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M aestro M aestro POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1 COMMA 1 - DCB - ROMA il MENSILEdell’AIMC- A ssociazione I taliana M aestri C attolici Un anno di ricerca-azione INValSi-CoDirES Sperimentazioni Internazionali a confronto Campagna adesioni 2019 anno LXIX novembre-dicembre 2018 numeri 11-12

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Un anno di ricerca-azioneINValSi-CoDirES

SperimentazioniInternazionali a confronto

Campagna adesioni 2019

anno LXIX novembre-dicembre 2018 numeri 11-12

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ANNO LXIX n. 11-12 NOVEMBRE-DICEMBRE 2018

MENSILE DELL’AIMCASSOCIAZIONE ITALIANA

MAESTRI CATTOLICI

DIRETTOREGiuseppe DESIDERI

DIRETTORE RESPONSABILEMariella CAGNETTA

COMITATO DI REDAZIONEMarina Ciurcina

Francesca De Giosa, Esther FloccoRosa Musto

Mariano NegroGiacomo Zampella

DIREZIONE E AMMINISTRAZIONEClivo di Monte del Gallo, 48

00165 Roma c.c. p. n. 37611001tel. 06634651-2-3-4

fax [email protected] - www.aimc.it

Gratuito ai sociAbbonamento annuo € 40,00

Reg. Trib. di Roma n. 2256 del 28.7.51

IMPAGINAZIONEEurolit srl

Via Bitetto, 39 - 00133 Roma Tel. +39 06 201 51 37Fax +39 06 200 52 51

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Finito di impaginareil 21 dicembre 2018

Maestroil

SOMMARIO

in questo numero

L’ ultimo numero dell’anno chiu-de un percorso impegnativo,

ma i processi in atto non consentono untotale relax per la pausa natalizia. Sva-riati i versanti che chiedono attenzionee presenza propositiva. In questo nume-ro se ne ripropongono solo alcuni attra-verso la varietà dei contributi. Apre l’e-ditoriale, in cui il presidente, ricolle-gandosi idealmente alle due iniziativerealizzate nell’ultimo periodo – a Spellosulle orme di Carlo Carretto e a Oradeain Romania – riafferma le ragioniprofonde del nostro essere AIMC. Lanostra identità, il nostro DNA è unire iprofessionisti di scuola per “servire” glialtri, rivolti all’esterno per un reale edefficace prendersi cura delle nuove gene-razioni, tendenti ad andare… oltre lefrontiere. Nelle altre pagine, sono pre-sentati un articolo sull’interessante col-laborazione tra INValSi-CoDirEs; alcentro, l’Inserto riporta con dovizia di

particolari l’esperienza realizzata inRomania; un articolo sull’emozionantevisita a Spello sulle orme del cofondato-re dell’AIMC, Carlo Carretto, e il lan-cio della Campagna adesioni 2019. Loslogan di quest’anno “l’AIMC… peruna professione oltre le frontiere” espri-me tutta la nostra convinzione che l’at-to educativo sia impegno primario dasostenere nella scuola, nel Paese e… ol-tre confine, per contrapporre all’indebo-limento dei valori essenziali la ricercadel bene comune, la solidarietà, l’acco-glienza, il dialogo tra le culture, l’impe-gno per la casa comune, con lo sguardoaperto al mondo. In sintesi, significa“servire il tempo, servire Dio” (D.Bohoeffer), come ci indica anche l’assi-stente nazionale nelle riflessioni sullebeatitudini e negli auguri per il SantoNatale. A tutti l’augurio che possa esseredavvero per noi una festa che ci invita agioire insieme.

ilMaestro novembre-dicembre 2018 numeri 11-12

editorialeRitorno al futuro 3Giuseppe DESIDERI

spiritualitàLe beatitudini 4p. Giuseppe ODDONE

professionalitàUn anno di ricerca-azioneINValSi-CoDirES 6Roberto PELLEGATTA

insertoINTERSCAMBIO CULTURALE ITALIA-ROMANIASperimentazioni internazionali a confronto 7

vita AIMCMemoria e futuro 11Viola BATTISTINI

Campagna adesioni 2019 12Esther FLOCCO

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ilMaestro novembre-dicembre 2018 numeri 11-12 3

N ell’eremo di San Giro-lamo a Spello, davantialla tomba di Carlo

Carretto, pregare insieme, guidatinella riflessione da padre Giuseppe,il nostro Assistente nazionale, men-tre una sottile pioggerella rendevaancor più autunnale e suggestival’atmosfera, ha significato ricolle-garsi idealmente alle ragioniprofonde del nostro essere AIMC.

Nessuno Statuto, nessuna mo-zione congressuale potrebbero riu-scire a dare il senso vero e profondodell’idea sorgiva di cui i nostri fon-datori, Carlo e Maria, si sono nu-triti, alimentando poi con una ra-pidità incredibile tantissime altremaestre e maestri.

La profonda spiritualità del di-rettore didattico piemontese, unaspiritualità matura, consapevole, atratti assoluta, ribelle, ma fedelis-sima e innamorata della Chiesa,unendosi a quella forte e originariadella Badaloni, crearono le fonda-menta valoriali per la nascita del-l’AIMC.

Ripercorrendo la vita di Car-retto, come novelli pellegrini in uncammino di riappropriazioneidentitaria, sono emersi ulterioritratti di DNA che egli ha tra-smesso all’Associazione: la dimen-sione profetica e carismatica e l’in-sistente propulsione all’azione. Sì,il nostro primo presidente – lo fuper un brevissimo periodo dopoaverla cofondata – era uomo diazione, organizzazione e inappa-gabile fede.

Andare a Spello, dove ha vissutolungamente ed è morto, è stato unriandare alle nostre origini, viag-giare attraverso il tempo e recupe-

rarne il senso più profondo e vero.Recuperare il nostro “chi siamo?” eil nostro “cosa dobbiamo fare?”.

La nostra identità è nella letturadelle nostre origini, un vero e pro-prio “ritorno al futuro! Il nostroDNA è unire i professionisti discuola che s’ispirano alla testimo-nianza del Cristo Risorto non a finipolitici o a difesa della categoria,ma per “servire”, attraverso l’azioneplurale, l’altro, gli altri, le nuove ge-nerazioni, il Paese, la Chiesa.

Servire, nella competenza e nellapropositività. Rivolti agli altri, al-l’esterno con un fare mai fine a sestesso, ma orientato al continuomiglioramento per un reale ed ef-ficace prendersi cura delle nuovegenerazioni.

Rivolti verso, tendenti ad an-dare… oltre le frontiere. Questo èlo slogan della Campagna adesioni2019. Uno slogan che vuole ricor-darci il ruolo, la responsabilità cheun docente, un educatore ha: esserepropulsore culturale per migliorare,attraverso l’educazione e la cultura,la nostra umanità per essere semprepiù veramente e profondamenteumani.

Andare oltre significa anche co-noscere l’altro, vivere la dimensioneuniversale dell’educazione e dellacittadinanza planetaria. Professio-nalmente conoscere esperienze sco-lastiche estere è importante, aiuta adecentralizzarsi e a relativizzare lecertezze e i pregiudizi.

L’esperienza di scambio profes-sionale fatto recentemente da unadelegazione AIMC in Romania, aOradea, sotto l’egida dell’UMEC,ha rappresentato un chiaro esempiodi quanto sia importante andare

“oltre” per crescere nel confronto enel dialogo fra esperienze.

Andare oltre, però, significa par-tire dall’essere cittadini consapevolie vigili del proprio contesto nazio-nale. Significa non adeguarsi al-l’imperante apatia, all’indifferenza,al qualunquismo deresponsabiliz-zante o al dilagante atteggiamentodi rassegnazione nei confronti diun futuro ineludibile che tale nondeve mai essere.

Per essere cittadini ed educatoridi questo mondo complesso è ne-cessario, innanzitutto, essere citta-dini del proprio contesto di vita e diprofessione. Questo ci deve portarea vedere la situazione attuale dellaprofessione in un’ottica proiettataal futuro, a quello che dovrebbe es-sere la professione e la sua cura, an-che se la condizione odierna ci sem-bra molto, troppo distante. Lacomplessa rood map verso una pro-fessione adeguata ai compiti che l’at-tendono non può prescindere dastep significativi quali la definizionedi tratti comuni nella formazioneiniziale, la realizzazione del ruolounico con la risignificazione dell’a-bilitazione all’insegnamento, l’indi-viduazione di modalità di sviluppoprofessionale, un sistema di forma-zione in servizio e di valutazione peril miglioramento della professiona-lità. Questo solo per parlare delladocenza, ma per la dirigenza i temisono altrettanto significativi. A tuttoquesto, oggi, si frappongono variefrontiere e noi dobbiamo operareper superarle. Superare tutte le fron-tiere per servire meglio l’altro, perandare incontro all’altro, per essereprofessionisti migliori, per essere unAIMC sempre migliore.

Ritorno al futuro

editorialeGiuseppe DESIDERI

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Non si va in cielo, non siarriva a Dio, non sirealizza la propria vo-

cazione senza passare per la viadelle beatitudini, tracciata e pro-posta a noi da Gesù nella sua vitae nel discorso della montagna.Siamo chiamati a trasfigurarci inGesù, non solo ascendendo sulmonte e unendoci a lui nella con-

templazione e nellapreghiera, ma discen-dendo nel mondo, rea-lizzando ogni giornoun cammino che ciporta verso il volto diDio, che si riflette nelvolto di molti fratelli.“Il cristianesimo è unareligione pratica, non èper pensarla, è per pra-ticarla, per farla” (26).

Sono otto le beati-tudini, ma in realtàesse si compenetrano e

fondono l’una con l’altra, fino acostituire la carta di identità delcristiano, il suo punto di riferi-mento nel cammino gradualeverso la santità.

Beati noi se siamo poveri di spi-rito e riponiamo la sicurezza dellanostra vita non nelle ricchezze ter-rene, ma nell’amore di Dio, nellasua parola, con una santa igna-ziana indifferenza che ci dona li-bertà e pace interiore, che stimolaa una vita spoglia e austera, perpoter condividere quanto ab-biamo con i più bisognosi. Nostroè il regno dei cieli!

Beati noi se siamo miti in unmondo che è per lo più un luogo

di inimicizia, ove si litiga ovun-que, dove ognuno crede di avere ildiritto di innalzarsi sopra gli altri.Gesù ci propone uno stile di dol-cezza, anche davanti a chi sbaglia,anche nel difendere la nostra fede.Non opporremo male a male, macercheremo di vincere il male pro-ponendo il bene. Solo così po-tremo ereditare la terra, cioè vedercompiute nella nostra vita le pro-messe di Dio.

Beati noi se siamo nel pianto, seci lasciamo trafiggere dal dolorealtrui e ne proviamo compassione,mentre “il mondano ignora eguarda dall’altra parte” (75) e, nelcontempo, ci rattristiamo per lenostre infedeltà e i nostri peccatiattraverso la compunzione delcuore. Saremo consolati, perchédiventiamo “capaci di raggiungerele profondità della vita ed essereveramente felici” (76).

Beati noi se abbiamo fame e setedi giustizia, se la cerchiamo dav-vero con un desiderio molto forte,in un mondo che spesso la ignoraper interessi meschini o la stra-volge per spartirsi di fronte agli in-difesi la torta della vita. “Cercare lagiustizia con fame e con sete, que-sto è santità” (79). Saremo saziati,perché “presto o tardi la giustiziaarriva e noi possiamo collaborareperché sia possibile, anche se nonsempre vediamo i risultati di que-sto impegno” (77).

Beati noi se siamo misericor-diosi, se sappiamo aiutare gli altrie perdonare, riflettendo il voltodel Padre misericordioso, che ciha guardato e perdonato concompassione divina. Troveremo

misericordia, perché “la misurache applichiamo per dare sarà ap-plicata a noi nel cielo per ricom-pensarci” (81).

Beati noi se siamo puri dicuore, liberi da tutto ciò chesporca l’amore verso Dio e verso ilprossimo. Con il cuore aperto allagrazia divina e alle necessità delprossimo, il nostro sguardo inte-riore sul volto divino via via sirinvigorirà fino a diventare capacedi contemplarlo un giorno facciaa faccia (86).

Beati noi se siamo operatori dipace, se “con serenità, creatività,sensibilità e destrezza” (89) cer-chiamo di gettare ponti tra per-sone diverse, evitando calunnie,dicerie, diffamazioni e stereotipi,iniziando dall’ambiente in cui vi-viamo e aprendoci agli altri senzaesclusione di nessuno. Se semi-niamo la pace scenderà su di noi lapace dei figli di Dio, la pace del Ri-sorto che ci fa cercare ciò che portaall’unità superando i conflitti.

Beati noi se siamo perseguitatiper la giustizia. “Se non vogliamosprofondare in un’oscura medio-crità, non pretendiamo una vitacomoda, perché chi vuol salvare lapropria vita la perderà” (90). Lasocietà attuale non è per lo più fa-vorevole ai valori del Vangelo.Spesso essa è “alienata, intrappolatain una trama politica, mediatica,economica, culturale e persino re-ligiosa che ostacola l’autentico svi-luppo umano e sociale” (91). Intale contesto, “vivere le beatitudinidiventa difficile e può essere addi-rittura una cosa malvista, sospettae ridicolizzata” (91). Se accettiamo

spiritualitàp. Giuseppe ODDONE

Le beatitudiniRiflessioni sul Capitolo III della Gaudete et exultate

Le otto beatitudinievangeliche si

compenetrano e fondonol’una con l’altra, fino acostituire la carta di

identità del cristiano, ilpunto di riferimento nel

cammino graduale versola santità. In ognuna di

loro il cristiano fa parlare disé e ognuna di loro va

vissuta ogni giorno: unasorta di “protocollo” su cuisaremo giudicati alla fine

dei nostri giorni.

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la via del Vangelo, nostro è il regnodei cieli, che inizia qui sulla terraper trovare la sua realizzazione de-finitiva alla fine dei tempi con il ri-torno di Cristo.

C’è una grande regola di com-portamento che riassume le bea-titudini ed è quella descritta nelvangelo di Matteo al cap. 25,quando parla del Giudizio finale:una specie di protocollo su cuisaremo giudicati. Ciò che ab-biamo fatto agli altri sarà il crite-rio su cui sarà valutata da Cristola nostra vita. La santità delle bea-titudini rifugge da una spiritualitàastratta, che separa la preghieradall’azione oppure che appiatti-sce tutto in una dimensione mon-dana: dietro il volto di ogni fra-tello c’è il volto di Gesù.

Aggiungo due riflessioni chetraggo dalla nostra tradizione let-teraria. Il nostro poeta Dante èben consapevole nella Cantica delPurgatorio – un itinerario verso ilParadiso – che non si può rag-giungere Dio se non si è assimi-lato completamente lo spiritodelle Beatitudini: solo quando ilpoeta avrà gradualmente cancel-lato le tendenze negative insitenei sette peccati, la superbia, l’in-vidia, l’ira, l’accidia, l’avarizia, lagola e la lussuria, egli potrà con-tinuare il suo cammino verso lavisione di Dio.

Le varie beatitudini, che si op-pongono a una tendenza pecca-minosa particolare, sono cantatedall’Angelo custode delle variecornici. È necessario prima ascol-tare e meditare esempi di virtùpremiata, di vizio punito, imme-desimarsi nella sofferenza dei pe-nitenti, piena comunque di gioiae di speranza; finalmente Dantepuò essere abbagliato dalla lucedell’Angelo, sentire il profumodella sua presenza o la freschezza

della sua ala che cancella una dellesette P (peccati) incise sulla suafronte e proseguire nella suaascesa. E il primo esempio che il-lustra lo spirito delle beatitudini èsempre tratto dagli episodi evan-gelici della Vergine Maria: nel-l’Annunciazione è esaltata la po-vertà dello spirito e la sua purezzadi cuore, nell’attenzione agli sposidi Cana la misericordia oppostaall’invidia e la sete di giustizia,nell’incontro con Gesù smarritonel tempio la mitezza di Maria,nella sua visita a Elisabetta lo zelodi carità, nella nascita di Gesù aBetlemme il suo distacco dallericchezze.

Così pure ne “I PromessiSposi” il Manzoni ci mostra lospirito delle beatitudini perfetta-mente realizzato in Lucia e in Fra’Cristoforo, “due immagini, netted’ogni sospetto, amabili in tutto:una treccia nera ed una barbabianca”. Lucia con la sua forzad’animo, la fede in Dio e la pre-ghiera alla Vergine, la capacità diperdono diventa nel momentopiù terribile della sua vita, nellanotte del rapimento, strumentodi grazia per l’Innominato; Fra’Cristoforo con la sua l’intensavita interiore di amore e di imi-tazione di Cristo diventa attivo econsapevole protettore dei po-veri, donando senza riserve, coneroismo e con gioia, la vita per gliappestati.

Salire e scenderesu Gesù Bambino,figlio di Dio e figlio di Maria

Rivolgo a tutti l’augurio di un lieto e santo Natale, ri-prendendo il pensiero di Sant’Agostino che invita pre-dicatori e catechisti a educare tutti i cristiani, anche co-loro che da poco hanno ricevuto il battesimo, a salire escendere sul Figlio dell’uomo, meditando lo stupendomistero dell’Incarnazione, del Verbo fatto carne.

Parafrasando numerosi passi diffusi nei suoi sermonie nei suoi trattati, davanti al presepe, possiamo espri-merci con questi sentimenti, che illuminano con una se-rie di antitesi, la natura divina e umana della persona diGesù, figlio di Dio e figlio di Maria.

O Gesù, nostro salvatore, ti sei chiuso nel grembodi una donna, Tu che né cielo né terra possono conte-nere, perché sei l’Immenso e tutto contieni.

Sei nato da una donna, da Maria, nel tempo, Tu chesei nato dal Padre prima di tutti i tempi.

Sei nato da Maria, vergine al momento del concepi-mento, vergine al momento del parto, vergine al mo-mento della morte, per insegnarci a disprezzare ogni or-goglio basato sulla nobiltà della nostra carne o dellenostre famiglie.

Sei nato a Betlemme, piccola città della Giudea, perdire a noi che non possiamo esaltarci per la grandezzadi nessuna città o potenza politica di questa terra.

Sei nato povero, Tu di cui sono tutte le cose e permezzo di cui sono state fatte tutte le cose, perché nes-sun credente in Te osi insuperbirsi delle sue ricchezze.

Hai pianto bambino per noi, tu che sei la nostra unicavera gioia nella vita terrena e nell’eternità, gaudio degliAngeli e dei Santi.

Sei rimasto muto, incapace di esprimerti, Tu che seiil Verbo stesso, la Parola eterna di Dio.

Sei stato portato dalle braccia di Maria, Tu che portie sorreggi tutto il mondo creato.

Hai succhiato da una vena di carne il latte materno,tu che nutri gli Angeli e gli uomini, Tu che sei il nostro ciboe la nostra fonte di vita.

Hai dormito sul seno di Maria, Tu che non dormi mai,come dice la Scrittura, perché custodisci continuamente

Israele.Ti vediamo vagiente, mentre vagisci

come ogni neonato, Ti riconosciamo eTi adoriamo Onnipotente!

Il Santo Natale davvero possa essereper noi una festa che ci invita a gioire in-sieme nelle nostre famiglie, a realizzareil sogno di Giacobbe e la parola di Gesù,a essere in qualche modo anche noidegli Angeli che, con la loro intelligenzae il loro amore, salgono e scendono sulFiglio dell’Uomo, su Gesù Bambino,Verbo fatto carne!

spiritualità

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D a quasi due anni le si-gle associative più si-gnificative del mondo

cattolico (AIMC, DiSAL, UCIIMe gli Enti CASP, CIOFS-Scuola,CNOS-Scuola, Divina Provvi-denza, FAES, FIDAE, FOE, Fon-dazione Gesuiti Educazione) si

sono costituite in un“Coordinamento per laDirezione Educativadelle Scuole” (CoDi-rES) presso l’UfficioScuola della CEI, percollaborare su tutte leproblematiche dellaprofessione direttiva nelsistema pubblico, statalee paritario.

Fin dall’inizio l’impe-gno è stato unire glistudi, le azioni, la ri-cerca e la formazione a

servizio di coloro che dirigonoscuole statali, non statali e centri diformazione professionale.

Tra le varie attività, nell’aprile2017, il CoDirES proponeva al-l’INValSi una ricerca-azione sulladirezione delle scuole non statali,con una sperimentazione che coin-volgesse i coordinatori didatticidelle scuole paritarie disponibili e ri-chiedenti, in un gruppo limitato discuole, per elaborare un nuovo si-stema di valutazione di quel tipo didirezione scolastica.

L’adesione entusiasta e fattiva del-l’INValSi ha portato alla creazionedi un gruppo paritetico costituitoda Anna Maria Ajello e Paolo Maz-

zoli, rispettivamente presidente edirettore generale INValSi, MarcoDepolo, ordinario università di Bo-logna, Michela Vignoli, assegnistaINValSi università di Bologna, Ro-berto Pellegatta, portavoce CoDi-rES, Virginia Kaladich, presidentenazionale FIDAE, Giuseppe Desi-deri, presidente nazionale AIMC, p.Eraldo Cacchione, coordinatore di-dattico licei, istituto “Gonzaga” Pa-lermo, suor Mariella D’Ippolito,coordinatrice nazionale CIOFS-Scuola e ha coinvolto venti figuredirettive equamente distribuite nellezone della penisola.

La sfida è stata quella di utiliz-zare le Linee guida e il Portfoliodella valutazione della dirigenzastatale e di adattarli alla natura e al-l’organizzazione tipica delle scuoleparitarie.

La sperimentazione, durata ottomesi, ha operato nell’ambito diPRODIS che, in INValSi, funzionacome ambito di studio e ricerca perla valutazione della dirigenza scola-stica. Si andava così a completareun quadro professionale che rap-presentasse tutta la realtà del sistemaitaliano.

Il Gruppo operativo ha lavoratocon grande sostegno da parte IN-ValSi e con autonomia culturalenelle scelte, maturando così unametodologia che si è rivelata utile,distanziandosi nettamente da tuttele procedure dei sistemi qualità, chehanno tutt’altra origine, finalità einterlocutori.

Il seminario conclusivo delloscorso 4 dicembre, assieme con ivertici INValSi e ai dirigenti di tuttele sigle che associano in Italia i lorogestori e alle associazioni professio-nali, ha visto la restituzione degliesiti della sperimentazione, che haseguito la falsariga del percorso uti-lizzato nella scuola statale. Oltre allaricchezza di esperienze dei coordi-natori didattici presenti, è emersocon chiarezza che una valutazioneprofessionale è funzionale al mi-glioramento dell’azione formativa,rivelandosi inoltre un interesse dellacomunità scolastica.

In un anno di proficuo lavoro,decisivo è stato il ruolo dell’Istitutoche, assieme al CoDirES, ha avutola lungimiranza di mettersi al servi-zio di una pari dignità professio-nale e sistemica, tra statali e non sta-tali, non più come due mondi nellascuola separati o opposti, ma comeuna comune realtà a servizio all’u-nico sistema pubblico d’istruzione.

Il lavoro di ricerca, gli strumentiutilizzati e le proposte emerse sa-ranno consegnati a tutta la catego-ria dei potenziali destinatari: aicoordinatori didattici delle scuolepubbliche paritarie per sostenernela qualità professionale; ai gestoridelle stesse per la possibilità di as-sumere un simile percorso nella or-dinarietà del sistema; al MIUR diquesto Governo, assente purtroppodai lavori, così che si possa vederel’effettivo interesse alla professionedirettiva di tutto il sistema pub-blico e al mondo delle paritarie.

Un anno di ricerca-azioneINValSi-CoDirESValutazione dei coordinatori didattici delle scuole paritarie

professionalitàRoberto PELLEGATTA*

Una ricerca-azioneINValSi-CoDirES sulla

direzione delle scuole nonstatali è stata realizzata alfine di promuovere a tutti ilivelli una visione radicatanella funzione educativadella scuola, attenta alle

più moderne idee dileadership educativa, inalternativa alle forze che

fanno prevalere gli aspettiburocratici della dirigenza.

*portavoce CoDirES,www.direzioneducativa.it.

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U na delegazione, guidata dal presi-dente nazionale Desideri e dal-l’assistente spirituale p. Oddone,

ha condiviso dal 15 al 19 novembre c.a. inRomania un’esperienza d’interscambio cul-turale e didattico con gli insegnanti del Li-ceo greco-cattolico “Iuliu Maniu” di Oradea,che si è rivelata particolarmente ricca ecoinvolgente per i molti stimoli umani e pro-fessionali.

Il senso di ospitalità del sacerdote rome-no, direttore dell’Ufficio pastorale della Dio-cesi greco-cattolica di Oradea, don PaoloPopa, e l’accoglienza da parte della direttri-ce Antonia Nica e dei docenti hanno agevo-lato lo scambio di esperienze scolastiche.

Il vicesindaco ha ricevuto la delegazionenel palazzo comunale per un caloroso sa-luto e ha esposto i progetti di riqualifica-zione della città, perché sia sempre più co-nosciuta e visitata.

Oradea, la sua arte e la sua storia:Oradea è senza dubbio tra le più belle cittàd’Europa con i suoi palazzi restaurati ches’ispirano soprattutto all’arte eclettica efloreale (art nouveau) di fine Ottocento e

primo Novecento, dominante nell’ultimafase dell’impero asburgico. Belle, pulite,godibili le vie pedonali e le piazze ove con-vivono chiese latine, greco-cattoliche, gre-co-ortodosse e sinagoghe, segno della ca-

INTERSCAMBIO CULTURALE ITALIA-ROMANIA

SPERIMENTAZIONIINTERNAZIONALIA CONFRONTO

A cura della delegazione AIMC

inserto

ilMaestro novembre-dicembre 2018 numeri 11-12 7

L’esperienza d’interscambio culturale e didattico con i docenti del Liceo greco-cat-tolico “Iuliu Maniu” di Oradea e una rappresentanza dell’AIMC si è rivelata parti-colarmente ricca e coinvolgente. L’intenzione è proseguire nel cammino intrapresoper rafforzare il confronto tra i vari sistemi scolastici europei, con l’obiettivo del re-ciproco arricchimento umano e professionale.

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pacità di sintesi, tolleranzae accoglienza degli abitan-ti. Curato con i suoi arginie i giardini che lo fiancheg-giano, anche il fiume cheattraversa la città.

Interessante la cittadellamedioevale, una vera for-tezza con la sua strutturapentagonale e i cinque ba-stioni, che rimanda alleorigini cristiane della zonae alla fede propagata daisanti re ungheresi Stefano,Emerico e Ladislao, quiparticolarmente venerato.

Durante i l soggiorno,suggestiva è stata l’escur-sione alla “Grotta degli or-si”, in cui circa 15.000 anni fa rimasero in-trappolati un centinaio di enormi esempla-ri di “ursus speleus” a causa di una franache ne ostruì l’uscita: tre enormi galleriecarsiche, fiorite di stalattiti e stalagmiti dal-le forme fantasiose, frutto del lavoro dellanatura nel corso di milioni di anni.

Il confronto didattico: cuore dell’incon-tro sono stati il confronto e l’aggiornamen-to didattico. Il liceo “Iuliu Maniu” è ungrande complesso architettonico, situato a

pochi passi dalla piazza centrale e fre-quentato da alunni di scuola primaria, gin-nasio e liceo, tra i quali si respira un’atmo-sfera di serenità, disciplina e ordine.

L’attenzione dei partecipanti durante ledue mattinate è stata rivolta al metodo diinsegnamento “step by step”, adottatonella scuola primaria, che cura il settingd’aula, i tempi di studio delle discipline e,in buona parte, realizza la didattica co-struttivista, in cui viene dato risalto all’am-biente di apprendimento e allo sfondo in-

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tegratore: gli alunni siedono in cerchio sul-la moquette e iniziano la giornata ascol-tando chi parla dalla “sedia dell’autore”:l’insegnante illustra il lavoro da svolgere estimola gli interventi, utilizzando l’azionemaieutica. La “mascotte” scelta dalla clas-se serve a facilitare l’ingresso a scuola eogni giorno, a turno, viene portata a casadai bambini che raccontano e condividonostorie ed esperienze.

Le docenti hanno dimostrato l’applica-zione del metodo con gli alunni di dueclassi corrispondenti alla II e IV della no-stra scuola primaria, svolgendo le lezioni inaule ampie e luminose, dotate di LIM e divario materiale didattico, acquistato con ilcontributo dei genitori.

La metodologia “step by step”si caratte-rizza come metodo alternativo di educa-zione, in cui i bambini imparano in tempidistesi, stimolati a cercare informazioni,scoprire cose nuove e collaborare percompletare con successo una serie di atti-vità nelle diverse aree (o centri) di lavoro.

Gli argomenti sono gli stessi dell’insegna-mento tradizionale, ma la differenza stanell’organizzazione dell’ambiente di ap-prendimento e nei principi dell’educazioneattiva e partecipata.

La personalizzazione si realizza con lascelta iniziale di ogni bambino del labora-torio in cui si sviluppa l’argomento che glidà più sicurezza, per lavorare, poi, ingruppo per circa mezz’ora e ruotare neisei centri-laboratori predisposti dallemaestre, ricchi di materiali specifici (lettu-ra, scrittura, scienze, arte, matematica,costruzioni). Al termine delle attività diapprendimento, i bambini espongono illavoro svolto nei centri, i risultati ottenuti,procedendo alla verifica collettiva, docu-mentando nelle cartelle e conservandoquanto hanno prodotto. Ciò determinauna valutazione continua con specifichecaratteristiche: la riflessione, il confrontocon se stessi e i progressi ottenuti, l’auto-valutazione.

Aspetto peculiare del metodo “step bystep” è l’assenza di competizione, che con-sente a ciascun bambino l’approccio sere-no con i saperi, non essendovi un sistemadi valutazione centrato su giudizi e voti.

Le famiglie collaborano con la scuolaper organizzare l’ambiente di apprendi-mento all’inizio dell’anno e sostenere eco-nomicamente le attività curricolari ed ex-tra-curricolari.

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Aggiornamento e sperimentazione: ipomeriggi sono stati dedicati a due semi-nari, seguiti da laboratori e da uno scam-bio di esperienze didattiche con i docentidella scuola.

Il prof. Adrian Hatos dell’Università diOradea ha parlato delle caratteristiche del-lo studente nel nuovo Millennio, dell’op-portunità e dei rischi dell’insegnamentoinformatico e multimediale.

Il prof. Carmelo Abramo ha esplicitato al-cune tecniche informatiche quali il coding,che aiuta a sviluppare competenze logichee capacità di risolvere problemi in modocreativo ed efficiente in un contesto di gio-co, oltre a programmare storie interattive(storytelling).

Durante il laboratorio, sono state propo-ste attività con la LIM, utilizzando il sito co-de.org e la piattaforma Scratch del MIT pertutti i segmenti di scuola.

Nedeianu Lorenia, docente del liceo, ha il-lustrato il sistema d’istruzione della Roma-nia e i processi d’innovazione, attuati e dasviluppare alla luce delle strategie europee.

Il presidente Desideri ha illustrato ai do-centi del Ginnasio le competenze chiave dicittadinanza europea e il “cooperative lear-ning”, al fine di colmare metodologicamen-

te il vuoto di continuità con il metodo stepby step, attuato prevalentemente nellascuola primaria.

Dalla sperimentazione del metodo sonoemerse alcune difficoltà comuni ai docentiitaliani e rumeni nell’espletamento delleproprie funzioni, quali il rapporto docenti/genitori, i troppi impegni burocratici e l’ina-deguato riconoscimento economico.

C’è stata, inoltre, una condivisione spiri-tuale, con la partecipazione alla Messa inlingua ungherese nella cattedrale latina ealla concelebrazione in rito greco-cattolicoin lingua rumena con gli studenti e un mo-mento di preghiera con i seminaristi.

Significativo è stato aver condiviso, perqualche giorno, con la scuola di Oradea la“croce del bene comune”, arrivata da Li-verpool, simbolo del camminare insiemenonostante le distanze.

Quest’esperienza d’interscambio cultu-rale è valsa reciprocamente a valorizzarele varie professionalità in favore della for-mazione dei giovani, in vista delle sfideche l’interculturalità e la globalizzazionepresentano.

L’apertura dell’AIMC oltre i confini nazio-nali, anche grazie al supporto dell’UMEC,

diventa presenza e speranzaper un’azione educativa e so-lidale comune con i Paesipartner.

L’Associazione è intenziona-ta a proseguire nel camminointrapreso per rafforzare ilconfronto tra i vari sistemiscolastici europei, con l’obiet-tivo di un reciproco arricchi-mento umano e professionale.

In questa direzione è previ-sto un secondo interscambioculturale Italia-Romania nelmese di febbraio a Roma, perconsentire alla delegazione didocenti del liceo “Iuliu Maniu”di visitare le scuole e cono-scere il sistema scolasticoitaliano.

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Nel trentesimo anniver-sario della morte diCarlo Carretto, fonda-

tore e primo presidente nazionaledell’AIMC, il 24-25 novembre u. s.si è tenuto a Foligno un Seminariodi studi.

Fratel Carlo nella sua biografiaracconta: “Inaspettatamente fuichiamato a Roma per fondare l’As-sociazione Italina Maestri Catto-lici. Trafficando fra giornali e libri,mi prese la voglia di scrivere qual-cosa e cominciò così la mia attivitàdi scrittore”.

Come primo presidente, CarloCarretto aprì il Congresso fonda-tivo dell’AIMC nel settembre del1946, ma il suo intervento d’aper-tura al I Congresso diventa ancheun commiato: in quella stagionemolto impegnativa per il mondocattolico, infatti, per volere di PapaPio XII viene nominato presidentenazionale della Gioventù Italianadi Azione Cattolica (GIAC) e la-scia così la presidenza dell’AIMC.Successivamente, il Congresso no-mina presidente Maria Badaloni,con cui Carretto aveva collaboratoper elaborare l’ambizioso progettodi valorizzare l’insegnamento alservizio della persona.

Carlo Carretto non dimenticòmai l’AIMC: in molte occasioninon fece mancare la sua premurosaattenzione, incoraggiando i docentia potenziare la testimonianza nellascuola italiana.

Durante la due giorni, soci pro-venienti da diverse parti d’Italia, in-sieme al presidente e all’assistentespirituale, si sono recati a Spello per

pregare sulla tomba di Carretto e vi-sitare anche l’Eremo di San Giro-lamo, dove sono stati accolti da Lo-renzo Spinosi, presidente dell’A. C.di Spello. San Girolamo è un eremomolto accogliente dove moltissimepersone si recano per pregare e stac-care la spina dalla vita frenetica diogni giorno.

Il gruppo si è poi recato ad As-sisi per visitare i luoghi di SanFrancesco, molto cari anche aCarlo Carretto.

La scelta dell’Umbria, per viverenel silenzio e nella contemplazione,non è stato casuale. Carlo Carrettoscelse Spello per tanti motivi: la vi-cinanza ai luoghi in cui visse Fran-cesco e i suoi frati nella condizionedi povertà e di preghiera, lo stessoambiente naturale degli antichiconventi e degli eremi sparsi intutto il territorio, luoghi cari ancheai monaci benedettini. Fratel Carlocon la sua scelta ridona luce e vita-lità agli antichi luoghi dello spirito.

Il secondo giorno c’è stato in-contro con i Piccoli Fratelli di Je-sus Caritas all’Abbazia di Sasso-vivo, sede del Priorato, dove ilricordo e le riflessioni sono prose-guiti con testimonianze sulla col-laborazione e l’incontro con FratelCarretto. Hanno preso la parolaFratel Giancarlo Sibilia, della co-munità dei Piccoli Fratelli, e LucaRadi, attuale presidente dellaProFoligno, figlio di un caro amicodi Carretto, Leonello Radi, venutoa mancare da poco. Queste duetestimonianze, molto toccanti,hanno delineato un ritratto dellavita privata di Carlo Carretto, po-

nendo l’accento sulla bontà, la ge-nerosità, sulle motivazioni di al-cune sue scelte non sempre com-prese dall’opinione pubblica, sullasofferenza e la grande spiritualità.

Moltissime sono le testimonianzeriportate in vari testi su Carlo Car-retto a Spello, dal card. Carlo Ma-ria Martini a Giancarlo Maria Ber-gantini, per citarne solo alcuni.

Racconta una sua carissimaamica Giovanna Negrotto Cam-biaso: “I suoi occhi erano occhibambini, ma ricordandoli solo così,gli occhi di Carlo potrebbero sem-brare occhi disincantati: erano in-vece occhi attentissimi, vigili, tene-ramente aperti su ogni dettaglio delquotidiano, che è il luogo del regnoche in silenzio viene!”.

L’incontro si è concluso con lavisita della splendida Abbazia diSassovivo e la celebrazione eucari-stica presieduta da p. Giuseppe eda fratel Giancarlo Fratel Leonardodei Piccoli Fratelli, nella cripta de-dicata a San Marone, fondatoredell’abbazia.

vita aimcViola BATTISTINI

Memoria e futuroIl Seminario nazionale in ricordo di Carlo Carretto

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Siamo arrivati all’aperturadella Campagna adesioni2019 che ha per slogan

“L’AIMC… per una professioneoltre le frontiere”.

L’idea nasce dalla consapevolezzache l’Associazione, nata dal lavoroimpagabile di pazienti costruttori,da sempre ha avuto come mission

l’attenzione alla scuolae alla professione.

I tratti identitaridell’AIMC conserva-no integri valore e at-tualità: educazione,democrazia, ecclesia-lità, solidarietà richie-dono di assumere co-stante responsabilitànei confronti dellascuola, del Paese, dellacomunità ecclesiale.

Oggi quasi nessunovuole assumere responsabilità e im-pegni all’insegna dellapiù vera gratuità; ma sequesto è vero, ancor piùdi prima, condividere l’e-sperienza associativa ènecessario, urgente, riccoe significativo perché alcentro c’è la cura dellapersona, che costituiscela sostanza stessa dell’im-pegno educativo.

Per essere buonimaestri e buoni educa-tori è necessario consi-derare attentamente il contestoattuale, cogliendone ricchezze enodi problematici.

Mentre i grandi problemi delPaese, quelli economici e dello

Stato sociale, si fanno sempre piùpressanti, la partecipazione alla ri-cerca culturale, educativa e peda-gogica sui temi della scuola e del-l’educazione, in rapporto alletrasformazioni sociali e culturali,insieme alle mutazioni psicologi-che, morali e religiose del tempoattuale, richiedono una riflessioneattenta perché la cura e l’investi-mento sull’educazione delle nuovegenerazioni sono affidati anche allanostra responsabilità, come singoliprofessionisti e come Associazione.

In questa prospettiva, va curatala professione negli aspetti moti-vazionali e di competenza; l’AIMCè il luogo dove ciascun docente edirigente può crescere, diventandoambiente facilitante e si arricchisceprofessionalmente e umanamente.

L’essere AIMC rappresenta il va-lore aggiunto, che costituisce il ti-rocinio fondamentale per la magi-stralità, da coltivare in una

prospettiva cristiana di servizio.È iniziato il quadriennio dopo il

Congresso in cui è emerso che, perguardare in avanti, è necessario va-lorizzare la propria storia, la cultura,

i principi condivisi, le esperienze neiterritori,… perché “la memoria è ilricordo che si fa futuro”.

In quest’ottica, è necessario su-perare le frontiere, ossia al di làdegli aspetti funzionali della pro-fessione, riflettere sull’identitàcome risorsa strategica del profes-sionista di scuola poiché solo un’i-dentità professionale forte e benstrutturata può accettare l’incer-tezza, caratteristica di un sistema incontinua evoluzione.

L’identità professionale coin-volge la persona e il contesto: è unprocesso dinamico d’integrazionefra dimensione personale e profes-sionale, un punto di forza che deveessere sostenuto da conoscenze,competenze e abilità acquisite nelpercorso formativo.

La prima frontiera da superare èquella della formazione iniziale, delreclutamento e della formazione in

servizio che devono an-dare oltre gli schemi at-tuali, figli di politicheoccasionali e scelte emer-genziali.

La professionalitàdell’insegnante non èriconducibile alla tra-smissione di saperi ela-borati da altri, ma siconfigura come “com-petenza di ricercatore”in costante trasforma-zione. D’altronde, l’in-

segnamento implica, per sua na-tura, che i docenti siano coinvoltiin un processo di formazione e disviluppo durante tutto il loro per-corso professionale.

ilMaestro novembre-dicembre 2018 numeri 11-1212

vita aimcEsther FLOCCO

Campagna adesioni 2019L’AIMC… per una professione oltre le frontiere

Con l’inizio di un nuovoanno torna puntualel’invito a rinnovare

l’adesione all’AIMC,a confermare il nostrovoler essere al servizio

dell’educazione.Dovremmo sentirci tuttimobilitati, con rinnovato

slancio, anche a proporrel’adesione a tutti coloro

che ancora nonconoscono

l’Associazione.

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vita aimc“…per una professione oltre le

frontiere” significa, quindi, che ilprofilo del docente debba corri-spondere a competenze professio-nali, che non siano limitate allesole competenze disciplinari e di-dattiche, ma siano arricchite dadue ineludibili competenze pro-fessionali: “sapersi” mettere in re-lazione educativa (saper interagire)e “sapere” promuovere il soggetto-persona (saper essere).

La professionalità educativa deveessere caratterizzata da un’attentacompetenza “riflessiva”, ricordavaDonald Schon, in grado di far vi-vere coscientemente al professio-nista il proprio impegno e di ar-ricchirlo attraverso le diverseesperienze, imparando da questeultime.

Altra frontiera da superare èquella della differenziazione all’in-terno della professione docente. Èanacronistico mantenere un’ingiu-stificabile divisione rigida in base alsegmento scolastico: arrivare alruolo unico dei docenti significariconoscere pienamente la dimen-sione unitaria della professione ecambiare paradigma di riferimentoin termini di mobilità e modalitàdi accesso al ruolo e gestione degliorganici.

Per una professione oltre le fron-tiere significa anche superare formedi professionalità appiattite e stan-dardizzate in schemi interni pre-costituiti, significa aprirsi al dibat-tito educativo e culturale in ambitoeuropeo e internazionale in unalogica di interscambio con altrerealtà scolastiche d’Europa e delmondo.

Oggi è più difficile che in pas-sato essere professionisti di scuola.Da una parte, gli alunni mostranomaggiori difficoltà a relazionarsipositivamente e costruttivamentecon il mondo adulto e ad affron-

tare la “fatica” dell’apprendere; dal-l’altra, le famiglie sembrano diso-rientate nel condividere il progettoeducativo e, spesso, la relazionescuola-famiglia sfocia nella con-flittualità. La società d’altrondepone richieste e aspettative a voltecontraddittorie alla scuola.

“L’AIMC… per una professioneoltre le frontiere” è un’Associazioneche intende assumere in pieno ilruolo di corpo intermedio nellasocietà e nella politica del Paese ri-pensando e attualizzando com-plessivamente il proprio progetto.

Ulteriore frontiera da superareè la riappropriazione della fun-zione culturale e intellettuale dellaprofessione. Un docente, un diri-gente scolastico non devono essereconsiderati e, soprattutto, non de-vono considerarsi meri impiegati,ma testimoni e animatori della cul-tura di un territorio. La funzioneculturale della professione va ri-vendicata e, soprattutto, rivissuta erisignificata.

“… per una professione oltre lefrontiere” vuol dire, inoltre e nonper ultimo, essere sentinelle vigilie promotori di spirito critico ri-spetto alla costruzione di unnuovo umanesimo, che vedal’uomo, la persona sempre al cen-tro al di là di tante barriere e ditanti muri che quotidianamentesembrano innalzarsi in nome dellapaura e dell’ignoranza. La diversitàculturale non è solo oggetto dicomprensione, tolleranza e solida-rietà, ma anche fonte di arricchi-mento della propria persona e cul-tura, occasione di comprensionedei limiti del sistema culturale diappartenenza.

Educare alla cittadinanza demo-cratica significa, anzitutto, “alfa-betizzare” al linguaggio specificoper comprendere e promuovere lacultura della democrazia e i suoi

valori, vale a dire a possedere e ri-definire i concetti e i principi difondo che sono alla base di parolecome libertà, uguaglianza, giusti-zia, partecipazione, pluralismo, ri-spetto reciproco, responsabilità,sviluppo sostenibile.

Risulta chiaro che l’Associa-zione, riprendendo le parole diCarlo Carretto, “ha bisogno di[uomini] generosi che sappianodonare: donare innanzitutto ore,molte ore, senza contarle e senzariserve; donare intelligenza, ossiafar maturare l’Associazione sui pro-blemi fondamentali; donare cuore,il dono più esplodente e pre-zioso…. Che possiamo dire alloraall’Associazione in questo mo-mento? … Se vorrà operare dovràmolto amare, se vorrà essere fe-conda dovrà molto soffrire… infondo si tratta di donare” (CarloCarretto, I Congresso nazionale).

La Campagna adesioni che staper aprirsi sprona ogni socio a con-tinuare a essere partecipe del pro-getto associativo che vuol superareogni tipo di barriera, per esseresempre “motori attivi” nella so-cietà, grazie alla competenza e aivalori cattolici. Andare al di là diogni frontiera, interna ed esterna,nella profonda convinzione che lasinergia e la corresponsabilità ditutti e di ciascuno siano l’unicometodo e la migliore strategia fo-riera di speranze.

Mi piace concludere con le pa-role di Papa Francesco: “Per fa-vore, non facciamoci rubare l’a-more per la scuola!”. E aggiungo:“per favore, non facciamoci rubarel’amore per l’Associazione”, perl’AIMC che, con sano senso di or-goglio e responsabilità consape-vole, possiamo considerare la mag-giore associazione professionale didocenti e di dirigenti della scuolaitaliana.

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libriGiulio CirignanoCambiamento d'epocaIl tempo di Papa FrancescoMauro Pagliai Editore,Collana: Le ragionidell’Occidente,Firenze 2018, pp. 96

“L a comunione ge-nera comunione, il

canto corale dell’alleluia pasquale scioglie le tenebredella solitudine e sparge nell'aria il clima della nuovastagione”. Cambiare: soltanto la parola talvolta fapaura. Eppure, per una società attraversata da unaprofonda crisi spirituale, è necessaria una nuova di-rezione, che l’autore rintraccia nell'operato di papaFrancesco.

Per superare le sfide della modernità è necessa-rio ricostruire dalle fondamenta l’esperienza cre-dente, recuperando in primo luogo la declinazionepratica della fede: è attraverso atti concreti di amoree misericordia che sapremo andare oltre la devozioneindividuale, che oggi non basta più, e potremo es-sere testimoni della parola di Dio nel mondo.

Il testo da leggere e meditare è acquistabile an-che con la Carta del docente.

Prospero AntonioCasciniIl girotondo.Tra primina ebuona scuola...nella LucaniaMonetti Editore,Battipaglia (SA) 2018, pp. 60

L’autore, già dirigente scolastico del Liceo diSant’Arcangelo (PZ), con “Il Girotondo

tra primina e buona scuola… nella Lucania” ci fa vi-vere la poesia trasmettendo emozioni forti, che ri-dondano nell’anima di chi legge lasciando un re-trogusto di malinconia a volte e a volte di pace.Certamente fare poesia, liberare il pensiero e i sen-timenti non può prescindere dalla tecnica, dallostile, dalla melodia e da una base culturale non in-differente.

E per cultura non s’intende soltanto quella ap-presa dai libri ma anche e principalmente quella im-parata dalla vita di tutti i giorni che segna, rafforzae fa scoprire il bello e il brutto dell’esistenza terrena.

Siamo in un periodo in cui la Poesia non ha un va-sto pubblico e si ritrova offuscata dalla diffusa e ter-ribile superficialità, tra i principali nemici dell’arte.Eppure i poeti e le poetesse degne di essere letti eamati non mancano. Prospero Antonio Cascini neè esempio e ci culla dolcemente tra versi, immaginie sentimenti. Una bella idea da regalare per le festi-vità natalizie.

Lorella CarimaliLa radice quadratadella vitaRizzoli Editore,Collana Narrativa italiana,Milano sett. 2018, pp. 304

Se la vita ti pone unproblema, i numeri

possono darti la soluzione.Donatella ne è fermamente convinta quando, fre-sca di laurea in Matematica, sceglie di dedicarsi al-l’insegnamento. Sono gli anni Settanta, per amoreha lasciato Milano trasferendosi a Catania, e l’in-contro con la scuola è dirompente. Certa che la ri-sposta giusta non sia mai quella che si ha in tasca,Donatella è una prof. fuori dagli schemi: alle suealunne e ai suoi alunni che vedono solo le regolespiega che la matematica è creatività e che un pianopuò anche essere una superficie sferica, basta solospostare il punto di vista. Capire la matematica, infondo, è come capire un’opera d’arte: ci voglionofantasia e spirito libero.

Quarant’anni dopo, a un passo dalla pensione,Donatella fa un altro incontro che le resterà nelcuore: quello con Bianca, una giovane prof. di ita-liano e latino alla prima supplenza, che entra nel suostesso liceo con gli occhi pieni di speranza e preoc-cupazione.

I ragazzi, ne è certa, la guarderanno come guar-dava lei i supplenti quando era sui banchi: è questala sua prima sfida, e non ha idea di come affrontarla.Ma non sarà sola nell’avventura che la aspetta, Do-natella sarà la sua compagna di viaggio dentro e fuoridalla scuola.

Divisa tra le tradizioni familiari del padre ira-niano e i propri desideri, Bianca troverà nella collegapiù esperta una guida che la condurrà per mano nelmondo a lei sconosciuto dei numeri, dove impareràa fare i conti con le emozioni e scoprirà la radicequadrata della propria felicità.

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EDITORIALE

2014-2018: relazione sul quadriennio(Giuseppe Desideri, nn. 1-2, p. 3)

Necessaria corresponsabilità(Giuseppe Desideri, nn. 3-4, p. 3)

Il governo del cambiamento(Giuseppe Desideri, nn. 5-6, p. 3)

A rischio disumanità(Giuseppe Desideri, nn. 7-8, p. 3 )

Progettualità cercasi(Giuseppe Desideri, nn. 9-10, p. 3)

Ritorno al futuro(Giuseppe Desideri, nn. 11-12, p. 3)

SPIRITUALITÀ

Ispirazione ideale, corresponsabilità diffusa,dialogo autentico(card. Gualtiero Bassetti, nn. 1-2, p. 6)

La via della pace(p. Giuseppe Oddone, nn. 3-4, p. 4)

Competenze dell’insegnante cristiano(p. Giuseppe Oddone nn. 5-6, p. 4)

L’incarnazione di Cristo cardine della nostra salvezza(p. Giuseppe Oddone nn. 7-8, p. 5)

Neognosticismo e neopelagianesimo(p. Giuseppe Oddone, nn. 9-10, p. 4)

Le beatitudini(p. Giuseppe Oddone, nn. 11-12, p. 4)

dal CN/AIMC

Lettera al Parlamento italiano(nn. 7-8, p. 4)

PROFESSIONALITÀ

Impegno concreto per la scuolaIntervista a Lena Gissi, Segretario generale della CISL Scuola(a cura di Mariella Cagnetta, nn. 3-4, p. 5)

Partecipazione, dialogo, fiducia(Antonio Rago, nn. 9-10, p. 5)

Un anno di ricerca-azione INValSi-CoDirES(Roberto Pellegatta, nn. 11-12, p. 6)

PRIMO PIANO

L’AIMC in Europa(M. Petrarolo e M. Siciliano, nn. 5-6, p. 5)

Maestro, dove abiti?(Michele Falabretti, nn. 7-8, p. 6)

INSERTO

1968-2018: LEGGE 444Cinquant’anni per riflettere(a cura di Antonietta D’Episcopo, nn. 3-4, p. 7)

Valutazione e certificazione delle competenze(Esiti dal Seminario nazionale, nn. 5-6, p. 6)

Il ’68 dell’AIMC(Giancarlo Boccardi, nn. 7-8, p. 7)

CENTO PIAZZE IX EDIZIONECento progetti per l’impegno educativo(A.A. V.V., nn. 9-10, p. 6)Sperimentazioni internazionali a confronto(a cura della delegazione AIMC, nn. 11-12, pag. 7)

SPECIALE XXI CONGRESSO

Documento programmatico(nn. 1-2, p. 8)Saluto al Papa del presidente nazionale(nn. 1-2, p. 10)Discorso all’AIMC del Santo Padre(nn. 1-2, p. 11)Fra professionalità, saperi e competenze (Giovanni Bonvini nn. 1-2, p. 13)I nuovi organismi nazionali (nn. 1-2, p. 15)

NELLA SCUOLA

Anche l’AIMC si colora di blu (Cesare Peluso, nn. 3-4, p.11)Valorizzare ogni singolarità(Claudia Colabelli Gisoldi, nn. 3-4, p.13)Una memoria da tenere viva(Maria Disma Vezzosi, nn. 3-4, p.14)

VITA AIMCUn convegno in ricordo di Lucia Rossi (Maria Disma Vezzosi, nn. 1-2, p. 14)

Valorizzare ogni singolarità(Claudia Colabelli Gisoldi, nn. 3-4, p. 13)Una memoria da tenere viva(Maria Disma Vezzosi, nn. 3-4, p. 14)Confrontiamoci… digitalmente(Annalisa Palumbo, nn. 5-6, p. 12)Nelle Marche un appuntamento consueto(Massimo Altobelli nn. 5-6, p. 13)Festa del maestro e della scuola(Angelina Lamberti nn. 5-6, p. 14)Dalle idee alle azioni(Giacomo Zampella, nn. 7-8, p. 11)Feedback dalla Conferenza nazionale (Anna Maria Mascolo, nn. 7-8, p. 12)Tempo d’estate, di riposo e… bilanci (Anna Bulgarelli, nn. 7-8, p. 13)

In tandem per ricreare sinergia(M. Tarantino e M. Silvestrini, nn. 7-8, p. 14)La vita è bella(Consiglio provinciale di Brindisi, nn. 9-10, p.13)Esperienze e testimonianze di vita(M. Marucci e R. L. Damiani, nn. 9-10, p. 14)Memoria e futuro(Viola Battistini, nn. 11-12, p. 11)Campagna adesioni 2019(Esther Flocco, nn. 11-12, p. 12)

LIBRI

(nn. 3-4, p. 15; nn. 5-6, p. 15; nn. 7-8, p. 15;nn. 9-10, p. 15; nn. 11-12, p. 14)

ANNATA 2018

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A tutti i soci e alle loro famiglieAuguri di un Santo Natale

e Buon anno nuovo

Presepe in piazza San Pietro, Natale 2018