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Il Ponte Settimanale Cattolico dell’Irpinia anno  Xlii - n°. 11 - eur o 0.50 sabato 1 aprile 2017 web: www.ilpontenews.it | email: [email protected] “Et veritas liberabit vos” sped. in a. p. comma 20b art. 2 legge 662/96 Filiale P.T. Avellino il Ponte è il primo settimanale dell’irpinia Sicurezza sul lavoro, Sicurezza e La- voro:che belle parole, facili da usare, da sole, singolarmente, o insieme, ma è difficile dare loro un senso com- piuto, non astratto. Almeno una volta all'anno capita di leggere sui Media di lavoro, disoccupazione, di infortuni e di morti bianche. Spesso si tratta di numeri provenienti da statistiche, da ricerche, eppure dietro ciascun nu- mero c'è sempre una persona, una vita umana. laVoro IN sicuro botanica Medicina Fisco pag. 6 pag. 12 all’interno: pagg. 8 - 9 Vangelo pag. 14 ecclesia pag. 3 Politica pag. 4 sloW Food ave llino pag. 10 Mario Barbarisi pag. 5 “dobbiamo impegnarci, ciascuno con la propria responsabilità, a fare in modo che il lavoro sia degno, rispettoso della persona e della famiglia, che sia giusto e che sia sicuro, non dannoso” (Papa Francesco) Dalla ricerca del Centro Studi Impresa lavoro (presieduta dall’imprenditore Massimo Blasoni) su elaborazione dei dati Istat della Ragioneria Generale dello Stato, risulta che le Regioni a statuto speciale sono quelle con la maggiore concentrazione di dipendenti pubblici rispetto ai residenti. la Valle d’aost a è in testa alla classifica con 11.519 dipendenti , pari al 9,05% di residenti seguita dal Trentino - alto adige ( 78.344 dipendenti , pari al 7,40% dei residenti); Friuli - Venezia Giulia 82.380, pari al 6,75%); Sardegna ( 109.036 dipendenti , pari al 6,58% degli abitanti. Invece al di sotto della media nazionale troviamo le Marche (5,17%); Emilia - Romagna e Puglia (5%) ; Piemonte (4,86%) ; Campania (4,82%). Dalla ricerca risulta che solo la Valle d’ aost a ha una percentuale di dipendenti pubblici (9,05%) superiore a quella della Francia (8,50%) e Regno Unito (7.90%). Il Centro studi Impresa Lavoro, prendendo in esame il rapporto dei dipendenti pubblici e quello degli occupati, riscontra che le percentuali di Calabria (22,03%) e Valle d’ aost a (21,01%) sono superiori a quelle della Francia (20%), mentre la percentuale dei dipendenti pubblici in Italia è del 13,99%, inferiore a quella del Regno Unito (17%) e la Spagna (16%), superando la Germania (11%). Più diPendenti Pubblici nelle regioni a statuto sPeciale di alfonso santoli Al centro dell’inchiesta ancora una volta la sede I nAIl di Avellino e numerosi cantieri foto (1) - Sede InaIl Papa Francesco

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Il PonteSettimanale Cattolico dell’Irpinia

anno  Xlii - n°. 11 - euro 0.50sabato 1 aprile 2017

web: www.ilpontenews.it | email: [email protected]

“Et veritas liberabit vos”

sped. in a. p. comma 20b art. 2 legge 662/96 Filiale P.T. Avellino

il Ponte è il primo settimanale dell’irpinia

Sicurezza sul lavoro, Sicurezza e La-voro:che belle parole, facili da usare,da sole, singolarmente, o insieme,ma è difficile dare loro un senso com-piuto, non astratto. Almeno una voltaall'anno capita di leggere sui Media dilavoro, disoccupazione, di infortuni edi morti bianche. Spesso si tratta dinumeri provenienti da statistiche, daricerche, eppure dietro ciascun nu-mero c'è sempre una persona, unavita umana.

laVoro INsicuro

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Medicina

Fisco pag. 6

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all’interno:

pagg. 8 - 9

Vangelo pag. 14

ecclesia pag. 3

Politica pag. 4

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Mario Barbarisi pag. 5

“dobbiamo impegnarci, ciascuno con la propria responsabilità, afare in modo che il lavoro sia degno, rispettoso della persona e dellafamiglia, che sia giusto e che sia sicuro, non dannoso” (Papa Francesco)

Dalla ricerca del Centro Studi Impresa lavoro (presieduta dall’imprenditore Massimo Blasoni) su elaborazione deidati Istat della Ragioneria Generale dello Stato, risulta che le Regioni a statuto speciale sono quelle con lamaggiore concentrazione di dipendenti pubblici rispetto ai residenti. la Valle d’aosta è in testa alla classifica con11.519 dipendenti, pari al 9,05% di residenti seguita dal Trentino - alto adige (78.344 dipendenti, pari al 7,40%dei residenti); Friuli - Venezia Giulia 82.380, pari al 6,75%); Sardegna (109.036 dipendenti, pari al 6,58% degliabitanti. Invece al di sotto della media nazionale troviamo le Marche (5,17%); Emilia - Romagna e Puglia(5%); Piemonte (4,86%); Campania (4,82%). Dalla ricerca risulta che solo la Valle d’aosta ha una percentuale

di dipendenti pubblici (9,05%) superiore a quella della Francia (8,50%) e Regno Unito (7.90%). Il Centro studi ImpresaLavoro, prendendo in esame il rapporto dei dipendenti pubblici e quello degli occupati, riscontra che le percentuali di Calabria (22,03%)e Valle d’aosta (21,01%) sono superiori a quelle della Francia (20%), mentre la percentuale dei dipendenti pubblici inItalia è del 13,99%, inferiore a quella del Regno Unito (17%) e la Spagna (16%), superando la Germania (11%).

Più diPendenti Pubblici nelle regioni a statuto sPeciale di alfonso santoli

Al centro dell’inchiesta ancora una volta la sede InAIl di Avellino e numerosi cantieri

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Papa Francesco

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2 1 aprile 2017ilPonte

COME FAR VINCERE LA SOLIDARIETÀ

Per concorrere le parrocchie sono chiamate a:

� iscriversi online su tuttixtutti.it� inviare una descrizione delprogetto di solidar0ietà chevogliono realizzare�organizzare e documentare, rispettando una specificaprocedura, un incontro formativosul sostegno economico allaChiesa cattolica.

Vincono tutti i partecipanti:fino a 2.000 € di contributo perl'incontro formativo. I 10 progettipiù meritevoli si aggiudicanoanche un sostegno fino a 15.000 €. I criteri di valutazionedei progetti e la procedura perorganizzare l’incontro sonopubblicati su tuttixtutti.it. I vincitoriverranno proclamati sul sito il 30 giugno 2017.

Tutte le info su tuttixtutti.it

COME FUNZIONA TUTTIXTUTTI 2017

I PROGETTI VINCITORI DELL’EDIZIONE 2016

QUEST’ANNO VINCONO TUTTI, PER TUTTI.TORNA IL CONCORSO DEDICATO ALLE PARROCCHIE

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31 aprile 2017 ilPonte

ecclesia

Vicinanza “a quanti soffrono per averperso il lavoro o perché non riescono atrovarlo”, unita alla volontà di “cercaresoluzioni e avanzare proposte”. Con que-st’intento la Chiesa italiana camminaverso la 48ª Settimana sociale, che saràospitata a Cagliari dal 26 al 29 ottobreprossimi. A esprimerlo sono le “Linee dipreparazione” in vista dell’appuntamentoecclesiale, a firma del presidente del Co-mitato scientifico e organizzatore, l’arci-vescovo di Taranto, mons. FilippoSantoro, rese note oggi, 23 marzo, al ter-mine della sessione primaverile del Con-siglio permanente della Cei che le haapprovate.

“Il lavoro che vogliamo. Libero,creativo, partecipativo e solidale” èil tema di questa 48ª edizione, chenon vuole essere “un convegnocome tanti”, ma “tappa di un per-corso, già cominciato nei mesi pre-cedenti e destinato a continuare”.Una scelta – esplicita il documento –che si colloca “in coerenza con lospirito delle Settimane e con il ruolodi servizio al Paese che esse pos-sono giocare nella contempora-neità”, e che risponde all’esigenza di“rimettere il lavoro al centro dellenostre preoccupazioni quotidiane amotivo dell’ineliminabile dimensionesociale dell’evangelizzazione”.Il testo mette in evidenza “alcune criticitàdella situazione italiana”, a partire dal“gravissimo problema della disoccupa-zione giovanile” – che coinvolge 3 mi-lioni di giovani, “poco meno del 40% deltotale”, mentre 1,5 milioni sono i “neet”,giovani tra i 15 e i 29 anni che non stu-diano, non si formano e non lavorano –cui si aggiunge il “secondo lato oscurodella condizione giovanile” costituito dal“lavoro precario, prestato irregolar-mente”, “non protetto, non sicuro e nonretribuito”. A tal riguardo, “una gravitàparticolare riveste la situazione del Mez-

zogiorno”. Altro fronte è “lapreoccupante estensionedell’area della povertà asso-ciata alla forte crisi occupa-zionale”, con il raddoppio in pochi anni diquanti vivono in povertà assoluta, “emer-genza nazionale che non può più esseretrascurata”. Terza “dimensione problema-tica” è quella “connessa al lavorofemminile e alle sue implicazioni sullavita familiare”, con una disoccupazionepiù alta della media, salari “sensibilmentepiù bassi” rispetto a quelli degli uominicon le medesime mansioni e un numerodi figli pro capite “tra i più bassi in Eu-ropa”. Infine, la “distanza tra il sistemascolastico e il mondo del lavoro”, conun Paese intrappolato “in uno schemati-smo che, separando rigidamente il mo-mento formativo da quello lavorativo,comporta un divario tra la domanda dicompetenze delle imprese e i profili inuscita da scuole e università”.

Ancora, una “particolare attenzione” vaalla rivoluzione tecnologica.

“Anche al tempo dell’Industria 4.0 ècompito della cultura e delle forzesociali trovare forme di tutela effi-caci per il ‘lavoro degno’”, sottolineail Comitato. E se, da una parte, “l’innovazione tecno-logica può aiutare a risolvere o mitigare iconflitti tra lavoro e ambiente nella curadella casa comune”, dall’altra parte “pergestire queste nuove forme di lavoro sarànecessario, per il lavoratore, avere unequilibrio umano e spirituale solido”, dalmomento che far coincidere nello stessoluogo il “lavoro, gli equilibri relazionali, af-fettivi e familiari potrebbe essere un fat-tore di crisi”, come pure “una disordinatagestione del tempo potrebbe appiattiresul lavoro anche quei momenti di riposomentale, di gratuità e di lucidità di cui lavita ha bisogno”.

Insomma, non tutti i lavori sono “umani,né sono degni. Lo sono solo quando il la-voro è vocazione e rispetta la dignità dellapersona che non può essere usata comecosa o come merce”.

E la Settimana sociale, per rispet-tare la consegna della concretezza,“non vuole parlare di numeri, ma dipersone, di vite concrete, di spe-ranze e delusioni, di dignità e soli-darietà”, proponendo “all’interasocietà italiana una direzione dimarcia per contribuire a trovare unastrada” che porti fuori “dalla crisi incui versa da troppi anni”, secondoquei quattro “registri comunicativi”già presentati nella “Lettera d’in-vito” alla Settimana sociale: denun-cia, ascolto e narrazione, buonepratiche, proposta.“L’appuntamento di Cagliari vuole diven-tare l’occasione per raccogliere e portarea frutto quanto le diverse comunità sa-ranno state capaci di elaborare e pro-porre”, ribadisce il testo, chiedendo che idelegati designati dalle singole diocesi –3 o 5 in base all’ampiezza di ciascuna(500.000 abitanti è la discriminante) –siano “dei veri e propri attivatori territo-riali, agenti motivati e preparati, dediti –con passione e intelligenza – a una mis-sione che non finisce”. L’obiettivo è“creare una rete di persone competenti econsapevoli, capaci di essere lievito dellenostre comunità rispetto al tema del la-voro. Prima, ma soprattutto dopo, l’ap-puntamento di Cagliari”. A conferma chela prossima Settimana sociale non vuoleessere un convegno, ma tappa di un per-corso, momento di sintesi e di rilanciodell’impegno sociale della Chiesa italiana.

Francesco Rossi(Sir)

uN pErcorso pEr “rImEttErE Il lavoro al cENtro”

Rese note le “Linee di preparazione per la 48ª Settimana socialedei cattolici italiani” (Cagliari, 26-29 ottobre 2017). Non vuole essere “unconvegno come tanti”, ma “tappa di un percorso, già cominciato nei mesi

precedenti e destinato a continuare”. L’impegno di proporre “all’interasocietà italiana una direzione di marcia per contribuire a trovare una strada”

che porti fuori “dalla crisi in cui versa da troppi anni”

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4 1 aprile 2017ilPonte

Politica

La Evangelii Gaudium, ai nu-meri 203 e ss, pone all’atten-zione dei cattolici temi distraordinaria importanza, sulpiano politico e su quello eco-nomico-sociale: “La dignitàdella persona umana ed il benecomune sono questioni che do-vrebbero strutturare tutta la

politica economica, ma a volte sembranoappendici aggiunte dall’esterno…. Quanteparole sono diventate scomode perquesto sistema. Dà fastidio che si parlidi etica, dà fastidio che si parli di soli-darietà mondiale, dà fastidio che siparli di distribuzione dei beni, dà fasti-dio che si parli di difendere i posti di la-voro, dà fastidio che si parli delladignità dei deboli, dà fastidio che siparli di un Dio che esige un impegnoper la giustizia!”.Ora, che queste cose siano invise ai noncredenti o a coloro che orientano la propriavita alla sequela di altri valori, è normale.Non è per niente giustificabile che quel di-sagio ( riguardo alla solidarietà, alla giustiziasociale o al rispetto della dignità degli ultimi)sia manifestato da “presunti” cattolici, dai“maestri di fariseismo” che occupano leprime fila nelle chiese o nelle associazionicattoliche!E non parliamo, solo, degli uomini politici:che dovrebbero lavorare ad una società piùgiusta, che garantisca la dignità del lavoroa tutti. Che dovrebbero organizzare il futurodelle nostre comunità avendo come unicoobiettivo la dignità della persona ed il benecomune.“Non possiamo più confidare nelleforze cieche e nella mano invisibile delmercato. La crescita in equità esige qual-cosa di più della crescita economica…,ri-chiede decisioni, programmi, meccanismi eprocessi orientati ad una migliore distribu-zione delle entrate, alla creazione di oppor-tunità di lavoro, ad una promozioneintegrale dei poveri che superi l’assistenzia-lismo. Lungi da me il proporre un popu-lismo irresponsabile ma l’economianon può ricorrere a rimedi che sono unnuovo veleno, come quando si pre-tende di aumentare la redditività, ridu-cendo il mercato del lavoro e creandoin tal modo nuovi esclusi”!C’è, nelle parole di Papa Francesco, un ri-chiamo ai governanti ed agli imprenditori:a quelli cioè che dettano le regole della eco-

nomia sovranazionaleed a quelli (gli im-prenditori) che svol-gono “un nobile lavoro,sempre che si lascinointerrogare da un si-gnificato più ampiodella vita”!Quale giustizia c’è neltrasferire le attivitàproduttive dal nostroPaese in altri Stati doveil costo del lavoro è piùbasso, perché sono piùbasse le paghe o per-ché sono ridotti o ine-sistenti le tutele dei lavoratori? Certo, laricerca del massimo profitto suggeriscequeste scelte: ma c’è qualcuno che po-trebbe giudicarle “giuste”, soprattutto sefatte da imprese che in passato hannosfruttato tutti gli incentivi e le risorse messea loro disposizione dallo Stato?I problemi della società contemporaneasono ancora più seri in conseguenza deglieffetti perversi di una “cattiva” globalizza-zione: l’aumento delle disuguaglianze,per cui cresce il numero dei poveri e dimi-nuisce il numero dei ricchi, i quali, però, ve-dono incrementare le proprie risorseindividuali; l’aumento della ricchezza edel reddito medio, calcolato con i “vizi” ditutte le statistiche; la crescita senza oc-cupazione, che procede parallelamente alprocesso di mondializzazione dei mercati,creando malessere e sfiducia soprattuttonelle giovani generazioni.Tuttavia, il vero dramma, del quale nonabbiamo ancora piena consapevolezza, èche non siamo ancora entrati nella “to-tale” evoluzione dei mezzi di produ-zione e distribuzione che saranno,presto, completamente affidati allosviluppo dell’intelligenza artificiale edella robotica! Che ne sarà di tante “pro-fessioni”, di tanti sistemi produttivi, quando,nei prossimi vent’anni, uomini, macchi-nari e sistemi distributivi diventeranno im-provvisamente “vecchi e inutili” e sarannointegralmente sostituiti dai robot o da altrestrutture “diversamente umanizzate”? Se,già oggi registriamo una crescita esponen-ziale della mancanza del lavoro (senza chesi riescano a trovare soluzioni adeguate),quali risposte potremo inventare nel pros-simo futuro?Una sollecitazione chiara la dà, ancora una

volta, il Santo Padre, nella sua bellissimaEsortazione Apostolica: “E’ indispensabileche i governanti e il potere finanziarioalzino lo sguardo ed amplino le loroprospettive , che facciano in modo checi sia un lavoro degno per tutti”!Perciò,oltre ad anticipare i tempi per esserepronti al nuovo, sul piano della conoscenzae delle risposte, è necessario “umanizzarel’economia”, a partire dall’oggi, per pro-gettare un futuro che possa essere costruitoseguendo questi obiettivi: la personaumana sia sempre fine e mai mezzo;essa sia individuale e, insieme, comu-nitaria, soggetto di diritti , di libertà edi dignità!Cominciamo da subito: a lavorare meno perlavorare tutti! Cominciamo a valorizzarel’educazione ai sentimenti, il diritto al la-voro, alla cultura, alla libertà ed all’egua-glianza vera! Proviamo a costruire unasocietà dove cresca la vera solidarietà: chefavorisca l’inclusione degli ultimi e degliemarginati! Perché, se riuscissimo, giàoggi, a diffondere “il seme della giustizia so-ciale” nelle nostre comunità, forse po-tremmo essere pronti ad affrontare ledifficoltà ed i problemi che i nostri figli e ni-poti si troveranno a vivere in futuro.Per evitare che essi stessi possano di-ventare gli “scarti” della nuova società!E’ questo il vero compito della Politica“buona”, è questa la vera battaglia davincere! Perciò Papa Francesco amapregare: “Chiedo a Dio che cresca il nu-mero di politici capaci di entrare in un au-tentico dialogo che si orienti efficacementea sanare le radici profonde e non l’appa-renza dei mali del mondo”! (Evangelii Gau-dium n. 205).

[email protected]

il coMPito della buona Politica

è necessario “umanizzare l’economia”,a partire dall’oggi, per progettare un futuro chepossa essere costruito seguendo questi obiettivi:la persona umana sia sempre fine e mai mezzo;

essa sia individuale e, insieme, comunitaria, soggetto di diritti, di libertà e di dignità!

MicheleCriscuoli

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51 aprile 2017 ilPonte

attualità

Sicurezza sul lavoro, Sicurezza e Lavoro:che belle parole, facili da usare, da sole, sin-golarmente, o insieme, ma è difficile dareloro un senso compiuto, non astratto.Almeno una volta all'anno capita di leggeresui Media di lavoro, disoccupazione, di in-fortuni e di morti bianche. Spesso si trattadi numeri provenienti da statistiche, da ri-cerche, eppure dietro ciascun numero c'è

sempre una persona, una vita umana.Spesso dimentichiamo che la persona, inuna società attenta, e soprattutto civile, vaposta al centro, perché essa costituisce ilfulcro di ogni azione quotidiana. Spesso ladiffusione di numeri, divulgati a mezzostampa, nasconde una passerella, politicao sindacale, in realtà un pizzico di protago-nismo è anche tollerabile, rientra tra le at-tribuzioni di merito, ciò che invece non è

affatto sopportabile è la mancata presa dicoscienza dell'insieme dei fenomeni nega-tivi legati al mondo del lavoro e della pro-duzione: l'aumento della disoccupazione hafatto crescere il lavoro nero, il lavoro sotto-pagato, il lavoro senza norme di sicurezza,spesso a farne le spese non è solo la partecontributiva, che il datore è tenuto a ver-sare, ma la dotazione tecnica per il rispettodelle norme in materia di sicurezza sui luo-ghi di lavoro. E' il "prezzo" che si paga perpoter essere competitivi sul mercato: menosi spende per la Sicurezza e per le tasse epiù il datore di lavoro guadagna. In alcunicasi, il mancato rispetto delle norme di si-curezza è dovuto alla mancata conoscenzadella gravità dei rischi e delle conseguenze.Per dimostrare quanto sia diffuso il feno-meno delle irregolarità, mostriamo le im-magini a partire dal nostro territorio,Avellino e provincia. Partiamo dal simbolo,da quello che dovrebbe costituire l'esempioper antonomasia dell'antinfortunistica:l'InaIl, ISTITUTO naZIOnalE In-FORTUnI SUl laVORO. Nella foto (1)si vede un operaio sulla scala mentrepulisce i vetri, senza alcuna protezione.Nell'altra foto (2) si vedono, sempre da-vanti alla centrale sede InaIL di avellino,operai che effettuano lavori tra i passanti,vicino a veicoli parcheggiati, utilizzandofiamme per saldare. Un’altra foto (3) in-vece mostra operai al lavoro su un’im-palcatura all'interno dell’aziendaOspedaliera San Giuseppe Moscati diavellino, altra immagine ancora (4) unoperaio che cammina sul tetto di un edificioin costruzione... l'elenco potrebbe conti-nuare. Ora ci chiediamo: è mai possibileche tutte queste cose le vediamo solo noi,operatori della Comunicazione?

Perché oltre ai convegni, sicuramente inte-ressanti, non si pratica un accurato moni-toraggio del territorio? Spesso basta alzaresemplicemente lo sguardo per scorgereoperai al lavoro senza le adeguate prote-zioni. Perché non prevenire le tragedie edevitare che i numeri delle morti bianche e

dei tanti infortuni sul lavoro crescano dianno in anno?

L' InaIl di avellino è, invece, un caso aparte. La sede era già finita nel mirino gior-nalistico quando nel luglio del 2016 venneroscoperti dall'obiettivo fotografico tre operaiche lavoravano sul tetto della sede, diCorso Europa, senza alcuna protezione.(vedi il servizio pubblicato sull'Agenzia diStampa - SIR - http://agensir.it/ita-lia/2016/07/27/operai-senza-casco-a-la-voro-in-un-cantiere-dellinail-di-avellino/).

Come può un Ente che ha il compito divigilare sulla correttezza altrui, cheeffettua controlli severi e multe suicantieri, non accorgersi di avere il"malato" in casa propria?

Mario Barbarisi

laVoro INsicuro

Dal sito internet dell’InaIL:

prEvENZIoNE E sIcurEZZa

“L’Inail svolge attività di prevenzione deirischi lavorativi, di informazione, di for-mazione e assistenza in materia di sicu-rezza e salute sul lavoro. Per contribuirealla riduzione degli infortuni e per farcrescere nel Paese una vera e propriacultura della sicurezza, l’Istituto realizzae promuove la costante evoluzione di unsistema integrato di tutela del lavoratoree di sostegno alle imprese, efficiente einnovativo, capace di offrire strumentimirati e accessibili a tutti” (www.inail.it)

Al centro dell’inchiesta ancora una volta la sede InAIl di Avellino e numerosi cantieri

Foto (3) - azienda Ospedaliera Moscati

Foto (4) - operaio sul tetto di un

cantiere edile

Foto (2) - Sede InaIl

“dobbiamo impegnarci, ciascunocon la propria responsabilità, a fare

in modo che il lavoro sia degno,rispettoso della persona e dellafamiglia, che sia giusto e che sia

sicuro, non dannoso” (Papa Francesco)

Papa Francesco

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6 1 aprile 2017ilPonte

Fisco

Mi è stato posto, da un assiduolettore, un quesito circa la tar-diva presentazione di una de-nunzia di successione per lamorte di un congiunto avve-nuta nell’ottobre 2011. Più in

particolare è stato evidenziato nel que-sito che la denunzia sarà presentata dopoil periodo prescrizionale di 5 anni, e cioèdopo il tempo in cui l’Agenzia delle En-trate potrebbe sanzionare il successoreper la mancata presentazione della di-chiarazione che va fatta entro un annodalla morte del dante causa.Si chiede, a tal proposito, se i 5 anni de-corrono dalla data di morte del de cuiuse se i tributi applicabili sono quelli in vi-gore nell’ottobre 2011.In aggiunta mi è stato ulteriormentechiesto se il successore che, a suo tempoha acquistato un appartamento con i be-nefici “prima casa”, può in sede di de-nunzia di successione usufruirenuovamente di tali benefici in considera-zione che la denunzia stessa verrà pre-sentata con ritardo.

al riguardo ed in linea generale si fa pre-sente che la dichiarazione di successionedeve essere presentata entro dodici mesidal decesso (anche se vi sono casi in cuila denunzia va presentata in un momentodiverso).In caso di dichiarazione omessa, è previ-sta una sanzione dal 120 al 240% del-l’imposta liquidata ovvero, qualora nonsia dovuta imposta, una sanzione da 250a 1.000 euro. In caso di lieve tardività,cioè con un ritardo non superiore a trentagiorni, la sanzione è dimezzata e va dal60 al 120% dell’imposta liquidata (op-pure, se non è dovuta imposta, da 150 a500 euro). Se nell’attivo ereditario sono compresi beni im-mobili (terreni e fabbricati), in relazione al va-lore degli stessi occorre calcolare e versare(c.d. pagamento in “autoliquidazione”),entro lo stesso termine previsto per la presen-tazione della dichiarazione, l’imposta ipote-caria nella misura del 2%, quellacatastale nella misura dell’1%, l’impostadi bollo pari ad €. 64,00 per ogni conser-vatoria, la tassa ipotecaria pari ad €.

35,00 per ogni conservatoria e i tributispeciali pari ad €. 18,69 per ogni conser-vatoria, e cioè se vi sono immobili trascri-vili in più conservatorie.L’imposta di successione vera e propria, in-vece, viene liquidata dall’Ufficio in base ai valoriindicati nella dichiarazione e va pagata entro60 giorni dalla data in cui è notificato l’avvisodi liquidazione.Nel caso in cui la dichiarazione sia presentataoltre i termini ordinari (come detto, dodici mesidalla data del decesso) e prima che protrebbeesserci l’accertamento d’ufficio, esperibile entrocinque anni dalla scadenza del termine per lapresentazione della dichiarazione omessa,quindi entro sei anni dalla data del decesso),è possibile avvalersi del ravvedimentooperoso – beneficiando della prevista ri-duzione della sanzione – per il tardivo pa-gamento dei tributi dovuti inautoliquidazione, altrimenti soggetti allasanzione piena del 30%.In particolare, se il pagamento è effet-tuato:- entro 15 giorni dalla scadenza, la san-zione è pari allo 0,1% delle imposte do-vute, per ogni giorno di ritardo;

- entro 30 giorni dalla scadenza, la san-zione è dell’1,5% delle imposte dovute;- entro 90 giorni alla scadenza, la san-zione è dell’1,67%;- entro un anno dalla scadenza, la san-zione è del 3,75%;- oltre un anno dalla scadenza, ma entroil secondo, la sanzione è del 4,29%;- oltre due anni dalla scadenza, la san-zione è pari al 5% delle imposte dovute.Per il ravvedimento, oltre al tributo e alla san-zione in misura ridotta, sono dovuti gli interessimoratori, calcolati al tasso legale con matura-zione giorno per giorno.Se invece, come accennato, sono tra-scorsi sei anni dal decesso, l’agenziadelle Entrate decade dalla possibilità diaccertare la mancata presentazione delladenunzia di successione e di applicare,quindi, le sanzioni per l’omissione dellastessa e per il mancato pagamento deirelativi tributi.nonostante ciò, vale a dire anche quandosia decorso l’anzidetto termine, si può co-munque aver bisogno di presentare la di-chiarazione, ad esempio se si vuole

vendere un immobile ereditato o se sivuole procedere ad una divisione tra glieredi dell’asse ereditario.In tale ipotesi, occorre provvedere al-l’adempimento dichiarativo omesso e pa-gare solo le imposte dovute in vigore alladata del decesso, senza alcuna sanzione,dal momento che il Fisco non può più ir-rogarla.Quindi nell’ipotesi prospettata dal lettore, la di-chiarazione di successione, per non pagare lesanzioni, potrà essere presentata nell’ottobre2012, atteso che l’Agenzia delle Entrate sicu-ramente non fare alcun accertamento per lamancata presentazione di detta denunziaentro il termine prescrizionale.Per quanto riguarda, infine, la prospet-tata possibilità di usufruire delle agevo-lazioni “prima casa” in riferimentoall’immobile ereditato (imposte ipoteca-ria e catastale in misura fissa di €. 200,00ciascuna, anziché quelle proporzionali, ri-spettivamente del 2% e dell’1%), la cir-costanza va esclusa, dal momento cheuno dei requisiti necessari per fruire dellatassazione di favore è quella di non es-sere titolare, neppure per quote o in co-munione legale con il coniuge, su tutto ilterritorio nazionale, dei diritti di pro-prietà, usufrutto, uso e abitazione di altroimmobile abitativo acquistato con glistessi benefici “prima casa”.Costituisce un’eccezione a questa regolagenerale, a seguito di una modifica nor-mativa introdotta dalla legge di stabilità2016, l’ipotesi in cui l’erede titolare dialtra abitazione acquistata con l’agevola-zione si impegna, con apposita dichiara-zione rilasciata nella denunzia disuccessione, a vendere l’immobile de quoentro un anno dal nuovo acquisto avve-nuto per successione ereditaria.Quindi , a queste condizioni, si può nuo-vamente usufruire di detti benefici es-sendo ininfluente che la dichiarazionevenga presentata tardivamente.

[email protected]

rubrica “a tu Per tu con il Fisco” a cura di Franco iannaccone

dicHiaraZione di successione Presentata con ritardo

QUAl’E’ lA nORMATIVA APPlICABIlE?

nOTIZIa DEll’UlTIMORaE’ ufficiale la proroga, dal 31 marzo al21 aprile, per la presentazione della do-manda di rottamazione delle cartelleesattoriali.la norma è contenuta in un decretolegge approvato il 24 marzo dal Consi-glio dei Ministri.Prorogato anche il termine, dal 31maggio al 15 giugno, entro cui Equitaliae gli altri Enti di riscossione devono ri-spondere ai contribuenti.

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71 aprile 2017 ilPonte

Missioni

nel secolo XIX in Papuanuova Guinea è arrivato ilcristianesimo grazie aiprimi missionari europeiche sono giunti in queste terrelontanissime. le giovaniChiese dell’Oceania a voltehanno una fede più solidadella nostra, anche se noiconosciamo il cristiane-

simo da ben 2000 anni. Essi ciinsegnanola freschezza, la genuinità, la spontaneità,la convinzione e l’amore per la missione.la storia è quella di Pietro To Rot, chenasce nel 1912 in Papua nuova Gui-nea, una delle isole più grandi del-l’Oceania. all’arrivo dei missionari ilpadre di Pietro è tra i primi ad acco-gliere la fede cattolica. Egli è anche ilcapo del villaggio ed è colui che insegna apregare sia al figlio che alla gente del paese,facendola diventare una comunità. Ripetevaal figlio: “Pregare ti aiuterà a non sentirtisolo nei momenti di difficoltà. Sai, nonsiamo mai soli, anche quando ci sembra diesserlo, il Signore Gesù è spesso una pre-senza delicata ma si fa sentire nei momentiforti della nostra vita. Pregando, impariamoa conoscerlo e ad amarlo”. Pietro, all’etàscolare, viene affidato ai missionari,che costruiscono anche una scuola nelsuo villaggio; ha il grande desiderio di co-noscere il messaggio d’amore di Gesù chelo porta a servire con dedizione la propriacomunità, diventando catechista dopo averconcluso i suoi studi e aver avuto il mandatodal proprio vescovo. Dobbiamo dire chein Papua nuova Guinea, dove i sacer-doti sono pochi, i catechisti sono per-sone che frequentano una vera epropria scuola con esame di ammis-

sione, lezioni, verifiche e diploma fi-nale. E’ un corso di studi molto impegna-tivo che forma il catechista a guidareun’intera comunità di cristiani. Quindifanno conoscere il Vangelo, preparanoai Sacramenti, guidano celebrazioni esostituiscono i sacerdoti in quelle pic-cole cose quotidiane. Ritornando alla sto-ria di Pietro dobbiamo dire che durante laSeconda Guerra Mondiale il Paese cadenelle mani dei Giapponesi, che imprigio-nano preti e missionari. Il giovane catechi-sta prende il loro posto curando la vitaspirituale degli abitanti, organizzando mo-menti di preghiera e battezzando i neonati.l’intensa attività pastorale gli costacara perché viene prima imprigionatodai Giapponesi, accusato di tradimentoe poi nel 1945 viene condannato amorte ed ucciso. In uno dei suoi ultimi di-scorsi dice alla sua gente: “dare la vita peri propri amici sono le parole che Gesù pro-nuncia nella Sua Ultima Cena con i Disce-poli. Poco dopo verrà arrestato e crocifisso.

I Discepoli, presi dalla paura Lo abbando-neranno. Sapete, ancor prima che ciò ac-cadesse Gesù sapeva tutto, ma chiamaugualmente i Suoi Discepoli amici. E’ me-raviglioso. Questo ci fa capire che tutti me-ritiamo il Suo amore, nonostante le nostredebolezze e i nostri tradimenti”. nel 1995Pietro To Rot divenne Beato grazie aSan Giovanni Paolo II che parlò di luicome un esempio da seguire per vi-vere la propria fede in Gesù. All’omeliail Papa disse: “Il beato Pietro è un modelloper tutti noi, egli ci insegna a non preoccu-parci solo di noi stessi, ma a metterci a ser-vizio degli altri. Come cittadini dobbiamosentire il bisogno di lavorare per migliorareil nostro Paese e garantire che la società sisviluppi in onestà e giustizia, in armonia esolidarietà. Come seguaci di Cristo, guidatidalla verità del Vangelo e dagli insegna-menti della Chiesa, costruite sulla solidaroccia della fede e compite il vostro doverecon amore. non abbiate paura di impe-gnarvi nel compito di far conoscere e amareCristo”.

[email protected]

PasqualeDe Feo

la storia è quella di Pietro torot, che nasce nel 1912 in Papuanuova guinea, una delle isole piùgrandi dell’oceania. all’arrivo deimissionari il padre di Pietro è tra iprimi ad accogliere la fede cattolica

“la storia di un santo della PaPua nuoVa guinea”

Segui la rubrica di Basket, a cura di Franco Iannaccone,

sul sito internet www.ilpontenews.it

B A S K E T

E’ stato pubblicato il libro

“come il vento” di antonio iannaccone

(dottore di ricerca in Sociologia - Università di

Salerno), nostro amico e collaboratore.

Coloro che desiderano una copia possono

prenotarla scrivendo all’indirizzo

mail: [email protected].

(Il costo è di 16 euro)

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8 1 aprile 2017ilPonte

le zanzare sono una fa-miglia di insetti dell’or-dine dei ditteri che conta3.540 specie. Non è il nu-mero o le varianti che ci im-pressionano, ma la loro

perseveranza nel darci fastidiod’estate con il loro odioso

ronzio. Non sempre basta mettere acetoe limone in un piatto o usare citronella elavanda e tanti altri intrugli autogestiti: civogliono insetticidi, zanzariere alle fine-stre e repellenti per il corpo, soprattuttobraccia e gambe. Quando ci “attac-

cano” di sera difficilmente riusciamoa sottrarci alle loro punture perchésono velocissime ed agitano le alimille volte al secondo. In Italia le zan-zare sono di casa per la presenza di risaiee di zone umide di acqua stagnante, so-pravvissute alle grandi bonifiche, ma cisono anche nuove tipologie di insettiche si sono stabiliti nel nostro Paesein particolare e nel Vecchio Conti-nente in generale che creano nonpochi problemi di salute per l’uomo.Stiamo parlando della zanzara“tigre” detta così perché zebrata constrisce bianco-nere sulle zampe e sull’ad-dome con una striscia bianca sul dorso esul capo. E’ particolarmente aggressiva,come l’animale feroce da cui prende ilnome. la zanzara “juventina”(tigre), che punge senza scrupolianche di giorno, arrivò in Europagrazie ad un viaggio transoceanico abordo di un carico di pneumaticiusati ed anche dall’asia grazie ad ungrosso carico di piante ornamentalitrasportate in acqua. Oggi la zanzaratigre è presente in ogni parte d’Italia,esclusa la Valle d’Aosta, e le regioni piùcolpite sono il Veneto ed il Friuli, ed a se-guire Lombardia ed Emilia ed alcune zonedel Centro. Dovunque sono presenti non

vanno al di sopra dei 500 metri di altitu-dine ed il “privilegio” di “colpire” le zonedi pianura lo si legge nel coinvolgimentodel 77% dei Comuni dellaBassa Padana, nel64% dei pianori friu-lani e nel 50% di quelliveneti. Tutta questadiffusione è anche do-vuta all’aumento glo-bale della temperaturamedia ed alla mag-giore frequenza delleondate di calore. E’vero che in Europa il75% delle infezioniè dovuto alla clami-dia, alla salmonel-losi, alla gonorrea,alla campylobacte-riosi ed alla tuberco-losi con 6.700 mortiall’anno legate a TBC, aIDS, legio-nellosi e listeriosi, ma è anche veroche stanno velocemente risalendo lachina della classifica due malattie in-fettive il cui vettore è proprio la zan-zara tigre. Si tratta delle infezionida virus Dengue e da virus ChiKun-gunya. La Dengue, con le sue quattro

varianti virali, viene trasmessa dalle zan-zare tigre dopo aver punto una personainfetta. Prima la cosiddetta “Febbre

Dengue” era appannaggio dall’India edell’America del sud, oggi in Europa la sitrova “tranquillamente” anche se innumero accettabile di casi ed è conside-rata da “importazione”, data la fre-quenza di spostamento di persone maanche di mezzi. le sue caratteristiche

sono: febbre elevata dopo 4-5 giornidalla puntura, con vomito, cefalea edolori diffusi con irritazione della

pelle. Può guarire indue settimane mapuò anche svilup-pare una graveforma emorragicacon sanguinamentiimportanti in di-verse parti delcorpo. LaChikungunya sichiama così (“ciòche si contorce” inlingua Shahili) per-ché le artralgie chegli ammalati pati-scono sono così in-tense da non farlistare fermi. Fu de-

scritto un caso isolato nel1952 in Tanzania, un altro nel 1979 in In-donesia, ma la diffusione maggiore eradescritta in Asia ed Africa già prima deglianni Cinquanta del secolo scorso. Dopola puntura della zanzara tigre pos-sono trascorrere anche da 3 a 12giorni prima che l’individuo colpitopresenti febbre alta, nausea, cefaleaintensa, vomito e quello che più dàfastidio le terribili poliartralgie. laChikungunya presenta anche dueforme molto gravi: quella emorragica,per cui viene molto spesso avvici-nata alla Dengue e quella neurolo-gica, entrambe fatali soprattuttonegli anziani e con comorbilità. Dagliscenari clinici che abbiamo descritto, eche sono correlati alle punture di questa“feroce” zanzara, si intuisce la crescentepreoccupazione dei sistemi sanitari dellenostre regioni, sempre con meno soldi adisposizione, per far fronte allo sviluppodi questo vettore di malattie infettive che,per essere debellato, ha bisogno di stra-tegie integrate di controllo.

[email protected]

GianpaoloPalumbo

dagli scenari clinici che abbiamo descritto, e che sono correlati alle punturedi questa “feroce” zanzara, si intuisce la crescente preoccupazione dei

sistemi sanitari delle nostre regioni, sempre con meno soldi a disposizione,per far fronte allo sviluppo di questo vettore di malattie infettive

Malattie inFettiVe:il Vettore e’ la ZanZara “tigre”

Medicina

la zanzara“juventina” (tigre),

che punge senza scrupolianche di giorno, arrivòin europa grazie ad unviaggio transoceanicoa bordo di un caricodi pneumatici usati

ed anche dall’asia graziead un grosso carico

di piante ornamentalitrasportate in acqua

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91 aprile 2017 ilPonte

Medicina

Uno degli effetti della glo-balizzazione è stata l’intro-duzione nei mercati, e nellanostra dieta, di alimenti efrutta esotica che fino aqualche anno fa erano dif-ficili da reperire, tra questi illitchi.Anche nota come ciliegiadella Cina è il frutto di una

pianta sempreverde della famiglia Sapin-daceae.Si tratta di una pianta tropicale e subtro-picale originaria della Cina meridionale edel Sud-Est Asiatico ove, probabilmente,viene coltivata almeno dal 2000 A.C., mail primo documento scritto che ne attestala coltivazione risale all’anno 1059. Dif-fusa soprattutto in Malesia e nel NordVietnam è un tipo di frutta ampiamenteservita nei ristoranti cinesi, ma già nelprimo secolo dopo Cristo, litchi freschierano così richiesti dalla corte imperialecinese che fu necessario istituire uno spe-ciale servizio di corriere con cavalli velociaffinché portasse frutti freschi dalla re-gione del Guangdong. Durante la dina-

stia Song (960-1279), la richiesta di litchiera così elevata da indurre la famiglia im-periale ad aprire nuove vie di commercio.Il litchi fu descritto scientificamente dalnaturalista francese Pierre Sonnerat(1748-1814) nel suo libro “Voyage auxIndes orientales et à la Chine, fait parordre de Louis XVI, depuis 1774 jusqu’en1781”, pubblicato nel 1782.Questa pianta viene coltivata anche inTailandia, Vietnam, Giappone, Bangla-desh, Madagascar e nell’India settentrio-nale. Anche Sudafrica e Stati Uniti hannouna importante produzione di questifrutti. Nel Mediterraneo viene coltivatoampiamente in Israele, mentre in Italia sitrovano coltivazioni solo in alcune zonedella Sicilia e della Calabria che offronoun clima adatto alla crescita della pianta.Esistono oltre 50 varietà di litchi. Il saporee il profumo dei frutti variano a secondadelle zone e dei terreni di coltivazione manon si sono trovate significative differenze

nell’allergenicità all’interno delle varietàbotaniche. Anche questa pianta, così an-tica e apparentemente innocua, può daregravi reazioni allergiche. Sono stati iden-tificati diversi allergeni capaci d’indurre lacomparsa di sintomi clinici: la proteina litc 1, una profilina (precedentementenota come Lit c 4), che sembra essereabbastanza termostabile così da resisterealla cottura; la proteina lit c IFR, un en-zima isoflavone reduttasi; un allergenealimentare Bet v 6-simile, e la proteinalit c TPI, una trioso-fosfato isomerasi,attualmente considerato un allergenemaggiore.I Litchi, a causa di queste molecole aller-geniche, possono indurre da lievi sintomida allergia alimentare fino a indurre loshock da anafilassi. Alcuni studi hanno dimostrato una cross-

reattività tra litchi e lattice, e sono statidescritti casi d’anafilassi al litchi. La mag-gior parte dei casi riguarda pazienti concontemporanea allergia a pneumo-aller-geni, in particolare verso le Compositequali l’assenzio selvatico, mentre tra glialimenti risulta frequente una contempo-ranea allergia tra litchi e mango. I sintomi comprendono gonfiore dellelabbra e angioedema, prurito, orticariageneralizzata e dispnea che compaiono30 minuti dopo aver mangiato litchi crudi.Possono coesistere irrequietezza, ros-sore, orticaria generalizzata e stridore in-spiratorioNel 1995 Fäh J, et al; pubblicavano il casodi una donna di 23 anni con l’allergia ina-latoria a pollini della famiglia delle Com-posite, che dopo aver mangiato 2 o 3litchi freschi, aveva iniziato a percepire unprurito in bocca e in gola; cinque minutipiù tardi le sue labbra e la gola si eranogonfiate, ed era comparsa una grave dif-

ficoltà respiratoria (dispnea). Le provecutanee furono positive sia al litchi frescoche inscatolato. Il test diagnostico per dimostrare l’allergiaa questa frutta è il prick by prick e il testlabiale che si eseguono con litchi fresco.Successivamente si verifica l’eventualeallergia anche al lattice eseguendo il pricktest e la ricerca delle IgE specifiche nelsangue.L’unica terapia per quest’allergia èl’astensione dall’ingestione dell’alimento.

PER SaPERnE DI PIù:Andri L, et al. Exercise-induced anaphy-laxis related to litchi: a case report. AnnAllergy 1994;72:69.Deswarte-Antonius C. Allergie alimen-taire au litchi et à la mangue. Rev Fr Al-lergol Immunol Clin 2007,47:S5-7.Fäh J. Anaphylactic reaction to lycheefruit: evidence for sensitization to profilin.Clin Exp All 1995;25:1018. Ferreira F, et al. Allergic cross-reactivity:from gene to the clinic. Allergy2004;59:243-267. Raap U, et al. Exotic food allergy: ana-phylactic reaction to lychee. J Investig Al-lergol Clin Immunol 2007;17:199-201. www.allerdata.com

[email protected]

l’ allergia al litcHi, una Malattia in auMento

si tratta di una pianta tropicale e subtropicale originariadella cina meridionale e del sud-est asiatico ove, probabilmente,

viene coltivata almeno dal 2000 a.c., ma il primo documentoscritto che ne attesta la coltivazione risale all’anno 1059

Nel Mediterraneo

viene coltivato

ampiamente in Israele,

mentre in Italia si

trovano coltivazioni

solo in alcune zone

della Sicilia e della

Calabria che offrono

un clima adatto alla

crescita della pianta

RaffaeleIandoli

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10 1 aprile 2017ilPonte

cultura

alla Ricerca di unSenso è un film scrittoe diretto da NathanaëlCoste e Marc De la Mé-nardière, distribuito neicircuiti alternativi, chesperiamo raggiungaanche Avellino e l’Irpi-nia. A tal fine lanciamoun appello alle Associa-zioni culturali ed am-

bientaliste operanti in provincia ed allaPubblica Amministrazione, dichiarando find’ora la nostra disponibilità. Per contatti uti-lizzare la email in calce all’articolo.Non è un documentario convenzionale, néuna ricerca giornalistica e non dà risposte.È un racconto genuino, innocente e spon-taneo, nato dalla constatazione condivisa daun numero sempre maggiore di personeche la società occidentale è malata; intrap-polata in un meccanismo che genera distru-zioni, ingiustizie e frustrazioni, piuttosto cheequilibrio, armonia e benessere. La volontàdi profitto economico s’impone sulla salva-guardia del bene comune; questo atteggia-mento predatorio è diventato norma e gettauna ombra sul futuro di tutti. Per uscire dallaspirale non necessitano maggiori cono-scenze, più tecnologia e crescita economica.Quello che occorre è riappropriarsi del buonsenso.

COME TUTTO InIZIÒNathanaël e Marc, due amici che la vitaaveva allontanati. A 10 anni dal loro ultimoincontro, Nathanaël va a trovare Marc aNew York e scoprono che sono diventati to-talmente diversi: il primo ha appena finitoun film a tematica ambientale in India, il se-condo importa acqua per una grande mul-tinazionale francese. Un incidenteinterrompe il “sogno americano” di Marc.Bloccato a letto, si ritrova a guardare alcunidocumentari sulla “mercificazione delmondo” che l’amico gli aveva lasciato primadi ripartire. Da quel momento, dimentica isuoi piani di carriera e raggiunge Nathanaëlin India, dove inizia la loro epopea.Il FIlMEquipaggiati con una piccola telecamera, idue amici cercano di capire cosa ha portatola nostra società alla crisi attuale e da dovepossa arrivare il cambiamento, incontrandopersone in Francia, Guatemala, India, Italia,Messico, USA, Gran Bretagna, passando perSan Francisco e l’Ardèche (Alpi francesi).Il viaggio è un invito a riconsiderare il nostrorapporto con la natura, la felicità ed il sensodella vita, a portare il cambiamento in noistessi e nella società. Lo spettatore seguela evoluzione interiore di Marc, la sua curio-sità di spingersi oltre per capire come puòavvenire la evoluzione all’interno di ognuno.E’ un film giovane, positivo, che guarda consperanza al futuro, con molte testimonianzedi persone che hanno rivoluzionato il loromodo di vivere puntando sul concetto di co-

munità. La dottoressa Vandana Shiva hacreato “Navdanya”, un’associazione per laconservazione delle semenze contadine in-sieme a Satish Kumar, monaco Jaïn cheha iniziato nel 1961 una marcia per la pacedi più di 12.000 chilometri senza denaro;Chaty Secaria è la fondatrice di un centrodi meditazione aperto a viaggiatori di tuttoil mondo; Marianne Sébastien ha creatoVox Libre, una ONG che opera in Bolivia coni bambini minatori e le persone disagiate;Frédéric lenoir, filosofo e sociologo,stronca la visione del mondo come mac-china che l’uomo può usare a suo piaci-mento. “Questa idea ha separato l’uomodalla natura, il corpo dallo spirito e ha erettola competizione a legge naturale, l’avidità abase dell’economia, l’accumulazione di benia finalità dell’esistenza. Mettendo in discus-sione questi dogmi ingannevoli e le loroconseguenze, una metamorfosi individualee della società è possibile”.

Il VIaGGIO nEI lUOGHI E nEllO SPI-RITO«La rivelazione del nostro viaggio è com-prendere che l’uomo e la biosfera formanoun tutt’uno interconnesso e interdipen-dente» affermano Marc e Nathanaël. AllaRicerca di un Senso è un giro del mondocontromano, viaggiando verso una econo-mia alternativa per spezzare le catene delconsumismo globalizzato.Il film è finito nel 2014. Dopo è uscita l’En-ciclica di Papa Francesco che esprimel’idea di una visione globale senza separa-zione tra uomo e natura. Marc scherzandodice: “Mio padre mi ha detto: mi sa che ilPapa ha visto il tuo film. Mi piace molto lafrase di Victor Hugo, sul fatto che nientepuò fermare un’idea se i tempi sono maturi,perché le idee non appartengono a singoliuomini, sono i cicli storici che permettonoloro di concretizzarsi. Il Papa è molto at-tento al silenzio interiore per cui capta facil-mente ciò che gira nell’universo”.“Ho ricevuto una mail di Danone, l’aziendaper cui lavoravo” conclude Marc. “Dicono dinon sapere come fare con i giovani chesono alla ricerca di un senso e di non riu-scire a gestirli. Alcune imprese si sonomesse insieme per capire come affrontarequesto problema. Risponderò che devonopensare non ad aggiustare il sistema, ma acrearne uno nuovo dove la natura e gli es-seri umani siano la componente fondamen-tale. Einstein diceva che non si può risolvere

un problema utilizzando la stessa mentalitàche l’ha creato”. È fulminante il concetto chein un mondo finito, com’è il nostro pianeta,nessun sistema può crescere all’infinito.“Dobbiamo imparare dalla natura e creareuna economia circolare” dice Satish Kumarnel filmato. È importante che a porsi domande sulsenso della vita e sullo scollamento trauomo e terra siano ragazzi di meno di 30anni. Tocca infatti alle nuove generazioni,che hanno ereditato un mondo depredatodall’ingordigia delle multinazionali, dove po-chissimi possiedono una ricchezza oscenain confronto a milioni di poveri totali, farequello che i genitori non sono stati in gradodi ottenere: rendere la terra un luogo vivi-bile assecondando i cicli della natura, senzaveleni e pesticidi, lasciare spazio all’indivi-duo per riconnettersi con le proprie esi-genze interiori.Per vedere il trailer del film e leggere la recen-sione di Anna Pennella: http://www.cinema-mente.com/recensione-alla-ricerca-senso/

(segue)[email protected]

a cura della condotta sloW Food aVellino

alla ricerca di un senso un road-movie “senza conservanti”

lucio napodano

Vandana Shiva, dot-tore in fisica quantisticaed epistemologa difama mondiale, VicePresidente di Slow FoodInternazionale, nel 1993 ha ricevuto ilRight Livelihood Award: il premio Nobelalternativo. Difende i piccoli agricoltoridalle multinazionali del settore agroali-mentare e ne ha formato più di 10.000alle tecniche biologiche.

ALLA RICERCA DI UN SENSO Titolo originale A Quest for Meaning - EnQuête de SensRegia Nathanaël Coste, Marc de la Mé-nardière Cast Nathanaël Coste, Marc de la Ménar-dière, Hervé Kempf, Frédéric Lenoir,Pierre Rabhi, Vandana Shiva, SatishKumarDurata 88 minuti Produzione: Kamea Meah Films Distribuzione: Cineama I NUMERI DEL FILM6 mesi di viaggio in 3 continenti 1 sessione di ripresa all'80% improvvi-sata29 interviste 32 viaggi in treno 80 ore di filmato 8 diversi mezzi di trasporto 2 anni di scrittura e montaggio 3 grosse discussioni 103 attacchi incontrollabili di risate 18 uffici di fortuna4 periodi di dubbio 987 e-mail e messaggi

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111 aprile 2017 ilPonte

cultura

orientamento universitario: la scelta del proprio futuroScegliere la facoltà uni-

versitaria non è sempre unadecisione semplice, poichéognuno di noi si rende piena-mente consapevole, ad etàmatura raggiunta, che daquella scelta, dall’indirizzo distudi universitari dipenderà il

proprio futuro personale, in particolarmodo professionale. Per cui si pesanosulla “bilancia” svariati fattori, tra cui: laspendibilità del titolo che si consegue nelmondo del lavoro, alla luce delle difficoltàoccupazionali che negli ultimi decennistanno riguardando la nostra nazione edei cambiamenti che avvengono nell’of-ferta – domanda dell’impiego. Si tratta,quindi, di una bella sfida e c’è anche davalutare il cambiamento avvenuto inquesti ultimi anni nelle Università ita-liane, con modifiche, soppressioni e atti-vazioni di corsi di laurea, per cui moltipercorsi hanno subìto consistenti cambia-menti, alcuni invece sono stati disattivatie sostituiti dall’attivazione di nuovi Corsidi Laurea. In questo scritto ho il compitodi raccontare la “mia” Facoltà Universita-ria, descrivendone pregi e difetti. Partodalla descrizione della mia carriera uni-versitaria da studente: ho avuto modo diconseguire la Laurea Triennale in Scienzedei Beni Culturali presso l’Università degliStudi di Salerno e, successivamente, perdare maggiore rilievo alle mie inclinazionistorico – artistiche, ho maturato la deci-sione di conseguire la Laurea Magistralee quindi proseguire gli studi pressol’alma Mater Studiorum di Bologna,scegliendo il Corso di Laurea in Arti Visive.Nel considerare il piano di studio con gliesami da sostenere, mi sono accorta cherispetto all’offerta formativa delle altreUniversità, quella di Bologna offre la pos-sibilità di uno studio completo e detta-gliato del periodo antico - medievale,moderno e contemporaneo. Inoltre visono degli esami per cui dal generale siarriva al particolare, cioè dallo studio dellaStoria Dell’Arte più nazionale, si arriva adun approccio più regionale, constatatostudiando i vari esami sostenuti: dallaStoria dell’Arte Ravennate (ProfessoressaIsabella Baldini) a quella Medievale (Pro-fessore Daniele Benati) ma anche Mo-derna (Professoressa Irene Graziani).Quindi in molti testi, presenti da pro-gramma, l’attenzione è rivolta ai beni cul-turali presenti sul territorio, spaziando daRavenna a Bologna, da Modena a Parma,come ad esempio il Mausoleo di Teodo-rico o, ancora, le molte chiese medievalipresenti nel territorio emiliano (la piùnota è senza dubbio la Basilica di San Pe-tronio, dedicata al Santo protettore dellacittà), o anche pittori locali, come Gio-vanni da Modena e Antonio Allegri, me-

glio noto come il “Correggio”. Non vannodimenticati, inoltre, i pittori che hanno la-vorato a Bologna come “Giotto”, la cui ce-lebrità è nota. Dal canto suo Bolognavanta una tradizione artistica importantesin dal Medioevo per approdare nel Set-tecento con la famosa “Accademia Cle-mentina”. Per conoscere l’arte emilianasicuramente risulta importante visitare estudiare la Pinacoteca Nazionale di Bolo-gna, che conserva opere di numerosi ar-tisti. Ritornando all’Università, ho notatoche gli esami sono supportati da fre-quenti seminari molto suggestivi ed inte-ressanti sulla materia e anche iprogrammi di studio sono decisamentecoinvolgenti e permettono una cono-scenza completa ed approfondita dell’ar-gomento oggetto di studio.

Quali sono i pro e i contro del-l’Università degli Studi di Bologna?Personalmente e confrontandomi con ivari colleghi conosciuti durante questopercorso di studio sono giunta alla con-clusione che l’Università di Bologna hamolti punti a suo favore. Dagli esamimolto coinvolgenti ed adeguati ai creditiformativi universitari (CFU), ai docentisempre disponibili per spiegazioni detta-gliate e chiarimenti, dall’ordinamento di-dattico alle visite di istruzione fuori sedeche consentono di approfondire e cono-scere dal vivo gli argomenti trattati du-rante le lezioni in aula. Per quanto

concerne l’aspetto logistico, la strutturauniversitaria è confortevole, le aule sonospaziose ed accoglienti, la biblioteca èmolto fornita e la segreteria e i funzionarisono disponibili ed efficienti. Di negativonon ha nulla: è un’Università, sotto mol-teplici punti di vista, davvero funzionale.

Quali prospettive future riserva ilCorso di laurea Magistrale in arti Vi-sive dell’Università degli Studi di Bo-logna? Sicuramente ci sono moltisbocchi. Uscendo dall’Università la sceltapotrà ricadere su musei, biblioteche oguida turistica. Restando, invece, all’in-terno dell’Università di Bologna la sceltaricadrà su tirocini formativi, in modo dafar conoscere allo studente il mondo dellavoro (approccio che avviene già du-rante il tirocinio curriculare dello stu-dente; si tratta, in realtà, del percorsoche sto effettuando presso la redazionedi questo giornale), della durata di seimesi, la Scuola di Specializzazione in BeniStorico Artistici, Assegni di ricerca e Dot-torato di ricerca. Altra scelta saranno iconcorsi nelle scuole o nel Ministero deiBeni Culturali.

Sono particolarmente soddisfatta diaver intrapreso tale percorso all’Univer-sità di Bologna e suggerisco, con fermaconvinzione, a chiunque abbia interesseper l’Arte e la Storia dell’Arte, di intra-prendere una scelta simile. In conclu-sione, voglio ricordare che l’Universitàdegli Studi di Bologna è la più anticaUniversità d’Europa, fondata nel lon-tano 1088, conta 78.254 iscritti nel-l’anno accademico 2015/2016, 2.625studenti internazionali provenienti dal-l’estero per periodi di scambio e 5.856persone tra personale docente e tec-nico-amministrativo.

Maria Grazia Marano (tirocinante dell’ Università degliStudi di Bologna, Corso di laurea

Magistrale in arti Visive,presso la Redazione

del settimanale “Il Ponte” di avellino)

Fondazione Federico Zeri Interno Biblioteca

UnIVERSITà dEglI STUdI dI BOlOgnA

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12 1 aprile 2017ilPonte

botanica

ORIGInE: proviene probabilmentedall’America Centrale (forse le Barba-dos o le Bahamas), anche se talunolo riconduce al Sud dell’Asia ed inparticolare la Malesia, dove sembrasia conosciuto da ben 4.000 anni. InCina fu importato nel primo secolod.C. ed attualmente viene coltivatolungo i fiumi dell’Impero di mezzo.Ma è presente anche in Thailandia,

Taiwan, Giappone, Tahiti. Sullesponde del Mediterraneo è diffusosoprattutto in Israele, da cui si èespanso alle nostre regioni meri-dionali (soprattutto Calabria e Si-cilia).

DESCRIZIOnE: albero sempre-verde, raggiunge di frequente l’al-tezza di 5-6 metri, ma può arrivareanche a 15 metri. Caratteristichesono le foglie, lunghe anche 15 cm.,sottili e di colore verde intenso. Ifiori, con quattro petali, sono di co-lore bianco; mentre il frutto, di co-lore giallo, ha forma sferica, tranneche nella varietà maxima, che as-sume la caratteristica forma allun-gata, propria della pera. La buccia,di colore tendente al giallo, contieneuna sostanza bianca, spugnosa, noncommestibile, detta albedo. Il saporedel frutto è più dolce di quello del-l’arancio amaro e privo di acidità. Delpomelo, il frutto conserva sia il sa-pore che la succosità.COMPOnEnTI CHIMICI: ricco diacqua (91%), contiene anche pro-teine, fibre alimentari, ma soprat-tutto vitamine: A, B, C, E, K e J. Sonopresenti anche, licopene, beta-caro-tene, alfa-carotene, luteina, maanche limonene (che conferisce ilgusto acido, ma ha proprietà antitu-morali). Tra i minerali che si ritrovanoabbiamo il calcio, fosforo, potassio,magnesio, zolfo, zinco, cloro, ferro.Anche la naringenina, in esso conte-nuta, ha proprietà antiossidanti e an-titumorali.USO: le gocce estratte dai semi dipompelmo si trovano già diluite conla glicerina, ma risultano moltoamare al gusto, per cui vanno as-sunte in abbondante acqua o addirit-tura con l’aggiunta di succo di frutta.La posologia generalmente consi-gliata è di 15 gocce 2-3 volte algiorno.STORIa: proveniente dall’estremo

oriente, si ipotizza che sia arrivatosulle coste del Mediterraneo attra-verso la Via della Seta. All’inizio fuutilizzato come pianta ornamentale esolo nel XIX secolo si è diffuso comefrutto come arancia e mandarino.PROPRIETa’: I flavonoidi contenutinei suoi semi, hanno proprietà anti-virali, antibatteriche e per la cura deifunghi. L’estratto ottenuto dai semi edalla polpa disidratata (in soluzionecon la glicerina vegetale derivata dalgrasso di cocco) è un potente anti-biotico naturale, che non ha controin-dicazioni specifiche: funziona comeantibatterico, perché impedisce aimicroorganismi di assorbire gli ami-noacidi presenti nell’ambiente che liospita, provocandone la morte perdenutrizione. Viene, perciò, utilizzatocontro vari ceppi di batteri, tra cuispiccano streptococchi, stafilococchi,helicobacter pylori, che colpiscono levie respiratorie, urinarie (cistiti e pro-statiti). Inoltre l’estratto dei semicura efficacemente nelle malattie daraffreddamento, quali riniti, sinusiti,tosse, otiti, raffreddore, febbre e per-fino l’herpes. Non vanno dimenticatele proprietà curative dell’intestino,come nei casi di squilibri della florabatterica, nonché di diarrea da scar-sità di igiene. L’estratto di pompelmoè utilizzato per combattere funghi elieviti, ed è quindi un buon rimediocontro la candida. L’assunzione delsuo succo previene i picchi glicemicinei soggetti diabetici.COnTROInDICaZIOnI: se nesconsiglia l’uso in presenza di emi-crania, cardiopatie, nefropatie estanchezza persistente. Poiché tral’altro interagisce con taluni medici-nali contenenti ciclosporina e simva-statina, se ne consiglia l’assunzionesotto la supervisione del medico.

Francesca Tecce

pIaNtE oFFIcINalI: Il pompElmo

descriZione:albero sempreverde,

raggiunge di frequentel’altezza di 5-6 metri, mapuò arrivare anche a 15

metri. caratteristiche sonole foglie, lunghe anche 15

cm., sottili e di colore verdeintenso. i fiori, con quattro

petali, sono di colorebianco; mentre il frutto,di colore giallo, ha formasferica, tranne che nella

varietà maxima, che assumela caratteristica forma

allungata, propria dellapera. la buccia, di colore

tendente al giallo, contieneuna sostanza bianca,

spugnosa, non commestibile,detta albedo. il sapore delfrutto è più dolce di quellodell’arancio amaro e privo

di acidità. del pomelo, ilfrutto conserva sia il sapore

che la succosità.

noMe scientiFico: cItrus maXIma o GraNDIs, è un albero della famiglia delle rutaceae, antico ibrido tra aranciodolce e Pomelo, ha come sinonimi citrus decumana e citrus grandis

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131 aprile 2017 ilPonte

spettacoli

Avellino - lo spettacolo al Teatro Carlo gesualdo

Sabato 25 marzo, il Teatro Gesualdodi Avellino ha visto l’esibizione deigag e gli sketch del duo comico lilloe Greg.Come si potrà facilmente intuire, sitratta di due nomi d’arte, rispettiva-mente, di Pasquale Petrolo, nato aRoma il 27 agosto 1962 e di ClaudioGregori, nato a Roma il 17 novembre1963.Conosciutisi quando lavoravano en-trambi alla casa editrice ACME diRoma in quanto autori di fumetti co-mici (Zio Tibia, che Lillo Petrolo rea-lizzava con Michelangelo La Neve eSergio o i Sottotitolati di Claudio Gre-gori).Nel 1991 la casa editrice fallì e quindisi ritrovarono senza lavoro: fu allorache decisero di creare un gruppo mu-sicale improntato sull’umorismo, chechiamarono Latte & i suoi derivati.Hanno fatto inoltre parte del gruppofondatore de Le Iene, programma te-levisivo di Italia 1.Per quanto riguarda la produzioneteatrale, nel 2015 Lillo e Greg hannoportato in scena due spettacoli.Da gennaio a marzo si sono esibiti alTeatro Olimpico di Roma con “La fan-tastica avventura di Mr. Starr”, scrittada Claudio Gregori, con Simone Co-lombari, Vania Della Bidia, Danilo DeSantis, Marco Fiorini e RobertoFazioli, per la regia di Mauro Mando-lini e le musiche di Claudio Gregori edAttilio Di Giovanni. Ad aprile, invece,è stata la volta del Teatro AmbraJovinelli di Roma, con Il Mistero del-

l’assassino Misterioso, scritto e inter-pretato da Lillo e Greg, con Dora Ro-mano. Nel 2016 sono tornati in scenacon 2 commedie: - MaRCHETTE In

TRInCEa - Work in Regress chehanno riscritto, diretto e interpretatocon Dora Romano, Marco Fiorini eMonica Volpe, con la coregia di An-drea Palotto e le musiche di ClaudioGregori ed Attilio Di Giovanni.La commedia è stata messa in scenaal Teatro Brancaccio di Roma. LILLO

& GREG BEST OF, lo spettacolo por-tato in scena al Teatro Gesualdo diAvellino, sempre scritto, diretto e in-terpretato da Lillo e Greg, fa parte diun breve tour italiano che si conclu-derà al Teatro Ambra Jovinelli diRoma. Le musiche sono di ClaudioGregori ed Attilio Di Giovanni, e delcast fanno parte anche Vania DellaBidia e Attilio Di Giovanni.Si tratta di un frizzante “varietà” cheripropone, come dice lo stesso titolo,il meglio della famosa coppia comica,tratto dal loro repertorio teatrale, ci-nematografico, televisivo e radiofo-nico.Notevole la partecipazione del pub-blico avellinese, che ha risposto nu-meroso e festante al richiamo dellacomicità e dello spettacolo leggero, inun periodo in cui si fa sempre più fa-tica a trovare una nota lieta nel gri-giore della vita e del tran tranquotidiano.

Vittorio Della Sala

Il mEGlIo DI... lIllo E GrEG

salVare il teatro

La Direzione e la Redazione del

Settimanale “Il Ponte” espri-

mono solidarietà al Personale e

alle maestranze del Teatro Carlo

Gesualdo di Avellino, sia per l'in-

giustificato ritardo del paga-

mento delle dovute spettanze

mensili che per le difficoltà e le

incertezze circa il futuro lavora-

tivo. La precedente gestione del

Teatro, sotto la guida del diret-

tore Bavaro e dell'ex presidente

Cipriano, ha posto al centro del-

l'attenzione mediatica le discre-

panze contabili emerse

dall'analisi dei bilanci, con pre-

sunti ammanchi di cassa ed altre

vicende, attualmente al vaglio

della Magistratura e della Corte

dei Conti. Ne è inevitabilmente

scaturito un evidente danno al-

l'immagine del Teatro che resta,

nonostante tutto, una luce di spe-

ranza nel grigio panorama cultu-

rale della città. Bisognava, e

bisogna tuttora, evitare di far

scomparire l'istituzione culturale,

è necessario operare un distin-

guo tra le gestioni che si sono

succedute alla guida del Teatro,

riconoscendo alle maestranze

impegnate i dovuti meriti. Questa

Testata giornalistica, autrice delle

prime osservazioni critiche, nei

confronti della gestione Cipriano,

che hanno contribuito a far scat-

tare l'operazione trasparenza, ha

sempre ribadito la necessità di di-

stinguere le persone, che hanno

ricoperto incarichi di vertice, dalle

Istituzioni. Auspichiamo che si

faccia chiarezza nel più breve

tempo possibile e che tutte le

forze politiche concorrano all'im-

pegno necessario per il manteni-

mento in vita del Teatro,

rispettando tutti i lavoratori e le

maestranze che hanno consen-

tito di riscuotere negli anni nu-

merosi successi.

Mario Barbarisi

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14 1 aprile 2017ilPonte

Vangelo

il ponteSettimanale cattolico dell’Irpinia associato alla Fisc

Proprietà diocesi di Avellino

Fondazione “Opus solidarietatis pax onlus”

Editrice “Coop. Il Ponte”

direttore responsabile Mario Barbarisi

Redazione: Via Pianodardine - 83100 Avellino

fax 0825 610569

Stampa: International Printing - Avellino

Registrazione presso il Tribunale di Avellino

del 22 dicembre 1975

Iscrizione al RnS n. 6.444

Iscrizione ROC n. 16599

Da Cesarea lontana cavalca i secoli

la stessa domanda del grande Profeta:

Egli chiede ancora la sua identità!

“Chi sono io per voi?”

La domanda investe i discepoli

che tra i fogli non hanno risposta.

Quello che pensa la gente di strada,

subito irrompe sulle labbra di tutti.

Ma ora che la domanda resta ristretta,

c’è l’imbarazzo di un muto silenzio.

Sarà solo Pietro a dire di Cristo

quello che lo Spirito dall’alto gli ispira.

Oggi, io e te cosa diciamo senza paura

al Cristo che ancora con forza lo chiede?

Pietro non c’è, in questa nuova Cesarea…

Cosa diremo al Maestro che chiede?

ancora l’imbarazzo e il muto silenzio?

Io ho bisogno di dirlo con voce che corre

che senza Cristo, il Figlio vivente del Padre,

la storia è un corsa senza una meta!

“chI DItE chE Io sIa?.....”di Pierluigi Mirra

liturgia della Parola: V doMenica di quaresiMa

le tre domeniche precedenti la Setti-mana Santa costituiscono una trilogia cri-stologica, basata sul Vangelo di Giovanni.Dopo averci presentato Gesù come acquache disseta la ricerca di verità, di bene, divita eterna – che in ultima analisi è sete diDio – e come luce che ci fa vedere Diostesso, il suo amore e la sua verità, la Messadi questa quinta domenica quaresimale cipresenta Gesù, come fonte di vita, amantedella vita, donatore di vita eterna. Già nellaprima lettura, di Ezechiele, Dio prean-nuncia “aprirò le vostre tombe e vi faròuscire dai vostri sepolcri”; e san Paolo, nellalettera ai Romani aggiunge: “Colui che harisuscitato Cristo dai morti darà la vitaanche ai vostri corpi mortali per mezzo delsuo Spirito che abita in voi”. Due brani dellaparola di Dio che fanno da premessa albrano evangelico della risurrezione di Laz-zaro. In questo racconto Gesù apparecome il Dio amante della vita e, allo stessotempo, uomo, pienamente uomo, che vivein pienezza la vita umana con le sue gioie ei suoi dolori. Ecco allora Gesù che ama i suoiamici, la famiglia di Lazzaro, Marta e Maria,presso i quali sta volentieri; condivide le lorogioie e le loro sofferenze. E, davanti allatomba dell’amico morto – sottolinea Gio-vanni -: Gesù è “molto turbato”, “si com-mosse profondamente” e “scoppiò inpianto”. Al punto che i giudei, vedendo ciò,esclamano: “Guarda come lo amava!”; el’evangelista torna a ripetere che Gesù è“commosso profondamente”. DavveroGesù è colui che ama la vita; sta per com-piere un grande miracolo, ma non può farea meno di piangere di fronte al sepolcro di

Lazzaro. È nel contesto di questo rac-conto di amore profondamente umano eterreno, che, a Marta e Maria addolorate,Gesù rivela se stesso, svela la verità so-prannaturale, il progetto di salvezza di Dio:“Io sono la risurrezione e la vita; chi credein me, anche se muore, vivrà; chiunquevive e crede in me, non morirà in eterno”.L’amore umano è l’humus in cui Gesù ma-nifesta la verità suprema dell’amore di Dio.“lazzaro, vieni fuori!”, grida Gesù. Edecco il miracolo, che non è più solo atto diamore fraterno, bensì manifestazione del-l’amore divino di Gesù, che ha una finalitàuniversale: non è solo per i suoi tre amici,ma si rivolge a tutta l’umanità; Gesù infattiprecisa di avere compiuto il miracolo dellarisurrezione di Lazzaro non solo per lui, maper tutti, “per la gente che mi sta attorno,perché credano che tu mi hai mandato”.la risurrezione di lazzaro è finalizzata afar sì che tutti credano che Gesù è mandatodal Padre. È rivelazione del volto di Gesù,pienamente umano e perfettamente divino.Gesù è “vita” vera, vita eterna, anzi è “ri-surrezione e vita” non per se stesso e perla propria gloria, ma per noi, per la salvezzadell’umanità. La salvezza per ogni uomo edonna sta in questo: nel credere in Gesù,vita e risurrezione nostra.

Angelo Sceppacerca

Dal Vangelo secondo Giovanni Forma breve: 11, 3-7.17.20-27.33b-45

In quel tempo, le sorelle di Lazzaro mandarono a dire a Gesù: «Signore, ecco, coluiche tu ami è malato». all’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla

morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio vengaglorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato,rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «andiamo dinuovo in Giudea!». Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni eranel sepolcro. Marta, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stavaseduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello nonsarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te laconcederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che

risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezionee la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, nonmorirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il

Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». Gesù si commosse profondamentee, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a

vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!».Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sìche costui non morisse?». allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si

recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù:«Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già

cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «non ti ho detto che, se crederai,vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse:

«Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto,ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato».Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani

legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo elasciàtelo andare». Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò

che egli aveva compiuto, credettero in lui.

Io sono la risurrezione e la vita

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151 aprile 2017 ilPonte

ecclesia

Il primo Sabato di ogni mese adorazione Eucaristica notturnapresso la Chiesa delle Oblate di avellino inizio ore 21,00 santa messa ore 24,00

orario sante Messe ParroccHie di aVellino

CHIESa ORaRIO

Cuore Immacolato dellaB.V.Maria

Festive: 08.30, 10.30, 12.00, 18.00 (19.00)Feriali: 08.00, 18.00 (19.00)

Maria SS.ma di Montevergine Festive: 09.00, 11.00Feriali:17.00 (18.00)

S. alfonso Maria dei liguori Festive: 08.00, 11.00Feriali: 08.00, 18.00 (19.00)

S. Ciro Festive: 08.00, 10.00, 11.00, 12.30, 18.00 (19.00)Fe-riali: 08.30(est.), 9.00 (inv.), 18.00;19.00)

Chiesa S. Maria del Roseto Festive: 09.00, 11.00Feriali: 18.00

S. Francesco d'assisi Festive: 08.30, 11.00Feriali:18.00 (19.00)

S. Maria assunta C/o Cattedrale Festive: 08.00, 10.00, 12.00, 18.30 Feriali:18.30

Chiesa dell'adorazione perpetua(Oblate)

Festive: 09.00, 11.30 Feriali: 09.00, 19.30 (19.00)

San Francesco Saverio (S.Rita) Festive: 11.00 Feriali: 09.00

Santa Maria del Rifugio (Sant'anna) Venerdì ore 10.00

S. Maria delle Grazie Festive: 08.30, 10.00, 12.00, 18.00 (19.00) Fe-riali: 07.30, 18.00 (19.00)

S. Maria di Costantinopoli Festive: 12.00Feriali: 17.30 (18.30)

SS.ma Trinità dei Poveri Festive: 09.00, 11.00, Feriali:18.00 (19.00)

SS.mo Rosario Festive: 08.30, 10.30, 12.00, 19.00 Feriali: 08.00, 10.30, 19.00

Chiesa Santo Spirito Festive: 09.00

Chiesa S. antonio Feriali: 07.30Festive: 11.30

Fraz. Valle S. Maria assunta in Cielo Festive: 10.00 (centro caritas), 11.30 (Feriali:18.00 (19.00)

Rione Parco Festive: 10.30

Chiesa Immacolata Festive: 12.00

Contrada Bagnoli Festive: 11.00

Ospedale San Giuseppe Moscati Festive: 10.00 Feriali: 17.00

Villa Ester Festive: 09.00Feriali: 07.00

Casa Riposo Rubilli (V. Italia) Festive: 09.30Feriali: 09.00

Casa Riposo Rubilli (ctr S. Tom-maso)

Festive: 10.00Feriali: 08.00

Cimitero Festive: 10.00, 16.00 (17.00)

san Vincenzo Ferrer sacerdote

5 aprile

Valencia (Spagna), 1350 -Vannes (Bretagna, Francia), 1419

«Da trent'anni il mastro Vincenzo vada una città all'altra, da un paese al-l'altro attraverso tutta l'Europa, mon-tato su un semplice somarello, ininverno come in estate, il bell'abitodei domenicani lungo fino a terra acoprire i suoi piedi nudi. Come Gesùè seguito da una folla immensa di po-veri, di donne, di bambini, di chierici,di contadini, di teologi, di duchi e diduchesse, tutti mescolati» ("Le me-raviglie di Dio", Mondadori 2000).Nato a Valencia intorno al 1350, Vin-cenzo si trovò a vivere al tempo delgrande scisma d'Occidente, quando ipapi erano 2 e poi addirittura 3. E,suo malgrado, egli si trova al centrodella divisione che minaccia il verticedella Chiesa. Ancora giovane dome-nicano, era stato notato da Pietro deLuna, legato del papa avignonese.Seguendo da vicino il cardinale, sirese però conto che la Chiesa avevapiù che mai bisogno del ripristino del-l'unità e della riforma morale. Inco-minciò allora la sua attività dipredicazione. Nel 1394 il suo protet-tore, il cardinale de Luna, divenutopapa con il nome di Benedetto XIII,lo nomina suo confessore, cappellanodomestico, penitenziere apostolico.Egli intensifica la sua attività ma nel1398 si ammala e ha una visionenella quale gli appare il Salvatore ac-compagnato da san Domenico e sanFrancesco. Il Signore tocca la guanciadel malato e gli ordina di mettersi inviaggio e conquistare molte anime.Vincenzo lascia allora Avignone ed in-traprende vere e proprie campagnedi predicazione in Spagna, Svizzera eFrancia, in cui parla dell'Anticristo edel giudizio finale. Contribuisce così inmodo decisivo alla fine dello scisma eal miglioramento dei costumi. Morì aVannes nel 1419.

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16 1 aprile 2017ilPonte