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• Nuova serie - Anno 19 - Numero 121 - € 1,20* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Sabato 22 Maggio 2010 MULTIMEDIALITÀ Huawei (Cina) vuole fare concorrenza all’iPad Perego a pag. 9 IN FRANCIA La ricetta Nespresso passa al tè Iovine a pag. 10 CONSUMI In Giappone i giovani spendono poco servizio a pag. 10 * con guida «La nuova disciplina delle offerte anomale» a € 6,90 in più; con «Il codice tributario» a € 11,80 in più; con guida «Il testo unico dell’imposta di registro» a euro 6,00 in più; con guida + cd «Le nuove regole dell’antiriclaggio» a € 9,90 in più; con cd «Imposte dirette e accertamento» a € 9,90 in più; con «Manuale lavoro vol. 2 - Obblighi e diritti delle parti» a € 7,90 in più; con cd «Contenzioso e imposte indirette» a € 9,90 in più; con «Manuale iscale vol. 7 - Accertamento, sanzioni, contenzioso» a € 7,90 in più; con guida «Il decreto ingiuntivo» a € 7,90 in più 9 771120 606007 00522 QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO www.italiaoggi.it Il Tg di ItaliaOggi Per vedere il Tg di ItaliaOggi leggi il codice QR con il tuo cellulare. Info su: www.italiaoggi.it/QRcode Antiriciclaggio - Contanti ultraso- glia, risponde sia chi versa sia chi ri- ceve De Angelis-Feriozzi a pag. 20 Abuso di diritto - Levata di scudi dei professionisti dopo l’ultima pronuncia della Cassazione Pacelli a pag. 23 Documenti/1 - Ricavi omessi e costi, la sentenza della Ctp di Reggio Emilia Documenti/2 - Il decreto del ministero delle politiche agricole sulle biomasse Documenti/3 - Bilanci, il documento di Bankitalia Documenti/4 - Tran- sazioni, l’informativa Cndcec Documenti/5 - Contenzioso, la cir- colare dell’Agenzia delle entrate www.italiaoggi.it I tagli colpiranno a 360 gradi tutto il comparto pubblico, ma il filo conduttore sarà uno solo: si dovrà spendere la metà del 2009. È questo il parametro intorno a cui la bozza di manovra da 26 miliardi di euro, che il ministro dell’economia Giulio Tremonti presenterà molto probabilmente martedì, fa ruotare le riduzioni di spesa. L’elenco è lungo: studi e consulenze, pub- bliche relazioni, convegni e mostre, spon- sorizzazioni, formazione, personale, tutto dovrà essere contenuto entro il limite del 50% della spesa sostenuta nel 2009. I ta- gli scatteranno dal 2011 e risparmieranno solo le università e gli enti di ricerca. Negative le reazioni degli ordini al ddl Siliquini presentato in parlamento solo due giorni fa Professioni, la riforma non va Gli ordini bocciano la riforma delle professioni targata Sili- quini. Doveva essere il disegno di legge che avrebbe messo tutti d’accordo, perché frutto di un’indagine conoscitiva durata qua- si un anno all’interno della quale sono state ascoltate tutte le professioni. Invece il ddl, depositato in commissione giustizia martedì (si veda ItaliaOggi del 20 maggio 2010), ha messo tutti contro tutti. A esprimere soddisfazione solo le associazioni non regolamentate, ma solo perché la proposta di Maria Grazia Si- liquini non li comprende. Marino a pag. 27 sa C C co Il sociologo Giuseppe De Rita, già dc di sinistra e ora di area di centrosinistra, spiega che «il 25 aprile non è più sentito dalla gente». E poi aggiunge: «Ciò è positivo perché questo atteggiamento è l’effetto della pacificazione. Infatti, una vol- ta che destra e sinistra si sono riconciliate, questa data non ha più senso. Non c’è più nulla da celebrare. Una lunga fase si è ormai chiusa». La posizione di De Rita coincide con quella del governatore leghista della Regione Veneto, Luca Zaia, che dice: «Questi dell’Anpi (As- sociazione nazionale partigiani italiani, ndr) mi sembrano come i Vietcong: bisogna avvertirli che la guerra è finita». DIRITTO & ROVESCIO IL Giornale dei professionisti * * * La manovra del 50% Le pubbliche amministrazioni dovranno dimezzare rispetto al 2009 le spese per consulenze, personale, sponsorizzazioni, pr e formazione Cerisano-Macheda a pagina 21 EOLICO Sette procure stanno indagando. Business inquinato dalla criminalità organizzata Di Santo a pag. 8 d l ddl S l l ld f Gli investimenti pubblicitari in Italia nei primi sei mesi del 2010 segnano un +5-6% e an- che se la crisi greca e l’attacco all’euro hanno ridotto il clima di fiducia, frenando la ripresa che stava ripartendo, è prevista una chiusura d’anno positiva, e comunque migliore del 2009. Il dato del primo semestre, che è emerso a margine del conve- gno Nielsen in corso a Santa Margherita di Pula (Cagliari), è frutto di un buon andamento per i mezzi tv e radio e di una tenuta dei quotidiani. Quanto ai settori merceologici, spiega- no gli esperti presenti al Forte Village, sono in salita l’alimen- tare e l’abbigliamento, mentre auto e tlc sono stabili. Plazzotta alle pagg. 13 e 14 Pubblicità: il peggio è passato. Il 2010 chiuderà in positivo, nonostante la Grecia GIOCHI A ROMA Olimpiadi, la Lega vuole la testa del traditore Di Santo a pag. 5 e in più IL SETTIMANALE DEGLI OPERATORI DELL’AGRICOLTURA da pag. 29 da pa 29 2 LUNEDÌ CON IO7 € 2,50 Lunedì 24 Maggio 2010 NELL’INSERTO, LA CHECK LIST DEI BILANCI 2010 Abuso del diritto senza freni www.italiaoggi.it Sette IL PRIMO GIORNALE PER PROFESSIONISTI E IMPRESE MLS IN EVIDENZA Fisco/1 -Iva su hotel e risto- ranti, linea soft del Fisco: l’im- posta indetrai- bile può essere dedotta anche senza fattura Fisco/2 -Lo Statuto dei contri- buenti fissa dei punti fermi. Anzi no, viste le interpretazioni altale- nanti della giurisprudenza Fisco/3 -Unico SC: come di- stricarsi tra i diversi trattamenti tributari e di deducibilità applicati agli immobili IN EDICOLA LA GUIDA AL DECRETO INGIUNTIVO http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

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MULTIMEDIALITÀHuawei (Cina) vuolefare concorrenza all’iPadPerego a pag. 9

IN FRANCIALa ricetta Nespresso passa al tèIovine a pag. 10

CONSUMIIn Giappone i giovani spendono pocoservizio a pag. 10

* con guida «La nuova disciplina delle offerte anomale» a € 6,90 in più; con «Il codice tributario» a € 11,80 in più; con guida «Il testo unico dell’imposta di registro» a euro 6,00 in più; con guida + cd «Le nuove regole dell’antiriclaggio» a € 9,90 in più; con cd «Imposte dirette e accertamento» a € 9,90 in più; con «Manuale lavoro vol. 2 - Obblighi e diritti delle parti» a € 7,90 in più; con cd «Contenzioso e imposte indirette» a € 9,90 in più; con «Manuale i scale vol. 7 - Accertamento, sanzioni, contenzioso» a € 7,90 in più; con guida «Il decreto ingiuntivo» a € 7,90 in più

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QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO

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Antiriciclaggio - Contanti ultraso-glia, risponde sia chi versa sia chi ri-ceve

De Angelis-Feriozzi a pag. 20

Abuso di diritto - Levata di scudi dei professionisti dopo l’ultima pronuncia della Cassazione

Pacelli a pag. 23

Documenti/1 - Ricavi omessi e costi, la sentenza della Ctp di Reggio Emilia

Documenti/2 - Il decreto del ministero delle politiche agricole sulle biomasse

Documenti/3 - Bilanci, il documento di Bankitalia

Documenti/4 - Tran-sazioni, l’informativa Cndcec

Document i /5 - Contenzioso, la cir-

colare dell’Agenzia delle entrate

www.italiaoggi.it

I tagli colpiranno a 360 gradi tutto il comparto pubblico, ma il filo conduttore sarà uno solo: si dovrà spendere la metà del 2009. È questo il parametro intorno a cui la bozza di manovra da 26 miliardi di euro, che il ministro dell’economia Giulio Tremonti presenterà molto probabilmente martedì, fa ruotare le riduzioni di spesa. L’elenco è lungo: studi e consulenze, pub-bliche relazioni, convegni e mostre, spon-sorizzazioni, formazione, personale, tutto dovrà essere contenuto entro il limite del 50% della spesa sostenuta nel 2009. I ta-gli scatteranno dal 2011 e risparmieranno solo le università e gli enti di ricerca.

Negative le reazioni degli ordini al ddl Siliquini presentato in parlamento solo due giorni fa

Professioni, la riforma non vaGli ordini bocciano la riforma delle professioni targata Sili-

quini. Doveva essere il disegno di legge che avrebbe messo tutti d’accordo, perché frutto di un’indagine conoscitiva durata qua-si un anno all’interno della quale sono state ascoltate tutte le professioni. Invece il ddl, depositato in commissione giustizia martedì (si veda ItaliaOggi del 20 maggio 2010), ha messo tutti contro tutti. A esprimere soddisfazione solo le associazioni non regolamentate, ma solo perché la proposta di Maria Grazia Si-liquini non li comprende.

Marino a pag. 27

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Cco

Il sociologo Giuseppe De Rita, già dc di sinistra e ora di area di centrosinistra, spiega che «il 25 aprile non è più sentito dalla gente». E poi aggiunge: «Ciò è positivo perché questo atteggiamento è l’effetto della pacifi cazione. Infatti, una vol-ta che destra e sinistra si sono riconciliate, questa data non ha più senso. Non c’è più nulla da celebrare. Una lunga fase si è ormai chiusa». La posizione di De Rita coincide con quella del governatore leghista della Regione Veneto, Luca Zaia, che dice: «Questi dell’Anpi (As-sociazione nazionale partigiani italiani, ndr) mi sembrano come i Vietcong: bisogna avvertirli che la guerra è fi nita».

DIRITTO & ROVESCIO

IL Giornale dei

professionisti* * *

La manovra del 50%Le pubbliche amministrazioni dovranno dimezzare rispetto al 2009 le spese per consulenze, personale, sponsorizzazioni, pr e formazione

Cerisano-Macheda a pagina 21

EOLICO

Sette procure stanno indagando. Business

inquinato dalla criminalità organizzata

Di Santo a pag. 8

d l ddl S l l l d f

Gli investimenti pubblicitari in Italia nei primi sei mesi del 2010 segnano un +5-6% e an-che se la crisi greca e l’attacco all’euro hanno ridotto il clima di fi ducia, frenando la ripresa che stava ripartendo, è prevista una chiusura d’anno positiva, e comunque migliore del 2009. Il dato del primo semestre, che è emerso a margine del conve-gno Nielsen in corso a Santa Margherita di Pula (Cagliari), è frutto di un buon andamento per i mezzi tv e radio e di una tenuta dei quotidiani. Quanto ai settori merceologici, spiega-no gli esperti presenti al Forte Village, sono in salita l’alimen-tare e l’abbigliamento, mentre auto e tlc sono stabili.

Plazzotta alle pagg. 13 e 14

Pubblicità: il peggio è passato. Il 2010 chiuderà in positivo, nonostante la Grecia

GIOCHI A ROMA

Olimpiadi,la Lega vuole

la testadel traditore

Di Santo a pag. 5

e in più IL SETTIMANALE DEGLI OPERATORI DELL’AGRICOLTURAdapag.29

dapa292

LUNEDÌ CON IO7€ 2,50 Lunedì 24 Maggio 2010

NELL’INSERTO, LA CHECK LIST DEI BILANCI 2010

Abuso del diritto senza freni

www.italiaoggi.it

SetteIL PRIMO GIORNALE PER PROFESSIONISTI E IMPRESE

DI MARINO LONGONI

Se decido di andare al lavoro in bicicletta per risparmiare i soldi della benzina (e le relative tasse) commetto un abuso di

diritto? Il paradossale dubbio sorge dopo la recente sentenza della Cassazione che ha ampliato l’applicabilità e la portata di questo formidabile strumento di lotta all’evasione e all’elusione.

Secondo gli ermellini l’amministrazione finanziaria ha il potere di valutare e sindacare le scelte, gli atti e i contratti posti in esse-re dai contribuenti disconoscendo i vantaggi fiscali derivanti da

operazioni in qualche modo elusive e non supportate da valide ragioni economiche.

Con la sentenza del 19 maggio sono finiti nel tritacarne della Cassazione anche i contratti tipici, rafforzando così

l’equiparazione tra il risparmio d’imposta e il risparmio d’imposta illegittimo.

Di fatto con questo orientamento giurisprudenziale sempre più consolidato la Suprema corte rinuncia a un ruolo super partes e sceglie di fare politica tributaria, sposando a spada tratta le ragioni del gettito. Ragioni certamente importanti, soprat-tutto in un paese caratterizzato dal peso della sua economia sommersa.

Ma che portano a svilire eccessivamente le ra-gioni dei contribuenti. In primo luogo la certez-za del diritto. Consentire la sindacabilità di ogni scelta per verificarne le valide ragioni economi-che (che devono essere provate dai contribuenti) significa mantenere l’intero sistema economico sotto la spada di Damocle dell’erario almeno fino

IN EV IDENZA

* * *

Fisco/1 - Iva su hotel e risto-ranti, linea soft del Fisco: l’im-posta indetrai-bile può essere

dedotta anche senza fattura

Fisco/2 - Lo Statuto dei contri-buenti fissa dei punti fermi. Anzi no, viste le interpretazioni altale-nanti della giurisprudenza

Fisco/3 - Unico SC: come di-stricarsi tra i diversi trattamenti tributari e di deducibilità applicati agli immobili

IN EDICOLALA GUIDA AL DECRETO INGIUNTIVO

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2 Sabato 22 Maggio 2010

I dirigenti del Par-tito democratico, a quanto pare, sono rimasti sorpresi e amareggiati

dalla lettura di un’inchiesta demosco-pia, ordinata da loro stessi, dalla quale risulta che la percezione prevalente del loro partito è quella di una forza con-servatrice.

Se si guarda senza farsi infl uenza-re dalla propaganda alle impostazioni culturali che sono confl uite nel Pd si riscontrano le ragioni di questa perce-zione che, come quasi sempre accade, coglie un nocciolo di verità. Della tra-dizione comunista il Pd ha cercato di cancellare la parte legata alla sudditanza sovietica, rappresentata seppure in modo originale dalla fi gura di Palmiro Togliat-ti, mentre ha continuato a valorizzare le impo-stazioni legate a Enrico Berlinguer. Berlinguer definiva, nel momento di massimo successo eletto-rale, il suo partito come «conservatore e rivoluzionario», per distinguersi sia da sinistra, come rivoluzionario, sia da de-stra, come conservatore, dalla prospetti-va innovatrice e riformista indicata dal suo concorrente Bettino Craxi. Ora che il fascino delle prospettive «rivoluziona-rie» sembra tramontato (o lasciato in eredità alle aree dell’ultrasinistra che si sono via via staccate del tronco del Pci e delle sue successive incarnazioni) rimane solo il carattere conservatore, rivendicato da Berlinguer con eguale

tenacia. Anche l’altra fonte di cultura politica del Partito democratico,

la sinistra Dc, si è storicamente carat-terizzata per l’ostilità alla «grande riforma» istituzionale, che fu la causa fondamentale del contrasto di Ciriaco De Mita sia con il Psi, sia con l’ala mo-derata del partito guidata da Arnaldo Forlani. Un altro aspetto dell’eredità della sinistra Dc è la diffi denza verso i processi di innovazione nell’informa-zione, dalla tv a colori alle emittenti private, per contrastare le quali si ebbe l’unico caso di dimissioni collettive di una componente dc dalle responsabilità

di governo.Naturalmente essere

conservatori non è, di per sé, un fatto negati-vo o un’esclusione dalle correnti vitali della so-cietà. Il problema, forse, consiste nella diffi coltà

del Pd ad accompagnare alla difesa dell’esistente, un messaggio altrettanto netto e visibile su quello che invece in-tendono cambiare. Quando qualcuno ci prova, come hanno fatto recentemente i giovani o vecchi intellettuali legati a Pierluigi Bersani, Da Stefano Fascina per l’economia ad Andrea Orlando sul-la giustizia, a Luciano Violante per le istituzioni, viene bloccato da polemiche interne estenuanti o, quando va bene, da un muro di gomma paralizzante, che esprimono l’istintiva riluttanza all’in-novazione tipica dei conservatori.

© Riproduzione riservata

IL PUNTO

Il Pd si scopre conservatoreE non riesce a capire perché

DI SERGIO SOAVE

efiniva, nel del Pd ad acco

Manca la capacità di innovare

Premessa essen-ziale: avercene, in Italia, di im-prenditori come Roberto Cola-

ninno. In Piaggio ha compiuto un bril-lante rilancio, e su Alitalia ha comunque saputo, pur tra mille polemiche e contro-versie e con molti aiuti pubblici, riportare in quota il brutto catorcio rappresentato dalle parti salvabili di Alitalia e dalla Air One. Ma come spesso capita agli in-traprendenti, tende a lanciare il cuore oltre l’ostacolo. Nel caso dell’Alitalia, l’ostacolo è plurimo: la scarsa massa cri-tica, la debolezza internazionale, il caos dei due hub italiani, che si spartiscono il mercato nazionale. E poi c’è l’incognita del so-cio forte, l’Air France, che l’altro ieri ha esternato – fi nalmente – il suo ovvio obiettivo: passare, non subito ma sicuramente, dall’attuale ruolo di part-ner industriale a quello di padrone. Co-laninno ha fatto quel che doveva fare: ha escluso una vendita. «A nome di tutti gli azionisti», ha detto Colaninno, «esprimo soddisfazione nel sentire che Air France dice che ci vorrebbe comprare. Essere l’oggetto del desiderio di qualcuno vuol dire che le cose non sono state fatte poi così male. Ciò è la misura del successo che la nostra gestione ha ottenuto Ma quello di Air France resterà un sogno che non si realizzerà».

Ebbene, pochi ricordano che quan-do Colaninno andò a gestire l’Olivetti, nell’estate del ’97, all’indomani dell’usci-

ta di Carlo De Benedetti, vi trovò tante grane e un gioiello, Omnitel. Con-

trollato da una scatola che si chiamava Oliman, e che era al 50,1% del gruppo di Ivrea e al 49,9% della tedesca Man-nesmann. Per fi nanziare l’opa su Te-lecom, Colaninno decise di vendere ai tedeschi quel 50,1% di Oliman, e quindi il controllo di Omnitel e Infostrada. E a chi lo accusava di star mettendo a ri-schio l’italianità di Telecom, per di più cedendo agli stranieri Omnitel, replicò sostenendo di aver trovato patti segreti che avrebbero comunque prima o poi costretto Ivrea a cedere.

Ora, si direbbe che Air France non abbia potuto accaparrarsi clausole del genere, nel caso di Alita-lia. Ma nessuno che sia sano di mente pensa che il colosso francese abbia comprato il 25%

di Alitalia soltanto per fare minuetti di collaborazioni commerciali fattibilissimi anche senza investimenti del genere. È un po’ come Telefonica in Telecom Italia: si entra in minoranza per prenotare la maggioranza. Che Colaninno, in buona fede, non voglia vendere, c’è da crederlo sulla sua parola: fosse stato per lui, non avrebbe venduto neanche Telecom. Ma Colaninno in Alitalia ha il 7,08%, e come qualcuno gli vendette alle spalle la «sua» Telecom a Tronchetti, così qualcun altro prima o poi gli venderà Alitalia. E non sarà un dramma.

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padrone. Co- di Alitalia solta

È soltanto una questione

di tempo

DI SERGIO LUCIANO

L’ANALISI

Colaninno i nge di non sapere che Alitalia i nirà ai francesi

I C O M M E N T I

DI MARCO CASTORO

La tempesta era nell’aria. A scatenarla furono alcune di-chiarazioni di Maria Luisa Busi, rilasciate a L’Aquila tra i terremotati, sulla dire-zione di Augusto Minzolini. Ovviamente quelle esterna-zioni sulla linea editoriale non erano piaciute al di-retto interessato. Tanto che da più parti si cominciava a pensare che prima o poi anche la Busi rientrasse nella girandola degli avvi-cendamenti di conduttori. Sostituzioni che - va detto e ripetuto - spettano al di-rettore. La Busi ha giocato di anticipo e ha appeso in bacheca la lettera con la cui si tira indietro dalla conduzione dell’edizione delle 20. Tre cartelle e mez-zo per spiegare che non si riconosce più nella testata e quindi, non potendo to-gliere la propria fi rma, può solo togliere la sua faccia. Una mossa che ha sorpreso perfi no lo scaltro Minzolini, il quale aveva già pronto uno spostamento della Busi nell’edizione delle 13.30.

Con questa mossa la Busi in pratica si candida a un ruolo di primo piano nella squadra del centro-sinistra, ipotecando una futura dire-zione. Magari al Tg3 per il

post-Berlinguer. Oppure da qualche altra parte. O chis-sà magari anche lei seguirà la strada intrapresa da Pie-ro Badaloni, Lilli Gruber e David Sassoli che sono pas-sati dalla poltrona del Tg1

a un seggio politico nel Pd. Ma chi prenderà il posto del-la Busi nell’edizione delle 20? Tutti gli indizi portano a Laura Chimenti. Entrata nel Tg1 ai tempi della dire-zione di Clemente Mimun, ha esordito alla conduzio-ne soltanto pochi mesi fa, proprio durante la dire-zione di Augusto Minzoli-ni, nell’edizione delle 17. Nel giro di poche settima-ne è approdata alle 13.30. Il suo volto buca il video, così dicono i suoi colleghi di redazione. Inoltre la Chi-menti è stimata e apprezza-ta anche dall’area vicina a Berlusconi. Comunque al Tg1 la miccia è accesa e la polveriera rischia di esplodere da un momento all’altro. Ormai gli assal-ti contro Minzolini non si contano più. L’ultimo apa-che a scagliare le frecce è Giulio Borrelli: «Come si fa

a mettere alla direzione di un telegiornale un giornali-sta che non sa nulla di tele-visione». Che dire? Per fare il direttore ci vuole davvero una tempra di acciaio.

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IL CASO DEL GIORNO

Tg1, la Busi sbatte la porta e Minzolini lancia Laura Chimenti

DI MARCO BERTONCINI

Fin quando il governo po-trà sopportare il logoramento? Silvio Berlusconi ha messo questa incessante usura fra i concreti sviluppi politici, però non attendeva un’azione così molteplice, così continua, così condotta da fronti inattesi.

La vicenda Scajola, ad esempio. Si pensava che le di-missioni avessero tamponato i problemi più gravi. Ed eccoti l’inattesa sortita della moglie, la quale lamentava che altri potessero essere «più coin-volti», con accenni sgradevoli stroncati da un inusitato in-tervento del marito, al quale ovviamente non uno ha dato credito.

Poi, i casi Bondi, e Matte-oli, e Verdini. Ci si è infi lato Berlusconi stesso, con alcune fra le tante dichiarazioni che Vespa spande per giorni, sino all’uscita del suo volume. Ma ci sono altresì gli articoli di «giornali amici».

A Fini è in fondo superfl uo far riferimento: i controcanti si sprecano. Ieri è intervenu-to con forzature storiche su Cavour e il cesarismo (inutile

dire a chi volesse alludere), ma anche con fondati richia-mi all’italianità. Sarebbe bene ricordare, a quest’ulti-mo riguardo, che l’art. 1 dello statuto della Lega sancisce come propria «fi nalità il con-seguimento dell’indipenden-za della Padania attraverso metodi democratici e il suo riconoscimento internaziona-le quale Repubblica Federale indipendente e sovrana».

Il grave è che, diversamen-te da quanto avviene per le vicende giudiziarie di Berlu-sconi, gli elettori recepiscono negativamente l’offensiva contro la cricca. Ogni giorno si allontanano. Pure l’impe-gno di far piazza pulita dei colpevoli non basta. Fini, poi, non rimane senza eco. Per di più, la stessa stampa vicina al governo spara sovente bordate contro i veri o falsi invischiati nelle vicende giudiziarie.

Procedere diventa ogni giorno più diffi coltoso, anche per l’ansia che si determina: quale sarà la croce da portare oggi? E domani? Pensate se il Pd fosse appena appena in condizioni dignitose…

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LA NOTA POLITICA

La cricca è una mazzataper gli elettori Pdl

Laura Chimenti

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3Sabato 22 Maggio 2010Sabato 22 MagP R I M O P I A N O

Il presidente della commissione Ue dà manforte a Berlusconi che dovrà mettere tutti a stecchetto

Barroso chiede sacrifici a Roma ItaliaOggi anticipa la bozza con l’intero menù di Tremonti

DI FRANCO ADRIANO

Silvio Berlusconi dovrà mettere tutti a stecchetto e dovrà metterci la faccia (magari, come è stato an-

ticipato, in un collegamento a reti tv unificate). Una parte difficile. Perciò, il presidente della commis-sione Ue, Josè Manuel Durao Barroso, ieri, è venuto a Roma: per chiedere sacrifici. Aveva ra-gione il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, a dire che il taglio agli stipendi dei membri del governo (a proposito, sarà del 10 per cento) è soltanto l’antipasto. Anzi, a ben vedere la bozza della manovra, che Ita-lia Oggi è in grado di anticipare, più che di un menù si tratta di una dieta strettissima cui tanti controvo-glia saranno costretti. Ine-quivocabili le parole di Berlu-sconi al termine dell’incontro ieri sera: «È in cor-so uno sforzo di tutti i governi per ridurre le proprie spese, c’è la piena consapevo-lezza di tutti

di aver vissuto al di sopra delle proprie possibilità». Ancora una volta il richiamo è al caso Gre-cia e alla necessità «di difendere la moneta comune e questo», ha detto, «richiede un coordinamento delle nostre politiche economiche tutte tese alla riduzione della

spesa pubblica». Che si tratti di una

operazione straordina-ria è testi-moniato dal fatto che il testo oltre ad un’ope-

razione chirurgica su tutto il comparto pubblico non esita a far tabula rasa di molte inizia-tive politiche sbandierate fin qui dal governo come segno di innovazione e sviluppo. Come i grandi eventi, per esempio (con l’abbattimento della super Pro-tezione civile) o la Difesa servizi spa che presumibilmente scom-parirà. Assumendo così anche il profondo significato politico di voltare pagina rispetto ad assetti di potere fin qui consolidati nella maggioranza. Non senza qualche forzatura, che tuttavia non sa-rebbe priva di senso, si potrebbe

dire che con il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta, nel pieno del suo fulgore, il ministro Claudio Scajola ancora in sella al dicastero dello Sviluppo economico e un Gianfranco Fini non relegato nella minoranza del Pdl, un testo così non sarebbe possibile neppure ipotizzarlo. Si vedrà nelle prossime ore perché le reazioni non mancheranno. E le fibrillanti corse al Colle dei massimi esponenti della politica e dell’amministrazione non lascia-no presagire un esito favorevole. Chissà se riuscirà Tremonti a vincere la battaglia su un taglio

impressionante della spesa pub-blica, che in molti comparti è del 50 per cento, in altri del cento per cento (procedendo all’abolizione di tanto organismi). Barroso e Berlusconi, ossia i capi degli ese-cutivi europeo e italiano, sono con lui. E nel governo chi detiene la golden share (la Lega Nord) in questo momento di riforma del federalismo ha tutto l’interesse di mantenere stabile la situazione. Intanto, Tremonti per mettere le mani avanti ha già fissato le voci intoccabili della spesa. Un lun-go elenco per dire che non vuole fare macelleria sociale. Ma anche qualche curiosità. Il Fondo per le non autosufficienze incrementato di 400 milioni. Il fondo sociale per l’occupazione incrementato di 900 milioni. I 103 milioni per i libri scolastici. I 50 milioni per i lavo-ratori socialmente utili, ossia i di-soccupati di Napoli (e Campania). Le missioni internazionali di pace (1,5 miliardi). I 130 milioni per il 2011 e i 200 milioni per il 2012 per le scuole pubbliche paritarie. Gli 11 milioni per l’autotrasporto. I 400 milioni aggiuntivi nel fondo del 5 per mille che evidentemente continua a mietere successi.

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Vignetta di Claudio Cadei

Josè Manuel Durao Barroso e Silvio Berlusconi

Altri articolialle pagg. 4 e 21

DI DIEGO GABUTTI

Svanito come un brutto sogno il to-talitarismo del XX secolo, per lo meno come minaccia immediata e incombente, non svaniscono né

intendono svanire le sue eredità cultura-li, che si conservano intatte, come l’in-setto nell’ambra di Jurassic Park, nel cuore del linguaggio politico. Da noi le parole della politica continuano a mi-rare al cuore, come cekisti a caccia di kulaki, e non fanno prigionieri, come la Gestapo nel ghetto di Varsavia. È grazie al vocabolario bruta-le e ideologicamente corrotto di un’intelli-ghenzia eternamen-te sotto incantesimo disumanistico che non si sono ancora del tutto dispersi gli spettri dei commissari del popolo e delle svastiche nere in campo rosso. Vero che nessuno, tra gli ex seguaci dei fascismi e dei comunismi, insiste a tessere l’elogio del filo spinato, delle battaglie del grano, dei rastrellamenti, dei pogrom e delle revolve-rate alla nuca. Ma la lingua dei politici (e degl’intellettuali un tempo organici a que-

sto o quel progetto di riforma del mondo) rimane di legno: una langue de bois, come all’epoca degli uomini della provvidenza, dei Führer e dei conducator, dei padri dei popoli, dei grandi timonieri. Sono magari passate di moda (in parte, non del tutto) le espressioni più insensate e minacciose,

come «iena fascista» o «sporco giudeo» o «lacchè degl’im-perialisti». Ma il linguaggio dell’ide-ologia (anziché mo-derarsi, vietandosi una volta per tutte le maiuscole, gli schizzi rabbiosi di saliva e gli escla-mativi) continua a martellarci nelle orecchie parole che suonano come sca-riche di mitraglia-trice e altolà abba-iati dall’alto d’una torretta. Per quanto incivilito, o almeno

reso prudente, dal peso delle disgrazie sto-riche, il linguaggio gessoso della politica, il suo immaginario a tinte forti e le sue fu-riose, devastanti allucinazioni ideologiche, è ancora ostaggio delle parole manesche e ringhianti, chiamate non a descrivere e neppure a denunciare ma a brutalizzare i nemici, vale a dire i criminali in doppio-petto, i corrotti e i corruttori, gli associati

esterni di mafia e di camorra, gli zingari, i nemici degli zingari, i puttanieri ma non le puttane, i muslim, i sindacalisti venduti, i golpisti, i fascisti di ritorno, i clericali, gli anticlericali, i magistrati, gli «avvisati» an-che innocenti, i condannati non importa se colpevoli, i piduisti, i preti pedofili, chi li copre, chi li denuncia Papa compreso, ieri i socialisti ladri, oggi la protezione civile in odore di malaffa-re, e poi gl’impiegati pubblici, i «finiani» rinnegati secondo Vittorio Feltri, l’ar-cirinnegato Vitto-rio Feltri secondo i «finiani», i ministri mai abbastanza dimissionari, le mi-nistre troppo belle. Altrettanti «perso-naggi pericolosi», nemici del popolo da zittire, egoisti oppure invidiosi sociali (a piacere) da sottoporre a linciaggio sulla stampa, nei comizi, in tivù, sul web e insomma da «li-quidare» in qualche modo e al più presto, beninteso «solo politicamente». Ma ancora più intimidatorio, facciamoci caso, è il ri-corso all’eufemismo, specie da parte di chi, quando per esempio spiega di non avere più «nemici» ma soltanto «avversari», con-

tinua non di meno a intendere la stessa cosa di prima, quando non aveva peli sul-la lingua e, senza lacrime per il bon ton, diceva esattamente quel che pensava con gli occhi fuori dalle orbite e minacciando l’interlocutore con un randello. «Pensa-

va», naturalmente, è una parola gros-sa, almeno quando il soggetto della frase è un politi-co, specie estremo. Sotto incantesimo, cioè inquadrati dalle telecamere e aizzati, come galli da combattimento, dai giornalisti che amano l’informa-zione sadomaso, i politici non formu-lavano pensieri ma avevano esplosioni d’ira, crisi isteriche e li accompagna-va, come colonna sonora, un cupo di-

grignar di denti. Ma quel che dicevano, prima di lasciarsi tentare dall’eufemismo nell’illusione di passare così per gentiluo-mini, aveva almeno il timbro inconfondi-bile d’una passione sincera, che l’eufemi-smo, questo gergo da scoglionati, si sforza invano d’occultare sotto un triplo strato di panna montata.

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I TOTALITARISMI DEL XX SECOLO SONO SVANITI, LE LORO EREDITÀ CULTURALI NO

Le parole della politica continuano a mirare al cuoreÈ grazie ad un vocabolario brutale che non si sono ancora dispersi gli spettri del passato

el tutto dispersi gli

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reso prudente dal peso

Sono magari passate di moda (in parte, non del tutto)

le espressioni più insensate e minacciose, come «iena fasci-

sta» o «sporco giudeo» o «lacchè degl’imperialisti».

Ma il linguaggio dell’ideologia (anziché moderarsi, vietandosi una volta per tutte le maiusco-le, gli schizzi rabbiosi di saliva e gli esclamativi) continua a

martellarci nelle orecchie paro-le che suonano come scariche di mitragliatrice e altolà abba-iati dall’alto d’una torretta

iali (a piacere) da

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Ma ancora più intimidatorio, facciamoci caso, è il ricorso

all’eufemismo, specie da parte di chi, quando per esem-

pio spiega di non avere più «nemici» ma soltanto «avver-sari», continua non di meno a intendere la stessa cosa di

prima, quando non aveva peli sulla lingua e, senza lacrime per il bon ton, diceva esatta-

mente quel che pensava con gli occhi fuori dalle orbite e minacciando l’interlocutore

con un randello

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4 Sabato 22 Maggio 2010 P R I M O P I A N O

La scure di Tremonti: soppressi enti inutili, cura dimagrante per le società statali e comunali

Smantellato il sistema grandi eventiProtezione civile rivoltata come un calzino. Addio a Difesa Servizi

DI STEFANO SANSONETTI

È la fine dell’era e del siste-ma di Guido Bertolaso. Niente più procedure di emergenza legate ai

grandi eventi, restringimento del perimetro d’azione della protezio-ne civile, drastico contenimento del sistema delle ordinanze, li-mitatissime deroghe nell’asse-gnazione degli appalti. E ancora, soppressione di enti come l’Isae, l’Isfol, l’Ente italiano della mon-tagna e della Difesa servizi spa. Per non parlare delle società par-tecipate dai comuni con meno di 5 mila abitanti: dovranno essere liquidate e mai più costituite. E le società statali non quotate, dal canto loro, dovranno ridurre a tre i membri dei loro consigli di am-ministrazione.

È una stangata pesante, quel-la messa a punto dal ministro dell’economia, Giulio Tremon-ti, nella bozza di decreto legge che contiene alcune misure di ri-sparmio per la manovra biennale 2011-2012. La bozza, al momento, non collega a ogni taglio una pre-visione di risparmio. Tremonti ha usato la scure praticamente su tutto, anche sulla presidenza del consiglio e su quello che negli ultimi tempi è il suo dipartimento più in vista: la protezione civile. Questa vie-

ne letteralmente rivoltata come un calzino. Per prima cosa vie-ne ristretto il suo perimetro di competenza con la revisione del concetto di evento straordinario: per calamità naturali e catastrofi , da adesso in poi, si intenderanno quegli eventi che «per non preve-dibilità devono essere fronteggia-ti con mezzi e poteri straordinari e tali da determinare situazioni di grave rischio per l’integrità della vita, dei beni, degli insedia-menti e dell’ambiente». Tutta questa espressione, nella normativa attuale non è contemplata.

Viene poi soppressa quella parte della legge istitutiva della prote-zione civile (n. 225/1992) che, anche grazie a leg-gi successive, estendeva le più rapide procedure dello stato di emergenza e il potere di ordi-

nanza anche ai cosiddetti «grandi eventi». Insomma, il sistema su cui ha operato la «cricca» Ber-tolaso-Balducci-Anemone viene cassato. Tremonti si è arrogato anche il concerto del Mef sulle ordinanze, a questo punto resi-due, che verranno d’ora in poi fi rmate da palazzo Chigi. In un altro articolo viene ridotta la du-rata delle emergenze «in stretta correlazione con i tempi neces-

sari per la realizzazione dei primi indispen-

sabili interventi e senza che la

concessione di eventua-li proroghe possa essere giustifi cata da situazioni di inerzia o da ri-

tardi comunque determinatisi ne-

gli adempimenti necessari».

Scompare anche l’era degli ap-palti in libertà. Il decreto legge prevede infatti che «nell’ipotesi di assoluta eccezionalità dell’emer-genza», le ordinanze possono autorizzare, «in termine di rigo-rosa proporzionalità e soltanto per periodi di tempo prestabiliti, l’affi damento con esperimento di gara informale a cui sono invitati almeno cinque operatori econo-mici». Ancora, i contratti stipulati in esecuzione di ordinanze devo-no essere trasmessi all’Autorità di vigilanza sui lavori pubblici e viene introdotto il controllo preventivo della Corte dei Conti sulle ordinanze medesime. Per la protezione civile dell’era Bertola-so è un’autentica mattanza.

C’è poi un capitolo destinato alla soppressione di alcuni enti, evidentemente considerati inu-tili da Tremonti. Vengono quin-di cancellati l’Isae, l’Isfol, l’Ente italiano montagna, il Comitato nazionale permanente per il mi-crocredito (oggi guidato dall’ex ministro Mario Baccini), la Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi, l’Isti-tuto per gli affari sociali. E viene soprattutto soppressa la Difesa Servizi spa, la società in passato tanto voluta dal ministro Igna-zio La Russa.

Cura dimagrante anche per le società partecipate dalle am-ministrazioni locali. Viene in-trodotto il divieto, per i comuni con meno di 5 mila abitanti, di costituirne di nuove, così come gli stessi comuni sono obbligati a mettere in liquidazione entro il 31 dicembre 2010 le società esistenti. E l’accetta scatta pure sulla società controllate diret-tamente o indirettamente dalle amministrazioni pubbliche. I loro consigli di amministrazione non potranno avere più di 3 compo-nenti. La stretta si applica «a de-correre dalla prima scadenza del consiglio successiva alla data di entrata in vigore del presente provvedimento». Restano esclu-se le società pubbliche.

© Riproduzione riservata

Nella manovra il governo presenta il conto alla cric-ca e ai furbetti dello scudo fi scale. Due le misure, sul versante delle entrate, che dovrebbero portare un bel gettito all’erario. La prima riguarda la lotta al rici-claggio di denaro sporco: la soglia per l’utilizzo del denaro contante, oggi fi ssa-ta a 12.500 euro, verrà ab-bassata, consentendo cosi al Mef e alla Gdf di indivi-duare un maggior numero di operazioni sospette. Se la soglia venisse portata a 10 mila euro, per esempio, e la vicenda dell’acquisto del-lappartamento dell’ex mini-stro Scajola fosse avvenuta ora, sarebbe impossibile fi rmare decine di assegni senza essere subito rintrac-ciati. Il secondo intervento in cantiere riguarderebbe invece lo scudo fi scale: alla Banca d’Italia sono infatti arrivate 250 segnalazioni di operazioni sospette legate al rientro di capitali. Su queste il ministero vuole far partire una serie di ispe-zioni e accertamenti, le cui entrate, al momento inde-terminabili, faranno parte del pacchetto manovra.

Roberto Miliacca© Riproduzione riservata

Cricca e scudoper fare cassa

Giulio Tremonti

Guido Bertolaso

DI ALESSANDRA RICCIARDI

Nella super manovra ci sono finiti anche loro. Seppure in via provvi-soria. E, dell’intera bozza di decre-to legge, l’articolo che li riguarda è

quello più in bilico. Ma tant’è. Se i ministri subiranno un taglio del 10% della busta paga, per loro la batosta sarà ben più consistente. Loro sono i dipendenti della Presidenza del consiglio dei ministri, che potrebbero subire un taglio, secondo i primi calcoli, che potreb-be arrivare al 20% della retribuzione. Non potendo incidere sulla struttura elefantiaca di Palazzo Chigi, intorno a cui gravitano tut-ti i ministeri senza portafoglio e le missioni speciali (lo stop è di natura squisitamente politica), il Tesoro, secondo quanto emerge dall’articolato del decreto legge di manovra al momento disponibile, ha messo a punto un piano B: di fatto congela le prebende che fi nora hanno reso il trattamento economico dei dipendenti del Palazzo il migliore sulla piazza dei ministeriali. Il più invidiato, tanto che c’è la fi la tra i travet normali per entrare a Palazzo come distaccati o comandati.

E invece, se passasse l’ipotesi avanzata, gli uomini di Berlusconi perderebbero il sur-plus di cui fi nora hanno goduto e scendereb-bero allo stesso livello salariale dei comuni ministeriali. L’articolato annulla, con effetto retroattivo, quanto previsto dal contratto del 2006, che assegnava alla presidenza un comparto ad hoc, e lo trasferisce in quello

dei ministeri. In questo modo, da subito tutti i dipendenti e dirigenti verrebbero ricollo-cati nelle analoghe fasce di carriera degli altri statali. «Il personale dirigente e non dirigente precedentemente inquadrato ri-spettivamente nell’area VIII della dirigenza e nel comparto della presidenza del consi-glio dei ministri», si legge, «è ricompreso, rispettivamente, nell’area 1 della dirigenza e nel comparto del perso-nale dei ministeri». Con un particolare, che farà tremare i polsi ai travet che lavorano a più stret-to contatto con il pre-mier, Silvio Berlusconi, e il sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri, Gianni Let-ta: pur mantenendo il trattamento eco-nomico in

godimento, questo verrà congelato fi no al «riassorbimento», attraverso mancati au-menti contrattuali, delle differenze in più con i colleghi ministeriali.

L’articolato modifi ca anche la recente legge di riforma della pubblica amministrazione messa a punto dal ministro della funzione pubblica, Renato Brunetta, che prevedeva il

raggruppamento in soli 4 comparti di tutti i contratti del pubblico impiego, ma san-civa anche una tutela per la specifi cità di Palazzo Chigi. Ovviamente, questa specifi cità salta.

La diversa collocazione di Palazzo Chigi comporterà una rivisitazione, questa al tavolo contrattuale tra Aran

e sindacati, anche della struttura ora-ria di lavoro dei dipendenti e della loro retribuzione. Insomma, cambierà l’inte-ro assetto del rapporto di lavoro.

Ai rumors della batosta in arrivo, le sigle autonome della presidenza,

Snaprecom in testa, hanno mi-nacciato fuoco e fi amme. Ieri già invitavano i colleghi a te-nersi pronti per la battaglia, «il nostro presidente &com-pany», diceva un volontino interno, « stavolta hanno trovato una brutta gatta da pelare». E si dice che le trat-

tative per far tornare indietro il Tesoro siano già nel vivo.

© Riproduzione riservata

I dipendenti della Presidenza trattati come semplici ministeriali. Pronta la rivolta

E la stangata arriva a Palazzo Chigi, congelati gli stipendi dei travet

Gianni Letta

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5Sabato 22 Maggio 2010Sabato 22 MagP R I M O P I A N O

Il loro conterraneo presidente della Federazione squash ha votato Roma e non Venezia

Olimpiadi, la Lega non dimenticaI sindaci trevigiani: il traditore Zanella (Figs) si dimetta

DI GIAMPIERO DI SANTO

Di solito la vendetta è un piatto che va servito ben freddo.

Ma la Lega Nord, anzi, i sindaci leghisti della provincia di Treviso, questa vol-ta, ha subìto con la bocciatura della candidature di Venezia a sede delle Olimpiadi 2020 uno smacco tale da richiede-re immediata riparazione. Tanto più immediata se si considera che a infl iggere la sconfi tta alla Serenissima è stata nientemeno che l’odia-ta «Roma ladrona». Così, an-che di fronte a un risultato bulgaro come quello ottenuto dalla Capitale nel voto del Con-siglio Nazionale del Coni (68 i voti a favore, uno contrario e una astensione) i sostenitori di Venezia han-no comincia-to la caccia al colpevole della bru-ciante bato-sta. E non è stato dif-ficile indi-viduare nel presidente della Figs (Federazione

italiana gioco squash), il trevi-giano Siro Zanella, il reo della disfatta veneta. Reo confesso, per di più, perché l’incauto ex socialista craxiano, il giorno prima del voto decisivo, aveva già fatto conoscere il suo orien-tamento sulla disfi da olimpica:

«Al momento la mia preferenza è per Roma», aveva avuto il coraggio di dichiara-re malgra-do la pos-sibilità di giovarsi del

voto a scru-tinio segreto. Quell’outing romano, però,

quasi certamente costerà caro all’ex parlamentare socialista e numero uno della Figs. Perché ieri a chiederne le dimissioni «da qualsiasi carica federale» sono stati appunto i primi citta-dini della sua terra eletti nelle liste del Carroccio. Il sindaco di Paese, Francesco Pie-trobon, a nome dei colleghi del Carroccio ha attaccato: «Zanella non rappresenta il Veneto, né tantomeno la Marca trevigiana. Si dimet-ta da tutte le cariche», è stato l’esordio. «Come può un veneto, un trevigiano, dire alla vigilia del voto che avrebbe abbandona-to Venezia per preferire

la Capitale? Avrebbe dovuto pensare prima di tutto al bene del territorio da cui viene e poi alle logiche interne al Coni. O dobbiamo ritenere che, da buon ex socialista degli anni Ottanta la sua opinione si fondasse su interessi di poltrona e oppor-tunità romane? Il suo compor-tamento è inqualificabile! Mi chiedo come si sarebbe com-portato se fosse stato coinvolto attivamente, e remunerato, per lavorare alla candidatura di Ve-nezia». E se non bastassero le parole durissime pronunciate da Pietrobon, Gianantonio Da Re, sindaco nonché segre-tario provinciale della Lega, cioè del partito che esprime il governatore del Veneto Luca Zaia, grande sostenitore delle Serenissime Olimpiadi, è stato se possibile ancora più duro: «Abbiamo perso la candidatu-ra per una politica ancora una volta vecchia, che sa di muffa. È l’ennesima dimostrazione che Roma sa essere ancora ladrona e che il compito della Lega Nord non si è esaurito! Spero che Za-nella possa ripensare alle sue affermazioni e avere il buon gu-sto di dimettersi da qualunque incarico federale, visto che non è capace di rappresentare nem-meno il proprio territorio».

© Riproduzione riservata

Nella casa di Claudio Scajola, una volta, c’era il salotto intellettuale di Fiamma Maria Maglione, attrice, pittrice, cantante e madre di Beatrice e Barba-ra Papa, le sorelle che han-no venduto all’ex ministro l’appartamento di via del Fagutale. Ma a due passi del Colosseo un’atmosfera colta si respira ancora: è la terrazza di Fauzia Ga-violi, vedova del fi losofo Lucio Colletti, che anima le serate delle domeniche romane. Colletti era uno dei professori portati in parlamento da Forza Italia nel 1996: Fauzia, psicote-rapeuta, per ricordarlo ha fondato un centro studi, dando vita a un premio giornalistico che ha come presidenti onorari Gianni Letta e Lino Jannuzzi, e riunendo fi losofi , scrittori e critici d’arte. E organiz-zando cene come ai tempi della Maglione.

PdN© Riproduzione riservata

Un salotto al Colosseo

A Gianni Alemanno piace la Bulgaria. Ieri il sinda-co di Roma ha dato il là all’inaugurazione del mo-numento allo scrittore Ivan Vazov, con il premier Boyko Borissov, il mini-stro della cultura Vezhdi Rashidov e il sindaco di Sofi a Yordanka Fandako-va. La prossima settimana inizierà una rassegna de-dicata alle pellicole bul-gare. Nel corso della ker-messe verrà presentato il fi lm dedicato allo scultore Assen Peikov che ha fi r-mato la statua di Leonar-do da Vinci all’aeroporto di Fiumicino.

PdN© Riproduzione riservata

Alemanno fa il bulgaro

DI ANTONIO CALITRI

Dopo l’assegnazione del-la candidatura olim-pica italiana a Roma è scattata la corsa a

risarcire Venezia e il Veneto per la sonora bocciatura. Con il neogovernatore Luca Zaia che seppur amareggiato per la vittoria romana, può trincerarsi dietro il fatto che non era un suo progetto ma della coppia Galan – Cacciari. Adesso però dovrà rimboccarsi le maniche e dimo-strare che la sua regione può davvero farsi valere nel mondo.

Così dopo neppure 24 ore e dopo la bocciatura anche dell’idea di trasferire in la-guna la parte acquatica dei giochi olimpici, ha deciso di fare da solo e puntare su tre nuovi obiettivi che vedono anche gli altri amministra-tori d’accordo. Mondiali di nuoto 2013 o in alternativa 2015, Mondiali di sci alpino 2015 o in alternativa Città europea della cultura 2019. Tre grandi eventi, nessuno dei quali però, sarà ottenuto con una passeggiata. Innan-zitutto i Mondiali di nuoto: l’edizione 2013 è stata già assegnata a Dubai, ma la capitale degli Emirati arabi uniti è decisa a rinunciare a causa della crisi economica e per questo potrebbero tornare in gioco l’Italia e Venezia nonostan-te l’edizione 2009 si sia svolta a Roma. Nella laguna citano il caso dell’australiana Perth che li ottenne nel 1991 e nel 1998. E comunque, visto che gli im-pianti di Venezia difficilmente sarebbero pronti per il 2013, lo staff regionale punterebbe più concretamente a quelli del 2015. Intanto Zaia si dovrà con-

centrare sulla montagna per dimostrare di non sapersi rial-zare subito. All’inizio del pros-simo mese in Turchia verranno assegnati i mondiali di sci alpino per il 2015 e tra le candidate c’è Cortina d’Ampezzo. Il governa-tore, come ha confermato il vice presidente del consiglio regio-nale veneto Matteo Toscani, ha chiesto e ottenuto il massi-mo sostegno da parte di Silvio Berlusconi. «Per Cortina», ha

spiegato Toscani, «tutta l’Ita-lia corre compatta. Cortina sarà sostenuta da un accordo fortissimo, che ha appena ot-tenuto il sostegno di Berlu-sconi e del neo governatore Luca Zaia». E anche qui, se non dovesse essere centrato l’obiettivo, si ritenterà nel 2017. Infine la Città della cultura europea. Nel 2019 tocca a una città italiana e in questo caso è stato il sindaco Giorgio Orsoni a indicare il nuovo obiettivo. Che vede già in lista una decina di città ma anche una favorita come L’Aquila che potrebbe avere l’occasione di un rilancio in-ternazionale a 10 anni esatti dal terremoto. Ieri però Or-

soni ha lanciato il guanto della sfida cercando di coinvolgere an-che il governatore. Ad anticipare il nuovo obiettivo è stato Pier Francesco Ghetti, assessore al piano strategico e ai grandi eventi della città che ha detto: «A breve il sindaco incontrerà Zaia per studiare un piano ade-guato». E l’ex ministro Gianni De Michelis si è inserito nella faccenda, sponsorizzandola.

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Mondiali di nuoto 2013-15, Campionati di sci a Cortina e Città della cultura europea

Per consolare la Serenissima sono già tre le ipotesi sul tavolo

Luca Zaia

Giorgio Orsoni

Siro Zanella

di Serena Gana Cavallo

In genere sono, sembrano, studenti. Ragazzi e ragazze. Tal-volta qualche immigrato.Ogni giorno che dio manda in terra loro mandano nella mia cassetta della posta qualche mezzo kilo di volantini, depliant, offerte sconti, grandi oc-casioni da non perdere. Qualche volta li incontro e li colgo direttamente sul fatto. Non ho il coraggio di dirgli niente. La mia generazione è talmente in debito con loro, con il loro presente triste ed il loro futuro nebuloso, che l’unica rabbia che sento è verso chi li sfrutta per pochi centesimi l’ora. Poi, dai giornali apprendo che ci sono lavori che gli italiani non vogliono più fare. Diteglielo a loro.

RACCONTI BREVI

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6 Sabato 22 Maggio 2010 P R I M O P I A N O

Dopo il federalismo demaniale l’obiettivo delle camicie verdi è il ministero dell’istruzione

La Lega vuole la sedia della GelminiIl Carroccio pensa a una scuola sul modello svizzero

DI ANTONIO CALITRI

La scuola italiana non pia-ce alla Lega Nord, che adesso scopre l’istruzio-ne svizzera e si prepara

ad attaccare il ministro Ma-riastella Gelmini e il gover-natore Roberto Formigoni. Prenotando la poltrona mini-steriale in caso di rimpasto e cercando di colpire una volta di più il governatore lombardo, così da poter ottenere la candi-datura per palazzo Marino.

Ottenuta la prima vittoria sul federalismo demaniale, la Lega Nord torna a interessarsi di scuola. Un suo vecchio ca-vallo di battaglia che all’inizio della legislatura aveva creato i primi attriti tra Umberto Bossi e la Gelmini, poi appia-nati grazie alle vittorie ottenu-te sulle graduatorie regionali. Ma la poltrona della Gelmini continua a far gola alla Lega Nord che da lì potrebbe riscri-vere la storia d’Italia e iniziare a formare i giovani leoni verdi sin dai banchi di scuola. Così, anziché continuare con la sto-ria trita e ritrita del dialetto che ha fatto presa fi no a un certo punto sulla base, ades-so ha incominciato a studiare il modello svizzero, che presto rivendicherà per l’Italia o per

lo meno per la sua «Padania». Con una sorpresa. In Sviz-

zera non esiste un ministro dell’istruzione. Che sia stato un chiaro messaggio di sgom-bero a Mariastella Gelmini?

Nessuno per il momento è stato esplicito ma a Varese dove si è svolto un interessan-te convegno sull’argomento, l’hanno intesa proprio così. Fatto sta che durante il convegno all’interno di Villa Recalcati si sono confrontati i modelli scolastici della Lombardia e del Canton Tici-no, ed è andato in scena il riposizio-namento leghista sul tema.

Non più le vec-chie bandiere del dialetto, degli inse-gnanti locali e della chiusura agl i stranieri .

No, la Lega diventa adulta e adesso adotta un modello nuo-vo e più credibile.

Nell’enclave leghista, ter-ritorio controllato a vista da Umberto Bossi e Roberto Ma-roni hanno preparato i lavori il presidente della provincia Dario Galli e il sindaco del capoluogo Attilio Fontana. E hanno attaccato la scuola lom-

barda tanto esaltata da Formigoni che di fatto,

secondo Giuseppe Reguzzoni, «non è altro che una dira-mazione di quella statale italiana».

E allora, la vera star dei lavori è stato il diretto-

re della divisione scuola del Canton

Ticino Diego Erba che ha spiegato il siste-

ma elvetico dove la costituzione affi-

da ai canto-

ni la competenza esclusiva dell’istruzione e riserva al mi-nistero dell’interno (che in Ita-lia guarda caso è targato Lega) un uffi cio di coordinamento tra i vari sistemi locali. Che sono ben 26, più delle nostre regio-ni, e funzionano bene visto che l’istruzione svizzera è conside-rata tra le miglior in Europa.

Ogni cantone svizzero non solo decide l’organizzazione dell’istru-zione, ma anche i concorsi e la paga degli insegnanti. Per quanto riguarda la lingua poi, la lingua locale (che per la lega può esse-re rappresentata dal dialetto) e messa alla pari delle altre lingue uffi ciali svizzere.

Infine l’integrazione degli stranieri gestita sempre da cantone a cantone a seconda delle diverse situazioni, sem-bra funzionare. Musica per le orecchie della Lega con il pre-sidente della provincia Galli pronto a continuare gli ap-profondimenti e a capire come introdurre qualche elemento svizzero nella scuola varesina. Ma Varese rappresenta solo il primo passo perche Bossi vuo-le fare tesoro dell’esperienza svizzera per portarla a Roma e introdurla nel nuovo sistema federalista. Dove non trovereb-be più posto il ministero.

© Riproduzione riservata

DI ANDREA BEVILACQUA

Ètutt’altro che vicina la data dello storico incontro tra Papa Benedetto XVI e il patriarca ortodosso di Mosca Kirill. Tre giorni fa è stato il metropolita Hilarion,

«ministro degli esteri» del Patriarcato moscovita, a dire nel corso di una conferenza stampa a Roma nella quale ha presentato le «Giornate di cultura e spiritualità russa in Vaticano» le seguenti paro-le: «Penso che un incontro sia ora possibile».

Ma in realtà la distanza tra le due parti resta siderale. I nodi da risolvere, infatti, sono molteplici e non sono di facile soluzione. Mosca non ha anco-ra digerito la decisione di Giovanni Paolo II di creare alcune diocesi sul territorio russo e, sullo sfondo, l’accusa al Vaticano di promuovere il pro-selitismo tra i fedeli ortodossi resta intatta. Tanto che l’uscita di Hilarion, come molte delle parole che in questi giorni il patriarca Kirill ha dedicato a Bendetto XVI, sembrano più che altro di faccia-ta. Le diffi coltà maggiori rimangono soprattutto per quanto riguarda gli uniati (ortodossi ritornati all’unità con Roma) nell’Ucraina occidentale. Il loro ritorno è uno smacco per Mosca a tutt’oggi diffi cile da sanare. In quella regione in gioco c’è la proprietà di migliaia di edifi ci sacri, confi scati da Stalin nel 1946 ai cattolici e passati agli ortodossi fi lo-moscoviti. Edifi ci e proprietà ai quali Mosca non vuole in nessun modo rinunziare.

Certo, Hilarion ha usato parole importanti. Ha detto che «il mio auspicio è che questo incontro non si svolga tra un qualsiasi Patriarca e un qual-siasi Pontefi ce ma tra Kirill e Benedetto XVI».

Perché «i tempi e le persone sono cambiati». E an-cora: «I rapporti tra le nostre Chiese non possono fermarsi a divisioni teologiche che appartengono al passato anche perché oggi cattolici e ortodossi si trovano dinanzi alla stessa sfi da: quella del-la ‘scristianizzazione’ di paesi dove un tempo i valori cristiani erano molto più vivi». Ma a ben vedere la volontà di incontro resta più debole della volontà di non cedere su alcune questioni dirimenti.

Ieri è stato il Times a dire che la prossima visita del Papa a Cipro, in programma a giugno, potrebbe essere il luogo dello storico incontro tra i due personaggi, ma in realtà la cosa pare ancora molto di là da venire. Mosca, come anche la maggior parte delle chiese ortodosse, sta tra l’altro aspettando la nomina vaticana del nuovo responsabile per i rapporti ecumenici al posto del cardinale Walter Kasper. È questa nomina che determinerà in qualche misura il futuro dei rapporti con Mosca. La Santa Sede deve trova-re una fi gura in grado di compredere le istanze moscovite e, nello stesso tempo, capace di in-terpetare al meglio l’idea ecumenica del Papa: un’idea di rapporti con le altre chiese che non riunci all’identità catolica.

Kasper, comunque, ha sempre confermato la volontà del Vaticano e di Benedetto XVI di arri-vare a costruire questa tappa storica di avvici-namento tra le due parti. L’incontro – ha detto recentemente il cardinale tedesco – «può mostra-re che i capi delle due Chiese sono nella stessa posizione sugli stessi problemi morali».

© Riproduzione riservata

VATICANEIDE/I rapporti con la chiesa ortodossa solo di facciata

Benedetto e Kirill, la pacedipende solo dal mattone

Chi ha visto l’ultimo film di Carlo Vanzina, “La vita è una cosa meravigliosa”, paragona la situazione a quella portata sul grande schermo da Gigi Proietti, chirurgo alla prese con un figlio fannullone che deve passare a tutti i costi un esa-me di patologia. Tutta colpa di un concorso universita-rio, stavolta vero, che vede “don Rodrigo” impegna-to in una battaglia contro “Gertrude”: entrambi sono personaggi noti nel mondo accademico, protagonisti di due diverse università, con il primo interessato a far vin-cere la cattedra nell’altro ateneo. Nei salotti romani non si parla d’altro, a causa della campagna di attenzioni orchestrata da don Rodrigo con tanto di messaggeri, chiedendo intercessioni di altri potenti. Il fatto è che la “sventurata” non vuole ri-spondere a questo pressing, perché vuole tutelare i dirit-ti di poveri, umili e piccoli concorrenti…

PdN

AccademiaVanzina

Giuseppe Reguzzoni

DI ANTONINO D’ANNA

Papa Benedetto XVI in Cina? Fantascienza, almeno per il momento: ma secondo alcuni rumors raccolti da ItaliaOggi Oltretevere, sembra che il Vaticano e Pechino stiano cer-cando di allacciare un dialogo dagli sviluppi interessanti. Indiscrezioni segnalano che, auspice la “diplomazia paral-lela” della Comunità di Sant’Egidio, da sempre attenta al rapporto con l’ex Celeste Impero (che nel 1951 per ordine di Mao ha espulso la gerarchia cattolica fedele a Roma e istituito l’Associazione Patriottica, “chiesa” fortemente legata al regime di Pechino), la Cina starebbe cercando un interlocutore Oltretevere al di là dei tradizionali canali di-plomatici vaticani. In particolare, secondo alcuni rumors la richiesta cinese sarebbe stata chiara: vogliamo un cardinale che si dedichi esclusivamente a questa missione. Qualcuno si spinge oltre affermando che i cinesi avrebbero chiesto addirittura un polacco. E si fanno un paio di nomi: Zenon Grocholewsky, classe 1939, membro della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli; e il suo confratello (e connazionale) Stanislaw Rylko, presidente del Pontifi cio Consiglio per i Laici, indicato come l’uomo giusto. Che ha pronunciato a Parigi il 16 febbraio scorso un interessante intervento all’Unesco su Matteo Ricci, il geniale gesuita che nel ‘500 allacciò i rapporti tra Roma e Pechino. Parlando di Ricci il cardinale ha detto: «Getta le basi di uno sviluppo della conoscenza reciproca e del dialogo tra Oriente e Oc-cidente, tra Roma, centro della cristianità, e Pechino, dove da più di due secoli regnava la grande dinastia Ming», parole per alcuni intese come un messaggio verso Pechino. Sempre per Rylko, Ricci è una guida importante per la preparazio-ne – 31 agosto / 5 settembre 2010 - del Congresso dei Laici cattolici dell’Asia. Ma perché questa presunta “apertura” di Pechino verso la Santa Sede e la conseguente fi ne della persecuzione dei cattolici cinesi? I rumors “spiegano”: con-tenere l’avanzata dell’Islam nell’ex Celeste Impero aprendo le porte (e i cuori) di milioni di anime all’evangelizzazione cattolica.

© Riproduzione riservata

Santa Sede-Pechino, diplomazia al lavoro per il viaggio papale

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7Sabato 22 Maggio 2010Sabato 22 MagP R I M O P I A N O

L’Idv è sempre più lontano, l’europarlamentare adesso punta alla galassia dei movimenti

De Magistris ha scelto VendolaI due costruiscono «il cantiere per il futuro» della sinistra

DI EMILIO GIOVENTÙ

Luigi De Magistris da grande, politicamente si in-tende, vuole fare il vendo-liano. Intuito che i grillini

non l’avrebbero accolto a braccia aperte, dopo che Beppe Grillo lo ha letteralmente mandato in Europa con biglietto di sola an-data, capito che con Antonio Di Pietro non sarà facile fare car-riera nell’Italia dei Valori, l’ex pm oggi europarlamentare, ufficial-mente ancora dell’Idv, ha scelto il suo nuovo partner politico. Nichi Vendola, il leader di Sinistra e libertà, il governatore della Pu-glia che al Partito democratico non le manda a dire, è l’uomo che gli infonde fiducia per un futuro da costruire. E come tutti coloro che crescono, anche De Magistris si dedica alle costruzioni. Ha co-minciato ieri a Napoli a costru-ire «un cantiere per il futuro». Un cantiere aperto a «movi-menti che lottano contro le discariche e contro il nucle-are sostenendo l’energia alternativa; quelli che sostengono il diritto alla casa e il referendum per difendere l’acqua come bene pubblico; le associazioni a sostegno dei migranti e l’integra-zione, oltre a quelle del

terzo settore e dell’informazione libera, insieme a tutta la galassia in movimento per legalità. Con loro, anche Nichi Vendola ed io». Eccolo il tandem che lancia l’opa sulla sinistra in cerca di leader. La chiamata alle armi comincia con un invito a «mettere da parte le alchimie partitiche e i calcoli fra segreterie, che si attivano col solo fine di trovare l’accordo e un leader a tutti i costi, incapaci per-ciò di andare oltre l’emergenza elettorale perché frutto dei giochi consumati nelle segrete stan-ze del pote-re». No, De Magistris e Vendola sono oltre, i s p i r a t i dai «pen-

sieri lunghi» di Berlinguer, «per delineare un sistema di valori ed un progetto politico che partano dalla società civile e dai movi-menti attraverso un confronto inter pares».

Napoli è soltanto «una prima stazione delle tante che dovran-no essere attraversate da que-sto cantiere per il futuro» dove un posto il Partito democratico deve conquistarselo. «Il proble-ma di fondo è un ricambio nella dirigenza politica della sinistra. Senza volere emarginare chi ha

avuto responsabili-tà di rilievo ci

vuole un ri-cambio non solo gene-razionale, e sicura-

mente una forte discontinuità in vista di tutte le prossime sca-denze elettorali nazionali e loca-li». Il messaggio è evidentemente rivolto Pier Luigi Bersani. A meno che non decida anche lui di mettere mano alla cazzuola per costruire una sinistra che consul-ti «un nuovo dizionario sociale e culturale», e «una nuova narra-zione». Si chiede De Magistris: «Cosa signifi cano per la sinistra, oggi, parole come lavoro, am-biente, stato sociale, conoscenza e formazione, diritti (accesso alla rete compreso), lotta alle mafi e, modello di sviluppo economico sostenibile nel passaggio della crisi mondiale?». E ancora: «Come intende riempirle di un nuovo senso che sappia rispondere alle esigenze e alle aspettative della società, evitando così di render-le retoriche e reifi cate e, quindi,

morte?» È un «sogno», ma per sognare bisogna «superare la vecchia sindrome: quella difesa del piccolo orto che sempre ha tentato ciascu-na soggettività politica a sinistra fi no al punto di rendere asfi ttica la sua proposta».

Lui, De Magistris ha cominciato a sognare. Con Nichi Vendola. Senza Di Pietro© Riproduzione riservata

Doveva esserci il presi-dente della Regione Lazio, Renata Polverini. E anche un rappresentante del dipartimento di pubblica sicurezza del ministero dell’Interno al fi anco degli artisti e degli organizza-tori della mostra «L’Aqui-la non si muove», curata dall’associazione Gap. Dovevano essere lì per di-mostrare la loro vicinanza con l’Aquila. La Polverini, per impegni istituzionali, ha potuto soltanto manda-re un messaggio si saluto. Dal ministero dell’Interno non si è fatto vivo nessu-no. C’erano però i poliziot-ti nella sala romana della presentazione, quelli del sindacato Ugl, poliziotti artisti del gruppo «Arte Indivisa». Poliziotti e aquilani insieme perché l’identità culturale di un popolo va difesa», come ha detto la curatrice Cecilia Paolini.

Emi.Gio.© Riproduzione riservata

Polverini non stacon gli aquilani

DI MASSIMO TOSTI

La prima tentazione, al termine della intemerata di Michele Santoro, è stata quella di intonare un canto partigiano: «Ciao, bello, ciao». A ben

rifletterci, tuttavia, ci mancherà «Sant’oro», se finisse davvero così: con la separazione consensuale dalla Rai e un tfr da nababbo. Fin dai tempi di «Samarcanda», siamo stati fra i milioni di spettatori (non necessaria-mente ammiratori ed estimatori) delle sue invettive contro il potere (preferibilmente di centrodestra) e delle sue arringhe in di-fesa dei più deboli: emarginati, disoccupati, immigrati, sans-papier. Le piazze (raccolte intorno a Sandro Ruotolo) ondeggiavano come i tifosi in curva per esprimere il loro disprezzo verso i potenti (preferibilmente di centrodestra) e la loro devozione al San-toro Patrono. Ma, intanto, non si sa perché (o forse è chiarissimo), il «cavaliere nero» incrementava i consensi.

Da due giorni a questa parte, da quando sono trapelate le prime notizie sul costo milionario dell’esodo di «Michele-chi?», sui blog si inseguono i pianti disperati di molti fedelissimi del conduttore di «An-noZero» e le bacchettate di quelli che si sentono traditi per un piatto di lenticchie, cioè la buonuscita al minimo sindacale che Santoro avrebbe patteggiato con il diret-tore generale della Rai. I tifosi ultrà si dividono (come è capitato qualche settima-na fa all’Olimpico, dove qualche laziale si rifi utava di fi schiare Fernando Muslera

reo di impedire all’Inter di vincere a mani basse). Marco Travaglio dalle colonne del Fatto quotidiano sceglie l’ironia per schierarsi al fi anco del suo conduttore pre-ferito. Luca Telese (anche lui collaborato-re del Fatto) spiega ai comuni mortali che «è legittimo e naturale che chi abbandona la Rai abbia una liquidazione» e, tanto per fugare ogni e qualsivoglia dubbio, precisa: «Non mi scandalizzano neppure le cifre: i valori di mercato sono questi».

È singolare che si appellino al mercato proprio quelli che vorrebbero distruggerlo. E che nessuno sia sfi orato dal sospetto che il mercato possa essere posto sotto accusa proprio per certi compensi eccessivamente alti (per non dire faraonici) che riguarda-no i personaggi dello star system, siano

essi attori, attrici, calciatori o conduttori televisivi (non soltanto Santoro, per ca-rità). In questo caso specifi co, tuttavia, il contrasto appare ancor più fastidioso. Non ci si può sentire «accerchiati come il generale Custer» e poi passare alla cassa. Custer, a Little Big Horn, ci lasciò la pelle. Santoro, alla Rai, lascia il suo codice fi sca-le e il codice Iban per l’accredito. Sono due storie profondamente diverse.

Grande attore, l’altra sera appariva più scarmigliato (e ispirato) del solito, per imitare un modello: Gesù che caccia i mercanti dal tempio. I mercanti, per lui, sono tutti i potenti e (più o meno) tutti i giornalisti, nessuno dei quali avrebbe mai mostrato il petto come lui, mandando in onda quel che gli altri tagliano con le for-bici dell’autocensura e con la cortigianeria (si suppone a contatore) nei confronti di chi detiene il potere. Alzava l’indice, come Cicerone contro Catilina. Si abbandonava ad autocelebrazioni (defi nendo «perla» la sua trasmissione). Mancava poco che di-cesse: «Io sono il Verbo». Ma lo pensava, e molti telespettatori lo hanno capito con un ragionamento matematico di sottrazione: se tutti gli altri sono mascalzoni, è lam-pante che soltanto «Lui» difende la libertà, la giustizia, i poveri, gli emarginati, gli immigrati e i sans-papier. Peccato davvero che si corra il rischio di perderlo. Ci verrà a mancare la pietra di paragone. Le altre (quelle meno dure) le ha già usate tutte lui per lapidare l’Italia intera.

© Riproduzione riservata

COMUNQUE SANTORO CI MANCHERÀ SE LASCERÀ LA RAI, CON UN TFR DA NABABBO

Sant’Oro si sente accerchiato e attacca i mercantiA Little Big Horn, Custer ci lasciò la pelle, lui in Rai ci lascia il codice Iban

Luigi De Magistris e Nichi Vendola

Michele Santoro

Nella serata che ha visto Michele Santoro protago-nista dell’ultima puntata di Annozero, nel servizio pubblico in pochi si sono accorti della notizia della cellula artifi ciale. Eppure è stata la stessa seconda rete Rai, grazie al Tg2, a dare per prima l’infor-mazione scientifica (e non soltanto). Strano, perché l’embargo valeva fi no alle ore 20. Quindi, il Tg1 di Augusto Minzolini non l’ha data perché non poteva raccontare agli italiani la straordinaria ricerca e si è dedicato così alle polemiche poli-tiche. L’ha data, invece, a metà giornale, il Tg5 di Clemente Mimun. Al Tg2 invece Mario Orfeo aveva ordinato di lavorare sodo fi n dal pomeriggio, appro-fondendo l’argomento e precettando il corrispon-dente dagli Stati Uniti, Gerardo Greco. Tanto per le baruffe ita-liane era suffi ciente at-tendere qualche minuto, con Santoro scatenato ad autodifendersi e at-taccare il Partito demo-cratico.

Pierre de Nolac© Riproduzione riservata

La celluladi Orfeo

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8 Sabato 22 Maggio 2010 P R I M O P I A N O

Emergono sempre più evidenti gli intrecci tra affari e criminalità organizzata

Eolico, procure scatenateInchieste in tutta Italia. E la Sardegna trema

DI GIAMPIERO DI SANTO

Otto procure scatenate. Sulle tracce degli af-fari legati alle energie rinnovabili, eolico e

fotovoltaico, in Sardegna e nel resto d’Italia.

Ma è soprattutto la Procura di Roma, attraverso il procuratore aggiunto Gian Carlo Capaldo, ad avere fatto registrare progres-si nella caccia ai soldi che secondo le ipotesi investigative sarebbe-ro transitati attraverso la fi liale sarda del Credito cooperativo fi orentino, la Banca presieduta dal coordinatore del Pdl Denis Versini e versati da Flavio Carboni, l’imprenditore coin-volto in mille vicende giudiziarie che avrebbe agito come consulen-te di cinque società. Sui conti di Carboni (indagato insieme con il governatore della Sardegna Ugo Cappellacci e con altre 6 per-sone) presso il Credito coopera-tivo sarebbero affl uiti 5 milioni di euro, che secondo l’ipotesi dei magistrati sarebbero poi stati utilizzati per ottenere dal siste-ma politico autorizzazioni facili e agevolazioni burocratiche. Un tesoretto che avrebbe potuto ri-velarsi un investimento davvero fruttuoso, perché grazie agli in-centivi statali, l’energia elettrica ricavata in Italia dal vento è la

più sovvenzionata d’Europa. Alle imprese attive nell’eolico, secondo dati attendibili, vanno a titolo di incentivi 100 euro per Megawatt prodotto da un impianto eolico medio, contro i 10 della Germania e i 20b della Spagna. Un business quindi estremamente interessan-te e poco rischioso, al punto che, secondo quanto riferisce anche la stampa locale, Nuova Sardegna e Unione Sarda, la criminalità or-ganizzata, come è già avvenuto in Sicilia e anche in Puglia, sarebbe in prima fi la per aggiudicarsi le fette più grosse della torta eolica, Che entro il 2020, secondo stime molto attendibili, raggiungerà di-mensioni assai importanti, se si considera che gli esperti stimano un giro di affari di 7 miliardi di euro. Ecco perché la Sardegna, che quanto a disponibilità di vento e di spazi anche marini non deve invidiare niente a nessuno, negli ultimi dieci anni è stata presa d’assalto dalle imprese del settore. Ed è proprio sugli intrec-ci tra politica e affari nell’energia che si è concentrata la Procura di Roma, che ha individuato al-cune società sospettate di essersi rivolte a Carboni. Alcune di que-ste imprese, secondo quanto si apprende in ambienti giudiziari, sarebbero più o meno sospettate di collegamenti con la criminali-tà organizzata. Al punto che la

Direzione nazionale antimafia guidata dal superprocuratore Piero Grasso ha già chiesto alle 8 Procure (Roma, Cagliari, Napoli, Avellino, Paola, Palermo, Messina e Trani) coinvolte nelle inchieste idi trasmettere gli atti delle di-verse inchieste. Nelle quali spes-so fi niscono gli stessi nomi, come «Vento in poppa», «Eolo 3W», «Nà volta», «Via col vento» e «Serre nei venti». Altro nome famoso tra gli addetti ai lavori è quello dell’imprendito-re trentino Lu-igi Franzinelli, già consulente di Saras in Sardegna e recentemente condannato in Sicilia alla pena di due anni per il reato di

corruzione aggravata in concorso con uomini legati alla Mafi a at-traverso la Sudwind. Franzinelli, in Sardegna, sarebbe collegato a Carboni e al presunto comitato di affari che si sarebbe creato, attraverso una serie di piccole società create per ottenere au-torizzazioni per parchi eolici. La Vento in poppa di Sarre, è al 50% di Franzinelli e al 50% della Tre-

lettra service srl, così come la Sud Wind e la Nà volta. E

il fatto che i sospetti di collegamenti con la criminalità organiz-zata siano diventati più consistenti, fa

prevedere un ag-gravamento delle ipotesi di reato.

© Riproduzione riservata

Ugo Cappellacci

DI PAOLO SIEPI

Vorrei essere un talebano, un kamikaze, un afghano, un boat people, un affamato del Darfur, un ebreo tortu-rato dai suoi aguzzini, un bolscevico, un nazista, un fascista. Perché più dell’or-rore, mi fa orrore il nulla. Massimo Fini, dal suo libro «Senz’anima».

Parlamento/ozio senza ri-poso/fatica senza lavoro. Epigramma di Guido Go-nella ricordato da Giulio Andreotti.

Nani sulle spalle di nani. E ciò nonostante, impetti-ti. Camillo Langone, il Foglio.

Indro Montanelli, che mi aveva assunto a il Giornale, pur di colpire SilvioBerlu-sconi, era disposto a baciare quella stessa sinistra che poco prima lo aveva gam-bizzato. Paolo Liguori, il Giornale.

Vorrei elezioni in cui votano tutti: l’erba, i sassi, le api, i licheni, i cavalli, gli squali, le siepi, i temporali. Tutti. Io voterei per i fi ori di prato. Giovanna de Carli, poe-tessa, Corsera.

Oggi, in Italia, i musei sta-tali sono purtroppo visti come spose vergini votate alla castità e al sacrificio mentre le fondazioni priva-te sono viste come prostitu-te attente solo al guadagno. La soluzione sta nella via di mezzo: essere come quelle cortigiane intellettuali di Venezia che sapevano dire no al proprio cliente. James M. Bradburne, direttore della Fondazione Palazzo Strozzi, Corsera.

La nuova Scala non mi con-vince. La Scala è un tempio, ha bisogno di un sommo sa-cerdote: Toscanini, Abbado, Muti. Fedele Confalonie-ri, Corsera.

Ai politici piace essere ama-ti, adorati, adulati. sono debolezze umane comuni a molti uomini. Anzi, a tutti gli uomini. Particolarmente a quelli politici, che vivono in vetrina, sotto la luce dei rifl ettori, dei set televisivi, dove, illudendosi di dare il meglio di sé, riescono sempre a dare il peggio. Roberto Gervaso, il Messaggero.

Il centrosinistra è chiuso in una mongolfiera che vola sopra le esigenze della gen-te. Andrea Camilleri, la Stampa.

Nel 2008 nei corsi di laurea di Scienze delle comunica-zioni c’erano 49 mila 728 studenti mentre in quelli di matematica ce n’erano solo 1.727. Dario Antiseri, professore universitario, Corsera.

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PERISCOPIO

DI PIETRO BONAZZA

Con la crisi della Grecia e di al-tri paesi europei, il calo dell’eu-ro sul dollaro, l’andamento dei prezzi del barile di petrolio e la

necessità di azionare le leve del bilancio statale, le anime buone degli esperti di economie si sono svegliate e pontificano sulla stampa. Prendiamone quattro e critichiamole:

a) era meglio lasciare la Grecia al suo destino, perché tanto non ce la farà a ri-spettare le regole imposte da Bruxelles, come sostengono gli euroscettici tedeschi. È stato deciso, invece, di intervenire, nel timore che venisse travolta l’intera eco-nomia europea. Se questa giustificazione fosse valida, ci sarebbe da dubitare su quella “strana” unione monetaria che è l’Euro, perché se basta un paese mar-ginale a mettere a rischio l’economia di un continente, vuol dire che invece di un continente è un arcipelago. Se la Grecia fosse stata costretta ad abbandonare l’Ue, il monito a tutti gli altri paesi poco virtuosi sarebbe stato molto perentorio e la lezione ben più dura. Invece il pac-chetto degli interventi porterà, secondo alcuni esperti, a un tasso di inflazione più elevato e, quindi, per contenerlo, ad un aumento dei tassi di interesse. Tutto finirà per transitare nel settore banca-rio, che potrà avvantaggiarsi dei tassi di assorbimento della Bce e rimediare diffe-renziali sul settore speculativo.

Vero o falso? Si vedrà dagli effetti. L’unica certezza è che vi sono paesi, Gre-

cia in testa, abituati a vivere al di sopra dei propri mezzi ed è noto, dalla storia, che è più incattivito un benestante che torna povero, di un povere condannato a rimanerlo. Le rivolte di piazza di Atene lo confermano;

b) Il cambio euro/dollaro viaggia sotto 1,25. Molti si stracciano le vesti e for-se sono gli stessi che poco prima della discesa si lamentavano che a 1,50 era troppo alto e penalizzava le esportazioni e, allora, incolpano la speculazione, che sicuramente è la madre di tutte le ma-novre più losche, ma, spesso, porta allo scoperto le magagne nascoste di chi ne subisce le conseguenze.

Se Grecia, Spagna, Portogallo e in una certa misura anche l’Italia, vivono allegramente con sperpero di risorse, è giusto che l’Euro perda valore. Si è letto persino che sarebbe opportuno un accordo Ue-States sui rapporti di cam-bio delle due monete. Ma questa è una ipotesi spiritosa, perché i cambi tra due monete non si fissano per decreto né per gentlement’s agreement, a meno che una delle due si metta a cambio fisso con l’altra.

Ma è serio pensare che l’Euro si metta a cambio fisso con il dollaro, come avven-ne per l’Argentina e tuttora per la Cina? Non è pensabile che la speculazione si fermi. Contro di essa c’è una sola arma: la virtù economica rafforzata da impedi-menti internazionali di operazioni allo scoperto, il resto è chiacchiera;

c) I petrolieri sostengono che con il calo del cambio ci vogliono più euro per com-

prare un barile espresso in dollari. Que-sta è una mezza verità, perché si dimen-ticano che nel contempo è sceso anche il prezzo del barile ora intorno a 70. Se si paragonano le quotazioni del barile e il cambio €/$ a inizio crisi del marzo 2008 con le corrispondenti di questi giorni, si rileva che il prezzo del barile è sceso più del cambio €/$; quindi, i signori petrolieri spendono meno in € all’acquisto, mentre il prezzo della benzina alla pompa non è certo diminuito;

d) Il governo sta preparando una ma-novra da 25/30 mila miliardi, tutta incen-trata, si dice, su recupero dell’evasione ed eliminazione di sprechi. Va bene, ma i dubbi di un successo sono fondati. Il mi-nistro dell’economia ha l’appoggio della Lega, che lo sostiene perché l’attuazione della fiscalità regionale passa attraverso riforme fiscali organiche. Stento a crede-re che si tratti di matrimonio di amore, ma di interessi. Tremonti è intelligen-te e anche furbo, perché sa attendere, ma credo che non si illuda di poter fare affidamento permanente su una Lega, che prima o poi, dovrà fare i conti con l’ansia di potere non solo periferico, ma anche centrale e su questo punto dovrà cambiare politica, pena di perdere più voti di quelli guadagnati. In un mondo sempre più labile e fondato sull’interes-se economico del momento anche i voti elettorali sono volatili.

I giochi sono aperti su tutti i fronti e la comprensione dei fenomeni economici è a rischio.

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L’Europa si ritrova fragile perchè molti paesi hanno vissuto oltre le loro possibilità

La Grecia apre la stagione dei dubbi

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9Sabato 22 Maggio 2010ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

La società si propone come partner degli operatori tlc. E vuole raddoppiare le vendite nel mobile

Huawei fa concorrenza all’iPadIn arrivo dalla Cina la nuova tavoletta multimediale

DI SERGIO PEREGO

La società tlc cinese Hua-wei ha deciso di entrare nel mercato delle tavolet-te multimediali, cercan-

do di fare concorrenza all’iPad dell’americana Apple. Per il gruppo fondato e presieduto da Ren Zhenfei il 2010 è un anno cruciale nel cam-po dei terminali mobili, che pure è un settore for-temente concor-renziale. Sarà un’offensiva seria quella che parti-rà da Shenzhen, nel sud dell’ex Celeste impero: telefoni cellula-ri, modem wi-fi e 3G, oltre alla tavoletta. Quest’ultima porta il nome di Smakit S7. Annuncia-to con discrezione in febbraio a Barcellona, il nuovo prodotto an-drà sul mercato nelle prossime settimane. Un primo contratto è stato firmato con un operato-re dell’Europa nord-orientale di cui non si conosce l’identità. Il direttore marketing di Huawei,

Kevin Zhang, dice che la posizione dell’azienda è chiara: si presenta come un partner per gli opera-tori tlc, specialmente nel-la loro lotta contro certi costruttori di terminali mobili indipendenti. In al-

tre parole si tratta di far concorrenza a Apple dal lato degl i o p e r a t o r i , che il model-lo economico dell’iPhone e dell’iPad priva di una grossa fetta

del nuovo mercato dell’in-ternet senza fili. Huawei spera inoltre di vendere loro più equipaggiamento relativo alle telecomunicazioni.

Sviluppato sotto Android, il sistema di sfruttamento del gi-gante Google, la tavoletta sarà commercializzata direttamente dall’operatore e non dai distri-butori indipendenti, come ha in-vece stabilito Apple per l’iPad. Smakit sarà ugualmente wi-fi

e 3G: ciò permette-rà all’operatore di vendere in più un abbonamento per accedere alla sua rete mobile, il che non è detto avven-ga con il prodotto di Apple. Infine, Huawei ha appli-cazioni da propor-

re ai suoi clienti operatori, senza peraltro forzare loro la mano. I cinesi preferi-scono giocare la carte della cooperazione. In ogni caso, l’ambizione di Huawei è quella di diventare uno dei protagonisti del comparto mobile. L’anno scorso sono

stati venduti

90milioni di apparecchi mobili, di cui circa 30 milioni di telefoni, per un giro d’affari nell’ordine di 5 miliardi di dollari. L’obiet-tivo è raddoppiare le vendite in volume quest’anno con l’uscita di diversi smartphone a buon mercato, soprattutto per i gio-vani.

© Riproduzione riservata

Lo sviluppo economico di Cina, India e Brasile è lontano dall’avere dispiegato tut-to il suo potenziale. Secondo uno studio del gruppo assicurativo Euler Hermès, diversi attori mondiali di questi paesi dovrebbero scombussolare il paesaggio industriale glo-bale entro il 2015-2025 in diversi comparti. Opportunità rilevanti si avranno nei settori delle infrastrutture, delle costruzioni e dei trasporti.

Le spese edilizie cinesi, in-diane e brasiliane sono desti-nate a triplicare entro il 2014 e la Cina, dicono gli esperti, potrebbe diventare il primo mercato mondiale. Ma il di-scorso tocca anche i traspor-ti, la chimica e le tecnologie dell’informazione: queste ulti-

me muoveranno 1.000 miliardi di dollari.Il rapporto sostiene che si dovranno tirare

due conseguenze strategiche per le impre-se occidentali: da un lato si apriranno loro opportunità importanti nel mercato delle infrastrutture; dall’altro, però, dovranno fronteggiare una concorrenza sempre più agguerrita.

Ciò avviene già nell’informazione e nelle nuove tecnologie, ma entro il 2015 finiranno

sotto pressione anche le azien-de dell’automobile, dell’aero-nautica e della chimica. Cina, India e Brasile utilizzeranno il mercato interno, già vasto, come trampolino di lancio per conquistare i consumatori di tutto il mondo.

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I paesi emergenti cambieranno l’economia

Gli adolescenti, che pure si vantano di essere indipendenti, vengono guidati da mamma e papà nei loro acquisti. A questa conclusione è giunta una ricerca dell’istituto francese Npd, fo-calizzata sulle decisioni di acquisto nell’abbigliamento sportivo. Soltanto il 20% dei giovani di età compresa fra 14 e 19 anni decide in piena autonomia. La ragione è semplice: visto che a foraggiare è ancora la carta bancaria dei genitori, questi ultimi vogliono avere voce in capitolo.

Renaud Vaschalde, analista di Npd, spiega che il luogo comu-ne vuole che gli adolescenti comprino ciò che vogliono con le loro mance. In realtà non è così e le marche di sport non ne tengono conto nelle loro campagne, rivolgendosi esclusivamente ai diretti interessati. Perciò, se il genitore ha necessità di tirare la cinghia, sceglierà il prodotto meno prestigioso e più economico, con buona pace degli articoli fi rmati. Chi cerca di trarre il massimo profi tto dai Mondiali di calcio del Sudafrica ha chiesto ai pubblicitari di risolvere un dilemma: sedurre gli adolescenti senza intimorire i genitori. La cassaforte è nelle loro mani.

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È la mamma che decide gli acquisti degli adolescenti

Huawei, fondata da Ren Zhenfei, punta sul mercato delle tavolette

multimediali

Quello dell’automobile diventerà un mercato centrale per le aziende cinesi

Le due pag ine d i «Estero - Le notizie mai lette in Italia» sono a cura di Sabina Rodi

È

Huawei, fondata da Ren Zhenfei, puntasul mercato delle tavolette

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10 Sabato 22 Maggio 2010 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

L’esperimento di Nestlé partirà in autunno in Francia. All’inizio la vendita avverrà on-line

La ricetta Nespresso passa al tèMacchina e capsule faranno concorrenza alle bustine

DI ELISABETTA IOVINE

Nestlé adatta la sua ricetta Nespresso al tè. Il colosso svizzero dell’alimentazione lan-

cerà in Francia a fine anno il suo sistema Special T e, come per il caffè, assocerà macchina e dosi. Ventidue anni dopo il suo debutto, Nespresso (2 miliardi di euro di giro d’affari nel 2009, con una crescita del 22%) è di-venuta la filiale più redditizia di Nestlé grazie al sistema che associa una macchina, le cap-sule di alluminio ermetiche vendute esclusivamente nel circuito della marca e un mar-keting che assomiglia a quello del lusso.

Per Special T è stata inven-tata una tecnologia adatta alla temperatura dell’acqua e al tempo di infusione, che varia a seconda della capsula intro-dotta nella macchina. Questa prepara la dose e programma l’insieme della preparazione in modo automatico o perso-nalizzato. Venticinque bre-vetti devono garantire il suo avanzamento di sistema nel

momento in cui Nespresso co-mincia giusto a essere attacca-ta sul mercato delle dosi.

Per il colosso elvetico, che prepara questo progetto da tre anni, l’obiettivo è offrire una bevanda diqualità nettamente superiore a quella dei sacchetti

e delle classiche foglie di tè. Il gruppo conta di convincere gli amanti del tè che non hanno abbastanza tempo per appro-fondire l’argomento: così spie-ga Petraea Heynike, direttrice generale di Nestlé. La clientela principale, costituita da donne,

potrà inoltre scoprire le ricchez-ze dei migliori tè del mondo, ag-giunge Heynike, attraverso 25 tè divisi in quattro famiglie, a seconda dei tipi di bevanda o dei momenti di consumo. Vengono proposte anche tre tisane.

Se l’esperimento francese

avrà successo, proseguirà in altri paesi d’Europa, negli Sta-ti Uniti e in Cina. Inzialmente la vendita avverrà attraverso internet: la macchiina al prez-zo di 89 euro e le capsule a 35 centesimi.

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Ryanair minaccia di abbandonare l’aero-porto di Marsiglia se non saranno sospese le procedure giudiziarie contro il vettore per la-voro illegale. Il numero uno della compagnia irlandese, Michael O’Leary, ha detto senza mezzi termini che sarà peggio per i lavoratori e i passeggeri.

La procura di Aix-en-Provence ha aperto un’inchiesta per lavoro occulto, impiego ille-cito di personale navigante e prestito illecito di manodopera nei confronti di Ryanair. Sono 120 i lavoratori attivi nella base Ryanair di Marsiglia, che pagano i contributi sociali e le imposte in Irlanda. Una situazione contraria alla legislazione francese. In virtù di un decreto del 2006 tutte le società che aprono una base in Francia devono effettivamente farsi carico delle incombenze sociali locali. In pratica, il perso-nale del vettore irlandese dovrebbe fare propri versamenti all’amministrazione di Parigi. Ma

O’Leary attacca e parla di uno stupido decreto, che è il risultato delle azioni di lobby attuate da Air France.

Ryanair si è appellata alla Corte europea dei diritti dell’uomo contro la Francia, con-testando quella che viene ritenuta una legi-slazione ingiusta e restrittiva sulle compa-gnie di trasporto internazionali operanti in territorio francese. Un’altra argomentazione portata dal vettore low cost è che i suoi sa-lariati non lavorano sul suolo francese ma a bordo di apparecchi immatricolati in Irlan-da e in partenza da Marsiglia. Dietro questa battaglia se ne nasconde un’altra, avviata a fi ne 2009 da Air France contro Ryanair, ac-cusata di ricevere aiuti statali da Parigi. La compagnia low cost, a sua volta, sostiene che Air France fa di tutto per bloccare l’ingresso dei concorrenti nel paese.

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Ryanair minaccia di abbandonare Marsiglia

I giovani giapponesi non contribuiscono alla crescita economi-ca del loro paese. Con esportazioni in progresso di quasi sette punti percentuali nel primo trimestre dell’anno, è stato favorito l’incremento del prodotto interno lordo dell’1,2% tra gennaio e marzo: questo ha permesso al paese del Sol Levante di incamerare quattro trimestri consecutivi con il segno più.

Ciò non toglie che i più giovani siano sempre più prudenti nello spendere. Le persone di età compresa fra 15 e 35 anni, che rap-presentano il 22,8% della popolazione complessiva, hanno visto il loro contributo ai consumi scendere dal 18,6% del 2000 al 15,5% del 2009. La colpa va attribuita alla discesa regolare dei salari e alle forme sempre più precarie di lavoro. Il tasso di disoccupazione di questa fascia d’età ammonta al 7% rispetto al 5% dell’intera popolazione giapponese. Ecco perché i ventenni non acquistano più di tanto apparecchi elettronici all’ultimo grido o automobili. Con il lavoro precario le imprese nipponiche risparmiano, ma i loro prodotti restano in magazzino.

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In Giappone il pil cresce ma i giovani spendono poco

Il gigante elvetico dell’alimentazione continua a scommettere sulla ricetta Nespresso

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11Sabato 22 Maggio 2010SabaECONOMIA E POLITICA

Esportazioni extraUe in crescita per l’Istat ma pesa troppo la bolletta energetica

L’export sconta il petrolioVendite +12,6% ma il saldo è in rosso di 1 mld

DI SIMONETTA SCARANE

Cresce l’export extraUe ma il saldo della bi-lancia commerciale ad aprile resta in deficit

per colpa degli alti costi della bolletta energetica. Ad aprile è risultato in cre-scita per il sesto mese consecutivo l’export italiano (+12,6%) verso i mercati ex-traUe ma il costo dell’energia ha mandato in rosso di 1,042 miliardi il saldo commer-ciale, peggiorato rispetto all’avan-zo (+100 milioni) di aprile 2009. Il saldo commercia-le continua ad es-sere negativo per 7,063 miliardi anche nel confronto fra il primo quadrimestre 2010 e quello 2009 quando il deficit era di 4,818 mi-liardi. È la fotografia scattata ad aprile dall’Istat sul commercio estero con i paesi fuori dalla Ue: export +12,6% (+8,9% nel qua-drimestre), import +24% (+13% nel quadrimestre). Al netto del comparto energetico, la bilancia commerciale extraUe dell’Italia ha fatto registrare un attivo di 8,

943 miliardi di euro, comunque diminuito rispetto allo stesso pe-riodo del 2009 (+ 9,513 miliardi di euro). «L’Italia continua a pa-gare, più di altri partner europei il caro petrolio», ha affermato Adolfo Urso, vice ministro allo sviluppo economico con delega

al commercio estero, «è evi-dente che la forza dell’ex-port è l’unica a trainare la ripresa del no-stro paese. Il made in Italy ha intercetta-to la domanda soprattutto dei mercati emer-genti basta guardare l’au-mento record verso i paesi del

Mercosur (+66,6%), i paesi Ase-an (+21,6%), l’Oceania (+20,8%) e la Cina (+17,8%), dove a fine mese sarà realizzata una grande missione di sistema con Confin-dustria, Ice e Abi, con circa 300 imprese 600 operatori».

Ad aprile 2010 sono stati rile-vati incrementi tendenziali del-le esportazioni verso la maggior parte dei principali partner com-merciali, ad eccezione dei paesi Opec (-0,7%) dai quali, invece

sono aumentate le importazio-ni, (+33,6%) insieme a quelle dal Giappone (+28,8%), Russia (+25,1%), Turchia e paesi Asean (+24,5%).

Export in ripresa anche ver-so la Turchia (+48,7%), i paesi Eda (+25,6%) e gli Stati Uniti (+17,1%). «Molto positivo», ha af-fermato Urso, «è anche il +17% registrato verso gli Stati Uniti che sono il nostro primo merca-to extraeuropeo con una quota dell’8%: se gli Usa riprendono a comprare per noi è un’ottima no-

tizia anche perché proprio verso questo mercato abbiamo puntato i nostri sforzi negli ultimi mesi con un programma straordinario di promozione dell’eccellenza ita-liana: dalla moda-abbigliamento all’arredo-casa». Ad aprile sono andate bene le vendite di tutti i raggruppamenti principali del made in Italy con incrementi positivi dall’energia (+55,7%), ai prodotti intermedi (+15,1%), dai beni di consumo (+13,9%), a quelli durevoli (+17,7%).

© Riproduzione riservata

BENDETTA PACELLI

Nasce l’Unione sindaca-le di base (Usb). Oltre 600 delegati, in rappresentanza dei circa 250 mila iscritti a Rdb, Sdl e ad altre realtà provenienti dalla Cub, si sono riuniti ieri a Roma nel-la prima delle tre giornate congressuali per dare vita al «sindacato che serve ai lavo-ratori». Un’organizzazione generale e indipendente, diffusa a livello nazionale in tutti i settori del mondo del lavoro che intende costruire l’alternativa al sindacato sto-rico. La confederazione avrà una struttura articolata sul territorio nazionale, regiona-le e provinciale, prevedendo due macro-aree intercate-goriali (settore pubblico e privato) sulla scia di quanto avvenuto in altri paesi Ue come Germania e Grecia. Il sindacato punta a mantene-re e rafforzare il suo radica-mento nei luoghi di lavoro e predisporrà la sua presenza nei territori in modo da ri-spondere a quelle istanze provenienti non più solo dai segmenti classici del mondo del lavoro, ma anche da quel-li di nuova generazione.

LAVORO

Sindacato,debuttoper Usb

La scorsa settimana il consiglio pro-vinciale ha approvato il rendiconto di gestione dell’anno 2009.

Un appuntamento importante che consente di verificare, oltre ai dati strettamente contabili, il lavoro svolto nell’arco di un anno, l’attuazione dei programmi prefi ssati e i risultati raggiunti.

Scopo primario di questo passaggio am-ministrativo è anche quello di valutare l’azio-ne operata dall’ente e poterne trarre le dovute considerazioni politiche ed amministrative.

È questo, dunque, il momento in cui si mi-surano i risultati di un anno, in cui si determi-nano i confronti tra previsioni fatte e reale andamento della gestione.

Semplifi cando al massimo le decine di pagine e prendendo in analisi alcu-ni aspetti dell’importante documento contabile, possiamo attestare che il rendiconto di gestione della provincia di Latina si chiude con un avanzo di amministrazione al 31 dicembre 2009 di 4.581.651,26 euro.

Con 1,5 milioni di euro di maggiori entrate, un risparmio per le spese del personale di 350 mila euro, un rispar-mio spese per gli amministratori di 320 mila euro; un risparmio sulle altre spese correnti per 1,160 milioni di euro, l’eli-minazione di residui per 750 mila euro, oltre ad un avanzo dell’anno precedente vincolato per 500 mila euro. Tut-

to ciò è stato possibile grazie ad un con-tenimento della spesa di parte corrente e al costante monitoraggio dei pagamen-ti in conto capitale.

C’è inoltre da rilevare che l’avanzo 2008 utilizzabile (detratto l’importo vincolato di 500 mila euro) è stato così

destinato: 2,2 milioni di euro per interventi di manutenzione stra-ordinaria delle strade, 2,3 milioni di euro per interventi di manuten-zione straordinaria per le scuole, 600 mila euro sul fondo di sviluppo dei piccoli comuni, 160 mila euro come contri-buti per acquisto di attrezzature sanitarie e l’implementazione

dell’offerta sanitaria sul territorio pro-vinciale.

Per quanto riguarda le entrate, la previsione definitiva è stata di 83.412.495,65 euro, con un accertamen-to di 83.746.320,51 euro.

Mentre le entrate correnti sono state riscosse complessivamente per un am-montare di 58.880.019,33 euro (valore pari al 70,31% dell’accertato), il che evidenzia un soddisfacente grado di af-fi dabilità delle previsioni e una buona programmazione.

La previsione definitiva è di 75.755.506,66 euro e gli impegni pari ad 72.561.049,74 euro, con un’economia di 3.194.456,92 euro.

«Anche quest’anno», ha affermato l’as-sessore al bilancio Eleonora Zangrillo,

«rispetto alla previsione si può notare una consistente economia dovuta al proseguimento di una politica di con-tenimento dei costi e razionalizzazio-ne delle risorse, obiettivo che ci siamo sempre prefi ssati anche attraverso la realizzazione e lo sviluppo di progetti di E-government e nuovi servizi on-line attivati per la perfetta aderen-za alla nuova norma-tiva in materia di tra-sparenza dell’azione amministrativa».

Un ulteriore piccolo capitolo di spiegazio-ne lo apriamo sulla gestione dei residui attivi e passivi, ancora abbastanza cospicuo. Da sottolineare come il trend almeno per i residui attivi si sia però invertito, diminuendo l’incidenza di questi ultimi sulla gestione di competenza di circa il 10%.

I ritardi nell’erogazione dei fi nanzia-menti da parte di stato e regione, nonché le complesse attività di gestione legate alla realizzazione delle opere pubbliche, rendono in ogni modo il dato complessi-vo non allarmante.

Non esistono, infatti, dubbi in merito alla certezza di esigibilità dei residui attivi, essendo per la quasi totalità le-gati a trasferimenti di altri enti pubblici. Così come non si hanno incertezze sulla sussistenza delle spese connesse, perché verifi cate con apposite determinazioni dai singoli dirigenti in sede di predispo-sizione del rendiconto di gestione.

Sul totale dell’importo dei residui pesa senza ombra di dubbio il riassetto istituzionale della regione Lazio, che ha trasferito o delegato alle province una grande quantità di competenze e risorse connesse.

Somme che la provincia di Latina ha iscritto nelle varie annualità di bilancio ma anche somme mai realmente giunte al ra-gioniere di via Costa.

Per queste ragioni, negli anni, si sono ac-cumulati ingenti re-sidui attivi e di pari passo anche i residui passivi.

«Il giudizio sull’aspet-to tecnico è senza om-

bra di dubbio positivo», ha evidenziato il presidente Armando Cusani, «come il nostro impegno sui tre assi sui cui pog-gia tutta la nostra azione politica e am-ministrativa: sussidiarietà, solidarietà e competitività.

Assi programmatici che rendono la provincia più solida rispetto al quadro generale di crisi che sta attanagliando non solo la nostra provincia e la nazione ma il mondo intero. La nostra sfi da sulla qualità della vita ci ha dato comunque un basso indebitamento ed ogni anno facciamo dei piccoli miglioramenti in positivo, a conferma che la strada in-trapresa è quella giusta».

Everardo LongariniPortavoce del presidentedella provincia di Latin

Armando Cusani

PROVINCIA DI LATINA

Economia sulle spese correnti e più investimenti in sicurezza e sanità

sono aumentate le importazio- tizia anche perché proprio verso

Tasse agevolate nel settore chimico per le pmi. La Commis-sione europea ha adottato ieri ulteriori misure per agevolare l’attuazione dei nuovi regolamenti Ue sulle sostanze chimiche e venire incontro alle pmi del settore e ridurre i costi del 90% per le microimprese, 60% per le piccole imprese e 30% per le medie imprese. Il regolamento fi ssa le tasse da prelevarsi a cura dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) in relazione al regolamento relativo alla classifi cazione, all’eti-chette, all’imballaggio (Clp). Queste tasse devono essere ver-sate quando un’impresa chiede una denominazione alternativa per una sostanza o una classifi cazione e etichettatura armo-nizzate per le sostanze. Le imprese possono inoltre usare la nuova denominazione alternativa in diverse miscele addizio-nali senza dover pagare una tassa extra. Se ne è parlato ieri mattina, a Milano, al convegno «Attuazione e applicazione del regolamento Reach: sfi de e prospettive», con il vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, e, tra gli altri, il presidente di Federchimica, Giorgio Squinzi.

Pmi chimica, tasse agevolate

Il rendiconto chiude con un avanzodi 4,5 milioni,

maggiori entrate per 1,5 milioni, risparmi

per il personale (350 mila €) e perle spese correnti (1,160 milioni)

trend almeno

hamrg

ncspp

tobra di dubbio pos

Destinati 2,2 milioni alla manutenzione delle strade e 2,3

milioni alle scuole, 600 mila al fondo di sviluppo dei piccoli

comuni, 160 mila euro per aumentare l’offerta

sanitaria

Adolfo Urso

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12 Sabato 22 Maggio 2010

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19Sabato 22 Maggio 2010

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ACCERTAMENTSANZIONI

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Circolare dell’Agenzia delle entrate i ssa gli obiettivi per aumentare gli esiti favorevoli

Contenzioso fiscale di qualitàUna procedura informatica ad hoc in ausilio degli uffi ci

DI ANDREA BONGI

Sul contenzioso tributario il fi sco punta sulla qualità. Grazie a un più attento e costante monitoraggio

delle controversie e all’introdu-zione di obiettivi di budget fi ssati dall’agenzia delle entrate con la circolare n.26/e di ieri, l’ammi-nistrazione finanziaria punta decisamente ad aumentare la percentuale degli esiti favorevoli nei tre gradi del processo tributa-rio. Un ruolo chiave nella crescita qualitativa del contenzioso sarà svolto dalle direzioni regionali dell’agenzia che saranno sempre più chiamate a un monitoraggio costante degli obiettivi e all’avvio, in tempo reale, di azioni correttive qualora emergessero criticità in tale senso.

Che l’operazione «contenzioso di qualità» fosse uno dei princi-pali obiettivi contenuti negli in-dirizzi operativi dell’anno 2010, ItaliaOggi aveva già avuto modo di anticiparlo nei giorni scorsi (30 marzo 2010). Uno degli obiettivi principali contenuti nella circo-lare è la predisposizione di una procedura informatica ad hoc che fungerà da vero e proprio ausilio

per l’attività dei funzionari inca-ricati alla gestione delle contro-versie tributarie, costituendo una sorta di check list alla quale fare costante riferimento per valutare sia la sostenibilità in giudizio del-la pretesa erariale sia l’omogenei-tà dei comportamenti dell’ammi-nistrazione fi nanziaria nei giudizi aventi ad oggetto questioni giu-ridiche similari. Fra i principali obiettivi fi ssati già per l’anno in corso, fi gurano in particolare due indicatori che costituiscono delle vere e proprie novità rispetto al passato. Si tratta dell’indicatore relativo alle partecipazioni alle udienze presso la Ctc e quello relativo all’implementazione del sistema informativo della data e del numero degli atti di acquie-scenza relativi anche alle decisio-ni in tutto o in parte sfavorevoli al

fi sco. Anche dai contenziosi persi l’amministrazione finanziaria potrà infatti trovare spunti e li-nee guida per migliorare la ge-stione dei contenziosi futuri. Ma torniamo all’obiettivo relativo al miglioramento degli esiti delle controversie tributarie. Esso rap-presenta l’obiettivo fondamentale dell’attività contenziosa, tenuto conto del fatto che dallo stesso di-pendono anche effetti favorevoli sulla crescita generale del gettito erariale. A fronte di un’attività di recupero dell’evasione fi scale che mostra segnali crescita di anno in anno è necessario e indispensa-bile che le strutture periferiche dell’agenzia delle entrate siano in grado di assicurare anche la tenuta di tali recuperi durante la fase contenziosa. Sarà fonda-mentale che le agenzie fi scali ga-

rantiscano il rafforzamento della difesa in giudizio degli interessi erariali destinando a tali attività un carattere prioritario rispetto ad altre di natura non obbligato-rie e di minor impatto strategico. Saranno le controversie aventi particolare rilevanza giuridica ed economica che dovranno essere poste all’attenzione delle singole strutture puntando ad un incre-mento delle professionalità inter-ne dedicate a tali attività, nonché al potenziamento degli strumen-ti di monitoraggio e analisi del contenzioso e alla sistematica e tempestiva partecipazione alle discussioni in pubblica udienza. All’interno delle direzioni provin-ciali è stata introdotta una speci-fi ca area legale il cui compito sarà essenzialmente quello di curare tutti gli adempimenti connessi al contenzioso tributario. Grazie a questa struttura sarà possibile ottenere una gestione unitaria, e quindi più effi ciente, del con-tenzioso, attenuando il rischio di comportamenti disomogenei, la costituzione di un gruppo di funzionari specializzati nella materia, lo scambio delle espe-rienze condotte sul campo con l’incremento delle sinergie e

delle conseguenti economie di scala. La circolare n. 26/e pone fra gli obiettivi delle strutture territoriali anche la diminuzio-ne della confl ittualità fi scale che può essere perseguita attraverso l’utilizzo sempre più diffuso degli strumenti defl ativi del contenzio-so previsti dalla normativa vigen-te. Particolare attenzione dovrà inoltre essere posta dagli uffi ci dell’agenzia nelle fasi cruciali del contenzioso tributario quali la costituzione in giudizio, la par-tecipazione alle singole udienze e l’esame, esecuzione ed eventuale impugnazione delle pronunce emesse nei vari gradi del giudizio. Anche la riscossione in pendenza di giudizio dovrà aumentare la sua velocità. L’obiettivo posto alle strutture periferiche dalla circo-lare in commento è infatti quello di procedere entro 120 giorni alle iscrizioni a ruolo di imposte diret-te ed iva oggetto di giudizi delle commissioni tributarie.

©Riproduzione riservata

DI ANDREA MASCOLINI

Al via dal primo luglio il nuovo siste-ma di tracciabilità dei rifi uti tranne che per i pochi soggetti ancora obbligati alla presentazione del Mud; assegnate a ti-tolo gratuito nuovo quote di CO2 agli operatori energetici e industriali con impianti entrati in funzione dopo aprile 2009. È quanto prevede il decreto legge n. 72/2010 pubblicato sulla Gazzetta Uffi ciale n. 117 del 21 maggio 2010, re-cante misure urgenti per il differimento di termini in materia ambientale e di autotrasporto, nonché per l’assegnazio-ne di quote di emissione CO2. Un primo intervento del provvedimento riguarda la proroga del termine dell’entrata in vigore del nuovo sistema di tracciabilità dei rifi uti (il cosiddetto Sistri), che sa-rebbe scattata il 30 aprile ma che viene dal provvedimento di urgenza rinviato a dopo il 30 giugno 2010. Il nuovo sistema, che sostituisce quello fondato sul mo-dello unico di dichiarazione ambientale (Mud) che rimarrà soltanto per i comu-ni, tranne quelli campani, nonché per il Consorzio nazionale imballaggi e per i produttori di apparecchiature elettriche e elettroniche, prevede in particolare la

sostituzione dei registri di carico e scari-co e del formulario di identifi cazione dei rifi uti con un sistema informatico che consentirà di seguire in «presa diretta» tutti i movimenti dei rifi uti dalla produ-zione alla destinazione fi nale. Il rinvio sana quindi un problema di diritto tran-sitorio che non era stato possibile risol-vere in precedenza, quando con il dpcm 27 aprile 2010, a tre giorni dalla origi-naria scadenza del Mud, con dpcm fu ulteriormente mo-difi cato il contenuto del Mud (determi-nando una serie di ulteriori problemi di adeguamento anche tecnico), ma il termine della norma primaria ri-mase necessariamente in vigore. Con il differimento al 30 giugno il governo ritiene che i soggetti ancora obbligati a presentare il Mud potranno predisporre in tempi certi la dichiarazione così come modifi cata dal dpcm di fi ne aprile. Il de-creto interviene inoltre posticipando dal 16 aprile al 16 giugno il termine per il versamento dei premi assicurativi Inail

per il settore dell’autotrasporto merci in conto terzi, destinatario con la scor-sa fi nanziaria di una serie di misure di agevolazione ma ancora non effi caci per il ritardo nel varo dei decreti attuativi della disposizione della legge fi nanziaria 2010. La norma rende inapplicabili, fi no al 16 giugno, le sanzioni a carico delle imprese per il mancato versamento en-

tro il 16 aprile o in caso di versamento di somme inferiori al dovuto.

Per quel che concerne l’asse-gnazione di quote di anidride car-bonica (CO2) il decreto intervie-ne rispetto alla

situazione che ha visto ad aprile 2009 esaurirsi le quote di CO2 assegnabili a coloro che hanno avviato un impian-to (tutti i diritti d’emissione erano già esauriti, compresi quelli di riserva pari a quasi 22 milioni di tonnellate di CO2). Il sistema funziona in maniera che le imprese più inquinanti possono emet-tere soltanto la CO2 prevista dai vari piani nazionali per ciascun settore in-

dustriale; se l’impresa supera la quota assegnata, deve acquistare sul mercato i diritti d’emissione in surplus, vendu-ti anche dalle industrie più virtuose. Pertanto da aprile 2009, permanendo l’obbligo di restituzione di quote di CO2 emesse nell’anno precedente, sanziona-to con 100 euro ogni tonnellata di CO2 emessa, molte imprese rimaste escluse dal meccanismo di assegnazione delle quote (sarebbero oltre 500 appartenen-ti ai settori dell’acciaio, del cemento, del vetro e della ceramica) si sono trovate in una situazione di estrema diffi coltà. Il decreto prevede, tenendo conto di quanto segnalato dall’Antitrust (pre-occupata dall’alterazione della concor-renza rispetto agli operatori che sono già sul mercato), che sia l’Autorità per l’energia elettrica e il gas a defi nire i crediti spettanti agli aventi diritto, sul-la base delle quantità di quote comuni-cate dal Comitato nazionale di gestione e attuazione della direttiva 2003/87/CE. I «nuovi entranti» potranno di-sporre dei necessari diritti di emissio-ne, avendo garantita la compensazione degli oneri per acquistarli ed evitando rincari dei prezzi dell’energia elettrica, con aumenti nelle bollette.

IN GAZZETTA UFFICIALE IL DECRETO SU AMBIENTE, AUTOTRASPORTO E CO2

Tracciabilità dei rifiuti al via dal primo luglio

rma primaria ri- situazione che ha vi

Assegnate a titolo gratuito nuove quote di CO2 agli

operatori energetici e indu-striali con impianti entrati in funzione dopo il mese di

aprile del 2009

per l’attività dei funzionari inca- fisco Anche dai contenziosi persi

Gli obiettivi 2010 del contenzioso tributario

- Percentuale di partecipazione alle udienze pubbliche relative a controversie di valore superiore a 5 mila euro: 98%- Percentuale di costituzione in giudizio in Ctp sui ricorsi notii cati dai contribuenti: 98%- Indice numerico di vittoria degli ufi ci dell’agenzia in Ctp, Ctr e in Cassazione: da migliorare sulla base di obiettivi assegnati alle singole Dre- Indici di vittoria per valore della lite: da migliorare sulla base di obiettivi assegnati alle singole Dre

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20 Sabato 22 Maggio 2010 GIUSTIZIA E SOCIETÀ

ANTIRICICLAGGIO/ Le risposte del Mef ai quesiti posti alla teleconferenza ItaliaOggi-Ungdcec

Contanti ultrasoglia, pagano tuttiLa sanzione su chi esegue il versamento e su chi lo riceve

DI LUCIANO DE ANGELIS E CHRISTINA FERIOZZI

Comunicazioni di ir-regolarità in merito alla circolazione di contanti, dovute an-

che su contabilità ricevute da altri professionisti. Nel caso di trasferimenti ultrasoglia, la sanzione risulta applicabile sia sul soggetto che esegue il pagamento sia su quello che lo riceve.

Sono altresì assoggettabili a sanzione amministrativa pecuniaria anche i professio-nisti dei clienti che, nelle due circostanze, si siano astenuti dall’eseguire la comunicazione ex art. 51 relativa all’illecito pur essendo nelle condizioni di poterla effettuare.

È una delle risposte formu-late dal Mef, nel corso della videoconferenza tenutasi giovedì scorso a Roma orga-nizzata con la collaborazione dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti (si veda ItaliaOggi di ieri)

I trasfe-rimenti in contanti ul-trasoglia

Anche i l soggetto che riceve una con-tabilità da terzi, dalla qua-le possa evincere irregolari pagamenti, sarà tenuto alla comunicazione di cui all’art. 51 del decreto 231/07. Ciò, ov-viamente, nei limiti di quanto desumibile dalla propria atti-vità di «raccordo dei dati», os-sia senza pretesa di indagine retrospettiva.

A differenza di quanto pre-visto in altri Stati (ad esem-pio in Francia la sanzione è irrogata al 50% su ciascun trasgressore), è stato evi-denziato come le disposizioni nazionali prevedono la piena applicabilità della sanzione (dall’1 al 40% dell’irregola-re trasferimento), in caso di ispezione, sia su chi effettua il pagamento, sia su chi lo riceve (in senso conforme peraltro si era pronunciata qualche anno fa anche la Cassazione con sentenza 26 gennaio 1999 n. 690).

Ad esempio, quindi, nelle gestioni delle contabilità or-dinarie, sia chi intraveda fat-ture pagate in contanti che chi sia chiamato a registrare le relative riscossioni dovrà provvedere ad effettuare la co-municazione alle competenti Direzioni territoriali dell’eco-nomia e delle finanze.

Tuttavia è stato rilevato come, nella prassi, il Mef a fronte di una avvenuta comu-nicazione, si limiti ad appli-care la sanzione sul solo sog-getto segnalato.

In merito agli obblighi di co-municazione ex art. 51 del de-creto antiriciclaggio, in capo

ai revisori si deve tener conto della modalità di effettua-zione «a campione», dei loro controlli, peraltro sancita dai principi di revisione. In pro-posito, infatti, potrebbe esse-re ammissibile che gli stessi non provvedano ad effettuare specifiche comunicazioni di irregolarità intrinseche nel-la contabilità sociale, poiché il dato potrebbe non emerge-re dal campione selezionato. Nonostante ciò gli stessi non sarebbero passibili di essere assoggettati a sanzioni. Ov-viamente la vicenda andrà valutata caso per caso.

Il favor rei anche sui contanti

Nel corso del 2008 la di-sciplina sui contanti e sugli assegni ha subito una modi-ficazione di assoluto rilievo. In pratica, in relazione alla evoluzione normativa dal 30 aprile fino al 24 giugno 2008, risultavano irregolari sia gli assegni di importo pari o su-

periore a 5 mila euro privi di clausola di in-trasfer ibi l i tà sia i trasferi-menti di con-tanti superiori a detta soglia.

Dal 25 giugno, a seguito di ap-posito decreto legge successi-vamente convertito con legge 6 agosto 2008 n. 133, tale so-glia è stata riportata a valori pari o superiori a 12.500 euro. In merito agli assegni emessi in questo periodo irregolari, secondo le soglie più rigide, ma in regola con le successi-ve, la Commissione consulti-va per le infrazioni valutarie e antiriciclaggio del Mef, con parere 104584/A dell’8 otto-bre 2008, ebbe ad affermare la non punibilità dell’emitten-te sulla base del principio del favor rei. Ora tale principio (giustamente) viene ritenuto applicabile in detto periodo anche per le operazioni in contanti.

Chi scrive, ritiene peraltro, che tale norma possa ritener-si, in via analogica, applica-bile in relazione alle nuove disposizioni che più non ri-chiedono né la registrazione delle dichiarazioni fiscali, né dei relativi F24. Pertanto si dovrebbe poter considerare non più sanzionabile, neppure l’omessa registrazione di tali modelli di pagamento relativa al passato.

Gli assegni irregolari Nel caso in cui, infine, sem-

pre nell’ambito dello svolgi-mento dei propri compiti ed attribuzioni i professionisti evidenziassero assegni irrego-lari (o fotocopie degli stessi), gli stessi sarebbero chiamati ad effettuare la comunicazione (conf. risp. mef. 12/6/2008).

©Riproduzione riservata

ItaliaOggi pubblica le ulteriori risposte fornite da Giuseppe Maresca (Ministero dell’economia e delle fi nanze) ai quesiti degli esperti nel corso della teleconferenza Italiaoggi-Ungdcec svoltasi il 20 maggio scorso in materia di antiriciclaggio

I quesiti

Molte sanzioni vengono irrogate annual-mente in merito ad irregolarità su transa-zioni in contanti e titoli al portatore. In queste situazioni:- nel caso di mancata comunicazione di transazioni in contanti ultrasoglia la san-zione riguarda chi effettua il pagamento in contanti (es fattura con Iva superiore pari o superiore a 12.500 registrata in contabili-tà ordinaria) ed anche chi lo riceve? - Se il professionista del cliente oggetto di verifi ca viene sanzionato, rischia la sanzio-ne anche il professionista dell’altro sog-getto che partecipa alla transazione (ov-viamente se il secondo cliente è tenuto ad una contabilità ordinaria).- Cosa deve fare un professionista che si veda consegnata, per motivi contabili una fotocopia di assegno irregolare?

Le risposte

1) L’articolo 49 vieta il trasferimento di contante per importi superiori a 12.500 euro, effettuato tra soggetti diversi. La san-zione, qualora sia accertata la violazione della disposizione, è a carico sia del sog-getto che ha disposto il trasferimento della somma in contanti superiore alla soglia, sia del soggetto che l’ha acquisita. 2) Nel caso di un trasferimento in contanti ultrasoglia, l’articolo 51 prevede l’obbligo di comunicazione al Mef, da parte dei de-stinatari del dlgs 231/07, delle infrazioni delle quali gli stessi hanno notizia nello svolgimento dei loro compiti e nei limiti delle loro attribuzioni. La comunicazione deve essere effettuata entro trenta giorni a decorrere dal momento in cui il professio-nista ha notizia dell’infrazione. Nell’ipotesi prospettata l’obbligo sussiste a carico di entrambi i professionisti. 3) Anche la consegna della copia di un as-segno irregolare ai fi ni antiriciclaggio è ele-mento suffi ciente a far scattare l’obbligo di comunicazione al Mef.

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Gli ulteriori chiarimenti del dicastero

DI VALERIO STROPPA

Possibilità di deroga ai fi ni della vigilanza prudenziale nella valutazione dei titoli di Stato emessi da paesi Ue e detenuti in portafoglio per la vendita da banche e Sim.

L’eventuale opzione andrà comunicata a Bankitalia entro il 30 giugno 2010. Neutralizzare plus e mi-nusvalenze come se i titoli fossero valutati al costo oppure dedurre integralmente le minusvalenze dal patrimonio di base (Tier 1) e includere parzialmen-te le plusvalenze nel patrimonio supplementare (Tier 2), secondo il cosiddetto approccio asimme-trico. Sono queste le due opzioni per il calcolo delle riserve da rivalutazione relative ai titoli di debito detenuti in portafoglio e disponibili per la vendita (c.d. «Afs») che il Committee of european banking supervisors (Cebs) ha previsto con le linee guida in materia di fi ltri prudenziali nel calcolo del patri-monio di vigilanza. È quanto ricorda Banca d’Italia con le disposizioni emanate il 18 maggio scorso, riguardanti le modalità di calcolo di alcune com-ponenti patrimoniali di bilancio in base ai principi contabili internazionali.

Il documento di Bankitalia è stato oggetto di commento in una scheda illustrativa predisposta da Unione Fiduciaria, che sottolinea come, men-tre il primo criterio è adottato dai principali paesi dell’Ue, l’impostazione della deduzione/inclusione nel patrimonio supplementare adottata nell’ordi-namento italiano permette di scontare in modo pro-gressivo il risultato di variazioni negative. In tal modo, è possibile evitare riduzioni improvvise delle poste (c.d. «cliff effect») laddove le riduzioni assumano il carattere di impariment.

Tuttavia, spiegano i tecnici della Banca d’Italia, in una congiuntura fi nanziaria caratterizzata da una

forte turbolenza sui titoli di stato, il sistema «asim-metrico» (deduzione delle minusvalenze) può deter-minare «un’ingiustifi cata volatilità del patrimonio di vigilanza per effetto di variazioni repentine dei corsi dei titoli non legate a durature variazioni del merito di credito degli emittenti».

Pertanto, Bankitalia concede a banche, sim e in-termediari fi nanziari iscritti nell’elenco speciale una deroga, limitata ai titoli emessi da paesi Ue inclusi nel portafoglio titoli «Available for sale» (Afs). Gli enti creditizi e fi nanziari potranno, in alternativa al criterio asimmetrico, adottare l’al-tra metodologia indicata dal Cebs, vale a dire la neutralizzazione di plus e minus come se i titoli fossero valutati al costo. L’esercizio di tale opzione va comunicata alla Banca d’Italia entro e non oltre il 30 giugno 2010, data dalla quale il calcolo del patrimonio di vigilanza seguirà il nuovo criterio (se adottato). La scelta, in ogni caso, dovrà riguardare l’intero volume dei titoli simili detenuti nel portafo-glio dell’ente fi nanziario, dovrà essere applicata in modo omogeneo da tutte le componenti del gruppo bancario o della sim e quindi mantenuta costante-mente nel tempo.

Per quanto riguarda il bilancio, le informative contabili infrannuali e le informative al pubblico, Bankitalia dispone che gli istituti, nell’ambito dei riferimenti concernenti l’adeguatezza patrimonia-le, dovranno rendere noto il trattamento adottato ai fi ni prudenziali (fi ltro asimmetrico o neutralizza-zione piena). In ogni caso, palazzo Koch si riserva di modifi care tale disciplina, e quindi la possibilità di derogare al criterio standard di valutazione, in re-

lazione all’andamento dei mercati e alle eventuali novità interpretative che dovessero emergere in ambito comunitario nei lavori per la revi-sione della disciplina prudenziale.

©Riproduzione riservata

Nota di Bankitalia sulle componenti patrimoniali di bilancio

Vigilanza sui titoli di stato Alla deroga serve l’opzione

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Dal 25 giugno, a

Comunicazioni di irregolarità anche su

contabilità ricevute da altri professionisti

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21Sabato 22 Maggio 2010Sabato 22D I R I T T O E F I S C O

La bozza di provvedimento allo studio di Tremonti. Stipendi congelati nella scuola

Ecco la manovra dimezza tuttoConsulenze, sponsor e personale: taglio del 50% sul 2009

PAGINA A CURA DI FRANCESCO CERISANO

E GIANNI MACHEDA

I tagli colpiranno a 360 gradi tutto il comparto pubblico, ma il filo conduttore sarà uno solo: si dovrà spendere la metà del

2009. È questo il parametro intor-no a cui la bozza di manovra da 26 miliardi di euro, che il ministro dell’economia Giulio Tremonti presenterà molto probabilmente martedì, fa ruotare tutte le ridu-zioni di spesa che costituiscono gli ingredienti del piano di au-sterity. L’elenco è lungo e copre ogni possibile voce di uscita delle p.a.: studi e consulenze, pubbli-che relazioni, convegni e mo-stre, sponsorizzazioni, missioni all’estero, formazione, spese per l’assunzione di personale a tempo determinato, co.co.co. e contratti di formazione lavoro, tutto dovrà essere contenuto entro il limite del 50% della spesa sostenuta nel 2009. I tagli scatteranno dal 2011 e risparmieranno solo le università e gli enti di ricerca. Ma si applicheranno alle società partecipate. La manovra corret-tiva alleggerirà un bel po’ anche i maxi-stipendi dei dipendenti pubblici. A cominciare da quelli di ministri e sottosegretari (ma solo se parlamen-tari) che verranno ridotti del 10%. An-che i collaboratori stretti dei ministri (i cosiddetti uffici di diretta collabo-razione) dovranno rinunciare a un deci-mo di stipendio. Tagli in vista anche per le buste paga dei diri -genti: le r i s o r s e destinate alla retri-

buzione di posizione variabile (diversa da quella legata al rag-giungimento degli obiettivi) sarà ridotta del 5%. E in ogni caso, sempre a decorrere dal 2011, gli stipendi dei manager pubblici su-periori a 75 mila euro dovranno essere ridotti del 10%.

E ancora, sono congelati i rin-novi contrattuali dei dipendenti pubblici per il triennio 2010-2012. La bozza di manovra fa salva solo l’indennità di vacanza con-trattuale. Nella scuola il triennio 2010-2012 non sarà utilizzabile ai fi ni degli scatti di stipendio. Stesso discorso per il persona-le Ata. Dai rinnovi contrattuali per il biennio 2008-2009 non po-tranno scaturire aumenti oltre il 3,2%. Gli enti locali dovranno ridurre l’incidenza della spesa di personale sul totale delle spese correnti. Un obiettivo da raggiun-gere alleggerendo le strutture burocratiche e accorpando uffi ci in modo da ridurre il numero dei dirigenti. Nelle spese di personale rientreranno anche i costi soste-nuti per i lavoratori precari (co.co.co., contratti di somministra-zione, incarichi fi duciari) e per quelli delle società partecipate.

Patto di stabilità. Il sacrifi cio chiesto dalla manovra nel

triennio 2011-2013 am-monta a 4,2 miliardi per le regioni e a 5,4 miliardi per il settore locale. Se gli enti non rispetteranno i vin-coli di bilancio subi-ranno una riduzio-ne dei trasferimenti

pari allo sco-stamento

tra

il risultato registrato e l’obiettivo prefi ssato. La ricetta di austerità nei conti pubblici colpirà anche le indennità e i gettoni di pre-senza dei componenti dei cda e degli organi collegiali: gli importi risultanti al 30/4/2010 dovranno essere ridotti del 10%. E i cda non potranno essere composti da più di tre membri. I piccoli comuni non potranno costituire società e se lo hanno fatto dovranno met-terle in liquidazione entro fi ne anno.

Finestre per il pensiona-mento. I lavoratori e le lavo-ratrici del settore privato che maturano il diritto alla pensione nel 2011 lasceranno il lavoro sei mesi dopo: dal 1° gennaio o dal 1° luglio 2012 a seconda che abbiano raggiunto i requisiti nel primo o nel secondo semestre dell’anno.

Invalidi. Perderanno l’inden-nità di accompagnamento gli in-validi civili che possiedono redditi superiori a 25 mila euro annui. Saranno inoltre potenziati i con-trolli per stanare i falsi invalidi.

Enti soppressi. Con un trat-to di penna la bozza di manovra cancella l’Isae, l’Istituto di studi e analisi economiche assegnan-done le funzioni al ministero dell’economia. Alla stessa sorte andrà incontro un folto numero di enti pubblici giudicati inutili: il Comitato microcredito, la Com-missione di accesso ai documen-ti amministrativi, l’Ente italiano montagna, l’Isfol, l’Istituto per gli affari sociali e persino Difesa servizi spa, società istituita solo cinque mesi fa dalla Finanziaria 2010.

Ticket. Dal 1° luglio per le prestazioni specialistiche am-bulatoriali si pagherà un ticket fi sso di 7,5 euro a ricetta. Anche i pazienti esentati dovranno paga-re l’obolo, ma in misura ridotta (3 euro). Dal 2011 gli importi scenderanno a 6 e 2 euro.

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Sul sito del Ministero per la Pubblica Ammini-strazione e l’Innovazione (www.innovazionepa.it) è disponibile il Rapporto analitico sulla dicianno-vesima settimana di attività del 2010 (dall’8 al 14 maggio) di «Linea Amica». Nella settimana dall’8 al 14 maggio il network ha raggiunto 1.867.000 contatti, inclusi risponditori automatici. I contatti assistiti da operatori sono stati 1.121.500 di cui 109.500 presso ministeri (9,8%), 326 mila presso enti previdenziali (29,1%), 34.500 presso Agenzia delle entrate ed enti fi scali (3,1%), 59 mila presso altri enti pubblici.

In una nota la Federcontribuenti della Campa-nia, rileva le spese eccessive che le famiglie italiane sono costrette mensilmente a sostenere per le rate di un mutuo a tasso fi sso. «I dati dell’uffi cio stati-stiche della Banca centrale europea sono chiari per il tasso d’interesse della rata media quando si sti-pula mutuo a tasso fi sso: Area euro 4,20% - Italia 4,90%. Le famiglie italiane mediamente spendono 35 euro in più delle famiglie tipo europee».

Tocca i 20,3 miliardi di euro la raccolta del settore giochi nel primo quadrimestre del 2010, in crescita del 15,39% rispetto ai 17,6 miliardi

dell’analogo periodo 2009. Ad aprile le giocate sono state pari a poco più di 5 miliardi di euro (+12,7%). Oltre la metà della raccolta (50,64%), riferisce Agipronews, è stata ottenuta grazie agli apparecchi da intrattenimento, con 2.552 milioni di euro (+26,7% rispetto al 2009). Lo scorso anno le New Slot pesavano sulla «torta» complessiva per il 45,34%.

Rispetto allo stesso mese del 2009, ad aprile le assenze per malattia dei dipendenti pubblici sono aumentate del 10,7% (si stima che al netto del diverso andamento temporale registrato dal rischio infl uenza tra il 2009 e il 2010 l’incremento sia stato di circa il 9%). Si registra un incremento anche degli eventi di assenza per malattia superio-ri a 10 giorni (+13,6%) mentre calano le assenze per altri motivi (-1,0%). Si tratta come al solito di stime riferite al complesso delle amministrazioni pubbliche ad esclusione dei comparti scuola, università e pubblica sicurezza. La rilevazione statistica, realizzata dal Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione in collabora-zione con l’Istat, si basa sui dati trasmessi in via telematica a Palazzo Vidoni da 4.563 ammini-strazioni pubbliche.

BREVI

Giulio Tremonti

TAGLI DI SPESE: dal 2011 ridotte del 50% rispetto al 2009 le spese per studi

e consulenze, relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità, sponsorizzazioni,

missioni, formazione. Lo stesso principio vale per le società partecipate

TRATTAMENTO ECONOMICO DEI POLITICI: dal 2011 ministri, sottosegretari

e parlamentari subiranno un taglio del 10%. Stessa riduzione per gli ufi ci di diretta

collaborazione. Il taglio è del 5% i no al 2012 per i dirigenti pubblici. I trattamenti

economici complessivi oltre 75 mila euro sono ridotti del 10% calcolato sulla parte

eccedente la soglia

CONTRATTI: bloccati i rinnovi 2010-2012. Nella scuola il triennio 2010-2012 non

sarà utilizzabile ai i ni degli scatti di stipendio. Dai rinnovi contrattuali per il biennio

2008-2009 non potranno scaturire aumenti oltre il 3,2%

PERSONALE A TEMPO DETERMINATO: agenzie i scali, enti di ricerca,

università, enti pubblici non economici potranno rinnovare i contratti nel limite di

spesa del 50% di quanto sostenuto nel 2009. A tale principio si adegueranno anche

le autonomie locali e la sanità

STRETTA SUL PERSONALE DEGLI ENTI LOCALI: riduzione della spesa,

accorpamento degli ufi ci, contenimento della spesa per lavoro l essibile. Stop alle

assunzioni se la spesa per il personale eccede il 40 (o 45%, soglia ancora da i ssare)

delle spese correnti

PATTO DI STABILITÀ INTERNO: se l’ente è inadempiente, le somme dovute dallo

Stato si riducono dell’importo pari allo scostamento tra risultato registrato e obiettivo

prei ssato. Nelle regioni a statuto speciale tale importo deve essere versato allo Stato

entro 60 giorni dalla relativa certii cazione (per inadempienze è da ultimo previsto il

blocco dei conti presso la tesoreria statale)

CONSIGLI D’AMMINISTRAZIONE: tagliati del 10% gli emolumenti corrisposti

dalle p.a. ai membri dei cda degli organi collegiali. Il numero di componenti dei cda

non potrà essere superiore a tre

MAGISTRATURA: per Csm, Cpgt, Cpga e gli altri organi di autogoverno delle

magistrature scatta la riduzione del 10% dei compensi

PENSIONI: due i nestre dal 2011: chi matura il diritto entro il primo semestre

dell’anno, va in pensione dal 1° gennaio dell’anno dopo, chi lo matura nel secondo

semestre, va in pensione dal 1° luglio dell’anno successivo

INVALIDITÀ CIVILI: stop all’indennità di accompagnamento per chi ha redditi

personali oltre 25 mila euro l’anno. Per i soggetti coniugati il tetto complessivo è di 38

mila euro. Per chi è sotto soglia, l’indennità cumulata col reddito non può comunque

consentire il superamento della stessa soglia. Chi al momento oltrepassa le soglie

viste sopra, non avrà la rivalutazione automatica delle prestazioni. Arriva poi un piano

speciale di 100 mila controlli sui falsi invalidi

PROTEZIONE CIVILE: limiti alle ordinanze della Protezione civile. La durata degli

stati di emergenza sarà contingentata, le ordinanze emanate di concerto con il Mef.

Restano comunque deroghe in materia di appalti, che potranno essere concessi con

gara informale se ve ne è l’urgenza. I contratti di lavori vanno trasmessi entro dieci

dalla stipula all’Autorità lavori pubblici. Nessuna deroga è ammessa in materia di norme

sul pubblico impiego (assunzioni, trattamenti economici accessori ecc.)

SOPPRESSIONE DI ENTI: la manovra procede alla soppressione dei seguenti

enti: Isae (Istituto studi e analisi economica), Comitato nazionale permanente

per il microcredito, Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi, Ente

italiano montagna, Isfol (Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei

lavoratori), Istituto per gli affari sociali, Difesa servizi spa. I compiti di questi enti sono

generalmente trasferiti ai ministeri competenti, così come il personale.

REGIONI E SANITÀ: le regioni in stato di dei cit sanitario che siano riuscite

comunque a garantire l’equilibrio economico del settore ed evitare il commissariamento,

potranno ottenere la prosecuzione per un triennio dei piani di rientro

TICKET: introdotto un ticket di 7,5 euro per le prestazioni di assistenza specialistica

ambulatoriale. Per gli assistiti esentati la quota i ssa per ricetta è pari a 3 euro. Le

quote viste sopra da gennaio 2011 saranno rideterminate rispettivamente in 6 euro e

2 euro. Le regioni che non vogliano far pagare ai cittadini il ticket, possono adottare

misure alternative che comportino eguale gettito o siglare con il Mef un accordo per

una diversa partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie

SICUREZZA LAVORO: pubbliche amministrazioni esentate dall’effettuare la

valutazione dei rischi (dlgs n. 81/2008)

PERMESSI: per i dirigenti pubblici stop ai permessi mensili per assistere i parenti

e i i gli con handicap

PICCOLI COMUNI: divieto di costituire società per gli enti sotto i 5 mila abitanti.

Quelle esistenti saranno liquidate o ne saranno vendute le partecipazioni. La

disposizione non si applica se la società è partecipata paritariamente da enti che

insieme superino i 5 mila abitanti

AUTOSTRADE: stop all’approvazione delle convenzioni se i concessionari non si

adeguano ai piani economico-i nanziari prescritti dal Cipe

TURN-OVER: il blocco nelle pubbliche amministrazioni dura i no al 2013 (quattro

anni anziché due). Dal 2015, le assunzioni potranno essere fatte secondo la regola

che né la spesa né il numero degli assunti possono eccedere quelli relativi al

personale cessato

Tutti i tagli nella pubblica amministrazione

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Il Presidentedott. Alberto Bauli

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Prestito Obbligazionario “Credito Bergamasco” Dynamic Index Coupon Bond 28.02.2006-28.02.2011 Serie 774 (codice titolo IT0004006398): si informa che il valore dell’Indice di Riferimento alla data del 30.04.2010 è

pari a 103,00.

Prestito Obbligazionario “Credito Bergamasco” Dynamic Index Coupon Bond 31.03.2006-31.03.2011 Serie 779 (codice titolo IT0004022379): si informa che il valore dell’Indice di Riferimento alla data del 30.04.2010 è

pari a 103,07.

Prestito Obbligazionario “Credito Bergamasco” Dynamic Index Coupon Bond 10.05.2006-10.05.2011 Serie 785 (codice titolo IT0004039894): si informa che il valore dell’Indice di Riferimento alla data del 30.04.2010 è

pari a 103,14.

Prestito Obbligazionario “Credito Bergamasco” Dynamic Index Coupon Bond 16.06.2006-16.06.2011 Serie 792 (codice titolo IT0004057110): si informa che il valore dell’Indice di Riferimento alla data del 30.04.2010 è

pari a 103,33.

Prestito Obbligazionario “Credito Bergamasco” Dynamic Index Coupon Bond 31.10.2006-31.10.2011 Serie 799 (codice titolo IT0004113913): si informa che il valore dell’Indice di Riferimento alla data del 30.04.2010 è

pari a 104,23.

Prestito Obbligazionario “Credito Bergamasco” Dynamic Index Coupon Bond 27.12.2006-27.12.2011 Serie 805 (codice titolo IT0004150857): si informa che il valore dell’Indice di Riferimento alla data del 30.04.2010 è

pari a 104,52.

CREDITO BERGAMASCOIl Direttore Generale

rag. Giorgio Papa

Pubblicazioni effettuate ai sensi del Provvedimento di Banca d’Italia del 14 ottobre 2005 avente ad oggetto emissioni e offerte in Italia di valori mobiliari (art. 129 D.Lgs. n. 385 del 1993).

AVVISO AGLI OBBLIGAZIONISTI

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23Sabato 22 Maggio 2010Sabato 2I M P O S T E E TA S S E

Ecco le reazioni dei professionisti dopo l’ultima pronuncia della Corte di cassazione

Abuso diritto, sentenze come leggiDalla giurisprudenza lo stesso effetto delle politiche fi scali

DI BENEDETTA PACELLI

Sull’abuso di diritto i giudici si sostituiscono al legislatore. L’abuso di diritto diventa infat-

ti solo un modo non consapevo-le, per i giudici della Suprema corte, di fare giurisprudenza che dimentica l’essenza del proprio ruolo che non è quello di sostituirsi al legislatore nei casi di vuoti normativi. È un coro di protesta unanime quel-lo sollevato dai rappresentanti delle categorie economico-con-tabili a seguito della sentenza della Corte di cassazione de-positata lo scorso 19 maggio (si veda ItaliaOggi di ieri) che ha sancito come l’esistenza di un contratto tipico tra due parti non escluda l’abuso di diritto qualora si possa pre-sumere che l’operazione sia fi nalizzata esclusivamente a ottenere risparmi d’imposta. Una pronuncia che proprio non è andata giù ai professio-nisti. A partire dal presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e de-gli esperti contabili Claudio Siciliotti che vede in questa interpretazione il tentativo di sostituirsi al legislatore at-traverso estremizzazioni non condivisibili dell’applicabilità di un principio generale come quello di capacità contributiva. E invece, prosegue Siciliotti, «il ruolo della giurisprudenza è quello di applicare le norme che esistono davvero, e di far-lo secondo logiche di terzietà tra tutte le parti interessate. La giurisprudenza dell’abuso di diritto», chiude il numero uno del Cndcec «è una giu-risprudenza che assomiglia più che ad un’applicazione della legge all’effettuazione di politiche fi scali e sussida-rie». Sulla stessa scia anche i tributaristi di Luigi Pessina presidente dell’Ancit convinto che queste sentenze di volta in volta non facciano altro che creare di fatto una giurispru-denza quasi consolidata che viene applicata a tutti i con-tratti analoghi prescindendo quindi dalla leggitimità del contratto che invece deve es-sree valutata caso per caso se ci sono i margini elusivi o meno». È un tassello in più che potrebbe essere utilizzato in modo strumentale in situa-zioni analoghe scavalcando la ricerca della verità». Il tutto poi a solo svantaggio dei con-tribuente che si vede costretto reperire delle prove della sua legittimità e contestualmente un aggravio di costi che tutte queste operazioni non possono non portare». Anche a Roberto Falcone presidente della Lapet la sentenza preoccupa nella misura in cui possa venire ap-plicata senza discriminazioni e nvece posto che «una sentenza parte sempre da una fattispe-cie reale, bisogna comunque

sempre valutare situazione per s i tuazione. Quando c’è un orienta-mento della giurispru-d e n z a d i questo tipo bisogna co-munque es-sere attenti, anche per la stessa attività dei profes-

sionisti. Il vero problema», chiude comunque Falcone, «sta tutto nel nodo delle normative tributarie che sono talmente ampie da lasciare spazio a qual-siasi interpretazione: una semplifi cazione in questo senso sarebbe una concreta possibili-tà di evitare episodi di

questo tipo». © Riproduzione riservata

La Corte di cassazione n. 12249 depositata lo scorso 19 maggio 2010 ancora una volta, afferma che l’amministrazione può fare ricorso al principio dell’abuso del diritto, e che questo principio, che costituisce oramai una clausola generale antielusiva ben ol-tre agli angusti confini dell’art. 37-bis del dpr. 600/1973, trova applicazione non solo all’Iva - in linea alle prospettazioni rese dalla Corte di giustizia Ce, ma anche al comporto delle Imposte dirette, stavolta in attuazione dei principi costituzionali. Ed an-cora una volta sostiene che il fisco può disconoscere la natura di un contratto prescindendo dalla volontà delle parti, procedendo a riqualificarlo, a farne dichiarare la simulazione o ad applicare un trattamento fiscale «meno favorevole di quello conseguente agli effetti ricollegabili allo schema negoziale impiegato».Sono affermazioni che possono non piacere, che minano opera-zioni che, quando compiute, mai avremmo ritenuto «attaccabili» dal fisco, ma che oramai la Corte ha reso tante e tante volte e non solo nel contesto delle pronunce relative alla problematica dell’abuso del diritto.Esaminando però il caso di specie è difficile criticare l’operato della Suprema corte.Se infatti diamo (sic … ) per assodati i principi sopra affermati, non può sfuggire che la successiva affermazione della Corte è del tutto coerente, fin troppo coerente. L’attribuzione di un’attività economica ad un soggetto non imprenditore, oltretutto senza cor-rispettivo, senza modifiche strutturali nell’organizzazione e con identica compagine sociale «costituisce una regolazione negoziale del tutto inconsueta»: la si può opporre al fisco, purché siano for-nite «rilevanti ed evidenti ragioni economiche». Vi sarebbe stata più di una strada per il fisco per colpire una simile operazione. Il fisco ha scelto quella più tortuosa, e probabilmente quando è stato emesso l’accertamento le probabilità di successo erano davvero poche. La causa è però giunta innanzi alla Corte in un momento in cui il dibattito è maturato nel senso suesposto, e le conclusioni non potevano che essere favorevoli al fisco.Il problema, ed è un grosso problema, nasce quando gli stessi principi vengono applicati a casi ben diversi da quello di cui so-pra, e che presentano profili di sostanziale linearità: qui il rischio tangibile è quello di un «abuso dell’abuso del diritto», cioè che si metta in discussione la libertà dell’imprenditore che, poten-do scegliere tra più opzioni, realizza un’operazione economica ottenendo anche un risparmio fiscale. Nel caso di specie, invece, è difficile intravedere un’operazione economica, o se vogliamo una giustificazione.Come nel caso delle rettifiche analitico-induttive nella determina-zione del reddito di impresa, la Corte sempre più spesso utilizza il metro della antieconomicità. Anche qui, il rischio è di una «deriva»: il verificatore, alla luce di principi che possono non piacerci ma che sono oramai consolidati, può rettificare in più i ricavi dichiarati (o in meno i costi dedotti) se il loro ammontare è eccessivo, purché però l’antieconomicità assuma i caratteri della abnormità.Insomma, è abnorme il comportamento dell’imprenditore descritto nella sentenza n. 12249/2010, così come lo è quello dell’imprenditore che trasporti sistematicamente qualche paio di scarpe con un Tir, che venda un bene a 1.000 e lo riprenda in locazione a 400 all’anno. Se però l’Agenzia delle entrate o la Guardia di finanza non si faranno carico di arginare le rettifiche, limitandole ai casi ma-nifestamente antieconomici, il rischio è che l’imprenditore perda certezze nel proprio operato.Per parte sua, l’imprenditore, e con lui il suo professionista di fidu-cia, dovranno forse prestare maggior attenzione a dare contezza delle scelte aziendali nei libri sociali e nel bilancio d’esercizio, perché è ovvio che una scelta apparentemente antieconomica ben può trovare razionale giustificazione: ma nella logica del processo tributario, la cui natura è eminentemente documentale, la man-canza di atti e documenti che giustifichino scelte apparentemente «border line» costituisce una reale pericolo.Stupisce invece l’affermazione finale della sentenza che, con un colpo di spugna e in modo assolutamente immotivato, sostiene che nel caso di specie troverebbero applicazione le sanzioni tributarie. Qui la Corte contraddice apertamente se stessa (sentenza n. 12042/2009) limitandosi a rilevare che il disconoscimento del contratto di comodato per il suo carattere abusivo «non compor-ta un’automatica esclusione delle sanzioni, dovendosi applicare la relativa disciplina». Un’affermazione che non può non lasciare perplessi per la sua genericità.

Massimiliano Tasini

IL COMMENTO

Scelte aziendali nei conti

Le piccole imprese torinesi verso una class action contro Equi-talia. Per le ipoteche su capannoni anche per piccoli debiti. «Stiamo concludendo il percorso che ci porterà a sostenere una class action contro Equitalia». Fabrizio Cellino, presidente dell’Api Torino, spiega cosi’ l’iniziativa che l’associazione delle pmi torinesi ha avviato per andare a fondo sulle modalità di azione usate da Equitalia nei confronti delle imprese che hanno pendenze relative a tributi pregressi. L’Api ricorda che «Equi-talia ha iscritto ipoteche su capannoni del valore di centinaia di migliaia di euro anche per debiti da poche migliaia di euro». «Il nostro intento», spiega Cellino, «è quello di sostenere le piccole e medie imprese e tutti coloro che vorranno accodarsi, a partecipare ad una azione collettiva contro Equitalia». Per questo l’Api ha incaricato lo Studio Legale Associato Badellino-Appendino che fornirà tutta l’assistenza utile, mettendo anche a disposizione i propri uffi ci per seguire le imprese nei passi necessari alla class action. «A giorni, appena lo studio legale darà il via libera defi nitivo», spiega Cellino, «contiamo di veder depositate le prime richieste».

Class action anti Equitalia Api Torino è al lavoro

CON

in edicola lunedì prossimo

Abuso di diritto ad ampia portataUna recente sentenza

della Cassazione ha

ampliato l’applicabilità

di questo strumento

di lotta all’evasione e

all’elusione. Aprendo

non pochi dubbi

Le vie per entrare nel sistema bancarioDall’economista

all’ingegnere: le

i gure ricercate dal

mondo della i nanza,

che resiste alla crisi

con 559 aziende e

oltre 343 mila addetti

Per l’avvocato all’estero i codici non bastanoPer operare sui mercati

stranieri conoscere il

diritto non è sufficiente.

Bisogna comprendere

anche cultura e tradi-

zioni. Ecco cosa serve

sapere

Claudio Siciliotti

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24 Sabato 22 Maggio 2010 I M P O S T E E TA S S E

Le indicazioni nel documento 35/10 del consiglio nazionale dei dottori commercialisti

Concordato, più classi di creditoDa identifi care le diverse tipologie dei titoli vantati

DI FABRIZIO G. POGGIANI

Nell’ambito della pro-cedura di concordato preventivo, al fine di evitare ulteriori proble-

mi nella fase di omologazione, si rende necessario isolare l’Ammi-nistrazione fi nanziaria, suddivi-dendo i relativi crediti in tante classi che regolano il voto, che tengano conto delle differenti posizioni giuridiche e dei diver-si interessi economici delle varie tipologie dei crediti vantati.

Questo l’interessante suggeri-mento rilevabile all’interno del documento n. 35 - aprile 2010 dal titolo «Osservazioni in tema di transazione fi scale», redatto dal Consiglio nazionale dei dot-tori commercialisti e degli esper-ti contabili, avente per oggetto l’impatto della transazione fi sca-le, di cui all’art. 182-ter della leg-ge fallimentare, nelle procedure di concordato preventivo e negli accordi di ristrutturazione dei debiti, dopo i recenti interventi introdotti nell’impianto legisla-tivo dal dl n. 185/2008 (conver-tito nella legge n. 2/2009) e dal dm 4/08/2009.

Concordato preventivo. Il do-cumento richiamato conferma che il debitore non è costretto a sottoscrivere alcun accordo transattivo con l’Amministra-zione finanziaria, rimanendo detto accordo una mera facoltà, soprattutto in presenza di un pagamento totale dei privile-giati o quando detto pagamento è garantito da apporti di beni e/o denaro aggiuntivi. La defi nizio-ne del debito tributario dipende dalla combinata adesione delle Entrate all’accordo transattivo ed al passaggio in giudicato del provvedimento di omologa del concordato preventivo, in quanto la transazione risulta funziona-le alla sistemazione della crisi d’impresa. Stante il mancato coordinamento dell’art. 182-ter l.f. con le norme regolanti la votazione dei creditori privile-giati, l’intervento dell’A.f. può creare disturbo alla fase di ap-provazione del concordato, con la conseguenza che si rende op-portuno formare una specifi ca classe destinata a tale creditore e, ancora meglio, più classi per il medesimo creditore, in rela-zione alla qualità del credito

vantato. Per quanto concerne il credito Iva, inoltre, è oppor-tuno evidenziare la presenza di una deroga alla gradazione dei crediti, con lo spostamento de facto di detto credito tra quelli privilegiati, per effetto del pa-gamento totale (possibile solo la dilazione) e del meccanismo di anteposizione sancito dall’art. 182-ter l.f., mentre nulla osta al pagamento ridotto o dilazionato delle sanzioni e degli interessi

riferibili a tale tributo. Infi ne, per i dottori commercialisti non si rende necessaria la redazione di una relazione giurata da par-te di un professionista, ai sensi del comma 2, dell’art. 160 l.f., in relazione all’incapienza dei privilegi generali, sebbene con-sigliabile in assenza di adesione all’accordo transattivo da parte delle Entrate.

Ristrutturazione dei debiti. Il documento ricorda la procedura

da attuare evidenziando il ne-cessario ottenimento del parere favorevole delle Direzioni regio-nali delle entrate, equivalente alla sottoscrizione dell’accordo.

Sul punto, i dottori commer-cialisti affermano che, una vol-ta che la transazione proposta dal debitore, nella prospettiva o nell’ambito del più ampio accor-do di ristrutturazione, è accettata dall’A.f., nessun accordo ulterio-re dovrà essere sottoscritto, fatti salvi gli interventi di modifi ca o di integrazione della medesima proposta. Per quanto concerne la valutazione della proposta formulata, potranno essere solo i creditori aderenti all’accordo di ristrutturazione dei debiti, di cui all’art. 182-bis l.f., i legittimati ad esprimersi in tal senso.

Infi ne, in presenza di un ac-cordo transattivo propedeutico alla stipula di accordi di ristrut-turazione dei debiti, il mancato raggiungimento dei requisiti di legge o la mancata omologazione degli stessi accordi da parte del tribunale competente provoca, inevitabilmente, la nullità della transazione fi scale.

© Riproduzione riservata

DI CRISTINA BARTELLI

Interessi delle cartelle e iscrizioni a ruolo al buio nella direttiva sull’autosospensione della cartella. La direttiva anti burocrazia diramata da Equitalia il sei maggio 2010

fornisce le prime indicazioni che nelle intenzio-ni della società di riscossione sono fornite per aiutare il cittadino/contribuente di fronte al buio di comunicazione che può venirsi a creare tra l’amministrazione pubblica, titolare del cre-dito nei confronti del contribuente, e la società di riscossione. La direttiva infatti prevede che il contribuente in occasione della notifi ca del primo atto di riscossione utile, o in qualsiasi momento della procedura cautelare o esecutiva, asserisca e documenti gli atti emessi dall’ente creditore siano stati interessati da un provvedimento di sgravio, da una sospensione amministrativa, o giudiziale e dal pagamento effettuato, può vedere congela-ta l’azione volta al recupero del credito da parte dell’agente della riscossione per la somma iscritta al ruolo. Ma la direttiva non spiega se questa messa in stand by coinvolga anche l’iscrizione in sé, ad esempio per un fermo o un’ipoteca è blocca-ta la procedura di vendita del bene su cui insiste la procedura ma nulla si dice dell’iscrizione.

Dal momento in cui il contribuente presenta la domanda con i documenti allegati, l’agente del-la riscossione sospende immediatamente «ogni ulteriore iniziativa fi nalizzata alla riscossione», ha poi dieci giorni di tempo per contattare l’am-ministrazione, ente creditore al fi ne di ottenere conferma o meno dell’esistenza delle ragioni del contribuente. In questo lasso di tempo, nel caso in cui si verifi ca, ad esempio, l’insussistenza della pretesa del contribuente non è detto cosa acca-de al calcolo degli interessi sul ruolo. Tempo che potrebbe anche essere ulteriore rispetto ai dieci

giorni, perché Equitalia avvisa l’amministrazione che «in caso il silenzio degli uffi ci, le azioni volte al recupero del credito rimarranno comunque sospe-se, declinando ogni responsabilità per l’eventuale pregiudizio arrecato alla quota in conseguenza della condotta inerte, necessariamente tenuta».

Ma non solo i nodi da sciogliere riguardano anche il modello. In esso infatti non è previsto alcun riferimento alla possibilità di delega da parte del contribuente della presentazione della domanda a un professionista o a un terzo. Inoltre sempre il modello indica solo tre modalità di presentazione della domanda, via fax, via po-sta elettronica (non certifi cata), allo sportello. Stante il tenore letterale delle indicazioni nel modello quindi sarebbe escluso l’invio con la posta raccomandata ad esempio.

Accanto alla direttiva del sei maggio per il con-tribuente ora arriva anche la previsione del de-creto legge incentivi defi nitivamente convertito in legge dal Senato. La legge di conversione infatti modifi ca il dpr 602/73 l’articolo 49 sull’espropria-zione forzata. Si prevede che i pagamenti delle somme dovute all’ente creditore o lo sgravio, ef-fettuati in data successiva all’iscrizione a ruolo dovranno essere tempestivamente comunicati dall’ente creditore al concessionario. Ed è l’ente, stavolta, a rilasciare al debitore in triplice copia una dichiarazione che attesti l’avvenuto paga-mento o lo sgravio. La dichiarazione è opponibi-le al concessionario. La disposizione interviene anche sul rischio di mancata comunicazione tra amministrazione e concessionario. L’ente credi-tore deve comunicare tempestivamente i paga-menti del contribuente e nel caso non lo faccia e ci sia un’opposizione all’attività di riscossione il concessionario ha diritto al rimborso delle spese sostenute. Anche in questo caso ci sarà un mo-dello approvato con decreto Mef.

Il documento di Equitalia non prevede l’invio a mezzo a/r

Direttiva antiburocraziacon nodi da sciogliere

Forze dell’ordine sanmari-nesi a lezione di antiriciclaggio. Un centinaio di agenti appar-tenenti ai corpi della Polizia, della Gendarmeria e della Guardia di Rocca del Titano, insieme ad alcuni rappresen-tanti dell’Agenzia di informa-zione fi nanziaria e della Banca centrale, hanno partecipato al corso di formazione in materia di contrasto al riciclaggio, orga-nizzato dall’AIF, dal Tribunale Unico-Sezione Penale e dal Dipartimento di Polizia. Fra gli interventi anche quello del dirigente della Squadra Mobile della questura di Roma, Vittorio Rizzi, che ha portato la propria esperienza nelle indagini patri-moniali e nelle tecniche investi-gative nel settore del contrasto al riciclaggio. Obiettivo del corso, accrescere le competenze pratiche degli appartenenti alle forze di polizia sammarinesi nell’ambito delle indagini di natura fi nanziaria.

La Svizzera e il Giappone hanno fi rmato a Berna la rive-duta Convenzione per evitare le doppie imposizioni. Rispetto all’accordo vigente sono stati raggiunti numerosi migliora-menti come l’esenzione dall’im-posta alla fonte su pagamenti di canoni e su pagamenti di divi-dendi alle società che detengono almeno il 50% dei voti. In futuro anche i pagamenti di dividendi a istituti di previdenza saranno esentati dall’imposta. L’imposi-zione alla fonte per dividendi a società con almeno il 10% (fi nora 25%) dei diritti di voto

nella società distributrice dei dividendi è stata ridotta dal 10 al 5%. I rimanenti pagamenti di dividendi sottostanno invece a un’imposta alla fonte del 10% (fi nora 15 %). Non solo. Alcuni pagamenti di interessi saranno esentati dall’imposta alla fonte se ad esempio destinati a istituti fi nanziari (banche, assicurazio-ni o riassicurazioni, negoziatori di titoli) oppure a istituti di previdenza.

Nuova possibile stretta del governo statunitense contro i paradisi fi scali. Il deputato democratico del Texas, Lloyd Doggett, ha portato all’esame della Camera una nuova se-rie di limitazioni all’attività delle imprese statunitensi nei centri offshore. In particolare, il disegno di legge prevede che le società a stelle e strisce con un numero preponderante di dipendenti residenti negli Usa non abbiano più la possibilità di stabilire la propria resi-denza in un paradiso fi scale. Non solo. Doggett ha proposto anche di abrogare l’80% del «reddito attivo» a disposizione di queste imprese, eliminare la regola «boot in gain» che consente un trattamento fi -scale favorevole dei dividendi pagati nel corso di un processo di riorganizzazione aziendale; e rendere molto più diffi cile, per le società, ricevere proventi derivanti dalle attività in va-luta estera nelle giurisdizioni a bassa fi scalità.

Gabriele Frontoni

FISCO DEGLI ALTRI

t t P t if ibili t l t ib t I fi

La transazione in pillole

Concordato preventivo

il debitore non è obbligato a ricorrere a tale istituto ●

l’istituto è funzionale alla sistemazione della crisi ●

opportuna la creazione di una classe a se stante ●

voto dell’A.f. valido sia per la transazione che per ●

il concordatoderoga ai principi generali di graduazione disposti ●

della legge fallimentare per l’Ivafalcidia dei crediti per sanzioni ed interessi sul ●

debito Ivanessun obbligo di una relazione giurata predisposta ●

da un professionista (comma 2, art. 160 l.f.)

Ristrutturazione dei debiti

valida la proposta di transazione propedeutica ●

all’accordo di ristrutturazioneai soli creditori aderenti la valutazione della ●

propostainef f icacia della transazione per il mancato ●

raggiungimento degli obiettivi o per la mancata omologazione degli accordi di ristrutturazione

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25Sabato 22 Maggio 2010Sabato 2I M P O S T E E TA S S E

TRIBUTI DOGANALI/ Una sentenza della Corte di cassazione sul Tud

Reati? Prescrizione lungaCorresponsabilità spedizioniere-importatore

DI BENITO FUOCO

Quando ricorrono ipotesi di reato, tra lo spedizioniere doganale e l’importatore si crea una corresponsabilità

che, indipendentemente dalla par-tecipazione al processo penale di tutti i presunti debitori, li vede re-sponsabili in solido nel pagamento dei diritti evasi; la «notitia crimi-nis», tuttavia, deve intervenire nel termine triennale di cui all’art. 84 del Tud n. 43/73 (termine ridotto da cinque a tre anni dall’art. 29, comma 1, della legge 428/90); inoltre, la prescrizione triennale prevista da questo stesso art. 84 del Tud, decorrerà dalla data in cui questo procedimento penale sarà divenuto defi nitivo.

Sono le motivazioni che si leg-gono nella sentenza 9773/2010 emessa dalla sezione tributaria della cassazione, depositata nella cancelleria della Corte lo scorso 23 aprile.

La vicenda tratta di bollette doganali emesse dalla Dogana di Rovereto per l’importazione di banane di cui era stata accertata la falsifi cazione dei certifi cati di origine; questa sentenza, offre lo

spunto per delimitare quali sia-no i termini di prescrizione della pretesa erariale, e quali siano le singole responsabilità addebitabi-li allo spedizioniere ed all’impor-tatore secondo quanto previsto dall’art. 12 del dlgs 374/90 e dagli art. 201 e 202 del codice doganale comunitario.

La Commissione regionale di Trento, occupatasi in precedenza della questione, aveva ritenuto prescritta la pretesa erariale; in-fatti, nei confronti della società ricorrente non era stata intrapre-

sa direttamente alcuna azione pe-nale. Secondo i giudici, quindi, si erano maturati i termini triennali di prescrizione previsti sia dall’ar-ticolo 84 del Tud che dall’articolo 221 del codice doganale comuni-tario. Gli stessi giudici regionali avevano, quindi, ritenuto inap-plicabile la proroga discendente dal processo penale avviato nei confronti della società importa-trice, ritenendo, anche sulla base di una sentenza della Corte di giustizia europea del 2004 (causa C-414/02), che non fosse utilizza-bile il concetto di responsabilità oggettiva a norme comunitarie doganali.

La cassazione tributaria ha tuttavia capovolto la decisione dei giudici regionali, ed accogliendo il ricorso dell’Agenzia delle dogane di Trento, ha stabilito un princi-pio coordinato tra la legislazione nazionale e quella comunitaria; precisando che, lo spedizioniere doganale, risponde in via solidale con il soggetto per conto del quale le merci sono state presentate in dogana, di tutti i dazi, le imposte e gli accessori dovuti in relazione all’operazione commerciale, con gli interessi relativi, specifi cando

anche, quali siano i termini di pre-scrizione.

La decisione trae argomen-tazioni dal codice doganale co-munitario, le cui disposizioni prevalgono sulle leggi nazionali. Il collegio rileva che l’azione di recupero dei dazi all’importazio-ne o all’esportazione, ex art. 84 Tud, si prescrive in tre anni; gli ermellini osservano che, quando sia ipotizzabile un reato, secon-do quanto previsto dagli art. 201 e 202 del codice doganale comunitario, la prescrizione triennale viene interrotta. Pre-scrizione che, secondo quanto ritiene la legislazione interna, non può che riprendere con la definizione del procedimento penale, non potendosi prima avere certezza sulla debenza dei tributi; e questo aggiunge il collegio supremo, «indipen-dentemente dalle persone cui venga imputato il reato in sede penale, con il solo limite, che la notitia criminis che determina la proroga del termine trienna-le, sia intervenuta nel corso di tale termine, e non dopo la sua scadenza».

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DI VALERIO STROPPA

Quando l’amministrazione fi -nanziaria recupera a tassazione maggiori ricavi ritenuti omessi, il contribuente può far valere i relativi maggiori costi inerenti e non dedotti, anche se questi non sono transitati nella propria contabilità. Tuttavia, è onere del ricorrente esercitare questo suo diritto e non è obbligo dei verifi catori provvedere ad indi-viduare e a quantifi care «d’uffi -cio» i costi inerenti non inseriti nelle scritture. È quanto ha af-fermato la Ctp di Reggio Emi-lia con la sentenza n. 66/01/10, depositata il 26 aprile 2010, allineandosi a un principio già espresso in più occasioni dalla Cassazione (sentenze n. 21571/2005 e n. 7787/2007). Il caso in esame vedeva un agente di commercio opporsi a un av-viso di accertamento emesso ai fi ni Irap, Iva, Irpef con relative sanzioni. L’uffi cio aveva riporta-to a tassazione maggiori ricavi derivanti da provvigioni, assu-mendo uguale importo come maggior reddito imponibile. Il contribuente si difendeva asse-rendo che l’Agenzia non aveva considerato i maggiori costi sop-portati per produrre i maggiori introiti contestati. Costi che, se-condo la difesa del ricorrente, l’agente non aveva indicato in contabilità essendosi fatto rila-sciare dalle controparti scontri-ni e ricevute fi scali al posto delle fatture. Una tesi che muoveva dalla massima sancita dalla Suprema corte secondo cui, in ipotesi di mancata dichiara-zione dei ricavi, «gli accertatori devono, al fi ne di determinare il maggior reddito, indagare e considerare anche gli specifi -ci costi che il contribuente ha dovuto sostenere per la realiz-zazione dei ricavi omessi» (sen-tenza n. 14797/2002). I giudici della Ctp reggiana, accogliendo le deduzioni dell’uffi cio resisten-te, evidenziano che è vero che, in linea con la sentenza della Cas-sazione appena richiamata, il contribuente ha la possibilità di far valere i costi inerenti anche se questi non sono transitati in bilancio, «purché espressi attra-verso elementi certi e precisi». Tuttavia, è onere del ricorrente far valere tale diritto. Pertanto, giacché nel caso all’attenzione della corte emiliana l’agente non aveva provato «l’esistenza e l’ammontare dei maggiori costi, essendosi limitato ad affermarne l’esistenza senza minimamente fornirne la pro-va», il ricorso viene respinto e il contribuente viene condannato anche al pagamento delle spese processuali.

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CTP REGGIO E.

Ricavi omessi,

sì ai costi

Tutti gli interessi relativi a crediti d’imposta maturati dopo il primo gennaio 1988, e conseguiti da soggetti che produ-cono reddito d’impresa, sono assoggettabili a tassazione; infatti anche se di natura compensativa, questi interessi devo-no essere sempre assoggettati ad imposta ai sensi dell’articolo 56, comma terzo del Dpr n. 917/1986.Sono le conclusioni che si leggono nella sentenza n. 5679/2010 della sezione tributaria della Corte di cassazione, depositata in cancelleria il 9 marzo 2010.La vertenza riguarda un accertamento con cui l’Agenzia di Roma quattro accertava delle maggiori imposte Irpeg ed Ilor pretese per interessi corrisposti su crediti d’imposta. Sul punto le commissioni di merito avevano condiviso i motivi di ricorso ed annullato l’accertamento.La sezione quinta della cassazione ha completamente capovolto la decisione dei gradi di merito e stabilito la tassazione degli interessi maturati sui crediti d’imposta di qualunque natura, anche compensativa. Applicando la norma quindi, gli ermellini hanno stabilito che con l’introduzione del Testo unico delle imposte dirette, e quin-di dal 1° gennaio 1988, tutti gli interessi, a qualunque titolo corrisposti, concorrono a formare il reddito relativo all’eser-cizio. «Non vi sono dubbi», osserva il collegio supremo, «che gli interessi maturati sui crediti di imposta vantati nei confronti dell’amministrazione fi nanziaria servano a compensare i con-tribuenti dell’esborso pecuniario precedentemente effettuato con una somma che doveva essere restituita». Il collegio dice pure che l’interesse da corrispondere su questa somma doveva servire ad integrare la diminuzione patrimoniale subita dal con-tribuente «che così viene compensato dal mancato godimento del denaro versato», tale che non può dubitarsi della natura compensativa degli interessi maturati sui crediti di imposta.Successivamente, spiegano gli ermellini, con l’introduzione del dpr 917/86, articolo 41 lettere a) e b), integrato con il terzo comma dell’articolo 56 (disposizione avente carattere innovativo) il legislatore ha previsto testualmente che «gli interessi, anche se diversi da quelli stessi indicati nelle let-tere a) e b) del comma 10 dell’articolo 41, concorrono a for-mare il reddito per l’ammontare maturato nell’esercizio». Quindi, concludono i giudici di Piazza Cavour, tutti i tipi di interesse, anche quelli di natura compensativa, quando sia-no conseguiti da soggetti che producono redditi d’impresa dal 31 dicembre 1987 sono assoggettati a tassazione.

Benito Fuoco

Interessi su crediti d’imposta soggetti a tassazione

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sione dei diritti doganali

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I principi

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26 Sabato 22 Maggio 2010 LAVORO E PREVIDENZA

Messaggio Inps con i chiarimenti sull’applicazione dei trattamenti speciali nel settore agricolo

Il voucher non tocca l’indennitàDisoccupazione piena per i lavori occasionali fi no a 3 mila €

DI DANIELE CIRIOLI

Indennità di disoccupazione piena a chi abbia svolto at-tività di lavoro occasionale. Ma fi no a 3 mila euro netti

di compenso; la somma ecceden-te tale importo, invece, riduce le giornate indennizzabili. Lo pre-cisa, tra l’altro, l’Inps nel mes-saggio n. 13212/2010 dettando le istruzioni per l’erogazione delle prestazioni di disoccupazione agricola di competenza dell’an-no 2009.

Limite massimo indenniz-zabile. La prima precisazione fa seguito ad appositi chiari-menti del ministero del lavoro, e riguarda la non applicabilità ai trattamenti speciali agricoli del tetto massimo indennizza-bile; per cui, le liquidazioni di competenza del 2009 saranno defi nite secondo questo nuovo principio. Inoltre, l’Inps spiega che tutte le richieste di riesame e i ricorsi amministrativi in ma-teria, presentati sulle indenni-tà già liquidate in competenza dell’2008 e ancora pendenti, sa-ranno defi niti in autotutela.

Extracomunitari stagiona-

li. I cittadini dei paesi extraco-munitari non convenzionati che entrano in Italia con un permesso di soggiorno per lavoro stagionale non sono assicurati per la disoc-cupazione involontaria, né ai fi ni dell’assegno al nucleo familiare; lo sono, invece, gli stranieri in possesso di permesso di soggior-no per lavoro subordinato, anche se svolgono attività di lavoro sta-gionale. In merito, l’Inps spiega che l’unico discrimine valido per l’individuazione della «stagiona-lità» è la presenza dell’avente di-ritto sugli elenchi trasmessi dal ministero dell’interno, in qualità di titolare di permesso di soggior-

no per lavoro stagionale.Doppia presentazione do-

mande. L’Inps spiega di avere verificato, frequentemente, la doppia presentazione attraver-so patronati delle domande tele-matiche per lo stesso lavoratore. Al fi ne di stabilire a quale di tali enti di patronato il lavoratore intenda affidare il patrocinio, l’Inps stabilisce che lo stesso venga convocato presso la sede territoriale al fi ne di far rilascia-re una dichiarazione sottoscritta in cui indicare il patronato che si intende delegare.

Voucher e disoccupazione. La legge n. 33/2009 ha ampliato

le modalità di applicazione delle prestazioni di lavoro occasionale accessorio, disciplinando, in via sperimentale per l’anno 2009 (prorogato anche all’anno 2010 dalla legge n. 191/2009), la possi-bilità d’impiego da parte dei per-cettori di prestazioni integrative di sostegno al reddito. In questo caso, è previsto per il prestatore di lavoro occasionale accessorio un limite massimo ai compensi derivanti dai voucher fi ssato a 3 mila euro netti complessivi con riferimento all’anno solare, inte-ramente cumulabili con le pre-stazioni integrative del salario o altre prestazioni di sostegno al reddito. Per quanto riguar-da il computo dell’indennità di disoccupazione agricola da ero-gare al lavoratore agricolo che abbia svolto nell’anno di riferi-mento della prestazione attività di lavoro occasionale accessorio, l’Inps precisa che, entro la soglia di 3 mila euro netti di compenso, le relative giornate non devono essere detratte dal parametro annuo di riferimento. E che qua-lora invece tale compenso abbia superato il limite (dei 3 mila euro netti), la somma eccedente

dovrà essere rapportata al sala-rio medio giornaliero utilizzato per il calcolo della prestazione, al fi ne di individuare le giorna-te che devono essere considerate non indennizzabili.

Ricorsi sul salario. L’Inps, infi ne, prende in considerazione il consistente contenzioso sul-le indennità di disoccupazione agricola liquidate sulla base di retribuzioni indicate dai datori di lavoro, più basse rispetto a quelle contrattuali o su retribu-zioni inferiori rispetto a quelle effettivamente percepite dai la-voratori. E spiega che la docu-mentazione presentata dal la-voratore a corredo del ricorso, al fi ne di dimostrare la retribuzio-ne effettivamente percepita, ove superiore rispetto a quella indi-cata dal datore di lavoro, andrà inoltrata agli uffi ci competenti per provvedere, in via immedia-ta, ad avviare tutte le attività di accertamento nei confronti dell’azienda denunciante, per la corretta defi nizione del salario da valere sia per il calcolo con-tributivo che per il pagamento delle prestazioni.

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Vi ricordate della cal-ciatrice Feliciana? Ne parlammo in una storia dello scorso anno. Quella ragazza che valuta gli uo-mini sempre meno, quasi quanto i fuchi, i maschi delle api, i quali, incapa-ci persino di fare il miele, vengono uccisi dalle fem-mine, dopo aver provveduto all’unica cosa che i maschi sanno a malapena fare: la fecondazione.

Però la calciatrice Fe-liciana è generosa, non ci vuole ammazzare, vuole soltanto conseguire la pa-rità anche nel pallone, oggi troppo maschilista! È sicu-ra che prima o poi le donne giocheranno in serie A, tra-sferendo via via gli uomini a battere i denti dal freddo in panchina.

Vuole in sostanza che milioni di ragazze gio-chino a pallone, vincendo, come hanno fatto le ragazze americane, per ben quattro volte il titolo mondiale. Sa che sarà lotta dura, i ra-gazzi giocano a pallone da oltre un secolo e danno cer-te botte da far paura. Per cui si allena intensamente in una squadra di maschi, ricambiando generosamen-te i calci sugli stinchi.

Così dicevamo in quel-la storia, che ebbe tra i

lettori un certo successo. Ora però pensiamo che la Feliciana ci voglia più bene, ha letto anche lei l’intervista di Adecco Ita-lia a cento imprese, circa le scelte di chi è appena diventato padre, apparsa sul Corriere della Sera di venerdì 16 aprile scorso.

Si sente particolar-mente vicina agli operai, poiché sono loro a richiede-re maggiormente il conge-do di paternità dal lavoro. Operai-mammi soprattut-to di grandi aziende (che trovano meno difficoltà a sostituire la persona assen-te), prevalentemente resi-denti in Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, Toscana, Piemonte e Marche.

Sono meno gli impie-gati, scrive Irene Consi-gliere, nel giornale citato, che chiedono di assentar-si per dedicare il proprio tempo alla prole appena nata.

E siccome nessun di-rigente, secondo l’intervi-sta, risulta aver fatto tale scelta, Feliciana prevede che saranno loro i primi a fare la fine dei fuchi.

Valfrido Paoliconsulente del lavoro

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STORIE DI LAVORO

I mammi crescono

DI ANTONIO G. PALADINO

Il Consiglio di stato dà il via libera al regolamen-to che disciplinerà gli accessi e gli accertamenti antimafi a nei cantieri delle imprese interessate all’esecuzione di lavori pubblici. Un obiettivo

fi ssato dalle disposizioni sulla sicurezza pubblica (legge n. 94/2009) e che proprio in questi giorni è sta-to licenziato con parere favorevole da Palazzo Spada. Tra le disposizioni contenute, quella che prevede che se l’informativa antimafi a dovesse risultare positi-va, le amministrazioni pubbliche potranno recedere dai contratti, essendo tenute a pagare solo il valo-re delle opere completate. La norma in questione prevede un ampliamento dei poteri dei Prefetti al fi ne di contrastare i fenomeni di criminalità orga-nizzata. Questi, infatti, potranno disporre accessi e accertamenti nei cantieri, avvalendosi dei gruppi interforze, istituiti ai sensi dell’articolo 5 del decreto del ministero dell’interno 14/3/2003. Il regolamento si riferisce a tutti i soggetti che, a qualsiasi titolo, intervengano nella realizzazione dell’opera pubblica, anche me-diante fornitura di beni e servizi, compresi quelli di natura intel-lettuale e indipendentemente dal valore dei contratti. Posto che gli accertamenti disposti dai prefetti dovranno essere «celeri ed effi ca-ci», la norma in esame assegna 30 giorni ai gruppi interforze per la redazione della relazione fi nale al prefetto. A quest’ultimo viene

dato un successivo termine di 15 giorni per poter rilasciare le informazioni antimafi a nei confronti di quei soggetti «che possono determinare le scelte o gli indirizzi delle imprese e a carico dei quali siano emersi elementi relativi a tentativi di infi ltrazione mafi osa». Un elemento di novità, come sottolineato da Palazzo Spada, è dato dall’eventuale preventi-va audizione del soggetto interessato, vale a dire il responsabile legale dell’impresa, il quale potrà produrre «documentazione e informazioni utili» atti a chiarire il risultato positivo dell’informazio-ne antimafi a.

Se le informazioni rilasciate a seguito degli acces-si e accertamenti nei cantieri dovessero risultare positive, le amministrazioni interessate potranno recedere dai contratti, salvo il pagamento del valore delle opere già eseguite e il rimborso delle spese sostenute per il completamento dell’opera. Tutte le informazioni sono acquisite e gestite con fl ussi infor-matici dalle Prefetture che le immettono nel sistema informatico della Direzione nazionale antimafi a.

Via libera dal Cds al regolamento attuativo della legge 94/2009

Ok all’accesso in cantiere per i controlli antimafia

Erano stati sperimentati l’anno scorso con l’obiettivo di in-centivare l’apertura dei negozi nel mese di agosto; verran-no riproposti in questa stagione (da giugno a dicembre) per promuovere una «cultura della legalità». Tornano a Milano (con un investimento di 109 mila euro del comune) i buoni lavoro, voucher per giovani studenti che vogliano e possano prestare lavoro occasionale nei giorni liberi da impegni scola-stici. I datori di lavoro potranno acquistare, rivolgendosi alle associazioni di categoria o l’Inps, i voucher e consegnarli agli studenti in base agli accordi e dopo aver quantifi cato le ore lavorative effettuate.

Milano, arrivano i buoniper la cultura della legalità

li I cittadini dei paesi extraco no per lavoro stagionale

VOUCHER

NEUTRALI

Fino a 3 mila euro netti di compenso, le giornate di

lavoro accessorio non vengono detratte dall’indennità di

disoccupazione; quelle oltre tale soglia, invece, incidono sul

calcolo della prestazione

DISOCCUPAZIONE

SENZA LIMITI

A partire dall’anno di competenza 2009, ai trattamenti speciali

agricoli non si applica il tetto massimo indennizzabile

ISPEZIONI

IN AZIENDA

In presenza di ricorso per difformità dei salari denunciati dalle

imprese e quelli dichiarati dai lavoratori, l’Inps provvederà ad

avviare le attività di accertamento nei confronti dell’azienda, per

la corretta dei nizione del salario, non solo ai i ni del pagamento

delle prestazioni ma anche dei contributi previdenziali

Fino a 3 mila euro netti di compenso le giornate di

I principali chiarimenti

Il testo del parere su www.italiaoggi.it/documenti

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27Sabato 22 Maggio 2010Sabato 22 MagP R O F E S S I O N I

Le reazioni di ordini, sindacati e associazioni al disegno di legge di riforma

La proposta Siliquini è outNon piace il ddl di iniziativa parlamentare

PAGINA A CURADI IGNAZIO MARINO

Gli ordini bocciano la ri-forma delle professioni targata Siliquini. Doveva essere il disegno di legge

in grado di mettere tutti d’accor-do, perché frutto di un’indagine conoscitiva durata quasi un anno all’interno della quale sono state ascoltate tutte le professioni. In-vece il ddl, depositato in commis-sione Giustizia martedì (si veda ItaliaOggi del 20 maggio 2010), ha messo tutti contro tutti. Ad esprimere soddisfazione solo le associazioni non regolamentate, ma solo perchè la proposta della relatrice Maria Grazia Siliquini non li comprende.

Gli ordini. Una presa di po-sizione uffi ciale arriverà proba-bilmente lunedì, ma ingegneri e architetti hanno già bocciato per le vie brevi il testo. A non andare giù ai tecnici, fra le altre cose, è la cancellazione delle sezioni b di tutti gli ordini. Gli iunior (ovvero i laureati triennali) non sono tan-tissimi. Ma il Cni ne ha pur sem-pre 5 mila. C’è poi la previsione

del nuovo albo dei tecnici di primo livello, che realizzerebbe il sogno di una sola casa dei geometri, pe-riti industriali e periti agrari. Un progetto sul quale il Cni vigila da tempo per le possibili ripercus-sioni in materia di competenze. Butta acqua sul fuoco Giuseppe Jogna, presidente dei periti in-dustriali, che non si riconosce «in tutto questo allarmismo per un testo perfettibile ma pur sempre necessario per ammodernare il comparto». Non critica né difende il testo il comitato unitario delle professioni. «Restiamo fedeli alla tabella di marcia che ci ha dato il ministro Alfano nel corso degli stati generali delle professioni», commenta il numero uno del Cup, Marina Calderone. Che aggiun-ge: «Come Comitato unitario delle professioni stiamo lavorando ad un testo che possa essere condivi-so con il comitato delle professioni dell’area tecnica».

I sindacati. «Un mostro giuri-dico che rischia di spazzare via gli ordini professionali». È durissimo il commento del presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, al disegno di riforma delle profes-

sioni dal relatore Siliquini. «Qui si sta cercando di sovvertire la natura costituzionale degli or-dini professionali, enti di diritto pubblico a tutela degli interessi generali (ai quali i professionisti sono obbligatoriamente iscritti), per trasformarli in organismi di rappresentanza sindacale delle categorie intellettuali. È l’eutana-sia degli ordini. Contrasteremo», si legge su una nota stampa, «con tutti i mezzi e con tutte le forze questa norma che porta acqua solo a chi vuole smantellare il si-stema ordinistico o, peggio, crea

vantaggi solo a chi vuole trasfor-mare gli ordini professionali in un centro di potere politico ed economico per un proprio torna-conto personale». Critiche anche dai giovani dottori commerciali-sti guidati da Luigi Carunchio: «Il testo crea solo confusione di ruoli». Si dice preoccupata perfi -no l’Adepp. «Apprendiamo di una norma che parla di casse di pre-videnza, notoriamente autonome e che non possono entrare nella riforma delle professioni», dice Antonio Pastore.

Le associazioni. Sono le uni-che a festeggiare in questi giorni Il Colap di Giuseppe Lupoi con-viene sulla proposta di separare il percorso di regolamentazione delle associazioni professionali dal percorso di riforma delle pro-fessioni. Scrive su una nota: «È quello che noi sosteniamo sin dal 2004 e che recentemente abbiamo ribadito nel documento fi nale pre-sentato al termine delle audizioni delle Commissioni riunite II e X». Sulla stessa linea il segretario ge-nerale e il presidente di Uniprof (Cna- Assoprofessioni), Sergio Gambini e Giorgio Berloffa.

Un mese in più per pagare le imposte. Appare, infatti, in-dispensabile un provvedimen-to che modifi chi i termini ri-guardanti gli adempimenti dei contribuenti relativi a imposte e contributi derivanti dalla di-chiarazione dei redditi e Irap, per differire i pagamenti in scadenza dal 16/06/2010 al 16/07/2010 senza la maggiora-zione degli interessi corrispet-tivi dello 0,40%. La richiesta è contenuta nella mozione conclusiva dell’assemblea dei consigli provinciali dei consu-lenti del lavoro, conclusasi ieri. Di conseguenza il consiglio na-zionale presieduto da Marina Calderone provvederà a chie-dere al ministro delle fi nanze, Giulio Tremonti, e al diretto-re dell’Agenzia delle entrate, Attilio Befera, «un apposito provvedimento affi nché i con-tribuenti, tenuti ai versamenti risultanti dalla dichiarazione dei redditi e da quella dell’im-posta regionale sulle attività produttive entro il 16 giugno 2010, possano effettuare i versamenti un mese più tar-di. E che solo per i pagamenti compresi tra il 16 luglio 2010 e il 16 agosto 2010 sia previ-sta una maggiorazione delle somme da versare dello 0,40 per cento a titolo di interesse corrispettivo. Ancora, si chiede di prevedere il rinvio della tra-smissione del modello Unico 2010. Ad aver bisogno di que-sto posticipo sono i soggetti che esercitano attività economiche per le quali sono stati elabo-rati gli studi di settore e che dichiarano ricavi o compensi di ammontare non superiore al limite stabilito per ciascun studio di settore dal relativo decreto di approvazione del Ministro dell’economia e delle fi nanze, ivi compresi i soggetti che partecipano a società, as-sociazioni e imprese. I consu-lenti premettono nel loro docu-mento che in data 19/05/2010 è stato messo a disposizione da parte dell’Agenzia il sof-tware Gerico 2010 (versione Beta) per il calcolo dei ricavi da studi di settore, software che consente sì il calcolo del-la Congruità per i 206 studi di settore in vigore per il pe-riodo d’imposta 2009 ma che tuttavia non è utilizzabile per l’adempimento degli obblighi fi scali, come ben evidenziato nel sito dell’Agenzia stessa. Il ritardo nel rilascio del softwa-re Gerico 2010 nella versione defi nitiva, utilizzabile ai fi ni fiscali», si legge, «crea no-tevoli difficoltà sia per le case di software che devo-no ancora adeguare i loro applicativi, sia soprattut-to per i professionisti che assistono le imprese negli adempimenti dichiarativi che hanno pochissimo tem-po per effettuare il calcolo delle imposte dovute».

CONSULENTI

Imposte, versamenti al 16 luglio

AVVOCATURA

Conciliazione Protestanol’Oua e il Cnf

DI MARIO VALDO

Graduale introduzione della conciliazione settore per setto-re, formazione tramite gli ordini forensi e presenza dell’avvoca-to nel procedimento. Queste le condizioni dettate dal consiglio nazionale forense in merito al dlgs n. 28/2010. Dopo la prote-sta allargata di 140 ordini locali contro la disciplina della media conciliazione, il Cnf ha deciso in-fatti di scendere in campo. «L’at-tuazione delle regole legislative sulla mediazione-conciliazione», recita una nota diramata ieri, «comporta gravi oneri per gli organismi istituiti dagli ordini forensi sia dal punto di vista della organizzazione degli enti e del loro funzionamento sia per la formazione dei conciliatori». «Per poter funzionare adegua-tamente», continua la nota, «oc-correrà pensare ad una graduale introduzione della conciliazione settore per settore e alla forma-zione degli avvocati-conciliatori mediante gli ordini forensi». Netta la posizione dell’Oua, che ieri a Napoli ha organizzato un convegno sul tema. «E’ una pro-testa compatta, che cresce gior-no dopo giorno, con una richie-sta chiara: modifi care subito il decreto legislativo sulla media-conciliazione», ha dichiarato il presidente Maurizio de Tilla.

DI GABRIELE VENTURA

Sulle cessioni d’azienda commercialisti e avvocati fuori dai giochi. La competenza per il deposito dei contratti sottoscritti con firma digitale per l’iscrizione nel re-

gistro delle imprese resta in mano ai notai. La commissione Affari costituzionali della camera ha approvato infatti l’altro ieri l’emendamento del governo che sopprime l’articolo 8-ter. Quindi, il disegno di legge sulla semplificazione dei rapporti della pubblica amministrazione con cittadini e imprese approderà mercoledì in aula a Monte-citorio privo dell’articolo che estendeva anche ai commercialisti la possibilità di depositare, per l’iscrizione nel registro delle imprese, «i contratti, in forma pubblica o per scrittura privata, sotto-scritta con firme autografe o digitali autenticate». Un ampliamento che aveva scatenato le proteste dei notai, da un lato, e degli avvocati dall’altro, con il consiglio nazionale forense che ha riven-dicato il ruolo chiave dei legali nella redazione dei contratti. «Dovrebbe far parte della loro com-petenza la possibilità di formalizzarli presso le autorità pubbliche», recitava la nota diffusa dal Cnf. Partita chiusa, quindi, dopo che il disegno di legge, di cui il relatore è Andrea Orsini, è sta-to rinviato settimana scorsa dall’assemblea alla commissione Affari costituzionali per un ulteriore esame. Che si concluderà presumibilmente mar-tedì prossimo. Il presidente della I commissione, Donato Bruno, ha infatti comunicato che nella riunione dell’ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, «si è convenuto sull’op-portunità di chiedere al presidente della camera che l’inizio della discussione del provvedimento in assemblea per la settimana prossima non abbia luogo prima di mercoledì, in modo che la commis-sione possa concludere l’esame nella giornata di

martedì 25 maggio, dopo aver acquisito il parere delle commissioni competenti in sede consultiva e del comitato per la legislazione». Soddisfazio-ne da parte del consiglio nazionale del notariato. «Esprimo soddisfazione», ha detto il presidente Paolo Piccoli, «perché governo e parlamento han-no compreso le ragioni che stanno alla base della difesa dei pubblici registri, attraverso il controllo di legalità preventivo garantito dagli atti notarili, perno fondamentale per la sicurezza giuridica, la pace sociale e lo sviluppo economico equilibrato del paese».

Il ddl semplificazioni ritornerà mercoledì in Aula al Senato

Le cessioni d’aziendain mano solo ai notai

C’è il nuovo consiglio nazionale del notariato per il prossimo triennio 2010/2012. La procla-mazione degli eletti è stata comunicata dal mi-nistero della giustizia sulla G.U. n. 116 del 20 maggio. Dalle elezioni del 27 febbraio entrano nel nuovo organo di governo della professio-ne i seguenti notai: Ivo Grosso e Flavia Pesce Mattioli (Piemonte e Valle d’Aosta); Michelan-gelo La Cava (Liguria); Guido De Rosa e Paolo Setti (Lombardia); Gabriele Noto e Eliana Mo-randi (Triveneto); Maria Luisa Cenni (Emilia-Romagna); Giambattista Nardone (Toscana); Maurizio D’Errico – Giuseppe Celeste (Lazio); Francesco Pianu (Sardegna); Adriano Cri-spolti (Marche e Umbria); Giancarlo Laurini (Campania); Donatella Quartuccio (Abruzzo e Molise); Roberto Braccio (Puglia); Aniello Calabrese (Basilicata); Giampiero Montele-one (Calabria); Giovanni Vigneri e Antonio Grimaldi (Sicilia). Il presidente uscente Paolo Piccoli convocherà nei prossimi giorni il consi-glio nazionale eleggere il nuovo vertice.

Cnn, ecco gli eletti

Maria Grazia Siliquini

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28 Sabato 22 Maggio 2010 TRIBUTARISTI - LAPET

Per il presidente della Lapet bene il ritorno in commissione del ddl

Semplificazioni avanti tutta Falcone: via gli adempimenti burocratici inutili

DI PAMELA GIUFRÈ

«Il ritorno in Commissione Affari costituzionali della Camera del ddl Semplifi-cazione è un treno da non

perdere per raggiungere a tutti gli effetti l’obiettivo dichiarato del provvedimento, ovvero semplifica-re alcune procedure amministra-tive». Così il presidente nazionale della Lapet, Roberto Falcone, com-menta il rinvio dell’A.c. 3209-bis deciso dall’assemblea di Monteci-torio martedì scorso. Per i tribu-taristi, infatti, non si tratta di un passo indietro, ma di un’occasione da cogliere per non tradire i prin-cipi ai quali il ddl Brunetta è stato ispirato all’origine. Principi che la Lapet ritrova in molti passaggi del provvedimento, ma non in tutti. «Il disegno di legge nasce dalla ne-cessità di rendere meno complessa la vita dei cittadini e delle impre-se», spiega il presidente Falcone, «nell’intento di ridurre tutti quegli ostacoli burocratici che si possono evitare, in quanto obiettivamen-te inutili. Nello stesso tempo, il provvedimento intende liberare risorse fi nanziarie, utilizzabili per il rilancio della crescita economi-

ca del Paese, soprattutto in questo periodo particolare di crisi. Infi ne, il disegno di legge sulla Semplifi -cazione si ripropone di collegare l’azione amministrativa al per-seguimento degli obiettivi di tra-sparenza, accesso e partecipazione dei cittadini». Dunque, come più volte ribadito dallo stesso ministro per la pubblica amministrazione, Renato Brunetta, con questo prov-vedimento si prosegue nell’opera di semplifi cazione avviata dalla legge n. 69 del 2009, in materia di azione amministrativa. «E», ritiene Falcone, «al di là di ogni discutibile critica alla rigidità del provvedimento dello scorso anno, la legge Brunetta ha comunque rappresentato un primo esempio concreto di semplifi cazione e sbu-rocratizzazione». Ora l’auspicio dei tributaristi della Lapet è che il ddl Semplifi cazione faccia altret-tanto. Certo, tra gli aspetti positivi dell’A.c. 3209-bis ci sono importan-ti norme di semplifi cazione per le imprese, in materia di previdenza e assicurazioni, per gli adempi-menti relativi a leggi di pubblica sicurezza, e una signifi cativa ridu-zione degli oneri amministrativi. Non mancano poi esempi di sbu-

rocratizzazione nel settore della sanità, dell’edilizia, della giustizia e dell’istruzione. E sono degne di rilievo le due deleghe al governo riguardanti l’emanazione della Carta dei doveri delle ammini-strazioni pubbliche e di uno o più codici che provvedano alla sempli-fi cazione e al riassetto complessivo delle norme generali vigenti rela-tive all’attività amministrativa, ai procedimenti, ai poteri e ai doveri delle pubbliche amministrazioni. «Ma», dice Falcone, «resta il pro-blema delle cessioni d’azienda, che rischia di trasformare un prov-vedimento di semplifi cazione in una complicazione». Pericolo che potrebbe comunque essere facil-mente scongiurato. Contro l’emen-damento all’art. 8, che prevede l’abilitazione dei dottori commer-cialisti agli invii telematici delle cessioni d’azienda, si sono infatti già schierati praticamente tutti: governo, maggioranza e opposizio-ne. Proprio il governo ha chiesto di sopprimere questa proposta. «È evidente», annuncia il presidente dei tributaristi della Lapet, «che il governo ha subito riflettuto sull’inutilità di questo emenda-mento, che alla fi ne dei conti, pa-

radossalmente, non avrebbe fatto altro che complicare proprio quelle procedure che si vogliono snellire». In effetti, se l’art. 8-ter dovesse passare così com’è stato emendato - ipotesi piuttosto lontana oramai - si allargherebbe ulteriormen-te il divario con il cittadino. «La prima parte dell’art. 8», spiega Falcone, «è pienamente condivi-sibile disponendo la possibilità di sottoscrivere con fi rma digita-le i contratti relativi alle cessioni d’azienda. Poi però, nella seconda parte del dispositivo, si obbliga al deposito per l’iscrizione nel regi-stro delle imprese attraverso un intermediario abilitato o tramite il notaio. Ma che semplifi cazione è questa?». La domanda, eviden-temente, se la sono posta anche numerosi parlamentari. In parti-colare, quelli ai quali la Lapet ha già avuto modo di far conoscere la sua posizione quando il provvedi-mento era ancora al vaglio della Commissione, prim’ancora di ap-prodare all’Aula della Camera da dove - come è stato detto - ora è tornato indietro. «Proponiamo», precisa il presidente, «di lasciare alle parti, cedente o cessionario che sia, la piena libertà di prov-

vedere al deposito dell’atto al registro delle imprese, dal mo-mento che è già stato sottoscrit-to con fi rma digitale, oppure di rivolgersi al professionista in-termediario, eliminando dunque l’obbligo attualmente sancito dal “devono” contenuto nell’art. 8 ter. Basta sostituire il “devono” con un “possono” per spianare realmente la strada alla sempli-fi cazione». Un’idea che la Lapet lancia per evitare l’introduzione di un ulteriore adempimento che, per Falcone, «di sicuro non scalfi -rà affatto l’attività professionale dei tributaristi, ma certamente potrebbe complicare la vita di molti cittadini».

APPELLO A TREMONTI

Scadenze, serve la proroga ad agosto per acconti e saldiProrogare ad agosto la scadenza del versamen-to saldi e acconti fi ssata al 16 giugno 2010. È la richiesta che i tributaristi della Lapet rivolgono al ministro dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti. Il presidente dell’associazione, Roberto Falcone, ha infatti scritto martedì 18 maggio 2010 una lettera al ministro appellandosi alla sua dispo-nibilità già dimostrata un anno fa quando lo stesso Tremonti accordò lo slittamento delle scadenze al 4 agosto 2009. «Rinnoviamo il nostro appello», si legge nella lettera di Falcone, «anche quest’anno come nel 2009, affi nché le giuste istanze e riven-dicazioni dei contribuenti italiani possano essere accolte in considerazione di una serie di fattori negativi determinati dalla crisi economica inter-nazionale». Il presidente della Lapet giunge subito al dunque chiarendo al ministro dell’Economia che gli effetti della dilagante recessione, che ha inve-stito tutti i settori produttivi italiani, quest’anno si sono fatti sentire maggiormente: «Numerose imprese nazionali sono infatti state costrette a cessare la loro attività, persino dopo anni di ono-rato lavoro». In più, nella lettera, Falcone ricorda al ministro Tremonti che l’amministrazione Finan-ziaria ha dovuto rielaborare i correttivi congiun-turali per rendere gli studi di settore più aderen-ti alla situazione economica e che il software di gestione di ricavi e compensi ai fi ni degli studi di settore, che entro i primi di maggio doveva esse-re adeguato sulla base dei correttivi approvati, è stato predisposto in ritardo rispetto al previsto. «La nostra richiesta», ribadisce il presidente, «ha origine da questa situazione di generale diffi coltà, ed è fondamentale che il ministro la accolga al fi ne di permettere a tutti i contribuenti di poter adempiere agevolmente agli obblighi tributari». La Lapet precisa che lo slittamento non dovrà essere gravato della maggiorazione dello 0,40% prevista per chi paga dopo il 16/6.

ASSOCIAZIONI

Riconoscimento, l’iter della riformasi divide in dueLa commissione Attività produttive è l’alveo giusto per affrontare la riforma delle professio-ni. Ne è convinto Roberto Falcone, presidente della Lapet, che accoglie positivamente quanto deciso in commissione Giustizia, ovvero slega-re il riconoscimento delle nuove professioni dall’ammodernamento degli ordini. «È un im-portante risultato», commenta, «perfettamen-te in linea con quanto sempre richiesto dalla nostra associazione. Affrontando la riforma per comparti», spiega infatti Falcone, «cioè di-stinguendo su due distinti binari gli altrettanti differenti ambiti delle professioni ordinistiche e di quelle non regolamentate, si eviterà di ac-corpare esigenze e situazioni differenti in un unico indistinto calderone, che non riuscirebbe per forza di cose a ricomprendere la totalità dei bisogni delle categorie». Il principio tra l’altro sta alla base dei disegni di legge A.c. 1934 e A.c. 2077, ispirati dal centro studi di Assopro-fessioni, la confederazione delle associazioni delle professioni non regolamentate, e dall’uf-fi cio legislativo della Cna, la confederazione nazionale dell’artigianato, prima della fusione nel coordinamento unico, Uniprof, avvenuta a dicembre 2009. «Finalmente prevalgono le ragioni del buonsenso», afferma il presiden-te della Lapet, «oltre che della praticità, visto che all’esame ci sono già disegni di legge che riguardano i due settori in maniera distin-ta. Ciò signifi ca che l’impresa non risulterà neppure ardua, anzi sarà molto più agevole rispetto alla paventata fusione di cui si par-la praticamente da quasi un anno. E, dopo tanto tempo perso, si potrà affrontare seria-mente il capitolo del riconoscimento delle nuove professioni. Gli ordini restino pure ancorati all’illusione degli Stati generali».

A curadell’Uffi cio Stampa della ASSOCIAZIONE NAZIONALE

TRIBUTARISTI LAPET Associazione legalmente

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29Sabato 22 Maggio 2010

INEDICOLA

CON ITALIAOGGI

IL PRIMO GIORNALE DEGLI IMPRENDITORI, DEGLI OPERATORI E DEI PROFESSIONISTI DELLA TERRA E DELL’AGROINDUSTRIA

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IL MANUALAVORO

Volume 2Agricoltura

I OPERATORI E DEI PROFESSIONISTI DELLA TERRA E DELL’AGROINDUSTRIA

RITTITIPICI

CON ITALIAOGGI

OBBLIGHI E DIRDELLE PARPP TRR

CONTRATTAA I ATAA IP

CO OGOggi

Inchiesta di ItaliaOggi. Oltre a biomasse e legname, ecco come fare soldi con il patrimonio forestale

Quando il bosco passa all’incasso Giochi aziendali e riserve di caccia, così la selva diviene un tesoro

DI OSCAR BODINI

Mettere a frutto un bo-sco. Utilizzarlo non solo come terreno fertile per la produ-

zione di energia da biomasse o di legname, ma trasformarlo, ad esempio, in riserva di caccia o in campo di gioco per il team buil-ding. Sono queste alcune delle nuove tendenze, che ItaliaOggi registra nel paese, fi nalizzate ad assicurare maggiore redditività ai boschi, Che, oggi, con i pascoli di-vidono il poco invidiabile primato dei terreni meno pregiati dell’agro italiano. Secondo le ultime rileva-zioni dell’Inea, l’Istituto nazionale di economia agraria, le quotazio-ni dei boschi nel nord Italia si attestano attorno a 4 mila euro all’ettaro, mentre nel Centrosud i prezzi si decurtano di un ulteriore 50% (vedi tabella). La situazione è tuttavia destinata a cambiare perché i boschi stanno per pren-dersi una sonora rivincita in fatto di redditività.

LA CACCIA È SOLTANTO UNA SCUSA… Pernici, caprioli, lepri e cinghiali a tiro di schioppo. E se il bosco si tramutasse in una ri-serva di caccia per la felicità de-gli afi cionados della doppietta? Ci hanno pensato, tra gli altri, Martino de Rosa, fondatore del Wiish Group, una holding di in-vestimento specializzata in wine estate project, e la famiglia Nat-tino, casata di storici banchieri romani. De Rosa sta avviando una riserva all’interno della Te-nuta La Badiola, nel grossetano, dove sorgeranno anche un campo da golf da 18 buche e un piccolo sviluppo immobiliare, oltre alla già presente villa-relais a cinque stelle, con centro benessere. I Nattino, proprietari de La Cen-turiona, una sterminata tenuta in provincia di Alessandria dove si producono Cortese e Gavi di Gavi, hanno invece convertito a riserva di caccia 600 ettari di bo-sco. Nelle previsioni di entrambi, le riserve non restituiranno parti-colari redditività (si mira più che altro a coprire i costi di gestione), ma saranno più che altro «utili-ties» a disposizione dei clienti vip. Fungeranno cioè da attrattiva per incrementare altre fonti di ricavo delle due strutture: la produzione e la vendita di vino per i Nattino e la ricettività d’elevato standing per De Rosa.

COL TEAM BUILDING, BREAK EVEN A PORTATA DI MANO. Corsi di orientamento (orienteering), sopravvivenza (survival) e tiro tattico sportivo (softair) aiutano

a sedimentare i rapporti tra ma-nager e a oliare i meccanismi del gioco di squadra. L’interesse da parte delle grandi aziende per i corsi di team building sono in co-stante crescita da anni: Vodafo-ne, Tim, Siemens e Chebanca!, per fare qualche nome, hanno già coinvolto i dipendenti in queste sfi de ludiche. Una ricetta a base di terreni impervi da affrontare, sfi de tra squadre armate di fucili ad aria compressa e orientamen-to senza bussola, che pare funzio-nare. «Per problemi assicurativi, nel 90% dei casi i corsi si svolgono su terreni cintati: parchi privati, tenute, agriturismi», spiega Da-niela Fregosi, una delle più note consulenti italiane in questo campo. In genere, le associazioni che operano in Italia (ce ne sono oltre un centinaio) stipulano con-tratti triennali con aziende, enti o persone fisiche proprietarie d’incolti boschivi. Il costo si aggi-ra in genere attorno a 180 euro annui all’ettaro nel Nord Italia e 100-110 nel Centrosud, mentre l’estensione ottimale del campo d’azione si aggira intorno ai 15 ettari, meglio se attraversata da corsi d’acqua o asperità rocciose che rendono più impervio (e quin-di più interessante dal punto di vista di chi gioca) il terreno. A con-ti fatti, quindi, l’affi tto del campo d’azione costa tra 2.500 e 3 mila euro all’anno. Nel Nord Italia so-prattutto, alcuni gruppi hanno stipulato accordi con agriturismi: ottengono il permesso di giocare liberamente nei boschi di proprie-tà delle strutture, che poi a fi ne giornata accolgono la comitiva per cena e pernottamento. Stralciato il costo dell’affi tto, per partire oc-corre dotarsi delle attrezzature (armi, elmi, puntatori, ecc.) da affittare. Un’attrezzatura base costa circa 750 euro a persona e viene ammortizzata, ipotizzando due giorni di sfruttamento a setti-mana, in circa un mese. La tariffa che grava infatti sulle aziende che partecipano ai corsi è di circa 120 euro a persona. In questi termini, organizzando un corso a settima-na per sei mesi all’anno e coinvol-gendo team di 20 persone alla vol-ta, si incassano circa 57 mila euro. Tolti 15 mila euro per l’acquisto dell’attrezzatura e i costi d’affi tto si ricava già dal primo anno un utile intorno a 40 mila euro.

© Riproduzione riservata

Nuovo piano industriale e nuovi partner per il gruppo Terrae (ex Finbieticola). Si tratterebbe, se-condo quanto risulta a ItaliaOggi da rumors circo-lanti sulla piazza milanese, di Enel Greenpower, Fondazione Cariplo e Cattolica assicurazioni. Un ingresso che modifi cherà completamente l’attua-le assetto del gruppo e per consentire il quale è stato fatto un collocamento del 50% del capitale iniziale. «Il collocamento porterà risorse fresche al settore, ha detto il presidente di Terrae, Federico Vecchioni, ma ha una valenza strategica. Farà da volano non solo per dare stabilità economica ai redditi degli agricoltori ma anche nell’apportare nuova liquidi-tà allo sviluppo del progetto sulle agroenergie». La scelta di aprire a partner industriali e fi nanziari è stata, infatti, dettata dalla necessità di disporre di una maggiore leva economica per l’attuazione del progetto del gruppo. Che entra adesso nel vivo del piano operativo. E cioè ristrutturare il settore bieticolo-saccarifero con un sistema di produzione elettrica da biomasse solide, trasformando gli ex zuccherifi ci in impianti di cogenerazione alimentati da fonti rinnovabili di origine agricola, forestale, agroindustriale in grado di produrre una potenza per oltre un milione di megawattora annui. Ter-rae sarà partner in investimenti di imprese agri-cole per 280 mln di euro, con una quota destinata all’agroenergia del 79%. Non solo. Il presidente di Agrisviluppo, Gianni Bonini, ha anche annun-ciato che sono in cantiere tre progetti per energie

rinnovabili grazie ai quali entro il 2013 saranno prodotti 165 MW di energia elettrica, secondo il Patto sottoscritto con il ministero dell’ambien-te. Per consentire l’ingresso dei nuovi partner, il gruppo ha effettuato operazioni fi nanziarie per il riposizionamento delle associazioni bieticole al suo interno e la cessione delle azioni ai nuovi soci. L’ad di Terrae, Roberto Montesi, ha infatti spiegato che a fronte della cessione completa della quota da parte di Cnb e parziale da parte dell’Anb, il gruppo ha acquistato azioni proprie per metterle a disposizione dei nuovi acquirenti. In base al nuovo assetto dunque, l’associazione nazionale bieticoltori deterrà il 41% delle azioni, il 50,1% sarà costituito dai nuovi soci, mentre il restante 10% del capitale sarà nelle mani del gruppo Gavio, Coprobi e di Confagri Consult. Una scelta mirata, ha aggiun-to Montesi, a far sedere allo stesso tavolo la parte agricola, il partner industriale per mettere in pra-tica il progetto e quello fi nanziario per sostenere la realizzazione del progetto. Alla fi ne del collocamento il patrimonio netto della società sarà di 80 mln di euro. L’azione di Terrae si sviluppa attraverso le tre società Agrisviluppo spa, Casei Gerola e Bondeno. Il presidente di quest’ultima, Mario Guidi, è appena stato nominato presidente dell’Anb, che rappresenta ancora il 54% della bieticoltura italiana ed è l’unica organizzazione che può sedere ai tavoli europei.

Giusy Pascucci e Luigi Chiarello

Enel, Cariplo e Cattolica entrano in Terrae

REGIONE TIPOLOGIA MINIMO ‘08 MASSIMO ‘08 VAR.% ‘00-08

Veneto Bosco di alto fusto nella zona settentrionale della provincia di Belluno 5,0 12,0 17,5

Calabria Bosco ceduo nella collina litoranea sud-orientale di Cosenza 2,0 3,0 7,6

Liguria Bosco ceduo nella zona di Bardineto (Sv) 3,0 5,0 3,3

Lazio Castagneto da frutto nei Monti Cimini (Vt) 12,0 24,0 1,0

Toscana Seminativi e bosco nel Casentino (Ar) 5,0 7,0 1,0

Calabria Bosco nella provincia di Vibo Valentia 5,0 6,0 -3,2

Calabria Bosco nella provincia di Reggio Calabria 2,0 4,0 -3,2

Calabria Castagneto nella provincia di Vibo Valentia 4,0 4,0 -3,2

REGIONE TIPOLOGIA MINIMO ‘08 MASSIMO ‘08 VAR.% ‘00-08

Le quotazioni dei boschi italiani (prezzi espressi in migliaia di euro per ettaro)

Fonte: elaborazione ItaliaOggi su dati Inea, Istituto nazionale di economia agraria

I chiarimenti Inpsin materia

di disoccupazioneagricola a pag. 26

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30 Sabato 22 Maggio 2010 AT T U A L I TÀ

VERSO LA NUOVA PAC/Le idee del presidente Cia (Confederazione agricoltori) e vicepresidente Copa

L’Europa non premi più la renditaPoliti: aiuti legati alla capacità d’impresa. Stop alle quote latte

DI GIUSY PASCUCCI

Premiare l’imprenditore, e non la rendita, con aiuti che siano ancorati non tanto a scelte di caratte-

re aziendale, ma imprenditoriali. Atterraggio morbido per l’uscita dalle quote latte. Più determina-zione dell’Europa sulle misure di mercato, meno teorie e meno passaggi nella destinazione delle risorse. Ma soprattutto più con-sapevolezza di avere un’agricol-tura forte. Sono nette le richieste per la Pac post 2013 di Giuseppe Politi, presidente della Cia e vice-presidente del Copa.

Scongiurato il rischio del taglio ai sussidi agricoli, per la nuova Pac si pone il proble-ma della distribuzione delle ri-sorse. Non sono d’accordo con chi sostiene che la Pac debba avere la stessa distribuzione di adesso. Ci sono una buona fetta di stati che hanno un valore titoli più basso di quello percepito dagli stati mem-bri storici. Il valore dei titoli non può essere uguale per tutti: già questo porterà a una riduzione del sostegno agli agricoltori ita-liani del 25-30%.

Come dovrebbe avvenire allora la distribuzione? La di-stribuzione fra i diversi stati va ovviamente rapportata al peso dell’agricoltura, in rapporto al pil o relativamente al dato stori-co. Ma si pone il problema anche della distribuzione delle risorse all’interno dei diversi paesi. Gli aiuti non possono essere rappor-tati alle quantità fi siche produt-tive e aziendali altrimenti rischiamo di premiare la rendita e non l’imprendi-tore. E invece è l’impren-ditore che deve essere al centro. Va superato il concetto di imprendi-tore piccolo, medio e grande per dare im-por tanza a quello

che fa. E cioè premiarlo in base a quello che produce: produce qua-lità va premiato. Produce tenendo conto della sostenibilità ambien-tale e territoriale, va premiato; as-sume manodopera, crea ricchezza, immette i prodotti sul mercato, è competitivo, va premiato. Met-tiamo dentro anche il lavoro. Per gli altri non c’è il divieto di pro-

durre, ma va premiato solo chi vive di agricoltura

e fa delle scelte che creano occupa-zione, ricchezza e qualità.

Cosa vor-rebbe dalla nuova Pac?

Che si trovas-sero risorse, con il concorso degli stati membri e

degli agricoltori, per tutelare le crisi di merca-

to: se il grano duro scende la di sotto del prezzo minimo, automa-ticamente scattano meccanismi assicurativi in grado di tutelare il prodotto e l’agricoltore. Forme di tutela, è possibile farlo se si ha la volontà di farlo, ci sarebbero anche le risorse fi nanziarie.

Come le polizze e i futures? Si, andrebbero benissimo. È una proposta che noi portiamo avan-ti da quattro-cinque anni. Ed è quello che fanno, in sostanza, anche gli americani.

La produzione di latte dovrà essere più flessibile? Siamo storicamente contrari alle quote. Il sistema va sicu-ramente superato, ma le quote hanno prodotto conseguenze e quindi servirebbe un atterrag-gio morbido per abbandonare il sistema perché c’è chi per stare alle regole ha dovuto rinunciare a produrre o chi si è indebitato per acquistarle. Servirebbe una destinazione di risorse specifi -

che, una specie di ristoro per gli investimenti fatti. E poi fi ssare un limite per il finanziamento della produzione, al di là del quale il produttore sce-

glie se produrre o no.Sull’Ortofrutta, invece, la

commissione ha proposto il taglio dei contributi a tra-sformati e IV gamma.. Siamo contrari. Ma c’è una pressione enorme da parte delle industrie di trasformazione. Se passa l’idea che le risorse della trasformazione devono andare ad altri soggetti, l’ Italia rischia la produzione di po-modori da industria e dei succhi di frutta . La IV gamma è il futuro e tagliargli le gambe è sbagliato.

Quanto conta che anche l’Italia arrivi con un paper unico delle organizzazioni? È fondamentale. L’Italia è il paese più interessato per la ricchezza delle produzioni, ma se ognuno va in ordine sparso nessuno ci prende sul serio e non arriviamo a niente. Sarebbe importante che chi rappresenterà sul tavolo delle trattative l’Italia abbia dietro un esercito: organizzazioni, agricolto-ri, distribuzione, regioni, governo, parlamento. Ci sarà da lottare e l’Italia rischia di essere pena-lizzata se non riesce a fare di squadra. Anche se non credo che riusciremo a presentare il docu-mento nei termini.

Nuova linfa ai rapporti tra Italia e Egitto. Le relazioni commerciali fra i due paesi si raf-forzano grazie a un nuovo memorandum d’intesa in agricoltura e all’inaugurazione

della tratta marittima Alessandria d’Egitto-Venezia. L’accordo di cooperazione scientifi ca in agricoltura, firmato nei giorni scorsi a Roma - in occasione del III ver-tice italo-egiziano - dal ministro alle politiche agricole, Giancarlo Galan, e dal suo omologo egi-ziano Amin Abaza, punta su interscam-bio scientifico e di macchine agricole, pesca, acquacoltura e sfruttamento delle risorse. Il protocollo mira a sostenere la cooperazione degli rispettivi istituti di ricerca in diversi ambiti: si va da produzione agricola e sviluppo ru-rale, a qualità e salubrità alimentare, scienze ve-getali, salute animale e pesca, dall’energia in agri-coltura, biotecnologia, trasformazione alimentare all’ingegneria agraria, imballaggio e distribuzione commerciale. «La fi rma dell’accordo dimostra che i rapporti tra Italia ed Egitto sono fortissimi, e voglia-mo rafforzarli. Ci sono margini di miglioramento per i nostri prodotti sensibili (patate novelle, carciofi ) e lavoriamo per eliminare certe bar-riere». Galan ha spiegato che, con l’intesa, si vuole fornire un know how di macchine e uomini nel set-

tore dell’acquacoltura, dello sfruttamento dell’acqua (acquedotti, pompe) e della desalinizzazione. Settori in cui l’Egitto è ancora indietro (l’80% dell’acqua è utilizzato per uso agricolo) e su cui l’Italia può for-nire un notevole apporto tecnico. A velocizzare poi lo scambio di prodotti agricoli ci penserà la nuova linea

di traghetto settima-nale Alessandria d’Egitto-Venezia, inaugurata a Vene-zia Marittima. La linea merci-passeg-geri, ripropone una vecchio collegamen-to tra Venezia, Egit-to e Siria, ripercor-rendo le rotte della «Venezia da mar» nel Mediterraneo orientale. E consen-tirà di far arrivare nel porto della città lagunare i prodotti destinati al nord Europa, facendoli

passare, prima, per il mercato ortofrutticolo di Pa-dova per poi raggiungere paesi come Germania e Olanda. «È un successo commerciale di cui sono molto orgoglioso, ma anche politico e simbolico per-ché questa tratta va nella direzione dell’apertura, dal momento che non è con i dazi e con il timore degli altri che si può far crescere un territorio e un

paese», ha commentato il ministro. Convinto che i «dazi vengono scon-fi tti dalla globalizzazione, mentre la concorrenza si può combattere. L’importante è attrezzarsi e creare i rapporti giusti per veicolare i pro-dotti al momento opportuno».

Nuova tratta commerciale e partnership agricola tra Italia e Egitto

Tecnologie, ricerca e fruttisulla rotta della Serenissima

DI ANDREA SETTEFONTI

Troppe Dop? Una solu-zione potrebbe arrivare dalle certificazioni in-termedie. La proposta

è stata avanzata a ItaliaOggi da Paolo De Castro presiden-te della Commissione Agricol-tura del Parlamento Europeo, a margine della presentazione dell’Atlante Qualivita, a Par-ma. «È il caso di mettersi al lavoro per una certificazione intermedia che dia sfogo alle piccolissime produzioni, quelle che non hanno una consistente rilevanza economica. Quindi il riconoscimento Dop e Igp riservarlo soltanto a chi ha un «peso» in termini di produzione». La pro-posta ha lo scopo di evita-re quella banalizzazione che rischiano di avere le denominazioni che oggi, in tutta Europa sfiorano quo-ta mille prodotti e che in Italia sono arrivate a 205 mentre sono 170

in Francia e 136 in Spagna. Un rischio inflazione sottolineato anche da Mauro Rosati, segre-tario generale della Fondazione Qualivita: «non si può crescere all’infinito», ha detto. E in tema di consorzi di tutela, De Castro si è augurato una nuova stagio-ne. «In autunno il commissario Ciolos presenterà il rapporto sull’agricoltura deve ci auspi-chiamo vengano accolte le ri-chieste italiane di dare gambe ai Consorzi. Cioè dare loro la possibilità della programmazio-

ne della produzione, di decidere quan-

do e quanto prodotto im-mettere sul mercato».

De Castro contro la proliferazione delle Dop

Una certificazione per cibi di nicchia

Il protocollod’intesa Italia-Egittosul sito www.italia-oggi.it/documenti

I ministri dell’agricoltura egiziano e italiano,Amin Abaza e Giancarlo Galan

Giuseppe Politi

PaoloDe Castro

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31Sabato 22 Maggio 2010Sabato 22 MaggioAT T U A L I TÀGli sbocchi della ricerca condotta dall’ateneo di Ancona sulla micropropagazione

Lotta in vitro contro i virusPesco e vite immuni, partendo dai vegetali clonati

DI LUISA CONTRI

Specie vegetali clonate in vitro, fabbrica-te su misura in base alle caratteristi-che genetiche, sanitarie e d’uniformità richieste dai vivaisti. E biotecnologie

per contrastare i virus che infestano le piante Sono i due piani su cui sta lavorando il diparti-mento di scienze ambientali e delle produzioni vegetali della facoltà di agraria dell’Università politecnico delle Marche. Il progetto è partito da protocolli siglati sulla cosiddetta micropro-pagazione in vitro, per replicare le piante su richiesta. Oggi, la nuova frontiera è la batta-glia biotecnologica, per liberare alcune piante da attacchi virali. «Proprio il contatto continuo con le imprese del territorio, in particolare con i vivaisti», spiega a ItaliaOggi Bruno Mez-zetti, direttore del dipartimento dell’ateneo anconetano, «e la conoscenza di quelle che sono le loro esigenze di presidio dei merca-ti esteri, oltre che di quello italiano, hanno fatto sì che, all’incirca due anni fa, aprissimo un nuovo fi lone di ricerca nel campo dell’inge-gneria genetica, in collaborazione con i colleghi dell’Università degli studi di Verona». Di cosa si tratti è presto detto: Mezzetti e il suo team di ricerca stanno lavorando sul-le resistenze ai virus di due specie: il pesco (fra le piante più diffi cili da ingegnerizza-re) e le drupacee e la vite. Nello specifi co, l’obiettivo del-

la ricerca dell’ateneo anconetano è di rendere immuni il pesco dallo Sharka o PPV (plum pot virus) e la vite dall’accartocciamento fogliare e dal legno riccio. Ciò adottando la tecnica, già impiegata con successo sul pomodoro e sul

mais del silenziamento dei geni infettati dal virus (sem-plifi cando molto si stimola la pianta a riconoscere come no-cive le molecole colpite dalla malattia e a distruggerle). Vi-

rus endemici, quelli nel mirino dell’Università Politecnico delle Marche, la cui propagazione ha un forte impatto economico negativo per l’agricoltore, in quanto il loro diffondersi in un determinato territorio comporta non solo la perdita di valore commerciale della produzio-ne frutticola delle colture colpite (lo Sharka, per esempio, porta a frutti deformi o con difet-ti di colorazione, quindi invendibili, seppure non nocivi per la salute umana), ma anche l’obbligo d’estirpare le piante stesse e d’osser-vare una quarantena, mandando così in fumo investimenti e costi di gestione delle colture stesse (impiantare un ettaro a pesco può co-stare mediamente 30-40 mila euro). «Oggi, sul pesco, siamo in fase di caratterizzazione molecolare», prosegue Mezzetti. «Il prossimo passo, che potrebbe concretizzarsi a settem-bre prossimo, sarà l’ambientamento, ossia il passaggio dalla coltura in vitro a quella in ser-ra, per poi iniziare gli inoculi e verifi care, in base a criteri scientifi ci, se e in che misura le

modifi cazioni genetiche introdotte rendono le piante resistenti ai virus. Solo in quel momento prenderemo in considerazione come cercare di sfruttare questo materiale nel rispetto delle norme italiane ed europee sugli ogm e sulla biosicurezza». Secondo Mezzetti, se la ricerca portata avanti dall’ateneo anconetano darà i risultati sperati, per potersene avvantaggiare i vivaisti italiani saranno costretti a rivolgersi a partner esteri, così da riprodurre le piantine ogm fuori dai confi ni del paese.

NUOVA RICERCA

Sarà un laser a testare i buoni frutti

DI ANDREA SETTEFONTI

Una volta era l’occhio del conta-dino, sul campo, e della massaia, al mercato, a capire se la frutta era buona e matura al punto giusto. Oggi lo fa il laser. Il dipartimento di Fisica del Politecnico di Milano ha messo a punto una tecnologia, studiata nel laboratorio FNIRS Lab (Functional Near InfraRed Spectroscopy Lab) grazie alla qua-le i produttori potranno garantire e certifi care il giusto grado di ma-turazione del prodotto. La frutta viene illuminata da brevi impulsi di luce laser che attraversano la buccia e riemergono dopo avere passato la polpa senza danneggia-re il frutto. Dall’analisi della luce all’ingresso e all’uscita è possibile ottenere informazioni sul grado di maturazione alla raccolta e durante la conservazione, e sulla qualità in generale del prodotto. La tecnica offre vantaggi ai pro-duttori in termini di competitività ed è un valore aggiunto per tutta la fi liera, dal grossista, che potrà offrire una migliore logistica nelle consegne con la scelta del momen-to migliore per la distribuzione, al consumatore finale che ne gua-dagnerà in gusto e salute. E’ allo studio l’applicabilità del metodo ai macchinari che smistano la frutta per la grande distribuzione. La ri-cerca fa parte del progetto europeo InsideFood.

In economia poter disporre di un contesto competitivo è la situazione ottimale per i consumatori. Se nessun produttore gode di

un vantaggio monopolistico o di una rendita di posizione signifi ca che deve giocarsi la sua par-tita spingendo sul prezzo. Meno i produttori son protetti da barriere di ogni tipo, più i consumatori sono ricchi in termini di benessere capitalistico. Un gioco abbastanza razionale: meno potere a chi produce e più potere a chi acquista e consuma. Nel vino la situazione è molto peculiare. Il mercato del vino è caratterizzato dalla ricerca continua e perfi no esasperata del-la rendita monopolistica da parte dei produttori. Ovviamente nel caso del vino non possono realiz-zare questo vantaggio competitivo tramite un brevetto o un software proprietario, come fanno la Pfi zer o Google, ma devono «inventarsi» ori-ginali barriere all’entrata. Nel caso del vino prendono il nome di Docg o Adc, denominazione di origine controllata e garantita, oppure il numero o le lettere dei vari rating che guide e professionisti assegna-no. In questo modo ogni vino vuole diventare un prodotto differente, una sorta di monopolista della sua specifi cità enologica. Un prodotto, quindi, non comparabile in alcun modo con gli altri, perché diverso per uvaggio, esposizione al sole, territorio, tecnica di produzione e così via. L’obiettivo del produttore è quello di poter praticare un prezzo diverso e quin-di di guadagnare anche un premio dalla vendita. In questo modo, però, la frammentazione del mer-cato diventa massima ed i costi informativi per i consumatori si fanno elevatissimi, perché prima di ogni acquisto dovrebbero teoricamente dover saper confrontare e valutare le specifi cità di ogni prodotto che sono incorporate nel prezzo di ven-

dita. Una autentica follia nei mer-cati contemporanei dove il potere è e sta gradualmente trasferen-

dosi sempre di più dai produttori ai consumatori. Per di più si tratta di una tecnica di gestione delle dinamiche competitive sempre più distante dalla logica dei mercati interconnessi da internet. Oggi differenziare un prodotto è molto più complicato di qualche anno fa. Ogni consumatore può, mol-to rapidamente ed a costo zero tramite il web, raccogliere tutte le informazioni utili per capire effettivamente in che cosa o meno si differenzia

il vino offerto con un prezzo di 10 euro rispetto a un altro della stessa zona proposta a 12 euro. Quel differenziale è sempre meno difendibile dal produttore con le tecniche e le logiche del passato perché deve trovare una sua giu-stifi cazione compiuta agli occhi del potenziale consumatore. In internet etichette e zone di origine valgono e indirizzano molto meno perché nella rete tutti i prodotti sono esposti al cosiddetto effetto coda lunga: il costo del magaz-zino è ridotto ai minimi termini mentre la possibilità di offerta è ampliata fi no teoricamente all’in-

fi nito così da poter proporre ai consumatori an-che il prodotto con una singola bottiglia prodotta. Nel contesto long tail differenziare le bottiglie di vino secondo tecniche e strumenti del novecento diventa sempre meno facile soprattutto se l’in-tento del produttore è quello di far pagare un non giustifi cato premio nel prezzo al consumatore. In questo mercato è molto più profi cuo competere pensando che i singoli prodotti vinicoli sono dei sostituti quasi perfetti l’uno dell’altro puntando sul marketing strategico ed operativo come fanno i produttori di profumi.

© Riproduzione riservata

L’ANALISI

Il vino invaso da barriere all’entrataDI EDOARDO NARDUZZI

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Le docg e i rating sui vini servono a gene-

rare rendite monopo-listiche. Ma internet oggi abbatte gli alti costi informativi dei consumatori. Per competere è molto

meglio puntare su un marketing operativo, simile a quello dei

produttori di profumi.

Biomasse d’Italia Il ministro alle politiche agri-cole, Giancarlo Galan, ha fi rmato il decreto, che applica il contratto quadro per le pro-duzioni di biomasse agricole destinate alla trasformazione in energia elettrica, attraverso impianti di potenza superiori a 1 mw. Per ora, il contratto è stato sottoscritto da Coldiret-ti, Consorzi Agrari d’Italia e il Gruppo Maccaferri. Il provvedimento punta alla fi -liera bioenergetica tutta italia-na. Imponendo che le biomas-se agricole provengano da almeno tre regioni del paese.

Due Dop e una IgpIscrizione uffi ciale di tre nuove denominazioni nel registro eu-ropeo Dop e Igp. Sono le due Dop Piave e Aglio di Vo-ghiera, e l’Igp Canestrato di Moliterno. Il Piave è un for-maggio a pasta cotta, duro e stagionato, ottenuto con latte vaccino della provincia di Bel-luno. L’Aglio di Voghiera, pro-dotto in provincia di Ferrara, è di colore bianco luminoso, con bulbo di grandi dimensio-ni, rotondeggiante e regolare. Il Canestrato è un formaggio lucano ovi-caprino a pasta dura.

L’Ue vende il burroBruxelles ha deciso di vendere gli stock europei di burro e lat-te scremato in polvere. Le offer-te per la prima aggiudicazione dovranno giungere alla com-missione Ue entro il primo giugno. La decisione verrà pre-sa al comitato di gestione del 3 giugno 2010.

Unità ittica di crisiUnità di crisi per la pesca, per affrontare lo stato di emergen-za denunciato dalle associazio-ni che rappresentano il com-parto ittico professionale italiano. Il ministro Galan ieri ha sposato la richiesta dicen-dosi «pienamente consapevole delle diffi coltà» del settore, do-vute anche alle nuove regole per il Mediterraneo.

Cellule per il biofuel Alghe che mangiano anidride carbonica, trasformandola in idrocarburi. E batteri che di-geriscono carbone producendo metano. La creazione di queste biofabbriche al servizio dell’energia sono l’obiettivo de-gli accordi fi rmati dalla Syn-thetic Genomics - fondata dagli autori della prima cellu-la a Dna sintetico, Craig Ven-ter e Hamilton Smith - con la statunitense Exxon Mobil e la britannica Bp. Il progetto, di cui la cellula artifi ciale è parte essenziale, sono allo sta-dio iniziale. Per avere risultati su larga scala ci vorranno cir-ca dieci anni.

CHICCHE

Supplemento a cura di LUIGI CHIARELLO

[email protected]

Il testo del decretosul sito www.italia-oggi.it/documenti

Pianta replicata con micropropagazione in vitro

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32 Sabato 22 Maggio 2010 P O LT R O N E I N E R B A

William Niebur, nuovo capo della controllata Usa a Pechino, svela a ItaliaOggi le strategie del gruppo

Il mais della Cina fa gola a DuPontAttraverso Pioneer Hi-Bred vuole conquistare il mercato cinese

DI LUISA CONTRI

Pioneer Hi-Bred, busi-ness della piattaforma Agricolture & Nutrition della multinazionale

americana DuPont (4,7 miliar-di di dollari di fatturato) punta alla leadership sul mercato ci-nese degli ibridi di mais, dove è già presente dal 1998 e dove ha uno share del 6%. Per cen-trare quest’obiettivo il 4 maggio scorso la guida delle attività del gruppo in Cina è stata affida-ta a William Niebur, uno dei suoi massimi esperti Pioneer in questa coltura sia dal pun-to di vista scientifico (genetica vegetale e biotecnologie) che tecnico-colturale. L’uomo che la multinazionale considera meglio in grado d’interpretare le esigen-

ze della clientela (3,5 milioni di agricoltori oggi) e d’interfacciar-si con il locale team di ricerca e produzione e di sviluppare, produrre e posizionare sul mer-cato nuovi ibridi di mais ad alte performance, indispensabili in un paese chiamato a sfamare il 20% della popolazione mondia-le impiegando il 9% della sau. «Niebur ha una conoscenza di-retta della capacità di Pioneer di mettere le conoscenze scienti-fiche al servizio degli agricoltori nel mondo», ha detto Paul E. Schickler, president di Pioneer Hi-Bred. «La sua esperienza e le sue capacità manageriali ci con-sentiranno di proporre agli agri-coltori cinesi gli ibridi di mais più innovativi e produttivi per i loro areali». Pioneer che oggi opera in Cina tramite quattro

centri di ricerca con laboratori per le biotecnologie, diversi siti produttivi di granella da seme e due joint venture commerciali, impiegando circa 500 addetti, ha ambiziosi piani di crescita. «Lavorerò», dichiara a ItaliaOg-gi Niebur, «per rendere operativo un nuovo centro ricerca Pioneer ogni anno nel paese e per avviare nuove collaborazioni scientifiche con istituti di ricerca e organismi

governativi. Sul fronte com-merciale intendo dar vita ad altre tre joint venture commerciali per poter ampliare la distribuzione delle nostre sementi nel paese. E incrementerò gli investimenti per la messa a punto di ibridi bt nel laboratorio Pioneer di Pechino, il cui personale è destinato a raddoppiare

rispetto agli attuali 72 addetti. Intendo far sì che Pioneer sia percepita in Cina come un grup-

po impegnato nell’incrementa-re sia la produtti-vità per ha che la

profittabilità della coltura del mais per gli agricoltori

locali».

De Capitani,un lumbard all’agricoltura

Dal 27 aprile scorso Giulio De Capitani è assessore all’Agricoltu-ra della regione Lombardia. Nato ad Olginate (Lc) il 27 febbraio 1946, architetto e libero professio-nista dal 1971, dopo aver fondato nel 1975 un gruppo civico indipen-dente a Olginate, che ha rappre-sentato in consiglio comunale per tre mandati, fra il 1993 e il 1997 ha ricoperto il ruolo di capogruppo consiliare per la Lega Nord nello stesso comune e presso la Comu-nità montana Lario orientale. Ex assessore ai Lavori pubblici e al Patrimonio del comune di Lecco, fi no al 1999 è stato capogruppo in consiglio provinciale e mem-bro delle commissioni Territorio e Lavori pubblici. Da segretario della Lega Nord per la provincia di Lecco, diventa consigliere regio-nale nella circoscrizione di Lecco nel 2005. Dal 15 luglio 2008 sino alla fi ne della legislatura è stato presidente del Consiglio regiona-le della Lombardia. Considera le confederazioni e le associazioni di categoria, ciascuna per le sue spe-cifi cità, necessari e imprescindibili interlocutori dell’assessorato regio-nale all’agricoltura. «Il rapporto avviato», afferma De Capitani, «procederà nell’ottica della più le-ale collaborazione e della sussidia-rietà, principio cardine sul quale Regione Lombardia ha impostato la propria azione di governo».

Pesca, terrazzi e fiori liguri per Barbagallo

Dal 10 maggio scorso la regione Liguria ha un nuovo assessore all’Agricoltura, fl o-ricoltura, pesca e acquicoltu-ra. È Giovanni Barbagallo. Nato a Imperia il 3 gennaio 1953, sposato, due figli, po-liticamente è d’estrazione socialista (è stato segretario provinciale del Psi dal 1985 al 1990), ha poi militato nei democratici di sinistra (è sta-to segretario provinciale dei DS d’Imperia fino al 2002) e oggi è in quota al Partito Democratico. Barbagallo ha operato nel mondo della co-operazione fin da giovane e vanta un’approfondita cono-scenza delle problematiche del settore agricolo regionale. Presidente provinciale della Lega nazionale cooperative e mutue fra il 1977 e il 1980, ha ricoperto la funzione di vice-sindaco d’Imperia (dal 1980 al 1983) e di sindaco del ca-poluogo ligure dall’83 all’86. Consigliere d’amministrazio-ne della Fondazione di Banca Carige dal 1987 al 1995, nello stesso periodo ha fatto parte del cda del Mercato dei fi ori d’Imperia ed è stato vicepre-sidente dell’Autostrada dei Fiori. Dal 1975 al 1995 è stato consigliere comunale sempre ad Imperia.

Con Mazzoccoil mondo coop seduce i lucani

Dal 22 aprile scorso Vilma Mazzocco è il nuovo assessore all’Agricoltura della Regione Basi-licata. Sarda (è nata a Siliqua-Ca nel ’62), ma cresciuta in Molise, la Mazzocco, dopo la laurea in psico-logia nell’85 (è iscritta all’Ordine degli psicologi del Molise), ha ope-rato per 25 anni nella cooperazio-ne sociale. Negli ultimi sette anni è stata presidente nazionale di Federsolidarietà-Confcooperative. Dal 2004 è membro del cda di Cfi , società fi nanziaria di partecipazio-ne per la promozione e lo sviluppo cooperativo. Ed è dal 2000 che, come presidente di Confcoopera-tive Basilicata, s’è occupata atti-vamente del mondo agricolo, pro-muovendo in diverse aree distretti agroalimentari e gruppi d’azione locale per lo sviluppo rurale e par-tecipando, fra gli altri progetti, a quello per l’implementazione del-lo stabilimento Orogel a Policoro e al riconoscimento della Dop e dell’Igp di diversi vini prodotti tipici. Fra i soci fondatori di Alle-anza per l’Italia, nelle scorse setti-mane, nella nuova veste si asses-sore all’agricoltura, ha incontrato i rappresentanti delle associazioni di categoria per un primo incontro di confronto e di costruzione con-divisa del crono-programma del Tavolo Verde regionale e si propo-ne di istituire a breve un tavolo agroindustriale.

L’agro laziale al cattolico Battistoni

Classe 1967, viterbese, sposato, tre fi gli, Francesco Battistoni è il nuovo assessore all’Agricoltu-ra e alla valorizzazione dei pro-dotti locali della regione Lazio. Giornalista pubblicista, fin da giovanissimo s’interessa al mon-do dell’associazionismo cattolico, diventando nel 1994 presidente della Federazione universitaria cattolici italiani. Nello stesso anno aderisce a Forza Italia e ne diven-ta coordinatore per la Provincia di Viterbo tre anni dopo. Nel 2000 è nominato assessore provinciale all’Ambiente e all’urbanistica. Nel 2004 è eletto sindaco di Proceno, incarico nel quale è riconfermato nel 2009. Eletto consigliere regio-nale alle scorse elezioni ammini-strative nelle fi la del Partito della libertà nel suo incarico di asses-sore ha come priorità sfruttare al massimo i fondi comunitari, favorire l’accessibilità al credito delle imprese agricole e promuo-vere una maggiore snellezza delle procedure burocratiche. «Ho già avuto modo d’incontrare i rap-presentanti delle organizzazioni di categoria», dichiara Battisto-ni. «Con ciascuno di loro intendo instaurare un dialogo costante e un rapporto di reciproca collabo-razione per affrontare le proble-matiche urgenti dell’agricoltura in un’ottica di sistema e di forte concertazione».

Per Cecchini welfare, natura e sapori umbri

Fernanda Cecchini, eletta consigliere regionale in Umbria nella lista del Pd alle recenti amministrative, è stata nomi-nata assessore regionale con deleghe alle Politiche agricole e agroalimentari, sviluppo ru-rale, programmazione foresta-le e politiche per lo sviluppo della montagna, promozione e valorizzazione dei sistemi na-turalistici e paesaggistici, aree protette, parchi, caccia e pesca, sicurezza e polizia locale. Nata a Città di Castello il 17 febbra-io 1960, da giovane ha parteci-pato ad attività di volontariato e d’impegno nell’associazio-nismo, specializzandosi nella scuola a sostegno dei portatori di handicap. Consigliere co-munale a Città di Castello dal 1980 al 1988, è stata segretario Pds della stessa città dal 1993 al 1997, assessore comunale alla Cultura e all’urbanistica dal 1997 al 1999 e assessore provinciale alla Cultura e al bilancio dal 1999 al 2001, anno in cui è stata eletta sindaco di Città di Castello, incarico nel quale è stata confermata nel 2006. È presidente dell’asso-ciazione nazionale Città del Tabacco e dell’Anci Umbria ed è membro del Congresso poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa.

Ecco chi sono i nuovi assessori regionali. Si parte da Basilicata, Lazio, Lombardia, Liguria e Umbria

Classe 1957, statunitense, William S. Niebur, laureato in scienze alla Iowa State University e con un dottorato in citogenetica della University of Minnesota, ha percorso la sua carriera all’interno del gruppo DuPont. Inizia nel 1983 come responsabile di stazione di ricerca del mais in Pioneer Hi-Bred International, per assumere nel 1989 la direzione R&D per il mais in Europa e nel 1997 la direzione R&D per il mais globale. Dal 4 maggio è a capo di Pioneer Hi-Bred in Cina.

William Niebur

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33Sabato 22 Maggio 2010STECNOLOGIA & INNOVAZIONELa seminatrice Maschio Gaspardo all’Expo di Shanghai. Tonutti e Cnh lavorano in sotto-superi cie

Nell’era della semina di precisioneMezzi agricoli ad alta tecnologia per mettere i semi lì, dove serve

DI STEFANO CATELLANI

L’innovazione tecnologica basata anche sull’intro-duzione della meccatro-nica avanzata (unione

tra meccanica e oleodinamica) sta portando sul mercato delle seminatrici nuove soluzioni, che promettono risultati concreti in termini di qualità e riduzione dei costi delle lavorazioni nei campi. I sistemi pneumatici di trasporto e distribuzione del seme hanno cer-tamente migliorato la regolarità della semina limitando gli spre-chi ma si può fare di più, molto di più. Le seminatrici a righe o di precisione sono ormai entrate a pieno titolo tra i fattori di succes-so di una moderna azienda agri-cola anche in Italia. Nel mirino dei centri ricerca delle principali aziende produttrici di seminatri-ci c’è la massima tutela (anche agendo sulla profondità della se-mina) del seme che visto l’elevato costo d’acquisto deve essere mes-so nelle condizioni ottimali per la germinazione. Le seminatrici di precisione stanno sviluppando la capacità di controllo del singolo seme e possono quindi realizzare qualsiasi distanziamento nella posa. Sono spesso realizzate con apparati pneumatici che produ-cono costantemente una depres-sione utilizzata per realizzare il prelievo del singolo seme median-te superfi ci metalliche rotanti (i distributori) munite di fori molto più piccoli del seme tipico: la de-pressione è applicata su un lato della superfi cie, in modo tale che sull’altro lato rimangano «attac-cati» (per depressione) un solo seme per ciascun foro, indipen-dentemente dalla forma e dimen-sione reali del seme. In queste macchine l’apparato pneumatico è attuato dal trattore (mediante presa di potenza rotativa), mentre il movimento meccanico dei distri-

butori (la cui velocità determina il distanziamento) è attuato da ruote poggiate a terra, in modo da avere un distanziamento costante anche al variare della velocità di marcia. Le nuove tendenze fanno già mercato e per annunciarle i costruttori scelgono la grande ve-trina globale.

Maschio Gaspardo «semi-na» all’Expo di Shanghai. L’italianissima Maschio Gaspar-do presenterà all’Expo 2010 di Shanghai una nuova seminatrice nel salone internazionale dell’in-novazione in programma a fi ne luglio. È una seminatrice a ridotto impatto ambientale con avanzati sistemi di controllo elettronici e diagnostica remota. L’agricoltu-ra si sta rapidamente evolvendo e sono richieste elevata produtti-vità, risparmio energetico e una particolare attenzione all’am-biente. Alla Maschio Gaspardo sono partiti dallo stato di fatto: le tecniche agronomiche tradizionali prevedono in tre operazioni sepa-rate la lavorazione del terreno,

la semina e la concimazione. I ricercatori hanno sviluppato una seminatrice innovativa che soddi-sfa in pieno le più moderne tecniche di lavorazione conservativa e che permette di effet-tuare diverse ope-razioni in un unico passaggio, diret-tamente su terre-no non lavorato. In questo modo si riduce drastica-mente il consumo di combustibile. Inol-tre, la nuova macchina Maschio Gaspardo m a n t i e n e

inalterata la superfi cie del terre-no preservando lo stato vegetale della coltura precedente, evitando gravi effetti quali erosione idrica ed eolica e problemi legati alla siccità. E un altro punto di forza sarà certamente il design innova-tivo degli utensili a contatto con il terreno, che consente di ridurre in maniera signifi cativa l’attrito e il conseguente assorbimento di potenza. Anche in questo caso l’innovazione tecnica riduce sen-sibilmente le immissioni di CO2 nell’ambiente. Ma c’è di più. L’ap-plicazione di un sistema di gestio-ne e controllo elettronico, permet-te all’operatore di intervenire sui parametri funzionali della mac-china direttamente dalla cabina di guida, migliorando sicurezza e comfort sul lavoro. Questa solu-zione permette di ottimizzare la precisione della semina e conci-mazione, sfruttando il sistema di localizzazione Gps nell’ottica del moderno concetto di «Precision

farming». Maschio Gaspardo, poi, per la prima volta ha

introdotto sulla semi-natrice un sistema di controllo e diagno-stica a distanza. È una tecnologia che consente di mo-nitorare diretta-mente su internet

le reali condizioni di utilizzo della mac-china, la diagnosi di

eventuali problema-tiche e l’intervento

mirato e

tempestivo di assistenza tecnica. Il team di progettisti Maschio Gaspardo si avvale della banca dati raccolta a supporto delle at-tività di ricerca e sviluppo per il continuo miglioramento del pro-dotto. La conquista della «vetrina cinese» è certamente un punto di partenza importante.

«HY - Tractor» e la semi-natrice sottosuperfi cie. Scor-rendo l’elenco dei 104 progetti di innovazione tecnologica soggetti a fi nanziamento del ministero dello sviluppo economico si trovano an-che una seminatrice e un trattore. Si tratta del progetto presentato dalla Tonutti spa di Remanzacco (Ud) in collaborazione con New Holland Agriculture (gruppo CNH - Fiat Group). Il progetto si chiama «HY - Tractor» ed è ba-sato sullo sviluppo di un trattore agricolo con propulsione a fuel cell alimentato a idrogeno. La tecnolo-gia fuel cell rappresenta oggi una delle forme più effi cienti ed eco-logiche di generazione di energie elettrica «emissioni zero». Tonutti, in qualità di partner del program-ma «HY - Tractor» ha presentato il progetto per la realizzazione di una seminatrice sottosuperfi cie ecologica e innovativa dotata di azionamenti elettrici invece che pneumatici od oleodinamici. Gli attuatori elettrici forniranno un maggior livello di controllabilità e abiliteranno lo sviluppo di nuove funzioni di semina più evolute, per esempio mediante integra-zione con sistema Gps. Carlo To-nutti, presidente del Gruppo To-nutti e vicepresidente Unacoma, ha espresso «viva soddisfazione» per l’approvazione del progetto da parte del ministero. «L’Italia», ha detto, «deve dare il buon esempio sulle politiche climatiche e lo può fare davvero, preparandosi così anche ad avere un ruolo nella nuova rivoluzione industriale a emissioni zero.

Jcb lancia un nuovo sollevatore per le aziende agricole, il 527-58 Agri. È stato progettato per concentrare le prestazioni e le funzioni dei mo-

vimentatori telescopici Jcb anche nel più piccolo della sua gamma con motore late-rale. Nella versione con cabina ribassata sia l’altezza sia la larghezza del nuovo tele-scopico non superano i due metri. Al tempo stesso, Jcb è anche il primo movimentatore ad abbinare la tecnologia della trasmissio-ne idrostatica alla disposizione del telaio e della cabina dei modelli più grandi con mo-tore laterale. Richard Fox-Marrs, ammi-nistratore delegato di Jcb Agricultura, ha spiegato: «La flessibilità della trasmissio-ne idrostatica ha sicuramente contribuito a ridurre l’ingombro della macchina fino a raggiungere le dimensioni che ci eravamo prefissati. Ma questa trasmissione offre anche le caratteristiche di guida e control-lo che gli operatori, abituati alle macchine idrostatiche, troveranno famigliari, quan-

do, per esempio, passeranno a questo mo-dello da uno dei nostri modelli compatti».La larghezza dell’assale e le dimensioni delle ruote hanno avuto anch’esse un ruolo importante nel raggiungi-mento dell’obiettivo dei due metri di larghezza. Ma è stata comunque necessaria una grande attenzione ai dettagli da parte degli ingegneri, che hanno progettato le cerniere e le maniglie incassate per contene-re al massimo gli ingombri senza sacrificare nulla della proverbiale spaziosità e comfort per l’operatore.E anche i millimetri sono impor-tanti quando si deve progettare una macchina capace di passare in vani porte stretti e operare all’in-terno di piccoli edifici. Alimentato da una versione da 74,2 kW (100 CV) del motore Jcb Dieselmax, il 527-58 Agri Loadall dispone di potenza e coppia rilevanti per impegnative operazioni di

caricamento, sollevamento e movimen-tazione. La sua pompa idraulica a ingra-naggi eroga una portata d’olio che può

raggiungere i 126 litri al minuto, mentre il braccio telescopico può sollevare carichi fino a 2,7 tonnellate, con una capacità di

sollevamento massima di 1,25 tonnellate al massimo sbraccio. L’altezza di solleva-mento massima è di 5,8 metri con uno

sbraccio in avanti di tre metri.Una carreggiata leggermente più stretta rispetto a quella degli al-tri telescopici Loadall con motore laterale, non si limita a ridurre la larghezza complessiva ma confe-risce alla macchina più manovra-bilità; con un raggio di sterzata esterno di 3,15 m ottenuto con la sterzatura su quattro ruote, il 527-58 opera infatti agevolmente sia all’interno che in prossimità degli edifici. È poi prevista la possibili-tà di scegliere tra più posizioni di montaggio, nel caso in cui l’altezza complessiva non rappresenti un problema. La cabina può essere

fissata sollevandola di due posizioni per migliorare ulteriormente la già eccellente visibilità a 360 gradi.

IN TUTTE LE VERSIONI DEL 527-58 AGRI, SIA L’ALTEZZA SIA LA LARGHEZZA DEL TELESCOPICO NON SUPERANO DUE METRI

E Jcb lancia un nuovo sollevatore per le aziende agricole

Carlo Tonutti, vicepresidente

Unacoma

La Maschio Gaspardo porta

all’Expo di Shanghai una nuova linea di

seminatrici che riduce i costi di

semina grazie alle nuove tecnologie

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34 Sabato 22 Maggio 2010 TECNOLOGIA & INNOVAZIONE

Un parco macchine completo per il distretto bolognese. Il top della tecnologia per la i liera del tubero

Un tris d’assi per patate da recordDa Cecchi & Magli piantatrice, scavapatate e vibrorincalzatore

PAGINA A CURA DI STEFANO CATELLANI

Un tris d’assi per produr-re patate da record con-tenendo i costi di tutte le fasi che portano alla

raccolta: piantatrice, scavapatate e vibrorincalzatore. Un parco mac-chine completo che la bolognese Cecchi & Magli ha portato al top dell’innovazione tecnologica in ottica di fi liera con la piantatrice F 300, la scavapatate SP 100 e il vibrorincalzatore VR76. Quelle che nasco-no nel «patata district bolognese» sono risposte concrete anche alla luce del ritardato sviluppo del-la meccanizzazione della raccolta in Italia rispetto al resto d’Europa che è le-gato a diversi fattori tra cui la ridotta dimensione aziendale e la necessità di non danneggiare i tu-beri con macchine non sufficientemente «soft». La raccolta in effetti è la fase più impegnativa dal punto di vista dei tempi di esecuzione, dell’impiego della manodopera e della logistica dei mezzi meccanici; quindi avere ri-sposte «di fi liera» si rivela partico-larmente importante per dare al mercato una patata competitiva non solo per qualità ma anche per prezzo.

Tra le novità Cecchi & Magli spicca la piantatrice semi-automatica F 300 L, azionata dalle proprie ruote di trasmis-sione, è stata realizzata per piantare pa-tate e altri tube-ri o bulbi, interi

o tagliati (vale anche per aglio e cipolle). L’elevata produzione oraria, la semplicità di funziona-mento, l’economia di esercizio e la grande precisione di lavoro fanno di questa macchina un alleato va-lido per meccanizzare la semina della patata mantenendo alto lo

standard qualitativo: regolando la profondità, la frequenza di ca-duta e la distanza tra le fi le. La macchina è applicabile a trattori e trattorini muniti di attacco uni-versale a tre punti. La produzione indicativa è di 0,6 Ha/giorno per fi la. È disponibile in versioni da 1 a 4 fi le, è provvista di un grande piatto ad alveoli per una maggiore velocità di lavoro e di due dischi bombati per ciascun elemento di lavoro, che effettuano la copertura dei tuberi. Il gruppo di trasmis-sione con gli annessi ingranaggi a innesto rapido consente di rego-

lare il passo di semi-na da 14 cm a 28 cm. La scavapatate SP 100 è invece stata realizzata per sca-vare patate o altri

tuberi in qualsiasi tipo di terreno, anche in forte pendenza. La macchina deve

essere applicata all’attacco a tre punti di un trattore o di un trat-torino. È provvista di due setacci che oscillano alternativamente, separando il prodotto dal terreno e depositandolo a terra pulito, su un’unica fi la. Il vomere sagomato e i dischi convogliatori anteriori permettono alla SP 100 (ma an-che alla piccola SP50) di operare anche in colture con apparato fo-gliare o erbe infestanti molto svi-luppati. La SP 100 è equi-paggiata con due setacci, che oscillano in modo alter-nato e che separano i tuberi dal terreno e li depositano a terra. Ha un vomere sago-mato che insieme ai dischi convoglia-

tori anteriori permette di operare anche su colture caratterizzate da un apparato fogliare e da erbe infestanti molto sviluppati. Le scavaraccoglitrici con selezione manuale delle impurità sono le macchine più diffuse nelle azien-de medio-grandi visto che sono ca-ratterizzate da elevate capacità di lavoro (0,4-1,0 ha/ giorno monofi la, 1,2-2,0 ha/giorno bifi la).

Il vibrorincalzatore VR76 è invece adatto per la lavorazione del terreno, per rincalzare, assol-care e sarchiare contemporane-amente colture in fi lari (patate, mais, tabacco, girasole, sedani, barbabietole da seme e cotone). Tutti gli elementi sono indipen-denti tra di loro e facilmente spo-stabili sul telaio, consentendo di lavorare nelle diverse distanze tra i fi lari e alla profondità desi-derata. Le principali novità sono gli organi rincalzatori con dischi (grande capacità di lavoro) e la di-stanza interfi la fl essibile: min cm 60, max cm 90. I migliori risultati di lavoro si ottengono con una ve-locità d’avanzamento di circa 5/10 Km/h a seconda del tipo e delle condizioni del terreno. È possi-bile abbinare alla macchina un

microgranulatore e spandiconcime con distribuzione

in linea e trasmis-sione meccanica.

Via libera defi nitivo all’iscrizione nel registro europeo delle denominazioni d’origine e indica-zioni geografiche protette della Dop Patata di Bologna. Ormai vera superstar tra le orticole. A breve è attesa la pubblicazione del regolamento della Commissione europea. Si tratta di un tra-guardo atteso per anni dai produttori ed è la con-ferma dell’importanza dell’Emilia Romagna per le produzioni di qualità. La Dop Patata di Bologna rappresenta la trentunesima denominazione per

la regione e la prima denominazione d’origine per un prodotto vegetale. Il riconoscimento è il risultato di un lavoro d’insieme che ha visto le istituzioni, regione Emilia Romagna, ministero delle politiche agricole e provincia di Bologna, affi ancare e soste-nere i produttori bolognesi. Il prossimo passo sarà la costituzione del consorzio di tutela, affi nché la dop Patata di Bologna possa essere protetta nel

migliore dei modi. La produzione della Patata di Bologna Dop, ottenuta dalla varietà Primura, dovrà avvenire intera-mente, dalla coltivazio-ne al confezionamento,

nell’ambito della pro-vincia di Bologna.

E l’Europa riconosce alla Primura la dop

Per la pataticoltura italiana ar-riva un nuovo strumento, che dovrà contribuire alla valoriz-zazione dell’ortaggio, per ren-

dere più effi ciente la fi liera e offrire ai consumatori le migliori garanzie sotto il profi lo della qualità e della sicurezza alimentare. Si tratta dell’Osservato-rio nazionale della patata, promosso dal centro di documentazione per la Pa-tata di Bologna in collaborazione con le Unioni Nazionali Unapa e Italpata-te e costituito dai rappresentanti delle maggiori organizzazioni nazionali del settore, operanti nelle aree produttive più vocate del paese: Trentino, Sicilia,

Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Sar-degna, Abruzzo, Campania, Calabria e Puglia. «La principale fi nalità dell’Os-servatorio», sottolinea il presidente del Centro di Documentazione per la Pata-ta di Bologna, Luciano Torreggiani, «è favorire il confronto tra gli opera-tori del comparto pataticolo italiano sull’andamento economico del settore e sulle principali problematiche a livel-lo nazionale e internazionale. Per indi-viduare obiettivi comuni. Il dialogo su questi temi non si limiterà ai principali attori della fi liera, produttori e opera-tori commerciali, ma coinvolgerà in fu-turo anche altri soggetti. Un obiettivo,

questo, particolarmente importante in vista del nuovo scenario, che si registre-rà nei prossimi anni, quando anche la produzione di patate sarà regolamen-tata dall’Organizzazione comune di mercato (Ocm) dell’Unione europea». «Dal punto di vista operativo», dichia-ra il coordinatore, Augusto Renella, «l’Osservatorio organizzerà incontri di aggiornamento periodici a cui parte-ciperà la rete degli operatori aderenti che si riuniranno per confrontarsi sui trends produttivi e commerciali; le in-formazioni che scaturiranno da questi appuntamenti saranno poi divulgate attraverso appositi strumenti». Come

già detto, l’iniziativa viene realizzata in collaborazione con Unapa e Italpa-tate, che rappresentano il 100% della produzione organizzata italiana, pari a 580 mila tonnellate coltivate da 15 mila soci produttori. Ma prevede anche la partecipazione di Fruit Imprese (or-ganizzazione delle imprese commercia-li ortofrutticole) e dell’Associazione italiana industrie prodotti alimen-tari». Complessivamente, Unapa e Ital-patate rappresentano circa il 35% della produzione italiana totale di patate, che si attesta a quota 1.750.000 tonnellate (dati Istat) ottenute su una superfi cie di oltre 70 mila ettari.

VOLUTO DA CENTRO DI BOLOGNA, UNAPA, ITALPATATE E PRINCIPALI REGIONI PRODUTTRICI

Nasce l’osservatorio nazionale della patata

La SP 100 è equipaggiata con due setacci che oscillano in modo alternato e che separano i tuberi dal terreno

La F 300 garanti-sce una produ-zione indicativa di 0,6 Ha/giorno per i la. È disponibile in versioni da 1 a 4 i le

ecchi & Magliatrice semi-00 L, azionatate di trasmis-ealizzata

a 4 fi le, è provvpiatto ad alveolvelocità di lavobombati per cilavoro, che effetdei tuberi. Il gsione con gli aa innesto rapid

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La VR 76 è caratteriz-zata da nuovi organi rincalzatori con dischi (grande capacità di lavoro) e distanza interi la l essibile:min cm 60, max cm 90

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35Sabato 22 Maggio 2010

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E INFO

iltFinanza

Ftse All share +1,19%, euro sotto i massimi a 1,2559, petrolio in l essione a 70 $ al barile

Piazza Affari positiva nella Ue Unica tra le borse principali, ma dopo le montagne russe

Ripetersi è sempre noioso, ma in que-ste settimane bor-sistiche il leimotiv è

sempre lo stesso: paura dei mercati o, come dicono quel-li che parlano bene, panic selling, incertezze europee e degli stati membri, ma so-prattutto speculazione, che agisce su più tavoli, metten-do sotto attacco l’euro, i sin-goli paesi o le singole borse. E le piazze europee (e mon-diali) traballano, vivono di voci e i grafici degli analisti sono peggio delle montagne russe. Come è successo anche ieri a Milano, dove sono state quasi incalcolabili le volte in cui il Ftse Mib è passato dal segno più a quello meno, con sbalzi anche violenti. Poi, per fortuna, ha chiuso con un deciso segno positivo, unico tra quelli europei. Ma non ci si deve illudere. L’incertezza continuerà a regnare sovra-na, ancora a lungo.

I principali indici europei hanno dunque chiuso in rosso, in una seduta in cui l’atten-zione è rimasta concentrata sulla crisi dell’area euro. A Milano il Ftse Mib ha chiu-so a +1,32% a 19.535 punti, il Ftse All share a +1,19%, il Ftse Mid cap a +1,08%, il Ftse Star a -0,17%. Male il Cac-40 a Parigi (-0,05%), il Dax a Francoforte (-0,66%) e il Ftse 100 a Londra (-0,2%). A metà seduta, a New York, il Dow Jones segnava +0,98%, l’S&P 500 +1,45%, il Nasdaq Composite +1,52%.

A piazza Affari, sul paniere principale hanno prevalso gli acquisti, con il compar-to bancario che ha fatto registrare la migliore per-formance, accelerando sul

finale. In nero Ubi banca (+3,86%), Banco popolare (+3,32%), Intesa Sanpa-olo (+3,31%), Banca Mps (+2,33%), Popolare Milano (+2,62%) Unicredit (+2,45%)

e Mediobanca (+1,82%). Su-gli scudi gli industriali che hanno ben fi gurato con Pry-smian (+4,35%), Impregilo (+3,31%) e Fiat (+2,85%), con quest’ultima che ha be-

nefi ciato di un mercato Auto che in Usa sembra essere in via di guarigione. In legge-ro progresso Finmeccanica (+0,27%), mentre sono scese Pirelli & c. (-0,58%) e Ansal-do Sts (-0,71%). Contrastati gli energetici, ma in eviden-za Erg (9,84 euro, +0,31%), su cui però non ha infl uito l’annuncio del via libera della Ue alla jv con Total, annunciata a fi ne gennaio. Tra le altre blue chip, ha brillato Geox (+4,91%), rim-balzata dopo le forti perdite delle scorse sedute, seguita da Exor (+3,27%) e Lottoma-tica (+2,74%).

Quanto all’euro, è rimbal-zato, ma ha chiuso sotto i massimi di seduta. Chi ha scommesso contro la mone-ta europea ha dovuto ricom-prarla per non subire eccessi-ve perdite. La moneta unica è passata di mano a 1,2559 dollari dopo aver toccato un massimo di 1,2672. A raf-freddare l’entusiasmo anche il calo a sorpresa, seppur lie-ve, registrato dall’indice te-desco Ifo, uno dei barometri dell’andamento economico in Germania. L’euro ha re-cuperato sullo yen ed è stato scambiato a 113,06 mentre il dollaro-yen valeva 89,95.

Infi ne il petrolio, in calo, ma con il Wti, che ha conti-nuato a restringere lo spread con il Brent. A metà seduta, il primo viaggiava a 70,23 dollari al barile, il secondo a 70,29 dollari al barile.

© Riproduzione riservata

DI CARLO ALOISIO

È stata una settimana di piena fibrilla-zione per i mercati, con gli indicatori di vo-latilità arrivati ai livelli massimi su tutti i mercati, dagli azionari ai cambi e al reddito fisso, dove i titoli governativi sono rimasti sotto pressione. Ciò che ha lasciato spazio alla forte speculazione sui mercati è stata la mancanza di una gestione coordinata ed efficace della crisi a livello europeo, lasciando all’iniziativa di ogni paese ogni decisione in materia, indebolendo così i mercati; è auspi-cabile che nelle prossime riunioni si possano evidenziare segnali in senso opposto, il che permetterebbe di riportare una maggiore fi-ducia nella zona euro.

In generale, il settore finanziario rimane quello maggiormente colpito e a farne le spe-se è stato in particolare il Ftse Mib, dove il peso del settore è rilevante; il future su giugno ha abbandonato la soglia dei 20.000 punti, rompendo vari supporti di rilievo, fino al minimo toccato a quota 18.505, per poi riprendere in chiusura ieri a 19.535 punti.

Pochi i titoli che si sono salvati dalla débâcle: tra questi, il Banco popolare che è stato il migliore della settimana (+2,2% cir-ca), dopo i risultati del primo trimestre, supe-riori alle stime degli analisti, che hanno fatto scattare le ricoperture sul titolo; bene anche Unipol con un rialzo superiore all’1%, dopo aver dismesso alcune partecipazioni in por-tafoglio; performance positiva per Finmecca-nica, +2%, dopo che la controllata americana

Drs ha ottenuto due contratti dalla Marina statunitense; inoltre il recupero del dollaro valorizza la partecipazione estera e le com-messe ottenute.

Per il resto è stato buio, con forti cali anche nel settore del commercio e del lusso. A far-ne le spese sono stati Bulgari -8,3% e Geox, maglia nera dell’indice con un calo del 9,3%; male anche le costruzioni e i cementieri con cali medi vicino all’8%.

Per quel che riguarda il Ftse All share, la miglior performance è stata appannaggio di Molmed in rialzo del 10,7% mentre il peggio-re è stato Eutelia in calo del 28%.

Sul reddito fisso il Bund tedesco ha con-tinuato a fare da bene rifugio, con punte di prezzo che hanno sfiorato i 129 punti, molto vicine ai massimi storici; anche in questo caso, la tranquillità sui mercati potrà tornare solo dopo il completamento dell’iter di soste-gno ai paesi in difficoltà, mentre sul mercato primario il dollaro rimane la divisa focus per le emisssioni di questa settimana.

Le emissioni più importanti sono state quella della World bank con 4,5 miliardi di dollari a 5 anni e cedola fissa 2,375%; Kfw con titolo in dollari per 1,25 miliardi al 2,5% e scadenza nel 2013; Export development of Canada con 1 miliardo a 5 anni e cedola del 2,25%; in area euro, Unicredit ha prezzato un 7 anni pfandbriefe variabile a Ms +0,15 per 500 milioni con scadenza nel 2017.Sempre in area euro Heraus fi nance BBB+ con 250 milioni a 7 anni al 4% scadenza nel 2017.

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Mercati in completa fi brillazione

Dopo il voto di giovedì al Senato, la riforma del sistema fi nanziario americano è in dirittura d’arrivo, e Wall Street già teme un crollo dei profi tti. Per alcuni analisti, fi no al 20% in meno. Il testo è la più vasta riforma del sistema di re-golazione fi nanziaria americano dagli anni ‘30, e una priorità legislativa del presidente Barack Obama. I senatori lo hanno adottato con 59 voti contro 39. Il Senato dovrà ora conciliare la sua versione del progetto di legge con quella adotta-ta in dicembre alla Camera dei rappresentanti, prima che il testo possa essere inviato alla Casa Bianca per la promulgazione da parte di Obama.Per gli osservatori la versione del Senato è molto più punitiva verso Wall Street rispetto a quella della Camera. I cambiamenti più signi-fi cativi riguardano gli strumenti derivati. Nella versione del Senato le banche di Wall Street sarebbero costrette a mantenerli separati dalle divisioni bancarie, o addirittura a scorporarli.In primo luogo, la riforma vedrà nascere una

nuova autorità per la protezione dei clienti delle banche all’interno della Federal reser-ve. Secondo, verrà istituito un consiglio di regolatori finanziari per valutare costante-mente lo stato di salute del sistema. Infine il governo avrà maggiore autorità per inter-venire nei casi di fallimento delle banche.Ma la versione fi nale della legge verosimilmen-te subirà ancora qualche modifi ca. Analisti di Goldman Sachs hanno cercato di quantifi carne l’impatto prendendo in considerazione solo gli elementi che con maggior probabilità saranno inclusi nel testo fi nale. Tra questi, i limiti alle penali su conti correnti e carte di credito, le re-strizioni alle speculazioni e agli investimenti in derivati. Secondo Goldman, l’impatto negativo sugli utili potrebbe essere tra il 17 e il 20%.Altri esperti, più scettici, ritengono che nemme-no la versione «forte» della legge possa davvero impensierire Wall Street.

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Più vicina riforma sistema fi nanziario UsaConti in calo nell’intero anno fi scale per il London stock ex-change, a causa dell’aumento della concorrenza in Europa.L’operatore inglese di borsa ha tuttavia precisato che dovreb-bero registrarsi progressi nel business nel corso dell’anno.Lse ha registrato un utile operativo di 280,3 mln di sterline nell’anno fi scale concluso il 31 marzo (340,7). L’utile netto si è attestato a 90,4 mln di sterline (-338 mln). I ricavi sono scesi del 6% a 605,6 mln di sterline. «Abbiamo realizzato progressi facendo leva sui nostri asset e cogliendo nuove opportunità e le acquisizioni di MilleniumIt e Turquoise hanno contribuito notevolmente ai risultati», ha detto l’a.d., Xavier Rolet. «Riconosciamo che c’è ancora molta strada da percorrere e che dobbiamo ancora raccogliere i frutti del nostro lavoro». Il dividendo è di 24,4 pence per azione, invariato. Rolet ha aggiunto che London stock exchange sta valutando possibilità di crescita tramite acquisizione, soprattutto nei settori derivati e servizi post-trading. Rolet ha poi precisato che le attività legate alle Ipo registrano trend positivi.

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In calo gli utili 2009 di Lse

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36 Sabato 22 Maggio 2010 MERCATI E FINANZA

Compagnia di bandiera inglese in rosso. Nuovi timori da vulcano islandese e da scioperi

Annus horribilis anche in BritishPerdita ante imposte di 531 mln di sterline. Spera nel 2010

A distanza di due giorni Air France-Klm e British ai-rways hanno presentato dati di bilancio estrema-

mente deludenti, con perdite re-cord e crollo dei passeggeri. Dati talmente deludenti da costringe-re Air France a defi nire l’anno fiscale 2009-2020 come il suo «annus horribilis». La compagnia francese ha chiuso l’anno con una perdita netta di 1,56 mld euro, la più grande dalla fusione con Klm del 2004. Una perdita peggiore delle attese, causata dall’impo-nente rallentamento del traffi co passeggeri e cargo. La situazione dovrebbe tuttavia migliorare nel

corso dell’attuale anno fiscale, grazie ai primi segnali di ripresa del traffi co e al piano di conteni-mento dei costi.

I conti di Air France si spec-chiano in quelli della rivale Bri-tish airways che ieri ha annun-ciato di aver chiuso il suo secondo anno consecutivo in perdita, a causa del calo della domanda e dei costi legati agli scioperi del personale. La compagnia di ban-diera inglese ha registrato una perdita ante imposte di 531 mln di sterline e una perdita opera-tiva di 231 mln. Come la rivale Air France, Ba prevede di rag-giungere il breakeven nell’anno

fi scale in corso, grazie alla ripre-sa della domanda e del traffi co.Su British Airways, tuttavia, incombe la minaccia degli scio-peri che partiranno lunedì e che potrebbero minare ancora una volta i conti della società. Non solo: entrambe le compa-gnie aeree dovranno anche fare i conti con i costi legati allo stop al traffi co aereo in aprile lega-ti alla nube di cenere prove-niente dal vulcano in Islanda. La speranza per Air France e Bri-tish airways è che i risultati de-ludenti dell’anno appena chiuso non si ripetano anche in futuro.

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IN ITALIA

In crescitatrasportidi Sbb cargo

DI ANTONIO O. CIAMPI

Sbb cargo, società di trasporto merci su rotaia sull’asse Nord-Sud Europa, ha chiuso il bilancio 2009 contenendo le perdite e ri-portando un risultato in li-nea con le attese e prevede una ripresa per il 2010.

Dal punto di vista delle prestazioni, la crisi ha cau-sato nel 2009 un calo del 7% rispetto al 2008, per un to-tale di 11.674 milioni di ton/km nette.

Tuttavia Sbb cargo Ita-lia, affi liata italiana di Sbb cargo, nel 2009, come ha spiegato l’amministratore delegato Marco Terranova, ha registrato un incremento delle prestazioni di traspor-to, che sono passate da 914 a 1.134 milioni di ton/km (+24% rispetto al 2008).

Sbb cargo ha ammortiz-zato in parte le ripercussio-ni sul risultato aziendale, grazie a un incremento di produttività e a un adatta-mento dei sistemi di produ-zione alle fluttuazioni del mercato.

Queste misure hanno ge-nerato un’effi cacia fi nanzia-ria di 115 milioni di franchi svizzeri, anche se il 2009 ha comunque registrato una perdita operativa pari a 62,5 milioni di franchi svizzeri, a fronte dei 29,9 milioni di franchi svizzeri del 2008.

Lo scorso anno il ricavo da traffi co è calato del 12,3%, passando a 915,6 milioni di franchi svizzeri, mentre i proventi derivanti dal tra-sporto hanno registrato un calo del 9% nel traffi co na-zionale svizzero e del 15% su quello delle tratte inter-nazionali.

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PROVINCIA di AVELLINOSettore Cultura

Piazza Libertà n.1 – 83100 – Avellino Tel. +39 0825/7901 Fax: + 0825/790227

AVVISOIL DIRIGENTE

RENDE NOTO CHE E’ IN DATA 10.05.2010 E’ STATO PUBBLICATO IL SEGUENTE BANDO DI GARA:

BANDO DI GARA MEDIANTE PROCEDURA APERTAcriterio: con il criterio del prezzo più basso determinato mediante offerta a prezzi unitari. parte a corpo e parte a misura, ai sensi dell’art. 53, comma 4, e dell’art. 82, comma 3, del D.Lgs. 163/2006 OGGETTO DELL’APPALTO: LAVORI DI REALIZZAZIONE DI UN PARCO ETOLOGICO -Importo a base d’appalto: € 1.531.738,26 + IVA DI CUI €. 46.279,18 + IVA PER ONERI INERENTI I PIANI DI SICUREZZA (NON SOGGETTI A RIBASSO).CATEGORIE RICHIESTE: LAVORI STRADALI: OG3 – CLASSIFICA III E LAVORI EDILI: OG1 – CLASSIFICA II.

CIG 0480020D05 CUP F79D07000170001Denominazione, indirizzi e punti di contatto

Denominazione ufficiale: Provincia di Avellino -Settore CulturaIndirizzo postale: Piazza Libertà n.1Città: AVELLINO CAP / ZIP: 83100 Paese: ItaliaPunti di contatto: Ufficio Gare Telefono: + 390825/790209R.U.P. Ing. Giovanni Micera Telefono: + 390825/790209Posta elettronica : Fax: +390825/790227 o 390825/38291responsabile del procedimento [email protected] ufficio gare: [email protected] del servizio: [email protected]: [email protected] Indirizzi internet: Amministrazione aggiudicatrice: http://www.provincia.avellino.it

Pubblicazione del bando e dell’esito: Il presente bando e i relativi allegati sono pubblicati, ai sensi dell’art. 66, comma 7, e dell’art. 122, comma 5, del D.Lgs 163/06:- sulla G.U.R.I. ;-sul profilo di committenza della stazione appaltante: albo pretorio e indirizzo internet: http://www.provincia.avellino.it .;- sul sito internet dell’Osservatorio regionale degli Appalti e Concessioni: www.sitar-campania.it.Luogo di svolgimento della gara:La gara avrà luogo il giorno 22.06.2010 alle ore 9,00 presso la sede della stazione appaltante: Provincia di Avellino – Settore Lavori Pubblici e Edilizia Scolastica – 3° piano – Piazza Libertà, n. 2 – 83100 Avellino, in seduta pubblica. Termine di presentazione delle offerteLe offerte dovranno pervenire entro le ore 12,00 del giorno 21.06.2010. AVELLINO lì 18/05/2010 Il responsabile del procedimento Dott. Ing. Giovanni Micera

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RENDE NOTO CHE E’ IN DATA 10.05.2010 E’ STATO PUBBLICATO IL SEGUENTE BANDO DI GARA:

BANDO DI GARA MEDIANTE PROCEDURA APERTAcriterio: criterio del prezzo più basso mediante ribasso sull’elenco prezzi posto a base di gara (ex art. 53, comma 2, lett. a) e art. 82, comma 2, lett. a) e b), del DLgs 163/06 e s.m.i.; artt. 89 e 90 del DPR 554/99 e s.m.i.; l.r. n. 3/07 e s.m.i.). OGGETTO DELL’APPALTO: realizzazione delle opere relative a: LAVORI DI REALIZZAZIONE DI UNA STRADA DI COLLEGAMENTO TRA LA EX SS. 164 E LA SS. 303IMPORTO A BASE DI APPALTO: € 3.536.629,73, DI CUI € 22.238,75 + IVA PER ONERI INERENTI I PIANI DI SICUREZZA (NON SOGGETTI A RIBASSO)CATEGORIA RICHIESTA: LAVORI STRADALI: OG3 – CLASSIFICA V.

CIG 0479887F43 CUP F41B05000250001Denominazione, indirizzi e punti di contatto

Denominazione ufficiale: Provincia di Avellino Settore Lavori Pubblici e Edilizia ScolasticaIndirizzo postale: Piazza Libertà n.1Città: AVELLINO CAP / ZIP: 83100 Paese: ItaliaPunti di contatto: Ufficio Gare Telefono: + 390825/790209R.U.P. Ing. Antonio Marro Telefono: + 390825/790226Posta elettronica : Fax: +390825/790227 o 390825/38291responsabile del procedimento [email protected] ufficio gare: [email protected] del servizio: [email protected]: [email protected] Indirizzi internet: Amministrazione aggiudicatrice: http://www.provincia.avellino.it

Pubblicazione del bando e dell’esito: Il presente bando e i relativi allegati sono pubblicati, ai sensi dell’art. 66, comma 7, e dell’art. 122, comma 5, del D.Lgs 163/06: -sulla G.U.R.I. ; -sul profilo di committenza della stazione appaltante: albo pretorio e indirizzo internet: http://www.provincia.avellino.it .; -sul sito internet dell’Osservatorio regionale degli Appalti e Concessioni: www.sitar-campania.it.Luogo di svolgimento della gara:La gara avrà luogo il giorno 08-06-2010 alle ore 9,00 presso la sede della stazione appaltante: Provincia di Avellino – Settore Lavori Pubblici e Edilizia Scolastica – 3° piano – Piazza Libertà, n. 2 – 83100 Avellino, in seduta pubblica. Termine di presentazione delle offerteLe offerte dovranno pervenire entro le ore 12,00 del giorno 07-06-2010; Avellino, lì 18.05.2010 Il DIRIGENTE Dott. Ing. Antonio Marro

Si comunica che sulla G.U.R.I.n° 58 del 21.05.2010 è pubblicato il bando di gara integrale relativo ai

sotto elencati lavori: BANDO DI GARA PAUP10-13, GARA N° 1. CUP: F17H00000040001;

Codice Appalto: UPUP00028 Provincia: MESSINA

Esecuzione di controlli e prelievi in situ ed analisi di laboratorio sui materiali impiegati per la

realizzazione della S.S. N. 117 “Centrale Sicula” - Ammodernamento e sistemazione del tratto

dal km 19+000 al km 23+200 - Lotto B2.

Ctg €uro

Importo totale dei servizi 661.537,21

Categoria del servizio

Ctg.12 - Cpc 867 di cui

all’allegato II A del D.lgs.

163/2006.

Pagamenti in acconto 125.000,00

Il tempo presunto di esecuzione del servizio è fi ssato in giorni naturali e consecutivi pari a 900

(novecento), salvo eventuali sospensioni e/o proroghe, decorrenti dall’inizio delle prestazioni stabilito

con apposito verbale di consegna. Determina a Contrarre: n° CPA-0018065-I del 17/03/2010.

R.U.P.: Ing. Barbara DI FRANCO. Il plico con la documentazione richiesta dovrà pervenire a mezzo

del servizio postale, ovvero mediante agenzie di recapito autorizzate, entro le ore 12.00 del

22/06/2010 e dovrà essere indirizzato a: ANAS S.p.A. Direzione Regionale per la Sicilia – Via A. De

Gasperi n°247 – 90146 Palermo.

Palermo, lì 22.05.2010

IL DIRETTORE REGIONALE

Dott. Ing. Ugo Dibennardo

ANAS S.p.A.

Direzione Regionale per la Sicilia

VIA A. DE GASPERI, 247 - 90146 PALERMO

Tel. 091/379111 - Fax 091/6703090 - 091/521722 • sito internet www.stradeanas.it

ESTRATTO AVVISO DI GARA

MEDIANTE PUBBLICO INCANTOPresso questo Uffi cio verrà esperito il sotto indicato Pubblico Incanto:

BANDO N. T09-2010 Codice Appalto: N. 09-2010 C.I.G. 0477405F0D

Descrizione tipo intervento: Servizi per l’esecuzione di prove sperimentali obbligatorie previste

dalla normativa vigente, compresi gli oneri di certifi cazione e di laboratorio, relativi ai materiali da

costruzione dei lavori di ammodernamento ed adeguamento al tipo 1/a delle Norme CNR/80 Tronco

3 - Tratto 2 - Lotto 3, stralcio A dal km 369+800 al km 378+500 dell’autostrada SA-RC.

L’appalto ricade nella categoria 12 CPC n° 867 dell’allegato II A al D.lgs n. 163/2006.

Luogo di esecuzione: Reggio Calabria - Importo totale lordo dell’appalto: € 399.812,00 -

Pagamenti ogni: € 80.000,00 - Perizia: n° 46808 del 15/12//2009 - Cauzione provvisoria 2%:

€ 7.996,24

CRITERIO DI AGGIUDICAZIONE: Ai sensi dell’art. 82 del D.lgs n. 163/2006 l’appalto sarà

aggiudicato al prezzo più basso, inferiore a quello posto a base di gara, determinato mediante offerta

a prezzi unitari ai sensi dell’art. 90 del D.P.R. n. 554/99, con valutazione dell’anomalia delle offerte ai

sensi degli artt. 86, 87, 88 e 89 del D.Lgs. 163/2006 e secondo le modalità specifi cate nel disciplinare

di gara. L’ANAS si riserva la facoltà di procedere contemporaneamente alla verifi ca di anomalia delle

migliori offerte, non oltre la quinta, e nel caso di loro esclusione, procederà progressivamente nei

confronti delle successive migliori offerte, fi no ad individuare la migliore offerta non anomala.

La “lista delle forniture” dovrà essere ritirata, presso l’Uffi cio Gare e Contratti, dal legale

rappresentante dell’impresa o da un suo delegato nei giorni di Martedì e Giovedì dalle ore

10.00 alle ore 12.00. TERMINE MASSIMO per la presentazione delle offerte: ore 10.00 del giorno

01/07/2010. ESPERIMENTO GARA: lo stesso giorno 01/07/2010 ore 11.00

Le offerte dovranno pervenire, esclusivamente tramite raccomandata /posta celere del servizio

postale in plico sigillato con ceralacca, ed indirizzato all’ANAS - Uffi cio per l’Autostrada SA-RC con

sede in Contrada Ligiuri - 87100 Cosenza ovvero, mediante consegna diretta all’Uffi cio Gare

e Contratti, nei giorni dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 13.00, esclusi sabato e

domenica, il quale rilascerà apposita ricevuta previa esibizione di valido documento di identità della

persona incaricata della consegna entro e non oltre le ore 10.00 (dieci) del Giorno 01/07/2010.

Non è ammessa la consegna tramite corrieri o agenzie di recapito autorizzati.

Il bando di gara integrale è pubblicato sulla Gazzetta Uffi ciale della Repubblica Italiana n. 58 del

21.05.2010, all’Albo Pretorio del Comune di Cosenza, presso la sede di questo Uffi cio e delle

Sezioni Staccate di Salerno e Reggio Calabria. Inoltre è visibile sul sito INTERNET dell’ANAS

www.stradeanas.it Il Dirigente Amministrativo

Dr. Giuseppe ORSINO

ANAS S.p.A.Uffi cio per l’Autostrada

Salerno - Reggio Calabria

CONTRADA LIGIURI - 87100 CosenzaTel. 0984/308311 - Fax 0984/36500 • sito internet www.stradeanas.it

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

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Page 31: • Nuova serie - Anno 19 - Numero 121 - 1,20 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Sabato 22 Maggio 2010 • MULTIMEDIALITÀ Huawei (Cina ...

37Sabato 22 Maggio 2010Sabato MERCATI E FINANZA

L’a.d. Marchionne è ottimista. Gli States ripartono

Chrysler acceleraPossibile anticipo dell’ipo al 2011

L’a.d. di Fiat, Sergio Marchionne, ne è sicuro. Chrysler sta andando bene e l’ipo

potrebbe essere lanciata prima del previsto, già nel 2011. Se-condo l’agenzia Reuters, la casa Usa si aspetta anche che il 2010 sia un anno migliore di quan-to originariamente previsto.Marchionne ha spiegato all’agenzia di stampa che non si pone il problema di quale casa automobilista americana tornerà per prima in borsa. «C’è appetito suffi ciente e sono sempre stato rispettoso dei più grandi. Se Ed Whitacre, ceo di General motors, vuole andare per primo, che lo faccia, lo lascio andare. Noi saremo secondi».Marchionne, parlando a mar-gine di una conferenza a To-ronto, ha inoltre sottolineato che il 2010 potrebbe essere un anno «decisamente migliore» di quanto originariamente previ-sto dal gruppo e i dati sulle vendite di auto a maggio sem-brano buoni. «In America, il mercato è in via di guarigione. Intendo dire che non vedremo i numeri incredibili del 2006 e del 2007 ma certamente sa-remo sopra il target di 11 mln (di veicoli venduti) quest’anno e probabilmente oltre i 12 mln il prossimo e questi sono buoni volumi per migliorare il busi-ness». Di certo, ha affermato il manager, «sono molto meno sereno quando si parla di con-sumi in Europa».

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Opel, divisione europea di General motors, si è accordata con i sinda-cati per un risparmio

dei costi annui di 265 mln euro. Tuttavia non si allentano le resi-stenze politiche contro i sostegni al piano di rilancio dei brand di Opel e Vauxhall, soprattutto tra i contribuenti in Germania e lo sce-nario defi nitivo rimane incerto. «L’accordo rappresenta un passo fondamentale per la nostra socie-tà», ha detto l’a.d. di Opel e Vau-xhall, Nick Reilly alla stampa.Opel diventerà una società quo-tata. Tuttavia, ai lavoratori non spetterà una quota nella società in cambio delle concessioni sui costi, come inizialmente sugge-rito dai sindacati. Klaus Franz, rappresentante dei sindacati di Gm Europe, ha detto che la ma-novra è volta «a migliorare la trasparenza e a conquistare una maggiore autonomia».

Salteranno 8.300 posti sui cir-ca 50 mila totali in Europa, meno di quelli previsti nelle precedenti versioni approntate diversi mesi fa; complessivamente, i dipen-denti hanno accettato misure che prevedono riduzioni dei costi salariali da 265 milioni di euro l’anno.

Essi verranno inseriti in un conto fi duciario che sarà resti-tuito ai lavoratori nel caso in cui alcuni dei nuovi veicoli non vengano prodotti in Europa.Opel mercoledì aveva annun-ciato un imminente accordo con i sindacati, proprio a poche ore dalle discussioni del governo

tedesco sul piano di aiuti alla società. I fi nanziamenti neces-sari a Gm Europe per la ristrut-turazione sono 3,7 mld euro. La casa madre Gm si è impegnata a fornire 1,9 mld euro mentre gli aiuti rimanenti dovrebbero arrivare dai governi europei. La Germania dovrebbe stanziare oltre 1 mld, mentre il governo britannico ha garantito prestiti per 300 mln usd.

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Eliminati 8.300 posti di lavoro

Raggiunta intesasu esuberi in Opel

Iperattività del neopresidente della regione Piemonte, Roberto Cota, che sta pensando a riportare in vita il Salone dell’auto. Cota potrebbe incontrare nelle prossime settimane l’a.d. della Fiat, Sergio Marchionne, per discutere di un eventuale ritorno del salone sotto la Mole. Non sarebbe stato ancora fi ssato un incontro uffi ciale, secondo quanto affermato da Cota a margine degli 80 anni della Pininfarina a Cambiano, «ma ci stiamo lavorando».Il presidente della regione ha poi concluso perentorio: «Tori-no è la capitale dell’auto e il Salone dell’auto si deve fare qui».Cautela sul progetto è stata espressa dall’ex presidente della Fiat, Luca Cordero di Montezemolo, secondo cui, «è una cosa su cui bisogna riflettere e da valutare. È giusto parlarne». L’attuale presidente della Ferrari, presente anch’egli ai festeg-giamenti per gli 80 anni della Pininfarina, ha poi annunciato che il modello stradale della Ferrari dedicato a Sergio e Andrea Pininfarina «arriverà a fi ne 2011». Il modello si chiamerà «SA», acronimo dei due esponenti della famiglia di designer torinesi.

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Cota (Piemonte) rivuoleil Salone dell’auto a Torino

Il tribunale di Roma ha omologato l’accordo di ristrutturazione dei debiti di Tas. L’accordo era stato raggiunto con tutti i creditori fi nan-ziari (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Bnl, Banca Mps, Cassa di rispar-mio di Lucca Pisa Livorno, Popolare Milano e Cassa di risparmio di Bologna) rappresentanti al 31 dicembre 2009, il 78,09% dei debiti.L’accordo è stato sottoposto anche a valutazione di esperti in-dipendenti ed era risolutivamente condizionato, tra l’altro, alla mancata omologa dell’accordo da parte del tribunale di Roma e alla mancata deliberazione entro il 30 aprile 2010 di un aumento di capitale per 21 mln da offrire in opzione a tutti i soci. Entrambe le condizioni sono state soddisfatte.L’accordo di ristrutturazione prevede inoltre che il previsto au-mento di capitale sia eseguito entro il 31 dicembre.

Dal tribunale via liberaa ristrutturazione Tas

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I fatti separatidalle opinioni

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ItaliaOggi Editori - Erinne srl - 20122 Milano, via Marco Burigozzo 5, tel. 02-58219.1; telefax 02-58317598; 00187 Roma, via Santa Maria in Via 12, tel. 06-6976081 r.a.; telefax 06-69920373, 69920374.

Stampa: Milano, Stem Editoriale Spa, Cernusco S/N (Milano), via Brescia 22 - Roma, Litosud srl, via Carlo Pesenti 130 - Catania, Società Tipografica Siciliana Spa, Catania, Strada 5ª n. 35 - Cagliari, L’Unione Editoriale Spa, Viale Regione Elena, 12.

Distribuzione: Erinne srl - via Marco Burigozzo 5 - 20122 Milano, tel. 58219283.

ItaliaOggi - Registrazione del tribunale di Milano n. 602 del 31-7-91 - Direttore responsabile: Paolo Panerai.

Testata che fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250.

Accertamento Diffusione Stampacertifi cato n. 6470 del 4/12/2008

Reyl (Lux) Global Sicavwww.reyl.ch

Valori al 20/05/2010

Elite France-Europe B EUR 90,00Elite France-Europe F EUR 88,21Em Debt Opp. B($) USD 94,66Em Debt Opp. C(Chf) CHF 94,59Em Debt Opp. E EUR 94,61Em Mkts Eq B($) USD 101,05Em Mkts Eq F($) USD 100,81Em Mkts Eq J(Chf) CHF 106,52Em Mkts Eq L EUR 108,48Europe Low Vol B EUR 93,13Europe Low Vol C(Chf) CHF 89,72Europe Low Vol F EUR 92,15Europe Low Vol H EUR 91,93European Equities B EUR 187,39European Equities C(Chf) CHF 172,01European Equities F EUR 184,07European Equities H EUR 180,12European Opp B EUR 96,40European Opp C(Chf) CHF 94,29European Opp D($) USD 95,90European Opp F EUR 95,89European Opp N(Chf) CHF 93,87North American Eq. B($) USD 123,10North American Eq. E EUR 118,61North American Eq. F($) USD 121,77North American Eq. G EUR 116,51North American Eq. H($) USD 117,72

Valori al 20/05/2010

European Value A1 EUR 1245,25

Ivy Asset Strategy A1 EUR 1026,10

Japan A1 EUR 601,59

US Large Cap Value A1 EUR 1139,68

US Large Cap Value C1 USD 938,53

W&R Science & Technology A1 EUR 939,65

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Distributore Principale:

BANCA FINNAT EURAMERICA TEL. 06 69933.475 - www.finnat.it

N.M. Euro Bonds Short Term EUR 131,56 132,61N.M. Euro Equities EUR 35,97 37,08N.M. Global Equities EUR 48,37 50,90N.M. Infl ation Linked Bd Europe EUR 104,24 -N.M. Q7 Corporate Bd EUR 154,61 156,86N.M. Q7 High Quality Bd EUR 130,37 131,63N.M. Q7 Pan European Eq. EUR 73,12 76,08N.M. Previra World Conservative EUR 122,73 124,87N.M. Large Europe Corporate EUR 114,57 115,53N.M. Q7 Active Equities Internat. EUR 78,90 78,94N.M. Q7 Alpha Balanced EUR 100,65 -

Valori al 20/05/2010

Valori al 14/05/2010

N.M. Q7 GlobalFlex classe A EUR 107,33 103,43N.M. Total Return Flexible EUR 115,45 -

POLAR CAPITAL FUNDS

www.polarcapital.co.uk

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Global Technology EUR 11,00 19/05/2010 GBP 9,45 19/05/2010 USD 13,57 19/05/2010

Healthcare Opportunities EUR 7,00 19/05/2010 GBP 6,02 19/05/2010 USD 8,64 19/05/2010

Polar Japan Fund USD 16,95 20/05/2010 GBP 11,84 20/05/2010 JPY 1545,39 20/05/2010

UK Absolute Return EUR 12,16 20/05/2010 GBP 10,47 20/05/2010 USD 14,99 20/05/2010 EUR 12,23 20/05/2010 GBP 10,53 20/05/2010 USD 15,08 20/05/2010

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POLIZZE UNIT LINKED

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Sede sociale: Via Gaggia, 4 - 20139 Milano - Cap. Soc. Euro 34.178.000 i.v.

Unidesio 760071 11,190 14/05/2010

Unidesio 760072 9,992 14/05/2010

Unidesio 760073 10,007 14/05/2010

Unidesio 760074 10,000 14/05/2010

Unidesio 760075 11,666 14/05/2010

Unidesio 760077 10,562 14/05/2010

Unidesio 760078 10,066 14/05/2010

Unidesio 760079 10,490 14/05/2010

Unidesio 760080 10,247 14/05/2010

Unidesio 760082 9,539 14/05/2010

Unidesio 760083 10,936 14/05/2010

Unidesio 760085 10,250 14/05/2010

Unidesio 760087 11,031 14/05/2010

Unidesio 760088 9,230 14/05/2010

Unidesio 760089 11,152 14/05/2010

Unidesio 760090 7,196 14/05/2010

Unidesio 760091 10,425 14/05/2010

Unidesio 760092 10,395 14/05/2010

Unidesio 760093 10,090 14/05/2010

Unidesio 760094 10,610 14/05/2010

Unidesio 760095 10,135 14/05/2010

Unidesio 760096 10,175 14/05/2010

Unidesio 760097 10,464 14/05/2010

Unidesio 760098 10,667 14/05/2010

Unidesio 760099 10,705 14/05/2010

Unidesio 760100 10,260 14/05/2010

Unidesio 760101 10,514 14/05/2010

Unidesio 760102 10,109 14/05/2010

Unidesio 760104 10,176 14/05/2010

Unidesio 760105 10,571 14/05/2010

Unidesio 760106 10,361 14/05/2010

Unidesio 760109 10,495 14/05/2010

Unidesio 760110 10,398 14/05/2010

Unidesio 760111 10,401 14/05/2010

Unidesio 760124 10,708 14/05/2010

Unidesio 760125 10,522 14/05/2010

Unidesio 760126 9,977 14/05/2010

Unidesio 760129 10,853 14/05/2010

Unidesio 760130 10,486 14/05/2010

Unidesio 760131 10,530 14/05/2010

Unidesio 760132 10,402 14/05/2010

Unidesio 760133 10,439 14/05/2010

Unidesio 760134 10,420 14/05/2010

Unidesio 760137 10,345 14/05/2010

Unidesio 760138 10,531 14/05/2010

Unidesio 760139 10,775 14/05/2010

Unidesio 760140 10,666 14/05/2010

Unidesio 760141 10,133 14/05/2010

Unidesio 760143 10,165 14/05/2010

Unidesio 760144 10,159 14/05/2010

Unidesio 760145 10,535 14/05/2010

Unidesio 760147 10,392 14/05/2010

Unidesio 760148 10,226 14/05/2010

Unidesio 760149 10,395 14/05/2010

Unidesio 760150 10,364 14/05/2010

Unidesio 760156 9,935 14/05/2010

Unidesio 760157 10,331 14/05/2010

Unidesio 760158 9,982 14/05/2010

Unidesio 760159 10,064 14/05/2010

Unidesio 760160 9,850 14/05/2010

Unidesio 760161 9,980 14/05/2010

Unidesio 760162 9,980 14/05/2010

Unidesio 760163 9,974 14/05/2010

Unidesio 760166 10,016 14/05/2010

Unidesio 760167 9,997 14/05/2010

Unidesio 760168 10,054 14/05/2010

Unidesio 760169 10,127 14/05/2010

Unidesio 760170 9,808 14/05/2010

Unidesio 760171 10,022 14/05/2010

Unidesio 760173 9,963 14/05/2010

Unidesio 760174 9,983 14/05/2010

Unidesio 760178 10,000 10/05/2010

Unidesio 760179 9,966 14/05/2010

Unidesio 760180 10,000 17/05/2010

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Page 32: • Nuova serie - Anno 19 - Numero 121 - 1,20 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Sabato 22 Maggio 2010 • MULTIMEDIALITÀ Huawei (Cina ...

Prospetto dei valori correnti delle polizze index linked

VALORI AL 30/04/10

Adesso Index Aprile '07 86,050 A2 | A | A+ - | A- | A-

Adesso Index Febbraio '07 96,885 A2 | A- | A- * - | A- | A-

Alba Carim Index 08/07 101,110 - | BBB- | - A2 | A+ | AA-

Alba Carim Index 11/06 98,178 - | BBB- | - Aa2 | AA | AA

Alti Percorsi Index 1 – 2007 98,270 A3 | - | - Aa3 | A+ | A+

AltiPercorsi Index 2005 102,348 - | (1) | - Aa3 | AA- | AA-

CariChieti Index Linked 2005 100,788 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

Carichieti index linked 2006 96,830 Aa2 | A+ | AA- A1 | A | A+

Carichieti Index Linked 2007 97,516 Aa2 | A+ | AA- Aa2 | AA | AA

Cedola Index 99,770 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

Creberg altiplano marzo 07 95,276 - | A- | A- - | A- | A-

Creberg Altiplano Aprile '07 84,620 Baa3 | - | BBB+ - | A- | A-

Creberg Polar Aprile '07 84,470 Baa3 | - | BBB+ - | A- | A-

Derby Index Linked Dicembre 2006 89,280 Baa3 | - | BBB+ Aa3 | A | A ****

Derby Index Linked Ottobre 2006 90,000 - | (1) | - - | A- | A-

DOMANIDEA 2 – INDEX LINKED 2007 93,281 A3 | BBB | A- Aa3 | A+ | AA-

DomanIdea 3 - Index Linked 2007 99,420 - | bbb+ | A- Aa3 | A+ | A+ *****

Duomo Index Nuove Frontiere 100,020 A3 | A- | A- Aa2 | A+ | A+

Duomo Index Nuove Frontiere II Serie N/D (�) WR | NR | NR Aa2 | A+ | A+

Duomo Index Nuove Frontiere III serie 90,890 - | bbb+ | A- Aa2 | AA | AA-

Duomo Index Nuove Frontiere IV serie 93,660 Aa2 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

Duomo Index Nuove Frontiere VI serie 115,460 Aa2 | A+ | A+

Duomo Index Nuove Frontiere VII serie 93,281 A3 | BBB | A- Aa3 | A+ | AA-

Duomo Index Nuove Frontiere VIII serie 99,420 - | bbb+ | A- Aa3 | A+ | A+ *****

Duomo Index Performance Positiva 111,240 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+

ExtraFrutti - Index Linked 2008 100,780 Aa3 | A | A **** Aa2 | A+ | A+

Futuro Forte 1 - 2006 97,603 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+

Index Scatto piu' Persona Life 95,360 Aa2 | A+ | A+

Index Up 1-2008 85,165 A2 | A | A Aa2 | A+ | A+

Index Up 2 - 2005 99,910 - | BBB+ | A- Aa1 | A+ | AA-

Index Up 3 - 2005 101,969 - | BBB+ | A- Aa2 | A+ | A+

Index Up 4 - 2005 99,405 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | AA-

Indice Più 2 - 2004 99,760 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

Indice Più 3 98,810 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+

Indice Più 4 - 2004 99,340 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | AA-

Prima Classe 1 - 2005 101,891 - | (1) | - Aa3 | AA- | AA-

Prima Classe 2 - 2005 102,343 - | BBB+ | A- Aa3 | A | A ****

Prima Classe 2005 - Edizione speciale Progetti Regionali 100,700 A3 | A- | A- Aa2 | A+ | A+

Prima Classe 3 - 2005 97,115 A2 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-

Scelgo Index 10 97,520 Baa3 | - | - A2 | A+ | AA-

Scelgo Index 11 97,567 Baa3 | - | - A1 | A+ | A+

Scelgo index 12 97,617 Baa3 | - | - Aa2 | AA | AA

Scelgo Index 13 96,217 Baa3 | - | - Aa3 | AA- | AA-

Scelgo Index 14 95,758 Baa3 | - | - Aa1 | AA- | AA-

Treviso Index 2007 98,270 A3 | - | - Aa3 | A+ | A+

Uni Class 98,11 Aa3 | A | AA- Aa3 | A | A+

2,40% S&P/Mib CRESCITA ITALIA SERIE XIV LUGLIO 2005 96,330 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A | A ****

2,80% EURO DOLLARO SERIE XV SETT 05 97,709 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | A+

3% Cliquet Crescita Italia SERIE III - 2 2005 98,120 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-

3% Cliquet Crescita USA SERIE II 1/2005 100,110 - | A+ | - Aa3 | AA- | AA-

3% Top Coupon Index Linked serie XIII 2003 99,559 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-

3% TOP COUPON INDEX LINKED SERIE XV - 2003 99,830 A1 | A | A+ *** Aa3 | AA- | AA-

3,0% Top Coupon Serie XII - 2003 99,637 A1 | A | A+ *** Aa3 | A | A ****

3,15% GRIFO COUPON - SERIE VI MAGGIO 2004 98,082 Aa2 | AA | AA Aa2 | AA | AA

3,20% CRESCITA U.S.A. INDEX LINKED SERIE VII GIUGNO 2004 99,660 A3 | A- | A-

3,60% Coupon Serie X - 2003 99,607 A1 | A | A+ *** Aa1 | A+ | AA-

3,75% crescita USA index linked serie XIV settembre 2004 99,642 A1 | A | A+ *** Aa2 | A+ | A+

3,80% S&P / Mib CRESCITA ITALIA SERIE XVII DICEMBRE 2004 98,940 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-

4,0% Crescita U.S.A. Index Linked Serie X Agosto 2004 99,569 A1 | A | A+ *** Aa3 | AA- | AA-

4,0% CRESCITA U.S.A. INDEX LINKED SERIE XV NOVEMBRE 2004 98,320 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

4,0% CRESCITA USA SERIE XIII OTTOBRE 2004 98,700 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-

4,30% International Index Serie V Marzo 2007 88,790 A3 | BBB | A- Aa3 | A+ | A+

4,30% International Index Serie VIII Maggio 2007 95,032 A1 | A | A Aa3 | A+ | AA-

4,30% International Index Serie XV Settembre 2007 93,150 Aa3 | - | - Aa1 | A+ | AA-

4,30% International Serie VI Aprile 2007 88,699 A3 | BBB | A- Aa1 | A+ | AA-

4,30% International Serie VII Aprile 2007 88,809 A3 | BBB | A- Aa1 | A+ | AA-

4,30% International Serie X Giugno 2007 95,350 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

AUSTRALIAN & SWISS INDEX SERIE VIII GIUGNO 2006 96,360 A2 | A | A Aa3 | A+ | A+

Capital Index Serie II 2005 98,782 A1 | A | A+ *** Aa2 | AA | AA

Capital Index SERIE IV 2005 96,616 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-

Capital Index serie VI 2004 99,905 Aa2 | AA | AA Aa2 | AA | AA

CAPITAL INDEX SERIE VI 2005 96,830 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-

Capital Index Serie X 2004 99,416 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

Capital index serie XII 2004 99,096 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

Capital index serie XIV 2004 98,770 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

CAPITAL INDEX SERIE XVI 2004 98,400 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

CAPITAL INDEX SERIE XVII 2004 97,950 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

Capital index serie XX 2004 99,026 A1 | A | A+ *** Aa2 | AA | AA

Convergence Serie IX 2007 88,699 A3 | BBB | A- Aa1 | A+ | AA-

Convergence Serie VIII 2007 88,790 A3 | BBB | A- Aa3 | A+ | A+

Convergence Serie XI 2007 95,032 A1 | A | A Aa3 | A+ | AA-

Convergence Serie XII 2007 95,350 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

Convergence serie XIV 2007 93,150 Aa3 | - | - Aa1 | A+ | AA-

Crescita Europa Serie IX 2006 99,160 A1 | A | A Aa2 | A+ | A+

Crescita Europa Serie XI 2006 99,550 A2 | A | A Aa3 | AA- | AA-

CRESCITA ITALIA 70% SERIE XIII 2005 95,950 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA ITALIA 80% SERIE XII LUGLIO 2005 96,020 Aa3 | A+ | AA- Aa2 | AA | AA

CRESCITA SICURA SERIE VI 2006 93,787 A2 | A | A Aa3 | AA- | AA-

Crescita Sicura Serie I 2005 100,110 - | A+ | - Aa3 | AA- | AA-

CRESCITA SICURA SERIE I 2006 97,840 A1 | A | A Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE I 2007 94,390 A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie II 2005 98,120 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE II 2007 91,610 A1 | A | A Aa3 | A | A+

CRESCITA SICURA SERIE II/2006 98,290 A1 | A | A Aa2 | A+ | A+

Crescita Sicura serie III 2005 96,510 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

CRESCITA SICURA SERIE III 2006 93,250 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie III 2007 92,510 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie IV 2005 99,310 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-

CRESCITA SICURA SERIE IV 2006 92,880 A1 | A | A+ Aa3 | A | A+

Crescita Sicura Serie IV 2007 92,293 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

CRESCITA SICURA SERIE IX 2004 100,496 A1 | A | A+ *** Aa3 | AA- | AA-

CRESCITA SICURA SERIE IX 2006 95,530 A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie V 2005 98,880 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE V 2006 95,773 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie V 2007 95,032 A1 | A | A Aa3 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie VI 2004 99,690 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VI 2005 96,330 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A | A ****

Crescita Sicura Serie VI 2007 95,350 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

Crescita sicura serie VII 2004 99,219 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VII 2005 97,709 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | A+

CRESCITA SICURA SERIE VII 2006 97,040 Aa2 | AA | AA

Crescita Sicura Serie VII 2007 93,150 Aa3 | - | - Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VIII 2004 99,070 Aa3 | A+ | AA- Aa2 | A+ | A+

CRESCITA SICURA SERIE VIII 2005 97,547 A1 | A | A+ *** Aa3 | AA- | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VIII 2006 96,550 A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie VIII 2007 87,780 Baa2 | BBB | BBB Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE X 2006 96,860 Aa2 | AA | AA

CRESCITA SICURA SERIE XI 2006 95,110 A2 | A+ | AA-

DJ EUROSTOXX CRESCITA EUROPA SERIE II FEBBRAIO 2006 98,290 A1 | A | A Aa2 | A+ | A+

Esagono Plus Nikkei Serie XIX 2006 99,640 Aa1 | - | -

Esagono Plus Nikkei Serie XXI 2006 100,960 Aa3 | AA- | AA- Aa3 | AA- | AA-

Euramerica 87 Index Linked Serie IX Maggio 2007 92,020 A1 | A | A+ A1 | A | A+

Euro dollaro Index Coupon 1,75% serie VII 5/2005 99,310 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-

EURO-DOLLARO INDEX COUPON - SERIE XVI DICEMBRE 2004 99,500 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | AA- | AA-

Euro-dollaro Serie V aprile 2005 96,510 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

EURO-JAPAN INDEX LINKED SERIE III MARZO 2006 97,414 A2 | A | A+ Aa3 | A+ | A+ *****

EUROSTOXX 10% SERIE XIII LUGLIO 2005 99,350 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | A+ | AA-

EUROSTOXX 3,75% SERIE VII MAGGIO 2006 92,880 A1 | A | A+ Aa3 | A | A+

EUROSTOXX 4% PIU' INDEX LINKED SERIE XII AGOSTO 2006 97,040 Aa2 | AA | AA

EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XIV OTTOBRE 2006 95,530 A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XV NOVEMBRE 2006 96,860 Aa2 | AA | AA

EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XVI DICEMBRE 2006 95,110 A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% PIU'SERIE XIII SETTEMBRE 2006 96,550 A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% SERIE I GENNAIO 2007 94,390 A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% SERIE IX GIUGNO 2006 95,773 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% SERIE XI LUGLIO 2006 93,787 A2 | A | A Aa3 | AA- | AA-

EUROSTOXX 4,20% SERIE III FEBBRAIO 2007 91,610 A1 | A | A Aa3 | A | A+

EUROSTOXX CRESCITA SICURA SERIE III 2006 98,290 A1 | A | A Aa2 | A+ | A+

Everest Equity World Serie XI 2007 96,520 A1 | A | A Aa3 | A+ | A+

VALORI AL 30/04/10

VALORI AL 30/04/10

PRODOTTO VALORERATING OBBLIGAZIONE RATING OPZIONE

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(�) Index con sottostante Glitnir Banki HF; si comunica che, a partire dalle quotazionidell’ 1/10/2008, le quotazioni sono sospese come da comunicato disponibile sulla homepage del sito www.cattolica.it e www.cattolicabanche.it.

Everest Equity World Serie XII Settembre 2007 96,119 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+

Everest Global Basket Serie XIII 2007 96,520 A1 | A | A Aa3 | A+ | A+

Everest Global Basket Serie XV 2007 96,119 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+

Global Alternative Energy & Water Serie XIII Settembre 2007 90,221 A1 | A | A+ Aa1 | A+ | AA-

Grifo Index serie XIX 2004 99,198 A1 | A | A+ *** Aa1 | A+ | AA-

INDEX "€uro/Dollaro" BSG 2006/2012 SERIE IV 93,250 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE IX 93,787 A2 | A | A Aa3 | AA- | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE V 92,880 A1 | A | A+ Aa3 | A | A+

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE VI 95,773 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE X 97,040 Aa2 | AA | AA

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XI 96,550 A2 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XII 95,530 A2 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XIII 96,860 Aa2 | AA | AA

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XIV 95,110 A2 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 6Y" BSG 2007/2013 SERIE V 91,610 A1 | A | A Aa3 | A | A+

INDEX "ESAGONO" BSG 2005/2010 SERIE XIV 98,903 A3 | BBB | A- Aa1 | A+ | AA-

INDEX "EURO/$" 2011/BSG SERIE XIII 97,709 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | A+

INDEX "EUROSTOXX50 - SWING 6Y" BSG-2007/2013 SERIE II 94,390 A2 | A+ | AA-

INDEX "HICP-INFLATION" BSG 2007/2012 SERIE III 98,630 Aa1 | - | -

Index “Alternative Basket 5Y” BSG 2007/2012 Serie XI 87,780 Baa2 | BBB | BBB Aa1 | A+ | AA-

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie IX 95,350 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie VIII 95,032 A1 | A | A Aa3 | A+ | AA-

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie X 93,150 Aa3 | - | - Aa1 | A+ | AA-

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2005/2010 SERIE XVI 97,820 A3 | A- | A- Aa3 | AA- | AA-

Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VI 92,510 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VII 92,293 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

INDEX BSG 2006/2011 “MAXIESAGONO” SERIE I 2006 97,840 A1 | A | A Aa1 | A+ | AA-

Index Coupon Euro/Dollaro Serie IX 2005 98,880 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

Index Coupon Euro/Dollaro Serie V 2005 96,510 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

Index Coupon Euro/Dollaro serie XX 2005 97,547 A1 | A | A+ *** Aa3 | AA- | AA-

Index Esagono Extra Serie XII 2005 100,630 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

INDEX ESAGONO ITALIA SERIE XIV 2005 99,350 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | A+ | AA-

INDEX ESAGONO MAXI SERIE II 2006 97,840 A1 | A | A Aa1 | A+ | AA-

Index Esagono Maxi serie XXIV 2005 97,820 A3 | A- | A- Aa3 | AA- | AA-

Index Esagono Plus Serie XIV 2006 97,437 A1 | A | A+ Aa1 | A+ | AA-

Index Esagono Plus Serie XIX 2005 98,660 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | A+ | AA-

Index Esagono Plus Serie XXI 2005 96,550 A3 | BBB | A- Aa3 | AA- | AA-

Index Esagono Plus Serie XXII 2005 96,296 A3 | BBB | A- Aa3 | AA- | AA-

Index Esagono Serie VIII 2005 99,981 A1 | A | A+ *** Aa3 | AA- | AA-

Index Esagono Serie X 2005 99,650 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

Index Euro - Dollaro 2011 BSG Serie VII 99,310 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-

Index Euro-dollaro 2011 BSG Serie VI 96,510 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

Index Euro-Dollaro 2011 BSG Serie X 2005 98,880 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

Index Eurodollaro Bsg serie 12^ - 2004 99,500 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | AA- | AA-

INDEX SERIE XV 2005 ESAGONO PLUS 98,903 A3 | BBB | A- Aa1 | A+ | AA-

INDEX SERIE XVI 2005 COUPON EURO/DOLLARO 97,709 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | A+

Index superswing S&P 500 BSG/2011 Serie II 2005 100,110 - | A+ | - Aa3 | AA- | AA-

Index superswing S.&P. MIB - BSG/2011 Serie IV 2005 98,120 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-

INDEX SWING SPMIB BSG 2011 SERIE XII/2005 96,330 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A | A ****

Japan – Euro Serie IV 2007 88,550 A3 | BBB | A- Aa2 | A+ | A+

Lombarda vita 6&6 95,080 - | A+ | - Aa3 | A | A+

Lombarda vita 6&6 New 89,630 A2 | A | A A2 | A+ | AA-

Lombarda Vita Best of Euro-USA 2008-2014 102,220 A2 | A+ | AA- Aa2 | A+ | A+

Lombarda Vita BRIC 40 "5 + 5" 54,440 - | (1) | - Aa1 | A+ | AA-

LOMBARDA VITA BRIC 40 "5,10 + 5,10” 91,370 - | A+ | - Aa2 | AA | AA

Lombarda Vita Classic Markets 101,901 Aa1 | A+ | AA-

Lombarda Vita Classic Markets New 99,970 - | A+ | - Aa2 | AA | AA-

Lombarda Vita Euro Sector 99,580 - | A+ | - A1 | AA | AA-

Lombarda Vita Euro Sector New 97,070 Aa3 | AA- | AA- Aa2 | AA | AA

Presente e Futuro 2007-2012 Serie XIV settembre 2007 87,780 Baa2 | BBB | BBB Aa1 | A+ | AA-

Presente e Futuro Serie XVI 2007 87,780 Baa2 | BBB | BBB Aa1 | A+ | AA-

Protezione e Valore Serie III 2007 98,630 Aa1 | - | -

Short Everest Global Basket Dicembre 2007 64,630 A3 | BBB | A- Aa3 | AA- | AA-

Short Everest Global Basket Novembre 2007 102,565 Baa1 | A | A Aa2 | A+ | A+

Swing DJ Eurostoxx50 Serie II 2007 94,390 A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie V 2007 91,610 A1 | A | A Aa3 | A | A+

Swing DJ Eurostoxx50 Serie VI 2007 92,510 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie X 2007 92,293 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

SWING DJ EUROSTOXX50 SERIE XVI 2006 96,550 A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XVII 2006 95,740 A2 | A+ | AA-

SWING DJ EUROSTOXX50 SERIE XVIII 2006 95,530 A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XX 2006 96,860 Aa2 | AA | AA

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XXII 2006 95,110 A2 | A+ | AA-

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Page 33: • Nuova serie - Anno 19 - Numero 121 - 1,20 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Sabato 22 Maggio 2010 • MULTIMEDIALITÀ Huawei (Cina ...

Sabato 22 Maggio 2010 39

Ne è sicuro il presidente, Gabriele Galateri di Genola

Gioiello Tim BrazilPorta valore a Telecom Italia

Telefonica potrebbe incre-mentare la sua offerta per la quota del 50% che Portugal telecom detie-

ne nella società brasiliana di telefonia mobile Vivo da 5,7 a 7,5 miliardi di euro. La società spagnola ha già il 50% dell’ope-ratore. È il segno di quanto a Telefonica interessi il mercato sudamericano delle tlc e questo non fa che confermare le scelte e le strategie di Telecom Italia.

Lo ha ribadito ieri il presi-dente del gruppo, Gabriele Ga-lateri di Genola. «Per noi è un segnale del valore che le attivi-tà nei paesi emergenti hanno. Siamo fortunati di avere anche noi una bellissima azienda in Brasile, Tim Brazil. Penso», ha proseguito, «che il mercato a un certo punto capirà che Telecom Italia vale forse un po’ di più di quello che quota attualmente, perché dentro c’è una realtà come Tim Brazil».

A chi gli chiedeva poi se aves-se avuto riscontri dalla Ue sul-la questione Telecom Argenti-na, Galateri ha dichiarato che «ho avuto molta attenzione da parte della Commissione, per-

ché il tema della presenza in Argentina non riguarda solo Telecom Argentina, ma anche potenzialmente gli interessi di tutte le aziende europee che operano» nel paese latino ame-ricano.

Galateri è tornato anche sul dibattito in corso per la banda larga, per la quale «abbiamo detto che esiste una possi-bilità di dialogo, come si sta verificando in Trentino e in Lombardia, di collaborare con

altri operatori pubblici e pri-vati per la parte relativa alle infrastrutture passive. Fran-camente bisognerebbe parlare di questioni più alte e bisogne-rebbe farlo in maniera più ap-profondita e tendenzialmente non dalle pagine dei giornali. Prima bisognerà probabilmen-te affrontare la questione fi no in fondo sul piano tecnico e poi ci saranno sicuramente oppor-tunità di collaborazione».

© Riproduzione riservata

La giustizia kazaka ha chiuso con un non luogo a procedere l’inchiesta che ipotizzava irregolarità contro Kpo, il consorzio che gestisce il giacimento di gas condensato di Karachaganak. Per il giornale Silk road intelligencer, «l’inchiesta era stata aperta sull’accusa di truffa ed è stata archiviata dalla procu-ra». Gli inquirenti ipotizzavano che i costi per lo sviluppo di Karachaganak fossero stati gonfi ati di 1,3 miliardi di dollari. Il consorzio è formato dalla britannica Bg e da Eni, ognuna al 32,5%, Chevron al 20%, Lukoil al 15%. È l’unico grande progetto petrolife-ro kazako in cui non è presente l’operatore statale KazMunaiGas. Alcuni analisti sostengono che le inchieste potrebbero essere una forma di pressione per far entrare la compagnia nazionale.

Pozzi kazaki, cadonoaccuse di truffa a Eni & co.

Fiat. Lo stabilimento di Mirafiori si fermerà completamente per una settimana, dal 28 giugno al 4 luglio prossimi. Per le linee Musa, Punto e Idea la cassa integrazione scatterà dal 21 giugno, mentre per i lavoratori della Multipla partirà dal 16 giugno.

Elica. La società di Fabriano, capofila del gruppo leader mondiale nel settore delle cappe per cucina, è per il terzo anno con-secutivo la migliore azienda italiana per clima e ambiente di lavoro. Tra le miglio-ri 50 aziende europee dove lavorare, Elica è l’unica italiana, e si piazza al 28o posto, su 100 aziende comprese nell’elenco, tra piccole e grandi. La classifica è stata sti-lata dal «Great place to work institute».

Bialetti. È stato completato il processo di adesione all’accordo di proroga del con-tratto di standstill del 28 aprile 2009, che Bialetti, unitamente alle controllate Girmi e Bialetti store, ha raggiunto con i finan-ziatori che rappresentano oltre il 90% degli affidamenti in essere. La proroga, spiega una nota del gruppo, si sostanzia nell’im-pegno delle banche, sino al 31.12.2011, a mantenere operative le linee di credito già concesse, nelle varie forme tecniche e a non esigere il pagamento del 50% delle sole rate capitale in scadenza dei finanziamen-ti chirografari a medio termine in essere.

Geox ha conseguito il Franchising award 2010, il riconoscimento istituito dalla rivista AZ Franchising e assegnato annualmente da un comitato scientifico accademico del settore ai franchisor che si sono distinti per la capacità d’innovazione. Geox è stata pre-miata per aver rivoluzionato il mercato delle calzature e dell’abbigliamento sia applican-do la tecnologia al settore moda, sia creando una rete di vendita monomarca in grado di comunicare questa innovazione.

Ergyca tracker, società partecipata al

51% da ErgyCapital e al 49% da Beghelli, ha siglato un contratto di leasing immobi-liare con un primario istituto bancario per la costituzione di un impianto fotovoltaico a Spongano (Le). La centrale, realizzata con tecnologia Beghelli, avrà una potenza nomi-nale di 998 kWp e sarà in grado di produrre circa 1.600 MWh di energia elettrica all’an-no. Il progetto prevede l’allacciamento alla rete elettrica entro l’estate e consentirà di evitare l’immissione in atmosfera di circa 800 tonnellate di anidride carbonica annua.

Vodafone ha avviato colloqui informali con Telecom Egitto per vendere il suo 55% in Vodafone Egitto. Il pacchetto di azioni vale 3 miliardi di sterline (4,3 miliardi di dollari). Telecom Egitto ha mostrato interesse, ma un accordo non è imminente.

Mediobanca. «Non vogliamo e non possia-mo uscire da Mediobanca». Lo ha detto ieri a Cambiano, a margine delle celebrazioni per gli 80 anni dell’azienda Pininfarina, Vincent Bolloré, capofila dei soci esteri del patto di sindacato di Mediobanca. Bolloré ha poi ribadito il suo apprezzamento per il neopresidente dell’istituto di piazzetta Cuc-cia, Renato Pagliaro: «È un uomo eccellente».

Banca Intesa. Il Cds, sulla base della do-cumentazione prodotta dagli interessati, ha verificato il possesso dei requisiti di indipen-denza da parte di 18 dei suoi 19 componenti. L’unico non in possesso dei requisiti di indi-pendenza è il presidente, Giovanni Bazoli.

Filo diretto. Il fondo di investimento di private equity Ipef III, il cui advisor è Bs private equity, al termine del suo ciclo di investimento, ha ceduto la quota del 46% della società holding del gruppo Filo diret-to uscendo così dalla compagine azionaria. Le quote del fondo sono state rilevate dal preesistente azionariato che, dunque, ora controlla il 100% del gruppo.

BREVI

€/$ Doppia Opportunità protezione totale 98,838 - | (1) | - Aa3 | AA- | AA-BCP Più index serie IV 2005 97,130 - | A- | - Aa3 | A | A ****C.R.F.C. INDEX LINKED SERIE IX - 2003 99,502 - | (1) | - Aa3 | A+ | AA-C.R.F.C. INDEX LINKED SERIE XI - 2004 100,675 - | (1) | - Aa3 | A | A ****CRFC INDEX LINKED SERIE XII 96,813 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-CRFC INDEX LINKED SERIE XII bis 2004 96,580 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-Il valore dell'energia 97,049 A1 | A | A+ - | A- | A-Il valore dell’acqua 103,594 A3 | BBB | A- Aa3 | A+ | A+Il valore dell’acqua - seconda serie 103,594 A1 | A | A+ - | A- | A-Index Linked Bull Dividend 90,160 Aa3 | AA- | AA- Aa2 | A+ | A+Index linked di lusso 103,577 - | A+ | - Aa3 | A+ | A+ *****Index Linked Select Dividend 91,980 Baa3 | - | BBB+ Aa3 | AA- | AA-Index Up 1 2006 99,827 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | AA-Index Up 1 2007 97,463 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | A+Index Up 2 2006 93,470 A2 | A | A+ Aa2 | A+ | AA-Nikkei Avenue 92,540 Baa3 | - | BBB+ Aa2 | A+ | AA-PROFIT + 98,870 - | bbb+ | A- Aa1 | A+ | AA-SOLO FRUTTI - SERIE VI 2003 141,070 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-SoloFrutti serie I 142,030 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-SoloFrutti serie II 141,070 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-SoloFrutti serie III 140,110 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-SoloFrutti serie IV 139,140 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-SoloFrutti serie V 141,210 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-Tandem Doppia Opportunità 98,256 - | (1) | - Aa2 | A+ | A+Valore Assicurato 96,310 Aa2 | A+ | AA- Aa2 | A+ | AA-

VALORI AL 30/04/10

VALORI AL 30/04/10

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MOODY’S/S&P/FITCH MOODY’S/S&P/FITCH

* Rating della Società Incorporante Banco Popolare Scarl

*** Rating della Società Incorporante Unione di Banche Italiane ScpA

**** Rating della Società Incorporante Madre Unicredit S.p.A.

***** Rating della Società Incorporante Natixis

(1) La Compagnia assume integralmente il rischio di controparte

INDEX LINKED NUMERO 1 101,891 - | (1) | - Aa3 | AA- | AA-

VALORI AL 30/04/10

Tortona Borse Più Index - Serie XXXV 2005 100,110 - | A+ | - Aa3 | AA- | AA-

TORTONA BORSE PIÙ INDEX SERIE XLI - 2005 99,310 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-

TORTONA BORSE PIÙ INDEX SERIE XLII - 2005 98,880 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

TORTONA BORSE PIÙ INDEX SERIE XLIV 2005 96,330 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A | A ****

Tortona Borse Più Index Serie XXVI - 2004 99,690 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-

Tortona Borse Più Index Serie XXVIII - 2004 99,569 A1 | A | A+ *** Aa3 | AA- | AA-

Tortona Borse Più Index Serie XXXIII 99,500 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | AA- | AA-

Tortona Borse Più Index Serie XXXIX 2005 96,510 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

Tortona Borse Più Index Serie XXXVI 2005 98,120 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LI 2006 95,773 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LIII 2006 93,787 A2 | A | A Aa3 | AA- | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LV 2006 96,550 A2 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LVI 2006 95,530 A2 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LVIi 2006 96,860 Aa2 | AA | AA

Tortona Borse Piu' Index Serie XLIX 2006 92,880 A1 | A | A+ Aa3 | A | A+

Tortona Borse Piu' Index Serie XXX 2004 99,219 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-

TORTONA BORSE PIU’ INDEX SERIE XLV 2005 97,820 A3 | A- | A- Aa3 | AA- | AA-

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Carismi Più Certezza 10 100,414 - | (1) | - Aa2 | A+ | A+Carismi Più Certezza 11 104,980 Aa3 | AA- | AA- Aa2 | AA | AA-Carismi Più Certezza 2 104,190 A2 | A | A Aa3 | A | A ****Carismi Più Certezza 2 Private 100,350 - | A+ | - Aa2 | AA | AACarismi Più Certezza 3 96,224 - | (1) | - Aa1 | A+ | AA-Carismi Più Certezza 4 96,541 A3 | BBB | A- Aa3 | A+ | AA-Carismi Più Certezza 5 101,420 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-Carismi Più Certezza 6 99,910 Baa3 | - | BBB+Carismi Più Certezza 7 96,510 A1 | A | A Aa2 | A+ | A+CARISMI Più Certezza 8 87,470 Aa3 | A | A **** Aa2 | A+ | A+Carismi Più Certezza 9 97,230 - | A+ | - Aa2 | A+ | A+

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