La Stadera N.65 - Dicembre 2011

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Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in Legge n. 46 del 27/02/2004) art. 1 comma 2 - CNS BA Mensile della parrocchia SS. Crocifisso - Barletta anno VIII 65 “PREMIO FALLANI Miglior Testata 2007” dicembre 2011 cinema agenda dicembre 2011 4 dom ore 8.30 Ritiro spirituale parrocchiale d’Avvento c/o Suore ore 11.00 Catechesi Classi di 1^ e 2^ Elementare (ogni domenica) ore 17.30 Corso pre-matrimoniale ore 20.00 Catechesi Biblica per adulti (1^ e 3^ domenica) 5 lun ore 18-20 Villaggio Paradiso: Catechesi per i Diversamente Abili (ogni lunedì e venerdì) ore 19-21 Catechesi Biblica (Ciliento, ogni lunedì) 6 mar ore 18.30-21.00 Catechesi del RnS 7 mer ore 18.00 Catechesi 3^ e 4^ Elementare (ogni mercoledì) 8 gio Solennità dell’Immacolata Ss. Messe: 8.30 – 11.30 – 19.00 9 ven ore 18.30 Catechesi classi 5^ elem. e 1^ media (ogni venerdì) 10 sab ore 17.30 Catechesi classi 2^ e 3^ media e cresimandi (ogni sabato) ore 19.00 Catechesi 1^ media di Isa e Cristina (ogni sabato) ore 20.00 Catechesi post-cresima e giovani/issimi (ogni sabato) ore 20.00 Riunione genitori dei gruppi di 4^ elementare ore 21.00 Catechesi giovani adulti (ogni sabato) 11 dom ore 16.00 Conferimento del Lettorato a Nicola Salvemini (Seminario di Molfetta) 12 lun ore 17.30 Tombolata con i Diversamente Abili, Villaggio Paradiso e EPASSS 15 gio Inizio Novena di Natale in parrocchia ore 17.30 Prove Corale (ogni giovedì) ore 17.30/19.00 Gruppo EPASSS (laboratorio scolastico ogni giovedì) dalle ore 18.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Santi Medici ore 20.00 Adorazione Eucaristica silenziosa 18 dom Benedizione Bambinelli del presepe ore 19.00 Sorteggio Lotteria 19 lun ore 20.00 Gruppo culturale La Stadera e Internet (1° e 3° del mese) 22 gio Dalle ore 18.00 alle ore 22.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. del Rosario di Pompei e Santi Medici ore 20.00 Adorazione Eucaristica guidata dai Catechisti e RnS 24 sab ore 18.00 S. Messa vespertina della Vigilia, al Crocifissino ore 21.00 Veglia di preghiera ore 22.00 Solennità Natale del Signore 25 dom Solennità Natale del Signore Ss. Messe: 8.30 – 10.00 – 11.30 – 19.00 26 lun S. Stefano Ss. Messe: ore 8.30 – 11.30 – 19.00 29 gio Dalle ore 18.00 alle ore 22.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. del Rosario di Pompei e Santi Medici ore 22.00 S. Messa, Rito dell’Incubatio e Adorazione Notturna 30 ven FESTA PATRONALE. Onomastico del Parroco. Processione cittadina 31 sab ore 19.00 S. Messa di ringraziamento con il canto del Te Deum 1 dom Solennità Santa Maria Madre di Dio Ss. Messe: ore 8.30 – 10.00 – 11.30 – 19.00 4 mer ore 19.30 1° Meeting delle testate giornalistiche locali “In equilibrio, in verità” 5 gio Anniversario ord. Diaconale Abramo Ferrara (1991) 1° giovedì ore 8.00 Gruppo volontariato (decoro della Chiesa ogni giovedì) ore 9.00 Gruppo Caritas (ogni giovedì) ore 19.00 Ord. Diaconale di Alessandro Brandi (Cattedrale di Trani) 6 ven Anniversario ord. episcopale S.Em. card. Francesco Monterisi (1983) 1° venerdì ore 19.00 Adorazione Eucaristica di riparazione e consacrazione al Cuore di Gesù 5 per segnalazioni e comunicazioni [email protected] delegato relazioni stampa [email protected] gennaio 2012 SOCIETÀ Nato a Pontelongo, diocesi di Padova, il 14 ottobre 1915; ordinato presbitero il 23 maggio 1940. Dal 15 marzo 1953 al 3 giugno 1963, funge da segretario particolare di Angelo Giuseppe Roncalli quando questi, appena creato cardinale, viene nominato nuovo patriarca di Venezia, e la conferma successivamente con l’elezione papale di Giovanni XXIII. Paolo VI lo nomina prelato di anticamera e perito conciliare, e lo elegge, il 26 giugno 1967, arcivescovo metropolita di Chieti. Nel 1971 viene nominato arcivescovo titolare di Mesembria, sede che era stata titolo arcivescovile di mons. Angelo Giuseppe Roncalli. Il 10 dicembre 1988 si dimette dagli incarichi pastorali, pur conservando il titolo di arcivescovo di Mesembria, andando ad abitare a Sotto il Monte Giovanni XXIII (Bergamo), paese natale di Papa Roncalli. S.E. Mons. Loris Francesco CAPOVILLA D al Colle San Giovanni, dove trascorro giorni silenziosi e laboriosi, vegliati da sacre memorie, abbelliti con i fiori di bontà raccolti lungo la strada, amo deporre sulle mani e sul cuore di Don Rino Caporusso, dei fedeli della parrocchia del SS.mo Crocifis- so, del direttore e dei lettori del simpatico mensile La Stadera il messaggio natalizio che riaccende propositi di personale coerenza e di comunitario servizio, tanto più che l’imminente Natività del Signore preannuncia l’anno cinquantesimo dell’avviamento del Concilio Vaticano II e l’inizio dell’Anno della Fede: fede che genera carità, alimenta la speranza, attende con giu- bilo “nuovi cieli e una nuova terra in cui avrà stabile dimora la giustizia”. Sappiamo bene che non c’è pace senza giustizia, né giustizia senza per- dono, né perdono senza bontà! Lo ripetiamo di continuo, essendone noi sedotti e desiderosi che tutti lo siano. Non si tratta, infatti, di un logoro o nuovo motto pubblicitario, bensì del midollo della civiltà che da Cristo prende nome e succo vitale. Ora sul limitare della Grotta di Betlemme, Benedetto XVI ci riconsegna Gaudium et spes, costituzione conciliare, voluta da Papa Giovanni, elabora- ta nel clima dell’assise ecumenica, impreziosita con inenarrabili sofferenze. Inoltre Gaudet Mater Ecclesia e Pacem in terris segnalano i presupposti della strategia pastorale, intensa a far risplendere sul volto del Popolo di Dio la luce angelica del Natale, per un nuovo ordine di rapporti “fondato sulla verità, costruito secondo giustizia, vivificato e integrato dalla carità e posto in atto nella libertà”. Conquistati dall’evidenza, ci sentiamo condotti innanzi alla Porta della Pace di Rotterdam, metropoli olandese rasa al suolo nel 1940 con un se- guito incalcolabile di vittime e di distruzioni. Sul Quai Lauve-hauven ha im- mortalato quella tragedia Ossip Zadkine con la scultura: Città distrutta; l’ha celebrata Giacomo Manzù sulla porta centrale del Duomo di Saint Laurenz. A uomini frettolosi e distratti, Zadkine ricorda il sangue scorso a ru- scelli sulle strade della città dei traffici; Manzù induce a fissare gli occhi sulla guerra che profana la persona, violenta i deboli, terrorizza i piccoli, distrugge le abitazioni, avvilisce il lavoro. Abbasso la guerra, stampò ner- vosamente lo scultore sulla soglia del tempio; abbasso la guerra e tutte le violenze inflitte all’uomo, le arbitrarie umiliazioni,lo sfruttamento comunque perpetrato. La Pace è come la mamma che solleva al cielo il frutto delle sue viscere; come il padre che assapora il suo sudore, felice di contemplare la sua donna e il suo bambino, difesi non dalla spada, ma da braccia adusate alla fatica. Manzù non si è ispirato consapevolmente ad un testo religioso, ma ave- va nell’animo l’enciclica del suo conterraneo Papa Roncalli, tant’è vero che il pannello della morte di Giovanni XXIII, sulla Porta omonima a San Pietro in Vaticano, reca inciso Pacem in terris, adeguato commento di un servizio compiuto senza risparmio, dall’alba al tramonto: “Dopo avere amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine” (Gv 13,1). Con occhi umili e cuore buono ci soffermiamo sulla scena del Natale. Riprendiamo coraggio. E poiché sembra impossibile scrollarci di dosso la pe- santezza del peccato, tendiamo la mano ai piccoli, ai disarmati, ai discepoli delle beatitudini, per apprendere da loro l’arte della contemplazione, del pentimento, della preghiera. Buon Natale. Buon Anno nuovo. Loris Francesco Capovilla Arcivescovo di Mesembria Titolo di Angelo Gius. Roncalli (1934-1953) Sotto il Monte Giovanni XXIII Santo Natale 2011 Un Dio che sceglie di incarnarsi in una vergine fidanzata ad un uomo e da lei nascere per compiere il suo progetto di salvezza dell'intera uma- nità non è un evento di fantasia, ma è il seme reale e visibile, con gli occhi della fede, da cui quel Dio ha volu- to iniziare il cammino di redenzione di ognuno. Senza forzare le volon- tà di Maria e Giuseppe, Dio li sceglie come sua famiglia in cui muovere i primi passi tra gli uomini e le donne della Palestina di duemila anni fa. An- che Dio, che avrebbe potuto trovare, dall'alto della sua onnipotenza, un modo diverso per presentarsi all'uma- nità decaduta per redimerla dal pec- cato, un modo più clamoroso e, per- ché no, trionfale, in Gesù di Nazareth invece ha voluto essere come tutti gli altri ed avere anch'Egli il calore di una mamma e di un papà, guide af- fettuose dalle quali apprendere tanto. Dunque, se anche Dio ha avuto una famiglia per sé, ciò significa che que- sta “prima e vitale cellula della socie- tà” (Apostolicam Actuositatem, n°11) ha un valore intrinseco: ancora ai no- stri giorni essa vivacemente testimo- nia come quei rapporti di solidarietà e collaborazione, di rispetto reciproco dei ruoli e dei singoli componenti, che si stabiliscono al suo interno, siano il fondamento, allargando l'orizzonte vi- sivo, del buon vivere sociale. Eppure, sempre con maggior frequenza e da più parti, si tende a mettere in discus- sione il “valore famiglia” e “il valore della famiglia”. Stili di vita poggianti sulla superficialità e inculcati con me- todi di persuasione incalzante hanno fatto smarrire linee di responsabilità verso sé e verso l'altro. La responsa- bilità non è un peso, un vivere schiac- ciante teso all’assolvimento meccani- co di doveri, ma è la “risposta” ad una “vocazione”, ad una “chiamata alta” di apertura al bene personale e altrui. È nel nucleo della responsabilità come risposta all'invito progettuale di Dio che risiede quel “valore famiglia”, fat- to di ricchezza di sentimenti e abbon- danza di vita condivisa. Il malanno di un figlio che provoca ansia, lo stipen- dio portato a casa dal genitore ogni mese, le gite all'aria aperta, una pizza mangiata nel tinello di casa, un brutto voto preso a scuola e sanato da una pacca sulla spalla e da un incoraggia- mento a far meglio la volta successi- va, sono semplici esempi di comunio- ne di vita che alimentano altra vita. In famiglia, dove il singolo problema o la singola gioia sono di tutti, non si è mai soli, ma ci si sostiene prendendosi cura a vicenda gli uni degli altri. È solo lì che si sente quel calore inconfondibile, che sa di odori di buona minestra, di sorrisi e di rim- proveri a fin di bene, di vero amore di casa. Ed è lì che dimora “il valore della famiglia”. Forse proprio perché luogo della sinfonia della comunione, la famiglia è minata da agenti esterni che cercano di delegittimarne la pro- pria natura e il proprio modello so- ciale. Scriveva nel 1981 il Beato Gio- vanni Paolo II al n° 6 dell'Esortazione Apostolica Familiaris Consortio: “non mancano segni di preoccupante de- gradazione di alcuni valori fondamen- tali: una errata concezione teorica e pratica dell'indipendenza dei coniugi fra di loro; le gravi ambiguità circa il rapporto di autorità fra genitori e figli; le difficoltà concrete, che la famiglia spesso sperimenta nella trasmissio- ne dei valori; il numero crescente dei divorzi; la piaga dell'aborto; il ricorso sempre più frequente alla sterilizza- zione; l'instaurarsi di una vera e pro- pria mentalità contraccettiva”. Sono passati trent'anni, ma quanto quelle parole sembrano riflettere, purtroppo, situazioni attuali? Quanto le voci di chi “grida nel deserto” vengono messe a tacere? Nonostante il male circostan- te che tende a reprimerne la bellezza, la famiglia ha ancora tanto da espri- mere e da donare al mondo civile. In tal senso al n° 2207 del Catechismo della Chiesa Cattolica si afferma che “l'autorità, la stabilità e la vita di re- lazione in seno alla famiglia costitui- scono i fondamenti della libertà, della sicurezza, della fraternità nell'ambito della società”. È dunque chiaro come l'istituto familiare sia in stretta con- nessione con l'attuazione del bene co- mune: questo suo ruolo di diffusore primario di umanità e di socialità va sempre più difeso, specie nell'ambito di decisioni politiche che dovrebbero tutelarne libertà e diritti. Quello che sta per iniziare sarà l'anno del VII In- contro Mondiale delle Famiglie (Milano 30 maggio – 3 giugno 2012) che avrà per tema “La Famiglia: il lavoro, la festa”. A distanza di tre anni dall'ap- puntamento di Città del Messico del 2009, nel capoluogo lombardo si ri- troveranno tutte quelle famiglie che vorranno approfondire, alla luce del Vangelo, il loro essere testimoni oggi, in un tempo di contraddizioni sociali, dovute anche al mercato e alle sue re- gole di concorrenza spesso discutibili se non spietate, che si riverberano nel cambiamento di abitudini dei cittadini. In un contesto così strutturato anche il valore e il sapore della festa tende a diluirsi. In un passaggio della lettera riguardante l'incontro di Milano, indi- rizzata al Card. Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, Papa Benedetto XVI sostiene che “oc- corre perciò promuovere una rifles- sione e un impegno rivolti a conciliare le esigenze e i tempi del lavoro con quelli della famiglia e a ricuperare il senso vero della festa, specialmente della domenica”. Ricercando quanto smarrito a causa di un correre farra- ginoso verso mete nebbiose, l'uomo può ritrovare la semplicità della sua esistenza. Che in questa ricerca non gli ricapiti di incontrare la sua profon- dità e magari, in essa, sentirsi parte dell'unica famiglia, quella umana? Salvatore Mellone [email protected] 1° MEETING DELLE TESTATE GIORNALISTICHE LOCALI “IN EQUILIBRIO, IN VERITÀ” «Un momento per conoscerci e stringere rapporti cercando al contempo di get- tare le basi per un confronto duraturo sulle tematiche legate al mondo della comu- nicazione e dell'informazione». Così Ruggiero Dimonte, direttore del nostro mensile, sintetizza l'idea di fondo alla base del 1° Meeting delle testate giornalistiche locali “In equilibrio, in verità” che si svolgerà presso il salone “don Luigi Filannino” della parrocchia SS.mo Crocifisso il 4 gennaio 2012 dalle ore 19:00. «Con questa iniziativa – afferma don Ruggiero Caporusso, direttore editoriale de La Stadera – vorremmo, senza presunzione alcuna, riunire attorno ad un tavolo, per ascoltare pareri e avviare discussioni sullo stato dei media, quante più testate giornalistiche possibile, a partire proprio da quelle più piccole che, come noi, si sforzano di dare notizie nella libertà». L’appuntamento è dunque rivolto principalmente a tutti quegli operatori della comu- nicazione dei periodici che vengono redatti e pubblicati nelle varie parrocchie dell’Ar- cidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, ma è aperto anche ai giornalisti del territorio. Il titolo dell'evento (“In equilibrio, in verità”) è mutuato dal motto della nostra testata: nel dare le notizie, cercando di essere equilibrati, si narrano verità che, sebbene parziali, tendono alla Verità. Relatori della serata saranno Beppe Santo, coordinatore editoriale e responsabile di produzione della casa editrice Rotas, e Imma Ceci, gior- nalista di Teleregione. Modererà don Riccardo Losappio, direttore della Commissione Cultura e Comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie. Salvatore Mellone [email protected] SUOR RAFFAELLA PASTORESSA, DA CINQUANT'ANNI NELLE MANI DI DIO Ricorre il 50° anniversario della consacrazione a Dio di Suor Raffaella Pastoressa, suora barlettana della Congregazione del- le Ancelle del Santissimo Sacramento. Nata a Barletta il 20 maggio del 1938, Suor Raffaella ha compiuto il periodo di no- viziato a Morro d'Alba, in provincia di Ancona, vivendo poi in clausura per undici anni. Dopo il Concilio Vaticano II la Congre- gazione delle Ancelle del Santissi- mo Sacramento è stata una delle prime realtà ecclesiali ad aprirsi alla pastorale delle parrocchie: Suor Raffaella, a quel tempo, ha operato prima a Roma e succes- sivamente, per quindici anni, a Genova, città da dove era arriva- ta la richiesta per iniziare l'ado- razione perpetua al Santissimo Sacramento. Giunta poi a Milano, ha curato la pastorale degli am- malati portando loro la S. Comu- nione come ministro straordinario dell'Eucaristia. A Castelvetro, in provincia di Piacenza, è stata per sette anni collaboratrice parrocchiale, mentre a Cremona, oltre al servizio pastorale di ministro straordinario dell'Eucari- stia, ha svolto il compito di sacrestana. Le Ancelle del Santis- simo Sacramento furono fondate il 31 luglio del 1859 da San Pier Giuliano Eymard, presbitero francese che aveva a cuore la diffusione del culto per il Santissimo Sacramento dell'Eucari- stia. In passato le Ancelle dedicavano quotidianamente tre ore all'Adorazione Eucaristica, due di giorno ed una la notte. Oggi nel mondo la Congregazione conta 380 sorelle, delle quali due sono barlettane. Suor Raffaella ha voluto condividere con la nostra comunità questa ricorrenza; difatti domenica 27 novembre ha ringraziato il Signore con una S. Messa celebrata in parrocchia il suo an- niversario di consacrazione. Che il Signore Dio l'aiuti nel conti- nuare il suo servizio verso i fratelli con l'amore e la generosità che l'hanno sempre contraddistinta! Salvatore Mellone [email protected] "IL CUORE GRANDE DELLE RAGAZZE" Presentato in concorso alla VI° edizione del Festival del film di Roma, "Il cuore grande delle ragazze" è il nuovo film di Pupi Avati che ha vo- luto raccontare una storia d'amore ispirata a quella dei suoi nonni. Il film è ambientato nella bella campagna dell'Italia centrale negli anni '30. Car- lo Vigetti è il classico giovane bello e zoticone che corre dietro alle ragazze conquistandole con il suo alito che sa di biancospino. Figlio di una famiglia di contadini, è costretto a corteggiare le due figlie bruttine e attempate dei loro padroni nella speranza di un ma- trimonio conveniente. Ma la scelta di Carlino tra le due zitelle tarda ad arri- vare, quando il ritorno da Roma della sorellastra, la bellissima Francesca, che si innamora e fa irrimediabilmente innamorare Carlino, da inizio ad una serie di peripezie che coinvolgono tutti i parenti della coppia. I due riescono a sposarsi, ma anche un grande amore conosce il tradimento....Il tema fondamentale che Pupi Avati ha voluto affrontare ne"Il cuore grande delle ragazze "è la grande pazienza e la capacità di perdonare che caratteriz- zava le donne di una volta. Il regista sostiene che le donne ancora oggi abbiano un gran cuore, ma che non siano più tanto pazienti, infatti una donna dei nostri tempi non perdonerebbe mai un tradimento. Un film nostalgico e delicato reso ancor più bello dalle musiche scritte da Lucio Dalla: sicuramente un film da vedere. Liana Caputo [email protected] FAMIGLIA, SINFONIA DELLA COMUNIONE “La tua sposa come vite feconda nell’intimità della tua casa; i tuoi figli come virgulti d’ulivo intorno alla tua mensa” (Sal 128,3) NATALE midollo di civiltà

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Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003(conv. in Legge n. 46 del 27/02/2004) art. 1 comma 2 - CNS BA

Mensile della parrocchia SS. Crocifi sso - Barletta

anno VIII

n°65

“PREMIO FALLANI Miglior Testata 2007”

dicembre

2011

cinemacinema

agendadicembre 2011

4 dom ore 8.30 Ritiro spirituale parrocchiale d’Avvento c/o Suore ore 11.00 Catechesi Classi di 1^ e 2^ Elementare (ogni domenica) ore 17.30 Corso pre-matrimoniale ore 20.00 Catechesi Biblica per adulti (1^ e 3^ domenica)

5 lun ore 18-20 Villaggio Paradiso: Catechesi per i Diversamente Abili (ogni lunedì e venerdì)

ore 19-21 Catechesi Biblica (Ciliento, ogni lunedì)

6 mar ore 18.30-21.00 Catechesi del RnS

7 mer ore 18.00 Catechesi 3^ e 4^ Elementare (ogni mercoledì)

8 gio Solennità dell’Immacolata Ss. Messe: 8.30 – 11.30 – 19.00

9 ven ore 18.30 Catechesi classi 5^ elem. e 1^ media (ogni venerdì)

10 sab ore 17.30 Catechesi classi 2^ e 3^ media e cresimandi (ogni sabato) ore 19.00 Catechesi 1^ media di Isa e Cristina (ogni sabato) ore 20.00 Catechesi post-cresima e giovani/issimi (ogni sabato) ore 20.00 Riunione genitori dei gruppi di 4^ elementare ore 21.00 Catechesi giovani adulti (ogni sabato)

11 dom ore 16.00 Conferimento del Lettorato a Nicola Salvemini (Seminario di Molfetta)

12 lun ore 17.30 Tombolata con i Diversamente Abili, Villaggio Paradiso e EPASSS

15 gio Inizio Novena di Natale in parrocchia ore 17.30 Prove Corale (ogni giovedì) ore 17.30/19.00 Gruppo EPASSS (laboratorio scolastico ogni giovedì) dalle ore 18.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Santi Medici ore 20.00 Adorazione Eucaristica silenziosa

18 dom Benedizione Bambinelli del presepe ore 19.00 Sorteggio Lotteria

19 lun ore 20.00 Gruppo culturale La Stadera e Internet (1° e 3° del mese)

22 gio Dalle ore 18.00 alle ore 22.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. del Rosario di Pompei e Santi Medici ore 20.00 Adorazione Eucaristica guidata dai Catechisti e RnS

24 sab ore 18.00 S. Messa vespertina della Vigilia, al Crocifi ssino ore 21.00 Veglia di preghiera ore 22.00 Solennità Natale del Signore

25 dom Solennità Natale del Signore Ss. Messe: 8.30 – 10.00 – 11.30 – 19.00

26 lun S. Stefano Ss. Messe: ore 8.30 – 11.30 – 19.00

29 gio Dalle ore 18.00 alle ore 22.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. del Rosario di Pompei e Santi Medici ore 22.00 S. Messa, Rito dell’Incubatio e Adorazione Notturna

30 ven FESTA PATRONALE. Onomastico del Parroco. Processione cittadina

31 sab ore 19.00 S. Messa di ringraziamento con il canto del Te Deum

1 dom Solennità Santa Maria Madre di Dio Ss. Messe: ore 8.30 – 10.00 – 11.30 – 19.00

4 mer ore 19.30 1° Meeting delle testate giornalistiche locali “In equilibrio, in verità”

5 gio Anniversario ord. Diaconale Abramo Ferrara (1991)1° giovedì ore 8.00 Gruppo volontariato (decoro della Chiesa ogni giovedì) ore 9.00 Gruppo Caritas (ogni giovedì) ore 19.00 Ord. Diaconale di Alessandro Brandi (Cattedrale di Trani)

6 ven Anniversario ord. episcopale S.Em. card. Francesco Monterisi (1983)1° venerdì ore 19.00 Adorazione Eucaristica di riparazione e consacrazione al

Cuore di Gesù

5

per segnalazioni e comunicazioni

[email protected] relazioni stampa

[email protected]

gen

nai

o 2

012

SOCIETÀ

Nato a Pontelongo, diocesi di Padova, il 14 ottobre 1915; ordinato presbitero il 23 maggio 1940. Dal 15 marzo 1953 al 3 giugno 1963, funge da segretario particolare di Angelo Giuseppe Roncalli quando questi, appena creato cardinale, viene nominato nuovo patriarca di Venezia, e la conferma successivamente con l’elezione papale di Giovanni XXIII.Paolo VI lo nomina prelato di anticamera e perito conciliare, e lo elegge, il 26 giugno 1967, arcivescovo metropolita di Chieti. Nel 1971 viene nominato arcivescovo titolare di Mesembria, sede che era stata titolo arcivescovile di mons. Angelo Giuseppe Roncalli. Il 10 dicembre 1988 si dimette dagli incarichi pastorali, pur conservando il titolo di arcivescovo di Mesembria, andando ad abitare a Sotto il Monte Giovanni XXIII (Bergamo), paese natale di Papa Roncalli.

S.E. Mons.Loris Francesco CAPOVILLA

Dal Colle San Giovanni, dove trascorro giorni silenziosi e laboriosi, vegliati da sacre memorie, abbelliti con i fi ori

di bontà raccolti lungo la strada, amo deporre sulle mani e sul cuore di Don Rino Caporusso, dei fedeli della parrocchia del SS.mo Crocifi s-so, del direttore e dei lettori del simpatico mensile La Stadera il messaggio natalizio che riaccende propositi di personale coerenza e di comunitario servizio, tanto più che l’imminente Natività del Signore preannuncia l’anno cinquantesimo dell’avviamento del Concilio Vaticano II e l’inizio dell’Anno della Fede: fede che genera carità, alimenta la speranza, attende con giu-bilo “nuovi cieli e una nuova terra in cui avrà stabile dimora la giustizia”.

Sappiamo bene che non c’è pace senza giustizia, né giustizia senza per-dono, né perdono senza bontà! Lo ripetiamo di continuo, essendone noi sedotti e desiderosi che tutti lo siano.

Non si tratta, infatti, di un logoro o nuovo motto pubblicitario, bensì del midollo della civiltà che da Cristo prende nome e succo vitale.

Ora sul limitare della Grotta di Betlemme, Benedetto XVI ci riconsegna Gaudium et spes, costituzione conciliare, voluta da Papa Giovanni, elabora-ta nel clima dell’assise ecumenica, impreziosita con inenarrabili sofferenze. Inoltre Gaudet Mater Ecclesia e Pacem in terris segnalano i presupposti della strategia pastorale, intensa a far risplendere sul volto del Popolo di Dio la luce angelica del Natale, per un nuovo ordine di rapporti “fondato sulla verità, costruito secondo giustizia, vivifi cato e integrato dalla carità e posto in atto nella libertà”.

Conquistati dall’evidenza, ci sentiamo condotti innanzi alla Porta della Pace di Rotterdam, metropoli olandese rasa al suolo nel 1940 con un se-guito incalcolabile di vittime e di distruzioni. Sul Quai Lauve-hauven ha im-mortalato quella tragedia Ossip Zadkine con la scultura: Città distrutta; l’ha celebrata Giacomo Manzù sulla porta centrale del Duomo di Saint Laurenz.

A uomini frettolosi e distratti, Zadkine ricorda il sangue scorso a ru-scelli sulle strade della città dei traffi ci; Manzù induce a fi ssare gli occhi sulla guerra che profana la persona, violenta i deboli, terrorizza i piccoli, distrugge le abitazioni, avvilisce il lavoro. Abbasso la guerra, stampò ner-vosamente lo scultore sulla soglia del tempio; abbasso la guerra e tutte le violenze infl itte all’uomo, le arbitrarie umiliazioni,lo sfruttamento comunque perpetrato. La Pace è come la mamma che solleva al cielo il frutto delle sue viscere; come il padre che assapora il suo sudore, felice di contemplare la sua donna e il suo bambino, difesi non dalla spada, ma da braccia adusate alla fatica.

Manzù non si è ispirato consapevolmente ad un testo religioso, ma ave-va nell’animo l’enciclica del suo conterraneo Papa Roncalli, tant’è vero che il pannello della morte di Giovanni XXIII, sulla Porta omonima a San Pietro in Vaticano, reca inciso Pacem in terris, adeguato commento di un servizio compiuto senza risparmio, dall’alba al tramonto: “Dopo avere amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fi ne” (Gv 13,1).

Con occhi umili e cuore buono ci soffermiamo sulla scena del Natale. Riprendiamo coraggio. E poiché sembra impossibile scrollarci di dosso la pe-santezza del peccato, tendiamo la mano ai piccoli, ai disarmati, ai discepoli delle beatitudini, per apprendere da loro l’arte della contemplazione, del pentimento, della preghiera.

Buon Natale. Buon Anno nuovo. Loris Francesco Capovilla Arcivescovo di Mesembria Titolo di Angelo Gius. Roncalli (1934-1953)

Sotto il Monte Giovanni XXIII Santo Natale 2011

Un Dio che sceglie di incarnarsi in una vergine fi danzata ad un uomo e da lei nascere per compiere il suo progetto di salvezza dell'intera uma-nità non è un evento di fantasia, ma è il seme reale e visibile, con gli occhi della fede, da cui quel Dio ha volu-to iniziare il cammino di redenzione di ognuno. Senza forzare le volon-tà di Maria e Giuseppe, Dio li sceglie come sua famiglia in cui muovere i primi passi tra gli uomini e le donne della Palestina di duemila anni fa. An-che Dio, che avrebbe potuto trovare, dall'alto della sua onnipotenza, un modo diverso per presentarsi all'uma-nità decaduta per redimerla dal pec-cato, un modo più clamoroso e, per-ché no, trionfale, in Gesù di Nazareth invece ha voluto essere come tutti gli altri ed avere anch'Egli il calore di una mamma e di un papà, guide af-fettuose dalle quali apprendere tanto. Dunque, se anche Dio ha avuto una famiglia per sé, ciò signifi ca che que-sta “prima e vitale cellula della socie-tà” (Apostolicam Actuositatem, n°11) ha un valore intrinseco: ancora ai no-stri giorni essa vivacemente testimo-nia come quei rapporti di solidarietà e collaborazione, di rispetto reciproco dei ruoli e dei singoli componenti, che si stabiliscono al suo interno, siano il fondamento, allargando l'orizzonte vi-sivo, del buon vivere sociale. Eppure, sempre con maggior frequenza e da più parti, si tende a mettere in discus-sione il “valore famiglia” e “il valore della famiglia”. Stili di vita poggianti sulla superfi cialità e inculcati con me-todi di persuasione incalzante hanno fatto smarrire linee di responsabilità verso sé e verso l'altro. La responsa-bilità non è un peso, un vivere schiac-ciante teso all’assolvimento meccani-co di doveri, ma è la “risposta” ad una “vocazione”, ad una “chiamata alta” di apertura al bene personale e altrui. È nel nucleo della responsabilità come risposta all'invito progettuale di Dio che risiede quel “valore famiglia”, fat-to di ricchezza di sentimenti e abbon-danza di vita condivisa. Il malanno di un fi glio che provoca ansia, lo stipen-dio portato a casa dal genitore ogni mese, le gite all'aria aperta, una pizza mangiata nel tinello di casa, un brutto voto preso a scuola e sanato da una pacca sulla spalla e da un incoraggia-mento a far meglio la volta successi-va, sono semplici esempi di comunio-ne di vita che alimentano altra vita. In famiglia, dove il singolo problema

o la singola gioia sono di tutti, non si è mai soli, ma ci si

sostiene prendendosi cura a vicenda gli uni

degli altri. È solo lì che si sente quel calore inconfondibile, che sa di odori di buona minestra, di sorrisi e di rim-proveri a fi n di bene, di vero amore di casa. Ed è lì che dimora “il valore della famiglia”. Forse proprio perché luogo della sinfonia della comunione, la famiglia è minata da agenti esterni che cercano di delegittimarne la pro-pria natura e il proprio modello so-ciale. Scriveva nel 1981 il Beato Gio-vanni Paolo II al n° 6 dell'Esortazione Apostolica Familiaris Consortio: “non mancano segni di preoccupante de-gradazione di alcuni valori fondamen-tali: una errata concezione teorica e pratica dell'indipendenza dei coniugi fra di loro; le gravi ambiguità circa il rapporto di autorità fra genitori e fi gli; le diffi coltà concrete, che la famiglia spesso sperimenta nella trasmissio-ne dei valori; il numero crescente dei divorzi; la piaga dell'aborto; il ricorso sempre più frequente alla sterilizza-zione; l'instaurarsi di una vera e pro-pria mentalità contraccettiva”. Sono passati trent'anni, ma quanto quelle parole sembrano rifl ettere, purtroppo, situazioni attuali? Quanto le voci di chi “grida nel deserto” vengono messe a tacere? Nonostante il male circostan-te che tende a reprimerne la bellezza, la famiglia ha ancora tanto da espri-mere e da donare al mondo civile. In tal senso al n° 2207 del Catechismo della Chiesa Cattolica si afferma che “l'autorità, la stabilità e la vita di re-lazione in seno alla famiglia costitui-scono i fondamenti della libertà, della sicurezza, della fraternità nell'ambito della società”. È dunque chiaro come l'istituto familiare sia in stretta con-nessione con l'attuazione del bene co-

mune: questo suo ruolo di diffusore primario di umanità e di socialità va sempre più difeso, specie nell'ambito di decisioni politiche che dovrebbero tutelarne libertà e diritti. Quello che sta per iniziare sarà l'anno del VII In-contro Mondiale delle Famiglie (Milano 30 maggio – 3 giugno 2012) che avrà per tema “La Famiglia: il lavoro, la festa”. A distanza di tre anni dall'ap-puntamento di Città del Messico del 2009, nel capoluogo lombardo si ri-troveranno tutte quelle famiglie che vorranno approfondire, alla luce del Vangelo, il loro essere testimoni oggi, in un tempo di contraddizioni sociali, dovute anche al mercato e alle sue re-gole di concorrenza spesso discutibili se non spietate, che si riverberano nel cambiamento di abitudini dei cittadini. In un contesto così strutturato anche il valore e il sapore della festa tende a diluirsi. In un passaggio della lettera riguardante l'incontro di Milano, indi-rizzata al Card. Antonelli, presidente del Pontifi cio Consiglio per la Famiglia, Papa Benedetto XVI sostiene che “oc-corre perciò promuovere una rifl es-sione e un impegno rivolti a conciliare le esigenze e i tempi del lavoro con quelli della famiglia e a ricuperare il senso vero della festa, specialmente della domenica”. Ricercando quanto smarrito a causa di un correre farra-ginoso verso mete nebbiose, l'uomo può ritrovare la semplicità della sua esistenza. Che in questa ricerca non gli ricapiti di incontrare la sua profon-dità e magari, in essa, sentirsi parte dell'unica famiglia, quella umana?

Salvatore [email protected]

1° MEETING DELLE TESTATE GIORNALISTICHE LOCALI“IN EQUILIBRIO, IN VERITÀ”

«Un momento per conoscerci e stringere rapporti cercando al contempo di get-tare le basi per un confronto duraturo sulle tematiche legate al mondo della comu-nicazione e dell'informazione». Così Ruggiero Dimonte, direttore del nostro mensile, sintetizza l'idea di fondo alla base del 1° Meeting delle testate giornalistiche locali “In equilibrio, in verità” che si svolgerà presso il salone “don Luigi Filannino” della parrocchia SS.mo Crocifi sso il 4 gennaio 2012 dalle ore 19:00. «Con questa iniziativa – afferma don Ruggiero Caporusso, direttore editoriale de La Stadera – vorremmo, senza presunzione alcuna, riunire attorno ad un tavolo, per ascoltare pareri e avviare discussioni sullo stato dei media, quante più testate giornalistiche possibile, a partire proprio da quelle più piccole che, come noi, si sforzano di dare notizie nella libertà». L’appuntamento è dunque rivolto principalmente a tutti quegli operatori della comu-nicazione dei periodici che vengono redatti e pubblicati nelle varie parrocchie dell’Ar-cidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, ma è aperto anche ai giornalisti del territorio. Il titolo dell'evento (“In equilibrio, in verità”) è mutuato dal motto della nostra testata: nel dare le notizie, cercando di essere equilibrati, si narrano verità che, sebbene parziali, tendono alla Verità. Relatori della serata saranno Beppe Santo, coordinatore editoriale e responsabile di produzione della casa editrice Rotas, e Imma Ceci, gior-nalista di Teleregione. Modererà don Riccardo Losappio, direttore della Commissione Cultura e Comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie.

Salvatore Mellone [email protected]

SUOR RAFFAELLA PASTORESSA,DA CINQUANT'ANNI NELLE MANI DI DIO

Ricorre il 50° anniversario della consacrazione a Dio di Suor Raffaella Pastoressa, suora barlettana della Congregazione del-le Ancelle del Santissimo Sacramento. Nata a Barletta il 20 maggio del 1938, Suor Raffaella ha compiuto il periodo di no-viziato a Morro d'Alba, in provincia di Ancona, vivendo poi in clausura per undici anni. Dopo il Concilio Vaticano II la Congre-

gazione delle Ancelle del Santissi-mo Sacramento è stata una delle prime realtà ecclesiali ad aprirsi alla pastorale delle parrocchie: Suor Raffaella, a quel tempo, ha operato prima a Roma e succes-sivamente, per quindici anni, a Genova, città da dove era arriva-ta la richiesta per iniziare l'ado-razione perpetua al Santissimo Sacramento. Giunta poi a Milano, ha curato la pastorale degli am-malati portando loro la S. Comu-nione come ministro straordinario

dell'Eucaristia. A Castelvetro, in provincia di Piacenza, è stata per sette anni collaboratrice parrocchiale, mentre a Cremona, oltre al servizio pastorale di ministro straordinario dell'Eucari-stia, ha svolto il compito di sacrestana. Le Ancelle del Santis-simo Sacramento furono fondate il 31 luglio del 1859 da San Pier Giuliano Eymard, presbitero francese che aveva a cuore la diffusione del culto per il Santissimo Sacramento dell'Eucari-stia. In passato le Ancelle dedicavano quotidianamente tre ore all'Adorazione Eucaristica, due di giorno ed una la notte. Oggi nel mondo la Congregazione conta 380 sorelle, delle quali due sono barlettane.

Suor Raffaella ha voluto condividere con la nostra comunità questa ricorrenza; difatti domenica 27 novembre ha ringraziato il Signore con una S. Messa celebrata in parrocchia il suo an-niversario di consacrazione. Che il Signore Dio l'aiuti nel conti-nuare il suo servizio verso i fratelli con l'amore e la generosità che l'hanno sempre contraddistinta!

Salvatore Mellone [email protected]

"IL CUORE GRANDE DELLE RAGAZZE"

Presentato in concorso alla VI° edizione del Festival del fi lm di Roma, "Il cuore grande delle ragazze" è il nuovo fi lm di Pupi Avati che ha vo-luto raccontare una storia d'amore ispirata a quella dei suoi nonni. Il fi lm è ambientato nella bella campagna dell'Italia centrale negli anni '30. Car-lo Vigetti è il classico giovane bello e zoticone che corre dietro alle ragazze conquistandole con il suo alito che sa di biancospino. Figlio di una famiglia di contadini, è costretto a corteggiare le due fi glie bruttine e attempate dei loro padroni nella speranza di un ma-trimonio conveniente. Ma la scelta di Carlino tra le due zitelle tarda ad arri-vare, quando il ritorno da Roma della sorellastra, la bellissima Francesca, che si innamora e fa irrimediabilmente innamorare Carlino, da inizio ad una serie di peripezie che coinvolgono tutti i parenti della coppia. I due riescono a sposarsi, ma anche un grande amore conosce il tradimento....Il tema fondamentale che Pupi Avati ha voluto affrontare ne"Il cuore grande delle ragazze "è la grande pazienza e la capacità di perdonare che caratteriz-zava le donne di una volta. Il regista sostiene che le donne ancora oggi abbiano un gran cuore, ma che non siano più tanto pazienti, infatti una donna dei nostri tempi non perdonerebbe mai un tradimento. Un fi lm nostalgico e delicato reso ancor più bello dalle musiche scritte da Lucio Dalla: sicuramente un fi lm da vedere.

Liana Caputo [email protected]

FAMIGLIA, SINFONIA DELLA COMUNIONE“La tua sposa come vite feconda nell’intimità della tua casa;

i tuoi fi gli come virgulti d’ulivo intorno alla tua mensa” (Sal 128,3)

NATALEmidollodi civiltà

Page 2: La Stadera N.65 - Dicembre 2011

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L'APPUNTO DI'-SSERVIZIONOI CHIESA SFIDA EDUCATIVA

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Direttore editoriale:don Ruggiero Caporusso

Direttore responsabile:Ruggiero Dimonte

Vicedirettore:Angela RizziRuggiero Rutigliano

Redazione:Rossella Acconciaioco, Maria Rita Borraccino, Mario Borraccino, Alessandro Brandi, Liana Caputo, Daniela D’Alba, Antonio Diodovich, Floriana Filannino, Silvia Giannella, Francesca Leone, Salvatore Mellone, Massimo SerioHanno collaborato:Abramo Ferrara, Gerardo Del Negro, Pasquale Delvecchio, Alfredo Negro

Premio “Fallani”

Miglior Testata 2007

LA STADERAMensile di informazionee formazione della ParrocchiaSS. Crocifi sso - BarlettaAnno VIII - n. 65 dicembre 2011Registrazione n. 4 del 5/2/2007presso il Tribunale di Trani

Direzione, redazione e ammin.:Parrocchia SS. Crocifi ssoVia Zanardelli, 3376121 BarlettaTel. e fax 0883.333382

Impaginazione e stampa:Editrice Rotas - Barletta

Il Papa san Leone Magno, in uno dei suoi celebri discorsi, affermava che “tutta la Chiesa di Dio è ordina-ta in gradi gerarchici distinti, in modo che l'intero sacro corpo sia formato da membra diverse. Ma, come dice l'Apo-stolo, tutti noi siamo uno in Cristo” (cfr. Gal 3, 28).

Chi è il diacono? È il ministro che ha ricevuto il primo grado dell'Ordine sacro. In greco, la parola diàkonos si-gnifi ca servitore: il diacono è abilitato a servire il popolo di Dio nel ministero dell'altare, della Parola e della carità, ha la facoltà di amministrare alcuni Sacramenti (battesimi e matrimoni) su delega del parroco; è inoltre mini-stro ordinario della santa Comunione ed esercita il ministero della parola. Purtroppo, nell'immaginario colletti-vo termini come ministero e ministro evocano immediatamente un ruolo di guida ed una funzione direttiva, facen-do perdere al signifi cato sacramentale quella confi gurazione profetica di ser-vizio testimoniataci in maniera irripe-tibile da Nostro Signore, venuto “per servire e non per essere servito”; non a caso si dice che Gesù stesso sia stato il vero primo diacono!

La diaconia ordinata, allora, va col-locata all'interno dell'alveo della fedel-tà al Vangelo ed ai poveri, supportata dall'insegnamento che Gesù stesso diede ai suoi discepoli, unifi cando i nu-merosi precetti della Legge nel coman-damento dell'amore di Dio inscindibil-mente unito a quello dell'amore per il prossimo. Madre Canopi scrive: “sorto fi n dai tempi apostolici, questo mini-stero ha subito trovato in Stefano una fi gura che ha incarnato in pienezza l'ideale di servizio, delineando il volto interiore del diacono, «pieno di grazia e di fortezza»”.

Tale, dunque, deve essere il diaco-no, nella Chiesa e nel mondo, secondo il mandato che il Vescovo gli conferisce durante la liturgia di ordinazione: “ri-cevi il Vangelo di Cristo del quale sei divenuto l'annunziatore; credi sempre a ciò che proclami; insegna ciò che hai appreso nella fede; vivi ciò che inse-gni”. La storia ci ha tramandato esem-pi fulgidi di diaconi che si sono susse-guiti in ogni tempo: dal proto-diacono Stefano, che è stato anche il primo martire della Chiesa di Cristo, a San

Lorenzo, a San Francesco il poverello di Assisi, il primo uomo in terra ad es-sere segnato dalle stimmate del suo Signore. Ed ancora, va ricordato il Papa Gregorio Magno che era an-cora un diacono quando fu chia-mato al soglio di Pietro. E si dice che anche il santo protettore della nostra città, Ruggero, fos-se diacono quando a furor di popolo assurse all'episcopato di Canne. Ed è bello ricordare ancora altri due episodi em-blematici dei nostri tempi che ci fanno assaporare il grande dono del servizio diaconale.

Il primo: durante un'ordi-nazione presbiterale il Servo di Dio, don Tonino Bello, invitò il novello sacerdote a non togliersi la stola trasversale che indica lo status diaconale; “noi rima-niamo sempre diaconi”, esclamò quel santo Vescovo, “servi gene-rosi ed altruisti, po-veri ma ricchi della grazia di Dio”.

Il secondo: du-rante il Concilio Vaticano II, ogni gior-no in San Pietro un diacono “intro-nizzava” il Vangelo e ne leggeva una pagina, alla presenza di centinaia di Cardinali e Vescovi. Il Papa Paolo VI, affascinato dalla bellezza di questa li-turgia espresse, una volta, il desiderio di poter essere egli stesso ad assolve-re a tale incombenza ma gli fu fatto notare che intronizzare e leggere il Vangelo è compito del diacono. Quel sant'uomo restò un momento perples-so e poi esclamò: “ma anch'io sono un diacono; ciascuno di noi sacerdoti è stato diacono e tale rimane per sem-pre”. E con sua grande gioia, come un semplice diacono, poté anch'egli per un giorno intronizzare e leggere il Van-gelo durante la celebrazione dell'assise conciliare.

Ora, la Comunità del SS. Crocifi sso si sta preparando con grande trepida-zione al momento nel quale il nostro don Alessandro riceverà, con l'imposi-zione delle mani dell'Arcivescovo, il sa-cro Ordine del Diaconato, il prossimo 5 gennaio del 2012.

L'augurio che vogliamo rivolgergli, allora, insieme alle affettuose e since-

r e p r e -

g h i e r e che innalziamo al Signore, è che

lo Spirito Santo illumini sempre il suo cammino, che la nostra dolce Mamma celeste gli sia costantemente vicino e che i protettori parrocchiali, i Santi Medici Cosma e Damiano gli infondano spirito di carità e tanta saggezza.

Carissimo don Alessandro, lascia-mi ora concludere “paternamente” questo modesto scritto; vorrei che tu mi credessi: conoscerti, apprezzarti, stimarti e volerti bene sono stati per me un tutt'uno. Fra qualche giorno di-venteremo “colleghi” (secondo la felice espressione che Giovanni Paolo I usò rivolgendosi ai cardinali che lo avevano eletto Papa), e nella stessa data della tua ordinazione io compirò 21 anni di diaconato. Trascorsi alcuni mesi, però, tu mi passerai oltre (“oportet illum crescere”, come dice San Giovanni) ed io da padre mi ritroverò tuo fi glio e tuo discepolo. Ti confesso già da ora una grande emozione: quella che prove-rò quando inchinandomi davanti a te, novello sacerdote, e guardandoti negli occhi, ti chiederò: “benedicimi, Padre”!

don Abramo, [email protected]

Servi generosi e altruisti,poveri ma ricchi della grazia di Dio

"Padre mio perché non m'aiuti?"“Quando, prima dell'alba mi svegliai, sentii i miei fi glioli ch'era-

no con me, piangere e chiedere del pane mentre dormivano … Non piangevo, tanto il dolore m'aveva impietrito, però loro sì e il mio Anselmuccio arrivò a dire: "Padre perché ci guardi così?” Non piansi quel giorno e non dissi neppure una parola … mi quietai per non renderli più tristi e stemmo tutti muti quel giorno e quello dopo: ahi dura terra, perché non c'inghiottisti? Ma quando fum-mo digiuni al quarto giorno Gaddo mi si gettò ai piedi dicendomi: "Padre mio perché non m'aiuti?". E lì se ne morì. E come tu ora vedi me così io vidi gli altri tre cadere uno a uno tra il quinto e il sesto giorno, fi nché … poi fi nalmente venne anche il mio turno" (Canto XXXIII dell’Inferno).

In questa notte silenziosa mi fanno una strana compagnia le voci che come vento impetuoso si innalzano dalla Somalia, dal Kenya, dall’ Etiopia, dal Sudan, dall’Eritrea, dall’Uganda, dalla Tanzania. Forse questi Paesi non li abbiamo mai studiato in geo-grafi a ma ora, oltre che dai libri, stanno scomparendo anche dalla faccia della terra.

Ma davvero non senti il grido dei nostri fratelli del Corno d’Afri-ca schiacciati dalla fame?

Un’intera generazione sarà persa se non facciamo qualcosa adesso. Così ha tuonato l’UNICEF dinanzi alla strage degli inno-centi che sta falcidiando il futuro di quelle popolazioni. E quanti sono gli affamati? Troppi per essere contati.

La siccità è solo uno dei problemi. Il vero dramma è dato dalle guerre fratricide che distolgono l’opinione pubblica dalla ruberia delle grandi potenze mondiali che accaparrandosi i terreni locali (land grabbing), sfruttano i raccolti per l’esportazione e negano il sostentamento alle popolazioni autoctone.

Ma se è vero che Dio ha destinato la terra, e tutto quello che essa contiene, all’uso di tutti gli uomini e popoli, e che pertanto i beni creati debbono essere partecipati equamente a tutti (cfr. Gaudium et Spes n°69), come mai questa supplica non scuo-te le nostre coscienze credenti? Non è che ormai si sono troppo assopite perché ben riscaldate sotto i cappotti pregiati indossati all’occorrenza per la Messa di Natale?

Ancora pochi giorni e sarà il nuovo anno e mentre noi ci stia-mo già smarrendo nei tanti progetti futuri, c’è chi spera solo in un po’ di acqua e in un po’ di pane. E un po’ di pace.

Un augurio per vivere da cristiani il Natale: le letture bibliche della veglia di Natale ci illuminino e ci incitino, in nome della fede in Gesù Cristo Redentore, a compiere tutti gli sforzi possibili per liberare questi fratelli da quella inumana condizione.

Il fl ebile sole che si sta levando riscaldi anche i nostri cuori. Certamente quest’oggi non avremo problemi di scarsità di cibo ma almeno chiediamo a Dio Padre di suscitare in noi quella fame e sete di giustizia che contraddistingueva suo Figlio Gesù, e che poi sarà la discriminante per essere posti con le pecore o con i capri perché il Signore sa liberare i pii dalla prova e serbare gli empi per il castigo (2Pt 2,9).

[email protected]

E LA CHIAMANO…

CRISI!“Dopo alcune telefonate ad un anno circa dal de-

cesso di mia madre, sono stato costretto a do-narlo ad una struttura della Croce Rossa. Cosa

avrei dovuto fare? Tenerlo ancora con me? Non mi servi-va più, o meglio non serviva più a mia madre”.

“Dopo il decesso l’abbiamo smontato e donato ad un parente che nel frattempo aveva bisogno di questo im-portate e fondamentale presidio medico”.

Sono due risposte di due nostri parrocchiani (che per privacy abbiamo scelto di non citare) che, in una situa-zione precaria di salute dei loro parenti (madre e suoce-ro), dopo essere stati dal medico di base ed aver fatto richiesta esplicita di un letto antidecubito, dopo diversi mesi si sono visti recapitare a casa il suddetto.

Addirittura uno di loro è stato costretto a contattare un medico privato per accelerare i tempi di attesa.

Ma il problema non è il tempo intercorso dalla ri-chiesta alla ricezione, quanto il disinteresse del Presidio Ospedaliero di Barletta e dell’Uffi cio Protesi nel ritirarlo nel momento in cui, avvenuto il decesso della persona che ne ha usufruito, questo doveva essere restituito, vi-sta la lista lunghissima di attesa di richiesta da parte di altre persone della città.

Nonostante le numerose telefonate all’Ospedale da parte di entrambi, solo uno ha ricevuto la seguente rispo-sta: “Non siamo dovuti al ritiro del suddetto perché è sta-to donato a titolo gratuito; quindi spetta a voi riportarlo

qui in Ospedale. E comunque sia, se lo riportate, in realtà non

sappiamo come collo-carlo”.

In tale situazione i nostri due parrocchiani sono giunti alla conclusione riportata all’inizio dell’articolo.

In questo momento di crisi economica e fi nanziaria dello Stato, ci pare un dovere civico a chi ha utilizzato tale presidio medico contattare il donatore per la restituzione (cosa che è stata fatta da entrambi i richiedenti); ma è anche un dovere civico per chi lo ha donato, attivarsi per ripren-dersi il suddetto (non tutti possiedono mezzi di trasporto idonei per la sicurezza e l’integrità del letto) e consegnar-lo a chi è in attesa, magari anche da diversi mesi.

Un maggior controllo da parte dei dirigenti (che ven-gono pagati profumatamente per il loro lavoro) circa le risorse sanitarie potrebbe rendere il nostro paese ancora più civile.

Antonio [email protected]

Ruggiero [email protected]

se lo riportate, in realtà non sappiamo come collo-

carlo”.

In tale situazione i nostri due parrocchiani sono giunti alla conclusione riportata all’inizio dell’articolo.

Oggi più che mai, forte valen-za hanno le ragioni del mercato e grande potere le multinazionali sui governi.

In tali circostanze, essere a co-noscenza di tutto ciò che c’è dietro la realizzazione di un prodotto ci può “illuminare” e indurre ad ave-re un atteggiamento critico nei ri-guardi di determinate aziende.

Ogni volta che ognuno di noi va a fare la spesa, spesso inconsape-volmente, detiene un potere di cui non è a conoscenza al 100%.

Solo il consumatore ha, infatti, la possibilità di far salire o scende-re i profi tti di un’impresa; l’espe-rienza ha dimostrato che uno dei mezzi più effi caci per condizionare le imprese è il consumo, perché ha potere di vita o di morte su di loro.

Perché “io posso scegliere”?Perché ho la libertà innanzitutto

di “sapere” e, conseguentemente, di “scegliere” accuratamente ogni prodotto, premiandone o punendo-ne le imprese.

Già nel secolo scorso, negli Stati Uniti e in Inghilterra è nata l’idea, poi realizzatasi anche in Ita-lia, di scrivere una Guida al con-sumo critico che qui citerò. Si tratta di una sorta di compendio la cui responsabilità politica e giuridi-ca è totalmente del Centro Nuovo Modello di Sviluppo, coordinato da Francesco Gesualdi, che, grazie a dati certi e ad una lista di criteri, ci informa riguardo tutti i proble-mi di portata planetaria legati alla produzione di un determinato pro-dotto da parte di una determinata impresa.

Ciò vale a dire che, nella re-alizzazione di un prodotto, sono implicati svariati ambiti e, spes-so, ne vengono compromessi. Si tratta dell’ambiente, gli animali, la sicurezza e i diritti dei lavora-tori, gli abusi di potere, le vendite irresponsabili, la produzione delle armi. Questi ed altri criteri vengono analizzati in riferimento alle grandi catene produttive. Basta poco per scorrere le pagine di tale guida e scoprire che, in base a tali criteri, grandi imprese, da noi conosciute e stimate, sono: corresponsabili nella produzione di armi o prodotti per l’esercito, implicate negli in-numerevoli danni che colpiscono l’ambiente, colpevoli delle condi-zioni spregevoli degli allevamen-ti a causa dei test effettuali sugli animali, legate a raggiri fi nanziari mediante l’uso della corruzione.

Non si tratta di parole; ma di fatti concreti.

Citando tale guida, fra le im-prese prese a vaglio, appare Coca-cola, multinazionale nata nel 1894, che riporta una buona parte di

critiche severe nell’abuso di pote-re, nelle problematiche ambientali (nel 2006, 500 famiglie fi lippine residenti nei pressi della cittadina di Purok hanno denunciato alle au-torità locali le esalazioni maleodo-ranti provenienti dallo stabilimento di imbottigliamento che hanno pro-vocato problemi respiratori, asma e allergie epidermiche ad alcuni bambini dei villaggi), nel lavoro (per i comportamenti antisinda-cali in alcune nazioni), nell’ambito dell’esercito (nel 2006 Coca-cola, come anche Georgia-Pacifi c, Da-none, Del Monte, hanno riforni-to le forze armate statunitensi). Si potrebbe fare una lista molto più lunga delle imprese che ope-rano nello stesso modo a partire da multinazionali farmaceutiche, toccando quelle alimentari e quel-le attive nel settore dei cosmetici. D’altro canto, nella stessa guida, sono elencate quelle imprese i cui atteggiamenti hanno determinato una certa approvazione per le pra-tiche lavorative effettuate.

Il piccolo vademecum proposto dalla “Guida al consumo critico” è sintetizzato in quattro imperativi che iniziano tutti per “R”; si tratta di quattro consigli a partire dal “ri-durre” ossia badare all’essenziale, “recuperare” nel riutilizzo/riciclo dello stesso oggetto, “riparare” evitando di gettare gli oggetti al primo danno ed, infi ne, “rispetta-re” il lavoro altrui.

Essendo ormai, innegabilmen-te, adagiati nell’abbondanza, l’idea del risparmiare e del ponderare determinate scelte non deve es-sere vista come una privazione; la sobrietà non è dannosa, anzi, se pian piano riuscissimo a renderci più sapienti ci renderemmo con-to del gran potere che deteniamo nella scelta di una vita più sana e giusta per noi stessi e per gli al-tri. Dovremmo stabilire sempre le nostre priorità sociali, privilegiare le imprese locali (poiché non spre-cano energia per i trasporti), le co-operative che si basano su principi della partecipazione e reciprocità, appoggiare la RES (Rete di Eco-nomia Solidale). In un mese come quello di Dicembre ci sembra ancor più opportuno prestare attenzione a quelli che sono i consumi lega-ti al superfl uo; ma il nostro vuole essere un invito alla pratica di un consumo consapevole che valga tutti i giorni.

Daniela D’Alba,[email protected]

Per saperne di più invitiamo alla lettura: “Guida al consumo criti-co”, Emi 2009

VIAGGIANDOPER UN CONSUMOCONSAPEVOLE

“Io

poss

o

CONSUMO

CRITICOscegliere”!Amo il Verbo / non le parole / unico è il Verbo / le parole troppe. Amo il silenzio, amo / follia e santità della bellezza. (Lalla Romana, poeta)

“Ci sono più cose in cielo e in terra di quante ne so-gnano i vostri sistemi fi losofi ci”. (Shakespeare)

Un’ora di pazienza vale più di un giorno di digiuno. (Don Bosco)

Se vuoi arrivare primo, corri da solo. Se vuoi cam-minare lontano, cammina insieme. (proverbio del Kenya)

La guerra è un male perché crea più malvagi di quanti ne toglie di mezzo. (Kant)

Le tempeste fanno mettere agli alberi radici più profonde. (McDonald)

L'APPUNTOL'APPUNTO

"Padre mio perché non m'aiuti?"