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SAPERE scuola impresa e privatizzazione dei saperi PERCEPIRE controllo, sicurezza e disinformazione FARE pazzi di lavoro POTERE guerre e nuovo ordine mondiale AVERE consumi e falsi bi-sogni STARE ambiente e urbanizzazione selvaggia ANDARE migrazione e xenofobia [ 1° maggio 006 numero unico ] Per la costruzione di un percorso condivisibile per la realizzazione di un’autentica alternativa collettiva, degna, solidale. Lottiamo contro il precariato delle nostre esistenze! Contro un sistema che ci hanno imposto, una condizione in cui ci hanno messo! Esprimiamo il dissenso contro una vita che non è quella che vogliamo! Scendiamo uniti in strada per gridare che non ci riconosciamo nelle scelte di chi sta al potere... anche in Ticino c’è un abisso fra NOI e loro… Organizziamo la rabbia di chi È contro chi HA No es necesario conquistar el mundo, basta con hacerlo de nuevo (Subcomandante Marcos) il/la Precari@ Esistenziale :: offerta libera :: A cura del CPE: Coordinamento Precari Esistenziali :: www.ecn.org/molino :: 0041(0)919421221 :: Reclama la strada! > > > > Sei convint* che l’attuale stato delle cose sia profondamente ingiusto? > > > > Pensi che la situazione politica ticinese sia un disastro? > > > > Reputi che i continui licenziamenti e le privatizzazioni vadano impedite? > > > > Che i tagli, l’aumento dei premi delle casse malati, lo smantellamento dello stato sociale siano da contrastare? > > > > Sei stuf* di accettare come normali o semplici effetti collaterali le guerre, le torture, lo sfruttamento quotidiano di gran parte degli esseri umani? > > > > È questo il prezzo da pagare in nome della sicurezza e della libertà’? > > > > Ne hai abbastanza di farti condizionare dall’ossessiva pubblicità, dal consumismo sfrenato, dallo spreco continuo, dai falsi bi-sogni? > > > > Pensi che le telecamere, le schedature, la repressione poliziesca non siano il rimedio per uscire dallo stato di instabilità e di degrado della nostra società? > > > > Vorresti delle città che non siano gabbie di cemento, dove posteggi, banche e speculazioni edilizie siano sostituite da prati, panchine e piazze? > > > > Ritieni che ogni persona abbia diritto a una vita dignitosa? > > > > Sei convint* che occorre trovare nuove vie per costruire un mondo completamente diverso da questo? > > > > Pensi che una fondazione di famiglia non faccia la felicità ? Se hai risposto SÌ ad almeno una di queste domande c’è un appuntamento al quale non puoi mancare!! Lunedì 1°maggio 2006 Raggiungici e scendiamo in piazza assieme lunedì 1° maggio 2006 per riappropriarci di tutto quello che ci appartiene e che abilmente ci stanno sottraendo. Costruiamo un fronte antagonista unito che denunci l’egoismo, l’arrivismo, la speculazione e l’avidità di una classe dirigente votata spassionatamente al sistema neoliberista! Non riusciranno a sacrificarci sull’altare del profitto… L’oscuro baratro tra chi sta sopra, nell’opulenta società dei privilegi rivestita del fine tessuto della dominazione, difesa da gabbie dorate, e tutti coloro che la subiscono, in basso, si sta allargando a dismisura. Riconoscerci nelle scelte politiche intraprese negli ultimi decenni sta diventando ormai impossibile, così come accettare l’imposizione che a un mondo unico corrisponda l’impero di un pensiero unico. Siamo donne e uomini, bambini e anziani, giovani incazzati, flessibili, temporanei e contorsionisti del lavoro, migranti, gay ribelli, studenti, ultras strafatti, ricercatori alternativi, artisti sovversivi, sprayer insonni, schiavi demotivati, ausiliari scazzati, insicuri, senza lavoro volenti o no, legati da uno stato di disagio permanente che irrompe in ogni aspetto delle nostre vite. Un malessere che ci condiziona sui posti di lavoro, nelle scuole, negli spazi di tempo libero, nelle strade delle nostre città, nelle nostre case creando ansia, solitudine, disperazione e violenza. Una sorta di precariato dell’esistenza che non è più riconducibile unicamente all’aspetto del lavoro ma che si diffonde come una costante che ci accompagna dalla mattina alla sera, giorno dopo giorno. Vendutoci come una necessità che serve a rinforzare l’economia, come il male minore per il mantenimento di ‘quest’unico sistema possibile’ e non più considerato come una condizione che mina l’integrità psicologica, la condizione sociale e la solidarietà di noi tutti esseri umani. Come fare? (...) “Agendo con dignità e disobbedienza potremmo creare degli strappi nel tessuto della dominazione, fessure o crepe che ci lasciano intravedere l’altra società che vogliamo costruire. Se immaginiamo il capitalismo, l’attuale sistema di dominazione, come un telo che ci impedisce di vedere il mondo di creatività e potenziale che esso reprime, con le nostre lotte tagliamo il telo più volte e attraverso le fessure possiamo vedere una società alternativa, piena di contraddizioni e problemi, naturalmente, ma caratterizzata da un altro tipo di relazioni sociali non basate sul denaro, la competizione e la subordinazione al comando” (John Holloway, da www.carta.org) Lasciamoci alle spalle sia l’ingombrante presenza dello Stato costruito su false forme di rappresentanza, sia l’autoritarismo come unica forma di gestione. Costruiamo reti solidali che portino a una decrescita collettiva, che passino dall’alta velocità alla velocità del sogno, con una drastica riduzione dei consumi, una maggior consapevolezza del legame con l’ambiente e un riconoscimento di tutte le culture del Inspirando e cospirando facciamo in modo che nasca un movimento che non si può fermare, un gesto istintivo, mosso dalla necessità di levarsi il peso di questa condizione indegna. mondo. Cancelliamo l’etnocentrismo occidentale che ci vuole più forti, più belli e più intelligenti. Non chiediamo l’intervento di qualcuno o qualcosa ma la presa di coscienza e la responsabilizzazione individuale che, partendo dalla difesa delle conquiste passate, frutto delle lotte di uomini e donne come noi, passi alla costruzione collettiva di una reale alternativa. La nostra vita è qui ed ora e non può attendere! Prendendo forza, inspirando, si butta fuori, cospirando e ribellandosi a una realtà che pretende che tu sia sol@, isolat*, incapace di scambiare, condividere, mescolare, rimodellare tutto quello che ti circonda. Un moto che invece di segregare, rimette in circolazione, invece di sfruttare il lavoro degli esclusi, fa prendere voce e diventare protagonisti. Non esiste conflitto se non nel comune diritto al sogno! (www.serpicanaro.it) Respirando sentiamo l’urgenza di una cura di disintossicazione collettiva. Perché noi siamo molto più creativ*, ribell* e resistent* di quello che loro possono immaginare! .:: [email protected] ::. Sette sono i centri fonte di vita. Nel momento in cui viene rotto il loro equilibrio la nostra esistenza sprofonda in uno stato di precarietà emarginazione e disagio totale, esistenziale. È a questo punto che il nostro organismo reagisce, producendo spirito critico, impulsi antagonisti, voglia di lottare... +info: www.indymedia.ch - www.euromayday.org - www.scatolanera.ch

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SAPERE

scuola impresa e privatizzazione dei saperi

PERCEPIRE

controllo, sicurezza e disinformazione

FARE

pazzi di lavoro

POTERE

guerre e nuovo ordine mondiale

AVERE

consumi e falsi bi-sogni

STARE

ambiente e urbanizzazione selvaggia

ANDARE

migrazione e xenofobia

[ 1° maggio 006 numero unico ]

Per la costruzione di un percorso condivisibile per la realizzazione di un’autentica alternativa collettiva, degna, solidale.

Lottiamo contro il precariato

delle nostre esistenze!

Contro un sistema che ci hanno imposto, una condizione in cui ci hanno messo! Esprimiamo il dissenso contro una vita che non è quella che vogliamo! Scendiamo uniti in strada per gridare che non ci riconosciamo nelle scelte di chi sta al potere... anche in Ticino c’è un abisso fra NOI e loro… Organizziamo la rabbia di chi È contro chi HA

No es necesario conquistar el mundo, basta con hacerlo de nuevo (Subcomandante Marcos)

il/la Precari@@@@ Esistenziale :: offerta libera :: A cura del CPE: Coordinamento Precari Esistenziali :: www.ecn.org/molino :: 0041(0)919421221 ::

Reclama la strada!

> > > > Sei convint* che l’attuale stato delle cose sia profondamente ingiusto?

> > > > Pensi che la situazione politica ticinese sia un disastro?

> > > > Reputi che i continui licenziamenti e le privatizzazioni vadano impedite?

> > > > Che i tagli, l’aumento dei premi delle casse malati, lo smantellamento dello stato sociale siano da contrastare?

> > > > Sei stuf* di accettare come normali o semplici effetti collaterali le guerre, le torture, lo sfruttamento quotidiano di gran parte degli esseri umani?

> > > > È questo il prezzo da pagare in nome della sicurezza e della libertà’?

> > > > Ne hai abbastanza di farti condizionare dall’ossessiva pubblicità, dal consumismo sfrenato, dallo spreco continuo, dai falsi bi-sogni?

> > > > Pensi che le telecamere, le schedature, la repressione poliziesca non siano il rimedio per uscire dallo stato di instabilità e di degrado della nostra società?

> > > > Vorresti delle città che non siano gabbie di cemento, dove posteggi, banche e speculazioni edilizie siano sostituite da prati, panchine e piazze?

> > > > Ritieni che ogni persona abbia diritto a una vita dignitosa?

> > > > Sei convint* che occorre trovare nuove vie per costruire un mondo completamente diverso da questo?

> > > > Pensi che una fondazione di famiglia non faccia la felicità ?

Se hai risposto SÌ ad almeno una di queste domande c’è un appuntamento al quale non puoi mancare!!

Lunedì 1°maggio 2006

Raggiungici e scendiamo in piazza assieme lunedì 1° maggio 2006 per riappropriarci di tutto quello che ci appartiene e che abilmente ci stanno sottraendo. Costruiamo un fronte antagonista unito che denunci l’egoismo, l’arrivismo, la speculazione e l’avidità di una classe dirigente votata spassionatamente al sistema neoliberista! Non riusciranno a sacrificarci sull’altare del profitto… L’oscuro baratro tra chi sta sopra, nell’opulenta società dei privilegi rivestita del fine tessuto della dominazione, difesa da gabbie dorate, e tutti coloro che la subiscono, in basso, si sta allargando a dismisura. Riconoscerci nelle scelte politiche intraprese negli ultimi decenni sta diventando ormai impossibile, così come accettare l’imposizione che a un mondo unico corrisponda l’impero di un pensiero unico. Siamo donne e uomini, bambini e anziani, giovani incazzati, flessibili, temporanei e contorsionisti del lavoro, migranti, gay ribelli, studenti, ultras strafatti, ricercatori alternativi, artisti sovversivi, sprayer insonni, schiavi demotivati, ausiliari scazzati, insicuri, senza lavoro volenti o no, legati da uno stato di disagio permanente che irrompe in ogni aspetto delle nostre vite. Un malessere che ci condiziona sui posti di lavoro, nelle scuole, negli spazi di tempo libero, nelle strade delle nostre città, nelle nostre case creando ansia, solitudine, disperazione e violenza. Una sorta di precariato dell’esistenza che non è più riconducibile unicamente all’aspetto del lavoro ma che si diffonde come una costante che ci accompagna dalla mattina alla sera, giorno dopo giorno. Vendutoci come una necessità che serve a rinforzare l’economia, come il male minore per il mantenimento di ‘quest’unico sistema possibile’ e non più considerato come una condizione che mina l’integrità psicologica, la condizione sociale e la solidarietà di noi tutti esseri umani.

Come fare?

(...) “Agendo con dignità e disobbedienza potremmo creare degli strappi nel tessuto della dominazione, fessure o crepe che ci lasciano intravedere l’altra società che vogliamo costruire. Se immaginiamo il capitalismo, l’attuale sistema di dominazione, come un telo che ci impedisce di vedere il mondo di creatività e potenziale che esso reprime, con le nostre lotte tagliamo il telo più volte e attraverso le fessure possiamo vedere una società alternativa, piena di contraddizioni e problemi, naturalmente, ma caratterizzata da un altro tipo di relazioni sociali non basate sul denaro, la competizione e la subordinazione al comando” (John Holloway, da www.carta.org)

Lasciamoci alle spalle sia l’ingombrante presenza dello Stato costruito su false forme di rappresentanza, sia l’autoritarismo come unica forma di gestione. Costruiamo reti solidali che portino a una decrescita collettiva, che passino dall’alta velocità alla velocità del sogno, con una drastica riduzione dei consumi, una maggior consapevolezza del legame con l’ambiente e un riconoscimento di tutte le culture del

IIIInspirando e cospirando facciamo in modo che nasca un movimento che non si può fermare, un gesto istintivo, mosso dalla necessità di levarsi il peso di questa condizione indegna.

mondo. Cancelliamo l’etnocentrismo occidentale che ci vuole più forti, più belli e più intelligenti. Non chiediamo l’intervento di qualcuno o qualcosa ma la presa di coscienza e la responsabilizzazione individuale che, partendo dalla difesa delle conquiste passate, frutto delle lotte di uomini e donne come noi, passi alla costruzione collettiva di una reale alternativa.

La nostra vita è qui ed ora e

non può attendere!

Prendendo forza, inspirando, si butta fuori, cospirando e ribellandosi a una realtà che pretende che tu sia sol@, isolat*, incapace di scambiare, condividere, mescolare, rimodellare tutto quello che ti circonda. Un moto che invece di segregare, rimette in circolazione, invece di sfruttare il lavoro degli esclusi, fa prendere voce e diventare protagonisti. Non esiste conflitto se non nel comune diritto al sogno! (www.serpicanaro.it)

Respirando sentiamo l’urgenza di una cura di disintossicazione collettiva.

Perché noi siamo molto più creativ*, ribell* e resistent* di quello che loro possono immaginare!

.:: [email protected] ::.

Sette sono i centri fonte di vita. Nel momento in cui viene rotto il loro equilibrio la nostra esistenza sprofonda in uno stato di precarietà emarginazione e disagio

totale, esistenziale. È a questo punto che il nostro organismo reagisce, producendo spirito critico, impulsi antagonisti, voglia di lottare...

+info: www.indymedia.ch - www.euromayday.org - www.scatolanera.ch

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promuove la contro-informazione e evidenzia i dubbi sulle certezze s b a n d i e r a t e d a altoparlanti telegenici che fanno dell'essere umano materiale di lucro. Mi piace la vita perchè è una precarietà sicura, sono un po' fuorilegge e mi addestro a vivere il meglio possibile. Nando Snozzi

www.nandosnozzi.ch P r o p r i o n e l l a continuazione di tutta una serie di misure (es. p r o m o z i o n e d e l precariato che mette in crisi le associazioni sindacali) che mirano

allo smantellamento degli acquisiti sociali e, in definitiva, a quello del concetto di solidarietà fra la gente per privilegiare la cosiddetta responsabilizzazione individuale, gli ambienti politico-economici forti stanno cercando di colpevolizzare chi si ammala e/o chi è a beneficio di una rendita AI (soprattutto per motivi psichici) e preconizzano massicce riduzioni sia di prestazioni che di contributi. Il pretesto per tutto questo, oltre alla solita litania sulle casse vuote, è il presunto enorme abuso che gli assicurati eserciterebbero. Se la stessa virulenza fosse applicata agli abusi fatti dai vari finanzieri e imprenditori forse più nessuno aprirebbe un conto bancario o si fiderebbe di queste categorie. Inoltre non viene troppo menzionato l’uso spregiudicato dell’AI da parte padronale per estromettere le persone non più considerate redditizie dal circuito lavorativo. Ma la nuova minaccia che ci preoccupa è quella che seguendo questo trend di limitazione dei diritti, le varie compagnie assicurative abbiano, prima o poi, il diritto di accedere ai dati del DNA di ognuno di noi; cosa che, in nome del profitto, permetterebbe loro di decidere se e in che misura assicurare le persone in base alla lettura delle eventuali predisposizioni a malattie (genetiche, diabete, depressione, ecc.) rilevabili dal DNA. Club ’74 – Club socioterapeutico,

culturale e ricreativo OSC

www.club74.ch

FARE

pazzi di lavoro

Quando in modo subdolo ti viene negata, con prepotenza, la sovrana libertà d’espressione e di critica da chi, infastidito, esercita una funzione di “potere” nei tuoi riguardi! Quando ci si sente “incatenati” e viene meno “l’indipendenza” dei movimenti e la “libertà” di pensiero e di parola! Quando prevale la paura di perdere il posto di lavoro e non si sa bene quello che ci è permesso dire o fare, perciò si decide di starsene zitti e non fare niente per difendere con dignità i propri “diritti”! Quando il posto di lavoro

le cooperative di consumo e di produzione autogestite, con la controinformazione, l'obiezione/disubbidienza civile, i boicottaggi, i sabotaggi ... In questo momento importanti, essenziali come elementi e azioni di rottura, come trampolini, come partenze. Ma a volte, purtroppo, r i m a n g o n o i s o l a t i , ghettizzati. Che fare? Come uscirne? Circolo Carlo Vanza, Locarno http://www.anarca-bolo.ch/vanza

FFFFinché le scarpe saranno un privilegio voglio camminare scalza! L’epoca della guerra permanente. Guerra che avvolge, che condiziona, che ritma le nostre vite. Imposta. Da coloro che si arrogano il diritto di decidere per noi! Dal Chiapas alla Palestina. Dall’Irak al Nepal. Dal Sudan alla Cecenia.

traballa sotto l’incalzare minaccioso delle riorganizzazioni aziendali! Quando si rientra a casa dal lavoro frustrati e apatici a tal punto da non più condividere, con i propri cari, i piaceri della vita! Quando si é di “proprietà” di un ufficio interinale e occorre abbassare la testa per “assicurarsi”, e “garantire” alla propria famiglia il minimo sostentamento esistenziale! Quando ammalarsi o infortunarsi può costituire una minaccia per il proprio futuro occupazionale! Quando si viene dopo la produttività; i risultati economici; le esigenze aziendali; il mercato e i clienti! Quando ci si sente trattati, dal manager di turno, come le foglie secche in balia del vento! Quando e fintanto - come nella “fattoria degli animali” di Gorge Orwell - avrà il sopravvento il comandamento che stabilisce che “Tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri”!

Comitato sindacale SEV RM Ticino

(Officine)

Lottare contro precarietà significa lottare contro l’uso capitalistico del nostro essere naturalmente flessibili, significa rifiutare il lavoro come miseria, rifiutare l’umiliazione del nostro corpo e della nostra anima. Significa mobilitarci come cervello collettivo che vuole trasformare la flessibilità in ricchezza sociale. Una società che precarizza i giovani, li incatena ai rischi del capitale, non è una società ma una terra di nessuno. Precarietà deriva dal latino prex, precis, cioè preghiera. Non vogliamo più pregare per le briciole di sicurezza. Vogliamo costruire un movimento sicuro della propria salvezza.

Christian Marazzi, economista

POTERE

guerre e nuovo ordine mondiale

Spezzare il dominio del Nuovo Ordine Mondiale Il Nuovo Ordine Mondiale si è sviluppato enormemente soprattutto dopo la guerra dei Balcani del 1999 (intervento NATO). Qui, gli Stati - anche se “democraticamente eletti” - hanno perso realmente la loro vera o presunta autonomia. Ma il NOM sbandiera un grande mito: la Democrazia. Questa, svuotata dal suo significato originario (benché già dalle origini sia stata to t a l i t ar i a in quanto dittattura della maggioranza sulla minoranza, e per di più assurdamente ha da sempre operato unicamente per l'uguaglianza politica dei cittadini e non per la loro u g u a g l i a n z a economica) , è diventata ormai uno dei peggiori sistemi politici di domin i o . Un " v a l o r e " d a esportare e da imporre , non molto diverso dalle precedenti g loba l i zzaz ion i c u l t u r a l i /economiche: le Crociate o il Colonialismo. Come spezzare la naturale evoluzione del s istema che è tendenzialmente totalitario? Come rendere desiderabile una società indipendente dallo Stato e dal capitalismo, fondata su valori non prettamente economici, non gerarchica, egualitaria? Con nicchie, spazi a debole intensità normativa, come i centri autonomi,

SAPERE

scuola impresa e privatizzazione dei saperi Numerus clausus, livelli attitudinali, selezione sociale, selezione finanziaria,... tutto questo caratterizza il sistema formativo che ci dobbiamo sorbire: una precarietà nell'accesso al tanto sbandierato diritto allo studio che non rimane però isolata. A tale precarietà materiale se ne aggiunge un'altra: quella che concerne il diritto alla partecipazione, all'autorga-nizzazione dei ragazzi, i cui movimenti rappresentativi non sono presi in considerazione, il cui diritto di assemblea nelle scuole si sta riducendo a un mero esercizietto istituzionale privo della capacità di influenzare decisioni in realtà già pianificate, calate dall'alto, guardando più agli interessi del mercato che non ai bisogni culturali dei giovani. Senza parlare della mortificazione totale del protagonismo studentesco nella didattica e nei contenuti. La lotta per una scuola partecipata, emancipata e libera si inserisce quindi in un discorso ben più ampio che riguarda tutta la società Sindacato Indipendente degli

Studenti e Apprendisti (SISA) www.sisa-info.ch

PERCEPIRE

controllo, sicurezza e disinformazione

Considerando la situazione del pianeta terra al limite di ogni sopportazione e applicando l'espressione creativa come scopo di vita e di resistenza, tento di contribuire a diffondere il sentimento che l'arte non teme nè arroganze nè soprusi. Mi autorizzo a

dichiarare che l ' a r t e

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Morti e dolore. Miseria e disperazione. Sangue e carne umana. Brandelli di libero mercato che trafficano denso petrolio. Farine transgeniche e coca cola. Avvoltoi lacerano cadaveri senza scarpe. Società di guerra che divora i suoi figli. Decidono sulle montagne. Nelle zone rosse. Su isole lontane. In basso, la guerra. Tra bombe intelligenti e guerre preventive, qualcuno sobilla, qualcuno contesta. A Davos come a Seattle. A

San Pietroburgo come a Genova. E mentre esportano democrazia, costruiscono muri. Quello della vergogna. In Palestina. Per evitare, dicono, l’infiltrazione di terroristi. (Da dove vengono?, Chi li ha creati?). Altri muri. Messico. Tijuana. Texas. Marocco. Spagna. Ceuta e Medilla. Orde disperate in cerca di una crepa di libertà. Di un lavoro. Precario. Sottopagato. Indegno. Alt! Respinti! Un brasiliano troppo simile ad un arabo disteso in piena City. Un mantello. Un’estate rubata. Bang!! C’è un dollaro d’argento sul fondo del Sand Creek. La guerra mediatica. Torture e abusi. Deportazioni. Corpi mutilati, sfregiati, umiliati. Immagini che si ripetono, stufano. Necessità di nuove emozioni. Uno snuff movie globale. Del terrore. Dove violenza genera violenza. Instabilità. Disagio. Precarietà. La disperazione usata per difendere i propri confini, per invadere altri confini. Sconfiggere l’intolleranza per la vittoria della civiltà superiore. La nostra. L’occidente. La Palestina laica. La Palestina fondamentalista. Quale la migliore per soddisfare la fame di potere, di conquista, di dominio. La creazione di un nemico. Il bisogno di un avversario a noi incomprensibile per giustificare il fuoco assassino! Chi sono i veri terroristi?

Collettivo Zapatista di Lugano

http://www.ecn.org/molino/collettivo/zapatismo/testi/ezln.htm

AVERE

consumi e falsi bi-sogni

Oggi, ogni minuto della Vostra esistenza l’abbiamo trasformato in consumo. Noi di No-Clone, il consumo lo dividiamo in 4 categorie. Diretto, indotto, preventivo e inconscio. È considerato consumo attivo, l’esercitare il rito dell’acquisto. È consumo passivo, ogni qualvolta assumete informazione pubblicitarie, siccome, più ne assumete più consumate. È consumo preventivo, pagare a credito, perché in questo modo ipotecate il vostro futuro. È consumo inconscio, sognare, perché noi di No-Clone i Vostri sogni li controlliamo. Buoni consumi a tutti! Omus NoK art director NO-CLONE

In un mondo contraddistinto da profonde ingiustizie, il nostro equilibrio è costruito sul mantenimento del disequilibrio di una parte del mondo sulle altre. Le regole sono che non ci sono regole se non quelle del profitto massimo. Il profitto per il profitto non ammette deroghe. I piatti della bilancia cedono. Utili record, stipendi stellari, guerre preventive cancellano posti di lavoro, solidarietà sociali, culture. L'economia non è più "la regola della casa", perché la casa non è più il valore. Non più fine, ma mezzo. La casa non esiste più. La macchina/sistema è sfuggita al controllo di chi la governa. Flessibilità, mobilità, accessibilità costituiscono i parametri della società del rischio. L'equilibrio del mondo è l'equilibrio dell'equilibrista. Perenne disequilibrio, senza pace, né gioia. Come non scorgere la tirannia (dell'oggetto) dietro i veli della seduzione? Telefonini dell'ultima generazione, monovolumi fonoassorbenti, autostrade informatiche, idromassaggi agli oli essenziali, cocktail di psicofarmaci, alcolpop per tredicenni nevrot ici . Sopravviviamo dopat i. Completamente assuefatti nel design (anche verbale). Il design è ideologia, il design è il nostro oppio. La carta da pacco del nostro vuoto esistenziale. C'è più (falsa) speranza in uno spot che nel discorso di un politico, che è spot a sua volta. Perché le cose non possono cambiare? È questo lo specchio del nostro tempo? Non più desiderio, né spe-ranza? "Il commence à faire très noir, c'est comme si on devenait aveugle!" Marco Galli, sociologo

L”Affare Masoni” ha rivelato in modo esemplare la regressione e la caduta della politica, e con essa del grado di cultura che la esprime, in epoche arcaiche, dove prevale l’istinto animalesco e bestiale che prevarica ed annienta la ragione. Le visioni dell’età classica precristiana, il Rinascimento, la Riforma protestante, l’Umanesimo, l’Illuminismo, il progresso portato dalle rivoluzioni francese e russa, hanno dato alla donna e all’uomo la coscienza di un’etica personale e collettiva positive, ritenute intangibili. Lo stile e il modo di fare dei Masoni, quale imitazione di bassa provincia del berlusconismo imperante in Italia e del precedente fascismo che lo ha ispirato, ha retrocesso l’uomo e la donna nel mondo dove conta esclusivamente la forza rozza dell’organizzazione tribale e dove vige il cannibalismo più spietato, esercitato dalla

famigl ia chiusa e ripiegata su se stessa, che annienta l’individualità e sopprime persino l’anima d e i s u o i s t e s s i componenti per essere solidale quel tanto che basta al benessere materiale dei suoi membri e a saziare una i n f i n i t a a v i d i t à , nell’indifferenza più assoluta per i depredati che so f f rono . Le fondazioni di famiglia sono allora stracolme di brandelli di carne decomposta e fetida che la volpe nasconde, nell’oscurità della notte, sottoterra, per tornare a riprenderseli quando la gola sarà sollecitata da un’ improbabile, ingorda fame. Arnaldo Alberti, scrittore

http://www.aalberti.ch

STARE

ambiente e urbanizzazione selvaggia

Precario? Hai detto precario? UUUUmanità: siamo un po’ più di 6 miliardi e, nonostante il calo demografico nei paesi ricchi, la popolazione oscillerà fra gli 8 e gli 11 miliardi entro il 2050. Avessimo tutti uno stile di vita occidentale, ci vorrebbero 3 pianeti per sostentarci. Ne abbiamo uno solo. Su questo pianeta, circa 800 milioni di persone soffrono la fame, una persona su cinque sopravvive con meno di un dollaro al giorno. Le persone obese sono oltre 300 milioni, per due terzi nei paesi benestanti. Ambiente : St iamo assistendo a un’estinzione di massa. Al ritmo attuale, entro la fine del secolo la metà delle specie viventi sul pianeta rischia l’estinzione (1,7 milioni di specie conosciute, ca. 1 milione ancora da scoprire, secondo le stime). Non sappiamo se la natura che resterà sarà sufficiente a garantire la nostra sopravvivenza. La foresta pluviale scompare a un ritmo del 2% all’anno. I mari sono sempre più vuoti: il 75% degli stock ittici sfruttati commercialmente è minacciato o sfruttato eccessivamente. Il clima cambia, il ghiaccio polare si sta sciogliendo, le barriere coralline muoiono. Risorse: Un’élite di nemmeno un miliardo di persone controlla l’80 % delle risorse dell’umanità. Se persistono le tendenze attuali, un individuo su tre nel mondo non avrà neppure più abbastanza acqua per vivere nel 2025. Le riserve petrolifere si esauriranno nei prossimi 40 anni. Per il gas e l’uranio le stime variano tra 50 e 120 anni. Carbone ce n’è ancora tanto dai 250 agli 850 anni sempre ammesso che l’effetto serra non imponga molto prima la fine dello sfruttamento delle energie fossili. Sono solo alcuni dati. Se ne possono citare

altri. Inoltre,variano a seconda delle fonti. Ma il quadro generale non cambia granché. È, come dire, precario? Werner Herger, dell’ATA

Qualcuno ha scritto che oggi i lavoratori devono essere flessibili, ubiqui e revocabili. Flessibili: vuol dire che dovrebbero conoscere tutti i mestieri (quindi, in pratica, nessuno) ed accettare tutti i lavori che vengono loro affidati. Ubiqui vuol dire che devono poter andare dappertutto, oggi qua domani là; gente cioè senza fissa dimora, meglio senza fisso luogo di lavoro. Revocabili vuol dire che si devono poter mettere alla porta in ogni momento, senza motivazioni. Queste regole caratterizzano ormai anche la città di oggi. I nuovi edifici devono essere flessibili, cioè adatti e adattabili a tutto: abitazioni, uffici, depositi, commerci. Cioè in pratica sono adatti a niente, non hanno qualità per nessuna delle funzioni indicate. I nuovi edifici devono anche essere ubiqui, cioè devono poter sorgere ovunque, qua o là, su o giù, dove più conviene al momento per la massima rendita. E devono anche essere revocabili, cioè demolibili in ogni momento se non rendono più. Hanno vita breve, brevissima: il tempo di essere intensamente sfruttati. Poi:… giù. È chiaro che con simili regole non può nascere una città di qualità, una città civile, ospitale, bella. Può nascere solo un ammasso di metri cubi costruiti, quelli che in termini tecnici si chiamano metri cubi banalizzati. E come vengono banalizzati e sfruttati gli ambienti e gli spazi urbani, così vengono banalizzati e sfruttati anche coloro che sono costretti a utilizzarli: abitanti, inquilini, lavoratori, studenti, anziani, bambini, malati, animali domestici e così via. Una città degna d’essere abitata non può essere flessibile, ubiqua, revocabile. Tita Carloni, architetto

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C’avete rotto i chakra!C’avete rotto i chakra!C’avete rotto i chakra!C’avete rotto i chakra! Anche se non mi piace, mi vien voglia di brindare con un bicchiere di Coca-Cola all’imperfetta libertà (ma libertà è) dell’ America. (…) Ma, quel che è peggio, mi sembra polverosa e recidiva l’insistenza di chi continua a menarla con l’antiamericanismo viscerale, emotivo, di pancia e mai di testa, accecato dalle sbornie ideologiche non smaltite. [M. Fazioli, CdT 1.11.05]

La concezione liberale non condanna e non combatte moralisticamente atteggiamenti egoisti ma li accetta per farne un elemento costruttivo [M. Masoni, laRegione 2.12.94]

Tra tre mesi nessuno si ricorderà più niente di questa storia [P. F.Barchi, Mise au Point, 5.02.06]

Invalidi e disoccupati sono causa o effetto delle prestazioni per invalidità e disoccupazione? Il disfacimento delle famiglie è causa o effetto dello stato sociale? [M. Dell’Ambrogio, GdP 10.02.06]

Anche il numero delle ospedalizzazioni coatte è fuori norma rispetto al resto della Svizzera. A Mendrisio quasi il 60 per cento dei pazienti è formato da ricoveri coatti contro una media nazionale del 23 per cento.

[Dr T. Carlevaro, responsabile OSS,

il Caffè 23.05.04]

Non si può fare molto. Sempre più delle situazioni di cui si occupano la magistratura, i servizi e la Tutoria non trovano uno sbocco in una struttura adeguata, dove è possibile avviare un progetto serio (...)

[S. Torricelli, magistrato dei

minorenni, laRegione 7.12.05]

Se, per esempio, dobbiamo collocare un giovane con problemi di tossicodipendenza, siamo costretti a fare capo, anche se la soluzione non è ideale,

alla Clinica psichiatrica cantonale di Mendrisio. [F. Marone, presidente della Ctr di

Bellinzona, laRegione 17.03.04]

In questo momento credo che se contiamo tutti i ragazzi “turbolenti” che stanno mettendo a dura prova autorità, servizi, famiglie, scuole e istituzioni non arriviamo a dieci . (...)Mandare dei ragazzi negli alberghi non è una soluzione efficace, ma anche il collocare un ragazzo presso una pensione, se fa parte di un progetto individualizzato può essere una risposta adeguata. [R. Sandrinelli, direttore Dss, Falò]

Bisognerebbe introdurre il coprifuoco per gli asilanti dalle 22.00 per evitare lo spaccio di droga. [G. Giudici, sindaco di Lugano]

La stragrande maggioranza dei richiedenti l’asilo ha un’elevata propensione criminale [R. Piazzini, comandante polizia, TSI,

31.01.06]

Sono massone da quando sono entrato in politica. Non ho nessuna difficoltà ad ammetterlo, la massoneria mi ha dato tanto. [G. Giudici, L’Inchiesta, 05.00]

Non perdete tempo… C’è forse una masoneria. La sola… [G. Bignasca, L’Inchiesta, 05.00]

I movimenti dei sans papier, dei senza voce e dei migranti stanno incominciando a seccarci la gloria [G. Bignasca]

Appuntamenti come il WEF sono semplici passerelle senza nessuna importanza. [M. Bertoli, PS, 13.01.05]

Quando ero giovane pensavo che si potesse rivoluzionare il mondo, oggi ho capito che questo non è possibile e anzi, se viene fatto, magari si crea più sofferenza di quanto si voleva risolvere. Credo che uno degli obiettivi della politica fondamentali sia almeno quello di minimizzare la sofferenza evitabile. [P. Martinelli, PS, 15.03.06]

ANDARE

migrazione e xenofobia Con l'avvento dell'economia globalizzata e del neoliberismo selvaggio, anche quelle poche e minime sicurezze che lo stato nazione sembrava offrire stanno svanendo. Sempre più spesso ci si ritrova come individui soli nell'affrontare i rischi della giungla urbana. Contro l'indifferenza delle istituzioni e contro il razzismo dilagante occorre autorganizzarsi! Ci sono periodi della vita in cui, più che in altri, è necessario vivere in maniera collettiva questi imprevisti: durante il percorso migratorio, nei momenti in cui ci si ritrova senza lavoro e senza denaro, all'uscita dalla clinica psichiatrica, a causa di una dipendenza. Il Movimento dei Senza Voce, cerca a suo modo di offrire un'alternativa al “precariato esistenziale” mettendo a disposizione una casa e delle risorse per tutti coloro che necessitano, per un periodo, di un aiuto.È indispensabile che i bisogni fondamentali delle persone siano garantiti a tutti, senza discriminazione causata dalla provenienza o dallo stato sociale.

Movimento dei Senza Voce

http://www.senzavoce.ch Sorride Ninì. Quando ci siamo visti dopo un paio di mesi, è come sempre; affabile e disponibile. Ma è triste, preoccupato. Lo capisco dalla luce dei suoi occhi, dal tono della voce. Glielo chiedo..me lo conferma. Fuggito dal Burundi circa sei anni fa quando

tutta quella meravigliosa regione dei "Grandi laghi" bruciava dalla logica perversa delle guerre etniche, dei massacri, dei bombardamenti...Ninì ha trovato rifugio in Svizzera. Partendo ha lasciato dietro di sè oltre agli affetti più cari dei suoi famigliari, gli amici, i ricordi più belli e gli studi universitari che aveva da poco intrapreso. Appena possibile si è messo a lavorare; cucine di alberghi, pulizie, fabbrica. Con serietà e rispetto. Ha messo a disposizione la sua cortesia, la sua disponibilità, la sua Storia, per animare giornate scolastiche dedicate al tema dell'immigrazione, dell'integrazione, del razzismo. Ora è preoccupato, tremendamente preoccupato. Mi sa tanto che la notte non riesce a regalargli il sonno. Anzi: teme di ricadere in quell'incubo di precarietà e disperazione che ha preceduto il suo arrivo in terra d'Elvezia. Le autorità mettono in dubbio le sue origini burundesi. Sono i burocrati di turno, quelli che seduti allo sportello non ti guardano negli occhi..ma solo attraverso i formulari. Quelli che..anche se vivi da sei anni in Svizzera e mai un problema.."non vuol dire niente..". Quelli che a Chiasso respingono i fuggiaschi che cercano momentaneamente un rifugio, una possibilità di ritrovare pace e dignità.."perché non hanno i documenti in ordine.." (intanto sono delinquenti o criminali..vero Piazzini, vero Blocher?). Mentre sono in città questa storia mi occupa parecchio; nei bar si parla molto di reti, di stranieri, di delusioni e di speranze… Ma cavoli, che dire a Ninì? Lui sa bene che significa finire oltre la rete. OltreLaRete

:: Coordinamento precari esistenziali (CPE): Anti-WTO Ticino, Circolo Carlo Vanza, Collettivo d'Appoggio ai Popoli in Lotta, Collettivo Zapatista, CS()A il Molino, Giovani Progressisti, Gruppo Anarchico, Movimento dei Senza Voce, NoClone, SISA, Cooperativa Terra Matta, Ufficio Svizzero Accoglienza Profughi

:: Aderiscono:

ACP, Comitato sindacale SEV RM Ticino (officine), Creative Anarchy, Giullari di Gulliver, GSSE, Il Diavolo, Liberaria, LiBertà, Lokarno Autogestita, PdL, Sindacato Interprofessionale, Sugo d'Inchiostro, Tacalà, T-I Sound >>>> Consulta la lista aggiornata su: www.ecn.org/molino >>>> Aderisci: [email protected]

Programma 006

Nel corso degli ultimi anni stiamo assistendo nelle nostre società ricche ed opulente ad un preoccupante aumento di atti di intolleranza, xenofobia e razzismo, le cui manifestazioni non si limitano soltanto agli episodi di violenza fisica (di cui veniamo a conoscenza dalla stampa parlata e scritta) ma si esprimono in mille altri modi: nel mondo del lavoro, nelle possibilità di accesso ai servizi pubblici e privati, in ambito scolastico e sanitario, nelle modalità di informazione praticate dai mezzi di comunicazione di massa, negl i atteggiamenti e dichiarazioni di molti esponenti politici. Uno degli ostacoli principali nell’affrontare i temi del razzismo e della xenofobia risiede nell’assenza di una forte volontà nel

percepire in modo consapevole il grave rischio che corriamo. Ecco perché un primo, importante passo da compiere nella lotta a questi fenomeni deleteri è far emergere il problema, renderlo noto: solo così è possibile mantenere alta la vigilanza democratica e conservare la memoria dei tragici avvenimenti del passato comprendendone le cause affinché siano di monito per le generazioni future. Non dimentichiamo, tuttavia, che il razzismo non è un’opinione ma un reato.

Angelo Ciampi di Soccorso Operaio

Stampa:

La cooperativa tipolitografica, Carrara

Vignette:

Lucio Negri Michino

Corrado Mordasini

:: Giovedì 20 aprile:

Dalle 21'00, CineMolino Precarity video dell’EuroMayDay

:: Venerdì 21 aprile:

Dalle 22'00 il ballo del precario esistenziale, serata di musica trash, ballo e travestimenti. Con DJ StercoRaro al CS()A il Molino

:: Da mercoledì 26 a sabato 29 aprile

Rassegna “Popoli in lottaaaa” al Molino - info: www.ecn.org/molino

:: Domenica 30 aprile:17'00 - Assemblea – tavola rotonda “Lotte

a confronto per alternative possibili”, partecipano i lavoratori della Swissmetal di Reconvilier

:: Lunedì 1° maggio: >>>> Ritrovo ore 13'30, Piazza Riforma Lugano, partenza del corteo streetparade con carri musicali Dj Stercoraro (trash), T-I Sound (reggae), Creative Anarchy (goa), Tacalà > > > > Spettacolo “Abbiamo piume azzurre e velenose” una produzione dei Giullari di Gulliver sul precariato esistenziale >>>> Dalle 18'30 - aperitivo musicale