La Settimana n. 15 del 13 aprile 2014

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«Gesù, avendo amato i suoi che erano nel mondo, lì amò sino alla fine» (Gv 13,1). E’ questo il titolo che l’evan- gelista Giovanni dà all’ultima parte del suo Vangelo, dove narra l’ultima cena, raccoglie il “testamento” di Gesù, rac- conta la passione e morte del Signore e le “apparizioni” di Cristo Risorto. Ed è questo il titolo che possiamo dare alla Settima- na Santa, che inizia con la Domenica delle Palme - in cui si ascolta il racconto della passione e morte di Gesù - e culmina nel Triduo Pasquale, che è la Pasqua del Signore celebrata sacramentalmente in tre giorni: - Giovedì Santo: Messa ve- spertina «in coena Domini»; - Venerdì Santo: commemora- zione della morte di Gesù; - Veglia pasquale, nella notte tra sabato santo e la domenica di Pasqua. «Gesù, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine». Gesù ci ha amati sino a dare la vita per noi; e ce l’ha data perché noi “avessimo vita e l’avessimo in abbondanza” (cf. Gv 10,10). Si è fatto carico dei nostri peccati, si è preso sulle spalle i nostri egoismi, la nostra presunta autosufficienza, le no- stre arroganze e prepotenze. Per aiutarci ad uscire dai nostri peccati, è diventato so- lidale con noi, si è fatto in tutto simile a noi, ha condiviso la nostra sorte, si è fatto “con- sorte” dell’umanità. E’ questo l’evento che siamo chiamati a contemplare e a celebrare nel- la Settimana Santa. Scuotiamoci dal rischio dell’abitudine e dell’indiffe- renza, e contempliamo stupi- ti la croce, sorpresi da tanto amore, affascinati da un Dio “pazzo” di amore per noi! (cf. 1 Cor 1,25). Scuotiamo con il nostro stupore le persone che ci stan- no accanto e che non hanno ancora scoperto di essere ama- te infinitamente, teneramente, gratuitamente da Dio! «Se Dio ci ha amati, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri» (1 Gv 4,11). L’amore di Dio per noi si è manifestato in Gesù Cri- sto morto e risorto. Egli con il dono della sua vita ci ha strappati dai nostri peccati ed ha ristabilito rapporti giusti tra di noi e con Dio. Cristo, morendo per tutti, ci ha liberati dall’egoismo, perché noi non viviamo più ripiegati su noi stessi, ma vi- viamo per lui e come lui, con l’atteggiamento della solida- rietà e del servizio, facendo dono della nostra vita agli altri. Ci ha resi capaci di ama- re. L’amore gratuito di Dio, manifestatosi in Gesù crocifis- so e risorto, è la radice, la fonte e il modello dei nostri rappor- ti interpersonali. C’è un unico modo per fare esperienza di Dio: amare come Cristo, in modo gratuito, e promuovere il bene dell’altro. Ma noi siamo in grado di amare come Cristo, gratuita- mente, cercando solo il bene dell’ altro? Il nostro amore, purtroppo, è sempre “condi- zionato”, limitato, “a paga- mento”: noi attendiamo sem- pre una contropartita, una ri- sposta, una gratificazione. E’ vero. Ma è anche vero che, se noi accogliamo l’a- more gratuito di Dio median- te l’ascolto della sua Parola, i sacramenti e le opere di carità, veniamo liberati dall’egoismo e dalla solitudine. Noi acco- gliamo il suo amore, quando ci lasciamo guidare dalla logi- ca dell’amore e ci amiamo gli uni gli altri gratuitamente! E’ questo il momento in cui noi cristiani siamo chia- mati più che mai a testimonia- re l’amore di Dio con le opere dell’amore, per essere “annun- ciatori di gioia e di speranza” e per crescere come “popolo di Dio in missione”. Vi auguro una buona Set- timana Santa: la contempla- zione dell’amore di Dio faccia nuova” la vostra vita, vi aiuti a viverla come “dono” per gli altri, vi faccia diventare “popo- lo di Dio in missione”. Rovigo, 10 aprile 2014 + Lucio Soravito, vescovo Quarta Edizione Opportunità per un laureato polesano pag. 5 Messaggio del Vescovo per la Settimana Santa «Contempliamo l’Amore di Dio» Domenica delle Palme, 13 aprile 2014 G iovani ISCRIVIAMOCI ALLA FESTA Tutte le modalità per non restare fuori dal grande evento Pagina a cura del Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile via Sichirollo, 18 Rovigo 349 5139409 [email protected] www.5pani2pesci.it APERTE LE ISCRIZIONI!!! da tua la diocesi a Rovigo 26-27 aprile pag. 10 Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abb. postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/RO Anno CXIV - N. 15 - Una copia 1,10 - Domenica 13 aprile 2014 - (Esce il giovedì) SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO

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Page 1: La Settimana n. 15 del 13 aprile 2014

«Gesù, avendo amato i suoi che erano nel mondo, lì amò sino alla fine» (Gv 13,1).

E’ questo il titolo che l’evan-gelista Giovanni dà all’ultima parte del suo Vangelo, dove narra l’ultima cena, raccoglie il “testamento” di Gesù, rac-conta la passione e morte del Signore e le “apparizioni” di Cristo Risorto.

Ed è questo il titolo che possiamo dare alla Settima-na Santa, che inizia con la Domenica delle Palme - in cui si ascolta il racconto della passione e morte di Gesù - e culmina nel Triduo Pasquale, che è la Pasqua del Signore celebrata sacramentalmente in tre giorni: - Giovedì Santo: Messa ve-spertina «in coena Domini»; - Venerdì Santo: commemora-zione della morte di Gesù;- Veglia pasquale, nella notte tra sabato santo e la domenica di Pasqua.

«Gesù, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine».

Gesù ci ha amati sino a dare la vita per noi; e ce l’ha data perché noi “avessimo vita e l’avessimo in abbondanza” (cf.

Gv 10,10). Si è fatto carico dei nostri peccati, si è preso sulle spalle i nostri egoismi, la nostra presunta autosufficienza, le no-stre arroganze e prepotenze.

Per aiutarci ad uscire dai nostri peccati, è diventato so-lidale con noi, si è fatto in tutto simile a noi, ha condiviso la nostra sorte, si è fatto “con-sorte” dell’umanità. E’ questo l’evento che siamo chiamati a contemplare e a celebrare nel-la Settimana Santa.

Scuotiamoci dal rischio dell’abitudine e dell’indiffe-renza, e contempliamo stupi-ti la croce, sorpresi da tanto amore, affascinati da un Dio “pazzo” di amore per noi! (cf. 1 Cor 1,25).

Scuotiamo con il nostro stupore le persone che ci stan-no accanto e che non hanno ancora scoperto di essere ama-te infinitamente, teneramente, gratuitamente da Dio!

«Se Dio ci ha amati, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri» (1 Gv 4,11).

L’amore di Dio per noi si è manifestato in Gesù Cri-sto morto e risorto. Egli con il dono della sua vita ci ha strappati dai nostri peccati ed

ha ristabilito rapporti giusti tra di noi e con Dio.

Cristo, morendo per tutti, ci ha liberati dall’egoismo, perché noi non viviamo più

ripiegati su noi stessi, ma vi-viamo per lui e come lui, con l’atteggiamento della solida-rietà e del servizio, facendo dono della nostra vita agli altri. Ci ha resi capaci di ama-re.

L’amore gratuito di Dio, manifestatosi in Gesù crocifis-so e risorto, è la radice, la fonte e il modello dei nostri rappor-ti interper sonali. C’è un unico modo per fare esperienza di Dio: amare come Cristo, in modo gratuito, e promuovere il bene dell’altro.

Ma noi siamo in grado di amare come Cristo, gratuita-mente, cercando solo il bene dell’ altro? Il nostro amore, purtroppo, è sempre “condi-zionato”, limitato, “a paga-mento”: noi attendiamo sem-pre una contropartita, una ri-sposta, una gratificazione.

E’ vero. Ma è anche vero che, se noi accogliamo l’a-more gratuito di Dio median-te l’ascolto della sua Parola, i sacramenti e le opere di carità, veniamo liberati dall’egoismo e dalla solitudine. Noi acco-gliamo il suo amore, quando ci lasciamo guidare dalla logi-ca dell’amore e ci amiamo gli uni gli altri gratuitamente!

E’ questo il momento in cui noi cristiani siamo chia-mati più che mai a testimonia-re l’amore di Dio con le opere dell’amore, per essere “annun-ciatori di gioia e di speranza” e per crescere come “popolo di Dio in missione”.

Vi auguro una buona Set-timana Santa: la contempla-zione dell’amore di Dio faccia “nuova” la vostra vita, vi aiuti a viverla come “dono” per gli altri, vi faccia diventare “popo-lo di Dio in missione”.

Rovigo, 10 aprile 2014

+ Lucio Soravito, vescovo

Quarta Edizione

Opportunità per un laureato polesanopag. 5

Messaggio del Vescovo per la Settimana Santa

«Contempliamo l’Amore di Dio»Domenica delle Palme, 13 aprile 2014

Giovani

AVVISO IMPORTANTE AI PARROCI

E AGLI ANIMATORI

L’iscrizione a Festagiovani2014 è asso-Lutamente necessaria per motivi di sicurezza e di comunicazione alle For-ze di presidio del territorio. è assoLutamente sconsigLiabiLe partecipare all’evento in modo improv-visato. è invece consigLiabiLe concludere prima dell’evento le manovre di iscrizio-ne ed entrare in possesso del relativo Badge.

ISCRIVIAMOCI ALLA fESTATutte le modalità per non restare fuori dal grande evento

Pagina a cura del Servizio Diocesano di Pastorale Giovanilevia Sichirollo, 18 Rovigo 349 5139409 [email protected]

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DIOCESI DI ADRIA – ROVIGO | UFFICIO DI PASTORALE GIOVANILE PATROCINIO DEL COMUNE DI ROVIGO | ASSESSORATO ALLE POLITICHE GIOVANILI

PATROCINIO DELLA PROVINCIA DI ROVIGO | PRESIDENZA DELLA PROVINCIA

26 – 27 Aprile ROVIGO

IL CONCERTO

Due giorni

Perché l’alba regali EMOZIONI

Nel cuore di un evento mediatico Testimonianze dalle frontiere della vita

Dove l’Europa giovane riprende vita Ospitalità nelle Parrocchie di notte

e nella notte Fari per vegliare Autobus diretti alla Città di Rovigo

e cena in Città convenzionata per i pellegrini

Anche in Paypal le ISCRIZIONI

27 APRILE 10.00: “Grazie Santità” GIOVANNI PAOLO II – GIOVANNI XXIII FRA I SANTI Il Grazie dei giovani nella Celebrazione Pasquale di Piazza Vittorio Emanuele II

APERTE

LE ISCRIZIONI!!!

da tutta la diocesi a Rovigo26-27 aprile

COME ISCRIVERSI?1. raccogLiere i dati compLeti: nomi/cognomi e Luoghi/date di nascita di tutti i ragazzi che partecipano. I dati sono necessari per esigenze di comunicazione alle Forze dell’Ordine e di sicurezza. Allo stesso tempo è ne-cessario avere chiaro se il gruppo chiede il trasporto o il pernottamento.

2. consegnare i dati al responsabile locale di pasto-rale giovanile (vedi il box a lato), insieme al contributo di € 10,00 pro capite. Fino alla consegna del contributo l’iscri-zione non è ritenuta effettuata. Con l’iscrizione bisogna lasciare i dati telefonici e mail di un capogruppo, animatore o sacerdote.

opZioni pernottamento e trasportoPer ogni gruppo iscritto contemporaneamente è neces-sario precisare se chiede il pernottamento e se chiede il trasporto e da quale località della Diocesi. Con una mail o telefonata di risposta al capogruppo l’Ufficio di Pastorale Giovanile preciserà se la località è servita dal trasporto.

ancHe on LineE’ possibile effettuare l’iscrizione anche on-line sul sito www.5pani2pesci.it fino a Pasqua. Il contributo verrà versato on line tramite paypal per chi possiede una carta prepagata.

gli ospiti della festa

A CHI RIVOLGERSI I responsabili vicariali che accolgono le iscrizioni entro pasQua sono: adria – ariano Don Luca Borgna 3493695687 [email protected] Don Patrizio Boldrin 3471641288 [email protected] Don Piero Mandruzzato 3386113900 [email protected] – poLeseLLa Don Diego Pisani 3480524022 [email protected] – san beLLino Don Enrico Turcato 3386193751 [email protected] – trecenta Don Nicola Albertin 042551474 [email protected] Don Alberto Rimbano 3284633166 [email protected] Don Michele Samiolo 3493607910 [email protected]

fINO A quANdO ISCRIVERSI?In internet, on line possibile iscriversi on-line fino al 20 Aprile, giorno di PasquaPressi i preti nei vicariati possibile iscriversi presso i preti responsabili fino al 23 AprileNel punto – accoglienza il giorno stesso maATTENZIONE ALLE PREVEDIBILI CODE E AI TEMPI DI ATTESA. Chi chiede trasporto e pernottamento deve iscri-

versi comunque ENTRO PASQUA.

INfORMAZIONI TECNICHEr pernottamento neLLe parroccHieLe Parrocchie di Rovigo ospitano i giovani che si riversano in Città fino al numero disponibile di posti. Per godere del pernottamento è necessario non riversare tutte le iscri-zioni nell’ultima settimana per evitare l’effetto ad imbu-to. Tutti coloro che fino ad oggi hanno presentato iscri-zione saranno certamente ospitati per la notte. I gruppi giovanili parrocchiali o associativi non saranno divisi per il pernottamento, ma inviati ad unica struttura, possibil-mente insieme a quelli dello stesso vicariato. I ragazzi devono portare con sé materassino (o stuo-ino) e sacco a pelo in uno zaino che lasceranno nelle strutture di ospitalità e che ritroveranno la sera dopo il concerto. Con sé avranno invece ogni accorgimento per il maltempo e per la temperatura serale. Le parrocchie

saranno raggiunte dai pellegrini dopo il Concerto insieme ad un gruppo di volontari della parrocchia stessa. Se in uno stesso gruppo giovanile che si iscrive alcuni giovani non pernottano, si farà per loro un’iscrizione a parte.

r iL trasportoPer ogni gruppo iscritto viene precisato all’iscrizione se serve un aiuto nel trasporto. L’Ufficio di Pastorale Giova-nile invierà un autobus fra quelli che servono l’evento. Le località servite certamente dagli autobus sono: Ariano nel Polesine, Corbola, Bottrighe, Adria, Baricetta, Villadose, Bellombra, Papozze, Guarda Veneta, Polesella, Bo-saro, Lusia, Lendinara, Badia Polesine, Baruchella, Ceneselli, Castelmassa, Fratta Polesine, Fiesso Umbertiano, Santa Maria Maddalena, Occhiobello, Stienta, Ficarolo. Per le altre località ci si informi presso don Fabio Finotello 3495139409 [email protected].

r cena a rovigoLa cena è convenzionata in locali della Città, (ed è esclusa dal contributo per l’evento). I locali e i relativi costi convenzionati si trovano sul sito www.5pani2pesci.it. Per prenotare un locale a Rovigo per la cena alle ore 19.15 si invii una mail entro Pasqua a [email protected].

r serviZio in FestagiovaniSe un gruppo giovanile desidera fare servizio in Festagiovani può contattare il responsabile dell’Ufficio don Fa-bio entro Pasqua (3495139409, [email protected]). È possibile prestare servizio sia alla organizzazione dell’evento sia in luoghi di sofferenza come l’Ospedale Civile, la Mensa dei Cappucini, la Casa Circondariale.

r iL badge di accessoSarà necessario per gli iscritti ritirare il Badge di Festagiovani. Il ritiro avverrà per tutti nei due giorni precedenti l’evento, il 24 e il 25 Aprile, dalle 20.00 alle 22.00, nei diversi luoghi che saranno indicati su La Settimana e sul sito www.5pani2pesci.it in tutto il territorio della Diocesi. Il badge dovrà essere indossato, ed è inamovibile, fatta salva ovviamente la possibilità di eliminarlo. Non è sostituibile e nel caso in cui venga smarrito dovrà essere ac-quistato. Chi non avesse ritirato il Badge nei giorni precedenti lo potrà fare in Festagiovani al punto di accoglienza: sono ovviamente prevedibili code e tempi di attesa.

pag. 10

Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abb. postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/ROAnno CXIV - N. 15 - Una copia € 1,10 - Domenica 13 aprile 2014 - (Esce il giovedì)

SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO

Page 2: La Settimana n. 15 del 13 aprile 2014

Papa Francesco ha no-minato il 5 aprile scorso S. E. mons. Mansueto Bianchi, finora vescovo di Pistoia, quale Assistente ecclesia-stico generale dell’Azione Cattolica Italiana.

Il messaggio di benve-nuto del presidente nazio-nale dell’Ac, Franco Mia-no

La Presidenza nazionale dell’Azione Cattolica, il Consi-glio nazionale e l’Associazione tutta accolgono con gioia la nomina di mons. Mansueto Bianchi, vescovo di Pistoia, at-tuale presidente della Commis-sione episcopale per l’ecumeni-smo e il dialogo interreligioso della Cei, e vicepresidente del

Comitato preparatorio del V Convegno ecclesiale, ad As-sistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica Italiana, manifestando gratitudine a papa Francesco e alla Confe-renza episcopale italiana. La scelta di chiamare un vescovo a svolgere questo ministero conferma il legame speciale tra L’Azione cattolica e la Chiesa, e rappresenta un riconoscimen-to della natura eminentemente ecclesiale dell’associazione, che è per noi motivo ulteriore di impegno e corresponsabilità. La sensibilità pastorale, la genero-sità propositiva, la capacità di coinvolgimento, la conoscenza delle comunità ecclesiali italia-ne che connotano il ministero

pastorale di mons. Mansueto Bianchi siamo certi accompa-gneranno in modo fruttuoso la vita spirituale dell’Associazio-ne, che si avvia a celebrare la XV Assemblea nazionale, e il suo servizio alla Chiesa italia-na e al Paese. Il nostro filiale benvenuto a mons. Mansueto Bianchi si associa ad un pen-siero colmo di riconoscenza nei confronti di mons. Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina, per il servizio svolto in questi anni. La sua guida spirituale, fatta di sapienza pastorale, ten-sione evangelica, umana sem-plicità, è un dono che resta per tutta l’Azione Cattolica.

Dal saluto di mons. M. Bianchi all’A.C.I.

Spero che nessuno si attenderà da me un discor-so paludato e compíto in un momento come questo: l’emozione intensa del di-stacco dalla mia Diocesi di Pistoia e la trepidazione per il nuovo compito a cui Papa Francesco mi chiama insieme con voi, mi lascia-no frastornato ed anche un po’ intimorito. Vi dico, a cuore aperto, che non ho molto da donarvi, mentre ho un grande bisogno che voi siate dono per me. Una cosa però penso di averla: la passione per quel progetto di Chiesa che Papa France-sco sta proponendo con la Sua parola e la Sua persona. Una Chiesa che intercetta e risponde alle attese più au-tentiche della gente e si fa riconoscere per lo sguardo carico di simpatia e di par-tecipazione con cui vede la vita.

Penso che l’A.C., per la sua storia, per il suo ra-dicamento popolare, per la sua passione educativa, per l’autentica laicità che la distingue, per la capillari-tà di presenza e di servizio alla vita delle Parrocchie e delle Diocesi, possa e deb-ba rappresentare una stra-da maestra verso questa

nuova identità di Chiesa, pulitamente evangelica ed autenticamente popolare. Il nostro sguardo e il nostro servizio è rivolto al S. Padre, ai Vescovi che presiedono e guidano il cammino delle Chiese particolari in Italia, a tutte le comunità cristia-ne di cui siamo parte attiva e significativa... Vorrei ri-volgere un saluto cordiale al presidente prof. Franco Miano per la vicinanza e l’incoraggiamento che mi ha da subito mostrato, ma soprattutto per il servizio “alto” e ricco di competen-za e dedizione con cui sta accompagnando e guidan-do il cammino associativo di questi anni.

Raccogliere la succes-sione di Mons. Domenico Sigalini è impresa davvero difficile, per la sua fede for-te e serena, la sua passione per l’Associazione, la sua cordiale e calda umanità. Confido che mi darà una mano in questo mio nuovo inizio, per aiutarmi almeno a limitare errori e danni! ....Alla Presidenza, al Consi-glio Nazionale, a tutti co-loro che con responsabilità e passione sostengono e partecipano al servizio ed al cammino dell’Azione Cattolica il mio fraterno sa-luto con la speranza e l’at-tesa di poter sperimentare la vicinanza di tutti e di ciascuno attraverso il con-siglio, la collaborazione, la preghiera.

La speranzaPOPOLO DI DIO IN MISSIONE

2 la Settimana domenica 13 aprile 2014comunità

Si può pensare che la speranza sia la virtù dei gio-vani perché hanno tutto davanti a loro, vita e progetti; sono, però, tentati dal “tutto e subito” che genera chiu-sura e stordimento. Si può pensare che la speranza sia la virtù dei vecchi perché hanno... la vista corta sul fu-turo e la speranza può alimentare sogni e attese ultime; sono, però, tentati da disagi e prove che ogni giorno li accompagnano, così da essere preoccupati più dell’oggi che del domani. “Speriamo!” è tante volte una rassegna-ta consegna al “fato”, mentre una cultura popolare pro-vata e matura rifiuta la rassegnazione dicendo che non esistono problemi, ma sfide. Può capitare, allora, che la speranza abbia il profumo di una torta appena sforna-ta. Succede, per esempio, a Duékoué, in Costa d’Avorio, dove sorge il Centro professionale artigianale rurale, che ha organizzato un corso di pasticceria per le ragazze. Un investimento nel presente che darà i suoi frutti in futuro, rendendo le donne capaci di affrontare l’avvenire e di in-serirsi nella società.

Nel capitolo II della Esortazione apostolica Evange-lii Gaudium Papa Francesco mette in guardia da alcune tentazioni e soprattutto dal pericolo di perdere e lasciarsi derubare dei grandi doni di cui lo Spirito di Dio ci ha arricchiti. Il primo pressante invito è fatto soprattutto ai giovani, di non lasciarsi “rubare la speranza!”. In società che vogliono costruirsi senza Dio o distruggere le radici cristiane si produce una “desertificazione spirituale” che si trasforma in pessimismo e crea senso di sconfitta. Ecco l’invito a credere che nel deserto si torna a scoprire il va-lore di quanto è essenziale per vivere. In tale circostanza – altra immagine simbolica - “siamo chiamati ad essere persone-anfore per dare da bere agli altri. A volte l’anfo-ra si trasforma in una pesante croce, ma è proprio sulla croce dove, trafitto, il Signore si è consegnato a noi come fonte di acqua viva”(n. 86).

L’Esortazione di Papa Francesco riprende il tema della speranza al n. 275: ”Nel secondo capitolo abbiamo riflettuto sulla carenza di spiritualità che si traduce nel pessimismo, nel fatalismo, nella sfiducia. Alcune persone non sin dedicano alla missione perché credono che nulla può cambiare e dunque per loro è inutile sforzarsi. Pen-sano così: “Perché mi dovrei privare delle mie comodità e piaceri se non vedo nessun risultato importante?”. Con questa mentalità diventa impossibile essere missionari. Questo atteggiamento è precisamente una scusa maligna per rimanere chiusi nella comodità, nella pigrizia, nella tristezza insoddisfatta, nel vuoto egoista. Si tratta di un atteggiamento autodistruttivo perché «l’uomo non può vivere senza speranza: la sua vita, condannata all’insi-gnificanza, diventerebbe insopportabile». Se pensiamo che le cose non cambieranno, ricordiamo che Gesù Cri-sto ha trionfato sul peccato e sulla morte ed è ricolmo di potenza. Gesù Cristo vive veramente. Altrimenti, «se Cristo non è risorto, vuota è la nostra predicazione» (1 Cor 15,14). Il Vangelo ci racconta che quando i primi di-scepoli partirono per predicare, «il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola» (Mc 16,20). Questo ac-cade anche oggi. Siamo invitati a scoprirlo, a viverlo. Cri-sto risorto e glorioso è la sorgente profonda della nostra speranza, e non ci mancherà il suo aiuto per compiere la missione che Egli ci affida”.

Il credente vive il tempo la storia ricevendoli dalle mani di Dio. Per questo può essere in essi testimone della speranza. C’è un proverbio veneto che mi sembra adatto alla svolta che ogni anno, ma anche ormai ogni giorno, presenta: “Son tanto straco del domàn / che son stufo de spe-tarlo” cioè: “Sono così stanco del domani che sono stufo di aspettarlo”. Aspettiamo il futuro con i soliti buoni pro-positi, progetti di vita, cambiamenti interiori, voglia di non pensare al passato, speranze nel futuro. Però intanto ci tiriamo dietro una stanchezza ereditata dal passato ap-pena trascorso. E’ stato impietoso, deludente, quell’anno o quel giorno che scarichiamo senza rimpianti. E se do-vessimo condensare in una parola il sentimento che lo ha segnato, diremmo: la paura.

Esiste una paura sana, creativa, non cieca, che infine diventa buona consigliera e ci infonde coraggio. E c’è una paura sterile, priva di senso critico, pesantemente emotiva, che pilota insicurezze collettive. Vivere la spe-ranza non è facile; può darsi che a molti di noi venga da chiedersi se non siamo per caso ancora nel deserto, se non si stia prolungando l’esilio. I pastori hanno visto la luce che ha cambiato la loro vita, senza mutare la loro povertà; i magi hanno visto la stella che non ha appagato la loro ricerca, ma le ha dato un nuovo orientamento.

d. Dante Bellinati

Carmelo di RovigoLettura contemplativa

dell’Icona della ResurrezioneDomenica 13 aprile 2014 alle ore 16, nella cappella

del Carmelo della Trasfigurazione di Rovigo, con in-gresso da via Curiel, suor Maria Grazia, carmelitana scalza, terrà una lettura contemplativa della icona del-la Resurrezione.

Qui ogni parola è importante perché siamo al culmine del cam-mino di Gesù e del progetto del Pa-dre: luoghi, protagonisti, profezie, simboli. Anche noi ne siamo coin-volti in questa settimana che deve darci il senso pieno della nostra fede e del nostro essere cristiani. “Vici-ni a Gerusalemme, presso Betfage, verso il monte degli Ulivi”. Un antico aforisma rabbinico dice: “Il mondo è come l’oc-chio: il mare è il bianco, la terra è l’iride, Gerusalemme è la pupilla”. Nella men-te risuona l’anagramma della parola “Gerusalemme” escogitato sull’ebraico dal profeta Ezechiele nell’ultima riga del suo libro: “Il Signore è là”. C’è un itinerario da compiere anche per noi in questa settimana, contemporaneo e inscindibile da quello di Gesù. Geru-salemme è un riflesso luminoso di Dio perché essa è “la tenda dell’incontro” tra Dio e il suo popolo, un incontro che ha il suo vertice in Cristo, mortale come l’uomo e immortale come Figlio di Dio.

Da Betfage (“casa dei fichi”), una zona fuori mano, sul Monte degli Ulivi, ad una certa distanza dalla strada ro-mana, Gesù mandò a prendere l’asina e il puledro per salire verso Gerusalem-me. Un trionfo che si prepara nell’umil-tà di luoghi e mezzi marginali e che ter-minerà sul calvario. Ma si tratta di un sentiero che ha sullo sfondo la vita di un popolo: parte da Gerico, attraversa il deserto di Giuda e Betania e arriva al Monte degli Ulivi. Su questa arteria vi-tale della Terra Santa, i ricchi mercanti spingevano le loro carovane dai porti del Mediterraneo, via Gerusalemme, verso l’importante mercato di Gerico.

Il percorso da Gerusalemme verso il Monte degli Ulivi era conosciuto come “il sentiero del Sabato” che ogni ebreo credente poteva percorrere anche di sabato senza contravvenire la severa legge del riposo. I fedeli d’Israele at-tendevano con ansia che il Messia pro-messo dall’Antico Testamento facesse il suo trionfale ingresso in Gerusalem-me attraverso questo sentiero, e molti volevano essere sepolti nelle imme-diate vicinanze perché erano convinti che chi è sepolto vicino al Monte degli Ulivi risorgerà per primo e diventerà testimone diretto del Messia.

“I discepoli condussero l’asina e il pu-ledro, misero su di essi i mantelli”. Per Matteo si tratta di asina e puledro, per Marco di un asinello, per Luca di un puledro... Si tratta comunque di un ani-male sobrio e resistente, a portata delle famiglie più povere, che lo utilizzava-no come animale da sella, come bestia da soma e nei lavori dei campi. La sua carne non veniva mangiata (l’asino non era perciò animale da sacrificio). L’asino bianco era animale da sella di grandi personaggi o dignitari: “Il mio cuore si volge ai comandanti d’Israele... Voi che cavalcate asine bianche, seduti su gualdrappe...” (Giud 5,10). L’asino utilizzato da Gesù nel solenne ingresso di Gerusalemme è espressione simbo-lica della regalità divina e della umiltà del Messia.

Si apre ora la grande scena dell’ingresso trionfale nella città santa. Si possono idealmente se-gnalare tre reazioni diverse di fron-te a questo evento. C’è innanzitutto quella dello stesso evangelista, il quale ricorre all’Antico Testamento

per mostrare la pienezza della parola profetica in Cristo. Si cita, infatti, come adempiuta la famosa profezia messia-nica di Zaccaria (9,9) sul re di pace che entra nella sua capitale. A questa rea-zione “teologica” si accompagna quel-la festosa della folla che, sia con il rito delle fronde sia con la processione sia con la citazione del Salmo 118 (“Osan-na al figlio di David!”), rimanda alla festa gioiosa autunnale della Capanne, quando appunto si compiva questo rito e si cantava questo Salmo. La pa-rola “Osanna” in ebraico è un’acclama-zione che significa: “Salvaci!”. Come è chiaro, anche per la folla l’evento acqui-sta una tonalità profetico-messianica.

Infine c’è la reazione, essenziale e scarna di “tutta la città”, che si mette in subbuglio (in greco si parla quasi di un “sisma”, di un terremoto). Infatti, ecco subito Cristo che caccia dal tempio mercanti e cambiavalute (cambiavano le monete pagane per offrire al tempio solo monete legittime) e che fonda la sua azione rimandando al profeta Ge-remia (7,11), che protestava per il tem-pio ridotto a “spelonca di ladri”, invece di essere – come affermava Isaia (56,7) – “una casa di preghiera”. Ai mercanti espulsi Gesù fa subentrare i ciechi, gli storpi i fanciulli, simbolo degli ultimi e dei puri cuore che acclamano Dio con sincerità.

Don Dante

GerusalemmeMatteo 21,1-11

Domenica delle Palme - A

Azione Cattolica Italiana - Presidenza Nazionale

Mons. Mansueto Bianchi nuovo Assistente ecclesiastico

Sabato 12 aprile: Ore 11.30 - Rovigo, Vescovado: partecipa alla conferen-za stampa per la presentazione della «Festagiovani» di 26-27 aprile. Ore 18.00 - Gaiba: benedice la chiesa re-staurata e celebra la S. Messa.Domenica 13 aprile – Domenica del-le Palme: Ore 10.30 - Adria, Cattedra-le: presiede la benedizione degli ulivi, la processione e la celebrazione della

S. Messa della Domenica delle Palme.Martedì Santo 15 aprile: Ore 9.00 - Rovigo, Vescovado: rice-ve in udienza. Ore 11.00 - Adria, Ospedale: celebra la Santa Messa con il personale medico e paramedico.Mercoledì Santo 16 aprile: Ore 9.00 - Rovigo, Vescovado: riceve in udienza. Ore 21.00 - Adria, Cattedrale: presiede la celebrazione del Sacramento della Riconciliazione.Giovedì Santo 17 aprile: Ore 9.30 - Adria, Cattedrale: pre-siede la celebrazione della S. Messa Crismale. Ore 19.00 - Rovigo, Concattedrale: presiede la celebrazione della S. Messa “in Coena Domini”.Venerdì Santo 18 aprile: Ore 8.00 - Rovigo, Concattedrale: presiede la celebrazione della Liturgia delle Ore: Ufficio del-le Letture e Lodi mattutine. Ore 19.00 - Rovigo, Concattedra-le: presiede l’azione liturgica della Passione del Signore. Ore 22.00 - Adria, Cattedrale: conclude la Via Crucis cittadina.Sabato Santo 19 aprile: Ore 8.00 - Rovigo, Concattedrale: presiede la celebrazione della Liturgia delle Ore: Ufficio del-le Letture e Lodi mattutine. Ore 22.00 - Rovigo, Concatte-drale: presiede la celebrazione della Veglia Pasquale.Domenica di Pasqua 20 aprile: Ore 10.30 - Adria, Cattedra-le: presiede la celebrazione della S. Messa della solennità della Pasqua nella risurrezione del Signore. Ore 19.00 - Ro-vigo, Concattedrale: presiede la celebrazione della S. Messa della solennità della Pasqua nella risurrezione del Signore.

Attività del Vescovo

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3la Settimanadomenica 13 aprile 2014 attualità

“Ti saluto o croce san-ta … gloria, lode, onor di canta”. Le parole della canzone orami popola-re esprimono nel canto l’amore entusiasta del po-polo credente da duemila anni. Già lo proclamava s. Paolo, ricordando che per

gli uni è debolezza e per gli altri stoltezza, ma per chi crede è potenza di Dio. L’uomo della strada, l’uo-mo tronfio di scienza uma-na, non comprende, rifiuta fino alla bestemmia. Se ne fa interprete, fra gli altri, il poeta G. Carducci nel-la celebre ode “Alle fonti di Clitunno”. Esaltano lo splendore della Roma an-tica, come segno di civiltà straordinariamente alta, impreca contro “un Gali-leo di rosse chiome” che scala il Campidoglio e get-ta in braccio a Roma una “sua croce, e disse portala e servi”.

E i suoi discepoli, con-tinua il poeta, “discesero ebri di dissolvimento e le

cittadi, e in ridde paurose al crocifisso supplicaro-no, empi, l’essere abietti”. Non credo proprio che tale pensiero, crudelmen-te esposto, oggi sia spen-to: la croce, comunque la si prende, scandalizza sempre. Noi, pur dedican-do la nostra attenzione di questi nostri appunti alle intenzioni dell’Aposto-lato della Preghiera, non possiamo dimenticare che oggi entriamo nella Gran-de Settimana, giustamente chiamata “Santa”.

E proprio in questa domenica il racconto del-la Passione del Signore, quest’anno secondo Mat-teo, ci mette innanzi il Cristo sofferente e croci-

fisso, ci riparla di dolore vissuto come segno estre-mo di amore senza calco-li. Eppure, se pensiamo un poco, comprendiamo che proprio nel mistero della croce è il senso pro-fondo del nostro essere, del nostro vivere, di tutti e di tutto. E’ una legge di natura: non c’è vita senza prima sacrificio, non c’è germoglio senza il chicco che muore. Se è vero che nulla si crea e che tutto si trasforma è fuori discus-sione che ogni risultato è frutto del sacrificio di real-tà precedenti. C’è un passo in s. Paolo nella lettera ai Romani che richiama que-sta sconvolgente realtà. Il peccato ha segnato anche

la realtà cosmica e la cre-azione stessa tende, in un continuo travaglio, ad una sua redenzione. Possiamo dire così che turbamenti del creato sono le doglie d’un parto mai compiuto, cono la premessa inevita-bile perché il meglio pen-sato dal Creatore si compia nella realtà che ci circonda. Ma è soprattutto in noi uo-mini che il dolore s’accom-pagna dal primo vagito al rantolo della persona che si spegne. Nelle sue varie forme, la sofferenza entra decisa nella nostra espe-rienza, ci limita, ci condi-ziona, ci costringe a pren-dere atto che siamo deboli, fragili, limitati, che “ogni giorno moriamo”. E’ un

dato che non vorremmo fare nostro ma che siamo costretti ad affrontare.

Il Crocifisso ci permet-te, con la potenza della sua grazia, di trasforma-re la nostra sofferenza, il nostro dolore in evento di redenzione. E’ la grazia unica, incomparabile che in Cristo ci è data. Quello che per l’uomo di tutti i tempi è sconfitta totale, è segno di debolezza insu-perabile, è un non-senso indiscutibile, diviene sor-gente di cambiamento, di trasformazione e di gra-zia. In Cristo Crocifisso e risorto niente è perso perché morendo ha vinto la morte e risorgendo ci ha ridato la vita.

All’inizio del cammino di progettazione, il Comita-to organizzatore così aveva motivato il proprio sforzo, ma anche il proprio entu-siasmo nel dare corpo e vita al Festival Biblico in Ro-vigo: “La Bibbia è quel libro alla base della nostra cultura, scritto non per gli studiosi, ma per la vita degli uomini e delle donne di ogni tempo.

Per questo motivo e su questo binario intendiamo muoverci coinvolgendo tutte quelle realtà cultu-rali, sociali, economiche e religiose che hanno deside-rio di mettersi in gioco per fare di Rovigo un territorio sempre più al passo coi tempi, ma, contemporaneamente, a misura d’uomo”.

Con grande soddisfa-zione di tutti coloro che stanno credendo nella vali-dità di un Festival Biblico, anche in Rovigo, le rispo-ste sono state molteplici e variegate.

Riuscire a far convergere verso un unico obiettivo ben 60 realtà locali, della città e della provincia, è già di per sé un successo, oltre che un segno evidente del desiderio “di percorrere strade nuove, generatrici di cambiamento, capaci di coinvolgere i più diversi modi di essere e di operare”.

E molte di queste realtà hanno risposto all’invito del Vescovo, ritrovandosi sabato 5 aprile alle ore 18, presso il salone della Cu-ria Vescovile di Rovigo.

Erano presenti, oltre al Vescovo e al Vicario Gene-rale mons. Claudio Gatti, i principali componenti del Comitato Organizzatore di Rovigo. Invitata specia-le e gradita, oltre che pre-ziosissima collaboratrice, Roberta Rocelli dell’Area Fund raising e Sviluppo del Festival Biblico di Vi-cenza.

Dopo un breve e cor-diale saluto di presenta-zione di S.E. Mons Lucio Soravito, ha preso la parola d. Andrea Varliero, Diret-tore dell’Ufficio Catechi-stico Diocesano, nonché coordinatore di tutte le attività del Festival Bibli-co. Illustrando la validità dell’iniziativa, il giovane sacerdote ha fatto notare come tale proposta sposi in

pieno la linea pastorale indicata più volte da papa Francesco, ovve-ro quella che richiama ad un impegno forte per “uscire dai recinti”, riscoprendo la gioia e il valore dell’“incontro con l’altro”.

“Sarà, dunque, una grande esperienza ecclesiale e civile” ha ribadito il dott. Scara-nello, presidente del Circolo Culturale Diocesa-no “Edith Stein”, nonché uno dei primi e convinti assertori della validità dell’iniziativa.

Come il tutto possa essere coinvolgente, oltre ogni banale giudizio re-strittivo, lo ha mostrato il bel video predisposto ap-

positamente da Comitato di Vicenza.

E Roberta Rocelli, con la competente e appas-sionata chiarezza che la

contraddistingue, ha appunto insistito sul fatto che questa non è un’iniziativa qualun-que, un festival come tanti altri. E’ molto di più: è un cammino con la propria realtà reli-giosa e non, foriera di “uno sviluppo di co-munità” in cui nessu-no va lasciato alla pe-riferia: solo la cultura e la “bellezza” rendono

l’uomo “dignitoso”.L’incontro si è concluso

con una sintetica carrellata sui principali appunta-menti - letterari, scientifici,

musicali, teatrali, spiritua-li, ricreativi, socioculturali - delle tre giornate rodigi-ne.

Appuntamenti che, ha ricordato Mons. Vescovo proprio nell’invito, daran-no a tutti la possibilità di “incontrarsi, dialogare, rin-tracciare idee ed espressioni di bene comune ... Rovigo è la terra buona nella quale seminare il seme nuovo: anche con il contributo personale di ognuno”.

Per il Comitato Orga-nizzatore del Festival Bi-blico

Anna Maria Lombardi

Gesù ha affidato ai suoi apostoli e discepoli il com-pito di annunciare la sua parola, il suo Vangelo, una consegna, un affidamento importantissimo del quale ogni credente, ogni cristia-no deve sentirsi interpella-to secondo i tempi e i modi dovuti.

Il Festival Biblico ha sicuramente questo com-pito, mostrare, meglio in-dicare le innumerevoli vie e strade attraverso le quali è possibile oggi diffondere nel mondo tra gli uomini la bella notizia dell’amore, del Vangelo.

Perciò la musica, il tea-tro, la recitazione, la poesia, la danza, il cinema, e molte altre espressioni, possono diventare nuove strade nuove vie per evangelizza-re. In queste settimane che preparano e precedono il Festival Biblico di Rovigo, in programma dal 23 al 25 maggio 2014, il settimanale diocesano è impegnato ad offrire una giusta informa-zione riguardo questo im-portante evento culturale, ecclesiale, spirituale attra-verso articoli, interviste, servizi. Nella serata di ve-nerdì 23 maggio il “Teatro Insieme Sarzano” propone “Il racconto della notte in una notte”, il Vangelo di Marco in scena, evento tea-trale diretto da Roberto Pi-nato e la collaborazione del Coro Melos di Rovigo diret-to da Roberto Spremulli, e

dell’Orchestra giovanile del Conservatorio “F. Venezze” di Rovigo diretta dal mae-stro Luca Paccagnella.

In questa nostra inter-vista ne parliamo con l’ar-chitetto Roberto Pinato di “Teatro Insieme Sarzano”.

D - L’organizzazione del Festival Biblico le ha affidato il compito di responsabile Teatra-le, può spiegare di cosa si tratta?R - Il racconto di una

notte in una notte. Il Vange-lo di Marco in scena, è la let-tura integrale del Vangelo di Marco reso in forma “te-atrale” dalla compagnia Te-atro Insieme di Sarzano con l’ausilio di collaborazioni quali l’orchestra giovanile del Conservatorio “Venez-ze” di Rovigo, diretta dal Maestro Luca Paccagnella, e il coro Melos, diretto dal Maestro Roberto Spremul-li. Una serie di emozioni che si tenterà di far vivere alle persone presenti che li aiuterà a vivere il “lieto an-nuncio”.

D - Con quale spirito ha accettato questo im-portante incarico?R - Da anni come Te-

atro Insieme e come Uni-talsi Giovani di Rovigo ci siamo messi a disposizione per dare vita alla Via Cru-cis cittadina che si tiene il venerdì Santo nel Piazzale della Rotonda i Rovigo, quindi è stato facile dire si ad una proposta del genere.

E’ stato un proseguimento del mettersi a servizio del Vangelo e di Gesù che con-traddistingue l’impegno di ogni cristiano chiamato a condividere i propri doni.

D - Come giovane cosa pensa dell’evento Fe-stival Biblico che si svolgerà a Rovigo dal 23 al 25 maggio 2014?R - Il Festival Biblico è

una grande opportunità per poter parlare, vivere e condividere la Parola di Dio. Un motivo per far cul-tura e vivere la cultura, in questo caso la nostra cultu-ra di cristiani che molte vol-te non abbiamo occasione di offrire alla società laica credente e non.

D - Il Festival Biblico viene presentato come un grande evento per la città di Rovigo. Lei cosa ne pensa, sarà ve-ramente così? R - Come già anticipato

nella precedente risposta io credo fermamente che sarà un grande evento che coin-volgerà tutta la comunità. Tre giorni carichi di manife-stazioni che invaderanno le strade e i luoghi della città di Rovigo, con uno sguardo e un forte collegamento ad altre realtà come quella di Vicenza e non solo.

D - L’evento del Festi-val Biblico ha bisogno anche di momenti tea-trali?R - Fare “Teatro” è da

sempre uno dei mezzi per

riuscire a fare cultura e tra-smetterla a tutti. Tutte le arti sono essenziali e devono essere messe a servizio del Vangelo per trasmettere un forte messaggio di speran-za e di luce. Fare Teatro è uno tra i modi migliori per entrare nel profondo dei sentimenti e delle emozioni che la bibbia trasmette.

D - Dal suo punto di vista i giovani di oggi desiderano conoscere, incontrare, e magari anche leggere la Parola di Dio? R - I giovani sono aperti

a qualsiasi nuova esperien-za che risulti accattivante per la loro crescita. Sta’ a noi fare in modo che la parola Viva della bibbia, sempre attuale e innovativa, ritrovi nei cuori e nella mente dei giovani la sua forza dirom-pente.

D - Ma il Festival Bibli-

co vedrà la presenza di giovani? R - Dal lavoro di infor-

mazione e coinvolgimento dei giovani delle parrocchie e non solo, secondo me ci saranno e spero tantissimi.

D - C’è una parola, un pensiero nella Bibbia che le sta particolar-mente a cuore?R - Ogni periodo della

vita ti porta a stampare nel cuore un passo piuttosto che un altro se devo vede-re oggi quale frase mi rim-balza dentro direi: “Padre nostro”

D - Da questo evento che è il Festival Biblico cosa è giusto attender-si?R - Direi nulla, bisogna

viverlo e lasciare che ogni momento parli da solo e che scriva un nuovo passo nel nostro essere cristiani.

Settimio Rigolin

Intervista a Roberto Pinato di “Teatro Insieme Sarzano”.

Il lieto annuncio con il linguaggio del teatro

“Ti saluto o croce santa...”

diDon Vittorio

De Stefani

Rovigo e la Diocesi si preparano al grande evento

Il Festival Biblico, un’opportunità per il territorioIl Vescovo incontra le realtà socio-culturali rodigine e polesane

In programma “Il racconto di una notte in una notte”. Il Vangelo di Marco in scena;

è la lettura integrale del Vangelo di Marco reso in forma “teatrale” dalla compagnia Teatro

Insieme di Sarzano con l’ausilio di collaborazioni quali l’orchestra giovanile del Conservatorio “Venezze” di Rovigo, diretta dal Maestro

Luca Paccagnella, e il coro Melos,diretto dal Maestro Roberto Spremulli.

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4 la Settimana domenica 13 aprile 2014società

Direttore responsabileBRUNO CAPPATO

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ASSoCIATo

UnIoneSTAMPAPERIoDICAITALIANA

FedeRazIoneITalIanaSETTIMANALI CATToLICI

L’industria del farma-co biotecnologico è una vera “punta avanzata” dell’attivi-tà produttiva italiana, di altis-simo profilo scientifico. Con le sue esportazioni rifornisce colossi quali gli Stati Uniti, il Sud America, molti paesi asiatici e l’Africa. Una posi-zione di leadership a livello europeo, in cui si compete solo con la Germania. Un contri-buto decisivo all’allungamen-to della vita degli italiani.

Se un qualunque ri-sparmiatore italiano avesse investito tre anni fa, ponia-mo la cifra di 10mila euro in Bot (Buoni ordinari del tesoro) a un tasso medio dell’1,5%, oggi si trovereb-be con un capitale finale di circa 10.470. Se invece avesse scelto di investire la stessa cifra in un fondo comune di investimento specializzato in società far-maceutiche che producono medicine biotecnologiche, nello stesso periodo di tre anni i 10mila euro sarebbe-ro diventati oltre 25 mila. Il migliore di questi fondi (li citiamo non per fare pub-blicità ma per dovere di cro-naca), “Espa Stock Biotec” ha guadagnato il 172,29%; il secondo in graduatoria, “Franklin Biotechnology Discovery” è cresciuto di ben il 163,44%; e il terzo, fondo “Dexia Equities L. Biotechnology”, è aumen-tato del 159,73%. Risultati prodigiosi che, ovviamen-te, il resto dei titoli delle borse mondiali non ha po-tuto condividere: l’indice globale delle azioni di tut-to il mondo, Msci World, nello stesso periodo è cre-sciuto “solo” del 24,19%, che comunque è di tutto ri-spetto, perché significa un 7% annuo composto. Ma cosa è avvenuto al settore farmaceutico biotech per garantire guadagni così ingenti?

L’esplosione della ricer-ca. La novità di questi ulti-mi anni è rappresentata da una esplosione di ricerche di medicine non più basate solo sul processamento di prodotti chimici assembla-ti in compresse o sciroppi o iniezioni varie, ma su farmaci nati da processi biologici, che puntano ad interagire con le diverse malattie, e ad attaccarle sul loro stesso terreno: il biolo-gico, appunto. Un’attività di ricerca sempre più sofi-sticata permette di elabora-re medicinali che non solo sono molto potenti e quasi “miracolosi”, ma anche capaci di produrre ritorni

elevatissimi per le indu-strie che li hanno brevetta-ti. Ad esempio, nella classi-fica dei farmaci best-sellers degli ultimi due anni figu-rano medicine quali l’Hu-mira (anti-reumatismi e anti-infiammatorio) che ha incassato 10,6 miliardi di dollari. Embrel e Remica-de, sempre anti-reumatici, hanno venduto per 8,7 e 8,4 miliardi. Il Seratide/Advair, contro l’asma, ha avuto vendite per 8,2 mi-liardi. E così via. Ovvia-mente gioiscono i colossi del cosiddetto “Big Phar-ma” mondiali che li produ-cono: Abbvie, Pfizer/Am-gen, Johnson&Johnson, Merck, GlaxoSmithKline, Sanofi ecc. Guadagni stel-lari, che si sono ripercossi sulle borse valori e sugli utili per gli azionisti. Re-centemente in Italia si è parlato molto del caso del medicinale Sovaldi, per il trattamento dell’epatite C, prodotto da Gilead Scien-ces. Negli Usa costa 1.000 dollari a pasticca, e la cura completa 84mila dollari. Ma se salva una vita – ci si è chiesti da noi – perché la Sanità pubblica non lo adotta? Una risposta è nei disastrati bilanci delle Re-gioni, cui spetta la gestione della salute. Se pensiamo che un’altra azienda, la AbbVie, società biotech di Latina filiale della Abbot americana, sta lavorando a un analogo prodotto, allo-ra si capisce perché le borse credono in questo settore e la gente investe fiumi di denaro. Il valore della vita merita bene una scom-messa di borsa, e anche un investimento di lungo termine, che come si vede premia, eccome.

L’“orologio della vita”, 1 secondo in più ogni 4. Proprio su questi temi, col suggestivo titolo “Produ-zione di valore: l’industria del farmaco, un patrimo-nio che l’Italia non può perdere”, si è svolto a La-tina venerdì 4 aprile un

convegno con il meglio dell’imprenditoria italiana del settore. A promuover-lo è stata Farmindustria, l’associazione di categoria che raccoglie 174 impre-se per 62 mila addetti (in maggior parte presenti tra Lombardia e Lazio, le due regioni leader, di cui il 90% laureati o diplomati), oltre a 60mila lavoratori dell’in-dotto, 6mila alla ricerca e sviluppo, 27 miliardi di produzione, il 72% diretto all’estero. Si tratta di una vera “punta avanzata” dell’attività produttiva ita-liana, di altissimo profilo scientifico e tecnologico, e capace con le sue espor-tazioni di rifornire colossi quali gli stessi Stati Uniti, il Sud America, molti pa-esi asiatici, l’Africa. Il pre-sidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi, la vice Lucia Aleotti, e i nu-merosi esperti intervenuti, hanno tutti sottolineato che l’Italia ha una posizione di vera leadership in questo settore a livello europeo, competendo solo con la Germania. Hanno invita-to i politici (diversi quelli presenti, di vari partiti) a credere e sostenere ade-guatamente il comparto. Del resto vengono avanti medicine contro tumori, patologie croniche, reuma-tiche, Hiv, renali, neonatali, sclerosi multiple, malattie rare e ultra-orfane. Come dare torto a questi indu-striali quando hanno par-lato dell’ “Orologio della vita” e hanno ricordato che grazie alla ricerca, alle me-dicine sempre più efficaci e ai nuovi stili di vita, negli ultimi anni la popolazio-ne italiana ha guadagnato mediamente 3 mesi ogni anno di esistenza? Siamo arrivati a una vita media di 82 anni, ogni giorno allun-ghiamo la nostra “speranza di vita” di 6 ore, 1 secondo in più ogni 4 secondi! Non è cosa da poco e a qualcuno dovremo pure dire grazie!

Luigi Crimella

Vedere un papà che cambia il pannolino o in-contrarlo nello spogliato-io di una piscina, mentre veste sua figlia ancora disorienta in alcuni casi; sarebbe stato scandalo-so per i nostri nonni, e avrebbe stupito anche la “rivoluzionaria” genera-zione dei sessantottini.

È un’immagine a cui ci abitueremo, diventerà naturale. I dati Istat ci dicono che l’85,4% de-gli uomini dichiara che in Italia crescere i figli sia equamente distribuito, e dato ancora più signifi-cativo l’87% delle donne sostiene che i padri siano più collaborativi e parteci-pi rispetto alle generazioni precedenti. La relazione di coppia cambia perché vive all’interno di una società che cambia. Uomini e don-ne cercano di riposizionar-si dentro un rapporto, che non si può ripetere nelle forme vissute nel passato. Tutto ruota sull’assunzione di responsabilità nel quo-tidiano. Ed è sulla genito-rialità che si concretizza la vera rivoluzione. Sono almeno tre elementi che portano a ripensare la vita in comune. Innanzitutto c’è la ricerca di pari opportuni-tà che ha visto assumere un ruolo sempre più impor-tante delle donne nei pro-cessi decisionali e cerca di ispirarsi a una condivisione

democratica delle scelte. Questo ha determinato un cambiamento epocale: l’in-debolimento dell’autorità maschile che non è più giu-stificata a priori. Le scelte allora diventano comuni anche se alcuni ricercatori vedono una deresponsabi-lizzazione degli uomini che finiscono per disinteressar-si di quelle ordinarie e si concentrano solo sulle ec-cezionali. Poi ci sono i cam-biamenti nei ritmi familiari. L’aspirazione personale a lavorare, combinata a scelte strategiche di modificare i sistemi di welfare europei, indirizza a formare nuclei familiari a doppio reddito. Questo non implica sola-mente una moltiplicazione delle fonti di sostentamen-to per il budget familiare, ma influisce anche sulla distribuzione dei tempi di vita familiari, incidendo sia

sui ritmi quotidiani, sia sulle festività: quando fare la spesa, quando dedicarsi alle faccende domestiche, quando curare le reti parentali e amicali. Per ora però la questione si risolve, quasi sempre, su un sovraccarico di lavoro femminile. Infine c’è la ripartizione dei compiti di cura dentro la coppia, che ridisegna i ruoli dei genitori, perché soprat-tutto i padri ridisegna-no il loro ruolo, cercano

una propria identità e un rapporto originale con i figli. Questo è un cambia-mento importante perché qui si riscontra l’evoluzione più grande negli equilibri familiari appare soprattutto qui, dove avanza una nuo-va assunzione di respon-sabilità degli uomini che non vogliono più delegare l’educazione. La genitoria-lità diventa luogo di senso non solo per ricavare uno spazio maschile e originale nella coppia, ma anche per sperimentare e imparare una gestione condivisa del-le scelte.

Essere papà e mamma è l’avamposto per speri-mentare gli equilibri di una nuova relazione che poi si potranno riversare sulle altre dimensioni, le respon-sabilità delle scelte e le dei carichi domestici.

Andrea Casavecchia

Chi propugna l’uscita dall’euro come panacea di tutti i mali, o non sa cosa dice, o sa di mentire. Ignoranza o malafede, dunque; ma indagare sulle cause non porta rime-dio alle conseguenze: la predicazione anti-euro può causare gra-vi danni, perché l’uscita da questa moneta, per l’Italia, sarebbe semplicemente nefasta.

Lasciamo stare che non esiste un sistema codifi-cato per uscire dall’euro. Non è vietato, ma non è nemmeno prevista una via d’uscita facilmente praticabile. Mettiamo che vadano al potere in Italia forze politiche spinte da un elettorato no euro, o che l’Europa si consegni nelle prossime elezioni a forze ostili alla moneta unica. O queste – dopo il voto – fanno esercizio di sana ipocrisia (vorremmo tanto uscire, ma…), o spin-gono veramente l’Italia o l’Eurozona verso questo salto nel buio. Cioè verso una nuova lira, che gioco-forza varrà molto meno di quel tasso di conversione accettato 12 anni fa: sennò non vi sarebbe veramente alcuna convenienza a sal-tare nel buio.

Il mantra è quello della svalutazione competitiva, come negli anni Settanta quando si deprezzava la

lira per rendere i nostri prodotti più convenienti rispetto a quelli tedeschi o inglesi. Non capire che il mondo è totalmente cambiato, è il primo, grave errore. Oggi non compe-tiamo più con le Opel, ma con il mondo intero.

Ma poi vi immagina-te cosa succederebbe nel periodo a cavallo tra le due monete? Una fuga di capitali folle, come la fuga delle aziende straniere che hanno investito qui (e quelle italiane che hanno investimenti altrove, che fanno?), i titoli di Stato che perderebbero buona parte del loro valore, i mutui, i carburanti che andreb-bero alle stelle, tutti i beni importati che costerebbe-ro il 30-40% in più in un amen… Una vera apo-calisse che ci lascerebbe stecchiti: volevano salvare il malato-Italia, l’hanno ucciso.

Nemmeno la Grecia di due anni fa, che era vera-mente al muro, ha scelto di percorrere questa stra-da: ha preferito rischiare,

che scegliere la morte certa. Sull’atavica irre-sponsabilità della po-litica greca si potrebbe scrivere un’enciclo-pedia: eppure non ha perso la testa e ce la sta facendo.

Altra cosa è rende-re l’euro una moneta più flessibile, meno

inchiodata a parametri ideologici ed economici discutibili, e al potere asso-luto di un suo membro, la Germania. Che con questo tipo di euro ha accumula-to una vera fortuna, non soffrendo nemmeno del problema del cambio alto (l’euro è una delle monete più apprezzate del globo) perché la maggior parte dei suoi prodotti ormai li fabbrica in altre parti del mondo.

Ma è colpa della Ger-mania se i suoi arroganti ed egoisti diktat non tro-vano opposizione alcuna? È colpa sua se, mentre lei costruiva la sua recente fortuna, noi si stava a goz-zovigliare, a non decidere, a fare le cicale in un’estate che pensavamo eterna?

Loro saranno cattivoni, ma noi siamo stati irre-sponsabili. Non aggravia-mo il tutto con gesti stupi-di e masochisti. Alziamo la testa, cambiamo passo e lasciamo perdere le scor-ciatoie che non portano da nessuna parte.

Nicola Salvagnin

Boom dei farmaci Biotech

Il contributo italianonel migliorare l’orologio della vita

Economia

Via dall’euro? Niente follieLe conseguenze sarebbero devastanti. Occorre ragionevolezza

Società

La rivoluzione dei padriCresce l’assunzione di responsabilità nel ruolo di genitore

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5la Settimanadomenica 13 aprile 2014 polesine

Coldiretti Rovigo ban-disce la quarta edizione della “Borsa di studio Napoleone Sartori”. La commissione ha emanato il nuovo bando che con-sentirà ad un laureato polesano di aggiudicarsi 11mila euro e uno stage di studio post-laurea presso la Comunità Europea .

Gara aperta dunque in Coldiretti Rovigo. Il bando e le modalità di partecipazione sono state illustrate nei giorni scorsi, nella sede di via Alberto Mario a Rovigo, dal presi-dente Mauro Giuriolo, dal direttore Silvio Parizzi dal intervento degli altri part-ner oltre che dal direttore dell’area T2i Alberto Pre-viato. Sono trascorsi dieci anni dall’incidente, ma la Coldiretti Rovigo non di-mentica il suo compian-to presidente e lo onora anche quest’anno con un bando. Napoleone Sar-tori morì, infatti, nel 2004 tragicamente, all’età di 48 anni, in un incidente nella propria azienda agricola di Bellombra di Adria.

Il bando presentato, è stato illustrato nelle sue modalità di partecipa-zione ed ha come scopo propositivo quello di so-stenere i giovani laureati nelle materie agrarie ed economiche. Oltre che da Coldiretti, la gara, è stata resa possibile grazie al sostegno diImpresa verde Rovigo srl, della Camera di Commercio, di Banca-dria insieme alle Fonda-zioni Banca del Monte di Rovigo e Cassa di rispar-mio di Padova e Rovigo oltre che da Rovigo Ban-ca.

Composto di 16 ar-ticolo, il bando precisa all’articolo 1 che la Col-diretti a nome dei propri associati della provincia di Rovigo, bandisce una borsa da assegnare a lau-reati residenti nella pro-vincia di Rovigo, al fine di finanziare uno stage di studio da effettuarsi con precisate modalità di esecuzione. L’attuale pre-mio economico del bando laureati 2014, ammonta ad 11mila euro e servirà a coprire le spese per uno stage formativo di 9 mesi, che sarà assegnato al vin-citore e che si svolgerà tra gli uffici di Coldiretti Bru-xelles e di Coldiretti Rovi-go. Possono concorrere al premio di studio Sartori tutti i laureati, purché re-sidenti in provincia di Rovigo e di età inferiore ai 30 anni, che abbiano

conseguito la laurea magistrale (o quin-quennale) in Scienze e tecnologie agrarie, in Economia, in Giuri-sprudenza e in Medi-cina-Vete-rinaria. Il termine per la presenta-zione delle candidatu-re è fissato al 5 di set-tembre del 2014. Per partecipare i concorren-ti devono far perveni-re la richie-sta tramite raccomandata a mano o con ricevuta di ritorno a Coldiretti Rovi-go via Alberto Mario 19 45100 Rovigo o tramite PEC a: [email protected] . Per maggiori informazioni te-lefonare allo 04252018, e mail [email protected] oppure www.rovigo.col-diretti.it. L’intero bando è comunque in tutte le sedi di Coldiretti.

Nel frattempo la Col-diretti Rovigo è in fase di assegnazione del bando per diplomati aperto nel 2013, che ha posto in con-

corso la somma di 2mila euro, per ciascuno dei quattro premiati finali, se-lezionati tra gli allievi del quinto anno delle scuole agrarie della provincia.

Nella foto in alto: (da sinistra) Giorgio Laz-zarini (Fond. Banca del Monte), Giacomo De Ste-fani (Cciaa), Francesco Peratello (Fond. Cassa risp. Padova e Rovigo), Mauro Giuriolo (pres CD Rovigo), Silvio Parizzi (dir. CD Rovigo), Alberto Previato (T2i)

Da vent’an-ni cura l’alle-stimento prin-cipale dell’ar-tistico presepe natalizio di Bottrighe, lo cura nell’idea e nella crea-zione artistica, ed ora ha pure ideato quello “ p a s q u a l e ” . Stiamo parlan-do del bottri-ghese Grazia-no Bolzoni. Un personaggio che ha già fat-to parlare di se per questa sua innata passio-ne creativa, che si trascina sin da bambino, tanto da essere stato definito addirittura il “Michelangelo polesano dei presepi”.

La stra-ordinarietà e soprattutto la novità di quel-lo pasquale ha creato grande interesse e cu-riosità.

Infatti, dopo qual-che mese di paziente lavoro, Graziano, noto artigiano e tito-lare di un’avviata of-ficina e carrozzeria, ha realizzato le sette stazioni quaresima-li più importanti, unendole insieme in un agglomerato di cubi che contengono le medesime rappre-sentazioni, poi lo ha installato all’ingres-so della chiesa di San Francesco d’Assisi e di Paola di Bot-trighe e donato alla parrocchia. Graziano Bolzoni è abilissimo nel creare l’oggettistica, gli arredamenti, le abitazio-ni e quanto altro. In ciò è soprattutto rispettoso delle proporzioni ed è

fedelissimo nella ripro-duzione delle creazioni in legno, ferro, calce e polistirolo. La creazione del presepe “pasquale” è una novità mai vista pri-

ma d’ora in Polesine e merita davvero di essere vista. In essa si potranno ammirare L’ingresso a Gerusa-lemme, l’ultima cena, l’orto degli ulivi, la flagellazione, la via crucis, la crocefissio-ne e la resurrezione. L’opera, inaugurata dal parroco di Bot-trighe, don Antonio Cappato, è stata visi-tata da molte persone e rimarrà disponibile per il pubblico sin dopo Pasqua.

Roberto Maran-goni

Nelle foto: L’artista Graziano Bolzoni e due delle stazioni quaresi-mali del suo presepe pa-squale donato alla chie-sa di Bottrighe

Dal 3 al 6 Aprile l’Equipe Diocesana del Movimento Lavoratori di Azione Catto-lica ha partecipato al Con-gresso Nazionale svolto si a Napoli ed incentrato sul tema “Generazioni a con-fronto: Italia e lavoro” nel quale sono risultati eletti in qualità di Segretario Na-zionale la potentina Simona Loperte mentre tra i 5 mem-bri dell’Equipe Nazionale è stato riconfermato Andrea Padoan, attuale Segretario del MLAC della diocesi di Adria-Rovigo.

I lavori sono iniziati con la presentazione di alcune esperienze vissute e la re-lazione del Prof. Migiarra, docente presso l’Università di Napoli Il Monnet”, incen-trata sul pensiero del sacer-dote ed ecomonista Antonio Genovesi vissuto nel XVIII sec. “L’economia pubbli-ca - ha dichiarato Migiarra

-non raggiunge il suo fine se non ottiene la felicità di tut-ti e non si può fare la nostra felicità senza fare la felicità degli altri e quindi mettere la persona al centro tenen-do conto delle generazioni future”.

Pensieri molto attuali e recepiti dall’assemblea che porterà sicuramente con sé arricchendo la vita associa-tiva dei propri gruppi

MLAC. Nel pomeriggio poi è

stato affrontato il concetto legato alla territorialità e sono state visitate le Cata-combe di Napoli gestite dal 2009 dalla Cooperativa so-ciale “La paranza” costitu-ita da ragazzi residenti nel quartiere Sanità, che hanno messo a punto l’opportuni-tà di valorizzare il territorio grazie all’aiuto ed al soste-gno della Diocesi e del Mo-vimento Lavoratori di Azio-

ne Cattolica di Napoli. La mattina di Domenica assie-me all’assistente Nazionale don Emilio Centomo è stata celebrata la S. Messa ed a se-guire si è svolto il momento elettivo del Congresso con l’approvazione del docu-mento congressuale e l’ele-zione dei nuovi dirigenti nazionali.

Non sono mancati certo i momenti da dedicare alla visita delle bellezze di Na-poli, ai suoi vicoli, alle sue meravigliose Chiese ed ope-re d’arte ma la partecipazio-ne a questo importante mo-mento democratico è stata un’ esperienza vissuta con intensità dai rappresentanti del Movimento diocesano che ora avranno il compi-to di mettere a frutto, nel proprio territorio, ciò che assieme agli oltre cento de-legati hanno condiviso in quest’assise.

MLAC (Movimento Lavoratori di Azione Cattolica)

Congresso NazionalePartecipazione di una delegazione diocesana

Quarta edizione

Coldiretti apre la garaper la borsa di studio Napoleone Sartori

L’iniziativa che ricorda il compianto presidente Napoleone Sartoriha lo scopo di sostenere giovani laureati nelle materie agrarie ed economiche

Bottrighe

Il presepe pasquale di Graziano Bolzoni

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6 la Settimana domenica 13 aprile 2014polesine

Nell’am-bito delle celebrazioni del Cente-nario del-la Grande Guerra, la Giunta re-gionale ha approvato un concorso per i miglio-ri elaborati prodotti dalle scuole venete sul tema: “1914: verso l’en-trata in Guerra dell’Italia”.

“L’anno che precedet-te l’entrata nel conflitto del nostro Paese – sotto-linea l’assessore regiona-le all’istruzione – fu un anno di grande fibrilla-zione culturale, artistica, intellettuale e politica che va approfondita per capi-re pienamente la portata dell’evento che cambiò il volto dell’Europa e che aiuta nella comprensione della rilevanza che ebbe per l’Italia intera”.

“Mentre nel resto d’Europa si sta celebrando il Centenario – prosegue l’assessore – ho voluto che nelle nostre scuole si ini-ziasse il cammino che ci porterà ad una piena co-noscenza della Guerra per la nostra gente e il nostro territorio, coinvolgendo gli istituti fin dall’approfon-dimento dell’anno 1914. Il Veneto fu protagonista fin dal Risorgimento con i suoi studenti universi-tari in prima fila, e con le elite culturali, nel sognare e costruire l’Italia Unita. Dal Veneto, cuore della li-nea di difesa in particolare nel 1917 e 1918, si compì l’Unità d’Italia, una storia complessa che ci aiuterà a ritrovare nei prossimi anni

un rinnovato spirito di ap-partenenza a una dimen-sione di popolo e a un oriz-zonte di destino. Queste sono le uniche prerogative capaci di far sopportare sacrifici e scelte ai cittadini di oggi e di domani, che si dovranno rendere più con-sapevoli e responsabili del loro futuro così come lo furono i tanti giovani intel-lettuali, contadini e nobili di allora”.

“La Regione del Vene-to, quindi, si è fatta carico del compito di far conosce-re questa storia e promuo-vere il dovere della memo-ria a partire dalle nuove generazioni – evidenzia l’assessore –. Questa ini-ziativa è stata concordata con l’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto ed è finalizzata a rafforzare il ricordo di quel tempo, onorare i caduti di quel-la tragedia collettiva ma nel contempo sollecitare stimoli e riscoprire valori immutabili”.

Il concorso prevede l’assegnazione di ventuno premi in denaro alle scuo-le primarie e secondarie di I e II grado del Veneto, statali e paritarie, per un ammontare complessivo di € 19.500. Il valore sarà di € 2.000,00 per il 1° clas-sificato, € 1.500,00 per il

2°, € 1.000,00 per il 3° ed € 500,00 per il 4°, 5°, 6° e 7° classificato.

Gli elaborati potranno essere di vario genere (rap-presentazioni grafiche, te-sti, prodotti multimediali) e le domande (corredate dagli elaborati) dovranno pervenire entro il 20 mag-gio 2014, alla Giunta regio-nale del Veneto - Sezione Istruzione, Fondamenta Santa Lucia, Cannaregio 23 - 30121 – Venezia.

La scansione della do-manda di ammissione al concorso (predisposta utilizzando il modello, approvato con successi-vo decreto del Direttore della Sezione Istruzione) sottoscritta dal legale rap-presentante dell’Istituto proponente con firma au-tografa, a cui dovrà essere apposta la firma digitale e accompagnata dalle foto-copie dei documenti previ-sti, dovrà essere trasmessa a mezzo PEC all’indirizzo: [email protected], indi-cando in oggetto “Sezione Istruzione - Celebrazione del Centenario della Grande Guerra. 1914: verso l’entrata in Guerra dell’Italia”. Valu-tazione degli elaborati e scelta dei vincitori saranno affidate ad una commis-sione di cinque esperti.

“Gli aiuti Pac devono andare agli agricoltori che vivono di agricoltura. Lo abbiamo sostenuto in fase di proposta della riforma della politica agricola co-munitaria e continuere-mo a farlo anche ora, che, nell’elaborazione delle norme nazionali di attua-zione della Pac, si profila il rischio concreto che i con-tributi comunitari vadano a speculatori, “furbetti” e gruppi di potere che sfrut-tano e depredano il territo-rio”.

La ferma denuncia arriva dal presidente di Coldiretti Rovigo, Mauro Giuriolo, fortemente pre-occupato per l’agricoltura italiana e per tutti i veri “agricoltori attivi”, in rife-rimento alle scelte che de-vono essere operate a livel-lo nazionale nei prossimi mesi e che condizioneran-no il periodo 2014-2020.

“Grandi gruppi indu-striali, assicurativi e banca-ri, ma anche enti di diversa natura che non vivono cer-to di agricoltura sono l’elite intoccabile, i primi tremila beneficiari di contributi, che ricevono un importo di oltre mezzo miliardo di

euro – continua Giuriolo – mentre, contemporanea-mente, si chiedono sacrifici a tutti gli italiani, a partire dagli agricoltori”.

Secondo Coldiretti que-sti gruppi di potere sono una casta di intoccabili che rappresenta appena lo 0,2 per cento degli interessati dagli interventi di politica agricola, che però riceve ben il 15 per cento delle ri-sorse destinate all’agricol-tura. Una rendita fondiaria e finanziaria che senza un deciso cambiamento nella programmazione nazio-nale rischia di essere man-tenuta per i prossimi sette anni.

“Molti di questi sog-getti non contribuiscono alla previdenza agricola –

spiega Giuriolo - mentre altri, nelle pieghe dell’at-tuale legislazione, hanno creato società per azioni e a responsabilità limitata hoc per avere agevolazioni sull’Imu, sulla concessione edilizia, sull’acquisto dei terreni agricoli e anche sul-le bioenergie facendo così concorrenza sleale al red-dito e all’attività dei veri agricoltori.

“Ci auguriamo che in questo momento difficile per il paese – rincara il pre-sidente di Coldiretti - nes-suno abbia la follia di man-tenere questi insostenibili privilegi e ci si impegni invece per concentrare le poche risorse disponibili ai chi vive e lavora in agricol-tura per il ruolo ambienta-le, economico e sociale che svolge per il Paese”.

“La lotta a tutte le ren-dite – conclude Giuriolo - sembra finalmente ri-entrata nell’agenda della buona politica e di questo la Coldiretti se ne com-piace perché sono neces-sarie grandi discontinuità sui temi della giustizia e dell’equità sociale per troppo tempo negati dalla malapolitica”.

Si snoda dal 7 aprile al 3 giugno la decima edizio-ne di “Libri infiniti”, che, tra incontri con l’autore e laboratori, mira ad avvici-nare alla lettura i ragazzi delle scuole del Polesine. A presentare l’evento, nei giorni scorsi a Palazzo Ce-lio, l’assessore provinciale alla cultura Laura Negri, il direttore di Fondazione

Aida Meri Malaguti e il direttore artistico Cesare Stella. 85 gli incontri in pro-gramma, 28 i comuni coin-volti e circa 3300 i ragazzi partecipanti sono i dati che riassumono la nuova edi-zione della manifestazione che da Ariano Polesine a Trecenta interessa tutto il territorio del Polesine, con l’obiettivo di avvicinare i ragazzi al mondo della let-teratura, attraverso incon-tri con autori e laboratori.

“Particolare attenzione quest’anno è stata riserva-ta ai libri illustrati – sotto-linea l’assessore Negri - i graphic novel, la lettura at-traverso l’immagine, sem-pre più diffusa fra i nativi digitali e visivi. Una pro-posta a tutto campo resa possibile grazie a chi crede nel valore e negli obiettivi di questa manifestazione e che considera la lettura fondamentale per lo svi-luppo e la crescita cultu-rale dell’individuo e della società”.

Diviso in tre sezioni, quella dell’incontro con l’autore, riservato agli alun-ni delle scuole elementari e medie, e quella destinata ai bambini delle scuole ma-terne, legata al progetto na-zionale “Nati per leggere”, il cartellone dell’edizione 2014 accoglie anche la mo-stra d’illustrazioni per l’in-fanzia: “Castelli per Aria” - curata da Alberto Brigo Editore e Studio web graf-fiti. L’esposizione sarà iti-nerante tra i comuni di Ca-stelmassa dal 5 al 13 aprile, Castelguglielmo dal 14 al 26 aprile, e Arquà Polesine dal 9 al 19 maggio.

Gi incontri sono rea-lizzati dall’Assessorato

provinciale alla cultura e dal Sistema Biblioteca-rio Provinciale, sostenuti dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, con la collabora-zione di Fondazione Aida, Alberto Brigo Editore – Rovigo, Ass.ne Movimen-tis - Stanghella (Padova), Ass.ne Leonardo da Vinci, e i Comuni di: Ariano Po-lesine, Arquà Polesine, Ba-dia Polesine, Bergantino, Bosaro, Canaro, Castel-guglielmo, Castelmassa, Castelnovo Bariano, Ce-regnano, Costa di Rovigo, Crespino, Ficarolo, Fratta Polesine, Gavello, Guar-da Veneta, Loreo, Melara, Polesella, Pontecchio Po-lesine, Porto Tolle, Porto Viro, Rovigo-Accademia dei Concordi, Salara, San Bellino, Stienta, Taglio di Po, Trecenta. L’iniziativa è inoltre inserita nel circuito “RetEventi Cultura Vene-to - 2014”. Presso le scuole primarie e secondarie in-terverranno: Matteo Cor-radini, giornalista, ebraista, nonché autore di libri per ragazzi e adulti; Davide Morosinotto, giornalista e scrittore di romanzi d’av-ventura per ragazzi; Paola Reggiani, cantante mezzo-soprano, musico-terapista ed Alessandro Sanna, scrittore, illustratore e pit-tore, oltre a Luigi Dal Cin, autore tradotto in 9 lingue che ha ricevuto una decina di premi nazionali di lette-ratura per l’infanzia.

Per gli incontri presso le scuole dell’infanzia ci saranno: la scrittrice San-dra Trambaioli e tre ani-matrici: Selene Farinelli, Silvia Fiocco e Giovanna Gazzi.

Un pacchetto di servi-zi personalizzato sulle esi-genze degli alpini e una mostra d’arte nella sede della Banca sui paesaggi alpini del Triveneto. Que-ste le due iniziative che ac-compagnano il sostegno di FriulAdria Crédit Agri-cole all’87esima Adunata nazionale degli alpini in programma a Pordenone dal 9 all’11 maggio.

L’accordo di partner-ship è stato presentato nella sede dell’Istituto di credito alla presenza del presidente Antonio Scar-daccio, del direttore ge-nerale Carlo Crosara, del presidente del Comitato Organizzatore dell’Adu-nata Nino Geronazzo, del presidente della sezione ANA Pordenone Giovan-ni Gasparet e dei rappre-sentanti delle istituzioni locali.

“La prima e più for-te motivazione che ci ha spinto a compiere questo intervento – ha dichiarato nella circostanza il presi-dente Scardaccio – è stata la convinzione di soste-

nere un evento rilevante per la crescita e per la vi-sibilità del territorio. Non possiamo poi dimenti-care l’incredibile sforzo compiuto dagli alpini in occasione del terremoto del Friuli. Quei momenti ci videro vicini perché la nostra Banca fu capofila del consorzio di banche popolari che incanalò i contributi comunitari”.

Per l’occasione Friu-lAdria ha ideato un pac-

chetto di servizi bancari creato appositamente per gli alpini e per le loro fa-miglie comprendente un conto corrente, prestiti a condizioni agevolate e carte di pagamento per-sonalizzate con un riferi-mento all’Adunata. Inol-tre, nella sede di Palazzo Cossetti a Pordenone, verrà allestito un percor-so espositivo con alcuni quadri di proprietà del-la banca ispirati al tema

del paesaggio alpino. I soggetti rappresentano principalmente le vedute delle Alpi del Friuli Ve-nezia Giulia e del Veneto declinate nelle diverse stagioni. Tra le opere che spiccano: “Le Tre Cime” di Polesello degli anni Trenta; “Case a Collina” di Pellis; “Nei paesi della guerra. Pieve di Tesina in Valsugana” di Mazzetti. La mostra sarà visitabile dal 9 aprile al 30 maggio.

La Banca è partner ufficiale dell’Adunata nazionale di Pordenone (9-11 maggio 2014)

Le iniziative “alpine” di FriulAdria

Rovigo

Decima edizione “Libri infiniti”

Coldiretti

A 3000 furbetti, mezzo miliardo esentasseGiuriolo, “Siamo preoccupati per le scelte che devono esser adottate sulla Pac”

La Regione per le scuole

Centenario della grande guerraConcorso sul tema dell’entrata nel conflitto dell’Italia.

Entro il 20 maggio consegna degli elaborati

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“La Chiesa per la scuo-la. Festa della scuola con Papa Francesco”, è questo lo slogan e l’invito rivolto a tutto il mondo della scuola italiana per farsi presente a Roma e per vivere nella

gioia, nella riflessione, nel-la preghiera un momento forte, coraggioso e unico.

L’incontro avrà luogo sabato 10 maggio 2014 dalle 15,00 alle 17,00, in Piazza San Pietro, qui Papa Francesco incontrerà il mondo della scuola ita-liana.

L’iniziativa è promossa dalla CEI (Conferenza Epi-scopale Italiana – Commis-sione Scuola Educazione Università). La manifesta-zione ha come suo primo obiettivo quello di suscita-re l’attenzione di tutti cir-ca il valore e l’importanza che la scuola riveste nella società e nella formazione dei futuri cittadini, pro-muovendo così la speran-za a partire proprio dalla scuola.

L ’ i n -c o n t r o vuole es-sere anche un’occa-sione per un mag-giore im-pegno e collabora-zione per rinnovare la scuola Italiana.

Il mon-do della s c u o l a p r e s e n -te nella D i o c e s i di Adria – Rovigo è fortemente impegnato a vivere in pieno e in profon-dità questo straordinario evento ecclesiale ed educa-tivo insieme. Uno dei mo-menti di preparazione si è avuto sabato 5 aprile 2014 presso la Sala Convegni del Centro Gio-vanile San Giovanni Bo-sco di Rovi-go; si è tenuto un incontro sul mondo della scuola con testimo-nianze e vari intervent i ; l’iniziativa è stata promos-sa dall’Ufficio Scuola Diocesano, unita-mente all’Ufficio Famiglia Diocesano e al Servizio diocesano di Pastorale Gio-vanile. A guidare l’incontro don Damiano Furini, diret-tore dell’Ufficio scolastico diocesano; diverse sono state le testimonianze of-ferte da varie persone che in modi diversi sono vicine al mondo della scuola.

L’incontro ha avuto inizio con l’intervento del Vescovo di Adria-Rovigo mons. Lucio Soravito de Franceschi, il quale ha ri-chiamato l’attenzione ri-guardo all’impegno della Chiesa diocesana nell’edu-cazione e per il mondo della scuola, una realtà che rappresenta il futuro delle giovani generazioni. Per questo, ha precisato il Vescovo, l’attenzione della Chiesa verso il mondo del-la scuola non è mai venu-ta meno. A tal proposito il Vescovo ha osservato che il Sinodo diocesano - nelle sue Costituzioni - ha riser-vato particolare attenzione al mondo scolastico, agli alunni, agli studenti ed ai docenti.

Le varie realtà presenti hanno offerto la loro testi-monianza manifestando molteplici segni di atten-zione e di considerazione verso la realtà scolastica.

Don Vanni Cezza re-sponsabile diocesano per la Pastorale della Famiglia ha sottolineato l’impegno dei genitori per i propri figli

attraverso momenti speci-fici di formazione; cosi Lo-renzo in compagnia di altri due compagni ha parlato dell’attività e dell’attenzio-ne che molti gruppi di stu-

denti hanno vissuto nella Casa Diocesana GP2.

Don Daniele Spa-don ha invece raccontato dell’impegno dei giovani sacerdoti verso il mondo scolastico, una presen-za che è tutt’ora in via di progettazione. Marco nel suo intervento ha parla-to dell’impegno verso la scuola attuato dall’Ufficio Scuola Diocesano.

Hanno preso la paro-la poi la signora Angelina ricordando l’impegno del Gruppo A.ge in favore del mondo educativo e Franca Vallese, presidente pro-vinciale dell’Uciim, che ha presentato le iniziative del gruppo.

A conclusione dell’in-contro è intervenuta la professoressa Giuseppi-na Papa, già preside nella scuola superiore, che ha osservato come la scuola sia anzitutto un luogo di formazione; in questo sen-so al centro di tutto deve sempre esserci la persona, l’alunno, con tutta la sua vita di oggi e del suo futu-ro. E’ perciò importantissi-mo, ha detto la preside, che il bambino, il ragazzo, il giovane, sia sempre accol-to ed amato dalla scuola, una realtà che deve essere sempre aperta al territorio. A conclusione dell’incontro sono state rese note alcune cifre riguardo al pellegri-naggio a Roma da Papa Francesco. Attualmente ri-sultano essere oltre 750 gli

iscritti, tra que-sti molti gli stu-denti, i docenti e le famiglie.

Settimio Rigolin

7la Settimanadomenica 13 aprile 2014 scuola

La Chiesa per la scuolaIncontro con Papa FrancescoPiazza S. Pietro - 10 maggio 2014

Conferenza Episcopale TrivenetaCommissione sCuola eduCazione università

Queste parole di Papa Francesco, al­lora Arcivescovo a Buenos Aires, sono state riprese da S. E. mons. France­sco Moraglia, Patriarca di Venezia e presidente CET, in occasione della IV Conferenza sulla scuola e formazione professionale a Verona, il 24 novembre 2013.Il Patriarca ha poi proseguito: ‘‘Ci sta a cuore la scuola che è bene pubblico, è

bene comune da valorizzare e da pro­muovere.La chiesa è per la scuola, per tutta la scuola; infatti, solo una società che sa investire risorse economiche e umane nella formazione e nell'innova­zione, in ambito scolastico, può prepa­rarsi a un futuro nel quale la persona non venga subordinata alle scelte eco­nomiche e finanziarie per cui, alla fine, lo stesso lavoro non è più al servizio

“Educare è di per sé un atto di speranza, non solo perché si educa per costru-ire un futuro, scommettendo su di esso, ma perché il fatto stesso di educare è attraversato da una prospettiva di speranza” (Card. Jorge Mario Bergoglio, Men-saje a las Comunidades Educativas, 23 aprile 2008).

Dalla Scuola di TeologiaInsegnamenti per l’anno in corsoVi diamo una breve descrizione del-

le materie che vanno a completare gli insegnamenti di quest’anno scolastico 2013/2014:

STORIA DELLA CHIESA I e STO-RIA DELLA CHIESA II, prof. Silvio CECCON; i corsi hanno lo scopo di for-nire gli strumenti necessari per capire la Chiesa di oggi a partire dal suo pas-sato, tramite la conoscenza critica del-le sue principali vicende nel corso del tempo. In particolare fornire le coordi-nate storiche e gli strumenti per poter riflettere sulle vicende della Chiesa nel tempo; conoscere alcuni dei temi fon-damentali della storia della Chiesa dal I al XIII secolo e dal XIV secolo fino ai giorni nostri.

TEOLOGIA FONDAMENTALE, prof. don Lino SACCHETTO; la finalità del corso si riconosce nelle parole della 1^ Lettera di Pietro 3,14-16: “...pronti sempre a rispondere a chiunque vi do-mandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dol-cezza e rispetto, con una retta coscien-za”. Obiettivo classico è la costruzione di risposte plausibili alle domande: per-ché credo, perché sono cristiano, perché sono cattolico? Obiettivo specifico e at-tuale è la ricerca del fondamento, delle condizioni e delle esigenze di verità e di credibilità della fede cristiana stessa.

TEOLOGIA DOGMATICA I – CRI-STOLOGIA, prof. don Oddone MAR-ZOLA

Il Corso ha lo scopo di approfondire

la conoscenza di Gesù di Nazareth sulla base della testimonianza neotestamen-taria e della fede ecclesiale, con riferi-mento ad alcuni elementi fondamentali per conoscere il mistero Gesù Cristo professato dalla fede cristiana.

LITURGIA II, prof. don Emanuele SIEVE. Il corso si propone di introdurre gli studenti alla liturgia sacramentale attraverso uno sguardo storico e pasto-rale, con l’obiettivo specifico di celebra-re il Mistero di Cristo nei sacramenti.

STORIA DELLA CHIESA III, prof. Adriano MAZZETTI. Le lezioni sul-la storia della diocesi di Adria Rovigo intendono offrire un quadro sintetico della presenza e dell’influsso della Co-munità cristiana sulla società polesana nei diversi periodi della storia. Dopo una precisazione sull’identità territo-riale e sulle note fondanti della Diocesi verranno affrontati temi riguardanti le origini della Chiesa locale e le presen-ze monastiche nei centri maggiori del Polesine in età medievale e moderna. Seguendo un percorso cronologico e con riferimento ai numerosi recenti studi saranno inoltre illustrate vicende e figure della Chiesa locale dal Cinque al Settecento, la ristrutturazione della Diocesi nell’Ottocento, il movimento cattolico e la realtà preconciliare. L’ul-tima lezione sarà dedicata al percorso della Chiesa adriese dopo il Concilio Vaticano II.

A chi fosse interessato si ricorda che è possibile iscriversi ai singoli corsi.

Verso l’incontro con Papa Francesco

La comunità diocesanaper il mondo della scuolaPromozione della persona umana e prospettiva per il futuro della società

Don Vanni Cezza

Don Daniele Spadon

Franca Vallese

Prof. Giuseppina Papa

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Domenica 30 mar-zo, la Sottosezione di Rovigo, ha aderito alla Giornata Nazionale dell’U.N.I.T.A.L.S.I. (Unio-ne Nazionale Italiana Tra-sporto Ammalati Lourdes e Santuari Internazionali).

Tanti volontari si sono mobilitati per allestire banchetti e gazebo nelle piazze davanti alle Chiese di Badia Polesine, Lusia e Cavazzana, Fiesso Um-bertiano, Costa, Frati Cap-puccini di Rovigo, e presso l’Ospedale Civile di Rovi-go e la sig.ra Italia Lucchin di San Martino di Venezze, per distribuire piantine di ulivo e bottiglie di olio e materiale informativo sull’Associazione, i Pel-legrinaggi e i programmi futuri.

Sono state tante le persone che hanno accol-to benevolmente questa iniziativa e hanno dato la loro offerta per sostenere l’ associazione e soprattutto per aiutare gli ammalati in difficoltà economica, a par-tecipare ai Pellegrinaggi.

L’ Unitalsi accompagna e accudisce i disabili, le persone malate e anziane

nei Pellegri-naggi di uno o più giorni ai Santuari delle Fede d’ Italia, d’ Eu-ropa e non solo, parti-colarmente a Loreto, Lou-rdes, Fatima, Terra Santa e pure ai sog-giorni estivi al mare e in montagna.

Un grazie speciale a tutti i volontari dell’ asso-ciazione che hanno contri-

buito alla realizzazione di questa giornata.

Uova, farina, zucche-ro e tanto divertimento, questi gli ingredienti che hanno caratterizzato il pomeriggio di domenica 4 aprile all’oratorio “Gio-vanni Paolo II” di Fiesso Umbertiano, dedicato alla preparazione dei biscotti pasquali. È ormai da di-versi anni che nel periodo che precede il Natale e la Pasqua l’orato-rio organizza un mercatino ed anche i bambini danno il loro contributo impa-stando, tagliando e deco-

rando i biscotti aiutati da genitori, catechisti e volon-tari dell’oratorio. L’inizia-tiva ha riscosso un grande successo perché permette ai bambini di stare insieme

e divertir-si facendo un

gioco un po’ insolito. Nella mattinata della domenica delle palme, 13 aprile, da-vanti alla chiesa si terrà il mercatino. I fondi raccolti saranno destinati alle ini-ziative dell’oratorio.

Lucia Bianchini

8 la Settimana domenica 13 aprile 2014polesine

Lendinara San BiagioLa “radio parrocchiale”La radio parrocchiale diventa più preziosa in questi giorni della celebrazione dei grandi misteri della nostra redenzione! Essa, non solo reca voce, canti e messaggi nelle case in tempo reale, delle liturgie celebrate nella parrocchiale, ma permette pure di seguirle mentre si è in viaggio da e per il posto di lavoro. La “quinta campa-na” il periodico di San Biagio di Lendinara, avverte che la radio parrocchiale trasmetterà le sante liturgie della Pasqua e seguirà il tragitto della Via Crucis animata dai giovani alle ore 21.00 il Venerdì Santo.Molinella10 anni fa moriva don AntonioE’ morto mentre si apprestava a celebrare. Era sceso dalla stanza e sentendosi male s’adagiava in una poltrona e chiudeva la sua giornata terrena. Era il mattino del 13 aprile 2004. Lo trovarono così le persone che non veden-dolo arrivare in chiesa si portarono in canonica a chia-marlo. La notizia si sparse in poco tempo nella minusco-la comunità che è poco più di una numerosa famiglia. Di lui restano il ricordo caro, il suo amore alla gente, il suo impegno pastorale, la cura per la chiesa ed il suo gran-de pregare. Prete da 60 anni si apprestava a celebrare la ricorrenza, al termine dei lavori di ripristino del tetto, fissata per la solennità del Corpo e Sangue del Signore. Mons. Arcolin è sepolto nel cimitero di Molinella accanto ai Genitori ed al fratello Guido.LendinaraI Santi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo IINella domenica della divina misericordia, il 27 p.v., la città sarà in festa per l’avvenimento di grazia della cano-nizzazione dei due Papi. Alle 17.30 nella chiesa dei Padri Cappuccini vi sarà la celebrazione del Vespero seguito dalla processione con la reliquia di San Giovanni Paolo Il fino alla chiesa di San Biagio, ove sarà celebrata l’Eucari-stia presieduta dal guardiano del convento cittadino, fra Elvio Battaglia.LusiaIl RisortoVenerdì 18 aprile, alle ore 21.00, nella chiesa parrocchiale di Lusia, sarà presentata l’opera Rock, il “Risorto”, ne è autore Daniele Ricci. L’opera che vuole raccontare la sto-ria della resurrezione del Cristo, parte dall’ingresso gio-ioso in Gerusalemme, fino alle apparizione ai discepoli di Emmaus, di Tommaso, passando per il processo, la pas-sione, la crocifissione. L’autore mette in rilievo le figure femminili del racconto alle quali è affidato il compito di accompagnare lo spettatore nella narrazione degli eventi. Insomma ne è risultato un Rock vibrante e commovente che porterà lo spettatore a vivere intensamente, il giorno in cui la Chiesa celebra la morte del Signore. Lo spettaco-lo è realizzato dai giovani di Lusia e Cavazzana.Ficarolo“Le 40 Ore”Da sempre la comunità credente si mette in adorazione del Signore, nell’ultima settimana della Quaresima. Do-menica 6 aprile, alle 15.30 i Genitori e ragazzini del 1° anno del Catechismo hanno dato avvio alla solenne ado-razione eucaristica prolungata. Poi le famiglie - via per via - si sono turnate lunedì 7 e martedì 8 aprile. Lunedì 7, dalle 21 alle 22, adorazione notturna per tutte quelle fa-miglie che per vari motivi non riescono a partecipare nei turni programmati. La “solenne adorazione prolungata” si è conclusa alle 19.30 di martedì. L’Arciprete aveva in-vitato i fedeli a vivere i giorni dell’Adorazione delle 40 Ore nel silenzio e nella preghiera per ottenere che l’intera comunità divenga una “parrocchia missionaria”!Unità pastorale di Crespino“Presenza”Per la Pasqua 2014, l’unità pastorale di Crespino ha fat-to uscire “Presenza” il periodico voce della vita cristiana delle cinque comunità parrocchiali. Apre l’augurio dei tre sacerdoti seguito dal programma orario delle celebrazio-ni della Settimana Santa a Crespino. A seguire la pubbli-cazione offre l’anagrafe delle cinque comunità, ove il dato che impressiona è il numero dei funerali nei confronti dei Battesimi, totalmente assenti a Canalnovo e Villanova Marchesana. Vi è un ampio servizio sull’attività della As-sociazione NOI e della Caritas. Particolare attenzione è data alla vita della Materna e de Nido integrato Pio XII. “Presenza Pasqua 2014” è pure arricchita dalla cronaca della vita delle singole comunità e riserva una pagina per ricordare Mons. Afro Borgato 1° Parroco di San Cassiano. La pubblicazione è assai comoda per l’uso della pagina che elenca i giorni della Settimana Santa con gli orari delle celebrazioni nelle cinque chiese. E’ un numero assai inte-ressante per l’impegno pastorale e l’attenzione pastorale dei tre sacerdoti a facilitare la partecipazione dei fedeli.VillamarzanaSolenne apertura della Settimana santaSia a Gognano che a Villamarzana la Settimana Santa sarà aperta dalla benedizione dei rami di ulivo. A Go-gnano nel cortile della Casa canonica alle ore 8.45 che sarà seguita dalla processione fino alla chiesa. A Villa-marzana, alle 10.45 nell’oratorio di San Pietro Martire per poi portarsi in devota e partecipata processione alla chiesa parrocchiale.

Unitalsi Sottosezione di Rovigo

L’ulivo che aiuta i malati

E’ morto sabato 5 apri-le Renato Mazzali di Fica-rolo, di anni 83. Maestro d’arte, artista poliedrico, ed artigiano appassiona-to. E’ nato falegname col padre, poi diplomato alla scuola d’arte, ha insegnato ceramica al centro Enaip. E’ stato un artista a tutto tondo, dilettandosi di pit-tura, di ceramica, di terra-cotta, di restauro, e lacche.

Pittore, ispirandosi e copiando soggetti di arti-sti famosi del 300-400-500 italiano e non solo, dava vita ai cosiddetti falsi d’au-tore, molto apprezzati, e parte di questa produzio-ne è stata esposta in una recente mostra. Preparava le formelle in legno, adat-tava i colori, li completava con le dorature con foglie

d’oro.Famosi i suoi presepi

di terracotta con statue po-licrome di circa 40 cm d’al-tezza, e, ancora in corso, il presepe con statue dal vol-to in ceramica, scheletro di legno e carta pesta, e ricca veste. Con la stesa tecnica ha forgiato la statua di San

Rocco, per l’omonimo ora-torio di Ficarolo.

E’ sempre stato dispo-nibile per tutte le iniziative di animazione della vita del paese, con liberalità, entusiasmo e creatività. Ha curato il Carnevale di Ficarolo per anni, ed è stato regista ed animatore

delle rappresentazioni te-atrali che si tenevano nel teatro sociale che coinvol-geva gruppi di giovani ed adulti del paese negli anni 50-60.

E’ stato uno dei fon-datori dell’Associazione Liberi Artisti di Ficarolo, che negli ultimi dieci anni ha allestito commedie ed opere liriche in play back, di cui curava una ricercata e sontuosa scenografia.

Lascia un ricordo grato in tutto il paese, col rim-pianto che la sua profes-sionalità solo in parte ha trovato allievi che hanno fatto tesoro dei suoi saperi. Lascia la moglie Paola, in-telligente e fedele compa-gna delle sue scelte, i figli Alberto e Paolo e cinque nipoti.

Ficarolo

E’ morto Renato Mazzali maestro d’arte

Fiesso Umbertiano

Biscotti pasquali in oratorioDomenica 13 aprile davanti alla chiesa l’annuale mercatino

AdriaS. Maria Assunta

La processione degli ulivi

Domenica 13 aprile nella ricorrenza della domenica delle palme, si svolgerà nella parrocchia santa Maria Assunta detta della Tomba, la tradizionale processione degli ulivi.

Il corteo di bambini e adulti che percorrerà la strada fino alla basilica tenendo in mano un ramoscello d’ulivo, partirà alle 9.10 circa dalla chiesa dell’ospedale di Adria. Arrivati nella basilica ci sarà la santa messa delle ore 9.30 celebrata da Padre Ave Maria Lozzer con la lettura del “Passio”.

“Ad imitazione del nostro Maestro, noi cristiani siamo chiamati a guardare le miserie dei fratelli, a toccarle, a farce-ne carico e a operare concretamente per alleviarle. La miseria non coincide con la povertà; la miseria è la povertà senza fiducia, senza solidarietà, senza speran-za”. Dal Messaggio Quaresima 2014 di Papa Francesco

Siamo il Gruppo Giovani della Sotto-sezione Unitalsi di Rovigo che in collabo-razione con le Parrocchie di San Francesco e Giustina con Mons. Giulio Bernardinello e Don Patrizio Boldrin del Duomo stiamo preparando la Via Crucis Cittadina che avrà luogo

Nel piazzale della Rotonda Venerdì 18 aprile 2014 alle ore 21.

Partendo dal Messaggio della Quare-sima di Papa Francesco quest’anno vor-remmo unire la nostra Associazione che si occupa di disabilità alla vostra comunità. La Via Crucis sarà animata dal gruppo gio-vani e sarete tutti quanti coinvolti a parte-cipare attraverso momenti di comunione e testimonianza. Spinti dall’amore verso l’altro, all’aiuto delle persone in difficoltà, ci ritroveremo in un momento di preghie-ra che accrescerà il nostro sentirci fratelli. Chiediamo ad ogni partecipante di portare come segno, un alimento a lunga conser-vazione (preferibilmente alimenti in scatola come il tonno) che consegneremo alle due mense di Rovigo per le persone in difficol-tà Frati cappuccini e Mensa Ozanam.

Gruppo Giovani Unitalsi Rovigo

Rovigo - Gruppo Giovani Unitalsi

Via Crucis cittadinaVenerdì 18 aprile alle ore 21 nel Piazzale della Rotonda

Page 9: La Settimana n. 15 del 13 aprile 2014

9la Settimanadomenica 13 aprile 2014 polesine

Diocesi d Adria-Rovigo

Servizio Pellegrinaggicon la I.O.T. di Gorizia

Proposta per l’anno 2014

23 - 30 maggio Russia

Con anello d’oro

21 - 28 luglio TurchiaSulle orme di S. Paolo

16 - 23 agosto Repubbliche

Baltiche Estonia-Lettonia-Lituania

2 - 10 settembre Armenia

Le modalità di ciascun programma si po-tranno conoscere successivamente o telefo-nando a Don Guido Borin - Tel. 0425 25839Le date possono subire qualche variazione a causa della operatività dei voli.Non si accettano prenotazioni per telefono.

Diocesi d Adria-Rovigo

Servizio Pellegrinaggicon la I.O.T. di Gorizia

Proposta per l’anno 2014

23 - 30 maggio Russia

Con anello d’oro

21 - 28 luglio TurchiaSulle orme di S. Paolo

16 - 23 agosto Repubbliche

Baltiche Estonia-Lettonia-Lituania

2 - 10 settembre Armenia

Le modalità di ciascun programma si po-tranno conoscere successivamente o telefo-nando a Don Guido Borin - Tel. 0425 25839Le date possono subire qualche variazione a causa della operatività dei voli.Non si accettano prenotazioni per telefono.

Il gruppo diocesano de “I genitori in cammino” ha voluto - come negli anni scorsi - proporre una rifles-sione legata alle tematiche della fede ai propri soci ed al pubblico interessato. Dopo gli incontri con p. Mario Gallian che hanno riscosso un grande interes-se si è pensato di affidare la riflessione ad un biblista ed è stata invitata a parlare suor Cristina Caracciolo delle Serve di Maria Ri-paratrici (nella foto) e in-segnante di studi biblici in diversi istituti.

L’incontro si è tenuto domenica 23 marzo 2014 alle ore 15,30 presso la Sala Riunioni de la Settimana in via Sichirollo 74 a Rovigo.

Il tema: Un cammino per condividere insieme la Vita. “Ed egli lo restituì a sua madre” (Lc 7,15).

Il riferimento al Vange-lo di Luca è quello dell’epi-sodio della vedova di Naim alla quale Gesù restituisce il figlio morto, ma la relatri-ce ha svolto il tema a partire dalle prime pagine della Bibbia e in questo modo ha po-tuto e saputo illustrare in modo trasversale il volto d’amore di Dio Padre che da sempre ama i suoi figli. L’avvio è stato preso dallo stesso nome di Dio rivelato a Mosé nel libro dell’Eso-do e Suor Cristina ha fatto notare il corretto modo di leggere quel termine miste-rioso che è il tetragramma del nome di Dio; ha fatto notare che generalmente fin qui si è preferito darne una lettura solo per così dire filosofica che si rap-porta al concetto di essere mentre invece una lettura più aggiornata evidenzia sì l’essere, ma più ancora

l’essere qui, presente, vici-no ad ognuno del mistero d’amore di Dio.

La conseguenza di questo primo passo è nella conferma delle al-tre pagine della Bibbia, a partire dl libro di Giobbe per arrivare poi fino al Vangelo. Suor Cristina ha dimostrato come l’amore

di Dio accompagni la cre-atura umana attraverso il tempo per condurla al pie-no godimento del destino d’amore nella luce eterna di Dio.

Suor Cristina ha in-trodotto anche le proble-matiche di fede che inter-vengono naturalmente di fronte alla lettura biblica che risulta da segnali di luce su uno sfondo di mi-stero da disvelare. Il verti-ce di questo contrasto tra esperienza nel tempo e luce eterna dell’amore del Padre appare fortemente e drammaticamente espres-sa dalla morte di Gesù in croce e dalle parole da lui

pronunciate in quel mo-mento estremo di sofferen-

za e di tragicità.Il numeroso pub-

blico presente ha seguito con molto interesse la intensa e profonda riflessione di suor Cristina che

molto umilmente ha intro-dotto e concluso l’incontro con le parole di Pietro ne-gli Atti quando di fronte al mendicante dichiara di dare tutto quello che ha.

E’ seguito poi un inte-ressante dibattito che ha toccato soprattutto il tema della sofferenza e la spe-ranza della vita eterna. I genitori in cammino sono coloro che più di tutti sen-tono e vivono queste pro-blematiche per il dolore che li accompagna appun-to giorno per giorno nel cammino verso un oriz-zonte che la fede aiuta a scorgere e ad individuare con certezza.

Genitori in cammino

La luce della speranza suscitatain noi dall’amore del PadreIncontro con la biblista Suor Cristina Caracciolo

Alle relazioni seguirà dibattito.Ingresso libero aperto a tutti.

Per Informazioni: Mario Gallani Ficarolo cell. 3394186677Don Bruno Cappato Rovigo tel. 0425 34534 cell. 3474526179

Ed egli lo restituì a sua madre (Lc 7,15)

Relatore: Suor Cristina Cacciolo “Serva di Maria Riparatrice”biblista (insegna Sacra Scrittura in diversi Istituti Teologici).Ci proporrà un itinerario di testi biblici.

Un cammino per condividere insieme la Vita.Domenica 23 marzo 2014 ore 15,30

Conferenza DibattitoPresso la Sala Riunioni de la Settimana

(a Piano terra)via Sichirollo 74 Rovigo (ampio parcheggio)

Diocesi Adria - RovigoGenitori in CamminoGenitori in Cammino

Corso formativo-culturale per Volontari Ospedalieri

e presso Case di Riposo

sul tema

Volontariato per dare senso alla vita

organizzato dall’Associazione ONLUS

SOCIETA' DI SAN VINCENZO DE PAOLI Consiglio Centrale di Rovigo

Tel. 0425 33773 – fax 0425 31207 mail: [email protected]

con la collaborazione ed il contributo del

CENTRO di SERVIZIO per il VOLONTARIATO

della Provincia di Rovigo tel. 0425 29637

in collaborazione con

Caritas Diocesana Gruppi di Volontariato Vincenziano

A. Ge. A.N.D.O.S.

Associazione Edith Stein Associazione Scienza & Vita

Centro di Aiuto alla Vita Gruppo Anonimo Sieropositivi

Commissione Pastorale della salute U.N.I.T.A.L.S.I.

col patrocinio di

Aziende U.LS.S. N° 18 e 19 Case di Riposo (Rovigo , Lendinara, Adria, Trecenta, Crespino, Fratta Pol., Badia Pol.)

Assessorato alle Politiche Sociali

della Provincia di Rovigo

PROGRAMMA

Sabato 03 Maggio 2014 ore 15,30

"L’uomo tra bisogni e desideri” Relatore: dott. Michele Visentin,

Liceo della Comunicazione Padova Interviene: dott. Arturo Orsini

direttore generale Azienda ULSS 18

Sabato 10 Maggio 2014 ore 15,30

“Aspirazioni e ricerca della felicità”

Relatrice: Silvia Donati, psicologa Interviene: Remo Agnoletto,

presidente C.S.V. Rovigo

Sabato 17 Maggio 2014 ore 15,30

"Farsi dono dà senso alla vita" Relatrice: dr Elisabetta Spigolon,

coord. didattica corso Laurea Infermieristica Interviene: dr Tiziana Virgili, presidente Provincia Rovigo

Sabato 24 Maggio 2014 ore 15,30

"Le beatitudini: stile di vita”

Relatore: prof. don Renzo Pegoraro, direttore scientifico Fondazione Lanza Padova

Interviene: dott. Luigi Ziviani sindaco, responsabile Casa di Riposo Crespino

Moderatori:

Giuseppe Amato presidente San Vincenzo

Francesco Rossin Coordinatore Vol. Osp.

Sede del corso Auditorium dell'Ospedale Civile di

Rovigo

SCHEDA DI ISCRIZIONE

Cognome...............................................

Nome............................………………..

Nato a….............................il..................

Recapito: Tel.......................................

Via............................................. n°........

Cap..............Città.....……….…………..

mail ……………………………………..

Desidero iscrivermi al

Corso per Volontari Ospedalieri

che si svolgerà nei giorni

3, 10, 17 e 24 Maggio 2014

FIRMA…………………………………………...

N.B. Il Corso è totalmente gratuito. La presente scheda può essere consegnata anche in occasione del primo incontro. Ai partecipanti sarà rilasciato un attestato. I dati personali saranno utilizzati soltanto per l'invio di nostre comunicazioni, non verranno ceduti a terzi e saranno tutelati ai sensi della

legge 675/96.

Il Centro Studi “Agnese Baggio” ha organizzato due incontri sull’Inter-cultura oggi, in col-laborazione con le scuole della Rete del Basso Polesine. Gli incontri, avvenuti in Adria, presso l’auditorium Sac-centi, hanno tro-vato il consenso delle insegnanti che hanno aderi-to a questa Rete e che sentono l’ar-gomento.

Come hanno chiaramente spiegato i due esperti, il ricercatore di Scienze della Forma-zione dell’Università di Udine Davide Zoletto e l’antropologa dell’Ufficio Scolastico del Comune di Ferrara Laura Lepore, non si tratta di vedere i nuovi arrivati come pro-blemi, anche se difficoltà obiettive ci sono, ma come opportunità educativa per l’intera classe.

Nel secondo incontro su “Bambini e adolescenti figli di migranti: comples-sità, problemi e risorse”, del 4 aprile, la dottoressa Lepore ha affermato che si tratta di inventare e speri-mentare nuove modalità di approccio e percorsi diver-si dagli attuali. Ha messo in discussione la mediazione linguistica culturale come è attualmente e ha parlato della difficoltà di contatti con le famiglie di origine, per il diverso modo di in-tendere il rapporto tra i ge-nitori e la scuola – spesso i figli vengono “affidati” alla scuola con un atteggia-mento di grande fiducia negli educatori. Bisogna tener presente che parlia-mo di scolari che spesso ormai sono nati in Italia e si “sentono” italiani. Ognuno di loro, inoltre, ha una pro-pria storia, un proprio vis-suto caratteristico, per cui è scorretto generalizzare anche riferendosi a ragazzi di una stessa provenienza culturale. E’ in aumento, ad esempio, il numero dei minori non accompagnati o seguiti non dai genitori, ma da parenti, o addirit-tura, come succede nel caso di molte cosiddette “badanti”, di ragazzi che vengono lasciati, con gran-di sofferenze, nel paese di origine in una condizione di semi-abbandono.

Per poterle affrontare occorre conoscere le cause dei disagi vissuti dai ra-gazzi di origine straniera, a volte anche l’atteggia-mento di rifiuto da essi manifestato nei confronti dell’ambiente scuola o la scarsa capacità di acco-glienza che incontrano in persone poco preparate o poco sensibili. Molte sono però le opportunità edu-cative che la scuola può offrire sia con le materie che possono essere esplo-rate con occhi diversi, sia con attività coinvolgenti, come lo sport e i labora-tori, tenendo presente che anche bambini italiani ma-nifestano spesso gli stessi atteggiamenti di disagio. Il coinvolgimento di altre agenzie educative, scuola,

Adria - Centro Studi “Agnese Baggio”

Una nuova sfida per la scuola

Comune, volon-tariato, servizio civile, sono in-dispensabili per creare una rete di sostegno che sup-porti e collabori con le insegnan-ti della scuola dell’obbligo.

I ragazzi figli di mi-granti spesso diventano i mediatori culturali per le loro famiglie. Si nota, però, che l’inserimento scola-

stico è più agevole nella scuola primaria, per la sua attitudine alla cura, e più difficile nella scuola secon-daria, in cui si richiede una maggiore padronanza lin-guistica.

Si è formato un gruppo composto da insegnanti e volontari del Centro Studi per studiare un progetto educativo da sperimentare nel prossimo anno scola-stico, in affiancamento alla scuola pubblica.

Alle relazioni seguirà dibattito.Ingresso libero aperto a tutti.

Per Informazioni: Mario Gallani Ficarolo cell. 3394186677Don Bruno Cappato Rovigo tel. 0425 34534 cell. 3474526179

Ed egli lo restituì a sua madre (Lc 7,15)

Relatore: Suor Cristina Cacciolo “Serva di Maria Riparatrice”biblista (insegna Sacra Scrittura in diversi Istituti Teologici).Ci proporrà un itinerario di testi biblici.

Un cammino per condividere insieme la Vita.Domenica 23 marzo 2014 ore 15,30

Conferenza DibattitoPresso la Sala Riunioni de la Settimana

(a Piano terra)via Sichirollo 74 Rovigo (ampio parcheggio)

Diocesi Adria - RovigoGenitori in CamminoGenitori in Cammino

Diocesi di Adria - Rovigo

Genitoriin cammino

Serata di preghiera e spiritualitàper gli operatori pastorali

della Parrocchia e gruppi parrocchiali

Aperta anche ad amici e simpatizzanti

Centro Mariano “Beata Vergine Addolorata”Serve di Maria Riparatrici - Rovigo

Serata di preghiera e spiritualitàper gli operatori pastorali

della Parrocchia e gruppi parrocchiali

Aperta anche ad amici e simpatizzanti

Centro Mariano “Beata Vergine Addolorata”Serve di Maria Riparatrici - Rovigo

Serata di preghiera e spiritualitàper gli operatori pastorali

della Parrocchia e gruppi parrocchiali

Aperta anche ad amici e simpatizzanti

Centro Mariano “Beata Vergine Addolorata”Serve di Maria Riparatrici - Rovigo

Page 10: La Settimana n. 15 del 13 aprile 2014

Giovani

AVVISO IMPORTANTE AI PARROCI

E AGLI ANIMATORI

L’iscrizione a Festagiovani2014 è asso-Lutamente necessaria per motivi di sicurezza e di comunicazione alle For-ze di presidio del territorio. è assoLutamente sconsigLiabiLe partecipare all’evento in modo improv-visato. è invece consigLiabiLe concludere prima dell’evento le manovre di iscrizio-ne ed entrare in possesso del relativo Badge.

ISCRIVIAMOCI ALLA fESTATutte le modalità per non restare fuori dal grande evento

Pagina a cura del Servizio Diocesano di Pastorale Giovanilevia Sichirollo, 18 Rovigo 349 5139409 [email protected]

333333

DIOCESI DI ADRIA – ROVIGO | UFFICIO DI PASTORALE GIOVANILE PATROCINIO DEL COMUNE DI ROVIGO | ASSESSORATO ALLE POLITICHE GIOVANILI

PATROCINIO DELLA PROVINCIA DI ROVIGO | PRESIDENZA DELLA PROVINCIA

26 – 27 Aprile ROVIGO

IL CONCERTO

Due giorni

Perché l’alba regali EMOZIONI

Nel cuore di un evento mediatico Testimonianze dalle frontiere della vita

Dove l’Europa giovane riprende vita Ospitalità nelle Parrocchie di notte

e nella notte Fari per vegliare Autobus diretti alla Città di Rovigo

e cena in Città convenzionata per i pellegrini

Anche in Paypal le ISCRIZIONI

27 APRILE 10.00: “Grazie Santità” GIOVANNI PAOLO II – GIOVANNI XXIII FRA I SANTI Il Grazie dei giovani nella Celebrazione Pasquale di Piazza Vittorio Emanuele II

APERTE

LE ISCRIZIONI!!!

da tutta la diocesi a Rovigo26-27 aprile

COME ISCRIVERSI?1. raccogLiere i dati compLeti: nomi/cognomi e Luoghi/date di nascita di tutti i ragazzi che partecipano. I dati sono necessari per esigenze di comunicazione alle Forze dell’Ordine e di sicurezza. Allo stesso tempo è ne-cessario avere chiaro se il gruppo chiede il trasporto o il pernottamento.

2. consegnare i dati al responsabile locale di pasto-rale giovanile (vedi il box a lato), insieme al contributo di € 10,00 pro capite. Fino alla consegna del contributo l’iscri-zione non è ritenuta effettuata. Con l’iscrizione bisogna lasciare i dati telefonici e mail di un capogruppo, animatore o sacerdote.

opZioni pernottamento e trasportoPer ogni gruppo iscritto contemporaneamente è neces-sario precisare se chiede il pernottamento e se chiede il trasporto e da quale località della Diocesi. Con una mail o telefonata di risposta al capogruppo l’Ufficio di Pastorale Giovanile preciserà se la località è servita dal trasporto.

ancHe on LineE’ possibile effettuare l’iscrizione anche on-line sul sito www.5pani2pesci.it fino a Pasqua. Il contributo verrà versato on line tramite paypal per chi possiede una carta prepagata.

gli ospiti della festa

A CHI RIVOLGERSI I responsabili vicariali che accolgono le iscrizioni entro pasQua sono: adria – ariano Don Luca Borgna 3493695687 [email protected] Don Patrizio Boldrin 3471641288 [email protected] Don Piero Mandruzzato 3386113900 [email protected] – poLeseLLa Don Diego Pisani 3480524022 [email protected] – san beLLino Don Enrico Turcato 3386193751 [email protected] – trecenta Don Nicola Albertin 042551474 [email protected] Don Alberto Rimbano 3284633166 [email protected] Don Michele Samiolo 3493607910 [email protected]

fINO A quANdO ISCRIVERSI?In internet, on line possibile iscriversi on-line fino al 20 Aprile, giorno di PasquaPressi i preti nei vicariati possibile iscriversi presso i preti responsabili fino al 23 AprileNel punto – accoglienza il giorno stesso maATTENZIONE ALLE PREVEDIBILI CODE E AI TEMPI DI ATTESA. Chi chiede trasporto e pernottamento deve iscri-

versi comunque ENTRO PASQUA.

INfORMAZIONI TECNICHEr pernottamento neLLe parroccHieLe Parrocchie di Rovigo ospitano i giovani che si riversano in Città fino al numero disponibile di posti. Per godere del pernottamento è necessario non riversare tutte le iscri-zioni nell’ultima settimana per evitare l’effetto ad imbu-to. Tutti coloro che fino ad oggi hanno presentato iscri-zione saranno certamente ospitati per la notte. I gruppi giovanili parrocchiali o associativi non saranno divisi per il pernottamento, ma inviati ad unica struttura, possibil-mente insieme a quelli dello stesso vicariato. I ragazzi devono portare con sé materassino (o stuo-ino) e sacco a pelo in uno zaino che lasceranno nelle strutture di ospitalità e che ritroveranno la sera dopo il concerto. Con sé avranno invece ogni accorgimento per il maltempo e per la temperatura serale. Le parrocchie

saranno raggiunte dai pellegrini dopo il Concerto insieme ad un gruppo di volontari della parrocchia stessa. Se in uno stesso gruppo giovanile che si iscrive alcuni giovani non pernottano, si farà per loro un’iscrizione a parte.

r iL trasportoPer ogni gruppo iscritto viene precisato all’iscrizione se serve un aiuto nel trasporto. L’Ufficio di Pastorale Giova-nile invierà un autobus fra quelli che servono l’evento. Le località servite certamente dagli autobus sono: Ariano nel Polesine, Corbola, Bottrighe, Adria, Baricetta, Villadose, Bellombra, Papozze, Guarda Veneta, Polesella, Bo-saro, Lusia, Lendinara, Badia Polesine, Baruchella, Ceneselli, Castelmassa, Fratta Polesine, Fiesso Umbertiano, Santa Maria Maddalena, Occhiobello, Stienta, Ficarolo. Per le altre località ci si informi presso don Fabio Finotello 3495139409 [email protected].

r cena a rovigoLa cena è convenzionata in locali della Città, (ed è esclusa dal contributo per l’evento). I locali e i relativi costi convenzionati si trovano sul sito www.5pani2pesci.it. Per prenotare un locale a Rovigo per la cena alle ore 19.15 si invii una mail entro Pasqua a [email protected].

r serviZio in FestagiovaniSe un gruppo giovanile desidera fare servizio in Festagiovani può contattare il responsabile dell’Ufficio don Fa-bio entro Pasqua (3495139409, [email protected]). È possibile prestare servizio sia alla organizzazione dell’evento sia in luoghi di sofferenza come l’Ospedale Civile, la Mensa dei Cappucini, la Casa Circondariale.

r iL badge di accessoSarà necessario per gli iscritti ritirare il Badge di Festagiovani. Il ritiro avverrà per tutti nei due giorni precedenti l’evento, il 24 e il 25 Aprile, dalle 20.00 alle 22.00, nei diversi luoghi che saranno indicati su La Settimana e sul sito www.5pani2pesci.it in tutto il territorio della Diocesi. Il badge dovrà essere indossato, ed è inamovibile, fatta salva ovviamente la possibilità di eliminarlo. Non è sostituibile e nel caso in cui venga smarrito dovrà essere ac-quistato. Chi non avesse ritirato il Badge nei giorni precedenti lo potrà fare in Festagiovani al punto di accoglienza: sono ovviamente prevedibili code e tempi di attesa.

10 la Settimana domenica 13 aprile 2014speciale

Page 11: La Settimana n. 15 del 13 aprile 2014

11la Settimanadomenica 13 aprile 2014 speciale

A.Ge. (Associazio-ne Italiana Genitori), è una importante realtà di volontariato cattoli-co che opera all’interno della scuola per il bene dei bambini, dei ragaz-zi, degli studenti, come pure accompagna le famiglie e i genitori nel loro difficile compito di educatori. Da vari anni l’A.Ge. è presente con i suoi volontari nelle diverse scuole del Pole-sine, quotidianamente accanto alle famiglie e ai ragazzi e giovani, lavoran-do in rete con molte altre re-altà educative. Il Cav. Gino Furini (nella foto) , Coor-dinatore provinciale della Associazione, ne è l’ani-ma, instancabile lavoratore per il bene degli studenti e delle famiglie. L’A.Ge. è una realtà particolarmente attenta e disponibile verso il cammino pastorale della Chiesa diocesana di Adria-Rovigo. Animati come sempre dalla disponibilità e generosità, spiega Furini, l’A.Ge. ha affermato la sua adesione e il pieno assenso all’invito del Vescovo Lucio ad essere qui nel Polesine e nella Chiesa diocesana “Po-polo di Dio in missione”. In questa nostra intervista il Coordinatore Provinciale Furini ci illustra l’impegno dell’A.Ge.

D - L’Associazione A.Ge. come ha ac-colto l’invito che il Vescovo Lucio ha rivolto a tutta la Chiesa diocesana ad essere “Popolo di Dio in missione”?R - Abbiamo accolto

l’invito del Vescovo con grande interesse e vivacità. D’altra parte noi Genitori A.Ge., siamo nati a Rovi-go come Associazione nel 1975 con l’entrata in vigo-re degli Organi Collegiali nella Scuola. Associati per dare delle risposte concre-te alle Famiglie, proprio in virtù del ruolo statutario che ricopriamo all’interno della Scuola di ogni ordine e grado non poteva che es-sere affermativa.

D - In che modo il Gruppo A.Ge. sta af-

frontando il mandato del Vescovo?

R - Anzitutto attra-verso i sussidi forniti-ci da mons. Vescovo, nonché facendo nostre le varie delucidazio-ni offerteci sul come e dove vuole arrivare, quali responsabili di Associazione, genitori impegnati non solo nel-la Famiglia ma anche nel Sociale, ci sentiamo

a tutti gli effetti Popolo di Dio. Formalizzarci su un cammino di Missione, non è difficile, direi è alquanto doveroso. Ci siamo trova-ti tra di noi referenti delle A.Ge. locali, maggiormente impegnati e disponibili, fat-

te alcune considerazioni sul nostro ruolo di Genitori.

D - Il Gruppo A.Ge. opera prevalentemen-te all’interno della scuola, a contatto con giovani, insegnanti e famiglie, dentro que-ste realtà è possibile farsi missionari, an-nunciatori del Vange-lo di Gesù?R - A seguito dell’ap-

pello del Vescovo rivolto a tutti in varie occasioni, ora riteniamo dove-roso provocare alcuni incontri Formativi sul Territorio nell’ambito della Scuola, in colla-borazione con Istitu-zioni Scolastiche, Co-muni, Provincia e altre Associazioni. In alcune

zone della Provincia, San Basilio ed Ariano nel Po-lesine, siamo già partiti e abbiamo visto una buona partecipazione di Genitori e Studenti, non credo che faremo fatica a prosegui-re. Su Rovigo Città, siamo

partiti con alcuni incontri formativi solo per Genito-ri della Scuola Paritaria di San Pio X, anche in questo caso abbiamo notato un buon interesse del Genito-re nel ruolo che gli compe-te nella formazione e edu-cazione dei figli ai valori cristiani.

D - Dal vostro osser-vatorio la realtà della scuola è disponibile ad accogliere la buona notizia del Vangelo?R - Nel rispetto delle

persone e quindi dei ra-gazzi, oggi più multietnici di ieri, dove il vivere quo-tidiano comporta sacrifici per tutti, basta guardare cosa fa la Chiesa, il Papa e tutto il Clero, per il vive-re civile non solo in Italia ma nel Mondo. Gli incon-tri che ci sono stati e che ci sono ancora tra Chie-se diverse ad opera del Santo Padre e del Mondo Episcopale, sono segni in positivo sugli occhi di tutti. Creare delle frizioni o discrepanze fra popoli, sono solo provocazioni deleterie di pochi. Oggi la struttura Scuola tende an-cora a ripararsi per paure e mancanza di aggiorna-menti formativi, speriamo che presto si evolvi anche la Scuola. Noi Genitori im-pegnati nell’A.Ge. e nelle Istituzioni Scolastiche fare-

mo sicuramente la nostra parte a fianco del nostro Vescovo Lucio.

D - Pensando al mon-do dell’educazione, della scuola, di quale missione oggi ha biso-gno questa realtà?R - Oggi la Scuola ha

tante carenze, la peggiore è quella della mancanza di fondi. Speriamo che arrivi presto un vento forte e dol-ce per rilanciarla, le buone prospettive ci sono. Il 29 e 30 Maggio prossimo ad Abano Terme avrà luogo un Seminario Nazionale sui nuovi Programmi Sco-lastici a partire dall’anno scolastico 2014/2015 della Scuola Primaria: (Mater-na Elementare e Media) voluti da questo Governo con l’approvazione del FORUM Nazionale del-le Associazioni Genitori, dal FORUM dei Studenti. Sarà una vera rivoluzio-ne. I Dirigenti e Docenti si dovranno adeguare e ag-giornare perché il mondo sta cambiando alla veloci-tà della luce. Chi ci crede si adegua e si aggiorna, chi non ci crede, getterà la spugna. Per questo noi dell’A.Ge. diciamo grazie a mons. Lucio Soravito per aver lanciato questa invito essere “Popolo di Dio in missione”.

Settimio Rigolin

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Intervista al Cav. Gino Furini

L’A.Ge lavora con passione per il bene della scuola, degli alunni e delle famiglie

Ci sentiamo perfettamente inseriti nel programma pastorale della Diocesi

Page 12: La Settimana n. 15 del 13 aprile 2014

12 la Settimana domenica 13 aprile 2014attualità

A p p u n t a m e n -to con i concerti di primavera, sabato 12 aprile alle ore 21 all’Auditorium S. Rocco di Grignano Polesine. La Rasse-gna, giunta ormai alla XIV Edizione, presen-terà un ampio venta-glio di proposte mu-sicali e, ciliegina sulla torta, l’intervento del poeta polesano Gian-ni Sparapan con l’ul-tima pubblicazione dal titolo “El nievegar de la luna”. Grazie all’opera promozio-nale del coro “Monte Pasubio Rovigo Ban-ca”, si potrà apprezzare una volta di più il rapporto vivo con il canto popolare, un repertorio destinato a non esaurirsi, arricchito com’è dall’apporto di mu-sicisti originali come Bepi De Marzi e Marco Maiero, nonché dalle armonizza-zioni sempre interessanti di Gianni Malatesta. L’in-tenzione, come più volte è stato dichiarato, è quella di mantenere in vita una tradizione che ha un largo seguito di pubblico, com’è testimoniato dalle sale gre-mite di tante rappresenta-zioni di musica a ispirazio-ne popolare. Risulta talora incomprensibile come un fenomeno di così vasto interesse possa essere sot-tovalutato o addirittura ignorato. Non si tratta sol-tanto dei canti alpini o di quelli di guerra: da almeno trent’anni a questa parte, il mondo etnomusicale si è notevolmente sviluppato e non c’è paese o contrada che non possieda sue pro-prie esclusive voci e tradi-zioni. Come nell’ambito linguistico-dialettale, anche in quello folkloristico assu-me straordinaria rilevanza il livello di convinzione e consapevolezza di chi par-la o esprime nelle sue va-rie forme la storia del suo vissuto. Così, soprattutto in Italia Settentrionale, gra-zie alla ricerca di studiosi e maestri, la cultura musicale e folkloristica ha conosciu-to una grande diffusione. Se fino a quarant’anni fa, il compito di far conoscere e divulgare i canti trentini e di guerra era esclusivo di pochi grandi gruppi cora-li (uno per tutti, la SAT di Trento), oggi sono centina-ia i cori che tramandano alle nuove generazioni la storia vissuta dell’antica società.

Protagonisti della Ras-segna, quest’anno, saran-no, nell’ordine: il coro “En-rosadira” di Moena, diretto da Barbara Pedrotti; il coro rodigino “Cante e ciàcoe”, diretto da Vaifro Zanforlin; il gruppo polifonico rodi-gino “Melos”, di Roberto Spremulli; infine, il coro “La prara” di Caprino Ve-ronese, diretto da Raffaele Nicolis. I concerti si svol-geranno tutti di sabato, alle 21, nell’arco di tempo com-preso fra il 12 aprile e il 24 maggio, presso l’Audito-rium “S. Rocco”, fatta ec-cezione per il “Melos”, che

canterà nella vicina chiesa Parrocchiale di Grignano Polesine.

Apripista sarà, sabato 12 aprile prossimo, il coro “Enrosadira” di Moena. Nato nel 1981, nel solco della passione per il canto alpino, il coro si è reso pro-tagonista di innumerevoli concerti in Italia e all’este-ro. Memorabili le trasferte oltreoceano in America del Nord(2002) e Brasile (2011). Al tradizionale repertorio di canti di montagna, l’En-rosadira affianca lo studio e l’esecuzione di canti la-dini, in particolare quelli legati alla figura storica del compositore moenese Ermanno Zanoner, in arte “Luigi Canori”. Ne fa testi-monianza, l’originale CD “Ciantar Moena” (maggio 2008, che contiene ben 17 canti in lingua ladina. L’al-tro CD (“L’è en bel color”), legato al repertorio tradi-zionale, risale al 2001.

L’ormai trentennale storia registra l’avvicenda-mento di diversi maestri: Giancarlo Facchini, il fon-

datore; Luigi Chiocchetti (oltre 20 anni di direzione), Franco Pellegrin e, attual-mente, Barbara Pedrotti. Con quest’ultima, il grup-po ha compiuto ulteriori passi avanti in tema di apprendimento e cultura musicale. Barbara Pedrotti è infatti docente di musica presso “Il pentagramma” di Tesero e diplomata in chitarra classica.

Il programma della serata prevede una breve selezione di canti del coro

promotore “Monte Pasubio Rovigo Ban-ca”, diretto da Pie-rangelo Tempesta. A seguire, il coro ospite di Moena eseguirà, nell’ordine: “Fila fila” (arm. Luigi Pigarel-li), “Verdi campi” (C. Moser), “Faremo un brindisi” (F. da Trieste-G. Solera-A. Chini), “La pastora” (arm. Luigi Pigarel-li), “Daur San Pieri” (Marco Maiero), “Or-tigara” (arm. I. Pelosi), “A la Madonina del Vajolet” (L. Canori-I De Francesco), “Senti ‘l martelo” (arm. R.

Dionisi), “Maggio” (Mar-co Maiero), “SanMatìo” (Bepi De Marzi), “Canto dell’emigrante trentino” (Rauzi-Solera-Gravina). Un mix di vecchio e nuovo, come si vede. Certamente, una piacevole occasione di ascolto, a ingresso libero.

Claudio Garbato

Nelle foto: (dall’alto in basso) il coro “Monte Pasubio Rovigo Banca” e il coro “Enrosadira” di Moena

Chiunque è stato a Lou-rdes, sa che il luogo del-le apparizioni, con i suoi vari edifici della fede eret-ti dalla devozione dei fedeli, è immerso in un ambiente naturale di gran-de fascino che contiene le montagne, le rocce, il verde, il fiume Gave.

Ma il cuore di tutto questo è costituito dalla minuscola Grotta nella quale è incastona-ta, come perla di im-menso valore, la bianca marmorea statua della Vergine Immacola-ta. Proprio in quella grotta, esatta-mente 156 anni or sono, nella 16^ apparizione del 25 mar-zo 1858, la Madonna stessa rivelò alla piccola Bernardetta il suo nome: “Io sono l’Immacolata Concezione”.

Dopo di allora, il flus-so dei pellegrini a quella Grotta aumentò di anno in anno.

Anche noi siamo pronti a met-terci in fila con loro e partire. Perché si va a Lourdes? Per essere, per dare e per ricevere. Si va a Lourdes, con

il bagaglio delle proprie miserie umane e spirituali, per ritrovarsi con Dio e con se stessi, per esse-re vicini con il cuore e con le mani operose ai fratelli che vivono l’espe-rienza della malattia o sono nel bisogno. Si va a Lourdes, insomma, per fare ciò che la Madonna ha chiesto: pregare, fare peni-tenza e praticare la carità. Ma da Lourdes non si torna mai con le

mani vuote, con il cuore arido, con la fiaccola della speranza spenta. A Lourdes non parlano tanto le pre-diche, quanto la gente che prega, che

soffre, che sente forte il desiderio della con-versione e si affida alla misericordia del Signore. Proprio per questo anche noi abbiamo pensato di andare o di ritornare a Lourdes: per trova-re nella preghiera la

forza della conversione, la gioia della nostra fede e il motivo profondo della nostra speranza.

Mons. Valerio ValentiniAssistente Ecclesiastico

Unitalsi Sottosezione di Adria

A Lourdes con la speranza nel cuoreDal 22 al 28 giugno 2014

Per iscrizioni rivolgersi in Segreteria Unitalsi Sottosezione di Adria

Tel. 340 3828178 in via Arzeron 29/A (Scuola De Amicis)

45011 Adria

Unicef Rovigo

Pranzo di beneficenza pro “Emergenza Siria”

Il Comitato Unicef di Rovigo, il giorno 13 Aprile ha organizzato un pranzo di beneficienza presso il Ristorante “Le Betulle” in Rovigo, Viale Regina Mar-gherita 6, alle ore 12,30, allo scopo di dare un aiuto per la grave “Emergenza Siria”. L’Unicef festeggia in quell’occasione, i suoi 30 anni di presenza in provin-cia di Rovigo. Sarà presente il Presidente Regionale Dott. Alfredo Zannini ed altri Presidenti Unicef.

Grignano Polesine - Auditorium S. Rocco

XIVa Edizione dei Concerti di primaveraSabato 12 aprile aprirà il coro “Enrosadira” di Moena

Borsea

Ancora senza chiesa ma...

È la seconda Pasqua senza la nostra Chiesa! Anche quest’anno il nostro Risorto non si “manifesterà” nella sua casa... Ma nonostante ciò vivremo comunque la gio-ia della Resurrezione! Nella nostra chiesa improvvisata, seppure con disagio e fatica, ci stringeremo un po’ come abbiamo fatto sinora in questi lunghi mesi e ringrazie-remo il Signore perché non ci ha fatto mai mancare la fiducia, il desiderio di stare assieme, uniti come un’unica grande famiglia. Una chiesa chiusa ci ha fatti diventare, ogni domenica e in ogni celebrazione, una chiesa aperta e accogliente, per i nostri bambini, le nostre famiglie, i nostri anziani. Possiamo dirlo, senza retorica, siamo co-munque felici di essere cristiani nella nostra Parrocchia di Borsea. Il catechismo, gli incontri dei gruppi parrocchia-li, le iniziative anche con altri amici di parrocchie vicine o di altre esperienze di fede, ma anche i tanti momenti di convivialità e di festa presso il Centro Cuore Nuovo sono stati e sono tuttora evidenza di una comunità che continua ad essere viva e partecipe. Davvero una con-solazione!

In queste ultime settimane la notizia di un contributo da parte della Conferenza Episcopale Italiana, attraver-so i fondi dell’otto per mille, e la possibilità, con l’inte-ressamento della Diocesi, di poter avere un altro aiuto importante che ci faccia sperare di poter iniziare presto i lavori alla nostra chiesa sono parsi segni tangibili di un amore grande e di una preghiera che, incessante, è stata accolta! E il dono alla famiglia che prega unita, la grande famiglia della comunità, che è rimasta unita nonostante tutto! È tempo di rimboccarci tutte le maniche. C’è da au-gurarsi che chi in questi anni è “stato alla finestra” e non si è coinvolto, ora si senta chiamato in causa adoperan-dosi come può per contribuire a questa nuova e grande sfida. È triste davvero che la nostra chiesa parrocchiale sia l’unica chiusa ed inagibile in tutta la città di Rovigo! Ecco perché c’è da sperare che le istituzioni civili, qual-che realtà economica locale o persone che, nonostante la crisi economica, hanno la fortuna di stare meglio di al-tri, si mettano in gioco e facciano quanto è loro possibile per darci una mano. Nessuno si chiami fuori! E ciò che si dona per amore non si perde ma rimane e si moltiplica e diventa bene per tutti. La nostra Pasqua 2014 è già ora più bella e più grande!

Andrea B.

Dal Multisala CinergiaBeati Giovanni XXIIIe Giovanni Paolo IIDiretta della Canonizzazione

La multisala Cinergia annuncia la programma-zione presso le proprie sale domenica 27 aprile alle ore 10.00 della CANONIZZAZIONE dei beati GIO-VANNI XXIII e GIOVANNI PAOLO II.p DIRETTA da PIAZZA S. PIETRO - ROMA p DOMENICA 27 APRILE DALLE ORE 10 (durata

circa 2 ore). p IMPORTANTE: Ricordiamo a tutti che, su volere

dello stesso Papa Francesco, l’evento sarà GRA-TUITO per il pubblico.

Page 13: La Settimana n. 15 del 13 aprile 2014

13la Settimanadomenica 13 aprile 2014 settimana santa

Per 109 volte, cioè in ciascuna chiesa parroc-chiale, i Parroci benedic-no l’ulivo e lo portano - sia pure per un tragitto simbolico – in mezzo alla gente, perché questa si apra ad accogliere il Cri-sto.

Ci sono tante persone al rito: l’ulivo in questa domenica è carico di mes-saggi. La gente ne perce-pisce uno in particolare: il bisogno di verità!

E’ la semplicità ricca del messaggio che espri-me il bisogno di eticità che deve esser in tutti, che significa il bisogno che tutti agiscano bene, evitando imbrogli, men-zogne, intrighi e cavilli.

Quel “ramoscello d’ulivo” diventa anche invito a spogliarsi di tan-te esigenze per “ri-esse-re” all’essenziale.

L’ulivo, per dire che c’ è bisogno di quel poco

che ci introduce nell’agi-re onesto, presto e subi-to.

C’è in ogni uomo e donna un meccanismo che se ascoltato ci guida a fare ciò che è buono e ad evitare quel che è male, in ogni spazio del vivere umano e non solo in quelli personali e fa-miliari.

Quel ramoscello d’uli-vo ci invita a smetterla con il creare “bisogni non necessari”, “esigen-ze” che appesantiscono le pretese e non fruttano serenità e pace.

Insomma quel “ra-moscello d’ulivo” è, e diviene sempre più, una carica di forza che in-duce a cambiare singo-larmente e comunitaria-mente, perché per tutti ci sia non solo il “pane quotidiano”, il lavoro, la giustizia, la sicurezza e un clima di pace, di cui

l’ulivo, è da sempre l’ico-na.

Partecipare al rito della benedizione prima, e, alla simbolica proces-sione poi, è dichiarare a noi stessi e agli altri, che siamo disponibili a rivo-luzionare noi stessi per essere edificatori di pace, ad accontentarci di meno esigenze, perché per tutti vi sia il necessario.

Se può essere relati-vamente facile dividere il pane, il vestito, la casa, diventa impegno forte uscire dalle nostre “ca-ste”, dai nostri proclama-ti privilegi – si è sempre fatto così – perché per tutti vi sia quella dignità e libertà umana che faccia di ogni uomo, un fratello e di ogni donna una so-rella e, un mondo meno ingiusto e più rispettoso degli uomini dei paesi e della culture.

Gianni Azzi

Fin dai giorni in cui la Chiesa di Gesù si apri-va al mondo e iniziava il suo cammino per portare a tutti il Vangelo del Si-gnore, vi è stata la consa-pevolezza e l’impegno a non dimenticare il soste-gno alla Comunità delle origini, che in Palestina rimaneva minoranza.

E minoranza lo è sta-ta nei secoli e lo è ancor oggi. E’ nata come mi-noranza, come piccolo gregge, tra enormi diffi-coltà e la ha sostenuta la fede nel Signore e la soli-darietà dei nuovi creden-ti di tutto il mondo.

Anche oggi la Chiesa di terra santa è minoran-za, anche oggi la Chiesa di Terra santa ha enormi difficoltà per la situazio-ne di conflitto non solo tra Ebrei e Palestinesi, ma pure con lo Stato che tende ad allargare gli spazi suoi e a restringere

quelli altrui. Anche oggi la Chiesa di terra santa è chiamata a vivere in un clima di conflitto, talo-ra anche armato, in una nazione ove i seguaci di Cristo faticano a gua-dagnarsi il pane quoti-diano, per mancanza di lavoro.

Anche oggi la Chiesa tutta è impegnata a esser solidale con quei fratelli, la cui missione è acco-gliere i pellegrini, dare loro ospitalità, conserva-re i luoghi in cui la storia della salvezza si è rea-lizzata e il Signore Gesù è vissuto, ha operato,è morto e risorto ed ha in-viato i suoi discepoli al mondo.

La ricorrenza del Ve-nerdì Santo, giorno in cui la Chiesa nella sua Litur-gia celebra la morte del Signore, ci invita a non dimenticare i fratelli di quella Chiesa né la terra

che fu di Gesù e ci esorta a sostenerla con la nostra solidarietà.

Guerra e guerriglia non favoriscono il flusso de pellegrini: la situazio-ne di guerra scoraggia i pellegrinaggi e di conse-guenza toglie la possibi-lità di lavoro a quanti in quella terra vivono.

Con la solidarietà ed il sostegno, la Chiesa ci domanda la preghiera per gli abitanti di quella nazione, perché abbiano pace e con la pace la con-cordia e con la concordia le fonti del lavoro .

E ci domanda anche la conoscenza delle diffi-coltà in cui questa Chiesa opera e vive.

Ci aiuta Tele Pace con la sua quotidiana rubri-ca, che ci aggiorna sugli avvenimenti che vivono quei nostri fratelli.

Conoscenza e consa-pevolezza, preghiera e

s o s t e g n o economico non siano solo la con-tinuazione di un impe-gno di sem-pre dei Cat-tolici, ma pure un ri-conoscente atto d’amo-re al Signo-re Gesù, croc i f i sso e risorto, soprattutto nel giorno in cui cele-briamo la “ L i t u rg i a nella morte del Signo-re”. Per le sue piaghe, siamo stati guariti”!

Gianni Azzi

Il fascino della “Santa setti-mana” nasceva e nasce dall’in-terno, dopo la lunga serie dei giorni invernali e dal desiderio di una ripresa del vivere, che possa esser tutto splendore: dai muri delle case, alle aiuole del giardino e dell’orto, al proprio spirito.

L’aria di vita della nuova stagione riallaccia i rappor-ti con il proprio animo e le grandi celebrazioni aiutano a raggiungere la purificazione e a vivere totalmente il mistero della Pasqua, per poi farlo sti-molo ed annuncio, con la bontà del vivere, agli altri. La Pasqua non diviene solo purificazione del cuore e dell’intera persona e degli spazi, ma pure slancio per comunicare agli altri il teso-ro della salvezza che la Liturgia della Chiesa, la cultura popola-re, la pietà cristiana, risvegliano e rendono vivo più che mai.

La novità di vita diviene espressione più genuina di un rinascere al bisogno di santità che è giustizia di rapporto con Dio e con l’uomo fratello, che porta ad essere esternazione di

una bontà che Dio ha posto in ogni essere umano.

Questo è il motivo per senti-re ed essere non solo partecipi, ma pure protagonisti con il Cri-sto Redentore, nel fare di questi sette giorni un tempo santo.

Si comprende così come la partecipazione sia diversamen-te esternata e assuma i colori e della stagione del risveglio e della ripresa, e, la fa la più at-tesa, la più amata e la più vis-suta.

Nei ricordi d’infanzia, quando la Liturgia era celebra-ta al mattino, quasi desiderio di anticipo della salvezza, il “rituale popolare”, prevedeva al sciogliersi della campane al sabato santo, un prolungato scoppiettar di spari, quasi or-gogliosa cornice alla emozione che si realizzava, all’interno della chiesa, e il bisogno di ba-gnarsi gli occhi con la rugiada, per andare a contatto con l’in-visibile passaggio del Risorto ! Fede umile, sentire semplice, certezza grande che portava a riscoprire le orme di Dio in quel mondo che sin dall’inizio

era il “giardino”, il paradiso terrestre.

E quasi d’incanto gli stessi volti degli uomini e delle don-ne assumevano lo splendore nuovo di colui che della vita è il Signore!

E lo stesso Crocifisso posto all’adorazione di tutti assume lo splendore della regalità buo-na di chi è re d’amore. Ora la Li-turgia della Pasqua ci porta nel cuore della notte e ci fa essere luce nelle tenebre con il deside-rio di illuminare il mondo, ci fa passare all’ascolto dell’intera storia della salvezza, scendere nelle acque della vita, per poter gridare con verità: “E’ risorto!”

E così accennata , la santità di questi giorni, la cogliamo da coloro che con fede si dispongo-no a contemplare il Signore che è la vita vera il Risorto, con una punta d’orgoglio santo, reg-gendo ben saldo il ramoscello d’ulivo che vuol essere per tutti impegno di bontà, segno di un fraternità universale e sete di quella pace che ognuno vuole edificare.

Gianni Azzi

In cammino verso la Pasqua

La “santa settimana”Dei Misteri della Fede

Domenica degli ulivi

“Quel tuo ramoscello”Venerdì Santo

La terra delle origini

Page 14: La Settimana n. 15 del 13 aprile 2014

Non c’è momento del-la giornata in cui non tor-ni con la mente alle belle esperienze che abbiamo vissuto insieme a genna-io. E così penso a dove potrebbero essere ora don Gianantonio, don Giam-paolo e suor Gilberte ».

È preoccupato monsi-gnor Beniamino Pizziol. Eppure non vuole rinun-ciare alla speranza. E non si stanca di esortare l’inte-ra comunità a pregare.

«Come la Chiesa primi-tiva faceva per la liberazio-ne di Pietro », ha ricordato il vescovo di Vicenza. Per questo, domenica, tutte le parrocchie della città e della provincia hanno de-dicato, durante la Messa, un pensiero ai missionari rapiti.

Poi, nel pomeriggio, il vescovo ha visitato le famiglie dei due preti e si è unito alla preghiera del rosario con la comunità parrocchiale di Molina di Malo.

Siamo fieri, come dio-cesi e come città – ha ag-giunto monsignor Pizziol

– del servizio che i nostri sacerdoti e le suore della Divina Volontà fanno in Camern. Perché grazie a «questo polmone missio-nario, la diocesi respira».

Il vescovo è in costante contatto con la Farnesina e la diplomazia vaticana. Purtroppo, però, sulla sor-te dei tre ostaggi non vi è ancora nessuna notizia certa.

«Non si può dire se stiano bene, se siano salvi o nelle mani di chi. Per que-sto ogni illazione potrebbe risultare dannosa rispetto alla speranza, da tutti con-divisa, di arrivare a una positiva soluzione del ra-pimento », ha concluso il pastore, esortando i media alla massima cautela.

Riserbo e preghiera, al momento, sono le parole d’ordine della diocesi. Che ha previsto un appunta-mento per i giornalisti con il direttore dell’ufficio mis-sionario, don Arrigo Gren-dele, venerdì, in modo da poter fare il punto della situazione. (da Avvenire del 08/04/2014)

Ci stiamo avvicinando alla Settimana Santa che ci mette in contatto con la centralità della nostra fede cri-stiana, facendo memoria della passione, morte e resurre-zione di Cristo Gesù. Il triduo Pasquale è specchio della vita umana, della vita personale di chi si mette sulla stra-da di Gesù come discepoli e missionari del Vangelo.

Nell’Eucaristia ci alimentiamo con il Pane della vita ma dobbiamo imparare da Gesù a fare dell’amore e della carità il modo di vivere e di essere.

Come Gesù, anche noi passiamo per il venerdì do-loroso e facciamo esperienza del silenzio di Dio dove il sentimento di abbandono sembra invadere la nostra ani-ma ma questi momenti ci chiedono la capacità di abban-donarci con più fede al Signore.

La resurrezione è la prova evidente con la quale Dio vuole che mettiamo la nostra fiducia in Lui. La cosa che ci chiede è la fede, la capacità di abbandonarci senza li-miti in Lui, come ha fatto Gesù, e la risposta di Dio è stata la resurrezione.

Sono tante le celebrazioni pasquali che ho vissu-to in Brasile e 25 come presenza missionaria. É per me un grande dono, per questo dobbiamo ringraziare con-tinuamente il Signore. Quante volte siamo passate per questi momenti spirituali, ma sempre c’è stata e ci sarà la certezza della presenza del Signore nella nostra vita e attività. Ogni anno c’è stato e c’è uno spirito nuovo, una nuova maniera di vedere e vivere la realtà che ci circon-da, segno della presenza di Dio. La luce sempre irrompe all’aurora, ed è la stessa di Cristo che conduce e illumina la nostra vita, la nostra storia.

Quest’anno ci siamo preparate a vivere questo miste-ro di redenzione meditando il tema forte della campagna della fraternità che ci ha provocati come chiesa a guar-dare la realtà di schiavitù vissuta da tanti essere umani di tutte le età e il traffico di persone come fossero merce a buon mercato che stanno ancora passando il venerdì della passione di Cristo che continua ad essere ancora viva e presente nella carne di tanti nostri fratelli e sorelle che nonostante tutto credono e sperano il giorno della resurrezione.

Il desiderio di un mondo più giusto e fraterno da nuovo vigore alla nostra presenza di Missionarie della Redenzione, cercando di vivere con gioia la nostra voca-zione, per essere vere portatrici di speranza nella missio-ne alla quale Cristo ci ha chiamate e inviate.

Con questa certezza rinnoviamo la nostra fede e con cuore rinnovato auguriamo una buona celebrazione del-la Settimana Santa per una Santa Pasqua.

Letizia per la Famiglia Missionaria in Brasile

14 la Settimana domenica 13 aprile 2014missioni

I nostri missionari ci scrivono da...

Pasqua: tempo e inizio di Vita Nuova

Roma 4-6 aprile 2014

Destinazione mondoConvegno Nazionale Incaricati Diocesani «Missio» Ragazzi

Si è svolto a Roma il Convegno Nazionale degli Incaricati Diocesa-ni Missio-Ragazzi “L’animazione Missionaria alla luce della Evangelii Gaudium” (Destinazione Mondo) in un confronto costruttivo attraverso relazioni e laboratori di gruppo, gui-dati da Alessandro Zappalà, Segretario Nazionale Missio-Giovani, Padre Piero Pierobon - Misionario Saveriano, che hanno acceso di forti contenuti la gio-ia dell’annuncio. Tre le parole chiave: USCIRE, OSARE, CAMBIARE.

Uscire dalle regole, spingendoci fuori per cercare le diversità, per con-dividere il Pane/Parola: “Come vorrei una Chiesa povera tra i poveri”! Ri-suoni in noi l’invito di Papa Francesco. Osare una pastorale missionaria che esige di cambiare il comodo criterio del “si è sempre fatto così”. Cambiare, per rinnovare le nostre relazioni i no-stri stili. Papa Francesco, nel suo stile semplice, ci indica chiaramente:

I 5 NO di Papa Francesco1. NO all’individualismo2. NO all’egoismo3. NO al pessimismo sterile4. NO alle mondanità spirituali5. NO alle guerre fraterneNON lasciamoci rubare il Vangelo!

I 3 SI di Papa Francesco1. SI alla sfida di una spiritualità

missionaria2. SI alle generazioni nuove gene-

rate da Gesù Cristo, legami veri3. SI ad altre sfide ecclesialiDio ci ha inviati per vocazione,

dobbiamo vedere il mondo con gli oc-chi di Gesù. Camminare insieme, con-dividere è la fatica più grande. Non si fa missione perché abbiamo energie in più , ma per fede. Una fede autentica che non è mai comoda e individualista implica sempre un profondo desiderio di cambiare il mondo, di trasmette-re valori, di lasciare qualcosa di mi-gliore dopo il nostro passaggio sulla terra. Amiamo questo magnifico pia-

neta dove Dio ci ha posto, e amiamo l’umanità. (n. 183 E.g.). Il viaggio più coraggioso non è andare e partire ma imparare la vita degli altri. Unirsi e far passare questa consapevolezza di tutte le realtà pastorali, provare ad unirci. Che tutta la catechesi passi attraverso tutte le realtà diocesane, parrocchiali, liturgiche. Unirci attraverso l’amicizia per un processo di crescita a comincia-re dai nostri ragazzi.

Maria Soave Buscemi – Missiona-ria Laica Fidei Donum in Brasile – ci ha presentato una “Riflessione Bibli-ca” davvero originale e coinvolgente, che ci ha fatto molto riflettere: “Quando abbiamo l’arroganza di avere tutte le rispo-ste, la vita ci cambia tutte le domande”, e inoltre “Nessuno è tanto ricco da non aver nulla da ricevere, e nessuno è così povero da non aver nulla da dare”! Mauro Bel-lini della Segreteria Nazionale ci ha

illustrato le tematiche del nuovo anno. Per la GMM “Periferie cuore della Missione”, per i Ragazzi Missionari “Gli ultimi saranno i primi” e da ot-tobre sono previste 9 tappe, 9 periferie con testimonianze valorizzando le Be-atitudini. Nella condivisione dei lavori ed esperienze dalle diverse Diocesi, noi abbiamo proiettato il power-point della 34^ Festa Diocesana dei Ragazzi Missionari, che si è tenuta a Rovigo il 3/1/2014.

Domenica, a conclusione dei lavo-ri il nuovo Direttore Nazionale Mis-sio Ragazzi Don Michele Autuoro ci ha esortato a mantenere vivo l’ardore missionario da condividere con i ra-gazzi che ci sono affidati. Durante la S. Messa, abbiamo distribuito i “Messag-gi di Papa Francesco” un piccolo se-gno che avevamo portato quale segno di fraternità. All’Angelus Papa Fran-cesco, che abbiamo avuto il privilegio di ascoltare, ha consegnato il Vangelo a tutti, una grande gioia ma anche un impegno concreto nella nostra vita. Un’esperienza bellissima che portere-mo nel cuore.

Visitate il sito dei Ragazzi Missio-nari www.missioragazzi.it

Anna Maria SgualdoIncaricata Diocesana Missio-Ragazzi

Diocesi di Adria-RovigoEsterina Segato - Catechista

La sua protesta, il suo sdegno – come un testa-mento – li aveva consegna-ti a un video e a quei cartel-loni gialli che nelle riprese di tre mesi fa spiccavano a fianco dell’altare davanti a cui stava parlando.

Era il 21 gennaio e l’ul-timo dei gesuiti di Homs, padre Frans van der Lugt, 75 anni olandese, aveva deciso di rompere il si-lenzio: due minuti e 40 in arabo, con tono bonario, come del resto mitezza esprimeva tutta la sua fi-gura diventata ancor più esile per la fame sofferta per stare accanto alla po-polazione della città sotto assedio…

A gennaio, il 75enne che aveva scelto di resta-re, in un video aveva de-nunciato l’uso della fame come arma: «Niente è più doloroso che vedere madri vagare in cerca di cibo per i figli»…

Un sorriso, per espri-mere una amara consape-volezza: «È irragionevole che la comunità interna-zionale stia in silenzio, mentre stiamo morendo di fame. Noi amiamo la vita e non vogliamo morire o annegare nel mare della morte e del dolore», con-cludeva. E come il buon pastore, non aveva lasciato la sua gente, anche quando dal 7 al 10 febbraio – uni-

co risultato concreto dei colloqui che si svolgeva-no a Ginevra – le Nazioni Unite avevano raggiunta una intesa per una tregua umanitaria permettendo a migliaia di civili di lascia-re i quartieri sotto assedio. Rimasto nell’antico mona-stero condivideva il poco che si riusciva a racimolare con cristiani e musulmani, indistintamente.

La morte di padre Frans van der Lugt è stata confermata da padre Alex Basili, superiore generale dei gesuiti per il Medio Oriente: nato in Olanda, dopo un breve periodo di formazione a Beirut, il gesuita che era anche psi-

coterapeuta negli anni ‘80 aveva avviato il proget-to Al Ard – la terra – un centro di spiritualità sor-to poco fuori dalla città. Il centro ospitava circa 40 ragazzi con handicap mentale, provenienti dai villaggi vicini. Una vita al servizio dei sofferenti, in quella che è la sua ter-ra. Una terra che non ha mai voluto abbandonare, cercando di resistere fino all’ultimo all’odio e alla di-sperazione.

Luca Geronico(da Avvenire del 06/04/2014)

Abbonamento al “Ponte d’oro”per i ragazzi missionari

Per catechisti e parroci, proposta speciale per i sa-cramenti dei ragazzi: un regalo utile “Il Ponte D’oro”.

[email protected]

Vicenza - L’appello del vescovo Pizziol

«Preghiamo tutti, come la Chiesa primitiva»Uniti ai missionari fidei donum rapiti in Camerun: don Giampaolo Marta e don Gianantonio Allegri

Orrore in Siria

Assassinato l’ultimo gesuita di Homs L’olandese padre van der Lugt «assisteva cristiani e islamici»

Page 15: La Settimana n. 15 del 13 aprile 2014

15la Settimanaradio kolbeRovigo e Provincia 91.200 mhz Rovigo città 94.500 mhz Lendinara 98.400 mhz Canda 98.700 mhz Ficarolo 98.500 mhz

Arab Rovigo - con l’avvocato Kaoutar Badrane

Il diritto di famiglia in MaroccoPolesine coast to coast

Mettiamo il Tumbo!

Nella sesta puntata di Aspettando il festival biblico sono ospiti Frida Cesaretto e Giovanni (nelle foto a destra) della scuola di Formazione Teologica per laici di Rovigo.

Come al solito gli ospiti si sono presentati agli ascoltatori: «Sono stata invitata al Festival come facilitatrice della metodologia del bibliodramma - ha detto Frida – che sembra una parola difficile ma in realtà è solo chi aiuta a vivere al meglio una laboratorio di bibliodramma che si terrà domenica 25 maggio alle 16.00 al Ridotto del Teatro Sociale. Il titolo sarà: “Attraversando attivamente una narrazione” e il brano preso in considerazione è dal cap. 19 del Vangelo di Luca, dedicato a Zaccheo, e cercheremo di capire il Zaccheo che c’è in noi. In Zaccheo si trovano le due persone, quella arrivata che non si sente soddisfatta e la persona ancora alla ricerca di qualcosa e non sa bene cosa sia. Oppure c’è il tema della legalità, perché in Zaccheo i temi sono tanti». Giovanni ha parlato della scuola Teologica per laici: «Il festival biblico sarà l’occasione – ha detto - per mettere l’accento sull’aspetto culturae del testo biblico, siamo abituati a considerarlo un testo sacro. E’ un testo fondante della nostra società, del nostro modo di essere, abbiamo voluto quindi partecipare facendo dei piccoli incontri, quello che riguarda il bibliogramma e poi dei momenti di meditazione, il primo dei quali sarà sabato 24 maggio alle 9.30 e avrà come tema: “Custodia o abuso del creato”, si tratterà di una conversazione. L’altro incontro sarà intitolato: “In carcere insieme a Gesù”, e

vedrà la partecipazione di Livio Ferrari, giornalista che ha dedicato la sua vita a favore dei carcerati. Avremo poi un momento di meditazione dal titolo: “L’esilio, tra crisi di fede e memoria delle proprie radici” ed è una lettura spirituale del testo tenuta da Suor Cristina Caracciolo. Si sono scelte delle location dei luoghi che non fossero necessariamente di uso religioso ma di uso civile, come il Ridotto del Teatro Sociale e la chiesa di San Domenico».

«Con il bibliodramma – ha detto Frida - cerchiamo di fare entrare il testo biblico in noi in modo da viverlo da dentro con i nostri sensi e le nostre emozioni. E’ un incontro con il testo biblico partendo dalla propria esperienza di vita. E’ una modalità di lettura di gruppo (di solito sono 12-15 persone)».

Ospite di questa set-timana ad Arab Rovigo è la giovane avvocato Ka-outar Badrane (nella foto al centro tra Dounia e Fe-derico) che vive a Bassano del Grappa. Kaoutar si è laureata in Scienze Giu-ridiche con una tesi sulla “Al-Madawwana”, vale a dire la riforma del diritto di famiglia in Marocco. Ha poi conseguito una lau-rea specialistica in Scien-ze Giuridiche Europee e Transnazionali all’Univer-sità di Trento. Dal 2010 è iscritta all’Ordine degli Avvocati di Bassano del Grappa e da quest’anno anche a quello di Vicenza. Offre assistenza giuridi-ca in lingua italiana ed in lingua araba. Ha deciso di specializzarsi in con-sulenza alle controversie che vedono coinvolti cit-tadini italiani in Marocco, fornendo loro informa-zioni sulla legislazione, in particolare nell’ambito commerciale e civile. E’ anche autrice del libro “Il codice di famiglia in Ma-

rocco” edito dalla libre-ria Universitaria. «L’idea di scrivere questo libro è partita dalla voglia di scoprire le mie radici ed i diritti delle donne nel mio paese di origine. Io sono venuta in Italia quando avevo sei anni e sono cre-sciuta in una famiglia pa-triarcale, tradizionalista. Quando andavo fuori di casa, a scuola mi trovavo a confrontarmi con una cultura diversa. Fuori di casa vedevo un mondo e all’interno di casa mia ne vedevo un altro. Così sono cresciuta con la vo-glia di capire. Per esempio a scuola quando vedeva-no che mi accompagnava mia mamma che portava il velo, mi dicevano: ma tua mamma è costretta a portare il velo? E quando tornavo in Marocco per trovare i parenti mi dice-vano: ma le donne in Eu-ropa sono costrette ad an-dare in televisione a bal-lare svestite? Io ho voluto sapere la verità, per capire me stessa». I conduttori le

hanno chiesto se ci sono analogie tra la famiglia in Italia e la famiglia in Ma-rocco: «Con la crisi anche in Veneto, si sta tornando alle famiglie allargate, un po’ come succede in Ma-rocco, si sta creando più solidarietà, c’è maggiore comunicazione tre le per-sone. In Marocco il diritto di famiglia non è mai sta-to cambiato dai Coloni, è sempre stato legato alle leggi coraniche. Poi le pro-teste femministe hanno

portato dei cambiamenti che però non sono ancora completi». Il libro di Kau-tar parla proprio di questi argomenti.

r. g.

Nella quinta puntata di Aspettando il festival bi-blico sono state ospiti Ales-sandra Moretto e Suor Mi-chela Marinello che fanno parte entrambe del Servizio Ecumenico della Diocesi di Adria-Rovigo. Le due ospiti sono state intervistate sem-pre da Nazzareno, Lucia-na e Roberto. Argomento della trasmissione è stato: “Bibbia ed ecumenismo. La parola che unisce”.

Originaria di Villado-se, Suor Michela fa parte della congregazione delle Serve di Maria Riparatrici, insegna reli-gione all’Istituto Primo Levi di Badia e da tanti anni ha la passione per l’ecume-nismo che per Rovigo è una bella realtà, dimostrato anche nello scorso gennaio quando chiesa evangelica e chiesa catto-lica hanno preparato insieme la preghie-ra per l’unità dei cristiani: «il nostro è l’ecumenismo della vita, perché alla fine l’ecumenismo è fatto di cose semplici – ha detto suor Michela – come l’instaura-re relazioni fraterne nel territorio in cui si vive». Alessandra è invece responsabile del Sae di Rovigo (Segretariato attività ecumeniche): «Il Sae – ha detto - è pre-sente a Rovigo dal 2006 ed è il punto di riferimento per l’ecumenisimo, è una as-sociazione di laici impegnati nel dialogo tra i cristiani». Al festival biblico infatti ci sarà un appuntamento, domenica alle ore 18.00 dedicato alla Bibbia e all’ecu-menismo. La Bibbia è infatti il punto di riferimento di molte religioni a partire

dall’ebraismo, come ha ricordato Nazza-reno e poi le chiese cattoliche, le chiese ortodosse e le chiese protestanti evange-liche. L’incontro è intitolato: «Ricorda i giorni del tempo antico, medita gli anni lontani. Interroga tuo padre e te lo rac-conterà, i tuoi vecchi e te lo diranno». Nel Festival è poi inserito anche il Culto della domenica della Chiesa evangelica Battista di Rovigo celebrato dal pastore Manuale Casalino: «Sarà l’occasione an-che per chi non ha mai partecipato al cul-to della chiesa evangelica di vedere come si svolge» ha detto Luciana. «Prima del Concilio Vaticano II la Bibbia non era ac-cessibile a tutti – ha ricordato Suor Mi-chela – neanche a tante mie consorelle, e allora non si parlava di ecumenismo. Da allora ad oggi sono stati compiuti tanti passi avanti ma tanti si devono ancora compiere».

Nella foto in alto da sinistra: Alessan-dra Moretto, Luciana Stecchi, Nazzareno Lucchin e Suor Michela Marinello.

Quando?

Aspettando il Festival - 5

L’anima ecumenica del Festival biblico

domenica 13 aprile 2014

La rubrica è in onda su Radio Kol-be il martedì alle 17.05, il mercoledì alle 10.00, il sabato alle 17.15, la dome-nica alle 22. Su Radio Voce nel Deser-to (87.700 e 87.800 mhz) al mercoledì alle 16 e alle 19.00

E’ possibile riascoltare e scaricare le nostre rubriche dal blog:

radiokolberovigo.blogspot.it

Aspettando il Festival - 6

La Bibbia e il bibliodrammaUn nuovo modo di comunicare la Parola

La scorsa settimana alla rubrica Polesine Co-ast to coast sono state ospiti alcune componenti dell’associazione rodigi-na Tumbo, capitanati da Enrica Crivellaro, c’erano: Cristina Boldrin e Laura Bortoloni, Sara e Luca.

Enrica ha ricordato come è nata l’associazio-ne nel 2007 e come si è sviluppata in questi anni: «Siamo partiti con l’obiet-tivo di dare una scossa alla nostra città - ha detto

Enrica - abbiamo iniziato con il calcetto a cinque, poi abbiamo pensato di avvicinarci al mondo dei giovani che frequentano l’Università a Rovigo ed è nato il progetto “M’intro-go”.

Ogni martedì alle 10.00, il mercoledì alle 21.15, il giovedì alle 17.05 e il venerdì alle 22.30

Quando?Quando?

In onda ogni martedì alle 11.00, il giovedì alle 21.30 e il venerdì alle 17.05

Page 16: La Settimana n. 15 del 13 aprile 2014

La Regina del Cielo e San FrancescoPace e bene carissi-

mi lettori, ben ritrovati. Da bambina, verso i 5-6 anni, la mia mamma mi insegnava a recitare il Santo Rosario inginoc-chiata sul pavimento di legno, accostata al suo letto, e non dovevo dire di essere stanca perché facevo piangere la Ma-donna. Tradizione che io, vergognosamente, non ho trasmesso ai miei figli, perché quan-do insegnavo loro le preghiere mi assi-c u r a v o che fosse-ro ben co-perti e a loro agio. A n c h e mamma Pica, chi sa quan-te volte, avrà inse-gnato al suo pic-colo Francesco di congiungere le mani invocanti davanti a qualche immagine della Madonna. Chissà quante volte mamma Pica sarà scesa con il figlio giù nella valle, ver-so la piccola Porziuncola, ancora diroccata! E proprio da mamma Pica Francesco imparò il nome più puro e più consolante che risuoni sulla terra, il nome di Maria Regina del Cielo! Chissà quante volte, il giovane Francesco, esul-tante della grande vittoria riportata sul mondo e sulla car-ne, riempì del suo canto, le selve dell’Umbria, inneggian-do alla sua sposa “ Madonna povertà” vedova di Cristo, compagna fedele della nostra Santa Madre. Quante volte

inneggiò alla Vergine Madre, perché, per mezzo suo, il Si-gnore si fece nostro fratello! San Bonaventura, nella vita di San Francesco scrive: “ E accomodata la chiesa di San Pietro, Francesco se ne andò al luogo detto Porziuncola, dove era una chiesetta dedicata alla beata Vergine Maria… La quale chiesa, quando Francesco la vide così in rovina, per la grande devozione che egli aveva per la Signora del mondo, pensò di restaurarla, e per la quale cosa vi dimorò continuamente… Facendo il servo di Dio, Francesco, dimora nella Chiesa della Madre di Dio, pian-gendo verso di Lei, continuamente, con grande devozione, orava che ella si degnasse di farsi ed essere la sua Avvocata. Onde per i meriti di Maria, egli prese con sé lo spirito di perfezione e di vita evangelica”. Queste parole di san Bonaventura affermano: che la devozione di san Francesco a Maria era profonda, operosa, capace di qualsiasi sacrificio, che la Madonna ispirò tutta la vita del nostro fratello”. San Francesco contemplava Maria per poter meglio contemplare il mistero di Gesù. Voleva far riflettere nell’anima sua e dei suoi figli la bellezza di Maria per accendere in esse l’amor di Dio. Il suo Ordine doveva essere l’Ordine serafico, quindi l’Ordine dell’amore, e chi meglio di questa Mamma poteva guidarlo. La devozione mariana di Francesco si sviluppò con l’attività apostoli-ca della sua vita e si manifestò in tutti i suoi atti privati e pubblici. Infatti: lo si trova nel cuor della notte, immerso nell’estasi “lodando Dio e la sua gloriosa Madre”. Piange ama-ramente, pensando al dolore da cui fu straziata la povera Vergine, e canta con gioia “ io ti saluto Signora Santa, Madre di Dio, Maria!” . Infatti, i due fondamenti della spiritualità di Francesco sono san Damiano e Santa Maria degli Ange-li: a San Damiano si apre per lui il mistero di Cristo, dove Gesù lo invitò a riparare la sua “casa”, alla Porziuncola, per i meriti della Madre di misericordia, il nostro fratel-lo concepì e generò alla Chiesa l’Ordine francescano. San Francesco d’Assisi lasciò pochi scritti sulla Madonna, ma essi sono sufficienti per farci comprendere l’ardente amo-re che aveva verso di Lei. “Ti saluto,Signora, Regina santissi-ma, Madre di Dio, Maria, che sei sempre vergine….in cui fu ed è ogni pienezza di Grazia e ogni bene”. “ Ti saluto suo palazzo… suo tabernacolo…sua casa…suo vestimento..sua ancellla… sua madre”. Termino con le affermazioni di san Bonaventura e di Tommaso da Celano: “ il cuore di Francesco ardeva di fervente devozione e di singolare amore per la Madre celeste. In Lei, dopo Gesù, era tutta la sua confidenza”.

Oriana

16 la Settimana domenica 13 aprile 2014rubriche

In campagnaLargo al Re!

- CHE COS’È ? E’ un servizio di volontariato a disposizione della donna che si trova in difficoltà a

causa di una maternità difficile.- CHI PUÒ RIVOLGERSI AL CENTRO? Ogni donna in una situazione difficile per la sua maternità: la ragazza non sposata che attende un figlio; la donna

già madre che aspetta un altro bambino e ha bisogno di aiuto; ogni donna che ha paura di un figlio, che non riesce ad accettarlo che lo sente come un problema- CHI C’È AL CENTRO? Una donna che ti capisce, e ti offre la sua amicizia. Volontari qualificati per darti un aiuto, un consiglio, ospitalità, informazioni sui tuoi diritti e sui diritti del bambino. Se ne hai bisogno puoi trovare aiuti domestici di emergenza e famiglie amiche da cui avere ospitalità.

ROVIGO• -VicoloCAMPANA,1

TEL.042527779Orari:LunedìeMartedì16-18;Mercoledì10-12;Venerdì10-12

ADRIA• -P.ttaCAMPANILE,11TEL.0426900040Orari:Martedì,MercoledìeGiovedìdalleore9.30alle11.30

TRECENTA•C/OOSPEDALESANLUCAtuttiiMercoledìdalleore9,30alle11,30C/OTORRECIVICAPiazzaGaribaldi-Trecenta

ilGiovedìdalleore15alle17C/OUfficioEPACA–ViaG.Garibaldi•

CASTELMASSA - 2°Mercoledìdi ognimesedalleore15alle17CentrodiRaccoltaExScuolediRunzi–BagnolodiPo-2°Domenicaeultimadiognimesedalleore15alle17

S.O.S.VITANUMEROVERDE800.813000

Le difficoltà della vita non si risolvono eliminando la vita ma superando le difficoltà

Taunotizie

angolo francescanoa cura dell’Ordine Francescano Secolare del Polesine

AdriaAdria-Cattedrale: Festive 7.30 - 9.15 - 10.30 - 12.00 - 19.00; Feriali: 7.30 - 8.30 - 19.00; Pre-festiva 19.00.Casa di Riposo: 17.00.Divin Lavoratore: Festive: 9.30 - 11.30 - 18.00; Feriale 18.00; Prefestiva 18.00.Tomba: Festive: 8.00 - 9.30 - 11.30 - 19.00; Feriale: 8.00 - 18.30; Prefestiva: 19.00.S. Vigilio: Festive: 8.00 - 10.00; Prefestive: 18.30.

RovigoDuomo Concattedrale: Festi-ve: 7.00 - 8.30 - 10.00 - 11.30 - 19.00 - Feriali: 7.00 - 8.00 - 10.00 - 19.00.SS. Francesco e Giustina: Festive: 10.00 - Per i cattolici anglofoni 11.00 (Chiesa del Cristo) - 11.30 - 18.30 - Feriali: 18.30 (Chiesa del Cristo, tran-ne al sabato).Rovigo Commenda: Festive: 8.00 - 10.00 - 11.30 - 19.00 - Feriali: 7.00 - 19.00.Maria SS.ma Madre di Dio (delle Rose): Festive: 8.30 - 10.30 - 12.00 - 19.00 - Feriali: 8.30 - 19.00.

S. Bartolomeo Apostolo: Fe-stive: 8.00 - 10.00 (Iras - in-fermeria ore 10.00) - 12.00 - 19.00 - Feriali: 8.30 - 19.00 (Iras - Casa soggiorno sabato ore 16.45).S. Pio X: Festive: 8.30 - 10.00 - 11.30 - 18.00. Prefestiva: 18.00 - Feriali: 8.30 (al merco-ledì alle 18).S. Antonio: Festive: 10.00 in Casa Serena - 11.00 - 18.30 - Prefestiva: 18.30 - Feriale 18.30. Tempio “La Rotonda”: Festi-va: 10.30 - Feriale: 9.00Centro Mariano: Festiva: 10.00 - Feriale: 7.30.S. Domenico: Festive: 9.00 - 11.00 - 18.00; Prefestiva: 18.00. Feriali: 8.00 - 18.30. Cappuccini: Domenicale e festivo: ore 7.30 - 9.00 - 11.00 - 17.00 Prefestiva: ore 17.00 - Feriale: ore 9.00 - 17.00.S. Rita: Festiva: 10.00 - Feria-le: 18.00 (solo al Sabato)Carmelo della Trasfigura-zione: Festiva: 8.00 - Feriale: 7.30.Ancelle della SS.ma Trinità: Festiva 8.30 - Feriale: 7.30.

Orari Sante Messe

Farmacie di Turno notturno e diurno a Rovigonella settimana dal 13 al 19 aprile 2014

Domenica 13 - dr. Dian, Corso del Popolo, 284 Rovigo.Lunedì 14 - Tre Colombine, Via L. Barucchello, 10 Rovigo.Martedì 15 - Comunale n. 3 Via Tre Martiri, 61 Rovigo.Mercoledì 16 - Sant’Ilario, Viale Gramsci, 34 Rovigo.Giovedì 17 - S. Pio X Via Amendola,15 Rovigo.Venerdì 18 - Rhodigium S.A.S, Via Umberto I, 44 Rovigo; Comunale n. 4 Boara Polesine.Sabato 19 - Tre Mori, Via Zanella, 14 Rovigo; Comunale n. 2 San Apollinare; pomeriggio: Tre Colombine, Via L. Ba-rucchello, 10 Rovigo.

Farmacie di turno

E’ sceso in campo il mais, il re dei cereali. Un campo più stretto per una tendenziale di-minuzione degli investimenti nei nostri areali dove sente la concorrenza della soia ma è sempre, a livello mondiale, il primo cereale coltivato in ter-mini di quantità di granella prodotta. Son ormai decenni che mantiene il primato il cerea-le a stocco che con l’arrivo delle sementi ibride ha avviato una rincorsa con la quale ha supe-rato con un balzo in pochi anni i suoi concorrenti quali il fru-mento e il riso. Con questi due cerea-li a paglia e in compagnia di un altro frutto, la patata, non appartenente alla grande famiglia delle Gramina-cee ma all’altra, forse meno nota, ma altrettanto significativa per il destino alimentare delle umane genti, quella delle Solanacee, il mais concorre a formare il quartetto che fornisce le calorie a trequarti dell’umanità.

In Europa ha una sua storia re-lativamente recente facendo data dal XVI° secolo ed è un frutto, come del resto la patata, della scoperta dell’America. Ci voleva l’intrapren-

denza o la temerarietà di un mat-to, come doveva essere Cristoforo Colombo e la lungimiranza di una Corte, quella spagnola finanziatrice dell’impresa, per aprire all’umanità i nuovi orizzonti nei quali tuttora sia-mo immersi. La disputa sulla origine del mais, sull’ introduzione, coltiva-zione e sviluppo di questa provvi-denziale bontà è materia tuttora di appannaggio storico e accademico a significarne l’importanza che ri-veste. Infatti il mais, o “formenton”, non esiste come pianta selvatica ma solo come coltivata. Gli studiosi della

Natura attestano la grandissima variabilità, o plasticità, nella ma-nifestazione di tutti i caratteri morfologici e fisiologici evoluti-si nel corso dei millenni a parti-re da un suo lontano progenito-re che sarebbe stato individua-to nella Teosinte, graminacea selvatica che vive tutt’ora nell’ America centrale. Ma non tutti sono d’accordo. A mescolare le carte è intervenuta l’archeologia che dallo studio di ritrovamenti fossili parrebbe orientare alcuni studiosi a considerare la Teosin-te derivata da una mutazione di

una forma di mais ancestrale ormai estinta. La disputa continua.

Il mais è meraviglia della Natura capace di una grande utilizzazione dell’energia solare con le sue “batte-rie” per produrre carboidrati. Non è dato sapere come si sia formato il det-to popolare, menzionato dall’amico coltivatore “…mi sto da la parte del formenton…” Significa, in senso me-taforico, stare al sicuro, dalla parte dell’abbondanza? O qualcos’ altro? La disputa è aperta.

Alla prossima. Orazio Cappellari

Adria - Azienda Ulss 19

La salute, i giovani e il rischioPer gli studenti delle scuole medie inferiori

Le abitudini di vita e le scelte individuali condiziona-no significativamente la salute e il benessere di domani: alimentazione, attività fisica, fumare e bere alcolici sono i fattori che maggiormente incidono sulla qualità della vita. Sono scelte che appaiono libere e consapevoli, in-vece sono spesso condizionate da pressioni e aspettative sociali che influenzano maggiormente i giovanissimi e gli adolescenti. La frequenza, la variabilità e la rilevanza di ciò che accade e si sperimenta tra gli 12 e i 18 anni non ha confronti nelle altre fasce di età: in questo periodo è più probabile iniziare a fumare, bere, guidare, usare droghe, ecc. Nonostante un fisico biologicamente forte, capace di neutralizzare le molte aggressioni chimiche provocate da alcol, droghe, tabacco, cibi spazzatura e aria inquinata, i ragazzi non sono affatto al riparo dal rischio di morte o di invalidità per incidenti stradali, i quali rappresentano oggi in tutto il mondo la prima causa di morte per i gio-vani.

Il Dipartimento per le dipendenze dell’Azienda Ulss 19 affronta il problema dei comportamenti a rischio con il progetto “La salute, i giovani e il rischio” rivolto ai ra-gazzi tra i 12 e i 14 anni delle scuole secondarie di Adria, Pettorazza Grimani e Taglio di Po. Un’iniziativa che ha l’obiettivo di valorizzare le conoscenze dei ragazzi sui comportamenti a rischio, stimolando un confronto critico tra aspetti sociali e aspetti normativi, nonché la capaci-tà di riconoscere come tali comportamenti siano spesso una risposta alle diverse situazioni sociali, famigliari e individuali. L’attività, condotta in classe dallo psicologo Alessandro Mantovani del Servizio per le dipendenze, coinvolge in quest’anno scolastico dieci classi per un nu-mero complessivo di oltre 200 alunni. Alcune di queste classi avranno la possibilità di completare il percorso par-tecipando ai laboratori regionali di educazione alla salute dove potranno mettersi alla prova in diverse situazioni inerenti alle tematiche del fumo e del consumo di alcol.

Page 17: La Settimana n. 15 del 13 aprile 2014

17la Settimanadomenica 13 aprile 2014 cultura

In libreriaDa Marcianum press

Arcangelo Corelli: un grande della musicaIl volume viene pubblicato nell’ambito delle celebra-

zioni del terzo centenario della morte di Arcangelo Corel-li (1653–1713) sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, in occa-sione del restauro del testamento e dell’in-ventario dei beni del “sommo virtuoso di violino composito-re fra i maggiori del suo tempo”. Così lo descrive il Prof. Giu-seppe Maria Pilo, Di-rettore di Arte Docu-mento, tracciando la biografia del grande musicista e la sua at-tività sulla base delle vicende, dei protago-nisti e dei luoghi che hanno caratterizzato la sua vita.

Nel volume è pre-sentato il testamento olografo e l’inventario dei beni di Corelli, oggi custoditi presso l’Archivio di Stato di Roma e restaurati per libera-le elargizione del Prof. Pilo medesimo.

Il recente lavoro di restauro dei documenti, esegui-to nel 2013 presso il laboratorio di Restauro San Gior-gio presso la sede di Roma, è sintetizzato in un saggio all’interno del libro. In uno dei saggi è riportata una tra le “notizie musicali” tratte da un’altra serie archivistica, le Ephemerides cartariae di Carlo Cartari. Si tratta della cronaca della “meravigliosa Academia di Musica, di 100 Cantori, e 150 Istrumenti, con l’Invito di tutte le Dame di Roma”, tenutasi a palazzo Riario di fronte all’ambascia-tore inglese il 2 febbraio 1687, occasione in cui Arcangelo Corelli diresse l’orchestra. Questa era una novità asso-luta per i tempi, che il violinista forse aveva importato dalla Francia.

Nel libro viene infine descritto il contesto in cui opera il grande musicista, la Roma barocca, crocevia di scambi e sfide virtuosistiche incentivate da importanti mecenati. Con interventi di: Giuseppe Maria Pilo, professore eme-rito dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e Direttore di ARTE Documento; Simonetta Ceglie, ricercatrice dell’Ar-chivio di Stato di Roma e curatrice dell’edizione dei do-cumenti; Adriano Pandimiglio (Restauro San Giorgio s.a.s), responsabile dell’intervento di restauro; Laura De Rossi dell’Università di Ferrara. Presentazione di Euge-nio Lo Sardo, direttore dell’Archivio di Stato di Roma.

AA.VV. - ARCANGELO CORELLI (Fusignano di Romagna 1653 – Roma 1713) - 300 ANNI DOPO

Collana: Quaderni di ARTE Documento - Formato: 16x24 - Pagine: 136 - Prezzo: € 30,00.

Gradite sorprese all’ini-zio del restauro della pala dell’altar maggiore dell’ar-cipretale dedicata a san Materno vescovo. L’ope-razione mai tentata da 150 anni sta avvenendo gra-zie al prezioso intervento del Lions club di Ostiglia in quest’anno guidato dall’ing. Oreste Mingotti che ha affidato le cure alla specialista Monica Corrà di Isola della Scala (VR). L’esperta, accreditata dal-la Sovrintendenza, ha già operato con successo dal 1989 ad oggi sopra vari supporti: affreschi, lignei, lapidei, ad olio sopra ma-nufatti dal periodo roma-nico (Cripta San Salvatore a Brescia), al Quattrocento, Cinque- Sei e Settecento.

E veniamo alle piace-voli sorprese. Non appena tolta la cornice appaiono due cose coperte dalla stes-sa e che saranno oggetto di quest’intervento: la firma dell’autore e la sagoma dell’antico campanile.

Perché una nuova pala? La chiesa di Melara venne parzialmente di-strutta in modo acciden-tale nella notte fra il 15 e 16 luglio 1851 e da quel momento per farla ritor-nare all’antico splendore si fece un grande sforzo per unire tutte le forze presenti in paese (cosa di esempio ad oggi). Tutta la parte dell’abside da dove era partito l’incendio fu distrutta, comprendendo oltre agli arredi liturgici e preziosi anche l’organo e la settecentesca pala dell’altar maggiore del pittore Giu-seppe Antonio Ghedini, che raffigurava i patroni del paese: San Materno e S. Antonio di Padova. I lavo-ri si succedettero grazie al prezioso coordinamento di don Pellegrino Soldà uni-tamente alla Deputazione Comunale che indirizza-ta la supplica al governo di Vienna fu largamente sorretta economicamente negli anni. In questo perio-do di tensioni patriottiche di lotta al governo austro-ungarico, quindi, ci fu un sentire comune che volle mettere da parte le diatri-be concentrando gli sforzi alla ricostruzione del gran-dioso tempio.

Prima vennero le cose più impellenti, quali il tetto, le muraglie, il pavi-mento ecc. e si pensò alla pala dell’altar maggiore dopo gli esercizi spirituali del cappuccino padre Le-one da Borso nel dicembre 1860 che ne caldeggiava il suo ripristino a nove anni dal triste evento. Il padre fece il suo buon effetto e l’idea cominciò a circolare fra i parrocchiani, così, ra-dunati i capifamiglia nel maggio 1861 si raccolsero inizialmente dei soldi a fronteggiare la spesa che inizialmente prevedeva un fiorino per ogni capo-famiglia.

L’incarico. Dopo di-verse vicissitudini, che qui volutamente si omettono, l’incarico venne affidato al giovane Antonio Paoletti (1834-1912) figlio di Ermo-lao, da Venezia. Nel 1863 la bella pala fece bella mostra

di sé (metri 2,25 per 4) e non conob-be alcun restauro sino ad oggi, per questo le due sco-perte sono autenti-che “chicche” sto-riche. L’autore si firmava “A. d’Er-molao Paoletti” ed a ragione. Infatti in contemporanea nella stessa città lagunare era in at-tività un omonimo pittore, figlio di Giovanni, da qui la distinzione. Anto-nio d’Ermolao fece molte cose nella sua vita dipingen-do fra l’altro pale d’altare presenti a S.Angelo di Trevi-so (san Michele che scaccia Lucifero) e nella chiesa di San Girolamo, Santa Teresa e la Madon-na del Carmine effigiando i cinque santi a Falzè di Tre-vignano (Tv). Ma suoi dipinti sono presenti nella basi-lica del Santo a Pa-dova, nel duomo di Chioggia e nel duomo di Belluno,

solo per ricordare i mag-giori e pure nella vicina chiesa di Ostiglia (Mn).

Avere trovato la sua fir-ma da prestigio al dipinto all’autore ricordato oggi solo quale buon macchia-iolo dalla critica e che solo ultimamente sta per essere rivalutato.

Il campanile. Altra peculiarità di queste fasi iniziali, come accennato, è l’emergere del profilo della torre campanaria, in-teramente coperta in pre-cedenza dalla cornice do-rata. Come si evince dalla foto era dotata di un piano sopraelevato con una pic-cola “lanterna”, elegante e degna di figurare vicino all’arcipretale. Non si han-no testimonianze pittori-che o documentali sopra il campanile, salvo i reso-conti delle visite pastorali settecentesche nelle quali si chiede insistentemente di provvedere alla torre campanaria, inadeguata alla grandiosa nuova chie-sa. Di fatto si rimediò e già nella prima visita della diocesi di Adria nel 1825 non si fa più accenno alla torre campanaria, segno che era stata innalzata sul finire del Settecento-inizio dell’Ottocento. Comun-que sia, la parte finale non era affatto come ricordava don Sante Magro nel 1924 uguale a quello del san-tuario della Madonna del-la Comuna ma molto più bella ed adorna. Notiamo anche nella vicina chiesa

un particolare costruttivo come la finestra a forma diversa dall’attuale che ne denuncia successivi lavori. La parte sopra la torre cam-panaria venne fatta demo-lire dal regio commissario Giacomo Giuseppe Alvisi che nel gennaio-aprile 1871 la ritenne pericolosa, e che subito dopo fece installare nel 1872 l’orologio comuna-le, spesso mal funzionante. Così questa testimonianza pittorica del quadro Paolet-ti rimane l’unica conosciuta

delle fattezze del campani-le. Don Pellegrino Soldà fa esplicito riferimento in una sua lettera che il dipinto non dovesse essere dotato di cornice, quindi l’attuale è stata messa dopo i lavori della cimasa ad opera dello stuccatore Gaetano Arnol-di di Mantova che terminò il tutto, di fatto, nel 1864 con la scritta al suo interno “Altare privilegiatum 1863”.

Raffaele RidolfiRiproduzione riservata

Nelle foto dall’alto Pala dell’altar maggiore della chiesa raffigurante San Materno, Sant’Anto-nio e Madonna del Rosa-rio col bambino, opera di Antonio Paoletti da Ve-nezia (1863); particolare della firma dell’autore in basso; particolare della chiesa e del campanile a fianco della mano di san Materno.

Rovigo

La privacy nell’ente localeSeminario a Palazzo Celio

per dipendenti pubblici lunedì14 aprileCon la giornata di studi per i dipendenti pubblici

“La gestione della privacy negli enti locali” riprende la collaborazione fra la sezione Sistemi informativi della Regione Veneto e Palazzo Celio.

Lunedì 14 aprile nella sala consiliare si parlerà di diritti e prevenzione: come tutelare la tua privacy, cosa intendiamo per dati personali, quali sono le parti in gioco? Cos’è il diritto alla protezione dei dati persona-li? - Cos’è il diritto di accedere ai propri dati personali? - Cos’è il diritto di opposizione? - Chi tutela i nostri dati personali? - Quali sono i compiti del Garante del-la "privacy"?

Poi sui doveri e responsabilità: come trattare i dati personali degli altri, l’informativa, il consenso, moda-lità del trattamento e misure di sicurezza, notificazio-ne e verifica preliminare, trattamento di dati sensibili e giudiziari, cessazione del trattamento, tutela della riservatezza e legge 241/1990 ed ancora: privacy e trasparenza: come coniugare questi due aspetti: il de-creto legislativo 33/2013 e la privacy, suggerimenti operativi

S’inizia alle 9 con la registrazione dei partecipanti, alle 9,30 l’illustrazione degli argomenti in programma e termine alle 12,45. Relatori: Ugo Volpato e Antonino Mola, funzionari della Regione.

Melara

Due scoperte dal restauro della pala dell’altar maggiore

Page 18: La Settimana n. 15 del 13 aprile 2014

18 la Settimana domenica 13 aprile 2014caritas

!! ! Difendere !Servire, accompagnare vuol dire anche difendere, vuol dire mettersi dalla parte di chi è più debole. Quante volte leviamo la voce per d i fendere i nos t r i d i r i t t i , ma quante volte siamo indif ferenti verso i diritti degli altri! Quante v o l t e n o n s a p p i a m o o n o n vogliamo dare voce alla voce di chi – come voi – ha sofferto e soffre, di chi ha visto calpestare i propri diritti , di chi ha vissuto tanta violenza che ha soffocato anche il desiderio di avere giustizia! Per tutta la Chiesa è importante che l'accoglienza del povero e la promozione del la giustizia non vengano a f f ida te so lo a deg l i “specialisti”, ma sia un'attenzione d i t u t t a l a p a s t o r a l e , d e l l a formazione dei futuri sacerdoti e religiosi, dell'impegno normale di tutte le parrocchie, i movimenti e l e a g g re g a z i o n i e c c l e s i a l i . I n p a r t i c o l a r e – e q u e s t o è importante e lo dico di cuore – in particolare vorrei invitare anche g l i I s t i tu t i re l i g ios i a l eggere seriamente e con responsabilità questo segno dei tempi. Il Signore chiama a vivere con più coraggio e g eneros i t à l ' a c cog l i en z a ne l l e comunità, nelle case, nei conventi v u o t i . . . C a r i s s i m i r e l i g i o s i e rel igiose , i conventi vuoti non s e r v o n o a l l a C h i e s a p e r t r a s f o r m a r l i i n a l b e r g h i e guadagnare i soldi. I conventi vuoti non sono nostri, sono per la carne di Cristo che sono i rifugiati. Il S i gnore ch i ama a v i ve re con g e n e r o s i t à e c o r a g g i o l a accogl ienza nei conventi vuoti . Certo non è qualcosa di semplice, ci vogliono criterio, responsabilità, ma c i v uo l e a n che co r a g g i o . F a c c i a m o t a n t o , f o r s e s i a m o chiamati a fare di più, accogliendo e condividendo con decisione ciò che la Provvidenza ci ha donato per servire. Superare la tentazione del la mondanità sp ir i tua le per essere vicini alle persone semplici e soprattutto agli ultimi. Abbiamo bisogno di comunità solidali che vivano l'amore in modo concreto! Ogni giorno, qui e in altri centri, t a n t e p e r sone , i n p rev a l e n z a giovani, si mettono in fila per un pasto caldo. Queste persone ci ricordano sofferenze e drammi dell'umanità. Ma quella fila ci dice anche che fare qualcosa, adesso, tutti, è possibile. Basta bussare alla porta, e provare a dire: “Io ci sono. Come posso dare una mano?”. !

Papa FRANCESCO al Centro Astalli

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PRIMO PIANO - nel ventennale dei tragici eventi; un appello di Caritas a che convenga mai meno l’attenzione e la presenza internazionale quando accadono certi fatti!

Ruanda: non dimenticare“In Ruanda ancora oggi ci sono ferite profonde da guarire. È importante superare i pregiudizi e le divisioni etniche e proseguire sul cammino del la riconciliazione”. Così Papa Francesco ai vescovi del Ruanda, ricevuti in visita ad Limina in occasione del ventesimo anniversario del genocidio che si consumò nel paese nel 1994. I numeri di quella mattanza sono ancora imprecisi, si parla di 800.000 morti in 100 giorni a partire dal 6 aprile 1994 in concomitanza con l’abbattimento con un missile terra ar ia del l ’aereo presidenziale dell'allora presidente Juvénal Habyarimana.Un genocidio che ha lasciato il mondo indifferente per molte settimane. Il conflitto ha avuto conseguenze in tutta l’area dei Grandi Laghi, con milioni di profughi nei paesi limitrofi (Burundi, Repubblica Democratica del Congo, Tanzania, Uganda, Kenya) e ha contribuito fortemente ad alimentare i conflitti che si sono succeduti in seguito in alcuni di questi paesi: la guerra civile del Burundi dal 1993 al 2005 e poi la prima e la seconda guerra del Congo (1996 – 1997 e 1998-2003) che hanno provocato milioni di vittime e di cui ancora oggi si pagano le conseguenze. L’area del Nord Kivu nella Repubblica Democratica del Congo è ancora oggi teatro di una fortissima

instabilità dovuta anche alla contesa delle risorse minerarie di cui la regione è ricca. In Ruanda e in tutta la regione dei Grandi Laghi, Caritas Italiana, sin dai primi mesi, realizzò un intervento ad ampio raggio a sostegno di realtà della Chiesa locale per favorire la riconciliazione e lo sviluppo, a

partire da alcuni ambiti prioritari: la sanità, i minori, le carceri, la ricostruzione e la ripresa socio-economica. Al programma, che ha avuto una durata pluriennale, parteciparono numerose Caritas diocesane italiane, alcune delle quali ancora oggi hanno mantenuto un rapporto di prossimità con la Chiesa ruandese.

Negli anni si sono succeduti numerosi volontari, operatori e giovani in servizio civile in tutta l’area dei Grandi Laghi. Ad esempio a Giseny è attualmente in atto un progetto di servizio civile curato in collaborazione con la Caritas di Frosinone – Veroli – Ferentino con 4 giovani che da

circa un mese sono in Ruanda per affiancare la parrocchia di Giseny in diversi progetti socio- sanitari e di sviluppo socio-economico in favore d i f a s c e v u l n e r a b i l i d e l l a popolazione. L’impegno della Chiesa prosegue dunque in Ruanda, ma anche nella Repubblica Democratica del Congo, con il recupero di ex-bambini soldato, e in Burundi per la promozione della pace tra i giovani nel Centro Kamenge a Bujumbura, il rientro dei profughi e la ripresa socio-economica. Il ricordo del genocidio ruandese, purtroppo, pone di nuovo in risalto la questione dell’Africa come continente impoverito e violentato, ancora preda di crisi ricorrenti,

miseria strutturale e guerre: Repubblica centrafricana, Sud Sudan, Sudan, Repubblica Democratica del Congo, Nigeria, Mali, i focolai più recenti. Conflitti spesso dipinti come etnico-religiosi ma che hanno origine da interessi di potere ed economici, locali ed esteri.

Caritas Italiana

Preparare il terreno per far cessare l’operazione Mare nostrum, criticata anche da altri paesi europei come strumento di arrivo sicuro da parte dei migranti, per riprendere la politica dei respingimenti in mare. Sarebbe questo l ’ ob i e t t ivo de l l e d i ch i a raz ion i allarmistiche pronunciate da Angelino Alfano, secondo Christopher Hein, direttore del Cir (Consiglio italiano per i rifugiati), che si dice “seriamente preoccupato” per le parole del ministro. Durante un convegno a Palermo, Alfano ha infatti spiegato che secondo fonti del ministero ci sarebbero tra le 300mila e le 600mila persone pronte a imbarcarsi verso le nostre coste e ha sottolineato esplicitamente la necessità di una “difesa delle frontiere” attraverso il rafforzamento di Frontex. “Siamo seriamente preoccupati per le parole del ministro – spiega Hein – vogliamo capire meglio cosa significa ‘difesa delle frontiere’: vuol dire forse intercettare in mare le persone che si imbarcano verso le nostre coste e rimandarle indietro? Non vorremmo che questo fosse solo un modo per preparare il terreno alla chiusura dell’operazione Mare nostrum e riprendere una politica dei respingimenti. Quelle pronunciate ieri – aggiunge – sono parole che creano solo allarmismo e fanno crescere nell’opinione pubblica la paura di un’invasione”. Hein sottolinea inoltre che i numeri citati dal ministro “sono improbabili” e non tarati su dati empirici. Nei primi tre mesi dell’anno infatti ad arrivare sono state 11mila persone circa, per la maggior parte (circa 70 per cento) richiedenti asilo. “Che rispetto agli altri anni ci sia stato un aumento degli arrivi

è evidente – aggiunge Hein – un flusso che si è mantenuto costante anche nei mesi invernali, soprattutto per la situazione in Siria. Ma bisogna stare attenti a dare queste cifre, che non trovano riscontro nei dati che abbiamo sugli arrivi. Meglio pensare a un reale piano di accoglienza che venga incontro all’aumento dei migranti in arrivo per chiedere asilo, e che comunque non potranno mai raggiungere i numeri di cui parla Alfano”. Il direttore del Cir ricorda che già alcuni paesi europei avevano criticato Mare nostrum, “perché poi in molti transito dall'Italia per raggiungere altri paesi, ma non si può certo dire che sia questo il motivo dell’aumento degli sbarchi – spiega – i motivi principali sono da ricercare nella crisi siriana e nella situazione caotica che c’è in Libia. Bisognerebbe dunque che la politica estera si mobilitasse per rafforzare i diritti dei rifugiati nei paesi del Nord Africa anziché pensare di ridimensionare uno strumento che negli ultimi mesi ha evitato tragedie del mare”. L’operazione della Marina militare italiana è “necessaria – aggiunge - finché non ci sarà un modo legale per arrivare in Europa. Non dovrebbe, infatti, essere normale aspettare che le persone si imbarchino con i trafficanti per agire. E’ evidente che Mare nostrum non è la soluzione, è sempre un intervento emergenziale: nonostante ciò va rafforzato con un supporto dell’Unione europea. Non si può tornare indietro chiudendo le frontiere a persone che scappano da paesi in guerra”. Le altre reazioni. L’allarmismo non serve, bisogna pensare piuttosto a un piano organico di accoglienza. Commenta così

Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr per il Sud Europa, le parole del ministro dell’Interno Angelino Alfano. Per l'Alto commissariato Onu per i rifugiati, "non si può parlare di emergenza, perché si tratta di una situazione ben conosciuta. E’ ora quindi che si metta in atto un vero piano organico di accoglienza, che in Italia ancora non c’è". Per mons. Giancarlo Perego, direttore generale di Migrantes, "chi si meraviglia di questi numeri dimostra di non conoscere la storia e sogna che Paesi sfruttati, impoveriti, alla fame, in guerra, non si mettano in cammino. Oppure dimentica che l’Africa nei prossimi 30 anni passerà da un miliardo di persone a due miliardi di persone: giovani, famiglie che, in condizioni di povertà, si metteranno in cammino”. La Caritas Ambrosiana, per bocca del direttore don Roberto Davanzo, rileva: "I numeri sono inquietanti. Non abbiamo strumenti per dire che sono troppi o troppo pochi. L'appello del ministro Alfano può essere l'occasione per farci cogliere meno impreparati, per non ragionare sempre in termini di emergenza". Più dura e netta l'Asgi, secondo cui le parole di Alfano "rispondono alla collaudatissima strategia della fabbrica della paura: si fa percepire al l 'opinione pubblica l'invasione invece che parlare del fatto che sono le autorità pubbliche che non stanno affrontando la questione. Siamo all'utilizzo ideologico dell'emergenza, ormai è chiaro".

da Redattore Sociale

Sbarchi, "allarme per far cessare Mare nostrum”

Diario •15 aprile, Rovigo, incontro FSS • Chiusura pasquale uffici Caritas Diocesana: da giovedì 17 aprile (pomeriggio), con riapertura martedì 22 aprile.

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Papa FRANCESCO al Centro Astalli

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PRIMO PIANO - nel ventennale dei tragici eventi; un appello di Caritas a che convenga mai meno l’attenzione e la presenza internazionale quando accadono certi fatti!

Ruanda: non dimenticare“In Ruanda ancora oggi ci sono ferite profonde da guarire. È importante superare i pregiudizi e le divisioni etniche e proseguire sul cammino del la riconciliazione”. Così Papa Francesco ai vescovi del Ruanda, ricevuti in visita ad Limina in occasione del ventesimo anniversario del genocidio che si consumò nel paese nel 1994. I numeri di quella mattanza sono ancora imprecisi, si parla di 800.000 morti in 100 giorni a partire dal 6 aprile 1994 in concomitanza con l’abbattimento con un missile terra ar ia del l ’aereo presidenziale dell'allora presidente Juvénal Habyarimana.Un genocidio che ha lasciato il mondo indifferente per molte settimane. Il conflitto ha avuto conseguenze in tutta l’area dei Grandi Laghi, con milioni di profughi nei paesi limitrofi (Burundi, Repubblica Democratica del Congo, Tanzania, Uganda, Kenya) e ha contribuito fortemente ad alimentare i conflitti che si sono succeduti in seguito in alcuni di questi paesi: la guerra civile del Burundi dal 1993 al 2005 e poi la prima e la seconda guerra del Congo (1996 – 1997 e 1998-2003) che hanno provocato milioni di vittime e di cui ancora oggi si pagano le conseguenze. L’area del Nord Kivu nella Repubblica Democratica del Congo è ancora oggi teatro di una fortissima

instabilità dovuta anche alla contesa delle risorse minerarie di cui la regione è ricca. In Ruanda e in tutta la regione dei Grandi Laghi, Caritas Italiana, sin dai primi mesi, realizzò un intervento ad ampio raggio a sostegno di realtà della Chiesa locale per favorire la riconciliazione e lo sviluppo, a

partire da alcuni ambiti prioritari: la sanità, i minori, le carceri, la ricostruzione e la ripresa socio-economica. Al programma, che ha avuto una durata pluriennale, parteciparono numerose Caritas diocesane italiane, alcune delle quali ancora oggi hanno mantenuto un rapporto di prossimità con la Chiesa ruandese.

Negli anni si sono succeduti numerosi volontari, operatori e giovani in servizio civile in tutta l’area dei Grandi Laghi. Ad esempio a Giseny è attualmente in atto un progetto di servizio civile curato in collaborazione con la Caritas di Frosinone – Veroli – Ferentino con 4 giovani che da

circa un mese sono in Ruanda per affiancare la parrocchia di Giseny in diversi progetti socio- sanitari e di sviluppo socio-economico in favore d i f a s c e v u l n e r a b i l i d e l l a popolazione. L’impegno della Chiesa prosegue dunque in Ruanda, ma anche nella Repubblica Democratica del Congo, con il recupero di ex-bambini soldato, e in Burundi per la promozione della pace tra i giovani nel Centro Kamenge a Bujumbura, il rientro dei profughi e la ripresa socio-economica. Il ricordo del genocidio ruandese, purtroppo, pone di nuovo in risalto la questione dell’Africa come continente impoverito e violentato, ancora preda di crisi ricorrenti,

miseria strutturale e guerre: Repubblica centrafricana, Sud Sudan, Sudan, Repubblica Democratica del Congo, Nigeria, Mali, i focolai più recenti. Conflitti spesso dipinti come etnico-religiosi ma che hanno origine da interessi di potere ed economici, locali ed esteri.

Caritas Italiana

Preparare il terreno per far cessare l’operazione Mare nostrum, criticata anche da altri paesi europei come strumento di arrivo sicuro da parte dei migranti, per riprendere la politica dei respingimenti in mare. Sarebbe questo l ’ ob i e t t ivo de l l e d i ch i a raz ion i allarmistiche pronunciate da Angelino Alfano, secondo Christopher Hein, direttore del Cir (Consiglio italiano per i rifugiati), che si dice “seriamente preoccupato” per le parole del ministro. Durante un convegno a Palermo, Alfano ha infatti spiegato che secondo fonti del ministero ci sarebbero tra le 300mila e le 600mila persone pronte a imbarcarsi verso le nostre coste e ha sottolineato esplicitamente la necessità di una “difesa delle frontiere” attraverso il rafforzamento di Frontex. “Siamo seriamente preoccupati per le parole del ministro – spiega Hein – vogliamo capire meglio cosa significa ‘difesa delle frontiere’: vuol dire forse intercettare in mare le persone che si imbarcano verso le nostre coste e rimandarle indietro? Non vorremmo che questo fosse solo un modo per preparare il terreno alla chiusura dell’operazione Mare nostrum e riprendere una politica dei respingimenti. Quelle pronunciate ieri – aggiunge – sono parole che creano solo allarmismo e fanno crescere nell’opinione pubblica la paura di un’invasione”. Hein sottolinea inoltre che i numeri citati dal ministro “sono improbabili” e non tarati su dati empirici. Nei primi tre mesi dell’anno infatti ad arrivare sono state 11mila persone circa, per la maggior parte (circa 70 per cento) richiedenti asilo. “Che rispetto agli altri anni ci sia stato un aumento degli arrivi

è evidente – aggiunge Hein – un flusso che si è mantenuto costante anche nei mesi invernali, soprattutto per la situazione in Siria. Ma bisogna stare attenti a dare queste cifre, che non trovano riscontro nei dati che abbiamo sugli arrivi. Meglio pensare a un reale piano di accoglienza che venga incontro all’aumento dei migranti in arrivo per chiedere asilo, e che comunque non potranno mai raggiungere i numeri di cui parla Alfano”. Il direttore del Cir ricorda che già alcuni paesi europei avevano criticato Mare nostrum, “perché poi in molti transito dall'Italia per raggiungere altri paesi, ma non si può certo dire che sia questo il motivo dell’aumento degli sbarchi – spiega – i motivi principali sono da ricercare nella crisi siriana e nella situazione caotica che c’è in Libia. Bisognerebbe dunque che la politica estera si mobilitasse per rafforzare i diritti dei rifugiati nei paesi del Nord Africa anziché pensare di ridimensionare uno strumento che negli ultimi mesi ha evitato tragedie del mare”. L’operazione della Marina militare italiana è “necessaria – aggiunge - finché non ci sarà un modo legale per arrivare in Europa. Non dovrebbe, infatti, essere normale aspettare che le persone si imbarchino con i trafficanti per agire. E’ evidente che Mare nostrum non è la soluzione, è sempre un intervento emergenziale: nonostante ciò va rafforzato con un supporto dell’Unione europea. Non si può tornare indietro chiudendo le frontiere a persone che scappano da paesi in guerra”. Le altre reazioni. L’allarmismo non serve, bisogna pensare piuttosto a un piano organico di accoglienza. Commenta così

Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr per il Sud Europa, le parole del ministro dell’Interno Angelino Alfano. Per l'Alto commissariato Onu per i rifugiati, "non si può parlare di emergenza, perché si tratta di una situazione ben conosciuta. E’ ora quindi che si metta in atto un vero piano organico di accoglienza, che in Italia ancora non c’è". Per mons. Giancarlo Perego, direttore generale di Migrantes, "chi si meraviglia di questi numeri dimostra di non conoscere la storia e sogna che Paesi sfruttati, impoveriti, alla fame, in guerra, non si mettano in cammino. Oppure dimentica che l’Africa nei prossimi 30 anni passerà da un miliardo di persone a due miliardi di persone: giovani, famiglie che, in condizioni di povertà, si metteranno in cammino”. La Caritas Ambrosiana, per bocca del direttore don Roberto Davanzo, rileva: "I numeri sono inquietanti. Non abbiamo strumenti per dire che sono troppi o troppo pochi. L'appello del ministro Alfano può essere l'occasione per farci cogliere meno impreparati, per non ragionare sempre in termini di emergenza". Più dura e netta l'Asgi, secondo cui le parole di Alfano "rispondono alla collaudatissima strategia della fabbrica della paura: si fa percepire al l 'opinione pubblica l'invasione invece che parlare del fatto che sono le autorità pubbliche che non stanno affrontando la questione. Siamo all'utilizzo ideologico dell'emergenza, ormai è chiaro".

da Redattore Sociale

Sbarchi, "allarme per far cessare Mare nostrum”

Diario •15 aprile, Rovigo, incontro FSS • Chiusura pasquale uffici Caritas Diocesana: da giovedì 17 aprile (pomeriggio), con riapertura martedì 22 aprile.

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Via Giacomo Sichirollo n. 58 - 45100 Rovigo

Lun-Ven 9:00-13:30 e 14:30-17:00

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0039 0425 23450 0039 0425 464518 [email protected] www.caritasrovigo.org

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✓ Il poliambulatorio è un servizio rivolto a tutte le persone che per diverse ragioni non hanno accesso al “medico di base” ✓ Le visite si effettuano esclusivamente su prenotazione ✓ La prenotazione è gestita dal Centro di Ascolto diocesano (lunedì-venerdì dalle ore 9:00 alle 13:00; tel. 0039 0425 23450)

Ambulatorio di medicina generale Lunedì ore 14:30 - 17:00

Ambulatorio dentistico Lunedì, ore 09:00 - 17:00, Mercoledì e Giovedì ore 14:30 - 17:00

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!! ! Difendere !Servire, accompagnare vuol dire anche difendere, vuol dire mettersi dalla parte di chi è più debole. Quante volte leviamo la voce per d i fendere i nos t r i d i r i t t i , ma quante volte siamo indif ferenti verso i diritti degli altri! Quante v o l t e n o n s a p p i a m o o n o n vogliamo dare voce alla voce di chi – come voi – ha sofferto e soffre, di chi ha visto calpestare i propri diritti , di chi ha vissuto tanta violenza che ha soffocato anche il desiderio di avere giustizia! Per tutta la Chiesa è importante che l'accoglienza del povero e la promozione del la giustizia non vengano a f f ida te so lo a deg l i “specialisti”, ma sia un'attenzione d i t u t t a l a p a s t o r a l e , d e l l a formazione dei futuri sacerdoti e religiosi, dell'impegno normale di tutte le parrocchie, i movimenti e l e a g g re g a z i o n i e c c l e s i a l i . I n p a r t i c o l a r e – e q u e s t o è importante e lo dico di cuore – in particolare vorrei invitare anche g l i I s t i tu t i re l i g ios i a l eggere seriamente e con responsabilità questo segno dei tempi. Il Signore chiama a vivere con più coraggio e g eneros i t à l ' a c cog l i en z a ne l l e comunità, nelle case, nei conventi v u o t i . . . C a r i s s i m i r e l i g i o s i e rel igiose , i conventi vuoti non s e r v o n o a l l a C h i e s a p e r t r a s f o r m a r l i i n a l b e r g h i e guadagnare i soldi. I conventi vuoti non sono nostri, sono per la carne di Cristo che sono i rifugiati. Il S i gnore ch i ama a v i ve re con g e n e r o s i t à e c o r a g g i o l a accogl ienza nei conventi vuoti . Certo non è qualcosa di semplice, ci vogliono criterio, responsabilità, ma c i v uo l e a n che co r a g g i o . F a c c i a m o t a n t o , f o r s e s i a m o chiamati a fare di più, accogliendo e condividendo con decisione ciò che la Provvidenza ci ha donato per servire. Superare la tentazione del la mondanità sp ir i tua le per essere vicini alle persone semplici e soprattutto agli ultimi. Abbiamo bisogno di comunità solidali che vivano l'amore in modo concreto! Ogni giorno, qui e in altri centri, t a n t e p e r sone , i n p rev a l e n z a giovani, si mettono in fila per un pasto caldo. Queste persone ci ricordano sofferenze e drammi dell'umanità. Ma quella fila ci dice anche che fare qualcosa, adesso, tutti, è possibile. Basta bussare alla porta, e provare a dire: “Io ci sono. Come posso dare una mano?”. !

Papa FRANCESCO al Centro Astalli

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Bel

linat

i“P

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vo...”

PRIMO PIANO - nel ventennale dei tragici eventi; un appello di Caritas a che convenga mai meno l’attenzione e la presenza internazionale quando accadono certi fatti!

Ruanda: non dimenticare“In Ruanda ancora oggi ci sono ferite profonde da guarire. È importante superare i pregiudizi e le divisioni etniche e proseguire sul cammino del la riconciliazione”. Così Papa Francesco ai vescovi del Ruanda, ricevuti in visita ad Limina in occasione del ventesimo anniversario del genocidio che si consumò nel paese nel 1994. I numeri di quella mattanza sono ancora imprecisi, si parla di 800.000 morti in 100 giorni a partire dal 6 aprile 1994 in concomitanza con l’abbattimento con un missile terra ar ia del l ’aereo presidenziale dell'allora presidente Juvénal Habyarimana.Un genocidio che ha lasciato il mondo indifferente per molte settimane. Il conflitto ha avuto conseguenze in tutta l’area dei Grandi Laghi, con milioni di profughi nei paesi limitrofi (Burundi, Repubblica Democratica del Congo, Tanzania, Uganda, Kenya) e ha contribuito fortemente ad alimentare i conflitti che si sono succeduti in seguito in alcuni di questi paesi: la guerra civile del Burundi dal 1993 al 2005 e poi la prima e la seconda guerra del Congo (1996 – 1997 e 1998-2003) che hanno provocato milioni di vittime e di cui ancora oggi si pagano le conseguenze. L’area del Nord Kivu nella Repubblica Democratica del Congo è ancora oggi teatro di una fortissima

instabilità dovuta anche alla contesa delle risorse minerarie di cui la regione è ricca. In Ruanda e in tutta la regione dei Grandi Laghi, Caritas Italiana, sin dai primi mesi, realizzò un intervento ad ampio raggio a sostegno di realtà della Chiesa locale per favorire la riconciliazione e lo sviluppo, a

partire da alcuni ambiti prioritari: la sanità, i minori, le carceri, la ricostruzione e la ripresa socio-economica. Al programma, che ha avuto una durata pluriennale, parteciparono numerose Caritas diocesane italiane, alcune delle quali ancora oggi hanno mantenuto un rapporto di prossimità con la Chiesa ruandese.

Negli anni si sono succeduti numerosi volontari, operatori e giovani in servizio civile in tutta l’area dei Grandi Laghi. Ad esempio a Giseny è attualmente in atto un progetto di servizio civile curato in collaborazione con la Caritas di Frosinone – Veroli – Ferentino con 4 giovani che da

circa un mese sono in Ruanda per affiancare la parrocchia di Giseny in diversi progetti socio- sanitari e di sviluppo socio-economico in favore d i f a s c e v u l n e r a b i l i d e l l a popolazione. L’impegno della Chiesa prosegue dunque in Ruanda, ma anche nella Repubblica Democratica del Congo, con il recupero di ex-bambini soldato, e in Burundi per la promozione della pace tra i giovani nel Centro Kamenge a Bujumbura, il rientro dei profughi e la ripresa socio-economica. Il ricordo del genocidio ruandese, purtroppo, pone di nuovo in risalto la questione dell’Africa come continente impoverito e violentato, ancora preda di crisi ricorrenti,

miseria strutturale e guerre: Repubblica centrafricana, Sud Sudan, Sudan, Repubblica Democratica del Congo, Nigeria, Mali, i focolai più recenti. Conflitti spesso dipinti come etnico-religiosi ma che hanno origine da interessi di potere ed economici, locali ed esteri.

Caritas Italiana

Preparare il terreno per far cessare l’operazione Mare nostrum, criticata anche da altri paesi europei come strumento di arrivo sicuro da parte dei migranti, per riprendere la politica dei respingimenti in mare. Sarebbe questo l ’ ob i e t t ivo de l l e d i ch i a raz ion i allarmistiche pronunciate da Angelino Alfano, secondo Christopher Hein, direttore del Cir (Consiglio italiano per i rifugiati), che si dice “seriamente preoccupato” per le parole del ministro. Durante un convegno a Palermo, Alfano ha infatti spiegato che secondo fonti del ministero ci sarebbero tra le 300mila e le 600mila persone pronte a imbarcarsi verso le nostre coste e ha sottolineato esplicitamente la necessità di una “difesa delle frontiere” attraverso il rafforzamento di Frontex. “Siamo seriamente preoccupati per le parole del ministro – spiega Hein – vogliamo capire meglio cosa significa ‘difesa delle frontiere’: vuol dire forse intercettare in mare le persone che si imbarcano verso le nostre coste e rimandarle indietro? Non vorremmo che questo fosse solo un modo per preparare il terreno alla chiusura dell’operazione Mare nostrum e riprendere una politica dei respingimenti. Quelle pronunciate ieri – aggiunge – sono parole che creano solo allarmismo e fanno crescere nell’opinione pubblica la paura di un’invasione”. Hein sottolinea inoltre che i numeri citati dal ministro “sono improbabili” e non tarati su dati empirici. Nei primi tre mesi dell’anno infatti ad arrivare sono state 11mila persone circa, per la maggior parte (circa 70 per cento) richiedenti asilo. “Che rispetto agli altri anni ci sia stato un aumento degli arrivi

è evidente – aggiunge Hein – un flusso che si è mantenuto costante anche nei mesi invernali, soprattutto per la situazione in Siria. Ma bisogna stare attenti a dare queste cifre, che non trovano riscontro nei dati che abbiamo sugli arrivi. Meglio pensare a un reale piano di accoglienza che venga incontro all’aumento dei migranti in arrivo per chiedere asilo, e che comunque non potranno mai raggiungere i numeri di cui parla Alfano”. Il direttore del Cir ricorda che già alcuni paesi europei avevano criticato Mare nostrum, “perché poi in molti transito dall'Italia per raggiungere altri paesi, ma non si può certo dire che sia questo il motivo dell’aumento degli sbarchi – spiega – i motivi principali sono da ricercare nella crisi siriana e nella situazione caotica che c’è in Libia. Bisognerebbe dunque che la politica estera si mobilitasse per rafforzare i diritti dei rifugiati nei paesi del Nord Africa anziché pensare di ridimensionare uno strumento che negli ultimi mesi ha evitato tragedie del mare”. L’operazione della Marina militare italiana è “necessaria – aggiunge - finché non ci sarà un modo legale per arrivare in Europa. Non dovrebbe, infatti, essere normale aspettare che le persone si imbarchino con i trafficanti per agire. E’ evidente che Mare nostrum non è la soluzione, è sempre un intervento emergenziale: nonostante ciò va rafforzato con un supporto dell’Unione europea. Non si può tornare indietro chiudendo le frontiere a persone che scappano da paesi in guerra”. Le altre reazioni. L’allarmismo non serve, bisogna pensare piuttosto a un piano organico di accoglienza. Commenta così

Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr per il Sud Europa, le parole del ministro dell’Interno Angelino Alfano. Per l'Alto commissariato Onu per i rifugiati, "non si può parlare di emergenza, perché si tratta di una situazione ben conosciuta. E’ ora quindi che si metta in atto un vero piano organico di accoglienza, che in Italia ancora non c’è". Per mons. Giancarlo Perego, direttore generale di Migrantes, "chi si meraviglia di questi numeri dimostra di non conoscere la storia e sogna che Paesi sfruttati, impoveriti, alla fame, in guerra, non si mettano in cammino. Oppure dimentica che l’Africa nei prossimi 30 anni passerà da un miliardo di persone a due miliardi di persone: giovani, famiglie che, in condizioni di povertà, si metteranno in cammino”. La Caritas Ambrosiana, per bocca del direttore don Roberto Davanzo, rileva: "I numeri sono inquietanti. Non abbiamo strumenti per dire che sono troppi o troppo pochi. L'appello del ministro Alfano può essere l'occasione per farci cogliere meno impreparati, per non ragionare sempre in termini di emergenza". Più dura e netta l'Asgi, secondo cui le parole di Alfano "rispondono alla collaudatissima strategia della fabbrica della paura: si fa percepire al l 'opinione pubblica l'invasione invece che parlare del fatto che sono le autorità pubbliche che non stanno affrontando la questione. Siamo all'utilizzo ideologico dell'emergenza, ormai è chiaro".

da Redattore Sociale

Sbarchi, "allarme per far cessare Mare nostrum”

Diario •15 aprile, Rovigo, incontro FSS • Chiusura pasquale uffici Caritas Diocesana: da giovedì 17 aprile (pomeriggio), con riapertura martedì 22 aprile.

ContattarciSede:

Orari:

Via Giacomo Sichirollo n. 58 - 45100 Rovigo

Lun-Ven 9:00-13:30 e 14:30-17:00

Tel: Fax:

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0039 0425 23450 0039 0425 464518 [email protected] www.caritasrovigo.org

Contribuire C/C intestato a Caritas diocesana di Adria RovigoRovigoBanca, Rovigo, Corso del Popolo C/C - 012000023103 •IBAN: IT23 H089 8612 2000 1200 0023 103

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Modalità e criteri di accesso

✓ Il poliambulatorio è un servizio rivolto a tutte le persone che per diverse ragioni non hanno accesso al “medico di base” ✓ Le visite si effettuano esclusivamente su prenotazione ✓ La prenotazione è gestita dal Centro di Ascolto diocesano (lunedì-venerdì dalle ore 9:00 alle 13:00; tel. 0039 0425 23450)

Ambulatorio di medicina generale Lunedì ore 14:30 - 17:00

Ambulatorio dentistico Lunedì, ore 09:00 - 17:00, Mercoledì e Giovedì ore 14:30 - 17:00

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!! ! Difendere !Servire, accompagnare vuol dire anche difendere, vuol dire mettersi dalla parte di chi è più debole. Quante volte leviamo la voce per d i fendere i nos t r i d i r i t t i , ma quante volte siamo indif ferenti verso i diritti degli altri! Quante v o l t e n o n s a p p i a m o o n o n vogliamo dare voce alla voce di chi – come voi – ha sofferto e soffre, di chi ha visto calpestare i propri diritti , di chi ha vissuto tanta violenza che ha soffocato anche il desiderio di avere giustizia! Per tutta la Chiesa è importante che l'accoglienza del povero e la promozione del la giustizia non vengano a f f ida te so lo a deg l i “specialisti”, ma sia un'attenzione d i t u t t a l a p a s t o r a l e , d e l l a formazione dei futuri sacerdoti e religiosi, dell'impegno normale di tutte le parrocchie, i movimenti e l e a g g re g a z i o n i e c c l e s i a l i . I n p a r t i c o l a r e – e q u e s t o è importante e lo dico di cuore – in particolare vorrei invitare anche g l i I s t i tu t i re l i g ios i a l eggere seriamente e con responsabilità questo segno dei tempi. Il Signore chiama a vivere con più coraggio e g eneros i t à l ' a c cog l i en z a ne l l e comunità, nelle case, nei conventi v u o t i . . . C a r i s s i m i r e l i g i o s i e rel igiose , i conventi vuoti non s e r v o n o a l l a C h i e s a p e r t r a s f o r m a r l i i n a l b e r g h i e guadagnare i soldi. I conventi vuoti non sono nostri, sono per la carne di Cristo che sono i rifugiati. Il S i gnore ch i ama a v i ve re con g e n e r o s i t à e c o r a g g i o l a accogl ienza nei conventi vuoti . Certo non è qualcosa di semplice, ci vogliono criterio, responsabilità, ma c i v uo l e a n che co r a g g i o . F a c c i a m o t a n t o , f o r s e s i a m o chiamati a fare di più, accogliendo e condividendo con decisione ciò che la Provvidenza ci ha donato per servire. Superare la tentazione del la mondanità sp ir i tua le per essere vicini alle persone semplici e soprattutto agli ultimi. Abbiamo bisogno di comunità solidali che vivano l'amore in modo concreto! Ogni giorno, qui e in altri centri, t a n t e p e r sone , i n p rev a l e n z a giovani, si mettono in fila per un pasto caldo. Queste persone ci ricordano sofferenze e drammi dell'umanità. Ma quella fila ci dice anche che fare qualcosa, adesso, tutti, è possibile. Basta bussare alla porta, e provare a dire: “Io ci sono. Come posso dare una mano?”. !

Papa FRANCESCO al Centro Astalli

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PRIMO PIANO - nel ventennale dei tragici eventi; un appello di Caritas a che convenga mai meno l’attenzione e la presenza internazionale quando accadono certi fatti!

Ruanda: non dimenticare“In Ruanda ancora oggi ci sono ferite profonde da guarire. È importante superare i pregiudizi e le divisioni etniche e proseguire sul cammino del la riconciliazione”. Così Papa Francesco ai vescovi del Ruanda, ricevuti in visita ad Limina in occasione del ventesimo anniversario del genocidio che si consumò nel paese nel 1994. I numeri di quella mattanza sono ancora imprecisi, si parla di 800.000 morti in 100 giorni a partire dal 6 aprile 1994 in concomitanza con l’abbattimento con un missile terra ar ia del l ’aereo presidenziale dell'allora presidente Juvénal Habyarimana.Un genocidio che ha lasciato il mondo indifferente per molte settimane. Il conflitto ha avuto conseguenze in tutta l’area dei Grandi Laghi, con milioni di profughi nei paesi limitrofi (Burundi, Repubblica Democratica del Congo, Tanzania, Uganda, Kenya) e ha contribuito fortemente ad alimentare i conflitti che si sono succeduti in seguito in alcuni di questi paesi: la guerra civile del Burundi dal 1993 al 2005 e poi la prima e la seconda guerra del Congo (1996 – 1997 e 1998-2003) che hanno provocato milioni di vittime e di cui ancora oggi si pagano le conseguenze. L’area del Nord Kivu nella Repubblica Democratica del Congo è ancora oggi teatro di una fortissima

instabilità dovuta anche alla contesa delle risorse minerarie di cui la regione è ricca. In Ruanda e in tutta la regione dei Grandi Laghi, Caritas Italiana, sin dai primi mesi, realizzò un intervento ad ampio raggio a sostegno di realtà della Chiesa locale per favorire la riconciliazione e lo sviluppo, a

partire da alcuni ambiti prioritari: la sanità, i minori, le carceri, la ricostruzione e la ripresa socio-economica. Al programma, che ha avuto una durata pluriennale, parteciparono numerose Caritas diocesane italiane, alcune delle quali ancora oggi hanno mantenuto un rapporto di prossimità con la Chiesa ruandese.

Negli anni si sono succeduti numerosi volontari, operatori e giovani in servizio civile in tutta l’area dei Grandi Laghi. Ad esempio a Giseny è attualmente in atto un progetto di servizio civile curato in collaborazione con la Caritas di Frosinone – Veroli – Ferentino con 4 giovani che da

circa un mese sono in Ruanda per affiancare la parrocchia di Giseny in diversi progetti socio- sanitari e di sviluppo socio-economico in favore d i f a s c e v u l n e r a b i l i d e l l a popolazione. L’impegno della Chiesa prosegue dunque in Ruanda, ma anche nella Repubblica Democratica del Congo, con il recupero di ex-bambini soldato, e in Burundi per la promozione della pace tra i giovani nel Centro Kamenge a Bujumbura, il rientro dei profughi e la ripresa socio-economica. Il ricordo del genocidio ruandese, purtroppo, pone di nuovo in risalto la questione dell’Africa come continente impoverito e violentato, ancora preda di crisi ricorrenti,

miseria strutturale e guerre: Repubblica centrafricana, Sud Sudan, Sudan, Repubblica Democratica del Congo, Nigeria, Mali, i focolai più recenti. Conflitti spesso dipinti come etnico-religiosi ma che hanno origine da interessi di potere ed economici, locali ed esteri.

Caritas Italiana

Preparare il terreno per far cessare l’operazione Mare nostrum, criticata anche da altri paesi europei come strumento di arrivo sicuro da parte dei migranti, per riprendere la politica dei respingimenti in mare. Sarebbe questo l ’ ob i e t t ivo de l l e d i ch i a raz ion i allarmistiche pronunciate da Angelino Alfano, secondo Christopher Hein, direttore del Cir (Consiglio italiano per i rifugiati), che si dice “seriamente preoccupato” per le parole del ministro. Durante un convegno a Palermo, Alfano ha infatti spiegato che secondo fonti del ministero ci sarebbero tra le 300mila e le 600mila persone pronte a imbarcarsi verso le nostre coste e ha sottolineato esplicitamente la necessità di una “difesa delle frontiere” attraverso il rafforzamento di Frontex. “Siamo seriamente preoccupati per le parole del ministro – spiega Hein – vogliamo capire meglio cosa significa ‘difesa delle frontiere’: vuol dire forse intercettare in mare le persone che si imbarcano verso le nostre coste e rimandarle indietro? Non vorremmo che questo fosse solo un modo per preparare il terreno alla chiusura dell’operazione Mare nostrum e riprendere una politica dei respingimenti. Quelle pronunciate ieri – aggiunge – sono parole che creano solo allarmismo e fanno crescere nell’opinione pubblica la paura di un’invasione”. Hein sottolinea inoltre che i numeri citati dal ministro “sono improbabili” e non tarati su dati empirici. Nei primi tre mesi dell’anno infatti ad arrivare sono state 11mila persone circa, per la maggior parte (circa 70 per cento) richiedenti asilo. “Che rispetto agli altri anni ci sia stato un aumento degli arrivi

è evidente – aggiunge Hein – un flusso che si è mantenuto costante anche nei mesi invernali, soprattutto per la situazione in Siria. Ma bisogna stare attenti a dare queste cifre, che non trovano riscontro nei dati che abbiamo sugli arrivi. Meglio pensare a un reale piano di accoglienza che venga incontro all’aumento dei migranti in arrivo per chiedere asilo, e che comunque non potranno mai raggiungere i numeri di cui parla Alfano”. Il direttore del Cir ricorda che già alcuni paesi europei avevano criticato Mare nostrum, “perché poi in molti transito dall'Italia per raggiungere altri paesi, ma non si può certo dire che sia questo il motivo dell’aumento degli sbarchi – spiega – i motivi principali sono da ricercare nella crisi siriana e nella situazione caotica che c’è in Libia. Bisognerebbe dunque che la politica estera si mobilitasse per rafforzare i diritti dei rifugiati nei paesi del Nord Africa anziché pensare di ridimensionare uno strumento che negli ultimi mesi ha evitato tragedie del mare”. L’operazione della Marina militare italiana è “necessaria – aggiunge - finché non ci sarà un modo legale per arrivare in Europa. Non dovrebbe, infatti, essere normale aspettare che le persone si imbarchino con i trafficanti per agire. E’ evidente che Mare nostrum non è la soluzione, è sempre un intervento emergenziale: nonostante ciò va rafforzato con un supporto dell’Unione europea. Non si può tornare indietro chiudendo le frontiere a persone che scappano da paesi in guerra”. Le altre reazioni. L’allarmismo non serve, bisogna pensare piuttosto a un piano organico di accoglienza. Commenta così

Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr per il Sud Europa, le parole del ministro dell’Interno Angelino Alfano. Per l'Alto commissariato Onu per i rifugiati, "non si può parlare di emergenza, perché si tratta di una situazione ben conosciuta. E’ ora quindi che si metta in atto un vero piano organico di accoglienza, che in Italia ancora non c’è". Per mons. Giancarlo Perego, direttore generale di Migrantes, "chi si meraviglia di questi numeri dimostra di non conoscere la storia e sogna che Paesi sfruttati, impoveriti, alla fame, in guerra, non si mettano in cammino. Oppure dimentica che l’Africa nei prossimi 30 anni passerà da un miliardo di persone a due miliardi di persone: giovani, famiglie che, in condizioni di povertà, si metteranno in cammino”. La Caritas Ambrosiana, per bocca del direttore don Roberto Davanzo, rileva: "I numeri sono inquietanti. Non abbiamo strumenti per dire che sono troppi o troppo pochi. L'appello del ministro Alfano può essere l'occasione per farci cogliere meno impreparati, per non ragionare sempre in termini di emergenza". Più dura e netta l'Asgi, secondo cui le parole di Alfano "rispondono alla collaudatissima strategia della fabbrica della paura: si fa percepire al l 'opinione pubblica l'invasione invece che parlare del fatto che sono le autorità pubbliche che non stanno affrontando la questione. Siamo all'utilizzo ideologico dell'emergenza, ormai è chiaro".

da Redattore Sociale

Sbarchi, "allarme per far cessare Mare nostrum”

Diario •15 aprile, Rovigo, incontro FSS • Chiusura pasquale uffici Caritas Diocesana: da giovedì 17 aprile (pomeriggio), con riapertura martedì 22 aprile.

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Orari:

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Lun-Ven 9:00-13:30 e 14:30-17:00

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0039 0425 23450 0039 0425 464518 [email protected] www.caritasrovigo.org

Contribuire C/C intestato a Caritas diocesana di Adria RovigoRovigoBanca, Rovigo, Corso del Popolo C/C - 012000023103 •IBAN: IT23 H089 8612 2000 1200 0023 103

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✓ Il poliambulatorio è un servizio rivolto a tutte le persone che per diverse ragioni non hanno accesso al “medico di base” ✓ Le visite si effettuano esclusivamente su prenotazione ✓ La prenotazione è gestita dal Centro di Ascolto diocesano (lunedì-venerdì dalle ore 9:00 alle 13:00; tel. 0039 0425 23450)

Ambulatorio di medicina generale Lunedì ore 14:30 - 17:00

Ambulatorio dentistico Lunedì, ore 09:00 - 17:00, Mercoledì e Giovedì ore 14:30 - 17:00

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Sant’Andrea Apostolo della Carità

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Page 19: La Settimana n. 15 del 13 aprile 2014

Tutto esaurito con pub-blico anche in piedi per il secondo appuntamento con la musica liederistica al Ridotto del Teatro Socia-le di Rovigo.

Sabato scorso, 5 aprile alle 18, "L'altra voce del canto" ha avuto come ospi-ti il mezzosoprano Marina De Liso, il violoncellista Luigi Puxeddu e Milena Dolcetto al pianoforte. Ed è stata Dolcetto ad ac-compagnare gli ascoltatori (moltissimi anche i bambi-ni e ragazzi presenti) in un viaggio attraverso la ma-gia del Lied tedesco spie-gando sia i due autori in programma sia i brani che venivano via via eseguiti.

Grazie alle introduzio-ni e alle traduzioni (in in-glese e italiano), il pubbli-co ha potuto comprendere la magia del connubio tra parola e musica e come i compositori tedeschi e austriaci (in questo caso i grandi Schubert e Brahms) abbiano in modi diversi

trovato la loro strada per dare luce al Verso poetico attraverso la Musica.

Voce e pianoforte, in questa occasione arricchite anche dalla presenza del violoncello. Affinità e gran-de comunanza di intenti, oltre che ad una prepara-zione eccellente, sono stati i significativi presupposti per la riuscita del concerto che ha ottenuto gli apprez-zamenti dei presenti, affa-scinati dai protagonisti e dal repertorio.

E attraverso i più ce-lebri Lieder di Schubert (Frühlingsglaube, Du bist die Ruh, Die Forelle, La-chen und Weinen, Nacht und Träume, Der Tod und das Mädchen, Die junge Nonne, Ave Maria) e Jo-hannes Brahms (Sonntag, Wie Melodien zieht es mir, Der Gang zum Liebchen, Alte Liebe, Liebestreu, Immer leiser wird mein Schlummer, Gestillte Se-hnsucht, Geistliches Wie-genlied, Die Mainacht, Von

ewiger Liebe) gli interpreti hanno saputo offrire un'ot-tima esecuzione di musica vocale da camera riceven-do applausi scroscianti a fine concerto, ricambiati con toccanti bis.

19la Settimanadomenica 13 aprile 2014 rubriche

Cartoline di viaggio Donato Sinigaglia

La Pasqua “alta”, il 20 aprile, porta in dote la pos-sibilità di regalarsi una va-canza all’aria aperta speri-mentando tutta l’ampiez-za della proposta turistica trentina. Dalle montagne ai laghi, il menù è servito. In pochi chilometri si può passare dalle ultime sciate in quota agli sport outdoor da praticare in riva ai tanti specchi d’acqua del terri-torio provinciale. Scenari e sensazioni molto differen-ti, con il comune denomi-natore del divertimento e del benessere. Grazie alle abbondanti nevicate inver-nali, alcune ski area trenti-ne offriranno la possibilità di sciare anche nei giorni Pasquali.

I laghi, in particolare, mostrano nella stagione primaverile il proprio ve-stito più suggestivo. La ri-presa della vita nella vege-tazione attorno alle spon-de, regala colori e scorci che sanno dare emozioni e relax. Nello stesso tem-po, questi luoghi diven-tano con la bella stagione altrettante palestre a cielo aperto, dove l’adrenalina e l’attività fisica sono pro-tagonisti.

Ma è il contrasto fra gli elementi ambientali ad affascinare l’ospite di

questa terra. In Trentino, a pochi chilometri dalle pi-ste, è possibile trovare ad esempio un’oasi dal clima mediterraneo nello splen-dido scenario del Lago di Garda, il luogo ideale per chi ama praticare sport all’aria aperta, dal trekking alla mountain bike. Tanti anche i pacchetti-vacanza per vivere una Pasqua in-dimenticabile in Trentino.

Ad esempio quello de-dicato alle famiglie: 3 notti per due adulti e un bam-bino, escursioni, degusta-zioni, pranzo Pasquale, visita all’Adventure Park e omaggio di un prodotto trentino. (www.gardatren-tino.it/pasqua/).

A pochi chilometri, in Val di Ledro, si trova l’omonimo lago, tipica-mente alpino, che conserva sulle sue sponde le vestigia di un sito palafitticolo risa-lente all’età del bronzo fra i

più significativi in Europa. La vacanza, qui, in estate, è prima di tutto balneare: il lago è una piscina natura-le dalle acque tranquille e cristalline, in cui è possibi-le nuotare, praticare la vela e gli sport d’acqua.

Poi c’è il lago Caldo-nazzo, (nella foto) in Val-sugana, vera e propria palestra naturale per gli amanti dello sport, grazie alle sue acque particolar-mente adatte alla pratica del nuoto, della vela, del windsurf, dello sci d’ac-qua, della canoa e del ca-nottaggio, ma anche del dragon boat. Proprio nei primi giorni di aprile ho-tel e camping della località riprendono l’attività dopo la pausa invernale, propo-nendo pacchetti dedicati alle famiglie.

Poco distante c’è il lago di Levico, che offre spiag-ge e stabilimenti balneari

adatti anche ai più piccoli e allo stesso tempo svela d’embleè scorci inaspettati e suggestivi, incuneandosi come un fiordo fra i boschi di conifere e latifoglie. Qui vi sono anche tre impor-tanti stabilimenti termali: quelli di Levico, Vetriolo e Roncegno. Le loro acque, uniche in Italia e rare in Europa, sono ferruginose, indicate per malattie artro-reumatiche, respiratorie, ginecologiche e derma-tologiche. I pacchetti Pa-squali proposti, dalle tante strutture di Levico, fra cui diversi camping, includo-no anche la visita a “Ortin-parco”, in programma dal 25 al 27 aprile, nello scena-rio del Parco delle Terme.

Incastonato fra le Do-lomiti di Brenta, il lago di Molveno rappresenta una piccola oasi d’acqua sulla quale si affacciano a stra-piombo maestose mon-tagne come Cima Brenta, Campanile Basso, Cima Tosa, Croz dell’Altissimo, nomi che hanno fatto la storia dell’alpinismo. Il lido principale mette a disposizione dieci ettari a prato inglese, attrezzati per lo sport, senza dimenticare la possibilità di praticare tanti sport d’acqua in tutta sicurezza.

Pasqua in Trentino tra laghi e montagnaTante opportunità per stare all’aria aperta

Guarda Veneta

Romeo Bernardinelloha compiuto cento anni

A far festa ol-tre ai pa-renti più s t r e t t i , le figlie Tristana e Rosa-m u n d a con i ni-poti, Gio-v a n n i figlio del fratello defunto Giulietto con la famiglie l’intera giun-ta comunale al completo con il sindaco Gianluca Bra-ga, e gli assessori Michele Lovisari e Pierantonio Mo-retto. Bella atmosfera carica di ricordi di vita raccontati da Romeo che con lucidità da sessantenne ha ripercor-so le varie avventure sul po: il binomio Po e “Mamaniti” (così erano soprannominati i fratelli Bernardinello) ri-

corre in tutte le sue parole. “Il mago del Po” l’hanno definito i parenti. Una vita dedicata alla pesca sul gran-de fiume, costruendo bar-che e l reti usate per la pesca del pregiato storione. Fiume che ancora oggi va a salutare quotidianamente con la sua salutare passeggiata. Una vita carica di emozioni e di sacrificio passata anche per i campi di concentramento.

Il sindaco ha consegnato una pergamena a ricordo del traguardo non comune. “A Romeo Bernardinello – recita la pergamena- in oc-casione del suo centesimo compleanno, per aver con-tribuito con straordinarie pagine di vita, di lavoro, di sacrificio e di fatica a scrive-re la storia della nostra co-munità”. Auguri Romeo e tanti compleanni ancora.

Fiesso Umbertino

“A piedi nudi!!”Pellegrinaggio 1 maggio 2014

Da qualche settimane in al-cune parrocchie è stato appeso questo volantino intitolato “A PIEDI NUDI !!” E’ un invito che parte dalla nostra comunità di Fiesso Umbertiano a tutte le parrocchie, anche a chi non sia-mo riusciti a raggiungere! Me-glio ancora, voglia essere una “SFIDA”:

Emozionare Maria!!! giun-gendo ai suoi piedi in tanti, in-sieme!!… affidandoLe una “Pre-ghiera Speciale per le Vocazio-ni”. Possa ogni cristiano sentire rimbombare nel proprio cuore quelle parole di Maria “Fate quello che Lui Vi dirà!!” Gv 2,5.

Vogliamo essere Popolo di Dio in missione partendo a pie-di, in bici, in pullman percor-rendo la strada con le nostre povertà, “a piedi nudi”, ma an-che con la grande gioia di essere e sentirci cristiani pieni di vita!!! Ragazzi…e a chiunque vuol essere dei nostri, l’età non con-ta!…..camminiamo insieme!! E tutto sarà più bello!!

Gli organizzatori “A piedi nudi”

Domenica 6 Aprile la comunità di Trecenta, si è raccolta in festa attorno alla famiglia Mora, in occasione del cinquantesimo anniver-sario di matrimonio di Vito e Teresa.

Oltre ai tre figli e ai nipo-ti, numerosi sono stati i pa-renti ed amici presenti alla Messa delle 10,30 officiata da Don Ferdinando Salvan.

Il parroco ha elogiato questo traguardo meritevo-le di una medaglia d’oro, in quanto Vito e Teresa hanno speso la loro vita dedican-dosi alla famiglia e al lavoro, sorretti sempre da una fede semplice ma robusta.

Da molto tempo sono impegnati nel volontariato parrocchiale e attivi colla-boratori del gruppo NOI di Trecenta.

Hanno sempre saputo puntare non su cose grandi, ma vivere in maniera gran-de le cose semplici e più im-portanti.

Al giorno d’oggi inve-ce, purtroppo sempre più famiglie si sgretolano e non resistono a lungo, perchè non sanno dare il giusto va-lore alle cose più importanti e necessarie, ma puntano su obiettivi frivoli poco co-struttivi.

Al termine della cele-brazione, i festeggiamenti sono proseguiti con il pran-zo presso i locali del circolo NOI.

A Vito e Teresa l’augu-rio di proseguire così verso il traguardo delle nozze di diamante da parte di tutta la comunità di Trecenta.

Claudio Bonetti

Trecenta

Nozze d’oro per Mora Vito e Teresa

Sabato 12 aprile si terrà presso la sala da the del “Mercatino Solidale Emmaus” in via Maestri del lavoro, 3 a S. Maria Maddalena un laboratorio per imparare a fare il sapone naturale.

E’ molto più facile di quanto si pensi, bastano pochi ingredienti e il risultato è un sapone di qualità delicato sulla pelle e rispettoso dell’ambiente.

Imparare a fare il sapone non è solo un modo per risparmiare ma è un’atti-

vità utile a chi vuole bene all’ambiente poichè un buon sapone è biodegradabile. E’ un ‘occupazione creativa, la natura ci mette a disposizione tutto quello di cui abbiamo bisogno: oli vegetali di ogni tipo, spezie, alghe, argilla e oli essenziali. Riappropriarsi del “saper fare” significa favorire in concreto uno stile di vita più a misura d’uomo e dell’ambiente quindi se vogliamo un mondo più pulito possiamo cominciare da qui.

S. Maria Maddalena - Mercatino Solidale Emmaus

Laboratorio per fare il sapone naturaleRovigo - Ridotto del Sociale

Scroscianti applausi per i protagonistidella musica liederistica

Page 20: La Settimana n. 15 del 13 aprile 2014

Auguri di

Buona Pasqua!

ROVIGOVIALE TRE MARTIRI, 87/A

Tel. 0425/399246

PRENOTAON LINEwww.cafcisl.itIL TUO APPUNTAMENTO su

DICHIARAZIONE DEI REDDITI

Centro

maria bolognesiComune di Guarda Veneta

Parrocchia di S. Domenico sacerdoteGuarda Veneta

Maria Bolo�nesi�eata

«La memoria del giusto è benedizioneil nome degli empi marcisce»

(Pv 10,7)

Lunedì 14 aprile 2014, ore 20.30 presso Sala Consiliare

Incontro di approfondimento sulla figura della beata Maria Bolognesi, in preparazione all’inaugurazione del 21 aprile 2014, del Largo a lei intitolato

Interverranno

Gianluca Bragasindaco di Guarda Veneta

Ludovica Mazzuccatodelegata del Postulatore

don Diego Pisaniparroco di Guarda Veneta

per l’occasione saranno esposti alcuni quadri dipinti dalla Beata

La cittadinanza è invitata

L’itinerario di fede compiu-to da santa Ma-ria, che ha fatto suoi gli eventi del Figlio, fa di lei la donna credente e co-raggiosa nella certezza che la luce della Risur-rezione trasfor-ma ogni dolore in germe di vita nuova.

Se il Venerdì santo è l’«Ora» di Cristo, il Sa-bato santo è l’«Ora» della Madre: «Ora» tutta sua, nel-la quale lei, la Donna, la Figlia di Sion, la Ma-dre della Chiesa, visse la prova suprema della fede e dell’unio-ne al Cristo re-dentore.

In questa “Ora” Ella ha dimostrato di sapere sperare contro ogni spe-ranza e di cre-dere nell’impos-sibile possibilità di Dio al di là di ogni evidenza di sconfitta del Figlio.

E’ la Madre della nostra fede perché conservava nel cuore la sua Parola: ”Il ter-zo giorno risorgerò”.

Le sorelle Serve di Maria Riparatrici del Centro mariano vi invitano, perciò, a partecipare alla celebrazione de “L’Ora della Madre” propria per il Sabato santo.

S ERV E D I M AR IA R IP AR AT R ICI

C H I E S A - S A N T U A R I O « B E A T A V E R G I N E A D D O L O R A T A »

Madre dei viventi, Vergine fedele, donaci la gioia di credere con te!

19 apri le 2014 – SABATO SANTO – o r e1 0. 00

L’«ORA» DELLA MADRE

C e l e b r a z i o n e m a r i a n a i s p i r a t a a l l a l i t u r g i a b i z a n t i n a

p r e s i e d e d o n M a r i n o Z o r z a n

I n q u e s t a c h i e s a n o n c i s o n o a l t r e f u n z i o n i n e l T r i d u o p a s q u a l e . L a M e s s a d i P a s q u a è d o m e n i c a a l l e o r e 1 0 . 0 0

CENTRO MARIANO «BEATA VERGINE ADDOLORATA» Via dei Cappuccini, 17 – Rovigo Tel. 0425.422455 - [email protected]

Hai creduto alla Pasqua,

dopo la croce

risplende la luce,

che ti fa madre

di tutti per sempre,

china sui passi

di ogni tuo figlio!

In preghiera con santa Maria

La Donna del Sabato Santo

domenica 13 aprile 2014 - pagina 20

la Settimana