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6 VENERDI 23 MARZO 2012 l a R e p u b b l i c a Preoccupa la tassa dell’1,4% per disincentivare il precariato: il rischio è un taglio alle buste paga Contro questo pericolo era stato pensato un tetto minimo salariale ma nelle ultime bozze non c’è IL DOSSIER. Le misure del governo Arriva la mini Aspi per i giovani disoccupati il 70% del salario per almeno 1 mese e mezzo Misura per gli atipici che hanno lavorato 13 settimane nell’ultimo anno I precari LA CRISI FINANZIARIA PAOLO GRISERI ARRIVA davanti a Palazzo Chigi a metà pomeriggio e grida nel microfono: «For- nero ci hai portato una pac- cata di bugie». Il ragazzo fa parte del gruppo di precari delusi che ieri hanno ma- nifestato davanti alla sede del governo proprio men- tre era in corso il vertice con le parti sociali alla presen- za di Mario Monti. L’ira dei precari si scaglia contro due norme: quella sui sala- ri e qiuella sull’indennità di disoccupazione. «Faremo in modo che si evitino abusi», fa sapere da dentro il Palazzo Elsa For- nero rispondendo proprio alle domande sulle due norme contestate. Dunque non resta che sperare nella riscrittura dei testi che dovrebbe essere pronta per il consiglio dei ministri di questa mattina. Ma già ieri sera il ministro ha anticipato che «la co- pertura dell’Aspi, la nuova indennità di disoccupa- zione, sarà universale» e che ci sarà anche «una mi- ni Aspi per i più giovani». Il primo nodo da scio- gliere è quello dei salari. Per incentivare il lavoro a tempo indeterminato, il ministero prevede di tassa- re maggiormente le forme di occupazione precaria imponendo alle aziende che le utilizzano un’ali- quota dell’1,4 per cento sulla retribuzione. Origi- nariamente questa norma era accompagnata da un tetto minimo salariale: i la- voratori non avrebbero potuto percepire meno di una certa cifra. Nelle bozze che circolano in queste ore il tetto minimo è sparito. Il rischio, gridavano ieri i precari davanti alla sede del governo, è che «alla fine a pagare saremo noi e la riforma si tradurrà in una riduzione del nostro sala- rio». In pratica le aziende per pagare la tassa finireb- bero per ridurre i salari ca- ricando sulle spalle dei la- voratori i maggiori costi imposti dalla riforma. È evidente che senza un tetto minimo per i contratti pre- cari o a tempo determina- to, molti imprenditori fini- rebbero per praticare que- sta scorciatoia. Ma è altret- tanto vero, fanno notare al ministero, che il tetto da solo non serve a evitare gli abusi. Si cercherà dunque in queste ore un sistema per tutelare comunque il salario dei precari. Il secondo punto con- troverso è quello dell’Aspi, la nuova indennità di di- soccupazione destinata a sostituire la mobilità e altre indennità di disoccupa- zione particolari come quelle degli edili e dei lavo- ratori con requisiti ridotti. A differenza dell’indennità di mobilità, che scattava quando chi aveva un lavo- ro lo perdeva, l’Aspi avreb- be invece dovuto andare a tutti i disoccupati. In realtà la platea interessata, sem- pre stando ai testi che cir- colano in queste ore, sa- rebbe più ridotta. Avreb- bero diritto all’Aspi tutti i lavoratori dipendenti del settore privato e i dipen- denti delle amministrazio- ni pubbliche con contratto a tempo determinato. A questi si aggiungerebbero solo gli apprendisti (che dovrebbero diventare la principale categoria tra i giovani assunti) e gli artisti dipendenti che finora non usufruivano della mobi- lità. Inoltre l’Aspi verrebbe concessa solo a chi ha lavo- rato almeno un anno nel- l’ultimo biennio e ha versa- to regolarmente i contri- buti. È evidente che da questa platea vengono esclusi i cocopro, i contratti a pro- getto, tutte le forme di in- quadramento contrattua- le più precarie e i disoccu- pati che non sono mai riu- sciti ad avere un lavoro che abbia consentito loro di versare, sia pur saltuaria- mente, i contributi. Ridurre il numero di co- loro che possono usufruire dell’Aspi sembra una mos- sa che va contro l’ispirazio- ne generale della riforma. Per questo ieri sera, al ter- mine della riunione di pa- lazzo Chigi, il ministro For- nero ha precisato in confe- renza stampa che «l’Aspi partirà il prossimo anno» e che accanto ad essa «si sta studiando una specie di mini Aspi per i più giovani». Una indennità che avreb- Sul sito, il punto sulla riforma e la scheda sull’articolo 18: com’era e come sarà REPUBBLICA.IT Lo studio Al massimo 50 mila euro di indennizzo per l’operaio licenziato illegittimamente ROMA — Un lavoratore licenziato per ra- gioni economiche, ma illegittimamente, può costare molto a un’impresa. Tanto che secondo la Cgia di Mestre, «gli im- prenditori non utilizzeranno questo stru- mento con una certa superficialità». Il magistrato infatti può decidere un in- dennizzo che va dalle 15 alle 27 mensi- lità. La Cgia ha fatto una simulazione su due operai metalmeccanici con 10 anni di anzianità. Un operaio generico con uno stipendio lordo di 1.418 euro, se li- cenziato per ragioni economiche giudi- cate illegittime dal giudice, ha diritto a un indennizzo di almeno 21.271 euro (15 mensilità) o di 38.289 euro (27). Un ope- raio qualificato con 1.812 euro di stipen- dio mensile lordo, invece, percepirà un minimo di 27.177 euro (15 mensilità) fino a un massimo di 48.918 euro (27).

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VENERDI 23 MARZO 2012

la Repubblica

Preoccupa la tassa dell’1,4%per disincentivare il precariato: ilrischio è un taglio alle buste paga

Contro questo pericolo era statopensato un tetto minimo salarialema nelle ultime bozze non c’è

IL DOSSIER. Le misure del governo

Arriva la mini Aspi per i giovani disoccupatiil 70% del salario per almeno 1 mese e mezzoMisura per gli atipici che hanno lavorato 13 settimane nell’ultimo anno

I precari

LA CRISI FINANZIARIA

PAOLO GRISERI

ARRIVA davanti a PalazzoChigi a metà pomeriggio egrida nel microfono: «For-nero ci hai portato una pac-cata di bugie». Il ragazzo faparte del gruppo di precaridelusi che ieri hanno ma-nifestato davanti alla sededel governo proprio men-tre era in corso il vertice conle parti sociali alla presen-za di Mario Monti. L’ira deiprecari si scaglia controdue norme: quella sui sala-ri e qiuella sull’indennità didisoccupazione.

«Faremo in modo che sievitino abusi», fa sapere dadentro il Palazzo Elsa For-nero rispondendo proprioalle domande sulle duenorme contestate.

Dunque non resta chesperare nella riscrittura deitesti che dovrebbe esserepronta per il consiglio deiministri di questa mattina.Ma già ieri sera il ministroha anticipato che «la co-pertura dell’Aspi, la nuovaindennità di disoccupa-zione, sarà universale» eche ci sarà anche «una mi-ni Aspi per i più giovani».

Il primo nodo da scio-gliere è quello dei salari.Per incentivare il lavoro atempo indeterminato, ilministero prevede di tassa-re maggiormente le formedi occupazione precariaimponendo alle aziendeche le utilizzano un’ali-quota dell’1,4 per centosulla retribuzione. Origi-nariamente questa normaera accompagnata da untetto minimo salariale: i la-voratori non avrebberopotuto percepire meno diuna certa cifra. Nelle bozzeche circolano in queste oreil tetto minimo è sparito.

Il rischio, gridavano ieri iprecari davanti alla sededel governo, è che «alla finea pagare saremo noi e la

riforma si tradurrà in unariduzione del nostro sala-rio». In pratica le aziendeper pagare la tassa finireb-bero per ridurre i salari ca-ricando sulle spalle dei la-voratori i maggiori costiimposti dalla riforma. Èevidente che senza un tettominimo per i contratti pre-cari o a tempo determina-to, molti imprenditori fini-rebbero per praticare que-sta scorciatoia. Ma è altret-tanto vero, fanno notare alministero, che il tetto dasolo non serve a evitare gli

abusi. Si cercherà dunquein queste ore un sistemaper tutelare comunque ilsalario dei precari.

Il secondo punto con-troverso è quello dell’Aspi,la nuova indennità di di-soccupazione destinata asostituire la mobilità e altreindennità di disoccupa-zione particolari comequelle degli edili e dei lavo-ratori con requisiti ridotti.A differenza dell’indennitàdi mobilità, che scattavaquando chi aveva un lavo-ro lo perdeva, l’Aspi avreb-

be invece dovuto andare atutti i disoccupati. In realtàla platea interessata, sem-pre stando ai testi che cir-colano in queste ore, sa-rebbe più ridotta. Avreb-bero diritto all’Aspi tutti ilavoratori dipendenti delsettore privato e i dipen-denti delle amministrazio-ni pubbliche con contrattoa tempo determinato. Aquesti si aggiungerebberosolo gli apprendisti (chedovrebbero diventare laprincipale categoria tra igiovani assunti) e gli artisti

dipendenti che finora nonusufruivano della mobi-lità. Inoltre l’Aspi verrebbeconcessa solo a chi ha lavo-rato almeno un anno nel-l’ultimo biennio e ha versa-to regolarmente i contri-buti.

È evidente che da questaplatea vengono esclusi icocopro, i contratti a pro-getto, tutte le forme di in-quadramento contrattua-le più precarie e i disoccu-pati che non sono mai riu-sciti ad avere un lavoro cheabbia consentito loro di

versare, sia pur saltuaria-mente, i contributi.

Ridurre il numero di co-loro che possono usufruiredell’Aspi sembra una mos-sa che va contro l’ispirazio-ne generale della riforma.Per questo ieri sera, al ter-mine della riunione di pa-lazzo Chigi, il ministro For-nero ha precisato in confe-renza stampa che «l’Aspipartirà il prossimo anno» eche accanto ad essa «si stastudiando una specie dimini Aspi per i più giovani».Una indennità che avreb-

Sul sito, ilpunto sullariforma ela schedasull’articolo18: com’erae come sarà

REPUBBLICA.IT

Lo studio

Al massimo 50 mila euro di indennizzoper l’operaio licenziato illegittimamenteROMA — Un lavoratore licenziato per ra-gioni economiche, ma illegittimamente,può costare molto a un’impresa. Tantoche secondo la Cgia di Mestre, «gli im-prenditori non utilizzeranno questo stru-mento con una certa superficialità». Ilmagistrato infatti può decidere un in-dennizzo che va dalle 15 alle 27 mensi-lità. La Cgia ha fatto una simulazione sudue operai metalmeccanici con 10 anni

di anzianità. Un operaio generico conuno stipendio lordo di 1.418 euro, se li-cenziato per ragioni economiche giudi-cate illegittime dal giudice, ha diritto a unindennizzo di almeno 21.271 euro (15mensilità) o di 38.289 euro (27). Un ope-raio qualificato con 1.812 euro di stipen-dio mensile lordo, invece, percepirà unminimo di 27.177 euro (15 mensilità) finoa un massimo di 48.918 euro (27).

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@VENERDI 23 MARZO 2012

la Repubblica PER SAPERNE DI PIÙ

www.lavoro.gov.itwww.cgiamestre.com

Fornero: “Avremmo potuto intervenirecon l’accetta nella giungla dei contrattima abbiamo privilegiato la flessibilità”

FOTO:FOTOGRAMMA

be il vantaggio di coprire al-meno una parte delle cate-gorie di lavoratori precariattualmente escluse dal sa-lario di disoccupazione.

Il mini Aspi verrà pagatoai disoccupati che abbianoalmeno 13 settimane di la-voro nell’ultimo anno e du-rerà per un massimo dimetà delle settimane lavo-rate negli ultimi due anni.Di conseguenza il miniAspi verrà pagato per unadurata minima di un mesee mezzo e una durata mas-sima di un anno. Ad esem-pio, per chi abbia lavorato26 settimane negli ultimidue anni, delle quali alme-no 13 nell’ultimo anno conuna retribuzione lorda di800 euro mensili, il miniAspi sarà di 560 euro (il 70%della retribuzione lorda) everrà erogato per 13 setti-mane.

Fornero ha anche volutorispondere a una secondacritica dei precari, quella dinon aver messo in pratica ilpromesso disboscamentodella giungla dei contrattiatipici: «Erano quaranta esono rimasti quaranta»,protestavano ieri i ragazzidavanti alla sede del gover-no.

In realtà alcuni contratti,come l’associazione inpartecipazione o gli stagesgratuiti, sono stati effetti-vamente aboliti. È veroperò che rimane in piedibuona parte del castello diforme contrattuali atipi-che che servono da giiusti-ficazione al precariato:«Avremmo potuto interve-nire con l’accetta – ha am-messo Fornero – ma abbia-mo preferito agire in ma-niera più mirata, privile-giando la flessibilità buonae contrastando quella cat-tiva, la precarietà».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Diliberto: sono in buona fede, non ho letto la frase della maglietta. Scriverò al ministro per scusarmi

“Un pasticcio quella foto, ma chi specula mi delude”ANTONELLO CAPORALE

«SONO affranto, dispiaciuto, anche deluso per la gaz-zarra che si tenta di imbastire».

E’ quella stramaledetta maglietta che sembra fattaapposta per metterla in difficoltà.

«Ma non l’ho vista, non sono riuscito a leggere l’ulti-ma parola, non ne ho percepito il senso».

L’ultima parola e forse anche la prima.«So che mi crede e non devo convincerla della mia

buona fede».Le credo Diliberto. «E devo dire grazie anche a Veltroni, malgrado la di-

stanza politica tra di noi. Il suo è stato un giudizio di sti-ma per la mia intelligenza e la mia prudenza».

Oramai ovunque c’è qualcuno che filma e fotografa.C’è quell’altra inquadratura.

«Quale altra?».Sembra quasi che la telecamera sia alle sue spalle e la

maglietta nera di fronte. Sembra fatta apposta per dire:Diliberto ha visto tutto invece.

«Non ho visto. E c’è un perché: la transenna che divi-deva».

Il suo campo visivo è stato deviato dalla barra supe-riore della transenna.

«Assolutamente sì».Non l’aiuta questo incidente«Non aiuta, certo che no».I suoi elettori sono diversi da quella signora«Sono del vecchio Pci, gli fa ripulsa una cosa simile».

E quella foto è stata scattata solo in ragione… Dicia-molo perché.

«Sua figlia ha sostenuto con me l’esame universitarioe mi è parso un atto gentile concedere una foto».

Istituzioni di diritto romano.«Sempre quello»Mannaggia.«E’ un bell’esame invece».Pensavo alla foto«Scriverò al ministro privatamente e le spiegherò e

porgerò le mie scuse».Questa è una buona azione.«Ma vedi tu che pasticcio e del tutto inconsapevol-

mente».Attento alle inquadrature«Credo solo che quella transenna…».La barra superiore, tubolare orizzontale«Sì, quella cosa lì».

LO SCATTO

La foto diOliviero Dilibertoe la donnacon la t-shirtcon lo slogananti-Fornero

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@VENERDÌ 23 MARZO 2012

la Repubblica

LA CRISI FINANZIARIAPER SAPERNE DI PIU’

www.contoannuale.tesoro.itwww.cgil.it

La Finanziaria prevede che ildipendente pubblico sia messo indisponibilità, poi rimosso dall’incarico

Il ministro Fornero: “Non hoalcun potere in questo ambito,spetta a Patroni Griffi muoversi”

Gli statali

VALENTINA CONTE

IL DOSSIER. Le misure del governo

Il governo interverrà sui licenziamentiora è caos di leggi sui dipendenti pubbliciLa riforma non li tocca. Già oggi espulsioni possibili ma molto rare

L’ARTICOLO 18 vale anche per glistatali. E così le sue variazioni, rifor-ma Fornero compresa. Anche se peri dipendenti pubblici non cam-bierà praticamente nulla e i licen-ziamenti economici non sarannopiù facili, perché prevalgono leggi“speciali”. «Sono ordinamenti di-versi e molto è stato fatto. Ma que-sto non vuol dire che non interver-remo sul pubblico impiego», haprecisato però ieri il ministro For-nero. «Lo farà il ministro PatroniGriffi, non è nel mio mandato e po-tere».

LO STATUTO PER TUTTI

La confusione sull’articolo 18 ècresciuta nelle ultime ore, con ilministero della Funzione pubbli-ca a ribadire l’estensione dellenuove norme anche agli statali equello del Lavoro a smentire. Mala legge 165 del 2001, il Testo uni-co sul lavoro pubblico, all’artico-lo 51 chiarisce: «La legge 20 mag-gio 1970, numero 300 (lo Statutodei lavoratori), e successive mo-dificazioni e integrazioni, si ap-plica alle pubbliche amministra-zioni a prescindere dal numerodei dipendenti». Lo Statuto, dun-que, non solo vale per tutti, ma perministeri, enti, Comuni e Regionianche al di sotto dei 15 dipenden-ti. Perché allora la polemica? E checosa succederà ora agli statali?

IL MOTIVO ECONOMICO

Non ci saranno stravolgimenti. Equesto perché esistono leggi“speciali” che prevalgono sulloStatuto (e le sue modifiche). Unadi queste disciplina, e già datempo, il licenziamento econo-mico per gli statali (anche indivi-duale). In base alla legge di Sta-bilità 2012 dello scorso novem-bre, le amministrazioni pub-bliche in «soprannumero» ocon «eccedenze di personale»possono ricollocare gli “esube-ri”, ricorrendo anche a formeflessibili o contratti di solida-rietà, e pure al di fuori della Re-gione. Se questo non è possibi-le, il lavoratore è messo “in di-sponibilità” per 24 mesi, conl’80% dello stipendio. Dopo, acasa.

IL CASO DISCIPLINARE

Anche in questo caso sono in vi-gore dal 2009 le rigide normedella Riforma Brunetta, volutaproprio per sradicare le sacchedi inefficienza nello Stato e i pre-sunti “fannulloni”. Il licenzia-mento scatta, tra le altre cause,per assenze ingiustificate (più ditre giorni anche non consecu-tivi in un biennio), rifiuto di ri-prendere il lavoro nei termini,prolungato rendimento insuf-ficiente (ma i parametri per la

valutazione non sono mai statidefiniti), aver timbrato il cartelli-no ed essere poi usciti (ancheuna sola volta), presentazione didocumenti falsi per l’assunzioneo la promozione, comportamen-ti aggressivi e molesti e condan-ne per reati contro la Pubblicaamministrazione.

NUOVA RIFORMA

La riforma Fornero, in buonasostanza, non potrà stravolgerela disciplina del lavoro pubbli-co, caotica ma in molti casi piùrigorosa. Sebbene i licenzia-menti di statali siano un fatto ra-ro (e mal censito). Secondo unadelle ultime (e vecchie) indagini

della Funzione pubblica, l’80%delle amministrazioni dello Sta-to non fa controlli. Così, il 73%dei Comuni, il 64% delle Asl, il33% delle Regioni. L’ufficioispettivo, poi, non è stato maicostituito nel 64% dei ministerie nel 40% dei Comuni

Il problema è chenessuno controllaMinisteri, Comuni,Asl mancano degliuffici ispettivi

La perdita del postoresta, dunque, unevento molto raroe mai veramentecensito

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FOTO: SINTESI

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la Repubblica

L’Assicurazione per il reimpiegodurerà 12 mesi, che saliranno a18 per i lavoratori sopra i 55 anni

Copertura maggiore dell’attualeindennità di disoccupazione, maminore del sussidio di mobilità

IL DOSSIER. Le misure del governo

Indennizzo per chi è espulsoarrivano i nuovi ammortizzatoristretta su partite Iva e cocoproNuove norme per non abusare dei licenziamenti economici

La riforma

Oggi la riforma del lavoro Monti-Forneroarriva sul tavolo del Consiglio dei ministri,dove sarà approvata con la formula “salvointese”. Non avrà quindi bisogno diulteriori passaggi a Palazzo Chigi. Dicambiamenti -comunque - il governo nonha voluto sentir parlare: nonostante lepressioni di Pd e Cgil (cui si sono aggiunteCisl e Ugl) la formulazione suilicenziamenti non è stata toccata. Il premierMonti si è limitato a promettere una attentastesura del testo per evitare abusi dellicenziamento per motivi economici.Il governo ha puntualizzato gli interventisu ammortizzatori sociali e contratti anti-precariato. L’Aspi sostituirà assegni didisoccupazione e mobilità: in diversi casisarà più alta dei primi, ma la coperturaassicurata è decisamente ridotta rispettoalla seconda. Penalizzati soprattutto ilavoratori anziani del Sud. Per quantoriguarda la lotta al precariato, la riformamette paletti sull’uso delle partite Iva e letrasforma in lavoro subordinato quandonascondono una prestazione continuativa.Norme più rigide per l’utilizzo dei cocopro.

LICENZIAMENTI e articolo 18: è la questione che più di-vide politica e parti sociali, ma è anche quella sulla qualeil governo non ha voluto fare concessione. Ieri il premierMonti vi si è soffermato solo per precisare che «il governosi impegna a definire un articolato tale per cui gli abusi sa-ranno evitati». Ha promesso, quindi, «attenzione sullastesura» per far sì che i licenziamenti per motivi econo-

mici non mascherino di fatti un allontanamen-to dovuto a discriminazione o per cause discipli-nari. Nel corso del vertice la Fornero ha stoppa-to il leader dell’Ugl Centrella quando ha cercatodi ritornare sull’argomento (anche perché l’Uglha detto che voterà «no» se la riforma non cam-bierà su questo punto). Resta quindi invariato il

progetto iniziale presentato dal governo: reintegro soloin caso di discriminazione (anche per aziende con menodi 15 dipendenti) e indennizzo senza reintegro nel casodi illecito licenziamento per motivi economici. Sul disci-plinare invece sarà il giudice a decidere se l’azienda do-vrà risarcire il dipendente ingiustamente licenziato o seci saranno gli estremi per una sua riassunzione.

L’articolo 18

Il rischio è di fare passare sotto bancodecisioni di carattere discriminatorio

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IL GOVERNO definisce i paletti destinati a frenare il la-voro precario. Per poter assumere nuovi apprendisti,per esempio, l’azienda dovrà aver confermato a tem-po indeterminato una certa quota dei precedenti con-tratti. In compenso non avrà l’obbligo di affiancare algiovane un tutor. Fra un contratto a tempo e un altroci dovrà essere un intervallo temporale più lungo ri-

spetto a quello attuale. Per evitare gli abusi neicontratti a tempo parziale, il datore di lavoroavrà l’obbligo di comunicazione amministra-tiva (e di preavviso al dipendente) su ogni va-riazione di orario. Partite Iva: per smaschera-re quelle “finte” il rapporto diventerà di carat-tere subordinato se la prestazione durerà più

di sei mesi, se prevede una postazione fissa di lavoroin azienda, se il collaboratore ne ricaverà più del 75%del suo reddito. Nei contratti a progetto non potrannoessere introdotte clausole individuali, dovrà meglioessere definito il concetto di «progetto» e - anche qui-se la prestazione risulterà analoga a quella di un lavo-ratore dipendente il rapporto diventerà subordinato.

I giovani

Stretta per il precariato selvaggioin caso di abuso scatta l’assunzione

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PER evitare che la maggior parte dei precari resti esclusadall’ Aspi (l’assicurazione sociale che sostituirà mobilitàe disoccupazione) il governo vara la “mini-Aspi”. Avrà di-ritto al sostegno al reddito pieno (il 70 % della retribuzio-ne per 12 mesi, 18 per gli over 55) chi nell’ultimo biennioavrà lavorato per almeno 52 settimane. Ma se le settima-ne di lavoro saranno state solo 13 nell’ultimo anno, si avrà

comunque diritto ad una “mini-Aspi” (per unperiodo di tempo più limitato). L’Aspi sarà co-perta grazie ad un aumento dell’1,4 per cento suicontributi versati dall’azienda a carico dei con-tratti a tempo determinato (ma l’aumento nonvale sui contratti stagionali). La nuova assicura-zione entrerà a pieno regime nel 2017, ma la fase

transitoria partirà già dal 2013. In diversi casi sarà più altadell’assegno di disoccupazione, ma durerà decisamentedi meno rispetto alla mobilità. Resta in vita la cassa inte-grazione ordinaria e quella straordinaria per i soli casi diristrutturazione. Previsto un fondo, coperto dalle azien-de, per sostenere i lavoratori over 58 che - finita l’Aspi - ri-sulteranno ancora lontani dalla copertura pensionistica.

Gli ammortizzatori

Un paracadute per gli over 58ancora lontani dalla pensione

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LA CRISI FINANZIARIA

LUISA GRION

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la Repubblica PER SAPERNE DI PIÙ

www.lavoro.gov.itwww.palazzochigi.it

Verrà più che dimezzato il numerodi mesi di sostegno ai dipendentidelle aziende in crisi del Sud

POLITICHE per l’occupazione: la riforma del lavoro - ol-tre a rientrodurre il divieto di dimissioni in bianco che ilprecedente governo Berlusconi aveva lasciato cadere -stanzierà dei fondi a favore dell’occupazione delle don-ne, dei disabili e degli immigrati. Il ministro Fornero nonha fornito cifre, ma ha ammesso che non si tratterà digrandi capitali.

Tra i punti da sviluppare - ha poi precisato -«c'è il lavoro che faremo con le regioni per le po-litiche attive ed i servizi». Ci sono troppe diffe-renze fra gli «aiuti» e gli interventi forniti dalle di-verse amministrazioni, ha detto. E le prestazio-ni peggiori sono fornite proprio neri territori chepiù ne avrebbero bisogno: nel Mezzogiorno, per

esempio, proprio dove la disoccupazione giovanile rag-giunge vette vicine al 40%. «Ci sono Regioni o ProvinceAutonome dove le politiche funzionano molto bene e cene sono altre dove funzionano molto male». L’obiettivodi governo sarà quello di arrivare ad uno standard mini-mo su tutto il territorio e Palazzo Chigi detterà la lista deirequisiti al di sotto dei quali non si potrà scendere.

Gli incentivi

Nuovi fondi a favore dell’occupazioneper donne, disabili e immigrati

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FOTO:MANNUCCI

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