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Anno 97 - n. 1 - Gennaio 2011 Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) Art. 1, comma 2, DCB VERONA Libertà religiosa e pace Libertà religiosa e pace pag. 12 46 46 a a Settimana sociale Settimana sociale pag. 18

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a cura della Redazione

VITA DEL SANTUARIO

MdC - GENNAIO 20112

Agenda del santuario

Apertura santuario

Orario solare 7.30 - 12.00 • 14.30 - 18.00

Orario legale 7.30 - 12.00 • 14.30 - 19.00

Orario delle sante messe

feriale: 9.00, 10.00, 11.0016.00 (orario solare) 17.00 (orario legale)

festivo (orario solare):8.00, 9.00, 10.00, 11.3015.30, 17.00

festivo (orario legale):8.00, 9.00, 10.00, 11.3016.00, 17.00, 18.00

Apertura ufficio Bollettino

mattino: 8.30 - 12.00

pomeriggio: 14.30 - 18.00

Orario Autoservizi SAF per raggiungere il santuario

Udine (autostazione) 9.00Cividale (autostazione) 9.30Castelmonte 9.50

Castelmonte 12.10Cividale (autostazione) 12.30Udine (autostazione) 13.00

Il servizio non si effettua: a Natale, 1° gennaio, Pasqua, 1° maggio e in caso di neve o ghiaccio.

Orari e appuntamenti

ALLA SCUOLA DI MARIA1 gennaio 2011, Maria Santissima Madre di Dio:alla santa messa delle ore 10.00affidamento a Maria dei genitori in attesa di un figlio.

9 marzo 2011, LE CENERISante messe ore 9.00 - 10.00 - 11.00alla santa messa delle ore 16.00: benedizione e imposizione delle ceneri.

Dio:

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RINNOVO ASSOCIAZIONE

È in pieno svolgi-mento la campa-gna associativa per il 2011. Sollecitia-mo tutti a rinno-vare il versamento della quota per con-tinuare a ricevere il

«Bollettino». Grazie!

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Anno 96 - n. 10 - Dicembre 2010

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APPUNTAMENTIIN QUARESIMAMarzo:Marzo: venerdì 11, 18, 25Aprile:Aprile: venerdì 8, 15alle ore 20.3020.30 in santuario

IL PRESEPIO DI CASTELMONTEÈ stato allestito anche quest'anno nella cripta un bellissimo presepio. Rimmarà aperto fino al 31 gennaio (sotto: veduta del presepio del 2009).

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3GENNAIO 2011 - MdC

Madre della pace, prega per noi!

I l Signore ci dona d’iniziare un nuovo anno e noi ci lasciamo confortare dalla speranza.

Perché Dio ci sta benedicendo. E perché Maria maternamente intercede per noi. La preghiamo, infatti, col titolo di Madre di Dio e madre della pace. «La pace vera, quella annunciata dagli angeli nella notte di Natale, non è semplice conquista dell’uomo o frutto di accordi politici; è, innanzitutto, dono divino da implorare costantemente e, allo stesso tempo, impegno da portare avanti con pazienza, restando sempre docili ai comandi del Signore» (Benedetto XVI, Omelia del 1 gennaio 2008).

Pace nel cuore, allora, perché con Maria ci affi diamo all’amore di Dio e vogliamo-accettiamo che la nostra vita sia illuminata dal suo amore e guidata dalla sua parola. Solo allora il cuore troverà quell’acquietamento («riposo») che instancabilmente va cercando, come osservava sant’Agostino. E questo è il dono che Maria chiede: pace nel cuore di ogni «fratello» del suo Figlio, pace nelle famiglie, nelle città, nel mondo.

A Lei chiediamo:«Tu, che nello stupore di tutto il creato hai generato il tuo Creatore, Madre sempre vergine, pietà di noi peccatori» (Alma Redemptoris mater).

«Alla scuola di Maria possiamo cogliere con il cuore quello che gli occhi e la mente non riescono da soli a percepire, né possono contenere. Si tratta, infatti, di un dono così grande che solo nella fede ci è dato di accogliere pur, senza tutto comprendere. Ed è proprio in questo cammino di fede che Maria ci viene incontro, ci è sostegno e guida. Lei è madre perché ha generato nella carne Gesù; lo è perché ha aderito totalmente alla

volontà del Padre. Scrive sant’Agostino: “Di nessun valore sarebbe stata per lei la stessa divina maternità, se lei il Cristo non l’avesse portato nel cuore, con una sorte più fortunata di quando lo concepì nella carne” (De sancta Virginitate, 3,3)» (Benedetto XVI, om. cit.).

Maria ci ottenga il dono di cogliere il volto luminoso di Dio sulla nostra vita (Egli «faccia risplendere per noi il suo volto», ci «faccia grazia» e ci benedica: cf. Nm 6,24-26).

O Maria,O Maria,«nel nome della nascita del Signore, «nel nome della nascita del Signore, implora con noi la pace, implora con noi la pace, la giustizia nel mondo!la giustizia nel mondo!Madre della pace,Madre della pace,in tutta la bellezza e maestàin tutta la bellezza e maestàdella tua maternità,della tua maternità,che la Chiesa esalta e il mondo ammira,che la Chiesa esalta e il mondo ammira,ti preghiamo:ti preghiamo:sii con noi in ogni momento!sii con noi in ogni momento!Fa’ che questo nuovo anno sia un anno di pace,Fa’ che questo nuovo anno sia un anno di pace,in virtù della nascita in virtù della nascita e della morte del tuo Figlio! Amen!». e della morte del tuo Figlio! Amen!». (Giovanni Paolo II)

a cura di A.F.

ANGOLO DELLO SPIRITO

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EDITORIALE

5GENNAIO 2011 - MdC

Lampada per i miei passi Lampada per i miei passi è la tua Parola è la tua Parola (Sal 118,105)

C arissimi amici, il Signore vi dia pace! Nel messaggio per

la Giornata mondiale per la pa-ce del 2011, papa Benedetto XVI ha posto l’accento sul tema del-la libertà religiosa, mentre nel mondo si registrano diverse for-me di limitazione o negazione di essa, di discriminazione e di marginalizzazione basate sulla religione, fi no alla persecuzione e alla violenza, come sperimen-tano tanti nostri fratelli cristiani in varie parti del mondo (sono oltre 50 milioni!). Ne parliamo brevemente a p. 12.

H o l’impressione che la nostra mente faccia come faccia-

mo con i giornali. Quando arri-vano, li sfogliamo rapidamente; può capitare di soffermarsi su un articolo che attira la nostra attenzione. Letto quello, met-tiamo tutto da parte, rimandan-do altre letture alla sera… Ma, alla sera, non ce la facciamo e rimandiamo. Il giorno dopo, stessa operazione. Alla fi ne di una settimana abbiamo una pila di giornali da… eliminare. Cosa c’era d’interessante nel primo che abbiamo accanto-nato? Non c’è tempo, avanti col giornale di oggi.

Abbiamo chiesto ad Alber-to Friso di parlare un po’ della Settimana sociale dello scorso ottobre. Un avvenimento eccle-siale di notevole importanza,

preparato a lungo nelle dioce-si. Quale era il tema generale? Quali suggestioni sono usci-te? Avanti con altri eventi, con altri documenti… Avete dato un’occhiata agli Orientamenti pastorali dell’episcopato italiano per il decennio 2010-2020? (Ti-tolo: Educare alla vita buona del vangelo). Sono datati 4 ottobre 2010, ma sono usciti il 28 se-guente, 11 giorni dopo la con-clusione della Settimana socia-le. Non avete avuto tempo? Lo faremo insieme… più avanti!

H o sul tavolo l’esortazione del papa sulla parola di Dio

dopo il sinodo dei vescovi, te-nutosi nell’ottobre del 2008 sul tema: «La Parola di Dio nel-la vita e nella missione della Chiesa». Diffuso l’11 novem-bre, il documento è datato 30 settembre 2010, giorno in cui si fa memoria liturgica di san Gerolamo, celebre studioso della Bibbia e patrono dei bi-blisti, autore largamente citato dal papa per la sua fede nello stretto legame fra la parola di Dio scritta e il corpo di Cristo eucaristico.

Mi limito a qualche cenno, rinviando ai prossimi numeri una presentazione più ampia.

Titolo dell’Esortazione apo-stolica: Verbum Domini. «La pa-rola del Signore - esordisce il papa - rimane in eterno. E que-

sta è la parola del vangelo che vi è stato annunziato» (1Pt 1,25).

Un testo ampio, un vero e proprio libro. Secondo alcuni esperti, si tratta del più impor-tante documento della Chiesa sulla sacra Scrittura dopo la costituzione dogmatica Dei Ver-bum del concilio Vaticano II. Si coglie la mano ferma, semplice e profonda del teologo Ratzin-ger, che offre un testo di medi-tazione, uno strumento che può rinnovare la vita dei cristiani a partire da una maggiore fami-liarità con la Bibbia (conoscen-za, lettura, preghiera). Vi sono perfino suggerimenti su come attuare la meditazione (lectio divina, nn. 86-87), come prepa-rare un’omelia (n. 59), come va-lorizzare il silenzio (n. 66).

Il documento è suddiviso in tre sezioni. La prima («Verbum Dei») mette in risalto la dimen-sione trinitaria della rivelazione cristiana; la seconda, «Verbum in Ecclesia», spiega la vitalità del-la parola di Dio nella vita della Chiesa e la terza, «Verbum mun-do», mette in luce l’ampiezza del-la missione dei cristiani, desti-natari ma anche annunciatori e testimoni della parola di Dio. Un anno con la parola di Dio sarà certamente un buon anno!

Il Signore conceda a tutti di essere illuminati dalla luce del suo volto!

Buon Anno! MdC

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di Lucia Festone

EDUCARE OGGI / 6

Per fare educazione ci vogliono «maestri» capaci

Educare: la risorsa nonniI nonni, quando ci sono, costituiscono una grande risorsa per la vita familiare, perché possono svolgere un ruolo prezioso nell’educazione dei nipoti. Con un po’ di anni sulle spalle, si riesce meglio a comprendere la spontaneità di bambini e ragazzi; fare i nonni significa scoprire in sé nuove energie, sentirsi stimolati a leggere, a coltivare interessi e rapporti sociali, a sfruttare ancora le proprie potenzialità creative. Gioie e affanni dei nonni d’oggi…

Nonni educatori: un ruolo importante

Q ualcuno, riferendosi al rap-porto La sfi da educativa1, ha

osservato che, nella crisi epo-cale di tradizione e di maestri che stiamo vivendo, si rischia di perdere la ricchezza del pas-sato e che il rapporto-proposta richiama l’importanza di un processo umano globale e pri-mordiale che deve farci liberi e responsabili.

Educare esige la sensibilità del cuore che indovina le ric-chezze dell’altro, che accetta e rispetta i suoi limiti, è paziente di fronte alla lentezza della sua evoluzione, trova le parole e gli atteggiamenti giusti nei mo-menti di crisi, dà fiducia oltre ciò che indicherebbe la ragione.

I nonni, in modo diverso dal passato, sono una grande risor-sa per la vita familiare; il loro ruolo è sempre più prezioso e per nulla scontato nella cresci-ta e nell’educazione dei nipoti. La loro generazione ha speri-mentato grandi trasformazioni sociali e culturali e ora, più di prima, è in grado di apprezzare la spontaneità dei bambini e dei ragazzi.

Ci sono diversi tipi di nonni: c’è chi abita vicino ai fi gli (e ai nipoti), chi nella città limitrofa, chi molto lontano, addirittura in altre nazioni. Non tutti sono in-

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EDUCARE OGGI / 6

cui è portatore il nonno nella nostra società multimediale e multirazziale può costituire per il nipote l’occasione per un al-largamento dei propri orizzonti e un superamento delle barrie-re culturali. È questo uno dei motivi che portano autorevoli studiosi a dedicare molta at-

tenzione alla fi gura del nonno come fonte di promozione e di dialogo per tutti i membri della famiglia.

Punti di riferimento per i valori fondamentalidella vita

I bambini e soprattutto i ragaz-zi hanno bisogno di confron-

tarsi con adulti veri, credibili, coerenti. Non pretendono per-sone senza difetti, ma ricche di passione, capaci di relazione e con tanta voglia di scommettere su di loro. Il contributo educati-vo del nonno, se ispirato a valo-ri autentici, ha notevole rilevan-za per lo sviluppo e la ricchezza di socializzazione del bambino.

Il nonno portatore di valori importanti non può, però, im-porli, tentando di plasmare il

clini ad assumersi la funzione di accompagnatori e di guide dei nipoti, anche perché la fascia d’età dei nonni abbraccia un ar-co piuttosto ampio: ci sono non-ni di cinquant’anni, ma anche di sessanta, di settanta e oltre.

Rispetto a un tempo, i non-ni sono, oggi, meno austeri e più giovanili sia nell’aspetto sia nell’abbigliamento. Specie tra i più «giovani», superato lo shock di ritrovarsi già nonni, sono nu-merosi quelli disposti a pren-dersi cura dei nipotini e a dare una mano ai fi gli nel loro deli-cato compito di genitori.

La «nonnità», dunque, richie-de una ridefi nizione di ruoli, di competenze e funzioni, suscita nuove energie e soddisfazioni, ma può far nascere anche di-saccordo e regressioni. Essa è vissuta diversamente in base alle caratteristiche individuali di ogni persona. Alcuni nonni assumono positivamente il loro ruolo, considerandolo un’espe-rienza gratificante, un nuovo motivo di vita che offre di man-tenere, in certo senso, la pro-pria funzione generativa; per altri, invece, essere nonni signi-fi ca essere diventati vecchi, inu-tili, sostituiti dai fi gli - divenuti genitori -, esclusi dal campo della fertilità e della procreazio-ne, fi no a giungere al rifi uto del ruolo stesso.

Fattori di equilibrio

R esi più tolleranti e pazien-ti dall’esperienza di vita, i

nonni possono rappresentare anche un elemento di equilibrio nella vita di fi gli, generi, nuore e nipoti. Nel rapporto nonni-nipoti piccoli c’è novità e molta curiosità, donate dalle nuove vite che si presentano con tut-ti i loro bisogni. Con i nipotini

i nonni fungono da polo affet-tivo; quando questi diventano adolescenti, sono stimolo so-ciale e intellettuale. Il contatto con i nonni, infatti, permette al bambino (e al ragazzo) di co-noscere abitudini, tempi, stili diversi dai propri e, non di ra-do, anche da quelli dei genitori.

Proprio per questo i nipoti, mol-to spesso, pongono domande e ascoltano con attenzione le risposte e i racconti dei nonni.

Essere nonni oggi, inoltre, si presenta come un ruolo nuovo, non equiparabile a quello tra-dizionale del nonno patriarca, custode di cultura e di saggez-za, legato al mondo contadino. I profondi cambiamenti avve-nuti all’interno della società e della famiglia hanno portato a una nuova realtà di nonno, così come hanno trasformato i rapporti fra genitori e fi gli, ri-schiando di lasciare questi ulti-mi, i «fi gli-nipoti», senza validi modelli con cui confrontarsi. Il ruolo che i nonni oggi possono svolgere non corrisponde, in-fatti, all’immagine che essi han-no assimilato dalla tradizione. Tuttavia, la cultura diversa di

Nipoti e pronipoti festeggiano la nonna novantenne.

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EDUCARE OGGI / 6

La letterina di Paolo è ric-ca di emozioni, di profondità e di sapienza. L’apostolo ricorda all’amico Filemone con verità, ma anche con finezza, i suoi doveri di cristiano e in partico-lare i modi con cui è chiamato a vivere il rapporto con il suo schiavo, pur lasciando l’amico libero nelle sue scelte (vedi box a lato).

I nonni potrebbero avere un ruolo affine con i figli nell’educazione dei ni-poti, cioè trasmettere la verità su comportamenti o situazioni con delica-tezza, lasciando liberi figli e nipoti nelle scel-te definitive. Secondo Osvaldo Poli, psicologo e psicoterapeuta, consu-lente educativo e fami-liare, la verità è il primo dono che i nonni devono offrire a fi gli e nipoti. L’e-sercizio della prudenza va inteso come capaci-tà di affermare la verità con un bel savoir-faire e non con mezze verità o con il far fi nta di non sa-pere, perché i fi gli hanno bisogno di sentirsi dire la verità!

Benevolenza e servizio alla verità

L a «nonnità», dunque, non s’improvvisa, ma

è frutto di un’educazio-ne partita da lontano e che continua, che rico-nosce la persona come valore primario e che promuove l’aper tura verso l’altro. Questa è una cosa molto impor-tante, soprattutto alla luce delle profonde im-plicazioni educative ri-

nipote a propria immagine e so-miglianza, ma deve accoglierlo per quello che è, rispettando la sua specifi ca identità. Questa è la condizione essenziale per in-staurare un dialogo fruttuosa-mente «confl ittuale», basato sul rispetto di tutti i valori, anche di quelli estranei alla propria sensibilità. Di conseguenza, il nonno sarà un buon ascoltato-re e un acuto osservatore nei confronti del nipote e piuttosto di limitarsi a cercare di conquistarne l’affetto con lodi, regali o gratificazioni mate-riali, diventerà un testi-mone. Cioè un educato-re. Se vuole essere tale e non semplicemente un custode, se vuo-le rendere la relazione un’occasione di crescita reciproca, di coeduca-zione, deve aggiornarsi continuamente sui per-corsi di formazione del bambino e sul modo di fare educazione oggi. Deve leggere, mante-nersi attivo, coltivare interessi e rapporti so-ciali, istruirsi (anche frequentando le uni-versità della terza età), sfruttando le proprie potenzialità creative. I nonni possono ricoprire questo compito arduo, ma bello, senza troppi problemi.

San Paolo un esempio di «nonno»

L’ immagine biblica che potrebbe ren-

dere in modo efficace il ruolo dei nonni nella crescita del nipote è la

breve lettera, un biglietto, che san Paolo scrisse a un certo Fi-lemone. Uno schiavo di questo benestante signore, convertito da Paolo alla fede cristiana, era scappato e aveva raggiunto lo stesso Paolo. Non ne conoscia-mo la ragione. Lo schiavo ave-va un nome che è tutto un pro-gramma: Onesimo, cioè «Utile», benefico, in greco, ma… era scappato!

L’AMORE RIMEDIO ALLA COLPA

San Paolo a Filemone

[Carissimo amico Filemone], «rendo grazie al mio Dio, ricordandomi sempre di te nelle mie preghiere, perché sento parlare della tua carità e della fede che hai nel Signore Gesù e verso tut-ti i santi. La tua partecipazione alla fede diventi operante, per far conoscere tutto il bene che c’è tra noi per Cristo. La tua carità è stata per me motivo di grande gioia e consolazione, fratello, perché per opera tua i santi sono stati profonda-mente confortati. Per questo, pur avendo in Cristo piena libertà di ordinarti ciò che è opportuno, in nome della carità piuttosto ti esorto, io, Paolo, così come sono, vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesù. Ti prego per Onesimo, figlio mio, che ho generato nelle catene, lui, che un giorno ti fu inutile, ma che ora è utile a te e a me. Te lo ri-mando, lui, che mi sta tanto a cuore. Avrei voluto tenerlo con me perché mi assistesse al posto tuo, ora che sono in catene per il vangelo. Ma non ho voluto fare nulla senza il tuo parere, perché il bene che fai non sia forzato, ma volontario. Per questo, forse, è stato separato da te per un mo-mento: perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come fratello carissimo, in primo luogo per me, ma ancora più per te, sia come uomo sia come fratello nel Signore! Se, dunque, tu mi consideri amico, accoglilo come me stesso. E se in qualche cosa ti ha offeso o ti è debitore, metti tutto sul mio conto» (Fil 8-18).

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25GENNAIO 2011 - MdC

EDUCARE OGGI / 6

conosciute al ruolo di nonno. Il rapporto nonni-nipoti, infatti, da un lato appare privo delle ambiguità e dei disagi propri delle relazioni tra adulti o tra generazioni contigue. Rispetto ai genitori, i nonni si presen-tano meno rigidi, più tolleran-ti, disponibili al dialogo, talora complici. L’essere nonno si ma-nifesta in un rapporto libero, sereno, privo delle preoccupa-zioni e delle ansie educative ti-

piche del rapporto genitori-fi gli. I nonni, pertanto, possono con-tribuire in modo complementa-re e integrativo alla formazione

dei nipoti. Non avere respon-sabilità educative dirette, infat-ti, non significa non avere un ruolo importante. Molti nonni, invece, almeno tra quelli che conosco, spesso non sono per niente convinti dell’importan-za della loro figura dal punto di vista educativo e tendono a sminuire quest’aspetto, anche a causa della diffi coltà di dialoga-re sull’educazione con i genitori dei piccoli.

Una frase dello scrittore Khaled Hosseini esprime bene il servizio che i nonni possono rendere nei confronti di fi gli e

nipoti: «È meglio essere feriti dalla verità che consolati dalla menzogna».

1 COMITATO PER IL PROGETTO CULTU-RALE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA (a cura), La sfi da educativa. Rapporto-proposta sull’educazione. Prefazione di Camillo Ruini, Editori Laterza, Roma-Bari 20109, pp. 223.

Suggerimenti bibliografi ci: ANNA OLIVERIO FERRARIS, Arrivano i nonni, Rizzoli, Milano 2005, pp. 224.LANIADO NESSIA - PIETRA GIANFILIP-PO, W i nonni. Alla riscoperta di un ruolo da sempre importante e og-gi tutto da inventare, Red edizioni, 2006, pp. 111.DENIS SONET , L’arte di essere genito-ri e nonni, Elledici, Torino-Leumann 2005, pp. 88. FERLAND FRANCINE, Essere nonni oggi e domani. Piaceri e trabocchetti, Edi-zioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2009, pp. 144.

CHE GIOIA I NIPOTI!

Sono una nonna di 59 anni e in al-cuni momenti mi sembra di ritor-nare indietro nel tempo. Pensavo di godermi la pensione e di morire di noia e, invece di avere tre figli di cui prendermi cura, ho sei nipoti: vai a prendere quella, porta questo in pa-lestra, ecc. È un corri corri, ma con un aspetto nuovo: ho tempo di par-lare con loro, di giocare e di scherza-re, cosa che mi è mancata con i miei figli. Poter ascoltare il racconto dei loro sogni e dei loro timori mi rende protagonista nella loro vita. Spesso mi ritrovo a pormi domande: «Sto facendo bene? Andrà bene così?...». Puntualmente, la Provvidenza arri-va con un libro, con un articolo, con una conferenza che illuminano le mie scelte, le rettificano oppure le confermano. Sto vivendo una secon-da giovinezza, ma con più gusto!