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ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI RAVENNA
ANNO ACCADEMICO 2010/2011
Tesi di: Andrea Sala
Relatore: Daniele Torcellini
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INTRODUZIONE ANALISI DEILEGAMI SOCIALI
STORIA DEL FENOMENOCOMUNITARIO
ESEMPI DI PROGETTIARTISTICI E COMUNITARI
LA MIA RICERCAARTISTICA
IL MIO PROGETTOARTISTICO
COMUNITARIO
IL MIO PROGETTO
ARTISTICO DI TESI
BIBLIOGRAFIA
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LE PAROLE DEL FOLLE
Il Folle si era fermato nella piazza del mercato, senza rivolgere la parola ad alcuno.
Perch non parli? Soffri forse di qualche malattia?.
E con chi dovrei parlare? Qui non c nessuno!.
Ma sei cieco? Guarda quanta gente c qui in piazza!.
Quanta gente... Vuoi dire quanti uomini ?.
Dopo una breve pausa, il Folle aggiunse:
Come posso chimare uomini coloro che si trovano qui? Questi si affannano dietro ai loro
affari e alle meschine beghe.
Litigano e si danno sulla voce, imbattendosi nelle contrariet. Gli uomini, invece, hanno
ununica preoccupazione: attingere il Divino. Capite ora perch non dicevo neppure una paro-
la?.
Tratto dal libro 101 storie Su, Leonardo V. Arena, 2003
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Larte un frammento di contemplazione caduto nella materia.
Andr Frossard, da Il Vangelo Secondo Ravenna
La mia ricerca personale e artistica iniziata dalla neccessit di
esplorare le innite relazioni e legami che si possono instaurare tra le
persone e tra i popoli nei diversi luoghi, paesi e citt.
Ho da sempre osservato con grande attenzione e curiosit le relazioni
umane di tutte le persone che mi circondano e spesso ho potuto per-
cepire aspetti di questi legami apparentemente invisibili.
Sono estremamente affascinato da quanto le persone e il luogo dove
viviamo inuenzino la nostra personalit, il nostro corpo e il nostro Io.
Il mio interesse ossessivo nellesplorare e ascoltare i legami tra le
persone nasce anche dalla mia esigenza di vivere in un ecovillaggio/
progetto comunitario, un luogo dove i legami pi consueti e tradizio-
nali vengono messi in discussione per crearne di nuovi con lobbietivo
e la nalit di favorire lo sviluppo di un determinato equilibrio perso-
nale sico, mentale, professionale e sociale.
Attraverso uno studio dei legami relativi alle antiche societ e trib,
in un costante confronto con i legami proposti dalle societ contem-
poranee, lobietto della mia ricerca quello di gettare le basi per un
progetto comunitario e artistico che possa essere realmente realizza-
to nei prossimi anni.
Concetti simili nella storia dellarte sono gi stati affrontati dal mo-
vimento artistico Arts and Crafts ovvero il movimento per la riforma
delle arti applicate, una sorta di reazione colta di artisti ed intellettuali
allindustrializzazione frenetica di ne ottocento.
Viene considerato il lavoro artigianale come espressione del lavoro
delluomo e dei suoi bisogni, ma soprattutto come valore durevole
nel tempo e vengono disprezzati i prodotti di bassa qualit distribuiti
dalla produzione industriale.
Le mie opere e la mia ricerca artistica si propongono come una serie
di analisi, con lobiettivo di promuovere e inventare un nuovo spazio
composto da legami alternativi dove sia possibile dare vita ad un pro-
getto artistico comunitario, che possa essere sostenibile e da modello
per le generazioni future, sempre pi instabili, disorganizzate e con-
ittuali nel rispondere ai nuovi problemi che il mondo ci sta porgen-
do: crisi economica mondiale, gestione delle risorse, problematiche
ambientali, effetti culturali e sociali della globalizzazione.
Tutto quello che mi spinge a cercare una soluzione di vita sostenibile
una nostalgica avanguardia.
Lunico vero futuro ri-imparare da capo.
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DEFINIZIONE DI GRUPPO:
Due o pi persone che condividono una qualche caratteristica che sia
socialmente signicativa per loro stessi e per gli altri.
(Smith e Mackie Introduzione alla psicologia sociale)
Ogni aggregato di persone nellambito del quale la presenza e lazio-
ne di tutti siano necessarie per assicurare a ciascuno, ne sia questi
consapevole o meno, determinate soddisfazioni, nel quale dunque
lesistenza di tutti, nelle reciproche relazioni, sia indispensabile per
soddisfare qualche bisogno di ciascuno.
(De Grada Introduzione alla psicologia sociale)
GRUPPI ESTESI
Organizzazioni sociali fondate essenzialmente su comunanza tra i
membri di interessi/intenti, con grado evidente di strutturazione oriz-
zontale e verticale e dal fatto che, in speciche occasioni, appaiono
riuniti.
(De Grada Introduzione alla psicologia sociale)
GRUPPI RISTRETTI
Proprio per il numero relativamente limitato dei loro membrti, poten-
zialmente consentono a tutti i partecipanti di conoscersi e inuenzarsi
personalmente, di interagire in presenza, anche se non necessaria-
mente tutti insieme e continuativamente; il loro grado di strutturazio-
ne pu essere elevato o allopposto appena evidente.
(De Grada Introduzione alla psicologia sociale)
La semplice presenza di altre persone pu produrre attivazione -
siologica, o perch ci sentiamo giudicati dagli altri oppure perch essi
costituiscono una fonte di distrazione. Lattivazione migliora le pre-
stazioni nei comportamenti facili e ben appresi (risposte dominanti),
mentre le peggiora nei comportamenti complessi e nuovi (risposte
non dominanti); vale anche il contrario.
(Smith e Mackie Introduzione alla psicologia sociale)
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Reti centralizzate:
Schema a Y Schema a Schema a ruota
catena
MODELLI DI COMUNICAZIONE
I modelli di comunicazione rafgurano e spiegano le differenti modali-
t di come circolano le informazioni tra diversi individui.
In seguito vedremo delle reti di comunicazione usate come strumenti
di indagine per descrivere la struttura comunicativa.Nella rete centralizzata tutti i dati vengono inviati da un singolo nodo
al centro e quindi instradati verso la loro destinazione. Se il centro
non funziona, collassa la comunicazione in tutta la rete che di fatto
si distrugge. Nella rete decentralizzata invece aumenta il numero di
centri nevralgici a cui i nodi fanno riferimento, una specie di rete di
reti in cui per continuano ad esistere hub che fungono da ltro per
un numero di nodi e da cui questi nodi di una sub-rete devono co-munque passare obbligatoriamente per arrivare agli altri ed anche
per mantenersi nel usso della comunicazione.
Reti decentralizzate:
Schema a grappolo
Schemna a cerchio Struttura completamente
aperta
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LEADERSHIP
Funzione e attivit di guida, sia con riferimento a individui od organi
collegiali in quanto dirigano un gruppo o unimpresa sia, in senso po-
litico-sociale, con riferimento a un partito o a uno Stato. Nellambito
dei processi di socializzazione secondaria, designa il potere dinuen-
za riconosciuto al membro di un gruppo, capace di condizionare le
decisioni degli appartenenti.
(Enciclopedia Treccani)
Una delle caratteristiche dei membri di un gruppo di stato elevato
quella di proporre idee e attivit nel gruppo utilizzando in questo
modo dei mezzi per inuenzare i membri ad agore o pensare in deter-
minati modi. Linuenza sociale comunque sempre un processo re-
ciproco, quindi quello che caratterizza i leader che possono inuen-zare gli altri nel gruppo pi di quanto siano inuenzati loro stessi. Per
questo motivo il leader colui che ha dei seguaci, senza seguaci non
ci possono essere leader.
Esamiamo ora i differenti tipi di leadership che esistono:
Anarchica
Siamo di fronte ad una funzione di comando inesistente: ciascun me-
mobro agisce liberamente nel gruppo che manca di qualsiasi forma di
coordinamento.
Autoritaria
Il leder forte e si impone attraverso decisioni che tengono ben poco
conto del contributo e delle opinioni degli altri membri.
Democratica
Siamo di fronte ad un coordinatore che orienta le scelte del gruppo,
RETI DI COMUNICAZIONE
La comunicazione uno degli elementi costitutivi del gruppo. Le
comunicazioni sono la trama , la causa e il riesso della struttura
interna del gruppo, perch determinano le relazioni interpersonali, le
amicizie, le inimicizie, gli accordi e i disaccordi.
La comunicazione verbale e non, il veicolo che realizza i processi di
gruppo quali linuenza sociale, la collaborazione, la competizione, la
coesione, e la produttivit.
La discussione
La discussione un rito di comunicazione che riunisce periodicamente
i membri di un gruppo in un luogo idoneo secondo regole prescritte
Partecipare a una discussione signica sentirsi membro del gruppo,
parte del rituale e questo comporta un rafforzamento della coesione,
anche se ci si scambiano pure i conitti latenti e le rivalit.
(Moscovici Doise Manuale di psicologia sociale)
La discussione quindi un canale sociale in cui si mescolano e si ag-
gregano le opinioni individuali in unopinione collettiva.
dopo aver valutato insieme agli altri i problemi e le soluzioni possibili.
(Kurt Lewin Introduzione alla psicologia sociale)
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La conversazione
La conversazione il veicolo pi importante della preservazione
della realt soggettiva e intersoggettiva poich discutendo a fondo i
vari elementi dellesperienza si assegna loro un posto ben preciso nel
mondo reale.
(Berger e Luckmann Teorie del simbolo. Studio sulla sociologia feno-menologica)
Le conversazioni e comunicazioni sono alla base della Costruzione
sociale della realt. Senza comunicazione non esiste il gruppo. Anche
se nellepoca attuale dellinformatica si costruiscono reti comunicative
fra i cultori di internet. Persone che non si sono mai viste e forse non
si incontreranno mai perch abitano in luoghi molto lontani, o per una
loro scelta, possono avere tte comunicazioni a distanza sulla base di
un interesse comune o di fondare una comunicazione senza contatto
interpersonale.
LA TEORIA DELL IDENTITA SOCIALE
Il confronto sociale attiva nei membri del gruppo un bisogno di spe-
cicit positiva dellingroup verso lout group. In quanto da tale spe-
cicit positiva deriva una identit sociale positiva di s e dei membri
del proprio gruppo.
Lidentit sociale di un individuo legata alla conoscenza della sua
appartenenza a certi gruppi sociali ed al signicato emozionale e va-
lutativo che risulta da tale appartenenza.
(Tajfel e Turner Teorie dei Rapporti Intergrupp)
In pratica lidentit sociale di un individuo consiste nella sua conce-
zione di s in quanto membro appartenente a un gruppo. La gente
preferisce possedere un concetto di s positivo piuttosto che negati-
vo. Dal momento che una parte di s deriva dai gruppi a cui si sente
di appartenere, si ha un forte bisogno di valorizzarli e vederli pri-
meggiare sugli altri anche a costo di sviluppare sentimenti negativi e
comportamenti discriminatori nei riguardi dei membri delloutgroup.
Anche le informazioni intergruppi vengono spesso distorte a favoredellingroup. Cos facendo ci si assicura una identit sociale positiva
riconducibile allappartenenza a un gruppo apprezzato.
Lidenticazione sociale si riferisce al fatto che in molte circostanze gli
individui si deniscono come membri di una certa categoria sociale.
Se questa identicazione molto forte gli individui possono sentir-
si obbligati ad agire in quanto membri del gruppo, mettendo in atto
comportamenti discriminatori intergruppi. Laspetto pi importantedel processo di identicazione sociale che le persone deniscono il
loro s in base allappartenenza di gruppo sebbene le denizioni date
da altri possano a lungo diventare la causa della denizione di s.
Il confronto sociale con altri gruppi serve per determinare il valore di
certe caratteristiche del gruppo. Unidentit sociale positiva il ri-
sultato di un confronto positivo fra il gruppo cui si appartiene e altri
gruppi. I risultati dei confronti si riettono sulla posizione di status di
un gruppo. Quando un gruppo pu essere distinto positivamente da
altri gruppi di rilievo ha uno status alto; mentre un gruppo di status
basso presumibilmente il risultato di confronti interruppi prevalente-
mente negativi.
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Comuni, comunit, ecovillaggi, tre termini per uno stesso biso-
gno esistenziale: vivere una vita diversa.
Pensando alle comuni non possono non venire alla mente i colorati
anni 60 e linnocente retorica del peace and love. Sono meno im-
mediate le associazioni quando si parla di comunit, termine franca-
mente generico che indica un gruppo di persone che hanno scelto di
lavorare insieme con lobiettivo di un ideale o una visione comune.
(Manuel Olivares - Comuni, comunit, ecovillaggi)
In ultimo: ecovillaggi; senzaltro il termine pi recente che si tende
ad utilizzare con una frequenza sempre maggiore, probabilmente per
lurgenza di una decisa conversione ecologica, mutuato dallinglese
eco-villages, utilizzato per la prima volta da Robert e Diane Gilman
nel testo Eco-villages and Susteinable Communities.
Gli ecovillaggi sono insediamenti umani che integrano varie attivit,
non producono danni allambiente naturale, si basano sullo sviluppo
olistico e spirituale delluomo e possono continuare indenitamente
nel tempo.
(Manuel Olivares - Comuni, comunit, ecovillaggi)
Da sempre luomo ha avuto un desiderio di vivere in piccoli gruppi,
nella ricerca di unarmonia interumana inserita in un pi ampio equili-
brio con la natura. Potremmo anzi dire che il vivere in piccoli gruppi in
simbiosi pi o meno armonica con lecosistema naturale sia lespres-
sione pi antica della socialit umana.
Tutto ebbe inizio con il periodo neolitico, quando la dimensione comu-
ne di vita era il pagus, il piccolo villaggio.
La dimensione esistenziale delluomo aiutava la natura a manifestarsi
in maniera pi possibile generosa.
Poi la storia ebbe inizio a Sumer, la Babilonia meridionale e port con
s le citt: Ur, Eridu, Lagash, Uruk.
Erano citt-stato, a volte in reciproca esplicita ostilit.
A queste avrebbero fatto seguito molte altre, a partire dalle babilone-
si Sippar, Ninive, Assur, ciascuna con propri re ed eserciti e ambizioni
di espandersi per creare imperi.
La dimensione urbana ha portato con s una moltiplicazione di de-
sideri, un immaginario eccessivamente antropico, in cui gli elementi
naturali e la natura stessa hanno perso la centralit che avevano nel
pagus. La citt ha portato una progressiva perdita di controllo del
singolo sulla vita della comunit perch questa si accresciuta spro-
porzionatamente sotto ai suoi occhi.
La stessa dimensione del potere ha perso limmediatezza che aveva
nel pagus, data da un quotidiano confronto interumano. divenuta
via via pi astratta, meno controllabile dunque pi totalitaria.
A fronte di questo, diverse persone che volevano ritrovare il proprio
essere pi autentico non hanno potuto tollerare il caos crescente delle
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dimensioni urbane, e si sono ritirati, in solitudine o in piccoli gruppi,
tra le braccia della natura.
Questo piccolo-grande esodo si dipanato lungo i secoli.
Un mito Hindu crede che nelle citt si sono creati i presupposti perch
si ispessisse il velo Maya, ovvero quel velo che preclude alluomo la
visione autentica della realt
La prima comunit internazionale documentata, fu Homakoeion,
fondata da Pitagora nel sud dellItalia intorno al 525 a.C.
La comunit, vegetariana, aveva diverse centinaia di residenti, ma-
schi e femmine, i cui beni venivano divisi e si lavorava insieme divi-
dendo i momenti dei pasti.
Sullo stesso lone troviamo, a partire dal secondo secolo a.C., le co-munit essene, poco distanti dal Mar Morto, cui si sarebbero ispirati i
primi cristiani, organizzati nella Comunit Gerosolimitana.
Il ritirarsi per ritrovarsi, in solitudine o in comunit, stata una
costante della storia umana.
Luniverso comunitario sempre stato decisamente vario e sfaccet-
tato, dunque se in genere la scelta di vivere in comunit e quella di
ritornare alla natura sono andate e tendono ad andare di pari passo,ci sono stati e ci sono tuttora casi di comunit nelle citt.
La comunit implica difatti una prossimit interpersonale che la citt
tende a negare.
Sulla dicotomia citt-campagna si innesta una prima importante diffe-
renza tra comunit intenzionale ed ecovillaggio.
Difatti, se la denizione di comunit intenzionale non include necessa-
riamente la scelta rurale, quella di ecovillaggio non pu non com-
prenderla, pur se questo si viene a trovare in un contesto cittadino.
Nella denizione di comunit intenzionale lenfasi cade sullintenzio-
nalit cio sul fatto che vivere in comunit la conseguenza di una
scelta deliberata, di una intenzione.
Nella denizione di ecovillaggio, il fatto di essere un piccolo nucleo
di persone invece vincolato alla scelta di uno stile di vita ecologi-co, dunque necessariamente inserito, in primo luogo, in un contesto
naturale.
Lecovillaggio rappresenta dunque un importante momento di sin-
tesi di due istanze che, nei secoli, si sono affermate come antidoto
allalienazione urbana: il ritorno al materno grembo naturale e la vita
in piccoli gruppi possibilmente afatati, cio la scelta, lintenzione, di
essere comunit.
(Manuel Olivares - Comuni, comunit, ecovillaggi)
Oggi gli ecovillaggi e le comunit intenzionali sono diverse migliaia
nel mondo.
Il fenomeno comunitario, in questi ultimi anni, sta conoscendo una
prudente oritura, agevolato dal fatto che le grandi citt sono pro-
gressivamente meno vivibili, le condizioni economiche della maggior
parte delle persone meno oride, e la crisi economica che sta attra-versando europa e U.S.A. ci spinge a riconsiderare il nostro modo di
vivere, lavorare e produrre.
Per alcuni vivere in una dimensione comunitaria ed avere garantiti i
prodotti dellorto e degli animali e la legna dai boschi, in unottica di
semplice sussistenza che abbini una ritrovata libert da bisogni in-
dotti un fuggire da condizioni umane private di libert, come quella
descritta da Herbert Marcuse:
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Una confortevole, levigata, ragionevole, democratica non-libert pre-
vale nella civilt industriale avanzata, segno del progresso tecnico.
(Herbert Marcuse - Luomo a una dimensione)
Lautore denuncia il carattere fondamentalmente repressivo della
societ industriale avanzata, egli crede che appiattisca luomo alla
dimensione di consumatore, euforico e ottuso, la cui libert solo lapossibilit di scegliere tra molti prodotti diversi; e che la vita dellin-
dividuo si riduca al bisogno atavico di produrre e consumare, senza
possibilit di resistenza.
Ci che la maggior parte delle persone vanno cercando in una scelta
di vita in un ecovillaggio una qualit della vita difcile da ritrovare
nel mondo ordinario, nella cauta accettazione di quanto di buono isoldi e la tecnologia possono offrire.
Altri ancora vivono in un ecovillaggio o in una comunit intenzionale
perch coinvolti in uno stesso percorso iniziatico e/o spirituale o an-
che semplicemente ideologico o culturale.
A fronte di questa classicazione generale, esistono molte realt
miste in cui, ad esempio, ritroviamo istanze di ecologia profonda
contaminate con altre legate ad un preciso cammino spirituale o diricerca politico-esistenziale e gli esempi si potrebbero moltiplicare.
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New Armony una citt statunitense nellIndiana, situata sul ume
Wabash. Fondata nel 1814 dal pastore di origine tedesca George Rapp
con il nome di Harmonie, i suoi terreni furono in seguito acquistati
dallindustriale utopista britannico Robert Owen, emigrato negli Usa
per fondare una comunit basata sul pensiero razionale, la coopera-
zione e leducazione gratuita. Grazie allaiuto nanziario e al supporto
intellettuale del geologo e lantropo William Maclure, New Harmony
assunse subito un ruolo di primo piano nella cultura statunitense: vi
furono infatti creati il primo asilo, la prima scuola e la prima biblioteca
gratuita della nazione. Fall invece il progetto di economia coopera-
tiva, anche perch gran parte delle 1000 persone che si insediarono
a New Harmony non era disposta a svolgere tutti i ruoli previsti dal
progetto di Owen che, avendovi perso oltre l80 per cento della sua
ricchezza, cos abbandon denitivamente il suo progetto nel 1828.
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Il Monte Verit, il cui nome originale monte Monascia, una colli-
na sopra Ascona nel Canton Ticino, in Svizzera. Il luogo ha assunto
il nome Monte Verit nei primi decenni del XX secolo quando stata
fondata una comunit eterogenea di utopisti/vegetariani/naturisti/
teoso considerata, oggi, unantesignana del movimento alternativo.
Nel 1899 Henri Oedenkoven, un olandese originario di Anversa glio
di industriali milionari, decide con altri compagni tra cui Ida Hofmann,
insegnante di pianoforte e femminista del Montenegro, Karl Grser
ufciale dellarmata austriaca, Lotte Hattemer e altri, di cercare un
posto pi a sud per fondare uno stabilimento vegetariano nudista.
Lidea era di vivere in modo meno articioso e pi sano sicamente e
moralmente. Oedenkoven assicur che avrebbe messo a disposizio-
ne i fondi necessari alla realizzazione del progetto e gli interessati si
mossero per cercare il luogo ideale a piedi, adattandosi n da subito
al nuovo stile di vita. I luoghi ideali furono trovati nella regione di
Ascona e vennero acquistati nel 1900. Qui vennero proposti soggiorni
a quanti volevano cambiare stile di vita con unattenzione terapeuti-
ca rivolta al benessere del corpo e dello spirito. Gli ospiti si vestivano
con una sorta di camicione, o saio.
Predicavano la vita a contatto con la natura e spesso praticavano le
loro attivit, tra cui la coltivazione dellorto. Costruivano anche sem-
plici ed essenziali casette di legno dove potessero regnare aria e
luce. Il regime alimentare era strettamente vegetariano. Avevano un
culto della vita rurale e primitiva che consideravano come una rivol-
ta anti-industriale, libera dalle convenzioni; una forma di religiosit
naturistica. Successivamente il luogo stato visitato da numerose
personalit di fama internazionale, ed alcune risiedettero anche per
periodi piuttosto lunghi: Carl Gustav Jung, Karoly Kernyi, Erich Maria
Remarque, Hermann Hesse, Filippo Franzoni, Marianne Werefkin,
Alexej Jawlensky.
Nel 1920 Ida Hofmann e il compagno Henri Oedenkoven emigrano in
Brasile per rifondare una nuova colonia del quale si persero le tracce.
Lasciarono la gestione del luogo agli artisti Werner Ackermann, Max
Bethke, Hugo Wilkens e Williamo Werner.
Nel 1926 il Monte Verit acquistato dal barone Eduard von der
Heydt, banchiere dell ex-imperatore Guglielmo II e uno dei pi grandi
collezionisti di arte contemporanea, orientale e primitiva.
Nel 1928 il Barone von der Heydt fece poi costruire il nuovo albergo
in puro stile Bauhaus dallarchitetto tedesco Emil Fahrenkamp, dando
un nuovo corso al destino architettonico ed estetico di un luogo da
sempre eterogeneo come i personaggi e gli inussi che vi sono gravi-
tati. Oggi il Monte torna a riorire e, soprattutto, ad essere attraente
per il pubblico, che sulla collina pu respirare unaria nuova e ritrova-
re sentieri forse perduti.Parole come scoperta, solidariet, ricerca in-
teriore, bellezza, riessione, giustizia, piaceri, mondi lontani e vicini,
riti, tradizioni, contemplazione, gioia di vivere, spuntano sulla tenera
erba del Monte come primule. Progetti, inziative e relazioni si intrec-
ciano cercando di ricucire un capo e laltro del grande arazzo della
memoria. Seminari e conferenze per esperti di provenienza da tutto il
mondo, si susseguono regolarmente seguendo un nutrito calendario.
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Foto dei primi abitanti che insediarono Monte Verit.
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Alcune foto storiche dei vari personaggi che hanno ruotato intorno al progetto Monte verit tra cui Herman Hesse nella foto in basso a de-
stra; oggi possibile soggiornare in un rinnomato albergo.
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(Mller, Christoph - Capelloni, balabiott e neorurali : i primi venticin-
que anni di un progetto alternativo )
Allinizio degli anni 70, un gruppo di giovani del Canton Ticino in
Svizzera, decide di fondare una comunit di ricerca che desiderava
affrontare in modo nuovo e diverso i problemi di importanza genera-
le, come le relazioni interpersonali, il guadagnarsi da vivere, lalimen-
tazione, il tempo libero, eccetera.
Per sviluppare e realizzare questo ambizioso progetto occorreva unluogo sico e delle collaborazioni. Si trov laiuto di un movimento
scautistico e di Graziano Papa, presidente della Pro Natura Ticino. Fu
grazie ad un suo consiglio che si venne a conoscenza dellesistenza di
questo piccolo borgo di una decina di case chiamato Chiesso. Si stam-
p un volantino per lorganizzazione di un campo estivo internazio-
nale della giovent, e questo era il testo:
Chiesso: villaggio di montagna a 1450 m s.m; no al 1946 abitato
per 10-11 mesi allanno: oggi deserto. Una chiesa, una fontana di
paese, 20 case, enili e stalle, nessuna strada - lontano dalla civilt e
dallinquinamento dellambiente. Siamo intenzionati a ridare a questa
regione nuovi impulsi, restaurando alcune case e enili per fondare
un centro internazionale di vita comunitaria, in una natura ancora in-
tatta cercando uno stile di naturale e spontaneo. Si offre la possibilit
di incontrare giovani di tutte le nazionalit e di scambiare liberamente
le idee nelle lingue differenti.
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Panoramica delle case che compongono lecovillaggio svizzero di Chiesso.
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Il caso del progetto del Castello di Gudlon, uno fra i pi interes-
santi ed innovativi progetti scientico-culturali di diffusione al pub-
blico della cultura materiale medievale del XIII secolo in Francia.
Lideatore del progetto del Parco, Michel Guyot, restauratore appas-
sionato dellet medievale, ha inteso portare avanti con precisione
scientica la costruzione di un cantiere edile della prima met del
Duecento, utilizzando mezzi e tecniche proprie dellepoca, predispo-
nendo a tal ne dei percorsi funzionali di visita per i turisti.
Il progetto del castello di Gudlon si congura come un interessante
terreno di sperimentazione per convalidare o retticare le ipotesi sulle
costruzioni medievali e, nello stesso tempo, anche come mezzo attra-
verso il quale invogliare un pubblico quanto pi eterogeneo possibile,
ad accostarsi alla conoscenza delle tecniche costruttive del passato
attraverso una modalit di fruizione innovativa ed efcace.
Il comitato scientico per la realizzazione del castello non intende
portare avanti unoperazione atta a ripristinare la funzionalit di strut-
ture preesistenti, ma creare dal nulla una grandiosa opera di architet-
tura medievale, un luogo unico, dove si respira la storia, avvalendosi
delle tecniche dellarcheologia sperimentale e perseguendo sia uno
scopo fortemente didattico che turistico.
Il progetto di Gudlon dimostra come la cultura possa essere diffusa
al pubblico sia secondo forme di comunicazione propriamente tra-
dizionali che altamente innovative, attraverso strategie di marketing
e di promozione turistico-territoriali, in grado di attirare anche quella
nicchia di pubblico di solito poco stimolata a partecipare in maniera
pi attiva alla fruizione del patrimonio culturale.
Il cantiere, aperto dal 1998, guidato dallAssociation des Compa-
gnons Btisseur de Puisay il cui presidente Michel Guyot, e da
allora, un gruppo di mastri operai salariati in abiti tipici medievali, che
vivono in un villaggio di capanne poco distante dal cantiere, stanno
dando vita ad un possente castello medievale, con mastio, mura mer-
late e torri.
La realizzazione del castello di Gudlon si inserisce in un progetto di
pi ampio respiro che vede, una volta giunta a termine la costruzione
del castello comitale, la successiva messa in opera di altre componen-
ti qualicanti della societ medievale quali: il monastero, la cappella,
il villaggio, le masserie, etc.
Lesigenza pi forte quella di musealizzare le strutture realizzate e
di costituire un vero e proprio Parco Archeologico assimilabile, sec-
ondo la denizione di matrice nord americana e nord europea, alla
categoria dei Theme Parks.
I Theme Parks rappresentano un nuovo modo di fare cultura
realizzando in maniera piuttosto fedele ambientazioni del passato,
allo scopo di presentare ad un pubblico di non specialisti i risultati
degli scavi e della ricerca scientica, e predisponendo una modalit di
fruizione pi immediata e tangibile.
(www.europamedievale.it)
Il progetto del Parco di Gudlon intende raggiungere sia un obiettivo
propriamente culturale, come quello di far comprendere la profondit
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Veduta del cantiere relativo alla fortezza medievale situato nel mezzo di una foresta in Francia.
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delle tradizioni, riscoprire le proprie radici e consolidare il senso di
appartenenza a una cultura e a un territorio di cui necessario avere
rispetto, sia ludico, attraverso la periodica realizzazione di spettacoli
di ambientazione medievale, ai quali partecipano attori travestiti da
cavalieri e sbandieratori, al ne di favorire un incremento dei ussi
turistici.Un parco in costante evoluzione che si alimenta continuamente anche
di nuovi dati provenienti da altri contesti insediativi originali apparte-
nenti alla stessa fase storica, i quali consentono di smentire o avval-
orare le teorie storico-archeologiche elaborate nel tempo.
Alcune foto di persone che lavorano nel cantiere con i tipici vestiti
medievali.
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A unora da Parigi, situato in un parco di rara bellezza, e che vanta un
patrimonio industriale che risale al 12 secolo, il progetto artistico
dellartista Jorge Orta Les Moulins offre un contesto unico per esplo-
rare le idee e creare progetti che risuonano con lambiente circostante
e il suo signicato storico.
Un centro di sperimentazione artistica, ricerca e produzione. Gli artisti
residenti provenienti da tutto il mondo sono invitati a realizzare pro-
getti straordinari e sprimentazioni artistiche, ricerche, e produzioni in
situ.
Il sito Les Moulins insieme alle relazioni di artisti e ricercatori agi-
sce come un catalizzatore il cui scopo quello di ripensare le priorit
sociali e ambientali. Il progetto si propone di sdare e trasformare le
combinazioni culturali, ecologiche e politiche che ci circondano.
Inoltre si conducono ricerche in due ambiti: riguardo larte contempo-
ranea e in ambito del rapporto in costante mutamento tra patrimonio
industriale e ambientale.
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Varie foto del immenso progetto Les Moulins. In alto a sinistra fotografato una panoramica di tutto il complesso industriale.
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Il misterioso rapporto tra innitamente piccolo e innitamente gran-
de, tra unit e molteplice ci che del mosaico mi affascina maggior-
mente.
La sperimentazione del mosaico mi da la possibilit di riettere sul
mio modo di sentire lera contemporanea rapportandola continuamen-
te al passato.
La discontinuit dellimmagine per me il tramite per creare un rap-
porto tra visibile e invisibile, per poter suscitare questultimo attraver-
so la materia.
La mia espressione musiva passa attraverso aspetti poetici e fantasio-
si, che convivono con quelli pi razionali e freddi grazie ad una conti-
nua ricerca materica.
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Sei pannelli nel quale vengono rappresentati, con diversi materiali,
delle possibili mappe che possono essere osservate sia come mappe
reali ma anche come mappe della struttura mentale delluomo in
relazione a determinati periodi storici.
Le fasi vengono rafgurate in maniera cronologica e con lutilizzo di
differenti materiali a seconda dellepoca storica.
Il primo pannello rafgura la terra senza alcun tipo di citt ed stato
realizzato utilizzando solo lana non trattata. Il secondo un villaggio
primitivo e i materiali utilizzati sono lana trattata e sassi. Nel terzo
presente una mappa di una cittadella medievale e sono stati usa-
ti marmi, mentre nel quarto viene rafgurata una citt pi moderna
composta da tessere di plastica. Nel quinto prende forma una citt
post-contemporanea e per questo composta da differenti tipi di
materiali, da oggetti elettronici, a placche di metallo. Inne lultimo
pannello stato realizzato solo con laccostamento di parti di legno
bruciati, raccolti da un fuoco.
Questo stato il primo lavoro dove ho cercato di descrivere attraver-
so immagini musive differenti strutture mentali di differenti periodi
storici.
Nei pannelli che descrivono il passato troviamo forme e disegni sem-
plici che poco a poco diventano sempre pi complessi come le nostre
societ e tutto ci che ci circonda nellera contemporanea.
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Un luogo dove possano vivere le diverse capacit e passioni
di ogni membro. Una ragnatela di energie che possano essere
intrecciate e scambiate con gli ospiti. Sogno un piccolo villaggio
con una trib che possa vivere all unisono con larte, lambiente
e la purezza.
Un luogo composto da varie unit abitative che, a seconda del
nucleo familiare, avranno diversa grandezza, vi saranno spazi
comuni e condivisi per ottenere una maggiore coesione sociale,
una cooperazione reale e concreta, un risparmio sui costi ed una
ottimizzazione dei ritmi della vita.
Sar possibile dedicare varie settimane ad un tema particolare;
a seconda delle capacit e abilit delle persone coinvolte. Ad
esempio la settimana dedicata al feltro, al teatro, al mosaico,
allarte, alla meditazione, alla cura dellorto, alla filosofia, alle
ricette di cucina, ai corsi di musica, di scultura, di trekking, di
vendemmia, di danza ecc...
Ci saranno delle case che potranno fornire vitto e alloggio a pic-
coli e grandi gruppi di ospiti, il tutto con pannelli solari, stufe a
legna, gabinetti a secco e candele per far provare agli ospiti uno
stile di vita diverso e pi ecologico. Ci sar un grande orto cura-
to da tutti gli abitanti da cui poter prendere la maggior parte del
cibo necessario e uno spazio per tutti gli animali.Un eco-villaggio aperto a tante relazioni con lesterno e con la
societ senza il desiderio di rinchiudersi o isolarsi dal mondo
esterno, ma che vorrebbe essere un modello sostenibile sul pia-
no economico, sociale, artistico ed ecologico.
Un luogo abitato da una comunit intenzionale di persone affini
che daranno vita a unutopia concreta, a un modello di un nuovo
modo di vivere che si concretizzer mediante progetti ed
esperienze volte al miglioramento dellindividuo, del gruppo e di
quante pi persone sia possibile coinvolgere.
Si dar vita a nuove forme di convivenza, tali da rispondere al-
lattuale disgregazione del tessuto familiare, culturale e sociale
della condizione postmoderna e globalizzata.
Di fondamentale importanza sarebbe aprire un negozio in un
paese o citt non troppo distante dove si possano vendere i pro-
dotti alimentari, di artigianato e d arte auto-prodotti.
Un luogo dove ogni persona di qualsiasi nazionalit a seconda
delle sue capacit, necessit e doti pu giostrare il suo tempo,
il suo spazio, il suo lavoro, esprimere s stesso e il suo amore.
Un grande laboratorio di ricerca e sperimentazione in continuo
movimento verso stili di vita alternativi allattuale modello so-
cio-economico.
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Spazi personali destinati ad esse-
re utilizzati a seconda delle diverse
abilit e professioni di ogni abitante.
Abitazioni.
Negozio dove vengono messe in
vendita i prodotti alimentari e arti-
gianali di tutto il villaggio.
Piazza centrale dedicata a momenti
di condivisione.
Area dedicata alle case degli ospiti
con il loro relativo orto.
Un enorme tenda yurta denomina-ta Free space dove avvengono gli
eventi, i corsi e mostre darte.
Il grande orto dove tutti gli abitanti
posso lavorare.
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Che concept visivo dare ad un nuovo progetto per renderlo inte-
ressante e stimolante sia per gli abitanti che per i visitatori?
Unidea originale sarebbe quella di pensare ad un design di in-
terni ispirato a quello dellantica Roma.
Osservando le ville rurali (chiamate anche residenze agricole)
che possedevano gli antichi nobili romani, possiamo notare che
conservavano schemi organizzativi che potrebbero essere attuati
ancora oggi dal punto di vista estetico, artistico e tecnico.
La vita nella villa si caratterizzava per la suddivisione del tempo
tra lotium (bagni alle terme, caccia e lettura) e il negotium (ge-
stione dellattivit agricola e dellallevamento); con luoghi per
Ricostruzione a computer dellantica villa romana La Olmeda nei dintorni di Palencia in Spagna.
lavori agricoli, stalle, vita privata e comunitaria.
Uno spazio speciale era dedicato alla famiglia del proprietario
che poteva godere di molte comodit. Lo spogliatoio, il calida-
rium per il bagno caldo e il frigidarium per quello freddo.
Solitamente i locali erano riscaldati con il tradizionale sistema
dellhypocaustum, ovvero attraverso la circolazione di aria calda
sotto il livello del pavimento, prodotta da un forno disposto nel-
le vicinanze.
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1,16- fauces (ingresso)
6- atrium (atrio)
2, 3- tablinum (studio)
4, 5- oecus tricliniare
(sala da pranzo)
10- impluvium (cisterna
per lacqua)
13,14,15,17,18- tabernae
(botteghe artigiane)
19,20- hortus (orto)
7, 8, 9,11,12- cubiculum
(camera)
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Al tempo dellantica roma nel centro-nord Italia e nel resto del-
lattuale europa esistevano diversi insediamenti di villaggi celti-
ci. La loro cultura si distingueva da quella romana per essere pi
a contatto con la natura.
Nel mio progetto lideale sarebbe creare parallelamente alla
villa rurale romana anche un piccolo villaggio celtico raggiun-
gibile dopo una o pi ore di cammino, dove nei mesi estivi si
possa avere la possibilit di raggiungerlo e creare altri tipi di
workshop, laboratori, feste o semplicemente per fare delle va-
canze legate al tema della natura e della cultura celtica.
Stimolante e divertente sarebbe per i gruppi di bambini aver la
possibilit di trascorrere dei giorni o delle intere settimane in
questa sorta di villaggio celtico, dove si possa giocare in libert,
divertirsi, imparare la storia giocando comprendendo le diffe-
renze che nellantichit dividevano leuropa, e allo stesso tempo
imparare nozioni legate allecologia contemporanea.
Le foto di queste pagine sono state scattate in diverse feste
celtiche che da anni vengono organizzate prevalentemente nel
centro-nord Italia.
Solitamente durano da un week-end a una settimana.
Anche qui i visitatori si trovano immersi in una grande festa di
tradizioni, sensazioni, musiche, lavori, e rievocazioni, tutte lega-
te al mondo dei celti.
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Alcuni momenti di festa tipici della vita in un villaggio celtico.
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Il mio progetto artistico di tesi una ricerca visiva relativa ai
vari legami sociali e ai contesti naturali che esprimono i tanti
differenti modi di vivere degli essere umani nel nostro secolo.
Emblema e di forte influenza artistica la mia voglia di vivere e
realizzare un progetto artistico comunitario nel quale poter vive-
re e che possa essere da modello per le altre realt.
Si tratta di due collezioni di opere musive:
La prima realizzata disegnando relazioni sociali legando insieme
tessere differenti, nel vuoto, attraverso luso di svariati tipi di
fili e tessere. Cinque tipi diversi di relazioni sociali sono esplora-
ti e raffigurati attraverso una tecnica da me ideata che propone
nuovi schemi compositivi e visivi.
Un viaggio attraverso modi di definire, sentire e rappresentare i
legami che uniscono le nostre vite a seconda delle persone che
si trovano nel nostro stesso luogo.
La seconda collezione invece esplora il mondo dei contesti an-
tropizzati nel quale ci ritroviamo a vivere, grazie ad una ricerca
realizzata con il sistema satellitare di Google Maps ho preso del-
le foto di alcuni paesi, citt, quartieri, ecovillaggi, campi profu-
ghi di diverse zone del mondo composti da diversi tipi di abita-
zioni e strutture compositive di habitat. Il risultato composto
da varie mappe trasformate nel linguaggio musivo con lutilizzo
di infiniti materiali, dalle tessere realizzate frammentando tegole
per rappresentare case tipiche italiane, alluso di tessere di lana
realizzate a mano con la tecnica delluncinetto per rappresentare
campi e prati che convivono con i diversi tipi di abitazione.
Di indispensabile aiuto per questa mia ricerca artistica stata
la possibilit che ho avuto di vivere seppur per brevi periodi in
luoghi molto diversi tra loro dove ho avuto modo di sperimenta-
re diversi tipi di legami sociali, e diversi contesti naturali.
Ho ricevuto forti condizionamenti da ogni luogo con il quale ho
avuto contatti; dal piccolo paese dove sono nato e cresciuto in
provincia di Varese, alla citt di Milano dove ho studiato quattro
anni, fino a Chiesso un piccolissimo ecovillaggio nelle alpi sviz-
zere raggiungibile solo dopo un ora e quaranta minuti di cammi-
no; successivamente la citt di Ravenna dove ho potuto trovare
una dimensione molto equilibrata, infine fuori dallItalia hanno
avuto un indelebile impatto sulla mia ricerca le citt di Damasco
in Siria, Bilbao in Spagna e Parigi in Francia.
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Dettaglio dellopera Relazioni Urbane
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Dettaglio dellopera Bologna, Italia
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Leonardo V. Arena
101 Storie Su
Il punto dincontro, 2003
Stephanie Kaza
Consapevolmente verdi
Feltrinelli, 2010
Hewstone, Stroebe, Stephenson, Codol
Introduzione alla psicologia sociale
Il mulino, 1991
Spreaco
Le vie della comunit. Legami sociali e differenze culturali
Baumann Z.
Dentro la globalizzazione. Le conseguenze sulle persone
La terza 1999
Manuel Olivares
Comuni, comunit, ecovillaggi
Vivere altrimenti 1998
Manuel Olivares
Un giardino delleden
Vivere altrimenti 1999
Jan Martin Bang
Eco-villaggi - Come vivere bene in gruppo
Il lo verde di Arianna 2007
Saul Succhi
La villa romana de la Olmeda ha un tappeto musivo di rara bellezza
2010
SITOGRAFIA
Archeomedia Rivista di Archeologia on-line
www.archeomedia.net
www.Villaromanaolmeda.com
www.treccani.it
www europamedievale it
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