Magazine S.G. N°2 2014

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www.savonagraffiti.it Web magazine n°1 anno 2014 GIOVEDI’ DI MUSICA, LA CITTA’ UN SERPENTE CHE BALLA

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Il Magazine di Savona Graffiti, Storie, notizie e avvenimenti di una città. Savona. I giovedì di luglio, l'Associazione OSA e tanto altro ancora.

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Web magazine n°1 anno 2014

GIOVEDI’ DI MUSICA, LA CITTA’ UN SERPENTE CHE BALLA

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METTI UNA SERATA...AZZECCATAI “Giovedì di Musica”, un appuntamento diventato tradizione

di ARIANNA CODATO

Le Tre Sorelle, dai valzer siciliani alle tarantelle del nord, in un vortice di musica che ha fatto ballare via Pia

Complice una serata calda e piacevole, il primo giovedì di luglio ha portato una folla nelle vie della città. Musica, animazione e strade normalmente tra�cate libere dalle auto, occupate da tavoli e sedie per mangiare e stare in compagnia. La manifestazione "Giovedì Musica – Vivi a luglio il Centro Storico", appuntamento molto atteso e divenuto ormai tradizione, ha coinvolto,

come in passato, sempre più persone, associazioni e negozianti. Ogni via racconta una storia, organizza un evento, crea un percorso da scoprire e, passeggiando nei vicoli e nelle strade di Savona, si riscopre una città diversa.Ieri sera, 3 luglio, in una sorta di ipotetica gara musicale, Le tre sorelle, con le loro danze del sud Italia, hanno conquistato il pubblico che transitava in via Pia, intrattenendo le persone per

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2per più di due ore. Piazza Sisto ascoltava invece le musiche latine, al Brandale c'era il folk americano, mentre, in via Verzellino, più di una cinquantina di cani si s�davano in passerella, durante la s�lata bene�ca organizzata dal Canile di Savona. In via Paleocapa acconciature e musica da discoteca incuriosivano i giovani e, in�ne, via Montenotte, con panche e tavolini, ascoltava musica rock, gustandosi un panino e chiacchierando �no a tarda sera. Ogni piazza il proprio sound, ogni musica il proprio gusto, per mescolarsi insieme in un’armonia perfetta.

E Savona ha riscoperto di essere una città alla portata di tutti. Buona la prima. Non resta che attendere il prossimo giovedì. Appuntamento in centro.

Piazza Sisto che, gremita di pubblico, ha ballato sulle note dei Septeto Nabori e la loro musica latina

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GIOVEDI' DI MUSICA, UN SERPENTE CHE BALLAMusica etnica e voglia di danzare per tutta la città, tra vetrine e gusto

di ALESSANDRO FOFFI

Le note etniche e zingare di Nour Eddine hanno acceso la notte in piazza della Maddalena

Un �ume di teste che serpeggia per via Pia e per i vicoli vicini a suon di ritmo. Sullo sfondo la musica. Sono le note di "Nour Eddine" da piazza della Maddalena e del "Canzoniere Grecano Salentino" da piazza Sisto IV a richiamare il serpente. Serpente che era partito già alle 20.45 da piazza del Brandale dove "Pulin and the little mice" lo avevano liberato dal torpore del dopo cena.

I giovedì di luglio a Savona non sono serate normali. Sono momenti di divertimento, buona musica tradizionale, cucina e compagnia. Quella di persone che scendono in piazza per assaporare un'estate che non è solo mare e spiaggia ma anche festa e allegria in città. Mettendo in un angolo, almeno per qualche ora, le preoccupazioni della crisi. Savona, anche questo secondo giovedì di luglio, ha dimostrato

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4di essere una città che vive, a tutto tondo. Dalla Darsena alla suggestiva via Pia e piazza Vacciuoli, da piazza della Maddalena al centro con piazza Sisto IV, per poi diramarsi in tutte le vie adiacenti, vertebre di un grande corpo che si è mosso a ritmo di musica. Corpo fatto di giovani e meno giovani, perché la serata sapeva o�rire musica, vetrine ed intrattenimento a qualsiasi età. «E' un modo diverso di vivere la nostra città -hanno commentato Sara Contatore e Silvia Oliva, giovani savonesi- e stare in compagnia. Tra la musica, il cibo che fa venire l'acquolina in bocca e le vetrine aperte si sente veramente aria di festa, in un centro cittadino che di solito

rimane poco vissuto alla sera». Sono d'accordo anche Chiara Bellino e Francesca Calcagni, che curiosano tra i negozi aperti e incontrano amici per caso, tra una chiacchiera e l'altra. E' facile "inciampare" in amici che non si vedevano da tempo, tutti sparsi per le vie della propria città, per un evento che, tra i tanti, è davvero capace di riunire (quasi) tutti i savonesi tra le proprie braccia. E, ricordiamolo, siamo solo a metà del ricco programma di luglio, ancora due giovedì sono pronti a scaldare le serate -ancora un po' troppo tiepide, meteorologicamente parlando- dell'estate savonese.

Pulin and the Little Mice e la loro musica che mette voglia di ballare hanno animato piazza del Brandale

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SAVONA, UNA TRIBÙ CHE DANZAMusica occitana, tango e ritmi irlandesi. Per un giovedì all'insegna della danza

di ALESSANDRO FOFFI

Una tribù che balla. Quella di Savona che ieri sera si è scatenata nelle danze. Dal tango a quelle occitane. Piazza del Brandale protagonista del ballo argentino con "Il cuarteto de querusa" che sulle note dei grandi successi dei maestri del tango ha fatto ballare decine di coppie appassionate del genere. Tacchi, acrobazie e sensualità nei movimenti. E una piazza che per una sera si trasforma in una pista da ballo a cielo aperto. Dimostrando di fatto che Savona non è una città chiusa in se stessa, ma aperta alla musica, alla danza e al divertimento. Divertimento che ha colto tutti coloro che si sono prodigati nel ballare sulle melodie del

maestro Sergio Belardo che ha presentato La Quimera di Joan Bodon in piazza Sisto IV. Più di cinquanta persone hanno a�ollato lo spazio antistante davanti al palco scatenandosi sulle note della musica occitana.La tradizione irlandese di O'Brian e Birkin Tree è stata invece la protagonista assoluta in piazza Maddalena. Violino, chitarra e voce. Che hanno ricreato l'atmosfera della verde isola del nord. A fare da contorno la musica e gli spettacoli che si sono avvicendati nelle vie limitrofe al centro. E che evidenzia come la festa non sia solo con�nata ad una zona.

Tutta la piazza, senza distinzìone di età, ha danzato seguendo il famoso circolo circasso occitano

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di essere una città che vive, a tutto tondo. Dalla Darsena alla suggestiva via Pia e piazza Vacciuoli, da piazza della Maddalena al centro con piazza Sisto IV, per poi diramarsi in tutte le vie adiacenti, vertebre di un grande corpo che si è mosso a ritmo di musica. Corpo fatto di giovani e meno giovani, perché la serata sapeva o�rire musica, vetrine ed intrattenimento a qualsiasi età. «E' un modo diverso di vivere la nostra città -hanno commentato Sara Contatore e Silvia Oliva, giovani savonesi- e stare in compagnia. Tra la musica, il cibo che fa venire l'acquolina in bocca e le vetrine aperte si sente veramente aria di festa, in un centro cittadino che di solito

rimane poco vissuto alla sera». Sono d'accordo anche Chiara Bellino e Francesca Calcagni, che curiosano tra i negozi aperti e incontrano amici per caso, tra una chiacchiera e l'altra. E' facile "inciampare" in amici che non si vedevano da tempo, tutti sparsi per le vie della propria città, per un evento che, tra i tanti, è davvero capace di riunire (quasi) tutti i savonesi tra le proprie braccia. E, ricordiamolo, siamo solo a metà del ricco programma di luglio, ancora due giovedì sono pronti a scaldare le serate -ancora un po' troppo tiepide, meteorologicamente parlando- dell'estate savonese.

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Il sensuale ballo argentino che ha coinvolto tutti nella suggestiva cornice della piazza del Brandale

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Il richiamo romantico delle ballate irlandesi nelle note dei Birkin Tree

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Una tribù che balla. Quella di Savona che ieri sera si è scatenata nelle danze. Dal tango a quelle occitane. Piazza del Brandale protagonista del ballo argentino con "Il cuarteto de querusa" che sulle note dei grandi successi dei maestri del tango ha fatto ballare decine di coppie appassionate del genere. Tacchi, acrobazie e sensualità nei movimenti. E una piazza che per una sera si trasforma in una pista da ballo a cielo aperto. Dimostrando di fatto che Savona non è una città chiusa in se stessa, ma aperta alla musica, alla danza e al divertimento. Divertimento che ha colto tutti coloro che si sono prodigati nel ballare sulle melodie del

maestro Sergio Belardo che ha presentato La Quimera di Joan Bodon in piazza Sisto IV. Più di cinquanta persone hanno a�ollato lo spazio antistante davanti al palco scatenandosi sulle note della musica occitana.La tradizione irlandese di O'Brian e Birkin Tree è stata invece la protagonista assoluta in piazza Maddalena. Violino, chitarra e voce. Che hanno ricreato l'atmosfera della verde isola del nord. A fare da contorno la musica e gli spettacoli che si sono avvicendati nelle vie limitrofe al centro. E che evidenzia come la festa non sia solo con�nata ad una zona.

..E LA CITTA' SI COMMUOVE SULLE NOTE DI DE ANDRE'Finale con il botto per i Giovedì Musica, Savona dimostra la propria vitalità

di ALESSANDRA ARPI

«Amìala ch'â l'arìa amìa cum'â l'é, amiala cum'â l'aria ch'â l'è lê ch'â l'è lê...» la cantilena ritmata del dialetto genovese, cullata dalle note inconfondibili di De André, sembra abbracciare tutta la città, convincendo addirittura la pioggia a desistere. E' una cantilena unica che rivive grazie ad Alberto "Napo" Napolitano e la sua band, che per due ore incanta il pubblico riunito in piazza Sisto e lo riporta indietro di vent'anni. Strega anche i turisti, con quella vitalità malinconica tipica

Ligure. L'ultimo appuntamento con "Giovedì Musica" si è concluso così, ieri sera, dopo aver cominciato con le note swing degli "Uke Swing" in piazza del Brandale e aver continuato con la musica partenopea e brasiliana di "Maurizio Di Fulvio Quartet". E i savonesi non si sono fatti intimorire dal tempo, che minacciava pioggia, nemmeno quando le prime gocce hanno costretto "Napo" a interrompere, per una mezz'ora, il concerto che stava stregando la città. Tanta la soddisfazione, sia degli organizzatori

La voce di De André riportata in vita da Andrea “Napo” Napolitano e la sua band, che ha fatto emozionare piazza Sisto

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sia della maggior parte dei commercianti. «Siamo arrivati alla �ne di questi eventi che animano Savona, e stiamo già progettando quelli del prossimo anno -ha sottolineato Elisa Di Padova, assessore alla Cultura e alle Politiche Giovanili del Comune di Savona- e la soddisfazione maggiore sta nel vedere tutta questa gente, di ogni età, che si gode la nostra città. La partecipazione è stata davvero alta, speriamo il prossimo anno di aumentarla sempre di più». Dello stesso parere è stato Paolo Apicella, assessore al Commercio e al Turismo del Comune di Savona. «Sempre più commercianti sono entusiasti dell'iniziativa -ha commentato- l'Ascom si è reso totalmente disponibile e basta vedere gli innumerevoli eventi organizzati singolarmente da bar e negozi per vedere quanto la partecipazione sia sentita». Non solo il centro città, infatti, è stato inondato dal �ume di persone, ma anche le vie limitrofe. C'è chi si siede nei bar, chi si gusta un cocktail all'aperitivo ma anche a serata inoltrata, chi appro�tta dei saldi e si prova un abito, chi compra un paio di orecchini a prezzo dimezzato. «La maggior parte dei commercianti è molto soddisfatta -ha sottolineato Fabrizio Cupis, presidente Ascom da tre mesi- e basta vedere il numero di adesioni per capire che, se gli eventi vengono organizzati, la risposta è pronta. Sarebbe bello tenere i negozi aperti sino alle dieci anche in settimana, durante i mesi estivi, ma non può essere un'iniziativa di due o tre esercizi, che rimarrebbero aperti in una città deserta. Il punto chiave sta nello scardinare la mentalità degli stessi savonesi che Savona valga poco. Se questa sera si chiede a chiunque cosa

ne pensa dei Giovedì Musica, ci si sentirà rispondere "bello, non sembra nemmeno Savona", come se si partisse dal presupposto che la nostra città sia senza vita. Ecco, è questo presupposto che va scardinato». Sembrano essere quasi tutti d'accordo, i commercianti. Anche Marco Briano, titolare de "Lo Scoiattolo", esprime il proprio parere positivo sull'iniziativa. «Savona è una città che, a mio parere, avrebbe tanto da dare -ha sottolineato- anche se i liguri hanno ormai l'etichetta addosso di "stundai". Bisogna smuovere il preconcetto che Savona sia anziana, dentro e fuori, nell'anima. Perché eventi del genere mettono in moto tutta la città, e sarebbe bello poterli riproporre non solo a luglio».

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FEMORI, TIBIE E CALCETTOPrima della chiesa del Sacro Cuore...

di GIOVANNI BORRELLO

Non sono pochi i savonesi che si ricordano di quando, giocando a calcio da bambini nel campetto che si estendeva nei pressi della chiesa del Sacro Cuore, ogni tanto saltava fuori qualche osso umano. La macabra rivelazione era la semplice conseguenza di un utilizzo assai intensivo dell'area come cimitero della città nell'Ottocento: il "cimitero della foce", così era chiamato, fu de�nitivamente chiuso al pubblico

e le salme debitamente traslate in altra sede nel momento in cui fu pronto il sito cimiteriale lungo il torrente Quiliano, ancora in uso oggi dai savonesi. La chiesa del Sacro Cuore nacque dalle esigenze pastorali conseguenti la rapida espansione edilizia della zona: la città si stava rapidamente espandendo, anche a ridosso delle fabbriche (alla foce del Letimbro infatti erano presenti: la centrale termoelettrica, la smalteria della Servettaz-Basevi – �no al 1964, quando

La facciata della chiesa del Sacro Cuore, proprio di �anco al campetto di calcio

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sia della maggior parte dei commercianti. «Siamo arrivati alla �ne di questi eventi che animano Savona, e stiamo già progettando quelli del prossimo anno -ha sottolineato Elisa Di Padova, assessore alla Cultura e alle Politiche Giovanili del Comune di Savona- e la soddisfazione maggiore sta nel vedere tutta questa gente, di ogni età, che si gode la nostra città. La partecipazione è stata davvero alta, speriamo il prossimo anno di aumentarla sempre di più». Dello stesso parere è stato Paolo Apicella, assessore al Commercio e al Turismo del Comune di Savona. «Sempre più commercianti sono entusiasti dell'iniziativa -ha commentato- l'Ascom si è reso totalmente disponibile e basta vedere gli innumerevoli eventi organizzati singolarmente da bar e negozi per vedere quanto la partecipazione sia sentita». Non solo il centro città, infatti, è stato inondato dal �ume di persone, ma anche le vie limitrofe. C'è chi si siede nei bar, chi si gusta un cocktail all'aperitivo ma anche a serata inoltrata, chi appro�tta dei saldi e si prova un abito, chi compra un paio di orecchini a prezzo dimezzato. «La maggior parte dei commercianti è molto soddisfatta -ha sottolineato Fabrizio Cupis, presidente Ascom da tre mesi- e basta vedere il numero di adesioni per capire che, se gli eventi vengono organizzati, la risposta è pronta. Sarebbe bello tenere i negozi aperti sino alle dieci anche in settimana, durante i mesi estivi, ma non può essere un'iniziativa di due o tre esercizi, che rimarrebbero aperti in una città deserta. Il punto chiave sta nello scardinare la mentalità degli stessi savonesi che Savona valga poco. Se questa sera si chiede a chiunque cosa

ne pensa dei Giovedì Musica, ci si sentirà rispondere "bello, non sembra nemmeno Savona", come se si partisse dal presupposto che la nostra città sia senza vita. Ecco, è questo presupposto che va scardinato». Sembrano essere quasi tutti d'accordo, i commercianti. Anche Marco Briano, titolare de "Lo Scoiattolo", esprime il proprio parere positivo sull'iniziativa. «Savona è una città che, a mio parere, avrebbe tanto da dare -ha sottolineato- anche se i liguri hanno ormai l'etichetta addosso di "stundai". Bisogna smuovere il preconcetto che Savona sia anziana, dentro e fuori, nell'anima. Perché eventi del genere mettono in moto tutta la città, e sarebbe bello poterli riproporre non solo a luglio».

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divenne Mammut – e lo stabilimento Carboni Fossili, poi trasferito a Vado dopo la prima guerra mondiale) e pertanto si rese necessario costruire un adeguato luogo di culto in questa porzione di lungomare.Nel 1929 venne benedetta la prima pietra di una cappelletta aperta al culto il 30 marzo 1930. Il Sacro Cuore divenne invece parrocchia nel 1938 dopo essere stata ultimata nell'autunno 1937. Ma si dovette attendere il 1955 per vedere ultimati i lavori anche all'interno dell'edi�cio. La chiesa del Sacro Cuore fu “custode” del cosiddetto

“Cimitero della Foce”

Le salme vennero de�nitivamente traslate nel momento in cui fu pronto il sito lungo il torrente Quiliano

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BUONI VICINI NON SI NASCE, SI DIVENTAA Savona parte il progetto FEI sull'integrazione

di ALESSANDRO FOFFI

Buoni vicini non si nasce, si diventa. Questo lo slogan del progetto che vede il Comune di Savona e l'Agenzia Sociale per la Casa come enti capo�la e la Fondazione Comunità Servizi Onlus Caritas e Arte come partner principali. Il progetto, che si inserisce in quelli promossi dal F.E.I. (Fondo Europeo per l'Immigrazione), è stato tra i primi dieci in tutta Italia e ha come obiettivo principale l'integrazione di stranieri e italiani che vivono in case ad indirizzo popolare. A volte la linea tra con�itto e pace è davvero sottile. La di�erenza la fanno elementi che possono sembrare banali ma che così non sono. Anzi. Rispetto della cultura altrui, mediazione, conoscenza e integrazione dei popoli in senso lato. Solo così si comprende che "quello" non è diverso da noi, ma può fare invece parte di noi.

Un banale litigio tra condomini può sfociare in una guerra o, se ben mediato e gestito, in un sodalizio positivo tra le parti. Tutto sta agli strumenti che si hanno a disposizione: più e�cienti sono, più la barriera dell'incomprensione ha probabilità di essere superata.«Lo abbiamo fortemente voluto e nonostante le di�coltà che sussistono nel redigere progetti di questo genere -sottolinea Isabella Sorgini, assessore ai Servizi alla Persona del Comune di Savona- siamo soddisfatti di essere stati scelti tra i primi dieci in tutta Italia. L'idea è quella di riuscire a superare le barriere che si possono venire a creare da una cattiva convivenza e da incomprensioni tra gli inquilini di diversa nazionalità e cultura». Il piano -realizzato e steso da Debora Erminio, sociologa specializzata nel ramo immigrazione- si articolerà in più fasi in cui

Imparare il rispetto per la cultura altrui è la base per poter convivere serenamente

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Le salme vennero de�nitivamente traslate nel momento in cui fu pronto il sito lungo il torrente Quiliano

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Caritas dirigerà e formerà gli operatori e mediatori culturali che saranno utilizzati nelle diverse fasi del progetto. «Il piano consta di sei fasi – spiega Marco Berbaldi, presidente Fondazione Comunità Servizi Caritas Savona- che avranno come obiettivo �nale la diminuzione di situazioni di con�ittualità all'interno delle case popolari, favorendo così l'integrazione e la comprensione tra persone di diversa cultura, e in linea generale un miglioramento del dialogo e dell'informazione tra Arte e i cittadini». Sono sei gli step necessari per realizzare il progetto. Una prima fase verrà dedicata alla ricerca sociologica per capire quale sia il quartiere con il maggior indice di con�ittualità. Seguiranno poi corsi di formazione per gli operatori e l'apertura di uno sportello di mediazione al con�itto. Nella fase successiva -attraverso l'aiuto di Associazioni che saranno partner del progetto (si tratta nello speci�co di ANOLF, ASPPI, FIAIP, FIMAA, SICET, SUNIA, UNAI, UNIAT, UPPI, Opere Sociali, Gli amici del Mediterraneo, USEI, AROIT)- si svilupperanno due strumenti: una guida dei diritti e dei doveri degli inquilini e un regolamento condominiale, entrambi multilingue in modo che possano essere fruibili da parte di tutti. Gli ultimi passi per giungere alla conclusione e poter lavorare poi sugli esiti e i risultati dei progetti consteranno nella realizzazione di gruppi di quartiere, in modo da creare sinergia tra le diverse realtà culturali, favorendo così la collaborazione tra gli inquilini e il buon comportamento tra loro. L'ultima fase sarà l'organizzazione di una vera e propria festa di quartiere dove saranno invitati tutti i residenti.

«L'idea di questo progetto non rimane con�nata solo alla realtà delle case popolari -prosegue Berbaldi- ma può essere estesa anche ai condomini privati. Ecco perché tra i partner ci sono anche associazioni che si occupano di case e inquilini. Il loro apporto è importante soprattutto nella fase della realizzazione delle guide e dei regolamenti».

L’assessore ai Servizi alla Persona del Comune di Savona Isabella Sorgini

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SAVONA IN BIANCOBLU, LA CENA E' FLASH MOBIl 6 settembre in arrivo un grande picnic urbano a sorpresa. Unica regola: "si va in bianco"

di ALESSANDRA ARPI

In un mondo che si muove veloce, al ritmo di temporary stores ed eventi a �ash mob, Savona non rimane indietro. Arriva, infatti, "una serata a sorpresa, dove voi porterete il bianco e noi metteremo il blu del mare e del cielo..". La data è �ssata per il 6 settembre, il luogo rimane segreto sino a 48 ore prima. Unica regola: ci si veste di bianco.Savona in BiancoBlu2014 è un evento organizzato gratuitamente da Maria-Pia Stissi, imprenditrice, ed Antonella Bonelli, gra�ca pubblicitaria, con il Patrocinio della Città di Savona, e la collaborazione dell'Assessorato alla Cultura. «L'evento, alla sua prima edizione, vuole essere un pic nic urbano, liberamente ispirato alla moda di "diner en blanc" parigina che da ormai

25 anni coinvolge migliaia di persone a Parigi e nel mondo -spiegano dall'organizzazione- per capire meglio si tratta di una cena a tutti gli e�etti, all'aperto sotto le stelle della nostra città, che si terrà Sabato 6 Settembre in un luogo ancora segreto di Savona, solo 48 ore prima verrà annunciata tramite la pagina e il gruppo di facebook "SAVONAINBIANCOBLU2014». Le regole per partecipare sono semplici: tutto deve essere bianco. La particolarità di questa cena, oltre alla connotazione �ash mob, è che tutti i partecipanti dovranno venire vestiti di bianco ed autogestirsi la cena, portando con sé tutto il necessario. Tutto ma proprio tutto: dovranno quindi arrivare con tavoli, sedie, stoviglie e tutto l'occorrente per apparecchiare la propria tavola, con un tocco anche ecologico (niente plastica,

La moda, nata in Francia come “diner en blanc” sta spopolando tra divertimento e socialità

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Caritas dirigerà e formerà gli operatori e mediatori culturali che saranno utilizzati nelle diverse fasi del progetto. «Il piano consta di sei fasi – spiega Marco Berbaldi, presidente Fondazione Comunità Servizi Caritas Savona- che avranno come obiettivo �nale la diminuzione di situazioni di con�ittualità all'interno delle case popolari, favorendo così l'integrazione e la comprensione tra persone di diversa cultura, e in linea generale un miglioramento del dialogo e dell'informazione tra Arte e i cittadini». Sono sei gli step necessari per realizzare il progetto. Una prima fase verrà dedicata alla ricerca sociologica per capire quale sia il quartiere con il maggior indice di con�ittualità. Seguiranno poi corsi di formazione per gli operatori e l'apertura di uno sportello di mediazione al con�itto. Nella fase successiva -attraverso l'aiuto di Associazioni che saranno partner del progetto (si tratta nello speci�co di ANOLF, ASPPI, FIAIP, FIMAA, SICET, SUNIA, UNAI, UNIAT, UPPI, Opere Sociali, Gli amici del Mediterraneo, USEI, AROIT)- si svilupperanno due strumenti: una guida dei diritti e dei doveri degli inquilini e un regolamento condominiale, entrambi multilingue in modo che possano essere fruibili da parte di tutti. Gli ultimi passi per giungere alla conclusione e poter lavorare poi sugli esiti e i risultati dei progetti consteranno nella realizzazione di gruppi di quartiere, in modo da creare sinergia tra le diverse realtà culturali, favorendo così la collaborazione tra gli inquilini e il buon comportamento tra loro. L'ultima fase sarà l'organizzazione di una vera e propria festa di quartiere dove saranno invitati tutti i residenti.

«L'idea di questo progetto non rimane con�nata solo alla realtà delle case popolari -prosegue Berbaldi- ma può essere estesa anche ai condomini privati. Ecco perché tra i partner ci sono anche associazioni che si occupano di case e inquilini. Il loro apporto è importante soprattutto nella fase della realizzazione delle guide e dei regolamenti».

L’assessore ai Servizi alla Persona del Comune di Savona Isabella Sorgini

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lattine e superalcolici).Ma via libera alla creatività e alla fantasia di ognuno, tovaglie e tovaglioli di tessuto, piatti di ceramica, bicchieri di vetro o cristallo, centrotavola, �ori, candelabri, candele, tutto rigorosamente bianco. Il cibo sarà preparato a casa e portato pronto. «Anche per l'abbigliamento -spiegano- libero sfogo alla creatività e all'estro, abiti bianchi, semplici contemporanei o vintage, copricapi originali, cappelli, coroncine e �ori nei capelli, parrucche bianche, ali d'angelo, mantenendo comunque sempre ben presente le piccole regole di eleganza ed educazione.�L'obiettivo è vivere una serata emozionante, coinvolgendo il più grande numero di persone, in modo attivo, stimolando la voglia di stare tutti insieme in una grande festa calorosa e conviviale e vivere insieme la città. La partecipazione è gratuita, e l'invito è rivolto a tutti, dai bambini alle persone adulte, con un occhio di riguardo per le persone più avanti con l'età, quindi consigliamo a tutti di coinvolgere e portare anche i genitori più anziani!».Per partecipare è necessario mandare la propria adesione all'indirizzo mail: s a v o n a i n b i a n c o b l u 2 0 1 4 @ g m a i l . c o m speci�cando un nome e il numero totale dei partecipanti. Questo permetterà di organizzare al meglio l'evento e scegliere la location più adatta. L'evento sarà all'aperto, in un luogo facilmente raggiungibile e con parcheggi vicini. Il ritrovo sarà alle 20 per prendere posto e preparare la tavola; alle 21, con lo sventolio dei tovaglioli, si darà inizio alla cena e a mezzanotte, con un applauso �nale,

verrà sparecchiato e ci si saluterà dandosi appuntamento alla prossima edizione.�Importante ricordarsi di portare un sacchetto dei ri�uti, al �ne di lasciare il luogo pulito ed in ordine come lo si è trovato.

INFO: Su Facebook: SAVONAINBIANCOBLU2014 (gruppo e pagina dedicata) Mail per info e adesione: [email protected] Cellulare: 347 6084924

Parola d’ordine per “Savonainbiancoblu”: portare tutto da casa. Rigorosamente bianco.

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SAVONA, CULTURA DEL MARE NELLE VENEMa il cambio generazionale sembra pesare sulle associazioni marinare

di ALESSANDRO FOFFI

Savona, città di mare. Geogra�camente non ci sono dubbi, è vero. Eppure quella che sembra mancare è una cultura legata da esso, soprattutto un mancato attaccamento delle generazioni più giovani che sembrano restie ad a�acciarsi su questo mondo. E nonostante le attività che vengono svolte per avvicinare i giovani al mare e alle sue attività, i risultati scarseggiano. Il cambio generazionale nelle associazioni -Lega Navale, Assonautica e altre- procede troppo lento con il rischio di

veder progressivamente sparire queste realtà dal territorio. Un appello che viene lanciato da più parti e che trova d'accordo tutti. O quasi. Sono forse solo i giovani a non rendersi conto che il loro scarso interesse a riguardo può costare molto. In termini di storia, tradizione e, soprattutto, cultura.«Siamo da sempre in prima linea per sensibilizzare i ragazzi delle Scuole Primarie e Secondarie -sottolinea Isabella Sorgini, assessore all'Istruzione del Comune di Savona- sul tema del

Il mare di Savona ospita tutto l’anno le innumerevoli attività nautiche delle associazioni cittadine

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mare e delle attività legate ad esso. Ma nonostante la partecipazione attiva degli studenti, l'interesse �nisce nel momento in cui �nisce l'attività scolastica. E questo è un peccato perché una realtà come Savona dovrebbe avere una cultura del mare molto più forte». Il riferimento è al progetto "La scuola di mare" organizzato dalla Lega Navale di Savona e svoltosi questa primavera. Più di quattrocento allievi sono stati coinvolti in attività che andavano dall'educazione ambientale alla pratica di vela, voga, nodi, pesca e gommoncini.«La partecipazione ai corsi è buona -spiega Carlo Donisi, vice-presidente della L.N.I. Savona- anche se sono pochi partecipanti che vengono in seguito privatamente o si iscrivono all'associazione. E questo è un peccato soprattutto perché il cambio generazionale sarebbe necessario per mantenere vive e nel tempo le tradizioni». Bisogna sfatare il mito che vuole le attività marinare necessariamente costose o di nicchia. Sono lontani i tempi in cui l'esclusività della vela era concessa a pochi e di rango medio-alto. Oggi la realtà si presenta diversamente. Grazie proprio alle associazioni presenti sul territorio. «Non è vero che chi vuole praticare le discipline di mare deve essere un facoltoso -prosegue ancora Donisi- le soluzioni sono a portata di tutti. Proprio perché noi, come altre realtà presenti sul territorio, siamo associazioni senza scopo di lucro e possiamo mettere a disposizione dei soci tutti gli strumenti possibili per poter fare attività di mare. Dalla vela, moto d'acqua canottaggio e gommoncini �no ad arrivare

alla pesca e allo snorkeling».Altro tabù da sfatare è quello che vede le discipline di mare legate esclusivamente ad un pubblico anziano. Un classico esempio del cane che si morde la coda, dove la soluzione risiede -guarda caso- in quel cambio generazionale che tanto farebbe bene ad associazioni e al nostro territorio.

Un gruppo di giovani “navigatori” savonesi

Due delle barche nella �otta della Lega Navale

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PERCORSI TATTILI, ACCESSIBILITÀ PER TUTTILe linee guida in stazione a Savona e non solo

di ARIANNA CODATO

Non sostare vicino ai binari del treno, trovare l'uscita nelle grandi stazioni metropolitane, raggiungere la biglietteria. Operazioni all'apparenza normali, alcune volte non facili, se non si conosce il luogo, e che diventano imprese titaniche per chi so�re di problemi alla vista, come persone ipovedenti o a�ette da cecità. Problemi che non sempre si possono risolvere se manca una persona accanto. Ma, negli ultimi anni, sempre più luoghi pubblici stanno realizzando interventi per rendere gli spazi fruibili da tutti,

con l'eliminazione delle barriere architettoniche e l'installazione dei percorsi tattili, soprattutto in luoghi turistici e di viaggio, come aeroporti e stazioni. Sembrano strisce normali, grige chiare o scure e, passandoci sopra con la valigia, si sente forte e nitido il rumore delle ruote sulla super�cie irregolare. Un suono quasi rassicurante, come quello ritmico e cadente del treno. E non è un caso se l'associazione di idee nasce spontanea. Perché è proprio nella stazione ferroviaria di Savona e non solo, che troviamo queste lunghe linee, parallele ai marciapiedi, alle

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18alle vie di entrata e uscita dei sottopassaggi e alle biglietterie. Sono i percorsi tattili. Segnali che, con il loro colore diverso dallo sfondo e la super�cie irregolare, guidano le persone ipovedenti e a�ette da cecità completa, all'interno della struttura e lungo i binari, segnalando i limiti e i pericoli. Sono state installate da una società particolare, la Happy Vision. Il suo fondatore infatti, Federico Zonca, discende da una famiglia di ottici e, a�etto da retinite pigmentosa da quando era piccolo, ha deciso di realizzare le idee, nate dalla sua personale esperienza di disabile visivo, facendole conoscere al più vasto pubblico possibile. «L'importante è togliere gli ostacoli, fatto quello realizzare i percorsi diventa consequenziale -racconta Federico- e per farlo

al meglio, testo direttamente sul campo i luoghi di cui ci occupiamo. Solo cosi si possono capire realmente i limiti e le di�coltà presenti e valutare le soluzioni migliori. Dal 1999, anno in cui ha preso forma il progetto, con la mia società, seguiamo aspetti molto diversi tra loro, ma interconnessi, perché oltre a dare la possibilità di muoversi, ci piace anche che le persone possano "vedere" cosa c'è intorno a loro. Un classico esempio è la mappa tattile 3D presente sul Belvedere di Castelletto a Genova, che racconta il panorama che si può osservare da lassù.I monumenti, le colline e altre cose importanti. Stessa cosa vale per i musei, le chiese e gli edi�ci amministrativi. Ma sappiamo anche che rendere accessibili i luoghi storici non signi�ca per forza doverli deturpare».

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"PORTUALI LOTTA SAVONA" ALLE OLIMPIADI DI ROMALa società sportiva savonese svela sogni e propositi per il futuro

di ALESSANDRO FOFFI

Uno contro l'altro, testa contro testa, le mani serrate tra loro. I muscoli contratti e pronti allo scatto. E il sudore che si unisce nello sforzo e nella fatica di vincere l'avversario mettendolo al tappeto. Si gioca sull'astuzia e sulla tecnica, sospinte contemporaneamente dalla resistenza �sica e psicologica. Un intreccio di mosse, dove gli arti si incastrano e gli atleti diventano una �gura unica, quasi mitologica. L'occhio e la mente comandano l'o�ensiva veloce e fulminea: l'avversario è al tappeto. È il momento del trionfo.

Il lottatore si scrolla di dosso la fatica per lasciar spazio alla adrenalina del successo. Successo di uno sport che si plasma e diventa uno stile su cui si basa tutta una vita: la lotta.Una disciplina che a Savona punta sui giovani e sulla competenza di allenatori per farli crescere tecnicamente e sportivamente. Perché i ragazzi di oggi saranno gli atleti di domani. E se il futuro si chiama Olimpiadi di Roma, il gusto della s�da ha un sapore diverso. Soprattutto per una società sportiva come quella della Portuali Savona Lotta. Una disciplina antica, portatrice di

Il riscaldamento prima degli incontri di lotta

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20forma �sica e mentale fatta di potenza e resistenza, di forza ed energia, di astuzia e intelligenza. Mens sana in corpore sano recitava il detto. Un modo di dire più che mai appropriato quando si parla di lotta. Oggi come allora. E non è certo un caso se alcune discipline resistono alle mode, al tempo e alla esasperazione umana e proseguono una tradizione che non è solo sportiva ma anche storica e culturale. Anche se sono lontani i tempi del pankration romano -termine che indicava "onnipotenza", composto da due parole, pan = tutto e kràtos = potere, forza, con cui venne chiamata la lotta- e delle testimonianze di gare olimpiche raccolte e raccontate nei poemi dell'Iliade e dell'Odissea, questa disciplina ha saputo mantenere, nelle diverse epoche, un ruolo fondamentale nella società: era considerata come un esercizio indispensabile per il ra�orzamento del �sico e del carattere dei giovani. Oggi la lotta a Savona è rappresentata da una giovane associazione, Portuali Savona Lotta, nata nel 2009 dalle ceneri della Mandraccio Savona. Prima della nascita di quest'ultima la lotta era invece inserita nella Fratellanza Ginnastica Savonese. «Nel 2004 è avvenuta la scissione dalla Fratellanza Ginnastica Savonese -sottolinea Piero Carretto, maestro dello sport del Coni e dirigente della Portuali Savona Lotta- con la conseguente nascita della Mandraccio Savona, sorella minore della società genovese. Solo nel 2009 si è poi deciso di cambiare ulteriormente, dando vita alla Portuali Savona Lotta». Società che vanta oggi circa un centinaio di iscritti di cui praticanti e�ettivi circa una settantina. Tre gli stili che vengono

insegnati: greco-romana, libero e lotta femminile. A questa suddivisione va poi applicata quella per categorie di peso e di età.«I bambini dai sei anni in su cominciano ad avvicinarsi a questa disciplina attraverso giochi preparatori e tanta ginnastica -continua Carretto- e solo a tredici anni cominciano ad imparare le tecniche di combattimento e ad a�rontare le prime gare. Si può dire che da qui ha inizio la vita d'atleta vera e propria».Un cambio, quello che porterà all'avvio di una vita sportiva a tutti gli e�etti, che viene sancito anche dal passaggio di consegna tra i due allenatori che si occupano della formazione dei ragazzi.

«I più piccoli vengono allenati da Daniele Laganaro che insegna loro il valore dello sport e li introduce alla ginnastica -spiega ancora Carretto- per passare poi sotto la guida sportiva di Igor Chessa, grande atleta e ottimo preparatore. È dalla sua esperienza e bravura che stanno oggi uscendo giovani savonesi talentuosi nella lotta». Nonostante il fatto che la Portuali Savona Lotta sia una società piccola e di carattere "familiare", questo non ha impedito il

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Uno contro l'altro, testa contro testa, le mani serrate tra loro. I muscoli contratti e pronti allo scatto. E il sudore che si unisce nello sforzo e nella fatica di vincere l'avversario mettendolo al tappeto. Si gioca sull'astuzia e sulla tecnica, sospinte contemporaneamente dalla resistenza �sica e psicologica. Un intreccio di mosse, dove gli arti si incastrano e gli atleti diventano una �gura unica, quasi mitologica. L'occhio e la mente comandano l'o�ensiva veloce e fulminea: l'avversario è al tappeto. È il momento del trionfo.

Il lottatore si scrolla di dosso la fatica per lasciar spazio alla adrenalina del successo. Successo di uno sport che si plasma e diventa uno stile su cui si basa tutta una vita: la lotta.Una disciplina che a Savona punta sui giovani e sulla competenza di allenatori per farli crescere tecnicamente e sportivamente. Perché i ragazzi di oggi saranno gli atleti di domani. E se il futuro si chiama Olimpiadi di Roma, il gusto della s�da ha un sapore diverso. Soprattutto per una società sportiva come quella della Portuali Savona Lotta. Una disciplina antica, portatrice di

raggiungimento di alcuni obiettivi prestigiosi. Risultati che sono arrivati proprio dai giovani che hanno eccelso nelle diverse categorie. Si tratta nello speci�co di Matteo Giordanella che nella categoria cadetti ha raggiunto un ottimo secondo posto nel Campionato Nazionale 2013 che gli è valso la chiamata in nazionale per disputare alcuni tornei. Altra promessa tutta al femminile è Aurora Campagna che -sempre nella categoria cadetti- si è imposta come vincitrice assoluta del Campionato italiano 2013. Questa vittoria le ha permesso così di poter partecipare anche ai mondiali di categoria.

Ultimo, ma solo per ordine di categoria, è Matteo Ma�ezzoli che ha disputato il Campionato Nazionale senior 2013 piazzandosi terzo in graduatoria. Aquesto va sommato il buon quinto posto ottenuto nel prestigioso torneo internazionale Milone.«Abbiamo sempre avuto una buona tradizione -conclude Carretto- e il lavoro svolto negli ultimi anni dagli allenatori, dirigenti e atleti sta dando i suoi frutti. L'idea e il progetto sono quelli di riuscire a portare alcuni di loro a partecipare alle quali�cazioni per le Olimpiadi nel 2024. Che con buone possibilità potrebbero svolgersi proprio a Roma» .Lavorare oggi per vedere i risultati domani. Nella lotta niente è dato per scontato.

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forma �sica e mentale fatta di potenza e resistenza, di forza ed energia, di astuzia e intelligenza. Mens sana in corpore sano recitava il detto. Un modo di dire più che mai appropriato quando si parla di lotta. Oggi come allora. E non è certo un caso se alcune discipline resistono alle mode, al tempo e alla esasperazione umana e proseguono una tradizione che non è solo sportiva ma anche storica e culturale. Anche se sono lontani i tempi del pankration romano -termine che indicava "onnipotenza", composto da due parole, pan = tutto e kràtos = potere, forza, con cui venne chiamata la lotta- e delle testimonianze di gare olimpiche raccolte e raccontate nei poemi dell'Iliade e dell'Odissea, questa disciplina ha saputo mantenere, nelle diverse epoche, un ruolo fondamentale nella società: era considerata come un esercizio indispensabile per il ra�orzamento del �sico e del carattere dei giovani. Oggi la lotta a Savona è rappresentata da una giovane associazione, Portuali Savona Lotta, nata nel 2009 dalle ceneri della Mandraccio Savona. Prima della nascita di quest'ultima la lotta era invece inserita nella Fratellanza Ginnastica Savonese. «Nel 2004 è avvenuta la scissione dalla Fratellanza Ginnastica Savonese -sottolinea Piero Carretto, maestro dello sport del Coni e dirigente della Portuali Savona Lotta- con la conseguente nascita della Mandraccio Savona, sorella minore della società genovese. Solo nel 2009 si è poi deciso di cambiare ulteriormente, dando vita alla Portuali Savona Lotta». Società che vanta oggi circa un centinaio di iscritti di cui praticanti e�ettivi circa una settantina. Tre gli stili che vengono

insegnati: greco-romana, libero e lotta femminile. A questa suddivisione va poi applicata quella per categorie di peso e di età.«I bambini dai sei anni in su cominciano ad avvicinarsi a questa disciplina attraverso giochi preparatori e tanta ginnastica -continua Carretto- e solo a tredici anni cominciano ad imparare le tecniche di combattimento e ad a�rontare le prime gare. Si può dire che da qui ha inizio la vita d'atleta vera e propria».Un cambio, quello che porterà all'avvio di una vita sportiva a tutti gli e�etti, che viene sancito anche dal passaggio di consegna tra i due allenatori che si occupano della formazione dei ragazzi.

«I più piccoli vengono allenati da Daniele Laganaro che insegna loro il valore dello sport e li introduce alla ginnastica -spiega ancora Carretto- per passare poi sotto la guida sportiva di Igor Chessa, grande atleta e ottimo preparatore. È dalla sua esperienza e bravura che stanno oggi uscendo giovani savonesi talentuosi nella lotta». Nonostante il fatto che la Portuali Savona Lotta sia una società piccola e di carattere "familiare", questo non ha impedito il

22SAVONA OSANasce l'associazione sportiva Outdoor Savona Activity

di ALESSANDRO FOFFI

OSAre. Perché Savona può e deve. Non un caso, infatti, che venga considerata il naturale anello di congiunzione tra due realtà consolidate nel mondo dell'outdoor come il parco del Beigua a est e Finale Ligure a ovest. E nel mezzo lei, Savona, la città dalle mille possibilità tra cui quella di diventare il punto di riferimento di tutte le attività e sport che riguardano appunto l'outdoor. Una scommessa a cui credono ciecamente Marco Briano, Paolo Nano e Roberto Santi, fondatori di OSA, Outdoor Savona Activity.

«Abbiamo deciso di fondare questa associazione sportiva per avere un mezzo con cui promuovere il territorio -spiega Briano, presidente di OSA- e per creare sinergie che possano dare un impulso alla nostra area. Siamo in mezzo a due realtà consolidate nel mondo dell'outdoor e questo deve essere in qualche modo sfruttato. Anche a fronte del fatto che geogra�camente dalla Liguria, ma ancor più in particolare da Savona, si riescono a raggiungere montagne e zone adatte alle attività legate all'outdoor». Da una parte il mare dall'altra la montagna. Ecco il segreto di un

Marco Briano e Paolo Nano, due dei fondatori di Outdoor Savona Activity

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territorio che se ben promosso può davvero dare tanto alla sua gente. Soprattutto in un periodo di grande cambiamento della città, da una vocazione industriale a una più turistica-commerciale.«L'idea è quella di poter organizzare eventi che possano coinvolgere diverse realtà -sottolinea Nano- in modo da valorizzare il territorio e permettere, anche a coloro che lo vivono in prima persona, di conoscerlo in modo più approfondito. Il nostro entroterra non è diverso da quello del �nalese. Bisogna solo promuoverlo, renderlo accessibile attraverso strutture in modo che possa essere sfruttato appieno».Molte le idee e non solo sul versante delle iniziative sportive. Corsi per adulti e bambini, attività di sensibilizzazione del territorio, creazione di itinerari e relativa segnaletica, per citarne alcuni. «La montagna e il bosco sono mondi che necessitano di una preparazione e di una attenzione particolare -spiega ancora Briano- ecco perché tra le idee c'è anche quella di organizzare corsi di sicurezza. Sapere cosa portare nello zaino, quale deve essere l'equipaggiamento e come cavarsela nelle situazioni pericolose può davvero risultare fondamentale per godersi la montagna senza problemi. La volontà è proprio quella di indirizzare i corsi su diverse fasce di età, partendo proprio dai bambini e insegnare loro a comportarsi sul territorio. Corsi che avranno anche la priorità di sensibilizzare i più giovani a rispettare il territorio». Una fucina, insomma, per iniziative e per la salvaguardia del territorio. Savona è pronta a osare. Anzi, OSA.

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22IL NOVECENTO TRA DUE GRIFONIVia Pia: nello stemma lo spirito dei tempi

di GIOVANNI BORRELLO

In Via Pia i simboli del "secolo breve" si sono sovrapposti e scalzati a vicenda ogni qualvolta una nuova fase storica ha preso piede. Il portale di Palazzo Sormano è dominato da due grifoni e uno stemma. Originariamente al centro del frontone era probabilmente �sso lo stemma della famiglia Sormano, ma all'inizio del XX secolo, visto che l'edi�co ospitava la sede del Consorzio sbarchi, la nobiltà venne spodestata da un'evidente falce e martello scolpita nel

marmo. Di lì a pochi anni fu la volta del fascismo: una volta preso possesso dei locali, facendone sede del Partito Nazionale Fascista, tra i grifoni comparve un fascio littorio. Passati altri anni, superata anche la carne�cina della seconda guerra mondiale, i locali del fascio furono a�dati all'Associazione Nazionale Mutilatati e Invalidi di Guerra che ancora oggi vi ha sede e che tra i due grifoni – testimoni silenziosi delle traversie umane – ha posato l'ultimo stemma: tre lame di spade incorniciate da una corona di spine...

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www.savonagra�ti.it

CRE

DIT

S Una pubblicazione a cura di: ABC - idee per la comunicazione