Migra anche l’emergenza 1,20 2011 LA MAPPA IANFRANCO … · Santa Maria Egiziaca Opportunità di...

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mo il vostro modo di vivere e per que- sto sono partito. I Paesi arabi sono immobili. Forse ora cambierà qualcosa, ma ci vorranno anni». Sono le dichiarazioni di un giovane tunisino appena sbarcato a Lampe- dusa, testimone degli eventi epocali che stan- no radicalmente trasformando la sponda me- ridionale del Mediterraneo. Sta emergendo u- na generazione che non si identifica con le pro- poste dell’Islam fondamentalista e non esita a sfidare regimi autoritari e corrotti in nome di un desiderio di libertà e democrazia troppo a lungo umiliato. La transizione che si è avviata è difficile ma promettente. Da qui bisogna partire per riflet- tere sui nuovi flussi migratori. Per affrontarli, al di là dell’emergenza e dell’improvvisazione, è necessario maturare una visione, compren- dere gli avvenimenti e intessere relazioni ami- chevoli con Paesi che vivono un cambiamen- to forse irreversibile. Obiettivi impensabili se si è guidati solo dalla paura dell’invasione e dalla ricerca di azioni unicamente di contrasto. Andrebbe ricordato come, dopo il turbamen- to e le paure iniziali, i rivolgimenti verificatisi in Albania e nell’ex Jugoslavia abbiano pro- dotto effetti positivi nel nostro Paese. I profu- ghi di ieri sono oggi nostri coabitanti in un tes- suto di integrazione spesso riuscito. Ciò che manca, oggi, è un più generale sguardo solidale di simpatia verso i nuovi arrivati. Da troppi an- ni gli europei guardano con sospetto e antipa- tia le popolazioni arabe, tollerando il perpe- tuarsi di classi dirigenti illiberali. Oggi l’Italia è impegnata in un’opera di acco- glienza che avrebbe bisogno di maggiore u- manità e unanimità, ma anche di un’adegua- ta partecipazione degli altri Paesi europei. Manca una risposta comune a un fenomeno che è rivolto all’intero Vecchio Continente. Sol- levare Lampedusa dal peso della prima acco- glienza è urgente, ma senza disprezzare la do- manda di chi cerca un futuro migliore. Sono giovani e giovanissimi. Ed è tutto il mondo dei migranti ad avere un volto giovane. L’età me- dia delle popolazioni dell’Unione è di 40,6 an- A « INTERESSE NOSTRO E DI CHI ARRIVA SOLIDARIETÀ ALLA PROVA MARCO IMPAGLIAZZO dia delle popolazioni dell’Unione è di 40,6 an- ni, mentre quella degli stranieri è di 34,3. In I- talia e Spagna la differenza cresce fino a supe- rare i dieci anni. Un’Europa invecchiata ha e- stremo bisogno degli immigrati. Essi sono al- l’origine di effetti impensabili. Un rapporto del- l’Anci rivela che un numero significativo di pic- coli Comuni italiani si è rivitalizzato proprio grazie all’inserimento degli stranieri. In Cala- bria, Caulonia e Riace sono divenuti esempi europei di best practice – come ha mostrato un interessante documentario di Wim Wenders – per la scelta dei sindaci di offrire ai profughi curdi le case abbandonate dai migranti italia- ni tre o quattro generazioni fa. Un grande ser- vizio è offerto poi dalle donne migranti, più della metà del totale. Lavorano a servizio del- la persona, come badanti, infermiere, colla- boratrici domestiche. Tante famiglie italiane si reggono sul loro apporto, ma reperirle è sem- pre più difficile. E i contributi pagati da stranieri hanno risanato gli enti previdenziali nostrani. Gli immigrati, tuttavia, non costituiscono solo una risorsa economica. Contribuiscono al rin- giovanimento della società e ravvivano tessu- ti relazionali esangui. Ciò non significa negare gli aspetti negativi o problematici dell’immi- grazione. Sono sfide che richiedono connes- sioni e lavoro, per realizzare una convivenza non subìta, bensì costruita, pensata e voluta. In un’epoca che vede la differenza di ricchez- za tra Nord e Sud crescere come mai in passa- to e farsi abisso, «è un’illusione pensare di vi- vere in pace, tenendo a distanza popoli giova- ni e stremati dalle privazioni», come ha osser- vato il cardinale Angelo Bagnasco. La sua e- sortazione a «coinvolgerci», come «unica stra- tegia plausibile dal punto di vista morale ma anche sotto il profilo economico-politico», de- ve essere raccolta al più presto. Anno XLIV N. 77 1,20 Venerdì 1 aprile 2011

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Anno XLIV N. 77

€ 1,20

Opportunità di acquisto in edicola: AVVENIRE + Luoghi dell’Infinito € 2.50Santa Maria Egiziaca www.avvenire.it

Venerdì1 aprile2011

uomo, fin che sta in questo mondo,è un infermo che si trova su un lettoscomodo più o meno, e vede

intorno a sé altri letti, ben rifatti al difuori, piani, a livello; e si figura che ci sideve star benone. Ma se gli riesce dicambiare, appena s’è accomodato nelnuovo, comincia, pigiando, a sentire, quiuna lisca che lo punge, lì un bernoccoloche lo preme: siamo, in somma, a un dipresso, alla storia di prima.

Avete, certo, tutti indovinato di chi siaquesta considerazione: siamo in praticaall’ultima pagina dei Promessi Sposi(cap. 38) e Manzoni, con l’immaginedell’infermo e dei letti, centra due aspettifondamentali dell’umanità. Da un lato,c’è la fragilità costitutiva e radicale dellacreatura umana, un «infermo» chepercepisce il suo limite, la sua impotenza,la sua realtà vera. D’altro lato, c’è però lasua altrettanto costitutiva e radicale

insoddisfazione e scontentezza.Il desiderio, pur legittimo, di mutarestato si nutre di illusioni e alla fineprecipita in delusione. Sboccia, così, lapianta maligna della gelosia edell’invidia. Un proverbio tedescodichiara che «la felicità e l’arcobalenonon si vedono mai sulla propria casa, masolo su quella del tuo vicino». Lacapacità di accettarsi, il realismo dellasituazione, la serenità nella semplicitàsono merce rara, tant’è vero che lasocietà, anche attraverso la pubblicità,crea continuamente miti, costringendo arincorrere fantasmi di felicità. Per questo,di fronte alla frustrazione dei sogni, sipiomba nel pessimismo, nelloscoraggiamento e persino nellaribellione. Riflettiamo su questa frasedello scrittore tedesco Ludwig Börne(1786-1837): «Si è scontenti perché pochisanno che la distanza tra uno e niente èpiù grande che tra uno e mille».

’L

I LETTI BEN RIFATTIGIANFRANCO RAVASI

mo il vostro modo di vivere e per que-sto sono partito. I Paesi arabi sono

immobili. Forse ora cambierà qualcosa, ma civorranno anni». Sono le dichiarazioni di ungiovane tunisino appena sbarcato a Lampe-dusa, testimone degli eventi epocali che stan-no radicalmente trasformando la sponda me-ridionale del Mediterraneo. Sta emergendo u-na generazione che non si identifica con le pro-poste dell’Islam fondamentalista e non esita asfidare regimi autoritari e corrotti in nome diun desiderio di libertà e democrazia troppo alungo umiliato. La transizione che si è avviata è difficile mapromettente. Da qui bisogna partire per riflet-tere sui nuovi flussi migratori. Per affrontarli,al di là dell’emergenza e dell’improvvisazione,è necessario maturare una visione, compren-dere gli avvenimenti e intessere relazioni ami-chevoli con Paesi che vivono un cambiamen-to forse irreversibile. Obiettivi impensabili sesi è guidati solo dalla paura dell’invasione edalla ricerca di azioni unicamente di contrasto. Andrebbe ricordato come, dopo il turbamen-to e le paure iniziali, i rivolgimenti verificatisiin Albania e nell’ex Jugoslavia abbiano pro-dotto effetti positivi nel nostro Paese. I profu-ghi di ieri sono oggi nostri coabitanti in un tes-suto di integrazione spesso riuscito. Ciò chemanca, oggi, è un più generale sguardo solidaledi simpatia verso i nuovi arrivati. Da troppi an-ni gli europei guardano con sospetto e antipa-tia le popolazioni arabe, tollerando il perpe-tuarsi di classi dirigenti illiberali. Oggi l’Italia è impegnata in un’opera di acco-glienza che avrebbe bisogno di maggiore u-manità e unanimità, ma anche di un’adegua-ta partecipazione degli altri Paesi europei.Manca una risposta comune a un fenomenoche è rivolto all’intero Vecchio Continente. Sol-levare Lampedusa dal peso della prima acco-glienza è urgente, ma senza disprezzare la do-manda di chi cerca un futuro migliore. Sonogiovani e giovanissimi. Ed è tutto il mondo deimigranti ad avere un volto giovane. L’età me-dia delle popolazioni dell’Unione è di 40,6 an-ni, mentre quella degli stranieri è di 34,3. In I-talia e Spagna la differenza cresce fino a supe-rare i dieci anni. Un’Europa invecchiata ha e-stremo bisogno degli immigrati. Essi sono al-l’origine di effetti impensabili. Un rapporto del-l’Anci rivela che un numero significativo di pic-coli Comuni italiani si è rivitalizzato propriograzie all’inserimento degli stranieri. In Cala-bria, Caulonia e Riace sono divenuti esempieuropei di best practice – come ha mostrato uninteressante documentario di Wim Wenders –per la scelta dei sindaci di offrire ai profughicurdi le case abbandonate dai migranti italia-ni tre o quattro generazioni fa. Un grande ser-vizio è offerto poi dalle donne migranti, piùdella metà del totale. Lavorano a servizio del-la persona, come badanti, infermiere, colla-boratrici domestiche. Tante famiglie italiane sireggono sul loro apporto, ma reperirle è sem-pre più difficile. E i contributi pagati da stranierihanno risanato gli enti previdenziali nostrani. Gli immigrati, tuttavia, non costituiscono solouna risorsa economica. Contribuiscono al rin-giovanimento della società e ravvivano tessu-ti relazionali esangui. Ciò non significa negaregli aspetti negativi o problematici dell’immi-grazione. Sono sfide che richiedono connes-sioni e lavoro, per realizzare una convivenzanon subìta, bensì costruita, pensata e voluta.In un’epoca che vede la differenza di ricchez-za tra Nord e Sud crescere come mai in passa-to e farsi abisso, «è un’illusione pensare di vi-vere in pace, tenendo a distanza popoli giova-ni e stremati dalle privazioni», come ha osser-vato il cardinale Angelo Bagnasco. La sua e-sortazione a «coinvolgerci», come «unica stra-tegia plausibile dal punto di vista morale maanche sotto il profilo economico-politico», de-ve essere raccolta al più presto.

INTERESSE NOSTRO E DI CHI ARRIVA

SOLIDARIETÀALLA PROVA

MARCO IMPAGLIAZZO

il fatto. Proteste nelle città. Maroni ai governatori: nessuno li rifiuti. Berlusconiandrà in Tunisia per il blocco delle partenze e il riaccoglimento degli immigrati

Migra anche l’emergenzaLA DENUNCIA / IL VESCOVO MARTINELLI: 40 UCCISI

FATIGANTE, IASEVOLI E SCAVO ALLE PAGINE 8/9

● Nuova bagarrealla Camera: ilgoverno va sottoLeghista offendela disabileArgentin (Pd)

● Napolitanoconvoca tuttii capigruppo:«Basta scontricosì non si vaavanti»

● Ipotesi di unoscioglimentoanticipato delle Camere?

● La discussionesul testo rinviataa martedì. E Finila rimette incoda. Gesto distizza di Alfano.Esulta Bersani:«Fallito il blitz»

ANCORA RISSE. IL COLLE: «COSÌ NON SI VA AVANTI»

PRIMOPIANO ALLE PAGINE 4/5 PRIMOPIANO ALLE PAGINE 6/7

LA MAPPA / TIMORI E RIVOLTE

A PAGINA 3

Dall’isola alle tendopolile rotte dei trasferimenti

Da Lampedusa un esodo tra le polemicheÈ fuga di massa dal campo di Manduria

● Il ministro dell’Interno strigliai presidenti delle Regioni:bisogna accogliere. Bossi cauto:sì al piano, ma non al Nord

● Oggi prima riunione al Viminaledella cabina di regia perla ripartizione degli immigratiLa Difesa mette a disposizionesette nuovi sitiIl sottosegretario Mantovanoconferma le sue dimissioni

● Il premier lunedì a Tunisi. Ilgoverno: finora il Paese africanonon ha rispettato i pattiE si pensa anche ad «azioni di forza». Frattini: o la Uecollabora o non escludiamorespingimenti di massa

Migranti al molo di Cala Pisana, a Lampedusa (Ansa)

PACCO BOMBA ALLA FOLGORE

Attacco anarchico a LivornoFerito colonnello dei parà

A. BERNARDINI E SCAVO A PAGINA 13

Alessandro Albamonte, 40 anni, è stato investitodall’esplosione di un plico recapitato nel suo ufficio allacaserma “Ruspoli”. L’alto ufficiale ha riportato l’amputazionedi alcune dita di una mano e rischierebbe di perdere la vista.In serata è stato trasferito a Firenze. L’attentato è statorivendicato dalla Fai (federazione anarchica informale)responsabile di episodi simili in tutta Europa

RAID SULLA LIBIACivili colpiti?La Nato indaga

Napolitano, richiamo a tuttiRinvio per il processo breve

Oggi su èfamigliaCONSULTORI

SVOLTAPER IL BENECOMUNE

Il caso

SETTE:OMBRE SULNOSTROEMICICLO

GRASSO 26

Classica

CHAILLY:«IO, BACH,MAHLERE LA FEDE»

BELTRAMI29

RE A PAGINA 12

L’ LTRO EDITORIALEAA

entre gli aerei e le navi del-la coalizione internazio-

nale avviavano l’azione controle forze armate del colonnelloGheddafi, su questa prima pa-gina – elencando «Incognite edoveri» dell’escalation bellicache aveva avuto inizio su man-dato dell’Onu – Luigi Geninaz-zi richiamava con forza la mo-tivazione umanitaria e le con-seguenti regole d’ingaggio di unrischioso eppure, a quel punto,inevitabile intervento militare.L’obiettivo primario e – per lanostra visione – essenziale del-la forza aeronavale schieratasisul mare e nei cieli della Libia e-ra ed è di porre fine alla guerrascatenata dal rais di Tripoli con-tro gran parte del suo stesso po-polo, limitando al massimo lesofferenze dei libici e dei tantilavoratori stranieri residenti inquel Paese. Ieri il comando Na-to, che aveva da poche ore as-sunto il controllo delle opera-zioni militari, ha preso due de-cisioni assai importanti: nonrifornirà di armi i ribelli anti-Gheddafi e indagherà sullamorte di alcune decine di civili,

M

IL SENSO DELL’INTERVENTO

URGENZADI SAPERE

MARCO TARQUINIO

La caserma Pisacane della Folgore (Ansa)

continua a pagina 2

NEL GIORNALE

■ Fine vita

L’oncologo Tirelli:«Legge necessariama saranno in pochia scrivere le Dat»

BELLASPIGA A PAGINA 11

■ Chiesa cinese

L’arcivescovo Hon:«Occorre migliorarela formazionedi preti e vescovi»

CARDINALE A PAGINA 19

Anno XLIV N. 77

€ 1,20

Opportunità di acquisto in edicola: AVVENIRE + Luoghi dell’Infinito € 2.50Santa Maria Egiziaca www.avvenire.it

Venerdì1 aprile2011

uomo, fin che sta in questo mondo,è un infermo che si trova su un lettoscomodo più o meno, e vede

intorno a sé altri letti, ben rifatti al difuori, piani, a livello; e si figura che ci sideve star benone. Ma se gli riesce dicambiare, appena s’è accomodato nelnuovo, comincia, pigiando, a sentire, quiuna lisca che lo punge, lì un bernoccoloche lo preme: siamo, in somma, a un dipresso, alla storia di prima.

Avete, certo, tutti indovinato di chi siaquesta considerazione: siamo in praticaall’ultima pagina dei Promessi Sposi(cap. 38) e Manzoni, con l’immaginedell’infermo e dei letti, centra due aspettifondamentali dell’umanità. Da un lato,c’è la fragilità costitutiva e radicale dellacreatura umana, un «infermo» chepercepisce il suo limite, la sua impotenza,la sua realtà vera. D’altro lato, c’è però lasua altrettanto costitutiva e radicale

insoddisfazione e scontentezza.Il desiderio, pur legittimo, di mutarestato si nutre di illusioni e alla fineprecipita in delusione. Sboccia, così, lapianta maligna della gelosia edell’invidia. Un proverbio tedescodichiara che «la felicità e l’arcobalenonon si vedono mai sulla propria casa, masolo su quella del tuo vicino». Lacapacità di accettarsi, il realismo dellasituazione, la serenità nella semplicitàsono merce rara, tant’è vero che lasocietà, anche attraverso la pubblicità,crea continuamente miti, costringendo arincorrere fantasmi di felicità. Per questo,di fronte alla frustrazione dei sogni, sipiomba nel pessimismo, nelloscoraggiamento e persino nellaribellione. Riflettiamo su questa frasedello scrittore tedesco Ludwig Börne(1786-1837): «Si è scontenti perché pochisanno che la distanza tra uno e niente èpiù grande che tra uno e mille».

’L

I LETTI BEN RIFATTIGIANFRANCO RAVASI

mo il vostro modo di vivere e per que-sto sono partito. I Paesi arabi sono

immobili. Forse ora cambierà qualcosa, ma civorranno anni». Sono le dichiarazioni di ungiovane tunisino appena sbarcato a Lampe-dusa, testimone degli eventi epocali che stan-no radicalmente trasformando la sponda me-ridionale del Mediterraneo. Sta emergendo u-na generazione che non si identifica con le pro-poste dell’Islam fondamentalista e non esita asfidare regimi autoritari e corrotti in nome diun desiderio di libertà e democrazia troppo alungo umiliato. La transizione che si è avviata è difficile mapromettente. Da qui bisogna partire per riflet-tere sui nuovi flussi migratori. Per affrontarli,al di là dell’emergenza e dell’improvvisazione,è necessario maturare una visione, compren-dere gli avvenimenti e intessere relazioni ami-chevoli con Paesi che vivono un cambiamen-to forse irreversibile. Obiettivi impensabili sesi è guidati solo dalla paura dell’invasione edalla ricerca di azioni unicamente di contrasto. Andrebbe ricordato come, dopo il turbamen-to e le paure iniziali, i rivolgimenti verificatisiin Albania e nell’ex Jugoslavia abbiano pro-dotto effetti positivi nel nostro Paese. I profu-ghi di ieri sono oggi nostri coabitanti in un tes-suto di integrazione spesso riuscito. Ciò chemanca, oggi, è un più generale sguardo solidaledi simpatia verso i nuovi arrivati. Da troppi an-ni gli europei guardano con sospetto e antipa-tia le popolazioni arabe, tollerando il perpe-tuarsi di classi dirigenti illiberali. Oggi l’Italia è impegnata in un’opera di acco-glienza che avrebbe bisogno di maggiore u-manità e unanimità, ma anche di un’adegua-ta partecipazione degli altri Paesi europei.Manca una risposta comune a un fenomenoche è rivolto all’intero Vecchio Continente. Sol-levare Lampedusa dal peso della prima acco-glienza è urgente, ma senza disprezzare la do-manda di chi cerca un futuro migliore. Sonogiovani e giovanissimi. Ed è tutto il mondo deimigranti ad avere un volto giovane. L’età me-dia delle popolazioni dell’Unione è di 40,6 an-ni, mentre quella degli stranieri è di 34,3. In I-talia e Spagna la differenza cresce fino a supe-rare i dieci anni. Un’Europa invecchiata ha e-stremo bisogno degli immigrati. Essi sono al-l’origine di effetti impensabili. Un rapporto del-l’Anci rivela che un numero significativo di pic-coli Comuni italiani si è rivitalizzato propriograzie all’inserimento degli stranieri. In Cala-bria, Caulonia e Riace sono divenuti esempieuropei di best practice – come ha mostrato uninteressante documentario di Wim Wenders –per la scelta dei sindaci di offrire ai profughicurdi le case abbandonate dai migranti italia-ni tre o quattro generazioni fa. Un grande ser-vizio è offerto poi dalle donne migranti, piùdella metà del totale. Lavorano a servizio del-la persona, come badanti, infermiere, colla-boratrici domestiche. Tante famiglie italiane sireggono sul loro apporto, ma reperirle è sem-pre più difficile. E i contributi pagati da stranierihanno risanato gli enti previdenziali nostrani. Gli immigrati, tuttavia, non costituiscono solouna risorsa economica. Contribuiscono al rin-giovanimento della società e ravvivano tessu-ti relazionali esangui. Ciò non significa negaregli aspetti negativi o problematici dell’immi-grazione. Sono sfide che richiedono connes-sioni e lavoro, per realizzare una convivenzanon subìta, bensì costruita, pensata e voluta.In un’epoca che vede la differenza di ricchez-za tra Nord e Sud crescere come mai in passa-to e farsi abisso, «è un’illusione pensare di vi-vere in pace, tenendo a distanza popoli giova-ni e stremati dalle privazioni», come ha osser-vato il cardinale Angelo Bagnasco. La sua e-sortazione a «coinvolgerci», come «unica stra-tegia plausibile dal punto di vista morale maanche sotto il profilo economico-politico», de-ve essere raccolta al più presto.

INTERESSE NOSTRO E DI CHI ARRIVA

SOLIDARIETÀALLA PROVA

MARCO IMPAGLIAZZO

il fatto. Proteste nelle città. Maroni ai governatori: nessuno li rifiuti. Berlusconiandrà in Tunisia per il blocco delle partenze e il riaccoglimento degli immigrati

Migra anche l’emergenzaLA DENUNCIA / IL VESCOVO MARTINELLI: 40 UCCISI

FATIGANTE, IASEVOLI E SCAVO ALLE PAGINE 8/9

● Nuova bagarrealla Camera: ilgoverno va sottoLeghista offendela disabileArgentin (Pd)

● Napolitanoconvoca tuttii capigruppo:«Basta scontricosì non si vaavanti»

● Ipotesi di unoscioglimentoanticipato delle Camere?

● La discussionesul testo rinviataa martedì. E Finila rimette incoda. Gesto distizza di Alfano.Esulta Bersani:«Fallito il blitz»

ANCORA RISSE. IL COLLE: «COSÌ NON SI VA AVANTI»

PRIMOPIANO ALLE PAGINE 4/5 PRIMOPIANO ALLE PAGINE 6/7

LA MAPPA / TIMORI E RIVOLTE

A PAGINA 3

Dall’isola alle tendopolile rotte dei trasferimenti

Da Lampedusa un esodo tra le polemicheÈ fuga di massa dal campo di Manduria

● Il ministro dell’Interno strigliai presidenti delle Regioni:bisogna accogliere. Bossi cauto:sì al piano, ma non al Nord

● Oggi prima riunione al Viminaledella cabina di regia perla ripartizione degli immigratiLa Difesa mette a disposizionesette nuovi sitiIl sottosegretario Mantovanoconferma le sue dimissioni

● Il premier lunedì a Tunisi. Ilgoverno: finora il Paese africanonon ha rispettato i pattiE si pensa anche ad «azioni di forza». Frattini: o la Uecollabora o non escludiamorespingimenti di massa

Migranti al molo di Cala Pisana, a Lampedusa (Ansa)

PACCO BOMBA ALLA FOLGORE

Attacco anarchico a LivornoFerito colonnello dei parà

A. BERNARDINI E SCAVO A PAGINA 13

Alessandro Albamonte, 40 anni, è stato investitodall’esplosione di un plico recapitato nel suo ufficio allacaserma “Ruspoli”. L’alto ufficiale ha riportato l’amputazionedi alcune dita di una mano e rischierebbe di perdere la vista.In serata è stato trasferito a Firenze. L’attentato è statorivendicato dalla Fai (federazione anarchica informale)responsabile di episodi simili in tutta Europa

RAID SULLA LIBIACivili colpiti?La Nato indaga

Napolitano, richiamo a tuttiRinvio per il processo breve

Oggi su èfamigliaCONSULTORI

SVOLTAPER IL BENECOMUNE

Il caso

SETTE:OMBRE SULNOSTROEMICICLO

GRASSO 26

Classica

CHAILLY:«IO, BACH,MAHLERE LA FEDE»

BELTRAMI29

RE A PAGINA 12

L’ LTRO EDITORIALEAA

entre gli aerei e le navi del-la coalizione internazio-

nale avviavano l’azione controle forze armate del colonnelloGheddafi, su questa prima pa-gina – elencando «Incognite edoveri» dell’escalation bellicache aveva avuto inizio su man-dato dell’Onu – Luigi Geninaz-zi richiamava con forza la mo-tivazione umanitaria e le con-seguenti regole d’ingaggio di unrischioso eppure, a quel punto,inevitabile intervento militare.L’obiettivo primario e – per lanostra visione – essenziale del-la forza aeronavale schieratasisul mare e nei cieli della Libia e-ra ed è di porre fine alla guerrascatenata dal rais di Tripoli con-tro gran parte del suo stesso po-polo, limitando al massimo lesofferenze dei libici e dei tantilavoratori stranieri residenti inquel Paese. Ieri il comando Na-to, che aveva da poche ore as-sunto il controllo delle opera-zioni militari, ha preso due de-cisioni assai importanti: nonrifornirà di armi i ribelli anti-Gheddafi e indagherà sullamorte di alcune decine di civili,

M

IL SENSO DELL’INTERVENTO

URGENZADI SAPERE

MARCO TARQUINIO

La caserma Pisacane della Folgore (Ansa)

continua a pagina 2

NEL GIORNALE

■ Fine vita

L’oncologo Tirelli:«Legge necessariama saranno in pochia scrivere le Dat»

BELLASPIGA A PAGINA 11

■ Chiesa cinese

L’arcivescovo Hon:«Occorre migliorarela formazionedi preti e vescovi»

CARDINALE A PAGINA 19

Anno XLIV N. 77

€ 1,20

Opportunità di acquisto in edicola: AVVENIRE + Luoghi dell’Infinito € 2.50Santa Maria Egiziaca www.avvenire.it

Venerdì1 aprile2011

uomo, fin che sta in questo mondo,è un infermo che si trova su un lettoscomodo più o meno, e vede

intorno a sé altri letti, ben rifatti al difuori, piani, a livello; e si figura che ci sideve star benone. Ma se gli riesce dicambiare, appena s’è accomodato nelnuovo, comincia, pigiando, a sentire, quiuna lisca che lo punge, lì un bernoccoloche lo preme: siamo, in somma, a un dipresso, alla storia di prima.

Avete, certo, tutti indovinato di chi siaquesta considerazione: siamo in praticaall’ultima pagina dei Promessi Sposi(cap. 38) e Manzoni, con l’immaginedell’infermo e dei letti, centra due aspettifondamentali dell’umanità. Da un lato,c’è la fragilità costitutiva e radicale dellacreatura umana, un «infermo» chepercepisce il suo limite, la sua impotenza,la sua realtà vera. D’altro lato, c’è però lasua altrettanto costitutiva e radicale

insoddisfazione e scontentezza.Il desiderio, pur legittimo, di mutarestato si nutre di illusioni e alla fineprecipita in delusione. Sboccia, così, lapianta maligna della gelosia edell’invidia. Un proverbio tedescodichiara che «la felicità e l’arcobalenonon si vedono mai sulla propria casa, masolo su quella del tuo vicino». Lacapacità di accettarsi, il realismo dellasituazione, la serenità nella semplicitàsono merce rara, tant’è vero che lasocietà, anche attraverso la pubblicità,crea continuamente miti, costringendo arincorrere fantasmi di felicità. Per questo,di fronte alla frustrazione dei sogni, sipiomba nel pessimismo, nelloscoraggiamento e persino nellaribellione. Riflettiamo su questa frasedello scrittore tedesco Ludwig Börne(1786-1837): «Si è scontenti perché pochisanno che la distanza tra uno e niente èpiù grande che tra uno e mille».

’L

I LETTI BEN RIFATTIGIANFRANCO RAVASI

mo il vostro modo di vivere e per que-sto sono partito. I Paesi arabi sono

immobili. Forse ora cambierà qualcosa, ma civorranno anni». Sono le dichiarazioni di ungiovane tunisino appena sbarcato a Lampe-dusa, testimone degli eventi epocali che stan-no radicalmente trasformando la sponda me-ridionale del Mediterraneo. Sta emergendo u-na generazione che non si identifica con le pro-poste dell’Islam fondamentalista e non esita asfidare regimi autoritari e corrotti in nome diun desiderio di libertà e democrazia troppo alungo umiliato. La transizione che si è avviata è difficile mapromettente. Da qui bisogna partire per riflet-tere sui nuovi flussi migratori. Per affrontarli,al di là dell’emergenza e dell’improvvisazione,è necessario maturare una visione, compren-dere gli avvenimenti e intessere relazioni ami-chevoli con Paesi che vivono un cambiamen-to forse irreversibile. Obiettivi impensabili sesi è guidati solo dalla paura dell’invasione edalla ricerca di azioni unicamente di contrasto. Andrebbe ricordato come, dopo il turbamen-to e le paure iniziali, i rivolgimenti verificatisiin Albania e nell’ex Jugoslavia abbiano pro-dotto effetti positivi nel nostro Paese. I profu-ghi di ieri sono oggi nostri coabitanti in un tes-suto di integrazione spesso riuscito. Ciò chemanca, oggi, è un più generale sguardo solidaledi simpatia verso i nuovi arrivati. Da troppi an-ni gli europei guardano con sospetto e antipa-tia le popolazioni arabe, tollerando il perpe-tuarsi di classi dirigenti illiberali. Oggi l’Italia è impegnata in un’opera di acco-glienza che avrebbe bisogno di maggiore u-manità e unanimità, ma anche di un’adegua-ta partecipazione degli altri Paesi europei.Manca una risposta comune a un fenomenoche è rivolto all’intero Vecchio Continente. Sol-levare Lampedusa dal peso della prima acco-glienza è urgente, ma senza disprezzare la do-manda di chi cerca un futuro migliore. Sonogiovani e giovanissimi. Ed è tutto il mondo deimigranti ad avere un volto giovane. L’età me-dia delle popolazioni dell’Unione è di 40,6 an-ni, mentre quella degli stranieri è di 34,3. In I-talia e Spagna la differenza cresce fino a supe-rare i dieci anni. Un’Europa invecchiata ha e-stremo bisogno degli immigrati. Essi sono al-l’origine di effetti impensabili. Un rapporto del-l’Anci rivela che un numero significativo di pic-coli Comuni italiani si è rivitalizzato propriograzie all’inserimento degli stranieri. In Cala-bria, Caulonia e Riace sono divenuti esempieuropei di best practice – come ha mostrato uninteressante documentario di Wim Wenders –per la scelta dei sindaci di offrire ai profughicurdi le case abbandonate dai migranti italia-ni tre o quattro generazioni fa. Un grande ser-vizio è offerto poi dalle donne migranti, piùdella metà del totale. Lavorano a servizio del-la persona, come badanti, infermiere, colla-boratrici domestiche. Tante famiglie italiane sireggono sul loro apporto, ma reperirle è sem-pre più difficile. E i contributi pagati da stranierihanno risanato gli enti previdenziali nostrani. Gli immigrati, tuttavia, non costituiscono solouna risorsa economica. Contribuiscono al rin-giovanimento della società e ravvivano tessu-ti relazionali esangui. Ciò non significa negaregli aspetti negativi o problematici dell’immi-grazione. Sono sfide che richiedono connes-sioni e lavoro, per realizzare una convivenzanon subìta, bensì costruita, pensata e voluta.In un’epoca che vede la differenza di ricchez-za tra Nord e Sud crescere come mai in passa-to e farsi abisso, «è un’illusione pensare di vi-vere in pace, tenendo a distanza popoli giova-ni e stremati dalle privazioni», come ha osser-vato il cardinale Angelo Bagnasco. La sua e-sortazione a «coinvolgerci», come «unica stra-tegia plausibile dal punto di vista morale maanche sotto il profilo economico-politico», de-ve essere raccolta al più presto.

INTERESSE NOSTRO E DI CHI ARRIVA

SOLIDARIETÀALLA PROVA

MARCO IMPAGLIAZZO

il fatto. Proteste nelle città. Maroni ai governatori: nessuno li rifiuti. Berlusconiandrà in Tunisia per il blocco delle partenze e il riaccoglimento degli immigrati

Migra anche l’emergenzaLA DENUNCIA / IL VESCOVO MARTINELLI: 40 UCCISI

FATIGANTE, IASEVOLI E SCAVO ALLE PAGINE 8/9

● Nuova bagarrealla Camera: ilgoverno va sottoLeghista offendela disabileArgentin (Pd)

● Napolitanoconvoca tuttii capigruppo:«Basta scontricosì non si vaavanti»

● Ipotesi di unoscioglimentoanticipato delle Camere?

● La discussionesul testo rinviataa martedì. E Finila rimette incoda. Gesto distizza di Alfano.Esulta Bersani:«Fallito il blitz»

ANCORA RISSE. IL COLLE: «COSÌ NON SI VA AVANTI»

PRIMOPIANO ALLE PAGINE 4/5 PRIMOPIANO ALLE PAGINE 6/7

LA MAPPA / TIMORI E RIVOLTE

A PAGINA 3

Dall’isola alle tendopolile rotte dei trasferimenti

Da Lampedusa un esodo tra le polemicheÈ fuga di massa dal campo di Manduria

● Il ministro dell’Interno strigliai presidenti delle Regioni:bisogna accogliere. Bossi cauto:sì al piano, ma non al Nord

● Oggi prima riunione al Viminaledella cabina di regia perla ripartizione degli immigratiLa Difesa mette a disposizionesette nuovi sitiIl sottosegretario Mantovanoconferma le sue dimissioni

● Il premier lunedì a Tunisi. Ilgoverno: finora il Paese africanonon ha rispettato i pattiE si pensa anche ad «azioni di forza». Frattini: o la Uecollabora o non escludiamorespingimenti di massa

Migranti al molo di Cala Pisana, a Lampedusa (Ansa)

PACCO BOMBA ALLA FOLGORE

Attacco anarchico a LivornoFerito colonnello dei parà

A. BERNARDINI E SCAVO A PAGINA 13

Alessandro Albamonte, 40 anni, è stato investitodall’esplosione di un plico recapitato nel suo ufficio allacaserma “Ruspoli”. L’alto ufficiale ha riportato l’amputazionedi alcune dita di una mano e rischierebbe di perdere la vista.In serata è stato trasferito a Firenze. L’attentato è statorivendicato dalla Fai (federazione anarchica informale)responsabile di episodi simili in tutta Europa

RAID SULLA LIBIACivili colpiti?La Nato indaga

Napolitano, richiamo a tuttiRinvio per il processo breve

Oggi su èfamigliaCONSULTORI

SVOLTAPER IL BENECOMUNE

Il caso

SETTE:OMBRE SULNOSTROEMICICLO

GRASSO 26

Classica

CHAILLY:«IO, BACH,MAHLERE LA FEDE»

BELTRAMI29

RE A PAGINA 12

L’ LTRO EDITORIALEAA

entre gli aerei e le navi del-la coalizione internazio-

nale avviavano l’azione controle forze armate del colonnelloGheddafi, su questa prima pa-gina – elencando «Incognite edoveri» dell’escalation bellicache aveva avuto inizio su man-dato dell’Onu – Luigi Geninaz-zi richiamava con forza la mo-tivazione umanitaria e le con-seguenti regole d’ingaggio di unrischioso eppure, a quel punto,inevitabile intervento militare.L’obiettivo primario e – per lanostra visione – essenziale del-la forza aeronavale schieratasisul mare e nei cieli della Libia e-ra ed è di porre fine alla guerrascatenata dal rais di Tripoli con-tro gran parte del suo stesso po-polo, limitando al massimo lesofferenze dei libici e dei tantilavoratori stranieri residenti inquel Paese. Ieri il comando Na-to, che aveva da poche ore as-sunto il controllo delle opera-zioni militari, ha preso due de-cisioni assai importanti: nonrifornirà di armi i ribelli anti-Gheddafi e indagherà sullamorte di alcune decine di civili,

M

IL SENSO DELL’INTERVENTO

URGENZADI SAPERE

MARCO TARQUINIO

La caserma Pisacane della Folgore (Ansa)

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NEL GIORNALE

■ Fine vita

L’oncologo Tirelli:«Legge necessariama saranno in pochia scrivere le Dat»

BELLASPIGA A PAGINA 11

■ Chiesa cinese

L’arcivescovo Hon:«Occorre migliorarela formazionedi preti e vescovi»

CARDINALE A PAGINA 19