6 - Giornalino di Settembre 2011

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ASSOCIAZIONE DON BOSCO Anno 1 N°6

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ASSOCIAZIONE DON BOSCO Anno 1 N°6

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LA NOSTRA ASSOCIAZIONE

RITIRO A MONTE SANT’ANGELO (10-08-2011)

Il 10 Agosto, noi ragazzi dell’Associazione Don Bo sco insieme al presidente Antonio Di Napoli, ci siamo r ecati in pellegrinaggio alla grotta di San Michele a Mont e Sant’Angelo, uno dei luoghi di culto più visitati a l mondo fin dall’antichità. In realtà ogni anno ci rechiamo in questo posto per lucrare l’indulgenza plenaria per noi stessi o per i nostri defunti.

A discapito di ciò che si possa pensare e quindi ad una cosa monotona che ogni anno si ripete per tradizione, noi vi assicuriamo c he ogni anno è sempre un esperienza diversa e affascinante che vale verament e la pena di vivere.

Praticamente l’Indulgenza è " la remissione della pena per un peccato già perdonato ". Che cos’è questa pena? Certo non è il pedagg io che Dio chiede per donarci il perdono. Egli, amore infinito, agisce se mpre gratuitamente. Gesù ha già visto il mio peccato, se l’è addossato e l’ha già c ancellato. Se pena si vuole chiamare, essa è inflitta dal peccato stesso, è con seguenza che intacca il peccatore, non Dio.

Per acquistare l’indulgenza plenaria c’è bisogno di confessarsi, partecipare alla Santa Messa e recitare un Padre Nostro, un Credo e il Gloria. L’indulgenza si può perciò definire come un nuovo battesimo, dal quale noi rinasciamo puliti da ogni peccato, candidi come la veste bianca donataci prop rio nel giorno del nostro Battesimo.

Dopo aver spiegato brevemente il significato di ind ulgenza plenaria passiamo a descrivere come si è svolta la giornata. Siamo part iti da Manfredonia alla 08:30 e , appena arrivati a Monte Sant’Angelo abbiamo visitat o la grotta di San Michele e ci siamo accostati al sacramento della riconciliazione . Subito dopo una guida ci ha illustrato la storia delle apparizioni dell’Arcange lo Michele nella grotta e la storia del santuario. Alle ore 11:00 tutti insieme abbiam o partecipato alla celebrazione della S. Messa. Ma la giornata non è finita qui. Alle 13:00 ci siamo spostati alla casa del pellegrino, un ristorante, dove tutti insieme come una grande famiglia abbiamo pranzato, divertendoci e condividendo il pasto. Nel pomeriggio, alle ore 15, 00, come ogni anno, autorizzati dal responsabile del Santuar io, abbiamo recitato nella grotta il Santo Rosario Medi tato. Verso le 17:00 siamo tornati a Manfredonia. Una gi ornata semplice ma intensa, piena di emozioni e di divertimento-giornate come q ueste vale sempre la pena di viverle. È durante queste giornate che ti rendi con to della presenza di Dio nella tua vita, che si manifesta nelle cose più umili, ma sop rattutto nei fratelli che in ogni momento della nostra vita Dio mette al nostro fianc o.

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CAMPOSCUOLA 2011 ASSOCIAZIONE “ DON BOSCO”

Santuario di Maria Santissima di Servigliano

Inaugurazione del Santuario (1911)

A dir poco indimenticabili sono stati i giorni dal 23 al 26 agosto passati presso Il Santuario di Maria Santissima di Servigliano che si trova in Val d'Agri (Basilicata ), sul punto più alto della Serra di Montemurro (Altopiano di Santo Jaso, 1299 m s.l.m. ), nel comune di Montemurro (PZ).

Giorni straordinari per noi ragazzi, giorni che han no segnato per sempre la nostra vita e che porteremo sempre nel nostro cuore . Per come è iniziato questo ritiro non credevamo che andasse così a buon fine. Il viaggio iniziale è stato come un odissea, perché arrivare alla meta prefissata credeteci, è stata una vera e propria im presa. Il viaggio è durato quasi due ore in più del dovuto, perché ci siamo pe rsi più volte, ma ne è valsa veramente la pena. È stato un ritiro completo in tutti i sensi: moment i di intensa spiritualità, divertimento ma soprattutto la scoperta della belle zza dell’amore di Dio nel volto del fratello. Indimenticabili sono stati i momenti di fraternità, soprattutto quando tutti ci aiutavamo l’un con l’altro senza chiedere ma solo p er la bellezza del volersi bene in Dio. Da ricordare i momenti di preghiera e l’adorazione Eucaristica guidata da Don Antonio MATTATELLI il sacerdote che ci ha accolti e ospitati, gli incontri sulla preghiera guidati da Domenico Faccenda e Anto nio Lauriola arricchiti dagli interventi del nostro presidente Antonio Di N apoli. Tutti questi momenti poi sono stati accompagnati dal canto con la chita rra. Numerosi sono stati anche i momenti ricreativi. Ins omma un ritiro a cui non è mancato niente. Ora in seguito a questa breve introduzione inseriam o il programma del ritiro e l’opuscolo che ci hanno accompagnati in questa no stra esperienza.

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ORGANIZZAZIONE:

23-08-2011 MARTEDI’: ° Partenza da Manfredonia alle ore 15:00

° Arrivo a Montemurro, Santuario della Madonna di Servigliano alle ore 18:00

° Celebrazione santa messa ore 18:30

° Cena ore 20:00

° Sistemazione nelle camere, presentazione e preghiera del campo ore 20:45

° Momento di preghiera ( rosario e compieta) ore 23:00

° Buonanotte!!!

° 24-08-2011 MERCOLEDI’: ° 25-08-2011 GIOVEDI’:

° Sveglia ore 7:15 ° Sveglia ore 7:15

° Momento di preghiera ( lodi mattutine) ore 8:00 ° Momento di preghiera ( lodi mattutine) ore 8:00

° Colazione: 8:30 ° Colazione ore 8:30

° Pulizia delle camere e della cucina ore 9: 15 ° Pulizia delle camere e della cucina ore 9: 15

° Incontro ( itinerario di preghiera) ore 10:30 ° Incontro ( itinerario di preghiera) ore 10:30

° Pranzo ore 13:00 ° Pranzo ore 13:00

° Tempo libero ( calcio,musica ecc…) ore 14:30 ° Tempo libero ( calcio,musica ecc…) ore 14:30

° Incontro ( la costituzione ) ore 18:00 ° Celebrazione santa messa ore 19:00

° Celebrazione santa messa ore 19:00 ° Cena ore 20:00

° Cena ore 20:00 ° Momento di preghiera

° Momento di preghiera ( rosario e compieta) ore 23:00 ( rosario e compieta) ore 23:00

° Buonanotte!!! ° Buonanotte!!!

26-08-2011 VENERDI’:

° Sveglia ore 7:15

° Momento di preghiera ( lodi mattutine e preghiera di fine campo) ore 8:00

° Colazione ore 8:30

° Pulizia delle camere e della cucina ore 9: 00

° Partenza da montemurro ore 10:00

° Ritorno a Manfredonia ore 13:30

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PREGHIERA D’ INIZIO CAMPOSCUOLA.

1L. Signore, eccoci qui davanti a te…

2L. Oggi comincia per noi un’ esperienza nuova. Non sappiamo cosa ci riserverà.

3L. Insieme ai nostri zaini e borse, portiamo con noi la nostra storia personale, i nostri sogni, la voglia di stare insieme.

4L. Vogliamo soprattutto conoscerti, Signore, perché mai come in questo tempo della nostra vita sei così misterioso… solo se ti conosciamo possiamo sceglierti come riferimento che ci aiuta a trovare la strada giusta per noi.

Insieme: Signore, facci sperimentare che tu, in tanti modi, sei accanto a noi e “parli” alla nostra vita. La tua Parola entri dentro di noi e ci insegni a dire un grande si; così come hanno fatto tutte quelle persone che hanno scelto di seguirti donando la loro vita a te. Signore, benedici queste giornate, coloro che ci guideranno e le nostre stesse vite. Rendici testimoni di pace e di fraternità, veri amici, capaci di dire a quanti incontreremo che tu sei il bene, la gioia, il perdono, l’ amore che non abbandona mai. Amen!

• PRIMO INCONTRO: LA PREGHIERA DI MARIA (commento di Domenico F. )

+ Dal Vangelo secondo Luca In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colma di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto

nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio,

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ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

Annunci di vita.

Cerchiamo di capire il senso dell’ episodio in cui è inserita la preghiera del Magnificat. Esso è da intercalare tra due annunci e due racconti di nascita: l’ annunzio a Zaccaria e l’ annunzio a Maria. Tra questi due annunzi e due racconti sta, come intermezzo, la narrazione della Visitazione e il canto del Magnificat, che ci fa entrare nel mistero e della psicologia umana di Maria; ci vuole far capire cosa è avvenuto in lei, cosa si è mosso dentro di lei, dopo il grande avvenimento che l’ ha improvvisamente coinvolta nel piano di Dio.

Gioia ed imbarazzo.

Come Maria ha vissuto questa vicenda, che cosa è accaduto?. Dopo l’ annuncio dell’ Angelo, Maria è una persona alla quale è stato consegnato un grande segreto che cambia la sua vita, che la coinvolge profondamente, che la porterà a vivere un’ esperienza del tutto diversa da quella da lei immaginata. Portata ne cuore questo segreto e non può spiegarlo a nessuno. È certamente un segreto di gioia che la potrebbe riempire di letizia, tuttavia è anche imbarazzante e doloroso. Il vangelo di Matteo ci fa capire il peso di questo annuncio: come spiegare a Giuseppe, al suo sposo, ciò che è avvenuto, come renderlo credibile, come far capire il mistero di Dio che si è manifestato in lei. Maria si trova nella situazione di chi, avendo qualcosa di grande dentro di sé, che le dà gioia e insieme peso, vorrebbe comunicarlo, vorrebbe farsi capire e non sa a chi e come. In questa solitudine, pensosa e dolorosa, percorre la strada verso la Giudea per andare ad aiutare Elisabetta.

Capita, tante volte, anche a noi di avere qualcosa dentro e non riuscire a trovare nessuno con cui comunicare davvero; non abb iamo fiducia che qualcuno possa capire e ascoltare ciò che di gioios o o di doloroso abbiamo dentro.

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L’ amicizia di Elisabetta.

Maria si avvia verso la montagna di Giuda e, entran do verso la casa di Zaccaria, saluta Elisabetta. << appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu pi ena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: Benedetta tu fra le donne e be nedetto il frutto del tuo grembo>>.

Improvvisamente, senza bisogno di parole, Maria si sente capita, sente che il suo segreto è stato colto da chi poteva intuirlo nello Spirito Santo, sente che ciò che è avvenuto in lei, il mistero di Dio, è ormai inteso da altri, ed è inteso con amore, con benevolenza, con fiducia. Si sente accolta e capita fino in fondo e può dare sfogo a tutta la pienezza dei suoi sentimenti che fino a quell’ istante erano rimasti come compressi. Maria ora si esprime cantando perché il suo animo è pieno di gioia.

Conclusione

Maria può farlo perché ha sperimentato la salvezza. Ella ha sperimentato Jahvè come salvatore della sua vita e in un attimo l’ ha trasformata facendola esistere in un nuovo modo di essere, di amare, di sperare, di rapportarsi a Dio e agli altri.

E noi possiamo , come Maria, intonargli un canto di lode in riferimento alla nostra vita? Quali sono le grandi opere di Dio nella nostra vita che ci fanno lodare il Signore? Parla anche tu di un esperienza della tua vita che ti ha permesso di capire quanto sei amato da Dio…

• SECONDO INCONTRO:

GESU’ NEL GETSEMANI (commentato da Tonino Lauriola)

+ Dal Vangelo secondo Luca

36Allora Gesú andò con loro in un luogo, chiamato Get semani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare».

37E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, co minciò a provare tristezza e grande angoscia.

38Allora egli disse loro: «L'anima mia è profondament e triste, fino alla morte; restate qui e vegliate con me».

39E andato un poco in avanti, si gettò con la faccia a terra e pregava dicendo:

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«Padre mio, se è possibile, allontana da me questo calice; tuttavia, non come io voglio, ma come vuoi tu».

40Poi tornò dai discepoli e li trovò che dormivano, e disse a Pietro: «Cosí non avete potuto vegliare neppure un'ora con me?

41Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione, p oiché lo spirito è pronto ma la carne è debole».

42Si allontanò di nuovo per la seconda volta e pregò, dicendo: «Padre mio, se non è possibile che questo calice si allontani da m e senza che io lo beva sia fatta la tua volontà!».

43Poi, tornato di nuovo, li trovò che dormivano, perc hé i loro occhi erano appesantiti.

44E, lasciatili, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, dicendo le medesime parole.

45Ritornò poi dai suoi discepoli e disse loro: «Da or a in poi dormite pure e riposatevi; ecco l'ora è giunta e il Figlio dell'uo mo è dato nelle mani dei peccatori.

46Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce è vi cino»

In questa pagina del Vangelo di Luca ricorre più volte il verbo «pregare ». Il brano è inquadrato tra due esortazioni di Gesù quasi identiche e al centro c’è la preghiera personale. L’altro tema dominante è quello della tentazione ripetuto due volte: « pregate, per non cadere in tentazione » . A questo punto domandiamoci:

1. In cosa consiste la tentazione? 2. Che rapporto c’è tra la tentazione e la preghier a?

TENTAZIONE E PREGHIERA Per tentazione non si intende, almeno immediatamente, la spinta a fare il male. È qualcosa di molto più sottile ed è più drammatica e pericolosa: è la tentazione di fuggire dalle proprie responsabilità, la paura di decidersi, la paura di guardare in faccia alla realtà che esige una decisione personale; è la paura ad affrontare i problemi della vita, della comunità, della nostra società. È la tentazione dalla fuga dal reale, di chiudere gli occhi, di nascondersi, di far finta di non vedere e non sentire per non essere coinvolti.

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E allora l’esortazione a pregare per non entrare in tentazione significa: pregate per non entrare in quell’atmosfera di compromesso e di comodità, di viltà, di fuga e di disinteresse nel quale si matura la scelta di non scegliere, la decisione di non decidere, la fuga dalle responsabilità. Quindi l’esortazione di Gesù a pregare per non entrare in tentazione ci fa allora capire che la preghiera non è fuga, non è declinare la responsabilità, non è rifugiarsi nel privato. La preghiera è guardare in faccia alla tentazione, la paura, la responsabilità, è affrontare una decisione importante. CORPO E PREGHIERA «Gesù inginocchiatosi pregava» . La descrizione di Gesù inginocchiato ci dice che c’è una relazione tra il corpo e la preghiera, tra il gesto e la preghiera che va vissuta e ritrovata. Quindi è importante che ciascuno di noi, nella propria preghiera privata, ritrovi ed esprima in maniera più personale il rapporto tra preghiera e gesto, preghiera e corpo. Gesù vive questo rapporto «inginocchiatosi pregava» e dice: «Padre se vuoi allontana da me questo calice, tuttavia non sia fat ta la mia ma la tua volontà» . PADRE SE VUOI…. Come possiamo vedere Gesù lascia emergere in sé due desideri, che tra di loro sono in contrasto, delle quali però non ha paura perché nella sua preghiera si unificano nella domanda: «si compia la tua volontà» . Pregare nel momento della prova vuol dire lasciar emergere l’angoscia, la paura, il timore di ciò che ci sta di fronte e che è opposto al desiderio che abbiamo di essere disponibili, di deciderci, di affrontare la realtà. Ma ora chiediamoci: Perché Gesù ha voluto manifestare la sua angoscia? Lo ha fatto per esserci vicino fino in fondo. Non ha temuto che apparisse la sua debolezza e fragilità per insegnarci a non avere paura della nostra; a non avere paura neanche che essa si manifesti e sia conosciuta, perché in questa fragilità opera la potenza di Dio. PREGHIERA E VITA (ATTUALIZZAZIONE) Pensando a quello che abbiamo detto fin ora e continuando a riflettere sui punti di riflessione che ci sono stati proposti queste sono le domande che possiamo porci:

• Ci rivolgiamo a Dio durante i momenti bui della nostra vita? Se sì la nostra preghiera è una preghiera di fuga?

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• La nostra preghiera ci aiuta a farci prendere le decisioni giuste? • Quando preghiamo diciamo come Gesù «Padre se vuoi allontana da me

questo calice, tuttavia non sia fatta la mia ma la tua volontà» ? • Sento la forza di Cristo che prega in me, la sua vittoria sull’angoscia e la

paura, sento che è la mia forza e la mia vittoria?

PREGHIERA FINALE

Signore, fa che nella nostra preghiera Vinciamo ogni paura che ci impedisce di deciderci per te,

per i fratelli, per ciò che ci spaventa; fà che la nostra preghiera

sia una vittoria della nostra fede: in essa trionfi la tua presenza

che ha vinto la paura della morte. Amen.

IMPEGNO DI VITA

A conclusione del campo scuola sei chiamato a scegl iere un impegno da vivere una volta tornato a casa nella tua quotidia nità. Quale esperienza vissuta durante le giornate degli esercizi porterai a casa con te?. Cosa hai scoperto di nuovo su di te in questi giorni?. Quale impegno concreto di comunione e di fraternità vorresti assumere e porta re nei luoghi in cui vivi?.

Come fare …

1 ogni impegno di vita deve essere semplice, cioè a lla tua portata, non troppo alto.

2 Quando un impegno è semplice vuol dire che hai tu tte le carte in regola per essere realizzabile nel tuo vissuto quotidiano.

3 Ogni impegno di vita che viene assunto, anche se costa fatica e fedeltà nel viverlo, ha in sé la forza di cambiare, giorno per giorno, la realtà in cui viene vissuto.

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Alla fine di questo campo scuola ognuno di noi si è preso un impegno da portare a termine, per far in modo che tutte le belle cose ch e in questi giorni abbiamo sperimentato non rimanessero solo belle parole. In breve questi sono gli impegni che alcuni ragazzi hanno voluto prendere:

SALVATORE DI CANDIA: Questa esperienza mi è servita per aprirmi di più verso la Parola di Dio, facendomi capire che noi ragazzi non possiamo fare a meno di Dio, perché senza di Lui siamo vuoti. Mi impegno a far convertire il prossimo, trasmettendogli l’amore di Dio, perché a me è servito tanto e voglio trasmetterlo ad altri. DOMENICO FACCENDA: Essere più presente all’oratorio. GIANLUCA SPAGNUOLO: L’oratorio m’ha cambiato tantissimo. Voglio ricambiare l’amore che quest’associazione m’ha dato dandogli un futuro, il quale può essere anche un sostegno economico. CARMEN GUERRA: Perseverare anche se è difficile. Essere puntuale ai vari appuntamenti con Dio. SIPONTINA CARULLI: Dopo questo campo scuola, mi sento una ragazza nuova, come se Gesù fosse riuscito ad aprire le barriere che impedivano a Lui di entrare nel mio cuore. Per questo mi impegno a far conoscere il grande amore che Gesù nutre per noi. Solo adesso posso fare questo perché solo dopo questo campo scuola ho potuto seminare nel mio cuore e adesso posso raccogliere nel cuore degli altri. ANGELICA DAMIANO: L’impegno che ho preso al campo scuola è quello di prendermi cura di più del mio gruppo e di svolgere al meglio il ruolo di vice presidente all’interno dell’associazione. LUCA CARULLI: Mi impegno a venire alla preghiera con continuità e di essere un ragazzo più tranquillo. ANTONELLA FIORILE: Mi impegno a essere più constante nella preghiera e cercherò di affidarmi di più a Dio. Ti ringrazio per questo ritiro, per il tuo amore e per il dono dei fratelli. FRANCESCO BRIGIDA (CINESE): Alla fine di questo campo scuola mi impegno a dire come ha fatto Gesù nell’orto degli ulivi non sia fatta la mia ma la tua volontà. Inoltre mi impegno a essere più assiduo alla preghiera.

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ANTONELLA FASCIONE: Oltre a impegnarmi a essere più assidua alla preghiera mi impegno a non dare per scontato l’altro, perché chiunque anche quella persona con la quale non abbiamo confidenza può darci tanto. ISABELLA CIOCIOLA: Mi impegno a venire di più alla preghiera e a essere puntuale ai vari appuntamenti. LEO D’ERCOLE: Mi impegno ad essere più presente alla preghiera comunitaria dell’oratorio, perché in questo campo scuola m’ha fatto capire che è veramente forte. ANTONIO BISCEGLIA: Cercare di dare più sostegno alla mia associazione, anche con la sola presenza in oratorio, che sembra esser poco ma è tanto. ANTONIO LAURIOLA: Dopo questo ritiro mi impegno ad essere più umile, cioè a mettere al prima posto la volontà di Dio e non la mia. Inoltre mi sforzerò di essere sempre felice anche nei momenti difficili perché Dio è sempre con me. Cercherò di stare vicino ai miei fratelli ogni qual volta ne avranno bisogno perché gli voglio un bene immenso. Grazie Dio e un grazie ai fratelli dell’associazione Don Bosco. Vi amo in Dio. JONAS VITULANO: Cercherò di pregare il più possibile, anche se per lavoro sono distante dall’oratorio. Alla fine di tutto si può dire che il dono più bell o che abbiamo ricevuto da Dio nella nostra vita sono i fratelli e che non c’è don o più prezioso. Questo ritiro oltre a cambiarci interiormente ha fatto in modo ch e i nostri rapporti si rafforzassero. D’ora in poi il nostro motto sarà se mpre e solo: RIMANERE UNITI IN DIO PER ESSERE UNA COSA SOLA.