La Settimana n. 19 del 20 maggio 2012

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 20 maggio 2012 O spitalità e accoglienza sono due parole che potrebbero sembrare sinonimi, ma non lo sono. Esprimono il piacere di essere vicini, il desiderio di vedere persone che amiamo, siano esse parenti o amici: ogni famiglia cristiana dev’essere ospitale e accogliente, ma i due termini hanno sfumature diverse. Si ospita in casa, si accoglie nel cuore. L’ospitalità è di natura provvisoria, quando gli ospiti partono c’è un clima di festa come quando sono arrivati, ci si può dispiacere, ma non c’è turbamento: si sa che ognuno ha la sua casa dove deve tornare. L’accoglienza invece è definitiva, è per sempre, impegna il cuore e la sua interruzione crea disagio, turbamento, dolore. Chi trova un posto nel cuore dell’altro, vi rimane per sempre: non a caso nel rito del matrimonio si pronunciano le parole: Io accolgo te come mio sposo/ mia sposa e prometto di esserti fedele sempre nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita”. Due sposi non si ospitano, si accolgono e questo gesto diventa l’essenza della vita matrimoniale. Il salone del Vescovado era gremito per il Convegno giuridico. Tra i partecipanti molti avvocati interessati a capire com’è cambiato nel tempo l’istituto del matrimonio. La riflessione dei giuristi: il paradosso è che «conviene convivere» Proteggere il matrimonio, rafforzare la famiglia DI FLAVIA MARCO a sala Fagioli del Vescovado era completamente gremita in occasione del Convegno giuridico promosso dal Progetto Culturale diocesano sul tema del matrimonio. Il dottor De Carlo, giudice presso il Tar della Toscana, ha spiegato i termini dell’incontro sul tema «Matrimonio: un cantiere aperto. Verso nuove forme di espressione del consenso del matrimonio civile». Ha spiegato il motivo per la quale la Chiesa si occupa del matrimonio civile e delle convivenze: anzitutto perchè la Chiesa nutre sempre una preoccupazione per la società all’interno della quale vive; poi questo incontro si pone in relazione con il recente rapporto demografico del Progetto Culturale nazionale e con tutte le riflessioni sorti intorno a questo tema. Il problema dell’Italia, come si deduce anche dal rapporto della CEI, non è lo spread bensì il basso tasso di natalità, il che deve spingere la società intera verso la protezione dell’istituto familiare. Alcuni dati hanno fornito la cifra dei fenomeni oggetto della discussione: dagli anni ’70 il numero dei matrimoni si è pressoché dimezzato, l’età media di chi si sposa è aumentata di circa 5 anni, si preferisce il regime di separazione dei beni, rispetto ai matrimoni religiosi sono aumentati quelli civili ma nello stesso tempo sono cresciuti in maniera esponenziale le coppie di fatto ed i figli nati fuori dal matrimonio. MATRIMONIO E COPPIE DI FATTO La professoressa Giardina, ordinario di diritto privato all’Università di Pisa, ha chiaramente illustrato le differenze che distinguono il matrimonio civile dalla convivenza. Ha esordito sostenendo come la definizione di "cantiere aperto" non possa essere applicata all’ordinamento giuridico che si presenta invece fissato ed immobile, basato sul sistema degli status che distingue lo status di coniuge da quello di figlio, mentre ha spiegato come la definizione sia adeguata per tutto l’arcipelago di unioni civili che si è creato attorno alla famiglia. Attraverso una precisa analisi storica ha mostrato le tappe mediante le quali l’Italia è giunta alla situazione giuridica attuale: cominciando da problemi legati alla legittimità di donazioni patrimoniali a beneficio di una "concubina" siamo gradualmente passati, attraverso la via giuridica e non attraverso la via legislativa, ad applicare le norme che regolano il matrimonio alle unioni civili percorrendo, ha sottolineato la relatrice, la via peggiore, senza cioè creare nuove norme per una nuova forma di unione. Attraverso, dunque, questa forma di attribuzione di norme dal matrimonio alle cosiddette "coppie di fatto" (termine quest’ultimo che nel linguaggio giuridico indica tutto ciò che esula dal diritto stesso, di cui quindi non può essere oggetto) queste ultime hanno acquisito diversi diritti prima riservati alle coppie sposate. La normativa attuale equipara i figli naturali a quelli legittimi con la sola distinzione che un figlio nato all’interno del matrimonio acquisisce necessariamente lo status di figlio mentre quello nato da una coppia di fatto deve essere riconosciuto da entrambi i genitori; per quanto riguarda il rapporto tra i partners nel matrimonio l’espressione del reciproco consenso produce l’acquisizione di diritti e doveri e questo crea la comunione materiale e spirituale, nelle unioni civili, invece, la solidarietà coniugale è il presupposto dell’unione stessa. L’unione di fatto non prevede alcun automatismo per quanto riguarda ad esempio le successioni e l’aspetto previdenziale, campo invece ben definito dal regime patrimoniale che si instaura dopo il matrimonio civile. La coppia di fatto, in definitiva, se vuole stabilire una forma di giustizia tra le parti, soprattutto in vista della eventuale fine del rapporto, deve ricorrere al diritto privato, diritto privato che, invece, nel matrimonio gode di una "brutta reputazione" essendo legato alla contrattazione commerciale. IL MATRIMONIO NON È SEMPRE STATO COSÌ Il professor Consorti, ordinario di diritto ecclesiastico all’Università di Pisa, ha evidenziato come esista un divario enorme tra percezione giuridica e percezione sociale del matrimonio. Da sempre possiamo notare come il diritto si occupi di problemi di origine patrimoniale: l’elemento del consenso storicamente non è stato sufficiente per istituire il matrimonio. Sono sempre esistiti rapporti tra famiglie, tra clan che regolavano soprattutto l’aspetto economico del matrimonio lasciando all’ambito privato tutto ciò che riguardava il sentimento e l’affetto e producendo così molti casi di acclamata bigamia o di concubinato. Lutero richiamò l’attenzione sulla pubblicità del matrimonio e col Concilio di Trento anche la Chiesa cattolica stabilisce la forma pubblica del matrimonio. Il passo successivo è la secolarizzazione del matrimonio con l’intervento dello Stato che intende il matrimonio come questione civile poiché proprio attorno ad esso nasce la famiglia. L’articolo 29 della Costituzione italiana stabilisce dunque che la famiglia naturale sia fondata sul matrimonio. Oggi con il fenomeno della convivenza si tende a ritornare alla dimensione privata del matrimonio escludendo quella pubblica e la differenza sta sostanzialmente in questo anche perché ormai le coppie di fatto sono equiparate alle coppie sposate. Il paradosso sta nel fatto che sulle coppie sposate, anche con molti figli, grava molto di più il peso fiscale rispetto alle coppie di fatto. Il matrimonio, ha sostenuto Consorti, di fatto è già stato cambiato rispetto a quel matrimonio al quale si riferiva l’articolo 29, anzitutto con l’introduzione del divorzio e poi con il cambiamento del ruolo della donna soprattutto dovuto alla modifica dei costumi sessuali. L l Progetto Educativo diocesano ci invita a centrare la pastorale parrocchiale sulla famiglia dando importanza alla genesi della famiglia (i percorsi per i fidanzati) e alle fragilità della famiglia (separazione e divorzi). Su questi argomenti sono chiamati ad esprimersi i delegati all’Assemblea Diocesana. Con il contributo di tutti potrà nascere un percorso condiviso per tutte le Comunità Parrocchiali. Inizio alle 15.30 con la Preghiera allo Spirito Santo e meditazione del Vescovo Alle 16.15 "Veritas in Caritate – Caritas in Veritate Matrimonio e separazione di fronte alla testimonianza dell’indissolubilità”. Riflessione di don Eugenio Zanetti coordinatore del gruppo “ La Casa” per la pastorale dei separati e dei divorziati della Diocesi di Bergamo Alle 17.00 Momento di dialogo e di approfondimento Alle 18.00 L’Ufficio Famiglia Diocesano presenta le schede tipologiche per i percorsi per i fidanzati Alle 18.20 Dibattito e approfondimenti Alle 18.45 Preghiera e conclusioni del Vescovo I Assemblea diocesana Domenica 20 maggio alle 15.30 a S. Lucia IL GRANELLO DI SENAPE per gli sposi di mons. Ezio Morosi Progetto culturale diocesano IL CONVEGNO GIURIDICO

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

20 maggio 2012

Ospitalità e accoglienza sono due parole che potrebbero sembrare sinonimi, ma non losono. Esprimono il piacere di essere vicini, il desiderio di vedere persone che amiamo,

siano esse parenti o amici: ogni famiglia cristiana dev’essere ospitale e accogliente, ma i duetermini hanno sfumature diverse.Si ospita in casa, si accoglie nel cuore. L’ospitalità è di natura provvisoria, quando gli ospitipartono c’è un clima di festa come quando sono arrivati, ci si può dispiacere, ma non c’èturbamento: si sa che ognuno ha la sua casa dove deve tornare. L’accoglienza invece èdefinitiva, è per sempre, impegna il cuore e la sua interruzione crea disagio, turbamento,dolore. Chi trova un posto nel cuore dell’altro, vi rimane per sempre: non a caso nel rito delmatrimonio si pronunciano le parole: Io accolgo te come mio sposo/ mia sposa e prometto diesserti fedele sempre nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarti eonorarti tutti i giorni della mia vita”. Due sposi non si ospitano, si accolgono e questo gestodiventa l’essenza della vita matrimoniale.

Il salone del Vescovado era gremito per il Convegno giuridico.Tra i partecipanti molti avvocatiinteressati a capire com’è cambiato nel tempo l’istituto del matrimonio. La riflessione dei giuristi: il paradosso è che «conviene convivere»

Proteggere il matrimonio,rafforzare la famiglia

DI FLAVIA MARCO

a sala Fagioli del Vescovadoera completamente gremitain occasione del Convegnogiuridico promosso dal

Progetto Culturale diocesano sultema del matrimonio.Il dottor De Carlo, giudice pressoil Tar della Toscana, ha spiegato itermini dell’incontro sul tema«Matrimonio: un cantiere aperto.Verso nuove forme di espressionedel consenso del matrimoniocivile». Ha spiegato il motivo perla quale la Chiesa si occupa delmatrimonio civile e delleconvivenze: anzitutto perchè laChiesa nutre sempre unapreoccupazione per la societàall’interno della quale vive; poiquesto incontro si pone inrelazione con il recente rapportodemografico del ProgettoCulturale nazionale e con tutte leriflessioni sorti intorno a questotema. Il problema dell’Italia,come si deduce anche dalrapporto della CEI, non è lospread bensì il basso tasso dinatalità, il che deve spingere lasocietà intera verso la protezionedell’istituto familiare.Alcuni dati hanno fornito la cifradei fenomeni oggetto delladiscussione: dagli anni ’70 ilnumero dei matrimoni si èpressoché dimezzato, l’età mediadi chi si sposa è aumentata dicirca 5 anni, si preferisce il regimedi separazione dei beni, rispetto aimatrimoni religiosi sonoaumentati quelli civili ma nellostesso tempo sono cresciuti inmaniera esponenziale le coppie difatto ed i figli nati fuori dalmatrimonio.

MATRIMONIO E COPPIE DI FATTOLa professoressa Giardina,ordinario di diritto privatoall’Università di Pisa, hachiaramente illustrato ledifferenze che distinguono ilmatrimonio civile dallaconvivenza. Ha esorditosostenendo come la definizionedi "cantiere aperto" non possaessere applicata all’ordinamentogiuridico che si presenta invecefissato ed immobile, basato sulsistema degli status che distingue

lo status di coniuge da quello difiglio, mentre ha spiegato come ladefinizione sia adeguata per tuttol’arcipelago di unioni civili che siè creato attorno alla famiglia.Attraverso una precisa analisistorica ha mostrato le tappemediante le quali l’Italia è giuntaalla situazione giuridica attuale:cominciando da problemi legatialla legittimità di donazionipatrimoniali a beneficio di una"concubina" siamo gradualmentepassati, attraverso la via giuridicae non attraverso la via legislativa,ad applicare le norme cheregolano il matrimonio alleunioni civili percorrendo, hasottolineato la relatrice, la viapeggiore, senza cioè creare nuovenorme per una nuova forma diunione.Attraverso, dunque, questa formadi attribuzione di norme dalmatrimonio alle cosiddette"coppie di fatto" (terminequest’ultimo che nel linguaggiogiuridico indica tutto ciò che esuladal diritto stesso, di cui quindinon può essere oggetto) questeultime hanno acquisito diversidiritti prima riservati alle coppiesposate. La normativa attualeequipara i figli naturali a quellilegittimi con la sola distinzioneche un figlio nato all’interno delmatrimonio acquisiscenecessariamente lo status di figliomentre quello nato da una coppia

di fatto deve essere riconosciutoda entrambi i genitori; per quantoriguarda il rapporto tra i partnersnel matrimonio l’espressione delreciproco consenso producel’acquisizione di diritti e doveri equesto crea la comunionemateriale e spirituale, nelle unionicivili, invece, la solidarietàconiugale è il presuppostodell’unione stessa.L’unione di fatto non prevedealcun automatismo per quantoriguarda ad esempio lesuccessioni e l’aspettoprevidenziale, campo invece bendefinito dal regime patrimonialeche si instaura dopo ilmatrimonio civile. La coppia difatto, in definitiva, se vuolestabilire una forma di giustizia trale parti, soprattutto in vista dellaeventuale fine del rapporto, devericorrere al diritto privato, dirittoprivato che, invece, nelmatrimonio gode di una "bruttareputazione" essendo legato allacontrattazione commerciale.

IL MATRIMONIO NON È SEMPRE STATO COSÌIl professor Consorti, ordinario didiritto ecclesiastico all’Universitàdi Pisa, ha evidenziato comeesista un divario enorme trapercezione giuridica e percezionesociale del matrimonio. Dasempre possiamo notare come ildiritto si occupi di problemi di

origine patrimoniale: l’elementodel consenso storicamente non èstato sufficiente per istituire ilmatrimonio. Sono sempre esistitirapporti tra famiglie, tra clan cheregolavano soprattutto l’aspettoeconomico del matrimoniolasciando all’ambito privato tuttociò che riguardava il sentimento el’affetto e producendo così molticasi di acclamata bigamia o diconcubinato.Lutero richiamò l’attenzione sullapubblicità del matrimonio e colConcilio di Trento anche laChiesa cattolica stabilisce la formapubblica del matrimonio. Il passosuccessivo è la secolarizzazionedel matrimonio con l’interventodello Stato che intende ilmatrimonio come questionecivile poiché proprio attorno adesso nasce la famiglia.L’articolo 29 della Costituzioneitaliana stabilisce dunque che lafamiglia naturale sia fondata sulmatrimonio. Oggi con ilfenomeno della convivenza sitende a ritornare alla dimensioneprivata del matrimonioescludendo quella pubblica e ladifferenza sta sostanzialmente inquesto anche perché ormai lecoppie di fatto sono equiparatealle coppie sposate. Il paradosso sta nel fatto che sullecoppie sposate, anche con moltifigli, grava molto di più il pesofiscale rispetto alle coppie di fatto.Il matrimonio, ha sostenutoConsorti, di fatto è già statocambiato rispetto a quelmatrimonio al quale si riferival’articolo 29, anzitutto conl’introduzione del divorzio e poicon il cambiamento del ruolodella donna soprattutto dovutoalla modifica dei costumi sessuali.

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l Progetto Educativo diocesano ciinvita a centrare la pastorale

parrocchiale sulla famiglia dandoimportanza alla genesi della famiglia(i percorsi per i fidanzati) e allefragilità della famiglia (separazione edivorzi).Su questi argomenti sono chiamatiad esprimersi i delegati all’AssembleaDiocesana.Con il contributo di tutti potrànascere un percorso condiviso pertutte le Comunità Parrocchiali.Inizio alle 15.30 con la Preghiera alloSpirito Santo e meditazione delVescovoAlle 16.15 "Veritas in Caritate –Caritas in Veritate Matrimonio eseparazione di fronte allatestimonianza dell’indissolubilità”.Riflessione di don Eugenio Zanetticoordinatore del gruppo “ La Casa”per la pastorale dei separati e deidivorziati della Diocesi di BergamoAlle 17.00 Momento di dialogo e diapprofondimentoAlle 18.00 L’Ufficio FamigliaDiocesano presenta le schedetipologiche per i percorsi per ifidanzatiAlle 18.20 Dibattito eapprofondimentiAlle 18.45 Preghiera e conclusionidel Vescovo

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AssembleadiocesanaDomenica 20 maggioalle 15.30 a S. Lucia

IL GRANELLODI SENAPEper gli sposi

di mons. Ezio Morosi

Progetto culturalediocesanoIL CONVEGNOGIURIDICO

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI20 maggio 2012II

Una lapide a ricordo di JOHN HENRY NEWMAN

Il cardinale che passò da Livornobbene sì, J.H. Newman,uno dei più grandipensatori cristiani e dellaChiesa Cattolica, oggi beato

cardinal Newman, è passatoanche da Livorno. È stataun’indagine del professor PaoloMirenda, medico chirurgo,docente e ricercatoreall’Università di Pisa, membro delSerra club, studioso della figura diNewman, che ha permesso diindividuare l’ubicazione aLivorno del palazzo, già sededell’Hotel Angloamericano sulViale Italia, già Viale ReginaMargherita, angolo via Mayer, cheospitò il pensatore dal 5 al 20giugno del 1879, pochi giornidopo essere stato eletto cardinaledella Santa Romana Chiesa, dalPapa Leone XIII.In una breve nota bibliografica ilprofessor Mirenda avevariscontrato infatti come ilcardinale, di ritorno da Roma edin partenza verso l’Inghilterra, sifosse ammalato, e fosse statocostretto a fermarsi a Livorno dal5 al 20 giugno. A testimonianzadella sua presenza a Livornoesistono numerose lettere che ilcardinale spedì durante la suapermanenza in città.A seguito di questa scoperta il Serra Clubdi Livorno ha deciso di installare unalapide-ricordo nel palazzo citato sul vialeItalia al numero civico 131 e lo farà ilprossimo 2 giugno alle 18, alla presenza

delle autorità cittadine.Sarà un modo per rendere omaggio aquesto intellettuale: Newman è stato unuomo di grande rilievo nella storia delCristianesimo e del cattolicesimo in

particolare. Egli ha scrittomoltissimo ed ha approfondito iltema della educazione; fu unsostenitore convinto dellaragionevolezza della fede;ricercatore e difensore della veritàcome valore assoluto; interpreteoriginale della coscienza, intesacome voce di Dio, elementocentrale nella ricerca della verità,prova dell’esistenza del Creatoreche parla all’intimo della persona.Benedetto XVI lo ha elevato aglionori degli altari il 19 settembre

del 2010, proclamandolo beato e di luidisse: «Newman appartiene a tutti coloroche sono alla ricerca di un precisoorientamento e di una direzione attraversole incertezze di un mondo moderno».

E

e Edizioni San Paolo e iCooperatori Paolini diLivorno insieme all’As-sociazione Culturale «Il

Centro», hanno presentatonell’ex chiesa degli Armeni ilvolume: «Suor Lucia De Ga-speri - Disarmata di sé», unabiografia scritta da FrancescoGiovannini per le EdizioniPaoline.Il professor Giangiacomo Pa-nessa nell’aprire l’incontro hadetto che l’autore ha saputocogliere il retaggio culturaleche in Suor Lucia le proveni-va dalla famiglia, soprattuttodalla figura paterna, quelladello statista Alcide De Ga-speri che fu l’artefice della ri-costruzione dell’Italia del do-poguerra, che ebbe per leiuna influenza significativaper l’intero arco della sua vi-ta. Una vita breve che ci spin-ge a riflettere sulla sua espe-rienza quotidiana condottanell’impegno scolastico e nel-la sofferenza per alcune vi-cende politiche che avevanoangustiato la vita del padre.Infatti l’educazione delle gio-vani fu l’elemento qualifican-te della sua attività di docen-te e di Preside nella scuola ro-mana dell’Ordine religiosodell’Assunzione di cuifaceva parte.La sua spiritualità e re-ligiosità -ha continua-to Panessa- si coniuga-va con la cultura cheera stata nella sua fa-miglia il fattore aggre-gante, si dedicava an-che al canto e alla poe-sia, e a questo puntoMonica Cuzzocrea,Cooperatrice Paolina,ha letto alcuni versiespressivi scelti dallostesso Panessa traquelli inseriti nel volu-me. La scuola era con-siderata da Suor Luciacome «uno straordina-rio laboratorio per ilRegno dei cieli», infatti l’edu-cazione cristiana che rivolge-va alle sue alunne consistevanell’associare la preghieracon l’azione, si batteva perciòper una scuola non di solaerudizione ma consona ai

Ltempi e alla realtà.Ha poi preso la parola l’au-tore del libro, Francesco Gio-vannini, che ha definito SuorLucia come una religiosacontemplativa, dotata disensibilità e delicatezza, checercò sempre di seguire neirapporti con gli altri il mo-dello paterno che fu «educa-tore dei singoli e delle folle».Per lei fu anche un modellospirituale e nello stesso tem-po assertore di una cultura«fatta di cose», per questoSuor Lucia capiva che lascuola, con i suoi program-mi stantii, era lontana dai

problemi veri della società eper questo si prodigava di ri-portare le sue allieve ad unarealtà tangibile, da qui sicomprende anche il servizioda lei svolto a favore dei cetipiù bisognosi nella Curia diGenova nell’ultima partedella sua vita. Indubbia-mente -ha concluso- alcunicambiamenti introdotti dalConcilio Vaticano II furonoper lei fonte di sofferenza,ma ciò nonstante si dimo-strò sempre obbedienteverso le nuove linee dellaChiesa.

Gianni Giovangiacomo

i è svolta nella cornice dellaParrocchia di Rosignano M.mo la

giornata del Serra Day, organizzatadal Club di Livorno con il parrocodon Fabio Menicagli.Come di consueto, Serrani eparrocchiani si sono riuniti nellaChiesa di per la celebrazione della S.Messa, preceduta da una breveintroduzione sul significato dellagiornata, da parte di don Fabio e undiscorso illustrativo sul Club, le suefinalità ed il suo spirito da parte delPresidente.«Le vocazioni, dono della carità delSignore. È questo il messaggio delPapa per l’odierna quarantanovesimagiornata mondiale di preghiera. Cheprosegue poi Ogni vocazione nascedall’iniziativa di Dio che ne fa dono esalvezza, regalando pace e amore a chi èchiamato a servirlo.»«Noi Serrani – ha detto il PresidenteCreatini - siamo qui oggi per celebrareil Serra Day, il nostro ricorrenteappuntamento annuale. I Serranisono laici che hanno come principio,come parola d’ordine, comeispirazione, il sostegno alle vocazionisacerdotali, con preghiere e iniziative.Strettamente avvinta a questo,inscindibile, la vicinanza ai sacerdoti,l’amicizia per i sacerdoti, il sostegnoai sacerdoti.Quei sacerdoti chiamati a servire Diocui Benedetto XVI dedica questeparole straordinarie Vivere nell’amoredi Dio, attraverso l’amore del prossimo, isacramenti, la preghiera, conduce allagioia.Che il Cielo ascolti quindi le nostrepreghiere di Serrani e quelle di voitutti e conceda efficacia alle nostreazioni, affinché da un lato possanogiungere nuovi operai per la messe edall’altro lato consenta che gli operaiesistenti avvertano costantemente lanostra gratitudine e il nostro affetto,così che in ogni momento della loromissione e in ogni ora della lorogiornata, sentano tangibile il sostegnodel nostro braccio e contagiosa lanostra allegria Paolina, che inviamoloro con le ali dell’anima».Dopo la celebrazione eucaristica e lapreghiera del Serrano, si è svolto ilmomento conviviale, allestito conrimarchevole qualità dalleparrocchiane di don Menicagli, nelconsueto clima della miglior serenitàamicale.

Nella foto Don Fabio Menicagli con iSerrani Daniela Musumeci, RomanoPellicciarini e Marco Creatini e lachiesa di S. Giovanni Battista e S.Ilario a Rosignano Marittimo

S

Giornata SERRA CLUB

Le vocazionidono di caritàI Serrani:laici impegnatinel sostegnoalle vocazionisacerdotali

e conferenze di primavera dell’Associazione CulturaleGiosuè Borsi a Villa Fabbricotti hanno come titolo: «4

passi virtuali per Livorno...100 poltrone di vellutorosso». Lo studio è stato presentato dalle autrici, dueinsegnanti del Liceo Cecioni, Desiderata Manca e MariaPia Sevieri, che hanno condotto la ricerca insieme aglistudenti della 5° classe dell’indirizzo Pedagogico-sociale.Perché è nata la ricerca? Per far riscoprire ai ragazzi,poco interessati alla città, fermi nel dire che a Livornonon c’è stato e non c’è nulla, una Livorno culturalmente

attiva, ricca di beniarchitettonici emusicali. Unariscoperta dunquedei Teatri perduti,che oggi purtropponon ci sono più eche sembra chenon ci siano maistati, ma che hannoavuto invece nelpassato una vitamolto intensa, icosì detti Teatriall’italiana: i Teatrid’opera. È statocompiuto dallerelatrici unexcursus storicosulla creazione deiteatri e sui loro

frequentatori, il passaggio da un teatro per soliaristocratici ai teatri pubblici, a pagamento, apertiall’intera popolazione.Di quattro Teatri famosi oggi non ne rimane più nessuno,il primo, denominato “Stanzone delle commedie”, poi“Teatro delle commedie”, situato sugli Scali Cialdini,dalla vicina parrocchia di San Sebastiano, prese il nome

di “Teatro San Sebastiano” che venne inaugurato nel1658, era sostenuto dall’Accademia dei Dubbiosi, unclub di intellettuali che aveva a cuore le sorti culturalidella città. Era diretto da Giovan Vincenzo Bonfigli chepossedeva una stamperia e una libreria ed era l’editoredei libretti musicali delle opere che venivanoprogrammate, lo stesso Ferdinando dei Medici si prodigòin suo favore inviandovi musicisti e artisti. Un altrogruppo culturale, quello dell’Accademia degli Avvalorati,contribuì all’evoluzione degli spettacoli con opere basatesui testi del Metastasio e musiche del Pergolesi.Pietro Leopoldo II, inaugurò in seguito il Teatro degliArmeni, posto vicino alla Fortezza dove era presente lacomunità Armena, il Teatro prese poi il nome di “ImperialRegio Teatro degli Avvalorati” e vi si programmavano ingenere melodrammi romantici. Nel 1803 si aprì il“Nuovo Teatro”, inaugurato da Maria Luisa di Borbone,ebbe un gruppo di sostenitori nell’Accademia dei Floridi,questo Teatro è meglio conosciuto come “Teatro SanMarco”, nel corso degli anni subì restauri di varia naturadocumentati dallo storico Piombanti. Fu la sede dellanascita del Partito Comunista Italiano, bombardatodurante la guerra, venne in parte recuperato dal Comunenel 1989 con la scuola “L’alveare”. L’ultimo Teatro asorgere a Livorno, se si esclude il Goldoni che è l’unicoancora in funzione, fu il Teatro Rossini, situato dove c’èora la Banca Popolare dell’Etruria, anche per questoteatro ci fu un gruppo di sostenitori: l’Accademia deiFulgidi, i bombardamenti ne decretarono la fine. Livornodunque con ben quattro Teatri d’opera: il SanSebastiano, il Regio Teatro, il San Marco e il Rossini, econ quattro Associazioni culturali di notevole importanza:l’Accademia dei Dubbiosi, l’Accademia degli Avvalorati,l’Accademia dei Floridi, l’Accademia dei Fulgidi, èsenz’altro stata una città d’avanguardia dal punto divista della realizzazione dei beni architettonici emusicali.

Gi. Gi.

L

Sabato 2 giugno alle 18 il Serra clubapporrà una lapideall’edificio sul Viale Italia che ospitòil cardinale durante il soggiorno a Livorno

La biografia di una donna ed il suo legame con il padre

Suor Lucia De Gasperi

Gli antichi Teatri di LivornoASSOCIAZIONE GIOSUÈ’ BORSI

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI20 maggio 2012 III

DI GIULIA SARTI

l loro ultimo spettacolo èforse quello che ha avutomaggior pubblico. Andatoin onda in

mondovisione su Telepace eMissioni Don Bosco, siintitolava “Sei con noi”,musical sulla storia di MariaDomenica Mazzarello, SantaCofondatrice con Don Boscodell’Istituto delle Figlie diMaria Ausiliatrice. Questo cidice già qualcosa su colorodi cui stiamo per parlare. Nascosta dentro il salonedell’oratorio salesianodell’Istituto Santo Spirito inBorgo dei Cappuccini, c’èuna compagnia teatraleparticolare. Un nome precisonon ce l’hanno, usano quellodell’oratorio di cui fannoparte, Mondo Giovane, maquesto non li rende menobravi degli altri. Anzi. Inscena ogni anno dal 2003con un musical, provano atrasmettere con questa formad’arte valori educativi cheraggiungano i giovani ditutte le età raccogliendo allostesso tempo fondi destinatia iniziative di solidarietà,legate, di solito, allemissioni salesianedisperse nel mondo.Ma anche le festedell’Istituto sonosempre state leoccasioni per portaresul palco personaggiche possano insegnarequalcosa, tra i tantiPinocchio, Il mago diOz, Don Bosco, SanFrancesco con Forzavenite gente, Il giganteegoista.Musica, ballo, canto erecitazione che ognivolta coinvolgonocirca 150 ragazzi. Sì,perché a quelli chefrequentano l’oratorioe ai loro animatori, siuniscono gli alunnidella scuola, dallamaterna alle medie,genitori compresi.Coreografie, regia,

coro, tutto affidato aglianimatori più grandi.Questa volta però, ciracconta Matteo Pantani,responsabile dell’oratorio, ilgruppo ha osato anche dipiù: «Sulla vita di MadreMazzarello non c’era moltofinora, a parte un vecchiofilm. Circa tre anni fa alloraci venne in mente di fare noiqualcosa». Quello chemeglio sapevano fare, unmusical appunto. «Ci siamopreparati investendo tempo efatica per studiarne la vita, laspiritualità e l’itinerario dellaformazione».E’ nata così unasceneggiatura a sei maniscritta da Matteo Pantani,Anna Siani e Marco Mazzi.«Sono stati sempre loro-continua Matteo- a aiutarmia musicare i testi dei cantiche avevo buttato giù,supportati in tre pezzi daDimitri Cappagli, nostroamico dei Salesiani».E, una volta pronto il tutto,da Roma arriva una richiesta:portare il musical alla “Festadel grazie 2012”, festamondiale per il 140°anniversario della

fondazione dellacongregazione, celebrata nelpaese d’origine della santa,Mornese, alla CasaInternazionale di Spiritualitàdelle Figlie di MariaAusiliatrice, alla presenzadella Madre Generale SuorYvonne Reungoat.«A tempo di record, in pocopiù di un mese ci siamodedicati alla preparazionedello spettacolo senzatralasciare qualità e dettagli.Suor Maria Grazia Brogi,nostra costumista da sempre,oltre che scenografa etrovarobe, attenta ai minimiparticolari, è andata aricercare addirittura icrocifissi originali dell’epocadalle suore più anziane,coinvolte anche nel cucire gliabiti rispettando il disegnodel tempo». Riusciti talmentebene che durante la scenadella vestizione, qualcuna diloro si è commossaricordando quando di quelmomento era state laprotagonista.«Per noi teatro non significasolo divertimento, maportare avanti una tradizionetipicamente salesiana di

esperienza educativa.Sentendosene parte, i ragazziricordano meglio econoscono più da vicino vitedi santi, imparano a viverne ivalori ed hanno un’occasionedi crescita». Questo è quelloche accompagna ogni nuovaimpresa teatrale messa su dalgruppo. «A questo siaccompagna ovviamente lasperanza di far bella figuracon uno spettacolo più chedecoroso che gratifichi iragazzi e noi. Ma già salire suun palco, in genere quellodei 4 mori, stare dietro lequinte, truccarsi e vestirsi inmodo strano, per i ragazzi èuna gran soddisfazione».“Sei con noi” diceva il cantofinale del musical con iragazzi vestiti come all’epocadi Madre Mazzarellomischiati a quelli di oggi.Quella sfida iniziata tantianni fa infatti, vive ancoradentro gli oratori salesianidove, divertendosi egiocando, migliaia dibambini imparano adiventare, anche attraverso ilteatro, gli adulti di domani,con qualche sano ideale chenon tramonta mai.

I

«Per noi teatronon significa solodivertimento, ma portare avantiuna tradizionetipicamentesalesiana di esperienzaeducativa.Sentendoseneparte, i ragazziricordano meglio econoscono più davicino vite di santi,imparano a vivernei valori ed hannoun’occasione di crescita»

Una sfida iniziata

tanti anni fache ancora oggi

coinvolge bambini,ragazzi, giovani

ed adulti che hanno

un unico scopo:divertirsi

crescendo

ontemporaneamente a quanto sta-va avvenendo a Bruxelles, a Livor-

no, vari movimenti e associazioni si so-no uniti ai Focolarini per dare voce etestimonianza che l’Europa della pacee della fraternità è possibile. Nell’audi-torium del Museo di Storia Naturale sisono infatti ritrovati i movimenti e leAssociazioni cristiane presenti sul terri-torio per portare il loro Sì “alla respon-sabilità verso la società, dove con lapartecipazione di tutti, le città divenga-no luoghi di solidarietà e di accoglien-za a persone di origini e culture diver-se”. Il Sì era stato pronunciato alla chiu-sura del meeting di Stoccarda nel 2007e a cinque anni di distanza 130 cittàd’Europa, si sono ritrovate (per la To-scana erano state invitate Livorno e Fi-renze), perché sentivano l’esigenza diimpegnarsi insieme per l’Europa, nellaconsapevolezza che un vero processodi unificazione non può essere fondatosolo ed esclusivamente su valori politi-ci e tanto meno economici, ma ha bi-sogno più che mai di un’anima, di va-lori, di vitaLivorno, alla luce delle sue vicende

storiche si è sentita coinvolta in questocammino in quanto vive nella concre-tezza il suo essere multietnica e multi-religiosa dimostrando di essere un luo-go di fraternità, accoglienza e solida-rietà. Infatti potremmo definirla unacittà “profetica” in quanto volendopensare in grande, non vuole essere so-lo uno spazio abitativo dove ciascunosi sente a casa propria, vede riconosciu-ta la propria identità e impara a convi-vere l’uno a fianco dell’altro, ma vuoleessere “il luogo dove ciascuno conoscel’altro e accoglie reciprocamente facen-dosi l’uno dono per l’altro”. Ecco chele testimonianze hanno dato concre-tezza a questa visione profetica: Il Cen-tro Italiano Solidarietà che fa riferi-mento a Don Battista Quilici si impe-gna per offrire cittadinanza e dignitàagli ultimi; così pure la Scuola Elemen-tare Benci con bambini di 35 naziona-lità da oltre venti anni porta avanti unprogetto di integrazione degli alunni;la Comunità di S. Egidio con la Scuoladella Pace e la Giornata della Pace,rafforza la città nell’essere luogo di ac-coglienza e di solidarietà. L’Associazio-ne Randi si occupa delle donne immi-grate da tutto il mondo con casi moltodifficili, anche di prostituzione coatta edi schiavitù. L’Azione Cattolica di Li-vorno avendo in La Pira un grande te-stimone, si adopera perché lo stranieroabbia accoglienza e solidarietà. Anche igiovanissimi Rockettari di Cristo, frutto

della GMG di Madrid, pur nella recentecostituzione hanno già contribuito coni loro concerti alla raccolta di fondi peri rifugiati politici che da diversi annisono a Livorno e prossimamente ter-ranno un concerto per aiutare il quar-tiere della Parrocchia di Collinaia.Dopo gli interventi in sala,c’è stato ilcollegamento via satellite con Bruxellesdove tra coloro che hanno preso la pa-rola c’era il Ministro Andrea Riccardi ilquale ha invitato, nonostante la grandecrisi che stiamo attraversando, a faredel nostro tempo, un tempo di speran-za.A conclusione dell’evento è stato con-segnato il Manifesto Insieme per l’Eu-ropa 2012 dove si afferma “con decisio-ne che la nostra fraternità è al serviziodell’unità e della pace dell’Europa e ditutta la famiglia umana. Il nostro vive-re tra europei sia segno di libertà, giu-stizia e solidarietà. Insieme vogliamocostruire un’Europa aperta con genero-sità alle sfide del mondo povero, chemetta la ricerca della pace e del vivereinsieme al centro delle proprie preoc-cupazioni e impegno”.

Monica Cuzzocrea

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La fraternità al serviziodell’unità e della pace

INSIEME PER L’EUROPA

hi era Santa Giulia? Qual è la suastoria? I bambini di Livornoconoscono la storia della loropatrona? Per diffondere il culto di

questa giovane martire a cui la città siaffida da secoli, la Diocesi ha fattostampare un fascicolo a colori a fumettiintitolato: “Santa Giulia… debole daconfondere i forti”, in uscita proprio inquesti giorni in occasione della festapatronale.Il racconto, curato dall’UfficioComunicazioni Sociali della Diocesi edisegnato da Lorenzo Bernardini, ilgiovane fumettista che aveva illustrato

anche la storia della Festa del Voto, lopotete leggere anche sulle pagine centralidi questo numero de La Settimana.La narrazione compendia storia eleggende, riportando le vicende di questagiovanissima ragazza di originecartaginese, che si fece immolare pur dinon rinunciare alla sua fede cristiana eraccontando anche i miracoli chesecondo gli storici furono attribuiti allereliquie della Santa, di passaggio daLivorno.Nel fumetto si ricorda anche che la statuadorata che i livornesi misero sopral’entrata del vecchio pronto soccorso

dell’ospedale tantianni fa rappresentaproprio SantaGiulia e non laMadonna comemoltierroneamentecredono.Il fascicolo sarà adisposizione delle parrocchie che nefaranno richiesta per i bambini delcatechismo e verrà distribuito durante leiniziative di questi giorni per la festa di S.Giulia.

c.d.

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IL TEATRO DIMondo Giovane «Sei con noi»

Santa Giulia: la storia per i bambiniNelle pagine centrali di questo numero e nel fascicolo

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI20 maggio 2012VI

VENERDÌ 18 MAGGIONella mattina, udienze laici in vesco-vado21.15 alla chiesa di Nostra Signora diFatima, rosario con la parrocchia

SABATO 19 MAGGIO8.00 pellegrinaggio diocesano mensileal Santuario di Montenero, a seguireS. Messa10.00 incontro con i giovani di ReggioEmilia in vescovado16.15 in piazza XX apertura del Festi-val della Carità18.00 S. Messa in occasione della pre-senza delle suore trinitarie a Livorno,alla chiesa di San Ferdinando

DOMENICA 20 MAGGIO11.00 S. Messa e conferimento dellecresime alla chiesa di Sant’AndreaApostolo15.30 assemblea diocesana alla chiesadi Santa Lucia ad Antignano 23.30 allaFortezza Nuova, premiazione dellaCoppa Santa Giulia

LUNEDÌ 21 MAGGIO20.30 processione in mare con le reli-quie di Santa Giulia (vd. pag 8)

MARTEDÌ 22 MAGGIO17.30 S. Messa e processione in occa-sione della festa di Santa Giulia

Da mercoledì 23 maggio a venerdì 25maggio il Vescovo è a Romaall’assemblea della CEI

VENERDÌ 25 MAGGIO17.30 nell’ambito dei festeggiamentidi Santa Giulia, nella sala fagioli delvescovado ,convegno dal titolo “Dalloscafandro al casco. Alla scoperta dei pia-neti extra solari”

SABATO 26 MAGGIO 11.00 S. Messa per i cavalieri del SantoSepolcro in cattedrale18.00 S. Messa e cresime alla chiesa diSanta Caterina21.00 alla chiesa di S. Lucia ad Anti-gnano, veglia di Pentecoste

DOMENICA 27 MAGGIO11.00 S. Messa e cresime alla chiesa diS. Matteo17.00 S. Messa per l’associazione sarda“4 Mori” in occasione della festa diN.S. di Bonaria21.00 alla parrocchia di S. Rosa, incon-tro ed affidamento della parrocchia aMaria

Agenda del VESCOVO

Libri da LEGGEREdi Mo.C.

Perrella S. - Roggio G.M. – Apparizioni e mario-fanie. Teologia, storia, verifica ecclesiale- Ed.San Paolo, pp. 189 euro 15,00

Le apparizioni mariane continuano ad esserun argomento di attualità nel vissuto dellaChiesa e non solo, generando spesso posizio-ni non equilibrate ne’ fondate su una serie diricognizioni dei fatti. Questo testo vuol cer-care di aiutare a far chiarezza, sottraendo illettore alla confusione e ignoranza, così co-me alla vana credulità che porta da una partead accettare tutto e dall’altra a negare tutto.Gli autori dunque, dopo aver spiegato i ter-mini di “apparizioni” e “mariofania” nel vo-cabolario teologico della Chiesa cattolica edopo aver brevemente raccontato la storiadelle apparizioni/mariofanie in Europa, Afri-ca e Americhe, spiegano quale sia la procedu-ra con cui l’autorità ecclesiastica valuta l’au-tenticità di questi eventi, e la applicano al no-to caso di Medjugorie, ancora sotto inchiesta.Dal testo emerge il valore teologico e mario-logico proprio delle apparizioni/mariofanieautenticate dalla Chiesa, che pur non appar-tenendo ai fondamenti della fede, ne costi-tuiscono un’impronta singolare che tutti pos-sono accogliere con gioia, quale carisma fina-lizzato al rinnovamento della comunità cre-dente, nella consapevolezza della vicinanzadi Dio.

CONCERTO DI PENTECOSTEolto suggestivo e caratteristico il concerto che conclu-derà questa stagione organistica; infatti, al re degli stru-

menti se ne alternerà un altro non meno nobile: il pia-noforte. Sabato 19 maggio, alle ore 21,15, presso la Chiesadi San Giovanni Bosco in Coteto, il Maestro Claudia Ter-mini, all’organo, e il Maestro Riccardo Risaliti, al pianofor-te, interpreteranno gli stessi brani ai due strumenti, facen-doci così gustare a pieno i colori, i timbri e le innumerevolipossibilità che ci vengono offerte dal maestoso e polivalen-te organo di Coteto. Per gli amanti della buona musica saràinoltre una preziosa occasione per meditare e ascoltare no-tevoli capolavori artistici eseguiti con maestria ed eleganzaal pianoforte e sigillati dalla potenza evocativa dell’organo.Il programma prevede, sempre prima al pianoforte poi al-l’organo: Johann Sebastian Bach (1685-1750), Preludio-Corale "Nun komm, der Heiden Heiland" BWV 659; Tocca-ta e fuga in re min. BWV 565; César Franck (1822-1890),Prèlude, Fugue, Variation; Franz Liszt (1811-1886), Prelu-dio e fuga su B-A-C-H.Il concerto di sabato 19 sarà soltanto un piccolo assaggio diciò che ci riserveranno le future rassegne organistiche. Sonogià previste in calendario, infatti, per la prossima stagionelezioni-concerto, nelle quali il Maestro Termini, oltre a deli-ziarci con opere di grandi artisti, ci farà compiere un viaggioalla scoperta dell’organo, illustrandocene peculiarità, possi-bilità e costruzione.

S. B.

M

BREVI DALLA DIOCESIConsulta di Pastorale FamiliareSABATO 26 MAGGIO ALLE 16.00L’ultimo appuntamento per la consultasarà il prossimo 26 Maggio alle 16,00 nelsalone del VescovadoSarà presente mons. Basilio Petrà cheparlerà del magistero della Chiesa nellapastorale dei separati, divorziati erisposati; una preziosa occasione perapprofondire un argomento importante.Un appuntamento esteso a quanti nellediverse comunità sono impegnati nelmondo della famiglia che spesso, suquesti argomenti, ha bisogno di rispostechiare e ben definite.

Parrocchia Ss. Cosma e DaminanoSABATO 26 MAGGIO ALLE 21.00Alla chiesa Ss. Cosma e Damiano aNugola, a conclusione del mese mariano,la comunità parrocchiale invita alconcerto del coro di Montenero che sisvolgerà in chiesa

Incontro OASDOMENICA 27 MAGGIO ALLE 16.00Nei locali parrocchiali de La Lecciaincontro promosso dall’Operadell’Amore Sacerdotale con don SeverinoDianich, sul tema: corresponsabilità trapreti e laici

SABATO 19 E DOMENICA 20 MAGGIO

In piazza XX Settembre si terrà ilFestival della Carità dal titolo «C’èposto per tutti, in una terra ospitale ilrichiamo all’accoglienza» - Attività dianimazione, stand Ass. Volontariato,Apericena Etnica, Gruppi Musicali.Alle 11.00 della domenicaCelebrazione Eucaristica

Festival della CARITÀ

La notte dei MUSEI

Musei in un mondo che cambiaNUOVE SFIDE, NUOVE ISPIRAZIONI In occasione della festa di Santa Giulia il Museo diocesano diLivorno, rimarrà aperto sabato 19 Maggio dalle 21.00 alle 23.00L’ingresso sarà completamente gratuito, con l’opportunità divisite guidate

Diocesiinforma

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI20 maggio 2012 VII

ons. Pacini nacque aColle Val d’Elsa il 31gennaio 1820.Entrato giovinetto in

Seminario fu ordinato il 31luglio 1842. Insegnò Letterenel seminario. Il vescovo diColle, mons. Fiascaini, loportò con sé ad Arezzo suanuova sede nominandolo suosegretario. Molto preparato inscienze letterarie e teologichefu Rettore del Seminario e delConvitto, Esaminatore prosinodale e parroco di S.Mariain Gradi. Il 29 agosto 1880venne consacrato vescovo diLivorno a Roma nella chiesadell’Aracoeli.Come d’uso scrisse il giornostesso la sua prima letterapastorale di stile semplice e difacile lettura. In essa Egli sirivolge non solo al suo popolo,

ma anche alle autorità civili insegno di pacificazione edinvitandole allacollaborazione. Nella lettera sichiede: cosa può opporre unvescovo ai mali che affliggonoil mondo se non la preghiera?E la parola resa efficace dallospirito di Dio?Iniziò subito le pratiche perottenere l’exequatur, che arrivòdopo quattro mesi. Primoproblema fu il Collegio Gavi,perché venne fondato unnuovo Collegio nella villaS.Giorgio, (CollegioS.Giorgio), in concorrenza adesso da due sacerdoti scontentidal trattamento ricevuto. Dopoun colloquio con il Vescovodei due separatisti tutto siappianò e le due scuolesembrarono poter convivere.Altro problema che si presentòfu la rivalità fra due sacerdotiper la carica di Pro-Vicario. Ladecisione fu presa dal Vescovodopo ponderato esame afavore di mons. Poggi che giàricopriva la carica.Il solenne ingresso del Vescovoin Livorno avvenne il 31dicembre 1880. Il giornoseguente dopo la Messasolenne in Cattedrale si recò apranzo alla mensa dei poveri.Sempre nel clima dellapacificazione fra Chiesa eStato, il Vescovo fu invitato alvaro della corazzata Lepantoche avvenne il 17 marzo 1883alla presenza dei sovrani. Lacosa destò molto scalpore. IlRe donò al vescovo un anelloprezioso.Il Vescovo di fronte alla rivalitàfra le due anime delmovimento cattolico fondò lasocietà cattolica livornese, allaquale aderirono sia il gruppodella gioventù cattolica che ledue sezioni della società

promotrice di buone opere.Rimasero fuori soltanto lasocietà di S.Vincenzo e leConfraternite laicali.Nel 1884 scoppiò il colera inLucchesia e in Garfagnana.Livorno ne fu risparmiata ed iLivornesi attribuirono loscampato pericolo allaprotezione della Madonna diMontenero. L’8 dicembre allaporta maggiore del Duomovenne apposta una targacommemorativa dell’evento. Il31 maggio 1885 si effettuò unpellegrinaggio a Montenerocon l’offerta di una lampadaper la quale si erano svoltecollette in tutta la città. La società Cattolica Livornesediede inizio all’opera meritoriadelle Cucine Economiche chediedero a molti poveri lapossibilità di avere un pastocaldo.Il Vescovo si trovò a doveraffrontare anche la crisi dellagloriosa scuola del Paradisinodovuta al venire meno delnumero delle Maestre Pielaiche. Egli con feliceintuizione pensò di sostituirela maestre laiche con le suoreMaestre Pie Venerini cheavevano la casa madre vicino aRoma. La ripresa della scuoladopo l’arrivo delle suore fuimmediata.Il Vescovo scrisse tre letterepastorali dal titolo La fede(1882), Matrimonio ededucazione dei figli (1884) e laChiesa (1885).Il 1 gennaio 1886, cinque anniesatti dopo il suo ingresso,celebrò in Duomo la suaultima Messa solenne. Il duegennaio nominò il suo Vicariogenerale nella persona del Can.Paolo Salsiccioni. Il 6 gennaiomorì.

a cura di Maria Luisa Fogolari

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Il fondatore della società

Cattolica Livornese

MONS. REMIGIO PACINI, SETTIMO VESCOVO DI LIVORNO. ........

«Egli con feliceintuizione

pensò di sostituire la maestre laiche con

le suore MaestrePie Venerini

che avevano la casa madre

vicinoa Roma.

La ripresa della scuola

dopo l’arrivodelle suore

fu immediata» VES

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI20 maggio 2012VIII