Lezione di Igiene del 07/10/2015 -...
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Lezione di Igiene del 07/10/2015 Professore Delia
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(Il professore espone le condizioni per ricevere la firma di frequenza: a parte il
fatto che pretende assolutamente la nostra presenza a lezione, dice che darà la
firma solo a coloro che, dopo il termine delle lezioni, entro il primo mese, si
recheranno da lui, in prima mattinata (dalle 8 alle 9:30).
Chi sa di dover partire proprio quel periodo, ne parli già da ora con il
professore.
Pertanto, non vuole assolutamente ritardatari o gente che si ricordi di chiedere
la firma dopo mesi e mesi dal termine delle lezioni!
Il professore riceve tutti i giorni dalle 8 alle 9:30
Il libro di testo che il professore consiglia è il Barbuti, ma non è obbligatorio; ci
sconsiglia vivamente di prendere quello che circola in copisteria e afferma che
quello che lui spiega a lezione potrebbe non essere per niente presente sui
libri.)
Allora, prima di andare avanti con gli argomenti, riprendiamo il discorso
introdotto l‟altra volta a lezione e soffermiamoci sull‟ultima diapositiva (quella
con cui avevamo appunto concluso la scorsa lezione).
Esaminando questa diapositiva, possiamo vedere come ilgermepatogeno è
patogeno e fa male al soggetto,in quanto ha delle caratteristiche genetiche
(cioè quelle che lo rendono in grado di determinare malattia) e caratteristiche
fenotipiche, che sono le armi di cui si può “corredare” (il professore usa
questa particolare espressione per dire che che il germe si “correda” di nuovi
fattori di virulenza, cioè può potenzialmente acquisire nel suo percorso un
corredo di nuove caratteristiche di patogenicità).
Questo significa che un germepatogenopotrebbe (pur essendo già
patogeno!)acquisire nel suo percorso nuovifattori di virulenza.
Oppure, viceversa, un germe che non è patogeno, può acquisire fattori di
virulenza e provocare danni addirittura maggiori rispettoa un germe patogeno
che, perdendo alcuni fattori di virulenza, attenua la sua patogenicità.
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Quindi la capacità di un germe di elaborare tossine è una caratteristica in più
(cioè che il patogeno può acquisire nel corso del tempo).
Non solo tossine, ma anche ad esempio metaboliti che si liberano alla sua
morte.
Per esempio, le emolisine: quando un germe è emolitico, è più patogeno!
L‟altra volta abbiamo parlato delle infezioni urinarie:ebbene,io vi dico che
nella mia esperienza, quando vedoE.coliemolitico,isolato dal un fattore di Rou,
anche se non si trova in una percentuale molto alta, fa più male di una carica
batterica maggiore, della stessa specie di E. coli, che ha un fattore di virulenza
in meno.
Poi abbiamo detto che la patogenicità è il rapporto esistente tra il numero di
malati rispetto a tutti coloro i quali si sono infettati.
Quindi, la virulenza è un fattore che non è “stampato” nei microrganismi: è
qualcosa che può essere acquisito dal batterio nel suo percorso.
Quindi, ovviamente, un germe virulento è un germe che fa ancora più male.
La virulenza si calcola dal numero di morti rispetto ai malati.
In un decorso grave, severo, la virulenza può essere misurata in base alla
dose minima letale.
La dose minima letale è la minore quantità di quel micro-organismo capace di
determinare la malattia o la morte.
La DML 50(o dose minima letale 50) è la carica batterica in grado di
uccidere il 50% degli animali di laboratorio infettati.
Accennavo la volta scorsa ai postulati di Koch,
[I postulati di Koch (o postulati di Henle-Koch) sono dei criteri destinati a
stabilire la relazione di causa-effetto che lega un microrganismo a una
malattia. I postulati sono i seguenti:
1. il presunto agente responsabile della malattia in esame deve essere
presente in tutti i casi riscontrati di quella malattia.
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2. deve essere possibile isolare il microrganismo dall'ospite malato e farlo
crescere in coltura pura
3. ogni volta che una coltura pura del microrganismo viene inoculata in un
ospite sano (ma suscettibile alla malattia), si riproduce la malattia
4. il microrganismo deve poter essere isolato nuovamente dall'ospite
infettato sperimentalmente
Se positivi, abbiamo la prova della patogenicità del microrganismo e della sua
influenza in un determinato quadro patologico. Fonte:
Wikipediahttps://it.wikipedia.org/wiki/Postulati_di_Koch]
il quale disse che si può considerare agente eziologico di una malattia un
germe che isolato da un animale malato e inoculato in un animale sano
provoca malattia nell‟animale e morte.
Questi esperimenti su cavia non si possono più fare.
Essendo oggi cambiati alcuni concetti di biologia microbica, bisognerebbe
chiedersi: vale ancora la pena parlare di dose minima letale, in un discorso
ancorato a un concetto portato avanti 50 anni fa? Ha ancora senso?
Probabilmente si, ma probabilmente lo ha per un germe, ma non lo ha per un
altro.
Per esempio, prendiamo E. Coli: esso è un germe commensale, ma c‟è un
sierotipo, l‟entero-emorragico (E. coli 157h7), la cui dose minima letale è 5
germi a fronte delle salmonelle la cui dose è, invece, di 100mila germi.
Ecco perché è importante aggiornarci su determinate cose.
Andiamo adesso a un germe tradizionale: Mycobacterium tuberculosis.
Qual è la dose minima infettante del Mycobacterium tuberculosis?
Abbiamo accennato la volta scorsa al Mycobacterium tuberculosis, per cui ora
non ho voglia di affrontare questo argomento, ma mi limito a dir questo:allora,
seil contagio avviene per via aerea, 10-12-15 germi sono sufficienti a dare
malattia;se il contagio avviene, invece, per via alimentare ne servono
addirittura 10 milioni!!!
Quindi la dose infettante, la carica batterica presente nel focolaio in quel
momento nel nostro paziente, sono elementi su cui dobbiamo ragionare!
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Parliamo ora della
Variazione della virulenza: un germe, cattivo, può diventare ancora più
cattivo, aumentando la sua virulenza.
Io ho imparato a cambiare logica nei confronti del mondo microbico e a
rispettarlo, quando ho capito che i germi sono esseri viventi e chebisogna
interfacciarsi con essi come se fossero uomini come noi!
E‟ questa la vera chiave di lettura, perché ci fa capire che essi cambiano, che ci
sono i buoni e ci sono i cattivi!
Allora, come può attenuarsi una virulenza? Ad esempio, un germe che
invecchia, diventa meno cattivo.
Ricordate, forse l‟avete fatto in microbiologia: Ramon fu lo scienziato che
studiò la difterite, la tossina difterica, e lui si accorse che sta tossina, che era
pericolosissima, invecchiando non era più patogena.
Cioè il gruppo tossoforo partiva.
Oppure l‟azione della luce, gli antisettici, il passaggio attraverso vari
organismi.. ecc.
Io non sono d‟accordo sul fatto che gli antisettici indeboliscano la virulenza. E
lo stesso discorso dicasi per gli antibiotici.
L‟uso di antibiotici andò avanti bene negli anni ‟30 ‟40-‟50.. diciamo fino agli
anni ‟70, ma il mondo microbico ad un certo punto cominciò a reagire, ad
esercitare le sue capacità di difesa attraverso il meccanismo dell‟antibiotico
resistenza (ne parleremo quando affronteremo le infezioni ospedaliere).
Là dove l‟attività sanitaria è un pochino più ragionata (Inghilterra, Francia..
ecc)è stato dimostrato mediante sperimentazioni, che l‟uso
spropositatodiantisettici e i disinfettanti in ambito ospedaliero (la differenza
è che -domanda d‟esami!- il disinfettante si usa nell‟ambiente, l‟antisetticosi
usa invece per superfici cutanee e mucose)non solo determina resistenze
all‟antisettico, ma mette il germe in condizione di resistere anche agli
antibiotici.
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Un aumento della virulenza si può quindi ottenere anche attraverso passaggi
tra diversi animali: significa che un germe può perdere o acquistare virulenza.
Quando si potevano fare gli esperimenti sugli animali, (io avevo una bella
confezione di micobatteri) notavo che, per l‟invecchiamento, quando li
trapiantavo da un terreno all‟altro, questi diventavano sofferenti.
Allora, inoculandoli nel cavo peritoneale di una cavia, nel giro di qualche
settimana essa si ammalava e veniva sacrificata e dalle lesioni tiravo fuori un
germe che era divenuto molto virulento: avevo ottenuto così un aumento della
virulenza!
Vogliamo correlare questo discorso col problema delle vaccinazioni?
Io non sono un fanatico delle vaccinazioni. Nel senso che magari posso
condividere determinate perplessità.
Ma questo non significa che le vaccinazioni obbligatorie debbano essere
disertate, perché significa rasentare la follia: tornare ad avere casi di
poliomielite, di difterite ecc.. quindi dobbiamo stare molto attenti, ma perché
questo?
Perché se c‟è una popolazione vaccinata, il germe che viaggia in mezzo a noi,
quando trova davanti un organismo vaccinato, poverino se ne sta con la coda
tra le gambe e non si moltiplica all‟interno di quell‟ospite.
Pensate ai nostri malati in ospedale che hanno le piaghe da decubito e un
germetto da 4 soldi gli creal‟inferno! Perchè?
Perché lì si moltiplicano i micro-organismi trovando le loro condizioni ottimali.
Il professore invita gli studenti a fare domande:
Domanda Turano: “Non ho capito la questione del vaccino?”
Allora,abbiamo detto che la virulenza si attenua attraverso il passaggio tra
microorganismi poco recettivi.
Un germe (che sia commensale, opportunista ecc..) quando trova la sua sede
giusta, lì si moltiplica.
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Anche l‟uomo ha fatto così: gli insediamenti del 500 erano minori di adesso,
eppure pian pianino la gente insediava: lo stesso discorso vale per il mondo
microbico .
Quando una popolazione è vaccinata, se impatta con un germe patogeno,
anche quando questo dovesse essere virulento, quest‟ultimo perde la sua
virulenza.
Non so se avete seguito in questi ultimi 8-10 mesi, le vicende accadute in
Toscana dove sono stati registrati diversi episodi di meningite.
Come mai?In epidemiologia io sono molto ignorante, però ho capito il
messaggio: che l‟epidemiologo può arrivare a delle risposte prima che il
laboratorista tiri fuori il microrganismo!
Quello che io so sulla Neisseria meningitidisè che normalmente esiste un 5% di
popolazione sana che ospita questo micro-organismo (questo dato è tratto da
uno studio condotto negli anni ‟70).
Però attenzione: perché in periodo pre-epidemico, nelle aree geografiche dove
poi vi sarà l‟esplosione dei casi, il numero di portatori sani passa al 50% al
70%.. ho letto pure 90%.. ma francamente quest‟ultimo dato mi sembra un
po‟ esagerato.
Cioè il micro-organismo, circolando, trova soggetti dove può stare e
moltiplicarsi,quindi la vaccinazione va fatta!
Allora la carica batterica infettante è la quantità minimadi germi che in quel
determinato paziente si trova nel focolaio.
Il focolaio è sempre la via di penetrazione e localizzazione (es: una bronchite,
una polmonite, un‟uretrite, un‟otite…)
Quando andiamo a cercare l‟agente eziologico bisogna vedere la quantità: è
molto importante stabilire quale sia la carica.
(rivolgendosi alla slide) Allora guardate, commentiamo quest‟immagine:
questa linea mi da la differenza tra l‟infezione e la malattia..
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(purtroppo il professore interrompe per rimproverare, ossessionato dal
problema del foglio e delle presenze, mi scuso per la mancata continuità del
discorso) .. poi riprende:
Qua noi abbiamo un tratteggiato che divide l‟infezione, da malattia sub-
clinica,dalla malattia contratta, in relazione alla carica batterica, che aumenta
in ordinate.
Qui noi abbiamo il tempo.
Allora guardate, questo vale per tutti i processi infettivi.
Un soggetto in questo tempo qui, ha un‟infezione, ha il contatto con il micro-
organismo, il quale comincia a moltiplicarsi fino a che, a questo punto,sfocia la
malattia.
Questo si chiama periodo di incubazione.
E cosa succede dopo? Succede che la carica batterica aumenta e certamente
anche il corredo sintomatologico.
Poi pian pianino, la carica batterica decresce fino ad azzerarsi e si ha la
guarigione.
In tutti i processi infettivi c’è questo percorso (che siano malattie
infettive o da infezione).
Quindi vedete questa parabola che c‟è qua (rivolgendosi alla slide) ovviamente
c‟è il caso limite nel senso che ad un certo punto la carica batterica non la
ferma nessuno, il germe è particolarmente virulento, la carica batterica è alta,
il soggetto è debilitato e si arriva alla morte.
Così come c‟è la possibilità che vi sia la guarigione clinica ma il germe non
sparisca e torni a dare una recidiva, che non ha il decorso severo di prima.
Allora se questo concetto è chiaro, ne approfitto per parlare di quello che non
ho chiarito lunedì, parlando delle infezioni urinarie: vale a dire parlare del ruolo
del laboratorio.
Quando parleremo delle infezioni ospedaliere, spero di poter sottolineare
come il laboratorio può sbagliare!!
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E anche come l‟interpretazione clinica e l‟interpretazione dei dati di laboratorio
debbano andare a braccetto!!
Torniamo all‟infezione urinaria: secondo gli esperti si comincia a parlare di
infezione urinaria a partire da una carica batterica di 100mila germi per ml di
urina.
Ora come è possibile che 30.00 germi invece mi debbano preoccupare, e
80.000 mi debbano preoccupare di meno?
Può sembrare paradossale quello che sto dicendo.
Come è possibile che 30.000 germi mi debbano preoccupare?
Per questo motivo: perché se il soggetto si reca dal medico e chiede subito
l‟accertamento del laboratorio e noi abbiamo la presenza di 30.00
germiall‟inizio dei disturbi, della sintomatologia, e il medico dice “no, se non
sono 100.000 l‟esame è negativo”.
Perché 1-2 giorni dopo, il soggetto avrà un aumento della carica batterica, e
presenterà la malattia.
Così come 80.00 germi di un soggetto che si trova qui, in una fase calante
dell‟infezione, mi preoccupano di meno, perché sta evolvendo verso la
guarigione.
Poi magari dirò qualcosa in più quando affronteremo le infezioni ospedaliere.
Dico solo che purtroppo c‟è parecchia superficialità e permangono nozioni
vecchie, che ci impediscono di gestire questo problema.
La contagiosità è la capacità di un germe di passare da un soggetto che è
ospite (serbatoio, sorgente o malato), a un soggetto sano.
Le malattie infettive sono quasi tutte contagiose.
Mentre l’infettività è invece la capacità che ha un germe, quando arriva nel
soggetto sano, anche se questo ha delle resistente, di reagire, di incattivirsi, di
arrabbiarsi e penetrare e localizzarsi nella sede che preferisce dando malattia.
L’infettività è data dal rapporto tra quanti si sono infettati rispetto a tutti
coloro i quali sono venuti a contatto con il germe.
Malattie infettive contagiose sono quelle causate da agenti patogeni che
vengono eliminati attraverso diverse vie di eliminazione.
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Se noi vogliamo imbrigliare un patogeno, dobbiamo conoscere tutte queste
cose.
Il risk analysisè un concetto molto importante che vi domanderò agli esami.
Esso parte dalla valutazione del rischio, èla scienza della comprensione dei
pericoli, cioè conoscere tutto del micro-organismo. Quindi noi dobbiamo sapere
di questo germe patogeno: dove si localizza? Quali sono le vie di penetrazione
per arrivare al sangue? Come viene trasmesso? le vie di trasmissione.. e dove
si localizza in un soggetto?
Nelle malattie contagiose il germe esce dal malato e va al sano, per via
diretta o indiretta.
Mentre nelle malattie infettive non contagiose.. mi sapreste fare un
esempio di malattia infettiva non contagiosa?
Studente: La malaria!
Professore: La malaria! Perché il malato non trasmette la malattia, è trasmessa
da un vettore.
(Il prof ci invita ad avere ben chiari i concetti di serbatoio, sorgente, veicolo,
vettore.. ecc)
Un altro esempio di malattia infettiva non contagiosa diffusa delle nostre parti,
è il tetano. Il soggetto che ha un tetano non è contagioso, io potrei pure
avvicinarmici senza correre alcun rischio.
Il periodo di incubazione è il periodo che passa tra l‟ingresso del germe
nell‟organismo e il momento in cui sfocia la malattia e cominciano i sintomi.
Macosa fa „sto germe durante questo periodo?
Se facciamo i medici di famiglia e abbiamo un malato, dobbiamo continuare a
dire :” prova sta terapia antibiotica”? E poi quando torna “prova con
quest‟altro”? o vogliamo piuttosto ragionare davanti a queste situazioni?! Se
vogliamo ragionare dobbiamo cercare di dire: “ i germi sono come noi, si
organizzano, ragionano, i germi parlano tra di loro - a volte sembra
innamorato dei germi :‟) .. - attraverso dei messaggi molecolari, producono
delle sostanze (nomina delle molecole, mi pare di aver sentito hsns,
l‟andolattolo, ma non ho idea di cosa siano né ho trovato nulla di simile su
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internet, cmq il prof dice che queste sono usate dai Gram negativi per
comunicare fra di loro, e che vedremo qualcosa quando parleremo di legionelle
e biofilm).
Da cosa dipende la lunghezza del periodo di incubazione? È più breve nelle
infezioni localizzate, esempio nella tubercolosi, benché nella tubercolosi, in ogni
caso il periodo di incubazione sia più lungodi una polmonite da Klebsiella o di
una legionellosi. Perché?
Perché è in relazione anche al micro-organismo.
Quindipiù lungo, se il germe penetra da una via, ma poi ha una localizzazione
secondaria in diversi punti, perchè il germe entra attraverso una via, però poi si
deve localizzare dove lui sa di poter fare casa.
E il periodo dipende anche dalla carica batterica infettante e dalla resistenza
offerta dall‟organismo.
Mi viene in mente un esempio che rende molto più chiaro quanto detto, perché
spiega come il periodo di incubazione può variare: nell‟agosto del 2010 c‟è
stata nel messinese una grossa epidemia di salmonellosi, in cui sono stati
colpiti anche giovani 20enni o 30enni e molti di loro sono finiti in ospedale, una
signora addirittura morì, perché vi dico questo?
Il periodo di incubazione da quando hanno mangiato (si trattava di lasagne) a
quando sono insorti i sintomi , è stato di 7 ore.
Per cui giustamente si era pensato a una tossina (visto il periodo di
incubazione di 7 ore). Quando vi è una tossina che agisce, e questo accade
nelle tossinfezioni alimentari, il periodo di incubazione è brevissimo(si vedano
le tossinfezioni alimentari enterotossina da Stafilococco Aureus, Bacillus cereus
.. ecc) In quel caso però si trattava di una salmonella, che invece ha un
periodo di incubazione di 1-2 giorni, 3 al massimo!
E come è possibile??
Per la carica batterica!
Il periodo di incubazione molto breve è stato dovuto alla carica batterica molto
alta.
Era una Salmonella enteritidis.
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Perciò la carica batterica infettante è importante!
Quindi, se arriva una valanga di Salmonelle e attraversa l‟apparato
gastrointestinale, „sto treno pieno di germi non trova più le stesse difese da
parte della popolazione microbica, sia le difese specifiche che aspecifiche e
brucia le tappe.. Mentre in condizioni normali 100.000 germi per grammo di
alimento hanno bisogno di uno o due giorni, 100 milioni se la cavano in 7 ore!
E che elementi avevano per poter dire “non è la tossina”?
Numero uno: la sintomatologia! Perché la tossinfezione da tossine alimentari
non mi dà febbre. Questi invece avevano febbre elevata.
Quindi non era da tossine, era una da Salmonella enteritidis.
Perciò, ricordate: la carica batterica infettante e la resistenza dell’ospite sono
molto ma molto importanti!
Quindi, quando un germe entra e si moltiplica, può creare problemi. E dicevo la
volta scorsa e dirò ancora ora, dobbiamo cominciare ad aggiornarci!
Questo germe che crea problemi non è necessariamente il germe patogeno
responsabile di questa o quell‟altra malattia.
La malattia infettiva o la malattia da infezione -abbiamo fatto la volta
scorsa la differenza, perché le malattie infettive se sono affrontate in maniera
adeguata, forse non ci spaventano più, ma le malattie da infezione ce le
abbiamo continuamente e dobbiamo essere capaci di contrastarle.
I concetti di serbatoio, sorgente, veicolo, vettore devono essere riveduti e
continuamente aggiornati!
Noi non possiamo affrontare un grosso problema, che magari non esiste
ancora. Mettete che fra tre anni, quando voi sarete già laureati e pronti ad
esercitare la vostra attività ospedaliera o di medico di famiglia, insorga un
nuovo pericolo microbico, come lo affrontiamo?
Nel libro non c‟è sto germe.. come lo affrontiamo? Da qui l‟esigenza di saperci
approcciare con il pericolo qualunque esso sia, e dimostrare al mondo
microbico che non siamo inferiori a loro, perché loro sono convinti -e forse
anche io- che l‟uno di scienza è inferiore al mondo microbico.
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E credo che, se ne avrò il tempo, tratterò un argomento che è l‟ecologia
microbica, che è stato oggetto di una mia relazione, e dimostra come il mondo
microbico sia cambiato e come noi dobbiamo cambiare logica nei confronti del
mondo microbico!
Allora, che cosa dobbiamo intendere per serbatoio? Il serbatoio non è altro che
l‟uomo, gli animali, i vegetali e l‟ambiente abiotico.
Quindi l‟uomo e l‟ambiente, ma non solo noi! Anche gli animali e anche i
vegetali!
Sapete una cosa? alcuni anni fa in sede d‟esame parlavo con uno studente del
fatto che alcuni vegetali come le lattughe sono … di infezione
Lo studente non era d‟accordo, prese il libro e mi mostrò come questo
spiegasse piuttosto che gli alimenti fossero “veicoli”.
Ma io gli risposi che questo discorso va sfatato! L‟alimento, sia quando è
veicolo sia quando è sorgente, può essere anche serbatoio!
Allora, come facciamo noi ad eliminare un pericolo, se prima non conosciamo
tutto di questo pericolo? Perché se il pericolo cova nell‟ambiente come
serbatoio e aspetto che venga il malato, io, uomo di scienza, sono imbecille
rispetto al mondo microbico!
Se prendete un libro di igiene è tuttavia probabile che troviate scritto che gli
alimenti sono veicoli. Vado avanti, ma vi porterò più tardi un esempio fra la
lattuga e Lysteria monocitogenes.
Allora, che cosa dobbiamo intendere per serbatoio?
Cioè quella fucina da cui sfociano continuamente micro-organismi che poi
possono arrivare all‟uomo!
E‟ l‟insieme dell‟ambiente biotico e abiotico. E cioè, l‟uomo, i vegetali e
l‟ambiente, dove il germe vive e si moltiplica.
E la sorgente che cos‟è? La sorgente dell‟infezione è il punto di partenza del
germe che colpisce il singolo o la collettività nell‟epidemia.
E‟ il punto da cui emerge il germe. Una sorgente non è altro che il punto di
emergenza, quindi può essere sia l‟uomo, che l‟animale o l‟ambiente.
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Da medici sappiamo che la sorgente più pericolosa è il malato.
Quindi:
Serbatoio: il posto in cui il germe vive e si moltiplica; e può star qui senza mai
arrivare all‟uomo.
Sorgente: il posto da cui emerge il germe che mi ha determinato quella
infezione ( l‟uomo, l‟animale.. ecc)
La sorgente è il punto di partenza. Cioè esempio, c‟è stata questa epidemia di
AIDS, meningite, malaria, di amebiasi intestinale, qualunque sia.. o
tripanosomiasi: ora il tripanosoma si può affacciare anche dalle nostre parti
Tutti gli uomini, tutti gli animali, tutti i vegetali o l‟ambiente stesso da cui parte
il germe che ha colpito quel singolo caso, possono essere considerati sorgenti.
La sorgente può essere anche un serbatoio!
Esempio: Salmonella tyfi. I cui serbatoi sono prevalentemente gli animali,
domestici o d‟allevamento e l‟uomo malato. le salmonelle hanno lo stesso
spettro vostro.
Neisseria meningitidis che dà la meningite: dov‟è il suo serbatoio? solo l‟uomo.
Perché non è una patologia che coinvolge gli animale quindi è solo uno il
serbatoio.
L‟ultimo episodio che ho seguito è stato alcuni anni fa in Toscana: in una
discoteca una ragazza si è beccata la meningite.
La sorgente quale è stata? E‟ stato il portatore che stava lì a ballare.
Sapete in discoteca che accade: si beve e bevendo avviene un fenomeno
particolare, come un piccolo processo infiammatorio che abbassa le difese, cioè
attenua le difese della flora microbica presente.
Nella legionellosi, il serbatoio è la natura. Solo i corpi idrici, l‟acqua. Ma
questo è vero fino al 50% perché il serbatoio è l‟habitat naturale dove il
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germe vive e si moltiplica. E legionella vive e si moltiplica negli ambienti
idrici, sia dell‟ambiente esterno naturale che quello industriale (artificiale).
Legionella circola pure qua in questo policlinico. E qual è la sorgente? le
condutture idriche.
Quando esce l‟acqua dal rubinetto dalla doccia, l‟acqua è sorgente. Perché?
perché in quel campione d‟acqua il germe non si moltiplica più. Non ha l‟habitat
naturale.
Legionella dentro la conduttura idrica, dove fa biofilm, dove c‟è un po‟ di
ruggine, lì vive: quello è il suo serbatoio. L‟acqua è invece sorgente: si tratta di
una sfumatura molto sottile.
Lysteria monocitogenes presente nella lattuga piantata nell‟orto, ci vive lì.
Per questo germe si può veramente parlare di ubiquitarietà: si trova
dappertutto!
Se pianto una lattuga nell‟orto, e nella terra e nell‟acqua per l‟irrigazione c‟è
Lysteria, nella lattuga ci sarà anche Lysteria, che vive in essa.
Quindi la lattuga in questo caso ne è il serbatoio (il discorso che vi sto
facendo serve per spiegare la differenza fra le tossinfezioni alimentari e le
infezioni veicolate da..)
Poniamo che questa lattuga, non essendo lavata bene, dàun caso di Lysteriosi:
in questo caso la lattuga fa da serbatoio, ma allo stesso tempo da sorgente!
Se questa lattuga (con dentro la Lysteria) finisse in qualche cucina accanto ad
altre lattughe dove invece non è presente Lysteria, se metto assieme le due
lattughe, Lysteria andrà a finire anche nell‟altra: questo è il concetto di
veicolo! Le altre lattughe subiranno una contaminazione da questo veicolo!
Lo stesso dicasi per il Lysteria delle carni!
Per il vibrione del colera nei mitili che io mangio crudi!
Fungono, o meglio, possono fungere allo stesso tempo, e da serbatoio e da
sorgente.
Attenzione a capire le piccole sfumature di significato!
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Il serbatoio è l‟habitat naturale (uomo, ambiente, vari animali ecc..), dove il
germe vive e si moltiplica: se vivesse soltanto senza potersi moltiplicare,
quello non si chiamerebbe più serbatoio!
Se un animale ha l‟enterite da Salmonella e va a defecare su ortaggi, questi
stessi ortaggi possono essere sorgente di infezione, ma non solo possono
essere veicoli.
Dal serbatoio cmq, il germe può spostarsi e contaminare diverse sorgenti,
oppure uno stessoserbatoiopuò diventare sorgente.
Es: se un maiale, pieno (cioè serbatoio) di Salmonelle viene macellato ed
sviscerato, e si usano quegli stessi coltelli per un altro animale, si crea la
stessa situazione della lattuga.
Ora potreste chiedermi: ma che importanza hanno questi concetti?
Nulla, a meno che non siate un direttore sanitario che si trova ad affrontare dei
problemi. Quello delle infezioni ospedaliere è un problema che difficilmente si
potrà risolvere o attenuare, se non si rientra prima in queste logiche.
L‟uomo può essere serbatoio ma anche sorgente. Ma quale tipo di uomo? O il
malato o il portatore. Quest‟ultimo concetto lo riprenderemo la prossima volta.
Anna Gangemi