LA SS. ANNUNZIATAannunziata.xoom.it/bollettino608a.pdf · ma egli ha messo la nozione...

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1 Pubblicazione bimestrale - spediz. in abbonam. postale art. 2 c. 20/c l. 662/96 - Firenze Contiene Inserto Redazionale Anno XXVIII - novembre / dicembre 2008, n. 6 p.i.m Nascita e rinascita come dono e missione. Nelle parole nascita, generare, partorire, originare e origine, sorge- re, rinascere ... « sono racchiusi tanti e così diversi concetti biblici che difficilmente potremo riassumerli sotto una sola parola nella nostra lingua e anche nella nostra predicazione. Un conto è dire, per esempio, che l’uomo è nato da donna per vivere brevi giorni sazio di inquietudine (Giobbe 14,1) e un altro dire che se uno non nasce dall’alto ... da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio (Giov 3,3,5). Un conto è essere gene- rati da sangue o da È la notte di Natale. Il lavoro, gli affari, le preoccupa- zioni del giorno sono finite. L’anima è calma e può tranquillamente pensare alla preghiera e alla contem- plazione. Si prepara nell’attesa. È la Veglia, in uso fino dai primi tempi di vita della Chiesa per le grandi feste cristiane. Nella Chiesa di Oriente è detta Paramonia, dal greco paramenein, dimorare, per la consuetudine dei fedeli di trascorrere in chiesa le ore che precedono la Nascita. Anche la Cristianità d’Occidente, nei tempi più antichi, meditava in chiesa le eterne verità, aspettando la venuta del Signore. Finiti i Vespri, i fedeli si preparava- no al Notturno o Mattutino con digiuno stretto e il canto delle Grandi Ore. Terra e cielo trattenevano il respiro e, nel silenzio dell’oscurità, verso mezzanotte, al suono del Mattutino ... giungeva Gesù Cristo, sole di giustizia. volere di uomo e un altro essere generati da Dio (Giovanni 1,13) ... L’uomo è appunto non solo creatura, ma figlio di Dio. Il fatto di essere generato e di dovere venire alla luce tra i dolori non deve apparire come fato, destino ineso- rabile, ma come dono e missione. E la rinascita, ben lungi dal ridursi al riconosci- mento idealistico della scintilla divina posta in lui per natura, è accogli- mento nella fede dell’ele- zione rinnovatrice di Dio». Gerhard Bauer, nel DIZIONA- RIO DEI CONCETTI BIBLICI DEL NUOVO TESTAMENTO (Bologna 2000) alla voce Nascere. Filippo Lippi, Adorazione del Bambino, 1455 ca., Gal- leria degli Uffizi, Firenze; Michelangelo, La Creazione d Adamo, 1510, Cappella Sistina, Citt del Vaticano. NEL CUORE UN PENSIERO DETERNIT «Dio ha fatto bella ogni cosa a suo tempo, ma egli ha messo la nozione delleternit nel cuore degli uomini, senza per che gli uomini possano capire lopera compiuta da Dio dal principio alla fine » (Qo 3, 11) AI NOSTRI LETTORI AUGURIAMO che il Santo Natale e il Nuovo Anno 2009 portino il dono di un devoto pensiero alleternit. LA SS. ANNUNZIATA Il Santuario di Firenze nella Famiglia dei Servi e nella societ cristiana Generati dallalto Lattesa della Nascita

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Pubblicazione bimestrale - spediz. in abbonam. postale art. 2 c. 20/c l. 662/96 - FirenzeContiene Inserto Redazionale

Anno XXVIII - novembre / dicembre 2008, n. 6

p.i.m

Nascita e rinascitacome dono e missione.Nelle parole nascita,generare, partorire,originare e origine, sorge-re, rinascere ... « sonoracchiusi tanti e cosìdiversi concetti biblici chedifficilmente potremoriassumerli sotto una solaparola nella nostra linguae anche nella nostrapredicazione.Un conto è dire, peresempio, che l’uomo ènato da donna per viverebrevi giorni sazio diinquietudine (Giobbe14,1) e un altro dire chese uno non nasce dall’alto... da acqua e da Spirito,non può entrare nelregno di Dio (Giov 3,3,5).Un conto è essere gene-rati da sangue o da

È la notte di Natale . Il lavoro, gli affari, le preoccupa-zioni del giorno sono finite. L’anima è calma e puòtranquillamente pensare alla preghiera e alla contem-plazione. Si prepara nell’attesa. È la Veglia, in uso finodai primi tempi di vita della Chiesa per le grandi festecristiane. Nella Chiesa di Oriente è detta Paramonia,dal greco paramenein, dimorare, per la consuetudinedei fedeli di trascorrere in chiesa le ore che precedonola Nascita.Anche la Cristianità d’Occidente, nei tempi più antichi,meditava in chiesa le eterne verità, aspettando lavenuta del Signore. Finiti i Vespri, i fedeli si preparava-no al Notturno o Mattutino con digiuno stretto e il cantodelle Grandi Ore. Terra e cielo trattenevano il respiroe, nel silenzio dell’oscurità, verso mezzanotte, al suonodel Mattutino ... giungeva Gesù Cristo, sole di giustizia.

volere di uomo e un altroessere generati da Dio(Giovanni 1,13) ...L’uomo è appunto nonsolo creatura, ma figlio diDio. Il fatto di esseregenerato e di doverevenire alla luce tra idolori non deve apparirecome fato, destino ineso-rabile, ma come dono emissione.E la rinascita, ben lungidal ridursi al riconosci-mento idealistico dellascintilla divina posta in luiper natura, è accogli-mento nella fede dell’ele-zione rinnovatrice diDio».

Gerhard Bauer, nel DIZIONA-RIO DEI CONCETTI BIBLICI DEL

NUOVO TESTAMENTO (Bologna2000) alla voce Nascere.

Filippo Lippi, Adorazione del Bambino, 1455 ca., Gal-leria degli Uffizi, Firenze; Michelangelo, La Creazioned� Adamo, 1510, Cappella Sistina, Città del Vaticano.

NEL CUOREUN PENSIEROD�ETERNITÀ

«Dio ha fatto bella ogni cosa a suo tempo,ma egli ha messo la nozione dell�eternità

nel cuore degli uomini,senza però che gli uomini possano capire

l�opera compiuta da Dio dal principio alla fine »(Qo 3, 11)

AI NOSTRI LETTORI AUGURIAMO

che il Santo Natale e il Nuovo Anno 2009 portino ildono di un devoto pensiero all�eternità.

LASS. ANNUNZIATAIl Santuario di Firenze nella Famiglia dei Servi e nella società cristiana

Generati dall�alto

L�attesa della Nascita

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I pezzi grossi di questo mondo sonogeneralmente scortati da una o piùguardie del corpo, perché la loro vita,essendo così importante, è spessoa rischio e quindi va protetta. E tut-tavia la storia ci insegna che tale pro-tezione non è sempre sufficiente.Pensate a John Kennedy, presiden-te degli Stati Uniti: nessuno era piùprotetto di lui. Eppure la guardia delcorpo non riuscì ad impedire chevenisse assassinato.Però quando si parla di vita non do-vremmo fare distinzioni. La vita delpiù povero e straccione dei cittadiniè preziosa quanto quella dell'uomopiù potente del mondo. Ma siccomenessun governo al mondo potrebbepermettersi di assegnare a ciascuncittadino una guardia del corpo, Dioche se lo può permettere, ha postoal fianco di ciascun uomo un Ange-lo Custode , il quale si prende curasia dell'anima che del corpo.La Chiesa infatti ci insegna comeverità di fede che dal suo inizio finoalla morte la vita umana è circonda-ta dalla protezione degli Angeli edalla loro intercessione, e ogni fede-le ha al proprio fianco un Angelocome protettore e pastore per con-durlo alla vita (Catechismo della Chiesacattolica n. 336).Ora l'Angelo, essendo puro spirito,non si può vedere né toccare, tutta-via ogni tanto accadono certe coseche ci fanno intuire la sua presenza.Ricordo a questo proposito un miocompagno di Seminario, di nome Si-leno, che una sera dopo cena, du-rante la ricreazione, inciampò nelgrosso coperchio del nostro pozzo evi cadde dentro a capofitto. Era giàsull'imbrunire e laggiù in fondo cidoveva essere buio pesto. E con unsalto di circa 18 metri nell'acqua fred-da e profonda, non ci si potevaaspettare che quel ragazzo ritornas-se fuori vivo. Invece subito dopo queltonfo nell'acqua si sentirono le urladi uno che non aveva intenzione dimorire, soltanto chiedeva disperata-mente aiuto, mentre si era aggrap-pato, chissà come, al tubo della pom-pa. Fortunatamente si trovò prestouna grossa corda a cui lui si attaccòcon tutte le sue forze. E così potèriaffacciarsi alla superficie sano esalvo senza nemmeno una sgraffia-tura. E siccome era uno spaccone

per natura, ebbe la faccia tosta didirci che in tutto quel frangente nonaveva provato un briciolo di paura.Avrebbe invece dovuto inginocchiar-si, e noi con lui, per ringraziare il suoAngelo Custode che certamente siera dato molto da fare per dirigerele operazioni di salvataggio.Mi viene anche in mente il caso diquella bambina di cui parlarono i gior-nali qualche tempo fa, la quale du-rante il terremoto rimase sepolta dallemacerie e fu ritrovata dopo quasiuna settimana, sana come un pescee senza aver perso un chilo di peso.Ciò che l'aveva tenuta in vita fu an-che il fatto che al momento del terre-

L�angelo custode: una guardia del corpo per tutti

Dall�alto: Angelo custode, sec. XVIII,convento della SS. Annunziata di Fi-renze; Karel Dujardin, � 1678, Tobiae l�arcangelo Raffaele, Szepmuvésze-ti Museum, Budapest; l�ospedale diHlatikulu in Swaziland.

moto lei stava vendendo dei paninie quindi aveva con sé una certa scor-ta di vettovaglie; ma non possiamofare a meno di vederci anche il ditodi un bravissimo Angelo Custode cheil Signore le aveva messo al fiancocome guardia del corpo.Accade anche talvolta che l'Angelosi serva di qualche persona nellaquale si identifica per portare avantiil suo servizio. Prendete per esem-pio il caso del giovane Tobia, man-dato dal padre Tobit in un paese lon-tano a riscuotere una certa sommadi denaro. L'Angelo Raffaele che loaccompagnerà, si presenta nella per-sona di un certo Azaria, di cui si sa-peva il nome di suo padre, dello zioe perfino del nonno. E tuttavia que-sto signore, dopo averlo aiutato inmille modi, dopo avergli procuratoper moglie la bellissima e pericolo-sissima Sara, e avergli insegnato a

usare il fiele di un grosso pesce perfarne una medicina che in seguitoguarirà il padre Tobit, che era cieco,ecco che alla fine si rivela come l'An-gelo Raffaele, uno dei sette angeliche sono sempre pronti ad entrarealla presenza della maestà del Signo-re (Tob 12:15).Un bell'esempio di come Dio, nellasua infinita bontà e provvidenza ve-glia sulle sue creature, servendosianche di questa misteriosa collabora-zione di angeli celesti e angeli terrestria cui ognuno di noi può partecipare.E concludo con una esperienza per-sonale, di quando mi trovavo nellaMissione di Hlatikulu (Swaziland).Un giorno venne da me un ragazzo-ne swazi, di nome Meleli, per dirmiche sua madre era gravemente am-malata e che sarebbe stato oppor-tuno visitarla e portarle i sacramenti.In circostanze normali non ci sareb-be stato nessun problema, anzi sa-rebbe stata per me un'occasioned'oro per fare il missionario. Ma quelgiorno esitai perché era piovuto perquasi una settimana, le cont. a pag. 3

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strade eranoorrende e la donna abitava lontano,al di là del fiume Mkonto, uno dei piùgrossi e pericolosi del Swaziland. Per-ciò dissi al ragazzo: Aspettiamo qual-che giorno, finché non smetta di pio-vere perché il fiume sarà in piena e ilnostro camioncino rimarrà impantana-to prima ancora di arrivarci.Ma lui insistette. Mfundisi (Padre) -mi disse - non ti dar pensiero per ilfiume. Io lo conosco come il palmodelle mie mani, ti guiderò e non ti suc-cederà niente. Rassicurato da quel-le parole, misi fuori il camioncino, unvecchio International, vi salimmo evia di corsa. Le strade erano ancorapeggiori di quello che avevo pensa-to, e ci volle del bello e del buonoper arrivare al fiume che, propriocome avevo temuto, era strapieno ele sue acque correvano rapide e li-

zino che mi accompagnava mi affer-rò per un braccio e mi tirò indietrourlando: Mfundisi, fermati c'è unmamba! Stavo infatti per mettere ilpiede su un grosso mamba nero, ilpiù micidiale serpente dell’Africa. Di-cono che se ti morde te ne puoi an-dare al Creatore in nove secondi.Vi potete quindi immaginare che ciòche la Santa Madre Chiesa insegnasull'Angelo Custode, io non solo losottoscrivo per un atto di fede, maper averlo toccato con mano.

p. Benedetto M. Biagioli, osm, priore

macciose. Ci spogliammo alla svel-ta, facemmo un fagottino dei nostrivestiti, poi lui andò avanti con un lun-go bastone per sondare la profondi-tà del fiume e io attaccato alla suamano come un bambino impaurito.L'acqua ci arrivava alla gola e ognitanto, quando il piede imbroccava inqualche buca, si andava sotto anchecon la testa; soltanto il fagottino deivestiti che io stringevo con cura conl'altra mano, rimaneva fuor d'acqua.Tuttavia posso dire che, eccettuataun po' di fifa istintiva all'inizio, non fuimai preso dal panico. Quel ragazzo-ne pacifico mi dava fiducia e in quelmomento ci vedevo davvero la figu-ra del mio Angelo Custode.Come quando, in un'altra occasione,mentre camminavo per il bosco, invisita ad uno dei tanti villaggi nellanostra Missione di HIatikulu, il ragaz-

Originariamente e globalmente la santitàappartiene a Dio. Anzi Dio è la santità.Essa implica la perfezione, l'assolutezza,l'intangibilità di Dio nella stupenda comu-nione delle Tre Persone Divine che sonol'unico Dio.La santità di Dio è l'infinito Amore che ani-ma l'unità della SS. Trinità e che si riversa,poi, nell'opera della creazione e della reden-zione. Maria, nel suo cantico Magnificatesclama che Santo è il suo nome. La Chie-sa nell'inno Gloria nel più alto dei cielicanta, pensando a Cristo, Tu solo sei il San-to. E infinite volte, nelle Sacre Scritture enella Liturgia, si afferma che Dio è il San-to. C'è da tener presente soprattutto che Dioè Amore, che si manifesta, sostanzialmente,nella vita intratrinitaria, sia nei confronti del-l'uomo creato a sua immagine. E quando l'uo-mo, con la sua libertà, dono supremo, è ca-duto nel male, anche per suggestione diabo-lica, il Signore non lo ha abbandonato, ma siè come consumato nella carne di Cristo, purdi ritrovarlo e per ridargli la primitiva dignità.La santità del cristiano, invece, non è fon-damentalmente sua, ma è data come dono,è una partecipazione. Ciò avviene mediantela fede e i sacramenti dell’iniziazione: bat-tesimo, cresima, eucarestia. In essi siamorisanati dal male, siamo inseriti nella pas-sione, crocifissione, morte, sepoltura, risur-rezione di Cristo. Diveniamo consorti del-la natura divina (e quindi santi), diventia-mo creazione nuova, destinati all'immor-talità. Ne consegue che tutti i cristiani sonosanti, non per merito, ma per partecipazione.Coloro che hanno vissuto in questa realtà

partecipano dell’infinito Amore di Dio.Nelle sue lettere, l’apostolo Paolo le ter-mina spesso così: Salutatemi i santi. I santiche noi veneriamo sugli altari non differi-scono sostanzialmente dagli altri cristiani,se non per la straordinaria coerenza e ilgrado eroico con cui hanno vissuto la san-tità. Essi, nella gloria del Cielo, diventanonostri modelli, amici e intercessori.Mentre la santità di Dio rimane evidente-mente inalterata, quella del Cristiano pre-suppone un cammino, quasi sempre moltoimpegnativo. In questo cammino egli puòanche cadere (se sincero, c’è allora il ri-medio della penitenza e della conversione),può avere molte tentazioni e smarrimenti.Ma, sorretto dall’infinito Amore misericor-dioso divino, potrà sempre rialzarsi e con-tinuare fiduciosamente la strada che portaad una sempre maggiore perfezione.Né possiamo farci santi da soli. Siamo tutti

discepoli di Gesù eformiamo la sua Chie-sa. Nell’amore delprossimo e nel servi-zio reciproco realizze-remo i comandamen-ti del Signore e potre-mo proclamare converità: Credo la Chie-sa santa. Nella prati-

ca dei consigli evangelici e vivendo in umil-tà, semplicità, spirito di pace e poveri inspirito, potremo pervenire a quella Geru-salemme celeste, in cui i santi partecipa-no, meravigliosamente, della santità di Dio.

fra Gino M. Da Valle, osm

La santità cristiana

Dall�alto: I SS. Apostoli in Intentio-nes ad Breviarii, incis. di Joseph Klau-ber, sec. XVIII; foto-ritratto di fraVenanzio M. Quadri; lo stesso in pre-ghiera davanti alla B. V. della Ghiara(Reggio), disegno di M. Barberis nellibro di Filippo M. Ferrini, Milano 1939.

cont. da pag. 2 - L’Angelo ...