mensile dell’AimC- ssociazione taliana aestri attolici Maestro Maestro nn... · 2019. 3. 1. ·...

16
M aestro M aestro POsTe iTAliAne sPA sPeDiZiOne in ABBOnAmenTO POsTAle - D.l. 353/2003 (COnV. in l. 27/02/2004 n. 46) ART. 1 COmmA 1 - DCB - ROmA il mensiled ell’AimC- A ssociazione I taliana M aestri C attolici anno LXX gennaio-febbraio 2019 numeri1-2 Interscambio e arricchimento umano La didattica mentalista. È così difficile apprendere? Professionisti nella complessità Interscambio e arricchimento umano La didattica mentalista. È così difficile apprendere? Professionisti nella complessità

Transcript of mensile dell’AimC- ssociazione taliana aestri attolici Maestro Maestro nn... · 2019. 3. 1. ·...

Page 1: mensile dell’AimC- ssociazione taliana aestri attolici Maestro Maestro nn... · 2019. 3. 1. · gioni di attivare la previsione dell’art. 116 del rinnovato Ti-tolo V della Costituzione

MaestroMaestroP

Os

Te

iT

Al

iAn

e s

PA

sP

eD

iZiO

ne

in

AB

BO

nA

me

nT

O P

Os

TA

le

- D

.l.

35

3/2

00

3 (

CO

nV

. in

l.

27

/02

/20

04

n.

46

) A

RT

. 1

CO

mm

A 1

- D

CB

- R

Om

A

ilm e n s i l e d e l l ’A i m C - A s s o c i a z i o n e I t a l i a n a M a e s t r i C a t t o l i c i

anno LXX gennaio-febbraio 2019 numeri1-2

Interscambio earricchimento umano

La didattica mentalista.È così difficile apprendere?

Professionistinella complessità

Interscambio earricchimento umano

La didattica mentalista.È così difficile apprendere?

Professionistinella complessità

Page 2: mensile dell’AimC- ssociazione taliana aestri attolici Maestro Maestro nn... · 2019. 3. 1. · gioni di attivare la previsione dell’art. 116 del rinnovato Ti-tolo V della Costituzione

SOMMARIO

in questo numero

I l primo numero del nuovo anno è ca-ratterizzato da una varietà di contri-buti, anche se alcuni “pensieri” ritornanosia pure con stili e modalità diverse. Sonofili d’interconnessione: attenzione responsa-bile verso l’attuale contesto politico-sociale,la scuola e i soggetti in essa coinvolti – pro-fessionisti e alunni –; valore del dialogo te-stimoniato dallo scambio culturale conrealtà scolastiche europee; sensibilità versola sponda ecclesiale in cui ricercare radica-mento e motivazione; volontà di “tessere” larete associativa con iniziative specifiche, chemirano a fortificare la tenuta generale. Lepagine di questo numero riecheggiano diun’attività realizzata su più versanti. L’edi-toriale prende in esame i problemi politico-sociali dell’oggi che, inevitabilmente, si ri-flettono sulla scuola e sui suoi “abitanti”, inparticolare, l’autonomia differenziata checrea non poche incertezze sul futuro prossi-mo; in Primo piano è proposta la sintesidella visita di un nutrito gruppo di docentidella scuola greco-cattolica della Diocesi di

Oradea in Romania, ospitati a Roma dal-l’AIMC all’inizio di febbraio; nell’Insertocentrale, l’esplicitazione sulla didatticamentalista, approccio metodologico che èstato al centro del seminario nazionale, rea-lizzato a fine gennaio; in Professionalità unsignificativo articolo di approfondimentosulla professionalità docente e sulla gestionedella classe nella complessità dell’oggi; inVita AIMC il rendiconto di un’iniziativadella realtà associativa calabrese, realizzatanel giorno della memoria per… non di-menticare. Un’attività su più versanti dicui, in questo numero de il Maestro, rie-cheggia solo qualche eco. Tanti spunti chetestimoniano il nostro impegno associativo,finalizzato alla costruzione di un sistemascolastico di qualità. Un’impresa “corale”che riguarda l’intero Paese, un modo perreagire alle difficoltà quotidiane, nell’otticadell’esistenza che, come sottolinea l’assistentenazionale in Spiritualità, punta alla san-tità, ancorata all’amore vero e profondo peril nostro Signore.

ilMaestro gennaio-febbraio 2019 numeri 1-2

editoriale

Autonomia differenziata 3Giuseppe DesiDeri

spiritualità

Caratteristiche della santitànel mondo attuale 4p. Giuseppe ODDONe

primo piano

Interscambioe arricchimento umano 6Antonia Monica NiCA

inserto

DAL seMiNAriO NAZiONALe Di sTUDi

La didattica mentalista.È così difficile apprendere? 7

professionalità

Professionisti nella complessità 11ester TOMBOLiNi

vita AimC

Tempo della memoriae memoria del tempo 14emanuela rOse

AnnO lXX nn. 1-2 GennAiO-FeBBRAiO 2019

mensile Dell’AimCAssOCiAZiOne iTAliAnA

mAesTRi CATTOliCi

DIRETTOREGiuseppe DesiDeRi

DIRETTORE RESPONSABILEmariella CAGneTTA

COMITATO DI REDAZIONEmarina Ciurcina

Francesca De Giosa esther FloccoRosa musto

mariano negroGiacomo Zampella

DIREZIONE E AMMINISTRAZIONEClivo di monte del Gallo, 48

00165 Roma c.c. p. n. 37611001tel. 06634651-2-3-4

fax [email protected] - www.aimc.it

Gratuito ai sociAbbonamento annuo € 40,00

Reg. Trib. di Roma n. 2256 del 28.7.51

IMPAGINAZIONEeurolit srl

Via Bitetto, 39 - 00133 Roma Tel. +39 06 201 51 37Fax +39 06 200 52 51

seguici su

Finito di impaginareil 28 febbraio 2019

Maestroil

Page 3: mensile dell’AimC- ssociazione taliana aestri attolici Maestro Maestro nn... · 2019. 3. 1. · gioni di attivare la previsione dell’art. 116 del rinnovato Ti-tolo V della Costituzione

ilMaestro gennaio-febbraio 2019 numeri 1-2 3

I n uno Stato modernol’autonomia è dimen-sione funzionale della de-

mocrazia.Riconoscere autonomia signi-

fica dare la possibilità a ciascunsoggetto di scegliere proprie mo-dalità per affrontare e risolveresituazioni specifiche.Essere autonomi significa uti-

lizzare le risorse di cui si dispone,per rispondere ai bisogni che ci sitrova a soddisfare. Ovviamente,l’autonomia comporta spazi piùo meno ampi, più o meno con-dizionati di decisionalità, opera-tiva ma anche strategica.L’autonomia funzionale pro-

duce risultati positivi quando leregole di esercizio sono chiare,condivise e cogenti. Da questopunto di vista, autonomia deve,necessariamente, far rima conresponsabilità.

In un sistema, ciascuna partedeve possedere una propria au-tonomia che, però, tenga contodelle interconnessioni e interdi-pendenze tra le parti, che fannosì che ogni azione abbia riper-cussioni dirette o indirette sultutto.In un Paese complesso come il

nostro, tenere insieme tutte leparti non è certo semplice. Tuttele analisi parlano di economia,servizi, istruzione a più velocità;di una Italia in cui nascere alSud piuttosto che al Nord, an-cor’oggi nel XXI secolo, è pre-dittivo di un probabile futuro,diverso in base al certo divario dicondizioni di partenza.

Diventano legittime, quindi,le preoccupazioni suscitate dallarecente richiesta di alcune Re-gioni di attivare la previsionedell’art. 116 del rinnovato Ti-tolo V della Costituzione ovveroun’autonomia differenziata per iproponenti, appunto. Quello che fa riflettere è che

non sono le Regioni che eviden-ziano ritardi e difficoltà a chiederemaggiore libertà decisionale, maquelle che costituiscono la cosid-detta locomotiva d’Italia, Territoriche hanno tassi d’industrializza-zione, PIL locale, occupazione,servizi superiori al resto del Paese.La richiesta è, quindi, quella diessere “lasciati liberi di correre”.È chiaro che sia condivisibile il

desiderio di un territorio diesprimere al massimo le propriepotenzialità; il problema puòsorgere nel momento in cui taledesiderio perde di vista la logicasistemica che si nutre di solida-rietà, sussidiarietà, corresponsa-bilità. Se, di contro, una partedel Paese si fa carico di trascinarea livelli europei il resto della Na-zione, questa sarebbe scelta au-spicabile e da sostenere.

Il rischio – e qui possiamoparlare solo in prospettiva – èche la locomotiva stacchi i va-goni e li lasci sul posto. Da sem-pre, alcune Regioni hanno tro-vato maggiore consonanzaguardando più al Nord, al cen-tro Europa, piuttosto che al Suddi casa propria; non possiamoescludere che l’autonomia diffe-renziata non accentui drastica-

mente questa tendenza. È un po’come in una classe dove ci sonopochi alunni che conseguonoottimi risultati e una parte dialunni con difficoltà legate a unapluralità di cause. Se si pensassesolo ai “più bravi” gli “altri” acui-rebbero le proprie difficoltà.Cosa si fa allora? Si attuano stra-tegie cooperative di apprendi-mento e di tutoraggio tra pari,oltre a una competente regia di-dattica del docente.

Per l’Italia, in questo periodocomplesso, ci vorrebbe più coo-perazione, più solidarietà, più con-divisione strategica e operativa eassolutamente non il contrario. Quando si parla di economia,

di soldi, purtroppo è più facileche emerga l’individualismo, l’e-goismo; è più facile che si svi-luppi l’idea che se gli altri sonoindietro, in difficoltà è solo percolpa loro, del loro modo di es-sere che ha generato una classepolitica inadeguata. Il tutto,però, ovviamente, come ci inse-gna la storia, è molto più com-plesso e non si può semplificarein termini di slogan.La nostra Costituzione ci in-

segna che la Repubblica è una eindivisibile; tocca a noi, a cia-scuno di noi, cittadini italiani,testimoniare quotidianamentela volontà di stare insieme, ope-rando per abbattere le frontieree i confini che, ancora oggi, esi-stono all’interno del Paese echiamano a responsabilità uni-taria i decisori politici, territo-riali e nazionali.

Autonomia differenziataeditoriale

Giuseppe DESIDERI

Page 4: mensile dell’AimC- ssociazione taliana aestri attolici Maestro Maestro nn... · 2019. 3. 1. · gioni di attivare la previsione dell’art. 116 del rinnovato Ti-tolo V della Costituzione

ilMaestro gennaio-febbraio 2019 numeri 1-24

Nel cammino dellavita, nell’ascesa conti-nua dall’umano al di-

vino, dalla città terrena alla cittàdi Dio (cfr. Par. XXXI, 37-39) ilcristiano oltre a conformarsi allebeatitudini e alla carità, che rico-nosce la presenza di Cristo neifratelli, deve dotarsi, spinto dalloSpirito, di alcuni mezzi. Prima ditutto è indispensabile un appas-sionato amore per Cristo, che aiu-

terà a realizzare i cin-que atteggiamenti cheil Papa propone

Sopportazione, pa-zienza, mitezzaSe Cristo è la stella

polare della tua vita,cercherai di confor-marti a Lui anche sop-portando le inevitabilicontrarietà, i difetti, lasottile persecuzione edemarginazione messain atto dalla violenza

verbale e dalla volgarità così dif-fusa nella società di oggi, soprat-tutto nel mondo della comuni-cazione e dell’interscambiodigitale, a cui purtroppo pren-dono parte anche alcuni cristianiall’interno della Chiesa. Rispon-derai invece al male con il bene,con sopportazione e pazienzasenza cedere alla tue personali in-clinazioni aggressive, facendoscomparire ogni asprezza, sdegno,ira, grida, maldicenza con ognisorta di malignità. Devi rimanere

sempre una nobildonna o genti-luomo magnanimo e dall’altosentire, anche in mezzo a tantacattiveria, libero dall’egocentri-smo, capace di discutere amabil-mente, di reclamare giustizia indifesa dei deboli. Anche questa èuna via per imitare Cristo e cre-scere nell’unione con Lui, mite eumile di cuore.Chi fonda la sua vita sull’amore

di Gesù e sulla sua parola “Stacome torre ferma che non crollagià mai la cima per soffiar diventi” (Purg. V,14-15).

Gioia e senso dell’umorismoSan Francesco con la perfetta

letizia, Jacopone da Todi con ilgiubilo del cuore, San FilippoNeri con la sua sana allegria, SanTommaso Moro con il suo umo-rismo propongono nella loro vitaquella “letizia che trascende ognidolore” (Par. XXX,42), la letiziache supera ogni dolcezza terrena eche viene da Dio. Se la nostra vita cristiana è me-

sta, inibita e pessimistica signi-fica che qualcosa si è inceppatonella nostra fede. La gioia cri-stiana non nasce dal consumismoo dal nostro individualismo, maha origine dalla certezza perso-nale di essere infinitamente amatida Dio nella vita, nella morte enell’eternità; è un dono dello Spi-rito. Essa migliora la qualità delnostro vivere quotidiano e, consano realismo, ci libera da pro-blemi inesistenti, preoccupazioni

fasulle, falsi assilli. In alcuni mo-menti, come avvenne per tantisanti, potremo sentirci invasi daquesta gioia, che ci fa cantare, chegonfia le vele del nostro animo eci fa navigare verso l’oceano del-l’amore infinito di Dio.

Audacia e fervoreL’amore di Cristo ci carica di

energia, di slancio evangelizzatoreper lasciare un segno in questomondo; il suo Spirito ci dona la“parresia”, che è non solo la li-bertà di parola, ma la capacità didire “in quel momento” le parolegiuste ai fratelli che avviciniamo oper testimoniare, correggere oproporre la nostra fede. È un’au-dacia che ci spinge nelle periferie,là dove Cristo è già presente: “Viprecederò in Galilea” e la Gali-lea, terra di periferia, dove dob-biamo andare per incontrareGesù, è il luogo teologico e, nellostesso tempo, reale del nostro la-voro, della fatica quotidiana, del-l’imprevisto, della povertà e dellamalattia che possono colpire noie i nostri fratelli.La Chiesa non ha bisogno di

tanti burocrati o funzionari, madi missionari appassionati, entu-siasti di comunicare la vera vita. Vengono in mente i santi che

Dante presenta nel suo Paradiso.Sono santi attivi, pieni di audacia,amore per la Chiesa, slancio mis-sionario ed evangelico: basta pen-sare ai due príncipi e ai due cam-pioni, San Francesco e San

spiritualitàGiuseppe ODDONE

Caratteristiche della santitànel mondo attualeCommento al cap. IV dell’Esortazione Gaudete et exultate

sopportazione, pazienza,

mitezza, gioia e senso

dell’umorismo, audacia e

fervore, in comunità, in

preghiera costante: sono

questi i cinque

atteggiamenti che il Papa

ci propone nel Cap. iV

dell’esortazione

apostolica. Prima di tutto,

però, è indispensabile un

appassionato amore per

Cristo, che ci aiuterà a

realizzare la nostra santità.

Page 5: mensile dell’AimC- ssociazione taliana aestri attolici Maestro Maestro nn... · 2019. 3. 1. · gioni di attivare la previsione dell’art. 116 del rinnovato Ti-tolo V della Costituzione

ilMaestro gennaio-febbraio 2019 numeri 1-2 5

Domenico, che, con la loro testi-monianza e predicazione, radu-nano l’esercito di Cristo che die-tro all’insegna della Croce simuoveva lento, pauroso e disu-nito (cfr. Par. XII, 37-39) e infon-dono nuova energia nel popolo diDio; oppure a San Pier Damiani,a San Benedetto e a San Ber-nardo, contemplativi sì, ma, nellostesso tempo, carichi di slancioapostolico per santificare e rifor-mare la Chiesa. Gratia semen glo-riae: la grazia di essere cristiani èseme, principio della tua azioneapostolica, per meritare la gloriafutura del Paradiso.

In comunità“Vae soli” ci dice la parola di

Dio. “Meglio è essere due insiemeche uno solo... Se uno cade, l’al-tro lo sostiene; guai a chi è solo,perché quando cade non ha chi lorialzi” (Eccl. 4,9-10).Se talora nella società civile

trionfano l’abbandono e la soli-tudine, la fede cristiana esige, persua natura, una dimensione co-munitaria. Ci si fa santi insiemenella famiglia, nella parrocchia,nel gruppo o nel movimento ec-clesiale, nella comunità religiosa.In comunità si scopre la bellezzadi condividere la mensa, l’Eucari-stia, le proprie esperienze spiri-tuali, attenti ai dettagli quotidiani,ai piccoli particolari dell’amore,che possono aprirci all’esperienzadi un’improvvisa gioia interiore.Ricordiamo la sintonia spiritualedi san Benedetto e della sorellasanta Scolastica, ma, in partico-lare, l’esperienza di sant’Agostinoe di santa Monica che, nella casadi Ostia, vivono un momento diintensa comunione spirituale emistica, che li innalza fino a uncontatto folgorante con Dio.Aggiungo la testimonianza let-

teraria del Manzoni, grande genio

cristiano, che nei suoi Inni Sacri,nei cori delle tragedie e negli Innicivili, oltre che ne I PromessiSposi fa sempre vibrare la sua poe-sia di un sentimento collettivoche affratella, sia nella contem-plazione del mistero del Natale edella Pentecoste, sia nella vicendapersonale di Ermengarda e di Na-poleone morenti; così pure nellesofferenze della storia e della stessaguerra il suo canto diventariflessivo e corale, medi-tando sulla libertà e sullagiustizia che dovrebberounire tutti i popoli.

In preghiera costanteLa santità è fatta di aper-

tura abituale alla trascen-denza, che si esprime nellapreghiera e nell’adorazione.Cerchiamo di educarci allavita contemplativa, in unincontro personale con il Si-gnore, mai chiusi nell’im-manenza soffocante di que-sto mondo, immersi invecenella vita divina.Anche nelle attività più freneti-

che il cuore di Dio invia il mes-saggio del suo amore che ci fa vol-gere costantemente a Lui come“l’ago a la stella” (Par. XII, 29),immersi nella storia della propriavita, della vita degli altri, di ciò cheil Signore ha fatto nella suaChiesa, del mondo in cui viviamo.La nostra preghiera deve farsi

carico anche della realtà esterna ediventare preghiera di interces-sione per le sofferenze e le spe-ranze dei nostri fratelli. La pre-ghiera trova il suo alimento e lasua forza nella Sacra Scrittura, checi conduce all’Eucaristia, presenzareale della Parola vivente, capacedi rinnovare e trasformare in Cri-sto con perenne azione di grazia lanostra vita. Come non ricordarel’esperienza spirituale di tutta la

scuola carmelitana proposta dasan Giovanni della Croce, sempreimmerso nella fornace ardente enella gioia dell’amore trinitario,anche quando giaceva nel buio diuna prigione, o di santa Teresad’Avila, transverberata e trafittadalla fiamma dell’amore perso-nale di Gesù, con il quale vivevain intimo rapporto sponsale diamore e di fede.

Mi piace concludere queste ri-flessioni con una parziale cita-zione di una poesia di San Gio-vanni della Croce, intitolata “Lafontana”, da lui composta nell’o-scurità del carcere. La fontana è ilmistero trinitario in cui ci im-mergiamo nella preghiera, il na-scondiglio è la profondità del no-stro essere in grazia, la nottesimboleggia la fede, il pane vivol’Eucaristia: “Ben conosco quellafontana che scorre e zampilla,/anche se è fonda la notte./ Questafontana eterna e segreta/ io sobene dove ella ha il suo nascon-diglio,/ anche se fonda è la notte./La sua luce non è mai oscurata/ eio so che da lei ogni luce è uscita/anche se fonda è la notte./ Code-sta fontana eterna è celata/ in que-sto pane vivo per donarci la vita/anche se fonda è la notte”.

spiritualità

Page 6: mensile dell’AimC- ssociazione taliana aestri attolici Maestro Maestro nn... · 2019. 3. 1. · gioni di attivare la previsione dell’art. 116 del rinnovato Ti-tolo V della Costituzione

ilMaestro gennaio-febbraio 2019 numeri 1-26

Dopo la bella ed effica-ce esperienza vissutain occasione della vi-

sita degli amici dell’AIMC a Ora-dea del novembre scorso, era au-

spicabile dare conti-nuità al percorso intra-preso e, di comune ac-cordo, è stata realizzatauna collaborazione, al-lo scopo d’interscam-bio e arricchimentoumano e, soprattutto,professionale.Si è concretizzato

così tutto il desiderato,attraverso il viaggio aRoma realizzato, du-rante le vacanze inter-semestrali, tra il 1 e 7febbraio u. s.Abbiamo vissuto

un’esperienza meravi-gliosa ed entusiasman-te: le belle giornate sisono svolte tra visite ailuoghi simbolo dellacittà, apprendimentodi nuove conoscenze,

sperimentazioni, problematizza-zioni di situazioni concrete, fortiesperienze spirituali,…

Per descrivere in modo con-creto alcune esperienze, prendoin prestito alcune impressionidella collega, Lorenia Nedeianu:“... dopo alcuni anni, con moltapiù libertà e ancora di più bramaspirituale, Roma mi ha accolta abraccia aperte, mostrandomi

gran parte delle suebellezze… Pensavoche non potesse es-serci altro da sco-prire e che nientepiù poteva ancoraimpressionarmi…Sbagliavo di granlunga...! RivedereRoma – per me laterza volta – è stato incontrare lasua gente, la nostra gente, fratellie sorelle con cui condividere lastessa origine e formazione pro-fessionale. Persone mature e con-sapevoli della grandezza della lo-ro vocazione, quella educativa,competenze e talenti. Per una set-timana siamo stati come a casa,grazie all’accoglienza degli amiciAIMC”.I pomeriggi sono stati molto

impegnativi, momenti forti dellaformazione professionale, matti-nate da non dimenticare, l’udien-za con il Santo Padre, papa Fran-cesco, le profonde meditazionispirituali e umane, briciole di sa-pienza divina che sono riuscite afarci superare i nostri limiti eportarci sulle ali della speranzaverso la perfezione.Di particolare significato l’in-

contro con il prefetto card. Ver-saldi e suoi collaboratori dellaCongregazione per l’EducazioneCattolica, che hanno sottolinea-to il ruolo dell’insegnante catto-lico nella scuola e la necessità dirispondere alle sfide educativeattuali.

La visita all’istituto scolastico“Marymount”, prestigiosa scuoladella capitale è stata per tutti mo-dello di buona pratica. La disci-plina, la professionalità, requisitimoderni ed efficientissimi, e, so-prattutto, la rigorosa organizza-zione e il personale qualificatohanno confermato i punti forti diuna formazione che tende allaqualità. La ricetta del successo diquesta scuola certamente nonpuò essere copiata, ma gli ele-menti che possono portare al mi-glioramento e al perfezionamen-to indubbiamente sono stati assi-milati, osservati, notati e, alcuni,già implementati.

Durante il soggiorno numero-se le visite alle principali attrazio-ni turistiche e altro ancora. Sia-mo stati accolti, trattati e accom-pagnati con grande generosità epazienza. L’ospitalità, la serenità elo sforzo di farci sentire a casal’abbiamo sentito pienamente.Siamo grati per lo scambio cul-

turale, ma anche per la preziosaopportunità di formazione uma-na e professionale.

Interscambio earricchimento umanoUn percorso professionale che continua tra Italia e Romania

primo pianoAntonia Monica NICA*

Dall'1 al 7 febbraio u. s.,nell'ambito degli scambi tra

varie scuole del mondopromossi dall'UmeC-WUCT,

una nutrita delegazioned’insegnanti della scuola

greco-cattolica della Diocesidi Oradea in Romania sonostati ospitati presso il Centro

nazionale dell'AimC diRoma, per la seconda fase

dello scambio culturaleitalo/rumeno. la settimanadel soggiorno romano haprevisto: visite ad alcune

scuole di Roma; unseminario di confronto

(programmi, organizzazione,metodi...); incontro con i

responsabili dellaCongregazione per

l'educazione cattolica;presentazione e conoscenzapiù approfondita dell'AimC;

visita ai luoghi piùsignificativi di Roma.

*Preside liceo greco-cattolico,Iuliu Maniu, Oradea,Romania

Page 7: mensile dell’AimC- ssociazione taliana aestri attolici Maestro Maestro nn... · 2019. 3. 1. · gioni di attivare la previsione dell’art. 116 del rinnovato Ti-tolo V della Costituzione

inserto

L a tradizione filosofica greca ci hatramandato la figura di Diogene cheviveva in una botte e di giorno anda-

va in giro con una lanterna accesa alla ricer-ca di un uomo capace di vivere al di là delleconvenzioni sociali. Similmente anche la pe-dagogia odierna fatica a ritrovare il fine dellasua ricerca. Nel corso del tempo, infatti, lesue finalità sono progressivamente sbiaditelasciando il campo ad altri aspetti tra cui: ilvalore formativo delle discipline, la program-mazione, la valutazione, il curricolo, l’auto-nomia scolastica, l’ambiente di apprendi-mento e le nuove tecnologie.La graduale perdita identitaria della peda-

gogia ha finito per favorire l’ingerenza dellapsicologia che ha colonizzato il terreno dellasua azione educativa. Quest’invadenza, oltrea divulgare tra la classe magistrale unapseudo-cultura psicologica, ha contribuito adiffondere metodologie comportamentiste,strutturaliste, cognitiviste e impianti di pro-grammazione come la didattica per obiettivie per competenze. Nell’ambito della didatti-ca speciale, invece, si sono imposte proce-dure psicologiche aberranti come quella dicatalogare gli esseri umani secondo i codicinosografici del DSM V e dell’ICD 10.

La scuola italiana è stata così indotta a fo-calizzare l’attenzione e l’intervento sul “di-sturbo” (effetto/conseguenza) anziché sull’a-lunno, come se in un nosocomio i medicifossero interessati paradossalmente allamalattia e non all’ammalato!

Di fronte alla deriva pedagogica, valoria-le, culturale e sociale, l’AIMC ha avvertito ildovere di tenere fermo il “timone” della sua“mission associativa” sulla persona, intesacome elemento cardine della realtà scolasti-ca. Ciò può essere perseguito non attraver-so un generico “ontologismo” giobertiano,ma adottando una didattica più attenta alladimensione fenomenologica dell’uomo, defi-

DAL SEMINARIO NAZIONALE DI STUDIRoma 19-20 gennaio 2019

La didattica mentalista.È così difficile apprendere?

Pietro SACCHELLI e Mariangela ANGELONI

ilMaestro gennaio-febbraio 2019 numeri 1-2 7

Il seminario nazionale AIMC dello scorso gennaio si è incentrato sulla persona alla luce di un neo-umanesimo. Ciò può essere realizzato se vengono svelati i “tesori” della dimensione “eidetica”:intenzionalità, evocazioni, operazioni mentali ed emozioni. Già Sant'Agostino aveva rimarcato lanecessità della ricerca interiore in cui risiede la verità (Noli foras ire, redi in te ipsum, in interiorehomini habitat veritas). Nelle pagine che seguono sono narrati – attraverso le parole dei protagonisti– il senso dell’approccio fenomenologico, mentalista, meta cognitivo ed ermeneutico presentatodurante l’esperienza e le impressioni di una partecipante.

Page 8: mensile dell’AimC- ssociazione taliana aestri attolici Maestro Maestro nn... · 2019. 3. 1. · gioni di attivare la previsione dell’art. 116 del rinnovato Ti-tolo V della Costituzione

insertonita da Husserl “eidetica”, per troppo tempoignorata anche dalla migliore tradizione delpensiero cattolico.Le difficoltà di apprendimento possono

essere affrontate in due modi diversi:- sul piano della psicologia con l’utilizzo di“strumenti compensativi e misure dispen-sative” (tema medicale-psicologico), comeprevisto dalla legge 170/2010 che si pre-figge di alleviare gli effetti negativi del pro-blema-apprendimento;

- sul piano della pedagogia fenomenologicacon un intervento “olistico” sulla persona(assunto umanistico-spirituale), per cerca-

re di rimuovere le cause mentali del man-cato apprendimento attraverso un rappor-to dialogico ed empatico con l’alunno.Il primo intervento è più semplice, poiché

si prefigge il contenimento dei “danni colla-terali”, derivanti da una scuola troppo esi-gente nei confronti di un soggetto diagnosti-cato “debole”. Questa posizione intende fa-cilitare il percorso scolastico dell’alunno condifficoltà cognitive rinunciando alla sua riabi-litazione mentale; individualizza il percorsoscolastico, ma non riesce a personalizzarlonon sapendo valorizzare i punti di forza e lepotenzialità recondite dello studente.

ilMaestro gennaio-febbraio 2019 numeri 1-28

L’approccio della didattica mentalista,che s’ispira agli studi del filosofo e

pedagogista francese Antoine de La Garan-derie sulla “gestione mentale”, si profilacome una vera e propria rivoluzione coper-nicana, che pone il bambino al centro delprocesso di apprendimento; partendo da que-st’affermazione, è necessario ripensare e ri-calibrare il ruolo del docente e delle disci-pline di studio.

Nell’introduzione alle Indicazioni nazionalidel 2012 è lodevole il tentativo di spostare il fo-cus sul soggetto, ma nella pratica didatticaquotidiana ancora le discipline occupano unposto centrale e il ruolo del docente come me-diatore del sapere è, a oggi, una conquista daraggiungere.

La vera novità della didattica mentalista stanell’avere come punto di partenza un’antropo-logia che, da una parte, fa riferimento ai risul-tati delle neuroscienze riguardo al funziona-mento dei processi mentali e, dall’altra, tiene inconsiderazione lo status ontologico della “per-

sona” nella sua dimensione più profonda, inse-rendosi così nel filone filosofico dell’umanesimointegrale di Maritain e di Mounier. L’uomo è un’u-nità complessa di percezioni, emozioni, progetti,affetti, coscienza e mente; c’è una dimensione spi-rituale, che va al di là dei sensi e della materia, dicui l’educazione non può non tenere conto. Allascuola il compito di aiutare gli alunni ad accederea questa dimensione profonda.

La proposta della Didattica mentalista nasce al-l’interno dell’AIMC a conferma che l’Associa-zione, da quando è nata, ha valorizzato la centra-lità della persona e si è mostrata, di volta in volta,attenta alle scoperte delle neuroscienze e agli studidelle scienze sociali, per garantire al soggetto unaformazione che gli permetta di svolgere un ruoloattivo in una realtà sempre più complessa e “li-quida”, dove mantenere unità interiore diventasfida pressante.

Durante la due giorni del Seminario si sono av-vertiti l’entusiasmo e la profonda convinzione dichi lavora sul campo e sa di avere di fronte “per-sone” con cui entrare in relazione per accompa-

Ritrovare se stessiEsperienza di crescita in umanità

Matilde BARTOLOMEI

“Non uscire fuori, rientra in te stesso: nell’uomo interiore abita la verità”

(S. Agostino, De vera religione, 39,72)

Page 9: mensile dell’AimC- ssociazione taliana aestri attolici Maestro Maestro nn... · 2019. 3. 1. · gioni di attivare la previsione dell’art. 116 del rinnovato Ti-tolo V della Costituzione

insertoIl secondo approccio, invece, è pedagogico

e consente il recupero, sul lungo periodo, nellearee disciplinari più critiche colmando, almenoin parte, i deficit cognitivi dell’allievo. Per rea-lizzare quest’intervento occorre, però, un ap-proccio mirato definibile “fenomenologico,mentalista, metacognitivo ed ermeneutico”che si basa su alcuni assunti fondamentali:- l’utilizzo di procedure empatiche e dialogi-che specifiche in grado di svelare lo stiledi apprendimento dell’alunno per entrarein comunicazione autentica con lui;

- la presa di coscienza dello studente delruolo e della funzione svolta dall’intenzio-

nalità nel processo di apprendimento perl’affermazione del suo “essere nel mondo”;

- la funzione fondamentale delle “toughtimage” (= evocazioni dirette e indirette)nello studio;

- la spiegazione delle “operazioni mentali”implicate negli apprendimenti come l’atten-zione, la memorizzazione, la riflessione, lacomprensione, il ragionamento, l’immagi-nazione creatrice e il loro utilizzo in classe.

Un approccio olistico e metacognitivorappresenta, dunque, una stimolante sfidapedagogica per spostare il baricentro del-l’insegnamento dalle discipline (monismopsicologico) al soggetto in apprendimento(interazionismo). È auspicabile dunque il “ri-torno della persona” (= nuovo umanesimo),secondo un’incisiva espressione di Paul Ri-

coeur, cioè recuperare il soggetto in appren-dimento sul piano ontologico (concernentela natura e la conoscenza dell’essere), spiri-tualista (la mente intesa come oggetto dianalisi scientifico-filosofica) e fenomenologi-co/ermeneutico (l’apprendimento come attointenzionale della coscienza mirata a una fi-nalità che riesce a “dare sapore” al “sape-re”, termini con il medesimo etimo).Al contrario, la teoria culturalista di Olson,

alla base dell’ambiente di apprendimento,sostiene che le abilità cognitive sono origina-te dall’uso dei media nel contesto sociale diappartenenza. Di conseguenza, l’attività co-gnitiva è il risultato dell’incontro tra gli organinaturali (il cervello) e gli strumenti artificiali(oggetti, manufatti didattici, sistemi simbolicie tecnologici) inventati, trasformati e utilizzatinei vari contesti culturali, in primis nella scuo-la. Per Olson senza protesi tecnologiche e

ilMaestro gennaio-febbraio 2019 numeri 1-2 9

gnarle nel difficile percorso educativo, por-tando avanti una proposta metodologica chenulla lascia al caso e che tiene conto della di-versità di ciascun soggetto, per arricchire laproposta educativa di tutti. In quest’ottica, ilconcetto d’inclusione acquista una valenza di-versa: garantire a tutti gli alunni il diritto sog-gettivo all’apprendimento, individualizzandogli obiettivi didattici e valorizzando lo stilecognitivo di ciascuno.

I processi mentali e la formazione dei con-cetti non sono automatici: non bastano buonavolontà ed esercizio costante e senza costru-zione del pensiero non c’è azione intenzionaleda parte di chi apprende. È l’intenzionalità ilmotore che muove la mente. In questa pro-spettiva, il curricolo degli obiettivi promuovefunzioni primarie o atti mentali che sono allabase dell’apprendimento e sostituisce la pro-grammazione basata sugli obiettivi discipli-nari, per garantire all’alunno l’opportunità disviluppare la competenza d’“imparare ad im-parare”, conquista che lo accompagnerà pertutta la vita.

La proposta della didattica mentalista acqui-sta valenza particolare nella società contem-poranea, in cui si è connessi con tutto il mondo,ma dove si rischia di essere disconnessi con sestessi.

La conoscenza implica connessione tra den-tro e fuori: la società ci sta portando fuori; lascuola deve aiutare a ritrovare sé stessi: solodentro di sé l’alunno può trovare la possibilitàdel successo.

Page 10: mensile dell’AimC- ssociazione taliana aestri attolici Maestro Maestro nn... · 2019. 3. 1. · gioni di attivare la previsione dell’art. 116 del rinnovato Ti-tolo V della Costituzione

inserto

simboliche la mente umana sarebbe non solosottosviluppata, ma addirittura inesistente.La tesi di Olson afferma che la scelta di unaforma simbolica, come la scrittura alfabeticadi un medium (per esempio, la videoscritturacon il computer), condiziona profondamenteil messaggio. Questo vuol dire che i medianon sono “trasparenti” e il loro uso determinala forma e il contenuto dei messaggi con cuifiniscono per identificarsi. Le stesse opera-zioni di pensiero diventano “estroflesse” at-traverso i media sulla tela di un dipinto, in unprodotto artistico, sul pentagramma musica-le, sul monitor del tablet o della LIM. Per iconvinti sostenitori della teoria culturalistal’oggetto ingloba il soggetto e, di conseguen-za, l’ambiente di apprendimento assurge a“feticcio” pedagogico su cui concentrare l’in-

tervento educativo al fine di stimolare indiret-tamente l’alunno sul piano della crescita co-gnitiva e relazionale. Tra il piano oggettivo-culturale e il soggetto viene a crearsi una sor-ta di “isomorfismo” di genere e sostanza, chetrova il suo massimo precursore nel filosofotedesco Herbart. L’approccio psicologico,quindi, enfatizza l’aspetto cognitivo del “cosafare”, ignorando la dimensione ontologicache invece valorizza il “come fare”.

La scritta “Arbeit macht frei” (Il lavoro ren-de liberi) leggibile all’entrata del campo disterminio di Auschwitz è riconducibile al pe-dagogista tedesco George Kerschensteinerche, seguendo i principi delle scuole attive,aveva dato importanza all’ambiente di ap-prendimento a discapito della persona. Que-st’ultima, però, deve rimanere, sempre e co-munque, al centro di ogni visione politica,economica, filosofica e pedagogica di unasocietà democratica e inclusiva.

Bibliografia- Sacchelli P. “Il pensiero e le opere di Antoine de LaGaranderie. La pedagogia della Gestione Mentale”Ed. Libreria Universitaria (PD), 2019

- Sacchelli P. “Valorizzare le differenze per una scuolainclusiva” Ed. Unicopli (MI), 2018

- AA.VV. “Progetti di Didattica mentalista” Ed. AIMC-Ecogeses (Roma), 2013

ilMaestro gennaio-febbraio 2019 numeri 1-210

Pietro SacchelliIl pensiero e le opere di Antoine de La GaranderieLa pedagogia della gestione mentale.Ed. Libreria Universitaria, (PD) 2019, pp. 240

F ino a oggi nella scuola è prevalso un principio pedagogico paradossale: richiedereagli studenti in difficoltà un maggior sforzo di impegno e volontà come se la solu-

zione dei loro problemi dipendesse dalla dimensione morale e non da quella mentale. Antoine de La Garanderie denuncia queste contraddizioni definendo con precisione la

struttura della mente attraverso un’intensa attività di ricerca filosofica e pedagogica che illumina l’interioritàdella persona rivelandone i “tesori” della sua dimensione eidetica: il progetto di senso, le evocazioni, i ge-sti mentali e le emozioni. Già Sant’Agostino aveva rimarcato la necessità della ricerca interiore in cui risiedela verità (“Noli foras ire, redi in te ipsum, in interiore homini habitat veritas”). Seguendo i suggerimenti del filosofo e pedagogista francese gli insegnanti di tutti i gradi scolastici pos-

sono individuare e valorizzare gli stili di apprendimento dei loro alunni per personalizzare la qualità dello stu-dio e realizzare una scuola inclusiva. Con un linguaggio chiaro e accessibile ma, al contempo, rigoroso e scientificamente corretto, il libro offre

un’agile e fedele sintesi delle opere che costituiscono la pedagogia della Gestione Mentale.

Page 11: mensile dell’AimC- ssociazione taliana aestri attolici Maestro Maestro nn... · 2019. 3. 1. · gioni di attivare la previsione dell’art. 116 del rinnovato Ti-tolo V della Costituzione

ilMaestro gennaio-febbraio 2019 numeri 1-2 11

professionalitàEster TOMBOLINI*

Professionisti nella complessitàEssere “maestri” nella gestione della classe

Complessità è il termineormai diffuso che rap-presenta oggi il nostro

mondo “liquido”, raccoglie la mol-teplicità delle dimensioni del viverequotidiano, dalla nostra casa al no-stro lavoro e, naturalmente, investeappieno anche la realtà scolasticadei nostri ragazzi e di noi stessi in-segnanti, tra gli attori del sistemascolastico italiano. Non siamo piùsoli in aula e neanche gli alunni sonola “massa” disciplinata di un tempo:la pluralità dei docenti nel team e laspecificità dei diversi discenti ren-dono veramente ricco il panoramascolastico attuale. Tanto riccoquanto… complesso, appunto!

Semplificare la complessità e pas-sare dalla complessità alla sempli-cità non è semplice! Sembra ungioco di parole fine a se stesso, ma èproprio quanto afferma AlainBerthoz (2011). Egli inaugura unneologismo non assimilabile al con-cetto di “semplicità” – intesa come“assenza di complessità” – ma chepuò essere inteso come una pro-prietà essenziale degli esseri viventiche sono in grado di trovare una se-rie di “soluzioni” per semplificareciò che è complesso. Tale proprietà,detta “semplessità”, viene definitacome “complessità decifrabile osemplicità complicata”, cioè comeun “insieme di soluzioni trovate da-gli organismi viventi affinché, no-nostante la complessità dei processinaturali, il cervello possa prepararel’atto e anticiparne le conseguenze”. Il bisogno di semplificazione, ri-

guardante tutte le attività umane,è sicuramente dominante nella vitascolastica e nei processi di inse-

gnamento-apprendimento, carat-terizzati da altissimi gradi di com-plessità. In maniera più o menoconsapevole, gli insegnanti fannoricorso anch’essi a una serie di so-luzioni e processi dalla funzionevicariante, necessari per ridurre lacomplessità della vita d’aula, come,per esempio, la messa in opera diatti routinari (Vinci, 2011). Fra i principi della semplessità

emergenti nel campo della forma-zione si possono individuare: • “il principio dell’anticipazione

probabilistica”, ossia della capacitàdi anticipare l’azione sulla base del-l’esperienza, immaginazione e si-mulazione, come avviene nellaprogettazione scolastica;• il ricorso a schemi di azione

flessibili e “ridondanti”, ben pa-droneggiati dall’insegnante, e com-binabili in situazione differenti;• la capacità degli insegnanti di

“inibire e disinibire”, ossia di aprireo chiudere “strade di pensiero”, didistanziarsi dalla realtà per avviareun processo di riflessione;• la costruzione di variabili com-

poste che facilitano lo studio e lasoluzione di situazioni problema;• la specializzazione e la sele-

zione delle informazioni da partedell’insegnante al fine della presa didecisione non già sulla base di pro-getti o indicazioni decontestualiz-zate e fornite dall’esterno, ma ge-stendo la complessità della classe,muovendosi nell’incertezza con pa-dronanza, attraverso strategie si-tuate (Rossi, Rivoltella, 2012).

A partire da questo, la ricerca di-dattica in Italia si è recentementeindirizzata verso alcune traiettorie

– da P. C. Rivoltella, P. G. Rossi eM. Sibilio definite “non lineari” –che valorizzano “percorsi interdisci-plinari”, capaci d’interconnettereneuroscienze ed educazione e ap-profondire questioni epistemologi-che e metodologiche di grande in-teresse per tutte le scienze umane(Rossi, 2016, p. 168). Su questonuovo fronte può giocarsi parte diuna formazione professionale signi-ficativa nell’ambito delle compe-tenze del nuovo profilodel docente. Il Contratto colletti-

vo nazionale di lavoro(CCNL), relativo alpersonale del compartoistruzione e ricerca, del19 aprile 2018, all’arti-colo 27 definisce inmodo chiaro e comple-to: “Il profilo professio-nale dei docenti è costi-tuito da competenze di-sciplinari, informatiche,linguistiche, psicopeda-gogiche, metodologico-didattiche, organizzativo-relazio-nali, di orien tamento e di ricerca,documentazione e valutazione traloro correlate e interagenti, che sisviluppano col maturare dell’espe-rienza didattica, l'attività di studioe di sistematizzazione della praticadidattica….”.Tra le dieci competenze (Dix nou-

velles compétences pour enseigner)dagli studi di Perrenoud (1. Orga-nizzare ed animare situazioni d'ap-prendimento 2. Gestire la progres-sione degli apprendimenti 3. Idearee fare evolvere dispositivi di diffe-renziazione 4. Coinvolgere glialunni nei loro apprendimenti e nel

*Ester Tombolini, docentedi scuola primaria, tutor

coordinatore Tirocinio S.F.P.Università di Macerata,

consigliere nazionale AIMC .

la ricerca didattica in italiasi è recentemente

indirizzata verso “percorsiinterdisciplinari”, capaci

d’interconnettereneuroscienze ed

educazione e approfondirequestioni epistemologichee metodologiche di grande

interesse per tutte lescienze umane. su questonuovo fronte può giocarsi ilrapporto apprendimento/insegnamento, su cui si

sviluppa un nuovo profilodella docenza.

Page 12: mensile dell’AimC- ssociazione taliana aestri attolici Maestro Maestro nn... · 2019. 3. 1. · gioni di attivare la previsione dell’art. 116 del rinnovato Ti-tolo V della Costituzione

ilMaestro gennaio-febbraio 2019 numeri 1-212

loro lavoro 5. Lavorare in gruppo 7.Informare e coinvolgere i genitori 8.Servirsi delle nuove tecnologie 9.Affrontare i doveri e i dilemmi eticidella professione 10. Gestire la pro-pria formazione continua) se ne pos-sono identificare alcune fondamen-tali per affrontare la complessitàdella “gestione della classe” oggi: or-ganizzare e animare situazioni di ap-prendimento (1) coinvolgendo glialunni nei loro apprendimenti e nelloro lavoro (4) e, al tempo stesso, af-frontare i doveri e i dilemmi dellaprofessione (9). Sono campi di azione in cui l’in-

segnante mette in gioco le sue sceltepedagogico-didattiche dalle qualiprendono vita le altre competenzeprofessionali, coerenti e congruenticon le prime, situate nei peculiaricontesti di riferimento.

È importante anche guardare alprofilo come insieme di “prescri-zioni aperte” e non “ristrette” (LeBoterf, 2004) da adattare anche aldestinatario, oltre a evitare il peri-colo della diffusa idea di un profiloprofessionale come elenco di “skill”(Lessard, 2004) di buone praticheda imitare, affermando invece la“riflessività” necessaria a costruireconsapevolezza sui gesti professio-nali e sugli elementi soggettivi deidiversi contesti, spesso complessi!Dunque, entrare in aula ci tocca

e, speriamo, ci piaccia anche! Ov-vero, sarà difficile, quasi impossi-bile costruire una relazione positivae sollecitare la motivazione ad ap-prendere, quando per i docentil’insegnamento diventa solo unduro lavoro, come tanti altri.

Le Indicazioni nazionali per ilcurricolo della scuola dell’infanziae della scuola del I ciclo, 2012, ri-chiamano alla “relazione educa-tiva” con sollecitudine in ogni or-dine e grado di scuola. Riconoscere ciascun alunno nella

sua unicità rende la cura educativaun efficace motore per la produ-zione di benessere e, a sua volta,alimenta e sostiene l’impegno per-sonale e il rispetto reciproco. Lacura intesa in senso pedagogico vaoltre questa concezione, poiché ilfine di quest’ultima è quello di met-tere colui cui sono rivolte le curenella condizione di provvedere aipropri bisogni, rendendolo capacedi trovare il proprio spazio nelmondo (L. Mortari, 2015).L’aula e la classe rappresentano,

allora, un vero e proprio setting disperimentazione continua per faci-litare e stimolare il fluire dei processidi apprendimento/insegnamento.Parola chiave di questo percorso

di qualità è “flessibilità”, che ri-guarderà non soltanto gli atteggia-menti, ma anche le strategie dautilizzare, le modalità di ascolto,d’interpretazione delle situazioni,decisioni, reazione e prevenzionedel disagio. Un clima “caldo”, di fiducia e di

accoglienza, favorisce la comuni-cazione e la collaborazione e creaun positivo ambiente di apprendi-mento e di crescita. Si tratta,quindi, di attivare costantementele “capacità riflessive e metarifles-sive, relazionali, comunicative”, ol-tre a quelle inerenti la didattica di-sciplinare in sé.

La gestione della classe, come èstato verificato in numerose ricer-che sul campo, si rivela uno dei fat-tori più significativi per promuo-vere l’apprendimento e lamotivazione negli alunni. Ogni in-segnante o educatore, infatti, èchiamato a occuparsi, oltre che dimetodo e contenuti, di relazioneeducativa, da concepirsi non sol-tanto quale rapporto docente-alunno/i, ma anche di una rete direlazioni più ampie nell’ambitodella società e della/e cultura/e delcontesto territoriale. La relazione educativa si confi-

gura come processo dinamico e in-

tenzionale attraverso il quale il do-cente andrà a stimolare lo sviluppodella personalità e la consapevo-lezza delle proprie potenzialità perpoterle mettere progressivamente afrutto (Laneve, 2011).È fondamentale, quindi, che il

docente professionista sia compe-tente riguardo a strategie e variabiliche caratterizzano la relazione edu-cativa, tenendo conto delle molte-plici interdipendenze che influen-zano il processo educativo.Nel quadro delle competenze

precedentemente riportate dalCCNL 2018, non a caso si evi-denziano know how “psicopeda-gogiche, metodologico-didattiche,organizzativo-relazionali”. Inognuna di queste competenze èracchiuso un mondo di maestria incui a volte l’insegnante rivolge mi-nore attenzione rispetto a quantofaceva in passato? Ce lo doman-diamo o, quantomeno, riflettiamocon onestà rispetto all’investi-mento sui tempi e sui temi dellaformazione attuale, augurandociche la complessità in cui a volte cismarriamo, sia affrontata con con-sapevole semplessità, in cui le espe-rienze e le tracce di tanti “buonimaestri” forniscano ancora strate-gie valide da concretizzare attra-verso gli strumenti di oggi, per unascuola “della” e “per” la persona,nella sua unicità, piuttosto che es-sere ridotti a meri slogan.Operativamente una relazione

educativa, situata nel tempo e nellospazio, si può declinare come:ascolto attivo e reciproco; rapportodialogico e di confronto; facilita-zione dello sviluppo e della cre-scita; campo di esperienza; pro-cesso di attribuzione di senso;mediazione didattico-educativa;stimolo alla metacognizione; solle-citazione al ruolo attivo nel pro-cesso di apprendimento/insegna-mento (G. Aleandri, 2012).Ciononostante, la costruzione

della convivenza positiva nellascuola di oggi è ostacolata da evi-denti problemi socio-culturali,quali crisi dei valori, disagio fami-liare, demotivazione degli inse-gnanti,…, estrema competizioneed l’eccessiva attenzione ai risul-tati (Garcia Vidal, Peiro i Gregori,Sola Reche, 2016). Al tempo

Page 13: mensile dell’AimC- ssociazione taliana aestri attolici Maestro Maestro nn... · 2019. 3. 1. · gioni di attivare la previsione dell’art. 116 del rinnovato Ti-tolo V della Costituzione

ilMaestro gennaio-febbraio 2019 numeri 1-2 13

stesso, emerge la concreta difficoltàad armonizzare visioni e stili di-versi all’interno di una società mul-tietnica e multiculturale, in cuicoesistono, spesso scontrandosi,

idee politiche, pratiche religiose eatteggiamenti quasi opposti.

In questa vivace cornice, la con-vivenza scolastica richiede ancora piùurgentemente serie competenze pro-fessionali per incidere su diversi li-velli: rapporti interpersonali (tra do-centi e alunni, tra docenti, tra alunni,tra docenti e genitori, collabora-tori,...); rapporti interistituzionali(con la famiglia, i servizi socio-sani-

tari, l’Ente locale, le agenzie territo-riali,...); influenze socio-culturali (delsistema politico e giuridico, dellacultura e dei valori di riferimento,del background socio-economico). Il

primo di questi livelli, in particolarela relazione tra docenti e alunni, rap-presenta sicuramente il preziosopunto di snodo tra le diverse con-nessioni degli altri livelli (V. Rossini,2018). “Io sono convinto che ilpatto educativo è rotto; è rotto ilpatto educativo tra scuola, famiglia eStato; è rotto, dobbiamo riprenderlo.Tutti sappiamo che questa alleanza èda tempo in crisi e, in certi casi, deltutto rotta” (Papa Francesco, 2018).

“Come educatori riusciamo a tro-vare il senso del nostro lavoro se ciriusciamo a coltivare come esseri re-lazionali, cioè esseri che devono sa-per incontrare l’altro; e nell’incontrocon l’altro coltivare l’umanità” (L.Mortari, Intervista 2018).

Bibliografia- Berthoz A. (2011). La semplessità. Torino- Rossi P.G. (2016). Traiettorie non lineari diricerca. In M. Muscarà, S. Ulivieri (Eds.)La ricerca pedagogia in Italia (pp. 167-174).Pisa: ETS

- Sibilio M. (2014). La dimensione semplessadella didattica: traiettorie non lineari dellaricerca pedagogica. In M. Corsi (Ed.). La ri-cerca pedagogica in Italia. Tra innovazione einternazionalizzazione (pp. 191-200).Lecce: Pensa Multimedia

- Vinci V. (2016). Nuove traiettorie di ricercadidattica, atti routinari di insegnamento e di-spositivi vicarianti. Brescia: Editrice Mor-celliana

- Rossi P.G., Rivoltella P.C. (Eds.) (2012).L’agire didattico. Manuale per l’insegnante.Brescia: La Scuola

- Philippe Perrenoud, 2001, Dieci NuoveCompetenze per Insegnare. Invito al viaggioAnicia

- Postic M., (2006), La relazione educativa.Oltre il rapporto maestro-scolaro, tr.it.,Roma, Armando

- Aleandri G., Gemma C., (2012) Come pre-paro la lezione, Armando Armando

- Laneve C., (2011), Manuale di didattica;Brescia, La Scuola

- Garcia Vidal, Peiro i Gregori, Sola Reche,(2016) Convivencia escolar y clima de ense-nanza-aprendizaje, Universitat D’Alacant- Rossini V. (2018) Convivere a scuola, F.Angeli

- Mortari L. (2015) La filosofia della cura el'educazione.Università di Verona, Giunti-Scuola e T.V.P. editori

Grazie GiorgettaAutorevole e competente maestra di scuola elementare, Giorgetta – come affettuosamente la

chiamavamo e lei stessa si presentava con semplicità – è stata sempre attenta a far sì che “edu-cazione” e “istruzione” fossero conseguite dalle giovani generazioni con equilibrio e attuate conmetodologie didattiche innovative, rispettose della persona, tese a costruire “comunità educanti”in cui il rapporto docente/alunni/genitori trovasse punti d’incontro condivisi ed efficaci.Sul versante professionale, nel corso degli anni, con impegno e determinazione, Giorgetta San-

tarlasci è stata presidente del Consiglio scolastico provinciale e distrettuale e, nell’AIMC di Lucca,presidente provinciale per svariati mandati, consigliera nazionale (1979 -1983), animatrice della valenza culturale escientifica dell’Università cattolica e del Centro di cultura di Lucca, infine, impegnata in ambito politico e sociale,realtà tutte, dove ha contribuito a formare generazioni di docenti dell’infanzia e primaria della scuola pubblica sta-tale e paritaria, insegnanti di R.C., con ammirevole caparbietà e dedizione.Non da meno è stato il suo impegno in ambito ecclesiale attraverso incarichi di responsabilità nelle Consulte della

Pastorale scolastica e delle Aggregazioni laicali, dell’Ufficio scuola e, soprattutto, del Servizio diocesano per l’in-segnamento della R. C., del Consiglio pastorale diocesano, in cui la sua “testimonianza appassionata”, unita a una“laicità declinata in tutte le sue sfumature”, hanno contrassegnato momenti e tappe significative di un percorso ec-clesiale attento alla formazione dei fedeli laici. Giorgetta è stata ben radicata a far comprendere a quanti l’hanno conosciuta, queste sue profonde convinzioni!

Lei, donna di Dio, cui il Signore ha chiesto per tutta la sua vita, una cura paziente del mondo della scuola, ci è statamaestra e amica preziosa.Per tutti questi doni ricevuti, le diciamo “grazie” per averla incontrata e, al tempo stesso, siamo certi che, dall’Alto,

nella gioia del cielo, continuerà a guidarci e a proteggerci.(E. Tartaglino)

Page 14: mensile dell’AimC- ssociazione taliana aestri attolici Maestro Maestro nn... · 2019. 3. 1. · gioni di attivare la previsione dell’art. 116 del rinnovato Ti-tolo V della Costituzione

ilMaestro gennaio-febbraio 2019 numeri 1-214

vita aimcEmanuela ROSE

Nell’ambito delle pro-poste pianificate sulterritorio di Bisigna-

no (CS) per celebrare il Giornodella Memoria, l’AIMC seziona-le, ha organizzato, il 26 gennaiou. s., presso il chiostro del con-vento di Sant’Umile da Bisigna-no, un momento significativo diriflessione che ha visto la parteci-pazione di studenti, docenti e fa-miglie sul tema “Il tempo della

memoria e la memoriadel tempo: l’ecumeni-smo vissuto”. L’input iniziale è sta-

to dato dal libro di donSalvatore Belsito, par-roco della comunità diSan Giorgio Martire inSerricella di Acri, do-cente di R. C. pressol’I. C. “G. Pucciano” diBisignano, che, attra-verso la storia del frate

cappuccino Callisto Lopinot, cap-pellano del campo d’internamentodi Ferramonti di Tarsia, ha offertol’occasione per approfondire unatematica forte che ha segnato ilnostro secolo e la storia di tuttal’umanità.Ai saluti istituzionali del sinda-

co di Bisignano Lo Giudice e del-l’assessore alla P. I. Gallo, hannofatto seguito quelli della dirigentescolastica dell’I.C. “G. Puccia-no”, De Luca , del guardiano delconvento di Sant’Umile, p. Mar-tella, e dell’assistente sezionaledon Fiorentino. Ha moderato

l’incontro il docente Tortora del-l’I.C. “G. Pucciano”.

L’argomento è stato affrontatoconsiderando diverse implicazionipedagogiche, storiche e culturaliche sono state affidate alle rifles-sioni degli ospiti e dei presenti.La presidente regionale del-

l’AIMC Calabria, Silvana Sita,aprendo il dibattito ha sottoli-neato che la memoria dell’olo-causto, per chi opera nel mondodella scuola, rappresenta non soloun significativo approfondimen-to storico-culturale, ma anche oc-casione per riflettere, con la sen-sibilità adeguata all’età deglialunni, su ogni forma di violazio-ne dei diritti fondamentali del-l’uomo che anche oggi mettono arischio lo sviluppo della societàcivile e democratica. Le riflessioni di Raffaella Buc-

cieri, critico e storico d’arte, do-cente ISSR, attraverso testimo-nianze suggestive, hanno condot-to i presenti in un viaggio emozio-nale, facendo rivivere la memoriastorica, attraverso disegni eseguiticlandestinamente con materiali emezzi di fortuna durante la pri-gionia e dipinti veri e propri rea-lizzati dopo la liberazione, in ognicaso espressione immediata di vit-time impotenti annientate nelcorpo e nello spirito.

L’intervento di don Corraro,docente di Teologia spirituale pres-so l’istituto teologico cosentino ha

tratteggiato la figura di p. CallistoLopinot, un frate cappuccino chia-mato da Papa Pio XII a svolgere ilruolo di cappellano e assistentespirituale nel campo d’internato,esempio autentico di umanità, spi-rito cristiano, ecumenismo vissuto,dialogo interreligioso, volto mise-ricordioso pronto a confortare eaiutare ogni persona, senza distin-zione di credo, provenienza oestrazione sociale, cercando di ac-cogliere e soddisfare le necessitàspirituali, morali, religiose e mate-riali degli internati.La contestualizzazione puntua-

le dei fatti storici è stata affidataall’intervento del prof. D’Ales-sandro, che ha fatto esplicito rife-rimento alla realtà di uno dei piùgrandi campi di internamentoitaliani, quello di Ferramonti diTarsia dove, malgrado la sua con-notazione di campo di interna-mento fascista, il comportamentoetico della popolazione dei paesicircostanti e dei responsabili delcampo ne ha fatto una realtàumanizzata. Tra gli internati, nu-merosi professionisti tra i quali èstato menzionato il pittore di ori-gine ebraica Michel Fingesten, alquale il parroco di Bisignano,don Giuseppe Savaglia, commis-sionò l’opera “Il martirio di SanBartolomeo”, custodita, ancoraoggi, presso il museo diocesanodi arte sacra di Bisignano. A rendere ancora più evocativo

l’evento, gli intermezzi musicalidell’Italian’s Trio.

Tempo della memoriae memoria del tempoIn Calabria un’iniziativa per non dimenticare

Al centro di un’iniziativa

della realtà associativa

calabrese il ricordo

dell’olocausto che,

attraverso i contributi di

ospiti e relatori, è stato

affrontato considerando le

diverse implicazioni

pedagogiche, storiche e

culturali. Ampio il dibattito

e il coinvolgimento dei

presenti.

Page 15: mensile dell’AimC- ssociazione taliana aestri attolici Maestro Maestro nn... · 2019. 3. 1. · gioni di attivare la previsione dell’art. 116 del rinnovato Ti-tolo V della Costituzione

libri

ilMaestro gennaio-febbraio 2019 numeri 1-2 15

don Leoluca PasquaIl pettegolezzo tra maliziae superficialitàEdizioni Paoline, Milano 2019, pp. 128

“Ne uccide più la lingua che laspada!” (Sir 8,18). Maldicenza e

pettegolezzo vengono da lontano. Pur-troppo, fanno parte dell’agire umano, con-dizionando negativamente le persone e lasocietà. Sono tarli che, più o meno lenta-mente, provocano gravi danni e finanche annientano la personae distruggono le istituzioni e le comunità.L’Autore del libro, padre Leoluca Pasqua, ha curato numerose

e pregevoli pubblicazioni su attuali tematiche spirituali e sociali.Anche quest’ultima opera, di facile e piacevole lettura, è fruttodelle sue riflessioni e delle esperienze vissute nelle comunità in cuiha prestato servizio. Egli scandaglia le cause e le dinamiche del pettegolezzo e le dan-

nose conseguenze che esso provoca nella persona e nella società.Non si ferma a esaminare gli aspetti negativi ma, con sapienza esaggezza pastorale, esalta la virtù della prudenza e favorisce la com-prensione dei rimedi, nonché delle strategie virtuose (pazienza,sdrammatizzazione, bene-dizione) per vincere questo dannosomodo di pensare e agire.L’ultima parte dell’opera presenta brani scelti tratti dagli inse-

gnamenti di santi e dello stesso papa Francesco.Di fronte al calunnioso e talora rissoso spettegolare dei nostri

tempi, di fronte al martellante ping-pong e alle continue esterna-zioni dei mille personaggi che invadono i mezzi di comunicazioneche disorientano il nostro pensare ed agire quotidiano e guastanole relazioni umane, di fronte all’autoreferente, strumentale, arro-gante, malvagio o superficiale uso di maldicenze e fake-news,l’Autore lamenta la crisi della parola: siamo vittime di turbolentetempeste di parole prive di parola. C’è un mitragliar di chiacchiere,urlate o accuratamente e maliziosamente sparse sottovoce comemalefica zizzania, dette a sproposito, che provocano frastuono, ma-lumori, disinformazione, litigiosità, confusione e divisione.È una crisi dovuta principalmente alla mancanza di silenzio e

di riflessione. “È nel silenzio il luogo in cui la parola acquista tuttala sua potenza e diventa capace di essere vera, piena, precisa e si-gnificativa”, scrive l’Autore. Egli ci invita a vedere e apprez-zare/esaltare il bene che c’è nell’altro, a potenziare in noi e nel-l’ambiente ove operiamo le virtù del silenzio riflessivo, deldiscernimento, del parlar pensoso e responsabile, della caritate-vole e saggia correzione fraterna, del ben-volere piuttosto che delmal-volere. L’educazione al bene-dire/volere inizia nella famiglia,si rafforza nella scuola e nelle istituzioni, si fa virtuoso esercizioquotidiano per divenire stile del vivere personale e sociale.È una chiamata al coraggioso personale e comunitario impe-

gno volto a sconfiggere – come scrive don Leoluca Pasqua – “que-

sta vera e propria piaga sociale che ha bisogno di essere risanataper avviare nuovi percorsi comunicativi, dove il parlare non di-venti uno sparlare o la curiosità di intromettersi nella vita dell’altroo il prurito di comunicare a tutti i costi qualche notizia, possa la-sciare spazio alla riservatezza e, perché no, al silenzio caritatevole”.La lettura dell’opera può essere una preziosa occasione di ri-

flessione e maturazione per ogni persona e per ogni comunità.(G. Perrone)

Tom NicholsLa conoscenza e i suoi nemiciL’era dell’incompetenzae i rischi per la democraziaLUISS University Press,Roma 2018, pp. 246

L a critica alla società americana(Stati Uniti), per certi aspetti, è

spietata: il punto di vista di chi non sa,o sa meno, è considerato allo stesso livello di quello degli esperti.L’analisi delle cause è ampia, presentata, a volte, in forma pro-

lissa, con riferimenti puntuali, riferiti esclusivamente al contestostatunitense.Gli ambiti indagati e accusati sono lo sviluppo tecnologico,

l’accesso all’informazione, l’uso dei social, l’idea dell’“uno valeuno”, la semplificazione della realtà, il modello universitario escolastico, orientato prevalentemente alla soddisfazione delcliente, la trasformazione dell’industria dei media in una mac-china per l’intrattenimento 24 ore su 24 e la spettacolarizzazionedella politica.Secondo l’autore, il prevalere dell’incompetenza sta influen-

zando le dinamiche democratiche. Si legge nel testo: “Gli espertivengono derisi e definiti elitari, uno dei tanti gruppi che oppri-merebbe “noi, la gente”, espressione ormai usata in modo indi-scriminato dagli elettori con il significato di “me”. La consulenzadegli esperti e qualsiasi tipo di decisione consapevole da parte dichiunque venga percepito dai profani come “élite” – cioè quasitutti tranne loro – vengono respinte per principio. Nessuna de-mocrazia può andare avanti in questo modo, con il rischio cheessa possa finire”.La conclusione può sembrare amara: “possiamo soltanto spe-

rare che prima che, questo accada, cittadini, esperti e politici siimpegnino in un dibattito duro (e finora sgradito) sul ruolo de-gli esperti e delle élite istruite nella democrazia americana…prima la democrazia americana stabilirà nuove regole per un im-pegno produttivo tra l’élite istruita e la società di cui è al servi-zio, meglio è”.Lo sguardo dell’autore è rivolto “dall’altra parte dell’Oceano”;

quello del lettore è sollecitato a spaziare anche “da quest’altraparte”, per provare a osservare quello che sta succedendo.

(A. Rocca)

Page 16: mensile dell’AimC- ssociazione taliana aestri attolici Maestro Maestro nn... · 2019. 3. 1. · gioni di attivare la previsione dell’art. 116 del rinnovato Ti-tolo V della Costituzione