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LA SPERIMENTAZIONE DEI FARMACI Dalla scoperta all’entrata in commercio di un nuovo farmaco passano dai 12 ai 15 anni. Per giungere alla produzione di un medicinale si parte,oggi, da centinaia o migliaia di molecole che vengono inesorabilmente decimate dai test preliminari di laboratorio. Le poche che superano gli esami affrontano le prove successive, alla fine delle quali solo 1 molecola su 40000 diventerà effettivamente un farmaco. LE NORME DELLA SPERIMENTAZIONE CLINICA SULL’UOMO. 1948 codice di Norimberga: linee guida per la conduzione eticamente accettabile di ricerche scientifiche nell’uomo. Il codice proclama in modo solenne che il consenso volontario del soggetto è assolutamente necessario. SOGGETTI DELLA SPERIMENTAZIONE CLINICA Sponsor: chi paga la sperimentazione (industrie farmaceutiche, ospedali…) Sperimentatore: persona responsabile della conduzione della sperimentazione. Paziente: deve dare il proprio consenso a ricevere un trattamento farmaceutico, dopo essere stato correttamente informato degli scopi, metodi usati, dei benefici attesi e dei potenziali rischi. Monitor : la sperimentazione clinica è posta sotto il controllo delle autorità sanitarie pubbliche, che garantiscono che lo studio sia condotto in modo appropriato. Comitato Etico: è un organismo indipendente (costituito da esperti nell’ambito di una struttura sanitaria o un centro di ricerca) che deve approvare la sperimentazione. LUOGHI DELLA SPERIMENTAZIONE CLINICA Ospedali Enti di ricerca pubblici o privati Università FASI DELLA SPERIMENTAZIONE Fase 0 (pre-clinica): dura da 5 a 10 anni. L’introduzione di un farmaco in terapia deve sottostare a principio inderogabile:Non nuocere. L’obbiettivo, perciò, verificabile in laboratorio il maggior numero di caratteristiche positive e negative di un farmaco. Le nuove molecole vengono sottoposte ad una serie di test in vitro che indicano se una sostanza può avere una qualche attività terapeutica. A questo punto entrano in causa gli esperimenti su animali da laboratorio, che servono a comprendere le proprietà di una sostanza. In pratica un principio attivo deve esplicare la sua azione e venire eliminato, senza essere tossico.

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LA SPERIMENTAZIONE DEI FARMACI Dalla scoperta all’entrata in commercio di un nuovo farmaco passano dai 12 ai 15 anni. Per giungere alla produzione di un medicinale si parte,oggi, da centinaia o migliaia di molecole che vengono inesorabilmente decimate dai test preliminari di laboratorio. Le poche che superano gli esami affrontano le prove successive, alla fine delle quali solo 1 molecola su 40000 diventerà effettivamente un farmaco. LE NORME DELLA SPERIMENTAZIONE CLINICA SULL’UOMO. � 1948 codice di Norimberga: linee guida per la conduzione eticamente accettabile di ricerche

scientifiche nell’uomo. Il codice proclama in modo solenne che il consenso volontario del soggetto è assolutamente necessario.

SOGGETTI DELLA SPERIMENTAZIONE CLINICA � Sponsor: chi paga la sperimentazione (industrie farmaceutiche, ospedali…) � Sperimentatore: persona responsabile della conduzione della sperimentazione. � Paziente: deve dare il proprio consenso a ricevere un trattamento farmaceutico, dopo essere

stato correttamente informato degli scopi, metodi usati, dei benefici attesi e dei potenziali rischi. � Monitor : la sperimentazione clinica è posta sotto il controllo delle autorità sanitarie pubbliche,

che garantiscono che lo studio sia condotto in modo appropriato. � Comitato Etico: è un organismo indipendente (costituito da esperti nell’ambito di una struttura

sanitaria o un centro di ricerca) che deve approvare la sperimentazione. LUOGHI DELLA SPERIMENTAZIONE CLINICA � Ospedali � Enti di ricerca pubblici o privati � Università FASI DELLA SPERIMENTAZIONE

Fase 0 (pre-clinica): dura da 5 a 10 anni. L’introduzione di un farmaco in terapia deve sottostare a principio inderogabile:Non nuocere. L’obbiettivo, perciò, verificabile in laboratorio il maggior numero di caratteristiche positive e negative di un farmaco. Le nuove molecole vengono sottoposte ad una serie di test in vitro che indicano se una sostanza può avere una qualche attività terapeutica. A questo punto entrano in causa gli esperimenti su animali da laboratorio, che servono a comprendere le proprietà di una sostanza. In pratica un principio attivo deve esplicare la sua azione e venire eliminato, senza essere tossico.

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Al termine di questa selezione restano poche molecole che devono passare alla fase clinica 1,previa autorizzazione da parte del ministero della salute. In genere l’azienda, prima di presentare la documentazione necessaria per ottenere l’autorizzazione prevede a brevettare le molecole. Fase 1. E’ la prima sperimentazione sull’uomo. Si effettua su un numero limitato (da 20 a 50) volontari sani (solo uomini, occasionalmente donne in età post-menopausale) e serve a confermare quanto visto sull’animale, cioè che la molecola non è pericolosa. È previsto un rimborso stabilito in volta in volta oltre che una copertura assicurativa. In questi casi, più che di consenso informato all’atto medico, si dovrebbe parlare di libera volontà di una persona di sottoporsi ad una attività che la espone a rischi. Fase 2. La sperimentazione si allarga coinvolgendo un numero maggiore di individui (da 100 a 300), affetti dalle patologie che rientrano nel probabile campo d’azione del farmaco-candidato. In questo modo si identificano le malattie (o la malattia) verso le quali la molecola è sicuramente attiva. Ulteriore scopo della fase 2 è stabilire la minima dose efficace sull’ uomo e il regime di somministrazione ottimale, cioè la posologia giornaliera e la durata del trattamento. Contemporaneamente si continuano ad acquistare informazioni sulla sicurezza e tollerabilità della molecola. Questo stadio dura circa un paio d’ anni. Fase 3. L’ultimo gradino, prima dell’entrata in commercio, deve soddisfare un numero molto ampio di requisiti e, quindi, può richiedere alcuni anni (2-4 anni). Si vogliono confermare l’efficacia e la tollerabilità del farmaco su un numero elevato di pazienti (1000-2000) e stabilire il profilo terapeutico: posologia, indicazioni, interazioni con altri farmaci, effetti collaterali, precauzioni.... Inoltre i pazienti vengono randomizzati (assegnati casualmente) a ricevere il nuovo principio attivo, oppure il farmaco standard per quella patologia. In questa fase infatti si deve stabilire se la nuova molecola offre dei vantaggi rispetto a quelle già in commercio. Fase 4: farmacovigilanza. Anche dopo l’introduzione sul mercato del farmaco esso viene tenuto sotto controllo. Gli studi di questa fase sono volti a confermare la sicurezza e la tollerabilità a lungo termine del farmaco, su un numero più ampio di pazienti. Coloro che utilizzano il farmaco sono inoltre invitati a segnare eventuali problemi, che portano anche far modificare o eliminare dal commercio il farmaco. La sperimentazione ha comunque dei limiti oggettivi: ridotto numero di pazienti → impossibilità di scoprire rare reazioni avverse

protocolli sperimentali rigidi → esclusione di gruppi di popolazione (donne, bambini)

durata limitata → impossibilità di scoprire reazioni ritardate.

Ecco perché si impone la necessità della farmacovigilanza.