MENSILEdell’AIMC- ssociazione taliana aestri attolici M il ...

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M aestro POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1 COMMA 1 - DCB - ROMA M aestro il MENSILEdell’AIMC- A ssociazione I taliana M aestri C attolici anno LXVII aprile-giugno 2016 numeri 4-6 MENSILEdell’AIMC- A ssociazione I taliana M aestri C attolici Invito alla lettura Appuntamento di verifica e progettazione RAV scuola dell’infanzia Invito alla lettura Appuntamento di verifica e progettazione RAV scuola dell’infanzia

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M E N S I L E d e l l ’A I M C - A s s o c i a z i o n e I t a l i a n a M a e s t r i C a t t o l i c i

anno LXVII aprile-giugno 2016 numeri4-6

M E N S I L E d e l l ’A I M C - A s s o c i a z i o n e I t a l i a n a M a e s t r i C a t t o l i c i

Invito alla lettura

Appuntamento di verificae progettazione

RAV scuola dell’infanzia

Invito alla lettura

Appuntamento di verificae progettazione

RAV scuola dell’infanzia

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ANNO LXVII nn. 4-6 APRILE-GIUGNO 2016

MENSILE DELL’AIMCASSOCIAZIONE ITALIANA

MAESTRI CATTOLICI

DIRETTOREGiuseppe DESIDERI

DIRETTORE RESPONSABILEMariella CAGNETTA

COMITATO DI REDAZIONEItalo Bassotto

Anna Maria BianchiAntonietta D’Episcopo

Sonia ClarisGiovanni PerroneAntonio RoccaSandra SuatoniEmilio Tartaglino

DIREZIONE E AMMINISTRAZIONEClivo di Monte del Gallo, 48

00165 Roma c.c. p. n. 37611001tel. 06634651-2-3-4

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Finito di stampareil 30 giugno 2016

Maestroil

SOMMARIO

in questo numero

C ari soci e amici dell’AIMC, apartire da questo numero lapubblicazione de “il Maestro”

avverrà in forma digitale e sarà possi-bile scaricarla dal sito nazionalewww.aimc.it. La decisione di distribuireesclusivamente on line la “nostra” rivi-sta è stata lungamente “sofferta”, mas’impone a seguito degli evidenti rinca-ri di spese di stampa e spedizione e, piùin generale, dal clima imposto dallaspending review che, inevitabilmente,investe e coinvolge anche la realtà as-sociativa.L’invito che rivolgiamo a tutti e, in par-ticolare, ai responsabili associativi èquello di rendere noto il cambiamentoal maggior numero di soci e accompa-gnare soprattutto coloro che non hannodimestichezza con le nuove tecnologieinformatiche. Sarà inoltre un’occasioneper diffondere più facilmente al di fuoridalla rete associativa la nostra rivistafacendola conoscere ai colleghi, soprat-

tutto più giovani, che difficilmente si sa-rebbero avvicinati alla nostra stampacartacea.In questo numero segnaliamo alcunifuochi d’interesse: ad aprire, l’editoria-le in cui il presidente nazionale posizio-na alcune questioni di politica scolasti-ca; in Spiritualità, l’approfondimento didue passaggi dell’Esortazione apostoli-ca Amoris laetitia, che ci riguardano ecoinvolgono direttamente come profes-sionisti ed educatori cattolici; al centro,nell’inserto, la rendicontazione in… pil-lole della Conferenza nazionale 2016,momento di verifica e progettazione delfuturo associativo; in Vita AIMC, brevinarrazioni di due esperienze significati-ve della vita associativa pugliese.Nell’augurare a tutti un fecondo e rige-nerante periodo di riposo, rinnoviamol’invito a continuare a seguire l’azioneassociativa attraverso il sito e la letturade il Maestro, nella speranza di essereancora una volta al passo con i tempi.

ilMaestro aprile-giugno 2016 numeri 4-6

editorialeRinnovata cooperazioneGiuseppe DESIDERI 3

spiritualitàInvito alla lettura 4

primo pianoEtica e virtù nella vitae nella societàGiovanni PERRONE 5

insertoAppuntamento di verificae progettazioneCONFERENZA NAZIONALE 2016 7

professionalitàRAV scuola dell’infanzia 11

vita aimcVitalità associativaGiusi LANDI 12Settanta candelineper l’AIMC di ConversanoKatia LAPORTA e Rossella MANGIMI 13

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Si chiude un anno scolasticocomplesso, caratterizzatodall’attuazione di alcune

delle previsioni della Legge107/2015. È stato l’anno del-l’immissione in ruolo, con i variturni di “chiamata” per circa cen-tomila precari, del PTOF, delbonus dei 500 euro per la forma-zione, del concorso a cattedrache si sta avviando a conclusio-ne, dell’attribuzione del “pre-mio” al merito in ciascuna istitu-zione statale del nostro Paese,della mobilità “straordinaria”,della “chiamata” diretta dei do-centi da parte dei dirigenti scola-stici, solo per citare le principali.

Lo avevamo previsto, la co-siddetta legge della “buona scuo-la” era destinata a incidere mas-sicciamente sulla scuola italiana,soprattutto sui suoi docenti e di-rigenti. L’intenzione del legisla-tore era questa e così è stato. Ilproblema, come sempre, non ètanto cambiare quanto monito-rare il cambiamento, per valu-tarne l’impatto in termini d’in-novazione e miglioramento, nel-l’ottica non di trasformarsi inCassandre o in ultras, ma per in-dividuare i necessari, inevitabilicorrettivi.

Lo dicemmo, da soli e insie-me a oltre trenta organizzazionidel mondo della scuola, al tempodelle audizioni parlamentari elungo tutto l’iter di approvazionedella legge e negli incontri suc-cessivi: nelle scelte adottate, vierano molti aspetti di criticitàche, inevitabilmente, si sono tra-sformati nei problemi che oggisono sotto gli occhi di tutti.

Come non prevedere, infat-ti, che il sistema di assunzionescaglionato non avrebbe creatodisparità sostanziali di tratta-mento con precari aventi mag-gior punteggio, assunti a centi-naia di chilometri dalla propriaresidenza e colleghi con punteg-gi inferiori che hanno trovatosede vicino a casa. Certo, avereun contratto a tempo indeter-minato, oggi, nel mondo del la-voro è una fortuna, anche se,per molti, è stato il coronamen-to di una “gavetta” ultradecen-nale e, si sa, che i posti disponi-bili sono maggiormente al Nordmentre i precari sono in preva-lenza al Meridione.

Alcuni correttivi, però, pote-vano, anzi dovevano, essere pre-visti in modo da ridurre al mini-mo le situazioni che stiamo os-servando con famiglie che do-vranno vivere “separate” da cen-tinaia di chilometri per granparte della settimana.

Come associazione di ispira-zione cristiana non possiamo nonconstatare l’inadeguatezza di talesituazione che ricade inevitabil-mente sui minori coinvolti e che,inoltre, inciderà negativamentesul benessere lavorativo di mi-gliaia di docenti nei prossimi an-ni. Il correttivo delle utilizzazionie degli incarichi annuali non fa,inoltre, che “precarizzare” il pro-getto di vita e di lavoro di moltiimmessi in ruolo.

Di sicuro, però, e va ricono-sciuto merito al Governo, dopotroppi anni di tagli agli organici,finalmente ci sarà immissione dinuova linfa professionale nella

nostra scuola con l’opportunità,da sfruttare al massimo, delle ri-sorse per i l potenziamento.Un’occasione importante per leistituzioni scolastiche, che po-tranno collegare progettualitàpluriennale, competenze profes-sionali disponibili e richieste.

Il concorso che si sta ulti-mando in molte Regioni con laprova orale inserirà nella scuolamolti nuovi colleghi anagrafica-mente giovani. Alle comunitàprofessionali, spetterà il compitodi accoglierli, creando all’inter-no di ogni istituzione scolasticail giusto mix tra tradizione,esperienza e innovazione. Ai di-rigenti scolastici toccherà il deli-cato compito di essere registidella progettualità e custodi del“clima” professionale della pro-pria scuola, gestendo con com-petenza ed equilibrio gli spazi didecisionalità che la dirigenzacomporta, ampliati dalla Legge107/2015.

“Premialità”, bonus dei cin-quecento euro per la formazionee definizione dell’obbligo di for-mazione in servizio per tutti idocenti sono tutti aspetti che,una volta andati a regime, po-trebbero efficacemente incideresulla qualità dell’insegnamentoe sull’offerta formativa, tesa alsuccesso scolastico di tutti e pertutti.

Per far sì che ciò veramentesi realizzi c’è, però, bisogno diuna rinnovata cooperazione tradecisore politico, ministero, or-ganizzazioni sindacali e associa-zionismo professionale. ComeAIMC siamo decisi a proseguirenel nostro impegno.

Rinnovata cooperazione

ilMaestro aprile-giugno 2016 numeri 4-6

editorialeGiuseppe DESIDERI

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ilMaestro aprile-giugno 2016 numeri 4-6

L’ Esortazione apostolica post-sinodale “Amoris laetitia” (La gioia dell’amore) ai vescovi, ai presbiteri e ai diaconi, alle personeconsacrate, agli sposi cristiani e a tutti i fedeli laici “sull’amore nella famiglia”, datata non a caso 19 marzo, Solennità di SanGiuseppe, raccoglie i risultati di due Sinodi sulla famiglia indetti da Papa Francesco nel 2014 e nel 2015, le cui relazioni

conclusive sono largamente citate, insieme a documenti e insegnamenti dei suoi Predecessori e alle numerose catechesi sulla famiglia dellostesso Papa Francesco. Tuttavia, come già accaduto per altri documenti magisteriali, il Papa si avvale anche dei contributi di diverseConferenze episcopali del mondo (Kenya, Australia, Argentina,…) e di citazioni di personalità significative come Martin Luther King oErich Fromm. Particolare una citazione dal film “Il pranzo di Babette”, che il Papa ricorda per spiegare il concetto di gratuità.

Da un rapido esame dei suoi contenuti è possibile comprendere che l’Esortazione apostolica Amoris laetitia intende ribadire con forzanon l’”ideale” della famiglia, ma la sua realtà ricca e complessa. Vi è nelle sue pagine uno sguardo aperto, profondamente positivo, che sinutre non di astrazioni o proiezioni ideali, ma di un’attenzione pastorale alla realtà.

Il documento è denso di spunti spirituali e di sapienza pratica utile a ogni coppia umana o a persone che desiderano costruire una fami-glia. Si vede soprattutto che è stato frutto di esperienza concreta con persone che sanno per esperienza che cosa sia la famiglia e il vivere in-sieme per molti anni. L’Esortazione parla infatti il linguaggio dell’esperienza.

Nel rivolgere a tutti e a ciascuno l’invito alla lettura e all’approfondimento dell’intero documento, presentiamo due passaggi che appaio-no tra i più significativi e degni di particolare attenzione per noi professionisti, impegnati nel quotidiano fare scuola.

CAPITOLO TERZO - LO SGUARDO RIVOLTO A GESÙ: LA VOCAZIONE DELLA FAMIGLIA (…)La trasmissione della vita e l’educazione dei figli (…)

84. I padri hanno voluto sottolineare anche che “una delle sfide fondamentali di fronte a cui si trovano le famiglie oggiè sicuramente quella educativa, resa più impegnativa e complessa dalla realtà culturale attuale e della grande influenza deimedia”.94 “la chiesa svolge un ruolo prezioso di sostegno alle famiglie, partendo dall’iniziazione cristiana, attraverso comu-nità accoglienti”.95 Tuttavia mi sembra molto importante ricordare che l’educazione integrale dei figli è “dovere gravissi-mo” e allo stesso tempo “diritto primario” dei genitori.96 non si tratta solamente di un’incombenza o di un peso, ma anchedi un diritto essenziale e insostituibile che sono chiamati a difendere e che nessuno dovrebbe pretendere di togliere loro.Lo stato offre un servizio educativo in maniera sussidiaria, accompagnando la funzione non delegabile dei genitori, chehanno il diritto di poter scegliere con libertà il tipo di educazione – accessibile e di qualità – che intendono dare ai figli se-condo le proprie convinzioni. La scuola non sostituisce i genitori bensì è ad essi complementare. Questo è un principiobasilare: “qualsiasi altro collaboratore nel processo educativo deve agire in nome dei genitori, con il loro consenso e, inuna certa misura, anche su loro incarico”.97 tuttavia “si è aperta una frattura tra famiglia e società, tra famiglia e scuola, ilpatto educativo oggi si è rotto; e così, l’alleanza educativa della società con la famiglia è entrata in crisi”.98 (…)

CAPITOLO SETTIMO - RAFFORZARE L’EDUCAZIONE DEI FIGLI (…)La formazione etica dei figli

263. Anche se i genitori hanno bisogno della scuola per assicurare un’istruzione di base ai propri figli, non possono maidelegare completamente la loro formazione morale. Lo sviluppo affettivo ed etico di una persona richiede un’esperienzafondamentale: credere che i propri genitori sono degni di fiducia. Questo costituisce una responsabilità educativa: con l’af-fetto e la testimonianza generare fiducia nei figli, ispirare in essi un amorevole rispetto. Quando un figlio non sente più diessere prezioso per i suoi genitori nonostante sia imperfetto, o non percepisce che loro nutrono una preoccupazione sinceraper lui, questo crea ferite profonde che causano molte difficoltà nella sua maturazione. Quest’assenza, quest’abbandono af-fettivo, provoca un dolore più profondo di un’eventuale correzione che potrebbe ricevere per una cattiva azione. (…)

94 relatio synodi 2014, 60. 95 ibid., 61. 96 codice di diritto canonico, c. 1136; cfr codice dei canoni delle chiese orientali, 627. 97 pontificio consiglio per la famiglia,sessualità umana: verità e significato (8 dicembre 1995), 23. 98 catechesi (20 maggio 2015): l’osservatore romano, 21 maggio 2015, p. 8.

Invito alla letturaDall’Esortazione apostolica postsinodale di Papa Francesco

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spiritualità

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primo piano

ilMaestro aprile-giugno 2016 numeri 4-6 5

Giovanni PERRONE

Etica e virtù nella vitae nella societàUn’utopia, una speranza, un impegno

C he appetito hai? Secon-do Aristotele l’appetitorappresenta la naturale

tendenza che spinge ogni uomo arealizzare ciò che egli ritiene “be-ne”. Il concetto di bene è stretta-mente connesso al modo d’inten-dere la vita e di porsi nei con-fronti degli altri.

Il recente studio dell’Ocse –Trust in Government – analizzan-do comparativamente la situazio-ne di 29 Paesi nel mondo nei ri-guardi della corruzione, evidenziala necessità che, sin dai primi an-ni di vita, si insegni e si facciaesercitare l’etica della buona citta-dinanza. A tal proposito, purtrop-po, la situazione italiana non ri-sulta tra le migliori. Perciò il rap-porto richiama la responsabilitàdi tutte le istituzioni deputate adaver cura della crescita dei buonicittadini. Anche i cittadini, però,debbono sapersi prender cura del-le istituzioni. Infatti, sovente, so-no i cittadini non virtuosi cherendono le istituzioni vuote di va-lore e ricche di malaffare.

Il vivere eticamente è il “pren-dersi cura di sé, degli altri, delleistituzioni” (P. Ricoeur). La capa-cità di prendersi cura si maturasin dalla nascita, grazie all’impe-gno e all’esempio di educatori-ac-compagnatori e al vivere in am-bienti che favoriscono l’eserciziodelle virtù.

L’etica della cura interagiscecon l’etica della giustizia grazie aun’idea di bene (il cosiddetto be-ne comune) che accomuna l’io el’altro. È la disponibilità a “esserepronti” a migliorare se stessi e afarsi carico dell’altro, accompa-gnandolo sulla via del bene, checaratterizza l’agire con cura.

L’altro non è solo la singolapersona, ma è anche la comunità,l’associazione, l’istituzione, ilgruppo.

Non c’è vita etica senza l’eser-cizio delle virtù. Mi riferisco allevirtù umane e civiche che beneinteragiscono con quelle promos-se dalla religione e favoriscono lamaturazione del “buon cittadinoe del buon cristiano”. “La virtù,

infatti, è una disposizione abitua-le e ferma a fare il bene.

Le virtù umane sono attitudiniferme, disposizioni sta-bili, perfezioni abitualidell’intelligenza e dellavolontà che regolano inostri atti, ordinano lenostre passioni e gui-dano la nostra condot-ta secondo la ragione ela fede. Esse procuranofacilità, padronanza disé e gioia, al fine dicondurre una vita mo-ralmente buona.

L’uomo virtuoso ècolui che liberamentee coscientemente pra-tica il bene. Ogni virtùconsente alla personadi dare il meglio di sé,non soltanto di com-piere atti buoni. Infat-ti, con tutte le proprieenergie sensibili e spi-rituali la persona vir-tuosa tende verso il bene; lo ri-cerca e lo sceglie in azioni con-crete”. Così afferma il Catechi-smo della Chiesa Cattolica.

Alcune virtù hanno la funzionedi cardine; sono dette cardinali: lagiustizia, la fortezza, la prudenza ela temperanza. “Se uno ama lagiustizia, le virtù sono il fruttodelle sue fatiche. Le virtù insegna-no, infatti, la temperanza e la pru-denza, la giustizia e la fortezza”(Sap. 8,7). Attorno a esse gravita-

Ogni ambitodel vivere umano,a cominciare dalla

famiglia, deveessere considerato

e vissuto comespazio educativo,luogo eticamente

fecondo esignificativo, in cuisi nutre l’”appetito”

del bene.L’educazione

deve insegnare,in modo armonico,

a pensare,a sentire bene,

ad accompagnarenel fare, per

realizzare una vitavirtuosa.

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ilMaestro aprile-giugno 2016 numeri 4-66

no le altre virtù, che non sono de-clamate ma vissute, maturate gior-no per giorno, anche nelle piccolescelte e azioni della nostra vita.

Occorre, perciò, promuovere eimplementare l’”appetito” del be-ne. Esso orienta e sostiene nelcompiere scelte di qualità e nelfar diventare il vivere virtuosouno stile di vita. È un buon ap-petito che, sin dall’infanzia, spin-ge ogni persona a diventare pro-tagonista e a spendersi per cresce-re e far crescere in maniera etica-mente corretta.

A proposito di appetito, pensometaforicamente a un ristoranteche riempie la strada di buoniprofumi, presenta piatti che sti-molano occhi, pancia e cervello,che offre anche la possibilità diimparare a cucinare piatti preli-bati e, nel contempo, coinvolge iclienti nel mettere a frutto ciòche sanno fare. L’esempio, l’ap-prezzamento e il fraterno accom-pagnamento trascinano verso ilbene.

Ogni istituzione, a partire dallafamiglia, deve essere consideratae vissuta come spazio educativo,

luogo eticamente fecondo e si-gnificativo, ove ci si nutre di attivirtuosi.

La stessa attenzione alla lega-lità, oggi sovente richiamata emanifestata, non ha valore se nonè strettamente connessa alla virtùdella giustizia e al concreto equotidiano impegno perché lagiustizia sia il modo naturale diessere e di agire di ogni persona edi ogni istituzione. Occorre,però, un maggiore e condivisoimpegno per garantire a tutti unabuona educazione; un’alleanzaeducativa che accomuni famiglie,scuola, istituzioni civili ed eccle-siali, associazioni e movimenti.

Papa Francesco, a tal proposito,insiste parecchio sulla necessità dieducare al buono, al bello e al ve-ro. Ha più volte affermato che “cisono tre linguaggi: il linguaggiodella testa, il linguaggio del cuore,il linguaggio delle mani.

L’educazione deve muoversi suqueste tre strade: insegnare apensare, aiutare a sentire bene eaccompagnare nel fare. Occorre,cioè, che i tre linguaggi siano inarmonia; che il bambino, il ra-gazzo pensi quello che sente e chefa, senta quello che pensa e che fae faccia quello che pensa e sente.Così, l’educazione diventa inclu-siva perché tutti hanno un posto;inclusiva anche umanamente. So-no buone indicazioni per una vi-ta virtuosa.

Siamo tutti chiamati a profu-mare di virtù, in modo che ilbuon profumo riempia case,scuole, istituzioni e aiuti ciascunoa maturare quella cittadinanza at-tiva necessaria a star bene e a ri-solvere i complessi problemi delnostro tempo. Un augurio: Chesi eviti ogni sorta di tiepidezza,devianza o anoressia etica. Il no-stro appetito sia sempre di qua-lità perché bello, buono e vero!

Luigina Mortari e Valentina Mazzoni,LE VIRTÙ A SCUOLAQUESTIONI E PRATICHEDI EDUCAZIONE ETICAEdizioni Cortina

Verona 2014, pp. 142

C’é spazio per le virtù nel quotidiano familiaree scolastico? Ci può essere educazione senzaeducazione etica? Che cosa intendiamo per virtùed etica?

L’educazione etica è una direzione essen-ziale del processo educativo. Tutti ne siamo con-vinti. Però sulle “cose” essenziali spesso mancal’attenzione e l’impegno nei percorsi educativi.C’è un’anorresia virtuosa che sovente danneggia l’integrale crescita delle per-sone. Dietro ai frequenti richiami affinché piccoli e grandi si comportino bene, ta-lora c’è un deleterio vuoto valoriale e perciò la difficoltà delle virtù a radicarsi e amaturare adeguatamente. Il testo – curato dalle professoresse Luigina Mortari eValentina Mazzoni (Università di Verona) – documenta una ricerca educativa plu-riennale sull’educazione alle virtù: si racconta l’esperienza euristica, si presentanoi metodi e gli strumenti di ricerca, si discutono i dati raccolti.

La ricerca è il prodotto congiunto di un dialogo continuo tra bambini e bam-bine, maestre e ricercatrici che insieme hanno dato forma a una participatory in-quiry.

Consigliamo vivamente la lettura del libro a tutti gli educatori, genitori com-presi. Infatti il testo, di piacevole lettura, coniuga opportunamente riflessione edu-cativa ed azione pratica.

Siamo, infatti, convinti che l’educazione alle virtù sia un’urgenza per l’interasocietà.

primo piano

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inserto

LA RETE ASSOCIATIVA: LABORATORIO DI RELAZIONIE DI CRESCITA PROFESSIONALECristina Giuntini, segretaria nazionale

Come ogni anno, viviamo quest’appuntamento naziona-le per riflettere sulla situazione associativa e per delinearelinee progettuali da proiettare nel futuro associativo. Sindal titolo emerge una scelta di fondo: “sporcarsi le mani”nell’esserci nelle relazioni e nella riflessività professionale.La Conferenza nazionale 2016 intende approfondire il va-lore dell’Associazione a partire da questa prospettiva. (…)

Riflettere sulla situazione associativa: partiamo dalla ri-flessione sulla situazione associativa attraverso la restitu-zione dei dati delle adesioni, degli esiti delle conferenzeregionali e dalla presenza alle iniziative nazionali.

Dal prospetto delle adesioni 2015 è possibile evidenzia-re che, grazie a una serie di variabili in gioco, è cessata laflessione costante che annualmente si registrava. (…)

Il planning delle attività quest’anno ha previsto di focaliz-zare l’attenzione su poche iniziative nazionali per privilegiareil rafforzamento interno. È stata registrata una notevole par-tecipazione al Convegno nazionale su “70 anni dell’AIMC”e al Giubileo della Misericordia dei maestri dell’AIMC.

Buon esito ha avuto la scuola di formazione associativanazionale (SFAN) che, in questo secondo anno, ha previ-sto momenti di “rilancio” e presenza dei partecipanti al-l’interno di incontri nazionali (v., per esempio, questa Con-ferenza nazionale).

Si è dato avvio anche a un’esperienza di formazione deiformatori con percorsi seminariali sulle tematiche dellecompetenze e dell’inclusione. Soddisfacente partecipa-zione di referenti delle realtà regionali a momenti formativi

sulla gestione della formazione nei territori per rafforzarel’autonomia territoriale e la propria progettualità.

Delineare linee progettuali per il futuro associativo: unascelta di fondo è pensare la progettazione a partire dagliinput del Convegno ecclesiale di Firenze e provare ad ap-plicare i “verbi”, le azioni che hanno guidato la riflessionealla realtà associativa, per scoprire punti di forza e di de-bolezza e guardare avanti. In sostanza, approfondire: - uscire-abitare: significato dell’abitare oggi l’Associazio-

ne e di operare all’interno e all’esterno di essa; elementid’attenzione in ambito professionale;

- annunciare-educare: la visione educativa dell’AIMC; l’a-gire dell’AIMC negli ambiti educativo, sociale, ecclesiale;

- trasfigurare: il cambiamento e il rinnovamento nell’AIMCtra identità e storia associativa, necessità del presente,sguardo al futuro; il ruolo dell’AIMC nella Chiesa e per lapastorale scolastica. (…)

ABBIAMO INIZIATO INSIEME UN PERCORSO...Giuliana Paterniti Baldi, partecipante alla SFA nazionale

L’altra voce che ha completato l’introduzione alla Confe-renza nazionale è stata quella di una partecipante alla SFAnazionale, percorso formativo che ha creato legame, retein senso concreto e ha disseminato nei territori vitalità emotivazione. L’esperienza presentata ha messo in luce ilcoraggio di affrontare i vari contesti, adottando nuovi mo-delli di comunicazione e di interazione.

(…) A dicembre 2014, la SFAN è stata avviata come le altrescuole che, in 70 anni di vita associativa, sono state realizzatecon l’intento di formare i nuovi responsabili associativi.

Di nuovo siamo stati protagonisti, anche quest’anno, della Conferenza nazionale, che si è tenuta a Roma il 14 e 15maggio u.s. Le pagine dell’inserto ripercorrono, se pur in estrema sintesi, la scansione dei lavori ricca e articolata,riportando stralci dell’introduzione svolta a due voci della segretaria nazionale e da una partecipante alla, gli esiti deitre gruppi di lavoro, suggestioni dall’intervento del presidente nazionale. Senza nascondere le difficoltà oggettive chela scuola e l’Associazione stanno vivendo, dalla Conferenza è emerso con forza quanto sia importante, oggi più chemai, consolidare il tessuto associativo per affrontare la sfide dei nuovi contesti scolastici e “dare valore” a una pro-fessione che cambia.

ilMaestro aprile-giugno 2016 numeri 4-6 7

CONFERENZA NAZIONALE 2016

APPUNTAMENTO DI VERIFICAE PROGETTAZIONE

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A maggio 2015, qualcosa è cambiato: all’interno delgruppo coeso sono nate belle amicizie e, soprattutto, èemersa in ciascuno la grande voglia di “mettersi in gioco”per far crescere l’Associazione.

È sorto così un gruppo su facebook: ci sentiamo e ciconsultiamo tramite whatsapp ed email, intuiamo l’impor-tanza del “fare rete” per scambiarci esperienze e strategieeducative, confrontandoci sia sulla didattica sia a livelloassociativo. Ci aggiorniamo,inoltre, sulle attività delle va-rie sezioni, scambiandoci icontatti di vari relatori per al-cuni corsi interessanti e, infi-ne, sentiamo forte il bisognodi stare insieme in allegria,coinvolgendo tutti e metten-do a disposizione le nostrecompetenze. (…)

Durante tutto il percorsoabbiamo intuito quanto siaimportante promuovere lapartecipazione attiva all’As-sociazione. L’urgenza è –permettetemi un accosta-mento visto che ultimamentesi parla spesso di didatticainclusiva – non lasciare indie-tro nessuno. Per l’Associa-zione, vuol dire trovare le pa-role chiave per realizzare al-leanze associative e parteci-pazione attiva sul territorioallo scopo di rafforzare i le-gami nella comunità profes-sionale e associativa.

IL RILANCIODELL’AIMC PER LACRESCITA PROFESSIONA-LE E SOCIALE

Esiti dai lavori di gruppoCome da programma, par-

te integrante della Conferen-za sono stati i lavori di grup-po. Utilizzando schede ap-positamente predisposte especifiche domande aperte,sono stati messi in relazioneil Documento programmati-co del XX Congresso nazio-

nale AIMC e i materiali del Convegno ecclesiale di Firen-ze. Di seguito, sono riportati gli esiti dell’elaborazione deigruppi.

Gruppo 1. Uscire-AbitareFinalità: contestualizzare alcune delle “cinque vie verso l’u-

manità nuova”, tenendo in considerazione l’esperienza as-sociativa e la professionalità docente.

ilMaestro aprile-giugno 2016 numeri 4-68

inserto

TABELLA 1

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ilMaestro aprile-giugno 2016 numeri 4-6 9

Cosa vuol dire per il grup-po uscire/abitare? Usciredagli schemi in quanto lanovità sta fuori di noi, manello stesso tempo abitiamoil luogo dove giochiamo lanostra vita; mettersi in giocoe al servizio degli altri perdiffondere lo stile AIMC.

Premessa: la scuola del-l’autonomia è la scuola dellacomunità di cui i soci AIMCsono parte integrante. Dalgruppo emergono le consi-derazioni e proposte espo-ste nella tabella 1.

Gruppo 2.Annunciare-Educare

Finalità: contestualizzarealcune delle “cinque vie ver-so l’umanità nuova” tenendoin considerazione l’esperien-za associativa e la profes-sionalità docente.

Dopo le presentazioni, ilgruppo ha improntato la di-scussione su quanto avevacolpito nella relazione dellaSegretaria nazionale. Ci si ètrovati concordi nel partiredallo “stile”, declinato sia alivello singolo sia collegiale(nell’Associazione e nellaprofessione), rivolgendo l’in-teresse a soggetti e oggettidell’”annuncio educativo”.

Tra i contenuti della profes-sione è stata sottolineata l’im-portanza dell’innovazione,come si evince dalla tabella 2.

Gruppo 3. TrasfigurareFinalità: contestualizzare

alcune delle “cinque vie ver-so l’umanità nuova” tenendoin considerazione l’esperien-za associativa e la professio-nalità docente. Il gruppo do-po un’approfondita discus-sione è pervenuto alla sintesiproposta nella tabella 3.

TABELLA 2

TABELLA 3

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ilMaestro aprile-giugno 2016 numeri 4-610

CONCLUSIONI E PROSPETTIVE DI SVILUPPOGiuseppe Desideri, presidente nazionale

Il presidente nazionale ha concluso la Conferenza 2016rilanciando alcuni punti focali emersi dagli input iniziali edai gruppi di lavoro. Non ha nascosto le difficoltà che af-fliggono l’odierno fare scuola e, di conseguenza, la vitaassociativa, ma di fronte alla tentazione di abbandonareil campo per la complessità del presente, ha ribadito lanecessità di recuperare il senso del nostro spendercinell’impegno scolastico-associativo. L’AIMC conserva at-tualità e originalità; oggi più che mai è importante rinfor-zare il tessuto associativo per affrontare le sfide dei nuo-vi contesti scolastici per dare valore a una professioneche cambia.

(…) Sono emerse tantissime cose: questa è la ricchezzadella nostra Associazione, la ricchezza di quando ci siconfronta e ci si riunisce. Ciò che è chiaro è che, oggi,abbiamo una sfida di fronte a noi e questa sfida qual è? Èquella di divenire quello che già siamo!

Questo è uno dei motivi per cui l’AIMC è nata: stare vi-cino ai colleghi, accogliere i nuovi, formare i futuri inse-gnanti, sostenere chi ha l’incarico di dirigente scolastico,“fare rete” all’interno dell’Associazione, fra docenti, frascuole e con altri soggetti – aggregazioni laicali, Enti loca-li, altre associazioni ed enti –; essere presenti nei tavoli dipastorale scolastica, essere attenti al profilo del docente edel dirigente, all’aspetto e alla connotazione etica e, quin-di, deontologica della professione. (…)

Qual è il problema? È il confronto tra quello che do-vremmo e vorremmo essere e ciò che siamo concreta-mente. È l’azione, il “fare”, la vera differenza fra il dichiara-si AIMC e l’essere AIMC.

Vogliamo fare rete? Usciamo dal nostro spazio, con-frontiamoci, proponiamo all’altro collega: “Vuoi fare reteinsieme a me?”. Ciò implica smussare alcune asperità,trovare un livello in cui si legano le attese dell’altro alletue. Probabilmente, non saranno sempre le stesse, maper fare rete si deve stare insieme, mettendo in comuneattese, risorse e aspettative.

(…) C’è scritto nel nostro Statuto: “Essere vicino agli al-tri soprattutto nel percorso di avvicinamento e di entratain professione”. Un’affermazione carica di un valore eticoaltissimo, nel senso che da docenti e da associazioneprofessionale abbiamo il dovere di aiutare i nostri colleghiche entrano nella scuola. Assistiamo, oggi, a un’immissio-ne “epocale”, che sembra quasi un’immigrazione conti-nentale che ci interpella in tale senso. (…) Attenzione,però, non scambiamo automaticamente la scuola per unacomunità professionale, non è così. Mettere venti docenti

insieme non significa avere una comunità professionale;venti, cinquanta, cento docenti insieme anche pervent’anni non costituiscono una comunità professionalecon delle caratteristiche specifiche.

(…) Dobbiamo essere un’AIMC in… movimento, noncome slogan – ognuno dei tre gruppi ne ha scelto uno: ungruppo “Parola d’ordine: lo stile”, l’altro “Essere in aula” e“Sostare nel conflitto” e un altro “Insegnanti che salvano”.

(…) Sapete cosa ci manca? Ci manca il coraggio, quelloche avevano i nostri padri costituenti. Coraggio che faspecchio con entusiasmo, con motivazione. Ci vuole co-raggio, perché andare verso l’altro implica grande corag-gio, che non è da tutti. Infatti, su settecentomila docentiquelli iscritti in associazioni professionali sono lo O,...(comprendendo AIMC, UCIIM, CIDI, MCE e tutte le altreassociazioni).

Coraggio, entusiasmo e motivazione: sono queste letre parole d’ordine. Non basta scrivere il documento piùbello, ma occorre testimoniare ogni giorno quello cheraccontiamo… non possiamo fermarci alle dichiarazionid’intenti.

La tematica: anche in questo caso dobbiamo avere co-raggio. Tutte le maggiori associazioni ogni anno lancianola tematica dell’anno sociale, secondo una modalità ag-gregativa classica (…) Se dai gruppi è emerso questosuggerimento è perché c’è l’esigenza che ci sia qualcosache faccia da collante sul lavoro non sulle idealità (…)

Cambiamento, innovazione, ottimizzazione, sì, miglio-ramento; ma se si cambia solo per cambiare e non permigliorare non so fino a che punto vale la pena. Il cam-biamento è legato al miglioramento di ciò che si può mi-gliorare.

Come AIMC possediamo un patrimonio costruito in set-tant’anni di vita vissuta. Se oggi siamo qui con diverse re-sponsabilità associative, è perché c’è stato qualcuno pri-ma di noi che ha costruito quello che abbiamo. É neces-sario partire dai punti di forza, che possono essere copertianche da un pochino di polvere, anzi in qualche partepossono essere ricoperti da molta polvere. (…)

Qual è l’impegno per l’anno prossimo? Che non bastiquesta sala per contenere i partecipanti alla Conferenzanazionale 2017 (…) È necessario uscire fuori dagli schemi,sporcarci le mani, dedicare anche un minuto al giorno etentare di “essere” AIMC, perché il messaggio di oggi –almeno così l’ho recepito – è: “Siamo AIMC e facciamol’AIMC”. Leviamoci la polvere di dosso, prendiamo corag-gio, recuperiamo motivazione, sorriso sulla faccia e uscia-mo fuori.

Coraggio, via... facciamo l’AIMC!

inserto

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professionalità

RAV scuola dell’infanzia

RAV scuola dell’infanzia per l’avvio di procedure sperimentali rispettose della specificità del segmento educativoil Coordinamento nazionale per le politiche dell’infanzia incontra l’Invalsi e il gruppo tecnico. I criteri per lascelta delle scuole devono sostenere la qualificazione dell’offerta educativa.

Il Coordinamento nazionale per le politiche dell’Infanzia e della sua Scuola ha partecipato, il 23 mag-gio u. s., ad una riunione presso la sede Invalsi: presenti, tra gli altri, il direttore Paolo Mazzoli, Cristi-na Stringher ricercatrice presso l’Invalsi, Giancarlo Cerini, Rossana Cuccurullo e Franca Rossi quali

componenti del gruppo di lavoro attivato presso l’Invalsi e, per il Miur, la dott.ssa Maria Rosa Silvestro.L’incontro a carattere operativo ha avuto come oggetto l’avvio della sperimentazione di

uno specifico Rapporto di Auto Valutazione (RAV) riferito alla Scuola dell’Infanzia, nell’am-bito del più ampio percorso di autovalutazione avviato dal 2014 in tutte le istituzioni scola-stiche all’interno del quale anche la scuola dell’infanzia dovrà trovare una propria specificacollocazione.

Un’apposita nota Miur prevista per giugno annuncerà l’avvio di una fase preliminare di ri-levazione da realizzarsi nella prima quindicina di settembre 2016 in forma di consultazioneper raccogliere dati e informazioni sulle Scuole dell’infanzia, inserite in istituzioni scolastichestatali, pubbliche e paritarie, finalizzata a rilevare suggerimenti e contributi degli insegnantiin merito al prototipo di modello RAV elaborato dall’Invalsi.

Successivamente, nel corso della prima parte dello stesso anno scolastico 2016-2017 partirà la fase speri-mentale che coinvolgerà circa 450 scuole, selezionate sulla base di criteri tali da soddisfare una duplice esi-genza: la “casualità” del campione, garanzia della sua attendibilità scientifica e, al tempo stesso, l’opportu-nità di raccogliere adesioni di scuole motivate e supportate da pregresse significative esperienze.

Il Coordinamento, a tale riguardo, sottolinea la rilevanza di due aspetti fondamentali:- la valorizzazione della Scuola dell’infanzia come parte del sistema di istruzione a tutti gli effetti (ribadi-

ta in via definitiva dalle Indicazioni nazionali);- l’elaborazione di strumenti e modalità di valutazione coerenti con il modello pedagogico e la specificità

della Scuola dell’Infanzia: tra questi, prioritariamente, osservazione e documentazione come passaggi ine-ludibili verso una valutazione autenticamente formativa, quale deve essere in questo segmento del sistemadi istruzione.

Il Coordinamento è impegnato ad accompagnare con propri contributi il percorso istituzionale, anchecon specifiche proposte in merito ai criteri per l’individuazione delle scuole, l’avvio della sperimentazione,la sua implementazione e l’attuazione a regime.

Particolare attenzione, a parere del Coordinamento, va riservata a quelle istituzioni scolastiche che giàrealizzano o intendano realizzare progetti di costruzione del curricolo verticale, nell’ottica 3-16 e oltre, va-lorizzando lo scambio professionale sistematico tra i docenti dei diversi segmenti del sistema scolastico, invista di una reale continuità educativo-didattica.

L’invito che il Coordinamento rivolge alle istituzioni scolastiche è quello di partecipare attivamente allafase della consultazione, per offrire suggerimenti e indicazioni che scaturiscano dalla diretta esperienza pro-fessionale degli insegnanti della Scuola dell’infanzia, i quali, anche in collaborazione con i colleghi degli al-tri gradi di scuola, si confrontano con le difficoltà dell’odierno “fare scuola”.

Il Coordinamento nazionale per le politiche dell’infanzia e della sua scuola

L’AIMC sta seguendo all’interno del Coordinamento nazionale per le politiche dell’infanzia e della sua scuolail Rapporto di Autovalutazione (RAV) per la scuola dell’infanzia, considerando quest’occasione preziosa perrafforzare, anche in funzione della delega 0-6, l’appartenenza di questo primo segmento al sistema scolasticoitaliano nazionale, così come testimoniato dal documento che segue.

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vita aimc

L’educazione, condizioneessenziale dell’essere edella vita, è oggi la sfida

fondamentale della scuola? Comele nostre idee di essere, di vita, dieducazione, di scuola si trasfor-mano in progettualità condivise ein azioni concrete?

Tentare di trovare risposta aquesti interrogativi è stato l’am-bizioso obiettivo della Conferen-za regionale dell’AIMC Puglia sul

tema “L’AIMC peruna scuola dell’esseree della vita”, che si èsvolta domenica 17aprile u.s. presso ilCentro di spiritualità“Madonna della No-va” a Ostuni, indettadal Consiglio regiona-le come “occasione dipresenza, valutazione,indirizzo” (Statuto,art. 20).

Le risposte sono sta-te cercate “ripercor-rendo”, a cura del pre-sidente regionale, Pao-lo Centomani, il temadel Convegno eccle-siale nazionale di Fi-renze “In Gesù Cristo,

il nuovo umanesimo”, per com-prendere il ruolo e l’impegno dellaicato cattolico nella scuola enella professione.

La Conferenza regionale è sta-ta pensata come luogo privilegia-to di progettualità e, quindi, par-ticolare attenzione è stata data al-la metodologia di lavoro, capacedi cogliere suggestioni, proble-

matiche, esigenze provenientidalle sezioni, affidando al relatoreil compito di fare sintesi e tra-sformare le stesse in linee di pro-getto e di azione.

Attraverso narrazioni, testimo-nianze, suggerimenti e raccoman-dazioni i presenti, suddivisi in tregruppi di lavoro, sono stati invi-tati a riflettere, seguendo alcunedomande-stimolo. L’idea è statadi partire da tre diverse posizionidi educazione e saggiare quanto idocenti tengano sempre presente,sullo sfondo delle loro azioni,un’idea di umanesimo cristiano,vale a dire quanto il tecnicismo eil fare prevalgano sulla formazio-ne della persona che si ispira aivalori civili e cristiani.

A orientare e approfondire ilrisultato del lavoro dei gruppi so-no intervenuti Lina Chionna, so-cia dell’AIMC di Putignano edocente universitaria e donAdriano Miglietta, assistente re-gionale.

La prima ha magistralmentedelineato un percorso ermeneuti-co, guidando l’assemblea in uncammino riflessivo verso un nuo-vo umanesimo, partendo dall’esi-genza di ribadire la centralità del-l’umano, colto nella sua capacitàdi vivere in modo armonico nelladuplice dimensione dell’altro edell’oltre, sfuggendo al rischiodell’autoreferenzialità rivenientedall’idea del “Prometeo scatenatoe onnipotente” di H. Jonas, ine-briato dalle possibilità della tecni-ca. Ogni tratto della via da intra-prendere è stata proposta comefrontiera, come soglia che “portaverso”, spazio di incontro e didialogo, poiché la scuola stessa,luogo della nostra professione, ri-schia di trasformarsi in periferiaesistenziale, in cui l’educazionesfugge, fagocitata dalle pretesedella società della tecnica e dellaconoscenza le cui logiche rischia-no di prevalere, schiacciando lasocietà dell’essere. Per percorrere

Giusi LANDI

Vitalità associativaL’AIMC per una scuola dell’essere e della vita

Dalla Puglia, ilresoconto di due

iniziative chetestimoniano la

vivacità e la ricchezzadella vita associativa.

Si tratta dellaconferenza regionalee del convegno peri 70 anni dell’AIMC

conversanese,Due occasioni perapprofondire temi

emergenti, farememoria di un passato

ancora attale, farvivere e progredire

l’esperienzaassociativa.

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vita aimcla strada del nuovo umanesimo,che riporti verso l’idea di una so-cietà dell’essere, il Convegno ec-clesiale di Firenze ha indicato cin-que vie: uscire, annunciare, abita-re, educare trasfigurare, azioni chenon si accostano semplicementel’una all’altra, ma s’intersecano,trasformando la vita. L’educarediventa ponte, lievito del vivere,che attraversa e unisce gli altriquattro verbi, poiché educare èumanizzare. All’interno vi è laforza dell’”abitare”, riletto nella

sua etimologia di habitus=stile divita; dell’”annunciare”, che portaa essere testimoni dell’abitare, per“uscire” e “trasformare” l’esistenzaumana.

L’assistente regionale, donAdriano Miglietta, ha dato voce alverbo “trasfigurare” nella sugge-stione della strada di Emmaus,guidando alla scoperta dell’uomosconosciuto che accompagna silen-ziosamente sul sentiero della vita,anche “quando si fa sera” e il “resta

con noi” diventa preludio alla tra-sfigurazione e al riconoscimento.

Orientati dalla risemantizzazio-ne di questi cinque verbi,l’AIMC deve provare a riscriverele grammatiche dell’educare, im-maginando nuove sintassi, persuperare le frammentazioni diffu-se e ricostruire sensi e significatinelle pieghe dell’attuale normati-va e nella caratterizzazione dellaprofessione docente. È questa lasfida che l’AIMC Puglia proponeall’Associazione tutta.

I n una delle sue sale più sug-gestive del maestoso castellodei conti Acquaviva D’Ara-

gona, i soci dell’AIMC della se-zione di Conversano (Ba) venerdì27 maggio u. s. si sono ritrovatiper celebrare i 70 anni della se-zione (1946-2016). Il convegnodal titolo “Radici di Futuro. Darevalore alla professione”, organiz-zato per l’occasione, in un climadi attiva collaborazione dal grup-po conversanese e moderato dallapresidente di sezione ElisabettaTotaro, ha visto la partecipazionedi numerosi e autorevoli relatorie partecipanti.

Gli interventi del vescovo,mons. Giuseppe Favale, dell’assi-stente spirituale di Conversano,arciprete Felice Di Palma, delsindaco, Giuseppe Lovascio, del-l’assessore all’istruzione, France-sco Masi, della presidente provin-ciale di Bari, Angela Maria Mo-naco, e del presidente regionaleAIMC Puglia, Paolo Centomani,hanno sottolineato l’importanzadel vivere associativo, incorag-giando i numerosi soci presenti acontinuare la loro opera di servi-

zio protesi verso il futuro ma te-nendo ben salde le proprie radicinel passato.

Momento saliente è stato l’in-tervento di Giuseppe Desideri,presidente nazionale AIMC, cheha sottolineato il ruolo del-l’AIMC nell’ambito della forma-zione e, tra le altre cose, le com-petenze e l’impegno professionaleed etico richiesti ai docenti.

Interessante è stato conoscere,dal racconto della presidente se-zionale Elisabetta Totaro, la fi-

gura dell’insegnante CaterinaGentile, socia fondatrice dellasezione di Conversano che, at-traverso la sua significativa ope-ra, ha segnato la storia della se-zione dalla nascita fino agli AnniOttanta. Ella, infatti, in quellontano dopoguerra ricco di in-quietudini, sull’esempio di Ma-ria Badaloni, maestra cattolicaromana, venne a Conversano ecreò il primo nucleo operativodell’AIMC locale. In seguito, aoccuparsi della sezione si susse-guirono il maestro Vitantonio

Settanta candeline per l’AIMC di ConversanoKatia LAPORTA e Rossella MANGINI

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Amodio, presidente sezionale ediocesano, e le insegnanti Cate-rina Gentile, Cesaria Giannuzzi,Fonte Maria Lorusso e Giusep-pina Marasciulo. All’interno del-la prima sede, situata in via Por-ta Antica della Città, una scrittariportava il pensiero del maestrocattolico Marco Agosti “Io non

insegno quel che voglio, non in-segno neppure quel che so, mainsegno quel che sono”, mottoche mantiene inalterata tutta lasua attualità.

A questi interessanti interventihanno fatto seguito le testimo-nianze di alcuni insegnanti inpensione che, a vario titolo e con

ricordi personali, hanno rico-struito pezzetti di storia della se-zione.

Con uno sguardo sul futuro e,soprattutto, sul significato di es-sere e fare oggi Associazione è se-guito l’intervento a due voci dellesocie più giovani, Katia Laporta eRossella Mangini, che hanno sot-tolineato la ricchezza delle nume-rose iniziative locali e nazionaliche l’Associazione oggi propone,tra cui la Scuola di FormazioneAssociativa Nazionale (SFAN), ilConvegno a Roma, in occasionedei festeggiamenti per i 70 annidell’Associazione e il Giubileodell’AIMC e, non ultima, la col-laborazione di soci sul territorioregionale e nazionale, come quel-la con Emanuele Verdura dellasezione di Milano, protagonista,nella stessa mattinata, dell’inizia-tiva “Incontro con l’autore”, congli alunni di Conversano, che hamesso in rete scuole del primo ci-clo di istruzione e la sua CasaEditrice. Ciò a testimoniare laricchezza, la vitalità e la lungimi-ranza dell’AIMC, sempre prontaa cogliere le nuove sfide che la so-cietà presente, diversa dal passa-to, ma altrettanto complessa, ri-chiede ai docenti di oggi.

Il convegno si è concluso conla cerimonia di consegna degli at-testati di merito ai maestri con-versanesi che vantano il maggiornumero di anni di adesione al-l’AIMC: C. Ramunni, A. e G.Martino, L. Zibisco, L. Lacalan-dra, G. Valentino e alle docentiche hanno ricoperto l’incarico dipresidente sezionale lungo il cor-so degli anni: C. Giannuzzi, G.Malena, R. Mangini. Al terminedella serata, il nutrito gruppo didirigenti, autorità, soci e simpa-tizzanti si è spostato in un risto-rante del luogo per continuare astare insieme in un clima convi-viale e festoso.

vita aimc

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Vera Sabatini Didattica e nuove tecnologieUna ricerca sul campo un’esperienzadal sapore associativo

In questo tempo non facile per la vita asso-ciativa, ci sembra quasi impossibile averrealizzato una documentazione del lavorosvolto in questi ultimi anni che ha portatoalla ricerca - azione su “Didattica e nuove tecnologie”.Il Progetto nasce da lontano… da una collaborazione instauratacon un gruppo di amici insegnanti della scuola media e superio-re della nostra città. Si avvertiva l’urgenza di un confronto sulleproblematiche riguardanti la messa in atto della professionalitàdocente che, soprattutto da un’ottica cristiana, richiede atten-zione ai cambiamenti, preparazione e senso di responsabilità.Quale scuola serve oggi al nostro paese? Quale la funzione do-cente? Quali le caratteristiche della relazione educativa? Sonostate le domande emergenti insieme alla consapevolezza crescen-te che l’educazione, oggi più che mai, non può essere lasciataesclusivamente alla scuola o alla famiglia o alla società, ma è unasfida da vincere insieme.I Convegni organizzati localmente hanno fatto riscontrare unabuona partecipazione non solo di insegnanti, ma anche di alcu-ni genitori ed educatori in ambiti diversi, offrendoci numerosispunti di approfondimento e di confronto.Pian piano è nata l’idea di “restringere” il campo ad una rifles-sione sul modo di intendere il tempo e sul suo utilizzo anche inambito scolastico. È fuori dubbio, infatti, che ci troviamo in uncontesto che ci porta a voler “dilatare” il tempo, a correre, a pas-sare velocemente da un’attività all’altra, a compiere contempo-raneamente più di un’azione.Quali conseguenze nel processo formativo di una persona?Quali implicazioni nel campo dell’apprendimento? E quali mo-dalità mettere in campo per un’azione educativa efficace, anchee non solo a scuola? L’uso delle nuove tecnologie che, apparen-temente sembra farci “risparmiare” del tempo, come effettiva-mente incide sul processo di apprendimento? Quali le nuovecompetenze degli insegnanti?Tutte queste domande le abbiamo condivise con Italo Bassottoed è nato così il Progetto che avuto la sua attuazione nel corsodell’anno scolastico 2013/ 2014 in quattro scuole di Terni: dueIstituti Comprensivi, una Direzione Didattica ed una ScuolaMedia. Italo è stato il consulente della ricerca che ha seguitonelle diverse fasi con la sua competenza apprezzata da tutti, maanche con il suo affetto per l’AIMC ed il suo generoso servizioche ci piace mettere in evidenza, in questo contesto.In un clima di grande serenità, di fiducia reciproca e desideriodi lavorare insieme, abbiamo incontrato con i Dirigenti scolasti-ci e gli insegnanti referenti. Ogni fase di attuazione ha richiesto,inoltre incontri con tutti gli insegnanti interessati, dalla scuolamaterna alla scuola media: presentare i risultati, riflettere insie-me, preparare la fase di attuazione successiva. Sempre si percepi-

va interesse, a volte entusiasmo che la ricerca comunicava, attra-verso scoperte, conferme, prospettive…Il progetto iniziale era quello di raccogliere i materiali utilizzatied i risultati della ricerca in una pubblicazione “classica” poi,strada facendo abbiamo optato per un libro che “si sfoglia con il“computer”. Proprio in tema con le nuove tecnologie!Chi di noi ha partecipato al progetto, guardandolo potrà richia-mare alla memoria quanto ascoltato di volta in volta e farne te-soro, chi lo sfoglierà per la prima volta, speriamo possa sentire ildesiderio di indagare, di condividere con altri, di passare parola:anche questo è “legame associativo”.Il DVD che abbiamo preparato può essere richiesto al CentroNazionale AIMC.

Luciano Pazzaglia La Buona ScuolaUna riforma incompiutaEditrice La Scuola, Brescia 2015, pp. 18

La Buona Scuola potrebbe essere una riformaincompiuta. A porre il dubbio è l’accademicoLuciano Pazzaglia. Docente di Storia dellascuola e delle istituzioni educative all’Università Cattolica di Mi-lano e direttore dell’Archivio per la Storia dell’educazione in Ita-lia, Pazzaglia ha intitolato il suo ultimo libro proprio così. L’autore,dopo uno sguardo storico sul riformismo scolastico repubblicanofra progetti e rallentamenti, si è soffermato sulla discussa riformaapprovato lo scorso mese di luglio: dall’iniziativa di Matteo Renziper un rinnovamento del sistema all’approvazione della Riformadel sistema nazionale d’istruzione e formazione.L’autore analizza anche il piano straordinario per l’assunzione deiprecari, l’organico dell’autonomia e il piano triennale dell’offertaformativa. Descrivendo e interpretando i nuovi poteri del dirigentescolastico, l’alternanza scuola-lavoro, l’istruzione professionale,ma anche il tema delle detrazioni e della scuola paritaria… In-somma, la Legge 107 (riportata integralmente nel libro), passasotto la lente di uno fra i maggiori storici della scuola e delle isti-tuzioni educative. Il volume ripercorre, quindi, l’iter che ha con-dotto all’approvazione della Buona Scuola, la legge riguardante lariforma del sistema dell’istruzione e della formazione nel nostroPaese, integralmente riportata in appendice. Con il tormentato iterlegislativo, l’opposizione interna alla maggioranza, il voto di fiduciache è servito per la sua approvazione finale.“Si tratta, senza dubbio, di una legge di grande interesse se non al-tro per la sua scommessa sull’autonomia degli istituti scolastici; mala riforma che essa prospetta è ancora allo stato di abbozzo”, so-stiene l’autore del libro. “In realtà, non tutte le disposizioni sonocoerenti con la scelta autonomistica; inoltre, la definizione di di-verse e delicate questioni è rinviata ai futuri decreti delegati.Solo quando sapremo come il governo intende aiutare la scuolaad adempiere i compiti della Repubblica, potremo ritenere dav-vero la Buona Scuola come la prima tappa di un nuovo indirizzodi politica scolastica”, conclude Pazzaglia.

libri

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