Lo Sguardo sui 5 Reali Siti - Settembre/Ottobre 2014

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Lo Sguardo sui 5 Reali Siti - Anno XII - n°6 - Settembre/Ottobre 2014

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L’agenzia nazionale per la sicurezza ali-mentare non è un fiore all’occhiello. Nè tan-tomeno un ente inutile, come si ostinano aritenere i Ministri della Salute e delle PoliticheAgricole del Governo in carica. È un precisoadempimento che discende da una direttivacomunitaria, la cui inosservanza sta esponendol’Italia ad una stridente contraddizione: è ilPaese che ospita la sede europea della sicurezzaalimentare (l’Efsa) ma non ha una interfaccianazionale, così come viene espressamente pre-visto dalle direttive comunitarie in materia.L’Authority per la Sicurezza Alimentare nonè soltanto questo. È un serio, serissimo bancodi prova della visione meridionalistica delGoverno, della reale volontà del governo diaffrontare in modo serio il problemadel divario tra il Nord e il Sud e quellaquestione meridionale che, oggi comeieri, è una questione nazionale chesembra tuttavia essere stata rimossadall’agenda politica. Ma è anche unbanco di prova del divario pugliesetra provincia e provincia. Per Foggiae per la Capitanata si tratta - ma forsesarebbe meglio dire si trattava - dellaconcreta possibilità di esercitare unruolo nazionale in un settore comequello agro-alimentare nevralgico perl’economia provinciale, pugliese emeridionale. Avere visibilità, contarequalcosa di più sui tavoli nazionali,comunitari e regionali, implementaresul territorio una risorsa in grado didare risposte concrete alle insidie chela globalizzazione sta portando allasicurezza alimentare, danneggiandopesantemente l’agricoltura più attentaalla correttezza delle filiere, alla qualità,alla tracciabilità, alla genuinità. Hocitato a mo di esempio uno dei tanti scippiperpetrati ai danni della nostra provincia, ge-ograficamente più che una provincia la nostraè una regione con Monti, mare, laghi ed isole.Abbiamo il meglio del meglio della produzioneagroalimentare, siamo i primi nella produzionedel pomodoro il 90% della produzione italiana,mentre il Distretto del Pomodoro viene dirot-tato ad Angri; del grano (il Tavoliere dellaPuglia tanto caro ai fratelli Cappelli e a Na-zareno Strampelli). Potrei continuare citandoquello che si produce sul territorio dei 5 RealiSiti, dalle conserve, al vino ai carciofi. Laterra dauna, la terra del bendiddio viene ado-perata solo per saccheggi, poi se la gente diCapitanata chiede la riapertura dell’aeroportoGino Lisa il Governatore della Regione Puglia,Nichy Vendola li apostrofa come: Fanaticidi Facebook; anzi qualche tempo fa alle giusterichieste del territorio il Presidente della Re-gione coniò il termine “Foggianesimo”, o comeha dichiarato l’altro giorno, sulla Gazzettadel Mezzogiorno, l’on. Lello Di Gioia a pro-posito del Gino Lisa: “Inutile girarci intornoci sono inf luenze per non far part i rel’aeroporto”.

A tutto questo c’è una domanda che aspet-ta da anni una risposta: “Ma la Capitanatafa ancora parte della Puglia?”. Analizzandoil problema emerge una crude realtà che coin-volge anche la classe dirigente e politica pro-vinciale. In gergo calcistico si chiama, lamancanza di amalgama, che non si compracome sosteneva un simpatico vice presidentedel Vecchio Foggia, ma è il difendere e man-tenere tutti insieme l’orgoglio di essere cit-tadini di questa meravigliosa provincia,l’orgoglio di un popolo. L’orgoglio dei Dauniche seppero tenere in scacco per 6 secolil’Antica Roma. L’orgoglio di appartenere,questo sicuramente va riconosciuto ai salentinie ai baresi.

Forse pochi ricordano la richiesta delTribunale per i Minori e la Corte d’Appello,per decenni ad ogni inizio di legislatura venivapresentata la proposta di legge, perché Foggiaavesse queste istituzioni e puntualmente qual-che politico nostrano passava all’altra spondadell’Ofanto.

C’è bisogno di una unità di intenti chedovrebbe animare la classe dirigente e po-litica anche sugli altri grandi problemi chesi agitano all’orizzonte: la dotazione infra-strutturale ancora largamente incompleta,la riduzione dei fondi del piano irriguo na-zionale che ha compromesso la realizzazionedella diga di Piano dei Limiti, le incertezzeed i ritardi sull’attribuzione delle risorsefinanziarie del Fas (Fondo per le aree sot-tosviluppate). L’impressione è che vi siauna scarsa percezione, un basso livello diconsapevolezza rispetto all’importanza dellaposta in palio, che va ben al di là delle scher-maglie e della dialettica tra i diversi schie-ramenti politici. Se non verrà invertita lapolitica anti foggianità, il futuro di Foggiae della sua provincia sarà più buio dellanotte e sarà ulteriormente compromessa la

convivenza con i Messapi e Japigi.La convivenza è stata al centro del con-

vegno sul Progetto Moldaunia svoltosinell’ambito della settimana della Cultura diOrta Nova e promossa dalla nostra associa-zione. L’ing. Gennaro Amodeo, promotoredell’iniziativa, preso dall’amore verso la suaterra di origine, il Molise, e quella ospitante,la Capitanata si è ispirato alla legge sul fe-deralismo, che prevede in buona sostanzal’autonomia gestionale e finanziaria delleregioni. Della Capitanata regione se ne è par-lato sin dal lontano 1946, qualcuno intrave-deva di inserire il vicino Molise. Si parlòperfino di cantierizzare l’idea di due regioni:

Il Salento e la fusione delle provincedi Bari e di Foggia. Da una personaleanalisi il progetto Moldaunia mi poneun interrogativo: l’unione fa la forzao fa paura? Se con Bari manca ilfeeling, perché la nostra provincia èsempre stata legata a Napoli, stori-camente Foggia veniva riconosciutacome la seconda città del RegnoBorbonico. Se con Bari si riscontral’inesistenza di affinità, commercialie culturali, quali sono le prospettivelegandoci ad una regione che per radicie cultura, in parte, è stata legata persecoli con l’Abruzzo?

Il problema non è solo risolvibiledal numero degli abitanti per entrarenel limbo dell’autonomia gestionalee finanziaria, ma dal patrimonio cheognuno porta, e sicuramente la nostraprovincia farà la parte dello sposopovero. Si abbiamo mare, boschi, isole,laghi, ma la qualità della rete viariaè scadente. Si abbiamo le industrie,poche, che operano sul territorio, ma

forse qualcuno dimentica che la via adriaticadell’industrializzazione italiana si ferma aTermoli e riprende a Barletta. Evito nel sof-fermarmi sulle infrastrutture, alcune realizzateed entrate in attività dopo moltissimi anni,cito una per tutte: il conservificio di PoggioImperiale, che poteva essere da apripista peril Distretto del Pomodore. Si è pur vero cheil Progetto Moldaunia da l’opportunità allanostra provincia di avere una posizione piùottimale con il centro-meridionale dello stivalee nel contempo potenzierebbe l’aspetto com-merciale e turistico del territorio, recuperandoanche i tre comuni che sono confluiti nellaBat, ma ritengo che l’obiettivo prioritariodeve essere focalizzato a come incastonarele necessità dei Molisani con quelle dei Dauni,come rendere più produttive le due realtàcon le loro dotazioni industriali, agricole,turistiche, commerciali e culturali, e comeindirizzare il tutto nel mercato nazionale edinternazionale. Il lavoro sicuramente è arduo,ma solo con un chiaro e proficuo lavoro diintenti il Progetto Moldaunia potrà concre-tizzarsi.

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Da alcuni mesi nella zona dei Cin-que Reali Siti si è diffuso l’allarmeinquinamento. I rifiuti provenienti dal-la Campania sono stati interrati ille-galmente in altre zone della Capitana-ta, oltre che nell’ex cava di Ordona?La notizia sta seminando ilpanico tra la popolazione pervarie motivazioni. Condan-nare un intero territorio si-gnifica arrecare un gravedanno alla nostra economia,b a s a t a e s s e n z i a l m e n t es u l l ’ a g r i c o l t u r a esull’esportazione dei suoiprodotti. Anche il nesso trail largo numero di casi ditumori e l ’ inquinamentoambientale, denunciato damolti, è un dato preoccupante.

A t a l p r o p o s i t o d o nGiacomo Cirulli, responsabiledel la par rocchia B.V.M.Addolorata di Orta Nova, hadetto la sua ad una gremitaplatea, tentando di smuoveregli animi dei fedeli, invitatiad opporsi con tenacia ecoraggio a questa situazione;ha voluto dire che tutelare ilterritorio non è prerogativaesclusiva di autorità e forzedell’ordine, ma di ciascuncittadino che deve denunciaregli illeciti. Il parroco, durantei f e s t e g g i a m e n t i i n o n o r e d iSant’Antonio, non ha usato mezzi ter-mini, parlando di una “terra violentatacontinuamente”e vessata dagli interes-si delle ecomafie. Il fenomeno non èlimitato alla nostra zona. Notevoleclamore ha destato il caso della Terradei fuochi: alcuni centri della Campa-nia diventano deposito di tonnellatedi rifiuti che poi vengono bruciati,

dando luogo a roghi i cui fumi diffon-dono nell'atmosfera sostanze tossiche,tra cui diossina. L'inquinamento da -diossina dei terreni è molto pericolosoperché introduce sostanze tossiche nel-la catena alimentare degli animali da

allevamento e quindi può facilmenteraggiungere l'uomo. L’Istituto Superio-re di Sanità ha studiato il caso e nonpuò attribuire con certezza la causadi eccessi di mortalità o ospedalizza-zione o incidenza tumorale all’espo-sizione individuale di specifici inqui-nanti.

La coordinatrice del gruppo di stu-dio sulla situazione, Loredana Mu-

smeci, afferma che per quanto riguardai tumori l’inquinamento può essere unaconcausa di patologia, non l’unico fat-tore scatenante. Responsabile del Di-partimento ambiente e prevenzione pri-mar i a de l l ’ I s t i t u to , l a Musmec i

continua dicendo che in unregistro di tumori serio biso-gnerebbe tener conto non solodei dati relativi a morti e ri-c o v e r i , m a a p p r o f o n d i r el’anamnesi, lo stile di vita,l’attività lavorativa, il luogoin cui si vive. Esistono piùcause che por tano ad unapatologia tumorale, anche lascarsa prevenzione o il fumo.L’interramento di rifiuti inluoghi non adeguati, peraltroad iacen t i a zone agr i co lecolt ivate, è reato per ovvimotivi.L’inquinamento c’è e le aree

vanno bonificate. Bisogna,però, valutare tanti fattori, nonsottovalutandone nessuno econsiderare solo alcune faccedel problema. La chiave perrisolvere la questione è laconoscenza approfondita e nonsuperficiale dei fatti; la gentedeve giudicare e affrontare lasituazione con consapevolezzae responsabilità. La conoscenzae la coscienza del singolo è un

punto di partenza fondamentale affin-ché lo stato attuale delle cose migliori.

Denunciare significa prendersi cu-ra del proprio territorio e migliorarel’economia. Il discorso di don Giaco-mo non deve provocare panico e pa-ura, ma essere uno stimolo per nonfarci scivolare gli eventi addosso,un’esortazione che scuota le coscien-ze.

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Eletti i consiglieri “ortesi” dell’Unione:tante le new entry

Con delibera di Consiglio Comunalen .15 de l 30 se t tembre , i membr idell’assise consiliare hanno eletto i nuovidieci rappresentanti dell’ente sovraco-munale dell’Unione dei Comuni dei Cin-que Reali Siti per il comune di OrtaNova, di cui sei della Maggioranza equattro tra l’opposizione.

Con voto limitato e separato, nonchésegreto, ciascuno dei diciassette consi-glieri ha espresso n. 5 (Maggioranza)o n. 3 (Minoranza) preferenze. Lo scru-tinio ha dato il seguente esito: per lamaggioranza: Giovanni Battista Molfesen. 11 (undici), Maria Rita Gramazio n.11(undici), Luigi Guglielmo n. 11 (un-dici), Davide Quise n. 11 (undici), Chiaf-fredo Ballatore n. 6 (sei), Damiano Co-lonna n. 5 (cinque); per la minoranza:Maria Rosa Attini n. 4 (quattro), MariaRosaria Calvio n. 4 (quattro), PasqualeRuscitto; n. 3 (tre), LorenzoAnnese n.4 (quattro), scheda Bianca; n. 1 (una).

Tanti i politici al loro debutto in talecompito: se si eccettuano infatti IaiaCalvio, che ha avuto l’incarico di pre-sidente dell’ente prima della sfiduciadello scorso gennaio, e Lorenzo Annese,in passato consigliere, i restanti ottomembri sono alla prima esperienza.

Stornarella - Lettera aperta del con-sigliere Olivieri: a proposito dellosmaltimento dei residui nei campi

“Noi crediamo che i problemi am-bientali siano di vitale importanza perla nostra vita e quella dei nostri figli,però da qualche tempo si perpetra unavera e propria caccia alle streghe controogni agricoltore che effettua ogni tipodi pratica agricola per lo smaltimentodei residui in campo. Anche il SindacoColia qualche tempo fa ha pubblicatouna lettera aperta agli agricoltori perevitare che questi ultimi, rinunciandoad un sollievo economico solo apparente,non effettuassero la pratica, ormai con-solidata e legalizzata, dello spargimentonei terreni agricoli dei fanghi di depu-razione delle acque reflue al fine di con-cimazione agricola. Il gruppo politico“Stornarella nel Cuore” è fermamenteconvinto che questa è solo una meracampagna di protagonismo di qualchenuova associazione ambientale localea completa discriminazione del ceto agri-colo patronale quale fulcro importante

dell’economia locale. A tale propositosi invitano tutti gli agricolotori a nonaver timore e a non sentirsi sotto accusanell’effettuare, nei propri terreni, le nor-mali pratiche di smaltimento dei residuiagricoli vegetali (sfalci e potature) con-siderando pure quanto stabilito dallaLegge 116 dell’11 Agosto 2014 che sta-bilisce la possibilità di bruciare in campoi residui colturali, e non i materiali pla-stici evidentemente, in cumuli e in quan-tità massime giornaliere di tre metri cubiper ettaro considerando la deroga ditale attività solo in presenza di estensioniboschive”.

Ad Orta Nova il club Forza SilvioAnche ad Orta Nova è stato costi-

tuito il club Forza Silvio “Giustizia eLibertà”, a promuoverlo dei giovanistudenti ortesi, Federica Grillo (presi-dente) e Michele Caporale (vicepresi-dente). Fanno parte del direttivo: GiusyLa Salvia, Michele De Angelis e Ales-sandro Garofalo. Nei prossimi giornisarà presentato il programma del neosodalizio.

Stornara - L’ordinazione sacerdotaledi don Giuseppe Ciarciello

La comunità cristiana dei CinqueReali Siti accoglie una nuova ordinazio-ne sacerdotale, a testimonianza di unaterra dove le vocazioni alla vita consa-crata a Dio continuano a produrre be-nevoli frutti.

Presso la Cattedrale di San PietroApostolo di Cerignola (conosciuta piùsemplicemente come Duomo Tonti), lostornarese don Giuseppe Ciarciello èstato ordinato sacerdote nella Liturgiacelebrata dal Vescovo della diocesi, S.E. Mons. Felice Di Molfetta.

Il giovane neo presbitero ha assuntol’incarico pastorale di Vicario Parroc-chiale nella chiesa di San Rocco a Stor-nara e Assistente Diocesano di AzioneCattolica Ragazzi, realizzando così ildesiderio di compiere la missione dievangelizzazione nella parrocchia incui è nato e dove ha maturato la corag-giosa scelta di intraprendere il camminoverso il sacerdozio.

A don Giuseppe i più sinceri auguridalla intera redazione de Lo Sguardo,affinché il Signore continui a illuminareil suo cammino come “servo per amore,sacerdote dell’umanità”.

LuttoL ’ E d i t o r e

Annito Di Pietro,il Direttore Mi-chele Campanaropartecipato conaffetto al doloredel la famigl iaSpadavecchia perl a p e r d i t adell’amato An-gelo Antonio (Ninotto) grande estima-tore del nostro giornale.

* * *La cultura ortese e l’intera comunità

piangono la scomparsa del prof. EnricoDe Lisi.

La redazione e l’editore si associanoal dolore di Gino Guglielmi e famigliaper la perdita dell’amato padre.

* * *L’editore Annito Di Pietro, il diret-

tore Michele Campanaro e la redazionetutta abbracciano l’ing. Vincenzo Cola-cicco e gli sono vicini per la perditadell’amata madre Vittoria De Finis.

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Tra generali manifestazioni di consensoed ampi segnali di approvazione, domenica21 settembre 2014, si è conclusa ad Ortanoval’ottava edizione della “Settimana dellacultura” che, nata in sordina nel lontano 2007,ha raggiunto oggi (2014) livelli ragguardevolidi qualità, sotto la sapiente regìa di AnnitoDi Pietro, presidente dell’Associazione cul-turale “L’Ortese” e indiscusso patrondell’iniziativa in parola. Articolata in unmix equilibrato di pregevoli eventi (riguardantil’arte, lo spettacolo e lo sport), la “Settimanadella cultura” ortese si è così snodata in unaserie di interessanti sequenze, tutte in-nervate in un’idea della cultura assolu-tamente non coincidente con quelladell’intrattenimento, così diffusa oggi,ma rivelatasi come qualcosa di piùprofondo, capace, recuperando il suo ruoloprimigenio, di spingere, per dirla con loscrittore peruviano Mario Vargas Llosa- premio Nobel per la letteratura nel 2010- nella direzione del riconoscimento deiveri valori, insegnando a distinguere il“buono” , i l “bru t to” , i l “be l lo” ,l’“orribile”, l’“effimero”, l’“autentico”.In quest’ humus trova radicamento, infatti,il senso dell’impegno diuturno di AnnitoDi Pietro che - di concerto con l’équipedei suoi collaboratori, tra i quali in primisva annoverato il poliedrico MicheleCampanaro (direttore responsabile de LoSguardo sui 5 Reali Siti) - è riuscito,durante l’intera settimana (dal 15 al 21settembre 2014), a disseminare sul ter-ritorio quella “effervescenza culturale”,di cui le comunità del comprensorio hannobisogno per poter migliorare la qualitàdella vita in termini di crescita socialee di sviluppo economico. La cultura dicui parla Annito Di Pietro - da qualcunodefinito “fanciullo dai capelli canuti”(utilizzando il termine “fanciullo”nell’accezione pascoliana, in quantosoggetto capace di decifrare il “sorriso” ela “lacrima” delle cose) - non è evidentementequella “consolatoria” alla quale fa riferimentoElio Vittorini, ma è lievito, cemento, fermentoin grado di apportare un valore aggiunto allecomunità del comprensorio; è strumento aper-to e dinamico, preziosa opportunità per inci-dere, oltre che sulle strutture economiche esociali, anche su quelle mentali e sul mododi essere della gente del territorio in terminidi condivisione e di partecipazione. Sostenutoda tali convincimenti, i l patron della“Settimana della cultura” ortese è stato ingrado, quest’anno, di offrire ad un pubblicoattento e particolarmente interessato, prove-niente dalle diverse comunità dell’ “Unione”,un ricco ventaglio di occasioni culturali digran pregio, «giocate» sui versanti della pitturae della scultura (v. l’esposizione delle operedegli artisti Cosimo Tiso e Angela Mastro-pietro; la dissertazione del critico d’arte MariaBianco; la relazione di Anna Maria Cardillo,architetto; la mostra delle composizioni arti-stiche degli allievi dell’Unitre, dell’Anfasse dell’Associazione “Voce nostra” di Cara-pelle), della danza (v. Michela Menafro e la

sua scuola) e del canto (v. Rossella Tarateta,accompagnata dal pianista Mimmo Trattosa),della poesia (Adelina Tarantino, RocchinaMorgese e Savino Luce), della saggistica (v.Alfonso Maria Palomba, Antonio Ventura eFalina Marasca), della microstoria (v. PaolaGrillo e Pasquale Braschi), della narrativa(v. Mario Gravina, Alfonso Maria Palombae don Angelo Festa), della storia (v. DomenicoFrancone) e dello sport (torneo di tennis).Un parterre, come ognuno può comprendere,di ospiti ragguardevoli, che con le loro per-formance hanno impreziosito l’intero com-

plesso delle manifestazioni, rendendo la“Settimana della cultura” un vero e propriounicum, una sorta di rara avis in terris nigro-que simillima cycno (un vero uccello raro,più di un cigno nero), per dirla con il poetalatino Giovenale (Sat. VI, v.165). Significa-tivo, inoltre, è stato il partenariato costruitointorno al puzzle degli eventi ad arte «con-fezionati» e portati all’attenzione del pubblicodi volta in volta intervenuto: è riuscito, infatti,l’inossidabile patron del progetto a coinvol-gere nella sua iniziativa non solo tutte lerealtà associative di Orta Nova (a molte dellequali ha dato visibilità, “mettendole in vetrina”- tanto per usare un’espressione cara ad AnnitoDi Pietro - e rinviando alle successive edizionila presentazione delle altre), ma soprattuttoè stato in grado di creare un’azione sinergicacon l’Associazione culturale “L’Ortese”, conl’“Unione dei comuni dei cinque reali” (ot-tenendone il patrocinio gratuito) e in modospecifico con il comune di Ortanova e il suoassessorato alla cultura, curato egregiamenteda Nicola Maffione, che si avvale, nella suaazione, dell’apporto fattivo della consiglieraMaria Rita Gramazio. Non è, poi, di secon-

daria importanza considerare la strategia diampliamento degli orizzonti voluta dal tenaceAnnito Di Pietro, che ha ben compreso come,attraverso il coinvolgimento delle altre co-munità del comprensorio, si possa tutti insie-me collaborare alla “formazione” di una“coscienza unionista”, realizzando sul terrenodella cultura ciò che la politica non riesceancora a “costruire” sul piano amministrativo:di qui la partecipazione alla “Settimana dellacultura” di Alfonso Maria Palomba (Carapel-le) e di Paola Grillo (Stornarella).

Infine - last but not least - non può passaresotto silenzio l’interessante convegnotenutosi domenica 21 settembre 2014 eavente come tema il progetto Moldaunia(Molise + Daunia = Moldaunia), tena-cemente sostenuto da Gennaro Amodeo,che nell’occasione si è confrontato conil sindaco di Ortanova, Dino Tarantino, con quello di Carapelle e con AntonioChieffo, ex presidente della Provinciadi Campobasso: un’occasione preziosaper comprendere come nel divenire storicosia importante la vis dell’ideale, del sogno,dell’utopia, di quella forza, cioè, che fecedire a Martin Luther King “I have dream”e oggi a me fa ripetere, a propositodell’“Unione”, che possiamo farcela (chinon ricorda la celebre espressione diBarack Obama “Yes, we can”?), acondizione, però, che tutti provino aremare nella stessa direzione, perché, infondo, “il futuro è ciò che scegliamodi essere” (Stefano Gramazio). Degnoepilogo, ad extremum, è stata la cerimoniadi premiazione de “L’Ortese nel mondo”,che mira a consegnare alla memoriacollettiva - e alle nuove generazioni nellospecifico - la testimonianza di quanti sisono fatti apprezzare nei diversi campiprofessionali fuori dal municipio,esportando con orgoglio l’“ortesità”:

quest’anno è toccato a Filippo Santigliano(giornalista, foggiano, di madre ortese, peri suoi meriti professionali di respiro provin-ciale), a Potito Di Pietro (poeta e dialettologo),ad Immacolata Giuliani (criminologa), a LuciaLopriore (studiosa di microstoria), a FrancescoPaolo Cicolella (imprenditore foggiano, legatoa doppio filo con Ortanova, in quanto titolaredell’unico cinema del comprensorio) e adAntonio Schiavone alla memoria (podestàdi Orta Nova nel 1927 e preside della localescuola media, quella un tempo a lui intitolata).

Ad maiora, Annito, anche se c’è ancoramolto da fare sul terreno della disseminazionedella cultura, ma nel contempo sono certoche mai ti verrà meno l’apporto (in terminidi idee e di sostegno economico) dell’ammini-strazione comunale, che ha mostrato partico-lare sensibilità sui temi trattati durante la“Settimana della cultura”, presidiando, percosì dire, tutte le manifestazioni in programmacon i suoi rappresentanti, da Nicola Maffionea Maria Rita Gramazio, dal sindaco, DinoTarantino, all’assessore. Antonio Attino ead altri.

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Sport, lettura, musica, ballo, volon-tariato, pittura, premiazioni e convegnipolitici: sono stati questi gli ingredientidella Settimana della Cultura, svoltasidal 15 al 21 settembre a Orta Nova pressoi locali dello storico Palazzo Gesuiticoe organizzata dall'associazione culturaleL'Ortese con il patrocinio dell'Ammini-strazione Comunale di Orta Nova edell'Unione dei Cinque Reali Siti.

Il programma, curato nei minimi det-tagli dal presidente dell'associazione An-nito Di Pietro, ha visto la partecipazionedi numerosi cittadini provenienti anchedai comuni limitrofi, a testimonianzadella bontà di una manifestazione con-solidata e che ha visto come assolutaprotagonista la cultura.

Il cartellone degli eventi, arricchitoda un combattuto torneo di tennis “Cittàdi Orta Nova”, è stato inaugurato dallapresentazione del libro “Unione o disu-nione... in mezzo al guado”, un'analisic r i t i ca su l l ' en t e sov racomuna ledell'Unione dei Reali Siti fatta dall'exsindaco di Carapelle Alfonso Palomba.

La sera successiva gli artisti CosimoTiso di Ascoli Satriano e la carapelleseAngelo Mastropietro hanno illustrato leloro opere pittoriche e scultoree esposteper tutta la settimana nel corridoio prin-cipale del palazzo, insieme alle compo-

sizioni artistiche degli allievi de L'UniTredi Stornara e dei volontari dell'asso-ciazione “Voce Nostra” di Carapelle.

Giovedì gli scrittori Paola Grillo diStornarella e Pasquale Braschi di Ceri-gnola hanno raccontato la storia dellacooperativa “La Ricostruente” nel lorovolume “Per un pugno di terra”, mentreil fotografo Mimmo Francone ha proiet-tato un suo documentario dedicato ai Nor-manni in Capitanata.

Venerdì si sono unite arte (con la re-lazione dell'architettoAnna Maria Cardillo),poesia (grazie alle de-clamazioni dei poetiA d e l i n a T a r a n t i n o ,Rocchina Morgese eSavino Luce) e musica(per merito della voce diRossella Tarateta, ac-compagnata dal pianistaMimmo Trattosa), il tuttopresentato dal direttoredello Sguardo, MicheleCampanaro.

La settimana è quindiproseguita con la pre-sentazione di un altrolibro, “Il ponte su RioMorto”, scritto dall'ortese,ma romano di adozione,Mario Gravina, già autoredi altri importanti lavoridedicati alla propria terranatìa.

In ciascun momento,poi, sono state messe invetrina alcuine delle piùimportanti realtà asso-ciative di volontariato

presenti nel territorio e impegnate daanni in attività sociali e di crescita cul-turale.

A chiusura della kermesse, precedutada un interessante convegno sul progettoMoldaunia con relatori l'ingegner GennaroAmodeo, il sindaco di Carapelle RemoCapuozzo, il suo collega ortese Dino Ta-rantino e l'ex presidente della provinciadi Campobasso Antonio Chieffo, nellacentralissima Piazza Nenni il comitatocomposto da amministratori comunali emembri degli enti no profit ha premiatocon il titolo di “Ortese nel mondo” seipersonalità che si sono distinte nei rispet-tivi campi professionali.

A ricevere il prestigioso riconoscimen-to sono stati Filippo Santigliano (giorna-lista e caporedattore de La Gazzetta diCapitanata), Potito Di Pietro (poeta edialettologo), Immacolata Giuliani (crimi-nologa e consulente in importanti casigiudiziari nazionali), Lucia Lopriore (stu-diosa di microstoria e autrice di numerosivolumi e saggi storici), Francesco PaoloCicolella (imprenditore, titolare dell'unicocinema nel comprensorio dei Cinque Re-ali Siti) e Antonio Schiavone (premioalla memoria, fu eletto nel 1927 primopodestà di Orta Nova e insegnò nelleScuole Medie per oltre trent'anni).

Per i parenti di quest'ultimo e per cia-scuno dei cinque “ortesi nel mondo” nonsono mancati sentimenti di commozionee di ringraziamento per l'encomio rice-vuto.

La settimana è stata poi conclusadallo spettacolo di danza a cura dellascuola di danza della maestra MichelaMenafro.

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Se in Brasile la nostra squadra del cuorenon c’è l’ha fatta, neanche ad Orta Novaè riuscita a superare il turno per la finaledel 6 agosto del Mundialito, il torneo dicalcetto ideato e realizzato dall’Asso-ciazione Tiquitaca in occasione dei Mondialidi calcio 2014.

Leonardo Iorio organizzatore della ma-nifestazione ci spiega la nascita dell’Asso-ciazione e i prossimi eventi.

D: Quando e con che aspettative nasceTiquitaca?

R: L'Associazione nasce da un sogno.Una passione che ho fin da bambino ossiaquella di giocare a calcio. Tuttora mi dilettoa praticarla e, da circa 6 mesi, è diventatoanche il mio lavoro. Il 10 febbraio 2014è stato inaugurato il centro sportivo Tiqui-taca asd che, ad ora, comprende un campoda calcetto a sei in erba sintetica di ultimagenerazione.

D: Ritiene di aver trovato la stradagiusta?

R: Quando la passione e il lavoro per-corrono la stessa strada... beh, è quella giu-sta!

D: Ha incontrato delle difficoltà nelpercorrerla?

R: Come in tutti i settori, le difficoltàsono all'ordine del giorno. Per quanto miriguarda la fase iniziale è stata quella piùdifficoltosa: carte e documenti a non finire!!!

D: Pensa che possiate ancora espan-dervi e arricchire di nuovi punti d’intrat-tenimento il vostro centro sportivo?

R: Tra i futuri progetti c’è l’am-pliamento della struttura, non solo dal puntodi vista sportivo ma anche la creazione diuna zona d'intrattenimento per famiglie.

D: Mi parli del torneo, struttura, parte-cipazione, se sarà seguito da nuove edizioni.

R: Il torneo nasce prendendo spuntodal mondiale appena concluso, infattiprende il nome di Mundialito. Ogni squa-dra partecipante doveva essere abbinataad una nazionale impegnata in Brasile.Il Mundialito si svolgerà ogni quattro anniin concomitanza con i Mondiali di calcio.Nell'attesa seguiranno altri tornei: inver-nali, estivi e dopo il successo della 1° edi-zione del 7 giugno, lo speciale “Tutto inuna notte”.

D: Lo sport è alla base dei più sanicoinvolgimenti nella giovane popolazionedi un territorio come quello di Orta Nova;che risposta ha avuto da parte del pubblico?

R: Nonostante in zona ci siano altricampi da calcetto, il Tiquitaca asd ha ri-scontrato un grande successo! Compliceanche la passione per il calcio che accomunatantissimi ragazzi.

D: Tiquitaca sarà protagonista di nuovie sempre più numerosi eventi in questocampo?

R: Cercheremo sempre di essere pro-tagonisti in questo campo con la creazionedi nuovi eventi per invogliare sempre piùOrta Nova ed i paesi limitrofi.

D: Il futuro del Tiquitaca; intendeteampliarlo, siete disposti a ospitare sfilateo eventi di altro genere?

R: Siamo sempre disposti a creare even-ti diversi, non a caso sono in cantiere delleserate a tema.

Una nuova realtà ad Orta Nova, cheLeornardo Iorio vuole precisare: ”Grazieall'aiuto economico della mia famiglia, dellepersone che ci hanno lavorato e del sostegnodi tutti coloro che ci hanno creduto siamoriusciti a realizzare quello che oggi è ilTiquitaca e in particolar modo ai due mem-bri dell’Associazione Maria Bassano e Mar-co Iorio a cui va il mio grazie per la lorodisponibilità e collaborazione”

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della "memoria", che, grazie al lavoropaziente dei ricercatori come Potito,consente ad una comunità di poter sal-vare finanche i fonemi, le cadenze, leinflessioni e gli idiotismi di quelle ric-chissime "lingue locali", che sono i dia-

letti. Di qui l’obbligo assoluto, per lacollettività, a fare tutto il possibile per-ché non vada disperso e perduto, matutelato e pubblicato, il frutto di tantafatica. Il prof: Nazario Martino, ha ri-evocato episodi inediti della quaranten-nale amicizia con Potito, come il viaggioin Grecia nell’82 e la spedizione“teatrale” a Napoli, nel 2002, perl’Otello di Michele Placido, e ha parlatodel “Professor” Mele, dai tempi del pre-cariato fino agli anni passati insiemeal Liceo “Volta” di Foggia, tratteggiandola figura di un insegnante “all’antica”,metodico, scrupoloso, stretto di voti,finanche brusco, secondo gli alunni,ma, per chi lo conosceva bene, coerentecon una precisa scelta pedagogica, sul

modello di Quintilliano, che vuolel'insegnante "paternamente severo", sen-za confusione di ruoli, perché genitorie professori devono essere "educatoriprima di tutto". Al dott. Antonio Ven-tura. già compagno di studi di Potito

a l L iceo "Lanza" d iFoggia ed ex funzionariodei Fondi Speciali dellaBiblioteca Provinciale diFogg ia , è tocca to i lcompito di far conoscerea t u t t i i c o n v e n u t il 'episodio di un temascolastico sulla felicità,svolto dallo studentependolare Mele, in modocosì esaustivo e perso-nale, da meritarsi, oltreall’apprezzamento delprof. Vivoli, anche ilpubblico encomio in AulaM a g n a d a p a r t e d e lPreside Antonio Regina.Ventura ha ricordato, poi,il linguaggio franco eschietto, che Potito usavasempre, anche in circo-stanze ufficiali, quandole situazioni precipita-vano verso il vuoto for-malismo o le esibizioniaccademiche, e tutti isacrifici, anche econo-mici, sostenuti per cor-redarsi degli strumentiindispensabili in una bi-blioteca, come i repertori,manuali di classificazione,ecc. Il Catalogo delleCinquecentine di Ascolista lì a dimostrare il lavoro

certosino di Potito a vantaggio della cul-tura "patria". Ha dato un contributo si-gnificativo alla serata anche la testimo-nianza, pacata e composta, dell'avv. PaoloAgostinacchio, cui hanno fatto eco ilringraziamento a tutti i convenuti da partedella consorte, la sig.ra Rosetta, el'accorato ricordo del fratello Lello. Ilforte invito a non dimenticare "chi tantosi è adoperato per far vivere il passatodel proprio paese", sotteso negli interventidi tutti i relatori e condiviso da tutti gliastanti, è stato, a conclusione della serata,suggellato da un filmato sui "luoghi delcuore", così cari a Potito, che ha creatouna profonda nostalgia e acuito in tuttiil rimpianto per un uomo "integer vitaescelerisque purus".

Lunedì 29 Settembre, ad Ascoli Sa-triano, nell' Auditorium di S. Maria degliAngioli, gremitissimo in ogni ordine diposti, tra le 19,00 e le 21,00 è stato uf-ficialmente commemorato il Prof. PotitoMele, prematuramente scomparso il 2Dicembre dell'anno scorso.È stata veramente una bellaoccasione quella organizzatadal Comune di Ascoli e dalCircolo Culturale Polivalente,che ha unito e riunito parenti,autorità, amici, colleghi,concittadini, accomunati tuttidall'essere estimatori di unapersona straordinaria, riccad i humani t a s , un uomosemplice, schivo, ma sempreleale e disponibile,un docenteirreprensibile, un ricercatoreinstancabile, innamoratissimodella sua patria e impegna-tissimo a farne conoscere usi,costumi, tradizioni, monu-menti e, soprattutto, la lingua.All’inizio della manifesta-zione, dopo un commossosaluto al compianto Potito,fatto dall'Assessore BiagioGallo, il Sindaco della città,Savino Danaro, ha scopertouna stele marmorea, qualeomaggio per i meriti culturalidell' insigne studioso, che abreve sarà murata all' ingressodell'Archivio Comunale, asancirne l’intitolazione al suoillustre concittadino.

È seguita, poi, la rievo-cazione ufficiale dell' estinto,affidata a quattro relatori,ciascuno dei quali ha ricor-dato una fase della vita di Potito e qual-che aspetto particolare della sua perso-n a l i t à . E c o s ì l ’ i n g . G i u s e p p eD'Arcangelo, Presidente del Circolo Po-livalente e zelante promotore dell' ini-ziativa, nonché del progetto di recupero,con auspicabile futura pubblicazione,di tutte le "carte" inedite di Potito, haricordato gli anni della fanciullezza edell' adolescenza,, in cui già si manife-starono, nonostante le ristrettezze deldopoguerra, l' amore per lo studio e lapassione per la ricerca, ma anche la pre-disposizione alla convivialità e financhealla goliardia. Il prof. Francesco Capri-glione, collega di Potito in tante ricerchee coautore di numerose pubblicazioni,ha sottolineato la funzione insostituibile

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Analizzando i dati delle percentuali di rac-colta differenziata pubblicati dall’Assessoratoall’Ecologia della Regione Puglia sul portaleinternet rifiutiebonifica.it, si può osservarecome l’andamento è sì in crescita ma ancoraben distante da numeri significativi verso quellasoglia minima che la legge imponeva di rag-giungere già nel 2012. A giugno, infatti, l’ATOFG/4, che comprende oltre ai comuni dei Cin-que Reali Siti anche Cerignola, San Ferdinando,

Trinitapoli e Margherita di Savoia, ha fattoregistrare il 18.3% di raccolta differenziata,meglio del 17.8 di dodici mesi fa ma peggiorein Puglia solo del bacino garganico.

Sopra riportiamo l’andamento a metà an-no: Ordona, forte di un sistema di porta aporta, guida la classifica e vuole superare il

34% finale del 2013.Di chi le colpe di questo trend negativo?

Difficile stabilirlo, di sicuro cittadini, ammi-nistratori comunali e dirigenti della S.I.A.,consorzio nato nel 1998 proprie tar iodell’impianto di smaltimento a Cerignola, siinterrogano.

Negli ultimi anni la pressione fiscale si è gra-vemente intensificata creando non poche difficoltàtra i contribuenti, sia persone fisiche che personegiuridiche. Uno degli strumenti di maggiore efficaciautilizzati per la riscossione dei debiti erariali è senzadubbio la cartella di pagamento La nuova normativaconcede ossigeno a famiglie e imprese schiacciatedal peso delle cartelle esattoriali con le novità piùimportanti che si concentrano proprio sulle regoleper il pagamento delle tasse a rate e sulle limitazioniai poteri della società di riscossione (Equitalia).

Difendersi da Equitalia si può.Il Governo italiano, lo scorso giugno, ha appro-

vato il Decreto del Fare, cercando di fare chiarezzasul fisco. Il Decreto – che si compone di 80 articoli– introduce novità importanti che si concentranoproprio sulle regole per il pagamento delle tassea rate e sulle limitazioni ai poteri di Equitalia, lasocietà partecipata al 51% dall’Agenzia delle Entratee al 49% dall’Inps, che ha il compito di riscuoteretributi e contributi non pagati. L’Agente della Ri-scossione ha addirittura annunciato la possibilità diapplicare alcune delle misure più vantaggiose rispettoalle procedure già avviate. Per accertarci chequest’ultima promessa venga rispettata servirà tempo(purtroppo!), mentre sono già molto chiare le con-cessioni previste per i contribuenti dal Decreto delFare:

1) Piani di rateizzazione - I contribuenti chehanno ottenuto dei piani di rateizzazione del debitoda Equitalia possono non pagare otto rate anchenon consecutive, al posto delle due consecutive pre-viste dalla vecchia legge, senza perdere il beneficio.Una concessione estesa anche a quanti ne abbianofatto richiesta già in passato. In altre parole, se lamorosità non arriva complessivamente a otto rate,è sempre possibile chiedere la dilazione di nuove

cartelle.2) Se il debitore dimostra una situazione di

difficoltà derivante dalla congiuntura economica,può rateizzare il proprio debito iscritto a ruolo in120 tranches mensili anziché nelle sole 72 concessefino ad oggi. Norma che si applicherà anche allerateizzazioni accordate prima dell’entrata in vigoredel decreto. Tuttavia, su questo punto, c’è attesaper il decreto attuativo del ministero dell’Economiache sarebbe dovuto essere emanato entro il 20 set-tembre rendendo operativa la dilazione, ad oggirimasta quindi solo sulla carta. Il decreto dovrà anchechiarire quale documentazione serve al contribuenteper attestare la propria impossibilità al pagamento.

3) Limitazione dei poteri di Equitalia. Il governoha anche introdotto una serie di provvedimenti voltia limitarne i poteri soprattutto nei confronti dellacasa. A differenza di quanto accadeva in passato,oggi diventa vietato pignorare l’unico immobileposseduto dal contribuente (anche nel caso dellepertinenze: box, soffitta o posto auto), a patto chenon sia di lusso, villa (categoria catastale A/8) ocastello (categoria catastale A/9) e che sia adibitoad abitazione principale. Mentre, in caso di espro-priazione immobiliare, l’innalzamento della sogliadel debito minimo per procedere sale da 20mila a 120.000 euro.

Decisamente una novità positiva quella introdottadal decreto che, tuttavia, non deve far abbassare laguardia ai proprietari di case alle prese con il paga-mento delle rate. Meglio ricordare che se Equitalianon potrà più far partire l’esproprio, gli istituti dicredito possono comunque continuare ad esigere ilpignoramento, visto che l’articolo 40 del Testo unicobancario stabilisce che “la banca può invocare, comecausa di risoluzione del contratto, il ritardato paga-mento quando lo stesso si sia verificato almenosette volte, anche non consecutive. A tal fine costi-

tuisce ritardato pagamento quello effettuato tra il30esimo e 180esimo giorno dalla scadenza della rata”.

Bisogna precisare che il dilazionamento finoa 120 rate viene concesso ai soli debiti iscritti a ruolo,vale a dire quelli gestiti da Equitalia attraverso l’inviodella cartella esattoriale nel caso in cui il contribuenteche abbia già ricevuto un avviso di pagamento, adesempio, dall’Agenzia delle Entrate o dall’Inps, nonabbia pagato. Tuttavia, il contribuente si trova a doversostenere un costo maggiore: oltre alla quota del 9%(interessi più sanzioni) che dovrà pagare all’Entecreditore, vanno aggiunti l’aggio - vale a dire il com-penso di Equitalia che per i pagamenti effettuati entroi 60 giorni dalla notifica della cartella è del 4,65%,altrimenti raddoppia al 9% - e le spese di notificapari a 5,88 euro. Da sottolineare che per i ruoli emessia partire dal primo gennaio 2013 l’aggio è scesoall’8 per cento.

Facciamo un esempio: per una sanzione di 5milaeuro, il costo aggiuntivo può, quindi, superare 500euro (450 euro di interessi + 50 euro di aggio + lespese di spedizione) se si paga entro i primi duemesi dalla ricezione della cartella e arrivare a untotale di 6mila se si supera l’anno. Infine, semprein tema di aggio un’altra piccola speranza potrebbearrivare per i contribuenti. Gli enti locali che si stannoorganizzando per sostituire Equitalia (hanno tempofino alla fine dell’anno) e riprendersi la gestionedella riscossione coatta dei debiti potrebbero decideredi sforbiciare la percentuale di guadagno.Ma, ricevuta la cartella di pagamento,cosa può fareil contribuente:

1)  pagare l’importo complessivo dovuto entroil termine di sessanta giorni;

2)  impugnare la cartella di pagamento (a mezzodifensore se l’importo del debito al netto di sanzionied interessi sia superiore ad ¤ 2.582,28) entro il termineprevisto a seconda della natura del debito

3)  depositare al Concessionario un’istanza diannullamento del debito che provoca la sospensioneimmediata della riscossione (ma non sospende i terminiper la proposizione del ricorso).

Per ogni informazione o chiarimento di caratterelegale, manda una mail a: [email protected]

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Si è svolta nella cornice del Piazzale Bel-vedere di Deliceto, la 6ª edizione del PremioDeliceto 2014. La manifestazione organizzatadall’Associazione Turistica Pro Loco “A.Iossa” del centro dei Monti Dauni, con ilpatr4ocinio del Comune di Deliceto, natacon l’intento di celebrare i successi raggiuntinel comparto mercantile, economico, scien-tifico, cultuale, sociale e sportivo dei delicetaniche si sono fatti onore ed hanno fatto parlarein positivo la cittadina. Un premio specialeè riservato ai Delicetani nel mondo, in questasezione vengono premiati i delicetani nonresidente. Quest’anno il premio è andato allamemoria di Joseph Maselli, figlio di emigrantidelicetani. Nella sua vita ha fondato l’ItalianAmerica Fedration of the Southeas, che ag-grega moltissime associazioni di italoameri-cani. Inoltre ha istituito l’American ItalianRenaissance Foundation Museum and ResarchLibrary, un vero tesoro di cimeli e testimo-nianze di quello che è stato il fenomenodell’emigrazione dall’Italia verso gli StatiUniti a partire dai primi anni dell’ottocento.Maselli oltre ad essere stato tra i membri

fondatori della Niaf, ha ricoperto l’incaricodi consigliere per le questioni etniche deipresidenti Ford, Carter, Reagan e Bush padre; Nella stessa sezione sono stati premiatiPaolo Lavista, presidente dell’AssociazioneItalo-Tedesca, il giornalista Antonio Petrella

e Giuseppe Nazzaro. Significati questi rico-noscimenti anche in vista del grande progettoche la Pro Loco sta portanto avanti e chedovrebbe concretizzarsi la prossima estatecon la realizzazione di un grande monumentoagli emigranti delicetani, tra i promotori anchel’italo-tedesco Paolo Lavista. Il Premio peril Cittadino dell’Anno è andato all’azienda“Antico Frantoio Ingegno” per il commercioe la produzione di olio di oliva extraverginee per il teatro a Gaetano Doto. Infine il PremioEncomio 2014 è stato assegnato ai benemeriticittadini: Saverio Meola, Anna AntoniettaRampino, Famiglia Lorenzo Liberti e FamigliaPasquale Mancano. Sono intervenuti alla ma-nifestazione il Sindaco di Deliceto, il dott.Antonio Montanino; il dott. Sergio Clemente,consigliere Regione Puglia, il dott. MatteoIacovelli, Presidente dell’Associazione Na-zionale Famiglie di Emigrati e il Presidentedella Pro Loco, Benvenuto Baldassarro. Allacerimonia, condotta dal giornalista MicheleCampanaro è stata animata dal fisarmonicistaMichele Rampino e dal gruppo musicale diTonino Palermo e Alfonso Cappiello.

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Dopo una lunga pausa dovuta ancheal rinnovo dei consigli comunali di OrtaNova e Stornarella, è tornato a riunirsiieri sera presso l’Aula Consiliare delcomune di Carapelle i l consigliodell’Unione dei Cinque Reali Siti, l’entesovracomunale nato nel 2008 ma ancoraalla ricerca di una concreta identità.L’incontro è stata l’occasione per salu-tare i neo-consiglieri ortesi e stornarel-lesi, eleggere il nuovo presidente e ap-provare il bilancio di previsione: il climada “primo giorno di scuola” è stato vis-suto appassionatamente e con numerosiinterventi finalizzati a capire verso qualistrade muoversi. Mentre infatti l’assisevotava all’unanimità la carapellese Nun-zia Tarantino quale nuova presidentedell’Unione in luogo di Nicola Maffione(costretto ad abdicare in quanto attualeassessore a Orta Nova), si susseguivanoparole improntate su impegno e sensodi responsabilità nel rendere questo entefinalmente operativo e protagonista nel-la vita dei suoi abitanti.

Lorenzo Annese ha aperto il dibat-tito chiedendo a tutti “impegno a farfunzionare le commissioni per portarea casa dei risultati: basta con campani-lismi, altrimenti rimane un organismosenz’anima”, seguito da Antonio Capo-tosto (“Questo bambino sta dormendo,deve svegliarsi: è importante stareinsieme”) e da Maria Rosaria Calvio,che ha ricordato “le carenze di una partedella macchina burocratica per una se-gretaria retribuita 10.000 euro in 5 annima insipiente e che ha bloccato tantebelle intenzioni: senza un regolamento

non andiamo da nessuna parte”.La nuova presidente Tarantino ha

gl i ssa to la v icenda , d ichiarando“l’inutilità di fare la caccia alle streghe:adesso è importante guardare avanti,me t t i amo un pun to a l pa s sa to eripartiamo”, mentre Rocco Calamita eRemo Capuozzo hanno sollevato la ne-cessità primaria di modificare lo Statuto,ritenuto eccessivamente farraginoso ecomplicato; per questo motivo Chiaffre-do Ballatore ha chiesto “incontri piùfrequenti per programmare seriamentee innanzitutto per modificarne il con-tenuto, invitando poi a definire la situa-

zione del canile, le cui spese sono so-stenute soltanto dal comune di Orta No-v a . M a t t e o S i l b a , n e l d i s c u t e r esull’approvazione del bilancio di pre-visione (uno dei tre punti all’ordinedel giorno), ha evidenziato l’assenza,nella sua redazione, di voci relative alprogetto treno-tram, approvato dallaRegione Puglia e che dovrebbe colle-gare i Cinque Reali Siti con Cerignolae Foggia. In contrasto con gli altri in-terventi è stato quello di Michele Lom-bardi, uno dei più anziani consiglieridell’Unione. “In quale punto lo Statutodice che non si possono trasferire i ser-vizi comunali? In nessuno. Abbiamofatto riunioni ad esempio per siglareun patto di collaborazione tra i VigiliUrbani per evitare di chiamarli da Fog-gia o Cerignola, ma alcuni sindaci sisono opposti perché soggiogati da vi-cende personali!”

Infine i debuttanti Luigi Guglielmoe Pasquale Ruscitto hanno provato atrasmettere ottimismo: “Programmiamoil futuro, ognuno sia costruttivo perchéfar morire i Cinque Reali Siti sarebbeun delitto” è stato il loro messaggio.

E’ quindi quasi passata in secondopiano l’approvazione del bilancio pre-visionale, presentato dall’assessore Mas-simo Colia con forti tagli ad alcuni ser-vizi (ritenuti “indispensabili” dallostesso Lombardi) come sanificazione,organismo di valutazione e sicurezzasul lavoro.

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Vituccio aveva cominciato a lavorarenei campi appena terminata la ScuolaElementare, aiutando il padre nei duefazzoletti di terra che questi possedeva,vale a dire mezza versura, per metà vignae per l’altra metà uliveto e una versuradi terreno seminato, alternativamente, agrano e a fave o altre leguminose, peril recupero parziale dell’azoto sottrattol’anno prima dal grano (al resto dovevaservire il letame ottenuto dallo stallatico).

Ad essi si aggiungeva una versuraconfinante, condotta in fitto, destinataad avena per l’alimentazione del cavallo.Abitava in una casa al piano ter-ra,costituita da due vani. Un tempoerano due abitazioni distinte resepoi intercomunicanti, una di pro-prietà del padre e l’altra portatain dote dalla madre. Adiacentea quest’ultima c’era la “gradiata”,un locale lungo e stretto adibitoa stalla e magazzino per il vino,l’olio,il grano e l’avena. Sulla“loggia” (terrazza) trovava postouna tettoia, sotto la quale c’eranola stia per i polli, una gabbia peri conigli, la tavola per il maialee le fascine di sarmenti o di frasched’ulivo, impiegate per alimentareil fuoco per la cottura dei cibi eper il riscaldamento. La parte ri-manente della terrazza era utilizzataper stendere i panni, i telai di canneo di vimini intrecciati sui quali venivanoposti ad essiccare l’uva, la conserva dipomodoro, i fichi, ecc. Sui parapetti osul pavimento ma addossati ad essi, perbeneficiare dell’ombra, erano posizionativasi di terracotta di varie dimensioni neiquali c’erano fiori ed erbe aromatichee medicinali. La terrazza era regno esclu-sivo della madre e né Vituccio, né glialtri due fratelli (un maschio e una fem-mina, entrambi più piccoli di lui) pote-vano accedervi. In definitiva la produzio-ne dei piccoli appezzamenti di terra edella terrazza assicurava quasi del tuttol’autosufficienza alimentare del nucleofamigliare,che all’epoca (parlo dei primianni del Novecento) era un miraggio permigliaia di ortesi, mentre le giornate la-vorative svolte per conto terzi prima dalpadre e poi anche da Vituccio, assicura-vano il danaro sufficiente per altre spese(vestiario, acquisto di attrezzi agrico-li,finimenti per il cavallo in occasionedella fiera annuale, capi del corredo perla bambina (che si preparava , capo dopocapo, nel corso di svariati anni). Per gli

standards di vita di quel tempo, Vituccioapparteneva, dunque, ad una classe so-ciale relativamente agiata e per questaragione aveva frequentato la scuola.

I suoi coetanei, invece, nella stragran-de maggioranza, l’avevano abbandonatadopo i primi due o tre anni o nonl’avevano mai conosciuta perché avviatigià a partire dagli otto-dieci anni al la-voro.

L’infanzia e la preadolescenza eranostate vissute da Vituccio e dai suoi fratelliabbastanza serenamente, senza eccessiveprivazioni, ma nel 1918 la sua famiglia

era stata colpita da una duplice tragedia:suo padre e la sua mamma erano mortia causa della “Spagnola”, l’epidemiache aveva causato milioni di morti inEuropa e che anche in Orta aveva mietutonumerose vittime (fra le quali anche lamia nonna materna, Maria Nicola Grillo).Vituccio e i suoi fratelli si erano salvatip e r c h é , a l l e p r i m e a v v i s a g l i edell’epidemia, erano stati mandati dainonni, a Castelluccio dei Sauri, perchéi genitori erano convinti che l’aria dellamontagna li avrebbe preservati dal con-tagio. Così, a soli 14 anni, Vituccio erastato caricato del peso della famiglia eaveva maturato pienamente la consape-volezza che il suo dovere, da quel mo-mento in poi, era quello di assistere isuoi fratelli, Giovanni di 10 anni e Te-resina di 7. I nonni paterni, Vito e Car-mela (Teresina aveva preso il nome dellanonna materna, morta di parto quandolei non era ancora nata) si erano trasferitia Orta Nova per stare vicini ai nipoti.

Avevano superato entrambi la sessan-tina (un’età avanzata per quei tempi,quando l’aspettativa di vita era molto

inferiore a quella attuale) ed erano entram-bi pieni di malanni e di acciacchi a causadella vita dura di sacrifici e di stentivissuta per la maggior parte lavorandola terra.

Quando Carmela era andata sposa aVito, le avevano comprato la casa a fiancodi quella del genero e mai avrebbero pen-sato e voluto abitarvi. Nonno Vito avevaaiutato il nipote a completare l’adde-stramento necessario per condurre avantila vigna, l’uliveto e il terreno seminativo.

Non poteva dare più un contributolavorativo apprezzabile sul piano fisico,ma gliene dava uno preziosissimo sulpiano dell’insegnamento e della trasmis-sione delle competenze, delle conoscenzee delle abilità. In tal modo Vito divenneun potatore espertissimo, e acquisì tuttele conoscenze necessarie per trattare ade-guatamente la vigna, l’uliveto e il semi-

nativo; produceva sempre vino e oliodi qualità che lo resero molto ricercatodai proprietari terrieri, per cui nongli mancava mai il lavoro presso diloro. Nonna Carmela, dal canto suo,badava alla casa e ai due nipoti piùpiccoli. La vita della famiglia ripresecosì, segnata dal dolore, ma privadi ristrettezze economiche signifi-cative. Nonno Vito era una fonteinesauribile di massime di vita e diproverbi, molti dei quali legati ine-vitabilmente alla vita dei campi.Aveva insegnato a Vituccio a fiutareil vento, per sentire se si approssimavala pioggia, a osservare le stelle e ilcielo per prevedere gli eventi at-mosferici, a conoscere i tempi propiziper le semine e i raccolti. Vito fece

sempre tesoro, nel corso della sua lunghis-sima esistenza, di questo proverbio legatoall’osservazione dell’addensarsi (caricare)delle nubi sulle cime dei monti o in di-rezione del litorale marino (la marina):Quann carica a la muntagna, piglia lazappa e va’ in campagna; (perchè faràbel tempo) quann carica a la marina, lassala zappa e va’ a la cantina (all’osteria,perché sta per piovere).

Vituccio aveva 20 anni, nel 1924,quando venne a mancare suo nonno, se-guito a distanza di pochi mesi da nonnaCarmela. Suo fratello Giovanni ne aveva16 e la sorella Teresina appena 13.Alloraegli aveva giurato a sé stesso che avrebbepensato a metter su famiglia soltanto dopoaver sistemato i suoi fratelli e mantennela promessa. L’anno successivo sarebbedovuto partire sotto le armi (la leva duravada 24 a 36 mesi), ma ottenne l’esoneroperché aveva due fratelli minorenni a ca-rico, per i quali egli era l’unica fonte disostentamento. Cominciò così per lui undecennio di duro e infaticabile lavoro.

(continua 1)

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Il Tennis Club 2 T di OrtaNova, sito sulla provinciale Orta Nova - Stornara, ha or-ganizzato il “2° Trofeo Cittàdi Orta Nova”, torneo di ten-nis incluso nel programmade l l a “Se t t imana de l l acultura”.

I partecipanti, tutti prove-nienti dai comuni dei 5 RealiSiti, hanno dato vita ad untorneo di notevole livello tec-nico ed agonistico: AntonioDi Paola, Gaetano Lopes(Carapelle), Alessandro Pal-ladino (Ordona), CarmineChiarella, Antonio Rosati(Ascoli Satriano), Vito Tur-chiarelli, Michele Corvino(Orta Nova).

Le semifinali hanno visto

L'avventura della Real Sport Orta Novanel campionato di serie C di pallavolo femminileinizia alla grande, con un roboante successoche la proietta già in testa alla classifica.

Infatti le ragazze di mister Gino Verderosasono state capaci di espugnare il difficile campodella Primadonna Bari con un secco 0-3 (11-25, 11-25, 15-25), dominando ogni frazionein maniera netta e inequivocabile e senza con-cedere alle avversarie la minima possibilità dirientrare in partita.

Una prestazione a tratti sorprendente perimpegno e concentrazione in ogni fase del matchda parte di tutte atlete, comprese le due giova-nissime Stefania Montanaro e Rossella Verde-rosa, entrambe provenienti dal settore dell'Under18 e protagoniste domenica di una prova co-raggiosa e di grande determinazione: un ottimoviatico verso un campionato ambizioso e im-prontato sull'ottimismo.

“Dopo la complicata scorsa stagione (con-clusa con il ripescaggio dopo la sconfitta aiplayout contro Gioia del Colle, ndr), abbiamodeciso di ripartire da zero, affiancando allozoccolo duro delle atlete già in rosa nuove esper-te giocatrici, in grado di sposare il nostro pro-getto e di contribuire alla crescita della squadra”dichiara il presidente della società sportiva Vin-cenzo Vece. “Perciò quest'anno puntiamo inalto, almeno al raggiungimento dei playoff;partire così bene non può che rappresentareun ottimo punto di partenza per darci moraleed entusiasmo”.

Ad aver allestito una rosa competitiva enumericamente completa, ha contribuito il neodirettore sportivo Dario D'Aulisa, già vicepresi-dente della Diomede Canosa Volley: “Sappiamoche ci attende un campionato ostico, ma vogliamoimpegnarci tutti al massimo delle nostre capacitàaffinchè nessun traguardo ci sia precluso”.

Nell'organigramma, completato dal vicepre-sidente Vincenzo Turchiarella e dai dirigentiCarlo Dalla Zeta, Nicola Sardone e Mario Pe-t roni c 'è ancora preoccupazione “perl'impossibilità di sapere, ancora oggi a torneoiniziato, se sarà possibile utilizzare la Tenso-struttura di Via D'Angiò per le gare interne:l'Amministrazione Comunale ci ha rassicuratoche i lavori di messa in sicurezza sono iniziatie il nostro auspicio è che essi possano finirein tempo per la gara di sabato contro Progettodon Milani - Asem”.

E accanto alla Real Sport, la volley-maniaa Orta Nova è sottolineata anche dalla societàOlympia, nata dalle fondamenta della Sportinge presieduta da Giuseppe Fioretti: impegnatanel diffondere la cultura sportiva partendo dalle

piccole generazioni, è protagonista nei torneigiovanili come il campionato provincialeUnder18 a cui partecipano anche le “cugine”della Real Sport.

Nella prima giornata, la formazione allenatada Domenico Russo e Antonio Massa, imbottitadi atlete ben al di sotto della maggiore età, èstata sconfitta 0-3 (25-18, 25-18, 25-17 i parziali)dalla Pallavolo Cerignola, mentre le altre ortesihanno battuto in casa 3-2 (25-18, 25-22, 21-25, 23-25, 15-18) le pari età della G.S. Intrepidadi San Severo, conquistando i primi due puntiin classifica.

Da gennaio infine l'Olympia parteciperàal torneo regionale di Prima Divisione: lo stafftecnico è al lavoro “per allestire una squadragiovane ma competitiva”.

fronteggiarsi Antonio Di Paolache ha avuto la meglio su Chia-rella e Gaetano Lopes che ha pre-valso su Vito Turchiarelli.

La finalissima ha avuto il suoepilogo nel derby tra i due cara-pellesi Di Paola e Lopes che han-no dato vita ad un incontro duratocirca tre ore, combattuto e tiratofino all’ultimo game. Il matchè stato vinto da Antonio Di Paolain tre set col risultato di 7/5 -1/6 - 6/4.

I complimenti da parte dellanostra redazione al vincitore, atutti i partecipanti ed al presidentedel circolo Fabrizio Turchiarelli,che con il suo impegno e la suadedizione per questo sport, haorganizzato questo bellissimoevento.

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L’olio di oliva: l’oro di CapitanataOmero lo chiamava “liquido d'oro”.

L’olivicoltura in Capitanata ha radicinel tempo, alcuni reperti archeologicidi età romana sono stati rinvenuti a Mon-te S. Angelo ed a Orsara di Puglia. Mala coltivazione di migliaia di ettari sisvilupparono solo nel XVII° e XVIII°secolo.

Le prime piantagioni si ebbero nelterritorio del Gargano, poi la diffusionefu allargata ai Monti della Daunia edinfine al Tavoliere. Per l'aspetto climatico,per quello ambientale, per le tecnichedl lavorazione e la varietà delle olive,il territorio è suddiviso in quattro areali:Gargano (Vaso tradizionale o a vaso policonico lato. Varietà coltivata, la Ogliarolagarganica); Subappennino Dauno (Vasotradizionale. Varietà coltivata la Oglia-rola, la Rotondella, la Paranzana e laCoratina); Alto Tavoliere (Vaso sanse-verese. Varietà coltivata la Paranzana,sinonimo Provenzale); e Basso Tavoliere(Vaso tradizionale. Varietà: coltivata laCoratina). Grazie alla professionalità deiproduttori la nostra provincia ha ottenutoil Doc “Dauno”. Sotto l'aspetto dieteticol'olio di oliva concorre per il 40% a sod-disfare i fabbisogni globali di sostanzegrasse alimentari. Il potere caloricodell'olio di oliva è elevatissimo, legger-mente superiore a quello degli oli di semi,infatti 1 gr. di olio di oliva extraverginesviluppa 9,4 cal. Un consiglio: deve es-sere consumato, per quanto possibile cru-do: la temperatura elevata modifica lastruttura chimico-fisica. Una usanza incucina da abolire è quella di usare oligià adoperati in precedenti fritture: glioli rifritti hanno infatti una alto tenoredi acroleina e sono più tossici per il fe-gato. L’olio di oliva deve essere preferito,tra gli oli vegetali, nell'alimentazioneper i caratteri organolettici gradevoli,per la sua composizione molto più vicinaa quelle grasso umano, per il discretocontenuto della vitamina A, per lo scarsocontenuto di grassi solidi, quindi per lasua digeribilità. Le ricette che vi propon-go, questo mese, sono all’insegna dellatradizione della cucina “povera” di Ca-pitanata, ma ricca del bendiddio che donaquesta terra.

Olive FritteIngredienti per 4 persone: gr. 400 diolive nere dolci, olio di oliva extraver-gine, sale (peperoncino)

Nella sua versione più spartana, èun piatto addirittura “magico”. Fatecicaso: solo olive ed olio di oliva. È proprioil trionfo del mediterraneo, del prodottopiù tipico del mediterraneo, per il suogusto leggermente amaragnolo (per que-sto è importante che le olive siano ido-nee, del tipo dolce, mature al punto giu-sto) è un piatto adatto ai palati “forti”.Semplicissima la preparazione: metterea scaldare l'olio, quando è appena fuman-te, buttarvi le olive, in un solo strato,in modo che non si sovrappongano, me-scolare di tanto in tanto; sono prontequando la pelle comincia a screpolarsi.Vi si può aggiungere del peperoncino,se si desidera un sapore più piccante.

PancottoIngredienti per 4 persone: otto fette

di pane casereccio (del tipo a pagnotta)raffermo, 400 gr. di patate, 400 gr. dipomodori da salsa, 250 gr. di ruchettaselvatica (o di marasciuoli), olio di olivaextravergine, aglio, peperoncino, sale.

L'ingrediente essenziale è la ruchetta(che deve essere rigorosamente selvatica)che va mondata per utilizzarne solo lefoglie più tenere. Pulire anche le patatee i pomodori, che vanno grossolanamenteaffettate, mettere il tutto in una capacepentola, con acqua leggermente salata.Mentre le verdure e gli ortaggi si lessanopreparare un soffritto di olio, aglio epeperoncino. Quando le patate sono di-ventate ben morbide, immergere perqualche momento le fette di pane raffer-mo, tagliate non molto sottilmente perevitare che si disfacciano, suddividerein piatti fondi e servire. Volendo si pos-sono eliminare le patate, aumentandoleggermente la quantità delle verdure,in questo caso oltre alla ruchetta e ai“marasciuoli” si possono utilizzare anchele cime di rape.

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UNA PIETRANELLO STAGNO

di Doriana Di Pietro

È toccato alla splendida cornice delpalazzo ex gesuitico di Orta Nova ospitare,nell’ambito della “Settimana della cultura”,la presentazione dell’ultima fatica letterariadi Alfonso Maria Palomba, già dirigentescolastico (1989-2012) e già sindaco diCarapelle (2004-2013) … con il “vizio”della scrittura. Unione o disunione … inmezzo al guado - questo è il titolo del libropubblicato, a Foggia, nel giugno 2014 perle Edizioni del Rosone di Falina Marasca- è il terzo volume che l’autore dedica allacomplessa ed articolata vicenda della “polissovracomunale” incarnatasi nel nuovo entelocale - di cui all’art. 32 del D.lgs. 18 agosto2000, n. 267 - nato de facto il 10 dicembre2008, dopo una lunga elaborazione concet-tuale ed un appassionato confronto politico.Questa volta, però, Alfonso Maria Palombaha caricato di preoccupazione il suo libro,dopo aver, nelle prime due opere, con fi-ducia invitato tutti alla riflessione, da unlato, sulle ragioni (storiche ed attuali) dellanecessità di “fare squadra” sul territoriodei “cinque reali siti”, dall’altro su possibilipiste operative, capaci di dare senso e con-tenuto al progetto: scorrendo le pagine delvolume, infatti, sembra di poter dire cheil cruccio dell’autore è il portato inevitabiledi una delusione profonda, radicata nellastagnante inerzia di coloro che sono oggiall’interno della struttura di governo dell’“Unione”, orientati più alla filosofia delquieta non movere che non alla progetta-zione di sistema e/o all’azione concreta.Tutta la prima parte del libro - intitolataLungo il viaggio (pp. 15 - 103) - si con-figura come un dettagliato excursus, con-dotto anche a muso duro, sui nodi proble-matici dell’esistenza dell’ “Unione”, allaricerca delle ragioni del mancato decollodel nuovo ente locale sovracomunale, in-dividuate non solo nei vincoli di un marcatomunicipalismo e di una fuorviante conce-zione dell’appartenenza politica che portanoil singolo “attore” a coltivare, per fini elet-toralistici, esclusivamente il proprio“orticello” e a dare eccessiva importanzaall’ideologia rispetto ai problemi concretidel comprensorio, ma anche e soprattuttonella mancanza, da parte dei singoli“protagonisti”, di un’adesione convinta evolontaria alla sperimentazione politico-amministrativa in atto nel territorio dei“cinque reali siti”. Nella seconda parte,invece - intitolata Il futuro dietro le spalle(pp. 105 - 207) - coniugando l’analisi po-litica alla concretezza operativa, l’autore,sulla scorta di una visione complessiva

delle risorse territoriali, elabora un ampioscenario strategico che, imperniato sullavalorizzazione del sito archeologico di Or-dona (da intitolare alla memoria di JosephMertens, l’archeologo belga che ha portatoalla luce Herdonia) e dei beni culturali -ecclesiali e non - tratteggia possibili itineraristorico - archeologici e artistico - religiosi(dalla via Francesca ai reali siti, da Ordonaad Ascoli, da Rocchetta S. Antonio a Can-dela), da “sfruttare”, per così dire, in chiaveturistica, grazie anche alle risorse enoga-stronomiche di cui il territorio è ricco. Pro-posta ardita forse quella di Alfonso MariaPalomba, ma anche stimolante, propriocome il viaggio che l’autore propone allettore attraverso le immagini dell’insertofotografico a colori inserito nel libro (pp.161 - 176). In sede di valutazione comples-siva del libro, credo di poter affermareche si tratta di un’operazione editoriale dirilevante portata per quanto riguarda il no-stro territorio, in quanto è una sorta di pietragettata nello stagno per movimentare leacque stagnanti della palude in cui è im-mersa l’«Unione», incapace al momento,a causa del lungo silenzio, di far compren-dere la sua voce che diventa, con il passaredei mesi, sempre più fioca ed impercettibile,proprio come i rondinini pascoliani.

A. M. Palomba, Unione o disunione…inmezzo al guado, Foggia, Edizioni del Ro-sone, 2014, pp. 211, prezzo 18 euro.

IL P0NTE SUL RIO MORTOUNA STORIA D’AMORE,NOSTALGIA E MOLTO

ALTRO ANCORARomanzo di Mario GRAVINA

Tutta la trama del romanzo Il pontesul Rio Morto, si sviluppa attorno a duefondamentali pensieri: la fede e la cultu-ra.Temi questi affidati al personaggio prin-cipale che, durante lo svolgersi della storiaassume due nomi Salvatore alias don Il-debrando ma che meglio si completanoman a mano che si intrecciano tra lorocon altri personaggi non meno importantiall’interno del romanzo.

Salvatore Cassarano, un giovane e abi-le contadino pugliese, semianalfabeta, percircostanze sentimentali impreviste, scopre (intuisce) quanto importante sia il saperleggere e scrivere. Questa circostanza dellavita lo condurrà in una frenetica e soffertaricerca della cultura. Ma proprio a causadi questa ricerca scoprirà che esistonoaltri mondi e tra questi quello della fede.Le varie vicissitudini lo condurranno aRoma ove vive un’esperienza profonda-

mente cristiana e contemplativa con i mo-naci benedettini che, naturalmente, lo aiu-teranno ad acquisire quella cultura scola-stica da Salvatore tanto desiderata.

L’“ignorante” Salvatore diventerà inbreve uno studente esemplare e anche unmonaco edificante del monastero di SanPaolo fuori le mura in Roma con il nomedi don Ildebrando.

Ma giunto al “culmine” della sua ma-turità culturale e di fede, in lui si riaffac-cia, inaspettato, il “vecchio” Salvatore.

Inizia così una lotta interiore terribilee so f f e r t a che condur rà Sa lva to -re/Ildebrando a far ritorno nella sua terradi Puglia. Vecchi ricordi lo guiderannoproprio nei pressi del Ponte sul Rio Mortolà dove erano iniziati i suoi sogni e doveadesso desidera che si completano.

La malattia inguaribile che l’ha colpitoora lo spinge inesorabilmente a cercarela verità, tutta la verità sul senso profondoe vero della vita e delle relazioni umani.In questa sua prova suprema saranno coin-volti, chi in un modo chi in un altro, glialtri personaggi tra cui i più importantisono: Chiara, suo primo e unico amore:l’Abate Anselmo suo padre spirituale nonchè il superiore del monastero di Farfae di San Paolo fuori le mura in Roma.

Le pagine del romanzo si sviluppano,in alcune parti, in forma di componimentopoetico per dare al racconto una forzapiù lirica e spirituale ma anche un ritmopiù lento e meditativo, in particolare quan-do i personaggi vivono momenti di pro-fondo sentimento umano e spirituale. Inquesto modo l’andamento del testo tieneil lettore vincolato alla storia con i suoipercorsi “interni/intimistici”.

La geografia d’ambiente, che dal pa-lazzotto di Orta, alla masseria di Rio Mor-to, sino all’involarsi a Roma e Farfa diSalvatore, partecipa armonicamente e sen-sibilmente con l’intreccio stesso della storiadel romanzo.

C’è un’osmosi lirico tra i personaggie la natura in cui essi si muovono scen-dendo nel profondo del mistero della vita.Tutto partecipa alla vicenda dei personag-gi: cuore, occhi, mani, silenzio, serenità,dolcezza, ecc… sono, assieme alla natura,il fondamento stesso del testo. Ogni scenadel romanzo mostra la solennità degli am-bienti, la bellezza confortante delle cose,la loquacità matura dell’Abate, la profondasemplicità di Chiara e quel dannoso raggiodi sole che attraversa lo studio del vescovodella diocesi di Ascoli/Cerignola in Pugliache si fissa sul Cristo d’avorio… un dan-nato raggio di vita finito sotto una lastradi marmo del la tomba di Salvato-re/Ildebrando, che soltanto uno con unaprofonda fede, può credere essere una por-ta spalancata sull’aldilà!Recenzione a cura di Salvatore Cassarino

EFFATÀ EDITRICE...Prezzo di copertina.. ¤.11,00Prenotazioni cell. 348389096

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FRANGAR NON FLECTARHo scalato montagne impervie,mi sono difesa da scogli appuntiti,ho avuto qualche spintonema non mi sono arresa.Continuo sulla ma stradaserena e feconda d’affetto:voglio vincere le asprezze,annullare gli odi e i soprusi,cancellare il Maleche sfacciatamente impera e che vuole vittime innocenti.Con l’entusiasono,la volontà,il lavoro,la gioia, tutto s’infrangeràe l’arcobaleno della paceattraverserà felice il cieloche improvvisamente diventerà az-zurro.

Frangar non flectar. Rocchina Morgese

VORREIVorrei scecherarela polvere di stelle,lo splendore del sole,il bianco candido della neve,l’odore fresco dell’erba rugiadosa,il gusto saziante del paneappena sfornato,una manciata di petalidi rose,un abbraccio sincero,di bianche callee donare il tuttoalle persone più care.

Rocchina Morgese

Conoscere la storia e conservarela memoria del passato: due valoriimprescindibili per la progettazionedel futuro di un popolo.

Mantenendo fede all’impegno direalizzare una sorta di “album difamiglia” Paola Grillo e PasqualeBraschi hanno dato alla stampa “Perun pugno di terra. Storia della Coo-perativa La Ricostruente”, è un librointeressante, il cui titolo racchiudein sé non il desiderio del possessodi un fondo agricolo, bensì l’impor-tanza di una manciata di terra perchi, coltivandola con amore, ne ricavaun sostentamento economico per lapropria sopravvivenza.

L’opera descrive in maniera chia-ra, precisa e puntuale la dimensionespazio- temporale , u t i le s ia perl’ambientazione della storia che vienenarrata in queste pagine sia per pas-sare dal generale (Italia) al particolare(Stornarella), recuperando la memoriastorica di chi ha vissuto in prima per-sona l’esperienza presso la masseriadi Santa Maria La Scala e, al tempostesso, dando un’anima romantica esentimentale alla successione crono-logica di determinati fatti ed episodi.“Per un pugno di terra” consta di cin-que capitoli: il primo si apre conl’introduzione storica che, seppur insintesi, copre il periodo che va dalFascismo al Secondo dopoguerra,passando dalla politica agraria allelotte contadine, dalla distribuzionedelle terre alla costituzione di coope-rative formate da ex combattenti ereduci a cui assegnare terreni incoltio mal coltivati; il secondo è dedicatoalla Cooperativa “La Ricostruente”di Stornarella, dalla sua costituzione,avvenuta l’11 novembre 1946, ad og-gi, e alle sue attività annotate nei ver-bali e nelle delibere dai vari Consiglidi amministrazione; il terzo ruota in-torno alla figura emblematica e cari-

tatevole del Marchese Filippo De Pic-colellis, alle sue volontà testamentariee alla Pia Fondazione di Foggia, alui intitolata, ex proprietaria dellamasseria Santa Maria La Scala; ilquarto è una raccolta bibliograficache, a vario titolo, fa accenno all’esi-stenza della Cooperativa; il quintoraccoglie le testimonianze dei soci,di ieri e di oggi, rappresentative nonsolo di specifiche persone ma anchedell’intera comunità, in quanto il ri-scontro soggettivo (i ricordi e le emo-zioni personali) e quello oggettivo(la cronaca) accomuna, nella succes-sione generazionale, uomini e donne

uniti dallo stesso amore profondo perla propria terra e per i frutti generosiche essa offre.

Gli Autori hanno saputo, inoltre,trasferire al lettore due valori impre-scindibili per la progettazione delfuturo di un popolo: conoscere la sto-ria e conservare la memoria del pas-sato.

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