Lo Sguardo sui 5 Reali Siti - Marzo2012 -

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''Lo Sguardo'' Anno 10 - n°3 - Marzo 2012 -

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Siamo prossimi a celebrare l’eventopiù importante del cristianesimo: la re-surrezione di Cristo. Per attraversare iltempo della Quaresima e giungere allaPasqua, ho letto tutto il capitolo 20 delvangelo di Giovanni. Con semplicitàho cercato nelle parole del vangelo ilsenso profondo della fede riguardo allaresurrezione del Cristo. Mi sono immer-so nella lettura cercando di cogliere laprofondità dell’essere spirituale ed esi-stenziale, tralasciando quindi la ricercaesegetica e speculativa. La prima veritàche ho colto è stata la dimensione di-namica della narrazione. Ho avvertitoil bisogno di abitare la resurrezione piùche spiegare cosa essa sia, comprenderlae comunicarla come esperienza di vita.Mi domando, quindi, come uomo cre-dente in Cristo, dove abita il Risorto,dove si manifesta la sua resurrezione.Credo, infatti, che l’evento della resur-rezione non sia una verità da dimostrare,da definire razionalmente né tanto menoda serbare come una verità astratta. Laresurrezione è un accadimento dinamicoche appartiene alla storia non solo delpassato ma del nostro presente. Il Cristorisorto in quel tempo risorge ancora ogginel nostro presente. Perciò è una veritàda annunciare, da testimoniare, da abi-tare. Una verità che va vissuta e chesi svela solo lungo la strada che percor-riamo come i discepoli di Emmaus. IlCristo risorto non è rinchiuso nel sepol-cro di pietra. Egli è tra i vivi e nei vi-venti, è sulla strada e nella storia. Nelracconto de l la resur rez ione nonm’interessa il fatto di cronaca in se stes-so. La resurrezione del Cristo è un even-to di fede narratoci in un certo modo,con una certa cultura in un certo tempostorico. Sappiamo dei tanti sforzi di al-cuni che cercano le “prove” evidenti oscientifiche della resurrezione di Gesù.Si vorrebbe spiegare, per esempio, comeGesù post-pasquale potesse attraversarele porte chiuse o trapassare le mura sen-za scalfire un calcinaccio; come Egliabbia potuto sottrarsi alle leggi che re-golano l’universo della materia. Questiragionamenti mi lasciano indifferente.La fede davanti al Cristo risorto è nudacome nudo era Cristo sulla croce. Pre-diligo accogliere semplicemente le pa-role di Giovanni: “Beati quelli che hannocreduto senza aver veduto”. La fede èin primis fiducia in Cristo risorto, unafede che non è senza conseguenza nellavita. Pertanto non basta dire “Cristo è

risorto” ma occorre farlo risorgere inogni istante della storia, risorgere inogni atto d’amore, risorgere quando siriscatta l’oppresso, quando si libera unprigioniero, quando si fa giustizia ai per-seguitati, quando si costruisce una giustapace. Pensare la resurrezione è abitarlaconcretamente. La resurrezione non èsoltanto qualcosa che verrà, ma è qual-cosa che già c’è. La nostra forza è laforza del Cristo risorto che ci aiuta arealizzare il Regno di Dio, quel “Regnoche è in mezzo a voi” (Luc. 17,21). Gesùdisse ai suoi discepoli che sarebbe risu-scitato dopo tre giorni. Era un modo perdire presto, un presto che è ora. Riguardopoi alla resurrezione ultima non spettaa noi conoscerla né tanto meno definirla.Noi possiamo solo attendere con fiduciala parusia, il ritorno di Cristo in mezzoa noi, lo aspettiamo con amore e operosinella libertà di figli di Dio.

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Interrogazione di Annese sui BuoniLavoro

Lorenzo Annese, Consigliere Comu-nale dei “I Riformisti” ha inviato unainterrogazione al Consiglio Comunaleper sapere quanto segue: Premesso cheIl Consiglio comunale nella seduta del21 d icembre 2011 ha approva toall’unanimità dei consiglieri comunalipresenti la deliberazione n. 49 aventead oggetto: programmazione e utilizzovoucher (Buoni Lavoro) per lavori oc-casionali; nel suo intervento il sottoscrit-to, nel dare il voto favorevole, invitaval’Amministrazione comunale a crearedegli idonei adempimenti esecutivi perevitare raccomandazioni ed imparzialitànell’assegnare i buoni lavoro, ed unaturnazione agli aventi diritti. Inoltre,il Consiglio Comunale, demandava allaGiunta Comunale i conseguenti adem-pimenti. Ebbene, alla luce di quantosopra, il sottoscritto, vuole sapere dalleSS.LL., quanto segue: quali adempimen-ti ha posto in essere la Giunta Comunaleper far sì che gli aventi diritto possanoaccedere ai buoni lavoro? Con qualicriteri e con quali modalità, tali attisono stati assunti? E da chi?

I Riformisti chiedono lo stato di cala-mità

I Riformisti di Orta Nova a seguitodelle abbondanti precipitazioni nevosesu tutto il territorio comunale del mesedi febbraio scorso, che hanno messoin ginocchio tutto il mondo agricolo,hanno inviato, a firma del segretarioGino Guglielmo, la proposta di dichia-razione di stato di calamità. Nella mis-siva si legge: “Premesso che, si presumeche in tutta la Provincia le abbondantinevicate abbiano prodotto danni percirca 20 milioni di euro, circa il 5%del PIL agricolo; nel nostro territorioe dei comuni dei Cinque Reali Siti nelsettore delle coltivazioni agricole risultadistrutto il 50% degli ortaggi invernali,quali cavoli, verze, cicorie, carciofi,radicchio, broccoli e insalate. Ebbene,alla luce di quanto sopra, I Riformistidi Orta Nova, per venire incontro alladisastrosa situazione economica dei pro-duttori agricoli , propongono chel’Amministrazione Comunale comunichialla Regione Puglia ed al Prefetto diFoggia la “dichiarazione stato di cala-mità naturale a seguito delle precipita-zioni nevose del mese di febbraio 2012”.

Siamo sicuri che l’Amministrazione co-munale sensibile a tali problemi, adottii provvedimenti del caso, e faccia sentirela propria solidarietà a tutti gli operatoriagricoli del nostro territorio”.

5° Memorial Giuseppe La VaccaSi svolgerà domenica 22 aprile pros-

simo il 5° Cicloraduno dei 5 Reali Siti-Memoriale Giuseppe La Vacca. La ma-nifestazione ciclistica non agonistica èorganizzata dall’A.s.d. “FrancescoMoser” di Orta Nova, il percorso di 66km toccherà le strade provinciali perStornara, Stornarella, Ascoli Satriano,Ordona e Carapelle. Il raduno è fissatoalle ore 8,00 presso l’area di serviziodei fratelli Curci, in Viale Ferrovia.

Il Cim di Orta Nova carente di perso-nale

Il Centro di Salute Mentale di OrtaNova è “un presidio sociosanitario fon-damentale per l’intera comunità dei 5Reali Siti e non può essere chiuso, cer-tamente non senza offrire una validaalternativa alle centinaia di cittadini chevi fanno ricorso”. Il sindaco Iaia Calviooffre il proprio sostegno “istituzionalee personale” alla determinazione dellaCommissione Servizi Sociosanitaridell’Unione che ha deliberato la richiestadi un incontro formale con il direttoregenerale dell’ASL Foggia Attilio Man-frini per avere informazioni circal’operatività futura del servizio di assi-stenza psichiatrica nel distretto di Ceri-gnola. È a quest’ultimo che fa capo il

C.I.M. ortese presso cui lavorano uninfermiere e un’assistente sociale parttime, mentre non sono più in organicoil medico psichiatra e lo psicologo; percui gli utenti che necessitano della loroassistenza devono recarsi a Cerignola,dove pure ci sono gravi carenze di per-sonale. “Le due persone che operano aOrta Nova possono a stento garantire as-sistenza ai pazienti, figuriamoci se sonoin grado di supportare i loro familiari nellacomprensione e gestione delle patologiepsichiatriche. Chi amministra servizi diquesto genere deve lavorare per alleviarele sofferenze e non per infliggere ulterioridisagi a chi già soffre - conclude Iaia Cal-vio - per cui mi aspetto un intervento de-ciso e risolutivo del direttore generale,della sensibilità e disponibilità del qualenon posso e non voglio dubitare”.

Premiati a Taranto i ballerini ortesiNel febbraio scorso nel palazzetto

dello sport di Taranto si è disputata la“2° Tappa di Coppa Puglia Fids”. A par-tecipare sono stati i ragazzi del “TeamCuore Giso” dei maestri Ruggiero Cuoree Libera Giso, che su 200 coppie e 80gruppi hanno occupato in tutte le disci-pline il podio, conquistando la medagliad’oro e d’argento nelle danze Standarde Liscio Unificato Maria Tarantino -Antonio Procaccino e Sara Giso-Vincenzo Pasqua nella categoria 6/9 anniC3. Altre soddisfazioni sono il piazza-mento della coppia Martina Pia Longo- Tommaso Lamanna che portano a casala medaglia di bronzo nelle danze LatinoAmericane 16/18 anni C1 e quello otte-

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nuto dai ragazzi dell’Under 11 conqui-stando la medaglia d’argento nelle Cho-reographic Dance. Il Team Cuore Gisoin collaborazione con il Team GaleoneCalignano, dei maestri Gianfranco Ga-leone e Biagina Calignano, aspettano ilcalcolo dei punteggi di questa prova persapere se sono riusciti a raggiungere lavetta della classifica del circuito pugliesedato che occupavano la terza posizione.La danza sportiva grazie all’alta qualitàe professionalità dei maestri RuggieroCuore e Libera Giso sta assumendo unruolo molto importante in questo paese.Quali sono i progetti di queste grandiscuole? “Sono quelle di far diventareanche Orta Nova un punto di riferimentoimportante per la danza sportiva, portan-do: qualità, professionalità e tanta vogliadi ballare”.

Giornata del Ricordo caduti in guerraAnche quest’anno sarà celebrata la

“Giornata del Ricordo Caduti in Guerra”,l’evento organizzato dalla sezione ortesedell’ANFCDG presieduta da SaverioPandiscia si svolgerà domenica 18 marzoprossimo presso la Parrocchia del S.S.Crocifisso, con la celebrazione della S.Messa presieduta da don Ignazio Pedoneed animata dal Coro dei ragazzi dellaParrocchia diretti dal M. Giorgio Maf-fione.

Riceviamo e pubblichiamo una letteradel nostro affezionatissimo lettore ildott. Pasquale Larovere:

Caro Annito, in riferimento al tuo“commento”: nessuno più di me puòcapirti data l’analoga situazione in cuimi trovo con la mia “creatura” (n.d.a.

Orta Nova ha accolto, dal 5 al 18 febbraio,la Missione Giovani “I want you! Missionpossible”, un evento organizzato dalla comu-nità parrocchiale del Santissimo Crocifisso,in collaborazione con il Vescovo della DiocesiS.E. Mons. Felice Di Molfetta, i MissionariOblati di Maria Immacolata e una ventinadi ragazzi provenienti da tutta Italia prontia dare un valido contributo nelle numeroseattività quotidiane. Il via si è avuto con unacelebrazione eucaristica officiata dal Vescovo,che ha assegnato il mandato a giovani e adultidella parrocchia, consegnando loro la preghie-ra della Missione e una piccola croce comesegno del loro impegno a rinnovarsi a imma-gine di Gesù Cristo.

Le due settimane successive sono statecontrassegnate da una serie di incontri e ap-puntamenti finalizzati a volgere uno sguardoattento e scrupoloso al delicato mondo gio-vanile, da parte di adulti laici e consacratidesiderosi trasmettere alle generazioni futureil dono della vita cristiana: e la missione,ironia del destino, è giunta in un momentoquanto mai propizio per la comunità ortese,sconvolta da continui e purtroppo interminabiliepisodi di bullismo e criminalità compiutida adolescenti senza scrupolo. E così la Mis-

sione ha rappresentato una novità per OrtaNova, in quanto è stata la prima dedicata auna fascia di età compresa tra i 14 e i 25anni, con l’obiettivo, come disse Papa Gio-vanni Paolo II nella Redemptoris Missio, “dirinnovare la Chiesa, rinvigorire la fede el’identità cristiana, dare nuovo entusiasmoe nuova motivazione”, in modo da lasciareil segno nel cuore di tanti giovani ortesi eaiutare gli adulti ad educare alla fede con ilcoraggio dei testimoni. Il programma dellaMissione è stato assai intenso, coinvolgendoquattro binari formativi: visita ai giova-ni (presso scuole, case e ambienti di vi-ta), centri d’ascolto e di annuncio al Vange-lo (sette case in cui sperimentare in manierapersonale ed esistenziale la persona di Gesù,ascoltare la Parola di Dio e dialogare e riflet-tere sui problemi della vita), la preghiera delmattino (tenutasi ogni mattina alle 8 pressoil campetto del Liceo Classico Zingarelli)e i workshop (laboratori di lavoro in cui ognu-no ha potuto mettere a disposizione la suacreatività per favorire l’amicizia e l’acco-glienza reciproca). Un autentico e sano“terremoto” spirituale ha attraversato i sen-timenti dei giovani partecipanti in prima per-sona alla missione che, con occhi pieni di

entusiasmo, parlano di due settimane in cui“i missionari hanno portato gioia e speranza,dando alla comunità una forte testimonianzae intensa esperienza di evangelizzazione, af-finchè il Vangelo diventi il punto di riferi-mento della nostra vita”. Un evento importanteche però, come ha sottolineato don IgnazioPedone, “avrà avuto un significato solo seavrà lasciato tracce indelebili nella realtà ditutti i giorni in ciascuno di noi”.

Il dott. è il fondatore e presidente de“El Salvadanèe Nuovo, associazionebenefica meneghina).

D’altra parte, i sacrifici che facciamosono ripagati rispettivamente dai lettorie dai beneficiari e stima, considerazionie premiazioni da parte delle autoritàcittadine e nazionali.

Per quanto riguarda il mio incorag-giamento devo sostituire il bravo in bra-vissimo.

E un plauso a tutti i tuoi collabora-tori.

Infine il deficit al 40% nella speranzadi ridurlo, almeno per questo esercizioal 39% ti allego un assegno di euro500,00. Saluti a tutti e famiglia un ab-braccio.

Pasquale Larovere

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La sua ultima uscita pubblica risaliva afine maggio scorso, quando, in vista del bal-lottaggio Calvio-Porcelli per l'elezione a sin-daco, spiegò che lui e la sua lista civica “OrtaNova Per il Bene Comune” non sarebberoandati a votare in quanto nessuno dei duecandidati era in linea con il programma dellalista. Dopo una conferenza al Palazzo ExGesuitico, il 4 marzo scorso il giornalistafreelance Gianni Lannes è tornato a parlarein Piazza Pietro Nenni, con una lunga e attentaanalisi politico-economica sulla situazionedi Orta Nova. “Siamo l'unica opposizionepolitica” ha subito precisato l'ex candidatosindaco “e malgrado la nuova Giunta la si-tuazione non è cambiata: siamo passatidal clan Moscarella alla cricca Calvio, semprea danno della popolazione”. L'indice è puntatosoprattutto contro il PIRP Reale Sito: “dalbando regionale del 2006 l'AmministrazioneComunale Moscarella ha avuto 2 milioni dieuro destinati a riqualificare le periferie, conla possibilità di dare suoli pubblici ai giovania un prezzo calmierato, ma l'affare si è tra-sformato nell'ennesima speculazione ediliziaa vantaggio dell'impresa Festa Costruzioni,su Via Gronchi, e la catena di supermercati“Penny Market” in Viale Ferrovia: in quest'ul-

timo suolo la concessione rilasciata nel 2010dal responsabile dell'ufficio tecnico Vecealla ditta Marseglia Antonio prevedeva larealizzazione, secondo Piano Regolatore, diuna pista ciclabile, dove prima vi era un po-dere di proprietà della famiglia Sacchitelli,con annesso rigoglioso vigneto”. La vicendaprosegue poi con la modifica della conven-zione con le delibere numero 97 del 9 luglio2010 e 183 del 15 dicembre 2011, divenendoil suolo destinato a insediamento commerciale:“La ditta Marseglia Antonio cede i 4500 metriquadrati del suolo comunale alla società im-mobiliare lombarda Repros, che a sua voltafavorisce la costruzione del supermercato Pen-ny Market del gruppo tedesco Rewe, inau-gurato due settimane fa: insomma si è assistitoad amministratori pubblici a tutela di interessiprivati!”. Lannes ha poi sottolineato comel'altro suolo interessato dal PIRP Reale Sitosu Via Gronchi “sia stato concesso alla dit-ta Festa Costruzioni per la realizzazioni diabitazioni private vendute a un prezzo diben 140.000 euro, altro che suoli destinatialla riqualificazione delle periferie!”. Infinenon sono mancate stilettate verso il cantieredella Scuola Media Pertini (“a febbraio è crol-lata un'ala interessata dai lavori, che tra l'altro

dovevano essere ultimati il 9 aprile 2009:secondo le relazioni tecniche dell'ingegnerVece metà di quell'edificio rischia ancora dicrollare”) e l'agognata questione rifiu-ti, culminata con una diffida al sindaco Cal-vio (“il 70% dei cassonetti della nettezza ur-bani sono privi di copechi, rotti, mai disin-festati e spesso i rifiuti tracimano finendodavanti abitazioni e esercizi commerciali:inoltre la raccolta differenziata è nulla, e seentro il primo gennaio 2013 non si raggiungeil 65% si incorrerà in sanzioni che peserannosulle casse comunali, già martoriate da undebito pubblico deliberato in 14 milioni dieuro”), e inoltre è stata evidenziata la propostadi “costituire un consorzio di tutte le realtàproduttive locali per difendere i prodotti dellaterra e averne la tracciabilità”. Insomma Gian-ni Lannes, rappresentante di un piccolo mo-vimento che ha raccolto 1300 voti alle am-ministrative “da gente onesta e senza giochidi potere” è tornato e anche stavolta i suoiattacchi saranno destinati a far rumore e di-videre l'opinione pubblica, a cui è stato con-segnato un dossier intitolato “Mani sporchesulla città di Orta Nova” consultabile anchesul blog http://ortanovapbc.blogspot.com/ chedescrive nel dettaglio i fatti.

Fontane asciutte, rovinate dall’incuria,abbandonate! È questo il drammatico quadrodi desolazione che il nostro lettore facilmentepuò cogliere, facendosi attento osservatoredella realtà che lo circonda. Le fontane adOrta Nova, muoiono ogni giorno un po’ dipiù, sotto l’occhio distratto di abitanti edEnti pubblici, preposti al loro funzionamentoed alla loro tutela. Già, ma chi sono questisoggetti preposti? Generalmente, il Comuneper la manutenzione ordinaria di tali beni e,l’Acquedotto Pugliese per quanto attiene,invece, l’erogazione idrica. In tutti i modista di fatto che ad Orta Nova, riuscire a trovareuno zampillo di acqua potabile, sta diventandoun’impresa quasi impossibile. L’incuria invecequella si, regna sovrana. Tante di queste fon-tane sono diventate infatti vere e proprie la-trine a cielo aperto, dove l’acqua è come unmiraggio nel Sahara. Già, ma non sarebbeforse il caso, di monitorare tutte le fontaneesistenti nel territorio? Ci ha provato il nostrogiornale, ed il quadro che ne è emerso risultatutt’altro, che confortante. Eh già, perché sifa prima a dire dove l’acqua sgorghi realmen-te, come dalle fontane di Corso Lenoci e diVia Papa Giovanni. In questa desolazione,invece, facilmente ci si può imbattere in fustiverdi scoperchiati, per lo più utilizzati comeun grande cestino della spazzatura. È il casodella fontana collocata in Via Filippo Turativicino la rotonda, dove l’assenza di acquarischia di trasformarsi in emergenza sanitaria

per la collocazione in loco, di mercatini rionalia carattere giornaliero. Pochissima acqua fuo-riesce poi, dalla fontana di Via Duca degliAbruzzi e da quella, collocata al centro diPiazza Pietro Nenni. In quest’ultima risultaanche impossibile poter bere, per un fattoigienico. Assenza totale d’acqua, si riscontrainvece in quella collocata al termine di PiazzaPietro Nenni, ridipinta da mani ignote di uncolor verde pisellino, che definire pacchianoè già un complimento. Mentre c’è acqua inquella di Via Regina Margherita, ma la fontesi presenta sporca e piena di erbacce. Se poida un lato, la quasi totalità delle fontane danoi visitate si presentano quasi completamentea secco dall’altro, va segnalato il caso assaianomalo della fontana collocata nella VillettaSant’Antonio, dove l’acqua fuoriesce in ab-bondanza ed a ciclo ininterrotto. Ci permet-tiamo di girare un suggerimento ai “soggettiinteressati”: non sarebbe forse il caso di in-stallare un rubinetto, per evitare un similespreco d’acqua? Registriamo infine il caso,quanto mai curioso, della fontana antistanteil Complesso Ex Gesuitico che risulta incom-prensibilmente rimossa, data la collocazionecentrale della stessa. Quando è accaduto?Chi lo ha deciso e soprattutto: che fine hafatto? Per concludere inoltre, con l’appros-simarsi dell’estate e l’avvento del caldo torridosempre più anziani, bambini ed immigratialla continua ricerca di un po’ di refrigerio,lo cercheranno senza trovarlo abbeverandosi

a queste aride fonti. Si lo sappiamo tutti ormai,il prossimo futuro non sarà certo roseo e lefontane sono costose e difficili da gestire,i fondi sono scarsi e bisogna cercare di ri-sparmiare il più possibile; pur tuttavia l’acquarimane un bene pubblico primario, da garan-tire a tutti.

E non chiamatela falsa retorica, ma nonci sembra davvero giusto che un anziano conla sola pensione sociale, debba comprare unabottiglia d’acqua al bar, ogni qual volta hasete e si trova lontano da casa!

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Negli ultimi anni la Biblioteca Comunale“Vittorio Feola” di Orta Nova è divenutoil punto d’incontro e di scambio culturale,prediletto da gran parte dei giovani non solodel luogo, ma di tutto il comprensorio deiCinque Reali Siti.

Inaugurata i l 23 marzo del 2005dall’Amministrazione Vece, in presenza diillustri autorità regionali e provinciali tra lequali lo stesso Presidente diPalazzo Dogana dott. CarmineStallone, l’importante IstituzioneBibliotecaria ha vissuto un pe-riodo di grande vivacità culturale,che continua ancor oggi, no-nostante il momento di fortiristrettezze economiche che hainvestito l’intero Stivale.

In tutti i modi, è pur vero, chel’importanza ed il prestigio di taleIstituzione Culturale appaionoincontrovertibilmente legati nontanto ad opportune scelte politiche,quanto all’impegno ed alla pas-sione viscerale che lo stesso staffdi dipendenti comunali mette nelproprio lavoro quotidiano, assi-curando un servizio dagli standardqualitativamente alti a tuttal’utenza che vi si rivolge.

“Gli inizi sono stati tutt’altroche semplici”, ricorda Sabina Gravina cheinsieme alla collega Paola D’Elia coordinala Struttura Bibliotecaria, “noi siamo arrivatequi tra il 2008 ed il 2009, provenienti dallaScuola dell’Infanzia Comunale di via Mamelie di via Piccinni. Dall’insegnamento ai bam-bini, ci siamo ritrovate catapultate in questanuova avventura. Tuttavia senza perdercid’animo, ci siamo immediatamente rimboc-cate le maniche ed abbiamo lavorato perrealizzare l’importante risultato che confluiscein questa realtà, che è oggi ben visibile a

tutti i nostri frequentatori. Grazie alla parte-cipazione al “Progetto Aracne”, promossodalla Magna Biblioteca Capitana di Foggia,ed all’impegno ed alla caparbia della stessaPaola, abbiamo ottenuto nuovi arredi ed unacospicua dotazione di nuovo materiale librario.A questo punto, avvalendoci della preziosacollaborazione di Filomena Mangiacotti eAntonietta Liscio, che provvedono giornal-

mente alla pulizia e all’igiene dei locali dellastruttura, nonché del valido aiuto di LuigiRusso addetto ai servizi di ricezione al pub-blico, abbiamo riorganizzato tutto il materialein dotazione alla Biblioteca, riportando inparticolare alla luce testi ed altri lasciti, cheper mancanza di adeguati spazi e struttureespositive, fino a quel momento giacevanoabbandonati alla polvere ed al degrado deglianni. “Il passo successivo”, prosegue PaolaD’Elia, “è stato quello di attivare un lentoprocesso di conoscenza col territorio ed in

particolare con le scuole. In quest’ottica ènato il nostro primo progetto, Famiglie inMostra del 2009, e i tanti che sono seguiticome il recente Natale al Cinema … nellatua Biblioteca. Questo lavoro ha dato in brevei suoi frutti, portando a vere e proprie formedi collaborazione con tutte le scuole. In par-ticolare sono, ad oggi, frequentissime le visiteda parte delle scolaresche elementari. La

Scuola Media ha invece pro-mosso un coinvolgente progettodi lettura e recensione dei libri,rivolto agli studenti che perio-dicamente ci fanno visita, durantetutto l’anno. È anche importantesottolineare come, questo legameculturale che si crea a partire daipiù piccoli, non venga affattointerrotto nel tempo. Grandesoddisfazione nasce infatti dalconstatare, la presenza di tantistudenti provenienti dagli IstitutiSuperiori e dalle Università, chenel pomeriggio affollano le salestudio della Biblioteca; potendosiin particolare avvalere per leproprie ricerche di ben sei po-stazioni telematiche gratuite (dicui una riservata ai portatori dihandicap), e di un servizio di

fotocopie anch’esso gratuito, oltre che dellaconsultazione di numerosi autori ortesi”. Inconclusione un ruolo centrale va, meritatamente,riconosciuto alla Biblioteca dedicata al MaestroFeola, all’interno di quel contenitore culturaleche si è venuto definendo negli anni nel Com-plesso Ex Gesuitico, con l’attrezzata Sala Con-vegni e gli spazi gestiti da prestigiose associa-zioni quali, l’Unitre, L’Associazione Culturalel’Ortese, l’Unione dei Cinque Reali Siti,l’Associazione di Studi Storici I Cinque RealiSiti e la Filarmonica del Maestro Zicolillo.

L’Associazione Culturale Agorà di OrtaNova ha rinnovato il consiglio direttivo deisoci durante l’assemblea dello scorso 6 mar-zo. Nuovo presidente è Attilio Acquistapace,che ritorna a coprire questo incarico dopoalcuni anni e subentra a Domenico Spinelli,presidente nell’ultimo triennio; sarà coadiu-vato dal vice Paolo Paglialonga, dal segretarioSilvestro Martucci e dal tesoriere Rino Cas-sotta. A completare l’organigramma ci sonopoi i consiglieri Domenico Spinelli, AntonioPaglialonga e Dino Tarantino. L’associazione,nata nel 1999 su volontà di alcune personedesiderose di unirsi per favorire la promo-zione culturale e sociale nel nostro paese,

in particolar modo Dino Tarantino, ha vistocome primo presidente Antonio Calvio e siè, sin dalla sua origine, contraddistinta nelsvolgere eventi di ampia portata destinati araccogliere fondi per famiglie bisognose edenti no profit impegnati nel fornire serviziassistenziali e sanitari. Ed in tal senso il Con-certo della Solidarietà rappresenta ogni anno,durante il periodo natalizio, un momento peraiutare gli altri con un piccolo gesto di ge-nerosità: l’edizione del 2011 ha visto comeprotagonista la straordinaria performance mu-sicale del Trio Manouche Jazz presso i localidella Parrocchia S.S. Crocifisso e il ricavatodel prezzo del biglietto è andato interamente

in beneficienza ai poveri della comunità par-rocchiale di don Ignazio. L’Agorà si impegnaanche nell’organizzare convegni culturali(ne è esempio quello organizzato in collabo-razione col Circolo Neoborbonico “Orta diCapitanata” a novembre scorso sul temadell’unità d’Italia) reading letterari e dibattitisociali. “Il mio obiettivo è di continuare lastrada intrapresa sin dal 1999” ci fa sapereil neopresidente Acquistapace “nel segnodella solidarietà e aiuto al prossimo”: e siamosicuri che grazie a suoi trentuno soci Agoràdiventi sempre più, seconda la sua accezionedalla lingua greca, un cuore pulsante di attivitàculturali.

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Amate, celebrate e idealizzate da secolinella poesia, sottomesse ed ignorate per moltotempo nella vita privata, escluse e poi discri-minate nel lavoro, le donne sono sempre stateprotagoniste, in un modo o in un altro, divicende che hanno portato ad un cambiamentodell'universo femminile. Sarebbe troppo lungada ripercorrere qui l'intera storia che ha portatole donne a svincolarsi da alcuni pregiudiziatavici. Basti ricordare i fattori che accomu-nano e uniscono molte donne: la forza, ladeterminazione e la grinta per superare gliostacoli e cercare di reinventarsi come donna,mamma, moglie e lavoratrice. In Italia, proprionel mondo del lavoro la situazione femminileè ancora indietro rispetto agli altri paesi eu-ropei dove la percentuale delle donne chelavorano è più alta, le possibilità per una donnadi trovare un'occupazione sono maggiori ei diritti delle donne che hanno figli e voglionocontinuare a lavorare vengono ampiamentetutelati. Negli ultimi anni si parla molto diagevolazioni per le giovani donne che desi-derano trovare lavoro o aprire un'attività perconto proprio, offrendo, attraverso varie tipo-logie di finanziamenti, a fondo perduto oppureda restituire con bassi interessi nell'arco dipochi anni, il capitale necessario per l'avviodell'attività lavorativa. In questo contesto vo-gliamo raccontare la storia di chi è riuscitoa dare vita ad un progetto dopo aver ottenutoi contributi statali.

Veronica Di Gaetano e Maria Gonnellahanno aperto circa tre anni fa a Carapelle laludoteca “Il Paese dei Balocchi”. Quandohanno cominciato i preparativi per il loroprogetto erano entrambe studentesse univer-sitarie, lavoravano e allo stesso tempo porta-vano a termine i loro studi. Ora sono laureate,Veronica ha una laurea triennale in Scienzee tecnologie alimentari e due lauree magistrali,una in Scienze e tecnologie alimentari eun’altra in alimentazione e nutrizione umana,Maria ha studiato Lettere moderne e si è spe-cializzata in Filologia moderna. La loro pas-sione, tuttavia, è partita dai banchi delle scuolesuperiori, hanno conseguito il diploma magi-strale e da allora ha preso il via un'esperienzaindirizzata alla formazione dei bambini. Hannosubito fatto tirocini nelle scuole materne edelementari, hanno svolto volontariato per bam-bini con difficoltà, Veronica è stata per moltianni animatrice per i bambini presso variestrutture turistiche, Maria ha spesso lavoratocome baby-sitter. L'apertura della ludotecaè quindi il coronamento di un percorso inte-ramente rivolto ai bambini, scandito da unaformazione specifica e mirata che ha fornitoloro i requisiti necessari per una strutturaqualificata e adatta ai bisogni dei più piccoli.

Domanda: Dott.ssa Di Gaetano, comeavete avuto l'idea di una ludoteca?

Risposta: Ci siamo poste la domanda 'cosamanca a Carapelle e nei cinque reali siti?'La risposta è stata questa, manca un punto

di ritrovo per i bambini, per favorire la lorosocializzazione e aiutare le mamme che la-vorano, le quali possono affidare i figli aduna struttura qualificata. L'unica nota dolentesono (ridendo) le tasse!

D.: In che modo avete realizzato il vostroprogetto?

R.: Il primo pensiero è stato su come po-teva essere il locale da un punto di vista strut-turale, abbiamo poi pensato alla gestione fa-cendo calcoli ed analisi, una fase non sempliceche abbiamo curato nei minimi dettagli senzatralasciare la considerazione di ogni bisognodei bambini e dei loro genitori.

D.: Successivamente avete richiesto deicontributi?

R.: Sì, abbiamo inoltrato una domandadi finanziamento alla Regione Puglia per lamicro-impresa, siamo state chiamate per di-versi colloqui volti ad attestare le nostre com-petenze e la validità del progetto, che ha,infine, avuto un riscontro positivo dovutoalla sua originalità e innovatività.

D.: È stato lungo l'iter burocratico?R.: Molto lungo, circa un anno e mezzo

prima di poter cominciare i lavori all'internodel locale. Inoltre sono stati effettuati controllidagli esperti dopo l'apertura e a distanza diun anno e così via.

D.: Avete inaugurato la ludoteca allafine del 2008. Da allora, come procede lavostra attività?

R.: La risposta della gente è risultata buonae credo che ciò sia dovuto al fatto che noilavoriamo sodo, programmiamo eventi, orga-nizziamo corsi come ad esempio il corso in

lingua inglese con insegnante madrelingua,realizziamo feste di compleanno con spettacolied animazione. Pensiamo anche alle mamme:ad esempio abbiamo tenuto un corso di ori-gami nel periodo natalizio e ci riserviamo difare qualcos'altro per loro. E se il comunedi Carapelle accetterà una nostra proposta dicollaborazione già inoltrata tempo fa avremmola possibilità di promuovere iniziative di giocoanche per i bambini di famiglie meno abbienti.

D.: Qual è il vostro segreto?R.: Siamo precise, determinate, cerchiamo

di dare il meglio per i bambini. Alla base,infatti, c'è l'amore per loro, per il benesseree il divertimento dei più piccoli. Veder sor-ridere e giocare un bambino ci fa sentire sod-disfatte di quello che siamo riuscite a realiz-zare. Sul nostro volantino abbiamo volutoriportare anche una bellissima frase di PabloNeruda che ci rappresenta: “Il bambino chenon gioca non è un bambino, ma l'adulto chenon gioca ha perso per sempre il bambinoche ha dentro di sé”.

La ludoteca aperta a Carapelle dalle duedottoresse è un esempio di cosa riescono afare le donne quando vengono date loro lepossibilità e i mezzi per affermarsi nel mondodel lavoro. L’8 marzo è stata proclamatadall'Unesco nel 1977 giornata internazionaledella donna. Non bisogna però ricordarsi diloro soltanto in un giorno ma tutti i giorni.Ci sono casalinghe, donne che guidano camione taxi, manager, dirigenti di aziende, donnesoldato che ogni giorno svolgono il loro lavoroe allo stesso tempo non perdono la femminilità.Grandi o piccole, le donne sono sempre speciali!

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“Lo Sguardo sui Cinque Reali Siti”, è ilnome nuovo della testata giornalistica che dagennaio 2012 Annito Di Pietro ha deciso didare al suo organo di informazione e culturaa circa dieci anni dalla sua fondazione.“L'Ortese”, si è presentato ai suoi lettori comeun fedele veicolo di notizie e di eventi importantidei nostri territori, ora anche con un sicuro stra-scico di nostalgia, si chiude un periodo dellasua storia, per allargarsi a nuovi orizzonti. Sa-rebbe riduttivo e sbagliato associare questa de-cisione di cambiamento ad un banale rifacimentodel look del giornale, soltanto per meri motividi visibilità. Per chi conosce bene Annito DiPietro è in grado sicuramente di saper interpretareil significato di questo suo nuovo messaggio.In una situazione vissuta dalle nostre comunità,come quella attuale e per quella che a brevedovremmo affrontare, lui ha capito che è giuntoil momento di rendere più partecipe il popolodei cinque comuni, attraverso una maggioreinformazione. Sa anche molto bene cheun’adeguata comunicazione non rappresenta unprocesso attraverso il quale sono trasmesse soloinformazioni, ma è innanzitutto un processocon finalità di intenti ben precisi: i destinataridella comunicazione, devono pensare e/o farequalcosa. Perciò, cari lettori, dobbiamo augurarci,non solo da parte dell'editore e del direttoreMichele Campanaro, ma anche dell'intera reda-zione, che questo messaggio possa essere recepitoda tutti, ed in particolare dalle amministrazioniche hanno aderito all'Unione. L'importanza ditenere in vita un giornale significa rispettareun diritto fondamentale di ogni cittadino: il dirittoall'informazione. Chissà, è auspicabile ancheche in un prossimo futuro quello “Sguardo” ...possa finalmente diventare la “Voce” ufficialee comune, dei “Cinque Reali Siti”. Dare impulso,e mi rivolgo particolarmente ai cinque sindaci,ad una efficace comunicazione in grado di coin-volgere più attivamente i cittadini, sarà più con-creta la possibilità di riuscire a cementare queilegami ancora tanto fragili e blandi, attualmenteesistenti tra le cinque comunità. Bisogna prenderecoscienza che il 2012 è certamente un annoimportante, anzi addirittura decisivo, per i“Cinque Reali Siti”, per la necessità di affrontareuna seria e ragionata verifica sullo stato dell’U-nione. Si dovrà valutare se esiste ancora unavolontà comune di realizzare una reale fusionedi alcuni servizi di rilevanza strategica, ovverocontinuare a “giocare” con una “Unione” costru-ita solo sui “buoni propositi”. Secondo chi scrive,il positivo cammino dell'Unione spesso descrittonei tanti incontri ufficiali, dal sindaco di Cara-pelle, prof. Alfonso Palomba, non è più suffi-ciente a rassicurare i cittadini di Orta Nova,Carapelle, Ordona, Stornara e Stornarella. Credoche sia legittimo dubitare anche su un suo realeconvincimento di quanto afferma. Traspare conmolta chiarezza, nella sua ostentata politica dimoderazione, la volontà di imporre a se stessouna cautela seppure sofferta, atta a soffocareo nascondere un status di quiete apparente. Lui,genuino pioniere di questa Unione, è perfetta-

mente cosciente che è sufficiente l'innesco diun piccolo “incendio” per mettere a repentaglioquel progetto, in cui ha creduto e ci crede. Sap-piamo bene e non può essere ignorato, che pur-troppo esiste una verità: i piccoli comuni, dinorma, non sono spinti, alla cooperazione conaltri comuni, da una tendenza naturale e/o spon-tanea, per cui è compito delle amministrazioniche rappresentano le cinque comunità attuareun intento comune ed organico. Inoltre è neces-sario prendere atto che il tempo delle valutazioni,delle riflessioni, ma soprattutto dei tentennamentida parte dei cinque comuni, è abbondantementescaduto. È assolutamente necessario procederecon speditezza affinché venga a realizzarsi unaunione di fatto in grado di dare risposte concreteai cittadini delle nostre comunità. Spero che anessuno sfugga le conseguenze a cui vannoincontro amministratori e amministrati se nonsapranno valutare con la dovuta attenzione, tuttociò che scaturisce da una crisi economica tantograve, legata a fenomeni nazionali ed interna-zionali. Sicuramente i risvolti negativi peserannoin maniera più drammatica ed immediata sulleeconomie dei piccoli comuni, rispetto a quelledei comuni medio-alti. Le difficoltà legate allagrave congiuntura, per altro già presente, sifaranno presto sentire molto di più, e costrin-

geranno le varie amministrazioni comunali adeffettuare feroci tagli di spesa, che per i nostripiccoli comuni provvisti di ridottissime levefiscali, avranno effetti disastrosi, ad iniziare,per esempio, dall'assistenza agli anziani. Perciò,secondo chi scrive, una unione intercomunale,proprio perché non è mai istintiva, è necessarioche venga raggiunta attraverso una risposta ra-zionale, da parte di chi ha responsabilità di go-verno, se si vuole far fronte ai problemi di cre-scente difficoltà che puntualmente si presen-teranno.

Purtroppo, è d'obbligo constatare che finorale risposte date in termini di investimenti comunio di servizi associati, non sono state affatto ade-guate: in molti casi, ai buoni propositi iniziali,hanno fatto seguito un insieme di difficoltà conil risultato di paralizzare anche il più generosoprogetto di cooperazione. È il caso di notareche non è così dappertutto, infatti esistono altrerealtà forse spinte da differenti tradizioni politico-amministrative che riescono a determinare conrisultati positivi, i comportamenti associatividei piccoli comuni. Questo è il significato delmessaggio che Annito Di Pietro attraverso lo“Sguardo......” intende lanciare sui Cinque RealiSiti.

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Ascoltare - anche in seno al consiglio dell’«Unione» - paroleintrise di perplessità, se non di polemica, circa il percorso compiutodal nuovo ente sovracomunale nei tre anni trascorsi dalla suanascita (fine 2008) ad oggi (inizi 2012) non è un segnale positivoper la tenuta del sistema, perché da un lato testimonia l’incon-sapevolezza, da parte degli scettici di professione e delle cassandredi turno, della complessità dei processi di integrazione territoriale,richiedenti tempi lunghi per la loro realizzazione, dall’altro provacome molti siano ancora lontani dalla interiorizzazione profondadel télos del progetto politico-amministrativo cantierizzato. Rispettoalle finalità all’«Unione», infatti, è urgente che chiunque sia«tormentato» (si fa, per dire) dal tarlo della sfiducia/incre-dulità/perplessità analizzi - in via propedeutica e senza puntareil dito accusatore verso chicchessia - le cause dell’eventuale«inerzia» (tanto per usare la parola che più volte, esplicitamenteo implicitamente, è riecheggiata nel consiglio tenutosi a Stornara)e si chieda se esse siano o no il portato di una ancora evanescentepresa di coscienza collettiva - che non esclude alcuno - circagli elementi unificanti e gli obiettivi comuni da perseguire, fina-lizzati a delineare una condivisa e forte immagine identitaria.Per non continuare, in altri termini, «a portare al guinzaglio laluna», non è necessario concentrarsi su chi debba essere il pre-sidente del consiglio o debba occupare un seggio in commissione,ma, al contrario, è ormai improcrastinabile l’impegno incessantedi tutti indistintamente - di ogni singolo consigliere «unionista»,cioè - a rimboccarsi le maniche per agire concretamente, perchéla «scommessa» di cui parliamo o la vinciamo insieme o la per-diamo insieme. «Stare alla finestra» è oggi un atto di inadeguatezzapolitica, perché è arrivato il tempo delle scelte coraggiose: è ilmomento opportuno, cioè, per osare di più, non solo lasciandoalle spalle incertezze e dubbi, ma soprattutto per dimostrare che,per dirla con il presidente Barack Obama, è possibile farcela,se si opera di concerto e senza accettare spinte centrifughe, legatea prospettive particolaristiche e a comportamenti individualistici.Si apra, dunque - sia in seno al consiglio sia sulle pagine de LoSguardo, messe cortesemente a disposizione di tutti dall’editoreAnnito Di Pietro e dal direttore Michele Campanaro - un seriodibattito sulle scelte politiche, amministrative e gestionali inerentile questioni dello sviluppo locale dell’«Unione» e sulle ipotesidi scenari strategici possibili, individuando priorità e obiettivida conseguire, accanto ai percorsi da seguire, pur nella consape-volezza del difficile periodo che stiamo attraversando a livelloeuropeo, nazionale e locale. Il Kairòs, il momento opportuno,è oggi arrivato, perché è possibile avere come partner qualificatolungo il cammino l’Università degli studi di Foggia - Dipartimentodi scienze economiche, matematiche e statistiche - nelle personedi Vincenzo Vecchione, docente di politica economica, e di LuigiLongo, urbanista, che hanno già consegnato nelle mani del pre-sidente dell’«Unione» il primo report (giugno 2011), in cui sonocontenute le prime ipotesi di scenari strategici per lo sviluppolocale e delle loro interconnessioni con i territori dell’Area vasta.

Si tratta di un documento prezioso, perché, anche se a qualcunoè sembrato poco incisivo e forse inadeguato rispetto alle aspettative,è pregno di interessanti stimoli e di suggerimenti importanti, chedevono essere in toto colti dalla politica, per fare in modo chei semi consegnati dal report possano attecchire e trasformarsi inrigogliose piante.

Spetta ai tecnici, infatti, fornire stimoli, ma è la sfera politicache deve spingere il progetto di costruzione di un sistema localeterritoriale strategico relativo all’«Unione»: per questa ragionemi permetto di suggerire a tutti la lettura delle ipotesi di lavoroenunciate nella parte finale del report, che vanno studiate, appro-fondite e, una volta condivise, al più presto cantierizzate, perchéè da tali suggerimenti che bisogna ripartire, per fare in modoche il «territorio tartaruga» di cui parla il documento comincia muovere i primi passi concreti verso un sistema unico di sviluppolocale.

Tutto è possibile, però, se il progetto viene fondato sull’idemsentire e sulla volontà di procedere tutti insieme e non certo perlinee sparse. Per questo ritengo che, per uscire dal cul de sacattuale, che consente solo manovre di piccolo cabotaggio, occorreal più presto un Comitato scientifico di coordinamento del piano,formato dai sindaci e da rappresentanti del mondo accademicoed imprenditoriale, accanto a gruppi di lavoro sugli assi strategici,costituiti dalle Commissioni consiliari integrate da esperti settoriali,perché ognuno possa dare il suo contributo in termini operativie non solo di parole. Per il conseguimento dell’obiettivo necessita,poi - last but not least - anche una società civile forte e proiettataverso il futuro, accanto ad un clima di fiducia nel governo, aduno slancio di orgoglio civico e ad una marcata attitudine allacooperazione tra i diversi livelli di governo. Buon lavoro a tutti.

* Ass. alla cultura dell’«Unione»

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Il problema rifiuti in Capitanata e soprattutto nei comunidei 5 Reali Siti sta diventando una vera e propria pallaal piede. I volontari della Guardia Nazionale Ambientale- GNA - hanno fatto una mappatura delle discariche abusivepresenti nel territorio del basso Tavoliere. Solo quest’annohanno rinvenuto la presenza di oltre 5000 metri di discariche,sparse lungo il torrente Carapelle che vanno dal paese cheha l’omonimo nome sino a Ordona. L’ennesima scopertaè del 5 marzo scorso, dove i volontari del GNA hannotrovato cumuli di rifiuti ammassati, alcuni pericolosi, lastredi eternit, plastica, bottiglie di vetro, materassi, materialidi risulta e anche due carcasse di pecora. L’operazione èstata effettuata insieme alla Protezione Civile di Ordona.Ma lo scenario è ancor più raccapricciante, infatti, dallamappatura fatta, ci dice il Dirigente Provinciale GNA -Maccione - “siamo venuti a conoscenza che tempo fa,dove oggi ci sono cumuli di spazzatura, sorgeva un bosco,ma di questo non siamo ancora sicuri, stiamo aspettandoi risultati da parte di tecnici per stabilire l’eventuale azionedi un disboscamento, le indagini sono in corso”. Preceden-temente sono state rinvenute altre discariche, il 20 dicembrescorso la Guardia Nazionale Ambientale coordinata dalDirigente Provinciale di Settore Ambiente M. Losurdo harinvenuto una discarica abusiva di rifiuti speciali e pericolosiin agro di Ordona in zona Masseria Campete. La discaricasi estendeva per circa 1200 metri quadri, una volta inter-venuta la Polizia Provinciale hanno proceduto al sequestrodella discarica e inoltrato il fascicolo alla Procura dellarepubblica del capoluogo Dauno. Stesso scenario si è pre-sentato il 9 febbraio, ma con ben due discariche abusivedi circa 800 e 1000 metri quadri nei pressi della SP 79incrocio A 14 Adriatica Carapelle - Puglia. Agli occhidelle G.N.A. si è presentato uno scenario davvero agghiac-ciante, nel torrente c’èra persino un veicolo privo di targa.

Il degrado ambientale è una delle minacce che colpiscemaggiormente la qualità della vita, se abbiamo dei campiinquinati di conseguenza, avremo delle acque inquinate.Tutti i tipi di rifiuti restano attivi per oltre trent’anni e

attraverso processi di decomposizione in assenza di ossigenoproducono biogas come il metano e l’anidrite carbonica,altamente pericolosi. Un’augurio e che il cittadino stia piùattento a gettare i rifiuti sia per il rispetto dell’ambienteche per la qualità della sua vita.

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Inizia a prendere forma il progetto “MINUS”. La società di SergioIzzi e Antonio Di Stolfo che mira alla raccolta differenziata dei rifiutisolidi urbani. Ai nostri microfoni Antonio Di Stolfo socio amministratore.

Domanda: “Come sta andando il progetto dall’inizio ad oggi?”.Risposta: Il progetto sta svolgendo le sue tappe con dei naturali e

fisiologici problemi burocratici dovuti alle relazioni che dobbiamointrattenere con gli enti pubblici. Stiamo affrontando la fase della for-mazione, che abbiamo già incominciato da tempo. Siamo in contattocon le scuole e con il Preside Prof. Russo per organizzare una tappapartendo dalle scuole primarie e secondarie. Abbiamo la collaborazionedel Preside e della responsabile del plesso di via Garibaldi. La formazionenelle scuole si svolge attraverso l’utilizzo di un video ideato da noi,che parla ai più piccoli su come si fa la raccolta differenziata, il modopiù semplice affinché i bambini possano relazionarsi con la nostra iniziativa.

Domanda: “Che tipo di riscontri ha avuto da parte della popola-zione?”.

Risposta: Abbiamo fatto un’incontro rivolto alla popolazione adicembre scorso, dove partecipò anche Annibale D’Elia della RegionePuglia, fu un incontro certamente costruttivo ma che non ha avuto ilriscontro che noi avevamo auspicato, la nostra idea è quella di rieducarela parte giovane del paese poiché le vecchie abitudini sono difficilmentereindirizzabili, partendo quindi dai bambini. Inoltre il nostro obiettivoper la formazione è portare il progetto MINUS anche in luoghi diversidalle scuole, come ludoteche e luoghi di aggregazione sociale, il tuttosfocerà in giornate ecologiche. Quest’anno ricorre anche la festadell’ambiente e quindi siamo pronti a rimboccarci le maniche e dareal cittadino i mezzi giusti per una giusta differenziata. In concomitanzacon il progetto formativo, introdotto nelle scuole, c’è un’importantecampagna pratica tesa all’acquisto di cassonetti per la raccolta differenziataad accesso gratuito a commercianti e uffici pubblici di Carapelle.

D: Per quanto riguarda la giornata del 23 febbraio, come è stataorganizzata il primo appuntamento con l’informazione riservata aipiù piccoli?

R: Avevamo già avuto modo, l’estate scorsa, di confrontarci coni bambini delle scuole elementari e con quelli dell’asilo. Abbiamo or-ganizzato una ‘domenica ecologica’ dove hanno creato degli oggetti

riciclando i rifiuti della differenziata. In questa occasione abbiamo anchelavorato utilizzando il progetto audio-video che ha riscosso effetti moltopositivi. Il video che abbiamo proposto focalizza l’attenzione su quattromateriali: carta, plastica, vetro e alluminio e come questi possano esseredifferenziati già da casa, in modo semplice e veloce.

D: “Qual è stata la reazione dei bambini?”.R: I bambini sono molto ricettivi e curiosi, hanno mille domande

e sanno più di quello che noi immaginiamo. Sono molto attenti allarealtà che li circonda e sono loro stessi che si accorgono delle problematichesui rifiuti. Attraverso le loro domande e le loro dichiarazioni siamorimasti piacevolmente stupiti dalla curiosità che suscita in loro questainiziativa.

D: I bambini avevano conoscenze a riguardo di differenziata erifiuti?

R: Nel nostro progetto formativo c’era una domanda per capire loroda che grado partissero ed era la seguente: “Quanti contenitori per irifiuti avete a casa?” il 90% dei bambini ha risposto 1 e solo il 10%dei bambini ha risposto di avere 4 bidoni per la differenziata. Purtroppola formazione in ambito ambientale e nel caso specifico della differenziataè ancora molto indietro. Il nostro operato formativo, vuole proprio fo-calizzare l’attenzione su questo: Il bambino deve portare a casa quelloche ha imparato e dire lui ai suoi genitori come e dove gettare i rifiuti.

D: “Quali altre iniziative avete in programma?”.R: Le iniziative sono prima di tutto l’informazione e la formazione

partendo dalla scuola primaria per arrivare poi anche nei centri di ag-gregazione sociale carapellese. Questo fino a giugno, quando con l’acquistodei cassonetti, dalla teoria si passerà alla pratica. Ci auguriamo che ilcittadino rispetti le regole della differenziata in primo luogo per far delbene a se stesso.

La gestione dei rifiuti è uno dei principali problemi dell’intero Paese.Non bisogna dimenticarsi che entro il 2013 bisogna raggiungere i 230Kg procapite a differenza dei 395 Kg di rifiuti urbani smaltiti in discarica.Vale a dire un aumento dal 9% al 40% della quota di rifiuti differenziabili.Il progetto “MINUS” serve a sensibilizzare il cittadino alla raccoltadifferenziata. È possibile seguire il progetto e venire a conoscenza degliappuntamenti più importanti attraverso la pagina di Facebook, “MINUS”è la differenza che fa il totale.

Oggi non è certamente soddisfacente l’assistenza che viene erogataa favore dei cittadini con sofferenza psichica nei territori dei CinqueReali Siti. Le risultanze delle modalità che vengono adottate per ilCentro di Igiene Mentale di Orta Nova e Cerignola, ci portano a farepurtroppo una attenta ed amara considerazione: risorse umane ridotteal lumicino, o addirittura al disotto delle necessità minime di lavoro,tanto da non consentire le necessità di turn over. Purtroppo dobbiamoprendere atto che le nostre istituzioni pare che siano scarsamente interessateai gravi problemi che affliggono quel segmento di società che soltantoun impegno costante può dare risultati positivi. In questo settore tantodelicato della nostra società ci sono molte ombre e poche luci. Perun'attenta valutazione del caso, si è riunita la Commissione Sanità eServizi Sociali del Consiglio Sovracomunale dei Cinque Reali Siti,sotto la Presidenza del Dr. Potito Mauriello. È evidente la grave precarietàdi condizioni in cui opera il Centro Igiene Mentale che dovrebbe prendersicura dei cittadini di Orta Nova, Carapelle, Ordona, Stornara e Stornarella.Le denunce inviate ai vari organi competenti anche regionali sono ve-ramente tante, ma sino ad ora le risposte a tali richieste sono finite inassordanti silenzi. “Sono l'unica dei vecchi operatori a prestare ancorail mio ruolo presso il suddetto servizio, affrontando molti ostacoli, el'unico filo che mi lega al servizio è la vocazione verso la sofferenzadei pazienti, i quali silenziosi e con grande dignità ed umiltà, ci chiedonodi non abbandonarli” ... così, angosciata, si è espressa in un accoratoappello alla società civile l'Assistente sociale dott.ssa Maria AssuntaMancini, che intende rendere più efficiente il lavoro della struttura.“Visto che hanno donato a noi il loro cuore e la loro storia personale,vi chiedo di non abbandonarli e con un po' di buona volontà potenziamoil servizio a favore di una fragilità semplice-spontanea. Non è giustocancellare la storia e le esperienze” ..... continua ancora la dott.ssaMancini. Il nostro giornale ha voluto raccogliere questo messaggio con

l'intento di dare il nostro contributo (spero positivo) alla tutela dellasalute mentale di tutti coloro che nel nostro territorio ne hanno bisogno.Vogliamo anche noi dare voce ai vari attori istituzionali e sociali delterritorio, affinché queste strutture possano adoperarsi per una guarigionesociale della persona con sofferenza psichica. Attenzione però, la guarigionesociale inizia proprio quando si passa da una incapacità di utilizzarele risorse disponibili ad un loro utilizzo responsabilmente costruttivo.Perché tutto ciò avvenga, è necessario che le persone con sofferenzapsichica siano veramente sostenute. Credo che sia superfluo ribadireche queste persone non siano abbandonate, emarginate, non siano tenutefuori dal contesto più vivo della vita sociale; perché non siano colpevo-lizzate, ma comprese e rispettate. Nell’ambito del più generale sostegnodelle persone con sofferenza psichica, è necessario anche il sostegnodei familiari, purché essi non rimangano chiusi nel loro dramma e nongiochino il ruolo dei mendicanti d’aiuto. Così facendo si ottengonoeffetti positivi anche sulla persona sofferente. Ma la condizione di gua-rigione sociale si ottiene, principalmente, quando nel territorio, che èil luogo di vita di tutti i cittadini, vengono realizzati interventi e servizidi riabilitazione psico-sociale per la tutela della salute mentale. Quandonon ci sono sul territorio interventi adeguati e i servizi di riabilitazione,diventa inevitabile che l’unico supporto in alternativa per la personacon sofferenza psichica è la famiglia. Però questa soluzione è in evidentecontrasto con la vera essenza della riabilitazione psicosociale. Perciòfacendo leva sui responsabili regionali, e su tutti coloro che operanoper delega della stessa regione, chiediamo di adoperarsi per una fattivarisoluzione di queste gravi disfunzioni e criticità del servizio di salutementale. A fronte di tutto questo, che si configura come una vera epropria riduzione della soglia di civiltà, si chiede di ripristinare condizionidi assistenza accettabili, per poter restituire diritti ai pazienti e funzionalitàoperativa a tutti gli operatori.

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Ero in autostrada quando al Gr orario di una nota stazioneradio sento citare Ordona, tra le notizie di cronaca. Le voltein cui Ordona, paese di 2500 anime, abbarbicato sulle collinedi Capitanata è salito alle ribalte nazionali si possono contaresulle dita di una mano e quasi sempre si è trattato di fattidi cronaca. E infatti non ci siamo smentiti, anche questavolta è la violenza che ha fatto notizia e a fare notizia pre-cisamente è stata la sventurata sorte toccataal portiere della squadra di calcio del Foggia,che ad Ordona è solita recarsi per i periodiciallenamenti sportivi. Secondo quanto ri-portato da Tv e giornali il povero malcapitato,al secolo Paolo Ginestra, per sfuggireall'inatteso pestaggio ha addirittura cercatorifugio nel cimitero di paese, ma senzasuccesso, poiché nemmeno le anime deitrapassati hanno potuto fare molto per luiche è comunque finito al pronto soccorrocon una prognosi di diversi giorni per lesionimultiple. Il motivo che avrebbe reso ilportiere meritevole di talune attenzioni,secondo le fonti dei ben informati, sarebbeda ricercarsi nel malcontento di alcuni tifosi,ai quali non sono andate giù certe sue di-chiarazioni e che negli ultimi tempi parenon abbia nemmeno eccelso nelle sueprestazioni sportive. Insomma, dei validissimimotivi per essere rincorso fin dentro ad un cimitero e mas-sacrarlo di botte come se non dovesse vedere l'alba del giornodopo. Dei validissimi motivi, che in nome del pallone, hannospinto un gruppo di ragazzi a mettersi in macchina e rag-giungere un paese di provincia per sfogare la propria rabbiarappresa usando il corpo di un giovane sportivo come unpallone da calcio. Dei validissimi motivi. Come quelli chehanno reso uno sport, che per definizione dovrebbe esseresinonimo di divertimento, quello del pallone, una sorta direligione, in nome del quale intraprendere crociate alla voltadi tifoserie avversarie o forze dell’ordine senza il minimorispetto neanche per i giocatori della propria squadra del

cuore. Qualcuno disse che la religione è l’oppio dei popolie la mia non vuole essere una critica al mondo del calcio mabensì una riflessione. Una riflessione che a prescindere dalfatto di cronaca, induca a focalizzare lo sguardo su quantosi accetta in merito a ciò che fondamentalmente resta sempree comunque uno sport, che dovrebbe curare anima e corpoed invece arriva ad avvelenarli. Chiediamo alla chiesa di

pagare l’Ici, ai parlamentari di dimezzarsilo stipendio. Chiediamo lo scontrino al barper combattere l’evasione fiscale e ritagliamoi buoni sconti dalle confezioni dei cerealiper risparmiare sulla spesa, ma non spen-diamo una parola sugli stipendi dei calciatori.Sui loro contratti a 5 zeri solo per correredietro ad un pallone a prescindere dalquoziente intellettivo e dalla corretta co-noscenza dell’italiano. Mentre i nostri figlilaureati e specializzati sono palleggiati traagenzie interinali e centri per l’impiego senzauna prospettiva nel futuro. Ecco pensiamociun attimino quando sulla passione per ungioco, che unisce intere nazioni sotto il coloredi una maglietta, ci si specula e ci si lucra,perdendo anche il senso della misura. Perchéquello che viene a mancare è proprio il sensodella misura, che fino a prova contraria senon ci fossero i tifosi il calcio non sarebbe

niente di più e niente di meno di uno sport agonistico paria tutti gli altri. E a tutti i tifosi io chiedo, cosa ci guadagnatea spendere soldi in abbonamenti per lo stadio o a farvi ilsangue amaro davanti alla Tv? È una passione certo, ma questonon giustifica, violenza inaudita e un giro di soldi che basterebbeda solo a mettere a posto le casse dell’Italia. Ecco pensiamocie proviamo a rivedere la scala delle nostre priorità, sedendocia guardare una partita in tv come puro momento di relax edivertimento, senza che questa condizioni inutilmente la nostravita poiché a società e squadre interessa davvero ben pocose la nostra è passione o amore sviscerato l’importante e cheriempiamo le loro casse.

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È stato presentato, nel novembre scorso,nella sala consiliare del comune di Cara-pelle, alla presenza dei cittadini, un cdche ricostruisce la storia del paese. Già inpassato il prof. Alfonso Maria Palomba,sindaco di Carapelle, aveva raccolto notiziesu Carapelle e sui suoi abitanti, ricordi diuna vita vissuta all’interno della propriacomunità. “I libri vengono letti poco” èuna delle motivazioni che hanno portatoall’idea di affidare alle immagini il compitodi raccontare la storia di questo paese; leimmagini infatti riescono a coinvolgeremaggiormente chi le vede, possono trasmet-tere emozioni a più livelli e restano impres-se più a lungo nella mente.

Il progetto, sostenuto dal sindaco diCarapelle, il quale ha anche fornito unaconsulenza storica per gli avvenimenti dellanascita del pease, curato da Francesco eSimona Gitto e da Giovanni Mariella, con-duce in un viaggio sull’evoluzione del paesenon in chiave prettamente e meramentestorica bensì attraverso la ricostruzione el’illustrazione delle tracce lasciate, alcunevolte in modo volontario, altre volte invo-lontario, da coloro che hanno abitato questoluogo rendendolo il posto che oggi noivediamo. Il territorio di Carapelle è nato,insieme a Ortanova, Ordona, Stornara eStornarella, con un decreto regio di Ferdi-nando IV di Borbone nel 1774 allo scopo

di rendere produttivi i terreni della provinciadi Foggia. All’inizio c’erano solo pochis-sime famiglie che vivevano in abitazioni,sorte attorno ad un pozzo, realizzato inprecedenza dai gesuiti e da qui si è svilup-pato pian piano il paese con la costruzionedi una chiesa, del mulino e di un forno.Testimonianza tangibile del passato restanoanche alcuni edifici di fine ‘800 apparte-nenti alle famiglie del ceto borghese e ilpalazzo “Primavera”. La maggior partedei cittadini di Carapelle conosce la storiapiù recente, a partire dall’autonomia dallacasa di Orta nel 1958, all’alternarsi deisindaci, all’espansione demografica e ter-ritoriale fino ad arrivare alla nascita di unorganismo (Unione dei 5 Reali Siti) cheha portato ad un’intesa e ad una collabo-razione tra i cinque paesi.

In parte narrato dalla voce di CarmelaMariella e arricchito con filmati originalirecuperati dalla RAI per quanto concerneil periodo degli anni ’50, questo docu-film,sorretto dal montaggio di Sara Mattea Fi-schietti, è stato ideato per una duplice fun-zione: far conoscere ai giovani la storiadel loro paese affinché possano averne unamemoria storica e, allo stesso tempo, essereun ponte verso i carapellesi che hanno la-sciato il paese negli anni dell’emigrazioneal Nord per motivi di lavoro e che nonconoscono l’evoluzione di Carapelle. In

ogni caso risulta uno strumento utile pertutta la cittadinanza che avrà modo di com-prendere meglio le proprie radici al finedi immaginare prospettive per un futurosempre migliore per l’intera comunità.L’obiettivo del primo cittadino è quellodi far arrivare il cd a tutte le famiglie inbreve tempo.

In poco più di mezz’ora quindi si puòvedere e ascoltare il racconto di una storia,la storia di un paese che non vanta un pas-sato antichissimo e famoso come quellodell’antica Ordona e dei suoi reperti archeo-logici o come quello della vicina Foggia,tanto cara a Federico II di Svevia ma cheha per i suoi abitanti un valore preziosoe inestimabile. Un uomo porta con sél’amore per il proprio paese anche quandolo lascia per andare altrove.

Vieste, l’incantevole perla garganica,sarà la sede del prossimo Convegno di Pri-mavera dell’A.N.PO.S.DI., l’associazioneche riunisce i poeti dialettali di tutte le regionid’Italia. L’incontro si terrà dall’11 al 14 mag-gio prossimo venturo, come di consuetodal venerdì pomeriggio, che segna l’arrivodei poeti, al mattino del lunedì successivo,a chiusura dei lavori.

Con grande e onorevole soddisfazionei poeti del territorio hanno accolto lanotizia: la Puglia regione prescelta percelebrare il prossimo convegno di pri-mavera, dopo l’ultimo, di qualche annoaddietro, nella stessa regione, svoltosia San Giovanni Rotondo, convegnomemorabile per il grande successo dipartecipazione, di eventi e di cultura.

Dai monti e da un centro di intensaspiritualità, ad uno che concentra in sébellezza naturalistica, cultura e storia,fascino e leggenda: Vieste è tanto e tantoaltro ancora.

La sede del simposio sarà l’hotel “IMelograni”****, una sede sontuosa, ricca diconfort immersa, come poche, in un angolo

di paradiso. Il convegno si annuncia riccoe stimolante sotto ogni profilo.

Organizzato nei minimi dettagli, con gran-de impegno e dedizione da parte del DelegatoRegionale, sig. Annito Di Pietro e dalla scrit-

trice e poetessa foggiana Sig.ra AntonellaPagliara, membro del Consiglio Direttivo,in stretta collaborazione con l’ottimo ed in-faticabile Presidente ANPOSDI, dott. MimmoStaltari, si rivela già di grande spessore sia

a livello poetico-culturale che turistico-ambientale.

Dal punto di vista paesaggistico sonoinfatti previste escursioni in barca e visitaalle grotte del Gargano; ma anche visite alla

città di Vieste, al Castello ed all’anticaCattedrale. Sotto il profilo più propriamenteculturale, oltre al rituale “recital di poesie”in tutti i dialetti d’Italia, ci saranno in-teressanti relazioni di alto profilo da partedi valenti accademici come il prof. Pa-squale Caratù, il prof. Matteo Siena e ilprof. Davide Leccese sul rapporto tradialetti e poesie e sulla storia del territoriogarganico. A tutto ciò saranno aggiuntimomenti di puro, colto e gioioso in-trattenimento che ricreeranno e delizie-ranno le serate, nel dopocena, dei poeticonvenuti. Sarà un convegno davveroimportante e ricco sotto ogni aspetto e,

come sempre, realizzato in una località me-ravigliosa come questa, non potrà che essereimperdibile, indimenticabile, unico ed irripe-tibile! Buon convegno a tutti!!!

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È stata inaugurata il 10 marzo scorsoa Foggia la seconda edizione della FieraG.A.T.E. & Gusto. La manifestazionesi è tenuta presso l’Ente fiera di Foggiaf i n o a l 1 3 m a r z o . “ G . A . T . E . ” èl’acronimo di Gestione, Accoglienza,Tecnologie, Risparmio Energetico edEventi un binomio tra tradizioneenogastronomica e territorio. Ipadiglioni della fiera di Foggiahanno ospitato una vera e propria‘rivoluzione dell’economiafoggiana’. Il gusto ambientatonel territorio, un viaggio traquello che quotidianamentedeliziamo a guardare e degustare.Quando viaggiamo, ci facciamocercatori e portatori di dati enotizie fondamentali per losviluppo dell’economia, il rac-contare quanto visto, elogiareuna struttura per la sua efficienzao professionalità, esaltare unprodotto poco conosciuto, scovareun’azienda che coltiva le tradizioni diuna volta e la qualità, emozionarsi perla bellezza di un luogo e condividerlocon gli altri è il segreto per lo sviluppoe per realizzarlo occorre attivare il piùelementare e antico dei meccanismi uma-ni: lo scambio, da esso, afferma l’organiz-zazione Solutiongroups, scaturisce un

effetto domino da cui tutti possono trarreopportunità di crescita e di profitto. 

In questa manifestazione fieristicaerano presenti tante novità interessanticome le tante aziende di servizio contecnologie innovative, fondamentali percontribuire ad uno sviluppo omogeneo

del territorio. Anche quest’anno tantisono stati i visitatori che hanno potutoacquistare, aggiornarsi, conoscere le strut-ture della Daunia ma soprattutto assag-giare i sapori della nostra terra.

L’edizione scorsa ci dice Daniele Cir-ciello General Manager della Solution-groups Srl, organizzatrice della Manife-stazione “ha avuto un notevole riscontro,

tale da mettere subito in attivo un pianomarketing ed un piano di comunicazioneche coinvolga le Aziende, potenziali espo-sitrici e gli operatori del settore per invi-tarli a visitare la manifestazione ed a con-centrare in essa i loro affari, l'edizione

2011 ha confermato concreta-mente i numeri e le sensazioniregistrate in fase organizzativa,ottenendo così un tutto esaurito,delle aree espositive ed un grandesuccesso di operatori e visitatori”e ancora “La provincia di Foggia,malgrado detenga la percentualemaggiore di strutture ricettiveper la ristorazione, l’alberghieroe il turismo, rispetto alle altreprovince della Puglia, è vacantedi una manifestazione che pro-ponga agli stessi operatori unafiera specializzata che coinvolgaanche i privati alla ricerca di

nuove idee di Impresa infatti per questaedizione abbiamo utilizzato un pianodi comunicazione molto incisivo indi-rizzato alle regioni più vicine alla nostraed un coinvolgimento dei Giornalistilocali e nazionali operanti nel mondodella televisione, della carta stampatae del web, in tutte le attività della Mani-festazione”.

…e il carnevale è tornato a farsi sen-tire con tutta la sua allegria al 1° CircoloDidattico di Orta Nova. Lunedì 20 feb-braio, nella palestra dell’Istituto, hannoavuto luogo i festeggiamenti di carnevaleorganizzati dalle docenti della “Piran-dello” Bracone, Ciuffreda, Console, DiFino, Gatta, con il prezioso contributodella collaboratrice scolastica ChiaraCiardi.

I bambini della Scuola dell’Infanzia,

contenti ed entusiasti, hanno preso partealla festa da loro più gradita. Sono arrivatia scuola già vestiti in maschera, con trom-bette, scherzi e stelle filanti.

Il momento clou della festa è statal’esibizione dell’allegra compagnia“Divertiamoci in Armonia”, costituitada un gruppo di mamme che, mascherate,si sono esibite con scenette comiche egiochi di squadra. Hanno coinvolto i bam-bini in balli di gruppo e sono state le

vere animatrici dell’evento.L’iniziativa ha trovato il parere favo-

revole della cittadinanza: massiccia è statala partecipazione delle famiglie, che hannorisposto con entusiasmo all’invito dellaScuola.

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La nostra terra rimarrà sempre unacolonia come l’hanno voluta i piemontesicon la loro occupazione, fintantoché vec-chi e nuovi galantuomini continuerannoa seminar menzogne su di noi e sullanostra storia. Prendendo lo spunto daun passo di un articolo del 1° numerode Lo Sguardo, mi rendo conto che moltivivono ancora di luoghi comuni che ilettori, ignari, prendono purtroppo comeverità, trovandoli riportati su un giornaleo un mensile. Mi riferisco alle “conso-lidate” convinzioni che il Regno delleDue Sicilie, con i re Borbone, sia statoun mondo a cui poter appiccicare qua-lunque caratteristica di tipo negativo. Ètalmente forte la convinzione che il Re-gno dei Borbone fosse retrogrado, buro-cratico, corrotto, infingardo, che forsenon si fa più nemmeno caso se si aggiun-ge qualche altra negatività.

Eppure non era propriamente così, oalmeno non tutto

Con tutti gli aspetti particolari di unasocietà ancora di tipo feudale,per fare qualche esempio, forsenon tutti sanno che è stato ilprimo stato a vietare la schiavitù,il primo a fare una legge sullaraccolta differenziata dei rifiuti(con relativo riciclo) che avevauna legge sull’immigrazione chese l’avessimo avuta oggi, ilPresidente Napoli tano nonavrebbe chiesto a gran voce chei bimbi nati in Italia da stranieridevono essere considerati italiani.A proposito, l’emigrazione nelRegno delle Due Sicilie erasconosciuta perché era un paesedove si veniva a lavorare eprodurre, ciò spiega la necessitàdi una legislazione sulla immi-grazione. Ci sono tante cose dicui i nostri concittadini do-vrebbero essere informati, sulla loro sto-ria, sul loro passato per far loro scoprireche, da queste parti, poi non eravamotanto disastrati. Si noi meridionali (ap-pellativo datoci dai nostri fratelli d’Italiaall’indomani dell’Unità) del Regno delleDue Sicilie, non eravamo affatto più di-sastrati rispetto al resto della penisolae forse scopriremmo anche di che essereorgogliosi per iniziare quel percorso diriscatto per la nostra terra che aspettiamoda troppo tempo. La denigrazione è statal’arma più forte per l’abbattimento delRegno delle Due Sicilie e dei Borbone.

Purtroppo quell’arma si è abbattuta edè rimasta anche sulla testa di noi cittadinidi queste terre, con la conseguenza diaver perpetuato quel giudizio negativo,genesi del ritardo socio economico chestiamo vivendo.

Ritornando allo spunto di cui sopraè stato garbatamente celato che fra queifunzionari piemontesi in missione nellapenisola sono da elencare i soldati stanziatinelle Province Meridionali a seguitodell’Unità: non meno di 120.000 (cento-ventimila) uomini con libertà di uccidere,incendiare paesi, saccheggiare chiese, am-mazzare donne, bambini, vecchi, (a normadella legge Pica) al comando del primocriminale di guerra, il gen. Cialdini. Inseguito all’occupazione del Regno, alcuniuomini politici inglesi usarono parole dicondanna per quel che era accaduto in que-gli anni. Soprattutto dopo la «liberazionedel Mezzogiorno». Nel Parlamento inglese,il deputato conservatore Pope Hennessyaveva definito il tutto un «dirty affair»(sporco affare) e aveva denunciato «la fu-

riosa repressione dell'armata sarda che siera macchiata di crimini contro l'umanitàben più efferati di quelli che l'opinionepubblica europea aveva imputato a Ferdi-nando II e al suo sventurato erede». E neaveva ben da dire di «dirty affair», vistoil coinvolgimento dell’Inghilterra e dellamassoneria inglese nel processo “Unitàd’Italia”. E noi, i barbari meridionali, perringraziare i nostri carnefici, ai vari Cialdinied altri abbiamo dedicato piazze e strade.

Veniamo alle osservazioniGli stati preunitari nel 1861 sono stati

occupati in modo violento, senza procla-mazione dello stato di guerra, contrav-venendo a tutte le norme del diritto in-ternazionale di allora: i plebisciti perl’annessione al piemonte dei territori oc-cupati, furono una furbesca trovata perripianare l’evidente illegalità della occu-pazione perpetrata, la quale non potevaessere avallata dalle potenze internazio-nali, seppur conniventi, senza un attoche rimettesse tutto in una parvenza dilegalità.

Per inciso, più che di plebisciti biso-gna dirlo con chiarezza che furono unafarsa ben preparata, per il modo comevennero svolti, per gli aventi diritto alvoto, per il numero degli aventi dirittoal voto, per la parzialità dei territori con-sultati, per la evidente pressione militaresui votanti e tant’altro. Nel 1861 dopoaver completata l’occupazione del Regnodelle Due Sicilie (ribadiamo, occupazioneviolenta e senza proclamazione dello statodi guerra) da parte dei piemontesi, il nuo-vo Regno istituì il Gran Libro del Debito

Pubblico Italiano che unificavai debiti di tutti gli stati preunitari.Apprendiamo da “Le FinanzeNapoletane e le Finanze Pie-montes i da l 1848 a l 1860”dell’economista Giacomo Sava-rese: Il debito complessivo italianonel 1860 era di 2 miliardi 241milioni 870 mila lire, di questipoco più di 441 milioni di lireerano il debito del Regno delleDue Sicilie. Il Regno di Sardegnaportava in eredità al nuovo stato1 miliardo e 271 milioni di liredi debito, il resto, 529 milioni,era il debito dei ducati e gran-ducati. Il PIL del Regno di Napoliera pari a lire 2.620.860.700,mentre quello del Regno diSardegna era di lire 1.610.322.220.Il rapporto D.P./PIL era pertanto

del 16,83% per Napoli e del 78,93% perTorino. Ancor più significativo era ildebito pro-capite: per Napoli 59,03 liree per Torino 261,86 lire. I certificati delTesoro del Regno delle Due Sicilie eranofortemente apprezzati a Londra con untasso d'interesse molto più basso di quellopagato dal Piemonte. Gli interessi suldebito in rapporto al PIL per Napoli eranopari allo 0,87% mentre erano del 4,22%per Torino. Il Sole 24ore del 17 marzo2011 (guarda che coincidenza!) pubbli-cava il grafico.

(continua 1)

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L’idea di utilizzare il ‘campo’, comespazio nel quale rinchiudere uomini edonne nasce, dal punto di vista teorico,nel 1828, nell’opera di Filippo Buonarrotiche nella “Congiura degli eguali o diBabeuf” propone la progettazione di ac-campamenti umani per garantire l’ordinepubblico. Mentre dal punto di vista pra-tico, riscontriamo il primo esperimentodi segregazione umana nel 1895,nell’isola di Cuba, dove le forze dell’or-dine della corona spagnola rinchiudonoin campi di concentramento persone ri-tenute ostili e pericolose per la stabilitàdel regno. La nozione di campo di con-centramento è correlata ai campi di ster-minio nazisti, nati da un’iniziativa diG?ring, che nel 1933 istituisce a Dachau,il primo campo per oppositori politici.La segregazione di persone in un camposi fonda su uno stato di eccezione nelprocedimento giuridico, ossia trattasi diuna detenzione preventiva che crea lospazio legale per le azioni di repressione.Una persona è rinchiusa in un camponon per quello che fa, ma per quello cheè, la segregazione ha una valenza onto-logica e non comportamentista. Infatticome scrive H. Arendt l’elemento fon-damentale che conduce un uomo a spo-gliarsi della sua individualità e produceun processo di nullificazione dell’umano,è proprio la correlazione esistente fra ladetenzione nei campi e la mancanza direato, che sancisce la completa gratuitàdel fenomeno concentrazionario. Tuttaviail campo non è solamente l’esperimentodella nullificazione dell’umano, ma èanche lo spazio che sancisce un ordine,una configurazione ideale della società,una rifondazione del sociale da otteneredentro e fuori dal campo. La struttura-zione del fenomeno campo rimanda altipo di società che si vuole costruire alsuo esterno, è icona della società perfetta,nella quale una parte di popolazione èda annientare, sfruttandone la sua forza-lavoro. Il campo ha, dunque, una funzionedi prevenzione/annullamento del dissensoper la realizzazione dell’uomo nuovo.In questo quadro coercitivo, segregazio-nista, normalizzante si situa il fenomenodell’esclusione/inclusione delle popola-zioni Rom e Sinti. La storia del popoloRom è intrisa di rifiuti, di esclusioni, dighettizzazioni, che hanno contraddistintole politiche e i modelli di inclusio-ne/sfruttamento dei Rom. Piasere, pro-

fessore ordinario di Antropologia cultu-rale dell’università di Verona, distinguetre modelli: a) modello balcanico, cheevidenzia l’inserimento dei Rom nellestrutture socio-economiche attraverso ilregime fiscale e lo sfruttamento dellaforza-lavoro; b) modello occidentale,che non prevede l’inserimento dei Romnelle strutture socio-economiche, salvoun loro annullamento culturale e identi-tario; c) modello spagnolo, è una variantedel modello occidentale, che prevedeuna rigida ‘sedentarizzazione’ e de-culturazione per una assimilazione cul-turale totale nel paese ‘ospitante’. Trattasidi tre modelli che non vanno isolati l’unodall’altro, ma possono essere letti e ana-lizzati con un approccio integrato. Sipensi, per quanto concerne la situazioneodierna, ai comuni italiani che hanno ache fare con i Rom, percepiti nell’imma-ginario collettivo come stupratori, ladri,barbari; da una parta abbiamo chi utilizzal’orpello ‘zingari’ come strumentalizza-zione politico-elettorale, parlando al ven-tre della popolazione, rimarcando le pes-sime condizioni igienico-sanitarie in cuivivono e ricercando negli “zingari” il“capro espiatorio” in una situazione con-trassegnata da una forte crisi economico-sociale. Mi riferisco ai volgari manifestidel Pdl di Orta Nova. Altri parlano diintegrazione, di inclusione, ma non for-zando troppo la mano, perché l’elettoratoe non i cittadini, possono risentirsi, inquanto non comprendono e non accettanosimili proposte. Quindi da una parte sidice di voler promuovere un percorsodi integrazione, dall’altra si continua aperdere tempo, annunciando svolte pro-grammatiche, che non si vedono, tra

l’altro illudendo chi vive in pessime con-dizioni. È il caso dell’attuale amministra-zione comunale, che puntando sul proprioesperto di mediazione interculturale, ilvicesindaco Franco Sauro ha promessocontainer, roulotte alle persone che vivonoattualmente nel “campo” in contrada laPalata. Un campo è sempre un “nonluogo”, un luogo, uno spazio privo diumanità. A questo punto credo sia oppor-tuno lanciare una campagna di informa-zione, di denuncia sociale che miri a“svelare”, togliere il velo su una situazionecarica di ipocrisia, di sfruttamento e man-cato riconoscimento. Processi di esclusio-ne che sono alimentati e alimentano iprocessi di auto-esclusione (Rom - Gagè),un circolo vizioso che genera anche mi-cro-criminalità (per sopravvivere) e altrielementi negativi da debellare. Una cam-pagna di promozione di politiche d’inte-grazione, che l’associazione di promozio-ne sociale Noialtri aveva cominciato apromuovere con audacia all’opinione pub-blica, e oggi continua nel silenzio deldopo-scuola e di altre attività promozio-nali. Bisogna uscire dal recinto e concoraggio costruire assieme alle popolazio-ni interessate nuove pratiche di integra-zione, abbandonando la naturale distin-zione tra integrante e integrato, per unanuova fase di ricerca ed esplorazione dipratiche politiche integrative. C’è bisognodi tutti, delle istituzioni, che sono impor-tanti ma non fondamentali, perché il finedi una pratica integrativa non è mero as-sistenzialismo, ma è il raggiungimentodell’autonomia politica, sociale e l’auto-programmazione della propria esistenza;in poche parole la ‘qualificazione dell’u-mano’.

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Menicuccia è il diminuitivo di Dome-nica. Maria Domenica Lacerenza nata adOrta Nova il 28.11.1919.

Era figlia di Ruggiero ed aveva unasorella e due fratelli, vivevano tutti in unodei famosi bassi di Orta Nova di circa 40mq. senza servizi igienici e pieni di umidità.

Erano gli anni 40/50 del novecento;in piena guerra, la seconda guerra mondiale.Si viveva di stenti e profonda miseria; pos-sedere un tozzo di pane significava sbarcareappena il lunario.

Questo era il momento in cui vivevail nostro personaggio che andremo a rac-contare.

Ancora piccola già andava a serviziopresso le famiglie benestanti.

Si sposa con Pauluccio Carbonaro, for-naio, che purtroppo, muore nel 1964 la-sciando Menicuccia sola con sette figli acarico: cinque femmine e due maschi.

Da quel momento peggiora sempre piùla situazione economica: siamo nella mi-seria più nera; sfamare sette figli senzaun lavoro certo e stabile è veramente tra-gico.

Ma Menicuccia già avvezza a viverein una situazione disagiata si attiva in varimestieri, sempre onesti e dignitosi.

Si dedica alle pulizie dei locali pubblici:uffici, negozi, bar, farmacie, nonché caseprivate bisognose di aiuto domestico.

La notorietà di questa donna nel nostropaese sta nel fatto che oltre ai lavori giàmenzionati se ne inventa ben altri, si puòdire inimmaginabili sempre improntati dionestà e dignità.

Di qualsiasi evento che succedeva nelnostro paese, lei si faceva portavoce, por-tando a conoscenza le buone e le cattivenotizie: per le nascite portava ad amici eparenti la così detta “l'allegre”, cioè la par-tecipazione di nascita, oralmente andando

di casa in casa dove riceveva la “regalia”che poteva essere in moneta o anche innatura.

La stessa cosa avveniva per un eventotriste, quale un lutto, non essendo diffuso

l'uso della partecipazione scritta attraversoi manifesti.

La nostra Menicuccia, in quest'ultimocaso si impegnava a mettere in contattola famiglia del defunto con la parrocchia,con il fioraio, con le suore per le cartelledi suffragio e quant'altro necessitava perl'organizzazione del momento.

Per i matrimoni, portava gli inviti amano alle famiglie degli invitati che vive-vano nel paese in cui si svolgevano le nozze.

A nozze avvenute portava: “u cartoc-cio” (vassoietto con i dolci degli sposi),a coloro che non avevano partecipato “alfestino”.

In paese era ben nota per il suo lavoroe non appena la si intravedeva da lontanosi attendeva che si avvicinasse per chiederlele novità.

Era insomma un bollettino vivente.Lei camminava con un’andatura parti-

colare portando in braccio il figlio più pic-colo, un altro attaccato alla veste ed altridue che la seguivano, ai quali diceva:“cammenate ca ciamma speccià” (cammi-nate che dobbiamo sbrigarci).

Questa era bene o male la vita che con-duceva questa brava donna dalla mattinapresto a tarda sera per poter guadagnareil famoso pezzo di pane per allevare i suoisette figli.

Menicuccia è stata una donna esempla-re, lavoratrice instancabile e onesta.

La morte la strappò all'affetto dei suoicari per un ictus all'età di 57 anni dopoaver visto sposati sei dei sette figli tranneil più piccolo, Ruggiero.

“Click!”. Ecco, questa sarà un'altra da ag-giungere alle centinaia di foto presenti sui profilidi Facebook. La piazza, il giardino, il ristorantee persino il bagno possono diventare habitatperfetti per la nuova foto da immortalare sulpc, facendo essere così il nostro animo in ansia,in ansia di vedere quanti “Mi piace” e quanticommenti riceverà il nostro scatto, quello percui ci siamo fatte belle e nel quale abbiamoinventato la posizione più assurda per sembrareseducenti, talmente assurda che anche i trapezistine sarebbero invidiosi. Forse sembrerò esagerata,ma questo è quello che succede oggi, la cosapiù grave è che questi comportamenti non hannoetà. Dal bambino di dieci anni alla signora disettanta anni sono sulle reti di Internet, chi perlavoro, chi per svago, chi per avere successoimprovvisa di essere la nonnina dell’Era Tec-nologica; tutti siamo contenuti, oserei dire in-castrati in quella che io metaforicamente chia-merei “scatola” che ci soffoca e più ci soffoca,più noi dipendiamo da essa.

Certo ora sembrerà quasi che io adolescente

di diciotto anni, nata e cresciuta in una gene-razione dove tutto è facile, rifiuti e sia controa questi mezzi di comunicazione. Assolutamenteno, sarei ipocrita se io dicessi. Quanti i mieipomeriggi passati davanti alla tv o ai computerper cercare di comprendere le leggi varate dallapolitica, quante le ricerche e gli approfondimentiscolastici e le altrettante informazioni sulla Uni-versità che vorrà frequentare; e magari tra unacosa e l'altra perché non divertite la mente conuna bella partita a Super Mario! Il mio dissidiointeriore: dentro o fuori la scatola? Per combat-tere il piacere di essere all’interno di questocontenitore penso all'equilibrio, alla autosuffi-cienza e ai limite di cui parlano Orazio e Seneca,autori latini i quali insegnamenti andrebberomessi in pratica oltre che studiati. È comico,forse sciocco paragonare le questioni dell’anticasocietà romana a quelle di oggi, ma l'importanteè coglierne la moralità. A quel tempo non siavevano i cellulari per fare a gara con l'amicosu quale telefono avesse più funzioni, i poetierano, filosofi e pensatori e il loro pensiero

amavano scriverlo, sentire le dita della manomuoversi e dare vita ad una parte di loro. Lafatica che si fa nello scrivere e nel correggereil lettore lo avverte, mentre sfoglia pagina perpagina un giornale o un libro egli si immergein un’altra realtà.

Nel prima di coricarci, accasciato ai piedidi un albero non vi è tempo e luogo per la letturae anche se questa ci racconta i tranelli dellanostra politica e delle morti giovani della nostrasocietà, noi potremmo sempre creare una im-magine fantastica nella nostra mente che esuladalle facce, dalle figure e dai suoni che ci propinala tv. Televisione che non basta sia a colori,deve avere per forza schermo piatto, polliciinfiniti, comprendente Sky o Mediaset Premium.L’uomo così si carica di negatività, ha pauradel mondo che lo circonda e non sentendosiall’avanguardia è sempre di corsa per arrivare.... Arrivare dove? Ad avere la ricchezza nellesue tasche e nella sua dimora, tranne che nelsuo cuore.

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La Puglia, ricca di sole, di mare e di ven-to, di una natura rispettata e piena  dei colori,dei profumi e delle sonorità ataviche chearmonizzano brillantemente  ritmi e tradizionimillenarie, è la terra d’appartenenza dei mu-sicisti del Nuevo Tango Ensamble: PasqualeStafano al pianoforte, Gianni Iorio al bando-neon e Pierluigi Balducci al basso; formazioneche, da oltre un decennio, calca i palchi deipiù prestigiosi teatri e jazzclub italiani edeuropei, riscuotendo ovunque lusinghieri ap-prezzamenti e meritato successo. Numeroseanche le partecipazioni a tra-smissioni radiofoniche per“addetti ai lavori” e non solo,con interviste ai tre musicisti emusica dal vivo. Ultime, inordine di tempo: Rai Radio 1ne l la t rasmiss ione “Suonid’estate” e Rai Radio 3 nellatrasmissione “Fahrenheit”, tra lepiù importanti, con la messa inonda dei loro brani consentendodi entrare in sintonia con unpubblico sempre maggiore. Senzaparlare delle innumerevoli visite,da parte di utenti di tutto ilmondo, del sito web del gruppowww.nuevotangoensamble.com,dove sono a disposizione di tutti notizie, biografie ed attività degliartisti, discografie, recensio-ni, concerti, progetti ed eventi,nonché foto e video dei branitratti dai loro numerosi concertiitaliani ed esteri. Non potevamancare, di certo, la TV. Infatti,il 16 e 17 dicembre scorso ilgruppo è stato ospite dellalongeva e storica trasmissionetelevisiva di attualità, cultura edin t ra t t en imento “ I FATTIVOSTRI” su RAI 2 , condotta dall’ottimoGiancarlo Magalli, dove i musicisti, accom-pagnati  dall’orchestra, hanno presentato dalvivo riarrangiamenti di successi italiani, conla voce del brillante  Marcello Cirillo. Grandeed entusiasmante l’accoglienza, la performan-ce ed il successo ottenuto, tanto che l’invitoè stato riproposto  immediatamente ed a strettogiro di posta. Così il 2 gennaio successivo labella e stimolante esperienza è stata brillan-temente ripetuta con la piena soddisfazionedi tutti. “È stata davvero una positiva espe-rienza, ha dichiarato il bandoneonista GianniIorio, inserirsi con  sicurezza e professionalitàin quello spazio musicale che vede, di giornoin giorno, l’avvicendarsi dei nomi più auto-revoli della scena musicale nazionale ed in-ternazionale. È stato interessante collaborarecon i musicisti che fanno parte del gruppostabile del programma, trovando in loro sicuraprofessionalità, sensibilità ed accoglienza”. 

“Ora, aggiunge il pianista Pasquale Stafano,abbiamo in agenda un’importante partecipa-zione ad una trasmissione televisiva su LA7-TV, nel programma “Prossima fermata” il23 aprile p.v.; anche questa sarà un’occasioneimportante per far conoscere di più e megliola nostra musica e i nostri progetti musicalie soprattutto servirà a fare un’ottima promo-zione del nostro nuovo disco “D’impulso”pubblicato da pochissimo tempo. Ricco edimpegnativo il tour che stiamo per intrapren-dere, che ci vedrà, dopo alcuni concerti in

Italia, il  6 Marzo 2012  a Vienna - Austria- Akkordeon Festival; l’8 Marzo 2012 a Bres-sanone (BZ) - Italy - Dekadenz Jazz Clube il 10 Marzo 2012 a Lausanne (Svizzera)- Chorus Jazz. Saranno, come al solito, con-certi di altissima qualità e di elevato spessoreartistico che mostrerà una sempre maggiorecapacità espressiva caratterizzata dalla grandeprofondità delle nostre, ormai rodate, tessiturearmoniche (...)”. Continua da tempo la pre-sentazione del loro ultimo lavoro discografico,intitolato “D’IMPULSO”, pubblicato il 1 giu-gno 2011, con l’etichetta tedesca JazzhouseRecords, che segue il bellissimo “TangoMediterraneo” della medesima etichetta. Inquest’ultima fatica i tre artisti propongonouna mirabile sintesi tra materiali sonori diprovenienza “antica” ed elementi moderni,una sensibile e ben riuscita fusione tra passatoe presente, tra vecchio e nuovo con la forzadi un rigore e di un’onestà intellettuale che

fa loro grande onore. Il loro percorso è arrivatoquindi a mischiare, con sensibile sapienza,tango nuevo e jazz, la musica di Buenos Aires,così come l'ha interpretata Piazzolla, ed iljazz americano ed europeo degli ultimi anni,le sue riscoperte etniche e il suo modo diesaltare le passioni e le pulsioni di linguaggidi provenienza popolare. Gianni Iorio, PasqualeStafano e Pierluigi Balducci negli otto branioriginali di questo nuovo CD, dichiaratamentesganciati dal Maestro Argentino, non rinnegano

mai la sua lezione, sempre presentee viva, con richiami ed atmosferetipiche del tango, e s’insinuanobrillantemente nella variegata tra-dizione italiana, privilegiando le piùsuggestive esperienze colte tipica-mente europee. I loro dialoghi sonorisono pervasi di energia sferzante, disottile malinconia, di passionestruggente ma anche di uno swingsottile, pieno di sprazzi del loromondo interiore, dei personali fulcrid’ispirazione che sfociano nei sug-gestivi e palpitanti momenti dicreazione lirica nell’atto della im-provvisazione, che arricchisce la loromusica vestendola di note screziate,rendendola unica ed impareggiabile,sommamente intensa e coinvolgente. Il grande Javier Girotto, famosis-

simo e talentuoso sassofonista jazzargentino, la cui collaborazione conil gruppo è di vecchissima data,arricchisce due brani del disco:“Milonga bajo la luna” e “Il fiumein piena”, animando con la voce caldae profonda del sax soprano, dipassione e di veemente partecipazionele sensuali atmosfere della musicadel trio. Unico brano classico del CD

è El Choclo di Angel Villoldo, in cui i tremusicisti danno una ulteriore prova della loroarte: una personale ed apprezzatissima inter-pretazione e arrangiamento, originale ed effi-cace, in cui convivono armoniosamente il“classico” e il “nuovo”. Ottimi i giudizi dellacritica e lusinghiere e gratificanti le numeroseloro recensioni sulla carta stampata e neinetwork, entusiasmanti gli applausi del nume-rosissimo pubblico che li ama e li segue ovun-que.

I loro lavori discografici sono”Astor’sMood”, pubblicato nel 2001, “A night inVienna” del 2005, registrazione di un concertodal vivo al Porgy & Bess, rinomato jazzclubdi Vienna, divenuto negli anni, parte integrantedella scena jazz austriaca e internazionale,“Tango Mediterraneo”, del 2008, che contienei primi brani originali del gruppo ed ultimo “D’Impulso”.

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L'Associazione sportiva, sorta con lo scopodi impiegare il tempo libero principalmente nelgioco delle bocce, fa parlare ancora una volta deisuoi successi conseguiti a livello interregionale e,speriamo ancora, a livello nazionale.

Lascia infatti ben sperare il debutto positivodei giovani bocciofili ortesi inseriti meritatamentenella squadra rappresentativa della provincia diFoggia impegnata per i Campionati Italiani Gio-vanili in atto.

La rappresentativa foggiana, domenica 26 feb-braio scorso, ha incrociato le bocce in trasfertacon i coetanei della provincia di Cosenza nel Boc-ciodromo di Acri (Cosenza), dopo un estenuanteviaggio di circa 400 Km, conseguendo un preziosopareggio (1-1). Punteggio questo che agevola ilsuperamento dei primo turno con la partita di ritornoche si svolgerà domenica p.v. nei campi della As-sociazione Dion di San Severo.

L'Associazione Bocciofila Ortese è quindiorgogliosa di essere rappresentata dai due giova-nissimi Soci ed atleti Noemi Guglielmo e LeonardoDi Biase. Entrambi si sono distinti nel gioco durantela partita del debutto ed entrambi saranno convocatiper la partita di ritorno.

Una particolare menzione merita la brava ecara Noemi Guglielmo che alla sua grazia femmineapropria dell'età adolescenziale aggiunge la grintadi giocatrice ben determinata. Doti queste che lehanno già dato la ambita convocazione nella squadrarappresentativa della Regione Puglia disputandopartite valevoli per il Campionato Italiano Giovanilenella Città di Mantova nel decorso anno.

Tutto questo è il risultato di una mirata pre-parazione atletica affidata al Direttore TecnicoAntonio D'Elia, al quale va un plauso perché, graziealla sua annosa esperienza in questa disciplina,ha saputo alimentare anche nei giovani la passioneper il gioco delle bocce ritenuto ingiustamente la“cenerentola” dello sport riservato ai soli anziani.

Nella trasferta cosentina, la giovane comitiva,formata da altri tre ragazzi, Mirco Gualano, MarioBonaventura (già Campioni d'Italia nel 2010) eRiccardo Cotugno, è stata diretta dal Tecnico pro-vinciale Nicola Scarpa ed accompagnata dal Pre-sidente della Federazione Provinciale di Foggia,Michele Annolfi ed il Presidente della AssociazioneBocciofila Ortese Biagio Morisco.

Tutti i Soci sono stati partecipi a questa grandesoddisfazione e, al ritorno in sede dei giovani atleti,hanno espresso gratitudine per il risultato conse-guito. Essi sono orgogliosi del fatto che i coloridell'Associazione ed il nome della nostra cittadinaabbiano varcato i confini della Regione e sonofiduciosi che arrivino alla finale in una grandeCittà del Nord.

Cogliamo l'occasione per esprimere dovero-samente e giustamente i sensi di vera gratitudineverso il Sindaco, Avv. Iaia Calvio, e verso tuttal'Amministrazione Comunale per quanto è statofatto e si farà in favore della Associazione Boc-ciofila che, nel suo piccolo, contribuisce alla so-cializzazione e ad una sempre maggiore emanci-pazione della cittadinanza.

Nel mese di febbraio scorso si sono svol-ti ad Ariano Irpino, presso la Palestradell'Istituto d'Istruzione De Gruttola, le Qua-lificazioni ai Campionati Italiani Seniores.Le Qualificazioni si sono svolte, per la GymStar, ad Ariano Irpino (AV) per ragioni dicomodità in quanto le Qualificazioni perla Puglia erano state assegnate a Copertino(LE). Superba la organizzazione di garama soprattutto l’accoglienza e l'ospitalitàdella FIPE Campania. I ragazzi della GymStar hanno come sempre superato i proprilimiti, bissando la carrellata di record per-sonali ottenuti due settimane prima in oc-casione delle Qualificazioni ai CampionatiItaliani Juniores e in occasione della Finaledei Campionati Italiani Under17. I ragazzidi Francesco Perdonò hanno conquistatoquasi tutti il podio.

Hanno partecipato alla Qualificazionigli atleti: Laurentiu Steckol e ChristianLo Russo (reduci entrambi dalle Finali deiCampionati Italiani Under17 svoltesi a Pa-lermo una settimana fa), Giacomo Izzi,Luca Lo Russo e l'atleta ed istruttrice, RosaEsposito. Si ricorda che il nuovo regola-mento della Federazione FIPE prevede cheper ogni Campionato Italiano possano par-teciparvi gli atleti della categoria in que-stione (in questo caso Seniores) e tutte lesotto categorie (Juniores, Under17, Esor-dienti), quindi i giovani atleti della GYMSTAR non solo hanno affrontato atleti conpiù anni d’esperienza ma anche a voltecon atleti di 20 anni più grandi. Laurentiuconquista il primo gradino del podio, e lamedaglia d'oro, nella categoria 77 kg esupera il proprio record personale di slanciofissando il punteggio sul tabellone sui103kg. Lo Russo conquista il 3° gradinodel podio e la medaglia di bronzo. L'atletanonostante il tour de force di gare (5 garein 2 mesi) ha tentato di battere il propriorecord personale di strappo e slancio, riu-scendo a sollevare nello strappo 70kg mafallendo l'incastro e riuscendo a girare nelloslancio i 90kg fallendo di poco la spinta).Izzi conquista il quinto posto, confermail suo record personale di strappo con 65kg(fallendo i 70kg) e tenta di migliorare ilproprio record personale di slancio con100kg, riuscendo nella girata ma fallendola spinta. Luca Lo Russo conferma le alzateeffettuate due settimane prima.

Ed infine Rosa Esposito, prima clas-sificata e medaglia d'oro, è riuscita a bat-tere il proprio record personale di strapposollevando 50 kg. Nello slancio si è fattosentire il poco condizionamento dell'atletache finalizzata la prima alzata con 55kg, riusciva a girare, ma non a spingerei 58 kg nella seconda alzata. Ora per iragazzi della Gym Star non resta che at-

tendere le classifiche nazionali che sve-leranno chi avrà diritto al pass per leFinali dei Campionati Italiani che si svol-geranno a Verona il 17/18 marzo. Pros-

simo evento in programma i CampionatiItaliani Esordienti (ragazzi e ragazze natinel 1998) che si svolgeranno a Molfettail 22 aprile.

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L’OlioIl leggendario albero di ulivo e l’olio

ricavato dai suoi frutti hanno accompa-gnato la storia dell’umanità. 8000 annifa l’ulivo veniva già coltivato in MedioOriente e le prime coltivazioni si ebberomolto probabilmente in Siria o Creta. IFenici in seguito diffusero questa colti-vazione su tutte le coste del Mediterraneo,dell’Africa e del Sud Europea. Con iGreci le coltivazioni di ulivo divennerosempre più numerose, ma furono i Ro-mani che provarono a coltivare in ogniterritorio conquistato questi frutti poli-valenti. In molti casi i Romani ordinaronoalle popolazioni conquistate il pagamentodei tributi sotto forma dell’olio di oliva.Fin dall’inizio l’ulivo e i suoi frutti sonostati presenti nella storia degli uominisia nei riti sacri che nella vita quotidiana,l’olio infatti venne utilizzato non soloper arricchire gli alimenti, ma anche neimassaggi e nella cosmetica. Nei poemiomerici l’olio era usato esclusivamenteper la pulizia e l’igiene. Gli antichi ro-mani classificavano l’olio di oliva in cin-que qualità: “oleum ex albis ulivis”, pro-veniente dalle olive verdi, “oleum viride”provenienti da olive raccolte a uno stadiopiù avanzato di maturazione, “oleummaturum” proveniente da olive mature,“oleum caducum” proveniente da olivecadute a terra e “oleum cibarium” pro-veniente da olive quasi passite che eradestinato all’alimentazione degli schiavi.I numerosi utensili per la raccolta e la

spremitura delle olive, rinvenuti dagliarcheologi in vari scavi nell’area medi-terranea, nonché diversi passaggi dellaBibbia e de l Corano d imos t ranol’importanza storica di questo fruttodell’ulivo e del lavoro degli uomini. InItalia nel XIX secolo l’olivo continuaad avanzare sulle colline anche perchéc’era bisogno d’olio per le lampade ele tavole di una popolazione in aumentoe per una industria sempre più fiorente.Pio VIII nel 1830 promette il premio diun “Paolo”, il guadagno di una giornataper un bracciante, a chi metta a dimorae allevi fino a 18 mesi una pianta. Nellaseconda metà del secolo, a seguito diavverse condizioni climatiche e di ma-lattie che colpiscono le piante, in alcunezone d’Italia meridionale si abbattonogli ulivi per avere legna. La produzionescende, e l’inizio del ‘900 non porta va-riazioni di rilievo. Sono gli anni Trentaa dare il via ad un periodo particolarmen-te felice, grazie a leggi che promuovonoin tutta l’Italia l’olivicoltura. Negli annisuccessivi alla guerra mondiale, il pre-stigio della pianta ha una flessione, lacucina tradizione italiana viene bollatacome rozza, popolare, povera. Sono inauge i cibi d’oltreoceano, le abitudini nor-diche appaiono le più civili, il burro piùnobile dell’olio, e le margherite industrialiprimeggiano sulle tavole. Fortunatamentenegli anni ’80 con la riscoperta dei saporipiù naturali e genuini l’olio riprende ilsuo posto di re della tavola.

La tradizione olivicola in Capitanataha radici nel tempo. A Monte S. Angeloed Orsara di Puglia, alcuni anni orsonofurono rinvenuti alcuni reperti quasi iden-tici al trapetum di epoca romana. Ma lacoltivazione di migliaia di ettari si svi-lupparono solo nel secolo XVII e XVIII:Gli studiosi fissano le prime piantagioniin Capitanata nel territorio del Gargano,poi la diffusione fu allargata al Subap-pennino Dauno ed infine al Tavoliere.E per esaltare la qualità dell’olio di olivaextravergine di Capitanata vi propongodue ricette tipiche di Deliceto.

Verza con le coticheIngredienti: Una verza; tre pezzi di

cotenna; 3 pomodori; sale q.b.; olio dioliva extravergine q.b.; qualche semedi finocchio; peperoncino.

Pulire la verza togliendo le foglieesterne e la crosta centrale, poi lavarla.Fare sbollentare le cotenne e poi in untegame farle soffriggere a fuoco lento,aggiungendo pomodori, sale ed olio. Ag-giungere quasi un litro di acqua e portaread ebollizione, a metà cottura delle co-tenne mettere la verza con qualche semedi finocchio e un pizzico di peperoncino.Mescolare il tutto e fare cuocere per 30minuti. Servire il piatto caldo.

Ciambotta con zucchine patate ed uovaIngredienti per 4 persone: 500 gr.

di patate; 3 zucchine; 3 uova; 4 pomo-dorini, aglio, cipolla, sale, pepe, olio dioliva extravergine e prezzemolo.

Tagliate a fette le zucchine e le patatea cubetti. In una padella con olio fatesoffriggere la cipolla affettata e l’aglio,aggiungete le zucchine, dopo qualcheminuto le patate. Quando il tutto è am-morbidito versate i pomodori, pepe, prez-zemolo e sale con un’aggiunta di acqua.Rompete le uova e versartele nella pa-della, coprite il tutto con il coperchiofino a cottura ultimata.

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Sopa, la scure sulla pirateriaSopa è l'acronimo del progetto di legge

denominato Stop Online Piracy Act, che stasollevando un polverone di polemiche al di làdell'Oceano. Il progetto di legge, infatti, è indiscussione negli Usa, ma, pur a distanza dimigliaia di chilometri da noi, rischia di avereserie ripercussioni nei confronti di tutti i navi-gatori della Rete, senza distinzione di cittadi-nanza.

Copyright e globalizzazionePer capire cosa si rischia con una normativa

come quella in discussione, si deve fare un passoindietro, per capire cosa significhi Sopa. Il pro-getto di legge è voluto fortemente dalle lobbydell'industria cinematografica e discograficaper arginare in maniera forte e incisiva la con-tinua diffusione di materiale pirata in Rete. Icommentatori più schietti dicono che si trattadi una riproposizione di un disegno di leggeproposto inizialmente dal Senato. Questo sichiamava Protect-Ip Act (acronimo di PreventingReal Online Threats to Economic Creativityand Theft of Intellectual Property), ma è statoriscritto subito dopo il suo lancio per le tantepolemiche sollevate.

Ma, tornando a Sopa, il suo scopo è quellodi obbligare i provider a effettuare un controllocertosino su tutti i contenuti che veicolano sulleproprie piattaforme, impedendo che circolinomateriali protetti dal copyright. In mancanzadi questi controlli, e qualora vi siano effettiveviolazioni del diritto d'autore, i legittimi titolaridel copyright potrebbero richiedere al Tribunaledi obbligare i siti web coinvolti a impedirnela circolazione. Una ordinanza giudiziaria delgenere porterebbe a una sostanziale interruzionedi colossi del settore Ict, come Google, Yahoo!,ecc. Sono proprio su questi siti web che, pur-

troppo, transitano notevoli quantità di materialeillegalmente riprodotto. Ma non per questo sidovrebbe bloccare l'intera dorsale della comu-nicazione via Internet per dare la caccia a qualchepirata. La globalizzazione della comunicazione,dunque, avrebbe ripercussioni notevoli anchenei Paesi non-Usa, poiché si tratta di siti webutilizzati in maniera transfrontaliera.

Lamar SmithIl progetto di legge è stato presentato lo

scorso ottobre 2011 dal deputato Lamar Smith,che, non a caso, è sovvenzionato da grosse azien-de attive nel settore dell'intrattenimento. Fraqueste società si annoverano Clear ChannelCommunications con oltre 26mila dollari, Na-tional Cable & Telecommunications Associationcon 16mila dollari, oltre a Time Warner Cablecon 13mila dollari. Si tratta, dunque, di orga-nizzazioni i cui profitti gravitano attorno a ma-teriale protetto da copyright, che potrebbe esserefinalmente al sicuro qualora venisse trasformatain legge la proposta Sopa.

Mentre in Europa...Dalle nostre parti, invece, le lobby hanno

subito un forte contraccolpo per via di una storicasentenza della Corte di Giustizia dell'Unioneeuropea, che ha chiuso una vicenda, che è ini-ziata diversi anni prima (2004), fra la ScarletExtended Sa, società olandese dell'ex gruppoTiscali, fornitore di accessi a Internet, e la Sa-bam, una società di gestione belga che gestiscei diritti d'utilizzo di opere musicali ed editorialicoperte da diritto d'autore. La collecting societybelga è venuta a scoprire che gli utenti di Scarletfacevano scaricavano materiale illegale via In-ternet e, pertanto, ne chiedeva il blocco. Lacausa giudiziaria è finita in Corte di GiustiziaUe, che ha sentenziato recentemente la assoluta

impossibilità di obbligare i provider Internet afiltrare i pacchetti di dati in transito, pur conil lodevole obiettivo di contrastare il downloadillegale di materiale coperto da diritto d'autore.

Sciopero generale per salvare la ReteMentre si infervorano i dibattiti politici

negli Usa per la discussione del progetto dilegge (e Barack Obama fa sapere che è schieratodalla parte della Rete), la comunità del Websi mette in agitazione. Sono proprio i più grandiprotagonisti della Rete a schierarsi in primafila per contestare il progetto Sopa; Google,Facebook e Wikipedia sventolano il vessillodella libertà di Internet, insieme a milioni dinavigatori, minacciando un vero e proprio scio-pero della Rete.

Chissà cosa avverrà nel mondo non virtualee che piega prenderà la proposta Sopa, adessoche i grandi di Internet cominciano ad alzarela voce.

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Annito e i suoi primi ottant’anniL’angolo di Calliope ho voluto de-

dicarlo, per questo mese, ad un eventoparticolare: gli 80 anni di Annito DiPietro. Ha radunato attorno a sé sabato10 marzo scorso, le persone che gli sonopiù care, per festeggiare in allegria eamicizia il suo ottantesimo compleanno.

Un anniversario importante che havoluto trascorrere al ristorante PazzaIdea 80 anni vissuti pienamente: maritoe padre esemplare, impegnato nel socialee nelle attività culturali di Orta Nova.Ho conosciuto Annito dieci anni fa,fui colpito dal suo entusiasmo nel volererealizzare un’associazione culturale eun giornale, mi colpì il suo entusiasmodi ventenne. Il risultato di quell’incontrosono le tantissime iniziative realizzateed una grande amicizia. Grazie Annito.

Michele Campanaro

PER ANNITO

Pé la fèsta taoié ècché nu stréné sunéttépé féstéggiàrté inda nu mòdé quésé pèr-fettéogg’è nu iurné pé te assajé ‘mbòrtandé:cumbijé quatté volté vind’anné e sfiurégl’uttandé.

Nen eijé nu traguardé, ejé saulé na bellatappépénzanné ai iurné e au timbé passéte,ca nen scappéca tutté ‘nghiusé stécé dind’au cauré

véstuté d’ombr’e dé llùcé, dé fatighée d’amauré.

Amauré pé la famiglijé, i figlije e tuttél’amijcépi créstiéné dé tutté vanné, oltr’ai ‘urtisésembé prondé, e’mbrima linijé, pé farlétutte tutte félicé!

Ma l’amauré chiù grussé dé tutté quandéandò da sembbé hai tenuté e tijné uposté dé cumandégaijé l’”Ortese”, mò “Lo Sguardo”, e l”ANPOSDI” e l’Unitre”ca proprié nun putevéné stà senzé déte!!!

Per AnnitoPer la tua festa ecco uno strano so-

netto / per festeggiarti in modo quasiperfetto. / Oggi è giorno per te assaiimportante / compi quattro voltevent’anni e sfiori gli ottanta. // Non èun traguardo, è solo una bella tappa /pensando ai giorni ed al tempo passatoche non scappa, / che tutto rinchiusorimane nel cuore/ vestito d’ombre e diluci, di fatiche e d’amore. // Amore perla famiglia, i figli e tutti gli amici / perle persone di ogni dove oltre agli ortesi/ sempre pronto ed in prima linea perfarli felici. // Ma l’amore più grandedi tutti / dove da sempre hai avuto edhai il ruolo di comando / è l’Ortese,ora Lo Sguardo, e l’ANPOSDI el’Unitre / che proprio non potevano esi-stere senza di te! //.Auguri! Ripalta Guerrieri

TENERO AMICO(nel giorno del suo ottantesimo

compleanno)

Ind’a stu iurne careche d’emozionetènere amiche e caro Annitepe’ fa sta bèlla manifèstazionece sime qua tutte riunite.

A parinte, amice, figghie e neputeè fatte a tutte stu bèlle invite,da nisciune però è avute refiutee a presènza noste è vèramènte sentite.

Te vulime tutte tanta bènee tu u sajie pecchè,ognune de nuie nen pote fa a mènede darte amore e sta atturne a te.

Parlà de te,de cume si’ e cume si fattesignifeche dice poche e nindee nen truà i parole adattepe’dèscrive na vite d’impègne vèrseamice e parinde.

Te piace assajie repète:“u timbe passe…… e cume passe”e nen te firme a guardà arrète,no…stu chiuve nen te lasse.

Ma pe’ furtune e c’aiute de Dijei penzire guardene sèmpe ‘nnanze,a culture,u sport e a posijee p’u riste timbe nen avanze,

Cumbagne mije chè t’agghia dice,cuntinue accussì nen ce penzannestatte cuntènte e sèmpe felicevita bona e serène ancore pe’ tant’anne.

Antonella Pagliara

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