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il ponte Settimanale Cattolico dell’Irpinia [email protected] ANNO XXXVI - N °. 10 - euro 0.50 sabato 13 marzo 2010 sped. in a. p. comma 20b art. 2 legge 662/96 - Filiale P.T. Avellino Associato alla FISC - Iscrizione ROC n. 16599 www.ilpontenews.it VANGELO pag. 8 “Et veritas liberabit vos” ECONOMIA pag. 12 MEDICINA pag. 15 G. Palumbo di p. M. G. Botta F. Iannaccone IN QUI NATI L’editoriale di Mario Barbarisi M entre i candidati si apprestano a vivere le ultime battute della campagna elettorale, per il rinnovo del consiglio regionale della Campania, nel territorio irpino, è solo l’infor- mazione cattolica, con questo settimanale della diocesi, che affronta con decisione e concretezza il delicato tema dei rifiuti. Proprio in questi giorni è riesplosa la questione, anco- ra cumuli di rifiuti per le strade: i lavoratori della ditta per la raccolta hanno incrociato le braccia e protestato con forza, sotto le finestre del Prefetto di Avellino, perché da alcuni mesi lavorano senza percepire lo stipendio. L’emergenza, iniziata nel lontano 1994, non è mai terminata, ha solo conosciuto pause e ripensamenti circa le strategie da adottare. Una situazione «intollerabile», la definì nel periodo di maggiore crisi, il commissario europeo all’Ambiente, Stavros Dimas. Di recen- te, dopo 16 anni, com’era facilmente pronosticabile, dopo il deferimento di Bruxelles, è arrivata, per il caso dei rifiuti in Campania, la condanna della Corte di giustizia europea del Lussemburgo per l’Italia. I giudici hanno espresso il loro pare- re in una vicenda finita sui tavoli della Commissione europea nel 2007, quando le immagini delle montagne di rifiuti per le strade, rilanciate dalle televisioni di tutto il mondo, indussero l’esecutivo dell’Unione europea ad avviare una procedura d’in- frazione. l’Italia, questa la motivazione dei giudici di Bruxelles, «non ha adottato tutte le misure necessarie allo smaltimento dei rifiuti nella regione Campania» e questa situazione «ha messo in pericolo la salute umana e recato pregiudizio all’ambiente». Il rispetto del creato deve spingere tutti i cattolici ad un mag- giore impegno, come ha ricordato Papa Benedetto XVI all’ini- zio del 2010, per la salvaguardia dell’Ambiente. In questo momento in cui si riaccende l’emergenza rifiuti in Campania,con vistosi cumuli di rifiuti di nuovo per le strade, il settimanale della diocesi di Avellino, presenta ai cittadini, ai Sindaci, agli amministratori e alle autorità locali,un modello già testato con successo a Vedelago, in provincia di Treviso, dove si pratica una differenziata spinta, fino a raggiungere il 100% del recupero, senza scarto residuo e quindi senza discarica. Questo modello rispetta l’Ambiente, consente di creare nuova occupazione e ricchezza ed esclude, di fatto, il coinvolgimen- to della camorra e di altri soggetti nel trattamento costato fino ad ora ben 780 milioni di euro all’anno (questa la cifra quanti- ficata dalla Commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti nella passata legislatura) . In pochi, forse, ricordano i treni carichi di spazzatura partiti per la Germania e le navi salpate alla volta della Sardegna, i compensi per il commissariamento e le con- sulenze di esperti… E’ ora di voltare pagina, cambiando il siste- ma di raccolta e di gestione dei rifiuti: la discarica non è la solu- zione ma un altro problema che si aggiunge a quelli preesisten- ti e che rendono il territorio sempre più inquinato e l’ambiente più maltrattato. In nome del profitto non si può calpestare il giardino consegnato all’uomo all’atto della creazione. POLITICA pag. 12 A. Santoli Centro Acustico C.so V. Emanuele Avellino tel. 082526057 tel. 0825-984363 Il Ponte -www.ilpontenews.it “RIFIUTI: PROBLEMA O RISORSA?” Non è il solito incontro, ma una proposta concreta per liberare definitivamente il territorio dalla spazzatura,creare sviluppo e nuova occupazione. AVELLINO 12 MARZO 2010 – ORE 17.30 SALONE DEL CIRCOLO DELLA STAMPA -PREFETTURA DI AVELLINO- UNA SOLUZIONE SENZA DISCARICHE CON “ZERO SCARTO” E CHE NON INQUINA! Con il Patrocinio di E ra l’inizio del novembre del 2008, quando fu diramato alle miglia- ia di cittadini di “Borgo Ferrovia” un ordine dalla società privata “Eurokomet” a dir poco allarmante, il quale così enunciava: “Pericolo amianto. Chiudetevi in casa. Sbarrate finestre e balconi. Non uscite. E se uscite, non respirate”! Questo volantino fu affisso davanti a tutti i palazzi, e nei più anziani abitanti del quartiere ha riportato alla memoria i volantini lanciati durante i bombardamenti degli america- ni durante la seconda guerra mondiale. Ora invece la gente trema per un altro pericolo, per quella peste moderna che tormenta la vita di vecchi e giovani, donne e uomini: l’amianto. Graziella Testa a pag. 4 dal Camerun Acqua, fonte di molti mali Marie Ottou a pag. 5 da Copenaghen Se 2 gradi non sono sufficienti? Katiana Murillo a pag. 6 Dalla collaborazione de “Il Ponte” con Greenaccord Pericolo amianto, chiudetevi in casa! Foto - Lo stabilimento dell’Isochimica

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il ponteSettimanale Cattolico dell’Irpinia

[email protected] XXXVI - N °. 10 - euro 0.50sabato 13 marzo 2010

sped. in a. p. comma 20b art. 2 legge 662/96 - Filiale P.T. Avellino Associato alla FISC - Iscrizione ROC n. 16599

www.ilpontenews.it

VANGELO pag. 8

“Et veritas liberabit vos”

ECONOMIA pag. 12 MEDICINA pag. 15

G. Palumbo di p. M. G. BottaF. Iannaccone

IN QUI NATIL’editoriale di Mario Barbarisi

Mentre i candidati si apprestano a vivere leultime battute della campagna elettorale,

per il rinnovo del consiglio regionale dellaCampania, nel territorio irpino, è solo l’infor-mazione cattolica, con questo settimanaledella diocesi, che affronta con decisione econcretezza il delicato tema dei rifiuti. Proprioin questi giorni è riesplosa la questione, anco-

ra cumuli di rifiuti per le strade: i lavoratori della ditta per laraccolta hanno incrociato le braccia e protestato con forza,sotto le finestre del Prefetto di Avellino, perché da alcuni mesilavorano senza percepire lo stipendio. L’emergenza, iniziata nellontano 1994, non è mai terminata, ha solo conosciuto pausee ripensamenti circa le strategie da adottare. Una situazione«intollerabile», la definì nel periodo di maggiore crisi, ilcommissario europeo all’Ambiente, Stavros Dimas. Di recen-te, dopo 16 anni, com’era facilmente pronosticabile, dopo ildeferimento di Bruxelles, è arrivata, per il caso dei rifiuti inCampania, la condanna della Corte di giustizia europea delLussemburgo per l’Italia. I giudici hanno espresso il loro pare-re in una vicenda finita sui tavoli della Commissione europeanel 2007, quando le immagini delle montagne di rifiuti per lestrade, rilanciate dalle televisioni di tutto il mondo, indusserol’esecutivo dell’Unione europea ad avviare una procedura d’in-frazione. l’Italia, questa la motivazione dei giudici diBruxelles, «non ha adottato tutte le misure necessarieallo smaltimento dei rifiuti nella regione Campania» equesta situazione «ha messo in pericolo la saluteumana e recato pregiudizio all’ambiente». Il rispetto del creato deve spingere tutti i cattolici ad un mag-giore impegno, come ha ricordato Papa Benedetto XVI all’ini-zio del 2010, per la salvaguardia dell’Ambiente. In questomomento in cui si riaccende l’emergenza rifiuti inCampania,con vistosi cumuli di rifiuti di nuovo per le strade, ilsettimanale della diocesi di Avellino, presenta ai cittadini, aiSindaci, agli amministratori e alle autorità locali,un modello giàtestato con successo a Vedelago, in provincia di Treviso, dovesi pratica una differenziata spinta, fino a raggiungere il 100%del recupero, senza scarto residuo e quindi senza discarica.Questo modello rispetta l’Ambiente, consente di creare nuovaoccupazione e ricchezza ed esclude, di fatto, il coinvolgimen-to della camorra e di altri soggetti nel trattamento costato finoad ora ben 780 milioni di euro all’anno (questa la cifra quanti-ficata dalla Commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti nellapassata legislatura) . In pochi, forse, ricordano i treni carichidi spazzatura partiti per la Germania e le navi salpate alla voltadella Sardegna, i compensi per il commissariamento e le con-sulenze di esperti… E’ ora di voltare pagina, cambiando il siste-ma di raccolta e di gestione dei rifiuti: la discarica non è la solu-zione ma un altro problema che si aggiunge a quelli preesisten-ti e che rendono il territorio sempre più inquinato e l’ambientepiù maltrattato. In nome del profitto non si può calpestare ilgiardino consegnato all’uomo all’atto della creazione.

POLITICA pag. 12

A. Santoli

Centro Acustico

C.so V. Emanuele Avellino tel. 082526057

tel.

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“RIFIUTI: PROBLEMA O RISORSA?”Non è il solito incontro, ma una proposta concreta per liberare definitivamente

il territorio dalla spazzatura,creare sviluppo e nuova occupazione.

AVELLINO 12 MARZO 2010 – ORE 17.30

SALONE DEL CIRCOLO DELLA STAMPA

-PREFETTURA DI AVELLINO-

UNA SOLUZIONE SENZA DISCARICHE CON

“ZERO SCARTO” E CHE NON INQUINA!

Con il Patrocinio di

Era l’inizio del novembre del 2008, quando fu diramato alle miglia-ia di cittadini di “Borgo Ferrovia” un ordine dalla società privata

“Eurokomet” a dir poco allarmante, il quale così enunciava: “Pericoloamianto. Chiudetevi in casa. Sbarrate finestre e balconi. Non uscite.E se uscite, non respirate”! Questo volantino fu affisso davanti a tuttii palazzi, e nei più anziani abitanti del quartiere ha riportato allamemoria i volantini lanciati durante i bombardamenti degli america-ni durante la seconda guerra mondiale. Ora invece la gente tremaper un altro pericolo, per quella peste moderna che tormenta la vitadi vecchi e giovani, donne e uomini: l’amianto.

Graziella Testa a pag. 4

dal Camerun

Acqua, fonte di molti mali

Marie Ottou a pag. 5

da Copenaghen

Se 2 gradi non sono sufficienti?

Katiana Murillo a pag. 6

Dalla collaborazione de “Il Ponte” con Greenaccord

Pericolo amianto, chiudetevi in casa!

Foto - Lo stabilimento dell’Isochimica

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2 13 marzo 2010 Il PonteIl PonteAttualità

IL PASSATO

Dal 1994 al3 1 / 1 2 / 2 0 0 9 ,

tanto è durata la crisidei rifiuti in Campania. Secondo il decreto

legge approvato dalGoverno il 17 dicembre

scorso la crisi è oramai cessata. Nell’emergenza rifiuti in Campaniahanno ampie colpe la politica, gliindustriali e la camorra. Basti pen-sare alla gestione delle discariche,al trattamento dei rifiuti urbani neisette Cdr che ora sono diventatiSTIR (costruiti e gestiti da FIBE-Impregilo), alla gestione ecostruzione degli inceneritori(necessità che viene sconfessatadalle metodologie proposte nelfuturo Piano di gestione dei rifiuti),ai ritardi nella costruzione degliimpianti di compostaggio, ai ritardinella gestione differenziata (circa150 comuni in Campania che nonhanno nemmeno fatto partire laraccolta differenziata), agli inter-venti della magistratura. I cittadinisono le vittime del degrado che licirconda: additati, per sovrappiù econ la connivenza dei politici, comei veri responsabili agli occhi delresto d’Italia. Ogni territorio haavuto i suoi danni ambientali, avolte irreversibili e spesso inquan-tificabili. Solo poche settimane fal’Ordine dei Medici campani ha for-nito le sue prime stime sul deterio-ramento della salute dei cittadinicampani. Dove era l’Ordine deiMedici mentre il tumore si diffonde-va in Campania più veloce del raf-freddore invernale? Tutti hannotaciuto finché il tappo non è saltato.Le stime dell’Ordine dei medici par-lano di aumenti di spesa del 300%al Pascale di Napoli, di millemastectomie l’anno e nonabbiamo ancora dati territorialispecifici su ambiti definiti.Probabilmente ci sarebbe un esododi massa, o almeno di chi può per-metterselo, se si individuassero(e/o comunicassero) le correlazionitra aumento dei tumori e zone arischio. Nel 2004 l’OMS, il CentroEuropeo Ambiente e Salute,l’Istituto Superiore di Sanità, ilConsiglio Nazionale delle Ricerche,l’Osservatorio Epidemiologico dellaRegione Campania e l’ARPAC,analizzarono i dati epidemiologicitra il 1995 e il 2002. Risultati? Lamortalità per gli uomini è superioreal 19% nei comuni della provinciadi Caserta e del 43% nei comunidella provincia di Napoli; per ledonne del 23% nella provincia diCaserta e del 47% nella provinciadi Napoli; inoltre c’è stato unaumento delle malformazioni con-genite nei neonati. Nella relazionesi evidenziava una sovrappo-sizione tra le zone con presenzadi discariche legali e siti abusivi. IlLancet oncology nel 2004 ha defini-to “Il Triangolo della morte” la zonatra Acerra, Nola e Marigliano. Ed èstato accertato e comprovato che losversamento illecito delle aziendesettentrionali e addirittura estereha devastato quel territorio e altriluoghi della Campania Felix ucci-dendo lentamente le persone comeuna silenziosa e inesorabile pestenera. Gli stessi roghi che siattribuivano ai cittadini esasperatierano soprattutto gestiti da chiapprofittava dell’emergenza persmaltire rifiuti tossici bruciandoliinsieme ai cumuli di spazzaturaabbandonata. La pratica dei roghi,tra l’altro, non è mai terminata edesiste addirittura un sito di denun-

cia apposito: www.terradeifuochi.it.I fuochi sono su internet su mapperintracciabili con il gps e vengonosegnalati alle forze dell’ordine chenon intervengono (cito Venerdì direpubblica 29 gennaio 2010, pag.29) per carenza di pattuglie dainviare. In questi fuochi nel napole-tano e casertano continuano adessere inceneriti i rifiuti delleaziende, che potrebbero anchefarne a meno visto che, per ladecretazione di urgenza, gli è statadata la possibilità di smaltire i rifiu-ti tossici insieme ai rifiuti domestici.E’ tutto nero su bianco nella Leggen. 123 del 14 luglio 2008. In dero-ga a tutte le norme vigenti siautorizza lo smaltimento nellenuove discariche anche dei rifiutipericolosi contraddistinti dai codiciCER 19.01.11 (Ceneri pesanti escorie, contenenti sostanze peri-colose), 19.01.13 (Ceneri leggere,contenenti sostanze pericolose),19.02.05 (Fanghi prodotti da trat-tamenti chimico-fisici, contenentisostanze pericolose) e 19.12.11(Altri rifiuti prodotti dal trattamentomeccanico dei rifiuti, contenentisostanze pericolose). “Le aziendecampane” cito un articolo diAgoravox Italia del 2009 “cheoperano nel settore metallurgico,delle ceramiche, del legno e dellaconcia possono semplicementesmaltire i propri rifiuti nei normalicassonetti”. Potremmo parlare deidanni economici che invece hannosubito le aziende del settoreagroalimentare, ma non ne abbi-amo lo spazio, né la voglia. Intantoi rifiuti sono stati esportati inGermania al costo di 215 euro pertonnellata, nel 2007 (fontewikipedia) si spendevano 400.000euro al giorno, metà dei quali per iltrasporto. E in ogni caso il costo eracompetitivo rispetto al trattamentoin Campania o in Italia (dai 290 ai1000 euro a tonnellata).E l’Irpinia? l’Irpinia ha dato il suocontributo. Innanzitutto esportan-do il sistema di gestione Terremoto.Rendendo chiaro, agli occhi di tutti,che la continuazione dell’emergen-za e la sua gestione creavano ampimargini di guadagno per politici,imprenditori e chi riusciva a infilarsitra di loro. Era inevitabile che talelogica diventasse “sistema”. Loscempio della nostra terra è inizia-to già nella ricostruzione. E quelleindustrie che adesso vanno via, osono già venute dal nord e fuggitecon le tasche piene, beneficiarie dimigliaia di miliardi di lire di investi-mento? Quelle industrie hannocostruito su aree industriali doveerano i nostri maggiori corsi d’ac-qua, senza alcun impianto di tratta-mento e recupero dei rifiuti, in unaterra dove lo scarico delle macerieè andato avanti per anni e anni.Irpinia, primo cantiere della

Campania. E i nostri boschi, fiumi,campagne sono stati devastatidagli imprenditori locali e – comeafferma il rapporto Ecomafie 2009di Legambiente – sono diventati lanuova meta di sversamento illecito.Lo dimostra l’intensificazione delleattività di controllo delle Forzedel’Ordine che rinvengono e hannorinvenuto centinaia di discaricheabusive sulle nostre montagne ecolline negli ultimi due anni.

PRESENTEProvincializzazione dei rifuti

e le eco balle di Fibe-Impregilo-Fiat

A detta di Walter Ganapini, ancoraper poco Assessore regionaleall’Ambiente, i problemi dellaprovincializzazione non sono pochi.1) Ci sono due miliardi di euro didebito. 2) L’evasione della tassa suirifiuti in alcuni comuni arriva ancheal 70%. 3) Le ecoballe ammassatenei Cdr “sono ormai ammassate emummificate”. E’ escluso l’inceneri-mento ad Acerra non tanto perragioni “umanitarie” ma per il lorocarico termico, così elevato dafondere l’impianto. C’è però, a suodire, l’ossido combustione senzafiamma. Una tecnologia italiana ademissioni zero. Ma passerannoalmeno tre anni e intanto a chiresteranno le eco balle? Per chi nonse lo ricordi la responsabile delleeco balle è Fibe collegata al gruppoImpregilo (quello del Ponte sulloStretto). Capitani coraggiosi set-tentrionali che scendono sovente inprossimità dell’Africa accollandosi irischi dell’intrapresa (a carico ditutti gli italiani) ad esclusivo van-taggio delle sottosviluppate popo-lazioni meridionali.

La Corte di Giustizia congela

500 milioni.

Alla fine è arrivata la sentenza. LaCorte di giustizia Ue accoglie ilricorso del 2008 della Commissionee congela 500 milioni. L’Italia “nonha creato una rete adeguata direcupero e smaltimento, non haadottato tutte le misure necessarieper evitare di mettere in pericolo lasalute umana e danneggiare l’am-biente”. Inoltre la Corte ha ritenutodi non accogliere le attenuantiitaliane in quanto “né l’opposizionedella popolazione, né gli inadempi-menti contrattuali e neppure l’e-sistenza di attività criminali cos-tituiscono casi di forza maggioreche possono giustificare la vio-lazione degli obblighi derivanti dalladirettiva e la mancata realizzazioneeffettiva e nei tempi previsti degliimpianti».

Linee di Piano 2010-2013 perla Gestione dei Rifiuti Urbani -

Avellino

La situazione degli impianti inProvincia di Avellino è la seguente:36 isole ecologiche di cui 31 con-venzionate con il CdC RAEE; 1impianto di recupero (STIR, exCDR) ubicato in Avellino, localitàPianodardine; 4 impianti di com-postaggio di cui uno pubblico inTeora (per il quale è previsto l’am-pliamento) e 3 privati in Avellino,Bisaccia e Solofra; 1 impianto diselezione multi materiale aMontella; 1 impianto per il tratta-mento dei RAEE certificato dal CdCRAEE; 5 piattaforme convenzionatecon il CONAI; una discarica aSavignano Irpino.

IL FUTURO NELLE LINEE DIPIANO 2010-2013

Nelle “Linee di Piano 2010-2013per la Gestione dei Rifiuti Urbani” laRegione pianifica le prossime azionida portare avanti. Viene analizzatolo stato di fatto e ci sono sconcer-tanti ammissioni sulla situazionedelle eco balle. A pagina 40 candi-

damente si ammette che “non è adoggi chiara la reale disponibilitàdelle ecoballe per qualsivoglia uso,non solo per i sequestri giudiziari inatto, ma anche per l’essere statevincolate da FIBE a garanzia dell’in-gente finanziamento ottenuto dalsistema creditizio in vista dellarealizzazione del Ponte sulloStretto”. Nel piano non c’è una rigasulla bonifica, tranne un genericoutilizzo di compost e FOS perbonificare territori non identificati.Non si parla della bonifica di DifesaGrande, né delle discariche illegalinei boschi, né di tutti quei territoricompromessi, né della bonifica delSarno, della Solofrana. Si obietteràche non era il documento indicato,qui si doveva risolvere un altroproblema. In ogni caso lametodologia di individuazione degliobiettivi e di realizzazione delleazioni spesso non è definita inmaniera inequivocabile. Si è avutal’accortezza di chiamarle “Linee dipiano” proprio per questo motivo: èancora tutto in alto mare e più chedi obiettivi in questo piano ci sonodelle finalità a cui tendere. Perdefinire un obiettivo, infatti,bisogna indicare quantità e tempo.Altrimenti nessuno potrà control-lare che sia stato raggiunto. Veniamo alle priorità identificateche sono: Riduzione della quantitàe pericolosità dei rifiuti prodotti,Potenziamento della raccolta dif-ferenziata, Completamento evalorizzazione del parco

impiantistico. Relativamente allaprima priorità sono elencate azioniche non vengono scadenzate ebudgetizzate. Gli obiettivi che sonostrettamente definiti sono soloquelli della seconda priorità, la rac-colta differenziata: 35% entro il2010 (art. 11 L. 123/2008), 505entro il 31/12/2011 2 65% entro il31/12/2012 (art. 205 Dlgs152/2006). E’ evidente che i punticritici sono sempre Caserta e Napolie che Salerno, Avellino eBenevento hanno obiettivi ipoteti-camente più raggiungibili, anche sepiù alti. Se non altro per la densitàterritoriale e la situazione di parten-za. Eppure ci accorgiamo che ildato di circa 150 comuni su 551(oltre il 25%) che non sono nem-meno partiti con la differenziataviene presentato come una buonanotizia. Sarà perlomeno improba-bile raggiungere obiettivi del 65%di differenziata entro tre annipartendo da zero. Relativamenteal parco impiantistico - la terzapriorità - sono previsti 135 milionidi euro di finanziamento per le isoleecologiche, gli impianti per il tratta-mento dell’umido e gli impianti peril trattamento del secco. Ultimodato: nel 2008 in Campania sono

stati prodotti 2.709.425 tonnellatedi rifiuti. E veniamo, infine,all’Irpinia. Ad Avellino, secondo idati 2008, c’è stata la produzione dirifiuti pro capite più bassa (0,98 kgal giorno per abitante), la per-centuale di raccolta differenziatapiù alta (37,38%), la raccolta diorganico maggiore della Regione(Avellino, che rappresenta il 7,5%della popolazione, ha prodotto il16% della raccolta regionale).Eppure il territorio ha sostenuto giàDifesa Grande e il CDR gestito,come tutti sappiamo, dalla FIBE.Attualmente sta per riempirsi defin-itivamente la discarica diSavignano Irpino. Ai suoi confinisorge la discarica di S.Arcangelo aTrimonte e incombe la desig-nazione di Andretta come futuradiscarica.Il futuro della provincializzazionepotrebbe però essere un altro daquello immaginato dalla Regione.Province più virtuose, come quelledi Benevento e Avellino, potrebberoda subito attrezzarsi per raggiun-gere gli obiettivi e utilizzare tec-niche collaudate come quelle delTMB del Centro Vedelago diretto daCarla Poli. Potrebbe essere un’alter-nativa. Il Ponte, nel convegno chesi terrà venerdì proverà a interrog-arsi e a interrogare per unasoluzione che finalmente potrebbemettere fine al ciclo dei rifiuti inCampania. Il 99% dei rifiuti puòessere riutilizzato, adesso. Perchéaspettare l’inizio della nuova crisi?

VirginianoSpiniello

PASSATO, PRESENTE E FUTURO. LA CRISI DEI RIFIUTI IN CAMPANIA

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313 marzo 2010Il PonteIl Ponte AttualitàCentro riciclo Vedelago - Un impianto modello

Irifiuti, che per annisono stati un pro-

blema per la nostraregione e che in alcu-ni casi hanno addirit-tura messo a rischiola salute dei cittadini,da oggi potrebberodiventare una risor-sa, perché potrebbe-

ro creare sviluppo e nuova occupa-zione. Vediamo come e perché.Nel Centro Riciclo di Vedelago in pro-vincia di Treviso, i rifiuti ottenuti dallaraccolta differenziata di plastica, cartae cartoni, vetro, metalli, giocattoli emateriali vecchi che non si usano più,vengono prelevati e conferiti ognigiorno nell’impianto dove vengonoselezionati per poi essere trasforma-ti. Ogni giorno i camion provenientidalla raccolta stradale effettuata daicomuni e dai consorzi di comuni, por-tano all’impianto i materiali raccoltiper la lavorazione. Eseguita la pesa-tura, i camion vanno nella zona discarico, dove i materiali vengonodepositati, analizzati, e avviati allalavorazione. Molti materiali come laplastica, il vetro e i metalli, arrivanotutti insieme, frutto della raccoltamulti materiale. Qui vengono prele-vati da una pala e caricati nell’impian-to, dove ha inizio il ciclo di selezione,quindi verranno divisi, la plastica conla plastica, i metalli con i metalli e ilvetro con il vetro. Il ciclo completocomprende la prima selezione e laseconda selezione dei materiali rici-clabili. Il vetro, il ferro, l’alluminio e laplastica, sono consegnati alle indu-strie che li riutilizzano nella produzio-ne, risparmiando quote importanti dimaterie prime. Gli scarti sono desti-nati al secondo impianto. Se ne ottie-ne sabbia sintetica e granulati utiliper l’industria. Ma torniamo all’iniziodel percorso e vediamo la fase dellaselezione. Nella prima fase della sele-zione si iniziano a togliere i materialiingombranti, come sedie, tavoli etutto quanto c’è di voluminoso cheseguirà un proprio percorso, ossiavanno inviati alle aziende che li lavo-rano per il loro riutilizzo.

LA PLASTICA.

Le plastiche grandi, voluminose, ven-gono selezionate nella prima fase,per poi essere macinate e riutilizzatesempre per lo stesso scopo. Peresempio, il granulato che si ottiene

dai tavoli e dalle sedie da giardino,una volta macinato e lavato, puòessere utilizzato per produrre nuovesedie e nuovi tavoli da giardino. Siprocede poi all’apertura dei sacchettiraccolti dai cassoni stradali. Qui vienefatta una prima cernita togliendo gliscarti frutto di errori nella separazio-ne in casa. Il nastro trasportatore sucui gli operai effettuano la cernita,accompagna poi i materiali alla sele-zione meccanica. La parte di mate-riali che vengono tolti subito, vengo-no confezionati e spediti alle industrieche li lavorano. Quindi le cassette, ilpolietilene ecc... Mentre le bottiglie ei flaconi proseguono nell’impianto diselezione, e vengono ulteriormentedivisi per tipo e per colore.

IL POLIETILENE

Il polietilene è quel materiale plasticocon cui vengono prodotti gli imballag-gi flessibili. Prima di procedere al rici-clo di questo materiale, viene effet-tuata una selezione a mano pertogliere quella parte di scarto che puòessere rimasta nella selezione prece-dente. Ad esempio nella raccolta

della plastica non ci devono esserecarta, piccoli elettrodomestici o altro.Purtroppo al centro riciclo arrivanoanche frazioni estranee che devonoessere tolte. Il materiale continua ilsuo percorso. Sempre camminandosu un nastro, passa sotto un rullomagnetizzato che cattura le eventua-li parti ferrose presenti nella selezio-ne, come barattoli di pelati, piselliecc. Dopo l’estrazione dei metalli fer-rosi, avviene l’estrazione dei metallinon ferrosi, l’alluminio. Le lattine dialluminio finiscono in una macchinadove vengono divise da altri materia-li. Nel frattempo la plastica prosegueancora il suo percorso, fino ad arriva-re ad una macchina che la aspiraseparandola dal vetro. Il vetro escedall’impianto e sul rullo avanza aquesto punto solo la plastica. Il primopassaggio della plastica è il vaglio,operazione solo meccanica, pertogliere le parti più piccole e i residuidi altri materiali. In questa fase vieneutilizzato anche il vaglio balistico. Glioggetti in questa macchina entranomisti ed escono divisi, da una parte lebottiglie, dall’altra i sacchetti di plasti-ca. Tolti i materiali nobili, resta lo

scarto. Ma questo scarto lo ritrovere-mo più avanti nell’altro impianto.Infatti nulla va più in discarica, anchese è poca cosa. Della plastica rimastaa questo punto si procede alla sele-zione per polimero e per colore, conuna lavorazione manuale. Una voltaripulita dagli scarti e dai materialiingombranti, separata dal vetro edall’alluminio, la plastica, arrivata suuna piattaforma, deve superareun’altra fase di selezione, che si chia-ma selezione spinta. Si divide pertipo e per colore. Prima si tolgono isacchetti, cioè gli imballaggi flessibili,poi si separano i flaconi in polietilene,quelli del detersivo e dell’ammorbi-dente, quindi si separano le bottigliedi acqua minerale e di bibite, chesono in pet, e queste a loro volta ven-gono suddivise in colorate, azzurratee bianche.

TERZA FASE

Nella terza fase del percorso di sele-zione, si arriva alla destinazione deimateriali che saranno utilizzati comematerie prime e seconde, ossia l’in-dustria produce dei beni senza utiliz-zare, o solo in parte materie primeoriginali non rinnovabili. Una voltaselezionati tutti i materiali, questivengono pressati per partita, quindiimballati e confezionati in un formatoconsono alla spedizione nei camion.Una macchina compressa e compat-ta i materiali per tipo, forma delleballe di materiale che vengono cari-cate e spedite alle industrie del riciclo.

Per esempio le bottiglie di acqua ebibite, una volta pressate e caricatesul camion, vanno in un’industria chele macina, le lava, rigenera il mate-riale plastico e lo trasforma in tessu-to, in pail. Ora restano gli scarti. Gliscarti prodotti negli impianti di sele-zione, quegli oggetti, quelle parti diplastica che non sono valorizzabili edi dimensioni piccole, per esempiopezzi di bottiglia, piccoli giocattoli, fla-concini, pezzetti di nailon, polistiroli, emateriali misti. Una macchina maci-na questo materiale di scarto e lo tra-sforma nella grandezza di grossicoriandoli. Una volta triturato, attra-verso dei nastri viene trasportato inun’altra macchina, nell’estrusore,dove le plastiche vengono sciolte eomogeneizzate. Le plastiche miste inquesto macchinario, vengono porta-te ad una temperatura di 140-180gradi e si trasformano grazie adun’azione di frazionamento. Vienecosì tolta la parte umida, sale la tem-peratura, poi il prodotto viene raf-freddato nelle vasche. Viene poimesso in un macinatore che lo trita eproduce sabbia sintetica. Ora il mate-riale così ottenuto è pronto per esse-re trasformato in manufatti di plasti-ca, sedie, tavoli, panchine da giardi-no, ma anche asfalti e manufatti incemento. Quindi anche mattoni, perfare i quali si utilizza la sabbia sinteti-ca ottenuta dal riciclo appena descrit-to, che unita alla miscela di calce-struzzo rende il mattone molto piùleggero e molto più resistente.

GRAZIELLATESTA

Quando i rifiuti diventano una risorsa

foto - Selezione manuale

foto - Selezione meccanica

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4 13 marzo 2010 Il PonteIl PonteAttualità

Era l’inizio del novembre del 2008,quando fu diramato alle migliaia

di cittadini di “Borgo Ferrovia” unordine dalla società privata“Eurokomet” a dir poco allarmante, ilquale così enunciava: “Pericoloamianto. Chiudetevi in casa.Sbarrate finestre e balconi. Non usci-te. E se uscite, non respirate”!Questo volantino fu affisso davanti atutti i palazzi, e nei più anziani abi-tanti del quartiere ha riportato allamemoria i volantini lanciati durante ibombardamenti degli americanidurante la seconda guerra mondiale.Ora invece la gente trema per unaltro pericolo, per quella pestemoderna che tormenta la vita di vec-chi e giovani, donne e uomini:l’amianto. Quello che per anni unimprenditore senza scrupoli ha sot-terrato nel cortile della sua fabbrica,“L’Isochimica”, ammassato neicapannoni, sversato nei fiumi, nellecampagne, dentro i boschidell’Irpinia. Da vent’anni il mostro eralì con il suo veleno nella pancia, icapannoni malamente sigillati, equintali di amianto chiusi in bare dicemento ormai lacerate dalle crepe.Nessuno aveva mai pensato seria-mente alla bonifica di quel concentra-to di morte. Ci tentò il Comune anniaddietro, ma il costo era elevato: 2milioni e mezzo di euro. Furonoanche fatte delle ricerche utilizzandoi georadar per capire quanto amian-to ci fosse nel sottosuolo. Ma furonosolo dei tentativi. Fino all’arrivo di“Eurokomet”, l’impresa privata cheaveva affisso i volantini (“fino al 31marzo 2009, tenete gli infissi chiusi,ed evitate di stendere biancheria”) eche ha avuto l’incarico della bonificadella ex Isochimica. Da qui la storiacambia registro. Ci parla di suoli especulazioni e del tentativo dicostruire, dove c’erano le fabbriche,centri commerciali, palazzi e uffici: lanuova frontiera degli affari del Sud. Ilconsorzio che gestisce l’area indu-striale,l’ASI, aveva avviato 5 anni fale procedure per rientrare in posses-so dei suoli dell’ex Isochimica.Facendo un’offerta al curatore falli-mentare ed essendo un ente pubbli-co poteva offrire garanzie per la boni-fica. Nel frattempo si sono fatti avan-ti i privati dell’”Eurokomet”, un’azien-

da fondata nel 2003 da un commer-cialista, Sergio De Lisa, e dai suoifigli. “Progettazione di programmipubblicitari, organizzazione di spetta-coli, gestione di hotel e ristoranti,somministrazione di alimenti”, que-ste le sue poco rassicuranti “specia-lizzazioni”. Spettacoli e hotel a parte,De Lisa è riuscito ad ottenere dalcuratore fallimentare, l’avvocatoLeonida Gabrieli, un diritto di prela-zione per l’acquisto dei 45 mila metriquadri dell’”Isochimica” con l’impe-gno di risanamento. La confusione aquesto punto è tanta, e l’affare ègrosso, quei suoli valgono oro, sonocollegati alla ferrovia, vicinissimi alraccordo autostradale, nella partepianeggiante della città di Avellino.Un businnes tra i 7 e i 9 milioni dieuro. Qualcuno fece notare che que-sta fosse una brutta storia e volevavederci chiaro. Ma tutto ciò nonimpressionò De Lisa. Ma torniamo unpo’ indietro. Com’è nata l’Isochimica?Erano gli anni ’80 quando ElioGraziano, uno dei padroni della cittàa quel tempo, sbarcò ad Avellino conla sua “Isochimica”. L’Isochimica erauna delle aziende centrali che lavora-va per le Ferrovie dello Stato. Avevaricevuto per l’appunto una commes-sa, per togliere l’amianto dalle car-rozze dei treni. Nelle carrozze infatti,tra i pannelli che servivano per isola-re dal caldo e dal freddo, vi era frap-

posto uno strato di fibre di amianto.A questo punto le Ferrovie dello Statoavevano due strade da seguire: o eli-minare definitivamente quelle car-rozze incriminate, che comunquesarebbe costato un bel po’ alle cassedell’azienda, oppure cercare di elimi-nare l’amianto dai treni con unaspesa minima e rimettere le vetturein circolazione. In questa fabbricalavoravano 300 operai, che hannoliberato dall’amianto 3000 carrozze,con un accumulo di 20.000 quintali diamianto. Un lavoro ad altissimorischio, fatto nel cuore del quartiere,a pochi metri dalle case, da uncampo sportivo, da un asilo, dallescuole elementari e medie, dal parcogiochi per i bambini. Il veleno dentrola vita delle persone!Ai sindacati cheponevano problemi di sicurezza pergli operai, Graziano rispondeva che ladisoccupazione era talmente alta incittà e la gente era talmente affama-ta di lavoro, che la sicurezza era l’ul-tima cosa a cui pensare. Era sicuro dise questo ex ferroviere diventatoingegnere chimico in Francia. Gliamici della “sinistra ferroviaria”, quel-la di Signorile e Rocco Trane, gli ave-vano assicurato miliardi di lire con lafornitura del tnt (tessuto non tessu-to), quello delle lenzuola d’oro dellecuccette dei treni. E, poi ad Avellino,Graziano aveva legato con altripotenti della politica. Era diventato il

presidente della squadra di calcio. Ementre seduto in tribuna d’onore gri-dava “Forza lupi”, un altro lupo vora-ce, l’amianto, divorava la vita deglioperai e della gente del quartiere.Molte persone del quartiere si sonoammalate di cancro e per alcune nonc’è stato nulla da fare, sono morte acausa della superficialità di chi gesti-va quell’impianto. Chi abita nelle vici-nanze racconta che addirittura vede-vano l’amianto quando veniva porta-to via nelle cassette, erano dellagrandi matasse bianche. Fibre che lagente ha respirato per anni. Mentre ilComune di Avellino si limitava a clas-sificare l’”Isochimica” “azienda diseconda classe”, non pericolosa! Unoperaio che ha lavorato in quella fab-brica dal 1983 a al 1988 racconta chenei primi anni lavoravano senza pro-tezioni. Solo dopo sono arrivate lemascherine di plastica. Quando poi liobbligarono a mettere gli scafandri fuun problema, perché si rallentava illavoro. Allora i “capi” dicevano ditoglierli, così si faceva prima. Tantioperai sono morti, tantissimi si sonoammalati e hanno seri problemi direspirazione. Addirittura qualcuno haraccontato che mangiavano vicinoalle cataste di amianto, che non ave-vano neanche le tute e che la seratornavano a casa con i vestiti sporchidi quel veleno. L’Isochimica ha chiu-so i battenti nel 1989, Graziano è

stato travolto dagli scandali e dai fal-limenti. Ora ci chiediamo, a chepunto è la bonifica? E soprattutto, ilavori sono stati eseguiti in modo chei cittadini del quartiere e delle areelimitrofe di Pianodardine e diAtripalda siano tutelati da possibiliulteriori danni di questo “mostro invi-sibile”? Qualche tempo fa, in unincontro tenutosi al comune diAvellino, l’assessore all’ambienteGianluca Festa, ha rassicurato che ilavori di risanamento dell’exIsochimica procedono in modo rego-lare e anzi si presume che la bonificapotrebbe terminare in questa prima-vera. Fino a questo momento si èproceduto alla bonifica del capanno-ne, poi si passerà ai tetti e alla tom-batura dell’amianto interrato, chenon verrà rimosso. Resta tuttavia dastudiare la destinazione dell’area, chesecondo una prima ipotesi illustrataproprio dall’Eurokomet, potrebbeessere utilizzata come sede dellaFiera “Città di Avellino” e come areadi mercato. Una ipotesi a cui siopporrebbe la curatela fallimentarein quanto non è ancora stata scioltala questione relativa alla proprietàdell’area che andrebbe dismessadalla curatela fallimentare ed esserepoi estrapolata dal piano regolatoredell’ASI. Qualora ciò non dovesseaccadere, allora l’area dovrebbe con-tinuare ad ospitare attività industria-li. A tale riguardo in passato si è par-lato anche di una probabile sede diun polo tecnologico di tipo informati-co. Con l’inizio dei lavori di bonifica,dunque, si avvia la chiusura di uncapitolo spinoso dell’emergenzaambientale in città, scoppiata sulfinire degli anni ottanta. Una vicendainserita anche dall’Unione Europeaall’interno del bollettino riguardantele aree di crisi in materia ambientale.Ora qualunque sia il destino di que-sta area che per anni è stata l’incubodi migliaia di cittadini di questa città,speriamo soltanto che il buon sensoe la coscienza di chi si occupa dellecose pubbliche, per il futuro stianopiù attenti a non fare investimentiindustriali o scelte programmaticheche danneggino ulteriormente l’am-biente della nostra Irpinia e la salutedi chi vi abita.

Graziella Testa

EX ISOCHIMICA: A CHE PUNTO SIAMO?

Ecologia: come studio dellanatura, per aiutarla e preser-

varla, sembra oggi aver persol’antico significato coniato dallostudioso tedesco Ernst HeinrichHaeckel, come ’’studio del luogoin cui si vive’’, cioè la natura,l’ambiente, la terra. Una natura non più decantatadai poeti per la sua bellezza ,non più amata dai filosofi percercarne il senso dell’infinito ,non più studiata dai religiosi per

trarne la dimostrazione dell’esi-stenza di Dio; natura che inveceè sfruttata, deturpata, minaccia-ta da gravissime malattie, chemettono in dubbio il suo futuro. Natura messa sotto i piedi, comeavrebbe certamente cantatoLucrezio, che non è rispettata,né tanto meno preservata. E noi? Cosa facciamo , come cicomportiamo? Semplicemente la deturpiamo,la offendiamo, la violentiamo

nella sua essenza vitale, la inon-diamo di infinite trame elettro-magnetiche, la cospargiamo,creando spesso forti impattiambientali , la soffochiamo con inostri sfrenati lussi quotidiani, latrasformiamo geneticamente, lasottoponiamo alle nostre modifi-che per il progresso, la civiltà, lamanipoliamo, la mettiamo sottoi ferri delle anestesie e delleoperazioni volute dall’umanità. Rimedi, alternative, energie sup-pletive sono conosciute spessosolamente di nome, ma non difatto. Cibi transgenici, infrazionidei limiti del codice morale dellanatura quando viaggiamo sul-l’autostrada del futuro, ci acce-cano, ci fanno perdere l’equili-brio, il senso dell’orientamento;non ci accorgiamo che tutto, interra, in cielo , è parte di relazio-ni profonde, alterando le quali sicorre il rischio di spezzare glistessi delicati equilibri, su cui lavita si fonda. Chiamiamo selvaggi gli altri,quando siamo noi i veri selvaggie allora a maggior ragione non sipuò non ricordare la celebrefrase di Toro Seduto, capo sioux,che poneva la questione in talitermini: ’’Questo sappiamo : chela Terra non appartiene all’uo-mo, perché è l’uomo ad apparte-

nerle. Tutte le cose sono collega-te come il sangue che unisce imembri di una famiglia.Qualunque cosa accade allaTerra, accade ai figli della Terra’’. Ma ormai accecati dalla sete dipotere, e di ricchezza, insuperbi-ti dall’apparente onnipotenza delnostro sapere scientifico e dallerealizzazioni tecnologiche, consi-deriamo la natura, come puro esemplice strumento attraversocui soddisfare le ambizioni e i

desideri, anche quelli più smo-dati. Tante sono state le risorsepreziose dilapidate, la composi-zione chimica dell’aria, l’imbevi-bilità di gran parte delle acque, icambiamenti climatici, forsecatastrofici, potrebbero metterea repentaglio il futuro.Dunque, quindi, tutti ci chiedia-mo: ’’Progresso al servizio dellavita o della morte del nostropianeta?’’.

Federico Dell’Orfano

I cambiamenti climaticiProgresso al servizio della vita o della morte del nostro pianeta?

Pericolo amianto, chiudetevi in casa!

foto - l’ingresso dello stabilimento dell’Isochimica

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513 marzo 2010Il PonteIl Ponte Attualità

La natura merita rispetto, perché esiste in funzione e in direzionedell’essere umano. Lo diceva già Aristotele: “Le piante esistono

in vista degli animali e gli altri animali in vista dell’uomo”. Lo ricor-da anche l’attuale Papa, Benedetto XVI, nell’Enciclica Caritas inveritate e nel messaggio per la celebrazione della 43esima giornatamondiale della pace: “Il rispetto della natura riveste grande rilevan-za, anche perché la creazione è l’inizio e il fondamento di tutte leopere di Dio”.Quello del Pontefice è un monito rivolto a chi ogni giorno rompe l’al-leanza con l’ambiente circostante, rifiutandosi di riconoscere cheall’origine della natura vi è “un disegno di amore e di verità”. Se fossimo capaci di vivere il creato come dono di Dio per noi, favo-rendo così lo sviluppo di una coscienza ecologica attenta e responsa-bile nei confronti dell’umanità intera (soprattutto verso i poveri e legenerazioni future), allora saremmo anche in grado di comprenderela vocazione e il valore dell’uomo stesso, perché l’amore per l’am-biente e quello per la persona sono strettamente connessi tra loro.Insomma, nel messaggio Benedetto XVI parla a tutti, nessuno esclu-so: dai membri di quell’èlite che opera nei nodi più importanti (poli-tici ed economici) di una rete sociale che sembra aver definitivamen-te soppiantato la natura, fino all’ultimo abitante di un qualsiasi con-testo urbano, che ogni giorno purtroppo s’impegna a rispettare leregole, le sue regole (rubinetto dell’acqua costantemente aperto, piledi fogli che si dimezzano in pochi istanti, case sempre più hi-tech incui il fascino oscuro della notte viene mitigato dai tanti, troppi ledaccesi, etc.).Il tema del degrado ambientale chiama in causa i comportamenti diognuno di noi. Si rende a questo punto indispensabile un effettivocambiamento di mentalità che induca tutti ad adottare nuovi stili divita. Degli stili che siano incentrati, come sottolinea il Papa, “sullaricerca del vero, del bello e del buono e la comunione con gli altriuomini, allo scopo di favorire una crescita comune”. Perché sevogliamo coltivare la pace, allora dobbiamo innanzitutto imparare acustodire il creato.

Antonio Iannaccone

Ambiente e natura, “Un disegno di amore e di verità”

“Rifiuti in cerca d’autore”:

la finale del premio d’arte a Salerno

La seconda edizione del premio interna-zionale di pittura e design “Rifiuti in cerca

d’autore - Second life” organizzato daSalerno in Arte è arrivata alla sua fase fina-le. Sabato 13 marzo, al parco urbano ExSalid di Salerno sono infatti in programmale premiazioni del concorso. Oltre ai premiper la sezione Pittura e sezione Design, gra-zie alla presenza del consorzio Ecolight,quest’anno è stato introdotto anche un par-ticolare “premio raee”, ovvero la miglioreopera realizzata con rifiuti da apparecchia-ture elettriche ed elettroniche. Ecolightinfatti è tra i maggiori sistemi collettivi cheoperano sul territorio nazionale nella gestio-ne dei Raee: primo consorzio per numero diaziende associate e terzo per volumi tratta-ti, Ecolight ha fatto la scelta di sostenere le“cultura del riciclo”. «La nostra collaborazio-ne con Salerno in Arte segue una precisastrategia che abbiamo intrapreso aprendo afebbraio il Museo del Riciclo: un portale webper dare risalto agli artisti che danno nuovavita ai rifiuti, realizzando opere d’arte edoggetti di design», spiega il presidente diEcolight, Walter Camarda. «Siamo convintiche occorra una maggiore sensibilizzazionedei cittadini per un più attento recupero deirifiuti; in particolare, questa attenzionedeve essere posta sui rifiuti elettronici per iquali da soli due anni la legge impone unpreciso iter di raccolta, trattamento e smal-timento». Il premio “Rifiuti in cerca d’autore” è natodall’intuizione di Olga Marciano e GiuseppeGorga, anime di Salerno in Arte, con il pre-ciso obiettivo di far diventare l’arte unmezzo di promozione di messaggi sociali.«Il tema scelto per questa seconda edizio-ne vuole stimolare in un’ottica positiva, nonpiù solo di denuncia, la riflessione e l’esplo-razione del problema dei rifiuti come meta-fora, creando un’interconnessione tra ilmondo dell’arte e quello della società con-temporanea», ricordano i curatori del pre-mio. Tra le 150 opere raccolte sono state

scelte le finaliste. E sabato 13 marzo, alle18, in occasione dell’inaugurazione dellamostra allestita al Parco Urbano dell’exSalid a Salerno, saranno assegnati i premiper le sezioni Pittura e Design, il premioRaee per la miglior opera realizzata con irifiuti elettronici, il Premio On Line e la Targadella Critica. In contemporanea, Salerno in Arte lanceràil progetto “porta il tuo rifiuto, costruiremoun’opera d’arte”: tutti i visitatori sono invi-tati a portare un proprio oggetto da butta-re che contribuirà alla realizzazione diun’opera a ricordo della seconda edizione del pre-mio.Le opere, già presentate nella collettiva pro-posta a Bari in occasione di Mediterre,resteranno esposte fino a domenica 21marzo (apertura dalle 17 alle 20; sabato edomenica dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20;ingresso libero), prima di iniziare una seriedi mostre in diverse località italiane. Unaselezione delle opere finaliste sarà espostaanche a Londra, alla Gallery Fumi, partnerdel premio “Rifiuti in cerca d’autore”. Per informazioni è possibile consultare il sitowww.salernoinarte.it.

Rifiuti in cerca d’autore - Second life

Parco Urbano ex Salid - SalernoDal 14 al 21 marzo 2010

Dalle 17 alle 20, sabato e domenicadalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20

Inaugurazione e premiazione: sabato13 marzo alle 18

Ingresso libero

Il 13 marzo le premiazioni del concorso internazionale di Pittura e Design “Second life”. Previsto anche un particolare premio Raee assegnato dal consorzio Ecolight

Ecolight - Costituito nel 2004, èuno dei maggiori sistemi collettiviper la gestione dei Raee, delle Pile edegli Accumulatori. Il consorzioEcolight, che raccoglie oltre 1.100aziende, è il terzo a livello nazionaleper quantità di immesso e il primoper numero di consorziati. È statoinoltre il primo sistema collettivo inItalia ad avere le certificazioni diqualità ISO 9001 e ISO 14001.Rappresentando più del 90 per centodel settore, è punto di riferimentoper la grande distribuzione (Gdo) eper i produttori di apparecchi di illu-minazione. Tratta tutte le tipologie diRaee. www.ecolight.it.

Douala: Acqua, fonte di molti mali L'acqua potabile a

Douala, capitale eco-nomica del Camerun èun vero e proprio per-corso ad ostacoli. L 'ac-qua minerale è un lusso.È necessario bereacqua, sì, ma dove e aquale prezzo? Christine è una quaran-

tenne che vive a Douala da oltre 20anni. Vive con i suoi tre figli in due pic-cole camere e sopravvive con il suocommercio di frutta e verdura situato inun quartiere della città. Quest'anno,2009, Christine è stata ricoverata duevolte. Durante il suo primo soggiorno inospedale a maggio, i medici gli dia-gnosticarono la febbre tifoide. A questopunto ha fortemente consigliato aglialtri di smettere di bere l' acqua dirubinetto. La stessa acqua quindi cheChristine ha sempre bevuto da quandovive in questa città. Inoltre non poten-dosi permettere di acquistare neanchel'acqua minerale da bere ogni giorno, èpronto a lasciare l'ospedale anche per-ché le spese ospedaliere hanno fattoquasi fallire la sua attività. Nell'ottobre2009, Christine è stata nuovamentericoverata in ospedale con febbre alta edolori allo stomaco. Si tratta ancorauna volta la febbre tifoidea . Ma questavolta, si preferisce lasciare l'ospedalecontro il parere medico, due giornidopo il suo arrivo. Lei non ha i soldi perpagare le cure. Christine per fortuna ha trovato unmetodo di cure a base di erbe, stamolto meglio e a tutt'oggi non beve piùl'acqua che esce dai rubinetti, comemolti camerunensi. “Preferisco berel'urina, lo giuro” ha detto un giornoChristine. “Non c'è bisogno diessere un chimico per analiz-zare le acque di Douala. Già aprima vista ci si può accorgereche non sono potabili come ci

vorrebbero far credere.L'acqua a Douala non è mai chiara,

inodore, incolore, insapore come inve-ce dovrebbe essere. L'acqua del rubi-netto a Douala è un vero e proprio pro-blema di sanità pubblica. Attualmentel'acqua dei rubinetti viene utilizzatasolo per fare lavori domestici, comelavare i piatti piatti, lavare il bucato,pulire il bagno e la cucina. Questo per-ché pochi hanno il denaro necessarioper acquistare i filtri che gli permette-rebbero di poter rendere potabile l'ac-qua dei rubinetti. Coloro che non hannoacqua corrente in casa, usufruiscono dialtri mezzi per poterne usufruire. Siprocurano l'acqua attraverso pozzi, sor-genti e spesso collegandosi illegalmen-te ai tubi dell'acqua di cittadini che sonoabbonati alla rete idrica legalmente.Coloro che non possono permettersil'accesso diretto alla rete idrica dell'ac-qua potabile sono il 70% della popo-lazione totale della città. Ciò significache il problema è grave. Quando l'acqua uccide Molto spesso, le epidemie di colera,febbre diahrées si verificano nei quar-

tieri più poveri della città. Tra il 2000 eil 2005, hanno causato la morte diret-tamente o indirettamente,di più di unmigliaio di persone. Queste malattiesono il risultato del cattivo statodell'acqua potabile, ma anche dellacattiva gestione delle acque reflue.Le altre fonti di acqua naturale, comepozzi e fiumi, sono inquinati all'estremoa causa della cattiva gestione dell'uo-mo. Con il passare del tempo la situa-zione è andata sempre più peggioran-do. E nessuno sa il perché di tutto que-sto. L'acqua non è mai stata salvaguar-data come avrebbe dovuto, e di conse-guenza a farne le spese sono le popo-lazioni di questi luoghi. L'acqua inquina-ta è causa di numerose malattie, con ilrisultato della perdita di molte viteumane. Tutto questo avviene nono-stante il governo si sia sforzato di argi-nare questo fenomeno e nonostante lenumerose campagne per tutelare lasalute dei cittadini. I bambini e i giova-ni sono i soggetti più fragili, ma ciò nonimpedisce ad alcuni genitori di farglibere acqua che sanno essere non sicu-ra per la salute dei propri figli. La loro

giustificazione è sempre la stessa:“Non ci sono soldi per comprarel'acqua in bottiglia”.L'acqua è costosaIl CAMWATER (Camerun WaterUtilities Corporation), l'unica azien-da che distribuisce l'approvvigio-namento idrico in Camerun,praticaprezzi accessibili. L'acqua vienevenduta, tasse incluse, a circa 360franchi CFA € 0,54 a metro cubo.L'azienda afferma inoltre che staespandendo la sua rete la sua rete gra-zie ai finanziamenti cinesi. Spessoorganizza le campagne per incentiva-re i cittadini ad abbonarsi all'aziendaper allacciarsi alla rete idrica facendosalire cosi il numero di abbonati dal35% al 70% di oggi. Il 35% degli abbo-nati in un paese dove uno è l'unicodistributore di acqua convogliata è dav-vero un pessimo risultato. Questo nonè solo dovuta alla povertà. L'abuso chela società impone ai propri abbonati èrinunciare a molte persone di prenderesottoscrizione diretta. Per avere unrubinetto con l'acqua da casa CAMWA-TER avrebbe dovuto pagare centinaiadi chilometri per la sottoscrizione easpettare settimane per avere unmetro e la presenza di acqua che escedal muro. Oltre i fastidi legati al paga-mento della fattura di energia elettrica.CAMWATER si occupa anche della spe-dizione delle fatture mensili ai propriclienti. Ogni abbonato è associato ad unorganismo e può pagare solo alla suaagenzia di abbonamento e in contanti.Non c'è nessun sistema bancario perfacilitare la liquidazione delle fatture,nealcuna possibilità di farlo ovunque ci sitrovi. Lo spettacolo è triste ogni mesepresso gli sportelli della società in cui lepersone formano lunghe file per dareloro denaro. Ci vogliono in media tre oquattro ore di tempo per pagare unabolletta. E bisogna avere i soldi percoprire l'intero importo. I tagli di acqua

non sono rari e talvolta possono para-lizzare un intero quartiere per ore. Qualora l'abbonato non paga, è ovvia-mente priva di acqua fino al regola-mento completo del suo debito si stabi-lirà con sanzioni. Coloro che vendono l'acqua di rubinet-to sono suscettibili di Douala e general-mente offrono prezzi in base alla quan-tità. Per 15 litri di acqua, è necessariopagare una media di 20 franchi CFA €0,03. Come per l'acqua minerale, non ci sonomarchi diversi, da quello locale, devonoessere importati. Questa acqua èdisponibile ovunque, ma non a tutti.Per le marche locali ci vuole unamedia di 400 franchi CFA 0, 60 europer acquistare la bottiglia da litro emezzo e il 2000 FCFA 3, 048 € peruna confezione da 6 bottiglie.Marchi importati sono molto piùcostosi. Tali importi possono essere consideratipatetici in un altro contesto, ma per unpaese come il Camerun, dove la metàdella popolazione vive tra Douala conun euro al giorno, diventa semplice-mente un lusso per acquistare l'acquain bottiglia . Vi è un'altra forma di acqua, in sac-chetti di plastica. Ha un volume di unapinta di birra. Queste borse sono acqui-state presso l'unità a 50 franchi CFA o €0,07. Ma esse rappresentano un graveproblema per la totale mancanza diigiene durante il confezionamento e latrasformazione della luce che rendel'acqua imbevibile. Ci sono vari tipi diacqua, a secondo dei clienti e del lorotitolo di studio.Questo, nonostante il commercio del-l'acqua sta facendo molto bene inCamerun e ha portato fortuna ai pro-duttori e venditori. Ma la buona salutefinanziaria non sempre fa rima consalute dei consumatori

(dal Camerun)

Marie Ottou

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6 13 marzo 2010 Il PonteIl PonteAttualità

Copenaghen .Sulle vette più

alte del mondo,Dawa Steven, ungiovane Sherpa 24anni si preoccupa dicome non solo ildisgelo dei ghiacciaidell'Himalaya pos-sono mettere inpericolo le spedizio-

ni e, quindi, una economia basataprincipalmente sul turismo, maanche le fonti di acqua per un quintodella popolazione mondiale che vivenel suo bacino idrografico, compresiCina e India. David Tobar, un guatemalteco di

Puerto Barrios su i Caraibi, è allarma-to per come il clima stia cambiandoin tutto il mondo e si stiano intensi-ficando le tempeste e quindi biso-gnerebbe migliorare il suo impattosull'agricoltura, la pesca e la disponi-bilità di acqua potabile per la popo-lazione, che è triplicato negli ultimianni. Entrambe le storie dimostrano che ilclima globale sta cambiando e, inevi-tabilmente, i rappresentanti politici diCopenhagen dovrebbero discutere diobiettivi per la riduzione delle emis-sioni e dei meccanismi di adattamen-to al riscaldamento globale nonsuperiore a due gradi Celsius,aumento di temperatura nellamigliore delle ipotesi, che recentiricerche scientifiche indicano chequesto non è sufficiente.

Secondo un recente rapportodell'International Alliance ofResearch Universities, che raggruppa

10 delle più prestigiose universitàleader a livello mondiale e fornisceuna rassegna di studi recenti inmateria, il riscaldamento negli ocea-ni è superiore del 50% riportato dalGruppo intergovernativo di espertisui cambiamenti climatici (IPCC, perla sua sigla in inglese) nel suo ultimorapporto. Questo riscaldamento è volto anchea contribuire a un aumento del livel-lo del mare, che è attualmente 3,1millimetri all'anno, principalmente acausa della perdita di ghiaccio dellaGroenlandia e Antartide. E con latendenza attuale, il livello dei maripotrebbe raggiungere un metro oentro la fine di questo secolo, secon-do gli studi. Inoltre, le acidificazioni ,che derivano dalle emissioni di CO2che vengono assorbite dagli oceani,cambiando drasticamente la sua chi-mica, e ci vorranno centinaia di anniper recuperare gli ecosistemi marini.Secondo Katherine Richardson, bio-logo marino presso l'Università diCopenaghen e uno degli autori delrapporto, gli oceani sono fondamen-tali perché in essi si è verificato l'85%dell'aumento del calore immagazzi-nato nel pianeta negli ultimi quattroanni, in quanto solo 5% si è verifica-to in atmosfera. "L'oceano si stariscaldando più velocemente del pre-visto ed è il luogo migliore per osser-vare i cambiamenti nel sistema cli-matico", dice. Il rapporto rileva inoltre che l'attualeaumento della temperatura di circa0,7 gradi Celsius, sta causando unnumero crescente di eventi meteoro-logici estremi come le ondate di calo-

re, inondazioni e tempeste, e regimipluviometrici che possono tra gli altriinfluenzare l'importo e la qualità del-l'acqua e della salute umana."Anche con adattamenti efficaci, gli

impatti sulle risorse idriche in molteparti del mondo sarà severo con icambiamenti climatici associati ad ungrado o 1,5 gradi Celsius dell'aumen-to della temperatura," dice lo studio. Il rapporto 2007 dell'IPCC ha detto

che è inevitabile che un aumentodella temperatura globale di 1,4gradi centigradi e di Rajendra

Pachauri, presidente dell'IPCC hadetto lo scorso Sabato al COP15 cheanche un 2-aumento di laurea cherischia di influenzare notevolmente leregioni più vulnerabili del mondo. Uno di questi è l'America centrale deiCaraibi, nonostante stia contribuen-do meno dell'1% del riscaldamentoglobale, sta già subendo le conse-guenze di eventi estremi come la fre-quenza di siccità e inondazioni. Una relazione di quest'anno sulle

ripercussioni nella regione dei Caraibidel programma delle Nazioni Unite

per lo Sviluppo, prevede un aumen-to del livello del mare più alto rispet-to ad altri in questa regione delmondo a causa della gravità e fatto-ri geofisici, che nei Caraibi nordpotrebbe superare la media com-plessiva di oltre il 25%, con il conse-guente impatto sulla sicurezza ali-mentare, le risorse idriche, infrastrut-ture e sviluppo economico in genera-le. Secondo la relazione, con unaumento di due gradi Celsius soprale barriere coralline, da cui dipendo-no molte economie dei Caraibi,potrebbe non sopravvivere.

Studi scientifici dimostrano chel'obiettivo dei 2 gradi Celsius, nonsarebbe sufficiente a prevenire effet-ti drastici sul clima, sono lo standarddell'Alleanza dei piccoli Stati insulari,tutte le ONG presenti alla COP15 eanche la posizione centrale dellasocietà civile americana, chiedendoun aumento non superiore a 1,5gradi centigradi per evitare sofferen-ze più elevate per l'impatto ambien-tale che stanno già affrontando. "Un ulteriore aumento di 1,5 gradi

centigradi della temperatura non ènegoziabile e noi continueremo apremere, non solo in questo COP, main futuro, ad ascoltare noi," ha dettoCharles Fuller, direttore delCaribbean Community ClimateChange Center, con sede in Belize.Un cambiamento climatico improvvi-so e non giustificato è pericoloso.Sappiamo cosa fare per rimediare,abbiamo la tecnologia, ora mancasolo la volontà politica ", ha dichiara-to il biologo marino Richardson.

Che cosa succede se 2 gradi non sono sufficienti?

(da Copenaghen)

KatianaMurillo

La fame: perché

La politica agricola della ComunitàEuropea, oggi si basa sul riposo

della terra, il cosiddetto set-aside, perdiminuire le eccedenze alimentari.Ciò sembra tanto più strano quandogran parte del mondo è affamata.Altrettanto singolare è che, all’internodella stessa comunità, ciascun paesedeve ridurre la produzione in propor-zione di ciò che produce e non dellesue esigenze.La produttività non è più premiata, maanzi è penalizzata come una colpaverso la collettività. Sembra quindi chel’agricoltura abbia finito di esprimereciò che poteva dare sul piano produt-tivistico ed in essa si sta avviando aprevalere l’aspetto di tutore dell’am-biente e del territorio. A livello nazio-

nale e internazionale sono presenti strutture e abitudini con effetti devastanti sulla ricchezza deipaesi, come ad esempio il variare la destinazione d’uso della madre terra. Queste variazioni possono avere risultati devastanti, di cui l’esempio più eclatante deriva dallarequisizione di terre agricole fertili e nella loro utilizzazione per farne fabbriche, centri commer-ciali o infrastrutture.Si perdono in questo modo, in maniera irreversibile, terreni buoni per uso agricolo.Inoltre, con la cementificazione della superficie e quindi la sua impermeabilizzazione, si ha unostravolgimento del rapporto tra atmosfera, suolo e acqua. La superficie impermeabilizzata river-sa le acque delle precipitazioni ai suoi bordi, anziché assorbirle in tutta la sua estensione per poirimetterla in gran parte nell’atmosfera. Ciò è frutto di scarsa sensibilità in fatto di educazioneambientale e culturale. Non meno gravi sono i comportamenti moralmente disdicevoli, comericerca del denaro, ricerca del potere come unico fine, mancanza del senso di servizio alla comu-nità. Sono gli uomini che causano la fame degli altri. A livello popolare e a volte anche sui massmedia, si tende a riversare la gravità del problema al fattore “sovrappopolazione”, ma la densi-tà demografica non spiega di per sé il problema.E’ proprio nel delta dei fiumi e nelle vallate sovrappopolate dell’Asia che sono state realizzate leinnovazioni agricole. Paesi poco popolati quali Congo o Zambia, pur se in grado di nutrire unapopolazione 20 volte più numerosa, senza ricorrere a massicci lavori di irrigazione, versano indifficoltà alimentari.Sappiamo invece che all’interno dei paesi è la differenza di condizioni economiche a creare disli-velli, difficoltà e contrasti.Sarebbe molto comodo per la mente ed il cuore credere che il Terzo Mondo sia l’unico respon-sabile dei suoi mali. Come saremmo ipocriti nell’immaginare che un poco di aiuti alimentaripotrebbe diminuire il problema, potremmo anche dire che gli unici responsabili sono i mercatimondiali. La complessità dei problemi esistenti ci fa riflettere su quali fronti occorra impegnare le sceltepolitiche e l’intervento del volontariato.

Vittorio Della Sala

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Secondo Katherine Richardson, biologo marino presso l'Università di Copenaghen e uno degli autori del rapporto, gli oceani sono fondamentali perché inessi si è verificato l'85% dell'aumento del calore immagazzinato nel pianeta negli ultimi quattro anni, in quanto solo 5% si è verificato in atmosfera.

Paesi poco popolati quali Congo o Zambia, pur se in grado di nutrireuna popolazione 20 volte più numerosa, senza ricorrere a massicci

lavori di irrigazione, versano in difficoltà alimentari.

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713 marzo 2010Il PonteIl Ponte AttualitàCultura, Arte & Spettacoli

Cento voci meridiane per il Formicoso

Il Centro di documenta-zione sulla poesia del

Sud, il Comitato “Nessunotocchi il Formicoso”, laComunità provvisoria, ilCentro studi “Giordano

Bruno” di Castelfranci, lanciarono nel-l’estate 2008 un movimento di recla-mo e di dichiarazione che vide prota-gonisti, il 7 settembre 2008, presso ilCastello degli Imperiale diSant’Angelo dei Lombardi, moltissimiirpini e campani amanti della poesia,della cultura, dell’arte unirsi in unmomento di riflessione, di indignazio-ne, di amore nei confronti della“Mater” di tutti, la nostra Terra, comemoltissime associazioni (in particolarela Confraternita di Misericordia, la ProLoco, le ACLI del centro altirpino),l’Associazione culturale “Fateci respi-rare” di Lioni, di Antonio Pica eRosario Maglio, rappresentanti diquesta importante realtà culturale.Da questa testimonianza nacque unaraccolta poetica, preziosa e ricca dispunti. Una pubblicazione di versi etestimonianze per il Formicoso. Tantevoci unite come un grande girotondo dipace e di solidarietà. Scrive PaoloSaggese: “La Poesia meridiana è figliadel pensiero meridiano, quel pensieroche ricorda all’Uomo che ci sono dei limi-ti da rispettare, altrimenti si è condanna-ti all’autodistruzione, quel pensiero meri-diano, che ci ricorda che l’uomo non ènato per produrre e consumare (i model-li imposti dal capitalismo amorale e dalconsumismo), ma è nato per pensare eamare. L’uomo, invece, ha dimenticato isuoi limiti, non ne impone più a se stes-

so, si è trasformato in Dio distruggendola Natura, aspirando all’immortalità, pol-verizzando tutto per l’ansia di consuma-re. Albert Camus ammoniva nel teorizza-re il pensiero meridiano: “… o si serviràquel valore che il limite per se stessocostituisce, oppure la dismisura contem-poranea non troverà regola e pace senon nella distruzione universale.Ritornare ad una vita a misura d’uomosignifica non superare i limiti, perchésiamo vittima, ammonisce FrancoCassano, di “questa religione affannata e

paonazza, questa preghiera mattu-tina o del crepuscolo recitatasudando all’ombra dei grattacieli”,che “serve a riempire tutti i poridella nostra mente e ad impedireche l’idea della legittimità di un’al-tra forma di vita si affacci allanostra porta”. Una pubblicazioneimportante per l’Irpinia e non solo,continua Saggese: “La pubblicazio-ne di versi in difesa del Formicoso -dal titolo appunto “Versi per ilFormicoso. Raccolta differenziata”,è un bel libro di poeti vari in difesadella natura e contro l’inquinamen-to: C’è una poesia di FrancoArminio che così rappresenta l’im-mondizia e così condanna la nostrasocietà dei consumi - diceva giàPasolini - e non dei valori: “l’im-mondizia è il nostro collier. / lostemma araldico / di una civiltàdisfatta. / la spia che il mondo perfinire. / il momento è vicino / everrà in un punto preciso, / adesempio Avellino”. Noi abbiamoopposto all’inciviltà dei consumi laciviltà della poesia: questa civiltà

porteremo nei paesi d’Irpinia, ad incon-trare coscienze, a raccontare un mondodiverso, un’ipotesi diversa di pensare egestire il nostro mondo, sostenendo chel’emergenza rifiuti si possa vincere ridu-cendo i rifiuti e non deturpando la nostraMadre Terra”. Una raccolta che ci fa riflet-tere e sperare, come una parabola sulsenso di una nuova responsabilità. Ilsegreto di questa raccolta è nell’intelli-genza, che consente di comunicare ogniemozione attraverso un dettaglio che èquello dell’amore verso la propria terra.

Significati e funzioni delcorpo femminile messi a

nudo in un convegno orga-nizzato per la giornata delladonna presso il SamanthaDella Porta dalla sezioni soci

di Avellino dell’UnicoopTirreno e dall’associazioneAgatà, che si dedica di attivi-

tà terapeutiche anticancro. “Benessere ebellezza nella riflessione culturale e scientifi-ca”, questo il titolo della serata cui hannopartecipato l’antropologo Valerio Ricciardelli,il professore Francesco Caracciolodell’Azienda Moscati, Carlo Iannace, dirigentedella Chirurgia Generale e ordinatore Best Unitdel Moscati, Marilena Morena, presidente del-l’associazione, Gaetana Aufiero, presidentesezione soci Coop Irpinia, Anna Maria Catena,del comitato cittadino della Coop, sotto la guidadella giornalista Emiliana Bolino. A declamare iversi scelti per accompagnare il tema CostanzaFiore, mentre danza e musica sono state por-tate in sala dai Tammuriaré. Dalla fisicità alla psiche l’approccio datodall’Aufiero alla relazione tenuta ha sottolineatoil grande inganno in cui la donna è caduta nel-l’arco della seconda metà del “secolo breve”,vendendo come “carne da macello” il corpo aspot pubblicitari e trasmissioni televisive che neridimensionano valore e significato. Mentre lascelta di dare lettura di un brano del Cantico deiCantici tratto dal vecchio Testamento, ha ripor-tato alla purezza delle immagini suggerite daltesto, seppure vivaci e passionali, la dimensio-ne del fisico vissuto in piena sintonia con lanatura. Un fisico che pure minato dalla malattialotta con la forza che solo una donna può avere,secondo Valerio Ricciardelli, che si augura unfuturo in cui la donna, maestra di terapie nei

tempi in cui la medicina non offriva soluzioni,potrà trovare la cura in se stessa. Un richiamoalla Taranta che è stata proposta dal gruppomusicale richiamando il tuono, suono primor-diale, che conserva il suo significato di legameancestrale con antiche pratiche terapiche. Ledonne di taranta, di invocazioni, di lamenti,piene di coraggio, streghe o fate, donne diincanto quelle richiamate dallo studioso, chetroveranno la via della salvezza. Il benesserecome necessità fisica, emotiva e psicologica perMarilena Morena, come equilibrio nel rapportocon gli altri, proposta alla quale il professoreCaracciolo risponde con la cura dello stile di vitacome via da seguire nella ricerca di quell’equili-brio. L’associazione Agorà, fondata con la finalità dicoinvolgere e diffondere una conoscenza sere-na e corretta sulle varie problematiche legatealle patologie oncologiche e di essere un puntodi riferimento, propone a chi ha incontrato lamalattia di ritrovare la serenità attraverso incon-tri con persone che hanno avuto la stessa espe-rienza, che guideranno chi ne ha bisogno neldisbrigo delle pratiche burocratiche che spessoaccompagnano i percorsi legati alla malattia.Una lodevole solidarietà che tenta di fare reteanche attraverso iniziative come quella dell’8marzo.

LLOO SSCCAAFFFFAALLEE LLEETTTTEERRAARRIIOO di Antonietta Gnerre

Benessere e bellezza nella cultura e nellascienza, un’occasione per riflettere

DDooppppiioo//ssgguuaarrddoo

“Il signor Attilio Cindramoe altri perdenti"

di Giuseppe Vetromile

"Si tratta di una raccolta omogenea di 15 racconti:"15 storie di perdenti e delle loro ossessioni.

Come può essere la vita quando chi gioca usa regole deltutto personali..." La galleria di personaggi che animaquesta raccolta sfila davanti a noi come foto segnaleti-che dell’assurda lotteria del vivere. Siamo tutti un po’pendolari, e l’abitudine ci è di conforto. I soliti passi. Lesolite cose.Ma poi ecco che il destino, per analogia o percontrappasso, squaderna le sue carte, e d’un tratto ognicertezza si dissolve.Chi sono i perdenti protagonisti diquesta raccolta? Forse l’altra faccia di un’unica medagliache rimanda al generale nonsense della vita. Tutto èpura illusione. E nel nostro percepire il mondo bastereb-be un nulla per essere vincenti o sconfitti. Nello sguar-do limitato di esseri imperfetti nelle anse di un oscurofiume che tutto trasporta, e del cui definitivo approdonulla sappiamo. Ma è anche questo il fascino dell’ingan-no. E questi racconti sono lo specchio infedele del para-dosso, unica verità possibile in una realtà inafferrabile esfuggente". (Dalla quarta di copertina, di Nando Vitali)

Circolo Legambiente VolontariatoAssociazione culturale AMT

“Soli Offerens” di SolofraArte, Musei Territorio

Città di SolofraAssessorato alla Cultura

PresentanoSALVALARTE:

SOLOFRA APERTA AL TURISMO

23, 24, 25 aprile 2010

Il circolo Legambiente “Soli Offerens” di Solofrae l’Associazione Culturale A.M.T, arte musei ter-ritorio per il quinto anno presentano il 23, 24e 25 aprile 2010 la manifestazione “Salvalarte:Solofra aperta al turismo”. Come per l’anno scorso, la manifestazione verràprogrammata all’interno dell’iniziativa a caratte-re nazionale di Legambiente, Salvalarte, campa-gna itinerante sui beni culturali, intesi anchecome sapori, tradizioni, paesaggi.

Intento la tutela e valorizzazione dei tesori poconoti, sicuri che la loro conoscenza possa creareun’occupazione durevole, per costruire uno svi-luppo economico basato sul turismo sostenibile.Dopo il successo delle scorse edizioni, la manife-stazione è ormai diventata una tappa fissa nelcalendario delle iniziative solofrane.I turisti verranno accolti e accompagnati in cittàdai volontari del Circolo Legambiente locale edell’Associazione AMT in itinerari per la valorizza-zione delle risorse ecologiche - ambientali, stori-che, paesaggistiche e dei prodotti tipici localidella nostra città.

L’obiettivo delle due associazioni è quello diincentivare il turismo in una cittadina come quel-la di Solofra, pensata da molti come sola realtàindustriale.

I siti individuati sono: Collegiata di San

Michele, piazza San Michele, Palazzo DucaleOrsini con annessi giardini, Chiesa di San Rocco,Chiesa di Santa Maria delle Grazie con annessoConvento di Santa Chiara, Casale Toppolo,Chiesa di San Domenico Soriano, Chiesa di Sant’Andrea Apostolo e cortine, Chiesa di Sant’AgataVergine e Martire, Chiesa di Santa Teresa,Chiesadi Santa Maria delle Selve con monastero, non-ché località Scorza, da marzo 2006 presa ingestione dall’Associazione locale Legambiente,nota zona di pic-nic, alle pendici del Pizzo SanMichele che si trova all’intero del Parco Regionaledei Monti Picentini, località Pianoro diCastelluccia con resti delle antiche fornaci,Belvedere di Santa Maria delle Selve con Chiesae annesso convento, località panoramica dellaMadonna della neve, villa romana e ruderi delcastello longobardo.

SALVALARTE

di EleonoraDavide

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8 13 marzo 2010 Il PonteIl PonteVangelo

Un momento impor-tante nella vita di

una coppia è certamentequello della scelta del ritocon cui celebrare il mat-rimonio. Questo è infattiil mezzo non solo per

rendere noto a tutti il legame tra duepersone, ma soprattutto l’assunzionedi una serie di diritti ed obblighi sia frai coniugi che verso gli eventuali figli.In realtà, l’attuale legislazione italianae la giurisprudenza tendono semprepiù ad assimilare ai fini della tutelagiuridica le coppie di fatto a quellesposate. Quindi la celebrazione delmatrimonio con il solo rito civilefinisce per essere sempre più svuota-to di significato e di portata.Invece il matrimonio religioso, cat-tolico o non, ha il più pregante signi-ficato di invocare la benedizione diDio sugli sposi e benedire glieventuali figli.Si tratta dunque di una scelta dicampo, nella quale ci si augura che leingerenze dei familiari e degli amici oaddirittura della comunità sianoquanto meno invadenti, visto che ivincoli e gli obblighi che gravano suchi propende per il matrimonio reli-gioso sono molto più evidenti e strin-genti di chi invece si limita al rito civile

o alla semplice convivenza.Ma una volta celebrato il matrimoniocattolico, che in Italia ha efficaciaanche per lo Stato in base alConcordato (i cosiddetti PattiLateranensi), i coniugi sono sposatisia per la Chiesa che per lo Stato.Cosa accade allora nel caso in cui laconvivenza tra i due divengainsostenibile e quindi essi decidano diandare dinanzi ad un giudice pervedere sciolto il loro reciprocovincolo?Innanzitutto avranno la scelta seadire il giudice civile o quelloecclesiastico, ma con notevoli dif-ferenze riguardo alle richieste possi-bili. Infatti al giudice ecclesiastico sipotrà richiedere soltanto ladichiarazione di nullità della cele-brazione per uno dei motivi tassati-vamente previsti dal codice canonico.Per contro, al giudice civile ci si potràrivolgere non solo per richiedere ladichiarazione di nullità del matrimo-nio, nelle ipotesi altrettanto speci-fiche previste dal nostro ordinamen-to anche prima dell’emanazione dellacosiddetta legge sul divorzio, maanche per ottenere il divorzio, che silimita invece a sciogliere un vincolovalido per sopravvenuta incompati-bilità tra i coniugi.

Nulla vieta, però, che uno o entram-bi i coniugi perseguano entrambe lesuddette strade, perché risultacomunque più difficile ed aleatorioottenere una sentenza di nullità daitribunali ecclesiastici di quanto siaarrivare al divorzio in ambito civile,vista la diversità dei presupposti.Tanto ferma restando anche la possi-bilità di rendere efficace per il nostrodiritto la sentenza dichiarativa di nul-lità dei tribunali ecclesiastici,mediante la procedura didelibazione di sentenza straniera,

prevista dal nostro codice di procedu-ra civile.Un problema può sorgere, tuttavia,quando ad una sentenza di divorziosopravvenga anche quella dei tri-bunali ecclesiastici dichiarativa di nul-lità e quest’ultima venga delibata.Al riguardo è stato necessario sta-bilire quale sia il rapporto di prevalen-za tra le due sentenze, visto che pos-sono avere risvolti giuridici e patri-moniali di non poco rilievo. Unarecente sentenza della Cassazioneha stabilito sul punto che tra i coniu-

gi fa stato la delibazione della senten-za di annullamento del vincolo matri-moniale che intervenga in data ante-riore alla pronuncia di divorzio (anchese il giudizio ecclesiastico di nullitàmatrimoniale sia stato intrapresosuccessivamente al procedimento didivorzio). Quest’ultima infatti, pre-supponendo tanto la validità delmatrimonio quanto la sussistenzadel vincolo ad esso conseguente siporrebbe in contrasto con ladelibazione di annullamento che, alcontrario, sancisce (in via definitivase non impugnata) tanto l’invalid-ità del matrimonio quanto, con-seguentemente, l’insussistenza delvincolo. Quindi, la delibazionetravolge tanto la sentenza di divorzio,eventualmente pronunciata in epocasuccessiva al suo passaggio in giudi-cato, quanto le statuizioni eco-nomiche in essa contenute e ad essaconseguenti.Infatti da un punto di vista non sologiuridico ma anche temporale, lapronuncia di nullità del vincolo va adincidere su un momento anteriorerispetto al divorzio, il quale ultimopresuppone di per sé la valida cele-brazione del matrimonio.

*dottore in diritto canonico

La liturgia di oggi ci propone la parabolaevangelica più conosciuta e che insieme

a quella della pecorella smarrita e delladramma perduta costituisce il «cuore delterzo vangelo», «il vangelo nel vangelo». Laparabola che meglio rivela l’intimità, il“cuore” di Dio.Mangiando con i peccatori, Gesù ha suscita-to la critica dei cosiddetti «giusti» d'Israele.La risposta con le tre parabole della miseri-

cordia non lascia dubbi: egli rivela e attua ilcomportamento di Dio stesso, Padre dei per-duti, un Dio che ha deciso di andare allaricerca dell'uomo, in particolare di coloroche godono di poca stima, degli emar-ginati, che vuole accogliere con tene-rezza e premura.È vero, inoltre, che le tre parabole offronol'immagine di Dio e il comportamento diGesù che più corrispondono alla prospettivadell'evangelista Luca. Da questo punto divista, i tre racconti esprimono un pressanteinvito a cambiare mentalità, ad entrare nellevedute di Dio, a capire il suo agire, condivi-dere la sua gioia, condizione necessaria perentrare in comunione con Lui, e di conse-guenza testimoniare con la propria aperturaall'altro tale comportamento divino.Perciò il padre, come viene presentato inquesta terza parabola, può essere subito rico-nosciuto quale figura di Dio. Un Dio“umile” che di fronte alla scelta del figlio -

questo figlio che decide di gestire la propriavita, di possedere i beni che afferma a luidovuti e di disporne indipendentemente dalpadre - non oppone resistenza. Lo lascia par-tire. Si adegua alla sua decisione e saaspettarlo con un desiderio carico diinfinita umiltà.Questo Dio umile è anche il Dio della spe-ranza. Se l’umiltà è fare spazio all'altro per-ché “esista”, la speranza è il proiettarsi versol'altro nel desiderio che egli “sia ancora”, inuna risposta libera e gratuita d'amore. Nelmondo biblico l'amore di Dio è espresso condue vocaboli: uno è “hesed”, l'amoremaschile, indicante il Dio della fermezza edella fedeltà, su cui può fondarsi la nostrasicurezza; l'altro è “rachamim”, che letteral-mente vuol dire “viscere materne” e sta asignificare che Dio ama con l'amore viscera-le di una madre, non in rapporto “ai meriti”della sua creatura, ma semplicemente per-ché la sua creatura esiste. Dio ama comesolo una madre sa amare e con un amoreirradiante tenerezza.Il padre della parabola corre incontro alfiglio. È da notare che, secondo la mentalitàdel tempo, questo era un gesto scandaloso.Doveva essere sempre (a maggior ragionese in difetto) il figlio a presentarsi e prostrar-si davanti al padre. Era inconcepibile il con-trario: che il padre si movesse verso il figlioe, peggio ancora, gli corresse incontro e gligettasse le braccia al collo. La parabola cipone dinanzi a un padre che non ha paura diperdere la propria dignità e mette in campoquel “coraggio dell’amore” che infrange lefalse sicurezze per vivere quell’amore piùforte del non amore. E quando il figlio ritor-na il padre, felice come un bambino, fa festa,lo bacia, lo abbraccia, ingiunge ai servi diportare il vestito più bello, di mettergli l'anel-lo al dito, i calzari ai piedi e, niente di meno,di ammazzare il vitello grasso. Questo padremanifesta dunque una gioia grandissima. Èla gioia di Dio!Se in Dio c'è una gioia, c'è anche un misterodi sofferenza (qui appena accennato dalladiscrezione del racconto), che trae le sue ori-gini dalla compassione, dall'amore visceraledel Padre.Il padre della parabola non rappresenta unDio impassibile, spettatore freddo, asettico,delle sofferenze del mondo. Un Dio che saessere contento, che però prima ha anchesofferto. Un Dio non indifferente alle vicen-de degli uomini e quindi alla storia delle loropersonali sofferenze, ma un Dio che è capa-ce di soffrire per amore della sua creatura.C'è nella parabola un'affermazione impor-tantissima in cui il motivo della gioia e deldolore di Dio è così espresso: “Questo miofiglio era morto ed è tornato in vita, era per-

duto ed è stato ritrovato”. Il primo motivodel dolore del padre è che il figlio “eramorto”, ha distrutto se stesso: Dio soffre per-ché il figlio ha annientato, ha alienato se stes-so. Il secondo motivo: “era perduto” si col-lega al fatto che il figlio si era allontanato dalui. Vi è qui una sfumatura di straordinariabellezza: Dio soffre prima di tutto perché lasua creatura soffre e soltanto in secondoluogo perché tale sofferenza è causata dal-l'allontanamento da Lui. Come avviene per

ogni vero amore al primo posto non è ildolore del nostro cuore, ma il dolore dell'al-tro, la rovina dell'altro. Così è l'amore di Dio,capace di soffrire in questo modo. Se Dionon potesse amare, semplicemente nonpotrebbe soffrire. Il mistero della sofferenzain Dio è il mistero della sua infinita capacitàdi amare, senza la quale noi saremmo sol-tanto degli inetti e dei burattini, davanti almistero di Dio.

Dio ama come solo una madre sa amare e con un amore irradiante tenerezza

La liturgia della Parola: IV domenica di Quaresima

Vangelo secondo Luca (15,1-3.-11-32)

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascol-tarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatorie mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovanedei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”.Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane,raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patri-monio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse inquel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Alloraandò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandònei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube dicui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse:“Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio difame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cieloe davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattamicome uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corseincontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccatoverso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”.Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglieloindossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello gras-so, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio eramorto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciaronoa far festa.Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udìla musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tuttoquesto. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazza-re il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e nonvoleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suopadre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuocomando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici.Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze conle prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre:“Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava farfesta e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita,era perduto ed è stato ritrovato”».

Anche quando il tuo giovane figlioti dichiara morto chiedendoti

la sua parte di eredità e si allontana da te,tu con dolore, o Padre buono,

lo hai rispettato nella sua orgogliosa libertà.Non ti sei arreso e hai deciso di aspettarlocon un desiderio carico di infinità umiltà.

Un umile e appassionato desideriosubito trasformato in ferma speranza

di potergli un giornocorrere incontro con le braccia

aperte come il cuore della più teneratra le madri della terra.Fa’, o Padre del cielo,

che questo tuo infinito amorepossa essere per ogni figliol prodigo

la forza eversiva e seducentedel vero e profondo

cammino di conversione,così da godere, nella gioia grande,la festa eterna che tu ci prepari.

Amen.

Padre buono

di p. Mario Giovanni Botta

La rubrica - La famiglia nel diritto a cura di Enrico Maria Tecce*

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913 marzo 2010Il PonteIl Ponte

I 65 ANNI DELL'AVELLINO 1

Il gruppo scout più antico d'Irpinia ha spento le candeline sulla torta dei suoi65 anni il 10 marzo 2010. Per questa importantissima ricorrenza l'Avellino 1 hapromosso alcune iniziative speciali. Il 10 marzo stesso a partire dalle 19 pres-so la parrocchia Cuore Immacolato di Maria in via degli Imbimbo, dove il grup-po ha da anni la sede delle proprie attività, c'è stata una festa di compleannocon tutti gli scout della provincia e le associazioni della parrocchia. Il 13 marzoalle 16,30 presso il salone della Misericordia di Avellino, in via Tagliamento, ilconvegno Scautismouna sfida educativa". Dopo i saluti iniziali di Padre Roberto Luongo, assistenteecclesiastico del gruppo, ha introdotto il tema del dibattito il Vescovo FrancescoMarino, da sempre vicino alle realtà scout presenti sul territorio. L'obiettivo delconvegno è quello di riflettere sul documento redatto dal progetto culturale CEI"La sfida educativa" e di come lo scoutismo si pone relativamente a questetematiche. Il 14 marzo il gruppo sarà durante tutta la mattinata lungo il CorsoVittorio Emanuele per dare una dimostrazione concreta di quanto i ragazziapprendono: costruzioni fatte in diretta e attività manuali realizzate dai più pic-coli. Dopo una breve cerimonia che ricorderà l'importante ricorrenza, il grup-po si sposterà presso la parrocchia per proseguire lì le restanti attività.

“Esserci per crederci”

FESTEGGIAMENTI SCOUT

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10 13 marzo 2010 Il PonteIl Ponte

La Cina fa parlare ancora di sé e, purtrop-po, in senso negativo giacché si parla di

diritti umani “negati” ed uno in particolare: ildiritto alla vita.La Cina è il Paese con il più alto tasso di con-danne a morte nel mondo ma, pochi giornifa, tre sconosciutissimi cittadini cinesi, con-dannati a morte, sono riusciti ad attirare l’at-

tenzione della stampa internazionale ed ora aspettano diottenere la riapertura dei loro processi. Come hanno fatto?Dal 23 febbraio hanno iniziato un rigidissimo scioperodella fame, per protestare contro le modalità con cui il

tribunale della propria provincia li ha ritenuti colpevo-li al punto da decidere di togliere loro la vita.In realtà, essi sostengono che il tribunale non era minima-mente in possesso di prove decisive per cui, per estorcereloro una confessione, li ha sottoposti a torture, come quelladi appenderli al soffitto o di lasciarli in ginocchio fino allo sve-nimento. Le famiglie di questi condannati non si sono arrese e,appoggiate da avvocati importanti e conosciuti, hanno diffu-so la notizia del digiuno tra tutti i mezzi di comunicazione..Questo sciopero della fame cade in un momentoestremamente favorevole poiché, a Ginevra, si è tenu-to proprio in questi giorni, il Quarto Congressodell’Onu per l’abolizione della pena di morte. Il mes-saggio finale del summit è stato chiaro: abolizione della penacapitale in tutti i Paesi del mondo.Il problema, purtroppo, è che una dichiarazione non salvauna vita.Lo sciopero della fame, speriamo, potrebbe riuscirci!

Un digiuno che vale una vita

di Claudia Criscuoli

DIOCESI DI AVELLINO

PELLEGRINAGGIO DIOCESANO

A FATIMA E A SANTIAGO DE COMPOSTELA

In occasione dell’Anno Giubilare Compostelano

21 – 28 AGOSTO 2010

PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI RIVOLGERSI

PRESSO CARITAS DIOCESANA,

PALAZZO VESCOVILE,

TEL 0825 760571

Estesa a sette ore lafascia di reperibilità, in

caso di assenza per malat-tia dei pubblici dipendenti.Con decreto dellaPresidenza del Consigliodei ministri n. 206 del 18dicembre 2009, pubblica-

to sulla G. U. della Repubblica Italiana n.15 del 20 gennaio 2010, entrato in vigo-re dallo scorso 4 febbraio, infatti, è statariformata tale fascia, che è stata così ele-vata a sette ore a fronte delle quattro oreprecedentemente previste : ora il pubbli-co dipendente dovrà attendere il medicodell’A.S.L. a casa dalle 9,00 alle ore13,00 del mattino e dalle ore 15,00 alle18,00 del pomeriggio, anche nei giorninon lavorativi e festivi.Sono esclusi da tale obbligo tutti queidipendenti per i quali l’assenza è etiolo-gicamente riconducibile a patologiegravi, che richiedono terapie salvavita, incaso di infortuni gravi o di malattie per lequali è stata riconosciuta la causa di ser-vizio, nonché di stati di patologie sottesio connessi alla situazione di invaliditàriconosciuta; sono altresì esclusi tuttiquei dipendenti nei confronti dei quali èstata già effettuata la visita fiscaleper il periodo di prognosi indicato

nel certificato.Probabilmente il legislatore ha pensato atale prolungamento riflettendo sulleattribuzioni degli oneri delle verifichemediche e sui tagli al trattamento econo-mico accessorio e alle indennità chepenalizzano di più i dirigenti e determi-nati profili professionali.Comunque, si è arrivati a tale amplia-mento di fasce orarie anche a causa del-l’aumento consistente delle malattie deipubblici dipendenti, attestatosi nell’ulti-mo anno sul 20% e per la considerazio-ne che la durata allungata delle fasce direperibilità possa costituire un fortedisincentivo alle false dichiarazioni dimalattia.Speriamo vivamente che tale provvedi-mento possa veramente dissuadere ipubblici dipendenti ad assentarsi dal ser-vizio per malattia, tranne nei casi dieffettiva necessità.

***Interessante sentenza in materia diguida sotto l’influenza di sostanze stupe-facenti quella emanata dalla quartasezione penale della Corte Suprema diCassazione, recante numero 48004 del16 dicembre 2009.

Riprendendo la formulazione del-l’art. 187 del codice della strada,sostiene la Cassazione, per poterritenere il reato effettivamentecommesso è necessario dimo-strare non solo che il conducen-te, precedentemente al momen-to in cui si è posto alla guida,abbia “assunto sostanze stupefa-centi”, ma anche che egli, almomento dell’accertamento,“guidava in stato di alterazione”causato da tale assunzione, giac-ché tale stato di alterazione costi-tuisce un “elemento costitutivo”della fattispecie incriminatrice.Al riguardo, per potersi avereassunzione di sostanze stupefa-centi, è necessario un accerta-mento tecnico – biologico, a dif-ferenza di quanto previsto per lo

stato di ebbrezza rilevante ex art. 186del codice della strada, che può esseredesunto anche da elementi sintomaticiesterni, e ciò perché in quanto l’accerta-mento relativo all’assunzione di drogherichiede conoscenze specialistiche inrelazione all’individuazione e alla quanti-ficazione delle sostanze.Per la dimostrazione dell’attualità dell’al-terazione, invece, puntualizza ancora laCassazione, non è richiesto necessaria-mente l’espletamento di una specificaanalisi medica, “ben potendo il giudicedesumerla dagli accertamenti biologicidimostrativi dell’avvenuta precedenteassunzione della droga, unitamenteall’apprezzamento delle deposizioni rac-colte e del contesto in cui il fatto si è veri-ficato”.La Corte Suprema di Cassazione ha cosìannullato con rinvio la sentenza di meri-to che, pur a fronte degli esiti positividelle indagini biologiche e delle deposi-zioni dei verbalizzanti, aveva giustificatol’assoluzione sulla base dell’assenza diuna pretesa analisi medica sull’alterazio-ne, senza dare un’adeguata motivazionesulla ritenuta irrilevanza dei dati prbatoriacquisiti.

OSSERVATORIO GIURIDICO (a cura dell'avv. Ernesto Pastena)

Avellino - Palazzo di Giustizia

Si è svolta davvero una bella e valida mani-festazione per la festa della donna nella

saletta annessa alla biblioteca di Loreto: non ilsolito copione, infarcito di luoghi comuni, fatti divittimismo e revanches del cosiddetto “sessodebole” ma una rassegna a tutto campo (sto-rica, artistica, politica ecc.) dell’identikit femmi-nile. Con la sapiente regia di padre AndreaCardin, benedettino e direttore della bibliotecae la efficiente collaborazione delle funzionarie(Angela e Rosalba) si sono succedute al micro-fono varie relatrici che con garbo e sensibilitàhanno approfondito le diverse tematiche del“Pianeta- Donna”. La prima parte degli interventi (Repole,Nicodemi, Napodano) è stata caratterizzata daun approfondimento prevalentemente cultura-le e politico in un orizzonte molto ampio conexcursus, che hanno toccato anche la realtàprovinciale, sottolineando il contributo che ledonne danno nelle comunità fragili della nostraIrpinia (Repole). Particolarmente interessante èrisultata la relazione della dottoressa Nicodemi,che ha analizzato con ricchezza di particolari iproblemi e la discriminazione delle donne nellastoria dell’arte.

Nella seconda parte il registro degli interventi ècompletamente cambiato, poiché vi sono statedelle vere e proprie testimonianze di donnenelle diverse professioni.La dottoressa Sarno ha descritto con tatto esensibilità le sue esperienze in un consultorioper bambini. Analogamente Rosita Greco haconfidato con semplicità e profondità, usandoun linguaggio davvero suggestivo, la propriastoria di donna impegnata in un consultoriofamiliare (davvero bella l’immagine della fram-mentazione da ricomporre, tessera per tesse-ra, in un mosaico d’insieme). Infine l’architet-to Raddi ha descritto le difficoltà oggettive cheuna laureata incontra nel proprio settore, domi-nato dalla logica maschile. Inoltre ha ricordatoche per la prima volta quest’anno il maggiorepremio internazionale di architettura è statoassegnato ad una donna (di origine irachena). Alla fine dell’ampio dibattito è stata inauguratala mostra di pittura del Maestro Contini, che hadipinto una serie di quadri, aventi al centro lafigura femminile, rappresentata attraverso statid’animo di gioia, di rabbia, di angoscia.

A. T.

Cultura e Società - 8 marzo

LLii ee tt ee nn oo tt ii zz ii eeCulla in casa Criscuoli.

Ad allietare la famiglia dell’avv. Paolo Criscuoli e della consorte Sara Grillo ci ha pensato Alice,nata qualche giorno fa alla Clinica Malzoni di Avellino.Alice è subito diventata la gioia dei nonni paterni, avv. Michele Criscuoli, nostro valido collabo-ratore, e prof.ssa Mariarosaria Pastena, nonché di quelli materni, dott. Raffaele Grillo e prof.ssaMariella Napodano, oltre che dei numerosi zii, prozii e parenti tutti, tra cui l’altra collaboratriceClaudia Criscuoli, che in questi giorni felici si stanno alternando a starle accanto per offrirle tuttele coccole che merita. Ad Alice, dunque, ed alla numerosa parentela gli auguri più sentiti da parte della redazione.

“Pianeta Donna”

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1113 marzo 2010Il PonteIl Ponte

Si è svolta nellasala della bibliote-

ca provinciale diAvellino una manife-stazione di particolareintensità sul tema deldolore. È più giusto,

però, definirla unincontro di sensibilitàdiverse (mediche –

psicologiche – spirituali) impegnatead esplorare la condizione esistenzia-le della sofferenza (non solo quellafisica ma anche quella delle profondi-tà dell’essere umano). Insieme alVescovo Marino e ai volontari dellaCaritas in sala era particolarmentenutrita la pattuglia di medici e psico-logi ed operatori sociali. Il filo condut-tore dei diversi interventi è stata lapresentazione del libro “Dalla soffe-renza alla crescita” di PasqualeRiccardi, psicologo professionista diCaserta. Molto efficace è stata la regia delmoderatore, direttore de “Il Ponte”,Mario Barbarisi, che ha dismesso iltradizionale ruolo serioso di tantimezzo busti per aderire alle varie fasidel dibattito con sensibilità ed esprit.Vera madrina della serata è stata ladottoressa Rosmaria Iannaccone,presidente dell’AMCI (AssociazioneMedici Cattolici Italiani), che ha orga-nizzato l’incontro, sulla scia della“giornata del malato”, introdotta daGiovanni Paolo II collegata con leapparizioni di Lourdes. Nel suo inter-vento introduttivo la dottoressaIannaccone ha toccato i temi piùcoinvolgenti della tematica: in con-troluce si avvertivano nelle sue paro-le i tanti vissuti di dolore e speranzache hanno accompagnato la sua atti-vità di medico. Riporto solo alcunedelle sue riflessioni: “Il dolore è partedell’esistenza, eppure oggi nellasocietà disumana dei consumi nonvogliamo essere disturbati dallamalattia ed eleviamo barriere neutreper isolare chi geme, per cui la soffe-renza causa e si accompagna allasolitudine. Eppure il dolore non è una

maledizione ma l’esperienza dell’in-tera persona! Dobbiamo illuminarlacon la dimensione dello Spirito, perricomporre la speranza”.In una sorta di continuità ideale hafatto eco alle parole della presidentedell’AIMC il delegato diocesano per lapastorale del Malato Krzystof Kruk;con ardore evangelico e sulla basedella sua esperienza come cappella-no nella struttura ospedalieraMoscati, egli ha offerto ai presentisuggestivi itinerari di ricerca edapprofondimento: “Dobbiamo stareaccanto a chi soffre come Maria aipiedi della Croce; la pastorale nondeve essere sviluppata solo per imalati ma con i malati. Uno deglistrumenti può essere la logoterapia,creata nei campi di sterminio daVictor Franki; essa è radicata nelprincipio che l’uomo è un essere autotrascendente, per cui, sotto la spintadi tensioni spirituali, riesce a plasma-re la sua psiche in un equilibrio crea-tivo con l’ambiente”.L’intervento del Presidente Rosato, inun breve saluto, ha ricondotto ildibattito alla concretezza dei proble-mi gestionali di una macrostrutturacome l’Azienda Sanitaria Asl 1. Egliha elencato una serie di iniziativeattuate per realizzare UN’ETICADELL’ACCOGLIENZA: la scuola peri bambini ricoverati, la musicote-rapia ecc…..Il dottore D’ Avanzo, presidente del-l’ordine dei medici, è riuscito con rarasensibilità a collegare le complessequestioni organizzative con la dimen-sione spirituale in una specie diosmosi creativa davvero stimolante.Da un grosso borsone, che lo accom-pagnava, ha estratto prima una seriedi fogli, che contemplavano il codicedeontologico dei medici, di cui haletto alcuni passi fondamentali; daessi emerge non solo il dovere delsacro rispetto della dignità umana delpaziente ma anche la convinzioneche l’assistenza non può essere solomedica ma il risultato di un conver-genza di contributi diversi (familiari,

psicologici, medici, infermieristici,spirituali). “Dobbiamo sentire la sof-ferenza del paziente come propria innome del comune sentire umano”.Dopo aver pronunciato queste paro-le, egli ha tirato fuori dal borsone laBibbia ed ha letto, nel silenzio gene-rale, la parabola del BuonSamaritano, soffermandosi in parti-colare sull’espressione – si presecura di lui. Di qui la considerazioneche gli operatori devono essere capa-ci di accompagnare i malati anchenei meandri più angoscianti della sof-ferenza come quando si chiedonodisperatamente: “Perché proprio ame?” ………..E la risposta è nelle parole diGiovanni Paolo II: “IL DOLORE ÈREDENZIONE”A questo punto, il moderatore hainvitato il dottor Pasquale Riccardi adillustrare le tematiche del suo libro.Egli ha confidato che la stesura del-

l’opera ha coinciso con l’esperienzadolorosa della malattia del padre, percui le pagine sono animati dalle sen-sazioni e dai vissuti, che hannoaccompagnato la morte del pro-prio genitore. Egli ha osservatoacutamente:“Non è un libro di tecnicismi ma ilfrutto di esperienze personali, filtrate,certo, attraverso la pratica analitica,ma in una autentica dimensione rela-zionale, priva di artifici culturali”. Lesue parole hanno anche delineato lafisionomia e la metodologia dellalogoterapia di Victor Franki, che neicampi di sterminio nazisti, di notte,sfidando le SS, assisteva i compagnidi prigionia attraverso un dialogoaperto e coinvolgente. Molto efficacisono state alcune sue osservazioni:“Bisogna aiutare il malato a dare unsignificato alla sua esperienza, supe-rando il vuoto del non –sense e delladisperazione. Egli deve scoprire

attraverso la dimensione spiritualequel luogo profondo e centrale, in cuinon ci si ammala mai. Il rapporto conchi soffre deve essere non un accom-pagnamento più o meno pietoso maun incontro!” A suggello della manifestazione, ilVescovo Marino ha pronunciato paro-le di profonda spiritualità: “Cristo è ilBuon Samaritano, che ha curatoed amato l’uomo. L’uomo è unessere relazionale ….. e la suaprima relazione è con Dio.Abbiamo l’immagine del Dio deifilosofi, impassibile e remoto mail Dio della Rivelazione è il Dio chesoffre, non risolve magicamenteil dolore ma ci fa capire la direzio-ne della sofferenza. Assistere ilmalato, il bisognoso, non è undovere etico ma è parte delnostro essere”.

Presentato il libro “Dalla sofferenza alla crescita” di Pasquale Riccardi

di AmletoTino

La presidenza provin-ciale delle ACLI, elet-

ta dal XXII Congressocelebratosi nella nostracittà nel mese di marzodel 2008 ha riunito,com’è consuetudine, ametà del mandato qua-

driennale, il quadro dirigente, iresponsabili dei servizi e le strutturedi base, per fare il punto della situa-zione su quello che è stato fatto e suquello da fare. Questo, infatti, è statolo scopo della Conferenza organizza-tiva e programmatica (C.O.P.), delleAcli di Avellino, che si è svolta all’in-terno della settimana celebrativa delII Congresso Eucaristico Diocesano(27 aprile – 2 maggio 2010).L’iniziativa di vita cristiana e lo svolgi-mento della Conferenza costituisco-no, in verità, due momenti forti perripensare, rilanciare e progettare unpiù incisivo modello organizzativo epolitico-culturale delle ACLI in provin-cia di Avellino.La significativa storia delle ACLI irpi-ne, la considerazione rilevante diesse da parte delle istituzioni locali,delle chiese diocesane dell’intera pro-vincia, delle forze sociali e del TerzoSettore, la rilevanza del quadro diri-gente, a tutti i livelli organizzativi

interni, la originale ed apprezzatacapacità di riflessione, dibattito emobilitazione del sistema aclista nellasfera civile e sociale del territorio pro-vinciale costituiscono un preziosopatrimonio i cui valori vanno quoti-dianamente assunti come fonte sor-giva, ideale e programmatica, peressere protagonisti – da cristianiimpegnati sulla frontiera delle emer-genze sociali – nel travaglio culturalee sociale delle popolazioni irpine. La Conferenza, che è stata divisa invari segmenti tematici, comprendevatutti i possibili percorsi di sviluppoassociativo, che vanno individuati datutto il quadro dirigente provincialeespresso dall’ultima assise congres-suale, con la consapevolezza che “lademocrazia interna è un valore per-manente che non può essere invoca-to senza averlo prima formalmentesostenuto e incarnato con la perso-nale e generosa donazione della pro-pria disponibilità”.Per quanto riguarda l’esigenza dinuovi percorsi formativi, per costrui-re e condividere una comune idea diprogettazione, è stato fatto presenteche va strutturato un percorso cherilanci l’idea stessa di progettazionesociale, sviluppando logiche di lavoroe competenze utili ad operare in un

contesto sociale complesso ed incontinua trasformazione. Costruire esperimentare strumenti e serviziintegrati, interni ed esterni al sistemaACLI, valorizzando il lavoro in rete travari soggetti associativi, che aderi-scono alle ACLI (rete interna) e tra isoggetti istituzionali ed imprese (reteesterna) che partecipano alla realiz-zazione dei progetti.Per quanto concerne la formazioneper i nuovi quadri dirigenti a livelloprovinciale, va, senz’altro, ripresal’interessante iniziativa dello svolgi-mento del tradizionale corpo di for-mazione, che per il passato è stato lafucina per significativi quadri dirigen-ti provinciali e nazionali, nell’ambitodel sistema aclista. Va senz’altropresa in considerazione la centralitàdel circolo per lo sviluppo del siste-

ma. Infatti, la crisi di identità avverti-ta a livello locale, la distanza delmodello partitico e la disaffezione perquello sindacale, aprono precisi spaziorganizzativi di crescita e di incidenzadelle ACLI all’interno delle nostrecomunità locali. Va tenuto conto, perquanto innanzi, la ricerca di approdivaloriali dei giovani, donne, anziani edei volontari cristiani impegnati nellequotidiane battaglie, per costruiremomenti di aggregazione, percorsicondivisi di impegno, canali di comu-nicazione e di confronto quasi inesi-stenti nel tessuto socio-culturale dellecomunità, che possono trovare sen-z’altro nel circolo ACLI l’originale eserio alveo di maturazione ed attiva-zioni vitali sul piano civile e sociale.Un punto molto interessante dellaConferenza può essere quello deirapporti con la Chiesa locale. Infatti,lo sviluppo associativo delle ACLI inprovincia di Avellino è avvenuto sto-ricamente dal 1946 al 1968, preva-lentemente “a latere” delle parroc-chie, mediante l’aiuto ed il protagoni-smo di parroci impegnati sul frontepastorale per la crescita spirituale edumana del popolo di Dio, affidato alleloro cure. E a tal proposito, va sotto-lineato che le scelte sofferte e nonsempre lineari delle ACLI a livello

nazionale, il relativismo etico ed ilprevalere del consumismo hannoopacizzato e disattivato il rapportoACLI-parrocchia. Gli ultimi Pontefici,riaffidando alle ACLI l’antico ruolo di“cellule dell’apostolato cristianomoderno”, l’attenzione delle chieselocali e la disponibilità operosa deigiovani parroci costituiscono precisielementi di “agibilità” organizzativa edi crescita per leACLI.Altri argomenti trattati sono statiquelli inerenti la democrazia associa-tiva, la conferenza provinciale deiservizi ed imprese sociali delle ACLI,ed apertura di spazi nel quadro diri-gente.A discutere sui problemi inseriti nellaconferenza sono stati il presidente,Francesca Silvestri, i vice presidentiGerardo Salvatore e Giovanni Perito,nonché altri responsabili delle ACLI.A chiusura dei lavori, è stata appro-vata la mozione, evidenziando che ildibattito ha focalizzato l’esigenza diuna ripresa complessiva per l’attiva-zione di nuove forme e pratiche disocietà, sviluppando il tessuto asso-ciativo e la presenza originale delleACLI all’interno del dibattito politico-culturale e del confronto complessivocon tutti i soggetti presenti nel conte-sto territoriale irpino.

di Alfonsod'Andrea

Avellino - Conferenza organizzativa e programmatica delle A.C.L.I. irpine

La Speranza per vivere con gioiaConvegnoorganizzato dall’AMCI Associazione Medici Cattolici Italiani

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12 13 marzo 2010 Il PonteIl PonteEconomia e politicaLA SETTIMANA

in... brevedi Antonio Iannaccone

Lunedì 1 marzoAVELLINO – Il lavoro nero è sem-pre più diffuso anche in Irpinia.Secondo i dati raccolti dal Cles(Comitato lavoro e sicurezza), nel-l’ultimo trimestre in provincia di

Avellino sono stati scoperti oltre trecento lavorato-ri irregolari, senza dimenticare le quattrocentoaziende sanzionate, per un importo complessivopari ad un milione di euro. Il settore più colpito è,come sempre, quello edile.AVELLINO – Manca poco ormai al compleanno diAvellino 1: il più “anziano” gruppo scout dellanostra terra si prepara a soffiare (mercoledì 10marzo) su ben 65 candeline. I festeggiamentidureranno una settimana e si svolgeranno lungo ilcorso Vittorio Emanuele ma anche presso la sede

storica del gruppo scout, ovvero la parrocchiaCuore Immacolato di Maria, in via degli Imbimbo.

Martedì 2 marzoPRATOLA SERRA – Prosegue lo sciopero delletute blu dell’Fma. Il prossimo obiettivo consistenell’organizzare un sit-in di protesta in piazzaLibertà, e precisamente davanti a palazzoCaracciolo, in occasione dell’arrivo del ministroClaudio Scajola previsto per metà marzo.

Mercoledì 3 marzoMERCOGLIANO – Brutto episodio all’interno dellascuola media “Guido Dorso”. Nella notte, infatti,ignoti hanno dato fuoco a dei cartoni da imballag-gio posizionati nel mezzo di un’aula totalmentevuota. Le fiamme, nonostante il tempestivo inter-vento dei vigili del fuoco, hanno danneggiato la pla-foniera in plastica presente nella struttura.

Giovedì 4 marzoAVELLINO – Al teatro “Carlo Gesualdo” si è alza-to il sipario su “Un tè per tre”, il nuovo spettacolodi Biagio Izzo messo in scena con la regia diClaudio Insegno. Si tratta di una commedia legge-ra e brillante, contraddistinta da balletti e insertimusicali di vario genere.AVELLINO – C’è stata molta attesa in città per lacerimonia di premiazione del concorso di poesia “Ilnomade e le stelle”, organizzato per il terzo annoconsecutivo dalla casa editrice Scuderi. La giuria,presieduta da Paolo Saggese, ha espresso il pro-prio verdetto martedì 9 marzo, presso il CarcereBorbonico, con inizio alle ore 17.

Venerdì 5 marzoAVELLINO – Drammatico incidente sull’autostra-da A16 nel tratto compreso tra i caselli di Avellinoovest ed est. Il ventenne Michele Russo, originariodi Avella, è morto dopo essere finito fuori carreg-giata con la propria Toyota Yaris. La causa della tra-gedia sarebbe da ricondurre all’asfalto ghiacciato.

Sabato 6 marzoAVELLINO – Grande successo per il convegno diAzione cattolica svoltosi presso la Banca dellaCampania. Oltre seicento persone hanno presen-ziato all’evento, durante il quale importanti autori-tà (come il presidente nazionale di Ac, FrancoMiano, e l’Arvivescovo di Napoli, il CardinaleCrescenzio Sepe,) si sono soffermate a rifletteresul tema “I doveri e i diritti. Per una rinnovatacoscienza civile nel Mezzogiorno”.

Domenica 7 marzoMONTEFORTE – Lo sport dovrebbe avvicinare lepersone, ma molto spesso finisce col dividerle. Lotestimonia la rissa scoppiata al termine di una par-tita di calcio tra gli allievi della locale compagineirpina e quelli dell’Aversa. Risultato? Vari feriti e unsedicenne con un trauma cranico. Per tutti i ragaz-zi coinvolti nel brutto episodio è scattato il provve-dimento Daspo.MODICA – L’Avellino non si ferma più. I ragazzi dimister Marra hanno ottenuto la quarta vittoria difila, portandosi così a ridosso della zona playoff. Letre reti segnate dai biancoverdi, nell’insidiosa tra-sferta siciliana, sono state firmate da Biancone,D’Isanto e del solito Romano.

Nel Palazzo di Santa Lucia, a Napoli,alla fine della corrente legislatura

stanno succedendo le cose mai viste finoad oggi dall’avvento della Regione.Si stanno inventando le professioni piùstrane; dopo i “Consulenti ai pranzi”,per i quali si spende la modica somma dicirca mezzo miliardo delle vecchielire, ecco che arrivano, con delibera di

Giunta n. 1948, corsi di formazione connuovi profili professionali, partoriti, perl’occasione nei corridoi dell’Assessoratoalla Formazione Professionale.Qualche anno fa, come ricorderanno ilettori, furono creati i corsi per “Veline”,che fecero ridere l’Italia intera, quelli di“Animatore per il turismo balnea-re”Nostromo di spiaggia” (Si trattava,semplicemente di bagnini, che una voltaerano reclutati dalla Valtur) ecc. Oggi, afine legislatura ne sono stati inventati

altri che sono un capolavoro dell’ingegnoumano. Sono stati autorizzati, con la pre-detta delibera n.1948, i seguenti corsi:“Addetto ai servizi di controllo delleattività di intrattenimento e di spetta-colo in luoghi aperti al pubblico o inpubblici esercizi”. In parole povere si tratta di un corso per“Buttafuori”. Corso della durata di 600

ore di “Esperto massaggiatore delbenessere” che “attraverso le varie tec-niche di massaggio mira a creare unasensazione di benessere psico-fisico nellepersone su cui opera, tenendo conto delleloro esigenze e caratteristiche”.Corso di 600 ore per “Operatore di assi-stenza termale”. Una figura professio-nale che “ha una conoscenza approfondi-ta delle varie tipologie di trattamenti ter-mali, o delle tecniche di accoglienza eassistenza alla clientela, svolgendo all’in-terno della struttura un ruolo fondamen-tale per il miglioramento della qualità deiservizi e della soddisfazione del cliente”.Ci auguriamo che la Giunta regionaleabbia, finalmente, completato il suo…improbo… lavoro… e non ci regali l’ultimogiorno qualche altra estrosa novità ,partorita dall’inesauribile fantasia diqualche amministratore napoletano.

Alla Regione Campania dopo le “veline” arrivano

i “buttafuori” e i “Massaggiatori del benessere”di Alfonso Santoli

SPRECOPOLI

IL DECRETO MILLEPROROGHE E’ LEGGE

““AA TTUU PPEERR TTUU CCOONN IILL FFIISSCCOO”” a cura di Franco Iannaccone

LA RAFFICA DI PROROGHE, TRASFORMATA IN LEGGE, CONTIENE MOLTE NOVITA’ E MOLTE CONFERME

Ed anche il “decreto milleproroghe” 2010 (D.L.n.194 del 30dicembre 2010) è stato convertito in legge secondo l’ormai

collaudato sistema utilizzato, da un po’ di anni, da tutti i governi diturno: il Consiglio dei ministri vara il decreto, l’esame in Parlamentoviene circoscritto soltanto ai lavori delle Commissioni, la maggioranzaprepara un maxi emendamento da far approvare in blocco. Unica dif-ferenza per il decreto di quest’anno è che non si è fatto ricorso al votodi fiducia bensì si è aperto il solito mercatino anche se in maniera piut-tosto marginale. Ma alla fine è venuto fuori, comunque, un prov-vedimento di 16 articoli e 150 commi (Legge n.25 del26.2.2010).Diverse, quindi, le modifiche e le integrazioni apportate al decreto dipartenza, mentre sono rimaste fuori alcune misure attese ed annun-ciate (come gli incentivi per la rottamazione delle auto e la rivaluta-zione degli immobili delle imprese) che, per un motivo o un altro allafine non sono state incluse nel provvedimento. Sono rientrati, invece,all’ultimo momento i contributi per l’editoria.Come consuetudine, le proroghe contenute nel tradizionale decretodi fine anno, ora divenuto legge, riguardano un po’ tutti i settoridella pubblica amministrazione: dal fisco al lavoro; dagli inter-ni alle infrastrutture e trasporti; dalla sanità all’istruzione; dal-l’ambiente allo sviluppo economico. Vediamo in principal modo le misure adottate in campofiscale.

SCUDO FISCALEIl provvedimento riapre i termini dello scudo fiscale, stabilendo unanuova finestra temporale (30 dicembre 2009 – 30 aprile 2010)entro cui poter effettuare le operazioni di emersione delle attivitàpatrimoniali e finanziarie detenute all’estero: con l’imposta sostitutivaal 6% per le operazioni già ormai concluse entro il 28 febbra-io scorso e al 7% per quelle effettuate dal 1° marzo fino al 30aprile. Inoltre il decreto prevede che il Ministero dell’Economia e delleFinanze presenti entro il prossimo 15 giugno una relazione sul nume-ro delle operazioni di rimpatrio e regolarizzazione perfezionate al 15dicembre 2009, al 28 febbraio e al 30 aprile 2010.Sono raddoppiati, altresì, i termini per l’accertamento (ai finidelle imposte sui redditi e dell’Iva) che scatta sulla presunzione dilegge in base alla quale gli investimenti e le attività finanziarie dete-nute in paradisi fiscali si considerano costituiti mediante redditi sottrat-ti a tassazione in Italia, salvo prova contraria del contribuente.

STUDI DI SETTORELa pubblicazione degli studi di settore sulla Gazzetta Ufficialeper gli anni d’imposta 2009 e 2010 avverrà entro il 31 marzo2010 e 31 marzo 2011. In questo modo l’AmministrazioneFinanziaria potrà aggiornare gli strumenti di accertamento tenendoconto degli effetti prodotti dalla crisi economica.

5 PER MILLEE’ prorogato al 30 aprile 2010 il termine entro cui le associazionino profit, che hanno presentato tempestivamente la domanda diammissione al riparto del cinque per mille, possono consegnare l’in-tegrazione documentale o le autocertificazioni per l’assegnazione deifondi relativi agli anni 2006, 2007 e 2008.

ABBRUZZOSono sospesi, fino al 30 giugno 2010, per le popolazioni abruzze-si colpite dal sisma, gli adempimenti e i versamenti tributari, nonchéi contributi previdenziali e assistenziali ed i premi Inail.

FRONTALIERIAnche per il 2011 i redditi prodotti da lavoro dipendente svolto

all’estero, in zona di frontiera, in modo esclusivo e continuativo, saran-no tassati solo per la parte eccedente gli 8mila euro.

SOSTITUTI D’IMPOSTASlitta al 2011 l’obbligo dell’invio mensile delle dichiarazioni dei sosti-tuti d’imposta, introdotto dall’art. 44-bis del D.L. 269/2003. La tra-smissione mensile in modalità elettronica dei dati di carattere fiscalee contributivo doveva prendere il via dalle retribuzioni di gen-naio 2010.Nel corso di quest’anno partirà una fase sperimentale gestitadall’Agenzia delle Entrate e Inps.

PICCOLA PROPRIETA’ CONTADINAConfermate per il 2010 le agevolazioni per la piccola proprietà con-tadina: imposta di registro ed ipotecaria in misura fissa (168euro ciascuna) ed imposta catastale normale all’1%, e onora-ri ai notai ridotti del 50%, sull’acquisto di terreni agricoli da partedi coltivatori diretti ed imprenditori agricoli professionali. Le agevola-zioni che decorreranno, per quest’anno, dalla data di entrata in vigo-re del decreto e fino al 31 dicembre 2010 verranno recuperate con lariscossione dell’imposta normale se entro cinque anni i terreni sonovenduti o non vengono coltivati più direttamente.

ZONE FRANCHEOK alle agevolazioni fiscali alle piccole e microimprese che operanonelle aree individuate dal Cipe come zone franche urbane. Il tettomassimo di spesa è fissato a 50 milioni di euro all’anno per il 2008 e2009.

SFRATTIE’ prorogata fino al 31 dicembre 2010 la sospensione delle pro-cedure di sfratto nei confronti di particolari categorie sociali disagiate.

DISTRIBUTORI DI CARBURANTEIntrodotta per la prima volta nel 1998 e successivamente prorogatanel tempo, guadagna ora un altro biennio di sopravvivenza, l’agevo-lazione concessa agli esercenti di impianti di distribuzione di carburan-te per favorire la ristrutturazione della rete. Anche per i periodi diimposta 2009 e 2010, dunque, i benzinai potranno usufruire diuna riduzione forfetaria dal reddito d’impresa commisurataall’ammontare lordo dei ricavi: 1,1% per i ricavi fino a1.032.913,80 euro; 0,6% per i ricavi oltre il limite precedentee fino a 2.065.827,60 euro; 0,4% per i ricavi oltre2.065.827,60 euro.

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1313 marzo 2010Il PonteIl Ponte Chiesa e cultura

La teologia del“Mysterion” attinge

al suo coronamento e alsuo culmine nellaLettera agli Efesini. Il“Mysterion” e la suarivelazione particolareg-giata occupano l’intero

scritto paolino e ne motivano lacomposizione. A nostro avviso,un’indagine teologica, che vogliapenetrare nella comprensioneunitaria e organica dell’interastoria della salvezza e della sua“oikonomia”, per rilevare la cen-tralità dell’Eucaristia, in cui siconnettono tutti i misteri salvifi-ci, deve necessariamente partiredalla Lettera agli Efesini e dal“Mysterion”, su cui essa si dif-fonde dall’inizio alla fine.Ci sembra opportuno dare unosguardo all’intera Lettera, prima dianalizzarne le singole parti. E que-sto, allo scopo di avere dinanzi losvolgimento del pensierodell’Apostolo nel suo complessocosì da seguire meglio la successio-ne delle sue tappe.Abbiamo in precedenza già vistocome, dopo l’indirizzo di saluto, laLettera si apra con le eulogie (bene-dizioni) di un inno liturgico che riflet-te l’azione di grazia eucaristica:“Benedetto sia Dio, Padre delSignore nostro, Gesù Cristo che ci habenedetti con ogni benedizione spiri-tuale…” (1,3). Nell’ inno, la rivela-zione del “Mysterion” eterno diDio e la sua realizzazione nellastoria della salvezza si dispiega-no in congiunzione. E’così indicatauna linea di sviluppo storico-salvificoche si diparte dal “Mysterion”, tenen-dolo costantemente presente comesuo movente esclusivo, suo dinami-smo interno, sua legge ordinatrice,suo fine ultimo. Volgere lo sguardoalla storia della salvezza, per narrar-

la nella sua scansione temporale oper trattarla nei suoi misteri singola-ri, fuori dalla prospettiva unificantedel “Mysterion”, comporta il votarsiad una comprensione parziale einsufficiente della Rivelazione: que-sto appare il limite della gran partedella teologia moderna. Proprio inquesto inno, si precisano i contornidefinitori del “Mysterion” e del suorapporto con l’economia salvifica:“Egli (Dio) ci ha fatto conoscere ilmistero della sua volontà (gnori-sas emin to mysterion tou thelema-tos autou), secondo quanto nel suoamore benevolente (kata teneudokian) aveva in se stesso con-cepito e progettato (en proethetoen auto) per l’economia della pie-nezza dei tempi (eis oikonomian toupleromatos ton kairon), di ricapitola-re tutte le cose in Cristo” (1,9-10).Dunque, il “Mysterion” è il dise-gno e il progetto di amore versodi noi, concepiti da Dio, in sestesso, dall’eternità. In essi, primadei tempi, è contenuta la previsionedi tutti gli eventi-misteri salvifici che,nei tempi, si succederanno nell’eco-nomia storico-salvifica. Tutta questaeconomia dipende, quindi, dal“Mysterion” e da esso è inscindibile.Gli eventi-misteri salvifici, che nellapienezza dei tempi si incentrano inCristo al fine della ricapitolazione inLui di ogni cosa, sono tutti presentisia nel “Mysterion” che nell’ “oikono-mia”, ma in maniera completamen-te diversa. Nell’ “oikonomia” essi sidispiegano in successione temporale(creazione, elezione del popolo diDio, concepimento della Vergine,incarnazione del Figlio di Dio, ecc.):è la salvezza nella sua dimensio-ne storica. Nel “Mysterion”, invece,essi sono concentrati in una simulta-neità che è propria dell’eterno pre-sente di Dio. E sono concentrati inmodo da essere connessi l’uno con

l’altro e da essere compenetrati l’unonell’altro: è la salvezza nella suadimensione metastorica. Questaconnessione e questa compene-trazione sono concentrate suquella “summa”, su quel tuttodella nostra salvezza che èl’unione della divinità e dell’uma-nità nella Persona del Figlio diDio incarnato, tesa alla comuni-cazione, nello Spirito, della gra-zia della comunione tra Dio euomini nel corpo del Cristo sal-vatore, vale a dire, tesaall’Eucaristia, fondamento costi-tutivo della Chiesa e prefigura-zione della beatitudine eterna.In tal senso, l’Eucaristia è tutto ilmistero della nostra salvezza.Dopo l’inno, è possibile dividere laLettera in due parti: l’una di caratte-re dogmatico, che concerne la rive-lazione e la conoscenza del“Mysterion”, l’altra di carattere pare-netico (esortativo) che riguarda lavita cristiana, conformata al“Mysterion”.La prima parte (1,15-3,21) si avviacon l’eucaristico rendimento di gra-zie dell’Apostolo (“ou pauomaieuchariston”) e la preghiera perché ilPadre della gloria dia ai membri dellacomunità uno spirito di sapienza e dirivelazione per una più profondaconoscenza di Lui (“pneuma sophiaskai apokalupseos en epignoseiautou”) (1,16-17). Al termine dellapreghiera, riprende, sotto forma diun inno al Padre e ampliando i temidelle eulogie iniziali, la descrizionedel “Mysterion” nella sua attuazionestorico-salvifica (1, 20-23). Il Padreha risuscitato Cristo dai morti, lo hafatto sedere alla sua destra nei cieli,ha sottomesso tutto ai suoi piedi e loha dato, in quanto capo di tutte lecose, alla Chiesa (“auton edokenkephalen uper panta te ekklesia”).La Chiesa riceve Cristo, Signore

dell’intero cosmo, e a questasignoria cosmica deve tenderenella sua missione cattolica, cioèuniversale. Per questo, essa è ilcorpo (“to soma”) di Cristo, lasua pienezza (“to pleroma”). Lacentralità eucaristica appare evi-dente. Il corpo eucaristico diCristo è la fonte perenne dellacorporalità cristica della Chiesa,nella sua proiezione di pienezzacosmica, sotto il segno dellasignoria di Cristo.Dopo aver cantato l’opera del Padrein Cristo, la Lettera continua, rivelan-do l’opera del Padre in noi, in comu-nione con Cristo (2,1-10), in uno deipassi sublimi del NuovoTestamento: “Dio, ricco di miseri-cordia (“dives in misericordia”), per ilgrande amore con il quale ci haamati, da morti che eravamo per ipeccati, ci ha fatto rivivere conCristo…con lui ci ha anche risuscitatie ci ha fatto sedere nei cieli inCristo…Per questa grazia siete salvimediante la fede”. L’Eucaristia èesattamente la comunicazione diquesta grazia. A questo punto,l’Apostolo passa a cantare, sem-pre in forma di inno, l’opera diCristo (2,14-18). Questa si sinte-tizza nella riconciliazione delpopolo dei circoncisi (ebrei) e delpopolo degli incirconcisi (paga-ni) con Dio in un solo corpo permezzo della croce (“…apokatallaxetous amphoterous en eni somati toTheo dia tou staurou”). Così, permezzo di Cristo, che ci ha uniti nelsuo corpo, “possiamo presentarci alPadre in un solo Spirito”. Ora, sial’opera del Padre in Cristo e in noi, sial’opera di Cristo sono definite espres-samente da San Paolo come“mysterion”: “…poiché per rivelazio-ne mi fu reso noto il mistero di cui viho scritto sopra brevemente” (3,3).La seconda parte della Lettera

(4,1-6,17) è dedicata al vivere il“Mysterion”. Essa principia conl’esortazione a conservare il bene piùprezioso della Chiesa che è l’unità:“Un solo corpo, un solo Spirito”(4,4). Il corpo di Cristo e loSpirito identificano il“Mysterion”. Allora, per viverlonella sua dimensione ecclesiale ènecessario non essere “estranei allavita di Dio”, “conoscere Cristo”,“deporre l’uomo vecchio”, “rinnovar-si nello spirito della mente”, “rivesti-re l’uomo nuovo”. Queste espres-sioni di San Paolo indicano quel-la vita di conformazione a Cristo,di vita in Cristo e con Cristo che èpropria della mistica. Dalla misticadipende, poi, la morale cristiana e isuoi comportamenti. In tale conte-sto, l’Apostolo rivolge le sue esorta-zioni ai coniugi, in riferimento al cuimatrimonio egli usa il termine“mysterion”: “Questo mistero ègrande; lo dico di Cristo e dellaChiesa” (5,32). Il rapporto traCristo e la Chiesa è di caratterenuziale, è il mistero del Figlio diDio che sposa l’umanità pecca-trice, purificandola e salvandolasulla Croce, unendola, quindi, aSé, nel suo corpo, con un legameindissolubile d’amore eterno.Qui, veramente, “Mysterion”,Eucaristia e mistica si congiungonoin una profonda compenetrazione.La Lettera si chiude con l’invito el’esortazione al combattimentospirituale (6,10-20), aspettoessenziale e inevitabile della vita inCristo, necessario accompagnamen-to dell’ascesa mistica. La lotta è“contro le insidie del diavolo”. La vitain Cristo, la vita nel “Mysterion” èrivelata nella sua drammaticità: essaesige che il cristiano rivesta “l’arma-tura di Dio” e vigili con perseve-rante preghiera, per conquistarela salvezza.

Il “Mysterion” nella Lettera agli Efesini

di MicheleZappella

Resti dell’antica Efeso - Biblioteca di Celso

Un’indagine teologica, che voglia penetrare nella comprensione unitaria e organica dell’intera storia dellasalvezza, per rilevare la centralità dell’Eucaristia, in cui si connettono tutti i misteri salvifici, deve neces-sariamente partire dalla Lettera agli Efesini e dal “Mysterion”, su cui essa si diffonde dall’inizio alla fine.

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14 13 marzo 2010 Il PonteIl PonteEcclesia

Il diaconato sorse nella Chiesa delleorigini come servizio alle mense

dei poveri “Non è giusto, dissero idodici, trascurare la Parola di Dio peril servizio delle mense” (At 6,2) equindi ci fu la elezione di Stefano, diFilippo e degli altri cinque compagni acui gli Apostoli imposero le mani(segno dell’Ordinazione).Dopo un lungo periodo di assenza deldiaconato permanente nella Chiesa,con il Concilio Vaticano II, Concilioprevalentemente pastorale, si èavuta la reintroduzione del diaconatopermanente come grado dell’Ordinesacro (Lumen Gentium.29). In veritàgià il Concilio di Trento aveva deciso ilripristino del diaconato permanente,ma tale decisione non fu attuata.Anche in altri documenti del VaticanoII troviamo accenni al diaconato:Orientalium ecclesiarum n.17;Christus Dominus n.15; Dei Verbumn.25; Sacrosanctum Concilium n.68;Ad Gentes n.15.Il Concilio Vaticano II, ripristinando ildiaconato permanente, ha volutoprocedere al rinnovamento dellaChiesa in conformità al modello delleorigini. Infatti nella Sacra Scritturaleggiamo che San Paolo si rivolgevaalla Chiesa di Filippi “con i vescovi e idiaconi” (Fil I,I) e nella prima letteraa Timoteo, dopo aver indicato lecaratteristiche di chi aspira a divenirevescovo, richiamava le qualità chedevono avere i diaconi e “perciò sianoprima sottoposti ad una prova e poi,se trovati irreprensibili, sianoammessi al loro servizio” (I Tim3,10). Si rileva dunque che la Chiesadelle origini era costituita da vescovi,presbiteri e diaconi; ancheSant’Ignazio di Antiochia affermavache “senza di questi (vescovi, presbi-teri e diaconi) non si dà chiesa”,aggiungendo anche che “i diaconinon sono ministri di cibi e di bevan-de, ma dei ministeri di Gesù Cristo”,per indicare il loro servizio all’al-tare, in quanto “ministri dellachiesa di Dio”.Alle decisioni conciliari viene dataattuazione con la lettera apostolica“Sacrum Diaconatus Ordinem”(18/06/1967) di Paolo VI, il quale nelperiodo intercorrente tra il Concilioecumenico e la lettera apostolica hapronunciato due allocuzioni sul diaco-nato: una ai membri del Congressointernazionale sul diaconato(25/10/1965) l’altra ai compo-nenti della Commissione di stu-dio per il diaconato permanente(24/02/1967). Il profilo del mini-stero diaconale viene delineato daPaolo VI anche nel “Motu proprio” AdPascendum ove si descrive la funzio-ne di “intermediazione” definendo ildiaconato “….come ordine interme-dio tra i gradi superiori delle gerarchiaecclesiastica ed il resto del popolo diDio, perché fosse in qualche modo“interprete” delle necessità e deidesideri delle comunità cristiane, ani-matore del servizio, ossia della diaco-nia della chiesa presso le comunitàcristiane locali, segno dello stessoCristo Signore, il quale non venne peressere servito, ma per servire”.Per quanto riguarda l’altro grandePontefice Giovanni Paolo II, anche senon esiste un suo documento speci-fico, alcuni suoi discorsi sono signifi-cativi: in particolare quello indirizzatoai diaconi italiani (15/03/1985) equello indirizzato ai diaconi statuni-tensi (19/09/1987). Nel primo ilSanto Padre dice tra l’altro: “Il diaco-no nel suo grado personifica CristoServo del Padre partecipando alla tri-plice funzione del Sacramento dell’or-dine: è maestro in quanto proclamae illustra la Parola di Dio; è santifica-tore in quanto amministra ilSacramento del Battesimo,dell’Eucarestia e i sacramentali; èguida in quanto è animatore dicomunità o settori della vita ecclesia-le”. Riguardo alla Parola di Dio è signi-

ficativo che durante il rito diOrdinazione del diacono, dopo la pre-ghiera che accompagna l’imposizionedelle mani, il vescovo consegna illibro dei Vangeli al diacono con laseguente raccomandazione: “Ricevi ilVangelo di Cristo del quale sei diven-tato l’annunciatore: Credi sempre aciò che proclami, insegna ciò che haiappreso nella fede, vivi ciò che inse-gni”. Da quanto sopra si rileva come siaindispensabile per il diacono il rappor-to quotidiano e approfondito con laParola di Dio e come faccia parte delsuo ministero “annunciare il Vangelo”anche là dove non possono arrivarené il prete né il vescovo.Il rito dell’ordinazione mette in risaltoun altro aspetto del ministero del dia-cono cioè il servizio all’altare: il diaco-no riceve il sacramento dell’Ordineper servire in veste di ministro allasantificazione della comunità cristia-na in comunione gerarchica con ilvescovo e i presbiteri. “Il diacono pre-sta un servizio sacramentale quindiintrinseco, organico, inconfondibile,che differisce essenzialmente daqualsiasi ufficio liturgico che i pastoripossono affidare ai fedeli non ordina-ti” (Direttorio 1998 n.28). Il diacono

indossa la stola in quanto è ministroordinato e come tale proclama laParola e la può commentare; formu-la le intenzioni della preghiera univer-sale presentando così al Padre tuttele miserie e le speranze degli uomini;porta all’altare le offerte, simbolodella vita degli uomini offerta a Dio edella partecipazione fraterna, di cuiassicura l’animazione in seno allaChiesa. Alza il Calice eucaristico men-tre il presbitero presenta l’Ostia: èCristo incontrato nei poveri, ai quali sisarà dato da mangiare e da bere, chesi offre al Padre per la salvezza della

moltitudine. Invita l’assemblea attra-verso il gesto della pace, a significarel’unità della Chiesa e della umanità.Infine distribuisce il Pane di vita,nutrimento per il cammino, e pro-nuncia il saluto finale “la Messa è fini-ta, andate in pace”: i battezzati sonoinviati nel mondo per costruire laciviltà dell’amore e annunciare ilRegno che viene.Nel secondo discorso indirizzato aidiaconi statunitensi, Giovanni Paolo IIafferma, tra l’altro, a proposito delministero del diacono nelle parroc-chie: i “diaconi permanenti hannol’obbligo di rispettare l’ufficio delsacerdote e di collaborare consape-volmente e generosamente con lui econ il personale della parrocchia. Ildiacono ha anche il diritto di essereaccettato e pienamente riconosciutoda loro e da tutti per ciò che è: unministro ordinato della Parola, dell’al-tare e della carità”. E ancora, rivol-gendosi alle mogli dei diaconi, il Papadice: “Voi che siete mogli di diaconipermanenti, intime collaboratrici nelloro ministero, siete impegnate conloro a crescere nella conoscenza enell’amore di Gesù Cristo. E ciò natu-ralmente significa crescita nella pre-ghiera, preghiera personale, preghie-

ra familiare, preghiera liturgica”. Per quanto riguarda la diaconia dellacarità, con la preghiera di ordinazio-ne e anche durante il dialogo di impe-gno e la promessa di obbedienza, sifa esplicito riferimento alla dimensio-ne caritativa del ministero del diaco-no, il quale deve essere “premurosoverso i poveri e i deboli e sincero nellacarità”. I diaconi, come dicono ivescovi italiani nel documento“Evangelizzazione e testimonianzadella carità”, devono essere “ segnodella chiesa che serve in mezzo aifratelli”. Tale affermazione viene

approfondita nel documento dellaConferenza Episcopale “I diaconi ita-liani nella chiesa italiana.Orientamenti e norme”, quando si“chiede ai diaconi un servizio eccle-siale di più ampio respiro, risponden-do così all’esigenza, oggi particolar-mente urgente, di una capillareevangelizzazione e testimonianzadella carità nelle loro più svariateforme”. Il documento appena citatovenne promulgato dalla ConferenzaEpiscopale Italiana, in attuazione delConcilio Vaticano II, il I° giugno 1993a vent’anni dal primo documentoemanato dalla Cei dopo il concilio “Larestaurazione del diaconato perma-nente”, al quale seguiva dopo unanno il regolamento applicativo“Norme e direttive per la scelta e laformazione dei candidati al ministerodiaconale”. Comunque i compiti attri-buiti ai diaconi permanenti vengonoprecisati nelle norme fondamentali,promulgate nel 1998 dallaCongregazione per l’EducazioneCattolica ove si afferma: “il ministerodel diacono si caratterizza per l’eser-cizio dei tre “munera” propri del mini-stero ordinato, secondo la prospetti-va specifica della diaconia.Il munus docendi, in riferimento alquale il diacono è chiamato a procla-mare la Scrittura e istruire ed esorta-re il popolo. Ciò è espresso dalla con-segna del libro dei Vangeli, previstanel rito stesso dell’ordinazione, comeè stato già detto.Il munus sanctificandi, il quale siesplica nella preghiera, nell’ammini-strazione solenne del battesimo,nella conservazione e distribuzionedell’eucarestia, nell’assistenza ebenedizione del matrimonio, nellapresidenza del rito del funerale edella sepoltura, e nell’amministrazio-ne dei sacramentali. Ciò evidenziacome il ministero diaconale abbia ilsuo punto di partenza e di arrivo nel-l’eucarestia, e non possa esaurirsi inun semplice servizio sociale.Il munus regendi, il quale si esercitanella dedizione alle opere di carità edi assistenza e nell’animazione dicomunità e settori della vita ecclesia-le, specie per quanto riguarda la cari-tà. E’ questo il ministero più tipico deldiacono. E’ ovvio che trattasi di“munera” che sono da considerarsinon come poteri ma come fonte dicomunione ecclesiale verso la qualedeve tendere la grazia del diaconatovisto come sacramento dello stessoCristo Signore e servo.Mi piace riportare ciò che ebbe a direS.Ecc. Mons. Francesco Cuccaresegià Arcivescovo Metropolita diPescara-Penne e Membro dellaCommissione episcopale per il clero,

al convegno nazionale di studio suldiaconato permanente in Italia: “avoi diaconi dico: il vostro ministerosia innanzitutto un servizio a Cristo.Voi siete chiamati a interpretare e acontinuare, in alcuni aspetti, il servi-zio messianico di Gesù: perciò dove-te compiere il vostro servizio ministe-riale come atto di amore a Lui, comeimpegno di fedeltà verso di Lui…voiprestate la vostra voce, le mani e ilcuore a Cristo, perché molti fratellisiano aiutati, nel suo nome, a speri-mentare la salvezza….Chiamati auna imitazione speciale di Cristoservo, voi diaconi dovrete seguirneanche lo stile di servizio: perciò ren-dete il vostro servizio alla chiesa conamabilità e umiltà, con gratuità egenerosità, con prontezza e pazien-za”.E a proposito dell’umiltà bisogna pre-cisare che la sua essenza non consi-ste nel ritenersi piccoli e insignificanti(non valgo niente), perché questopuò dipendere anche da una depres-sione o da una cattiva immagine disé, ma consiste nel farsi piccoli perservire gli altri: ecco la vera umiltà.Un servizio reso con orgoglio non èpiù, evidentemente, un servizio maun modo di servirsi degli altri per sod-disfare se stessi.Allora il servizio è la forma ultima,chiara e più sicura dell’umiltà, l’umil-tà di Gesù che “pur essendo di natu-ra divina spogliò se stesso assumen-do la condizione di servo”; dal suoesempio si capisce che l’umiltà è lavirtù divina per eccellenza eFrancesco D’Assisi che l’aveva capitonon si stancava di ripetere in moltelettere: “Portate, frati, l’umiltà di Dio”.E non dimentichiamo che al momen-to dell’ordinazione ci fu chiesto:“Volete esercitare il ministero del dia-conato con umiltà e amore in aiutodell’ordine sacerdotale a servizio delpopolo di Dio?L’umiltà vera è indicata da Gesùanche quando dice: “Chi vuol essereil primo sia l’ultimo, il servitore ditutti”. Noi diaconi abbiamo la possibi-lità di praticare l’umiltà nella formapiù sicura che è quella di farsi piccolicome dice Paolo: “non aspirate allecose troppo grandi, non aspirate amansioni di prestigio, piegatevi allemansioni piccole, umili”.In conclusione, noi dobbiamo conser-vare l’entusiasmo e la gioia di quan-do siamo stati ordinati diaconi per-manenti, dobbiamo avere comemeta principale l’incontro con Cristo,stabilire una relazione viva con Lui; intal modo tutto diventa raggiungibile,nonostante le avversità, così nondeluderemo chi ripone tanta fiduciain noi come risulta dalla lettera ai dia-coni permanenti in data 10 agosto2009 della Congregatio Pro Clericis inoccasione della festa di San Lorenzo,diacono e martire, la quale così inizia:“Cari diaconi permanenti, sempre dipiù la Chiesa scopre l’inestimabile ric-chezza del diaconato permanente.Quando i Vescovi vengono allaCongregazione per il Clero, in occa-sione delle visite “ad limina”, il temadel diaconato, tra gli altri, viene disolito commentato e i Prelati sonogeneralmente assai contenti e pienidi speranza riguardo a voi, Diaconipermanenti. Ciò colma noi tutti digioia. La Chiesa vi ringrazia e ricono-sce la vostra dedizione e il vostroqualificato lavoro ministeriale. Al con-tempo, vuole incoraggiarvi sulla stra-da della santificazione personale,della vita di preghiera e della spiritua-lità diaconale. A voi si può egualmen-te applicare ciò che il Papa ha detto aiSacerdoti, per l’Anno Sacerdotale,ossia: bisogna “favorire questa ten-sione dei Sacerdoti verso la perfezio-ne spirituale, dalla quale soprattuttodipende l’efficacia del loro ministero”.(disc. Del 16/03/2009).

Emilio De Rogatis

Il Diaconato permanente nella Chiesa di Cristo

Ministero da esercitarsi con umiltà e amore in aiuto dell’Ordine sacerdotale

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1513 marzo 2010Il PonteIl Ponte

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OBESITA’: UN ENZIMA BRUCERA’ LE CALORIE?

MEDICINA E SALUTE a cura di Gianpaolo Palumbo

In tutti i paesi indu-strializzati, dove il

benessere sociale èdiffuso, esiste unamalattia altrettantodiffusa ed in continua,

inarrestabile crescita: l’obesità.Un soggetto viene dichia-

rato obeso quando il proprio pesoè superiore al 20% del peso idea-le. Il 15 % di bambini italiani ed il10% degli adulti è obeso. Cinqueanni fa 75 persone su 1000 eranoobese mentre oggi sono diventati100 su 1000. Di questo passo tradieci anni il 15% della popolazioneadulta diverrà obesa. La cosaimportante che, nonostante cam-pagne di informazione, articoli,saggi, convegni ed altro l’obesitàcontinua a diffondersi.Dal 1994 negli Stati Unitid’America è stata messa in attouna capillare campagna nazionaleper combattere questa malattiacon risultati tutt’altro che incorag-gianti, tanto è vero che la percen-tuale è aumentata tra gli abitantidel “nuovo continente”.Come mai questa patologia è cosìgrave da non essere capaci a com-batterla? Il 90% degli obesi cheintraprende una dieta dimagrante,al di là della tipologia o della dura-ta, non riesce a mantenere i risul-tati raggiunti. Spesso addiritturanon solo si riprendono i chili persiinizialmente ma con ….l’interessedi pesare più di prima.Come mai le diete non funziona-no? Perché i migliori dietisti enutrizionisti falliscono in continua-zione? Addirittura si è creata lafigura dell’obesiologo che ha sosti-tuito il dietologo. L’obesiologo deveservirsi di collaboratori specializza-ti per agire sui diversi punti scate-nanti l’obesità: cause biologiche,psicologiche, ambientali e sociali.Quindi deve essere allestita unaequipe forte ed agguerrita.

Di sostegno a questa equipe cisono ricerche di grande importan-za che si susseguono nel mondoscientifico internazionale a spronbattuta vista l’importanza dellaposta in palio che è rappresentatodal futuro della nostra salute.Citiamo in ordine di importanzaquelle che costituiscono le attualitàpiù importanti. La prima è unvanto della nostra terra perché sitratta di uno studio portato al suc-cesso dall’Istituto di Scienzedell’Alimentazione del ConsiglioNazionale delle Ricerche che hasede al centro di Avellino. Con questo studio è stato possibi-le dimostrare che lo Yogurt proteg-ge dalla sviluppo dell’obesità. LaDott.ssa Rosalba Giacco, che hacoordinato la ricerca, ha esaltato lafigura nella dieta dei probiotici edella capacità che essi hanno diagire sul metabolismo degli ali-menti.Infatti, la riduzione del 2% dell’in-troito energetico nel corso deglianni e dei decenni, rappresenta undato che potrà fare in futuro la dif-ferenza facendo rimanere la popo-lazione che utilizza lo yogurt nelpeso normale. I ricercatori avellinesi hanno postol’accento sulla necessità dei pro-biotici nella dieta per combatterel’obesità, ma neppure un mese fasi è avuta la notizia di una nuovavia per la magrezza pubblicata condovizie di particolari su:”Cell meta-bolism”.Gli scienziati dell’Albert EisteinCollege of Medicine andNeuroscience della YeshivaUniversity di New York hanno tro-vato il modo di bruciare energiaconsumando le calorie di tropporesponsabili dell’aumento di peso.Si tratta di un enzima (Fyn – chi-nasi) che controlla in maniera indi-retta una proteina (Ampk) cherappresenta l’interruttore che con-

trolla l’energia.Gli scienziati americani hanno

somministrato una sostanza chi-mica in grado di bloccare questaproteina. Immediatamente i topi dilaboratorio hanno perso peso bru-ciando calorie ed acidi grassi. Pergiunta, sempre in questi topolini, siè riscontrato un miglioramentodella funzionalità dell’insulina edun miglioramento anche di altrimetabolismi.La molecola somministrata ha unnome, anche se brutto: Su6656. IlPremio Nobel per la Medicina pote-va essere d’obbligo alla studiosache lo aveva perfezionato: ClaireBastie, ed anche commercialmen-te poteva costituire il più grandesuccesso della storia della farma-

cologia in assoluto, ma come sem-pre, nessuno aveva fatto i conticon gli effetti collaterali. Comeaccadde per la pillola miracolosacontro la dipendenza alcolica chedistruggeva letteralmente il fega-to, questa, invece, distrugge il cer-vello dei topolini e quindi degliessere umani che ne avrebberofatto uso.A questo punto la speranza del-l’umanità è quella di riuscire a tro-vare un farmaco antigrasso chenon porti conseguenze letali all’or-ganismo.Qualche cosa di simile i genetististanno già facendo nel senso chehanno dimostrato che l’obesità èanche colpa di un piccolo pezzomancante nel nostro DNA. Siamo

nel campo del difetto genetico. Lostudio è stato compiuto a Londrada Robin Walters dell’ImperialCollege ed ha portato all’individua-zione della cancellatura sullamappa della chilobase 593 del cro-mosoma 16. Sembrano dei nume-ri campati in aria non adatti nep-pure per il gioco del lotto, maintanto sono colpevoli dello 0,7%dell’obesità di 16.000 persone stu-diate.Questi risultati straordinari nelcampo della ricerca pura dimostra-no di come sia difficile vincerel’obesità patologica e che quandouna dieta non sortisce l’effettosperato difficilmente la colpa è del-l’obesiologo.

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16 13 marzo 2010 Il PonteIl PonteEcclesia

Santa Luisa de Marillac Vedova e religiosa

15 marzo

Ferrieres, 1591 - 15 marzo 1660

Martirologio Romano: A Parigi in Francia, santa Luisa de Marillac, vedova,che guidò con il suo esempio l’Istituto delle Figlie della Carità nell’assistenzaai bisognosi, portando a pieno compimento l’opera avviata da san Vincenzo de’Paoli.

L'incontro di Luisa (Ludovica) de Mariliac con Vincenzo de Paul (o de' Paoli),sul finire del 1624, determinò una svolta rivoluzionaria nell'esercizio della cari-tà e nella vita religiosa. "Voi avete per monastero - ripeteva S. Vincenzo alleprime Figlie della Carità, delle quali S. Luisa de Marillac fu confondatrice - solole case degli ammalati, per cella una camera d'affitto, per cappella la chiesaparrocchiale, per chiostro le vie della città, per clausura l'obbedienza, pergrata il timor di Dio, per velo la santa modestia". Sono parole che meglio diogni profilo biografico dipingono la vita della santa odierna, umile, intelligen-te e duttile collaboratrice del grande santo della carità. "Solo Dio conoscequale forza d'animo ella possieda", disse S. Vincenzo, a commento della suaattività instancabile, nonostante le precarie condizioni di salute e le molte tri-bolazioni.Figlia naturale di Luigi de Marillac, signore di Ferrières e consigliere alParlamento, ebbe un'infanzia agiata; ma dopo il 1604, mortole il padre, laquattordicenne Luisa fu tolta dal regio collegio e affidata a una "signorinapovera" (forse sua madre), che l'avviò al lavoro. In questo periodo Luisaconobbe la sua origine e ne soffrì, maturando il proposito di farsi religiosa. I parenti decisero altrimenti e Luisa il 5 febbraio 1613 sposò lo scudiero esegretario di Maria de' Medici, Antonio Le Gras. Il 19 ottobre di quell'anno lenasceva un bimbo, Michele. La lunga malattia del marito e le sopraggiunte dif-ficoltà finanziarie turbarono quasi sul nascere l'armonia tra i due coniugi, alpunto che Luisa pensò alla separazione.I frequenti colloqui con S. Francesco di Sales, incontrato la prima volta a Pariginel 1618, l'aiutarono a superare questo difficile momento. Poi Vincenzo de'Paoli l'associò alla progettata fondazione dell'Istituto delle Figlie della Carità.Poco dopo, nel dicembre 1625, morto il marito ed entrato in seminario il figlioMichele, Luisa poté accogliere in casa sua le prime giovani venute dal conta-do per mettersi al servizio dei poveri, in collaborazione con le Dame dellaCarità. Era il primo nucleo della nuova rivoluzionaria congregazione.Restò sulla breccia fino all'ultimo momento. Morì il 15 marzo del 1660, pochimesi prima del "padre dei poveri", da cui attinse la semplicità della vita inte-riore e lo spirito pratico. In sintonia con il pensiero del santo fondatore, secon-do il quale la santità è tanto più vera quanto più nascosta, Luisa de Marillacebbe gli onori degli altari soltanto l'11 marzo 1934. Nel 1960 papa GiovanniXXIII la dichiarava patrona delle Assistenti Sociali.

fonte:www.santiebeati.it

14 Domenica IV di Quaresima

15 Lunedì S. Luisa

16 Martedì S. Eriberto

17 Mercoledì S. Patrizio

18 Giovedì S. Grillo

19 Venerdì S. Giuseppe

20 Sabato S. Alessandra

La settimana

IL SANTO

Numeri utiliEmergenza Sanitaria 118Vigili del fuoco 115Carabinieri 112Polizia 113Guardia di Finanza 117Guardia medica Avellino 0825292013/0825292015Ariano Irpino 0825871583Segnalazione GuastiEnel 8003500Alto Calore Servizi 3486928956Sidigas Avellino 082539019Ariano Irpino 0825445544Napoletana Gas 80055300

Farmacie di Turnocittà di Avellino

dal 15 al 21 marzo 2010servizio notturnoFarmacia CardilloVia Due Principati

servizio continuativo Farmacia Tulimiero

Via Circumvallazionesabato pomeriggio e festivi

Farmacia CoppolinoViale Italia

il ponteSettimanale cattolico dell’Irpinia associato alla Fisc

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CORSO DI FORMAZIONE PER OPERATORI CARITAS PARROCCHIALIOPERATORI OPERE SEGNO DELLA CARITAS DIOCESANA

Anno 2010Casa della Fraternità “Mons. Antonio Forte” –ore 16:00

15 marzo La Carità nell’esperienza della Caritas don Mario Todisco- Riflessioni etiche e teologiche Ida P., Marco A., - Testimonianze dai Centri d’Ascolto Emanuela F., Carmelina V.- Le opere segno: la risposta della Chiesa alle povertà Carlo Mele

22 marzo Accoglienza- Ascolto- Relazione:- Accoglienza della persona Onofrio Scarpato- Ascolto Attivo- Relazione e comunicazione

12 aprile Laboratorio dinamico:- Dall’accoglienza all’Ascolto come opera l’operatore Ida Petrillo

del Centro D’Ascolto

19 aprile Identità –funzioni –compiti del Centro d’AscoltoOsservatorio delle Povertà: Renato Tuccia

- Il Centro di Ascolto Diocesano/ Parrocchiale- Uno strumento di lavoro: la scheda- L’Osservatorio delle Povertà … ma anche delle risorse Luigi Stella

Laboratorio:- Come organizzare materialmente un Centro di Ascolto Suor Aurelia- Come formare gli Operatori- Il ruolo del coordinatore – l’equipe di lavoro

Inno del II° Congresso Eucaristico Diocesano

«Tu sei il pane di cui abbiamo fame»

Avellino 25 aprile – 2 maggio 2010Cantemus Domino

lettera di presentazione di S.E. Mons. +Francesco Marino

Siamo vicini al II° Congresso Eucaristico (25aprile - 2 maggio 2010) «Il Pane che io

darò è la mia carne per la vita del mondo» (Gv6.51); avvertiamo il bisogno della valorizza-zione dell'adorazione del Signore presentenell'Eucaristia con carne e sangue, con corpoe anima, con divinità e umanità. Si risvegli lagioia dell'adorazione eucaristica e i suoi frutti.Nel periodo della riforma liturgica spesso laMessa e l'adorazione fuori di essa erano vistecome in contrasto tra loro: il Pane eucaristiconon ci sarebbe stato dato per essere contem -plato, ma per essere mangiato. Nell'esperienza di pre ghiera della Chiesa è

lampante la mancanza di senso di una tale contrapposi zione. Già Agostino avevadetto: «Nessuno mangia questa carne senza prima adorarla; … pec cheremmo senon la adorassimo» (cfr Enarr. in Ps 98,9 CCL XXXIX 1385). Il canto non solo aiuta la preghiera ma manifesta quell’atteggiamento di adorazio-ne che esprime “Soli Dei Gloria”. Ai Parroci a Sacerdoti,ai Religiosi/e, ai fedeli, allescholae cantorum il compito di imparare l’inno ed insegnarlo.Sono grato alla compositrice m° Rosanna Minichiello ed all’universitario Luigi Testache hanno redatto l’inno del nostro congresso Eucaristico «Tu sei il pane di cuiabbiamo fame».Il Signore presente nel Santissimo Sacramento dell’Altare ci viene incontro e desi-dera unirsi a noi. In questo accogliente e personale incontro si radica la dimensio-ne sociale dell’Eucarestia che immette la Chiesa, con le molteplici attività pastora-li, nella complessa situazione d’oggi.Vi saluto e benedico tutti.

+Francesco, Vescovo

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Il Ponte-www.ilpontenews.it

“RIFIUTI: PROBLEMA O RISORSA?”Non è il solito incontro, ma una proposta concreta per liberare definitivamente

il territorio dalla spazzatura, creare sviluppo e nuova occupazione.

AVELLINO 12 MARZO 2010 – ORE 17.30

SALONE DEL CIRCOLO DELLA STAMPA -PREFETTURA DI AVELLINO-