Leggere Ç t e ra p e u t i c o · 9/10/2020  · di pubblicati finora indicano nei principi della...

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Leggere è Leggere è t e ra p e u t i c o t e ra p e u t i c o Mariolina De Angelis* C he leg- gere aiuti le abilità intel- lettuali è no- to, ora addi- rittura studi scientifici evidenziano come alcuni testi siano determinanti nei proces- si cognitivi tanto da far diventare la loro lettura una vera terapia. Dedicarsi ad un libro quindi con la lettura assu- me un significato com- plesso e poliedrico. Legge- re non è solo un piacere ma un'esperienza. L’effetto protettivo della lettura sulle funzioni co- gnitive è cosa evidente che ha permesso e permette all'uomo un evoluzione psicologica e mentale. In- fatti le storie che leggia- mo aumentano le nostre capacità anche di leggere le menti degli altri, e la scelta di ciò che leggiamo riesce a darci quell’intera - zione quotidiana che con- tribuisce a renderci parte- cipi e protagonisti della storia. Immergersi in un altro mondo come in un testo narrativo fa viaggiare la nostra mente nel passato, nel presente o nel futuro, e ciò ci permette di imma- ginare e di interagire con altri mondi, con nuovi es- seri che sono alternativi a quelli reali. Un processo di immagi- nazione che conferisce le emozioni e nel contempo un apprendimento che al- lena la nostra mente ren- dendola tonica ed elastica. La lettura quindi come pa- lestra della mente, di quel giardino complesso e complicato che offre op- portunità quotidiane di sviluppo e crescita. La lettura di un roman- zo fa si che le nostre opi- nioni e visioni si amplifi- chino e si nutrono. Avere una mentalità aperta rende i nostri pen- sieri liberi. La lettura ci fa crescere e spesso può di- ventare un’alleanza tera- peutica. Se quindi fino a qualche decennio fa lo slogan usa- to per stimolare la lettura era: “un libro allunga la vita”, ora esiste ed è dimo- strata la correlazione tra pagine sfogliate e aspetta- tiva di vita. Ciò che importa è diver- sificare il genere tenendo conto dell’età e delle incli- nazioni soggettive. Però è importante sottolineare che la negligenza della memoria, come diceva Platone, può condurre all’oblio dell’anima. Scegliamo quello più in- trigante, per titolo, coper- tina, autore, ma è impor- tante recarsi in questa pa- lestra della vita ogni gior- no e vi assicuro, per mia diretta esperienza, che dall’oblio della memoria con costanza e tenacia si ritorna ad essere presenti alla “vita” e partecipi di ogni azione del vivere co- mune. *Farmacista INSERTO A CURA DI MARIOLINA DE ANGELIS

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Leggere èLeggere èt e ra p e u t i c ot e ra p e u t i c o

Mariolina De Angelis*

C he leg-gereaiuti le

abilità intel-lettuali è no-to, ora addi-rittura studi

scientifici evidenzianocome alcuni testi sianodeterminanti nei proces-si cognitivi tanto da fardiventare la loro letturauna vera terapia.

Dedicarsi ad un libroquindi con la lettura assu-me un significato com-plesso e poliedrico. Legge-re non è solo un piacere

ma un'esperienza.L’effetto protettivo della

lettura sulle funzioni co-gnitive è cosa evidente cheha permesso e permetteall'uomo un evoluzionepsicologica e mentale. In-fatti le storie che leggia-mo aumentano le nostrecapacità anche di leggerele menti degli altri, e lascelta di ciò che leggiamoriesce a darci quell’intera -zione quotidiana che con-tribuisce a renderci parte-cipi e protagonisti dellastoria.

Immergersi in un altromondo come in un testonarrativo fa viaggiare la

nostra mente nel passato,nel presente o nel futuro,e ciò ci permette di imma-ginare e di interagire conaltri mondi, con nuovi es-seri che sono alternativi aquelli reali.

Un processo di immagi-nazione che conferisce leemozioni e nel contempoun apprendimento che al-lena la nostra mente ren-dendola tonica ed elastica.La lettura quindi come pa-lestra della mente, di quelgiardino complesso ecomplicato che offre op-portunità quotidiane disviluppo e crescita.

La lettura di un roman-

zo fa si che le nostre opi-nioni e visioni si amplifi-chino e si nutrono.

Avere una mentalitàaperta rende i nostri pen-sieri liberi. La lettura ci facrescere e spesso può di-ventare un’alleanza tera-peutica.

Se quindi fino a qualchedecennio fa lo slogan usa-to per stimolare la letturaera: “un libro allunga lavita”, ora esiste ed è dimo-strata la correlazione trapagine sfogliate e aspetta-tiva di vita.

Ciò che importa è diver-sificare il genere tenendoconto dell’età e delle incli-

nazioni soggettive. Però èimportante sottolineareche la negligenza dellamemoria, come dicevaPlatone, può condurreall’oblio dell’anima.

Scegliamo quello più in-trigante, per titolo, coper-tina, autore, ma è impor-tante recarsi in questa pa-lestra della vita ogni gior-no e vi assicuro, per miadiretta esperienza, chedall’oblio della memoriacon costanza e tenacia siritorna ad essere presentialla “vita” e partecipi diogni azione del vivere co-mune.

*Farmacista

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Giovedì 10 settembre [email protected]

LA RIPRESA DENTRO IL RAPPORTO ISTRUZIONE-SANITÀ

Va c c i n o ,ma quantoci manchiAttilio SPidalieri*

U napan -de -

mia che conti-nua a progre-dire nel mon-do. Dei nuoviconfinamentiricomparsi in

regioni che ritenevano di aversuperato il problema. Una po-polazione che resta malgradotutto poco immunizzata, edunque vulnerabile, anchenelle zone più colpite. Di fron-te a questa crisi che non fini-sce, un vaccino è ormai permolti la migliore speranzaper bloccare il Covid-19, inmodo da ritrovare la vita diprima. Negli Stati Uniti il pre-sidente Donald Trump ne hafatto un affare di indipenden-za nazionale. L’Europa non èda meno. La Francia, la Ger-mania, l’Italia, e l’Olanda han-no messo in campo delle ini-ziative, ed altre do-vrebbero arri-vare. Più di160 proget-ti, secondole statisti-chedell’Orga -nizzazioneMondialedella Salute(OMS), si tro-vano attualmen-te in cantiere. Gliesperimenti clinici nell’uomosono già iniziati, e molte indu-strie (Astra Zeneca, Moderna,etc.) promettono delle dosi en-tro l’anno. Questo fervore fa-rebbe quasi dimenticare l’es -senziale: sarà messo a puntoun vaccino veramente effica-ce? Secondo molti esperti ne-cessita prudenza nel cantarevittoria dato che tutta una se-rie di problemi scientifici re-stano senza risposta. Nel pas-sato altre malattie infettivecome l’AIDS, la malaria, labronchiolite causata dal virussinciziale, hanno resistitoagli sforzi dei ricercatori,malgrado le promesse di alcu-ni vaccini. Certe iniezionihanno un’efficacia limitata(notoriamente l’influenza),quando non generano effettisecondari gravi (come il vac-cino sviluppato da Sanofi con-tro la dengue). Naturalmenteci sono anche delle buone ra-gioni per essere ottimisti. In-fatti si sa che il Covid-19 de-termina una risposta immu-nitaria, dato che spariscedall’organismo, e non è il casoper esempio dell’HIV. Il nu-mero importante dei progettiin corso aumenta le possibili-tà di una riuscita. Ma il Covid-19 resta una malattia non bencompresa. L’immunità deter-minata dal virus non ha svela-to tutti i suoi misteri, e per-tanto molte tecnologie utiliz-

u L’ANALISI. Le perplessitù legate alla durata dell’immunità

Tra i banchi si ripartiràdavvero in sicurezza?Graziella Di Grezia*

I l grande interro-gativo di fine esta-te sta coinvolgen-

do e sconvolgendobuona parte del Paese,che vive una condizio-ne di precarietà men-tale sia per il timore delprosieguo della didat-

tica a distanza, sia per le remore della ri-presa scolastica in presenza.

A fronte del diritto inalienabiledell’istruzione, vi è un rapporto scuo-la-sanità complesso e di difficile ge-stione. A questo si aggiungono gli in-terrogativi di dirigenti, personale do-cente e non, discenti e famiglie circal’evoluzione della pandemia da Covid:ci sarà un aumento dei contagi? An-dremo incontro a un secondo lockdo-wn?

La sanità italiana che ha mostratoanche in questa occasione una sua so-lidità nonostante i tagli a personale estrutture, deve sostenere il compartoscolastico affinchè l’istruzione possariprendere nel modo più sereno possi-bile.

Gli pneumologi propongono quat-tro interventi strategici:

1- Costante monitoraggio dello sta-to di salute del personale docente enon docente mediante tampone edeventuale, successivo, esame sierolo-gico.

Si Raccomanda il controllo quoti-diano della temperatura all’ingressodella scuola per studenti e per inse-gnanti con successiva registrazionedi quanto rilevato su Cartella ClinicaDigitale appositamente creata.

2 - Ogni istituto scolastico deve av-

valersi della figura del Medico di La-voro Competente che sia un Pediatrae/o un Medico di Medicina Generaleche operi in qualità di Medico Respon-sabile. L’istituto deve inoltre potercontare sulla consulenza di uno spe-cialista Pneumologo di riferimento incaso di situazioni di allarme e di clu-ster sospetti.

3 - Il Medico Competente nominatodall’istituto scolastico deve esseretempestivamente avvisato dalle fami-glie, tramite mail o messaggi, in casodi segnali di malessere che possanoessere segnale di potenziali nuovi fo-colai.

4 - Si consiglia la creazione di flussidi mail ufficiali che assicurino uncontatto costante con le famiglie pergarantire una corretta educazione sa-nitaria ed esaminare l’insorgere dieventuali criticità.

I pediatri sostengono che non ci sianecessità di ritornare al “medico sco-

lastico”, quanto piuttosto di contaresu di un Infermiere di Comunità chepossa fare da ponte tra le due istituzio-ni.

Tutto ciò anche per ottimizzare le ri-sorse umane disponibili; non dimen-tichiamo che i medici nelle struttureospedaliere sono in costante sotto-or-ganico nei reparti e che la situazionedi emergenza non consente di pianifi-care in breve tempo una formazionededicata.

Oltre al supporto di un Infermierecoordinato dal Dipartimento di Pre-venzione delle ASL, poche semplici re-gole da rispettare:

•l’utilizzo delle mascherine, da evi-tare solo in caso di importanti disabi-lità,

•il distanziamento fisico tenendoconto dell’età degli studenti e

•il continuo e accurato lavaggiodelle mani.

*Radiologo PhD

zate non sono ancora sfociatenella introduzione nel merca-to di un prodotto. SecondoFrédéric Tangy, responsabiledel laboratorio dell’innova -zione vaccinale dell’IstitutoPasteur, i primi dati, piutto-sto parcellari, pubblicati daidiversi gruppi di ricerca, han-no dimostrato allo stato solouna protezione parziale. I vac-cini, già allo stadio di esperi-menti clinici, determinanocertamente la comparsa dianticorpi neutralizzanti chehanno la capacità di stoppareil virus, ma la loro presenzapotrebbe non bastare a preve-nire la malattia. Allo statonessuno conosce la quantitàdi anticorpi necessaria perevitare l’infezione e se il vacci-no ne genererà a sufficienza.E non è possibile riferirsi adaltre patologie per saperne dipiù, in ragione del fatto cheche i dati sono propri a cia-scun virus. In uno studio pub-blicato dai ricercatori di

Oxford (il cui vacci-no sarà messo

sul mercatodal gruppoAstra Zene-ca), lescimmievaccinate,e poi espo-ste al virus,

erano pro-tette riguardo

alla polmonite,il che è già importan-

te, ma non riguardo all’infe -zione. Le cavie che avevano ri-cevuto un’iniezione si ritrova-vano con la stessa quantità divirus nelle prime vie respira-torie rispetto a quelle che ave-vano ricevuto solo un placebo.Questi risultati, se conferma-ti, dicono che i soggetti vacci-nati potrebbero continuare adiffondere la malattia. Per au-mentare l’efficacia, la mag-gior parte dei gruppi testa de-gli schemi vaccinali con duedosi a distanza di alcune setti-mane. Questa soluzione nonsarebbe molto adatta ad unasituazione pandemica neces-sitante una risposta valida.Una spiegazione possibile aquesta efficacia limitata è chequesti vaccini puntano sol-tanto su di una piccola partedel virus per stimolare una ri-sposta immunitaria, la pro-teina S, che forma delle puntesulla superficie del virus pa-togeno, il che potrebbe non es-sere sufficiente. Inoltre non sisa ancora se alcuni di questivaccini determinano un’im -munità a livello delle mucosenasali che rappresentano laporta di entrata del virus. Ri-spetto alle prime generazionidei vaccini, necessiterannoevidentemente miglioramen-ti ulteriori allo scopo di otte-nere una protezione più forte.Sarà necessario sapere anchecome le persone anziane, che

rischiano maggiormente disviluppare forme gravi di Co-vid-19, risponderanno a que-sta vaccinazione. Vi è tuttauna gradazione tra il prodot-to ideale che proteggerebbetutti, compresi gli anziani, e ilvaccino mediocre che immu-nizzerebbe solo i giovani. Nel-lo scenario peggiore costoro,vaccinati, beneficiando di unfalso sentimento di sicurezza,potrebbero ignorare le racco-mandazioni del distanzia-mento fisico, ed accelerare co-sì l’epidemia. Il che accade giàsenza la vaccinazione. Più in-quietante, non può esserescartato il rischio di un ag-gravamento della malattiacausato dalla vaccinazione.Alcuni scienziati temono chel’iniezione possa determinarela formazione di anticorpidetti “facilitanti” che, lungidal bloccare il virus, l’aiute -

rebbero ad entrare nelle cellu-le dell’ospite. Si tratta di un fe-nomeno già osservatonell’animale durante gli espe-rimenti per individuare unvaccino contro la Mers e con-tro la Sras, due altri Coronavi-rus. Negli anni 1960 questoeffetto indesiderato era com-parso in occasione dei test cli-nici con dei candidati vaccinicontro il VRS (l’agente dellabronchiolite). Dei bambinimorirono e i test furono inter-rotti. Più recentemente lostesso problema si è avuto, co-me accennato sopra, con ilvaccino Dengvaxia di Sanoficontro la dengue. Inoltre biso-gna tener conto che i recettoricellulari dei primati, sui qua-le vengono praticati gli espe-rimenti, sono un poco diffe-

renti da quelli degli umani.Gli esperimenti clinici dellafase 3, su grande scala, saran-no dunque cruciali. Essi sonocominciati per due prodotti,quelli di Astra Zeneca e di Si-novac, un fabbricante cinese.Nella stessa fase si trovanodelle aziende americane e deicentri di ricerca russi, chehanno, questi ultimi, un’espe -rienza decennale nel campo,in ragione della presenza diimportanti laboratori situatioltre gli Urali, in Siberia. Mauna cosa è certa, questi espe-rimenti non risponderannoad una questione essenziale:la durata dell’eventuale im-munità conferita da questeiniezioni. Se la malattia im-munizza per un breve perio-

do, ci sono poche possibilitàche il vaccino faccia meglio. Ipazienti affetti da Covid-19presentano certo degli anti-corpi, ma nessuno sa allo sta-to per quanto tempo gli stessisaranno presenti nel sangue.A confermare le nostre per-plessità, negli ultimi giorni èarrivata la notizia che AstraZeneca ha sospeso gli esperi-menti a causa di eventi avver-si accaduti ad alcuni volonta-ri arruolati nello studio. Oc-correrà pertanto una rigoro-sa sorveglianza nell’intentodi produrre un vaccino chedetermini, in sicurezza asso-luta, una immunità di durataaccettabile.

*Specialista in Endocrinolo-gia e Diabetologia

SALUTE & BENESSERE

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Giovedì 10 settembre [email protected] 19

u D I AG N O S I . Un ruolo di notevole importanza clinico-diagnostica viene svolto dall’ecografia con sonda rotante

LUIGI MONACO*

L e tecnicheecografiche“dedicate”

rappresentano uncampo di applica-zione dove la tecno-logia utilizzata e laspecifica competen-

za del medico sono fondamentaliper una corretta valutazione dia-gnostica.Tra le metodiche “ dedicate”, unruolo di notevole importanza cli-nico-diagnostica viene svoltodall’ecografia con sonda rotante a360° integrata dalla ricostruzio-ne tridimensionale per lo studiodelle patologie del canale anale edel retto medio-basso.La possibilità di valutare i tumoriintestinali per via endo-rettale nasce nel 1952grazie a John JiulianWild considerato il verofondatore della diagnosti-ca tissutale ad ultrasuoni,il quale, insieme a JohnReid, un ingegnere elet-tronico, individuò la pos-sibilità di impiego di son-de transrettali per lo stu-dio tissutale degli organi.Lo studio del canale ano-retto, eseguito ponendo lasonda rotante a contattodiretto con la parete delviscere da studiare, rap-presenta attualmenteun’indagine essenzialenella diagnostica delle pa-tologie organiche e fun-zionali ano-retto. La me-todica permette di studiare in mo-do accurato i diversi tessuti estrutture in particolare il com-plesso sfinteriale e l’eco-strutturadella parete del retto basso edell’ano necessario per la valuta-zione delle neoplasie ( stadiazio-ne) e dei processi flogistici e fun-zionali del canale anale.Lo studio ecografico viene esegui-to in ambito ambulatoriale e risul-ta rapido, innocuo ( non utilizzodi radiazioni ionizzanti) e ben tol-

lerato dal paziente; si richiede co-me preparazione un clistere dipulizia del retto basso alcune oreprima dell’esecuzione dell’esame.L’evoluzione tecnica inoltre per-mette, grazie ad un software pre-sente nell’ecografo, l’elaborazio -ne e la ricostruzione delle imma-gini acquisite in tempo reale per-mettendo un’ecografia tridimen-sionale grazie alla quale si ha unsignificativo miglioramento del-la diagnosi delle patologie del ca-

nale ano-rettale.Le indicazioni clinico-diagnosti-che:•Patologie settiche del canaleanale ( fistole ed ascessi);•Valutazione anatomo-funziona-le dell’apparato sfinteriale del ca-nale anale•Stadiazione del cancro del retto-basso e del canale anale.PATOLOGIE SETTICHE.Nello studio della patologia sup-purativa del canale anale risulta

altamente affidabile soprattuttose associata all’uso del mezzo dicontrasto introdotto attraversol’apertura cutanea esterna deltramite fistoloso ( sensibilità dellametodica fino al 94%). L’esameconsente di eseguire una precisamappatura del tramite fistolosoed il suo rapporto con gli sfinteri,valutazione fondamentale per ladecisione del programma chirur-gico; inoltre consente di indivi-duare, in una percentuale elevata

di casi, la comunicazione del tra-mite fistoloso con il canale analedifferenziando così le fistole analida quelle perianali.APPARATO SFINTERIALE: neipazienti con ostruita defecazioneo con incontinenza fecale , con-sente di valutare alterazioni dellospessore, della continuità e dellastruttura degli sfinteri interno edesterno del canale anale. La valu-tazione della sede e dell’estensio -ne delle lesioni sfinteriali rappre-senta una valutazione molto utileai fini di eventuale approccio chi-rurgico da eseguire.STADIAZIONE DEL CANCRODEL RETTO BASSO E DEL CA-NALE ANALE: l’ecografia consonda rotante è considerata meto-dica altamente affidabile per la in-dividuazione e stadiazione

dell’estensione locale deltumore raggiungendoun’accuratezza diagnosti-ca del 94-96%.Il riconoscimento delcoinvolgimento della pa-rete ano-rettale consentedi distinguere le lesioniche possono essere tratta-te con una escissione loca-le dalle lesioni che devonoessere sottoposte ad inter-venti più estesi. Inoltre ilgrado di infiltrazione del-la parete permette di sele-zionare i pazienti candida-ti ad un trattamento neo-adiuvante prevalente-mente radioterapico.CONCLUSIONIL’ecografia “ dedicata” al -lo studio delle patologie

del canale anale e retto raggiungeun’elevata sensibilità e specificitànei centri dove l’indagine è ese-guita in modo corretto e con co-stanza negli anni. Inoltre in que-sto campo specifico la collabora-zione con il Clinico risulta fonda-mentale per il corretto percorsoterapeutico del paziente.

*Medico specialista in RadiologiaResponsabile

Unità operativa di EcografiaAzienda Moscati di Avellino

Un’arma preziosaper individuareil cancro del retto

SALUTE & BENESSERE

Riconoscere e curarele sindromi influenzaliBiagio Campana*

I n piena pandemia Co-vid si renderà indi-spensabile la diagnosi

differenziale con l’in -fluenza e con tutte le altresindromi influenzali cheda qui a breve inizierannoad imperversare su tutto

il nostro territorio nazionale con rica-dute in termini di costi e perdite di vitanon trascurabili. Negli ultimi anni l'I-talia ha registrato picchi di mortalitàanche elevati, in particolare tra gli an-ziani, durante la stagione invernale edin correlazione soprattutto all’epide -mia influenzale. Il numero di morti as-sociate all'influenza risulta essere alta-mente variabile e dipende soprattuttodall’efficacia del vaccino nei confrontidel ceppo circolante. Nel quinquennio2013-2018 si sono verificati ben 68.000decessi collegabili, direttamente o indi-rettamente all’influenza ed alle altresindromi influenzali. Tutto ciò potreb-be generare ulteriore stress su un ser-vizio sanitario nazionale che già saràimpegnato a contrastare Il Sars Covid2. A differenza dell’influenza che hauna precisa etiologia, essendo determi-nata da specifici virus influenzali A, B eC che appartengono alla famiglia Or-thomyxovirus, i virus alla base dellasindrome influenzale sono molto più

eterogenei comprendendo il virus re-spiratorio sinciziale, i metapneumovi-rus, gli adenovirus, i virus parain-fluenzali ed i coronavirus. La trasmis-sione è aerea attraverso aerosol e/o dro-plet. Sia l’influenza che la sindrome in-fluenzale presentano un esordio rapi-do, colpiscono ogni fascia di età ed i sin-tomi sono sovrapponibili e difficilmen-te distinguibili tra loro. La febbre puòanche raggiungere i 41°C ed è spessoaccompagnata da brividi. Possono es-sere presenti tosse, mal di gola, rinor-rea, dolori muscolari e osteo/articolari.

Quasi sempre il paziente lamenta unsenso di prostrazione e di marcata aste-nia associata a scarso appetito. Neibambini sono presenti sintomi ga-strointestinali come nausea, vomito ediarrea mentre il lattante presentapianto ed irritabilità. In particolari ca-tegorie a rischio come anziani con pato-logie pregresse, bambini e pazienti im-munocompromessi si possono verifica-re delle complicanze anche di gravitàtali da richiederne un’ospedalizzazioneimmediata. Se sinusiti, otiti e bronchitipossono anche essere gestite a domici-

lio, l’insorgenza di una polmonite, vira-le o da sovrapposizione batterica, rap-presenta sicuramente una complican-za potenzialmente anche letale e va’quindi in gran parte dei casi sottopostaad osservazione in ambiente ospedalie-ro. La terapia della sindrome influen-zale ha come scopo quello di alleviare isintomi piuttosto che combattere i vi-rus sia per la difficoltà di identificazio-ne precisa del virus responsabile e siaperché i farmaci antivirali attualmentein commercio sono efficaci solamentecontro i virus dell’influenza e non con-tro tutti gli altri. Gli antibiotici sonosconsigliati almeno che non si sianopresenti complicanze batteriche e co-munque vanno soggetti a prescrizionemedica e non ad auto prescrizione. Laprevenzione può essere sia farmacolo-gica che non farmacologica. Quellanon farmacologica si basa su un accu-rato lavaggio delle mani e su tutte quel-le norme igienico-sanitarie che riduco-no il rischio di trasmissione degli agen-ti virali. La prevenzione farmacologicadell’influenza può essere effettuata tra-mite vaccini; tali vaccini risultano inef-ficaci nei confronti delle sindromi in-fluenzali sostenute da virus diversi daquelli influenzali, come il virus respi-ratorio sinciziale e i virus parainfluen-zali. La campagna di vaccinazione an-tinfluenzale quest’anno inizierà primadel solito, per cercare di prepararci almeglio ad una possibile seconda ondatadi Covid. L’AIFA, agenzia italiana delfarmaco, raccomanda di partire con leprime iniezioni già a inizio ottobre,quasi un mese prima della data ordina-ria, e di offrire i vaccini ai soggetti eleg-gibili durante tutta la stagione influen-zale.

*Specialista in Malattiedell’Apparato Respiratorio

u LA DIAGNOSI. Il rischio è quello di caricare ulteriormente il servizio sanitario nazionale

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Giovedì 10 settembre [email protected]

u LE TECNICHE. Una pratica da imparare per ottenere risultati attendibili

M i s u r a rela pressione,troppe le variabiliFiore Candelmo*

T ra le piùcomunimisura -

zioni dei "para-metri vitali", inumeretti cheindicano se

stiamo bene o meno, quelladella pressione arteriosa è co-munissima, a disposizione dichiunque sappia premere unbottone: non serve una laureainsomma. E allora, diranno imiei venticinque lettori, il ti-tolo di questo appuntamento???

Avete ragione. Il titolo ègiusto, ma non si riferiscesolo alla pressione del botto-ne, di cui sopra, ma alle con-dizioni nelle quali questa mi-surazione viene fatta. Equindi alla attendibilità deirisultati ottenuti.

Da molto tempo ormai si ècompreso che la misurazio-ne domiciliare dei parametri(e tra questi la pressione è trai più semplici) è molto più af-fidabile, in media, di quantosi possa ottenere dal propriomedico o in farmacia o altro-ve. Soprattutto se la pressio-ne, davanti al medico, tendea "schizzare" e ad aumentaresenza controllo. Cosa abba-

stanza comune (ipertensio-ne da camice bianco, dicono imedici, quelli esperti).

Certamente si deve ap-prendere la tecnica di misu-razione, ma come farebbero idiabetici se non sapesserocontrollare la propria glice-mia ? Nulla di difficile dun-que.

La pressione arteriosacambia moltissimo a secon-da delle condizioni nelle qua-li essa vienemisura -ta. Eccoil moti-vo del ti-tolo: sideve ave-re unacerta abili-tà a misu-rarla nelleopportunesituazioniper evitare diavere un dato falsato che, equi sta il peggio, comporte-rebbe preoccupazioni inutili.Innanzitutto la misurazionepuò, anzi direi, deve avvenirecon gli apparecchi elettroni-ci, di buona marca (evitiamole cinesate a prezzo poplare)ed affidabili: oggi gli appa-recchi (si chiamano sfigmo-manometri) a mercurio non

sono più in vendita, essendoquesto metallo altamente in-quinante. Quelli ad aneroide(con l'orologino a lancettache indica la pressione) sonosoggetti a facile staratura equindi sono poco affidabili.E poi si deve avere una certamanualità, saper ascoltare lascomparsa e la ricomparsadel polso.

Quellielettronicipurtropposono appa-recchi chenon godo-no di buo-na famatra lagente:mi dan-no ri-sultati

sbagliati,la pressione cambia sem-

pre, si rompono subito, sonoalcune delle obiezioni più co-muni. Niente di più sbaglia-to. Se la marca è buona (il vo-stro farmacista o rivenditoresaprà consigliarvi) questi di-spositivi sono molto affidabi-li, precisi e soprattutto sicu-ri.

Sceglietene però uno che siindossi al di sopra della pie-ga del gomito, non al polso,

posizione che soffre di mag-giore imprecisione. Metteteil bracciale (o fatevi aiutare)ben aderente, ma non stret-to, con il velcro che mantienela chiusura accuratamenteaderente, ovviamente sullanuda pelle e non sui vestiti.La misurazione a questopunto può iniziare.

I valori ottenuti risentonomoltissimo delle condizioni,anche e soprattutto psicolo-giche, nelle quali essi vengo-no rilevati. Si deve pertantoessere seduti in ambientetranquillo, con TV spenta,non si deve aver fumato nel-l'ora precedente (fumatoriattenti !!!), niente caffè presoda poco (mezz'ora), non ci de-ve essere trambusto, bambi-ni, rumori, traffico di auto, cisi deve essere messi sedutigià da un quarto d'ora in po-sizione confortevole (nientestrapuntini o seggiole im-provvisate ma meglio unacomoda poltrona o un diva-no). Non si deve avere fretta:se avete appuntamenti inprogramma meglio rinun-ciare: dovete avere il vostrotempo a disposizione. Tuttoquesto può influire sullapressione !!!

Si esegue una prima misu-razione e si annotano i valo-

ri. Trascorsi alcuni minuti(cinque, dieci ?), se ne esegueuna seconda e se necessariodopo altri 5 o 10 minuti unaterza. E se ne annotano anco-ra i valori.

Questi dati hanno una cer-ta attendibilità, ma devonoessere valutati da un medicocompetente. Tenete presenteche:

1) variazioni nelle variemisurazioni, anche di diver-si millimetri di mercurio(mmHg è l'unità di misuradella pressione) possono es-sere normali: se la prima cidà 140/80 e la seconda130/70 e la terza 120/80 (o si-mili), questi cambiamenti so-no normali e indicano cheman mano che è passato iltempo, vi siete rilassati sem-pre più (e la pressione è dimi-nuita !): bene !

2)differenze tra le duebraccia sono normali se con-tenute tra 10-15 mmHg. Va-lori più elevati dovrebberoessere valutati e confermatidal medico.

3)la misurazione nel tem-po, più volte al giorno (matti-

na, pomeriggio e sera) puòessere indicata solo se non sisa ancora se dovrete prende-re una cura per la pressioneoppure se la cura che state fa-cendo sembra inefficace: nonsi può essere "tossicodipen-denti" dallo sfigmomanome-tro, non dobbiamo (ed è pureinutile) stare a controllarlaogni momento, la vita nelfrattempo passa e abbiamoperso chissà quante altre co-se belle.

Questa disamina, breveper lo spazio che abbiamo adisposizione, ci fa capire chesono così tante le variabili ingioco che possono influiresulla pressione, che otteneredei valori attendibili può es-sere difficile. Con il tempo,l'esperienza della misurazio-ne ci consente di capire se lastiamo misurando in modocorretto o non piuttosto inmodo errato. Resta tuttaviaquesta pratica così impor-tante che un apparecchio perla pressione dovrebbe esserepresente in tutte le case comeil frigorifero o la TV.

*Cardiologo

SALUTE & BENESSERE

Il nostro impegnoper i ragazzi autisticiC ara dottoressa Maria

Morgante, questa volta inumeri parlano da soli:

oltre 6 milioni e mezzo in due an-ni. Circa 200 ragazzi autisticicon le loro famiglie saranno pre-si in carico. Non era mai succes-so, è un’ottima scelta. Come èmatura?

“La presa in carico e cura deibambini e dei ragazzi autistici èstata una delle mie priorità fin dasubito. Ho conosciuto alcune per-sone con storie che mi hanno mol-to toccato e da madre, oltre che dadirettore generale, ho deciso cheandava fatto di più. Il rapportocon i genitori è andato sempre piùcrescendo fino a quando siamoriusciti a trovare un’intesa, ri-spetto alle istanze che proveniva-no dalle famiglie, ad esempio,prevedendo all’interno del nuovobando un numero maggiore diore ABA a domicilio rispetto aquelle già erogate. Inoltre, fino adoggi in Irpinia non c’è mai statoun Centro per l’Autismo, per cui

abbiamo pensato di realizzareuna struttura all’avanguardiaanche per i pazienti in regime se-miresidenziale in un'area autono-ma all’interno del P.O. “Criscuoli”di Sant’Angelo dei Lombardi, i cuilavori sono stati completati nelmese di giugno.”

Finalmente una programma-zione di eccellenza che interes-sa l’intera provincia. Una sua

valutazione in merito.“Grazie anche alla collaborazio-

ne dei genitori, siamo riusciti arealizzare un modello che preve-de la presa in carico tempestivadei bambini, attraverso i NNPIA(Nuclei di Neuropsichiatria In-fantile e dell'Adolescenza), cheverranno seguiti in tutto loro per-corso da un’equipe multidiscipli-nare che accompagnerà i terapi-sti nel loro lavoro quotidiano inambiente familiare e scolastico,mentre per gli adolescenti e gliadulti abbiamo previsto 30 postiin regime semi-residenzialeall’interno di una struttura pen-sata per rispondere ai loto biso-gni.”

E’ un periodo molto difficilema quali sono i tempi?

Nonostante l’emergenza sani-taria legata al COVID abbiamocompleto i lavori per la realizza-zione del Centro per l’Autismo ecompletato l’iter per l’affidamen -to del servizio; contiamo a breve diinaugurare la nuova struttura.

I due centri per l’autismo, pri-ma Sant’Angelo dei Lombardi epoi Avellino (Valle) potrebberosoddisfare l’intera domanda inIrpinia? Sappiamo che potrem-mo avere diagnosi precoci fun-zionali che costituiscono il pri-mo esempio in tutta la Campa-nia. Sarà così?

Per quanto concerne Sant’An -gelo dei Lombardi, parliamo diuna realtà concreta e tangibile

che aspetta solo di partire. Per ciòche concerne il Centro per l’Auti -smo di Valle, possiamo dire cheabbiamo dato la nostra disponibi-lità a suo tempo, nel corso del ta-volo in Prefettura, a gestire lastruttura, di proprietà del Comu-ne di Avellino, al fine di realizzaredue Centri per l’Autismo aSant’Angelo e ad Avellino così dacoprire l’intero territorio provin-ciale.

u S O C I E TA’. Il direttore dell’Asl Morgante racconta la sfida per il centro di Sant’Angelo Lombardi

Centro AutismoMaria Morgante

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Giovedì 10 settembre [email protected] 21

u L’EMERGENZA. Grande l’incertezza che accompagna la ripresa delle scuole

Covid - 19e scuola: unacomplessitàAlfonso Leo*

U na volta ilritorno ascuola era

visto come un even-to di routine, tipicodella ripresa au-tunnale. Quest’an -no è vissuto, invece,con incertezza. Pro-

blematico per le famiglie, sia per irischi sulla salute, sulla produttivi-tà lavorativa che per i possibili be-nefici, sia dal punto di vista dellaqualità dell’insegnamento, dopomesi di difficile Didattica a Distan-za (DAD), che sociale-psicologico,grazie al ritorno in presenza deglistudenti a scuola. Lo scorso 5 Mar-zo, infatti, un decreto del presiden-te del consiglio imponeva la chiusu-ra delle scuole di ogni ordine e gra-do, a causa della pande-mia da COVID 19. Ora siparla di un ritorno ascuola il 24 settembre,in Regione Campania.Tuttavia, la pandemiada COVID 19 continuaad espandersi a livellomondiale. il lockdownha sicuramente deter-minato un rallentamen-to della diffusione delvirus, ma ha comporta-to dei costi elevati, siadal punto di vista econo-mico che dal punto di vi-sta sociale e psicologi-co, tale da imporre unritorno alla vita norma-le. La forzata chiusuraha comportato proble-mi logistici ai lavoratoriche non potevano accedere allosmart working, come ad esempio ilavoratori della sanità o di altre pro-fessioni d'aiuto, o lavoratori coin-volti in produzione essenziali qualienergia o alimentazione. Non biso-gna trascurare i danni a carico del-la salute mentale e fisica, dello svi-luppo e dell'educazione dei bambinie degli adolescenti derivanti dall'isolamento sociale, dal ridotto sup-porto sociale, come ad esempio ilservizio mensa, e da un aumentodell'esposizione alla violenza dome-stica. Altro problema emerso du-rante il lockdown sono state le dif-ferenze nell’accesso alla DAD, lega-te alla mancanza di una rete effi-ciente o alla mancanza di supportiinformatici. Tutto ciò ha portato adun ulteriore handicap, per gli stu-denti provenienti da famiglie disa-giate.

All'inizio della pandemia si eraritenuto Irrilevante la trasmissio-ne del virus nei bambini e gli adole-scenti, ora invece, con l'aumentodell’esecuzione dei tamponi, si è vi-sto che i bambini più piccoli di 10anni possono essere degli “ottimi”portatori asintomatici e che la tra-smissione tra bambini e giovani èequivalente a quella tra adulti. ilrecente aumento dei casi, associa-to alla diminuzione dell'età mediadei positivi al coronavirus, ne è laprova. Si pone, allora, il problemadella sicurezza del ritorno a scuo-

la, con un possibile rilassamentodelle misure di distanziamento so-ciale, tenute in questi mesi di inter-ruzione delle normali attività. L'I-stituto Superiore di Sanità ha pub-blicato il 21 agosto delle indicazio-ni operative per la gestione dei casie focolai nelle scuole e nei servizieducativi dell’infanzia. Nell’intro -duzione si afferma: “La questionecentrale delle decisioni di riaper-tura scolastica non e se le scuoledebbano riaprire o meno, ma piut-tosto come procedere con una ria-pertura scolastica più sicura attra-verso la comprensione e la consa-pevolezza dei rischi per la salutepubblica, non solo sui bambini, sulpersonale scolastico e sui loro con-tatti sociali immediati, ma anchesu un aumento della trasmissionea livello di virus comunitari”. Si af-ferma inoltre che non esistono mo-

delli validi per prevenire possibilifocolai per cui, se da una parte è or-mai ben assodato che esistonostrategie di prevenzione, identifi-cazione rapida dei focolai “non enoto al momento quale sia il livellodi trasmissione, ad esempio in ter-mini di numero di focolai, che i si-stemi di prevenzione riescono a ge-stire efficacemente”. Altro proble-ma deriva dalla probabile circola-zione del virus dell’influenza e del-le sindromi parainfluenzali du-rante l'autunno. Tenendo presen-te che un bambino si ammala alme-no 2-3 volte nel corso di un annoscolastico, ci si rende conto dellanecessità di distinguere tra unaforma influenzale e una possibileinfezione da COVID 19, che puòmanifestarsi in forma lieve, data lagiovane età del soggetto, ma con ilpotenziale rischio della creazionedi un focolaio. Si impone, allora, lanecessità del controllo della tem-peratura corporea a domicilio, e lanecessità di lasciare il giovane acasa con temperatura superiore a37,5°. E quando la febbre arriva ascuola? Ancora il documentodell’I.S.S.: “stabilire procedure de-finite per gestire gli alunni e il per-sonale scolastico che manifestanosintomi mentre sono a scuola, cheprevedono il rientro al proprio do-micilio il prima possibile, mante-nendoli separati dagli altri e for-nendo loro la necessaria assisten-

za utilizzando appositi DPI”. La di-rettiva prevede la necessità di indi-viduare un referente scolasticoper COVID-19. Non sarebbe statomeglio prevedere l’infermiere sco-lastico, come avviene in altre na-zioni? Si è parlato dell’assunzionedi medici scolastici, proposta im-possibile da realizzare, data la dif-ficoltà di reperire medici anche inospedale, trascurando la possibili-tà concreta di avere un referentesanitario ben formato, l’infermie -re scolastico, parliamo di laureati!Invece di affidarli a professori spa-ventati, formati con un “ottimo”corso sul COVID, di qualche ora,quando va bene.

Un recente studio, pubblicatonegli USA sul Journal of Ameri-can Medical Association, ha evi-denziato che quasi un terzo dei ge-nitori non ha intenzione di far ri-

tornare i propri fi-gli a scuola.

Si tratta, strana-mente, delle fami-glie più povere, cioèproprio quelle fami-glie che avrebberopiù difficoltà nelladidattica a distanza.Tutto ciò è com-prensibile se si ana-lizza che si tratta dibambini che vannoin scuole con minoririsorse economi-che, quindi conmaggiori difficoltànel distanziamentosociale e nel teneremisure igieniche ef-ficaci. Sappiamo be-ne che una scuola in

quartieri periferici delle nostre cit-tà avrà maggiori difficoltà ad acce-dere alle necessarie risorserispetto ad un prestigioso li-ceo del centro. Il ministeroha promesso 11 milioni dimascherine al giorno per ilpersonale scolastico e per glistudenti… speriamo… Sarànecessaria la collaborazionecon i pediatri di base, settoreche ha rivelato qualche criti-cità durante il periodo dellapandemia. Si è visto, adesempio, che solo il 50% deimedici di base ha aderito allarichiesta del S.S.N. di prati-care il test sierologico rapidoper i docenti, delegando allaASL il compito dell’altro50%. E si trattava dei docen-ti! Quando si tratterà di farei tamponi agli studenti perpermettere loro di essereriammessi alle lezioni dopoun’assenza per malattia, chi si pre-sterà? L’ASL non potrà sopportaretale carico, servirebbe la collabora-zione dei pediatri di base, ma il do-cumento dell’ISS indica ancoral’ASL come unica abilitata all’ese -cuzione di tali esami. Sicuramentela ripresa delle lezioni a distanzasarebbe più sicura dal punto di vi-sta del COVID-19, ma sarebbe dele-teria dal punto di vista della quali-tà dell’educazione e dell’istruzio -ne, scaricherebbe un ulteriore pe-

so sulle famiglie, soprattutto quel-le più disagiate.

Il recente rapporto di Save TheChildren La Scuola che verrà evi-denzia che, proprio che nelle regio-ni più disagiate, le famiglie devonoassumersi più oneri e responsabi-lità. Solo il 20% delle scuole sono atempo pieno, Inoltre, la presenzadel servizio di ristorazione scola-stica in poco più della meta dellescuole italiane (56.3%) penalizzasoprattutto i bambini che vivono innuclei familiari svantaggiati eco-nomicamente, e quindi con minorrisorse per garantire loro una cor-retta alimentazione. Si comprendeche la scuola non può ripartire sca-ricando sulla famiglia tutti i pro-blemi e puntando solo alla risolu-zione dei problemi sanitari (i famo-si 11 milioni di mascherine o i litridi gel idroalcolico) o la distanza trai banchi o la fornitura dei celebribanchi a rotelle, che tanta ironiahanno destato.

L’inchiesta di Save the Childrenha evidenziato che ben il 63% deglistudenti manifesta incertezza e ti-more riguardo alla riapertura del-le lezioni, mentre solo il 27% mani-festa entusiasmo riguardo al ritor-no a scuola, soprattutto tra i bimbipiù piccoli, i più ingenui.

Quello che i giovani chiedono è ilritorno alla normalità, ad abbrac-ciarsi, a stare insieme, ma tuttociò, per ora, non è possibile.

L’invito del rapporto suddetto èa ripensare a delle scuole “resilien -ti”, non più rigide, inamidate,nell’applicazione dei programmi,ma in grado di offrire un’offertaformativa differenziata e ben cali-brata sulle necessità del territorio,paradossalmente, ma non tanto,più aperta.

Potrebbe sembrare una contrad-dizione in tempi di pandemia e didistanza sociale, invece sono pro-prio queste motivazioni che indu-cono a tenere le scuole più aperte epiù a lungo, usando anche gli stru-menti della DAD (didattica a di-stanza) ma non trascurando lascuola in presenza, in quanto ab-biamo ben compreso durante il loc-kdown, che non tutti gli studentihanno la possibilità di accedere al-la DAD.

Di sicuro la lentezza con cui le di-rettive ministeriali stanno arri-vando in periferia non aiuta nellaripartenza, ma si creano anche op-portunità per ridefinire i progettieducativi delle varie scuole.

È necessaria una inversione ditendenza negli investimenti sullascuola. Finora la scuola, come lasanità, hanno sofferto di tagli li-neari nei finanziamenti, ritenendoche fossero settori in grado di crea-re solo passività. Ora si comprendebene che investire in istruzione esanità significa investire sul futu-ro!

Una scuola migliore è una risor-sa per il paese, in quanto è in gradodi generare conoscenza e sviluppo,anche economico.

Non va trascurata anche la pro-blematica legata agli studenti condisabilità. Proprio durante il pe-riodo del lockdown, loro hannomaggiormente sofferto della man-canza della scuola in presenza. Du-rante la pandemia i bambini condisabilità hanno lottato per avereaccesso ai servizi da remoto. I ser-vizi di insegnamento speciali e diriabilitazione, forniti normalmen-te dagli insegnanti di sostegno, so-no molto più difficili da erogare inambiente virtuale. A causa dellemisure di sicurezza sanitaria ne-cessarie e della mancanza di perso-nale, non vi è stata un’assistenzaadeguata a questa popolazionestudentesca fragile, a domicilio.Tutto ciò costituisce un ulterioreproblema per le famiglie con bam-bini con disabilità. Hanno le stessedifficoltà degli altri ragazzi, legatealle nuove condizioni in cui si svol-geranno le lezioni, sia in presenzache da remoto, ma sono più alto ri-schio di contrarre il COVID-19 o le

complicazioni da esso derivan-ti. Sarà necessario prevedererisorse aggiuntive sia in ter-mini di personale che di misu-re di sicurezza per assicurareun ritorno in sicurezza deglistudenti con disabilità. Lascuola ha la necessità di esseresia resiliente come affermatoda Save the Children, ma an-che di occuparsi degli studen-ti, a 360°, inseriti nel loro con-testo sociale, familiare e nonsolo sanitario. Ha la necessitàdi agire in sintonia, con il ter-zo settore del territorio, peravere risorse aggiuntive, nonsolo in termini di denaro, gra-zie al Recovery fund, ma an-che in termini di impegno si-nergico con le risorse socialipresenti sul territorio. L’espe -rienza dei campi estivi, sicura-

mente lodevole, ad esempio, anda-va coordinata con le scuole del ter-ritorio, non agendo a comparti-menti stagni!

Il corpo docente, inoltre, si trove-rà quest’anno davanti a nuoverealtà, a nuove sfide. Forse sonoproprio loro quelli che hanno piùbisogno di un supporto, anche psi-cologico, il burnout è alle porte. Maquesta è un’altra storia da raccon-tare.

*Psicoanalista

SALUTE & BENESSERE

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Giovedì 10 settembre [email protected]

Il microbiota, questosconosciutoFrancesca Finelli*

I l mondo dellamedicina e dellagastroenterolo -

gia in particolare, haassistito negli ultimianni a una rapidaevoluzione delle co-noscenze in campo

nutrizionale e alimentare. Grazie aciò, è stato possibile comprenderemolti meccanismi che chiarisconoperché alcuni alimenti possono so-stenere lo “star bene”, mentre altriagiscono in senso opposto e addirit-tura mettere a rischio lo stato di sa-lute. La possibilità di studiare il DNAdi tutti i batteri intestinali ha spalan-cato le porte a nuove conoscenze po-tenzialmente utilissime. Grazie an-che all’avanzamento deglistudi ge-netici sul microbioma(termine chedesigna il patrimonio genetico delmicrobiota), si sta chiarendo la fun-zione centrale di questo amplissimogenoma come supporto per il geno-ma umano. Inun recente artico-lopubblicato dalla rivista PNAS sitraccia una panoramica di questi an-ni di studi approfonditi sul micro-bioma, e, soprattutto, si mostra la fe-condità di questo ambito di ricerca:oggi, infatti, le conoscenze acquisitepossono essere utilizzate perl’imple -mentazione di innovative tecnolo-gieper la cura delle molteplici condi-zioni patologiche che,come è statodimostrato, sono legate al benesseredel microbiota intestinale. Iniziativedi manipolazione del microbiota, co-mela tecnica del trapianto di micro-biota attraverso le feci(FMT:Fecal

Microbiota Transplant), implemen-tata negli ultimi anni, hanno certa-mente un grande potenziale – adesempio nella cura di infezioni inte-stinali croniche –manascondono an-che alcune insidie. Il microbiota ècomposto da una quantità immensadi microrganismi (batteri, virus efunghi) tale da superare di ben 10volte il totale delle cellule dell’orga -nismo. Alcuni ricercatori hannoproposto di parlare di superorgani-smo, studiando quindi l’in -sieme formato da es-sere umano e mi-crobiota. È unapproccio so-stanzialmen -te rivoluzio-nario. Oggidel resto sap-piamo che lostato del mi-crobiota è ingrado di condi-zionare, sia in me-glio sia in peggio, la sa-lute di tutto l’organismo: vale a direnon solo dell’apparato gastrointesti-nale, ma anche di quello cardiocirco-latorio, respiratorio e dei sistemi im-munitario e metabolico. Gliacidigrassi a catena corta, infatti,prodot-ti dai batteri intestinali, specialmen-te l’acido butirrico, sono utili a man-tenere in salute l’intestino, proteg-gendolo dalleinfiammazioniedall’insorgenza ditumori.Inoltre, ilmicrobiota mantiene in«allenamen-to»ilsistema immunitario. Questo,infatti, stimola il sistema immunita-rio localizzato lungo tutto il trattogastrointestinale, ricchissimo di cel-

lule deputate alle difese dell’organi -smo (linfociti, macrofagi, celluledendritiche e così via), mantenendo-lo in piena efficienza e pronto a rea-gire ad aggressioni esterne, anchese dirette verso altri apparati, comequello respiratorio o cutaneo. Per fa-re sì che questo rapporto affascinan-te e complicato funzioni, però, la bar-riera intestinale dev’essere integra eil microbiota in salute. Qui il cerchiosi chiude, tornando all’assunto dipartenza: come gestire il binomio

alimentazione e nutrizione,volto al mantenimento del

benessere e della salute.Iniziamo dall’integritàdella barriera intesti-nale. L’allattamentoal seno fornisce dalcanto suo i nutrientipiù adatti non solo al-la crescita dell’organi -

smo del neonato, maanche alla selezione del

microbiota migliore per ilsuo intestino. Se il “core” del mi-

crobiota non si modifica per tutta lavita, la gran parte della sua composi-zione è invece destinata a cambiare,in funzione dei diversi fattori am-bientali, l’alimentazione su tutti: ec-co perché il microbiota si diversificada continente a continente , da nazio-ne a nazione. L’alimentazione che di-fende il microbiota è corretta, diver-sificata ed equilibrata, così da garan-tire un microbiota sano, abbondan-te, in cui sono presenti e proliferanopiù generi e famiglie (phylum). An-che su questo versante, tutti gli stu-di pubblicati finora indicano neiprincipi della dieta mediterranea

quelli più idonei a selezionare batteria valenza positiva. Perché? Un’ali -mentazione ricca in cereali come fru-mento, riso, mais, avena, farro, confrutta e verdura fornisce i substratiideali per la proliferazione di batteri“buoni”, come i lattobacilli e bifido-batteri. Anche pesce, carne, formag-gi, oltre a fornire proteine nobili eoligoelementi come zinco e selenio,stimolano la proliferazione di batterialtrettanto importanti. Un microbio-ta ricco di batteri capaci di digerire efermentare iflavonoidicontenutinella frutta e nella verdura promuo-ve la produzione di sostanze che han-no effetti protettivi sullasalute car-diovascolare.Cibi ricchi di acidigrassi saturi e alimenti molto calori-ci stimolano invece la proliferazionedi ceppi di batteri che promuovonol’infiammazione. Alcune sostanzeprodotte dal microbiota intestinalesembrano coinvolte nellaregolazio-ne dell’appetitoe nell’aumento di pe-so. Se la dieta è povera difibra, dimi-nuisce la popolazione deiBacterioi-des, aumenta quella deiFirmicutesediversi studi che suggeriscono che ilrapporto tra Bacterioides e Firmicu-tes sia un fattore importante perl’obesità.In generale, è preferibileun’alta diversità del microbiota, cioèlapresenza di molti ceppi microbicidiversi. Ma è nell’equilibrio di questinutrienti che si gioca la partita dellasalute. Il messaggio positivo delladieta mediterranea è questo e nonsta certo nella proibizione di un ali-mento o nella difesa esclusiva di unaltro. La rappresentazione graficadella piramide alimentare è stata in-fatti ideata per far cogliere rapida-mente quale alimento debba essereconsumato di più e quale di meno,grazie a migliaia di studi scientificiportati a termine in vari paesi delmondo in un equilibrio educativoche hanno permesso di certificarne ibenefici sullo stato di salute. Un’ali -mentazione ampia nella scelta, onni-vora, frazionata (si ricorda il frazio-namento in 5 occasioni tra prima co-

lazione, snack, pranzo, merenda ecena), frugale, che rispetti gli orari ei tempi dei pasti, si armonizza inoltrecon i ritmi circadiani che governanoi tempi della digestione, dell’assorbi -mento e del metabolismo. È ormai di-mostrato che la gestione dei nutrien-ti è più semplice e più funzionale nel-la prima parte della giornata, so-prattutto per quando riguarda i car-boidrati. Tutto questo complesso dibuone abitudini, che dovrebbero es-sere acquisite nell’infanzia, favori-sce per tutta la vita non solo l’adesio -ne a un apporto di nutrienti corretto(nella qualità e nei modi), ma anchela difesa della salute del microbiota.Al contrario, non rispettare il ti-ming dei pasti e la varietà di sceltadegli alimenti, può favorire nel tem-po la comparsa di obesità, sindromemetabolica, diabete e disturbi ga-strointestinali. Nella visione olisticadelle conoscenze scientifiche legatealla nutrigenetica,nutrigenomi-caemetagenomical’elaborazione diinterventi individuali, mirati ad unanutrizione personalizzata, obiettivodella mia professione, non può nontenere conto anche del tipo di micro-biota della persona interessata.*Biologa Nutrizionista - Perfeziona-

ta nei disturbi del ComportamentoAlimentare e in Nutrizione Pediatri-

ca - Nutrizionista presso U.O. Pedia-tria A.O.S.G.Moscati

u PAROLA DI ESPERTO . Come gestire il binomio alimentazione e nutrizione. Aspetti della dieta mediterranea

u UROLOGIA . Sindrome della vescica dolorosa è una debilitante malattia cronica, le cui cause sono tuttora sconosciute

Anna Rita Cicalese*

L a cistite in-terstiziale,nota anche

con il nome disindrome dellavescica dolorosae sindrome deldolore vescicale,

è una debilitante malattia cro-nica, le cui cause sono tuttorasconosciute.

Gli studi epidemiologici di-sponibili suggeriscono che lapatologia colpisce le donne diecivolte più frequentemente chegli uomini.La sindrome è caratterizzata dadolore generalmente avvertitocome pressione vescicale, perce-pito in correlazione al grado diriempimento vescicale, la cui in-tensità incrementa con l'au-mento del volume. E' localizzatospesso a livello sovrapubico epuò irradiarsi alla vagina, alretto, al sacro, all'inguine, allecosce e solitamente è accompa-gnato da frequenza ed urgenzaminzionale diurne e notturne. Ildolore può insorgere già a bassivolumi di riempimento vescica-le e si allevia con lo svuotamentoper poi riproporsi più o meno ra-pidamente. Solitamente i rap-porti sessuali sono dolorosi, inalcuni casi impossibili. Moltofrequentemente, negli stadi in-ziali della malattia (che spessoevolve molto lentamente neglianni), le pazienti riferisconoesclusivamente uno stimolominzionale estremamente fre-quente, diurno e notturno, ingrado di alterare sensibilmentela qualità di vita.Nonostante i sintomi possanoessere riconducibili a svariate

condizioni patologiche, tutti gliesami diagnostici non rilevanola presenza di alcuna patologiache possa spiegare la sintoma-tologia. Quest'ultima ha spessoun notevole impatto sulla quali-tà di vita dei pazienti, al puntoda condurre, alcuni, a situazio-ni di isolamento, depressione,comportando in molti casi unasignificativa riduzione delle at-tività relazionali e sessuali e unariduzione della produttività la-vorativa e personale. Questa si-tuazione viene aggravata dalfatto che la patologia è spessomisconosciuta e i pazienti aspet-tano in media fino a cinque anniprima di ottenere una diagnosi.Per effettuare una corretta valu-tazione diagnostica vengono co-munemente utilizzati test di la-boratorio e strumentali. Ma ul-teriori elementi, in grado di con-fermare la diagnosi di cistite in-terstiziale possono emergere

dall'esecuzione di ulteriori pro-cedure invasive, come la cisto-scopia con idrodistensione, labiopsia vescicale e il test di sen-sibilità al cloruro di potassio.

Oggi la terapia della cistite in-terstiziale si pone l'obiettivo dialleviare i sintomi e migliorarela qualità di vita dei pazienti.Nessun farmaco è efficace intutti i casi ed è per questo motivoche la terapia è altamente indivi-duale e si avvale di numerosissi-me molecole.L'approccio terapeutico alla pa-tologia si avvale in prima battu-ta di una terapia comportamen-tale che consiste essenzialmentenel limitare l'apporto di cibi aci-di e nel modulare l'introduzionedi liquidi. In alcuni pazienti so-no indicati trattamenti fisici eriabilitativi in associazione omeno a trattamenti orali con osenza l’utilizzo di farmaci endo-vescicali. Solo in rari casi sele-zionati sono indicati trattamen-ti di tipo chirurgico.Con il Decreto Ministerialen°279 del 2001, la cistite inter-stiziale è stata inserita tra le ma-lattie rare. Non esistono ancoradati precisi sulla prevalenza del-la patologia nel nostro Paese.Purtroppo quello che emergedai dati attualmente disponibiliè che la cistite interstiziale siaattualmente sottodiagnosticatae quindi sottostimata. Ovvia-mente tutto ciò comporta chemolti pazienti non ricevono itrattamenti appropriati e la sin-tomatologia non viene adegua-tamente controllata con un im-patto molto negativo sulla qua-lità di vita del paziente e dellepersone a loro vicine.

*Urologa

Quandola cistite

produce dolore

SALUTE & BENESSERE

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Giovedì 10 settembre [email protected] 23

L’OCULISTA: LE CONSEGUENZE DELLA PRESSIONE DELL’OCCHIO TROPPO ALTA

Pandemia:una nebbia cheavvolge il futuroGianpaolo Palumbo*

“Q ue -stetre

specie di tem-pi esistonoinqualche mo-do nell'animoe non le vedo

altrove: il presente del pas-sato è la memoria, il presen-te del presente la visione, ilpresente del futuro l'atte-sa”. Nella citazione trattadalle “Confessioni” diSant’Agostino, la riflessio-ne sul tempo acquista unvalore straordinario e sog-gettivo: il tempo quale “di -stentio animi” acquisisceconsistenza psicologica.Nel tentativo di chiarire lanatura del tempo, infatti,Agostino precisa che il tem-po stesso non può propria-mente esistere se nonnell’anima: ad esempio ilfuturo del presente nonpuò che coincidere con ladimensione interioredell’attesa.In un periodo come questoestremamente nefastodelCoronavirusche ha cau-sato tanti lutti occorre piùche mai recuperare il tem-po dell’attesa, o perlomenoriflettere su un senso (quel-lo di aspettare) che sem-briamo aver dimenticato;tutti ci nutriamo di attesa,ma ognuno di noi in manie-ra diversa, perché l’attesa èuno degli stati più peculiariche un essere umano possaprovare.Tra le tante emozioni che ilcoronavirus ci sta trasmet-tendo c’è la nebbia che av-volge il nostro futuro conun groviglio di idee, pensie-ri belli (speranze) o meno(paure). A volte un senso difrustrazione ci toglie equi-librio , eppure spesso si irri-de delle precauzioni adotta-te per sopravvivere.Si pensi semplicementeal“Sabato del villaggio”delnostroGiacomo Leopardi,dove il giorno che precedela noiosa domenica, giornod’attesa per antonomasiaper ladonzelletta, è percepi-to dal poeta come più gioio-so dell’ora che si attende. Lagiovinetta con la sua giusta(quasi materialistica) ideadi futuro si contrappone,con il suo attendere felice ilgiorno dopo, al pensieropratico della vecchina sullascala che rimembra i per-duti anni giovanili. La suaattesa è opposta perché ilsuo pensiero è rivolto al de-primente epilogo della suaesistenza.Ma attendere è stato sem-pre un gesto ripudiato per-ché legato allaperdita di tempo, l’espres -sione “non c’è più tempo”

ne è un esempio. Oggigior-no l’attesa dilata il tempo,l’attesa assume la dignitàdi un tempo percepito dalpunto di vista di chi sta at-tendendo, con un propriosignificato, una specificaportata emozionale. Pen-siamo all’attesa spasmodi-ca di un futuro che deve ar-rivare il prima possibile: unvaccino o un farmaco con-tro il Covid 19; all’attesa an-gosciosa dei risultati di untampone mentre sei in iso-lamento domiciliare oppu-re all’attesa disincantatadei dati giornalieri fornitidai media sulla pandemia.Per i primi mesi della diffu-sione del cronavirus, tuttinoi siamo stai davanti aglischermi televisivi in attesache il Dottor Borrelli, Capodella Protezione Civile, leg-gesse in diretta il terribilebollettino pomeridiano coni numeri dei contagi e deidecessi. La preoccupazioneper i contagi sempre in au-mento come per i decessi, èsalita sempre più, tantoche, dopo un certo tempo,non è stata più riproposta.In questo modo la tensioneemotiva dei telespettatorinell’attendere comunica-zioni ufficiali è andata sce-mando fino ad annullarsi.I miei professori dicevanosempre che nella vita il tem-po era un bene prezioso, mabisognava imparare ad at-tendere; e quel sapereaspettare veniva considera-ta una giusta regola di vita.Loro consigliavano di di-strarsi, pensando ad altro odiscorrendo con altri; unpoco come si fa nelle stazio-ni ferroviarie, negli aero-porti, negli ambulatori deimedici di famiglia. Postidove quando va male si leg-gono gratuitamente guidee rotocalchi. Si esaltava ilvalore della lentezza perchérallentare permette, secon-do Gianfranco Zavalloni(“La pedagogia della luma-ca”) di vedere meglio, cono-scere di più, assoporare tut-to.Nel tempo dell’attesa di og-gi non si ha la capacità dimettersi in ascolto di noistessi. Oggi c’è la paura diuna risposta diversadall’aspettativa. Il “terribi -le” tampone può essere po-sitivo in chi sta bene senzasintomi e negativo in chi hauna semplice influenza ouna polmonite non impor-tante. Quindi questo tipo diattesa è in realtà: paura, an-sia, preoccupazione per sestessi, per i propri familiarie per gli altri.Non certo per ridurre l’an -sia dell’attesa, l’Organizza -zione Mondiale della Sanitàsta insistendo per non uti-lizzare più il sistema del

doppio tampone negativo,per non considerare più unpositivo malato e contagio-so. Anche gli illustri virolo-gi italiani Professori Silve-stri e Spada chiedono al go-verno l’abbandono del tam-pone di controllo, al di là delfatto che con 28milioni dicontagi solo quattro sono icasi di reinfezione.L’evidenza scientifica diceche il periodo di contagiosi-tà che inizia due giorni pri-ma della comparsa dellasintomatologia, ha un suopicco nei primi giorni fino ascomparire entro i primidieci. La positività del tam-

pone può rimanere tale, do-vuta solo a tracce di mate-riale genetico del virus giànon attivo e privo di tra-smissibilità.I motivi della richiesta diadattamento alle normeOMS ha tre ragioni: la pri-ma perché non è utile inquanto il paziente è in isola-mento pur essendo noncontagioso. Un paziente al“Moscati” di Avellino è sta-to positivo per mesi in inu-

tile distacco dalla famigliae dal mondo.La seconda ragione è chel’economia soffre senza lebraccia che lavorano e chepossano essere utilizzatesenza timore.Il terzo motivo è emozionalenel senso che il timoredell’isolamento costringe ilpaziente a non segnalare inpieno i propri sintomi per

essere trasferito al propriodomicilio con le conseguen-ze del caso.Molti dicono che bisognafare come gli scandinavi:imparare ad aspettare. Maquando c’è in gioco il pro-prio io, non intellettualema fisico, l’attesa diventaspasmodica e le ore nonpassano mai ed il sonnonon esiste più.

u LA RIFLESSIONE /. Per i primi mesi della diffusione del cronavirus siamo stai davanti agli schermi televisivi in attesa di numeri del giorno

Glaucoma: “l a d rosilenzioso della vista”

Vincenzo Salerno*

I l glaucoma è unapatologia ocularecorrelata general-

mente ad una pressionedell’occhio troppo alta.In condizioni normaliall’interno dell’occhio èpresente un liquidochiamato umore ac-

queo che viene continuamente pro-dotto e riassorbito. Pertanto, l’occhiosi può paragonare ad un piccolo ser-batoio con un rubinetto ed una via dideflusso sempre aperti. Se quest’ulti -ma è però ostruita si avrà un aumentodi pressione all’interno del serbatoio,ovvero una maggiore pressione in-traoculare. Se la pressione è troppoelevata, a lungo andare, il bulbo ocu-lare si danneggia a livello della testadelnervo ottico, determinando cosìuna progressiva riduzione del campovisivo. L’evoluzione della malattia in-fatti, se non trattata, è progressiva: ilcampo visivo si danneggia inizial-mente nelle sue parti più periferiche,poi anche nella parte centrale, fino al-la cecità.Generalmente, la pressione intrao-culare è considerata normale nelrange 10-21 mmHg, con escursionidiurne di 2-6 mmHg. Questi valorivanno tuttavia correlati ad altri para-metri come lo spessore della cornea el’iniziale danno del nervo ottico.Esistono diverse forme di glaucoma,le più frequenti sono il glaucoma cro-nico ad angolo aperto, il glaucoma adangolo chiuso, il glaucoma seconda-rio a sfaldamento del cristallino e ilglaucoma congenito.Come nel caso di molte altre malattie,il fattore tempo è fondamentale, nonsolo per identificare la patologia, masoprattutto per intervenire tempesti-vamente e bloccare la degenerazionedel nervo ottico.Per questo motivo ladiagnosi precoce diventa l’unica, ve-

ra arma per individuare i segnali delglaucoma.In particolare, il protocol-lo proposto dalla Società Oftalmolo-gica Italiana per la prevenzione delglaucoma prevede una visita oculi-stica all’età di 40 anni e successiva-mente una visita ogni 4 anni fino ai50 anni. Dopo i 50 anni, l’osservazio -ne medica si intensifica con una visi-ta oculistica ogni 2 anni.Maggioredeve essere la frequenza degli scree-ning periodici in presenza di partico-lari fattori di rischio come, ad esem-pio, la miopia, l’assunzione di farma-ci steroidei, il diabete e una familiari-tà nei confronti di questa malattia.Misurare periodicamente la pressio-ne oculare è un’altra strategia effica-ce per scongiurare il pericolo glauco-ma.L’esame essenziale per il monitorag-gio del glaucoma è il campo visivo,perché permette di valutare diretta-mente la funzionalità del nervo otti-co. Un monitoraggio che deve conti-nuare per tutta la vita, al fine di tene-re sotto controllo l’andamento dellamalattia e intervenire tempestiva-

mente in caso di peggioramento.Purtroppo, nel momento in cui il pa-ziente si rende conto di avere difficol-tà nel guardare lateralmente, in altoo in basso, il danno al nervo ottico ègià in stadio avanzato. La visionecentrale viene in genere colpita perultima, ed è per questo che una perso-na affetta daglaucoma può mantene-re una acuità visiva alta e non accor-gersi di nulla.Il trattamento delglaucomaè diffe-renziato a seconda del momento didiagnosi, dello stato di danno pre-sente e della gravità della situazione.Il primo approccio è generalmentefarmacologico, vengono utilizzati al-cuni colliri che abbassano la pressio-ne all’interno dell’occhio. Quando lacura farmacologica non riesce a ri-durre adeguatamente la pressioneintraoculare è possibile ricorrere, inrelazione alla tipologia di glaucoma,a trattamenti Laser eseguibili ambu-latorialmente. Nei casi in cui il dannocontinui invece a progredire diventanecessario l’intervento chirurgico.

*Oculista

SALUTE & BENESSERE