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M aestro POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1 COMMA 1 - DCB - ROMA M aestro il MENSILEdell’AIMC- A ssociazione I taliana M aestri C attolici TuttiaScuola 5 ottobre: regala un sorriso VIII Edizione di “Cento Piazze” Scelte responsabili TuttiaScuola 5 ottobre: regala un sorriso VIII Edizione di “Cento Piazze” Scelte responsabili anno LXVIII settembre-ottobre 2017 numeri 9-10

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M E N S I L E d e l l ’A I M C - A s s o c i a z i o n e I t a l i a n a M a e s t r i C a t t o l i c i

TuttiaScuola

5 ottobre: regala un sorriso VIII Edizione di “Cento Piazze”

Scelte responsabili

TuttiaScuola

5 ottobre: regala un sorriso VIII Edizione di “Cento Piazze”

Scelte responsabili

anno LXVIII settembre-ottobre 2017 numeri 9-10

ANNO LXVIII n. 9-10 SETTEMBRE-OTTOBRE 2017

MENSILE DELL’AIMCASSOCIAZIONE ITALIANA

MAESTRI CATTOLICI

DIRETTOREGiuseppe DESIDERI

DIRETTORE RESPONSABILEMariella CAGNETTA

COMITATO DI REDAZIONEItalo Bassotto

Anna Maria BianchiAntonietta D’Episcopo

Sonia ClarisGiovanni PerroneAntonio RoccaSandra SuatoniEmilio Tartaglino

DIREZIONE E AMMINISTRAZIONEClivo di Monte del Gallo, 48

00165 Roma c.c. p. n. 37611001tel. 06634651-2-3-4

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Finito di impaginareil 31 ottobre 2017

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SOMMARIO

in questo numeroL a ripresa dell’anno scolastico rapidamente

ha catalizzato l’attenzione dei docenti, ri-portando in primo piano tutta una serie diquestioni legate al quotidiano fare scuola. Sulversante interno, prosegue il cammino di avvi-cinamento all’appuntamento congressuale na-zionale di inizio 2018 con il susseguirsi di im-pegni statutari ai vari livelli – assemblee di se-zione, consigli provinciali, congressi regionali –che, al di là del rinnovo degli incarichi di re-sponsabilità, rappresentano occasione di elabo-razione del “pensiero associativo” intorno al te-ma congressuale “AIMC, memoria e futuro. Pe-riferie e frontiere dei saperi professionali”. Ognicontributo è tassello arricchente, ogni riflessioneapporto da non perdere. Tutti i contributi con-fluiranno nel Documento d’ingresso, base per ilavori del XXI Congresso, che sarà elaboratodall’apposita commissione consiliare, la quale,con sguardo attento, saprà recepire le istanzedella rete, armonizzandole con sguardo prospet-tico in una sintesi efficace. Il numero della rivi-sta risente inevitabilmente di questo clima cari-co di attesa: l’editoriale richiama l’appunta-mento congressuale, invitando a vivere con ilgiusto stato d’animo quest’evento importante

per il futuro associativo. Anche in Spiritualità,le sollecitazioni a riflettere sull’ispirazione cri-stiana e sull’alto valore della laicità portanosulla soglia della celebrazione congressuale e ri-conducono alle ragioni più vere del nostro esserecorpo associato; in Vita AIMC un significativocontributo dalla realtà regionale molisana alleprese con rinnovi e conferme tra memoria e fu-turo; poi, in una cartina d’Italia uno “sguardod’insieme” ai congressi regionali che si stannoper celebrare. Nelle altre pagine, un articolosulla positiva esperienza seminariale nazionaledi formazione dei formatori per la progettazio-ne e realizzazione di percorsi nei territori; inPrimo piano, altri contributi affrontano l’inau-gurazione dell’a.s. a Taranto, l’VIII Edizione diCento piazze che, quest’anno, si è allargata an-che ai social network, la necessità di trovare ri-sposte alla società complessa e globalizzata, l’ur-genza di “umanizzare l’educazione”, il prossimoincontro dell’Umec a Oradea. Tanti spunti dapoter cogliere come apporto ulteriore di operosapensosità. Per ora non attendiamo risposte im-mediate: le costruiremo insieme durante il Con-gresso, attenti all’oggi ma con sguardo al futuroprossimo dell’Associazione.

ilMaestro settembre-ottobre 2017 numeri 9-10

editorialeLezioni di democrazia 3Giuseppe DESIDERI

spiritualitàTempo di verifica 4p. Salvatore CURRÒ

primo pianoTuttiaScuola 6Mariella Cagnetta

5 ottobre: regala un sorriso 7Ufficio stampa

Una via possibile 8Marino PETRAROLO

primo pianoUmanizzare l’educazione 9Raffaele LUPOLI

Un invito a docentie dirigenti italiani 10Giovanni PERRONE

vita aimcLa formazione come“cura” della professione 11Giacomo ZAMPELLA

Scelte responsabili 13Esther FLOCCO - Emanuela RAMPA

Sguardo d’insieme 14

ilMaestro settembre-ottobre 2017 numeri 9-10 3

In questi ultimi tempisembra si sia ampliata ediffusa, in vari ambiti,

la propensione a parlare excathedra. Si danno lezioni didemocrazia, di comunicazioneefficace, di solidarietà, di go-vernance, di impegno cultura-le, di accoglienza, di cittadi-nanza, di legalità,… Basta se-guire i mezzi di informazioneper assistere a continui inter-venti in cui politici, esperti, opresunti tali, impartiscono le-zioni ad altri, sentenziandosugli errori o, meglio, su quelliritenuti tali, del bersaglio diturno, perché un bersaglio dacolpire c’è sempre.

I personaggi del momento,ponendosi ex cathedra, sciori-nano le loro analisi di conte-sto, i loro dati, le loro correla-zioni tra eventi e srotolano da-vanti ai loro interlocutori va-demecum pieni di buone pro-poste, anzi di soluzioni genialiai problemi che, essendo sottogli occhi di tutti, stimolano lafantasia collettiva. E sono cosìautoconvinti della bontà delleproprie soluzioni da ritenerlele uniche possibili, tanto daconsiderare chi non le condi-vide, o peggio non le accettacosì come sono, uno sciocco oun interlocutore in mala fede.

Avere idee è da ritenersisempre un pregio, sempre piùraro nel nostro oggi; averebuone idee è ancor di più ele-mento di notevole importanza

sicuramente da valorizzare;pensare che le proprie idee,solo perché proprie, siano leuniche possibili, rischia di es-sere una patologia in demo-crazia e in tutti i contesti.

Soprattutto è indispensabileche le idee siano frutto nonsolo di pura speculazione, masiano il risultato di esperienzee testimonianze concrete. In-

fatti, quando si va alla provadei fatti non è difficile riscon-trare che chi accusa di scarsademocraticità l’altro ha pro-blemi di democrazia in casapropria, chi si erge a paladinodella legalità non è scevro dascivoloni personali sul tema,chi impartisce lezioni di go-vernance ha problemi a pren-dere il timone in mano, chiparla di responsabilità si dere-sponsabilizza spesso e chi par-la di comunicazione la stru-mentalizza continuamente.

Diciamoci la verità: presen-tarsi in modo autoreferenzialecome modello è facile, esserericonosciuti come modello per

la propria continua testimo-nianza di vita e di impegno èun’altra cosa, ben diversa.

Se quando qualcuno parla oscrive l’interlocutore potessevedere la sua storia e, quindi, lasua testimonianza di vita, ilcontenuto di quanto comuni-cato avrebbe sicuramente unsignificato e valore ben diverso.

È quello che riscontriamo

quando conosciamo bene lapersona che ci dice qualcosa eproprio perché la conosciamobene sappiamo il valore di ciòche ci dice.

Quando non abbiamo lafortuna di conoscere bene l’in-terlocutore diventa tutto piùdifficile e abbiamo bisogno al-lora di riscontri oggettivi, difatti, di contraddittorio.

Siamo in un mondo in cuil’autoreferenzialità domina eda educatori e da cattolici, do-vremmo cercare testimoni at-tendibili ed esserlo in primisnoi stessi come ci ricorda con-tinuamente con il suo magiste-ro e, soprattutto, con l’esem-pio di vita, Papa Francesco.

Lezioni di democraziaeditoriale

Giuseppe DESIDERI

ilMaestro settembre-ottobre 2017 numeri 9-104

La dimensione spirituale.Siamo chiamati a sentirci piena-mente dentro le problematichedella vita quotidiana e professio-nale, fatta di incontri, speranze,problemi, gioie, angosce e siamochiamati a farlo secondo i prin-cipi cristiani, cioè secondo l’ispi-razione del vangelo; più profon-damente: siamo chiamati a farlosentendoci in compagnia di Ge-sù Cristo. Questo significa vive-re a fondo la vocazione laicale,che ci fa scorgere i segni dellapresenza di Dio attorno a noi(per esempio, nei bambini e ra-gazzi che incontriamo a scuola,ma anche nella famiglia e in tut-te le altre esperienze).

Il quotidiano è luogo di testi-monianza del vangelo, ma è anchesorgente per la nostra spiritualità,perché Dio ci viene incontro apartire dall’altro, spesso a partiredal più debole e dal più povero.Quante volte alcune situazioni divita ci spingono alla preghiera,alla riconoscenza nei confronti diDio, alla supplica, alla richiestadi aiuto! Quante volte, a partireda qualche nostra esperienza, ci

sentiamo sospinti verso la pre-ghiera, l’Eucaristia, verso una par-tecipazione più forte alla vita dellacomunità ecclesiale!

I luoghi del quotidiano e iluoghi dell’educazione sono cer-to luoghi in cui ci sentiamomandati (dal Signore, dalla co-munità ecclesiale) ad esprimerela nostra testimonianza; ma so-no anche luoghi che ci risospin-gono verso il Signore. Se siamodavvero aperti e fedeli a racco-gliere i richiami di umanità, dicrescita vera, di vero incontro eaccompagnamento educativo,questo ci apre a Dio, ci fa senti-re addirittura collaboratori suoi,animatori, con Lui, delle realtàtemporali perché queste assuma-no un volto davvero umano epossano quindi rinviare al Crea-tore e al Redentore.

Mi sembra che oggi ci sia biso-gno di questa spiritualità,profondamente laicale e profon-damente cristiana. Sembra anchea voi? In che modo ci si potrebbeaiutare, a livello locale, a tenervivo il nostro cammino spiritua-le? Non potrebbe la sezione

AIMC farsi promotrice di questaspiritualità? Come intercettare eaiutare il bisogno di spiritualità odi riscoperta di una spiritualitàlaicale che è nel cuore di tanticolleghi docenti? Quale apportopossiamo dare, all’interno stessodella comunità ecclesiale, per te-ner viva una spiritualità autenti-camente laicale? Quale significa-to spirituale potremmo dare allenostre proposte formative? Inche modo può aiutarci o possia-mo noi aiutare l’assistente?

La dimensione ecclesiale. Ilnostro essere Chiesa è proprio apartire e in rapporto alla nostraesperienza laicale. La nostra vitaquotidiana, il nostro lavoro, lanostra presenza nella scuola dacristiani, sono già segno di unaChiesa aperta, che si costruiscenon soltanto a partire dall’Euca-ristia, ma anche a partire dailuoghi di vita, a partire appuntodai segni della presenza di Dionel quotidiano.

C’è bisogno oggi di sentire iluoghi laici non come luoghi diconquista missionaria, ma come

spiritualitàp. Salvatore CURRÒ

Questa fase del cammino dell’AIMC, segnata anche dalla preparazione al Congresso, ri-chiede, a mio parere, una coraggiosa verifica dell’ispirazione cristiana dell’Associazione, sen-za darla affatto per scontata. In questo senso, propongo alcuni spunti di riflessione, che sonostati già valorizzati, tempo fa, dal Consiglio nazionale. Li ripropongo (con qualche piccolamodifica) nella speranza che possano essere utili, in questa fase, per tutti, a livello personalee a livello associativo. Si riferiscono alla dimensione spirituale, a quella ecclesiale e a quelladel servizio educativo; tre dimensioni profondamente legate, che siamo chiamati a tener vi-ve. Mi propongo, prossimamente, di riprendere questi temi ancora più direttamente in rap-porto alla vita e ai processi che l’Associazione sta vivendo in questa delicata fase.

Tempo di verificaIspirazione cristiana e alto valore della laicità dell’AIMC

ilMaestro settembreottobre 2017 numeri 9-10 5

luoghi in cui, da cristiani, vivia-mo insieme agli altri e in cuianimiamo le realtà temporalidall’interno stesso (e sul terrenostesso) di ciò che è autentica-mente umano e autenticamenteeducativo. Abbiamo il compito,anche quando viviamo esperien-ze ecclesiali più ad intra, di aiu-tare quest’apertura.

La Chiesa ha bisogno oggi diriscoprire e di tener viva la suadimensione laicale. Papa France-sco sta lanciano dei messaggiche sono, allo stesso tempo,profondamente evangelici eprofondamente umani; ci staaiutando a non ergere troppisteccati tra credenti e non cre-denti, tra noi della chiesa e glialtri. Siamo in cammino contutti. Ci sono segni di bene e dipresenza di Dio anche fuori da-gli stretti confini ecclesiali comeci sono segni negativi e logicheda cambiare all’interno stessodella comunità ecclesiale.

La Chiesa italiana camminasu questa via. L’aver messo alcentro della pastorale la questio-ne educativa dice un desideriodi camminare con tutti, il desi-derio di mettere al centro la per-sona e la sua crescita, il desideriodi dare a tutte le esperienze pa-storali un tono educativo e diservizio alla persona.

La logica delle alleanze preva-le, sia pur a fatica, su quella del-le separazioni e dei settorialismi.Come possiamo aiutare questocammino ecclesiale? Come esse-re segno di una Chiesa aperta,che tiene viva la sua dimensionelaicale, di capacità di incontrocon tutti? Come entrare nellalogica delle alleanze? Quali con-tatti privilegiare? Con le fami-glie? Con la Parrocchia? Con al-tre associazioni? Con altre espe-rienze educative?

La dimensione del servizioeducativo. Siamo chiamati aevangelizzare nell’ottica di ani-mazione dall’interno delle realtàtemporali.

L’evangelizzazione non si so-vrappone all’educazione, ma siintegra profondamente con essa,nel rispetto profondo, anzi nellavivificazione dall’interno, dellelogiche della crescita. L’evange-lizzazione per noi non ha nientedi forzato o di unilaterale perchéla avvertiamo alleata dei processidi vera promozione della dignitàdella persona. Naturalmente,questo è possibile se personal-mente sappiamo tenerci legatialla Parola di Dio, ai sacramenti,all’Eucarestia in particolare. Lanostra società ha bisogno diquesta testimonianza per ricon-ciliarsi con la possibilità di cre-dere e perché in essa il vangelosia avvertito credibile.

La Chiesa ha bisogno di que-sta testimonianza per riacquista-re credibilità in tanti ambienti;per essere percepita, soprattuttonegli ambienti educativi, espertain umanità.

L’Evangelii Gaudium di PapaFrancesco, l’Esortazione apostoli-ca sull’evangelizzazione, aprestrade nuove e deve interpellarci.Ci apre a un atteggiamento sere-no e critico allo stesso tempo neiconfronti della cultura attuale. Cispinge a pensare in grande e, allostesso tempo, in piccolo, coinvol-gendoci personalmente e senzafare ideologia. Ci spinge a farediscernimento sui meccanismiche governano la globalizzazione,i sistemi economici e finanziari, asaper contrastare la globalizzazio-ne dell’indifferenza, a farci pro-motori di una civiltà dell’amore,che include e non esclude. Cispinge a far interagire l'orizzonteeducativo con quello culturale,

politico, antropologico. Ci spin-ge, ancora, a partire dal concreto,dagli incontri personali, dalleconcrete esperienze educative,dall’essere concretamente co-struttori di comunione, acco-glienza, rispetto e promozionedella dignità dell’altro; a ripartiredai piccoli, dai poveri, dalla peri-feria.

In quanto educatori siamoparticolarmente coinvolti.

Viviamo un tempo difficile ecomplesso ma sentiamo ancheche possiamo, proprio comeeducatori, porre dei segni di co-struzione di una nuova cultura.

Che fare come Associazione?Non vi sembra che esperienzecome l’AIMC possano avere o

riacquistare, in questo tempo,una grande attualità? Come ri-lanciare la nostra esperienza as-sociativa? Come suscitare attra-zione, per utilizzare una parolacara a Papa Francesco quandoparla della Chiesa? Da dove ri-partire? Non dovremmo apriregli orizzonti e osare di più? Co-me riassaporare la genuinità deivalori fondativi dell'Associazio-ne e, nella fedeltà a essi, costrui-re futuro?

Buona riflessione!

spiritualità

Il Santo Padre Papa Francescoha concesso l’udienza riservataai partecipanti al XXI Congressonazionale dell’AIMC. L’udienza è

prevista per il giorno 5 gennaio 2018alle ore 12, al termine dei lavori

congressuali. Nel ringraziareil Santo Padre per il grande donoche ci concederà, invitiamo tutti

a partecipare.

ilMaestro settembre-ottobre 2017 numeri 9-106

Al grido di “Tuttiascuola”ottocento studenti di tuttaItalia il 18 settembre scor-

so sono giunti a Taranto per in-contrare e stringere la mano al

Presidente della Re-pubblica, Sergio Mat-tarella, e alla Ministradell’Istruzione, ValeriaFedeli, che hanno scel-to l’Istituto Luigi Pi-randello e il plesso“Giovanni Falcone”per dare il loro in boc-ca al lupo ai ragazzi perl’inizio del nuovo annoscolastico 2017-2018.

L’istituto, situatonel quartiere Paolo VI,una periferia degradatadi Taranto, non è stato

individuato a caso, ma scelto per-ché qualche tempo fa è stato let-teralmente distrutto da vandaliche, oltre ad aver danneggiatoporte e finestre dell’edificio, han-no rovinato molte aule e distruttoapparecchiature tecnologiche.

La Ministra Fedeli ha afferma-to, spiegando la scelta del plessotarantino come location per la ce-rimonia di apertura dell’anno sco-lastico: “Siamo qui per dimostrareche loro, ricostruendo, hannoreagito. Quando tocchi una scuo-la fai un danno a una comunità enon costruisci futuro”.

Successivamente, la Ministra,insieme al governatore puglieseMichele Emiliano, ha accompa-gnato il Capo dello Stato in unavisita privata nei nuovissimi labo-ratori della scuola.

Il Presidente Mattarella ha in-contrato i docenti e la dirigentescolastica e si è intrattenuto conmolti ragazzi; “Quando si dan-neggia una scuola viene ferital’intera comunità nazionale” – haaffermato poi il presidente dalpalco –. “É motivo di sollievo, digrande importanza, dopo aver vi-sto in tv gli effetti delle incursio-ni dei vandali nella Pirandello,sapere che, qui a Taranto, la citta-dinanza intera si è mobilitata,stringendosi intorno ai docenti,ai genitori e agli studenti, mani-festando la propria condanna peri gravi danneggiamenti e, insie-me, la volontà di recupero”.

A dare un in bocca al lupoagli studenti anche tanti perso-naggi del mondo della cultura,della musica, dello sport. Dal co-mico pugliese, Checco Zalone, aicantanti Michele Bravi ed ErmalMeta, e ancora la tennista FlaviaPennetta e il presidente del Coni,Giovanni Malagò. Un grande inbocca al lupo “dallo spazio” è ar-rivato dall’astronauta, Paolo Ne-spoli: “Coltivate le vostre passio-

ni – ha detto agli studenti in unvideomessaggio –. Io l’ho fatto equesto mi ha permesso di diven-tare un astronauta”.

Al termine della cerimonia,dopo che il presidente Mattarellaha lasciato la scuola, un gruppodi cittadini del quartiere PaoloVI ha intonato il coro “Tarantolibera”, per chiedere maggioreimpegno a sostegno alle periferiee a lavoratori dell’Ilva. Una que-stione, quella sociale, lavorativa eambientale, che è stata affrontatadal Presidente della Repubblicanel suo discorso agli studenti:“Salute, occupazione e tutelaambientale – ha detto il Capodello Stato – rappresentano valo-ri fondamentali e costituzional-mente garantiti, che istituzioni esocietà devono costantemente ri-cercare per trovare il punto diequilibrio positivo, con l’obietti-vo preminente della centralitàdella persona”.

Parole d’incoraggiamento cherappresentano un sereno viaticoper intraprendere l’avventura,bella e impegnativa, che ogni an-no scolastico rappresenta.

TuttiaScuolaL’inaugurazione dell’anno scolastico a Taranto

primo pianoMariella CAGNETTA

A settembre l’aperturadell’anno scolastico

rappresenta una tappasignificativa nella vita delnostro Paese. Diventa

occasione anche di festama, soprattutto, di

riflessione sul presente esul futuro di alunni e

società, di cui la scuola èstruttura portante. “Ascuola si disegna il

futuro!”, ha commentatoil presidente Mattarella,intervenendo a Taranto

all’inaugurazione dell’a.s..

ilMaestro settembre-ottobre 2017 numeri 9-10 7

primo piano

Insegnare in libertà e darepiù “peso” al ruolo dei do-centi: sono queste le parole

d’ordine della Giornata mondialedegli insegnanti, voluta dall’Une-sco nel 1994, che si celebra il 5 ot-tobre di ogni anno in tutti i Paesi.

L’AIMC, da sempre impegnataa “presidiare” questa ricorrenzaper accendere i riflettori sullaprofessione, affianca alle tradizio-nali “Cento Piazze” sparse in tut-ta Italia anche la “piazza virtuale”dei video e dei social network.

La parola stavolta è passata aglialunni che hanno inviato decinedi messaggi video (pubblicati inun video sulla pagina face bookdell’AIMC nazionale) per espri-mere il loro affetto verso maestrie professori attraverso un sorriso.

La campagna dell’AIMC perla Giornata mondiale degli inse-gnanti 2017 dal titolo “Regalaun sorriso al tuo insegnante”, sin-tetizza, attraverso un gesto im-mediato e spontaneo, la centra-lità della figura del docente nellosviluppo della personalità e nelpercorso umano e sociale dibambini e ragazzi.

“La valorizzazione del ruolodell’insegnante è tra gli obiettiviprincipali dello sviluppo sosteni-bile da raggiungere entro il 2030secondo l’Unesco – ha commen-tato il presidente Desideri –. Ciòsignifica che dobbiamo passaresubito dalle parole ai fatti, garan-tendo autonomia, formazioneadeguata, risorse e strumenti auna figura spesso messa in secon-do piano e bistrattata, attorno al-

la quale invece ruota il destinodelle nostre comunità e dell’inte-ro Paese”. Per questo motivo, l’a-zione del-l’AIMC non siferma alla cam-pagna di co-municazione,che rappresentasolo una partedell’intenso econtinuo lavo-ro associativo,volto a restitui-re centralità al-la professione.

Formazione“pressing” neiconfronti delleistituzioni, im-pegno inces-sante per la va-l o r i z z a z i o n edella professio-nalità docentesono criteriguida di unanuova iniziati-va che l’AIMCha avviato incollaborazionecon la Fonda-zione “Missio-ne EducativaC o n d i v i s a” ,scuole, Enti e associazioni.

Si tratta del Premio “Educatoredell’anno” che – spiega il diretto-re della Rivista Lassalliana fratelDonato Petti – “ha l’obiettivo direndere merito agli insegnanti eai dirigenti che si sono distintiper progetti e attività di partico-lare valore e qualità, concretiz-

zando con il loro agire una rispo-sta efficace all’emergenza educati-va del nostro tempo”.

Il premio, il cui bando con re-lativi criteri di attribuzione saràpubblicato a breve, verrà assegna-to il 15 maggio 2018, Festa di S.Giovanni Battista de La Salle,fondatore dei Fratelli delle ScuoleCristiane, dichiarato “Patronodegli educatori cristiani” da PapaPio XII il 15 maggio 1950.

5 ottobre: regala un sorrisoVIII Edizione di “Cento Piazze”

Ufficio stampa

ilMaestro settembre-ottobre 2017 numeri 9-108

L eggendo il documentopreparatorio per il dibatti-to precongressuale dal ti-

tolo “AIMC, memoria e futuro.Periferie e frontiere dei saperiprofessionali”, mi sono sofferma-to sul sottotitolo che evoca l’i-dentità dell’AIMC come comu-nità con la sua storia centrata su“memoria e futuro”: da quest’i-

dentità occorre ripar-tire con una proget-tualità che guardi allenuove frontiere dellaconoscenza, alle inno-vazioni e alla societàin continuo divenire,in modo da non di-sperdere il patrimoniostorico-culturale di cuidispone.

Nel testo “Il princi-pio dialogico”, MartinBuber rappresenta lacomunità come uncerchio in cui il cen-tro è in dialogo con laperiferia attraverso

raggi disposti come punti perife-rici, in continuo dialogo tra loro:ne scaturisce un rapporto di “re-ciprocità” tra tutti i soggettiche orientano lo sguardo suazioni e/o problematiche dicomune interesse. Tale pro-spettiva richiede di riorientaretutti gli sforzi in un percorsounitario in cui l’Associazionesia percepita come comunitàdi relazioni reciproche tra tut-ti, in una visione dove le realtàlocali sono laboratorio di ideein relazione con il centro chele rielabora.

In questa direzione dovremmopoter riscoprire la bellezza del -l’“educarsi nella reciprocità”, ela-borando una progettualità chepreveda un laboratorio perma-nente di formazione ed elabora-zione di idee e iniziative per ri-lanciare l’azione associativa sututto il territorio nazionale.

Le nuove sfide educative sipossono affrontare promuovendouna visione del socio non solo co-me portatore di bisogni, ma comeco-costruttore attivo di rapportipersonali, non più solo fruitore dicontenuti, ma soggetto che, attra-verso la sua particolare ricchezza,offre un contributo importantealla crescita dell’AIMC e della so-cietà. Se la reciprocità diventastrumento educativo, la relazioneè il “luogo” in cui l’educazione di-viene esperienza di crescita perso-nale e comunitaria.

In questa visione, il socio vi-vrebbe l’associazionismo in modopiù partecipativo e la frontieradei saperi sarebbe percepita comemeta vicina, possibile fonte diesperienze da cui attingere.

Il socio co-costruttore ha biso-gno, però, di essere meglio sup-portato attraverso strumenti – co-me la rivista “il Maestro” – che glipermettano di fruire di unostraordinario mezzo di studio,non solo per riflettere, ma ancheper esplorare percorsi di ricerca-azione. La rivista al passo con itempi in formato digitale, ma an-che in cartaceo, in quanto nontutti padroneggiano le TIC, va ar-ricchita con la presenza di qualchealtra “penna”, capace di ricoinvol-gere con riflessioni sui processiformativi e su tematiche che ab-biano come sfondo il ruolo dellapersona nell’attuale società. L’edu-carsi alla reciprocità deve essereconsiderata una “possibile via” peril rilancio dell’AIMC su tutto ilterritorio nazionale e una pista dapercorrere per dare risposte allasocietà complessa e globalizzata.

All’Associazione spetta il ruolodi indicare finalità e obiettivi intermini educativi e formativi inun’ottica di comunità coesa eorientata, che aiuti e irrobustiscale professionalità docenti nell’e-spletamento della loro funzione.

Una possibile viaDare risposte alla società complessa e globalizzata

primo pianoMarino PETRAROLO

Quale orizzonte di sensoalla luce delle nuove

sfide la complessità e laglobalizzazione pongonoa un’associazione comel’AIMC? Una possibilevia da percorrere per

vivificare l’esperienza sututto il territorio

nazionale è educarsi allareciprocità, facendodell’Associazione un

laboratorio permanentedi formazione ed

elaborazione di idee einiziative.

ilMaestro settembre-ottobre 2017 numeri 9-10 9

P er dare un’anima almondo globale e ai suoimutamenti spesso velo-

cissimi, la Congregazione perl’Educazione Cattolica rilancia lapriorità della costruzione di una“civiltà dell’amore” ribadendocome educazione e istruzionescolastica e universitaria sianosempre stati, nella vita pubblica,al centro della proposta dellaChiesa cattolica. Una propostache non può non evolversi e in-tensificarsi di fronte ai drammidella modernità.

Sono tanti, troppi i bambinisotto i 5 anni che muoiono nelmondo per cause prevedibili ed“evitabili”: se non vi si pone ri-medio, entro il 2030 arriverannoa 69 milioni. E altri 60 milioniin età scolare saranno invece incondizione di totale esclusionedall’istruzione primaria. Sono ifigli di questo mondo fatto disquilibri e ingiustizie, di guerre edi devastazione ambientale.

Lungi dal rimanere inerti, lascuola e l’educazione possono edebbono fare la loro parte. Pre-sentando il documento “Educareall’umanesimo solidale. Per co-struire una civiltà dell’amore a 50anni dalla Populorum progres-sio”, il cardinale Giuseppe Versal-di, prefetto della Congregazioneper l’Educazione cattolica, ha po-sto l’attenzione su “quanto sia ur-gente e necessario umanizzare l’e-ducazione, favorendo una culturadell’incontro e del dialogo”.

Il documento orientativo nascedalle riflessioni legate al cinquan-

tenario della Dichiarazione con-ciliare “Gravissimum educatio-nis” del 2015 e dell’enciclica “Po-pulorum progressio”, pubblicatail 26 marzo 1967. “Proprio daqui - ha spiegato il cardinale Ver-saldi - è emersa l’idea di focaliz-zare l’attenzione sul messaggio diPaolo VI attraverso la lente del-l’educazione”, in particolare “par-tendo dal richiamo presente nel-l’enciclica” secondo cui “lo svi-luppo integrale dei popoli nonpuò aver luogo senza lo svilupposolidale dell’umanità”. A tale pro-gresso contribuisce in maniera es-senziale l’educazione”.

L’educazione - recita il testo deldocumento vaticano - estendel’ambito classico della portatadella sua azione. Se finora si è ri-tenuta la scuola come l’istituzio-ne formante i cittadini di doma-ni, se le agenzie formative prepo-ste all’educazione permanente sioccupano dei cittadini del pre-sente, attraverso l’educazione al-l’umanesimo solidale si cura l’u-manità del futuro, i posteri, a cuisi deve essere solidali attuandoscelte responsabili.

Riletta in chiave educativa,l’Enciclica di Paolo VI si confer-ma “una testimonianza viva – co-raggiosa e perseverante – in con-testi a volte molto difficili, doveil messaggio evangelico si trova aconvivere con forme sempre piùmarcate di secolarismo, relativi-smo e fondamentalismo”. E ilproposito di “umanizzare l’educa-zione”, sulla base di una “culturadell’incontro e del dialogo è pos-

sibile, in primo luogo, globaliz-zando la speranza guidati dalmessaggio di salvezza e d’amoredella rivelazione cristiana”, baseper “un processo inclusivo in gra-do di influire sugli stili di vita esui paradigmi econo-mici e ambientali”.

L’educazione all’u-manesimo solidale, èscritto poi nel docu-mento, “sviluppa retidi cooperazione neidiversi ambiti di eser-cizio dell’attività edu-cativa e, in particolaredella formazione acca-demica. Innanzitutto,domanda agli attorieducativi di assumereun atteggiamentocongruo alla collabo-razione. In particola-re, predilige la collegialità del cor-po docente nella preparazione deiprogrammi formativi, e la collabo-razione fra gli studenti per quantoconcerne le modalità di apprendi-mento e gli ambienti formativi.Non solo: quali cellule vive dell’u-manesimo solidale, legate da unpatto educativo e da un’etica in-tergenerazionale, la solidarietà frachi insegna e chi apprende deveessere progressivamente inclusiva,plurale e democratica”.

Ora la responsabilità di “incar-nare” il messaggio sta alle scuole,alle università e agli insegnanticattolici, chiamati a “risponderemeglio alle emergenze e alle sfi-de” che abbiamo di fronte e al-l’invito di Papa Francesco a uma-nizzare l’educazione.

Umanizzare l’educazioneLa scuola “cantiere” della civiltà dell’amore

primo pianoRaffaele LUPOLI

Il Documento dellaCongregazione per

l’educazione cattolica,che il prefetto, card.

Giuseppe Versaldi, hapresentato in Vaticano il22 settembre scorso,partendo dall’analisidegli “scenari attuali”

sottolinea quanto“sia urgente e

necessario umanizzarel’educazione, favorendouna cultura dell’incontro

e del dialogo”.

ilMaestro settembre-ottobre 2017 numeri 9-1010

L a bella e accogliente città diOradea, a nord della Ro-mania, ospiterà il prossimo

Consiglio dell’Unione Mondialedegli Insegnanti Cattolici (UMEC-

WUCT), che si svol-gerà dal 10 al 12 no-vembre prossimo.

L’UMEC ha accoltol’invito dei due vescovicattolici di Oradea(quello greco e quellolatino) e delle scuoledella città.

Oradea è una cittàricca di storia e di mo-numenti, una città diconfine che, nel corsodei secoli, ha fattoparte dell’Ungheria edè stata sede di re un-gheresi. Oggi è un im-portante centro del-l’Europa orientale,

luogo d’incontro di diverse cul-ture e fedi. L’imponente fortezza

presente nella città è stata uno deipunti più importanti del sistemadifensivo concepito e realizzatodall’Impero Asburgico e dal Prin-cipato di Transilvania contro l’Im-pero Ottomano e, dunque, rap-presenta un bastione dell’Europacristiana di fronte all’espansionemusulmana. Oradea, insieme aVienna, Budapest, Barcellona,Bruxelles e Nancy, fa parte dellarete europea dell'Art Nouveau,quello che in Italia viene definitocome “stile liberty”.

Il Consiglio dell’UMEC-WUCT, come di consueto, dedi-cherà una giornata di studio (sa-bato 11) alla riflessione su tema-tiche relative al ruolo e allo stiledegli insegnanti cattolici nellescuole (non solo cattoliche) difronte alla complesse sfide edu-cative dell’oggi. Il dibattito saràarricchito dagli interventi di pre-stigiosi docenti universitari pro-

venienti da varie partidel mondo (Argenti-na, Congo, Filippine,Gran Bretagna, Italia,Romania). È previstaanche la partecipazio-ne di numerosi diri-genti, insegnanti e re-sponsabili della pasto-rale scolastica dellaRomania e della vicinaUngheria.

Le relazioni si ter-ranno in varie lingue,secondo la competenza

specifica dei relatori (il prof. ItaloFiorin, per esempio, parlerà in ita-liano, altri in inglese, francese orumeno), ma è intendimento didistribuire i vari testi in più lingue.

Durante le giornate del conve-gno sono previste anche visite adalcune scuole di Oradea. Le spesedi vitto e soggiorno non sonoelevate (il costo della vita in Ro-mania è basso: un insegnante, peresempio, guadagna circa 300 eu-ro al mese). L’aeroporto più vici-no è quello di Oradea (adiacentealla città), raggiungibile in 1 orae 30 m a prezzi contenuti parten-do dall’aeroporto di Bergamo.Altri aeroporti del nord della Ro-mania e della vicina Ungheria(Debrecen (Ungheria) a 70 km;Satu Mare a 120 km; Cluj Napo-ca a 180 km, Timisoara a 180km; Budapest a 250 km) sonoraggiungibili da altre città d’Ita-lia, prevedendo l’ulteriore tempodi viaggio fino a Oradea). Sisconsiglia l’aeroporto di Bucarestmolto distante (800 km).

I docenti e dirigenti italianisono invitati a partecipare. Saràl’occasione per incontrare altri col-leghi, dibattere tematiche profes-sionali e conoscere la realtà romenae le bellezze del territorio.

Per informazioni e programma:http://wuct-umec.blogspot.com [email protected]

*segretario generale UMEC-WUCT

Un invito a docentie dirigenti italianiA Oradea in Romania l’incontro dell’UMEC-WUCT

primo pianoGiovanni PERRONE

La partecipazione didocenti provenienti da

varie parti del mondo alConvegno promossodall’UMEC-WUCT, incollaborazione con laCongregazione per

l’Educazione Cattolica,favorirà lo scambio diesperienze e aprirà a

varie forme dicollaborazione. Sarà

anche opportunità peravviare percorsi di

formazione continua checoinvolgerà dirigenti einsegnanti delle scuoledell’Europa orientale.

ilMaestro settembre-ottobre 2017 numeri 9-10 11

vita aimcGiacomo ZAMPELLA

Il percorso per formatori, av-viato nel gennaio 2016, havisto nei giorni 21-22 otto-

bre a Roma la tappa conclusiva.Nato tra l’altro in previsione

della formazione obbligatoriaprevista dalla legge 107, ha coin-volto docenti appartenenti a tuttigli ordini scolastici, alcuni diri-genti provenienti da tutto il terri-torio nazionale e si è sviluppatonell’arco di quasi un biennio.Due anni che hanno visto l’Asso-ciazione attraversare un’impor-tante stagione di riforme, a parti-re dalla già citata legge 107 che,tra i tanti interrogativi che solle-va, richiama per vari aspetti lacentralità della formazione nellosviluppo professionale da sempreauspicata dall’Associazione.

Durante questa stagione dicambiamenti, in ambito associa-tivo sono state messe in campo

diverse azioni, finalizzate a tutela-re il contenitore di senso che le-gittima dal punto di vista istitu-zionale la comunità associativacome comunità professionale,prerequisito essenziale affinché ildocente si riappropri del propriofondamentale ruolo sociale. Inparticolare, lo sviluppo di un si-stema di “e-government associati-vo” ha creato le premesse per unaserie di azioni quali:

• sostenere e tutelare la qualifi-ca ministeriale delle attività diformazione e consolidare l’auto-nomia dei territori nella promo-zione e nella gestione delle stesse,in ottica di trasparenza delleinformazioni e corresponsabilitàdelle scelte;

• promuovere una riflessivitàprofessionale per giungere a unariconoscibilità caratterizzante equalificante delle modalità diprogettazione delle iniziative di

formazione, da intendersi noncome volontà di “in-gabbiare” le propostein rigidi schemi pre-costituiti, ma comegaranzia della condi-visione di uno “stile”associativo che facciada “sottotesto” allenumerosissime e va-riegate proposte pro-venienti da tutto ilterritorio nazionale;

• creare un databa-se che raccolga i for-matori intervenuti al-le iniziative associati-ve, da cui poter attin-gere per l’organizza-zione delle iniziativeterritoriali;

• organizzare unapiattaforma delle ini-ziative di formazione territorialiche possa avere la funzione di

La formazione come“cura” della professioneConclusione del percorso Formare i formatori

Un mix di ingredientihanno consentito di

rilanciare con forza laformazione per formatori,esperienza che mancavain Associazione ormai da

molti anni. Il percorsoformativo è stato

declinato prendendo inconsiderazione diversiaspetti a partire dallo

“stile” della formazione edel formatore AIMC,

riconoscibile, condiviso,trasmissibile.

Un’esperienza diconfronto e condivisione

professionale, che haconiugato l’attenzione

alla dimensione cognitivacon quella valoriale.

ilMaestro settembre-ottobre 2017 numeri 9-1012

vita aimcarchivio delle unitàformative associative.

Nel quadro com-plessivo di quest’in-sieme di azioni, haassunto particolare si-gnificatività la sceltafortemente sentita nelcorso di questo qua-driennio di rilanciarecon forza la forma-zione per formatori,esperienza che man-cava in Associazioneormai da molti anni.

Per recuperare lospirito della propo-sta, ricordiamo chel’attenzione alla qua-lità delle iniziativeformative e all’effica-cia dei formatori è,sin dalle origini, ca-ratteristica del-l’AIMC; la stessa adesione e lapartecipazione alla vita associati-va rappresentano un’esperienzadi formazione continua; infatti,l’Associazione si configura noncome agenzia di formazione, macome soggetto qualificato al ser-vizio della scuola.

Il percorso formativo è statodeclinato prendendo in conside-razione diverse questioni, una tratutte – che, come già accennato,assume un peso determinante – èl’importanza dello “stile” dellaformazione e del formatoreAIMC, riconoscibile, condiviso,trasmissibile, che intende l’atti-vità di formazione come espe-rienza di confronto e condivisio-ne professionale, che associa allavalidità dei contenuti e all’effica-cia delle metodologie l’accurataanalisi dei bisogni specifici deidestinatari e delle richieste delcommittente e, soprattutto, checoniuga l’attenzione alla dimen-

sione cognitiva con l’attenzionealla dimensione valoriale.

Nello sviluppo del percorso èstata data attenzione sia ad alcu-ne tematiche di approfondimen-to, talune presenti anche tra lepriorità nazionali (valutazione,inclusione, didattica per compe-tenze, innovazione didattica,…),sia ad aspetti “trasversali” fonda-mentali, legati alle competenzedel formatore, finalizzati a poten-ziarne l’efficacia nell’ottica dellaconduzione del gruppo, a pro-muovere la condivisione e la co-struzione di un pensiero comuneall’interno della comunità profes-sionale e ad accrescere la riflessi-vità professionale.

Nell’ambito dello svolgimentodelle diverse fasi del percorso, nonsi è trascurato di creare momentiin cui, grazie al clima positivo diriconoscimento e rispetto recipro-co, è stato possibile anche l’“in-

contro” tra persone e non solo il“confronto” tra professionalità;

L’idea di fondo è stata quella diriuscire a conciliare la capacità dirispondere ai bisogni attuali, con-dizione indispensabile per esseresignificativi nella comunità pro-fessionale, con lo sforzo semprecostante a “guardare oltre”, per-ché l’obiettivo prioritario è la cre-scita della persona che, come as-sociazione professionale, possia-mo perseguire attraverso la “cura”della professione, alla quale èstrettamente legata l’etica checonnota l’insegnamento, la corre-sponsabilità e la competenza per-sonale e condivisa, l’ispirazionecristiana, che trasmette la visionedell’uomo.

Per concludere, tornando ainostri formatori, l’esperienza hariscosso una notevole soddisfazio-ne, infatti alcuni di loro hannoauspicato un ulteriore prosegui-mento.

ilMaestro settembre-ottobre 2017 numeri 9-10 13

vita aimcEsther FLOCCO

Emanuela RAMPA

Scelte responsabiliNel vivo del percorso di avvicinamento al XXI Congresso nazionale

L’AIMC del Molise è unapiccola realtà nata neglianni ’60, una fiammella,

all’interno del piccolo territoriomolisano, che non si è mai spen-ta e continua ad ardere alimenta-ta dalla buona volontà dei sociche, con grande senso di appar-tenenza, condividono l’esperien-za associativa sia come professio-nisti di scuola sia come soci diun’Associazione che è stata, dasempre, protagonista dell’evolu-zione storica e culturale del no-stro Paese.

In Molise, nasce ad opera diRita Ludovico, termolese, alloraconsigliera nazionale e compo-nente del CNPI, “protagonista”della Legge 148 del 1990 “Leggedi riforma degli ordinamenti del-la scuola elementare”, insieme adaltre due maestre: Rosa De Gre-gorio e Arcangela Sciarretta. Gra-zie a queste insegnanti, oggi,molti dipendenti della FIAT lo-cale e di Autostrade per l’Italia,

hanno un posto di lavoro perchéfrequentarono i corsi per adultiorganizzati dall’AIMC.

L’Associazione è stata la guidanon solo per molti insegnanti delterritorio, ma anche per i diri-genti scolastici, attraverso la rea-lizzazione di molteplici iniziativeche costantemente, nel corso deidecenni, hanno saputo tenere fe-de agli ideali di accoglienza,ascolto, preparazione ed umanitàche hanno fatto “grande”l’AIMC nei mutati contesti so-ciali e culturali.

Nel corso degli anni, la nostrarealtà è cresciuta perché si èsempre posta come centro di in-novazione e cambiamento, neifarraginosi percorsi burocraticiche hanno caratterizzato la scuo-la italiana. Nonostante sia unamonosezione, l’AIMC molisanasi è connotata sempre come pro-tagonista intorno alla costruzio-ne del processo di riforma della

scuola. Tutto ciò, anche grazie alsupporto del Centro nazionaleche non ci ha mai lasciati soli.Infatti, i responsabili nazionalisono sempre stati presenti alleiniziative formative territoriali, apartire dai segretari nazionaliEmilio Tartaglino eCristina Giuntini, al-l’assistente nazionaleil caro don GiulioCirignano, i presi-denti nazionali Ma-riangela Prioreschi eGiuseppe Desideri,sempre disponibili epresenti a sostenerele nostre proposte as-sociative territoriali.

In questi giorni,stiamo realizzando ilrinnovo delle cariche associative.Ogni appuntamento congressua-le rappresenta, a ogni livello,momento di condivisione, di ri-flessione, di scelte responsabili eprogettualità condivisa. Mo-mento forte di democrazia vissu-ta e partecipata in cui oltre apoggiare le basi per il quadrien-nio di attività futura, con spiritodi servizio s’individuano e/o siconfermano incarichi e respon-sabilità. Un adempimento statu-tario dovuto che, anche la “pic-cola” realtà molisana, si apprestaa vivere in atteggiamento co-struttivo e di speranza, per con-tinuare a condividere emozioni eprogetti professionali e di vitapersonali e associativi per un fu-turo che ci auguriamo semprepiù “in grande”.

Una piccola, marappresentativa realtàassociativa – quella

molisana – ricca di storia etestimonianze del passato,

si appresta a vivere, inatteggiamento costruttivo

e di speranza, gliadempimenti statutari in

vista del Congresso.Un’occasione che è

garanzia di protagonismoattivo e di reale assunzione

di responsabilità.

ilMaestro settembre-ottobre 2017 numeri 9-1014

vita aimcVERSO IL XXI CONGRESSO NAZIONALE

Sguardo d’insiemeAdempimenti statutari nelle varie Regioni

I CONGRESSI REGIONALI

18 novembre19 novembre

28 ottobre

5 novembre

12 novembre

26 novembre

12 novembre

24 novembre

18 novembre

5 novembre

25 novembre

19 novembre

18 novembre

26 novembre

12 novembre

31 ottobre

20 novembre

19 novembre

18-19 novembre

Il percorso precongressuale èentrato ormai nel vivo,l’immediata vicinanza alla

celebrazione del XXI Congressonazionale dell’Associazione stamobilitando tutta la rete associati-va sottoposta, in quest’ultimo pe-riodo, a quella serie di operazioniche, anche sul piano organizzati-vo, il Congresso direttamentechiede.

Nei vari territori si sono svolte– o si stanno svolgendo – le as-semblee sezionali e i consigli pro-vinciali per il rinnovo degli incari-chi di responsabilità, in cui ognisocio ha avuto l’opportunità dipartecipazione diretta; nel mese dinovembre in tutte le Regioni sa-ranno celebrati i congressi regio-nali – la cartina che presentiamooffre il quadro completo della si-tuazione – a cui seguirà l’appunta-mento nazionale del 3-5 gennaio2018.

Un periodo pieno, dunque, incui l’affanno può diventare domi-nante, aiutato anche dall’atmosfe-ra un po’ nevrotica in cui tutti vi-viamo e per la quale il tempo nonbasta mai. In questa varietà diazioni da compiere, per non per-dere il senso di ciò che facciamo eche saremo chiamati a fare, lachiarezza del fine può aiutarci:siamo convocati “per” l’Associa-zione, la vera protagonista versocui dobbiamo esercitare responsa-bilità partecipata e volontà di co-struire. Tutto il resto non solonon conta, ma non ha senso.

libri

ilMaestro settembre-ottobre 2017 numeri 9-10 15

Giovanni Lo StortoErostudenteIl desiderio di prendere il largoRubbettino Editore,Soveria Mannelli (CZ) 2017,pp. 111

È un libro che si legge veloce-mente, nel quale lo stile

dell’autore stimola l’andareavanti, pagina dopo pagina, finoalla fine, con il rischio, però, di una lettura superficia-le. Si ha bisogno, infatti, di tornare indietro per soffer-marsi e approfondire maggiormente alcuni aspetti.È un libro che presenta, finalmente, – perché troppesono le notizie di violenze e negative che ci passanosotto gli occhi quotidianamente – nella sua parte cen-trale, esperienze positive. Sono quelle vissute da alcunistudenti dell’università LUISS che, all’interno di unprogetto volto a sperimentare nuove forme di forma-zione, sono andati a realizzare percorsi formativo-espe-rienziali legati a doppio filo a etica e sacrificio, quali:assistere alcune loro coetanee nella difficoltà di trovarsiall’improvviso a essere mamme in un mondo confuso efrenetico, giocare con bambini in difficoltà nelle peri-ferie romane, costruire staccionate per alcune comu-nità nel bisogno, aiutare lo sviluppo della propria cittàe di chi, da immigrato, giunge nel nostro Paese con lapaura nello sguardo e il cuore piegato da un dolore dif-ficile da esprimere.Sono esperienze di incontro con la realtà e con gli altriche hanno visto gli studenti ritornare alla normalità unpo’ più cresciuti e con il cuore più… largo.La prima parte del testo evidenzia gli aspetti teorici chesostengono il progetto e la proposta delle esperienze.L’ormai consolidato concetto di “apprendimento pertutta la vita” – lifelong learning – si evolve in quello di“apprendimento allargato” – life large learning –. Inquesto senso, non è più la sola determinazione tempo-rale che conta, quanto piuttosto un’istruzione larga diconoscenze e di esperienze, ricca, densa di orizzonti giàbattuti e sempre nuovi.L’autore si sofferma su dieci azioni che sono, contem-poraneamente, abilità da allenare e atteggiamenti damaturare, componenti, insieme alle conoscenze, dellecompetenze da mobilitare.È un testo che potrebbe far pensare alle problematichedell’alternanza scuola-lavoro ma, in questo caso, la pro-spettiva è più ampia e si volge alla formazione dellapersona. L’incontro con la realtà, con la normalità e laquotidianità, l’incontro con gli altri e l’assunzione del-

lo sguardo degli altri, l’attivazione personale per condi-videre e migliorare le situazioni fanno scorgere i valoriche sostengono le competenze.L’Epilogo, a firma di Jean-Paul Fitoussi, propone laprospettiva di una formazione per una vita umanamen-te e professionalmente interessante, una vita desidera-bile e, quindi, una vita che vale la pena di vivere. Lasua dimensione etica la rende preferibile a tutte le altreperché è molto di più di una vita di successo. Essa rap-presenta la realizzazione personale nella considerazionedegli altri.E allora, è un libro che andrebbe letto insieme perchéstimola il sorgere di alcune domande che riguardano lasocietà e le istituzioni educative: perché questi giovanihanno dovuto attendere l’ingresso all’università per vi-vere il rapporto con la realtà e accorgersi della presenzadegli altri? Quali altre istituzioni potrebbero favorirequeste esperienze? Cosa possono fare le scuole, a parti-re da quella dell’infanzia, per allenare le abilità e matu-rare atteggiamenti che possano caratterizzare lo stile divita di ciascuno, una “vita buona” in cui la testa benfatta si arricchisce col cuore in mano? (A. Rocca)

Giulio CirignanoBellezza del gaudio evangelicoCollana Le ragionidell’OccidenteMauro Pagliai Editore,Firenze 2017, pp. 177

L’Esortazione apostolicaEvangelii Gaudium, firmata

da Papa Francesco nel 2013, è ilsuo documento programmatico,un “testo-evento” coraggioso e innovativo che forsel’ambiente ecclesiastico non ha ancora accolto e valo-rizzato in modo adeguato. A partire da un'accurataanalisi dell’Esortazione, l’autore offre una riflessione diampio respiro sulla necessità di un rinnovamento dellaChiesa che, spesso, appare impreparata ad affrontare lecomplesse sfide della modernità e indica alcune pro-spettive operative su cui confrontarsi.Nel tracciare il percorso di questa “conversione missio-naria”, don Giulio Cirignano affronta con linguaggioaccessibile e brillante temi concreti e attuali come l’e-cumenismo, il ruolo della donna nella Chiesa e l’esi-genza di un cambiamento di mentalità di preti e vesco-vi. Proprio quest'ultimi, insieme ai laici, sono chiamatia essere più vicini ai poveri e agli emarginati come te-stimoni credibili del gaudio evangelico.