Lo Sguardo sui 5 Reali Siti - Gennaio/Febbraio 2014

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Lo Sguardo sui 5 Reali Siti - Anno XII - n° 1/2 - Gennaio/Febbraio 2014

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New Orleans fu la prima grande cittàamericana ad accogliere un grande numerodi emigrati italiani, ancora prima che questipartissero da un territorio che si potesse uf-ficialmente chiamare Italia, ovvero primadell'unificazione del 1861. Le storie di quegliemigrati non contemplano il passaggio perEllis Island, non si sviluppano nella LittleItaly di Manhattan: alcune di esse sono sepossibile ancora più tragiche, in alcune parti.Spesso gli italiani prendevano il lavorodegli schiavi afroamericani che venivanoliberati, e molti venivano pesantementediscriminati. Due esempi aiutano a capireil clima. Gli italiani che emigravanoerano persone semplici: artigiani, alcuniscultori, soldati di fortuna, e musicisti.Nick La Rocca, emigrato dalla Sicilia,nei primi anni del secolo scorso fu ilprimo a registrare un disco jazz, e aportare il jazz in giro per gli Stati Uniti,da New York a Chicago: fu in qualchemodo il mentore di Louis Armstrong.E diversi altri italiani erano famosi aquel tempo come i migliori musicistidi quella che iniziava ad essere la scenadel jazz, che nacque in questa cittàamericana. Qualche anno fa RenzoArbore, ha realizzato a New Orleansuna trasmissione televisiva, per Rai 2, perrendere omaggio a questi italiani pionieridel jazz, ospite Joseph Maselli, un italo-americano di origine delicetana che ha dedi-cato tutta una vita per l’italianità nella nazionedelle stelle e strisce. Fino a quarant’anni fasi diceva che ci fossero 200mila italiani nellasola New Orleans. Da dati recenti si riscontra almeno 300mila, se non di più, e almeno4/500mila nello Stato della Louisiana. Gliitaliani sono in tutti i settori possibili delbusiness. I sindaci di New Orleans e delledue città che insieme ad essa compongonola Greater New Orleans, Metairie e Kenner,sono tutti e tre di origine italiana. Ci sonofamosi architetti, avvocati, uomini d'affari,manager, imprenditori, giudici: il capo della

Corte Suprema della Louisiana era fino adalcuni anni fa un italoamericano. Ci sonomolti medici, incluso uno molto famoso dinome John Adriani, deceduto anni fa, chefu considerato il padre della moderna ane-stesia.

A New Orleans esiste l'American ItalianMuseum, la più importante istituzione cheha la finalità di raccontare la storia degliitaliani che giunsero nel sud est degli Stati

Uniti. L’idea di un museo e di un centroculturale venne a Joseph Maselli, nato nelNew Jersey, in una famiglia di emigranti diDeliceto, nella quale si parlava italiano: fusolo quando iniziò ad andare a scuola cheimparò l'inglese. Durante la seconda guerramondiale si spostò a New Orleans, doveincontrò la donna della sua vita di originesiciliana, Antonietta Cammarata, frequentòl'università, si laureò ed aprì la sua attivitàche crebbe dal nulla ed ancora oggi, a cinqueanni dalla sua morte avvenuta all’età di 85anni, è di grande successo. Oltre 40 anni fainiziò ad interessarsi su come preservare ecelebrare la cultura italiana e quella italoa-mericana, sentendo di appartenere ad entram-be. Fondò la Italian-American Federation

of the Southeast, che aggregava per la primavolta 30 associazioni di tutto il sud est. Miseinsieme un gruppo di personalità di successoitaloamericane, avvocati, dottori, uominid'affari, e insieme fondarono la AmericanItalian Renaissance Foundation Museum andResearch Library, la prima organizzazionedi questo tipo nel sud. Fu anche tra i membrifondatori della Niaf, e poi fu consigliereper le questioni etniche dei presidenti Ford,

Carter, Reagan e Bush padre. Nel 1973fondò anche l'Italian American Digest,un giornale che ancora oggi vienepubblicato, per informare sui valoriche contraddistinguevano gli italianiemigrati nel sud est: la famiglia, illavoro duro, l'educazione. L'AmericanItalian Museum di New Orleans, nelcentro della città, fu inaugurato nel1974: quest’anno festeggerà il qua-rantesimo anniversario. Nel museo cisono molte testimonianze che rac-contano alcune storie di italiani chearrivarono a New Orleans e nel Sudest degli Stati Uniti: fotografie, oggetti,articoli, lettere che riguardano i viaggi,gli inizi difficoltosi, le prime societàche li raggruppavano, la religione, ifestival e poi naturalmente la musica.

In questi primi quarant’anni il centroculturale è stato promotore di un festivaldell'italianità; ha organizzato corsi di linguaitaliana; eventi, conferenze, presentazioni econcerti, viaggi in Italia; e un festival delcinema italiano. Inoltre c’è l’opportunità difare ricerche genealogiche per scoprire leorigini italiane; ospita ricercatori che da tuttigli Stati Uniti vengono per documentarsicirca la storia italiana. Il centro culturalecontiene più di 400 testimonianze in vocecirca l'emigrazione italiana, documenti cheriguardano 25mila emigrati, e la più nutritabiblioteca degli Stati Uniti per quanto riguar-da i libri sull'esperienza italoamericana: piùdi 5.500. A presiedere il Centro Culturalee il Museo dal 2009 c’è il figlio Frank.

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La situazione è grave, ma non è seria,direbbe Ennio Flaviano (Pescara, 1910 -Roma, 1972) dinanzi a quello che sta oggiaccadendo nel nostro Paese. Che l’Italia stiaoggi vivendo un momento storico partico-larmente delicato è sotto gli occhi di tutti:il Paese, infatti, si trova in una morsa storicadi ampia portata, contrassegnata non soloda una crisi politica senza precedenti, maanche e soprattutto da una profonda crisimorale, oltre che da una congiuntura eco-nomico-finanziaria evocatrice di scenari post-bellici che si pensava ormai superati da tem-po. Ad ogni livello dilagano disagio, sfiducia,preoccupazione (v. il movimento dei forconi),mentre, giorno dopo giorno, la cronaca po-litica porta alla scoperta di sconcertanti tassidi inquinamento della legalità, tali da fararrossire perfino i corrotti di Tangentopoliche, in confronto alle <magagne> - mi siperdoni l’eufemismo - registratesi nella mag-gior parte delle regioni italiane, appaionooggi semplici <ladri di galline>. Eppure,mentre tutto questo accade nel Paese reale,la politica continua a cincischiare, dandodi sé uno spettacolo <immondo>, che servesolo ad aumentare la disaffezione dei cittadininei confronti dei propri rappresentanti. Tuttoquello che è accaduto mercoledì 29 gennaio2014 alla Camera dei deputati è il segnoevidente dell’imbarbarimento della politicache, in un frangente come quello attuale,trova solo il modo per dare spazio alla rissa,agli schiaffi, agli insulti, alle accuse e allabagarre. Non è possibile,infatti, per qualun-que cittadino dotato di buon senso, legitti-mare in alcun modo atti e comportamentitotalmente estranei alla pratica democratica,dalla furibonda protesta del M5S messa inatto in seguito alla <ghigliottina> applicatada Laura Boldrini (presidente della Camera)sul decreto Imu-Bankitalia alla richiesta in-sensata di impeachment presentata dai grillininei confronti del presidente della Repubblica,dall’occupazione fisica dei locali delle Com-missioni (Giustizia, Affari costituzionali)alla pioggia di querele per ingiurie piovutasulla testa dell’on. Massimo Felice De Rosa(M5S) per aver oltraggiato le deputate delPd con frasi irripetibili, dalla vicenda delquestore Stefano Dambruoso (Scelta civica),accusato di aver preso a sberle l’on. LoredanaLupo (M5S) al violento alterco registratosi

in sala stampa tra Roberto Speranza (Pd) eAlessandro Di Battista (M5S). Quanto è suc-cesso - horribile visu - è servito solo ad ac-creditare, da un lato, la classe politica attualecome più chiassosa ed inconcludente di unpollaio, dall’altro a mettere sul tappeto ilproblema della selezione della classe dirigente,che non può assolutamente essere ricondottaad una questione di ricambio anagrafico odi genere, come pure da più parti si sostieneoggi sull’onda della spinta del concetto di<rottamazione> di matrice renziana. Nonservono, infatti, uomini <giovani> e donne<giovani>, ma cervelli (non importa se diuomini o di donne) che pensino al meglioper questo Paese, che sappiano promuoverele condizioni per una convivenza civile piùequa e solidale e che sappiano operare intermini di proposta e di novità, perché, inun’Italia che da molti anni soffre le pesanticonseguenze della più difficile crisi del se-condo dopoguerra, è urgente dare rispostesollecite ai problemi dell’economia, ai disoc-cupati, alle famiglie che non riescono ad ar-rivare alla terza settimana, alle imprese, aigiovani - uomini e donne - in cerca diun’occupazione che non c’è, dopo aver vintoil <gattopardismo> di chi si adoperanell’ombra perché tutto rimanga così com’è.

Il cambiamento - da tutti invocato - però,non è certo un intervento epidermico o disemplice riforma dei modelli elettorali, come

si crede oggi a proposito dell’Italicum, ge-nerato dalle <relazioni pericolose> in attotra Renzi e Berlusconi, perché, invece, occorreuna <revisione etica> di portata sostanziale,tale da configurarsi come prospettiva di unnuovo profilo di uomo (e, quindi, di cittadino)e di una nuova immagine di società. Una<bella> impresa davvero, se si considera illivello di degradazione morale diffuso nellasocietà odierna, dalle baby squillo di Romaalle imprese di Batman, dai folli acquisti deiconsiglieri regionali di tutta Italia ai 1234appartamenti fantasmi della signora Armellini:per uscire dal tunnel (o, meglio, per provaread uscire dal tunnel) occorre un serio inve-stimento sulla scuola e sulla formazione, leuniche vie possibili per riconquiste valorialinon più differibili e per introdurre, quindi,i necessari anticorpi per vincere le varie formedi disagio sociale e le innumerevoli sacchedi illegalità diffuse nel Paese. Quello cheserve oggi è l’assunzione di responsabilitàda parte di tutti, da parte dei politici chenon possono più vivacchiare alla giornata,senza uno slancio ideale attento e rispettosodel bene comune, ma anche da parte deicittadini che devono sapersi riappropriaredei propri spazi di contributo alla vita pub-blica, attraverso la partecipazione e la citta-dinanza attiva. In questi tempi difficili sitratta dell’ultima chiamata, prima di scivolarenel caos.

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Orta Nova: Al via il totocandidatoEbbene si, siamo in pre-campagna elettorale

per l’elezione del prossimo sindaco di Orta Nova,in questa competizione ci sarà anche il prof. Pa-squale Ruscitto, che ha ufficializzato, in un in-contro pubblico, il suo ritorno in campo. L’exsindaco socialista ha dato la sua disponibilità apatto che siano proposte liste ed idee nuove.All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, espo-nenti dell’Orta Nova che Vorrei di Gianluca DiGiovine, del Movimento 5 Stelle di Orta Nova,e di Socialismo Dauno, la presenza di questi tremovimenti politici va intesa come una aperturaal dialogo, non si può dare per certo un supportoall’ex sindaco Ruscitto. Sembra sempre più pro-babile la candidatura dell’ex sindaco Iaia Calvio,che sta sondando il campo con il PD nella spe-ranza di avvicinare giovani e persone nuove,volenterose di offrire il loro contributo alla causalanciata con il “J’Accuse” al malaffare politico.Nel centrodestra sempre più ricorrenti i nomidell’ex sindaco Peppino Moscarella e del suoex vice sindaco Dino Tarantino, il tutto da con-cordare tra Forza Italia, Alleanza Popolare (exAN), Orta Nova Futura, Fratelli d’Italia e Noidi Destra di Alfredo Ballatore, arbitro di questasfida il coordinatore provinciale di Forza ItaliaFranco Landella, che vorrebbe far convergerel’intero centro destra verso una candidatura uni-taria. Mancano due mesi al termine utile per lapresentazione delle liste, nel frattempo il via altotocandidatura.

La memoria storica dell’ANFCG di Orta NovaAnche quest’anno si aperto con una grande

programmazione per la sez ione or tesedell’ANFCDG presieduta da Saverio Pandiscia,all’insegna del ricordare la storia dei nostri Padrie del nostro Paese. Il 1° di gennaio presso laChiesa Madre SS. Addolorata c’è stata una largapartecipazione alla Giornata Mondiale della Pace.Il 20 gennaio è stato ricordato con una celebra-zione religiosa il 13° anniversario della dipartitadi Mons: Michele Ventrella. Poi dal 27 al 31gennaio si è svolta la 12ª edizione della Settimanadella Memoria con incontri con le scolareschedi Orta Nova, infine il 9 febbraio presso la ChiesaB.M.V. dell’Altomare è stata celebrata la Giornatadel Ricordo (Foibe).

Anche tre ortesi tra i morti delle fobie“La giornata del Ricordo” è l’occasione per

celebrare e ricordare le vittime italiani tra il 1943e i primi anni ’50 del secolo scorso delle perse-cuzioni jugoslave. Il dramma del popolo giuli-niano-dalmata fu scatenato dall’odio e dalla furiasanguinaria annessionistica slavo, che assunsei sinistri contorni di una pulizia etnica, perchéitaliani. Questo triste evento ha coinvolto anchela nostra Regione e la nostra provincia. Tra itrucidati e infobiati pugliesi anche gli ortesi Gre-gorio La Coppola, Natale Netti e Antonio Mennea,questo emerge dalla prima pubblicazione di unelenco delle vittime.

Carapelle: nel Consiglio Comunale arriva Mi-chele Tarantino

Torna il sereno in seno all'AmministrazioneComunale di Carapelle guidata da Remo Capuo-zzo, insiedatasi nel piccolo centro dei CinqueReali Siti appena sette mesi fa. Infatti nella gior-nata del 5 febbraio il Consiglio Comunale si èriunito per procedere alla surroga di Michele

Tarantino, secondo dei non eletti nella Lista Civica“Ricominciamo per Carapelle”, che così entraufficialmente nell'assise consiliare per sostenerela Maggioranza. Si pone così la parola fine auna complessa situazione amministrativa dellares publica, nata dapprima lo scorso 20 gennaiocon le dimissioni irrevocabili (ex D. Lgs. 267/00)della consigliera Maria Patrizia Fini motivatecon “l'assenza di presupposti per farmi proseguirel'esperienza politica e pertanto anche la mia pre-senza in Consiglio Comunale” e resa ancor piùdifficile dopo otto giorni con la revoca, da partedi Capuozzo, dall'incarico di vicesindaco e as-sessore con delega al Personale nei confronticonsigliere Vincenzo De Lillo perché “dalla metàdi dicembre, sebbene più volte e formalmenteconvocato, stante la mancanza di ogni e qualsiasiformale giustificazione, De Lillo non ha espletatoai suoi incarichi, come risulta dagli atti”, si leggenella lettera firmata dal primo cittadino. Allasignora Fini sarebbe dovuto subentrare, qualepr imo de i non e le t t i de l la l i s ta c iv ica“Ricominciamo per Carapelle” Matteo Caputo,che tuttavia ha rinunciato all'incarico, pur senzadarne una motivazione. Così nella riunione distamattina, in cui non è emersa la decisione diDe Lillo se continuare comunque a sostenere laMaggioranza o passare tra i banchi della oppo-sizione, si è insediato in Consiglio Michele Ta-rantino. In attesa di capire a chi assegneràl'incarico come suo vice, Remo Capuozzo ci fasapere in esclusiva di “non essere preoccupatoper la situazione politica di Carapelle: i contrasticon alcuni consiglieri, andati via per loro volontà,rientrano nella normale attività di un'ammini-strazione comunale, soprattutto se avviene neiprimi mesi di vita”. Mantengono invece, almenoper il momento, il silenzio i “dissidenti” Fini eDe Lillo: “racconteremo con calma la nostraverità e le nostre difficoltà nel lavorare con laMaggioranza per il bene della collettività”, silimitano a confidarci senza riuscire a nasconderenelle loro parole sentimenti di amarezza e delu-sione per il modo in cui è sfociata l'intera vicenda.

Intanto la Minoranza, composta dagli excandidati sindaci Saverio Sardella, Nunzia Ta-rantino e Umberto Di Michele, chiede a granvoce lo scioglimento anticipato dell'intera Am-ministrazione Comunale e il ritorno alle elezioni.

Saverio Gaeta

Studenti dell’Olivetti incontrano i Maestri delLavoro

I Maestri del Lavoro del Consolato Provin-ciale di Foggia, nell’aula Magna dell’Istituto“A. Olivetti” di Orta Nova, hanno incontrato glistudenti liceali delle 3-4-5 classi. L’incontro siè svolto sul tema: “Conoscenza del Territorio- sua evoluzione”. Il Dirigente Scolastico Prof.Leonardo Cendamo, ha aperto i lavori presentandol’iniziativa e auspicando che questo sia il primodi altri incontri volti ad agevolare l’aggiornamentoprofessionale e culturale degli studenti.

Il Console Provinciale dei Maestri del Lavoro,Roberto Bauco ha illustrato la figura del Maestrodel Lavoro, evidenziando i meriti per cui vengonoinsigniti della “Stella al Merito del Lavoro”. Haproseguito rappresentando la storia del Consolatodi Foggia dalla sua costituzione, nel 1963, finoad oggi. Il Dott. Giovanni de Seneen nella suaesposizione dopo aver posto in evidenza le dif-ferenze delle condizioni territoriali fra le diverseProvince pugliesi ha sottolineato come la Pro-

vincia di Foggia nella sua evoluzione è statasede in passato di varie zone paludose e malariche.Come, per la situazione geografica (pianura postatra i monti del Sub Appennino Dauno e il Gar-gano, è quella più a rischio idrogeologico e labonifica idraulica ha permesso di mettere a colturai terreni trasformando il Tavoliere (la secondapianura d’Italia) tra le zone più fertili del mez-zogiorno. L’irrigazione con i pozzi e con i com-prensori pubblici (Fortore - Ofanto) ha permessodi poter irrigare varie superfici con l’introduzionedi insediamenti produttivi in regime irriguo econ un aumento della produzione lorda vendibilee dall’impiego di manodopera. È necessario peròche il rischio idrogeologico venga sempre tenutoin attenta considerazione con una serie di inter-venti, senza i quali, può essere minata la stabilitàdel territorio.

Maria Giuseppa l’ultra centenariaOgni giorno è un inno alla vita per Maria

Giuseppa Cignarella di 106 anni e 7 mesi. Natail 20 luglio del 1907 a S. Andrea di Conza inprovincia di Avellinoa 21 anni sposa ad OrtaNova Amalio Bellino.Dal matrimonio na-scono ben 10 figli:Vincenzo, Maria, Mi-chele (morto prema-turamente), Alfredo,Antonio, Michele, Elia,Amedeo (morto all’etàdi 3 anni nel corso diun mitragliamento daparte dei tedeschi il 23agosto del 1943 nellastazione ferroviaria diRocchetta S. Antonio. Papà Amalio era andatoa S. Andrea di Conza a riprendere i suoi figli,nell’attesa dell’arrivo del treno per Foggia avvennel’incursione bellica) Amedeo e Rita.

Un doveroso ringraziamento per gli auguri na-talizi a: Associazione Nazionale Carabinieri -Sezione di Orta Nova, Avis Sezione Comunaledi Orta Nova, Comunità Scolastica del 2° CircoloDidattico di Orta Nova, Anffas onlus Sede diOrta Nova, il Sindaco Rocco Calamita el’Amministrazione Comunale di Stornara e inparticolare a suor Maria Grazia del Monasterodelle Clarisse di Foligno.

LuttoL’Editore Annito Di Pietro, il Direttore Mi-

chele Campanaro e la redazione tutta piangonoinsieme ad Incoronata, Camilla e Silvia Mauriellola perdita del caro amico Potito.

* * *È venuto a mancare agli affetti dei suoi cari

Nicola Pasqua, imprenditore. Annito Di Pietro,il Direttore e la redazione tutta partecipano aldolore della moglie, dei figli, dei nipoti e deiparenti tutti.

* * *Annito Di Pietro e la redazione tutta si uni-

scono al cordoglio di Don Giacomo Cirulli perla perdita dell’amatissimo padre.

* * *È con immenso dolore che apprendiamo della

dipartita del dr. Andrea De Sanctis-Farmacista,L’editore e la redazione tutta si uniscono al cor-doglio della moglie e dei figli.

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Nella sala della Rimembranza del Palaz-zo Gesuitico in Orta Nova è avvenuta lapresentazione di un’opera a lungo sognata“Il vento tra le spighe” ideata e progettatada Annito Di Pietro.

Si sa, i sogni ci accompagnano per tuttala via. Sono i motori propulsori che ci sti-molano ad intravedere ed intraprendere altripossibili percorsi, altre mete ed inducono,se fortemente sentiti e vissuti, ad una costrut-tiva e proficua tensione verso il raggiungi-mento del traguardo agognato. È proprioquello che è accaduto ad Annito Di Pietro.Persona dai mille interessi, fondatore e pre-sidente dell’Associazione Culturale“L’Ortese”, creatore ed editore da più diun decennio del giornale locale “l’Ortese”edora “Lo sguardo sui cinque Reali Siti”, cheoffre al lettore ampia varietà di notizie enotevoli spunti di riflessione sugli argomentidi attualità socio-culturali del territorio; inol-tre, infaticabile organizzatore, con il direttoreMichele Campanaro, di eventi culturali dialto profilo (“La settimana della cultura”,Il premio annuale “L’Ortese nel mondo”ed altro), Delegato Regionale A.n.po.s.di.e Vicepresidente dell’Unitre dei CinqueReali Siti, efficace mezzo di promozionesociale attraverso la formazione permanente.

Nella sua vita è riuscito a vedere realiz-zati molti dei sogni che fremevano nel suoanimo, ma quest’ultimo, per lui, era davveroquello che doveva coronarli tutti, il fioreall’occhiello della sua laboriosa e fecondavita sociale e culturale: la realizzazione ela pubblicazione di un’opera che raccogliessela storia completa del suo paese: Orta Nova.

Ebbene, il sogno è divenuto realtà. Inuna sala gremita di personalità del mondo

culturale e civile, dell’imprenditoria e dellavoro, presenti tantissimi amici e compae-sani, Annito, visibilmente commosso ed emo-zionato, nel suo intervento ha spiegato comequesto grande sogno si sia trasformato instupenda realtà grazie al lavoro di tanti amicied al contributo finanziario di un “galan-tuomo”, come l’ha definito lui presentandolo,tale geom.Giuseppe Maffione, imprenditoredel posto. L’opera, costituita da quattro vo-lumi, curati integralmente dalla prof.ssa RinaDi Giorgio Cavaliere, Presidente dell’Unitre,Socia del centro Ricerche di Storia Religiosain Puglia e studiosa sensibilissima al sociale,

raccoglie la storia, gli usi ed i costumi relativial territorio ortese, in un escursus storicoche va dal Paleolitico ai giorni nostri.

L’ampia trattazione si è avvalsa del la-voro certosino di un gran numero di studiosie ricercatori indigeni, che hanno contribuitoa tessere in modo dettagliato e senza solu-zione di continuità il lungo periodo, colman-do quei vuoti storici presenti nella biblio-grafia preesistente. Il titolo “Il vento tra lespighe”, afferma Annito, “configura la naturaed il clima del nostro territorio; è la storiarivista aggiornata e completata alla luce deipiù recenti studi (…) Con questo lavoro siè cercato di rammendare una tela scompostae strappata in più punti, creandone un unicoed organico documento”. L’opera è infattila fitta trama di una comunità che sin dalprincipio ha tessuto l’ordito per comporrenel tempo la tela della propria identità. Iprimi tre volumi trattano, ognuno, un par-ticolare periodo storico. Il primo ha cometema “Origini - Il feudo di Orta Nova” eaccoglie una brillante sintesi di alcuni studirecenti in archeologia, tratta da una ricogni-zione della vasta stratificazione del territorioin oggetto, in un arco temporale che va dalPaleolitico al Medioevo avanzato, ad operadella eccellentissima succitata prof.ssa RinaDi Giorgio Cavaliere. Si scopre, nella chiarae dettagliata trattazione, come in tali territoriin continua evoluzione, ciclicamente invasida popolazioni provenienti da paesi diversie spesso assai ostili, emerga l’essenzadell’umanesimo greco, ma anche latino epiù tardi cristiano.

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cumenti storici, presentano copertinediverse l’una dall’altra. Sono ripro-duzioni artistiche di simbolici edidentitari ambienti ortesi, progettatee realizzate ad acquerello dalla pittricepoetessa e socia Anposdi professo-ressa Angela Mastropietro. Le quattroopere sono state riprodotte ancheserigraficamente in quaranta esem-plare numerati, quattro delle quali,debitamente incorniciate, sono statedate in dono ai relatori della mani-festazione.

Serata quindi di grande interessee di sicuro coinvolgimento emotivograzie anche agli appassionati ebrillanti interventi dei relatori presenti.

La presentazione dettagliata di tuttal’opera, sintetizzata da Annito DiPietro, è avvenuta da parte dellaprof.ssa Rina Di Giorgio Cavaliere,che ha spiegato come sia stato ne-cessario ed impegnativo dare solidaorganicità ed un “continuum storico”ai vari contributi offerti. Il dottorFilippo Santigliano, giornalista dellaGazzetta del Mezzogiorno, saggistae storico, profondo conoscitore delterritorio in oggetto, rivestendo il ruolodel moderatore, ha stimolato la di-scussione avvalorandone i contenuti.

Immane ha ritenuto il lavoro cheha richiesto un’opera di così grandespessore storico-scientifico e socio-

culturale, congratulandosi con tutti coloroche, a vario titolo, hanno contribuito allarealizzazione della stessa. È stata poi la voltadel professore Franco Bellino, ortese, Ordi-nario di Filosofia Morale, Etica della Co-municazione e Bioetica e Direttore del Di-partimento dell’Università di Bari. Nel suodotto, appassionato ed articolato intervento,si è soffermato sul concetto di storia e sullanecessità, ora più che mai, di offrire allenuove generazioni la sempre più profondaconsapevolezza dell’ identità socio-culturale,attraverso lo studio del territorio dove af-fondano le proprie radici. La conoscenzadei mutamenti lenti ma inequivocabili delleidee, dei processi, dei modi di essere e dioperare delle popolazioni che ci hanno pre-ceduti e che ci hanno consegnato quel riccobagaglio inestimabile di cultura e di valoriche sono il vero patrimonio di ciascun essereumano.

Applausi a tutto campo e grande e sin-cero ringraziamento dei presenti a tuttiquelli, davvero tanti, che hanno reso possibileun’opera tanto ampia quanto importante,destinata ad essere un caposaldo dell’ortesità,e non solo, da cui le future generazioni at-tingeranno linfa vitale per continuare adessere consapevolmente dei veri ortesi.

(Hanno collaborato all’opera: Luigi Battaglini,Michele Campanaro, Francesco Capriglione,Raffaele Colucci, Antonio De Carolis, Annito DiPietro, Potito Di Pietro, Francesco Lacerenza,Saverio Ladogana, Saverio Latorre, Lucia Loprio-re, Rocchina Morgese, Don Luigi Nardella, SavinoRoggia, Caterina Sinisi, Davide Shama e AngelaMastropietro, per le copertine).

Il secondo quaderno ha persottotitolo “Orta Nova dal 1600all’Unità d’Italia”. In esso sonocontenuti, in un filo conduttore or-ganico ed unitario che contraddi-stingue tutta l’opera, alcuni aspettidella storia di Orta Nova compresitra la fine del XVI secolo e l’iniziodel XIX. I rilevanti approfondimentidi Antonio De Carolis consentonodi comprendere come sia andataconfigurandosi la storia locale neisecoli da “Orta durante la domina-zione spagnola” sino ai Movimentiprecedenti l’unità d’Italia con con-siderazioni sulle condizioni di vitadelle popolazioni in campo agricoloe culturale. Segue lo studio diFrancesco Capriglione, il quale af-fronta i nodi centrali del rapporto tra“Chiesa locale e Unità nazionale” nelpassaggio dai Borbone ai Savoia,attraverso cui rintracciare il sensoprofondo di molti fenomeni sociali,economici e politici rinvenibili anchea livello nazionale. Il terzo volumenarra “Gli avvenimenti storici dal1860 al 1974”. Sono gli anni più densidi eventi e di mutamenti rilevanti siaper l’Italia che per l’Europa intera.Periodo di grande interesse, narratoserratamente da Raffaele Colucci, ilquale affronta il tema dell’Unitàd’Italia, attraverso la prima e la se-conda guerra mondiale fino agli anni ottanta.

Il periodo analizza non solo gli eventibellici, ma, attraverso numerose testimonian-ze e varietà di documenti, racconta cometali avvenimenti siano stati vissuti dagli“ortesi” e quali risonanze abbiano avutonelle coscienze, evidenziando così le nonpoche implicazioni politiche, economiche,sociali e morali. Il quarto volume è sotto-titolato “La vecchia Orta Nova - Storia,costume e vita”: raccoglie i notevoli con-tributi di una folta schiera di “ortesi” storici,ricercatori, testimoni che narrano i riti, letradizioni, la vita nella sua quotidianità e

delineano numerose figure di compaesaniche hanno lasciato tracce indelebili nellamemoria collettiva. S’indaga inoltre sul per-manere, l’evolversi e il decadere di quelpatrimonio di valori all’interno della societàortese; la fede ed i principi etici sempre piùlatenti nelle giovani generazioni e l’erosionecontinua della solidarietà, propria della cul-tura contadina, gradualmente soppiantatada nuovi modelli culturali orientati al con-sumismo, all’individualismo e al narcisismo.

I quattro volumi, dall’elegante e raffinataveste grafica, ricchi di immagini di repertiarcheologici, di fotografie, di tavole e do-

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Inizio d'anno col botto per la politica ortese.Infatti l'Amministrazione guidata da Maria RosariaCalvio è stata sfiduciata da ben 9 consiglieri diMinoranza ed è stata così costretta ad interromperela gestione della res publica a Palazzo di Città.

I nomi firmatari della mozione, protocollatail 13 gennaio scroso, sono Giuseppe Moscarella,Dino Tarantino, Michele Antonio Porcelli, NicolaMaffione, Antonio Curci, Dino Russo, AntonioBellino, Massimo Costantini e Gerardo Lacerenza:i primi cinque eletti in seno all'opposizione, glialtri quattro vi hanno aderito dopo aperti contrasticon l'Amministrazione Comunale.

Veemente è stata la reazione dell'ex sindacoquando ha saputo la notizia, che ha raccontatocon rabbia e determinazione, in una Piazza Nennigremita come non mai, quanto vissuto in questidue anni e mezzo. Accanto a lei gli assessori ei consiglieri suoi sostenitori sin dal primo momentodi insediamento. “Ho dovuto subire pressioni,ricatti e richieste di favoritismi da questi consiglieri”tuona la Calvio, che non si rifiuta di raccontareepisodi incresciosi caratterizzanti il suo operato,partendo dall’ “insipienza di alcuni dipendenticomunali che hanno guadagnato negli ultimi diecianni ben 55.000 euro in più rispetto allo stipendiobase e alcuni dei quali, come nell'Ufficio Proto-collo, facevano tutto fuorché lavorare, diventandola gola profonda dei sabotatori”. L'avvocato piddinoparte quindi all'attacco, davanti ad attoniti cittadini:“I casi di clientelismo sono tantissimi: si va dachi mi ha chiesto terreni cimiteriali all'affidamentodi lavori a professionisti amici e in cambio didenaro, passando dall'assunzione alla Gema diun figlio di un ex amministratore fino al viaggio,tutto a spese dei cittadini, per omaggiare un'ortese,residente a Torino e parente del consigliere Ta-rantino, che aveva compiuto 100 anni”. Ferocela presa di posizione contro tutti e i nove consiglieri,definiti manigoldi e vigliacchi: “Porcelli e Maffionenon sono mai stati propositivi pur condividendola cattiva gestione del periodo di Moscarella: infattiavevo chiesto loro una mano per risolvere la que-stione PIP ma non mi hanno ascoltato. Costantini,eletto con appena 42 voti, mi invitò a mandare

a Fiuggi come accompagnatrice per il soggiornoestivo rivolto agli anziani una persona a lui vicinoanziché la sig.ra Del Vento che ci va da anni egratuitamente; inoltre quando gli diedi la delegaai Servizi Sociali, entrava nell'ufficio e con i piedisul tavolo comandava a tutti esigendo che glivenisse portato il caffè. Bellino ebbe il coraggiodi dirmi di non far entrare Lorenzo Annese (l'unicoa sosternerci gratuitamente e perciò criticato) nellaMaggioranza perché è cresciuto in un nido diverso:parla proprio lui che ha gabbato tutti, la coerenzain bocca a te diventa bestemmia. Curci mi chieseun terreno vicino al suo distributore di benzinaperché prima o poi gli avrebbero revocato la con-cessione e lui doveva pensare a dare un futuroalla propria famiglia.”

Infatti l'accusa più pesante, verso un consigliereche ha deluso più di tutti: “Lacerenza a dicembre,quando aveva deciso di tornare a darci una mano,si arrabbiò inspiegabilmente quando parlammodei debiti fuori bilancio ereditati dall'Ammini-strazione Moscarella, soprattutto per le inutili

consulenze dell'avvocato Ruocco: capii però ilsuo atteggiamento quando mi minacciò di trovareun posto di lavoro al fratello altrimenti avrebbevotato contro di me”.

La caduta dell'amministrazione pone fine adalcuni progetti, che erano pronti a partire:“Avevamo in mente di fare tante cose, i motivichiedeteli ai nove farabutti: ad esempio i lavorialla Scuola Media Pertini con un mutuo,l'urbanizzazione della zona PEP, il progetto isolapedonale zona ex Gesuitico, nuovo programmadi raccolta differenziata, lavori a centro anzianie centro disabili.

“Ho le registrazioni di queste minacce, dadomani sarò felicissima di andare alla Procuradella Repubblica affinché accerti la verità: noinon siamo mai stati disonesti e abbiamo pagatoil prezzo per aver sempre difeso il rispetto dellalegge: ora sta a voi cittadini blindare Orta Novae fare barriera contro i ricattatori: la fascia dasindaco me l'avete data voi, e se volete me laridarete”.

Dopo il riconoscimento di “Agenzia TopSud Italia” da parte di Costa Crociere, che l’ha- meritatamente - inserita tra le prime cinque-cento qualificate agenzie turistiche italiane;ecco spuntare un nuovo riconoscimento perl’Agenzia Viaggi “Materfilius” di Orta Nova,che giunge inatteso ad appena pochi mesi dalcompimento del venticinquesimo anno di attività(7 luglio 1988 - 7 luglio 2013), di questa ormaistorica impresa commerciale divenuta sinonimodi vacanza, in tutto il territorio di Capitanataed oltre.

La preziosa targa, è stata consegnata a Ri-mini lo scorso 18 ottobre, direttamente dal Re-sponsabile Delegato di Trenitalia - Gruppo Fer-rovie dello Stato Italiano.

Poche le parole incise: “Per l’attività svoltacon professionalità e dedizione, ottenendo lamigliore performance nella Regione Puglia, perl’anno 2013”; ma che la dicono lunga sul lavoro

portato avanti con grande dedizione negli anni,dal suo titolare Romeo Patruno.

Gli abbiamo domandatoquale sia il segreto di tantosuccesso.

C i h a c o s ì r i s p o s t o :“Senz’altro una grande passione,la stessa che mi ha consentitodi superare quegli inizi in sordinanella storica sede di via Roma,32 e di conquistare un monopolioquasi assoluto nei Cinque RealiSiti, detenuto per più di unventennio. Sono tante le soddi-sfazioni che questo lavoro mi haregalato, frutto di un impegnogiornaliero costante (non è raroinfatti tirare fino alle due delmattino specie in estate), e dellepersone che lavorano con me e

mi sono vicine umanamente. Prima fra tuttemia moglie Loredana poi, il mio collaboratoredella sede di Piazza Pietro Nenni ad Orta Nova:Michele Croce; nonché gli amici dell’altras e d e d i C o r s o A l d o M o r o ( “ A g e n z i aCapitanata” di fronte la Villa Comunale), aCerignola: Pietro La Notte e FrancescoGiannotti”.

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Tutti i corsi programmati nei5 Reali Siti hanno un ruolo centralee fondamentale nella programma-zione annuale, ma non possiamoignorare l’idioma nativo di questoterritorio con la vitalità dei suoitermini coloriti, l’efficacia di certiintercalari e la saggezza dei suoiproverbi. Il riferimento riguarda ilcorso sul teatro e sul dialetto peralcuni anni tenuti da Potito Di Pietro.

Questi ha presentato una suap r e g e v o l e o p e r a d a l t i t o l o“Dizionario dialettale” sabato 14dicembre 2013, presso la Saladell’ex Gesuitico in Orta Nova coni l p a t r o c i n i o d e l C o m u n ede l l ’Assoc iaz ione Cul tu ra le“L’Ortese”. Dopo i saluti del Sindaco Avv.Iaia Calvio e del nostro Vicepresidente, non-ché Presidente della predetta Associazione,Rag. Annito Di Pietro, si sono avvicendaticome relatori l’On. Michele Galante e il Dott.Nicola Pergola.

Tale evento è stato accolto favorevolmen-

te, essendo indispensabile la ricerca dialettale,se non vogliamo che scompaiano per semprequelle belle espressioni di un tempo rappre-sentanti un mondo del passato nel quale af-fondano le radici del presente. Giovanni Pa-scoli scriveva nella prefazione a “Fior dafiore”: «senza le parole in vernacolo gran

parte del mondo si scolorisce, siappanna, si annulla per noi...». La fine dei dialetti, difatti, perla massificazione linguistica di cuisiamo debitori al progresso, harappresentato il tramonto di quellacultura provinciale ricca di signi-ficati, erede della tradizione, persecoli mezzo di comunicazione deinostri antenati. Altro corso da evidenziare èquello di “Arte presepiale” in OrtaNova tenuto dalla docente FilomenaMarchese, ben pubblicizzato nelperiodo natalizio con due presepiartigianali esposti in vetrina pressouna rivendita accorsata. Domenica 23 dicembre scorso

nei locali dell’Unitre d’Ordona è stata allestitacon successo una mostra di composizioni flo-reali natalizie, cui hanno collaborato la Re-sponsabile Prof.ssa Carmela Formoso e laProf.ssa Angela Mastropietro, in occasionedella festa degli auguri di Natale da partedell’Amministrazione comunale.

Il 18 e 19 dicembre presso la sala teatro del2° Circolo Didattico, tutti gli alunni delle classiterze hanno vissuto con docenti e famiglie mo-menti di festa e di grande emozione.

Durante le ore curricolari ed extracurriculari,gli alunni hanno eseguito collettivamente branivocali, curando l’intonazione, l’espressività el’interpretazione. I linguaggi integrati sono di-ventati mediatori di ogni esperienza e la narra-zione, il canto e la recitazione hanno rappresentatomodi diversi per acquisire maggiore consapevo-

lezza e autostima. Tutti gli alunni hanno parte-cipato con vivo entusiasmo alle attività proposte,manifestando sempre notevole impegno e vogliadi apprendere. La preparazione ha richiesto unperiodo, di lavoro intenso e continuo, sia da partedegli allievi che dei docenti, ma alla fine si sonoraggiunti ottimi risultati. Grandi applausi ai nostricantori e ai loro messaggi di pace e di fratellanzache attraverso un interesse ed un impegno co-stante, hanno raggiunto un livello eccellente dellarappresentazione, abbinando alla recitazione anche l’aspetto coreografico e scenico. La performance

dei ragazzi è stata ottima e coinvolgente, la reci-tazione chiara e diretta, i piccoli artisti, si sonomossi nella scena con sicurezza e scioltezza esono riusciti a catturare l’attenzione del numerosopubblico, tra cui la presenza attenta della nostraDirigente dott.essa Gabriella Catacchio, che hasottolineato la valenza altamente formativa dellarappresentazione, attraverso cui, i bambini hannosapientemente profuso il messaggio natalizio:“l’amore è così contagioso, che si propaga piùvelocemente dell’odio … e nessuno lo può fermare... mettiamo le ali al nostro cuore ... e saremoangeli che portano amore”

In occasione del Santo Natale, gli alunni del2° Circolo, hanno generosamente donato giocattolialla Caritas parrocchiale che li ha distribuiti aibimbi bisognosi del nostro paese.

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Carapelle si trova tra le “aree più perico-lose del nostro territorio, insieme a quelle diCandelaro e Cervaro” questo è quanto che sileggeva nel rapporto del 2003 del ministerodell’Ambiente e del’unione delle provinceitaliane (Upi) insieme all’Autorità di Bacinodella Puglia. Tale pericolosità è di tipo idro-geologico e per ovviare ai tanti problemi chepuò provocare tale rischio tra cui; frane ealluvioni, nel lontano 2003 l’Amministrazionedi allora parlava di 1 milione di euro per ar-ginare il Carapelle, si legge infatti: “Appaltarei lavori per un tratto del fiume Carapelle, sfrut-tando il milione di euro di fondi regionaliper arginare il dissesto idrogeologico. È questal a p r e o c c u p a z i o n e n e l l ’ i m m e d i a t odell’amministrazione comunale guidata dalsindaco Alfonso Palomba” ma “perché i lavoripossano essere compiuti secondo gli obiettivifissati, però, occorre eliminare il vincolo delPiano idrogeologico” e ancora “Il progettoper arginare in maniera significativa il Cara-pelle vedrebbe impegnati 12 milioni di euro,ma sin qui la Regione Puglia ha finanziatosolo 1 milione”. Le domande quindi sorgonospontanee, la regione stanzia soldi per appaltareun’opera in una zona dove la regione stessaha imposto il vincolo idrogeologico, inoltre,stanzia solo l'8,3% della somma totale cheserve a compiere l’opera irrealizzabile e in

più dove sono finiti un milione di euro stan-zianziati ben 10 anni fa? C’era una mezzaintenzione di sbloccare il paese dal vincoloidrogeologico e far si che l’opera si potesserealizzare? A queste domande non abbiamoancora una risposta, ma a distanza di diecianni dal lontano 2003 il paese è sottopostoancora a vincolo idrogeologico il che significabloccare le nuove costruzioni e le nuove opere,non solo, significa anche, vivere in una zonaa rischio alluvione tanto che l’AssociazioneNazionale Bonifiche ha inserito Carapellenella lista del rischio idrogeologico come zona

a rischio medio (dati relativi al 2012). Il fiumeCarapelle è uno dei corsi d’acqua più lunghiche solcano il Tavoliere con i suoi 98 Km(il Candelaro 70 km, il Sàlsola 60 km, il Cer-varo 80 km, i l Celone 59 km) nascedall’Appennino campano, in provincia di Be-nevento e sfocia nel golfo di Manfredoniapresso Zapponeta. Dagli ultimi vent'anni nonsi ricordano mai esondazioni di tipo catastro-fico ma il suo ingrossamento ha sempre fattopaura, l’ultima esondazione è avvenuta il 2dicembre 2013 ed è stata la più significativadopo quella avvenuta nel 2011.

Raffaele Carrabba è stato riconfermatopresidente provinciale della Cia (Confedera-zione Italiana Agricoltori) al termine del con-gresso su “+ AGRICOLTURA X NUTRIREIL MONDO PIU’ R¤DDITO PER GLIAGRICOLTORI” nell'ambito della sesta As-semblea elettiva. Lavori in cui è emerso ilrafforzamento dell'attività politico-sindacalein favore degli agricoltori e il valore di CIAquale organizzazione sindacale sempre piùstrutturata e radicata nel territorio per la tuteladel diritto degli agricoltori. Centrale il temadella qualità dei prodotti, della tutela dei prez-zi, della sicurezza e della legalità. Argomentiche potranno avere il loro sviluppo solo at-traverso una stretta relazione con le istituzioni.I lavoro sono statii introdotti dal rappresen-tante della Cia Nazionale, Alberto Giobetti,e moderati da Antonio Barile, presidente Ciadella Regione Puglia.

Al congresso erano presenti gli AssessoriRegionali Elena Gentile e Leonardo Di Gioia,

i deputati Arcangelo Sannicandro e ColombaMongiello, il sindaco di Foggia, nonché Pre-sidente dell'Assemblea Sindaci di Capitanata,Gianni Mongelli, e il Presidente della Cameradi Commercio di Foggia, Fabio Porreca. Pre-sente anche il Dipartimento di Agrariadell 'Università degli Studi di Foggia,l'Associazione Industriali e la Compagnia delleOpere per il loro importante ruolo nel settoredell’industria e delle cooperative agroalimen-tare; tra le altre organizzazioni di categoriaricordiamo Confcooperative Foggia e Confa-

gricoltura Foggia che, con la Cia, costituisconoil nucleo di “Agrinsieme” (il coordinamentoche rappresenta le aziende e le cooperativedi Cia, Confagricoltura e Alleanza delle coo-perative italiane), e infine Copagri; i sindacatidi categoria Flai-Cgl, Fai-Cisl e Uila-Uil non-ché i Gal di Capitanata oltre a rappresentantidella Unipol. L’importanza delle partecipazionidelle associazioni, è stato ribadito nel corsodei lavori, con le istituzioni e le organizzazionisindacali è fondamentale per favore lo sviluppodell'agricoltura in capitanata, al fine di pro-muovere una crescita sostenibile con garanziasulla tutela dei diritti degli agricoltori anchein tema di sicurezza e legalità.

Oltre a Carrabba, la giunta provincialeprovinciale della Cia è composta da LeonardoLionetti e Michele Ferrandino (vicepresidenti);Luca Di Ruberto, Silvana Roberto, AndreaIaffaldano (presidente Giovani AgricoltoriCia), Rosaria Ponziano (presidente “Donnein Campo”) e Fedele Cocca (presidente ANP).

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È stato sicuramente un Natale particolaree... da brivido non solo per il comprensorio diStornarella e degli altri centri dei 5 Reali Siti(Carapelle, Ordona, Orta Nova e Stornara), maanche per i territori dell’intera Daunia e dellaBat, che potranno pattinare sul ghiaccio a pochipassi da casa. Il merito va alla neonata Asso-ciazione Sportiva Dilettantistica “Zaga” che hainstallato all’interno della Villa Comunale diStornarella una pista di pattinaggio sul ghiaccio“10x20”. La struttura, inaugurata nei giorni allapresenza del sindaco Vito Monaco, e da alcunigiocatori del Foggia Calcio guidati da MarcelloQuinto (stornarellese doc!) e dell’ex hockeistainternazionale Antonio Limongi, è attiva e apertaall’entusiasmo dei già numerosi visitatori. Sitratta di una bella scommessa da parte dell’Asd“Zaga”, costola della società consortile “S&S”retta da Luigi Zagaria, che illustra i motividell’iniziativa: “È semplicemente un’opportunitàin più, rivolta alla nostra comunità e più in ge-nerale a tutti coloro che vogliano trascorrerequalche ora di svago e divertimento nel nostrobel centro e nelle nostre zone ricche di motividi interesse. Allo scopo, la nostra società haistituito un’associazione sportiva e realizzatosubito questa pista di pattinaggio: da questeparti, non si era mai visto... Ringraziamo il sin-daco Monaco per il patrocinio dell’ammi-

nistrazione comunale e la disponibilità dellaVilla Comunale: una location bella e suggestivache ospiterà al meglio gli ospiti per tutto ilperiodo festivo e anche oltre. Cos’altro aggiun-gere? Speriamo che vengano a visitarci in tanti,in modo che i nostri sforzi siano apprezzati eforieri di nuove iniziative”. La pista sul ghiaccioè aperta tutti i giorni dalle 15,30 alle 20 e dalle21 in poi per il turno serale... Nei festivi ancheal mattino dalle 10 alle 12. Tante iniziative inrampa di lancio per le giornate natalizie e difine anno. Curiosità, promozioni e notizie sullapagina facebook “Stornarella On Ice”.

Insomma, come sempre, un incontroA.n.po.s.di. è qualcosa di grande ed irripetibile

sotto ogni profilo e, quando si chiude il siparioper la fine dei lavori, resta l’intensa gioia diaver vissuto un’eperienza così ricca e gratificante,insieme alla consapevolezza della necessità diringraziare, in prima istanza, il Presidente M.Staltari e sua moglie Teresa, infaticabili, onni-presenti, efficientissimi organizzatori e disponi-bilissimi in ogni circostanza, insieme a tutti glialtri membri del Consiglio e quanti altri, a variotitolo, hanno lavorato e positivamente contribuitoper la buona riuscita del Congresso.

Perciò un immenso grazie di cuore a tuttied un arrivederci a Bassano del Grappa, chevedrà la luce, in ottobre, del prossimo Convegnod’Autunno.

Finalmente lo scorso 15 gennaio sono statiaperti gli ingressi del nuovo asilo nido e ludotecacomunale: si tratta di una “struttura importanteper la nostra comunità: dotata di ogni attrezzaturaindispensabile ospiterà neonati di età compresatra 3 mesi e 3 anni” ci fa sapere un entusia-sta Rocco Formoso, primo cittadino di Ordona.

Per l’inaugurazione ufficiale dell’immobile,ubicato nella zona periferica di fronte alla palestracomunale, e costato all’ente locale 123.500 eu-ro con l’accensione di un mutuo, si sta attendendouna risposta dall’Assessore Regionale al WelfareElena Gentile, il cui finanziamento complessivoammonta a 700.000 euro; tuttavia le attivitàdidattiche sono cominciate stamattina, la cuigestione è stata assegnata alla CooperativaSociale “Santa Maria” di Apricena. Previsti neiprossimi mesi altri importanti interventi di operepubbliche: “presto partirà il progetto orti socia-li: 24 piccoli appezzamenti terreni di circa 80metri quadri saranno assegnati, con un bandopubblico, a cittadini ordonesi in pensione: im-portante il contributo economico e anche il so-stegno burocratico da parte del GAL Piana delTavoliere, che ci consentirà di coprire le spesedi gestione dei terreni almeno nei primi dueanni”. Il 2014 vedrà poi l’avvio di lavori fina-lizzati a “riempire di contenuti” il Museo citta-dino (finanziamento di 750.000 euro), la realiz-zazione di un campo polivalente per le attività

sportive (progetto pari a 100.000 euro) e diuna pista ciclabile che collegherà varie zone diOrdona (importo di 320.000 euro). Infine sonoprevisti lavori di ristrutturazione della ScuolaMedia e della relativa palestra. Il sindaco For-moso, sollecitato anche sulla querelle con ilparroco don Salvatore Iorio per la revoca della

concessione di immobili comunali, precisa che“siamo stati in Prefettura e a breve quei localisaranno a disposizione del Nucleo di ProtezioneCivile: per le attività parrocchiali sono prontele stanze della nuova chiesa e ci auguriamo sigiunga così a una soluzione da tutti compresae condivisa”.

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Nel mese di dicembre scorso, nella presti-giosa sala della Rimembranza del Palazzo exGesuitico di Orta Nova, gremita da un foltopubblico, presenti membri dell’AmministrazioneComunale e relatori di spicco come il dott. Ni-cola Pergola e il dott. Michele Galante, si ècelebrata una magnifica nascita: è venuto allaluce il primo Dizionario Dialettale Ortese, inuna be l l i s s ima ves t e g ra f i ca ed ed i todall’Associazione Culturale “L’Ortese”.

Autore dell’opera il dialettologo Potito DiPietro che, con tenace ed immane lavoro diricerca, di ascolto, di trascrizione, durato oltresette anni, è riuscito a mettere la parola fineal suo progetto. Docente da anni in pensione,è un ortese appassionato ed amante del suopaese, della sua cultura, della memoria dei padrie di tutto ciò che li sintetizza brillantemente:la sua lingua, la sua parlata, il suo dialetto. Sì,dialetto. Finalmente uscito da uno stato di mi-norità durato a lungo ed oggi ampiamente ri-scoperto e ritenuto dai più “lingua viva” chealimenta, innerva e completa l’Italiano.

Dizionario inteso, perciò, come storia diuna comunità, come luogo dell’anima, comecoesione e sincera identità stratificata nella co-scienza collettiva, poichè la lingua, il parlatoriflette i luoghi comuni oltre che l’insieme deivalori legati ad una realtà concreta.

Lavoro pionieristico, prima opera nel suogenere, che si pone come importantissimo puntodi arrivo per il suo tenace autore, ma anche puntodi partenza per quanti altri studiosi ed appassionativogliano offrire ulteriori arricchimenti in ordinea raccolte di proverbi, locuzioni gergali, nuovomateriale lessicografico ed altro ancora.

Dopo la presentazione dell’opera da partedell’autore, che ha spiegato il lungo lavoro anchein termini di cifre: quattrocentoquarantaquattropagine, tredicimilaottocentosettantacinque lemmideclinati dall’ortese all’italiano e viceversa, ecome sia lentamente e progressivamente proce-duto nel tempo, è stata la volta di Nicola Pergola,gestore della biblioteca cerignolana del Crsec(Centro Regionale di Servizi Educativi e Cul-turali della Regione Puglia) e attivamente im-pegnato nella valorizzazione del suo territorio.Egli, dopo aver elogiato l’opera ed il suo autore,ha sostenuto, tra l’altro, che redigere un dizio-nario dialettale non è assolutamente operazionedi nostalgia ma puro atto d’amore, di vivifica-zione, di rivitalizzazione di un patrimonio divalori e di vita inestimabile che, in altro modo,andrebbe irrimediabilmente perso. È dareun’anima ad un accumulo di parole che si sonolentamente stratificate nel tempo, è alta missionedi cultura nei confronti delle generazioni future.“Nel mondo ogni 14 giorni scompare una lingualocale portando dietro di sé tradizioni, storia,cultura” ha ricordato e questo grido d'allarmesi leva da ogni parte del mondo su questo gravefenomeno. Le lingue locali, infatti, sono il col-lante che ci unisce alle nostre radici, il tenuefilo che ci tiene legati alla cultura popolare ealla storia del territorio, elementi identitari pereccellenza.

Ha preso poi la parola Michele Galante,dialettofono più che dialettologo a suo dire,che ha relazionato intorno alla nascita dellalingua Italiana in quel contesto di parlate diver-sissime tra loro e di come, nel corso dei secoli,

i dialetti abbiano continuato a vivere, rimanendoil mezzo di comunicazione più diffuso fra lapopolazione che, da analfabeta, è andata lenta-mente crescendo sul piano della cultura.

Si è soffermato poi sui dialetti della Pugliasettentrionale e ha concentrato la sua attenzionesulle contaminazioni presenti nel dialetto ortese,le cause facilmente comprensibili che le hannodeterminate e il processo di dialettizzazionedei termini “importati”.

Sicuramente grecismi, latinismi, ma anchefrancesismi, arabismi, spagnolismi e germanismihanno contaminato la parlata degli abitanti diOrta Nova, per l’essere questo territorio un cro-cevia, un punto d’incontro, di connessione, dimescolanza di genti, di etnie e di culture diverseche ha prodotto un’osmosi lentamente sedimen-tata nel tempo plasmando un’identità precisa.

Ha voluto esprimere la sua opinione poisulla difficoltà di tutti i dialetti: la loro trascri-zione. Far corrispondere correttamente ad ognifonema il grafema che lo identifica è davverocosa ardua, per la varietà delle sfumature sonore,per la stragrande diversità d’intonazione, perle innumerevoli variazione di pronuncia deglistessi suoni, per tutta una serie di ostacoli che,qualche volta, neanche l’alfabeto fonetico in-ternazionale riuscirebbe a risolvere compiuta-mente.

Da ciò la necessità di custodire su supportitecnologici la voce che narra, che declama, chedescrive, che ordina, che prega o che imprecain dialetto così da avere a disposizione nel futuroesempi reali di quella lingua.

Davvero interessanti le relazioni ascoltateche hanno contribuito a renderci ancor più con-sapevoli, se mai fosse necessario, che salvaguar-dare i dialetti sia opera non solo meritoria maindispensabile per il nostro e l’altrui futuro.

Il dizionario dialettale ortese, appena nato,non può che essere davvero un punto saldo nellacultura del territorio ed una serata come questarende omaggio a tutti i dialetti perché, superati

ormai i pregiudizi negativi di tipo storico e/oideologico, siano considerati unanimementepatrimonio di valori di comunità che affondanole loro radici nel tempo e nello spazio, unagrande ricchezza di civiltà da difendere e tutelareaffinchè nulla di ciò vada distrutto.

A ciò si dedica compiutamente l’ A.n.po.s.di.(Associazione Nazionale Poeti e Scrittori Dia-lettali), sin dal lontano 1952, con il suo lavorodi studio, di ricerca, di confronto, di approfon-dimento, di esperienze, di fruizione e produzionedi opere in lingua dialettale, svolgendo questocompito con grande impegno e fruttuosa sinergiatra le varie regioni d’Italia, e, all’interno diesse, tra i vari dialetti presenti.

Nell’ottobre 2013, nel convegno d’Autunnonella storica Repubblica di San Marino, il Pre-sidente dell’Associazione, dottor Mimmo Staltari,insieme alle Istituzioni sammarinesi, ha lanciatoun accorato S.O.S., ammirevolmente condiviso,volto a tale nobile scopo.

Sulla scia di tanta tenacia, alcune regionihanno cominciato a legiferare in merito allasalvaguardia dei propri dialetti e, da ultimo,da due anni si celebra, il 17 gennaio, la GiornataNazionale dei Dialetti e delle Lingue Locali,promossa dalle Pro Loco (UNPLI). Lo scopodella manifestazione è proprio quello di invitaretutti i comuni della penisola a ridonare splendoreal loro dialetto attraverso raccolta di libri in esui dialetti, testimonianze video ed audio, con-vegni, rappresentazioni teatrali, declamazionipubbliche di poesia, giochi di strada, ecc.

In tutta Italia esistono più di 8.092 dialetti,uno per ogni comune e secondo alcuni studiosiaddirittura 10 mila, prendendo in considerazionele varianti dei dialetti esistenti in diversi comuni.Disperdere questo immenso patrimonio culturalesarebbe una vera sciagura, soprattutto per lenuove generazioni che si vedrebbero depauperatedi quel prezioso bilinguismo (lingua nazionalee lingua locale) che è parte integrante dell’iden-tità italiana.

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Allora, col cuore che le batteva forte perla felicità (ma batteva forte anche a Salvatore),Graziella rientrava per andare a sedere al suoposto nell’ampia stanza dove venivano confe-zionati i capi di vestiario. Credeva che nessunoavesse scoperto il suo segreto, ma il giorno incui Salvatore non passò e lei si attardava fuoridell’uscio a far oscillare il pesante ferro dastiro, la maestra, con una venatura di bonariaironia nella voce le disse: “Grazzjè vine dinde,tande osce idde nno passe... Vù conzumå i ca-ravune?”. Graziella capì che tutti sapevano earrossì fino alla radice dei capelli, ma si sentìsollevata al tempo stesso. Da quel momentoin poi tutte le ragazze sarebbero state sue com-plici e l’avrebbero avvisata dell’arrivo di Sal-vatore, il quale non aveva capito niente e pensavasoltanto di essere un ragazzo moltofortunato. Graziella era poi ancor piùcontenta quando lo vedeva fermoall’angolo della strada nel momentoin cui lei usciva dalla sartoria: siguardavano negli occhi e si sorri-devano con gli occhi fino a quandoerano a pochi metri di distanza.

Poi lei distoglieva lo sguardomentre passava oltre. Non si scam-biavano né un saluto né una parola,perché non sarebbe stato lecito finoa quando egli non l’avesse “fermata”e questo doveva avvenire alla pre-senza di molte persone e in Piazza,mai quando fosse stata da sola.Sarebbe stata giudicata una ragazzapoco seria o quanto meno sfacciata.

Ma quell’amore fatto solo disguardi riempiva ugualmente i loro cuori difelicità, una felicità quieta che durava per tuttoil giorno e la notte, fino all’incontro del mattinosuccessivo.

Erano trascorse ormai sei settimane dal pri-mo incontro e Salvatore aveva saputo dal suoamico, la cui sorella era amica di una delleragazze che faceva l’apprendista insieme a Gra-ziella, che quest’ultima non era rimasta indif-ferente alle sue attenzioni e che sì, in definitiva,era ben disposta nei suoi confronti. Era il segnaleche egli aspettava con trepidazione, per cuidecise che la domenica successiva l’avrebbe“fermata” per dichiararle il suo amore e la serietàdelle sue intenzioni e aveva fatto pervenire lanotizia a Graziella per il tramite delle due ra-gazze. Così Graziella, la sera della domenicafatidica uscì a passeggio solo con la sua amicae prese a passeggiare sul marciapiedi riservatoai giovanissimi nella parte terminale verso ilCampo sportivo, per essere relativamente fuoridella portata degli sguardi dei genitori, del fra-tello e dei parenti stretti. L’amico di Salvatorepossedeva una copia de “Il segretario galante”e gli aveva fatto imparare a memoria una seriedi frasi che, secondo lui, avrebbero fatto breccianel cuore di Graziella e l’avrebbero fatta capi-tolare al primo assalto. Essi ignoravano cheun’altra copia di quel libricino, all’epoca moltodiffuso (gli innamorati avevano sì e no la licenzaelementare, pertanto comunicavano quasi esclu-sivamente per lettera, essendo il telefono pos-seduto da pochissimi e i telefonini erano ancoradi là da venire), si trovava anche nella sartoriadove Graziella andava a imparare il mestiere

di sarta. Graziella l’aveva letto e imparato quasitutto a memoria. La sera di quella domenicaSalvatore e il suo amico cominciarono a pas-seggiare non più dietro, ma quasi in linea conGraziella e la sua amica tenendosi a circa unmetro di distanza. Avevano fatto già tre su egiù, procedendo molto lentamente, ma Salvatoreaveva il magone addosso e non riusciva a fareil passo decisivo, che poi consisteva nella ba-nalissima frase: “Signorina, permette una paro-la?”.

Al terzo giro di boa il suo amico decisedi intervenire e lo spinse verso Graziella. Sal-vatore fece uno sforzo per non urtarla e final-mente pronunziò la frase fatidica. A questo pun-to, come da copione, l’amico di lui e lacompagna di Graziella si allontanarono di un

passo per discrezione e per dar modo ai duegiovani di parlarsi. Salvatore prese il coraggioa due mani, inspirò profondamente, richiamandoalla mente la prima delle frasi imparate sul“Segretario galante” e cominciò a declamarla:“Signorina, dal primo momento che i nostrisguardi si sono incrociati è come se dai vostriocchi una lama di fuoco fosse uscita per trafig-germi il cuore, che ora vi appartiene persempre…”.

A questo punto accadde l’imprevisto: Gra-ziella scoppiò a ridere, una risata bella, chenon era di scherno - Salvatore lo comprese im-mediatamente - ma una risata gioiosa e tenerainsieme e anche a lui si allargò il cuore per lafelicità.

Poi, di colpo, Graziella smise di ridere eguardandolo con amore gli disse: “Salvatò, mihai detto le parole della lettera numero 22. Vuoiche ti risponda con le parole della lettera numero23 o ci diciamo quelle che veramente ci dettail nostro cuore?”. Salvatore fulminò conun’occhiataccia il suo amico e, rivolto a lei,disse: “Hai ragione, Grazzjè! Scusami, io tivoglio bene sul serio e credo che tu l’abbiaormai capito. E tu? Mi vuoi bene tu?”.

Le convenzioni e la tradizione volevanoche la fortezza non capitolasse al primo assalto,senza nemmeno tentare una sia pur simbolicaresistenza, ossia che Graziella gli dicesse “sì”dopo una settimana di riflessione. Ma lei eratroppo innamorata e capiva che non poteva te-nere Salvatore sulla corda ancora per una set-timana. Inoltre voleva farsi perdonare per averlosmascherato sulla paternità delle parole da lui

pronunziate per dichiararle il suo amore e peraver riso di esse, non di lui per carità! Perciòrispose subito, con serietà e con un tono di vocevibrante che veramente trafisse il cuore di Sal-vatore: “Sì, anch’io ti voglio bene e te ne vogliodal primo momento che ti ho guardato negliocchi”. Stavolta era stata lei a prendere involon-tariamente in prestito le parole della lettera nu-mero 45, ma non ci pensò perché credeva - edera vero - di formularle autonomamente.

Salvatore aveva un nodo alla gola e nonseppe fare altro che allungare le braccia con ilpalmo delle mani rivolto in alto e su esso Gra-ziella appoggiò le sue, piccole, lisce e tremanti.Egli le strinse a lungo fra le sue, forti e ruvideper il lavoro, poi si staccò da lei. “Agge vistea fratte ‘nnanze au Barre de Zambine. Mò våche

a parlalle, prime ca u vene a sapè dal’ate, e te voglie gavitå despiacere pecolpa mije”. Era un modo delicato perindicare i ceffoni che allora padri efratelli non lesinavano alle ragazzesorprese a parlare in mezzo alla stradacon giovani che non si fossero preoc-cupati di parlare con loro nel volgeredi pochi giorni o, peggio, che non fosseroritenuti adeguati alla ragazza. Nel mi-gliore dei casi scattava la proibizionedi uscire a passeggio. Graziella glienefu molto grata e il suo amore per luicrebbe ancora di un bel po’. Salvatoresi allontanò a grandi falcate perchè,adesso che Graziella gli aveva detto disì, si sentiva dentro il coraggio di af-frontare tutto e tutti. Andò davanti albar, chiamò in disparte il fratello di

Graziella e gli rivelò il sentimento che provavaper lei.

“A meje ståce bbune, si avveramende tineindenzzione serje”, rispose il fratello di Graziella“parò t’à decide a dille pure a attàneme. Èje aidde ca tocche l’ùtema parole.

“U fazze quanne tuve me dice ca u pozzeparlå”. Si strinsero la mano, a suggello del con-senso e dell’accordo sui passi futuri da compiere,po i Sa lva tore to rnò da Graz ie l l a che ,dall’espressione felice che egli aveva, capì chetutto era andato bene e ne fu così contenta che,se fosse dipeso da lei, gli avrebbe gettato lebraccia al collo lì, in mezzo alla strada e davantia tutti. Dovette invece aspettare oltre mezz’orae altri quattro su e giù, questa volta uno al fiancodell’altra, con i rispettivi amici posizionati alledue estremità del quartetto. Alle nove e mezzaSalvatore l’accompagnò fino all’angolo dellastrada in cui lei abitava e il Dio degli innamoratifu benevolo con loro, perché la strada era desertae la lampadina del lampioncino a muro dellacasa all’angolo era fulminata.

Perciò essi, complice il buio, poterono darsiil loro primo bacio.

Mio nipote, quando ha letto la bozza di que-sto articolo, si è scompisciato dalle risate.

“Non è possibile!” ha ripetuto più volte “madavvero le cose andavano così?”

“Si” ho risposto con tono asciutto “capiscoche oggi voi andate per le spicce, che andatesubito al sodo e lo ottenete in abbondanza; mavoi siete la prosa; la nostra era poesia e franca-mente la preferisco!”.

(Fine)

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“Di fronte all'angusta valle da cui il Brentaesce per gettarsi nell'ampia e luminosa pianuraveneta, vi è una terra fertile e ridente, modellatada una lunga storia che conosciamo abbastanzabene ed una ancor più lunga preistoria che cono-sciamo appena, per la carenza di fonti scritte ela scarsità dei rinvenimenti archeologici” (GinaFasoli): è il territorio di Bassano del Grappa, co-mune italiano in provincia di Vicenza, nel cuoredel Veneto, situata sulla terrazza naturaleall’imbocco della Valbrenta, da cui regala unavista emozionante tra cime montuose, valli ver-deggianti ed una ricchezza di biodiversità sapien-temente tutelata e valorizzata. Cittadina limpidaed accogliente tanto da indurre anche la scrittricefrancese George Sand, durante una sua visita, adefinirla “un lembo di cielo caduto in terra”, sipresenta in tutta la sua bellezza ed unicità ai con-vegnisti provenienti da tutte le regioni italiane.

È qui infatti, in terra veneta per la prima volta,che ha avuto luogo, dal 10 al 14 ottobre 2013,il Convegno d’Autunno dell’A.N.PO.S.DI., lastorica e benemerita Associazione che da oltresessant’anni raccoglie i poeti e gli scrittori ditutta Italia che amano “esprimersi” nelle linguedei loro avi, con il preciso intento di tutelarle ediffonderne la conoscenza tra le nuove generazioni,affinchè nulla di quell’immenso capitale di vita,di esperienza, di storia e di cultura vada irrime-diabilmente disperso Accolti dalla centenaria storiadi raffinata ospitalità dell’hotel Belvedere, nelcuore pulsante della cittadina, di fronte al grandiosomonumento al generale Giardino, e nel vicinohotel Palladio, della stessa catena Bonotto hotels,i poeti ed i loro accompagnatori hanno trovatocalorosa accoglienza ed elegante sistemazionenelle ampie e lussuose camere loro destinate, dove,insieme al ricco materiale informativo sul territorio,era pronto per loro anche l’ultimo numero dellarivista dell’Associazione “Voci Dialettali”, comesempre ricchissima di articoli, notizie e bellissimefoto dell’ultimo convegno, insieme a copie deinuovi “Quaderni Dialettali” contenenti tutte lecomposizioni poetiche dei soci relative al 2012e, “dulcis in fundo” l’originale serigrafia creataper l’occasione dall’artista Sacco, in cui sonosintetizzati armoniosamente gli elementi identifi-cativi del territorio ospitante I lavori del convegno sono stati come sempre davvero interessanti apartire dalla scoperta del territorio e del “grandesenso d’italianità” che si respirava nell’aria, nelsaluto cordiale dei bassanesi incontrati nei bar,per strada, nei negozi, nei mercatini e dovunque.Ricca e suggestiva la storia di Bassano, brillan-temente raccontata, in un’articolata relazione, dalprof. Nicola Parolin, profondo conoscitore delterritorio, offertosi anche come guida nelle varieescursioni. Il nome di Bassano deriva da GensBassia, che indicava la proprietà agricola di uncerto Bassio, ubicata sull’altura della città e repertiritrovati nei dintorni di Angarano testimonianoun insediamento precedente all’arrivo dei Romani.Fonti scritte confermano, invece, l’esistenza diun primo nucleo del borgo già nel 998 con laPieve di Santa Maria e nel 1150 con il castello.

Ma Bassano visse il massimo splendore nelperiodo della dominazione veneziana. Per quattrosecoli, infatti, la Serenissima mantenne pace eserenità con grande beneficio nel settore tessilee dell’oreficeria, ancora oggi di altissima rilevanza.Il cinquecento vide poi la ricca proliferazioneartistica della Famiglia Da Ponte, artefice di ungran numero di opere d’arte d’inestimabile valore.La città, in tempi più moderni, si ritrovò coinvolta,in due tragici periodi. Gli incessanti e cruentiscontri della prima guerra mondiale provocaronola morte di ventitremila soldati, che furono sepoltinell’Ossario del Monte Grappa. Altro momentodrammatico fu “il rastrellamento del Grappa”

(più di cinquecento morti e quattrocento deportati)che culminò il 26 settembre del 1944 con trentunoimpiccagioni nei viali cittadini. Grande commo-zione ha scosso, infatti, l’animo dei visitatori da-vanti agli alberi, nel Viale dei Martiri, dove av-vennero queste barbarie. Durante l’esplorazionedella città, proseguendo l’escursione, si è visitatoil Castello degli Ezzelini, il Duomo e il famosis-simo e suggestivo Ponte di Bassano o Ponte Vec-chio sul fiume Brenta, ricostruito interamente inlegno secondo i disegni del celebre architettoAndrea Palladio, di cui si ammirano nel territorioville di rara bellezza. Altra tappa al Museo Civiconella cui ricchissima pinacoteca sono esposte molteopere del pittore bassanese Jacopo da Ponte edell’illustre scultore Antonio Canova. Fuori cittàla visita ha riguardato la bellissima Marosticacon le sue antiche mura, che discendendo dalCastello superiore, avvolgono il borgo e si con-giungono al Castello Scaligero inferiore; incante-vole la sua Piazza degli Scacchi e favolosi glistorici costumi ed i monumentali pezzi mobilidella famosa “partita a personaggi viventi” chelì si gioca, a ricordo di quella giocata nel 1454.

È stata poi la volta di Cartigliano per ammirareVilla Cappello “Morosini”, sede del Municipio,unica villa veneta con il colonnato tutto intorno,il cui progettista fu probabilmente Francesco Zam-berlan, uno degli ultimi collaboratori del Palladio.

E, subito dopo, verso Rosà per conoscerenei dettagli Villa Dolfin Baldù: raffinato edificio,situato al centro di una corte chiusa, risalentealla seconda metà del settecento, inserito in unpanorama campestre rimasto tutt’oggi integro edaccogliente. Nelle adiacenti barchesse si è visitatoun’enorme raccolta di animali imbalsamati, leantiche scuderie e il ricco museo delle carrozze.

Tale convegno, in una cittadina dall’inten-sissima vita culturale, si annunciava particolarmentericco e pieno di novità, come in effetti è stato.Grandissima la sintonia tra l’AssociazioneA.N.PO.S.DI. e la prestigiosa Accademiadelle“Aque Slosse” di Bassano, che promuoveda sempre la poesia dialettale, attività ampiamentedocumentata nella relazione di Eusebio “Berna”Vivian, eclettico, brillante e simpatico animatoredi tutto il convegno, sul tema: “La poesia a Bassanodel Grappa dalle origini del borgo ai giorni nostri”.

L’illustre relatore, Presidente Emeritodell’Accademia Aque Slosse, scrittore, poeta, sto-rico, esperto di cultura e tradizioni del mondocontadino, ha tracciato in modo avvincente il pro-gressivo diffondersi della poesia dal XVI ai giorninostri. Poi, citando Gino Pistorello, il poeta diBassano per antonomasia, ha concluso dichiarandoche al suo nome è dedicato il “Premio per giovanipoeti”, una sezione del Premio “Aque Slosse”

nato nel 1976 da lui stesso ideato. È in questafruttuosa sinergia che si pone la Cerimonia diPremiazione della Prima Edizione del PremioQuinquennale per Opere Edite in Lingua Dialettale“Città di Bassano del Grappa” con la previstadeclamazione di una poesia per ciascun vincitoreregionale. Il presidente A.N.PO.S.DI. dott. MimmoStaltari, soddisfatto e gratificato per i risultatieccezionali di questa stretta e felice collaborazione,ha ringraziato sia il presidente dell’Accademiasia i rappresentanti dell’Amministazione Comunale,attivamente e continuatamente presenti in tutti ilavori del convegno, per il sostegno alla program-mazione di un premio letterario così rilevante.

Ha elogiato inoltre l’impegno dei DelegatiRegionali A.N.PO.S.DI. per aver formato e pre-sieduto le relative giurie in un lavoro non certofacile, nel dover scegliere un solo vincitore trale numerose opere pervenute. Si è iniziato la pre-miazione dalla Valle d’Aosta per terminare ilviaggio in Sardegna, percorrendo poeticamentetutta l’Italia. Ogni poesia è stata preceduta dauna canzone regionale eseguita dal famoso “Corodi Bassano” fondato dal maestro Marco Crestanie magistralmente diretto dal M° Bruno Marin.L’eccellente abbinamento artistico ha creato nellasala un clima suggestivo che si fondeva conl’emozione straripante dei premiati, ampiamentee meritatamente applauditi dai presenti. Per laregione Puglia l’ambito riconoscimento è andatoal poeta canosino Sante Valentino, esimio e bril-lante cantore delle proprie radici culturali.

Dotte relazioni sono state svolte dal prof.Evaristo Borsatto, vice presidente dell’AccademiaAque Slosse sul tema “Prodotti della terra edattività artigianali nel territorio di Bassano”, daM. Cristina Nascosi Sandri sulle finalitàdell’AR.PA.DIA., l’“Archivio Padano Dei Dialetti”e da Elio Fox, Presidente del Cenacolo di PoesiaDialettale Trentina, Direttore della rivista “Ciacereen trentin” e Delegato Regionale A.N.PO.S.DI.per il Trentino Alto Adige sul tema “La poesiadialettale nel Triveneto”, relazioni assai ricchedi notizie, citazioni e d’interessanti spunti di ri-flessione.

A tutto questo è da aggiungere la parte comunead ogni convegno, ma sempre nuova per originalitàed unicità di temi e d’espressioni, ossia il “Recitalin tutti i dialetti d’Italia”, momento intensamenteatteso e calorosamente apprezzato da tutti i poeti.

Per la Regione Puglia hanno declamato leproprie composizioni R. Guerrieri, G. Maggio,M. La Viola, R. Sgaramella, A. Tarantino, e S.Valentino, calorosamente apprezzati ed applauditiper i temi trattati, la creatività espressiva e perle personali performance.

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IL VENTO TRA LE SPIGHEAmico lettoreQueste legate paroleBen strette tra loroDa un refe filo bianco,questo chiuso libroche tra le mani ora stringinon sono solamente foglidi carta intrisi d’inchiostroma realtà viva degli Ortesi.Se dunque tu l’apri e lo leggiApri e leggi il cuore e l’animaDel nostro amato paese.Sappi, Amico lettoreChe queste annodate pagineNon sono parole morteMa nudo canto e soffio di ventoTra le spighe della nostra terraE della nostra Daunia Storia.

Mario Gravina

VIA MOLO, IERI(Deliceto-Fg)

Na vije strette e longhe,se snode e se ncasteresotte a lu Castiêdde,quà stanneskavête re grottere le cantine.Eje la strêde, quanne eje autunne,re li sicchije, re li varrile,re le votte, re li tine.L’addore re la vinaccije ere lu muste gnêne ra le pressee trêse rinde a tutte re chêse.Eije la feste re la prijêzze,re la vendemijee l’arte re sapé fé lu vine.

Michele Campanaro

Via Molo ieri. Una via stretta e lunga// si snoda e si incastra // sotto il Ca-stello, // dove sono scavate le grotte// delle cantine. // È la strada, nellastagione di autunno, // dei secchi edei barili, // delle botti e dei tini. //L’odore di vinaccia e // di mosto saledalle presse // e invade le case. // È

la festa gioioa della vendemmia edell’arte di fare il vino.

PUGLIARegione a me tanto cara,magica terra ricca di storia,sempre accoglientecome il cuore della tua gente.Ricca di sole,fonte di luce e di vita,gremita di paesaggisempre più evoluti,costeggiata da uno splendido mare.La tua gente gode della frescabrezza marina e di uno splendidosole nascenteche sembra infiammare di rossol’adriatico mare.Arricchita di rinnovate salinee di trulli unici di Alberobello.Prosperosa di ulivetie fiorenti vigneti.Vecchi paesi dalle antiche usanze,storici Santimeta di tanti pellegrinaggi.Tappezzata da vallate,

boschi e collinee da campidi spighe dorate di grano.Scenari scolpiti nel tempo dalla naturasono le tue coste.Nessun pittore seppe mai osare tanto.Puglia, amata terra mia!

Giuseppe Maggio

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