Membro dell’ EFAH numero 3 2010 · una Sentenza UE del 2008, che ... IDV e FSV. I cacciatori...

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Membro dell’ EFAH European Federation Against Hunting www.abolizionecaccia.it numero 3 2010 BOLLETTINO DELLA LEGA PER L’ABOLIZIONE DELLA CACCIA In caso di mancato recapito inviare all’ufficio CMP Roserio - Milano per la restituzione al mittente previo pagamento resi. Anno XXXIII, n. 3 2010 Poste Italiane Spa spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Milano LIBERI di VOLARE! contro l’uccellagione e la caccia ai piccoli uccelli in Italia LAC-LUSH parte la campagna

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Membro dell’ EFAH European Federation Against Huntingwww.abolizionecaccia.it numero 3 2010

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LIBERI di VOLARE!contro l’uccellagione e la caccia ai piccoli uccelli in ItaliaLAC-LUSHparte la campagna

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E’ quanto stabilito dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 315 del 3 novembre 2010, da cui esce sconfitta la regione Liguria, che aveva dilatato l’accesso dei cacciatori nelle aree con-tigue ai parchi regionali a tutti coloro in regola con le tasse di iscrizione alle aree di caccia di loro interesse (A.T.C.), estendendo in tal modo la presen-za delle doppiette in queste aree “cuscinetto” tra aree protette regionali e zone di caccia libera.E’ la terza volta che la Corte Costitu-zionale bacchetta la Regione Liguria in materia di caccia e parchi: l’anno scorso era stata bocciata la norma che ammetteva la caccia nel “paesaggio protetto” attiguo al Parco Alpi Liguri (l’amministrazione Burlando rispose accorciando il parco per non sconten-tare i cacciatori); nel 2000 la Consulta obbligò la Regione a vietare da subito la caccia nei parchi regionali, sino ad allora illegalmente permessa.

LA REGIONE LIGURIA STANZIA 48.000 EURO PER SAPERE SE GLI STORNI MANGIANO TROPPE OLIVE !Niente soldi per la difesa del territorio e per riparare i danni delle alluvioni, ma fondi a go-go per uno studio-fotocopia (ne era già stato fatto uno analogo nel 2001) volto a dribblare una Sentenza UE del 2008, che bloccava le cacce in deroga in Liguria. Un esposto alla Corte dei Conti.Mentre la Regione strepita per ottenere dal Governo almeno una decina di milioni di euro per affrontare i primi danni delle recenti alluvioni, si scopre che la stessa Giunta Regionale, che piange miseria nera, ha stanziato poche settimane fa ben 48.000 euro per... contare gli storni.Le Associazioni ambientaliste stanno predisponendo una segnalazione alla Procura Regionale della Corte dei Conti, relativa alla delibera della Giunta regionale della Liguria n. 1026 del 6 settembre 2010, con cui per la modica cifra di 40.000 euro + IVA (to-tale quarantottomila euro) si incarica l’Università di Genova di effettuare “in tempi rapidi uno studio approfondito sull’impatto della specie Storno sulle attività antropiche in Liguria ed in par-ticolare sui danni che la specie arreca alle produzioni agricole”.Lo scopo dichiarato è quello di avere un supporto scientifico per giustificare il ripristino della caccia in deroga (infatti la specie non è cacciabile) alla specie Storno nella nostra regione, col pretesto dei danni alle olive, ma in realtà per accontentare le continue pretese delle associazioni venatorie

LIGURIA:

RESPINTA LA DEROGA PER STORNI

E fRINGUELLICon 16 voti favorevoli (centro sinistra), 10 contrari e 2 astenuti è stato deciso il non passaggio agli articoli e quindi la bocciatura della proposta di legge che ha come primo firmatario Francesco Bruzzone (Lega Nord Liguria – Pada-nia) che avrebbe consentito la caccia allo storno e al fringuello, specie pro-tette secondo la normativa europea, derogando al divieto in archi di tempo predefiniti.L’approvazione della proposta di legge avrebbe esposto la Regione Liguria ad una possibile condanna milionaria per infrazione alla normativa comunitaria in materia di protezione degli uccelli selvatici.

MARCHE:

PURTROPPO SI SPARA ALLO STORNOCon delibera n. 1177 del 26 luglio 2010, la Giunta regionale Marche, con il solito pretesto dei danni all’agricoltu-ra, ha dato il via alla caccia agli storni, e nel mese di ottobre nemmeno solo nelle vicinanze delle colture “a rischio”. Abbattibili fino a 15 esemplari al gior-no, dal 1 settembre al 19 dicembre.Una pagina nera….

CACCIA IN DEROGA VENETO

La delibera che consente la caccia in deroga presentata dalla Giunta veneta, una volta constatata l’impossibilità di approvare sull’argomento una legge ad hoc, ha avuto il via libera della com-missione “Agricoltura, Caccia, Pesca” di palazzo Ferro-Fini presieduta da Davide Bendinelli. Il provvedimento ha avuto il voto favorevole di PDL, Lega e UDC; contrari, invece, i voti espressi da PD, IDV e FSV. I cacciatori veneti, spiega una nota regionale, potranno, quindi, cacciare in deroga ai divieti previsti dall’U-nione Europea sei specie di volatili. Dal 6 ottobre al 30 dicembre 2010 si potrà sparare a storno (massimo 25 capi a giornata e 100 a stagione per ogni cacciatore), al fringuello (stesso numero massimo di capi abbattibili), alla peppola e al frosone (10 capi a giornata e 30 per la stagione), alla pispola e a prispolone (20 capi ad ogni giornata venatoria e 50 nell’intera stagione che per questa specie è limitata al 24 ottobre). Per quanto riguarda la registrazione sul tesserino dei capi abbattuti, la delibera prevede che essa debba essere fatta al termine della giornata di caccia, mentre i dati riassuntivi ai fini del monitoraggio dovranno essere compilati ogni 15 giorni (ASCA, 4 ottobre).La Lac si è appellata al TAR contro que-sta delibera ma, il 28 ottobre, è stato reso noto che il TAR del Veneto non ha concesso la sospensiva della delibera che consente la caccia in deroga. La LAC si appellerà al Consiglio di Stato.Il 27 ottobre, infatti, il TAR del Veneto aveva esaminato il ricorso della LAC contro la delibera della giunta Zaia sulla caccia in deroga. La discussione in camera di consi-glio è stata particolarmente lunga, quasi un’ora e mezza, e impegnativa.

Il legale della LAC, avvocato Claudio Linzola, ha sostenuto in modo chiaro e determinato tutte le ragioni del ricorso contenute in ben sette motivi di presunta illegittimità.

CACCIA:

CORTE UE CONDANNA ITALIA: NEL 2005, LA LEGGE REGIONALE VENETA VIOLA-VA LA DIRETTIVA UCCELLI

Bruxelles, 11 nov. ITALIA CoNDANNATA DALLA CoRTE DI GIUSTIZIA DELL’UNIoNE EURoPEA SULLA CACCIA: secondo quanto stabilito dai giudici riuniti a Lussem-burgo, la regione Veneto ha adottato e applicato una normativa che auto-rizza deroghe al regime di protezione degli uccelli selvatici senza rispettare le condizioni stabilite dalla direttiva 79/409/Cee, concernente la conserva-zione degli uccelli selvatici.La direttiva vieta in maniera generale di uccidere o di catturare tutte le spe-cie di uccelli viventi allo stato selvatico nel territorio europeo, ma autorizza deroghe nell’interesse della salute e della sicurezza pubblica, della sicu-rezza aerea, per prevenire gravi danni alle colture, al bestiame, ai boschi, alla pesca e alle acque, per la protezione della flora e della fauna, ai fini della ricerca, per consentire la cattura,

la detenzione o altri impieghi di determinati uccelli in piccole quantità. Le deroghe devono menzionare le specie che ne sono oggetto, i mezzi, gli impianti e i metodi di cattura o di uccisione autorizzati, le condizioni di rischio e le circostanze, l’autorità competente per i controlli.

«Tutto questo non è avvenuto con la legge regionale del Veneto 13/2005, che ha autorizza deroghe al regime di protezione degli uccelli selvatici senza rispettare le condizioni stabilite dalla direttiva, dal momento che le specie di cui è autorizzata la caccia sarebbero identificate in via generale ed astratta e senza limiti temporali. »Il limite massi-mo di soggetti abbattibili nella regione Veneto poi, non sarebbe conforme alla nozione di «piccole quantità».

Infine, la Corte ha constatato che la legge n. 13/2005 autorizza la caccia di specie che non rientrano nella direttiva.

ITALIA DI NUOVO CONDANNATA PER LA LEGGELOMBARDACon sentenza n. 573/08 del 15 luglio 2010 la Corte di giustizia della UE ha condannato l’Italia per la legge regionale della Regione Lombardia sulla caccia che autorizza, in deroga, l’attività venatoria a quattro specie protette: fringuello, peppola, pispola e frosone. La Corte ha accolto il ricorso della Commissione UE ritenendo la legge non completamente conforme alla direttiva europea sulla conserva-zione degli uccelli selvatici e tale da non garantire che le deroghe adottate ne rispettino le condizioni e i requisiti. In attesa della sentenza, la legge era stata sospesa nel dicembre scorso dal presidente della Corte di giustizia. Secondo l’esecutivo UE, che il 20 novembre scorso aveva chiesto alla Corte la sospensione della legge, la determinazione delle piccole quantità che possono essere cacciate, così come previsto dalla normativa lom-barda, ”non è stata effettuata in base ad informazioni scientifiche, bensì di un calcolo al quale ha provveduto la stessa amministrazione”. I giudici hanno accolto le obiezioni dell’ese-cutivo europeo ricordando che la normativa comunitaria in materia di conservazione degli uccelli selvatici deve essere interpretata alla luce del principio di precauzione, che è uno dei fondamenti della politica di tutela perseguita dall’Unione europea in

campo ambientale. Considerato che la legge di trasposizione nell’ordina-mento italiano della direttiva europea concernente la conservazione degli uccelli selvatici ”non è completamente conforme a tale direttiva” e che ”il sistema di recepimento dell’art. 9 di quest’ultima non garantisce che le deroghe adottate dalle autorità italiane competenti rispettino le condizioni e i re-quisiti previsti da tale articolo”, i giudici hanno stabilito che l’Italia ”è venuta meno agli obblighi ad essa incombenti”. Pertanto – hanno sentenziato i giudici – ”la Repubblica italiana è condannata alle spese, ivi comprese quelle relative al procedimento sommario” .

fRIULI VENEZIA GIULIA: VITTORIA!!La LAC e le altre associazioni ambien-taliste tirano un sospiro di sollievo. La pronuncia della Corte Costituzionale ha eliminato delle norme regionali distruttive per il patrimonio faunistico della regione e per l’ecosistema del territorio. Grazie all’intervento compat-to delle associazioni presso il Consiglio dei Ministri, lo stesso ha deciso di impugnare alcune parti della legge regionale del Friuli Venezia Giulia, la 13/2009, con la quale si era stabilito di cacciare in tutta la regione – nonostante la Corte Costituzionale avesse già stabilito, con sentenza n. 165/2009, che anche in Friuli debba essere applicata la legge statale che prevede che almeno il 20% del terri-torio al di fuori della Zona Faunistica delle Alpi debba essere precluso all’attività venatoria – e con la quale si era dato il via libera alla caccia di specie che nel resto d’Italia non sono cacciabili, come ad esempio diverse specie di anatidi, storni o le tortore dal collare orientale.Le associazioni animaliste ed ambien-taliste del Friuli Venezia Giulia allora non si aspettavano questo nuovo at-tacco all’integrità dell’ecosistema della regione, soprattutto dopo la recentissi-ma sentenza della Corte Costituzio-nale che ha letteralmente demolito l’impianto normativo che disciplina la caccia in questa regione ovvero la L.R.

6/2008, pensando, evidentemente a torto, che le diverse figuracce ed i già altissimi costi sostenuti per favore pochi cacciatori inducessero a maggior prudenza. Le associazioni hanno così reagito scrivendo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero dell’Ambiente ed al Ministero degli Affari Regionali evidenziando l’incosti-tuzionalità delle norme regionali.Resta il rammarico che la scorsa sta-gione venatoria si sia svolta anche in aree che ora dovranno essere dichia-rate precluse alla caccia, e quindi nella diffusa illegalità, in forza appunto di una norma dichiarata incostituzionale. Evidentemente a certa politica poco interessa della conservazione della fauna e dell’ambiente, ma solo dei voti di chi si diverte uccidendo.

GoVERNo

IMPUGNATE TRE LEGGI REGIONALI SULLA CACCIAIl Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale, Raffaele Fitto, ha impugnato alla Corte Costituzionale le seguenti leggi regionali:Su conforme parere del Ministero dell’Ambiente e del Dipartimento per le Politiche europee, la legge della Regione Lombardia n. 16/2010 e, su conforme parere del Ministero dell’Ambiente, del Ministero delle Politiche Agricole e del Dipartimento per le politiche europee, la legge della Regione Toscana n. 50/2010 che approvano il piano di cattura dei richiami vivi per la stagione venatoria 2010/2011.Per entrambe le Regioni, la Corte Co-stituzionale, con sentenza n. 266/2010, aveva dichiarato illegittime le leggi, dagli analoghi contenuti, valide per la stagione venatoria 2009/2010.Le norme regionali al vaglio dell’odier-no Consiglio dei Ministri presentano aspetti d’illegittimità costituzionale in relazione al rispetto del diritto comunitario, di cui all’art. 117, comma 1, Cost., nonché dei principi statali

che stabiliscono gli standard minimi e uniformi di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, di competenza esclu-siva statale, secondo quanto disposto dall’art. 117, comma 2, lettera s, Cost. Le leggi impugnate infatti autoriz-zano la cattura di talune specie di avifauna in assenza dei presupposti e delle condizioni stabiliti dalla direttiva comunitaria in materia, ed in assenza del parere favorevole dell’ISPRA, obbli-gatorio e vincolante per le Regioni.Su conforme parere del Ministero dell’Ambiente, di quello delle Politiche Agricole, nonché del Dipartimento del Turismo, la legge regionale della Ligu-ria n. 15 del 29 settembre 2010. Tale legge modifica la vigente normativa regionale sul calendario venatorio, in-troducendo la possibilità di cacciare la selvaggina migratoria fino a mezz’ora dopo il tramonto.La disposizione regionale contrasta con la norma statale di riferimento, contenuta nella legge quadro sul prelievo venatorio n. 157/1992, che consente la caccia da un’ora prima del sorgere del sole fino al tramonto. La Corte Costituzionale, con sentenza n. 391/2005 aveva dichiarato l’illegit-timità costituzionale di analoghe di-sposizioni di altra regione, affermando che procrastinare a dopo il tramonto il periodo venatorio giornaliero “incide sul nucleo minimo di salvaguardia della fauna selvatica”. Si configura quindi una violazione della competen-za esclusiva dello Stato in materia di “tutela dell’ambiente e dell’ecosiste-ma”, in contrasto con l’art. 117, comma 2, lett. s) della Costituzione.

ZONE CUSCINETTO DEI PARCHILiguria: la Corte Costituzionale annulla una norma regionale e limita l’accesso dei cacciatori nelle “aree contigue” ai parchi naturali regionali. Ammessi solo i cacciatori dei comuni interessati residenti nelle zone “cusci-netto” tra parchi e zone di caccia libera.In pratica potranno esercitare la caccia nelle fasce classificate (ai fini del pre-lievo venatorio) come area contigua solo quei cacciatori che risiedono nei comuni del parco e dell’area contigua stessa.

I CACCIATORI PERDONO TERRENO NEL PAESE

CACCIA, SONDAGGIO:

PER L’80% ITALIANI E’ INUTILE CRUDELTÀ LA STRAGRANDE MAGGIoRANZA DEGLI ITALIANI, L’80%, RITIENE LA CACCIA UN’INUTILE CRUDELTà CHE ANDREBBE VIETATA o MAG-GIoRMENTE REGoLAMENTATA. È qUANTo EMERGE DAL SoNDAG-GIo IPSoS, CoMMISSIoNATo DAL MINISTERo DEL TURISMo PER RILEVARE L’IMPATTo DELL’ATTIVITà VENAToRIA SULL’IMMAGINE NAZIoNALE E SUL CoNSEGUENTE APPEAL TURISTICo, CoNDoTTo SU UN CAMPIoNE RAPPRESENTATIVo DELL’INTERA PoPoLAZIo-NE. SECoNDo IL SoNDAGGIo, IL FRoNTE CoNTRARIo ALLA CAC-CIA È CRESCIUTo DI BEN 3 PUNTI IN PERCENTUALE NEGLI ULTIMI 18 MESI. RISPETTo ALL’IPoTESI DELLA ToTALE ABoLIZIoNE DELLA PRATICA VENAToRIA, IL 60% SI DICHIARA FAVoREVoLE MENTRE IL 36% È CoNTRARIo. INoLTRE, LA MAGGIoRANZA DEGLI INTERVI-STATI È CoNVINTo CHE ABoLENDo LA CACCIA L’ITALIA MIGLIoRE-REBBE LA SUA IMMAGINE ALL’ESTERo (63%) E CHE I CACCIAToRI RAPPRESENTINo UNA PICCoLA PARTE DELLA PoPoLAZIoNE CHE, PER IL PRoPRIo DIVERTIMENTo, STA STERMINANDo IL PATRIMo-NIo FAUNISTICo CHE APPARTIENE A TUTTI GLI ITALIANI (61%) (APCoM, 30 oTToBRE 2010).

ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE PORTATRICI DI INTERESSE DIFFUSO

Un Ente riconosciuto per la tutela ambientale della fauna, in riferimento all’intero territorio nazionale (nella specie, il WWF), è legittimato, ex art. 74 cpp, a costituirsi parte civile ai fini del risar-cimento dei danni derivante dall’attività illecita di uccellagione: lo afferma la Cassazione.

Cass. Sez. III n. 25873 del 7 luglio 2010 (Ud.  26 mag. 2010) Pres. Altieri Est. Gentile Ric. Sassi Caccia e animali. Uccellagione e risarcimento danni

ASSOCIAZIONI VENATORIE DISCONOSCIUTE

Con sentenza n. 3339/2010 del 2 marzo 2010, depositata in segreteria il 26 maggio 2010, il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale, sezione sesta, ha annullato la sentenza del TAR del Lazio, sezione II ter, n. 1966/2007, ed ha pertanto disco-nosciuto la CoNFAVI come associazione venatoria nazionale. Il Consiglio di Stato ha infatti stabilito che la CoNFAVI non è una vera associazione ma una federazione di piccole associazioni autono-me. La CoNFAVI perde quindi il finanziamento statale con i proventi della soprattassa sulle licen-ze di caccia, ed i posti nei comitati tecnici venatori nazionali e provinciali.

CONSEGNA FIRME CONTRO LA CACCIA

Sono state consegnate il 16 settembre al Sena-to 14.007 firme ad una petizione popolare che chiede la totale abolizione della caccia. La rac-colta di firme era stata promossa da LAC, oIPA, Movimento vegetariano no alla caccia e Progetto Vivere Vegan. Dopo una conferenza stampa, alla quale hanno partecipato anche i senatori radicali Poretti e Perduca, le firme sono state consegnate alla segreteria del Senato. La LAC era rappresen-tata dal suo presidente Carlo Consiglio, il quale ha messo in evidenza che gli animali non umani hanno una vita emozionale non meno ricca di quella dell’uomo.

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ROCCOLIL’annosa questione dei roccoli – gli impianti di cattura degli uccelli da destinare alla caccia al capanno di cui si è parlato diffusamente nei numeri precedenti dello Strillozzo, e che è og-getto della campagna “Liberi di volare” attualmente condotta dalla LAC in collaborazione con Lush – si è ripro-posta anche quest’anno soprattutto in Veneto e in Lombardia.La Lombardia, in particolare, ha pro-mulgato a settembre la Legge regiona-le n. 16/2010, fotocopia di quella già censurata dal Governo nel 2009 come incostituzionale.Il Consiglio dei Ministri del 22 ottobre ha discusso l’impugnazione della legge lombarda per la stagione vena-toria 2010/2011. La norma regionale presenta aspetti di illegittimità costi-tuzionale in relazione al rispetto del diritto comunitario, di cui all’art. 117, comma 1, della costituzione, nonché dei principi statali che stabiliscono gli standard minimi e uniformi di tutela

dell’ambiente e dell’ecosistema, di competenza esclusiva statale, secondo quanto disposto dall’art. 117, comma 2, lettera s, della costituzione. La legge lombarda infatti autorizza la cattura di talune specie di avifauna in assenza dei presupposti e delle condi-zioni stabiliti dalla direttiva comunita-ria in materia, e in assenza del parere favorevole dell’ISPRA, obbligatorio e vincolante per le Regioni. Il Consiglio dei Ministri non è giunto a una decisione in quella seduta, ma l’ha impugnata in quella del 18 novembre, insieme alla legge della Toscana. “Trop-po spesso - ha detto Michela Vittoria Brambilla, ministro per il Turismo - accade che i consigli regionali arrivino a violare platealmente le disposizioni della legge nazionale o le direttive europee, nonostante le numerose pronunce della Corte costituzionale e le procedure d’infrazione già aperte. Ma oggi il governo ha dato un segnale importante, che merita la massima attenzione’’Nel frattempo, la Corte Costituzionale,

con sentenza n. 266/2010, aveva di-chiarato illegittima la legge lombarda (e quella toscana), dagli analoghi con-tenuti, valida per la stagione venatoria 2009/2010.La norma quadro regionale 2009/2010 era alla radice della delibera della Pro-vincia di Brescia 438 del 2009 avente a oggetto l’attivazione di impianti di cattura degli uccelli, contro cui la LAC (avvocato Linzola) aveva presentato nel 2009 ricorso al TAR.Il 12 novembre 2010,il TAR della Lom-bardia, sezione di Brescia, è entrato nel merito del ricorso e con sentenza n. 04580/2010 l’ha accolto.

Le ragioni della LAC sottolineavano la povertà dell’istruttoria svolta dalle autorità per fissare il numero dei richiami da catturare: ci si era limitati a chiederlo ai cacciatori! La Comunità Europea aveva inoltre insistito sull’utilizzo di uccelli nati in cattività, cosa non presa in considera-zione dai politici bresciani. Risulta poi chiara la non selettività del mezzo di

cattura e il parere dell’ISPRA mancava. L’Associazione Nazionale Uccellatori si era invano costituita in giudizio.

RICHIAMI VIVIL’Italia è un paese percorso dalle rotte migratorie che gli uccelli utilizzano da sempre nel loro viaggio autunnale da Nord a Sud, e primaverile da Sud a Nord.L’immaginario popolare è ricco di sto-rie sugli assembramenti di rondini sui fili prima della partenza in autunno, e di nuovo per il loro ritorno, puntuale, che segna l’inizio della primavera.

Pochi però sanno che il viaggio degli uccelli è seguito con attenzione anche da una categoria di persone dalle catti-ve intenzioni, i cacciatori, e che intorno al fenomeno della migrazione si sono sviluppate nei secoli tecniche per la cattura, la detenzione e l’uso a scopo venatorio degli uccelli cosiddetti “da richiamo”.La cosa si basa sul fatto che tutti gli uccelli maschi a primavera cantano per chiamare le femmine, per delimitare il territorio, per prepararsi al momento più importante dell’anno, la ripro-duzione. I maschi in canto attirano le femmine, ma anche altri maschi della stessa specie, che si avvicinano per capire la situazione. Il canto di un uccello, dunque, attira irresistibilmen-te i suoi simili.Se uno stormo di migratori in viaggio verso Sud in autunno capita in una zona dove sente il canto della sua specie, cosa non naturale, perché in autunno gli uccelli non cantano, verrà attirato e si avvicinerà. Ad aspettarlo ci sarà però il cacciatore pronto a sparare.La tecnica dell’uccellatore è dunque quella di catturare uccelli maschi, di adattarli a una vita in gabbia, e di farli cantare innaturalmente in autunno. E come fa? Li tiene al buio tutto l’anno, così, quando vedono la luce, cantano... oppure li acceca, così cantano sempre!E i piccoli migratori sono costretti a vivere per sempre in gabbiette piccole e sporche, il che non vuol dire maltrat-tarli, secondo le leggi che sono passate in Lombardia e Veneto per stabilire che non è reato tenere questi animali fatti per volare in spazi minuscoli, dove appena possono aprire le ali, dove le penne si danneggiano e si consumano, i becchi e le unghie si indeboliscono e si allungano, le piume cadono attacca-te dalle micosi...Le gabbiette con i loro prigionieri vengono portate ogni giorno in montagna e appese vicino ai capanni dove il cacciatore attende nascosto le sue prede. Spesso inserisce un gancino nella carne dei richiami e li tiene legati a una corda per farli muovere a comando a distanza in un crudele balletto: tordi, allodole, merli, pavoncelle e colombacci si dibattono nel frastuono degli spari e il terreno attorno è costellato di corpi abbattuti.queste pratiche crudeli sono tipiche delle regioni situate lungo l’asse della migrazione: Veneto, Lombardia, Romagna, Toscana. ognuna di queste regioni promulga ogni anno leggi

per la cattura degli uccelli con le reti (uccellagione), vietata dalla norme eu-ropee e dalla legge stessa dello Stato. Gli impianti di cattura, i roccoli, sono gestiti da personale pagato dall’Am-ministrazione pubblica, cioè da tutti noi, edistribuiscono gratuitamente gli uccelli catturati ai cacciatori, come se fosse un’attività utile e necessaria, invece di una barbarie ripugnante per la maggior parte dei cittadini. Per questo insieme di attività illegali e disumane, l’Italia viene condannata dall’Europa a gravi pene pecuniarie, ancora una volta pagate da tutti noi.

La Lac e altre associazioni ambien-taliste e animaliste fanno ogni anno ricorso contro queste leggi illegittime e ma la loro vittoria in sede legale è vanificata perché nel frattempo il massacro dei migratori si è prolungato per le settimane necessarie a rifornire i cacciatori.

550 tordi tagliati ed incollati: un nuovo bracconaggio per una vecchia caccia. Palmanova è un nodo cruciale di mille traffici in entrata e in uscita dall’Italia. A sud di Udine, Palmanova si trova lungo l’intersezione di due grandi direttrici stradali e ogni giorno vi transitano decine di migliaia di autoveicoli dalla Slo-venia e dall’Austria. La Polstrada ha fermato due polacchi che trasportavano 550 tordi, tutti implumi prelevati dai nidi, orrendamente ammassati in basse scatole di cartone, prive di acqua e cibo e con appena poche fessure per l’ariaConstatata l’irregolarità del trasporto e la violazione di importanti norme della legge sulla caccia, la Polizia Stradale ha provveduto a denunciare i due polacchi per il reato di cui all’art. 544/ter sul maltrattamento di animali.Sull’argomento, GeaPress ha intervistato il Vice questore Aggiunto del Corpo Forestale dello Stato Isidoro Furlan, del distaccamentodi Asiago (VI) quasi al confine con il Trentino e le coltivazioni di mele. Vediamo allora cosa può ge-nerarsi mischiando impianti di cattura di fauna selvatica e coltivazioni di mele golden che, per salvaguardare la salute umana e dell’ambiente, non sono più trattate con massicce irrorazioni di prodotti di sintesi chimica.Secondo Furlan, i giovani tordi erano destinati agli allevamenti di uccelli da richiamo in Friuli o in Veneto e per capire da dove provenivano i tordi bisogna invece guardare alle coltivazioni di pere e mele in particolare alle nuove tecniche colturali.I meleti si sono ormai imposti in molte zone pedemontane, ad esempio quelle trentine. Lo sfalcio frequente dell’erba viene lasciato sul campo. E’ il cosiddetto mulcing. Le mele non hanno più, come avveniva prima, massicce sommini-strazioni di prodotti di sintesi per l’agricoltura. L’erba tagliata e ammontic-chiata tra i filari di alberelli non viene più rimossa, tanto da creare un ricco microcosmo di lombrichi, altri anellidi ed invertebrati utili alla decomposizio-ne della sostanza organica. I meleti così coltivati hanno creato un nuovo ambiente che è stato velocemen-te colonizzato dal Tordo Sassello, dal Tordo Bottaccio, dal Merlo ed anche dalla Cesena, prima più frequenti solo in montagna.Si è creato così un allevamento di lombrichi, ma anche una sorta di fast food per gli uccelli. Con tutto il cibo che hanno, ricco, nutriente e non avvelenato, arrivano a fare fino a tre nidiate mentre le densità sono veramente alte.La cosa non è passata inosservata anche gli uccellatori.I richiami vivi usati dai capannisti vengono in parte catturati con i roccoli, in parte provengono da allevatori autorizzati di fauna selvatica. La riproduzio-ne del Tordo non è semplice in cattività. Conviene di più munirsi di giovani selvatici bracconati, che vengono poi allevati in gabbia e risultano molto più docili alla cattività.quello che occorre ad un impianto di cattura sono però solo i maschi, per il canto. qui parliamo di uccelli nel nido, di cui ancora non si distingue il sesso, almeno esternamente. Il bracconiere si porta appresso un bisturi, due stec-chini e colla chirurgica, bene che vada. L’uccellino preso dal nido viene così tagliato nell’addome. Un centimetro con il bisturi e gli stecchini per allargare la ferita. Se femmina, via ai lombrichi. Se maschietto, si mette la colla e viene riposto in contenitori di legno appositamente costruiti per portarli via.Gli alberelli di mele sono alti al massimo due metri. Il bracconiere controlla facilmente i filari. Se il nido ha le uova mette un fiocchetto di un colore, se invece ha i pulcini ancora troppo piccoli, ne mette uno di altro colore. Se invece i pulcini possono essere prelevati vi è un terzo fiocchetto ed al ritorno se li porta via, ma solo se maschietti. Non so quanto potevano essere pagati i due polacchi, sicuramente non più di poche decine di euro a tordo. Ma un uccellino portato alla maturità viene rivenduto ad almeno 250 euro. Se poi ha un canto particolarmente significati-vo, anche molto di più.(Fonte: Geapress, 22 luglio 2010)

E’ PARTITA DA MILANO, IL 18 SETTEMBRE 2010, IN OCCASIONE DELL’APERTURA DELLA CACCIA, IL LANCIO-SHOCk DELLA CAMPAGNA “LIBERI DI VOLARE”, UN’INIZIATIVA CONGIUNTA DI LAC E LUSH, L’AZIENDA DI COSMETICI fRESCHI E fATTI A MANO ECOLOGICA ED ANIMALISTA. OBIETTIVO: fERMARE LA “LICENZA DI UCCIDERE” I PICCOLI UCCELLI IN ITALIA E SENSIBILIZZARE L’OPINIONE PUBBLICA SU UN MASSACRO SEMPRE PIù INDISCRIMINATO E IGNORATO.DUE CoRPI NUDI DIPINTI CoME UCCELLINI PRIVI DI VITA, ACCASCIATI SoPRA UN’ENoRME BANDIERA ITALIANA MACCHIATA DI SANGUE: È L’IMMAGINE CHE HA CoLPITo I PASSANTI DELLA CENTRALE VIA DANTE A MILANo, DoVE SI È SVoLTA UNA PERFoR-MANCE DI STRADA DAVANTI ALLA BoTTEGA LUSH. “METTICI IL BECCo” RECITA Lo SLoGAN SULLE VETRINE DI TUTTE LE BoTTE-GHE ITALIANE LUSH, DoVE SARà PoSSIBILE RICEVERE INFoRMAZIoNI SU CoME PARTECIPARE ATTIVAMENTE ALLA CAMPAGNA.

LIBERI di VOLARE!

A NATALE REGALA “SUA BONTA’” E SOSTIENI LA CAMPAGNA DELLA LAC!Lush – Cosmetici freschi e fatti a manoNata in Inghilterra nel 1995, Lush produce e commercializza co-smetici freschi e fatti a mano a base di frutta e verdura biologica, con i migliori oli essenziali e in-gredienti sintetici sicuri. I prodotti Lush sono ecologici e vengono realizzati nel massimo rispetto dell’ambiente, degli animali e quindi della pelle. Ce ne sono più di 200, tutti freschi e profumati, come il mondo che Lush intende rappresentare. Nel mondo Lush conta oltre 650 negozi mono-marca, di cui 23 in Italia e un sito internet per la vendita on line: www.lush.it.

“L’azione più efficace di contrasto all’illegalità venatoria - sostiene Guido de Filippo, segretario nazionale LAC - è senza dubbio quella di controllo e sorveglianza dell’at-tività di caccia, che richiede tecniche sofisticate ed una formazione adeguata per riuscire a raccogliere prove delle eventuali infrazioni commesse”.Per questo motivo, Lush ha deciso di finanziare la formazione dei volontari LAC per l’attività di monitoraggio della caccia, mettendo a loro disposizione un inse-gnante d’eccezione: Terry Spamer, specializzato da anni nella lotta e nell’investi-gazione delle pratiche contro gli animali. Spamer formerà dei veri e propri “de-tective” animalisti pronti a raccogliere prove dell’evidenza del crimine durante l’attività venatoria. Acquistando presso i negozi Lush la crema “Sua Bontà” (prez-

zo al pubblico: 20 euro), chiunque potrà contribuire al sostegno della campagna “Liberi di volare” e alla salvaguardia dei piccoli uccelli. Lush donerà infatti tutto il ricavato delle vendite all’attività di formazione dei volontari LAC.

“La nostra azienda è da sempre molto attenta alla tutela degli animali - ha affermato Denise Cumella, Country Manager di Lush Italia - Proprio perché fondata da 5 con-vinti vegetariani, Lush esclude dai propri prodotti ogni ingrediente animale e acquista i suoi ingredienti esclusivamente da società che escludono i test sugli animali dalle proprie pratiche. Per questo motivo, abbiamo deciso di donare l’intero incasso delle vendite della nostra crema “Sua Bontà” per la formazione dei volontari LAC”.

7- numero 3 2010

LA METà MERIDIoNALE DELL’ ISoLA DI CIPRo, DI LINGUA GRECA E DAL 2004 MEMBRo DELL’UNIoNE EURoPEA, SI È GUADAGNATA NEGLI ULTIMI ANNo LA TRISTE NoMEA DEL PAESE CoL PIù ALTo TASSo DI BRACCoNAGGIo IN EURoPA. Interessata da un forte flusso migratorio tanto primaverile quanto autunnale, i ciprioti di lingua greca hanno da sempre letteralmente riempito ogni albero dei loro giardini, frutteti o della macchia con migliaia di bastoncini di vischio e reti. Le vittime più ambite sono le capinere (in greco ambelopoulia, uccello della vite), ma anche bigiarelle, bigie grosse, luì, pigliamosche e balie. E ovviamente impaniati nel vischio o catturati nelle reti ci finiscono migliaia di altri uccelli, dalle cince, ai rigogoli, averle, gruccioni, upupe, ghiandaie marine, cuculi, gheppi, falchi cuculo, albanelle e gufi. Non c’è praticamente specie di uccello che non rimanga vittima delle trappole, neppure le due endemiche monachella di Cipro (oenanthe cypria-ca) e silvia di Cipro (Sylvia melanotho-rax). Ad essere vendute poi ai ristoranti per prezzi elevati sono le piccole silvie, mentre gli uccelli più variopinti ven-gono venduti come animali da gabbia e tutti quelli non interessanti uccisi sul posto e buttati via. Nel solo 2008 si sono calcolati ben 775.000 uccelli uccisi dai bracconieri.Il trappolaggio in realtà è illegale sull’isola già da tempo: l’entrata nell’U-nione non ha fatto che rafforzare la legislazione venatoria vigente. Sembra però che la cosa sia di scarso interesse per gli uccellatori che, anche quando ripetutamente multati, riescono comunque a garantirsi introiti altissimi grazie alla vendita degli uccelletti. I controlli sono comunque scarsi e impotenti davanti a un fenomeno di portata così grande, cosicché molti bracconieri non si sforzano nemmeno di nascondere le loro trappole, che danno bella mostra di sé e delle loro prede intorno agli alberghi, nei vigneti

o oliveti, dietro alle spiagge più affol-late. La stessa popolazione cipriota, sebbene a parole si dica avversa al trappolaggio, non nega di non voler rinunciare a nessun costo al piatto di ambelopoulia.La Lega per l’Abolizione della Caccia si è attivata su Cipro già dal 2001 con alcune ispezioni realizzate sull’isola grazie al finanziamento del CABS. In queste occasioni migliaia di bastoni di vischio e dozzine di reti sono state rinvenute e distrutte. Dalla primavera del 2008 invece il CABS ha dato vita a un vero e proprio suo campo per aumentare ulteriormente la pressione sui trappolatori ciprioti.Il 1° maggio scorso, durante il Capo primaverile, la tensione era già al massimo e si è registrata una grave ag-gressione ai volontari nelle campagne costiere tra Protaras e Paralimni, ove già nel 2009 vi erano state minacce verbali. Il gruppo dei volontari, tra cui gli italiani Andrea Rutigliano e Dino Mensi (entrambi di Milano e soci Lac), accompagnati anche da un giornalista del quotidiano statunitense The New Yorker (che sta preparando un servizio sul bracconaggio primaverile nelle iso-le mediterranee), sono stati raggiunti dall’autista cipriota di un pick-up che ha iniziato a mimare i gesti di una gola tagliata. Da un secondo pick-up sopraggiunto poco dopo sono scesi altri 5 uccellatori locali, che dapprima hanno tirato sassi ai volontari, poi hanno malmenato per una decina di minuti con calci e pugni anche i due italiani, rubando una fotocamera e distruggendo una videocamera con cui era stata ripresa parte della scena.quando poco dopo è intervenuta un’auto della polizia cipriota gli aggressori si erano dileguati; i due ita-liani, medicati in ospedale, sono stati dimessi in serata. La polizia, tramite un numero di targa degli assalitori, sta tentando di recuperare le immagini dall’hard disk della videocamera distrutta.

Dal 26 settembre al 3 di ottobre si è svolto un altro campo antibrac-

conaggio sull’isola. Sono stati 5 volontari italiani a realizzare il lavoro di monitoraggio e contrasto dell’uccel-lagione sull’isola, in coordinazione con le autorità locali e Friends of Earth Cyprus. Fino ad oggi erano stati orga-nizzati solo campi in primavera. Con il 2010 apriamo la stagione dei campi autunnali: in questo periodo infatti il bracconaggio è estremamente intenso e le catture numerosissime.Riportiamo la relazione di Andrea Rutigliano, uno dei partecipanti, sugli accadimenti del giorno 29 settembre, uno dei più “caldi” a dimostrazione di quanto la situazione sia seria.- Dopo una mattinata di riposo, ci si prepara per una spedizione nella famigerata Cape Pyla. quest’area, sotto il controllo militare degli inglesi, è nota da anni per essere una zona ad alta concentrazione di bracconaggio: persino dalle foto satellitari si possono vedere i corridoi preparati fra le piante di acacia appositamente piantate ed irrigate. Nel primo pomeriggio non si osserva niente di rilevante, solo le usuali tracce di uccellagione, tappetini a terra per non sporcare le reti, sostegni e pali per le reti, qua e là qualche rete abbandonata. Ben presto però ci si rende conto che, a differenza della primavera, l’inatti-vità è apparente e non reale: in una prima piantagione viene rimossa una rete con una capinera dentro ancora viva, subito dopo un trappolatore è sorpreso ad armeggiare in un’installa-zione, infine si nota un sospetto via vai di macchina intorno alla zona in cui si muovono i volontari. quando verso le 17.30, vengono avvistate 3-4 enormi mist nets, coadiuvate da un richiamo elettronico, con un ulteriore richiamo a poca distanza, i volontari si accingono a contattare la polizia britannica. Ma è impossibile trovare un punto sicuro per attendere le forze dell’ordine: dappertutto vi sono gruppi di persone che tirano sù le reti per la cattura serale. Due pick up individuano i vo-lontari e gli vanno incontro. Dopo un istante di panico, tutto si risolve bene, ovviamente solo perché nessuna rete

è stata toccata e i bracconieri sanno di essere padroni della situazione.Il gruppo organizza un incontro con l’ispettore capo della polizia britannica per il giorno successivo e si dirige verso Sotira, dove restano ancora delle installazioni da consegnare alla polizia cipriota. Dopo 30 minuti di attesa 50 bastoncini di vischio sono rimossi da un’unica pianta, mentre una seconda pattuglia accorsa si rifiuta di cammina-re per 5 minuti e autorizza i volontari a rimuovere da soli i 190 bastoncini della tesa scoperta la notte prima. Purtroppo i due richiami non ci sono più: il trappolatore viene a rimetterli in posizione proprio mentre i volontari stanno rimuovendo il vischio: almeno 4 capinere vengono salvate.Dopo aver controllato un paio di altri siti, i 5 volontari si portano di nuovo a Capo Pyla verso mezzanotte per capire la magnitudine del fenomeno quando i richiami sono in canto. Ed è una cosa mai udita prima: una breve puntata nell’est del Capo dimostra che ogni venti metri canta un richiamo. Sembra un bosco in primavera. Due volontari scendono dalla macchina per control-lare se le reti sono già attive, ma fa appena in tempo a buttarsi a terra in un campo, che un veicolo dei bracco-nieri, allertato dai fari della macchina del CABS, arriva sul posto trattenen-dovisi per 10 minuti. Anche qui vi sono le pattuglie notturne e almeno 4 pick up fanno la spola lungo la strada sterrata per controllare la presenza di intrusi. Scampato il primo pericolo i 2 volontari del CABS compiono un pattugliamento completo dell’area imbattendosi in enormi tese pronte per 5-7 reti, probabilmente in attività nelle prime ore del mattino. Ben 5 reti con relativi richiami vengono indivi-duate e smantellate: 4 capinere e una bigiarella sono liberate. Per ragioni di sicurezza i richiami vengono lasciati cantare...

CAMPI PER LA PROTEZIONE DELL’AVIfAUNA MIGRATORIA A MALTAAL FINE DI oSTACoLARE CoNCRETAMENTE LA CACCIA ALLE SPECIE MIGRATRICI PRoTETTE SU MALTA, A PARTIRE DALLA PRIMAVERA DEL 2001 IL KoMITEE GEGEN DEN VoGELMoRD (CABS) HA oRGANIZZATo SULL’ISoL A CAMPI PER LA PRoTEZIoNE DEGLI UCCELLI. ALL’ALBA E AL TRAMoNTo I PARTECIPANTI, TUTTI CoLLA-BoRAToRI TEDESCHI, ITALIANI E MALTESI DEL CABS, SI DIVIDoNo IN PATTUGLIE E SI SPARPAGLIANo SUL TERRIToRIo NEI DINToRNI DEI PUNTI CHIAVE DELLA CACCIA E DEL BRACCoNAGGIo (BUSKETT, MZIEEB, DINGLI CLIFFS, PENISoLA DI DELIMARA). CoN I BINoCoLI IN MANo, I CELLULARI PRoNTI E LE VIDEoCAMERE IN STANDBY, I VoLoNTARI SoRVEGLIANo I MoVIMENTI DEI CACCIAToRI E DoCUMENTANo qUALSIASI INFRAZIoNE DELLA LEGGE. NoN APPENA UN BRACCo-NIERE VIENE INDIVIDUATo, L’UNITà DELLA PoLIZIA AMBIENTALE MALTESE, L’ALE, VIENE CoNTATTATA E SI PRECIPITA SUL PoSTo. A VoLTE TUTTo qUESTo NoN È NEPPURE NECESSARIo: LE PATTUGLIE DEL CABS SoNo DIVENTATE CoSì CoNoSCIUTE SULL’ISoLA NEGLI ULTIMI ANNI, CHE NoN APPENA I CACCIAToRI SI AC-CoRGoNo DI ESSERE oSSERVATI, oGNI ABBATTIMENTo ILLEGALE CESSA IMMEDIATAMENTE o qUASI. ALCUNI CACCIAToRI, PER PAURA DI ESSERE DENUNCIATI, SMETToNo CoMPLETAMENTE DI CACCIARE E FANNo RIToRNo A CASA.DURANTE IL GIoRNo I VoLoNTARI DEL CABS CoNTRoLLANo I NEGoZI DI ANIMALI, I MERCATI, MAPPANo LE INSTALLAZIoNI PER IL TRAPPoLAGGIo E oRGA-NIZZANo INCoNTRI CoN LE AUToRITà LoCALI E CoN LE oRGANIZZAZIoNI PARTNER. MA ANCHE DI NoTTE NoN CI SI RIPoSA: I VARI GRUPPI PERLUSTRANo I CAMPI DELL’ISoLA IN CERCA DI RICHIAMI ELETTRoNICI PER qUAGLIE. I CANTI D’AMoRE DELLA qUAGLIA RISUoNANo TUTTA LA NoTTE PER L’ISoLA, ATTIRANDo DI FRoNTE AI CAPANNI DA CACCIA GLI ESEMPLARI IN MIGRAZIoNE, CHE PoI VENGoNo ABBATTUTI ALLE PRIME LUCI DELL’ALBA. GLI oRDIGNI IN GENERE SoNo NASCoSTI IN BUNKER DI CEMENTo SCAVATI APPoSTA NEL TERRENo o IN BIDoNI INTERRATI CoN L’ALToPARLANTE APPESo AD UN CESPUGLIo AD UNA DECINA DI METRI DI DISTANZA. CoN TRoCHESI E FLESSIBILI SoNo PoCHI I RICHIAMI CHE SFUGGoNo ALL’oPERA DI BoNIFICA DEI VoLoNTARI. oGNI ANNo CIRCA UNA VENTINA DI qUESTI IMPIANTI - CIASCUNo DEL VALoRE DI 250 EURo - VENGoNo CoSì RIMoSSI.IL CAMPo DI qUEST’ANNo (10-26 SETTEMBRE) HA VISTo L’ATTIVA PARTECIPAZIoNE DI 24 VoLoNTARI, PRoVENIENTI DALLA BULGARIA, GERMANIA, ITALIA (MEMBRI DELLA LAC), REGNo UNITo E SVEZIA. SoNo STATE REGISTRATE NUMERoSE AGGRESSIoNI AI DANNI DEI VoLoNTARI ED È STATo RINVENUTA, FRA L’ALTRo, UNA FoSSA IN CUI ERANo STATI oCCULTATI I CADAVERI DI CENTINAIA DI UCCELLI PRoTETTI UCCISI, ALCUNI IN AVANZATISSIMo STATo DI DECoMPoSIZIoNE.

OPERAZIONI CONTRO IL TRAPPOLAGGIO A CIPRO

6 - numero 3 2010

Con la giornata di sabato 6 novembre si è concluso l’annuale campo antibracconaggio orga-nizzato da Komitee gegen den Vogelmord e LAC a Brescia, che ha visto il forte impegno di 67 volontari provenienti da diversi paesi, Italia, Germania e Inghilterra, riuniti nello sforzo comune di portare alla luce, denunciare e contrastare il dilagante bracconaggio delle valli bresciane.Lo definiamo dilagante perché l’illegalità venato-ria a Brescia è ancora e sempre la norma, ancora fin troppo protetta dalla complicità della politica provinciale. Di fatto però è vero che grazie alla presenza dei volontari e del N.o.A. alcune forme di bracconaggio si stanno estinguendo, come quella degli archetti.Le operazioni sono cominciate il 3 ottobre e durate 5 settimane: i volontari hanno perlustrato capillar-mente le aree di bracconaggio della Valcamonica, Valtrompia e Valsabbia, da Gussago a Monte Cam-pione e dal lago d’Iseo fino al lago di Garda.ogni giorno da 3 a 7 gruppi di volontari sono usciti in perlustrazione intorno ai capanni da caccia, nei boschi o intorno alle case. Alla fine del campo un totale di 3.161 trappole sono state rimosse. Nello specifico:- 1.228 archetti, - 802 trappoline a scatto “sep” - 115 reti - 15 trappole “prodine” - 1 laccio per ungulati - 171 uccelli da richiamo

hanno visto di nuovo la libertà. questi numeri in sè sono relativamente poco elevati, minori comunque di quanto rinvenuto e rimosso nel 2009 (2.159 archetti, 167 reti, 340 sep) e di gran lun-

ga minori dei quasi 13.000 archetti rimossi nel 2001. Ebbene questo è il segno di una vittoria, una fra le più grandi ottenute dal movimento ambientalista sul campo. Come già annunciato negli anni passati, l’uso degli archetti sta scomparendo a Brescia: que-sto tipo di trappole particolarmente cruente sono oramai rare nelle valli e retaggio ormai soprattutto di persone anziane che si accaniscono a torturare i pettirossi nonostante la quasi sicurezza di venire prima o poi sorpresi dalla forestale. I mille archetti rinvenuti quest’anno sono stati scoperti dunque in località isolate, mai controllate prima, dove il bracco-niere di turno pensava di poter contare sull’impunità grazie all’isolamento territoriale. Grosse tese di archetti - alcune delle quali anche in mano a veri professionisti del bracconaggio - si sono trovate sopra Vaghezza, in Valvestino, a Zone, Brione, Irma, a Lumezzane e in Val d’opol.Per le cosiddette “sep” invece il discorso è diverso: queste trappoline sono state viste facilmente in ven-dita sottobanco nei negozi di caccia e pesca, nelle armerie e uccellerie (in tutti i casi abbiamo avvisato le forze dell’ordine, facilitando non solo la denuncia dei proprietari, ma portando allo smascheramento di alcuni traffici di uccelli da richiamo illegalmente catturati che facevano capo agli stessi negozi). Ne risulta che l’uso del sep come alternativa all’archetto è ormai affermato. I sep vengono piazzati nei giardi-ni, nei cortili, addirittura nei parco giochi, insomma nei pressi delle abitazioni con estrema frequenza. I volontari si sono concentrati su questa forma di bracconaggio e difatti numerosi siti di cattura con i sep sono spuntati fuori in luoghi inaspettati. Ma non solo: persino in siti tradizionalmente di archetti le sep appaiono a sostituirli. Vi sono bracconieri che

piantano un palo nel sentiero come per mettervi sopra l’archetto e invece vi inchiodano sopra il sep. Il sep non è amato solo dal trappolatore tout court, ma anche dai cacciatori: in ben 3 casi i sep erano infatti nel bel mezzo del capanno, fra le bacche e gli uccelli da richiamo.Non ci stancheremo mai di dirlo abbastanza, ma la caccia e il bracconaggio a Brescia vanno chiaramente a braccetto. questo connubio è evidente soprattutto per quanto riguarda le reti, continuamente poste in vicinanza dei capanni. Addirittura, in due casi a Pezzoro due capannisti sono stati visti rimuovere in tutta fretta le reti prima di tornare a nascondersi nei capanni, mentre nei pressi di Lumezzane una rete era nuovamente tesa nel mezzo del capanno da caccia. Per questa ragione le reti a Brescia non accennano a diminuire e il numero di quelle rinvenute varia ogni anno fra le 100 e le 170 (si tenga presente che le reti sono estremamente difficili da vedere e il loro rinvenimento richiede una buona dose di fortuna).

24° CAMPO ANTIBRACCONAGGIO BRESCIACINqUE SETTIMANE CoNTRo GLI UCCELLAToRI DELLE VALLI BRESCIANE

8 9- numero 3 2010 - numero 3 2010

Aviaria: di nuovo permessi i richiami viviCon ordinanza del 5 agosto 2010, pub-blicata sulla Gazzetta Ufficiale del 23 agosto 2010, il Ministro della Salute ha ordinato che sia concessa la deroga al divieto di utilizzo nell’attività venatoria di uccelli da richiamo appartenenti agli ordini degli Anseriformi (anatre) e Caradriformi (pavoncelle). L’impiego di questo crudele metodo di caccia era stato interdetto durante il periodo dell’emergenza per l’influenza aviari

BoLZANo

SALVI TASSI, MARMoTTE E STAMBECCHI

Il TAR di Bolzano ha sospeso il decreto provinciale per l’abbattimento di tassi e stambecchi in Alto Adige. La richie-sta di sospensiva è stata presentata per la LAV dall’avvocato Mauro De Pascalis. La decisione del TAR arriva

dopo quella del 15 settembre, quando aveva sospeso i piani di abbattimento di 1.100 marmotte decisi dalla Provin-cia autonoma.

ABRUZZo

IL GoVERNo CENSURA IL CALENDARIo VENAToRIo

La legge regionale sulla caccia, secon-do il Governo, è censurabile per alcune disposizioni, concernenti le specie cacciabili e i periodi di caccia. Il Wwf aveva inviato ad agosto una richiesta al Governo sollevando nei minimi dettagli «le gravissime violazioni delle normative comunitarie e nazionali contenute nella legge, con partico-lare riferimento ai periodi di caccia. Infatti la legge regionale approvata il 3 agosto, su 30 specie cacciabili, per ben 12 prevede periodi di caccia più lunghi rispetto a quanto dettato dalla Commissione Europea». Inoltre l’ISPRA aveva chiesto alla Regione di introdur-re particolari precauzioni su 15 delle 30 specie dichiarate cacciabili dalla Regione Abruzzo, ma quest’ultima non ha seguito queste indicazioni. La

Regione ha varato il calendario vena-torio direttamente con legge regionale dopo le due pesanti sconfitte al Tar dello scorso anno. Un escamotage per evitare nuovi ricorsi. visto che le associazioni non possono impugnare davanti al tribunale amministrativo le leggi (http://ilcentro.gelocal.it, 8 ottobre).

LAZIo

SoSPESo CALENDARIo VENAToRIo

Stop alla caccia al germano reale, alla moretta, all’alzavola, alla gallinella d’acqua, al fagiano, alla beccaccia. In poche parole, a tutti gli uccelli.Il TAR del Lazio con ordinanza dell’11 novembre 2010, visto il ricorso di WWF, LAV, LAC, ENPA e altri, avvocato Valentina Stefutti, ha sospeso il calen-dario venatorio della Regione Lazio per la stagione venatoria 2010-2011. Il TAR ha ribadito che la tutela della fau-na è competenza esclusiva dello Stato; le Regioni possono solo incrementare e non diminuire il grado di tutela; i pareri resi dall’ISPRA possono essere disattesi solo con osservazioni motiva-

te, che mancano nel caso specifico.Rimangano cacciabili invece cinghiale, volpe, lepre, coniglio. Ma la lista delle specie cacciabili risulta ridotta note-volmente, almeno finché la Regione Lazio non provvederà a stilare un altro calendario, conforme alle indicazioni dell’Ispra. Per l’avifauna l’Ispra aveva dato indicazione di chiudere il periodo delle doppiette molto prima di quello concesso dalla Regione ai cacciatori, con grave pregiudizio per i periodi di nidificazione.

MARCHE

NEGATA SoSPENSIVA SU CALENDARIo VENAToRIo

Il TAR delle Marche (Sezione prima) ha negato la sospensiva della delibera della Giunta regionale n. 1104 del 12 luglio 2010, relativa al calenda-rio venatorio 2010/2011, che era stata impugnata dalla LAC, difesa dall’avvocato Gianni Marasca. Il TAR ha ritenuto che le complesse ed articolate censure dedotte con il ricorso non fossero sorrette da sufficienti elementi di fondatezza, in considerazione della

circostanza che la Regione appare ave-re adeguatamente motivato nei punti, invero limitati, in cui è stato disatteso il parere dell’ISPRA e che comunque la ricorrente non appare avere introdotto sufficienti elementi tali da contestare le scelte regionali. L’ordinanza, del 6 ottobre, è stata depositata in segrete-ria il 7 ottobre.

PIEMoNTE

IL TAR NoN CoNCEDE LA SoSPENSIoNE DEL CALENDARIo VENAToRIo

Con un’assurda motivazione l’ordinan-za del TAR del Piemonte n. 691/2010 del 10 settembre 2010 non ha accolto le censure al Calendario venatorio 2010/2011 avanzate da LAC, ENPA, LEGAMBIENTE e PRo NATURA.Scrive l’organo giudicante:“Considerato che l’atto d’adozione del calendario venatorio ha natura normativa ed è sottratto ad ogni onere motivazionale, …” (come dire che le decisioni della Giunta Regionale possono sottrarsi ad ogni logica e sono insindacabili).Si potranno sterminare gli uccelli durante il periodo di dipendenza dai genitori e durante il ritorno ai luoghi di nidificazione, perché la Legge comunitaria 2009 “è entrata in vigore in data successiva a quella di adozione degli atti impugnati e, in ogni caso, è allo stato carente della normativa di dettaglio che consenta di stabilire, per ogni singola specie, i periodi di “ritorno al luogo di nidificazione”, di “riprodu-zione” e di “dipendenza” degli uccelli durante i quali l’esercizio venatorio è vietato.”Si potrà sparare nelle Zone di Prote-zione Speciale e nei Siti di Interesse Comunitario in quanto la Valutazione di Incidenza “è prevista dalla normati-va comunitaria soltanto per l’adozione di atti a contenuto pianificatorio e programmatorio (quale, ad esempio, il piano faunistico-venatorio), ma non per il calendario venatorio, il quale, peraltro, nel caso in esame, contiene all’art. 6 delle “istruzioni operative supplementari”, una serie di stringenti disposizioni a salvaguardia dei pre-

detti siti.”La Regione può disattendere il parere dell’ISPRA in quanto questo non è vincolante e le motivazioni addotte dalla Regione sono sufficienti in quanto è stato accertato “incremento dei danni alle produzioni agricole causato dall’eccessiva presenza di talune specie avicole (leggasi tortore e colombacci) e l’assenza di pericoli di estinzione delle stesse desumibile dal piano faunistico-venatorio in corso di approvazione definitiva” (LAC Piemon-te, 11 settembre).Alla fine è stato presentato ricorso al Consiglio di Stato

SICILIA

SoSPESo CALENDARIo VENAToRIo

Il TAR della Sicilia, Sezione prima, con ordinanza del 16 luglio 2010, a seguito di ricorso di Legambiente, ha sospeso il calendario venatorio del 2010-2011. Più precisamente il calendario vena-torio approvato con D.A. del 4 giugno non era stato sottoposto a preventiva valutazione d’incidenza, non era stato adeguato alle misure di conserva-zione per i siti di Natura 2000, non prevedeva il divieto di caccia lungo le rotte di migrazione dell’avifauna, non prevedeva il divieto di caccia nei siti di Natura 2000, prevedeva la caccia anticipata agli uccelli migratori nelle Isole Egadi, consentiva il prelievo della lepre e della beccaccia in difformità dal parere dell’ISPRA ed anche all’interno dei siti Natura 2000, non prevedeva il divieto di caccia nei valichi montani e consentiva la caccia agli ungulati nelle ZPS anteriormente al 14 novembre. Inoltre il successivo D.A. del 15 giugno consentiva la caccia successivamente al 14 novembre 2010 nei Pantani della Sicilia sud-orientale ricadenti in una ZPS. Veniva anche sospeso il Piano regionale faunistico-venatorio nelle parti in cui veniva assunto dall’am-ministrazione a motivazione delle censure formulate e per i siti Natura 2000 per non essere stato sottoposto a preventiva valutazione d’incidenza.Successivamente anche il Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Sicilia ha respinto in toto l’appello

dell’Assessorato Agricoltura e delle associazioni venatorie contro la prece-dente ordinanza del TAR Palermo che aveva accolto a luglio in modo totale il ricorso di Legambiente Sicilia e MAN. È un fatto storico, perché gli argomenti tecnici e giuridici sollevati dagli ambientalisti sono stati confermati in pieno dal massimo organo di giustizia amministrativa (il CGA corrisponde al Consiglio di Stato in Sicilia) le cui sentenze sono inappellabili.

E quindi: obbligo di valutazione di incidenza per il Piano faunistico e per il calendario venatorio; divieto di caccia nei siti Natura 2000 in mancanza della valutazione d’inci-denza; rispetto dei pareri dell’ISPRA (ex INFS); divieto di caccia lungo le rotte di migrazione che sono ben altra cosa dai valichi montani (con la cui inesistenza in Sicilia si è motivata per decenni la non necessità di ulteriori divieti di caccia); protezione di lepre e beccaccia; divieto di caccia in siti importanti come i pantani della Sicilia sud-orien-tale e le isole minori; rispetto dei piani di gestione dei siti Natura 2000; le ZPS sono aree naturali protette ai sensi della Legge 394/91; applicazione delle misure di conser-vazione individuate dall’Assessorato regionale territorio e ambiente per i siti Natura 2000

Divieto di caccia a Reggio EmiliaIl Sindaco di Reggio nell’Emilia, a seguito di istanza di 70 cittadini che lamentano lo sconfinamento dei cacciatori nelle proprietà private, spari che hanno raggiunto l’interno delle case e numerosi casi di avvelenamento di animali domestici (cani e gatti), ha emesso un’ordinanza in data 2 febbra-io 2010, imponendo il divieto di caccia a tutela della pubblica incolumità, nell’area ricompresa tra le Vie Zani-chelli, Ghiarda, Strozzi e della Polita, valido fino ad eventuale revoca.

Confermata ingiunzione per esche avvelenateIl Tribunale di Firenze con sentenza dell’8 aprile 2010 ha confermato l’ingiunzione di pagare la somma di euro 779,60 più 1.553,60 emessa dalla Provincia di Firenze contro i sigg. Umberto Galeotti e Francesco Nieri per aver collocato nel 2002 nell’azienda agrituristica venatoria “Le Maschere” gusci di uova contenenti Geodinfos G con principi attivi inibitori della colinesterasi, allo scopo di uccidere le cornacchie.

Cacciatori di nutrie denunciatiL’Amministrazione provinciale di Lodi ha manifestato forte irritazione dopo che le guardie zoofile dell’ENPA hanno denunciato quattro “selecontrollori” trovati a vagare per le campagne con le armi da caccia cariche e pronte allo sparo senza che fossero scortati dagli agenti della polizia provinciale. La denuncia è scattata perché il quartetto era libero in azione in periodo di caccia chiusa. L’ENPA ha anche inviato a tutti i comuni del Lodigiano una lettera di diffida al proseguimento delle at-tività di “selecontrollo”. Il presidente della Provincia, Pietro Foroni, parla di “azione irritante” e definisce grave l’iniziativa intrapresa dal responsabile dell’ENPA lodigiana, Aldo Curatolo. Secondo Foroni, “il contenimento di una specie così sgradita e dannosa come la nutria è una priorità di tutto il territorio e dei suoi abitanti ed è messa in atto nel pieno rispetto delle leggi che inquadrano la materia”. In realtà ha ragione l’ENPA, perché è proprio la legge sulla caccia (n. 157/1992) che permette gli abbattimenti decisi dalle regioni, sentito l’INFS (ora ISPRA), solo da parte delle guardie e dei proprietari e conduttori di fondi (http://ilgiorno.ilsole24ore.com, 5 maggio).

VERONA: con delibera dell’11 febbraio scorso la Giunta provinciale di Verona aveva autorizzato la caccia alla volpe come azione di controllo sull’asserito aumento della popolazione di questo selvatico. La LAV ricorreva al TAR che con sentenza depositata il 1° giugno ha osservato che la delibera impugnata viola la legge 157/1992 secondo la quale, al fine di contenere una specie selvatica ritenuta nociva, occorre preventivamente valutare l’idoneità dei metodi ecologici, e, solo in caso di inefficacia di questi, certificata dall’ISPRA, si possono autorizzare piani di abbattimento. Però il parere dell’ISPRA, portato come supporto della delibera provinciale, “non contiene alcuna certificazione dell’inefficacia dei metodi alternativi incruenti”, e questo, per il TAR, è motivo sufficiente di accoglimento del ricorso.

EMILIA ROMAGNA: con ordinanza n. 443 del 1° luglio 2010, il TAR per l’Emilia-Romagna, a seguito di ricorso di LAC, LAV e WWF, difesi dall’avvocato Valentina Stefutti, ha sospeso il piano quadriennale di abbattimento delle volpi. Analoga vittoria a Sala Bolo-gnese, il cui sindaco aveva ordinato l’abbattimento delle volpi. La LAC, difesa dall’avvocato Massimo Rizzato, ricorreva al TAR che con ordinanza della II sezio-ne, depositata in segreteria il 7 ottobre, sospendeva l’ordinanza del Sindaco.

SIENA: Il 27 maggio 2010 la Provincia di Siena emetteva le determine dirigenziali n. 755 che consentiva l’abbattimento delle volpi all’interno delle zone di ripopolamento e cattura e delle zone di rispetto venatorio, e n. 756 che consentiva l’abbattimento delle volpi all’interno delle aziende faunistico-venatorie e del Centro privato di riproduzione di fauna selvatica di Presciano. LAC e LAV, difese dall’avvocato Valentina Stefutti, ricorrevano al TAR chiedendo l’annullamento delle due delibere. Il TAR della Toscana, sezione seconda, con decreto n. 638 del 27 luglio, attesa l’esistenza dell’estrema gravità ed urgenza, ha accolto l’istanza di decreto presidenziale cautelare, e, per l’effetto, ha sospeso l’efficacia degli atti impugnati. Il TAR ha considerato che l’amministrazione non ha valutato la possibilità di rimedi alternativi all’abbattimento ai sensi dell’articolo 19 della Legge 157/1992.

SALVE LE NUTRIE A GAZZOIL TAR HA SoSPESo L’EFFICACIA DELLA DELIBERA DELLA GIUNTA DEL SINDACo DI GAZZo VERoNESE UGo VECCHINI CHE CoNSENTIVA AI CACCIAToRI DI ABBATTERE LE NUTRIE CHE PoPoLANo LE CAMPAGNE DELLA BASSA. IL PRoVVEDIMENTo DELLA GIUNTA DI GAZZo ERA STATo IMPUGNATo AL TRIBUNALE AMMINISTRATIVo DALLA LEGA ANTI VIVISEZIoNE E DALLA LEGA PER L’ABoLIZIoNE DELLA CACCIA CoN DUE DISTINTI RICoRSI CHE CHIEDEVANo L’ANNULLAMENTo DELLA DELIBERA CoNTRo LE NUTRIE E LA SoSPENSIoNE DEL PRoVVEDIMENTo AMMINISTRATIVo. UNA SoSPENSIoNE, qUELLA DECISA DAL TAR, CHE RESTERà VALIDA FINo AD UN PRoNUNCIAMENTo DEFINITIVo DEI GIUDICI SULLA LEGITTIMITà o MENo DELLA DE-LIBERA CoMUNALE CHE AUToRIZZA L’UCCISIoNE DELLE NUTRIE CoN IL PRETESTo DI SALVAGUARDARE I RACCoLTI DEGLI AGRICoLToRI ED EVITARE IL DANNo DELLE PRo-FoNDE GALLERIE CHE SCAVANo I RoDIToRI NEGLI ARGINI DEI FIUMI. LA LAC HA VINTo ANALoGHI RICoRSI, o CoMUNqUE HA oTTENUTo IL RITIRo DELLE oRDINANZE ANCHE IN PRoVINCIA DI PARMA, AD ESEMPIo A PoLESINE PARMENSE E A ZIBELLo.

SALVE LE VOLPI SU TUTTI I fRONTI

10 11- numero 3 2010 - numero 3 2010

ESTEROFRANCIA

VIETATo “oSTRUIRE LA CACCIA”

Un decreto del Ministero dell’Ecologia del 4 giugno 2010, pubblicato sul Journal officiel del 6 giugno 2010, ha creato la “contravvenzione per ostru-zione ad un atto di caccia”. Un’am-menda di “quinta classe”, compresa tra 1.500 e 3.000 euro, punirà tutti gli atti di ostruzione concreta che comportino l’impedimento allo svolgimento della caccia. Il disturbo di un cacciatore prima che abbia cominciato a cacciare, dei battitori durante una battuta al cinghiale, il finire od inseguire con cani un animale ferito, e l’addestramento dei cani non rientrano in questa curio-sa forma di tutela.Intanto il senatore del PDL Valerio Carrara ha annunziato anche in Italia la presentazione di un disegno di legge per introdurre anche qui un reato ana-logo. Una norma simile è già in vigore nella Regione Lombardia.

ISRAELE

VERSo L’ABoLIZIoNE DELLA CACCIA

Una nuova legge sulla caccia è stata approvata il 31 ottobre dal Comitato ministeriale per la legislazione. Negli ultimi 10 anni sono state rinnovate sempre meno licenze di caccia e nessuna nuova è stata concessa. Attualmente le licenze di caccia si sono ridotte a 2.000. La nuova legge dovrebbe assegnare a quasi tutte le specie di animali lo status di specie protetta. Solo in pochi casi la caccia potrebbe essere permessa per danno ecologico o pericolo per le persone. Lo spargimento di veleni e la vendita di pellicce saranno proibiti. Le sanzioni per la caccia illegale (multe o carcere) verranno aumentate (The Jerusalem Post, 31 ottobre).

BALENE: CACCIA oSTACoLo AD ADESIoNE UE DELL’ISLANDA

Bruxelles, necessarie misure per prote-zione cetacei.Alla vigilia dei negoziati per l’adesione dell’Islanda alla Ue, Bruxelles avverte: va risolta la questione della caccia alle balene. Potrebbe essere un ostacolo sulla strada che porterebbe l’isola ad essere il 28/mo Stato membro dell’U-nione, non meno della questione dei rimborsi ai risparmiatori britannici e olandesi travolti dal crack della banca on line Icesave. Nel rapporto della Commissione Ue si afferma che la caccia alle balene non e’ in linea con gli orientamenti comunitari.

Carissimo Babbo Natale, Mi è appena arrivata la tua lettera dal Polo Nord,

in risposta alla mia dello scorso Natale. Certo che ti scuso per il ritardo, se devi rispondere a tutti i

bambini del mondo! Lo so che è maggio e sono o troppo in ritardo o troppo in

anticipo, ma questa cosa te la devo proprio dire, ORA, prima che finisce la scuola, che sennò poi lo so che me la scordo per l’anno venturo.

No, veramente è quest’anno, in dicembre. Insomma, il prossimo Natale lascia a casa Rudolph e le

altre renne e vieni con la motoslitta volante o fatti prestare da Aladino il tappeto volante, oppure la scopa da Harry Potter.

Vieni con l’elicottero, l’aliante, la moto ape o la bicicletta, basta che non ci siano animali a tirare te e la slitta con i regali, perché il mio compagno di classe Maicol, se ti vede arrivare, spara alle renne o a qualunque altro animale che ti accompagni.

Pure ai folletti se li scambia per coniglietti.Ora ti spiego. La maestra d’inglese, qualche giorno prima dell’inizio delle

vacanze di Natale, ci ha dato un esercizio da fare in classe: dovevamo scrivere la letterina per Babbo Natale, la solita, dove ti chiediamo che regali desideriamo, ma in inglese.

Io veramente, l’avevo già scritta in italiano, con i disegnini sopra per farti capire meglio cosa voglio, e l’avevo spedita, col francobollo e tutto, al Circolo Polare Artico, perché è lì che la mando ogni anno.

Mi ricordavo benissimo di quello che avevo chiesto e l’ho riscritto in inglese, però più facile.

Sì, è vero, ho barato, ma solo un po’, tipo che ho scritto Lego’s Box che con quelli ci gioca ancora anche mio fratello grande e così non mi dice più che sono un marmocchio.

Costruisce le astronavi con me e poi ci facciamo i combattimenti spaziali come Guerre Stellari mescolato con Star Treck di tutte le serie, che papà ce le ha fatte vedere tutte, perché lui si diverte più di noi.

I miei compagni, dicono che tu non esisti e che i regali li portano i genitori e i nonni.

Non lo so se hanno ragione i miei compagni, ma io sono contento che ci sei, anche se poi ti metti d’accordo con mio papà su quanto puoi spendere per portarmi il regalo.

Così, quelle lettere in inglese, le abbiamo lette e corrette in classe.

I miei compagni maschi hanno chiesto i Lormiti e altri pupazzetti così, o pistole e fucili ma finti, però.

Le femmine, tutte quelle cose zuccherose come le Pinks o scarpe e vestiti firmati.

Un mio compagno, però, ha chiesto cose diverse da tutti noi: due fucili di quelli veri, e le munizioni, un coltello di quelli che si aprono, un capanno da caccia e due cervi vivi, per sparargli.

La maestra, quando l’ha sentito, ha pensato che avesse sbagliato a scrivere perché non è tanto bravo, con i compiti di scuola, e gli ha chiesto: “Ma di pelusc i cervi?” “No, no, veri, vivi, per sparargli” insisteva lui, e la maestra ha detto solo

“Ah!” Ma si vedeva che era rimasta male. Io lo so perché il mio compagno, ha chiesto queste cose:

perché suo padre e suo nonno e i suoi zii e i suoi cugini più vecchi, sono tutti cacciatori e la domenica vanno sempre a mangiare al ristorante la selvaggina che hanno acchiappato.

Una volta è mancato una settimana da scuola, perché l’animale ucciso era malato e sono finiti all’ospedale, col mal di pancia, tutti quelli che l’avevano mangiato.

Mio fratello ha detto che c’è un tale a Roma, al Parlamento che è quel posto dove costruiscono le leggi, che vorrebbe cambiare la legge che abbiamo adesso, che già non va bene, perché l’Europa ci dà sempre le multe, e vogliono pure peggiorarla e la chiamano “legge spara-tutto”.

Invece di sparare di meno, dice che vuole fare sparare di più, pure d’estate quando siamo in vacanza.

Perché non vanno al mare a leggere i libri gialli sotto l’ombrellone o fare le parole incrociate come fanno mamma e papà?

Veramente le parole incrociate le facciamo noi con la mamma, e poi leggiamo anche le barzellette.

Mi piace, dove posso colorare i disegni, ma solo i pezzi col pallino nero, e sulla copertina c’è scritto che è il settimanale di enigmistica più imitato al mondo, vuol dire che è il più bello no?

Oppure possono andare a giocare al minigolf che ci siamo andati l’anno scorso e ci siamo divertiti un sacco.

Questo signore che inventa le leggi, vuole pure che sparino dalle macchine e dalle barche mentre corrono, e se prendono una buca o un’onda alta?

Mi ha spiegato che vuole lasciare che i cacciatori sparino pure quando c’è la neve e gli animali non possono scappare o in primavera quando hanno i cuccioli.

Dice pure che vogliono inseguire gli uccelli migratori mentre passano, ma che significa?

Che cominciano a sparargli quando attraversano il confine, al Brennero, e poi gli corrono dietro con le macchine e uno guida e l’altro spara, dal finestrino, come nei telefilm di Wilcox Arizona Ranger, così fino in Calabria?

Vuole pure che sparino di sera, dopo che il sole è sparito, e la mamma dice che spareranno a orecchio, che è come suona mia cugina la chitarra!

Io non lo so se puoi arrivare in un altro modo, ma se l’unico sistema con cui puoi viaggiare sono le renne, stai molto attento quando passi da questo paese, anzi non venirci più e pazienza per i regali, perché qui ancora sparano, tanto, e vogliono fare sparare pure i bambini. MA, IO NON VOGLIO!

Adesso ti saluto,Il tuo amico Gigi.

P.S. Non preoccuparti di rispondere, ma pensa bene a quello che ti ho detto e sii prudente! Io ti ho avvisato, eh!

Racconto di Caterina Rosa Marino

Luigi Andena, MICristina Bailo, MIMarialuisa Bancolini, MISandra Barbieri, MI (per i rospi)Manuel Barone, MBPatrizio Bella, FRBernardo Bernardini, LIAnna Borello, MILuigi Capriata, MIPietro Caramella, MBGiovanna Carcano, COFranca Chignoli, MISilvio Colaone, COMilena Coletto, TOSimona Croci e Fabio Siciliano, MBMaddalena dell’Acqua MIAns Gelderman, RM (in memoria di Filippo e Aldo Maffey)Monica Girola, COMattia Gotta, BOAgata Imbasciani, FGKatia Impellittiere, BSSabine Annette Jung, VIFrancesco Mantia, TNAnna Martellotti, BAMaria Elena Mazzanti, MIMaria Gabriella Montefusco, MITatiana Omini, MIGavino Pallara, LEIleana Pennati, MBPaolo Poli, PCAvv. Manuela Reale, MIGiovanni Salomone, CNEmilio Salemme, MORossana Simoncini, MIBarbara Sozzini, MIGiovanni Viassolo, SVFamiglia Volonteri, MI (per le tartarughe)Rosalba Zavattaro, AL

50 euro50 euro180 euro100 euro 50 euro60 euro80 euro100 euro100 euro100 euro100 euro50 euro80 euro180 euro100 euro240 euro100 euro

50 euro50 euro100 euro50 euro80 euro80 euro500 euro80 euro50 euro50 euro179 euro100 euro50 euro50 euro100 euro250 euro50 euro80 euro80 euro100 euro180 euro

Torre di Chia (CA): pigliamosche sul nido. Foto di Flavio Freschi (To)

Francesco De FilippoMoNNEZZAInfinito Edizioni, € 11

L’autore non è mio parente, non mi dispiacerebbe, però, perché ha scritto un’opera comica e agghiacciante. Si ride per non piangere, guagliò! La saga della spazzatura cam-pana si legge d’un fiato e ci fa sovvenire di tanti altri scan-dali e scandaluzzi di cui è intessuta la vita del Belpaese. Non è un caso unico, no… anche se qui il fetore è più reale, più manifesto che in altri casi, ma sottosotto si potrebbe pensare che viviamo tutti nella monnezza.

Guido deFilippo

Un caldo benvenuto a Mathias Mallardo, di Milano, il più giova-ne socio della LAC, iscritto a un giorno dalla nascita.

Lo StrillozzoPeriodico bimestrale della LAC Lega per l’Abolizione della CacciaRegistrato al Tribunale di Milano il 28/1/1995 al n. 37 Iscrizione al ROCn. 2721 - Edizione LACAbbonamento annuo 20,00€ da versare su ccp 31776206 intestato a: Lega per l’Abolizione della Caccia Milano

Finito di stampare il 14 Dicembre 2010

Redazione: Guido De Filippo & Paola Verganti Amministrazione Viale Solari, 40 20144 Milano Tel/fax: 02.47711806Direttore responsabile: Andrea RiscassiImpaginazione : Francesco Franciosi www.francescofranciosi.comStampa: Coop Paolo VI Gorgonzola Mi Stampato su carta riciclata 100%

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Casella postale 10489, Ufficio postale Isola, 20100 Milano. Sede: Via Andrea Solari 40, 20144 Milano, tel./fax 0247711806, e-mail [email protected]. C.F. 80177010156, ccp 31776206, CCB su Intesa San Paolo di Milano, Corso Garibaldi, Filiale Milano 1, IBAN IT35M 03069 09441 000018051121 Presidenza: Carlo Consiglio, Via Angelo Bassini 6, 00149 Roma, tel. 06/64690478, fax 06/55261729, e-mail: [email protected]