Lo Sguardo sui 5 Reali Siti - Novembre-dicembre 2012

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Lo Sguardo sui 5 Reali Siti - Novembre-Dicembre - 2012 Anno X - Numero 11-12 2012

Transcript of Lo Sguardo sui 5 Reali Siti - Novembre-dicembre 2012

Dopo il clamore sulla retribuzionedel Segretario Generale della Cameradi Commercio di Foggia, continual’escalation sulle ricchissime retribuzio-

Nell’elenco degli stipendi d’oro pu-gliesi, una dozzina di posizioni sonoriservate a postazioni foggiane. La partedel leone la fa sempre la Camera di

Commercio di Foggia: idue vicesegretari di MatteoD i M a u r o , G i u s e p p eSantoro e Michele Villani,guadagnano rispettiva-mente 177mila euro e129mila euro. Il manager più pagatoin provincia di Foggia dopoDi Mauro è Nino Falcone,commissario dell’autoritàportuale di Manfredonia,c o n u n c o m p e n s o d i160mila euro all’anno.Guido Capurso, Commis-sario aggiunto della stessaautorità portuale, perce-pisce 130mila euro. Non s i possono la -mentare i manager delleaziende del Comune diFoggia, ottimi anche i lorostipendi: Marcello Iafelice,direttore generale di Am-gas, con 134mila euro,

ni dei manager della pubblica ammini-strazione in Puglia. Il più pagato è Mar-co Franchini, direttore generale di Ae-roporti Puglia, che percepisce 323.360euro all’anno.

La Corte dei Conti ha dato il viaad una vera e propria “caccia al piùricco” dopo la rivelazione dello stipen-dio del Segretario Generale della Ca-mera di Commercio di Foggia, MatteoDi Mauro, con 315.429 euro all’anno.

P e r D i M a u r o “ u n a m a g r aconsolazione”, perché non è il managerpubblico più pagato di Capitanata, ma“solo” il secondo in Puglia, precedutoda Marco Franchini, direttore generaledi Aeroporti Puglia, che percepisce323.360 euro all’anno.

Michele Simone, dirigente della fallitaAmica spa, con 130mila, Massimo Di-cecca, presidente di Ataf, con 120mila.Tra i manager super pagati non pote-vano mancare quelli della sanità: Tom-maso Moretti, dirigente degli OspedaliRiuniti, e Attilio Manfrini, dirigentedell’Asl, incassano un compenso annuodi 113mila euro.

Chiude la top ten a 6 cifre il diret-tore generale dell’Università, Costan-tino Quartucci, mentre il segretariogenerale dell’Ente Fiera, RaimondoUrsitti, si ferma a 93mila euro l’anno.Questo tempo di crisi e di tagli fa unbaffo agli ‘eletti’ di questa classifica.

Scorrendo la lista salta agli occhiuna particolarità: i vertici dei due Parchinazionali, quello del Gargano e quellodell’Alta Murgia, evidenziano cifresimili per tre componenti su quattro:Cesare Veronico (presidente Alta Mur-gia), Stefano Pecorella (presidente Gar-gano) e Luca Soldano (direttore Gar-gano) prendono poco meno di 30milaeuro. Al contrario, Fabio Modesti, di-rettore dell’Alta Murgia, arriva a 65milaeuro.

Orta Nova - Comune e Agenzia delle En-trate siglano l’intesa contro gli evasorifiscali

Il Comune di Orta Nova e l’Agenziad e l l e E n t r a t e c o l l a b o r e r a n n oall’intensificazione della lotta all’evasionefiscale ed alle attività di recupero dellerisorse sottratte alla comunità ortese daquanti non adempiono al proprio doveredi contribuente. È l’esito operativo delprotocollo d’intesa sottoscritto, presso laDirez ione Regionale de l la Pugl iadell’Agenzia, dall’assessore al BilancioMimmo Dembech e il direttore regionaledelle Entrate Aldo Polito. Gli strumentioperativi dell’intesa sono: segnalazioniqualificate, incrocio di dati e informazioni,percorsi di analisi e ricerca, formazionespecialistica per il personale comunale.Il vantaggio finanziario per il Comunesarà l’acquisizione del 100% delle sommeeventualmente riscosse a seguito dellesegnalazioni effettuate dagli uffici muni-cipali. “L’intesa con l’Agenzia delle En-trate è una delle attività operative messein campo dall’Amministrazione comunaleper riordinare il settore delle Finanze, af-flitto come quasi tutti gli altri da confu-sione organizzativa e arbitrarietà dellescelte”, commenta Mimmo Dembech,“Rientra in quest’ultima categoria la de-cisione di non aggiornare le tabelle deglioneri di urbanizzazione negli ultimi 14anni, contrariamente a quanto previstodalle normative statali, procurando un dan-no erariale notevole alle casse comunali,private delle risorse necessarie a garantirel’adeguata manutenzione delle strade piut-tosto che dell’illuminazione pubblica.L’attuale Amministrazione è stata tra leprime ad adottare il regolamento Imu, pre-so a modello da altri Comuni, ed ha final-mente convertito la tassa per l’occupazionedi suolo pubblico in canone, più facileda esigere, razionalizzando la suddivisionedelle categorie degli obbligati a versarloper migliorare l’efficacia della sua impo-sizione. Il prossimo obiettivo è la pienaattuazione del Regolamento per l’uso deibeni comunali, mai applicato dopo la suaadozione, nel 2006, ad opera del Commis-sario prefettizio

A.N.F.C.D.G. - Il Presidente Pandisciachiede al sindaco Calvio chiarimenti sullapresenza di picchetti sulla scalinata delSacrario.

Riceviamo e volentieri pubblichiamouna missiva inviata al Sindaco e agli as-sessori del comune di Orta Nova e per

conoscenza al Cappellano del Cimitero:Durante la ricorrenza del 2 novembre, al-cuni socie dell’ANFCDG, con fare conci-tato mi portano all’attenzione della presenzadi alcuni picchetti posti sulla scalinata delSacrario. Da informazioni assunte, è emersoche è stato deliberato la costruzione di unacappella privata. . . Nel 2002 grazieall’impegno di Gioacchino e Damiano No-velli, amici dell’Associazione e componentidell’allora Amministrazione, fu ristrutturatol’intero Sacrario, rifacendo la facciata ecreando alle spalle dello stesso, così comeera previsto nel P.r.g. del cimitero, un ampiospazio per officiare le S. Messe, visto cheil Sacrario si trova al centro del cimitero,e nel contempo due aree ai lati del Sacrario

da adibire al posizionamento di alcuni re-perti militari... Successivamente, fu variatoil P.r.g., sottraendo le suddette aree alladisponibilità dell’Associazione senza inter-pellare, ne informare la stessa delle volontàdell’Amministrazione. Si evince da quandosopra detto che la cultura e la storia deinostri Padri e del nostro Paese non interessa,però serve solo in certi periodi della nostravita sociale. Alla luce di quanto sopra espo-sto, chiedo di conoscere le motivazioni egli atti adottati da questa Amministrazionerelativamente ai lavori in oggetto indicatie se ne ritiene opportuno che l’Associazionecontinui ad adoperarsi nell’essere respon-sabile nella gestione del Sacrario. Di an-nullare la concessione della costruzione

della cappella privata, in prossimità dellascalinata e del suolo posto alla sinistra delSacrario sino alla tomba della famigliaRicci come da P.r.g. precedenti.

Il Presidente Saverio Pandiscia

L’ultimo respiro a Mezzogiornodi Giovanni Scommegna

Si è tenuta, il mese scorso, presso lasala teatro della Casa di Accoglienza“Madre Teresa Vasciaveo”, ad Orta Nova,la presentazione di un interessante libro,scritto da Angelo Casto, intitolato “L’ultimorespiro a Mezzogiorno”. L’opera di Castoè frutto di considerazioni, osservazioni epensieri personali, su quello che è statoed è il destino del Mezzogiorno d’Italia,agli occhi critici dell’autore, una terra senzaprospettive. Devo dire che il libro è davverointeressante, con una scrittura scorrevolee un ritmo che sostiene egregiamente letematiche che esso tratta. Frutto di numerosiricordi personali, dipinge con un’amarezzad fondo il destino di una terra, come quellameridionale, senza un destino definito, an-che se dalle parole amare dell’autore emer-ge un lumicino di speranza per il futurodell’Italia “minore”!

L’evento è stato curato dall’ associa-zione di promozione sociale Noialtri e Labiblioteca sociale “maestro Francesco Sa-verio Sinisi” e ha avuto come ospiti, oltreall’autore, il sindaco di Orta Nova, Avv.Maria Rosaria Calvio, la Dott.ssa DonatellaPedone, Celeste Gaeta, dell’associazione“Noialtri”, la Dott.ssa Gina Aghilar,l’editore Franco Di Mauro ed il docentedel liceo classico “Zingarelli” di Orta Nova,Prof. Salvatore Di Pierro. Nel prossimonumero seguirà un intervista con l’autoredel libro, Angelo Casto.

Francesco Santoro nuovo Direttore Ge-nerale del Consorzio per la Bonifica dellaCapitanata

Il Dott. Francesco Santoro è il nuovoDirettore Generale del Consorzio per laBonifica della Capitanata. Lo ha nominatooggi la Deputazione Amministrativa

dell’Ente, sentito il parere della Commis-sione interna che ha valutato i profili pro-fessionali e le esperienze del personaledirigente in servizio. 51 anni, laureato inEconomia e Commercio, sposato con duefiglie e dipendente del Consorzio dal 1988,Francesco Santoro ha già ricoperto impor-tanti incarichi nell’Area Ingegneria e dal2009 è Dirigente nell’ambito della Direzio-ne Generale. Con questa nomina, che giun-ge in un momento di particolare delicatezzaper il settore della bonifica, l’ammini-strazione ha inteso valorizzare e metterea disposizione dell’Ente e dei suoi consor-ziati un importante bagaglio di conoscenzedel territorio e delle strutture gestite nelcomprensorio di competenza. “È una sfidadifficile, ma senz’altro di grande moti-vazione” - ha dichiarato il Direttore Santoronel ringraziare l’amministrazione per lafiducia accordata - perché il Consorzioper la Bonifica della Capitanata è stato erimane un grande Ente, non solo perl’estensione e l’importanza delle opere ingestione, ma soprattutto per l’efficienzadelle proprie strutture e l’alta professionalitàdi tutto il personale”.

Daniele Derogatis nel cast di Sherk il mu-sical

È proprio vero la costanza abbinataalla passione e con tanto sacrificio generail momento giusto per approdare nel sognoreale. È quello che è accaduto a DanieleDerogatis, giovane cantante e ballerino

ortese. Una gavetta teatrale dura con corsidi canto e di recitazione ed infine il sognosi è materializzato, scelto su 3mila candidatiinterpreta il duplice ruolo del papà di Fionae di uno dei tre porcellini nello spettacolo“Sherk, il musical”. Dopo il successo alTeatro Nuovo di Milano lo spettacolo èin tour in questi giorni, farà tappa in Pugliaa Bari nel mese di Febbraio al Teatroteam.

I Greco, la famiglia longeva di StornarellaPapà e Mamma Greco lasciarono,

nell’esodo fascista del secolo scorso, coni figli Valeverdina (1914), Michele (1918),Incoronata (1921), Crescenzo (1923), Rocco(1926) e Alberto (1928), il paesino di Mon-taguto ai confini della vicino irpinia perStornarella, nel basso tavoliere. La famigliaGreco nel corso degli anni ha contribuito,con professionalità e amore per la terra,alla crescita economica di questa zona diCapitanata. Dei sei fratelli solo Rocco edAlberto hanno lasciato Stornarella, il primoper Orta Nova, mentre il secondo laureatosiin Farmacia si trasferì a Roma. Un augurioparticolare di un Buon Natale e Felice AnnoNuovo ai fratelli Greco.

Tantissimi auguri a nonna Lucia

Tanti auguri per Maria Lucia Narducciche il 30 Ottobre ha compiuto 80 anni,dai figli, nipoti, le nuore e cognati e datutte le persone che la amano.

Auguri al piccolo NicolaUn mondo di auguri al dolce Nicola

Mansolillo che lo scorso 3 novembre hacompito il suo primo anno, “Tantissimiauguri al nostro angioletto adorato” damamma, papa, cuginetti, zii e da i nonni.

A cura dell’A.N.F.C.S., presieduta da SaverioPandiscia, anche quest’anno è stata celebratauna Santa Messa in suffragio dei caduti e dispersiin guerra.

“La morte non è niente. La nostra vita con-serva tutto il significato che ha sempre avuto:è la stessa di prima, c'è una continuità che nonsi spezza. Perché dovrei essere fuori dai tuoipensieri e dalla tua mente, solo perché sonofuori dalla tua vista? Asciuga le tue lacrime enon piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la miapace”. Con queste parole, Sant'Agostino parladella morte e della perdita delle persone care,di un distacco tra coloro che vivono e coloroche non sono più tra di noi, visto solo comedistanza puramente fisica. Il 2 novembre è ilgiorno della commemorazione dei defunti, ungiorno in cui proviamo tristezza, malinconia enostalgia, si pensa ai cari che ci hanno lasciato,alla sensazione di vuoto che sentiamo non aven-doli più vicino a noi, ci rechiamo sulle lorotombe per depositare fiori e per dire una pre-ghiera, gesti che spesso non riusciamo a compierenel corso dell'anno. Tuttavia è anche l'occasioneper riflettere sulla morte e sulla vita, due con-dizioni umane che fanno ineluttabilmente partedi ognuno di noi e su cui non ci soffermiamoabbastanza spesso ma che ritornano alla nostramente in un giorno come questo. Questo è ancheil messaggio rivolto dal Cappellano della Asso-ciazione Don Luciano Avagliano, durante latradizionale messa del 2 novembre in occasionedella commemorazione dei defunti. Davantiall'altare dei martiri della patria, nel cimiterodi Orta Nova, erano presenti il Sindaco di OrtaNova avv. Iaia Calvio ed alcuni amministratori,

il Comandante del Genio, col. Augusto Candidocon alcuni ufficiali e sottufficiali della CasermaPedone di Foggia, i carabinieri, i vigili urbani,i volontari della misericordia e delle guardieambientali, i membri delle associazioni combat-tenti. Il Cappellano, nella sua omelia, ha ricordatoi defunti che hanno dato la vita per i valori eper la democrazia nei vari paesi del mondo, igiovani, ai quali va il nostro sentimento di gra-titudine, che non si sono sottratti ai loro doverie che sono morti prematuramente, lasciando unvuoto nei cuori dei loro cari come il CaporalMaggiore scelto Mario Frasca, morto il 23 set-tembre 2011 in un incidente stradale, insiemead altri due militari, ad Herat, in Afghanistan.La famiglia di Frasca era presente alla comme-morazione, la madre, il padre, il fratello ma

anche gli amici e coloro che lo hanno conosciutohanno voluto ricordarlo e pregare sulla sua tomba.

“Proviamo smarrimento quando la morteci strappa le persone care, ci troviamo a farei conti con la morte. La morte va affrontataanche per scoprire la vita, per apprezzare quelloche la vita ci offre” queste le parole del Cap-pellano che ricordano come questo giorno rie-vochi in ognuno di noi la morte, un momentodella nostra vita di cui dobbiamo ammettere lapresenza senza paura, senza lasciarci trasportareda sentimenti di sconforto, debolezza o, peggio,di rabbia. Per riprendere il pensiero di Sant’Ago-stino, chi muore non deve essere dimenticatosolo perché è lontano dai nostri occhi, la vitadeve continuare con serenità e amore anche permantenere vivo il ricordo di chi non c’è più.

In occasione del 4 novembre le più alte ca-riche dello Stato rendono omaggio al Milite Ignotopresso l'Altare della Patria a Roma e si recanoin visita al Sacrario di Redipuglia, dove sonocustoditi i resti dei caduti nella prima guerramondiale del '15-'18. È il giorno della memoria:per celebrare la vittoria dell’Italia e per ricordareil sacrificio di coloro che persero la vita in queglianni. Successivamente è diventato il giorno incui ricordare tutti gli appartenenti alle forze armateche da allora hanno combattuto nei vari conflittibellici, hanno compiuto missioni all’estero e chehanno svolto il loro lavoro sul territorio nazionale.

Non solo nella capitale ma in tutte le cittàe i paesi d’Italia l’importanza della festa delleforze armate e dell’unità nazionale è riconosciutae valorizzata con parate militari e civili. AncheCarapelle ha voluto rendere omaggio ai propriconcittadini sia a coloro che sono morti sia aisuperstiti che sono tornati a casa alla fine dellaguerra. Con un giorno di anticipo rispetto allaricorrenza nazionale, il 3 novembre alle 11.15la banda musicale nel piazzale antistante l’ingressodel Comune ha suonato l’inno di Mameli e nellostesso momento un corteo con a capo il sindaco,il vicesindaco e alcuni esponenti della giuntacomunale si è diretto verso la Chiesa B.V.M.del Rosario sulla cui parete esterna si trova unalastra di marmo recante l’elenco dei caduti inguerra sotto la quale è stata posta una coronadi fiori. Sempre accompagnato dalle musiche

eseguite dai componenti della banda, il corteoè tornato indietro, verso piazza Giovanni PaoloII dove c’erano i bambini delle scuole maternecon alcuni striscioni preparati, con l’aiuto delleloro maestre, per la ricorrenza. Davanti al mo-numento dei caduti erano presenti alcuni carabi-nieri, un ufficiale dell’aeronautica, un luogotenentedegli alpini, i membri delle associazioni combat-tenti, i vigili urbani e i volontari delle guardieambientali.

Dopo i tradizionali riti dell’alzabandiera edella deposizione di una corona ai piedi del mo-numento, il Luogotenente degli alpini Baroneha fatto l’appello dei combattenti di Carapelleche hanno perso la vita durante gli anni dei dueconflitti mondiali, poi ha preso la parola DonAngelo che nelle sue parole ha voluto prima ditutto focalizzare l’attenzione su un concetto ri-levante in una giornata come quella della memo-ria: “Il rispetto per sé stessi e per il prossimoè un valore tenuto in grande considerazione daquelle persone che hanno sacrificato la propriavita durante lo svolgimento dei propri compiti,per difendere sé stessi, gli italiani e la patria.Le loro azioni contribuiscono a far crescerel’amore per la legalità”. Alla fine ha benedettoil monumento e le persone presenti alla manife-stazione. A seguire, è intervenuto il Tenente Co-lonnello dell’Aeronautica Antonio di Paola: “Nondobbiamo dimenticare coloro che hanno combat-tuto per quest'Italia così come è, con i suoi pregi

e i suoi difetti” e il suo ricordo è andato ancheal Caporale Tiziano Chierotti, l’ultima vittimain Afghanistan nel corso della missione interna-zionale Isaf, iniziata nel 2004, e ai due marò incarcere in India da quasi un anno solo per averdifeso una nave.

Alla fine, i bambini della scuola materna“Fantasylandia” hanno espresso dei piccoli pen-sieri per celebrare la giornata e il sindaco haconsegnato le targhe con la frase “Per nondimenticare” ai 7 superstiti di Carapelle.

Per terminare vorrei ricordare l’iniziativa“Caserme aperte”, alla quale ha aderito anchela caserma “Sernia” di Foggia per celebrare lafesta delle forze armate. Nei giorni 30 ottobree 2 novembre la caserma è rimasta aperta alpubblico, è stata allestita un'importante mostrastatica inerente mezzi, materiali ed equipaggia-mento tipici del Reggimento Genio e svolte si-mulazioni di attività operative. Presenti il Sig.Prefetto di Foggia, la scuola elementare“Manzoni” di Foggia, l'Istituto Tecnico Commer-ciale “G. Rosati” di Foggia, l'Istituto TecnicoCommerciale “P. Giannone” di Foggia, l'IstitutoTecnico Commerciale “Pitagora College” di SanGiovanni Rotondo, l'Istituto Professionale IPSIA“A. Pacinotti” di Foggia. Era presente anche lafamiglia Frasca che con l'associazione “MarioFrasca” presieduta da Vincenzo Frasca, ha man-tenuto vivo il ricordo del giovane Mario e ditutti i Caduti in missioni internazionali.

Giorni orsono alcune dichiarazioni rila-sciate alla stampa locale dal Consigliere Co-munale di minoranza Matteo Silba, in meritoalla situazione amministrativa del Comunedi Stornara, hanno innescato alcune polemi-che, a tal proposito abbiamo ritenuto oppor-tuno intervistare il Primo cittadino RoccoCalamita.

Domanda: Signor Sindaco cosa rispon-de alle critiche del suo predecessore?

Risposta: La nuova AmministrazioneComunale da me presieduta non ha di certovissuto di rendita nei primi mesi di gestione.La situazione debitoria trovata ed ereditatadalle precedenti amministrazioni non è dasottovalutare, ma nel contempo non lasciaspazio ad inutili piagnistei sterili e privi difondamento se provengono specialmente dachi avrebbe potuto fare sicuramente di più,nei suoi diciotto mesi di mandato politicoamministrativo.

D.: Il suo primo atto nell’insediarsi.R.: A partire dal giorno dopo le elezioni,

la nostra amministrazione ha provvedutoalla riorganizzazione del personale negli ufficicomunali a seguito della chiusura della scuolamaterna comunale, collocando le ex inse-gnanti nei posti vacanti da anni in piantaorganica, rendendo di fatto più efficienti irapporti burocratici col cittadino.

D.: Poi.R.: Nell’ambito delle politiche sociali,

giovanili e della Pubblica Istruzione, sebbeneil difficile reperimento di risorse finanziarie,si è provveduto ad organizzare il soggiornoclimatico per anziani a Fiuggi, la coloniaestiva per i bambini a Margherita di Savoiaed il viaggio di istruzione per i ragazzi stor-naresi a Barcellona. Sì è provveduto ad or-ganizzare nuovi eventi che hanno portatoritorni di immagine ed economici a Stornaraed ai commercianti stornaresi come la primanotte bianca, la riapertura estiva della VillaComunale che vessava in pessime condizioniigieniche e di manutenzione e la premiazionedegli alunni stornaresi meritevoli.

D.: Attenzione anche alla viabilità eall’urbanistica?

R.: In materia di viabilità si sono effet-

tuati numerosi ripristini stradali per le viedel centro abitato ormai ridotte ad un cola-brodo e si è istituita la collaborazione tem-poranea di giovani ausiliari del traffico pergarantire la circolazione e la sicurezza aicittadini maggiormente nel periodo estivo.In termini di urbanistica si è provveduto aridare un dignitoso ripristino alla facciatadella sede comunale, del cimitero comunalecon il rifacimento di alcune aree interne edesterne e la riqualificazione interna dell’audi-

torium che ad oggi rappresenta l’unico poloculturale per la cittadinanza stornarese”.

D.: In stallo il parco eolico?R.: Per quanto riguarda la convenzione

per il parco eolico di Inergia, attualmente ilComune ha in essere un contenzioso con lasocietà a causa di questioni tecniche relativealla convenzione stipulata nell’anno 2007:per le stesse motivazioni si chiarisce che tuttigli interventi della nuova Giunta Comunalenon sono stati effettuati con i benefici eco-nomici dell’eolico poiché mai pervenuti nellecasse comunali. Ritengo che la mia ammini-strazione sia l’esempio lampante che l’umiltà,l’amore per la propria terra, per la propriagente, la volontà di andare avanti e le capacitàdi stringere sinergie con i rappresentati delGoverno Regionale e Provinciale, conduconosolo verso il cambiamento vero di un’interacomunità.

Mi auguro che l’ex sindaco Matteo Silbadai banchi della minoranza si attivi finalmenteper un’opposizione seria, propositiva e co-struttiva: non abbiamo tempo per le strumen-talizzazioni se provengono, per di più, dachi ha avuto la possibilità di cambiare Stornarama non lo ha fatto mai.

Domanda: Tracciamo un primo bilanciosul suo mandato partendo dall’auditorium ela biblioteca

Risposta: L’amministrazione comunale daun’importanza notevole all’apertura della biblio-teca, che non deve più essere il luogo dei libri,dove gli studenti vanno a fare le ricerche, madobbiamo fare in modo che diventi un centrodi aggregazione sociale di tutti i giovani. I giovanidevono avere piacere di andare in biblioteca equindi dobbiamo sforzarci di farlo diventarequalcosa di altro, qualcosa di diverso. Abbiamoin mente iniziative culturali, dalla presentazionedei libri, al recital di poesie, ad oc-casioni musicali per fare in modo chei giovani si sentano attratti e possanotra di loro discutere. È a disposizionedi tutti, se un gruppo formale di giovani,vuole utilizzarlo per un’iniziativa, peruna qualunque loro idea noi siamodisponibili. L’importate è che vengarispettata da tutti perché gli sforzi cheabbiamo fatto sono più che notevoliperché un paese come Carapelle nonpoteva non avere una biblioteca. Senzavoler entrare in polemica, la bibliotecaera chiusa dal dicembre del 1999,abbiamo impiegato più di dieci anniper curare questa ferita grave allacomunità non potevo sopportare piùuna cosa del genere e dopo tanti sforzici siamo riusciti.

D.: Quale il suo sogno?R.: Il grande sogno che ho è quello

di organizzare un polo culturale, inrealtà ci sono già delle tessere di questo mosaicoche sembrano interessanti, perché a sinistra dellabiblioteca c’è l’asilo nido, poi la scuola ma primaancora c’è l’auditorium, la struttura per il qualel’amministrazione ha tribolato, perché abbiamoconcepito una struttura di notevole valenza cul-turale. La struttura è adibita essenzialmente arappresentazioni teatrali e al cinema maall’interno c’è anche una sala convegni/con-ferenze e al piano superiore, al quale si accedeattraverso due scalinate, c’è la sala adibita amostre, un luogo per gli artisti locali e non solodove potranno esporre le loro opere. Con 400posti a sedere è una struttura che incrementerà

la cultura di questo paese. Contro quelli che midicono di avere creato una struttura inutile, purrispettando le opinioni di tutti, io dico chel’auditorium non è mai una struttura inutile, noiqui a Carapelle, l’unica sala che abbiamo è lasala consigliare che viene utilizzata per tutto equesto non è dignitoso. Ci mancava uno spazioper le attività di ogni tipo, immaginare di pro-iettare film, organizzare rassegne musicali, con-vegni ed esposizioni di opere d’arte a Carapellefra un po’ di tempo è una realtà. Carapelle, nonha nulla da invidiare ad altri centri, ha una fun-zione di grande interesse, si trova sull’asse più

importante della Capitanata la Foggia - Cerignola,è a 15 Km a Sud-est di Foggia e riveste un ruoloimportante di questo ‘sub sistema’ che è la Ca-pitanata e ricordiamoci che è anche l’anticameradei 5 Reali Siti. Tutta l’amministrazione sta perdare alla città una struttura importante che saràa disposizione di tutti. L’auditorium, in realtàdoveva essere già terminato, ma in questo mo-mento non è ancora utilizzabile perché l’unicacosa che manca sono le poltrone e il sipario,che stiamo cercando di acquistarle. La previsioneè il 31 di Gennaio per la consegna dell’audi-torium. Sono già in contatto con artisti noti dellanostra terra, come Michele Placido e Lino Banfi

che devo solo darmi la disponibilità.D.: Centro diurno per gli anzianiR.: Con finanziamento regionale, abbiamo

realizzato un’altra opera importate per il paesedi Carapelle, stiamo parlando di 550.000 Europer dare agli anziani carapellesi una strutturastabile e dignitosa per incontrarsi e stare insieme.La struttura è fatta a moduli dove è possibilecollocare una palestra e una sala per l’incontrocon medici, perché gli anziani devono viverela loro vecchiaia con serenità e in piena auto-nomia. Anche questa è una struttura che mancava

e che l’amministrazione ha volutodare alla cittadina. La data diu l t i m a z i o n e l a v o r i è e n t r oquest’anno. D.: Le ultime realizzazioni:Asl - Poliambulatorio e opere ingenerale R.: Andando verso Orta Nova,c’è la nuova struttura dell’Asl -Poliambulatorio, io credo di me-ritarmi con la mia squadra unasorta di apprezzamento nei con-fronti della cittadinanza. Quandos i a m o a r r i v a t i , a v e v a m o i l“poliambulatorio” - se cosi lovogliamo chiamare - dove adessostanno i Servizi Sociali, all’internodella casa comunale, e questo erainadeguato. Per la costruzione dellanuova struttura non abbiamo in-vestito denaro, abbiamo solopartecipato ad un bando di con-

corso e abbiamo ceduto il terreno all’Asl cheha costruito la struttura con i suoi soldi.

Stiamo per arrivare alla fine della ammini-strazione e il resoconto finale per la comunitàcarapellese va sotto il nome di auditorium, bi-blioteca, Asl, asilo nido, centro sociale per an-ziani, sistemazione della piazza e fontana, mensaper bambini della scuola elementare, pista ci-clabile e tanto altro che ora non ricordo. Abbiamocreato delle opere che rimarranno nella storiadel paese, e negli anni siamo riusciti ad avereoltre sette milioni di euro dalla Regione e mipare evidente che non potevo fare tutte questecose se avessi voluto puntare sulle risorse co-munali. Di questi sette milioni, uno è messo daparte per il fiume di Carapelle, per la creazionedi una muraglia, per impedire ammesso che que-sto avvenga al fiume di straripare. Inoltre ab-biamo avuto accesso ad altri fondi, per migliorarel’entrate del paese, mettendo a norma l’entrataCarapelle Sud - Ss16 e l’entrata di Carapelle- Orata Nova e in quest’ultima, realizzando ancheun parco intitolato a Peppino Impastato.

Il paese ha acquistato delle strutture impor-tanti, soldi comunali non ci sono e l’entratecomunali di Carapelle sono gli oneri delle con-cessioni edilizie e da quando siamo entrati neltunnel della recessione finanziaria nessuno piùcostruisce. Ogni tanto qualcuno fa qualche casama sono tutti bloccati, non costruisce più nessunoe questo significa che soldi nelle casse comunalinon entrano e come facciamo ad assicurare iservizi? Diranno che ho speso troppi soldisull’auditorium, potrà essere vero ma quelli cheoggi dicono che ho speso troppi soldi sono quelliche con me hanno votato quella decisione difare l’auditorium.

Due avvenimenti di notevole interesse,riscontrabile anche dalla numerosa partecipa-zione del pubblico presso la Sala della“Rimembranza” del Palazzo ex Gesuitico inOrta Nova, sono stati realizzati dalla nostraSede nei pomeriggi di questo mese di ottobre; preannuncio della vitalità culturale, propedeu-tica alle attività che saranno realizzate nelcorrente anno accademico.

La lezione che possiamo trarre da questieventi riguarda i rapporti tra personalità e cul-tura; intesa la cultura non più nei termini sco-lastici e accademici delle scuole tradizionaliumanistiche, ma in senso sociologico,nell’accezione dell’antropologia culturale, comecomplesso di ogni manifestazione di vita pro-pria di un gruppo, di un’istituzione, della nostraAccademia della cultura e dell’umanità.

Il primo si è svolto il 19 ottobre scorsosul tema del libro di poesie e favole illustrate“Per i cieli dell’anima” di Rocchina Morgese,con la presentazione della Prof.ssa Rina DiGiorgio Cavaliere e arricchito dai disegni dellanostra insegnante Angela Mastropietro. Hamoderato il Consigliere comunale Nicola DiStasio alla presenza del Sindaco Avv. IaiaCalvio, dell’Assessore comunale Dott.ssa At-tini, dell’Assessore alla Cultura dell’Unionedei Comuni dei 5 Reali Siti prof. Alfonso Pa-lomba e del Dott. Giuseppe Moscarella cheha portato il saluto del Presidente della Pro-vincia di Foggia.

Nella parte conclusiva, dopo le letture dellepoesie, il moderatore ha rivolto alcune domandeall’autrice, che ha espresso le proprie motiva-zioni e sensazioni in merito alla capacità cre-ativa e al messaggio contenuto nell’opera.

Poesie e favole fanno parte del preziosobagaglio di questa pubblicazione. Fra il nar-ratore e il poeta s’innalza la rima, tutta tenerefantasie e incantata malinconia, carezzevolee dolce. La felicità della scrittura diventa così

l’unica risposta possibile per Rocchina Morgeseall’incomprensibilità dell’universo, ella nontrasferisce le sue motivazioni sul piano socialee non pretende di risolvere problemi morali.L’atteggiamento fondamentale è quello dellapietà intesa in senso largamente umano e cri-stiano: pietà per la gente che soffre rassegnata,che inutilmente spera e insegue sogni o chi-mere. Pietà anche per il mondo vegetale eper gli animali, che soffrono come gli uomini,ma senza speranze e sogni! (dalla Presentazioneal testo della Prof.ssa Rina Di Giorgio Cava-liere).

Ospite della serata è stata la poetessa Ade-lina Tarantino, che ha declamato alcune suecomposizioni poetiche dialettali.

Il giorno 25 ottobre scorso si è tenuto ilsecondo incontro alla presenza dell’Assessorecomunale Dott. Domenico Dembech, che porta

il saluto dell’Amministrazione comunale, hannorelazionato la Presidente dell’Unitre Prof.ssaRina Di Giorgio Cavaliere e il Direttore delloSguardo sui 5 Reali Siti, Michele Campanaro,alle cui domande ha risposto l’autore, soffer-mandosi sulle considerazioni di carattere storico,esoterico, filosofico e teologico del percorsodell’essere umano, teso alla sua risurrezioneinteriore.

Come aveva già intuito Leopardi o DinoBuzzati, anche il nostro autore comprende chela serenità è solo apparente e la vita della naturae di ogni uomo è segnata da una tragica leggedi violenza. Spesso è l’uomo con il suo inter-vento di violenza a portare scompiglionell’ordine naturale, ma il senso d’inquietudineche pervade gli uomini non è originato soltantodagli strani comportamenti degli animali, chepiuttosto ne sono un riflesso. Tutta la realtà,compresi gli oggetti inanimati, sembra parte-cipare di eventi inquietanti e registrare presenzemisteriose: uomini e animali si scambiano an-gosce e paure non decodificabili razionalmente.

In un territorio sospeso tra verosimiglianzae un’atmosfera da favola e leggenda agiograficarimane tutto il racconto e l’interpretazione dellavita, della morte, dei vizi e delle virtù umanecon l’incertezza del futuro. La domanda piùricorrente è quella riguardante la verità, la cuiricerca impegna ciascuno di noi nell’arco dellanostra esistenza.

Molte delle pagine più riuscite sono quellein cui l’autore ha lasciato la propria fantasialibera, giungendo così a concezioni e costruzionifantastiche piuttosto complesse e articolate.Al grado più alto della fantasia vanno senz’altroascritte quelle pagine che presentano animalidi invenzione buzzattiana, ma che derivanoquasi sempre dalla deformazione e dalla con-taminazione di specie animali esistenti perché,come Collodi, anche il nostro autore si divertea inventare strane creature dalle singolari ca-ratteristiche somatiche e comportamentali op-pure le mutua da tutta una tradizione leggen-daria e fiabesca.

Che l’Italia stia vivendo un momento par-ticolarmente delicato è sotto gli occhi di tutti:il paese, infatti, sta attraversando una strettastorica di ampia portata, segnata non solo dallapresenza di una profonda crisi politica che hagenerato tutti i fenomeni dell’antipolitica (dallas f i d u c i a d e l l a g e n t e a l“grillismo”) che oggi cono-sciamo, ma anche da una crisimorale di proporzioni enormi(dalla corruzione alle spesefolli dei vari “Batman” diturno) , o l t re che da unacongiuntura economico-finanziaria senza precedenti(dai “sacrifici” continui ri-chiesti agli italiani al rigoreimposto dal governo deiprofessori per uscire dal tunneldel default). In questo quadrodi preoccupante frantumazionedel tessuto sociale, però,cominciano a diffondersichiari segnali di reazione,accanto al bisogno di ricercadi nuovi itinerari di proget-tualità, capaci di promuovereun modello di sviluppo diverso, fondato - comericorda la Centesimus annus - non esclusiva-mente sulla dimensione economica, ma anchesulla prospettiva umana. L’operazione ètutt’altro che semplice e il cambiamento - datutti invocato - non è certo un intervento epi-dermico o di semplice riforma dei modellielettorali: occorre, invece, una revisione eticadi portata sostanziale, tale da configurarsi comeprospettiva di un nuovo profilo di uomo e diuna nuova immagine della società. Io sonopersuaso che Il cambiamento sia ancora pos-sibile, a patto, però, che l’uomo torni ad esserecittadino, che si convinca che il singolo è alservizio della comunità e non viceversa, cheil “pubblico” è il fine e il “privato”: senzaqueste poche scarne certezze nulla può essere.In questa logica, in altri termini, occorre, daparte di tutti, un diverso rapporto con la co-munità di cui si è parte, una maggiore parte-cipazione alla vita collettiva, una partecipazioneche muova da una visione dei propri doveriprofondamente rinnovata rispetto a quella chela maggior parte delle persone è portata natu-ralmente ad accettare. Naturalmente la parte-cipazione alla quale si fa qui riferimento nonè solamente quella politica, ma anche quellasociale, entrambe innervate nel concetto disolidarietà, che altro non è se non il sentimentodi partecipazione attiva alle vicende umanedel prossimo, la disposizione all’appoggio,all’aiuto dell’uomo nei confronti degli altriuomini, in nome del nesso inscindibile cheesiste tra le vicende di tutti gli appartenentiad una comunità, legati insieme da un destinocomune. Orbene, chi ha metabolizzato intuset in cute tutto questo sul nostro territorio edha assunto l’“etica della solidarietà” comescelta, compito, prospettiva di senso è l’AVISdi Carapelle, (egregiamente guidata dal presi-dente, ing. Antonio Ricci, e dai suoi ottimicollaboratori, sigg. Antonio Tarantino e Mas-

simo Samele), che ha, domenica 30 settembre2012, “festeggiato” il suo decimo anno di vitae di attività, alla presenza di un pubblico par-ticolarmente attento e delle massime autoritàlocali, oltre che delle delegazioni di molteassociazioni “sorelle” (provenienti da Foggia,

S. Severo, Cerignola, Deliceto, Ortanova Or-dona, Castelluccio dei Sauri, Ascoli Satriano)e di una nutrita pattuglia della Misericordiadi Ortanova. Dopo il corteo dei labari per levie del paese, un momento particolarmenteintenso si è registrato con l'inaugurazione diuna targa commemorativa AVIS in piazza Gio-vanni Paolo II: la targa - vera e propria operad'arte, frutto della creatività di Elia Di Tuccio,artista di tutto rispetto e ben nota alla comunitàdi Carapelle - nella sua essenzialità e nei suoiappropriati stilemi, ricorda non solo l'eventodel decennale, ma soprattutto si pone daun lato come memoria palpitante del“donum” che al buio e senza attenderericonoscenza l'iscritto all'AVIS (leggi: ildonatore) compie nel momento in cui sisottopone al prelievo del sangue, dall'altrocome monito imperituro per chi non èancora convinto che sul terreno dellasolidarietà è possibile fare e “dare di più”,come recitano le parole di una famosacanzone di qualche decennio fa. Poi, dopola messa celebrata da don Angelo Festapresso la chiesa di S. Giuseppe, tutti alpranzo sociale organizzato pressol'International (Km 3 da Foggia) non soloper trascorrere insieme qualche ora nelsegno dell'amicizia e della cordialità chelegano tra di loro i soci dell’AVIS, maanche per riflettere ancora sul “ruolo” delbenemerito sodalizio e per “premiare”,per così dire, due soci (sigg. AngeloSerafino Di Paolo e Antonietta D’Emilio)che hanno meritato il riconoscimentopubblico per le loro cinquanta donazioni,accanto ad altri che sono in cammino versolo stesso obiettivo. Chi ha seguito i “lavori”della giornata, con maestria coordinati dalpresidente Antonio Ricci, ha sicuramentecompreso come sia importante oggiguardare al volontariato non solo sotto

l’aspetto della singole persone, ma anche con-siderarlo come “movimento culturale”: il vo-lontariato, infatti, è particolarmente forte, quan-do si presenta, come nel caso dell’AVIS diCarapelle, nella sua capacità di fare gruppo,di fare associazione, di diventare “movimento”,

perché, allora, non solo dà ri-sposte e realizza servizi, madiventa stimolo, proposta, pres-sione verso gli altri soggetti dellasocietà, siano essi individui,comunità o istituzioni civili. Soloin questo modo il volontariatodiventa forza di cambiamento,c o s ì c o m e t e s t i m o n i a l a“generosità” delle persone cheanimano l’attività dell’AVIS diCarapelle, alle quali auguro dipoter sempre mantenere l’attualecapacità di saper attivare canalidi comunicazione interpersonale,nel sociale, tra cittadini ed isti-t uz ion i , ne l l ’ impegno pe r“movimentare” le risorse delterritorio nel senso della soli-darietà e della condivisione.Come affermava S. Tommaso,

bonum diffusivum sui: i nostri tempi sono diforte indigenza morale e, se in tali tempi, comeha affermato Robert Musil, non portiamo avantila costruzione della morale, tutto è perduto.Io sono convinto che la solidarietà sia la rispostamigliore, forse l’unica a questa indigenza sto-rica. L’Avis di Carapelle è certamente sullavia giusta e soprattutto sta facendo la sua partecon dignità, anche se nell’umiltà.

* Sindaco di Carapelle

Incontrare una persona in grado di parlaredi letteratura, storia e cinema con impressio-nante disinvoltura e semplicità fa sempre uncerto effetto. Lo stupore è poi maggiore quan-do tale persona è una nostra compaesana pocopiù che ventenne, studentessa in Scienzedell’Educazione e della Formazione e rappre-sentante in Consiglio di Dipartimento per ilmovimento studentesco “Area Nuova”, masoprattutto fresca vincitrice della secondaedizione del premio letterario“La vie en rose” lo scorso mesedi marzo con il racconto“Ilcolore delle nuvole”. Come nelpiù classico dei film, mi confidaRaffaella, è stata una sua amicaa sua insaputa a inviare ilracconto al concorso, e notevoleè stata la sua sorpresa nel saperedi essersi classificata al primoposto. L’opera di narrativa,rientrante nel tema “L’amorecome forza eternatrice” haconquistato la commissionegiudicatrice ad unanimità,composta da giornalisti, scrittorie critici letterari di fama in-ternazionale, per aver saputo,si legge nella motivazione,“esprimere con le parole unastoria di amore, dolore, lottacontro se stessi e contro larealtà, ma soprattutto per aver saputo darneun messaggio di infinita speranza”.

D: Come ti è nata l’idea di scrivere suun tema così delicato come l’Olocausto?

R: È difficile spiegarlo, da anni scrivoe leggo moltissimo, ma sin dai tempi del liceoho nutrito un forte interesse per tutto ciò cheha riguardato la più orribile pagina di storiadel Novecento: addirittura un professoredell’Università di Venezia, specializzato infilosofia e astrologia mi ha confidato di vederein me una ragazza con origini ebraiche.

D: Di cosa tratta il tuo racconto?R: La trama è suddivisa non in capitoli,

bensì in tre parti. La prima è ambientata inPolonia nel 1939, all’alba della Seconda GuerraMondiale: lo scrittore ebreo ventinovenneYosseph si innamora di Helen, una giovanepianista proveniente dalla ricca borghesia. Illoro amore è destinato ad essere diviso dalleassurde leggi razziali, e infatti ben presto Yos-seph è deportato nel campo di concentramentodi Dachau, un posto che - scrive in una letteraalla sua amata - prego Iddio nessuno dopodi me debba mai vedere. I due sono così co-stretti ad interrompere la loro corrispondenzae lo scrittore, malgrado una vita logorata dalleingiustizie subite, riesce ad isolarsi e a soprav-vivere alle alienazioni del campo, annotandoi suoi pensieri d’amore su un taccuino. In unnascondiglio Yosseph conosce Yehoudith,una ragazza quindicenne che gli ricorda subitoHelen, che gli da così la speranza di ritornarea vivere, ma verrà barbaramente ucciso subito

prima l’invasione dei russi in Polonia, mentrecercava di rubare scarti di cibo pur di soprav-vivere. Nella seconda parte, Yehoudith, cheha recuperato il prezioso taccuino di Yosseph,si trasferisce negli Stati Uniti, distante peròdalla frenetica società americana. Dopo diecianni decide di cercare Helen, grazie all’aiutodell’investigatore privato Jack, di cui si inna-morerà: anche lei vive negli Usa, non fa piùla pianista e ha dimenticato l’orrore della

guerra. Tra le due donne nasce una forteamicizia, legate entrambe da un sentimentodi amore, seppur diverso, per Yosseph. Infinela terza parte rappresenta il momento di spe-ranza del racconto. Helen, muore e la suascomparsa è per Yehoudith una grave per-dita: decide così di tornare in Polonia, cir-condata da fantasmi di una memoria chenon vuole andar via. La Varsavia che sipresenta ai suoi occhi è inedita, ne restafolgorata e ammaliata, fin quando non giungein una via, portando con sé un oggetto, chele chiederà definitivamente di fare i conticol proprio passato”.

D: La copertina mostra un ponte checollega due città ben diverse, con sopraun block notes: cosa simboleggia?

R: Sì la copertina costituisce il messaggio

centrale del racconto: le due città, Varsaviain pieno olocausto e la moderna New York,sono unite dal taccuino dei pensieri scritti daYosseph durante la prigionia.

D: Perché hai intitolato il racconto “Ilcolore delle nuvole”?

R: Il riferimento è, da un lato al coloregrigio per il fumo dei forni crematori del lagerdi Dachau e dall’altro a quello biancodell’infanzia vissuta dai tre protagonisti: in

una lettera, infatti, Yossephesorta la sua amata Helen a“ricordarsi di me anche quandocambierà il colore delle nuvole” D: Vi sono dei collegamentiautobiografici nel racconto? R: È una storia che mi si èformata in testa come un sogno,ma credo che ogni lavoro let-terario deriva da uno statod’animo ben insito in ogniscrittore, quindi credo che nonesistano lavori che non sianoautobiografici (riferendomi allanarrativa naturalmente). È unracconto di speranza e non na-scondo che il mio cuore vogliacredere che siano esistiti davveroquesti personaggi e che grazieal loro amore si siano salvati. D: In cosa ha consistito ilpremio del concorso letterario?

R: Nella pubblicazione del racconto conla casa editrice indipendente Lulu, nella pro-duzione di un breve booktrailer e nella par-tecipazione successiva al Women’s FictionFestival (un’esperienza magnifica in cui hopresentato il mio nuovo romanzo ad agentieditororiali di fama internazionale, come Mon-dadori, Rizzoli e Piemme).

Raffaella Sacchitelli ci insegna quindiche un talento, come quello della scrittura,va coltivato con impegno e passione, affinchèporti al raggiungimento di risultati così pre-stigiosi, di cui tutti noi dobbiamo andar or-gogliosi. Ed ora aspettiamo una presentazionedel libro per conoscere meglio Raffaella e ilsuo così affascinante racconto di speranza eamore.

Riapre al pubblico la biblioteca del co-mune di Carapelle, la struttura di nuova co-struzione fortemente voluta dalla amministra-zione comunale e dal sindaco Prof. AlfonsoMaria Palomba è stata inaugurata lo scorso22 marzo, durante la giornata nazionale dellalettura. La struttura è situata in via Don Da-miano Ciano ed è stata intitolata a FrancescoNicola De Dominicis, personaggio di rilievonon solo di Carapelle ma anche dei territoridei 5 Reali Siti. Il luogo dove sorge la biblio-teca è ritenuto il polo della cultura del paeseper la vicinanza di pochi metri della presidenzadell’Istituto Comprensivo di Carapelle,dell’asilo nido e dell’ auditorium prossimoa ultimazione lavori. La novità ci spiega ilSindaco in un’intervista, è che la bibliotecanon deve essere più vista come luogo asettico,bensì come un luogo d’incontro e aggrega-zione di tutti i giovani: “Abbiamo in menteiniziative culturali, dalla presentazione deilibri, al recital di poesie, ad occasioni musicaliper fare in modo che i giovani si sentanoattratti e possano tra di loro discutere” e an-cora, “se un gruppo formale di giovani, vuoleutilizzarlo per un’iniziativa per una qualunqueloro idea, noi siamo disponibili, l’importateè che venga rispettata da tutti perché gli sforziche abbiamo fatto sono più che notevoli per-ché un paese come Carapelle non poteva non

avere una biblioteca”. All’interno, oltre aivolumi già presenti nelle precedenti strutture,ad aggiungersi è un patrimonio di 1500 libri,videocassette e dischi. Diverse, sono le salepresenti, la sala consultazione, zona musica,zona lettura e sala multimediale con postazionecomputer e connessione internet. A ottobreè entrata in funzione grazie a due volontari,Carmelina Soldo e Romeo Monaco che of-frono il loro tempo libero, alla catalogazione

dei volumi e al mantenimento della struttura.In tempi brevi si provvederà ad un bando diconcorso per individuare la figura di un bi-bliotecario. Ben venga allora, oggi più chein passato perché è attraverso di loro che ilcittadino si gioca il diritto di accessoall’informazione e alla conoscenza, in un mo-mento in cui leggi di mercato intrappolanoil futuro per inseguire influenze mediatichee interressi commerciali.

E’ proprio vero, quando si pensa che tuttoè perduto, tradizioni, regole di vita ed edu-cazione ecco l’eccezione trionfa l’amore. Unamore che dura da cinquant’anni e con giustagioia e tanta tenerezza annunciano il loroanniversario. Gli sposi? Ebbene si, Donato

e Raffaella Di Pierro circondati dai figli, ni-poti, sorelle e fratelli hanno festeggiato il21 ottobre scorso le nozze d’oro. Presentiall’ora richiesta in chiesa, ancora una voltasi sono scambiati le fedi per perpetuare eperdurare quell’amore che in nessun caso

si è mai spento. Donato con la sua adorataRaffaella Veneziano ha dedicato la sua vitaprincipalmente ai suoi tre figli: Francesco,Antonio e Donato; e ai suoi quattro splendidinipoti: Roberta, Francesco, Antonio e Donatoe con lo stesso amore anche alla sua attivitàlavorativa di artigiano ... Il suo rifugio preferitodopo tanti, tantissimi anni? Il suo intramon-tabile laboratorio.

“La città perde un campione, una bandieradel calcio foggiano, un portatore sano dei valoridello sport”. Il sindaco di Foggia, Gianni Mon-gelli, ricorda con affetto Vittorio Cosimo Nocerae rivolge a nome di tutta l’Amministrazionecomunale il cordoglio ai familiari dell’ex cal-ciatore per la scomparsa di un amico dello sportfoggiano, un uomo che ha dedicato metà dellasua vita a formare i giovani sul campo di gioco.“Oggi è un giorno triste per tutti noi, non soloper la comunità di sportivi foggiani. Porteremonel cuore le gesta sportive di Vittorio Nocera,un esempio da non dimenticare e da diffondereanche per il futuro”, ha concluso il primo cit-tadino.

Sulla scomparsa del bomber rossonero cor-doglio anche da Palazzo Dogana. “Se ne vaun uomo e un calciatore d’altri tempi. Una verae propria bandiera del calcio e del Foggia, esem-pio di attaccamento alla maglia e alla città no-nostante fosse nato lontano dal capoluogo dauno.Non solo un grande attaccante ma anche ungrande maestro di calcio e di vita per tutti coloroi quali hanno potuto avere la fortuna di cono-scerlo e di formarsi nella sua scuola calcio. Unesempio per uno sport che oggi ha sicuramenteperso quei valori genuini di una volta”. È ilcommento del presidente della Provincia di Fog-gia, Antonio Pepe.

All’età di 74 anni ci ha lasciato VittorioCosimo Nocera autentico simbolo di una sta-gione esaltante per i colori rossoneri, quelladegli anni Sessanta, del Presidentissimo RosaRosa e di Oronzo Pugliese.

C'è chi lo ricorderà per i suoi gol, chi peril suo poderoso tiro (la celeberrima “Fajela”),chi per la sua grande semplicità. Di lui si con-tinuerà a parlare nel tempo per la sua grandezzaumana e per quei 182 centimetri di statura ela forza poderosa racchiusa nei 72 chilogrammidi peso. Il binomio Nocera-Fajela entrò prestonell'immaginario comune. Le sue qualità nonbastarono a farlo approdare nella sua Napoli.Dopo gli inizi fra i Dilettanti con la maglia delSecondigliano nel 1959 approdò a Foggia nellasocietà del compianto presidente Rosa Rosa.

Lì cominciò la leggenda, condensata in undecennio che traccerà un segno indelebile nella

ultranovantennale storia rossonera, che grazieai suoi gol, assaporerà per la prima volta ildolcissimo gusto della serie A. Con i satanellitotalizzerà 257 presenze, tra serie C, B e A, econ ben 101 reti che fanno di lui il più grandegoleador della storia del Foggia.

Due però furono i gol che lo proiettarononella leggenda. Quel 31 gennaio 1965 è unadata storica. I rossoneri ricevono allo Zaccherial'Inter di Helenio Herrera, campione d'Europain carica e neo campione del Mondo. Una supersquadra, (ricca di giocatori ai quali oggi ci ri-feriremmo con l'appellativo di top player), acui fu presto associato indissolubilmentel'aggettivo “Grande”.

Quell'Inter che approfittò della trasferta interra dauna, per recarsi a San Giovanni Rotondoa far visita a Padre Pio. Se il frate con le stim-mate pronosticò la sconfitta dei nerazzurri perdavvero oppure no, poco importa, perché lastoria comunque venne scritta. Nocera andò abersaglio per due volte, al 54', per il gol del2-0 (l'1-0 fu segnato da Lazzotti).

Il secondo decisivo, giunse a meno di unquarto d'ora dal termine, un paio di minuti dopoil gol di Luisito Suarez, che insieme a Peiròaveva firmato la rimonta meneghina. Una bor-

data delle sue che fulminò il portiere Di Vin-cenzo, secondo di Sarti. Fu il tripudio, il Foggiasconfisse la Grande Inter, riuscendo a compiereun'impresa in quella stagione riuscita solo alMilan. L'Inter quell'anno rivinse la Coppa deiCampioni e, dopo una incredibile rimonta suicugini, anche lo Scudetto. Due trionfi che difatto conferirono ulteriore prestigio all'impresadella banda di Oronzo Pugliese.

Moschioni, Valadè, Micelli, Bettoni, Rinaldi,Micheli, Favalli, Lazzotti, Nocera, Maioli ePatino. Una formazione che risuona nelle me-morie di noi foggiani, così come fu il “Sarti,Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarneri, Picchi,Jair, Mazzola, Peirò, Suarez e Corso” per gliappassionati di calcio di tutta Italia. Quella par-tita, rese indimenticabile la stagione del Foggiae di Nocera, che riuscì anche ad ottenere laconvocazione in Nazionale, l'unica.

Bastò e avanzò per consentirgli di segnareanche con la maglia azzurra nel 4-1 rifilato alGalles. L'unica rete realizzata da un calciatoredel Foggia. Di quella squadra, Nocera era ilcapitano e leader, e lo sarà fino al 1970, annoin cui lasciò per accasarsi alla Massiminianadove chiuse la sua carriera.

Poi cominciò la sua nuova vita come viceallenatore di Puricelli nel 1979, a cui fece seguitòl'intensa attività di allenatore di scuola calcio,a contatto con i ragazzini, forse l'unico ambientedove ancora oggi si possono intravedere sprazzidella genuinità, che il calcio odierno ha con iltempo perduto.

La sua è stata un'esistenza fatta di semplicitàe ironia, trascorsa a pane e pallone insieme allasua amata famiglia.

Davvero una settimana indimenticabile quel-la trascorsa dal 15 al 21 ottobre per i membridell’associazione di volontariato ConfraternitaMisericordia di Orta Nova: infatti con un riccoprogramma di eventi è stato festeggiato il ven-tesimo anniversario dalla sua fondazione,vent’anni di storia vissuta da raccontareche ne fanno una delle associazionipresenti sul territorio tra le più longeve.La Misericordia nasce infatti il 12dicembre 1992 dalla volontà di alcunisoci promotori che avevano in prece-denza costituito l’associazione nonreligiosa Operatori Emergenza Radio(O.E.R.), avendo come unico scopo lagestione delle ambulanze sull’esempiodella parabola del Buon Samaritano:sin da subito è riconosciuta comeConfraternita dall’allora Vescovo dellaDiocesi, assegnando come padre cor-rettore il parroco della B.V.M. diLourdes don Luciano Avagliano, chericopre tuttora l’incarico. Nel 1993grazie a una generosa raccolta fondila Misericordia è dotata della sua prima ambu-lanza e ospita (fino ai tre anni successivi), pressola propria sede di Via Puglie, oltre 150 extra-comunitari impegnati nella raccolta del pomo-doro, offrendo loro vitto e alloggio.

La vita dell’ente prosegue spedita con laprima storica vestizione dei suoi confratelli nel1997 presso la Chiesa M. SS. Addolorata;l’evento è tuttavia funestato dalla tragica notizia,il giorno antecedente, della morte del socio RinoMonopoli in un incidente stradale durante unodei tanti trasporti sanitari. La drammatica notiziasconvolge il clima di entusiasmo della Miseri-cordia, privata anche dell’ambulanza, andatatotalmente distrutta. Ma la generosità, primadella Misericordia di Balze e poi di privati cit-tadini e organizzazioni ed anche del Vescovodella Diocesi S.E. Mons. Picchierri, consentealla Confraternita di poter disporre di nuovimezzi e svolgere così con rinnovato entusiasmole proprie quotidiane attività sociosanitarie.L’attenzione dei volontari è sempre stata rivolta

Una fiaba per RaponeAncora un premio per il 1° Circolo didattico

“N. Zingarelli”. Ma per meglio sintetizzarel’evento, trascriviamo una parte dell’articoloapparso sul Quotidiano di Basilicata dell’8 agosto2012: “Bilancio positivo per la prima edizione

del Concorso letterario nazionale “una fiabaper Rapone”: la serata di premiazione ha riscossoun enorme successo di pubblico e acceso i ri-flettori sul caratteristico paesino della Lucania,animato da personaggi fantastici, che ispiranostorie, fantasie e leggende. Undici i premiati

dalla giuria del Concorso, composta dallo scrittoreClaudio Elliot, Paride Leporace, direttore delQuotidiano e Isabella Romano, giornalista Rai.A fare gli onori di casa, il sindaco Felicetta Lo-renzo e l’assessore regionale alle attività produt-tive Marcello Pittella”. Le classi IV sez. D-Esono state premiate dal direttore del Quotidiano,Paride Leporace. L’evento ha avuto un ampioservizio sul TG 3 Regionale di Basilicata.

Festa dell’accoglienzaÈ una consolidata tradizione ormai quella

della Festa dell’Accoglienza, destinata agli alunnidelle classi prime. La mattina del 14 settembreil loro ingresso a scuola è stato salutato da unclima festoso e colorato, che avuto come preludioil commosso discorso della Dirigente, dott.ssaMargherita Palma, seguito poi dall’accoglienzadelle docenti e dallo spettacolo di belle coreo-grafie, eseguite dai bambini stessi, che è statocurato dalla coreografa Nadia Pandiscia.

alle persone più bisognose, attraverso opere dicarità ispirate all’insegnamento di Gesù Cristocon spirito di solidarietà e amore per il prossimo.

Nel corso di questo ventennio la Misericor-dia è diventata un indiscusso punto di riferimentoper la popolazione dei Cinque Reali Siti, vin-

cendo nel tempo una iniziale e ingiustificatadiffidenza da parte di cittadini e istituzioni.Tantissime le attività di natura socio-sanitariasvolte finora: trasporti sanitari (il più antico ediffuso tra i compiti delle oltre 700 Misericordied’Italia), unità di Protezione Civile, postazione118, sostegno ai poveri con il Banco Alimentaree servizi di assistenza domiciliare per anzianie disabili; fino al 2010, inoltre, un valido aiutoai soci è stato dato da gli oltre cento ragazzidei progetti di Servizio Civile che quotidiana-mente, per un anno, si sono impegnati nel col-laborare attivamente nel volontariato per per-seguire le finalità sociali della Misericordia.E’ difficile fare un elenco degli interventi com-piuti dall’ente sin dalla sua fondazione, talmentetanti sono stati gli impegni, ultimo quello diProtezione Civile la scorsa estate presso le ten-dopoli di San Felice sul Panaro in Emilia Ro-magna: ma non si possono dimenticare le pre-senze durante altri significativi momenti, comela Giornata Mondiale della Gioventù a Madrid,

l’alluvione di Sarno e il terremoto de L’Aquila,nonchè la bellissima iniziativa, che si svolgeogni anno durante il periodo natalizio, della Car-rozza dei Sogni. La settimana dedicata ai festeg-giamenti per il ventennale è stata definita, inaccordo con l’Amministrazione Comunale grazie

alla sinergia con Marilena De Finis(consulente esterna in politiche cul-turali), “della gentilezza” e ha vistole scuole ortesi protagoniste con disegnie poesie per così sensibilizzare le futuregenerazioni all’importanza del mondodel volontariato per aiutare chi è indifficoltà. Negli ultimi tre giorni si sonoracchiusi gli avvenimenti più signifi-cativi delle celebrazioni: la presenzadi altre Confraternite (come quelle diMolfetta, Andria, Castelluccio Val-maggiore e l’avellinese Montoro In-feriore) ha dato al via a momenti di“confronti di esperienze e testimonianzec h e h a n n o c o l p i t o i l c u o r e d e ivolontari”, culminati con la splendida

e commovente piece teatrale del giornalista sardoFrancesco Abate intitolata “È colpa tua” e de-dicata al toccante tema della malattia. La mattinaseguente spazio a formative esercitazioni di pro-tezione civile prima presso gli istituti scolasticie più tardi poi davanti la Villetta Comunale “S.Antonio”; in serata gonfiabili e giochi per bam-bini, interessante convegno sul tema “psicologiadell’intervento: dalla parte del soccorritore” edesibizione del gruppo folkloristico “I seguacidi Euserpe”.

Infine la domenica Santa Messa presso laChiesa B.V.M. di Lourdes e pranzo sociale pressola sede della Misericordia. Una settimana, insom-ma, all’insegna delle riflessioni, del felice ricordodi quanto la Misericordia ha saputo fare in questoventennale e di nuovi progetti e idee per il futuro:un compito che la nuova Governatrice, MariaDi Brisco, assieme al suo organigramma (il Ma-gistrato) e alle decine di giovani volontari sonopronti ad affrontare con rinnovati entusiasmoe attenzione per il prossimo.

L’Accademia della Musica dei5 Reali Siti nasce nel 2008 graziea l M a e s t r o F r a n c o D e F e o .L’obbiettivo è quello di incrementarela cultura e la passione per la musicafavorendo una sana formazionemorale e professionale all’internodel territorio della Capitanata ed inparticolare in quello dei Cinque RealiSiti. Lo scopo dell’accademia cispiega il Direttore Artistico Prof.Franco De Feo, è quello di scopriree incoraggiare nuovi talenti tra igiovani musicisti e compositoritramite rassegne musicali, concorsi,assegnazioni di borse di studio e la creazionedi un coro polifonico e di un’orchestra gio-vanile diretta dal Prof. Nunzio Balestrieri.Oggi l’accademia conta ben 50 iscritti conun’età compresa tra i 13 e i 18 anni. Dal2006 al 2008 ha realizzato il Festival dei 5Reali Siti, dal 2009 a oggi è presente sulterritorio ogni anno con concerti di variogenere, nel 2012 ha realizzato la prima ras-segna musicale “I suoni dell’anima” e par-tecipato a vari festival, tra cui “Quando lapoesia incontra la musica” e “Diocesi incoro”. Inoltre l’accademia si avvale dellapartecipazione di tante associazioni per lamusica e organizza festival e concerti a scopobenefico. “Noi amiamo la cultura del fare,

Sono ben 59 gli anni che il dott. SavinoTorraco è al servizio della collettività. Lau-reatosi in medicina nel 1953 all’Universitàdi Bari, si specializzò in oculistica tre annidopo sempre presso l’università barese.L’anno dopo fu chiamato a dirigere il Dispen-sario Antitracomatoso di Manfredonia, dovesi registrava la più alta incidenza del tracomaflorido, che fu debellato nel 1959. Ma il 1961per il dott. Torraco fu l’anno dell’incontrocon il prof. De Gennaro di Napoli, fondatorein Italia dell’Oftalmologia sociale, primoesempio di medicina preventiva moderna. Ecosì dal 1963 al 1969 inizia, con conferenzeed articoli pubblicati sulla stampa locale eregionale, una campagna di sensibilizzazionesu tutto il territorio provinciale, con un occhiorivolto anche all’Ente Provincia per trasfor-mare i centri antitracomatosi in centri di of-talmologia sociale. L’Amministrazione diPalazzo Dogana nel 1970 attuò questa riforma.Dieci anni dopo decise di dedicarsi a tempopieno presso l’ambulatorio oculistico dellaUsl di Lucera. Qui ha dato il massimo dellasua professionalità, abolendo il sistema diprenotazione delle visite, unico esempio in

Italia, e ripristinando la prevenzione oftalmicanelle scuole materne ed elementari, che eranostate soppresse per mancanze di fondi. Allafine degli anni ’80 le prime pubblicazioni

scientifiche “Indagine epidemiologica sull’in-cidenza delle cefalee primarie nelle scuolemedie dell’obbligo della Usl FG-6 di Lucera”e “Betabloccanti per via oculare nella terapiadelle cefalee primarie in età evolutiva”. Nel1991 la prima pubblicazione in collaborazionecon la clinica Oculistica dell’Università “LaSapienza” di Roma. L’anno dopo in occasionedel Congresso Internazionale per le Cefaleeprimarie che si svolgeva a Roma illustrò atutti gli illustri ricercatori presenti la sua sco-perta dei Betabloccanti per via oculare.

Tre giorni prima del congresso scrisseuna poesia sulla cefalea. In questa poesiavenivano messi in evidenza i problemi socialie psicologici dell’emicrania, i sintomi dellamalattia, la durata dell’attacco, la terapiainefficace e la sua scoperta terapeutica conla nuova somministrazione.

La composizione poetica ebbe uno stre-pitoso successo, fu let ta nell’ambitodell’evento congressuale e pubblicata sullarivista scientifica “Hemicrania”. A 83 anniil dott. Savino Torraco ha ancora tanto amoree entusiasmo per la sua professione che ad-dolcisce componendo delle bellissime poesie.

vogliamo crescere e far crescere, ma perfare ciò cerchiamo chi sponsorizza” cosi laProf .ssa Si lano Annar i ta pres identedell’accademia ci spiega le problematichedi chi si ritrova a valorizzare il proprio ter-ritorio e le proprie risorse. Abbiamo incon-trato anche la coordinatrice dell’Accademia,Lucia Fierro che ci ha raccontato in brevela sua esperienza: “Conosco il Maestro DeFeo da quando ero piccola ed è grazie a luiche sono riuscita a scoprire questo talentoe a coltivarlo nel tempo. Sono un educatricetiflologica e nell’accademia mi occupo dicoordinare insieme al Direttore artistico tuttele attività che concernono l’associazionismoall’interno dell’accademia”.

A Senigallia, nelle Marche, raffinata e ri-dente cittadina costiera di antichissime originie ricchissima di storia e di cultura, ha avutoluogo, dal 5 all’11 di ottobre scorso,in mezzo alle tante iniziative culturalidi cui la città abbonda per ricchezzae varietà, i l convegno d’autunnodell’A.N.P.O.S.DI., l’AssociazioneNazionale dei Poeti e degli ScrittoriDialettali, finalizzata alla salvaguardia,alla valorizzazione, allo studio ed alladiffusione della produzione dialettalein ogni sua forma ed alla tutela dellelingue minoritarie. La cittadina, formatada un antico nucleo compreso in solidemura rinascimentali (che ricalcal'impostazione urbanistica della cittàromana fondata su una collina a suddel fiume Misa), e da quartieri moderni,nati dalla trasformazione improvvisache portò, nell’immediato dopoguerra,i senegalliesi dall’entroterra contadinosulle rive del mare e sulle strade dicomunicazione con le nuove sedi la-vorative dell’edilizia e dell’industria,ha accolto con la sua calma bellezza paesaggi-stica, i suoi spazi carichi di vita, la sua gentelaboriosa ed ospitale la moltitudine entusiastadei poeti e soci anposdi, provenienti da ogniregione d’Italia, forti della passione e dell’amoreper le proprie radici culturali e linguistiche.A fare da “casa” in questo convegno d’autunno2012 è stata la cortesia, la professionalità e lacompetenza dello staff del SenbHotel(****),prestigioso albergo storico situato tra la “spiaggiadi velluto”ed il centro storico cittadino, staffche, sapientemente guidato dai direttori Ornellaed Otello, ha saputo creare un’atmosfera di fa-miliare ospitalità e di elegante accoglienza inogni momento e situazione. Il convegno è ap-prodato nella bella Senigallia per rendere omag-gio ad una delle personalità più prestigiose edautorevoli di questa sua terra natia: la signorascrittrice e poetessa Renata Sellani, che l’interacittà, grata, ha festeggiato nel febbraio scorso,in occasione dei suoi meravigliosi novant’anni,portati con somma leggerezza ed eccezionalevitalità. Renata, come vuol essere chiamata datutti, è una donna di rara intelligenza, di raffinatospirito, oltremodo moderna ed anticonvenzionale,

lucidissima e ricca di una generosità e di un“sentire” davvero fuori dal comune. Oltre cheessere tra i fondatori, nel lontano 1952,

dell’Associazione, ne ha egregiamente direttole sorti, come Presidente, per quasi un ventenniocon assoluta competenza, serietà e completaed assoluta dedizione. Oggi è Presidente Ono-rario dell’Associazione e punto di riferimentodi tutti i soci ed i poeti, vanto per ciascun mem-bro di essa. Il convegno, ancor di più per questo,è stato molto ricco di input culturali a largospettro. L’apertura dei lavori ha visto il salutoall’assemblea da parte dell’ottimo Presidente,dott. Mimmo Staltari e del Presidente Onorario,prof.ssa Renata Sellani da tutti festeggiata. Sisono associati il giovane Sindaco di Senigallia,dott. Maurizio Mangialardi, il prof. Mario Ca-vallari, portavoce della Giunta Municipale el’Assessore alla Cultura, prof. Stefano Schiavoni.

A far “gli onori di casa”, la signora EddaBaioni Iacussi, Delegata Regionale anposdiper le Marche. Interessantissime ed assai ap-prezzate da tutto l’uditorio le relazioni degliesperti intervenuti. Il prof. Marco Severini,docente presso l’Università di Macerata, hasviluppato il tema”Evoluzione della lingua”argomentando sulla naturale capacita di un or-ganismo vivo, qual è la lingua appunto, di sa-

persi rinnovare ed adeguarsi a scopi comunicativisempre nuovi e diversi. Altra dotta relazionequella del prof. Giuliano Bonvini, dirigente

scolastico del Liceo Classico “Perticari”di Senigal l ia , sul tema “La PoesiaDialettale”, con spiccato riferimento a quellamarchigiana e senigalliese, di cui RenataSellani, autrice di numerose opere teatralie di una vastissima produzione poetica,ne è senz’altro la decana ed una delle”vociartistiche” di più alto rilievo. Non potevamancare una relazione sulla storia di Se-nigallia ed a questo ha pensato il prof.Mauro Pierfederici con “Conoscenza Storicadi Senigallia”, ampia e variegata presen-tazione, base necessaria alla successivavisita guidata alla città ed ai suoi monumentipiù rappresentativi, testimoni autentici dellasua lunga vita nel corso dei secoli. Il gruppodei poeti, infatti, sotto un cielo terso esoleggiato ed accarezzati da una brezzasottile, si è mosso dalla zona archeologica“La Fenice”, alla città seicentesca di viaPisacane, dal Palazzo Comunale a quello

dei conti Mastai Ferretti, dalla casa di Pio IXalla Rocca Roveresca, dal Foro Annonario aiPortici Ercolani, per finire dalla Chiesa dellaCroce alla Cattedrale, nella quale si è vissuta“l’ora più bella” nella celebrazione della ritualeSanta Messa dei poeti, officiata da Mons, Gian-carlo Cicetti. Momento questo di profonda in-tensità spirituale e di intimo raccoglimento epreghiera di ringraziamento. Altra mattinata tu-ristico-culturale è stata quella che ha avuto peroggetto la visita alla casa di Giacomo Leopardi,alla sua Biblioteca ed al centro storico di Reca-nati. Grande interesse e profonda emozione hasuscitato in tutti i visitatori il conoscere e quasiil “toccare con mano”quello che fu il “suo” am-biente di vita e di studi: i suoi libri, parte deisuoi manoscritti giovanili, i ritratti, le finestreda cui vedeva scorrere la vita fuori, il cielo, laluna... Sincera commozione nel percorrere poiil vialetto alberato che porta alla vista da cuinacque quel capolavoro che è l’“Infinito”.

“Sempre caro mi fu quest’ermo colle, e que-sta siepe, che da tanta parte dell’ultimo orizzonteil guardo esclude (….)”.

(continua 1)

Come avviene nella maggior parte deicasi, tutto era cominciato quasi per gioco.Giacomo e Francesco, entrambi sulla set-tantina (il particolare dell’età è importanteai fini del racconto), sono cresciuti insiemeperché abitavano nella stessa strada, quan-do la strada era il luogo di elezione peri giochi infantili. Le case del centro storicoerano (e molte lo sono ancora) in maggio-ranza di un solo vano al piano terra,didimensioni ridotte e le mamme spingevanoi loro figli piccoli a giocare sulla strada,dove potevano comunque controllarli men-tre sbrigavano le faccende domestiche.Giacomo e Francesco avevano frequentatola Scuola Elementare sedendo nello stessobanco; più tardi erano stati ancora insiemedurante il servizio militare, avevano cor-teggiato prima e sposato poi due amiche,anch’esse inseparabili, che abitavano nellastrada parallela alla loro e che, perciò,conoscevano da quando erano bambine.Da sposati, poi, si erano aiutati nel lavoro,“scambiandosi le giornate”, dal momentoche i rispettivi fondi rustici erano confi-nanti. Salvo rare eccezioni, la sera uscivanoinsieme per passeggiare o trattenersi aconversare nella Piazza e rientravano in-sieme alle loro case, insomma erano in-separabili come due gemelli siamesi e lagente, se in Piazza ne vedeva uno solo,si preoccupava e gli chiedeva subito notiziedell’altro. temendo per la sua salute opeggio. Quando si arriva ad una certa età,non so se ve ne siete accorti, gli anziani tornano bambini, tendono a aggregarsinegli stessi gruppi cui appartenevano dabambini o da adolescenti, si cercano l’unl’altro, arrivano sulla Piazza alla stessaora e rientrano nelle loro case ugualmentealla stessa ora.

Li accomunano non solo i ricordidell’infanzia o della gioventù ormai lon-tane nel tempo ma, soprattutto, il timore- mai espresso a parole - che qualcunodi loro la sera manchi all’appello perchéciò sta a significare una malattia graveo, peggio, la morte, visto che il numero,purtroppo, si assottiglia mese dopo mese.

Perciò bisticciano raramente fra loro,perchè nessuno vuole lasciare l’amico diuna vita con il peso di un dissapore, menoche mai di un litigio vero e proprio forierodi rancori che, a tarda età, sono forti edurevoli, perché temono che potrebbemancare il tempo per porvi rimedio. I lorodiscorsi, pertanto, sono di solito amiche-voli, vertono su argomenti leggeri, spessoarricchiti da aneddoti, da battute spiritose,da ricordi di bravate o di abbuffate gio-vanili, di avventure amorose, di scherzi

e beffe organizzate o subite. Commentanogli avvenimenti di cronaca nera o rosa,si appassionano poco alla politica, moltodi più al caro vita e alla cucina, alle vi-cende dei figli e soprattutto dei nipoti,verso i quali sono generalmente indulgentie prodighi, l’esatto contrario di come, asuo tempo, si erano comportati con i figli.Tutto avviene nell’osservanza scrupolosadella vecchia massima secondo cui “toccaai genitori essere severi con i figli e ai

nonni viziare i nipoti”.La frequentazione quotidiana fra Gia-

como e Francesco non era stata segnatada nessuno screzio, da nessuna ombraper più di sessant’anni; era nota a tutti eadditata come esempio di vera amicizia.L’amicizia era divenuta ancora più stretta,anzi un legame di parentela vero e proprio,sia pure alla lontana, che li rendeva felicientrambi, quando il nipote prediletto diFrancesco si era fidanzato con la nipoteprediletta di Giacomo.

Chiarisco subito, a chi avesse notatoche fino a questo punto ho usato i verbial passato, che Giacomo e Francesco sonotuttora inseparabili. Non lo sono stati percinque giorni, dal 10 al 15 settembre del2010 ed è proprio di quei cinque giorniche voglio parlare.

La sera dell’infausto 10 settembre,quel “dies nigro signanda lapillo”, percitare gli antichi romani che contrassegna-vano i giorni favorevoli con una pietruzzabianca e quelli nefasti con una nera, Fran-

cesco e Giacomo si erano uniti al capan-nello degli amici abituali sotto una dellepalme della Villa Comunale, poco distantedal Monumento ai Caduti, la quale ancoraporta visibili, sulla parte bassa del tronco,i segni delle schegge prodotte dallo scoppiodi una bomba a mano lanciata da un soldatonegro ubriaco nel settembre del 1943, du-rante l’occupazione degli anglo americani.Il più anziano del gruppo, un quasi novan-tenne calzolaio che ancora esercitava ilsuo mestiere, vedendo passare una giovanecoppia di fidanzati, aveva commentato:“Vedete quei due? Sono appena tornatida una crociera e non sono sposati, ma igenitori di lei non dicono niente sul fattoche la figlia è andata in vacanza col suoragazzo e, sicuramente, hanno dormito in-sieme. Che tempi balordi stiamo vivendo!E dire che io, prima di presentarmi a casadi Concettina, ho dovuto “acceppunarla”alle tre di notte e poi, la sera dopo, misono presentato a casa sua con i miei ge-nitori e i miei famigliari!”

- “Com’è questo fatto?” - aveva dettoil nipote di Francesco, che si era fermatoper salutare festosamente sia lui che Gia-como e aveva udito le ultime parole delvecchio calzolaio.

- “Caro ragazzo” - aveva detto il cal-zolaio, contento di raccontare il mondoda lui vissuto quando era giovane - “devisapere che, ai miei tempi e anche al tempoin cui tuo nonno era giovane, quando ungiovanotto aveva adocchiato una ragazzache gli piaceva e, pur senza parlarsi masolo con gli sguardi e i sorrisi, aveva capitodi non esserle indifferente, di buon mattinoandava alla sua vigna e scavava una bucaprofonda ai piedi della vite più robusta epiù rigogliosa, fino a scoprirne le radici.

Dopo di che le tagliava e tirava fuorila vite con tutto il fusto e il ceppo, cioèestirpava, come diciamo noi ancora oggi,“uceppone”. Poi tagliava parte delle radici,lasciandone piccoli tronconi, lo puliva benbene e al calar della notte, senza farsi ve-dere e senza far rumore, lo depositava vi-cino allo stipite della porta di casa dellasua amata. La mattina seguente, quandoapriva la porta, il padrone di casa lo notavacertamente ma non diceva nulla perchètoccava a sua moglie, quando si fosse af-facciata sull’uscio, dare l’allarme al vicinatoper comunicare la buona novella gridando:“Currite, currite, hanne acceppunata la figliamia! Chi è state a acceppunà la figlia mia?(chi ha messo il ceppo davanti alla miacasa per accaparrarsi la figlia mia?).

(1 continua)

La Fun Cup, che quest’anno giungealla XVII edizione, è una manifestazionetennistica a squadre, rivolta a giocatori egiocatrici adulti, organizzata dal Csen (Cen-tro Sportivo Educativo Na-zionale), Ente di PromozioneSportiva riconosciuto dal Coni,in collaborazione con la TennisServices, i cui  Sponsor ePartner sono: Head, Il Tennis,Vdm Tennis, Metropol Resort,Grand Casinò Portoroz. Comeogni anno la manifestazione,seppur organizzata in Italia,vede svolgersi la fase conclusivain Slovenia, per la comodità dipoter dislocare gli incontri suitrentasei campi da tennis, di cuidiciotto ubicati a Capodistriae diciotto a Portorose, sedecentrale dell’evento. Quest’anno l’Asd 2Tdi Orta Nova ha preso parte alla manife-stazione, riuscendo ad ottenere l’accessoalla fase finale, che si è disputata dal 10al 14 Ottobre e presentando in gara bendue squadre; La squadra “A”, capeggiatadal Presidente Fabrizio Turchiarelli e com-posta da Vito Turchairelli, Gaetano Lopes,Giuseppe D’Agostino e la squadra “B” daLuca Ferrandina, Salvatore Di Pietro, AldoD’Agostino e Rino Iula. Diverse le cate-gorie in gara ed oltre mille il numero degliatleti partecipanti, ma il tabellone cui hannopreso parte le due squadre ortesi, era quellopiù numeroso ed ha visto ai blocchi di par-tenza ben 128 squadre, provenienti da tuttaItalia. Giunti in Slovenia la sera del mer-coledì, sistematisi nelle camere di uno deisette Hotel dedicati alla manifestazione,i ragazzi sono scesi in campo già la mattinadel giovedì per disputare il loro primo in-contro e cominciare a misurarsi conl’esperienza ed il gioco di chi calcava queicampi gloriosi da diversi anni. Infattiquell’impianto è sede di un famoso torneointernazionale femminile Wta e di diversitornei Atp e nel corso degli anni, così comedocumentato da foto pavoneggiantiall’interno del circolo tennis, su quei campihanno giocato tennisti del calibro di MartinaNavratilova, Boris Becker e Goran Ivani-sevic. Gli incontri prevedevano la disputadi due singolari ed un doppio, al terminedei quali chi totalizzava più games prose-guiva l’avventura. Dato l’elevato numerodei partecipanti, erano previsti incontrimattutini e pomeridiani dal giovedì alladomenica mattina, per un totale di setteincontri in cui imporsi per portare a casal’ambito trofeo del vincitore. Con impegno,

sacrificio ed agonismo i nostri ragazzi sisono classificati al 9° posto (squadra B)e 2° (squadra A), sconfiggendo, la squadra“A” i campioni in carica in semifinale ma

avendo però il rammarico di essere statibattuti entrambi dalla stessa squadra veneta,che da diversi anni puntava alla vittoriafinale. Al termine di questa meravigliosaavventura, una immersione totale nel tennis

ed il suo splendido ambiente, dopo averben figurato, considerato il fatto di esserele matricole della circostanza, si è svoltala premiazione all’interno del prestigioso

campo centrale ed i nostri atletihanno ricevuto il plauso dei nu-merosi partecipanti. Un ringraziamento particolareva rivolto allo sponsor ufficialedella squadra, la ditta “Fiordelisis.r.l.” di Stornarella, nonché alladitta Ladogana Vini di Orta Novae la ditta Tecnofrutta di Orta Nova,che hanno condiviso e supportatoil progetto; perché è importan-tissimo e fondamentale avere allespalle gente che nello sport e neglisportivi vede lo strumento utilealla crescita sociale e culturale diun territorio intero, che seppur

abbia molto da invidiare ad altre partid’Italia, sa anche dimostrare di poter pri-meggiare ed essere competitivo in ognisettore, quando in ciò che fa ci mette ilcuore.

La principale festa dell'anno, quella piùattesa da grandi e piccini, è senz'altro ilNatale.

Tutti sanno che il Natale è fondamen-talmente una festa cristiana, in cui si ricordala nascità di Gesù, che si fanno risalire dal10 al 4 a.C., quindi le origini di questa festasono da ricercarsi in tempi molto remotiMa a dispetto delle credenze ben salde nellamente della gente, bisogna dire che questafesta nasce invece come festa popolare, piut-tosto che religiosa. In questo periodo infatticadono una serie di ricorrenze e di riti legatial mondo rurale, nonchè dei festeggiamentiper dare l'addio al vecchio anno ed il ben-venuto al nuovo. Il Natale, così come noilo festeggiamo, deriva dalle tradizioni bor-ghesi del secolo scorso. È in questo periodoche nasce la tradizione del digiuno e delcenone della “vigilia”, del presepe edell'immancabile albero di Natale. Anchele luci e le candele che si accendono inquesto periodo per addobbare case e viehanno un loro antenato “il ceppo”. Il ceppoera un grosso pezzo di legno (solitamentedi quercia) che in questi giorni si acendevanel camino della case, che serviva comerito propiziatorio per l'inizio del nuovo anno.Persino dal modo di ardere del ceppo siprediceva l'andamento dell'anno futuro.

I festeggiamenti natalizi si protraggonofino all'anno successivo, per proseguire aCapodanno e terminare in corrispondenzadell'Epifania. E per allietare le vostre tavoleamici lettori, anche per queste festività vipropongo alcune ricette prettamente natalizie.

Semola battuta con Tacchino in brodoIngredienti per 4 persone: Tacchino,

350 gr. semola battuta, 1 carota, 1 sedano,

1 cipolla, prezzemolo, saleSu di una spianatoia versare la semola

di grano duro aperta a fontana, aggiungereprezzemolo tritato, pecorino grattugiato, 2uova. Impastare con acqua tiepida e rica-varne un impasto non bene amalgamato, apezzi grandi, con la mezzaluna sminuzzarein briciole.

Preparazione del brodo (il giorno prima):Mettete in una pentola 3 lt. di acqua freddail tacchino al quale è meglio togliere unpo’ di pelle e grasso; poi aggiungere sedano,carota e cipolla mondate e lavate, qualchegrani di pepe interi. Portare ad ebollizionea fuoco lentissimo e cuocere a fuoco len-tissimo per 3 ore. Schiumare sempre quandoaffiora il grasso. A metà cottura aggiungeresale. A cottura ultimata filtrare attraversouna stamina e fare raffreddare in frigorifero e sgrassare.

In una pentola con abbondante acquasalata lessare la semola battuta. A fine cot-tura aggiungere il brodo e servire.

Baccalà alla napoletanaIngredienti 1 kg di baccalàa ammollato,

500 gr di pomodori ciliegina, 200 gr diolive nere, 1 cucchiaio di capperi, spicchiod’aglio e pinoli.

Sciacquare il baccalà, tagliarlo a pezzi,infarinarlo e friggerlo in abbondante oliobollente. Lasciare riposare i pezzi di baccalàcotti su della carta assorbente. Poi metterein una casseruola un filo d'olio di oliva ex-travergine, aggiungere lo spicchio d'aglio,i pinoli, le olive, i capperi, i pomodori tagliatia metà. Fare cuocere la salsina per qualcheminuto. Unire i pezzi di baccalà e mescolarebene su fuoco medio. Aggiustare di sale edi pepe. Servire con un trito di prezzemolo.

Anguilla agli Aromi con PolentaIngredienti: 1 kg di anguilla, q.b. di

polenta pronta, 80 gr di burro, 1 cipolla,200 gr di pomodori pelati, 1 bicchiere divino bianco, una foglia di salvia, qualchefoglia di alloro, sale q.b., pepe q.b.

Pulire l'anguilla senza togliere la pellee tagliarla a pezzi. In una padella, far sof-friggere il burro con una cipolla affettata,le foglie di salvia e di alloro. Lasciare cuo-cere per 2 o 3 minuti, quindi unire il vinobianco e lasciarlo evaporare. Aggiustare disale e pepe ed unire il pomodoro sminuzzato.Far cuocere a fuoco moderato, con coper-chio, per circa 15 minuti, mescolando ditanto in tanto e unendo, se necessario, qual-che mestolo d'acqua. Servire l'anguilla caldaaccompagnandola con la polenta.

Bucchenotte (il dolce ascolano)Ingredienti: Kg. 1 di farina, 300 gr zuc-

chero. 4 uova, ammoniaca, marmellata diamarena, scorzetta di limone grattugiata,cannella, vainiglia e zucchero velato.

Impastare la farina aggiungendo zucche-ro, uova e ammoniaca. Lavorare fino adottenere una pasta morbida, tagliarla e for-mare delle pagnottine, quindi assottigliarlecon il matterello fino ad ottenere delle sfoglienon molto sottili. Con la pasta così lavoratasi foderano le formette costituite da stampidi acciaio con bordo orlato e si riempionoi cavi delle formette con marmellata di ama-rena, condita di scorzetta di limone grattu-giata, cannella e vaniglia. Si chiude la for-metta con un disco di pasta dello spessoredella sfoglia. Cuocere nel forno, ma faredei forellini sul disco di pasta di chiusura:Dopo la cottura, i dolci vanno liberati dalleformette di acciaio passando un leggera spol-verata di zucchero a velo.

Esiste una variante del ripieno costituitoda mandorle tritate, impastate con zuccheroe bianco d'uovo montato a neve.

UNA FALCE DI LUNA

Di serauna falce di luna,quasi invisibiletanto è snellae lontana.Sotto grattacieli illuminati,mari in tempesta,montagne sconosciute.Ma ci sarà per forzaun nimboe una mammastretti l’uno all’altra.

Rocchina Morgese

IL CIECO AL VEDENTE

Amico, prendimi per manoe guidami per il mondo.Descrivimi tutto ciò che vediin modo che possaimmagazzinarlo nel mio cervello.In cambio,ti farò conoscere il mondo dei ciechi.Noi non vediamo,ma possediamo grande memoria,grande sensibilità tattilee siamo sintonizzatisu una lunghezza d’onda,da voi non percepita.Sentiamo la voce del sole e della luna,del cielo e delle stelle, del mare e dellapiante.Sentiamo anche la voce interna dellepersone,che ci stanno intorno.Oggi, sono felice,perché questo incontroha dato la possibilitàad ognuno di noi di conoscere il mondodell’altro.Insieme, però, abbiamo scopertoil vero mondo,fatto di sì, di luce e colori,

ma anche e sopra tuttodi voci,di tante voci,tra cui primeggianol’Amicizia e l’Amore.

Savino Torraco

PE LA MAMME

Mà,tùve m’à dàte la vitevelute bbéne e cresciute eambaràte i prégge de la vite.Mò,nnò gge stà cchjue ìje aggi’addevendàte grusse.

Ind’a isunne mije ti revéde,te parle e te voglie bbénesémbe de cchju.

Ind’aucore mije u recurdede l’amore tùve pe tutte.

E mòsole a nnumenà unome tùve “mamme”rafforze sémbe de cchjul’amore mìje pe tèje.

Alla mamma: Mamma / tu mi hai datola vita / amato e cresciuto e / insegnatoil valore della vita. // Ora / non ci seipiù / ed io sono diventato grande. // Nei/ miei sogni ti rivedo, / ti parlo e t’amosempre di più. // Nel / mio cuore il ri-cordo / del tuo amore per tutti. // Edora / il solo pronunciare il / tuo nome

“mamma” / rafforza sempre di più / ilmio amore per te.

Giuseppe Maggio

TU DONNA, TU MADRE.A MIA MADRE

Labbra squarciate di donneche non si arrendono,cuori infranti, pance aperte,viscere inquinate da umani,questa è la donna, questa è la mamma.Hai aperto le strade hai tuoi figli,non hai mangiatoper dar loro da mangiare,non hai dormitoper assicurare loro un sonno serenoe ti sei privata della tua dignitàper dar loro stima,tu donna, tu madre.Se riuscirai ad essere grandecome la luna in queste sere,a sfiorare la terra con un ditoe a volare negli immensi cuoridi questi sporchi esseri umaniallora sarai in gradodi pronunciare parole d'amoredalle tue labbra screpolate,tu donna, tu madre.

Matteo Piarulli

Partenza alla grande per il 2° Circolo diOrta Nova

L’anno scolastico, per gli alunni dellaPrima classe della Scuola Primaria PapaGiovanni XXIII, è cominciato con unagrande festa fatta di coloratissimi striscionie giochi all’aperto, organizzati con l’aiutodi un gruppo di animatori e mascotte vestiteda simpatici personaggi della Disney. Perricordare il loro primo giorno di scuola,i piccoli sono tornati a casa con medagliee sculture di palloncini.

Per gli alunni delle altre classi, l’OpenDay si è svolto in piazza P. Nenni, allapresenza del sindaco, degli amministratorie delle scolaresche di ogni ordine e grado.I nostri bambini con bandierine e striscioni,hanno recitato poesie e cantato per sotto-lineare l’importanza di frequentare unascuola accogliente sotto la guida di inse-gnanti attenti e didatticamente preparati.Per le classi di Terza, interessante è statala partecipazione al laboratorio “Leggendotramiamo, filando illustriamo” tenutosi pres-so il Palazzetto dell’Arte in occasione di“Buck - Festival della letteratura per ragazzidi Foggia”. A conclusione di questo primointenso periodo di attività scolastiche, tuttol’istituto ha aderito con entusiasmo alleiniziative proposte dalla Misericordia perla celebrazione del suo ventennale.

La “settimana della gentilezza” ha vistoimpegnati grandi e piccoli in una gara digesti di cortesia, di attenzione e rispetto

verso tutti. A dimostrazione di quanto con-cretamente fatto, è stato dato spazio allacreatività perché ciascuno potesse con im-magini, filastrocche e disegni lanciare ilmessaggio che ... Ci vuole davvero pocoper farsi volere bene.

Autoambulanze con sirene e numerosivolontari hanno riempito il cortile dellascuola e le aule per un’utilissima simula-zione di soccorso in caso di terremoto ealtre calamità.

L’anno scolastico è appena comincia-to e molte saranno le offerte formative

che si svilupperanno nei prossimi mesi:intanto la partenza è stata ... veramentealla grande!

Maria AghilarIL DIARIO DELLA FENICIA

raccolta di poesie

Maria Aghilar conseguito il diplomadi maturità lascia Orta Nova ed emigra aLocarno in Svizzera. Il suo sogno era didiventare una donna manager, un obiettivoche in parte ha raggiunto. Nel mese di ago-sto scorso ha pubblicato “Il Diario dellaFenicia” la sua prima raccolta di poesie.

“Chi di noi, durante l’infanzia, non haaffidato alle pagine di un diario le propriepaure, le esperienze, i racconti di eventibelli o brutti, che in ogni caso hanno la-sciato un segno indelebile nella nostra me-moria e che oggi costituiscono piccoli pezzidi un puzzle che formano il nostro passato”,così esordisce nella sua prefazione dellasua raccolta di poesie Maria Aghliar, lesue 34 composizioni poetiche è il ritornarealle passate esperienze con il “senno delpoi”. Sembrano attraversate da una tensione,ora sottile come un graffio ora simile a

un abisso, tra due estremi: attesa e azione,desiderio e spinta ad agire, malinconia eironia. Una tensione da cui non sfuggenemmeno la parola poetica, chiamata incausa per dar voce a “Nel tuo animo vorreifare un viaggio, capire cosa c’è di vero ecosa c’è di falso. Capire per cosa continuoa soffrire” (Emozioni nascoste). “Si hodeciso e ora te lo scrivo: / non voglio scen-dere a compromessi, / sarebbe solo un tortofatto a me stessa. / Tu non vedi il mio mon-do, vedi solo il mio corpo. / Un corpo dasfruttare, un tesoro da rubare, / un tempioda violare. / No! Sono stanca di lottare,/ non voglio barattare la mia coscienza /contro la tua vile arroganza”. (A Pugnichiusi). “Ogni notte le mie lacrime bagna-vano il cuscino, / bianco, candido, di mistolino. / Non riuscivo a capire / la mia in-fanzia crudele... / Alla mia mamma misforzavo di piacere / ma lei era troppo presadal suo dovere. / Mo continuavo a chiederse davvero ero sua figlia, / o forse nonero stata amata / nemmeno da un’altra fa-miglia. / Cercavo le attenzioni, / ma trovavo

solo dei grandi ceffoni” (Infanzia dimen-ticata).

“Giochiamo in Italiano”. Il dizionario diitaliano per piccoli migranti.

Presso la Biblioteca Provinciale “LaMagna Capitana” di Foggia è stato presen-tato il “Dizionario di italiano per immaginiper piccoli migranti”, realizzato dal CentroStudi Diomede di Castelluccio dei Sauri,con il sostegno del Ce.Se.Vo.Ca. di Foggia.

Il quaderno didattico per immagini, cheunisce il gioco allo studio, pensato per ipiccoli migranti che iniziano a confrontarsicon la lettura della lingua italiana. Alla ma-nifestazione sono intervenuti Pasquale Mar-chese, Presidente del Ce.Se.Vo.Ca.; MichelePaglia, Presidente dell'Ass. Centro StudiDiomede e l’illustratrice del quaderno, Ti-ziana Boscaino.

“L'idea di realizzare questo quaderno - spiega Michele Paglia - è nata dall'esperienzamaturata dal Centro Studi Diomede nel cam-po dell'insegnamento della lingua italianaai minori stranieri appena giunti nel nostroterritorio. Ritrae gli ambienti e le situazionipiù comuni del vivere quotidiano per faci-litare l'inserimento dei minori, favorendo ildifficile processo di comunicazione”.