Lo Stendardo nr. 9

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TUTTI UNITI! LO STENDARDO E LE DIFFICOLTÀ DELL'ACB

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Periodico della Gradinata Sud Bellinzona (Ticino, Svizzera).

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ANNO PRIMO

NUMERO 6LUNEDÌ,8 APRILE 2013

I tifosi granata hanno vissuto moltointensamente queste ultime settimane. Lanotizia dei problemi finanziari legati all'AC

Bellinzona è infatti balzata all'onore delle cronache,lasciando in molte persone un sentimentoperplessità e di sconcerto, sia per la velocità con cuigli eventi si sono negativamente sviluppati, sia perle dichiarazioni spesso contraddittorie o subitosmentite pervenuteci dalla società e dal presidenteGiulini.Sono state fattemolte speculazionisu nuovi finanziatoriinteressati all'ACBellinzona, sonopartite delle raccoltefondi più o menospontanee percercare di sanarealmeno in parte idebiti accumulati eci sono state variemanifestazionid'affetto e disostegno indirizzatealla squadra ed alla società.Gli scenari futuri sono più che mai incerti: per quelche riguarda la mancanza di fondi i più ottimisticredono ancora nella forza economica delpresidente, mentre i più pessimisti si dicono ormairassegnati e pronti dunque al fallimento dellasocietà.Le informazioni che ci giungono non aiutano certo afare chiarezza su quanto stia realmente accadendo,non ci resta dunque che attendere ancora, sperandoovviamente che il tutto si possa risolvere al meglio.

All'interno di questa situazione critica l'ACBellinzona è però riuscito, quasi paradossalmente, agestire la pressione e le emozioni ricevute negliscorsi giorni, vincendo addirittura la sfida di verticein trasferta ad Aarau. I giocatori hanno quindireagito come meglio potevano, onorando cioè ilproprio impegno con la maglia granata.Anche la reazione dei tifosi è però stata moltopositiva la presenza ed il sostegno alla sedutad'allenamento prima della trasferta ad Aarau ed,appunto, in terra argoviese hanno dimostrato

ancora unavolta come itifosi tenganoalla realtàgranata. Inquestomomentodifficile tifosisi sono quindimobilitati afavore dell'ACBellinzona;tutti uniti epronti a dare il

proprio apporto alla causa.Anche Lo Stendardo deve essere visto inquest'ottica, ossia quella di “collante” all'internodella tifoseria granata. La possibilità di scrivere suqueste pagine è infatti aperta a tutti gli interessati,senza alcuna distinzione.Lo Stendardo vuole essere la voce dei tifosi per itifosi, non esitate: per qualsiasi necessità dichiarenti la Redazione è a vostra disposizione, bastacontattarci tramite l'indirizzo e-mail che trovatesull'ultima pagina di questo numero.

TUTTI UNITI !L O S T E N D A R D O E L E D I F F I C O LT À D E L L ' A C B

RedazioneScritto da

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FULVIO SULMONI: UNA SOLIDITÀ DIFENSIVAINTERVISTA AL GIOVANE GIOCATORE GRANATA

Fulvio Sulmoni è approdato aBellinzona all'inizio di questastagione, diventando ben presto un

tassello importante della difesa dell'ACBellinzona. Abbiamo quindi deciso discambiare quattro chiacchiere con lui, perfarvelo conoscere un po'meglio.

Sei ormai un pilastro della difesa Granata, macome ti sei avvicinato al mondo del calcio?Quando e dove hai cominciato a giocare?

I primi calci al pallone ho avuto modo di darli nelRiva San Vitale, la mia città natale. Sono poipassato al Chiasso. All'età di 15 anni sono poiapprodato al FC Lugano.

La situazione in casa ACB non è delle piùrosee, mancano i soldi degli stipendi e sirischia parecchio. Cosa pensi di come ilmondo del calcio diventi sempre piùdipendente dai soldi, e che si perda il contestocittadino, popolare, che da semprecaratterizza questo sport?

Purtroppo è ormai vero che il soldi sono una partedel calcio, se per giocare a certi livelli i soldi devonoessere investiti. La situazione non è certo dellemigliori, ma ci sono dei termini da rispettare, degliimpegni da portare a termine. Speriamo che Giuliniriesca a risolvere i problemi, magari con qualcheinvestitore del posto. Noi come giocatori possiamodire che siamo disposti a fare dei sacrifici, oltre chesul campo, anche per quanto riguarda l'aspettofinanziario.

Tu sei un giocatore che in Ticino ha giratoparecchio, partendo dal Chiasso, passando daLugano e Locarno per arrivare infine aBellinzona. Non credi che con questo sistema,si possano perdere quei giocatori "bandiera",quei pilastri di una squadra che rimangonoindelebili nella testa dei tifosi. Cosa pensi di

questa situazione e del fatto che i tifosifacciano fatica a vedere dei giocatoriveramente attaccati alla maglia?

Diciamo che è semplicemente una questione dinecessità. Io a Bellinzona è il primo anno che giococome professionista, prima i contratti che firmavoerano amatoriali e potevo sopravvivere perchévivevo in casa con i genitori. Sul fatto dei giocatori“bandiere” io credo che esistano solo a certi livelli,penso nelle squadre importanti dove hanno lapossibilità di far sì che il giocatore si senta benenella società, e riescono a proteggerli con buonicontratti.

Sabato scorso i tifosi Granata si sonopresentati all'allenamento del mattino,sostenendo a gran voce la squadra erimarcando l'attaccamento che da sempreprovano verso la maglia. Durante l'intervistaalla RSI sei apparso fortemente emozionatoquel giorno. Cosa si prova ad entrare incampo e sentire la tua curva, il tuo pubblico,che canta per incitare te e la squadra?

C'è da sapere che i giocatori guardano molto aitifosi. Nel momento in cui scendiamo in campo ilnostro primo pensiero va alla tifoseria e a vederequanta gente c'è allo stadio. Se c'è una bellacoreografia, se c'è tanta gente, siamo molto piùmotivati.

Da quando sei a Bellinzona hai collezionato21 presenze su 23 partite, una mediadecisamente buona. La coppia Schenkel –Sulmoni garantisce un'importante soliditàalla difesa. C'è già un ricordo, bello o brutto,legato ad una partita o ai tifosi, che ti èrimasto indelebile nella testa? Cosa ti hacolpito della realtà bellinzonese?

Posso dire che inizialmente ho fatto fatica adintegrarmi nello spogliatoio perché ad iniziocampionato c'erano delle dinamiche all'interno dello

M.Scritto da

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stesso che non funzionavano. Penso che lasituazione fosse nota a tutti. Adesso invece mi trovomolto bene, sono integrato completamente ed è giàda qualche mese che mi sto affezionando a questarealtà. Proprio per questo l'affetto dimostrato sabatodai tifosi mi ha colpito parecchio. Questo èsicuramente il ricordo più bello. Il ricordo più bruttoinvece è la sconfitta a Chiasso (27.08.2012, ndr.)

Anche i giocatori vivono a modo loro ilfattore mercato: magari un amico che parte,un compagno di squadra particolarmentecaro lascia la squadra. Qual è quindi ilmiglior compagno di squadra, a livellocalcistico ma anche umano, che hai maiavuto?

Al momento direi Luca Denicolà, che ho avutocome compagno a Lugano. Lo prendo un po' daesempio: un tipo molto tranquillo, faceva il suo, nonera mai polemico. Era inoltre un ottimo giocatore.

Ad Aarau hai sicuramente fatto una grandepartita, ma come si sa non tutti sono perfetti,non sempre le cose vanno come dovrebbero.Cosa ti fa più innervosire quando sei incampo?Gli errori dei compagni, l'arbitro o gliavversari?

Sul terreno da gioco ciò che mi innervosisce èquando i miei compagni si lamentano degli erroricommessi dai compagni di squadra. Questo è ciòche mi da più fastidio. Devo però dire che nelgirone di ritorno questi comportamenti non ci sonopiù perché sono stati giustamente corretti dalmister. Per contro all'andata succedevano spesso.Infine gli atteggiamenti degli avversari sonocomprensibili.

Ha vestito le maglie di Lugano, Locarno,Chiasso e Bellinzona. C'è stata una squadrache più di tutte ti ha dato qualcosa? Unasquadra a cui tu sei sempre stato legato, e in

cui hai sempre voluto giocare?

Ogni realtà ha avuto un suo perché; devo esseresincero la realtà di Chiasso mi ha dato molto, mi hapermesso di crescere molto, anche se i tifosiquest'anno mi hanno deluso molto: mi aspettavo piùriconoscenza, sopratutto quelle volte che siamoandati a giocare a Chiasso. Mi dispiace che nonapprezzino più la mia persona più che altro.Quello che ci tengo a dire è che a Bellinzona mitrovo davvero bene, tanto che, il tutto è però ancorada vedere, a me non dispiacerebbe continuare qui,anche oltre i tre anni che ho di contratto. Mi trovotalmente bene che non mi dispiacerebbe finire qui lamia carriera. Salvataggio della società permettendo(ride, ndr).

La difesa come detto è solida: 20 gol in 23partite. Ciò che però colpisce per una squadradi Serie B che punta alla promozione sono igol segnati, o meglio non segnati: 29 in 23partite. Il quarto peggior attacco delcampionato...

Io preferisco parlare di fase offensiva e fasedifensiva. La fase difensiva non è solo la difesa, nonsono solo i quattro difensori ad essere ottimi, ma èun lavoro che parte dagli attaccanti che viene svoltoin maniera corretta e con grande sacrificio.Dobbiamo migliorare in fase offensiva, madobbiamo migliorare anche noi difensori da dietrogià ad impostare meglio l'azione. Dobbiamo essereinoltre molto più concreti sotto porta, dobbiamosegnare di più.

È stato scritto tanto sui giornali sullasituazione che vi era all'interno della società edello spogliatoio quando Gabriele eraallenatore. Cosa puoi dirci tu adesso che nonci sono più, e che la situazione sembra esseremigliorata: c'erano delle regole ferree darispettare? È vero che non si poteva dire lapropria opinione?

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Io penso che quando una situazione del genereviene percepita in questo modo dai tifosi, questo staa significare che all'interno il problema è cento voltepiù grande. Ciò che trapela è sempre meno diquanto in realtà avviene. C'era un problema reale discelte, di imposizioni, che però anche da partenostra è difficile confermare. Ci sono dei fortisospetti però.

Da Gabriele ad Andermatt, decisamente duecaratteri differenti. Proprio quest'ultimo stasvolgendo un ruolo importante all'interno diun gruppo molto giovane, confrontato conquesta situazione economica e mediatica nonsemplice da gestire. La sua figura si è ersa afaro per il gruppo. Cosa puoi dirmi della suapersona e del suo carattere.

Io Andermatt non lo conoscevo personalmente, madevo dire che mi ha sorpreso positivamentesopratutto nella gestione del gruppo. Il nostro non èun gruppo semplice da gestire perché ci sonodiverse personalità forti, ma lui lo sta gestendo nelmigliore dei modi. È capace anche di gestire moltobene questa situazione molto complicato, sopratuttonel rapporto con i media che stanno mettendo delloro nell'aggravare la situazione. Noi ormai perquanto riguarda la situazione finanziaria ci siamoorganizzati, e ormai non è più quasi un problema.

Pare che a giorni dovrebbero finalmentearrivare gli stipendi. Si è detto che in questomomento di difficoltà il gruppo si è legatomolto, c'è stata un'unità forse mai vistaprima. Credi che cambierà qualcosa quandotutto tornerà alla normalità e riceverete glistipendi? Quando non si sarà più in difficoltà,tutti assieme, pensi che possa cambiarequalcosa?

Personalmente non lo voglio credere, sopratutto perrispetto all'obbiettivo che ci siamo posti. Io credoche non succeda, perché tutti vogliono la SuperLeague. Il nostro impegno non cambierà se ci saràuna sicurezza finanziaria maggiore.

La tua posizione naturale è da difensorecentrale, ma da qualche partita ormai giochicome terzino destro. Come ti trovi?

Mi trovo meglio chiaramente nel mio ruolo naturale,ma sto prendendo l'abitudine a giocare come terzinodestro e più partite gioco in questo ruolo più gliautomatismi si consolidano.

La partita contro il Wil rappresenta unaseconda sfida in chiave promozione. Si giocacontro la terza classificata, una buona difesa,ma non sarebbe male cominciare a segnare unpo' di gol che a fine stagione non possono chefare bene.

È quello che ci ha detto il mister oggi: dobbiamoessere più cinici sotto porta. Inoltre dobbiamoassolutamente vincere per non gettare al ventoquanto fatto di buono lunedì sera ad Aarau.Speriamo in un'affluenza di pubblico importante,questo sarà fondamentale.

C'è qualcosa che vorresti aggiungere perconcludere questa nostra chiacchierata?

Vorrei ringraziare i tifosi che in questo momentosono vicini alla società, ma sopratutto ci tengo a diregrazie per il gesto di sabato che ci ha dato una fortespinta, un gesto di grande valore: tutti nellospogliatoio ne hanno parlato positivamente. È statosicuramente ciò che ci ha dato la motivazione perandare a vincere ad Aarau.

UN GRAZIE DI CUORE AI RAGAZZI !U N G R U P P O C H E V I N C E C O N I L C U O R E

MFScritto da

La preoccupazione in casa granata è tanta. Lapaura è che la fine di 109 anni di storia perquesto glorioso club sia vicina. Due mesi fa

nessuno avrebbe mai creduto, che dopo così pocotempo, ci potessimo trovare in una situazione tanto

critica. Il crollo economico era insospettabile.L'unico tema che faceva capo ai discorsi dei tifosiera la rincorsa all'obbiettivo tanto paventato adinizio stagione, la promozione. Una promozione chetutt'oggi è ancora raggiungibile, anzi lo è più di

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prima, quando alla pausa eravamo in ritardosull'Aarau di 2 lunghezze, mentre ora questo gap èstato cancellato.E c'è da dispiacersi oggi a sentire parlare così pocodi calcio giocato, ma piuttosto di improbabilicordate, nuovi azionisti, investimenti bloccati esanzioni disciplinari.Anche i mass media locali purtroppo non parlanod'altro. Allora ho pensato bene che fosse il caso chelo facessi io.Non per fare la cronaca di una partita che ormai

sicuramente, da un giornale o dall'altro, tuttiavranno già letto. Ma per incorniciare il momentoirripetibile che sta vivendo la società, i giocatori etutto il popolo granata. Eh sì, perché proprio questasituazione tanto drammatica quanto spiacevole haprovocato una reazione tanto forte ed orgogliosaalla quale non si è soliti assistere.I giocatori dell'AC Bellinzona (dei quali solo AngeloRaso è Bellinzonese di origine, quindi non legati aicolori granata per motivi strettamente geografici)non percepivano lo stipendio da più di 3 mesi.Come annunciato dallo staff tecnico, essi avevanopiena libertà di cercare un'altra squadra dovesistemarsi (come per altro prevede il regolamentodella Swiss Football League) proprio a causa

dell'incapacità del club di tenere fede agli onericontrattuali. Nonostante questo tutti i giocatoridella rosa hanno deciso di non abbandonare lasquadra della capitale in questo momento difficile,dimostrando grande professionalità. Questo sarebbestato un primo evento al quale i nostri mediaavrebbero dovuto dare maggiore eco. Nel mondodel calcio al giorno d'oggi purtroppo sempre piùraramente si assiste a eventi del genere, nei quali igiocatori si fanno protagonisti di gesti nobili e asostegno di valori che vanno oltre al mero interesse

personale e guadagno economico. Forse, invece chemostrare ripetutamente interviste logoranti alpresidente Giulini (nel quale per altro non venivamai detto nulla di nuovo), avrebbero potutomostrare queste scene di solidarietà al pubblico,sicuramente più educative per i più giovani.E che dire del tecnico Andermatt che, invece cheabbandonare la barca, come fatto ormai dallamaggior parte degli ex-membri del Cda, si caricasulle spalle le responsabilità di un gruppo che fadella professionalità e del sacrificio il nuovo motto.Sacrificio, sì. Perché senza di questo il Bellinzonasarebbe andato ad Aarau a fare una figuraccia. E itifosi questo lo hanno capito. Consci dell'importantegesto dello staff, 500 tifosi circa si sono radunati

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I BELLINZONA BOYS 2005 AL LICEO!I N C O N T R O C O N G L I A L L I E V I A L L E G I O R N A T E C U LT U R A L I

ErreScritto da

attorno alla squadra in un abbraccio virtuale,durante l'abituale allenamento pre-partita del sabatomattina, dimostrando un grande affetto masoprattutto rispetto per quanto intrapreso.Lo scopo di tutto ciò? Semplice, far capire ai nostribeniamini che in questo momento difficile nonsaranno mai soli. Applausi, cori, striscioni, e tanteemozioni! Chi non c'era.. . non può capire!L'hanno capito i ragazzi in campo, alcuni anchevisibilmente commossi. Hanno colto l'abbraccio deitifosi e hanno raccolto la sfida: fino a quando ilBellinzona potrà regolarmente scendere in campo,loro lo faranno. Onoreranno la maglia e la storiadell'AC Bellinzona.E così è stato. Così tanto orgoglio e dedizione peruna società sportiva, personalmente, era tanto chenon lo vedevo.I granata ad Aarau sono scesi in campo travestiti da

leoni. Hanno tramutato le preoccupazioni in rabbia,aggressività e disciplina. Hanno estratto dalcappello la miglior prestazione stagionaleespugnando il Brügglifeld, il campo più ostico diquesto campionato, raggiungendo così inconcomitanza con gli argoviesi la vetta dellaclassifica.Poco importa se ciò era avvenuto già nel gironed'andata, perché questa volta è avvenuto intutt'altra maniera. Allora a far la differenza erastato il bellissimo spunto personale firmato daMagnetti. Lunedì la differenza l'ha fatta il cuore.Quindi dalla curva una grande nota di merito airagazzi per quanto fatto, e la speranza è quella dipoter vedere ancora tanta grinta e fame di vittorianelle prossime partite, ricominciando dall'incontrocasalingo contro il Wil (squadra tutt'altro che dasottovalutare).

S e si vuole considerare il Liceo di Bellinzonacome una valida realtà scolastica sia per lacittà che per il Cantone non ci si deve

focalizzare unicamente sulla qualità della strutturao su quella delle lezioni offerte. Un elemento che,pur esulando dal canonico schema educativo, puòessere considerato come una sorta di fioreall'occhiello per il Liceo cittadino sono sicuramentele cosiddette “giornate culturali”.Durante queste giornate il ruolo dei docenti passain secondo piano, in quanto diventa degli allievi ilcompito di proporre delle attività alternative allelezioni. I ragazzi si attivano dunque alla ricerca ditemi che possano destare l'interesse, magari anchegrazie alla presenza di relatori con importanti ruoliprofessionali. Come ogni anno, anche questaedizione delle giornate culturali ha dunque vistoproposti una moltitudine di temi, i quali hannotoccato aspetti politici, religiosi, economici, sportivie molti altri ancora.All'interno di questo ampio ventaglio di proposte siè così inserita anche un'attività dal titolo “Tifoorganizzato: quello che di solito non viene detto”.Leggendo la descrizione dell'attività era possibilefarsi una prima idea di quello che i due relatori

avrebbero poi trattato, ossia unaconstestualizzazione generale del fenomeno del tifoorganizzato, dapprima, per poi concentrarsimaggiormente sulla realtà che contraddistingueBellinzona.Per questa attività è stato riscontrato un buonsuccesso a livello di affluenze: erano presenti circatrenta persone. I due relatori si sono trovati aproprio agio nel trattare l'argomento e, dato cheentrambi fanno parte dei Bellinzona Boys 2005,questa era inoltre un'ottima occasione per fornire aipartecipanti una visione alternativa di questofenomeno, che non sia cioè quella spessopropinataci dalle autorità o dai media.Il pomeriggio è quindi iniziato con una breve storiadel tifo organizzato, mettendo l'accento su aspetticome le differenze tra il concetto di “ultras” e quellodi “hooligans”, termini spesso erroneamenteconsiderati sinonimi. Si è poi proseguitoattraversando il tema dei valori comuni che sicelano dietro al mondo ultras, giungendo infine aduna riflessione incentrata sul ruolo che hanno imedia nel contesto del tifo organizzato. A ciò si èlegato lo spinoso tema della violenza negli stadi, ilquale è spesso vittima di un eccessivo

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OPPRESSIONE DEL PENSIERO UMANOS P E S S O C I Ò C H E L E G G I A M O N O N È C I Ò C H E A C C A D E

GiekiScritto da

Nella nostra società attuale, come affermaMaldonado, i media, che sono i mezzi dicomunicazione di massa (giornali,

televisione, radio, ecc..), sono diventati il punto diriferimento per la maggior parte delle persone. Annifa, una persona pensava con la propria testa eveniva influenzata solo in parte da fattori esterni.Adesso invece, sembra che la verità assoluta sia soloquella espressa dai media, il resto è tutto ipocrita.La domanda che tutti dovrebbero porsi è: perché?Perché, giorno dopo giorno, i media dicono state suldivano, guardate e ascoltate ma non agite? Diconotranquilli, il mondo è duro, ma lo risolviamo noi pervoi.Io, critico i media perché nella mia breve esperienzadi vita ho già visto abbastanza per poterli accusare

di celare la verità dietro affermazioni ipocrite soloper trarne profitto personale. Potrei fare decine diesempi, per esempio Berlusconi che manipola leidee dei cittadini italiani con Mediaset, così dariuscire sempre a vincere le elezioni o Barbarad’Urso che conduce dei programmi unilaterali senzache nessun contrario sia presente per ribattere, cosìda far sembrare che quello espresso da lei sia l’unicasoluzione ai problemi.Volevo raccontare una breve esperienza che hovissuto sabato sera in trasferta con i tifosi di calciodel Bellinzona. Durante il viaggio di ritorno daWohlen (Canton Argovia), eravamo una trentina ditifosi, abbiamo sostato nell’Area di servizio del SanGottardo Nord. Voglio essere sintetico, qualcuno hafatto dei graffiti nel sottopassaggio e la polizia

sensazionalismo mediatico.Una volta terminata la parte più generica,l'attenzione dei relatori si è spostata ad un livellomolto più "nostrano", ossia il tifo organizzatoinserito nella realtà bellinzonese.La prima apparizione dei Bellinzona Boys 2005(datata 13 febbraio 2005) è stata dunque il punto dipartenza della discussione, ampliatasi poi fino araggiungere gli eventi principali che hannocaratterizzato lo sviluppo del gruppo, come adesempio l'organizzazione della coreografia andata inscena in occasione della finale di Coppa Svizzeranel 2008. Sono quindi stati sviluppati temi scottanti(è proprio il caso di dirlo! ) come la legalizzazionedel materiale pirotecnico, i principali aspetti legatialla repressione ed il “dietro alle quinte” dellapreparazione di materiale vario o di unacoreografia.L'interesse dei liceali, inizialmente piuttosto timidi,è quindi aumentato, portando alcuni ragazzi adesprimere le proprieesperienze personali ed aporre domande airelatori. Alla fine dellapresentazione, durataquasi un'ora e mezza, siè così instaurata una

discussione sui temi più attuali, come lalegalizzazione dell'utilizzo di materiale pirotecnicoall'interno degli stadi. Tutte le opinioni, anche le piùvariegate, sono sempre state accolte in modopositivo, in quanto lo scopo del pomeriggio eraproprio quello di instaurare un dialogo costruttivocon gli allievi, anche e soprattutto con chi vive lostadio in modo diverso o meno passionale.L'attività si è quindi svolta ottimamente, inparticolar modo per quel che riguarda la parte didiscussione con gli allievi: una parte che nondovrebbe mai mancare all'interno del contesto dellegiornate culturali.Spero infine che questa esperienza di dialogo nonsolo abbia fornito parecchi spunti di riflessione airagazzi del Liceo, ma che si possa pure ripetere infuturo, magari con chi solitamente non perdeoccasione per denigrare e criminalizzare il nostromodo passionale di vivere lo sport.

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giunta sul luogo ha iniziato ad indagare. Poco dopo,dall’altra parte della strada, è giunto un bus di duepiani dei tifosi dell’Aarau, eterni rivali deibellinzonesi, che quella sera tornavano da Chiasso.Una volta scesi dal bus i supporters argoviesi hannocantato qualche coro contro di noi e uno di loro halanciato una torcia in mezzo all’autostrada. Lapolizia presente sul posto a causa dei graffiti, hafatto salire sui propri bus le fazioni opposte e noisiamo ripartiti tranquilli verso il Ticino. Il giornodopo cosa vedo/leggo su tutti i giornali, sui portalionline, al telegiornale e alla radio? “Ancora unavolta gli Hooligans protagonisti. Scontri nell’area diservizio San Gottardo Nord, svariate torce inautostrada, lampade rotte e graffiti sui muri. Perfortuna la polizia era presente con unità cinofile etruppe antisommossa (erano due volanti, cani etruppe di antisommossa non ne ho visti) per evitareche le due fazioni venissero a contatto”.Questa esperienza dimostra quello espressonell’ introduzione, i media pur di fare scalpore e

guadagnare mentono. Quella sera chi era presentesa come è realmente andata tutta la faccenda, peròadesso tutta la Svizzera per l’ennesima volta punta ildito contro i tifosi. Questo è democrazia? Questomondo è giusto? Sarebbe interessante fare unastatistica delle persone che effettivamente credonoalle testimonianze dei diretti interessati o alle bugiedei media.Prima i media forse dicevano la verità, adessosempre più condannano gli innocenti. Noi siamocomplici, perché paghiamo e non ci opponiamo aquesta oppressione invisibile del pensiero umano.Quindi sono d’accordo col pensiero di Maldonado, imedia sono diventati l’occhio vigile dell’umanità e ilfalso bisogno che l’uomo necessità.Per concludere dico che ogni uomo, donna, bambinoo anziano debba, prima di credere a qualsiasi cosavenga detta, fare un attento esame interiore edecidere lui stesso, anche se la decisione potrebbeandare contro corrente, cosa è giusto e cosa èsbagliato.

RICORDIAMO, COME SEMPRE, CHE 'LO STENDARDO' É UN GIORNALINO REALIZZATO AUTONOMAMENTE DAALCUNI TIFOSI GRANATA. CI TENIAMO PERÒ A SPECIFICARE CHE PER DARE UN VALORE AGGIUNTO A TUTTOCIÒ, É NECESSARIA LA COLLABORAZIONE DI TUTTI I TIFOSI GRANATA CHE POSSONO AIUTARCI CON LASTESURA DI ARTICOLI O CON SEMPLICI CRITICHE (NELLA SPERANZA CHE ESSE SIANO COSTRUTTIVE).

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APERTE LE ISCRIZIONI PER LA TRASFERTADI LUNEDÌ 15 APRILE!

FC WINTERTHUR ­ AC BELLINZONA

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