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    ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI RAVENNA

    ANNO ACCADEMICO 2010/2011

    Tesi di: Andrea Sala

    Relatore: Daniele Torcellini

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    INTRODUZIONE ANALISI DEILEGAMI SOCIALI

    STORIA DEL FENOMENOCOMUNITARIO

    ESEMPI DI PROGETTIARTISTICI E COMUNITARI

    LA MIA RICERCAARTISTICA

    IL MIO PROGETTOARTISTICO

    COMUNITARIO

    IL MIO PROGETTO

    ARTISTICO DI TESI

    BIBLIOGRAFIA

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    LE PAROLE DEL FOLLE

    Il Folle si era fermato nella piazza del mercato, senza rivolgere la parola ad alcuno.

    Perch non parli? Soffri forse di qualche malattia?.

    E con chi dovrei parlare? Qui non c nessuno!.

    Ma sei cieco? Guarda quanta gente c qui in piazza!.

    Quanta gente... Vuoi dire quanti uomini ?.

    Dopo una breve pausa, il Folle aggiunse:

    Come posso chimare uomini coloro che si trovano qui? Questi si affannano dietro ai loro

    affari e alle meschine beghe.

    Litigano e si danno sulla voce, imbattendosi nelle contrariet. Gli uomini, invece, hanno

    ununica preoccupazione: attingere il Divino. Capite ora perch non dicevo neppure una paro-

    la?.

    Tratto dal libro 101 storie Su, Leonardo V. Arena, 2003

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    Larte un frammento di contemplazione caduto nella materia.

    Andr Frossard, da Il Vangelo Secondo Ravenna

    La mia ricerca personale e artistica iniziata dalla neccessit di

    esplorare le innite relazioni e legami che si possono instaurare tra le

    persone e tra i popoli nei diversi luoghi, paesi e citt.

    Ho da sempre osservato con grande attenzione e curiosit le relazioni

    umane di tutte le persone che mi circondano e spesso ho potuto per-

    cepire aspetti di questi legami apparentemente invisibili.

    Sono estremamente affascinato da quanto le persone e il luogo dove

    viviamo inuenzino la nostra personalit, il nostro corpo e il nostro Io.

    Il mio interesse ossessivo nellesplorare e ascoltare i legami tra le

    persone nasce anche dalla mia esigenza di vivere in un ecovillaggio/

    progetto comunitario, un luogo dove i legami pi consueti e tradizio-

    nali vengono messi in discussione per crearne di nuovi con lobbietivo

    e la nalit di favorire lo sviluppo di un determinato equilibrio perso-

    nale sico, mentale, professionale e sociale.

    Attraverso uno studio dei legami relativi alle antiche societ e trib,

    in un costante confronto con i legami proposti dalle societ contem-

    poranee, lobietto della mia ricerca quello di gettare le basi per un

    progetto comunitario e artistico che possa essere realmente realizza-

    to nei prossimi anni.

    Concetti simili nella storia dellarte sono gi stati affrontati dal mo-

    vimento artistico Arts and Crafts ovvero il movimento per la riforma

    delle arti applicate, una sorta di reazione colta di artisti ed intellettuali

    allindustrializzazione frenetica di ne ottocento.

    Viene considerato il lavoro artigianale come espressione del lavoro

    delluomo e dei suoi bisogni, ma soprattutto come valore durevole

    nel tempo e vengono disprezzati i prodotti di bassa qualit distribuiti

    dalla produzione industriale.

    Le mie opere e la mia ricerca artistica si propongono come una serie

    di analisi, con lobiettivo di promuovere e inventare un nuovo spazio

    composto da legami alternativi dove sia possibile dare vita ad un pro-

    getto artistico comunitario, che possa essere sostenibile e da modello

    per le generazioni future, sempre pi instabili, disorganizzate e con-

    ittuali nel rispondere ai nuovi problemi che il mondo ci sta porgen-

    do: crisi economica mondiale, gestione delle risorse, problematiche

    ambientali, effetti culturali e sociali della globalizzazione.

    Tutto quello che mi spinge a cercare una soluzione di vita sostenibile

    una nostalgica avanguardia.

    Lunico vero futuro ri-imparare da capo.

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    DEFINIZIONE DI GRUPPO:

    Due o pi persone che condividono una qualche caratteristica che sia

    socialmente signicativa per loro stessi e per gli altri.

    (Smith e Mackie Introduzione alla psicologia sociale)

    Ogni aggregato di persone nellambito del quale la presenza e lazio-

    ne di tutti siano necessarie per assicurare a ciascuno, ne sia questi

    consapevole o meno, determinate soddisfazioni, nel quale dunque

    lesistenza di tutti, nelle reciproche relazioni, sia indispensabile per

    soddisfare qualche bisogno di ciascuno.

    (De Grada Introduzione alla psicologia sociale)

    GRUPPI ESTESI

    Organizzazioni sociali fondate essenzialmente su comunanza tra i

    membri di interessi/intenti, con grado evidente di strutturazione oriz-

    zontale e verticale e dal fatto che, in speciche occasioni, appaiono

    riuniti.

    (De Grada Introduzione alla psicologia sociale)

    GRUPPI RISTRETTI

    Proprio per il numero relativamente limitato dei loro membrti, poten-

    zialmente consentono a tutti i partecipanti di conoscersi e inuenzarsi

    personalmente, di interagire in presenza, anche se non necessaria-

    mente tutti insieme e continuativamente; il loro grado di strutturazio-

    ne pu essere elevato o allopposto appena evidente.

    (De Grada Introduzione alla psicologia sociale)

    La semplice presenza di altre persone pu produrre attivazione -

    siologica, o perch ci sentiamo giudicati dagli altri oppure perch essi

    costituiscono una fonte di distrazione. Lattivazione migliora le pre-

    stazioni nei comportamenti facili e ben appresi (risposte dominanti),

    mentre le peggiora nei comportamenti complessi e nuovi (risposte

    non dominanti); vale anche il contrario.

    (Smith e Mackie Introduzione alla psicologia sociale)

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    Reti centralizzate:

    Schema a Y Schema a Schema a ruota

    catena

    MODELLI DI COMUNICAZIONE

    I modelli di comunicazione rafgurano e spiegano le differenti modali-

    t di come circolano le informazioni tra diversi individui.

    In seguito vedremo delle reti di comunicazione usate come strumenti

    di indagine per descrivere la struttura comunicativa.Nella rete centralizzata tutti i dati vengono inviati da un singolo nodo

    al centro e quindi instradati verso la loro destinazione. Se il centro

    non funziona, collassa la comunicazione in tutta la rete che di fatto

    si distrugge. Nella rete decentralizzata invece aumenta il numero di

    centri nevralgici a cui i nodi fanno riferimento, una specie di rete di

    reti in cui per continuano ad esistere hub che fungono da ltro per

    un numero di nodi e da cui questi nodi di una sub-rete devono co-munque passare obbligatoriamente per arrivare agli altri ed anche

    per mantenersi nel usso della comunicazione.

    Reti decentralizzate:

    Schema a grappolo

    Schemna a cerchio Struttura completamente

    aperta

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    LEADERSHIP

    Funzione e attivit di guida, sia con riferimento a individui od organi

    collegiali in quanto dirigano un gruppo o unimpresa sia, in senso po-

    litico-sociale, con riferimento a un partito o a uno Stato. Nellambito

    dei processi di socializzazione secondaria, designa il potere dinuen-

    za riconosciuto al membro di un gruppo, capace di condizionare le

    decisioni degli appartenenti.

    (Enciclopedia Treccani)

    Una delle caratteristiche dei membri di un gruppo di stato elevato

    quella di proporre idee e attivit nel gruppo utilizzando in questo

    modo dei mezzi per inuenzare i membri ad agore o pensare in deter-

    minati modi. Linuenza sociale comunque sempre un processo re-

    ciproco, quindi quello che caratterizza i leader che possono inuen-zare gli altri nel gruppo pi di quanto siano inuenzati loro stessi. Per

    questo motivo il leader colui che ha dei seguaci, senza seguaci non

    ci possono essere leader.

    Esamiamo ora i differenti tipi di leadership che esistono:

    Anarchica

    Siamo di fronte ad una funzione di comando inesistente: ciascun me-

    mobro agisce liberamente nel gruppo che manca di qualsiasi forma di

    coordinamento.

    Autoritaria

    Il leder forte e si impone attraverso decisioni che tengono ben poco

    conto del contributo e delle opinioni degli altri membri.

    Democratica

    Siamo di fronte ad un coordinatore che orienta le scelte del gruppo,

    RETI DI COMUNICAZIONE

    La comunicazione uno degli elementi costitutivi del gruppo. Le

    comunicazioni sono la trama , la causa e il riesso della struttura

    interna del gruppo, perch determinano le relazioni interpersonali, le

    amicizie, le inimicizie, gli accordi e i disaccordi.

    La comunicazione verbale e non, il veicolo che realizza i processi di

    gruppo quali linuenza sociale, la collaborazione, la competizione, la

    coesione, e la produttivit.

    La discussione

    La discussione un rito di comunicazione che riunisce periodicamente

    i membri di un gruppo in un luogo idoneo secondo regole prescritte

    Partecipare a una discussione signica sentirsi membro del gruppo,

    parte del rituale e questo comporta un rafforzamento della coesione,

    anche se ci si scambiano pure i conitti latenti e le rivalit.

    (Moscovici Doise Manuale di psicologia sociale)

    La discussione quindi un canale sociale in cui si mescolano e si ag-

    gregano le opinioni individuali in unopinione collettiva.

    dopo aver valutato insieme agli altri i problemi e le soluzioni possibili.

    (Kurt Lewin Introduzione alla psicologia sociale)

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    La conversazione

    La conversazione il veicolo pi importante della preservazione

    della realt soggettiva e intersoggettiva poich discutendo a fondo i

    vari elementi dellesperienza si assegna loro un posto ben preciso nel

    mondo reale.

    (Berger e Luckmann Teorie del simbolo. Studio sulla sociologia feno-menologica)

    Le conversazioni e comunicazioni sono alla base della Costruzione

    sociale della realt. Senza comunicazione non esiste il gruppo. Anche

    se nellepoca attuale dellinformatica si costruiscono reti comunicative

    fra i cultori di internet. Persone che non si sono mai viste e forse non

    si incontreranno mai perch abitano in luoghi molto lontani, o per una

    loro scelta, possono avere tte comunicazioni a distanza sulla base di

    un interesse comune o di fondare una comunicazione senza contatto

    interpersonale.

    LA TEORIA DELL IDENTITA SOCIALE

    Il confronto sociale attiva nei membri del gruppo un bisogno di spe-

    cicit positiva dellingroup verso lout group. In quanto da tale spe-

    cicit positiva deriva una identit sociale positiva di s e dei membri

    del proprio gruppo.

    Lidentit sociale di un individuo legata alla conoscenza della sua

    appartenenza a certi gruppi sociali ed al signicato emozionale e va-

    lutativo che risulta da tale appartenenza.

    (Tajfel e Turner Teorie dei Rapporti Intergrupp)

    In pratica lidentit sociale di un individuo consiste nella sua conce-

    zione di s in quanto membro appartenente a un gruppo. La gente

    preferisce possedere un concetto di s positivo piuttosto che negati-

    vo. Dal momento che una parte di s deriva dai gruppi a cui si sente

    di appartenere, si ha un forte bisogno di valorizzarli e vederli pri-

    meggiare sugli altri anche a costo di sviluppare sentimenti negativi e

    comportamenti discriminatori nei riguardi dei membri delloutgroup.

    Anche le informazioni intergruppi vengono spesso distorte a favoredellingroup. Cos facendo ci si assicura una identit sociale positiva

    riconducibile allappartenenza a un gruppo apprezzato.

    Lidenticazione sociale si riferisce al fatto che in molte circostanze gli

    individui si deniscono come membri di una certa categoria sociale.

    Se questa identicazione molto forte gli individui possono sentir-

    si obbligati ad agire in quanto membri del gruppo, mettendo in atto

    comportamenti discriminatori intergruppi. Laspetto pi importantedel processo di identicazione sociale che le persone deniscono il

    loro s in base allappartenenza di gruppo sebbene le denizioni date

    da altri possano a lungo diventare la causa della denizione di s.

    Il confronto sociale con altri gruppi serve per determinare il valore di

    certe caratteristiche del gruppo. Unidentit sociale positiva il ri-

    sultato di un confronto positivo fra il gruppo cui si appartiene e altri

    gruppi. I risultati dei confronti si riettono sulla posizione di status di

    un gruppo. Quando un gruppo pu essere distinto positivamente da

    altri gruppi di rilievo ha uno status alto; mentre un gruppo di status

    basso presumibilmente il risultato di confronti interruppi prevalente-

    mente negativi.

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    Comuni, comunit, ecovillaggi, tre termini per uno stesso biso-

    gno esistenziale: vivere una vita diversa.

    Pensando alle comuni non possono non venire alla mente i colorati

    anni 60 e linnocente retorica del peace and love. Sono meno im-

    mediate le associazioni quando si parla di comunit, termine franca-

    mente generico che indica un gruppo di persone che hanno scelto di

    lavorare insieme con lobiettivo di un ideale o una visione comune.

    (Manuel Olivares - Comuni, comunit, ecovillaggi)

    In ultimo: ecovillaggi; senzaltro il termine pi recente che si tende

    ad utilizzare con una frequenza sempre maggiore, probabilmente per

    lurgenza di una decisa conversione ecologica, mutuato dallinglese

    eco-villages, utilizzato per la prima volta da Robert e Diane Gilman

    nel testo Eco-villages and Susteinable Communities.

    Gli ecovillaggi sono insediamenti umani che integrano varie attivit,

    non producono danni allambiente naturale, si basano sullo sviluppo

    olistico e spirituale delluomo e possono continuare indenitamente

    nel tempo.

    (Manuel Olivares - Comuni, comunit, ecovillaggi)

    Da sempre luomo ha avuto un desiderio di vivere in piccoli gruppi,

    nella ricerca di unarmonia interumana inserita in un pi ampio equili-

    brio con la natura. Potremmo anzi dire che il vivere in piccoli gruppi in

    simbiosi pi o meno armonica con lecosistema naturale sia lespres-

    sione pi antica della socialit umana.

    Tutto ebbe inizio con il periodo neolitico, quando la dimensione comu-

    ne di vita era il pagus, il piccolo villaggio.

    La dimensione esistenziale delluomo aiutava la natura a manifestarsi

    in maniera pi possibile generosa.

    Poi la storia ebbe inizio a Sumer, la Babilonia meridionale e port con

    s le citt: Ur, Eridu, Lagash, Uruk.

    Erano citt-stato, a volte in reciproca esplicita ostilit.

    A queste avrebbero fatto seguito molte altre, a partire dalle babilone-

    si Sippar, Ninive, Assur, ciascuna con propri re ed eserciti e ambizioni

    di espandersi per creare imperi.

    La dimensione urbana ha portato con s una moltiplicazione di de-

    sideri, un immaginario eccessivamente antropico, in cui gli elementi

    naturali e la natura stessa hanno perso la centralit che avevano nel

    pagus. La citt ha portato una progressiva perdita di controllo del

    singolo sulla vita della comunit perch questa si accresciuta spro-

    porzionatamente sotto ai suoi occhi.

    La stessa dimensione del potere ha perso limmediatezza che aveva

    nel pagus, data da un quotidiano confronto interumano. divenuta

    via via pi astratta, meno controllabile dunque pi totalitaria.

    A fronte di questo, diverse persone che volevano ritrovare il proprio

    essere pi autentico non hanno potuto tollerare il caos crescente delle

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    dimensioni urbane, e si sono ritirati, in solitudine o in piccoli gruppi,

    tra le braccia della natura.

    Questo piccolo-grande esodo si dipanato lungo i secoli.

    Un mito Hindu crede che nelle citt si sono creati i presupposti perch

    si ispessisse il velo Maya, ovvero quel velo che preclude alluomo la

    visione autentica della realt

    La prima comunit internazionale documentata, fu Homakoeion,

    fondata da Pitagora nel sud dellItalia intorno al 525 a.C.

    La comunit, vegetariana, aveva diverse centinaia di residenti, ma-

    schi e femmine, i cui beni venivano divisi e si lavorava insieme divi-

    dendo i momenti dei pasti.

    Sullo stesso lone troviamo, a partire dal secondo secolo a.C., le co-munit essene, poco distanti dal Mar Morto, cui si sarebbero ispirati i

    primi cristiani, organizzati nella Comunit Gerosolimitana.

    Il ritirarsi per ritrovarsi, in solitudine o in comunit, stata una

    costante della storia umana.

    Luniverso comunitario sempre stato decisamente vario e sfaccet-

    tato, dunque se in genere la scelta di vivere in comunit e quella di

    ritornare alla natura sono andate e tendono ad andare di pari passo,ci sono stati e ci sono tuttora casi di comunit nelle citt.

    La comunit implica difatti una prossimit interpersonale che la citt

    tende a negare.

    Sulla dicotomia citt-campagna si innesta una prima importante diffe-

    renza tra comunit intenzionale ed ecovillaggio.

    Difatti, se la denizione di comunit intenzionale non include necessa-

    riamente la scelta rurale, quella di ecovillaggio non pu non com-

    prenderla, pur se questo si viene a trovare in un contesto cittadino.

    Nella denizione di comunit intenzionale lenfasi cade sullintenzio-

    nalit cio sul fatto che vivere in comunit la conseguenza di una

    scelta deliberata, di una intenzione.

    Nella denizione di ecovillaggio, il fatto di essere un piccolo nucleo

    di persone invece vincolato alla scelta di uno stile di vita ecologi-co, dunque necessariamente inserito, in primo luogo, in un contesto

    naturale.

    Lecovillaggio rappresenta dunque un importante momento di sin-

    tesi di due istanze che, nei secoli, si sono affermate come antidoto

    allalienazione urbana: il ritorno al materno grembo naturale e la vita

    in piccoli gruppi possibilmente afatati, cio la scelta, lintenzione, di

    essere comunit.

    (Manuel Olivares - Comuni, comunit, ecovillaggi)

    Oggi gli ecovillaggi e le comunit intenzionali sono diverse migliaia

    nel mondo.

    Il fenomeno comunitario, in questi ultimi anni, sta conoscendo una

    prudente oritura, agevolato dal fatto che le grandi citt sono pro-

    gressivamente meno vivibili, le condizioni economiche della maggior

    parte delle persone meno oride, e la crisi economica che sta attra-versando europa e U.S.A. ci spinge a riconsiderare il nostro modo di

    vivere, lavorare e produrre.

    Per alcuni vivere in una dimensione comunitaria ed avere garantiti i

    prodotti dellorto e degli animali e la legna dai boschi, in unottica di

    semplice sussistenza che abbini una ritrovata libert da bisogni in-

    dotti un fuggire da condizioni umane private di libert, come quella

    descritta da Herbert Marcuse:

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    Una confortevole, levigata, ragionevole, democratica non-libert pre-

    vale nella civilt industriale avanzata, segno del progresso tecnico.

    (Herbert Marcuse - Luomo a una dimensione)

    Lautore denuncia il carattere fondamentalmente repressivo della

    societ industriale avanzata, egli crede che appiattisca luomo alla

    dimensione di consumatore, euforico e ottuso, la cui libert solo lapossibilit di scegliere tra molti prodotti diversi; e che la vita dellin-

    dividuo si riduca al bisogno atavico di produrre e consumare, senza

    possibilit di resistenza.

    Ci che la maggior parte delle persone vanno cercando in una scelta

    di vita in un ecovillaggio una qualit della vita difcile da ritrovare

    nel mondo ordinario, nella cauta accettazione di quanto di buono isoldi e la tecnologia possono offrire.

    Altri ancora vivono in un ecovillaggio o in una comunit intenzionale

    perch coinvolti in uno stesso percorso iniziatico e/o spirituale o an-

    che semplicemente ideologico o culturale.

    A fronte di questa classicazione generale, esistono molte realt

    miste in cui, ad esempio, ritroviamo istanze di ecologia profonda

    contaminate con altre legate ad un preciso cammino spirituale o diricerca politico-esistenziale e gli esempi si potrebbero moltiplicare.

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    New Armony una citt statunitense nellIndiana, situata sul ume

    Wabash. Fondata nel 1814 dal pastore di origine tedesca George Rapp

    con il nome di Harmonie, i suoi terreni furono in seguito acquistati

    dallindustriale utopista britannico Robert Owen, emigrato negli Usa

    per fondare una comunit basata sul pensiero razionale, la coopera-

    zione e leducazione gratuita. Grazie allaiuto nanziario e al supporto

    intellettuale del geologo e lantropo William Maclure, New Harmony

    assunse subito un ruolo di primo piano nella cultura statunitense: vi

    furono infatti creati il primo asilo, la prima scuola e la prima biblioteca

    gratuita della nazione. Fall invece il progetto di economia coopera-

    tiva, anche perch gran parte delle 1000 persone che si insediarono

    a New Harmony non era disposta a svolgere tutti i ruoli previsti dal

    progetto di Owen che, avendovi perso oltre l80 per cento della sua

    ricchezza, cos abbandon denitivamente il suo progetto nel 1828.

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    Il Monte Verit, il cui nome originale monte Monascia, una colli-

    na sopra Ascona nel Canton Ticino, in Svizzera. Il luogo ha assunto

    il nome Monte Verit nei primi decenni del XX secolo quando stata

    fondata una comunit eterogenea di utopisti/vegetariani/naturisti/

    teoso considerata, oggi, unantesignana del movimento alternativo.

    Nel 1899 Henri Oedenkoven, un olandese originario di Anversa glio

    di industriali milionari, decide con altri compagni tra cui Ida Hofmann,

    insegnante di pianoforte e femminista del Montenegro, Karl Grser

    ufciale dellarmata austriaca, Lotte Hattemer e altri, di cercare un

    posto pi a sud per fondare uno stabilimento vegetariano nudista.

    Lidea era di vivere in modo meno articioso e pi sano sicamente e

    moralmente. Oedenkoven assicur che avrebbe messo a disposizio-

    ne i fondi necessari alla realizzazione del progetto e gli interessati si

    mossero per cercare il luogo ideale a piedi, adattandosi n da subito

    al nuovo stile di vita. I luoghi ideali furono trovati nella regione di

    Ascona e vennero acquistati nel 1900. Qui vennero proposti soggiorni

    a quanti volevano cambiare stile di vita con unattenzione terapeuti-

    ca rivolta al benessere del corpo e dello spirito. Gli ospiti si vestivano

    con una sorta di camicione, o saio.

    Predicavano la vita a contatto con la natura e spesso praticavano le

    loro attivit, tra cui la coltivazione dellorto. Costruivano anche sem-

    plici ed essenziali casette di legno dove potessero regnare aria e

    luce. Il regime alimentare era strettamente vegetariano. Avevano un

    culto della vita rurale e primitiva che consideravano come una rivol-

    ta anti-industriale, libera dalle convenzioni; una forma di religiosit

    naturistica. Successivamente il luogo stato visitato da numerose

    personalit di fama internazionale, ed alcune risiedettero anche per

    periodi piuttosto lunghi: Carl Gustav Jung, Karoly Kernyi, Erich Maria

    Remarque, Hermann Hesse, Filippo Franzoni, Marianne Werefkin,

    Alexej Jawlensky.

    Nel 1920 Ida Hofmann e il compagno Henri Oedenkoven emigrano in

    Brasile per rifondare una nuova colonia del quale si persero le tracce.

    Lasciarono la gestione del luogo agli artisti Werner Ackermann, Max

    Bethke, Hugo Wilkens e Williamo Werner.

    Nel 1926 il Monte Verit acquistato dal barone Eduard von der

    Heydt, banchiere dell ex-imperatore Guglielmo II e uno dei pi grandi

    collezionisti di arte contemporanea, orientale e primitiva.

    Nel 1928 il Barone von der Heydt fece poi costruire il nuovo albergo

    in puro stile Bauhaus dallarchitetto tedesco Emil Fahrenkamp, dando

    un nuovo corso al destino architettonico ed estetico di un luogo da

    sempre eterogeneo come i personaggi e gli inussi che vi sono gravi-

    tati. Oggi il Monte torna a riorire e, soprattutto, ad essere attraente

    per il pubblico, che sulla collina pu respirare unaria nuova e ritrova-

    re sentieri forse perduti.Parole come scoperta, solidariet, ricerca in-

    teriore, bellezza, riessione, giustizia, piaceri, mondi lontani e vicini,

    riti, tradizioni, contemplazione, gioia di vivere, spuntano sulla tenera

    erba del Monte come primule. Progetti, inziative e relazioni si intrec-

    ciano cercando di ricucire un capo e laltro del grande arazzo della

    memoria. Seminari e conferenze per esperti di provenienza da tutto il

    mondo, si susseguono regolarmente seguendo un nutrito calendario.

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    Foto dei primi abitanti che insediarono Monte Verit.

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    Alcune foto storiche dei vari personaggi che hanno ruotato intorno al progetto Monte verit tra cui Herman Hesse nella foto in basso a de-

    stra; oggi possibile soggiornare in un rinnomato albergo.

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    (Mller, Christoph - Capelloni, balabiott e neorurali : i primi venticin-

    que anni di un progetto alternativo )

    Allinizio degli anni 70, un gruppo di giovani del Canton Ticino in

    Svizzera, decide di fondare una comunit di ricerca che desiderava

    affrontare in modo nuovo e diverso i problemi di importanza genera-

    le, come le relazioni interpersonali, il guadagnarsi da vivere, lalimen-

    tazione, il tempo libero, eccetera.

    Per sviluppare e realizzare questo ambizioso progetto occorreva unluogo sico e delle collaborazioni. Si trov laiuto di un movimento

    scautistico e di Graziano Papa, presidente della Pro Natura Ticino. Fu

    grazie ad un suo consiglio che si venne a conoscenza dellesistenza di

    questo piccolo borgo di una decina di case chiamato Chiesso. Si stam-

    p un volantino per lorganizzazione di un campo estivo internazio-

    nale della giovent, e questo era il testo:

    Chiesso: villaggio di montagna a 1450 m s.m; no al 1946 abitato

    per 10-11 mesi allanno: oggi deserto. Una chiesa, una fontana di

    paese, 20 case, enili e stalle, nessuna strada - lontano dalla civilt e

    dallinquinamento dellambiente. Siamo intenzionati a ridare a questa

    regione nuovi impulsi, restaurando alcune case e enili per fondare

    un centro internazionale di vita comunitaria, in una natura ancora in-

    tatta cercando uno stile di naturale e spontaneo. Si offre la possibilit

    di incontrare giovani di tutte le nazionalit e di scambiare liberamente

    le idee nelle lingue differenti.

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    Panoramica delle case che compongono lecovillaggio svizzero di Chiesso.

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    Il caso del progetto del Castello di Gudlon, uno fra i pi interes-

    santi ed innovativi progetti scientico-culturali di diffusione al pub-

    blico della cultura materiale medievale del XIII secolo in Francia.

    Lideatore del progetto del Parco, Michel Guyot, restauratore appas-

    sionato dellet medievale, ha inteso portare avanti con precisione

    scientica la costruzione di un cantiere edile della prima met del

    Duecento, utilizzando mezzi e tecniche proprie dellepoca, predispo-

    nendo a tal ne dei percorsi funzionali di visita per i turisti.

    Il progetto del castello di Gudlon si congura come un interessante

    terreno di sperimentazione per convalidare o retticare le ipotesi sulle

    costruzioni medievali e, nello stesso tempo, anche come mezzo attra-

    verso il quale invogliare un pubblico quanto pi eterogeneo possibile,

    ad accostarsi alla conoscenza delle tecniche costruttive del passato

    attraverso una modalit di fruizione innovativa ed efcace.

    Il comitato scientico per la realizzazione del castello non intende

    portare avanti unoperazione atta a ripristinare la funzionalit di strut-

    ture preesistenti, ma creare dal nulla una grandiosa opera di architet-

    tura medievale, un luogo unico, dove si respira la storia, avvalendosi

    delle tecniche dellarcheologia sperimentale e perseguendo sia uno

    scopo fortemente didattico che turistico.

    Il progetto di Gudlon dimostra come la cultura possa essere diffusa

    al pubblico sia secondo forme di comunicazione propriamente tra-

    dizionali che altamente innovative, attraverso strategie di marketing

    e di promozione turistico-territoriali, in grado di attirare anche quella

    nicchia di pubblico di solito poco stimolata a partecipare in maniera

    pi attiva alla fruizione del patrimonio culturale.

    Il cantiere, aperto dal 1998, guidato dallAssociation des Compa-

    gnons Btisseur de Puisay il cui presidente Michel Guyot, e da

    allora, un gruppo di mastri operai salariati in abiti tipici medievali, che

    vivono in un villaggio di capanne poco distante dal cantiere, stanno

    dando vita ad un possente castello medievale, con mastio, mura mer-

    late e torri.

    La realizzazione del castello di Gudlon si inserisce in un progetto di

    pi ampio respiro che vede, una volta giunta a termine la costruzione

    del castello comitale, la successiva messa in opera di altre componen-

    ti qualicanti della societ medievale quali: il monastero, la cappella,

    il villaggio, le masserie, etc.

    Lesigenza pi forte quella di musealizzare le strutture realizzate e

    di costituire un vero e proprio Parco Archeologico assimilabile, sec-

    ondo la denizione di matrice nord americana e nord europea, alla

    categoria dei Theme Parks.

    I Theme Parks rappresentano un nuovo modo di fare cultura

    realizzando in maniera piuttosto fedele ambientazioni del passato,

    allo scopo di presentare ad un pubblico di non specialisti i risultati

    degli scavi e della ricerca scientica, e predisponendo una modalit di

    fruizione pi immediata e tangibile.

    (www.europamedievale.it)

    Il progetto del Parco di Gudlon intende raggiungere sia un obiettivo

    propriamente culturale, come quello di far comprendere la profondit

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    Veduta del cantiere relativo alla fortezza medievale situato nel mezzo di una foresta in Francia.

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    delle tradizioni, riscoprire le proprie radici e consolidare il senso di

    appartenenza a una cultura e a un territorio di cui necessario avere

    rispetto, sia ludico, attraverso la periodica realizzazione di spettacoli

    di ambientazione medievale, ai quali partecipano attori travestiti da

    cavalieri e sbandieratori, al ne di favorire un incremento dei ussi

    turistici.Un parco in costante evoluzione che si alimenta continuamente anche

    di nuovi dati provenienti da altri contesti insediativi originali apparte-

    nenti alla stessa fase storica, i quali consentono di smentire o avval-

    orare le teorie storico-archeologiche elaborate nel tempo.

    Alcune foto di persone che lavorano nel cantiere con i tipici vestiti

    medievali.

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    A unora da Parigi, situato in un parco di rara bellezza, e che vanta un

    patrimonio industriale che risale al 12 secolo, il progetto artistico

    dellartista Jorge Orta Les Moulins offre un contesto unico per esplo-

    rare le idee e creare progetti che risuonano con lambiente circostante

    e il suo signicato storico.

    Un centro di sperimentazione artistica, ricerca e produzione. Gli artisti

    residenti provenienti da tutto il mondo sono invitati a realizzare pro-

    getti straordinari e sprimentazioni artistiche, ricerche, e produzioni in

    situ.

    Il sito Les Moulins insieme alle relazioni di artisti e ricercatori agi-

    sce come un catalizzatore il cui scopo quello di ripensare le priorit

    sociali e ambientali. Il progetto si propone di sdare e trasformare le

    combinazioni culturali, ecologiche e politiche che ci circondano.

    Inoltre si conducono ricerche in due ambiti: riguardo larte contempo-

    ranea e in ambito del rapporto in costante mutamento tra patrimonio

    industriale e ambientale.

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    Varie foto del immenso progetto Les Moulins. In alto a sinistra fotografato una panoramica di tutto il complesso industriale.

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    Il misterioso rapporto tra innitamente piccolo e innitamente gran-

    de, tra unit e molteplice ci che del mosaico mi affascina maggior-

    mente.

    La sperimentazione del mosaico mi da la possibilit di riettere sul

    mio modo di sentire lera contemporanea rapportandola continuamen-

    te al passato.

    La discontinuit dellimmagine per me il tramite per creare un rap-

    porto tra visibile e invisibile, per poter suscitare questultimo attraver-

    so la materia.

    La mia espressione musiva passa attraverso aspetti poetici e fantasio-

    si, che convivono con quelli pi razionali e freddi grazie ad una conti-

    nua ricerca materica.

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    Sei pannelli nel quale vengono rappresentati, con diversi materiali,

    delle possibili mappe che possono essere osservate sia come mappe

    reali ma anche come mappe della struttura mentale delluomo in

    relazione a determinati periodi storici.

    Le fasi vengono rafgurate in maniera cronologica e con lutilizzo di

    differenti materiali a seconda dellepoca storica.

    Il primo pannello rafgura la terra senza alcun tipo di citt ed stato

    realizzato utilizzando solo lana non trattata. Il secondo un villaggio

    primitivo e i materiali utilizzati sono lana trattata e sassi. Nel terzo

    presente una mappa di una cittadella medievale e sono stati usa-

    ti marmi, mentre nel quarto viene rafgurata una citt pi moderna

    composta da tessere di plastica. Nel quinto prende forma una citt

    post-contemporanea e per questo composta da differenti tipi di

    materiali, da oggetti elettronici, a placche di metallo. Inne lultimo

    pannello stato realizzato solo con laccostamento di parti di legno

    bruciati, raccolti da un fuoco.

    Questo stato il primo lavoro dove ho cercato di descrivere attraver-

    so immagini musive differenti strutture mentali di differenti periodi

    storici.

    Nei pannelli che descrivono il passato troviamo forme e disegni sem-

    plici che poco a poco diventano sempre pi complessi come le nostre

    societ e tutto ci che ci circonda nellera contemporanea.

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    Un luogo dove possano vivere le diverse capacit e passioni

    di ogni membro. Una ragnatela di energie che possano essere

    intrecciate e scambiate con gli ospiti. Sogno un piccolo villaggio

    con una trib che possa vivere all unisono con larte, lambiente

    e la purezza.

    Un luogo composto da varie unit abitative che, a seconda del

    nucleo familiare, avranno diversa grandezza, vi saranno spazi

    comuni e condivisi per ottenere una maggiore coesione sociale,

    una cooperazione reale e concreta, un risparmio sui costi ed una

    ottimizzazione dei ritmi della vita.

    Sar possibile dedicare varie settimane ad un tema particolare;

    a seconda delle capacit e abilit delle persone coinvolte. Ad

    esempio la settimana dedicata al feltro, al teatro, al mosaico,

    allarte, alla meditazione, alla cura dellorto, alla filosofia, alle

    ricette di cucina, ai corsi di musica, di scultura, di trekking, di

    vendemmia, di danza ecc...

    Ci saranno delle case che potranno fornire vitto e alloggio a pic-

    coli e grandi gruppi di ospiti, il tutto con pannelli solari, stufe a

    legna, gabinetti a secco e candele per far provare agli ospiti uno

    stile di vita diverso e pi ecologico. Ci sar un grande orto cura-

    to da tutti gli abitanti da cui poter prendere la maggior parte del

    cibo necessario e uno spazio per tutti gli animali.Un eco-villaggio aperto a tante relazioni con lesterno e con la

    societ senza il desiderio di rinchiudersi o isolarsi dal mondo

    esterno, ma che vorrebbe essere un modello sostenibile sul pia-

    no economico, sociale, artistico ed ecologico.

    Un luogo abitato da una comunit intenzionale di persone affini

    che daranno vita a unutopia concreta, a un modello di un nuovo

    modo di vivere che si concretizzer mediante progetti ed

    esperienze volte al miglioramento dellindividuo, del gruppo e di

    quante pi persone sia possibile coinvolgere.

    Si dar vita a nuove forme di convivenza, tali da rispondere al-

    lattuale disgregazione del tessuto familiare, culturale e sociale

    della condizione postmoderna e globalizzata.

    Di fondamentale importanza sarebbe aprire un negozio in un

    paese o citt non troppo distante dove si possano vendere i pro-

    dotti alimentari, di artigianato e d arte auto-prodotti.

    Un luogo dove ogni persona di qualsiasi nazionalit a seconda

    delle sue capacit, necessit e doti pu giostrare il suo tempo,

    il suo spazio, il suo lavoro, esprimere s stesso e il suo amore.

    Un grande laboratorio di ricerca e sperimentazione in continuo

    movimento verso stili di vita alternativi allattuale modello so-

    cio-economico.

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    Spazi personali destinati ad esse-

    re utilizzati a seconda delle diverse

    abilit e professioni di ogni abitante.

    Abitazioni.

    Negozio dove vengono messe in

    vendita i prodotti alimentari e arti-

    gianali di tutto il villaggio.

    Piazza centrale dedicata a momenti

    di condivisione.

    Area dedicata alle case degli ospiti

    con il loro relativo orto.

    Un enorme tenda yurta denomina-ta Free space dove avvengono gli

    eventi, i corsi e mostre darte.

    Il grande orto dove tutti gli abitanti

    posso lavorare.

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    Che concept visivo dare ad un nuovo progetto per renderlo inte-

    ressante e stimolante sia per gli abitanti che per i visitatori?

    Unidea originale sarebbe quella di pensare ad un design di in-

    terni ispirato a quello dellantica Roma.

    Osservando le ville rurali (chiamate anche residenze agricole)

    che possedevano gli antichi nobili romani, possiamo notare che

    conservavano schemi organizzativi che potrebbero essere attuati

    ancora oggi dal punto di vista estetico, artistico e tecnico.

    La vita nella villa si caratterizzava per la suddivisione del tempo

    tra lotium (bagni alle terme, caccia e lettura) e il negotium (ge-

    stione dellattivit agricola e dellallevamento); con luoghi per

    Ricostruzione a computer dellantica villa romana La Olmeda nei dintorni di Palencia in Spagna.

    lavori agricoli, stalle, vita privata e comunitaria.

    Uno spazio speciale era dedicato alla famiglia del proprietario

    che poteva godere di molte comodit. Lo spogliatoio, il calida-

    rium per il bagno caldo e il frigidarium per quello freddo.

    Solitamente i locali erano riscaldati con il tradizionale sistema

    dellhypocaustum, ovvero attraverso la circolazione di aria calda

    sotto il livello del pavimento, prodotta da un forno disposto nel-

    le vicinanze.

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    1,16- fauces (ingresso)

    6- atrium (atrio)

    2, 3- tablinum (studio)

    4, 5- oecus tricliniare

    (sala da pranzo)

    10- impluvium (cisterna

    per lacqua)

    13,14,15,17,18- tabernae

    (botteghe artigiane)

    19,20- hortus (orto)

    7, 8, 9,11,12- cubiculum

    (camera)

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    Al tempo dellantica roma nel centro-nord Italia e nel resto del-

    lattuale europa esistevano diversi insediamenti di villaggi celti-

    ci. La loro cultura si distingueva da quella romana per essere pi

    a contatto con la natura.

    Nel mio progetto lideale sarebbe creare parallelamente alla

    villa rurale romana anche un piccolo villaggio celtico raggiun-

    gibile dopo una o pi ore di cammino, dove nei mesi estivi si

    possa avere la possibilit di raggiungerlo e creare altri tipi di

    workshop, laboratori, feste o semplicemente per fare delle va-

    canze legate al tema della natura e della cultura celtica.

    Stimolante e divertente sarebbe per i gruppi di bambini aver la

    possibilit di trascorrere dei giorni o delle intere settimane in

    questa sorta di villaggio celtico, dove si possa giocare in libert,

    divertirsi, imparare la storia giocando comprendendo le diffe-

    renze che nellantichit dividevano leuropa, e allo stesso tempo

    imparare nozioni legate allecologia contemporanea.

    Le foto di queste pagine sono state scattate in diverse feste

    celtiche che da anni vengono organizzate prevalentemente nel

    centro-nord Italia.

    Solitamente durano da un week-end a una settimana.

    Anche qui i visitatori si trovano immersi in una grande festa di

    tradizioni, sensazioni, musiche, lavori, e rievocazioni, tutte lega-

    te al mondo dei celti.

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    Alcuni momenti di festa tipici della vita in un villaggio celtico.

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    Il mio progetto artistico di tesi una ricerca visiva relativa ai

    vari legami sociali e ai contesti naturali che esprimono i tanti

    differenti modi di vivere degli essere umani nel nostro secolo.

    Emblema e di forte influenza artistica la mia voglia di vivere e

    realizzare un progetto artistico comunitario nel quale poter vive-

    re e che possa essere da modello per le altre realt.

    Si tratta di due collezioni di opere musive:

    La prima realizzata disegnando relazioni sociali legando insieme

    tessere differenti, nel vuoto, attraverso luso di svariati tipi di

    fili e tessere. Cinque tipi diversi di relazioni sociali sono esplora-

    ti e raffigurati attraverso una tecnica da me ideata che propone

    nuovi schemi compositivi e visivi.

    Un viaggio attraverso modi di definire, sentire e rappresentare i

    legami che uniscono le nostre vite a seconda delle persone che

    si trovano nel nostro stesso luogo.

    La seconda collezione invece esplora il mondo dei contesti an-

    tropizzati nel quale ci ritroviamo a vivere, grazie ad una ricerca

    realizzata con il sistema satellitare di Google Maps ho preso del-

    le foto di alcuni paesi, citt, quartieri, ecovillaggi, campi profu-

    ghi di diverse zone del mondo composti da diversi tipi di abita-

    zioni e strutture compositive di habitat. Il risultato composto

    da varie mappe trasformate nel linguaggio musivo con lutilizzo

    di infiniti materiali, dalle tessere realizzate frammentando tegole

    per rappresentare case tipiche italiane, alluso di tessere di lana

    realizzate a mano con la tecnica delluncinetto per rappresentare

    campi e prati che convivono con i diversi tipi di abitazione.

    Di indispensabile aiuto per questa mia ricerca artistica stata

    la possibilit che ho avuto di vivere seppur per brevi periodi in

    luoghi molto diversi tra loro dove ho avuto modo di sperimenta-

    re diversi tipi di legami sociali, e diversi contesti naturali.

    Ho ricevuto forti condizionamenti da ogni luogo con il quale ho

    avuto contatti; dal piccolo paese dove sono nato e cresciuto in

    provincia di Varese, alla citt di Milano dove ho studiato quattro

    anni, fino a Chiesso un piccolissimo ecovillaggio nelle alpi sviz-

    zere raggiungibile solo dopo un ora e quaranta minuti di cammi-

    no; successivamente la citt di Ravenna dove ho potuto trovare

    una dimensione molto equilibrata, infine fuori dallItalia hanno

    avuto un indelebile impatto sulla mia ricerca le citt di Damasco

    in Siria, Bilbao in Spagna e Parigi in Francia.

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    Dettaglio dellopera Relazioni Urbane

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    Dettaglio dellopera Bologna, Italia

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    Leonardo V. Arena

    101 Storie Su

    Il punto dincontro, 2003

    Stephanie Kaza

    Consapevolmente verdi

    Feltrinelli, 2010

    Hewstone, Stroebe, Stephenson, Codol

    Introduzione alla psicologia sociale

    Il mulino, 1991

    Spreaco

    Le vie della comunit. Legami sociali e differenze culturali

    Baumann Z.

    Dentro la globalizzazione. Le conseguenze sulle persone

    La terza 1999

    Manuel Olivares

    Comuni, comunit, ecovillaggi

    Vivere altrimenti 1998

    Manuel Olivares

    Un giardino delleden

    Vivere altrimenti 1999

    Jan Martin Bang

    Eco-villaggi - Come vivere bene in gruppo

    Il lo verde di Arianna 2007

    Saul Succhi

    La villa romana de la Olmeda ha un tappeto musivo di rara bellezza

    2010

    SITOGRAFIA

    Archeomedia Rivista di Archeologia on-line

    www.archeomedia.net

    www.Villaromanaolmeda.com

    www.treccani.it

    www europamedievale it