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M aestro M aestro POsTe iTAliAne sPA sPeDiZiOne in ABBOnAmenTO POsTAle - D.l. 353/2003 (COnV. in l. 27/02/2004 n. 46) ART. 1 COmmA 1 - DCB - ROmA mensiled ell’AimC- A ssociazione I taliana M aestri C attolici anno LXXI ottobre-novembre 2020 numeri 10-11 1945-2020: pensiero e azione in divenire 1945-2020: pensiero e azione in divenire il

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anno LXXI ottobre-novembre 2020 numeri10-11

1945-2020:pensieroe azione

in divenire

1945-2020:pensieroe azione

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SOMMARIO

in questo numero

R icordare, dal latino re (indietro) ecor (cuore), nella sua etimologia,

significa prima di tutto “riportare al cuo-re”, rendere nuovamente presente qualcosadi passato.

I popoli antichi ritenevano che il cuorefosse sede della memoria e non a caso gliEgizi, durante il processo di mummifica-zione, eliminavano tutti gli organi tranneil cuore.

Come sottolinea Enzo Bianchi in unsuo bellissimo articolo (2014, Cuore: illuogo della lotta invisibile) nel linguaggiobiblico “il cuore ha un significato moltopiù esteso perché designa tutta la personanell’unità della sua coscienza, della suaintelligenza, della sua libertà. Il cuore èla sede della memoria, è il centro delleoperazioni, delle scelte e dei progetti del-l’uomo”.

Vissuto in questa prospettiva, l’atto delricordare, non corrisponde al semplice ri-

chiamare al presente qualcosa che non èpiù qui e non è più in questo momento.Ciò che si ricorda non è più presente nellasua forma originale, ma per il solo fatto diritornare alla memoria è sentimento con-creto, esperienza diretta.

Ricordare dunque non è un sempliceesercizio evocativo, ma è la possibilità diconsultare il passato, di interrogarlo, nonper vivere nella nostalgia, ma per capire edessere capaci di cura e responsabilità nelpresente e nel futuro, per essere sempre con-sapevoli di chi siamo, da dove veniamo edove possiamo arrivare.

Celebrare e festeggiare i settantacinqueanni della nostra Associazione, come sotto-linea nell’editoriale il presidente, non èperciò un atto dovuto, un vuoto rituale,ma è compiere un “memoriale” è un riat-traversare la nostra storia per rendere at-tuale e concreto il pensiero e profetica l’a-zione dei nostri fondatori.

ilMaestro ottobre-novembre 2020 numeri 10-11

AnnO lXXi nn. 10-11

OTTOBRe-nOVemBRe 2020

mensile Dell’AimC

AssOCiAZiOne iTAliAnA

mAesTRi CATTOliCi

DIRETTORE RESPONSABILEED EDITORIALE

Giuseppe DesiDeRi

VICEDIRETTORERESPONSABILE

Francesca De GiOsA

COMITATO DI REDAZIONEGruppo Operativo

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Finito di impaginare

il 26 novembre 2020

Maestroil

editoriale

Memoria da vivere 3

Giuseppe DESIDERI

spiritualità

Il carisma ecclesialee laicale dell’AIMC 4

p. Giuseppe ODDONE

speciale 75

1945-2020: Pensieroe azione in divenire 6Mariano NEGRO

vita aimc

Parola chiave: Priorità 12Giacomo ZAMPELLA

Testimone di valore 14Francesca DE GIOSA

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ualche tempo fa, quandolanciai l’idea di ricordare,organizzando iniziative

apposite, i 75 anni dell’Associa-zione, alcuni responsabili asso-ciativi criticarono tale propostagiudicando inutile seguire unalogica celebrativa che aveva vistosotto la mia presidenza festeggia-re già i 65 anni, i 70 anni del-l’AIMC, i 30 anni dalla scom-parsa di Carlo Carretto. Celebra-re la costituzione della nostra As-sociazione può essere consideratoun andar dietro a momenti di vi-sibilità esterni autocelebrativi diuna AIMC percepita diversa daquella delle origini. Queste criti-che, che non erano mancate da-gli stessi anche nelle ricorrenzeprecedenti, mi hanno portato aduna ulteriore riflessione su quelloche ho sempre considerato unobbligo morale verso l’Associa-zione: mantenere vivo il raccor-do ideale tra il progetto origina-rio e il progetto agito nella con-temporaneità quotidiana del-l’AIMC e promuovere il sano,legittimo orgoglio di apparteneread una associazione che ha fattosempre parte, che è essa stessaparte della storia della scuola edella società dell’Italia. Abbiamodedicato il XXI Congresso allariflessione sulla memoria e il fu-turo proprio per chiarire che lamemoria non è rimpianto o ste-rile guardare indietro. Ricordarecome siamo nati, in quale conte-sto storico, con quali donne euomini, con quale progetto co-mune vuol dire riconsolidare ilnostro patto associativo, perchéessere soci significa stringere unpatto che è rappresentato dallo

statuto ma soprattutto dall’impe-gno etico a mantenere vivo ilprogetto comune che non è chel’attualizzazione nell’oggi delprogetto originario. Lo stessoprogetto, quello definito da Car-retto e Badaloni, identico perideali e valori ma diverso, ancheprofondamente, per contestua-lizzazione e modalità di azione.Non potrebbe essere che così: sea 75 anni di distanza l’Associa-zione Italiana Maestri Cattolici èsopravvissuta ai grandi cambia-menti della scuola, della società,della cultura, della politica delnostro Paese è perché è stata ca-pace, attraverso i propri organistatutari, di riattualizzarsi sem-pre, con notevole resilienza nellasempre maggiore complessità delproprio agire.Le occasioni celebrative servo-

no a “fare memoria”, a stimolarel’appartenenza, a sollecitare la ri-flessione sui passi fatti e su quelliancora da compiere nella promo-zione dell’idea associativa. La memoria, ce lo insegna

quella dell’Olocausto o della Li-berazione, va alimentata conti-nuamente utilizzando tutte leoccasioni e tutti i possibili stimo-li. Non farlo rischia di relegare alrimpianto il passato, al confron-to con i “bei tempi che furono”,perdendo di vista l’insegnamentodel passato. Ogni volta che mi capita di

“perdermi” nelle pagine di storiadell’AIMC, nelle foto in biancoe nero, nelle frasi dei dirigentiassociativi del passato, trovosempre nuovi stimoli, nuoveidee, una rinnovata voglia di fa-re: sì perché la memoria ti porta

a fare rinsaldandoti con il tuo es-sere socio dell’Associazione Ita-liana Maestri Cattolici. Quindisì, celebreremo i 75 anni del-l’AIMC, anzi celebreremo tutti

gli anniversari e tutti i com-pleanni della nostra Associazio-ne, come d’altronde fanno quasitutte le grandi organizzazioni,perché lo dobbiamo non solo al-le centinaia di migliaia di sociche in questi decenni hanno fat-to grande la storia collettivadell’AIMC, ma anche alle mi-gliaia di soci che oggi affrontanola quotidianità e che meritano disentirsi parte di un unico grande,bellissimo, sempre attuale pro-getto nato, non a caso, in queldrammatico ma foriero di spe-ranza e futuro 1945. Grazie alle nostre madri e pa-

dri fondatori ma anche a tutti isoci, anche a quelli che proprioin quest’anno così difficile si so-no aggiunti alla famiglia AIMCritenendo viva, attuale e incisival’azione associativa.

Q

Memoria da vivereeditoriale

Giuseppe DESIDERI

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Ricorre nel 2020 il 75°della fondazione uffi-

ciale dell’Associazione ItalianaMaestri Cattolici.Nel 1945 infatti Maria Ba-

daloni (1903 - 1994), inse-gnante elementare romana, in-sieme a Carlo Carretto (1910 -1988), direttore didattico, am-bedue mossi da profonde mo-tivazioni cristiane e laici impe-gnati nell’Azione Cattolica emilitanti nella vita politica,dettero inizio a questo movi-mento associativo che si diffu-se rapidamente su tutto il terri-torio nazionale.I fondatori avevano degli

obiettivi ecclesiali, sociali, edumani ben precisi: esprimere,in un momento difficile per

l’Italia, la vitalità del laicatocattolico nella Chiesa e nellasocietà, focalizzarsi sull’impe-gno educativo in particolarenelle scuole dell’infanzia e nel-la scuola elementare, formarenuove leve di insegnanti cultu-ralmente e cristianamente mo-tivati, far rinascere l’Italia dallerovine della guerra, combat-tendo l’analfabetismo, rico-struendo la vita democratica elibera nel nostro paese, miglio-rando lo stato giuridico edeconomico dei maestri.Uno dei fondatori, Carlo

Carretto, fu quasi subito coin-volto in altri impegni ecclesialie si dedicò completamenteall’organizzazione della Gio-ventù Italiana di Azione Catto-

lica (GIAC), dimostrando inquesto settore una straordina-ria efficienza.L’Associazione dei maestri

cattolici fu di fatto guidata daMaria Badaloni, che ne assunsela presidenza nell’ottobre del1946 e la tenne fino al 1971,quando decise di rinunciare al-la presidenza per favorire l’av-vicendamento di persone nuo-ve, di nuove idee e di nuoveenergie. Fu eletta nel 1953 allaCamera dei Deputati nel parti-to della Democrazia cristiana evenne sempre riconfermata perquattro legislature f ino al1972, quando decise dopo 19anni di serrato impegno politi-co di non candidarsi più, sem-pre per facilitare un ricambiogenerazionale.Come presidente dell’AIMC,

ma soprattutto come Deputataal Parlamento, si impegnò pri-ma nelle varie commissioni dicui fece parte – tutte con fina-lità educative – e poi comeSottosegretario di Stato per laPubblica Istruzione, per bennove anni dal 1959 al 1968 invari governi, a migliorare laqualità della scuola italiana, la-sciando un segno profondo nelrinnovamento didattico, sem-pre attenta alla dimensione so-ciale, democratica e partecipa-tiva, che portò nel 1974 allanascita dei Decreti delegati.Nonostante il suo coinvolgi-

mento politico, Maria Badalo-ni mantenne sempre una pro-

spiritualitàp. Giuseppe ODDONE

Il carisma ecclesialee laicale dell’AIMC

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spiritualità

pria autonomia e libertà digiudizio sia nei confronti di al-tri politici sia di analoghe asso-ciazioni con finalità didattiche.Difese, anche se fortementeostacolata in vari settori delParlamento, la presenza ed ilruolo della Scuola cattolica,come risorsa per promuoverelo sviluppo e la diffusione dellacultura nella società e come ga-ranzia di libertà e di riconosci-mento dei diritti naturali dellapersona e dei genitori. Ipotizzòun sistema integrato di istitu-zioni scolastiche gestite sia dal-lo Stato sia dalle comunità reli-giose o civili, equamente fi-nanziate: un progetto oggi par-zialmente realizzato con la leg-ge della parità scolastica, anchese tuttora incompleto per lacarenza di un efficace sostegnoeconomico alle famiglie, chescelgono una scuola paritaria.Maria Badaloni, donna di

profonda fede cristiana, ap-profondì in modo costante lasua esperienza di laica attivanella Chiesa, contemporanea-mente impegnata nella scuola enella vita politica e testimoniòquesta sua vocazione in nume-rosi scritti sia sulla stampa as-sociativa, sia nei suoi libri “Vo-cazione ed impegno professio-nale” (1980) ed “Impegno se-colare ed impegno sociale epolitico” (1981).L’AIMC rappresenta ancora

oggi – ed è questo il suo ele-mento carismatico ed ecclesiale

– la presenza dei laici cattolicinella scuola dei nostri giorni.In modo specifico essi si impe-gnano a perfezionare la lorocompetenza professionale, per-ché educare ed insegnare costi-tuiscono una professione edun’arte sempre in via di aggior-namento e di miglioramento. Ma soprattutto gli apparte-

nenti all’AIMC cercano di te-stimoniare come la fede illumi-ni la loro vita personale e rela-zionale e costituisca una rispo-sta ai continui problemi che losviluppo sociale e storico ponead ogni persona e ad ogni so-cietà. Oggi in particolare sonochiamati secondo le indicazio-ni di Papa Francesco, a svilup-pare nel loro lavoro educativooltre all’apprendimento dellevarie discipline il senso di ri-spetto al creato, l’accoglienza ela fraternità fra tutti i popoli.Accanto a queste finalità di

carattere spirituale, rimangono

sempre presenti le altre moti-vazioni tipicamente laicali: svi-luppare l’impegno associativotra docenti e dirigenti scolasti-ci sia nella scuola primaria chesecondaria, valorizzare anchesul piano economico il profiloprofessionale degli insegnanti,proporre corsi di formazione,elaborare e verificare progettiper un insegnamento più effi-cace, promuovere l’inclusioneper ridurre ed eliminare la di-spersione scolastica, far pren-dere coscienza attraverso l’edu-cazione civica dei diritti e deidoveri di ogni cittadino, sanci-ti dalla Costituzione.Il magistero di Papa France-

sco, con la proposta di un pattoeducativo globale, può essereun ulteriore stimolo a vivere eda proporre i nostri valori, perimpegnarci a costruire con i no-stri alunni e con tutti gli uomi-ni di buona volontà un mondopiù fraterno e migliore.

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Mariano NEGRO

speciale 75

NASCITAL’idea dell’aggregazione sviluppatasi al centro-

sud e nella clandestinità a nord “della linea goti-ca” per iniziativa di Carlo Carretto e di Maria

Badaloni si diffonde: i maestricattolici si uniscono con entu-siasmo e con la coscienza difare una scelta importante sulpiano del riscatto professiona-le e del sostegno alla nascentedemocrazia.Nascono i primi gruppi che

dal 1943 al 1945 si sviluppanoe si unificano a livello nazio-nale dando vita ad una Asso-ciazione che “chiama tutti imaestri a raccolta e mira asoddisfare ogni esigenza di vita

del maestro, della sua formazione, della sua per-sonalità, della sua azione”.Fin dall’inizio è forte la consapevolezza del com-

pito “apostolico”: “fare bene la propria professio-ne, con scienza e coscienza”, ispirandosi ai valoricristiani, “per aiutare quanti ti vengono affidati a

diventare persone”.Nell’atto costitutivo

l’Aimc si definisce come As-sociazione libera e democra-tica di natura professionale,operante in solidarietà nellascuola e nella società, secon-do i principi del Vangelo,autonoma di fronte a qual-siasi organizzazione o grup-po sindacale e politico, sog-getto di rapporti con istitu-zioni, enti e associazioni.Professionalità, ecclesia-

lità, socialità sono i caratterioriginali e qualificanti chelo sviluppo culturale e prati-co dell’Associazione ha

comprovato nel tempo; caratteri strettamente eprofondamente interconnessi, che sono sostenutie resi più operanti dalla identità istituzionale del-l’Aimc come soggetto sociale e dai quali dipendela visibilità associativa.L’esperienza associativa di testimonianza cri-

stiana e di presenza sia all’interno della scuolaelementare e materna che nella più vasta comu-nità sociale si è sviluppata per fasi.

CARRETTO CARLOPresidente nazionale 1946

1945-1948 La prima fasecoincide con l’emergenza deldopoguerra: si opera in og-gettive condizioni di gravidifficoltà, pur con l'entusia-

smo per una lunga attesa divenuta realtà. Nono-stante i grandi bisogni dei bambini e dei mae-stri, "fare il maestro" dà soddisfazione. I fonda-tori locali con tanti amici non risparmiano ener-gie per dare aiuto materiale, spirituale, profes-sionale a docenti e alunni. E l'impegno profes-sionale di questa associazione, unica ad occupar-si della scuola elementare, si integra con quellopolitico e sociale.

BADALONI MARIAPresidente nazionale 1948

Negli anni ’50 emerge ilproblema della distinzionetra i versanti apostolico, so-ciale, politico, culturale eprofessionale per evitare pe-

ricolose commistioni.La cittadinanza dell'Aimc si impone di fatto:

settantamila soci sono punto di riferimento an-che per chi guarda il fenomeno dal versante

1945-2020: pensieroed azione in divenire

“L’Aimc nacquee fiorì subito perfare della scuolauna istituzioneportante della

rinascita italiana”(M. Badaloni)

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elettorale e politico; e l'associazione esprime lasua soggettività nelle campagne elettorali conuna partecipazione attiva e autonoma.In campo scolastico ottiene ampi consensi

nell'elezione della rappresentanza magistrale insvariati organismi della Pubblica Istruzione.Soci Aimc, a titolo personale, sono dirigenti

qualificati nel Sindacato scuola della Cisl; una"pattuglia parlamentare" di maestri affronta inParlamento, con slancio e competenza, proble-mi educativi di grande portata sociale.Si ottiene cosi, con il supporto di elaborazione

culturale dell'Aimc, il potenziamento dellascuola elementare, il completamento dell'obbli-go scolastico, l'avvio alla lotta all'analfabetismo,la scuola popolare, un concreto impegno di edu-cazione degli adulti; è questo un ruolo di sup-plenza, esercitato dall'Aimc e dall'Uciim datoche i partiti non si occupano di scuola. Benchérealizzato nella distinzione dei ruoli e nel rispet-to dell'autonomia associativa e dei singoli, ilprestigio e il peso politico incrementano adesio-ni e partecipazioni non sempre disinteressate.

Un terzo momento (anni ’60) coincide con unapresa di coscienza dei partiti nei confronti dellascuola, peraltro sempre inadeguata alla priorità va-loriale che le spetta. L'Aimc matura una soggetti-vità responsabile: avanza progetti sul completa-mento dell'obbligo scolastico, sulla scuola mater-na, sugli organi collegiali nella scuola, sulla rifor-ma generale del sistemo scolastico. I soci, e anchealtri maestri, partecipano, in forme differenziate eper singoli problemi, alle fatiche del vertice. La vi-vacità associativa si esprime nei congressi che tal-volta hanno rischiato di far prevalere la chiave cor-porativa dei problemi scolastici; nelle conclusioni,peraltro, non si è mai perso di vista il bambino,primo protagonista nella scuola insieme ai suoi ge-nitori. Lo dimostrano le iniziative di numerosi earticolati incontri e scuole per genitori promossedall'Aimc con l'aiuto di generosi esperti. Le presi-denze cittadine sono notevolmente impegnata neldar vita a sezioni Aimc periferiche, nell'offrire in-contri e seminari a maestri giovani e meno giovaniper dibattere importanti argomenti pedagogicipresentati da amici generosi e competenti.

1959 - VI Congressonazionale Aimc

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BUZZI CARLOPresidente nazionale 1971

All’inizio degli anni ’70l’Aimc aggiorna la “Cartastatutaria”. È la quarta volta.Rimangono inalterate la na-tura e le finalità associative

ma si struttura sui Consigli sezionale, provincia-le, regionale, nazionale superando sul pianodell’organizzazione la dimensione diocesana.Struttura che ricalca quella politico-amministra-tiva, semplice, democratica, diretta che ha il suocentro nella Sezione.L’Aimc elabora i testi dei Decreti Delegati che

ridisegnano la fisionomia della scuola dandole laconfigurazione di una vera e propria comunitàeducante.Vive negli anni successivi momenti gratifican-

ti: i positivi risultati conseguiti nelle prime espe-rienze elettorali scolastiche; la valorizzazionedella scuola materna, statale e non, l'impegno

per i nuovi programmi della scuola elementare(non condiviso da ttutti i soci) per l'insegna-mento della religione cattolica dopo la revisionedel Concordato.In questi anni i rapidi mutamenti sociali e po-

litici, le controverse esigenze della società neiconfronti della scuola, il malessere degli inse-gnanti rendono difficile e problematica un'aper-ta e coerente testimonianza cattolica nella scuo-la; risulta anche problematico un servizio asso-ciativo prolungato.L'Aimc è impegnata a riaffermare e sviluppare

una soggettività matura, consapevole e incisivache punti ad "essere di qualità" più che a cercarela quantità. Si ritiene che ai giovani vada tra-smesso l'entusiasmo per una scelta di volonta-riato serio e costante qual è la proposta di opera-re insieme, di vivere da cristiani la professione,la scuola, la vita sociale, qui e ora.

Alla fine degli anni ’80, in termini di iscrittil’Aimc non ha più la forza del passato tuttavia

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rimane radicata, con un ruolo ancora significati-vo sul versante dell’elaborazione di pensiero –formativo, legislativo, di politica scolastica –.L’Associazione apre al campo della ricerca edu-cativa (Educazione alla mondialità, alla critica,scolastica ed extrascolastica, al vivere, degli edu-catori), alla pedagogia della solidarietà e alla for-mazione del cittadino dell’Europa e del mondo.Si delineano alcuni punti fermi e obiettivi futu-ri: il valore del "diritto della persona all’istruzio-ne e alla piena educazione, e quindi "una leggequadro sul diritto allo studio", la "carta deonto-logica” della professione docente, l’autonomiascolastica, la “valorizzazione della qualità e deimeriti professionali”, la “natura dirigenziale”della funzione direttiva cui attribuire anchecompetenze "di accertamento-tecnico didatti-co”, la valutazione del servizio formativo”, lariforma degli organi collegiali che ne prevedal’adeguamento.

FORTE BRUNOPresidente nazionale 1993

Sembra avviarsi una nuovastagione di rilancio dell’As-sociazione. Ma agli inizi de-gli anni '90 viene meno l’at-tenzione ed il sostegno della

Democrazia Cristiana ai corpi associativi e pro-fessionali intermedi. E si fa evidente il distaccodelle gerarchie ecclesiastiche dall'Associazione. È in atto un “cambiamento epocale”. Papa

Giovanni Paolo II nel messaggio di saluto cheinvia ai partecipanti al XV Congresso Nazionale(1993) "Anticipare il futuro nel cambiamento:centralità dell’uomo, responsabilità di educare"dice che, appare una "prospettiva stimolante, mairta di difficoltà" per il cui conseguimento, oc-corre "lungimiranza e perspicacia" "ed esseretempestivi e concreti". Ed invita l’Aimc a prose-guire indirizzando il suo impegno sul versantedella "formazione" "umana e spirituale" degli in-segnanti affinché siano “testimoni autentici conil loro esempio di persone credenti e coerenti”.In quegli anni (1993-1995) l’Aimc deve fare i

conti con il mutamento della compagine politi-

ca, con la crisi delle istituzioni, con le leggischiaccianti dell’economia, con la parola “auto-nomia”; le nuove tecnologie assumono il ruolodi forza che determina il vivere.Si passa dalla “scuola della partecipazione a

quella della negoziazione". "Il soggetto dell'edu-cazione scompare dai fini della contrattazione",la formazione da diritto dovere cessa di essereobbligatoria, l'insegnante da professionista sitrasforma in un impiegato della conoscenza, lafigura del Dirigente scolastico viene schiacciatasulla dirigenza amministrativa". L'Aimc, cre-sciuta nel secondo dopoguerra nella prospettivacostituzionale e affermatasi in tale contesto an-che come centro di produzione di pensiero legi-slativo e di politica scolastica, è spiazzata. Gli attori protagonisti del dibattito e delle de-

cisioni conseguenti sulla scuola non sono più ilparlamento, le associazioni professionali, ilmondo della cultura ma i governi di turno e isindacati.Per chi ha responsabilità in associazione, il la-

voro non manca: è poco appariscente, è rivoltoa piccoli gruppi per una crescita di competenzae di relazionalità. È la fatica di tradurre il lavoroscolastico, poco considerato e pur sempre piùimpegnativo e frustrante, in un servizio animatodalla consapevolezza di un impegno per l'uomo,giocato sull'educazione mediante la scuola.L'impegno dell'Aimc è radicato in quella

"magistralità" che si preoccupa di salvare ilbambino dalle nuove e più gravi responsabilità.Nel XVI Congresso nazionale (1997) “Nel

cantiere della città educativa. Il posto del-l’Aimc” si sottolinea che c’è un cantiere in mo-vimento e fenomeni complessi e globali cheavanzano, ma quello che preoccupa è la crisi delsistema formativo scolastico dovuta all’indeboli-mento dell’identità della scuola. Per l’Aimc c’èda gestire “il passaggio da una cittadinanza sta-tuale ad una cittadinanza societaria”.L’Aimc assume “l’uomo/persona come misura

di valore per il cambiamento e l’esercizio dellaprofessione nel quotidiano”. Emblematica la so-stituzione del termine tessera con adesione;dall’idea di socio-numero a quella di mosaico incui ogni socio è persona. Si prende cura dei pro-fessionisti di scuola, la fiducia verso i quali è de-

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bole, per aiutarli a stare nei processi e per acqui-sire modalità interpretative oltre a ricomporre lascissione tra società e scuola che faccia crescerela partecipazione democratica.L’obiettivo è “la formazione dei docenti fon-

data sullo statuto della professione, sul sapereche è saper fare e saper essere, presupposto perun esercizio attivo, autonomo e responsabile”.

PRIORESCHIMARIANGELAPresidente nazionale 2001

Nel terzo millenniol’Aimc muove i primi passinella consapevolezza che“ciò che si sta vivendo non è

solo transizione: l’incertezza diventa la nuovadimensione, la nuova costante”. Ne accetta la sfida (incertezza e vita) e apre un

percorso di ricerca per stare nella stagione con“la volontà di comprendere, interpretare e di-scernere per poi decidere con uno stile caratte-rizzato da piena coscienza dei contesti, coerenzadelle azioni e tensione ideale”.Tra il contesto e il soggetto assume come at-

tenzione il soggetto singolo (uomo/persona) ocollettivo (gruppo di professionisti, popolo).Rinnova lo Statuto associativo (2002), passan-

do da un agire “per giustapposizioni a un co-

struire insieme secondo un progetto comune incui ogni azione, pur rispettosa delle autonomiedelle diverse dimensioni, acquista pienezza disenso”. Diviene idea regolativa la logica di siste-ma con opportuno bilanciamento delle autono-mie di diversi soggetti.Sul finire del primo decennio del nuovo mil-

lennio, l’incertezza diventa stabile. E la vita asso-ciativa e scolastica è scossa dai suoi frutti (logicadel muro contro muro; amico-nemico; vinti-vin-citori; contarsi-confrontarsi; efficientismo-effica-cia; azioni immediate-orizzonti pedagogici; …).I riferimenti a cui l’Aimc aveva guardato va-

cillano: “la scuola inclusiva, la scuola comunità,l'importanza delle trasversalità versus un antici-pato disciplinarismo, la valutazione come "darvalore" a processi formativi più che come giudi-zio cristallizzato sugli esiti. E ancora: l'unitarietàdell'apprendimento non certo garantita dall'u-nicità del docente, ma da una progettazione cor-responsabile attenta alla personalizzazione; laricchezza di modelli plurali pedagogici e didatti-ci non riconducibile alla questione del temposcuola; la compresenza come opportunità perogni ragazzo di poter percorrere un cammino sumisura; il necessario mandato societario che si fasempre più annacquato, segno di un abbassa-mento d'interesse e di stima.Ciò che preoccupa è soprattutto il venir meno

di entusiasmo e passione di chi si spende nellascuola; il lavorare a scuola viene sospinto sullasponda del mestiere e chi lo realizza su quelladell'esecutività.Alla complessità degli eventi e ai problemi che

si andavano aprendo l’Aimc intraprende la stradadi irrobustire i tratti essenziali della professiona-lità e di supportare i maestri di fronte alle esigen-ze del momento che i mutamenti politici (Mo-ratti, Fioroni, Gelmini) ponevano loro davanti.Nel far fronte al nuovo di “cui ancora manca

l’anima”, l’Aimc richiama l’attenzione sulla ne-cessità di rivedere il profilo professionale dei do-centi, sulla rivitalizzazione degli organismi dipartecipazione scolastica e sulla formazione ini-ziale universitaria del docente.Nell’intreccio intricato, mutevole e complesso

di situazioni politiche, culturali, sociali, ecclesia-li e scolastiche, l’Aimc, sostenuta dalla volontà

Progettualità AIMC.La prima cattedraambulante

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speciale 75

di recuperare attenzione per il soggetto associa-tivo, immerso in oggettive difficoltà, tesse econsolida relazioni con altri soggetti coinvoltinell’educativo scolastico.

DESIDERI GIUSEPPEPresidente nazionale 2010

È dalla persona del profes-sionista di scuola che l’Aimcvuole ripartire. Egli è pensa-to come “soggetto etico,dentro una comunità e un

sistema di cui condivide le sorti e i fini; personacapace di riflettere e imparare dall'agire e co-struire quindi un ‘sapere di scuola'. Un soggettoche realizza la sua presenza nella costruzionedella polis, nell'umanizzazione della società, nel-la costruzione dell'ecclesìa.C’è un sussulto di entusiasmo nel ripartire

dalla risorsa umana, nell’essere coinvolti nelprogetto educativo e nella scuola. L’avvio del decennio ha come fulcro d’atten-

zione l’educazione.

Altre questioni dibattute sono il Piano di spe-rimentazione ministeriale sulla valutazione, il si-stema della professione, l’elaborazione di un’i-dea di scuola, le Indicazioni nazionali per il cur-ricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclodi istruzione, i concorsi a cattedra.L’impegno attuale dell'Aimc è quello di riap-

propriarsi della funzione di corpo associativo in-termedio portatore di istanze professionali, e dispostare l’attenzione dai provvedimenti d’occa-sione alla visione mancante di scuola. Ciò nellaconvinzione che necessariamente e a breve, do-vrà ripartire una nuova stagione della Politicache non potrà che fondarsi sulla capacità deicorpi intermedi di annodare legami anche tra-sversalmente, tra gruppi distinti e distanti, persuperare le logiche del populismo, dell'indivi-dualismo, del brevismo, della semplificazioneche caratterizzano da troppo tempo le relazionitra i singoli come tra le organizzazioni e i movi-menti. All'azione verso l'esterno, l'AIMC dovràfar corrispondere un'azione innovatrice interna,di autoridefinizione, che si traduca nella ricercadi nuove, convincenti e autorevoli architetturedi intermediazione.

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vita aimcGiacomo ZAMPELLA

I l planning delle iniziativeformative di quest’anno siinserisce in un’atmosfera senzaprecedenti nella storia. Il persi-stere dell’emergenza sanitaria cista mettendo a dura prova, sottotutti i punti di vista. L’esplosionedella situazione emergenziale lascorsa primavera ci ha dato lapossibilità di accedere a risorseprofonde per superare gli osta-coli, al punto che si è parlato inmaniera diffusa di “eroismo”;l’abbiamo osservato innanzituttonel personale sanitario, ma anchenelle famiglie, nei docenti, neigiovanissimi, in tutta la popola-zione; eroismo dell’unione e dellacollaborazione, della solidarietàe dell’impegno di tutti per il benecomune. Poi ci siamo ritrovati di fronte

all’impossibilità di riprendereuna vita “normale”, alla comples-sità della situazione dovuta allapandemia si è sovrapposta l’info-demia, in mezzo al disorienta-mento generale, dove l’unicacosa chiara è che la condizionedi grave rischio non riguarda solola salute fisica, ma coinvolge ilbenessere a tutti i livelli, e la crisisociale non è secondaria per gra-vità a quella sanitaria.L’eroismo che abbiamo vissuto

più da vicino è sicuramentequello che ha riguardato ilmondo dell’educazione, della

formazione, dell’istruzione, dellascuola; soprattutto in quest’ul-tima, quando le scuole sono statechiuse, si è riusciti in poco tempo- senza una specifica prepara-zione, né infrastrutture adeguate- ad attrezzarsi per restare con-nessi con i propri alunni, seppurtra mille difficoltà, alcune dellequali irrisolte. Non a caso c’è chiha proposto di ridefinire la DAD(Didattica a distanza), come “di-dattica di vicinanza”, ad eviden-ziare l’importanza di garantirel’interconnessione con e tra i no-stri alunni e i nostri studenti. Con la riapertura delle scuole

e di tutte le altre attività lavora-tive e l’impossibilità di ripren-dere la vecchia quotidianità, cisi è resi conto che non bastastringere i denti in attesa chepassi la bufera, è opportuno,anzi, è necessario fare tesoro diquest’esperienza, uscire da que-sta vicenda migliorati come ci-viltà, lo dobbiamo a noi stessiper gli sforzi fatti ma soprattuttolo dobbiamo alle future genera-zioni, lo dobbiamo perchè que-sta non è semplicemente unacondizione diversa dal solito, maci rende tutti particolarmentefragili, lo dobbiamo perché inquesto sistema siamo noi adultima soprattutto noi educatori l’e-lemento di equilibrio o pur-troppo di squilibrio.

Quale contributo possiamodare in quanto Associazione alservizio del bene comune chetrova nella dimensione educativala sua naturale declinazione?Quali sono gli aspetti relativi alprocesso insegnamento-appren-dimento da salvaguardare? Equali invece sono le piste di in-novazione per la promozionedelle competenze professionali?Questi sono alcuni tra gli inter-rogativi che hanno fatto da sot-totesto alla delibera del planningdelle attività associative 2020/2021, nella seduta del ConsiglioNazionale del 17-19 ottobre u.s.,planning che è arricchito da tuttele proposte territoriali, anchequest’anno numerose e signifi-cative. Di seguito si riportano leazioni principali.

Convegno 75° Anniversariodella fondazione dell’AIMC Quest’anno ricorre il 75° an-

niversario della fondazione del-l’Aimc, un’occasione per rilan-ciare il senso dell’essere e fareassociazione. Nell’immediato do-poguerra la necessità di impe-gnarsi per ricostruire il paese e leprospettive di un futuro migliorehanno spinto intere generazioniad “associarsi”, a mettere insiemeistanze individuali per dare vitaall’impegno comune per il benedi tutti. Oggi abbiamo l’occa-

Planning delle attivitàassociative 2020/2021Parola chiave: priorità!

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vita aimc

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sione di rilanciare quell’impegno,rinsaldare quell’unione che è allabase dell’essere Associazione,come diceva Don Milani, “Hoimparato che il problema degli al-tri è uguale al mio. Sortirne tuttiinsieme è politica. Sortirne da soliè avarizia”. L’idea è di organiz-zare l’evento in due momenti in-tegrati ma distinti, uno civile eduno ecclesiale.

Workshop “La scuola possibile” Quest’anno la scuola è stata

sopraffatta dalle questioni logi-stiche, organizzative e gestionali.In molti casi il corpo docente hatrascorso l’estate e l’avvio del-l’anno scolastico a decodificare,memorizzare e ottimizzare le mi-sure per il contrasto alla diffu-sione del contagio da COVID-19 con tutto quello che vi ruotaattorno. Oltre a questo c’è statoun grande impegno per proget-tare una didattica integrata cherisultasse realmente sostenibile eadatta ai reali bisogni deglialunni. Ma qual è l’impatto chehanno avuto e tutt’ora ha tuttoquesto sul benessere della comu-nità scolastica? Ci può essere ap-prendimento significativo senzaattenzione al benessere di alunnie docenti? Se l’obiettivo è la pro-mozione di un apprendimentonon semplicemente trasmissivoma trasformativo, quali sono, so-prattutto in questo periodo, iprocessi da salvaguardare? Que-ste sono alcune delle domandeche daranno vita alla riflessivitàprofessionale durante l’eventocalendarizzato.

Convegno “Fratelli tutti”La nuova Enciclica di papa

Francesco rappresenta per certi

aspetti la sintesi della sua sensi-bilità, quali sono le strade per-corribili per costruire un modopiù giusto? Questa è una delledomande a cui intende rispon-dere “Fratelli tutti”, che mutuail titolo dalle parole di San Fran-cesco d’Assisi che usava quelleparole “per rivolgersi a tutti i fra-telli e le sorelle e proporre lorouna forma di vita dal sapore diVangelo”. Quale impegnoemerge per i cristiani laici conuna vocazione educativa? Lo ap-profondiamo durante l’evento inprogramma.

Seminario sull’educazione civica A pochi mesi dall’emanazione

del decreto che ha reso obbliga-torio l’insegnamento dell’educa-zione civica come disciplina tra-sversale che interessa tutti gliordini di scuola,facciamo il puntodella situazione:come strutturarenei vari ordini discuola un percorsoche sostenga attiva-mente la forma-zione di un futurocittadino consape-vole e responsabiledel bene comune?Questo e altri inter-rogativi guiderannola riflessione dell’e-vento calendariz-zato nel planning2020/21.La proposta delle

iniziative calenda-rizzate nel planningnazionale prevedeanche quest’anno ilseminario interre-gionale di forma-

zione tradizionalmente svolto nelmese di agosto.Oltre agli impegni statutari del

consiglio nazionale, l’organo de-cisionale della dimensione nazio-nale dell’Aimc, quest’anno sonoprevisti altri due fondamentaliappuntamenti calendarizzati giàlo scorso anno, ma rinviati acausa dell’emergenza sanitaria: laConferenza Nazionale, un luogoprivilegiato di rilancio e inter-connessione della progettualitàassociativa di tutta la rete e laScuola Nazionale di FormazioneAssociativa, l’opportunità perrinvigorire il senso di apparte-nenza e formare i futuri respon-sabili associativi.Tutte le iniziative saranno

svolte in modalità on-line qualorala situazione pandemica nazionalelo renda più opportuno.

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vita aimcFrancesca DE GIOSA

Come hai conosciuto l’Aimc?Avevo da poco conseguito il ti-

tolo di studio che mi avrebbe per-messo di realizzare il sogno di di-ventare maestra quando, duranteuna chiacchierata, il parroco misuggerisce di affacciarmi nella sede

dell’AssociazioneItaliana MaestriCattolici, dove si-curamente avreitrovato qualcunoche avrebbe sa-puto darmi qual-che utile indica-zione. Scelgo diseguire il suoconsiglio e parte-cipo ad un in-contro. Mi ri-

trovo in mezzo a gente che nonconosco, eppure si respira un climafamiliare, accogliente. Decido diritornare e in breve tempo l’ap-puntamento quindicinale diventasettimanale.

Cosa fate durante gli incontri?Durante l’incontro una diri-

gente o una socia, individua unproblema professionale il più dellevolte ripreso dalla rivista il Mae-stro, e lo affronta. Insieme se nediscute e si progettano percorsi daattuare nella quotidianità delleaule. Se poi l’argomento riguardaproblemi che non sono solo dellascuola locale, allora arrivano quianche i dirigenti nazionali. L’e-mergenza educativa non conosceorari e nemmeno confini.

Allora si tratta di una sezione dipartito o di un sindacatoNé l’una né l’altra. È un’asso-

ciazione di maestri nata dal biso-gno di impegnarsi per lo sviluppo

e la promozione dellascuola elementare, epoi, anzi soprattutto,si dà molta impor-tanza alla formazionedegli insegnanti. Ciòche mi convince dipiù dei maestri cat-tolici è il voler farerete tra di loro, soste-nendosi a vicenda,per promuovere azioni di rinno-vamento della scuola, partendodalle aule.

Tutto molto interessante, ma senon sei ancora una docente, in ser-vizio perché hai scelto di aderire?Non sono la sola, siamo in molti

ad essere non di ruolo perché gra-zie alle iniziative dell’AIMC, cisono buone probabilità di ottenerel’insegnamento in un corso popo-lare. L’attività dell’associazioneperò non si limita ai corsi di istru-zione popolare, ci sono anche lecolonie estive, i corsi professionali,si va persino negli ospedali, per ga-rantire davvero a tutti il diritto al-l’istruzione.E poi ci sono anche i viaggi, le

gite, insomma una serie di occa-sioni per fare amicizia e partecipareattivamente alla costruzione di unasocietà migliore.Mi sono iscritta perché avevo

capito che con l’Associazione nonavrei mai vissuto da sola la miaesperienza di docente. E così èstato. Presto mi è stato assegnatoun corso popolare e non è maimancata la formazione realizzatasotto la guida di formatori quali-ficati e competenti. Le ore discuola non mi sono mai pesate,come non mi è mai pesato percor-rere chilometri per raggiungere le

zone più lontane o iltempo dedicato alleattività estive.

Quanto entusiasmo!Finirà prima o poiquesta esperienza as-sociativa?Il verbo finire non

esiste per chi hascelto di essere nel-

l’AIMC. Ci possono essere mo-menti di sfiducia, stanchezza, sipossono commettere errori, manon si può smettere di sentirsimaestra AIMC.

L’essere una maestra dell’AIMCha radici così profonde per cuiSantina Cazzorla a 98 anni, ani-mata dalla passione e dalla tenaciadei primi anni, continua ad essereiscritta nella sua sezione di origine,Conversano. Attraverso i contattitelefonici e il rinnovo annuale dellatessera, continua ad avere a cuorel’associazione, chiede di essereinformata sulle diverse iniziative eil suo interesse per il mondo dellascuola è sempre acceso. Una grande Maestra, un grande

esempio, una meravigliosa maestraAIMC.

Non ci sarebbero mancati nomiillustri da intervistare per renderetestimonianza della lunga e riccastoria dell’AIMC, ma in questo mo-mento storico, ci è sembrato giustocelebrare il settantacinquesimo annodi vita della nostra Associazione conil racconto appassionato ed entusia-sta di una socia, perché è questastessa passione che oggi come alloracontinua a sostenere i docenti socianche nelle situazioni di fragilitàcome quella che stiamo vivendo.

Testimone di valore

“Io non insegnoquel che voglio, non

insegno neppurequel che so, insegno

quel che sono”(Marco Agosti)

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libri

Associazione Italiana Maestri CattoliciDaD…. ParliamoneFocus Group di approfondimentosulla Didattica a DistanzaEdizioni Ecogeses, 2020

Nel libro, ap-pena pubblicatoda Ecogeses, so-no raccolti gliesiti dei FocusGroup sul temadella Didattica aDistanza nel pe-riodo del lock-down organizza-ti dall’Associa-zione ItalianaMaestri Cattoli-ci delle regionidel nord Italia, ai quali hanno partecipato 134docenti tra insegnanti della scuola dell’infanzia,primaria e secondaria di I grado, suddivisi in seimoduli organizzativi: due per la scuola dell’in-fanzia, tre per la primaria e uno per la secondariadi I grado, condotti da Formatori AIMC.Le tematiche affrontate nei tre incontri per

ciascun modulo sono state:La didattica digitale e la didattica a distanza;

La progettazione e la valutazione al tempo delCoronavirus; Scuola e famiglia al tempo delcoronavirus.Esse offrono una approfondita riflessione sul-

le dinamiche vissute nella scuola sul piano pro-fessionale e nella relazione tra docenti, alunni egenitori.Per ciascuna delle tre tematiche affrontate, so-

no riportate le sintesi dei lavori dei Focus group,suddivisi nei tre ordini di scuola. Il documentare e il pubblicare sono un altro

modo di raccontare, questa volta fatto a più ma-ni. Il riferimento non è più l’azione concreta, so-no i racconti dei protagonisti e i significatiespressi.I tre conduttori di gruppo, riascoltando le re-

gistrazioni, hanno dato ordine alle parole, hannoindividuato gli elementi ricorrenti e li hanno tra-sformati in un racconto scritto nel quale si indi-viduano i nuclei tematici che permettono di co-

noscere e interpretare l’esperienza di didattica adistanza in modo significativo. L’introduzione al testo è curata dal Prof. Pier-

paolo Triani, Docente di Pedagogia generale edella comunicazione educativa, Università Cat-tolica di Piacenza - Cremona. Inoltre hanno cu-rato il testo: Bianca Testone, dirigente scolastico;Italo Bassotto Ispettore tecnico, Sonia Claris, di-rigente scolastico.

Edgar MorinCambiamo stradaLe 15 lezioni del coronavirusRaffaello Cortina editore, 2020

Cosa fa emer-gere la pande-mia? La neces-sità di un nuovoumanesimo. Non riuscen-

do a dare unsenso alla pan-demia, imparia-mo da essa peril futuro.Un minusco-

lo virus in unacittà molto lon-tana della Cinaha scatenato losconvolgimento del mondo.L’elettroshock sarà sufficiente per rendere fi-

nalmente tutti gli umani consapevoli di una co-munità di destino? Per rallentare la corsa freneti-ca allo sviluppo tecnico ed economico?Siamo entrati nell’era delle grandi incertezze.

Il futuro imprevedibile è in gestazione oggi. Assi-curiamoci che tenda a una rigenerazione dellapolitica, alla protezione del pianeta e a un’uma-nizzazione della società: è tempo di cambiarestoria.

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