La Provincia n.4.qxd (Page 1)

48
Il Presidente I n qualit di componente dellUfficio di Presidenza dellUnione Province Italiane, Franco Antoci, L stato ricevuto dal neo presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, insieme agli altri colleghi. La delegazione guidata dal presidente dellUpi, Fabio Melilli, al nuovo Capo dello Stato ha posto con forza la questione dello sviluppo e delle riforme per garantire una ripresa del Paese. Per il presidente Franco Antoci lincontro con Napolitano L stato un utile confronto per fare il punto sul futuro delle Autonomie Locali, oltre unoccasione utile per rivedere il suo ex presidente della Camera dei Deputati. Ho avuto modo di apprezzare da deputato ricorda Antoci lequilibrio e il senso delle Istituzioni di Giorgio Napolitano da presidente della Camera dei Deputati e, sono certo, che nel suo nuovo incarico terr forte- mente presente questi valori. I vertici dellUpi al presidente Napolitano hanno posto alcune priorit. La sfida principale che il Paese deve oggi affrontare L quella del rilancio della crescita, per il quale occorre dare vita ad un grande patto tra il Governo e le comunit locali che consenta di condi- videre i sacrifici necessari come le scelte piø rilevanti perchØ il Paese torni a crescere nellarmonia e nella solidariet. E nei territori afferma Antoci - che ci si riconosce, per cultura, per tradizioni, per lo straordinario patrimo- nio storico, artistico, ambientale, di cui disponiamo e che si pu ritrovare ovunque, nelle grandi citt come negli angoli meno noti e piø nascosti delle nostre Province. Tanto questo assunto L stato considerato valido che la stessa Costituzione ha voluto legittimarlo, ponendo le Istituzioni territoriali, Comuni, Province e Regioni, sullo stesso piano di dignit dello Stato. Un riconoscimento di un ruolo che parte, prima di tutto, dalla piena coscienza che nella prossimit e nella sus- sidiariet sia possibile operare il buon governo. Su questi temi i vertici dellUpi hanno trovato la piena convergenza del presidente Napolitano, il quale ha auspicato sul tema delle riforme un percorso per gradi e per tappe ma cercando bene le possibilit di un approdo costruttivo. Antoci da Napolitano < > > < la provincia di ragusa 1

Transcript of La Provincia n.4.qxd (Page 1)

Il Presidente

In qualità di componente dell�Ufficio di Presidenzadell�Unione Province Italiane, Franco Antoci, è statoricevuto dal neo presidente della Repubblica

Italiana Giorgio Napolitano, insieme agli altri colleghi.La delegazione guidata dal presidente dell�Upi, FabioMelilli, al nuovo Capo dello Stato ha posto con forza laquestione dello sviluppo e delle riforme per garantireuna ripresa del Paese. Per il presidente Franco Antocil�incontro con Napolitano è stato un utile confronto perfare il punto sul futuro delle Autonomie Locali, oltreun�occasione utile per rivedere il suo ex presidentedella Camera dei Deputati.

�Ho avuto modo di apprezzare da deputato � ricordaAntoci � l�equilibrio e il senso delle Istituzioni di GiorgioNapolitano da presidente della Camera dei Deputati e,sono certo, che nel suo nuovo incarico terrà forte-mente presente questi valori.

I vertici dell�Upi al presidente Napolitano hannoposto alcune priorità. �La sfida principale che il Paesedeve oggi affrontare è quella del rilancio della crescita,per il quale occorre dare vita ad un grande patto tra il

Governo e le comunità locali che consenta di condi-videre i sacrifici necessari come le scelte più rilevantiperché il Paese torni a crescere nell�armonia e nellasolidarietà�.

�E� nei territori � afferma Antoci - che ci si riconosce,per cultura, per tradizioni, per lo straordinario patrimo-nio storico, artistico, ambientale, di cui disponiamo eche si può ritrovare ovunque, nelle grandi città comenegli angoli meno noti e più nascosti delle nostreProvince. Tanto questo assunto è stato consideratovalido che la stessa Costituzione ha voluto legittimarlo,ponendo le Istituzioni territoriali, Comuni, Province eRegioni, sullo stesso piano di dignità dello Stato. Unriconoscimento di un ruolo che parte, prima di tutto,dalla piena coscienza che nella prossimità e nella sus-sidiarietà sia possibile operare il buon governo�.

Su questi temi i vertici dell�Upi hanno trovato la pienaconvergenza del presidente Napolitano, il quale haauspicato sul tema delle riforme un percorso per gradie per tappe ma cercando bene le possibilità di unapprodo costruttivo.

Antoci daNapolitano< >

><la provincia di ragusa 1

La Provincia di Ragusa

Sommario<

DirettoreGiovanni Franco AntociPresidente Provincia Ragusa

Direttore responsabileGiovanni Molè

RedazioneGiovannella Criscione, Clara Damanti,Vincenza Di Raimondo, Pina Distefano

Segretario di RedazioneEnrico Boncoraglio

FotografieFranco Assenza, Tony Barbagallo, Francesco eStefano Blancato, Sergio Bonuomo, Giovanni Cian-cio, Toto Clemenza, Giuseppe Leone, AndreaMaltese, Alessandro Migliorisi, Giuseppe Moltisanti,Luigi Nifosì, Giovanni Noto, Lorenzo Salerno.

Hanno collaboratoDaniela Citino, Giovanni Criscione, Cettina Divita,Grazia Dormiente, Silvia Esposito, Tullia Giardina,Emanuele Giudice, Mariagiovanna Gradanti,Valentino Guccione, Giuseppe La Barbera, FabrizioLa Licata, Giuseppe La Lota, Salvatore La Lota,Antonio La Monica, Vincenzo La Monica, AnnaMalandrino, Elisa Mandarà, Gianni Nicita, MariaConcetta Nicita, Silvia Ragusa.

Direzione e RedazionePalazzo della Provincia - Viale del Fante, 97100Ragusa - Tel. 0932.675322 - 675240Fax 0932. 624022Registrazione Tribunale di Ragusa n. 4 del 24aprile 1986 - Spedizione in abbonamento postalePubbl. inf. al 50% - Autorizzazione n. 220 dellaDirezione Provinciale P.T. di RagusaSito internet: www.provincia.ragusa.itE-mail: [email protected]

[email protected] scritti esprimono l�opinione dell�autore.

In copertinaSusan Sarandon e il presidente Franco Antoci.Foto di Alessandro Migliorisi

Impaginazione e stampaC.D.B. - Zona Ind.le III faseTel. e Fax 0932.667976 - 97100 RagusaE-mail: [email protected]

13

45678

10121415

161718

1920

2122232425262829

303132333437

38

4042444546

Il Presidente. Antoci da Napolitano

Consiglio. Frasca è presidente. Sceglie la continuità

Consiglio. di Giovanni Molè

Consiglio. Giacomo Salerno, new entry

Burocrazia. Lasciano Salerno e Giampiccolo

Solidarietà. Il volto generoso di padre Amato di Gianni Nicita

Solidarietà. Carambola di emozioni di Antonio La Monica

Viabilità. Strade provinciali, giro di competenza

Economia. Nel 2010? Si cambia

Turismo. Non è solo merito di Montalbano di Silvia Ragusa

Ambiente. Tartarughe, la seconda vita di Daniela Citino

Istruzione. Missione Europa per i giovani iblei

Istruzione. di Maria Concetta Nicita

Giovani. Io Tancredi, inviato al G8 di Cettina Divita

Scambi. Attrazione Irlanda di Silvia Ragusa

Memorie. Rivissuta dopo 50 anni la strage di Marcinelle

Memorie. di Salvatore La Lota

Cultura. Ispica parla arabo di Mariagiovanna Gradanti

Premi. Tutti pazzi per Susan di Tullia Giardina

Premi. Salafia, lotta alla lebbra

Premi. Cannata, lezioni di finanza

Premi. Gurrieri, artista d�oltre Oceano di Silvia Ragusa

Figli illustri. Susan, ecco le mie radici di Silvia Esposito

Figli illustri. Giovanni Criscione, il cugino ombra di Tullia Giardina

Musica. Arbore è meravigliao di Giuseppe La Lota

Musica. Le note? Belle di notte di Daniela Citino

Cinema. La fiaba di Bellocchio di Elisa Mandarà

Spettacoli. Il perduto amor di Paolo e Francesca

Spettacoli. di Antonio La Monica

Storia. Placido Carrafa racconta Modica di Giovanni Criscione

Storia. La biblioteca di Clemente Grimaldi di Valentino Guccione

Restauro. Modica, il teatro è più anatomico di Valentino Guccione

Speleologia. Esplorando al buio di Vincenzo La Monica

Storia. Sindacati iblei alla fine degli anni �20 di Fabrizio La Licata

Scultura. Le opere di Di Falco tra fede e memoria

Scultura. di Emanuele Giudice

Chiesa. Un colpo di pietra, una nuova chiesa

Chiesa. di Giuseppe La Barbera

Scuola. Modica, un secolo di istruzione doc di Anna Malandrino

Viaggi. Ragusa secondo Guido Piovene di Giuseppe La Barbera

Amarcord. Quelli del �76 di Silvia Ragusa

Motori. Bolidi travestiti di Cettina Divita

Calcio. Storia del Modica che non c�è più di Grazia Dormiente

Album. Premio alla ragusanità di Tullia Giardina.

Album. Foto di Alessandro Migliorisi e Giovanni Noto

Periodico d�informazionedella Provincia Regionaledi RagusaAnno XXI - n. 4Agosto 2006

>

Consiglio

Giovanni Frasca, medico difamiglia, modicano, 62anni, già capogruppo di

Forza Italia, è il nuovo presidentedel Consiglio Provinciale. Il suoimpegno comincia da dove ha la-sciato Nello Dipasquale, elettosindaco di Ragusa nell�ultima tor-nata elettorale. Proprio il nuovoeletto rende onore al suo prede-cessore richiamando un paragonecalcistico forte. Ma da grandeappassionato di calcio qual è,c�era da aspettarselo.

�Come non sarà facile sostituireMarcello Lippi, che si è dimessoda commissario tecnico dellaNazionale azzurra, dopo esserediventato campione del mondo,così non sarà facile sostituireNello Dipasquale che è stato unpresidente del Consiglio provin-ciale di grande spessore politicoed amministrativo, non a caso èstato eletto sindaco di Ragusa conuna grande messe di voti. Nellasua azione è stato imparziale,prudente e presente. Cercherò dinon farlo rimpiangere troppo�.

Giovanni Frasca sceglie la stra-da della continuità per continuarea guidare il massimo consessoche ha lavorato sempre di buonalena producendo provvedimenti digrande respiro in favore dellecategorie produttive ma anchegrande attenzione alle proble-matiche del territorio ibleo: infra-strutture, turismo, sviluppo.

Prima di pianificare la suaazione amministrativa e di met-tere in agenda i suoi primi impe-gni, il suo pensiero va al collega digruppo e di partito, NinoCondorelli.

�Devo sottolineare il suo altosenso di responsabilità perché hadeciso di fare un passo indietro

nella successione a NelloDipasquale. Ed aveva tutti i titoliper succedergli. Il criterio seguitoper Dipasquale (il consigliere piùvotato per la massima carica)avrebbe portato alla presidenzaCondorelli che invece ha rinuncia-to e così la scelta è caduta sulcapogruppo. Essere riusciti a pas-sare alla prima votazione è statoun risultato dall�enorme valenzapolitica perché la maggioranza siè dimostrata compatta�.

I 13 voti ottenuti alla primavotazione non lo portano adichiararsi un presidente di parte.

�Sarò il presidente di tutti evoglio mantenere un ruolo superpartes in questo finale di legi-slatura � afferma Frasca - perchémi definisco un presidente "patri-monio dell'Unesco" non solo delmio partito, ma dell'intera Casa

delle Libertà e di tutta l'oppo-sizione. Essendo stato dall�altraparte della barricata come sem-plice consigliere, mi compene-trerò maggiormente nelle lororichieste ed istanze. Mai un atto diprevaricazione ma grande spiritodi collaborazione. Il mio obiettivoè di puntare alla valorizzazionedell�istituzione-consiglio puntandoad un�amministrazione che eserci-ti il controllo ma che sappia darelinee direttive di grande impulsoper il nostro territorio. Il Consiglioè chiamato a svolgere, pertanto,un ruolo sempre più attivo epropositivo in quest�ambito,assumendo il ruolo di �facilita-tore� dello sviluppo economicoprovinciale nel rispetto dei principidi sussidiarietà, integrazione etrasparenza, sostenendo i proces-si di cambiamento in atto nelmondo delle attività produttive enel settore della formazione pro-fessionale. Sono scelte chedovranno ribadire l�insostituibileruolo dell'autonomia locale cherimane nei paesi europei unimportante contributo allacostruzione di un'Europa basatasul principio di democrazia e didecentramento�.

Il primo scoglio da presidentesarà l�immediata approvazione delpiano triennale delle opere pub-bliche e del bilancio.

�Dobbiamo cercare di stringereal massimo i tempi per dotarel�Ente degli strumenti necessariper amministrare. Il bilancio èuno strumento strategico per farripartire le categorie produttive incrisi, per avviare nuovi servizi eper assicurare quelli sociali e sco-lastici di competenza della Pro-vincia. Attenzione alle politi-che turistiche, ai fondi per la

Frasca è presidenteSceglie la continuità < >

><la provincia di ragusa 3

di Giovanni Molè

<Giovanni Frasca nuovo presidente delConsiglio Provinciale. Succede a Dipasquale>

Consiglio

><la provincia di ragusa4

L�accavallarsi degli impegni non gli hanno perme-sso di lasciare il Consiglio Provinciale in una

seduta pubblica, ma il suo commiato dalla Provinciaè avvenuto con una lettera indirizzata al vicepresi-dente del consiglio Maurizio La Grua e ad un incon-tro con amministratori e dipendenti, subito dopo lasua elezione a sindaco di Ragusa. E� stato un salu-to di commiato, non retorico e convenzionale, quel-lo di Nello Dipasquale, che ha lasciato la carica dipresidente del consiglio provinciale retta sin dal-l�insediamento.

E� stato il presidente della Provincia Franco Antocia porgere il saluto al neo sindaco di Ragusa e adaugurargli buon lavoro nel suo nuovo, difficile edesaltante ruolo di primo cittadino della cittàcapoluogo. �E� motivo di gioia e di soddisfazione �ha detto Antoci- che tu possa guidare la città diRagusa. Sono sicuro che saprai interpretare nelmigliore dei modi e con l�entusiasmo che ti carat-terizza il nuovo compito che la città di Ragusa ti haaffidato perché conosciamo il tuo impegno e la tuadedizione. Così come hai guidato con grande sensodi responsabilità il Consiglio provinciale, sono certoche farai bene il sindaco di Ragusa�. Antoci ha con-fessato a Dipasquale che se da un lato era feliceper la sua elezione a sindaco di Ragusa, dall�altrolato era un po� dispiaciuto per il fatto di perdere un�prezioso collaboratore che ha saputo interpretarenello spirito della legge il delicato ruolo di presi-dente del consiglio provinciale�.

�La gioia però supera il dispiacere - ha aggiuntoAntoci - perché sei a capo della mia città e sonocerto che i due Enti non saranno distanti ma avran-no una stagione esaltante di dialogo e di collabo-razione�.

Nello Di pasquale, eletto presidente del consiglioprovinciale il 27 dicembre 2001, ha scelto un com-miato non retorico: �Avrei preferito dimettermi inconsiglio per trasmettere sensazioni di affetto versoun�Istituzione che mi ha dato tanto. Il susseguirsidegli eventi non me lo ha permesso ma l�esperien-za alla presidenza del Consiglio Provinciale resteràun patrimonio di esperienza difficile da eguagliare.Grazie anche alla fiducia del presidente Antoci chein questi 4 anni di collaborazione ha costituito perme un �faro�, un punto di riferimento certo perchémi ha permesso, nella mia autonomia, di inter-pretare nel migliore dei modi il ruolo di presidentedel consiglio provinciale. Ho avuto la possibilità disvolgere le competenze proprie della mia funzionegrazie alla disponibilità del presidente Antoci. InProvincia mi sono sentito a casa mia, non vi negoche ho già nostalgia perché ho avuto un Consigliodi grande spessore, umano e politico. Fare il presi-dente con questo Consiglio è stato sin troppo facile,perché anche la minoranza mi ha collaborato nelrispetto dei ruoli e delle posizioni ideologiche. UnConsiglio che mi ha trasmesso nuovi insegnamentie mi ha dato la possibilità di crescere come ammi-nistratore e politico�.

<Il commiato di Dipasquale>

Le dimissioni di Nello Dipa-squale da presidente del con-siglio provinciale e da sem-plice consigliere hanno porta-to qualche novità nel gruppoconsiliare di Forza Italia. Asuccedergli come consigliere,il primo dei non eletti nella cir-coscrizione di Ragusa: il vitto-riese Giacomo Salerno, ilquale ha prestato giuramentoil 5 luglio 2006 e si è immedia-tamente insediato. Salerno,36 anni, militare della Guardiadi finanza, prima di ricoprirela carica di consigliere pro-vinciale è stato anche con-sigliere comunale di Vittoria

dal 2002 al 2005. Nel suobreve discorso di insediamentoha dichiarato il massimoimpegno a servire la comunitàiblea ed ha espresso l�auspiciodi essere all�altezza del compi-to. Salerno sarà componentedella prima e seconda com-missione consiliare.

L�elezione di Giovanni Frascaalla presidenza del ConsiglioProvinciale ha portato invecealla guida del gruppo di ForzaItalia il consigliere SalvatoreMandarà, eletto pure presi-dente della prima commis-sione, incarico ricoperto finorada Giovanni Frasca.

<Giacomo Salerno, new entry>

<Il nuovo consigliere provinciale Giacomo Salerno>

zootecnia e l�agricoltura e alsostegno alle imprese che costi-tuiscono le scelte strategiche difondo per la pianificazioneamministrativo-finanziaria dellaProvincia di Ragusa. UnaProvincia efficiente deve tenerconto della produttività dellaspesa pubblica dell�Ente che deverispondere ai criteri di efficacia,efficienza e di economicità intesicome prova dell�uso razionale deifattori produttivi impiegati e comerapporto tra le risorse investite e irisultati raggiunti. Lo sviluppoeconomico di un territorio, lavitalità delle imprese che vi ope-rano e la competitività dei diversisettori produttivi risentono inmodo significativo della capacitàdelle istituzioni pubbliche dicreare le opportunità e le con-dizioni per generare e mantenereun vantaggio competitivoduraturo. Ecco che bisogna recu-perare il tempo perduto dovutoalle troppe competizioni elettoralied approvare subito il bilancio. Maquesto Consiglio ha dimostrato,anche in passato, di aver lavoratoalacremente per l�approvazione diimportanti provvedimenti. Anchestavolta il senso di responsabilitàdei consiglieri prevarrà�.

Nel segno della continuità,Giovanni Frasca vorrà dare seguitoalla felice esperienza dei seminari diformazione per gli amministratorilocali e al finanziamento dei proget-ti di solidarietà internazionale.

�Due iniziative che hanno quali-ficato il Consiglio Provinciale nellasua attività. I corsi di formazionesono stati apprezzati anche fuoriprovincia perché gli amministra-tori avvertono il bisogno dell�ag-giornamento e della conoscenzadelle nuove norme. La solidarietàinternazionale è una scelta digrande spessore. Abbiamo finan-ziato progetti dall�enorme valenzasociale meritando l�apprezzamen-to comune di chi nel sociale èimpegnato in prima persona. Unascelta che ogni anno ci onora erende il Palazzo vicino alle esigen-ze dei più deboli. Non è bello?�

Consiglio

><la provincia di ragusa 5

Movimenti in uscita nelladirigenza dell�Ente. Halasciato l�incarico di diret-

tore generale Giuseppe Salerno,nominato dal presidente Antoci il1 giugno 2004.

Salerno si è dimesso conqualche mese d�anticipo rispettoalla durata del suo incarico perandare a ricoprire la carica didirettore generale al comune diRagusa, dove è stato chiamatodal neo sindaco Dipasquale.

Nella sua breve ma intensapermanenza alla direzione ge-nerale della Provincia, il dottorSalerno si è fatto apprezzare perla sua professionalità e compe-tenza ma anche per il suo garbo.Al neo direttore generale delcomune di Ragusa l�augurio dibuon lavoro e di una carrierasempre più brillante.

Un altro dirigente l�ha lasciatol�Ente il 31 agosto collocandosi ariposo. Il dirigente dell�UfficioTecnico, arch. GiuseppeGiampiccolo, dopo 40 anni di

onorato servizio alla Provincia, èandato in pensione. Era entratoin Amministrazione nel lontano1966 con altre mansioni sino araggiungere il ruolo apicale didirigente dell�Ufficio Tecnico,responsabile dell�edilizia scolasti-ca, patrimoniale e dell�impianti-stica sportiva. Una breve cerimo-nia di commiato per un dirigenteapprezzato per la sua competen-za e professionalità come hannosottolineato nel saluto il presi-dente della Provincia FrancoAntoci, l�assessore al PersonaleGiancarlo Cugnata, il segretariogenerale dott. Giuseppe Occhi-pinti e il vice segretario dott.Luigi Fratantonio. L�emozionatis-simo architetto Giampiccolo haringraziato tutti per l�affetto e ilcalore di questi anni e ha dettoche porterà per sempre nel suocuore i suoi colleghi di lavoro perquest�irripetibile esperienza pro-fessionale vissuta alla Provinciadal 1966 senza soluzione di con-tinuità. (g.m.)

Burocrazia/LascianoSalerno e Giampiccolo

<Giuseppe Salerno ha lasciatol�incarico di direttore generale>

<Giuseppe Giampiccolo si è collocatoa riposo dopo 40 anni di servizio>

Il volto generosodi padre Amato< >

><la provincia di ragusa6

Solidarietà

E�tornato a Monterosso Almo,suo paese d�origine, per riab-bracciare i suoi cari ma

soprattutto per ringraziare i con-siglieri provinciali che lo scorso 27dicembre avevano deciso di asse-gnare i 25 mila euro del fondo per lasolidarietà internazionale alla suamissione nel Congo. PadreSebastiano Amato, il missionariosaveriano, che vive ed opera allaperiferia di Bukavu è un fiume inpiena quando comincia a raccontarela sua esperienza in Congo avviatada anni insieme ad altri missionariragusani.

�Quando io, padre Tumino e padreGurrieri siamo partiti � ricorda padreAmato � volevamo rappresentare lamissionarietà della Chiesa ragusana.E� bello sapere che tutta la comunitàdi Ragusa ci è vicina. Ed è stato ungrande dono quel contributo decisodal Consiglio Provinciale lo scorsonatale che permetterà di aiutare unapopolazione dilaniata dalle guerrecivili�.

Una somma che servirà per com-pletare una scuola capace di ospitare15 classi e quasi 800 bambini chevivono nel villaggio di Mushununu,alla periferia di Bukavu. Con lasomma stanziata dalla Provincia,sarà possibile completare, forse giàentro il mese di settembre, quattroclassi.

Padre Amato, nel suo incontro colpresidente Antoci, il presidente delconsiglio provinciale Frasca e tutti icapigruppo consiliari, descrive unmondo assai lontano dal nostro nelquale la speranza non si arrendemai, neanche davanti ai genocidi,alle guerre con tre milioni e mezzo dimorti, ai bambini che soffrono lafame. La speranza in Congo ha ilvolto dei missionari (a padre Tuminoè stato intitolato il dispensario di

Bukavu) ma anche dei bambini chefrequentano la scuola di Mushununu.

�L�intervento del consiglio provin-ciale � dice padre Amato - è statoutile, ma non basta. C�è ancorabisogno dell�aiuto di ciascuno di noi.Le adozioni a distanza, per le quali cisi può rivolgere a padre Burrafato,presso la parrocchia di Monterosso,consentono di assicurare la scuolaed un pasto ad un bambino,acquistare un banco o pagare unmaestro. Lì, la fame è davverogrande. E� motivo di grande gioia per

noi missionari vedere i bambini chefrequentano la scuola poter dar loroun pasto caldo. Per loro è una festaquando organizziamo un pranzo ladomenica�.

Padre Amato ha mille aneddoti daraccontare. Episodi che stridonofortemente con i lussi e i vizi dellasocietà moderna. Sa che il cuore deiragusani è grande e la sua missionepotrà avere un senso perché nellontano Congo arrivano aiuti cherappresentano la sopravvivenza pertanti ragazzi.

di Gianni Nicita

<Villaggio di Mushununu (Congo). Padre Sebastiano Amato (nella foto in alto) con i ragazzidel villaggio e sotto le nuove aule della scuola realizzata col contributo della Provincia>

Solidarietà

La solidarietà vive di emozioni. Un gesto, unabbraccio, un girotondo, uno spettacolo; tutto èutile per un�emozione. E� bastato poco per trasfor-

mare l�estate da momento di difficoltà aggregativa amomento di sintesi e di condivisione di un progetto peri soggetti deboli. E� bastato davvero poco per metterein atto un circolo virtuoso che ha prodotto emozioni inserie. Un bando pubblico rivolto alle associazioni onlus,impegnate nel volontariato e nei servizi sociali, per pro-porre idee e progetti per un�estate diversa. Il risultato?Una convinta partecipazione di 30 associazioni divolontariato al progetto �Carambola di emozioni�, pro-mosso dall�assessorato ai servizi sociali.

�Così come nello spirito dell�avviso lanciato dall�as-sessorato nel mese di luglio - afferma l�Assessore aiServizi Sociali Paolo Santoro - sono state proprio leassociazioni onlus le protagoniste indiscusse di questoprocesso. Abbiamo voluto far sintesi e creare sinergiaparallelamente alle attività che le 30 associazionihanno portato avanti�.

La manifestazione è stata un alternarsi di emozionirelativamente alle attività precipue delle associazioni.Da segnalare l�esibizione della piccola Chiara accompa-gnata dal Coro Mariele Ventre di Ragusa, la poesiascritta appositamente dalla dottoressa Longo dellaLega Italiana Tumori, il saluto dei ragazzi dellaBielorussia, ospiti presso le famiglie iblee. Si sono vis-suti momenti di forte emozione e dal rilevante impegnosociale. Non è mancato neanche il momento del dibat-tito. L�invito rivolto dall�assessore Paolo Santoro è statoaccolto positivamente dai rappresentanti delle coope-rative, delle associazioni, delle famiglie, delle istituzio-ni scolastiche, dei soggetti destinatari dell�interventoche hanno dato vita ad un confronto partecipato eproficuo.

�Ho fortemente voluto incontrare tutti i soggetti coin-volti a vario titolo nel terzo settore � aggiunge Santoro- poiché ogni organismo che opera all�interno del pro-cesso di formazione e di crescita ha il compito di ren-dere più efficace il servizio che è demandato ad eroga-re. Una problematica tanto delicata quale il diritto allostudio delle fasce deboli della nostra società nonammette né regressioni né ripieghi immotivati, cosìcome auspicato da tutti. Piuttosto bisogna migliorareed ampliare il servizio, ottimizzare i costi e ridurre glisprechi. A tal fine verrà istituita una consulta con ilcoinvolgimento delle varie categorie sociali coinvolte�.

La fase dell�ascolto è prioritaria per l�Amministrazione

Provinciale. Lo sottolinea anche il presidente FrancoAntoci: �La scelta di operare in sinergia con le associa-zioni di volontariato e di partire dall�ascolto dei bisognisi è rivelata vincente. Su questa strada intendiamo pro-seguire per poter dare sempre più risposte concretealle varie istanze che arrivano dalla comunità iblea�.

Caramboladi emozioni< >

><la provincia di ragusa 7

di Antonio La Monica

<Castello di Donnafugata. Il confronto tra l�assessore ai servizi socialiPaolo Santoro e i rappresentanti delle associazioni del terzo settore>

Viabilità

Un lungo lavoro preparato-rio, una concertazione ser-rata con i Comuni e un�e-

quilibrata decisione finale cherimette mano alla classificazionedelle strade provinciali.

Alcuni tratti stradali della reteviaria provinciale, che qualcheanno fa per determinazione delcommissario straordinario FulvioManno, erano stati trasferiti percompetenza ai Comuni in forza diun decreto dell�assessoreregionale competente, ora tor-nano in carico alla Provincia chein questa riclassificazione ha indi-viduato e seguito un criteriounico prima di caricarsi l�oneredella competenza.

�La lunga concertazione �afferma l�assessore alla ViabilitàGiovanni Venticinque � con i sin-daci dei comuni iblei e le valu-tazioni tecnico-legali sulla classi-ficazione delle strade provinciali.ha alla fine trovato il suo epilogo

in una completa rivisitazionedella rete stradale provinciale. Iltutto in un quadro d�insieme cheprevede una maggior organicità

nella qualificazione delle strade euna maggiore capacità di inter-vento dei singoli enti competenti�.

La nuova classificazione dellestrade provinciali deliberata dallaGiunta Provinciale sulla propostatecnica formulata dal dirigentedel settore viabilità, ing.Salvatore Maucieri, ha puntato acontemperare le esigenze deglienti comunali con le indicazioni ele prescrizioni del Codice dellaStrada.

La scelta di pervenire ad unanuova classificazione della retestradale provinciale parte da lon-tano. Prende origine dalla declas-sificazione di alcune stradeprovinciali con successiva riclassi-ficazione a strade comunali inforza dei decreti del CapoDipartimento dell�AssessoratoRegionale ai Lavori Pubblici del 7marzo 2001. Il trasferimento dicompetenza ha posto i Comuniin una situazione di obiettivo

Strade provinciali,giro di competenza< >

><la provincia di ragusa8

<Per migliorare la sicurezza delle strade provinciali, è in via di sperimentazione un progettodell�Università di Catania. Intanto alcune strade tornano di competenza della Provincia>

<Giovanni Venticinque assessore alla Viabilità>

Nuovaclassificazioneper alcunestrade delterritorio ibleo.Tornano dicompetenzaprovinciale100 chilometridi strade dellarete viaria

<<

>>

Viabilità

disagio per la difficoltà di manutenzione di questenuove strade. Da qui la richiesta di procedere aduna nuova riclassificazione. L�assessore Venticinqueha tenuto così per quasi un anno incontri bilaterali

con i 12 comuni iblei con l'obiettivo di capire le con-crete e reali esigenze di ciascuna realtà locale inriferimento alla mobilità di quel territorio, alle esi-genze dei cittadini, ai collegamenti extraprovincialiper pervenire poi ad un�organica ridistribuzionedelle competenze nell'ottica strategica della cresci-ta di un territorio e della funzionale gestione delsettore viario provinciale. I confronti con gli ammi-nistratori locali hanno evidenziato le difficoltàfinanziarie degli Enti Locali che non permettevanola manutenzione di strade dal traffico veicolareintenso ma la cui importanza era certamente extra-comunale. I Comuni lamentavano il fatto che lanuova classificazione avesse imposto la cura e lamanutenzione di alcune importanti arterie di col-legamento tra l�area urbana e la costa, oppure distrade interprovinciali o di importanti arterie che,benché in area strettamente comunale, avesserouna importanza commerciale e turistica ben mag-giore dello stretto ambito localistico. Raccolti questielementi e queste richieste, l'assessorato allaViabilità ha provveduto ad inserire le propostecomunali all'interno di una più organica previsionedi riorganizzazione viaria che seguisse non solo lerichieste avanzate dalle amministrazioni comunali,ma contemperasse anche le previsioni normative inmateria di classificazione stradale e seguisse lelinee guida strategiche dell�amministrazione provin-ciale nel settore viabilità che il presidente Antociaveva presentato nel suo programma ai cittadini,ovvero la messa in sicurezza di un numero sempremaggiore di chilometri della rete provinciale e ilmiglioramento della rete stradale.

Così dopo approfondita analisi e su proposta deldirigente del settore viabilità della Provincia, ing.Salvatore Maucieri, è emersa la proposta delibera-ta dalla Giunta (sintetizzata nelle tabelle a fianco) esi è quindi proceduto alla delibera che ha rideter-minato le competenze per alcune strade dando vitaad una nuova classificazione.

><la provincia di ragusa 9

S.R. Chiaramonte-S.S.115 con numerazione daassegnare di km. 20+348. Formata dalla strada�Rinelli-Coffitelli� di km. 16+725 (interessante incomuni di Chiaramonte Gulfi, Vittoria e Comiso) e lastrada �Acate-Scoglitti� nel tratto terminale di km1+113 (comune di Vittoria) composte con il trattoterminale della sp7 �Comiso-Chiaramonte� di km.2+600, che costituiscono la più diretta via di collega-mento del comune di Chiaramonte Gulfi con lass115;)�S.R. Giarratana-S.S.124 con numerazione daassegnare di km 20+438. Formata dalla strada�Gagliano-Liequa� di km. 2+883 (nel territorio delcomune di Giarratana) con il tratto inziale della sp 57�Giarratana-Palazzolo� di km 1+700 e della sp 12�Giarratana-Bucchieri� di km. 0+900 (nel territoriodel comune di Giarratana) e le strade �Via di Fuga diGiarratana� che attraversa i comuni di Giarratana eBuscemi e la comunale Monte Poi (nel territorio delcomune di Palazzolo Acreide) ed il tratto iniziale dellasp 23 Palazzolo-Giarratana, in quanto contribuisce acomporre la strada che collega il comune diGiarratana con la SS 124 (in provincia di Siracusa).S.R. Caltagirone-S.S.115 con numerazione daassegnare.Formata dalla strada �Ponte Dirillo-Baudarello� di km4+100 (nel territorio del Comune di Acate) e la stra-da �Acate-Pirrera-Dirillo� nel tratto terminale di km.1+805 (nel territorio del comune di Acate) che com-poste con la s.p. n. 2 della Provincia Regionale diCatania costituiscono la strada di collegamento delcomune di Caltagirone con la S.S.115.

<Tre strade regionali>

S.P. n.128 "Monterosso-Ragusa" S.P. n.129 "Vittoria-Forcone"S.P. n.6 "Gulfi-Pretipaolo-Pantaleo"S.P. "Circonvallazione di Chiaramonte Gulfi"S.P. n.87 "Stazione Acate-Macconi"S.P. n.17 "Vittoria-Scoglitti"S.P. n.89 "Pedalino-Quaglio"S.P. n.35 "S. Croce-Punta Secca"S.P. n.29 "Pozzo Cassero-Passo Parrino"S.P. n.40 "Ispica-S.Maria del Focallo"S.P. n.50 "Favara-Bufali-Marza"

<Le nuove strade provinciali>

Economia

Governare il cambiamentonel 2010 quando il bacinodel Mediterraneo diventerà

un'area di libero scambio. Siavverte già la necessità/opportu-nità per il territorio ibleo diaffrontare l'importantissima sfidaposta dalla creazione dell'area dilibero scambio e dall'apertura delmercato Euro-Mediterraneo pre-vista per il 2010.

La delineazione di questo nuovoscenario economico determineràper il settore agricolo/orticolodella provincia iblea, un pesantis-simo confronto competitivo con leproduzioni estere altamente con-correnziali. Diventa così fonda-mentale attuare un'adeguataazione territoriale di sostegno e diaccompagnamento alle impreseper evitare l'avvio di un gradualeed inesorabile processo di emar-ginazione dai mercati. In talsenso, il progetto �Scenari: PattoLocale per il Cambiamento�intende innescare, nel contestoterritoriale di riferimento, attraver-so il coinvolgimento diretto deilavoratori e delle Piccole e MedieImprese agricole, �processi speri-mentali di accompagnamento esupporto agli scenari evolutivi delsettore�.

E' in questa logica il convegnopromosso da una partnership diSviluppo (composta dallaProvincia Regionale di Ragusa,dall'Associazione Culturale CentroStudi Ibleo, dalla So.Svi, dallaColdiretti di Ragusa e dalla Fidias.r.l.) ha inteso avviare una pro-fonda riflessione sui possibili sce-nari evolutivi e di sviluppo delcambiamento auspicato e per l'at-tivazione di un processo di scam-bio di buone pratiche nel contestoeuropeo, diretto all'approfondi-

mento di esperienze positive diriconversioni e di ristrutturazionisettoriali e/o aziendali. Il conve-gno si è sviluppato secondo duedirettrici tematiche, la prima coor-dinata dal presidente della So.Svi,Giovanni Iacono, dedicata al�cambiamento� inteso quale go-verno dei processi di ristrut-turazione dei sistemi economicinel contesto italiano ed europeo,mentre la seconda, coordinata dalConsole Italiano a Mulhouse(Francia), Alessandro Giovine, haillustrato esempi di buone prassi edi approcci innovativi per antici-pare, gestire e consolidaredinamiche di cambiamento e diristrutturazione di sistemi eco-nomici e produttivi.

Nella prima tematica il presi-dente della Sosvi Giovanni Iaconoha lanciato la proposta di �unpatto per il cambiamento fra gliattori dello sviluppo locale�.

�L'Europa ci chiede il cambia-

mento - ha detto Iacono - ma ègiusto che lo finanzi. Non lo si puòsolo chiedere e poi ci costringe asubirlo. Bisogna intanto ridurre ilpeso dell'agricoltura nell'economiaiblea e andare verso l'agrindustria,prendendo atto che questo set-tore ha un peso del 32% del Pil, adifferenza del 38% del passato.Occorre puntare allora nel raffor-zamento degli altri settori persalvare l'economia iblea potenzia-mento il ruolo delle piccole emedie imprese artigianali edindustriali, del commercio e delturismo�.

Maria Carmela Di Bartolo, diri-gente del Servizio di Program-mazione del Dipartimento Forma-zione Professionale dell'Assesso-rato Regionale del Lavoro, haesposto le finalità dell'iniziativacomunitaria Equal, volta a pro-muovere nuove pratiche di lottaad ogni tipo di discriminazione edisuguaglianza nel mercato del

Nel 2010?Si cambia< >

><la provincia di ragusa10

<Ragusa. Un momento dei lavori del convegno sulle prospettive di cambiamento nel 2010>

Economia

lavoro attraverso la cooperazionetransnazionale. Successivamenteil dirigente dell'Assessorato allaFormazione della Regione Molise,Antonio Francioni, ha illustrato leopportunità offerte dalla nuovaprogrammazione dei FondiStrutturali Europei 2007-2013, inrelazione agli obiettivi specificidella coesione sociale e dellosviluppo territoriale. Sempre nel-l'ottica della gestione del cambia-mento, l'intervento di Franco DellaNera, consulente per il Formez,che ha inteso sottolineare lavalenza fondamentale della con-certazione territoriale, evidenzian-do l'importanza dei rapporti di si-nergia tra le istituzioni territoriali.

Esempi di buone prassi e diapprocci innovativi ai processi diristrutturazione dei sistemi eco-nomico-produttivi sono statiesposti dal professore Paolo Rizzi,direttore del Centro di Ricerca delLaboratorio di Economia Localepresso l'Università Cattolica delSacro Cuore di Piacenza, il qualeha presentato i casi di pianifi-cazione strategica delle città diPiacenza e di Cremona, nonché lemodalità di pianificazione dei rela-tivi piani di sviluppo territoriale.Elisabetta Caregnato, rappresen-tante della Direzione Generale di�Milano Metropoli�, Agenzia per laPromozione e lo SviluppoSostenibile dell'Area Metropolitanadi Milano, ha esposto invece leesperienze fino ad oggi condottedall'Ente per lo sviluppo e per lariconversione dei territori dell'areadi Milano Nord, interessati da pro-cessi di dismissione industriale.

Ravvisata la necessità di moni-torare l'evoluzione dei mercati inmaniera innovativa per anticipare,gestire e consolidare dinamiche dicambiamento e di ristrutturazionedi sistemi economici e produttivi, ilConvegno su come governare ilcambiamento nel 2010 è stato utileanche per fare una puntuale ana-lisi delle prospettive di lettura delcontesto economico agricolo ibleo.

Il Vice Presidente della ProvinciaRegionale di Ragusa, Salvatore

Mallia, ha sottolineato il ruolodella Pubblica Amministrazionenella facilitazione dei processi diristrutturazione economica del ter-ritorio, attraverso una intensaattività di concertazione tra isoggetti dello sviluppo locale edha auspicato l'esigenza diinquadrare sin da ora le aree prio-ritarie di intervento per far sì chel'economia locale non subiscanegativamente il confronto con iPaesi dell'area del mediterraneoche per vocazioni agricole sonofortemente concorrenziali con laSicilia e Ragusa in particolare.

E' stato l'intervento del presi-dente della Camera di Commerciodi Ragusa, Giuseppe Tumino, adevidenziare attraverso i dati e lestatistiche, come seppure il tessu-to economico ibleo sia caratteriz-zato da una vivacità imprendito-riale pari ad aree economica-mente più sviluppate, finisca persoffrire di alcuni svantaggi infra-strutturali, nonché di servizi offer-ti alle Pmi. L'analisi dello scenarioeconomico produttivo ibleo èproseguita attraverso gli interven-ti del Presidente della Fidia s.r.l.,Letterio Morales, che ha illustratole risultanze del lavoro di analisidelle debolezze e dei punti di forzadel sistema ibleo, attraverso leattività di indagine svolte nell'am-bito del progetto �Scenari-PattoLocale per il Cambiamento�. Ildirettore della Coldiretti diRagusa, Francesco Carbone, haevidenziato la necessità di pro-seguire nel dialogo avviato tratutti i soggetti economici, le asso-ciazioni datoriali e le istituzioni,affinché possano individuarsistrategie di valorizzazione del ter-ritorio, nell'ottica di una visionesistemica del mercato. Dello stes-so avviso è stato il presidentedella Cna di Ragusa, GiuseppeCascone, che ha inoltre evidenzia-to l'importante ruolo delle isti-tuzioni locali nell'individuare esostenere validi progetti di svilup-po del territorio. Rosario Cavallo,presidente provinciale delle Acli,ha proposto la strutturazione di

servizi di promozione in grado dicostituire un punto di riferimentoper quelle imprese che dovendocompetere all'interno di un merca-to sempre più globalizzato,vogliono imporsi in maniera piùincisiva attraverso azioni miratenon solo a favorire l'esportazionenei mercati esteri ma anche a raf-forzarne la presenza nel territoriolocale e nazionale.

Le �ipotesi di sviluppo� di possi-bili processi di cambiamento delsistema economico-produttivo,sono state avanzate dal presi-dente del Consorzio Asi di Ragusa,Gianfranco Motta, il quale ha riba-dito i benefici per il settore pro-duttivo locale di agire in una logi-ca sistemica, attraverso iniziativeconcertate con un forte indice dicoesione tra i soggetti coinvolti.Dello stesso parere è stato ancheFranco della Nera, consulente peril Formez, che ha inoltre eviden-ziato come sia indispensabile per ilterritorio dotarsi di strutture diinterlocuzione non solo per l'inse-diamento di Pmi ma anche per lagrande industria.

><la provincia di ragusa 11

<Il settore agricolo in provincia diRagusa ha un peso del 32% del Pil>

Turismo

Da Marina di Acate a Porto Ulisse.Passando per Scoglitti, PuntaSecca, Marina di Ragusa,

Donnalucata, Sampieri, Cava d�Aliga,Marina di Modica, Pozzallo. Quasicento chilometri di sabbia dorata trabandiere blu e set televisivi. Splendidi

panorami e gioielli del barocco sici-liano. Memorie di chiese, di facciate dipalazzi nobiliari dai capricciosi riccioli,portali ornamentali e balconi panciuti,fastose scalinate e mille volti che rac-chiudono una complessa storia locale.Fatta di sguardi, di odori e di sapori

da gourmet, difficili da dimenticare.Così i campi di frumento, i muretti a

secco, i carrubi, la qualità fanno dellaprovincia iblea un luogo che semprepiù attrae viaggiatori desiderosi. Anchequest�anno il trend di crescita in fattodi presenze turistiche è statpo positivo.Sarà l�effetto Montalbano o il riconosci-mento di Patrimonio dell�Umanità daparte dell�Unesco per il barocco, osaranno le pietanze sempre più rino-mate inserite nei più raffinati ricettari,eppure la provincia di Ragusa, comespiega il commissario straordinariodell�Azienda Provinciale per il TurismoPietro Barrera, continua a beneficiaredi un incremento turistico sempre piùsostanziale. Circa 20.000 i turisti in piùrispetto allo scorso anno, secondo idati forniti dall�Aapit, che da gennaioad agosto hanno soggiornato nel terri-torio ibleo, passando dai 667.649 visi-tatori ai 687.529, con un parziale incre-mento del 4%. Una cifra che non com-prende i rilevamenti semestrali sui Bed& Breakfast.

�Un dato sottostimato � spiegaBarrera � perché riferito solo agli

Non è solo meritodi Montalbano< >

><la provincia di ragusa12

di Silvia Ragusa

Cresce lapresenza turisticain provincia diRagusa.Nell�ultimoperiodo estivo siè registrato un 4per cento in piùdi turisti. Ma nonè solo meritodella fictiontelevisiva.

<<

>> <Il commissario liquidatore dell�Aapitdi Ragusa, Pietro Barrera>

<I luoghi cari della fiction televisiva del commissario Montalbano. A sinistra il commissariato di Vigata(Municipio di Scicli in via Mormina Penna) e a destra la casa del commissario a Punta Secca>

Turismo

alberghi e alle grandi strutture ricettivee che, tuttavia, va già oltre la medianazionale e interprovinciale". E conl�aeroporto di Comiso la cifra è desti-nata a crescere, così come le strutturealberghiere e i nuovi servizi offerti�.

A girare tra le vie iblee soprattuttospagnoli, ma anche tedeschi, inglesi,scandinavi e perfino viaggiatori oltreo-ceano. Immancabili i flash dei nipponi-ci, sempre pronti a immortalare ogniangolo della provincia. Poi gli appas-sionati del fenomeno Montalbano.Quelli che dalla location del cuore diVigàta, tra le palme e la facciata delDuomo, si avventurano per le stradinedi Ibla fino al noto ristorante preferitodal poliziotto buongustaio. Imman-cabile visita a Scicli, tra prospetti epalazzi e il Municipio che si trasformain commissariato, tra le ville modicaneo al castello di Donnafugata, residenzadel famigerato boss. Ma per un fan diCamilleri e Zingaretti la meta più ambi-

ta sarà la spiaggia di Punta Secca, làove il Montalbano televisivo nuota diprimo mattino e sorseggia il caffè sullaveranda che dà sul piccolo golfo. DaDonnalucata, infine, a Sampieri, domi-nata dal rudere della Fornace Penna,protagonista di tanti episodi.

�Il fenomeno del testimonialMontalbano è e continua sicuramentea giovare al turismo della provincia, �aggiunge Barrera � ma non dobbiamodimenticare che la sua scoperta va dipari passo con le bellezze presenti nelnostro territorio, che dalle spiaggevanno fino alla zona pedi-montana. Perquesto l�incremento che si è registratoè un dato omogeneo, che coinvolgetutta la provincia, dalle zone balnearialle città barocche ai percorsi natura-listici. Un turismo contornato daiprodotti tipici locali sempre più apprez-zati anche all�Estero�.

Come la salsiccia o la cioccolata, o iformaggi annaffiati da fiumi di vino.

D�altronde il pregio della zona iblea èda attribuirsi anche alla sua varia offer-ta. Dalle animate serate trascorse sullungomare di Marina di Ragusa, il visi-tatore può trovare riposo nei tanti tran-quilli agriturismi rurali, che offrononotevoli confort di fronte ad unimpareggiabile panorama, per poi tuf-farsi nelle mille ricchezze architet-toniche.

Forse, proprio per il momentopropizio che sta vivendo e continua avivere la provincia di Ragusa in fattodi turismo, il commissario dell�AapitPietro Barrera, con rammarico, chiosasulla imminente chiusura dellaAzienda: �Mi auguro che questa leggenon abbia influenze negative sulturismo, tant�è che ci stiamo attrezzan-do per istituire dei distretti turistici oun distretto unico, che io chiamereiuna sorta di patto territoriale. Ma temoche potremmo risentire di qualcheinflessione�.

><la provincia di ragusa 13

<Ragusa Ibla. La facciata del Duomo di San Giorgio> <Spiagge iblee. La splendida insenatura di Miccenci (Donnalucata)>

Ambiente

><la provincia di ragusa14

Un sodalizio speciale perun�impresa ancora più specia-le. Restituire al mare le sue

preistoriche tartarughe e restituirealle tartarughe la loro libertà. Con ilsupporto logistico e organizzativodella Guardia Costiera di stanza alPorto di Scoglitti, in sinergia con iresponsabili del Fondo Siciliano perla Natura, unico ente autorizzato alrecupero della fauna selvatica emarina, cinque esemplari di tartaru-ghe caretta caretta hanno ritrovatola loro casa �acquatica�. Straordinariesemplari di fauna marina, simbolodi longevità e insieme di incapacitàdi evolversi nell�ecosistema dellamodernità, in cui stentano a ritro-varsi e a riconoscersi, le tartarughemarine, dopo avere albergato alungo nel centro di recupero delFondo Siciliano per la Natura, chesovrintende alla loro cura, hannonuovamente intrapreso il loro viag-gio verso l�avventura della vita sal-pando dal porto di Scoglitti.

�Provengono da ogni lembo dellacosta orientale e occidentale - spiegaGianni Insacco, responsabile delFondo Siciliano per la Natura - eognuna di loro ha una sua storia. Lecaretta-caretta, infatti, spiaggianoovunque, a Terrasini come a Liparicome a Marina di Acate, quando sitrovano al limite delle forze e sento-no di potere morire. Un istinto disopravvivenza le porta verso l�uomo.Un paradosso quanto mai emblema-tico. Non intendiamo criminalizzarel�attività di pesca, né i nostri amicipescatori, anche perché sono proprioloro che conducono le tartarugheferite al centro, ma è pur vero chespesso questi nobili animali rimango-no vittima di incidenti causati dapezzi d�amo casualmente ingoiati�.

Un pericolo spesso insormontabi-le per le caretta-caretta che fanno

di tutto per liberarsi dal freddoacciaio che deturpa la loro bellezza.Purtroppo alcune delle cinque tarta-rughe che adesso sono in viaggioper la libertà si trovano infatti muti-late e scuoiate dalla loro resistentecorazza. Nel loro viaggio si fannotrasportare dalle correnti isotermi-che. Non a caso la �dipartita� èavvenuta a sei miglia dalla costa.Proprio là dove il mare diventasempre più blu, là dove il silenzio èil dolce fruscio delle onde permetto-no alle tartarughe di tornare adessere libere. Le tartarughe curatea Comiso hanno una targhettarossa di riconoscimento.

�E� un modo - precisa Insacco- peridentificarle subito qualora dovesse-ro purtroppo ritornare al centro�. Ungesto d�amore che cela infatti lasegreta speranza di non rivederemai più le tartarughe. Buon viaggio,una preghiera vi proteggerà.

Tartarughe,la seconda vita< >di Daniela Citino

<Il lancio, delle tartarughe caretta caretta dopo essere state curate nel centrodi recupero del Fondo Siciliano per la Natura, avvenuto al largo di Scoglitti>

Le �carettacaretta� hannoritrovato la lorocasa acquaticaintraprendendoil loro viaggioin mare dopoun periodo dicura nel centrodi recupero delFondo Sicilianoper la Naturadi Comiso

<<

>>

Istruzione

Positiva esperienza dei giovaniragusani impegnati a Tolone alforum sulle tematiche europee

nell�ambito della Tribuna dei giovani�,promosso dall�Associazione Arco Latino(di cui la Provincia Regionale di Ragusaè socia) e dal Consiel General du Var. E�stato un confronto aperto e costruttivotra i 150 giovani arrivati dalla Spagna,dalla Francia, dall�Italia, dall�Algeria,dalla Tunisia e dal Marocco, i qualihanno discusso e riflettuto sulla cittadi-nanza europea e sulla condizione diessere ventenni nel bacino eurome-diterraneo.

Il Forum ha rappresentato un approc-cio realistico ed effettivo della visionedei giovani della Riva Nord e della RivaSud del Mediterraneo, rispetto al con-cetto di cittadinanza europea che siconcepisce come un insieme di diritticoncessi agli europei, come circolare,trasferirsi, restare, lavorare e studiareliberamente negli altri Stati membridell�Unione Europea ed ha rappresenta-to un momento di riflessione sui temidella cittadinanza europea sulla mobi-lità attraverso l�istruzione, l�inserimentoprofessionale e il tempo libero nel baci-no euromediterraneo. I lavori si sonoconclusi con l�elaborazione di unadichiarazione da presentare al Par-lamento Europeo tramite il Dirigentedella rappresentanza della Commis-sione Europea a Marsiglia. Il vicepresi-dente della Provincia Salvo Mallia cheha seguito col suo assessorato l�espe-rienza di questo forum di Tolone si èdichiarato disponibile ad individuare infuturo altri momenti di confronto per igiovani iblei sui temi europei.

I contenuti della dichiarazionecomune dei giovani partecipanti alForum di Tolone hanno riguardatodiverse proposte. Ad esempio sul temadella cittadinanza europea dei giovani èstato richiesto di dare più informazionisulì�Unione Europea, sulle politiche

adottate, sullo status del cittadino, daparte delle istituzioni, nonché sulriavvicinamento di tutti i cittadinieuropei per farli incontrare, in modo daincoraggiare maggiormente i progettidei privati a vocazione europea.Agevolare altresì l'accesso alle isti-tuzioni, metterle al servizio del cittadi-no, imporre loro un dovere ditrasparenza, rafforzare il senso d'ap-partenenza ad un bene comune, molti-plicare gli scambi scolastici; creare unacarta d'identità europea; esame dimaturità comune a tutti i paesi; neces-sità di una Costituzione comune; eleg-gere un Presidente dell'Unione; istituireun corpo di difesa comunitaria, corpodiplomatico unitario, armonizzazionedelle legislazioni e del quadro giuridico.Sul tema della mobilità attraversol�istruzione, l�inserimento professionaleed il tempo libero, ecco le proposteavanzate: a) un insegnamento adegua-to alla realtà ed alle sfide del XXI seco-lo (più aperto, più democratico, dotatoin strumenti di comunicazione mo-derni); b) migliorare, in modo urgente,l'informazione e l'orientamento profes-sionale per tutta la durata della for-mazione, indipendentemente dal per-corso; c) aumentare la qualità e l'im-

portanza dell'apprendistato delle lingue(almeno europee) fin dalla più giovaneetà, sensibilizzare maggiormente alletematiche europee, favorire l'infor-mazione che riguarda i programmi discambio e di mobilità; d) continuare ilprocesso di armonizzazione dei diplomie armonizzare gli insegnamenti(esami). Per quanto riguarda l'inseri-mento professionale: a) garantire un'in-formazione accessibile ai giovani sututte le questioni relative al lavoro; b)stabilire passerelle tra istruzione e for-mazione professionale, ed occupazione;c) incoraggiare l'impresa e facilitare lacreazione dei posti di lavoro da parte eper i giovani; d) adeguare le formazioniuniversitarie alle esigenze reali del mer-cato dell'occupazione, migliorare infor-mazione sul contenuto dei diplomi pro-posti, aumentare i periodi di tirocinio;e) armonizzare gli stipendi e i dirittisociali. Mentre, per il tempo liberooccorre sviluppare un'informazione perl'accesso alle attività del tempo libero,la creazione di un attestato/diplomache sancisca il periodo del serviziovolontario europeo effettuato dal gio-vane e che abbia un valore (comeesiste per un tirocinio) ad esempio alivello europeo.

Missione Europa per i giovani iblei < >

><la provincia di ragusa 15

di Maria Concetta Nicita

<Tolone. Gli studenti che hanno partecipato al forum dell�arco latino>

Giovani

Asoli 16 anni, si è già affac-ciato sullo scenario plane-tario delle decisioni impor-

tanti per le sorti del vivere civile. Ilprivilegio di mettere a servizio deiGrandi della Terra le proprie ideeper migliorare il mondo, è toccatoa Tancredi Pluchino, studenteragusano, che è stato selezionatodel Ministero della PubblicaIstruzione per far parte delladelegazione italiana del Junior G8di San Pietroburgo. Il summit delG8 di luglio ha tenuto impegnatouna delegazione di otto ragazziper ogni nazione nell�elaborazionedi un documento su materie diimportanza mondiale, qualil�istruzione, le malattie infettive,l�energia e la tolleranza. Tancredi,che ha frequentato il secondoanno dell�indirizzo grafico-pub-blicitario dell�Istituto TecnicoProfessionale per il Commercio diRagusa, ha avuto l�onore di strin-gere la mano al presidente russoVladimir Putin e insieme ai pochieletti ha dato anche lui un valido

contributo di suggerimenti perl�elaborazione del documento cheverrà visionato dai vertici del G8.

A complimentarsi con lo stu-dente ragusano che ha rappresen-tato l�Italia insieme ad altri 7coetanei, il presidente dellaProvincia, Franco Antoci, el�assessore alla PubblicaIstruzione, Giancarlo Cugnata,che si sono complimentati con luiper il brillante risultato ottenuto eper aver adeguatamente rappre-sentato la classe studentesca diRagusa formulando la proposta,sulla falsariga del progettoErasmus, di una possibile apertu-ra delle frontiere agli studenti cheintendono avviare rapporti diistruzione con i Paesi del Mediter-raneo.

�E� stata una esperienza straor-dinaria - afferma TancrediPluchino, coordinatore dell�Unionedegli studenti di Ragusa - vissutagrazie al Forum Nazionale delleAssociazioni Studentesche delMinistero della Pubblica Istruzione

che ha selezionato i migliori stu-denti appartenenti ad associazionie attivi in politica. Questapreparazione mi ha consentito didare un valido contributo perl�elaborazione del documento pre-sentato ai leaders del G8�.

Un documento che si è occupa-to di diverse tematiche.

�Tra le tante iniziative indicate �argomenta Tancredi - abbiamoinserito anche il progetto delle�Olimpiadi dell�Industria�, cheimpegna le multinazionali a ver-sare una percentuale dei propriprofili in un fondo per l�istruzione,la sanità e lo sviluppo economicodel terzo mondo. Il mio contributopersonale più importante al docu-mento, è stato però, l�inserimentodella proposta di distribuzionegratuita di profilattici sia nei paesisviluppati sia in quelli in via disviluppo, per dire no al tabù sul-l�utilizzo di contraccettivi impostoda autorità che non sono né sani-tarie, né politiche. Unico aspettodel documento rimasto incomple-

Io Tancredi,inviato al G8< >

><la provincia di ragusa16

di Cettina Divita

<Il giovane ragusano Tancredi Pluchino, scelto per il G8 junior di San Pietroburgo. A destra col presidente russo Vladimir Putin>

Giovani

to, riguarda l�istruzione che nonviene vista come strumento diemancipazione dell�individuo, dicrescita personale e unicagaranzia di libertà, ma vienedescritta solo come chiave per ilsuccesso. In ogni caso il confron-to con i 64 studenti delle ottonazioni coinvolte, ha prodotto

riflessioni importanti che ciauguriamo possano davvero con-tribuire a migliorare il mondo e aportare una speranza in più aipaesi sottosviluppati. E propriopensando alle nazioni povere,sono convinto che i prossimi sum-mit dovrebbero essere apertianche ai giovani del terzo mondo,

perché non è possibile continuarea prendere decisioni per gli altri�.

I lavori si sono svolti in diecigiornate articolate in gruppi distudio per maturare le riflessionisu materie di importanza mon-diale, ma non sono mancati anchei momenti ricreativi con visite gui-date alla città di Pietroburgo.

><la provincia di ragusa 17

Prove di scambi culturali tra Ragusa e Dublino. Il�là� l�ha dato un corso di approfondimento di

conoscenza della lingua inglese seguito da alcuni stu-denti iblei ad inizio di agosto in terra celtica.

�Il �contatto� è sfociato in un incontro con l�EmeraldCultural Institute � afferma l�assessore al Tempolibero Pietro Barrera - ed è valso a incentivare impor-tanti scambi con un partenariato socio-economicoattraverso l�Ambasciata italiana�.

Attrarre i turisti irlandesi in provincia, attraversoscambi culturali e pacchetti favorevoli, ultimamentefavoriti da alcune compagnie aeree, è allora motivo diulteriori passi avanti in questa direzione.

�Siamo fortemente interessati all�Irlanda � spiegaBarrera - perché è uno dei Paesi della comunità euro-pea con il più alto tasso di sviluppo economico.Viaggia, infatti, oltre l�8% di incremento del prodottointerno lordo. Grazie ad un�efficace politica economi-ca, nel paese esiste un regime fiscale molto vantag-gioso che ha permesso alle grandi aziende mondiali diinsediare le proprie sedi commerciali con la con-

seguente crescita occupazionale che è davvero eleva-ta. Durante la nostra permanenza abbiamo, infatti,incontrato tantissimi giovani italiani che hanno trova-to lavoro in queste aziende�. Cominciato come scam-bio linguistico, quindi, il viaggio in Irlanda ha assuntorilevanza anche economica e turistico-culturale.

�Della nostra terra gli irlandesi � aggiunge Barrera -amano molto il mare ed il nostro cibo con la dietamediterranea e l�olio d�oliva. È per questo che punte-remo sulla promozione dei prodotti eno-gastronomicia partire dal prossimo importante appuntamento,intorno a metà gennaio, con la nostra partecipazionead una grande fiera in Irlanda�.

Ad agosto vi è stato già il primo assaggio. Unaserata a base di specialità ragusane: pomodorini sot-t�olio, formaggi, salsicce stagionate, olio extra vergined�oliva per le bruschette, dolci e cioccolato, in pienocentro della capitale irlandese, presso lo stand allesti-to nel Winns hotel in Abbey street. Ma si è trattatosolo del primo assaggio�

Silvia Ragusa

<Scambi/Attrazione Irlanda>

<Tancredi Pucchino premiato dal presidente Franco Antoci e a destra insieme agli altri studenti provenienti da tutto il mondo>

Memorie

La strage di Marcinelle è rimastafissa nel ricordo di tanti emigranti.Così la commemorazione per i 50

anni del tragico evento, dove persero lavita 262 minatori, ha avuto momenti diforte commozione anche nella dele-gazione siciliana guidata dall�assessoreregionale all�Emigrazione GiuseppeScalia e che ha visto anche la parteci-pazione del sindaco di GiarratanaRosario Burgio e dell�assessore AmedeoGiaquinta. Cinquanta anni dopo Bois duCasier, teatro della tragedia (vi perserola vita anche 136 italiani tra cui 5 sici-liani), non è più una miniera, ma unmuseo alla memoria. La commemo-razione non è servita solo come ilgiorno del ricordo, ma è stata anchel�occasione per sottolineare i valori dellasolidarietà tra i popoli, in questo "dram-ma moderno" della migrazione chesembra non avere termine, del rispettodella dignità umana e del valore dellavoro contro il valore delle merci.Quella strage non sembra lontana daquelle che si assistono in questi mesinel mare del Mediterraneo con i nuovimigranti magrebini che sbarcano sullecoste siciliane.

I lavoratori italiani venivano alloradeportati dal Meridione (4 i giorni diviaggio) a bordo di vagoni chiusi, �per-ché non fossero presi dalla tentazionedi fermarsi in Svizzera o in Germania�.Dopo 50 anni è la stessa modalità di cuisono vittime i migranti nordafricani.Come loro, 50 anni fa intere famiglieitaliane venivano ammassate dentrocontainer che fino alla seconda guerramondiale erano serviti a trattenere i pri-gionieri di guerra tedeschi. La tragediadi Marcinelle cambiò la geografia del-l�immigrazione italiana. Se prima c�erala tentazione di fermarsi in Svizzera o inGermania, dopo il crollo della miniera, ilBelgio fu cancellato dalle rotte della"povertà e della disperazione".

Marcinelle fu uno dei tanti episodi di

quella che chiamarono la guerra delcarbone, in cui le imprese cercavano diestrarre quanto più materiale possibilesenza investire un soldo in macchinari,e sicurezza. All�origine della strage ci fula vetustità degli impianti. Il Belgiodisponeva di urgenti risorse minerarie,ma non di uomini disposti ad estrarle.L�Italia aveva assai bisogno di carbonee si trovava in una situazione disastrosaper quanto riguardava la disoccu-pazione. Fu per questo che il 23 giugno1946 i due paesi firmarono un accordoche prevedeva la destinazione di 50milaoperai italiani alle miniere del Belgio,che a sua volta si impegnava a vendereall�Italia, un minimo di 2.500 tonnellateal mese. I migranti italiani, quindi, ser-vivano tre padroni: il Belgio, l�Italia e leimprese minerarie. In cambio gli italianiricevevano 190 franchi al giorno.Troppo pochi per sbarcare il lunario.

�Ma erano abbastanza all�epoca pernoi poveri emigranti � ricorda AmedeoGiaquinta - che ha lavorato in minieraproprio in Belgio�.

La presenza di Rosario Burgio eAmedeo Giaquinta a Marcinelle perl�anniversario della strage ha avuto unimpatto emotivo molto forte per i dueamministratori perché ha significato untuffo nel passato in quanto hanno rivis-suto gli anni della loro emigrazione inBelgio.

�La cerimonia di commemorazione -dice il sindaco di Giarratana, RosarioBurgio - è stata utile per ricordare acoloro che non hanno memoria chesenza questa non c�è futuro. Per me el�assessore Giaquinta è stato motivod�orgoglio rappresentare la provincia diRagusa ad un avvenimento che hasegnato tristemente la nostra popo-lazione in terra belga�.

Rivissuta dopo 50 anni la strage di Marcinelle< >

><la provincia di ragusa18

di Salvatore La Lota

<Marcinelle. Da sinistra l�assessore di Giarratana Amedeo Giaquinta, Maria Guasto,il presidente dell�associazione �Trinacria� Angelo Lavori e il sindaco Burgio>

Cultura

Isimboli per sintetizzare gliincontri arabo-mediterraneid�Ispica promossi nell�ambito

delle manifestazioni dell�Estatesono stati la zagara e il rais. Unaserie d�incontri per favorire l�inte-grazione e il dialogo fra i popolidel Mediterraneo.

Ispica si è aperta così all�inte-grazione e ad una fattiva parteci-pazione all�opera di unione escambio interculturale per affer-mare, partendo dalla Sicilia,l�idea di universalità del sapereumano, senza discriminazioni dirazze o fede religiosa.

Il percorso seguito durante gliincontri ed imperniato sul con-giungimento delle diverse culturemediterranee, è stato attuatoattraverso varie forme d�arte chehanno ben evidenziato, più chele differenze, i tratti comuni cheuniscono i Paesi arabi e nord-africani alla nostra regione.

Il primo incontro è stato dedica-to alle immagini. Protagonisti ilMarocco, magnificamente im-mortalato dall�obiettivo delle duefotografe romane NicolettaDiamanti e Linda de Nobili, e laSicilia, vista con gli occhi delfotografo isolano Giuseppe Leone.

La parola, invece, è stata laprotagonista del secondo incon-tro. Il dialogo si è fatto strumen-to attraverso cui scoprire quantodi arabo ci sia nella culturasiciliana e quanto profondi sianoi nostri legami con quei Paesiche, fino a ieri, sembravanoinfinitamente distanti.

Il terzo incontro ha interessatola musica ed ha visto protago-nisti i componenti dell�ensemble�Chominciamento di gioia� direttidal Maestrp Riccardo Martinini. Ilconcerto, intitolato �Dolçe lo meo

drudo. La musica alla corte diFederico II� ha voluto puntaresulla riscoperta della produzionemusicale duecentesca ed ha pro-posto brani che rievocano abil-mente l�atmosfera cosmopolitatipica della corte siciliana dell�im-peratore medioevale: il primo

vero luogo in cui convisseropacificamente intellettuali ditutto il mondo arabo e culturetanto diverse quanto fondamen-tali nella storia del sapereumano.

Soddisfatto dell�operazione cul-turale avviata il sindaco di Ispica,

Piero Rustico: �Zagara e Rais èstata pensata per creare occa-sioni di dialogo col popolomediterraneo. E questi incontrisiano stati utili per avvicinare gliispicesi alla riscoperta del retag-gio arabo presente nel nostropatrimonio culturale�.

Il successo della manifes-tazione fa esprimere al primo cit-tadino di Ispica la volontà di dareun seguito all�iniziativa: �Zagarae rais� può essere portata avantinegli anni a venire, magari con ilcoinvolgimento diretto dei Paesidel Nord-Africa. Non a caso,infatti, nel logo della manife-stazione oltre alla Sicilia è statatracciata la sponda africana�.

La manifestazione è quindidestinata a divenire, ben presto,un appuntamento fisso: un�occa-sione di incontro, caratterizzatadalla vivacità intellettuale e dallarilevanza storica che da semprecontraddistingue, e nel contem-po accomuna, tutti i Paesi che siaffacciano sul Mediterraneo.

Ispica parla arabo< >

la provincia di ragusa 19

di Mariagiovanna Gradanti

><

<Ispica. Gli incontri mediterranei promossi per avviare un dialogo con i paesi arabi>

Ispica apertaall�integrazionecon una seriedi incontriarabomediterranei

<<

>>

Premi

L�albo d�oro del premio�Ragusani nel Mondo� siarricchisce della presenzadella star americanaSusan Sarandon, venutaa Ragusa a conoscere iluoghi e i parenti delnonno materno, GiuseppeCriscione, partito perl�America nel 1916.

Il sagrato della Cattedrale di sanGiovanni Battista, rifulge intutto il suo splendore nella

notte stellata del 30 agosto, sottoun gioco sapiente di luci cheaccendono ed esaltano la bellezzaarchitettonica della pietra ricama-ta. Tutto è pronto per l�evento con-clusivo che rappresenta il cloudelle manifestazioni indette per laXII edizione del Premio �Ragusaninel Mondo�. Il palco con le

Tutti pazziper Susan< >

><la provincia di ragusa20

di Tullia Giardina

Li vive, li ascolta con pazienza e dedizione, da quasitrentacinque anni. Pronto a confrontarsi quotidiana-

mente con un male che fa paura. Perché la lebbra spessosfigura, deforma, sottrae dignità ad un corpo già indebolitodall�inedia, che non ricorda il calore di un abbraccio o di unacarezza. Finché questo morbo s�imbatte nella professio-nalità e nella speranza di quell�uomo che laggiù tutti chia-mano �padre�.

�Lavoro per i lebbrosi per due motivi: una scelta cristianae poi una sfida medica ed umana�, racconta il medicoAntonio Salafia che s�interessa di chirurgia ricostruttiva, cer-cando di restituire un minimo di mobilità e funzionabilità agliarti, soprattutto alla mano, per la quale ha seguito neglianni diversi corsi di specializzazione. A Mumbai (Bombay)Salafia opera, insieme alla sua stretta equipe, nel Centromedico Vimala. Un ospedale retto da suore missionarie,dove ogni giorno visita centinaia di ammalati, provenienti daogni parte dell�India con la speranza nel cuore.

�Ci vorranno almeno altri cinquant�anni per debellare lamalattia, - sorride il medico - ma io sono ottimista�.D�altronde lui lo è sempre stato, fin da quando, ventenne,

abbandona Ragusa e la sua famiglia per rispondere a quellelontane invocazioni d�aiuto. Da infermiere a medico chirur-go il dottor Salafia non cerca solamente di restituire e rein-serire i malati di lebbra, ma si occupa anche dei loro figli conla �Shishu Prem Samaj�, una società caritativa riconosciutadal governo in-diano. �Diamo loro un�educazione scolasticae un�assistenza materiale � spiega - grazie anche ad un pro-gramma di adozioni a distanza in collaborazione con centi-naia di famiglie e con altri enti di assistenza, anche ragu-sani. Adesso abbiamo esteso il discorso a tutti i bambinibisognosi, quelli che, se va bene, mangiano una volta algiorno, la sera, quando i genitori rientrano dal lavoro.Perché il vero male dell�India è l�estrema povertà. Nei vil-laggi tutto viene da Dio: se piove ci sarà il raccolto ma senon piove si è costretti a spostarsi al centro e vivere diaccattonaggio. Il governo dice che appena il 40% vive al disotto della linea di povertà, in realtà non è così. In India simuore letteralmente di fame�. Di Ragusa ricorda, l�infanzia,l�antica semplicità della gente, le amicizie più care che anco-ra coltiva e quelle nuove, anche se la sua vita rimane l�India.

Silvia Ragusa

<Salafia, lotta alla lebbra><Susan Sarandon al suo arrivo al Palazzo della Provincia accolta da numerosi fan>

Premi

scenografie curate da GiuseppeBusacca; lo schermo gigante per ifilmati montati da Gianluca Testa.Pronti sono pure il tenore GiuseppeRanzani e il musico CarmeloSalemi che intratterranno il pubbli-co; gli orchestrali che li accompa-gneranno; il regista GianniBattaglia, con il suo video ineditosul poeta Salvatore Quasimodo;l�attrice Loredana Cannata, chepresenterà un importante progettodi solidarietà in favore delle popo-lazioni indios del Chiapas.

A fare gli onori di casa l�on.Franco Antoci, nella sua dupliceveste di presidente della Provinciae di presidente dell�Associazione�Ragusani nel Mondo� e il direttoredella stessa, Sebastiano D�Angelo,vero motore organizzativo del-l�evento.

C�è una certa attesa nell�aria,serpeggia una strana emozione,quella delle grandi occasioni,nonostante le �prove generali�siano già perfettamente riuscite ela macchina organizzativa curatadalla società Art Media già oliata.La serata finale di premiazione èstata preceduta da un�anteprima(il 27 agosto) per l�assegnazione diriconoscimenti speciali alla

Comunità Iblea residente a Milanoe ai poeti Emanuele Di Pasquale eEmanuele Schininà, operantirispettivamente negli Usa e inVenezuela; e da una serata con-viviale (il 29 agosto), promossadalla Presidenza della Provincia edal Sindaco della città di Ragusa,presso il Castello di Donnafugata.E� evidente che questa non èun�edizione come tutte le altre,pure importanti, che l�hanno pre-ceduto negli anni scorsi. A render-la così speciale e unica nel ricordosarà la presenza su quel palco, investe di premiata per il 2006, diSusan Sarandon. L�attrice ameri-cana premio Oscar, dalla straordi-naria carica umana e professio-

nale, ha accolto infatti con veragioia e grande commozione l�invitoa venire a conoscere quella comu-nità che ha dato i natali a suononno Giuseppe Criscione,ricevendo nel contempo anche lacittadinanza onoraria di Ragusaconferitale dal primo cittadino diRagusa, Nello Dipasquale.

Insieme a lei saliranno sul palcoper ritirare lo stesso premio anchealtri quattro personaggi emeriti, lecui storie e vicende personali purehanno reso ancora una volta onorealla terra iblea.

La dottoressa Josephine Cannatadi Tommasi, nata nel 1958 inVenezuela, a Valencia, da genitorimodicani. Economista di grande

><la provincia di ragusa 21

Un�identità che è fatta di storia,di cultura, di tradizioni e valori

ma anche di passione per la suaprofessione. Così Josefina Cannatadi Tommasi, direttore generale allefinanze dello stato di Carabobo, inVenezuela, economista e cofonda-trice della camera di commercioitalo-venezuelana, racconta contrasporto le sue origini modicane:�I miei genitori sono andati avivere in Venezuela intorno aglianni �50 ma fin da piccola mi hannosempre educata secondo i valoriita-liani; a casa abbiamo sempreparlato in lingua italiana ed io, dal�67 al �73, sono rientrata a Modicaper frequentare la scuola. Sonostati questi valori, alla famiglia, allavoro, alla responsabilità, che mihanno permesso di andare avantinella mia professione�. Quella cheJosefina Cannata da sempre haportato avanti con impegno e pro-fusione, correlando ad essa ladirezione di una prestigiosa rivistadi finanza, economia e gestionepubblica �Il Portafolio�. PerchéJosefina crede nel cambiamento enegli investimenti che potrebberomigliorare le condizioni di vita dellagente del suo paese. Così, anchenell�incontro tenuto con il presi-

dente della Camera di Commerciodi Ragusa Pippo Tumino e con ilsegretario generale CarmeloArezzo, l�economista venezuelana,ha evidenziato le possibili occasionidi cooperazione economica tra ledue camere. Nello stato diCarabobo c�è davvero molto dafare, soprattutto nel settore del-l�edilizia, spiega la Cannata, nono-stante Carabobo sia molto ricco dirisorse e anche d�industrie, la cuimetà, circa il 45% appartiene adimprenditori italiani.

�La presenza degli italiani èmolto importante - afferma l�eco-nomista - e ha fatto la storia delpaese, per questo pensare ad isti-tuire dei rapporti di scambio conRagusa è lo scopo della mia visitain veste professionale". Perché c�èun mondo da costruire, da svilup-pare e da livellare. Nel mio paesel�ingresso pro capite per le personericche è il più ricco del mondo,mentre il 30% della gente povera èpiù povera di quella africana. Il mioobiettivo è lottare contro questapovertà e penso che la migliorforma per farlo sia assicurare atutti il lavoro e l�accesso ai servizipubblici�.

Silvia Ragusa

<Cannata, lezioni di finanza><Il presidente Franco Antoci premia

Josefina Cannata di Tommasi>

Premi

><la provincia di ragusa22

rilievo, docente universitario, consulente finanziario,ha anche ricoperto il ruolo di sindaco nella sua città,mentre dirige ancora una prestigiosa rivistafinanziaria da lei fondata. Il dottor Antonio Salafia,medico chirurgo dal 1971 impegnato in prima personain India, a Bombay, nella lotta e nella cura della leb-bra e in un importante progetto di adozioni a distan-za con la Caritas ragusana. Lo scultore BiagioGuerrieri, nato a Comiso nel 1933, ma divenuto cosìfamoso per sue qualità artistiche in Argentina, dovevive dagli anni �50, che le sue opere e le sue sculturesono collocate in molti luoghi di prestigio delle mag-giori città del paese d�adozione.

Il dottor Frank Caramagna, nato a Scoglitti nel1945, trasferitosi nel 1961 negli Usa, nel New Jersey,dove si è laureato e ha iniziato la sua brillante affer-mazione in una miriade di iniziative e attività di suc-cesso nel campo dell�insegnamento, dell�imprendito-ria, dell�impegno sociale, della politica. Fino a ricoprireil ruolo di Presidente della Federazione delleAssociazioni siciliane del New Jersey nel 2003.

All�improvviso si spengono le luci, i flash deifotografi si accendono. Un coro spontaneo parte dalla�città� in attesa nella piazza sottostante il sagrato:�Susan, Susan�. Lei, bellissima ed elegante, si ferma,non si sottrae alla folla che l�accoglie. Stringe le manidi tutti. Firma autografi e dediche, sorride affabile edisponibile a quanti l�accolgono e l�applaudono. Lospettacolo, ora, può veramente cominciare.

Bassorilievi, busti, statue, ritrattinelle belle città argentine di

Santa Fè, Mar del Plata, Quequen,Bahia Blanca, San Josè di CostaRica. E poi il �Parque Tres deFebrero� nella Piazza Sicilia diBuenos Aires, segno delle sue ori-gini isolane. Un amore che non tra-monta mai quello per la suaComiso, tanto cambiata e tantosimile ai suoi ricordi da bambino,quando con lo zio Nunzio si recavanelle cave di pietra con lo scalpelli-no in mano. Poi le liete oretrascorse nelle aule della Scuolad�Arte, con la creta o l�argilla tra ledita, pronte a trasformare informimasse in piccole e precise figure.�Dall�Abc - spiega sorridendo � hocominciato a scrivere il poema�. Diquegli anni, contornati dalla figuradei familiari e del padre calzolaioortopedico soldato in Germania,ricorda la guerra e l�arrivo degli

alleati americani in piazza. Era il 30agosto del 1950 quando, poi, dalgolfo di Napoli, sulla �Santa Cruz�,la sua vita prese una nuovadirezione, oltreoceano, in un lon-tano paese. Così nella capitaleargentina Biagio Gurrieri proseguei suoi studi artistici, aiutato dallamoglie anche lei appassionata ecritica d�arte, non dimenticandomai quelle piccole stradine dellasua terra natia.

�Durante i diciotto anni vissuti aComiso ho respirato in ogni angolouna cultura di Magna Grecia cheda sempre fa parte di me e deimiei lavori. - racconta l�artista - Perquesto mi sono sempre considera-to un comisano, un ibleo, e, senzanemmeno volerlo, ho attinto atutto ciò che nell�arte rappresenta,passando poi dal figurativo a certemanifestazioni moderne che, tut-tavia, continuano ad avere un forte

legame con la mia città�.Benché in Sicilia adesso sia tor-

nato dopo dodici lunghi anni.�L�artista deve trasmettere le sueemozioni � spiega � per tutto ciòche accade attorno a lui, appro-fondire lo studio della natura eplasmare con immagine propria ilmessaggio desiderato�. Non si con-tano le mostre, le personali e iriconoscimenti ricevuti per la suastraordinaria vena, anche tra la col-lettività italiana e siciliana di cui hafatto sempre parte integrante.Collezioni che a breve anche i suoiconcittadini iblei potranno ammi-rare, in occasione del centenariodell�Istituto d�arte che lo ha forma-to e avviato alla professioned�artista, grazie all�allestimento diuna mostra fotografica e diun�esposizione delle sue opereprime.

Silvia Ragusa

<Gurrieri, artista d�oltre Oceano>

Figli illustri

Diva in punta di piedi. Disponibile, affabile, dolce.Sembra un set surreale quello su cui si esibisceSusan Sarandon. Ma è un set d�affetto e di ricordi

voluti e cercati. Ci si meraviglia a vederla circondata daifan senza il solito contorno di body guards.... La storiache l�ha portata a Ragusa in realtà è cominciata nel lon-tano 1916, quando Giuseppe Criscione lasciò Ragusa percercare fortuna in America. Là, nel paese delle milleopprtunità, una moglie italiana, tanti figli e uno stuolo dinipoti: tra loro, appunto, anche Susan, che oggi, rintrac-ciata dal cugino Giovanni, è tornata nella terra dei suoiavi, insieme a mamma Leonora per ritrovare le sue radi-ci

�E� stato toccante vedere la casa, piccolissoma, doveaveva abitato il nonno, conoscere la storia della miafamiglia e incontrare tutti questi nuovi parenti. Perchèfino ad ora dell�Italia sapevo davvero poco. Ma adesso, sedovessi scegliere un paese dove vivere - che non fossel�America - mi trasferirei davvero volentieri in Italia�

Ha vergato a mano nell�albo d�oro delle presenze illus-tri della Provincia un lungo pensiero ma con una chiosafinale che la dice lunga sull�amore per la terra dei suoiavi.

�Sono molto felice � ha scritto la Sarandon � di esserequi oggi con mia madre nella città dei miei antenati. Sonomolto commossa della generosità della gente e tornerò

qui con tutta la mia famiglia. Porterò una parte di Ragusacon me, nel mio cuore, negli Stati Uniti�.

Parole sincere e senza enfasi che fanno di questa divahollywoodiana (premio Oscar nel 1995 quale miglioreinterprete femminile nel commovente film �Dead ManWalking � Condannato a morte grazie alla memorabileimmedesimazione nei panni di suor Helen Prejean) unpersonaggio familiare e popolare che ha catturato l�affet-to dei ragusani come ha testimoniato nel suo saluto isti-tuzionale il presidente della Provincia Franco Antoci chele ha fatto dono di un bassorilievo in terracotta raffigu-rante il Portale di San Giorgio di Ibla e di un bel mazzo dirose bianche.

-In 35 anni di grande schermo ha collezionatouna galleria di ritratti femminili impagabili. Mascegliere il preferito, per Susan Sarandon, èimpossibile

�Scegliere un film preferito sarebbe un po� come indi-care il figlio prediletto, proprio non si può. Certo, ho unlegame ... �emotivo� molto forte con BULL DURHAM,non solo perchè era uno dei miei primi ruoli importanti,ma perchè sul set ho incontrato Tim Robbins, padre deimiei due figli.... E anche �Dead Man Walking� è statospeciale, perchè sono io che ho scoperto il libro di SorellaHelen, e l�ho fatto leggere a Tim, che poi ha diretto il film... insomma, l�ho sentito come una cosa mia fin dall�inizio.

-Una carriera cominciata per caso negli anniSettanta, ma di cui non si è mai pentita.

Non posso immaginare un lavoro migliore: mi ha per-messo di prendermi lunghe pause per fare la mamma,ma poi di ricominciare a lavorare, e con successo. Ogniattore mette qualcosa di sè stesso nei ruoli che interpre-ta. Io - spero - ci ho messo umorismo, e intelligenza. Ilbello di questo mestiere è proprio poter diventare qual-cuno che non sei!

-Una bellezza non convenzionale, la sua, rin-forzata da un�innegabiile sensualità

Mi sono sempre domandata che cosa rende affasci-nante un attore o un�attrice sullo schermo, soprattuttovedendo la differenza tra tipi diversi, ma sempre forti, disex appeal ... pensate alla differenza tra Jane Fonda eJeanne Moreau, per esempio. Ma credo che molto dipen-da dalla �chimica� che si crea tra i due protagonisti: se idue amanti sullo schermo riescono a convincere il pub-blico che si stanno guardando come non li ha mai guar-dati nessuno, allora l�atmosfera diventa per forza sen-suale, e questo non ha niente a che fare con l�età, al fem-minilità o cose del genere

Susan, eccole mie radici< >

><la provincia di ragusa 23

di Silvia Esposito

<Ragusa Ibla. Susan Sarandon con i suoi parenti in Piazza Pola.Tra gli altri la madre, i fratelli Terry e Phil e il figlio minore>

Figli illustri

E�ormai anche fin troppo nota l�incredibile storiache ha fatto sì che venissero alla luce le originiragusane di Susan Sarandon, eppure vale la

pena di raccontarla ancora una volta, per la sequelastraordinaria di coincidenze che di causale sembranoavere poco e per il modo quasi romanzesco in cui il�riconoscimento� è avvenuto.

Quello che più affascina, in questa vicenda, ècomunque il fatto che le �radici� di Susan Sarandonhanno ora un volto, un nome, un�identità a lei stessasconosciuti fino a poco tempo addietro. Fino a quando,cioè, l�intraprendenza di un suo giovane parente, il dott.Giovanni Criscione, non glieli hanno fatto scoprire, sot-traendoli per sempre all�oblio. Alla vigilia di una suapartenza per New York, Giovanni era stato infatti infor-mato da un amico, Marco Biazzo, che lo aveva appresoa sua volta dalla televisione, del fatto che SusanSarandon era di origini siciliane e che il cognome dellamadre era proprio Criscione. Lavorando per un annoall�ONU, presso la Rappresentanza permanente italiana,alle dirette dipendenze del Consigliere d�AmbasciataRoberto Martini, il dott. Criscione ebbe modo di fre-quentare ambienti di artisti e intellettuali, dove conobbeEgizio Panetti, già amico di Madonna e di Andy Warhol,che gli fornì l�indirizzo della Sarandon. Spinto daldesiderio di verificare un�eventuale parentela, Giovannisi recò presso l�abitazione, riuscendo a parlare con lagovernante che prese nota del suo nome e del suoindirizzo. Dopo qualche giorno Giovanni venne chiama-to al telefono dall�agente dell�attrice, che fissò un ap-puntamento in un locale del Village. Quando il giovaneragusano emozionatissimo vi giunse, Susan era già lì adattenderlo, desiderosa anche lei di sapere se quelGiovanni Criscione fosse per caso parente del nonnoGiuseppe Criscione che dalla Sicilia si era trasferito negliUsa nel 1916. Avvertita dalla figlia, poco tempo anche lamadre dell�attrice, Leonora, si mise in contatto conGiovanni, iniziando così un�avventura che la vide l�estatescorsa ospite di Giovanni a Ragusa, dove peraltro era giàstata in precedenza per viaggio di piacere, ma senzasapere che fosse la città natale del padre. E così Giovannie Leonora misero in moto delle ricerche per scoprire sevi fossero ancora nella città iblea parenti diretti.

Non fu perciò un�emozione da poco quella provata,qualche giorno dopo, dalla signora Emanuela Iacono, in

Mezzasalma, detta familiarmente Nella, nel ricevereuna strana telefonata da uno sconosciuto che le dicevadi chiamarsi Giovanni Criscione e di essere un suo lon-tano parente. Ma non solo. Chiedeva di poterla incon-trare insieme a dei parenti giunti dagli Usa. Di frontealle perplessità della signora Iacono, che non ricordavaalcun parente �americano�, il dott. Criscione le fece ilnome di Giuseppe, lo zio materno, fratello della madreGaudenzia, che giovanissimo si era trasferito là e che,tranne per una breve visita parecchi decenni prima, nonaveva più fatto ritorno in Italia. Dello zio, la signoraIacono non aveva avuto più notizie, ma aveva conser-vato le lettere, le foto dei suoi figli e dei suoi nipoti cheegli aveva in passato inviato alla sorella, unica familiarevivente a Ragusa. Tutto avrebbe potuto immaginare,poi, la signora Nella nel breve trascorrere del tempointercorso tra la telefonata e la visita, tranne che quel-la parente che si stava recando a conoscerla, LeonoraCriscione, sua cugina in primo grado, fosse la madre diSusan Sarandon e che lei e i suoi figli erano gli uniciparenti diretti della famiglia dell�attrice. Dopo la mortedella madre e dello zio, infatti, l�unico filo che avevalegato le due famiglie nonostante le distanze sembravaspezzato per sempre. Insieme alla figlia Maria, lasignora Iacono attese con impazienza la �nuova�parente che si presentò alla sua porta, in compagniadella figlia minore Missy e dello stesso GiovanniCriscione. Le due cugine ritrovate provarono un�indici-bile emozione e grazie alla mediazione linguistica diGiovanni riuscirono a ricostruire la storia della lorofamiglia. In quella occasione Leonora rivelò ai parenti diessere anche la mamma di Susan Sarandon, l�attricepremio Oscar famosissima in tutto il mondo. Quando ledue cugine si salutarono rimase implicita la promessa diritrovarsi ancora, di tornare a vedersi, per conoscere iluoghi in cui Giuseppe aveva abitato da bambino, letombe dei nonni, la casa che aveva abitato un tempo.Promessa che si è potuta realizzare per Susan innanzi-tutto, in occasione del conferimento del Premio�Ragusani nel Mondo� 2006. Ma anche per gli altri suoifratelli, Terry e Phil, che insieme alla madre e al figliominore l�hanno accompagnata in questo viaggio aritroso nel tempo e nello spazio, alla scoperta dellamemoria e della storia della propria famiglia.

Tullia Giardina

><la provincia di ragusa24

-Una voce, anche, spesa apiene mani, seppure con pocaconvinzione�

Come cantante sono davveroterribile: ho cantato così male cosìtante volte che non capisco dav-vero perchè contuano a chieder-melo!

-E, dal 1988, la sicurezza del-l�amore del compagno TimRobbins, attore e regista del filmche le ha fruttato l�Oscar�

Ancora oggi mi sembra incredibileche si possa vivere con la stessa per-sona per tanto tempo! E continuandoanche a litigare! Ma credo che condi-

videre gli stessi valori aiuti a rinsal-dare l�unione. E poi tanto si fa peramore dei figli ... Ma non mi piaceparlare della mia felicità perché poigli dei diventano invidiosi, e ti puni-scono!

Questo suona molto italiano�Sì, molto italiano!

<Giovanni Criscione, il cugino ombra>

><la provincia di ragusa 25

Musica

Istrione, sornione, ammiccante, gaudente, ironico,intelligente, rivoluzionario, provocatore, cult.Semplicemente Renzo Arbore, l'eterno ragazzo alla

soglia dei settant'anni, mai demodè e persino graditoanche da quelli che vanno in delirio per gli "Zero asso-luto". Lo showman più completo d'Italia che con le sueineffabili genialità ha rivoluzionato i palinsesti di unaradio e di televisione fin troppo pinzochere prima delsuo arrivo nel lontano 1964. E' lui, "Quello della notte"che tiene sveglio financo Morfeo nel 1985, che dominail proscenio di Ragusa in una notte di "Luna rossa" quasidi fine estate. E' lui che fa vibrare, con successo, lecorde musicali di una platea ragusana, per natura pocoincline al trasporto totale davanti a chicchessia. Mal'Arboristeria che si è esibita in piazza Libertà è statadavvero ad "Alto Gradimento", e i circa 3000 spettatorihanno dovuto alzare "Bandiera gialla" scaldando le manicon calorosi applausi. Grazie per la bontà della scelta:l'assessore provinciale alla Cultura Enzo Pelligra haavuto buon intuito regalando alla comunità iblea unevento musicale di grande portata.

Renzo Arbore a Ragusa c'era stato anni addietro, enpassant, il tempo di scoprire e apprezzare le preli-batezze culinarie della nostra terra: egli stesso ram-menta, infatti, qualcosa dei Mpanatigghi di Modica e delcacio ragusano (gli ho consigliato di degustare anchel'olio di Chiaramonte Gulfi e di assaggiare anche un bic-chiere di Cerasuolo e di Frappato di Vittoria, che bens'armonizzano con i dolci della contea e il formaggio delcapoluogo), e si è detto felice di poter fare il primoconcerto anche in terra iblea, nota allo stesso per leimprese di Montalbano. Ma se il mitico vuole conoscer-la al meglio gastronomicamente, la provincia suggestivae tiepida che l'ha accolto, basta dare uno sguardo al"Cesto Barocco" che l'assessore Salvatore Bocchierisponsorizza da 5 anni.

Diventare Renzo Arbore è difficile, rimanerlo quasiimpossibile. Ma lui vi riesce in maniera naturale. Perchécome tutti i mostri sacri dello spettacolo si concede apiccole dosi, in punta di piedi, privo di spocchia e congusto, senza annoiarsi e senza tediare un pubblico chegli rimane fedele in Italia e al di là dell'Oceano, dovel'Arboristeria originaria di Puglia è ormai molto nota e dicasa grazie all'Orchestra Italiana che porta in giro per ilmondo il meglio dell'Italia artistica del Novecento. Se ilmito di artisti scomparsi come Roberto Murolo, MiaMartini, Renato Carosone, Totò, Mimmo Modugno edella Napoli che ripudia la sceneggiata meroliana vivono

e sopravvivono artisticamente anche in America, ilmerito è di Renzo e dei suoi spettacoli �meravigliao� cheva portando in giro per il mondo con la collaborazione diottimi musicisti fra cui spicca un genio completo comeGegè Telesforo.

Questo è il contenitore musicale che Renzo Arbore haproposto in piazza Libertà in una serata d�estate indi-menticabile, ma è anche il talent scout di personaggiprima illustri sconosciuti che in tv, al cinema e al teatrohanno fatto la loro fortuna artistica e professionale,oppure il fondatore della "Swing Maniacs" che volevacon sé il vittoriese Francesco Cafiso per dargli più noto-rietà di quanta ne abbia già suonando il sax nei più rino-mati tempi di jazz. Questo è l'artista che quasi a mez-zanotte lascia Ragusa stanchissimo, tanto stanco dascendere dal palcoscenico e dimenticare il ringrazia-mento per la Provincia di Ragusa che ha promossol�evento. Ma non l'ha fatto apposta, perché dietro lequinte, quando il presidente Franco Antoci e l'assessoreEnzo Pelligra gli vanno incontro per stringergli la manoe fargli i complimenti, l'artista foggiano, curvando il capoin avanti e accarezzandosi il naso secondo la sua prover-biale gestualità, quasi rammaricato dice: �Ah, lei è ilpresidente? Stava seduto in prima fila? E perché nes-suno me l'ha detto? L'avrei fatto salire sul palcoscenico!�E Antoci, l'antidemagogo per eccellenza della politicaragusana, risponde: �Se fossi salito m'avrebberoaccusato di fare passerella in prossimità della campagnaelettorale�. Incredibile, chi non avrebbe fatto una taran-tellata napoletana in palcoscenico con il mitico,impareggiabile, eterno ragazzo Renzo Arbore?

Arbore èmeravigliao< >di Giuseppe La Lota

<Renzo Arbore tra il presidente Antoce e l�assessore Pelligra>

Musica

Un ritorno in gran forma perNote di Notte Festival 2006.Le sue atmosfere sono tor-

nate ad essere così magiche, tal-mente intriganti e coinvolgenti chele bizze meteo di questa stravagantestagione estiva, là dove si sonomaterializzate, non le ha nemmenosfiorate lasciando indifferente ilviaggiatore musicale, completa-mente assorto nel suo oblioemozionale da non lasciarsi di certo�impressionare� dai ribassi termicidella colonnina di mercurio. Il segre-to di Note di Notte Festival? Stadecisamente nella collaudata formu-la, in quella che il direttore artisticoMariolina Marino definisce un pro-getto musicale.

�Quando penso a Note di Notte -dice Mariolina Marino - non riesco apensare solo alla musica. Immaginocome quella musica possa suonarein quello spazio. Penso a quantaforza un progetto musicale possaavere per coinvolgere i nostri spet-tatori viaggianti nelle sere iblee incerca di ville, giardini e cantine.Penso a chi custodisce questi luoghi

del passato, facendoli rivivere. Ilbinomio, anzi il trinomio collaudatis-simo che si snoda nell�intrecciomusica, architettura e gastronomia,ha infatti caratterizzato tutte le undi-ci serate musicali con un battesimoiniziale affidato alla felice sceltadella world music di Roy Paci, Frank

London, Boban Markovic e la B.M.Orkestar e la felice conclusione conil gruppo di Buona Vista Social Club.Entrambi gli eventi siglati dallachiosa dell�esclusiva regionale, cosìcome peraltro i concerti degliOregon, dei Vegetable Orchestra edi Stefano Bollani.

Le Note?Belle di notte< >

><la provincia di ragusa26

di Daniela Citino

<Gli artisti protagonisti al �Note di Notte Festival 2006�. In alto a sinistra MiquelGil, a destra Eugenio Finardi. Nella foto sopra il gruppo di Nonsolotango>

SpSpettatoriviaggianti per iconcerti delFestivalNote di Nottealla scopertadi ville antichema anche dinuovi mondimusicali

<<

>>

Musica

�Il festival 2006 - precisa Mariolina Marino - è stato ilprezioso contenitore del debutto nazionale di un pro-getto nuovo: una staffetta dove il testimone è passatoda gruppi storici ed artisti affermati a talenti emergenti.Sono state undici serate che hanno voluto esprimeretanti diversi occhi della Sicilia, ma anche gli sguardi dichi sceglie di spingersi oltre, verso altri mondi musicali�.

E perché poi non provare a �sperimentare� altri pro-getti musicali? Accontentati. Spazio alla stravaganza conla Vegetable Orchesta. Nove musicisti austriaci, figlidella tradizione di Mozart, Strauss e Brahms, n una seradi gennaio del lontano 1998 decisero di costruire stru-menti vegetali. Al Resort Poggio del Sole di Ragusa èriecheggiata la musica di un gruppo per il quale cetrioli,lattughe, zucchine, patate, radicchio e quant�altro possaessere a loro disposizione di fresco in rapporto alla sta-gione, diventa strumento musicale con il quale inter-pretare brani classici della musica europea arrivandosino alla musica moderna sperimentale. Una seratadecisamente �alternativa�. La solarità dello �scenariosiciliano� è stata invece proposta dall�Ottava NotaEnsamble nella serata organizzata alle cantine Valledell�Acate. Una Sicilia diversa, moderna ed insieme fol-cloristica, nelle musiche scritte per questo quintettod�archi alla ricerca della sensualità dell�anima di unaterra calda e accogliente. Un�anima che si è scopertaessere vicinissima a quella �blues� proposta da EugenioFinardi a Villa Criscione, dove ha presentato il suo nuovoprogetto musicale, un viaggio nelle storia e nei territorimeno �esplorati� del genere, compreso anche alcuneperle del suo vastissimo repertorio riarrangiate consonorità blues.

Grande ritorno quello di Stefano Bollani a Villa Gisana,a Modica. Il talento puro di un pianista che sta al verticeassoluto della musica, che partendo dalle sonorità a tuttipiù care e più note racconta come il jazz può diventareuna lente interpretativa dalle sorprendenti risorseemozionali. Emozioni e sensazioni date dalla worldmusic di Miguel Gil a Villa Paravizzini a ChiaramonteGulfi, dove le sonorità della tradizione valenciana sisovrappongono ai temi ed ai ritmi contemporanei. Lasensualità del tango ha avuto come magnificascenografia l�hotel Baia Samuele di Scicli in occasionedel concerto del violinista Fabio Ditto e del suo gruppo.�Nonsolotango� è andato oltre la definizione borgesianadel �pensiero triste che si balla� attraverso un�interpre-tazione personalissima dei classici del tango argentino.Atmosfere da film noir per il gruppo toscano �Baustelle�al Poggio del Sole per il loro �Romantico a Milano�: can-zoni di malavita in uno struggente scenario metropoli-tano, affresco di personaggi di meravigliosa poesia.

Le Note di Notte hanno colpito positivamente anchearguti critici musicali. Daniele Bergesio, caporedattore diWorld Music Magazine, ha definito l�evento musicale inquestione come �uno dei più belli a cui si potrebbeassistere�.

E allora, su i calici�

><la provincia di ragusa 27

<Rita Botto (in alto), Vegetable Orchestra (al centro) e lostorico gruppo cubano Buena Vista Social Club (in basso)>

><la provincia di ragusa28

Una serata inaspettata, a Casuzze. Coreografie etempi a incastro, scansioni quasi televisive, per lapresentazione del film "Il regista di matrimoni" di

Marco Bellocchio.La proiezione del film è preceduta dai saluti del pre-

sidente della Provincia Franco Antoci e del sindacocamarinense Lucio Schembari. Alla disponibilità affabilealle interviste di Marco Bellocchio e di DonatellaFinocchiaro, segue il filo avvincente del dibattito,introdotto dal padrone di casa, Giuseppe Gambina, cheda anni, insieme alla moglie, la giornalista AntonellaGiardina, disegna occasioni di promozione della culturacinematografica ragusana. Il salotto vanta belle intelli-genze: Sebastiano Gesù. in primis, storico del cinemasiciliano, docente universitario, direttore di festival cine-matografici. Gesù ripercorre qualitativamente le visi-tazioni siciliane di Bellocchio e guida poi il dibattito,richiedendo ai vari ospiti opportune istruzioni per l'uso,preventive della visione. Gaetano Bonetta, preside dellaFacoltà di Lettere dell'Università di Chieti, filosofeggia alungo sulla pellicola, ambientata nel "luogo eletto delparadosso e del parossismo, delle grandi metafore", suldiffuso eros, sul rapporto uomo-donna sul quale insistel'indagine di Bellocchio. Tra gli altri ospiti, il regista VitoZagarrio, il cui ultimo lavoro ricostruisce liricamente unepisodio incorniciato storicamente entro lo sbarco degliamericani. Il maestro avverte della non semplicità del"Regista di matrimoni", e insieme della sua strutturacomplessivamente narrativa.

"Il regista di matrimoni" è uno scambio assiduo trarealtà e finzione, tra vita e arte, tutto risolto nella misurafascinosa della favola. L'opera ultima di Marco Bellocchioracconta di un regista, riadattamento contemporaneodel cavaliere delle leggende, che, in una Sicilia voluta-mente oleografica e insieme sospesa in una dimensioneirreale, vede, anzi intravede una principessa moderna-mente triste; la segue, la insegue, e infine la 'salva',favorendole la riappropriazione del suo destino.

Questo, in sintesi, l'intreccio. Ma il film risulta compli-cato da svariati agenti. Anzitutto dai piani diversi dellanarrazione, dal manifesto 'metacinema' (si passi l'auda-cia), ossia dal cinema dentro il cinema, e da una nar-razione non lineare (funzionale l'uso espressionisticodella fotografia). "Ho sempre pensato al cinema comead un modo per andare oltre la realtà, la mera rappre-sentazione del reale, le immagini piatte", confessaBellocchio.

Cornice della storia sono fichidindia, processioni, ville,

chiese e tutto un arredo barocco che, insieme al pathostraboccante, disegnano la Sicilia delle cartoline (tavoloz-za cromatica insulare inclusa), enfatica, eccessiva.

"Ho trattato la Sicilia in modo non realistico. Daquesto contesto di fiaba ho preso delle immagini", con-tinua il regista.

Lo stereotipo e la marcata oleografia sono dunqueintenzionali. La quasimodiana terra impareggiabile, colsuo sostrato socioculturale, sono qui uno scenario, unluogo favoloso di cui natura (ambientale e umana)divengono esterne, necessarie coordinate.

A confermare questa lettura traslata dell'opera inter-vengono le mille valenze simboliche di cui è dissemina-ta la trama. Del resto, come mi conferma Bellocchio, sesi volesse inquadrare tipologicamente questo film,andrebbe osservata questa evidente contaminatio digeneri, del drammatico, del giallo, del melodramma. Epure del civile, dell'aggancio (anche questo di matricebarocca) della commedia con il reale, palesato dalladenuncia aperta di certi squallori sociali, come pure daquella nota reiterata, da quel leitmotiv che passa dallabocca di vari personaggi "In Italia sono i morti checomandano". Il regista decritta l'espressione esternandola propria amarezza del sogno non ancora avverato adopera delle scelte culturali della classe dirigente. A tuttii sogni si auspica la realtà, come ad ogni fiaba il suolegittimo lieto fine.

La fiaba diBellocchio< >di Elisa Mandarà

Cinema

<Marco Bellocchio premiato dal sindaco di S. Croce Lucio Schembari>

Spettacoli

Attraverso i secoli l�amoresventurato di Paolo eFrancesca continua ad

incantare i lettori. Dalla DivinaCommedia, Inferno, Canto V, doveil sommo Poeta Dante li collocò nelvento per regalarli alla memoria. Unlungo viaggio che ha condotto iprotagonisti questa volta al cospet-to di un castello siciliano, quello diDonnafugata, e dinanzi ad un pub-blico accorso in massa per la pro-posta dell�associazione culturale�Gli Ultimi Cantastorie�.

"Paolo e Francesca", questo iltitolo dello spettacolo, non si limitaperò alla rilettura del canto dan-tesco. Franco Occhipinti, presidentedell�Associazione, ha in serbo unasorpresa davvero atipica. Dal suocilindro infatti fuoriesce una pococonosciuta traduzione dialettale deiprimi del novecento del canto rea-lizzata dal poeta e frate france-scano Domenico Canalella. Unlavoro difficile e finora ingiusta-mente dimenticato. Sulle note delmaestro Tonino Preti si sono cosìalternate le voci dei cantastorieAndrea Reale e Raffaele Ferrato,implacabili nel narrare la vicendadei due amanti e di come l�amorche al cor gentil ratto si apprende liabbia condotti alla morte. Unmomento inusuale che conferma ildialetto siciliano come lingua asso-lutamente versatile e musicale. Ilprimo atto dell�opera è stato inoltrearricchito dal testo proiettato daMaurizio Nicastro su uno schermoposto alle spalle dei cantori.Schermo che si è animato diimmagini di fuoco chiamate ad in-fiammare le danze coreografate daRenata Guastella. La seconda partedello spettacolo, infatti, si muovesul piano del movimento corporeo.

�Quali colombe, disio chiamate,

con l�ali alzate e ferme al dolce nidovegnon per l�aere dal voler portate;cotali uscir de la schiera ov�è Dido,a noi venendo per l�aere maligno,

sì forte fu l�affettùoso grido�.Poi l�immobilità per dare voce ad

un grande artista del teatro italiano.La sua voce è presenza. VittorioGassman, per gentile concessionedella moglie Diletta, declama i versidel Canto V. L�atto unico è conclusodalla parte teatrale affidata aMilena Nobile, nel ruolo diFrancesca, ad Alessandro Saracino,chiamato ad interpretare Paolo,Lorenzo Maria Zarino, nel difficileruolo di Gianciotto Malatesta eRossella Fava, valletta del signore diRimini. Tutti assolutamente ingrado di creare un clima di pas-sione, rabbia e paura che, forse, sisarebbe potuto giovare di unacostruzione testuale più ricercata emeno immediata. Ma il merito dellavoro di Franch Aamir, sua lasceneggiatura, risiede nell�avervoluto ricostruire in maniera popo-lare le vicissitudini che Dante scelsedi fare solo intuire od immaginare ai

suoi lettori. Una proposta quindifelice perché capace di fare risco-prire uno dei momenti più alti dellaletteratura italiana ad un pubblicovariegato. Una scelta consapevoleche si è avvalsa della regia curatada Luana Occhipinti e del sostegno,tra gli altri, della ProvinciaRegionale di Ragusa, assessoratoalla famiglia. Per l�assessore PaoloSantoro si è trattato di �un momen-to felice ed utile per recuperare allamemoria un testo che a scuola,spesso, può risultare difficile edistante�.

Secondo Clara Damanti, vicepresidente dell�associazione, lachiave di lettura di un simile suc-cesso va ricercata nella giusta mis-cela tra danza, teatro e tradizione.

�Limitarsi ai cantastorie - spiega -avrebbe reso lo spettacolo troppomonocorde. Amalgamare la letturaed il canto dei testi con la musica,la danza ed il teatro, invece, ci hapermesso di mantenere viva l�atten-zione ed affascinare il pubblico pre-sente in questa serata dal saporemagico�.

Il perduto amor diPaolo e Francesca< >

><la provincia di ragusa 29

di Antonio La Monica

<Ragusa. Gli applausi finali per i protagonisti dello spettacolo Paolo e Francesca>

Placido Carrafaracconta Modica< >

><la provincia di ragusa30

Storia

Nel secolo XVII in Sicilia ilbisogno diffuso di definirel�identità politica, sociale e

religiosa delle comunità cittadine fualla base di un forte sentimentomunicipalistico. Eruditi e intellet-tuali cominciarono a scavare nelpassato alla ricerca delle originiremote delle città. Tra questi spiccaPlacido Carrafa, autore della primaopera storica su Modica, nacquenella città della Contea il 3 ottobre1617 da Francesco e Maria Carrafa.Il padre, medico, si distinse in occa-sione dell�epidemia di peste del1626 salvando parecchie vite, fracui quella del figlio, inizialmentecontagiato dal morbo. La famiglia,originaria del napoletano, avevaavuto altri antenati benemeriti dellacontea, come quel Valerio fonda-tore del monastero dello SpiritoSanto, o illustri, come il teologoPlacido. L�aver chiamato il figliocome l�avo teologo denotava neigenitori la volontà di avviarlo allacarriera ecclesiastica. Placido, però,seguì solo in parte quella strada.

Dopo aver compiuto i primi studisotto la guida del sacerdoteGiuseppe Gallotta, canonico di SanGiorgio, conseguì il dottorato inDiritto civile e canonico all�univer-sità di Catania. Nel 1636, per com-pletare la sua preparazione, sitrasferì a Napoli e da lì a Roma,dove il 24 maggio 1640 si laureò inTeologia. Tornato a Modica, il 17novembre 1641 sposò nel duomo diSan Giorgio la giovanissimaMargarita Mancuso che gli diedeben sette figlie, nate tra il 1643 e il1663.

Giudice della gran corte di Modicadal 1648 al 1651, quattro volte giu-dice di appellazione (1646-47;1653-54; 1662-63; 1664-65), trevolte giurato (1650, 1660, 1673),

consultore della capitania d�arme aguerra (1673), luogotenente delgovernatore (1649) e vice ricevitoreordinario dell�Inquisizione (1653),Placido Carrafa ebbe una carrieraeccezionale come giurista. Il chenon gli impedì di coltivare interessistorici. Partecipò, infatti, alle riu-nioni dell�accademia modicana,dove conobbe lo storico ed eruditosciclitano Mariano Perrello, l�ar-chitetto Vincenzo Mirabella (siracu-sano d�origine ma attivo a Modica inquegli anni), il minore osservanteIgnazio Schifitto, Giovanni SimoneNigro, presbitero del collegio di SanPietro (al quale dedicò una brevebiografia nell�Insitium historicum) eil carmelitano scalzo Giovanni Paolodell�Epifania, agiografo e poligrafo,nonché rettore del cenobio modi-cano di Santa Maria del popolo.Forse conobbe anche lo scienziatoragusano Giovan Battista Hodierna,col quale ebbe una polemica adistanza a proposito dell�interpre-tazione di un episodio della storia di

Sicilia. Ma ebbe contatti anchecon intellettuali esterni alla con-tea, come lo storico palermitanoVincenzo Auria e il messinesePlacido Reina.

L�influsso di storici come l�Auria eil Perrello lo spinse ad interessarsialla storia locale. Fu così che ilgiurista modicano concepì l�am-bizioso e inedito progetto di scri-vere la storia di Modica e della con-tea, introdotta da una descrizionestorico-geografica della Sicilia. Male difficoltà dell�impresa (l�assenzasul territorio di tracce archeologichee epigrafiche per le epoche piùantiche e di documenti negli archividella cancelleria di Palermo per lepiù recenti, la comparsa di un altroscritto sullo stesso argomentoper mano del giurista GirolamoTriolo) lo dissuasero, inducendolo aripiegare su una trattazione piùsuccinta.

Durante le ricerche, a PalermoCarrafa strinse amicizia con gliaccademici e in particolare conVincenzo Auria al quale richiese unascheda Sopra l�antichità di Modica,che poi inserì nella sua opera. LaSycaniae descriptio, et delineatio ela Motucae illustratae descriptio,seu delineatio videro la luce nel1653, presso lo stampatore paler-mitano Nicola Bua. Lo scritto suModica piacque agli intellettualidella contea al punto da divenirerara subito dopo la primaapparizione, come notò il Burmannella premessa alla ristampa che nefece per il Thesaurus antiquitatumet historiarum Siciliae (LugduniBatavorum,Vander Aa, 1723).Incoraggiato da questo successo, ilCarrafa diede alle stampe un altroopuscolo, l�Insitium (= innesto)Historicum ad annalia Siciliae(Palermo, Bua, 1655), contenente

di Giovanni Criscione

Storia

interessanti notizie sulla storia dellaChiesa modicana. Nel 1660 Carrafacommemorò solennemente il cava-liere gerosolimitano AgostinoGrimaldi, rampollo di una nobilefamiglia modicana, morto combat-tendo a Candia contro i Turchi nel1660: l�elogio del giovane eroe silegge ne L�idea del cavalieregerosolimitano di Giovanni Paolodell�Epifania, pubblicata due annidopo.

Il primo storico modicano diedealle stampe anche scritti a caratteregiuridico, come il Votum decisivum,sive definita resolutio pro D.Isabella Iurato Gonzalez BaronissaCastellucii domina Hyspanae (1654)e il Responsum resolutivumiurisdictionale et iustiflcatioAnathematis�pro Iosepho Vassallo(1667).

Il progetto, annunciato nellaMotuca illustrata, di pubblicaredelle Iuris resolutiones, invece, non

pare sia stato portato a termine.Infine, altri scritti come il Tractatusde magnifìcentia et prerogativisprivilegiorum magni admiratuscastellae, et potestate regiaemonarchiae in regno Siciliae ocome La chiave dell�ItaliaCompendio Istorico della nobile, edesemplare Città di Messina (1670,rist. 1738) gli furono attribuiti pererrore: il primo fu opera del nipoteomonimo, anch�egli giurista e attivointorno alla prima metà delSettecento; del secondo fu autore ilcarmelitano scalzo Giovanni Paolodell�Epifania (il Carrafa si limitò ascrivere la lettera dedicatoria indi-rizzata �all�Illustrissimo Senato dellanobile ed esemplare città diMessina�). Placido Carrafa morì aModica il 12 ottobre 1674 e fusepolto in San Giorgio.

><la provincia di ragusa 31

Negli anni '80, cedendo alle insistenze del segretariodell�Istituto Tecnico Commerciale �Archimede� di Modica,

Raffaele Giardina, decisi di dividere in due la biblioteca dellascuola, dato che il corso geometri si era staccato dal corsocommerciale e reclamava la sua biblioteca. Una miriade dilibri (mai inventariati e mai schedati) di grandissimo valoreculturale venne fuori. Prima fra tutti la biblioteca di ClementeGrimaldi che tutti cercavano ma della quale nessuno sapevaniente, quanto alla sua consistenza ed alla sua ubicazione. IlGrimaldi fu un grande agronomo modicano che resta famosoper avere combattuto la fillossera e per averla debellata.Meritati riconoscimenti gli giunsero da ogni parte d'Europaed innumerevoli vignaioli caduti in miseria a causa della fil-lossera poterono risorgete per merito suo.

"Partite sempre da una vite americana, resistente alla fil-lossera - diceva il Grimaldi - e poi innestate quello che voivolete": Egli amò in modo particolare un fiore: l'orchidea ead essa dedicò il suo interesse ed anni di studio.Naturalmente, i libri di Clemente Grimaldi vennero ceduti alcorso geometri. Adesso i modicani sanno dove cercarli etrovarli. I libri di Grimaldi sono in larga parte dei fascicolettiche gli giungevano anche dall'Africa francese che egli facevaelegantemente rilegare. Le riviste a colori sulle orchidee chegli giungevano dall'Inghilterra erano incantevoli. Un libro micolpì subito per il suo pessimo stato di conservazione. Erasquinternato. Raccolsi ed assemblai tutti i fogli con ansia ecura paterna. Per fortuna c'erano tutti. Si trattava dei volume"Viaggio in Ispana" (Treves Editore. Milano, 1874) scritto dalBarone Jan Charles Davillier collezionista e storico d'artefrancese. Innamorato della Spagna in esso egli descrivetutte le sue regioni. Terminato il lavoro, ed avendo soldi a

palate, incarica Gustave Paul Dorè di illustrare il libro contrecento disegni. Talune cattedrali disegnate da Dorè sem-brano autentici merletti.

Fra i tanti libri rinvenuti venne fuori l'Atto pubblico di fedecelebrato a Palermo il 16 aprile 1724 dal tribunale del SantoUffizio di Sicilia. Il libro è scritto da Antonino Mongitore,canonico della cattedrale della stessa città, consultore equalificatore di detto Santo Uffizio. L'atto pubblico di fede o"Auto de fé", fu l'ultimo celebrato prima della soppressionedel Santo Tribunale. Questi processi miravano all'annienta-mento della dignità umana dei colpevoli ed alla loro mortesociale. In questo libro il Mongitore si presenta come scrit-tore e cronista del Santo Uffizio. Fu il tribunaledell'Inquisizione di Sicilia a commissionargli l'opera e apatrocinarne la pubblicazione. Finita l'inquisizione la Chiesaandò alla ricerca di tutti gli scritti che avevano trattato iltema inquisizione per bruciarli. L'Atto pubblico di fede gia-cente presso l'Istituto Tecnico di Modica sfuggì miracolosa-mente alla "purga". E' un mistero come quel libro sia rima-sto in vita. Forse qualcuno che aveva paura di tenerlo in casalo aveva messo in qualche scaffale insieme agli altri libri.Tanti indizi lasciano intuire che il libro doveva sicuramentecontenere parecchi disegni, ma essi furono sottratti da manosacrilega. Resta solo il vistoso disegno della cavalcata finale.Sono visibili a cavallo tutti coloro che parteciparono alprocesso: speziali, medici, avvocati. Del libro si capì subito lagrandissima valenza culturale. Allucinante ed affascinantecome pochi altri, espresso nell'autentico linguaggio sette-centesco, resta una pietra miliare per la conoscenza delfenomeno "Inquisizione".

Valentino Guccione

<La biblioteca di Clemente Grimaldi>

Restauro

Iteatri anatomici erano i luoghidove i maestri della medicinainsegnavano l�anatomia umana

attraverso la dissezione dei corpi. Ilpiù antico teatro anatomico italiano èquello di Padova. Costruito nel 1594,è uno dei più importanti monumentidi interesse storico e medico delmondo. Anche Modica ha il suo teatroanatomico. Esso fu opera di donGiuseppe Pediligeri che nel 1600 offi-ciava nella Chiesa di San GiovanniBattista che col tempo si sarebbechiamata Cinema Moderno.

Di don Giuseppe Pediligeri, unuomo che sicuramente viveva nelfuturo, non sappiamo niente.Acquistato il suolo adiacente laChiesa di San Giovanni Battista vicostruì l�Ospedale �Campailla�. E�esso forse il più antico ospedaled�Italia dove si curavano principal-mente le malattie luetiche. Lo costruìesclusivamente per i poveri cheincontrava giornalmente per le vie diModica e dei quali nessuno si curava.Egli era sicuro che quell�ospedale,costruito con i più moderni criteri deltempo, sarebbe diventato famoso e

che grandi medici vi avrebbero tenu-to lezioni di medicina. Fu così che eglivi fece costruire un teatro anatomicodove tennero lezioni di anatomia i�colossi� della scuola medica modi-cana: Diego Matarazzo, TommasoCampailla, Gaspare Cannata, MicheleGallo, Pietro Polara.

Nel 1698 Tommaso Campailla sipresentò all�ospedale con una o forseanche tre stufe mercuriali per la curadelle malattie luetiche e di Modica siparlò in tutti i trattati di medicina.

Il teatro anatomico modicano èallocato al pianterreno dell�exospedale Campailla, nel cortile inter-no, accanto a due splendide pile inpietra. La stanza è lunga metri 10 elarga metri 3,40. Il soffitto è a botte.Due gradini posti a metà stanza, nellaparte retrostante, sollevano il pavi-mento. E� là che stavano gli spetta-tori, mentre l�altra metà accoglieva iltavolo anatomico ed il docente.

Quando per la prima volta varcai lasoglia del teatro anatomico esso con-teneva materiale in disuso e polvere anon finire. Mi rimboccai le maniche eportai un po� di ordine. Del teatroanatomico restava solo il tavolo cheper di più era stato tirato fuori eposto davanti alla porta d�ingresso.Un giorno lo riportai dentro: ope-

razione questa non facile. Si trattavadi una gigantesca lastra di pietra, delpeso almeno di 400 chili, lunga 77 cme con le estremità arrotondate eprovvista di un piccolo canale cheaccoglieva i liquidi e li faceva defluire.

Dopo alcuni anni di riflessione midecisi al gran passo. Aiutato da duemanovali che avevano idee moltovaghe sulla malta e sulla sua compo-sizione, sul metro lineare e sulle leggidella gravità feci innalzare due muret-ti e vi feci porre sopra il tavolo. Iltutto si rivelò sproporzionato, rozzo,completamente negativo: un ibridodel quale ebbi solo modo di vergo-gnarmi. Recitai il �mea culpa� e mirimisi al lavoro. Oggi le cose sonocambiate. Il tavolo è stato abbassatodi circa 12 centimetri, cosa che gli haconferito le giuste proporzioni. Le suegambe si sono pudicamente infilatedentro lastre di pietra di Comiso edesso si è anche reso gradito agliocchi. Insomma, una piccola ope-razione di maquillage. Certo lì dentrol�ambiente è tetro ed austero. Lamorte aveva avuto sempre ilsopravvento. Ma se pensiamo allacultura medica che vi è stata profusaa piene mani, tutto si illumina e si fabello. E il nuovo tavolo restaurato fabella mostra di sé.

Modica, il teatroè più anatomico< >

><la provincia di ragusa32

di Valentino Guccione

<Modica. All�interno del Museo Campailla il tavolo anatomico dopo il restauro>

Speleologia

Il senso della scoperta, la voglia diesplorare, la sete di nuoveconoscenze, l�amicizia e l�apparte-

nenza ad un gruppo, il momento spiri-tuale di sentirsi appartenenti alla madreterra. Questo è molto altro significaessere speleologi. Questo è molto altrohanno provato, in un singolare esperi-mento di collaborazione fra asso-ciazioni, i ragazzi dello �SpeleoclubIbleo� guidati dal presidente GiancarloZaccaria ed una delegazione del CircoloCulturale �Giuseppe Sanfilippo� del-l�Unione Italiana Ciechi composta dalpresidente Salvatore Albani, daDomenico Mazza e da Corrado Puddu.Nata quasi per gioco, l�idea di condurrenon vedenti ed ipovedenti alla scopertadi una grotta, si è concretizzata allametà di luglio presso la necropoli diPantalica, alla grotta Trovato. Un sito difacile accesso, ma pur sempre unagrotta vera, di formazione naturale econ caratteristiche interessanti.

Gabriele Occhipinti, dello Speleoclubibleo è stato uno dei promotori del-l�iniziativa: �L�esperienza vissutainsieme agli amici del circolo Sanfilippoci ha regalato una sensazione inedita.Specialmente, quando, siamo giuntinella camera finale della grotta, ab-biamo fatto l�esperienza del buio. È unmomento che siamo soliti svolgere,spegnendo le lampade sui caschi erimanendo nel buio totale poiché laggiùnon filtra nessuna luce. Questa volta,tuttavia, per la presenza di alcuninonvedenti, l�esperienza del buio haacquisito un significato particolare. Tradi noi non esistevano più barrierefisiche. Per diversi minuti siamo rimastia parlare di vari argomenti, a scherzare,a riflettere sul senso profondo del-l�esistenza. È come ritornare nel grem-bo materno, con la sicurezza di sentirevoci amiche�. All�uscita non è mancatoun momento riservato all�aspetto scien-tifico con la spiegazione dei fenomenicarsici e sulla genesi delle grotte in

generale. Numerosissime le domandedegli ospiti, soprattutto sul versante delsoccorso in grotta (uno dei punti diforza dello Speleoclub ibleo), delle pro-cedure da seguire dopo la scoperta diun ipogeo, sulla formazione delle stalat-titi e delle stalagmiti.

Domenico Mazza dell�AssociazioneSanfilippo parla di �un�esperienza daripetere, che ha permesso di avere uncontatto diretto con la madre terra�.

�Il momento di buio che abbiamoeseguito alla fine - aggiunge - non ha

avuto un significato particolare, inquanto per me era una sensazione nor-male. Ho avvertito, però, un senso dirilassamento e di soddisfazione, comequando si porta a termine qualcosa.Abbiamo parlato come vecchi amici cheavevano fatto un buon lavoro.�

L�esplorazione della grotta Trovato èstata un�esperienza di successo e diesemplare abbattimento di barriere,che lo Speleoclub ibleo e l�Unione Ciechisi augurano di rinnovare presto. Il buioper una volta non ha diviso ma unito.

Esplorando al buio < >

><la provincia di ragusa 33

di Vincenzo La Monica

Storia

><la provincia di ragusa34

La nascita della Provincia diRagusa nel 1927 fu un evento digrande importanza per la storia

e per la popolazione iblea. Essavenne coinvolta direttamente in unenorme processo istituzionale, eco-nomico e sociale, tale da ricordarequello della soppressione dellaContea di Modica, in seguito all�abo-lizione della feudalità nel 1812.

I sindacati fascisti, che a stentoerano stati messi in piedi a partiredagli anni �20 con l�arduo lavoro diPapini, Pupillo e Cianetti, subirono unnotevole contraccolpo che dai verticidirigenziali si dipanò alla base delsindacato stesso. Questo nuovo tipodi organizzazione che aveva debella-to nel periodo postumo al I° conflittomondiale tutti i sindacati liberi pre-senti in provincia, sia di estrazionesocialista che di estrazione cattolica,si era avvalso di metodi alquantodemocratici, reprimendo nel sanguenumerose manifestazione popolari.

Al 31 dicembre del 1926 i lavoratoriinquadrati ammontavano ad alcunemigliaia sparsi in maniera quasi omo-genea tra le varie categorie, esclu-sione fatta per minatori e contadini,che costituivano il punto saldo dellaforza lavoro provinciale (vedi tabellaa fianco).

Dalla nascita della provincia in poi,ci fu un continuo altalenarsi dinomi, che, il presidente della Cnsf(Confederazione nazionale dei sinda-cati fascisti), Edmondo Rossoni,assegnava alla guida del sindacatounico provinciale.

Inizialmente si ebbe VirgilioCamerini sotto il quale si crearono leseguenti sezioni provinciali.- Federazione nazionale dei sindacatifascisti dell�industria, con a capo ilgeom. Giorgio Sbezzi;- Federazione nazionale deisindacati fascisti del commercio,

con a capo l�ing. Vito Marziano;- Federazione nazionale dei sindacatifascisti dell�agricoltura, con a capol�avv. Giovanni Rizza;- Federazione nazionale dei sindacatifascisti dei trasporti, con a capo ilcav. Cesare Comitini;

- Federazione nazionale dei sindacatifascisti dei bancari, con a capo l�avv.Romeo Giuseppe Scribano;- Federazione nazionale dei sinda-cati fascisti degli intellettuali, con

a capo il comm. Giorgio Migliorisi.Poi fu la volta di Romolo Cocchi e

ancora dopo quella di RiccardoZanaboni, colui che traghettò i sinda-cati fascisti durante la fase dellosbloccamento. Egli, inoltre, enfatizzòtutte le conquiste sociali compiutefino ad allora dal fascismo. Conquisteche a giudizio degli artefici avrebberoportato indiscussi vantaggi alle classilavoratrici; valutazioni che, invece, sirivelarono errate. Gerarchi, agrari,potentati dell�economia, male inter-pretarono il significato delle riforme,continuando a perpetrare l�atavicosistema di predominanza che dasecoli si era praticato. Fermorestando questo, il 1927, fu l�annonel quale si procedette a costituireuna miriade di sindacati provincialicon le rispettive nomine dei segretari(vedi tabella pagina accanto).

Successivamente si iniziarono aorganizzare i primi congressi provin-ciali e a stipulare i primi contratti col-lettivi di lavoro per singole categorie;in questo modo, si cercava di evitareil ricorso alla contrattazione privatatra datori e lavoratori, che si dimo-strava svantaggioso per quest�ultimi

Sindacati iblei allafine degli anni �20< >di Fabrizio La Licata

Minatori 1023Lattivendoli 105Contadini 2034Carrettieri 54Falegnami 21Muratori 30Muratori a secco 66Fabbri 35Corredatori 21Manovali 41Impiegati 51Avventizi 42Cantonieri 30Chauffeurs 30Altre categorie 110

SINDACATO ISCRITTI

Storia

ed, inoltre, alimentava il circuito dellavoro nero. Essi erano costretti alavorare per oltre 11/12 ore al giornoed il loro straordinario non era retri-buito con il giusto compenso; anzi,era del tutto inesistente.

Non fu solo l�ente provincia inquante tale a nascere, bensì si dettevita ad una serie di organi ad essocollegati. Oltre alla Prefettura e allaQuestura, si dava vita al Cpec(Consiglio provinciale dell�economiacorporativa), poi trasformato in Cpc(Consiglio provinciale delle corpo-razioni), che sostituiva le Camere dicommercio. Quest�ultime sarannoreintrodotte nel secondo dopoguerracon l�abolizione della legislazione cor-porativa fascista. La presidenza spet-tò al Prefetto. All�interno si avevanodue sezioni distinte per competenze:la prima quella agricola � forestale ela seconda quella industriale � com-merciale. I presidenti furono rispetti-vamente il cav. Emanuele Di Natale eIl Cav. Luigi Bisani. I componentidella sezione agricola � forestaleerano i seguenti: avv. GiuseppeCannizzo, Comm. Biagio Caruso,

comm. Francesco Paolo Giunta, cav.Salvatore Scrofani, cav. NicolaVeninata. Nell�altra, invece, aveva-mo: il cav. Arezzo Sortino, SalvatoreCriscione, Fedele Romano, l�avv.Emanuele Guerrieri, Giovanni Mazzaed, infine, il comm. Stefano RizzoneViola. L�organo subiva delle variazionicostanti con scadenza quadriennaleper le dimissioni dei suoi componen-ti oppure per il trasferimento delPrefetto. Ad esempio nel 1930 funominato Presidente il dott. AscanioMarca; vice-presidente il cav. Giovan-battista Schininà; presidente dellasezione agricola-forestale, il cav.Dionisio Moltisanti e segretario ge-nerale il dott. Rodolfo Temin.

Il Cpec pubblicò una rivista dal tito-lo: �Rassegna Economica�, nellaquale a partire dal gennaio 1928 siaffrontavano tutte le tematiche ine-renti l�apparato economico dellaprovincia di Ragusa. Interessantitrattati venivano stilati sulle con-dizioni dell�industria asfaltifera,nonché sulle fiere e sui mercati cheinteressavano nel corso dell�anno ilcomprensorio ragusano. In questo

periodo l�industria mineraria mal sof-friva la concorrenza dell�asfalto sin-tetico importato dall�estero, cheaveva comportato un notevoleabbattimento dei costi e metteva arepentaglio l�intera produzionelocale. Le associazioni sindacali creb-bero in maniera discontinua e ciò èconfermato dai dati elaborati dallerelazioni mensili e inviati al Ministerodelle Corporazioni. Non mancavanocertamente situazioni tali da sfiducia-re gli iscritti, anche perché i rapportitra le organizzazioni dei datori dilavoro e dei lavoratori non simostrarono sempre all�insegna dellareciproca collaborazione e delsuperamento delle stesse diver-genze classiste.

Al 1° agosto 1927, nonostante lelotte politiche intestine e faziose cheavevano interessato la compaginefascista provinciale, spaccando interipaesi e città sulla scia degli interessidi alcuni, si contavano, già, circa17000 tesserati.

Per buona parte del 1928 la Cnsf fudiretta da Riccardo Zanaboni.

Il suo insediamento avvenne il 13aprile e la prima impressione che néscaturì fu la seguente: �La condottapoco corretta dei miei precedessoritanto nei riguardi politici che in quel-li privati, non facevano che maggior-mente allontanare di giorno in giornoi lavoratori dall�organizzazione sinda-cale che sfiduciati guardavano conindifferenza il succedersi degli even-ti�. Scriveva: �Era tutto un caos, unanebulosa senza guida alcuna. Gliimpiegati erano sbandati e non sape-vano qual Santo votarsi, perché ilcapo di allora oltre che avere avutoincompetenza assoluta nelle cosesindacali, era dotato di una noncomune albagia derivante dallascarsa e limitata istruzione dellaquale era fornito�. Zanaboni era ilsegretario conscio delle proprie forzee del proprio dovere, intransigente enon rispettoso dei suoi colleghi.Elogiava l�alacre tesseramento che sisvolgeva costantemente in tutta laprovincia; dichiarava: �Ho formatodelle quadrate legioni sindacali cheattendono con ansia di ricevereil segno benedetto della patriache maggiormente li affratella e li

la provincia di ragusa 35><

Poligrafici Giuseppe CriscioneEbanisti e falegnami Giovanni RanioloMuratori ed affini Salvatore PluchinoMeccanici e metallurgici Ignazio La CarrubaPanettieri, dolciari e confettieri Giovanni LeggioLavoratori della carne e del pesce Emanuele GiudiceLavoratori del riso e del latte Luigi CarbonaroImpiegati amministrativi Emanuele BattagliaMinatori e manuali Giuseppe Risina Di StefanoLavoratori del marmo Salvatore PluchinoOrchestrali e bandisti Antonino CaucanoPersonale del teatro e del cinema Vincenzo NobileAutomobilisti Tommaso PonteVetturini Salvatore RolloBarrocciai Carmelo FrascaIngegneri ed architetti Filippo NicitaAllevatori Cav. Eugenio Schininà CiarciàMedici veterinari Dott. Francesco FloridiaCostruzione e riparazione dei carri agricoli Giovanni BocchieriRagionieri Rag. Placido PoidomaniGeometri Geom. Vincenzo SchininàImpiegati esattoriali Giuseppe ScapellatoPersonale addetto ai ristoranti, bar, caffè Salvatore FigliuoloLattivendoli Giovanni FirrincieliVenditori ambulanti Vincenzo SavareseMinatori Salvatore La Porta

SINDACATO PROVINCIALE SEGRETARIO

unisce sulla via feconda del lavoro�.Egli si impegnò nel settore della

propaganda per meglio pubblicizzareil contenuto della Carta del lavoro,base essenziale della collaborazionetra le classi. Iniziò un ciclo di con-ferenze in tutta la provincia spiegan-do i postulati del sindacalismofascista agli operai, i quali guarda-vano con sospetto e indifferenza.Migliorò i contratti collettivi per-seguendo le situazioni nelle quali illavoratore veniva sfruttato e strappa-to della sua dignità. Zanaboni al suoarrivo trovò un numero elevato didisoccupati, che non percepivano ilsussidio, in quanto sprovvisti ditessere d�invalidità e molti di essirisultavano ammalati di vecchiaia etubercolosi.

Il biennio 1926-1928 fu un periododi transizione per il sindacalismofascista in provincia di Ragusa. DaRoma giungevano notizie di un immi-nente stravolgimento della com-pagine sindacale nazionale. L�impo-nente apparato della Cnsf, ormai piùpotente dello stesso Pnf (Partitonazionale fascista), venne scisso insei parallele organizzazioni di lavora-tori, mentre per i datori di lavororimasero le associazioni indipendentiprecedentemente costituite, in virtùdella legge del 26�.

La totale scissione tra i sindacatidell�industria e quelli dell�agricoltura,

in conseguenza dello sbloccamento,avvenne nel mese di maggio del1929. Per i primi veniva nominatosegretario il sig. Ugo Ciuti, mentreper i secondi si nominava il sig.Filippo dell�Agli. Questo era il dispie-gamento delle forze sindacali quasi ametà dell�anno in questione.L�obiettivo dei sindacati era quello dipromuovere delle dignitose con-dizioni di lavoro. Non era per nientefacile raccordare le esigenze delmodo operaio e contadino con quelledei padroni. In virtù dello sblocca-mento i datori di lavoro credevano dipoter esercitare un potere maggiorenei sindacati dei lavoratori, che, ora-mai, avevano perso la compattezza ela forza d�intenti d�un tempo.

Gli interventi adoperati dai segre-tari sindacali, le intese e i protocollisiglati, non si tramutarono in uneffettivo e concreto miglioramentodelle loro condizioni generali di

lavoro. Nonostante questo, alla finedel 1929 si procedette al rinnovo delcontratto collettivo di lavoro per ilbracciantato agricolo della provinciadi Ragusa, con la previsione di questiminimi di paga per gli uomini di etàtra i 16 e i 65 anni.

I pochi risultati ottenuti si scontra-vano con un nuovo problema che siprofilava all�orizzonte: la crisi del �29.Essa manifestò i suoi effetti deleteri apartire dagli anni �30, mettendo incrisi tutti i settori economici. Il sinda-cato fascista dovette barcamenarsitra questi ed altri problemi, qualequello concernente un ulteriore rifor-ma del proprio ordinamento nel1934.

Il sindacato continuava ad essereun laboratorio di sperimentazio-ne, nel quale si cercavano di con-cretizzare, ad ogni costo, i postu-lati della dottrina corporativafascista.

la provincia di ragusa36 ><

Storia

a) arature, semina L. 1,10 ad orab) falciature fieno e fave L. 1,10 ad orac) lavori colturali L. 1,00 ad orad) trebbiatura L. 1,05 ad orae) mietitura grano con spigolatrice L. 1,20 ad orae) mietitura senza spigolatrice L. 1,90 ad ora

a) zappatura L. 1,15 ad orab) potatura L. 1,40 ad orac) innesto L. 1,60 ad orad) abbacchiatura L. 1,20 ad orae) raccattatura L. 0,60 ad ora

a) donne e ragazzi superiori ai 15 anni L. 0,55 ad ora

a) lavori colturali in genere L. 1,50 ad orab) raccolto (donne e ragazzi) L. 0,70 ad ora

Ragusa 886 1032Comiso 251 57Vittoria 1583 714Modica 104 �Scicli 81 31Pozzallo 29 176Spaccaforno 808 88S. Croce Camerina 299 100Monterosso 176 �TOTALE 4217 2198

CITTA� AGRICOLTURA INDUSTRIA

COLTURE ERBACEE:

COLTURE LEGNOSE - VITE

LAVORAZIONE POMODORO:

COLTURE ORTALIZIE

Rosario Di Falco, che pubblica orauna antologica ampiamente riepi-logativa del suo impegno artisti-

co, si accredita in modo sempre più niti-do come cantore del misterico e dell'in-visibile attraverso la ricognizione delvisibile, del concreto, di quella memoriagremita di segni, di spunti, di messaggiaffidati ad una oggettistica variegata ericca di richiami alla cultura diffusa instagioni ormai desuete del territorioibleo. E' un estro creativo che sa farsipassione incontenibile germogliata dauna fede umile e dimessa, semplice enuda, aliena da ogni travaglio di ricercae da ogni aggressione del dubbio,eppure ricca di una urgenza di dialogoe di proiezione nel mondo che l'autoreriesce sapientemente a costruire, esplo-rando ogni recesso della memoria per ilrecupero di un vissuto storico e cultu-rale di grande richiamo emotivo. E' unascultura, quella di Rosario Di Falco,descrittiva e, allo stesso tempo evocati-va, che passa dall'invenzione alla narra-zione, dall'osservazione alla notazionedidascalica, dall'estro della composizio-ne alla ridondanza del segno barocco.

Sfogliando le pagine del catalogo siresta emotivamente coinvolti nella ric-chezza compositiva e cromatica diostensori, crocifissi, monogrammi diCristo, stazioni della via crucis e sim-bologie eucaristiche e giubilari, tuttiaffidati all'incastro sapiente di unaoggettistica antica di ferri, saliscendi,lucchetti, toppe, ferri di cavallo e quan-t'altro, che connotano la prima sezionedel libro e ne stigmatizzano la tensionemetafisica. E' un incedere e un affastel-larsi di simboli, di metafore religiose,ora per descrivere con accenti di sug-gestione paesaggistica il dramma dellafuga in Egitto, ora il dialogo dellaSamaritana con Gesù, ora il misteroeucaristico, ora la gioia dell'incontroecumenico, ora i segni dolenti di croci-fissi e Madonne.

La seconda sezione del libro è unosguardo, fugace ma intenso, attraversol'impegno descrittivo e comunicativodell'autore, alle tematiche sociali. Quitraspare, fino a farsi incalzante l'intentodidascalico a cui Di Falco, che porta insé il carisma mai spento del docente,non esita ad asservire il suo estro, spin-gendolo fino alla denuncia su temi cheattengono alla sanità, alla giustizia, alledivisioni che lacerano il mondo.

Il tema della terza sezione del catalo-go attiene al "lavoro nella civiltà con-tadina", ed è un'evocazione commossae partecipe dell'impegno dell'uomo pertrasformare e dominare la terra nelsegno dolente della fatica, della tenaciaper strappare alla terra i mezzi dellapropria sussistenza, della gioia del risul-tato. E sono asini di ferri contorti, sor-presi nell'opera paziente e umile di

sostegno al lavoro dell'uomo, e compo-sizioni affidate, anche qui avvalendosidel linguaggio forte del passato, a for-bici, ruote dentate, trapani, roncole,catene, in una sinfonia mirabile dirichiami e di struggenti sensibilità.

Un'intera sezione del catalogo, laquarta, esce dall'ambito più consonoalla sensibilità di Di Falco, per proiettar-si, attraverso l'invenzione delle "scul-ture d'interni" in una ricerca ricca diinvenzioni barocche, fatta di foglie,volute, riccioli, fiori, per comporre can-delabri, lampadari, applique, unaparabola di oggetti in cui la magnilo-quenza del barocco serve a coniugarearte e artigianato in una simbiosi dirilevante spessore immaginativo.

Una rassegna antologica che segna intutte le sue varie tappe il percorso arti-stico di Rosario Di Falco.

Le opere di Di Falcotra fede e memoria< >

><la provincia di ragusa 37

di Emanuele Giudice

Scultura

<La scultura di Rosario Di Falco: Lucerniere, moggio e lucerna del 2001>

Chiesa

Una chiesa nata nel luogoin cui l'allora parroco delSacro Cuore di Vittoria,

monsignor Salvatore Gurrieri,venne colpito in fronte da unapietra, mentre, si aggirava nellazona per scegliere dove costruireun nuovo sacro edifico, in un'epo-ca in cui l'anticlericalismo riserva-va poca benevolenza ai preti e alleloro iniziative. Raccolse la pietra,la baciò e riponendola a terraesclamò: "qui verrà costruita lanuova chiesa".

Quella modesta chiesa che hadato vita alla comunità di sanGiovanni Bosco, nel quartiere disan Placido, quest'anno celebracinquant'anni di vita da quando èstata creata parrocchia, ricorrenzaa cui la stessa comunità ha dedi-cato una serie di iniziative nell'am-bito delle celebrazioni della festadedicata a san Giovanni Bosco,compresa anche la pubblicazionedi un libro scritto da LuigiD'Amato.

"Mosso dai ricordi personali -spiega don Giovanni Cappello,attuale parroco - supportato dagliarchivi parrocchiali, Luigi D'Amatoha saputo fare memoria storicadegli avvenimenti, delle iniziative,delle scelte pastorali, che inquesto cinquantennio hannocaratterizzato la nostra comunità".

"L'iniziativa - dichiara LuigiD'Amato - trova il suo fondamentonella speranza di realizzare qual-cosa che possa essere valutatapositivamente, sia da chi ha vissu-to o partecipato in qualche modoagli avvenimenti che si intendonorievocare, sia dai giovani i quali,essendo destinati a proseguire ilcammino della comunità, avrannol'opportunità di conoscere il pas-sato".

La prima chiesetta di sanGiovanni Bosco, di appena 68 mq,eretta nel vasto rione parrocchialedel Sacro Cuore, fu benedetta il 3marzo 1945 dall'arcivescovo diSiracusa Ettore Baranzini, che incorso di visita, vi celebrò la prima

messa. Fu dedicata, su indicazionedella signora Santina MorgantePrivitera che aveva contribuito conla maggiore offerta per l'acquistodel terreno, a san Giovanni Bosco(1815-1888), canonizzato nel1934, fondatore dell'istituto perl'educazione dei ragazzi che si dif-fuse rapidamente in tutta Europa.A distanza di undici anni dallacostruzione, la chiesa venneinnalzata a parrocchia il 24 giugno1956, e primo parroco fu nomina-to don Giorgio Guastella, ragusanoda qualche anno a Vittoria, unsacerdote intraprendente con ungrande spirito d'iniziativa cheprese possesso il 14 ottobre e cheguiderà la comunità fino al 1974.

Quella piccola chiesa, ubicata invia Palestro, divenne ben prestoinsufficiente per la comunità incontinua crescita, per cui fu realiz-zato un locale provvisorio adia-cente alla stessa chiesa, in cui fucelebrata la prima messa il 25giugno 1967, benedetto dal vesco-vo Francesco Pennisi il 2 febbraio1969, in attesa di costruire ilnuovo moderno sacro edificio.

Dal 1974 la cura pastorale dellaparrocchia è affidata a don BiagioInsacco di Comiso, già vicariodella stessa, fino al 2001, di cuisono state apprezzate in tuttiquesti anni le sue doti di discre-zione e di umiltà. Durante questiventisei anni si riuscì a portare atermine la nuova chiesa che furealizzata nel 1982, su disegnodell'artista Salvatore Cucchia,dagli ingegneri Enzo Arena, GuidoNoè, Vittorio Noè, e consacrata dalvescovo di Ragusa, monsignorAngelo Rizzo, il 17 dicembre dellostesso anno, con una solennecerimonia.

Il moderno edificio ha una

Un colpo di pietrauna nuova chiesa< >

><la provincia di ragusa38

di Giuseppe La Barbera

<La statua di San Giovanni Boscoe sotto l�altare della chiesa>

planimetria ellittica, con ingressosollevato da tre gradini e sopra laporta un attico concavo, movi-mentato da figure verticali con adestra una croce esile. La suaforma esprime il senso del movi-mento, del cammino che ognicristiano è chiamato a percorrere.Al suo interno, con soffitto a vela,conserva alcune interessantiopere, molte delle quali sonodovute a donazioni di devoti,come la statua della Madonna delSoccorso del 1966 dello scultorelocale Rosario Conservo e duegrandi tele del pittore PietroPalma, già presenti nel vecchioedificio. Ad esse si sono aggiuntealcuni lavori eseguiti in ceramicadall'artista Luigi Angelico rappre-sentanti la Via Crucis del 1995,una Resurrezione del 1992 e unbassorilievo del 1994, collocatonella parete del fonte battesi-male, raffigurante S. GiovanniBattista che battezza Gesù, e sulladestra riproduce il prospetto dellanuova chiesa. Infine, il 16 marzodel 2005 viene collocato il ChristusTriumphans, realizzato dal mae-stro Carmelo Candiano che porta ilsuo messaggio della vittoria dellavita sulla morte, collocato nel-l'altare maggiore.

La torre campanaria esternapiramidale, a base triangolare, coni lati concavi, ospita un'anticacampana proveniente dalla di-strutta chiesa di san Vito, risalenteal 1665 e dedicata alla Madonnadel Rosario, a san Vito e a santaLucia che si era incrinata unaprima volta nel 1752; fu rifusainfine nel 1921 quando eraarciprete don Ferdinando Ricca.

Attualmente la parrocchia, cheha una popolazione di circa quat-tromila anime e un territorio dicompetenza che abbraccia le vieDiaz, via Como e via dell'Acate, èguidata dal 2001 da don GiovanniCappello. Tra i progetti in fase direalizzazione si segnala la ristrut-turazione dei locali da destinare adoratorio per i gruppi giovanili cherappresentano una consistentepercentuale. Intensa l'attivitàpastorale, dove occupano una rile-

vante posizione i momenti di for-mazione e di riflessione catechisti-ca e massima cura e attenzioneper i giovani, i gruppi familiari,l'Azione Cattolica e la ripresa diun'antica tradizione di pubbli-care un giornalino parrocchialemensile intitolato "DestinazioneMondo".

La parrocchia celebra ogni 31gennaio la festa di san GiovanniBosco, ripristinata dopo anni dioblio, nel 1992 in occasione deldecennale della consacrazionedella nuova chiesa. La prima festafu celebrata nel gennaio 1957 conun simulacro avuto in prestito dauna parrocchia di Ragusa. La sta-

tua fu poi acquistata dalla dittaEugenio Obletter di Ortisei.

Numerose le iniziative chehanno caratterizzato le attivitàdella comunità in questi cinquan-t'anni, come il cinema parrocchialenel 1958, una squadra di calcio,una scuola materna nel 1963, unsettimanale negli anni sessantache dava voce alla comunità.Nascono anche delle vocazioni trai parrocchiani come suor GiovannaLa Cognata che è entrata nel 1964nella Congregazione Religiosadelle Figlie del Divino Zelo, fonda-ta dal servo di Dio Annibale Mariadi Francia e che oggi svolge il suoservizio a Scicli.

><la provincia di ragusa 39

Chiesa

<Vittoria. L�esterno della chiesa di San Giovanni Bosco.La parrocchia ha festeggiato i cinquant�anni della sua istituzione>

Scuola

Modica, un secolodi istruzione doc< >

><la provincia di ragusa40

di Anna Malandrino

L�istruzione a Modica ha radi-ci secolari. Per il suo svilup-po è stata prezioso l'appor-

to degli organi religiosi, in parti-colare, i Gesuiti. L'istruzione eraerma bifronte: una istruzione"produttiva" per gli uomini chedetenevano il potere economico,politico e amministrativo, maanche fonte di diletto per pochesignore che potevano dedicarsicon passione alla poesia eall'arte; dall'altra parte l'istruzioneera poca cosa per i proletari edinesistente per gli analfabeti chesvolgevano attività manuale econducevano una vita misera ebuia, con la donna rilegata al suoruolo di madre e "rattoppatrice dicenci".

A poco a poco la mentalità delceto dominante cominciò a cam-biare, in quanto si acquisì la con-sapevolezza che l'unico mezzoche aveva il popolo per riscattarsidalla miseria era l'istruzione. DonAntonino Polara, barone diConcadaino, fece una donazioneper la costituzione di un collegioper l'istruzione dei giovani. Aquesta seguirono, da parte dialtre nobili famiglie, altre dona-zioni per l'istituzione delle scuoleprimarie sia a Modica Alta che aModica Bassa.

La congiuntura favorevole dellariforma morale del clero con ilsuccessivo incameramento deibeni ecclesiastici nella pubblicaamministrazione, l'applicazionedella legge Casati alla PubblicaIstruzione e l'affermazione del-l'egemonia politica delle tradizio-nali èlites locali, fece si cheModica diventasse un centro dicultura anche per i meno abbien-ti. Infatti, il provvedimento prodit-tatoriale del 7 giugno 1860 sop-

presse le corporazioni religiosedei Gesuiti e Liguorini esistenti inSicilia e i loro beni furono incor-porati nel Demanio. Il Comune diModica si oppose a questoprovvedimento sostenendo che"ab origine" li considerava unosnodo fondamentale della pubbli-ca istruzione della città.

Per risolvere la questione ilComune di Modica si servì di intel-lettuali e uomini politici di grandespessore quali l'avvocatoVincenzo Giardina, fratello diFrancesco deputato e leadermazziniano, il marchese MicheleTedeschi e il barone PietroScorfani, sottosegretario di Statoal Ministero di Grazia e Giustizianel Governo provvisorio dellaSicilia. In questo modo Modicariuscì ad ottenere, per circostanzespeciali, che il collegio inferioredei Padri Gesuiti fosse destinatoall'uso della Pubblica Ammini-strazione. Per disposizione delbarone Carlo Papa, ispettore deglistudi del Circondario di Modica,investito di poteri speciali dalMinistro della Pubblica istruzioneFrancesco De Sanctis, nel suddet-to edificio sono collocati ilGinnasio comunale e la ScuolaTecnica. Il nuovo insegnamento sibasava su principi laici al fine diformare uomini liberi che, appro-fondendo le radici del passato siproiettassero al futuro. Ladirezione del Ginnasio fu affidataa Serafino Amabile Guastella, ilquale nel discorso inaugurale fanotare come "il nuovo ginnasio siapra e si alimenti con l'opulenzadi quella società gesuitica che fu ilpiù solido puntello della doppiatirannide dei Borboni e della CuriaRomana; e si apra appunto inquel luogo ove i figli del Lojola

incadaverivano gli ingegni coneffimera e malvagia istruzione espegnevano ogni più cara virtùnel petto degli adolescentiestremizzando la rigidità dellascuola dei Padri Gesuiti. LaDirezione della Scuola Tecnica fuaffidata al professore GaetanoLabriola. Al termine del corso distudio questa scuola rilasciava unattestato che permetteva ai gio-vani solo sbocchi artigianali.Approfittando del momentofavorevole si discuteva su qualialtre scuole far nascere a Modica.In un primo momento si era pen-sato al Liceo Classico. Ma succes-sivamente, nel 1863 il Consigliocomunale bocciò la proposta per-ché ritenne più utile, per lo svilup-po delle attività commerciali eagrarie, un Istituto tecnico escientifico. Con R. D. del 28 gen-naio 1864 n. 1718 si ottenne ilcambio di scuola. Con il Decretodel pro-dittatore Eugenio diSavoia del 24 ottobre 1866 n.3291 nacque l'Istituto Tecnico chefu un autentico laboratorio di cul-tura scientifica e venne intitolatoal matematico siracusanoArchimede. Il fondo di impianto fudi £ 34.318,61.

Quarto istituto della Siciliavenne dotato di qualificate strut-ture didattiche, di una bibliotecacon oltre 10 mila volumi, di 7gabinetti scientifici, musei, rac-colte di rocce, di minerali e di fos-sili provenienti dalla Germania,dalla Svizzera e dalla Francia,oltre a vantare anche un osserva-torio metereologico. Gli studierano così strutturati: un bienniocomune e un biennio di specia-lizzazione con tre diversi indi-rizzi: fisico-matematico, agrono-mia, commerciale. Ottenne un

finanziamento dal Ministerodell'Agricoltura, Industria eCommercio di £ 35.000. Entrò infunzione nel 1866 con un corsopreparatorio e fu formalmenteaperto nel 1867.

Un manifesto del 14 marzo invi-tava i giovani ad iscriversi allanuova scuola. Il 24 marzo il primoPreside, avvocato VincenzoGiardina, artefice principale del-l'istituzione della scuola pronunciòil discorso inaugurale. La Giuntadi Vigilanza, organo di governodell'Istituto, il primo novembre1867 lo dichiarò ufficialmenteaperto e il 16 novembre iniziaronole lezioni del primo corso.

Il R.D. del 4 novembre 1866fissò le materie di insegnamento:lettere italiane, storia, geografia,lingua inglese, francese, dirittoamministrativo, economia politi-ca, commercio e contabilità,chimica, fisica, meccanica,geometria, trigonometria, dise-gno e geometria descrittiva,agronomia. Nell'Istituto inse-gnarono docenti di chiara famacome Serafino Amabile Guastella,Luigi della Fonte, Armando Perini,Paolo Revelli, GiovanpietroGrimaldi, Clemente Grimaldi. Nel1872 ottenne la cattedra diagronomia il professor Luigi DellaFonte, assistente di CosimoRidolfi dell'Università di Pisa. Siera formato all'Accademia deiGeorgofili di Firenze e dal 1868 al1871 aveva collaborato alla"Rivista dell'agricoltura" direttadal Viesseu. A Modica insegnòfino al 1885. Durante la perma-nenza modicana approfondì glistudi sulle culture e sulla zootec-nia locale pubblicando vari saggi.

Mentre fioriva l'IstitutoArchimede, gli intellettuali modi-cani lavoravano per la nascita delLiceo Classico con l'intento di dif-fondere la cultura vetero umani-stica. Nel 1875 fu emanato il R. D.del 29 luglio che autorizzò il LiceoConvitto ad avviare il corso supe-riore triennale come LiceoComunale. Il 27 settembre ilConsiglio Direttivo del Liceo

Convitto si riunì per nominare ilprimo preside e gli altri quattrodocenti. La scelta cadde, per ititoli accademici, su SerafinoAmabile Guastella per letteraturaitaliana, Valentino Di Caro per let-teratura latina e greca, BenedettoLupi per geografia e storia e l'ing.Carlo Buscema per matematica.

La presidenza fu affidata aVincenzo Giardina, per "l'impegnomilitante di un protagonista cheaveva saputo saldare insiemepolitica e cultura, passione civile ecompetenze giuridiche e peda-gogiche ", come si legge nelladelibera di nomina. Alla inaugu-razione del 1° corso liceale risul-tarono iscritti 10 alunni, mentre ilginnasio ne contava 65. Il Liceoebbe un fondo di impianto di£ 34.318,61 e venne finanziatodirettamente dallo Stato per£ 11.000 e dal Comune di Modicaper £ 1.300.

Con R.D. dell'8 settembre 1878si ottenne la statizzazione delLiceo che riunì la direzione didat-tica ed amministrativa del Liceo-Ginnasio intitolando la scuola al"genius loci" Tommaso Campailla.Nei locali del Liceo fu insediata laBiblioteca comunale che contavaparecchie migliaia di volumi. Siconcordò inoltre che potesse uti-

lizzare i laboratori e la bibliotecadell'Istituto Tecnico Archimede.Grazie alla formazione umanisticanelle classi del Campailla, nel XXsecolo emersero specialisti diarcheologia e della civiltà classicadel livello di Salvatore Minardoche scrisse "La Cava d'Ispica", edEmanuele Ciaceri, ordinario distoria della filosofia all'universitàdi Napoli, autore di numerosepubblicazioni fra cui "La storiadella Magna Grecia".

Sul versante scientifico varicordato Pietro Lancetta autoredi "Rocce e minerali del circon-dario", Giovan Pietro Grimaldi ret-tore dell'Università di Catania dal1905 al 1908, Clemente Grimaldiper i suoi studi sulla fillossera,Francesco Castro per il saggioagronomico sul Carrubo, Clemen-te Veninata per la monografia"L'agricoltura nel Comune diModica". Negli attrezzati labora-tori di chimica dell'Istituto TecnicoArchimede, nel 1910 AngeloCappadoro e il suo assistenteFrancesco Schiavo Lena con-dussero le prime analisi sullerocce asfaltiche dell'altipianoibleo. Si può a ragione ritenereche Modica all'epoca fu "il migliorcentro dell'istruzionesecondariache la Sicilia Orientale avesse".

><la provincia di ragusa 41

Scuola

<Modica. La sede storica del Liceo Ginnasio Tommaso Campailla>

�Sembra � scriveva GuidoPiovene � che tirando unalinea tra Avola e Gela si

abbia, dalla parte del mare, unaterra anche geologicamente diver-sa, terra sassosa, in cui le vallidiventano precipizi. I muriccioli asecco, simili a un geroglifico, riganola campagna, per dividere la pro-prietà o una coltura dall�altra�.

Era il 1955, quando lo scrittore,saggista e giornalista vicentinoGuido Piovene (1907-1974)durante un suo viaggio in Siciliaentrò nel territorio ibleo e dopo unbreve soggiorno non esitò ad escla-mare: �incantevole il contrappuntodi queste città barocche, traSiracusa da una parte, e Gela edAgrigento dall�altra, in una terradedicata alla grande arte greca. Gliintermezzi barocchi portano unanota estrosa, un respiro, una brevefuga dal sublime nel capriccioso. Ilcaso e i terremoti, provocandoqueste varianti, sono stati grandiregisti�.

L�avventura siciliana dello scrit-tore vicentino ebbe inizio daMessina, fu poi a Taormina, Tindari,isole Eolie, Cefalù, Palermo,Montelepre, Partinico, Alcamo,luoghi che definì rurali dagli invinci-bili silenzi, poi Acireale, Catania,Siracusa e alla fine di settembreentrò nel territorio dell�attualeprovincia di Ragusa.

Gli iblei e la Sicilia conobberoPiovene nella fase intermedia dellasua vita artistica. Tra il primo esecondo Piovene, che dal contro-verso psicologismo passò al maturoesistenzialismo che lo portò anchea vincere nel 1970 il premio Strega,sottile indagatore di complicate eambigue situazioni sentimentali edei chiaroscuri dell�animo umano,in quel lungo periodo in cui si

dedicò alla sua attività di viaggia-tore e saggista infaticabile duranteil quale pubblicò �De America�(1953), la sofisticata �Madame laFrance� (1966) e �Viaggio in Italia�.

Con grande spirito di osser-vazione, acutissima curiosità erigoroso indagare �illuminista�,giunse a Modica, �graziosa città colsuo bel san Giorgio� dove intornoad essa scorgeva e ammirava�superstiti proprietà signorili, casecolor dell�argilla o del sasso isolatetra ciuffi di palme nella campagna�.Procedendo verso Ragusa, il man-dorlo cedeva al carrubo e la retedei muriccioli si faceva sempre piùfitta, segno di proprietà divisa. Lasua attenzione si soffermò sul car-rubo e sulla vegetazione che lecampagne iblee offrivano. �Que-st�albero � scriveva � importatodagli arabi, carico di memoriebibliche ed evangeliche (sembrainfatti sicuro che le ghiande, di cuisi nutriva il figliol prodigo nellaparabola, fossero frutti del carrubo,

cibo anch�esso destinato ai porci,ma non ripugnante agli uomini), ciparla sempre d�altri tempi e di altricostumi. Ampio, di fronda fitta escura, dà un�ombra fresca, ossi-genata, profonda. Faceva da casaagli uomini, da stalla agli animali; esotto il suo ombrello isolante trova-vano riposo e tetto il contadino,l�asino, chiunque cercava un asilo.Ogni carrubo è una piccola oasi,rievocante una terra di contadini edi pastori�.

Prima di giungere nel capoluogoibleo, continuava ad ammirare ilpaesaggio circostante e la sua ve-getazione lasciandosi andare anchea ricordi storici. �Traversa questaterra � precisava - la catena deimonti Iblei, famosi nella storia dellapoesia antica. Il miele ibleo è pas-sato in proverbio. Esso non esistepiù; pare che nell�epoca greca queimonti fossero coperti di timo sel-vatico, il miglior pascolo per le api,oggi scomparso. Fiorisce invecel�asfodelo, che per gli antichi era il

Ragusa secondoGuido Piovene< >

><la provincia di ragusa42

di Giuseppe la Barbera

><

Viaggi

<Nel suo viaggio a Ragusa Guido Piovene soffermò la sua attenzionesul carrubo e sulla vegetazione che le campagne iblee offrivano>

Viaggi

fiore dell�oltretomba, coi suoi petalilabili di un azzurro stinto. E� un fioreche si accorda con il paesaggio. Neltavolato degli Iblei si intaglia unastretta vallata franosa, detta la cavad�Ispica, dove si scorgono sovrap-posti gli avanzi di tombe a fornosicule, di abitazioni trogloditiche, dicatacombe cristiane e di sacellibizantini. E� tuttora abitata dai di-scendenti di famiglie che fuggironole invasioni e, isolatesi nella mon-tagna, finiscono oggi di estinguersinei loro abituri rupestri. Un archeo-logo mi parlò di una donna che nonsoltanto non è mai uscita dallacava, lunga circa dieci chilometri,ma nemmeno l�ha percorsa intera�.

In questo paesaggio che lo scrit-tore definì �di Terrasanta� sorgeRagusa, �una tra le più belle citta-dine della Sicilia. Si affacciascenografica a una vallata incassa-ta, quella del fiume Irminio.Risalendo la valle la si ha davantid�improvviso in un panorama dirocce. Sembra un presepio�. Un ter-mine che usava senza indugi mache per Ragusa ridiventava appro-priato, come egli stesso precisa.

�La città � continua � si presentainfatti come un immenso presepio;chiusa tra due valli scoscese, quidenominate cave, è anche divisa indue parti da un�altra valle simile adun burrone. Una è la parte piùmoderna, dove si svolgono gliaffari; l�altra, Ragusa Ibla, più ari-stocratica, è come sovrastata dallagrande cupola di san Giorgio.Sopravvive in semiritiro un residuodi quella che fu la nobiltà terriera.Le vie di Ragusa Ibla, anche più diquelle di Noto, emanano ricordi divita aristocratica ridotta ad unostato spettrale�.

Arrivò nel capoluogo ibleo ilgiorno in cui si celebrava la sua ele-vazione a diocesi indipendente daquella di Siracusa, nei primi di otto-bre del 1955. La folla gremiva lestrade, e i canti uscivano dalleporte del Duomo lasciate aperteper dar sfogo alla ressa. Trovò unafolla promiscua come in una cittàdel nord, e constatò la sparizionecompleta di quelle usanzemonacali, che il suo accompagna-tore gli aveva illustrato, quando ledonne per la strada erano poche.

S�incantò a guardare una pasticce-ria, che definì �la più bella dellaSicilia�.

�Quei dolci coloriti, pingui, nutri-tivi, cassate d�ogni qualità,conchiglie di pistacchio, cavolfiori dicrema � spiegava � fanno parte delbel barocco siciliano. Alcuni nomiricordano eventi guerrieri. Icavolfiori gonfi si chiamano �testedi turco�, e procurano facili vittoriesugli infedeli�.

Non passarono inosservate leminiere d�asfalto e i pozzi di petro-lio, uscendo dalla città, in quel pae-saggio che continuava a ricordarglila Palestina. I pozzi fornivano lamaggior parte del petrolio italiano,molto ricco di asfalto ma che incon-trava il maggior problema neitrasporti.

Concludeva il suo viaggio inprovincia attraversando Comiso eVittoria, che si incontravano proce-dendo verso occidente. �Da Vittoria� concludeva - comincia, e durafino a Mazara del Vallo con l�inter-ruzione di una vasta bonificaintorno a Sciacca, la parte più aridadella costa cosiddetta africana�.

><la provincia di ragusa 43

<Scrive Guido Piovene: I muriccioli a secco, simili a un geroglifico, rigano la campagna, per dividere la pro-prietà o una coltura dall�altra>

Un�amicizia nata tra i banchi discuola. Quella sincera chespesso, chissà perché, nel

susseguirsi degli anni, viene d�untratto a mancare. Fin quando dopotrent�anni ci si ritrova tutti attorno aduna tavola imbandita, raccontandosie ricordando i tanti momenti felici chesi trascorsero in classe. È quello che èaccaduto agli ex studenti della classeVA Geometri, che nel 1976 con-seguirono il diploma presso l�IstitutoTecnico Commerciale per geometri�Fabio Besta�. Riunitisi quest�estate indue incontri presso due ristorantidella fascia costiera gli ex studenti,armati di fotografie e lavori di classe,hanno salutato anche l�attuale presi-dente della provincia Franco Antoci,che fu loro docente dal terzo al quin-to anno proprio agli inizi del suo pe-riodo di insegnamento dopo il con-seguimento della laurea in Ingegne-ria al Politecnico di Torino.

�Sono delle iniziative davveroammirevoli � commenta l�ex profes-sore � e la presenza di tutti i compo-nenti della classe residenti in provin-cia di Ragusa lo testimonia ampia-mente. Il mio augurio è di rivederlispesso anche in futuro perché al di làdegli impegni che la vita quotidiana ciriserva, in queste occasioni si rivalutal�amicizia vera e sincera fatta a suotempo tra i banchi di scuola�.

Tra i tavoli alla prima serata, circolauna foto della classe scattata durantequell�ultimo indimenticabile annoaccanto a fotocopie della tesi di studiononché l�invito e il manifesto muraledella mostra fotografica realizzati suRagusa Ibla. Una mostra e uno studioche quegli studenti presentaronopresso la Camera di Commercio, dal30 maggio al 6 giugno del 1976, persensibilizzare l�opinione pubblica deltempo a sostegno del disegno di leggeper il risanamento di Ibla presentato

all�Assemblea Regionale Siciliana edivenuto legge nel 1981. Quindi untuffo nel passato a ricordare insieme itantissimi episodi che costellaronoquel quinquennio di scuola trascorsoinsieme attraverso una carrellata difotografie raccolte in un Dvd. Finchénasce la proposta di ripresentare quel-la stessa mostra fotografia su Ibla 30anni dopo. Un modo per rivivere scor-ci del quartiere antico prima dei tantilavori di recupero e risanamento chesi sono indi susseguiti.

�Partendo dalle possibilità diritrovare presso gli archivi dell�Istituto�Fabio Besta� le oltre 500 foto inbianco e nero utilizzate per la mostradel 1976 � spiega uno degli ex alunniGianfranco di Salvo � si cercherà dicoinvolgere tutte le quinte classi dellaRagioneria e dei Geometri, proponen-do alla Provincia di inserire talemostra tra le iniziative culturali di fineanno. Affinché quegli anni rimanganosempre scolpiti nella mente e nelcuore di tutti�.

Quelli del �76 < >

><la provincia di ragusa44

di Silvia Ragusa

Amarcord

<Ragusa. La classe della 5ª Geometri del 76 ieri ed oggi, col docente Franco Antoci>

Pronti, partenza� via! Una precipitosa rincorsa euna energica spinta e poi giù per i pendii del trac-ciato stradale della Monti Iblei.

Il divertimento è garantito in una delle gare più sin-golari della provincia iblea, ovvero la Soap Box Race. Lacorsa di macchine prive di propulsione, che si organizzaper il terzo anno consecutivo a Chiaramonte Gulfi, èdivenuta un appuntamento sportivo di rilievo con unnumero sempre crescente di partecipanti. Venticinque lequattro ruote con le forme più strampalate che si sonolanciate in discesa lungo un segmento del tracciato resocelebre dalla Coppa Monti Iblei. Una gara mozzafiato,sia per quanto riguarda la velocità con cui si affrontanole discese, sia per la minuzia di particolari con cui sonorealizzati i diversi bolidi. Non capita certo tutti i giorni diimbattersi in un �Pollo Arrosto� su quattro ruote, vinci-tore del premio creatività, o in una �Fetta di anguria� for-mato gigante, o in una �Botte di vino� che sfrecciano giùda una strada di paese. Protagonista assoluta dell�alle-gra corsa, dunque, la geniale creatività dei ragazzichiaramontani che si sono ingegnati nella costruzione dimacchine biposto, tutte realizzate a mano con l�utilizzodi materiali riciclati. A colpi d�estro e a fronte di impe-gnative nottate di lavoro, cerchi di bicicletta, cartoni,vernice e plastica, si sono trasformati in una coccinellaruotante, o in un pacchetto mobile di sigarette, o in unamacchina dei Fliston o in tante altri bolidi, non solo sin-golari e spassosi, ma anche scattanti in velocità, comela �Bella Dentro�, costruita da Luca Iacono, migliortempo di cronodiscesa con 1�28��09 su un percorso dicirca un chilometro. A Chiaramonte la moda delle soapimpazza soltanto da tre anni, grazie all�AssociazioneCulturale �Nusquama� che si è fatta promotrice del-l�evento, ma la folle corsa ha origini più lontane cheviaggiano oltre i 70 anni fa. Correvano, infatti, gli anni�30, quando sul sogno americano dell�automobile, uncommerciante di sapone negli Usa ebbe la brillante ideadi disegnare sulle scatole delle sue saponette, che allo-ra erano di legno, le sagome di autovetture immagina-rie. Queste piccole confezioni costituirono dei veri e pro-pri prototipi, modelli che riprodotti in dimensioni piùgrandi con l�aggiunta di parti meccaniche, si sarebberotrasformati in "auto" personalizzate. Fu un successoenorme. Migliaia di mini-bolidi cominciarono a sfilare pergli States, ovunque ci fosse una strada in pendenza. Ilfenomeno attirò l�attenzione di un giornalista dell�Ohiodel "Dayton Daily News" che fu il primo ad organizzareuna vera e propria gara. La pioniera corsa più pazza

d�America si svolse a Daytona nel 1934 con il nome di"All American Soap Box Derby". Da quel momento in poila passione delle soap box ha fatto il giro del mondo. InItalia ci sono parecchie associazioni ed esiste anche unavera e propria Federazione che organizza gare per gliappassionati.

�In Sicilia - spiega Vittorio Fornaro, presidentedell�Associazione Nusquama di Chiaramonte - sono intutto tre le manifestazioni di questo tipo: la nostra, quel-la di Castell�Umberto in provincia di Messina e quella delcomune di Sant�Alfio nel catanese, dove partecipanoanche alcune delle nostre vetture. Per il prossimo annocontiamo di unificare i regolamenti delle tre Soap BoxRace, per allargare i confini territoriali della manife-stazione chiaramontana oltre la provincia iblea�.

Boliditravestiti< >

><la provincia di ragusa 45

di Cettina Divita

Motori

<Due esempi di bolidi travestiti in gara nella Soap Box Race>

Nell'anno dei mondiali di cal-cio, il preside AntoninoGennaro dà alle stampe

"Storia del calcio modicano dal1920 al 1980", esaustiva ed epicaricostruzione della società rossoblùattraverso fonti archivistiche,memorie e testimonianze che,rievocando personaggi, eventi eluoghi, consegnano al nostrodistratto presente le vicende modi-cane di un sessantennio calcistico.

L'autore, colto e raffinato uma-nista, compie un'operazione che gliriesce perfettamente, dimostrandola validità del suo "sguardo" storico:dal gioco del calcio, che è l'oggettotematico della sua ricerca, passa adaltri campi della storia della città,tramite impensabili, ma efficaci,collegamenti, che ritessono il fasci-noso richiamo della "città dellamemoria" anche in questo specificoed inesplorato ambito.

"La trattazione del tema sportivo,limitata alla sola sfera del calcio, -asserisce lo stesso autore - corre ilpericolo di essere considerata moltoparziale e riduttiva, e frutto di per-sonali preferenze. Ma tutta la sto-riografia sportiva che, all'unanimità,ha assegnato al "calcio" il titolo e ilprivilegio di "giuoco più bello delmondo" ha giustamente messo inluce che le vicende di una squadradi calcio rispecchiano sempre, emeglio di una qualsiasi altra attivitàsportiva, la storia di un'intera cittàper le implicazioni di ogni sorta cheessa determina e coinvolge. [..]Ilcalcio è bellezza e sacrificio, armo-nia e forza, suprema sintesi dispirito e di corpo, suscita intensientusiasmi, accresce l'orgogliocivico ed assurge a fattore di iden-tità collettiva".

In effetti, la narrazione, vibranteanche in virtù della passione calci-

stica dello stesso autore - apprez-zato calciatore prima e stimato diri-gente di società calcistiche e presi-dente del comitato provinciale dellaFigc poi - si dipana in avvincentipagine, che restituiscono, tramiteuna scrittura sicura, le vivaciperipezie del calcio modicano dagli"incunaboli" degli anni venti finoalle affermate organizzazionisportive degli anni ottanta, passan-do attraverso l'attività agonistica

del periodo bellico e post-bellico eripercorrendo sia il generazionaleprotagonismo dei calciatori delModica sia quello di dirigenti, gior-nalisti e sportivi parimenti memora-bili, come è attestato dalla capillarericerca condotta su fonti testuali ediconografiche. Apprendiamo cosìche il calcio fa la sua comparsanella città di Modica intorno aglianni venti, grazie soprattutto "aimolti studenti locali e forestieri cheaffollano le scuole di ogni ordine egrado della città e propizianol'evento calcistico con quell'innatospirito goliardico che li distingue econ quell'infallibile intuito che con-sente loro di captare anzitempo ifermenti della nuova epoca. Eppurela mancanza di un vero e proprioterreno di giuoco [...] relegò la cittàper circa un decennio in una morti-ficante posizione d'attesa non con-sona alla sua importanza ed al suoprestigio".

In tale ottica diventano perciòcalzanti i capitoli dedicati dalGennaro ai campetti della Stazione,a quelli degli Oratori dei Salesiani edei Gesuiti, culle del calcio modi-cano per restare nella metafora eti-mologica delle origini. Tali spazinella rivisitazione storica rispec-chiano gli umori del tempo, riflet-tono i contributi di quei modicani,che prestarono entusiasmo egiovinezza al calcio, assurgono aluoghi emblematici delle sfidesportive nella ricerca della vittoria esi popolano di volti e voci destinatia favorire la costituzione ufficialenel 1927 della "S.S. Vis Modica" e lanascita nel 1946 della U.S. Modica.Parimenti interessante è il docu-mentato excursus che dalla "car-bonaia" del campetto della Stazionesfocia nella "vexata quaestio delCampo Sportivo", poiché richiama

Storia del Modicache non c�è più< >

><la provincia di ragusa46

di Grazia Dormiente

Calcio

Ci può essereun calcio comelinguaggiofondamentalmenteprosastico eun calcio comelinguaggiofondamentalmentepoetico

(Pier Paolo Pasolini)

<<

>>

alla memoria non solo l'impegno deinaturali protagonisti ma anche lacivile battaglia condotta dal giorna-lista Franco Libero Belgiorno perdotare finalmente Modica di unvero campo di calcio. Sono paginedi rilevante spessore socio-culturalequelle consegnateci dal presideAntonino Gennaro, che con taleponderosa ricostruzione ha attuatol'ambizioso progetto promosso daiprofessori G. Caso, C. Paternò edallo stesso autore, assicurandoquella attendibilità che solo lapartecipazione diretta agli eventi èin grado di garantire, senza scaderenell'ovvietà descrittiva che per nullasi addice alla storica vicenda cal-cistica modicana, rivisitata in unaffascinante e dettagliata cronisto-ria di partite amichevoli e di cam-pionati. Un libro perciò da leggere,da consultare e da conservare perridare al calcio di Modica, il merita-to vessillo della vittoria sulle dimen-ticanze del tempo.

Anche se il calcio, rovinato daimiliardi e dal mercato, oggi non èpiù quello di una volta, veicola tut-tavia il fascino dei colori della"squadra paesana".

><la provincia di ragusa 47

Calcio

Nelle intenzioni del presideGennaro il suo libro sul calcio mo-dicano avrebbe voluto esserel'omaggio ad una società e ad unacittà che ha riconquistato dopoquasi un quarto secolo il profes-sionismo. La sua fatica era prontada un pezzo e stamparla nell'annodella promozione in C2 era il rega-lo più bello che l'autore si sarebbepotuto fare e avrebbe fatto aModica. Mai e poi mai avrebbepensato che il suo libro è uscito inuna calda estate che ha segnatotristemente la fine del calcio aModica per una serie di errori, disoprusi, di ingenuità che hannoescluso la società del presidenteAurnia dalla mappa calcistica. IlModica non c'è più perché non èstato iscritto dal ComitatoInterregionale in serie D perqualche inadempienza. Sulla so-cietà rossoblu cala definitivamenteil sipario, il calcio scompare. Il pre-

side Gennaro può dedicarsi a scri-vere gli ultimi 25 anni della vita delcalcio modicano in modo che il suolibro abbia i connotati della com-pletezza. E' amaro constatarecome nel giro di un anno questasocietà sia riuscita a dare l'ebbrez-za del ritorno al professionismo el'amarezza di una cancellazionedai ruoli imprevista e sorprenden-temente. Nulla faceva presagirequesto epilogo.

Il libro del preside Gennaro ora èuna reliquia storica perché raccon-ta di un calcio che non c'è più maanche, ahimè, di una società chenon c'è più.

Agli appassionati resta invece trale mani il lavoro prezioso, certosi-no, quasi maniacale, portato avan-ti dall'autore per ricostruire la sto-ria del calcio modicano. Una sortadi ultimo canto della Sirena,ovvero scoprire da novello Ulissedi diventare Omero� (g.m.)

<Il canto della sirena>

L�autore del libro, Antonino Gennaro (al centro della foto di sinistra) con la maglia dell�Hispica nel 1937 insiemeai compagni di squadra Francesco Canto e Giovanni Gilotta. Nella foto a destra la formazione del Modica edizione 1959-60

><la provincia di ragusa48

Il bilancio

Provincia Regionale di Ragusa

Ai sensi dell'art. 6 della legge 25 febbraio 1987, n. 67, si pubblicano i seguenti dati relativi al bilancio preventivo 2006e al conto consuntivo 2004:1 -Le notizie relative alle entrate e alle spese sono le seguenti:

ENTRATE (in euro) USCITE

Previsioni di Accertamenti da Previsioni di Impegni da

Denominazione competenza da conto consuntivo Denominazione competenza da conto consuntivo

bilancio 2005 anno 2003 bilancio 2005 anno 2003

- Avanzo di amministrazione 3.434.100 5.930.885 - Disavanzo di amministrazione

- Tributarie 19.250.000 17.089.330 - Correnti 42.695.595 39.711.868

- Contributi e trasferimenti 21.399.274 20.512.878 - Rimborso quote di capitale

(di cui dallo Stato) 12.342.916 12.807.366 per mutui in ammortamento 3.115.064 1.735.620

(di cui dalle Regioni) 8.558.602 7.463.512

- Extratributarie 2.310.385 2.296.174

(di cui proventi per serv. pubblici) 330.000 128.201

Totale entrate di Totale spese diparte corrente 45.121.779 43.336.776 parte corrente 45.810.659 41.447.488

- Alienazione di beni e - Spese di investimento 105.229.638 37.051.334trasferimenti 72.511.752 5.624.914

(di cui dallo Stato) 7.702.582 5.120.165

(di cui dalle Regioni) 56.064.770 499.738

- Assunzione prestiti 31.834.786 27.345.740

(di cui per anticipazioni di

tesoreria)

Totale entrate conto capitale 104.346.538 32.970.654 Totale spese conto capitale 105.229.638 37.051.334

- Partite di giro 10.655.000 7.498.804 - Rimboro anticipazioni

TOTALE 161.695.297 86.298.725 di tesoreria ed altri

- Partite di giro 10.655.000 7.498.804

- Disavanzo di gestione TOTALE 161.695.297 85.997.626

-Avanzo di gestione 301.099

TOTALE GENERALE 161.695.297 86.298.725 TOTALE GENERALE 161.695.297 86.298.725

2 - La classificazione delle principali spese correnti, desunte dal consuntivo 2004, secondo l'analisi

economico-funzionale è la seguente:

(in euro)

Amministraz. Istruzione,cultura SviluppoTOTALEgenerale e beni culturali Viabilita' Ambiente economico Altri Servizi

- Personale 8.760.657 1.425.748 2.696.761 2.378.418 445.336 680.656 16.387.576

- Acquisto beni di consumo 86.821 372.404 56.907 32.588 11.416 38.980 599.116

- Prestazione di servizi 4.109.117 2.254.578 1.037.955 2.055.718 1.334.609 1.600.884 12.392.860

- Utilizzo beni di terzi 108.360 1.030.477 65.770 1.204.607

- Trasferimenti 185.022 2.018.189 10.060 69.800 402.717 3.539.822 6.255.610

- Interessi passivi 47.721 819.371 441.592 41.384 105.390 1.455.459

- Oneri vari 815.334 187.338 196.255 173.084 29.371 45.260 1.466.642

14.113.032 8.108.106 4.439.529 4.816.762 2.223.449 6.010.992 39.711.863

Rag. Gaetano TirellaDirigente Settore Contabilità

Ing. On. Giovanni Franco AntociPresidente Provincia Regionale di Ragusa

Dott. Salvo MalliaL’ Assessore al Bilancio

3 -Le risultanze finali a tutto il 31 dicembre 2004 desunte dal consuntivo: (in euro)

- Avanzo di amministrazione dal conto consuntivo dell'anno 2004 2.636.343,73

- Ammontare dei debiti fuori bilancio comunque esistenti e risultanti dall'elencazione allegata al conto consuntivo 2004 -

4 - Le principali entrate e spese per abitante desunte dal consuntivo sono le seguenti: (abitanti 304.297)

ENTRATE CORRENTI 131,12 SPESE CORRENTI 130,50

di cui di cui

- tributarie 56,16 - personale 53,85

- contributi o trasferimenti 67,85 - prestazione di servizi 40,73

- altre entrate correnti 7,55 - altre spese correnti 35,92