La Settimana n. 18 del 12 maggio 2013

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 12 maggio 2013 Ma se pensate che il mondo ha cominciato a cambiare quando al Dio dell’Amore e della Speranza una fanciulla, Maria, ha detto il suo "si"; allora più che ricevere un augurio, più che fare un augurio, ognuno di noi può diventare un augurio. Ognuno diventerà un augurio per il mondo, se saprà e vorrà aprirsi agli aspetti più gravi della sua casa, del suo ambiente, della sua Chiesa e della sua epoca con un po’ d’amore; e nonostante tutto, con speranza. Messaggio per l’Anno 1982 - Una missione d’accoglienza A Santa Giulia... cacciucco per tutti! DI MARTINA BONGINI er fare un buon cacciucco, servono: seppie, polpi di scoglio, palombo fresco, pesce da zuppa (gallinelle, cappone, scorfano, ghiozzo nero, tracina, grongo), cozze, cicale, pomodoro, olio, aglio, salvia, peperoncino, pane posato e arrostito, pepato e agliato; più o meno questa è la ricetta originale, anche se, ogni cuoca livornese aggiunge, toglie o sostituisce ingredienti, affiché il proprio possa essere il più buono ovvero "l’originale". E così, come in un cacciucco che si rispetti, Livorno festeggerà la sua patrona con una molteplicità di iniziative e manifestazioni dal carattere, culturale, religioso e della tradizione livornese. Saranno quindici giorni (dal 14 al 28 maggio) da leccarsi i baffi, proprio come accade quando si gusta la pietanza labronica per eccellenza. Da ormai qualche anno, un comitato apposito, si occupa di programmare e pensare ai festeggiamenti della patrona e da buoni "cuochi livornesi", cercano sempre di "cucinare"un banchetto perfetto e per tutti i gusti, dall’aperitivo al caffè, tutto compreso. Come aperitivo sarà servito,martedì 14 maggio, la presentazione del libro "Il Kerigma" di Kiko Arguello, presso la sala consiliare della Provincia. Mentre giovedì 16 maggio invece ci sarà l’inaugurazione della mostra sulla "Madonna dei Popoli" alla circoscrizione due, a cui seguirà la processione dalla chiesa di S. Caterina alla chiesa della SS. Annunziata dei Greci, con la benedizione alla statua di S. Giovanni Nepomuceno sul ponte di via della Madonna a cura dell’Associazione Avvalorati; chiuderà la giornata, il concerto d’organo nella chiesa di Santa Caterina. Si passerà all’antipasto venerdì 17 maggio, con il convegno giuridico, dal titolo "Siamo alla Fine del Matrimonio Civile?", dove interverrà il prof. Giuseppe Dalla Torre, Rettore Università Lumsa di Roma, un momento per fare il punto della situazione sul matrimonio e la famiglia. Sul mare, cornice perfetta per gustarsi una buona portata di pesce, verrà proposto il primo piatto: lo scenario principale dei festeggiamenti per Santa Giulia infatti sarà la piazza di San Jacopo in Acquaviva, che ospiterà il Festival della Carità, cuore dei festeggiamenti con stand, concerti musicali, flash mob ed altre sorprese. Nella serata di sabato, verrà servito invece il secondo piatto, con la veglia di Pentecoste, seguita dalla S.Messa presieduta dal Vescovo. Per contorno, potrete gustare tra venerdì 17 e domenica 19 maggio eventi sportivi, ludici e musicali, che coinvolgeranno grandi e piccoli nella piazza di San Jacopo, così come in piazza XX settembre e in piazza della Repubblica i mercatini agroalimentari e giochi ed attrazioni per i bambini. Ci sarà inoltre la possibilità di visitare la cripta di San Jacopo e lunedì sera, proprio nella chiesa, si terrà il concerto della Corale Associazione "Cacciucco" (un nome scelto non a caso), del maestro Ricci. Il dolce, portata per i golosi e piatto d’onore per eccellenza, sarà il clou della festa che si svolgerà tra la sera di martedì 21 maggio e mercoledì 22 maggio. Nella serata di martedì, dal mare, arriveranno alla chiesa di San Jacopo, le reliquie di Santa Giulia accompagnate da mons. Simone Giusti e dalle autorità cittadine, che partiranno dal porto all’ora del tramonto. Accolte dalla Fanfara dell’Accademia Navale e dai fedeli, arriveranno nella piazza antistante la chiesa, dove oltre ai saluti delle autorità, ci sarà la preghiera del palio e la benedizione, e a conclusione, uno spettacolo pirotecnico. La ciliegina sulla torta sarà, il giorno di Santa Giulia che, come tradizione vuole, avrà come protagonista la celebrazione solenne in Cattedrale con la processione per le vie cittadine accompagnata dall’Associazione Livornina e dalla Fanfara dell’Accademia. Le stelle faranno infine da contorno alla "Coppa Santa Giulia" la gara remiera a inseguimento che si disputerà la sera della festa patronale, dove i gozzi di ciascun rione si sfideranno nelle acque dei fossi che percorrono la città labronica. Come ogni lauto pasto che si rispetti, a conclusione dei festeggiamenti, sarà servito il caffè, anzi, un bel ponce, sabato 28 Maggio con la manifestazione "Livorno per la pace" a cura della Comunità di Sant’Egidio. Affrettatevi dunque a prenotare il posto a tavola, i posti saranno numerosi, il costo piuttosto irrisorio…ma si sa, chi prima arriva, meglio può gustarsi il pranzo, Buon appetito! (Tutti gli appuntamenti sopra descritti sono nella locandina di pag VI ndr) P I festeggiamenti per Santa Giulia: le iniziative, le celebrazioni e le sorprese che riserva quest’anno la patrona di Livorno IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

12 maggio 2013

Ma se pensate che il mondo ha cominciato a cambiare quando al Diodell’Amore e della Speranza una fanciulla, Maria, ha detto il suo "si";allora più che ricevere un augurio, più che fare un augurio, ognuno dinoi può diventare un augurio.Ognuno diventerà un augurio per il mondo, se saprà e vorrà aprirsiagli aspetti più gravi della sua casa, del suo ambiente, della suaChiesa e della sua epoca con un po’ d’amore; e nonostante tutto, consperanza.Messaggio per l’Anno 1982 - Una missione d’accoglienza

A Santa Giulia...cacciucco per tutti!

DI MARTINA BONGINI

er fare un buon cacciucco, servono:seppie, polpi di scoglio, palombo fresco,pesce da zuppa (gallinelle, cappone,scorfano, ghiozzo nero, tracina, grongo),

cozze, cicale, pomodoro, olio, aglio, salvia,peperoncino, pane posato e arrostito, pepato eagliato; più o meno questa è la ricetta originale,anche se, ogni cuoca livornese aggiunge, toglieo sostituisce ingredienti, affiché il propriopossa essere il più buono ovvero "l’originale".E così, come in un cacciucco che si rispetti,Livorno festeggerà la sua patrona con unamolteplicità di iniziative e manifestazioni dalcarattere, culturale, religioso e della tradizionelivornese.Saranno quindici giorni (dal 14 al 28 maggio)da leccarsi i baffi, proprio come accade quandosi gusta la pietanza labronica per eccellenza.Da ormai qualche anno, un comitato apposito,si occupa di programmare e pensare aifesteggiamenti della patrona e da buoni"cuochi livornesi", cercano sempre di"cucinare"un banchetto perfetto e per tutti igusti, dall’aperitivo al caffè, tutto compreso.Come aperitivo sarà servito,martedì 14 maggio,la presentazione del libro "Il Kerigma" di KikoArguello, presso la sala consiliare dellaProvincia.Mentre giovedì 16 maggio invece ci saràl’inaugurazione della mostra sulla "Madonna

dei Popoli" alla circoscrizione due, a cuiseguirà la processione dalla chiesa di S.Caterina alla chiesa della SS. Annunziata deiGreci, con la benedizione alla statua di S.Giovanni Nepomuceno sul ponte di via dellaMadonna a cura dell’Associazione Avvalorati;chiuderà la giornata, il concerto d’organo nellachiesa di Santa Caterina.Si passerà all’antipasto venerdì 17 maggio, conil convegno giuridico, dal titolo "Siamo allaFine del Matrimonio Civile?", dove interverrà ilprof. Giuseppe Dalla Torre, Rettore UniversitàLumsa di Roma, un momento per fare il puntodella situazione sul matrimonio e la famiglia.Sul mare, cornice perfetta per gustarsi unabuona portata di pesce, verrà proposto il primopiatto: lo scenario principale dei festeggiamenti

per Santa Giulia infattisarà la piazza di SanJacopo in Acquaviva, cheospiterà il Festival dellaCarità, cuore deifesteggiamenti con stand,concerti musicali, flashmob ed altre sorprese.Nella serata di sabato,verrà servito invece il secondo piatto, con laveglia di Pentecoste,seguita dalla S.Messapresieduta dal Vescovo.Per contorno, potrete

gustare tra venerdì 17 e domenica 19 maggioeventi sportivi, ludici e musicali, checoinvolgeranno grandi e piccoli nella piazza diSan Jacopo, così come in piazza XX settembre ein piazza della Repubblica i mercatiniagroalimentari e giochi ed attrazioni per ibambini.Ci sarà inoltre la possibilità di visitare la criptadi San Jacopo e lunedì sera, proprio nellachiesa, si terrà il concerto della CoraleAssociazione "Cacciucco" (un nome scelto nona caso), del maestro Ricci.Il dolce, portata per i golosi e piatto d’onore pereccellenza, sarà il clou della festa che si svolgeràtra la sera di martedì 21 maggio e mercoledì 22maggio.Nella serata di martedì, dal mare, arriveranno

alla chiesa di San Jacopo, le reliquie di SantaGiulia accompagnate da mons. Simone Giusti edalle autorità cittadine, che partiranno dalporto all’ora del tramonto.Accolte dalla Fanfara dell’Accademia Navale edai fedeli, arriveranno nella piazza antistante lachiesa, dove oltre ai saluti delle autorità, ci saràla preghiera del palio e la benedizione, e aconclusione, uno spettacolo pirotecnico.La ciliegina sulla torta sarà, il giorno di SantaGiulia che, come tradizione vuole, avrà comeprotagonista la celebrazione solenne inCattedrale con la processione per le viecittadine accompagnata dall’AssociazioneLivornina e dalla Fanfara dell’Accademia.Le stelle faranno infine da contorno alla"Coppa Santa Giulia" la gara remiera ainseguimento che si disputerà la sera della festapatronale, dove i gozzi di ciascun rione sisfideranno nelle acque dei fossi che percorronola città labronica.Come ogni lauto pasto che si rispetti, aconclusione dei festeggiamenti, sarà servito ilcaffè, anzi, un bel ponce, sabato 28 Maggio conla manifestazione "Livorno per la pace" a curadella Comunità di Sant’Egidio. Affrettatevi dunque a prenotare il posto atavola, i posti saranno numerosi, il costopiuttosto irrisorio…ma si sa, chi prima arriva,meglio può gustarsi il pranzo, Buon appetito!(Tutti gli appuntamenti sopra descritti sononella locandina di pag VI ndr)

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I festeggiamenti per Santa Giulia: le iniziative,le celebrazioni e le sorprese che riserva quest’annola patrona di Livorno

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI12 maggio 2013II

Le preghiere dei bambiniin volo verso Maria

DI CATERINA LO RUSSO

randepartecipazionedigiovanissimi a

Montenero per il lorotradizionalepellegrinaggio che sitiene ogni anno nelmese di maggio, giuntoormai alla sua decimaedizione. Anche questoanno bambini e ragazzidella diocesi si sonodati appuntamento sulsacro colle insieme alVescovo Simone per unmomento di gioia epreghiera alla MammaCeleste.Accompagnati da donFabio Menicagli(direttore dell’ufficiocatechistico), i ragazzihanno animato lastrada principale diMontenero con la recitadi un breve Rosario econ allegri cantimimati.Giunti sul sagrato delSantuario è stata lavolta di tre interessantitestimonianze,intervallate dai cantidel gruppo de “Irockettari di Cristo”.Ognuna di questetestimonianze avevacome scopo quella dimettere in luce unadelle tre virtù teologali.Maria AntoniettaDrago, operatriceCaritas ha illustrato le

Gprincipali attività eservizi forniti da questoente. Servizi di caritàche mirano a sostenere,aiutare, assistere, masoprattuttopromuovere evalorizzare con amorela persona bisognosa.Padre Gabriele Bezziha raccontato la suaesperienza di vice-rettore del seminario.Un luogo di speranza,

dove siattende chela sementedella Paroladi Dio portinuovi fruttidi nuovisacerdoti. Ultimo a prendere laparola, il VescovoSimone, che si è invecesoffermato sulla virtùdella fede. Egli l’hadefinita come un

suggerimento allaragione che ci donaamore, speranza econsolazione persuperare i momentidifficili della nostraesistenza. Con la fede

tutto acquista senso,anche la morte. IlVescovo ha esortato ipresenti a prendereesempio da Maria,madre di fede e disperanza che siabbandona con fiduciaalla volontà delSignore.I bambini, grandiprotagonistidell’iniziativa, sonostati poi chiamati acomporre e offrire illoro fiore (ogni petalodel fiore rappresentavaun vicariato delladiocesi) a Maria ehanno incastrato ilVescovo con le lorocuriose domande sullafede.Il pellegrinaggio si èconcluso con l’atto diconsacrazione a Maria eil suggestivo lancio deipalloncini, messaggeriin cielo delle preghieredei bambini.

IL 10° Pellegrinaggiomariano dei giovanissimi di tutta la Diocesi al Santuario di Montenero

Il conferimentodel Ministero del Lettoratoa Simone Barbieri

La Parola di Dio va amata

utti i seminaristi, molti sacerdoti e fedelidella Diocesi, si sono stretti attorno al

seminarista Simone Barbieri che haricevuto dal Vescovo Simone Giusti ilministero di lettore nella Parrocchia di SanGiovanni Bosco in Coteto.Addirittura con grande sorpresa di tutti, Sat2000 ha effettuato le riprese di questacerimonia commovente e gioiosa allostesso tempo. Monsignor Giusti nellaconsegna della Sacra Scrittura, ha invitatoSimone a rendere quanto mai viva efeconda quella "Parola" di cui da ora inavanti avrà la facoltà di commentare.Questo perché non è sufficiente lasapienza, la conoscenza dotta conseguitamagari anche nei più grandi centri di studi;conta in primis fare esperienza di Dio equesta la si consegue solamente con lapreghiera e stando in luoghi dove Dio èpresente come a Lourdes, Fatima; ma illuogo per eccellenza è il Golgota. Dunqueper essere un buon esegeta della Scritturabisogna essere santi che meditano tutti igiorni e pregano e non fanno lezione, nonsezionano la Parola, ma fanno risplendereil Signore attraverso la propria vita e latestimonianza.Dobbiamo diventare "asini che portanoGesù", che non si inorgogliscono per gliapplausi e gli onori; è nostro impegnorimanere umili cavalcature e l’auguriomigliore per Simone è proprio quello di"saper diventare un bell’asino"!Don Luciano Musi Parroco, ha avutoespressioni di gioia per i numerosipresenti e ha espresso la vicinanza aSimone per aver salito il primo gradino"della scalata vertiginosa del sacerdozio"che porta a possedere tutto, perché ha GesùCristo

Monica Cuzzocrea

T

Nella festa di Santa Giulia

Il carismaNeocatecumenale

Nelle foto, gentilmentedonate da MonicaCalvaruso: il lancio deipalloncini, laprocessione a piediverso il Santuario; donGiuseppe, il vescovoSimone e padreGabriele; il fiore deivicariati realizzato dairagazzi e la folla deigiovanissimi riuniti sulsagrato di Montenero

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI12 maggio 2013 III

proprioquesto ilmessaggiopiù bello che

la veglia per ilLavoro ci halasciato.Quando dico “ci”intendo quelgruppo di giovaniche insieme a meha animato epartecipato ad unmomento dipreghiera eriflessione moltobello e coinvolgente.In un momento dove è difficiletrovare lavoro per gli adulti,praticamente un’utopia quandoha richiedere sono dei giovanisenza esperienza.Le testimonianze effettuate nonpossono che incoraggiarci acontinuare e a mantenere

È

metaforicamente e non accesa la“candela della speranza”!Si perchè uno dei gesti più belliè stato quando sono stateportate all’altare 4 candele,simboleggianti, pace, fede,amore e speranza.Candele che nella storia

raccontata il comportamentodegli uomini contribuisce aspegnere, candele che lasperanza mantiene accese e vive.In un momentoeconomicamente e“lavorativamente” complicato lacosa più importante è non

perdere la speranza.Noi siamochiamati, comegiovani e comegiovani cattolici anon perdere questasperanza, a amantenere accesaquella piccolafiamma, perché noidobbiamo essere veriportatori disperanza.Dobbiamo lavoraretutti insieme, perchécome dice il canto

finale, ad opera dei Rockettaridi Cristo, dal titolo quanto maiadatto “La sfida mia più bella”,è più bello se tu sei insieme a menelle vie della vita!!Un messaggio di speranza che ciincoraggia a continuare aprovarci e a farlo tutti insieme.

Michele Martella

Dalla festa del primoMaggio laconsapevolezzadell’importanza dei cristianinellacostruzione del futuro

l presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano,ha affermato che il lavoro è “una emergenza

politica e morale”e Papa Francesco ha ribadito che è“ingiusta una società che non dà lavoro”. Mai forsecome quest’anno la festività del 1° Maggio è statasentita dai cittadini e a Livorno per questa occasioneil Movimento Lavoratori di Azione Cattolica insiemealle Acli e all’Mcl hanno indetto una Veglia dipreghiera, con la collaborazione delle aggregazionicattoliche della Consulta dei laici, nella chiesa delSacro Cuore dei salesiani. Il tema della Veglia è stato:“Dentro la crisi siamo portatori di speranza”, lacelebrazione è stata condotta da Padre GabrieleBezzi,con don Giuseppe Coperchini insieme aldiacono Andrea Zargani.Nella veglia si parla dell’oggi attraverso le immaginidi un film: aziende chiuse, lavoratori senza lavoro,giovani senza prospettive future: tutta la caricadirompente e drammatica che scaturisce dalla crisiodierna; ma di fronte a questa grave situazione icristiani devono rinverdire la speranza, credere in unfuturo migliore ed essere portatori di una storia piùsolidale.Dal brano del Vangelo di Luca in cui il Signore operail miracolo dei pani e dei pesci, padre Bezzi trae lariflessione: il moltiplicare i pani e i pesci -ha detto -ha il significato di un dividere, nel senso che dicevamonsignor Tonino Bello “chi vuol saper moltiplicare,prima sappia dividere”. Gesù compie un gestorivoluzionario che ripete nell’eucaristia, nellospezzare il pane, nel dividere il pane nell’ultimacena, e i discepoli a Emmaus riconosceranno ilRisorto proprio nello spezzare il pane. Anche noi -hacontinuato Padre Gabriele- dovremmo essere ingrado di compiere questo gesto, un gesto che fattoda tanti potrebbe cambiare il mondo, dobbiamoperciò avere il coraggio di dividere quello cheabbiamo. Le problematiche del lavoro devono esseredunque affrontate fuori dalla logica dell’egoismoperché la crisi interpella anche noi nella quotidianitàdel nostro vivere, per cui dobbiamo rivedere le nostrescelte, i nostri comportamenti, i nostri stili di vita. Lasobrietà ci deve guidare, dobbiamo badareall’essenzialità delle cose per poter dare qualcosaagli altri affinché tutti possano vivere una vitadignitosa. Il “fate questo in memoria di me”dobbiamo tradurlo -ha terminato Padre Gabriele- in“fai questo gesto di carità, agisci come Gesù haagito”.L’offertorio e le testimonianze.Il momento dell’offertorio ha visto l’alternarsi delleofferte con le testimonianze personali. Prima offerta:la luce, sono state portate all’altare quattro candele,tre spente: la pace, la fede, l’amore, la quartacandela è invece accesa: è la speranza, e questacandela riaccende tutte le altre, così tutte hannoilluminato l’altare. Seconda offerta: il pane, perchél’eucaristia ci impone di diventare il pane spezzatoper i nostri fratelli disagiati.Terza offerta: il salario, laparola salario deriva da sale, infatti i soldati romanivenivano pagati anche con un certo quantitativo disale. Ma il sale nel Nuovo Testamento è anchesimbolo di sapienza, di incorruttibilità e di fratellanzatra gli uomini. La prima testimonianza è stata quelladi una giovane, Ada Carpentiere, che ha sottolineatoil dramma di molte donne lavoratrici, le donne sono ilavoratori più facilmente ricattabili, nell’azienda incui lavorava i turni erano stressanti, quando poiqualcuna si ammalava le sostituzioni nei turnidiventavano un incubo. Per migliorare le condizioni divita delle colleghe si è prodigata come delegatasindacale non venendo mai a patti con la proprietà,ha aggiunto che molto spesso si arriva a vere eproprie “guerre tra poveri”dove si accetta tutto per ilbene di tutti. Ora dopo 11 anni è di nuovodisoccupata “ma non demordo e continuo astudiare”.Carmelo Triglia ha poi messo in rilievo i suoi 35 annispesi nel Cantiere Navale di Livorno, dal CantiereOrlando alla Fincantieri, dalla Cooperativa Orlandoall’Azimut Benetti. Ha poi letto un brano tratto da ungiornale del Cantiere dal titolo “La Prora”dell’agostodel 1964 dove veniva descritta l’esplosione su unanave: il fumo nero che avvolge tutti e la morte di unlavoratore. Il pericolo -ha detto- esiste sempre,ancora oggi, occorre perciò vigilare, giustamente ilPapa ha ricordato che non esiste lavoro senzadignità.“E’ necessario perciò che ci sia l’impegno ditutti perché fatti come quello che ho raccontato nonsuccedano più”.L’ultima testimonianza è stata quella di Mauro Nobiliche si è descritto come un imprenditore di secondagenerazione, ha incominciato a lavorare a 14 anninell’azienda del padre e a 23 anni è subentrato a luinella conduzione. Nobili ha poi sottolineato la figuradell’imprenditore, mettendo in rilievo che molti diessi conducono piccole aziende artigianali,commerciali o di servizi.“Essi vivono le difficoltà e lesperanze di chi lavora insieme a loro”ed è tristeconstatare che nello scorso anno 364 mila piccoleaziende sono state costrette a cessare la loro attività.Se la retribuzione dell’imprenditore è maggiorequesta è dovuta al fatto che il lavoratore, terminato ilsuo orario di lavoro, è poi libero di dedicarsi ad altrecose, non è così per l’imprenditore che è costretto apensare continuamente ai problemi dell’azienda edei propri dipendenti. Nobili ha terminato facendouna considerazione sull’imprenditore cristiano, èpossibile -si è chiesto- vivere da cristiani amando Dioe amando il prossimo? La risposta è certamente sì,perché al centro di tutto si deve mettere sempre ladignità dell’uomo.

Gianni Giovangiacomo

I

La cronacadella Veglia di Preghiera

DENTRO LA CRISIPORTATORI DI SPERANZA

Sette fili di un unicomorbido gomitolo

ono entrato inchiesa con le taschevuote, sono uscitocon dentro un

gomitolo. Proprio ungomitolo. Uno di quellimorbidi morbidi e fattodi tanti fili intrecciati.Sette per la precisione.È alla veglia di preghierasul lavoro che il gomitolosi è formato. Il primo filo è quellodelle immagini e dellamusica. Le immaginisono quelle che aprono laserata, una sequenzatratta dal film "BillyElliot": 1984, un paesinominerario dell’Inghilterradel Nord, i minatori insciopero perché il lavoroè in pericolo. L’audio è unpo’ distorto, ma leimmagini parlano da solee vanno dritte al cuore:dicono di un padre inlacrime che rinuncia a tutto, anche al suodiritto di sciopero, pur di portare a casaqualche soldo e permettere al figlio Billydi realizzare il sogno di ballare. La musicaè invece quella dei Rocchettari di Cristo, ilgruppo di giovani musicisti e coristi didiverse parrocchie della diocesi, natodalla GMG di Madrid e dal nome un po’aggressivo, ma che suona e canta in modoimpeccabile, e scandisce con intensità ivari momenti della serata.

Il secondo filo è quello della Parola diDio, che in poche righe traccia la cornicedi senso di questa veglia di preghiera: ilbrano di Genesi della creazionedell’uomo e quello di Luca dellamoltiplicazione dei pani e dei pesci.Come a dire, la nostra identità e la nostramissione nel mondo, anche comelavoratori.

Il terzo filo è quello delle parole delcelebrante, don Gabriele Bezzi, assistentediocesano dell’Azione Cattolica, checommenta il brano evangelico: “Nonparliamo di moltiplicazione dei pani, maanzitutto di divisione; Gesù compie ungesto rivoluzionario perché permoltiplicare prima bisogna dividere econ-dividere; di fronte allaglobalizzazione dell’egoismo oggiimperante bisogna rispondere con laglobalizzazione di scelte e comportamentivirtuosi, che puntino alla sobrietà,all’essenzialità, alla condivisione; comeGesù è presente nel pane, nell’Eucaristia,

ma lo si riconosce solo dallo spezzare ilpane, così anche noi Suoi discepolipossiamo farci riconoscere dallo stessogesto, condividendo”.

Il quarto filo è quello delletestimonianze: Ada Carpentiere; CarmeloTriglia; Mauro Nobili, imprenditore.Hanno parlato della loro esperienzalavorativa, dei loro diversi percorsi inmezzo alla tempesta della crisi, del lavorovisto dalla loro particolare prospettiva:l’importanza del sindacato, la tragediadegli infortuni sul lavoro, la dignitàumana sempre al primo posto.

Il quinto filo è quello dei gesti simbolici,oggetti portati all’altare a sottolineare ilsignificato di alcuni brani letti insottofondo. Alcuni ceri colorati, perrappresentare la favola delle quattrocandele: la pace, la fede, l’amore, che senon alimentate si spengono, e l’ultimacandela, la speranza, che sempre leriaccende tutte e tre; una pagnotta di pane,per commentare un brano di papaBenedetto sull’Eucaristia, con una fraseveramente terribile: “Una celebrazioneeucaristica che non conduce ad incontraregli uomini lì dove essi vivono, lavorano esoffrono, per portare loro l’amore di Dio,non manifesta la verità che racchiude”;delle ceste piene di sacchettini di sale, adaccompagnare il brano che spiegal’etimologia della parola "salario", cheprende il nome dall’antica usanza dipagare i soldati romani con una certa

quantità di sale e che nel NuovoTestamento diventa simbolo di sapienza,incorruttibilità e fedeltà a Dio. Sacchettiniche poi alla fine della veglia vengonodistribuiti a tutti i presenti, perchéanch’essi siano "sale della terra".

Il sesto filo è quello della preghieracomunitaria, con le tante invocazioni:"perché ci sia lavoro per tutti, per lefamiglie che si trovano in difficoltà acausa della mancanza di lavoro, per leimprese che faticano a mantenere i postidi lavoro, per i poveri, per i governanti e ipolitici, per i giovani che un lavoro lodevono ancora trovare".

Il settimo e ultimo filo è quello dei tantivolti, delle tante voci che alla fine dellaveglia ho incrociato. Finisce sempre così:la solennità dell’incontro con il Signoreche si scioglie nella fraternità e nella gioiadegli incontri tra coloro che vi hannopartecipato. Una dolce confusione di vociche inonda per un po’ la chiesa deiSalesiani e che il silenzio fa fatica ariconquistare man mano che la gente esce. Alla fine, sul sagrato della chiesa, homesso le mani in tasca e ho trovato questogomitolo. Si era formato intrecciando tuttii fili della veglia, le cose viste, le paroleascoltate, le sensazioni provate. Ungomitolo che adesso porto a casa e cheriporrò accanto agli altri gomitoli di altreveglie che già conservo. E che un giornoforse riuscirò di nuovo a dipanare.

Gabriele Maremmani

S

Manteniamo accesauna lampadadi speranza...

Una celebrazione ricca di spunti e di incontri

Nelle foto un momentodella celebrazionenella chiesa dei Salesiani ed il sacchetto di sale consegnatoa tuttii partecipanti alla veglia

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI12 maggio 2013IV

VENERDÌ 10 MAGGIO10.00 S. Messa e cresime dei paracadu-tisti della Folgore, al Santuario di Mon-tenero19.00 Lectio Divina in seminario21.15 consulta delle aggregazioni laica-li in vescovado

SABATO 11 MAGGIO9.30 saluto al congresso dei Lions clubstoscani, all’Accademia Navale di Livor-no17.30 S. Messa e cresime alla parroc-chia di S.Leopoldo a Vada

DOMENICA 12 MAGGIO10.20 benedizione alla manifestazione"In cammino con noi" organizzata dal-l’Associazione Persone Down, Associa-zione Autismo Livorno e AssociazioneVolare senza ali, al Campo Scuola11.00 S. Messa e cresime alla parrocchiadi S.Benedetto18.00 S. Messa e cresime alla parroc-chia di S. Teresa a Rosignano

LUNEDÌ 13 MAGGIO21.15 in occasione dell’anniversariodella prima apparizione della Madon-na di Fatima, processione dalla chiesadi S. Stefano alla chiesa di N.S. di Fati-ma

MARTEDÌ 14 MAGGIONella mattina, udienze clero in vesco-vado17.30 in occasione della festa di SantaGiulia, presentazione del libro "Il Ke-rigma" presso la sala consiliare dellaProvincia

MERCOLEDÌ 15 MAGGIO9.30 ritiro del clero alla parrocchia del-la Madonna

GIOVEDÌ 16 MAGGIONella mattina, udienze laici in vescova-do18.30 incontro con i dirigenti dellescuole cattoliche in vescovado

VENERDÌ 17 MAGGIO11.00 incontro con i vicari episcopali invescovado11.00 collegio dei consultori in vesco-vado17.30 in occasione della festa di SantaGiulia: nella sala consiliare della Pro-vincia convegno giuridico dal titolo "Ilmatrimonio: per chi?" (vedi locandinain pagina)

SABATO 18 MAGGIO8.00 pellegrinaggio mensile diocesanoal Santuario di Montenero e a seguireS. Messa10.00 incontro con i giovani di un liceodi Reggio Emilia, a Montenero17.00 in occasione della festa di SantaGiulia, in piazza San Jacopo in Acqua-viva " Festival della Carità"21.15 Veglia di Pentecoste e S. Messa al-la chiesa di San Jacopo in Acquaviva

DOMENICA 19 MAGGIO11.00 S. Messa e cresime alla chiesa diSanta Caterina18.00 S. Messa e cresime alla chiesa diS. M. del Soccorso21.00 in occasione della festa di SantaGiulia, festa giovane "The sun" nel-l’ambito del Festival della carità, inpiazza San Jacopo in Acquaviva

Agenda del VESCOVO

BREVI DALLA DIOCESIConsultaFemminileVENERDÌ 10 MAGGIO ALLE 16.00Presso l’Auditorium del Museo di Storianaturale, incontro dal titolo "Creatività ebenessere: espressioni del mondo femminilelivornese esperienze e testimonianze". Parte-cipa il coro "Monday Girls" diretto dalmaestro Cristiano Grasso

AssociazioneBorsiVENERDÌ 10 MAGGIO ALLE 17.00Nella sala conferenze di Villa fabbri cotti,incontro su "Silvestro Lega", relatori: Pier-luigi Moressa e Carlo Pepi

Porticodi SalomoneLUNEDÌ 13 MAGGIO ALLE 21.15Presso l’Auditorium della Fondazione SanCarlo Borromeo, proiezione del film"Uomini di Dio", regia di X. Beauvois

Festa della Madonnadi FatimaLUNEDÌ 13 MAGGIO ALLE 21.15

In occasione dell’anniversario della primaapparizione della Madonna di Fatima,processione con la statua della Madonnadalla chiesa di Santo Stefano in via pro-vinciale pisana alla chiesa di N.S. di Fati-ma nel quartiere di Corea

Libri da LEGGEREdi Mo.C.

Berselli C. ( a cura di) - Splendore delPadre. Inni a Cristo nel primo millenniodella Chiesa - Ed. Paoline, pp.177, Euro10,00.

Fin dagli inizi, le prime comunitàcristiane, riunite per le celebrazionieucaristiche, leggevano e ascoltavano ibrani biblici commentati. Infatti nellestesse Lettere di San Paolo, vi sonomolti brani ed espressioni che rivelanocomposizioni inniche ascoltate,raccolte o insegnate da Paolo stesso,durante la sue visite alle Chiese. Neltempo poi, assistiamo ad uno sviluppoconsiderevole delle liturgie, ciascunadelle quali assumerà nel tempo formeben definite tali che potranno esserericondotte ad alcuni tipi fondamentaliquali quello siriaco, alessandrino,gallicano, romano. A mano mano chequeste liturgie consolideranno ilproprio carattere, gli inni, i cantici e lepreghiere in prosa, prenderanno ilnome di tropari, anafore, prefazio,antifona ecc… Costante Berselli,curatore di questa raccolta, ci presentaquesti bellissimi testi, facendoliprecedere da una accurataintroduzione sia sul contenuto chesull’autore. E’ questa una ricchezzaspirituale che non deve rimanereriservata, ma deve diventarepatrimonio di ciascuno perché questa èla forma solenne e convincente delmodo di pregare cristiano.

LOTTARE CONTRO IL DOLORE: SI PUÒ!

Martedì 14 maggio sarà la giornata per la “lotta contro il dolore". Per l’occa-sione l’Azienda USL 6 di Livorno, che aderisce al progetto “Ospedale e

territorio senza dolore”, ha organizzato un incontro nel quale il tema verràaffrontato dagli specialisti medici e sanitari che ogni giorno si battono percercare di limitare e di far stare meglio possibile chisoffre; ma saranno presenti anche coloro che affron-tano il dolore e la malattia ogni giorno della loro vita:la presidente dell’ Associazioni italiana sclerosi mul-tipla (Aism – Livorno), Serenella Tabani e Marco Vo-leri, autore del libro "Sintomi di felicità".Marco Voleri è un giovane tenore italiano, con unacarriera promettente che, nel bel mezzo della sua"ascesa" artistica scopre di avere la sclerosi multipla.Il libro racconta la sua esperienza. In un primo mo-mento la volontà di nascondere la diagnosi per potercontinuare la vita artistica; poi gli impegni più impor-tanti affrontati proprio dopo aver saputo di esseremalato, con l’aiuto della passione musicale e di unafiala (l’interferone) che porta sempre con sé, in viag-gio o a teatro, in una borsa termica; ora, con questolibro, la decisione di confessare il proprio segreto, ri-schiando la propria carriera ma con la voglia, nono-stante tutto, di essere felice.Al termine della mattinata saranno premiati i ragazzi delle scuole che han-no partecipato al concorso scolastico sul tema Ospedale e territorio senzadolore. L’evento è stato realizzato anche grazie al contributo del Lions Club.

E.C.

Diocesiinforma

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI12 maggio 2013 V

er vivere bene il presentela famiglia deve nutrirsidi futuro. Il ruolo dellafamiglia nella società

che costituirà il tema della47esima Settimana sociale diTorino (12-15 settembre2013) è diventato anchel’argomento dell’ultimoQuaderno di Scienza & Vita.Affrontare i temi di quelnucleo vitale, delicatissimo ecomplesso che è l’istituzionefamiliare, attraversato - inquesto tempo oscuro - dadinamiche dissolutrici,complici particolari modelliculturali, che ne hanno dimira l’irrilevanza e lasostituzione con forme fragilie inconsistenti di legamiparentali, costituisce allostesso tempo un impegno euna responsabilità. Che lafamiglia sia segnata daprofonda crisi èconvincimento di molti esarebbe irrealistico nonvederne gli effetti devastanti.

Il primo passo dacompiere èdunque rivolto ascavare nelleragioni dellacrisi, senza farsiprendere dalloscoraggiamentonei confronti diquegli eventinegativi chel’attraversano: ladenatalità, inprimo luogo, edancora ladifficoltà deigiovani a trovarelavoro e casa,l’acutizzarsi atutti i livelli diuna crisi sociale

che si riflette sull’etica deicomportamenti. Prendereatto di questi fallimenti,indagati con gli strumentidell’antropologia, dellapsicologia sociale e dellemolte scienze coinvolte, nonsignifica però accettarne conrassegnazione l’ineluttabilità,né contentarsi di lucideanalisi diagnostiche, che nonprevedano la possibilità diimmaginare nuove terapie.

Significa invece ripensare,anche alla lucedell’esperienza familiare chetutti accomuna, se e in qualeforma la famiglia possa essereconsiderata un valore privatoe sociale di assoluta priorità,che comporta il massimoimpegno collettivo al fine disalvaguardarla o seppureguardarla come una formaormai obsoleta, legata acostumi sociali ormaisorpassati. Una voltaaccettato che vale la penaspendersi per ridare energiamorale alla famiglia, che lastessa Costituzione italianaannovera fra i beni socialiirrinunciabili, occorrecomunque compiere ulterioripassi in avanti. Il secondopasso, in tal senso, è quelloche ci richiama con forza adare testimonianza delletante realtà familiari, che pursopportando il peso di questodifficile momento, fungendoda vero e proprio"ammortizzatore sociale"non codificato, sannoproporre uno stile di vitasostenuto dall’amorereciproco, dalla solidarietàgenerazionale, dall’esigenzadi tradurre quotidianamentegesti di sacrificio e di

Pperdono. Queste riccheesperienze, che - come è noto- non fanno notizia vannofatte riemergere, devono cioèdiventare notizie, affinché ilbene prevalga e diventicontagioso.

Conoscere esperienzeanaloghe alla propria, sapereche è possibile, anzinecessario, sostenersi avicenda nel cammino difficileverso la completezza delproprio essere persone dentrole mura domestiche, significaanche pensare che lacreatività umana è capace diattivare nuovi modi perentrare dinamicamente inrelazione, così da rendere lospazio della famiglia semprepiù abitabile. È convinzionedi molti che non sia piùpossibile stabilire, pena losmarrimento in procedimentiastratti, un modello statico difamiglia, cometradizionalmente si eraconfigurata nel tempo,quando anche i ritmi delvivere sociale eranocondizionati da ripetitività estaticità di ruoli. Occorreaccettare oggi la sfida diripensarla, tenendo conto didue forze centripete: da unlato, accogliere la mobilitàdelle relazioni umane,sottoposte all’usura didinamiche sociali sempre incorsa; dall’altro tenere fermealcune condizioniontologiche su cui ancora,oggi come ieri, fondarel’istituto familiare, guardatocome frutto del matrimoniotra un uomo e una donna.

Dimensione niente affattoscontata, se si pensa a quanteideologie di genere tendonoad equiparare la famiglia amolte altre forme diconvivenza etero eomosessuali. Non bastainfatti fare appello alledifferenti condizioni storichee sociali per decretare la finedella famiglia tradizionale;occorre saper osservarne conpiù attenzione la complessità,così da scorgerne, insieme alsuo inevitabile mutamento,la ragione fondamentaledella sua esistenza che neisecoli, sottoposti come ilnostro a mutamenti epocali,ha sempre finito conl’imporsi come formaeccellente di perpetuazionedella specie e diconservazione dei valoriculturali ed etici chesostengono la società civile. Ècosì necessario proporre unulteriore passo: per viverebene il proprio presente lafamiglia ha bisogno dinutrirsi di futuro, di guardarecioè in avanti e di scorgerenelle nuove generazioni ildestino naturale del suoaccrescersi. Su questoversante si rischia di caderenella retorica e in forme disperanza irrealistiche edingenue. Salvarsi da questeinutili tentazioni significaperciò scorgere nei giovani,che non sono mai la copiadelle nostre attese spostate inavanti, l’unico approdo diconsegna di una istituzioneprivata e pubblica, quale è lafamiglia, che va trasmessacome compito e sfida per ilfuturo.

Articolo di Paola RicciSindoni e Paolo Marchionni,

tratto da Avvenire

«Nasce in famigliala ricetta anticrisi»

VERSO LA PROSSIMA SETTIMANA SOCIALE 2013..... ....

Da questo numero offriamo ai nostri lettori unapagina a settimana per «raccontarvi» la famiglia,in vista delle prossime giornate dedicate afamiglia e giovani in programma l’8 e 9 giugno.Appuntamenti nazionali, interviste e articoli sul tema, cercando di esplorare ogni aspetto (figli, casa, matrimonio, ecc) di questo grande e fondamentale argomento per la vita di tutti

sempre più frequente scegliere la via del matrimoniodopo un periodo di convivenza: ma quali sono i motivi?Lo abbiamo chiesto a Daniele e Linda, che hanno dapoco terminato il corso prematrimoniale

organizzato da padre Andrea Conti e Giuseppe Benenatinella Parrocchia di S. Maria del Soccorso.

Cosa pensate del corso prematrimoniale?«È stata un’esperienza interessante, in cui abbiamoaffrontato un percorso di vera e propria “catechesi peradulti”, unito ad esperienze di vita reali. È stato importantepotersi confrontare con altre coppie, una decina, tutte giàconviventi da tempo, e alcune con figli, mettendo l’accentosu incertezze e difficoltà, attuali e future, proponendosoluzioni concrete».

Perché la scelta della convivenza prima del matrimonio?«Abbiamo preferito convivere per vari motivi, primo fratutti per l’abitudine a condividere tutto con l’altra personanella quotidianità. Nel periodo del fidanzamento moltiproblemi non emergono e, comunque, ognuno mantieneancora una propria libertà, ma dal momento che si scegliedi affrontare una vita insieme e da soli, si stravolge tutto.Abbiamo amici che si sono lasciati dopo anni difidanzamento solo perché non avevano retto allaconvivenza giornaliera. Prima di compiere un passo cosìimportante vogliamo essere sicuri di poter affrontare la vitainsieme. Nel corso delle lezioni sono emerse tutte questeproblematiche, le difficoltà dell’iniziare a guardare ilmondo non più con l’ “io”, ma con il “noi”».

Per il vostro matrimonio avete scelto la separazione deibeni, cosa ormai comune a molte coppie di sposi: qualisono i motivi?«Lo abbiamo fatto esclusivamente per una questionefiscale, per evitare ulteriori “pesi” in termini di tasse per ilcumulo dei redditi. E con tutte le spese da affrontare,abbiamo pensato che fosse la soluzione migliore. Perquanto possibile cerchiamo di condividere qualsiasi cosa,ma alla fine dobbiamo fare i conti con la realtà e con unalegislazione che, invece di aiutarle, crea moltissimedifficoltà alle famiglie».

F.F.

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Corsi prematrimoniali: la voce di chi lo ha appena frequentato

Prima dipronunciare il «Sì»

La 47esimaSettimanasociale che si svolgerà a Torino dal 12 al 15settembreprossimo saràincentrata sul temadelicatissimo e universale della famiglia

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esta patronale alla chiesa di S. Cate-rina da Siena nel quartiere della Ve-

nezia, dove la celebrazione dellaS.Messa del vescovo Simone Giusti hasolennizzato la ricorrenza della SantaPatrona d’Italia a cui la parrocchia èdedicata sin dal 1720, come ricordatodal parroco Donato Mollica che, altermine della celebrazione eucaristicaha fatto dono al ve-scovo di un dipintoraffigurante PapaFrancesco ed unanuova Mitra, qualericonoscimento deiparrocchiani diS.Caterina verso illoro pastore.“Tutto è possibileda colui che mi dàla forza”: questauna delle frasi di S.Caterina ricordatedal vescovo Simonenell’omelia, paroleche incarnano il ca-risma di S.Caterinabasato sull’amoreinfinito verso Dio eper il quale “Cateri-na rinunciò ad unmatrimonio terre-no, per convolare a spirituali nozzeeterne con Nostro Signore”. Anche peril superamento delle nostre difficoltàterrene monsignor Giusti ha fatto per-no sull’amore divino, ricordando co-me Caterina superò infinite avversitàproprio donandosi totalmente a No-

stro Signore perché“il Paradiso è Cristoe vivere nel suoamore ci fa assapo-rare il Paradiso giàqui sulla terra”.

Una bella chiesa quella che si affacciasu piazza dei Domenicani, piazza cheprese il nome dalla confraternita chefino alla metà del 1700 la ebbe in cu-stodia. I tre secoli pesano però sullastruttura e monsignor Giusti ha comu-nicato ai fedeli presenti che a breve

inizieranno i lavori di restauro ancheper la loro chiesa, dopo quelli appenaterminati alla chiesa della Madonna.Per tutti questi urgenti ed improroga-bili interventi Giusti ha ringraziato laFondazione Cassa di Risparmi di Li-vorno, annunciando anche che, persostenere queste spese ingenti, saran-no coinvolti anche i tantissimi turistiche ogni anno visitano le chiese delcentro, ammirando le opere d’arte cheesse raccolgono.

Roberto Olivato

F

Tutto è possibile da colui che mi dà la forzaLA CHIESA DI SANTA CATERINA FESTEGGIA LA SUA PATRONA

Il giudice Marcello Marinari invitato dal Serra Club di Livorno

L’IDEA DI GIUSTIZIA E IL FUTURO DEI SISTEMI GIUDIZIARI

n questi giorni di incertezza economicae politica, il Serra Club di Livorno ha in-vitato il Dottor Marcello Marinari, Ma-gistrato e Giudice e Presidente del Tri-

bunale di Montepulciano dal 2010, a di-battere sul tema molto sentito della giusti-zia che è sempre sulle prima pagine dellacronaca. Il Dr Marinari ha esordito eviden-ziando come l’idea di giustizia e l’aspira-zione ad avere ed ottenere una giustizia ri-salga a ben 2500 anni fa, quando Solonein Grecia la definiva come una tela di ra-gno che afferra i piccoli insetti e non riescea prendere i grandi, per cui se la rapportia-mo ai giorni nostri, ci accorgiamo che nonmolto è mutato da allora! Comunque, pro-vando a considerare come la filosofia delDiritto abbia preso in esame il significatodella parola Diritto, abbiamo nel 1600 unsecolo nel quale si parla apertamente delconcetto di diritto dell’uomo che non ècontenuto solo nella legge, ma viene inse-rito nel più ampio ambito del diritto natu-rale.A tal proposito si ricordano importantipensatori come Grozio, Locke e addiritturaSamuel Pufendorf istituì la Cattedra di Di-ritto Naturale dove il diritto di parola,pensiero allora introdotti, sono tuttora ilfondamento della nostra civiltà e il fonda-mento che sta dentro la legge. AddiritturaJurgen Habermas ha espresso l’importan-tissimo principio che senza un sostrato eti-co nessuna legge può essere considerata di-ritto. Anche oggi i pensatori giuridici dialo-gano tenendo presenti questi principi. Maperché siamo soliti dire che la giustizia è incrisi? Bisogna partire da un altro punto divista che è tipico dell’Europa Occidentale.Se guardiamo all’800 vediamo che già allo-ra a fronte di 30 milioni di abitanti, vi era-no 2 milioni di cause: forse perché le per-sone sono litigiose? La rispostava trovata nel fatto che in questiPaesi e in Italia in particolar mo-do in Italia, la via giudiziaria,viene considerata come l’unicomodo di risolvere il problema.Così pure sempre guardando inumeri, alla fine dell’ 800 aveva-mo 100 mila detenuti e questoveniva visto come efficacia del si-stema, inoltre le cause civili veni-vano risolte dai pacificatori chespesso non erano neppure deigiudici.Nel ‘900 è stato visto giustamen-te come un dato di civiltà il far valere i pro-pri diritti con conseguente diffusione peròdi una cultura che vede i “tribunali senten-zifici”, per dirla alla Max Weber, e ancheCalamandrei fin dal 1926 lamentava l’e-norme numero di cause inevase portando

Iil discorso giustizia non più lega-to al concetto bensì al tribunale.Se allarghiamo l’orizzonte vedia-mo che le cose stanno diversa-mente; ad esempio in Giappone,Paese con 120 milioni di abitanti,ci sono 2000 giudici e 500.000cause. Questo non significa chesia un Paese arretrato ma perchéle persone considerano un’ontaandare davanti ai giudici. NeiPaesi Anglosassoni, nel 1989 èstata attuata una riforma che ten-de a far scomparire il processocon cessazione di sentenza e sipretende sempre di più che la persona chericorre alla Corte, deve essere quasi certa divincere la causa. Ci vuole responsabilitànel promuovere i processi e anche l’appa-rato di polizia è ben strutturato; nei casigravi poi, è molto severo. Nei processi pe-nali poi, si cerca di attuare la riparazionedel danno alla vittima. Emblematico il fat-to che ad esempio in SudAfrica, durantel’Aparthaid, per non promuovere una serieinfinita di processi, fu istituita una com-missione che faceva riconoscere a coloroche erano stati dei discriminatori razziali,una confessione pubblica della propriacolpa. Spostando dunque il discorso sulleprospettive in Europa e quindi in Italia, si

sta cercando di attuare una via non giudi-ziale che assicuri i medesimi risultati dellecause con sentenza, e sono state introdottele figure dell’arbitrato e del mediatore,Questo percorso è inarrestabile non soloper le buone intenzioni, ma anche per lacrisi economica che sta attanagliando lasocietà odierna; pertanto, specie per lecause civili, è auspicabile che si dia luogo aquesta nuova modalità per far si che l’anti-ca definizione soloniana di giustizia dialuogo a nuove e positive attuazioni. E’ se-guito un intenso dibattito cui era presenteil Sostituto Procuratore della RepubblicaMassimo Mannucci.

Monica Cuzzocrea

Anno della Fede per i Padri Trinitaririveste un significato ancora più

profondo in quanto nel dicembre delloscorso anno si è aperto il loro Giubileo e,per solennizzare questa ricorrenza, ilcomitato ‘’Crocetta in Festa’’ presiedutodalla dottoressa Gabriella Lunardi, haorganizzato con padre Lorenzo Moretti,

parroco dellachiesa di SanFerdinando, unarassegna itineranteattraverso la storiadei Trinitari e sualcune figurecarismatiche delloro Ordine.L’esposiziones’inserisce nellospirito dell’Annodella Fede comeda desideriodell’Emerito PapaBenedetto XVI«Desideriamo chequesto Annosusciti in ognicredentel’aspirazione aconfessare la fede

in pienezza e con rinnovata convinzione,con fiducia e speranza. Sarà un’occasionepropizia anche per intensificare lacelebrazione della fede nella liturgia, e inparticolare nell’Eucaristia, che è “ilculmine verso cui tende l’azione dellaChiesa e insieme la fonte da cuipromana tutta la sua energia”. Nelcontempo, auspichiamo che latestimonianza di vita dei credenti crescanella sua credibilità. Riscoprire icontenuti della fede professata,celebrata, vissuta e pregata, e rifletteresullo stesso atto con cui si crede, è unimpegno che ogni credente deve fareproprio, soprattutto in questo Anno».Ecco, la rassegna ambientata con doviziadi stampe, dipinti, testi, oggetti,pergamene ed arricchita da uninteressante didattico filmato,commentato dalla stessa dottoressaLunardi, aiuta senz’altro il credente aconfessare ed a rinnovare la propria fede,accompagnandolo lungo la navata dellachiesa, dove nelle cappelle laterali sonostati raccolti e disposti con armonia,alcuni cimeli e dipinti che trattano dieventi Trinitari.

È possibile visitare l’esposizione, cheterminerà il 26 maggio, il sabato mattinadalle 10 alle12 ed il pomeriggio dalle 17alle 19, mentre la domenica sarà possibilevisitarla nelle fasce orarie 10-12 e 16-19 .La domenica 12 maggio sarà giornata dichiusura per l’allestimento dellospettacolo teatrale “Tremila Reali diLibertà, il riscatto di Cervantes”, inprogramma alle ore 21,15 con ingressolibero.

Roberto Olivato

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Il giubileo dei PadriTrinitari

Una mostra per tutti i gusti

er celebrare l’annuale Giornata della Famiglia Paolina, molti fratelli e sorelle della Famiglia Paolinadella Toscana e dell’Umbria, si sono dati appuntamento presso la casa dei Paolini di Firenze.

La giornata è stata animata da Don Guido Colombo un giovanissimo sacerdote Paolino dellaComunità “Primo Maestro”di Roma e Direttore Responsabile della pubblicazione liturgica mensile

“Insieme nella Messa”. Le riflessioniche avevano come obiettivo unaripresa apostolicasull’evangelizzazione a cento annidalla fondazione della FamigliaPaolina voluta dal fondatore BeatoGiacomo Alberione, hannosottolineato come sia fondamentalel’unità e la collaborazione sulterritorio per l’Evangelizzazione,tenendo sempre presente quello che èlo specifico del Paolino “che non devefare semplicemente comunicazione,ma essere la comunicazione”avendocome modello San Paolo Apostolo che

si è fatto tutto a tutti per far conoscere il messaggio di salvezza operato da Cristo. Solo nell’annunciodel Vangelo nella e con la comunicazione possiamo sentirci felici, e pur nella gravosità della missionesi prova la gioia perché proviene da Dio. A noi il compito dunque come diceva il Beato Giaccardo di“Essere un continuo ostensorio vivente e mostrare Gesù,Via Verità e Vita”.

Mo.C.

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La festa della famiglia Paolina a Firenze

«Desideriamoche questoAnno suscitiin ognicredentel’aspirazionea confessarela fede inpienezza econ rinnovataconvinzione,con fiducia e speranza»

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TOSCANA OGGI12 maggio 2013VIII