Lironi edilizia popolare e urbanistica

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Italia Nostra incontri sull’Architettura del Novecento a Padova Sergio Lironi Edilizia Popolare e Urbanistica a Padova nel Novecento Padova, 6 febbraio 2016

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Italia Nostra incontri sull’Architettura del Novecento a Padova

Sergio Lironi

Edilizia Popolare e Urbanistica a Padova nel Novecento

Padova, 6 febbraio 2016

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La questione abitativa a Padova

Tra Ottocento e Novecento

1.

Sergio Lironiarchitetto

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Dalla Relazione dell’ing. Emilio Sacerdoti alla Società d’Igiene (28 febbraio 1888)

Percorrendo… « via San Rocco, centro della nostra città, si troveranno delle case dove i locali terreni, con pavimento sconnesso da cui emana continua umidità e che ricevono aria e luce da immondi e ristretti cortili, servono ad uso di stanze da letto; altre mancanti di fogne ed acquai dove tutte le immondizie vengono dagli inquilini riversate in un ristretto cortile, unica fonte di aria e di luce per i numerosi locali verso di esso prospicienti ».

Nella sua relazione Sacerdoti si dichiara a favore del risanamento dell’esistente più che della costruzione di quartieri operai, in quanto «… gli operai sono sparsi in tante piccole officine e botteghe su tutta la superficie della città; lavorano qua e là nelle fabbriche dove vengono richiesti .… tornerebbe troppo incomodo a molti fra loro il trasportarsi ogni sera, stanchi dal lavoro, alla propria casa ».

Ma soprattutto «… l’agglomerazione di tanta gente della stessa classe, che ha bisogni eguali e risorse simili, ingenera quasi necessariamente la discussione sulle condizioni proprie … un quartiere tutto operaio, nelle condizioni nelle quali verrebbe a trovarsi oggi nella nostra città, è un campo dove facilmente potrebbero allignare e crescere rigogliose le teorie sovversive ».

Case operaie e teorie sovversive

Via Boccalerie

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Padova - Pianta di Giovanni Valle (1779-1784)

Le aree verdi coprono oltre il 42% del territorio urbano

da Padova. Il volto della città

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Progressisti e modernizzazione urbana

1900 - Vittoria alle elezioni amministrative della lista progressista di “Unione Popolare”, che governerà per 12 anni

1903 - Legge Luzzatti : crediti agevolati ed esenzioni fiscali per l’edilizia popolare

1904 - Regolamento attuativo: criteri costruttivi e standard minimi

1904 / 1915 - Iniziative dell’ Opera Pia Case Operaie (circa 300 abitazioni), promossa dal Comune e dalla Cassa di Risparmio e nella quale confluiscono diverse Fondazioni istituite negli anni precedenti.

Agli interventi dell’Opera Pia si affiancano quelli di imprenditori privati (Mattiello e Cavazzana) e di alcune cooperative di lavoratori ed insegnanti.

1907 - Realizzazione della prima tranvia a trazione elettrica

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Popolazione Comune di Padova

234.678

64.862

231.599

214.198215.137204.870

126.843138.709

167.672

197.680

108.912

70.75381.242

96.118

In trent’anni, da 1871 al 1901, + 16.380 ab

In dieci anni, da 1901 al 1911, + 14.876 ab

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Gli interventi di edilizia popolare si loca l i zzano quas i esc lus ivamente a l l ’ in terno del la c i t tà ant ica , non alterandone la forma e l’immagine.

Club Ignoranti, Case di via Orsini (1904)

Carlo Aymonino, La Città di Padova

1878 -1906

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- I diversi gruppi di case lungo le vie Citolo da Perugia, Raggio di Sole e Orsini;

- Il “Quartiere Umberto I” tra via Cavalletto e via Acquette (in anni successivi demolito e ricostruito);

- I fabbricati di via Michele S a n m i c h e l i e d i v i a B a r t o l o m e o d ’ A v i a n o (Pontecorvo);

- Il “Quartiere Venezia” al Portello

T r a l e p r i n c i p a l i realizzazioni dell’Opera Pia Case Operaie si possono in particolare ricordare:

Opera Pia Case Operaie, Il “Quadrato” compreso tra le vie Stratico, Poleni, Loredan e Marzolo (1909 - 1912) Sergio Lironi

architetto

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Per iniziativa di privati imprenditori vengono realizzati i quartieri di:

- via Cavazzana (Cavazzana)

- via Bezzecca (Mattiello)

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2. Tra le due guerre

Negli anni che fanno seguito alla prima guerra mondiale diversi fattori economici e sociali generano profonde trasformazioni nell’organismo urbano.

All’esterno della città storica si potenziano gli insediamenti industriali e nel 1921 viene inaugura ta l a nuova sede de l l a F ie ra campionaria;

si avvia la demolizione/r icostruzione e “monumentalizzazione” di parti importanti del centro storico per ospitare attività direzionali, commerciali e finanziarie a scala regionale, ma anche - spesso - per ragioni puramente speculative;

si occupano molte delle aree ancora libere interne alla città storica per i nuovi insediamenti residenziali (zona Vanzo) e universitari (zona Portello);

la città inizia ad espandersi al di fuori del perimetro della cinta murata cinquecentesca. Sergio Lironi

architetto

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Il 2 agosto 1921 il Consiglio Comunale adotta il Piano Regolatore Edilizio

“per il risanamento e la sistemazione di due Quartieri Centrali e per la

costruzione di un Quartiere Giardino in località Vanzo”

Il Piano verrà approvato con la Legge del 23 luglio 1922, n. 1043

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Il progetto esecutivo viene predisposto dall’arch. Gino Peressutti, per conto della

società A.P.E. alla quale l’Amministrazione Comunale ha

affidato in concessione gli espropri e l’attuazione del piano.

Progetto Quartieri Centrali di S. Lucia e del Ghetto Progetto Quartiere Vanzo (Città Giardino) Sergio Lironiarchitetto

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Il “Quartiere-giardino”, realizzato a partire dal 1924 nella zona di Santa Maria in Vanzo dall’Anonima Padovana Edilizia (APE) su progetto di Gino Peressutti, occupa un’area di 580.000 mq all’epoca ancora quasi completamente inedificata e utilizzata a fini agricoli.

Il progetto viene motivato dalla necessità di offrire un’alternativa residenziale ai quasi 2000 sfrattati del quartiere Santa Lucia. Di fatto però Il quartiere è concepito come zona residenziale signori le , caratterizzata da ampi viali alberati e da palazzine e villini di stile eclettico con richiami medievali e rinascimentali.

Il fulcro del quartiere è costituito dal palazzo dell’Esedra e dall’antistante piazza semicircolare, progettati e realizzati da Peressutti tra il 1925 ed il 1928.

Città Giardino

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Padova, anni ’20 e ’30Il quartiere S. LuciaMa la maggioranza degli espropriati e degli sfrattati dei quartieri centrali non trova certo casa in Città Giardino…..

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A partire dagli anni Venti inizia l’urbanizzazione delle aree comprese tra la Barriera San Prosdocimo e Campo di Marte, dove sorgeva l ’ospedale d’isolamento (Lazzaretto nuovo). Nel 1923 l’IACP cost ru isce 7 fabbr ica t i in v ia Vo l turno e successivamente altri 30 in via Melette e via Piave. Tra il 1927 ed il 1937 l’Opera Pia Case Popolari dà vita al “Quartiere Vittorio Emanuele II” (ora “Quartiere Caduti della Resistenza”) con 180 unità abitative in cui trovano alloggio molti degli sfrattati del Quartiere Santa Lucia.

Quartiere “Caduti della Resistenza, via Toselli

Via Palestro (1946)

Quartiere Savonarola (1998)

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Le case a ballatoio del Quartiere Caduti della resistenza

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1919 e segg. - Con appositi decreti legislativi vengono definite le caratteristiche dell’edilizia pubblica, le norme di carattere igienico, i requisiti dei locatari e le dimensioni massime degli alloggi (da cedere a riscatto o in locazione), con una netta distinzione tra “Case economiche” e “Case popolari”, alle quali si aggiungeranno - per i ceti più emarginati - quelle che verranno definite “Case popolarissime”.

- l’Opera Pia “Istituto per le Case popolari” (ex “Opera Pia Case Operaie”)

- l’Istituto Autonomo Case popolari, istituito nel 1920

A Padova operano principalmente due enti:

Quartiere Regina Elena, tra piazza Castello e le vie Andreini, Barbarigo e XX Settembre (1925). Progettato dall’ing. F. Gusso per l’Istituto Autonomo Case popolari, comprende 100 alloggi e 6 negozi.

Con la Grande Crisi del 1929 l’attività degli Istituti per le Case popolari risulta di fatto azzerata. riprenderà con difficoltà solo verso la metà degli anni Trenta, quando gli IACP verranno trasformati in enti provinciali sempre più controllati dal Ministero dei Lavori Pubblici.

La città dei ricchi e la città dei poveri

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Notevoli sono le differenze tra le diverse tipologie di abitazione: dal punto di vista dimensionale e qualitativo, che sotto l’aspetto localizzativo.

Così ad esempio mentre la superficie utile residenziale degli alloggi del Quartiere Regina Elena (piazza Castello e vie limitrofe) e di quelli di via Giordano Bruno e via Falloppio può superare i 110 mq, per le case popolari la dimensione media si aggira tra i 54 ed i 64 mq. Di dimensioni ancor inferiori sono gli alloggi delle “case popolarissime”.

Per effetto della crisi del 1929 e più tardi per effetto delle politiche autarchiche, il governo promuove la costruzione di case popolari con annesso un appezzamento di terreno da coltivare: con questo indirizzo verranno progettati in particolare i 16 fabbricati di via Palestro, via Monte Santo, via Amba Aradam, via Lago Ascianghi e via Tembien.

Segregazione sociale e primi sintomi di disgregazione urbana

Le “case popolarissime” di via Moretto da Brescia all’Arcella, demolite nel 1984 Sergio Lironi

architetto

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Il Piano Regolatore di AmpliamentoAdottato il 6 febbraio 1923 dal Consiglio Comunale di Padova,

diviene Legge dello Stato il 25 luglio 1925

Propone, in previsione di un incremento di popolazione di 120.000 abitanti in 40 anni, un’espansione omogenea degli insediamenti urbani in ogni direzione attorno alla città antica per una profondità variabile da 600 a 900 metri.

I servizi rimangono concentrati nel centro città (dove si sono programmati interventi di radicale “modernizzazione”).

Le aree di espansione sono caratterizzate da una fitta rete viaria per facilitare le nuove lottizzazioni e le comunicazioni.

Padova, PRdA 1923

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Luigi Piccinato e il Gruppo degli Urbanisti romani

Un Piano Regolatore e di Ampliamento alternativo, 1927

Rete tramviaria

Viabilità

Centro Storico

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> Il Piano Regolatore di Ampliamento del 1925 prevede di fatto una crescita a macchia d’olio della città, con la formazione di quartieri periferici privi di identità ed autonomia.

> Il PRG di Luigi Piccinato del 1954-1957 tende invece a configurare un’espansione urbana di forma stellare, al fine di consentire la penetrazione di cunei di verde agricolo che si connettono alle aree di verde pubblico ed al previsto Parco delle Mura.Il Piano prevede inoltre una differenziazione funzionale delle diverse aree urbane ed una relativa autonomia dei nuovi quartieri nei confronti del centro storico.

Luigi Piccinato: Piano Regolatore Generale 1954-1957Piano Regolatore di Ampliamento, 1925

Due diversi scenari di crescita urbana:

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3.

Gli anni della

Ricostruzione

INA-casa e Gescal

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Legge 24 febbraio 1949, n. 43 Provvedimenti per incrementare l’occupazione operaia, agevolando la costruzione di case per lavoratori

All’attività degli enti locali e degli istituti per le case popolari si a ffiancano le rea l i zzaz ion i dell’INA-casa (1949-1963), un’ente fortemente centralizzato ma decisamente efficiente sul piano operativo.

Molte delle realizzazioni dell’INA-casa vengono oggi considerate un importante patrimonio dell’architettura moderna: per l’ente lavorano infatti molti tra i migliori architetti italiani. Circa 1/3 dei progettisti allora iscritti agli albi professionali viene coinvolto nei lavori.

I quartieri realizzati si propongono di contribuire alla costruzione «di nuove consistenti parti urbane composte non solo da residenze, ma anche da attrezzature collettive e spazi aperti, ancor oggi chiaramente riconoscibili nella città contemporanea… nella convinzione che i beni pubblici possano assumere un ruolo cruciale nel determinare la forma urbana, la morfologia delle diverse parti del territorio, il loro aspetto tipologico ed architettonico» (Paola Di Biagi, La grande ricostruzione).

Nel 1954 viene istituito un apposito Ente per la gestione dei centri sociali realizzati nei diversi quartieri.

Nel 1963 all’attività dell’INA-Casa subentrerà quella della Gescal (Gestione Case per i Lavoratori)

Grazie all’attività dell’ente tra il 1950 ed il 1962 verranno aperti 20.000 cantieri e realizzati 355.000 alloggi (quasi il 10 % de l l a produz ione ed i l i z i a ) , ass icurando un’occupazione stabile ad oltre 40.000 lavoratori.

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Quartiere Ina-Casa di via Forcellini (1956 - 1963)

Il quartiere Forcellini

E’ il più esteso complesso residenziale INA-Casa realizzato a Padova. Nella progettazione vennero coinvolti tre gruppi di progettisti guidati da Virginio Vallot con Marcello Checchi, Francesco Mansutti e Giulio Brunetta. Impegna una superficie di circa 21 ettari.

1956 - 1963

L’accesso da via Forcellini è caratterizzato da una piazza su cui affacciano i negozi ed il centro sociale. Lungo l’asse viario principale vi sono poi la chiesa e le opere parrocchiali, mentre alla fine di via Dorighello si colloca un edificio scolastico.

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Negli anni ’60 e ’70 l’intervento pubblico nell’edilizia abitativa è quasi pari al 20% della produzione complessiva.

L’INA-Casa realizza circa 1.900 abitazioni principalmente nel quartiere Forcellini e a Brusegana.

La Gescal costruisce un intero nuovo quartiere ad Altichiero.

Lo Stato interviene in zona Armistizio, in via Moroni all’Arcella ed in via Cave. L’INCIS in via Goito.

Lo IACP opera soprattutto alla Guizza, in zona Stanga (via Manara), a Brusegana e a Mortise.

L’Opera Pia Case Popolari realizza alcuni interventi a Brusegana, ad Altichiero ed all’Arcella.

In questi anni, anche dopo l’approvazione nel 1963 del primo piano Peep, la localizzazione degli interventi non rispecchia un chiaro ed organico disegno di sviluppo urbano, ma è sostanzialmente dettata dal costo delle aree edificabili e dalle opportunità di mercato.

Quartiere Gescal di Altichiero, 1968Sergio Lironi

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I piani particolareggiatiPer indirizzare e coordinare le nuove iniziative private o pubbliche di carattere residenziale in aree di espansione o in aree “liberate” da precedenti funzioni ed attività, negli anni Sessanta il Comune richiede la predisposizione di appositi “Piani particolareggiati”.

Tra questi particolarmente significativi l’intervento relativo all’area di via Palestro dove sorgeva l’Ospedale di

isolamento (ex Lazzaretto) e quello relativo all’area un tempo occupata dalle Officine Meccaniche Stanga.

Altri piani particolareggiati riguardarono la zona della Paltana, l’isolato tra Ponte Molino e piazza del

Carmine, alcune aree di via Scardeone e di via Sografi.

Il nuovo quartiere di via Palestro (Ministero del Tesoro) Il quartiere San Gregorio nell’area delle ex Officine Stanga Sergio Lironiarchitetto

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Popolazione Comune di Padova

234.678

64.862

231.599

214.198215.137204.870

126.843138.709

167.672

197.680

108.912

70.75381.242

96.118

In venti anni, da 1951 al 1971

+ 64.000 abitanti

+ 37.000 abitazioni

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Negli anni ’50 e ’60 prosegue la politica di sventramento di molti antichi quartieri del centro storico e di distruzione di alcuni dei segni urbani più caratterizzanti l’immagine della città.

Tra le manomissioni più gravi va ricordato il progressivo interramento del Naviglio: dalle porte Contarine all’ex Ponte della Stua, presso il palazzo della Cassa di Risparmio, fino a Riviera Businello verso il Santo.

Prosegue l’opera del “piccone demolitore”

nei quartieri del centro storico

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Interrato i l Nav ig l io e completato lo sventramento del quartiere Santa Lucia, si avvia la completa demolizione del quartiere Conciapelli, tra Ponte Molino, via del Carmine e porte Contarine: «… un dedalo di vie strette e tortuose e di casette, non certo elegante, ma dove pulsava - sia pure con qualche difficoltà di ordine igienico - la vera vita della vecchia Padova». (Mario Universo, Padova: il volto della città)

Al suo posto sono sorti il grattacielo ed i palazzi di Largo Europa, via Matteotti, piazzetta Sartori e piazza Conciapelli.

Il quartiere Conciapelli

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La “Nave” del PortelloLungo duecento metri, largo trenta, «era sino al principio dell’Ottocento il sito più animato di Padova, perché per esso passavano quanti da questa città, o per acqua o per terra, andavano a Venezia. E’ abitato per la massima parte da famiglie povere di popolani, fra i quali molti beccai, già celebri per le tremende risse che sostenevano cogli studenti. Dalle finestre sporgono di frequente lunghi stangoni che sostengono biancheria ed altre cose ad asciugare» (Brentani, 1891).

Dopo il 1950 iniziano i lavori di ristrutturazione di molti edifici, tra i quali la demolizione e ricostruzione della celebre “Nave”, che determineranno l’allontanamento e la dispersione degli abitanti (i “portellati”).

Nei mesi che precedettero lo sventramento del Portello, nel verbale di un’assemblea della società di costruzioni dell’ing. Schiavo (una delle principali di Padova) si poteva leggere testualmente che”… i cittadini residenti nell’edificio

denominato ‘La Nave’ nel quartiere Portello ne erano stati allontanati per il loro bene, perché si trattava di gente che aveva bisogno di essere rieducata alla vita civile, in quartieri p e r i f e r i c i c h e s i s a re b b e ro appositamente costruiti”. (da "Graffiti padovani" di Renato Rizzo)

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L’altro volto dell’edilizia popolarePer far fronte alla domanda abitativa delle famiglie a minor reddito, Comune,

camera di Commercio e Curia danno vita al “Consorzio Case Minime”, che tra i primi anni ’50 ed il 1969 costruisce 670 alloggi in aree dell’estrema periferia.

I nuclei maggiori, divenuti ben presto veri e propri ghetti urbani, erano quelli di via Maroncelli - Boscardin alla Stanga (231 alloggi), di via Chiesavecchia al Bassanello (99 alloggi), di via Rovereto alla Mandria (39 alloggi), di via

Pizzamano a Voltabarozzo (100 alloggi), di via Cascino e Rizzo a Mortise (83 alloggi), di via Malibran e Ristori a Terranegra 48 alloggi).

Alloggi per senzatetto in via Polesine

Via Maroncelli

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Via Chiesavecchia

Via Fiorazzo

Via Cascino

Via Boscardin Sergio Lironiarchitetto

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La città reale è cresciuta a macchia d’olio attorno alla città antica, impermeabilizzando larga parte del territorio comunale e considerando il terreno agricolo solo quale area di riserva per future nuove espansioni.

Una città a prevalente metabolismo lineare

Anni Ottanta: Indagine sull’impermeabilizzazione dei suoli urbani

Padova

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4.Il piano Peep

Dopo la bocciatura del la Riforma urbanistica proposta da Fiorentino Sullo (esproprio generalizzato delle aree di espansione urbana), una serie di nuove leggi si propone di conferire maggiore operatività ed incisività agli strumenti urbanistici. Tra queste:

Legge 167 / 1962> introduce i PEEP (Piani per l’edilizia Economica e Popolare) e i PIP (insediamenti produttivi)

Legge 865 / 1971

> facilita l’esproprio delle aree prevedendo un’indennità agganciata al valore agricolo medio dei terreni.

> Promuove l’unificazione della gestione dell’edilizia pubblica negli IACP, nella cui gestione entrano i rappresentanti degli enti locali e dei sindacati.

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Padova: il piano Peep del 1963

Originariamente vennero previsti 15 nuclei Peep, poi ridotti a 13.In fase attuativa il piano è poi stato parzialmente ridimensionato.

estensione complessiva: 2.211.000 mq.

Il piano era dimensionato per la realizzazione di 7.783 alloggi, che avrebbero dovuto ospitare 38.900 abitanti.

I principali nuclei previsti:

> Mortise 1.670 alloggi

> Guizza 900 alloggi

> Via Goito 720 alloggi

> San Carlo 512 alloggi

Se fosse stato attuato secondo le previsioni, avrebbe consentito la quasi totale copertura del fabbisogno abitativo per un decennio.

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Le scelte di piano

Camillo Pluti, allora dirigente del Settore urbanistica e progettista del nucleo Peep di Mortise, nel motivare le scelte localizzative, osservava che con il piano Peep si era voluta cogliere l’occasione per contrastare il disordine spaziale ed il carattere frammentato e degradato delle periferie urbane.«Introducendo nel piano elementi catalizzatori di attività ed interessi sociali si è cercato di vitalizzare la città nuova, nutrendola con attrezzature, carenti allo stato attuale, e cercando di trasformarla, da una squallida distesa di residenze-dormitori in entità che si configurino gradualmente con la stessa vitalità della città propriamente detta…».

«Il motivo dominante seguito nella distribuzione dei nuclei, è stato il tentativo di completare porzioni di periferia già edificate con lo scopo preciso di riorganizzare la situazione esistente, introducendo servizi ed attrezzature anche per le zone che, pur non facendo parte dei nuovi nuclei, vengono ora a gravitare nel loro intorno. Inoltre si è tenuto conto della dislocazione dei centri di attrazione delle unità lavorative che ora, secondo le previsioni del PRG, risultano polarizzate dalla zona industriale, dal centro commerciale e dal centro direzionale».

Il nucleo Peep di Mortise

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Negli anni ’60 e ’70 la realizzazione del piano Peep procede lentamente.

Nel 1974

realizzati 1.368 alloggi (corrispondenti al 25% di quelli originariamente previsti)

Peep via Siracusa

Solo negli anni ’80, a seguito dell’avvenuta acquisizione di nuove aree e con un sempre più

consistente intervento di cooperative

d’abitazione ed imprese private operanti in

“diritto di superficie” e sulla base di apposite convenzioni che stabiliscono massimali di costo e prezzi di vendita, si registra una rapida accelerazione nei tempi d’attuazione del piano.

Nel 1984

realizzati 3.977 alloggi (corrispondenti al 67% di quelli originariamente previsti)

L’attuazione del piano

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Con l’introduzione dei Peep si tende a superare quello che Leonardo Benevolo

considerava uno dei principali difetti della legis lazione ita l iana relat iva a l l ’edi l iz ia residenziale pubblica, ovvero la netta distinzione tra edilizia sovvenzionata ed edilizia privata, scoragg iando le forme in termed ie d i cooperazione e sussidio, rinunciando «a un intervento diffuso su una forte percentuale della produzione edilizia corrente attraverso le agevolazioni creditizie o i finanziamenti parziali, e puntando su una produzione specializzata, che resta una piccola percentuale della produzione totale» (L. Benevolo, L’architettura delle città).

Ma soprattutto i Peep possono divenire strumenti essenziali per conferire operatività alla pianificazione urbana, possono consentire all’edilizia pubblica di assumere un ruolo egemone nella determinazione dello sviluppo

delle città e dei modelli di progettazione edilizi ed urbanistici. Peep di Mortise, case comunali in via Bajardi

Superamento dei ghetti urbani e modelli di progettazione

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Ma per poter realmente incidere sul disegno complessivo della città, sulla produzione edilizia corrente e sull’immagine urbana andrebbero rispettate alcune condizioni. Tra queste in particolare:

> un disegno urbano non banale, tale

soprattutto da creare nuove centralità nell’anonimo paesaggio delle nostre periferie;

> una mixitè funzionale, oltre che sociale, evitando i quartieri dormitorio e reintegrando anche in ambito residenziale attività economiche e produttive;

> una reale selezione qualitativa degli operatori, attraverso la definizione di specifiche

norme tecn iche , band i concorsua l i e monitoraggio delle opere;

> l’incentivazione di nuove forme abitative in

grado di rispondere alla nuova domanda abitativa (alloggi in locazione, cohousing, proprietà indivisa, inclusione sociale…)

Qualità urbana e qualità progettuale

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Corte PinelliProgramma Integrato d’Intervento

per la realizzazione di un complesso residenziale di 200 alloggi e di 2 sale destinate a centro civico di quartiere

A partire dagli anni ’80 il Settore Edilizia Residenziale

Pubblica del Comune si dota di un proprio Ufficio di

Progettazione che si propone di elevare gli standard qualitativi e la vivibilità delle nuove realizzazioni, sia dal punto di vista dimensionale, distributivo ed architettonico che dal punto di vista tecnico, della salubrità dei materiali e delle condizioni ambientali.

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Esercitazioni di

BioarchitetturaNegli anni ’90 il Settore Edilizia Residenziale Pubblica del Comune si impegna nell’applicazione dei principi della Bioarchitettura in tutti i propri interventi di recupero e di nuova costruzione.

Case a schiera in via Pinelli

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Case comunali e orti urbani

nel nucleo Peep di Ponterotto-Sud

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Fattori di crisiRitorna l’egemonia dell’iniziativa privata

5.

> Una serie di sentenze della Corte Costituzionale, a partire dalla n. 5 del 30 gennaio 1980, dichiara l’illegittimità delle disposizioni delle leggi n. 865/1971 e n. 10/1977 nella parte in cui commisuravano al valore agricolo l’indennizzo degli espropri per pubblica utilità.

> Aumentano conseguentemente i costi delle aree ed i prezzi delle abitazioni realizzati in aree peep, ormai spesso equiparabili a quelli del libero mercato.

> Si riduce drasticamente il numero di alloggi costruiti con supporto pubblico totale o parziale. In venti anni si passa da circa 90.000 alloggi /anno a meno di 10.000.

> Dei circa 900.000 alloggi pubblici circa 760.000 sono gestiti dalle Aziende Casa (ex IACP). Un patrimonio che si sta progressivamente riducendo (per i piani di vendita incentivati da Stato e Regioni) e degradando (per la sempre più grave carenza di risorse finanziarie)

> Sempre meno aree Peep vengono previste, mentre si cerca di incentivare l’iniziativa dei privati anche in deroga alle previsioni di piano. Sergio Lironi

architetto

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Dei “cunei verdi” immaginati da Luigi Piccinato rimane traccia negli spazi verdi e nei terreni agricoli

interstiziali sopravvissuti all’alluvione di cemento, ma...

Ridare valore alle attività agricole

PadovaCarta di uso del suolo

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A Padova con la Variante del 2004, 4,7 milioni di mq di aree, precedentemente destinate a verde pubblico, sono state trasformate in aree di “perequazione

urbanistica”, con un incremento di 2 milioni di mc di volumetrie edificabili.

PadovaVariante di PRG2004

I “cunei verdi” diventano zone di perequazione urbanistica

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La “città che respira”

Popolazione aggiuntiva prevista dal PAT (sulla base delle proiezioni demografiche effettuate nel 2007 da Paolo Feltrin per la Provincia di Padova): 24.185 abitanti

Capacità insediativa:

volume residuo da PRG 2.607.892 mc

volume aggiuntivo da PAT 2.084.232 mc

TOTALE 4.692.124 mc

Il PAT adottato nel 2009, prevedendo la possibilità di utilizzare meccanismi di “perequazione ad arcipelago” tenta un recupero dei cunei verdi... ma, alla fine, conferma il PRG vigente e propone un consistente aumento della capacità insediativa.

PAT Piano di Assetto Territoriale

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Un tempo destinate alla formazione di un Parco urbano di quasi 100 ettari

Le aree del Basso Isonzo

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Page 54: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

Progetto di Parco Urbano per le aree del Basso Isonzo (R. Gambino, P. Castelnovi, F. Thomasset)

Prima della Variante “perequativa” del 2004

Un grande parco urbano, con aree boscate, radure, giardini, aree attrezzate per il tempo libero, orti urbani nel settore orientale.

Un parco rurale da riconvertire a forme di agricoltura biologica nel settore occidentale

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La “Perequazione ambientale” per le aree del Basso Isonzo

Page 56: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

“Parco del Basso Isonzo”

Il Parco ancora non si vede, ma i lavori di costruzione del nuovo quartiere sono già in fase avanzata!

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… già in parte compromesso dalle speculazioni edilizie della Compagnia delle Opere (Iris srl) effettuate in contrasto con la destinazione d’uso del PRG grazie ad una legge speciale della Regione

Il cuneo verde del

Parco Iris

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Page 58: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

- Circa metà della volumetria prevista verrà realizzata dalla Scuola d’Inglese: gli edifici sono localizzati in un’area boscata che le norme di PRG chiedono di salvaguardare e sembra siano destinati ad aule per la didattica (in contrasto con le norme di PRG che consentono sino ad un massimo del 15% di edilizia non residenziale).

- Non risultano localizzate le aree per l’Edilizia Residenziale Pubblica.

- La nuova Variante al Piano degli Interventi prevede la possibilità che nelle aree cedute al Comune si possano “paracadutare” ulteriori volumetrie (“crediti edilizi” concessi in altri contesti urbani) Sergio Lironi

architetto

Page 59: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

Un’ampia area verdetra il Bacchiglione e la Brentella

ancor oggi utilizzata a fini agricoli

Brusegana via Monte Rua

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Page 60: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

Il Piano Urbanistico Attuativo (PUA) di via Monte Rua

(1° stralcio)

29, 5 ettari per una volumetria di circa

44.000 mc

Circa 22 ettari che verranno ceduti al Comune: sono molti, ma il progetto di lottizzazione

approvato li frammenta e marginalizza. Diventa così difficile, se non impossibile pensare alla effettiva realizzazione di un parco rurale e

di una fattoria urbana significativi dal punto di vista funzionale e paesaggistico ed in grado di autosostenersi dal punto di vista economico.

aprile 2014

Sergio Lironiarchitetto

Page 61: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

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PUA via Cascino

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Una consistente parte del verde pubblico coincide con l’area di rispetto autostradale, ovvero con un’area di “vincolo ricognitivo” e non “espropriativo”, che non avrebbe richiesto indennizzo di alcun tipo.

Terreni agricoli trasformati in aree edificabili. Chi potrà usufruire del piccolo parco ad ovest della lottizzazione?

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Mortise, Via Ippodromo

Qui è prevista una nuova stazione del Servizio Ferroviario Metropolitano Regionale. Prima di far

lottizzare le residue aree verdi ai privati, non sarebbe il caso di studiare un piano organico di sistemazione di tutto il contesto, collegando funzionalmente e spazialmente i quartieri di Mortise e di San Lazzaro ?

Anche in questo caso il verde pubblico coincide in larga parte con l’area di rispetto autostradale, ovvero con un’area di “vincolo ricognitivo” e non “espropriativo”, che non avrebbe richiesto indennizzo di alcun tipo.

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Page 63: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

ES: Aree esondabili o a rischio esondazione

Isola di Terranegra

FR: Fascia di rispetto idrogeologicoPE: Aree a bassa permeabilità

Area di rispetto cimiteriale

Tra il Roncajette e il Canale di San Gregorio

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Page 64: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

Piano Guida Gregotti per l’area di San Carlo - 1988

Testo

Il Piano Guida “... non fa riferimento ad alcuna idea o piano di riqualificazione complessiva della struttura funzionale urbana, né ad

alcuna ipotesi settoriale di trasferimento funzionale, cioè di decentramento e concentrazione in aree esterne di attività proprie

del centro città con funzione di decongestione del centro antico. Inoltre non obbedisce ad alcuna logica pianificatoria di tipo

nucleare, paragonabile a quello dei sub-centers di tipo anglo-americano come modello di riorganizzazione del suburbio e della

città estesa” (Filippo Messina - Galileo, agosto 1996).Sergio Lironi

architetto

Page 65: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

Area ex Sangati

Superficie territoriale 16.897 mq

Volumetria realizzata 59.900 mc (3,54 mc/mq)

50.920 mc commerciale-direzionale 8.980 mc residenziale

Cessione aree 8.103 mq (48% superf. territ.)a cui vanno aggiunti 4.497 mq di parcheggi interrati e sopraelevati

Primo stralciodel progetto Gregotti

Plastico del progetto Gregotti

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Page 66: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

PIRUEA San Carlo e Piazza Azzurri d’Italia dicembre 2004 (società Valli srl)

Superficie complessiva: 38.018 mq

Volumetria: 106.162 mc (2,79 mc/mq)Sergio Lironi

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Page 67: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

Il 70% circa dei votanti vota contro il Piruea

29.100 persone chiamate a votare: vota circa il 25% degli aventi diritto

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Page 68: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

Dati Censimento ISTAT, 9 ottobre 2011

* (6.042 abitazioni in più rispetto al numero delle famiglie)

Tra il 2001 ed il 2011, nella fase di relativamente elevata immigrazione che ha caratterizzato

tutto il Veneto, la popolazione di PADOVA è aumentata di 703 abitanti.Dal 2011 vi è un evidente tendenza alla decrescita demografica. Come si può prevedere un aumento di 24.185 abitanti nel prossimo decennio?

Considerata la presenza di un invenduto di oltre 8.000 alloggi e considerata la tendenza demografica attuale, appare del tutto ingiustificata la previsione del PAT di 4.692.124 mc di nuova edilizia residenziale, che consentirebbero la realizzazione

(considerando 400 mc/abitazione) di almeno 11.730 nuove abitazioni.

Abitazioni Famiglie Popolazione

PADOVA2001 94.640 87.027 204.870

2011 100.420* 94.378 205.573

Comunità Metropolitana Padovana

(18 Comuni)

2001 167.718 156.288 398.488

2011 193.476 183.110 428.005

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Il ciclo di riforme degli anni ’70 si conclude con l’approvazione della Legge 457 /1978,

che promuove e finanzia un Programma decennale di edilizia residenziale riguardante sia gli interventi di edilizia sovvenzionata, che quelli relativi all’edilizia convenzionata e agevolata, nonché l’acquisizione ed urbanizzazione delle aree.

Il titolo IV della legge definisce inoltre le norme e le agevolazioni creditizie per il recupero del patrimonio edilizio ed urbanistico esistente ed i criteri per

l’individuazione delle “Zone di recupero” e per la redazione dei “Piani di Recupero”.

Sergio Lironiarchitetto

6. Un’alternativa possibileRecupero edilizio e Rigenerazione Urbana Sostenibile

Facciamo un passo indietro…

E’ il risultato di una lunga battaglia condotta da associazioni culturali e forze progressiste contro la devastazione della città storica e contro lo spreco edilizio.Anche a Padova si percepiscono gli effetti dei nuovi orientamenti culturali ed urbanistici….

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Comune di Padova

Settore Edilizia Residenziale

Interventi di recupero e riqualificazione urbana

negli anni ’80 e ‘90

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Page 71: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

Recupero di Corte BezzeccaSollecitato dalle famiglie residenti, agli inizi degli anni ’80 il Comune acquisisce la proprietà delle case di Corte Bezzecca, Il programma di recupero, articolato in 4 stralci esecutivi, ha consentito la ristrutturazione di una settantina di alloggi e la salvaguardia di una comunità sorta alla fine dell’Ottocento.

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Page 72: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

Recupero di Corte Ca’ LandoIl primo esempio di edilizia popolare a Padova risalente al XVI secolo

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Programma integrato di Recupero di via Maroncelli - Boscardin

Un programma di recupero articolato in tre fasi per la realizzazione di 165 abitazioni

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Piano di Recupero di via Chiesavecchia

Ristrutturazione di 36 alloggi del Consorzio Case Minime

88 abitazioni, 10 unità commerciali ed un centro di quartiere

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Nuova costruzione di 20 abitazioni e 4 unità commerciali nell’ambito del Peep di via Chiesavecchia

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Nuova costruzione di 32 abitazioni, 6 unità commerciali ed un centro civico nel Peep di via Chiesavecchia

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arch. Sergio Lironi

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25 aprile 2009

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Autorimesse interrate, copertura verde e nuova serra nella corte del “Quartiere Venezia” al PortelloSergio Lironi

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Iniziativa privata e recupero urbano

Il Quartiere Padova 2000, nell’area delle ex Officine Galtarossa Il Quartiere Parco Montà nell’area delle ex Fonderie Peraro

Anche l’intervento dei privati da un paio di decenni è prevalentemente orientato al recupero edilizio ed al recupero di parti significative del tessuto urbano consolidato…

> ma come garantire una adeguata qualità abitativa, architettonica, ambientale ed ecologica degli interventi progettati?

> come far sì che in questi interventi sia prevista non solo un effettiva mixité funzionale, bensì anche una mixité sociale, offrendo una risposta alla domanda abitativa delle fasce di popolazione più disagiata economicamente?

A Padova, al fine di favorire lo spostamento in zona industriale di fabbriche ed officine ormai inglobate nella crescita a macchia d’olio della

città, per molti anni si è consentita nei siti dismessi una cubatura di 5 mc/mq, con effetti alquanto discutibili dal punto di vista urbano e

spesso senza neppure ottenere la salvaguardia dei posti di lavoro. Negli anni Duemila l’indice è stato ridotto a 2 mc/mq.

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Page 95: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

Arcella: veduta satellitareSergio Lironi

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Page 96: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

Studio Campos Venuti

Proposte peril sistema urbanistico del Quadrante Nord

Si propone l’eliminazione del traffico di attraversamento e la trasformazione di via Aspetti - via Reni in un viale urbano, riservato ai residenti

1994 -1996

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Page 97: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

Studio Campos Venuti (1994)

Proposte perle aree di trasformazione(complessivamente 76,2 ha - il 10,6% dell’area di studio)

a. Aree industriali dismesse (36 ettari)

indice 1 ÷ 1,2 mc/mq

b. Comparti di trasformazione urbana (14 ettari)

aree private di consistenti dimensioni in ambito urbanizzato

indice 0,7 ÷ 0,9 mc/mq

c. Comparti di trasformazione ambientale (23,8 ettari)

aree private esterne al tessuto edificato (già destinate a verde pubblico)

indice 0,2 ÷ 0,3 mc/mq

d. Aree centrali di trasformazione di piccole dimensioni perequazione “ad arcipelago” (2,4 ettari)

indice 0,2 ÷ 0,3 mc/mq

Regole perequazione urbanistica:

- 30% superficie per concentrazione volumi

- 40% superficie per verde pubblico di compensazione

- 30% superficie per verde privato condominialeSergio Lironi

architetto

Page 98: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

L’intervento di recupero urbano nell’area ex Pessy-GuttalinSergio Lironi

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Page 99: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

La Fornace Morandi ristrutturataSergio Lironi

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Page 100: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

Accordo di Programma ex Fornace Morandi

Superficie territoriale 132.000 mq

Volumetria residenziale realizzata 65.000 mc (indice 0,49 mc/mq)

Superfici cedute al Comune 91.350 mq (69%)Sergio Lironi

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Page 101: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

Piano Guidaper le lottizzazioni Morandi, Idrotermici e Pilli

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Page 102: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

superficie compl. 149.030 mq volumetria 212.634 mc (indice 1,42 mc/mq)

Piano Guida per le lottizzazioni Morandi, Idrotermici e Pilli

Edilizia commerciale: 27.470 mcEdilizia residenziale: 182.664 mc (520 alloggi c.a)

Verde e servizi: 61.298 mq

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Page 103: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

PUA Idrotermici

superficie compl. 41.567 mq

volumetria 83.134 mc (indice 2 mc/mq)

Edilizia residenziale: 70.664 mc

Edilizia commerciale: 12.470 mc

Nell’ottobre 2004 la Commissione Urbanistica chiede che le aree Pilli, Idrotermici e Morandi siano inserite in un unico Piano Guida.Negli anni successivi il Piano Guida sarà oggetto di numerosi incontri e discussioni con il Quartiere e le associazioni ambientaliste.

Emergono alcune indicazioni di fondo. Tra queste:

- La pedonalizzazione del tratto sud di via Pontevigodarzere e la

deviazione del traffico lungo il confine tra le aree Idrotermici e Morandi

(al fine di ridurne l’intensità e l’impatto)

- La possibilità futura di prolungare la tramvia sino a Cadoneghe

occupando la sede di via Pontevigodarzere (il che richiederebbe però la

realizzazione di un nuovo ponte sul Brenta e di una nuova arteria di

accesso alla città).

- La formazione di un sistema di piazze con specifiche destinazioni

d’uso.

- La formazione di un polo di servizi civici e di un grande parco nell’area

Pilli.

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Page 104: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

PUA Eredi Pilli

superficie compl. 55.837 mq

volumetria 67.800 mc

(indice 1,21 mc/mq)

La Convenzione prevede:

- la realizzazione di un Centro Civico di 12.000 mc

- la formazione di un Parco pubblico di 15.000 mq ed una nuova scuola d’infanzia comunicante

con il plesso scolastico esistente

- l’adozione dei principi della bioedilizia (risparmio energetico, energie alternative, permeabilità

dei suoli, riciclo acque piovane, raccolta differenziata rifiuti, ...)Sergio Lironi

architetto

Page 105: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

Case sfitte ed emergenza casa

Federcasa (associazione nazionale delle Aziende Casa) calcola che in Italia nelle graduatorie dei Comuni vi siano almeno 650.000 domande per un’abitazione a canone sociale.

A Padova le domande presentate per l’ultima graduatoria sono 1.959

In provincia di Padova nel 2014 vi sono

stati 1.017 provvedimenti di sfratto e

454 esecuzioni (circa il 60% in Comune

di Padova)

Nel corso degli anni 2000 si è registrato in Italia un costante aumento degli sfratti richiesti (110.048 nel 2010) e di quelli eseguiti con intervento dell’Ufficiale Giudiziario (29.825 nel 2010).

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Page 106: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

Alcuni esempi europei

Città europee e sviluppo sostenibile

1994 - Conferenza di Ålborg

2007 - Carta di Lipsia

2008 - Dichiarazione di Marsiglia

2010 - Dichiarazione di Toledo

2013 - Conferenza di Bruxelles (Quadro di riferimento per le città sostenibili)

Malmö : Bo01, Western HarbourCopenhagen : Ørestad Helsinki : Eco-ViikkiFriburgo : VaubanMarsiglia : Plan d’Aou Trento : Le Albere

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Per un progetto di

Rigenerazione Urbana Sostenibile

Page 107: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

Un approccio olistico alla progettazione

Risparmio energetico e utilizzo risorse rinnovabili

Mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici

Bioarchitettura ed Eco-quartieri

Stop al consumo di suolo

Paesaggio e qualità abitativa

Ricerca scientifica, innovazione tecnologica, nuove normative e monitoraggio

Chiusura dei cicli ecologici e integrazione città - campagna

Sostegno alle economie locali e nuova occupazione

Mobilità sostenibile e pianificazione d’area vasta

Mixitè, equità ed inclusione sociale

Informazione e partecipazione degli abitanti

Competitività e attrattività del territorio

Benessere e sicurezza sociale

Cambiamento degli stili di vita e delle

abitudini di consumo

Nuove attività economiche e

nuove professionalità

Smart City e Infrastrutture digitali

Partenariato Stato-Regioni-Enti Locali

Programmazione finanziaria e

coordinamento con Programmi Europei

Provvedimenti legislativi finalizzati alla realizzazione degli interventi

Semplificazione amministrativa e

mentalità imprenditoriale

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Page 108: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

Il gigantismo informe delle città contemporanee

si caratterizza per la formazione di quartieri ed

aree suburbane monofunzionali, in cui vengono

a mancare le relazioni comunitarie.

LA CITTA’ QUALE ORGANISMO VIVENTE

Ciò contrasta con i principi di sviluppo degli organismi biologici, nei quali le cellule, pur specializzando le proprie funzioni, mantengono al proprio interno un sufficiente grado di complessità ed interagiscono con l’evoluzione dell’organismo nel suo complesso.

il genoma della cellula fornisce le istruzioni per la crescita e per riparare eventuali danni.

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Page 109: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

DIALOGUE

Commission for a socially sustainable Malmö

Health, wellbeing and justice

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Page 110: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

110

Solo il pubblico può disporre di capitali “pazienti” in grado di

sostenere investimenti strategici (mission-oriented) di lungo periodo in aree nuove e ad alto rischio d’insuccesso, non stimolati da una convenienza spicciola, ma dalla percezione di opportunità future: investimenti che possono orientare ed attrarre anche operatori e capitali privati, in un rapporto pubblico/privato che deve risultare di tipo simbiotico e non parassitario (evitando, come spesso è avvenuto in Italia, la socializzazione dei rischi e la privatizzazione dei guadagni e quindi garantendo anche al pubblico un congruo “profitto”).

Un settore pubblico che non solo sostenga l’innovazione, ma che sia anche “innovativo al suo interno”.

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Page 111: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

Esiste un censimento delle proprietà pubbliche dismesse o sottoutilizzate?

Se ne può immaginare un utilizzo, anche con forme di concessione o di affitto a tempo determinato, a fini sociali e per incubatori di impresa, coworking, laboratori di informatica e artistici...?

Ferrovie dello Stato, Campo Marte Aree militari in via Chiesanuova (Romagnoli) e in via Bembo

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Page 112: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

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Concorso di progettazione “Soft City”

Page 113: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

Ai margini della “Soft City” frammenti di città che andrebbero riprogettati unitariamente: Il quartiere di via Pescarotto

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Page 114: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

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Ma quali sono oggi i confini della città di Padova ?

Page 115: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

Città e regione urbana

Ed è nell’hinterland metropolitano che oggi vive la maggior parte della popolazione.

Città e territorio formano un unico organismo unitario e non è immaginabile una rinascita dei centri urbani sganciata da una radicale trasformazione e riqualificazione della propria regione di riferimento.

Una reale sostenibilità (resilienza) urbana p u ò e s s e r e c o n s e g u i t a s o l o ricongiungendo la città con il suo territorio attraverso una pianificazione e programmazione d’area vasta.

E’ infatti a scala territoriale che possono essere individuate e potenziate le principali risorse rinnovabili necessarie per salvaguardare i cicli della natura, assicurando bassi valori di entropia al sistema insediativo.

A. Lorenzetti, Effetti del Buon Governo (1338-1340)

la nuova scala della pianificazione

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Page 116: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

Processi antropici di prelievo, trasformazione e consumo delle risorse primarie

DIAGRAMMA DEI FLUSSI IN UNA REGIONE URBANA

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Page 117: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

PTCP 1995Un interessante tentativo di formazione di una città policentrica e di Green Belt a scala metropolitana…

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Page 118: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

Una città policentricaSolo operando a scala metropolitana è possibile recuperare l’immagine di una città stellare, circondata e compenetrata dal sistema del verde e degli spazi aperti.

Una città metropolitana disegnata in stretta relazione con il sistema del trasporto collettivo su ferro (SFMR e tramvie) e costituita da nuclei urbani caratterizzati da una complessità di funzioni e quindi da un elevato grado di autonomia.

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Page 119: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

Paesaggio eInfrastrutture verdi

L’opera di ricostruzione del paesaggio metropolitano non p o t r à c h e p a r t i re d a l l a v a l o r i z z a z i o n e e d a l potenziamento delle grandi infrastrutture verdi, costituite in particolare dai bacini idrografici della Brenta e del Bacchiglione.

Fondamentali sono inoltre i segni tracciati dai paleoalvei del Medoacus e la scacchiera del Graticolato, la più significativa testimonianza nel Nord Italia dell’opera di colonizzazione dell’impero romano.

La ricostruzione del paesaggio Sergio Lironiarchitetto

Page 120: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

Almere, Olanda

CITY FARM - De Kemphaan

Fat tor i a b iod inamica , d i proprietà comunale, gestita dal 1995 dai coniugi Tineke Van Den Berg e Tom Saat. Gestisce, a seminativi e ortaggi, oltre 120 ettari di campi nelle vicinanze della fattoria e in altre parti della città. Utilizza inoltre vaste aree a pascolo per l’allevamento di oltre 130 vacche da latte e altri animali da cortile.

Con la City Farm collabora l’Associazione La Ruff, che organizza incontri periodici, spettacoli e che svolge attività educative, di ricerca e di assistenza tecnica.

La fattoria costituisce oggi uno d e g l i s p a z i p u b b l i c i p i ù frequentati... un vero e proprio cuore pulsante della città.

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Page 121: Lironi   edilizia popolare e urbanistica

Un Progetto di leggeper limitare il consumo di suoloe per la Rigenerazione Urbana

Coordinamento per la Rigenerazione Urbana Sostenibile

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