La parte migliore PRECARI E MIGRANTI -...

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Settimanale Cattolico dell’Irpinia [email protected] ANNO XXXVII - N °. 25 - euro 0.50 sabato 25 giugno 2011 www.ilpontenews.it “Et veritas liberabit vos” VANgeLO pag. 10 Padre M. G. Botta MeDICINA pag. 8 G. Palumbo POLITICA pag. 6 A. Santoli Idraulica Giordano srl Montefredane (Av) Tel. 0825-607306 fax. 0825-607444 Il Ponte è il primo settimanale dell’Irpinia 4000 COPIE dISTRIbuITE Ad uSCITA N ell'omelia che il Papa ha pronunciato domenica scorsa allo Stadio Olimpico Serravalle, nella Repubblica di San Marino, hanno trovato spazio anche i precari. "In questa particolare fase storica - ha detto Papa Benedetto XVI - non bisogna dimenticare le numerose difficoltà delle famiglie e dei giovani condizionati dalla precarietà". In questa fase storica e sociale, non vanno dimenticate la crisi economica in cui versano non poche famiglie, aggravata dalla diffusa fragi- lità psicologica e spirituale dei coniugi. Come pure la fatica sperimentata da molti educatori nel- l'ottenere continuità formativa nei giovani, condizionati da molteplici precarietà, prima fra tutte quella del ruolo sociale e della possibilità lavorativa. Con queste parole, il Sommo Pontefice ha strappato l'applauso convinto degli oltre 20 mila fedeli accorsi allo stadio Olimpico Serravalle nella Repubblica di San Marino. Parole con cui il Papa ha voluto accorciare ancora di più le distanze tra la Chiesa e la gente comune, alle prese con le grane di tutti i giorni. Solo la fede può rendere ricchi - Non solo: " Si è insinuata la tentazione di ritenere che la ricchezza dell'uomo non sia la fede - ha continuato il Pontefice - ma il suo potere personale e sociale, la sua intelligenza, la sua cultura e la sua capacità di manipolazione scientifica, tecnologica e sociale della realtà. Si è iniziato a sostituire la fede e i valo- ri cristiani con presunte ricchezze, che si rivelano, alla fine, inconsistenti e incapaci di reggere la grande pro- messa del vero, del bene, del bello e del giusto che per secoli - ha sottolineato Ratzinger rivolgendosi ai fedeli - i vostri avi hanno identificato con l'esperienza della fede". L'accoglienza ai rifugiati - E in prospettiva della Giornata Mondiale del Rifugiato (celebrata lunedì scorso 20 giugno), il Papa ha voluto rivolgere un appello a tutti: "Per contrastare l'egoismo che c'è nel mondo - ha detto - le Autorità civili, ed ogni persona di buona volontà, si impegnino a garantire acco- glienza e degne condizioni di vita ai rifugiati, in attesa che pos- sano ritornare in Patria liberamente e in sicurezza. Quest’anno,nella ricorrenza della Giornata Mondiale del Rifugiato - ha ricordato il Pontefice, si celebra il sessantesimo anniversario dell'adozione della Convenzione internazionale che tutela quanti sono perseguitati e costretti a fuggire dai propri Paesi". PRECARI E MIGRANTI LA SOCIeTà SOFFRe e CHIeDe AIUTO, LA CHIeSA INTeRVIeNe: “I TIMORI PeR IL FUTURO NON SONO INgIUSTIFICATI” (Card. Angelo bagnasco) AMbIeNTe pag. 11 V. Spiniello RISTORANTE  PIZZERIA La buona cucina Via Pianodardine 55 83100 Avellino tel. 0825622041 chiuso il lunedì è gradita la prenotazione L’ultima rilevazione (si tratta di dati for- niti dalla Provincia) parla di circa 20.000 disoccupati, tutti al di sotto dei 40 anni. Mentre l’emigrazione di giovani (diplo- mati e laureati), soprattutto dall’altirpi- nia, ha riguardato in sei anni ben 7.000 unità. a pag. 3 IN IRPINIA DATI  ALLARMANTI La parte migliore di Michele Criscuoli I n quest’ultimo mese, sono successe nuovi fatti nella vicenda politica italiana, tali da costringere persino gli esperti, i cosiddetti “cattedratici”, a rivede- re le loro posizioni e ad immaginare nuove soluzioni alla crisi politico- economica che sta attraversando il nostro Paese. Tutti hanno compreso che tira un’aria nuova in Italia: tutti, tranne alcuni politici della maggioranza di governo sui comportamenti dei quali vorremmo concentrare, in questo editoriale, la nostra attenzione. Nel trattato “ l’Arte della Guerra” il generale cinese Sun Tzu suggeriva una speciale strategia: “ Prima ancora di combattere indebolite la fidu- cia del nemico, umiliandolo, mortificandolo, sottoponendo le sue forze a dura prova. Corrompete tutto ciò che ha di buono con promes- se di vantaggi, alterate la sua fiducia spingendo i suoi migliori politici ad azioni vergognose, ai tradimenti. La suprema eccel- lenza consiste nell’infrangere la resistenza del nemico senza combattere”. Un manuale che gli esponenti della maggioranza di governo sembra- no conoscere a memoria, tanto puntigliosamente lo applicano e lo por- tano a compimento nella loro quotidiana azione politica. A partire dal ministro Brunetta, già noto alla pubblica opinione più per le battute con le quali ha occupato, in passato, le pagine dei giornali che per i risul- tati ottenuti. A nulla servono le batoste elettorali se un ministro come Brunetta osa offendere i giovani precari, che avrebbero voluto porgli solo qualche domanda, dicendo loro che sono la “parte peggiore” della nostra Italia! Noi ci permettiamo, sommessamente, di dissentire con l’incauto e sprovveduto ministro, incastrato da una telecamera che ha diffuso nel web il suo inaudito comportamento e le sue offese. Le sue ingiurie, purtroppo per lui, hanno creato una così ampia solidarietà ed una così forte simpatia per la categoria dei “precari” che si sono moltiplicate le iniziative a loro favore. Se a ciò si aggiunge l’invito, rivolto dallo stes- so ministro in un’intervista televisiva, ai giovani “laureati-disoccupati” a recarsi, di mattina presto, ai mercati generali per trovare un sicuro lavoro di scaricatori, abbiamo chiaro il quadro di quelli che sono i pro- getti, i disegni politici e le proposte di questa classe dirigente. D’altro canto, non dimenticheremo mai una frase pronunciata alcuni anni fa dal Presidente del Consiglio, in un faccia a faccia con Romano Prodi: “ non potrò mai accettare che il figlio di un contadino o di un ope- raio debbano avere le stesse possibilità dei figli dei professionisti, dei commercianti o degli industriali ”; una valutazione “ dal sen fuggita”, mai più ripetuta, che ci ha aiutato a capire, da subito, i “veri” ideali del- l’attuale premier! Ecco, le vicende che abbiamo vissuto in questi anni bui della politica italiana sembrano ricalcate proprio sulle indicazioni di quel manuale di arte bellica: indebolire la fiducia del nemico, mortificare i sogget- ti deboli, corromperli con promesse di vantaggi, personali e di gruppo, spargere calunnie, comprare voti e uomini alimentan- do i tradimenti. è stata questa la strategia del berlusconismo in questi ultimi decenni! é stata questa la guerra, avviata dal 1992 in poi, per fiaccare la resistenza civile e democratica delle coscienze degli italiani. Una “guerra” che si è sviluppata nei salotti televisivi,esercitan- do il controllo sistematico dei media, con la mancanza di digni- tà e rispetto per le persone e le Istituzioni, fino alla prevarica- zione e alla lotta personale contro coloro che si ponevano alla ricerca della verità! Per fortuna sembra che tutto ciò non abbia riscosso un successo defi- nitivo: finalmente gli italiani hanno aperto gli occhi e si sono resi conto della scarsa qualità della classe dirigente che ha occupato il potere senza idee, senza progetti e soprattutto senza un minimo di coscien- za civile, sociale e politica. E’ finita un’era! Ci ha pensato la parte “migliore” della comuni- tà nazionale: quelle migliaia di giovani precari che non si arren- dono; quei tanti laureati che rifiutano di essere omologati alle veline del “bunga-bunga”; quei professionisti con la schiena dritta che riescono a resistere alle scorciatoie offerte dal pote- re e,ultimo solo in ordine di elenco, ci ha pensato anche la Chiesa: i richiami del Papa, della Cei e della stampa cattolica. Dobbiamo essere loro grati perché ci hanno aiutato a respinge- re la “parte peggiore” della nostra storia politica e ad afferma- re la verità. Speriamo che questa azione continui affinché la “nuova resistenza” possa definitivamente sconfiggere la mala- politica che ha appestato, negli ultimi anni, la civile convivenza del nostro popolo e si possa affermare, finalmente, una classe dirigente che miri a perseguire quel bene comune più volte richiamato dal Magistero. Non più slogan, promesse e consigli per gli acquisti ma un’attenzione concreta ai problemi del Paese recuperando il valore essenziale della persona da conce- pire come figura centrale di ogni azione sociale e politica.

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Settimanale Cattolico dell’Irpinia

[email protected] XXXVII - N °. 25 - euro 0.50sabato 25 giugno 2011

www.ilpontenews.it

“Et veritas liberabit vos”

VANgeLO

pag. 10

Padre M. G. BottaMeDICINA

pag. 8

G. PalumboPOLITICA

pag. 6

A. Santoli

IdraulicaGiordano srl

Montefredane(Av)

Tel. 0825-607306fax. 0825-607444

Il Ponte è il primo settimanale dell’Irpinia

4000 COPIE dISTRIbuITE Ad uSCITA

Nell'omelia che il Papa ha pronunciato domenica scorsa allo Stadio Olimpico Serravalle, nellaRepubblica di San Marino, hanno trovato spazio anche i precari. "In questa particolare fase

storica - ha detto Papa Benedetto XVI- non bisogna dimenticare le numerose difficoltà dellefamiglie e dei giovani condizionati dalla precarietà". In questa fase storica e sociale, non vannodimenticate la crisi economica in cui versano non poche famiglie, aggravata dalla diffusa fragi-lità psicologica e spirituale dei coniugi. Come pure la fatica sperimentata da molti educatori nel-l'ottenere continuità formativa nei giovani, condizionati da molteplici precarietà, prima fra tuttequella del ruolo sociale e della possibilità lavorativa. Con queste parole, il Sommo Pontefice hastrappato l'applauso convinto degli oltre 20 mila fedeli accorsi allo stadio Olimpico Serravalle

nella Repubblica di San Marino. Parole con cui il Papa ha voluto accorciare ancora di più le distanze tra la Chiesa e la gentecomune, alle prese con le grane di tutti i giorni.Solo la fede può rendere ricchi - Non solo: "Si è insinuata la tentazione di ritenere che la ricchezza dell'uomo non siala fede - ha continuato il Pontefice - ma il suo potere personale e sociale, la sua intelligenza, la sua cultura e lasua capacità di manipolazione scientifica, tecnologica e sociale della realtà. Si è iniziato a sostituire la fede e i valo-ri cristiani con presunte ricchezze, che si rivelano, allafine, inconsistenti e incapaci di reggere la grande pro-messa del vero, del bene, del bello e del giusto che persecoli - ha sottolineato Ratzinger rivolgendosi ai fedeli - ivostri avi hanno identificato con l'esperienza della fede".L'accoglienza ai rifugiati - E in prospettiva della GiornataMondiale del Rifugiato (celebrata lunedì scorso 20 giugno), ilPapa ha voluto rivolgere un appello a tutti: "Per contrastarel'egoismo che c'è nel mondo - ha detto - le Autorità civili, edogni persona di buona volontà, si impegnino a garantire acco-glienza e degne condizioni di vita ai rifugiati, in attesa che pos-sano ritornare in Patria liberamente e in sicurezza.Quest’anno,nella ricorrenza della Giornata Mondiale delRifugiato - ha ricordato il Pontefice, si celebra il sessantesimoanniversario dell'adozione della Convenzione internazionale chetutela quanti sono perseguitati e costretti a fuggire dai propriPaesi".

PRECARI E MIGRANTI

LA SOCIeTà SOFFRe e CHIeDe AIUTO, LA CHIeSA INTeRVIeNe: “I TIMORI PeR IL FUTURO NON SONO INgIUSTIFICATI”(Card. Angelo bagnasco)

AMbIeNTe

pag. 11

V. Spiniello

RISTORANTE PIZZERIA

La buona cucina

Via Pianodardine 55

83100 Avellino

tel. 0825622041

chiuso il lunedì

è gradita la prenotazione

L’ultima rilevazione (si tratta di dati for-

niti dalla Provincia) parla di circa 20.000

disoccupati, tutti al di sotto dei 40 anni.

Mentre l’emigrazione di giovani (diplo-

mati e laureati), soprattutto dall’altirpi-

nia, ha riguardato in sei anni ben 7.000

unità. a pag. 3

IN IRPINIADATI  ALLARMANTI

La parte miglioredi Michele Criscuoli

In quest’ultimo mese, sono successe nuovi fattinella vicenda politica italiana, tali da costringere

persino gli esperti, i cosiddetti “cattedratici”, a rivede-re le loro posizioni e ad immaginare nuove soluzioni alla crisi politico-economica che sta attraversando il nostro Paese. Tutti hanno compreso che tira un’aria nuova in Italia: tutti, trannealcuni politici della maggioranza di governo sui comportamenti deiquali vorremmo concentrare, in questo editoriale, la nostra attenzione.Nel trattato “l’Arte della Guerra” il generale cinese Sun Tzu suggerivauna speciale strategia: “Prima ancora di combattere indebolite la fidu-cia del nemico, umiliandolo, mortificandolo, sottoponendo le sue forzea dura prova. Corrompete tutto ciò che ha di buono con promes-se di vantaggi, alterate la sua fiducia spingendo i suoi miglioripolitici ad azioni vergognose, ai tradimenti. La suprema eccel-lenza consiste nell’infrangere la resistenza del nemico senzacombattere”. Un manuale che gli esponenti della maggioranza di governo sembra-no conoscere a memoria, tanto puntigliosamente lo applicano e lo por-tano a compimento nella loro quotidiana azione politica. A partire dalministro Brunetta, già noto alla pubblica opinione più per le battute conle quali ha occupato, in passato, le pagine dei giornali che per i risul-tati ottenuti.A nulla servono le batoste elettorali se un ministro comeBrunetta osa offendere i giovani precari, che avrebbero volutoporgli solo qualche domanda, dicendo loro che sono la “partepeggiore” della nostra Italia! Noi ci permettiamo, sommessamente, di dissentire con l’incauto esprovveduto ministro, incastrato da una telecamera che ha diffuso nelweb il suo inaudito comportamento e le sue offese. Le sue ingiurie,purtroppo per lui, hanno creato una così ampia solidarietà ed una cosìforte simpatia per la categoria dei “precari” che si sono moltiplicate leiniziative a loro favore. Se a ciò si aggiunge l’invito, rivolto dallo stes-so ministro in un’intervista televisiva, ai giovani “laureati-disoccupati”a recarsi, di mattina presto, ai mercati generali per trovare un sicurolavoro di scaricatori, abbiamo chiaro il quadro di quelli che sono i pro-getti, i disegni politici e le proposte di questa classe dirigente.D’altro canto, non dimenticheremo mai una frase pronunciata alcunianni fa dal Presidente del Consiglio, in un faccia a faccia con RomanoProdi: “non potrò mai accettare che il figlio di un contadino o di un ope-raio debbano avere le stesse possibilità dei figli dei professionisti, deicommercianti o degli industriali”; una valutazione “dal sen fuggita”,mai più ripetuta, che ci ha aiutato a capire, da subito, i “veri” ideali del-l’attuale premier!Ecco, le vicende che abbiamo vissuto in questi anni bui della politicaitaliana sembrano ricalcate proprio sulle indicazioni di quel manuale diarte bellica: indebolire la fiducia del nemico, mortificare i sogget-ti deboli, corromperli con promesse di vantaggi, personali e digruppo, spargere calunnie, comprare voti e uomini alimentan-do i tradimenti. è stata questa la strategia del berlusconismo inquesti ultimi decenni! é stata questa la guerra, avviata dal 1992 in poi, per fiaccare laresistenza civile e democratica delle coscienze degli italiani.Una “guerra” che si è sviluppata nei salotti televisivi,esercitan-do il controllo sistematico dei media, con la mancanza di digni-tà e rispetto per le persone e le Istituzioni, fino alla prevarica-zione e alla lotta personale contro coloro che si ponevano allaricerca della verità! Per fortuna sembra che tutto ciò non abbia riscosso un successo defi-nitivo: finalmente gli italiani hanno aperto gli occhi e si sono resi contodella scarsa qualità della classe dirigente che ha occupato il poteresenza idee, senza progetti e soprattutto senza un minimo di coscien-za civile, sociale e politica.E’ finita un’era! Ci ha pensato la parte “migliore” della comuni-tà nazionale: quelle migliaia di giovani precari che non si arren-dono; quei tanti laureati che rifiutano di essere omologati alleveline del “bunga-bunga”; quei professionisti con la schienadritta che riescono a resistere alle scorciatoie offerte dal pote-re e,ultimo solo in ordine di elenco, ci ha pensato anche laChiesa: i richiami del Papa, della Cei e della stampa cattolica.Dobbiamo essere loro grati perché ci hanno aiutato a respinge-re la “parte peggiore” della nostra storia politica e ad afferma-re la verità. Speriamo che questa azione continui affinché la“nuova resistenza” possa definitivamente sconfiggere la mala-politica che ha appestato, negli ultimi anni, la civile convivenzadel nostro popolo e si possa affermare, finalmente, una classedirigente che miri a perseguire quel bene comune più volterichiamato dal Magistero. Non più slogan, promesse e consigliper gli acquisti ma un’attenzione concreta ai problemi delPaese recuperando il valore essenziale della persona da conce-pire come figura centrale di ogni azione sociale e politica.

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Il PonteIl PonteEcclesia2 25 giugno 2011

Gli organismi viventi sono sogget-ti ad una particolare legge: quel-

la di alimentarsi. Dato il consumo acui essi vanno incontro, sono poicostretti ad alimentare il loro organi-smo. L’uomo consta di un dupliceorganismo e fisico e spirituale per cuiha bisogno e di un cibo fisico e di cibospirituale.Quello di ordine materiale lo trovanella “madre terra”; quello spiritualeglielo offre la “santa madre chiesa”:l’Eucarestia.L’Eucarestia è la più profonda comu-nicazione della vita di Cristo che danoi si possa avere sopra la terra, écome la caparra sicura di quellacomunione di vita beatissima chepossederemo nel cielo, quandosenza veli Cristo sarà in noi e noi inCristo.Tra i popoli pagani come nel popoloEbreo il sacrificio era comunementeseguito da un banchetto religioso nelquale si offrivano le carni della vitti-ma immolata divenuta sacra per l’of-ferta fattane a Dio. Così gli uominicredevano di entrare in una più inti-ma comunione con la Divinità, poi-ché si pensava che, sia pure in unmondo invisibile, lontano da tutte leimperfezioni della nutrizione umana,Dio stesso partecipasse al banchettosacrificale.Per tal modo Dio e gli uomini nutren-dosi dello stesso cibo venivano adavere la stessa vita.Questa usanza religiosa di tutti ipopoli sta a testimoniare uno dei piùuniversali e più profondi bisogni del-l’uomo: quello di acquistare unamaggiore pienezza di vita, di esten-

dere e rendere più energico ed inten-so il proprio sentimento, entrando incomunione con altre vite uguali osuperiori alla propria.Questa è stata anche la tentazionedei nostri primi progenitori.La promessa del tentatore è magni-fica: la creatura avrà la vita immor-tale del suo Creatore, la sua scienzainfinita; e la prima coppia vienecome attirata nel cerchio fatale di unincantesimo che li farà insorgerecontro Dio in un impeto folle disuperbia e di ribellione.“La donna – seguita il racconto bibli-co – vide che il frutto dell’albero erabuono a mangiare e bello a vedere,e gradevole nell’aspetto; colse il frut-to e ne mangiò. E si apersero gliocchi ad ambedue. (Gen. 3)“E si apersero gli occhi ad ambedue!Espressione profonda e terribile cherispecchia la verità più tragica dellastoria umana. All’uomo che per laprima volta si ribella alla legge di Diosi aprono gli occhi, ma solo per misu-rare l’immensità dell’abisso in cui siera volontariamente precipitato.E’ l’errore funesto, il primo, tremen-do errore dell’uomo che si svolgeanche oggi nella coscienza di ognisingolo uomo e nella storia di interipopoli.Il fallimento dell’umanità nel campomorale è completo! Invece di arric-chire la propria vita, l’ha impoverita;invece di elevarsi, s’è degradata.Questa è la nostra storia!Ed è proprio in questo umiliante per-corso che incontriamo il nostro Gesù,nostro Salvatore. Egli è venuto almondo per fare la volontà del Padre.Ora la volontà del Padre è che gliuomini abbiano la vita e l’abbiano inabbondanza.Cristo è dunque la nostra vita! Unaprima comunicazione di questa suavita ce la da per mezzo della fedesoprannaturale nella sua divina mis-sione; poichè Egli dice che “chiunquecontempla il Figliuolo e crede in Lui,ha la vita eterna” (Gio. 6.40). MaCristo non si ferma a questa unionemorale con noi.Gesù ha voluto unire la sua vita allanostra vita e farsi nostro cibo enostra bevanda nella Santissima

Eucarestia.Ascoltate ciò che dice Gesù non soloai Giudei del suo tempo, ma a tutti gliuomini: “Io sono il pane della vita. Ivostri padri mangiarono la mannanel deserto e morirono. Il pane chediscende dal cielo è tale, che chi nemangia non muore. Io sono il panevivente ch’è disceso dal cielo: se unomangia di questo pane vivrà in eter-no; e il pane che darò io, è la miacarne per la vita del mondo”.Ai dubbi dei Giudei che disputavanofra loro su queste misteriose parole,Gesù fece seguire una più energicaaffermazione:”In verità in verità io vidico che se non mangiate la carnedel Figliuolo dell’uomo e non beveteil suo sangue, non avete la vita in voi.Chi mangia la mia carne e beve il miosangue, ha la vita eterna; e io lo risu-sciterò nell’ultimo giorno. Perché lamia carne è vero cibo, e il mio san-gue e vera bevanda. Chi mangia lamia carne e beve il mio sanguedimora in me ed io un lui” (Gio. 6,53-56).Parole di luce, parole d’amore.Qui Gesù fa la solenne promessa:nell’ultima cena, prima di moriresulla croce, l’adempie: “Prendete emangiate, questo è il mio Corpo”.“Bevete, questo è il mio sangue, delnuovo ed eterno testamento che per

voi e per molti sarà sparso in remis-sione dei peccati. Fate questo inmemoria di me”.Con l’Eucarestia l’uomo, incorporatogià e vivente di Cristo, non gode delsolo contatto invisibile e misteriosodella sacra Umanità di Cristo; mariceve in se stesso tutto l’Autore dellaGrazia, il suo corpo e il suo sangue econ essi insieme la sua anima e lasua divinità, in forma di alimento.E come l’alimento diviene nostrosangue e nostra carne, così avvienedel corpo e del sangue di Cristo sottole specie del pane e del vino, sicchè,come dice S. Cirillo di Gerusalemme:“Noi diveniamo con corporei a Cristo,avendo noi e Cristo, un medesimotermine di sentimento e di vita”(P.G.t. 33, c.1100).Ricevere spesso l’Eucarestia significadare alla nostra vita la nota e la qua-lità della vita di Cristo. Questo cristia-no potrebbe ben ripetere conl’Apostolo: “Non sono più io che vivo,ma è Cristo che vive in me; per mela vita è Cristo”. “Mihi vivere Chiustusest” (Filip. 1,21).Così si avverano le parole di Gesùpiene di mistero: “Chi mangia la miacarne e beve il mio sangue sta in meed io in Lui” (Giov. 6, 56). Così si puòdire che noi cristiani incorporati inCristo, nutriti delle sue carni imma-

colate, viventi della sua vita, parteci-piamo, come dice l’Apostolo Paolo, atutte le vicende della vita di Cristo:con Cristo siamo morti, con Cristosepolti, con Cristo risorti e comemembra vive in spirito saliti al cielocon Lui. Questa possente vita diCristo in noi, quaggiù rimane ancoranascosta: i nostri sensi materiali nonsono adeguati di vedere e percepirela realtà spirituale; ma noi siamocerti, non sentiamo che Egli è in noi,vive e opera in noi, sappiamo di vive-re della sua vita.L’Eucarestia di questa vita è il prelu-dio all’Eucarestia dell’altra vita.Assurge alla visione beatifica dellasua divinità, e nella vita perfettissimadi essa Umanità, attinge il vigore disostenere questo eterno peso di glo-ria come lo chiama San Paolo –“Alternum gloriae pondus” – trae laforza di reggere all’infinita dolcezza egiubilo di vedere e possedere Cristoche è il desiderio di tutte le creatureintelligenti ed amanti.L’Eucarestia è il nostro cibo ed ilnostro pane che ci prende nella vitapresente, ci trasforma e ci adegua aquella vita eterna che “solo amore eluce ha per confine”

* O.F.M. Cappuccini

P. Innocenzo Massaro*

IL PANE dEL CAMMINO!

SGuARdO Su SAINT-ANdRé-LA REuNION

l’Eucarestia è la più profonda comunicazione della vita di Cristo che da noi si possa avere sopra la terra, é come la caparra sicuradi quella comunione di vita beatissima che possederemo nel cielo, quando senza veli Cristo sarà in noi e noi in Cristo.

La parrocchia di Sant’Andrea,situata nel comune omonimo e

fondata nel 1740, è composta dallaChiesa-matrice, e da altre cinqueChiese rionalii:- Chiesa della Santa Croce nel quar-tiere di Menciol;- Chiesa di Santa Teresa di G-B nelquartiere della Cressonière;- Chiesa di Santa Bernadette nel

quartiere di Ravine Creuse;- Chiesa di San Cristoforo nel quartie-re di Chemin du Centre;- Chiesa della Santa Familia nel quar-tiere di Dioré con un totale di 34.823abitanti, di cui 29000 cattolici e ilresto Indù, Musulmani, etc..Nel territorio comunale vi sono altretre Chiese parrocchiali, con un totaledi 18.151 abitanti, dei quali 15.000

sono battezzati. La nostra parrocchia dà il nome aldecanato e ne fa parte insieme adaltre quattro parrocchie situate neiseguenti paesi: Quartier Français,Sainte-Suzanne, Sainte Marie,Champ Borne.Queste parrocchie sono site nell’uni-ca diocesi di Saint-Denis, governatadal 1976 da S.Ecc. Mons. Gilbert

Aubry.Nel territorio diocesano vi sono ben71 Parrocchie curate da circa 130sacerdoti, diocesani e religiosi. Traquesti ultimi, spiccano soprattutto iPadri del Santo Spirito (1842), iGesuiti (1844), i Missionari diN.Signora della Salette (1962);seguiti da Monfortani, Domenicani(1993), Carmelitani (1999) eRedentoristi (settembre 2010).Tra le comunità religiose più impor-tanti troviamo: i Fratelli delle ScuoleCristiane e le Suore di San Giuseppedi Cluny, tutte e due arrivate nel1817; seguono le Figlie di Maria fon-date da Aimee Pignolet de Fresnes(Madre Maria Maddalena dellaCroce), nel maggio 1849, le qualisono disseminate in tutta l’isola e inquelle dell’Oceano Indiano; e poi leFrancescane Missionarie (1947), leSuore di Maria Immacolata (1956),Monache Domenicane (1958), leSuore del Buon Pastore (1970), leSuore Missionarie di MariaImmacolata (1976), e le MonacheCarmelitane (1979).La situazione però non é florida. Lamaggioranza delle persone consa-crate e dei Sacerdoti é composta dapersone anziane e, di conseguenza,mancano le vocazioni locali (che siimportano da Madagascar, Africa e

Metropole).Autoctoni invece sono i venti Diaconipermanenti che si trovano sul territo-rio. Si conta molto, inoltre, sui chieri-chetti e si lancia dovunque lo sloganche le «vocazioni sono affare ditutti».Grazie a Dio esistono gruppi di laicivolontari che lavorano in tutte leParrocchie. Anche la nostra é benfornita di questi «Operai dellaPastorale» che operano nei settoridi Catechesi, Liturgia, Opere caritati-ve, Equipe di quartiere, Associazionie Movimenti, Consiglio Pastorale(CPAP).Grazie a loro le nostre Parrocchieoggi sono vive e sprigionano vita.Proprio da loro dipenderà l’avveniredella Chiesa Reunionnese perché,come dice il Concilio Vaticano II: «laChiesa non é veramente fondata,non vive pienamente, e non é ilsegno perfetto del Cristo inmezzo agli uomini, se non esisteun laicato autentico che lavorainsieme alla gerarchia». (AdGentes, n.21)

P. Vincenzo Sparavigna cssrParoisse Saint André

LA REUNION

DAl MADAGASCAR: Padre Vincenzo Sparavigna, missionario di origine irpine

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325 giugno 2011Il PonteIl Ponte AttualitàPReCARI e MIgRANTI

LA GENERAZIONE CHE dOVREbbE COSTRuIRE IL FuTuRO

Nel pieno svolgersi degli esami di stato, contanti giovani pronti a fare una scelta di stu-

dio e di vita, è giusto porsi alcune domande sullepossibilità loro offerte dal mercato del lavoro. Ilrecente rapporto annuale Istat sulla situazionedel Paese, presentato a Montecitorio da EnricoGiovannini il 23 maggio scorso, illustra un’Italiavulnerabile che ha eroso le riserve disponibili eche offre ai giovani ben poche scelte. Per il pre-sidente dell’Istat, “l’occupazione sta ora cre-scendo prevalentemente nei servizi a più bassocontenuto professionale, a fronte della riduzionedel numero delle posizioni più qualificate. Ciòimplica, a parità di altre condizioni, un sottouti-lizzo del capitale umano, guadagni più bassi,

minori prospettive di sviluppo”. A pagare lo scot-to di questa situazione saranno certamente igiovani e le donne, in particolare, ma non solo,al Sud e la penalizzazione potrebbe riguardaresoprattutto i profili più qualificati e i gradi di istru-zione superiori. Anche il lavoro a termine ha, in questi anni, pro-posto troppo spesso la sottoutilizzazione dellecompetenze a giovani laureati e specializzati,senza neanche offrire loro la possibilità di farecarriera, come rileva anche il sito www.sbilan-ciamoci.info, pubblicando un ampio saggio sul-l’argomento. Una questione su cui rifletteresoprattutto nelle scelte di studio che i ragazzifaranno da oggi in poi. Mentre una amara sfida

viene dalla società che offre un nuovo “modello”nei cosiddetti Neet (not in education,employ-ment or training), ragazzi che abbandonano glistudi tra i 15 e i 29 anni, che non lavorano e chenon frequentano alcun corso di istruzione o for-mazione. La percentuale di questi giovani èaumentata infatti del 7% rispetto al 2009 rag-giungendo l’incredibile cifra di 2.1 milioni digiovani Neet in Italia. Inoltre, da un’indaginelongitudinale Eu-Silc, (Satistics on Income andLiving Conditions, Regolamento del Parlamentoeuropeo, n. 1177/2003), fonte di dati per i rap-porti periodici dell’Unione Europea, emerge cheoltre la metà dei giovani Neet lo è in manie-ra persistente e il 7.3% di essi si trova intale condizione da 4 anni consecutivi. Maaltrettanto preoccupante è l’aumento dei giova-ni maschi inattivi, che supera in Italia, contraria-mente a quello che avviene negli altri paesieuropei, quello dei giovani maschi disoccupati.Segnale questo gravissimo che evidenzia la cre-scita della sfiducia dei giovani verso futuro e pro-spettive. E anche il Papa, nella visita a SanMarino, ha rivolto un pensiero ai giovani affer-mando che non vanno «dimenticate la crisi dinon poche famiglie, come pure la fatica speri-mentata da molti educatori nell’ottenere conti-nuità formativa nei giovani, condizionati da mol-teplici precarietà, prima fra tutte quella del ruolosociale e della possibilità lavorativa».

Eleonora Davide

“L’occupazione sta ora crescendo prevalentemente nei servizi a più basso contenuto professionale, a fronte della riduzione del numero delle posizioni più

qualificate. Ciò implica, a parità di altre condizioni, un sottoutilizzo del capitale umano, guadagni più bassi, minori prospettive di sviluppo” (dati Istat)

L’AgenziaServizi Informagiovani di Avellinoha pubblicato un rapporto sulla popolazione

giovanile nella nostra provincia, secondo cuil’invecchiamento della popolazione provincialeè dovuto per larga parte ad una progressivadiminuzione delle natalità ed ai flussi migrato-ri che toccano le giovani generazioni. Si trattadi un fenomeno che ha interessato tutto il ter-ritorio italiano, compresa l'area meridionalestoricamente molto feconda. Due sono i datida evidenziare: dal 1981 al 2008 la quotamaggiore di popolazione si concentra nellafascia di età 15-60 anni, superando sempre il60%; nel 2001 è pari al 64,8%; nel 2008 arri-va al 66%. La popolazione con età inferiore ai14 anni diminuisce sensibilmente nel corsodegli anni: essa rappresenta il 23,2% nel1981, il 16,3% nel 2001 e solo il 14% del tota-le nel 2008. Aumenta, di contro, la popolazio-ne con età superiore ai 65 anni che rappresen-ta il 13,5% nel 1981, il 18,9% nel 2001 e il20% nel 2008. L’indice di vecchiaia aumenta,pertanto, inesorabilmente, anche rispetto aldato regionale. Nel 1981 tale indice riferito allaprovincia di Avellino è pari al 58,2%(Campania: 35,7%), nel 1991 sale al 79,9%(Campania 51,7%), nel 2001 al 116,1%(76,9% in Campania) e nel 2008 al 133,7%(89,9% in Campania). Ma In Irpinia la rilevazione ISTAT all’anno 2008riferisce che i giovani tra i 15 ed i 30 anni costi-tuiscono il 20% della sua popolazione residen-te: sono 439.565 i cittadini residenti in Irpiniadei quali 88.348 sono presenti nella fasciad’età 15-30. In particolare:15-18 anni: 20.898(23,7%); 19-22 anni: 21.829 (24,7%); 23-

26 anni: 22.714 (25,7%); 27-30: 22.907(25,9%).In Provincia di Avellino degli 88.348 giovaniresidenti la maggioranza (51%) sono maschiper un totale pari a 45.103, mentre le donnesono 43.245 (49%). Si sottolinea che il datonon è in linea con quello dell’intera popolazio-ne provinciale: 215.069 maschi (49%) contro224.496 femmine (51%) a testimonianza diun sensibile aumento della percentualemaschile rispetto a quella del gentil sesso.Inoltre, dall’analisi del grado d’istruzione dellapopolazione, si evincono per la provincia diAvellino valori più alti per i diplomati (32,9%)e per coloro che non hanno alcun titolo o senzalicenza elementare (30%), e questo dato èanche il più alto della media campana e dellealtre province. Seguono il titolo di licenzamedia (28,6%) e la laurea/titolo accademicouniversitario (8,6%). Passando ora ad analiz-zare il mondo scolastico relativamente agli isti-

tuti secondari di II grado per i dati dell’annoscolastico 2009-2010, gli alunni sono 22.471per un totale di 1.024 classi con un rapportoalunni/classi inferiore al dato medio campano(22,6) e nazionale (22,3) e pari al 21,9.Interessante, tuttavia, notare cheAvellino è tra le province campane con ilpiù alto livello di diplomati.Per la disoccupazione giovanile risulta interes-sante analizzare i dati degli iscritti ai cinqueCentri per l’impiego (CPI di Avellino,Sant’Angelo dei Lombardi, Calitri, Ariano Irpinoe Grottaminarda) in Provincia di Avellino all’an-no 2008, dove i giovani con meno di 30 annirisultano essere il 42% degli iscritti ai CPI. Perciò che concerne l’occupazione al 2008, lapopolazione occupata è pari a 151.400 unità.Il tasso di occupazione nel 2008 in provincia diAvellino è pari al 51,9%. In regione Campaniaè pari al 42,5% mentre in Italia esso è del58,7%. Tra il 2007 e il 2008 gli occupati inIrpinia sono cresciuti del 2,3%. Ciò nonostan-te aumenta la disoccupazione perché rispettoagli occupati cresce in misura maggiore ilnumero di chi cerca lavoro (16 mila e +8,7%rispetto al 2007). Il tasso di disoccupazione afine 2008 è pari al 9,7% in provincia diAvellino, 12,6% in Campania e 6,7% in Italia.Il mercato del lavoro fa rilevare sempre più ilricorso al lavoro part-time con la percentualedi occupati per meno di 10 ore settimanali chein provincia di Avellino è pari al 12,7% (10,1%in Campania, 11,1% in Italia). Di contro la per-centuale di occupati per più di 30 ore settima-nali è in provincia Avellino pari a 68,5%(72,5% in Campania, 71,3% in Italia).

LA NuOVA EMIGRAZIONE

Abbiamo inter-pellato il segre-

tario provincialedella Cisl, MarioMelchionna, perconoscere i datiche riguardanogiovani e lavoro inIrpinia.

la situazione del nostro Paese, che irilevamenti Istat hanno reso nota,non è affatto confortante per i nostrigiovani. E’ così anche in Irpinia?Certo, i dati provinciali pubblicati a maggio2011 danno il 53% di disoccupazione gio-vanile e la maggioranza di questi giovanisono diplomati o laureati. Per quanto

riguarda il precariato, l’ultima rilevazione(si tratta di dati forniti dalla Provincia)parla di circa 20.000 persone in questacondizione sotto i 40 anni. Mentre l’emi-grazione di giovani (diplomati e laureati),soprattutto dall’altirpinia, ha riguardato insei anni 7000 unità. Sono dati allarmanti.Come vanno letti questi dati, secondolei?Qui si tratta di una società che va gradual-mente impoverendosi soprattutto cultu-ralmente, dovendosi privare di giovaniqualificati che, se troveranno lavoro fuori,non torneranno, come non sono tornatifinora.la Chiesa, attraverso gli interventi delSanto Padre e dei vescovi, sta affron-

tando spesso in prima linea le que-stioni della nostra quotidianità. Cosapensa di quest’impegno?Penso che sia assolutamente positivo,soprattutto se trova la sinergia delle partisociali. La Chiesa ha la possibilità di muo-vere le coscienze come neanche il sinda-cato può fare e dovrebbe scuotere quelledi politica e istituzioni, che devono garan-tire il lavoro, e che invece troppo spessosono assenti sul problema dell’occupazio-ne giovanile. Ma credo molto nella siner-gia, poiché le battaglie non si vincono maida soli e i messaggi vanno portati fuori ecomunicati a tutti perché portino gli effet-ti voluti.

E. D.

INTERVISTA A MARIO MELCHIONNA,SEGRETARIO PROVINCIALE CISL

Interessi o valori: una scelta

“L’essenziale sono i valori che vivete, per questo lagente vi ama ancora.” Si esprime così, deciso e

sicuro di sè, anche se non è uomo di chiesa, lo si vedepoche volte da noi a messa. è il direttore della DanteAlighieri, che è una vera istituzione dell’insegnamentodella lingua italiana all’estero: uomo sincero, cordiale,abituato ad andare al di là delle parole (che sono il suomondo quotidiano) e a mirare direttamente al cuoredelle cose. “Non sono i riti o le cerimonie,” continua, “sono i valo-ri oggi di cui la gente è assetata e a cui è sensibile,anche se non sembra. La gente guarda, osserva -anche coloro che sono lontani dalla pratica religiosa - esi rivela esigente, attenta ai valori in chi ha delleresponsabilità.” è vero, i nostri emigrati italiani trovano alla nostra vec-chia Missione cattolica ancora un’accoglienza a tutte leore, un’empatia che li fa sentire in famiglia e spesso ungesto concreto di solidarietà che ricorda loro “la fonta-na del villaggio”. Notano che si prende il tempo per iloro problemi e che si usa la stessa misura per chi èimportante o per gente comune; anche questo è unmessaggio prezioso ai loro occhi. A volte con loro il discorso cade anche sulla nostra Italiae i suoi ultimi sviluppi; le parole allora si fanno un po’preoccupate. Sentono che non vi trovano più queivalori e quello spirito di servizio che forse un tempoavvertivano, ma spesso un’altra qualità che chiamanovolentieri “arroganza”. Sembra che il “fare il propriointeresse” o il “chiudersi nel particolare,”come lo defini-va il Guicciardini sia l’idolo a cui tutto si sacrifica. Da quila fragilizzazione della situazione dei giovani, del loroaffannoso arrivo qui all’estero, della fragilizzazione ditutta una società... E li senti chiedersi con ansia: “Madove sono le voci che difendono i nostri valori perduti,che denunciano una società che sembra assumere leregole di una giungla in nome dei propri interessi?” Vi sanno elencare anche aspetti emergenti e moderni,che sanno spesso di artificio come le promesse vane, ilsorriso apparente, l’immagine di sicurezza, il senso delclan, la demonizzazione dell’altro: normali qualità mer-cantili. Sì, in questi anni una logica sotterranea o un filorosso lega tanti segni e avvenimenti: l’animus del mer-cante. Fare i propri interessi diventa quasi un paradig-ma con i suoi tanti eroi negativi. Pare che tutto quelloche si tocca - come il re Mida per il quale tutto diven-tava oro - diventi per noi più banalmente una merce ele persone clienti reali o potenziali. Tutto si compra,tutto si vende. Perfino l’acqua, un bene pubblico pereccellenza ultimamente. Anche avere un figlio in piùcome una merce si sente esclamare:“No, ci costa trop-po!”I nostri grandi valori di unità, di condivisione, di solida-rietà o semplicemente di fiducia e di coraggio nell’av-venire - che i nostri emigranti hanno vissuto come unvero motore nella loro avventura - sembrano essersisciolti come neve al sole. L’apertura di spirito, di intelli-genza e di cuore da sempre patrimonio della nostracultura sembrano dimenticati.Sembra venuta meno la compassione per il mondo,per le tragedie dei popoli nostri vicini di casa, il sensodell’altro, il valore di un cammino da fare insieme, lasfida di un avvenire per tutti da costruire a più mani. E ritornano in mente le indimenticabili parole di ChiaraLubich a dei sindaci riuniti a Martigny: “La scelta del-l’impegno politico è un atto d’amore: con esso il politi-co risponde ad un’autentica vocazione, ad una chiama-ta personale. Egli vuol dare risposta ad un bisognosociale, ad un problema della sua città, alle sofferenzedel suo popolo, alle esigenze del suo tempo”.Scendere in politica da noi sembra quasi scendere inguerra. O dichiarare guerra agli uomini che il Dio diAbramo conduce ancora oggi per mano, i migranti.Sapendo che un migrante cerca sempre, in fondo, duerealtà vitali ed essenziali per ogni essere umano: ilpane e la dignità. E fugge moltissime volte tra pericoliimpensabili da una terra, dove per lui è impossibilevivere. Dovremmo, invece, aiutarlo a vivere in un mondo sco-nosciuto, complesso, duro a volte per lui quale è ilnostro. E dovremmo semmai scendere in guerra conrealtà patologiche vere, croniche, visibili ed invisibili checorrodono l’anima stessa della nostra bella Italia e cheperfino all’estero vi sanno enumerare con sorprenden-te lucidità. Con la logica perversa dell’esclusione, pur-troppo, non si salva il mondo, nè lo si cambia, ma lo sistravolge rendendolo invivibile. è ora, finalmente, dopo una stagione così preoccupan-te ed amara, ritornare ai valori perduti costruiti dallanostra fede e dalle nostre tradizioni di civiltà. Sarà ilnostro cammino verso la terra promessa di Dio, che èsempre un avvenire per tutti di solidarietà e di fratel-lanza. A cominciare dagli ultimi.

Renato Zilio missionario scalabriniano a londra

GIOVANI E LAVORO - I dATI  I N  IRPINIA

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4 25 giugno 2011 Il PonteIl Ponte

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525 giugno 2011Il PonteIl Ponte Attualità

Il periodo storico che stiamo vivendoè un periodo molto triste perché mai

come in questi ultimi tempi la crisi eco-nomica, che non ha risparmiato nessu-na nazione al mondo, sta facendonascere ovunque nuove povertà get-tando nell’indigenza anche coloro chefino a qualche mese fa riuscivano asopravvivere grazie a qualche piccololavoretto “rubato” qua e là. Ovunque visono popoli che scendono in piazza amanifestare il loro disagio e a protesta-re contro le politiche dei propri governiche non incentivano, con una buonariforma economica la crescita e lo svi-luppo del proprio Paese. In Italia sem-pre più precari si ritrovano nella dispe-razione di non sapere se il giorno dopoavranno di che portare a casa, con laconseguenza che le loro famiglie si uni-ranno a quella fascia di “nuovi poveri”che sempre di più sta facendosi spazionella nostra società! Vista la situazioneinsostenibile anche la Chiesa e soprat-tutto il Papa, Benedetto XVI durantel’omelia che ha pronunciato nel corsodella sua visita pastorale domenica 19giugno nella Repubblica di San Marino,ha sottolineato che in questa particola-re fase storica “non bisogna dimentica-re la difficoltà delle famiglie e dei giova-ni condizionati dalla precarietà". Un'osservazione che ha dato lo spuntoal Pontefice per rimarcare l'importanzadella fede cristiana, intesa come unicaricchezza degna di essere ricercata.Insieme ai precari il Pontefice si è fattovoce anche dei rifugiati di cui propriodomenica scorsa ricorreva la “GiornataMondiale”, e nel suo appello rivolto atutti gli uomini, a qualsiasi credo essiappartengano, ha ricordato che "percontrastare l'egoismo che c'è nelmondo, le Autorità civili e ogni personadi buona volontà, dovrebbero impe-gnarsi a garantire accoglienza e degne

condizioni di vita ai rifugiati, in attesache possano ritornare in Patria libera-mente e in sicurezza”.Don Vitaliano, domenica scorsa ilSanto Padre nell'omelia ha ricorda-to i precari e i rifugiati. la nostrasocietà è in profonda crisi, i giovanihanno difficoltà ad inserirsi nelmondo del lavoro e ad avere unacondizione economica stabile percostruirsi una famiglia. Come spie-ga questo momento storico di fortecrisi e che significato lei dà all’ap-pello di Benedetto XVI?Sicuramente se il Papa, che è non soloil vescovo di Roma, ma il capo dellaChiesa Cattolica mondiale, ha rivolto unsimile appello per sottolineare questogrande disagio che accomuna ormaimigliaia di persone (giovani e ancheadulti), dopo che il “grido di allarme eragià stato lanciato dalle parrocchie ditutta Italia e dalle tante associazioniche si occupano di difendere i diritti deipiù disagiati, vuol dire che la situazionenon solo è grave, ma sta davvero pre-cipitando! Questo grido d’allarme giun-to ai vertici della Santa Sede deve sti-molare una riflessione profonda, per-ché anche se in passato si sono giàverificati periodi di crisi economica in cuia farne le spese come al solito sonosempre le fasce più deboli, questa voltail problema non riguarda soltanto chi illavoro non ce l’ha, ma chi pur avendo-lo non sa cosa aspettarsi il giorno dopo,perché il suo posto di lavoro potrebbenon esistere più da un momento all’al-tro, senza per altro nessuna possibilitàdi appello, perché la crisi non da treguae fa svanire nel nulla attività e comples-si industriali proficui fino a qualcheanno fa! La vita di queste persone èattaccata ad un filo, un filo che li trasci-na nell’impossibilità di progettare unfuturo, di costruirsi una famiglia, osemplicemente di realizzarsi per quelleche sono le loro capacità! Mi rendoconto che, continuando in questomodo, la nostra società diventerà unmosaico a cui mancano dei tasselli,ovvero quelle “colonne portanti” di ognicomunità che si rispetti: le famiglie.Oggi, infatti, si riducono sempre di piùle possibilità di crearsi una propria vitaa causa dell’assenza di risorse econo-miche dovuta all’instabilità lavorativa.Di questo passo nascerà una popola-zione di tanti “naufraghi” che, nelletempeste della vita, andrà invano allaricerca di qualcosa che ne appaghi il

vuoto interiore.la Chiesa guarda sempre di piùall'attualità, incontrando numerosiconsensi. la gente attendeva,forse, un ruolo più incisivo, vicino aiproblemi quotidiani?Mi sembra una cosa naturale che laChiesa si spinga sempre di più nei pro-blemi del popolo visto che, se facciamoriferimento alle parole del Vangelo,Cristo si è fatto uomo ed è venuto adabitare su questa terra per guarire i“malati e i più deboli”! Ultimamenteabbiamo assistito a cose veramenteassurde, perché la politica che da sem-pre è chiamata ad occuparsi dei proble-mi dei cittadini, a qualsiasi classe socia-le essi appartengano, è andata contro-corrente e specialmente gli uomini poli-tici del Governo in corso non hannofatto altro che pensare di proporre leggiche risolvessero i problemi giudiziari delnostro premier, tutelando solo edesclusivamente i diritti di pochi! LaChiesa, visto che ovunque in giro giun-gono le “grida disperate” di chi si ritro-va in situazioni alla soglia della povertà,non poteva starsene in silenzio, ma hadovuto dare una scossa alla classe poli-tica affinché fossero più attenti adattuare riforme e proposte in favoredello sviluppo delle risorse che la nostraNazione possiede da sempre, ma a cuiultimamente hanno tagliato i fondi, conla giustificazione che si devono evitaregli sprechi per risanare le casse delloStato! Noi cristiani dovremmo essere,come è scritto nella Parola di Dio, unpo’ profeti, guardare i segni dei tempi eandare oltre il tempo presente. Unesempio pratico di ciò che stiamodicendo è un episodio che ha coinvoltoanche me durante il G8 di Genova nel2001 e di cui quest’anno ricorre il deci-mo anniversario. Allora i giovani inrivolta, accompagnati anche da pretiche chiedevano i diritti per le classimedie e per gli ultimi, e gridavano aipotenti del mondo il loro no alla “globa-lizzazione”. Infatti secondo questimovimenti la globalizzazione avrebbecausato un impoverimento maggioredei Paesi poveri, attribuendo semprepiù potere alle multinazionali e favoren-do lo spostamento della produzione daiPaesi più industrializzati a quelli in via disviluppo, zone franche in cui tutti i dirit-ti umani non sono garantiti e dove isalari sono più bassi. Il tutto senza dare reali benefici allapopolazione del posto, anzi distruggen-

done buona parte dell'economia locale. Cosa possono fare, secondo lei, ilaici cattolici per dare un contribu-to importante al cambiamento,per far risorgere la società italianamai così priva di valori e di punti diriferimento?Ogni laico cattolico per dare un contri-buto importante al cambiamento dellanostra società oramai alla deriva,dovrebbe svolgere il ruolo che gli èstato riconosciuto durante il ConcilioVaticano II nel decreto sull’apostolatodei laici “Apostolicam Actuositatem”,che proferiva che il ruolo dei laici èassolutamente necessario nella missio-ne della Chiesa. Già 50 anni fa la Chiesachiedeva l’impegno dei laici in quantol'autonomia di molti settori della vitaumana si era assai accresciuta; matutto ciò era avvenuto con un certodistacco dall'ordine etico e religioso econ grave pericolo della vita cristiana.Inoltre in molte regioni, in cui i sacerdo-ti erano pochi, oppure, come talvoltaavveniva, venivano privati della dovutalibertà di ministero, senza l'opera deilaici la Chiesa a stento avrebbe potutoessere presente e operante. Il segno diquesta molteplice e urgente necessità èl'evidente intervento dello SpiritoSanto, il quale rende oggi sempre piùconsapevoli i laici della loro responsabi-lità e dovunque li stimola a mettersi aservizio di Cristo e della Chiesa. Oggi lacrisi di valori in cui è sprofondata lanostra società ci fa sentire tutti un po’

più poveri anche di spirito, perché se èevidente che si dà più importanza adun fisico femminile, all’avvenenza di unbel corpo piuttosto che ai meriti e allecapacità di una persona che sta cercan-do di farsi strada dopo tanti sacrifici, seè evidente che non rispettiamo la natu-ra deturpandola secondo i nostri biso-gni e dimostrando di non avere amoreper il Creato, se è vero che scegliamodi lasciarci andare ad una vita di consu-mi sfrenati pensando egoisticamenteche si vive una volta sola, a nostra voltanon avremmo fatto altro che contribui-re al disfacimento totale di un’umanitàormai smarrita dalle paure delle tantesofferenze e difficoltà! Se è pur veroche si vive una volta sola, proprio perquesto bisognerebbe avere il coraggiodi dire le cose come stanno (“Parresia”)e di proporre e adottare uno stile di vitadiverso che evidenzi come il ritorno aivalori del Vangelo sia la strada miglioreper acquisire quella pace e quell’armo-nia con se stessi e con il Creato che cipermetterebbe di vivere soprattuttocon la consapevolezza che dinanzi alSignore siamo tutti creature meravi-gliose, senza nessuna differenza né dicasta né di ricchezza o di povertà.Perché siamo tutti chiamati a realizzareil progetto che Lui ha disegnato perognuno di noi allo scopo di fare la SuaSanta Volontà!

Graziella Testa

don Vitaliano Della Sala

IL FATTO E IL COMMENTO“NuOVA GENERAZIONE” - l’opinione di don Vitaliano della Sala

Ogni giorno 38 mila sacerdoti diocesani annunciano il Vangelo nelle parrocchie tra la gente, offrendo a tutti carità, conforto e speranza. Per continuare la loro missione,

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6 25 giugno 2011 Il PonteIl PontePolitica

AlfonsoSantoli

I favolosi stipendi dei parlamentari italianiLavorano spesso due giorni alla settimana

Ogni anno quando vengono resi pubblici i redditi deiparlamentari gli italiani restano stupiti nel leggere

certe cifre talmente esose che qualcuno degli interes-sati si affretta subito a dichiarare che con il prossimoanno saranno ridotte.Questa barzelletta del calo della retribuzione dei par-lamentari viene da tempo annunciata, ma, strana-mente, non attuata.Cominciamo con l’analizzare la busta paga mensile diun deputato che percepisce uno stipendio lordo dicirca 17 mila euro (pari a circa 34 milioni mensi-li delle vecchie lire) con le seguenti voci:Indennità parlamentare: 5.486,58 euro mensili,al netto delle ritenute previdenziali (784,14 euro)eassistenziali (526,66 euro), della quota contributivaper l’assegno vitalizio (1.006,51 euro) e della ritenutafiscale (3.899,75 euro).Diaria: 3.503,11 euro mensili da cui detrarre206,58 euro per ogni giorno di assenza durante lesedute con votazione elettronica.Rimborso spese: 3.690 euro mensiliTrasporto e viaggi: gratis qualsiasi spostamento suautostrade, ferrovie, navi e aerei, non di Stato, in piùda 3.323,70 euro a 3.005,00 trimestrali per chirisiede fino a oltre 100Km- dall’aeroporto più

vicino. A noi risulta che la maggior parte dei par-lamentari, pur abitando a Roma, tranne i veri resi-denti, hanno conservato la residenza d’origine perincassare la somma degli oltre 3 mila euro dei viaggi.Spese telefoniche: 3.098,75 euro l’anno.Assistenza sanitaria: rimborso secondo tariffario aparte. Assegno fine mandato: Pari all’80% dell’impor-to mensile lordo dell’indennità moltiplicato per ognianno di mandato effettivo.Assegno vitalizio: da un minimo del 20% ad unmassimo del 60% dell’indennità a seconda degli annidi mandato parlamentare.Un deputato che ha lavorato per un intero man-dato (5 anni) riceverà un assegno di 58.518euro.I Senatori percepiscono qualcosa in più dei deputati.Hanno le stesse voci e con gli stessi benefici di que-st’ultimi, sulla busta paga.Se consideriamo che in Parlamento sembra siain vigore la settimana corta (da martedì a giove-dì) e si lavora per 16 ore alla Camera e per 9 ore alSenato, dobbiamo concludere che i nostri parlamen-tari percepiscono stipendi e pensioni da nababbi. Beatiloro…Salti chi può.

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Laurea GiordanoCon il massimo dei voti presso l’Università di Salerno si è laureato in Fisica il giovane Alessandro Giordano daGuardia dei Lombardi, discutendo una importante ed impegnativa tesi in Cosmologia e fisica nucleare: “Problemidella materia Oscura nella moderna cosmologia”. Relatori i Professori Gaetano Scarpetta e Gaetano Lambiase.Inoltre il candidato ha discusso anche la tesina: “Il Plasma di Quark e gluoni. Relatore il Professore Salvatore DePasquale.Al neo professionista i nostri più affettuosi auguri di importanti successi professionali, auguri estensibili ai felicigenitori Giovanni e Nina Cipriani. (al.sa.)

Matrimonio Setola-MorianoDomenica 26 giugno 2011 nella Parrocchia Santa Maria del Carmine di Montefredane, verrà celebrato il matrimo-nio di SETOLA FEDERICO E MORIANO ANTONELLA. AI NEO SPOSI GLI AUGURI DI UNA VITA COSTELLATA DIRICCHEZZA, SERENITà E GIOIA PERPETUA. SENTITI AUGURI AI GENITORI DELLO SPOSO ANTONIO E MICHE-LA SETOLA,AI GENITORI DELLA SPOSA MARIO MORIANO E MARIA BIANCO E AL FRATELLO SILVESTRO.(alfonso moriano)

LIeTe NOTIZIe

Oggi, abbiamo urgente bisogno nella nostra Comunità, forsesarebbe meglio dire impellente necessità, di eseguire un’au-

tentica, individuale analisi interiore, che ci possa far capire “exnovo” la nostra realtà sociale, tanto trasformatasi nel tempo,giacchè sembra a tutti noi oramai, che forse abbiamo iniziato apercorrere strade un po’ infide, forse “bagnate” da un incredibi-le egoismo e da una maligna materialità. L’uomo, oggi, preferisce non confrontarsi più con gli altri, nonvuole più confrontare le sue ragioni, anzi ritiene che le sue sianole migliori possibili, assolutamente inattaccabili sotto ogni punto

di vista.Vero è che constatiamo ancora molti aneliti, molti tentativi di tanti buoni “cri-stiani”, che cercano, attraverso la forza della ragione, di trovare una condivi-sione ragionevole d’incontro con i loro simili, con i quali devono pure trascor-rere la loro esistenza nello stesso spazio e nello stesso tempo. E’ accertato oramai che la violenza, la dittatura, i totalitarismi, le oligarchietrovano il loro fertile terreno negli animi di coloro che ritengono, appunto, dipossedere in esclusiva dentro di loro la verità assoluta. Ciascuno di noidovrebbe, invece, cercare di scoprire in un continuo confronto e dialogo contutti gli altri uomini, la verità oggettiva della vita, della nostra esistenza. La filosofia del confronto risulta, dunque, essere la migliore prassi, perchéessa costituisce la principale, forse l’unica condizione indispensabile, perchési possa vivere effettivamente l’esistenza stessa in armonia con la gente.Questo è il messaggio del pensiero di San Tommaso d’Aquino, che ci apparedavvero di un’attualità sorprendente.Il punto fondamentale, oggi, appare chiaro agli occhi di tutti, va, quindi, ricer-cato nello stabilire pienamente i contenuti che compongono siffatta dichiara-ta condizione umana. Questa stessa condizione si realizza solo nella convin-ta assunzione di accogliere solo la verità oggettiva dei fatti, degli accadimen-ti, delle cose e degli aspetti salienti della nostra stessa comune esistenza,come l’unica possibilità reale ed ideale, perché si possa poi vivere onestamen-te, con probità e con saggezza, con concretezza di intenti e con sentita soli-darietà.

Un ultimo richiamo doveroso a San Tommaso: il Nostro ci esorta a riflettereche ovviamente la verità non è soggettiva e non è neppure patrimonio degliuomini che si legano insieme tramite una Costituzione per formare uno Stato.La verità attentamente va scorta alla luce degli insegnamenti divini, nellastessa realtà in cui viviamo, la quale, senza che l’uomo intervenga maliziosa-mente per tentare di trasformarla a suo piacimento, osserva proprie leggi,secondo una razionalità intrinseca alla sua natura, primiera ed universale.Per queste semplici parole, sembra giusto dire che oramai per tutti noi è

giunto il tempo di smetterla di costruire castelli o chimere o fantomaticheideologie, confezionate con celati interessi personali o di cordata o con con-trasti giammai sopiti, esposti, come siamo, invece, a tutti i venti delle passio-ni e dell’errore.Il pensiero di San Tommaso, tutto aperto alla verità, ci induce a prestare soload essa la nostra massima attenzione. Il Santo Pontefice Beato GiovanniPaolo II, nel Suo memorabile discorso del 6 Dicembre 1989, tenuto in occa-sione della giornata mondiale della pace, riallacciandosi al pensiero tomistico,affermò a gran voce che seguire la verità significa osservare solo tutte legaranzie per la piena conservazione dell’ordine dell’universo e della nostraTerra.

Il pensiero di SanTommaso sulla verità, oggi,

fondamento della morale e del vivere civile.

Mario

Di Vito

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725 giugno 2011Il PonteIl Ponte Fisco

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Nuova opportunità per pro-prietari e possessori di diritti

reali su terreni e partecipazioninon quotate. Infatti, il decretosviluppo (Dl.70/2011), all’art.7,prevede la possibilità di procede-re ad un affrancamento di valore,ai fini Irpef, pagando un’impostasostitutiva. Si può affermare chequesto è un provvedimento consoli-dato che ha trovato la sua primaintroduzione negli articoli 5 e 7 dellalegge n.448/2001 (Legge Finanziaria2002) ed ha, poi, subito numeroseproroghe salvo brevi periodi di inter-ruzione. I soggetti interessati (persone fisiche,società semplici, enti non commer-ciali, che non detengono i beni nel-l’ambito dell’attività di impresa even-tualmente esercitata), che, alla datadel 1° luglio 2011, possiedono la pro-prietà o un diritto reale su un area(agricola o edificabile) o su una par-tecipazione qualificata o non,potranno far asseverare dai pro-fessionisti individuati nei citatiartt. 5 e 7 della legge 448/2001 ilvalore di mercato del terreno odella quota partecipata entro il30 giugno 2012 mediante laredazione di una perizia.l’asseverazione è perfezionatamediante giuramento inTribunale oppure presso un nota-io o giudice di pace. Limitatamentealle partecipazioni societarie, la peri-zia può essere redatta anche succes-sivamente alla loro cessione. Per iterreni, invece, la redazione e l’asse-verazione devono precedere la ven-dita in quanto il valore periziato costi-tuisce il valore minimo di riferimentoai fini delle imposte dirette, di regi-stro, ipotecarie e catastali. Inoltre, entro la stessa data,dovranno versare sul valore peri-ziato l’imposta sostitutiva del 2%(per le partecipazioni non qualifi-cate) e del 4% (per le partecipa-

zioni qualificate e per i terreni). Inquesto modo otterranno di potersostituire il valore periziato a quellofiscalmente dichiarato o accertato insede di precedente trasferimento persuccessione di morte o per compra-vendita, da contrapporre a quello divendita.Ciò comporta, generalmente, unrisparmio di imposta: l’imposta sosti-tutiva si applica sull’intero valore peri-ziato mentre l’Irpef ordinaria hacome base imponibile la sola plusva-lenza, data dalla differenza tra il valo-re di vendita e quello della preceden-te acquisizione. La differenza di ali-quote applicabili è così rilevante chemolto frequentemente il calcolo diconvenienza va a favore dell’impostasostitutiva anche in considerazionedel fatto che i costi storici, purchèrivalutati, sono di frequente lontaninel tempo e con valori notoriamentemolto bassi e, poi, anche perché ilcosto per la perizia è deducibile dalleplusvalenze successivamente matu-rate. In questa nuova rivalutazione viè una novità in senso assolutoche elimina, di fatto, alcuni aspet-ti negativi emersi in occasionedei precedenti provvedimenti dirivalutazione.In passato, infatti, accadeva che chiaveva già usufruito delle precedentileggi di rivalutazione (l’ultima riaper-tura risale alla legge 191/2009, art.2, comma 229) e ravvisava l’oppor-tunità di procedere ad una nuovarivalutazione, doveva versare lanuova imposta sostitutiva per interoe chiedere il rimborso di quella prece-dentemente pagata (al massimo erapossibile sospendere i pagamentidelle rate non ancora scadute se siera scelto il pagamento rateale).Con la nuova rivalutazione, invece, ilcontribuente che ha già effettuatauna precedente rideterminazione delvalore degli stessi beni, può detrarre

l’importo relativo alla sostitutiva giàversata (anche nel 2002) da quantodovuto per la nuova rivalutazione. Siattua, in tal modo, l’istituto della“compensazione”.Per vedere, in concreto, come funzio-na il nuovo meccanismo valga ilseguente esempio:si consideri un terreno edificabilerivalutato in base all’ultima legge dirivalutazione ( la n.191 del 2009) conun valore periziato di 100.000 euroche aveva generato un’imposta sosti-tutiva da pagare ed effettivamentepagata di 4.000 euro, corrispondenteal 4% del valore periziato. Con lanuova operazione di rivalutazione lostesso terreno in base ad una nuovaperizia è stato rivalutato in 150.000euro con la conseguenza che l’impo-sta sostitutiva liquidata e da pagareè di 6.000 euro, mentre quella effet-tivamente da versare, scegliendo lacompensazione, è di 2.000 euro(6.000 – 4.000).Tale modifica introdotta è stata detta-ta, anche, da un diffuso contenziosoche si era creato con la vecchia nor-mativa in considerazione del fattoche, l’art. 38 del DPR 602/1973 che

disciplina il rimborso dei versamentidiretti, se letteralmente interpretato,finiva per “mettere in fuori gioco” tuttii versamenti effettuati oltre i quattroanni precedenti, che gli Uffici si rifiu-tavano di rimborsare pur in presenzadi una prevalente giurisprudenza insenso contrario.la quadratura tra vecchia enuova rivalutazione avverrà inUNICO 2012, nei quadri RM perla rivalutazione dei terreni e nelquadro RT per la rivalutazionedelle partecipazioni.In alternativa alla compensazione, lanuova disposizione prevede, pursempre, la possibilità di ottenere ilrimborso dell’imposta sostitutiva neilimiti di quella pagata per il preceden-te affrancamento.Per quanto riguarda il termine entro ilquale chiedere il rimborso, è stataconfermata la tesi delle Entrate e cioèche il rimborso deve essere richiestoentro i 48 mesi (quattro anni) con laprecisazione che il termine decorredalla data di versamento dell’ultimaimposta o del versamento dellaprima rata con la limitazione che ilrimborso non può essere di importo

superiore all’imposta sostitutivadovuta a fronte del nuovo affranca-mento. Per le richieste di rimborsogià scadute alla data di entrata invigore del decreto stesso viene con-cesso, in deroga al limite di 48 mesi,un anno di tempo per presentarel’istanza di rimborso.Si ricorda che anche per la nuovarivalutazione è previsto il paga-mento dell’imposta sostitutiva inun’unica soluzione entro il 30giugno 2012, oppure in tre rateannuali di pari importo alleseguenti scadenze:• 30 giugno 2012 senza maggio-razione;• 30 giugno 2013 con la mag-giorazione del 3% a titolo diinteressi;• 30 giugno 2014 con la mag-giorazione del 6% a titolo diinteressi.A tal proposito si fa presente che lavalidità della rivalutazione si ottiene aseguito della correttezza e tempesti-vità del versamento (unico o primarata) e del possesso della periziaasseverata di valore.Da ciò ne consegue che, in caso dipagamento rateale, l’errore o l’omis-sione del versamento della seconda eterza rata non producono conse-guenze sul valore fiscalmente ricono-sciuto del bene “affrancato” (cioè larivalutazione é valida), e le eventualisomme non versate vengono iscrittea ruolo con le sanzioni previste per illoro recupero (30% dell’importo nonversato). l’iscrizione a ruolopotrà essere evitata se si faràricorso al ravvedimento operosoversando l’imposta dovuta conla maggiorazione della sanzioneal 3% (30% ridotto ad un deci-mo) entro trenta giorni, oppurecon la maggiorazione del 3,75%(30% ridotto ad un ottavo)entro un anno dalla scadenza.

RITORNA LA RIVALuTAZIONE dEI TERRENI: MA CON uNA NOVITA’

““AA TTUU PPEERR TTUU CCOONN IILL FFIISSCCOO”” a cura di Franco Iannaccone

AMMeSSA LA COMPeNSAZIONe CON IMPORTI PReCeDeNTeMeNTe PAgATI

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8 25 giugno 2011 Il PonteIl PonteMedicina

L’ACQuA, L’uOMO E L’ESTATEMEdICINA E SALuTE a cura di Gianpaolo Palumbo

Che le origini della vita sianoavvolte in una nuvola miste-

riosa lo sanno tutti. Da secoli le ipotesi si accavallanoe per un certo periodo di temposi parlò che tutto nasceva dal“brodo primordiale”.

Il biochimico russo Oparin con il collegaingese Haldane formularono all’inizio delsecolo scorso l’ipotesi della generazionespontanea a partire da materiale non viven-te solo…..tre miliardi e trecento milioni dianni prima. I sistemi viventi si sarebberoformati in un mare poco profondo, in unasorta di brodo (prebiotico) in cui sono avve-nute reazioni tra l’acqua, il metano e l’am-moniaca. Da queste reazioni sono venutefuori sostanze organiche e successivamentecomposti organici sempre più complessi.Ma tutto, comunque, per gli studiosi citati èpartito dall’acqua. Oggi con grande certezzascientifica si può affermare che l’uomo èfatto di acqua, o, principalmente di acqua.Infatti, il 60% del nostro corpo è acqua edal suo interno ci sono tutti i sali che si trova-no disciolti nell’acqua di mare. Che l’uomosia abituato all’elemento liquido per eccel-lenza lo sappiamo in quanto egli si sviluppae cresce nel liquido amniotico prima delparto. Il bambino appena nato è compostofino al 78% di acqua. Ma tutto questo liqui-do dove è nascosto? E’ distribuito un pòdovunque ma soprattutto in due tessutifondamentali per la vita stessa: quello ner-voso e quello muscolare.Il bambino man mano che cresce perdeacqua ma acquista masse muscolari edanche capacità metaboliche. Dopo i quaran-t’anni inizierà una disidratazione lenta maprogressiva che corrisponde al fenomenodell’invecchiamento. Fermare questo pro-

cesso non si può, ma si può frenarlo in qual-che modo con giuste ed equilibrate dosi diesercizio ma anche di supplementazionecon sali minerali.All’invecchiamento collabora il sole, che ilfisiologo Montanari chiama la “fornace del-l’universo” che irraggia il nostro pianeta condue milioni di miliardi di kilowatt all’ora.Questo terribile assalto diventa pericolosod’estate. Infatti tra poco il caldo ci opprime-rà e sarà importante la perdita di acqua esale che è causata dal sudore. Per tale moti-vo il nostro comportamento sarà fondamen-tale in un periodo in cui l’irraggiamento sola-re, l’esercizio fisico – intenso o meno che sia- in esposizione al sole sono da tenere sottocontrollo. Bisognerà tenere uno stile di vitaquanto più possibile corretto, ricordandosempre che mezz’ora di sudorazione profu-sa equivale ad una perdita di circa un litrod’acqua per una persona che pesi 70 chilo-grammi.Il vero e proprio vademecum per stare bened’estate comporta: prima di tutto la giustaalternanza di attività fisica e riposo. Nonesagerare ad effettuare sforzi quando ilcaldo già provoca vasodilatazione ed abbas-samento della pressione arteriosa. Si racco-manda, poi, i momenti ed i tempi di esposi-zione al sole. Passare l’intera giornata adarrostire letteralmente sulla spiaggia non fabene a niente e rovina anche la pelle che sidisidrata ancora di più. Al terzo posto vaconsiderata la protezione della testa, impor-tante soprattutto nei bambini e negli anzia-ni. Chi pratica sport o solamente il salutareesercizio fisico deve seguire la propria pas-sione in maniera moderata o nelle ore piùfresche della giornata. Altra cosa intelligen-te da fare è quella di viaggiare in orari diminore traffico e quando c’è anche un minor

irraggiamento.A tutto quello che abbiamo riportato vaaggiunta una dieta equilibrata, priva di ali-menti poco digeribili, ma ricca di frutta everdura ed una supplementazione a base dimagnesio, potassio e calcio. Ovviamenteper quest’ultimo suggerimento ci vuolenecessariamente il supporto del medico checonosce il soggetto.Il corretto stile di vita che abbiamo riportatova bene per tutti ma l’attenzione deve esse-re posta su tre categorie che sono a mag-gior rischio di disidratazione: bambini,anziani e donne. Nei piccoli è sfavorevole ilrapporto tra una piccola massa corporearispetto all’ampia superficie cutanea, Cosìcome nelle donne il rapporto è sfavorevoletra massa magra e l’ampia superficie cuta-nea maggiore rispetto agli uomini. Negli

anziani oltre alla disidratazione c’è anchel’utilizzo cronico di farmaci diuretici.La perdita di acqua e sale in estate abbassale capacità prestative del nostro organismoe così si spiegano l’inappetenza e la svoglia-tezza dei bambini dopo tante ore in spiag-gia. Anche gli adulti sono stressati soprattut-to per chi guida ore ed ore sotto il sole o fala fine delle sardine in scatola in qualchelunga coda autostradale. Per gli adulti anchei crampi notturni o da sforzo sono legati allegrandi sudate durate il giorno. Il crampo nonè altro che una contrazione involontaria chedura da pochi secondi a qualche minuto edè associata a dolore. Per vincere il crampo ilnostro consiglio è quello di utilizzare prodot-ti da banco che si vendono in farmacia abase di potassio e di magnesio.

ATTIVITA’ E ASSISTENZA PER GLI ANZIANI ANCHE PER uN GIORNO:

IL NuOVO SERVIZIO PER LA TERZA ETA’

Un servizio nato con l’obiettivo di sostenere la popolazione anziana, fornendo un supporto concreto per gli anzia-ni e per le loro famiglie. La casa-albergo per anziani “Villa Paradiso” di Parolise (Avellino) ha ideato un servizio

innovativo per quegli anziani che hanno bisogno di assistenza senza voler lasciare le proprie case: grazie alla presa incarico e all’accompagnamento a domicilio, gli anziani potranno partecipare alle attività del Centro diurno di

“Villa paradiso” per fare poi ritorno presso la propria abitazione.

Numerosi sono i laboratori per la terza età attivi presso la struttura, per favorire la creazione di contesti di dialogo e

di fiducia affinché gli anziani possano trovare nuove motivazioni: si parte dal Cineforum, con la visione di film e la

successiva discussione e esternazione delle impressioni, curiosità e perplessità; laboratorio artistico-espressivo,

incentrato sulla manipolazione di paste morbide, pittura su vari supporti e con varie tecniche, disegno libero e guida-

to, decoupage su vari supporti, cartonage, collage con varie tecniche e materiali, patchwork su polistirolo; gite e viag-gi organizzati, con la possibilità di partecipare a viaggi di gruppo organizzati in località sempre diverse dove trascor-

rere il proprio tempo libero, sempre sotto la supervisione di personale qualificato; musicoterapia, disciplina scientifi-

ca che predilige il canale non-verbale e il canale corpo-sonoro-musicale, con l’obiettivo di far acquisire al paziente

nuove modalità di comunicazione con se stesso, il proprio nucleo familiare e tutto il mondo esterno, al fine di miglio-

rare le relazioni e la qualità della vita. Gli scopi, in questo campo di applicazione, possono essere riabilitativo (deficit

mentale e/o motorio, situazioni varie di handicap), e terapeutico (autismo, psicosi, nevrosi, pazienti oncologici, termi-

nali, in stato comatoso ecc.). Questo tipo di laboratorio si compone di due momenti: musicoterapia attiva, con la pro-

duzione di suoni attraverso semplici strumenti musicali e nella produzione canora, e musicoterapia recettiva, con

l’ascolto, durante vari momenti dell’animazione, di musiche rilassanti e stimolanti; danza-movimento-terapia, per

favorire l’integrazione attraverso “liberi movimenti”, balli di gruppo, balli di coppia e ginnastica dolce; giardinaggio,

che, oltre a far acquisire agli utenti elementi pratici relativi alle varie tecniche di coltivazione e cura delle piante, inten-

de offrire la possibilità di far vivere agli utenti un momento importante di aggregazione e di condivisione; scritturacreativa, con la proposta di letture di quotidiani, libri, poesie e testi vari da commentare e trascrivere, nonché attraver-

so il racconto e la stesura di storie e racconti personali, con obiettivi quali stimolare la memoria, mantenere attivi pro-

cessi di lettura e di scrittura, condividere i propri vissuti, creando un clima piacevole e familiare, favorire l’apprendi-

mento anche in età avanzata; attività ricreative, con momenti di svago e di gioco; cucina, con la possibilità di prepa-

rare dolci, biscotti, pietanze varie, secondo ricette della tradizione locale o il gusto personale.

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925 giugno 2011Il PonteIl Ponte

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10 25 giugno 2011 Il PonteIl PonteVangelo

Una lettrice ci chiedese le spetti o meno

una quota dell’indennitàdi fine rapporto percepi-ta dal marito, visto che èancora in corso la causadi divorzio, richiesto dai

coniugi con ricorso congiunto nelquale si era prestabilita l'attribuzionedi detto assegno in favore dellamoglie, e quindi non vi è ancora alcu-na certezza dell’attribuzione del-l’assegno.In proposito, l’art. 12-bis della leggen. 898 del 1° dicembre 1970 prevedeche il coniuge nei cui confronti siastata pronunciata sentenza di sciogli-mento o di cessazione degli effetticivili del matrimonio ha diritto, se nonpassato a nuove nozze e in quantosia titolare di assegno divorzile, aduna percentuale dell'indennità di finerapporto percepita dall'altro coniugeall'atto della cessazione del rapportodi lavoro anche se l'indennità viene amaturare dopo la sentenza; per-centuale pari al quaranta per centodell'indennità totale riferibile agli anniin cui il rapporto di lavoro è coincisocon il matrimonio.Secondo questa legge, il diritto allaquota di TFR sorge quando l'inden-nità sia maturata al momento o dopola proposizione della domanda didivorzio (con conseguente insus-sistenza del diritto unicamente sel'indennità matura anteriormente atale momento) e, quindi, anche

prima della sentenza di divorzio,senza che rilevi che a tale momentol'assegno divorzile sia stato giàliquidato e sia già dovuto.L'espressione "titolare di assegno aisensi dell'art. 5" usata dal legislatorenon può essere intesa in senso let-terale, cioè restrittivo ostandovi, dalpunto di vista sistematico, il successi-vo riferimento all'attribuzione deldiritto alla quota del trattamento difine rapporto anche se questo viene amaturare dopo la sentenza. Tale ulti-ma statuizione implica necessaria-mente che quel diritto deve ritenersiattribuibile anche ove il trattamentodi fine rapporto sia maturato primadella sentenza di divorzio, ma dopo laproposizione della relativa domanda,

quando ancora non possono esservisoggetti titolari dell'assegno divorzile,tali potendo divenire solo dopo il pas-saggio in giudicato della sentenza didivorzio, ovvero di quella, ancorasuccessiva, che lo abbia liquidato. Infatti, la "ratio" dell'art. 12 bis èinfatti quella di legare il diritto allaquota di indennità non ancora per-cepita dal coniuge al quale essa spet-ti al diritto all'assegno divorzile, ilquale in astratto sorge, ove spet-tante, contestualmente alla doman-da di divorzio, ancorché - di regola -esso venga costituito in concreto edivenga esigibile solo dal momentodel passaggio in giudicato della sen-tenza che lo liquidi. Ne consegue cheove l'indennità di fine rapporto sia

percepita dall'avente diritto dopol’inizio della causa di divorzio, aldefinitivo riconoscimento giudiziariodella concreta spettanza dell'assegnodeve ritenersi riconnessa anche l'at-tribuzione del diritto alla quota dell'in-dennità su detta, la quale potràessere liquidata con la stessa senten-za di divorzio, ovvero in un distinto,successivo procedimento.Vero è che l'art. 12 bis condiziona ildiritto alla percentuale del trattamen-to di fine rapporto in questione aldiritto all'assegno di divorzio e quindi,prima che tale diritto sia accertatocon sentenza passata in giudicato, ladomanda di attribuzione di detta per-centuale non può essere accolta. Mala relativa domanda può essere pro-posta nello stesso processo in cui siadomandato l'assegno di divorzio, for-mandosi così contestualmente il giu-dicato sulla spettanza di questo edella percentuale del TFR. Infatti,costituendo l'attribuzione del-l'assegno di divorzio condizione del-l'azione con la quale si domandi lapercentuale del TFR ai sensi del dettoart. 12 bis, per il suo accoglimentonon è necessario che detta con-dizione sussista al momento dellaproposizione della domanda ma èsufficiente la contestuale formazionedel giudicato sulle due domande.Ne deriva che ove l'attribuzione dellaquota del TFR sia stata domandata ingiudizio diverso da quello di divorzioed a questo successivo, ancorché

prima che quello sia stato definito consentenza passata in giudicato,essendo i due giudizi venuti acontestuale decisione definitiva, lacontestuale decisione sugli stessi epubblicazione delle relative sentenze,che implica il verificarsi di unasituazione processuale di con-testuale formazione del giudicatosulle due domande. Da tutta questa disciplina deriva chel'obbligo dell'ex coniuge di corrispon-dere all'altro ex coniuge la quota,spettante gli per legge, del tratta-mento di fine rapporto percepitaall'atto della cessazione del rapportodi lavoro, ha natura patrimoniale epertanto in caso di decesso delconiuge tenuto alla prestazione,esso, se rimasto inadempiuto, rientranell'asse ereditario, gravando suglieredi del "de cuius". Sulla stessa lineaè anche l’indirizzo secondo cui lanorma è applicabile ai coniugidivorziati prima dell'entrata in vigoredella stessa, ove l'indennità di finerapporto sia maturata successiva-mente a tale momento, atteso che ildiscrimine temporale tra vecchia enuova disciplina non è costituito dal-l'elemento presupposto, ossia dalladata del divorzio, bensì da quello delverificarsi della fattispecie generatricedel nuovo diritto, costituita dallamaturazione dell'indennità.

* dottore in Diritto Canonico

La rubrica - La famiglia nel diritto a cura di Enrico Maria Tecce*

Il passo del Vangelo di Giovanni chela liturgia ci offre, nella solennità

del Corpo e Sangue di Cristo, è trat-to da quel famoso e straordinariocapitolo sesto. Con esso si arriva alculmine della rivelazione del misterodella persona e dell’opera di Gesù,Pane di Dio disceso dal cielo checomunica la vita a colui che lo “man-gia”.In questo testo il «simbolo» del paneviene chiarito dall’annuncio stesso diGesù.Se attraverso il termine carne, siesprime l’effetto vivificantedell’Incarnazione, col futuro «iodarò», si fa apertamente riferimentoanche alla morte di Gesù come sor-gente di vita per il mondo. Anche qui viene presentata l’obiezio-ne di quei Galilei. E come nella primaanche qui due parole di Gesù –«mangiare di questo pane» e «ilpane... è la mia carne» – sono stateaccostate e formano una sola fraseda cui è scomparsa la parola «pane».Così formulato, l’annuncio di Gesù

sembra ridotto a un senso puramen-te materiale, anche se il contesto,ovviamente, si oppone a una inter-pretazione letterale dell’obiezione. Alla prima obiezione i Giudei hannocapito bene che Gesù affermava lasua origine divina; difatti risulta chia-ro che il rifiuto della sua parola nascedall’aver essi intuito la grande porta-ta. Qui i Giudei hanno ben inteso cheil Maestro annunciava, nella suamorte volontaria, il dono della «vitadel mondo». Più che sospettare cheGesù abbia annunciato qualcosaconnessa con il mangiare material-mente il suo corpo, essi rifiutano chela salvezza universale, e anzitutto laloro salvezza, possa provenire daldono di sé, di un uomo riconosciutotale. Essi respingono con forza ildover dipendere totalmente, per la«vita eterna», da questo Gesù chesta parlando con loro. Una dipenden-za inaccettabile e anche sacrilega perchi non riconosce altro Redentoreche il Dio d’Israele.Se la prima obiezione degli interlocu-tori esprimeva il rifiutodell’Incarnazione del Logos, la secon-da nega che la morte di Gesù possaessere sorgente di vita per tutti gliuomini. è lo scandalo della Croce chequi affiora.La chiusura-incomprensione deiGalilei, dà l’opportunità a Gesù di farel’ulteriore passo nella rivelazione di sestesso, coinvolgendone ancor di più idestinatari. Come nella risposta allaprima obiezione dei Giudei, anche

qui la prospettiva è centrata sul cre-dente, la cui esistenza viene trasfor-mata. Lì si doveva ascoltare il Padree «venire a me»; qui si è invitati a«mangiare e bere», cioè ad accoglie-re la rivelazione del sacrificio del«Figlio dell’uomo».Solo attraverso questa fede il disce-polo potrà vivere della vita stessa delFiglio di Dio. Qui è la prima volta, nelquarto Vangelo, che è espresso chia-ramente il tema della mutua imma-nenza di Gesù e del credente.Dopo un solenne duplice Amen,Gesù riprende l’espressione «man-giare la carne» di cui si sono serviti isuoi contraddittori; anzi, paradossal-mente, la rinforza aggiungendovi«bere il sangue». Egli però evitasubito ogni malinteso dicendo non«la mia carne», ma «la carne delFiglio dell’uomo». I Giudei avevanoindicato Gesù come un uomo comu-ne («costui»), persistendo a nonvedere in lui che un individuo comegli altri; di qui il loro rifiuto del suoannuncio. In realtà, colui che parla aloro non appartiene a questa crea-zione, egli appartiene al «mondodall’alto».Con l’espressione il Figlio dell’uomo,l’Evangelista designa certamente il

Figlio di Dio nel suo itinerario diSalvatore, cioè di colui che è incomunicazione permanente con il«cielo», che ne è disceso per essere«innalzato» e che vi risalirà.Così gli uditori sono invitati a non fer-mare lo sguardo sull’essere umanoche sta loro di fronte, ma a sollevar-lo verso Colui che, secondo la lorotradizione apocalittica, «domina isecoli».La formula «mangiare la carne...bere il sangue», che qui ricorre perl’ultima volta, introduce il tema dellamutua dimora. Presa nell’ordinenaturale l’azione del mangiare portaall’assimilazione del nutrimento daparte di chi mangia. Invece nellaparola di Gesù: «Colui che mangiame dimora in me ed io in lui», vieneproposto il contrario. Anche nel lin-guaggio sapienziale (vedi per esem-pio il Libro dei Proverbi), chi si nutredell’insegnamento celeste, entra nel-l’amicizia divina; e la Parola che lonutre rimane al di sopra dell’uomo elo introduce nell’orizzonte che essagli apre. A maggior ragione la stessacosa avviene quando l’accoglienzadell’uomo è nei riguardi della tra-scendente persona del Figlio di Dio.Ed è in questo orizzonte che Giovanni

esprime l’immagine della mutuadimora; la realtà che la formula del-l’immanenza reciproca vuole espri-mere è al limite dell’ineffabile, è ilgrande e indefinibile mistero dei duein uno. Manifestando la comunione deldiscepolo con il Figlio, l’Evangelistanon solo va oltre i particolari annunciprofetici di reciprocità tra Dio eIsraele nell’orizzonte dell’Alleanza,ma fonda questa reciprocità nellarelazione che unisce il Figlio stesso alPadre. Anche il messaggio ecclesia-le diventa chiaro: la Chiesa che cele-bra nella sua liturgia la presenza delRisorto non separa questa dal ricor-do della morte attraverso la qualeGesù aveva amato i suoi «fino allafine». L’Eucaristia, nell’azione di gra-zie, attualizza il dono che il Figlio del-l’uomo ha fatto di se stesso per noi.Nutrirsi sacramentalmente del Panedella vita significa dunque aderire allapersona di Gesù, Figlio di Dio discesodal cielo che salva il mondo dalla sualontananza da Dio. Ancor più: signifi-ca raggiungere «in cielo» il Figlio del-l’uomo, cioè già vivere quella comu-nione che è riconosciuta come «vitaeterna».

«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo»

La liturgia della Parola: Corpus domini

p. Mario Giovanni Botta

Vangelo secondo Giovanni (6,51-58)

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, discesodal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane cheio darò è la mia carne per la vita del mondo».Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come puòcostui darci la sua carne da mangiare?».Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate lacarne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete invoi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vitaeterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne èvero cibo e il mio sangue vera bevanda.Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io inlui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per ilPadre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è ilpane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri emorirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

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1125 giugno 2011Il PonteIl Ponte Ambiente

il ponteSettimanale cattolico dell’Irpinia associato alla Fisc

Proprietà Diocesi di Avellino

fondazione “Opus solidarietatis pax onlus”

editrice “Coop. Il Ponte a.r.l.”

Direttore responsabileMario Barbarisi

Redazione:

Via Pianodardine - 83100 Avellino telefono e fax 0825 610569

Stampa: Poligrafica Ruggiero - Avellino

Registrazione presso il Tribunale di Avellino del 22 dicembre 1975

Iscrizione al RNS n. 6.444 Iscrizione ROC n. 16599

sped. in a. p. comma 20b art. 2 legge 662/96 Filiale P.T. Avellino

Rubrica “TERRAVERDECIELOAzzURRO”

EMERGENZA RIFIuTIDopo Difesa grande ad Ariano e Pustarza a Savignano, sarà aperta un’altra discarica in Irpinia?

Andrà a finire comeal solito. Anche se

stavolta la gente èstufa e davvero non nepuò più. Gli attori diquesta commedia sonosempre gli stessi, manessuno di loro è ingrado di cambiare le

carte in tavola. Purtroppo il copione ègià scritto e, pur volendo cambiarlo,non ce n’è il tempo, né lo spazio. E’ una scaletta ben conosciuta. Primasi fanno dei grandi piani con degliobiettivi da raggiungere non ben pre-cisati e soprattutto senza risorse eco-nomiche, materiali e umane adegua-te. Si fa un gran parlare di tutto quel-lo che gli altri hanno fatto prima di noie di come lo hanno fatto male. Poi, unpo’ come i compari che fanno il giocodelle tre carte, Governo, Regione eProvincia, non importa di quale colo-re siano, alzano la voce, mentre i cit-tadini iniziano a percepire il problemasulla propria pelle. Si alzano i roghi equalcuno ne approfitta per bruciareun po’ di rifiuti tossici, tanto inCampania, anche se molti non losanno, è sospeso il codice ambienta-le e in discarica si possono sversareanche rifiuti pericolosi. A un certopunto, dopo aver fatto salire l’im-mondizia abbastanza in alto da pie-gare la volontà più feroce, si indica ilbuco da riempire. Dopo aver sedatole rivolte della popolazione -Savignano docet - si procede alla rea-lizzazione del buco. Il gioco è fatto. Ingenere il ciclo dura due anni. Perché, poi, dovrebbe essere diversal’attuale emergenza? Diciamo chestavolta gli ingredienti sono esplosivi,come al solito. L’Unione Europea haavviato le procedure d’infrazione e habloccato i finanziamenti per laCampania. 400 milioni di euro che poierano i soldi su cui contava DeMagistris per implementare il suopiano per la differenziata. Dopo aver chiamato come assessoreall’Ambiente Tommaso Sodano, chedi rifiuti se ne intende, a Napoli si cer-cava di dare una svolta: vietati ivolantini pubblicitari, gli ortaggi nondefoliati, l’utilizzo indiscriminato del-l’usa e getta; costruzione delle isoleecologiche con la definizione entro 15giorni dei tempi di entrata in funzio-ne; realizzazione degli impianti di

compostaggio e di valorizzazione deirifiuti ingombranti e della carta. Ma isoldi non ci sono e i progetti devonoessere finanziati. E il Governo a timo-ne leghista, che questi soldi se li terràben stretti, ha già dimostrato che sipuò andare ben oltre. Dopo averdichiarato terminata l’emergenza al31 dicembre scorso è stata negatapochi giorni fa l’approvazione di undecreto che avrebbe consentito ditrasferire la spazzatura campananegli impianti delle regioni dispostead accogliere i rifiuti. Un colpo per laCampania che ha amorevolmenteaccolto sul suo territorio milioni ditonnellate di rifiuti tossici settentrio-nali. Intanto la Regione lavora su duefronti. Da una parte accusa, giusta-mente, la Lega, dall’altra si prepara adichiarare lo stato di emergenza.Stato di emergenza a cui in Provinciadi Avellino guardano con timore.Cosa succederà una volta dichiaratal’emergenza? Semplicemente quelloche è sempre successo: si troverà ungrande spazio dove inserire tutti irifiuti del napoletano. Si inizierà,magari, dicendo che è una soluzioneprovvisoria e durerà tre mesi, poi imesi diventeranno sei, poi divente-ranno anni e gli anni passeranno,mentre la discarica, o le discariche,diventeranno sempre più grandi.Bisogna dire che è preferibile che lospazio sia incontaminato e, visto cheoramai l’arianese ha già dato conDifesa Grande di Ariano Irpino ePustarza di Savignano Irpino, si ten-terà una nuova discarica. Dove? Chilo sa. Ma quello che succederà nei prossimimesi, a dire il vero, lo si può già leg-gere nelle leggi emanate a inizioanno. Tra le novità la possibilità isti-tuita dalla legge dello Stato24/01/2011, nelle modifiche al DL26/11/2010, di derogare al Codiceambientale 152/2006. In 15 giorni sideve produrre la Valutazione diImpatto ambientale per contestare lacostruzione di eventuali discariche.Quindi, stavolta sarà difficile contra-stare le ruspe, anche dal punto divista legale.C’è poi una nuova possibilità inesplo-rata, ancora più pericolosa: le 1237cave abbandonate. Il Piano rifiutiregionale prevede, infatti, che le caveabbandonate possano essere riempi-

te con compost fuori specifica.Sarebbe il definitivo colpo di graziaall’ecosistema irpino. A prescinderedalla valutazione della qualità delcompost - visti i precedenti inCampania – il problema sta nella fra-gilità delle montagne irpine. Le nostremontagne calcaree, interessate daun carsismo molto spinto. sono deicolabrodi, per questo abbiamo tantaacqua. Quando piove tutto il compostfuori specifica e l’immondizia si scio-glierà e finirà nelle nostre falde acqui-fere che, ricordiamolo, dissetano il20% della popolazione meridionalepeninsulare. Tutt’altro discorso per lecave argillose, però anche qui c’è unproblema dovuto al fatto che il perco-lato, prima o poi, scivolando sullostrato argilloso si riverserà nelle faldeacquifere e andrà a interessarel’enorme reticolo idrografico irpino,caratterizzato dalla forte interconnes-sione tra fiumi, sorgenti e invasi. Insomma siamo pronti.Accomodiamoci in poltrona e che lospettacolo abbia inizio. La curiositàc’è, stavolta qualche attore è cambia-to e le varianti ci sono. Il problema èil finale, quello, purtroppo, lo cono-sciamo già.

VirginianoSpiniello

ECO FlASH NEWS DI DAVIDE MARTONE

CAMbIARE SI PuÒ, bASTAAGuZZARE L'INGEGNO

Alla luce dei risultati dei referendum è possibile faredelle riflessioni sul futuro energetico nazionale:

qual'è l'alternativa giusta al nucleare?

Si è discusso tanto prima dei referendum di domenica elunedì scorsi del futuro energetico del Paese e altrettan-

to ha fatto discutere il risultato di questi ultimi, ma soprattut-to di quello relativo alla costruzione di centrali nucleari, cheha sancito la rinuncia da parte del popolo italiano allo sfrut-

tamento dell'energia nucleare. Tuttavia, molti esperti sono scettici sull'utili-tà e la produttività delle energie rinnovabili. In rete e su vari mezzi di infor-mazione on-line circolano, però, alcune idee che potrebbero essere utili perun utilizzo più efficace di fonti energetiche alternative.Una centrale “ibrida” in Turchia. In un articolo pubblicato sul sito inter-net www.greenstyle.it si legge di un progetto del governo turco, studiatocon l'aiuto della compagnia energetica statunitense General Electric, cheprevede la costruzione di una centrale che sfrutterà il gas naturale in con-comitanza con l'energia eolica e impianti fotovoltaici impiantati su una“torre solare”. La torre produrrà del vapore che verrà successivamente con-vogliato verso le turbine a gas per aumentarne la produttività. Si calcolache la centrale avrà una potenza di “530 Mega watt” e che risulterà adat-ta a “paesi le cui reti elettriche funzionano a 50 hertz (come gran parte deipaesi europei, compresa l’Italia)”. La novità consiste nel fatto che, graziealla condivisione di alcuni sistemi dell'impianto, si abbatteranno notevol-mente i prezzi e si ridurrà di molto l'inquinamento.Meno silicio, più produttività del fotovoltaico. è questo lo studio cheintende perseguire il neo nato Center for Nanosience and Technology pres-so Politecnico di Milano, in collaborazione con l'Istituto Scientifico Nazionale(sempre su greenstyle). Studio dedicato al potenziamento del fotovoltaicoattraverso l'utilizzo di nuovi tipi di pannelli solari costruiti facendo a menodel silicio e utilizzando dei polimeri creati in laboratorio. Questi materialirisultano “assai più duttili del silicio e che, in prospettiva, potranno esserecollocati facilmente sulle facciate degli edifici o all’interno delle finestre” epermetteranno di ridurre i prezzi di produzione, che balzeranno dai 2,5 €attuali fino a 20-30 centesimi per Watt.l'agricoltura è l'energia del futuro. Ciò è venuto fuori dal “Forum ener-getico d'Italia”, ideato da Coldiretti, che si è tenuto martedì' 14 giugno 2011presso la Scuola Grande San Giovanni Evangelista di Venezia (da Asca.it)e dove è stato pubblicato il rapporto sulle energie rinnovabili del futuro. Traqueste è stata inserita l'agricoltura, grazie alla quale si potrebbe ottenere“energia rinnovabile in grado di sostituire tre centrali nucleari con il direttocoinvolgimento delle imprese agricole”. Impiegando l'energia termica pro-dotta dal lavoro e energie rinnovabili come il fotovoltaico si potrebbero “evi-tare emissioni pari a 26,37 milioni di tonnellate all’anno di CO2” (dati dagreenstyle.it). Alla luce del risultato del referendum e delle idee che attraversano le mentiinnovative di alcuni scienziati è possibile fare delle riflessioni sul futuro ener-getico nazionale: qual'è l'alternativa giusta al nucleare?

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12 25 giugno 2011 Il PonteIl Ponte

Domenica 19 c.m., presso il Convento dei Padri Cappuccini, ho provato l'im-mensa gioia di incontrare tutte le famiglie adottive dei bambini dei centri di

Madre Teresa di Calcutta sparsi nella intera India e ora adottati da molte fami-glie della Campania. L'incontro si è tenuto presso il Convento dei PadriCappuccini, alla presenza di due missionarie della Carità del CentroInternazionale per le Adozioni della Beata Madre Teresa di Calcutta. Abbiamoaffrontato tutti insieme la delicata problematica dell'inserimento del bambinoadottato, non italiano, nel mondo della scuola e in famiglia.Ciascuno ha riportato la propria esperienza genitoriale dalla quale è emersa una

forza spirituale ed umana non comune, finalizzata al sereno inserimento dei bambini indiani.I punti nodali emersi sono stati i seguenti:1.la famiglia che accoglie il bambino, per sempre, deve autoeducarsi, costantemente a superareogni forma di pregiudizio e barriera che in qualche modo possono creare fratture con il minore ditipo affettivo e relazionale.2.Ispirare il rapporto pedagogico ai valori evangelici della donazione assoluta.3.La famiglia costantemente presente in tutte le agenzie educative nell'interesse del bambino.4.La famiglia come baluardo di diritti riconosciuti come inalienabili e disponibile ad ogni strenua dife-sa degli stessi.5.La famiglia adottiva che si relaziona costantemente con le altre, per un interscambio culturale espirituale, finalizzato alla crescita della stessa e dei bambini.6.Garantire sempre a chi fa richiesta di un' adozione internazionale tutto l'appoggio della congre-gazione di Madre Teresa.Una parte dell'incontro è statadedicata alla esperienza umanae missionaria delle suore, chenella loro infinita dolcezzahanno lanciato un messaggio,così sintetizzato: se per unverso esistono i bambini adotti-vi, per altro non esistono, inquando i bambini sono tali ediventano tali solo in funzionedell'amore e di chi se ne prendecura.Sono figli di Dio, sono figli ebasta.Ho proposto questa esperienzaperché le famiglie, che fosserointeressate ad adottare unbambino, possano nella massi-ma serenità rivolgersi al Centrointernazionale per le AdozioniMadre Teresa di Calcutta di Roma.É stata una delle più belle esperienze della mia vita, sopratutto come uomo e cristiano e non inqualità di esperto.Le suore di Madre Teresa di Calcutta trasmettono a voi, affezionati lettori, sante benedizioni a nomedella stessa, in quanto il gesto più piccolo d'amore che sarà posto in essere, sarà fatto a Dio.

I bambini di Madre Teresa di Calcutta

L' Angolo del consulente familiareA CURA DI PAOlO MATARAZZO

“Buon compleanno Italia” è il titolo dell’ultimafatica letteraria dello scrittore avellinese, pro-

fessor Nunzio Menna, titolare dell’omonima CasaEditrice. Egli ha “sfornato” questa pubblicazione inoccasione della premiazione della XXXIII edizionedel concorso artistico-letterario internazionale

“Città di Avellino – Trofeo verso il Futuro”, di cui è segretariodella giuria, nonché organizzatore dello stesso concorso. Ma piùdi tutto lo ha fatto per la coincidenza con il centocinquantesimoanniversario dell’Unità d’Italia.Il volume, che si presenta in una elegante viste tipografica, nonè altro che la descrizione di molti viaggi dell’autore fatti in Italia.Egli, infatti, nella prefazione fa presente di essere felice di vive-re nel nostro Paese e di volerlo ancora girare, in lungo e in largo,per una maggiore conoscenza degli abitanti di altre località econoscerne, nel contempo, gli usi, i costumi e le loro bellezze.Le città ed i luoghi di una certa importanza inclusi in questovolume, in verità, ne sono diversi: Milano, Torino, Trieste,Venezia, Genova, Lucca, Firenze, Pesaro, Roma, Lecce, Napoli,San Giovanni Rotondo, Capri, Sorrento, Materdomini, Fatima,Lourdes, Medjugorie e Avellino. In questo “viaggio”, certamen-te, non poteva mancare la sua città di adozione.Ogni capitolo è diviso in due parti: la prima descrive i monumenti esistenti nelle località visitatedall’autore, mentre la seconda parte è dedicata alla descrizione di un “fatterello” che può essereconsiderato allegro e, talvolta, meno allegro.La lettura di questa pubblicazione è piacevole e scorrevole. Nello sfogliare il volume la nostraattenzione è stata attratta dal contenuto dei tanti racconti abbinati, come dicevamo innanzi, adogni città. E’ proprio il caso di citarne qualcuno, come quello che accade a Milano, la città citataper primo nel volume. Tre personaggi, nel corso della cena, consumata in una bettola ubicatanella zona dei Navigli, mettono a segno un furto: rubare la statua della Madonnina sistematasulla guglia più alta del Duomo. Due componenti del “terzetto” si accorgono, però, che l’impre-sa da portare a termine è piuttosto difficile. Ma l’organizzatore fa presente che un guardiano èd’accordo ad aprire una porta della Cattedrale, la quale consentirà l’ingresso ai tre improvvisatiladri. Cosa succede? Il guardiano, pentitosi della promessa fatta, avverte la polizia che all’ora fis-sata, appartatasi in un angolo, li trae in arresto.Un racconto, molto patetico, è quello abbinato al Santuario di Padre Pio. Sandrina, la figlia di Lucae Maria, si è data da tempo alla droga e, quindi, non fa altro che chiedere soldi alla madre.Quest’ultima confessa al marito il tunnel in cui si è cacciata la figlia. Luca prenota tre posti peruna gita organizzata per San Giovanni Rotondo. I tre giunti sul posto ascoltano la messa. Subitodopo la figlia, Sandrina, si allontana e si porta sulla tomba di Padre Pio, dove incomincia a pre-gare. Viene, dopo poco, raggiunta dalla madre. Ad una certa ora, dovendo la comitiva fare ritor-no al paese di origine, Luca raggiunge la moglie e la figlia, per invitarle a portarsi al pullman, inquanto si avvicina l’ora della partenza. All’indomani mattina Sandrina, che da tempo non proffe-riva più parole, rivolgendosi alla madre dice che va di fretta, perché a scuola c’è compito in clas-se. Si vede che il Frate di Pietrelcina aveva ascoltato le preghiere delle due donne.Quasi tutte le “storielle” inserite nella pubblicazione sono piacevoli.Il volume è impreziosito da numerose illustrazioni delle località citate dal Menna. Esso può esse-re considerato una sorta di guida turistica.Il professore Menna è autore di altri volumi di poesie,narrativa, saggistica e teatro. Ha curato, inoltre, antologie, agende e dizionari letterari.

LA ReCeNSIONe di Alfonso d’Andrea

“buon compleanno Italia”

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1325 giugno 2011Il PonteIl Ponte Rubriche

Gancio originale è un gruppo divolontariato giovanile cheopera attraverso tre servizi:1. per il disagio in latenza e inpre-adolescenza attraverso iworkshop situati nelle scuoledell’obbligo: gruppi pomeridia-ni di attività rivolti ai bambini eragazzi a rischio (quelli piùgravi o con disturbi specifici

continuano ad essere seguiti nei servizi tradizio-nali);2. per i migranti in età evolutiva le Stanze diDante, luoghi di accoglienza in cui si impara lalingua italiana e si fanno i primi passi di ambien-tamento, siti in ogni ordine di scuola;3. per gli adolescenti, le loro famiglie e i docen-ti delle superiori, è già operante da sette anniscolastici il servizio di counselling psicologicoFree Student Box.I rischi di anomia e di sofferenza mentale sonosempre presenti, e in età evolutiva si sono con-centrati, negli anni scorsi, su tre elementi ugual-mente problematici: 1. il disagio, 2. l’accoglien-za e l’integrazione dei migranti di secondagenerazione e, da ultimo, 3. il rapporto interge-nerazionale che oggi tende ad andare in crisi difronte all’emergere di una nuova infanzia e diuna nuova adolescenza, molto diverse da quel-le che furono l’infanzia e l’adolescenza degliattuali genitori e docenti.Le aree problematiche critiche perciò, già a par-tire dai primi anni ‘90, erano: 1. il disagio; 2.un’opera di accoglienza a scuola dei bambini,ragazzi e giovani appena arrivati; 3. il counsel-ling nei confronti degli studenti delle superiori,delle loro famiglie e dei docenti. Per ciascuna diqueste tre aree problematiche Gancio Originaleha predisposto un insieme di servizi di prossimi-tà che si integrano con i servizi tradizionalidell’Asl. Le tre attività citate in premessa sono fatte surichiesta e di concerto con la scuola.

Scopi ed obiettivi: vediamo ora quali sono gliscopi e gli obiettivi per ciascuno di questi treprodotti di Gancio Originale:1. Nel caso dei workshop si tratta, anno peranno, di raccogliere, scuola per scuola, insiemeai professori referenti, le segnalazioni dei casilievi; di inserirli in gruppi pomeridiani che ope-rano a scuola – i workshop, per l’appunto – gui-dati da giovani volontari delle superiori, a lorovolta diretti da giovani psicologi borsisti, super-visionati dallo staff di Gancio Originale;2. lo stesso impianto centrato sull’accompagna-mento, si applica alle Stanze di Dante, centratesul tema dell’apprendimento della lingua italia-na, ubicate sempre a scuola, che vedono al pro-prio interno, oltre che dei giovani volontariautoctoni, anche giovani volontari immigratiche già padroneggiano l’italiano;3. nel caso di Free Student Box, la catena del-l’accompagnamento, che comprende sia i pro-fessori referenti che i giovani peer counsellor, èfinalizzata a fare opera di “marketing sociale” inogni classe e fra gli adulti (genitori e professori)per l’invio ai giovani psicologi counsellor cheoperano a scuola di tutti coloro che sentono ilbisogno di rivolgersi ad una struttura, vicina esempre gratuita, per ragioni di tipo personale orelazionale.www.gancio20.wordpress.com

L’INTERNAuTA - Guida al web

Il nuovo blog di Gancio Originale

VittorioDella Sala

CeRCASI COLLAbORATORI PeR VeNDITA SPAZI PUbbLICITARI

tel. 3483575955

Presentato per la prima volta al Sundance Film Festival 2009, selezionato alBerlin International Film Festival 2009, “When you’re strange” è il film docu-

mentario sulla vita dei Doors ed in particolare su quella di Jim Morrison, dall’in-contro con il tastierista Ray Manzarek fino alla sua tragica morte avvenuta aParigi nel 1971.Il regista Tom DiCillo per raccontare la storia di una delle band più famose ditutti i tempi utilizzaimmagini inedite, dalle

quali si scorge l’avvincente percorsoartistico e umano della rock band e delsuo leggendario front man. In partico-lare, viene dato rilievo al lavoro che laband ha svolto negli studi di registra-zione, sul palco e dietro le quinte ed alrapporto che negli anni è stato costrui-to con i fans, letteralmente in delirio adogni loro concerto. Il tutto abilmentemescolato con la produzione poetica diMorrison, frutto della sua complessapersonalità.Il film è incentrato soprattutto sul rac-conto intimo delle relazioni personalitra i quattro musicisti che hanno datoun contributo considerevole alla storiadella cultura pop, realizzando sei album in soli cinque anni. Questo film documentario è stato da molti critici definito il vero anti-Stone riferito al film “TheDoors” di Oliver Stone, pellicola nella quale i membri della band non si sono mai rispecchiati.Al contrario di quest’ultima pellicola, è stata accolta con critiche molto favorevoli, anche semolti all’inizio lamentavano una narrazione un po’ monotona da parte dell’autore, che, aseguito di tali critiche, ha chiesto a Johnny Depp di fare la voce narrante, in Italia doppiata daMarco Castoldi (l’ex cantante dei Bluvertigo Morgan).“When you’re stange” è una pellicola da non perdere sia per gli appassionati dei Doors cheper coloro che, non conoscendoli abbastanza, cercano di approcciarsi ad una delle band piùdiscusse di tutti i tempi, grazie anche alla figura di una leggenda musicale quale quella di JimMorrison.

“cinEtica”

Shantala

“When you’re strange”Il 10 dicembre scorso il Papa

Benedetto XVI ha riconosciu-to ufficialmente la verità delmiracolo ottenuto per l’inter-cessione del beato GuidoConforti e la sua canonizzazio-ne avverrà il 23 ottobre prossi-mo, domenica dedicata allaGiornata Missionaria Mondialeper la carità universale. Natonel 1865 e morto a Parma il 5

novembre del 1931; quando era ancora unprete incaricato della formazione dei seminari-sti della diocesi di Parma, dette vita ad unacongregazione di missionari in un momentostorico (1895) in cui tutto sembrava sconsi-gliarglielo. Fu Vescovo di Ravenna e poi diParma. Aveva compreso che la missione dellachiesa è una sola, sia che essa si svolga in dio-cesi, in Italia o in Asia. Dal fervore missionariodella sua chiesa diocesana dipendeva il benedella comunità cristiana in Asia e, viceversa,dalla qualità della vita cristiana in Asia sareb-be venuto uno stimolo per la fede della Chiesain Italia. Per lui era chiaro che non si poteva-no separare queste due dimensioni: locale eduniversale; esse erano tra loro intimamentelegate. Leggendo la storia della sua vita restia-mo sorpresi dalla sua attività così vasta; anti-cipatore, insieme al Beato Padre Paolo Manna,dello spirito del Concilio Vaticano II.Dobbiamo, per onore della cronaca, dire che idue santi si conoscevano e si sono incontrativarie volte quando il missionario avellinesericopriva l’incarico di Superiore del PontificioIstituto Missioni Estere. La storia di questigrandi missionari italiani ci deve far compren-dere che la missione è ancora un compitoattuale da svolgere oggi con coraggio e crea-tività, come loro seppero fare all’inizio delsecolo scorso. E’ una capacità di parlare ancheoggi; è la funzione che hanno i santi nella chie-sa e nella storia. E’ una sfida che dobbiamocogliere. Il beato Conforti salirà agli onori deglialtari per l’attribuzione di un miracolo di unbambino nel 2003 in Brasile, nella diocesi di

Belo Horizonte e precisamente a Condrina.Questo bamibo attualmente ha 7 anni. Natoprematuro e colpito da arresto cardiaco respi-ratorio prolungato, oggi non mostra alcunaconseguenza di quelle previste dall’equipemedica alla nascita. I medici annunciano aigenitori la “prognosi fatale” tutta la comunitàparrocchiale continua a pregare con grandefede il beato Conforti. I genitori del piccolo nelmomento in cui i medici annunciano che nonc’è più niente da fare decidono di battezzare ilbambino. Questo è il primo e più grande evero miracolo: la fede di una famiglia poverae di tutta la comunità che si stringe in solida-rietà e preghiera intorno a questa poverafamiglia. Il medico, dopo la guarigione, haammesso: “La mamma di quel bambino haavuto tanta fede; per me era solo un’illusione”.Anche la coordinatrice del paese afferma: “Lacomunità è cresciuta molto nella fede; il fervo-re è aumentato; questo bamino ha evangeliz-zato molte persone nel nostro paese”.

SOLIdARIETà SENZA CONFINI

Pasquale de Feo

“Guido Maria Conforti”Il fondatore dei missionari Saveriani sarà presto Santo

Ancora più ambiziosa e ricca di parte-cipanti la VII edizione della rassegna

dei Cori Polifonici, tenutasi il 12 giugno,intitolata, quest’anno, “Maria e lo SpiritoSanto”. La manifestazione, la cui direzio-ne artistica è stata affidata alle sapientimani del maestro Carmine D’Ambola, haavuto luogo, come di consueto, nell’anti-ca Abbazia di Montevergine, fondata nel1118 da San Guglielmo da Vercelli, cheper volontà di Dio si recò sul monte pervivere da eremita. La Santa Messa, officiata dall’Abate BedaPaluzzi, è stata accompagnata dai canti a

più voci dei cori intervenuti alla manifestazione. Al termine della funzione religiosa è stato offertodai monaci il pranzo a tutti i partecipanti: occasione per nuove conoscenze e scambio di espe-rienze. Dopo il convivio, alle ore 16:30, si è tenuto il concerto, cui hanno preso parte:l’Associazione Corale “San Marco” di Latina, diretta dal maestro Mauro Bassi; l’AssociazionePolifonica Barese “Biagio Grimaldi” di Bari, diretta dal maestro Sabino Manzo; Coro Polifonico“Laeti Cantores” di Avezzano (L’Aquila), direttore maestro Piero Buzzelli; Coro Polifonico “Laeticantores” di Salerno, direttore maestro Roberto Maggio; Coro Polifonico “Hirpini Cantores” diAvellino, diretto dal maestro Carmine D’Ambola e all’organo maestro Giovanna Petitto.Nel corso della rassegna, che ha visto la partecipazione di un vasto pubblico, sono stati eseguitibrani di musica sacra, polifonica e gregoriana. Il clou dell’esibizione è stato il canto “Ave Maria perla Madonna di Montevergine”, composto dal maestro Carmine D’Ambola, ed il brano “O Re deire” di Padre P.D. Teodorico Marra, quest’ultimo eseguito magistralmente dal coro “HirpiniCantores” di Avellino.Al termine delle esibizioni delle singole polifoniche, a cori uniti sono stati eseguiti. “Va pensiero”dal “Nabuccco” di Giuseppe Verdi; “La Vergine degli Angeli” di Giuseppe Verdi; “Ave VerumCorpus” di Mozart; “Allelulia” dal “Messia” di G.F. Haendel (in inglese).L’Abate Beda Paluzzi, alla fine della manifestazione, nel ringraziare i partecipanti ha donato ai bra-vissimi maestri delle targhe ricordo.

Giancarla Melillo

SANTUARIO DI MONTEVERGINEVII RASSEGNA DI CORI POlIFONICI

“MARIA E lO SPIRITO SANTO”

NNEELLLLAA  CCAASSAA  DDEELL  PPAADDRREE

E’ volata nella gloria infinita del Signore, stremata da un male incurabile, mentre ancora sorri-deva alla vita, la professoressa Cassano Michelina.Non ci sono parole per esprimere lo sconcerto che ha destato la sua dipartita.Siamo vicini al dolore del marito ingegnere Michele Troiano, dei figli Francesco e Giuseppe, dellesorelle Professoressa Maria e Angela e dei parenti tutti, formulando loro le più sentite ed affet-tuose condoglianze (al.sa.)

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14 25 giugno 2011 Il PonteIl PonteCultura

Cultura, Arte & SpettacoliUN LIBRO PER RIFLETTERE

Quando leggere diventa un mezzo per comprendere la vita di tutti i giorni.A cura di Claudia Tucci

IL CORAGGIO dI GuARdARE SEMPRE AVANTI

Novecento è un monologo scritto dal noto autoreAlessandro Baricco. Il testo fu composto per esse-

re portato in teatro, ma riscosse tanto successo daessere poi largamente diffuso in forma scritta e da ispi-rare uno dei più grandi registi italiani, GiuseppeTornatore, per il meraviglioso film “La leggenda delpianista sull’oceano” (protagonista Tim Roth).É una storia leggera ed allo stesso tempo profonda:quella di un neonato, abbandonato sul transatlantico“Virginian” e trovato dal macchinista Danny Boodman,il quale, affezionatosi immediatamente al piccolo, deci-de di adottarlo dandogli il lunghissimo nome di DannyBoodman T.D. Lemon Novecento, ma poi chiamato datutti solo con l’ultimo appellativo.Novecento è speciale. Suona il pianoforte, ma la suamusica, a detta del narratore della storia e cioè il trom-bettista jazz Max Tooney, imbarcatosi sulla nave per uningaggio da musicista, è unica, la migliore mai suona-ta sulla terra, anche se lui, Novecento, la terra non l’hamai vista, poiché da quando è nato ha sempre vissutosoltanto sulla “sua” nave.É speciale, perché il suo dono musicale lo mette adisposizione di tutti senza ricavarne alcun profitto, anche quando gli viene proposto. Ed é spe-ciale anche perché, nonostante ciò, lui la terraferma la conosce, l’ha vista negli occhi delle miglia-ia di persone che continuamente si avvicendano sulla nave e che gli raccontano sensazioni, colo-ri, profumi e meraviglie che lui immagina tanto vividamente da sentirsi come se le avesse vistecon i suoi occhi.Ma questo libro ci parla anche di una scelta, una scelta importantissima, quella di “vivere” e diandare avanti anche se a volte la strada ci sembra interminabile da percorrere se non addirit-tura un’erta salita; una scelta che Novecento non farà, restando bloccato in una condizione quasi“bambinesca”, quella di una persona che, per paura del mondo, non vivrà nessuna delleesperienze bellissime, seppur spesso spaventose, che rendono la vita il più spettacolare ditutti i viaggi.Mi vien da pensare al fatto che questa settimana sono iniziati gli Esami di Stato e che, quindi,migliaia di ragazzi si trovano esattamente di fronte ad un importante bivio, a una scelta che por-terà loro a prendere la strada che percorreranno probabilmente per tutta la loro vita. Sperandoche questa vita l’affrontino di pieno petto, con le idee ben chiare e soprattutto nel rispetto dellapropria dignità, non mi resta che augurar loro un grosso in bocca al lupo!

“Adesso so che quel giorno Novecentoaveva deciso di sedersi davanti ai tasti bianchi e neri della sua vita

e di iniziare a suonare una musica assurda e geniale,complicata ma bella, la più grande di tutte.

E che su quella musica avrebbe ballatoquel che rimaneva dei suoi anni.

E che mai più sarebbe stato infelice”

Il giorno 9 giugno 2011, pressol’Istituto Comprensivo di San

Tommaso di Avellino, si è svolta unagrande manifestazione che ha vistola partecipazione dell’Istituto direttodalla dottoressa AnnamariaImbriani, la quale ha dichiaratoquanto segue: “Celebrare i 150 annidell’Italia unita è dovere di noi tuttiperché la coesione nazionale nascedall’ideale mazziniano della libertàdella persona, libertà sancita dal san-

gue, dalla cultura e dagli ideali ditanti patrioti”.Si tratta di un impegno da onorareogni giorno, nel ricordo vivo edattuale dei valori risorgimentali, per-ché l’Italia è Patria del sapere, dellascienza e della cultura. La nostra scuola di San Tommaso,come tanti altri istituti, ha volutoregalare agli alunni un anno speciale,legato proprio alla celebrazione dei150 anni dell’unità.

Avevamo cominciato in sordina, conil sottofondo musicale dell’orchestradella scuola secondaria di 1° grado incollaborazione con Enti e Associazioniculturali e non del territorio (Fidapa,Andis, Città ospedaliera, etc.).Sotto il vessillo tricolore si sono poiintrecciate tutte le varie attività dellanostra scuola, giunte a conclusione il9 giugno.Le varie manifestazioni degli istitutidell’infanzia e dell’istruzione primaria

di Bellizzi e Rione Mazzini, unite daun unico file-rouge, sono stateaccompagnate dalla mostra dei lavo-ri a cura delle classi partecipanti.Diversi i temi trattati: brigantaggio,gastronomia, storia (in particolare lavita di Garibaldi), musica, danza,giochi, favole, racconti, e tanto altroancora.Splendida, come sempre, la collabo-razione di nonni e genitori che hannosupportato con impegno mirabile,unitamente ai rappresentanti delConsiglio d’Istituto, il lavoro di alunnie insegnanti.Enorme l’affluenza di pubblico, since-ro l’entusiasmo di adulti e bambiniche hanno ancora unito le loro mani,

i loro pensieri e il loro cuore per dareforza ed impulso ad una scuola vistacome centro propulsore di iniziativeed incontri.Dimenticata ogni problematica(pochezza di fondi e di risorse) guar-diamo con speranza al futuro veico-lando, attraverso l’istituzione educa-tiva, quei valori che sono alla basedella nostra Costituzione e del nostrovivere civile.La manifestazione del 9 giugno saràricordata da piccoli e grandi: l’Innod’Italia resterà nei cuori di tutti insie-me alla coreografia curata nei parti-colari dai docenti e da tutti coloro cheamano l’Istituzione Scuola.

Antonietta Urciuoli

“150° ANNIVERSARIO uNITA’ d’ ITALIA” MANIFESTAZIONE CELEbRATIVAdELL’ ISTITuTO COMPRENSIVO SAN TOMMASO dI AVELLINO

Si è conclusa domenica 19 giugno la manifestazione “Convivium. Una tavola di parole ecolori”, presso il Convento delle Benedettine di Mercogliano. La rassegna si è rivelata una

buona occasione per la promozione dei libri e dell’ottimo cibo. Ospite del terzo appuntamento èstata la scrittrice Emilia Bersabea Cirillo che ha presentato “Una terra spaccata”, romanzoedito dalle edizioni San Paolo: “Due personaggi scheggiati, una vicenda che si tinge di giallo eaffascina i lettori, in bilico tra salvaguardia del territorio e storia d’amore. Una Napoli soffocatadalla spazzatura, ma che ancora riluce della sua antica bellezza, accoglie il corpo di FilippoGhirelli, morto durante una manifestazione di protesta contro la costruzione di una discarica alFomicoso, in provincia di Avellino. È questa la vicenda di apertura di Una terra spaccata, chevede protagonista la geologa Gregoriana De Felice, chiamata a riconoscere il cadavere dell’ami-co, eccentrico proprietario di un elegante albergo napoletano. Come in un viaggio a ritroso neltempo e nello spazio della propria memoria, la donna rivive le fasi dell’incontro con l’uomo che

le ha cambiato la vita, dal riconoscimento di intimeaffinità alla condivisione di un atteggiamento dinetto rifiuto verso la costruzione della discarica.Incaricata di effettuare i saggi del terreno a essadestinata, poi blandita infine minacciata dall’azien-da per cui lavora, al fine di redigere una relazioneche testimoni la idoneità del terreno alla costruzio-ne della discarica, Gregoriana impara la ribellioneamando Filippo e la sua malinconica ricerca di unluogo in cui vivere, di una casa dell’anima”. Il colo-re scelto per il pranzo è stato il marrone, colorelegato alla terra, come alla terra irpina è dedicatal’ultima fatica della scrittrice. La manifestazione,nata da un’idea di Amelia Nevola ed Angela

Pascale, è stata organizzata dall’associazione Miscellanea, dalla Proloco di Mercogliano edalle suore Benedettine. Al primo appuntamento dedicato al bianco ha partecipato BrunoGalluccio, al secondo dedicato al rosso Domenico Cipriano. Gli interventi con gli ospiti sonostati curati da Claudia Iandolo.

Emilia Bersabea Cirillo, architetto, vive e lavora ad Avellino. Sue prose sono apparse sulSemplice n.3 (Feltrinelli 1996) , nell’Antologia “Racconti di fine millennio” (Rimini 2000 ), “Gli esi-liati” Avagliano editore 2002, su A.D.,gennaio 2003, “Le parole dei luoghi” Avagliano 2007.Hapubblicato la raccolta di racconti Fragole (Napoli 1996), Il Pane e l’argilla. Viaggio in Irpinia(Napoli 1999) e, Fuori Misura (Diabasis Reggio Emilia 2001), giunto finalista al Premio Chiara2002. Con il racconto Il sapore dei corpi, si era aggiudicata il Premio Arturo Loria 1999 per ilmiglior racconto inedito. Con il racconto “Il violino di Sena”, ha vinto il premio internazionale dinarrativa “Lo Stellato 2002″. Un suo racconto, Angels, è stato inserito nell’antologia: After theWar. A Collection of Short Fiction by Post-War Italian Women, Italica Press . N.Y. 2004. Il suoromanzo L’ordine dell’addio (Diabasis, Reggio Emilia 2005) è stato finalista al premio DomenicoRea 2005. E’ presente nelle antologie di racconti M’AMA? (Il Poligrafo edizioni Padova 2008) e Lefrane ferme ( Edizioni Mephite 2010). Il romanzo Una terra spaccata è uscito nel 2010 per leedizioni San Paolo

DDooppppiioo//SSgguuaarrddoo ssuullll’’IIrrppiinniiaa::Convivium. una tavola di parole e colori

di Antonietta Gnerre

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1525 giugno 2011Il PonteIl Ponte

Numeri utili

Emergenza Sanitaria 118

Vigili del fuoco 115

Carabinieri 112

Polizia 113

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Ariano Irpino 0825871583

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Sidigas Avellino 082539019

Ariano Irpino 0825445544

Napoletana Gas 80055300

Farmacie di Turnocittà di Avellino

dal 27 giugno al 3 luglio 2011servizio notturnoFarmacia Cardillo

via Zanottiservizio continuativo

Farmacia Fortevia Francesco Tedesco

sabato pomeriggio e festiviFarmacia Sabato

Via Carducci

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Accadde il…

Il 22 giugno 2005, dieci ex-ufficiali e sottufficiali tedeschi vengono condannati all'ergastolo per il Massacro diSant'Anna di Stazzema, un paesino in provincia di Lucca.L'eccidio di Sant'Anna fu un crimine contro l'umanità commesso dai soldati tedeschi delle SS (comandate dal gene-rale Max Simon) il 12 agosto 1944 e continuato in altre località fino alla fine di quel mese.In quei giorni il piccolo paese era stato qualificato dal comando tedesco “zona bianca”, ossia una località adattaad accogliere sfollati. Nonostante ciò, all’alba del 12 agosto ’44, tre reparti di SS arrivarono a Sant’Anna accom-pagnati da fascisti collaborazionisti che fecero loro da guide. Gli uomini del paese si rifugiarono nei boschi per nonessere deportati, mentre donne vecchi e bambini, sicuri che nulla sarebbe capitato loro, in quanto civili inermi,restarono nelle loro case.Invece, in poco più di tre ore vennero massacrati 560 innocenti, in gran parte bambini, donne e anziani. Si trat-tò di un atto terroristico, un’ azione premeditata e curata in ogni minimo dettaglio. L'obiettivo era quello di distrug-gere il paese e sterminare la popolazione per rompere ogni collegamento fra le popolazioni civili e le formazionipartigiane presenti nella zona.

CuRIOSITà Soluzione della settimana precedente

Modi di dire:deus ex machina – Il dio (che viene) da una macchina

E’ una frase latina che prende origine dal teatro greco: nelle opere teatrali, quando era necessario far intervenireun dio (o più dèi) sulla scena, l'attore che lo interpretava si posizionava su di un marchingegno rudimentale di legno,chiamata mechanè. In questo modo, l'attore veniva fatto scendere dall'alto, simulando dunque l'intervento di un dioche scende dal cielo. L'intervento della divinità, spesso serviva a risolvere una situazione apparentemente irrisolvi-bile, per cui nel tempo, nella letteratura, ha assunto la connotazione di una persona che tira le fila di una situazio-ne o che manovra gli altri personaggi a proprio piacimento.

Il pulpito della Cattedrale di Santa Maria Assunta a Frigento

Posta in un punto nevralgico dell'abitato, alcentro del pianoro sommitale del promonto-rio frigentino, la chiesa di Santa MariaAssunta testimonia con la sua mole impo-nente il passato di antico prestigio di un cen-tro da sempre nodo strategico del territorioe per lungo tempo sede vescovile. L'edificiopiù antico di cui si conserva testimonianza fueretto tra l'VIII ed il IX secolo, probabilmen-te sul luogo di una precedente chiesa paleo-cristiana. Già poco dopo il 1000 la strutturavenne abbandonata a seguito dei crolli edegli ingenti danni subiti per il terremoto del989. La ricostruzione avvenne ben presto,grazie al sempre crescente ruolo strategicodella città in età normanna che portò lo spo-stamento della diocesi da Quintodecimo(Mirabella Eclano) a Frigento. La Cattedraleconserva numerose opere di interesse arti-

stico e si distingue per il ricchissimo apparato decorativo dovuto in gran parteall'opera del vescovo Torti Rogadeo e del suo successore Giovinazzo. Si inseri-scono nella produzione tardo barocca irpina, ispirata ai modelli napoletani, lepregevoli opere di legno intagliato e intarsiato da attribuire a falegnami inta-gliatori attivi a Frigento nella seconda metà del `700. Il baldacchino deltrono vescovile, ornato da una frangia a volute e motivi vegetali, ha nella fac-cia inferiore una raggiera con la Colomba dello Spirito Santo e in quella supe-riore cinque volute terminanti con un globo e una croce. Un baldacchino simi-le, ma più articolato, corona anche il pulpito a loggetta, con spalliera riccamen-te decorata a motivi vegetali. La loggetta presenta su ogni lato un pannello concornici mistilinee inquadrato da semplici pilastrini ornati da fiori penduli.(da www.retetratturo.avellino.provincia.it)

e.d.

I TESORI DELLE NOSTRE CHIESE

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16 25 giugno 2011 Il PonteIl Ponte

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