mensile dell’AimC- ssociazione taliana aestri attolici Maestro 1_2...educatori dobbiamo superare...

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M aestro M aestro POsTe iTAliAne sPA sPeDiZiOne in ABBOnAmenTO POsTAle - D.l. 353/2003 (COnV. in l. 27/02/2004 n. 46) ART. 1 COmmA 1 - DCB - ROmA il mensiled ell’AimC- A ssociazione I taliana M aestri C attolici Il cammino verso il patto educativo globale Una scuola al servizio dei valori repubblicani L’autonomia ha compiuto vent’anni Il cammino verso il patto educativo globale Una scuola al servizio dei valori repubblicani L’autonomia ha compiuto vent’anni anno LXXI gennaio-febbraio 2020 numeri1-2

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Il camminoverso il patto

educativo globale

Una scuolaal servizio dei

valori repubblicani

L’autonomia hacompiuto vent’anni

Il camminoverso il patto

educativo globale

Una scuolaal servizio dei

valori repubblicani

L’autonomia hacompiuto vent’anni

anno LXXI gennaio-febbraio 2020 numeri1-2

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SOMMARIO

in questo numeroAffermava lo psicologo e filosofo William

James, vissuto alla fine del 1800, “quasitutti gli uomini vivono fisicamente, intellet-tualmente o moralmente entro il cerchiod’una parte assai ristretta del loro essere po-tenziale. Fanno uso d’una piccolissima por-zione della loro coscienza possibile e in ge-nerale delle loro risorse spirituali, più o me-no come un uomo che contraesse l’abitudinedi usare e muovere, del suo intero organi-smo, soltanto il dito mignolo. Situazionid’emergenza e crisi ci dimostrano che posse-diamo risorse vitali assai superiori a quantosupponessimo”.Viviamo in un tempo in cui sempre più

spesso si verificano eventi o meglio, “emer-genze” che mettono in crisi le certezze acqui-site e ci costringono a rivedere le modalitàcon cui organizziamo la nostra quotidia-nità. Non a caso negli ultimi quarant'anni,i sociologi, hanno mostrato la tendenza aconcepire l'emergenza come uno degli aspetti

della situazione sociale provocata da cata-strofi tanto che per indicarla, viene usato inmaniera indifferente anche il termine disa-stro. A fronte della visione disastrosa gene-ralmente legata all'emergenza, in questo nu-mero del Maestro abbiamo voluto eviden-ziare, attraverso esempi concreti, come l'e-mergenza corrisponda al far emergere, farvenire a galla, le risposte positive. Ecco allo-ra che l'emergenza da COVID-19 divental'occasione per rimettere al centro l'uomo e ilrispetto per sé e per gli altri; la crisi dell'edu-cazione, l'opportunità di una visione globalee non chiusa della dimensione educativa; uncontesto sociale difficile come Scampia, illuogo per la promozione, grazie all'autono-mia delle scuole, di percorsi personalizzati,che consentono di valorizzare i talenti diciascuno. Si tratta solo di avere il coraggiodi riconoscere il valore della comunità e del-la condivisione perché nessuno può farcelada solo.

ilMaestro gennaio-febbraio 2020 numeri 1-2

AnnO lXXi nn. 1-2

GennAiO-FeBBRAiO 2020

mensile Dell’AimC

AssOCiAZiOne iTAliAnA

mAesTRi CATTOliCi

DIRETTORE RESPONSABILEED EDITORIALE

Giuseppe DesiDeRi

VICEDIRETTORERESPONSABILE

Francesca De GiOsA

COMITATO DI REDAZIONEGruppo Operativo

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Finito di impaginare

il 28 febbraio 2020

Maestroil

editoriale

L'educazione al tempodel coronavirus 3

Giuseppe DESIDERI

spiritualità

Il cammino verso il Pattoeducativo globale 5

p. Giuseppe ODDONE

professionalità

Digital for skills 7

Giacomo ZAMPELLA

Una scuola al serviziodei valori repubblicani 8Giacomo ZAMPELLA

L’autonomia scolasticaha compiuto vent’anni 10

Maria Concetta SICILIANO

vita AimC

Rendere “operativo”il Patto educativo 12Esther FLOCCO

32° Rapporto Italia 14Francesca DE GIOSA

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ilMaestro gennaio-febbraio 2020 numeri 1-2 3

COVID-19, la fred-dezza della siglascientifica porta in

sé l’essenzialità di quella cherappresenta la prova del novedella fragilità del nostro mondoiper-sicuro, iper-salutista, iper-tecnologico, iper-connesso,iper-efficiente. L’epidemia dacoronavirus ci sta facendo vede-re, quasi toccare con mano, laevanescenza di alcune di quelleche consideravamo sicurezze ac-quisite nel mondo 4.0. Quellodi cui siamo partecipi spettato-ri, deve portarci ad una seria ri-flessione sull’oggi e soprattuttosul domani dell’umanità cosìcome oggi la conosciamo e laimmaginiamo. In questo sensoesso costituisce purtroppo, unadrammatica palestra di riflessio-ne di indubbio valore educati-vo. L’epidemia, probabile pan-demia, da coronavirus pone alcentro della riflessione comunealcuni temi fondamentali: ilrapporto cittadino-stato, la de-mocrazia, l’interconnessioneglobale, il mito dell’efficienza, ilmito della sicurezza, l’informa-zione e la disinformazione.

È successo altre volte (peresempio con la crisi economicapartita da una bolla immobiliarenegli Stati Uniti nel 2006 cheha causato in tutto il mondo lagrande recessione durata fino al2013), ma sicuramente mai co-me questa volta la teoria delbutterfly effect di Edward Lorenzha dato prova tangibile della sua

validità. Quando il matematicoe metereologo statunitense agliinizi degli anni ’60 teorizzò, nel-le sue ricerche sulla predicibilitàdei sistemi dinamici e sul caosdeterministico, che “il batterd'ali di una farfalla in una partedel mondo può causare unatempesta al capo opposto delpianeta” non avrebbe mai pen-sato che il suo modello sarebbeservito per spiegare perché, nelmondo di oggi, la contamina-zione tra un uomo e un pipi-strello avvenuta in una zona del-la Cina sconosciuta ai più, ri-chieda l’attivazione di misure disicurezza da parte dei governi ditutto il pianeta.

L’altra faccia del mondo glo-balizzato, che ci permette di

comprare e ricevere merce onli-ne dalla remota Cina con unclick sullo smartphone, è la velo-cità con cui un virus riesce apropagarsi dappertutto a partireda un focolaio epidemico cinese.Nel giro di poco più di un mesedalla sua ufficializzazione, in variPaesi si sono avuti casi di conta-giati dal coronavirus orientale.

Le forti immagini diffuse dalletv ma soprattutto dalla rete,sembrano tratte da uno dei nu-merosi film del genere catastrofi-co che hanno per tema per l’ap-punto pandemie mortali. Vederepersone con le tute ad alta prote-zione che girano per strade de-serte, in cui il tempo sembra es-sersi fermato togliendo vita a ciòche fino a prima era animato e

L’educazione al tempodel coronavirus

editorialeGiuseppe DESIDERI

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ilMaestro gennaio-febbraio 2020 numeri 1-24

caotico, fa venire sicuramente ibrividi. Quello che ci appare as-surdo è vedere malati, anziani,bambini, donne trascinati con laforza fuori dalle proprie abita-zioni e strappati ai loro affetti ealle loro famiglie per essere por-tati in zone di quarantena.

Il COVID-19 ci deve far ri-flettere sulla democrazia, sulrapporto cittadino-stato. Unostato di diritto resta tale, anzi loè, soprattutto quando ci sonoemergenze e situazioni di peri-colo comune. Il rispetto del-l’uomo resta tale anche quandodeve contemperarsi con le ra-gioni di sicurezza e sanità pub-blica. Non dimentichiamolomai, niente giustifica il non ri-spetto della persona.

Nel nome dell’efficienza ab-biamo visto cadere due miti,quello della operosità cinese equello dell’organizzazione giap-ponese. La prima per alcunigiorni ha sollecitato lo stupore,quasi l’ammirazione di tanti perla realizzazione di un ospedale

con centinaia di posti letto inappena una settimana. Tutti,soprattutto sui social, a confron-tare la lentezza italiana nel rea-lizzare opere pubbliche rispettoall’efficiente velocità dell’ediliziastatale cinese per poi, ad operarealizzata in tempi record, ren-dersi conto che più che di unospedale si trattava di un lazza-retto molto più simile ad unpollaio che ad una struttura dicura. Altro mito caduto è statoquello della capacità organizza-tiva nipponica. I tremendi erroridi gestione della Diamond Prin-cess, la nave da crociera bloccataa Yokohama che è diventato ilmaggiore focolaio per numerodi casi fuori dalla Cina, sonosotto gli occhi di tutti. Lasciareinsieme tutti i passeggeri ha de-terminato le condizioni idealiper l’esplosione del contagio cheha avuto, infatti una percentua-le altissima di diffusione.

Il virus, inoltre, ci sta facendotoccare con mano come la pau-ra sia sempre alla base di ogni

forma di razzismo. La pauradell’altro, in questo caso del ci-nese, ma tendenzialmente dichiunque tossisca o starnutiscain un luogo pubblico, può sca-tenare i peggiori sentimenti diavversione verso chi ci circondae riteniamo un possibile perico-lo per noi. Il vero nemico èperò l’ignoranza. Adesso che l’I-talia è tra i paesi con maggiornumero di casi di contagio, sia-mo noi italiani quelli da evitarea livello europeo e a livello in-terno quelli che fanno “paura”sono i concittadini residentinelle regioni settentrionali.

In questo senso la situazionestorica che stiamo vivendo acausa del coronavirus, deve rap-presentare una palestra di rifles-sione educativa. Da adulti e daeducatori dobbiamo superare lepaure dettate dalla disinforma-zione e promuovere i compor-tamenti consigliati dalla scienzamedica e non dall’infoepidemiacosì come l’ha chiamata l’OMS;promuovere il rispetto dell’altroa partire dal rispetto di sé stessie della propria salute. Sviluppa-re il senso della solidarietà so-ciale e della responsabilità delsingolo rispetto alla propria co-munità e al mondo intero.

Dobbiamo spiegare alle nuo-ve generazioni come sia impor-tante vivere in uno stato demo-cratico, in cui la salute del sin-golo è un valore costituzionaleche nonostante i vari problemi,è tutelato dalla nostra Repub-blica. Dobbiamo ricordare e ri-cordarci della fragilità della no-stra umanità, una fragilità cheun “semplice” virus evidenzia emette alla prova. L’educazione,insieme alla salute, tornano adessere temi centrali nell’epocadel coronavirus.

editoriale

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ilMaestro gennaio-febbraio 2020 numeri 1-2 5

spiritualitàp. Giuseppe ODDONE

Il cammino versoil Patto educativo globaleC i sono temi su cui

Papa Francesco tornaspesso e fra questi

quello educativo occupa un postodi primo piano, tanto da preve-dere per il 14 maggio 2020 unevento mondiale, che ha per tema“Ricostruire il patto educativoglobale”. È un incontro program-mato con autorità politiche e re-ligiose, con uomini di cultura, discienza e di pace, di rappresen-tanti delle giovani generazioni,per ravvivare l’impegno educativoe promuovere la maturazione diuna nuova solidarietà ed una so-cietà più accogliente.

In vista di questo evento, il 12settembre 2019, il Papa ha ri-volto agli educatori e al mondodella scuola un vibrante invito acercare tempi e spazi per “dialo-gare sul modo in cui stiamo co-struendo il futuro del pianeta esulla necessità di investire i ta-lenti di tutti, perché ogni cam-biamento ha bisogno di un cam-mino educativo per far maturareuna nuova solidarietà universalee una società più accogliente. L’e-ducazione oggi - afferma Fran-cesco - si scontra con la cosid-detta rapidación, che imprigional’esistenza nel vortice della velo-cità tecnologica e digitale, cam-biando continuamente i punti diriferimento”.

Le condizioni che il Santo Pa-dre definisce come necessarie permuovere passi importanti nelladirezione del dialogo sono dueatti di coraggio: il coraggio dimettere al centro la persona, e il

coraggio di formare persone di-sponibili a mettersi al serviziodella comunità. Solo facendoqueste scelte preliminari, si pos-sono avviare processi di trasfor-mazione senza paura in modo daguardare al futuro con speranza.

In base a queste scelte è statostrutturato un percorso di rifles-sione sui temi legati all’educa-zione, propedeutico all'incontromondiale, costituito da una seriedi appuntamenti che rappresen-tano le tappe intermedie delConvegno.

Anche noi cogliamo questa oc-casione per offrire degli spuntidi riflessione, sicuramente nonesaustivi delle problematichecomplesse che riguardano l’edu-cazione, ma in grado di interpel-

larci come docenti e come corpoassociativo.

Trasversali a tutte le tematichesono l'idea di sostenibilità e dicura della casa comune, emersinelle giornate di studio che sisono tenute all’Università Ponti-ficia Antonianum dal 14 al 16gennaio scorso, per preparare l’e-vento del 14 maggio.

Si è messo in evidenza che lacrisi ecologica implica anche unacrisi antropologica ed una crisieducativa, per cui è necessario faremergere la consapevolezza cheabbiamo un’origine comune,siamo legati da una mutua ap-partenenza e abbiamo bisogno dipensare ad un futuro condivisoda tutti. Atti necessari per perse-guire l'obiettivo sono l’adozione

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ilMaestro gennaio-febbraio 2020 numeri 1-26

spiritualitàdi un nuovo stile di vita e la con-vinzione che tutto il creato nellasua complessità è una tunicaunica senza cuciture.

Quando pensiamo a quale rap-porto esiste tra ambiente ed edu-cazione, dobbiamo accettare l’i-dea che la crisi ambientale è instretta relazione con la crisi edu-cativa. C’è pertanto un’efficaciaeducativa da reinventare per ri-dare centralità all’ambiente.

Nella visione di una ecologiaintegrale quando parliamo di am-biente ci riferiamo non solo allanatura ma anche a qualsiasi luogoeducativo, compreso quello delleaziende o dell’economia. Oggiabbiamo due concezioni dell’e-conomia. La prima è classica elaica: il fine dell’impresa è il pro-fitto, ossia il guadagno personaleo del gruppo, con beni creati dallavoro e distribuiti; la seconda ècivile e cattolica: il fine dell’im-presa è quello di servire la societàcivile, generando lavoro, benes-sere per tutti, civiltà.

Il mercato chiede oggi nonsolo prodotti, ma qualità, perso-nalizzazione, relazione. C’è unmodo diverso di vivere il lavorosia per l’ingresso in esso (in me-dia intorno ai 28 anni), sia per ilrapporto con il maggior tempolibero a disposizione. Le impreserichiedono competenze soft, ca-pacità di vivere in equilibrio nellacomplessità, di soluzione dei pro-blemi nella relazione, di creativitàattraverso la concentrazione edil dialogo, di sintesi tra diversipunti di vista.

Non più quindi un apprendi-mento giovanile finalizzato al-l’immediato ingresso nel lavoro,ma una long life formation: dal-l’addestramento, alla formazione,all’educazione come capacità dirapporto.

La produzione di un bene èfrutto di labor con una dimen-sione regolata civilmente dalleleggi, è frutto di ars, come capa-cità creativa della fantasia e dellaintelligenza dell’individuo, ma èanche opus con una finalità edun senso, quello di produrre va-lore per sé e per la società civile.Se analizziamo dal punto di vistaetimologico le parole ecologia -economia - ecumene notiamoche hanno la stesa radice: eco -oikos in greco, che significa casa- e una casa deve essere cono-sciuta, regolata, abitata. Essa deveavere porte e finestre per potercomunicare.

Abito è frequentativo di habeo(ho): tocca la sfera dell’essere, delvivere, del discernere; ha una va-lenza sia naturale per l’ambientein cui è inserito, sia artificialecome risultato dell’opera del-l’uomo, sia culturale con un rap-porto all’interno ed all’esterno delgruppo sociale, ed infine una va-lenza religiosa per trovare il sensodel vivere e dell’abitare.

Una visione integrale dell’eco-logia richiede quindi che tutte lescienze interagiscano tra loro: lafisica, la chimica, la biologia, lamorale. Esse ci spingono adaprirci al Mistero, principio dellanostra esistenza. Per questo oc-corre pensare alla realtà come for-mata da corrispondenze e da ar-chi (di pietra, di legno, di ferro,ecc.), che mostrano strutture ecomportamenti che hanno senso(es. cerchio del tronco di un al-bero, delle antenne di un insetto,delle ossa umane, ecc.), perché lecose viventi esprimono una leggesoggiacente: tutto si tiene inquanto c’è un finalismo. Poichéle singole scienze pongono soloproblemi e nessuna scienza puòinterpretare la vita come un tutto,

il pensiero deve essere aperto aduna sintesi orientativa che puòessere proposta solo da santi, fi-losofi, artisti di cui ha bisognol’umanità, e da una transdiscipli-narietà, che ci fa vedere, più dellapluridisciplinarietà ed interdisci-plinarietà, qualcosa che sta al dilà di tutte le discipline e cheesprime il senso della vita e dellaconoscenza e genera meraviglia.

Meraviglia ed educazione por-tano a maturare un atteggia-mento di responsabilità versol'ambiente. L’attenzione è percosì dire un pensiero vuoto, unasala d’attesa, che ci pone nellacondizione di essere pronti a ri-cevere: l’attenzione pura è amore,sa cogliere la bellezza anche nellasofferenza, e la trasforma. L’at-tenzione alla creazione ed al pros-simo sfida l’egocentrismo e dà re-sponsabilità, crea solidarietà e dàmotivazioni per l’azione.

Testimone di un’ecologia inte-grale è San Francesco di Assisiche nel Cantico delle creature ciricorda che Dio ci ama gratuita-mente e la natura è il grande libroche dobbiamo saper leggere conlode cosmica, unendo le variecomponenti della vita umana chetoccano l’accoglienza stessa dellavita, l’inclusione dei poveri, la vo-lontà di pace, con un’etica checolleghi i vari aspetti della vitaumana, con uno stile di vita sem-plice basato sulla fraternità, sullavoro, sull’armonia sociale e nonsulla tecnocrazia.

In sintesi, il cammino del pattoeducativo globale, che ha la suasorgente nell’Evangelii Gaudiume nella Laudato Si’, ha l’obiettivodi costruire, in un periodo di ra-pida trasformazione, un villaggioeducativo globale, una umanitàpiù fraterna ed inclusiva, una mi-stica del vivere insieme.

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ilMaestro gennaio-febbraio 2020 numeri 1-2 7

professionalitàGiacomo Zampella

Digital for skillsLa promozione delle competenze digitali per lo sviluppo della creatività

I n occasione della Con-vention annuale 3 Giorniper la Scuola tenutasi l’ot-

tobre scorso a Città della Scienzaa Napoli, l’Aimc territoriale,nell’ambito del planning nazio-nale delle attività associative, hacondotto il workshop Digital FofSkills: la promozione delle compe-tenze digitali per lo sviluppo dellacreatività, rivolto ai docenti diogni ordine e grado, frutto dellacollaborazione ormai rodata conil NAC (Natural and ArtificialCognition Lab - Università degliStudi di Napoli Federico II), chesi occupa di ricerca nell’ambitodei meccanismi cognitivi alla ba-se dell'acquisizione di nuove co-noscenze e della costruzione disistemi artificiali che “simulano”i processi mentali naturali.

La promozione delle compe-tenze digitali in ambito formati-vo ed educativo è una questioneche coinvolge i docenti ormaida tempo. L’importanza dell’e-ducazione ad un uso responsa-bile dei dispositivi digitali sindall’infanzia, il rischio di vica-riare anziché supportare le espe-rienze di apprendimento, l’in-terdipendenza tra tecnologie di-gitali, metodologie didattiche eambiti di conoscenza; sono in-terrogativi che a vari livelli solle-citano la riflessione culturale eprofessionale all’individuazionedi modelli teorici efficaci e all’e-laborazione di buone pratiche.

I dispositivi di ultima genera-zione, cosiddetti touch screen,devono il loro successo e la loro

capillare diffusione alla grandeinterattività e alla facilità d’uso,sono intuitivi a tal punto da po-ter essere usati anche senza uninsegnamento preliminare.Quali sono i meccanismi allabase di questi processi? Da qualiabusi bisogna salvaguardarsi?Come sfruttare le enormi po-tenzialità di questi media per unapprendimento significativo?Questi gli interrogativi su cui siè concentrata la riflessione du-rante l’incontro. La chiave teori-ca per comprendere questi feno-meni ci viene dagli studi di Da-niel Kahneman, che per il suolavoro sui processi decisionali haricevuto il Premio Nobel perl’Economia nel 2002. Nel suocelebre libro Pensieri lenti e velo-ci (2012) egli distingue tra duemodalità di pensiero principali,il pensiero veloce, una sorta dipensiero intuitivo, un processoautomatico e per queste ragionimolto esposto all’ipersemplifica-zione e all’errore. Al contrario ilpensiero lento, che ci obbliga aragionare, a calcolare, ci fa fer-mare per elaborare pensiericomplessi e consente una sortadi riflessione che permette l’au-to-rimodulazione. Kahnemanmediante numerosi esperimentidimostra che la risposta intuiti-va è la più utilizzata, ma è anchequella più suscettibile di errori.

Da questa lettura emerge unaltro interrogativo, quale impo-stazione privilegiare? Limitare alminimo indispensabile l’uso del-le tecnologie; puntare ad inte-

grare nella didattica quotidianale tecnologie “commerciali”; op-pure approcciare a percorsi piùcomplessi, che prevedono l’uti-lizzo di tecnologie multimodali emultisensoriali personalizzate?

Nella parte laboratoriale del-l’evento, i partecipanti hannoavuto l’opportunità di speri-mentarsi in alcuni games proget-tati mediante una logica ibridapersonalizzata, ovvero costruitisu piattaforme digitali innovati-ve basate su oggetti fisici tangi-bili, alcuni regolarmente utiliz-zati nella pratica didattica ordi-naria, altri di uso comune eadattati allo scopo specifico.

I partecipanti hanno espressogrande soddisfazione per l’eventoed hanno apprezzato in partico-lare l’aver fatto esperienza dellaversatilità delle metodologie spe-rimentate e il grande potenzialeper lo sviluppo della creatività.

Ciò che è veramente inquietante non è cheil mondo si trasformi in completo dominiodella tecnica.Di gran lunga più inquietante è che l’uomonon è affatto preparato a questo radicalemutamento del mondo.

M. Heidegger (1959)

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ilMaestro gennaio-febbraio 2020 numeri 1-28

Rosalba Rotondo, sociaAimc da diversi anni, èdirigente scolastica del-

l’Istituto comprensivo 10°Alpi-Levi sito a Scampia, quartiere allaperiferia di Napoli. Il 17 febbraio

2020 è statanominata dalPresidente dellaR e p u b b l i c aSergio Matta-rella, Com-m e n d a t o r edell’Ordine alMerito dellaRepubblica Ita-

liana. In particolare, si legge nellamotivazione: “Per la sua totale de-dizione alla formazione delle giova-ni generazioni all’insegna della tu-tela del diritto allo studio e dellapiena inclusione delle minoranze”.Il suo istituto comprensivo contaoggi oltre 250 alunni ROM solotra scuola primaria e secondaria.La sua scuola ha avuto anche il ri-

conoscimento dalla Comunitàeuropea e dal Consiglio d’Europaquale sede di una “Legal ClinicJustRom”, servizio legale volto atutelare la popolazione Rom, edin particolare le donne, in un’otti-ca di antidiscriminazione razziale.

Dirigente, in base alla suapluriennale esperienza, sonocambiate nel corso delle ultimegenerazioni le condizioni del-l’infanzia e dell’adolescenza, inparticolare nelle famiglie in si-tuazione di maggiore disagio so-cioeconomico che vivono nel suoterritorio? In che termini?

Per prima cosa voglio ricorda-re che Scampia è una realtàcomplessa e variegata, spesso sidimentica a bella posta che quici sono degli stupendi parchiben custoditi dove vive un cetopiccolo-medio borghese che haben compreso l’importanza del-la cultura e sa che investire nella

scuola è un grande gua-dagno sotto tutti i pun-ti di vista, che può con-sentire ai propri figli diaffermarsi e realizzarsi aconclusione del ciclo distudi universitari; poiabbiamo queste fasce diindigenza molto varieal loro interno checomprendono anche lepersone di etnia Rom,che non hanno un la-voro o vivono di preca-

rietà. Considerando anche glianni in cui ho insegnato, sonoqui da circa 36 anni, ho avutocome studenti anche i nonni dialcuni miei alunni attuali e honotato, purtroppo, che è diven-tato più alto il numero dei geni-tori in stato di detenzione, inol-tre oggi dobbiamo combattereanche con nuovi modelli sba-gliati che arrivano dai media,come tv e internet; attori, divi ecantanti provocano grandeemulazione, e noi come scuolapresentiamo dei modelli alterna-tivi in modo determinato e fer-mo, siamo attenti al rispettodelle regole e a non adeguarcialle mode del momento nellequali questi ragazzi tendono for-temente ad identificarsi.

Inoltre, quando sono arrivataqui tanti anni fa c’era speranza nelprogresso come portatore di unfuturo migliore, adesso questasperanza sembra fugata e disillusa.

L’autonomia scolastica è nataproprio con l’obiettivo di renderei percorsi educativi più coerentied efficaci per la specifica plateadi ogni territorio, secondo leiquale scuola può meglio rispon-dere ai bisogni dei suoi alunni?

Quando si è indigenti si vive diimmediatezza del presente, lascuola diventa un di più che nonaiuta ad assicurarsi il sostenta-mento quotidiano. E allora lachiave per un’inclusione autenti-

Una scuola al serviziodei valori repubblicaniIntervista alla dirigente scolastica dell’IC 10° Alpi-Levi Scampia, Napoli

Giacomo Zampella

professionalità

“È compito della Repubblicarimuovere gli ostacoli di ordine

economico e sociale, che,limitando di fatto la libertà e

l’eguaglianza dei cittadini,impediscono il pieno sviluppo

della persona umana(...)”. (Art. 3 Costituzione Italiana)

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ilMaestro gennaio-febbraio 2020 numeri 1-2 9

ca è quella di sperimentare per-corsi, l’autonomia ce lo consente.L’istruzione deve rendere auto-nome le persone, sia dal punto divista culturale che lavorativo.Questi sono ragazzi che spessovedono come unica opportunitàla devianza. Un mio alunno unavolta mi disse: “se mi iscrivo allesuperiori faccio il parassita! Qua’dobbiamo realizzare subito…” Percerti aspetti lodevolmente il ra-gazzo voleva dare un contributoeconomico alla famiglia. Rispettoai ragazzi di etnia Rom poi, laquestione è ancora più spinosa,secondo me c’è anche tanta de-magogia e tanta ipocrisia, a livel-lo di politiche nazionali si parlatanto e si fa grande attenzioneall’accoglienza, ma essa rappre-senta solo il primo step del per-corso di inclusione. Noi li faccia-mo formare attraverso percorsi diautoconsapevolezza per indivi-duare le proprie potenzialità e ipropri talenti. Poi c’è la questio-ne della valutazione, abbiamo bi-sogno di valorizzare al massimo ilpiù piccolo progresso, anche seresta la distanza dagli standardnazionali. Per queste ragioni lascuola secondaria è strutturatacon la possibilità di scegliere deicorsi specifici, in modo da soste-nere nel miglior modo sia chi an-drà alle superiori e sia chi dopol’obbligo scolastico dovrà cercarsiun lavoro. Ad esempio alcuni ra-gazzi “si sono salvati” con la musi-ca, avendo acquisito competenzemusicali hanno creato un com-plesso e adesso suonano alle ceri-monie, sono diventati autosuffi-cienti e hanno un’alternativa tan-gibile alla devianza.

La scuola ha sicuramente unruolo centrale nel contrastare ledisuguaglianze sociali, attraver-

so gli interventi didattico-educativi ma anche mediantela promozione di una culturadell’inclusione e dell’acco-glienza in tutta la comunità.Quali sono, secondo lei, lestrategie efficaci per la promo-zione di quell’alleanza educa-tiva che coinvolge anche le fa-miglie, presupposto irrinun-ciabile al successo formativo?

Questo purtroppo è un gap,noi ce la mettiamo tutta pertrasferire ad ogni genitore l’ideache la scuola è una possibilità diriscatto e che l’istruzione è fon-damentale, a volte ci riusciamo ea volte no. Ci sono genitori chefanno sacrifici enormi, ad esem-pio una mamma ha venduto lefedi per comprare i libri al figlio,questa mamma ha veramentefatto di tutto; le pulizie, il volan-tinaggio, ha fatto qualunque la-voro per sostenere il figlio neglistudi perché ha compreso qualera la posta in gioco, è unamamma pervasa da grande entu-siasmo; invece molti genitori vi-vono immersi in situazioni nega-tive e ne vengono sopraffatti, so-no molto sfiduciati e non hannola forza di credere nel futuro,sentono l’urgenza di pensare al-l’immediato presente, vedono ilfuturo come un lusso che non sipossono permettere.

Le indagini internazionali cidicono che una delle cause delfallimento dei percorsi di istru-zione/educazione è una sorta di“fatalismo del senso comune” se-condo cui la povertà economicae culturale è ereditaria, cosa di-rebbe ai ragazzi e alle loro fa-miglie per trasmettere un sensodi fiducia nel futuro?

Anzitutto direi che non sonosoli perché possono contare sul-

la scuola, noi educatori garan-tiamo la nostra presenza sem-pre, io sono qui da 36 anni, cisono tanti docenti che, pur pro-venendo da quartieri lontani co-me me che abito nel centro sto-rico della città, hanno scelto direstare qui da tanti anni. Direiloro di affidarsi veramente per-chè noi crediamo nei loro ragaz-zi, la nostra professione è unmandato ma anche una missio-ne perché è sostenuta da unascelta di vita. Come mi dicevaGuido Trombetti, ad un certopunto della mia carriera avreipotuto dirigere il liceo più pre-stigioso della città ma evidente-mente se sono rimasta qui è per-ché credo la scuola sia un’anco-ra di salvezza per queste perso-ne. Ad esempio nel periodo esti-vo le opportunità per questi ra-gazzi si riducono drasticamente,molte associazioni terminano illoro lavoro in attesa che sia rifi-nanziato, alcune però che sento-no la mission continuano anchegratuitamente. La scuola sempreaperta ci consente di essered’aiuto anche in situazioni di-verse, ad esempio l’altro giornoè venuta la mamma di due exalunne a chiedere consiglio, in-somma la scuola qui ha vera-mente un ruolo sociale ampio edeterminante.

professionalità

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ilMaestro gennaio-febbraio 2020 numeri 1-210

I l 21 dicembre scorso,l’Associazione ItalianaMaestri Cattolici, a di-

stanza di vent’anni dall’entrata invigore del Regolamento sull’au-tonomia scolastica, ha organizza-

to presso lapropria sede,una tavola ro-tonda, a cuihanno parteci-pato l'onorevo-le Luigi Berlin-guer, già Mini-stro della P.I.,Maria Grazia

Colombo, Vicepresidente delForum delle Associazioni fami-liari e il Preside Antonio Muc-ciaccio, componente del Consi-glio Nazionale ANP.

Il Presidente dell’AIMC*Giuseppe Desideri introduce ilavori e afferma che l’incontronon vuole essere un momentocelebrativo dei venti anni del-l’Autonomia, ma l'occasione perriflettere sul percorso delle Isti-tuzioni Scolastiche avviato conla cosiddetta Legge Bassanininel 1997 che, all’articolo 21, haprevisto i tratti essenziali del Re-golamento dell’Autonomia(D.P.R. 275/99). Dal 2000 èstato avviato nel mondo dellascuola, un processo di cambia-mento che inizialmente passatosotto silenzio, ha superato con-traddizioni, pause e ritardi, è di-ventato inarrestabile perché, co-

me ogni processo, ha bisogno ditempo e maturazione.

*Prende la parola Luigi Ber-linguer, il padre dell’Autonomiascolastica e ne ripercorre le tap-pe che l’hanno caratterizzata.

L’istruzione era fondata su unimpianto “naturalmente” autori-tario, incentrato sull’attività deidocenti di trasferire conoscenze aidiscenti affinché potessero svolge-re compiutamente la funzione dicittadini. Acculturare la popola-zione, attraverso il trasferimentodi una quantità articolata di co-noscenze, giustificava l’esistenzadi una scuola in cui i discenti do-

vevano dimostrare di averle ac-quisite: il loro impegno era quel-lo di registrare le conoscenze den-tro sé stessi e dimostrarne il pos-sesso attraverso le forme di verifi-ca e valutazione. Nella Scuola Se-condaria superiore la popolazionestudentesca veniva “falcidiata”,ma questo era considerato nor-male, in quanto la funzione edu-cativa si svolgeva dall’alto e la

scolarizzazione generalizzata nonera patrimonio culturale e politi-co di quella società.

L’impianto dell’Autonomianasce dall’idea di una societàdemocratica collegata ad un'al-tra visione di scuola: la scolariz-zazione generalizzata supera ladisparità sociale tra chi ha potu-to studiare e chi non ha potutoimparare. La prima condizionedi equità è che non ci siano di-suguali quantomeno in parten-za: ogni essere umano è portato-re del diritto all’istruzione dalmomento della nascita, così co-me il diritto alla salute e al lavo-

ro. Creare condizioni di parten-za di eguaglianza, dovute al pos-sesso delle conoscenze, è diven-tata una condizione di vita es-senziale per tutti. La rilevanzasociale della funzione scolasticae non solo educativa è evidente,in quanto l’intreccio tra sapere elavoro è diventato molto piùstretto che in passato: il lavoro èevoluto se è arricchito di sapere.

L’autonomia scolasticaha compiuto vent’anniLo stato dell’arte tra coerenze, contraddizioni e contingenze

maria Concetta SiCiliano

professionalità

Se si vuole che la democraziaprima si faccia e poi si mantenga

e si perfezioni, si può direche la scuola a lungo andare

è più importante del Parlamentoe della Magistratura

e della Corte costituzionale. (Piero Calamandrei)

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ilMaestro gennaio-febbraio 2020 numeri 1-2 11

La “stagione” dell’Autonomianel nostro Paese ha significatouna rottura della tradizione sco-lastica in quanto ha promossouna struttura cui affidare com-piti impostati non sulla puratrasmissione del sapere ma sullapartecipazione dei cittadini adun processo di promozionecomplessiva dal basso. L’intro-duzione di spazi interpretativiche possano adeguare la normagenerale alle condizioni partico-lari di cui è pieno il nostro Pae-se, passa attraverso il concetto diAutonomia (che nei decenniprecedenti era relativa all’inse-gnamento della disciplina).

L’art. 21 cambia la natura del-la scuola come organo di tra-smissione del sapere e crea unacentralità della discenza e dellostudio. La scuola viene conside-rata come il luogo dello studiuminteso nell’accezione latina: im-pegno che accarezza l'animo esollecita emozioni. Questo è ilsenso dell’autonomia: dare estre-ma attenzione all'attrattività del-lo studio e dell'apprendimentocreando una cornice di sollecita-zioni e interessi: la norma cheviene attuata deve adattarsi aduna diversità strutturale innega-bile che esiste su tutto il territo-rio del Paese, per cui l’applica-zione deve essere attenta alle va-rie realtà e alla particolarità del-l'umanità dei discenti. L’appren-dimento è un processo comples-so e ognuno apprende a modosuo: ogni discente è diverso e hauna sua preferenza, propensione,una sua simpatia disciplinare, unsuo modo di applicarsi per otte-nere risultati di conoscenza. Leforme dell’insegnamento devonoregistrare l’eterogeneità dellacomposizione del corpo discentein modo che il suo processo di

apprendimento abbia successo:così si crea la vicinanza senti-mentale all’essere umano che staimparando.

La scuola non garantisce il suc-cesso, ma crea le condizioni per-ché i discenti possano trovare ilproprio spazio e sviluppare il pro-prio modello di apprendimento,coinvolgendoli con uso di stru-menti didattici diversificati, arti-colando le forme di accesso alleconoscenze per favorire una par-tecipazione più attiva e consape-vole. La pratica scolastica (attual-mente basata troppo sulla logica),potrebbe cambiare potenziandole varie forme di apprendimentoartistico e allargando l'orizzontedella mente con la creatività.

L’onorevole conclude il suo in-tervento affermando che c’è an-cora tanto da fare per attuarel’art. 21 compiutamente, ma serispetteremo sempre più l’uma-nità degli alunni, cambieremoprofondamente la scuola.

*Maria Grazia Co-lombo presenta ilpunto di vista dei ge-nitori riguardo al-l’Autonomia, intesacome pluralismo del-l'offerta formativa.

Ogni scuola elabo-ra il POF che con-sente ai genitori unascelta consapevole ediventa il punto dicondivisione dell’alleanza edu-cativa: più autonomia e menoburocrazia rendono la scuola at-traente per tutti e per ciascuno,un luogo di collaborazione, disperimentazione e confronto,aperta al pomeriggio per riela-borare ciò che si è imparato,perché “casa idonea” all’appren-dimento. Nella scuola un ruoloparticolare spetta ai genitori, in

quanto forniscono informazionicirca la personalità, gli interessi,lo stato di evoluzione psicofisicae il carattere dei ragazzi. Interlo-quire con i genitori accresce laconsapevolezza professionale deidocenti e anche le loro difficoltàsono una risorsa, se si intendo-no le criticità come occasioniper una alleanza educativa con-sapevole tra famiglia e scuola.

La scuola è il crocevia del plu-ralismo e dell’incontro tra per-sone con diverse posizioni edu-cative, è l’occasione pedagogicaper lavorare insieme. L’educa-zione è un investimento per lacostruzione di una società civilee il dialogo è lo strumento prin-cipale da utilizzare.

*Antonio Mucciaccio, pren-dendo la parola, racconta la suaesperienza vissuta nel periodoiniziale di attuazione dell’auto-nomia, delineando le problema-tiche contenute nella trasforma-zione del profilo del Dirigente

Scolastico con ampi spazi di au-todeterminazione e autodecisio-nalità, ma anche con connotazio-ni amministrativo-giuridiche cherischiano di ridurre la funzionepropulsiva che deve avere un Ca-po d’istituto, se si lascia assorbireda questi aspetti burocratici.

È seguito il dibattito tra i pre-senti e l’autorevole già Ministrodella P.I.

professionalità

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ilMaestro gennaio-febbraio 2020 numeri 1-212

vita aimcesther FloCCo

Fedeltà e gratitudine a Pa-pa Francesco. Impegnati arendere “operativo” il Pattoeducativo: questo il messaggiofinale dell’assemblea della Con-sulta Nazionale delle Aggrega-zioni Laicali (CNAL) che si èsvolta a Roma il 23 novembre2019 con la partecipazione del

Card. Gualtie-ro Bassetti,Presidente del-la CEI. L’as-semblea hainaugurato ilquinquennioappena inizia-to, con la no-mina ed ele-

zione dei membri del nuovoComitato Direttivo e della nuo-va Segretaria Generale, Madda-lena Pievaioli: “Avremo modo didialogare sulle linee programma-tiche e sul lavoro che siamo chia-mati a compiere in risposta almessaggio del Santo Padre per ilpatto educativo globale”. Per laneo Segretaria, è necessario chela CNAL “diventi sempre più,per tutti, un luogo d’incontro,confronto e comunione”.

Il ruolo della CNAL, di cuil’AIMC è componente, è proprioquesto: comunione tra laici asso-ciati nella Chiesa per un dialogosempre più fraterno e costruttivocon i nostri Vescovi, per pro-muovere un modello di laicatoche sappia ricercare l’unità diprogetti e di azioni dell’associa-zionismo cattolico organizzato.

È importante il desiderio chevede nella CNAL, bellissima

realtà di più di 70 Aggregazionilaicali, di essere un luogo di in-contro: “i fratelli si incontrano, ifratelli si confrontano e dialoganotra di loro; luogo di comunioneperché la comunione è il fonda-mento della Chiesa”. Così il Car-dinal Gualtiero Bassetti, Presi-dente della CEI, all’inizio delsuo intervento su “Il ruolo e lamissione del laicato associatonella Chiesa e nella società ita-liana, oggi”, ha sottolineato co-me “la Chiesa è comunione trini-taria, riproposta sulla terra alcammino degli uomini. Dio è Pa-dre, Figlio e Spirito Santo, unacomunione d’amore, che ritrovia-mo nella famiglia; ma la vocazio-ne della Chiesa è quella di essere

una famiglia allargata. Certa-mente nella realtà familiare sia-mo diversi, ma è bene che ci sianotutte queste Associazioni che, incomunione, sono segno di ricchez-za ancora più grande, perché lamolteplicità non fa paura”.

L’Assemblea ha avuto comefilo conduttore l’urgenza della“necessità” di un aiuto recipro-

co: ci si conosce lavorando in-sieme, progettando insieme, ri-spondendo insieme, pur nellaspecificità dei diversi carismi econtributi che si possono darealle sfide che il momento eccle-siale e la situazione storico-cul-turale del nostro Paese stannoponendo al laicato cattolico.

Sono state presentate le lineeprogrammatiche, nate dall’ascolto al Magistero della Chie-sa e al “grido” della nostra so-cietà, a cui sono seguiti il con-fronto assembleare e il lavoronei gruppi.

Al termine, i lavori dell’assem-blea della CNAL hanno dato co-me risultanza la condivisione diquanto proposto dai tavoli in or-

dine al come crescere in comu-nione, sinodalità e collaborazio-ne nello svolgimento della mis-sione affidataci in questo nostro“oggi” per il mondo. Tutte leAggregazioni laicali e le Consul-te diocesane e regionali presenti“avvertono l’esigenza di esprimereal Santo Padre, Vescovo di Romae Successore di Pietro, la loro fe-

Rendere “operativo”il Patto educativo

“Ricostruire il patto educativoglobale perché qualcosa si è rotto.

Ravvivare l'impegno peruna educazione più aperta, inclusiva, capace di ascolto

e di un dialogo costruttivo”. Mons. Zani, segretario della

Congregazione per l’educazione cattolica

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ilMaestro gennaio-febbraio 2020 numeri 1-2 13

vita aimcdeltà, insieme con la gratitudineper il suo Magistero e per la suavita spesa per manifestare l’amoredi Dio al mondo e per il suo impe-gno per la pace, la fraternità e lagiustizia”. Inoltre, si legge nellanota, “si impegnano a vivere e arendere operativo il suo messaggioper il Patto educativo in tutte leassociazioni che rappresentano enei contesti di vita loro propri”.

Trovandoci nell’ultimo annodel decennio guidato dagliorientamenti CEI: “Educare allavita buona del Vangelo” e solle-citati dal messaggio del Papa, si

è proposto ad ogni realtà aggre-gativa di promuovere al suo in-terno una riflessione sui temisuggeriti dal Papa, in modo daevidenziare come risponde, se-condo il suo carisma specifico,alla costruzione di una “uma-nità più fraterna”.

Alcuni spunti dal messaggiodel Papa sembrano significativiper orientare la nostra condivi-sione:

• Il coraggio di mettere alcentro la persona;

• Il coraggio di investire lemigliori energie;

• Il coraggio di formare perso-ne disponibili al servizio dellacomunità.

La scommessa da vincere èproprio sulle Aggregazioni che“insieme” facciano esperienzadi sinodalità, di percorsi condi-visi, di formazione e soprattut-to di impegno, perché è l’unicomodo di procedere per unaChiesa “in uscita”. Il tempoche stiamo vivendo ci sollecitae deve motivarci ad un’ulterio-re collaborazione e fattiva co-munione ecclesiale tra tutti noilaici associati.

THE PATH TO THE GLOBAL COMPACT ON EDUCATION

Il 14 maggio 2020 in Vaticano un incontro mondialeper ravvivare l’impegno con e per le nuove generazioni

“Mai come ora, c’è bisogno di unire gli sforzi in un’ampia al-leanza educativa per formare persone mature, capaci di superareframmentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di rela-zioni per un’umanità più fraterna”. Con queste parole PapaFrancesco spiega la motivazione che ha spinto la Santa Sede apromuovere un evento mondiale che si svolgerà il 14 maggio2020 nell’Aula Paolo VI in Vaticano sul tema “Ricostruire ilpatto educativo globale”.

L’evento sarà preceduto da una serie di seminari tematici,in diverse istituzioni. Si tratta - spiega il Papa - di “un incon-tro per ravvivare l’impegno per e con le giovani generazioni, rin-novando la passione per un’educazione più aperta ed inclusiva,capace di ascolto paziente, dialogo costruttivo e mutua compren-sione”. Il Papa convoca a Roma tutti coloro che, a vario titoloe a tutti i livelli disciplinari e della ricerca, operano nel campodell’educazione e si rivolge in particolare ai giovani affinchépartecipino all’incontro spinti dalla “responsabilità nel costrui-re un mondo migliore”. “Il mondo contemporaneo - dice - è incontinua trasformazione ed è attraversato da molteplici crisi. Vi-viamo un cambiamento epocale: una metamorfosi non solo cul-turale ma anche antropologica che genera nuovi linguaggi e scar-ta, senza discernimento, i paradigmi consegnatici dalla storia”.

Il Papa fa riferimento nel messaggio anche al “vortice dellavelocità tecnologica e digitale” e aggiunge: “ogni cambiamentoha bisogno di un cammino educativo che coinvolga tutti. Per

questo è necessario costruire un ‘villaggio dell’educazione’ dove,nella diversità, si condivida l’impegno di generare una rete di re-lazioni umane e aperte. Un proverbio africano dice che ‘per edu-care un bambino serve un intero villaggio’. Ma dobbiamo co-struirlo, questo villaggio, come condizione per educare”. Il Papaesorta anche a “bonificare il terreno dalle discriminazioni conl’immissione di fraternità, come ho sostenuto nel Documento cheho sottoscritto con il Grande Imam di Al-Azhar ad Abu Dhabi,il 4 febbraio scorso”. Francesco chiama quindi ad “un’alleanzatra tutte le componenti della persona: tra lo studio e la vita; trale generazioni; tra i docenti, gli studenti, le famiglie e la societàcivile con le sue espressioni intellettuali, scientifiche, artistiche,sportive, politiche, imprenditoriali e solidali. Un’alleanza tra gliabitanti della Terra e la ‘casa comune’, alla quale dobbiamo cu-ra e rispetto. Un’alleanza generatrice di pace, giustizia e acco-glienza tra tutti i popoli della famiglia umana nonché di dialo-go tra le religioni”. A tutti chiede “il coraggio di investire le mi-gliori energie con creatività e responsabilità”; “il coraggio di for-mare persone disponibili a mettersi al servizio della comunità”.“Cerchiamo insieme - conclude - di trovare soluzioni, avviareprocessi di trasformazione senza paura e guardare al futuro consperanza. Invito ciascuno ad essere protagonista di questa allean-za, facendosi carico di un impegno personale e comunitario percoltivare insieme il sogno di un umanesimo solidale, rispondentealle attese dell’uomo e al disegno di Dio”.

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ilMaestro gennaio-febbraio 2020 numeri 1-214

vita aimcFrancesca De GioSa

Il 20 gennaio il Presidentedell’Eurispes, Gian MariaFara, ha presentato alle

Autorità e alla stampa i risultatidel RAPPORTO ITALIA 2020.Il Rapporto costruito attorno asei dicotomie, affronta attraversouna lettura duale della realtà,temi che l’Istituto ritiene rappre-sentativi della politica, dell’eco-nomica e della società italiana.

Riportiamo in sintesi, le rifles-sioni relative a tre dicotomie inquanto offrono interessantispunti per approfondire temi più

direttamente collegatialla funzione formativadella scuola.

La visione generale cheemerge dal Rapporto cirimanda l’immagine diuna frattura tra Sistemae Paese, che fatica a ri-comporsi e anzi tende adallargarsi rendendo an-cora più incerta la pro-spettiva del futuro, ali-mentata da una generalesfiducia nei confrontidel Governo, del Parla-

mento e della politica, che inrealtà sono i contesti in cui si ope-rano le scelte. Ne deriva l’urgenzadi attivare una profonda opera di“ricostruzione” materiale e moralefondata sul recupero della respon-sabilità verso sé stessi, i propri fi-gli, il proprio Paese attraversol’ancoraggio della Politica all’etica.L’etica guida l’azione e rende pos-sibile la ricostruzione della dimen-sione relazionale, del rapporto conl’altro da sé.

Per questo, la prima dicotomiapresa in considerazione è quella“comportamenti – valori” due

nozioni che pur essendo costitu-tive della teoria morale, ricadonoin diversi ambiti tra cui il mondodell’educazione, della formazionee dell’istruzione. Attualmente, ilnesso tra valori e comportamentilo si ritrova nell’ecologia e in par-ticolare nella nozione di svilupposostenibile che più di altri con-cetti sembra che raccolga in sé“tensioni, ispirazioni, ideali e va-lori della nostra società e dia vocealle preoccupazioni del mondogiovanile”. Ne deriva come im-pegno per il futuro, la necessitàdi recuperare il tema della respon-sabilità comune attraverso l’as-sunzione di una serie di compor-tamenti, fra i quali il Rapportoindividua quattro in particolare:“cercare di rimettere al centro lanozione di persona; affrontare lefratture della nostra società tra-sformandole in un luogo di te-nuta delle diverse posizioni e diuna dinamica instauratrice delnuovo; ribadire che non si pro-cede mai senza l’ascolto dell’altro,del diverso, del non immediata-mente riconoscibile come mio in-terlocutore alla pari:” La do-manda che ne consegue e che ciinterpella come docenti e comeassociazione è “quale tipo di edu-cazione sia utile alla rigenerazionedella nostra società affinché ilprocesso di rinnovamento , a par-tire soprattutto dall’educazione“porti a far conoscere per faramare, far amare per far operare,e cioè per far servire, servire conamore per coltivare, con amore,in dimestichezza e familiarità in-teriore con il fine della vita”.

La seconda, “creazione/distru-zione” ci induce a riflettere sul

fatto che siamo di fronte ad unacolossale trasformazione culturaleparagonabile a quella del 1968 cheha generato due comportamenti.Da un lato c’è l’atteggiamento dichi guarda il cambiamento standoattento a riconoscere solo le diffe-renze con il passato nel tentativodi dominarlo, dall’altro i nativi di-gitali si preoccupano più di gene-rare che di osservare ciò che accadenon riconoscendo nel movimentoalcun cambiamento semplice-mente perché non conoscono ilprima. Dai secondi giovani, nasceun homo novus che ha qualcheproblema ad accettare l’interme-diazione, quale ne sia la forma,anche se sembra che sulle maceriedelle vecchie, stiano pian pianostiano sorgendo nuove architetturedi intermediazione. Funzionali aquesto scopo sono gli obiettivi del-l’Agenda 2030 che rafforzano l’i-dea di una società nuova e diversaper l’homo novus fondati sullaconvinzione che nessuno può far-cela da solo, per cui occorre rilan-ciare il partenariato globale per losviluppo sostenibile quale stru-mento per curare quella che è lapatologia dell’Uomo contempo-raneo e cioè l’individualismo.

Terza e complessa dicotomia èquella “episteme/doxa”. È la con-traddizione che ci interpella piùdirettamente in quanto la fun-zione educativa si esplicita attra-verso le discipline e cioè la cono-scenza. Nel Rapporto è riportataun’interessante analisi su come la“trasformazione digitale” abbiamodificato la morfologia socialee quindi abbia prodotto l’affer-marsi di una nuova forma socio-culturale che Castells definisce

32° Rapporto Italia

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vita aimc

“virtualità reale” e di cui la scuolain tutti i suoi gradi non può nontener conto.

Con l’avvento del web 2.0 si ènormalizzata la condizione del“sempre connesso” e si è generatoun nuovo sistema operativo so-ciale definito networked indivi-dualism in cui i singoli possonocontare su una varietà e molte-plicità di contatti sociali, ma dif-ficilmente dispongono di una co-munità domestica perché lepersone funzionano più come in-dividui connessi che come mem-bri integrati di un gruppo. Laforza dei legami deboli trova unaforma di attualizzazione nei pro-cessi di relazione che si costrui-scono nei , alla base dei quali sitrovano tre rivoluzioni: quelladelle reti sociali, quella di inter-net e quella della telefonia mo-bile. Questo impianto si sta ra-pidamente modificando pereffetto dell’uso delle piattaformeche hanno un impatto profondosull’insieme delle conoscenze po-sitive e sulle modalità del loroprodursi (episteme), così comesulla diffusione, tracciabilità emessa a valore delle opinioni chesi producono nella rete (doxa).Siamo di fronte ad un cambio diparadigma per cui dalla retecome luogo in cui si riflettono lestrutture sociali, si sta passandoalle piattaforme che produconole strutture sociali nelle quali vi-viamo. Per effetto della datifica-zione (capacità delle piattaformedi trasformare in dati aspetti delmodo finora mai quantificati),stiamo diventando ciò che i no-stri dati dicono che dobbiamoessere. La conseguenza è che la

sfida che il mondo contempora-neo dovrà affrontare a livello diprocessi formativi sarà quello difar acquisire a ciascuno, un sem-pre più elevato livello di consa-pevolezza e di competenza nelcontrollo dell’ambiente comuni-cativo e informativo in cui siamoautomaticamente immersi, percostruire cittadini informati econsapevoli che sappiano con-trollare, e se necessario sottrarsialla visibilità dei propri profilipersonali.

Dall’indagine emerge, almenoa livello percettivo che sta ce-dendo la contrapposizione fra l’e-pisteme, che rappresenta la formadi conoscenza più certa e vera ela doxa, che presidia il campo del-l’opinione, fondata su criteri per-sonali e parametri esperienziali,per lasciare il posto ad una so-vrapposizione dei due piani.

Non a caso stiamo assistendoda più di un decennio ad un pro-cesso di perdita di fiducia rispettoalla conoscenza, al sapere, e airuoli professionali che hanno ilcompito di rappresentarli pub-blicamente e di lavorare alla loroespansione.

Dal sondaggio su “Educazionee istruzione” (scheda 22) emergeche tra le agenzie educative, lascuola è relegata ad un ruolo disecondo piano. Interrogati su qualisiano state le persone o le realtàsociali che maggiormente hannoinfluito sulla loro educazione, gliitaliani hanno attribuito nellamaggioranza dei casi un peso fon-damentale alla famiglia (847%),alle esperienze personali (16,9%),alla lettura (7,2%), mentre solo il6,5% attribuisce alla scuola unarilevanza formativa.

Per quanto riguarda i contenuti,sono in molti a ritenere che debbaessere recuperata nella scuola unamaggiore attenzione per lo studiodella storia. I più giovani riten-gono che sia di maggiore utilitàconcentrarsi sulla storia degli av-venimenti più vicini (52,4%).

Questo spaccato della societàitaliana apre diverse possibilità dilettura della realtà e ci sollecita aricercare soluzioni partendo daun dato fondamentale che èquello di riportare al centro lapersona non come singolo, macome essere in relazione agli altrie al mondo che lo circonda.

ilMaestro gennaio-febbraio 2020 numeri 1-2 15

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