08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento...

32
Segue a pag. 4 Segue a pag. 6 Segue a pag. 10 Segue a pag. 19 Una Domenica delle Palme diversa e suggestiva quella ce- lebrata quest’anno da Mons. Caiazzo: ha scelto la Ferrosud... Chiusa una porta si apre un portone: il detto è quanto mai appropriato per la mostra “Ma- ter(i)a P(i)etra”, che ha ceduto... Carissimi, mi porto dentro un bellissimo ricordo della notte di Pasqua. Quando ero bambino, al suono delle campane che... Comincia con la preghiera la se- sta sessione del sinodo diocesa- no della Chiesa di Matera Irsina. I delegati sinodali sono riuniti... “Cattedrale” per il mondo del lavoro Rinascimento visto da Sud Omelie di Pasqua di Mons. Caiazzo Il rinnovamento spirituale 08 30 APR 2019 copia € 1,20 • abb. € 20,00

Transcript of 08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento...

Page 1: 08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento € 20,00 ccp n° 12492757 - causale: Logos 2019 ... Il volto della morte, confuso

Segue a pag. 4 Segue a pag. 6 Segue a pag. 10 Segue a pag. 19

Una Domenica delle Palme diversa e suggestiva quella ce-lebrata quest’anno da Mons. Caiazzo: ha scelto la Ferrosud...

Chiusa una porta si apre un portone: il detto è quanto mai appropriato per la mostra “Ma-ter(i)a P(i)etra”, che ha ceduto...

Carissimi, mi porto dentro un bellissimo ricordo della notte di Pasqua. Quando ero bambino,al suono delle campane che...

Comincia con la preghiera la se-sta sessione del sinodo diocesa-no della Chiesa di Matera Irsina. I delegati sinodali sono riuniti...

“Cattedrale”per il mondo del lavoro

Rinascimentovisto da Sud

Omelie di Pasqua diMons. Caiazzo

Il rinnovamentospirituale

0830 APR 2019

copia € 1,20 • abb. € 20,00

Page 2: 08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento € 20,00 ccp n° 12492757 - causale: Logos 2019 ... Il volto della morte, confuso

SOMMARIO

I capannoni della Ferrosud ........................

Quale festa per i lavoratori? .................

Omelie pasquali .......................................

Il cero pasquale ........................................

Il rinnovamento spirituale .....................

La Pietà Popolare a Matera ..................

Niente più scorie radioattive .................

iCammini ....................................................

Rinascimento visto da Sud ...................

Siamo tutti spiati? ..................................

Elezioni amministrative .........................

Radici e germogli .....................................

Forse siamo già risorti .............................

San Mauro Forte.......................................

Via Crucis: antica eterna storia ............

Matera “invasa” ........................................

Giannando Mastronardi .........................

Capitale dell’antifascismo.....................

DIRETTORE RESPONSABILEAntonella Ciervo

REDAZIONEGiuditta Coretti, Anna Maria Cammisa,Domenico Infante, Mariangela Lisanti,Marta Natale, Paolo Tritto, Filippo Lombardi, Eustachio Di Simine, Nino Vinciguerra,Giuseppe Longo, Antonello Di Marzio,Rosanna Bianco, Angelo D’Onofrio, Lindo Monaco.

COLLABORATORITipToed, Francesco Antonetti,Mariella Laviola,

Chiuso il 26 aprile 2019

SEDE LogosVia dei Dauni, 20 - 75100 Matera

PROGETTO GRAFICODream Graphics di Antonio [email protected]

STAMPAD&B stampagrafica BongoVia Cartesio, 8 - Gravina in Puglia (Ba)

La redazione si riserva la facoltà di pubblicare o meno gli articoli o lettere inviati e, qualora fosse necessario, di intervenire sul testo per adattarlo alle esigenze di impaginazionee renderlo coerente con le linee editoriali.

Quindicinale della Diocesi di Matera - Irsina

Iscrizione n°1/2009 - Registro della stampa del

Tribunale del 03/02/2009

n. iscrizione ROC 22418 Anno XI

n. 08 del 30/04/2019

Contributo libero € 1,20 - Abbonamento € 20,00

ccp n° 12492757 - causale: Logos 2019

intestato a: Arcidiocesi di Matera-Irsina

Scrivici o invia il tuo articolo [email protected]

WWW.LOGOSMATERA.NET

a cura di Paolo TrittoCURIOSITÀ

Durante un concerto a Vien-na, il cantautore e Premio Nobel per la letteratura Bob

Dylan è andato su tutte le furie con il pubblico perché questo, in-vece di ascoltare le sue canzoni, continuava impassibile a foto-grafarlo con il cellulare. Un tem-po, quando Dylan cantava, i suoi fans si strappavano i capelli per l’emozione, adesso invece scat-tano insulsamente dei selfie. A Dylan sembrava che il pubblico viennese non fosse interessato tanto ad ascoltare le sue canzoni quanto a fotografare, per cui a un certo punto ha interrotto il concerto e ha urlato: «Posso can-tare o devo mettermi in posa?» Ov-v i a m e n t e , il pubblico non si è fatto sfuggire l’oc-casione di fare dei selfie proprio men-tre il cantan-

te si infuriava sul palco. A questo punto Dylan non ci ha visto più. E forse è stato per questo che non ha notato una cassa dell’impian-to di amplificazione che era dietro di lui, è inciampato e ha rischiato di cadere. La cosa poteva finire veramente male, considerando che il cantautore non è più il gio-vanotto di quando esordiva agli inizi degli anni Sessanta. Non c’è bisogno di dire che vedere il vec-chio Dylan barcollare sul palco non ha fatto altro che scatenare ancora di più il pubblico con i suoi cellulari.

Fuori ondaDylan

2 Logos - Le ragioni della verità

08 - 30 APR 2019LO

GOS,

tram

ite la

Fisc

(Fed

eraz

ione

Ital

iana

Set

timan

ali C

atto

lici),

ha

ader

ito a

llo IA

P (Is

titut

o de

ll’Aut

odisc

iplin

a Pu

bblic

itaria

) acc

etta

ndo

il Cod

ice d

i Aut

odisc

iplin

a de

lla C

omun

icazio

ne C

omm

ercia

le.

Le fo

to d

egli a

rtico

li, do

ve d

ivers

amen

te in

dica

te, s

ono

a cu

ra d

ell’a

utor

e st

esso

.

4

4

6

9

10

11

12

13

19

20

21

22

24

25

26

28

29

30

Page 3: 08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento € 20,00 ccp n° 12492757 - causale: Logos 2019 ... Il volto della morte, confuso

di Antonella Ciervo

La strage nello Sri Lanka colpi-sce come un pugno nello sto-maco, come già accaduto per le Torri Gemelle nel 2001. È lo scontro senza tregua, la violenza che questa volta ha il volto di uno dei kamikaze giovane, con zainetto che si ferma a chiac-chierare con un papà e sua figlia e pochi minuti dopo uccide centinaia di persone riunite in chiesa.Il volto della morte, confuso fra le vite di migliaia di uomini, donne e bambini rappresenta la malvagia evoluzione della nostra epoca, in cui la violenza appartiene alla quotidianità. Accettare la morte ingiustificata, affrontare il lutto improvviso è destinato a diventare il nostro approccio all’esistenza?La nostra società cova rabbia e violenza nata da ragioni sempre più imprevedibili in cui, però, il fattore religioso resta uno dei più frequenti e con il maggior nume-ro di vittime innocenti.Resta centrale, nel frattempo, il fenomeno della radicalizzazio-ne che da tempo vede anche in Italia una preoccupante crescita in particolare nell’Italia del nord; il lento e costante lavoro di convincimento su menti giovani diventa così un vero e proprio accanimento che tende a inglo-bare pensieri e luoghi comuni; nulla a che vedere con i principi della fede cui si fa riferimento

ma, al contrario, un crescente odio sociale che vede nell’altro il nemico da abbattere. A tutto questo si aggiunge il contesto globale che vede in particolare nelle aree mediorien-tali i luoghi nei quali le differenze e i contrasti entrano nella vita di tutti i giorni e le distanze si acuiscono.È in fondo il clima di paura e ter-rore a tenere banco riducendo la vita sociale il senso della comu-nità al quale realtà come quella italiana sono particolarmente legate. Come affrontare, dunque, questi fenomeni che anche se lontani geograficamente, inducono ad una maggiore chiusura? Il mon-do cristiano, duramente colpito, trova nella sua comunità e nella solidarietà gli strumenti di mag-giore efficacia, pur consapevole di un momento difficile che a livello globale non risparmia nessuno. Nelle parole di Papa Francesco c’è la conferma della necessità di individuare un percorso co-mune e perentorio: “Auspico che tutti condannino questi atti ter-roristici disumani e mai giustifi-cabili – ha detto commentando le stragi in Sri Lanka. A tutti noi il compito di portare avanti un messaggio di pace in un mondo di violenza e di com-battere pacificamente. Ecco la vera sfida del nostro tempo.

L’EDITORIALE

La violenza cieca dei terroristi non può sconfiggere lo spirito della pace e della fratellanza L’invito a non farsi rubare la

speranza è stato espresso con forza da papa Fran-

cesco all’inizio del suo ministe-ro petrino ed è diventato poi nel tempo una costante del suo Magistero. La caduta delle “grandi narrazioni” ideologiche che hanno segnato la fine del Novecento, ha portato ad una mancanza di fiducia nel pro-gresso e nel futuro, categorie con le quali l’Occidente ha da tempo sostituito la fede nella Provvidenza. Al vuoto lasciato dall’attesa di un futuro migliore, sono seguiti due atteggiamenti all’apparen-za distinti tra loro ma in realtà strettamente collegati: un senso di rassegnazione a vivere il mo-mento presente e il godimento immediato come unica pos-sibilità di sentirsi vivere. Sullo sfondo emergono tante utopie negative con presagi di cata-strofi imminenti di tipo finanzia-rio, ecologico, antropologico.Questo contesto culturale postcristiano non riesce co-munque a scacciare il desiderio di infinito ed esprime in mille modi la sua sete di speranza, di bellezza, di coraggio e di leti-zia. Una speranza che solo la fede può portare. La virtù della speranza, meno conosciuta rispetto alla fede e alla carità, non va confusa con l’ottimismo umano, che è un atteggiamento più umorale. Per un cristiano, la speranza è Gesù in persona, è la sua forza di liberare e rifare nuova ogni vita. Se gli uomini non avessero coltivato la spe-ranza, se non si fossero sorretti a questa virtù – ha detto qual-che tempo fa Papa Francesco - non sarebbero mai usciti dalle caverne e non avrebbero lascia-to traccia nella storia del mon-do. La speranza è quanto di più divino possa esistere nel cuore dell’uomo.

TipToed

Tempo di PasquaLa virtù della speranza

3Logos - Le ragioni della verità

08 - 30 APR 2019

Page 4: 08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento € 20,00 ccp n° 12492757 - causale: Logos 2019 ... Il volto della morte, confuso

Educare alla speranza per creare lavoro. È questa la sfida lan-

ciata dalla giornata del 1° maggio che anno dopo anno invita a riflettere sull’importanza del lavoro in un contesto, come il no-stro, segnato dalla disoc-cupazione, dal lavoro nero e da incidenti sul lavoro. A infondere questa speran-za non sono certo i comizi e i cortei organizzati dalle associazioni sindacali che purtroppo hanno perso da tempo la capacità di rappresentare le classi la-voratrici con il rischio di di-ventare un altro ingranag-gio del sistema. È la stessa Costituzione, all’articolo 1 ad affermare che l’Italia è una Repub-blica democratica fonda-ta sul lavoro. Tuttavia, oggi lavorare sembra essere di-ventato un lusso per pochi. L’assenza o la perdita del posto di lavoro si somma ai tagli dei salari, alla dimi-nuzione delle assunzioni a tempo indeterminato, alla diversa opportunità di carriera tra uomini e don-ne. La scarsità dell’offerta di lavoro fa diventare l’e-ventuale assunzione, una vera e propria arma di ri-catto e alimenta situazioni di corruzione e irregolarità. Il lavoro non può diventa-re merce di scambio nelle campagne elettorali. Sono passati quasi vent’anni da quel primo maggio del 2000, quando Giovanni Paolo II, in oc-casione del Giubileo dei Lavoratori, lanciò un ap-pello per «una coalizione mondiale in favore del la-voro decente». Papa Be-nedetto XVI nell’enciclica

Caritas in Veritate spiega bene il concetto espres-so dal suo predecessore: «Che cosa significa la pa-rola “decente” applicata al lavoro? Significa un la-voro che, in ogni società, sia l’espressione della di-gnità essenziale di ogni uomo e di ogni donna: un lavoro scelto liberamente, che associ efficacemente i lavoratori, uomini e don-ne, allo sviluppo della loro comunità; un lavoro che, in questo modo, permet-ta ai lavoratori di essere rispettati al di fuori di ogni discriminazione; un lavo-ro che consenta di sod-disfare le necessità delle famiglie e di scolarizzare i figli, senza che questi si-ano costretti essi stessi a lavorare; un lavoro che permetta ai lavoratori di organizzarsi liberamen-te e di far sentire la loro voce; un lavoro che lasci uno spazio sufficiente per ritrovare le proprie radici a livello personale, familiare e spirituale; un lavoro che assicuri ai lavoratori giunti alla pensione una condi-zione dignitosa». È ancora possibile oggi vivere la gratuità, la pros-simità e la fedeltà anche nell’ambito del lavoro; è possibile fondare la casa sulla solidità della fede, della giustizia, dell’inclu-sione, della reciprocità e della cooperazione, per custodire con amore la fa-miglia, le città, il territorio, con tutte le loro ricchez-ze e risorse. È per questa speranza che c’è ancora oggi una buona ragione per festeggiare il primo maggio.

Giuditta Coretti

Una Domenica delle Palme diversa e suggestiva quel-la celebrata quest’anno da Mons. Caiazzo: ha scelto la Ferrosud per esprimere la vicinanza della Chiesa al mondo del lavoro. Circa duecento persone tra operai, dirigenti, sindacati e famiglie hanno preso parte al rito. Il terzo padiglione si è trasformato in “cattedrale” dove è avvenuta la celebrazione della Messa e dove l’Arcive-scovo si è ricolto ai presenti con queste parole: Oggi in tutta la Chiesa si celebra la “Domenica delle Pal-me”. Sarebbe meglio dire: l’ingresso a Gerusalemme di Gesù, che, tra ali festanti, va incontro alla morte. Diamo inizio alla “Settimana Santa”, la più importante di tutto l’anno, che ci porterà alla Pasqua: vittoria di Cristo sulla morte, attraverso la sua risurrezione.Quest’anno ho scelto di stare in mezzo voi, operai della “FerroSud”, alle vostre famiglie, all’Amministratore Dele-gato, al Direttore Tecnico, rinunciando di celebrare nella Cattedrale di Matera. Idealmente, questi capannoni, nei quali hanno lavorato fino a 800 operai, oggi, attraverso la presenza del vescovo, sono la Cattedrale, gremita da tutti voi e dalle vostre famiglie.Con voi e simbolicamente con tutto il mondo del lavo-ro, desidero accogliere Gesù che entra in questi luoghi di dedizione, di impegno, di sofferenza, di preoccupazioni e apprensione per il futuro. Gerusalemme non è solo una città. È il luogo dove gli uomini si ritrovano insieme, pro-venienti da ogni dove, per celebrare la Pasqua e rileggere la propria storia con lo sguardo al futuro. Uomini che agi-scono e operano, capaci di progettare una umanità nuo-va. Quindi Gerusalemme è anche questa azienda, come tutte le altre sparse sul territorio materano. In questa Gerusalemme si fa festa con i rami d’ulivo e le palme per accogliere Gesù e per dire che non ci rasse-gniamo a nessun tipo di morte. Anche se la morte spesso è causata dagli uomini stessi. Nel Vangelo abbiamo sen-tito che la medesima folla che accolse Gesù osannan-dolo, dopo non molto tempo invoca la sua condanna a morte.È esattamente quello che non vogliamo. Celebrare qui questa solennità significa riflettere e pensare quanto ognuno di noi è chiamato a sentirsi responsabile della vita dell’altro e non solo della propria.Le ingiustizie subite da Gesù, per amore del suo popo-lo, potrebbero essere quelle subite da ognuno di voi, così come la determinazione di portare una croce che, come al Cireneo, è stata posta sulle vostre spalle. Un peso che non è facile sostenere e che in alcuni momenti esaspera gli animi, suscitando moti di ribellione.Voi, operai della FerroSud, siete chiamati ad essere per tutto il mondo del lavoro che soffre a causa della preca-rietà, forza trainante che con determinazione e coraggio

Primo maggio

Quale festa per i lavoratori? Cosa dice il Magistero

I capannoni della Ferrosud

“Cattedrale”per il mondo del lavoro

4 Logos - Le ragioni della verità

08 - 30 APR 2019LAVORO

Page 5: 08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento € 20,00 ccp n° 12492757 - causale: Logos 2019 ... Il volto della morte, confuso

sostenga quanti stanno rischiando di perdere il lavoro o non riescono a trovarne uno che permetta di vive-re dignitosamente. Novelli Cirenei. La dignità dell’uomo Gesù Cristo è calpestata, spogliata, crocifis-sa. Eppure, da questa immensa ingiustizia inizia una storia nuova. Quando tutto sembra finito, ecco che nasce l’alba della vittoria del-la vita sulla morte. Non può finire tutto nel chiuso di una tomba. Non può finire la storia di questa fabbri-ca o di altre, serrando i cancelli che chiudono ad una vita dignitosa.Noi siamo fiduciosi, e mi pare di aver capito che in tal senso i Diri-genti si stanno adoperando, che qui in questa Gerusalemme, la pietra tombale venga rimossa per-ché la speranza non si spenga e si alimenti con l’olio di una proget-tualità concreta, capace di effetti benéfici non solo per questa azien-da ma per l’intera collettività.Celebrare la Domenica delle Pal-me è tutto questo. Celebrare la Pa-squa significa risorgere. Ma il ter-mine Pasqua vuol dire “passaggio”. Si, ci auguriamo dal profondo del cuore che questo passaggio av-venga: passaggio dalla paura alla gioia, dallo sconforto alla certezza di vivere l’oggi della vita che è l’oggi di Dio, dalla chiusura della tomba (chiusura dei cancelli) all’apertura di nuove prospettive che allarghi-no gli orizzonti della stabilità, vin-cendo la logica della precarietà.Auguro a tutti voi, operai di questa industria e a tutti coloro che vivo-no l’apprensione del futuro in altre piccole o grandi aziende, di trova-re in voi stessi la certezza che non siete soli: Cristo è dalla parte dei bisognosi e la Chiesa non può e non deve tradire Cristo.Auguro a tutti voi, dirigenti e re-sponsabili di questa attività la-vorativa o di altre, di continuare a lottare e progettare per il bene dei lavoratori. So che state facen-do tanto: continuate a seminare concretamente speranza. Prima del profitto viene la promozione dell’uomo nella sua dignità.

O.I.

Qualche giorno dopo l’Arcivescovo ha celebrato il precetto pasquale nella Val Basento con un gruppo di operai e dirigenti delle diverse industrie che operano in quel territorio, presente anche il Sindaco di Pisticci, Viviana Verri, il Presidente del Consorzio del-lo sviluppo Industriale, Carlo Chiurazzi e il parroco di Pisticci Scalo, don Giu-seppe Ditolve. Partendo dal signifi-cato della Pasqua, nell’omelia l’Arci-vescovo ha parlato dei problemi del mondo del lavoro con un particolare riferimento al tema della salvaguar-dia del Creato. Carissimi, operai della Val Basento, Dirigenti e Responsabili delle diverse aziende presenti sul ter-ritorio, vi saluto con la gioia pasquale della Risurrezione. Simbolicamente rappresentate tutti gli operai e le azien-de dell’intera Val Basento. Una volta presenti a migliaia, attualmente poche centinaia. …Anche noi ci ritroviamo attorno a que-sta mensa pasquale. Siamo in un clima di festa e nello stesso tempo di preoc-cupazione e tensione. Tante industrie, aziende, nel corso degli anni sono nate in questa stupenda valle! Tante spe-ranze e certezze per molte famiglie sono venute meno! Tanta precarietà e delusione hanno preso il sopravvento! Tanti giovani e adulti si sono sentiti tra-diti da un futuro sempre più incerto e precario! Questa nostra amata terra sta vivendo un momento davvero triste: un “dissanguamento” di giovani costretti a lasciare la casa, gli affetti per trovare lontano un lavoro dignitoso. Ho avuto modo, prima di Natale, accompagnato dal carissimo Don Giuseppe, di visitare buona parte delle vostre aziende e di intrattenermi con tanti di voi. Ho visto e apprezzato i tanti sforzi che state fa-cendo per continuare o avviare piccole o medie aziende nel rispetto dell’uo-mo e dell’ambiente. E questo ci fa ben sperare. Necessitano tuttavia politi-che serie e concrete, con progetti seri e concreti, per guardare positivamente al futuro e invertire una tendenza disa-strosa. Un’altra sofferenza della quale siamo testimoni è la violenza ambien-tale perpetrata sulla nostra terra, casa comune. Scelte politiche errate fatte in passato di cui paghiamo lo scotto.In un recente convegno che si è tenuto a Ma-tera ho posto all’attenzione: “Il proble-ma, nella sua gravità, lo tocchiamo con mano nella nostra meravigliosa terra di Basilicata: dalla Val d’Agri alla Val Ba-sento che interessa più direttamente il nostro territorio, a Tempa Rossa. Per la

gravità della situazione è necessario un rinnovamento etico e culturale. Tutti, dice Benedetto XVI, “siamo responsa-bili della produzione e della cura del creato,” ecco perché, continua il Papa emerito, necessita “una revisione pro-fonda e lungimirante di sviluppo, non-ché riflettere sul senso dell’economia dei suoi fini, per correggere le disfunzio-ni e le distorsioni.”Celebrare la Pasqua significa “passa-re” dalla morte alla vita, dalla schiavi-tù alla liberazione. Significa: risorgere! E la risurrezione è possibile se credia-mo in quello che facciamo, in quello che progettiamo sapendo guardare lontano. Risurrezione significa avere il coraggio di sentirsi sempre più respon-sabili oggi, agendo e operando per un bene più grande: quello di tutti. Que-sti luoghi dove lavorate sono la vostra seconda casa. Qui lavorate, qui vivete, qui contribuite a costruire il futuro dei vostri figli, da qui traete il necessario perché le vostre famiglie abbiano una vita dignitosa.In questa occasione, in vista della Pasqua di risurrezione di Gesù, vorrei ripetere quanto ebbi a dire nell’incontro annuale dell’1 luglio del 2018, prima della festa della Bruna, alle autorità civili e militari, convenu-te dalla provincia, com’è consuetudi-ne: “Non possiamo ignorare che nella stessa valle del Basento fino al mare, ampio territorio che abbraccia grossi comuni come Miglionico, Grottole, Sa-landra, Ferrandina, Pisticci, Bernalda, Scanzano, che ci siano criticità a cau-sa di scelte miopi che in passato hanno contribuito ad avvelenare questa terra, che ha sicuramente bisogno di essere bonificata. E’ necessario partire da uno studio serio epidemiologico sullo stato di salute dei residenti dei Comuni inte-ressati e sull’inquinamento del territo-rio. Questo sarà possibile se si lavorerà insieme, creando una commissione non di volenterosi ma di esperti che dialoghino, mettano a confronto i risul-tati e propongano adeguate misure”. Questa celebrazione ci riempie di luce per diventare più ricchi di vita. E’ la luce del Risorto che esce dalla tomba del-la disperazione, delle paure, del pessi-mismo, dell’indifferenza, della morte. Luce che ci consola e che ci fa sperare in un futuro diverso in cui poter torna-re a correre tra prati fioriti, come bim-bi spensierati.E’ la luce del Risorto che dissipa le tenebre dell’errore perché, per dirla con Papa Francesco: “Custo-diamo Cristo nella nostra vita, per cu-stodire gli altri, per custodire il creato”!

Dalla Val Basento messaggiper la salvaguardia del Creato

5Logos - Le ragioni della verità

08 - 30 APR 2019 LAVORO

Page 6: 08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento € 20,00 ccp n° 12492757 - causale: Logos 2019 ... Il volto della morte, confuso

Carissimi, mi porto dentro un bellissimo ricordo della notte di Pasqua. Quando ero bam-

bino, al suono delle campane che annunciavano la Risurrezione, la mia cara mamma svegliava noi fi-gli per annunciarci che Gesù Cristo era risorto! Ma non bastava questo brusco risveglio: batteva due coper-chi delle pentole tra loro, in armonia con le campane girando per tutta la casa!Una teologia spicciola, casalinga, alla portata di tutti! Piccoli riti che hanno trasmesso a me, alle mie so-relle, alla mia generazione il senso della Risurrezione di Gesù. Eppure, mamma aveva studiato fino alla quinta elementare e papà era anal-fabeta.Benedette mamme che non aveva-no il tempo nemmeno per lamen-tarsi per le tante cose che ancora in casa non c’erano, incomincian-do dall’acqua corrente, dall’ener-gia elettrica che spesso e volentieri mancava, per cui si ricorreva al lume a petrolio!Si, benedette mamme, che impre-gnate del sacro, parlavano con la danza, il suono, il canto che diven-tavano armonia in tutti i momenti della giornata: senza sosta, sempre a lavorare ma con il sorriso della Pasqua impresso sui volti!La teologia della Risurrezione di Cristo, come le donne di buon mat-tino al sepolcro, ce l’hanno sapu-ta trasmettere nell’ordinario della

quotidianità. Non era mai banale o formale l’augurio di Pasqua: era realmente annuncio di vittoria di Cristo sulla morte! Vittoria sulla tristezza, sul lamento, sulla de-pressione, sulle lacrime che, come pioggia caduta dal cielo, irrigano e fecondano la nostra esistenza.Come le donne del vangelo che, alle prime luci dell’alba, si recarono al sepolcro, per le nostre mamme ogni mattina è stata sempre un’alba di risurrezione, anche nei momenti di dolore, di stanchezza, di malattia, di freddo o caldo. L’alba della risur-rezione ci è stata raccontata e an-nunziata non con belle frasi ma con la vita capace di esprimere questo senso di vittoria su ogni forma di morte.Nostalgia del passato? Forse, ma non penso. Sono sicuro che sono cambiate le modalità ma in quan-te famiglie cristiane anche oggi si celebra realmente la Pasqua del Si-gnore!Sono storie dei nostri giorni che si vivono nelle nostre case, sui posti di lavoro, in giro per il mondo. Sto-rie di vittoria di Cristo sulla morte, sul dolore, sulla disperazione. Una forza straordinaria, che non viene dall’uomo ma da Dio, fa rotolare la naturale pietra tombale che la vita impone, scrivendo pagine di risur-rezione riconosciute tali solo da chi, nell’impotenza le ha vissute accan-to e ne ha fatto tesoro.Penso alla storia della piccola Mary

di Scanzano Jonico: l’amore di mamma e papà insieme all’intera famiglia ha contagiato chiunque si è recato in quella casa. La tomba del sepolcro nulla ha potuto contro la forza della vita vittoriosa in Cristo Gesù.Come dimenticare la giovane mamma, Lucia, di Marconia, par-tita da questa terra verso gli spazi infiniti dell’eternità con quel sorriso smagliante che ha illuminato quan-ti le stavano vicini fino all’ultimo re-spiro! In una videochiamata, mi ha detto, svegliandosi come d’incanto dal torpore del sonno della morte: “non ho paura, sono pronta” e subi-to dopo ha chiuso gli occhi a questa vita per riaprirli per sempre a con-templare la luce eterna.Uno dei primi ammalati che ho in-contrato, venendo a Matera, è stato Vincenzo, ammalato di SLA. Gio-vane papà capace di parlare con gli occhi e di infondere coraggio. Quanta pace! Nonostante il dolo-re e il vuoto, ha lasciato una scia di profumo di vita che hanno saputo raccogliere quanti l’hanno cono-sciuto, soprattutto la moglie, i figli e familiari tutti.L’elenco di storia di vittoria della vita sulla morte sarebbe lungo ma non posso dimenticare certamente il giovane Lazzaro di Metaponto dove la fede dei suoi genitori, nonostan-te il grande dolore e il vuoto che un figlio può lasciare, stanno trovando appoggio alla croce gloriosa di Cri-

Omelia di S· E· Mons· Antonio Giuseppe Caiazzonella veglia di Pasqua

6 Logos - Le ragioni della verità

08 - 30 APR 2019Pasqua

Page 7: 08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento € 20,00 ccp n° 12492757 - causale: Logos 2019 ... Il volto della morte, confuso

sto rendendoli testimoni di vita. O il giovane papà Francesco, di Matera, che, incontrando in modo nuovo il Signore nella sua malattia, ha sa-puto lasciare ai suoi giovanissimi figli e a sua moglie una grande te-stimonianza: è possibile affrontare la malattia e la morte abbandonan-dosi completamente tra le braccia misericordiose di Dio.Giovani, uomini e donne pronti a seguire Cristo fino in fondo. Testi-monianze scritte nel libro della vita consegnato a noi perché continuia-mo a leggere e meditare come sia vera la storia di Cristo che oggi con-tinua a vincere sulla morte.La pietra sepolcrale, che sigilla per sempre nel buio senza uscita quella carne che ritorna alla terra, ancora una volta viene fatta rotolare dalla certezza che il Dio di Gesù Cristo di-strugge la morte e ci apre alla spe-ranza della Risurrezione.Ciò che per tanti è la fine di tutto, per noi cristiani è l’inizio vero di ogni cosa. Il cattivo odore della morte la-scia il posto al profumo di vita nuo-va che in Cristo noi riceviamo: in lui siamo più che vincitori!Celebrare la Pasqua significa, allora, cogliere il passaggio di Dio oggi nel-la storia degli uomini per rianimarli dallo sconforto, dalla rassegna-zione, dal pessimismo che spesso chiude alla speranza del cambia-mento. Nessuno di noi potrà vivere l’autentico messaggio della Pasqua se non sente la certezza che Cristo oggi attraversa la sua vita. Faccio mia una frase del compianto Mons. Antonio Riboldi, vescovo di Acerra, che diceva: “Voler cancellare le im-pronte di Dio tra noi – anche oggi – è cancellare l’alito di Vita di Dio in noi”.Impronte che sono evidenti e sulle quali noi camminiamo uscendo dal buio della storia per tracciarne altre perché le nuove generazioni possa-no percorrerle e tracciarne ancora altre. È la storia della salvezza che ci fa sentire l’alito di Dio che ci possie-de rimettendoci in piedi, per cam-minare, in una semina di vita, tra i solchi della terra tracciati con l’ara-tro della fede, il vomere della spe-ranza, per arricchire la messe della carità. Immagine del passato capa-ce di cogliere che anche oggi Gesù continua ad entrare nei loculi della vita per tirare fuori quanti hanno perso il gusto e la bellezza del vive-re e tornano a respirare l’alito di Dio.Quando perdiamo una persona

cara, il vuoto che lascia è incol-mabile. Lo diciamo e soprattutto lo sperimentiamo. L’amore ci por-ta, come le donne che si recano al sepolcro, nel luogo dove il corpo si trova per sfiorare con la mano e lo sguardo quella lapide sempre più fredda. Eppure compiamo un gesto importante: poniamo dei fiori, la-sciamo accesa una lampada. Sono il segno della bellezza e del profu-mo del Paradiso, segno della luce eterna che splende per sempre.Ma c’è un passaggio più importan-te nella celebrazione della Pasqua. Non è desiderando la morte o chiu-dendosi in un mondo di morte la condizione che favorisce la pace nella vita eterna. La vita va comun-que vissuta ritrovando entusiasmo, voglia di esserne protagonisti. Non possiamo cercare tra i morti colui che è vivo. Sono esattamente le parole dei due uomini, presumibilmente angeli, alle donne doppiamente di-sperate: perché il loro maestro e Si-gnore è stato ucciso e perché ades-so non hanno un luogo e un corpo su cui piangere.Noi non poniamo la nostra speran-za in un luogo, per quanto sacro e importante possa essere, ma in quel Dio che si è fatto uomo e che ha infranto le rocce della morte, ri-empiendo di luce i volti segnati dal dolore, dall’angoscia. È la luce del Cristo risorto che ridà colore alla vita, sapore alla quotidianità, for-za nelle tribolazioni, speranza nelle delusioni.Questa nuova consapevolezza ri-dona energia alle donne che ritor-nano nel cenacolo per annunciare quanto hanno visto e sentito ma soprattutto quanto stanno viven-do: se prima piangevano di dolore, ora le lacrime hanno il sapore di una commozione piena di gioia.È l’esperienza che vive Pietro che, nonostante sia molto perplesso da quanto le donne hanno racconta-to, recandosi al sepolcro insieme a Giovanni e trovando solo i teli, pro-va stupore e il suo cuore si riempie di gioia. Sperimenta così l’armonia del compimento delle promesse, la melodia del canto della vitto-ria. Quanto Gesù ha loro insegnato ora si è compiuto. Lo comprendono solo alla luce di quanto hanno sen-tito, visto e toccato.Non si parla del Risorto perché altri ne parlano. Solo chi l’ha realmen-te incontrato e sa raccontare con

la propria vita quanto il Signore ha fatto per lui, potrà dire che la sua testimonianza è vera. Non a caso nell’Epistola S. Paolo, scrivendo ai Romani, ci ha detto: “Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che an-che vivremo con lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Infatti, egli morì, e morì per il pec-cato una volta per tutte; ora invece vive, e vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù”.In questa Santa notte abbiamo la gioia di celebrare i sacramenti dell’iniziazione cristiana (Battesi-mo, Cresima ed Eucaristia): questi sei Catecumeni si sono preparati nelle loro comunità parrocchiali at-traverso un serio cammino e hanno alimentato sempre più il desiderio di diventare cristiani.Carissimi catecumeni, fra poco sa-rete battezzati: entrerete a far par-te di questa grande famiglia che è la Chiesa e diventerete figli di Dio, quindi nostri fratelli. Insieme a voi crediamo nel Cristo che ha distrut-to la morte. Nel fonte battesimale, nuovo Mar Rosso, morirà il vostro peccato. Dall’acqua del Battesimo nascerete e risorgerete a vita nuova. Sarete unti di Spirito Santo con l’o-lio profumato del Crisma per essere nel mondo il profumo di Cristo.Vi accosterete alla mensa eucaristi-ca nutrendovi dell’unico pane, cibo di vita eterna, e bevendo all’unico calice, contenente il sangue di Cri-sto. Voi stessi sarete il Corpo di Cri-sto.Cari giovani, siate testimoni del Ri-sorto. Con voi ringraziamo il Signore che provvede a generare, per mez-zo della Chiesa, nuovi figli. Per voi preghiamo perché siate capaci di mantenervi fedeli alle promesse fatte durante gli scrutini e i diversi passaggi.Ci affidiamo al sostegno di Maria, Madre del dolore e della risurrezio-ne, aprendoci sempre più a un’uni-ca certezza: Dio è fedele sempre e non tradisce mai l’amore che prova ognuno di noi.E allora con gioia e forza, questa notte diciamo: Cristo è Risorto! È davvero Risorto!Amen.Matera, 20 Aprile 2019

7Logos - Le ragioni della verità

08 - 30 APR 2019 Pasqua

Page 8: 08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento € 20,00 ccp n° 12492757 - causale: Logos 2019 ... Il volto della morte, confuso

Carissimi fratelli e sorelle, voi tutti che ci seguite da casa at-traverso il servizio di TRM, au-

torità presenti, confratelli nel sacer-dozio, Diaconi, religiose, fratelli della casa circondariale di Matera dove stamattina alle 9.00 ho celebrato la Santa Messa e che in questo mo-mento mi state ascoltando, Santa Pasqua a tutti! Come abbiamo ripe-tuto nel Salmo responsoriale: “Que-sto è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo”.La Chiesa da sempre ha affidato ai segni e ai gesti, che comunicano più delle parole, i contenuti biblici e teo-logici. C’è una teologia che si studia e si insegna dalle cattedre e c’è una teologia più familiare con il sapore e il gusto che i nostri cari riuscivano a trasmetterci attraverso gesti, luoghi e dolci.Da piccoli, per esempio, abbiamo imparato che il lunedì dopo Pasqua, dell’Angelo, si andava “a passare l’ac-qua” come famiglia o più famiglie in-sieme. Terminologia che pian piano si è trasformata in “pasquetta” fino ad assumere il significato di “scampa-gnata” tra gruppi di amici.Eppure, in quell’espressione “passare l’acqua” c’è il richiamo forte al senso vero della Pasqua. Noi ragazzi, non vedevamo l’ora di partire con il car-retto ed arrivare in piena campagna. Contatto con la natura che, nel tem-po pasquale, esplode di vita, i colori si intrecciano in un ricamo magistra-le, le spighe di grano incominciano a far capolino, con il canto degli uccel-li come melodia di uno spartito non scritta da mani d’uomo.La vita che esplode anche là dove noi uomini siamo capaci di procurare morte attraverso rifiuti di ogni genere:

la vita che esce dal ventre della terra è più forte della morte che spesso si semina. La terra fecondata dall’ac-qua piovuta dal cielo si gonfia fino a far sentire il gemito di vita cullato dal vento che spira sui campi di grano fino a formare come delle onde leg-gere e soavi.E noi ragazzi a ricercare un piccolo corso d’acqua o una pozzanghera. Bisognava saltare da una parte all’al-tra. Non a caso la domanda che alla fine veniva fatta era questa: “hai pas-sato l’acqua?” Bisognava necessa-riamente trovare questa fonte d’ac-qua e fare questo passaggio per non tornare a casa senza aver compiuto questo gesto essenziale.Questo salto, ci veniva spiegato, ci ri-corda che la Pasqua è passaggio da una forma di vita a un’altra. È un sal-to che ci proietta verso una vita più bella. L’acqua ci ricorda il passaggio del Mar Rosso, ma ci rimanda diret-tamente al nostro Battesimo, l’inizio della vita nuova che ci ha fatti diven-tare figli di Dio.Un altro segno tipico delle nostre ter-re è il dolce di Pasqua, chiamato la pannarella, in dialetto “Pannarèdd”, è il più classico dei dolci materani ti-pici della Pasqua. Ha la forma di un cestino (che in dialetto si dice ap-punto “Panàr”), ma anche quella di gallina per le bambine e di cavallo per i bambini. La caratteristica fon-damentale è l’uovo che viene posto al centro del dolce fatto cuocere nel forno. Quest’uovo vuole indicare la Resurrezione di Gesù Cristo. Passare l’acqua senza il “Pannarèdd” non è Pasqua! Chi in realtà passa è proprio Gesù che vince la morte risuscitando.Nella prima lettura che è stata pro-clamata S. Pietro sintetizza il senso

e il significato della Pasqua che noi celebriamo con queste parole: “Essi (i Giudei) lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manife-stasse, non a tutto il popolo, ma a te-stimoni prescelti da Dio, a noi che ab-biamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. (Gesù) ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio”.Il brano del vangelo mi riporta all’im-magine iniziale del movimento pa-squale delle famiglie. Immagino an-che tra i nostri Sassi, di buon mattino, movimenti di muli, carretti, schia-mazzi di bambini in festa per questo uscire insieme in campagna. Un an-dare che faceva incontrare tanti ami-ci, vicini, parenti, coscienti tutti quanti che non c’è una tomba da visitare o un corpo morto sul quale piangere. C’è solo il profumo dell’amore che si sente nell’aria che riempie la vita.Maria di Magdala, come le altre don-ne, dovevano profumare con gli aro-mi il corpo di Cristo. Ma quel corpo era stato già riempito del profumo di Dio. L’amore non può essere sepolto e non può rimanere nella tomba. La forza e la potenza dell’amore sbricio-lano le resistenze tombali di quanti vorrebbero soffocare la vita, di coloro che si sentono padroni della vita de-gli altri sfruttando le loro debolezze, di quanti seminano paura e terrore attraverso ricatti violenti.Non è possibile chiudere o soffocare l’amore. Gesù è morto e risuscitato per liberare l’amore dal servilismo, dall’uso e getta di una cultura che tenta di limitarlo al semplice godi-mento. Non è possibile trattenere la forza dell’amore creativo che riman-

Omelia di S· E· Mons· Antonio Giuseppe Caiazzonel giorno di Pasqua

8 Logos - Le ragioni della verità

08 - 30 APR 2019Pasqua

Page 9: 08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento € 20,00 ccp n° 12492757 - causale: Logos 2019 ... Il volto della morte, confuso

La veglia pasquale ha inizio con la preparazione e l’accensione del Cero che viene portato sul presbi-terio, nel buio, al canto per tre volte di “Cristo, luce del mondo!”. Il cero pasquale è simbolo di Cristo Ri-sorto e, come tale, è il protagoni-sta del tempo liturgico che stiamo vivendo: il Tempo di Pasqua, che dura 50 giorni e termina la sera di Pentecoste. È il tempo liturgico più esteso, dopo il tempo ordinario ad indicare l’importanza del miste-ro della Pasqua nella nostra fede e nella nostra vita: “Se Cristo non fosse risorto vana sarebbe la no-stra fede”, scriveva Paolo ai Corin-zi (1Cor 15, 17). Nel cero sono im-presse la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto greco, l’Alfa e l’Ome-ga, a rappresentare Cristo principio e fine di tutte le cose. Il sacerdo-te conficca 5 grani di incenso alle estremità e al centro della croce disegnata sul Cero, che simboleg-giano le 5 piaghe gloriose di Cristo.Il cero pasquale dovrebbe trova-re posto accanto all’ambone per tutto il Tempo di Pasqua: in que-sto periodo la Parola di Dio è pro-clamata alla luce di Cristo risorto. Una volta spento - possibilmente con un rito ad hoc - la sera di Pen-tecoste, verrà spostato accanto al fonte battesimale e, in occasione dei funerali, al capo del feretro. Al di fuori del Tempo di Pasqua è ac-ceso solo in occasione di Battesimi e funerali, prima e ultima Pasqua dei figli di Dio.Un momento evocativo e pregno di significato in cui il cero è centrale è la terza parte della veglia pasquale - la Liturgia Battesimale - durante la preghiera di benedizione dell’ac-qua battesimale: il cero è immerso per tre volte nel fonte a significare il Cristo che feconda quel grembo (il fonte battesimale) da cui na-sceranno nell’anno nuovi figli, con il sacramento del Battesimo.

Giuseppe Longo

da all’inizio della creazione. Si, l’a-more crea, risorge sempre, esprime la fecondità della vita che si dilata oltre il dolore, oltre le ingiustizie, ol-tre il sangue versato.Una storia che Maria Maddalena trasmette ai discepoli e che Pietro e Giovanni accolgono perplessi ma nello stesso tempo sentono di es-sere attratti da quell’amore divino che li ha posseduti. Corrono verso il luogo della morte che odora di vita. Toccano con mano i segni del-la vittoria del Maestro, si riempiono gli occhi di luce divina, sentono nel petto che il cuore arde intensa-mente perché chiamati ad essere annunciatori dell’avvenimento più grande e straordinario che ci sia mai stato nella storia umana che diventa compimento della storia della salvezza.Il correre della Maddalena, di Pietro e Giovanni, diventa quello delle no-stre famiglie tra i prati e dirupi della Murgia, dimentichi dei torti e delle miserie umane e ricchi, per questo giorno pasquale, di gioia, di pace, di armonia, di condivisione.È la Pasqua del Signore che diven-ta già la nostra Pasqua nell’attesa della sua venuta, come diciamo nella liturgia eucaristica.Oggi c’è bisogno di correre portan-do lo stesso odore dell’amore nei luoghi dove sembrerebbe che le tenebre prendano il sopravvento sulla luce, le pietre tombali sull’ar-monia familiare, sulla vita che con tanta difficoltà viene fatta nascere e spesso annientata.C’è bisogno di entrare nei luoghi della solitudine e di sofferenza (case per anziani e ospedali) fa-cendo toccare con mano che Cri-sto è realmente risorto con gesti concreti che riempiono quei vuoti di vita, di luce quel buio di morte interiore.C’è bisogno di entrare nelle aziende dove i cancelli rischiano di essere serrati chiudendo così la speranza di tante famiglie che vivono l’ap-prensione per il loro futuro. Lo stare accanto e camminare insieme per difendere ciò che è sacrosanto: il diritto al lavoro! Pasqua significa che Cristo vuole spalancare la spe-ranza contro ogni forma di proget-tualità che non sia seria e duratura.C’è bisogno di entrare nei luoghi dove la speranza non muore per-ché non può e non deve morire. In quelle case famiglia dove l’amore

diventa passione per l’altro; nelle case di recupero per tossicodipen-denti dove la fragranza della vita è più forte di qualsiasi fetore di mor-te.C’è bisogno di entrare in quelle mense sempre aperte per trovare un posto e un pasto caldo, dove i volti s’incontrano scoprendo di es-sere tutti parte della stessa uma-nità oltre il colore, la razza, la reli-gione. Mense dalle porte sempre aperte perché la forza dell’amore disubbidisce a chi vorrebbe chiu-derle.C’è bisogno di fare meno pubblici-tà e correre di più per portare il lie-to annunzio della Risurrezione che si trasmette per contatto e non a forza di parole spesso e volentieri blaterate inopportunamente.C’è tanto bisogno di questo profu-mo. Il Vangelo di oggi conclude con questa descrizione: “Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti”.Tutto nella tomba è ritornato ordi-nato: i teli, il sudario, avvolti e pie-gati. Non ha più l’aspetto di un luo-go di morte, c’è solo essenza di vita da respirare e che rianima quanti si lasciano attrarre per uscire all’alba di una nuova giornata e scorgere che anche oggi la luce sta vincendo le tenebre, i colori dei prati diventa-no sempre più intensi, il sole che sorge si alza nel cielo e il suo calore riscalda l’armonia della vita.Celebrare la Pasqua, allora, vuol dire “passare l’acqua”, mangiare il “Pannarèdd” con l’uovo della Ri-surrezione e sentire dentro la forza della vita che ci mette in movimen-to facendoci entrare in tutti i luoghi dove l’umanità viene mortificata, ma anche dove la stessa umani-tà viene promossa e fatta cresce-re dalla tempistica dell’amore che non ha frontiere.Auguri a tutti, carissimi! Cristo è ri-sorto! È veramente risorto!Matera, 21 Aprile 2019

Tempo di Pasqua

Il cero pasqualeSegni della liturgia

9Logos - Le ragioni della verità

08 - 30 APR 2019 Pasqua

Page 10: 08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento € 20,00 ccp n° 12492757 - causale: Logos 2019 ... Il volto della morte, confuso

SESTA SESSIONE

Il rinnovamento spirituale produce il rinnovamento socialeUna esperienza di popolo

10 Logos - Le ragioni della verità

08 - 30 APR 2019SINODO la Chiesa che vorrei

Comincia con la preghiera la sesta sessione del sino-do diocesano della Chiesa

di Matera Irsina. I delegati sinodali sono riuniti in assemblea plenaria. Il Vescovo e alcuni membri della commissione incaricata di prepa-rare il documento finale, illustrano i punti salienti emersi dal lavoro fatto fin qui e a questa presentazione fa seguito un dibattito libero e franco. Come tutte le cose di questo mon-do – afferma il Vescovo S.E. A. G. Caiazzo - anche il sinodo si impara facendolo. Per questo è importan-te una pausa per valutare il lavoro fatto e mettere ben a fuoco il tragit-to che vogliamo percorrere. Come emerge dall’intervento di don Leo Santorsola, l’inquadramento teo-logico del sinodo ha le coordinate proprie del Concilio Vaticano II. In particolare, la Lumen Gentium pre-senta una visione trinitaria e cristo-logica della chiesa universale e del-la chiesa particolare per arrivare al rapporto chiesa – mondo. La chiesa è descritta nelle categorie di Popo-lo, Mistero e Comunione, categorie dalle quali emerge un’idea precisa di missione che consiste nel porta-re Dio agli uomini e gli uomini a Dio, dialogando con il mondo e curando le ferite. Prendendo spunto dalla Lettera alle sette Chiese dell’Apo-

calisse, don Pasquale Giordano afferma che si avverte chiaramen-te che qualcosa si sta muovendo nella nostra diocesi. Per questo non dobbiamo scoraggiarci di fronte a momenti di stanchezza che sono fisiologici. Stiamo vivendo momen-ti di grazia e di comunione intorno al Vescovo. Occorre quindi rico-noscere quello che la grazia di Dio sta operando per trovare lì la forza della nostra progettualità. Si stan-no delineando dei punti concettuali sui quali lavorare, primo tra tutti il concetto di sinodalità, che è quella esperienza di chiesa che già stiamo facendo e che è presente ogni volta che ci incontriamo, anche fuori dal sinodo. È possibile allora vivere tut-te le esperienze ordinarie di chiesa come esperienze di sinodalità. Negli interventi di tante persone in-tervenute al dibattito in sala, emer-ge il desiderio di parlare al cuore e alla ragione dei non credenti, dei cercatori di Dio e di tutte le perso-ne che incontriamo. Ci sono, nel mondo civile, tante espressioni di volontariato sui diversi fronti di emergenza, dal mondo della salute al disagio, dalla disoccupazione ai problemi ambientali. È doveroso, a livello di sinodo, accogliere e ascol-tare i rappresentanti del mondo del volontariato e dell’associazioni-

smo, confrontarsi con il mondo del-la cultura e con le istituzioni, dialo-gare con i rappresentanti delle altre chiese presenti nel territorio della diocesi.Una delle suggestioni più belle emerse nella sesta sessione è la constatazione che ogni occasio-ne di rinnovamento ecclesiale si trasforma in rinnovamento socia-le. È il rinnovamento spirituale che produce il rinnovamento sociale. Assistiamo a tante trasformazioni sociali come l’assenza di speran-za, il fatalismo, il sovranismo, l’in-dividualismo; ma d’istinto, di fron-te a queste emergenze, in genere si tende a reagire mettendo su dei progetti di aiuto e reti di sostegno, il che è molto positivo. Quello però di cui c’è più bisogno è innanzitutto vivere il rinnovamento spirituale per offrire una speranza a tutti. Un altro spunto di riflessione: il si-nodo non è operazione di vertice ma di popolo. Diceva il cardinal Ra-tzinger: solo attraverso uomini toc-cati da Dio, Dio può toccare gli uo-mini. È da questo tocco di Dio che nasce la comunione. Una comuni-tà toccata da Dio porta la speran-za e costruisce sulla speranza, che è contagiosa e si comunica a tutti quasi per osmosi.

Giuditta Coretti

Page 11: 08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento € 20,00 ccp n° 12492757 - causale: Logos 2019 ... Il volto della morte, confuso

uest’anno la nostra Con-federazione ha deciso di dedicare le proprie risor-se e quelle di tutte le con-

fraternite al prossimo Cammino nazionale, il XXVI, che si svolgerà a Matera dal 14 al 16 giugno.Non è solo un dono alla Città ca-pitale europea della cultura, ma per regalare a quanti interver-ranno ulteriori emozioni a quelle che già si vivono partecipando ad un cammino di fraternità.Sono stato in questa magnifica, antica e moderna città in occa-sione del I cammino regionale delle confraternite lo scorso 21 ottobre e ogni via, vicolo, piaz-za del centro storico mi invitava alla preghiera. In quei giorni Ma-tera era la mia Gerusalemme e, forse anche stregato dai tanti film storici lì girati, mi sembrava di percorrere strade già percorse da nostro Signore.Già immagino di vedere migliaia di Confratelli con i loro multico-lori abiti cerimoniali che ben si

integrano con il giallo arancione dei riflessi solari sulle case, pre-gare uniti lungo le strade della città. Vedo labari e stendardi che invitano al ricordo di antiche tra-dizioni sempre vive e attuali nel cuore e nell’anima dei confra-telli. Già mi sembra di sentire gli antichi canti popolari interpreta-ti dai cori oranti dei confratelli e vedere i confratelli incappucciati con le loro croci e fiaccole che lentamente percorrono una “via dolorosa”.Questo Cammino non sarà sol-tanto una grande manifesta-zione di Pietà Popolare, ma ci inviterà anche a comprendere il valore dei simboli di questa Pietà. Infatti, il convegno dal ti-tolo” Beni culturali confraternali e pietà popolare” organizzato e condotto da eminenti studiosi, ci guiderà tra le opere volute dai nostri confratelli, poveri di beni materiali, ma ricchi di fede e fat-te realizzare da grandi artigiani e maestri.

Anche i giovani confratelli non solo vivranno un loro momento uniti per l’Adorazione, ma anche momenti di riflessione sul futuro di queste grandi Tradizioni che sarà loro compito salvaguarda-re, con modalità certamente di-verse dal passato, ma capaci di difendere i valori “evergreen”.Matera, sarà una grande occa-sione per manifestare, com-prendere ed apprezzare i segni della Pietà Popolare che ancora oggi viene espressa da milioni di fedeli in tutto il mondo cattolico.Care consorelle e confratelli, cari fedeli tutti accorrete a Matera a esprimere le vostre preghiere e a vivere le emozioni che solo la fede può dare; il tutto in un me-raviglioso contesto che certa-mente sarà di aiuto.Buon Cammino a tutti

Francesco AntonettiPresidente della Confederazione del-

le Confraternite delle Diocesi d’Italia

XXVI Cammino Nazionale delle Confraternite, 14-16 giugno 2019

La Pietà Popolare a Matera

Il comitato Madonna delle Vergini comunica che a partire da Mercoledì 1° maggio 2019 fino al 31 dello stesso mese, la chiesetta della Madonna delle Vergini sarà aperta, tutti i giorni dalle 16 alle 19, per accogliere gruppi parrocchiali e associazioni desiderosi di sostare in preghiera. In occasione dei festeggiamenti in onore di Maria, Regina delle Vergini, l’effige sarà ospite della Parrocchia Cattedrale. Il Triduo avrà inizio giovedì 23 maggio con la processione che partirà dalla Chiesa di San Giovanni Battista e terminerà in Cattedrale dove l’effige sarà venerata fino al sabato 25. Domenica 26 maggio i festeggiamenti si svolgeranno in località Murgecchia. Per coloro che fossero interessati è possibile prenotarsi telefonando al referente, Sig. Giuseppe Fiorentino, tel. 368 70 06 035.

11Logos - Le ragioni della verità

08 - 30 APR 2019

Page 12: 08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento € 20,00 ccp n° 12492757 - causale: Logos 2019 ... Il volto della morte, confuso

Nei prossimi mesi la provin-cia di Matera sarà interes-sata a un intervento senza

precedenti di bonifica di una fossa radioattiva. Il sito interessato sarà quello della Trisaia di Rotondella, dove negli anni Sessanta, a una profondità di sette metri, venne sistemato un monolite contenen-te fusti di rifiuti provenienti da una centrale nucleare americana. A darne per primo la notizia è stato il giornalista Paolo Virtuani sul sito online del Corriere della Sera, dove ha riportato i particolari dell’ope-razione. È la prima volta al mondo che viene tentata un’operazione del genere. Non esistendo espe-rienze simili, spiega l’ingegner Vin-cenzo Stigliano della Sogin, sono state fatte precedentemente del-le prove in un modello a grandezza reale, dove il team impegnato nel-la bonifica ha potuto esercitarsi e verificare ogni singolo dettaglio. Scrive Virtuani: «Le parole dell’in-gegner Vincenzo Stigliano sono un concentrato di prudenza mista a decisione e fiducia nel giova-ne team (età media 35 anni) che

nei giorni scorsi all’impianto Itrec nel Centro Enea di Trisaia di Ro-tondella, in Basilicata, ha iniziato la bonifica della Fossa 7.1, un mo-nolite in calcestruzzo “tra i più in-sidiosi”. Venne realizzato alla fine degli anni Sessanta per infilarci dentro una ventina di fusti di ma-teriali radioattivi derivati della ge-stione delle 84 barre in uranio-to-rio provenienti dalla centrale di Elk River, consegnate 50 anni fa dagli americani all’Italia per studi di fat-tibilità su questo tipo di combu-stibile nucleare. “Ogni passo deve essere studiato, ogni mossa deve essere pensata, ogni movimen-to è stato provato e riprovato su una struttura uguale in scala 1:1, perché chi è stato chiamato a la-vorare qui sappia in anticipo esat-tamente cosa fare e cosa aspet-tarsi”». L’operazione rientra in un progetto nazionale di messa in si-curezza dei siti di depositi radioat-tivi e, nel caso di Rotondella, sarà costruito un doppio capannone con un particolare sistema di ae-razione, per evitare la dispersione delle polveri durante i lavori. Tutto

questo, spiega Virtuani, rientra nel progetto nazionale che i singoli siti di stoccaggio siano restituiti alle comunità allo stato di prato verde, cioè del tutto bonificati. Sebbene allo stato attuale non si conosca la sistemazione futura di questo materiale, si spera che l’operazio-ne che sarà tentata a Rotondella possa aprire alla possibilità che i siti che ospitano le scorie siano re-stituiti alla loro integrità ambien-tale. Dodici anni fa la scrittrice Svetlana Alexievich, premio Nobel per la letteratura, pubblicava “Pre-ghiera per Cernobyl”, un libro dove si sostiene che la “ferita” della centrale nucleari di Cernobyl non possa essere in alcun modo sa-nata, rappresenterebbe quindi un “male” per il quale non potrà es-serci redenzione. L’esperimento di Rotondella, per quanto diversa sia la realtà rispetto a Cernobyl, po-trebbe forse aprire alla speranza che anche un territorio inquinato dalle scorie dalle centrali nucleari possa risorgere.

Paolo Tritto

Niente piùscorie radioattivenel metapontinoSarà risanato il sito dellaTrisaia di Rotondella

12 Logos - Le ragioni della verità

08 - 30 APR 2019

Page 13: 08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento € 20,00 ccp n° 12492757 - causale: Logos 2019 ... Il volto della morte, confuso

IL CAMMINO DEI SANTUARI

Tra le sei tappe del “Cammino dei Santuari”, si colloca l’escursione verso il Santuario di Picciano, coordinata dal presidente del Centro di cultura teatrale Skenè, Lello Chiacchio. È un percorso, contraddistinto da cultura e spiritualità, durante il quale attori e iscritti all’escursione potranno esprimere considerazioni in merito alla natura del paesaggio e al relativo significato spirituale e culturale, anche citando alcuni passi poetici, letterari

IL SANTUARIODI PICCIANOtra cultura e spiritualità

e biblici. La meta del percorso è il Santuario di Picciano, collocato sull’omonimo colle a circa 440 metri sul livello del mare. La rigogliosa vegetazione, che ne fa da padrona, si estende fino alla frazione di Matera, Picciano B, situata a valle della collina. Reperti storici documentano che il primo stanziamento monastico è stato rilevato attorno al XII-XIII secolo in una grotta, lungo il torrente Gravina, denominata “Grottolino”.

alla scoperta delle tracce di religiosità nel territorio della Basilicata

»

TRA RADICI E FUTURO Il contributo della Arcidiocesi di Matera-Irsina al percorso di Matera 2019

C8

C2 IL CAMMINO DELLE LETTURE

Page 14: 08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento € 20,00 ccp n° 12492757 - causale: Logos 2019 ... Il volto della morte, confuso

»

Solo in seguito i monaci si trasferirono nella chiesa situata sul colle, in una posizione strategica dal punto di vista territoriale. Nel 1219 l’abate Guglielmo, del monastero Santa Maria di Picciano, confermò la presenza di una comunità monastica all’interno di un documento firmato da lui stesso. Fonti del Vaticano riportano che verso la metà del 1300, ai monaci benedettini subentrarono i Gerosolimitani, poi Cavalieri di Malta, i quali vi costituirono una Commenda.

immagini tratte dal volume “Monaci, cavalieri e pellegrini al Santuario di Picciano”, Altrimedia Edizioni

L’aneddoto interessante riguarda il Commendatore Gian Girolamo Carafa che fece riprodurre, a fine ‘500, una copia della venerata effige della Madonna di Picciano. Durante la propria vita, Carafa la portò sempre con sé e alla sua morte fu disposta nella concattedrale de La Valletta, dove ancora oggi è venerata col nome di Madonna di Caraffa. La Commenda durò fino ai primi dell’800 e seguì una lunga fase di abbandono, fin quando la Congregazione Olivetana, nel 1962,

firmò con l’Arcidiocesi di Matera una convenzione. L’accordo prevedeva la cessione, in forma canonica, del Santuario e degli annessi locali con l’impegno, da parte dei monaci Olivetani, della formazione di una comunità per l’assistenza al Santuario.Dal 1966, dopo la riqualificazione del mostero, i monaci benedettini olivetani officiano celebrazioni liturgiche, promuovono ritiri spirituali, esperienze di vita monastica, accoglienza dei pellegrini e campi scuola.

Page 15: 08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento € 20,00 ccp n° 12492757 - causale: Logos 2019 ... Il volto della morte, confuso

APAC BRASILIANEcarceri senza guardie né sbarre

“Dall’amore nessuno fugge” è il titolo della mostra fotografica che illustra un metodo innovativo e alternativo di recupero dei detenuti, progettato e applicato dall’Associazione di protezione e assistenza condannati (Apac) in Brasile. Il Paese sudamericano, attanagliato dall’alto tasso di delinquenza e violenza, cerca, tramite questa iniziativa, di fuoriuscire dal problema estremamente complesso e particolarmente sentito del sovraffollamento delle carceri.Di guardia, nelle celle Apac, non si rintracciano poliziotti e agenti penitenziari. Sono i detenuti – aiutati dai volontari e dal personale amministrativo – che impiegano il loro tempo nella pulizia delle celle, si dedicano alla sicurezza e all’organizzazione della struttura. Non solo, gli stessi vengono accompagnati all’elaborazione del crimine commesso e, dopo una ricerca delle professioni richieste sul territorio, si propone un corso di formazione specifico per

www.avsi.org

C5 IL CAMMINO DELLE GENERAZIONI

l’inserimento nel mondo del lavoro.Diverse sono le testimonianze di percorsi di recupero riusciti. Paulo Antônio de Carvalho, da circa 30 anni giudice di Itaúna, ha raccontato un episodio eloquente, illustrato tra i pannelli della mostra: “Ho conosciuto un carcerato dell’Apac di Itaúna, Josè, condannato ad una pena di quarant’anni. Era giovane, molto forte ed era sempre riuscito ad evadere dalle prigioni in cui era stato recluso. Ma nei primi anni che trascorse nell’Apac, non tentò mai la fuga. Un giornalista gli chiese del perché non fosse mai scappato dal centro, lui rispose: ‘Perché nessuno fugge dall’amore’. Una delle risposte più emblematiche che abbia mai sentito”. Negli anni ‘70 un gruppo di volontari cristiani, guidati dall’avvocato Mario Ottoboni, diede vita ad una prima Apac, chiamata Amando o Próximo Amarás a Cristo (amando il Prossimo Amerai Cristo). Successivamente, nel 1974, i volontari fondarono

l’Associazione di protezione e assistenza ai condannati, Apac, cercando di entrare nel tessuto sociale del Paese. In quest’ottica si registrò un passo decisivo, la richiesta che un giudice fece all’associazione: quella di gestire un padiglione di detenuti prima nel carcere di Humaita (São José dos Campos), poi in quello di Itaúna, a Minas Gerais. Infatti, da allora, l’Apac è riconosciuto a livello legale nello Stato brasiliano e molte carceri stanno adottando, anche se in forma parziale, lo stesso metodo di recupero. Come organo ausiliare del potere giudiziario, l’associazione ha ottenuto l’autorizzazione dei giudici di amministrare numerose carceri in modo autonomo. I centri di reintegrazione Apac si adeguano in toto al sistema legale vigente in Brasile e rientrano nel sistema penitenziario brasiliano. Perciò l’associazione sigla accordi con l’organo esecutivo statale di giustizia, in tal modo i giudici possono indirizzare i detenuti nei centri.

Page 16: 08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento € 20,00 ccp n° 12492757 - causale: Logos 2019 ... Il volto della morte, confuso

TERRE DI LUCE RADICI E PERCORSI

i Cam

min

i

DO

MEN

ICA

5 M

AG

GIO

ore

17.3

0 -

da

Picc

iano

B v

erso

il S

antu

ario

di P

icci

ano

- M

ater

aIn

cam

min

o...

alla

ric

erca

di s

éPa

sseg

giat

a cu

ltura

le d

uran

te la

qua

le s

i pot

rann

o fa

re e

sper

ienz

e ar

tistic

he, c

on le

tecn

iche

e le

con

suet

udin

i di c

hi p

ratic

a il

turis

mo

lent

o o

dolc

e in

terv

alla

te d

a m

omen

ti te

atra

li a

cont

atto

con

l’am

bien

te e

con

la n

atur

a. A

ll’arr

ivo,

vis

ita a

l San

tuar

io

ore

20.0

0 -

O D

ulci

s V

irgo

Mar

iaC

once

rto

dedi

cato

alla

mus

ica

Mar

iana

, col

ta e

pop

olar

e, c

oral

e, s

olis

tica

e st

rum

enta

le. I

l va

lore

agg

iunt

o di

vent

a il

pubb

lico

che

si u

nisc

e ag

li es

ecut

ori p

er in

tona

re i

bran

i pop

olar

i rie

labo

rati

per o

rche

stra

e v

oci r

ende

ndo

unic

o qu

esto

eve

nto

VEN

ERD

Ì 10

MA

GG

IO -

ore

20.

00 -

Cat

tedr

ale

- Po

tenz

a

Con

cert

o m

usic

a cl

assi

ca

Sinf

onia

n. 2

Lob

gesa

ng (

Can

to d

i lod

e) o

p. 5

2 di

Men

dels

sohn

, int

erpr

etat

a da

l cor

o A

urtis

dire

tto

dal M

aest

ro G

ianl

uigi

Bor

relli

SAB

ATO

11

MA

GG

IO -

ore

20.

00 -

Bas

ilica

min

ore

Cat

tedr

ale

- M

elfi

Con

cert

o m

usic

a cl

assi

ca

Sinf

onia

n. 2

Lob

gesa

ng (

Can

to d

i lod

e) o

p. 5

2 di

Men

dels

sohn

, int

erpr

etat

a da

l cor

o A

urtis

dire

tto

dal M

aest

ro G

ianl

uigi

Bor

relli

11/1

8 M

AG

GIO

- T

ribun

ale

- M

ater

a

Dal

l’am

ore

ness

uno

fugg

e. L

’esp

erie

nza

della

APA

C b

rasi

liane

“A

VSI

racc

onta

una

real

tà s

trao

rdin

aria

gra

zie

a un

a m

ostr

a iti

nera

nte:

l’es

perie

nza

delle

APA

C d

el B

rasi

le, c

arce

ri se

nza

sbar

re n

é gu

ardi

e,

dove

si t

occa

con

man

o qu

anto

la m

iser

icor

dia

poss

a ca

mbi

are

il cu

ore

dell’

uom

o, tr

apas

sand

o og

ni ti

po d

i res

iste

nza

e ba

rrie

ra.

Even

to è

org

aniz

zato

dal

l’ass

ocia

zion

e Fo

ntan

a vi

vace

. Ora

ri: o

re 9

.30/

13.3

0 -

15.3

0/18

.00

DO

MEN

ICA

12

MA

GG

IOor

e 19

.00

- Pa

lazz

o Ve

scov

ile -

Mel

fi

La b

elle

zza

tra

trad

izio

ne e

inno

vazi

one

espe

rienz

e, t

estim

onia

nze,

vid

eoLa

bel

lezz

a tr

a tr

adiz

ione

e in

nova

zion

e. T

estim

onia

nze,

esp

erie

nze

e vi

deo

del l

avor

o di

una

vol

ta a

l gio

rno

d’og

gi, t

ra c

ambi

amen

ti e

mig

liora

men

ti.R

iferim

enti

alle

nos

tre

fabb

riche

dov

e si

par

la d

i inn

ovaz

ione

e d

igita

lizza

zion

e m

a pu

r sem

pre

di a

rte

guar

dand

o al

futu

ro

ore

20.0

0 -

Pala

zzo

Vesc

ovile

- M

elfi

Pres

enta

zion

e de

l lib

ro “

Il ca

nto

della

fabb

rica”

- E

d. P

irelli

Il “C

anto

del

la fa

bbric

a”, n

ato

da u

n’id

ea d

ella

Fon

dazi

one

Pire

lli: t

ra c

ompu

ter,

robo

t, la

bora

tori

di ri

cerc

a e

linee

aut

omat

izza

te.

Lett

ure

,con

fron

ti e

asco

lti a

cur

a di

Goc

ce d

’Aut

ore.

SAB

ATO

18

MA

GG

IO -

ore

20.

00 -

Cat

tedr

ale

- A

cere

nza

Con

cert

o Si

nfon

ico-

Cor

ale

Un

conc

erto

ded

icat

o in

tera

men

te a

lla m

usic

a M

aria

na, c

olta

e p

opol

are,

cor

ale,

sol

istic

a e

stru

men

tale

, con

: Can

tori

Mat

eran

i, C

oro

della

Po

lifon

ica

Mat

eran

a, C

oro

Civ

ico

Late

rCho

rus,

Fon

dazi

one

Orc

hest

ra L

ucan

a di

rett

a da

Mon

s. V

alen

tino

Mis

erac

hs G

rau

24 M

AG

GIO

/2 G

IUG

NO

- C

hies

a di

San

Bia

gio

- M

ater

a

MEI

C -

Mos

tra

d’ar

te p

ittor

ica

di a

rtis

ti lu

cani

: Bel

le fi

gure

O

tto

artis

ti lu

cani

pre

sent

ano

la lo

ro e

sper

ienz

a de

lla b

elle

zza,

con

segn

ando

ai t

uris

ti m

ater

ani i

n vi

sita

al P

urga

torio

, due

ope

re p

ittor

iche

cia

scun

o,

in u

na c

olle

ttiv

a in

edita

, ape

rta

per 1

0 gi

orni

, in

cui i

sin

goli

artis

ti si

alte

rner

anno

com

e gu

ide.

Ora

ri: o

re 1

0.00

/13.

00 -

17.

00/2

0.30

SAB

ATO

25

MA

GG

IO -

ore

20.

00 -

Par

r. M

aria

Mad

re d

ella

Chi

esa

- M

ater

a

Impa

ra l’

arte

e m

ettil

a da

par

te…

Gen

eraz

ioni

a c

onfr

onto

R

acco

nto

delle

att

ività

del

la p

arro

cchi

a e

della

com

unità

. Il l

abor

ator

io c

reat

ivo

di c

ucito

, att

ività

teat

rali,

la c

atec

hesi

, i c

ori,

casa

di r

ipos

o B

ranc

acci

o, la

Car

itas,

gli

scou

t, sc

uola

di m

usic

a tr

adiz

iona

le e

il c

oinv

olgi

men

to d

ella

scu

ola

di q

uart

iere

sar

anno

i pr

otag

onis

ti di

un

dial

ogo

tra

gene

razi

oni a

con

fron

to

DO

MEN

ICA

26

MA

GG

IO -

ore

19.

00 -

Cat

tedr

ale

- Tr

icar

ico

Con

cert

o Si

nfon

ico-

Cor

ale

Un

conc

erto

ded

icat

o in

tera

men

te a

lla m

usic

a M

aria

na, c

olta

e p

opol

are,

cor

ale,

sol

istic

a e

stru

men

tale

, con

: Can

tori

Mat

eran

i, C

oro

della

Po

lifon

ica

Mat

eran

a, C

oro

Civ

ico

Late

rCho

rus,

Fon

dazi

one

Orc

hest

ra L

ucan

a di

rett

a da

Mon

s. V

alen

tino

Mis

erac

hs G

rau

31 M

AG

GIO

/1 G

IUG

NO

- Is

titut

o Sa

nt’A

nna

- M

ater

a

MEI

C M

ATER

A B

EAU

TY E

XPE

RIE

NC

E 20

19L’

even

to, c

once

pito

in s

é co

me

espe

rienz

a di

bel

lezz

a de

lla p

arol

a, d

ella

mus

ica,

del

l’art

e an

che

con

inse

rti m

usic

ali,

vide

o e

icon

e d’

arte

, in

tend

e pr

opor

re la

Bel

lezz

a co

me

espe

rienz

a ca

pace

di g

ener

are

e rig

ener

are

le p

erso

ne e

l’am

bien

te, f

avor

endo

ne la

cre

scita

e lo

svi

lupp

o.Il

31 m

aggi

o av

rà lu

ogo

una

“Esp

lora

zion

e no

ttur

na d

ei S

assi

”, o

re 2

1.30

MA

GG

IO20

19

gli e

vent

i

Page 17: 08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento € 20,00 ccp n° 12492757 - causale: Logos 2019 ... Il volto della morte, confuso

ARCI

DIOC

ESI D

I Matera-Irsina

ww

w.t

erre

dilu

ce.it

ww

w.m

ater

a-ba

silic

ata2

019.

it

DO

MEN

ICA

5 M

AG

GIO

ore

17.3

0 -

da

Picc

iano

B v

erso

il S

antu

ario

di P

icci

ano

- M

ater

aIn

cam

min

o...

alla

ric

erca

di s

éPa

sseg

giat

a cu

ltura

le d

uran

te la

qua

le s

i pot

rann

o fa

re e

sper

ienz

e ar

tistic

he, c

on le

tecn

iche

e le

con

suet

udin

i di c

hi p

ratic

a il

turis

mo

lent

o o

dolc

e in

terv

alla

te d

a m

omen

ti te

atra

li a

cont

atto

con

l’am

bien

te e

con

la n

atur

a. A

ll’arr

ivo,

vis

ita a

l San

tuar

io

ore

20.0

0 -

O D

ulci

s V

irgo

Mar

iaC

once

rto

dedi

cato

alla

mus

ica

Mar

iana

, col

ta e

pop

olar

e, c

oral

e, s

olis

tica

e st

rum

enta

le. I

l va

lore

agg

iunt

o di

vent

a il

pubb

lico

che

si u

nisc

e ag

li es

ecut

ori p

er in

tona

re i

bran

i pop

olar

i rie

labo

rati

per o

rche

stra

e v

oci r

ende

ndo

unic

o qu

esto

eve

nto

VEN

ERD

Ì 10

MA

GG

IO -

ore

20.

00 -

Cat

tedr

ale

- Po

tenz

a

Con

cert

o m

usic

a cl

assi

ca

Sinf

onia

n. 2

Lob

gesa

ng (

Can

to d

i lod

e) o

p. 5

2 di

Men

dels

sohn

, int

erpr

etat

a da

l cor

o A

urtis

dire

tto

dal M

aest

ro G

ianl

uigi

Bor

relli

SAB

ATO

11

MA

GG

IO -

ore

20.

00 -

Bas

ilica

min

ore

Cat

tedr

ale

- M

elfi

Con

cert

o m

usic

a cl

assi

ca

Sinf

onia

n. 2

Lob

gesa

ng (

Can

to d

i lod

e) o

p. 5

2 di

Men

dels

sohn

, int

erpr

etat

a da

l cor

o A

urtis

dire

tto

dal M

aest

ro G

ianl

uigi

Bor

relli

11/1

8 M

AG

GIO

- T

ribun

ale

- M

ater

a

Dal

l’am

ore

ness

uno

fugg

e. L

’esp

erie

nza

della

APA

C b

rasi

liane

“A

VSI

racc

onta

una

real

tà s

trao

rdin

aria

gra

zie

a un

a m

ostr

a iti

nera

nte:

l’es

perie

nza

delle

APA

C d

el B

rasi

le, c

arce

ri se

nza

sbar

re n

é gu

ardi

e,

dove

si t

occa

con

man

o qu

anto

la m

iser

icor

dia

poss

a ca

mbi

are

il cu

ore

dell’

uom

o, tr

apas

sand

o og

ni ti

po d

i res

iste

nza

e ba

rrie

ra.

Even

to è

org

aniz

zato

dal

l’ass

ocia

zion

e Fo

ntan

a vi

vace

. Ora

ri: o

re 9

.30/

13.3

0 -

15.3

0/18

.00

DO

MEN

ICA

12

MA

GG

IOor

e 19

.00

- Pa

lazz

o Ve

scov

ile -

Mel

fi

La b

elle

zza

tra

trad

izio

ne e

inno

vazi

one

espe

rienz

e, t

estim

onia

nze,

vid

eoLa

bel

lezz

a tr

a tr

adiz

ione

e in

nova

zion

e. T

estim

onia

nze,

esp

erie

nze

e vi

deo

del l

avor

o di

una

vol

ta a

l gio

rno

d’og

gi, t

ra c

ambi

amen

ti e

mig

liora

men

ti.R

iferim

enti

alle

nos

tre

fabb

riche

dov

e si

par

la d

i inn

ovaz

ione

e d

igita

lizza

zion

e m

a pu

r sem

pre

di a

rte

guar

dand

o al

futu

ro

ore

20.0

0 -

Pala

zzo

Vesc

ovile

- M

elfi

Pres

enta

zion

e de

l lib

ro “

Il ca

nto

della

fabb

rica”

- E

d. P

irelli

Il “C

anto

del

la fa

bbric

a”, n

ato

da u

n’id

ea d

ella

Fon

dazi

one

Pire

lli: t

ra c

ompu

ter,

robo

t, la

bora

tori

di ri

cerc

a e

linee

aut

omat

izza

te.

Lett

ure

,con

fron

ti e

asco

lti a

cur

a di

Goc

ce d

’Aut

ore.

SAB

ATO

18

MA

GG

IO -

ore

20.

00 -

Cat

tedr

ale

- A

cere

nza

Con

cert

o Si

nfon

ico-

Cor

ale

Un

conc

erto

ded

icat

o in

tera

men

te a

lla m

usic

a M

aria

na, c

olta

e p

opol

are,

cor

ale,

sol

istic

a e

stru

men

tale

, con

: Can

tori

Mat

eran

i, C

oro

della

Po

lifon

ica

Mat

eran

a, C

oro

Civ

ico

Late

rCho

rus,

Fon

dazi

one

Orc

hest

ra L

ucan

a di

rett

a da

Mon

s. V

alen

tino

Mis

erac

hs G

rau

24 M

AG

GIO

/2 G

IUG

NO

- C

hies

a di

San

Bia

gio

- M

ater

a

MEI

C -

Mos

tra

d’ar

te p

ittor

ica

di a

rtis

ti lu

cani

: Bel

le fi

gure

O

tto

artis

ti lu

cani

pre

sent

ano

la lo

ro e

sper

ienz

a de

lla b

elle

zza,

con

segn

ando

ai t

uris

ti m

ater

ani i

n vi

sita

al P

urga

torio

, due

ope

re p

ittor

iche

cia

scun

o,

in u

na c

olle

ttiv

a in

edita

, ape

rta

per 1

0 gi

orni

, in

cui i

sin

goli

artis

ti si

alte

rner

anno

com

e gu

ide.

Ora

ri: o

re 1

0.00

/13.

00 -

17.

00/2

0.30

SAB

ATO

25

MA

GG

IO -

ore

20.

00 -

Par

r. M

aria

Mad

re d

ella

Chi

esa

- M

ater

a

Impa

ra l’

arte

e m

ettil

a da

par

te…

Gen

eraz

ioni

a c

onfr

onto

R

acco

nto

delle

att

ività

del

la p

arro

cchi

a e

della

com

unità

. Il l

abor

ator

io c

reat

ivo

di c

ucito

, att

ività

teat

rali,

la c

atec

hesi

, i c

ori,

casa

di r

ipos

o B

ranc

acci

o, la

Car

itas,

gli

scou

t, sc

uola

di m

usic

a tr

adiz

iona

le e

il c

oinv

olgi

men

to d

ella

scu

ola

di q

uart

iere

sar

anno

i pr

otag

onis

ti di

un

dial

ogo

tra

gene

razi

oni a

con

fron

to

DO

MEN

ICA

26

MA

GG

IO -

ore

19.

00 -

Cat

tedr

ale

- Tr

icar

ico

Con

cert

o Si

nfon

ico-

Cor

ale

Un

conc

erto

ded

icat

o in

tera

men

te a

lla m

usic

a M

aria

na, c

olta

e p

opol

are,

cor

ale,

sol

istic

a e

stru

men

tale

, con

: Can

tori

Mat

eran

i, C

oro

della

Po

lifon

ica

Mat

eran

a, C

oro

Civ

ico

Late

rCho

rus,

Fon

dazi

one

Orc

hest

ra L

ucan

a di

rett

a da

Mon

s. V

alen

tino

Mis

erac

hs G

rau

31 M

AG

GIO

/1 G

IUG

NO

- Is

titut

o Sa

nt’A

nna

- M

ater

a

MEI

C M

ATER

A B

EAU

TY E

XPE

RIE

NC

E 20

19L’

even

to, c

once

pito

in s

é co

me

espe

rienz

a di

bel

lezz

a de

lla p

arol

a, d

ella

mus

ica,

del

l’art

e an

che

con

inse

rti m

usic

ali,

vide

o e

icon

e d’

arte

, in

tend

e pr

opor

re la

Bel

lezz

a co

me

espe

rienz

a ca

pace

di g

ener

are

e rig

ener

are

le p

erso

ne e

l’am

bien

te, f

avor

endo

ne la

cre

scita

e lo

svi

lupp

o.Il

31 m

aggi

o av

rà lu

ogo

una

“Esp

lora

zion

e no

ttur

na d

ei S

assi

”, o

re 2

1.30

Page 18: 08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento € 20,00 ccp n° 12492757 - causale: Logos 2019 ... Il volto della morte, confuso

ARCIDIOCESI DI Matera-Irsina

SUPPLEMENTO A “LOGOS LE RAGIONI DELLA VERITÀ”, N. 5/2019 DEL .................

“Il Canto della fabbrica” - opera multimediale che sarà presentata a Melfi nell’ambito del “Cammino delle generazioni” - è un progetto editoriale di Fondazione Pirelli, edito da Mondadori, dove si ripercorrono le diverse metamorfosi del significato di fabbrica nel corso del XX secolo. Il titolo del libro “Il Canto della fabbrica” trae spunto dall’omonimo brano composto da Francesco Fiore per il violino del Maestro Salvatore Accardo, ed eseguito dall’Orchestra da Camera Italiana, in prima assoluta, all’interno del Polo Industriale Pirelli di Settimo Torinese in occasione del Festival MitoSettembre Musica 2017. L’opera musicale cerca di rappresentare al meglio il connubio intrigante tra la bellezza della musica e i suoni dell’industria attuale, derivanti da operai al lavoro e macchine automatizzate come robot e computer. Le trasformazioni economico-sociali, ancora in corso, sono alquanto visibili e ricche di elementi da considerare. Dagli anni del boom economico sono nate iniziative, incontri tra intellettuali industriali e uomini di cultura che hanno collaborato affinché si intraprendessero progetti per promuovere l’industria italiana nel mondo. Anche artisti come Manzi, Bianconi, Treccani, Guttuso hanno fornito nuova linfa nel settore industriale con creatività di idee e hanno ben rappresentato prodotti dell’Italia del lavoro negli anni d’oro. Successivamente l’industria, dopo alcune fasi di stagnazione, ha continuato il suo percorso di crescita: dall’ingresso nel mercato dei personal computer alla robotizzazione degli anni novanta; dalla novità del digitale al nuovo concetto di fabbrica che si sta delineando con l’Industry 4.0.Dunque, l’uomo contemporaneo è calato pienamente nell’epoca del digitale. E con la nuova era le fabbriche devono confrontarsi e, di conseguenza, implementare nuovi progetti, tecniche e metodologie di lavoro. In questo solco, il libro e l’annesso DVD aiutano a ripercorrere il passato dell’industria italiana e stimolano nuove idee con interviste, analisi tecniche ed approfondimenti in merito alla fabbrica Pirelli, dalle origini fino a oggi.

C5 IL CAMMINO DELLE GENERAZIONI

“IL CANTO DELLA FABBRICA”l’industria di oggi in un libro

Page 19: 08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento € 20,00 ccp n° 12492757 - causale: Logos 2019 ... Il volto della morte, confuso

Chiusa una porta si apre un portone: il detto è quanto mai appropriato per la mo-

stra “Mater(i)a P(i)etra”, che ha ceduto il posto al “Rinascimento visto da Sud” e che ha registrato immenso successo espresso, ol-treché dalla soddisfazione dei vi-sitatori, dal numero di visite, circa 1.300 solo nei primi tre giorni di ac-cesso al pubblico, di cui oltre 570 (come un accesso al minuto!) a Pasquetta, il giorno più affollato. È la terza mostra che apre le porte per Matera2019 (chiude il 19 ago-sto), dopo appunto “Mater(i)a P(i)etra” e “Ars Excavandi”. Attra-verso 200 opere selezionatissi-me, offre una bella full immersion nel mondo del Quattro-Seicento del nostro meridione e del Medi-terraneo, segnato dagli scambi mercantili attraverso il “Mare no-strum”, dalla presenza delle casa-te degli Angioini e degli Aragonesi, ma soprattutto da tanta fede e arte sacra. Sculture, pitture, sup-pellettili liturgiche, miniature rac-contano un mondo vivissimo an-che al di fuori della Toscana che in un certo senso è riconosciuta come la patria – talora, erronea-mente, unica – del Rinascimento.

Già al piano zero di Palazzo Lan-franchi, i mappamondi, i portolani e le carte nautiche (in particola-re la “Carta del navegar” di Albi-no da Canepa) - con forme della nostra penisola evidentemente diverse da quelle che, con un alto grado di precisione della realtà, le moderne tecniche cartografiche consentono di ottenere - sono specchio di un mondo commer-cialmente vivo, con gli epicentri commerciali di Napoli e Venezia, di cui la mostra espone delle ve-dute panoramiche, per quei tempi esemplari cartografici. L’incoro-nazione di Ferrante I D’Aragona e

quella della Ver-gine esprimono i due poli attorno a cui ruotava il mondo: impero e Chiesa. Opere che hanno il linguag-gio del nord Eu-ropa ma vengono dalla vicina Cam-pania (da Napoli e Salerno, giungono la maggior parte degli esempla-ri esposti), senza dimenticare i bel-lissimi capolavori tolti dalle chiese di località a noi vi-cine: Ferrandina, S. Mauro Forte,

Genzano, Tolve, Stigliano, Trani… L’Annunciazione, sia sotto for-ma di dipinto che di scultura, è il soggetto che più ricorre (vi è an-che quella materana di Altobello Persio), come pure le rappresen-tazioni della “via della Croce”, né mancano un paio di scene della flagellazione. Benché sia il miste-ro più grande della nostra fede, vi è una sola Resurrezione, ma come sempre l’arte, soprattutto di un tempo, è più sensibile al patos della passione. S. Lucia, S. Seba-stiano, S. Giovanni Battista i santi più rappresentati. Molto bella la pala di Guglionesi (CB) di Miche-le Greco da Valona, con colori vi-vidi e fattura raffinata. Insomma, la mostra offre un pieno di arte, di cui la nostra regione non era a digiuno, anzi - posta in terra d’O-tranto - era crocevia culturale e commerciale rilevante, e rappre-senta prima di tutto per noi che siamo del posto un’occasione di arricchimento per riappropriarci delle nostre radici e coscientizzar-ci della ricchezza culturale che ci appartiene. Con le diverse espo-sizioni ad hoc realizzate, oltreché con il suo patrimonio preesistente fatto di chiese rupestri, romani-che e barocche e l’intera realtà dei Sassi, possiamo ben dire che Ma-tera sta diventando tutta insieme essa stessa un museo.

Giuseppe Longo

Matera 2019: verso una città-museo

“Rinascimento visto da Sud”Un successone già nel ponte di Pasqua

19Logos - Le ragioni della verità

08 - 30 APR 2019In

tagl

iato

re v

enet

o, A

nnun

ciaz

ione

, 14

75 c

a, T

rani

, Chi

esa

S. T

om

a

Cos

tanz

o d

i Mos

è, R

esur

rezi

one

di C

risto

, 14

91,

Nap

oli,

Chi

esa

Ss.

Mar

celli

no e

Fes

to

Page 20: 08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento € 20,00 ccp n° 12492757 - causale: Logos 2019 ... Il volto della morte, confuso

Sono tante le notifiche che arrivano ogni giorno sul cel-lulare e sul pc circa nuove

applicazioni capaci di facilitarci la vita. Molte di esse sono gratuite. E sono tanti anche gli aggiorna-menti in automatico di software già istallato, al gestore del quale anni fa abbiamo dato il consen-so all’accesso ai dati personali. Quando si ha fretta di scaricare un contenuto necessario a svol-gere una determinata operazione, le spunte e le crocette sui moduli del consenso al trattamento dei dati si mettono meccanicamen-te, sia perché non si vuole perde-re tempo, sia perché altrimenti non si riesce ad andare avanti con

il download. Se l’applicazione è complessa ma gratuita per l’u-tente, chi l’ha sviluppata e messa in rete deve pur guadagnare da qualche parte. È vero che c’è la possibilità di inserire degli annun-ci pubblicitari ma la vera fonte di guadagno può essere la raccolta di dati per il marketing, un’attività in genere non molto trasparente nonostante tutte le norme sulla privacy. Inoltre, diverse applica-zioni con comando vocale o ri-conoscimento facciale chiedono l’accesso al microfono o alla te-lecamera dello smartphone, ma anche alla galleria fotografica, alla rubrica dei contatti, al GPS e così via. In questo modo i malin-

tenzionati potrebbero facilmente rintracciarci e registrare e filmare conversazioni e azioni private an-che in background.Questa debolezza della rete è an-cora aperta e presenta tante falle. Per il momento non si intravedono soluzioni tecniche e l’unico rime-dio resta l’uso consapevole del-la tecnologia e di internet. Senza esagerare con le visioni apocalitti-che secondo le quali Facebook e Twitter hanno distrutto la capaci-tà di tenere relazioni reali di ami-cizia, un aiuto all’uso consapevole di internet è necessario e potreb-be venire dalla nuova frontiera dell’antropologia digitale.

G.C.

Microfoni e telecamere sempre accesi

Siamo tutti spiati?Uso consapevole dei media

Il titolo di questo libro, dal sapore di un’invocazione tra un sospiro e l’altro, riflette lo stato d’ansia che sovente assale gli insegnanti di religione. La loro “lezione-, quasi sempre penalizzata da orari scomodi nel calendario scolastico, riflette la scarsa considerazione che riceve nella gestione delle discipline scolastiche. E, in parti-colare, da parte della maggioranza degli alunni che si avvalgono della facoltà di… non partecipare, perché il discorso non interessa più di tanto. Il volume affronta il fenomeno dello stress lavoro-correlato nei docenti di IRC e si offre come uno strumento utile ad affrontare efficacemente le pressioni quotidiane attraverso le risorse personali, formando a una maggiore consapevolezza sui fattori che possono determinare il proprio benessere o il proprio malessere lavorativo. Con questionari di auto-valutazione per determinare i livelli di stress e il rischio di burnout e proposte psicoterapeutiche per affrontare lo stress lavoro-correlato, messe a punto con la collaborazione di esperti del settore.

L. RASPI, Che Dio mi aiuti - Superare lo stress nell’insegnamento della religione, Elledici, pp. 144, 2019, € 13,00

20 Logos - Le ragioni della verità

08 - 30 APR 2019

Page 21: 08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento € 20,00 ccp n° 12492757 - causale: Logos 2019 ... Il volto della morte, confuso

Le Elezioni Comunali 2019 si terranno il 26 maggio in 54 comuni della regione Basili-

cata. Il turno di ballottaggio è pre-visto per il 9 giugno. Si voterà in un solo comune con popolazione legale superiore a 15.000 abitan-ti e per il quale viene applicato il sistema elettorale maggioritario a doppio turno. In sintesi, i numeri delle elezioni nella regione sono i seguenti: comuni al voto: 54 su 131 comuni lucani (41,2%); comuni >15.000 ab: 1 su 54 (1,9%); comu-ni ≤15.000 ab: 53 su 54 (98,1%); capoluoghi di provincia: 1 Potenza. Essendo Potenza un Comune con più di 15.000 abitanti, se nessun candidato al primo turno dovesse ottenere la maggioranza assoluta allora si procederà a un ballottag-gio tra i due più votati. Nel caso si dovesse verificare una perfetta parità nel testa a testa, sarà eletto sindaco il candidato più anziano.

Per garantire la formazione di una maggioranza solida e una sostan-ziale governabilità, alle liste colle-gate al candidato sindaco risultato vincitore verrà attribuito il 60% dei seggi. I restanti posti nel Consiglio verranno poi assegnati alle altre li-ste in maniera proporzionale. Sarà dunque un 2019 denso di appun-tamenti politici per Potenza. Dopo le elezioni regionali in Basilicata

del 24 marzo, a fine maggio infatti ci saranno anche le amministra-tive con il primo turno che, come cinque anni fa, si terranno in con-comitanza con le europee. Oltre a Potenza, in Basilicata si apriranno le urne per le amministrative an-che in altri 53 comuni. Tra i centri maggiori si voterà a Bernalda, La-gonegro, Tricarico e Nova Siri.

TipToed

In concomitanza con le europee

Elezioni amministrative in diversi Comuni

21Logos - Le ragioni della verità

08 - 30 APR 2019

Page 22: 08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento € 20,00 ccp n° 12492757 - causale: Logos 2019 ... Il volto della morte, confuso

La Consulta Regionale delle Aggregazioni Laicali (CRAL) è una esperienza di Sinodali-

tà Ecclesiale all’interno della qua-le si ritrovano tutte le associazioni, i gruppi ed i movimenti cattolici presenti sul territorio lucano. La CRAL è un luogo educativo in cui riconoscere affinità e relazio-ni tra le diverse aree di impegno laicale, uno spazio comunitario in cui vivere occasioni di dialogo e confronto tra le tante realtà del laicato cattolico di Basilicata. L’at-tività della CRAL è tanto un modo per vivere e testimoniare il senso profondo della corresponsabilità a cui siamo chiamati come fedeli laici, quanto un modo per essere autenticamente espressione di “Chiesa in uscita”: Popolo di Dio che va incontro al mondo, qua-le luogo privilegiato per portare e scoprire la propria chiamata alla Santità, da realizzare non nono-stante il mondo ma attraverso di esso. Consapevoli delle tante tra-sformazioni sociali in atto, la CRAL

di Basilicata propone un percorso educativo caratterizzato da una serie di incontri che si terranno in quattro città dislocate in quattro diocesi differenti della Regione. Nei quattro incontri, che diverran-no espressione di un unico itine-rario formativo, saranno declinati i quattro termini associati al tema del lavoro nel corso dell’ultima settima sociale dei cattolici italia-ni tenutasi a Cagliari: libertà, crea-tività, partecipazione e solidarietà.Si tratta di un unico itinerario, se-gnato da quattro soste, al fine di allestire un luogo educativo co-mune a tutte le associazioni lai-cali di Basilicata, in cui dialogare e confrontarsi sulle questioni socia-li. I quattro incontri, introdotti da personalità nazionali del laicato cattolico, saranno occasione ide-ale in cui potersi ritrovare, prove-nendo da sensibilità e storie dif-ferenti, per imparare a produrre un pensiero comune, arricchito dalle diverse esperienze, nella consa-pevolezza di essere messi insieme dalla comune appartenenza alla Chiesa. Registriamo il bisogno, come laici impegnati, di lavorare per ricucire il tessuto sociale (come ricordava il Card. Bassetti), di rammendare

ciò che è socialmente sfilacciato dalla crisi umana in atto, ma rite-niamo di doverlo fare sperimen-tando una nuova unità tra le realtà del laicato cattolico associato.È importante confrontarsi sulle questioni, ragionando, non proce-dendo per slogan o per semplifi-cazioni. Assistiamo a dibattiti che sono retti da una logica contrap-positiva, noi vogliamo cercare tut-to ciò che ci unisce per recuperare uno sguardo che sappia guardare lontano, che sappia ritrovare una capacità di progettualità e di spe-ranza.Riconosciamo i tanti bisogni della nostra Regione, le tante mancan-ze del nostro territorio, i mille punti d’ombra, le ragioni di subalternità e collateralismo che da sempre ci affliggono; ma, al contempo, sen-tiamo nostro l’invito che il Santo Padre Francesco ha rivolto ai gio-vani del nostro tempo a non guar-dare la propria vita dal Balcone.Non guardare la propria vita dal balcone per i credenti significa assumere responsabilità politica, sociale, culturale, civica, ambien-tale, nella logica di chi non riven-dica spazi o occupa postazioni ma attiva processi. La Chiesa non è separata dalle cose del mondo.

Radici e germogli per rinnovare la Basilicata

22 Logos - Le ragioni della verità

08 - 30 APR 2019

Page 23: 08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento € 20,00 ccp n° 12492757 - causale: Logos 2019 ... Il volto della morte, confuso

Sente su di sè il palpito del cuore del mondo, perché l’annuncio del Vangelo (compito primario della Chiesa) non riguarda spazi angu-sti della nostra vita, riguarda l’in-terezza della nostra vita. Il Cristianesimo si vive nella storia, con le sue inquietudini e con le sue contraddizioni, con i suoi conflitti e le sue lotte, con le sue tensioni ed anche con le sue ingiustizie.Avvertiamo il desiderio di lavorare per il miglioramento della nostra condizione sociale, consapevoli che questo desiderio, come lai-ci, bene è innestato in quel dono (che si trasforma in impegno mis-sionario) che è la santità, il nostro cammino verso la santità.Vorremo che questo percorso educativo ci aiuti a riflettere sulla Santità come dono, non come un semplice compito da realizzare. Siamo chiamati a vivere il nostro cammino di santità all’interno delle condizioni concrete della no-stra vita.

Vivere a pieno la santità cristiana, questo il cuore del progetto “Ra-dici e Germogli”, per essere artefici e protagonisti del rinnovamento cul-turale e spiritua-le della società in cui viviamo; quel-la santità che si esprime nell’ordi-narietà della vita quotidiana, tra fa-miglia, lavoro ed impegno sociale; quella santità che ci consente anco-ra di stupirci delle opere meraviglio-se che compie il nostro Dio; quella santità che ci permette di emozio-narci davanti al grande amore che Dio ha per ognuno di noi. Siamo amati ed incontrati dal Signore, questo il principio che muove ogni

forma del nostro impegno.Ci auguriamo che questo itinerario educativo, si faccia davvero emo-zione, perché, come diceva Paolo VI, solo ciò che si fa emozione può riuscire efficace!

Lindo Monaco

23Logos - Le ragioni della verità

08 - 30 APR 2019

CHI PARTECIPA fA vINCERE gLI ALTRI.

Il concorso è organizzato dal Servizio C.E.I.per la Promozione

del Sostegno Economico alla Chiesa cattolica.

*PRIMO PREMIO

15.000 €

2019CONCORSO

PER LE PARROCCHIE

A grande richiesta torna TuttixTutti, il concorso che premia le migliori idee per aiutarechi ne ha più bisogno. Iscrivi la tua parrocchia e presenta il tuo progetto disolidarietà: potresti vincere i fondi* per realizzarlo. Per partecipare basta organizzareun incontro formativo sul sostegno economico alla Chiesa cattolica e presentare unprogetto di utilità sociale a favore della tua comunità. Parlane subito col parroco einformati su tuttixtutti.it Anche quest'anno, aiuta e fatti aiutare.

Page 24: 08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento € 20,00 ccp n° 12492757 - causale: Logos 2019 ... Il volto della morte, confuso

“Forse siamo già risorti.Per punizione”

Già nel 1831 Victor Hugo nel romanzo Notre Dame de Paris, Il gobbo di Notre-Da-

me in italiano, denunciò il cattivo stato di conservazione e raccontò un incendio: “Tutti gli occhi si era-no alzati verso la cima della chie-sa. Ciò che vedevano era straordi-nario. Sulla sommità della galleria più alta, ancora più su del rosone centrale, c’era una grande fiam-ma che saliva fra i due campanili con turbini di scintille, una grande fiamma disordinata e furiosa, di cui il vento ogni tanto si portava via un lembo nel fumo”. L’ ultimo restauratore di Notre Dame di Pa-rigi è stato Eugène Viollet-le-Duc che come architetto progettò la discutibile guglia crollata nell’in-cendio. Un incendio che ha lette-ralmente devastato la cattedrale di Notre Dame a Parigi. È crollato il tetto e la guglia del monumen-to simbolo francese, salvi i due campanili. “Brucia una parte di noi” twitta nei primi momenti il presidente francese Macron che, dopo che è stato spento, assicu-ra nel suo discorso: “Ricostruire-mo la cattedrale”. La Procura di Parigi ha aperto un fascicolo per la distruzione dolosa della catte-drale, provocata da un incendio. “Troppo presto” per ipotizzare la causa, ha detto il procuratore di

Parigi, Rémy Heitz, come riferi-sce Le Parisien, mentre secondo il Site “i jihadisti esultano sul web per il rogo”. “Si può considera-re che la struttura di Notre Dame sia salva nella sua globalità” dice il comandante generale dei vigi-li del fuoco, Jean-Claude Gallet. “L’incendio di Notre-Dame è un colpo al cuore dell’Europa? Pur nel rammarico per un’opera me-ravigliosa, mirabile che è andata in fiamme, continuo a riflettere e a pensare a tutti gli accadimenti avvenuti in questi giorni e a tutte le guerre in corso, quindi a mio av-viso non si può parlare di colpo al cuore dell’Europa. Se penso che solo tra gennaio e marzo nell’in-differenza europea sono morte nel mediterraneo 274 persone per mancanza di corridoi umani-tari per la criminalizzazione delle navi civili, invece a Gaza vengono sganciate 800 tonnellate di bom-be sui civili, e il mondo non sbat-te nemmeno un occhio. Invece il giorno di Pasqua, resurrezione di nostro Signore, è stato colpito lo Sri Lanka. Il bilancio delle vitti-me: è di almeno 321 persone che hanno perso la vita a causa delle otto esplosioni che hanno col-pito chiese e hotel tra le città di Colombo, Negombo e Baticaloa. Sono morti anche 45 bambini,

denuncia Unicef. Il primo ministro dello Sri Lanka Ranil Wickreme-singhe ha avvertito che sono pos-sibili nuovi attacchi perché agli inquirenti risulta che ci siano altro esplosivo e altri terroristi ancora in giro per il Paese. Il premier ha confermato poi che ci potrebbero essere “alcuni legami” tra gli at-tentatori e l’Isis. Quando ripenso alle ultime parole di nostro Signo-re, “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno” le sento come un pugna-le dentro al mio petto le sento come se fossero state pronuncia-te adesso, come la lancia che ha trafitto il suo costato per donarsi alla salvezza dell’uomo. Si pensa a un Cattedrale, a una struttura, ma la stessa ha voluto mandarci un messaggio: la croce è rimasta in piedi e la corona di spine non è andata in fiamme, la stessa coro-na che ha trafitto il capo di Gesù. Paolo di Tarso, dalla prima lettera ai Corinzi disse “Dio poi, che ha ri-suscitato il Signore, risusciterà an-che noi con la sua potenza”.Non ci resta che piegare le nostre ginocchia e innalzare il nostro cuore e costruire un mondo mi-gliore.

Laviola Mariella

24 Logos - Le ragioni della verità

08 - 30 APR 2019

Page 25: 08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento € 20,00 ccp n° 12492757 - causale: Logos 2019 ... Il volto della morte, confuso

a cura di Rosanna Bianco

ART

E E

TERR

ITO

RIOSan Mauro Forte

“…E’ il dì 13 di giugno. Io movo per San Mauro in compagnia dell’Amico. E’ breve il tragitto, non disastroso il sentiero, di diversa natura il panorama che ci circonda. Ombrosi boschetti dalle zolle smaltate di fiori succedono a’ maestosi boschi. La Catena degli alti Appen-

nini slargantisi a ritta e correndo al mare, segna questa nuova linea cominciando da Accettura…”(Cesare Malpica, Basilicata. Impressioni)

Il nome di San Mauro Forte spes-so viene associato soltanto ad un evento che si svolge in inverno, la

notte tra il 16 e il 17 gennaio: la fe-sta del “Campanaccio”, una delle feste più folcloristiche dell’intera regione, ma tale borgo ha molto altro da offrire al visitatore tra bel-lezze artistiche, paesaggistiche e tradizioni che si tramandano da secoli. Il bellissimo paese affonda le sue origini, sulla base delle numero-se tracce archeologiche rinvenute nel suo territorio, a partire dall’VIII secolo a. C. Intorno al 1100 il bor-go si andò sviluppando intorno ad una comunità monastica di mona-ci benedettini (il nome del paese, nonché il suo Santo protettore, è in onore di San Mauro Abate, uno dei discepoli di San Benedetto); l’intero abitato fu fortificato per-mettendone l’accesso attraverso quattro porte, di cui solo una, la “Porta Piazzile”, è intatta e da poco restaurata, mentre delle altre tre, purtroppo, non restano che poche tracce.La piazza principale del paese è dominata dalla bellissima torre denominata “Normanna”, di epo-ca angioina, ricostruita durante gli anni ’50 del 1400. Si tratta di una torre sviluppata su tre piani con base circondata da un bastione poligonale (l’unica traccia dell’an-tico castello normanno), il cui co-

ronamento è composto dalla mer-latura su un basso muro di attico che recinge il terrazzo.La torre rappresenta uno degli esempi più importanti di “Maschio” del Regno delle due Sicilie, una delle fortificazioni in cui venivano sperimentate le nuove tecniche di guerra; a riprova di questo, la pre-senza all’interno di una sala con un piano inclinato dove venivano uti-lizzati dei cannoni in pietra. Sui ruderi del castello è stata co-struita la Chiesa Madre dedicata a S. Maria Assunta, i cui primi lavori risalgono al 1553.Di notevole interesse sono i sot-terranei della chiesa, oggi visitabili, dove è possibile osservare le anti-che volte in pietra del castello.All’interno della Chiesa Madre sono ben conservati un antico or-gano a canne della seconda metà del XVIII secolo, statue lignee di pregevole fattura e dipinti; tra que-sti, un dipinto su tavola del 1500, del “Cristo alla colonna” di Angelo Bizamano, un pittore di Creta che, insieme al fratello Donato, fondò in Puglia (ad Otran-to) una scuola di pittura; il dipinto fu realizzato per la chiesa del con-vento dei france-scani di San Mau-ro Forte e risulta

essere una delle poche opere fir-mate dall’artista. Nel centro sto-rico del paese sono presenti molti palazzi baronali risalenti al 1700, testimonianze concrete di uno sviluppo economico-culturale del paese in quello specifico momen-to storico; tra questi va annove-rato, ad esempio, Palazzo Lauria, caratterizzato da un imponente portale in pietra, che conserva al suo interno diversi mobili originali ed una preziosa cappella di chiara influenza stilistica napoletana.Un’altra importante risorsa di San Mauro Forte è l’olio di oliva, infatti il territorio sammaurese è ricco di piantagioni di olive varietà “Majati-ca”, il cui olio ha un sapore fruttato e particolarmente delicato. La notevole produzione di olio ex-travergine di oliva ha permesso al paese di far parte dell’Associazio-ne Nazionale “Città dell’olio” e di essere vincitore di importanti pre-mi a livello regionale e nazionale che ogni anno vengono conferiti ai diversi produttori della zona.

25Logos - Le ragioni della verità

08 - 30 APR 2019

Page 26: 08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento € 20,00 ccp n° 12492757 - causale: Logos 2019 ... Il volto della morte, confuso

Il corteo della croce attraversò le viuzze di Gerusalemme una sola volta e una sola volta Gesù

di Nazaret fu crocifisso, ma la “Via Crucis” continua incessantemen-te e la percorrono sempre nuove folle in tutto il mondo. È questo forse lo spirito più giusto di chi si appresta a celebrare la Via Crucis: unirsi a quel Gesù che è morto per amore dell’Uomo e a tutti coloro che assieme a lui hanno sofferto e soffrono il mistero del dolore per amore. E anche a tutti quei cire-nei e quelle veroniche che con la loro vita non si risparmiamo per rendere migliore la condizione dell’uomo di tutti i tempi. Ogni “Via Crucis”, non importa qua-le ne sia la forma e la modalità precisa con cui viene proposta, ci stimola a identificarci in uno dei personaggi che intervengo-no, aiutandoci ad interrogarci su come seguiamo Gesù, a rivedere le nostre sofferenze in quell’uomo che per salvare l’uomo “ha condi-viso in tutto, eccetto il peccato, la nostra condizione umana” (Pre-gh. Euc. IV). Ancor più quando la Via Crucis offre, accanto alla let-tura evangelica dell’episodio che ha caratterizzato le ultime ore di vita di Gesù, espliciti richiami alla nostra società con le canzoni più in voga del momento, con fram-menti di film, con la proiezione di

fotografie di personaggi ed episo-di che richiamano i drammi del-la vita di oggi. È stata questa la rappresentazione della passione in una decina di quadri che han-no messo in scena 150 giovani e meno giovani di Matera e provin-cia, cattolici e non, guidati da don Michele Larocca, parroco dell’Ad-dolorata di Matera. «Non dovete essere attori, ma uomini che pre-gando raccontano le ultime ore della vita di Gesù», ha detto don Michele, che con sapienza ha la-vorato coinvolgendo a turno nella preparazione i singoli gruppi dal mese di gennaio. Gesù sedeva al tavolo dell’ultima cena con i capi delle religioni del mondo; la corte di Erode ha richiamato le vittime di mafia Borsellino, Impastato, Falcone, Don Peppe Diana, Padre Pino Puglisi…; alle donne di Ge-rusalemme sono state associate tutte le donne vittima di sfrutta-mento, con le scarpe rosse; ac-canto al cireneo e alla Veronica sono stati nominati i missionari e i volontari di oggi; all’incontro doloroso di Gesù e sua mamma è seguita la preghiera ai figli in cielo; Gesù è stato aiutato a ri-prendere la croce per continuare il cammino verso il luogo previsto per la crocifissione da un barbone e una prostituta… Quest’ultima, una delle poche scene efficace-

mente dialogate; le altre erano, infatti, tutte narrate. Il coinvolgi-mento nella scena grazie all’uso sapiente di immagini e canzoni di successo e l’efficacia nell’attua-lizzazione dei messaggi evangelici sono stati i punti di forza non solo per coloro che hanno assistito ma anche gli stessi attori, per cui tut-te le prove sono state come una lunga preghiera. Forse sarebbe stato necessario solo un maggior numero di videocamere e micro-foni per riprendere e trasmettere sullo schermo in Piazza S. Pietro Caveoso, dov’erano riuniti i con-venuti, scene e voci che sono ai più sfuggiti. In tempo di Pasqua – la “Via Crucis” è stata rinviata dal 12 aprile per maltempo – non po-teva non trovare spazio adeguato la Resurrezione, il centro della no-stra fede, che anche l’Arcivescovo, oltreché il tempo dell’anno liturgi-co in cui ci troviamo, ci ha stimola-to a rendere presente nella nostra vita. Soprattutto con chi vive nello stile di una Quaresima senza Re-surrezione. Nata e cresciuta in un clima di preghiera, preceduta l’11 aprile da un’adorazione eucaristi-ca, ha toccato le corde del cuore quest’opera che forse è quella centrale dei 105 eventi proposti da “iCammini”, l’organismo che per la Diocesi anima le attività di Matera 2019.

G.L.

Via Crucis: antica eterna storia

“La passione vivente di Cristo, speranza per l’uomo di oggi”24 aprile, Sasso Cavoeoso: una pietra miliare ne “iCammini” di Matera 2019

26 Logos - Le ragioni della verità

08 - 30 APR 2019

Page 27: 08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento € 20,00 ccp n° 12492757 - causale: Logos 2019 ... Il volto della morte, confuso

27Logos - Le ragioni della verità

08 - 30 APR 2019 PISTICCI

Page 28: 08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento € 20,00 ccp n° 12492757 - causale: Logos 2019 ... Il volto della morte, confuso

Chi avrebbe mai detto che Matera sarebbe diventata meta di migliaia di turisti?

Complice l’elezione a Capitale eu-ropea della Cultura 2019, Matera è diventata luogo di attrazione turi-stica, per manifestare al mondo il suo fascino, la sua bellezza antica e sempre nuova, la sua spiritualità. Una vera e propria invasione ma, si badi bene, non barbarica. On-date di turisti scendono a frotte da via don Minzoni verso il centro, per dileguarsi nelle stradine dei Sassi. Riempiono la Cattedrale, i Musei, i bar i tanti negozietti di souvenir, i panifici, le pizzerie, i ristoranti… sembra di stare a Roma, a Firen-ze, a Venezia… ma stando a Roma viene spontaneo ormai dire: sem-bra di stare a Matera.A fronte di qualche disagio che questo comporta è molto più grande e bello lo scambio cultu-rale che si può avere con persone che, venendo a Matera, portano inevitabilmente con sé la loro cul-tura e ripartono arricchiti della no-stra.

I turisti rimangono colpiti dal sen-so di accoglienza dei cittadini ma-terani, dalla bellezza dei luoghi, dalla bontà del cibo e dalla varietà e ricchezza dell’offerta culturale: mostre, chiese rupestri, convegni…La presenza dei turisti è spalmata per tutti i mesi dell’anno anche se ci sono i momenti clou. La Pasqua, il 25 aprile e il 1° maggio sono sta-ti, naturalmente, giorni di mag-giore affluenza. Gite scolastiche, pellegrinaggi, gruppi organizzati di turisti italiani e soprattutto stra-nieri riempiono il centro di Matera, tanto da farlo sembrare sempre in festa. Gli eventi, gli spettacoli e le iniziative si susseguono a un ritmo vertiginoso, impegnando molte energie e, sulla bocca di tutti la stessa considerazione: speriamo che questo flusso continui e che ci sia lavoro per tutti oltre il 2019. Speranza legittima ma che va ac-compagnata da un rimboccarsi le maniche da parte di tutti, dal met-tere in moto la creatività, dal sa-persi proporre con professionalità e competenza.

Ai ritardi delle infrastrutture sop-perisce lo spirito di adattamento e di accoglienza e un bilancio di questi primi mesi è molto positivo.Ci attendono mesi ancora più impegnativi, immagino la Festa della Bruna 2019 cosa sarà? In-tanto il fermento cresce, si guar-da al 2020 e sicuramente la Città sarà cambiata. Le contaminazioni di tante realtà che hanno scelto Matera come luogo per celebrare un evento di portata nazionale e internazionale: gli scout, i bersa-glieri, le confraternite, la Fidas…, rimarranno nel nostro territorio e lo arricchiranno dei loro fermenti positivi. È una fortuna che ci è capitata ma che è stata anche intelligente-mente costruita e che non va di-spersa. Godiamoci il 2019 non da spetta-tori passivi ma da protagonisti e guardiamo con fiducia e speran-za a un domani non lontano e che comincia oggi.

F.L.

Matera “invasa”da abitanti culturali

28 Logos - Le ragioni della verità

08 - 30 APR 2019

Page 29: 08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento € 20,00 ccp n° 12492757 - causale: Logos 2019 ... Il volto della morte, confuso

a cura di Nino Vinciguerra

MAT

ERA

FRA

MM

ENTI

Giannando Mastronar-di nasce a Matera il 29 maggio 1958 da Benito,

impiegato nella pubblica ammi-nistrazione e Anna Maria Atella, insegnante. Cresce in un am-biente sano, rispettoso e ricco di valori. È uno studente diligente e frequenta con ottimi risultati la scuola elementare “Minoz-zi” e poi la scuola media “Ales-sandro Volta”. Dopo le scuole medie Giannando si iscrive al Liceo Scientifico. Frequenta pri-ma la sede di Palazzo Malvezzi e poi quella dell’ex clinica San-ta Rita. Nel 1974 è tra i vincitori del Concorso Veritas; dimostra di essere uno di quei giovani che “sentono acuto il senso di Dio e il bisogno insostituibile della di-mensione religiosa” (Paolo VI). Archiviato brillantemente l’an-no scolastico con la promozio-

ne al quarto anno, Giannando si gode le meritate vacanze e, felice per aver vinto il Concor-so Veritas, è in trepidante atte-sa per l’incontro con il Papa, a Castel Gandolfo, nel settembre successivo. Un tragico destino, però, è in agguato. Giannando vuole fare esperienze lavorative, sentirsi più autonomo, più re-sponsabile; un parente che vive nei pressi di Losanna, in Svizze-ra, lo aiuta a trovare lavoro in un ristorante. Parte il 26 luglio. Si fa ben volere e stringe amicizia con i suoi colleghi. Il 19 agosto 1974, una calda mattinata, è a Locarno (sulla sponda setten-trionale del Lago Maggiore) in compagnia di amici e colleghi sulle rive del lago; scherzano, parlano, sono tranquilli. Ad un certo punto s’accorge che uno dei suoi colleghi, suo coetaneo, immersosi imprudentemente nel lago, è in difficoltà. Imme-diatamente accorre in suo aiuto e tuffatosi lo raggiunge. Il ragaz-zo tenta disperatamente di ag-grapparsi a Giannando, l’unica sua speranza di salvezza. Pani-co, terrore, urla. Purtroppo, l’in-fida acqua li risucchia sul fondo e il giovanissimo eroe perde la vita insieme al suo amico. Una tragedia che colpisce la famiglia e l’intera comunità materana. Una tragedia accomunata ad altre, simili, che la città, purtrop-po, ha già vissuto. I suoi sogni, i suoi progetti, le sue speranze, il suo sorriso, si infrangono a Lo-

carno in una splendida giornata estiva. All’incontro con il Papa Giannando non ci sarà. Il 14 set-tembre 1974 i giovani vincitori del Concorso Veritas giungono da ogni parte d’Italia a Castel Gandolfo. Paolo VI, informato di quanto accaduto a Locarno circa un mese prima, parla ai giovani di Giannando e del suo eroico gesto: “Insieme con voi avrebbe dovuto essere qui pre-sente il giovane studente della diocesi di Matera, Mastronardi Giovanni Ferdinando. Ci è giun-ta la dolorosa notizia che egli è morto in Svizzera, dove si trova-va in vacanza, mentre tentava di salvare un suo compagno, il quale stava annegando. Mentre ci inchiniamo riverenti difronte al mistero di questa prematura scomparsa, ricordiamo con am-mirata commozione il suo gesto di assoluta carità e rivolgiamo sincere condoglianze ai suoi af-flitti genitori, assicurando la no-stra preghiera di suffragio e invo-cando per loro il conforto della Fede”. Molte sono le iniziative che si intraprendono per ono-rare la memoria di Giannando, esempio di altruismo. La prima è del Liceo Scientifico che 5 ot-tobre 1974 commemora “uno dei suoi migliori alunni”. Matera intitola una strada al giovane eroe che, “divenuto perfetto in breve tempo, compì le opere di una lunga vita” (Sap. 4.13) te-nendo alto il vessillo della ge-nerosità.

Giannando Mastronardi Il vessillo della generosità

29Logos - Le ragioni della verità

08 - 30 APR 2019

Page 30: 08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento € 20,00 ccp n° 12492757 - causale: Logos 2019 ... Il volto della morte, confuso

Matera, medaglia d’oro al valor civile e meda-glia d’argento al valor

militare, ha celebrato lo scorso 25 aprile il 74esimo Anniversa-rio della liberazione dell’Italia dall’oppressione nazista. La giornata di commemorazione è iniziata alle ore 9.30 con la de-posizione di una corona al cippo di Via Lucana dove fu compiuto l’eccidio nazista del 21 settem-bre del 1943; è proseguita con la Santa Messa celebrata dall’Arci-vescovo di Matera e Irsina, Mon-signor Giuseppe Caiazzo, nella chiesa di San Francesco d’Assisi, ed è culminata con la deposi-zione di una corona d’alloro da-vanti al monumento ai Caduti e con la cerimonia in Piazza Vitto-rio Veneto. Liberazione, Europa e Unità nazionale al centro del discorso del Sindaco. Raffaello De Ruggieri. “Matera è fiera del-le sue medaglie e di essere stata la prima città del Sud ad essere insorta contro i tedeschi. I valori della riconquistata dignità, del-la democrazia e della libertà, li

portiamo cuciti addosso. In un momento – ha ricordato il Sin-daco – in cui si mette in discus-sione e si vuol scardinare l’Unità del Paese con la proposizione di un regionalismo differenziato, da Matera deve partire forte il mes-saggio che, oggi più che mai, le parole di Mazzini sono attuali: ‘L’Italia sarà quello che il Mezzo-giorno sarà’. Matera non può li-mitarsi a rappresentare l’Europa ma deve anche esserne lievito per il futuro, riproponendo quei principi che Schumann, De Ga-speri e Adenauer hanno posto a fondamento della Comunità eu-ropea”. De Ruggieri ha poi stig-matizzato quelle che ha definito “dimenticanze istituzionali” che stridono “con una giornata come questa, in cui si riaffermano le idee di democrazia e di libertà” e ha annunciato la modifica del-lo Statuto comunale per inse-rire, nel testo, il riferimento alla medaglia d’oro al valor civile e al conquistato titolo di Capitale europea della Cultura.

TipToed

Capitale dell’antifascismo ANTIUSURA

VACANZE DI APRILE

NUOVO PREFETTO

AVIS

“È motivo di orgoglio e di soddisfazione per l’Associazione aver accolto un alto numero di persone, provenienti principalmente da Matera e Provincia, ma anche dal Comune di Potenza, e per pura consulenza dal Comune di Altamura e persino dalla provincia di Lecce. Ciò significa che l’Associazione è riuscita a integrarsi nel contesto della nostra realtà e a intercettare i bisogni della gente in difficoltà. Le persone si sono rivolte all’Associazione per avere un consiglio, un aiuto morale e giuridico per poter uscire da uno stato di bisogno e di sovraindebitamento che si era accumulando nel corso degli anni” è quanto si legge nel comunicato dell’Associazione Antiracket e Antiusura “Famiglia & Sussidiarietà”, diretta da Angelo Festa, in occasione della presentazione del bilancio consuntivo 2018 e di previsione 2019.

Per il megaponte di Pasqua, 25 aprile e 1 maggio quasi un quarto degli italiani fanno una vacanza, precisamente il 22%, con una durata media di 4 giorni. Roma, Firenze e Venezia sono le mete preferite ma sono amate anche Palermo, Napoli e Lecce, mentre Matera continua a restare in classifica. A livello europeo buone perfomance di Madrid, seguita da Barcellona, la Francia, Londra e Praga. Nel lungo raggio si distinguono il Mar Rosso e i Caraibi, in particolare Cuba. Lo rileva l’osservatorio di Confturismo con l’Istituto Piepoli. La principale motivazione di viaggio è quella di visitare musei, monumenti o mostre ed è per questo motivo che sono proprio le città d’arte che concentrano il 45% delle preferenze. Quasi un terzo degli italiani che partono in questo periodo vanno invece al mare.

Piena sinergia con le istituzioni locali “per una adeguata cornice di sicurezza” in relazione all’importanza e al crescente movimento di visitatori legato a Matera Capitale europea della cultura 2019 e alle diverse priorità del territorio. È quanto ha dichiarato il nuovo prefetto di Matera, Demetrio Martino, incontrando i giornalisti a seguito del suo insediamento nella Città dei Sassi.

Sei nuovi veicoli “andranno a rinnovare il parco mezzi dell’Avis regionale di Basilicata”. In un comunicato è specificato che “si tratta di furgoni, con allestimenti adeguati alle nuove norme, che serviranno a garantire la sicurezza degli autisti, delle sacche di sangue o emoderivati che verranno trasportati in regime di qualità certificata”.

BULLISMO FESTA DELLA POLIZIAIn Basilicata il fenomeno del bullismo «è molto più contenuto che a livello nazionale»: il 74,3% degli studenti tra gli undici e i 17 anni «afferma di non esserne mai stato vittima», rispetto al 47,3% della media nazionale (su dati Istat), e il cyber bullismo «risulta essere un fenomeno meno diffuso del bullismo, sia a livello nazionale che regionale, anche se in Basilicata gli studenti del campione tra i nove e i 17 anni, che «affermano di esserne stati vittime, sono il dieci per cento rispetto al sei per cento del dato nazionale (su dati del Miur)» in una regione in cui solo il 5,7 degli alunni delle scuole elementari dichiara di non avere un cellulare. Sono alcuni dei dati contenuti nel Report su «Bullismo e cyber-bullismo nella scuola lucana» illustrato recentemente a Potenza.

Si è svolta a Matera, con tanto di “scena del crimine” allestita per l’occasione nel palazzo dell’Annunziata - con un caso di omicidio da risolvere – la festa della Polizia lo scorso 10 aprile, in concomitanza con il 167/o anniversario della fondazione della Polizia di Stato. Sulla “scena” è stato riprodotto il percorso investigativo classico e sempre appassionante delle indagini e degli accertamenti della polizia scientifica, procedimenti familiari al pubblico per via delle secolari serie di narrazioni o delle nuove fiction che hanno per oggetto la lotta al crimine.

30 Logos - Le ragioni della verità

08 - 30 APR 2019

Page 31: 08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento € 20,00 ccp n° 12492757 - causale: Logos 2019 ... Il volto della morte, confuso

Dopo il sinodo dei vescovi sui giovani, il Santo Padre offre una sua esortazione apostolica per indicare le linee teologiche e spirituali per l’apostolato e la pastora-le giovanile nell’oggi della Chiesa e del mondo. «Giovani, non siate auto par-cheggiate, lasciate piuttosto sbocciare i sogni e prendete decisioni. Rischiate, an-che se sbaglierete. Non sopravvivete con l’anima anestetizzata e non guardate il mondo come se foste turisti. Fatevi sen-tire! Scacciate le paure che vi paralizzano, per non diventare giovani mummificati.

Vivete! Datevi al meglio della vita! Aprite le porte della gabbia e vo-late via! Per favore, non andate in pensione prima del tempo» (n. 143).

Il mondo globale è diventato stretto, si è appiattito, è diventato orizzontale: abbia-mo perso la profondità dell’alto. L’inconscio, però, nella sua funzione compensatoria pro-pone costantemente, appena lo si ascolti, le immagini dell’alto e del basso, delle profon-dità celesti e delle oscurità abissali. L’anima, che nell’inconscio compare e racconta, vuole respirare, vuole aria, vuole tramonti alti, ros-seggianti sulle montagne bianche di neve, vuole una celeste pulizia, vuole il cielo azzur-

ro. Il cielo è anche, da sempre e per tutta l’umanità -- come si rac-conta in questo libro -- la sede del mondo divino. Per questo oggi il ritorno dell’alto, amato da anime in cerca di spirito, è un evento rivo-luzionario, temuto più di ogni cosa. Ma la riconsacrazione del mondo e della vita, e la ricomposizione dei suoi spazi esistenziali, compresi i mondi superiori e inferiori, sono un’esigenza profonda dell’esse-re umano. Per questo è stato scritto questo libro. Per raccontare lo slancio verso l’alto, e l’attrazione e le ragioni del basso, della terra ma anche dei mondi più oscuri e profondi al di sotto della sua superficie.

Chiara Amirante - che da anni tiene corsi di Arte di amare, conoscenza di sé e “spiri-toterapia” - ci aiuta a riconoscere le ferite di chi non è stato amato, di chi ha paura di amare, di chi ha fame d’amore. I primi passi sul cammino della guarigione sono anzitutto introspettivi: chi sono io? Come posso individuare i miei punti di forza e lavorare sulle mie fragilità? Quali sono le principali trappole che mi impediscono di sperimentare la gioia piena che scaturisce dal donare e ricevere amore? Come rico-

noscere e rispondere ai bisogni più profondi della mia anima. I passi successivi sono quelli della consapevolezza: la società di oggi uccide lo spirito e ci spinge nel vortice dei pensieri negativi. Non dobbiamo permetterlo. Dobbiamo invece trovare un senso alle nostre sofferen-ze, trasformando difficoltà in opportunità, ogni prova in un “passag-gio” di crescita che ci renda più liberi e capaci di costruire relazioni autentiche. «Una delle prime cose che impariamo da piccoli è che, se ci feriamo nel corpo, dobbiamo subito pulire, disinfettare, curare, altrimenti la ferita s’infetta e genera conseguenze dolorose per tutto il fisico. Eppure, nessuno ci dice come riconoscere e curare le ferite del cuore». Se è vero che la nostra mente racchiude tante potenzialità inespresse questo è tanto più vero per il nostro spirito.

Non è vero che siamo nel caos. È vero tuttavia che siamo in una difficile si-tuazione. In tale quadro diventa perciò interessante allungare lo sguardo an-che al là dei limiti dell’attuale ordine costituito. Mettendosi su questa via la prima e più imponente realtà in cui ci si imbatte in Italia è la visione del mondo cristiana, oggi in larga misura tagliata fuori dalla vita pubblica del Paese. Che cosa da essa può saltar fuori di buono per tutti? Vale certamente la pena di domandarselo. Prefazione del card. Angelo Scola

La buona novella di Gesù si diffuse rapi-damente in tutto l’Impero romano nei de-cenni intercorsi fra la sua morte e la ste-sura dei primi vangeli. Ma in che modo ciò avvenne? Che cosa veniva detto esatta-mente ai primi cristiani su Gesù? Si comu-nicavano storie ridotte all’osso, notiziole e aneddoti occasionali, oppure circolava una tradizione orale significativa, solida, estesa? E soprattutto, data la naturale “flessibilità” di un racconto orale, quelle testimonianze erano da considerarsi dav-vero affidabili? Le pagine di questo stu-dio accurato e documentato istruiranno,

coinvolgeranno e sfideranno i lettori, stimolandoli a comprende- re e ad apprezzare meglio il messaggio evangelico agli albori.

Proclamare che Gesù è risorto dai morti è il fondamento e il centro della nostra fede. Tuttavia: che cosa conteneva in origine que-sta affermazione e che significato ha per noi oggi? Se non vuol dire che un defunto ha ripreso a condurre la sua vita precedente, in che modo il messaggio della Pasqua può es-sere vero e sensato? Accostandosi ai raccon-ti pasquali del Nuovo Testamento, l’autore ci suggerisce intelligenti piste di riflessione. Tenta anzitutto di comprendere l’evento così come ha preso corpo nei testi che lo narra-no. Si sforza, poi, di distinguerne le possibili

interpretazioni. Pagina dopo pagina, affronta il dubbio sulla consi-stenza del corpo risorto di Cristo (corpo che è “uguale” eppure “diver-so” da prima), si concentra sul tema della testimonianza dei primi seguaci, si interessa dei destinatari della trasmissione dell’annuncio pasquale, si chiede che cosa significhi incontrare il Risorto – ed es-serne messi alla prova! –, andando a costituire una comunità convi-viale con lui... Un percorso meditativo intenso, serio, potente: che, in definitiva, chiede a noi di prendere posizione.

FRANCESCO PAPA, Christus vivit. Esortazione apostolica post-si-nodale del Santo Padre Francesco ai giovani e a tutto il popolo di Dio, Centro Ambrosiano, pp. 168, 2019, € 2,90

C. RISÉ, Lo slancio verso l’alto - Piccolo manuale per puntare al cielo, San Paolo Edizioni, pp. 176, 2019, € 14,50

C. AMIRANTE, La guarigione del cuore, Piemme, pp. 256, 2019, € 16,50

R. RONZA, Non siamo nel caos - Proposte per uscire dalle crisi, Ares Edizioni, 2019, € 19,00

D. WENHAM, Dalla buona novella ai Vangeli, Queriniana Edizioni, 2019, € 15,00

A. KASSING, È risorto per noi, Queriniana Edizioni, 2019, € 18,00

31Logos - Le ragioni della verità

08 - 30 APR 2019 RECENSIONI

Page 32: 08 - WordPress.comApr 30, 2019  · n. 08 del 30/04/2019 Contributo libero € 1,20 - Abbonamento € 20,00 ccp n° 12492757 - causale: Logos 2019 ... Il volto della morte, confuso

ARCIDIOCESI DIMatera-Irsina

TER

RE

DI L

UC

ER

AD

ICI E

PER

CO

RSI

DOMENICA 5 MAGGIOSantuario di PiccianoMATERA

“In cammino...alla ricerca di sé“Passeggiata culturale durante la quale si potranno fare esperienze artistiche, facendo proprie le tecniche e le consuetudini di chi pratica il turismo lento o dolce. Durante il percorso ci saranno intervalli caratterizzati da momenti teatrali a contatto con l’ambiente e con la natura. La passeggiata si concluderà con l’arrivo e la visita al Santuario, dove ad attendere i pellegrini ci sarà un’esecuzione concertistica orchestrale. In collaborazione con Associazione Skenè.

IL CAMMINO DELLE LETTURE

IL CAMMINO DEI SANTUARIC8 C2

www.terrediluce.itwww.matera-basilicata2019.iti Cammini

TRA RADICI E FUTURO Il contributodella Arcidiocesi di Matera-Irsina al percorso di Matera 2019

alla scoperta delle tracce di religiosità nel territoriodella Basilicata

17:30: Ritrovo e partenza a Borgo Picciano BCammino a piedi fi no al Santuario. Il cammino sarà animato da momenti teatrali e musicali.19:15: Santa Messa20:00: Concerto Sinfonico “O dulcis Virgo Maria”

In collaborazione:Skenè teatroCoro della Polifonica Materana “Pierluigi da Palestrina” maestro del coro e direttoreCarmine Antonio CatenazzoFondazione Orchestra Lucana Direttore Vincenzo Perrone