Cuorebio Magazine | Luglio 2014

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cuorebio magazine LUGLIO/AGOSTO 2014 storie del mondo bio biologico da favola salute e benessere la cura quotidiana della pelle angolo delle buone pratiche una vita in fermento Azienda in Trasparenza Scappini

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Il magazine dei negozi biologici Cuorebio.

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cuorebio magazine

LUGLIO/AGOSTO 2014

storie del mondo bio biologico da favolasalute e benessere

la cura quotidiana della pelleangolo delle buone pratiche

una vita in fermento

Azienda in Trasparenza

Scappini

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3cuorebio magazine2 cuorebio magazine

sommario newseditoriale

Pubblicazione gratuita per i clienti Cuorebiowww.negozicuorebio.it

Art Direction:www.metalli-lindberg.com

Impaginazione: Ecocomunicazione.it

Per il MAGAZINE utilizziamo inchiostri vegetali e carta Lenza Top Super riciclata 100%

Stampa: Grafi cart

Editore: EcorNaturaSì Spavia De Besi 20/c (VR)

Direttore responsabile: Luigi Speri

Pubblicazione bimestrale registrata presso il Tribunale di Verona in data 27/02/2014 n. 2011

cuorebio magazine

IL BUONO DEL BIOLOGICO DAL 1978

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Chi mangia sano, biologico e italiano sceglie Alce Nero, un Cibo Vero, che nutre bene. Vero come il rispetto per la terra degli oltre mille soci agricoltori; vero come il gusto di materie prime coltivate con cura e sapienza; vero perché racconta tutto di sé. ALCE NERO È UNA PARTE DI TE. OGNI GIORNO DI PIÙ.

3 editoriale liberi di coltivare

biologico

5 Azienda in Trasparenza Scappini

9 dall’orto con amore anguria

o cocomero?

10 azienda del mese buon compleanno

Allos

11 la qualità risponde

12 il lunario di cuorebio

14 storie del mondo bio un biologico da favola

16 oggi in cucina gioie gelate alla

frutta e cioccolato

18 approfondimentopesticidi: da Rachel Carson

alla Convenzione di Stoccolma

20 salute e benessere la cura quotidiana della pelle

23 il valore della qualità macché

equivalenza…

24 il gesto quotidiano noia, ultimo lusso

25 terapie naturali un’altra osteopatia

26 vacanze responsabili per un’estate

diversa

27 l’angolo dei più piccoli W la scuola

28 angolo delle buone pratiche

una vita in fermento

29 notizie dalla fattoria Vincenzo, la terra e la cura

32 oggi leggiamo...

33 l’angolo del giardino la pianta, tra

cielo e terra

34 vivere a impatto quasi zero

CresciBio l’amico delle mamme!

liberi di coltivare biologico

in modo equo per il suo lavoro, non ha i mezzi per acquistare alimenti. Stringi stringi, la domanda è: perché raddoppiare la produzio-ne agricola se poi gran parte dell’umanità non ha i soldi per acquistarla?

Questo sistema economico, poi, vuole spingere coltivazioni destinate ai biocarbu-ranti o ad alimenti per allevamenti intensivi, necessari per soddisfare i bisogni dei paesi industrializzati. Lo studio delle due univer-sità trae anche queste considerazioni: le rese quantitativamente superiori dell’agricoltura convenzionale rispetto a quella biologica non sono suffi cienti a giustifi carne il predominio. Leggendolo, appare chiaro che utilizzando OGM e altri metodi agricoli aggressivi, che considerano la terra solo come una “fabbrica” di cibo, una catena di montaggio vegetale e animale e non come un organismo vivente , non si può pensare di risolvere il problema della fame nel mondo, smentendo ancora una volta quello che per anni è stato lo slogan pre-ferito dai sostenitori degli OGM. Nel mondo si muore di fame perché molta, troppa gente è in una situazione di emarginazione sociale e politica, perché è discriminata e impotente. Le quattro coltivazioni OGM più diffuse nel mondo (anche nei Paesi in via di sviluppo) e cioè la colza usata per il biodiesel, il mais e la soia (per i mangimi degli animali d’alleva-mento) e il cotone per i tessuti, non servono certo a sfamare la parte del mondo che non ha accesso al cibo. A quest’ultima servono nuove politiche agricole e non sementi OGM, utili per generare piante capaci di resistere a dosi sempre maggiori di sostanze chimiche di sintesi, vendute dalle stesse industrie semen-tiere che hanno brevettato i semi, impedendo di riprodurli in proprio e costringendo a riac-quistarli ogni anno. Anche per questo motivo, noi non riteniamo gli Ogm una soluzione per il futuro del nostro pianeta e dell’uomo.

“È molto potente la verde forza vitale che genera le piante, ma noi vediamo solo una debole ombra, molto più potente è ciò che non si riesce a vedere.”Gino Girolomoni

Questa è l’occasione per comunicarvi una buona notizia. Esprimiamo sincero apprezza-mento di fronte alla sentenza del Tar del La-zio (di cui vi abbiamo dato annuncio nell’ul-timo editoriale, ma senza conoscerne ancora il dispositivo), poi confermata dal Consiglio di Stato con il pronunciamento del 12 giugno 2014, in attesa della decisione defi nitiva, pre-vista per dicembre di quest’anno. Quindi il ricorso presentato da un agricoltore friulano contro il decreto interministeriale che nel lu-glio 2013 ha introdotto il divieto per 18 mesi di semina e raccolta di mais MON810 non è stato accolto. Ha trionfato la ragionevolezza, a favore del diritto dei cittadini di scegliere il proprio cibo e di quello degli agricoltori di coltivare senza l’incubo della contaminazione OGM. Una garanzia in più per la biodiversi-tà, per la forte identità della fi liera agricola italiana e per il mondo del bio. Ma non per questo dobbiamo abbassare la guardia!

Nel frattempo ci è capitato tra le mani un nuovo studio delle università del Minnesota e di quella canadese McGill pubblicato su Natu-re, una delle più note riviste scientifi che. Que-sto studio ha preso in considerazione diversi aspetti del metodo di agricoltura biologico confrontandolo con quello tradizionale.

I ricercatori scrivono che “la fame nel mon-do è causata dalla povertà e disuguaglianza e non dalla scarsità di produzione” e rilevano che la percentuale di produzione mondiale di alimenti destinati all’alimentazione umana, negli ultimi vent’anni, è aumentata in modo più veloce rispetto alla crescita della popola-zione. In sostanza, sostengono, oggi abbiamo già abbastanza cibo per sfamare i dieci mi-liardi di abitanti del nostro pianeta previsti nel 2050. Il problema è che in questa cifra è compreso anche chi, non essendo retribuito

DIFFONDI LA CAMPAGNA #iononmangioogm alla pagina Facebookwww.facebook.com/IononmangioOGM

Lo staff di Cuorebio

Bio per tuttiContinua fi no al 31 agosto, nei negozi Cuorebio aderenti, l’iniziativa “Bio per tutti”. Scegli per la tua spesa bio tra gli oltre 70 prodotti selezionati con un occhio di riguardo al prezzo. Bio per tutti è un mondo di specialità biologiche per tutta la famiglia.

Seminare il futuro In attesa della nuova edizione di Seminare il futuro che si terrà domenica 12 ottobre, segui il percorso del seme nel campo di grano visitando il sito www.seminareilfuturo.it

SanaDal 6 al 9 settembre torna a Bologna il Sana, Salone internazionale del biologico e del naturale. Articolato in 3 settori espositivi, alimentazione, benessere e altri prodotti naturali, sarà affi ancato da un programma ricco di eventi e incontri. Per ulteriori informazioni e aggiornamenti sulla manifestazione visita il sito www.sana.it

Anche Cuorebio partecipa al festival vegetarianoIl Festival Vegetariano si terrà a Gorizia, in Borgo Castello e in Castello, da venerdì 4 a domenica 6 luglio 2014. Sarà l’opportunità di:- incontrare personaggi illustri- apprezzare la cucina bio-vegetariana e vegana- acquistare la veg-bag- curiosare nell’ampia area espositiva- intrattenere anche i piccoli L’evento si terrà anche in caso di maltempo. Per il programma completo e aggiornato, www.festivalvegetariano.it

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Azienda in Trasparenza

in queste pagine

Cristiano Scappini

con la moglie Roberta

e i loro collaboratori

foto di Vincenzo

Menichella

per èQ studio

Cristiano e Roberta sono due tipi speciali. Nonostante il molto lavoro, siamo in piena raccolta, hanno trovato il tempo per dedicar-ci la loro completa attenzione e, insieme al racconto della loro esperienza di agricoltori, ci hanno regalato anche il buonumore. Isola della Scala è un Comune della provincia di Verona, noto soprattutto per la coltivazio-ne del riso che qui ha anche l’onore di una grande fi era annuale. È proprio nei dintorni del paese che ha sede l’azienda agricola di Cristiano Scappini, Azienda in Trasparen-za nei mesi di luglio-agosto, una realtà a conduzione familiare. A fondarla, nel 1998, è stato proprio Cristiano, insieme alla moglie Roberta; sono loro a gestirla ancora oggi, ricorrendo, nei giorni della raccolta o dei tra-pianti, a un paio di collaboratori. “Abbiamo iniziato per amore della natura e dell’uomo” afferma Cristiano, e subito dopo Roberta aggiunge: “Credevamo nella stessa cosa e ci siamo resi conto che davanti a noi c’era lo stesso cammino da percorrere, un cammino basato sul rispetto della natura, sulla cono-scenza di ciò che effettivamente mangiamo. Così con questo progetto condiviso abbiamo intrapreso la nostra avventura, cercando di

reperire più informazioni possibili sull’ali-mentazione, sul metodo biologico, su uno stile di vita naturale”.

Prima di avviare la loro attività, fanno esperienza in alcune aziende agricole biolo-giche della zona. Ed è proprio lì che Cristiano si sente dire da un agricoltore “Ci vorrebbero i tuoi campi con la mia testa”. Una frase che lo colpisce molto e che lo spinge a mettere in pratica quanto ha imparato sul biologico.

Cristiano conosce bene la vita di campa-gna: la sua è una famiglia contadina, e lui ha sperimentato fi n da piccolo i ritmi del lavoro “nella” terra. È proprio per questo che i genitori, venuti a conoscenza della sua decisione, inizialmente non lo incoraggiano. “Erano un po’ restii all’idea di affi ttarmi i campi perché quella del contadino è una vita dura. È meglio andare in fabbrica, mi dicevano. Per loro quello sì era un lavoro sicuro, mentre la “natura” non è sicura. C’è l’incertezza del raccolto che dipende da tanti fattori: grandine, gelate tardive, troppa sic-cità oppure insetti e parassiti insidiosi”. Ci racconta Cristiano. “Però, è una vita che dà grandi soddisfazioni quando, se tutto è an-dato bene, arriva il momento della raccolta.

Beh, diciamo che non sempre le ciambel-le riescono col buco, ma se sono ancora qui signifi ca che ce la faccio. E anche che mi accontento, perché a volte, in natura, bisogna anche accontentarsi. Per me la cosa più importante è essere soddisfatti di quello che si fa. Sono stato caparbio nel portare avanti il mio progetto del biologico insieme a Roberta. E noi siamo ancora qua”. “Pri-ma facevo l’operaia in fabbrica” aggiunge Roberta “ma dentro di me volevo qualcosa in più. Desideravo fortemente stare a contatto con la natura. Adesso mi sento realizzata, era quello che volevo. È meraviglioso alla mattina quando mi alzo e ho bene in mente che cosa devo fare, senza dover timbrare un cartellino. Vivo alla giornata, ma sono serena”. Per la giovane coppia, rimane sempre la voglia di contribuire ogni giorno a diffondere il biologico anche attraverso i loro prodotti, trasformati poi, da chi li acquista, in buon cibo quotidiano: “quando all’inizio facevamo un po’ di vendita diretta, non mettevamo nemmeno il cartello biologico”, prosegue Roberta. “Una volta, e in parte ancora adesso, c’erano un po’ di preconcetti sul biologico, c’era chi giudicava il bio senza averlo mai provato. Quindi ci sembrava una buona idea stimolare la curiosità del cliente partendo proprio dall’assaggio del prodotto stesso, per spiegare poi com’era stato colti-vato e perché costava un po’ di più. Non si può giudicare una cosa se non la si conosce; quindi, far gustare i frutti del nostro lavoro è il modo migliore per diffondere il biologico”. Cristiano e Roberta sono due giovani sempli-ci e, pur essendo orgogliosi del loro lavoro, non lo vogliono esaltare troppo.

“Un amico cui abbiamo fatto provare la nostra insalata ci ha detto che suo fi glio ora vuole solo la nostra”. Cristiano e Roberta lavorano insieme da 16 anni, condividen-do giorno dopo giorno una vita “tosta” che affrontano con un sentimento di gratitudine nei confronti della natura e di soddisfazio-ne per quanto producono. Mentre parlano con noi si guardano spesso con complicità: “è una vita di sacrifi cio, siamo stanchi, ma appagati”. Roberta ci racconta di alzatacce, accompagnate però da splendide albe, di giornate di lavoro che a volte sembrano non fi nire mai, “ma poi ti volti e vedi un tramon-to meraviglioso che illumina i tuoi ortaggi e ti senti fortunato”. Oppure di quella volta che mentre raccoglievano l’insalata ha iniziato a grandinare e loro due, “quasi fosse una preghiera, le chiedevamo di non cadere forte, di rallentare la sua corsa verso terra e di non rovinare il raccolto”. Cristiano si allontana sussurrando piano: “ogni giorno ringrazio la Natura che ci permette di vivere dei suoi frutti. Rispettarla signifi ca rispetta-re Dio che l’ha creata”.

Scappini

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6 7cuorebio magazine cuorebio magazine

produttore

trasporto, immagazzinamento e distribuzione

punto vendita ed eventuali scarti

la qualità risponde

SCRIVETE A:Qualità, CuorebioCasella Postale 31020 Zoppè (Tv),[email protected]

Grazie a uno stretto rapporto con gli agricoltori, seguiamo il nostro grano passo dopo passo, per garantirvi tutte le proprietà e il gusto del biologico.

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su www.ecor.it

Scelgo i solari tenendo in considerazione il fattore di protezione presente in etichetta. Ma cosa indica esattamente? Marco (MO)

Il fattore di protezione, indicato in etichetta con diverse sigle (SPF, IP, ecc.) seguite da un valore numerico, indica la capacità di un prodotto di fi ltrare le radiazioni ultraviolette (UVB). Più il valore è elevato e maggiore sarà la capacità fi ltrante. Per rendere più chiara la classifi cazione e orientare il consumatore, l’UE ha adottato un’etichettatura più semplice

ed effi cace, classifi cando i prodotti in 4 categorie in relazione al valore di SPF (sun protection factor): SPF > 50: protezione molto alta; SPF da 30 a 50: protezione alta; SPF da 15 a 25: protezione media; SPF da 6 a 10: protezione bassa.

Nell’acquisto di un solare, è meglio scegliere prodotti che proteggano dai raggi UVA, UVB o da entrambi? Sonia (TV)

Le radiazioni ultraviolette (UV) emanate dal sole si classifi cano nelle tipologie

A, B e C. I raggi UVB sono i maggiori responsabili dell’abbronzatura, ma anche di eritemi e scottature; inoltre, rappresentano un notevole fattore di rischio per la degenerazione cellulare. Parte dei raggi solari che giungono sulla terra, però, è rappresentata dai raggi UVA che sono in grado di penetrare maggiormente causando danni negli strati più profondi del derma (fotoinvecchiamento) e contribuendo ai fenomeni di degenerazione cellulare. È bene, quindi, impiegare prodotti che proteggano dai raggi sia UVA che UVB.

Quali sono le tipologie di fi ltri solari presenti in commercio? Ne esistono in grado di proteggere completamente dalle radiazioni? Giorgia (BA)

No, non esistono fi ltri solari in grado di offrire una protezione totale dalle radiazioni. È quindi importante combinare

i prodotti contenenti fi ltri solari con indumenti adatti (cappelli, vestiti e occhiali da sole) per rispondere alle proprie esigenze. Per quanto riguarda le tipologie di fi ltri, ne esistono di due tipi: quelli chimici e quelli fi sici (ma in commercio si trovano anche prodotti che combinano entrambi). I primi, di origine per lo più petrolchimica, fi ltrano solo una parte delle radiazioni solari; il loro meccanismo di azione conduce anche all’aumento della sensazione di calore sulla pelle. I fi ltri fi sici, invece, sono di origine minerale e agiscono rifl ettendo i raggi luminosi e non fi ltrandoli, a differenza di quelli chimici, conferendo protezione subito dopo la loro applicazione, e minimizzano il surriscaldamento dell’epidermide.

il giusto prezzo Azienda in Trasparenza

ortaggi secondo naturaL’zienda agricola si estende all’incirca per 4 ettari. Quando Cristiano ha iniziato, lavora-va un ettaro soltanto; col tempo si sono ag-giunti gli altri tre. Ma non è fi nita qui: per il futuro non escludono di estendersi per uno o due ettari ancora, così sarebbe più facile praticare rotazioni, sovesci e tenere a riposo il terreno. Coltivano all’incirca una decina di verdure, in base alla stagionalità: “in pri-mavera iniziamo con le insalate: cappuccia, gentile, canasta, un po’ di cicoria, il cavolo rapa, le rape rosse, il cavolo cappuccio che non sempre riesce a crescere perché dipende molto dal terreno: noi abbiamo soprattutto terreni sabbiosi, mentre sarebbe adatto un terreno più limoso. All’inizio dell’estate, attorno alla fi ne di giugno, iniziano i porri e le zucche, coltivazioni che continuano fi no a luglio e agosto. E in autunno si ricomincia con le insalate, il cappuccio bianco e quello rosso, le verze, il cavolo rapa, un po’ di cicoria”. Non utilizzando nessuna sostanza chimica di sintesi, gran parte del loro lavoro viene effettuato manualmente: adoperano, infatti, solo il trattore e una macchina per effettuare i trapianti. Cristiano, da adole-scente, aveva perso il richiamo della terra, salvo poi ritrovare le sue radici e dedicarle la propria vita, ma in maniera diversa, sce-gliendo il biologico: “una volta non si dava così importanza alla natura, non era così chiaro il fatto che tutti noi dipendiamo da lei”. A Cristiano, invece, crescendo questo nesso diventa sempre più chiaro, così come anche il rapporto tra quello che mangiamo e quello che siamo: “è importante sapere cosa mettiamo nel piatto, cosa mangiamo, perché ciascuno di noi è quello che mangia”. A pro-posito della loro scelta biologica, Cristiano non ha dubbi: “sapevo che il mondo bio era il mio mondo perché credo che la terra non ab-bia bisogno di forzature, di tanti trattamenti, magari chimici. Io credo nell’equilibrio della natura, nei suoi meccanismi: di per sé ha già un equilibrio, basta solo saperlo conoscere. Noi osserviamo i meccanismi dell’ambiente e ci affi diamo ad essi perché c’è molto da im-parare”. Cristiano non ha dubbi neanche per quanto riguarda le rese, da sempre inferiori nel biologico: “siamo un’azienda essenziale,

ci basta quello che la campagna ci dà, senza doverla spingere. Non ho mai guardato tanto la resa” ci dice. “Una persona fa biologico perché ci crede. Il mio progetto era, ed è, quello di vivere a contatto con la natura e di permettere alle persone di mangiare meglio”. Anche se questo signifi ca lavorare sodo, alzarsi presto al mattino, a volte trascurare la famiglia perché l’agricoltura non aspetta e solo un giorno può fare la differenza: “l’erba, per esempio, si tiene a bada con zappatura e sarchiatura, effettuate nei momenti giusti, perché se sbagli di uno/due giorni prende il sopravvento e hai il doppio del lavoro da fare”. Cristiano e Roberta, inoltre, sanno che il biologico non può garantire frutti stan-dardizzati e in quantità prestabilita perché esposto a una inevitabile variabilità: “siamo soddisfatti del nostro lavoro, ma siamo con-sapevoli che non tutte le stagioni sono uguali, che il tempo o gli insetti predatori possono danneggiare il raccolto. Il ciclo della natura è un po’ come il ciclo della vita che è fatto di alti e di bassi. E noi dobbiamo accettarlo” ci spiega Cristiano con grande semplicità. Ciò che temono di più, probabilmente, sono gli

sbalzi di temperatura che infl uiscono molto, soprattutto sulle insalate. Ci spiegano che l’insalata cappuccia è molto sensibile a que-ste variazioni e che, a volte, c’è il rischio di perdere il raccolto. E allora che fare? “Se il prodotto non ha caratteristiche idonee per la vendita, non lo raccogliamo, ma lo interria-mo, a mo’ di sovescio. In questo modo, nulla va sprecato”.

Il prodotto torna così alla terra, incre-mentando la fertilità del suolo, che viene accresciuta anche grazie a una concimazione a base di composto di fungaia. Cristiano e Roberta devono tornare al loro lavoro e quindi ci salutano con un messaggio che sperano possa arrivare anche ad altri agri-coltori: “la scelta di non usare sostanze chi-miche di sintesi, e il pensiero che ciò che hai raccolto è pulito e può essere usato anche, e soprattutto, per l’alimentazione dei bambini ti dà la forza per andare avanti anche nei momenti diffi cili. Perché solo un’agricoltura come questa può dare un futuro alla terra e all’uomo.”

AZIENDA AGRICOLA SCAPPINI CRISTIANOVia Abetone 4/A Strada Pellegrina37063 Isola della Scala (VR)

Azienda in Trasparenza è il nostro modo per raccontarti l’essenza del nostro lavoro, a sostegno dell’agricoltura biologica e biodinamica e a tutela dell’attività dei produttori, vero patrimonio culturale, da rispettare e valorizzare. Il giusto prezzo è quello che garantisce una remunerazione equa, senza costare alla natura e alla salute dell’uomo, in termini di inquinamento e spreco di risorse.

( i dati riportati nel grafi co sottostante

si riferiscono alle insalate)

24%

31%45%

SPECIALESOLE

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la ricettadall’orto con amore

anguria o cocomero?

Dissetante e rinfrescante, il cocomero è uno dei frutti simbolo dell’estate: nelle calde serate estive, nulla è fonte di refrigerio come una bella fetta di cocomero fresco, non siete d’accordo?

Il cocomero è meglio conosciuto come anguria, nelle regioni settentrionali, e melone d’acqua (water melon in inglese), defi nito anche mellone, in alcune zone del Sud Italia.

Botanicamente classifi cato come Citrul-lus Vulgaris, è una pianta erbacea annuale, appartenente alla famiglia delle Cucurbitacee, la stessa di cetrioli e meloni. Pare sia origina-ria dell’Africa meridionale e tropicale, ma che fosse coltivata anche dagli antichi Egizi: lo testimonierebbero alcuni geroglifi ci. Pare che si sia poi diffuso in Cina e quindi in Europa, ai tempi delle crociate.

I suoi fusti pelosi crescono distesi, con an-damento strisciante e rampicante; la pianta ha specifi che esigenze ambientali: richiede una temperatura di germinazione abbastanza elevata. Si semina a fi ne inverno-inizio pri-mavera nelle regioni più calde e in primavera avanzata in quelle più fresche e il periodo di fruttifi cazione, di conseguenza, varia in base al luogo in cui viene coltivata. Se si utilizza-

dalla polpa da uno strato biancastro piuttosto duro. La polpa, dolcissima, dalla consistenza piacevolmente granulosa e fragrante, è di co-lore rosso che si intensifi ca mano a mano che si procede verso il centro ed è disseminata da semini neri o giallastri.

Consigli per l’acquisto: il cocomero deve avere una buccia soda. Per verifi carne il grado di maturazione, si consiglia di “bus-sare” sulla buccia: se il suono che deriverà sarà abbastanza brillante, come da una cassa armonica, signifi ca che il frutto è maturo al punto giusto. Una volta acquistato, si consi-glia di conservarlo in luogo fresco, anche se non necessariamente in frigorifero. Anzi, se lo si acquista a maturazione non ancora com-pleta, è meglio riporlo fuori dal frigo. Una volta tagliato, però, va posto al freddo, per conservarne al meglio la polpa che risulterà gradevole e rinfrescante.

Buonissimo e dissetante se mangiato da solo, naturalmente dolce, anche se poco calorico, ricco di acqua, il cocomero può essere usato per colorate macedonie estive, abbinandolo con altra frutta di stagione. Uti-lizzandone il succo, poi, si possono preparare rinfrescanti granite e sorbetti.

no i semi, al momento della semina devono essere interrati in profondità nel terreno, distanziando le singole buche l’una dall’altra. Se si preferisce, si può partire anche dalle piantine che, anche in questo caso, devono essere posizionate a debita distanza le une dalle altre.

Per crescere al meglio, il cocomero neces-sita di zone soleggiate e di un terreno lavorato in profondità, leggero, per permettere alla pianta di strisciare adeguatamente, media-mente ricco di sostanza organica, da annaf-fi are con regolarità, tenendo presente che, con la crescita, aumenta anche la richiesta d’acqua. La pianta è molto prolifi ca: ciascuna è in grado di produrre molti frutti, che hanno dimensioni diverse a seconda della varietà e possono arrivare a pesare addirittura 20 chilogrammi. Vengono raccolti a mano, una procedura che richiede particolare attenzione perché una buccia non integra rischia di dan-neggiare la buona conservazione del frutto.

Il cocomero ha una scorza piuttosto spessa, di colore intenso, con striature di colore chiaro o scuro. Forse in pochi sanno che si può mangiare anche questa parte, opportu-namente ammorbidita. La scorza è separata

Pink PantherÈ lo smoothie ideale per rinfrescarsi nelle calde giornate estive, ha un invitante colore rosa ed è naturalmente dolce.

Ingredienti1 banana1 pesca1 fetta di cocomero1 bacca di cardamomo

PreparazioneSbucciare la banana, tagliarla a fette e affettare la pesca. Sbucciare e tagliare anche il cocomero. Aprire la bacca di cardamomo ed estrarne due piccoli semini.Frullare tutti gli ingredienti insieme. Se non avete un frullatore abbastanza potente, frullate prima il cocomero e poi aggiungete il resto. Non serve aggiungere acqua, sarà suffi -ciente il cocomero a rendere liquido il frullato.

Ricetta a cura di Sara Cargnellowww.crudismo.com

notizie dal mondo bio

CASCINA MANA

uova bianche

Si contraddistinguono per l’insolitoguscio bianco, tipico delle uova deposte da galline di razza bianca livornese. Cascina Mana le alleva in azienda fi n dal primo giorno, lasciandole libere di razzolare all’aperto e nutrendole con cerealicoltivati nei propri terreni a Monasterolo, in provincia di Cuneo.

ANDECHSER

latte fermentatoaronia e ciliegia

L’aronia è un frutto che somiglia al mirtillo, da cui si distingue per un gusto molto più asprigno; maturain autunno e un periodo di gelo lo addolcisce maggiormente.Andechser lo abbina alla ciliegia in questo suo latte fermentato variegato, creando così un equilibrio di sapori.

ECOR

frollino al mais

Preparati con farina di frumento e farina di mais, sono dei frollini semplici e gustosi, ideali per tutta la famiglia. Indicati acolazione, per iniziare al meglio la giornata, sono perfetti inzuppati nel latte, nel tè o nellebevande vegetali. Ma sonoottimi anche a merenda, per unadolce pausa.

NATURATTIVA

ministecco disoia, arancia efrutti di bosco

Un fresco gelato è l’idealenegli assolati pomeriggi estivi. Questi golosi ministecchi sono il frutto di un incontro sorprendentetra la soia, il succo d’arancia e quello dei frutti di bosco, con un’irresistibile coperturadi cioccolato fondente.

ECOR

fette biscottate integrali

Gustose e fragranti, sonoperfette da spalmare, con un velodi marmellata, miele o crema al cacao. Ottime a colazione, si possono usare anche a merenda e a tavola, al posto del pane: illoro sapore delicato, infatti, lerende adatte per abbinamenti dolci e salati.

BIO VEGAN

gelifi cante per confetture e gelatine

Questo gelifi cante è idealeper preparare confetture,marmellate, gelatine e aspic, ma anche per ricoprirecrostate preparate confrutta fresca. È disponibilein barattolo da 200 g o nelpratico formato in bustine da 12 g ciascuna.

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azienda del mese

prodotto del mese

Allos offre un’ampia gamma di prodotti, che vanno dallo sciroppo d’agave ai cereali per la colazione, passando at-traverso le barrette alla frutta e i cracker integrali di segale e amaranto.

1-2-3 Barrette alla fruttaTra i prodotti più famosi e identifi cativi proposti da Allos, vi sono certamente le barrette alla frutta, che si contraddistinguono per gusto e morbidezza. La scelta ideale quando si cerca una gustosa sferzata d’energia, durante lo studio o l’attività sportiva, o come sostanziosa merenda, grazie anche al pratico forma-to da 40 g. Sono preparate utilizzando frutta secca e miele, senza cialda; gli ingre-

dienti vengono compressi con macchinari ideati diret-tamente da Allos. Vengono proposte in tanti gusti diversi, come la barretta al mirtillo (1), che si contraddistingue per il gusto piacevolmente asprigno, quella mela e noci (2), che richiama alla memoria il tipico ripieno dello strudel, e quella preparata solo con mandorle e miele (3), per chi ama i gusti dolci e corposi.

4-5Cracker integrali di segale e amarantoL’amaranto è una pianta sacra degli antichi Inca, oggi apprezzata per le sue qualità nutrizionali: per questo, Allos ne ha fatto l’ingrediente caratterizzante di alcuni suoi prodotti, utilizzando solo il

miglior amaranto biologico. Come i cracker preparati con una base di farina integrale di segale e con farina di amaranto, senza l’aggiunta di lievito alla ricetta. Sono sottili, croccanti e gustosi, piacevol-mente speziati. Ottimi come ingrediente per la prepara-zione di ricette dolci e salate, sono anche ideali come snack da portare sempre con sé, o da portare a tavola al posto del pane. Oltre alla variante al naturale, vengono proposti anche in quella resa ancora più gustosa grazie all’aggiun-ta di semi di sesamo.

prodotti dalla natura

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buon compleanno Allos: 40 anni di bio

Da dove veniamo?Nel corso degli anni Sessanta, uno spirito di ottimismo pervadeva la Germania. In quel pe-riodo, infatti, era in pieno fermento il dibatti-to sulla necessità di pensare a un nuovo modo di nutrirsi e un numero sempre crescente di persone voleva condurre una vita più con-sapevole, che si realizzasse anche attraverso la scelta di alimenti naturali, lontani dalla standardizzazione dei prodotti industriali. Un obiettivo, questo, al quale tendevano in molti e per il quale in molti erano disposti a mettersi in gioco. È così che è nata, in una fabbrica tedesca più simile a una fattoria, a Mariendrebber, in Bassa Sassonia (Ger-mania), l’Allos Hof (hof, in tedesco, signifi ca proprio fattoria), un progetto di autosuffi cien-za. I primi prodotti, delle barrette di frutta preparate con frutta secca e miele utilizzan-do una pressa appositamente costruita per compattare gli ingredienti, incontrarono fi n da subito l’entusiasmo dei seguaci dell’allora nascente movimento a favore degli alimenti biologici. Da una fattoria autosuffi ciente si sviluppò dunque il marchio Allos, che prende in prestito un termine greco che signifi ca “diverso, alternativo”, che sintetizzava il suo innovativo progetto di nutrizione e che era de-stinato a diventare uno dei marchi di prodotti biologici più famosi in Germania e non solo.

In cosa crediamo? Nel biologico per l’uomo e per la natura:Allos signifi ca biologico in tutto e per tutto. Quarant’anni fa, il team di Allos è giunto alla conclusione che i migliori cibi non hanno bisogno di fertilizzanti artifi ciali e pesticidi chimici di sintesi, ma solo di sostenibilità. Mangiar bene, quindi, senza però rinun-ciare al gusto: questi sono diventati i valori fondamentali per l’azienda. Allos produce cibo biologico per tutte le persone attente alla sostenibilità e per tutti coloro che desiderano conoscere quello che mangiano, sceglien-do prodotti in armonia con l’ambiente. Per questo, utilizza le risorse della Natura con attenzione, è impegnata per la biodiversità

ed è contro l’utilizzo dell’ingegneria genetica in agricoltura. Allos crede anche nell’impor-tanza di rapporti “equi” con gli agricoltori e con i propri partner commerciali.

Il presenteOggi Allos è un’azienda conosciuta a livello internazionale e porta i suoi prodotti nei negozi biologici in Germania, in Italia e in altri 30 Paesi. Il segreto del suo successo sta nella capacità di evolversi rispondendo alle esigenze dei consumatori, pur mantenendo intatta la fi losofi a aziendale che si basa su alcuni capisaldi: prodotti 100% biologici; ingredienti di altissima qualità; lavorazione semi artigianale presso la «Allos Hof», fulcro dell’azienda fi n dai primi passi; rispetto dell’ambiente, privilegiando materie prime biologiche coltivate nel modo più responsabi-le; relazioni di lunga durata con i fornitori e partner commerciali.

Allos e amaranto: una storia d’amore e di successiDa sempre, il team di Allos è stato molto attento alle innovazioni e alle buone abitudi-ni alimentari provenienti da culture e Paesi diversi. Così, agli inizi degli anni Ottanta, “scoprì” l’amaranto, uno pseudo cereale molto simile alla quinoa, le cui migliori varietà e

coltivazioni si trovano oltre i 2500 metri di altitudine. Allos fu tra le prime aziende in Eu-ropa, se non addirittura la prima, a importare questi chicchi piccoli, ma preziosi, e sviluppò un processo di soffi atura effi cace e specifi co, in grado di trattare delicatamente il prodot-to. Oggi, l’amaranto è uno dei fondamenti dell’identità del marchio: per i suoi prodotti, l’azienda si è impegnata a scegliere solo grani biologici di alta quota provenienti dal Perù e ha stretto relazioni forti e durature con i piccoli coltivatori per garantirsi un costante approvvigionamento di materia prima di elevata qualità.

Agave: così naturale, eppure così dolcePioniera anche in questo, nel 1997 Allos fu la prima azienda in Europa a lanciare lo scirop-po d’agave come dolcifi cante naturale impor-tandolo dal Messico. Inizialmente il prodotto non fu accolto con grande entusiasmo ma, in seguito, è diventato uno dei dolcifi canti più diffusi nei negozi biologici d’Europa.

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Luna

piena

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In cucina:

il pane

lo yogurt

le conserve

Cura della persona:

taglio ritardante capelli/unghie

massaggi

attività fi sica

giornata di relax

Piante di casa:

rinvaso

potatura

concimazione

IN CUCINA

IN CUCINA

CURA PERSONA

CURA PERSONA

PIANTE DI CASA

PIANTE DI CASA

agostoluglio

legenda

il lunarioLa luna, passando davanti alle costella-zioni zodiacali, trasmette alla terra forze che si manifestano nel comportamento degli organismi viventi.

In agricoltura biodinamica, le stesse favoriscono tempi di semina, lavorazio-ne e raccolta.

Agiscono in modo analogo sul corpo umano, in particolare sulla crescita di capelli e unghie. Ogni nove giorni circa la luna, nel medesimo trigono di forze, favorisce o “ostacola” alcune parti della pianta o del corpo.

notizie dal mondo bio

PERLAGE

Valdobbiadene Prosecco SuperioreDOCG BrutCanah

Nato dalla selezione di uveGlera provenienti dai vigneti coltivati nell’alta collinasolighese, è uno spumante fruttato e armonico.Piacevole come aperitivo,è l’ideale a tutto pasto, ma è straordinario anche per brindare nelle occasionispeciali.

BIO APPETÌ

cous cous alle verdure

Il cous cous, piatto cosmopolita per eccellenza,viene proposto da BioAppetì nel classico abbinamento con le verdure.Facile e veloce da preparare,è l’ideale per chi ha poco tempo. Può essere gustatoda solo, come piatto già pronto, oppure essere usato come ingrediente per ricettepiù elaborate.

SCANDIA

carpacciodi polpo affettato

Aspetto accattivante, leggerezza, gusto fresco e delicato, ecco i punti di forza del carpacciodi Polpo Scandia. Pescato nell’Oceano Indiano, vienesemplicemente pulito e lessatoprima di essere affettato econfezionato in pratiche vaschette da 100 g in atmosfera protettiva. Ideale per freschi piatti estivi.

PIZZOLATO

ChardonnayVenezia DOC

Un vino di colore giallo paglierino,dal profumo fruttato, maturo e fl oreale, con evidenti sentori di mandorletostate, fi eno secco e crosta di pane. Con il suo sapore invitante, discretoe morbido, è l’ideale con piatti leggeri,insalate di pesce e carni bianche.

AMALTEA

tomini di latte dicapra “Caramlin”

Preparati con latte crudo di capra,sono tomini dalla pasta bianca,cremosa e morbida, dal saporedelicato, saporito e piacevolmenteacidulo, con note di yogurt. Sono disponibili al naturaleo aromatizzati, nelle varianti aneto,cannella, coriandolo, origano, timoe pepe misto.

BIONATURAE

pesto alla rucola

Il gusto intenso della rucola si sposa perfettamente a quello diformaggio, anacardi, noci e pinoli in questo pesto indicato per condirela pasta, ma anche per insalate diriso e altri cereali. Può anche essere utilizzato come salsa per preparare saporite tartine.

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storie del mondo bio

iniziata molto tempo prima, a metà degli anni Novanta, inizialmente presso una Cooperativa di Rolo e poi nel progetto B’io, poi diventato Cuorebio, avviato dall’allora Ecor, poi diventa-ta EcorNaturaSì. Sono stati anni di formazio-ne, in cui, attraverso la collaborazione diretta con i negozi, ho avuto la possibilità di parte-cipare attivamente alla crescita del biologico italiano. Alla fi ne questo settore ti coinvolge sempre e il biologico fi nisce col coincidere, sempre più, anche con il proprio progetto di vita. Da lontano, il Baule Volante mi appariva come un’azienda credibile, animata da forti valori, che non proponeva solo dei prodotti, ma faceva cultura, per esempio con le schede informative. Entrando nel Baule, ho scoper-to che non mi ero sbagliata: dietro a questo marchio ci sono persone che si sono sempre messe in gioco con qualcosa di personale, in un progetto condiviso e che avevano qualcosa da dire. È grazie a loro che siamo riusciti ad arrivare dove siamo ora”.

e grassi, preparati da piccoli trasformatori (molti sono gli stessi di adesso) nei loro labo-ratori familiari. Proprio in quegli anni, inoltre, Baule Volante decide di non essere più solo un distributore, ma di creare anche la sua linea di prodotti a marchio: un’occasione per cercare una propria identità, ma anche per creare dei legami con i fornitori che aiuteranno l’azienda nella sua crescita. Come le fette biscottate, primo prodotto a marchio, la cui ricetta non è mai stata cambiata”. Lo spiega bene Mila Rovesti, direttore generale di Baule Volante: “Sono sempre le stesse, confezionate a mano e preparate con la stessa ricetta. Abbiamo solo ampliato la gamma e rinnovato l’etichetta, per renderla più attuale”. Prosegue poi raccon-tandoci com’è iniziata la sua avventura con l’azienda bolognese: “io sono arrivata al Baule nel 2009 quando, dopo alcune variazioni so-cietarie, mi hanno proposto la direzione gene-rale. Un bella sfi da! Ci ho pensato un po’ e ho accettato. La mia storia nel biologico, però, era

Guardandoci intorno e ascoltando la forza dei loro pensieri, pensiamo che i sogni non devono stare chiusi nel cassetto, ma devono volare nel mondo, magari anche dentro a un Baule. Volante, però.

Mai come in questo caso sarebbe perfetto cominciare questo articolo, con un “C’era una volta in un Baule Volante…”

Già perché questa che vi raccontiamo è la storia di un’azienda, che i suoi fondatori hanno scelto di chiamare come una fi aba di Ander-sen, e che ha portato nel mondo del biologico valori importanti e duraturi, volando nel tem-po per inseguire un sogno come il protagonista della favola omonima.

Ma, si sa, i veri protagonisti delle narrazioni sono le donne e gli uomini che, attraverso il loro infaticabile impegno, hanno costruito e costruiscono, giorno dopo giorno, il destino di un’impresa. Così per farci narrare questa sto-ria bellissima e a lieto fi ne, abbiamo pensato di recarci nel cuore dell’attività di Baule Volante. Non abbiamo trovato gnomi, elfi o un mondo fatato, ma la concretezza di due donne che, assieme a tanti collaboratori, portano avanti un progetto cominciato da altri, ma che ha mantenuto con loro la freschezza e la semplici-tà originarie.

Abbiamo incontrato Anna e Mila, due fi gure importanti per lo sviluppo dell’impresa in cui sono entrate a far parte in momenti diversi, e che oggi lavorano insieme in questo grande edifi cio a Castel Maggiore, a pochi chilometri da Bologna. Nell’uffi cio di Mila, come negli altri, le pareti sono colorate e i mobili, di legno ancora profumato, sono pieni di prodotti dai nomi fantasiosi. Il rosso Baule, che caratte-rizza da sempre questo marchio, è allegro e vitale e, nonostante il grigio del cielo, mentre parliamo con loro ci viene spesso da ridere. Forse perché le emozioni che emergono sono contrastanti, e nel raccontare qualche lacrima ci scappa, e allora ci pensa l’ironia di Anna a riportarci al presente.

Anna Michelis, responsabile degli affari generali, è arrivata al Baule Volante nel 1989, due anni dopo la fondazione dell’azienda: “C’erano solo i 3 soci fondatori, alcuni ragazzi in magazzino e due persone in uffi cio. Per me è stato come aprire la porta di un mondo prima sconosciuto. É cominciata per me una vera e propria svolta, soprattutto personale. C’era una passione che si toccava con mano: per il biologico, per il mangiare sano, per l’ambiente in modo globale. Ho trovato, dietro all’informale apparenza, tanta sostanza. Era un momento di forti ideali, in cui nascevano piccoli negozi bio che erano come noi vera-mente convinti che diffondendo dei prodotti biologici e di qualità si poteva cambiare il modo di pensare e di vivere di tutte quelle persone che all’epoca non capivano bene che tipo di alimentazione proponevamo. Già ci chiamavamo Baule Volante, e poi vendevamo creme di nocciola, di sesamo o dolcifi canti come l’agave... Ne avevamo di lavoro da fare!!! Noi eravamo convinti che bisognava proporre ingredienti di qualità, senza troppi zuccheri

un biologico da favola

foto di Nicola Lagalante - Davide Cacciariillustrazione di Alessandra Venturi

BAULE VOLANTEvia A Marabini, 8 - 40013 Castel Maggiore (BO)Tel. 051 [email protected]

“Era un baule strano. Non appena si premeva la serratura, il baule si sollevava e volava; e infatti si mise a volare, sempre più lontano.”

nella foto della pagina a sinistra Anna e Mila

in questa pagina Anna e Mila, il gruppo Baule Volante,

una illustrazione della favola di Andersen e lo stand

di Baule in una passata edizione del Sana di Bologna

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oggi in cucina

foto e styling di Sabrina Scicchitano

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gioie gelate alla frutta e cioccolato

ISOLA BIO

riso mandorla drinkUna bevanda di riso arricchita dal gusto delicato, inconfondibile e gradevolmente dolce della mandorla. Ingrediente versatile, indicato per tante ricette diverse, è ideale da bere da sola, fredda o calda, a colazione o a merenda. Nel nuovo formato Edge da 1 litro, più facile da versare.

SOJADE

dessert di riso fragola e ribes nero Delicato, cremoso e dalla consistenza gradevolmente leggera, è un dessert di riso che rappresenta una valida alternativa ai dessert a base di latte vaccino o di soia. Ottimo a colazione, con il suo gusto frutta-to, è perfetto anche a merenda.

CTM ALTROMERCATO

cioccolato Mascao fondente extra alla quinoa e risoLavorato in modo artigianale, con un lungo concaggio che miscela gli ingredienti ren-dendolo uniforme e vellutato, è un cioccola-to extrafondente arricchito da quinoa e riso che ne spezzano l’intensità.

LE TERRE DI ECOR

zucchero di canna ManduviraÈ prodotto in Paraguay dalla cooperativa Manduvira, che lavora solo zucchero di canna bio ed è l’unica realtà del Paese che aderisce al circuito internazionale del com-mercio “giusto”. Per vedere il video sulla cooperativa: www.ecor.it

• 1 cestino di lamponi• 4/6 fogliette di menta• 1 cucchiaino di agar agar

Scaldate la bevanda di riso e mandorla in un pentolino, sciogliendovi, velocemente, l’agar agar.

Quando il composto è ancora caldo, versa-telo in una ciotola insieme al contenuto dei vasetti del dessert di riso. Mescolate bene con un frustino, aggiungete lo zucchero e sei lamponi a pezzetti, lavati

e scolati; mescolate con energia.

Versate la crema ottenuta negli stampini umidi, coprite con la pellicola e ponete in congelatore per almeno 6 ore.

Al momento di servire, togliete dal conge-latore i dolcetti e, dopo qualche minuto, rovesciateli sui piattini. Se non ci riuscite subito, aspettate che se ne ammorbidisca il contorno.

Decorateli con i lamponi rimasti, le scaglie di cioccolato alla quinoa e riso e le foglie di menta. In alternativa, a seconda dei vo-

stri gusti, al posto dei lamponi potete usare fragoline di bosco, more, mirtilli, banane o fragole.

Leggerissimi e deliziosi, da gustare dopo pasto, o per una fresca merenda sono una vera gioia per il palato.

Per un risultato ancora più croccante e ricco di gusto, potete aggiungere scaglie di cioc-colato fondente e meringhe a pezzetti.

Ingredienti per 4/6 persone

• 1 bicchiere e mezzo di bevanda di riso e mandorla • 4 vasetti di dessert di riso alla fragola e ribes nero • 30 g di cioccolato fondente extra alla quinoa e riso • 1 cucchiaio da tavola di zucchero di canna

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approfondimento

Nel giugno del 1962 l’editore Houghton Miffl in di Boston (USA) diede alle stampe “Silent Spring” (Primavera silenziosa), uno dei libri più infl uenti del pensiero ecologico internazionale (edito in Italia da Feltrinelli nel 1963). Frutto degli studi della zoologa americana Rachel Carson (della cui scomparsa quest’anno ricorre il cinquantenario), “Silent Spring” descriveva la moria di animali selvatici che negli anni Cinquanta si era verifi cata negli Stati Uniti a causa dell’impiego degli insetticidi di sintesi in agricoltura. Secondo le stime della scienziata, che a quel tempo lavorava al Servizio federale per le foreste, la mortalità della fauna americana aveva subito un’impennata insolita, portando a una preoccupante contrazione demografi ca soprattutto delle popolazioni di uccelli. L’aumento della mortalità si accompagnava a un declino altrettanto rapido della natalità, che in alcune aree registrava riduzioni fi no all’80%. Insomma, la natura era stata messa a dura prova, e la primavera rischiava di risvegliarsi in un silenzio surreale per la scomparsa degli uccelli (da cui il titolo del libro).

Il monito della Carson era rivolto non solo alle istituzioni e ai cittadini

americani, ma al mondo intero. Tuttavia il suo messaggio andava ben oltre la denuncia ecologista: pagina dopo pagina, “Silent Spring” metteva in crisi l’idea stessa di ”progresso”, minando molti pilastri ideologici della modernità. La scomparsa degli uccelli suonava come un campanello d’allarme di un malessere molto più grave: di fatto, era l’intero ecosistema a essere minacciato, e di conseguenza, anche la salute della popolazione umana.

Da allora, Rachel Carson rappresenta un modello di intelligenza scientifi ca per tutti. I guasti ecologici descritti in “Silent Spring” sono gli stessi di oggi, così come le loro implicazioni per la salute ambientale e umana. Attualmente, poi, l’aumento delle molecole di sintesi rende lo scenario ancor più critico. Sul mercato internazionale sono disponibili circa 1.500 principi attivi venduti in un numero incalcolabile di prodotti commerciali per uso agricolo. Soltanto in Italia circolano oltre 600 diverse molecole, rintracciabili in 7.000 formulazioni diverse. Molti di questi composti sono bio-persistenti, ossia non degradabili attraverso la normale demolizione operata da batteri e funghi. Inoltre, sono poco conosciuti i

loro effetti tossici a lunga latenza, come malattie tumorali, neurodegenerative e d’altro genere.

La capacità dei pesticidi di conservarsi inalterati, unita a quella di spostarsi facilmente nell’ambiente, porta a ritenere che una frazione considerevole di questi composti possa raggiungere tutte le aree del pianeta e restare in circolazione per tempi imprevedibilmente lunghi, anche quando si tratta di molecole non più utilizzate. Studi condotti in aree geografi che dove i pesticidi non sono mai stati impiegati, per esempio le regioni artiche, hanno evidenziato la preoccupante presenza nelle catene alimentari di DDT (dicloro-difenil-tricloroetano) e del suo principale metabolita, il DDE (dicloro-difenil-tricloroetilene), che si forma per scomposizione del DDT. Il pesticida, il cui uso è proibito dal 1972 negli Stati Uniti e dal 1978 anche in Italia, viene rilevato ancora nei tessuti umani e nel latte materno nelle popolazioni Inuit, che vivono nelle aree settentrionali della Provincia del Québec (Canada). La fonte principale di contaminazione di queste popolazioni può essere soltanto l’alimentazione che, per

tradizione, dipende soprattutto dal consumo di pesce. Il che signifi ca che la contaminazione si è allargata via mare sfruttando le catene alimentari dell’oceano.

Basterebbe consultare uno dei tanti rapporti pubblicati dalle grandi organizzazioni internazionali per la sostenibilità, come il Millennium Ecosystem Assessment, per rendersi conto dell’impatto umano sul territorio, dovuto in buona parte a un’agricoltura insostenibile e ad altre attività. Inquinamento chimico, cambiamento

pesticidi: da Rachel Carson alla Convenzione di Stoccolma

del clima, perdita di biodiversità, impoverimento dei suoli, deterioramento delle acque e altri fenomeni anomali sono tutti sintomi della follia del nostro rapporto con l’ambiente naturale.

A questo proposito, è bene ricordare che l’ambiente naturale è la nostra principale fonte di sostentamento e garanzia di buona salute: basti pensare all’importanza di avere fonti d’acqua potabile chimicamente e microbiologicamente sane.

Tornando ai pesticidi, alcuni di questi composti sono stati iscritti nella ”lista

nera” internazionale delle molecole sintetiche, così come previsto dalla Convenzione di Stoccolma sui POP (Persistent Organic Pollutants). Nove delle 12 sostanze indicate nel primo elenco della Convenzione di Stoccolma (2001) sono pesticidi, come gli altri sei aggiunti alla lista tra il 2009 e il 2012. Allo stato, dunque, i pesticidi che ricadono formalmente nell’ambito della convenzione sui POP sono 15 (vedere tabella). La convenzione ne propone il divieto assoluto o almeno la drastica limitazione d’uso. Ma non tutti gli Stati si sono adeguati: se la Cina ha continuato la produzione di DDT fi no al 2007, l’azienda statale indiana Hindustan Insecticide Limited lo sta ancora producendo e, evidentemente, vendendo.

Eliminare la chimica di sintesi dalle pratiche agricole è possibile. Le pratiche e i metodi per avvicinarsi alla sostenibilità dell’agricoltura, e più in generale per migliorare il rapporto tra economia e ambiente naturale, sono già disponibili. La transizione richiede certamente nuove idee e molto buon senso, ma intanto obbliga a incamminarci verso un più sano rapporto con le risorse naturali e con il nostro habitat di vita.

Va detto che in molte parti del mondo è in corso un vero e proprio cambiamento culturale. Si sta formando una nuova coscienza collettiva in grado di dar voce alle inquietudini espresse da scienziati, movimenti di opinione e semplici cittadini, che giustamente pretendono fi liere alimentari ‘sane’, in grado di fornire prodotti di buona qualità e preservare la biodiversità e la salute delle persone.

Tutto questo, forse, non è ancora suffi ciente per innescare un cambiamento di rotta immediato, ma la strada è aperta, ora sta a noi proseguire in questa direzione.

Di Carlo ModonesiUniversità degli Studi di Parma

nella tabella: nomi e caratteristiche di base dei

15 pesticidi inseriti nella Convenzione sui POP

(Persistent Organic Pollutants)

Molecola Classe chimica Target biologico

Aldrin organoclorurato insetti

Clordano organoclorurato insetti

DDT organoclorurato insetti

Dieldrin organoclorurato insetti

Endrin organoclorurato insetti e roditori

Eptaclor organoclorurato insetti

Esaclorobenzene organoclorurato funghi patogeni

Mirex organoclorurato insetti

Toxafene organoclorurato insetti

Clordecone organoclorurato insetti

Alfa-esaclorocicloesano organoclorurato insetti

Beta-esaclorocicloesano organoclorurato insetti

Lindano organoclorurato insetti

Pentaclorobenzene organoclorurato funghi patogeni

Endosulfano organoclorurato insetti e acari

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La superfi cie della pelle è ricoperta da uno strato di cellule ormai “quasi morte”, a forma di lamelle. Sono il risultato del continuo ricambio e della maturazione dell’epidermi-de. Una membrana di questo tipo sarebbe secca e squamosa, insuffi ciente a proteggere l’intero organismo dalle aggressioni dell’am-biente esterno: una terra arida e incolta, in via di desertifi cazione. Fortunatamente questo “terreno” viene continuamente irriga-to e ingrassato dalle ghiandole sudoripare e sebacee, mentre la fl ora microbica fi siologi-ca aiuta a evitare che le ...malerbe (i germi patogeni) crescano.

L’insieme di acqua, sali minerali, grassi, sostanze varie ed esseri viventi costituisce un’emulsione chiamata fi lm (o mantello idro-lipidico). Questo strato è molto importante

equilibrio, la superfi cie cutanea ne subisce le conseguenze e potrà apparire secca o grassa. L’attività delle ghiandole escretrici cutanee varia con l’età, dipende da fattori costituzio-nali, è infl uenzata da stati patologici o psico-emotivi, si può modifi care in corso di terapie, è sensibile alle condizioni ambientali. La di-stribuzione e concentrazione delle ghiandole non è omogenea nelle diverse regioni cutanee.

La pelle del visoIl viso è la parte del corpo che più di ogni altra è sotto gli occhi di tutti, per cui la pelle che lo ricopre è oggetto di attenzioni par-ticolari. La classifi cazione di pelle secca, grassa o mista è spesso troppo schematica. Vi sono sfumature e caratteristiche proprie di ogni persona: sensibilità alla variazione della temperatura, all’umidità, ai raggi solari, presenza di discromie, di capillari dilatati, tolleranza verso i componenti dei prodotti per uso locale, eccetera. Creme e altri prodotti si devono quindi “provare”, come si fa con un paio di scarpe nuove. I cosiddetti “principi attivi” costituiscono la parte minore delle formulazioni che abitualmente si trovano in commercio e vengono riportati sulle etichet-te in ordine decrescente rispetto alla loro concentrazione. Troveremo l’acqua al primo posto, nella maggioranza dei casi. Non basta

per la salute della pelle e lo svolgimento delle sue funzioni protettive e difensive. I compo-nenti si possono però alterare e degradare, possono subire modifi cazioni o incorporare sostanze estranee e potenzialmente dannose provenienti dall’ambiente esterno. Di qui la necessità di lavarsi, sia per permettere un adeguato ricambio del fi lm, sia per rimuovere gli odori sgradevoli. Una detersione troppo frequente e/o l’uso di detergenti troppo ag-gressivi e non rispettosi della leggera acidità che protegge la pelle da ospiti indesiderati, fi nisce per deteriorare e consumare la nostra naturale crema che è il fi lm idrolipidico. La pura e semplice acqua è in grado di assolvere a gran parte del compito. Quando l’emulsione idrolipidica diminuisce o si altera, quando la produzione di acqua e grassi non è in

che un ingrediente sia presente, deve avere una certa concentrazione per caratterizzare con le sue proprietà il prodotto fi nale. Per queste ragioni può capitare che una semplice “crema base” sia altrettanto effi cace di una “blasonata” dalla pubblicità.

I rimedi “casalinghi”Per lavaggi frequenti sarebbe meglio ricorrere alla doccia piuttosto che alla vasca da bagno, usando preferibilmente detergenti oleosi, particolarmente indicati per pelli tenden-zialmente secche; per quelle più grasse a volte sono necessari detergenti più “energici”, ma da impiegarsi saltuariamente. Durante la stagione calda si sente più di frequente il bisogno di una bella doccia: in questo caso è bene affi darsi all’acqua pura, lasciando la detersione a non più di una volta al giorno. Agli amanti dei “solidi” si consiglia il sapone di Marsiglia, a patto che sia ricavato da puro olio di oliva. Creme e oli sono utili per mante-nere la cute nel suo stato di grazia, soprattut-to nelle stagioni estiva e invernale e, comun-que, in caso di predisposizione alla secchezza. Queste attenzioni diventano poi necessarie con l’avanzare dell’età, per prevenire pruriti e alterazioni, che possono portare a fastidiosi eczemi. Si possono fare emulsioni estempora-nee: in una bottiglia da mezzo litro riempita di acqua per metà si mettono 1-2 cucchiai di un buon olio vegetale: oliva, mandorle dolci, jojoba, argan, avocado, sesamo, eccetera, con l’eventuale aggiunta di 5-10 gocce di un olio essenziale (lavanda, limone, vetiver, rosa, tiarè, a seconda del gusto). Si agita bene fi no ad ottenere un liquido lattiginoso che si appli-cherà subito (l’emulsione non è stabile) dopo la doccia, sulla pelle ancora bagnata.

È possibile elaborare miscele di più oli a proprio piacimento.

Quando la pelle del viso si presenta grassa l’Hamamelis virginiana controllerà effi cace-mente la seborrea, meglio sotto forma di gel o tonico. In tempi di crisi si può preparare in casa un decotto delle foglie acquistate in er-boristeria. Una buona soluzione sono anche le maschere di argilla verde ventilata in polvere preparate con acqua (che si può arricchire con estratti vegetali). Il mercato è pieno di creme e prodotti per tutti i tipi di pelle, contenenti principi vegetali, animali, minerali, naturali, sintetici, marini, terrestri: nuove formulazio-ni vengono continuamente proposte. Distri-carsi in questo labirinto non è semplice.

È importante poter risalire alla composi-zione del prodotto. Il più delle volte è meglio consultare uno specialista.

Articolo di Francesco Garonzi tratto da www.valorealimentare.it la rivista on line che parla di biologico, alimentazione e salute.

ed è ricca della calda energia assorbita dal sole durante l’essicazione. Per scoprirne gli utilizzi, visita il sito www.argital.it

4 Bio out Spray Uno spray per il corpo con oli essenziali la cui profumazione non è gradita alle zanzare. Rinfrescante ed emolliente, grazie alla sua particolare formulazione si assorbe velocemen-te, lasciando la pelle protetta e delicatamente profumata. Facile da utilizzare, grazie al pratico formato in spray, vi permetterà di passare calde serate all’aperto, senza pensieri.

5 Ortis MetodDren Detoxine Tè verdeUn trattamento drenante, ideale da effettuare al cambio di stagione per prevenire l’accumulo delle tossine. Grazie alla sinergia delle piante di cui è composto, aiuta il drenaggio dell’orga-nismo, facilitando l’evacuazione delle tossine grazie alla stimolazione delle naturali vie di eliminazione.

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2 Victor Philippe Gemma antiodorante maschile e femminile in stick La linea Gemma è formulata per prevenire in modo naturale la formazione dei cattivi odori. Questo antiodorante minerale è adatto a ogni tipo di pelle, non macchia, è privo di odore e ha un’effi cacia prolungata. Disponibile nelle varianti per lui e per lei.

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notizie dal mondo bio il valore della qualità di Roberto Pinton

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würstel di pollo

Gustosi e saporiti, vengonoprodotti con carne di pollo e attenta lavorazione. Gli animali provengono solo dall’allevamento aziendale,dove hanno libero accessoai prati. I mangimi biologicivengono lavorati in azienda per dare al consumatore la massima garanzia di fi liera.

MACHANDEL

mais dolceal naturale

Machandel propone un ampioassortimento di verdure in vaso di vetro, alcune delle quali certifi cate Demeter.È il caso del mais dolce alnaturale, l’ingrediente perfetto per donare dolcezza alle vostrericette, non solo alle insalate, ma anche ai primi e secondi piatti.

ISOLA BIO

cuisine cocco

Una crema vegetale da cucinadal delicato e inconfondibile sapore di cocco. Gustosa e versatile, può essere utilizzata per la preparazione di tante ricette diverse. Ottima per dareun tocco esotico ai vostri piatti etnici, è indicata anche per torte e dessert.

LEILA

caserecce,fusillie maccheroni con granosaraceno

Tre specialità a base digrano saraceno preparate utilizzando anche farine diverse, di mais e di riso.Certifi cate spiga barrata, sono ideali anche per soddisfare il gusto di chi non deve evitare il glutine.

WILD OCEAN

fi letti di merluzzo bianco

Gustosi fi letti di merluzzo bianco, pescato nell’AtlanticoNord Orientale. Idealial naturale, conditi semplicemente con un fi lo d’olio extravergine d’oliva, sono perfetti anche con pomodorini, olive e capperi, per un gustoso secondo piatto a base di pesce.

SCHREDER

pane al farroe alla segale

Preparato con farina di farro edi segale, è un pane profumato, dal gusto intenso. È l’ideale a tavola, con salumi, formaggi everdure grigliate, ma è indicato anche per una ricca prima colazione, spalmato con un velo di confettura o miele.

macché equivalenza…Secondo le norme europee, perché se ne possa autorizzare l’uso, i nuovi alimenti non devono “diff erire dagli ingredienti alla cui sostituzione sono destinati, al punto che il loro consumo possa comportare svantaggi per il consumatore sotto il profi lo nutrizio-nale”.

È in base a questo criterio di “sostanziale equivalenza” che l’UE ha autorizzato l’uso di alcuni OGM come alimenti per uso umano e come mangime.

Un articolo pubblicato dalla rivista scien-tifi ca Food Chemistry rischia di mandare a carte quarantotto queste autorizzazioni. Lo studio a cui si riferisce, condotto da ricerca-tori di un’università norvegese, ha esaminato l’accumulo di pesticidi in campioni di soia

OGM, convenzionale e biologica. Tutti i campioni di soia OGM hanno

presentato in alte dosi residui del diserbante Roundup® a base di glifosate.

Nella soia OGM non è insito il diserbante, ma un gene che consente alla pianta di resi-stergli, permettendo così agli agricoltori un suo uso molto… generoso per eliminare tutte le erbe infestanti che contendono alla soia le sostanze fertilizzanti.

I residui presenti nella soia OGM non ci sono, naturalmente, in quella biologica (per la quale non si usa nessun diserbante), ma neanche in quella convenzionale (non essen-do stata resa artifi cialmente resistente, se lo si usasse morirebbe: se ne usano altri).

La ricerca dovrebbe bastare (e avanzare)

per indurre la Commissione europea a rive-dere l’autorizzazione concessa, evidentemen-te, con leggerezza.

La differenza non riguarda solo la presen-za di residui del diserbante: lo studio rileva anche che “la soia biologica ha mostrato il profi lo nutrizionale più salutare”.

Dopo aver utilizzato 35 diverse variabili nutrizionali e di composizione, i ricercatori scrivono “i campioni di soia biologica con-tengono signifi cativamente più proteine, il che si rifl ette anche sul maggior contenuto di aminoacidi essenziali”.

Altro aspetto positivo è che è signifi cativa-mente inferiore il contenuto di grassi saturi.

Il glifosate non è solo un problema di cate-na alimentare, ma anche di sicurezza dell’ac-qua: già ora che qui non si coltivano OGM, c’è glifosate nel 90% dei punti di monitoraggio delle acque lombarde (nel 34,4% oltre i limiti per le acque potabili). Immaginiamo la situa-zione se si seminassero OGM…

Qual è il senso di una soia OGM che dal punto di vista nutrizionale è inferiore a quella bio, ha inevitabilmente residui di pesticidi e mette a grave rischio la sicurezza delle acque? Come cavolo si fa a considerarla “equivalen-te”? Chi vuole, trova l’articolo a pagina www.sciencedirect.com/science/arti-cle/pii/S0308814613019201

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il gesto quotidiano di Marco Geronimi Stoll terapie naturali

noia, ultimo lusso

I bambini hanno paura del buio, gli adulti del silenzio.

Benvenuti nella trappola: ogni anno faccia-mo più cose e più in fretta, eppure stiamo in debito di tempo, resta sempre una faccenda in più da sbrigare.

Come un’auto in prima marcia e l’accelera-tore schiacciato: sta su di giri, spreca energie e si surriscalda, ma non arriva da nessuna parte; così solo un risultato viene veloce: l’usura.

Meglio parcheggiare, spegnerla e chiederci dove cavolo stiamo andando così furiosamen-te. I due personaggi abituali di questa rubrica (il tipo A, “naturale” e il tipo B, “consumista”) dicono entrambi di essere “stressati”. Quando spezziamo un fi l di ferro colle mani piegan-dolo ripetutamente, in gergo si dice che lo

“stanchiamo”, ma i fi sici lo chiamano stress: i legami tra le molecole si smontano e quel fi lo, che reggeva quintali, si spezza con quattro dita. Anche i nostri legami interni si stressa-no, ma non chiamatela “stanchezza”: non è come la spossatezza soddisfatta di quando hai fi nito un buon lavoro. È il suono della sveglia del lunedì quando incombono troppe opera-zioni in sospeso e quindi senti impossibile l’adattamento alla tua stessa vita.

Quando fai qualcosa e vieni interrotto da qualcos’altro più urgente, l’operazione non conclusa va nell’elenco inconscio delle tensioni irrisolte. Se l’elenco si allunga ci si ammala: la nostra biologia reagisce “fronteg-giando un pericolo”: ormoni dell’emergenza, respirazione più “alta”, cuore accelerato, più zuccheri nel sangue...

Come fanno l’uomo A e l’uomo B? En-trambi vorrebbero una pausa, ma quando la trovano che ansia! Vengono a galla tutte le cose non fatte e da fare e, tra esse, chiedersi che senso abbia tutto ciò. È una marea sover-chiante in cui la mente può annegare.

Ecco la differenza. B cerca di sopravvive-re facendo solo operazioni brevi (tecniche, logiche, psicologiche... e anche affettive), così le interruzioni lo stressano meno, anche se così percepisce solo un piccolo frammento del mondo complesso. Invece A cerca di tenere collegate le parti, che sviluppino un “discorso lungo”, se no nulla avrà senso. Per farlo cerca delle pause vuote da stimoli acceleranti.

B ha bisogno di colmare ogni pausa con stimoli; quando torna dal lavoro si porta ad-dosso questa velocità mentre mangia (grande quantità in poco tempo), mentre parla (a mitraglietta, senza ascoltare, in anestesia affettiva)... poi esausto si stravacca sul divano grato alla TV di lobotomizzarlo: “guardo qualcosa per non pensare”.

A cerca la pausa; osa il pensiero nel profondo, trova più spessore umano, proprio nel senso che la vita torna tridimensionale. Cerca un prezioso, raro momento di noia: di quel problema che affl isse la nostra specie per migliaia di anni e che oggi dobbiamo rimpiangere.

manifestare la propria potenza, piuttosto che applicare una cieca forza esterna. È da tali osservazioni che nascono termini come la “re-spirazione primaria” o il “respiro della vita”, o “la potenza della marea”… ecc. La biodina-mica esplora le basi e le sfumature di questo processo terapeutico intrinseco.

È solo successivamente, grazie allo studio di J. Jealous, che si approfondiscono i concet-ti precursori osservati da Sutherland. Si passa così da un modello osteopatico-biomeccanico a un modello biodinamico-embriologico.

Molti vecchi osteopati tramandano nell’insegnamento, un tempo solo orale, le loro esperienze di vita e di vita professionale; tutti concordano nell’affermare l’impor-tanza dell’asse spirituale dell’osteopata, parte integrante dell’approccio biodinamico. Come sostiene Viola Freeman, se non è in un piano spirituale, sarà diffi cile per l’oste-

opata comprendere quello che i cinque sensi trasmettono. È un modo nuovo di avvicinarsi al paziente e di mettere gli stessi operatori in relazione diversa verso la lesione, nel senso che non si vede solo quella, ma anche la salute del paziente, intesa come forza di equilibrio. A. T. Still, padre dell’osteopatia, sosteneva che l’abilità dell’osteopata dipende dalla sua capacità di vedere ciò che è normale, quin-di fi siologicamente in equilibrio. Nella mia esperienza professionale sono proprio questi concetti cardine che differenziano una clas-sica seduta osteopatica da una biodinamica, perché la potenza dell’azione terapeutica si alimenta anche da ciò che sta all’esterno del corpo del paziente: io sono vettore tra lui e il cosmo.

Il paziente, il suo corpo e io siamo in ar-monia, in uno spazio che va al di là del nostro contorno epidermico. Importante in queste sedute è la capacità degli osteopati di ottenere un livello di concentrazione-meditazione, al fi ne di raggiungere un buon “neutro” in relazione con il silenzio intorno a sé (Still-ness), che signifi ca una capacità di osservare i fenomeni senza indurre manipolazioni classi-che della tradizione osteopatica, ma solo una silenziosa osservazione neutra non attiva. Sarà a questo punto che un’altra intelligenza, contenuta nel liquido cefalorachidiano e la nostra capacità di stare nel neutro, permette-ranno alla salute di trattare il paziente.

È questa sincronia “nel momento” che permette un iniziale orientamento spaziale a livello neuro-endocrino-immunitario, mo-mento chiave perché tutte le cellule e le mem-brane si orientino per iniziare un processo terapeutico. Nell’esperienza professionale ho avuto modo di osservare come più volte patologie inizialmente trattate con sedute osteopatiche classiche, abbiano ottenuto dei miglioramenti importanti con l’apporto della biodinamica osteopatica.

Biodinamica non è sinonimo di esoteri-smo: tutta la formazione parte dallo studio dell’embrione e dei suoi stadi evolutivi.

Lavorare su una membrana, precursore di una struttura o, ancora, lavorare sull’em-brione, sede futura di sofi sticati apparati, è cosa normale per l’aspirante osteopata biodinamico nella sua formazione didattica. Ma biodinamica non è nemmeno sinonimo di immobilismo da parte del professionista: è un modo di accogliere e di pensare alla salute, non alla lesione o alla patologia; risulta, quindi, un approccio concettualmente diverso nell’osservazione del paziente.

Claudio Peloso osteopata D.O.Diplomato in Biodinamica pediatrica. Studio Via Cà di Cozzi, 41 - Veronacell. [email protected]

Il termine “biodinamica osteopatica”, che non ha nulla a che vedere con l’agricoltura biodinamica, fu coniato da Rollin Becker e ulteriormente sviluppato da James Jealous e Franklyn Siils. Questo approccio terapeutico riconosce la presenza di movimenti ritmici involontari prodotti dalla forza vitale intrin-seca al corpo scoperta da studi effettuati sul liquido cefalorachidiano e chiamata da W.G. Sutherland il “respiro della vita”.

Negli ultimi anni della sua vita Suther-land, dopo aver iniziato a lavorare e studiare su un modello osteopatico-biomeccanico, ha sviluppato un’intensa osservazione clinica verso la guarigione intrinseca dell’uomo. Queste forze di guarigione, pazientemente os-servate e conosciute, portano nell’organismo vivente quello che viene chiamato “processo terapeutico inerente”. È come consentire alla funzione fi siologica interna all’individuo di

un’altra osteopatia la forza della lunga marea

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l’angolo dei più piccoli

vacanze responsabili

nelle foto attività nei Campi di Libera

W la scuola

Cari bambini, quest’anno i nego-zi Cuorebio vi accompagneran-no anche a scuola con il progetto W la scuola: 4 quaderni in carta 100% riciclata, certifi cata FSC, proposti al prezzo conve-niente di 0,99 €. Le copertine dei quaderni Cuorebio hanno per protagonisti diversi soggetti, legati al mondo dell’agricoltura biologica: la banda dell’orto, la famiglia mangiabene, Mica la mucca amica e i Richi gli amici lombrichi. Per farveli conoscere meglio, abbiamo creato anche delle piccole storie in cui i protagonisti parlano della loro vita, del loro lavoro nella natura e delle piccole avventure quotidiane. Le potrete seguire sul sito negozicuorebio.it/wlascuola Qui ve ne proponiamo un piccolo assaggio, in attesa di ritornare sui banchi di scuola.

Cominciamo da Mica, la mucca amica. Vive tranquilla nell’azienda biologica di Ber-to, l’allevatore: mangia erbetta fresca e cereali

senza sostanze chimiche di sintesi e, se necessario, viene curata da Arrigo, il veterinario, con prodotti omeopatici e fi toterapici. Sa di essere utile a Berto grazie al suo latte e al leta-me che produce eliminan-do quello che non le serve

dopo la digestione. Berto, infatti, raccoglie quello che a lei non serve più e lo utilizza per rendere la terra ancora più fertile. A Mica piace tanto stare in compagnia dei suoi amici animali, come il cane, il cavallo, le galline e gli uccellini. Ma le piace, soprattutto, quando vanno a trovarla i bambini, con la mamma e il papà, oppure in visita con la scuola. Berto racconta loro com’era Mica da piccola e come va d’accordo con la capretta Milli. Mica è tan-to orgogliosa quando poi racconta di quanto sia importante il suo contributo per l’uomo nella fattoria.

Per trasformare il letame di Mica in

prezioso nutrimento per la terra, è fonda-mentale anche il contributo dei Richi, gli amici lombrichi, che nella terra abitano. Non ci vedono molto, ma nessuno sa orientarsi bene come loro, scavando in profondità nel terreno e creando tortuose gallerie, tanto che li chiamano “ingegneri ecologici”. I Richi non hanno una casa stabile perché vanno dove hanno più bisogno di loro: per un periodo hanno collaborato con Berto, ma ora lavora-no nel compost di Giuseppe, un contadino biodinamico famoso per la sua buonissima insalata: Giuseppe sa bene che il contributo dei lombrichi è fondamentale, perché con il loro celebre “humus di lombrico” rendono la terra scura e profumata.

Spesso fa visita a Berto e Giuseppe la fami-glia Mangiabene composta da papà Gianen-rico, mamma Veronica e il piccolo Osvaldo. Vivono in città, ma sognano la campagna: per questo, ogni volta che possono, eccoli partire per trascorrere un po’ di tempo nella natura, in campagna o in collina. Se il tempo è brutto, prendono la macchina, ma di certo preferiscono la bicicletta. Quando visitano le aziende biologiche e biodinamiche, mamma e papà fanno tante domande ai contadini e poi spiegano tutto al piccolo Osvaldo. A loro piace mangiare bene, utilizzando i prodotti della natura, sperimentando sapori sempre nuovi: cereali, legumi, erbe spontanee, verdura e frutta che, se è biologica, si può mangiare anche con la buccia.

In città vive anche la Banda dell’orto, un gruppo di bambini che possono partecipare alla coltivazione di un orto come se abitassero in campagna. Il sindaco, infatti, ha prestato ai loro nonni un grande terreno, suddiviso in tanti orticelli: queste piccole oasi verdi in mezzo al cemento sono una vera e propria boccata d’aria fresca non solo per i bambini, ma anche per i nonni che, da piccoli, gioca-vano sempre nella natura. Aiutando i nonni, i bambini hanno imparato come nasce la frutta e la verdura, hanno capito che bisogna ri-spettare i tempi della natura e prendersi cura delle piante proprio come si farebbe con un bambino piccolo. Inoltre sanno che, coltivan-do con il metodo biologico, contribuiscono a rendere più pulita anche l’aria che respirano.

mes

sag

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iona

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(L’iniziativa W la scuola è valida solo nei negozi Cuorebio aderenti)

per un’estate diversa

PER INFORMAZIONI:www.libera.itwww.legambiente.itwww.wwfnature.it

Oltre che per dedicarsi al meritato riposo, le vacanze possono diventare anche un’occa-sione per fare del bene. In particolare se sce-gliamo attività di volontariato, come i campi proposti da Libera e da Legambiente, o le vacanze organizzate dal WWF che coniugano natura, cultura e relax.

Libera Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafi e è una realtà nata quasi 20 anni fa per promuovere legalità e giustizia, coinvolgendo la società civile nella sua battaglia contro le mafi e. Riunisce oltre 1600 organizzazioni.Con il progetto E!State Liberi organizza campi estivi di volontariato sui terreni che sono stati sottratti alle mafi e, grazie alla legge 109/96 che permette il riutilizzo sociale dei beni confi scati. Oltre a offrire la possi-bilità di vivere una vacanza diversa, i campi permettono di approfondire il fenomeno mafi oso, incontrando i familiari delle vittime, le istituzioni e le cooperative attive in questa

battaglia con l’obiettivo di ricostruire una realtà economica e sociale fondata sulla legalità. Inoltre, sono l’occasione di fare un’esperienza sul campo, avvicinandosi al lavoro agricolo, conoscendo situazioni con cui diffi cilmente si avrebbe l’occasione di con-frontarsi altrove. Libera organizza campi per gruppi, per singoli, campi speciali interna-zionali, campi tematici dedicati a particolari progetti, campi in collaborazione con altre associazioni, altri rivolti a minorenni, fami-glie e aziende. Per ulteriori informazioni su tempi e modalità di iscrizione ai campi di volontariato potete visitare il sito www.libera.it nella sezione dedicata ai campi di volontariato 2014.

LegambienteAnche Legambiente organizza campi di volontariato estivi in diverse parti d’Italia, da nord a sud, passando per il centro e per le iso-le. Gli scopi dei campi dell’associazione sono diversifi cati: si va dalla difesa della legalità e

della biodiversità fi no alla tutela del patri-monio artistico nelle zone in cui la bellezza del nostro Paese è stata per troppo tempo dimenticata. La proposta di Legambiente comprende, poi, i campi per bambini dai 6 ai 14 anni, quelli per ragazzi dai 15 ai 17 anni e, infi ne, quelli rivolti alle famiglie. Per ulteriori informazioni, visitate la sezione dedicata sul sito www.legambiente.it

WWFOltre ai campi estivi rivolti a ragazzi di diver-se fasce d’età, il WWF propone anche vacanze per famiglie che desiderino condividere con tutti i componenti la passione per la natura attraverso vacanze organizzate in modo eco-sostenibile. Un’altra interessante opzione è quella dei Viaggi della biodiversità: a piedi, in bicicletta o in barca a vela, sono l’occasione di esplorare diverse parti del mondo. I soggiorni individuali, infi ne, permettono di organizza-re il viaggio nel periodo e per la durata che si desidera, all’interno di strutture “amiche” del WWF che potete contattare direttamente per conoscere le loro proposte per le vostre vacanza. Per scoprire come prenotare, visita-te il sito www.wwfnature.it nella sezione dedicata alle vacanze WWF.

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angolo delle buone pratiche

In occasione dell’uscita del libro “Pasta Madre”, abbiamo rivolto qualche domanda all’autore, Riccardo Astolfi , creatore della Comunità del Cibo Pasta Madre.

Com’è nata questa tua passione per l’impa-sto? E come hai scoperto la pasta madre?La passione per il cibo in generale è nata per caso. Ho fatto studi da ingegnere, ma poi sono fi nito, ormai dieci anni fa, nell’uffi cio acquisti di una grande realtà di ristorazione collettiva. Lì ho co-minciato a vedere più da vicino il mondo del cibo e dell’agricoltura, con tutte le sue bellezze e anche le sue complesse contraddizioni. Se devo identifi care un momento di cambiamento radicale nel mio modo di pensare direi che si tratta dell’evento Terra madre 2006, l’incontro mondiale tra le comunità del cibo organizzato da Slow Food. Lì ho fatto il volontario, accompagnando un centinaio di contadini biologici dell’India in giro per Torino, dormendo con loro e assistendo alle conferenze: è lì che qualcosa è cambiato e ho “deciso” che il cibo buono, pulito e giusto doveva essere parte

integrante e fondamentale del mio modo di vivere. L’incontro con la pasta madre è stato anch’esso in-credibilmente casuale. Nel 2009 mia suocera creò questa “famigerata” pasta madre seguendo una ricetta del libro delle sorelle Simili, un’istituzione a Bologna, le prime a sdoganare la panifi cazione e la cucina bolognese anche per i principianti.Probabilmente, fi no a quel momento non avevo mai sentito parlare di questo “strano” lievito.Ma ne sono rimasto subito affascinato e ho comin-ciato a fare i miei primi pani (erano mattoncini, lo confesso) con la pasta madre.

Come sei arrivato al blog? Com’è nata l’idea del libro?Il passo è stato automatico. Ho sempre avuto un blog. Il sito pastamadre.net è nato quasi subito, nel 2009, e nel tempo si è evoluto passando da semplice blog personale a sito che raggiunge migliaia di visite al giorno. La mappa degli spac-ciatori e oggi dei mulini e delle aziende agricole virtuose che coltivano e macinano grani antichi sono state risposte a bisogni e domande miei e

dei visitatori del sito. Dove posso trovare la pasta madre? Dove comprare le farine? Ecco le mappe: dove chiunque può segnalare gratuitamente la propria disponibilità nel regalare il proprio lievito o consigliare il proprio mulino di fi ducia. Tutto gratis, perché non c’è niente di più bello e gratifi -cante del gesto del dono.

Cosa possiamo dire a chi pensa che sia dif-fi cile usare la pasta madre e quindi fatica ad avvicinarsi a questa tecnica? Panifi care con la pasta madre non è diffi cile e non richiede più tempo “pratico” della panifi cazione con lievito di birra. I gesti sono simili, i tempi di lavoro gli stessi. Ciò che cambia è la gestione dei tempi di lievitazione, fermentazione e cottura, ma, come canta John Lennon, “la vita è quello che ti accade mentre sei occupato a fare altri progetti”. Cioè la pasta madre lavora anche se noi non la fi ssiamo, anche se usciamo. Per convincere a av-vicinarsi alla pasta madre chi non ne vede l’utilità rispondo sempre così: i sorrisi.

Preparare in casa il pane, o altri alimen-ti, è un modo per ricordarci che tutti gli ingredienti provengono dalla terra e per rinsaldare il nostro rapporto con essa. Sei d’accordo?Farsi il pane in casa con la pasta madre, così come farsi affascinare dal mondo della autoproduzioni (la birra, le conserve, i saponi, ecc.) ti costringe a farti delle domande. Cominci a voler capire come funziona. Come impastare, come cuocere, che tempi seguire, quali le tecniche migliori. Poi, ap-pena raggiungi una buona sicurezza nel gesto pra-tico, vai indietro nella fi liera. E dal pane passi alla farina, alle tecniche di macinazione, alla biodiver-sità dei cereali e dei grani. Cominci a capire perché le farine non sono tutte uguali. E allora il passo per farsi affascinare da chi veramente lavora con pas-sione, coltiva grani antichi in biologico o magari in biodinamico e macina a pietra, il passo è davvero breve. Tutti gli ingredienti provengono dalla Terra, e la Terra è più vicina di quanto si pensi.

nelle foto a sinistra un paesaggio

della Fattoria Di Vaira; sotto Vincenzo Battistin

“Pasta Madre” di Riccardo Astolfi (Guido Tommasi Editore). “Fare il pane è un gesto che riconcilia con il passato, con la storia, con le generazioni precedenti, con la vita dei nostri nonni e bisnonni. È ricordare, ritrovarsi. Nello stesso tempo è un gesto di speranza, di gioia, di rin-novamento, di slancio verso il futuro. È saper fare, saper aspettare e vegliare, per prepa-rare qualcosa per sé, per la propria famiglia, per gli altri. Fare il pane con la pasta madre è un modo per riavvicinarsi alla Terra, al territorio, ai contadini, alle nostre tradizioni. È valorizzare la biodiversità locale, preser-vare il futuro dell’ambiente e dei nostri fi gli. Fare il pane è esercizio fi sico e spirituale, soprattutto spirituale”.

una vita in fermento

notizie dalla fattoria

Vincenzo, la terra e la cura

Come si svolge il tuo lavoro quotidiano?In qualità di supervisore di tanti aspetti che riguardano la produzione degli alimenti biologici, spesso porto a termine ciò che per mille motivi viene lasciato in sospeso. Questo è il motivo principale per il quale non so mai quando e come la mia giornata fi nirà: mi capita spesso, infatti, di arrivare a cena ancora vestito da lavoro. Questo dice tutto!

Quali sono le mansioni più delicate?Più delle attività specifi che, ciò che mi preoccupa maggiormente è il tempo, soprattutto quando è tanto incerto. Quand’è cattivo, infatti, diventa diffi cile pianifi care le attività. Con la pioggia che va e viene non si sa mai quando si può comincia-re a lavorare e se si riuscirà a fi nire quello che si sta facendo. In campagna si sa che si deve fare i conti sempre con questa variabile!

Che rapporto senti di avere con la terra, quanto ti appassiona?Mi piace quello che faccio e mi ci dedico interamente, non potrei fare altrimenti. Ca-pita, però, di vivere in un rapporto di amore e odio con un impiego che ti chiede tanto e che, in qualche misura, non ha mai fi ne: una volta portato a termine un lavoro, infatti, ne

Il lavoro in una fattoria biodinamica è molto e impegnativo. Un’organizzazione di questo tipo, infatti, richiede preparazione e costanza nel prendersi cura degli animali e dei frutti preziosi che la terra dona, se lavorata sapien-temente e con rispetto. Sveglia presto, controllo minuzioso dei detta-gli e grande attenzione per l’ambiente fanno dell’esperienza Di Vaira un esempio struttu-rato di attività rivolte alla qualità dei prodotti e, di conseguenza, al benessere delle persone e della terra.

Fra i responsabili della buona riuscita dei ritmi vitali in questa realtà situata fra le colli-ne del Molise e il mare c’è Vincenzo Battistin. La sua è la testimonianza di un lavoro fatto di impegno quotidiano e di forte dedizione.

In questo momento dell’anno, a che ora inizia la tua giornata e di cosa ti occupi?Ogni giorno alle 6.45 ci si trova, con tutti i colleghi per decidere e assegnare i lavori della giornata. Diffi cile dire di cosa mi occupo nello specifi co. Mi prendo cura dell’effi cienza dei macchinari in offi cina, della preparazio-ne degli attrezzi, fi no all’ordine dei pezzi di ricambio. Mi occupo anche delle mansioni legate agli ortaggi, come coordinare i lavori da fare nella giornata, secondo le esigenze del periodo e della stagionalità, e di affi ancare Alfonso, il capo operaio, nel seguire da vicino le attività in campagna e lo stato dei campi, prima e dopo i trapianti e le raccolte.

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notizie dal mondo bio

novità

www.latte-bio-delle-alpi.it

Bio dal 1973.

Adesso è disponibile anche il latte UHT!Adesso è disponibilanche il latte UHT!

Senza lattosio con ingredienti da commercio equo e solidale!

NUOVO

evolvere la concezione dell’agricoltura che avevo appreso a casa, in famiglia.

Che dire di te…Vengo da un paese di montagna sopra Vitto-rio Veneto, ho fatto gli studi nell’ambito della ragioneria. La mia famiglia ha sempre avuto un po’ di terra e durante la mia giovinezza ero obbligato a occuparmene, cosa che dete-stavo! Per questo, dai 16 ai 20 anni ho cercato in ogni modo di sfuggire ai doveri imposti, fa-cendo le professioni più disparate. Una volta acquistati la casa e del terreno, però, mi sono spontaneamente riavvicinato alle mie origini, al punto di farne il mio lavoro. Mi sono reso conto che ho sviluppato una profonda sensi-bilità nei confronti della madre terra, come se facesse davvero parte della mia natura, e in effetti è lì che sono le mie radici.

Qual è il rapporto con le persone che si occupano delle altre parti dell’azienda?Buono, sincero e aperto. Una volta instaurato un rapporto basato sulla fi ducia reciproca, sono sempre pronto a ricevere qualche con-siglio e a scambiare pareri, qualunque sia la loro provenienza, perché ogni confronto è un arricchimento e migliora il lavoro di tutti, per il bene dell’azienda.

ricomincia subito un altro. In campagna tutto è ciclico e continuo: può essere considerato il bello e il brutto di questa scelta di vita.

Cosa cambieresti?Ci sono sicuramente aspetti migliorabili, tante condizioni non ottimali di lavoro, ma trovo che sia più utile accettare le condizioni che abbiamo al momento e produrre con esse la realtà più favorevole possibile. I migliora-menti, poi, avverranno col tempo, grazie ai nostri sforzi.

Cosa temi di più?Il tempo! In parte da un punto di vista atmo-sferico, come ho già detto, in parte perché tante volte sembra che scorra troppo veloce e ci sono sempre tante cose da fare e che vorrei realizzare.

Cosa signifi ca per te lavorare in un’azienda biodinamica? Conoscevi prima questa tecnica?No, non la conoscevo e mi ha insegnato un approccio nuovo all’agricoltura che compren-de anche aspetti spirituali dei quali prima non avevo alcuna consapevolezza. Ho acquisito, grazie all’esperienza legata a Di Vaira, una visione più ampia di ogni aspetto del lavoro con la terra, un modo per

MOPUR VEGETALFOOD

affettato di mopur stagionato

Un affettato vegetalestagionato, ideale comeingrediente per panini, ma anche come antipasto, in abbinamento a salse o verdure, e come veloce secondo piatto, condito con un semplice fi lo diolio extravergine d’olivae una spolverata di erbearomatiche.

ECOR

bibite

Un ampio assortimento di bibite in bottiglia di vetro,adatte per tutta la famiglia eper tutti i gusti: cola, chinotto,limonata, aranciata rossa, aranciata bionda, cedrata,pompelmo rosa, gassosa eginger. Sono prodotte conanidride carbonica naturale,estratta dal sottosuolo toscano.

BIOVITA

cous cous integrale e semintegrale

Originario del Nord Africa,il cous cous si è poi diffusoin tutto il mondo. Facile da preparare, è molto versatile ed è perfetto con verdure,pesce, carne e legumi.Biovita lo propone inmolte varianti, come quellaintegrale e semintegrale di grano duro.

Vacanze in FattoriaSe stai cercando una meta rigenerante e tranquilla per trascorrere qualche giorno di vacanza fuori dagli usuali percorsi turistici, ti invitiamo alla Fattoria Di Vaira a Petacciato (Campo-basso). Qualche giorno all’agriturismo della Di Vaira può essere infatti un’oc-casione unica per sperimentare e co-noscere la vita di un’azienda agricola biodinamica. La Fattoria sorge in un territorio ancora intatto, fra le colline e il mare. Alla Di Vaira si può gustare una cucina vegetariana semplice e fre-sca, basata sugli ortaggi che arrivano dai campi e sui formaggi stagionali che escono dal piccolo caseifi cio, fare passeggiate e vivere e scoprire i colori, i profumi e i sapori della campagna molisana e delle zone circostanti. La Di Vaira è anche un ottimo punto di appoggio per passare qualche giorno in un mare pulito: la Marina di Petacciato ha ottenuto, infatti, la Bandiera Blu nel 2012 e nel 2013. www.fattoriadivaira.it ARIES

biscotti di farroalle nocciolee carruba

Al primo assaggio ricordanoi buoni biscotti della nonna,caratterizzati però dal gusto insolito della carruba abbinatoa quello inconfondibile delle nocciole. Sono l’ideale acolazione perché la loro formali rende perfetti per l’inzuppo.

ALCE NERO

nettariTutto il buono della fruttabiologica italiana dei sociagricoltori di Alce Nero neinettari in brick: le pere e lepesche dell’Emilia Romagna, le albicocche della Basilicata e le mele del Trentino. La frutta frescaviene raccolta e lavorata entro 12 ore dalla raccolta, alla purea difrutta viene aggiunto zucchero dicanna e succo di limone per ungusto davvero unico.

grissinetti snack Nelle piccole confezioni da 30 grammi, i grissinetti sono uno snack comodo e pieno di gusto, ideale da portare in uffi cio, a scuola o dasgranocchiare nel tempo libero.Preparati artigianalmente con olio di semi di girasole spremuto a freddo,sono disponibili nelle versioni di farro o di frumento con semi di sesamo.

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oggi leggiamo...

I Ricettari Volanti

AUTORI VARI

Editore Baule Volante

Per le vostre ricette bio, tutta la col-lana dei Ricettari Volanti pubblicati da Baule Volante, con alcune interes-santi nuove uscite, raccolti in un unico cofanetto. Si tratta di 18 ricettari che offrono consigli utili e curiosità sugli ingre-dienti biologici e propongono tante gustose ricette vegetariane che van-no dagli antipasti ai dolci, passando per le uscite tematiche dedicate ai cereali, al pane o alla cucina a crudo.

Chi pianta alberi vive due volte

RICCARDO FERRARI

Ponte alle Grazie Editore/Altreconomia

L’albero è il simbolo della vita e, ol-tre ad abbellire il paesaggio, è molto importante per la nostra salute e per quella dell’ambiente che ci circonda. In questo libro l’autore, partendo dalla sua osservazione, offre al lettore interessanti indicazioni sulla storia degli alberi e sulle loro carat-teristiche, per imparare a riconoscer-li e a occuparsene, per salvaguardare un bene così importante per il futuro dell’uomo e del pianeta in cui vive.

Se non mangia le verdure

M. TREVISAN E L. BUSATO

Terra Nuova Edizioni

Frutto dell’esperienza di Michela Trevisan, nutrizionista, e di Linda Busato, cuoca di asilo nido, questo li-bro propone ricette indicate non solo per i bambini che non amano frutta e verdura, ma per tutta la famiglia. Si tratta di preparazioni vegetariane che permettono di portare in tavola ogni giorno frutti, ortaggi, legumi e cereali, attraverso gustose ricette, per trasformare le abitudini anche dei più reticenti.

Armonia vegetale in cucina

ANTONIO SCACCIO

Tecniche Nuove

Antonio Scaccio è uno chef che, oltre ad amare il suo mestiere, ama la na-tura e trae da essa gli ingredienti per le sue ricette. Questo libro permette di fare un vero e proprio viaggio tra ricette vegane e vegetariane (non trascura nemmeno i formaggi) preparate con fantasia e creatività, utilizzando anche ingredienti meno consueti, sapientemente combinati con alghe, spezie e aromi, sperimen-tando una cucina sensoriale.

l’angolo del giardino

la pianta, tra cielo e terra

In attesa della prossima edizione di Seminare il Futuro che si terrà domenica 12 ottobre, vediamo come la pianta, tra cielo e terra, si arricchisce di forze cosmiche fondamentali per la sua crescita.

Durante l’inverno, il frumento ha moltiplicato a livello del suolo tanti germogli. In primavera poi, si prepara alla fase di levata, ovvero a un allungamento dei culmi e dei germogli. Una gior-nata in più o in meno di sole può far la differenza. La pianta del cereale, in particolar modo del frumento, del farro e dell’avena, si nutre particolar-mente di luce. Il veicolo con cui la luce fl uisce in una foglia per attivare la fotosintesi clorofi llia-na è il silicio, che potremmo de-

carbonio, un’altra sostanza im-portantissima. Quando sfi oria-mo il lembo di una foglia di un cereale la percepiamo tagliente: è dovuto al silicio presente sulle sue estremità. Quando, invece, vediamo ondeggiare lo stelo di una spiga lo dobbiamo, oltre che al silicio, alla presenza del car-bonio. Più lo stelo si allunga, più è alta la sua affi nità con la luce. Più lo stelo è elastico e ondeggia, più la pianta è stata capace di trattenere la luce solare al suo interno.La luce e il calore si con-densano mano a mano che la pianta cresce, fi no ad arrivare a un punto di saturazione, che permette la formazione della spiga. Si nota un rigonfi amento che sembra quasi venire espulso

fi nire come una luce condensata.Il silicio nel suolo (la sabbia) fl uisce nella pianta tramite l’elaborazione dei microrganismi del terreno, ma abbiamo anche il silicio disperso in dosi infi nitesi-mali nell’atmosfera, quasi come borotalco, fi nissimo e impalpabi-le, ma presente nell’aria.Il silicio dell’aria si posa sulle foglie e viene assorbito tramite la rugiada e la pioggia (la foglia, infatti, ha piccoli forellini con cui respira). Il cereale impiega questo silicio così come l’elettri-cista impiega i fi li di rame per far fl uire la corrente; lo utilizza per trattenere la vita che scorre attraverso i raggi solari.La luce fl uita attraverso il silicio all’interno della pianta si disperderebbe se non ci fosse il

verso l’alto. Si tratta di un pro-fondo capovolgimento delle forze vitali della pianta, che stanno per fl uire tutte all’interno della nuova spiga. È molto bello vedere come la pianta convogli tutta la sua for-za vitale in un unico punto; non avviene, certo, in una rosa o in un geranio, che continuano a rifi orire.Nel cereale le forze vitali hanno un’unica direzione e un unico disegno: concen-trarsi all’interno della spiga e concentrare luce e calore.

Questo e altri interessanti approfondimenti sono disponibili sul sito www.seminareilfuturo.it

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Valore Alimentare

appuntamenti

basso residuo fisso di 16,4 mg/lpH di 6,1sodio di 1,2 mg/l

L’acqua MONTE ROSA della fonte Gragliasgorga a 1050 metri d’altitudine.MONTE ROSA ti parla anche dei valori dell’acqua: non solo un bene di consumo, ma un principiovitale per l’intero pianeta.

una fonte di riflessione

acqua minerale naturale

per informazioni: Numero Verde 800-233230

festAmbiente Dall’8 al 17 agosto torna festAmbiente, festival di ecologia, soli-darietà e cultura, giunto quest’anno alla sua ventiseiesima edizio-ne. Tra i più importanti eventi europei dedicati all’ecologia e alla solidarietà, il festival nazionale di Legambiente viene organizzato a Rispescia, presso “Il Girasole”, Centro nazionale per lo sviluppo sostenibile di Legambiente situato alle porte del parco regionale della Maremma, a pochi chilometri da Grosseto. Per ulteriori informazioni sull’iniziativa e per conoscerne il programma, visita il sito www.festambiente.it

venzionale. Com’era d’altro canto facile intuire, è così confermato che l’introduzione di alimenti biologici può proteggere i bambini dall’esposizione ai rischi dei pesti-cidi. Frutta e verdura, fortemente raccomandate come alimenti quotidiani, sia per i bambini che per gli adulti, nella loro versione biologica rappresentano dunque un valido alleato nel quadro di una corretta alimentazione.

Per conoscere da vicino l’ortofrut-ta www.crescibio.it permette di consultare le colorate schede di ciascun frutto o ortaggio: pro-prietà nutrizionali, indicazioni per inserirli con i giusti tempi e moda-lità nello svezzamento dei bimbi, la presentazione di produttori.

Per avere maggiori informazioni, più calate sulla propria necessità ed esperienza, ciascuna mamma potrà rivolgersi alla nutrizionista Michela Trevisan, scrivendo a “Una nutrizionista per amica”.

www.crescibio.it è un sito ami-co delle mamme, e non solo, per-ché oltre ad essere ricco di preziosi contenuti rappresenta una fonte pratica e facilmente consultabile di ricette: topini croccanti, broccolini on the road, insalata cappuccetto bianco alla riscossa, insalata del re, mattoncini per la casetta dei tre porcellini… Frutta e verdura bio gli ingredienti di base, assieme a tanta fantasia e a un pizzico di simpatia, per preparare assieme ai più piccoli gustose ricette che sorprenderanno gli occhi e ancor di più il palato.

Tutti gli utenti potranno suggerire le loro ricette, quelle più semplici, quelle più “azzeccate”, quelle più stuzzicanti, per garantire sempre ai più piccini una corretta alimen-tazione a base di frutta e verdura bio.

Quante domande si pongono i genitori e in particolare le mamme quando si tratta dell’alimentazio-ne dei più piccoli! Le domande aumentano quando incomincia la fase dello svezzamento, quando i piccoli crescono e affi nano i gusti, magari rifi utando alcuni alimenti, come la frutta e la verdura. Solo per citarne alcune, ricor-renti: “Che frutta presentare al mio bimbo nelle prime fasi dello svezzamento?” “Cosa è meglio dare e cos’è invece meglio evita-re?” “Come faccio a far mangiare la verdura al mio bimbo?” e più in generale: “Come posso garantire ai miei fi gli un’alimentazione equi-librata a base di prodotti buoni e sani?”

Certo è impegnativo il ruolo di mamma: garantire tutti i giorni

una corretta alimentazione ai propri piccoli non è proprio cosa semplice!Per dare una mano, un vero e pro-prio aiuto alle mamme, ma anche ai papà, ai nonni e alle tate che si prendono cura dei piccoli di casa, è nato www.crescibio.it. Un sito web con informazioni e consigli pratici per far crescere i più piccoli all’insegna del benessere, grazie a una corretta alimentazione con il giusto spazio a frutta e verdura bio.

Attraverso www.crescibio.it è possibile scoprire i plus dell’or-tofrutta coltivata con il metodo biologico, che esclude l’impiego di prodotti chimici di sintesi, che rispetta la terra, mantenendola fertile, vitale e produttiva, che viene abbracciato da agricoltori

che hanno scelto di dire sì alla natura e che lavorano tutti i giorni con passione, impegno e dedi-zione. Da alcuni studi apparsi su prestigiose riviste scientifi -che (Pediatrics, organo uffi ciale dell’ordine dei pediatri americani, piuttosto che Environmental He-alth Perspectives organo uffi ciale del NIEHS -National Institute for Environmental Health Sciences- ovvero l’Istituto nazionale per la salute ambientale) infatti, risulta che nella pipì dei bambini che con-sumano alimenti convenzionali sono presenti residui di pesticidi.La presenza di queste sostanze chimiche non è da sottovalutare, basti pensare che si è riscontrata una correlazione tra i residui di pesticidi nelle urine e la capacità di attenzione e l’iperattività nei bambini (Pediatrics, 2010), e che a molte sostanze utilizzate nell’agri-coltura convenzionale le ricerche addebitano effetti a lungo temine. Si parla di malattie degenerati-ve del sistema nervoso come il Parkinson, l’obesità, l’infertilità e disturbi della concentrazione.

La situazione dei bambini è più delicata di quella degli adulti: i loro sistemi di eliminazione delle sostanze tossiche dall’organismo sono ancora immaturi; in propor-zione al peso, il bambino assume molto più cibo di un adulto, e il suo metabolismo è molto accelerato.

Offrire ai più piccoli alimenti prodotti senza ricorrere a pesticidi chimici di sintesi e a molti additivi signifi ca aiutarli a crescere con una vera attenzione al loro benes-sere. Già alcuni studi pubblicati nel 2006 da Environmental He-alth Perspectives hanno dimostra-to come con l’introduzione di una dieta a base di prodotti biologici, i quantitativi dei metaboliti dei pesticidi nel corpo dei diminuiva-no velocemente sino a diventare irrintracciabili e rimanevano tali fi no al ripristino della dieta con-

l’amico delle mamme! Temi principali del percorso sviluppato da valorealimen-tare.it sono l’importanza dell’alimentazione dalla gravi-danza all’educazione alimenta-re del bambino, la cucina sana e gustosa per tutti, l’origine dei prodotti e la loro trasforma-zione, con un confronto serio e rigorosamente scientifi co tra biologico e convenziona-le. E poi ancora le diete dello sportivo, le ricette con la pasta madre, gli articoli sull’orto in terrazzo, la biodiversità e l’ecologia urbana. Ti aspettia-mo su valorealimentare.it (iscrivendoti alla newsletter riceverai una selezione di arti-coli speciali!).

Se sei una persona che si interroga sul rapporto tra alimentazione e salute, se vuoi saperne di più sulla fi liera del cibo e sui metodi produttivi, se vuoi consigli su come cucinare tanti piatti in modo gustoso e salutare, allora valorealimentare.it è la rivista online che fa per te! Un gruppo di esperti medici, agronomi, nutri-zionisti ti accompagnerà in un percorso alla scoperta del cibo e della sua relazio-ne con la salute, con tanti suggerimenti per utilizzare al meglio le proprietà degli alimenti e fare scelte consa-pevoli.

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