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il ponte Settimanale Cattolico dell’Irpinia [email protected] ANNO XXXV - n. 4 - euro 0.50 Sabato 31 gennaio 2009 sped. in a. p. comma 20b art. 2 legge 662/96 - Filiale P.T. Avellino Associato alla FISC - Iscrizione ROC n. 16599 www.ilpontenews.it ECONOMIA POLITICA A. Santoli a pag. 4 Iannaccone - Giannelli a pag. 10 CHIESA L’editoriale di Mario Barbarisi A ttacchiamoci al tram! Si proprio così, l'espressione che indica la fine di ogni opportunità valida è la più indicata in questo momento per fotografare la situazione che vivia- mo. Abbiamo appreso nei giorni scorsi che i fallimenti delle imprese sono cresciuti a dismisura. Alla crisi economica, i cui effetti devastanti secondo gli esperti dovranno ancora manifestarsi, si aggiunge l'abbandono dello Stato centrale con la compli- cità di tutti i parlamentari, maggioranza e oppo- sizione. Non mi sembra il caso di salvare nessu- no. Tutti meridionalisti ma solo all'occorrenza, magari in occasione di convegni, manifestazio- ni, articoli e interviste ma, poi, nei fatti, molti di quelli che fanno citazioni scrivono Dorso con l'apostrofo. Alcuni anni fa il terribile errore com- parve in un articolo pubblicato dal Corriere della Sera. Sapete com'è: di sera, al buio, con poca luce certe cose possono accadere! Ma non qui, con questa siffatta evidenza di una quer- stione meridionale che viene impastata, dilata- ta e messa a crescere, come si fa per il pane. Già il pane, quello che è mancato negli anni addietro su molte tavole e che si è andato ad aggiungere,invece, sulle tavole di chi ha fatto credere di trattare la questione meridionale per convinzione ed attaccamento alla terra. La stes- sa terra che ha perso braccia da lavoro, la stes- sa terra su cui sono piovute colate di cemento sotto forma di soldi. Con la ricostruzione dell'80 sono arrivati fiumi di danaro, si è certamente esagerato sulla cifra esatta ma i soldi sono arri- vati eccome. Potevamo avere una città e una provincia da favola e invece Bonatti & Co A questa terra non ha fatto tanto male scagliare la prima pietra quanto la posa della stessa prima pietra per opere pubbliche inutili e, se utili, come nel caso della Prefettura di Avellino, costate una cifra colossale. Abbiamo oggi l'au- tostazione che non si apre nonostante 3450 annunci del tipo: Ecco ci siamo. La cittadella ospedaliera, con padiglioni già attivi ma irrag- giungibili dai pedoni. Provate per credere. Per il Mercatone, costato 30 milioni di euro, e oggi monumento allo spreco, l'Università di Napoli ritenne opportuno premiare il progettista. Opera grandiosa. Altro spreco. E poi in carrella- ta il nuovo Municipio costruito senza parcheg- gio per gli utenti e distruggendo il convento un tempo di clasusura. Il parcheggio al Carcere Borbonico, poi, altra grande opera. Il fossato venne chiuso distruggendo la natura della strut- tura voluta dai Borbone. Non è mai stato aper- to perché non superò il collaudo. Ma ogni ammi- nistrazione si sa ci deve mettere il suo. Ed ecco che nascono il tunnel inutile e la cementificazio- ne delle aree intorno alla città. Una vera e pro- pria speculazione edilizia, un business di poco inferiore a quello della munnezza. Ma questa è un'altra storia. Oggi che alla crisi economica si aggiunge il federalismo fiscale si scrive la paro- la fine alle facili elargizioni di contributi. Basta spendere i soldi degli altri. Eh sì perché l'Irpinia è una terra che non produce, arida quanto il deserto del Sahara. Anche gli Enti cosiddetti di Servizio devono imparare a produrre, non solo gestione, intesa come gestione dell'esistente, ma produzione, specie per le risorse. Senza i soldi degli altri ci scopriamo poveri, l'ultima manciata la utilizzeremo per la metropolitana leggera, meglio di quella pesante perché si digerisce meglio, non rimane sullo stomaco a nessuno. Foto: Avellino - I lavori al Corso Vittorio Emanuele a pag. 2 Una festa in grande stile di MicheleCriscuoli S arà inaugurata, alla presenza di una folta delegazione del Governo nazionale, la nuova Prefettura di Avellino. Una festa in grande stile, perché un avveni- mento del genere merita gli onori della cronaca, non solo di quella locale. Così, tutta l'Italia saprà di quali "miracoli" sono capaci gli avellinesi! Riuscire a com- pletare il restauro (e ricostruzione) di un edificio così importante per la nostra memoria, in quasi trentanni, resta un fatto di straordinarietà unica se rapportato alla situazione nella quale si trovano, ancora, tanti edifici pri- vati e pubblici della nostra provincia. Speriamo che le autorità riescano, anche, a tracciare un " bilancio" di que- sti anni di "duro ed incessante" lavoro (quanto è costata alla collettività la nuova Prefettura? Quanti soldi sono stati spesi per gli affitti in questi trenta anni?...), individuando le persone che hanno "permesso, favorito e consentito" tutto ciò: una volta tanto è bene che le "cose buone" non si nascondano e tutti quelli che hanno concorso a realiz- zarle siano "indicati" all'attenzione della pubblica opinione. Ora, mentre un problema si risolve ve ne sono altri che angosciano la vita degli avellinesi e che, probabilmente, potranno trovare una qualche soluzione solo grazie a qualche intervento miracolistico. Parliamo del tunnel, l'opera pubblica che da due anni ha sconvolto le nostre abitudini, quella che passerà alla storia, ce ne stiamo convincendo, come "il secondo Mercatone": un altro monumento alla inutilità ed alla incapacità della classe politica! a pag. 3 “Et veritas liberabit vos” IN SICUREZZA SUL LAVORO Gli ultimi finanziamenti di Eleonora Davide U n'altra tornata di finanziamenti europei sta per arrivare al Sud, ma questa è l'ultima, dato che nell'Unione Europea sono entrati Paesi che, dal punto di vista dello svi- luppo, sono ancora più arretrati di noi. Si tratta dell'ultima carta che le nostre città possono giocarsi per mettersi in pari. E, se consideriamo il gran da fare che ha avuto la manodopera nell'edilizia e nelle opere pubbliche in questi anni, almeno un obiettivo è stato raggiunto. Se alla quanti- tà di lavoro offerto fosse corrisposta anche la sicurezza e l'utilità delle opere svolte, tutto sarebbe stato perfetto. Ma non si può avere sempre tutto. Al POR 2000/2006 succede, quindi, in un modo che noi ormai consideriamo naturale, quasi dovuto, il POR 2007/2013. Il Piano Strategico presen- tato alle medie città, come Avellino, porta la speranza a tante famiglie e non solo. Il Piano Strategico è uno stru- mento che coinvolgendo l'Area Urbana del capoluogo, di cui fanno parte i comuni di Atripalda, Aiello del Sabato, Mercogliano e Monteforte Irpino, dovrebbe sanare le caren- ze di infrastrutture, soprattutto in termini di attrezzature idrico/energetiche, di reti telematiche, di telecomunicazioni e di reti bancarie, di cui il territorio è povero, secondo inda- gini suffragate dai principali indicatori socio-economici. a pag. 3 Agenda Ecclesiae Domenica 1 febbraio: Giornata della Vita Lunedì 2 febbraio: Presentazione al tempio (Candelora) benedizione delle candele Martedì 3 febbraio: S. Biagio Martire protettore contro le malattie della gola Viaggio nell’Italia degli sprechi di Alfonso Santoli Q uesta volta ci interessiamo del costo delle leggi varate nel 2008 nelle varie regioni italiane. Come al solito il record negativo spetta al Mezzogiorno. La produzione per ogni singola legge approvata dai Consigli regionali è la seguente: capofila la Sicilia che ha speso 161 milioni di euro per varare 26 leggi (6.192.307 euro ognuna), seguita dalla Campania 87.389.000dieuro,20leggi(4.369.45° euro ognuna); Calabria 75 milio- ni di euro, 46 leggi (1.630.434 euro ognuna); Puglia 33 milioni di euro, 45 leggi (733mila euro ognuna). a pag. 4 Il Vescovo F. Marino Nei numerosi cantieri aperti nel centro di Avellino vengono violate continuamente le norme per la sicurezza sul lavoro

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il ponteSettimanale Cattolico dell’Irpinia

[email protected] XXXV - n. 4 - euro 0.50Sabato 31 gennaio 2009

sped. in a. p. comma 20b art. 2 legge 662/96 - Filiale P.T. Avellino Associato alla FISC - Iscrizione ROC n. 16599

www.ilpontenews.it

ECONOMIAPOLITICA A. Santoli a pag. 4 Iannaccone - Giannelli a pag. 10 CHIESA

L’editorialedi Mario Barbarisi

Attacchiamoci al tram! Si propriocosì, l'espressione che indica la

fine di ogni opportunità valida è lapiù indicata in questo momento perfotografare la situazione che vivia-mo. Abbiamo appreso nei giorniscorsi che i fallimenti delle imprese

sono cresciuti a dismisura. Alla crisi economica,i cui effetti devastanti secondo gli espertidovranno ancora manifestarsi, si aggiungel'abbandono dello Stato centrale con la compli-cità di tutti i parlamentari, maggioranza e oppo-sizione. Non mi sembra il caso di salvare nessu-no. Tutti meridionalisti ma solo all'occorrenza,magari in occasione di convegni, manifestazio-ni, articoli e interviste ma, poi, nei fatti, molti diquelli che fanno citazioni scrivono Dorso conl'apostrofo. Alcuni anni fa il terribile errore com-parve in un articolo pubblicato dal Corrieredella Sera. Sapete com'è: di sera, al buio, conpoca luce certe cose possono accadere! Ma nonqui, con questa siffatta evidenza di una quer-stione meridionale che viene impastata, dilata-ta e messa a crescere, come si fa per il pane.Già il pane, quello che è mancato negli anniaddietro su molte tavole e che si è andato adaggiungere,invece, sulle tavole di chi ha fattocredere di trattare la questione meridionale perconvinzione ed attaccamento alla terra. La stes-sa terra che ha perso braccia da lavoro, la stes-sa terra su cui sono piovute colate di cementosotto forma di soldi. Con la ricostruzione dell'80sono arrivati fiumi di danaro, si è certamenteesagerato sulla cifra esatta ma i soldi sono arri-vati eccome. Potevamo avere una città e unaprovincia da favola e invece Bonatti & Co Aquesta terra non ha fatto tanto male scagliarela prima pietra quanto la posa della stessaprima pietra per opere pubbliche inutili e, seutili, come nel caso della Prefettura di Avellino,costate una cifra colossale. Abbiamo oggi l'au-tostazione che non si apre nonostante 3450annunci del tipo: Ecco ci siamo. La cittadellaospedaliera, con padiglioni già attivi ma irrag-giungibili dai pedoni. Provate per credere. Per ilMercatone, costato 30 milioni di euro, e oggimonumento allo spreco, l'Università di Napoliritenne opportuno premiare il progettista.Opera grandiosa. Altro spreco. E poi in carrella-ta il nuovo Municipio costruito senza parcheg-gio per gli utenti e distruggendo il convento untempo di clasusura. Il parcheggio al CarcereBorbonico, poi, altra grande opera. Il fossatovenne chiuso distruggendo la natura della strut-tura voluta dai Borbone. Non è mai stato aper-to perché non superò il collaudo. Ma ogni ammi-nistrazione si sa ci deve mettere il suo. Ed eccoche nascono il tunnel inutile e la cementificazio-ne delle aree intorno alla città. Una vera e pro-pria speculazione edilizia, un business di pocoinferiore a quello della munnezza. Ma questa èun'altra storia. Oggi che alla crisi economica siaggiunge il federalismo fiscale si scrive la paro-la fine alle facili elargizioni di contributi. Bastaspendere i soldi degli altri. Eh sì perché l'Irpiniaè una terra che non produce, arida quanto ildeserto del Sahara. Anche gli Enti cosiddetti diServizio devono imparare a produrre, non sologestione, intesa come gestione dell'esistente,ma produzione, specie per le risorse. Senza isoldi degli altri ci scopriamo poveri, l'ultimamanciata la utilizzeremo per la metropolitanaleggera, meglio di quella pesante perché sidigerisce meglio, non rimane sullo stomaco anessuno.

Foto: Avellino - I lavori al Corso Vittorio Emanuele

a pag. 2

Una festa in grande stile di MicheleCriscuoli

Sarà inaugurata, alla presenza di una folta delegazionedel Governo nazionale, la nuova Prefettura di

Avellino. Una festa in grande stile, perché un avveni-mento del genere merita gli onori della cronaca, non solodi quella locale. Così, tutta l'Italia saprà di quali"miracoli" sono capaci gli avellinesi! Riuscire a com-pletare il restauro (e ricostruzione) di un edificio cosìimportante per la nostra memoria, in quasi trentanni,resta un fatto di straordinarietà unica se rapportato allasituazione nella quale si trovano, ancora, tanti edifici pri-vati e pubblici della nostra provincia. Speriamo che leautorità riescano, anche, a tracciare un " bilancio" di que-sti anni di "duro ed incessante" lavoro (quanto è costataalla collettività la nuova Prefettura? Quanti soldi sono statispesi per gli affitti in questi trenta anni?...), individuandole persone che hanno "permesso, favorito e consentito"tutto ciò: una volta tanto è bene che le "cose buone" nonsi nascondano e tutti quelli che hanno concorso a realiz-zarle siano "indicati" all'attenzione della pubblicaopinione.Ora, mentre un problema si risolve ve ne sono altri cheangosciano la vita degli avellinesi e che, probabilmente,potranno trovare una qualche soluzione solo grazie aqualche intervento miracolistico.Parliamo del tunnel, l'opera pubblica che da due anniha sconvolto le nostre abitudini, quella che passerà allastoria, ce ne stiamo convincendo, come "il secondoMercatone": un altro monumento alla inutilità ed allaincapacità della classe politica!

a pag. 3

“Et veritas liberabit vos”

IN SICUREZZASUL LAVORO

Gli ultimi finanziamentidi Eleonora Davide

Un'altra tornata di finanziamenti europei sta per arrivareal Sud, ma questa è l'ultima, dato che nell'Unione

Europea sono entrati Paesi che, dal punto di vista dello svi-luppo, sono ancora più arretrati di noi. Si tratta dell'ultimacarta che le nostre città possono giocarsi per mettersi inpari. E, se consideriamo il gran da fare che ha avuto lamanodopera nell'edilizia e nelle opere pubbliche in questianni, almeno un obiettivo è stato raggiunto. Se alla quanti-tà di lavoro offerto fosse corrisposta anche la sicurezza el'utilità delle opere svolte, tutto sarebbe stato perfetto. Manon si può avere sempre tutto. Al POR 2000/2006 succede,quindi, in un modo che noi ormai consideriamo naturale,quasi dovuto, il POR 2007/2013. Il Piano Strategico presen-tato alle medie città, come Avellino, porta la speranza atante famiglie e non solo. Il Piano Strategico è uno stru-mento che coinvolgendo l'Area Urbana del capoluogo, di cuifanno parte i comuni di Atripalda, Aiello del Sabato,Mercogliano e Monteforte Irpino, dovrebbe sanare le caren-ze di infrastrutture, soprattutto in termini di attrezzatureidrico/energetiche, di reti telematiche, di telecomunicazionie di reti bancarie, di cui il territorio è povero, secondo inda-gini suffragate dai principali indicatori socio-economici.

a pag. 3

Agenda EcclesiaeDomenica 1 febbraio:Giornata della VitaLunedì 2 febbraio:Presentazione al tempio(Candelora) benedizione delle candeleMartedì 3 febbraio:S. Biagio Martire protettore contro le malattie della gola

Viaggio nell’Italia degli sprechidi Alfonso Santoli

Questa volta ci interessiamo del costo delle leggi varate nel 2008 nellevarie regioni italiane. Come al solito il record negativo spetta al

Mezzogiorno. La produzione per ogni singola legge approvata dai Consigliregionali è la seguente: capofila la Sicilia che ha speso 161 milioni di europer varare 26 leggi (6.192.307 euro ognuna), seguita dalla Campania87.389.000 di euro, 20 leggi(4.369.45° euro ognuna); Calabria 75 milio-ni di euro, 46 leggi (1.630.434 euro ognuna); Puglia 33 milioni di euro,45 leggi (733mila euro ognuna).

a pag. 4

Il Vescovo F. Marino

Nei numerosi cantieri aperti nel centro di Avellino vengono violate continuamente le norme per la sicurezza sul lavoro

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Il 2 febbraio la Chiesa Cattolica celebra la Presentazione del Signore, popolar-mente chiamata festa della Candelora, perché in questo giorno si benedicono

le candele, simbolo di Cristo "luce per illuminare le genti", come il bambino Gesùvenne chiamato dal vecchio Simeone al momento della presentazione al Tempiodi Gerusalemme, che era prescritta dalla Legge giudaica per i primogeniti maschi.La festa è anche detta della Purificazione di Maria, perché, secondo l'usanzaebraica, una donna era considerata impura per un periodo di 40 giorni dopo ilparto di un maschio e doveva andare al Tempio per purificarsi: il 2 febbraio cadeappunto 40 giorni dopo il 25 dicembre, giorno della nascita di Gesù.Anticamente questa festa veniva celebrata il 14 febbraio (40 giorni dopol'Epifania), e la prima testimonianza al riguardo ci è data da Egeria nel suoItinerarium Egeriae (cap. 26). La denominazione di "Candelora" data popolar-mente alla festa deriva dalla somiglianza del rito del Lucernare, di cui parlaEgeria: "Si accendono tutte le lampade e i ceri, facendo così una luce grandissi-ma" (Itinerarium 24, 4), con le antiche fiaccolate rituali che si facevano neiLupercali (antichissima festività romana che si celebrava proprio a metà febbra-io). Ma la somiglianza più significativa tra le due festività si ha nell'idea della puri-ficazione. Nell'una essa era relativa all'usanza ebraica:"Quando una donna sarà rimasta incinta e darà alla luce un maschio, saràimmonda per sette giorni; sarà immonda come nel tempo delle sue regole.L'ottavo giorno si circonciderà il bambino. Poi essa resterà ancora trentatré gior-ni a purificarsi dal suo sangue; non toccherà alcuna cosa santa e non entrerà nelsantuario, finché non siano compiuti i giorni della sua purificazione " (Levitico12,2-4)Nell'altra essa riguardava la februatio (cfr. Ovidio, I Fasti 2, 19-24, 31-32ss [Gliantenati romani dissero Februe le espiazioni: e ancora molti indizi confermano talsenso della parola. I pontefici chiedono al re e al flamine le lane che nella linguadegli antichi erano dette februe. Gli ingredienti purificatori, il farro tostato e i gra-nelli di sale, che il littore prende nelle case prestabilite, si dicono anch'essifebrue. (...) Da ciò il nome del mese, perché i Luperci con strisce di cuoio per-corrono tutta la città, e ciò considerano rito di purificazione...]). Durante il suopontificato (tra il 492 e il 496 d.C), Gelasio ottenne dal Senato l'abolizione deiLupercali ai quali fu sostituita nella devozione popolare la festa appunto dellaCandelora. Nel VI secolo la ricorrenza fu anticipata da Giustiniano al 2 febbraio,data in cui si festeggia ancora oggi.

LLeetttteerree aall ddiirreettttoorree Riceviamo e pubblichiamo

Pregiatissimo direttore,il Papa, dalla Sardegnaqualche mese fa, rivolgen-dosi agli italiani tutti disse:"Occorre una nuova gene-razione di politici, onesti,capaci e preparati."Questo invito è rimastoper ora inascoltato.Possibile che l'attuale clas-se dirigente del "PaeseItalia" sia così insensibile?

Ed ora, richiamandomialle garbate critiche del-l'avvocato Criscuoli sulvostro giornale mi doman-do: "E' possibile che tuttigli avellinesi siano insensi-bili di fronte alla degene-razione della politica?"Possibile che la città diAvellino che, per il passatorecente e remoto, ha datotante personalità che sisono distinte nei diversisettori sociali e culturali,oggi sia scivolata inun'apatia, in una insensi-bilità acuta così da ignora-re l'attuale degrado? Non credo a questo e sonoconvinto che, come perso-ne coscienti, si può rom-pere l'omertà e il silenzio

dovuti ad una sfacciatapolitica clientelare. È ora che gli uomini one-sti, capaci e preparati sicimentino nell'immanecompito di far risalireAvellino e l'Irpinia dalbaratro in cui sono caduti.E questo a prescinderedalle idee politiche personali.Capisco che ciò significasacrificare parte del pro-prio tempo e capacità aservizio della comunità,ma ciò potrebbe insegnareche le poltrone, i soldi,l'affarismo politico, nellavita non sono tutto.È difficile sradicare lamentalità del cittadinocomune di arrangiarsi, maoccorre provare.Sarebbe necessario che icittadini onesti provasseroa far capire agli attualidirigenti politici di tutti glischieramenti che si puòsempre iniziare daccapo.Sarebbe necessario che icittadini onesti si organiz-zassero per essere piùpresenti nella partecipa-zione alla vita democratica. La ringrazio, egregio diret-

tore, per l'ospitalità e, nelcongratularmi per l'effica-ce opera di informazione edi formazione che Il Pontesvolge, la saluto.

Mario Del Mauro

Egregio direttore, scrivoper complimentarmi conlei e il suo giornale. Leggendo Il ponte sentoche siete liberi da ognicondizionamento e que-sto vi fa onore. Data l'etàmi rendo conto che non èfacile cambiare le cose inpoco tempo. Negli ultimi30 anni ho visto l'irpiniadiventare povera di valorie attaccarsi al vile danaro.Sotto questo aspetto ilterremoto è stato ungrande disastro. Questaterra non ha chi possarappresentare le necessi-tà quotidiane. Qui in altaIrpinia non ci sono piùtanti giovani, molti vannovia per studio e per lavo-ro. Molte case restanovuote. Dai giornali nonuna parola, i politici non

conoscono affatto questiproblemi.

Antonio Romano vostro affezionato lettore

RISPOSTA

Egregio Signor Antonio,dalla sua lettera che hosintetizzato per ragioni dispazio emerge una tri-stezza ed un pessimismoche non posso condivide-re. E' giusta l'analisi, ma lecose possono cambiare.

Anche Lei che a giudica-tre da quanto scrive èanziano può aiutare chiha deciso di restare inIrpinia a costruire il futu-ro. Resta il dato di pover-tà diffusa e di abbandonodi numerosi Comunidell'Irpinia. Anch'io vedoqueste case abbandona-te, vedo come lei nume-rosi giovani andar via. Ipolitici, non tutti, certa-mente conoscono i pro-blemi ma hanno anchecapito che risolverli signi-ficherebbe per loro nonavere tante opportunità .Non è un caso se solo quinon si riesce a distingueretra maggioranza e oppo-sizione. Sugli effetti delterremoto condivido in

pieno. I maggiori danni liha fatti l'uomo.

Gentile direttore,Casualmente ho saputo de"il Ponte" da alcuni amici,durante un loro viaggionei pressi di Avellino.Gradirei prendere visionedel Vostro periodico, equindi, se possibile, Viprego di farmi avere unnumero di saggio gratuito.Sperando in una Vostrapositiva, Vi ringrazio perl'attenzione e porgo i piùdistinti saluti. BORTOLOTTO ROBERTO35043 MONSELICE (Pd)

Scriveteal Ponte

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E-mail: [email protected]

[email protected]

fax: 0825610569

LLiieettee nnoottiizziiee

I nostri migliori auguri al nostro caro Emanuele, collaborato-re della Redazione Giovani, che ha compiuto il giorno 26 gen-naio19 anni.

La vita è fatta per la serenità e la gioia.Purtroppo può accadere, e di fatto acca-

de, che sia segnata dalla sofferenza. Ciòpuò avvenire per tante cause. Si può soffri-re per una malattia che colpisce il corpo ol’anima; per il distacco dalle persone che siamano; per la difficoltà a vivere in pace econ gioia in relazione con gli altri e con sestessi.La sofferenza appartiene al mistero dell’uo-mo e resta in parte imperscrutabile: solo«per Cristo e in Cristo si illumina l’enigmadel dolore e della morte» (GS 22). Se lasofferenza può essere alleviata, va senz’al-tro alleviata. In particolare, a chi è malatoallo stadio terminale o è affetto da patolo-gie particolarmente dolorose, vanno appli-cate con umanità e sapienza tutte le cureoggi possibili. Chi soffre, poi, non va mai lasciato solo.L’amicizia, la compagnia, l’affetto sincero esolidale possono fare molto per rendere piùsopportabile una condizione di sofferenza.Il nostro appello si rivolge in particolare aiparenti e agli amici dei sofferenti, a quantisi dedicano al volontariato, a chi in passatoè stato egli stesso sofferente e sa che cosasignifichi avere accanto qualcuno che facompagnia, incoraggia e dà fiducia.A soffrire, oggi, sono spesso molti anziani,dei quali i parenti più prossimi, per motivi dilavoro e di distanza o perché non possonoassumere l’onere di un’assistenza continua,non sono in grado di prendersi adeguata-mente cura. Accanto a loro, con competen-za e dedizione, vi sono spesso personegiunte dall’estero. In molti casi il loro impe-gno è encomiabile e va oltre il semplicedovere professionale: a loro e a tutti quan-ti si spendono in questo servizio, vanno lanostra stima e il nostro apprezzamento.Talune donne, spesso provate da un’esi-stenza infelice, vedono in una gravidanzainattesa esiti di insopportabile sofferenza.Quando la risposta è l’aborto, viene gene-rata ulteriore sofferenza, che non solodistrugge la creatura che custodiscono inseno, ma provoca anche in loro un trauma,destinato a lasciare una ferita perenne. Inrealtà, al dolore non si risponde con altrodolore: anche in questo caso esistono solu-

zioni positive e aperte alla vita, come dimo-stra la lunga, generosa e lodevole esperien-za promossa dall’associazionismo cattolico.C’è, poi, chi vorrebbe rispondere a stati per-manenti di sofferenza, reali o asseriti, recla-mando forme più o meno esplicite di euta-nasia. Vogliamo ribadire con serenità, maanche con chiarezza, che si tratta di rispo-ste false: la vita umana è un bene inviola-bile e indisponibile, e non può mai esserelegittimato e favorito l’abbandono dellecure, come pure ovviamente l’accanimentoterapeutico, quando vengono meno ragio-nevoli prospettive di guarigione. La stradada percorrere è quella della ricerca, che cispinge a moltiplicare gli sforzi per combat-tere e vincere le patologie – anche le piùdifficili – e a non abbandonare mai la spe-ranza.

La via della sofferenza si fa meno imperviase diventiamo consapevoli che è Cristo, ilsolo giusto, a portare la sofferenza con noi.È un cammino impegnativo, che si fa prati-cabile se è sorretto e illuminato dalla fede:ciascuno di noi, quando è nella prova, puòdire con San Paolo «sono lieto nelle soffe-renze che sopporto per voi e do compimen-to a ciò che, dei patimenti di Cristo, mancanella mia carne» (Col 1,24).Quando il peso della vita ci appare intolle-rabile, viene in nostro soccorso la virtù dellafortezza. È la virtù di chi non si abbandonaallo sconforto: confida negli amici; dà allapropria vita un obiettivo e lo persegue contenacia. È sorretta e consolidata da GesùCristo, sofferente sulla croce, a tu per tucon il mistero del dolore e della morte. Ilsuo trionfo il terzo giorno, nella risurrezio-ne, ci dimostra che nessuna sofferenza, perquanto grave, può prevalere sulla forza del-l’amore e della vita.

CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTE

“La forza della vita nella sofferenza”

ore 18: Celebrazione Eucaristicain Cattedrale presieduta

da S.E. Mons. Francesco MarinoAl termine: Canto alla vita:

Orchestra Mariarte - Giovani per la Pace

Messaggio per la 31ª Giornata Nazionale per la Vita - 1 febbraio 2009 2 febbraio - Si celebra la presentazione al Tempio

“La Candelora”

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Sarà inaugurata, alla presenza di una folta delegazione delGoverno nazionale, la nuova Prefettura di Avellino. Una festa in

grande stile, perché un avvenimento del genere merita gli onori dellacronaca, non solo di quella locale. Così, tutta l'Italia saprà di quali"miracoli" sono capaci gli avellinesi! Riuscire a completare ilrestauro (e ricostruzione) di un edificio così importante per la nostramemoria, in quasi trentanni, resta un fatto di straordinarietà unica serapportato alla situazione nella quale si trovano, ancora, tanti edificiprivati e pubblici della nostra provincia. Speriamo che le autorità rie-

scano, anche, a tracciare un " bilancio" di questi anni di "duro ed incessante" lavo-ro (quanto è costata alla collettività la nuova Prefettura? Quanti soldi sono statispesi per gli affitti in questi trenta anni?...), individuando le persone che hanno"permesso, favorito e consentito" tutto ciò: una volta tanto è bene che le "cosebuone" non si nascondano e tutti quelli che hanno concorso a realizzarle siano"indicati" all'attenzione della pubblica opinione.Ora, mentre un problema si risolve ve ne sono altri che angosciano la vita degliavellinesi e che, probabilmente, potranno trovare una qualche soluzione solograzie a qualche intervento miracolistico.Parliamo del tunnel, l'opera pubblica che da due anni ha sconvolto le nostre abi-tudini, quella che passerà alla storia, ce ne stiamo convincendo, come "il secon-do Mercatone": un altro monumento alla inutilità ed alla incapacità dellaclasse politica! Ecco, il vecchio tracciato del tunnel avrebbe avuto una validità, sul piano urbani-stico, per gli evidenti benefici al traffico "in attraversamento alla città". Oggi,già il nuovo tracciato ci induce a definire il tunnel come " il sottopasso di PiazzaLibertà"! Sì, perché l'unica funzione sarà quella di consentire agli automobilistidi "bypassare" Piazza Libertà, se e quando sarà resa pedonabile insieme al Corso.Tutto qui! Per non parlare dei rischi, non ancora chiariti, relativi alla strettoia"Banco di Napoli - Palazzo Ercolino" con la probabile necessità di realizzare unasola corsia! Riusciranno i nostri concittadini ad utilizzare, un giorno, questo sottopas-saggio? E sapranno "premiare" i politici che l'hanno inventato e quelliche, poi, l'hanno, malamente, realizzato? L'attenzione si sposta, poi, alla cosiddetta "metropolitana leggera", un'altramega-opera della quale si è recentemente discusso in Consiglio Comunale.Col termine "metropolitana", abbreviazione ormai entrata nell'uso comune diferrovia metropolitana, si intende "un sistema di trasporto, rapido, dimassa, su ferro, basato su treni elettrici, al servizio dei maggiori centri urba-ni e delle aree metropolitane". Una metropolitana "leggera" dovrebbe significa-re, secondo gli ideatori, un sistema di trasporto "rapido" ma "non" su ferro,basato sempre su treni elettrici e finalizzato a snellire il traffico della nostraarea urbana.Ora, mentre le metropolitane nelle grandi città si costruiscono essenzialmente nelsottosuolo, dove è possibile inventare un percorso ferroviario libero da ostacoli,tale da consentire il trasporto delle persone in tempi rapidissimi, la cosiddettametropolitana "leggera", in una cittadina come Avellino, potrebbe essere alle-stita solo se già vi fossero strade idonee, ampie e libere da parcheggi, inmaniera da permettere "con un percorso libero da ostacoli" ad automezzi piccolie veloci di collegare, con continuità, alcune aree della nostra città (soprattutto,grandi parcheggi con il centro, chiuso al traffico). Da quanto abbiamo ascoltato cisembra che si stia realizzando tutt'altro: autobus ancora più grandi di quelliin circolazione; incertezze sul percorso; difficoltà a creare corsie esclusi-ve, con il rischio di vedere i pullman della metropolitana bloccati nel caosdel traffico cittadino! Ancora una volta l'approssimazione la fà da padrona ed ipoveri avellinesi dovranno prepararsi ad altri disagi per consentire la realizzazio-ne di un'altra opera inutile. Si dirà: ci sono già i fondi, dobbiamo spenderli!E' questa la risposta che sem-brerebbe dar ragione a quell'amico, parroco nella nostra città, con il quale, a volte,

parliamo dei problemi di Avellino: "dovremmo evitare di scegliere gli ingegneri egli architetti !" (mi disse, una volta, attribuendo, ingiustamente, a queste catego-rie prrfessionali il demerito di tanti "misfatti"). Non è la risposta giusta a questiproblemi: dovremmo evitare di scegliere le persone incapaci, gli inetti, gli uominidi paglia, dovunque siano candidati! Un'ultima, doverosa, riflessione merita un'altra questione che è stata ripropostaall'attenzione della pubblica opinione: l'autostazione di via Colombo.A gennaio 2005 l'Air acquistò dal Comune di Avellino l'autostazione, costruita coni fondi del terremoto, al prezzo di circa 13milioni di euro ( 25 miliardi di vecchielire). La scelta fu una boccata di ossigeno per le asfittiche casse del Comune diAvellino sicché il manager Preziosi dichiarò:"Trasferire l'autostazione all'Air signifi-ca dotare la città di un terminal moderno per il trasporto pubblico, sottraendo unbene pubblico al vergognoso accanimento di pochi vandali e consentendo di pro-grammare il futuro senza autobus a Piazza Kennedy".Oggi, finalmente, il miracolo. A distanza di soli quattro anni dall'acquisto,parte il bando per l'ammodernamento di tutta la struttura! Sarà un capo-lavoro della moderna architettura, con strumenti, spazi, sistemi informa-tici.. etc, che poche altre strutture "in Europa" possono vantare!Ci viene solo un dubbio: ma, alla fine, questo "miracolo" quanto sarà costato alletasche degli italiani? E, poi, ce n'era veramente bisogno? Ed, ancora, tutti queimilioni di viaggiatori previsti, li costringeremo, con la forza, a venire ad Avellino(magari costruendo un aeroporto a Valle..), per giustificare la predisposizione diquei servizi? Infine, quanto altro tempo dovremo attendere per utilizzare unastruttura che era stata consegnata, già completa e collaudata, al Comune?Probabilmente batteremo il record nella realizzazione di un'opera pubblica: 25anni per una prima realizzazione, altri quindici, forse, per renderla moderna edefficiente. E qualcuno, tra i politici, si lamenta perché gli avellinesi sarebbero "cit-tadini impazienti"..!!Come vorremmo sbagliarci nei giudizi! Forse è vero: l'alta tecnologia e lamodernità sposati alla fantasia potrebbero realizzare un altro "miracoloavellinese"! Speriamo, solo, che non somigli, ancora una volta, a quelliche i nostri amministratori ci hanno regalato in passato!

L'AREA URBANA E I FONDI EUROPEI

Gli ultimi finanziamentidi MicheleCriscuoli

Un'altra tornata di finan-ziamenti europei sta per

arrivare al Sud, ma questaè l'ultima, dato chenell'Unione Europea sonoentrati Paesi che, dal puntodi vista dello sviluppo, sonoancora più arretrati di noi.Si tratta dell'ultima carta

che le nostre città possonogiocarsi per mettersi in pari.

E, se consideriamo il gran da fare che haavuto la manodopera nell'edilizia e nelleopere pubbliche in questi anni, almeno unobiettivo è stato raggiunto. Se alla quanti-tà di lavoro offerto fosse corrisposta anchela sicurezza e l'utilità delle opere svolte,tutto sarebbe stato perfetto. Ma non si puòavere sempre tutto. Al POR 2000/2006succede, quindi, in un modo che noi ormaiconsideriamo naturale, quasi dovuto, ilPOR 2007/2013. Il Piano Strategico pre-sentato alle medie città, come Avellino,porta la speranza a tante famiglie e nonsolo. Il Piano Strategico è uno strumentoche coinvolgendo l'Area Urbana del capo-luogo, di cui fanno parte i comuni diAtripalda, Aiello del Sabato, Mercogliano eMonteforte Irpino, dovrebbe sanare lecarenze di infrastrutture, soprattutto intermini di attrezzature idrico/energetiche,di reti telematiche, di telecomunicazioni edi reti bancarie, di cui il territorio è povero,secondo indagini suffragate dai principaliindicatori socio-economici. Questi rivelano,infatti, un quadro preoccupante dellasituazione occupazionale in Irpinia, contendenze al peggioramento. Tale situazio-ne sarebbe ascrivibile, in parte, alle caren-ze infrastrutturali che non consentonoall'Irpinia di stare al passo con altre regio-ni, non reggendo la concorrenza. Ma nonbisogna trascurare la situazione della via-bilità, insufficiente e sofferente, che rendedifficili i trasporti. Il primo obiettivo delpiano è lavorare alla costruzione di unacultura delle politiche di sviluppo multidi-mensionale. Così le linee guida raccoman-dano la diffusione e la trasparenza dei pro-cessi di attuazione, partendo dal coinvolgi-mento della popolazione, attraverso leassociazioni, le organizzazioni di categoria,gli organismi rappresentativi del volonta-riato, le Istituzioni Ecclesiastiche, leFondazioni e le Università, oltre alle istitu-zioni locali presenti sul territorio, le ammi-nistrazioni centrali nei loro terminali localie i principali rappresentanti collettivi degliinteressi economici locali. A tale propositoAvellino, nell'ambito del ProgrammaIntegrato Urbano "P.I.U. Europa Città diAvellino", parte integrante del PianoStrategico per l'area cittadina, ha lanciatoun bando per la raccolta delle manifesta-zioni d'interesse finalizzate alla redazionedel documento di orientamento strategicoPO-FESR 2007/2013, aperto ai soggettiprima elencati, bando che si chiuderà il 6

febbraio prossimo, dopo aver recepito leproposte della popolazione riguardo allavalorizzazione dei quartieri: Rione Mazzini,San Tommaso, Q/9, Bellizzi, parte dellasponda Sud del torrente Fenestrelle eparte del Centro Storico e contenenti pro-poste che saranno oggetto di discussionenei laboratori di pianificazione indettidall'Amministrazione Comunale. Il 26 gen-naio è stata anche formalizzata ufficial-mente l'operatività della cabina di Regiadel Programma Integrato con la firma delregolamento apposta dai rappresentantidegli Enti responsabili: Ministero dei Beni edelle Attività Culturali, Comune di Avellino,Provincia e Regione Campania. Anche ilComune di Mercogliano si è mosso in talsenso, aprendo un bando simile relativo alproprio territorio. Ci si aspetta che ancheMonteforte Irpino e Aiello del Sabato apra-no le porte ai cittadini, i quali saprannooffrire spunti, riflessioni e, vivendo quoti-dianamente la dimensione della propriarealtà urbana, anche attivarsi responsa-bilmente per il futuro del proprio territorio.A Monteforte, dove la qualità della vitastenta a mettersi al passo con l'incremen-to insediativo, dovuto alle provenienzedalle provincie limitrofe, a cui si è accom-pagnato uno stravolgimento del tessutourbano, il problema è sentito di più e si tra-duce in una tendenza a vivere in modosuperficiale il paese, consentendo l'inse-diarsi di forme di criminalità che fino apoco tempo fa erano assolutamenteimpensabili. Ci si augura che l'Irpinia inte-ra possa ritrovarsi ora, grazie a nuovi equalificati progetti, prima di perdersi persempre!

Una festa in grande stile

di EleonoraDavide

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teLa politica del figlio unico

Forse non tutti sappiamo cos'è la politica del figlio unicoin Cina o forse, avendo letto qualcosa al riguardo, ognu-

no di noi si è fatto una propria idea sull'argomento. Lospunto, a dire il vero, nasce proprio da una domanda chemi è stata rivolta da una mia collega :"E' vero che in Cinauccidono i bambini che sono nati in famiglie chehanno già un figlio a causa della politica del figlio

unico?". La mia prima risposta è stata: "No". Poi, però, hodovuto dare delle spiegazioni, nelle quali si evidenziavano

alcune contraddizioni. Partiamo dall'origine: nel 1979, il Presidente cinese Deng Xiao Ping decise di farfronte al problema del fortissimo incremento demografico del Paese approvan-do una legge che vietava alle donne di avere più di un figlio. La pena previstaera la soppressione del neonato. Negli anni '90, la norma è stata modifica-ta e sono state previste sanzioni pecuniarie e pubblico biasimo in luogo dellasoppressione. Le sanzioni, attualmente, sono pari a 500 mila yuan (circa 5000euro) da cui, va precisato, sono esenti i residenti rurali, gli appartenenti alleminoranze etniche e i genitori che siano, a loro volta, figli unici. Per una famiglia di ceto medio-basso, il terzo, quarto o quinto figlio non posso-no essere neanche immaginati quindi, mi duole dirlo, se ciò accade, spesso nonsono dichiarati ed i bambini sono lasciati nella clandestinità a vita. Le soluzionisono due: o i neonati fanno una fine sconosciuta o si costringono le donne adabortire. Va registrato che lo scorso 16 gennaio, in Cina, sono stati pubblicati idati ufficiali (relativi al 2006 quindi resi noti con quasi 3 anni di ritardo)secondo i quali emergerebbe che 7 donne su 10 vorrebbero essere libe-re dalla schiavitù del figlio unico. Le polemiche e le critiche non sono mancate soprattutto se teniamo conto cheil governo ha sempre dichiarato che "questa legge era il frutto di una scelta delpopolo". Tra l'altro, le proteste non hanno riguardato solo il destino dei neona-ti. Il punto, sostengono i più poveri tra i cittadini cinesi, è che questapolitica favorisce i ricchi che non hanno problemi nel pagare le multe. Altre critiche, meglio articolate, provengono dalla gioventù cinese poiché que-sta politica del figlio unico ha portato una predilezione per il maschio spingendonumerose donne ad abortire una volta conosciuto il sesso femminiledel neonato. Infatti, si prevedono, per il 2020, 40 milioni di uomini in più delle donne in etàda matrimonio. Basti pensare che, mentre nei Paesi industrializzati, il rapportoè 104 maschi a 107 femmine, in Cina, già nel 2005, era 117 a 100 mentre, inalcune regioni, si arrivava persino a 130 a 100. Poveri maschi cinesi, per loro il rischio è grosso: restare soli, senza poter crea-re una famiglia e senza la gioia di diventare padri.

Questa volta ci interes-siamo del costo delle

leggi varate nel 2008 nellevarie regioni italiane.Come al solito il recordnegativo spetta alMezzogiorno. La produzione per ogni sin-

gola legge approvata daiConsigli regionali è la seguente: capofilala Sicilia che ha speso 161 milioni di europer varare 26 leggi (6.192.307 euro ognu-na), seguita dalla Campania 87.389.000di euro, 20 leggi(4.369.45° euro ognu-na); Calabria 75 milioni di euro, 46 leggi(1.630.434 euro ognuna); Puglia 33milioni di euro, 45 leggi (733mila euroognuna).Al di sopra del Tevere la situazione è piùconfortante, escludendo il Veneto che haapprovato 22 leggi per una spesa di56.223.547 euro (2.555.615 euro ognu-na). Il Piemonte con una spesa di65.954.928 euro ha approvato 33 leggi(1.998.634 euro ognuna). La Toscanacon una spesa di 30.500.000 euro havarato 27 leggi (1.129.629 euro ognuna).Ci soffermiamo in dettaglio sullaCampania dove le risorse destinate alConsiglio regionale nel 2008 sono state di87milioni 398mila euro. Per il personalesi sono spesi 38 milioni di euro e per "ilfunzionamento del Consiglio" 27milioni690mila euro.Dopo questa esosa spesa scopriamo chealcune leggi approvate non potrannoessere applicate, perché prive dellacopertura finanziaria. Al danno si aggiun-

ge anche la beffa. Apprendiamo la scon-certante notizia dalle dichiarazioni di treConsiglieri regionali: Pivellini di An,Romano di F.I. e Ronghi del Mpa.L'On.le Pivellini a proposito delle 20 normevarate ha dichiarato: "Che le leggi appro-vate dal Consiglio siano le più costose ègià un'evidenza che dà fastidio. Ma ioaggiungerei la classica beffa: quasi tutte leleggi varate lo scorso anno, non solo sonopoche rispetto ad altre realtà, ma nonpossono essere applicate, perché nonhanno la copertura finanziaria. La cosa piùscandalosa è questa… Il Bilancio gestiona-le approvato a fine d'anno lascia libericirca 11 miliardi di euro. Nove di questisono assorbiti dalla Sanità. Ne restanocirca 2 e mezzo? Cosa si pensa di poterfare?..."A proposito degli sprechi, l'On.Romano diFI ha dichiarato: "Troppe le consulenze cuila Regione ci ha abituati e che paga lauta-mente, a fronte, tra l'altro, di leggi chenon possono essere applicate per man-canza di finanziamenti. Il tutto fa lievitare"i costi della politica, che, invece, dovreb-bero essere ridotti drasticamente…".L'On.le Ronghi del Mpa rincara la dose: "Ilcosto mi sembra altissimo a fronte di unproblema spesso sottaciuto. La maggiorparte delle leggi approvate non ha risorseper poter funzionare e finisce in "osserva-zione" per una carenza d'istruttoria. Eccoche allora occorrerebbe abbassare lespese e innalzare la qualità. E' necessarioridurre le indennità dei singoli consiglieri,ma anche il personale che lavora inConsiglio…"

di AlfonsoSantoli

La produttività dei Consigli regionaliIn Campania leggi costosissime

Alcune prive di copertura finanziaria

Viaggio nell’Italia degli sprechi

ClaudiaCriscuoli

L’umorismo di Angelino e Satanello

Il registro delle belle coppieRiferendosi ai recenti bruttissimi episodi di violenzasulle donne, Berlusconi ha detto che occorrerebberotanti soldati quante sono le belle donne.

Ad Avellino, gli amministratori, hanno subitopensato di istituire subito un apposito registro:“Il registro delle belle coppie”.

FORUM SOCIALE MONDIALE:A BELEM GIOVANI VINCONO POVERTÀIMPARANDO MESTIERE RADIO E TV

(Patrizia Caiffa, inviata Sir a Belém - Brasile) - Una scuola per imparare gra-tuitamente il mestiere di “tecnico delle comunicazioni” per la radio, la televi-sione, la carta stampata, e riscattarsi così da situazioni di povertà materialeo culturale. E’ lo scopo del “Corso tecnico di comunicazione sociale” fondatoe diretto dal missionario del Pime (Pontificio istituto missioni estere) padreCarlo Pighin, friulano di origine, brasiliano nel cuore, da 30 anni a Belèm,dove si sta svolgendo in questi giorni, fino al 1° febbraio, la IX edizione delForum sociale mondiale. L’idea, nata una dozzina di anni fa, si è istituziona-lizzata 4-5 anni fa e già sono 70 i ragazzi che la scuola ha “sfornato” edavviato al mestiere, senza spese o contributi, come avviene invece in tutti icorsi professionali o universitari. Ogni anno, a fronte di centinaia di doman-de, vengono selezionati 21 giovani dai 17 ai 30 anni, che frequenteranno lascuola cinque ore al giorno, compreso il pranzo, per un totale di 1100 ore dilezioni su stampa, radio, tv. Così padre Pighin racconta al SIR il perché dellascuola: “Un giorno mi sono chiesto: perché i giovani più poveri diventanospesso delinquenti? Perché non studiano? Ho provato a coinvolgere ancheragazzi analfabeti e dopo pochi mesi mi sono reso conto che nessuno è dav-vero ignorante. E’ la situazione umana e sociale a negare loro opportunità”.

fonte Sir

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Una giornata a Cafarnao,sul lago. È una giornata

di sabato, come si dice all'ini-zio e come si lascia capirealla fine: le folle aspettano iltramonto del sole, cioè lafine del riposo sabbatico, perportare a Gesù gli ammalati.Marco ci presenta in questapagina la missione di Gesùnel suo duplice aspetto diparola e azione, di insegna-mento e di opere di salvezzache provoca nei presenti ladomanda: "Chi è maicostui?". È l'interrogativo fondamen-tale che l'Evangelista vuolesuscitare con il suo Vangelo. Nella Palestina del tempoc'erano sinagoghe non solonei grandi centri, ma anchenelle piccole città e nei villag-gi. Gli israeliti vi convenivanoper la preghiera e per la let-tura e la spiegazione dellaScrittura. Non solo gli scri-bi e gli anziani, ma tutti ipartecipanti potevanoessere invitati dal presi-dente a insegnare. Ogniisraelita, inoltre, potevachiedere la parola e inter-venire. È appunto nellasinagoga di Cafarnao cheGesù prende la parola perinsegnare e libera unuomo posseduto da uno"spirito immondo". Al tempo di Gesù era diffu-sa l'opinione che i demònifossero all'origine di qual-siasi malattia, specialmen-te quelle mentali, le cuimanifestazioni inducevano

a pensare che l'ammalatonon fosse più padrone di sé.Non sorprende che anche gliEvangelisti parlino secondola mentalità del loro tempo eche lo stesso Gesù abbiavoluto, in parte, adattarvisi.Da questi racconti non dob-biamo pretendere diagnosimediche né dichiarazionispeculative sulla natura deidemòni. Essi riflettono piut-tosto la lettura di fede chel'uomo del tempo faceva - difronte a certi casi inquietanti- andando alla radice dellasituazione, là dove si scoprel'impronta del "nemico" diDio e del "distruttore" del-l'uomo. È una lettura religio-sa che nasce da una delleconvinzioni che il Vangelosembra esigere: il male nonviene solo dall'uomo, madietro le diverse manifesta-zioni di esso sta il nemico pereccellenza, il distruttore dellacreazione. L'uomo biblico èdell'opinione che oltre alleforze della natura, dell'uomoe di Dio c'è da tener contoanche della forza delMaligno.È alla luce di queste osserva-zioni preliminari che dobbia-mo leggere il nostro episodioe gli altri simili. Il racconto

non vuole presentare un sin-golo caso curioso, quantopiuttosto - attraverso uncaso particolarmente chiaro- la nostra situazione comu-ne di uomini decaduti, inbalìa delle forze del male eincapaci di entrare in comu-nione con Dio.Vedendo più da vicino il rac-conto di Marco, si possonofare alcune riflessioni preli-minari.La prima è che Gesù mette atacere un uomo che dà insmanie durante il servizio

liturgico; seccamente inti-ma: "Taci ed esci da costui".Lo spirito è costretto a obbe-dire e l'uomo, liberato dallospirito disgregatore, è rido-nato a se stesso. Gli esorci-smi erano di moda e la lette-ratura del tempo ne parla.Ma erano esorcismi lunghi,strani e complicati, pieni diformule e gesti magici(come lo sono quelli deinostri giorni!). Gesù invecenon fa uso di parole magichee di riti misteriosi, ma siimpone allo "spirito impuro"semplicemente con uncomando. È per questo chela folla rimane stupita.Un altro elemento da consi-derare è la reazione dellafolla, quella stessa folla chedi fronte a ciò che accade sipone l'interrogativo: "Chesignifica tutto questo?". Lafolla avverte che Gesù inse-gna con autorità e che il suoinsegnamento è nuovo."Nuovo" non significa sem-plicemente "mai dettoprima" o "mai sentito altro-ve". Ma è la novità di Dio,non una novità cronologicama qualitativa: qualcosa cheti rigenera, rinnova e ringio-vanisce. L'hai già sentita,

forse, ma ugualmente ti fascoprire vecchio, ti rigenerae ti purifica. Novità, certo, indica "rottu-ra", discontinuità con ciò cheprecede, con ciò che sentisempre, che dicono tutti, marottura non significa estra-neità. L'appello di Dio ènuovo, sorprendente, ina-spettato, ma dopo che lo

senti te lo ritrovi dentro, eraciò che in fondo aspettavi,magari senza saperlo.L'autorità dell'insegnamentodegli scribi (i teologi, i biblisti,i giuristi dell'epoca) derivavadalle Scritture e dalla tradi-zione degli antichi, oppure sifaceva accettare rimandan-do all'autorità di un celebremaestro. L'autorità non risie-deva nell'insegnamentostesso. Non così la parola diGesù: è un annuncio che hain sé la sua forza, chiaro, tra-sparente. È un annuncio cheti pone di fronte alle tue con-traddizioni; un annuncio cheha in sé una evidenza taleche penetra e ti colpisce.Non rimanda ad altro. Difronte ad essa non è que-stione di prove e di nonprove. E c'è di più: l'insegnamentodi Gesù è "autoritario", per-ché non è solo parola, magesto. È una parola potenteche libera e guarisce, anchee soprattutto, dal potere delNemico.

"Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!". E Gesù gli ordinòseveramente: "Taci! Esci da lui!". E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.

La liturgia della Parola: IV domenica del Tempo Ordinario

Vangelo secondo Marco(1,21-28)In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga,[a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo inse-gnamento: egli infatti insegnava loro come uno che haautorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sina-goga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro ecominciò a gridare, dicendo: "Che vuoi da noi, GesùNazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: ilsanto di Dio!". E Gesù gli ordinò severamente: "Taci!Esci da lui!". E lo spirito impuro, straziandolo e gridandoforte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano avicenda: "Che è mai questo? Un insegnamento nuovo,dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri egli obbediscono!". La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regio-ne della Galilea.

di p. Mario Giovanni Botta

Sei tu la potente Parola Tanta è la gente che ti cerca,

Gesù Figlio di Dio; viene a te da ogni parte.

Anche i demòni ti riconoscono: ma tu li zittisci, perché?

Il tuo ammaestramento, Gesù Maestro, stupisce e attira anche noi. La tua parola è il vero dono.

Sei la Parola!Tu rompi le catene del male,

e ci relazioni a Dio come Padre. Fa' che possiamo, o Cristo Signore,

non solo riconoscere chi tu sei, ma vivere, non da estraniati,

la tua parola di salvezza nei giorni e nelle opere

della nostra vicenda umana. Amen, alleluia!

La rubrica - La famiglia nel diritto a cura di Enrico Maria Tecce*

Il principio deldiritto cano-

nico secondocui non rileva-no i rapporti trai coniugi suc-cessivi al

matrimonio valido ha,come detto la volta scor-sa, la sola eccezione delmatrimonio "rato ma nonconsumato". Tuttavia èprevista una causa di scio-glimento del vincolomatrimoniale per fatti suc-cessivi, che non provoca lanullità, cioè l'inesistenzasin dall'origine del matri-monio, bensì effetti dalmomento in cui vienedichiarato. È, come benvediamo, un'ipotesi parti-colare, che attualmenteha assunto maggioreimportanza, viste lemigrazioni di massa versol'Italia da paesi di diversareligione.Si tratta del cambiamentodi religione di uno deiconiugi in un momentoposteriore al matrimonio,la cosiddetta conversione.Anche in questo caso puòessere utile un esempioche aiuti a comprendere

meglio la vicenda.Due giovani cattolici sierano sposati ed avevanoavuto due figli. Un giorno,lo sposo, di origini norda-fricane, incontrò un imam(sacerdote musulmano)del suo stesso paese.Dopo poco tempo, si con-vertì all'islam, cambiandoanche il proprio nome,come di solito avviene nelcaso di adesione in etàadulta alla religione diMaometto.La donna, sorpresa, nonsapeva come comportarsicon il marito e nell'educa-zione dei figli. Perciò sirivolse ad un sacerdotecattolico per avere delleindicazioni. Le fu rispostoche, tra le altre possibilità,esisteva anche quella difar sciogliere il matrimonioper cambiamento di reli-gione.Il primo argomento daanalizzare con riguardo aduna simile previsione delcodice canonico è quellodelle ragioni che sottendo-no ad essa, considerandoinnanzitutto che l'aspettoprevalente è quello del-l'educazione della prole.

Infatti, al momento delmatrimonio, gli sposiassumono, tra gli altri,l'impegno di educare i figlinella religione cattolica.Se al momento della cele-brazione entrambi i coniu-gi sono cattolici, ciascunopuò confidare nell'aiutodell'altro nell'adempimen-to di questo impegno. Maquando dopo le nozze unodei due si converte adaltra religione, viene menolo spirito unitario dellacoppia nel perseguimento

dell'obiettivo comune dieducare la prole nella fededi Cristo. È allora a tuteladei figli, della loro educa-zione morale e religiosache il matrimonio puòessere sciolto, perché laChiesa guarda al matrimo-nio sempre principalmentedalla prospettiva della pro-creazione e della matura-zione dei figli nella religio-ne cattolica.Non si tratta di stabilire lasupremazia di una religio-ne sulle altre, ma di tute-

lare l'impegno assunto daiconiugi, al momento dellacelebrazione del matrimo-nio, di educare i figli nellareligione cattolica.Infatti, senza avere la pre-sunzione di interpretare leparole del Pontefice, la"primazia" della fede cat-tolica (nel significato pro-prio del termine) pensoche vada intesa nell'acce-zione secondo cui nessunaaltra religione rispecchiagli insegnamenti di Cristopiù di quella cattolica e

non nella superiorità diuna religione (quella cat-tolica) sulle altre: ciòsarebbe in contrasto congli insegnamenti ecumeni-ci di ricerca dei punti incomune con le altre reli-gioni. Allora, nella prospettivadello scioglimento delmatrimonio per cambia-mento di religione, è chia-ro che la Chiesa vuole pro-teggere sia i figli che ilconiuge, rimasto cattolico,dalle conseguenze che, intermini di imitazione, pos-sono derivarne. Non si tratta, cioè, diaffermare una superioritànei confronti delle altrereligioni; infatti il matri-monio tra due persone didiversa religione, nota finda prima del matrimonio,può essere consentita condispensa dalla Chiesa. È necessario però che chiassume l'impegno di edu-care la prole nella fedecattolica sappia fin dall'ini-zio di avere un compitoancora più arduo perchénon riceverà aiuto in talsenso dal coniuge.

*dottore in diritto canonico

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Proseguiamola nostra

analisi del-l'opera diS.Guglielmo diSaint-Thierry,cistercense del

XII° secolo, cheha saputo coniugare mira-bilmente teologia e spiri-tualità, in virtù di un'espe-rienza contemplativa,sgorgante da una fedecapace di assimilare ilMistero e di impegnare diesso l'intera esistenza. Inun'epoca, in cui la Parola diDio, rivelatrice del supre-mo mistero della fede edella storia: la Trinità diDio, cede alle pressioni diun razionalismo che pre-tende di sottomettere lafede al suo dominio, seco-larizzandola; in un'epoca,in cui la storia e l'economiadella salvezza sono disan-corate dal mistero trinita-rio, S.Guglielmo ha ilgrande merito di ripren-dere la tradizione biblica,fondante la Confessioneapostolica della fede dellaChiesa, e di ricongiungereil piano storico-salvifico,la sua economia, al miste-ro della vita trinitaria.Il mistero dell'essenza,della vita, delle relazioni edelle processioni trinitarie,che costituisce la formadella fede secondo laParola di Dio, è scrutato,nell'opera "Aenigma fidei",a partire dalle missionidivine temporali, attraver-so le quali viene operata,nella storia, la salvezza delgenere umano. Si chiedeS.Guglielmo: "A qualescopo ci viene predicatala Trinità? Non sarebbemeglio predicare e vene-rare unicamente un soloDio, chiunque fosse o inqualunque forma si mani-festasse?" (Aen.f. 67).Sono interrogativi di bru-ciante attualità. L'insisteresulla Trinità non frapponeun ostacolo insormontabileall'abbraccio universale ditutte le fedi religiose? Nonscaglia una pietra d'in-ciampo lungo il percorsodell'unificazione religiosadell'umanità, garanzia dipace e di progresso?Queste suggestioni sincre-tiste s'insinuano, pure,nella cristianità, in nomedella parola d'ordine:"Cerchiamo quello che uni-sce, per superare quelloche divide". E, indubbia-mente, il mistero dellaTrinità e la fede nella suarivelazione distaccano,senza possibilità di conci-liazione irenica, ilCristianesimo dalle altregrandi religioni.Allora, teologi di grannome s'industriano pertrovare una soluzione cheporti verso un monotei-smo, senza distinzione dipersone divine, in manierada illanguidire la Trinità diPersone e facilitare il dialo-go interreligioso. Quindi, ilprotestante Karl Barth

propone l'espressione"modo di essere" comesostitutiva del termine"Persona" nella Trinità. Asua volta, il cattolico KarlRahner, ritenendo insi-diosa la proposta di Barth,la corregge con l'espres-sione " distinto modo disussistenza". In verità,questi "numi", che hannospopolato negli Ateneiteologici, segnatamente inquelli napoletani, manca-no di fantasia e non fannoaltro che riverniciare anuovo l'antica eresiamodalista di Sabellio.Questi sosteneva che inDio vi è una sola personae tre "modi" di rivelarsi,come Padre nella creazio-ne, come Figlio nellaredenzione, come SpiritoSanto nella comunicazio-ne della salvezza. Così, le punte avanzatedella teologia contempo-ranea disintegrano ilmistero fondamentale delCristianesimo, mettono insoffitta la Parola di Dio epolverizzano la retta fede.

Ai tempi di S.Guglielmo,il modalismo era riemersoprepotentemente sull'on-da del razionalismo diAbelardo. La risposta delgrande cistercense agliinterrogativi di cui sopra,ai modalisti di ieri e ai sin-cretisti di oggi, è di unamagistrale chiarezza eprecisione. "Ma tutti quelliche parlano così (cioè pre-dicano Dio genericamentee non la Trinità) sbaglianoe contraddicono la graziadi Dio…Per questo, ineffetti, l'Unigenito chedimora nel seno del Padreè venuto nel mondo, perquesto ha operato, perchéDio Trinità fosse conosciu-to. Del resto, in questavita, la Divinità non puòmai essere compresameglio dall'intelligenzaumana che quando siriconosce che essaDivinità è incomprensibile,ossia nella predicazionedella Trinità. Ed è appun-to per questo che ' ilVerbo si è fatto carne edha abitato fra noi' affin-chè… manifestasse agliuomini il nome del Padre,diffondendo nei nostricuori la carità di Dio, permezzo dello Spirito Santoche ci è donato. Questo èin definitiva l'enigmadella fede…in virtù delquale noi chiamiamo Dioil Padre, Dio il Figlio e Diolo Spirito Santo, senzache si tratti di tre dei,bensì di un Dio unico"(Aen.f. 67).

Dunque, l'orizzonte, chela Parola di Dio rivela edentro il quale si avvia lacomprensione per fededell'incomprensibile miste-ro di Dio, è quello dellemissioni divine visibili nellastoria, al fine di realizzarel'economia della salvezza:il Padre manda il Figlio, ilPadre e il Figlio mandanolo Spirito Santo. Ora, le

Persone divine, nell'eco-nomia salvifica, manife-stano l'ordine della vitatrinitaria in se stessa, valea dire come le Personecon i loro caratteri distin-tivi sono in relazione leune con le altre nellaunità della medesimasostanza. Scrive S.Guglielmo: "Perquel che riguarda i nomidel Padre e del Figlio edello Spirito Santo, cheindicano relazioni, essendoessi propri e particolari perognuno, si hanno, altresì,per ognuno, certe opera-zioni proprie. Ad esempio,è proprio del Padre il fattodi aver generato, del Figlioquello di essere statogenerato, dello SpiritoSanto quello di essere spi-rato dall'uno e dall'altro"(Aen.f. 75). Nelle relazioni,ogni Persona è inseparabi-

le dall'altra. "Quando sidice: il Padre, si compren-de allo stesso tempo ancheil Figlio, di cui lui è il Padre;quando si parla del Figlio,si comprende pure ilPadre, di cui lui è il Figlio.Quando, poi, lo SpiritoSanto è chiamato 'Dono',questo Dono è inseparabi-le dai Donatori (il Padre e il

Figlio)" (Aen.f. 74).Sono proprio le relazionitrinitarie, tra loro oppostema sempre identiche conl'unica essenza divina, acostituire le Persone: lapaternità costituisce laPersona del Padre, la filia-zione quella del Figlio, laspirazione passiva quelladello Spirito Santo. Questo

mistero delle relazioni, chefonda l'ordine trinitario, - èbene ripeterlo - è rivelatodalle Persone nell'econo-mia della salvezza, dispie-gata e attuata dalla Paroladi Dio e vissuta nella fede.E' qui che S. Guglielmorecupera il rapportoinscindibile tra ordine tri-nitario immanente e ordi-ne salvifico trinitario, cioètra vita di Dio in Dio e vitanostra in Dio, che per noiè l'unica salvezza. Egli,così, prepara la sintesi diS.Tommaso d'Aquino, ilquale, ponendo in rilievoche le relazioni in Dio sonoPersone sussistenti, incen-tra l'economia della salvez-za sulle missioni trinitarie,connettendola all'ordinedella Persone nella Trinità. Il pensiero teologico suc-cessivo smarrirà, purtrop-po, il senso di questa con-nessione, con gravi riper-cussioni sulla comprensionedell'Incomprensibile.Le relazioni stabilisconoin Dio due processi vitaliinterni che, con termino-logia biblica, sono chia-mati processioni (da"ekporeuomai"): quellaper via di generazione delFiglio dal Padre, e quellaper via di spirazione delloSpirito Santo dal Padre edal Figlio. Ma tali proces-sioni - tiene a precisareS.Guglielmo - non separa-no le Persone tra di loro:"Difatti il Padre è eterna-mente e immutabilmentenel Figlio, e il Figlio nelPadre; lo Spirito Santo ènel Padre e nel Figlio, edessi in lui, secondo la veri-tà dell'unica essenza divi-na" (Aen.f. 69). Ecco ilmistero della pericoresitrinitaria.La rivelazione, attraversole missioni visibili, dellavita intima della santissimaTrinità indica alla fede chela vita cristiana ed eccle-siale, per essere autentica-mente tale, deve essere"stigmatizzata" dalla vitatrinitaria. Se la nostra sal-vezza consiste nella parte-cipazione alla vita di Dio,donata per grazia e accoltanella fede della Chiesa,tale partecipazione è rit-mata e conformata secon-do il mistero della vitainterna della Trinità e deisuoi processi. A questo dedicheremoulteriori riflessioni.

Parola di Dio e vita trinitaria nell'opera di San Guglielmo di Saint-Thierry

di MicheleZappella

Vi è un rapporto inscindibile tra ordine trinitario immanente e ordine salvifico trinitario, cioè tra vita di Dio in Dio e vita nostra in Dio, che per noi è l'unica salvezza.

Masaccio: La Trinità - Firenze , Chiesa di Santa Maria Novella

www.avellinochannel.tv

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Le manifestazioni del Club Alpino sezione di Avellino

La saletta del carce-re borbonico, ad

Avellino, è davverotroppo angusta peruna manifestazione,che avrebbe bisognodi ben altri spazi nonsolo per il gran nume-ro dei partecipanti,

ma soprattutto perché il tema del-l'incontro è la presentazione daparte del professore Maffei (ex pre-sidente provinciale) della carta deisentieri redatta dalla sezione avelli-nese del C.A.I. (club alpino italiano)in sinergia con altri Enti, in partico-lare con la presidenza del parco deiPicentini.È superfluo fare l'elenco dei relatoripresenti, perché il vero protago-nista della serata è la monta-gna, le nostre montagne altereed ospitali, misteriose maanche pronte a svelare la lorobellezza a chi sa rispettare lanatura e i suoi incanti. Mancava fino ad oggi una radiogra-fia seria e metodica del nostro ter-ritorio montano; pochi erano i for-tunati in condizione di addentrarsitra le cattedrali di pietra che si ergo-no sull'altopiano irpino. Da anni, da quando è stata fonda-ta la sezione provinciale del C.A.I., icaini hanno fatto da apripista, bat-tendo i loro scarponi sulle pietre deisentieri che spesso conducono suterrazze di roccia, da cui si contem-pla il Paradiso.Da questo convegno i montideell'Irpinia è come se schiudesse-ro i loro tesori a tutti quelli chehanno deciso di deporre le pantofo-le in armadio e buttare nel fondodei cassetti vestaglia e telecoman-do, per scoprire quanto punge divitalità all'alba l'aria dei castagneti edelle faggete. L'invito è particolarmente rivolto aigiovani perché il raggiungere lavetta diviene una scuola silenziosadi vita, una sicura riscoperta di se

stessi e di valori profondi… comese la natura fosse, con le suesorgenti di cristallo, un immen-so specchio, entro cui ciascunoritrova la sua identità, strappan-do via dalla propria esistenza leragnatele e le fuliggini, cioè i falsimiti che vagano nella nostra socie-tà dell'opulenza virtuale. Le mode tramontano ma lemontagne rinnovano nei colorimutanti delle stagioni il loroinvito ad ascendere verso l'alto;sembrano profeti di pietra, chelevano le braccia oranti al cielo. Giusto per dare un'idea della verarivoluzione che registriamo dopo ilconvegno, basta riportare alcunedichiarazioni del presidente delParco dei Picentini: “Chiunque siaddentri all'interno del parco, vieneseguito passo dopo passo da unarete di rilevazione sensoriale quasi

millimetrica… con un semplice pal-mare viene accompagnato, comeper mano, a visitare e conoscere iluoghi più caratteristici di ciascunsentiero”.Guardo ad uno ad uno gli amici delC.A.I.: alcuni di loro riconoscono iluoghi, spesso impervi che leimmagini proiettano su uno scher-mo alle spalle dei relatori. Passa sul volto di alcuni “caini” unaluce di fierezza, anche perché que-sta magnifica manifestazione èstato il banco di prova piena-mente riuscito del nuovo consi-glio direttivo, che sotto la guidaattenta del neo-presidenteOtello Manfra e la inventiva vul-canica di Iossoli sta innestandonelle arterie dell'associazionenuova linfa di ideee e progetti.Soprattutto viene curata (lo sottoli-nea più volte Otello) la comunica-

zione con i cittadini per non caderenella tentazione abbastanza ricor-rente, per cui il C.A.I. diviene unasorta di catacomba per pochi eletti,che narcisisticamente, si autocon-templano per la loro bravura,dando poca importanza al rapportocon la società civile entro cui nonesistono solo i supermen masoprattutto le persone normali, chehanno bisogno di mettersi allaprova lungo sentieri accessibili,senza doversi immaginare comenovelli Indiana Jones. La sensazione è che nel C.A.I. irpi-no (con la sua pregevole sottose-zione di Nusco) stia passando dav-vero una ventata di novità, per cuiciascun iscritto si sente protagoni-sta di una cordata comune, alimen-tata dall'entusiasmo e dalla giovia-lità. Su queste basi è naturale il rappor-

to di collaborazione con altre asso-ciazioni, che operano sul territorio.Lo sottolinea immediatamente ilpresidente dell'Archeo Club, inge-gnere Troncone, che in un appas-sionato intervento confessa cheproprio dallo studio delle nuovemappe, preparate dal professoreMaffei, egli ha intuito quale potesseessere il tracciato che collegava ivari castelli della Irpinia durante ilMedioevo. Egli approfondirà ulte-riormente quest'ipotesi e ne pre-senterà a breve i risultati insiemeagli amici dell'Archeo Club.Non si poteva avere conferma piùesauriente di quanto la società civi-le della nostra provincia stia proce-dendo, ormai per proprio conto,lasciandosi alle spalle le brutture diun mondo politico, che è semprepiù dominato dalla incompetenza.

Il C.A.I. apre i sentieri alla società civile

di AmletoTino

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Molti ricorda-no con

nostalgia la serietelevisiva delDottor Kildare,che tutte le setti-mane compiva il

miracolo di salvare i suoipazienti in procinto di andaredall'altra …parte. Facevatutto con naturalezza e sem-plicità. Grandi sorrisi per tuttiprima che sullo schermocomparisse la parola finedella puntata. Era amato datutti perché usava il cuore,non aveva ambizioni se nonquella di trattare con grandeumanità i suoi pazienti. Inpratica usava il cuore e nonle medicine per guarire erisolvere tanti casi intricati.Oggi il futuro della medicinasi gioca sulla riscoperta delrapporto umano nelle difficilie particolari dinamiche delrapporto medico - paziente.Il cinismo che apparemoderno del Dottor Housenon ha prospettive reali diemulazione. La freddezzadeve essere bandita. Oggi ildiscorso è fatto di empatia edi simpatia tra sanitari ecoloro i quali soffrono.Un recente ed interessante

convegno internazionale diPavia ha sancito l'assiomache si deve uscire dai freddischemi della ricerca scientifi-ca e si deve stare dalla partedel malato. I rapporti inter-personali dovranno esserepiù profondi. A discutere di come Kildarestrapazzi House si sonoradunati illustri esponenti siadell'Istituto Universitario distudi Superiori di Pavia, maanche della Società

Internazionale di NeurologiaFunzionale, oltre che psicolo-gi da ogni parte d'Europa.Il messaggio venuto fuori èsemplice ed efficace: il medi-co deve tornare a curare gliammalati considerandoliesseri umani. Una cosa è latorre di avorio della ricercascientifica, una cosa sono leindagini bio - umorali e stru-mentali, un'altra cosa è farsentire alla persona malata ilmedico vicino in tutti i sensi.

IL DOTTOR HOUSE BATTUTODAL DOTTOR KILDARE

ILMEDICO RISPONDE a cura di Gianpaolo Palumbo

PREZZI DA SALDO PER LA CHIRURGIA ESTETICA

Oramai siamo al "ritocco da discount". I portafogli si sono ristretti, la crisi eco-nomica attanaglia ogni tipo di attività, la recessione colpisce tutti, ma gli italia-

ni non rinunciano al lifting, al seno nuovo, al naso nuovo, e a tutto ciò che si puòrisolvere in senso estetico con il famigerato bisturi. Solo che gli interventi oggicostano molto di meno. I chirurghi del settore hanno scoperto che la crisi non per-metteva agli italiani di spendere denaro in..…bellezza e le tariffe si sono fatte piùabbordabili.In tutto questo risparmio ci sono dei pericoli perché con il passa parola si può indi-rizzare gli aventi…bisogno presso centri o strutture non accreditate che possonousare prodotti contro l'avanzare dell'età che possono creare problemi, perché nongarantiti.Quindi si può risparmiare anche per cancellare i segno del tempo che passa mabisogna stare attenti agli operatori non qualificati. E' anche vero che talemedicina/chirurgia è vista come un fatto di moda, di tendenza e non come unareale necessità terapeutica.Ad ogni buon conto il governo in carica pare che voglia istituire il registro delle pro-tesi mammarie. Alla faccia della privacy.

IL CERVELLO PRIVILEGIA I CIBI SAPORITI

Nel nostro cervello esiste un vero e proprio computer, un centro di calcolo delgusto che riconosce i cibi migliori o quelli comunque più attraenti. Fa decidere

all'uomo se un alimento piccante o salato è più appetibile. Il centro cerebrale scar-ta i cibi senza sale o comunque poco saporiti. Dette in questo modo le cose sembrano poco veritiere, se non che su "Nature",monumento della cultura scientifica mondiale, è apparso un lavoro in cui vienedescritto tale meccanismo di screening del sapore vicariato da alcuni studi sul com-portamento alimentare dei lombrichi, che hanno un sistema di riconoscimentogustativo simile all'uomo. Tale centro sarebbe capace anche di distinguere lesostanze velenose.Negli anni 90 già si parlò di tale sistema di riconoscimento ma non si era arrivati acomprenderlo bene e fino in fondo. Hanno risolto il problemi i colleghi di "Nature"che hanno utilizzato microimmagini e proteine fluorescenti, capaci di cambiare colo-re a seconda del tipo di attività dei neuroni. L'esempio che si faceva nel testo par-lava di una proteina che da blu diventava gialla all'avvicinarsi del lombrico a cibisaporiti. Speriamo che i vermi abbiano sempre buon gusto!

Si è svolta, presso la Chiesa di San Gerardo in via Pianodardine di Avellino l'incontro del Vescovo Monsignor Francesco Marino con i giornalisti,in occasione della festività di San Francesco di Sales, dottore della Chiesa e Patrono dei giornalisti e degli operatori della comunicazione.

"Come cristiani - ha detto il Vescovo - dobbiamo comunicare con responsabilità e rispetto per il prossimo. I media devono essere utilizzati comestrumento dialogico mirante alla promozione del bene comune. Per gli operatori - ha concluso il Vescovo - quest'impegno è vocazione".

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San Biagio Vescovo e martire

3 febbraio - Memoria Facoltativa

Morto a Sebaste (Armenia), ca. 316

Il martire Biagio è ritenuto dalla tradizione vescovo della comunità diSebaste in Armenia al tempo della "pax" costantiniana. Il suo martirio,avvenuto intorno al 316, è perciò spiegato dagli storici con una persecuzio-ne locale dovuta ai contrasti tra l'occidentale Costantino e l'orientaleLicinio. Nell'VIII secolo alcuni armeni portarono le reliquie a Maratea(Potenza), di cui è patrono e dove è sorta una basilica sul Monte SanBiagio. Il suo nome è frequente nella toponomastica italiana - in provinciadi Latina, Imperia, Treviso, Agrigento, Frosinone e Chieti - e di molte nazio-ni, a conferma della diffusione del culto. Avendo guarito miracolosamenteun bimbo cui si era conficcata una lisca in gola, è invocato come protetto-re per i mali di quella parte del corpo. A quell'atto risale il rito della "bene-dizione della gola", compiuto con due candele incrociate. (Avvenire)

Patronato: Malattie della gola

Etimologia: Biagio = bleso, balbuziente, dal latino

Emblema: Bastone pastorale, Candela, Palma, Pettine per lana

Martirologio Romano: San Biagio, vescovo e martire, che in quanto cri-stiano subì a Sivas nell’antica Armenia il martirio sotto l’imperatore Licinio.

C’è una sua statua anche su una guglia del Duomo di Milano, la città dovein passato il panettone natalizio non si mangiava mai tutto intero, riservan-done sempre una parte per la festa del nostro santo. (E tuttora si vende aMilano il “panettone di san Biagio”, che sarebbe quello avanzato durante lefestività natalizie). San Biagio lo si venera tanto in Oriente quanto inOccidente, e per la sua festa è diffuso il rito della “benedizione della gola”,fatta poggiandovi due candele incrociate (oppure con l’unzione, medianteolio benedetto), sempre invocando la sua intercessione. L’atto si collega auna tradizione secondo cui il vescovo Biagio avrebbe prodigiosamente libe-rato un bambino da una spina o lisca conficcata nella sua gola.Vescovo, dunque. Governava, si ritiene, la comunità di Sebaste d’Armeniaquando nell’Impero romano si concede la libertà di culto ai cristiani: nel313, sotto Costantino e Licinio, entrambi “Augusti”, cioè imperatori (e purecognati: Licinio ha sposato una sorella di Costantino). Licinio governal’Oriente, e perciò ha tra i suoi sudditi anche Biagio. Il quale però muoremartire intorno all’anno 316, ossia dopo la fine delle persecuzioni. Perché?Non c’è modo di far luce. Il fatto sembra dovuto al dissidio scoppiato tra idue imperatori-cognati nel 314, e proseguito con brevi tregue e nuove lottefino al 325, quando Costantino farà strangolare Licinio a Tessalonica(Salonicco). Il conflitto provoca in Oriente anche qualche persecuzionelocale – forse ad opera di governatori troppo zelanti, come scrive lo stori-co Eusebio di Cesarea nello stesso IV secolo – con distruzioni di chiese,condanne dei cristiani ai lavori forzati, uccisioni di vescovi, tra cui Basilio diAmasea, nella regione del Mar Nero.Per Biagio i racconti tradizionali, seguendo modelli frequenti in questeopere, che vogliono soprattutto stimolare la pietà e la devozione dei cristia-ni, sono ricchi di vicende prodigiose, ma allo stesso tempo incontrollabili. Ilcorpo di Biagio è stato deposto nella sua cattedrale di Sebaste; ma nel 732una parte dei resti mortali viene imbarcata da alcuni cristiani armeni allavolta di Roma. Una improvvisa tempesta tronca però il loro viaggio aMaratea (Potenza): e qui i fedeli accolgono le reliquie del santo in una chie-setta, che poi diventerà l’attuale basilica, sull’altura detta ora Monte SanBiagio, sulla cui vetta fu eretta nel 1963 la grande statua del Redentore,alta 21 metri.Dal 1863 ha assunto il nome di Monte San Biagio la cittadina chiamataprima Monticello (in provincia di Latina) e disposta sul versante sudovestdel Monte Calvo. Numerosi altri luoghi nel nostro Paese sono intitolati a lui:San Biagio della Cima (Imperia), San Biagio di Callalta (Treviso), SanBiagio Platani (Agrigento), San Biagio Saracinisco (Frosinone) e San Biase(Chieti). Ma poi lo troviamo anche in Francia, in Spagna, in Svizzera e nelleAmeriche... Ne ha fatta tanta di strada, il vescovo armeno della cui vitasappiamo così poco.

fonte:www.santiebeati.it

1 Domenica IV domenica del T.O.

2 Lunedì S. Adeloga

3 Martedì S. Biagio

4 Mercoledì S. Andrea

5 Giovedì S. Agata

6 Venerdì S. Paolo Miki

7 Sabato S. Riccardo

La settimana

IL SANTO

Opera del maestro Giovanni Spiniello realizzata in esclusiva per “Il Ponte”www.giovannispiniello.it

VITA NEL VERDE di Oksana Coppola

LA PASSIFLORA (o frutto della passione)Bellissima in fiore,ma altrettanto bellacarica dei suoi mor-bidi frutti rosso-arancione che dura-no sulla pianta permolti mesi. Il suo

nome deriva dalla forma comples-sa e particolare del fiore, in cui latradizione cattolica pare ravvisaretutti gli elementi della passione diGesù (la corona, il martello, la fru-sta).Originaria del centro e sudAmerica preferirebbe climi tempe-rati, tuttavia se piantata in luogoriparato ed esposta a sud, soppor-ta discretamente anche gli inverniabbastanza freddi. I fiori della passione hanno foglie di forma diversa a secondadel tipo: con tre-cinque lobi o bilobate o intere.Nella passiflora racemosa sono raggruppati in penduli racemi terminali. Il loro colo-re varia dal bianco, al rosato, al rosso, fino a raggiungere tonalità bronzo-porpori-ne. Richiede terreni piuttosto fertili, ben dotati di sostanza organica, leggeri e pos-sibilmente con una reazione chimica acida. Se messa in vaso, l'operazione si effet-tua in aprile-maggio, utilizzando terriccio organico e annaffiando generosamentequando l'andamento stagionale è caldo e siccitoso. Le piante vanno sorrette conidonei tutori, graticci o telai di fili metallici robusti cui legare i giovani getti. Versola fine dell'autunno bisogna proteggere la base e i rami più bassi, disponendo unopportuno strato di paglia, foglie o torba. Agli inizi della primavera, si pacciama ilterreno con torba o terriccio, per mantenere umide le radici. In caso di crescitastentata si può intervenire distribuendo in primavera e in estate del concime poli-valente. A marzo regolarizzare l'impalcatura della pianta, asportando i rami vecchio danneggiati dal freddo, nonchè quelli che si disturbano venendo in contatto traloro.Accorciare i rami, laterali a 15 centimetri dai principali. L'operazione verrà sposta-ta di uno-due mesi nelle specie più sensibili al freddo. Può essere moltiplicata pertalea, utilizzando rami con tallone asportati in primavera dalla pianta madre. I frut-ti della passiflora sono commestibili e benchè non presentino un eccezionale sapo-re, possono essere utilizzati per conferire un aroma esotico alle normali premutedi agrumi.

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La scadenza delcanone RAI arri-

va puntuale ognigennaio come laBefana, così che alrientro delle feste letasche di chi non

vuole incorrere in una sanzionevengono alleggerite di una bellasomma: quest'anno di ben107,50 euro.Non tutti sanno, però, che quelloche viene comunemente definitocome canone Rai in realtà è unatassa di possesso per l'apparec-chio o gli apparecchi televisivi.La somma di 107,50 euro delcanone può essere versata inun'unica soluzione entro il 31gennaio 2009 o a rate:- due rate semestrali da 54,86euro: la prima entro il 31 genna-io 2009 e la seconda entro il 31luglio 2009;- quattro rate trimestrali da28,56 euro rispettando leseguenti scadenze: 31 gennaio,30 aprile, 31 luglio e 31 otto-bre 2009.Il canone Rai si può pagare neiseguenti modi:1) Posta: è possibile pagare ilcanone Tv tramite il bollettino dic/c 3103 che viene inviato acasa dal SAT (SportelloAbbonamenti TV) o che di trovaall'interno del libretto di abbona-mento; si può pagare anche online sul sito poste.it con addebitosu conto, carta postepay o carta dicredito.2) Tabaccherie: per pagare ilcanone TV tramite una tabacche-ria autorizzata al servizioLottomatica bisogna fornire ilnumero di abbonamento e il codi-ce di controllo, si paga in contantie si ottiene una ricevuta ed ilcosto del servizio è di 1,55euro.3) Telefonicamente con carta dicredito: gli abbonamenti Rai aduso privato possono essere rinno-vati chiamando il servizio Taxtel(da fisso o cellulare: numeroverde 800.191.191), e fornendoil numero di carta di credito; costodell'operazione è di euro 2,42.4) Banca o bancomat: ognibanca applica una commissionevariabile, fino ad un massimo di2 euro.Si precisa che se il termine di sca-denza per il pagamento del cano-ne scade di sabato o in un giornofestivo, si ha tempo per pagarefino al giorno feriale immediata-mente successivo.

In caso di ritardo nel pagamentosi applica, sul canone dovuto, unasanzione nel modo seguente:- in caso di ritardo inferiore a 30giorni si maggiora l'importo di1/12 per semestre;- se il ritardo supera i 60 giorni simaggiora l'importo di 1/6 persemestre;- oltre i 6 mesi di ritardo bisognaaggiungere alla sanzione anche gliinteressi, pari a 1,375% perogni semestre. La sanzione va versata sul c/cpostale 104109.Si evidenzia, inoltre, che a partiredall'anno 2008 è stata introdottaun'esenzione dal canone RAI pergli ultra settantacinquenni acondizione che il reddito comples-sivo e cumulato con il coniuge, sein vita, sia non superiore a516,45 euro lordi per 13 men-silità esclusivamente per l'appa-recchio televisivo ubicato nelluogo di residenza. Per l'abuso èirrogata una sanzione ammini-strativa, in aggiunta al canonedovuto e agli interessi di mora, diimporto compreso tra euro 500ed euro 2.000 per ciascunaannualità evasa.Altri casi di esenzione dal canoneRAI sono previste per i militaristranieri appartenenti alle forzearmate NATO di stanza in Italia,per il personale diplomaticopresso ambasciate straniere inItalia, al servizio di paesi presso iquali vige la stessa esenzione, pergli ospedali militari, le case delsoldato e sale convegno permilitari.Vediamo, ora, quali adempimentibisogna porre in essere quandonon si è tenuti più a pagare ilcanone RAI; in tale circostanzabisogna fare la disdetta delcanone che può avvenire in que-sti due casi:1) Cessione del televisore aterzi che subentrano nell'abbona-mento, furto della TV, incendio oguasto; in tale ipotesi, prima dirichiedere la disdetta dell'abbona-mento, è necessario assicurarsi diessere in regola con i pagamenti edi non avere sanzioni pendentidopo di che bisogna recuperare illibretto di abbonamento e compi-lare la cartolina D allegata allaparte 1, oppure la cartolina B se illibretto è recente. In caso si cedail televisore a terzi, bisogna dichia-rarne le generalità, in ogni casooccorre dichiarare che nel propriodomicilio non sono presenti altritelevisori. La cartolina di disdetta

va poi inviata senza busta in rac-comandata con avviso di ricevi-mento. Nel caso di smarrimento èpossibile spedire una lettera didisdetta, in busta chiusa, tramiteraccomandata AR all'indirizzo:S.A.T - casella postale 22 - 10121Torino.2) Rinuncia all'apparecchiotelevisivo, ovvero suggella-mento del televisore. Suggellare una TV significa ren-derla inutilizzabile, dopo averlasigillata in apposita custodia, anorma del regio decreto 246 del1938; in tale ipotesi le istruzionisono le seguenti:- assicurarsi di aver pagato perintero il canone dell'anno in corsoe di non avere altre pendenze conil SAT;- effettuare un vaglia all'Agenziadelle Entrate - SAT Sportelloabbonamenti Tv - Ufficio Torino 1- c.p. 22-10121 Torino Vaglia eRisparmi, indicando nella causalediritti per spese chiusura apparec-chio televisivo, ruolo n……, ver-sando la somma di 5,16 euro perogni apparecchio da sigillare;- dopo aver effettuato il vaglia, sesi possiede il libretto di abbona-mento, occorre compilare la car-tolina D allegata al libretto nellaparte 2, o B nei libretti più recentied allegare la ricevuta del vaglia espedirla, senza busta, in racco-mandata AR entro il 31 dicembre,- al momento del ricevimentodella cartolina di ritorno, si potràspedire, in raccomandata AR, illibretto di abbonamento dopoaver tolto le ricevute dei versa-menti effettuati negli ultimi anni.- a questo punto dovrebbe arriva-re un agente delle forze diPubblica Sicurezza o un impiegatoSAT per prelevare il televisore.In ultimo bisogna dire che l'abbo-namento è personale e non vaceduto. In caso di morte del tito-lare, l'abbonamento ha validitàper l'erede per il periodo per ilquale è stato pagato il canone.Successivamente, se l'erede nonè abbonato deve richiedere l'inte-stazione a proprio nome dell'ab-bonamento intestato al defunto.Se,viceversa, l'erede è già abbo-nato, deve richiedere l'annulla-mento dell'abbonamento intesta-to al defunto comunicando ilnumero del proprio. In ogni casol'erede è obbligato a pagare even-tuali arretrati dovuti dall'abbonatodeceduto senza il pagamento disanzioni che non sono trasmissibi-li agli eredi.

CANONE RAI: AFINE MESE SCADE ILPAGAMENTO

“A TU PER TU CON IL FISCO” a cura di Franco Iannaccone Soldi Nostri... In Economia

di Peppino Giannelli

Motori e dolori

Lievita la preoccupazione. Le previsioni econo-miche per il breve termine si sono drastica-

mente deteriorate. La crisi dei motori non rispar-mia nessuno e persino la grande Germania ècostretta a tirare il freno. L'offerta supera di granlunga la domanda, costringendo i vertici di

Volkswagen e Bmw a rivedere i piani operativi, con sostan-ziali riduzioni dei cicli produttivi, apponendo un fermo a dueterzi dei lavoratori del settore per una settimana al mese acominciare da febbraio. Una ripercussione del resto sconta-ta in un settore come quello automobilistico che oltre ocea-no ha assunto connotazioni ben più drammatiche. Gli ameri-cani sono messi proprio male se per la prima volta nella sto-ria automobilistica, Ford General Motors e Crysler messeassieme non sono riuscite a sfondare il 50% della quota dimercato interno, registrando cali nelle vendite mai visti, dal21% Ford al 30% Crysler. Per quest'ultima il Tesoro Usa si èvisto costretto alla concessione di un ulteriore prestito di 1,5miliardi di dollari, da affiancare al programma di supportoper l'intero comparto predisposto nel mese di novembre. Mase Sparta piange, Atene di certo non ride. Botte da orbi pertutti, se Porsche denuncia un calo nelle vendite rispettoall'anno precedente del 25%,Honda del 35% e Toyota addi-rittura del 37%. Se così va nel resto del mondo, figuriamocia casa nostra, dove il titolo Fiat in soli tre mesi ha lasciatosul terreno metà del suo valore. Questo lo scenario che sipresenta alla riapertura delle attività lavorative dello stabili-

mento FMA di Pratola Serra. E veniamo così alle preoccupa-zioni che ci riguardano più da vicino. Da sedici anni lo stabi-limento Fiat è la punta di diamante del settore industrialeirpino. Vengono prodotti i motori per Punto, Stilo e Multipla,per i modelli più veloci Alfa Romeo, per Lancia Thesis eLybra, ma anche per Opel Vectra, Astra, Zafira e Saab. Glioperai sono in cassa integrazione già da quasi tre mesi. Giàin fumo buona parte del salario diretto, per non parlare deiratei ferie e tredicesima. Nel 2009 sarà ancora peggio. Silavorerà una sola settimana al mese, a meno che non si rie-sca a battere la concorrenza della austriaca Avl per la pro-gettazione e la costruzioni dei nuovi propulsori V6. Una con-correnza formidabile, tra l'altro fortemente caldeggiata dalgoverno di Vienna. Ma se proprio le condizioni economichenon lo consentissero si cercasse almeno una forma com-partecipativa per una commessa che darebbe fiato prezio-so allo stabilimento di Pratola Serra. Le forze sindacali e poli-tiche si stanno attivando in tal senso. Il ministro Rotondi siè sbilanciato con promesse circostanziate. Il 2 febbraio metàEsecutivo sarà ad Avellino. Quale occasione migliore perrilanciare la speranza di duemila famiglie irpine? La saggez-za popolare recitava: donne e motori, gioie e dolori. Dellegioie da tempo se ne son perse le tracce. I dolori, quellirestano, anzi, sono in sensibile crescita.

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Interessanteconvegno quello

svoltosi venerdì16 gennaio pressol'Aula Magna delTribunale diAvellino, organiz-zato dal Consigliodell'Ordine e vali-

do quale evento formativoper gli avvocati per l'anno2009.Dinanzi ad un gremito edattento uditorio, venuto perascoltare i dotti relatori su diun tema caldo e pregnante diattualità, quale è quello delladimensione imprenditorialedelle organizzazioni crimino-se, dopo gli indirizzi di salutotenuti dal Presidente EdoardoVolino e dal ProcuratoreGenerale della Repubblica diAvellino dott. AristideRomano, ha preso la parola ilconsigliere segretario avv.Biancamaria D'Agostino permettere in rilievo la capacitàimprenditoriale delle nuovebande criminali, che semprepiù e meglio negli ultimitempi hanno imparato a farfruttare i loro dubbi guadagni.Il Procuratore dellaRepubblica di Sant'Angelo deiLombardi, Antonio Guerriero,intervenuto quale primo rela-tore, ha anch'egli, nel pren-dere la parola, focalizzato l'at-tenzione su tali attivitàimprenditoriali molto lucrose,ricordando nel suo interventol'attentato fatto alProcuratore di Avellino dott.Gagliardi, che stava propriocombattendo tali criminali eattaccando i patrimoni delleloro losche imprese, ottimiz-zando le scarse risorse a

disposizione. Ha anche sottolineato comesia cambiata la mappaturadel criminale moderno, oggicon giacca e cravatta, con alseguito il proprio computerportatile, dal quale può orga-nizzare tutti i suoi affari, inter-venire per i suoi investimenti,dare ordine ai suoi per leazioni criminose da compiere.Tale capacità imprenditoriale,ha concluso il ProcuratoreGuerriero, è quella oggi dacombattere e rappresenta ilnuovo livello di guardia con ilquale le forze dell'ordinedevono fare i conti.Il Direttore Generale dellaGiustizia Penale del Ministerodi Grazia e Giustizia, dott.Antonio Laudati, si è invecesoffermato sulla lungagginedei processi e sulla lentezzadella giustizia, alla vigilia diuna riforma della giustiziapenale e, più in generale, diuna giustizia epocale.Tre linee di sviluppo, dunque,interconnesse tra loro, quelleda seguire : globalizzazionedel processo, che diventaanche transazionale, con laprossima entrata in vigore dal30 marzo della nuova leggeche introduce l'euromandatoper i sequestri e l'acquisizionedelle prove; tecnologia, sem-pre più ad alto livello, al fine disviluppare e potenziare il pro-cesso penale; il contrastopatrimoniale, con accerta-menti incrociati per evitareindiscriminate, improvvisericchezze da parte della crimi-nalità organizzata.Senza un processo efficace,ha concluso il procuratoreLaudati, non vi potrà mai

essere uno sviluppo econo-mico, auspicando che la rifor-ma del pianeta giustizia servaanche e soprattutto per dota-re di nuovi ed efficaci stru-menti coloro che operandosul campo contrastano le infil-trazioni della malavita.All'interessante convegnohanno voluto, altresì, portareil loro concreto contributo leForze dell'ordine, con il que-store De Iesu e i comandantiprovinciali dei Carabinieri edella Guardia Di Finanza,colonnelli Gianmarco Sottili eMario Imparato. Per la massi-ma Autorità provinciale perl'ordine e la sicurezza il

sequestro e la confisca deibeni è l'unico metodo "pertogliere ossigeno al cancrodella camorra", in quantoimmediatamente "produceeffetti e tagli a quello per cuiopera la Mafia s.p.a., ovveroacquisire beni e profitti inve-stendo nelle imprese". Il col. Sottili, nel compiacersicon gli organizzatori del con-vegno per l'attualità del temaprescelto e per l'attento equalificato auditorio, ha sotto-lineato come non si diventimafiosi per scelta ideologica,ma solo per far danaro egestire potere, attraverso uncircuito perverso da cui non

se ne esce una volta che sene è entrati a far parte. Ilcolonnello Imparato, infine,ha definito l'impresa crimina-le "una degenerazione di undesiderio che, se legittima-mente perseguito, è inveceuna molla fondamentale perla crescita e il benessere". E' intervenuto, poi, autorevol-mente anche sulle azioni daintraprendere contro il rici-claggio di danaro, che è "adifesa del sistema finanziariocontro l'infiltrazione dei capi-tali generati da attività crimi-nali, ritenendo lo strumentopenale da solo non più suffi-ciente, specialmente dinanzi

a fatti riconducibili in largamisura alle attività della cri-minalità organizzata". Ha concluso il convegno ilPresidente Volino, ribadendola massima allerta da partesua e da parte di tutti i suoicolleghi alle tematiche dinatura sociale ed economica,ringraziando gli interventidegli autorevoli relatori eauspicando altri convegni sutali temi, che hanno inteso"riaffermare la piena legitti-mazione a partecipare aldibattito circa i rapporti traeconomia e criminalità".

OSSERVATORIO GIURIDICO (a cura dell'avv. Ernesto Pastena)

Avellino - Palazzo di Giustizia

Cronologia dell'Apostolo 5-10 d.C. Paolo (Saulo)nasce a Tarso (All'epoca con-tava 300 mila abitanti): unimportante centro di culturain Cilicia, una regione sullacosta meridionale dell'AsiaMinore. E' cittadino romanoper nascita e la sua famigliaè agiata. Ha il vantaggio diricevere una eccellente for-mazione. Desidera specializ-zarsi nello studio della lettera-tura ebraica, nella prospettivadi divenire rabbino. Fin dal-l'età di cinque anni studia lescritture. Verso l'età di diecianni parte per Gerusalemmeper studiare la legge oralepresso Gameliele, un mae-stro fariseo.36 d.C. Quando sente degliebrei credenti in Gesù affer-mare che quest'ultimo è ilFiglio di Dio si persuade che sitratti di un grave sacrilegio.Ilsuo carattere non gli permet-te di rimanere osservatoresilenzioso. Paolo inizia a per-seguitare la "Chiesa di Dio"(Gal.1,13). Durante il viaggiodi ritorno in Cilicia, avvienel'episodio della conversionepresso la Porta Orientale diDamasco. Per tre giorni,come Cristo nella tomba,Paolo rimane accecato.Anania, un cristiano, ispiratoda Dio cerca Paolo. Gli occhidell'Apostolo si aprono, loSpirito trasforma il persecuto-re in un credente. Paolo chie-de il battesimo, viene istruitonella religione cristiana e siritira per tre anni nel desertodell'Arabia. 39 d.C. Dopo la conversionePaolo inizia ad annunciareche Gesù è il Messia d'Israele.Agli occhi della comunitàebraica u figlio d'Israele che

abbandona la religione deisuoi padri è un disertore. Gliatti degli Apostoli fannonotare l'odio degli ebreiverso Paolo, il quale ècostretto a fuggire. Visita leprime comunità cristiana aGerusalemme e in Siria.43 d. C. Visione del Signore44-45 d.C. Barnaba si recaa Tarso a cercare Paolo e loporta con sé ad Antiochia,capitale della Siria, una cittàcon un pronunciato caratte-re cosmopolita. Vi rimango-no un anno e istruisconouna considerevole folla,dando vita a quella che fuuna delle più fiorenti comu-nità cristiane delle origini.46-49 d.C. Primo viaggiomissionario di Paolo eBarnaba: Antiochia, Cipro,la Panfilia, la Galazia.49 d.C. Partecipa al conciliodi Gerusalemme50-52 d.C. Secondo viag-gio missionario di Palo conTimoteo e Sila: Listra,Frigia, Galazia, Filippi,Tessalonica e Atene (discor-so all'Aeropago), la cittàsimbolo di un mondodistante da Gerusalemme.54-57 d.C. Nella primaveradel 53 compie il terso viag-gio missionario. Attraversala Galazia e la Frigia giungea Efeso dove si ferma finoalla primavera del 57. Quiscrive la prima lettera aiCorinzi e la lettera ai Galati.Fugge in Macedonia dovescrive la seconda lettera aiCorinzi. Nell'inverno del 58 sireca a Corinto dove scrive lalettera ai Romani. 48 d.C. Paolo viene arrestatonel tempio di Gerusalemme ecompare davanti ad Anania eal sinedrio. Condotto a

Cesarea compare davanti alproconsole Antonio Felice.

58-60 d.C. Trascorre dueanni di prigionia a Cesarea.60 d.C. Compare davanti alproconsole Festo e, in quantocittadino romano, si appella aCesare.60 d.C. Nell'autunno Paolo,ancora prigioniero, parte perRoma: un viaggio denso di

peripezie. Paolo interviene inmaniera prodigiosa almenocinque volte salvando la vitadell'equipaggio. Dopo 14giorni di burrasca la nave fini-sce sulle rive dell'isola diMalta, 1276 passeggeri rag-giungono terra. Dopo tremesi possono ripartire. 61-63 d.C. Nel camminoverso Roma approdano aSiracusa, Reggio e a Pozzuoli.

Nel 61 d.C. Roma contavacirca 1 milione di abitanti,con circa 50 mila ebrei e 13sinagoghe. Giunto in cittàPaolo vive agli arresti domi-ciliari: può abitare in unacasa sorvegliata da un pre-toriano, e condurre le attivi-tà di un uomo ibero. Perdue anni quella casa è unpunto di ritrovo per coloroche desiderano ascoltare isuoi insegnamenti. Alla fineviene scagionato. Secondoalcune fonti posteriori cercadi raggiungere la Spagnama il progetto non va inporto e decide di far ritornoad Efeso e in Macedonia.64-68 d.C. Paolo è dinuovo progioniero a Roma.Alcuni studiosi sostengonoche l'arresto possa essereavvenuto all'improvviso aTroade. Secondo le disposi-zioni vigenti, l'esecuzione diun civis romanus dovevaavvenire fuori della città;subisce il martirio per deca-pitazione a tre miglia dallemura, presso le AcqueSalvie, dove adesso sorgel'Abbazia delle Tre Fontane.La tradizione vuole che siastato sepolto nella tombadella matrona Lucilla sullavia Ostiense, lì dove nel 320verrà costruita la basilica diSan Paolo fuori le mura, poidistrutta e ricostruita più

volte. Gli studiosi non sonounanimi nello stabilire le datedella vita di San Paolo.

LUCE DI SPIRITUALITA'PAOLINA

La sua spiritualità emergesopratutto dalle sue lettere.Tutto parte dalla rivelazione

avuta alle porte di Damasco edalle parole del Risorto:"Saulo, Saulo, perché mi per-seguiti? E lui: "chi sei tuSignore?" e Gesù: "Sono quelGesù che tu perseguiti"; que-ste frasi sono il centro dellaspiritualità di Paolo, quellache viene definita del CorpoMistico di Cristo cioè laChiesa. Impossibile in pocherighe descrivere gli aspetti diquesta spiritualità, e come daun sole emanano infinitiraggi,che amo chiamare "lucidi Spiritualità" così per SanPaolo, nei suoi scritti, possia-mo cogliere queste luci, chepossono abbagliare il creden-te. Dai discorsi (atti degliApostoli) e dai suoi scritte (lelettere) possiamo cogliereuna sintesi che amerei tra-durre in questo senso: Il cen-tro della spiritualità paolina èCristo, vero uomo, vero Dio;Gesù è creduto (fede), desi-derato (speranza), posseduto(carità). La virtù più grande per Paoloè la Carità. Infatti secondol'apostolo la fede è l'inizio, ilfondamento di tutta la vitadel cristiano, la speranza è ilsostegno della fede e nellostesso tempo è l'apertura alpossesso dell'oggetto dellafede, cioè Dio stesso, ma lacarità è il momento più altodel cammino e spirituale. Sipuò dire, in conclusione, chel'Amore (carità) è il cuore diCristo ma è anche il cuore diPaolo e il cuore di Paolo è ilcuore di Cristo.

Padre Raffaele Servo di Maria

LUCE DI VITA E SPIRITUALITA' PAOLINA

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Questa rubri-ca intende

offrire una lettu-ra quanto maiampia delle can-zoni più cono-sciute, piùamate, più can-tate o fischiet-tate. Ricerca,

informazioni e curiosità cheproponiamo da veri appas-sionati di canzoni, convinticome siamo che non sempre… sono solo canzonette.Richiedete notizie sulla vostracanzone, lasciando i vostridati, all'indirizzo: [email protected]

My Way(una richiesta del nostro let-tore Tommaso L. di Atripalda)

Nell'inverno 1967 JacquesRevaux, compositore ed ex-cantante, in vacanza sulleAlpi francesi, scrive la bozzadi un motivo grazioso, con untesto provvisorio, tra l'altro inun inglese maccheronico, e lointitola For Me. Il produttoreGilbert Marouani, che loascolta per primo, ha l'im-pressione di averlo già senti-to. Anche il cantante HervéVilard, al quale il brano eradestinato, esprime un parerenon proprio entusiasmante,tanto che la canzone vienetemporaneamente accanto-nata. Il cantante franceseClaude François, egiziano dinascita, completa la canzone,rimaneggiando la musica ecomponendo un testo cheparla delle ipocrisie e dellaroutine quotidiana di unacoppia che sta per disfarsi.Era stato lasciato da pocotempo dalla sua donna,France Gall; il dolore eraancora vivo e, naturalmente,rappresentava lo spunto perun testo autobiografico.Partendo da questo suggeri-mento, il paroliere GeorgesThibault crea Comme d'habi-tude, versione originale di MyWay. Claude François ne rea-lizza, quindi, un 45 giri che

entra subito nella Hit Paradefrancese. Incoraggiato dal-l'immediato successo,François ne prepara ancheuna versione per il mercatoitaliano: i versi sono scritti daAndrea Lo Vecchio e il brano,che prenderà il titolo Comesempre, esce come facciataB del 45 giri Se torni tu, ver-sione italiana di Mais quand lematin, scritta insieme a EricCharden. E', questo del 1968,il primo e più grande succes-so italiano di Claude François,una canzone vivace e ritma-ta. "Se torni tu" entra in TopTen per tre settimane, galleg-giando fra il sesto e l'ottavoposto. Il disco si piazza alquarantaquattresimo postonella classifica di quelli piùvenduti del 1968. Il lato B"Come sempre" invece nonlascia il segno: lenta e malin-conica, un po' alla Aznavour,non assomiglia per nullaall'idea che il pubblico italianosi è fatto dell'interprete. Ma,come vedremo, "Commed'habitude" è, invece, desti-nata a diventare una dellecanzoni più famose di sem-pre. Paul Anka si trova in quelperiodo a Parigi e ascoltaComme d'habitude alla radio.Colpito dal brano, decide diadattare la canzone in linguainglese per proporla a FrankSinatra, pertanto tratta l'ac-quisto dei diritti e la sottopo-ne a "the Voice". La versioneinglese che verrà fuori non èun adattamento, ma un testoa sé stante che non ha nullaa che vedere con la versioneoriginale: è la storia di unuomo ormai maturo che trac-cia un bilancio della sua vita.Il tema sembra calzare apennello per Sinatra, maquesti non è convinto delbrano. A convincerlo penseràsua figlia Nancy: le piaccionosoprattutto le parole withoutexemption, appropriatesecondo lei per uno che hafatto ogni cosa senza che glifosse concesso alcuno scon-to: praticamente la storia

americana del self-mademan. A parte l'indiscutibilevalore della melodia, il cre-scendo ad effetto, l'emozioneassoluta trasmessa dallavoce che s'impenna sulle ulti-me due parole, appunto"...my way", la chiave delsuccesso di questo brano,famoso in tutto il pianeta, staproprio nell'indovinata apolo-gia dell'american way of life,in cui milioni di ascoltatorihanno voluto rispecchiarsi.Uno sguardo retrospettivo diun uomo non più giovane cheripensando alla propria vitaafferma, anche con orgoglio,di aver sempre vissuto amodo suo. Frank Sinatra laincide nel 1969 con risultatinon eccezionali (arriva alnumero 27 nella classificaUSA). Ma col tempo divente-rà la sua "signature tune", esi trasformerà in una canzo-ne-inno, quasi un distintivo.My Way è diventato un clas-sico della canzone popolare,entrando nel repertorio ditutti e diventando uno deititoli più eseguiti al mondo.Secondo alcuni ricercatori, visono circa duemila incisionidel brano. In Italia è stataripresa, con testi diversi daquello di Lo Vecchio, daBobby Solo ("La mia strada")e da Patty Pravo ("A modomio"), anche se la versionedecisamente più nota è Lamia via di Fred Bongusto.Internazionalmente, fra i tan-tissimi, è stata cantata daShirley Bassey (1970), ElvisPresley (1973), Nina Simone,Ray Charles, Gipsy Kings,Pavarotti e, nella versione piùsconvolgente e per certi versiinarrivabile, da Sid Vicious, exSex Pistols. Claude Françoisjunior, attuale detentore deidiritti d'autore dopo la mortedi suo padre, percepisce circa750 mila euro all'anno.Eppure, in Italia, My Way nonè mai entrata nella classificadei 45 giri, ma si tratta di unodei cosiddetti long seller, chepur non avendo mai avuto

picchi di vendita, ha conti-nuato ad essere per anni unodei titoli più acquistati, sia susingolo che su raccolte. E'persino divenuta una dellecanzoni più usate nelle ceri-monie d'addio (il cancellieretedesco Gerhard Schröder lavolle nel passare le consegnead Angela Merkel) e, addirit-tura, nelle cerimonie funebri.La traduzione: E ora la fine èvicina / così affronto l'ultimosipario / Amico mio, diròchiaramente qual' è la miasituazione / della quale sonoconvinto / Ho vissuto una vitapiena / Ho percorso tutte lestrade/ Ma c'è di più. Molto dipiù / L'ho fatto a modo mio.Rimpianti, ne ho avuto qual-cuno / Ma sono troppo pochiper citarli / Ho fatto ciò chedovevo fare senza rispar-miarmi nulla / Ho program-mato ogni percorso / Ognipasso attento lungo il cammi-no / Ma c'è di più. Molto più diquesto / L'ho fatto a modomio. Sì, ci sono state volte, sonosicuro che lo sai / in cui hoingoiato più di quello chepotessi masticareMa nonostante tutto quandoho avuto un dubbio / Homangiato e poi sputato / Hoaffrontato tutto e sono rima-sto in piedi / L'ho fatto amodo mio. Ho amato, ho risoe pianto / Ho avuto le miesoddisfazioni, la mia dose disconfitte / E ora, mentrescendono le lacrime / Trovotutto molto divertente / pen-sare che ho fatto tutto questo/ E poter anche dire, nontimidamente e no, non a me:"L'ho fatto a modo mio".Cos'è che fa diventare uomo,che cosa che egli ha? / Senon se stesso , allora non haniente / dire le cose che davverosente / E non le parole di unooramai in ginocchio /La storia mostra che le hoprese / E l'ho fatto a modomio.

Una canzone…una storia Il testo originale

And now, the end is near; And so I face the final curtain.

My friend, I'll say it clear, I'll state my case, of which I'm certain.

I've lived a life that's full. I've traveled each and ev'ry highway;

But more, much more than this, I did it my way. Regrets, I've had a few; but then again,

too few to mention.I did what I had to do and saw it through

without exemption.I planned each charted course;

each careful step along the byway,But more, much more than this, I did it my way.

Yes, there were times, I'm sure you knewWhen I bit off more than I could chew.

But through it all, when there was doubt,I ate it up and spit it out.

I faced it all and I stood tall; And did it my way.I've loved, I've laughed and cried.

I've had my fill; my share of loosing.And now, as tears subside,

I find it all so amusing.To think I did all that; and may

I say not in a shy way,"No, oh no not me, I did it my way".For what is a man, what has he got?If not himself, then he has naught. To say the things he truly feels;

And not the words of one who kneels. The record shows I took the blows…

And did it my way!

di PellegrinoVillani

Nulla come una canzone può ricordarti una storia, una persona,

un periodo della vita… Ognuno, nelle parole di una canzone,

ritrova un po' anche la sua storia

Numeri utiliEmergenza Sanitaria 118Vigili del fuoco 115Carabinieri 112Polizia 113Guardia di Finanza 117Guardia medica Avellino 0825292013/0825292015Ariano Irpino 0825871583Segnalazione GuastiEnel 8003500Alto Calore Servizi 3486928956Sidigas Avellino 082539019Ariano Irpino 0825445544Napoletana Gas 80055300

Farmacie di Turnocittà di Avellino

dal 2 al 6 febbraio 2009servizio notturnoFarmacia CardilloVia Due Principati

servizio continuativo Farmacia Mazzone

Corso Vittorio Emananuele sabato pomeriggio e festivi

Farmacia FaretraVia Capozzi

Frank Sinatra

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Dalla metà di dicembre nellesale cinematografiche è in

programmazione il film tratto dallibro di Niccolò Ammaniti, premiostrega del 2007, "Come Diocomanda" di Gabriele Salvatores.E' la storia di un ragazzo e di suopadre, entrambi sbandati edemarginati dalla società, che vivo-no in una zona desolata del nord-est italiano.Rino Zena è un alcolista disoccu-pato con idee filo-naziste.Abbandonato da sua moglie eminacciato continuamente dall'as-sistente sociale di vedere revocatala sua potestà, pur amando tantis-simo suo figlio, Cristiano, se neprende cura abituandolo allasopraffazione ed alla violenza conl'intento di plasmare un uomo con"le palle". Degli altri due personag-gi, l’uno è Corrado, detto "Quattro

formaggi", a causa della sua smo-data passione per questo tipo dipizza, ridotto male da un fulminepreso in pieno che lo ha reso "unpò fuori" tanto da costruire unassurdo presepio fatto di soldatini,bambole ed oggetti che recuperanelle discariche. L’altro personag-gio è Danilo, un uomo segnatoprofondamente dalla morte di suafiglia e dall'abbandono di suamoglie. Questo gruppo di "balordi", di per-sone senza speranza, quasipagliacci tristi, vive come unasorta di famiglia, secondo canonidi vita basati sull'odio per gli altri(in particolare gli extracomunitari acui Rino dà la colpa del suo stato diprecario) e sul terrore nei confron-ti della vita stessa. In una notte di tempesta, purtrop-po, i protagonisti saranno costrettia fare i conti con il loro destino,coinvolgendo la ragazzina, suomalgrado, di cui Cristiano è inna-morato.Questo libro mostra spudorata-mente un vero e proprio spaccatodell' Italia di oggi, contraddittoria emolto superficiale, in cui l'ignoran-za sfocia troppo spesso nella vio-lenza e in cui gli emarginati,essendo disprezzati dal mondo, nediventano i carnefici. E' interessan-te osservare come l'essere umano

sia fragile: i protagonisti di questolibro sono poveracci diseredatidalla società, che vivono ai margi-ni della città, ma reagiscono alla

loro infima condizione con la con-vinzione di essere dalla parte dei"giusti" ,sopraffacendo chiunquesia più debole di loro.

Ammaniti fa parte di un discretogruppo che comprende scrittori,artisti e soprattutto registi (tra cuianche Gabriele Muccino) che iochiamo "I pessimisti degli anni '70"cioè la generazione nata in quelperiodo che, pur non avendo vis-suto la seconda guerra mondiale oil '68, può essere consideratacomunque figlia del "neorealismo"avendo osservato il disgregarsidella società nel quotidiano, conl’affermarsi della Mafia e dellaCamorra con la corruzione cheormai è presente ovunque, con laviolenza che avviene sempre piùspesso in ambito familiare, con latotale perdita dei valori causata daun mondo sempre più frenetico egrottesco.

Restituire violenza alla violenza moltiplica la violenza,

aggiungendo una più profondaoscurità a una notte ch'è

già priva di stelle.

L'oscurità non può allontanarel'odio;

solo l'amore può farlo.(Martin Luther King)

REDAZIONE GIOVANI - I RAGAZZI DE “IL PONTE”a cura di Eleonora Davide

Come Dio Comanda-La paura del lupo cattivo-

Claudia Tucci

Anche adAvellino è

stata ricordata latragedia delgenocidio e ildovere della

memoria con unincontro che si è

svolto lunedì scorso, 26 gen-naio, presso la rotonda delConvitto Nazionale "PietroColletta", incontro caratteriz-zato, oltre che dalla presenzadel Vescovo, monsignorFrancesco Marino, e dalresponsabile della ComunitàEbraica di Napoli, SandroTemin, anche da storici, chehanno ricordato quello cheaccadde settant'anni fa neicampi di sterminio.L'incontro, organizzato dallasegreteria irpina della Cgil, èstato seguito da un numero-so pubblico. I lavori hannoavuto inizio con l'interventodel segretario provincialedella Cgil, VincenzoPetruzziello, il quale ha sotto-lineato che la tragedia del-l'olocausto merita di esserericordata, in quanto è consi-derata una grande strage delsecolo scorso, per le nume-rose vittime sacrificate. Eglipoi ha ringraziato il Presuleper la sua partecipazioneall'incontro, ma soprattuttoperché per il passato il sinda-cato e la chiesa hanno datovita a manifestazioni delgenere. Petruzziello ha con-cluso il suo incontro, eviden-ziando che "nel giorno dellamemoria non dimentichere-mo mai gli uomini, le donnee i bambini morti in quellacircostanza".Dopo un breve intervento delpreside-rettore, la professo-

ressa Angelina Aldorasi, cheha percorso alcune tappe diquel terribile, inenarrabilegenocidio, ha preso la parolail Vescovo Francesco Marino.Il capo della Diocesi diAvellino si è soffermato dap-prima sul come contrastarel'antisemitismo, che in que-st'ultimo periodo è di nuovocomparso. Egli, infatti, si èposto la domanda: "Comepossiamo fare ?". MonsignorMarino si è intrattenuto adiscutere sul documento delPapa Benedetto XVI, nelquale si chiede perdono percoloro che vollero questogenocidio.Monsignor Marino,dopo aver condannato gliautori della tragedia, che haavuto luogo in alcuni Paesidell'Europa, si soffermato alungo a parlare sull'antisemi-tismo. Egli ha concluso:"Siamo tutti chiamati a pre-gare soprattutto per i cristia-ni di tutti i popoli della terra".Sulla stessa lunghezza d'on-da del Vescovo Marino, si èsintonizzato il professoreOttavio Di Grazia, docenteuniversitario, che ha discus-so sulle modalità della trage-dia dello sterminio degliebrei, sterminio voluto da un"manipoli di pazzi", da consi-derare dei veri criminali. Tuttii tedeschi, infatti, sonoresponsabili dello sterminio esu questo, certamente, nonsi può tacere. Egli poi si è sof-fermato a parlare su una cir-colare del ministero dellasanità germanica, emanatanegli anni 1933 - 1934, fina-lizzata a "distruggere"i porta-tori di handicap sia fisici chepsichici. Il relatore ha poi sot-tolineato lo scopo che si pre-

figgevano le leggi razziali, ecioè cancellare una razzadalla faccia della terra. "Ma inverità - ha detto - se voglia-mo, non è andata così. LaShoà è stato un fatto unicoed ha in sé un significato chenon deve più ripetersi".La professoressa GaetanaAufiero, storico avellinese,dal canto suo, ha impronta-

to il suo intervento soprattut-to sui campi di concentra-mento sorti in Irpinia: adAriano Irpino, a Solofra e aMonteforte Irpino, istituitonel 1940, in base ad una cir-colare del fascismo del 1936.L'Aufiero ha ricordato la figu-ra di alcuni ebrei rinchiusi neisuddetti campi.Parlando di MonteforteIrpino, essa ha ricordata lafigura del "Balilla", Lorenzo

Fusco, un ragazzo del postoche si unì ad un battaglionedi legionari, che dopo unabreve permanenza nel sud-detto comune, proseguì perl'Africa. Qui, il "ragazzo" diMonteforte Irpino durante uncombattimento perse unbraccio. Tale episodio furicordato, all'epoca, attraver-so la copertina del settima-

nale "La Domenica delCorriere", che lo ritraeva nel-l'atto di lanciare una bombaa mano. Questo episodioebbe una risonanza naziona-le. Questo piccolo eroe fudecorato di medaglia al valormilitare, per aver dimostra-to tutto il suo eroismo.L'oratrice ha ricordato chenei suddetti campi erano rin-chiusi anche parecchi slavi,legati ad una politica di

debalcanizzazione. Ma più ditutto, essa, parlando della"galleria degli orrori", hafatto presente che quei cri-minali di guerra non sonostati mai puniti. La professo-ressa Aufiero si è intrattenu-ta a parlare anche della notadel Ministero della Guerra del1936, che istituiva i campi diconcentramento nelle pro-

vince di Perugia, Macerata,Ascoli Piceno, L'Aquila,Avellino. Ma ritornando suicampi, essa ha fatto presen-te che gli internati erano sot-toposti a delle regole darispettare rigorosamente,anche se ad essi erano riser-vate alcune ore di libertà.E' stata poi la volta di SandroTemin, responsabile dellaComunità Ebraica di Napoli, ilquale si è soffermato mag-

giormente sul fatto che nelMeridione vi erano parecchiinsediamenti di ebrei.Parlando della ComunitàNapoletana, egli ha fatto pre-sente che essa fu istituita nel1830. Di questa comunitàfacevano parte ben cinquedocenti universitari che inse-gnavano presso l'AteneoFederico II, i quali furonosospesi in seguito all'applica-zione delle leggi razziali.Stessa sorte toccò anche aibambini che frequentavanole scuole napoletane.Insomma, ha ribadito Teminche le leggi razziali non rap-presentano altro che unapagina buia della nostra sto-ria. Egli ha concluso il suointervento, citando unaespressione di Primo Levi:"E' successo e potrebbeancora succedere".A concludere l'incontro, sonostati il sindaco di Avellino,Giuseppe Galasso, ed ilresponsabile regionale dellaCgil, Michele Garavano. Ilprimo cittadino ha detto chequesto periodo storico nonpuò essere sottovalutato equindi bisogna sempre tene-re presente gli orrori provo-cati dalle leggi razziale.Garavano, invece,ha sottoli-neato l'importanza di questiincontri a cui il sindacato citiene molto, in quanto servo-no a rispolverare queste tri-ste pagine della nostra sto-ria. Egli, infine, ha lanciato laproposta di invitare gli stu-denti a fare ricerche in meri-to e poi di istituire una borsadi studio, per approfondiretutto ciò che accadde in que-gli anni.

di Alfonsod'Andrea

Avellino - Incontro presso il Convitto "P. Colletta" sulla tragedia della Shoa' con la partecipazione del Vescovo Francesco Marino

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Nella pittura di Flavia Vizzari sirileva una forza spirituale con-

tenuta, raffinata e densa di poesia.Spazia nelle più svariate tematiche,passa con disinvoltura dai coloricontrastanti e fortemente densi aitoni "gentili". In perfetta sintoniacon la sua sensibilità femminile,Flavia sceglie sempre attentamen-te le proprie rappresentazioni pitto-riche, realizzate con molta gentilez-za sia nella figura che nel paesag-gio. I temi che particolarmente lacoinvolgono sono ispirati alle mari-ne, ai paesaggi e alle nature morte.La pittrice Vizzari sembra colloquia-re con la natura, trasmette i suoisentimenti su tele dove i colori spa-ziano catturando l'attenzione delfruitore. Ritroviamo nei suoi dipintil'equilibrio e la compostezza dellaforma, l'armonia cromatica, lacapacità di creare serene atmosfe-re quotidiane nei ridenti paesaggimarini e nella vivace policromiadelle nature morte. La nostra arti-sta ha chiaro dentro di sé, il concet-to dell'arte come valore universalefruibile da tutti ecco perché la suapittura è come un libro aperto per

tutti : ne leggi il luogo, le stagioni,il tempo che passa e che è passa-to, quel passato che non riesce maiad essere rimosso completamentee che ritorna come il motivo strug-gente di una vecchia canzone,colorando immagini sbiadite, illu-minando spazi nascosti nel profon-do dell'anima. Anche la sua produ-zione poetica è davvero ricca diemozioni. Le sue liriche sono poeti-ci slanci e composizioni come valo-ri etici ed estetici, palpiti spiritualied emozionali che pervadono l'ani-mo umano fino a riscaldarlo diamore vero. C'è una sintesi di pen-sieri e di sensazioni nelle liriche diFlavia Vizzari e una scrittura sem-plice ed armoniosa che emanafascino e consacra i veri valori dellavita. Nel suo cuore, sempre deside-roso di aprirsi ad esperienze emondi diversi, albergano quei sen-timenti di solidarietà e di amoreche schiudono nuovi varchi alleemozioni. La sua è una poesia fattadi ricordi e di sogni. Così scrive dilei, Giuseppe Manitta, critico dellarivista internazionale il Convivio"Flavia Vizzari raffigura nei suoidipinti immagini affascinanti espunti romantici tratti dalla suaterra: la Sicilia. I suoi gusti croma-tici sono intensi, spingono il fruitorealla riflessione mediante pulsazioniemotive che traggono origine dallafascinosa interiorità femminile.Scene radicate nella storia e nel-l'amenità della natura sono affian-cate ad immagini di risvolto socia-le, momenti di un'esistenza in evo-luzione esistenziale, che si spingealla meditazione di drammi irrisolti,

quali l'emarginazione, il pregiudi-zio. Tutti elementi che traspaionocon chiarezza da opere che hannouna forte vitalità. Illuminanti tra-monti irradiano alcune tele, sem-brano far scorgere una luce inten-

sa sull'esistenzialismo buio dell'uo-mo, sulla sua anima. Con intensaemozionalità l'autrice modella nar-razioni paesaggistiche e ritrattimolto ben equilibrati, sapiente-mente articolati in luci ed ombre.

Inoltre con fine intuito psicologicofonde nei soggetti i sentimenti cheattinge non solo dal proprio io, maanche dall'esperienza. Pitturaintensa , molto raffinata, che fondequelle intime pulsazioni con tensio-ni e palpiti vitali che vengonooggettivati pur partendo daun'analisi profondamente soggetti-va. Scene molto ricche sia dalpunto di vista contenutistico chestilistico. Spesso sentimenti diversi,tramutati in pennellate dense dicolori, si oppongono e si fondono inun connubio di rara bellezza. Dalleopere si evince una buona prepara-zione artistica soprattutto nellaresa prospettica, dalle raffigurazio-ni umane, nonchè dalla realizzazio-ne di nature morte. Uno stile chesapora di impressionismo filtratodalle ultime correnti del Novecento,di un simbolismo di immediataespressività. I soggetti rivivono nelritmo delle vibrazioni, in una pittu-ra che propone oniriche e affasci-nanti realtà, semplici e complesseallo stesso tempo. Ogni pennellataridesta nel fruitore le emozionisopite nell'animo, che sempre piùspesso si distrae e, impensierito dalcammino della vita, tralascia senti-menti e valori universali di cui hanecessariamente bisogno. la suaarte, dunque, si dispiega tra il rac-conto e la riflessione, tra la con-templazione del reale e del bello,tra le mozioni interiori e l'assoluto.Aneliti di libertà e di serenità, diriflessione e di risvolti cupi dell'ani-mo si materializzano nelle tele , inpiena sintonia con i vari messaggiche l'autrice vuole trasmettere."

Pittura e poesia: emozioni in armonia nell'arte di Flavia Vizzari

Sarà in scena sabato 31 gennaio ore 20.30 edomenica 1 febbraio ore 18.00 presso il tea-

tro Gesualdo di Avellino lo spettacolo "Bello dipapà" con Vincenzo Salemme.In un momento in cui si parla tanto delle nuovetipologie di famiglie italiane, anche VincenzoSalemme dice la sua in Bello di papà, la rielabo-razione, completamente ampliata e rifatta di unsuo vecchio canovaccio del 1996 mai rappre-sentato. Antonio, scapolo impunito, fidanzatoda dodici anni, eterno Peter Pan, con una curamaniacale per la sua casa e i suoi oggetti, sitrova costretto ad improvvisarsi papà di Emilio,suo caro amico quarantenne che, sotto ipnosi,per il consiglio di uno psicanalista, deve rivive-re la sua infanzia per risolvere il trauma infanti-le della mancanza del padre. Come è nel suostile, Salemme costruisce una commedia dolce-amara in cui i ruoli vengono sovvertiti e, in unagirandola di gag e di colpi di scena, si arrivaall'inaspettato finale. Salemme offre un'ulterio-re prova della sua abilità nell' interloquire connuovi attori: Massimiliano Gallo, figlio d'arte diNunzio Gallo, nel divertente ruolo di Emilio,Marcello Romolo che, pur avendo già lavoratocon lui, assume ora maggior spazio nella partedel surreale psicanalista, Antonella Elia, lasvampita fidanzata.

Al teatro Gesualdo è inscena lo spettacolo

"Bello di papà"

La recensione

di Giovanni Moschella

Il Premio InternazionaleCittà di Pomigliano d'Arco

giunto alla X edizione, grazieall'impegno, alla costanza, edai sacrifici di Tina Piccolo e diquanti con lei collaborano, hadecretato i vincitori delle seisezioni di cui si compone. Legiurie tecniche sono formateda eminenti giornalisti, presi-denti di associazioni culturali,artisti, critici d'arte ben noti,da personalità della didatticae del mondo culturale. Per lasezione poesia in lingua editaed inedita il Premio della criti-ca è stato assegnato aFederico Tarallo, il Premiodella Presidenza ad AntonioRossi, terzo classificato,Maurizio D'Armi, secondoclassificato, SalvatoreLavorgna, primo classificatoFrancesco Cece. Per la sezio-ne Poesia in Vernacolo ilPremio della critica è statoassegnato a Mario Del Noce,ilPremio della Presidenza aNino Cesarano, terzo classifi-cato Vitantonio Boccia,

secondo classificato BrunoIaccarino, primo classificato,Giuseppe Albano. Per la sezione silloge/libri:Premio della Critica aVincenzo Russo, Premio dellaPresidenza a Biagio Gentile,terzo classificato, Maria RosaGelli, secondo classificatoGiorgio Corvi, primo classifi-cato Rosa Spera. Per la sezio-ne narrativa e saggistica:Premio della critica a BrunoIaccarino, Premio dellaPresidenza a FrancescaPagano, terzo classificatoAntonio Ciccarelli, secondoclassificato Vittorio Saltarelli,primo classificato VittorioCasali. Per la sezione Pittura eArti Visive : il premio della cri-tica è stato assegnato adUmberto Gobbato, il Premiodella Presidenza a Rita Rossi,terzo classificato, GiulioCarandente, secondo classifi-cato M. Assunta De Frassine,primo classificato DanielaCannia. Ci sono stati momen-ti di forte commozione presso

l'aula consiliare del comune dicittà di Pomigliano d'Arco, perla commemorazione delMaggiore Raffaele Piccolo. Perla sezione Foto: il Premio dellacritica a Mariangela Cioria, ilPremio della Presidenza aMarisa Nussio, terzo classifi-cato Vincenzo Maio, secondoclassificato, LorellaDiamantini, primo classifica-to, Maria Gaetana Cece.Encomi solenni per la poesiaEmilia Primicile, DomenicoMeo, Pietro Catalano,TeresaBaldrati, Amelia ValentiniFerdinando Cirillo, GiuseppeFerraro, Giuseppina Giudice,Rosalia Colella, Michele LaMontagna, SalvatoreGualtieri, Nicola Casaburo,Cosimo Clemente, AnnaMancini, Fiorella Silvestri,Maria Mazza. Per la sezionesilloge: Salvatore Giuseppe,Annabella Mele, Pina Magro,Elena Caracciolo, GiancarloBugarin, Rosa Muscarà,Egidio Perna, Lucrezia DiGiorgio, Concetta Onesti,Vitantonio Boccia, SalvatoreLagravanese.Per la sezionepoesia vernacolo/silloge:Saverio Gatto, ArmandoFusaro, Dora Della Corte,Gennaro Schiavone, GiosuèMangia alla Mem. ,Alberto DiBuono, Giuseppe Dionisio,Vincenzo Cerasuolo, AldoEsposito, Romano Rizzo,Giovanni Taufer. Encomisolenni per la narrativa:Donato Mauriello, MariaDonata Ciceri, VittorioRaimondo, Rosita Ponti,Grazia Maria Tordi, GuidoBava, Katia Brentani,Vincenzo Russo, RenzoPiccoli,M.F. Cherubini, AngeloMaria Tardio, Tiziana

Valentini, Lenio Vallati, AnnaMancini, Bruno De Vito,MariaRusso, Mirella Putortì. Encomisolenni per la Sezione Pittura/Arti: Paolo Fabbri, RoseGodebert, Anita Scola,Francesco Granata, ToninoAntici, Samanta Milanese,Lucia Capasso, GiorgioIacobellis, Maria Molino, PinoLucchese, Maria Ventura,Alfonso Sibillo. Encomi solen-ni per la Sezione Fotografia:Italo Ranalletta e PatrizioFegatilli. Premio speciale perl'arte e la cultura a NicoValerio e Domenico Belpedio,M° Ernesto Guarino e NicolaToscano. Per il giornalismo:Antonio Sasso Direttore del"Roma", Armida Parisi CapoRed. "Roma", Pietro Garganocapo red. Il "Mattino",Pasquale Sansone dir."Tablo'", Enrico Fontanarosaper "Cosmoggi", Italo SgherziDir."Cosmoggi", CosmoSallustio Salvemini Dir."L'Attualità". La direzione arti-stica è stata affidata al registaMimmo Cannone. Momenti dimusica e di spettacolo con "Ilazzari e briganti", M° CarloDe Luca con la banda musica-le, Antonello Rondi, GiacomoRizzo, Ilenia Borrelli "DanzaOrientale", Sonia DeFrancesco, Chiara Di Mauro, ilTrio Ardone -Peluso-Massa,Luca Allocca, Piero Giulivo,Enzo D'Aurea. Per la televisio-ne sono stati premiati dott.Rosario Carello "Rai",Annamaria Piacentini "Canale21", dott. Tagliamonte "TeleAkery". Hanno presentatoLino Sacchi e Pina Fatigati,Genny D'Andrea e Maria Rea,con interventi di RalphStringile e Gianni Ianuale.

PREMIO INTERNAZIONALE Città di Pomigliano

Tina Piccolo

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Passa ...TempoPULIZIA ECOLOGICA

PER I TAPPETI

Dopo aver passato la scopa elet-trica sul tappeto, cospargetelocompletamente con bicarbonatoa pioggia, stendendolo con lemani. Lasciare per una nottata epoi ripassate l'aspirapolvere. Cosìsi eliminano anche gli odori.

La Scandone sale sempre più su. Pereffetto degli incontri diretti, supera al

quarto posto, a parità di punteggio, ilBologna del "nemico" Boniciolli e laBenetton di Treviso, surclassata alPaladelmauro. Ora nel mirino dell'Air c'è ilTeramo di coach Capobianco, terzo assolu-to, che sarà anche il primo avversario nellaFinal Eight, impegnato nel duro incontro diBiella.La Scandone è la squadra del momento.Vince e convince, soprattutto in seguito alrecupero dei due pivot, Williams e Crosariol,e le giocate dei geniali Diener e Warren.La gara di domani, nella tana della dispera-

tissima Rieti, pone i problemi di sempre:prevarrà la classe della Scandone o la forzadella disperazione degli ultimi della gradua-toria? La squadra di Markovski può contaresu un roster ampio e qualificato, con un Bestin più, che ha superato i problemi al ginoc-chio e si avvia verso la forma migliore, invista della Coppa tricolore in programma dal19 di febbraio, a Bologna.Rimane insoluto l'enigma Slay, che essendoin esubero per il campionato, dovrebbecomunque rimanere fino alla disputa dellaCoppa Italia, ma che è in odore di taglio,visto che degli altri tre americani il coachmacedone non può farne a meno.Dinier si è esaltato, nel nuovo ruolo di play-maker, alla presenza dei genitori venuti perammirare il talentuoso rampollo. Warren haritrovato lo smalto dei giorni migliori eWilliams è sempre più prezioso, nonostantela crescita esponenziale di Crosariol, che ètalmente su di giri che ha giurato di volervincere la Coppa, dopo la terza partecipa-zione a vuoto.Nota di merito anche per Cinciarini eRadulovic, quest'ultimo ha fatto la differen-za contro i trevigiani, mostrando la sua clas-se di uomo d'ordine e feroce mastino aguardia dell'area pitturata. Il bravo Nikolasesplode sempre dopo le feste natalizie, adimostrazione che la fiducia in lui riposta èsempre ben ripagata, tanto da rispedire almittente le richieste delle varie società.Domani ci attende un'altra prova di forzacontro la formazione di Lardo che naviganelle acque torbide della bassa classifica,ma che non ha mai perso l'orgoglio del suoroster, del quale fa parte l'ex Patricio Prato,atleta generosissimo e di ottime doti tecni-che ed umane.

Antonio Mondo

Superato, con un pizzico direcriminazione, anche

l'ostacolo Livorno, l'Avellino sirituffa, con maggiore slancio,nella rincorsa verso la sal-vezza.Ottenuti 2 punti dalla GiustiziaFederale e sancita con pienodiritto le buone chance per uncampionato tranquillo,l'Avellino di Campilongo spriz-za ottimismo e salute da tuttii pori.Il restyling della formazione,voluta da Pugliese e Maglione,ha prodotto cambiamentipoderosi che hanno fruttatopunti pesanti.La squadra sembra oggi dota-ta di una forza che è tantoimponderabile quanto spessoindefinibile, plasmata con lenecessità utilitaristiche del-

l'impegno settimanale.Ora che il ghiaccio delPresidente Pugliese si è sciol-to, la collaborazione con l'am-biente sta ricreando un'atmo-sfera idilliaca intorno allasquadra.L'Avellino gioca bene, racco-glie consensi, fa punti, i nuovisi sono inseriti subito, l'allena-tore, senza preamboli, riescea contrastare qualunqueavversario ed i tifosi riprendo-no a sostenere i ragazzi allostadio.L'unico punto dolente riguar-da le entrate di favore e quel-le incontrollate che sono sem-pre più numerose, nonostan-te la presenza, agli ingressidei tornelli, della Sorveglianzastrapagata. Il fenomeno è digrossa portata, che si identifi-

ca con quella miseria antica diun clientelismo arrogante. Lasocietà viene privata di unsostegno importante, queisoldi dell'incasso che costitui-scono il riassunto di tutta lagestione.Il nostro non è un retoricoappello moralistico ma il seve-ro richiamo al civismo delpopolo biancoverde, alla vigi-lia di situazioni positive comeil rinnovo del contratto dell'al-lenatore Campilongo, l'acqui-sisizione dei cartellini dei gio-vani migliori. E' di questi gior-ni la trattativa con laSampdoria per l'acquisto diKoman, il giovane unghereseche si è messo in luce in que-ste ultime partite. Sono que-ste tutte operazioni che richie-dono sacrifici economici epossono dare un futuro allasocietà.Superati gli impegni più gra-vosi, oggi ospitiamo laTriestina dell'ex Allegretti, unasquadra dal rendimento sor-prendente che è incappata inun periodo di magra.All'Avellino mancheranno persqualifica Vasko eGragnaniello, gli eroi diLivorno, ma in compensorientreranno Sforzini eMesbah, Dobbiamo cercaredi puntellare la nostra classifi-ca che da qualche domenicasi è fatta più generosa.

A. M.

Voglia di vincereBasket

Nuova classifica

Avellino calcio

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Sportello di ascolto per la diversa abilità

Carissimi,nell'augurarvi un buon inizio delle

attività pastorali desidero rendervipartecipi del nuovo servizio chequesto ufficio in collaborazione conla Caritas intende avviare.Grazie al generoso volontariatoche già da due anni ci viene offertoda una equipe di tecnici del settoredella disabilità, si è ritenuto oppor-tuno, dopo il corso di formazioneper la catechesi ai disabili che si èsvolto presso la parrocchia "CuoreImmacolato di Maria" di Avellino, diistituire presso l'ufficio catechisticoal palazzo vescovile, uno sportellodi ascolto delle diverse abilità. E' unservizio per tutti gli operatori

pastorali che svolgono attività for-mativa nel campo delle diverse abi-lità. Per accedervi è d'obbligo laprenotazione contattando:1. l'Ufficio Catechistico Diocesanoai numeri: 0825 74595 int. 215;2. la responsabile del settore Sig.raCarpenito Angela, al numero:3475946566;3. l'Ufficio Caritas Diocesano ainumeri: 0825 760571; 0825 74594int. 213;Sono sicuro che questo progettoambizioso che la nostra diocesi staportando avanti nel servizio ai piùdeboli come ci raccomanda Cristotroverà rispondenza tra i catechistie gli operatori di ogni settore Vi saluto fraternamente.

IL DIRETTORE UCDDon Gianluca Perrelli

CORSO DI FORMAZIONE PER OPERATORI DEI CENTRI

DI ASCOLTO 2009

Carissimi,la presente per informarVi che è in avvioun corso di formazione per operatori deiCentri di Ascolto diocesani. Il corso è unappuntamento fondamentale per tutti inostri operatori che hanno, quindi, l'ob-bligo di frequenza.E' un'offerta formativa aperta anche atutti gli operatori impegnati nei servizicaritativi degli organismi socio assisten-ziali collegati alla nostra Chiesa diocesa-na; è un'esperienza che può facilitare lanostra conoscenza in un'ottica di comu-nione ecclesiale.La stessa proposta è offerta alle nostrecomunità parrocchiali dove sono attivi iCentri di ascolto, o dove è programmatala loro apertura. La formazione deglioperatori coinvolti è necessaria per con-dividere tutti insieme il progetto diocesa-no e qualificare al meglio le personeimpegnate.Vi alleghiamo il programma del corso

che avrà inizio il 18 febbraio p. v. con larelazione del nostro Vescovo - Mons.Francesco Marino su "La Parola di Dionell'ascolto"; avrà cadenza quindicinale(il mercoledì) dalle ore 15,30 alle ore 17,30; terminerà il 10 giugno c. a. .Siamo certi che, come al solito, questocammino sarà utile a tutti noi e, perciò,Vi chiediamo di non perderlo e di esserepuntuali agli incontri.Con un fraterno abbraccio.

Il vice direttoreCarlo Mele

PROGRAMMA18/2 Presentazione programma:"La Parola di Dio nell'ascolto" -Mons. Francesco Marino4/3 "La funzione pastorale delCentro di Ascolto" - don MarioTodisco18/3 "La relazione personale" -Dr.ssa Rossana Apaza Caritasdiocesana di Napoli1/4 "Il peso dell'ascolto" - Dr.Amerigo Russo psichiatra15/4 "Il progetto "Rete Nazionale

dei C. di A."" - Luigi Stella / DafneGreco29/4 "La rete operativa dei nostri C.di A. (manuale") - Carlo Mele13/5 "La crisi istituzionale: il ricono-scimento dei diritti fondamentali" -Deleg. Regionale(nuove normative sociali - produ-zione documento sulla legislazioneconsultabile) 27/5 "Aggiornamento docu-mento D. P. S". - RobertoSavarese di In Opera10/6 Verifica e confronto - rive-diamoci a settembre - direzioneCaritasGli incontri si terranno a cadenza quindi-cinale di mercoledì dalle ore 15,30 alleore 17,30La sede è il C. S. V. "Irpinia Solidale" inCorso Europa, 69/a Avellino E' obbligatoria la presenza dei nostrioperatori; è aperto a tutti gli operatoriParrocchiali e della Consulta diocesanaorganismi socio-assistenziali. Il corsoinizia nel mese di febbraio e si con-clude nel mese di giugno 2009

DIOCESI DI AVELLINOUFFICIO CATECHISTICO DIOCESANO

Il primo Sabato di ogni mese adorazione Eucaristica

notturna presso la Chiesa delle Oblate di Avellino

inizio ore 21,00 santa messa ore 24,00

ORARIO SANTE MESSE - PARROCCHIE AVELLINO

CHIESA ORARIO

Cuore Immacolato della B.V.Maria Festive: 08.30, 10.30, 12.00, 18.00 (19.00)Feriali: 08.30, 18.00 (19.00)

Maria SS.ma di Montevergine Festive: 09.00, 11.00Feriali:17.00 (18.00)

S. Alfonso Maria dei Liguori Festive: 08.00, 10.00, 11.15Feriali: 08.00, 18.00 (19.00)

S. Ciro Festive: 08.00, 10.00, 11.00, 12.30, 18.00Feriali: 09.00, 18.00

Chiesa S. Maria del Roseto Festive: 09.00, 11.30, 18.00Feriali: 09.00, 18.00

S. Francesco d'Assisi Festive: 08.30, 11.00Feriali:18.00 (19.00)

S. Maria Assunta C/o Cattedrale Festive: 08.00, 10.00, 12.30, 18.00 (18.30)Feriali:18.00 (18.30)

Chiesa dell'Adorazione perpetua (Oblate) Festive: 09.00, 11.30 Feriali: 09.00, 19.30 (19.00)

San Francesco Saverio (S.Rita) Festive: 11.00 Feriali: 09.00

Santa Maria del Rifugio (Sant'Anna) Venerdì ore 10.00

S. Maria delle Grazie Festive: 08.30, 10.00, 12.00, 18.00 (19.00)Feriali: 07.30, 18.00 (19.00)

S. Maria di Costantinopoli Festive: 12.00Feriali: 17.30 (18.30)

SS.ma Trinità dei Poveri Festive: 09.00, 11.00, Feriali:18.00 (19.00)

SS.mo Rosario Festive: 08.30, 10.30, 12.00, 19.00Feriali: 08.00, 10.30, 19.00

Chiesa Santo Spirito Festive: 09.00

Chiesa S. Antonio Feriali: 08.00Festive: 11.30

Fraz. ValleS. Maria Assunta in Cielo

Festive: 08.00, 10.15 (centro caritas), 11.30Feriali:18.00 (19.00)

Rione Parco Festive: 10.30

Chiesa Immacolata Festive: 12.00

Contrada Bagnoli Festive: 11.00

Ospedale San Giuseppe Moscati Festive: 10.00Feriali: 19.00

Clinica Malzoni Festive: 08.00Feriali: 07.30

Villa Ester Festive: 09.00Feriali: 07.00

Casa Riposo Rubilli (V. Italia) Festive: 09.30Feriali: 09.00

Casa Riposo Rubilli (ctr S. Tommaso) Festive: 10.00Feriali: 08.00

Cimitero Festive: 10.00, 16.00 (17.00)

EEcclesia

il ponteSettimanale cattolico dell’Irpinia associato alla Fisc

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