Meme

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Stefania Luise II Anno - Media Design A.A. 2011 – 2012 Tesina Finale Corso Intensivo “Regia Televisiva” A tutti è capitato di vederne almeno uno, sta capitando proprio in questo momento o capiterà. Chiunque disponga di una connessione internet o navighi per i social network e siti simili si sarà imbattuto almeno una volta in una di queste “faccine”, sapendo oppure no di cosa si trattasse: Ma facciamo un passo indietro. Il primo nella storia a parlare di meme fu Richard Dawkins nel suo libro “Il gene egoista” (1976) nel quale ipotizza l'esistenza di questi meme paragonandoli ai geni per la genetica, ovvero definendoli come delle entità in grado di apportare informazioni riguardo il genere e la cultura umani . I meme, quindi, come i geni, vengono “scelti” e sviluppati dagli esseri umani a seconda della loro utilità. Con l'avvento di internet e dei media però, il concetto di meme ha via via preso un'altra forma: inzialmente si intende con meme quello slogan che per generazioni e generazioni viene ricordato, quella frase accattivante senza la quale non si potrebbe vendere un prodotto, quel motivetto facilmente memorizzabile (“C'è Gigi?” “E la Cremeria?”/“Ma è nuovo?” “No, lavato con Perlana.” ne sono due esempi lampanti e tutt'oggi riciclati e utilizzati). In seguito, con la diffusione di internet, il meme ha assunto un'altra “funzione”, ossia quella di essere semplicemente un'immagine, un video, un'idea che si diffonde da una persona all'altra, senza avere un motivo logico. Nella maggior parte dei casi non è più quindi uno slogan creato appositamente per commercializzare qualcosa, bensì un'idea di qualche nerd o mente geniale/diabolica che ha voluto creare per diffondere un nuovo modo di dire. Attualmente il sito che ha dato sfogo all'inizio della diffusione di questi fenomeni di internet è il sito inglese imageboard 4chan.org, lanciato il 1° ottobre 2003, ovvero un sito su cui vengono postate e discusse diverse immagini tramite bacheche. Da questo sito sono nati i famosi i primi internet meme, tra cui rickrolling e il più famoso Pedobear.

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In seguito, con la diffusione di internet, il meme ha assunto un'altra “funzione”, ossia quella di essere semplicemente un'immagine, un video, un'idea che si diffonde da una persona all'altra, senza avere un motivo logico.

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Stefania Luise II Anno - Media DesignA.A. 2011 – 2012

Tesina Finale Corso Intensivo “Regia Televisiva”

A tutti è capitato di vederne almeno uno, sta capitando proprio in questo momento o capiterà. Chiunque disponga di una connessione internet o navighi per i social network e siti simili si sarà imbattuto almeno una volta in una di queste “faccine”, sapendo oppure no di cosa si trattasse:

Ma facciamo un passo indietro. Il primo nella storia a parlare di meme fu Richard Dawkins nel suo libro “Il gene egoista” (1976) nel quale ipotizza l'esistenza di questi meme paragonandoli ai geni per la genetica, ovvero definendoli come delle entità in grado di apportare informazioni riguardo il genere e la cultura umani. I meme, quindi, come i geni, vengono “scelti” e sviluppati dagli esseri umani a seconda della loro utilità.Con l'avvento di internet e dei media però, il concetto di meme ha via via preso un'altra forma: inzialmente si intende con meme quello slogan che per generazioni e generazioni viene ricordato, quella frase accattivante senza la quale non si potrebbe vendere un prodotto, quel motivetto facilmente memorizzabile (“C'è Gigi?” “E la Cremeria?”/“Ma è nuovo?” “No, lavato con Perlana.” ne sono due esempi lampanti e tutt'oggi riciclati e utilizzati).

In seguito, con la diffusione di internet, il meme ha assunto un'altra “funzione”, ossia quella di essere semplicemente un'immagine, un video, un'idea che si diffonde da una persona all'altra, senza avere un motivo logico. Nella maggior parte dei casi non è più quindi uno slogan creato appositamente per commercializzare qualcosa, bensì un'idea di qualche nerd o mente geniale/diabolica che ha voluto creare per diffondere un nuovo modo di dire.

Attualmente il sito che ha dato sfogo all'inizio della diffusione di questi fenomeni di internet è il sito inglese imageboard 4chan.org, lanciato il 1° ottobre 2003, ovvero un sito su cui vengono postate e discusse diverse immagini tramite bacheche. Da questo sito sono nati i famosi i primi internet meme, tra cui rickrolling e il più famoso Pedobear.

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Fenomeno ingannatore basato sul video musicale degli anni '80 “Never gonna give you up” di Rick Astley: chi, tramite un fake link viene mandato a cliccare questo video si ritrova vittima del meme, pertanto viene “rickrollato” - da notare il fatto che tramite questo fenomeno il video musicale del

cantante ha ricevuto più di 30 milioni di visite.

http://www.youtube.com/watch?v=dQw4w9WgXcQ&ob=av2e

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Pedobear, l'orso pedofilo, la cui immagine è stata erroneamente attribuita alla pedofilia, o meglio, si ritiene, sbagliando, che fosse la mascotte dei pedofili. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di demotivational con battute riguardo i bambini e i giovani, che vengono

“seguiti” o perseguitati dall'orso.

Parlando di orsi non può mancare il collegamento ad un altro tipo di meme, il meme commercial “Never say no to panda”, ovvero un advertising creato per una marca di formaggio, diventata un vero e proprio tormentone e allo stesso tempo must see del web.Gli sketch creati per questa pubblicità non sono altro che video virali che vedono protagonista un uomo vestito da panda che si comporta in modo ostile nei confronti delle persone che non vogliono comprare o utilizzare i suoi prodotti. L'azione ostile del panda (ambientata al supermercato, in ufficio e all'ospedale) viene accompagnata dallo slogan Never say no to panda, appunto.Questo fenomeno è relativamente recente, in quanto compare per la prima volta su youtube nel maggio del 2010 ma, come per quasi ogni altro fenomeno internet, in poco tempo si diffonde a macchia d'olio e in 4 mesi il dolce ma s*****o panda raggiunge le oltre 980mila visualizzazioni.

http://www.youtube.com/watch?v=X21mJh6j9i4

da vedere.

Ma veniamo ora agli internet meme che riguardano le espressioni e le reazioni, ovvero quei meme che, a parer mio, stanno un po' rivoluzionando il modo di comunicare del popolo di internet: i meme faces.

Tanti, molti, TROPPI. Sono una serie di facce più o meno stilizzate, che rappresentano delle reazioni a delle situazioni più o meno particolari. Si va dalla solitudine alla rabbia passando per l'indignazione e il piacere. Ecco dunque che prendono forma diversi reaction meme, che non sto qui a spiegare, in quanto internet è pieno zeppo di informazioni e spiegazioni su di loro.

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FFFFFFUUUUUUUU-iniziali di fuck, l'espressione dice già tutto.

http://knowyourmeme.com/memes/rage-guy-fffffuuuuuuuu#.TqXjDGAR4Xw

FUCK YEAH.Espressione di soddisfazione in seguito a qualcosa di ben riuscito.

http://knowyourmeme.com/memes/fck-yea#.TqXkhmAR4Xw

TROLL FACEversione “moderna” del rickroll, una persona viene trollata quando chi fa la trollface è

riuscito a prendere in giro la vittima.http://knowyourmeme.com/memes/trollface-coolface-problem#.TqXl6GAR4Xw

FOREVER ALONEcolui che, in seguito a situazioni che coinvolgono l'avere amici o relazioni, rimarrà per

sempre solo.http://knowyourmeme.com/memes/forever-alone#.TqXmkGAR4Xx

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CEREAL GUYuna delle più utilizzate reaction faces, in quanto rappresenta un omino che,

mangiando cereali, ha sempre qualche commento da fare e talvolta reagisce sputando i cereali appena ingoiati.

http://knowyourmeme.com/memes/cereal-guy--2#.TqXnHmAR4Xw

ME GUSTAviene paradossalmente utilizzato in risposta a strani eventi o disgustosi fatti;

inizialmente riguardava fatti a sfondo sessuale ma si è poi adattato a qualsiasi campo.http://knowyourmeme.com/memes/me-gusta#.TqXnz2AR4Xw

CHALLENGE ACCEPTEDnulla di più di ciò che avete già capito: al personaggio in questione viene offerto un

compito ad alto tasso di rischio ed egli, impavido, accetta la sfida.http://knowyourmeme.com/memes/challenge-accepted#.TqXokmAR4Xw

Ora, andrei avanti ore a cercare i più disparati meme faces ma la riflessione che mi interessa fare su questo argomento è come un linguaggio di immagini stilizzate e

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qualche parola possa diventare un nuovo modo di comunicare.Proprio così, ormai i giovani che conoscono bene questi meme si trovano a parlare e reagire in questo modo nella vita di tutti i giorni; io stessa non mi rendo più conto di quanto spesso dica “Fuck Yeah”, “Fuuuuu” e “Me Gusta”.

I meme elencati fanno parte in gran parte della stessa serie di Rage Comics, http://knowyourmeme.com/memes/rage-comics#.TqXqZmAR4Xw

serie di fumetti sul web creati appunto con disegni semplici creati con il software MS Paint. Le storie riguardano esperienze di tutti i giorni, per questo, come dicevo prima, chi mastica tutti i giorni queste immagnin si trova poi involontariamente a parlare in questo modo.

La cosa, tuttavia, non dovrebbe sbalordire, in quanto ormai ciò che si trova sul web è ciò che si vive tutti i giorni. Sarò pure di parte perchè studio i Media, ma trovo abbastanza stimolante il fatto che da così poco si possa “sviluppare una specie di linguaggio”. Certo, non può essere un vero e proprio linguaggio comunicativo, non è una lingua, insomma, ma i meme stanno contribuendo a formare un modo di comunicare che solo chi naviga su internet può condividere. Ecco, i meme in questo caso sono un po' come un linguaggio segreto, un qualcosa che nasce dal web e si espande anche fuori, ma che non tutti possono capire una volta uscito dalla rete.Meme, a new kind of language.