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  • 8/20/2019 l'Attualita Marzo 2016 Web

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    VENTICINQUENNALESabato 19 marzo 2016, presso il Cir-colo Ufficiali Aeronautica “Casa del-l’Aviatore”, viale dell’Università n20, Roma, avrà luogo la celebrazionedel 25° anniversario di fondazione delPeriodico “L’Attualità”, edito dal Mo-vimento Gaetano Salvemini. I Soci edi simpatizzanti sono invitati a parteci-pare all’evento.  Programma. Ore18,00: Vernissage della Mostra d’Artepittorica (max tre quadri per Artista) edeclamazione di poesie selezionatedagli Autori (max tre poesie). Ore18,30: Saluto augurale del Gen. ProfStefano Murace (Marchese di Costa-

    viola della Magnagrecia) (nella foto). Ore 18,40: Relazioni delProf. Giorgio Bosco (Ambasciatore e Presidente Onorario del-l’Unione Italiana Associazioni Culturali) e del Prof. Cosmo GSallustio Salvemini (Direttore “L’Attualità”). Moderatore: DottAntonio Bartalotta (Capo Ufficio Stampa del Movimento Sal-vemini). Coordinatore: Dott. Paolo Macali (Vicedirettore “L’At-tualità”). Ore 19,00: Interventi previsti: Don Riccardo Giordani(Duca di Willemburg e Presidente della Norman Academy), GenDr. Rocco Panunzi ( Presidente UNUCI), Gen. CC. Dr. RaffaeleVacca, Dott. Gino Falleri (Vicepresidente O.d.G. Lazio-Molise)Dott. Salvatore Veltri (Direttore attualita.it), Prof. Florinda Bat-tiloro (Presidente Caffè dell’Artista), On. Alfredo Arpaia (Pre-sidente Lega Italiana Diritti Umani), Prof. Tito L. Rizzo

    (Consigliere Capo Servizi del Quirinale), Dott. Giorgio Guatelli(Presidente ANPEFS), Guasca (Artista), Dott. Liana Botticelli(Direttrice artistica del Maggio Uniacense), Prof . Ferruccio Cia-vatta (Pubblicista), Prof. Albano Laporta (Pubblicista), DottFilippo Chillemi (Direttore “Nuova Impronta”), Prof. AuroraSimone Massimi (Gionalista), Dr. Alessandro Massimi (Pub-blicista), Mons. Prof. Pierluigi Vignola (Pubblicista), Avv. Fran-cesco Oliveti, Dr. Massimo Nardi (Giornalista), Dr. CarmenGaloppo (Giurista), Dr. Silvia Iovine (p. Pubblicista), Dr. LiciaFalcone (Soprano), Dr. Lucilla Petrelli (Pubblicista), DonnaElena Andreoli Grasso (Poetessa-scrittrice), Dr. Marcella Crocede Grandis (Soprano), Dr. Fabrizio Fratangeli (Presidente Ass“Nuova Era”), Prof. Liliana Speranza (Giornalista), Dr. Gian-federico Brocco (Pubblicista), Dr. Nico Valerio (PresidenteNuovo Rinascimento), Dr. Maria Luisa Bergamasco (Pittrice)Prof. Angela Abozzi Cecchetto (Giornalista), Dr. Carmelo Mo-nello di Borsod (Pubblicista), Dr. Antonietta Anzalone (Pubbli-cista), Comm. Giovanni Maggi (Presidente Accademia Città diRoma), Dr. Patrizia M. Frangini Klum (Pubblicista), Dott. Leo-nardo Zonno (Pubblicista), Prof. Maria Rosa Nicastri (Pubbli-cista), Avv. Domenico Bertuccio, Avv. Paolo Cancelli, DrAdalgisa Biondi (Vicedirettore “L’Attualità”), Dr. Lisa Biasci(Pubblicista), Avv. Sergio Scalia (Pubblicista), Dott. Alberto DeMarco (Presidente Ass. Amici di Totò), Dr. Cav. Mario Coletti

    (Sociologo, Pubblicista), Pietro Sarandrea (Artista), VincenzoPonzio (Artista), Marina Giudicissi (Pubblicista),Anna MariaBallarati (Pittrice), Dr. Stefano Di Marino (Regista e Pubblici-sta), Dr. Francesca Pagano (Pubblicista), Emiliano Caruso(Pubblicista) ed altre personalità del Giornalismo, della Culturadell’Arte e della Politica. Ore 20,00: Cena sociale (quota pro-ca-pite euro 25,00). Prenotazione obbligatoria, anche per i vegeta-riani, entro le ore 13,30 del 18 marzo (cell. 3470333846). Info:www.movimentosalvemini.blogspot.com

    GAETANO

    SALVEMINIuna v i ta per l a l ibe r tà

    [email protected]

    U N S I T O D A V I S I T A R ENavigando in Rete e digitando

    movimentosalvemini.blogspot.compotete documentarvi sulle proposte di riforma

    istituzionale avanzate dal Movimento Salvemini.Il sito è una mini-enciclopedia di Scienze

    politiche, economiche, sociali, religiose, letterariee artistiche: circa 2000 rubriche. Potete anche

    esprimere via e-mail le vostre opinioni.Il sito ha registrato finora circa 38.000 contatti.

    LA MADRE DI TUTTE LE RIFORMEAncora una volta quasi tutti i candidati a Sindaco delle principali città italiane sono stati designati con il famigerato “metodo Ca-ligola”, cioè dagli oligarchi dei partiti anziché dai cittadini secondo le regole della democrazia autentica. Se alle prossime elezioniamministrative l’astensionismo dovesse ancora registrare una cifra intorno al 50% certi leaders politici dovrebbero ammettere il lorofallimento e riconoscere che gli apparati di partito non devono agire come comitati di affari per fini clientelari, molto lontani daireali bisogni della gente. Dovrebbero ammettere che le loro macchine propagandistiche non sono più in grado di abbindolare l’opi-nione pubblica e non sanno selezionare i candidati in base alla loro competenza ed onestà. Si è venuta a creare “de facto” una lobby-pluto-crazia che è l’esatta antitesi della democrazia. Molti politicanti continuano a cambiare casacca per tornaconto personale perchépossono agire “senza vincolo di mandato” (una norma costituzionale da abrogare perché incoraggia l’immorale trasformismo). Ilpanorama complessivo è desolante. Bisognerebbe abrogare molte altre norme anacronistiche e truffaldine quali, ad esempio, il mo-struoso art. 7 della Costituzione (che ha incorporato i Patti Lateranensi clerico-fascisti) e la legge Gasparri (che ha messo la RAI alservizio esclusivo degli oligarchi politici e delle lobby loro collegate, imbavagliando le Associazioni e i Movimenti culturali indi-pendenti dai clan di vario genere).Che cosa si spetta a tagliare la spesa pubblica abolendo, ad esempio, le migliaia di auto blu ancora in circolazione a nostre spese?La “spending review” tanto sbandierata è una colossale turlupinatura. Che cosa si aspetta ad istituire un Parlamento monocameralecon soli cento seggi, a correggere la normativa sugli appalti pubblici quasi tutti truccati, ad eliminare i privilegi fiscali di cui ancoragodono gli immobili di enti ecclesiastici ad uso commerciale, ad abolire l’iniquo meccanismo dell’otto per mille IRPEF sulle quotenon espresse dai contribuenti? E’ poi di lapalissiana evidenza che non può esserci crescita economica finché la pressione fiscale saràasfissiante e finché l’odiosa “tassa occulta” del pizzo pagato ai clan opprimerà imprenditori e commercianti. L’Italia non potràuscire dal tunnel in cui si trova se i meccanismi della rappresentanza popolare continueranno ad essere caratterizzati dal vile mer-cato dei voti (inquinati) e delle poltrone assegnate dagli attuali Caligola. Che fare, allora? Il Movimento Salvemini propone da

    tempo di far riconvocare l’Assemblea costituente che riscriva la Costituzione al fine di introdurre il “metodo ateniese” (opportu-namente adattato ai tempi moderni) fondato sull’attribuzione delle cariche pubbliche mediante sorteggio tra volontari competenti eonesti; un sistema, denominato “Random-crazia”, vagliato favorevolmente nel mondo da molti Centri Studi Politici tra i quali la Stan-ford University di California e dettagliatamente illustrato in alcuni libri delle nostre edizioni. Il sorteggiato, a differenza di chi vieneeletto, ha il vantaggio di non dover disobbligarsi verso i “capibastoni” procacciatori di “voti a pagamento”; vale a dire, agirebbe im-parzialmente e secondo coscienza per risolvere i reali bisogni della gente e non agirebbe per mantenere, ad ogni costo, la poltrona.E’ questa la madre di tutte le riforme, per far sì che i cittadini riacquistino fiducia nelle Istituzioni. Cosmo G. Sallustio Salvemini

    L’EUROPA,UNFALLIMENTOANNUNCIATOChe l’Europa, così come prefigurata dalle incolte, marcescentimenti post-sessantottine (e dalla vanità politica prodotta con lofascio generale dell’Istruzione), fosse un fallimento certo e an-unciato, un errorestrategico, politico ed economico, tutto ciòsioteva comprendere fin dalle premesse. Di certo si poteva com-rendere dalle strutture prefissate, contraddittorie, sovrappostela Nato, l’Ocse) che,nell’ottica degli sprovveduti, avrebbero do-uto costituire le basi su cui far nascere la novella (bislacca) co-truzione statuale:l’Europa. In quest’ottica insensata, subordinatagli Usae controproducente, l’Europa nonsi è formata seguendoli ideali dei grandi europeisti paritari della prima metà del No-ecento (ma sarebbe più giusto parlare di federalisti oculati e

    quilibrati, tra cui il grande G. Salvemini), bensìcome un’accoz-aglia di Stati sconfitti e sottomessi appunto agli Usa (complicea GB). Nona caso questarisibileEuropa é, all’occasione, la loroongamanus,si muove aduso e consumo dei loro affari e interessid é vincolata alle loro mire espansionistiche, egemoniche e mi-itari, contro l’unica vera altra potenzauscita dalla II Guerra Mon-iale: la Russia. La guerra truffa, illegale contro l’ex Jugoslaviao dimostra appieno. Ecco perché lo scopo e il fine fin troppohiaro dell’Europa è di fatto solo quello di essere un insieme ditati utili idioti,provocatori euscinetto nello stesso tempo,

    ENNESIMO SUICIDIOSi è ucciso dandosi fuoco dinanzi al luogo dove lavorava e cheaveva perso togliendo il sostentamento alla sua famiglia. Così, un54enne palermitano che abitava a Villabate, cintura del capoluogosiciliano, si è fermato in Piazza Figurella nei pressi del mercato

    ortofrutticolo, dove lavorava in una ditta di autotrasporti, che sitrova all’ingresso di Villabate, ed ha parcheggiato la sua auto FiatIdea. Scoraggiato e disperato, dopo aver comunicato la sua deci-sione ai famigliari attraverso un messaggio inviato su whatsapp,si è cosparso il corpo di benzina si è dato fuoco all’interno del-l’abitacolo. Inutile l’intervento dei Carabinieri e dei Vigili delFuoco che hanno spento le fiamme. Per l’uomo, non c’è statonulla da fare, era ormai carbonizzato. Dalla targa i militari del-l’Arma sono risaliti alla vittima. Rintracciati, i famigliari sono ar-rivati sul luogo della tragedia, accompagnando i rilievi di rito conurla e scene strazianti. Questo mentre il parlamento ha come pri-mario interesse (di alcuni politici, ma non sono leggi ad perso-nam, per carità! Quello valeva solo per Berlusconi...). Le unionicivili ed i clandestini saranno

    (segue a pag. 2) Ferruccio Ciavatta

    UN MAESTRO DI DEMOCRAZIASu “Il Fatto Quotidiano” del 5 gennaio scorso un interessante ar-ticolo di Fabrizio D’Esposito dal titolo: “La scuola di Salvemini:laica e anticlericale”. In esso si fa riferimento anche al recentelibro di Gaetano Pecora, docente universitario: “La scuola laica.Gaetano Salvemini contro i clericali”. Scrive D’Esposito:”La pa-rabola pubblica (del pensatore pugliese) copre oltre mezzo secolodell’Italia novecentesca. Dalla fragilità liberale post-unitaria alregime democristiano passando ovviamente per la dittatura fa-scista. Una coerenza però dinamica, da gigante del pensiero chesi cimenta con il flutto degli eventi. Salvemini fu un grande so-cialista dal metodo liberale, un metodo che lo portò a elaborare escrivere pagine ancora attuali sulla laicità. In particolare per la

    scuola, snodo cruciale nella formazione di un Paese…Ed è pro-prio la scuola il perimetro decisivo in cui Salvemini argomenta ilsuo anticlericalismo. Per comprenderlo bisogna fissare un puntodi partenza. Gli anni in cui affronta il problema scolastico dellalaicità fanno parte del primo decennio del novecento. Salveminisi schiera contro la mozione massonica che vuole escludere i Pretidalle scuole pubbliche. Sembra una contraddizione, ma non loè… Dunque, sì alla partecipazione dei Sacerdoti ai concorsi perle scuole pubbliche. Tutto dipende da come si organizza la lai-cità. E qui viene fuori la grandezza del paradosso salveminiano.Una volta scelto dallo Stato per insegnare, il Prete deve seguire unsolo metodo, quello critico e razionale di un’istruzioneaperta…“Salvemini intraprende poi la sua battaglia contro una(sono parole sue) cultura nozio-nistica ed enciclopedica, desti- (segue a pag. 2) Raffaele Vacca

    (segue a pag. 2) Vetriolo

    CHI SARÀ IL NUOVO CONDOTTIERODELLA CITTÀ ETERNA ?

    Chi sarà il nuovo Sindaco di Roma? La città eterna attende conpazienza un condottiero all’altezza della sua bellezza ormai daroppo tempo deturpata e maltrattata. Ancora non vi è molta chia-ezza sui candidati. La confusione regna in quanto le varie fa-

    zioni politiche cercano di comportarsi secondo le scelte dell’altro.Quello che è certo è che i romani vogliono un Sindaco capace dimettere a posto le cose in termini di efficienza dei servizi pub-blici, pulizia e manutenzione dei beni comuni a cominciare dalletrade che sono giunte ad un livello di degrado veramente pie-oso. Dagli umori dell’elettorato romano si evince una leggera

    preferenza per il candidato del M5S rispetto agli altri. Molto mo-vimento c’è intorno al candidato del PD, che dovrà affrontare leprimarie, e a quello del centrodestra le cui preferenze sembre-ebbero indirizzarsi su Guido Bertolaso, ex Direttore del Dipar-imento della Protezione Civile (nel periodo 2001 – 2010) della

    Presidenza del Consiglio dei Ministri, mentre Alfio Marchini, checorrerà per proprio conto, rap-presenterà un outsider molto

    (segue a pag. 2) Rita Orrù

    (segue a pag. 2) Antonio Bartalotta

    È ANCORA TRASFORMISMOL’hanno chiamata ironicamente la regina del trasformismo, Dorina Bianchi, la scambiatrice di casacche o di poltrone anche

    ell’epoca di Renzi il rottamatore. Laureata in medicina è diven-ata “una professionista” della politica italiana, senza alcun dub-io: classe 1966, di nascita pisana ma crotonese di elezione, si èistinta per questo particolare intuito e fiuto di politico d’altriempi. Il cambio delle poltrone per rimanere dentro la “cosa” pub-lica: le aule di palazzo Montecitorio e Madama. Deputata (2001-008) e senatrice (dal 2008 al 2013) e nuovamente Deputato dopo

    e elezioni politiche del 2013, ha iniziato la sua esperienza poli-ica nel centrodestra col CCD e l’UDC, poi è passata al centrosi-istra con La Margherita e il Partito Democratico. In seguito èitornata nell’UDC, passando poi al Popolo della Libertà, ade-endo infine al Nuovo Centrodestra guidato da Angelino Alfano

    Profondamente cattolica, si dichiara, anche se convivente e nonposata. Sul tema delle convi- (segue a pag. 2) Lisa Biasci

    UN DELITTODIMENTICATO

    Vi sono fatti di cronaca che, perla loro efferatezza o per la famadei protagonisti, riempiono inotiziari per settimane, arri-vando talvolta a eccessi di mi-tomania e speculazione, eomicidi che rimangono invecequasi sconosciuti, forse perchénascosti dalle notizie di eventi

    più famosi o commerciali, oforse anche per la volontà diemarginare la vittima, quandoquesta appartenga a una deter-minata categoria sociale.Spesso la notizia dell’acquisto(segue a pag. 4) Emiliano F. Caruso

    LA CORRUZIONE È LAROVINA DELL’ITALIANonostante la normativa anti-corruzione, che ha tra l’altrodestato forti perplessità e granscompiglio, i dati sulla corru-zione in Italia, secondo il rap-porto della TransparencyInternational, sono tutt’altroche confortanti. Il rapporto

    della Transparency Internatio-nal evidenzia che l’Italia haconquistato 8 posizioni rispettoallo scorso anno, classifican-dosi al 61 posto nel mondo, marimanendo ancora in fondo e

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    L’ATTUALITÀ, pag. 2 N. 3 MARZO 2016

    INFORMAZIONE AI SOCIQuote associative annuali: ordinariaeuro 60,00; simpatizzante euro 100,00; be-nemerita euro 180,00; sostenitrice euro280,00. Per aspiranti pubblicisti: euro360,00.Il versamento va effettuato tramite vagliapostale intestato a Cosmo Sallustio Salve-mini, via Lorenzo il Magnifico 25, 00013.Fonte Nuova (Roma).

    AV V I S O A G L I A S P I R A N T I P U B B L I C I S T IRegolamento: 1) versare la quota associativa annuale. 2)rileggere attentamente gli articoli prima di inviarli allaDirezione entro il 15 di ogni mese. 3) Gli articoli nondevono superare le 25 righe dattiloscritte e devono os-servare la classica regola dei cinque interrogativi: chi,come, dove, quando e perchè. 4) confrontare il testo ori-ginario dei propri articoli con quello poi pubblicato conle necessarie correzioni e abbreviazioni, al fine di non ri-petere errori e prolissità negli articoli inviati successiva-mente. 5) pubblicare almeno 80 articoli in 24 mesiconsecutivi. 6) fare tirocinio in Redazione nei turni daconcordare con il Direttore. 7) rivolgersi al consulentePatrizio Alessandrini (via Monte Senario 14, Roma. Tel.06.87195452) per far calcolare le ritenute d’acconto daversare ogni quadrimestre all’Agenzia delle Entrate. 8)Conservare ogni copia del giornale per poter compilarel’elenco degli 80 articoli da consegnare all’Ordine. 9)Presentare all’Ordine la domanda d’iscrizione all’Albo

    firmata dal Direttore della testata. 10) Sono accettati solotesti dattiloscritti composti in RTF oppure WORD 4/5 einviati per E-mail: [email protected]. Per avere con-ferma, chiamare il cell. 347.0333846.Anche dopo l’iscrizione all’Albo è opportuno pubblicarealmeno un articolo su ogni numero e rinnovare la quotaassociativa annuale simpatizzante.

    (segue da pag. 1) Ennesimo suicidio

    (segue da pag. 1) Chi sarà il nuovo condottiero della città eterna?

    (segue da pag. 1) È ancora trasformismo

    egue da pag. 1) L’Europa, un fa llimento annunciato

    (segue da pag. 1) La corruzzione è la rovina dell’Italia

    (segue da pag. 1) Un maestro di democrazia

    Libera Scuola di Giornalismo(Art. 33, 3° comma, della Costituzione)

    diretta da Cosmo G. SALLUSTIO SALVEMINIPuò essere frequentata anche per corrispondenza.

    Cell 347.0333846Il giornalismo non è solo arte; è anche passione vissuta con entusia-smo e con rettitudine morale. Il piombo, più che l’oro, ha modificato

    la Storia. E più che il piombo dei fucili, quello dei tipografi.

    goisti e rissosi, eretti a protezione degli Usa (non di se stessi):ioèuna regione di primo impatto militare, di “carne da macello”,n caso di guerra e/o conflitto nucleare tra Usa e Russia. Il risul-ato dell‘egemonia strapotente conferita agli Usa dall’Europa eell’assoggettamento alle sue mire imperialistiche è che, in que-ta ottica, è morto l’unico principio basilare del Federalismo eu-opeo ideato nei periodi immediatamente precedenti e soprattuttoonseguenti alla I e II Guerra Mondiale. Cioè la costruzione din Federalismo paritario europeo, la sua indipendenza e la suatessa possibilità di svolgere una decisiva funzione mondiale diquilibrio traUsa e Russia e/oaltri Stati, dirimendogli eventualittriti e conflitti, più o menopretestuosi, che dovessero sorgeretrassi. Invecequesta stupida Europa (dicui siamo massa di mano-ra), subordinata ai potenti esterni e ai “Prodi” incompetenti in-erni, non sa fare altro che ridacchiare distruggendo le nostreicchezze culturali ed economiche; distruggere ridendo il nostroistema di Istruzione, eccitando così sempre più l’ignoranza e laiolenza; fornire sinistri incentivi, rivestiti di tolleranza e morali-mo finti, a comportamenti disumani e incivili (come l’immigra-ione incontrollata,spessomortale), perstolidi interessi di bottegaolitica. Salvo lagnarsene a posteriori da ipocriti, come sempre, enventarsi soluzioni controproducentiancor più sconclusionate chee palesanole totali incapacità e complicità politiche. Questa Eu-opa è la nostra rovina. Ma il “ragazzotto” fiorentino ora al potereonpare andareoltre le diuturne turlupinaturedella Sinistreria. In-egnava già nel ‘500 il Segretario fiorentino, Machiavelli: “Cre-

    devano i nostri principi italiani, prima ch’egli assaggiassero iolpi delle oltramontane guerre, che a uno principe bastasse sa-ere negli scrittoi pensare una acuta risposta, mostrare né detti eelle parole arguziee prontezza, ... ornarsi di gemme e d’oro, dor-

    mire e mangiare con maggiore splendore, ... governarsi coi sud-diti avaramente e superbamente, ... dare i gradi della milizia, per

    razia, disprezzare se alcuno avesse loro dimostrato alcuna lode-ole via, volere che le loro parole fussero responsi di oraculi; né i accorgevano i meschini che si preparavano ad essere preda diualunque gli assaltava”. Ferruccio Ciavatta

    nata a risultare faccia noiosa nonché feroce e dispendiosa di unaneutralità che non esiste in natura…” Il risultato è che gli alunnisopraffatti, disorientati, soffocati dalla massa incoerente di no-zioni che fanno spesso a pugni tra loro…non hanno il tempo dipensare, né di riflettere, né assimilare..” Così, giustamente, con-clude il suo articolo Fabrizio D’Esposito con una grande verità:questo è “..quanto manca all’Italia, il metodo liberale di GaetanoSalvemini..“. Sull’illustre Maestro di Democrazia ci siamo piùvolte intrattenuti su questo giornale che con orgoglio si ispira aiSuoi Valori. Tra questi articoli anche uno proprio sul tema dellascuola dal titolo: “I precari della scuola, parte nobile d’Italia, siispirano ai valori di Gaetano Salvemini“ dell’ 11 Novembre 2012,

    in cui citammo una lettera di Gaetano Salvemini all’amico CarloPlacci del 15 giugno 1898. “A questo mondo si rassegna solo chinon ha bisogno di fare altrimenti. La rassegnazione è la filosofiadi chi non è obbligato a lavorare col dubbio di perdere il lavoro,a lottare sempre col dubbio di rimanere sconfitto nella lotta, a dor-mire sempre col dubbio di svegliarsi e di trovarsi affamati. La ras-segnazione è la filosofia dei soddisfatti. La ricchezza fra gli altrivantaggi che procura, procura anche quello della rassegnazione.Io credo che se Lei da bambino avesse sofferta la fame e l’avessesofferta in compagnia dei Suoi fratelli e della Sua mamma, se Leidovesse vedere davanti a sé sempre la minaccia di vedere i Suoifigli soffrire la fame, come Lei la soffrì quando era bambino, iocredo che la filosofia della rassegnazione non sarebbe fatta perLei… “Concludemmo questo contributo di solidarietà affettuosa epartecipata ai Precari della Scuola italiana, prendendo a prestito iltitolo di una rivista fondata sempre dal Salvemini, dicendo loro avoce alta: “ NON MOLLARE!”. Ma oggi, il “NON MOLLARE”va indirizzato a tutti gli Italiani, in quanto il malaffare avanza im-perterrito. Gli Italiani si scrollino di dosso l’arrendevolezza, il di-sinteresse per una politica seria e l’accidia che li contraddistingue,e siano invece fortemente pensosi del futuro dei Figli e dei Ni-poti…Quindi, bisogna NON MOLLARE!! Raffaele Vacca

    LETTERE AL DIRETTORECarissimo Cosmo,uale socio benemerito de “L’Attualità” rinnovo la mia piena par-ecipazione alla missione pedagogica rivolta alle nuove genera-ioni, subdolamente circuìte da una propaganda martellante eeviante. Ti invio un articolo sulle preoccupanti vicende europeehe mi sembrano gestite da principianti o da incompetenti. Ti ab-raccio fortemente e ti invio il mio cordialissimo saluto.

    Milano,21.2.2016 Ferruccio CiavattaCarissimo Ferruccio, la nostra piccola-grande testata giornali-tica è, dopo 25 anni, una fiamma di libero pensiero che continuad ardere grazie a galantuomini come Te. Va avanti senza illecitiinanziamenti di denaro pubblico o privato, senza subordinazionipressioni partitiche, facendo leva esclusivamente sui liberi con-

    ributi dei Soci e dei lettori. In ciò consiste la forza dei salvemi-iani, una forza invincibile e mai addomesticabile da chicchessia.

    Da sempre e per sempre al servizio della legalità, della verità edell’onestà. Continueremo a sollevare la “questione morale” fino

    quando non verrà definitivamente risolta. Con oltre un secolodi lotte culturali alle spalle, guardiamo al futuro nella certezzahe le canaglie di vario genere verranno prima o poi eliminate

    dalla gestione della “res publica”. La vera libertà è partecipa-ione. Il tuo pregevole articolo è pubblicato su questo numero, inrima pagina. Ricambio vivamente abbraccio e saluto.

    ** ** ** ** ** ** ** ** ** ** **Gentile Direttore,

    con grande dispiacere che debbo prendere congedo da Lei e daluo stimato giornale, L’attualità. Dopo 17 anni al servizio del

    Movimento dei Focolari internazionale, nel mio 75° anno, sonoornato in Svizzera per un lavoro meno impegnativo, su base piùegionale, sempre nell'ambito dello stesso Movimento. Sono statireziosi e indimenticabili gli incontri con Lei, gli scambi di ideeopinioni, che poi sono continuati nella lettura de L’attualità. Tra-

    ferendomi a Zurigo Le mando tutti gli auguri possibili per la Suaoraggiosa attività e che la benedizione di Dio La accompagni erotegga. Grato per la Sua amicizia cresciuta in questi anni,

    Helmut SieversCaro Helmut, può continuare a leggere L’Attualità sul sito: mo-imentosalvemini.blogspot.com

    ** ** ** ** ** ** ** ** ** ** **

    Caro Direttore,mi fa sempre molto piacere ricevere il suo giornale che, insiemepochi altri, si batte contro le lobby letterarie e politiche. La rin-razio per aver pubblicato il mio articolo su Tina Piccolo ed altrirticoli. Cerco di diffondere “L’Attualità” nel mio piccolo mondoostituito da amici e parenti… Tanti auguri per la sua attività.

    Con stima. Roma, 20.2.2016 Susanna PelizzaGentile Signora, il Movimento Salvemini, editore de “L’Attua-ità”, ha fatto e farà sempre affidamento su persone colte e sen-ibili come Lei, che credono fermamente che la Questione moraleossa essere risolta mediante l’arma efficacissima della Educa-ione alla Legalità e della diffusione dei Valori morali quali’Onestà e la Solidarietà. Il nostro giornale non ha mai chiesto (e

    mai chiederà) finanziamenti statali o di altri enti pubblici o diobby di vario genere. E’ interamente autofinanziato dai Soci eimpatizzanti, al fine di restare un libero organo di informazione, disposizione di chiunque voglia pubblicare le proprie opinioni.

    Continuerò, pertanto, a far pubblicare i suoi articoli se, d’ora invanti, me li invierà via e-mail anziché manoscritti, non più ac-ettati dai miei operatori per ovvie ragioni di tempo. Voglia gra-

    dire cordiali saluti.

    problemi importanti ma mai quanto le esigenze di base degli ita-liani, abbandonati a se stessi, con la Chiesa che si occupa solo deimigranti ma non degli italiani che li mantengono! Questo è solol’ennesimo suicidio da quando l’Italia è governata con una seriedi “colpi di mano” dell’ex presidente della repubblica, il comu-nista Giorgio Napolitano. Intanto un monsignore viene arrestatoper truffa da 30 milioni di euro ed un altro per pedofilia, mentrealcuni politici incriminati, vengono regolarmente assolti per cuiinvestigatori e Pm sarebbero da rimandare a casa... Ma per il no-stro governo, per alcuni politici e italioti, va tutto bene... in fondo,ogni suicida, per loro, è un problema ed un voto avversario inmeno, come disse un importantissimo politico italiano, quandogli chiesero cosa fare degli alpini prigionieri in Russia:” uccide-teli, così imparano a votare i fascisti!” Vetriolo

    importante, soprattutto se si arriverà al ballottaggio, dove potrà as-sumere un ruolo decisivo. L’opinione pubblica è sensibilmentestanca di sopportare una situazione di degrado stabilizzato ormaida tanto tempo. Le periferie, ma anche il centro della città, navi-gano tra i disservizi e la sporcizia. Mai Roma è stata così bruttaNon bastano, alla città eterna, nemmeno più le sue bellezze natu-rali. Molti, in passato, l’hanno definita un “museo vivente” per lastoria che le appartiene unica al mondo, ma da qualche tempomoltissimi la definiscono una città che vive con i suoi abitantinell’indifferenza più totale in una situazione di degrado assolutoe irreversibile. Basta fermarsi un attimo e vedere il trasbordo deicassonetti dell’immondizia, i parcheggi in seconda e terza fila, itreni delle metropolitane fermi per problematiche varie e giorna-liere, le buche e i dossi provocati da “rintoppi” su tutte le stradela confusione burocratica, particolarmente complessa, degli uf-fici comunali. Ma chi potrà mettere a posto tutte queste cose? E’ormai accertato che il degrado ha avuto origine, in passato, anchedalla concessione di appalti “facili” e poco chiari dal punto di vistadell’assegnazione di determinati lavori. Chi avrà il difficile com-pito di assumere la guida della città dovrà lavorare principalmenteper mettere in ordine le cose distrutte dalle precedenti ammini-strazioni. Non sarà un compito facile, anche perché nel momentoin cui ritroverà il giusto assetto, i romani avranno già perso la pa-zienza e non riusciranno a giudicare positivamente l’operato delnuovo Sindaco. Riuscire a diventare il Sindaco di Roma è vera-mente un’impresa, ma lo è altrettanto quella di riuscire a sanareuna città malata da troppi anni. Il nuovo Sindaco dovrà principal-mente rispettare i suoi impegni ed il suo programma che presen-terà nel corso della campagna elettorale e non dovrà deludere ilsuo elettorato che è pronto, in caso di delusioni, a mostrare il “pol-lice verso”. Per questo, i romani, si aspettano un condottiero al-l’altezza della storia di Roma deciso a farle assumere di nuovo ilruolo di “Caput mundi”! Antonio Bartalotta

    venze e della proposta di Legge Cirinnà si è distinta con dichia-razioni come questa “la legge va portata a casa ma penso che dob-biamo astenerci sulla “stepchild adoption” e cioè l’adozione delfiglio biologico del partner”. È dentro il partito politico di Alfanoma non sappiamo per quanto altro tempo e anche sul tema del ri-conoscimento delle unioni civili si distingue per i suoi distinguoÈ una dei parlamentari italiani più versatili - nel cambio delle pol-trone - che hanno rinnovato più volte la propria affiliazione aipartiti politici nell’arco di pochi anni. Ben sette volte, negli ul-timi quindici anni tanto da essere stata definita ironicamente “re-

    gina” del trasformismo e “regina dei traslochi”. Tornerà nel PdSono sicuri i suoi ex colleghi di partito, il quarto in cui DorinaBianchi è stata iscritta. Quarto, il Pd, di sette in quindici anni dattività parlamentare. Lo ribadiamo. Per non aderire al Partito po-polare di Mino Martinazzoli, Bianchi iniziò infatti con il Centrocristiano democratico di Pierferdinando Casini, poi seguì la na-turale evoluzione passando nell’Udc ma si spostò presto unaprima volta nel centrosinistra. Il suo posto all’epoca era nellaMargherita di Francesco Rutelli - ma si avvicinò subito al gruppodi Fioroni - dove una prima volta incrociò il destino MatteoRenzi. Così, Bianchi entrò anche nel Pd, salvo poi tornare prestoall’Udc. Per giustificare quel cambio di casacca disse che in un Pdche virava a sinistra si sentiva un’ospite e che Casini, invece, «daun anno interpreta una posizione politica innovativa che condi-vido pienamente. La sua bandiera non è l’antiberlusconismo: pro-pone una strategia alternativa di governo». Tanto le piaceval’assenza di antiberlusconismo che poco dopo Bianchi proseguì lacorsa, arrivando proprio nel Pdl di Silvio Berlusconi. A queitempi era candidata sindaco a Crotone, la sua città, e fu proprio ilcomizio con cui Silvio le portò il suo sostegno a sancire la rottura(tanto di Berlusconi, allora alleato di Casini, quanto di Bianchi)con l’Udc. Qualche anno dopo ha comunque ripreso la lenta viadel ritorno, con la scissione di Angelino Alfano.Oggi diventa sot-

    tosegretario ai Beni culturali e - appunto - nel Pd sono sicuri checon le prossime elezioni lei è una di quelle che potrà trovare lasua dimensione tra i loro banchi al Nazareno. Può - allora - edoggi più che mai- un politico di questo calibro permettersi similcambi di casacca pur di rimanere nella cosa pubblica? Si può ti-fare e militare - ad anni alterni - ora questa squadra e poi l’altrasenza dubitare di aver sbagliato? E soprattutto, si può cambiare lamaglietta di una squadra e poi dell’altra come se niente fosse ecome se gli italiani non avessero memoria? In barba a chi l’ha vo-tata e che continua a votarla. Il problema che sosteniamo sempreè quello dei nominati dalla segreteria dei partiti nelle elezioni na-zionali. Ed ancora più, crediamo in un problema di rappresenta-tività. Crediamo bene che le azioni politiche da tutti noi devonoessere giudicate. Il trasformismo va messo nel museo degli orrordella Prima Repubblica. Lisa Biasci

    tra le peggiori, rispetto a quella europea, seguita solo dalla Bulgaria. Eppure il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raf-faele Cantone, si è detto soddisfatto del, seppur minimo, risultato raggiunto. Ed ha commentato che è “segno di una piccola inver-sione di tendenza”. Ma la soddisfazione da cosa deriva? Dal fatto che risalire la classifica mondiale di 8 posizioni è comunque unrisultato? Che sia cambiata in Italia la percezione del problema corruzione? Non credo! Agli occhi del pubblico non sembra ci sia stataalcuna inversione di tendenza! Tutti i giorni veniamo a conoscenza, attraverso gli organi di stampa, di casi seguiti da arresti come con-seguenza della corruzione o della concussione. La percezione che sia ha è proprio l’esatto contrario...cioè, che nulla sia cambiatoL’Italia è per sua natura un paese “votato” al clientelismo. Sul clientelismo gli italiani si imbattono ogni giorno.L’italiano, pur di avere

    una corsia preferenziale rispetto al suo prossimo, che altro non è che il suo concittadino, conterraneo, connazionale, per qualsiasi cosa,anche quelle più banali, è portato irrefrenabilmente a chiedere favori, sostegni, protezioni o diciamolo, “Raccomandazioni”. Per i mo-tivi più disparati anche per l’iscrizione del proprio figlio, non dico all’Università, ma alla scuola materna, costituisce fonte di “Rac-comandazioni”. Non lo fa per malvagità ma perché è nel suo DNA. Perché ha una forte propensione nel chiedere. Perché è insicuroe crede di non riuscire a raggiungere un obiettivo, qualsiasi esso sia, senza “Raccomandazioni”. Fintanto che l’italiano non cambiala sua mentalità o che non cambia il sistema Italia, sarà difficile debellare la corruzione in Italia. Il corrotto o il corruttore starannopiù attenti, ma continueranno nell’intento di corrompere o farsi corrompere. Maria Rita Orrù

    WEEK END ALLE TERMEer la loro «piazza d’acqua» e il potere benefico delle acque termomine-ali, la località di Bagni Vignoni nella provincia di Siena era nota fin dal-antichità. È stata meta di pellegrini, imperatori, cardinali, gente di ognirdine, rango, estrazione sociale e personaggi illustri: Lorenzo il Magni-ico e santa Caterina da Siena ne hanno tratto giovamento. Le acque sgor-ano dal sottosuolo a una temperatura di 50°C e sono utilizzate nell’attiguotabilimento. La vasca delle sorgenti ha forma rettangolare e occupa l’in-era piazza del borgo, sulla quale si affacciano il Palazzo Piccolomini, edi-icato per volere di Pio II e il Loggiato di Santa Caterina. In epoca

    medievale Bagno Vignoni è stato un importante centro molitorio della Val

    ’Orcia come testimoniano i Mulini, recentemente restaurati, che sfrutta-ano l’acqua termale per muovere le pale. L’acqua è composta da Solfato-icarbonato-a lcalina, sgorga a 52° C, ottimo per cure inalatorie,angoterapia, massaggi, balneoterapia per curare i reumi, eruzioni cuta-ee, postumi di fratture, linfodrenaggio. E’ inoltre possibile aggiungereenessere con massaggi shiatsu, ayurvedico, muscolare o antistress. Re-alatevi un week end di relax in un luogo tutto da scoprire; ne rimarrete af-ascinati. Patrizia M. Frangini Klum

  • 8/20/2019 l'Attualita Marzo 2016 Web

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    L’ATTUALITÀ, pag. 3N. 3 MARZO 2016  TEMATICHE INTERNAZIONALI E VARIE

    VERSO GLI STATI UNITI D’EUROPAIl 20 dicembre 1955 Italia e Germania firmavano a Roma il primo accordoper l’invio di manodopera italiana in Germania. In occasione del 60° an-niversario, varie sono le manifestazioni che si sono tenute e terranno perricordare l’avvenimento. Ad Amburgo in collaborazione con il MAIE(Movimento Associativo Italiani all’Estero), la Fondazione Migrantes edil Patronato EPAS si è tenuta presso la Missione Cattolica alla fine di Ot-tobre un Convegno sul tema: “La cultura dell’Emigrazione italiana nelmondo” La nuova emigrazione italiana in Germania: Oppurtinità erischi . Le Acli-Germania, assieme a KAB e Fondazione Migrantes, hannopromosso presso l’Accademia di Stuttgart/Hohenheim una duplice mani-festazione per celebrare l’avvenimento: una cerimonia commemorativacon diverse autorità politiche e religiose ed un Simposio sull’emigrazioneitaliana in Germania; questo solo per citarne un paio. Ma fondamental-mente quale è stato l’apporto tra le due nazioni con la firma di tale ac-cordo? Le trattative che condussero alla firma di tale accordo furono ilfrutto sia di esigenze nazionali, sia di istanze internazionali. Il flusso emi-gratorio che ne scaturì fu influenzato, a sua volta, dalla progressiva entratain vigore della libera circolazione dei lavoratori all’interno della Comunitàeconomica europea, e dall’andamento economico registrato nelle nazionicoinvolte. La prima fase dell’emigrazione diretta verso la Germania fede-rale fu definita “assistita” poiché pianificata a livello istituzionale e orga-nizzata attraverso i Centri di emigrazione. La seconda fasedell’emigrazione fu caratterizzata della libera circolazione dei lavoratori eda forme di reclutamento indipendenti dalla mediazione dei Centri di emi-grazione. I lavoratori italiani trovarono lavoro recandosi direttamente al-l’estero. Le trattative che condussero alla firma dell’accordo bilateraleitalo-tedesco si possono far risalire all’ottobre del 1953, quando il governoitaliano chiese al governo tedesco di occupare lavoratori stagionali italiania causa della diminuzione costante delle importazioni italiane da parte te-desca. La discussione sul saldo negativo dei pagamenti e sul reclutamentodella manodopera caratterizzò i rapporti economici italo-tedeschi per tuttoil 1954. L’apice si raggiunse a luglio, quando l’Italia, davanti alla reticenzatedesca, minacciò di “tornare ad una politica commerciale restrittiva se glialtri stati non fossero stati disposti ad un’attuazione liberale dell’assun-zione di manodopera”. Alla richiesta italiana, però, Bernhard Ehmke (di-rigente del ministero federale del lavoro) rispose chiaramente che ilbisogno di manodopera nella R epubblica federale tedesca poteva «ancoraessere soddisfatto con quella locale» e rifiutava i “legami contrattuali” conl’Italia perché li riteneva prematuri. Le forti interdipendenze esistenti tral’Italia e la Germania federale erano il frutto della ricostruzione econo-mica post-bellica che ponendo le esportazioni al centro della rinascita eco-nomica europea, si basava sulla liberalizzazione del commercio estero. Iprogetto di un’Europa economicamente integrata, progetto che, come af-ferma lo storico Charles Maier, era rimasto parzialmente irrealizzato, erastato il progetto degli Stati Uniti di Truman che, con il piano Marshall

    aveva proposto alle nazioni europee un piano di crescita economica co-mune. Gli Stati Uniti pensavano all’Europa come a una “regione”, doveogni nazione avrebbe dovuto ricoprire ruoli funzionalmente interdipen-denti dettati dalla propria storia e dalle proprie risorse. Il compito degliStati Uniti sarebbe stato quello di attivare un meccanismo “self help adattoa rimettere in moto la spina al recupero di p roduttività”. Da sottolineare ilvalore principalmente politico assunto dagli aiuti economici americanitanto da affermare che “gli aiuti americani furono  politicamente decisivialla ricostruzione europea”. Gli Stati Uniti individuavano, nel recuperopolitico ed economico della Germania occidentale, la condizione neces-saria e indispensabile per la rinascita economica europea, e contempora-neamente ne facevano il baluardo della loro politica di contenimento. Seda un lato, infatti, alla Germania federale con il suo carbone e con le suecapacità tecniche veniva riconosciuto il ruo lo trainante per la ripresa eco-nomica del continente, dall’altro lo scivolamento della Germania occi-dentale nell’area comunista avrebbe potuto significare la perditadell’Europa. Già al tempo dell’intesa del 1955 le due giovani democrazieitaliana e tedesca avevano compreso la possibilità di ottenere dalla coo-perazione reciproca e dall’integrazione europea nuove opportunità, comei temi della solidarietà europea, della piena occupazione e del progressoeconomico e sociale, che anche oggi vengono perseguiti dai governi ita-liano e tedesco. A sessant’anni da quell’accordo si può dire che oggi co-mincia ad esserci al governo dei paesi europei una “generazioneErasmus” che conosce i vantaggi che l’Europa ci po rta. Oggi più che maisappiamo cosa vuol dire essere o non essere in Europa e come i nostri in-teressi e valori siano tutelati meglio in una Unione Europea, anche se im-perfetta, piuttosto che in assenza di tale struttura. Lavorare dunque peraccelerare il rilancio politico dell’Europa. Pierluigi Vignola

    LA RIVOLUZIONE DIGITALEE LA “SHARING ECONOMY” 

    Da qualche tempo si fa un gran parlare, nei blog, sui media e sui socialnetwork, di “economia collaborativa” (in inglese: “sharing economy”),cioè di quel modello economico basato su una serie di pratiche di scam-bio e condivisione – di beni materiali, conoscenze e servizi –che si pro-pone come alternativa al consumismo classico. Secondo i suoi fautori,l’economia collaborativa potrà essere una risposta sia ai problemi del-l’ambiente, sia alla crisi del sistema capitalistico, che non riesce più acreare opportunità di lavoro e sviluppo emarginando le nuove genera-zioni. Gli organi di informazione hanno dato ampio risalto alle startupdella “sharing economy” con valutazioni che superano il miliardo di dol-lari. Sono ventiquattro in tutto e rispondono a nomi ormai celebri comeBlablacar e Uber. Tra i fautori dell’economia collaborativa c’è JeremyRifkin, il “guru” visionario che, negli ultimi trent’anni, ha saputo anti-cipare più di una tendenza: dalla “fine del lavoro” al “potere dell’ac-cesso” (secondo cui la leadership mondiale sarebbe stata in mano aicontrollori del web: cosa che è puntualmente avvenuta). Nella prima ri-voluzione industriale – spiega Rifkin – si assistette all’introduzione della

    macchina a vapore. La seconda rivoluzione diede il via a processi di pro-duzione di massa alimentati dall’elettricità. L’elemento chiave della terzarivoluzione industriale in corso è la digitalizzazione, il cui modus operandiè costituito dalla interconnessione e creazione di reti. La natura intercon-nessa della digitalizzazione ci permette di abbattere le frontiere e di renderelabili i confini tra le sfere fisiche, digitali e biologiche. L’industria musi-cale, la televisione, i mezzi d’informazione, la formazione e, più recente-mente, il settore energetico, i trasporti e il commercio hanno già subitograndi sconvolgimenti. La rivoluzione digitale diventa sempre più un fe-nomeno sistemico, trasformando il nostro modo di lavorare, di vivere e digovernarci. Mentre il peso dell’industria tradizionale diminuisce costante-mente, stanno sorgendo migliaia di nuove imprese, con o senza scopo dilucro, dando impulso allo sviluppo di nuovi modi di fare business. Questatrasformazione tecnologica – conclude Rifkin – annuncia un grande spo-stamento del flusso del potere economico (da pochi attori alla collettività)e la democratizzazione della vita economica. Carmen Galoppo

    SIAMO IN GUERRA ?Dopo gli ultimi fatti di sangue avvenuti a Parigi ci si chiede se oramaiiamo in guerra. Una guerra totale che come dice Papa Francesco è laterza guerra mondiale a pezzi”, fra le nazioni del mondo occidentale inarticolar modo e “terroristi” che non solo vogliono seminare il panico trae popolazioni, ma che con la scusante della religione, vorrebbero instau-are un nuovo ordine mondiale ma ovviamente secondo le loro caratteri-tiche. Le varie correnti di pensiero vorrebbero fare di tutta l’erba unascio e quindi tutto l’Islam deve essere colpevolizzato, altri invece divi-ono tra coloro che sono seguaci del cosiddetto “Califfato” unicamenteerché ci guadagnano e con la crisi economica occidentale stare nell’Isisermette loro di “star bene”; infatti molto sono mercenari occidentali cheiventano terroristi unicamente per una mera questione economica e per-hé certamente la “testa non li aiuta” e non per qualche ideale o per comei vogliono loro presentare, per un ideale religioso, e quelli invece cheono in fuga dalla guerra. L’Isis ha dichiarato guerra all’Occidente ed ètato purtroppo consequenziale, l’Occidente ha accettato la sfida però nona mai fatto la guerra al “”. I fatti sono noti. La coalizione a guida statu-itense si è formata nell’estate del 2014 con l’impegno di combattereIsis. Solo che la coalizione medesima è formata da stati che hanno inte-

    essi spesso divergenti. Se poi analizziamo il gioco delle strategie, emer-ono ragioni di Stato addirittura opposte. C’è chi, come gli Usa, vorrebbebbattere il regime di in Siria, ma Assad serve per combattere l’Isis ed èrotetto dalla Russia, oggi alleato essenziale, ma pur sempre il “nemicofficiale” della Nato. La Turchia è membro Nato, ma nel frattempo ab-atte un aereo russo, non intende sostenere i combattenti curdi, altri al-eati preziosi, e teme la vittoria degli sciiti. Ma quelli da rovesciare sonosunniti, il nerbo del Califfato. Da parte sua, la Francia deve rivedereostracismo nei confronti del regime di Assad, sciita, rischiando di irri-

    are le monarchie del Golfo con le quali conclude affari miliardari. Ilunto è che il “vecchio mondo” è veramente troppo vecchio e la classe di-igente del Vecchio continente è qualcosa di indecente. Nel nome del

    multiculturalismo hanno permesso che le nostre città venissero invase daersone della peggior risma. In molte moschee oggi si predica la Jihad aiambini, mentre – ad esempio - 108 in Italia sono in mano agli integra-sti. Di tutti i clandestini arrivati in Italia ben 100mila si sono rifiutati dieclinare le proprie generalità e noi li abbiamo fatti passare. Alla fine ciicono che dobbiamo rinunciare alle nostre libertà? Cominciassero peravvero a ripulire l’Europa altrimenti ci faranno diventare tutti intolle-anti o, peggio, razzisti. Ed ecco che allora improvvisamente decidonotrategie comuni: il presidente francese a Mosca per un bilaterale con ilumero uno del Cremlino: “Ora è il momento di assumersi la responsa-ilità per quanto sta accadendo”. La cancelliera Angela Merkel chiederàvoto del Bundestag per il via all’operazione in Siria in sostegno alla

    rancia. Lo stesso ha già fatto Cameron alla Camera dei Comuni. Intantoa Germaniainvierà i Tornado contro lo“Stato islamico”. Il 25 novembre,

    a cancelliera aveva incontrato il presidente della Repubblicarancese François Hollande: . La decisione di inviare i Tornado è stataresa durante l’incontro fra la cancelliera e i ministri. Al vertice tenuto a

    Berlino hanno partecipato fra gli altri il ministro degli Esteri Frank-Wal-er Steinmeier e la ministra della Difesa Ursula von der Leyen: “Senzan confronto militare con l’Isis non usciremo dalla situazione in Siria”, haetto Steimeier – non abbiamo solo un sentimento di compartecipazione,iamo solidali”. “Non possiamo stare a guardare mentre l’Isis si rafforza”,a detto la Merkel, parlando ad una riunione del gruppo parlamentare del-Unione, secondo quanto riferito da un partecipante. La cancelliera haefinito “necessario” l’intervento militare tedesco contro Isis. “Non rin-orzeremo solo la missione di addestramento nel nord dell’Iraq– ha spie-ato Henning Otte, parlamentare Cdu e membro della Commissione

    Difesa del Bundestag – ma invieremo i nostri Tornado di ricognizione iniria per la guerra contro l’Isis”. Secondo l’agenzia Dpa, Berlinometteràdisposizione della coalizione anche una nave da guerra ed almeno un

    ereo da rifornimento. Pierluigi Vignola

    IL MONDO STA CAMBIANDO…Il mondo ormai sta cambiando e cambierà di più” diceva una cele-re canzone degli Anni Sessanta. Anni che furono, in effetti, di cam-iamento impetuoso. Oggi il motore del cambiamento sembra essersi

    messo di nuovo in moto. I sintomi sono numerosi. Proviamo a ci-arne i più evidenti (almeno secondo le impressioni di sociologi e

    pinionisti che, quasi quotidianamente, si confrontano sull’argo-mento). Aumentano le attività collaborative. Molti stanno abbando-ando la classica mentalità “chi fa da sé, fa per tre”. Le teorieell’economia collaborativa sono sempre più seguite e si apronouove direzioni: quelle dell’unione, della condivisione, del sostegnoeciproco. Tende a diminuire il consumismo sfrenato. Per troppoempo siamo stati indotti a consumare il più possibile. Il look e l’ap-arenza erano la misura del vivere. Anche questo modello sta cam-iando. All’origine del cambiamento c’è senz’altro la crisiconomica, ma è indubbio che è in atto anche un mutamento di men-alità. C’è una disaffezione diffusa verso gli attuali modello di la-oro. La pretesa efficientistica della società attuale di rendere l’uomoimile a un robot sta generando forme di fuga a livello psicologico e,volte, anche sul piano reale. Capita sempre più spesso di leggere sul

    web i “reportage” di viaggio di giovani blogger che hanno scelto diambiare vita e di girare il mondo senza scalo. Una forma di fugahe ricorda i “figli dei fiori” degli anni Sessanta. La depressione e leltre patologie psicologiche di origine sociale fanno registrare un au-

    mento esponenziale. Sintomo anche questo di una forma di disagiohe permea strati sempre più vasti della popolazione, anche nei paesihe un tempo si definivano “ricchi”. Internet sta dimostrando, sem-re più, il suo potenziale di innovazione. Il web ha reso il mondo piùperto, ha abbattuto molte barriere offrendo nuove opportunità allaolidarietà e alla collaborazione, anche in campo economico. I grandiruppi mediatici che, fino a qualche anno fa, controllavano le noti-ie decidendo quello che “dovevamo” leggere, non sono più i “pro-rietari” esclusivi delle informazioni. Ci sono sintomi evidenti di unitorno alla spiritualità. Nella Russia, oppressa da settant’anni di co-

    munismo ateo, c’è un forte ritorno alla religione. Molte persone pra-icano lo Yoga. Nel mondo cattolico si registra lo straordinariouccesso planetario di Papa Francesco che sta abbattendo le barriereer rilanciare un nuovo dialogo tra le fedi… Insomma, anche sepesso non ce ne rendiamo conto, siamo testimoni di impetuosi cam-iamenti che, con tutta probabilità, preludono all’avvento di unauova epoca. Carmen Galoppo

    LA FINE DELLA SUPERPOTENZA AMERICANA ?Arianna Huffington è una giornalista greca naturalizzata statuni-tense, celebre per aver fondato, nel 2005, il giornale online “The Huf- fington Post”, divenuto in breve uno fra i più seguiti a livellomondiale. Nel 2003 si candidò come indipendente alla carica di go-vernatore della California contro il repubblicano Arnold Schwarze-negger, per poi entrare a far parte del Partito Democratico nel 2008.Arianna ha rilasciato un’intervista all’edizione italiana del suo gior-nale, dalla quale emergono gli acuti contrasti che sta vivendo, in que-sta fase storica, il più potente paese del mondo. Contrasti chealimentano gli estremismi con il rischio che l’estremismo diventi“mainstream”, diventi cioè sistema: “È la prima volta – afferma in-fatti Arianna a proposito di Trump – che un candidato chiede il bandodagli Stati Uniti di una intera religione, quella musulmana. E, dopoaver fatto questa proposta, continua ad essere trattato seriamente daimedia”. Anche l’America non è più quella di un tempo, e questo è do-vuto spiega Arianna “al fallimento dell’intero establishment, che nonha capito le paure e le ansie di milioni di americani. Quando Obamae altri dicono che l’economia va bene stanno sottostimando la realtà:la produttività è alta, ma i salari sono rimasti bassi e la gente è moltoprovata, anche psicologicamente”. Negli Stati Uniti, come del restonell’intero Occidente, siamo nel mezzo di una rivoluzione industrialeed è cresciuta la diseguaglianza: gli straricchi, ossia lo 0,1%, con-trollano una ricchezza aggregata pari al 90% dell’intera popolazione.

    E questo alimenta i conflitti sociali: “negli Usa c’è ancora forte l’ideache Wall Street non abbia pagato per la distruzione di case e pensionidi milioni di americani. I Millennials sono la forza maggiore dietroil settantenne Sanders, una sorta di riconnessione fra nonni e nipoti.Perché Sanders è percepito come una persona autentica. La ricerca diautenticità dei Millennials è la loro caratteristica peculiare, tocca iconsumi, i rapporti, i social media, tutto”. Le grandi questioni del no-stro tempo (clima, disuguaglianza, rivoluzione tecnologica), con-clude la Huffington, non sono né di destra né di sinistra, ma hanno ache fare con la stabilità del mondo. E lascia aperta una domanda in-quietante: è la fine della superpotenza americana?

    Carmen Galoppo

    IL MURO DI BERLINO(Ultima Parte) I dirigenti della DDR videro questo processo prima con uncerto imbarazzo e poi con crescente resistenza. Nel corso del 1989, i cam-biamenti democratici, le piccole rivoluzioni nell’economia e nella politicain Polonia, in Ungheria e nell’Unione Sovietica riempivano ogni giorno igiornali in tutta l’Europa, solo nella DDR il tempo sembrava essersi fer-mato, ma molta gente adesso era impaziente e cominciò a protestare e ma-nifestare apertamente.Ogni tentativo di lasciare la DDR in direzione ovestequivaleva ancora a un suicidio, ma nell’estate del ‘89 la gente della DDRtrovò un’altra via di fuga: erano le ambasciate della Germania Federale aPraga, Varsavia e Budapest il territorio occidentale dove si po teva arrivaremolto più facilmente!Cominciò un assalto in massa a queste tre ambasciateche dovevano ospitare migliaia di persone stanche di vivere nella DDRMa il colpo decisivo arrivò quando l’Ungheria, il 10 settembre, aprì i suoiconfini con l’Austria. Ora, la strada dalla Germania dell’est all’ovest (at-traverso l’Ungheria e l’Austria) era libera! La valanga di fuga stava di-ventando inarrestabile.Anche l’ultimo tentativo da parte del governo dellaDDR di salvare il salvabile, cioè il cambiamento dei vertici del partito co-munista e del governo non servì a nulla. Quando la sera del 9 novembre unportavoce del governo della DDR annunciò una riforma molto ampia dellalegge sui viaggi all’estero, la gente di Berlino est lo interpretò a modo suo:il muro doveva sparire. Migliaia di persone si riunivano all’est davanti amuro, ancora sorvegliato dai soldati, ma migliaia di persone stavano anche

    aspettando dall’altra parte del muro, all’ovest, con ansia e preoccupazioneNell’incredibile confusione di quella notte, qualcuno, e ancora oggi non sisa esattamente chi sia stato, dette l’ordine ai soldati di ritirarsi e, tra la-crime ed abbracci, migliaia di persone dall’est e dall’ovest, scavalcando ilmuro, si incontravano per la prima volta dopo 29 anni. Daisy Alessio

    GIOVANNI XXIII, FRANCESCO, KIRILL: TESTIMONI DELLA PACEÈ opinione comune di molti osservatore che l’incontro a Cuba fra Papa Francesco e il Patriarca di Mosca Kirill sia un evento di portata storica. Unvento che, al di là dell’aspetto ecumenico, è connotato da forti tinte geopolitiche. È infatti la prima volta, dopo lo scisma d’Oriente del 1054, chen Pontefice di Santa Romana Chiesa e un Patriarca russo-ortodosso s’incontrano. Si tratta di un obiettivo più volte rincorso da entrambe le parti eoltanto sfiorato nei decenni precedenti. La ricerca di una relazione con Mosca da parte vaticana va letta nell’ottica dell’impegno ecumenico pro-

    mosso dal Concilio Vaticano II, ma il dialogo con Roma è anche “nella natura della Chiesa russa, che ha sempre assunto una posizione mediana traOriente e l’Occidente, a tal punto da ergersi a Terza Roma”. È questa la tesi di don Stefano Caprio, docente del Pontificio istituto orientale di sto-

    ia e cultura russa. La nomenclatura sovietica, nonostante l’antitetica visione del mondo, ebbe tutto l’interesse a mantenere i rapporti con il Vati-ano. Spiega infatti don Caprio che “durante la guerra fredda Mosca cercò nel Vaticano un interlocutore per alleggerire la pressione, tanto cheroprio il Vaticano, nel 1969, fu il primo Stato a firmare l’accordo di non proliferazione nucleare con l’Unione Sovietica”. Tutti ricordano uno deglipisodi più drammatici del secondo Novecento, che vide Papa Giovanni XXIII svolgere un’altissima funzione a favore della pace. A pochi giornii distanza dal celebre “Discorso della Luna”, fu il Presidente degli Stati Uniti a parlare al mondo per annunciare una tragedia incombente (era il2 ottobre 1962). John F. Kennedy rivelò che installazioni missilistiche sovietiche erano posizionate a Cuba. Il mondo era sull’orlo dell’olocaustoucleare. “Alla Chiesa sta a cuore più d’ogni altra cosa la pace e la fraternità tra gli uomini; ed essa opera senza stancarsi mai, a consolidare questieni. A questo proposito, abbiamo ricordato i gravi doveri di coloro che portano la responsabilità del potere”, scrisse Giovanni XXIII agli amba-ciatori degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica presso la santa Sede. “Rinnoviamo questo appello accorato e supplichiamo i Capi di Stato di nonestare insensibili a questo grido dell’umanità. Facciano tutto ciò che è in loro potere per salvare la pace: così eviteranno al mondo gli orrori di unauerra, di cui nessuno può prevedere le spaventevoli conseguenze. Continuino a trattare…”. L’appello del Papa suscitò consenso in entrambe le parti,a trattativa ebbe luogo, e la crisi fu risolta. È trascorso più di mezzo secolo da allora e venti di guerra scuotono di nuovo il mondo da Oriente a Oc-idente. Il testimone della pace è oggi passato nelle mani di Francesco e Kirill. Silvia Iovine

    ALLARME SICCITÀ IN ETIOPIAEra il 1973 quando il documentario The unknown famine dello scrittoree presentatore televisivo Jonathan Dimbleby mostrò al mondo interola fame dell’Etiopia. Nel 1974 Hailé Selassié venne detronizzato e l’Etio-pia divenne uno stato socialista. Da allora il problema della fame non siè risolto anzi, nonostante molti anni di sviluppo economico, il paese nonè ancora riuscito a risolvere il problema della mancanza dell’acqua edella fame. In particolare il 2016 ha portato una siccità peggiore di quellache portò la crisi del 1984: la mancanza di acqua è dovuta, secondo i me-teorologi al fenomeno atmosferico detto El Nino. Secondo le statistichedel governo etiope e di molte organizzazioni umanitarie circa dieci mi-lioni di persone non hanno abbastanza da mangiare. Nel 1984 il Derg, ilgoverno militare comunista cercò di nascondere al mondo intero la ca-restia dell’Etiopia. Nel 1991 i ribelli deposero il governo comunista eavviarono una nuova fase della storia dell’Etiopia riuscendo a raggiun-gere livelli di crescita economica mai raggiunti in precedenza. Nel 2015il governo ha stanziato 272 milioni di dollari per risolvere il problemadella carestia, della siccità e della fame. Per il 2016 sono previsti altri109 milioni. L’ex presidente Meles Zenawi nel 1991 dichiarò che “glietiopi sarebbero stati in grado di consumare tre pasti al giorno”, questonon è ancora avvenuto e c’è chi accusa il governo di agire in modo re-pressivo ed autoritario (alle ultime elezioni legislative l’opposizione nonha ottenuto neanche un seggio in parlamento). Oggi però il problema piùpressante è la mancanza di acqua potabile. Molti anni fa fu promossa lacostruzione della rete fognaria nella città di Addis Abeba e la costruzionedelle dighe di Gerbi e Sibilu. In trent’anni questi progetti non sono statiancora realizzati e la siccità minaccia ancora di più la popolazione chenon ha a disposizione un bene, l’acqua, che dovrebbe essere garantito atutti. Un’amministrazione che non garantisce acqua potabile, forse, nondovrebbe restare al potere. Giuseppe Di Matteo

    LA CORRUZIONE SPIEGATA A UN BAMBINOAl fanciullo che chiede cosa sia la corruzione, rispondo con alcuni esempipratici. Non fornisco la nozione, alla quale rimando alla sufficiente de-scrizione di un dizionario. Il primo esempio di corruzione sovviene percausa della burocrazia. Facciamo qualche esempio. Se volessimo installareuna semplice tettoia su un parcheggio, ci dovremmo scontrare con paginee pagine di documenti, con uffici che rimandano il problema ad altri ufficicon stanze vuote e scrivanie ancor peggio e, alla fine, quando ormai il cit-tadino urla furibondo tra i deserti corridoi delle amministrazioni, qualcunorimanda il disperato presso altri uffici che non daranno mai l‘autorizza-zione. Spiegatemi quale strada rimane a questo signore per poter instal-lare la sua struttura. A questo punto le vie sono due: installarlaabusivamente oppure corrompere chi ha il potere di autorizzarla. E ciòviene fatto partendo da un punto di origine di movimento nella piena le-galità. Ora è stato preso come esempio il montaggio di una tettoia, ma laquestione potrebbe riguardare qualunque altra operazione soggetta a pre-ventivo controllo e autorizzazione da parte delle Istituzioni. Questo perchèse si rende con legge quasi tutto vietato se non previa autorizzazione ed es-sendo di fatto resa così la vita impossibile al cittadino, resta più agevolecompiere l’illecito anziché offrire denaro o altri favori in cambio della li-cenza in tempi di crisi di liquidità. Se invece si facesse il contrario, cioè sirendesse quasi tutto liberamente lecito e poche cose soggette ad autoriz-zazione, ci sarebbe una facilità di regolamentazione e una corretta osser-vanza della legalità da parte dei cittadini. Poche regole, chiare, semplici eperciò non soggette al festival delle interpretazioni. E’ la strategia adot-tata dai Paesi del nord Europa, che hanno preferito combattere la corru-zione o prevenirla, attraverso un sistema democratico di semplicifazionenormativa e con ampia libertà di fare. Domenico Bertuccio

  • 8/20/2019 l'Attualita Marzo 2016 Web

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    L’ATTUALITÀ, pag. 4 N. 3 MARZO 2016 TEMATICHE ETICO-SOCIALI

    COSÌ CADDE IL FASCISMOAbbiamo visto, nella puntata precedente, il racconto di Luigi Marchesi,iovane ufficiale, possiamo dire alter ego del gen. Castellano, inviatoegretamente da Badoglio e dal C.S.M.G. gen. Ambrosio a Lisbona (pre-isiamo: era passato per Madrid solo per farsi accreditare, grazie al-ambasciatore britannico in Spagna Sir Samuel Hoare, buon amicoellíItalia, presso il suo collega, Ministro della Gran Bretagna nella ca-itale portoghese, Sir Ronald Campbell), al fine di avviare trattative conli Angloamericani, onde giungere ad un armistizio, sganciandosi dal-ormai ingombrante alleato germanico e da Mussolini, che, dominatoalla forte personalità di Hitler, non si decideva a mollarlo, armistizio,ome abbiamo visto, poi in effetti sottoscritto dal Castellano, in Sicilia,Cassibile il 3 settembre 1943 e confermato l’8 settembre 1943, dopo un

    empestoso Consiglio della Corona, dal Re e dal titubante MarescialloBadoglio, sotto l’incombente minaccia del gen. Eisenhower di rivelare almondo lo “sporco affare” e di martellare la povera Italia con i terrori-tici bombardamenti a tappeto. Il Marchesi, sebbene non ne avesse ti-olo, aveva svolto un vigoroso intervento al Consiglio della Corona, peronvincere i presenti che era ormai ineluttabile confermare l’armistizioià sottoscritto a Cassibile, nonostante le dure clausole del c.d. lungo ar-

    mistizio imposte come conditio sine qua non dagli Angloamericani, con-rastando, a suo dire, la proposta di sconfessarlo, fatta dal gen. GiacomoCarboni, capo del S.I.M. e, d’ordine del capo di S.M. dell’Esercito, gen.Mario Roatta, a decorrere dalle ore 5,15 del 9 set. 1943 (Marchesi, op.cit.,ag. 189) delle tre divisioni del Corpo díArmata Motocorazzato prepo-to alla difesa di Roma, con il 18° Reggimento Bersaglieri e le altre treivisioni incaricate della difesa interna (gen. Barbieri) ed esterna della ca-itale, mentre erano peraltro in affluenza altre due divisioni delle qualire battaglioni ed un gruppo di artiglieria della Divisione Re, giunti nellaotte sul giorno 9 (ib.). Forze armate imponenti, dunque, che ben avreb-ero potuto opporsi vittoriosamente, se ben comandate, a quelle di Kes-elring. Ma lasciamo stare la narrativa del Marchesi, peraltro moltoontestata dal Carboni, poi sottoposto ad inchiesta da parte dell’autoritàiudiziaria militare e riconosciuto responsabile del misero crollo dellaifesa della capitale di fronte alla decisa reazione nazista, a cui, tra altriattori, indubbiamente concorse lo strano comportamento del Carboni,he, sollevando tante difficoltà, in sostanza si rifiutò di collaborare al-aviosbarco dell’82ma Divisione paracadutisti americana “Airborne”,he gli Americani ci avevano offerto per resistere alla reazione tedesca,torniamo, per non allontanarci dal nostro tema, a quella notte del Gran

    Consiglio del 24-25 luglio 1943, che determinò la caduta di Mussolini eel regime fascista, secondo la testimonianza di uno dei principali pro-agonisti, Carlo Scorza, che all’epoca era, e fu l’ultimo, Segretario delartito Nazionale Fascista, quindi, di diritto, anche Segretario del Gran

    Consiglio del Fascismo. Una testimonianza, quindi, molto preziosa perli storici, della quale, peraltro, non possiamo, per ovvie ragioni di spa-

    io, che riportarne qualche stralcio. Nessun servizio speciale, scrivecorza, dato che il Duce gli aveva fatto ritirare l’ordine di mobilitazioneei Moschettieri e non aveva nemmeno voluto il gagliardetto del Partitoul balcone secondo la tradizione. Nessun apparato, gli aveva detto, per-hè si tratta di un esame della situazione fatta per noi, ad uso interno,on esterno. Purtroppo per lui re Vittorio, come abbiamo visto, la penseràiversamente, avendo già deciso di deporlo, d’accordo con il Capo di.M.G., gen. Vittorio Ambrosio e prenderà a pretesto proprio la deci-ione di sfiduciarlo derivante dall’approvazione dell’o.d.g. presentato al

    Gran Consiglio da Dino Grandi. Mussolini apre la seduta con voce pa-ata, come per sdrammatizzare, dicendo: “La storia di questa convoca-ione è nota. Ho aderito alla richiesta di alcuni camerati che hannoitenuto di dovere esporre a me personalmente il loro punto di vista sul-attuale situazione del Paese”. (Continua) Sergio Scalia

    AFFITOPOLI: POCHI SPICCIOLI PERUNA CASA IN PIENO CENTRO A ROMA

    Si allarga il nuovo scandalo su Affittopoli nella Capitale. 10,29 euro amese di affitto a Borgo Pio, a due passi dal Cupolone; 24,41 euro per unappartamento in Corso Vittorio Emanuele (vicino Piazza Navona); men-tre per una casa con affaccio sui Fori e per un’abitazione in via del Co-losseo si spendono rispettivamente 23,36 e 25,64 euro al mese. Questisono solo alcuni dei 574 affitti impietosi delle case comunali, quasi tuttedel I Municipio, passati al setaccio nel corso delle indagini promosse dacommissario straordinario Francesco Paolo Tronca. Ma lo scandalo nonsi ferma agli affitti irrisori. La casistica venuta fuori da questa prima zonadella città su cui è stata fatta la ricognizione è infatti ben più complessaappurato che sono in molti (anche facoltosi professionisti) a godere daanni di affitti a prezzi decisamente fuori mercato, bisogna fare i contianche con chi non paga proprio nulla, chi paga da abusivo e chi invecevorrebbe essere regolarizzato. I dati raccolti finora parlano chiaro. Soloil 18,5% delle unità abitative controllate sono disciplinate da regolarecontratto. Mentre il restante 81,5% appare così ripartito: le posizioni abusive accertate sono il 16,2%; gli utenti in attesa di stipula di contratto, neconfronti dei quali è stata quindi già accertata la sussistenza dei requisiti

    da parte dell’Amministrazione, ammontano al 15,7%; la fetta più grandedella torta, il restante 49,6%, si riferisce invece a contratti scaduti, utentper i quali è in corso la verifica dei requisiti per la regolarizzazione decontratto di locazione, abusivi non ancora accertati, procedure di sfrattin corso. Il tutto, per le casse capitoline, si traduce in una perdita di circa100 milioni di euro l’anno che, stando alla tesi di Tronca, una volta ter-minato il lavoro di ricognizione su tutti gli altri Municipi, potrà solo cheaccrescere a dismisura. Motivo questo per il quale, spiega il commissario straordinario, i controlli non solo devono continuare in tempi rapi-dissimi e con la tecnologia più avanzata ma è necessario estenderli inmaniera capillare su tutto il territorio comunale. Per farlo sul campo sonostate insediate due task force: una informatico-amministrativa l’altra ope-rativo-logistica che si occuperanno rispettivamente di mappare il patri-monio, anche grazie al supporto dell’Agenzia delle Entrate, e di svolgerele relative verifiche e gli accertamenti sul campo. Il metodo impiegatosarà sempre quello utilizzato per il centro storico: incrociare i dati cata-stali con le dichiarazioni dei redditi e la storia amministrativa dei singoliedifici o unità immobiliari. Tutta la documentazione raccolta finirà poi inuna relazione per i magistrati di Piazzale Clodio. Al vaglio anche negozisedi di enti laici e religiosi, associazioni, ristoranti, bar, centri sociali,luoghi istituzionali, hotel, B&B e anche circoli di partiti. A Via dei Giub-bonari, ad esempio, il PD ha un arretrato da pagare al Comune di ben170 mila euro che si va a sommare alle altre morosità registrate per lesedi a Magliana e a Villa Gordiani. Non meglio per Sel e Fratelli d’Ita-lia che godono entrambi da lungo tempo di alcuni locali a due passi dalColosseo al costo irrisorio di 12,91 euro al mese. «Bisogna pulire questasituazione definitivamente», afferma con determinazione l’ex prefetto di

    Milano Tronca che ai cittadini romani promette anche pulizia tra i dirigenticomunali colpevoli di aver gestito in tutti questi anni irresponsabilmenteil patrimonio comunale e di aver stipulato i contratti senza aggiornare i ca-noni di locazione. Intanto il Codacons annuncia una causa di risarcimentonei confronti dei responsabili dello scandalo Affittopoli. L’associazionedei consumatori fa sapere che, non solo in tutti questi anni ha versato re-golarmente al Comune di Roma 340 euro al mese per l’utilizzo di due im-mobili in zona Prati privi di riscaldamento e con la presenza di topi,mentre altri soggetti, senza alcun titolo, occupavano immobili di prestigio in pieno centro senza spese o pagando solo pochi spiccioli, ma ha do-vuto anche farsi carico di importanti spese extra per la manutenzione deglistessi. Senza contare, precisa, che, essendo una onlus senza fini di lucroe per l’importante ruolo sociale svolto, dovrebbe godere di tali immobiliin modo del tutto gratuito. Federica Sciorilli Borrelli

    UN LABORATORIO PER LE NUOVE POLITICHE SOCIALILa dizione “white economy” indica una sfera della produzione e delleolitiche sociali che riveste un grande valore economico ed occupazio-ale. Una recente ricerca del CENSIS (in collaborazione con Unipol) in-ividua i settori che ad essa riconducono: attività di servizi sanitari;revidenza pubblica e istituzioni sanitarie; produzione e commercio dirodotti farmaceutici e dispositivi medicali; previdenza complementareassicurativa; “personal care” (servizi di assistenza e cura alla persona);

    struzione in campo medico e paramedico. La domanda di salute e assi-

    tenza è destinata ad aumentare e solo un sistema di offerta solido e in-egrato, in grado di adeguare rapidamente le prestazioni che eroga, potràoddisfarla. Un sistema in cui l’offerta privata, nelle sue tante e variegateorme, potrà e dovrà giocare un ruolo sempre più rilevante. La ricerca del

    CENSIS mette in luce che la domanda di welfare e la fil iera della “whiteconomy” sono destinate ad avere un impatto crescente nello sviluppoociale ed economico del Paese. Ecco qualche dato relativo a questa fi-era. La “white economy” ha ormai raggiunto un valore di 290 miliardii euro, corrispondente al 9,4% della produzione complessiva nazionale.

    E sono 2,8 milioni gli addetti che operano in maniera diretta nei suoi di-ersi comparti. A questi vanno aggiunti i posti di lavoro che si generanoome indotto, che innalzano il numero degli addetti totali a 3,8 milioni,ari al 16,5% degli occupati del Paese. In termini comparativi, la “whiteconomy” produce più dei settori delle costruzioni e dei trasporti, ed è se-onda solo al commercio. E tuttavia, nonostante questi dati favorevoli,on mancano i motivi di inquietudine. Con l’allungamento della vita

    media, continua a crescere la domanda di cure e di assistenza. Nel 2030aranno più di 4 milioni le persone in cattivo stato di salute. E i portatorii almeno due patologie croniche saranno più di 20 milioni. Negli anniella crisi, tra il 2007 e il 2014, la spesa sanitaria pubblica è diminuita del,4% in termini reali. E oggi sono meno del 20% gli italiani che affer-

    mano di trovare nel welfare pubblico una piena risposta ai loro bisogni.iù della metà delle famiglie di livello socio-economico basso è convintahe un eventuale aggravio dei costi del welfare sarà incompatibile con ioro redditi. L’accesso alle prestazioni socio-sanitarie divide in due l’Ita-a. Un motivo di più per guardare alla “white economy” come ad un la-oratorio per le nuove politiche sociali. Silvia Iovine

    MAGRIS, UN’IDEA DI EUROPAClaudio Magris, germanista e critico, è nato a Trieste il 10 aprile 1939Fine letterato, di vastissima cultura, è uno dei più profondi saggisti con-temporanei, capace come pochi di scandagliare non solo il patrimoniodella letteratura mitteleuropea ma anche di ritrovarne le ragioni profonde.Se a ciò aggiungiamo che Magris, nel suo bagaglio culturale, disponeanche dell’esperienza di opinionista mediatico grazie ai suoi interventisul “Corriere della Sera”, abbiamo il quadro di un intellettuale a tuttocampo, capace di interpretare con lucidità il quadro complesso della re-altà contemporanea, con le sue mille tendenze e contraddizioni. Per que-sto vale la pena ricordare alcuni stralci della recente intervista ril asciatadallo scrittore all’emittente cattolica TV2000. “Oggi non siamo, comespesso si dice, nella terza guerra mondiale, ma nella quarta”, affermaMagris. “La terza l’ha vinta l’Occidente e l’ha persa il mondo sovieticola cosiddetta Guerra fredda, che ha avuto 45 milioni di morti” (e il pen-siero corre agli innumerevoli conflitti, seppure soltanto locali, che hannocontinuato a funestare il mondo anche dopo la fine della seconda guerramondiale). “La differenza adesso – continua lo scrittore – è che c’è unaguerra, ma non si sa di chi e contro chi, non si sa chi è alleato e chi è ne-mico. All’orrore della guerra si somma il caos”. Per quanto riguarda ilproblema dell’immigrazione, Magris afferma: “In questo problema si ri-scontrano due aspetti: uno è il rifiuto razzista intollerabile e odiosogretto, poi ce ne può essere un altro, che riguarda i numeri di questa odis-sea, che la rende drammatica e tragica, perché se tutti i disperati dellaterra, che hanno esattamente il diritto di vivere come noi, vengono qui inEuropa, non c’è materialmente il posto…”. E sempre a proposito di Eu-ropa, Magris così si esprime: “Io sogno un momento in cui possa esi-stere uno Stato europeo, perché credo che dovremmo vivere le nostreidentità come matrioske. Così come sono triestino o torinese e questonon è in contraddizione col mio essere italiano, altrettanto essere italianiè essere europei. Sogno uno Stato decentrato, federale, ma con leggi co-genti per tutti, esattamente come oggi le Regioni rispetto allo Stato ita-liano. Che hanno autonomia, competenza legislativa, però non possonofare leggi che, per esempio, dicano che le donne non possono andare ascuola…” E in questo caos contemporaneo, che cosa ci riserva il futuro?“Bisogna essere ottimisti con la volontà – conclude Magris – ma temoche tra dieci anni il mondo sarà peggiore”. Silvia Iovine

    I RIFUGIATI: PERSONE COME NOILa crisi dei rifugiati, che fuggono dalle situazioni di conflitto e d’insta-bilità politica delle loro regioni, e la crisi dei migranti, che fuggono dallapovertà endemica dei paesi d’origine, sono due delle più grandi piaghedel nostro tempo. Che pongono sfide altrettanto grandi, come la man-canza di solidarietà tra gli Stati, l’assenza di strategie adeguate, la di-sponibilità ridotta di mezzi finanziari, l’aumento di comportamentixenofobi legati a sentimenti di insicurezza e paura. Senza una chiara vo-lontà politica che miri al raggiungimento della pace e ad un migliore co-ordinamento dello sviluppo globale, la crisi attuale porterà ad un ulterioreaumento delle tensioni e della violenza. Tra le istituzioni più impegnatea fronteggiare l’emergenza umanitaria, c’è la Chiesa cattolica. Un’inda-gine recentemente condotta tra le Conferenze Episcopali Europee rivelache la Chiesa in Europa ha risposto in maniera efficace ai bisogni urgentidi rifugiati e migranti: l’assistenza offerta include la cura immediata percoloro che si trovano maggiormente nel bisogno e azioni a lungo terminevolte a facilitare l’integrazione. I rifugiati sono persone come noi, genteche, prima d’essere costretta a fuggire, aveva una famiglia e una casa. Lastoria ci racconta numerose vicende di personaggi celebri che hanno do-vuto vivere da rifugiati, lontani dai paesi d’origine. Citiamo qualcheesempio. Albert Einstein abbandonò la Germania subito dopo la presadel potere da parte dei nazisti, per trasferirsi negli USA, dove visse finoalla morte avvenuta nel 1955. Sigmund Freud, il grande psicologo au-striaco di origini ebraiche, si vide costretto all’esilio a causa delle perse-cuzioni naziste; accompagnato dalla moglie Martha e dalla figlia Annapartì per Londra, dove ottenne lo status di rifugiato politico. Le sue quat-tro sorelle, rimaste a Vienna, vennero arrestate e morirono in un campodi concentramento. Marc Chagall, il pittore bielorusso naturalizzatofrancese, era anche lui di origini ebraiche, e per tale motivo venne per-seguitato sotto il regime degli zar; una volta divenuto celebre, lasciò SanPietroburgo per stabilirsi a Parigi. Isabel Allende, nipote del presidentecileno Salvador Allende, fu costretta all’esilio dopo che lo zio vennedeposto dalle forze golpiste di Pinochet nel 1973. La Allende continuòall’estero la sua attività di scrittrice e giornalista e tornò in Cile solo nel1990, dopo il ritorno della democrazia. Silvia Iovine

    DOV’È LA BUONA SCUOLASiamo oggi a parlare della buona scuola pubblica di Renzi. La corsa alleassunzioni degli insegnanti precari, da Nord al Sud al Centro Italia, ha si-stemato parte del precariato, lasciando le incombenze primarie ai titolaridi cattedra, che, si ritrovano soli e abbandonati dalle istituzioni nell’as-solvere ai compiti principali: Formare i bambini del domani. Esiste unascuola elementare a Roma di cui siamo a conoscenza la Corrado Corradisita in via del Pellicano a Roma zona Torre Maura, sprovvista degli in-segnanti di sostegno. Nella classe quinta D, è venuta a mancare l’inse-gnante di matematica, dopo le proteste dei genitori la preside ha supplitoa tale mancanza con una supplente che presiederà la classe fino a fineanno. Al contempo non si può fare nulla per avere i sostegni. In taleclasse vi sono due bambini con problematiche al quale la legge ha asse-gnato i sostegni, la titolare è in infortunio per un incidente da tempo,l’AEC deve ottemperare a tale mancanza facendo tre lavori, il suo quellodi educatore comunale retribuita dal comune, e la insegnante di soste-gno. I bambini devono essere seguiti entrambi, ognuno dal proprio inse-

    gnante, e, si ritrovano a vagare per le classi, o a dormire a scuola , poichènessuno se li fila. allora questa è la buona scuola? La Costituzione af-ferma in sintesi che tutti hanno lo stesso diritto alla studio e alla forma-zione della propria personalità nella società, a pari condizionidi sesso, religione ecc. Allora dov’è lo Stato qui? Dov’èIl Provveditorato agli Studi? Dove sono i Dirigenti?Chi deve ottemperare a ciò? È possibile che nel 2016siamo regrediti ai tempi della preistoria? La scuola,la buona scuola non è un diritto di tutti? Le pari op-portunità non sono per tutti? Paghiamo le tasse dabravi cittadini, perchè non assolviamo ai compiti pri-mari del collettivo sociale? I nostri studenti devonoemigrare all’estero dalle elementari? Chi risponderàalle nostre domande? Chi risponderà ai nostri bambini? Aiposteri l’ardua sentenza. Francesca Pagano

    UN “VERO” DEMOCRISTIANOCon il 4% dei voti ha tre ministri, un vice e nove sottosegretari. Segre-tario Pdl o Guardasigilli: dal 2001 solo due anni all’opposizione. Ange-lino Alfano, leader del Nuovo Centrodestra è ministro dell’Interno.Angelino Alfano è al governo o in maggioranza dal 2001, tranne i ven-tiquattro mesi del secondo esecutivo Prodi. In maggioranza con SilvioBerlusconi dal 2001 al 2006, al ministero della Giustizia dal 2008 al2011. E’ ancora in maggioranza col governo dei tecnici di Mario Montida segretario del Pdl, ministro dell’Interno prima con Enrico Letta e poicon Matteo Renzi. Alfano è lo stesso target di provenienza politica diMatteo Renzi, quarantenne ed ex DC; però l’anagrafe non è altrettantopromettente, in tema di rinnovamento, con i suoi principali collaboratori(quelli ancora al suo fianco e quelli che nel frattempo se ne sono andati):Renato Schifani, Fabrizio Cicchitto, Gaetano Quagliariello, MaurizioLupi, Carlo Giovanardi, Roberto Formigoni, Gabriele Albertini, PaoloBonaiuti, Maurizio Sacconi. Nell’unica tornata elettorale valutabile,quella delle Europee del 2014, il Nuovo centrodestra ha preso poco piùdel quattro per cento, e oltretutto in associazione con l’Udc di Pier Fer-dinando Casini e Lorenzo Cesa, altri politici di rango e di lunga mili-tanza democristiana. Il senso dell’indispensabilità è molto forte nell’Udc

    e con quest’abile giochetto del “ricatto politico” gli alfaniani di turnoriescono a vivacchiare e a restare in sella a palazzo. E ottengono, eccomese ottengono. I rumors attuali affermano che Renzi abbia fatto marciaindietro sulla manacata costruzione del ponte sullo Stretto. Sarà anchequi in questa faccenda che la “longa mano” dei popolari di Italia ha al-zato la posta in gioco? ì Lisa Biasci

    segue da pag. 1) Un delitto dimenticato

    i un nuovo calciatore da parte della squadra nazionale nasconde tutte quelle che riguardano l’omi-idio di un tossicodipendente, di un emigrato o di una prostituta, come quello che venne chiamatol’omicidio della mondana”. Siamo nel pieno degli anni ’50, in quel boom economico fatto di ci-ema, divi, benessere, Tv, Fiat 500 e Gossip, in quello che Federico Fellini, all’apice della sua bra-ura, chiamerà “La dolce vita”, un velo di spensieratezza agiata che in verità nasconde un sottoboscoi ipocrisia. Nel 1957, un anno prima che la legge Merlin le metta tutte in mezzo alla strada, lavo-ano nella Capitale molte “Mondane”, prostitute o più romanticamente Lucciole. Una di queste siistingue per la sua classe ed eleganza, al punto che tutti la chiamano “La Contessa”, ma il suo veroome è Pasqua Rotta, ha contatti e clienti di un certo livello, non è la classica prostituta costretta afare la vita” per disperazione o per arricchire quale protettore. Lavora alla stazione Termini ma han appartamento a via Belluno, vicino quella piazza Bologna che proprio negli anni ’50 inizia a di-entare un quartiere di pregio. Ha persino un compagno che la ama, Marcello Colletti, di due anniiù giovane e con un solido lavoro all’Ente regionale del turismo. Ma la sera del 22 ottobre 1957

    Colletti torna a casa dopo aver passato la serata con la madre, trova Pasqua già a letto, immobile, ei mette a letto vicino a lei. Soltanto un paio d’ore dopo si accorge che qualcosa non va, che Pasquaon si muove né sembra respirare, scosta quindi la coperta e si accorge che la donna è morta, cone mani legate dietro alla schiena con un laccio di seta. Nonostante la situazione, l’uomo non perdea calma e telefona al suo avvocato, anche se stranamente decide di farlo da una cabina pubblica diiazza Bologna anziché dal telefono di casa. Sin da subito si indaga negli ambienti altolocati, e l’at-enzione si concentra su un distinto e anziano signore di Viterbo, cliente abituale della Contessa, cheerò per quella sera del 22 ottobre ha un alibi, come si dice, di ferro. Anche il compagno ufficiale

    ella donna, inizialmente indagato a causa di alcuni comportamenti sospetti (perché si accorse deladavere solo due ore dopo essere rientrato in casa? Perché utilizzò una cabina pubblica invece delelefono di casa?) uscirà pulito da qualsiasi indagine. Nonostante ci fossero tutti gli elementi per in-eressare la pruriginosa stampa degli anni ’50, dalla prostituta trovata morta nuda nel letto con le

    mani legate, alla goccia di sangue sul cuscino fino al preservativo ancora intatto sul comodino, laotizia finisce ben presto dimenticata. Nell’ipocrito benessere dell’epoca, c’era comunque unaDolce vita” da mandare avanti. Emiliano F. Caruso

    L’INCREDIBILE GUARIGIONEDI UN INGEGNERE BRASILIANO

    Ha avuto larga diffusione sulla stampa internazionale un’intervista al prof. Carlo Jovine pubblicata dal-l’agenzia d’informazione cattolica ZENIT. Il prof. Jovine è perito ufficiale della Congregazione delleCause dei Santi e primario neurologo dell’Ordine di Malta. Ha fatto parte, nel 2010, della Consulta me-dica che ha analizzato, da un punto di vista scientifico, il miracolo della guarigione di suor Normand perintercessione di Giovanni Paolo II. Questo prestigioso incarico gli è stato rinnovato dal Vaticano perl’esame scientifico del miracolo attribuito a Madre Teresa di Calcutta, e le sue parole ci parlano di unevento eccezionale: “La mia esperienza professionale – spiega Jovine – mi ha posto più volte di frontead eventi difficilmente spiegabili dal punto di vista scientifico, ma ciò che è accaduto nel 2008 ad un in-gegnere brasiliano ha veramente dell’incredibile…”. L’ingegnere di cui parla Jovine è Marcilio HaddadAndrino, nato a Santos, vicino a San Paolo del Brasile. Nel dicembre del 2008, all’età di 35 anni, l’ingAndrino viene ricoverato d’urgenza con gravi disturbi nella sfera neurologica. Gli esami specialisticmostrano la presenza di otto ascessi cerebrali: una patologia che determina la distruzione dei tessuti e laproduzione di pus all’interno del cervello. Il rischio di morte è così grave che i medici decidono di sot-toporre l’ing. Andrino ad un intervento d’urgenza. Ed è a questo punto che accadono una serie di eventiinspiegabili. Il paziente, condotto in sala operatoria in condizioni di coma, improvvisamente apre gliocchi e, tra lo stupore dei presenti, domanda perché si trovi lì. I medici decidono di non effettuare l’in-tervento chirurgico e di eseguire una TAC per capire cosa stava accadendo. L’esame rivela la riduzionedel 70% degli ascessi cerebrali. Nel volgere di pochi giorni, le condizioni di Andrino migliorarono a talpunto che il paziente viene dimesso dall’ospedale. L’ing. Andrino attualmente guida, lavora, ha due figli,

    e non presenta conseguenze negative di alcun genere. Una guarigione che si discosta in maniera inspie-gabile dall’iter naturale della malattia, così come a conoscenza della scienza medica. Ma che c’entraMadre Teresa con la guarigione di Andrino? Fernanda, la moglie dell’ingegnere e il parroco ElmiranFerreira avevano pregato insieme, ponendo accanto alla testa di Marcilio una reliquia di Madre Teresa.“Da questa concatenazione di eventi e dagli esami clinici, specialistici e peritali, bisogna necessaria-mente concludere che ci troviamo di fronte ad un evento scientificamente inspiegabile”, conclude il profJovine. “Un evento avvenuto in modo risolutivo, istantaneo, duraturo e totale. E questo, per la Chiesa,equivale a dire miracolo”. Carmen Galoppo

  • 8/20/2019 l'Attualita Marzo 2016 Web

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