i “pezzi più deboli” a chiudere ed esaltando il ruolo e la po-sizione delle – generalmente medie - imprese di produ-zione finale ed intermedia di maggiore eccellenza”.

A distanza di circa quattro anni, ritiene che ci siano stati cambiamenti radicali?“Le dinamiche che avevamo osservato con le nostre inda-gini sono di natura struttu-rale. Essendo peraltro dina-miche che spesso investono più in generale le imprese di questo settore, anche in altre realtà territoriali e più ge-nerale le imprese italiane in questa fase storica, è difficile credere che certe tendenze

abbiano cambiato segno in pochi anni”.

Rispetto ad altri distretti ita-liani del mobile, quali sono le peculiarità di Pesaro? Quali i punti di forza e/o debolezza?“Tra i punti di forza, peculiari, del distretto, sono emerse la completezza delle fasi pro-duttive (un distretto in cui si trova tutto!), la grande flessi-bilità dei fornitori, la presenza di segmenti di specializzazio-ni forti e competitivi (cucine, armadiature) e di eccellenze di nicchia di rilevo, nel con-testo nazionale ed interna-zionale (per esempio, nel vetro per l’arredamento). Tra i limiti, la più ridotta proie-zione internazionale rispetto agli altri distretti italiani del mobile (Pesaro storicamente si era sviluppato sul merca-to interno, in particolare del Centro-Sud), e l’organizzazio-ne e strutturazione delle fasi

DOSSIER: DISTRETTI

IL DISTRETTO DEL MOBILE NEL PESARESEUna fotografia con luci e ombre dalle pagine di una pubblicazione della Fondazione Fiera di Milano, curata dal Dottor Dario Musolino: filiera, qualità e flessibilità i punti di forza dell’indotto. La crisi ha rallentato la spinta verso l’internazionalizzazione

di A. Dachan

Dario MusolinoRicercatore in economia

territoriale ed economia del lavoro, Università Bocconi,

Milano. Collabora con il CERTeT e il Gruppo Clas (società di

ricerca e consulenza con sede a Milano) dal 2006-2007. Dal

2000 al 2004 poi lavora presso il Politecnico di Milano, presso

il Dipartimento di Ingegneria Gestionale, occupandosi di economia territoriale, con

particolare riferimento alle metodologie di valutazione di

impatto territoriale e all’economia urbana e collabora alla docenza nel corso di Economie e politiche

urbane in Europa (corso di laurea in Architettura presso la Facoltà

di Architettura).

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di commercializzazione e di-stribuzione generalmente più modesta”.

Quanto incide la forza della filiera sul posizionamento di Pesaro come una delle realtà nazionali che fanno da volano al made in Italy?“Dall’indagine la filiera pro-duttiva locale è emersa come un fattore molto importante di competitività. La filiera pro-duttiva del mobile pesarese, nelle sue varie fasi a monte e a valle, è, infatti, completa, ha dei produttori intermedi (per esempio, nella produzione di componenti semilavorati, come antine, top, mensole) che sono cresciuti negli anni e a loro volta si sono sviluppa-ti fuori dal distretto ed è ricca di piccoli fornitori “su misu-ra”, di qualità. Alcune delle imprese leader del distretto, pur avendo ormai una rete di fornitura di livello globale,

mantengono diverse forniture nel distretto, a riprova della “tenuta” del distretto …”

La pubblicazione offre spun-ti sulle sfide che il distretto avrebbe dovuto affrontare nel quinquennio successivo, in particolare, indica l’in-ternazionalizzazione come scommessa da vincere. Alla luce dei dati in vostro pos-sesso, questa scommessa è stata vinta?“Dai dati disponibili, si rileva che la crisi del 2008 ha col-pito in modo significativo le esportazioni del distretto (tra il 2008 e il 2009 l’export del comparto mobili della provin-cia pesarese si è ridotto del 32% - Fonte: Istat-coeweb). Vi è stato un certo recupero nel 2010, ma si è ancora distanti dai livelli pre-crisi. La crisi ha quindi probabilmente blocca-to, quanto meno rallentato, la spinta verso l’internazio-

nalizzazione del distretto che sembrava prospettarsi dalle nostre indagini”.

Da “osservatore esterno”, che idea si è fatto rispetto alla realtà delle aziende mar-chigiane?“Dall’esame del distretto pe-sarese sono emerse parec-chie aziende competitive, ap-partenenti spesso al miglior capitalismo familiare italiano, con grande potenziale innova-tivo, ben radicate nel tessuto produttivo e sociale del ter-ritorio regionale, che di suo offre istituzioni locali attente alle problematiche delle im-prese e una qualità della vita elevata, che ovviamente non può che favorire l’attrattività dell’area e l’efficienza dei pro-cessi produttivi”.

Come giudica il fatto che molte di queste aziende, pur nascendo in contesti d’eccel-

lenza, non amino mettere in risalto la propria origine?“Penso che dipenda da una sorta di “complesso di inferio-rità”, da parte degli operatori del mobile pesarese rispetto ai più blasonati distretti vene-ti e lombardi del mobile. Una “immagine” di sé come pro-duttori di mobili “inferiori” per qualità ad altri produttori ita-liani oggi probabilmente non più motivata, che aveva ragion d’essere in alcuni dei punti di debolezza visti in precedenza, ma appunto ormai supera-ti, almeno con riferimento ai principali e più dinamici pro-tagonisti imprenditoriali del distretto”.

Il libro“Il distretto del

mobile di Pesaro tra dinamismo e

continuità” A cura di Dario

MusolinoQuaderni

Fondazione Fiera Milano

Libri Scheiwiller

Foto Musolino

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DOSSIER: DISTRETTI

Sono due aree di importanza vitale per l’economia regionale delle Marche, due distretti rappresentativi di un settore

fondamentale per il sistema industriale ita-liano: il Distretto calzaturiero di Fermo e il Distretto del cappello di Montappone e Massa Fermana. Proprio da fermo ha preso il via il tour di presentazione del progetto “I Distretti della Moda – Un viaggio lungo 12 distretti per un progetto al servizio dei territori” ideato e realizzato da Uni Credit e Federazione dei Di-stretti Italiani della Moda. Il convegno, tenuto-si presso la Camera di Commercio di Fermo, è stato introdotto da Saverio Misto della Fede-razione dei Distretti Italiani e da Luca Loren-zi, Responsabile di Territorio Centro Nord di UniCredit, preceduti dai saluti istituzionali del Presidente della Camera di Commercio Gra-ziano Di Battista. L’indagine, un lavoro quali-quantitativo basato su colloqui e interviste con opinion leader locali e su analisi dei principali indicatori di bilancio di un campione di oltre 250 aziende, ha messo in luce i punti di forza e le aree di miglioramento, con l’obiettivo di individuare linee di intervento per lo sviluppo strategico dei distretti. Per quanto riguarda il Distretto calzaturiero fermano maceratese,

costituito da 2.700 aziende per lo più di piccola e piccolissima dimensione sono emersi bril-lanti risultati ottenuti sul versante della stra-tegia, in particolare modo in termini di:- riposizionamento strategico: il distretto ha dimostrato lungimiranza e prontezza nel co-gliere i mutamenti di scenario, focalizzandosi su segmenti ‘medio-fine’ e ‘fine’ e risultando secondo, in ambito nazionale, solo al distretto toscano di Santa Croce;- internazionalizzazione: grande capacità di aprirsi ai mercati internazionali, con la quota di export più alta tra i distretti analizzati (80%);- politiche di marca: alcune imprese leader hanno saputo creare brand distintivi grazie ad attente strategie di marketing, dimostrando una buona capacità di individuare e seguire prontamente le tendenze del mercato; Il distretto di Fermo ha poi registrato il miglior risultato, tra i distretti analizzati, dal lato eco-nomico-finanziario: dati positivi sono stati evi-denziati sia sul piano dell’efficienza (ROI me-dio per il periodo 2005-2009 al 10,5%, primo in Italia) che su quello della performance (fat-turati in crescita annua del 7,1%). A trainare il risultato le imprese più grandi, con redditività tripla e produttività di 5 volte superiore rispet-

I DISTRETTI DELLA MODA NELLE MARCHE

Il distretto calzaturiero di Fermo-Macerata

risulta il migliore tra quelli della Moda sotto

il profilo economico-finanziario, mentre

quello del cappello di Montappone e Massa

Fermana dimostra una grande propensione

alla vendita sui mercati esteri: lo rivela un

progetto di analisi dei Distretti della Moda

ideato e realizzato da UniCredit e Federazione

dei Distretti Italiani

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to alle imprese di piccola dimensione. Da segnalare poi la soli-dità in termini di sostenibilità finanziaria del distretto: l’indica-tore di sostenibilità finanziaria, dato dal rapporto tra Posizione Finanziaria Netta e Ebitda, si attesta a 0,8 (miglior risultato tra tutti i distretti analizzati dalla ricerca). A tale risultato fa, però, da contraltare una diffusa criticità inerente la capitalizzazio-ne delle imprese, riguardante soprattutto le aziende di piccola dimensione (il 59% delle imprese del campione analizzato ri-sulta sottocapitalizzato). Per quel che riguarda il Distretto del cappello di Montappone e Massa Fermana, che raggruppa 60 imprese di piccole dimensioni e 40 imprese dell’indotto, l’ana-lisi ha evidenziato, quali aspetti virtuosi:- reti fornitura estese: le reti di fornitura si allungano al di fuori del distretto e all’estero (sourcing di materie prime e semila-vorati dai mercati asiatici) mantenendo però le competenze del territorio;- internazionalizzazione: quota di export elevata (circa 60%) in-dice di una buona propensione dei produttori locali a vendere sui mercati internazionali.L’analisi quantitativa dei bilanci segnala, quali ulteriori punti di forza per le imprese del distretto di Montappone, la capaci-tà delle imprese di riuscire a mantenere i livelli di marginalità lorda nonostante la crisi (Ebitda al 9,7% e tasso di crescita del fatturato in positivo) e un buon livello medio di capitalizzazione. Sul fronte delle criticità emerse si segnalano una debole pro-pensione all’innovazione e una mancanza di fenomeni di marca riconosciuti dal mercato. “Quest’iniziativa è la testimonianza –

ha dichiarato Luca Lorenzi, Responsabile del Territorio Centro Nord di UniCredit – dell’attenzione di UniCredit nei confronti dei distretti, vera ossatura portante dell’economia del terri-torio. I distretti della moda marchigiani rappresentano poi un esempio di eccellenza del capitalismo della piccola impresa e del territorio. E’ bene però che questi distretti siano reattivi di fronte al mutato scenario globale e, in un’ottica di maggio-re collaborazione, sappiano aprire le proprie filiere per meglio approcciare i mercati esteri ad elevato tasso di crescita”.“Il cambiamento deve essere visto come una grande opportu-nità – ha dichiarato il Presidente della Federazione dei Distret-ti Italiani Valter Taranzano – e due dei distretti storici italiani che per primi si sono internazionalizzati devono continuare a dimostrare di investire nelle reti e nelle filiere aperte”. Nel corso dell’incontro sono poi stati affrontate, con il contribu-to di imprenditori marchigiani e di specialisti UniCredit, te-matiche correlate come le Reti d’Impresa, individuate come strumento utile a far convivere tradizione produttiva e innova-mento, e l’Internazionalizzazione, con la presentazione di “De-stinazione Cina”, un’iniziativa a supporto dell’export del settore fashion&luxury verso il Paese asiatico.

Page 134: ML n.6 - Settembre

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DOSSIER: DISTRETTI

Presidente Belmonti, quando si pensa a Castelfidardo, la prima immagine che viene in mente è quella di una

fisarmonica. Come dire, questo prodotto d’eccellenza è diventato la bandiera del territorio? “La fisarmonica (e anche l’organetto, suo an-tenato ancora vivo e presente), è lo strumen-to che ha accompagnato tutti gli italiani nelle loro peregrinazioni nel mondo e la sua voce si è fatta ben volere indistintamente da tutti, sia nella gioia, che nel dolore. È uno strumento che è stato ed è presente nei più svariati ge-neri musicali; per questo, in ogni angolo del mondo, dall’Alaska, alla terra del fuoco, da Adelaide a Tokio, quando si dice fisarmonica ( o organetto ) viene spontaneo dire Castelfi-dardo, la città dove viene fabbricata e questo è certamente motivo di grande orgoglio”.

Dall’antica tradizione artigianale delle pic-cole botteghe, si è passati a un indotto ben strutturato. Cosa può dirci a questo proposi-to?“Il mondo va avanti, così pure la tecnologia.

Qui bisognerebbe aprire un argomento diffici-le per la continuità della costruzione di questo strumento. Bisognerebbe chiamare in causa le istituzioni, la scuola e i costruttori stessi, con stage appropriati per avere un futuro e interessare i giovani. Oggi l’incidenza dell’in-dustria della fisarmonica a Castelfidardo, fat-ta cento l’economia della città, si attesta circa al 6/8 per cento, quindi, tutto deve essere ben strutturato ed efficiente per quelle poche ditte che sono rimaste e per le richieste di materiali specifici per quelle che non sono in loco. Tutto questo però ha fatto sparire la magica atmo-sfera che si respirava quando erano operative le tantissime botteghe artigiane, i garage sotto casa, da dove camminando per la città si sen-tivano provenire miriadi di suoni di chi into-nava, di chi ripassava, odore di colla e sottili sferragliamenti di chi costruiva le tantissime parti minute che compongono la fisarmonica”.

Oltre a creare occupazione e ricchezza, l’arte della fisarmonica è diventata un vero volano per le iniziative culturali. Vuole farci un qua-dro della situazione? (mostre, festival ecc..)

CASTELFIDARDO:IL DISTRETTO DELLA MUSICA

Il Presidente della Proloco Aldo

Belmonti: “L’incidenza dell’industria della

fisarmonica si attesta al 6/8 per cento; qui

si costruiscono anche chitarre, organi, tastiere,

apparecchiature elettroniche musicali,

accessori ...”di: L. Osmani

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“Castelfidardo è di per sé la città della musica, ma non solo per la fisarmonica: vi si costruiscono, infatti, chitarre, organi, tastiere, apparecchiature elettroniche musicali, accessori, etc. È qui presente il più interessante e importante Museo Interna-zionale della Fisarmonica, con pezzi rarissimi e di gran pregio. È presente anche il Museo del Risorgimento. È una città viva, che durante l’anno si veste di musica e cultura. L’auditorium San Francesco per due terzi dell’anno ospita mostre di pittu-ra, di fotografia, a temi vari. Si organizzano concerti di tutti i generi musicali, possibilmente con la presenza della fisar-monica, giornate musicali con gemellaggi fra musei (Musei & Musica). In estate, a luglio ed agosto, tutti i giovedì c’è l’“InGi-rogustando”, evento enogastronomico, accomunato ad eventi musicali nel centro storico. Il top delle iniziative comunque, è la settimana del Festival Internazionale della Fisarmonica, che quest’anno si tiene a fine settembre, dove più di 300 parteci-panti che si contendono il titolo e da dove sono emersi i più grandi fisarmonicisti mondiali”.

Ma Castelfidardo ha anche altri mille volti da scoprire. Che tour consiglierebbe a chi ancora non ha avuto il piacere di vi-sitarla?“Se si vuol scoprire tutta Castelfidardo, possibilmente, è consi-gliabile un tour di una giornata. Per prima cosa visita al museo della fisarmonica in tutti i suoi aspetti e reparti. Una capatina

alla cripta della Collegiata (Chiesa S. Stefano) e poi una visi-ta al Museo del Risorgimento. Si continua camminando per la città verso il “Monumento alla fisarmonica e al lavoro” davan-ti al Palazzo Paolo Soprani, per poi arrivare al grande parco che racchiude il Monumento al Generale Cialdini e ai vittoriosi della Battaglia per l’unità di Italia. A pranzo in una trattoria cittadina per assaporare le prelibatezze enogastronomiche del territorio e a seguire visita ad una fabbrica di fisarmoniche con piccola dimostrazione musicale. Prima di lasciare Castelfidar-do scoprire il gusto e i sapori in una cantina della zona con degustazione”.

Lo scorso maggio per Castelfidardo è passato anche il Giro d’Italia. Cosa vi ha lasciato questa esperienza?“È stata un’esperienza devastante, in senso buono. Enorme vi-sibilità per la città, un immenso pubblico, uno stretto contatto con i campioni del ciclismo, una positiva risposta fra istituzioni, industria, commercio, associazioni e privati. Una città tutta ve-stita di rosa consapevole di assaporare un evento che non si sa quando potrà accadere di nuovo”.

Il distretto della musica di Castelfidardo

Dal 1863, quando Paolo Soprani iniziò la costruzione dell’organetto, è il distretto d’Italia

più importante e famoso in tutto il mondo per la produzione di fisarmoniche made in Italy. Si

è affermato soprattutto nel periodo compreso tra le due guerre e nel secondo dopoguerra ha

goduto di una vera e propria età dell’oro, grazie agli emigrati italiani negli Stati Uniti. Il distretto ha superato il momento di crisi che lo ha colpito

negli anni passati ed oggi esporta il 95% della produzione locale. Il vero problema si è trasferito

sul versante occupazionale: il punto critico riguarda il trasferimento tecnico delle competenze.

L’apprendistato, in questo settore, è fondamentale e per ottenere una manualità consapevole ed esperta,

ci vogliono almeno sette anni. Info su: www.proloco-castelfidardo.it

www fisarmonica-castlfidardo.com

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Su invito dell’Assessore Regionale al Turismo Serenella Moroder, si sono riuniti ad Ancona, il 29 luglio scorso, i suoi omologhi del Centro Italia: Cristina Scaletti del-

la Toscana, Fabrizio Bracco dell’Umbria, Maurizio Melucci dell’Emilia Romagna, e Mauro Di Dalmazio dell’Abruzzo. L’in-contro è stato pensato e voluto per definire una collaborazione tra Regioni che hanno un’identità economico-sociale similare con punti di forza comuni, quali: il tessuto produttivo fondato sulla piccola e media impresa e sui distretti industriali, lo stra-ordinario patrimonio culturale diffuso sul territorio, l’ambien-te naturale di fascino, il turismo, in particolare come attività produttiva di primissimo rilievo e chiave di volta del futuro svi-luppo. Un’area, quindi, non solo geografica ma anche storico-culturale, che deve sempre più attrezzarsi per superare la crisi economica e competere con successo. “Accanto alle iniziative già avviate in altri settori per collaborazioni comuni – ha detto l’assessore Moroder - appare necessario fare ‘squadra’ anche nel settore del turismo, in un momento in cui la competizione globale e lo sviluppo dei flussi turistici, anche da Paesi e aree cosiddetti ‘emergenti’, spingono per l’offerta di prodotti diver-sificati e integrati, sia dal punto di vista geomorfologico (costa-entroterra), che di quello tipologico (culturale, enogastronomi-co, religioso)”. Dalla riunione è scaturito un documento in cui sono state avanzate una serie di proposte, a cominciare dalle attività di promozione internazionale integrata, da realizzare in collaborazione con l’ENIT, al progetto “Le Vie del Gusto”, di cui la Regione Marche è capofila, che prevede la realizzazione di percorsi enogastronomici, la promozione delle eccellenze agroalimentari, la salvaguardia della tradizione gastronomi-ca del territorio. Proposta anche la realizzazione di una filiera turistico-culturale-ambientale, alla luce dei dati sempre più lusinghieri degli ultimi anni che premiano il segmento del turi-smo culturale, in grado di generare un’offerta più competitiva, attraverso la realizzazione di itinerari tematici tra le regioni.

DOSSIER: DISTRETTI

FILIERA TURISTICOCULTURALE AMBIENTALEFirmato ad Ancona il “Documento delle Regioni dell’Italia di Mezzo”. L’Assessore Regionale al Turismo Serenella Moroder: “Anche in questo settore è necessario fare squadra”

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Oggi ghd - fondata nel 2001 in Gran Bretagna (nello Yor-kshire) – è leader nel mercato dell’acconciatura a caldo, grazie soprattutto ad un prodotto (la styler) diffuso ormai

in tutto il mondo. La struttura italiana del gruppo, affidandosi a Zucchetti Centro Sistemi, è riuscita a razionalizzare i propri processi interni, con notevoli economie in termini di efficienza e di organizzazioneNegli ultimi anni l’azienda è riuscita ad innovare ed ampliare notevolmente il proprio catalogo, con prodotti di cosmesi per capelli, spazzole e pettini e puntando fortemente su qualificati percorsi di formazione professionale. Risale alla fine del 2004 lo sbarco in Italia con una propria filiale - gestita dall’ammi-nistratore delegato Loriano Cuccoli – sin da allora affiancata da Zucchetti Centro Sistemi. Perché questo partner? Il moti-vo è semplice: l’incremento di fatturato e dei prodotti offerti, nonché l’ampliamento della rete di vendita hanno manifestato l’esigenza di fornire ai propri agenti uno strumento innovativo che da un lato permettesse agli stessi di essere più autonomi, produttivi ed efficaci, dall’altro di armonizzare il flusso delle informazioni tra la sede e la singola forza vendita. Analizzate le esigenze di ghd, Zucchetti Centro Sistemi ha proposto con successo la Mobile SFA di Cassiopea, con l’aggiunta di alcune personalizzazioni richieste dal cliente. In sostanza, si tratta di un prodotto web, utilizzabile attraverso tablet PC e collegato al proprio gestionale, che permette agli agenti di sfogliare il catalogo prodotti e compilare gli ordini, avendo sempre a di-sposizione tutte le informazioni relative agli articoli. Inoltre la

Mobile SFA di Cassiopea ha fornito ulteriori servizi aggiuntivi: gestione del planning degli agenti e giro visite, informazioni sui clienti, situazione ordini e consegne, gestione di allegati (documenti, file multimediali e contratti), statistiche di vendita.“Eravamo alla ricerca di un prodotto web che permettesse ai nostri agenti di accedere a tutta una serie di informazioni aziendali attraverso tablet PC. ZCS ha risposto ottimamente alle nostre richieste, fornendoci uno strumento innovativo, di facile consultazione ed accattivante. La Mobile SFA di ZCS, inoltre, ha apportato del valore aggiunto all’attività della nostra forza vendite migliorando anche la qualità del servizio svolto presso i nostri clienti. Rendendo gli agenti più autonomi, poi, la Mobile SFA ha comportato economie in termini di efficienza ed organizzazione”.

RIORGANIZZARE IN TEMPI BREVI LA PROPRIA RETE COMMERCIALE? SI PUÒ, RISPARMIANDO

INNOVAZIONE

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È la Corea ad aggiudicar-si il primo premio del Ferrari World Design

Contest, che ha coinvolto 50 prestigiose scuole e universi-tà di tutto il mondo, impegna-te a disegnare e immaginare la Rossa del futuro. Una sfida per reinventare la hypercar del cavallino e fornire agli uo-mini di Maranello una nuova finestra sul mondo e sui gio-vani. Tra i 400 progetti pre-sentati e i sette finalisti, han-no prevalso gli studenti della scuola di Hongik di Seul, che hanno conquistato il primo

posto con il modello Eternità realizzato da Kim Cheong Ju, Ahn Dre e Lee Sahngseok. Si tratta del concept, in scala, di una super barchetta biposto, con superfici leggere a strati di carbonio, ispirata al tradi-zionale design della Formula 1 della Ferrari: in questo pro-getto gli studenti si sono dedi-cati in particolare all'aspetto dell'efficienza e ripongono un gruppo propulsore innovati-vo, composto da superfici di carbonio a strati leggeri, un sistema di immagazzinamen-to dell'energia del volano e

un motore superconduttore potente e ad alta efficienza, con un generatore di idroge-no. Eternità ha anche vinto un premio speciale di Autodesk, il colosso del software di pro-gettazione, partner del con-test di Ferrari. I giovani desi-gner dopo aver affrontato una prima fase di ricerca di stile 2D hanno realizzato i modelli sia in 3D con Autodesk Alias che un modello fisico in sca-la 1:4, curando in particolare i dettagli e lo sviluppo della vettura, senza tralasciare gli aspetti funzionali. I tre premi

finali sono stati consegnati dal Presidente della Ferrari Luca di Montezemolo, dall'Ammi-nistratore Delegato Amedeo Felisa e da Paolo Pininfarina, presidente del gruppo Pinin-farina, storico partner per lo stile della Ferrari con oltre 60 anni di collaborazione, e da Flavio Manzoni, direttore del centro Stile Ferrari, organiz-zatore del concorso. A questi studenti vanno premi in dena-ro e uno stage presso il Cen-tro Stile della Ferrari.

FERRARI ETERNITÀCome sarà nel futuro la Rossa del cavallino? Chiedetelo ai giovani designer coreani vincitori del premio Ferrari World Design Contest

di J. Celant

AUTO

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Il Brand DM è sinonimo di stile e originalità: come è iniziata la Sua avventura nel mondo della moda?“Per me la moda è sempre stata un’autentica passione, che

ho coltivato nel tempo e a cui continuo a dedicarmi ogni giorno con lo stesso entusiasmo. Sono già trent’anni che lavoro come parrucchiere; pensi che ho iniziato a soli tredici anni. Per me essere parrucchiere significa mettere creatività, inventiva, intu-izione e sensibilità in ogni servizio, partendo dal presupposto di base che è il rispetto per la natura della persona che si affida al nostro stile. Questa consapevolezza mi ha spinto a viaggiare molto alla ricerca di nuove idee, nuovi spunti e diversi punti di vista, confrontandomi con i migliori parrucchieri che operano su Londra, Parigi e New York ”.

Quando ha aperto il Suo primo Salone? “Nel 1993, ad Ancona con l’importante appoggio e il contributo di collaboratori che, come me, hanno creduto in questo proget-to, che coniuga stile e creatività e mette al centro la bellezza. Mia sorella Donatella, insieme a Sonia Serenelli, si occupano

da sempre del coordinamento delle attività e, grazie al lavoro di squadra, alla condivisione dei valori e soprattutto alla conti-nua formazione di tutto lo staff, con sacrificio e tenacia abbiamo migliorato la nostra professionalità. Nel 2005, abbiamo aperto il secondo salone in via del Conero, avvalendomi della più che ventennale e apprezzata esperienza di Morena Iobbi; nel 2008 è arrivato il terzo DM Point, in via Valenti, coordinato con originali-tà e successo dal responsabile Mauro Campanari”.

Tre negozi e un team di creativi…“Sì, la creatività è un trait-d’union nel nostro lavoro, così come l’armonia e lo spirito di affiatamento. In questo clima riusciamo a lavorare bene e ad offrire ai nostri clienti efficienza e origina-lità”.

A proposito di originalità, da cosa trae ispirazione per creare le nuove “collezioni”?“L’ispirazione può venire da varie fonti, bisogna guardarsi intor-no, aprirsi alle novità, avere la sensibilità di cogliere e anticipare

LO STILE NELLA TUA CITTÀ

Per avere il look perfetto in ogni occasione, bisogna iniziare dalla giusta acconciatura. Ma come scegliere il taglio e il colore che ci valorizza di più? Lo abbiamo chiesto ad un maestro in fatto di capelli, Marco Domenichelli, titolare del Brand DM

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i cambiamenti, le nuove tendenze. Nel nostro lavoro, proprio per questo, è fondamentale la formazione. Tutti i miei collaborato-ri seguono, durante l’anno, corsi di formazione sui nuovi trend e sulle nuove tecniche. La nostra forza sta proprio in questo: siamo un team affiatato e in sintonia e con noi i clienti sanno di poter trovare sempre l’innovazione”.

Anticipare gli stili e puntare sulla qualità: come si traduce tutto ciò nel vostro lavoro?“Abbiamo adottato un metodo di lavoro frequentando ogni anno, con assiduità corsi di formazione e collezioni moda presso l’ac-cademia Aldo Coppola di Milano, che si basa principalmente sull’uso di ritrovati naturali, che offrono un’ottima resa rispet-tando l’armonia e l’equilibrio dei capelli. La scelta dei giusti pro-dotti, è, infatti, fondamentale, proprio per questo, ho creato una linea di prodotti completamente naturali

Che differenze ci sono tra la clientela maschile e quella fem-minile?

“Non parlerei di differenze, ma di attenzioni. Con il nostro lavo-ro aiutiamo le persone a rispecchiarsi in un’immagine in cui si riconoscono, in cui si sentono a proprio agio, si piacciono. Nel nostro stile non stravolgiamo mai la natura di una persona, ma cerchiamo di valorizzarne la sua bellezza più autentica e questo è molto apprezzato, perché stare bene con se stessi e ritrovare la propria armonia, anche attraverso il giusto taglio e un colo-re in equilibrio con i propri lineamenti e tratti somatici, non ha prezzo. In ognuno dei nostri saloni c’è un responsabile che si occupa esclusivamente del settore maschile per soddisfarne al meglio le esigenze e le richieste”.

Per info: dm Corso Amendola 071.205759

dm Via del Conero 071.36737 dm Centro Mirum 071.2320018

[email protected] dm parrucchieri

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Vittorio Camaiani, il Suo nome è da sempre sinonimo di eleganza,

stile e prestigio: vuole raccontarci i Suoi esordi nel mondo della moda? “Era il 1984, avevo18 anni e muovevo i primi passi su una passerella come modello. Lo stilista? Massimo Fioravanti, principe della moda made in Marche degli anni '80. Poi sono stato assistente full-time per l'Atelier romano di via della Fontanella Borghese: princi-pesse, attrici, scrittrici, mo-gli di ministri varcavano ogni giorno la porta dell'atelier per uscirne ancor più belle. Erano anni di eccessi, di eleganza: il mio cuore vedeva fluire tagli, pieghe, satin, volumi, ricami... Poi il tempo e l'esperienza mi hanno permesso di aggiungere e togliere al momento giusto”.

Le Sue creazioni hanno sfilato sulle passerelle più prestigio-se in Italia e all’estero: quale sfilata ricorda con maggiore emozione?“2009, Le Note – lo Stile" a vil-la Montanari Rosati (Porto S. Giorgio). Si trattava della col-lezione dedicata alla forma del triangolo; alla presentazione si fondeva un racconto dedicato al grande maestro Arturo Tosca-nini. Nel 2006, alla prima sca-ligera, la contessa Emanuela di Castelbarco indossava un lungo abito di chiffon nero con decolleté e maniche tempesta-te di 5000 cristalli Swarovski neri. La nipote del Maestro mi chiese di recuperare il famoso frac del nonno (Caraceni 1933) e gli abiti da sera appartenuti alle signore di casa Toscani-ni (Ventura, Biki, Gattinoni, Yves Saint Laurent, Balencia-ga). Ebbi l'onore di disegnare il foulard commemorativo dei cinquant'anni dalla scompar-sa dell’artista parmense. Si susseguirono mostre dal nome Viva Toscanini: Torino Audito-rium Rai oggi, intitolato al Ma-estro, Prato teatro Politeama, Roma Senato della Repubblica. Le Marche hanno avuto l'op-portunità di poter ammirare parte dell'entusiasmante vita del Maestro: per tutti è stata

davvero una grande emozione".

Lei veste donne bellissime come Martina Colombari, Bar-bara Capponi, Rossana Ridol-fi Letta e altre ancora: com’è avvenuto l’incontro con queste celebrità e cosa implica sod-disfare i gusti e le esigenze di donne così diverse?“Martina, dopo aver ricevuto la corona di Miss Italia, vestì un mio abito gold (1991). Bar-bara indossò per anni mise mie e del mio maestro, oggi straordinaria giornalista Rai. Rossana, dopo aver visto una mia sfilata, scelse un mio abito da sera, per il Red Carpet del Festival del Cinema di Roma (2009). Mi capita spesso di in-contrare maggiori difficoltà nel consigliare un abito a signo-re con una vita meno monda-na. Molte celebrity si lasciano consigliare e apprezzano i miei suggerimenti. La sicurezza che mostrano sul Red Carpet e in Tv viene meno nelle sale prova dell'atelier; spesso poi ci sono situazioni che ti uniscono agli altri e così si diventa amici”.

Uno dei leitmotiv del Suo lavo-ro è il viaggio: cosa rappresen-ta, per Lei, il viaggiare?“Ossigeno puro. Ogni viaggio, lungo o breve, rappresenta un'occasione per muovere la mente. Ognuno di noi ha una dose di creatività da coltivare; a volte necessitiamo di stimo-li. Viaggiare è lo strumento che rende chiunque un ottimo compositore, resta solo da sce-gliere la giusta opera. La mia destinazione più frequente è Bali, Indonesia: risaie, fiori, colori, spezie, le movenze delle danzatrici che venerano le loro divinità sono fonti inesauribili di ispirazione”.

Alta moda, Prêt-à-Porter e accessori: da cosa trae spunto per le Sue creazioni?“Un pistillo di un fiore diven-tò cinta per un abito a petali di chiffon da sposa; un tetto di una moschea, in Indonesia, rovesciato, diventò una borsa qualche anno fa, così come un quadro di Kandinsky si trasfor-mò in un abito triangolo nella

VITTORIO CAMAIANIStilista e viaggiatore, creativo: dal suo Atelier di San Benedetto del Tronto i suoi abiti sfilano sul Red Carpet indossati da donne bellissime. Per lui la moda “è la cornice che ci racconta, perché ogni persona comunica attraverso il suo stile, un messaggio chiaro in sé”

Di A. Dachan

TENDENZE

“Viaggiare è lo strumento che rende chiunque un ottimo compositore, resta solo da scegliere la giusta opera”

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collezione autunno-inverno 2009. Potrei continuare all'infini-to con questo elenco. La mia fortuna? Daniela Bernabei "filtro delle mie idee".

Qual è il capo che preferisce creare?“Nella costruzione di una collezione vi sono forti emozioni, che poi si trasformano in ispirazioni che traccio su camice, pan-taloni, giacche e borse. L'abito da sera concede una più forte carica di espressività, c'è la possibilità di utilizzare più tessuto, ricami, con lunghe ore di lavorazione. Forse è “lui” il capo che preferisco?”.

Come definirebbe la moda?“Userei la parola Modus in latino. Il significato? Misura, confini al di là non si può andare, non si sconfina. Il creatore era solo uno, chi osava varcare la soglia non veniva ben visto. La moda è la cornice che ci racconta, ogni persona comunica attraverso il suo stile un messaggio chiaro in sé. La moda ha permesso una tracciabilità del tempo anche se il Novecento ha racconta-to anche brutte pagine. Per nostra fortuna stilisti come Giorgio Armani, per semplicità ed eleganza, Gianni Versace per forte carica creativa, ci hanno resi grandi nel mondo. A volte è me-

glio sconfinare”.

Che consiglio darebbe ad una donna per sentirsi più bella?"‘Cura dentro e fuori’ e poi togliere, semplificare: un insegna-mento che viene da lontano, da Madame Chanel, maestra di stile”.

Può darci qualche anticipazione sulle prossime collezioni?“Partendo sempre dall'idea che aprendo un ipotetico armadio, non devono mancare pezzi basici: una camicia bianca, gonna che può variare secondo l'ispirazione, pantaloni, giacche, cap-potti. Per la stagione più fredda ho tolto e aggiunto ad orli, ho ripercorso un viaggio intorno a cornici Decò, cercando di dar loro nuova vita, colori accesi che illuminano un inverno spesso grigio, cappotti resi più leggeri perdono pezzi che permettono di vedere il sotto”.

Info su:Tel. +39 0735780113Via Lucania 47 63039 San Benedetto del Tronto (AP) Italywww.vittoriocamaiani.it

Vittorio Camaiani

Ritratto di un artista:

I miei colori preferiti sono: “Il bianco e il nero”

Quando non lavoro mi piace:

“viaggiare”Il mio libro preferito è:

“Infinita Varietà – vita e leggenda

della Marchesa Casati”Un giorno mi

piacerebbe creare un abito per: “Rania di

Giordania”

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A CASA DI..

Benvenuti a...

VILLALATTANZI

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VILLALATTANZI

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A CASA DI...

Il nuovo hotel di charme a

5 stelle apre le sue porte in esclusiva a ML

Un gioiello riportato alla luce con dedizione e passione.Un antico rifugio immerso in una gemma verde delle Marche.Benvenuti a Villa Lattanzi, un’esclusiva dimora di charme a 5 stelle.”

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Nel cuore del fermano, a Torre di Palme, si trova Villa Lattanzi, uno splendido luxury refuge abbracciato da un rigoglioso tratto di Macchia Mediterranea. Un capola-

voro dell’hotellerie a cinque stelle riportato a nuova vita dopo un lungo lavoro di restauro, che ha lasciato immutata l’armo-nia delle forme, la poesia, l’eleganza di questa dimora, nel cui passato si intrecciano storia e leggenda.Ogni dettaglio, dagli antichi affreschi agli inserti in legno, rac-conta l’amore per il bello e l’arte dell’ospitalità che sono da sempre nell’anima di questo luogo. 18 camere dalle sfumature delicate, tutte dotate di vasca idromassaggio, iPad e connes-sione wi-fi, l’altana trasformata in una moderna spa con vista mare, il ristorante con cucina tradizionale e 35 mila metri qua-dri di parco privato: dentro e fuori dalla villa, passo dopo passo, si scopre il piacere di immergersi in un’incantevole oasi di be-nessere. È il luogo ideale per chi vuole ritagliarsi una parente-si di puro relax, magari da condividere con il partner, facendo anche una visita alla suggestiva Grotta degli amanti nascostanel parco. Villa Lattanzi è un gioiello rinato dall’amore del suo nuovo proprietario, che di gioielli è davvero maestro, il marchi-giano dell’anno 2011 e Patron del marchio Brossway LanfrancoBeleggia. Dal 7 settembre, se state cercando un posto d’incan-to, lo troverete a Torre di Palme.

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“È LA CULTURA CHE FA DI UNA TELA UN’OPERA

D’ARTE”. ENRICA BRUNI, DIRETTRICE DELLA

PINACOTECA MORETTI“Un artista deve essere colto, perchè è la cultura che fa di una tela un’opera d’arte.”

di I. Barone

CULTURA E DINTORNI

Dottoressa Bruni, vuole raccontarci i trent’anni della storia della pinacote-ca?

“La Pinacoteca è stata istituita nel 1972 gra-zie ad un lascito di Luciano Moretti al Comu-ne di Civitanova ed è stata intitolata al figlio Marco, scomparso prematuramente. Al suo interno sono esposte centocinquanta opere di arte moderna e contemporanea, una parte sono delle opere ( olio, incisioni, acqueforti), che Moretti aveva raccolto grazie all’amicizia con artisti del ‘900, figure culturalmente vivaci che frequentavano Civitanova e si stringeva-no intorno al grande Arnoldo Ciarrocchi. Dal 2002, oltre all’attività istituzionale, si organiz-zano quattro grandi mostre l’anno, “Civitano-va Arte”. A queste si affiancano il laboratorio d’incisione “Sotto torchio” istituito nel nome del Maestro Arnoldo Ciarrocchi, un concorso a premi DIDART e DIDART SCUOLE intitola-to al Maestro Wladimiro Tulli, presentazioni di cataloghi d’arte, libri a carattere storico-artistico-letterario e incontri con personaggi del mondo della cultura internazionale che abbiamo voluto denominare “Parole d’Arte”. Poi ci sono seminari, convegni, corsi d’aggior-namento con relatori di fama e docenti uni-versitari specialisti in storia, storia dell’arte, letteratura, filosofia, appuntamenti che ormai tutti conoscono con il titolo di “Genius Loci” e apprezzano con grande partecipazione. A

questa attività va sommata “Riscopriamo la Città” una iniziativa che mettiamo in essere soprattutto durante la bella stagione e che consiste in visite guidate alla Città Alta e ai Beni Monumentali. Nell’ambito di “Civitanova Arte” va detto che una volta l’anno diamo voce alle eccellenze artistiche marchigiane, pitto-ri, scultori, incisori, noti in Italia e all’estero, che tornano nelle Marche e raccontano la loro carriera a chi li ha visti partire giovani di belle speranze e oggi affermati sono d’esempio e di sprone alle giovani leve”.

A cosa si deve il successo e l’interesse che ruota intorno alla Pinacoteca Moretti?“Siamo diventati un importante riferimento culturale perché offriamo iniziative e attivi-tà differenziate e sempre di qualità, rivolte a diverse fasce di utenza. Organizziamo eventi culturali che hanno sempre appeal e servono anche per la crescita culturale della collettivi-tà, aprono una finestra sul mondo che gira ol-tre Civitanova Marche e nello stesso tempo va-lorizzano il nostro territorio. Ecco perché negli anni sono crescite anche le collaborazioni che la Pinacoteca Moretti ha voluto con Enti pub-blici e privati, con le Scuole, le Accademie e l’Università. Sono tutte iniziative che compor-tano un grande impegno anche in termini di denaro, ma la cultura fa bene e costa sempre meno dell’ignoranza”.

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All’interno delle diverse sale si possono ammirare collezioni di epoche e stili diversi; vuole farci una panoramica dei nomi e delle opere più importanti?“Al primo piano si trova una quadreria dove sono esposte opere che vanno dal 1500 al 1800; si tratta di tele provenienti dal-le chiese di Civitanova Alta alienate molti anni fa, alcune delle quali sono particolarmente importanti, come la Madonna del Soccorso di Baldo Dè Serafini, come le tele realizzate da Fi-lippo Ricci o un “Bacchetto” che ha destato l’interesse del fa-mosissimo critico e studioso Maurizio Marini. Al piano terra si trovano esposte una selezione di opere ad olio e il corpus della sezione di opere realizzate con le tecniche dell’incisione. Voglio anche dire che abbiamo un disegno di grandissime dimensioni di Biagio Biagetti e una bellissima serigrafia di Andy Warhol”

Come vengono selezionate le opere da esporre?“Abbiamo un nutrito deposito di opere e all’occasione presen-tiamo percorsi museali diversi dall’esposizione permanente. Per le mostre temporanee partiamo da un progetto studiato in dettaglio da me in qualità di Direttore della Pinacoteca Moretti e spesso mi affianca un curatore che ha specifiche competen-ze su quel tema o quel particolare soggetto. Possono essere diversi gli specialisti con i quali collaboro e con i quali, una vol-ta pianificato anche il più piccolo dettaglio, lavoro per la realiz-zazione dell’evento o dell’esposizione, curando anche il catalo-go e l’impianto grafico, a volte facendo anche l’editing dei testi critici. Naturalmente è significativa quella rete di conoscenze e collaborazioni che un Museo ha e deve avere con altri Enti, cri-tici d’arte e specialisti, con le Sovrintendenze e con il MIBAC”.

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Marcela Pastura

Ginnastica posturale

“Si deve puntare con coraggio verso scelte e proposte fatte per la crescita, la sensibilizzazione,

la valorizzazione del bello, della ricerca artistica e premiare il valore oltre che l’impegno.”

Secondo Lei, quello odierno è un momento di vivacità cultu-rale o di appiattimento?“Nella storia ci sono sempre stati picchi e depressioni. Oggi e soprattutto in provincia è difficile “fare cultura” un po’ perché le risorse economiche sono sempre meno un po’ perché è dif-ficile svincolarsi da certi modi di fare, che non sempre o me-glio con una certa difficoltà premiano il merito e sponsorizzano l’eccellenza. Con questo non voglio dire che manca la genialità, si deve puntare con coraggio verso scelte e proposte fatte per la crescita, la sensibilizzazione, la valorizzazione del bello, del-la ricerca artistica e premiare il valore oltre che l’impegno.” Qual è il rapporto dei giovani con la pittura? “A Civitanova i giovani hanno la possibilità di conoscere l’ar-te e non solo nelle aule scolastiche, ma anche in Pinacoteca. Quest’ultima, infatti, mette in essere una serie di percorsi for-mativi di cui abbiamo parlato, non per ultimo gli incontri con gli autori che sono fondamentali per iniziare alla conoscenza e comprensione dell’arte e di questo mondo variegato e in con-tinuo movimento. I giovani emergenti, che hanno già fatto un serio percorso di formazione e studio, possono mettersi alla prova anche partecipando alla “Biennale dei giovani artisti marchigiani” che la curatrice della Sala Foresi di Civitanova Marche sta organizzando e dove anche la Pinacoteca Comuna-le “Marco Moretti” ha una particolare sezione e collaborazione, con un concorso di prestigio che apre proprio agli emergenti che hanno “stoffa” e che sosterrà quelli che tra tutti hanno meritato il premio”.

Alla luce di questo “quadro”, secondo Lei, tra gli artisti emer-genti, ci sono delle promesse?“In realtà a Civitanova non sono in molti a dirsi artisti; ci sono tante persone che dipingono e altrettanti hanno velleità, altri ancora che con pazienza e dedizione lavorano e maturano e certamente avranno merito per gli sforzi fatti. Mi viene in men-te una frase celebre dell’impareggiabile Pablo Picasso che, ri-cordo, recita così: “Ci sono pittori che dipingono il sole come una macchia gialla, ma ce ne sono altri che, grazie alla loro arte e intelligenza, trasformano una macchia gialla nel sole”.

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Direttor Nisi, tra pochi giorni darà il ciak d’inizio alla seconda, attesa edizione del Conero Doc Campus. Come e quando è nata

l’idea di questo corso per cinema documentario?“Il Conero Doc Campus è nato nel 2010 da un'idea della documentarista Laura Viezzoli. Lei, per prima, ha riconosciuto la mancanza di un progetto di for-mazione sul territorio legato al cinema e alla ca-pacità di raccontarlo in modo poetico ed originale. Esistono le inchieste televisive che ci raccontano i luoghi della nostra regione, ma non come il rap-porto tra persone, storie e luoghi renda viva que-sta terra e le doni quel fascino ricercato da turisti e viaggiatori”.

A chi è rivolta l’iniziativa e come si svolgerà? “Il Campus è rivolto a tutti coloro che, con un'espe-rienza base in campo audio-video o del suono, siano interessati a sviluppare queste conoscenze, a con-frontarle con alcuni dei maggiori professionisti del cinema italiano, mettendosi in gioco nella realizza-zione di un proprio breve lavoro documentaristico. Una sfida non da poco, considerando che il tutto si dipana nell'arco di un mese di teoria e pratica; 28 giorni che, davvero, possono fortificare e aprire grandi orizzonti”.

Quali sono le tematiche guida di quest’anno?“Il tema di quest'anno è l'identità in relazione al territorio. Abbiamo evidenziato, con l'aiuto di Co-muni, associazioni, privati, le ricchezze culturali ed economiche della nostra terra. Su alcune di queste, come la pesca per Numana o le Grotte Romane di Osimo, i partecipanti dovranno sviluppare il proprio ingegno con totale libertà creativa. Il tema è quindi fissato, ma starà agli aspiranti documentaristi tro-vare la giusta chiave di lettura”.

Come è avvenuta la scelta della prestigiosa rosa di docenti?“Sono alcuni tra i migliori autori dell'immagine. Alessandro Rossetto e Tarek Ben Abdallah, ad esempio, li reputo due creatori prima che rispetti-vamente un regista e un direttore della fotografia. Abbiamo scelto gli artisti-docenti seguendo questa regola: devono cercare di unire forte autorialità alla capacità di trasferire la propria arte”.

Una bella iniziativa, in un contesto altrettanto bel-lo, quello del Parco del Conero…“Le due realtà, per noi, non potrebbero vivere sepa-rate. È proprio il Conero, grazie anche all'Ente Par-co, all'Associazione Riviera del Conero, all'agenzia Taunus che ci sostiene con l'ospitalità, a darci la forza di guardare avanti e ispirarci”.

Le Marche e il cinema: un rapporto d’amore?“Sì, specie negli ultimi anni con il forte sostegno della Regione alla settima arte e come in tutti i rap-porti d'amore, a volte ci si prende per i capelli...”

AL VIA LA II EDIZIONE DEL CONERO DOC

CAMPUSA colloquio con il Direttore Roberto Nisi,

che dalla splendida cornice del Conero ci dà alcune interessanti anticipazioni

Di A. Dachan

CULTURA E DINTORNI

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LATTE FRESCO TREVALLI.IL PIÙ VICINO A TE.

expan

sion.sm

Bello quando a portarti ogni giorno il buon latte fresco è chi ti conosce da sempre. Quando il latte viene da mucche allevate a due passi da casa tua e cresciute con un’alimentazione sana e controllata.È il latte TreValli Alta Qualità, quello con la garanzia del marchio QM della Regione Marche. E TreValli non ti offre solo questo perché, insieme ad altre eccellenze locali, fa parte di una grande realtà che pone in primissimo piano la tutela e la valorizzazione del territorio insieme alla ricerca di prodotti sempre nuovi. Questa realtà ha un nome, Noi di TreValli, e un valore condiviso, insieme per la qualità. Oltre a tanti progetti da realizzare. Perché è bello quando, chi ti è così vicino, riesce a guardare anche così lontano. Dagli allevamenti di casa tua.

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FESTIVAL ADRIATICO

MEDITERRANEO, CONNUBIO DI

CULTURA, ARTE E RIFLESSIONE

Abbiamo chiesto al compositore Giovanni Seneca qualche considerazione in merito all’importante evento estivo che promuove il dialogo e la cooperazione culturale tra Paesi constorie e tradizioni

diverse

CULTURA E DINTORNI

Pino Petruzzelli Zingari

Charlotte Rampling

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L’Associazione Adriatico-Mediterraneo si connota per un forte impegno verso il dialogo con l’atra sponda del mare Adriatico: ci vuole parlare dei principali progetti

culturali che avete realizzando e dei progetti futuri?“L’Associazione culturale Adriatico Mediterraneo svolge la pro-pria attività con il sostegno e la collaborazione di soggetti cul-turali e istituzioni sia italiane che straniere. In quattro anni di attività si è consolidato il confronto e lo scambio culturale tra la Regione Marche e le Nazioni del bacino Mediterraneo e dell’A-rea Balcanica. Nei Paesi dove si è svolta l’attività in passato - come Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Egitto, Israele, Macedonia, Serbia, Tunisia e Turchia - si continuano a conso-lidare e rafforzare le reti territoriali di cooperazione culturale. Il 2011 ha già vissuto una fase internazionale con il progetto “Medin Music”: Identities in Music through Marche and Tur-key”. L’Unione Europea, infatti, nell’ambito del programma “Ci-vil Society Dialogue – Istanbul 2010 Capitale della Cultura”, ha riconosciuto il progetto presentato dall’Associazione Adriatico Mediterraneo, tra gli undici progetti meritevoli di finanziamen-to tra gli oltre 400 ricevuti: unico progetto italiano risultato vin-citore. Nel 2010 e nel 2011 sono stati organizzati, sia a Istanbul che nella regione Marche, convegni, concerti e performance con protagonisti italiani e turchi. Partner di questo progetto al-cune università turche e marchigiane.Nel 2011, come ogni anno, si sono aggiunti nuovi partner di altri Paesi del Mediterraneo, con lo scopo di contribuire a di-segnare nuovi scenari di integrazione e coesione, attraverso il dialogo e la cooperazione culturale”.

Pensa che l’unione tra gli artisti faciliti anche un avvicina-mento tra popoli con storia e cultura diverse?“L’arte (e la musica in particolare) proprio per il suo carattere

universale permette di dialogare senza filtri tra artisti di varie nazionalità; quindi è proprio il dialogo culturale il primo passo verso un avvicinamento e un confronto fra sensibilità di popoli diversi”.

Per cosa si caratterizza il Festival di quest’anno?“Dal 20 agosto al 4 settembre 16 giorni di musica, teatro, dan-za, incontri, esposizioni, cinema e gastronomia. Oltre 200 tra artisti e intellettuali invaderanno i 20 spazi più belli della città di Ancona. Tra i protagonisti, ricordiamo Charlotte Rampling, Eugenio Bennato, Tahar Ben Jelloun, Vicente Amigo, Licia Ma-glietta, Teatro delle Albe, Omar Souleyman, Raiz, Giovanni Al-levi”.

Quest’anno di cosa si parlerà?“Il focus di quest’anno è sulla “primavera rivoluzionaria” del Nord Africa, oltre che sul tradizionale scambio culturale con l’area balcanica. Sono stati invitati intellettuali e artisti per ap-profondire e riflettere sugli importanti avvenimenti degli ulti-mi tempi. Ancona assumerà ancora una volta la veste di una vera capitale culturale dell’Adriatico, ospitando ogni giorno una molteplicità di eventi provenienti dall’Italia e dai Paesi del ba-cino Adriatico Mediterraneo (Albania, Algeria, Bosnia-Erzego-vina, Croazia, Egitto, Francia, Grecia, Israele, Italia, Marocco, Serbia, Spagna, Siria, Tunisia e Turchia) per vivere assieme al pubblico 16 giorni di cultura, intrattenimento, riflessione e svago. L’offerta culturale si è ulteriormente ampliata includen-do tutte le discipline: arte, cinema, musica, letteratura, teatro. Grande spazio anche al territorio marchigiano e alle sue eccel-lenze culturali”.

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Prima di cominciare mi stavo chiedendo se avrei parlato con l’inquietante James Russo o con la più rassicurante voce di

Geo & Geo …“Con tutti e due, in contemporanea; in alcuni momenti prevarrà l’uno che poi cederà il posto all’altro. Si tenga pronta!”

Bene! Eccoci con Luca Violini, professione doppiatore. Come ha iniziato questa profes-sione straordinaria?“Sin da bambino ho sempre amato il teatro. Quando ero piccolo (me lo raccontano i miei) ho sempre risposto, a chi mi chiedeva cosa volessi diventare da grande: l’attore. La tra-sformazione dell’attore in voce è avvenuta nel tempo. Ho lavorato come attore in diversi con-testi, come il Teatro Canguro, La Compagnia della Rancia ecc. e mi rendevo sempre più conto delle mie capacità vocali, tanto da deci-dere di approfondirle”.

Qual è stato il suo primo incarico come dop-piatore?“È passato tanto tempo, mi faccia pensare… ah, sì, ho iniziato con uno spot pubblicitario, in cui prestavo la voce a Babbo Natale e da lì è stato un cambiamento continuo, con espe-rienze sempre nuove, emozionanti. Consideri che quando si sceglie il doppiatore, si cerca una persona che abbia punti in comune con il personaggio che va a interpretare, che gli so-migli con la voce nella stazza. Ecco perché ho sempre interpretato attori alti, con una certa corporatura”.

Tra tutti questi ruoli, qual è quello che ricor-da con maggiore emozione?“Ogni esperienza mi ha lasciato ricordi ed emozioni importanti. La prima volta che ho doppiato un film è certamente indimenticabile: si tratta della pellicola “L’ultimo fuorilegge” e la mia era la voce italiana del co-protagonista di Mickey Rourke. I ricordi sono molti, docu-mentari, pubblicità, cartoni animati come The Mask, Ken In Guerriero, Scemo più scemo o il cattivo di Wakfu, la serie in onda attualmente su Cartoon Network”.

Per dedicarsi alla Sua professione ha dovuto lasciare le Marche?“No, partivo e tornavo, come faccio anche at-tualmente; oggi poi grazie ad internet e alla tecnologia sempre più sofisticate, posso lavo-rare anche da casa, come faccio per esempio per lo speakeraggio de La7 o HSE 24”.

Che tipo di requisiti sono richiesti per questa professione?“La voce, sicuramente; avere un timbro par-ticolare è un ottimo inizio, ma poi bisogna saperlo modulare. Bisogna essere attori con la propria voce, saper interpretare, entrare in empatia con il personaggio. Ritengo che l’e-mozione che può darti un testo letto sia dav-vero incredibile. Durante le letture teatrali vedi il coinvolgimento della gente: è un rifarsi al teatro greco, all’antica e immortale tradizione dell’oralità. La voce e il racconto ti lasciano libero di immaginare, di sognare, di spaziare con la mente e ognuno lo fa in modo diverso,

LUCAVIOLINIdi A. Dachan

È lo straordinario doppiatore di personaggi come James Russo, Chazz Palminteri, Dolph Lundgren, la voce narrante di trasmissioni come “Alle falde del Kilimangiaro”, “Geo &Geo”, “Stella del sud” autore di suggestive letture teatrali: l’artista anconetano ora porta le emozioni vocali anche nel cuore delle aziende

“Con la voce si riscopre il valore

della libertà, si trasmettono

emozioni vere. Che sia una poesia o un

documentario, un doppiaggio o uno

spot pubblicitario, tu racconti qualcosa

che accende l’immaginazione di chi ti ascolta, lo porta in altre

dimensioni.

“La vostra redazione racconta

continuamente le emozioni e il vissuto

degli imprenditori e degli artisti, pensi

quanto sarebbe bello se queste

interviste venissero anche interpretate

vocalmente!”

CULTURA E DINTORNI

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Professione Doppiatore

Luca Violini è nato ad Ancona nel 1966. È una

delle più importanti e note voci nazionali nel

panorama del doppiaggio cinematografico,

documentaristico, pubblicitario, televisivo

e radiofonico. In qualità di speaker è la voce de

La7, HSE24 e dei canali satellitari, Marco Polo,

National Geographic, Caccia e Pesca, Leonardo,

per la realizzazione di trailers, comunicati,

documentari, speaker sponsor e promo. La sua è la voce di numerosi attori tra cui Dolph Lundgren, Chazz Palminteri, Bruce Payne, Ron Silver, James

Russo, ecc... nonché di molti personaggi dei

cartoni animati tra cui uno dei personaggi di Ken

il guerriero, The Mask,

Tommy e Oscar, Scemo più Scemo, Ranma, Hercules,

Wakfu ecc. Sempre in qualità di speaker ha

collaborato e collabora a numerose trasmissioni

televisive di successo della RAI quali Percorsi d'amore, Alle falde del

Kilimangiaro, Geo & Geo, Amore, Effetto Sabato, Stella del Sud, Magica

Italia, ecc. Da diversi anni si dedica attivamente alla creazione ed elaborazione

di una particolare forma di spettacolo, la Lettura

Teatrale, basata sulla rappresentazione audio-scenica di classici della letteratura mondiale e

testi appositamente scritti per questo nuovo genere.

È l’ideatore e assieme a Francesco Cardinali il

fondatore della struttura “Quelli che con la voce...” Produzioni, di cui è anche

il Direttore Artistico.

Info su: www.quellichevonlavoce.eu

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assolutamente personale, intimo”. Escluso per ovvie ragioni i cartoni animati, Le è mai capitato di ricevere il commento di un attore da Lei doppiato? “Non ancora, però sarebbe bellissimo. Mi è capitato spesso, invece, di vivere un’altra emozionante esperienza: quando un poeta o uno scrittore mi affida un suo testo e mi chiede di leg-gerlo e poi, a fine interpretazione, mi dice: “Era talmente bello che non riuscivo a credere di averlo scritto io”. È una vera al-chimia, come se, d’un tratto, un brano scritto dall’ingegno di qualcuno che magari vedi per la prima volta diventasse tuo. È una condivisione e allo stesso tempo uno scambio reciproco. L’autore diventa spettatore di quello che ha scritto e si lascia trasportare dalle emozioni. La cosa più bella è lasciar andare le proprie creazioni, non tenerle chiuse nei cassetti: un’opera impara a vivere di suo, acquisisce un carattere, una personali-tà e va dritta al cuore di chi l’ascolta, che a sua volta la carica delle sue emozioni. Mentre in un film il punto di vista è quello del regista, nella lettura ogni persona è regista delle sue sen-sazioni”.

Qual è il tipo di lavoro in voce che preferisce fare?“Amando molto il mio lavoro Le direi tutti, ma quello che da qualche tempo faccio insieme a Giuliano De Minicis della

DmpConcept nelle aziende mi piace particolarmente. In pra-tica ci invitano per leggere in occasione di eventi particolari dell’azienda (anniversari di fondazione, presentazione dei bi-lanci, ecc…) racconti, storie, progetti, inerenti alla stessa che attraverso la mia voce e interpretazione trasmettono, motiva-zioni, passione, voglia di fare. Si rimette al centro dell’azienda la cultura dell’uomo; in fondo, la vera cosa che ci accomuna è la capacità di emozionarci. Questa è vera globalizzazione, perché si supera ogni limite, ogni confine. Le letture si ricon-giungono con le immagini e la musica, che per antonomasia, sono il linguaggio universale. Ecco, creare quest’atmosfera in azienda ravviva il desiderio di condividere con gli altri i propri obiettivi, di sentirsi una squadra, di rimettersi in gioco, vicini gli uni agli altri. Oltre agli aspetti economici, infatti, le aziende per crescere hanno bisogno che i loro protagonisti si guardino negli occhi, rimettendo continuamente al centro del proprio lavoro l’essere umano, perché secondo noi le Aziende cresco-no solo quando crescono le persone. La vostra redazione, ad esempio, racconta continuamente le emozioni e il vissuto degli imprenditori e degli artisti, pensi quanto sarebbe bello se que-ste interviste venissero anche interpretate vocalmente!”.

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CROCE DEL MOROVia Tassanare 5, 60030 Rosora (AN) Tel. 0731/812112Sito: www.crocedelmoro.it

Se vi state chiedendo che gusto ha il tempo e se oggi è ancora possibile riscoprire i sapori di una volta, non vi resta che salire in auto e dirigervi nel cuore della campagna anconetana, salire piano piano tra i colli e fermarvi all’Agriturismo Croce del Moro. Immerso in un verde contami-nato, il ristorante offre, in un contesto caldo e accogliente, in cui tutto racconta dei valori e della vita dell’antica civiltà contadina, tutto il gusto e il sapore della cucina marchigiana più autentica. I prodotti più genuini, preparati con autenticità, vi regaleranno pranzi e cene davvero deliziosi: il menù è ricco e variegato in ogni stagione dell’anno. Non resta che la golosità della scelta…

IL GALEONEVia Colombo 1, 60026 Numana (AN)Tel.: 071.9330445

Il ristorante-pizzeria il Galeone sorge nell’incantevole cornice di Numana, nel cuore del Monte Conero. Originale e suggestivo, con i suoi ambienti eleganti in stile marino, con la sua splendida terrazza panoramica affacciata sulla sottostante laguna e le sue ampie vetrate, il Galeone pro-pone un menù di carne e di pesce preparato con cura e raffinatezza e un’ampia scelta di pizze cotte nel forno a legna. Ideale per chi cerca un posto suggestivo dove provare, oltre al piacere della vista, anche il gusto dei piatti più deliziosi. Apertura serale.

ANTICA OSTERIA “DA LA STELLA”Via Santa Margherita 1 61029 Urbino (PU)Tel: 0722 320228 Sito: www.anticaosteriadalastella.com

Nel cuore della città rinascimentale sorge la famosa osteria “da La Stella”, luogo di incontro e ristoro degli artisti (come Piero della Francesca, Raffaello Sanzio e Paolo Uccello) e dei signori del ducato di Urbino. Entrare nel Ristorante Antica Osteria “da la Stella” significa vivere il vero senso dello stare insieme in un’atmosfera che ha tutto il fascino dell’accoglienza e della tran-quillità dove assaporare una cucina legata al territorio, alla stagionalità dei prodotti e all’altissi-ma qualità delle materie prime.

RUA DEI NOTARIVia Cesare Battisti 3 63100 Ascoli PicenoTel. 0736 258393Sito: www.ruadeinotari.it

Il ristorante Rua dei Notari si trova all’interno di un edificio storico di prestigio; offre un ambiente discreto ed elegante, con le sue sale con le volte a crociera e la sua atmosfera che sa di storia. Un’ampia offerta di vini e piatti della tradizione culinaria marchigiana, serviti con cortesia e sor-riso, rendono questo ristorante suggestivo il posto ideale per una cena romantica o un banchet-to. Dai primi ai dolci, tutto ha un sapore autentico e genuino.

ITINERARI DEL GUSTO

ITINERARI DEL GUSTOScelti per voi, da ML. Buon appettito!

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RIVER BEACH61121 Pesaro PU - Via Respighi, 10Cell. 336 3070270 [email protected] - www.riverbeach.it

Unici nel nostro genere, dodici mesi l’anno

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RIVER BEACH61121 Pesaro PU - Via Respighi, 10Cell. 336 3070270 [email protected] - www.riverbeach.it

Unici nel nostro genere, dodici mesi l’anno

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VIAGGI

“Il cammino di Santiago de Compostela”11 giorni (10 notti)23 agosto/ 2 settembre – 6/16 settembrePartenze in pullman da: Bergamo, Brescia, MilanoIl primo giorno si parte in pullman per Ventimiglia, si passa attraverso la Francia per raggiungere poi la Spagna, con tappe in località suggestive, con visite ai luoghi simbolo della religiosità locale. La quota comprende: Viaggio in pullman, alloggio in alberghi di 3 stelle (4 stelle a Santiago), vitto dal pranzo del 1° giorno al pranzo dell’11° giorno, visite ed escursioni con guide locali, assistenza sanitaria, assicurazione bagaglio e annullamento viaggio Europe Assistance.Quota di partecipazione: € 1660,00

Eden Gold International Club Doryssa Seasi-de Resort, SamosWhite SelectionImmerso in un meraviglioso scenario naturale a sud dell’isola di Samos (Grecia), tra verdi giardini, arbusti aromatici e tra-sparenti acque azzurre, il Doryssa Seaside Resort si estende sull’ampia spiaggia protetta della baia di Pythagorion. Il resort propone servizi completi di eccellente livello in completa armonia con l’ambiente circostante e si suddivide in area hotel ed area villaggio. pensione completa con bevande ai pasti; colazione, pranzo e cena a buffet. Sono inclusi a pranzo e a cena 1 litro d’acqua in bottiglia, soft drinks e birra locale in bicchiere, vino locale in caraffa. Una volta alla settimana serata a tema con intrattenimento locale.Quota di partecipazione a partire da :€ 955,00 a persona a settimana

SOLUZIONILONG BREAK

SOLUZIONIMID BREAK

A cura di Saima viaggi PER

STACCARE LA SPINA

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LE PROPOSTE WEEKEND DI MARAVIGLIA A DUE PASSI DA CASA

FRASASSI ADVENTURE. VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA dal 01/09/11 al 30/09/11. Si tratta di un percorso adatto anche a chi si avvicina per la prima volta alla speleologia, con brevi arrampicate, cunicoli e strettoie non difficili da affron-tare. Il nostro avventuroso cammino inizia dalla “Sala dell’Infinito”… Il pacchetto comprende: 3 notti in camerea doppia con colazione presso la Riserva privata San Settimio, percorso speleologico guidato nelle Grotte di Frasassi, attrezzatura Tecnica inclusa. 378,00 euro a personaInfo su: maravigliatravel.it.

UN SOGGIORNO TRA I VIGNETI DEL PICENOSituata nella quiete di un’amena collina, con una vista a 360° su filari di vigneti, il Relais del Colle, a Ripatransone sarà una raffinata cornice di un soggiorno dedicato alla passione del vinoIl pacchetto comprende: 2 notti in camera doppia con colazione presso il Relais del Colle, 1 degustazione di vini, 1 cena per 2 persone con bevande incluse, Visita guidata del delizioso borgo di Offida, 1 bottiglia di vino in omaggio, 1 ingresso per 2 persone al bagno turco del Relais. 199,00 euro a persona.Info su: www.maravigliatravel.it

IL BRIVIDO DI UN LANCIO CON PARACADUTEProva l’emozione della caduta libera da oltre 4000 metri in tutta sicurez-za con un istruttore qualificato! La sensazione incredibile di galleggiare nell’aria come su un morbido cuscino! Il tutto sarà documentato da un video operatore che sarà al tuo fianco dalla vestizione all’atterraggio.Il pacchetto comprende: 1 notte in camera doppia con colazione presso la Tenuta Santa Elisabetta, 1 lancio con il paracadute in tandem con istruttore qualificato, per 2 persone, fornitura dell’equipaggio necessario, video fil-mato del lancio su supporto DVD, 2 magliette in omaggio dell’associazione. 229,00 euro a persona.Info su: maravigliatravel.it.

UN WEEK-END TRA SCORCI D’INFINITOPalazzo Bello sorge all’interno del Parco delle Rimembranze, alle porte di Recanati. Un luogo intriso di storia e di ricordi, meno conosciuto ai più. Fù in questo settecentesco edificio nobiliare che Giacome Leopardi iniziò a scrivere “Lo Zibaldone” ispirato dalla rilassante natura circostante.Il pacchetto comprende: 1 notte in camera doppia con colazione presso Hotel Palazzo Bello all’interno del Parco delle Rimembranze, 1 cena per 2 persone. 70,00 euro a persona.Info su: maravigliatravel.it.

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VIAGGI

Amici, questa volta voglio condividere insieme a tutti voi le emozioni di cui ci ha reso partecipi una

nostra nuova lettrice, che ci racconta il suo viaggio. Trasferitasi dalla capitale ad Ancona, ci scrive che…

Cara Michela,mi chiamo Stella e per prima cosa vorrei farti i com-plimenti per la tua rubrica, così interessante e ricca di preziosi consigli! Conosco da poco Mondo Lavoro, così come le Marche e ti scrivo proprio per raccontar-ti quanto questa terra mi abbia affascinato e sorpreso al di là di ogni previsione. Sì, perché io, delle Mar-che, non sapevo assolutamente nulla fino a qualche mese fa, quando…un momento, andiamo con ordine. Dopo anni passati a viaggiare per lavoro, ero sicura che fosse Roma la città della mia vita. Almeno fino ad aprile, quando ho ricevuto l’ennesima telefonata di lavoro: ho dato uno sguardo veloce a Google Maps, sorriso al mio fidanzato…ed eccomi in stazione. Bina-rio tronco uno. Direzione: Ancona. Devo confessarti che, appena arrivata, ho sentito nostalgia di Roma: mi mancava la folla, la metro, i turisti lungo il cor-so. Ma mi sono bastati pochi giorni per rilassarmi e prendere i ritmi marchigiani: tanto lavoro e altret-tanto relax! Finito il lavoro, ormai sono d’obbligo una passeggiata al Passetto e un aperitivo in piazza del Papa con gli amici…perché uno dei miti da sfatare è che i marchigiani siano chiusi: ho incontrato persone disponibili e cordiali, oltre che simpaticissime! E pro-prio loro mi hanno fatto scoprire questa terra favolo-sa, a partire da Ancona. Tra i vicoli e sotto gli archi, in mezzo alle botteghe di artigianato (nelle quali scovo sempre qualche piccolo tesoro!) o nei suoi parchi, a godermi la frescura degli alberi e guardare il sole che scompare dietro il mare, regalandogli quella miriade di colori che sempre mi affascinano. Già, il mare. Le spiagge di Ancona e della sua provincia sono meravi-gliose; non avrei mai pensato che a pochi chilometri da una città potessero esserci delle baie così pulite

I VIAGGI DI MICHELACari amici, questa volta voglio condividere insieme a tutti voi le emozioni di cui ci ha reso partecipi una nostra nuova lettrice, che ci racconta il suo viaggio. Trasferitasi dalla capitale ad Ancona, ci scrive che…

Ti racconto lamia Ancona...

Michela Rossi (classe ’79) è una sognante anima esploratrice, che attualmente lavora come Product Manager presso Maraviglia Tour Operator. L’appuntamento mensile con la sua rubrica è occasione di scoperta, attraverso i suoi occhi e le sue emozioni, di angoli meravigliosi e talvolta poco conosciuti delle Marche.

foto di A. Dachan

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Scrivi a:[email protected] I racconti e le foto più belle saranno pubblicati.

e rilassanti! E che dire del Conero? Ti confido che ho usato il fascino della spiaggia di Portonovo e il meraviglioso profilo delle Due Sorelle per convin-cere il mio ragazzo a trasferirsi qui. Dopo una sor-prendente mini crociera tra le grotte del Conero ed emozionanti tuffi nell’acqua più cristallina che ab-bia mai visto, gli ho confessato che il mio desiderio era rimanere a vivere qui. Credo che ora ami questa terra più di quanto lo faccia io! Roma, dopo qualche mese, non mi manca neanche per lo shopping, visto che qui ci sono moltissimi centri commerciali e out-let di grandi firme…temo di avere già bisogno di una scarpiera più ampia! Che dire? Abbiamo scoperto il ritmo di un’esistenza serena e ci coccoliamo con piccole gite in campagna, ci viziamo con spettaco-li teatrali e iniziative culturali tra le quali abbiamo l’imbarazzo della scelta e, soprattutto, ci godia-mo la città e i suoi irresistibili colori pensando che Roma, tutto sommato, non era ancora il massimo della vita. Ora seguo i tuoi consigli per i miei viaggi nel resto delle Marche. Non voglio perdermi proprio nulla di questa meravigliosa terra che mi ha con-vinto a fermarmi e immaginare un futuro senza più traslochi, finalmente!

Stella

Cosa ne dite? Deliziosa, no? Allora non ci resta che dare il benvenuto nelle Marche a Stella e invitare lei e tutti voi a continuare a stare con noi e raccontarci le vostre splendide esperienze

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Una veduta della Rivie-ra del Conero, con la spiaggia delle Due So-

relle di Sirolo in primo piano, è una delle quattro scelte di Poste Italiane per l'emissione di un francobollo espressa-mente dedicato al turismo. Il francobollo del valore di 0.60 euro, stampato dall'Istituto Poligrafico Zecca dello Sta-to in carta fluorescente, di mm.48x40 e una tiratura di 1 milione per ogni esemplare,

fa parte di un'emissione che comprende altre tre località: un borgo e santuario di Tar-visio (Udine), il sito archeolo-gico di Sepino (Campobasso) e il borgo medievale Bosa (Oristano), oltre ad un quin-to francobollo raffigurante il Manifesto storico dell'Enit. L'emissione comprende una serie di prodotti correlati e un folder che raccoglie, oltre al francobollo, la tessera fi-latelica, la cartolina non obli-

terata, la cartolina affrancata e obliterata con il timbro del primo giorno di emissione e il francobollo in lamina d'ar-gento, oltre ad un bollettino illustrativo sul luogo raffigu-rato. "Al piacere di vedere le Marche e la Riviera del Co-nero in un bellissimo franco-bollo che promuove l'imma-gine turistica del Paese - ha dichiarato Serenella Moroder, assessore al Turismo della Regione Marche - si aggiunge

anche la soddisfazione di aver contribuito a questa scelta proprio attraverso l'Enit che se ne è fatto promotore pres-so Poste Italiane". Nei mesi scorsi, infatti, su richiesta del presidente dell'Ente, Matteo Marzotto, la Regione Marche ha segnalato proprio la Spiag-gia delle due Sorelle. (AGI)

MARIO REYS E THE GIPSY FAMILY ALL’HOTEL SAN PAOLO DI MONTEGIORGIO

Le calde note dei ritmi gitani hanno riempito Domenica sera 7 Ago-

sto, 2011 dalle 21:30 il cielo di Ripaberarda, a Castignano (AP): nella pizza centrale si è esibito Mario Reyes con la Gip-sy Family, per un concerto in chiusura della manifestazione “Ripaberarda in festa”. Il grup-po, composto da Mario Reyes, Santiago Paul, Chet Patrick Francis, Reyes Georges Mar-cel e Reyes Mario David, ha proposto brani di sua creazio-ne, alcuni passaggi acustici e pezzi tratti dall’indimenticabile repertorio di famiglia (GIP-SY KINGS). Nella loro tappa marchigiana Mario Reyes e la

Gipsy Family sono stati ospiti al San Paolo Hotel, dove han-no voluto rendere omaggio al calore e all’accoglienza rice-vuta, in particolare dai padroni di casa, la famiglia Beleggia, improvvisando un concerto in piscina che ha deliziato gli ospiti presenti e i numerosi passanti. “Questa sera - ha aggiunto Mario Reyes prima del concerto – vorrei lanciare un messaggio: imbracciamo una chitarra, non un’arma, così potremo estraniarci dal mondo attraverso le gioie del-la musica. Mario Reyes, ha anche rivelato che sta scri-vendo un libro, in cui raccon-ta le emozioni e le sfide che

si vivono quando si fa parte di una nota famiglia di artisti. I Gipsy Kings, infatti, sono nati dall’unione di due famiglie: i Reyes e i Ballardo; Mario e gli altri sono nipoti, mentre Geor-ge è il figlio della storica voce dei Gipsy, Nicolò. Proprio alla famiglia Mario vuole esprime-re un ringraziamento: ai Gipsy Kings, infatti, si deve il riscat-to dell’immagine degli artisti gitani; tramite la loro musica hanno avvicinato la gente alla loro cultura, allontanando quella nomea non sempre po-sitiva che accompagna la loro etnia.

LE DUE SORELLE DIVENTANO UN FRANCOBOLLO

EVENTI

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ANCONA VA DI MODAIl Passetto in versione glamour ha celebrato l’eleganza e lo stile made in Marche

La splendida cornice del monumento del Pas-setto di Ancona ha fatto

da scenario, il 23 luglio scor-so, ad uno degli appunti più glamour dell’estate 2011: la sfilata “Ancona va di Moda”. Giunto alla sua ottava edi-zione, complice la splendida serata, l’evento, con la regia di Alessandro Mazzini e la collaborazione di Antonella Cavoli è stato un vero succes-so. Le più prestigiose case di moda marchigiane di fama nazionale e internazionale e i più rinomati artigiani d’ec-cellenza hanno presentato le loro creazioni di alta moda, di pret-à-porter, di accessori di alta qualità, intervallate da magiche performances arti-stiche e musicali. La kermes-se ha creato, in un’atmosfera da dolce vita, una piacevolissi-ma liaison tra Ancona e il suo mare: il Passetto illuminato e il Viale della Vittoria chiuso al traffico hanno fatto da passe-rella alle più belle indossatrici reclutate tra le agenzie mi-

lanesi. Applausi e consensi sono stati registrati anche per le giovanissime modelle che hanno sfilato con le collezio-ni junior; immancabili gli abiti da sposa, i costumi da mare, l’intimo e la moda uomo. A far da madrina alla serata, orga-nizzata dalla Confesercenti Marche con il contributo di Comune, Provincia e Came-ra di Commercio di Ancona e della Regione Marche, è stata l’impeccabile Daniela Gurini, accompagnata dall’ex concor-rente del Grande Fratello 10 Daniele Santonianni. Il nume-roso pubblico (con parterre d’onore per autorità, sponsor e aziende partecipanti, 1600 posti a sedere e centinaia di persone in piedi) ha assistito anche alla proiezione del toc-cante trailer di “Asflato Ros-so”, un film sulle stragi del sabato sera.

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APPUNTI IN AGENDABYE BYE ESTATE!!!

XXIII Fano International Film Fest

Il Fano International Film Festival è la manifestazione che si occupa di eventi di produzione filmica collocandosi, nel panorama cinematografico, nell’ambito del corto e mediometraggio, fondato e diretto dal 1989 da Fiorangelo Pucci. La manifestazione, giunta alla 23ª edizione, si svolgerà quest’anno dal 17 al 22 ottobre 2011. Il Festival, con circa 10.000 presenze nell’arco della settimana, è promosso ed organizzato dal locale Fotovideocineclub in collaborazione con enti istituzionali pubblici e privati, fra i quali il Comune di Fano, la Provincia di Pesaro e Urbino, la Regione Marche, il Miur, il Ministero per Beni e le Attività Culturali Dipartimento dello Spettacolo, la Federazione Italiana dei Cineclub, la Mediateca delle Marche, l’Agis e la Fice Marche, con il contributo di privati ed aziende, locali e nazionali.

Fano International Film FestivalVia Albert Einstein, 11 61032 Fano (PU)Tel. 0721 854372 Fax 0721 830111 Mobile 335 [email protected] www.fanointernationalfilmfestival.it

XXIIIFANOINTERNATIONALFILMFESTIVAL

Mostra “Luoghi, tempi e gente d’Italia”

Dalla Collezione d’Arte alla Farnesina Palazzo Pergoli, Piazza Mazzini - Falconara

M.ma (AN), 26 giugno – 30 ottobre 2011

a cura di Silvia Cuppini e Stefano Tonti

In occasione delle celebrazioni per il 150° dell’Unità d’Italia il CART – Centro per la documentazione dell’ARTe contem-poranea di Falconara M. (An), propone una mostra dedicata

alla ricorrenza scegliendo di presentare opere di artisti presenti alla Collezione d’Arte della Farnesina che si posso-

no richiamare al tema o far riferimento alla storia d’Italia. Partendo da alcune opere come nucleo centrale intorno

alle quali identificare il senso della specificità del progetto, la mostra viene ad essere uno spaccato dell’arte contem-poranea attraverso la lettura di aspetti e tematiche che si

richiamano alla nostra Nazione, percorsi con stili, tecniche e temi diversi e diversificati da autori temporalmente e poe-ticamente anche distanti fra loro, ma che sono protagonisti

riconosciuti nel panorama artistico nazionale ed internazio-nale. La mostra inoltre contribuisce anche a rendere nota la tradizione del senso e dell’idea di una Collezione d’Arte

come quella presente nel Palazzo della Farnesina a Roma, sede del Ministero degli Affari Esteri, quale modello di un

ruolo didascalico riconoscibile e riconosciuto a codesta isti-tuzione anche per la sua attività nell’ambito della valoriz-

zazione dell’arte contemporanea. Ruolo riconosciuto anche dall’attività del CART di Falconara M. (An) contrassegnato, quest’anno, dall’inserimento, voluto da Vittorio Sgarbi, nei

luoghi del percorso culturale consigliato in occasione delle manifestazioni della Biennale di Venezia.

MOSTRA LUOGHI TEMPI E GENTE D’ITALIA

LUIGI ONTANIROSSINARIA

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LUIGI ONTANI - RossinAriaa cura di Ludovico Pratesi24 luglio-25 settembre 2011

Loggiato e Chiesa del Suffragio, Centro Arti Visive Pescheria, PesaroIl Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro è lieto di ospitare la mostra personale di Luigi Ontani, che si configura come un doppio omaggio alla città, sia come luogo di nascita di Gioachino Rossini che come centro di produzione dell’arte della ceramica, che ha espresso maestri del calibro di Ferruccio Mengaroni e Nanni Valentini. Il percorso espositivo, concepito dall’artista appositamente per il Centro Arti Visive Pescheria, si sviluppa tra l’ex Chiesa del Suffragio e il Loggiato dove sono posizionate otto ErmEstEtiche, sculture in ceramica di grandi dimensioni ispirate a personalità significative della storia, che riprendono lo stile dell’arte classica romana. Tra le erme spicca RossinAria, dedicata da Ontani a Gioachino Rossini e realizzata appositamente per Pesaro, città natale del compositore, che organizza ogni anno il Rossini Opera Festival, uno degli appuntamenti internazionali di maggior prestigio per l’opera italiana. Scrive Ludovico Pratesi: “Rossini viene interpretato da Ontani attraverso una composizione di elementi storici, simbolici, letterari ed artistici, in una consapevole autoidentificazione con un uomo tanto famoso da essere definito dai suoi contemporanei come il Napoleone della musica. RossinAria diviene così un palinsesto, dove simboli, testi, immagini e suggestioni si rincorrono per dare vita ad una sorta di trama di senso”.

LUIGI ONTANIROSSINARIA

Fabriano Teatro Gentile 2011/2012

Prosa contemporaneo teatro ragazzi

Tredici spettacoli da novembre a marzo compongono il ricco cartellone della stagione 2011.2012 del Teatro Gentile di Fabriano

nato dalla rinnovata collaborazione tra il Comune di Fabriano e l’AMAT e realizzato con il contributo della Regione Marche e del

Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Il sipario del Teatro Gentile si aprirà il 16, 17 e 18 settembre su Dove sei musical

scritto e diretto da Don Umberto Rotili, evento di presentazione della stagione fuori abbonamento. Lo spettacolo vede la parteci-

pazione di 150 ragazzi della città.

FABRIANO TEATRO GENTILE 2011/2012

56° Festa dell’aquilone Urbino, 3-4 settembre 2011

Nata tra le Contrade, la Festa è cara agli urbinati di ogni età che da bambini hanno tutti costruito e lanciato le loro comete. La manife-stazione appare come proposta di svago, di creatività e di semplici-tà; è, infatti, magia e poesia quell’idea concreta di libertà tenuta in mano, legata ad un filo che è appunto l’Aquilone. La Festa ha il suo momento culminante nella Gara tra le Contrade sulle balze dei monti delle Cesane, nel tentativo di far salire l’Aquilone più alto. Si potranno ammirare centinaia di comete in volo, proprio di fronte a quel famoso Urbino ventoso.

Fano International Film FestivalVia Albert Einstein, 11 – 61032 Fano (PU)Tel. 0721 854372 Fax 0721 830111 Mobile 335 [email protected] –www.fanointernationalfilmfestival.it

56FESTA dell’aquilone

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Attorno a questi concetti, negli ultimi tempi anche i Legislatori dei Paesi più industrializzati e gli organismi interna-

zionali hanno mostrato una maggiore sensibi-lità rispetto al passato: tale tendenza trova una conferma in un’importante iniziativa comuni-taria, allorquando la Commissione Europea presentò, lo scorso 22 giugno, una proposta di direttiva sul risparmio energetico. Il prov-vedimento propone l’introduzione di misure vincolanti al fine di centrare l’obiettivo della riduzione del 20 per cento dei consumi ener-getici prevista per il 2020, che in base ai trend attuali rischia di non essere raggiunto. I sog-getti principalmente interessati dalla proposta sono le società di distribuzione o di vendita al dettaglio, gli enti pubblici e le imprese, chia-mate ad attuare un’efficiente gestione dei con-sumi sottoponendosi ad audit energetici. A li-vello internazionale, poi, recentemente è stata pubblicata la ISO 50001 sui Sistemi di Gestione dell’Energia (che andrà a sostituire la UNI CEI EN 16001, in vigore dal 2009 ed applicata sino-ra nei Paesi europei). Tale norma ha lo scopo di fornire alle imprese un quadro di riferimen-to per l’integrazione delle prestazioni energe-tiche delle loro attività, aiutandole ad utilizzare più attentamente le risorse, promuovendo le migliori pratiche, fornendo assistenza per l’a-dozione di nuove tecnologie ad alta efficienza energetica. La norma potrà essere integrata con gli altri sistemi di gestione, ad esempio ambientale e salute/sicurezza.

I sistemi di gestione ambientale permettono alle imprese di migliorare l’efficienza e rag-giungere un effettivo risparmio delle risorse materiali ed economiche e quindi di sviluppa-re un modello di sviluppo sostenibile, fornen-do spunti di miglioramento ed innovazione, consentendo un adeguamento continuo alle norme in perenne evoluzione e migliorando la comunicazione dei risultati raggiunti verso i propri stakeholders.Sida, per facilitare le imprese ad attuare tali principi, ha istituito un nuovo servizio di con-sulenza ambientale, che offre check up di con-formità legislativa, l’individuazione dei finan-ziamenti disponibili a sostegno degli obiettivi ambientali dell’azienda e l’analisi dell’efficien-za dei processi aziendali.

Sida – Divisione Sviluppo Sostenibile Agnese [email protected]

Sauro [email protected] Tel. 071.28521

L’ENERGIA CHE COSTA MENO È QUELLA CHE NON CONSUMIAMOCos’è lo “sviluppo sostenibile”? Il mantenimento dei consumi dentro la capacità di carico degli ecosistemi. E l’”efficienza”? L’ottenimento dello stesso risultato utilizzando meno risorse. Con il termine “risparmio”, invece, intendiamo la riduzione dei consumi ottenuta applicando un cambiamento virtuoso alle attività svolte

ENERGIA

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NOTE DI SANITÀ:LISTE DI ATTESA E TICKETA cura di Mario Timio

SALUTE E BENESSERE

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In un mio recente libro (Sanità, Rubbettino Editore) includevo le liste di attesa e il ticket o co-pagamento tra i sette vizi capitali della medicina italiana. Della durata delle liste di at-

tesa si è detto tutto e il contrario di tutto. Anche se è stato ten-tato di fare molto da parte dello Stato, delle Regioni delle ASL, degli ospedali, i deludenti risultati sono di fronte ai nostri occhi o alle nostre aspettative quando siamo direttamente coinvolti nell’attesa di prestazioni mediche.Vari decreti legislativi, numerose leggi e precise linee- guida concordano che il SSN si impegna a garantire a tutte le perso-ne l’erogazione di prestazioni entro tempi consoni alle neces-sità, dando particolare rilevanza ai criteri di appropriatezza, di trasparenza, di urgenza. Per alcune Regioni virtuose come le Marche, le indicazioni governative sono cogenti, per altre solo opzionali.Ci sono Regioni o ASL in cui le liste di prenotazione non sono molto trasparenti, se non addirittura chiuse. I due terzi del-le Regioni non dichiarano i tempi di attesa sulle pagine WEB. Di fronte al solito gap Nord-Sud, al centro il 75% delle ASL dell’Umbria e il 56% di quelle delle Marche rendono disponibili in rete i tempi di attesa. Perché le liste d’attesa? E’ vero che la maggior richiesta di pre-stazioni, a fronte di una fissità o comunque di una lenta pro-gressione dell’offerta, è dovuta alla più matura consapevolez-za sanitaria della popolazione, ma gioca un ruolo preminente anche l’invecchiamento della società con tutte le sue ricadute, con le problematiche finanziarie, con i modelli di assistenza e di impatto sociale, con i ripetuti accessi alla sanità. Questa ripetizione, che spesso intasa i servizi sanitari, è riferibile ad un preciso motivo: la medicina cura sempre di più e guarisce sempre meno. Ciò vale a dire che le malattie si cronicizzano e quindi durano molto (fortunatamente per il singolo). Di certe malattie una volta si guariva o si moriva in breve tempo. Oggi le cose sono cambiate. Si pensi solo alle malattie renali alle

quali si sopravviveva o si moriva precocemente. Oggi con la dialisi tutto è cambiato: non si muore ma non si guarisce; si vive per anni dipendenti da una macchina, cioè dall’assistenza sanitaria. Ma a questa si ricorre per prestazioni anche meno gravi, ma sempre intasanti il servizio. Che fare ? Accreditare nuove strutture anche private, coinvolgere il maggior numero di specialisti, esprimere un’oculata auto-organizzazione. Op-pure ridurre la domanda o modularla su strutture pubbliche e private utilizzando il cosiddetto “buono sanità” già vigente nella regione Lombardia ove le liste di attesa sono tra le più brevi in Italia.Il contenimento della domanda è stato tentato già dal 1989 mediante l’introduzione del ticket sanitario, inteso come stru-mento di responsabilizzazione dei cittadini, mirato soprattutto a disincentivare gli eccessivi consumi di farmaci e prestazioni mediche.Ben presto però il ticket si è trasformato in una significativa voce di finanziamento della sanità, tanto è vero che nella re-cente manovra correttiva del 2011 compare proprio per far fronte al disavanzo delle singole regioni, consentendo a queste di recuperare i trasferimenti tagliati dalle finanziarie nazionali.E’ giusto, non è giusto. Ognuno esprime il proprio giudizio, motivandolo. Gian Mario Spacca governatore delle Marche “è contrario al ticket, ma obbligato ad introdurlo, cercando di tu-telare i più deboli.”. In senso solidaristico.Qualcuno asserisce invece l’utilità del ticket modello Svezia ove è garantita l’universalità della sanità che non significa servizi gratuiti per tutti, ma copertura equilibrata dell’intera gamma di prestazioni sanitarie, con appropriato “ticket” di in-gresso. Così la Svezia da sempre modello di welfare globale e generoso, ci pone di fronte a questo interrogativo: può l’Italia permettersi oggi una sanità incondizionatamente gratuita? La risposta a questa domanda dice anche se il ticket sia giusto oppure no.

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Sono felicissima, dopo l’Oro Mondiale e il tito-lo italiano, mi mancava

il titolo europeo – ha festeg-giato la Di Francisca -; sono contenta perché ho vinto an-che senza tirare benissimo, quello che prima non succe-deva. Non conta la stoccata bella, ma l’ultima”. Con que-ste parole la ventottenne fio-rettista jesina ha commentato la sua vittoria agli Europei di Sheffield. Per la campiones-sa del mondo Vezzali, salita 8-4 nella finale e poi sconfitta 8-10, una delusione che però non la sconforta, anzi, le dà la giusta carica per i Mondiali di Catania. “Mi spiace perché ho smesso di tirare e il mio maestro Giulio Tomassini è molto arrabbiato con me. Sono sempre risalita dopo queste sconfitte, succederà anche stavolta”. Le fiorettiste azzurre hanno fatto sogna-re singolarmente, ma anche come Dream Team. Dopo la tripletta maschile ottenuta il

14 luglio dagli azzurri, infat-ti, i successi della squadra femminile non si sono fatti attendere. Sul podio Valenti-na Vezzali, Elisa Di Francisca, Arianna Errigo e Ilaria Salva-tori hanno festeggiato il terzo titolo europeo consecutivo, consacrando il fioretto azzur-ro quale leader indiscusso in Europa. L’oro delle ragazze del fioretto femminile è, infat-ti, la settima medaglia delle otto che il programma di fio-retto prevedeva in questa ras-segna continentale. Una lea-dership ribadita anche sulla pedana finale della prova a squadre di fioretto femmini-le. “Oggi abbiamo dimostrato che la nostra forza non è solo la qualità delle singole atle-te ma dell’intera squadra – ha affermato il com-missario tecnico, Stefano Cerioni -. In avvio abbia-mo soffer-to, con-tro una

s q u a d r a , la Russia, dalla quale abbiamo su-bito l’unica sconfitta in questa stagio-ne. Valentina, Elisa ed Arianna sono state però straordinarie e so-prattutto capaci di interpretare la giusta tattica che alla fine si è rivelata vincente”.

ITALIA D’ORO CON LE DREAM TEAMAgli europei di Sheffield, oltre al gradino più alto del podio a squadre, le azzurre hanno vinto anche nelle competizioni individuali. Oro alla fiorettista jesina Elisa Di Francisca, argento per l’altra jesina, la campionessa del mondo Valentina Vezzali

SPORT

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Gli interessati sono pregati di inviare dettagliato curriculum, con consenso al trattamento dei dati, citando in busta il riferimento a: SIDA S.r.l.Via I° Maggio - 60131 Ancona - Fax 071/2852245 - [email protected] - www.sidasrl.itConsenso: richieste di autorizzazione provvisioria alla Ricerca e Selezione del personale in corso, ai sensi del D.Lgs. 276/03.I candidati ambosessi (L. 903/77) sono invitati a leggere sul nostro sito l’informativa sulla Privacy (D. Lgs. 196/03).

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> RADIO E MEDIA di Civitano-va Marche (MC), concessionaria pubblicitaria di emittenti radiofo-niche leader nel territorio delle Marche, come Radio Linea n° 1 e Skyline, assegna:RIF: BSK/01 1 BORSA DI STU-DIO TOTALE FINALIZZATA AD INSERIMENTO LAVORATIVO MA-STER IN “SALES E MARKETING MANAGER”Il vincitore della borsa di studio intraprenderà un percorso forma-tivo e professionalizzante all’in-terno dell’azienda con l’obiettivo di diventare un professionista in grado di operare e gestire con progressiva autonomia il ruolo di KEY ACCOUNT per la PROVIN-CIA DI ANCONA. La nuova figu-ra, rispondendo al Responsabile Commerciale, si occuperà prin-cipalmente di gestire ed ampliare il portafoglio clienti della propria zona di riferimento, entrando in contatto con attività commercia-li, aziende, studi professionali ed ogni altro soggetto interessato all’acquisto di uno spazio pubbli-citario radiofonico. Il candidato ideale è un giovane talento di età compresa tra i 24 ed i 29 anni, laureato in Scienze della Comu-nicazione o indirizzi equipollen-ti, interessato ad intraprendere un percorso professionalizzante finalizzato a ricoprire un ruolo dinamico all’interno di una realtà in continua crescita. Dinamismo, orientamento al cliente, ottime doti comunicative e di vendita completano il profilo. Dopo un at-tento processo selettivo, l’azienda individuerà il nuovo collaboratore che inizierà il seguente percorso formativo: - Frequenza al Master in General Management con specializzazio-ne in Sales e Marketing Manager organizzato e gestito dalla Sida Group (ad Ancona) della durata complessiva di 6 mesi con fre-quenza obbligatoria tutti i venerdì + sabato mattina. - Stage della durata di 6 mesi (in contemporanea al Master) da svolgere presso la sede centrale dell’azienda - Al termine del percorso formati-vo è previsto l’inserimento lavora-tivo all’interno dell’azienda. Il Master avrà inizio a Settembre.Sarà considerato requisito prefe-renziale la residenza nella Pro-vincia di Ancona.

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leader a livello nazionale nella commercializzazione di accessori moda fashion, per il potenziamen-

to del proprio organico decide di puntare sui giovani assegnando:RIF: BW/01 1 BORSA DI STU-DIO TOTALE ad OCCUPAZIONE GARANTITA per il MASTER IN GENERAL MANAGEMENT con specializzazione in SALES E MARKETINGIl percorso formativo e di job ro-tation è orientato a creare un pro-fessionista in grado di ricoprire il ruolo di account – area manager per conto dell’azienda all’este-ro. I candidati ideali sono giovani talenti di età compresa tra i 24 ed i 29 anni, laureati in Scienze Economiche o Umanistiche ed interessati ad intraprendere un percorso di crescita professionale all’interno di un’azienda giovane e dinamica. E’ richiesta l’ottima conoscenza delle lingue tedesco e inglese e preferibilmente di una terza lingua. Dopo aver superato un attento processo selettivo, l’a-zienda individuerà il collaboratore che inizierà il seguente percorso professionalizzante: - Frequenza al Master in General Management organizzato e ge-stito dalla Sida Group (ad Anco-na) della durata complessiva di 6 mesi con frequenza obbligato-ria tutti i venerdì + sabato matti-na. - Stage della durata di 6 mesi (in contemporanea al Master) da svolgere presso la sede centrale dell’azienda - Al termine del percorso formati-vo è previsto l’inserimento lavora-tivo all’interno dell’azienda. La sede di lavoro è nelle Marche; è richiesta quindi disponibilità al trasferimento immediato all’avvio del progetto.

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