MENSILEdell’AIMC- ssociazione taliana aestri attolici M ... · ilMaestro gennaio-febbraio 2017...

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M aestro POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1 COMMA 1 - DCB - ROMA M aestro il MENSILEdell’AIMC- A ssociazione I taliana M aestri C attolici Speciale XXI Congresso nazionale AIMC anno LXIX gennaio-febbraio 2018 numeri1-2 Speciale XXI Congresso nazionale AIMC

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SpecialeXXI Congressonazionale AIMC

anno LXIX gennaio-febbraio 2018 numeri1-2

SpecialeXXI Congressonazionale AIMC

ANNO LXIX n. 1-2 GENNAIO-FEBBRAIO 2018

MENSILE DELL’AIMCASSOCIAZIONE ITALIANA

MAESTRI CATTOLICI

DIRETTOREGiuseppe DESIDERI

DIRETTORE RESPONSABILEMariella CAGNETTA

COMITATO DI REDAZIONEMarina Ciurcina

Francesca De Giosa, Esther FloccoRosa Musto

Mariano NegroGiacomo Zampella

DIREZIONE E AMMINISTRAZIONEClivo di Monte del Gallo, 48

00165 Roma c.c. p. n. 37611001tel. 06634651-2-3-4

fax [email protected] - www.aimc.it

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Finito di impaginareil 28 febbraio 2018

Maestroil

in questo numero

ilMaestro gennaio-febbraio 2017 numeri 1-2

SOMMARIO

P rimo numero dell’anno, primo nu-mero del nuovo quadriennio: l’insie-

me della rivista è dedicato al XXI Con-gresso nazionale che tutta l’AIMC ha cele-brato nei primissimi giorni del nuovo an-no. Un’esperienza ricca, ampiamente par-tecipata, giornate dense di significativitàdiffusa. Un momento di approdo, ma an-che di partenza e riprogettazione del trat-to di strada che da qui prende il via. Unevento che non vorremmo, però, venisse fa-cilmente archiviato, ma restasse per tutti –in special modo per quanti non vi hannopotuto partecipare direttamente – unatappa importante nella vita dell’Associa-zione. A questo scopo, i contributi presen-tati in questo numero speciale ripercorro-no, in sintesi, alcuni dei momenti più sa-lienti: dalla relazione introduttiva delpresidente nazionale, al saluto del presi-dente della CEI card. Bassetti, dal testodella Mozione finale, all’incontro emozio-

nante con Papa Francesco, dalla narrazio-ne “a caldo” di due delegati partecipanti,alla nuova composizione degli organismistatutari neo eletti. La ricchezza degli al-tri significativi apporti al Congresso – lerelazioni sul tema congressuale, la sintesidei lavori delle sezioni, i messaggi delmondo politico, istituzionale, sindacale eassociativo, le conclusioni del presidentenazionale, che per ragioni di spazio non èpossibile proporre in questo numero – saràrestituita e offerta a tutti i soci in unaprossima pubblicazione degli Atti del XXICongresso, per poterne cogliere il messaggioglobale e più profondo. Un cammino im-pegnativo e impegnante si è avviato, nonsolo per gli oltre trecento partecipanti alCongresso provenienti da tutta Italia, maper ogni socio che crede fortemente che,ancora oggi, valga la pena condividere l’e-sperienza associativa, mettendoci la facciae il cuore.

SPECIALE XXI CONGRESSO

2014-2018: relazionesul quadriennio 3Giuseppe DESIDERI

Nella scuola siate il sale della terrra 6card. Gualtiero BASSETTI

Documento programmatico 8

Saluto dell’AIMCal Papa 10

Discorso del Santo Padreall’AIMC 11

Fra professionalità,saperi e competenze 13Giovanni BONVINI

Un giorno dal Papa,per sempre nel cuore 14Maria FLORENZIO

I nuovi organismi nazionali 15

ilMaestro gennaio-febbraio 2017 numeri 1-2 3

L a relazione di fine quadriennio af-fidata al presidente è una sorta di“narrazione” del lavoro di quattro

anni, che ha la necessità di guardare oltre,verso il domani.

Il quadriennio appena concluso ha vistol’impegno di tanti, di tutti coloro che sisono sentiti protagonisti di un progetto co-mune e hanno dato il proprio contributo,al di là del ruolo, al cammino associativoche è una cordata. A tutti loro vanno i mieipiù sentiti ringraziamenti.

Il cammino associativo si realizza in cor-data: si procede insieme, c’è qualcuno chesta davanti, ci si regge con una corda pernon cadere perché il cammino di un’asso-ciazione non è un’autostrada, è un sentieroche si delinea passo dopo passo con il ri-schio e l’incertezza – ci è stato ricordato dalPontefice con la bella immagine del rischiodell’educazione – di avere un piede saldo el’altro no.

Nel corso dei decenni – abbiamo più disettant’anni di vita – il rischio della cordataassociativa è sicuramente aumentato. Primaavevamo molti più compagni in cordata equesto dava molta più sicurezza; anche lefuni che ci reggevano erano più salde. Ogginon è così da tanto tempo.

L’AIMC ha vissuto e vive la complessitàdel momento. È ovvio che i tempi sonocambiati e, quindi, anche l’Associazione Ita-liana Maestri Cattolici non è più quella del’45 o degli anni ’60, quella mitica, storicadella scuola popolare, o degli anni ’80-’90,l’epoca delle riforme. La sigla è la stessa, il ca-risma laicale è lo stesso – ce lo ricordava ilcard. Bassetti – ma sono cambiati i contestie le strategie. Se oggi guardassimo il futuropensando di percorrere le stesse strade delpassato saremmo fuori strada. “Abitare” ilcontesto è fondamentale per l’agire di uncorpo organizzato e associato come il nostro,che fa politica scolastica, è politica scolastica.

Siamo un’associazione di professionistidi scuola, di insegnanti e dirigenti scolasticie tecnici, che non fa didattica, ma partedalla didattica, da quello che si fa ognigiorno in aula, per definire le strategie del-l’istruzione e dell’educazione di questoPaese. L’abbiamo sempre fatto, fa parte delnostro DNA.

In settant’anni, l’organo ufficiale dell’As-sociazione, il Maestro, per sua natura non èstato strumento per veicolare proposte di-dattiche, ma per suggerire al decisore poli-tico quali possano essere le strategie per fa-cilitare il lavoro di chi fa scuola.

È, questa, la politica scolastica, che hacome fine fondamentale quello di facilitarel’apprendimento dei ragazzi, la crescita dipersone, la crescita di cittadini. Questo è ilmandato costituzionale della scuola. E la po-litica, se è politica, guarda a questo. Poi, si in-dividuano le strategie per realizzare le idee.

Questo si è cercato di fare in questo qua-driennio: in questa sede, cercherò di sinte-tizzare il cammino compiuto, ripercorren-dolo a grandi linee.

La legge sulla “buona scuola” ha impe-gnato in uno sforzo collettivo non solo l’As-sociazione, ma tutto il mondo della scuola.Abbiamo creduto in quest’ipotesi diriforma, che aveva l’ambizione di “riportarela scuola al centro dell’agenda politica delPaese”. Un’affermazione forte, non solo unoslogan, ma una realtà. Purtroppo, però, lerisorse messe a disposizione, che da decenninon erano state stanziate per la scuola, nonsono state finalizzate in maniera realmenteincisiva. L’abbiamo detto a gran voce: perrendersene conto basta rileggere i testi delleAudizioni, che sono memoria storica diquesto Paese, depositati alle VII Commis-sioni di Camera, Senato e a Palazzo Chigi.

Anche riguardo le modalità, come Asso-ciazione siamo andati contro corrente: ilgravoso problema delle assunzioni in trescaglioni dei docenti precari, per fare unesempio, era stato previsto non perché siamoprofetici, ma perché viviamo nella scuola econosciamo quali siano realmente i disagi dichi è costretto a vivere lontano da casa.

Il problema del merito: anche in questocaso, come Associazione, sulla base di unaricerca realizzata nel precedente mandato,che ha prodotto una pubblicazione finaleche ne raccoglie gli esiti, siamo stati con-cordi nell’affermare che valutare la profes-sione docente è un principio fondamen-tale, facendo attenzione, però, a distinguerela valutazione dal premio economico. L’ab-biamo detto con lo spirito che contraddi-stingue l’AIMC da sempre ovvero con cri-tica costruttiva, insieme a trenta siglecomprese le Organizzazioni sindacali, fa-cendo sinergia nonostante le differenze:

Giuseppe DESIDERI

2014-2018: relazione sul quadriennioStralci dall’intervento d’apertura del presidente nazionale

SPECIALE XXI CONGRESSO

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CISL e CGIL, AIMC e CIDI, pur nonavendo una storia univoca e venendo dastorie ideologiche contrapposte, di fronte aquestioni concrete si sono cercati gli ele-menti di unione e non quelli di divisioneper un bene superiore. Pur di fronte a ideedifferenti, se si vuol camminare insieme ènecessario trovare il punto di condivisione,non il punto di distanza.

Nella vita politica degli anni passati, ab-biamo assistito persino alla caduta di go-verni che, per affermare un principio, per-devano di vista il bene comune, il bene delPaese.

Con la Legge n. 107/2015 si è ottenutol’obbligo della formazione in servizio delprofessionista di scuola – che l’AIMC siera dato come mandato già da un paio diCongressi – ovvero far sì che la formazionein servizio fosse riconosciuta come dimen-sione fondamentale della professione do-cente. Un traguardo raggiunto grazie allosforzo comune di più soggetti.

Le grandi cose in questo Paese sono statecostruite insieme. Una lezione che, forse,non abbiamo ancora interiorizzato ci vienedall’esperienza di scrittura della Costitu-zione della Repubblica italiana, nel 1947,un risultato frutto di mediazione certosina.

La storia insegna che le pagine più im-portanti sono state scritte a più mani perchéappartengono a tutti. Anche le pagine del-l’Associazione vanno essere scritte standoinsieme, proprio perché è un percorso di ri-flessione difficile e complesso.

La crisi del pensiero pedagogico è unaltro elemento che ci differenzia dal passato.Oggi assistiamo a una “crisi vocazionale”della pedagogia. Non è un caso che econo-misti e tanti altri studiosi parlino di scuola.Se mancano idee sulla e per la scuola, anchela riflessione accademica ha le proprie re-sponsabilità, forse, perché si è puntatotroppo sui tecnicismi, sulle tecniche e sullestrategie operative.

Cosa significhi insegnare ed educare,come fare a “insegnare agli ignoranti” – perusare una frase delle opere di misericordiadel Giubileo – nessuno lo sa, perché è qual-

cosa non di tecnico, ma di educativo, alto,fondamentale, etico, valoriale. È su questoche dobbiamo interrogarci perché, ridu-cendo l’istruzione e l’educazione alla messain pratica di tecniche, diventeremmo re-plicanti di metodi altrui. Ma sappiamobene che, per il bene degli alunni che cisono affidati, nessun metodo vale come pa-nacea in ogni situazione.

Il nostro sforzo è compensare la man-canza di un compagno di cordata: la peda-gogia. Siamo insegnanti, dirigenti, siamopedagogisti “del fare”: all’Accademia spettala riflessione alta, agli insegnanti spetta la ri-flessione altrettanto valida, ma diversa, conuna sua specificità. Per colmare questovuoto, non è un caso se, nel quadriennioappena concluso, si sono stretti rapporticon le Società italiane di Pedagogia gene-rale, Pedagogia speciale, Ricerca pedago-gica. Negli incontri annuali del Coordina-mento di Scienze della formazione primariasiamo invitati, insieme alle altre associa-zioni professionali dei docenti, proprio perricostruire un elemento cardine del farescuola: la ricerca, il fare.

La terza gamba: la politica, presentauna serie di problemi, tra gli altri l’alter-nanza di vari Ministri al Miur. Il bipolari-smo al governo certamente non ha aiutato,perché non fa sinergia e condivisione, piut-tosto aiuta a marcare le differenze.

Alcuni Ministri dell’Istruzione sono statimolto lontani dal “sentire” della scuola. Unesempio eloquente è la costituzione del Fo-rum nazionale delle associazioni professio-nali dei docenti e dirigenti. Nel 2003-2004,con decreto del Ministro Moratti dell’e-poca, furono istituiti tre forum: quello deigenitori, degli studenti e dei docenti. Stra-namente, quello delle famiglie e degli stu-denti sono andati avanti in autonomia,sono stati dotati di regolamenti e supportie allocati presso una Direzione generale,

Quello dei docenti, persone con cui dialo-gare dovrebbe essere molto più sempliceperché facenti parte del Ministero, no! Unascelta di cui si stenta a capire la ratio.

L’agire associativo è complesso e non vabanalizzato né considerato in maniera sem-plicistica e, anche di fronte all’accusa di es-sere stati appiattiti su alcune posizioni, è ne-cessario conoscere le storie e i percorsi.

Nel corso del quadriennio, si è tentato diinterloquire con personalità politiche ditutti i partiti dando suggerimenti, offrendopiste di azione, portando idee. L’AIMC l’hasempre fatto in maniera a volte più dichia-rata, altre volte meno…

La valorizzazione della professione pre-suppone la definizione del profilo del pro-fessionista di scuola. Sono stati definitistandard, modalità di premialità dell’inse-gnamento, ma il profilo del docente è ri-masto quello dello stato giuridico di uncontratto vecchissimo. Le sfide di oggi ne-cessitano di un professionista competente,che deve formarsi a partire dalla formazio-ne iniziale, nel corso di laurea in Scienzedella formazione primaria. Attendiamoun contratto che abbia “coraggio”: se c’èun profilo c’è uno standard di riferimen-to, quindi, si può parlare di valutazione.

Valutare vuol dire guardare alle compe-tenze dei professionisti di scuola, occorreparlarsi di più, condividere percorsi, averecoraggio, la parola fondamentale nellascuola è “coraggio”.

C’è bisogno di un Ministero che abbia ilcoraggio di fare delle scelte, condividen-dole possibilmente e abbia la volontà di ve-rificare le scelte operate. Occorre il moni-toraggio continuo. Il dramma della scuolae della politica italiana è che non si moni-tora mai niente: si fanno le cose e, poi, si di-struggono senza sapere come sono andate afinire. Le riforme si fanno e non si sa comevanno a finire.

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C’è bisogno di coraggio anche a livello diidee, perché è un errore attingere idee dalpassato in modo nostalgico.

Anche nel titolo del nostro Congresso“Memoria e futuro. Periferie e frontiere deisaperi professionali” la memoria non è no-stalgia e nemmeno ricordo: la memoria èciò che fa la storia, che si utilizza; il ricordoresta fine a se stesso. Memoria significa cheabbiamo imparato da quello che è successo,serve per l’oggi e per il domani, il ricordo ela nostalgia servono soltanto per guardarsiindietro e, camminando guardando indie-tro, inciampiamo nell’oggi e l’oggi è di-verso da ieri ed è anche molto diverso dalfuturo, dal domani.

Attualmente, a livello associativo in-terno, stiamo vivendo un momento com-plesso: dobbiamo dircelo senza nascondercidietro un dito. Stiamo vivendo associativa-mente un momento difficole e complesso,anche di contrapposizione forte. Il perchéva individuato nella non condivisione di ge-stione, della progettualità, del percorso chesi è fatto e si sta facendo, nella modalità divivere la collegialità. Al centro, c’era l’esi-genza di dare una svolta. Questo ha marcatofortemente la divisione e ha motivato ladecisione dei colleghi di dividere le strade.

Scelta legittima, le scelte sono sempre le-gittime. La democrazia è bella perché per-mette altre scelte; non significa, però, né po-tere assoluto della maggioranza, né dellaminoranza; l’aspetto fondamentale è capireinnanzitutto se l’obiettivo è comune e se ledifferenze riguardano solo le strade da per-correre e su questo si può ragionare.

Parlare di svolta, invece, presupponeprendere un’altra strada, etimologicamentesignifica cambiare direzione: l’importante,però, è capire verso dove si vuol andare.

Se stiamo nell’Associazione Italiana Mae-stri Cattolici, condividiamo un unico obiet-tivo e, quindi, le strade legittimamente pos-

sono essere diverse… Camminando insieme in Associazione

non si possono lasciare indietro gli altri. ipercorsi si fanno insieme anche a costo di unconfronto sincero, aperto in cui, però, siposizionano gli obiettivi, facendo se neces-sario tutti un passo indietro per fare duepassi avanti, rinunciando ognuno a un po’della propria idea per un’idea diversa, che è“nostra”. Il Congresso è questo, il Congressonon è il luogo dell’io è il luogo del noi…

Chiudo con alcune questioni su cui puòfar seguito il dibattito. Per rendere merito aquanti hanno lavorato all’interno del Con-siglio nazionale, nelle commissioni, neigruppi di studio e ricerca vorrei sottoli-neare alcune cose:

-la valorizzazione della professionalità at-traverso attività di ricerca. Sono state attivatericerche insieme ad altre associazioni (CIDIe Legambiente S&F) sui dati della scuola –la I Edizione è stata realizzata con il sup-porto del professor Mariani dell’Universitàdi Firenze; la II Edizione con il supporto del-l’Università di Roma Tre e del professor Lo-sito – incrociando i dati ISTAT, i dati delMinistero, i dati europei, è stato pubblicatoun Rapporto di più di 600 pagine:

- insieme a UCIIM, DISAL e altre sigleè nato il Coordinamento delle scuole pari-tarie (CODIRES), che è stato condivisocon l’Ufficio scuola della CEI, riuscendo aottenere dall’INVALSI la creazione di ungruppo di ricerca. Da quest’anno, ungruppo di ricerca INVALSI-CODIRESsperimenta la valutazione dei coordinatoridelle scuole paritarie sul modello di quellodella scuola statale, con le opportune di-stinzioni;

- un altro mandato che ci aveva conse-gnato il XX Congresso era riattivare i famosigruppi di ricerca. Il percorso è in fase ini-ziale e i temi ruotano intorno al rapportotecnologia ed educazione, al profilo profes-

sionale, alla validazione, alla gestione dellaclasse.

Collegato alla ricerca, la pubblicistica:sono stati pubblicati testi e collane dal-l’AIMC e dall’altro soggetto della nostrastruttura, la cooperativa ECOGESES, cheha incentivato notevolmente la parte edi-toriale. Dal 2012, anche la FondazioneAIMC onlus, con i contributi del 5x1000,ha attivato una serie di iniziative, tra cui laformazione su digitale con la Apple nellezone terremotate; un progetto di ricercanelle scuole con un’Associazione di profu-ghi che affronta il discorso interculturale ed’integrazione; un supporto riguardo la for-mazione al primo soccorso nelle scuole. Èlogico che le tre strutture fanno capo allostesso personale dell’AIMC.

Vorrei sottolineare un’ultimissima cosa:all’inizio della mia esperienza al Centro na-zionale ho trovato un numero cospicuo dipersonale comandato e dipendente. Nel2018, siamo esattamente un terzo e, con unterzo delle forze né investimenti in tecno-logia o in strutture, si fanno le stesse coseche si facevano in passato. È la quadraturadel cerchio: meno persone e meno soldi, evi assicuro che è complesso.

I tempi cambiano e bisogna leggere larealtà dei fatti. Ci sono cose che non vanno?Tante! Abbiamo eliminato alcune cose? No!Le cose importanti si continuano a fare conun terzo delle risorse umane e… senza soldi.

Fare Associazione oggi è difficile, è com-plesso e chi fa vita di sezione – io continuoa farla e lo so – affronta tale difficoltà. Mabisogna fare i conti con il quadro di realtà:la scuola di oggi impegna tutta la giornata,non è più quella del libro cuore, c’è bisognodi avere i piedi ben piantati per terra, maanche di avere uno sguardo alto.

Fare Associazione è difficile e complesso,ma nonostante tutto per la prima voltadopo venticinque/trent’anni registriamouna crescita: siamo più dell’anno scorso esiamo più di quattro anni fa.

Il nostro futuro dipende da noi e s’iniziaa scriverlo oggi. Il futuro dell’AIMC ini-ziamo a scriverlo oggi insieme, per chi vuoleesserci. Grazie!

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Essere maestri nella scuola ita-liana è oggi un compito gravoso,ricco di insidie e carico di nuovesfide sociali e culturali. Allo stes-so tempo, però, è un lavoro, anzi,una missione bellissima di grandeimportanza per la formazione dei

nostri ragazzi e assolutamentefondamentale per il futuro delnostro Paese.

Per essere dei maestri cattolicinell’Italia odierna occorre essereaudaci nei confronti della menta-lità dominanti ed essere esigenticon se stessi. Non bisogna chiu-

dersi a riccio in una sorta di riser-va indiana o al contrario scioglier-si nella società contemporanea co-me neve al sole. Occorre, al con-trario, essere sale della Terra. Inquesto caso, sale della scuola. Diqui l’invito a essere curiosi, appas-sionati della conoscenza e dellepersone, accoglienti verso tutti,aperti alla realtà e al mondo inte-ro, sensibili alle esigenze di veritàe di giustizia, affinché a nessunosia negata l’opportunità di cresceree di offrire il suo originale contri-buto alla vita comune. Ma nonsolo. Per essere veramente deimaestri cattolici occorre cheognuno di voi dia un significatoalto e nobile alla scuola. Comequando don Milani arrivò a scri-vere che la ‘scuola mi è sacra comeun ottavo Sacramento’. Paroleestremamente importanti e chevanno rilette con la dovuta atten-zione e rilanciate con l’identicasperanza: la scuola deve tornare aessere un luogo così prestigioso daessere considerato addirittura sa-cro. La scuola, infatti, è senzadubbio uno dei luoghi più impor-tanti per l’identità e lo sviluppo di

un Paese. Senza la scuola è diffici-le pensare una comunità coesa diuomini e di donne, in cui anche ipiù poveri possono istruirsi, cre-scere ed emanciparsi dalla miseria.Essa è il centro nevralgico del sa-pere e della cultura di un popoloche si tramanda di ‘generazione ingenerazione’. La scuola scrive per-fettamente don Milani, ‘siede frail passato e il futuro e deve averlipresenti entrambi’.

Valorizzazione dell’ispirazionecristiana e corresponsabilità: dueaspetti che possono fare da stimo-lo all’azione di ogni associazioneche si richiami all’esperienza stori-ca della Chiesa e in particolarepossono aiutare la vita dell’AIMC,in questo particolare momentostorico in cui da un lato la Chiesaè invitata a vivere la sinodalità, edall’altro la scuola italiana è chia-mata a riscoprire se stessa.

Rispetto alla valorizzazionedell’ispirazione cristiana che risie-de alla base dell’AIMC, esiste unrischio in tutte le associazioni,non solo quelle ecclesiali: dopoun certo periodo di tempo, la vi-

SPECIALE XXI CONGRESSOCard. Gualtiero BASSETTI

Nella scuola siateil sale della terraIspirazione ideale, corresponsabilità diffusa, dialogo autentico

Il presidente della Cei, card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pie-ve intervenendo a Roma al XXI Congresso nazionale dell’AIMC, ha richiamato con pa-role chiare il valore dell’essere maestri nella scuola italiana di oggi. Un invito in primoluogo a essere curiosi, appassionati della conoscenza e delle persone, accoglienti ver-so tutti, aperti alla realtà e al mondo intero, a difendere e valorizzare l’ispirazione cri-stiana e, infine, a costruire corresponsabilità diffusa e dialogo autentico.Di seguito le parole che il cardinale ha rivolto ai presenti nel suo indirizzo di saluto.

ilMaestro gennaio-febbraio 2017 numeri 1-2 7

ta associativa si istituzionalizza etende a racchiudersi all’interno dirassicuranti luoghi, le cui murasono rappresentate da norme eregolamenti, e il cui tetto è carat-terizzato dalle funzioni, dalleprocedure e dalle cariche elettive.Non c’è nulla di negativo nell’i-stituzionalizzazione di un’associa-zione, fa parte di un normaleprocesso di riconoscimento pub-blico ed è in qualche modo natu-rale nel processo di sviluppo e dicrescita di qualsiasi gruppo socia-le, ma questo processo contieneanche il rischio di un’eccessivaburocratizzazione che a poco, apoco, non solo scambia il mezzoper il fine, ma dimentica il moti-vo originario per cui ci si associae marginalizza il carisma delleorigini: in questo caso l’ispirazio-ne cristiana dell’associazione. Diqui l’esortazione: l’ispirazione cri-stiana è la roccia su cui erge lanostra e la vostra casa. Difendete-la e valorizzatela con mitezza etenacia. Perché senza questa roc-cia non c’è alcuna associazionema solo un cumulo di leggi e dicariche senz’anima. Vi invito a ri-scoprire e tenere viva la fiammadi quell’ispirazione ideale chemosse Maria Badaloni e CarloCarretto nel 1945 e tanti altridopo di loro.

Il secondo aspetto che mipreme sottolineare in questa se-de è legato direttamente al magi-stero di Papa Francesco: ovverola necessità di una corresponsa-bilità diffusa e della costruzionedi un dialogo autentico tra tuttii membri dell’Associazione. Lacorresponsabilità e il dialogo,che si oppongono a ogni formadi verticismo, sono il prodottoautentico della Chiesa sinodaleche oggi si sta esprimendo a tut-ti i livelli e che ha visto nel Sino-

do della famiglia e nel prossimoSinodo dei giovani degli esempida seguire per la Chiesa univer-sale e tutte le associazioni ad essaispirate. La sinodalità è “l’esattocontrario del clericalismo e

prende forma nello sperimenta-re, concretamente, che la Chiesaè un corpo vivo, il corpo misticodi Cristo, e non un insieme distrutture burocratiche. Ogni as-sociazione è dunque chiamata a“essere un corpo vivo, che speri-menta una comunione autenticae una corresponsabilità diffusa”.Per essere “veramente un’associa-zione che sperimenta la sinoda-lità – e per essere autenticamen-te un corpo vivo – è necessarioche ognuno dei membri sia real-mente in contatto con l’altro,cioè che venga costruita un fittoe autentico intreccio di relazioniumane. Per costruire questa retedi relazioni è necessario parlare.Ma parlare in verità. Anzi, comeripete spesso il Papa, parlare conparresia, ‘a voce alta e in ognitempo e luogo’. Non bisognafingere con ossequi formali.Non è auspicabile l’utilizzo diparole ipocrite. Occorre parlarecon carità”. Dunque, “per co-struire una corresponsabilità dif-

fusa in un corpo vivo è fonda-mentale che ogni persona, al dilà della carica che ricopre, sia ca-pace di dialogare. Il dialogo au-tentico è la chiave di tutto ed haun valore inestimabile. Senza il

dialogo c’è solo la discomunionee la divisione. Ma il dialogo èpiù fruttuoso di ogni litigio,perché il fine ultimo del dialogoè l’unità”.

SPECIALE XXI CONGRESSO

PADRE GIUSEPPE ODDONE, NUOVOASSISTENTE NAZIONALE DELL’AIMC

Il Consiglio perma-nente della ConferenzaEpiscopale Italiana (CEI),nella sessione invernaledel 22-25 gennaio u. s.,ha nominato Assistenteecclesiastico nazionaledell’AIMC e dell’UCIIMpadre Giuseppe Oddone,vicario generale dellaCongregazione dei PadriSomaschi.

Tutta l’Associazione formula a padre Giuseppe Od-done gli auguri per un proficuo lavoro.

A padre Salvatore Currò rivolge i ringraziamenti perl’attività svolta in questi anni.

ilMaestro gennaio-febbraio 2017 numeri 1-28

PremessaL’AIMC è consapevole di doversi confrontare con

il “presente”, conservando la memoria dei propri va-lori spirituali, culturali e professionali ed essere pron-ta a intercettare il cambiamento, ponendosi in atteg-giamento di apertura non solo verso il mondo profes-sionale, ma anche verso le famiglie e le realtà locali.

L’Associazione è chiamata a vivere la “sinodalità”tenendo vivi i carismi e non dimenticando lo spiritodelle origini che richiama all’essere testimoni di im-pegno democratico, passione educativa, sensibilitàecclesiale e interculturale.

L’AIMC si connota come comunità educante,fonte di esperienza e di formazione continua, porta-trice di uno stile e di un’impronta identitaria ricono-

scibile e condivisibile, in grado di compiere azione dimediazione rispetto ai cambiamenti, partecipe dellagestione democratica della scuola e della vita socia-le e sempre protesa alla ricerca e all’innovazione.

Riconosciuti e riconfermati i tratti identitari del-l’Associazione, che non si sottrae alla ricerca di nuo-vi approcci e nuove strade per continuare a essereaccanto ai docenti, oggi si è chiamati a riflettere perquale idea di educazione, di scuola, di docente e diAssociazione s’intende lavorare e impegnare il no-stro tempo.

In un contesto dominato da complessità e relativi-smo, da superamento dei confini materiali, ma ancheetici, occorre riportare l’azione educativa al completoservizio dell’uomo secondo la logica di un “nuovo

AIMC memoria e futuro. Periferie e frontiere dei saperi professionali

DOCUMENTOPROGRAMMATICO

Il XXI Congresso nazionale dell’AIMC celebrato in Roma presso l’Hotel Cicerone nei giorni 3-5 gennaio 2018,

udita la relazione del Presidente nazionale, Giuseppe Desideri;

udite le relazioni sul tema congressuale dei proff. Giuseppe Trebisacce e Nicola Lupoli;

recepiti gli orientamenti del dibattito delle assemblee sezionali, dei consigli provinciali, dei congressi regionali, del-l’assemblea congressuale nazionale, nonché gli esiti delle tre sezioni congressuali;

accolti i messaggi di S. Em.za il card. Gualtiero Bassetti, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, e di S. Em.zail card. Lorenzo Baldisseri, Segretario generale del Sinodo dei Vescovi;

approva e proponea tutta l’Associazione e all’attenzione pubblica il seguente documento programmatico.

Testo della Mozione del XXI Congresso nazionale, approvata dall’Assemblea congressuale in data5 gennaio 2018, contenente le linee orientative per il cammino associativo del quadriennio 2018-2022. Un documento snello, ma intriso di significati in cui si riconferma la centralità dell’educazio-ne, il ruolo dell’Associazione a partire dal protagonismo dei soci nelle sezioni. Il Documento pro-grammatico è stato elaborato dall’apposita Commissione congressuale – cui va un sentito ringra-ziamento – che, recepite le istanze della rete associativa, ne ha tradotto in termini prospettici le at-tese, per contribuire alla crescita qualitativa dell’Associazione e della scuola tutta.

SPECIALE XXI CONGRESSO

ilMaestro gennaio-febbraio 2017 numeri 1-2 9

umanesimo”, che riposizioni “al centro” la persona eriaffermi la centralità dei processi educativi.

Memoria e futuro. Periferie e frontiere dei saperiprofessionali

Non può esistere il futuro senza il passato el’AIMC fa memoria nel momento in cui riscopre lapropria idealità, la forza propositiva che, da sempre,l’ha vista a fianco dei professionisti di scuola neimomenti del cambiamento.

Parlare di nuove frontiere dei saperi professionalivuol dire riconoscere che, oltre alla competenza tec-nico-epistemologica, è necessario oggi riconoscerel’importanza delle competenze relative alla comuni-cazione e alla relazione, alla consapevolezza delruolo e alla dimensione emotiva che entrano in gio-co contemporaneamente nell’esercizio della profes-sione. Ciò richiede un ampliamento dei tempi “cultu-rali” della professione in quanto una cosa è imparareil “mestiere”, altra cosa è imparare a gestire per unavita intera la professione.

La vera formazione sta nell’attrezzare il professio-nista di scuola con le competenze di lettura deglieventi, altrimenti si rischia di non saper “leggere”quello che accade intorno e tutto diventa, giornodopo giorno, sempre più gravoso, se non addiritturainsopportabile.

Prospettive per il futuroL’AIMC riconosce necessario e importante:• richiamare ulteriormente il protagonismo delle se-

zioni, superando in maniera definitiva la logica pi-ramidale per fare spazio a una visione reticolarein cui le sezioni sono i nodi della rete;

• riconoscere che non ci sono più centro e periferia,ma luoghi di confronto, condivisione e riflessioneche si aprono verso l’esterno creando, al contem-po, spazi di convivialità e di elaborazione culturale;

• sottolineare che partecipare alla vita associativaè esperienza formativa se vissuta come confron-to per il miglioramento delle competenze profes-sionali, attraverso l’attivazione di pratiche di ri-flessività;

• ricondurre costantemente l’azione associativa aiprincipi di reciprocità, sussidiarietà, solidarietà.

L’AIMC s’impegna a:• rafforzare l’ancoraggio democratico da persegui-

re attraverso la revisione organica dello Statuto,secondo gli esiti di un processo che ha investitotutta la rete;

• essere laboratorio di ricerca pedagogica e didat-tica attraverso la promozione di percorsi di altariflessività;

• potenziare la rete della comunicazione mediantel’utilizzo di strumenti innovativi che favoriscano leinterazioni e riducano le distanze;

• riconoscere e tutelare l’autonomia decisionale,progettuale e gestionale dei territori;

• valorizzare e disseminare buone pratiche da riela-borare in base ai contesti di applicazione;

• proporsi come interlocutore autorevole delle isti-tuzioni sulle questioni di politica scolastica;

• continuare a sostenere con forza il primato dell’e-ducazione, della sua natura e delle sue finalità;

• considerare la dimensione spirituale come puntodi riferimento, tenendo presente che, come affer-ma l’Evangelii Gaudium, la fede è dentro la cultu-ra di ogni contesto, per cui le proposte formativedevono essere finalizzate alla crescita umana nelrispetto delle singole culture;

• favorire l’interazione dialogica e costruttiva con lealtre associazioni e le organizzazioni sindacali, ci-vili ed ecclesiali;

• impegnarsi a tutti i livelli, insieme ad altre associa-zioni di categoria, a sollecitare le forze politiche esindacali ad assumere decisioni tese a migliorareil futuro della scuola e dei suoi professionisti;

• riconoscersi come luogo di costruzione di iden-tità e relazioni significative, in cui alla cura dellacompetenza professionale si accompagna la cu-ra della persona;

• essere luogo di riflessività sotto il profilo profes-sionale, ecclesiale e politico, che punta su unaprogettualità solidale e inclusiva, attenta allerealtà scolastiche e territoriali più deboli o in crisi,partecipe della gestione democratica della scuolae della vita sociale.

ConclusioneFacciamo nostro l’invito rivolto all’AIMC da S.

Em.za il card. Bassetti in apertura dei lavori con-gressuali, a “non chiudersi a riccio in una sorta di ri-serva indiana o, al contrario, sciogliersi nella societàcontemporanea come neve al sole” per essere “saledella terra e, per i maestri, sale della scuola”.

SPECIALE XXI CONGRESSO

ilMaestro gennaio-febbraio 2017 numeri 1-210

Beatissimo Padre,con sentimenti di sincera gioia e di filiale gratitu-

dine, gli oltre trecento partecipanti al XXI Congressonazionale dell’Associazione Italiana Maestri Cattolicirivolgono alla Santità Vostra il loro deferente saluto anome della grande famiglia dell’AIMC.

Siamo una comunità di cristiani laici che vivono daoltre settant’anni con passione missionaria il loro es-

sere parte del Popolo di Dio che cammina nella sto-ria con l’impegno a diventare sempre più servitori ediscepoli della Parola per poter essere maestri di vitanelle aule scolastiche.

L’AIMC fu “battezzata” nel 1945 dal Suo veneratopredecessore Papa Pio XII, il quale, all’indomani dellaseconda guerra, affidò ai maestri un mandato preciso:essere servitori competenti, attraverso una solida for-

mazione umana e cristiana, dei fanciulli, delle fami-glie, del Paese e della Chiesa. Desideriamo oggi riaf-fermare il mandato che, allora, ci fu consegnato, con-sapevoli che la testimonianza educativa, svoltaattraverso la professione, è dimensione peculiare della“vocazione battesimale”.

Accogliamo il messaggio che Lei ha voluto indiriz-zare a tutta la famiglia umana, in occasione della ce-lebrazione della 51° Giornata mondiale della pace, ri-prendendo le parole di San Giovanni Paolo II: «Se il“sogno” di un mondo in pace è condiviso da tanti, sesi valorizza l’apporto dei migranti e dei rifugiati, l’u-manità può divenire sempre più famiglia di tutti e lanostra terra una reale “casa comune”». Molti nella sto-ria hanno creduto in questo “sogno” e quanto hannocompiuto testimonia che non si tratta di un’utopia ir-realizzabile”.

Il Suo convinto e appassionato farsi pellegrino dipace, volto dell’Amore del Signore per ogni fratello esorella del nostro tempo, è per noi docenti e dirigentidell’AIMC un costante e autorevole richiamo al di-ventare operatori e formatori di pace, perché le mentie i cuori dei nostri ragazzi possano aprirsi al ricono-scimento, nel volto di ogni persona, della straordina-ria icona del Dio Vivente.

Alla vigilia della festività della Manifestazione delSignore Gesù a tutti i popoli e a tutte le culture, de-sideriamo assicurarLa della passione con la quale vo-gliamo fare della scuola una “casa comune” in cuibambini e bambine, ragazzi e giovani si possano in-contrare per conoscersi, amarsi e stimarsi in un fe-condo dialogo interculturale tra le diversità.

Nel suo Messaggio natalizio ha voluto paterna-mente portare davanti al Signore Bambino ogni pic-

Saluto dell’AIMC al Papa Città del Vaticano, Sala Clementina, 5 gennaio 2018

SPECIALE XXI CONGRESSO

In queste pagine riportiamo il saluto del presidente nazionale al Papa e il discorso che PapaFrancesco ha rivolto agli oltre trecento partecipanti al XXI Congresso nazionale, ricevuti inudienza nella sala Clementina del palazzo Apostolico il 5 gennaio 2018. Papa Bergoglio, duran-te il discorso, ha esortato tutti a liberarsi dal pregiudizio dell’essere competitivi, aggressivi, duriverso gli altri, specialmente verso chi è diverso, e ha invitato a “promuovere la cultura dell’in-contro” in famiglia, a scuola e in Associazione. Le parole di Papa Francesco sono risuonate co-me invito impellente a rinnovare l’impegno per una costruttiva collaborazione. Alla fine dell’u-dienza il Papa ha voluto salutare uno a uno tutti i presenti.

ilMaestro gennaio-febbraio 2017 numeri 1-2 11

Cari fratelli e sorelle,do il benvenuto a voi, rappresentanti dell’Asso-

ciazione Italiana Maestri Cattolici, in occasione delvostro Congresso nazionale, e ringrazio il Presiden-te per le sue parole.

Vorrei proporvi tre punti di riflessione e di impe-gno: la cultura dell’incontro, l’alleanza tra scuola efamiglia e l’educazione ecologica. E anche un inco-raggiamento al fare associazione.

Per prima cosa, vi ringrazio per il contributo chedate all’impegno della Chiesa per promuovere lacultura dell’incontro. E vi incoraggio a farlo, se pos-sibile, in maniera ancora più capillare e incisiva. Ineffetti, in questa sfida culturale sono decisive le basiche vengono poste negli anni dell’educazione pri-maria dei bambini. Gli insegnanti cristiani, sia cheoperino in scuole cattoliche sia in scuole statali, so-no chiamati a stimolare negli alunni l’apertura al-l’altro come volto, come persona, come fratello esorella da conoscere e rispettare, con la sua storia, isuoi pregi e difetti, ricchezze e limiti. La scommessaè quella di cooperare a formare ragazzi aperti e inte-ressati alla realtà che li circonda, capaci di cura e ditenerezza – penso ai bulli –, che siano liberi dal pre-giudizio diffuso secondo il quale per valere bisognaessere competitivi, aggressivi, duri verso gli altri,

specialmente verso chi è diverso, straniero o chi inqualsiasi modo è visto come ostacolo alla propriaaffermazione. Questa purtroppo è un’“aria” chespesso i nostri bambini respirano, e il rimedio è farein modo che possano respirare un’aria diversa, piùsana, più umana. E per questo scopo è molto im-portante l’alleanza con i genitori.

colo essere umano che viene alla luce, in mondo sulquale "soffiano venti di guerra" e dove "un modellodi sviluppo ormai superato continua a produrre de-grado umano, sociale e ambientale".

“Vediamo Gesù nei volti dei bambini, ancora se-gnati dalla guerra che ha insanguinato il pianeta inquesti anni”: vediamo il piccolo palestinese e quelloisraeliano, quello siriano e quello afgano, i bambinidell’Africa, “soprattutto quelli che soffrono in Sud Su-dan, in Somalia, in Burundi, nella Repubblica de-mocratica del Congo, nella Repubblica centroafricanae in Nigeria”. E ancora il dramma “dei molti bambinicostretti a lasciare i propri Paesi, a viaggiare da soli incondizioni disumane, facili preda dei trafficanti di es-seri umani”. Sono parole che diventano per noi pro-getto pedagogico di riconoscimento e di servizio.

In questo nostro tempo i bambini e le bambinesono da riconoscersi tra i “nuovi poveri” in quanto“orfani”di significativi punti di riferimento, sradicatida valori che diventano ragioni per vivere, adultizzatianzitempo, espropriati della loro stessa infanzia.

Questo nostro tempo chiede ai genitori, in primoluogo, ma anche agli insegnanti e a tutti i cristiani diessere evangelizzatori, ossia uomini e donne che vi-vono la speranza, partecipi dell’opera creatrice delPadre, dell’opera salvifica del Figlio e di quella santi-ficatrice dello Spirito negli ambienti in cui operano.

Per noi, maestri dell’AIMC, essere Chiesa si con-cretizza nella scuola perché diventi comunità, agàpe,luogo di autentica promozione umana. Come AIMC– porzione di chiesa e porzione di società – ci impe-gniamo a vivere e ad annunciare il Vangelo della ca-rità attraverso l’educazione. Come cristiani associatisiamo consapevoli che la liturgia della vita per i do-centi si celebra nella scuola attraverso una presenza se-ria, adulta, competente.

Sentiamo forte la responsabilità del “prendersi cura”delle giovani generazioni e di essere per loro, attra-verso la testimonianza, annunciatori del Vangelo dellavita, di una “bella notizia” in grado di umanizzare inpienezza e di dare senso alla novità di cui ogni bam-bino è segno.

Coscienti della nostra fragilità e dell’orizzonte scon-finato del compito, riconoscendoLa “maestro” auto-revole del nostro tempo, segno ed eco del Maestro diNazaret, ci uniamo in comunione alla Sua incessantepreghiera perché possa sostenere i nostri sforzi nel su-perare ogni divisione sulla via della concordia che è il“sogno di Dio”: che tutti gli uomini possano parteci-pare alla tavola imbandita della creazione.

Caro Papa Francesco, Le chiediamo di voler bene-dire le nostre fatiche e di rinfrancare la nostra fede af-finché possiamo essere sempre all’altezza del nostrodirci “maestri cattolici”.

Discorso del Santo Padre all’AIMC

ilMaestro gennaio-febbraio 2017 numeri 1-212

E qui veniamo al secondo punto, cioè all’allean-za educativa tra la scuola e la famiglia. Io sonoconvinto che il patto educativo è rotto; è rotto ilpatto educativo tra scuola, famiglia e Stato; è rot-to, dobbiamo riprenderlo. Tutti sappiamo chequesta alleanza è da tempo in crisi, e in certi casidel tutto rotta. Una volta c’era molto rinforzo re-ciproco tra gli stimoli dati dagli insegnanti e quellidai genitori. Oggi la situazione è cambiata, manon possiamo essere nostalgici del passato. Biso-gna prendere atto dei mutamenti che hanno ri-guardato sia la famiglia sia la scuola, e rinnovarel’impegno per una costruttiva collaborazione – os-sia, ricostruire l’alleanza e il patto educativo – peril bene dei bambini e dei ragazzi. E dal momentoche questa sinergia non avviene più in modo “na-

turale”, bisogna favorirla in modo progettuale, an-che con l’apporto di esperti in campo pedagogico.Ma prima ancora bisogna favorire una nuova“complicità” – sono cosciente dell’uso di questaparola –, una nuova complicità tra insegnanti egenitori. Anzitutto rinunciando a pensarsi comefronti contrapposti, colpevolizzandosi a vicenda,ma al contrario mettendosi nei panni gli uni deglialtri, comprendendo le oggettive difficoltà che gliuni e gli altri oggi incontrano nell’educazione, e

così creando una maggiore solidarietà: complicitàsolidale.

Il terzo aspetto che voglio sottolineare è l’educa-zione ecologica (cfr Enc. Laudato si’, 209-215). Na-turalmente non si tratta solo di dare alcune nozioni,che pure vanno insegnate. Si tratta di educare a unostile di vita basato sull’atteggiamento della cura perla nostra casa comune che è il creato. Uno stile divita che non sia schizofrenico, che cioè, ad esempio,si prenda cura degli animali in estinzione ma ignorii problemi degli anziani; o che difenda la forestaamazzonica ma trascuri i diritti dei lavoratori ad ungiusto salario, e così via. Questa è schizofrenia. L’e-cologia a cui educare dev’essere integrale. E soprat-tutto l’educazione deve puntare al senso di respon-sabilità: non a trasmettere slogan che altri dovreb-bero attuare, ma a suscitare il gusto di sperimentareun’etica ecologica partendo da scelte e gesti di vitaquotidiana. Uno stile di comportamento che nellaprospettiva cristiana trova senso e motivazione nelrapporto con Dio creatore e redentore, con GesùCristo centro del cosmo e della storia, con lo Spiri-to Santo fonte di armonia nella sinfonia del creato.

Infine, cari fratelli e sorelle, voglio aggiungereuna parola sul valore di essere e fare associazione. Èun valore da non dare per scontato, ma da coltivaresempre, e i momenti istituzionali come il Congres-so servono a questo. Vi esorto a rinnovare la vo-lontà di essere e fare associazione nella memoria deiprincipi ispiratori, nella lettura dei segni dei tempie con lo sguardo aperto all’orizzonte sociale e cultu-rale. Non abbiate paura delle differenze e anche deiconflitti che normalmente ci sono nelle associazionilaicali; è normale che ci siano, è normale. Non na-scondeteli, ma affrontateli con stile evangelico, nel-la ricerca del vero bene dell’associazione, valutatosulla base dei principi statutari. L’essere associazioneè un valore ed è una responsabilità, che in questomomento è affidata a voi. Con l’aiuto di Dio e deipastori della Chiesa, siete chiamati a far fruttarequesto talento posto nelle vostre mani.

Grazie. Vi ringrazio per questo incontro e bene-dico di cuore voi, tutta l’associazione e il vostro la-voro. Anche voi, per favore, pregate per me.

ilMaestro gennaio-febbraio 2017 numeri 1-2 13

Giovanni BONVINI

Ho partecipato, comedelegato delle Sezionidi Fidenza e Parma, al

grande evento che si è svolto pressol’Hotel Cicerone a Roma dal 3 al 5gennaio 2018, insieme a tanti altridelegati di ogni parte d’Italia con lavolontà di sapere, conoscere, con-tribuire a far sì che l’Associazionedei Maestri Cattolici, che vantauna tradizione e una storia di oltresettant’anni di vita, possa conti-nuare a essere un punto di riferi-mento importante per la forma-zione del personale docente edirigente della scuola pubblica,particolarmente per il livello del-l’infanzia e primario.

Ho ascoltato con profondo in-teresse l’indirizzo di saluto del car-dinale Guarltiero Bassetti, attualePresidente della Cei, specialmentequando ha detto che gli associatidell’AIMC costituiscono uno sti-molo a “difendere e valorizzare l’i-spirazione cristiana”, in un’epocain cui i maestri cattolici devono“essere audaci nei confronti dellamentalità dominante”, cercare diessere “esigenti con se stessi” e“sensibili alle esigenze di verità egiustizia”.

Successivamente, il presidentenazionale Giuseppe Desideri nellasua relazione introduttiva ha evi-denziato che bisogna guardare ol-tre, dando senso al protagonismodella sezione, dove gli iscritti de-vono sentirsi protagonisti e farparte di una rete territoriale percreare possibili interventi, trovare

opportune soluzioni per diverseesigenze. Ha pure sostenuto la ne-cessità di incontrarsi, confrontarsi,suscitare un’alta riflessione, tenerpresente l’esigenza di fare rete coni docenti tutor e dare spazio allaprogettualità, utilizzando la piat-taforma ministeriale Sofia con co-raggio per uscire dall’isolamento ecercare di andare avanti insieme.

Il dibattito sviluppatosi a li-vello assembleare e di gruppo hadimostrato che l’AIMC è in gradodi guardare al futuro con maggiorcertezza, collegando il passato alpresente e al futuro, perché il pa-trimonio che si è costituito intanti anni di attività è fatto di pro-fessionalità e di competenza, comeha affermato nel suo intervento ilprof. Giuseppe Trebisacce dell’U-niversità degli Studi della Cala-bria; quindi, possiede un contestodi valori e di relazioni da utilizzareogni giorno in uno scenario mu-tato, che ha prodotto una rivolu-zione ampia nella società post-in-dustriale con i nuovi media, inmezzo a complessità, incertezze,precarietà, individualismi, crisi esi-stenziali, ma anche con un nuovoscenario con cui bisogna confron-tarsi per governare la situazione,soprattutto avendo a che fare conla formazione.

Occorre, perciò, superare lostato attuale, richiamandosi alleperiferie come riferimento alle ori-gini per guardare a un orizzontenuovo, prendersi cura delle nuove

professionalità, facendo riferi-mento al Magistero della Chiesa edel Santo Padre, così come affer-mato nel suo intervento il prof.Nicola Lupoli dell’Università degliStudi di Bolzano.

A questo punto è sorta una do-manda: c’è speranza per l’educa-zione? Si può rispondere affermati-vamente se si costruisce seriamenteun sistema formativointegrato con un per-corso di formazioneper nuove creatività eindicazioni che dianosperanza, riferendosiall’autonomia, aiu-tando a comprendere,dialogare, collaborare,cooperare.

C’è un percorso co-mune che deve affer-marsi, poiché la scuolanon può essere luogodi trasmissione ma, in-sieme alla famiglia ealle certezze societarie, deve essereluogo concreto per la formazionedelle persone, sviluppando corre-sponsabilità educativa.

Naturalmente è necessario darsida fare per trovare nuove fonti difinanziamento per progetti valididal punto di vista culturale, edu-cativo e sociale, ricorrendo a piùinterlocutori pubblici e privati,garantendo così maggiore tran-quillità e sicurezza nella gestioneeconomico-finanziaria alle varierealtà territoriali dell’AIMC, nel-l’interlocuzione con il mondo

Fra professionalità,saperi e competenzeIl vissuto di un partecipante al Congresso

SPECIALE XXI CONGRESSO

Momento dopomomento, tutto l’evento

congressualeè ripercorso conminuziosità da un

partecipante alla tregiorni romana. Una“narrazione” carica

di significatie suggestioni, emersi

dall’ascolto attento pergettare lo sguardo

oltre le contingenze,collegando il passatoal presente e al futuro.

ilMaestro gennaio-febbraio 2017 numeri 1-214

esterno e istituzionale pubblico eprivato, secondo quanto emersodalla relazione economico-finan-ziaria del quadriennio 2014-2017.

Papa Francesco durante l’u-dienza in Vaticano ha offerto trepunti di riflessione ai maestri cat-tolici partecipanti al Congresso,intervenuti in gran numero in-sieme a tanti loro familiari.

Prima di tutto il Papa ha ringra-ziato l’AIMC per l’impegno datoall’iniziativa della Chiesa a “pro-muovere la cultura dell’incontro”,

a “riprendere e portare avanti l’al-leanza educativa fra scuola e fami-glia” e, infine, ha richiamato la“cultura ecologica” per educare auno stile di vita basato sull’atteg-giamento della cura della nostracasa comune, che è il Creato.

Il Pontefice ha voluto richiamaretre aspetti su cui i maestri del-l’AIMC devono essere competitiviinsieme alla Chiesa per affermarel’importanza di aprirsi agli altri,come persone, cooperando all’in-teresse della realtà che ci circonda,essendo competitivi ma pure riso-luti verso il prossimo, rinnovando

l’impegno di una costruttiva colla-borazione per il bene delle giovanigenerazioni, preoccupandosi del“bene comune”: senza pregiudizi,ma con spirito di conoscenza ecomprensione profonda.

Non dimentichiamo, però, chePapa Francesco ha sottolineato ilvalore di “essere e fare Associa-zione” nella memoria dei principiispiratori (sono stati ricordati piùvolte Maria Badaloni, Carlo Car-retto, Carlo Buzzi), nella letturadei segni dei tempi, con lo sguardoaperto all’orizzonte sociale e cul-turale.

Un giorno dal Papa, per sempre nel cuoreMaria FLORENZIO*

I l XXI Congresso nazionale dell’AIMC, findal principio, si è prospettato come un’oc-

casione per sentirmi parte attiva dell’Associazionee anche come un momento certamente ricco diopportunità e di stimoli dal punto di vista pro-fessionale, così, senza esitare, e senza sapere comee quando si sarebbe sviluppato, ho accolto l’invitoa parteciparvi come delegata.

Articolato in più giorni, il Congresso nazionalemi ha di consentito di vivere e apprezzare l’in-contro costruttivo tra i soci provenienti da tutt’I-talia, docenti, dirigenti scolastici e tecnici, che sisono aperti al dialogo e al confronto, attivando re-lazioni significative caratterizzate dalla condivi-sione, dalla corresponsabilità e dalla partecipa-zione attiva, che permettono di consolidare lapropria consapevolezza identitaria legata all’agireprofessionale.

Il momento più emozionante, vissuto nei giornidel Congresso che ha reso l’esperienza speciale eunica, anche dal punto di vista emotivo, si è ri-velato essere l’udienza da Papa Francesco nella SalaClementina del Palazzo Apostolico che, splen-dido e imponente, ha valorizzato i momenti pre-cedenti l’incontro e reso suggestiva persino l’at-tesa. Accomunati da un’immensa gioia e profondacommozione, ma credo anche curiosità, i soci

AIMC hanno atteso, consapevoli di vivere un’e-sperienza straordinaria di immensa bellezza.

Ascolto, riflessione, profondità nel sentire egrande partecipazione emotiva hanno accompa-gnato il discorso di Papa Francesco; le sue parole,intense e vive, ci hanno dato una grande emo-zione, ricordandoci il valore del fare associazione,ma anche le difficoltà, l’importanza della culturadell’incontro, del nostro ruolo e del patto educa-tivo che va sempre rinnovato alla luce dei tempi,un messaggio che rimarrà un incoraggiamentoda cui attingere forza e ispirazione.

Al termine del discorso, il Papa ha salutato unoper uno gli emozionatissimi partecipanti, un mo-mento che porterò nel cuore per sempre: incon-trare i suoi occhi, il suo sorriso buono, ascoltarela sua voce e stringergli la mano mi hanno donatoin un attimo grande serenità e fiducia nel futuro.

Il XXI Congresso nazionale dell’AIMC è statoun’occasione di crescita e arricchimento culmi-nato con l’incontro con Papa Francesco, una me-ravigliosa esperienza che certamente non si èconclusa uscendo dalla Sala Clementina e ha po-sto le basi per un cammino più costruttivo econsapevole.

* socia AIMC Sezione di Putignano (BA)

SPECIALE XXI CONGRESSO

I nuovi organismi nazionaliIl XXI Congresso nazionale, a norma degli artt. 24 e 25 dello Statuto, ha proceduto all’elezionedegli organismi nazionali che resteranno in carica per il quadriennio 2018-2022.

Paola Atzori (SS)Zina Bianca (CT)Pasquale Castellano (BA)Paolo Centomani (BA)Sonia Claris (BG)Francesca De Giosa (BA)Giuseppe Desideri (NA)Ada Di Ianni (AQ)Caterina Di Stefano (TP)Corrado Fosson (AO)Eleonora Mosti (RM)Rosa Musto (RM)Negro Mariano (VI)Stefano Pagni Fedi (FI)

Giuliana Paterniti Bardi (VA)Marino Petrarolo (BR)Carlo Rinzivillo (RM)Antonio Rocca (VR)Luciana Teodolinda Sala (MI)Marilena Spadoni (BO)Enrica Talà (LI)Emilio Tartaglino (LU)Bianca Testone (TO)Ester Tombolini (AN)Donata Toscani (CR)Laura Vinci (GO)Giacomo Zampella (NA)

Consiglieri nazionali

Enea Di Ianni AbruzzoFilomena Valicenti BasilicataSilvana Sita CalabriaAntonietta D’Episcopo CampaniaAntonella Cattani Emilia RomagnaMaja Orazi Friuli Venezia GiuliaAndrea Della Gatta LazioHerika Bosco LiguriaMaria Disma Vezzosi LombardiaMassimo Altobelli Marche

Esther Flocco MoliseSergio Arduino PiemonteMariangela Tarantino PugliaMaria Antonietta Vacca SardegnaMarina Ciucina SiciliaAngela Giannetti Toscana

Trentino Alto AdigeGianna Spinelli UmbriaAdriano Dotto Veneto

Presidenti regionali

Membri eletti

Giovanni Bonvini (PA)

Mariella Cagnetta (BT)

Maria Carmela Cerrelli (CS)

Maurizio Fanelli (AN)

Anna Ferrari (LT)

Membri di diritto

Bruno Forte (UD)

Mariangela Prioreschi (FI)

Organismo nazionale di garanzia

Membri effettivi

Sandra Cavallini (LI)

Giacomo Mastruzzo (RG)

Elvira Verlingieri (NA)

Sindaci revisori

Il Gruppo operativo nazionale (Grop), che prevede la presenza di tre componenti eletti dal Consiglio nazionale e tredesignati dal presidente, per il quadriennio 2018-2022, risulta così costituito: Giacomo Zampella, vicepresidentevicario; Francesca De Giosa, vicepresidente; Esther Flocco, segretaria nazionale; Rosa Musto, amministratrice;Marina Ciurcina e Mariano Negro.

Il Consiglio nazionale neo-eletto, riunitosi a Ro-ma il 5 gennaio c. a. alla conclusione di lavoridel XXI Congresso, ha riconfermato GIUSEP-PE DESIDERI alla carica di presidente nazio-nale dell’AIMC per il quadriennio 2018-2022.