La Pagina Marzo 2013

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Numero 103 103 Marzo 2013 Mensile a diffusione gratuita di Attualità e Cultura Corrado Spaziani Corrado Spaziani L'altra forma del vero I collezionisti espongono le opere del maestro Terni, Palazzo Montani Leoni Corso C. Tacito 49 9 marzo - 14 aprile 2013 venerdì, sabato, domenica 9.00-13.00 / 17.00-19.00 Collezione privata Cesare Taddei Foto Marco Santarelli

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Numero di Marzo 2013

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Numero 103103 Marzo 2013 Mensile a diffusione gratuita di Attualità e Cultura

Corrado SpazianiCorrado Spaziani

L'altra forma del veroI collezionisti espongono leopere del maestro

Terni, Palazzo Montani LeoniCorso C. Tacito 49

9 marzo - 14 aprile 2013venerdì, sabato, domenica 9.00-13.00 / 17.00-19.00

Collezione privata Cesare TaddeiFoto Marco Santarelli

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L’abbiamo appena scampatadalla profezia (che poi profezianon era affatto) del calendarioMaia, e siamo già di nuovo difronte ad un’altra prossima finedel mondo. A dire il vero, stavoltasi tratta di una fine del mondo chegli esperti di catastrofismo sapevanoda tempo di dover temere ma,a differenza di quella associataal calendario mesoamericano, inquesta vi era una certa incertezzatemporale; incertezza dovuta alfatto che la nuova fatalità eraprogrammata in occasione di unevento ben preciso, ma noncollocato in un giorno prestabilito.

Parliamo della cosiddettaprofezia di Malachia. Tecnicamente,anche in questo caso non si trattadi una vera profezia, perché il termine profeta non indica chi prevede il futuro, macolui che parla in nome di altri; poiché però questi altri sono solitamente delle divinità(e notoriamente gli dèi sanno tutto del futuro), il termine profeta è diventatosinonimo di divinatore. Il Malachia in questione, anche se non autentico profeta,non è per questo un ciarlatano qualunque; trattasi anzi di San Malachia, vescovodella città di Arnagh, vissuto nel XII secolo. Il nostro stilò una lista dei papi futuri,a partire dal suo contemporaneo Celestino II, fino al 112° ed ultimo pontefice dellaromana chiesa cattolica. Ad ognuno di essi dedicò un breve motto latino, dal qualesi è liberi di dedurre alcune caratteristiche del papa in questione.

È bene chiarire subito che quasi certamente la lista di Malachia è un falso: èvirtualmente assodato che fu in realtà scritta nel 1590 da un certo Alfonso Ceccarelli,il quale probabilmente aveva l’intenzione di influenzare i conclavi della sua epoca:una delle più evidenti ragioni a favore dell’ipotesi del falso è che le “previsioni” deipapi eletti tra il XII e il XVI secolo sono fantasticamente aderenti ai soggetti poieffettivamente saliti al soglio pontificio, mentre dal 1590 in poi i motti dellaprofezia diventano assai più generici e passibili di interpretazioni diverse; in pratica,qualcosa di simile alle Centurie di Nostradamus, che con un po’ di pazienza e difantasia consentono di prevedere tutto il possibile e anche l’impossibile.

Ciò non di meno, la lista profetica esiste, sia essa stata redatta da Malachia odal Ceccarelli, ed è dal 1600 che si gioca a vedere quanto siano aderenti i mottiprofetici ai papi effettivamente eletti. Come sempre accade in questi casi leaderenze, in qualche modo e con più o meno fatica, si riescono a trovare: ma sonosolo quelle particolarmente ben riuscite che lasciano il segno. Benedetto XVIpasserà senza dubbio alla storia come papa dimissionario (anche se il termine

dimissioni è del tutto errato, per unmonarca: si dovrebbe parlare diabdicazione, perché le dimissioni sipresentano ad un ente gerarchicamentesuperiore, e un re non ha nessuno chesoddisfi, almeno su questa Terra, similicondizioni), eppure il suo Gloria Olivae(questo il motto che gli riserva Malachia)non sembra farvi cenno. Andò megliocon papa Wojtyla, perché il suo DeLabore Solis era più facilmenteassimilabile al lungo lavoro e alleorigini del pontefice polacco. PerGiovanni XXIII ci si deve arrampicareun po’: si porta appresso un Pastor etNauta che rende la cosa difficile, vistoche papa Roncalli non aveva poi moltodel “marinaio”: ma qualcuno notò cheè stato patriarca di Venezia, e c’è chi siaccontenta di un simile aggancio.

Il colpo grosso, Malachia (o Ceccarelli, fa lostesso) lo ha messo a segno senza dubbio con papaGiovanni Paolo I: il lapidario De Medietate Lunaesembra associare perfettamente il brevissimopontificato di papa Luciani al volgere di un singoloperiodo lunare: dopo una simile performance, le azionidella profezia di Malachia fecero un vero e proprioboom in borsa.

Si può continuare a giocare per un bel po’, con imotti latini associati ai pontefici: ma il punto crucialeè che Malachia/Ceccarelli si sono fermati al papanumero 112: questo, identificato come Petrus Romanus,dovrebbe essere l’ultimo pontefice della storia, provocareun bel po’ di disastri, e far distruggere la città diRoma, come minimo: secondo gli ottimisti, dovrebbeinvece far finire il mondo. E nel computo dei papi(anche questo, a dire il vero, un po’ adattato allabisogna), è proprio il successore di Joseph Ratzingerad essere il centododicesimo successore di Pietro.

Insomma, per chi ci crede, il prossimo conclavedi Marzo dovrebbe far affacciare dal balcone di SanPietro qualcuno di molto prossimo a Mefistofele, ecomunque particolarmente deleterio per la cristianità eper il mondo intero. E siccome la corsa al sacro soglioè già cominciata e ci sono già liste di papabili (peruna volta, nel senso letterale del termine), c’è chicerca ulteriore motivo di preoccupazione nel vederela rosa dei candidati. Uno, in particolare, è temutissimodagli estimatori di Malachia: si tratta di Tarcisio Bertone.Segretario di Stato Vaticano (che è come direMinistro degli Esteri) dal 2006, nonché Camerlengodi Santa Romana Chiesa, è senza dubbio un nome checapita di frequente nella lista dei favoriti. Ma perchémai preoccupa così tanto i superstiziosi che vedonoproprio in lui il terribile Petrus Romanus? Beh,semplice: perché il nome completo di Tarcisio è inrealtà Tarcisio Pietro Evasio, e quel “Pietro” inseconda posizione basta ed avanza a terrorizzare; inpiù, il nostro è nato in un paesino chiamato RomanoCanavese, e questo getta nella più cupa disperazionei pessimisti.

Così, siate preparati: se il cardinal Bertonediventa papa, ci saranno un sacco di persone che se lafaranno addosso dalla paura, molto più che con iMaia. Del resto, anche se verrà eletto un altro, vedreteche in quattro e quattr’otto si scoprirà subito per qualeragione dovrà essere proprio lui, il Petrus Romanusprofetizzato. Piero Fabbri

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Tr a M a i a e M a l a c h i a - P F a b b r i

G R U P P O C E N T R A L M O T O R

G r e c i a - G R a s p e t t i

T E C N O O F F I C E

C i b o i n s a l s a 2 . 0 - A M e l a s e c c h e

B a s t a , m i s e p a r o ! - M P e t r o c c h i

S T U D I O O D O N T O I A T R I C O N O V E L L I

I l v e l e n o d e l m a r e i n u n a t a z z i n a - F P a t r i z i

FA R M A C I A B E T T I

Q u a n d o l ’ a n s i a d i v e n t a n e m i c a - S M a r s i l i a n i , P P e r n a z z a

C O O P E R A T I VA M O B I L I T À T R A S P O R T I

D o n d e e s t à l a s o c i e d a d c i v i l ? - P S e r i

L’effet to V - A C re s c e n z i

P R O G E T T O M A N D E L A - E L a n d i , F G a g g i a

A S S O C I A Z I O N E C U LT U R A L E L A PA G I N A

ENDA

Assessorato Cultura Scuola e Pol i t iche Giovani l i - S G u e r r a

M a l e d e t t a s t i l o g r a f i c a - V P o l i c r e t i

I l m e d i c o e i l r a p p o r t o - G G i o r g e t t i

L A B O R AT O R I S A LVAT I

A Z I E N D A O S P E D A L I E R A S A N TA M A R I A D I T E R N I

La spedizione dei mil le : i l v iaggio e lo sbarco - F Neri

N U O VA G A L E N O

C ’ e r a u n a v o l t a . . . - V G r e c h i

S T U D I O D I R A D I O L O G I A B R A C O N I

Marco Rapisardi e i l suo sogno diventato real tà - L B e l l u c c i

A L F I O

LICEO CLASSICO - M D’Ulizia, C Bernardinangeli, V Sernicola, B Ridarelli

T E R N I r i c o r d i d e l p a s s a t o - L S a n t i n i

A l l a s c o p e r t a d i . . . T E R N I - L S

C E N T R O M E D I C O D E M E T R A - E R R E M E D I C A

F O N D A Z I O N E C A S S A D I R I S PA R M I O

L’alimentazione del bambino dai sette ai dodici anni - L F B i a n c o n i

A n g e l i s a B e r t o l o n i - C C o l a s a n t i

A L L E A N Z A T O R O

ASTRONOMIA - T Scacciafrat te , P Casal i , E Costant ini , M Pasqualet t i

Il Comune di Reggio Emilia razionalizza l’illuminazione pubblica - F C a p i t o l i

C o n f e r e n z e d i a s t r o n o m i a - A T A

L I B E R O d e L I B E R O - R B e l l u c c i

G L O B A L S E RV I C E

S U P E R C O N T I

G r e c i a

Sei in cerca di occupazione?Se sei in possesso di: maturità classica,eccellente conoscenza della lingua italiana,ottime capacità al computer, amore perla scienza e per le arti, telefona al

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Siamo figli degli Etruschi, dei Romani, ma, soprattutto,dei Greci, del popolo cioè che ha impresso nelle mentie nei cuori, con il fuoco della sua cultura, il sacrosentimento della democrazia, il senso del bello, l’amoreper il mito, la venerazione della dignità umana, ilrispetto per l’altro. Ma non in tutti i cuori, non in tuttele menti. Molti, nel nostro paese, si eccitano al ragliardegli istrioni, vivono di falsità e di bugie, godono dibattutine, del cattivo gusto, delle zozzerie. Ritengonomitico chi sa dileggiare, chi sa offendere.

La Grecia, dunque, nostra origine, nostra nutrice.Oggi però facciamo finta che non esista, ci piacepensare stia dormendo. Ci fa troppo male vedere inche condizioni sia costretta a vivere, soffocata dafame, disperazione, mancanza di medicinali. A causadei debiti accumulati anche la Croce Rossa Svizzeraha deciso di tagliare la fornitura di sangue alla Grecia.Sacrifici enormi, per non uscir dall’Europa, perchéuscire sarebbe la catastrofe totale.

In Italia si ha paura di fare la fine della Grecia o,forse, ancor peggio. L'Istat fotografa un paese malato,con la disoccupazione che vola e debito pubblicorecord. Nel 2012 l'economia italiana si è contratta del2,4%, i consumi segnano un calo del 3,9% l’anno, conla spesa delle famiglie a -4,3%. Abbiamo quindi,urgentissimo bisogno di governo. Ma c’è chi cerca losfascio completo del paese, così potrebbe ghermire lapossibilità di cavalcare tutto lo scontento e assicurarsi,almeno per una ventina di anni, come d’uso nel nostrobel Paese, un sultanato assoluto. Ne ricordo molti,Craxi ad esempio ce l’ho ancora davanti agli occhi,dire: più forti saremo noi, più fortemente potremopensare al paese (e non si riesce a capire se si trattassedi una minaccia o di una promessa). In realtà -rileggetei giornali delle varie epoche- c’è una sola costante:indebolire fino alla soppressione il mondo delle personesane ed oneste, dei non mafiosi, dei non quaestuantes,dei non implorantes, della scuola, dei lavoratori, delleloro rappresentanze, delle loro opere. Non sono certoesenti da colpe i sedicenti rappresentanti dei lavoratori,ai quali vanno anzi addebitate palesi incapacità, fattosalvo, al più, qualche biascichio.

Alla base c’è sempre l’odio dei cultori di privilegiper gli uomini liberi. L’odio antico contro la Grecia econtro la Cultura. Giampiero Raspett i

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Ciao Giulio

L A P A G I N A M e n s i l e d i a t t u a l i t à e c u l t u r aRegistrazione n. 9 del 12 novembre 2002, Tribunale di Terni

Redazione: Terni, Vico Catina 13 --- Tipolitografia: Federici - TerniD I S T R I B U Z I O N E G R A T U I T A

Direttore responsabile Michele Rito Liposi Direttore editoriale Giampiero RaspettiEditrice Projecta di Giampiero Raspetti 0744424827 - 3482401774

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Cibo e internet: un connubio decisamente ben riuscito. Il cibo e lacucina sono tra gli argomenti maggiormente dibattuti sul web. Delresto mangiare e conversare sono considerate in cima alle attività piùanticongiunturali che esistano. Ma com’è cambiata la cucina nell’era 2.0? I blog di cucina sono sempre più diffusi e seguiti. Anche se non tuttihanno lo stesso incredibile successo, alcuni addirittura possono vantarepiù di 100.000 visitatori, grazie al passaparola che si sa, è l’animadel web moderno. Ogni giorno, se da una parte ci sono migliaia difoodblogger che scrivono il loro punto di vista sulcibo e le combinazioni sono infinite: etnici, vegani,crudisti, scientifici, tradizionalisti, creativi, molecolari,fotografici, etc., dall’altra, sempre più appassionati,buongustai o cuochi che siano, si rivolgono a Internetper trovare ricette, suggerimenti e recensioni di ristoranti.I blog e i forum sono considerati addirittura più atten-dibili delle riviste, più veri e più aggiornati. Il parere di una persona “come noi”, quando si trattadi cucina, non è forse meglio di quello di un “addettoai lavori” sconosciuto? Quello dei foodblogger è ormai un vero e propriomovimento: solo in Italia si contano 3500 blog dedicatial cibo, ma il numero è fluttuante: ne nascono e nemuoiono in continuazione e di questi quasi il 90% ècurato da donne. Interessante è anche la motivazioneche spinge a scrivere, quasi mai di natura prettamente culinaria, quasisempre legata all’accadimento di un avvenimento importante comeuna separazione o un matrimonio, al volersi creare uno spazioproprio, al decidere di rilanciare la propria vita in un momento no, altentativo di rientrare nel mondo del lavoro, all’emulazione di qualcheblogger ormai di successo che spopola anche in tv.È una vera rivoluzione e le implicazioni economiche non sono dapoco. Ci sono riviste storiche del settore che chiudono i battenti, perché

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ancora su carta stampata, mentre i brand che si occupano di cibo siinteressano sempre più a Internet, diventando “fornitori di ricette”multimediali, attraverso Facebook, Twitter, etc.. Sono decisamenteandati i tempi dell’Artusi e del Talismano della felicità, per NonnaPapera è game over. C’è di più, stiamo velocemente passando dallaricerca dei cavoletti di Bruxelles al supermercato, a quella dei cavolettidi Bruxelles su Google. Nessun pasto potrebbe iniziare senza averegli ingredienti giusti e il primo passo è proprio quello dedicato allaspesa che sempre in un numero maggiore di città può essere fattadirettamente dal divano di casa, via web. Cresce infatti il numero deisiti che permettono di farsi spedire quanto scelto virtualmente alsupermercato e cresce parallelamente anche l’attenzione per ilprodotto biologico e a chilometri zero.Chi, invece, non solo non ha tempo da dedicare alla spesa, ma èanche a corto di idee su cosa cucinare, potrebbe trovare interessantequanto proposto da iDinner (www.idinner.it), startup sarda da pochimesi sbarcata nel Nord Italia. Il prodotto di iDinner è semplice: unaspesa per 4 cene per una famiglia di 4 o 2 persone, inclusi tutti gli

ingredienti (stagionali e freschi) necessari per seguirele ricette consigliate dall’esperto nutrizionista. Se invece è la scelta del vino il vostro problema c’è3Wine (www.3wine.it), startup veronese rivolta a chiama il vino, ma si perde tra etichette e qualità.Spesa, vini e ricette possono essere utili, ma esisteanche l’altra faccia della medaglia: mangiare a casadi altri. E su questo fronte lavora, la made inAbruzzo, NewGusto (www.newgusto.com), “lacommunity più gustosa del web”, che si ripromette difarci banchettare nelle case di altre persone, si parlain questo caso di social-eating.Da qualche tempo è anche possibile entrare neimeandri del “codice sorgente” di un piatto di rigatonialla carbonara. Grazie a Open Source Food(www.opensourcefood.com).

Si tratta di un esperimento di sito web 2.0 che permette di condividerericette, commentarle, scambiarsi opinioni e consigli e fotografie dipiatti sempre appetitosi. In questo caso il target è costituito però dacuochi o aspiranti tali, ma anche semplici appassionati di cucina chevogliono allargare il proprio bagaglio tecnico.Insomma, è proprio il caso di dirlo, ce n’è per tutti i gusti e qualunquesia il vostro modello di riferimento, tradizionale o 2.0…Buon appetito!

alessia.melasecche@libero. i t

Non è purtroppo necessario ricorrere alle statisticheISTAT per apprendere quanto le separazioni sianoin inarrestabile aumento. L’unico elemento positivodi una vicenda che è, comunque, percepita dai più,come un fallimento, è che nel tempo è maturata lacapacità dei coniugi di gestire la crisi e di trovareun accordo su tutti gli aspetti della vita coniugalescegliendo, con sempre maggior frequenza, la

separazione consensuale. Quest’ultima, infatti, a differenza di quellagiudiziale, consente di porre fine alla “vicenda” con l’omologa degliaccordi da parte del Tribunale competente dopo una sola udienza,con un evidente risparmio in termini emotivi … edeconomici. Ma se è vero che in sede di accordo iconiugi possono regolarsi, in linea di principio, comemeglio credono, è pur vero che l’omologa può essererifiutata “quando l’accordo … relativamenteall’affidamento e al mantenimento della prole è incontrasto con l’interesse di questi”. Ogni accordo diseparazione deve pertanto basarsi sui princìpienunciati negli art. 150 c.c….In caso di prole, poi, la legge 54/06 ha introdotto laregola generale dell’affido condiviso in base allaquale la potestà genitoriale è esercitata da entrambi igenitori. Le decisioni di maggiore interesse per i figli,relative all’istruzione, all’educazione e alla salute,sono assunte di comune accordo è ciò per dareconcretezza al diritto riconosciuto al minore dimantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno deigenitori e con le loro rispettive famiglie di appartenenza. Purtroppo la realizzazione di tale principio è nella pratica difficilissimae ci si trova quasi sempre a discutere di fine settimana alternati e festecomandate, così come si faceva prima dell’introduzione dell’affidocondiviso. Quanto all’aspetto economico, salvo accordi diversi liberamentesottoscritti dalle parti, ciascuno dei genitori provvede almantenimento dei figli in misura proporzionale al proprio reddito.

La corresponsione dell’assegno periodico viene determinata considerandole attuali esigenze del figlio; il tenore di vita goduto dal figlio incostanza di convivenza con entrambi i genitori; i tempi di permanenzapresso ciascun genitore; le risorse economiche di entrambi i genitori;la valenza economica dei compiti domestici e di cura assunti daciascun genitore. Anche i figli maggiorenni non indipendentieconomicamente hanno diritto ad un assegno periodico che va versatodirettamente all’avente diritto, così come il coniuge che non disponga

di alcuna fonte di reddito o che abbia redditi proprinon adeguati a consentire un tenore di vita ragionevolmentecomparabile a quello goduto in costanza di matrimonio; inquest’ultimo caso un utile parametro di riferimentopuò essere il differenziale di reddito tra i coniugi.Tutti gli assegni sono automaticamente adeguatisecondo gli indici ISTAT oppure secondo il parametroindicato dalle parti o dal giudice. Quanto al godimentodella casa familiare questa è attribuita tenendoprioritariamente conto dell’interesse dei figli e ciòallo scopo di salvaguardare il loro bisogno “di continuaresenza traumi ad usufruire dello standard di vitarealizzato in costanza di convivenza dei genitori e dimantenere inalterati i rapporti con l’ambiente in cuisono vissuti” (Jannarelli 1982). È per questa ragione che quando mancano figli minori,

i maggiorenni sono autosufficienti o si tratta di “seconde case”,l’assegnazione è esclusa. È bene ricordare che la revoca del provvedimento di assegnazione dellacasa coniugale è sempre possibile quando l’assegnatario non abitistabilmente nella casa familiare oppure conviva more uxorio o contragganuovo matrimonio. In fondo separarsi in armonia può sembrare unossimoro ma, ma quando la separazione è inevitabile, è la cosa miglioreche si possa fare. Buona lettura del nostro codice civile a tutti!

Avv. Marta Petrocchi [email protected]

Basta, mi separo!Basta, mi separo!

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Nel numero precedente si è trattato diuna breve storia dell’odontoiatria nelleantiche civiltà fino all’epoca dell’anticaRoma. Ripartendo da qui si vuole ricordarecome le autorità Romane mal tollerasserola comunità cristiana che, soprattuttodurante il regno di Nerone ma anche deisuoi successori, venne guardata consospetto e perseguitata. È in questo clima che si colloca la storiadi Apollonia che, abbracciata la religionecristiana, venne arrestata e fu spinta arinnegare la sua fede per evitarle il rogo. Al suo rifiuto gli aguzzinila torturarono spezzandole e estraendole dei denti e quando susua richiesta venne slegata, ella si gettò nel rogo scegliendo dimorire martire della fede senza abiurare. Secondo la leggenda, mentre era tra le fiamme gridò che tutti isofferenti di mal di denti potevano invocare il suo nome per aversollievo dal dolore. Apollonia venne dichiarata santa nel 249in qualità di protettrice dei dentisti e dicoloro che soffrono di mal di denti (fig 1).Successivamente, con il declino dell’ Im-pero Romano e la sua divisione in imperod’occidente e d’oriente, si sviluppò laciviltà bizantina che non conobbe peròsviluppi nelle discipline scientifiche emediche. Nel corso del VI secolo inoltre la Chiesaprese il controllo della scienza; ciò portòallo sviluppo della medicina monastica eal mancato sviluppo dei processi diconoscenza razionale dei fenomeni naturali.Intorno all’anno 1.000 è invece importantel’apporto di due medici appartenenti alla civiltà araba. Il primoè Abulcasis, il quale capì che la causa principale delle malattiedi gengive e osso è il tartaro e definì le tecniche appropriate perrimuoverlo, disponendo peraltro di un gran numero di strumentiall’uopo. Abulcasis inoltre esortò a essere molto prudenti nell’estrarre identi per non estrarre il dente sbagliato e pernon creare al paziente sofferenze superiori aquelle di prima. L’altro medico islamico di rilievo fu Avicenna,uomo erudito e molto colto, che conoscevala trapanazione del dente per dare sfogoall’infiammazione della polpa e riportòdettagliatamente l’anatomia, la fisiologia ela patologia dei denti e il trattamento dellefratture della mandibola, pur considerandoerroneamente anch’egli, come spesso nellepopolazioni più antiche, che possibile causadel mal di denti fosse un “verme dentario”da trattare con fumigazione.

S t o r i a d e l l ’ o d o n t o i a t r ì aII parte

Anche il grande Leonardo Da Vinci sioccupò di denti descrivendo i rapportidelle radici dei molari superiori con il senomascellare. Nel 1500 venne descritto l’uso di strumentisimili ad archetti da gioielliere in grado diazionare una punta per eseguire la trapana-zione del dente cariato o dolente; qualchesecolo più tardi l’introduzione di strumentiquali escavatori taglienti migliorarono dimolto il grado di pulizia delle lesionicariose. Nel XVI secolo venne data molta

più attenzione ai problemi dentari, si fece maggiore attenzioneall’igiene orale, si sviluppò la strumentazione per le cureodontoiatriche. Verso la metà del secolo comparvero in Svizzerale prime protesi totali (dentiere), che nei due secoli successivi(1600 e 1700) furono migliorate nelle tecniche costruttive e neimateriali: ci si poteva anche avvalere di ebanisti specializzati nel

lavorare e intagliare l’avorio utilizzato perla fabbricazione di tali dentiere e venivapreferito, per la sua resistenza, il dente diippopotamo. Nel corso del 1600 l’odontoiatria trovòmaggiore interesse anche da parte dei regnanticon dentature compromesse; nacquero cosìi primi dentisti reali, dentisti di corte alservizio dei re e del loro entourage, ai qualifacevano da contraltare una gran quantità dicosiddetti ciarlatani o cavadenti, moltiprovenienti dall’Italia, che, spostandosi percittà e paesi, prestavano la loro opera itinerante,a metà tra il saltimbanco, il barbiere e ilmedico, a chi lo richiedesse. Uno di questi personaggi che operò a Parigi

per una trentina di anni era un certo Geronimo Di Ferrante, diOrvieto, il quale produceva un preparato chiamato l’orvietandefinito imbattibile contro il mal di denti e per il quale aveva ancheottenuto un brevetto reale. Tali situazioni, probabilmentecaratteristiche anche per quei tempi, richiamavano una certa follae sono state sovente raffigurate in stampe satiriche e in quadri

dell’epoca (fig 2).Tornando brevemente a quanto detto soprariguardo le protesi realizzate in avorio vale lapena ricordare che ne abbiamo un esempioillustre con la dentiera inferiore appartenuta aGeorge Washington, costruita appunto in zannadi ippopotamo con inseriti otto denti umani econ una apertura alla base per accogliere il solodente restante (fig 3). Questa protesi risulta sia stata costruita nel 1789,anno in cui Washington, portatore di una pessimadentatura che gli aveva sempre procurato moltiproblemi, divenne primo presidente degli StatiUniti. Alberto Novel l i

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Una misteriosa nave appartenuta al KGB ormeggiata in un diga delporto di La Spezia è costata la vita al capitano Natale De Grazia lanotte del 13 dicembre 1995. O almeno così sospetta ora la magistratura.La nave si chiamava Latvia, era una cosiddetta bagnarola, una navenon idonea a trasportare più nulla, eppure era stata acquistata da unasocietà liberiana con sede a Mangrovia adun prezzo superiore al suo reale valore epreparata per un ultimo trasporto; dovevainfatti salpare alla volta di Napoli,attraversare lo Stretto di Messina egiungere a Malta. Già altre bagnarole avevano seguito lastessa rotta senza però arrivare mai adestinazione.Il capitano De Grazia, indagando sullaproprietà della Latvia, si era imbattuto inun affare dove erano coinvolte famigliecamorristiche dell’hinterland napoletano elogge massoniche deviate. L’affare riguardava lo smaltimentoillegale di rifiuti radioattivi e tossico nocivi. Si sospetta che chi si occupa di smaltire questi rifiuti si rivolga aditte legate alla criminalità le quali caricano il materiale su navi chevengono poi affondate nel mare Ionio e davanti alle coste tirrenichedella Calabria. Si valuta che questo specchio di mare tra i più belli del Mediterraneosia ormai diventato una discarica radioattiva di dimensionivastissime. Quando De Grazia comunicò i suoi sospetti alla procura di ReggioCalabria, i magistrati si riunirono in maniera informale e chiesero adun ristoratore di aprire per loro il bar in riva al mare.

Era inverno e la struttura era chiusa. Si accomodarono nella sala vuota e poco dopo arrivarono dueclienti. I magistrati presero la targa dell’auto di quei due avventori che,causalmente, un lunedì freddo e invernale, si erano avventurati amangiare pesce in spiaggia e scoprirono che era intestata al Sisde di

Milano. De Grazia partì per La Spezia, si fermòlungo il tragitto per mangiare un tramezzinoe morì per un infarto nel parcheggio di unautogrill. Dopo 18 anni è stata riaperta l’indagineper sospetto avvelenamento.C’è un dettaglio che lega questo caso aquello di Ilaria Alpi: il capitano avevascoperto che il certificato di morte dellagiornalista era stato rilasciato da un entenon autorizzato, che era dunque un falso. Ilaria Alpi era stata trucidata a Mogadiscio

insieme al suo operatore appena un anno prima poiché avevascoperto un traffico di rifiuti tossici provenienti dall’Italia sepoltisotto le strade desertiche della Somalia. Quel falso certificato dimorte ad oggi risulta scomparso.La riapertura del caso De Grazia avviene a distanza di quasi ventianni durante i quali non si è più parlato di navi dei veleni. Nonostante si conoscano rotte, organizzazioni coinvolte e bagnaroleutilizzate, nulla si è fatto per intervenire contro questo scempioecologico; a dirlo è la commissione Parlamentare Ecomafie secondola quale il veleno che quella notte all’autogrill sarebbe stato messonel caffè del capitano potrebbe far riaprire il caso di quello nascostoin fondo al mare. Francesco Patrizi

Il veleno del mare in una tazzina Il veleno del mare in una tazzina

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Come accennato nel numero precedente, quando l’ansia superaun determinato livello di soglia in cui l’individuo non è più ingrado di esercitare un controllo, va ad incidere in modosignificativo sulla vita della persona e diventa patologica.Uno dei disturbi d’ansia di cui sentiamo parlare molto spesso noipsicoterapeuti è l’Attacco di Panico.A detta di chi li prova, gli Attacchi di Panico sono un’esperienzaterribile soprattutto la prima volta, in quanto, la persona che lisperimenta teme per la propria vita. Una volta giunti al Pronto Soccorso del più vicino Ospedale eresisi conto che non si tratta di un infarto o simili, la persona devefare i conti con questo ospite che ogni tanto arriva inaspettatamente.Le forme in cui si può presentare sono varie:palpitazioni, tachicardia, sudorazione,tremori, sensazione di soffocamento odi asfissia, dolore al petto, nausea,sensazioni di sbandamento, di instabilità,di essere distaccati dalla realtà e da sestessi, paura di impazzire o di morire,formicolio agli arti, brividi o vampatedi calore.Spesso l’attacco di panico si presentainsieme all’agorafobia, cioè alla pauradi trovarsi in luoghi o situazioni daiquali sarebbe difficile allontanarsi onei quali potrebbe non essere disponibileaiuto nel caso di un attacco di panicoinaspettato.L’agorafobia si manifesta con la pauradi essere fuori casa da soli, in mezzoalla folla o in coda…Una volta sperimentate queste sensazioni,il rischio maggiore è quello di entrarein un circolo vizioso in cui si ha “paura della paura” e questoporta ad evitare una moltitudine di situazioni e luoghi; il pazienteoltre a diventare schiavo dei suoi attacchi di panico, costringespesso tutti i familiari ad adattarsi di conseguenza, a non lasciarlomai solo e ad accompagnarlo ovunque, con l’inevitabile senso difrustrazione che deriva dal fatto di dipendere dagli altri, che puògenerare altre problematiche.Per spezzare questo meccanismo, oltre all’utilizzo di farmaci,ove necessari e prescritti da uno specialista, il trattamento dieccellenza è la Psicoterapia, in cui il paziente svolge un ruoloattivo nella soluzione del proprio problema e, insieme alterapeuta, si concentra sull’apprendimento di modalità dipensiero e di comportamento più funzionali, nell’intento dispezzare i circoli viziosi del panico.Ovviamente il focus dell’intervento si direzionerà non solo

Quando l ’ansia diventa nemica

nell’eliminazione del sintomo, ma nella presa in carico di ciò cheemerge da tale analisi. Una volta risolta la difficoltà che ilsintomo cercava di coprire, magicamente il sintomo stesso non hapiù ragione d’esistere e scompare. È dunque importante comprendere il sintomo, capirlo,considerarlo non un nemico ma un segnale utile di un disagio cheha la necessità di essere preso in considerazione. In altre patologie, come la depressione, il sintomo eclatante è dinatura mentale (attraverso pensieri pessimistici) e soloindirettamente si manifestano sintomi fisici quali astenia eprostrazione, nel panico invece il sintomo fisico è presente nellastessa misura del sintomo mentale. Conseguentemente il terapeuta deve avere l’opportunità di

studiare e capire le relazioni fra questedue dimensioni, fisica e psichica,ponendo la sua attenzione ad unamolteplicità di aspetti quali: • la struttura della personalità (ilcarattere della persona, maturato nelcorso della vita);• le relazioni affettive e sociali in cui lapersona è coinvolta;• i suoi conflitti affettivi, sociali emorali, interni ed esterni all’area dellastruttura di personalità;• infine, la specifica risposta biologicacon la quale l’organismo reagisce allatempesta emotiva derivata dai conflitti.La speranza di guarigione dei pazienticon Disturbo da Attacchi di Panico èattualmente elevata, dato che complessi-vamente le possibilità terapeutiche sisono notevolmente ampliate rispetto a

qualche anno fa. Sono infatti disponibili dei validi presìdi terapeuticiper aiutare il paziente ad uscire dalla spirale che partendodall’attacco di panico porta alla grave restrizione della libertà ealla perdita del benessere, che sono state descritte sopra. In primo luogo va ribadita l’importanza di riconoscere al piùpresto il disturbo, effettuando una corretta diagnosi e un adeguatoinquadramento psicopatologico.La maggior parte dei pazienti che soffrono di Disturbo daAttacchi di Panico, quindi, ha una buona prognosi: anche se perottenere un buon risultato si richiede spesso un lungo periodo ditrattamento, di solito si ottiene la scomparsa dei sintomi e ilrecupero dell’adattamento sociale.

Dott.sse Silvia Marsiliani e Paola PernazzaPsicologhe-psicoterapeute

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Vuoi ripristinare la tua ENERGIA VITALE?

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Cosa succede? L’articolista è impazzito, si è messo a parlarespagnolo? No, tranquilli, mai stato meglio di ora, ma seavrete la pazienza di leggere quanto segue ne capirete il perché.Che la politica italiana sia in crisi è un fatto incontestabile,ma proprio in tale frangente sta producendo di tutto,dalla ridiscesa in campo del Caballero che, come ilfantomatico Zorro te lo vedi spuntare fuori quandomeno te lo aspetti, al successo del movimento delleCinque stelle del travolgente Grillo, autenticotsunami che almeno a parole vuole abbattere tutto etutti, alla salita in politica di Herr professor che fino apoco tempo fa si era atteggiato a super partes! Tuttavia, essa non produce nulla di cui ci sarebbebisogno: una buona politica basata su buone regole.Si tratta di una cosa molto semplice, addiritturaelementare, ma sembra che nel Bel Paese sia tantodifficile da realizzare. Eppure di campanelli diallarme ce ne sono stati da quando nel 1992 (lastcentury) scoppiò lo scandalo di Tangentopoli, ma, aldi là della solita valanga di chiacchiere, della consuetaondata di indignazione, della pronuncia rituale e coccodrillescadi anatemi solenni, nulla si è fatto tranne provvedimentiparziali, semplici palliativi, senza andare a fondo delproblema. Tanto è vero che in questi venti anni scandali,tangenti, corruzione sono proliferate, non a caso proprio il 14c.m. c’è stata la retata di S. Valentino che ha visto interessatigli ex-vertici del Montepaschi. E cosa fanno i nostri valentipolitici? Liti in diretta, rinfacci, accuse e delegittimazionireciproche che più di qualche volta degenerano in disgustosagazzarra, copione ormai collaudato e consumato checredevamo sepolto nella Berlusconian age. Insomma questi

signori vogliono capirla una volta per tutte che la gente non ce la fa più ad andareavanti bersagliata da tasse, aumenti, rincari non sempre giustificati? Tutti, da Berlusca, Bersani, Casini, Monti ecc. dicono di puntare al rilancio dellosviluppo, ma all’atto pratico per ora si assiste al desolante spettacolo di negozichiusi, di fabbriche in crisi, di una folla di disoccupati in aumento.La gente vuole fatti concreti, non retorici proclami da sbandierare sotto le elezionie poi dopo seppellirli in un cassetto! Ma è così difficile da capirsi? Sembra propriodi sì. Un brillante risultato la classe politica italiana è riuscita ad ottenerlo: esserecapace di distaccarsi completamente dal paese reale, perdendo i contatti con iproblemi quotidiani della gente, dei tanti sig. Rossi che pure hanno dato il lorocontributo alla crescita dell’Italia. Arroccata nei palazzi di potere, barricata dietro leggi di comodo e privilegi di sapore

feudale, agguerrita contro chiunque minacciciò che ormai considera un dirittoacquisito, si è completamente isolata echiusa in se stessa. In questi giorni la campagna elettoralegiunge al culmine e la tv è stretta tra ilmagico Sanremo e i vari talkshowguidati dai tuttologi che conosciamobene, tutti i candidati spendono fiumi diparole, spinti dalla paura reale che molticittadini non si rechino a votare,perdendo capra e cavoli.Il caballero che molti davano pertramontato è all’improvviso riapparsocome l’araba fenice, facendo promessea destra e a manca, tipo abolizione

dell’IMU che egli stesso ha votato sotto il governo Monti, diminuzione delle tasse,abolizione di Equitalia e chi più ne ha ne metta, sparando dichiarazioni provocatorieper poi puntualmente smentirle, tipo le buone cose fatte da Mussolini, subitomarcia indietro dopo le proteste di Israele, il tutto accompagnato dal consuetosorriso gommoso ed accattivante. L’on. Bersani che si autodefinisce l’unicaalternativa al cavaliere mascarato, di cose giuste ne avrà dette, ma nessuno se neè accorto, perché biascica, borbotta, ciucciando il sigaro, non finisce mai le frasi:sto paese qua, non siam mica qui a...ste robe lì. In tv appare in contesti tristi e grigi,nulla che colpisca l’immaginario della gente. Il prof. Monti dopo la salita in politicapropone una scelta civica attingendo, come in un bagno purificatore, nella societàcivile con l’esclusione alla Camera di ex parlamentari e prediligendo esponenti divalore di volontariato, mondo dei lavoratori dipendenti, professioni, associazionismo,imprenditoria, scienza, poi di fatto si allea con l’Udc e Fli e al Senato presenta unabella schiera di politici di lungo corso. Quanto ai Lumbard l’avevano giurato a Pontida: Mai più con Berlusconi! Ora di nuovo insieme a lanciare anatemi contro Roma ladrona i cui palazzi avevanocomodamente occupato nemmeno un anno fa, dimentichi degli abusi perpetratidai familiari del Senatur. Nelle piazze avanza Beppe Grillo alla testa dei fidi grillini, un’autentica forza dellanatura che con la sua oratoria dirompente, scoppiettante, graffiante si scaglia controil malcostume che ormai sta erodendo la classe politica come una cancrena, riuscendoa far presa sugli animi esasperati dei cittadini e dimostrandosi capace di bucare loschermo. Bene, giusta la protesta, ma la proposta?Quanto agli altri gruppi minoritari di cui non parliamo per motivo di spazio,qualcuno nello schieramento anti-Berlusca ha lanciato la proposta del voto utile,temendo a ragione una dispersione di voti a vantaggio dell’inaffondabile B., manessuno si è chiesto il motivo dell’esistenza dei piccoli schieramenti i qualicoprono i vuoti abissali lasciati dai grandi partiti in cui molti elettori non siidentificano più. Se poi diamo uno sguardo fugace a gruppi bancari tipo Unicredit,Montepaschi...o a grandi gruppi industriali vedi Finmeccanica, Fincantieri ecc…basta aprire un qualsiasi quotidiano che ti cadono le braccia. Si tocca con la manol’incapacità o la non volontà del potere politico a guidare quello economico. Nessuno in questi giorni parla più dei costi della casta (S. Rizzo e G. A. Stellapotevano risparmiarsi la fatica di scrivere) e degli sprechi nei piani alti dellapolitica, quanto alla patrimoniale, silenzio assoluto… le poltrone uber alles!!Quasi tutti, specie gli anti-cavaliere, pensano a priori che la società civile siamigliore della società politica, ma sarebbe bene che ripassassero la storia d’Italiae riflettessero come spesso anche in tempi recenti politica e società si sianoinquinate a vicenda.Ora la classe politica, sentendo l’acqua alla gola fa appello alla società civile, ma,se il quadro è questo, cosa ci si può aspettare da una simile società dove corruzionee concussione sono scesi a livelli medio-bassi? Dove si trova questa benedettasocietà civile? Forse (paradosso) non in Italia, all’estero, ecco il motivo del titoloin spagnolo, por que hablo espanol.Probabilmente quando uscirà questo articolo le elezioni saranno avvenute e saràsoddisfatta la nostra curiosità se a predominare sarà il gruppo bunga-bunga oquello banca-banca.Speriamo almeno che i protagonisti del nuovo corso si decidano ad aprire gli occhie capiscano un buona volta che ad avere oneri senza onori non debbano essere isoliti sig. Rossi! Pierluigi Seri (postato in redazione: martedì 19 febbraio 2013 ore 20.09)

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Fig. 3 Guance infossate pre e post-trattamento

D r. s s a A l e s s a n d r a C r e s c e n z i

M e d i c o E s t e t i c oServizi Sanitari , V i a C e s a r e B a t t i s t i 3 6 - T e r n i

0 7 4 4 . 5 9 5 1 30 7 4 4 . 5 9 5 1 3

Dal 2006 esiste un filler, ossia una sostanza iniettiva volumizzante approvatodalla FDA, biocompatibile e completamente degradabile per la correzione deideficit di volume e contorno del volto, a base di idrossiapatite di calcio (CaHA)che induce la produzione del collagene con effetto immediato grazie alla matricein gel. Questo filler innovativo determina un aumento del volume per almeno dodicimesi con estrema tollerabilità.L’invecchiamento cutaneo, diete drastiche, gravi malattie debilitanti determinano la perdita di volume che

comporta un rilassamento visibile del contorno del volto. Dopo il trattamento con il filler a base di CaHA il deficit di volume sicorregge immediatamente.Successivamente c’è la stimolazione della formazione di nuovo collageneda parte dello microsfere di CaHA che formano una rete a sostegno estimolano i fibroblasti a ringiovanire il volto (Fig. 1). L’ effetto finale è una fitta rete di collagene che si forma nel derma, rafforzandolo.L’idrossiapatite risponde alle 33 VV, ossia :- vvolume con risultati a lungo termine;- vvalore per l’elevata soddisfazione del paziente;- vversatilità, utile per la correzione di rughe, ripristino dei volumi e definizione dei contorni.

Il CaHA è ottimo per il trattamento di pieghe naso-labiali (Fig. 2) profonde,di guance infossate, per volumizzare i solchi della zona buccale e percorreggere il profilo del naso.Questo filler innovativo è utile per zigomi, dorso delle mani scarnite,

guance dell’uomo (Fig. 3) e per le pieghe del mento.Ad oggi è uno dei filler disponibili più sicuri ed un’ottima alternativa al più famoso acido ialuronico ecollagene. Cosa aspetti allora a provarlo dal tuo Medico Estetico di fiducia?

Dr.ssa Alessandra Crescenzi

Medico Estet ico

L ’ E F F E T T O VVLifting volumizzante per un aspetto più giovane

Fig. 2 Pieghe naso-labiali pre e post-trattamento

Fig. 1

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8 marzo8 marzoparliamo della tratta delle donne

Anche quest’anno il Progetto Mandela proporrà un suo contributo per l’8 marzo su una tematicaurgente e spesso ignorata, la tratta delle donne. Accogliendo il suggerimento di Terni Donne, i ragazzi del Progetto Mandela dedicheranno laloro trasmissione radiofonica dell’8 marzo totalmente alla nuova schiavitù, con letture e interviste,cercando di dare un quadro generale di un fenomeno che è presente anche nella nostra città. Sintonizzatevi venerdì 8 marzo alle ore 17.30 su Radio Galileo: Allarmi siam razzisti, latrasmissione radiofonica di Progetto Mandela.Terni Donne organizzerà per il 17 marzo alle ore 17.00, a Palazzo Primavera, una conferenzasu questo tema e i ragazzi di Progetto Mandela leggeranno alcune storie raccolte daIsoke Aikpitanyi nel suo ultimo libro.

Schiave in mezzo a noiQuando pensiamo a degli schiavi, l’immagine che con più rapidità ci salta alla mente è quelladi uomini spronati con le fruste a trascinare enormi blocchi di pietra per la costruzione di unapiramide. Un fenomeno, quello dello schiavismo, che inconsciamente tendiamo ad etichettarecome superato, appartenente al passato, a paesi e culture distanti, lontano nel tempo e nello spazio.

Purtroppo non è così. Ancora oggi sussistonomolti tipi di schiavismo, uno dei quali consistenella tratta delle donne, un fenomeno orribileche coinvolge anche il nostro paese. Donne provenienti da Africa (59%), Cina(15%) -dati rilevati dalla Cooperativa socialeBE FREE nel CIE di Ponte Galeria-, Est europeovengono trattate come merce, adescate conl’inganno, portate in Italia e costrette a prostituirsi,vere e proprie schiave delle organizzazionicriminali. Solitamente le giovani vengono avvicinate neivillaggi di origine da uomini e donne prepostiallo scopo, che scelgono ragazze in condizionidi disagio socio-economico, attirandole conpromesse di lavoro e di una vita migliore inItalia. Altre volte sono persone di fiducia o glistessi familiari a indirizzare le donne verso icircuiti criminali. Questi ultimi comprendonouna folta schiera di collaboratori: gestori dellecase di transito, maman, trafficanti, autisti,intermediari, sfruttatori delle cosiddette casechiuse, possibili tappe intermedie del viaggioverso l’Italia, dove le donne, vittime diviolenze e soprusi, sono costrette allaprostituzione per mesi, a volte per anni.

Giunte in Italia le donne continuano ad essere tenute sotto il giogo dell’organizzazione,nonostante vengano inserite in centri di accoglienza, attraverso continui contatti telefonici,l’azione diretta di alcune donne identificabili come maman e, infine, il prelevamento direttamenteall’uscita dal centro di accoglienza. Se le donne tentano di ribellarsi, di uscire dal circolo della prostituzione, rischiano la morte.Nonostante i provvedimenti dello Stato a prevenzione e tutela del fenomeno, solo una donnasu dieci riesce a sottrarsi al meccanismo infernale. È il caso di Isoke Aikpitanyi, donna nigeriana giunta in Italia nel 2000 e che è riuscita, dopotre anni di schiavitù sessuale e a rischio della propria vita, a liberarsi dalla trappola in cui eracaduta. Nel 2003 Isoke ha dato inizio al progetto La ragazza di Benin City, associazione conlo scopo di aiutare altre donne vittime dello stesso racket dal quale Isoke è riuscita a sfuggiree di fare opera di sensibilizzazione riguardo una realtà così tragicamente vicina e, allo stessotempo, sconosciuta o, peggio, ignorata. Inoltre, come riporta il sito dell’organizzazione, “alfine di mediatizzare l’iniziativa e di valorizzare il ruolo dei mezzi di informazione, è statocreato il Premio La ragazza di Benin City che ogni anno verrà attribuito ad un personaggioche abbia contribuito a creare una cultura della solidarietà relativamente al problema dellaschiavitù e della condizione della donna”. Nel 2007 è uscito il libro Le Ragazze di Benin City, scritto da Isoke in collaborazione con lagiornalista di Panorama Laura Maragnani, riguardante la storia di Isoke e quella delle prime 50ragazze che hanno ricevuto aiuto. Nel 2011 in un altro libro, “500 storie vere”, porta alla luceil destino di centinaia di donne vittime di tratta. Eppure, come dice la stessa Isoke in un’intervista,c’è ancora tanto da fare e uno degli ostacoli all’attività dell’organizzazione sono proprio leleggi finalizzate a contrastare il traffico delle donne. Manca, infine, l’ascolto da parte di istituzioni ed associazioni. E per quanto riguarda noi, come singoli, qual è il nostro ruolo? Sono molte le piccole, importanti iniziative che possiamo intraprendere, come il volontariato,l’adozione a distanza di una ragazza o un’opera di pressione sulle istituzioni o semplicementedi sensibilizzazione dell’opinione pubblica al problema. Pregiudizi, razzismo e posizioniestremiste potrebbero allontanarci dalla semplice verità, ovvero che, sempre riportando leparole di Isoke: Bisognerebbe allora che le donne, per prime, le donne italiane e quelle europee,accettassero semplicemente, da donna a donna, di considerarci solo delle donne, ognuna dellequali ha i suoi problemi e alcune hanno anche quello della clandestinità. Ogni violenza sulledonne, straniere e no, clandestine e no, deve essere stroncata. Eleonora Landi

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Terni, attraverso l’impegno delleAssociazioni PROGETTO... e LIDABÙ,è una delle 10 piazze italiane che ospitanoil progetto nazionale 10 Teatri per 33Autori promosso dal Cendic.Il Centro Nazionale di DrammaturgiaItaliana Contemporanea (CENDIC) nascenel gennaio 2012 per promuovere esostenere la drammaturgia italianacontemporanea. La sua aspirazione è riempire il vuotoistituzionale che si è creato nel nostroPaese negli ultimi anni con una serie diiniziative, volte a ripristinare un rapportocreativo e stimolante fra il pubblico e chiscrive per il teatro. Tutto ciò senza alcun finanziamento masolo sulla base del lavoro volontario deisoci. In questo contesto nasce il progettosperimentale 10 Teatri x 33 Autori -TEATRO IN PROVINCIA, a cui ILPROGETTO e LIDABÙ hanno aderitocon entusiasmo e che vede la lettura di“corti teatrali” di 33 autori contemporaneiitaliani, con lo scopo di far conoscere a unpubblico più vasto le opere dei

drammaturghi italiani. Dodici i temi: il lavoro, l’amore, lacoppia, la solitudine, la famiglia, le idee,le passioni, la libertà, la musica, lacorruzione, la morte, la religione- affrontati dagli autori nei testi originali einediti. Un tentativo stimolante per rimettere ilteatro e la scrittura teatrale al centrodell’attenzione sociale e culturale. Di volta in volta saranno presenti gliautori che si confronteranno con ilpubblico, che sarà invitato ad esprimerele proprie preferenze verso un genere, unautore/autrice, una tematica stabilendocosì un contatto più diretto tra chi scrivee chi fruisce. La rassegna, che ha preso il via a Terniil 19 febbraio proseguirà nelle seguentidate sempre di martedì e sempre allaBiblioteca del CLT:12 e 26 marzo9 e 23 aprile7, 14, 28 maggio11, 18 giugnocon inizio alle ore 20.45.

L’ingresso è gratuito.

10 Teatri

per 33 Autori

Rassegna di lettura di testi teatrali diautori italiani contemporanei

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10 TEATRI PER 33 AUTORI

Biblioteca del CLT, Via Muratori 3, Terni12 Marzo ore 20,45 26 Marzo, ore 20,45 9 Aprile, ore 20,45

Rassegna di lettura di testi teatrali di autori italiani contemporanei in collaborazione con ilCENDIC (Centro nazionale di drammaturgia italiana contemporanea).A cura delle Associazioni Progetto... e Lidabù.

Ingresso Gratuito

XVIII giornata della memoria e dell’impegno per le vittime di mafia20 e 21 MarzoLa città si fa memoriaManifestazione promossa da Libera in collaborazione con gli istituti superiori di Terni e Progetto Mandela che curerà una performancededicata a Roberto Antiochia e alle vittime dimafia.

Allarmi siam razzistiTrasmissione radio a cura di Progetto Mandela -Radio Galileo ogni venerdì dalle ore 17.30 alleore 18.30Notizie, attualità, musica e......

L a c i t t à s i f a m e m o r i aFervono i preparativi nei laboratori di Progetto Mandela per il prossimo impegno pubblico che sisvolgerà il 20 e il 21 marzo in occasione della XVIII giornata della memoria e dell’impegno per levittime di mafia, promossa da Libera. I laboratori di drammaturgia, recitazione, scenografia sono alleprese con la messa a punto della performance che accompagnerà le iniziative per le quali Libera hacoinvolto tanti studenti delle scuole superiori di Terni. La manifestazione, dedicata in particolare aRoberto Antiochia, ternano, ucciso dalla mafia mentre faceva scudo con il suo corpo al commissariodi polizia Ninnì Cassarà, coinvolgerà tutta la città in vari momenti, dalla lettura dei nomi delle vittime,all’inaugurazione del murales, realizzato dagli studenti dell’istituto d’Arte alla “prua”, allaperformance dei ragazzi di Progetto Mandela che concluderà la manifestazione in piazza.I ragazzi di Progetto Mandela si sono documentati in questi mesi, hanno incontrato i rappresentantidi Libera e hanno insieme individuato i temi da mettere in “scena” per raccontare la storia di RobertoAntiochia e attraverso lui delle troppe vittime di mafia. Francesco Gaggia

Roberto Antiochiavittima di mafia

Ogni guerra ha i suoi caduti, anche sespesso concentrandosi sul conflitto sifinisce per dimenticarli, e non bastaun nome inciso con lettere d’oro su diuna lapide per render giustizia acoloro che hanno preferito anteporregli ideali alla loro stessa vita; questoè un po’ il caso di Roberto Antiochia,ragazzo nato a Terni il 7giugno 1962,entrato nella Polizia a diciotto annicon un ideale di giustizia da seguire.Trasferito nel 1983 nella SquadraMobile di Palermo, incurante deirischi che correva, aveva intrapreso unindagine con Beppe Montana contro iclan di Cosa Nostra. Proprio a Palermo Roberto lascia ilsuo cuore nonostante fosse statotrasferito nella meno rischiosa Roma.Nel Luglio del 1985, successivamenteall’omicidio Montana, decide ditornare di sua volontà, durante le sueferie, nel soleggiato capoluogosiciliano per collaborare nelle indaginidi Ninni Cassarà, anche lui nel mirinodella mafia, ma sprovvisto, permancanza di fondi, della scorta. Proprio qui il giovane fu ucciso il 6agosto 1985, appena una settimanadopo del suo arrivo, all’età di ventitréanni, da un gruppo di nove mafiosiquando, per cercare di proteggere ilVice Questore, gli fece da scudo con ilcorpo. Questa è la storia di un ragazzo chediede la propria vita per cercare disalvare quella dell’uomo che luicredeva capace di cambiare la Sicilia.Oggigiorno al coraggio di Robertosono intitolate una via a Terni ed ilnuovo edificio della Questura diOrvieto. A seguire l’operato di Roberto è statala madre che, sino alla morte nel2001, ha speso ogni energia per far inmodo che il sacrificio del figlio nonfosse stato vano, consapevole di comeil pericolo più grande in casi delgenere sia il silenzio generato dallapaura. La madre di Roberto ha proseguitola lotta contro l’associazione che gliaveva strappato il figlio ottenendol’incarcerazione dei mandanti delloomicidio, e difendendo ideali quali ilvalore civile della memoria el’irrinunciabilità della giustizia. FG

C A L E N D A R I O

Lungo cammino verso la libertà. Corso introduttivo alla conoscenza dei diritti umani e delle loro violazioni.Auditorium di Palazzo di Primavera ore 15,30ore 15,30

12 marzo 2013 - 20° IncontroGENOCIDI E STERMINI, parte III I desaparecidos in Argentina, lo sterminio dei nativi americani, il genocidio in Ruanda, il bombardamentodi Tokio, lo stupro di Nanchino, Hiroshima

19 marzo 2013 - 21° IncontroGENOCIDI E STERMINI, Parte IV Il genocidio degli ebrei: le tecniche di distruzione, dalle eliminazioni caotiche ai campi di sterminio

3 aprile 2013 - 22° IncontroGENOCIDI E STERMINI, Parte V La resistenza ebraica: il ghetto di Varsavia, la soluzione finale

9 aprile 2013 - 23° IncontroLA TORTURA IERI E OGGI

Ingresso gratuito

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Associazione Culturale

L a P a g i n aL a P a g i n aTerni, Via De Filis 7a

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T e r n i N e b b i aE n z o C h i o c c h i a

4 - 9 f e b b r a i o 2 0 1 3

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Associazione Culturale

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P i e d i l u c o N e v eM a r c o I l a r i

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Sono aperte le iscrizioni per il tesseramento 2013Sono aperte le iscrizioni per il tesseramento 2013

NARNI SCALO

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In collaborazione con

l’Assessorato alla Cultura

del Comune di Terni

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MM AA RR ZZ OO

Da Giovedì 7 a Domenica 17 Mostra fotografica di Marco Barcarotti dedicata all’amico Pietro, l’eremita del Monte AspraGiovedì 7 ore 17,30Domenica 17 ore 17,30Proiezione del film COMING HOME del giovane regista ternano Emanuele Pecorari. Seguirà dibattito con Pietro, il protagonista del film-documentario e della mostra

Giovedì 14 ore 17,30Video Quil l i che semo

La Nuova Compagnia Teatro Città di Terni

Venerdì 15 ore 17,30Malattie respiratorie e sordità; inquinamento acustico

Dr Rizzo

Sabato 16 ore 17,30FestaFesta del tesseramento dell’Associazione La Pagina 2013Porta un amico e un sorriso

Lunedì 18 ore 17,30Invest ire in s icurezza Dr Paolo Scacciatella

Alleanza Toro

Da Martedì 19 a Giovedì 28Mostra fotografica Istanti al femminile

a cura dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Terni

Sabato 23 ore 17,30 Pasqua Angelo Ceccoli

Giovedì 28 ore 17,30 Presentazione l ibro Io Luca Luca Pecorari

Venerdì 29 ore 21,30 Tra poesia e teatro Marcello Coronelli, Jerry Guacci

AA PP RR II LL EE

Venerdì 5 ore 19,30Rudimenti del buon bere; capire, scegliere, abbinare il vino

Alberto Ratini in collaborazione con AISAssociazione Italiana Sommelier - Delegazione di Terni

Sabato 6 ore 17,30Sabato 6 ore 17,30Da un’idea di Val t e r Cas s u t t i :

Spaghetti Pollo Insalatina...Intrattenimento cultural-giocoso con

Dr Piero Simoni di Terni e Dr Dino Ceppodomo di Milano

sul tema: Prevenzione a tavolaPresenta Livia Torr e

Brani musical i a tema interpretat i da:

Giada Brun i Soprano

Giada Fra s c on i Mezzosoprano

Emanue l e Stra c ch i Pianoforte

Renato Se t t embr i Diret tore Art is t ico

Martedì 9 ore 21,30La tecnologia delle comunicazioni al servizio del lavoro

Angelavanna LitiDa Mercoledì 10 a Domenica 21Cascate e sassi del la Cascata del le Marmore

Salvatore Baiano SvizzeroGiovedì 11 ore 21,30La crisi economica dal punto di vista del cane e del gatto

Dr Marco Cozza ed alcuni professionisti dell’Enpa Venerdì 12 ore 21,30G. Ritsos, un Alceo del XX secolo, poesia, politica, passione

Prof Pierluigi Seri Sabato 13 ore 17,30Le memorie del passato: l’antica storia della nostra terra

Alvaro CaponiMercoledì 17 ore 21,30 Metodi natural i per prevenire le al lergie

Francesco BassanelliVenerdì 19 ore 21,30

Cultural Cabaret Cinque

Ogni Lunedì, dalle 17,30Proiezione film e diapofilm di autori vari, in particolare diMarco Barcarotti, Marco Ilari, Giampiero Raspetti, Roberto Tomei a cura di Alberto NegroniOgni Martedì e Venerdì dalle 21,30BRIDGEOgni Sabato mattinaLINGUA ARABAOgni Sabato, dalle 15,00Riflessioni sulla chimica che non potete non fare

W i k i e v e n t sSabato 16 MarzoRoma, Scuderie del Quirinale: TIZIANO. A seguire Castel Ritaldi (PG):degustazione dei prodotti dell'Azienda Agricola Fontesecca30 - 31 Marzo, 1 AprilePasqua nel Parco Nazionale dell'Abruzzo13 - 14 AprileMusei Aperti: viaggio nei siti culturali della nostra Regione25 - 27 AprileSpello - Montefalco - Bevagna - Assisi Arte, spiritualità e gusto

0744428457 - 3288474884 infowikievents@gmail .com

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E tutto è sempre ora è la mostra fotografica che l’Assessorato alla cultura del Comune di Terni propone dall’8 marzoal 14 aprile nell’ambito di Donna sempre, il progetto di ricerca-azione che ha introdotto nelle strategie culturali ilvalore della differenza, disegnando all’interno dei servizi culturali spazi di studio e ricerca di genere.La mostra è allestita nelle sale di Palazzo di Primavera, un palazzo che a Terni, con gli inediti movimenti degli anniSessanta e Settanta -dal ’68 al femminismo- è assurto a luogo simbolo del cambiamento, vedendo affermarsi un piùampio orizzonte di diritti. Il nucleo della mostra è costituito dalle istantanee inedite del Concorso fotografico nazionale organizzato nel 2012 dallaPinacoteca comunale Orneore Metelli: Istanti al femminile - Attualità in immagini, nelle quali le donne dellacontemporaneità sono protagoniste dietro e davanti l’obiettivo. E non è un caso che l’immagine simbolo sia un corpofemminile in vetrina. Il contrasto tra un burqa e un corpo nudo in offerta è infatti quanto di più emblematico offre ilnostro tempo in tema di riflessione sul corpo delle donne, da sempre campo di battaglia e di commerci di una culturapatriarcale dura a redimersi.La seconda sezione della mostra è La città delle donne. A disegnarla sono state le cittadine ternane che hanno raccoltol’invito della Biblioteca comunale a riscrivere la storia della città in prospettiva di genere. Le loro fotografie,numerosissime e in gran parte inedite, offrono la possibilità di ripercorrere un secolo problematico come il Novecentocogliendole nel loro difficile cammino verso l’emancipazione in casa, al lavoro, nel tempo libero.Il primo tratto di strada, grazie al materiale fornito dall’Archivio di Stato di Terni, si fa con le centurinare, quelle cheper prime abbandonano i campi per la fabbrica e lottano per un lavoro umano e un equo salario. Quelle a cui gli uominiappuntano addosso una lettera scarlatta solo perché diventate visibili. Poco più avanti, grazie all’Archivio ThyssenKrupp, si incontrano le signorine, quelle alla moda per le quali è decoroso lavorare solo finché nubili. Perché ilFascismo, intanto, ha eretto un monumento alla virilità e nella “città - fabbrica” il posto delle donne è il focolare. E se un cospicuo numero di immagini documenta la rivoluzione dei costumi negli anni ’50 e ’60 e il nuovoprotagonismo degli anni ‘70, difficile parlare di “liberazione” quando la rivoluzione digitale fa emergere la culturaglobale che nega alle donne pari opportunità e pari diritti e legittima la violenza sul loro corpo.La violenza di genere è storia antica, trasversale a civiltà, paesi, religioni, classi sociali ed esige più che mai parolapubblica. E se l’Amministrazione comunale da alcuni anni promuove azioni di contrasto, di prevenzione, di formazioneaffinché la relazione fra donne e uomini sia improntata al rispetto della libertà e della dignità della donna e al principiodella inviolabilità del corpo femminile, per dirlo con tutte le donne del mondo, le immagini fornite da Terni-Donne:Se non ora, quando? Simone GuerraAssessore alla Cultura Scuola e politiche giovanili

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Assessorato Cultura Scuola e Politiche Giovanili

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Venerdì 8 marzo - ore 15,30Archivio di Stato di TerniCerimonia di consegna del Premio Gisa Giani a Monica Pacini per il volumeDa casa Pintor. Un’eccezionale normalità borghese: lettere familiari, 1908-1968.Saranno presenti: Marilena Rossi Caponeri; Stefania Cherubini;Simone Guerra; Mario Tosti; Laura Schettini.Organizzata da ICSIM Venerdì 8 marzo - ore 21,00Palazzo di PrimaveraInaugurazione della mostra fotografica Istanti al femminile e premiazione delconcorso fotografico nazionale. Partecipano:Simone Guerra, Silvia Savorelli.Intermezzo musicale: Benedetta Gelati, Valter Vincenti.La mostra sarà aperta al pubblico dall’ 8 marzo al 14 aprile. Ore10,00 - 13,00 16,00-19,00 lunedì chiuso.A cura del Comune di Terni, Assessorato alla Cultura.Sabato 9 marzo - ore 17,00CAOS - Museo archeologico Non solo matrona. Femminilità, vanità e senso del pudore nella Roma antica.Incontro interattivo sul legame tra ruoli femminili e apparenza nella società,con Arianna Duranti. Verranno realizzati abbigliamenti ed acconciature sualcune modelle presenti.A cura del Comune di Terni, Assessorato alla Cultura.Venerdì 15 marzo - ore 21.00Sala Laura Il nastro nero Donne tra follia e salute mentale. Letture dedicate ad Alda Merini. Coordinano Chiara Passarella, Silvana Leali, Andreina Cresta.A cura di Terni donne.Martedì 19 marzo - ore 10.00BCT - Biblioteca Comunale Terni in collaborazione con Direzione Servizi Sociali, Ufficio Sistema Museale e Parco Archeologico Carsulae.La città delle donne.Due appuntamenti del circolo multiculturale Il mondo delle donne. Le donne del mondo per raccontare la città al femminile, attraversandola seguendo una mappa dell’anima. Comune di Terni, Assessorato alla Cultura.

I n f o A s s e s s o r a t o C u l t u r aI n f o A s s e s s o r a t o C u l t u r a

Tel. 0744.549725 / 720sito: www.comune.terni.it

Tutti gli ingressi, tranne per Domenica 24 Marzo, sono LIBERI

Domenica 24 marzo - ore 21,00Palazzo di PrimaveraPost PartumSpettacolo che nasce da un lavoro diricerca e documentazione sul campo esi compone di oltre 100 interviste fatteda una mamma ad altre mamme, ditestimonianze delle ascoltatrici diRadioRock, di telefonate ai consultori. A cura dell’associazione Nascere in Casae di Terni donne. INGRESSO 5€

Lunedì 25 marzo - ore 17,00BCT - Biblioteca Comunale Terni - CaffèletterarioIncontro con Raffaella Clementi autricedel libro:Lettera ad un bambino che è nato. Storia di una procreazione medicalmenteassistita. A cura del Comune di Terni, Assessoratoalla Cultura.Martedì 26 marzo - ore 17,00BCT - Biblioteca Comunale Terni Incontro con Anna Belardinelli autricedel libro Il bagaglio.Interviene Clara Sereni, scrittrice.Il diritto d’autore viene devoluto allaFondazione La città del sole Onlus.A cura del Comune di Terni, Assessoratoalla Cultura.Mercoledì 27 marzo - ore 16,30BCT - Biblioteca Comunale Terni incollaborazione con Direzione ServiziSociali, Ufficio Sistema Museale e ParcoArcheologico CarsulaeIl mondo delle donne. Le donne del mondo.Scambiarsi passioni, di prosa e di poesia,approfondire le tradizioni letterariedelle comunità con cui si condivide ilquotidiano: voci di donne in un readingdi brani letti in lingua originale e nellatraduzione italiana.

M a r z o D o n n a

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sconsolatamente bianchi. Sì, il titolo lo scrivesi tu, ma poi tifermasti e fui io, solo io, lo ricordo come fosse ieri, a mettermi acorrere su e giù per il foglio scrivendoti -perché fui io, mica tu-una delle tue (tue?) cose più belle. Intendiamoci: io sono una penna, conosco i miei limiti, so di dovereesistere alla tua ombra, so che ogni mio pregio dovrà essere

attribuito a te, che ogni mio contributodovrà restare sconosciuto.Ma conosco anche i miei diritti. È troppo tardi per divorziare da me. Io e te stiamo insieme fin da quando tifacevo i temi alle elementari; i maestrinemmeno ci credevano che quelle cose leavessi scritte tu. E avevano ragione! Nemmeno una birosarebbe stata capace di farlo: figuriamocila tastiera, più giovane, sì, forse più bella,ma rozza, materialista e plebea, con cuimediti di sostituirmi.

Tradire, amico caro, fa tristemente parte delle regole del gioco.Abbandonare, no!Mi sento un verme. E l’articolo, non lo scrivo più.

Vincenzo Pol icret i

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Attenzione! Sto per scrivere un articolo importantissimo, fondamentale per ilmondo intero; mi siedo davanti alla tastieradel computer, quando la mia stilografica,antica discendente dalle penne d’oca delleCrociate, si ribella.Ma come?! -mi dice- Finché ti servivo m’haiblandita e coccolata, hai sempre badato cheil mio serbatoio fosse ben pieno dell’inchiostromigliore; nemmeno con la biro, mi scambiavi.E ora? Dopo anni in cui ti sono stata fedelee devota, dopo che ho riferito puntualmenteogni tuo pensiero senza mai censurare nulla,anzi semmai talvolta -lo sai bene- suggerendotiidee che tu nemmeno sapevi di avere, mibutti via? Ma te la ricordi quella volta che dovevi scriverequell’intervento e per 15 giorni, mica uno, non hai saputo che cavolodire? Ti sei scordato che fui io, proprio io che, vista la tua evidenteinettitudine, risolsi la situazione? Prendesti una risma di fogli

M a l e d e t t a s t i l o g r a f i c a !

Finalmente anche la scienza medica ufficiale è arrivata a quanto ognivecchio medico di famiglia sapeva già. Ma mentre i medici dei tempiandati lo sapevano per intuito e pratica, oggi la scienza -e in particolarela neurofisiologia- l'ha appurato in maniera tale che la cosa non puòpiù essere messa in discussione.Vale a dire: il successo di un atto terapeutico dipende non solo -com'èovvio- dal farmaco impiegato, ma anche dal tipo di rapporto che legail medico al paziente.In altre parole: un rapporto personale validotra medico e malato, che comunichi aquest'ultimo l'interesse anche umano chel'operatore sente per lui (non solo quindi, peril suo caso) ha l'effetto di per sé di attivarequelle difese naturali che, innate in ogniessere umano ed elicitate da molti fattoridurante l'arco della vita, riguardo allospecifico atto medico vengono elicitate dalladimostrata disponibilità affettiva del sanitarioa prendersi cura del suo paziente. Un principio del genere non avrebbe datoproblemi al vecchio medico condotto chefaceva il suo giro sapendo vita morte emiracoli dei propri pazienti per i quali era sì il medico, ma assai spessoanche il confidente, il consigliere, la guida non solo terapeutica. I vecchi medici infatti avevano per la persona dei pazienti un approccio,per forza di cose, assai diverso da quello che hanno i medici di oggi.Anzitutto essi facevano uso fondamentale dell'occhio clinico, oggisostituito dall'insieme delle analisi; un approccio più sicuro, s'intende,ma mentre l'attenzione del sanitario che si serve dell'occhio clinico siappunta sulla persona del paziente, quella di chi esamina le analisi siappunta sulle analisi stesse, tanto che alle volte la diagnosi può essere

fatta a distanza e senza nemmeno esaminare il malato.Poi il frazionarsi delle specializzazioni, sempre più parcellizzate,portando lo specialista ad interessarsi del proprio campo specifico,lo allontana dalla persona intera del paziente.Insomma: la medicina attuale, medicina d'organo, concentraattenzione e terapia sull'organo allontanandola dal complesso dellapersona che quell'organo ha, che a quell'organo può avere problemianche gravi, ma che con quell'organo certo non s'identifica.Il medico quindi, se non vuole perdere l'importantissimo ausilioterapeutico costituito da un buon rapporto personale col pazientedeve occuparsi da un lato dell'organo portatore del sintomo, ma

dall'altro della persona che ha davanti,delle sue ansie, dei suoi dolori, delle suevicissitudini, anche quando queste nonhanno -spesso solo apparentemente- nullaa che vedere con il disturbo lamentato.Naturalmente un tale approccio richiedenel medico maggior tempo e disponibilità,in una parola, maggiore amore verso lapersona che, con l'angoscia di chi soffre,si rivolge a lui. Richiede, in altre parole,che il medico sia un professionista e nonun semplice lavoratore con partita iva.Altre medicine, più antiche, talvoltaancora seguite in settori di nicchia, hannoinvece conservato quell'approccio umanistico

che, unico nei tempi antichi, sarebbe tuttavia una enorme sciaguraperdere in quelli moderni, sull'assunto, non certo dichiarato, mapure implicito tra una riga e l'altra dei manuali universitari, che dalpunto di vista medico non vi siano persone umane, masemplicemente organi, da risanare secondo sia pure accuratissimidettami della scienza.

Dr.ssa Giovanna Giorgett imedico chirurgo

segretaria naz.le Fiamo

I l m e d i c o e i l r a p p o r t o

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A Z I E N D A O S P E D A L I E R A A Z I E N D A O S P E D A L I E R A

C e n t r o S a l

Dott. Alessandro SanguinettiResponsabi le del la S .S .D. Senologia e coordinatore del Centro Salute DonnaAzienda Ospedal iera “S. Maria” di Terni

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Il Centro Salute Donna si conferma come polo di altoIl Centro Salute Donna si conferma come polo di altolivello tecnologico strumentale e professionale.livello tecnologico strumentale e professionale.Da febbraio si è arricchito di nuovi strumenti diagnostici di ultimagenerazione, donati da associazioni del territorio.Da febbraio il Centro Salute Donna dell’Azienda Ospedaliera Santa Mariadi Terni si è arricchito di nuove attrezzature diagnostiche grazie al contributocongiunto dell’Associazione Tiziana Cerocchi Foschi - Un Sorriso per la Vitae della Fondazione Aiutiamoli a Vivere Terni x Terni=Anch’io. Gli strumenti donati, un colposcopio e un isteroscopio di ultimissimagenerazione, vanno ad ampliare l’offerta dedicata alla prevenzione dellelesioni precancerose e delle patologie tumorali dell’utero.“In un periodo come questo -sottolinea il direttore generale dell’aziendaospedaliera di Terni Andrea Casciari- in cui i continui tagli alla sanitàrichiedono grandi sforzi per il contenimento dei costi e la razionalizzazionedelle risorse, la sinergia con le associazioni e gli istituti del territorio sidimostra fondamentale per garantire un continuo aggiornamento tecnologicoe migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie”.La nuova dotazione strumentale è di fondamentale importanza se siconsidera che il tumore del collo dell’utero e dell’endometrio rappresentanorispettivamente la terza e la quarta causa di morte per cancro, dopo quello alseno ed al colon-retto, tra le donne in Italia.“Il Centro di Salute Donna -precisa Alessandro Sanguinetti- offre un polodi alto livello tecnologico strumentale e professionale, al cui interno sipossono trovare tutte le prestazioni, con modalità personalizzate di presa incarico ed accesso unico e semplificato al percorso di prevenzione, diagnosie cura delle patologie femminili. Nel Centro Salute Donna si integrano, infatti, le competenze e le professionalitàdell’Azienda Ospedaliera per evitare la frammentazione nell’erogazionedelle prestazioni e conseguire un alto profilo di efficienza e qualità”. I percorsi sono dedicati alla valutazione clinico strumentale di I livello e allamammografia clinica e interventistica di II e III livello, alla senologia, allaprevenzione dei tumori al collo dell’utero, alla ginecologia, alla urologia allaendocrino-chirurgia ed alla chirurgia plastica e ricostruttiva. Le donne potranno avvalersi, nell’ambulatorio polifunzionale specialistico,di diverse figure professionali quali chirurghi senologi e plastici, urologi,microbiologi, oncologi, psicologi, medici nucleari, radioterapisti e specialistidella riabilitazione. L’attività è supportata da tecnologia altamente innovativa (mammografodigitale in appoggio all’attività clinica, ecografo digitale di ultima generazione,eco-elasto-sonografo, sala di senologia interventistica con sistema ottimaledi ricerca delle piccole lesioni con stereotassi digitale e tavolo dedicato).Caratteristica principale delle apparecchiature mammografiche presentinell’Unità di Senologia dell’Azienda Ospedaliera è la tecnologia digitaleche offre numerosi vantaggi, sia alle pazienti sia al personale medico. Primo fra tutti, riduce la dose assorbita per chi si sottopone all’esame, evitafastidiose ripetizioni delle indagini dovute a motivi tecnici ed acquisisceistantaneamente le immagini necessarie alla refertazione dell’esame. Particolare attenzione è rivolta all’accoglienza, che prevede un puntoinformativo unico e un percorso diagnostico terapeutico centralizzato.

Percorso senologicoMammografia clinica ed interventistica ; Trattamento chirurgico; Polimorfismi genici di suscettibilità associati al rischio di carcinoma della mammella.

Percorso Microbiologico e VirologicoScreening delle infezioni a trasmissione sessuale;Screening e tipizzazione dell’HPV;Le infezioni genito-urinarie nella donna in menopausa.

Il Centro Salute Donna pr

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S A N TA M A R I A D I T E R N IS A N TA M A R I A D I T E R N I

l u t e D o n n a

Percorso ginecologicoed urologicoScreening tumore del collo dell’utero; Centro menopausa; Ambulatorio per la rieducazionedel pavimento pelvico Incontinenza urinaria.

Percorso endocrinoScreening patologie tiroidee; Studio del metabolismo del calcio; Obesità; Patologie ovariche e riproduttive.

Percorso di chirurgiaplastica e ricostruttivaConsulenza;Trattamento.

C a r c i n o m a a l l a m a m m e l l a I numeri

La sopravvivenza a 5 anni va dal 97% per la neoplasia localizzata,al 78% per la neoplasia con diffusione regionale ed al 22% per lamalattia metastatica. I dati a 5 anni di sopravvivenza in Italia in casi di carcinoma dellamammella sono superiori alla media europea (76,7% verso72.5%).Incidenza umbra 126,1 nuovi casi ogni 100.000 donne.Tasso di mortalità in Umbria intorno al 18%, questo atestimonianza della percentuale di sopravvivenza molto buona.

revede i seguenti percorsi

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LLaa ssppeedd iizz iioonneedd ee ii MM ii ll ll ee ::

il viaggio e lo sbarco

Sin dal primo giorno di navigazione la principale preoccupazione delduce dei Mille fu di trovare le munizioni, completamente mancanti:per tale ragione Garibaldi consultò Bandi, esperto della costa toscana,il quale gli consigliò di approdare a Talamone, ove convinse ilcapitano del forte a far entrare nel porto i due vapori.Eterogenea folla di borghesi, intellettuali, patrioti, artigiani, operai,disertori e spesso di poveri diavoli nella più romantica tradizioneottocentesca, quell’anomala schiera sorprese i militari della cittadinatoscana poichè del tutto mancante di uniformità nell’abbigliamento,propria di qualsiasi corpo regolare. Nonostante Garibaldi avesse decisodi indossare l’uniforme di generale piemontese dando tale ordineanche a parte dei propri uomini per tranquillizzare gli atterriti ufficialidi sanità del luogo, a prevalere erano gli indumenti civili, cui siaffiancavano i costumi tipici delle varie regioni italiane ed alcunegloriose camicie rosse, di cui i volontari vennero dotati integralmentesolamente dopo essere giunti nella contrada sicula. Unica donna presente a bordo dei legni che trasportavano quei 1089prodi, era la consorte di Francesco Crispi, l’eroina Rosalia Montmasson,cui il generale, premuroso neiconfronti di chi si sarebbe dimostratavalorosa fra valorosi, rivolse leseguenti parole: Venite dunque secosì vi piace; ma ricordate che viesponete a rischi e pericoli e che ionon posso rispondere di nulla. Dopo aver dato lettura dell’ordinedel giorno, che, di stampo chiaramentemonarchico, spinse ad abbandonarel’impresa alcuni fra i più accanitirepubblicani come l’avvocato sardoVincenzo Brusco Omnis, l’eroe deidue mondi si occupò di formare lecompagnie ed incaricò il colonnelloTurr di recarsi ad Orbetello per farsiconsegnare delle armi dal capitanoGiorgini, il quale a causa di talecollaborazione subì due mesi di reclusione presso il carcere delleMurate a Firenze.L’ 8 Maggio Garibaldi aggregò una compagnia di volontari alla colonnadello Zambianchi, che, come già accennato, tentò di scatenare unasventurata rivolta nello Stato Pontificio, i cui partecipanti si sarebbero inseguito dispersi per poi recarsi a combattere in Sicilia; la sera dellostesso giorno, dopo aver fatto risalire a bordo tutti gli uomini, il generalesi infuriò a causa del grave ritardo dei commissari degli approvvigionamenti,ritornati i quali si fece rotta verso Porto Santo Stefano, ove nuovamentegrazie alle maniere forti di Bixio si costrinse il custode dei magazzinigovernativi a consegnare il carbone necessario ai due legni.Scacciati anche dei bersaglieri saliti clandestinamente a bordo controla volontà del maggiore Pinelli, si poté quindi procedere verso la propriameta, ove l’11 Maggio si sarebbe sbarcati a Marsala dopo averoltrepassato l’isolotto di Maretimo, luogo di prigionia di molti martiridella santa causa italiana. Unici fastidi che si ebbero nel corso delviaggio furono il duplice tentativo di suicidio di un folle infiltrato,che dopo esser stato salvato dall’affogamento venne sbarcato aTalamone, per poi riuscire a risalire sul Lombardo, dove tentònuovamente con insuccesso l’assurdo gesto, ed un incidente causatodall’eccessiva foga del duce dei Mille, che, volendosi avvicinare ilprima possibile alla costa con il veloce Piemonte, perse di vista l’altraimbarcazione, più lenta ed avente l’irrequieto Bixio come capitano.Quegli attimi di smarrimento, resi ancor più terribili dal pericolocorso comunicando con segnali luminosi, dovuto al rischio di essereindividuati da legni nemici, vennero così descritti da Bandi: Nessunoosava fiatare. Furon fatti, ripetute volte, col lume i segnali convenuti,ma dalla parte di dove si aspetta il Lombardo nessun lume si vide,nessun segnale rispose. Si fece fischiar la macchina, si suonò a piùriprese la campana, si dette nelle trombe, ma fu lo stesso che suonaree fischiare ai morti (…) una immensa massa nera, simile al vascellofantasma, passò di volo accanto a noi, e poi si volse e prese a girarciattorno. (…) Un livornese, che stava appollaiato sul bompresso,gridò:“Capitano Bixio!” Tosto, la voce argentina di Bixio cirispose: “Ehi…“. Un grido di gioia proruppe a bordo al Piemonte;

un lungo “Viva Garibaldi” suonò sul Lombardo. Quelle acclamazioniin mezzo al silenzio notturno de’mari furono veramente solenni.Intermezzi forse non in grado di cambiare la storia ma sicuramentecapaci di dimostrare la quotidiana epicità di quell’impresa, episodi delgenere furono frequenti nella decennale epopea garibaldina e vennerosempre ricordati con ironia e nostalgia nei confronti delle avventurevissute nell’età della propria spavalda giovinezza dai numerosi autoridella memorialistica risorgimentale, letteratura oramai dimenticata dalnostro ingrato popolo. Oramai superati gli imprevisti accaduti in appena sei giorni di viaggio,si era innanzi a quella che fu la culla della Magna Grecia, patria deiVespri. Ecco da mille voci unitamente Gerusalemme salutar si sente:abbandonata ogni esitazione, era giunto il tempo della pugna, cortesedisfida di valorosi ed erranti cavalieri della libertà. La scelta di Marsala come luogo dello sbarco non fu affatto casuale:essa venne compiuta da Garibaldi poiché i pratici di quelle località laindicarono come maggiormente adatta in quanto avrebbe potuto offrireun approdo sicuro a differenza di Menfi, inizialmente da molti additata. Fu così che, nonostante la diffidenza di alcuni napoletani e sicilianiche, essendo decisamente superstiziosi, temevano la iettatura delVenerdì, il porto ove sostò Don Giovanni d’Austria dopo la gloriosabattaglia di Lepanto venne avvistato mentre era in corso la tranquillacolazione di uomini pronti, se necessario, al massacro.Fin troppo la conduzione di quel moto fu oggetto di dibattito, innumerevolivolte si discusse sull’istituto della dittatura assunta dal generale,sull’ingenuità di quest’ultimo nell’affidare alle persone sbagliate incarichifondamentali e sulle innumerevoli ombre di quella spedizione, come

i fatti di Bronte; rari e non ascoltatifurono i tentativi di distinguere leresponsabilità dell,’eroe dei due mondida quelle del governo piemontese,unico responsabile della politicameridionale per quasi un secolo.Esercizio molto amato dagli italiani,spesso si è attribuito il successo diquell’impresa ai soli interessi dipotenze straniere, non riconoscendominimamente il valore dei volontari,come se fosse possibile costringereuna nazione a divenire una contro lapropria volontà. Ben lungi dal disconoscere ilRisorgimento quale capolavoropolitico di un decimo degli italiani edal pretendere di possedere la verità

sulle luci e le ombre di mezzo secolo di storia italiana, azzardo chenecessiterebbe una vita di studi per essere scoperto assurdo, desideroche il lettore non abbia altra speranza che seguire i passi di quegli eroi,certo che, nonostante nel corso di quei mesi opposte volontà abbianoinevitabilmente condizionato attraverso spionaggio e corruzione ilcorso degli eventi, non fosse fra le intenzioni né di Garibalditantomeno degli uomini al suo comando aderire ad un progetto che,salvaguardando innanzitutto i propri interessi, prevedesse comeestremamente probabile la propria morte.Accingendomi quindi all’umile canto dell’eroismo dei Mille, primodei compiti cui dovrò assolvere sarà la narrazione di ciò che avvennea Marsala, creduta erroneamente insorta a causa delle errateinformazioni possedute.Era quella una tranquilla cittadina ove esisteva un consolatobritannico, presente a causa del famoso liquore la cui produzione eranelle mani degli inglesi, che nel suo porto avevano delle navi. Dopo aver salutato una di esse, i due legni agli ordini di Garibaldi siaccorsero della presenza di imbarcazioni borboniche, le quali tuttaviasi impadronirono del Lombardo, mandato in secca da Bixio, e delPiemonte solamente quando i volontari ebbero completato leoperazioni di sbarco per non correre il rischio di affondareun’imbarcazione inglese.Entrate in paese dopo essere state sottoposte al cannoneggiamentonapoletano in porto, le truppe garibaldine ricevettero una pessimaaccoglienza poiché, nonostante avessero risparmiato a quel borgo diessere distrutto dal fuoco nemico non rispondendo a quest’ultimo, essosarebbe stato nuovamente occupato dall’esercito napoletano nonappena fossero partiti.Il generale, affatto turbato da ciò, consumò una frugale cena assiemeai propri compagni d’arme, più esigenti in fatto gastronomico,ricevendo anche la fredda visita del sindaco locale; sin da principio fuchiara l’unica strada percorribile per conquistare il favore d’unapopolazione abituata da secoli al servaggio, la vittoria.

Francesco NeriScuola Media Leonardo Da Vinci - Classe III Sez. A

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Uniche infatti sono le possibilità offerte dallo “strumentoacqua”, che agisce contro la forza di gravità (principio di

Archimede), e consente al corpo dimuoversi in assenza di peso: questodetermina una maggiore facilità amuoversi quando per esiti traumatici,per deficit neurologici o dopo chirurgiaortopedica sarebbe impossibile odannoso caricare il peso reale suipropri arti. Il risultato è una diminuzione dellostress e del carico sull’apparatomuscolo scheletrico che facilital’esecuzione di movimenti in assenzadi dolore.

La resistenza offerta dall’acqua ègraduale, non traumatica, distribuitasu tutta la superficie sottoposta amovimento, proporzionale alla velocitàdi spinta e quindi rapportata alle capacità individuali di ognipersona. L’effetto pressorio dell’acqua, che aumenta con la profondità,esercita un benefico effetto compressivo centripeto sul sistemavascolare, normalizzando la funzione circolatoria e riducendoeventuali edemi distali. Tale effetto è ampliato nel Percorso Vascolare Kneipp dovesi alterna ciclicamente il cammino in acqua calda e fredda.

Inoltre la temperatura dell’acqua, più elevata (32° - 33°)rispetto alle vasche non terapeutiche, permette la riduzionedello spasmo muscolare e induce al rilassamento. Per questoil paziente si muove meglio e la muscolatura appare più elastica.La riabilitazione in acqua è utile e proponibile a tutti, daibambini agli anziani; per potervi accedere non occorre essereesperti nuotatori è sufficiente un minimo di acquaticità.

Con la riabilitazione in acqua è possibile non solo ristabilirele migliori funzionalità articolari e muscolari dopo unincidente, ma anche eseguire delle forme di eserciziospecifiche per prevenire la malattia o per curare sintomatologiecroniche come la lombalgia.Tali esercitazioni sono particolarmente indicate per queisoggetti in forte sovrappeso con difficoltà di movimentolegate ad obesità, ad artriti, a recenti fratture o distorsioni.Nella maggior parte di questi casi si registra un nettomiglioramento del tono muscolare e dei movimenti articolaridopo un adeguato programma terapeutico. Il paziente, seanziano, acquisisce in tal modo un maggiore controllomotorio che, migliorando l’equilibrio, allontana il rischio dicadute e rallenta il declino funzionale legato all’invecchiamento.

La riabilitazione in acqua è particolarmente indicata in:- esiti di fratture - distorsioni, lussazioni - patologie alla cuffia dei rotatoridella spalla

- artrosi dell’anca e delle ginocchia - tonificazione muscolare in preparazione all’intervento chirurgico

- mal di schiena (lombalgia, sciatalgia, ernia ecc.)

- para paresi spastiche- esiti di interventi neurochirurgici- esiti di ictus- esiti di lesione midollare- disturbi della circolazione venosa

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Qualche decennio fa la raccolta delle olive iniziava dopo l’Epifania.Le giornate si erano allungate, il maiale era stato sistemato a dovere,i prosciutti salati e impepati erano stati appesi ad asciugare insiemealle salsicce e ai mazzafegati (salsicce di fegato) e le pacche di lardoe il guanciale, detto barbazza, facevano bella mostra appesi alle pertichenell’ampio magazzino aerato e gelido. Tutte le festività erano finalmente dietro le spalle e quindi il contadinopoteva dedicarsi alla raccolta senza troppe distrazioni. C’era rimastasolo la festa di S. Antonio Abate, quando si dovevano portare le vacchepulite, strigliate e tutte infiocchettate di rosso alla benedizione, ma lacerimonia non durava poi molto. Allora al mattino, dopo aver rifattola lettiera dei ruminanti, cambiata loro la paglia e data loro da mangiarela razione di fieno, il contadino e la sua famiglia facevano colazione:un bel piatto di fagioli lessi, conditi con abbondanteolio, una goccia di aceto, sale q.b. e un paio di bellefette di pane fatto in casa qualche giorno prima epoi tutti nell’oliveto. Gli uomini sulle scale colcanestro di vimini a tracolla e la bacchetta (con uncinoper appenderla sulla scala) per abbattere i chicchilontani, le donne e i ragazzini, se di domenica, araccogliere a terra inginocchiati sopra un sacco diiuta ripiegato più volte. La reti da mettere a terranon erano state ancora inventate e nemmeno i palicon manina in cima, azionati a batteria. La raccoltadelle olive era fatta rigorosamente a mano e dallamano del contadino passavano al canestro e da questo,una volta quasi pieno, al sacco di iuta che stava a terra. La sera si portavail tutto a casa e le olive venivano versate sul pavimento di cottodell’apposito magazzino. Ogni giorno venivano maneggiate con unapala di legno perché prendessero aria e non ammuffissero. A pranzo si mangiava in piedi una salsiccia arrosto a testa, cotta allospiedo, sul fuoco acceso tra i sassi da una donna che così approfittavaper scaldarsi le mani. Ma non avevano ragadi alle mani, direte voi?Altroché! A volte le ragadi erano così profonde da far affiorare il sangue.E sapete come le curavano? Ogni sera prima di andare a letto e almattino prima di uscire, prendevano un pezzo di omento (grasso dellapancia) di agnello castrato e se lo strofinavano sulle mani standodavanti al fuoco. Col calore il grasso si scioglieva un po’, penetrandoin ogni dove e ricostituendo una specie di mantello idrolipidico aprotezione delle mani. Ogni tanto lo spiedo carico di salsicce, gocciolante il saporito grasso,veniva strofinato sulla mollica di un filone di pane, tagliato a metà insenso longitudinale, in modo da non sprecare tutta quella grazia di Dio.Dopo un buon bicchiere di vino si riprendeva il lavoro con buona lena

fino al tramonto del sole. Allora si tornava a casa e mentre unadonna riaccendeva il fuoco e iniziava a preparare la cena, a base diun fumante piatto di pasta fatta in casa col sugo di carne di maiale,qualcun’altra dava da mangiare ai maialini e ai conigli e ritirava le

uova dal pollaio, gli uomini accudivano al bestiamegrosso e rinforzavano la catasta di legna accanto alcamino. In genere accadeva che la donna piùanziana, oltre a raccogliere le olive, raccogliesseanche l’insalata di campo spontanea infilandolanel capace zinale tirato su e legato alla vita. Mentre veniva tirata la sfoglia c’era tutto il tempoper pulire i crispigni, i dolcissimi caccialepri, lasaprosella, la cicorietta e la pimpinella. Una volta pulita l’insalata veniva tagliuzzata econdita con olio, sale e aceto e, una volta data adognuno la sua razione, c’era la gara a ripulire ilpiatto grande. Tutto questo tran tran andava avanti,

tempo permettendo, finché tutti gli ulivi non erano stati alleggeritidel loro prezioso frutto. Poi le donne ricominciavano da capo ripassandotutte le piante a terra, per raccogliere le olive cadute in un secondomomento a causa del vento, magari perché rimaste in bilico sopraun ramo. Questa operazione di spigolatura nel dialetto ternanoveniva chiamata annà a arviacà o ji’ a vvaghèlle. Le olive raccolte venivano messe nei sacchi di juta e portate con uncarro al frantoio. Dopo la macinatura erano inevitabili le discussionisulla resa in olio sempre col recondito pensiero di essere statiturlupinati dal mugnaio ladro. Non è cambiato niente perché ancheadesso si può assistere a discussioni e liti che portano inevitabilmente ilcontadino a cambiare spesso frantoio e … frantoiano. Mentre nei decenni passati il 19 marzo si festeggiava la chiusuradei molini friggendo quantità industriali di frittelle di San Giuseppe,oggi a quella data i frantoi sono chiusi da un bel pezzo, ma la qualitàdell’olio di oliva con la raccolta anticipata e meccanizzata ci haguadagnato parecchio. Dedicato ai giovani che forse non sanno e aimeno giovani che non hanno dimenticato. Vittorio Grechi

C’era una volta...

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è ascoltare la voce del prodotto per comunicarla alla collettività”.Come lavori? “All’inizio tutto è un’idea, un pensiero che creo dalnulla, in base a delle linee guida che il cliente mi chiede e in base alsuo prodotto. Tutto avviene sulla carta con dei disegni e delle idee.Successivamente, inizio a fare una scaletta tecnica con i vari passaggidella storia dello spot pubblicitario, poi creo uno storyboard, i disegnidelle varie inquadrature dello spot, poi aggiungo le varie battute deipersonaggi, se necessarie, il tipo di fotografia, i costumi e i luoghidove sarà ambientata la storia. È come fare la regia di un film”.Qual è la cosa che più ti affascina del tuo lavoro? “Mi piaceimmaginare, usare la fantasia per vedere e comprendere l’essenzadelle cose. Siamo sommersi da oggetti, da cose più o meno utili eogni cosa ha una forma, dei contenuti più o meno ricchi, ma comunquedei messaggi. Spesso questi messaggi non li comprendiamo, ecco, io

amo analizzare e creare questi messaggi. Mi piace dare voce alle cose”. Sei giovane eppure hai vinto moltissimi premie ricevuto tanti riconoscimenti in campoartistico, cosa si prova? “Sicuramente tantasoddisfazione e felicità. Sapere che moltepersone condividono il tuo lavoro e il tuoimpegno è una cosa fantastica. Il mio obiettivoè fare sempre di più e sempre meglio, se fosseper me la notte non dormirei mai. Ho troppecose da fare, tante idee da sviluppare”. Cosa dicono i tuoi amici? “Sono i miei primi

supervisori, ogni volta che elaboro qualcosa, loro devono essere iprimi a vedere il lavoro. Mi aiutano a capire se una cosa funziona omeno. La pubblicità funziona se il feedback del pubblico è positivo,i miei amici sono il mio primo pubblico. Sono entusiasti di me e mistimano molto”. Chi sono i tuoi clienti? “Ho lavorato con grandi marchi quali Nike,Diadora, Armani Jeans, Barilla, Ferrero ma anche con marchi minoriche volevano inserirsi nel mercato attraverso pubblicità televisive enon solo su cartaceo”. Cosa ti aspetti dal futuro? “Mi aspetto che tutto continui ad esserecom’è adesso”. Lorenzo Bellucci [email protected]

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Dev’essere bellissimo poter dire: “Ho ottenutotutto quello che volevo”. Dev’essere terribile sequando pronunci questa frase hai 27 anni e ilresto della vita davanti. Marco Rapisardi, giovane e promettentedirettore creativo della Red Stock, neoagenzia

pubblicitaria inaugurata due mesi fa a Roma, ha proprio la stoffa delcreativo, del genio e dell’artista. Sguardo sempre assorto tra i suoipensieri, occhi profondi incorniciati da un paio di occhiali in perfettostile nerd e una voglia di vivere che ti illumina la giornata. Disponibilee spaesato, guarda il display del suo cellulare che trasmette continuamentemessaggi, sms di lavoro che non lo lasciano mai un attimo e unatelefonata della mamma che da Torino gli chiede se è tutto ok. Una vita in continuo movimento, viaggi in tutto il mondo e tre lingueparlate con scioltezza come se fossero la linguamadre. Un ragazzo solare e sorridente, deciso eintraprendente con il suo sogno nel cassettodiventato realtà: lavorare nel mondo dellapubblicità. Marco, la tua vita in tre parole?“Sicuramente…tenacia, credere sempre neipropri sogni; Amore, innamorarsi di ciò che sifa; Coraggio, non avere mai paura delle sfidedella vita”. Quando è nata la tua passione perl’universo della pubblicità? “Credo all’incircaintorno ai 16 anni, quando ho iniziato ad appas-sionarmi ai fumetti e alla Pop Art. Mio zio è uncollezionista di quadri, arte contemporanea, mi hanno sempreaffascinato molto i suoi discorsi sull’arte e la cultura del 900’. I video che mi mostrava di quando era bambino, gli anni 50’ e 60’,Carosello e tutte le sue storie sulla televisione. Dopo la maturitàclassica mi sono iscritto allo IED di Roma, mi sono diplomato ingrafica pubblicitaria e oggi sono fiero della mia scelta”. In cosa consiste il tuo lavoro? “In poche parole, prendo un prodottoche mi commissionano e lo confeziono visivamente per il mercato.Gli creo una storia, un colore, una luce, una musica e uno slogan poiattraverso la televisione o il web, il prodotto è pronto per il mercato.Ogni prodotto ha un’anima, una sua vita, il compito del pubblicitario

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Marco Rapisardi e il suo sogno diventato realtà

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Le esigenze dei giovani italiani in formazione, lo status professionaledei docenti, i problemi quotidiani di una scuola a rischio di asfissiaper carenza di finanziamento e ipertrofia burocratica sono questioniche la recente campagna elettorale non ha affrontato, se non inmodo alquanto marginale.Eppure è lì che si sta giocando il futuro del nostro Paese. La mancanza di un'identità professionaleforte, della quale gli insegnanti sono staticolpevolmente spogliati in decenni dicompressione sociale ed economica delloro ruolo, ha dato frutti avvelenati: dallaindifferenza di un'opinione pubblica chenon sembra cogliere la complessità el'impegno del loro lavoro, all'incapacitàdi varare regole limpide e stabili per ilreclutamento, alla lotta intestina dentro unprecariato in perenne crescita, al ritualismodi una collegialità formale, in cui lapartecipazione democratica rischia diperdersi anziché rafforzarsi...La proposta di ampliamento dell'orario diservizio a 24 ore -tra l'altro a stipendioinvariato- inizialmente inserita nella“legge di stabilità” dal governo Monti epoi rapidamente ritirata, non ha fatto che ribadire un lungoequivoco, che deve essere chiarito, invece, una volta per tutte.Il nostro orario di lavoro va ben oltre le lezioni in classe: lapreparazione delle prove scritte, nella variegata tipologia che lanormativa attuale prevede, e la loro correzione, come pure ilprocesso di aggiornamento e ridefinizione dei contenuti culturali,che non può certo ritenersi concluso con gli studi universitari,l'approntamento di quei progetti che costituiscono una parte

Entra caracollando in classe. Sotto il braccio registri, cartelle piene di compiti,libri, fogli di appunti che sbucano ovunque. L’insegnante biascica un “Buongiorno” ansimando, rovescia il suo carico sullacattedra di fòrmica verde, che lo accoglie con un sinistro scricchiolio. Mette atacere i brusii. Occhio stanco, volto tirato: eccolo qui il nostro insegnante. Tanto amato, tanto odiato. Ripensa alla notizia letta sul giornale qualche giorno prima: “Proposta diaumento dell’orario di insegnamento da 18 a 24 ore settimanali”. Si scervellasulle possibili conseguenze di tale riforma e scuote la testa contrariato.E chi mai potrebbe biasimarlo? Vive in un Paese dove i ministri-mani di forbiceagiscono ai danni dell’Istruzione. Questo nuovo progetto è la goccia che fatraboccare il vaso. E tutto avviene senza che nessuno se ne curi.La crisi rende ciechi. Si pensa a se stessi. Qual è il problema se la “classenullafacente” lavora sei ore in più? Eppure il problema c’è. E sono in pochi a vederlo. Quello di persone che, oltrealle 18 ore settimanali visibili, ne sacrificano molte altre, che non vengonoconsiderate neanche nel loro stipendio. Ore di lavoro passate a casa a studiare,a correggere compiti, a dedicarsi alla formazione delle future generazioni. Ma c’è ancora chi dice che non mostrano sufficiente senso di responsabilità.Che non si adoperano abbastanza. Ci sono insegnanti di questo tipo, è vero, ma i fannulloni sono una minoranza,che esiste in tutte le professioni. Aumentare il loro orario non è la soluzione. Non aumenterà la qualità dell’insegnamento, né i soldi nelle casse dello Stato.Al contrario, favorirà il peggioramento del livello di istruzione, perché gliinsegnanti non potranno dedicare a ciascuna classe il tempo adeguato, avendotante più menti da formare. Saranno costretti a lavorare in modo meno efficiente, magari riciclandomeccanicamente compiti in classe, lezioni e sforzi. Vogliamo veramente un futuro basato sul riciclaggio? Ma il nostro insegnante guarda i suoi alunni, sorride e inizia la lezione: in unmondo fatto di “spread”, qualcuno crede ancora nella cultura.

Camilla Bernardinangel i e Valentina Sernicola I D

G l i i n v i s i b i l i

Un lavoro al buio

importante dell'offerta formativa, le attività di coordinamento everbalizzazione nei Consigli di classe, l'impegno pomeridiano negliorgani collegiali e altro ancora, che sarebbe davvero troppo lungoqui enumerare, concorrono a una dilatazione notevolissimadell'orario di lavoro, di cui le 18 ore sono soltanto il prodotto finale.Inoltre, le nostre vacanze estive, tra esami di Stato, corsi di recupero

e scrutini supplementari, non sidistendono più placidamente ininterrottenel calore di luglio e agosto. E questo ormai da molto tempo, senza chesia cessato quel chiacchiericcio fastidiosoche, puntualmente, ogni anno, ci circondain prossimità dell'ultimo giorno dilezione, con frasi del tipo: Sono cominciate,eh, le vacanze?! Sullo sfondo, poi, unamobilitazione massiccia, intensa equotidiana di energie intellettuali edemotive, che soltanto chi fa esperienza divita in classe può comprendere appieno.Se tutto il lavoro svolto dall'insegnanteconcorresse davvero alla definizione delsuo orario di servizio, spesso non baste-rebbero 36 ore settimanali! È però indispensabile renderlo più visibile,

pubblico, immediatamente constatabile. E questo può avvenire -nesono convinta- se accettiamo di svolgerlo interamente a scuola. Solo sottraendolo all'ambigua penombra delle pareti domestiche einserendolo nella cornice istituzionale che gli compete, potremorivendicarlo nella sua pienezza e spazzar via il pregiudizio, così alungo coltivato presso l'opinione pubblica, di una professione atempo parziale, poco impegnativa e perciò poco remunerativa.

Prof. Marisa D'Ulizia

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Crisi, tagli, tagli, crisi; scioperi sì, scioperi no, forse, non-lo-so; fondi, laboratori;ricevimenti, alunni, genitori; compiti, compiti da ideare, compiti da correggere,compiti da riportare, compiti da annullare; consigli di classe, autorizzazioni,uscite didattiche, o meglio “Professore, ci accompagna in gita?”No, non è brainstorming. Sono le parole-guida alla comprensione dell’insegnantedegli anni Dieci del XXI secolo, tra il confronto con il passato e lo scontro conil presente. Che cosa si può dire a riguardo, o meglio, cosa può uno studente direa riguardo? Nel raccontare il passato, gli adulti di solito fanno della capacità diassestare scapaccioni da parte degli insegnanti il perno della tesi “si stavameglio quando si stava peggio”, come se le pene corporali rendessero piùefficace l’istruzione nelle teste degli studenti. Ora, invece, l’insegnante è affetto dalla “sindrome da accudimento incondizionato”poiché la dura e imparziale legge gli appioppa la responsabilità delle azioni diesseri umani dotati di libero arbitrio, anche nel caso in cui si tratti di soggettial di sopra dei quattordici anni. E prescindendo da questo, dalle pene corporalisi è passati all’eccesso opposto, quando, a determinati livelli di insegnamento(prevalentemente elementare), bocciare diventa un problema istituzionale, e“mandare avanti” è l’imperativo categorico, che finisce col destinare decine distudenti poco talentuosi ad essere risucchiati dal vortice dell’istruzione superiore. E poi il valzer degli scrutini di giugno, quando l'anno scolastico sembra lamaratona dei programmi non compiuti (e non completabili), con l'intasamentodigitale di dati su dati, di numeri su numeri, con il calcolo della condotta el'attribuzione del tanto ambito 9,1 agli studenti modello (come se davvero il valoredi una persona potesse essere tradotto in cifre!).Per non parlare poi del fatto che essere degli insegnanti viene considerata una sceltadi serie B, contraddistinta dal “siamo troppi”, da qualche buon decennio diprecariato, in cui la lotta per la vita di Hobbes si concretizza a suon di punteggie graduatorie, nonché da uno stipendio, che, tra cambiamenti di moneta correntee cataclismi vari, ha avuto la peculiare caratteristica di veder diminuire ilproprio potere di acquisto a velocità quadraticamente proporzionale alloscorrere degli anni e al susseguirsi delle riforme (il famoso stipendio Cenerentolarispetto alla media Ocse, come lo chiama Il Sole 24 ore).

Dal l ’a l t ra par te del la cat tedra

E lo stesso vale per i finanziamenti ministeriali, chedovrebbero consentire di ampliare, potenziare, sviluppareil programma. Nel comune sentire l’istruzione, invece diessere percepita come una risorsa o, più propriamente,come una condicio sine qua non per il lieto divenire delmondo occidentale, viene avvertita e trattata come una perditadi tempo, poco produttiva, socialmente non rilevante,coltivata da individui oziosi e bislacchi votati alle propriemere astrazioni mentali: filosofia, matematica, latino (vedicategoria “Ma-che-si-studiano-a-fare-le-lingue-morte?”)...E le leggende metropolitane di termosifoni addormentati ecarte igieniche assenteiste vanno di pari passo con ildeclino di una professione a cui prima era affidato un ruolodi prestigio e di intervento sul reale, un'autorevolezzatalvolta a rischio di autoritarismo, con quel ricorso all'ipsedixit (l’ha detto il professore!), che destinava lo studentemonello alla punizione.Ma di tutto questo trapela qualcosa dall’atteggiamento diun insegnante? C’è forse una qualche eco di protesta,qualche concione politica o rimpianto di quei meravigliosiquanto nebulosi tempi passati? Qualche rivoluzione inatto, qualche moto di sgomento, pietà per programmistravolti e alquanto ottimistici riguardo al rapporto tra coseda fare e tempo a disposizione?Talvolta, qualche parola tra Kant ed Hegel, nel bel mezzodei tragici greci o del pessimismo cosmico e delle peripeziesentimentali di Byron, spunta fuori. Ma accade che, nelraro silenzio, le lezioni sembrino venute da un tempopassato e la crisi, il governo, le tasse appaiano una lontanae indistinguibile eco di protesta, mentre le tranquille parolesulla carta sono la continuazione di ciò che è sempre stato.

Benedetta Ridarel l i III PN

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Con Corrado Spaziani Corrado Spaziani la Fondazione inaugura per il 2013 il tradizionaleappuntamento dedicato alle mostre dei maestri della pittura umbra. È dal 2005, infatti, che la Fondazione ha avviato il “filone” delle mostre diartisti locali, per lo più della “scuola ternana” della metà del Novecento ocontemporanei, aprendo al pubblico le porte di palazzo Montani Leoni.Una ricca antologia quella che la Fondazione dedica a Spaziani, con oltreottanta opere gentilmente concesse in prestito da collezionisti privati ternanie da istituzioni, per rendere omaggio ad uno degli artisti umbri più conosciutiin Europa e non solo. Spaziani, infatti, ampiamente stimato ed apprezzato in Francia per aver espostopiù volte a Parigi, per la sua amicizia con il pittore Armand H. Nakache e conil critico d’arte-filosofo Gabriele Mandel, tenne diverse mostre anche inSvizzera, Germania, India, Giappone e Giordania. Dopo la sua morte si sono svolte molte rassegne in Umbria, Piemonte e aParigi, a riprova dell’interesse per la sua straordinaria vivacità pittorica e della

stima sempre manifestata dai critici d’arte.Dal 1999 Corrado Spaziani è stato ancheinserito nel prestigioso ed autorevole annuariofrancese di E. Bènézit, Dictionnaire despeintres, sculpteurs, dessinateurs et graveurs.Un lustro per la città di Terni che, sebbenenon avesse dato i natali al maestro, originariodi Castel Ritaldi, ha potuto comunque vantarela sua “adozione” lavorativa e artistica. Alla Fondazione era già noto il pittore perle sue straordinarie capacità artistiche, ma aseguito della generosa donazione del figlio,Giulio Spaziani, di undici opere, ha potutoancor di più condividere e amare le doti delgrande maestro.Inorgoglisce, pertanto, potergli oggidedicare un’ampia antologica, egregiamentecurata da Paolo Cicchini, per raccontare lasua arte e i periodi che hanno canonizzato ilsuo lavoro, certi che la rassegna susciteràgrande interesse nel pubblico, ormai assiduofrequentatore delle iniziative culturaliorganizzate dalla Fondazione. Le opere in mostra a palazzo Montani Leoniabbracciano un arco temporale che va dal1950 al 1986 e offrono una panoramicagenerale della vasta produzione artistica delmaestro. Dipinti e ceramiche raffiguranti naturemorte, paesaggi umbri, toscani e provenzali,rappresentazioni di animali (uccelli, mucche,cavalli, agnelli, gatti, asini), vedute diVenezia e Parigi, composizioni campestri escene “sotto la neve”. La mostra sarà inaugurata l’8 marzo 2013alla presenza dell’onorevole prof. VittorioVittorioSgarbiSgarbi e rimarrà aperta al pubblicoogni venerdì-sabato-domenica con orario11-13/17-19.Le foto sono di Marco Santarel l i

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come in questa fascia di età, sia presente tutta una serie di errorialimentari per eccesso e anche per difetto: la quota calorica èspesso in eccesso rispetto ai valori ottimali e così quella proteicaper prevalenza delle proteine animali; l’apporto lipidico è spessoeccessivo come quello di zuccheri semplici a rapido assorbimento,mentre scarseggiano le fibre.Questi errori dietetici finiscono per diventare un fattore di rischio con

la frequente comparsa di obesità e colfavorire quelle affezioni che con il tempotroveranno espressione nell’età adulta comel’ipertensione e l’aterosclerosi.Un’ultima considerazione può essere fattacirca la spesa: le madri devono essereinformate che il valore alimentare dei cibinon è obbligatoriamente legato al costodell’alimento e che con una spesa moltodiversa possono acquistare alimenti di egualevalore calorico, proteico, vitaminico ecc.L’associazione di pasta o riso con legumi(fagioli, piselli, ceci ecc...) è un esempiotipico di completamento nutritivo.Possono essere indicate per una personamedia di età compresa tra i 7 ed i 12 anni leseguenti quantità in grammi di alimenti:

latte vaccino 400-500; pane 200-300; pasta o riso 100-120; patate150-200; formaggi freschi 80-100; olio 30-40; verdure 300-350;frutta 300-350; zucchero 30; uova 3 a settimana.

Lorena Falci Bianconi

All’età di 7 anni il bambino è ormai ammesso alla mensa comune,con l’avvertenza di fornirgli una vasta gamma di alimenti.La quota calorica di cui ha bisogno, espressa con riferimento alpeso corporeo, è leggermente minore di quella dell’età precedente,con notevole variabilità per l’attività fisica svolta dai singolisoggetti spesso esplicata con qualche attività sportiva.Secondo i livelli di assunzione raccomandati per la popolazioneitaliana i bambini tra i 7 ed i 12 anniriducono il bisogno calorico giornalieroda 83-77 Kcal di peso corporeo a 56-48Kcal, a seconda del sesso, rimanendosempre il bisogno energetico prioritario.La quota proteica in questa fascia di etàdovrebbe coprire il 10% delle calorietotali giornaliere, con la presenza diproteine animali per almeno 1/3. Quelle dei cereali possono essere utilmenteintegrate con l’uso contemporaneo dilegumi, quali i fagioli, ricchi soprattuttodi un aminoacido essenziale, la lisina.La quota dei grassi non deve superare il30% delle calorie totali, con preferenzaper l’olio extravergine di oliva. Tra i carboidrati sono da preferire quellicomplessi (grano, riso, mais, orzo), limitando quelli semplici comezuccheri al 10-12%. Le verdure e la frutta, per il loro apportovitaminico e di fibra, sono da ritenere indispensabili.Le ricerche effettuate su popolazioni hanno messo in evidenza

L’alimentazione del bambino dai sette ai dodici anni

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Angelisa Bertoloni e il Linguaggio Universale dell’Arte

Terni ospita, fino al 12 marzo, una mostra d’arte contemporanea che apre unafinestra su quello che riesce a comunicare l’arte, in qualsiasi sua declinazione.Il linguaggio universale dell’arte, organizzata dall’Associazione CulturaleSinergie, è stata in mostra a Palazzo di Primavera dal 10 al 20 febbraio e alC.A.O.S. Museum dal 23 febbraio al 12 marzo e che è riuscita a unire(artisticamente e non solo) Oriente ed Occidente in un mescolarsi di influenze,ispirazioni e colori provenienti dall’Italia e dall’Iraq.Le opere esposte erano i frutti del talento e delle ispirazioni di Jaber Alwan,Fuad, Resmi Al Kafaji, Valentina Angeli, Angelisa Bertoloni, Rossana Morettie Cecilia Piersigilli, che sono riusciti a comunicare emozioni in maniera forte edomogenea, nonostante le naturali differenze di stili e provenienze. La volontà diusufruire dell’arte come strumento di dialogo internazionale e come testimonianzadi valori universali traspariva da ogni opera presente nell’allestimento, posizionatoin maniera tale da fare un vero e proprio viaggio, di quadro in quadro, o di statuain statua, verso quello che di più importante c’è al mondo: la libertà di espressione,qualsiasi modo o mezzo si sia trovato per attuarla. Libertà di espressione chetrova il suo naturale sfogo a seconda dell’estro di ogni singolo artista, come siè potuto felicemente ammirare in occasione di questa mostra.Tutti gli artisti che hanno firmato le opere esposte sono dei talenti incredibili, maquesta volta mi piace presentarvi Angelisa Bertoloni, che oltre a creare dellevere e proprie opere d’arte ha dato vita, insieme ad altre pittrici umbre,all’Associazione Culturale Sinergie, promuovendo arte e cultura che, in unperiodo come questo, non sono mai abbastanza e/o adeguatamente promosse.Non sono una critica d’arte e non voglio indossare dei panni che non mi stannodecisamente bene addosso, ma posso cercare di raccontarvi chi è AngelisaBertoloni e come, con le sue opere, riesca a comunicare tutto quel talento(affinato e reso tale da anni di studio, lavoro e fatica) che non può certo lasciareindifferenti.Angelisa Bertoloni nasce a Salò e giovanissima si trasferisce a Terni: è attrattadall’arte in ogni sua declinazione e approfondisce mediante uno studio personalele diverse tecniche espressive. La sua produzione artistica spazia dalle tele alletavole, dalle tecniche miste agli intonaci ed espone nelle fiere d’arte non soloitaliane ma anche all’estero.Le sue ballerine, o le sue rose, riescono a uscire dai loro quadri ed entrare nelnostro campo visivo ed emozionale esattamente come se fossero in carne edossa (o in petali e foglie!) davanti a noi e non possono davvero non commuovereper il realismo e la delicatezza di tratti.In questa pagina potete ammirare qualcuno dei suoi quadri, ma ognuna dellesue opere è un’espressione del suo estro, del suo talento e della sua bravura, cheriesce a conquistare inevitabilmente anche gli occhi (e i cuori) più critici e piùesperti del settore, come manifestano gli ampi consensi di critica e di pubblico,ricevuti insieme a numerosissimi riconoscimenti.La sua presenza in varie collezioni pubbliche e private in Spagna (a Valencia),in Francia (a Verdelais), in Brasile (a Salvador de Bahia) e in varie città d’Italiapuò essere un segno evidente dell’apprezzamento che le sue opere ricevono,conseguenza naturale della loro stessa intrinseca bellezza e del loro immenso valore.

Chiara Colasanti

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Il 20 febbraio scorso, il sole, splendente oltre un cielo perfettamentesereno, ha “messo in moto” la bellissima meridiana solare finalmenteancorata al giusto posto per il quale era stata progettata: la pareteprincipale dell’Istituto Tecnico Industriale L. Allievi di Terni. Il Prof. Stelio Mancinelli Degli Esposti, progettista dell’opera, curvosotto il peso della sua venerabile età, con una cartellina di appunti inmano, non riusciva a districarsi in mezzoad una folla di persone intervenute perl’inaugurazione. Si era ormai rassegnato.La sua creatura, da venticinque anniaccantonata nelle officine dell’I.T.I.S.,ricoperta da uno spesso strato di polvere,non avrebbe mai visto la luce del sole. Non si rendeva conto che il Sindaco diTerni, gli assessori del Comune e dellaProvincia, amici, parenti, ex suoi studenti,personaggi delle istituzioni, di enti, diimprese, appassionati di astronomia etantissime altre persone erano presenti perl’inaugurazione: preso in mano il microfono,sotto una delle due lastre, si accingeva ad impartire una bella lezionedi astronomia open air, con calcoli, formule e teoremi! Il centro della città di Terni da oggi si è arricchito di un altro monumento,un gioiello di perfezione scientifica ed artistica che ben si colloca alfianco dell’obelisco Lancia di Luce di A. Pomodoro e della Pressa da12.000 tonnellate a Piazza Dante.A riportare alla luce queste due lastre dimarmo dal peso di una tonnellata cadauna,con riferimenti in acciaio inossidabile etitanio, è stata l’Associazione TernanaAstrofili M. Beltrame che è riuscita acoinvolgere nell’impresa diversi sponsors. Per un aiuto economico, dobbiamo ringraziareinnanzitutto la Fondazione Carit di Terni eNarni che è sempre attenta ed aperta acollaborare per iniziative che interessano ilnostro territorio a vantaggio della collettività;il Lions Club San Valentino di Terni che haaderito prontamente appena visto il progetto,seguendo quelli che sono gli scopi principalicome il benessere civico e culturale della società; non poteva mancareun’impresa operante nell’ambito dell’energia solare e la Centro Appalti diTerni, specializzata nel campo dell’edilizia in generale ma che datempo si è rivolta verso il settore delle energie rinnovabili. Fiore all’occhiello, la realizzazione di unimpianto fotovoltaico di ben 406 Kilowattproprio sopra gli spaziosi tetti delle officinedell’I.T.I.S..Un particolare ringraziamento è indirizzatoin Viale B. Brin: agli Acciai Speciali Terni,le nostre care Acciaierie che hanno fornitoil materiale occorrente e nella fattispeciegli Acciai Inossidabili e una preziosa lastradi titanio a simboleggiare un’altissima qualitàdi prodotti proiettati al futuro e di eternadurabilità. Ho volutamente lasciato in ultimosu questa lista le imprese Officine Leoncinie la Ing. Energy Future di Narni che si sonofatte carico della lavorazione meccanica, edile e trattamento dellesuperfici relative al posizionamento delle due lastre e, per il lorosignificativo impegno, meritano un encomio a parte.Quando contattai il Sig. Mariano Leoncini, titolare di ambedue leimprese sopra descritte, esponendogli il progetto redatto dall’Ing.

Finalmente istallata all’I.T.I.S. “L. ALLIEVI” di Terni la grande meridiana solare del Prof. Stelio Mancinelli

Opera di alto valore culturale, segna con precisione la “vera ora solare” di Terni

Marcello Irti, tra l’altro docente presso lo stesso I.T.I.S., rimasiimpressionato con quanta prontezza e competenza si prese a cuore ilproblema, realizzando mentalmente le varie fasi di lavorazione, itempi necessari e come semplificare alcuni aspetti tecnici.Non poteva essere diversamente, dal momento che in pochi anni, èriuscito a trasformare una piccola impresa metalmeccanica con soli

sei addetti, in una importante realtà cheattualmente opera con oltre centoventidipendenti in Italia e all’estero, in settorialtamente specializzati nella costruzione diCentrali turbogas e a carbone per la produzionedi energia ed in ultimo sta partecipando allacostruzione di una centrale nucleare ancheessa per la produzione di energia nell’estEuropa su progetto targato Enel.Inoltre ha esportato il proprio Know-howper la realizzazione di impianti da trasportoper inerti, nonché impianti per il riciclo delvetro e la selezione del colore.Una persona che ha imposto le sue linee

guida nelle tecnologie più avanzate come dimostrato dai prodottiutilizzati per proteggere le lastre stesse e le sottostanti pareti dell’Istituto,avvalendosi delle nanotecnologie, settore innovativo ed ancora infase di sviluppo. Questi prodotti, come mi spiega il suo collaboratoreFabio Mariani, sono fotocatalitici, ovvero utilizzano la luce solareper eliminare smog, sporco, batteri, muffe, decomporre particolati

organici ed il tutto con garanzie ultradecennali.Le due lastre, una che segna l’ora vera solaree l’altra (unica al mondo) che ne converte iltempo a quello dei nostri orologi, nonappena assurte alla luce del sole, come perun piacevole incanto, hanno innescato unafebbrile attività intorno ad esse, dal nuovoDirigente Scolastico, Prof.ssa CinziaFabrizi, alla sua vice Sara Santori, e poidocenti, assistenti, personale di segreteriaed ausiliari tutti. E che dire degli alunni,ragazzi e ragazze? Perfetti, veramentebravi, meritano un elogio! Alcuni, tra i piùgrandi hanno fatto compostamente da

cornice a tutta l’inaugurazione, con la targhettina Tutor ben inevidenza al petto, distribuendo pieghevoli illustrativi, dandoinformazioni e nell’insolita veste di barman al tavolo degli aperitivi.Sono fermamente convinto che tutti gli studenti dell’I.T.I.S sapranno

rispettare quest’opera nel segno della civileeducazione come una cosa cara cheappartiene loro e riconsegnarla, come untestimone, alle future generazioni. Un sentito ringraziamento anche al CESVOLdi Terni per il supporto concessoci e agliEventi Valentiniani per aver inseritol’inaugurazione nel proprio programma. Infine un ringraziamento a chi ci haconcesso il patrocinio: Comune di Terni,Ordine degli Ingegneri, Ordine degli Architetti,Collegio dei Periti Industriali, Collegio deiGeometri, Piccole e Medie Imprese,Confartigianato.

Un consiglio per chi sta leggendo questo articolo e non ha ancoravisto questa superba meridiana: ...ma che state aspettà bardà? Jite deprescia a vedelle stè du’ lastre ju all’Itisse….però sarvognunosarebbe mejo che ce stesse pure lu sole! Tonino Scacciafratte

Presidente dell’A.T.A.M.B. - [email protected]

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Lo scorso 20 Febbraio, presso l’Istituto Tecnico Industriale Statale “L. Allievi” diTerni, è stata inaugurata la meridiana verticale declinante, opera di grande pregioestetico e soprattutto scientifico realizzata dal prof. Stelio Mancinelli Degli Esposti.Il valore dell’opera è da attribuire, oltre ai materiali con cui è stata realizzata, allaminuziosa precisione delle linee di consultazione e alla quantità di dati che essaci fornisce, tramite i quali è possibile stabilire l’ora esatta in ogni giorno dell’anno,in cui, ovviamente, è visibile il Sole. È per questi requisiti peculiari che possiamodefinire la meridiana dell’I.T.I.S. un’opera memorabile, non paragonabile ad altrerealizzazioni del genere in Italia e forse nel mondo. Stelio Mancinelli Degli Esposti frequentò da studente l’I.T.I.S., dove conseguì ildiploma in chimica. In seguito, prima come assistente di laboratorio, poi comedocente continuò il suo rapporto con l’Istituto. Nel frattempo, egli accrebbe edaffinò il proprio bagaglio culturale e scientifico, autonomamente, da autodidatta,spinto dalla inesauribile volontà di conoscenza che ancora oggi lo contraddistingue.Raggiunse ragguardevoli livelli nelle discipline matematiche, fisiche ed astronomichetali da renderlo assimilabile alla docenza universitaria. La dedizione alla gnomonica è stata, e lo è ancora oggi, un filone importantedell’attività del Prof. Mancinelli, nonostante il tempo e le vicende avverse dellavita abbiano segnato la persona. Oltre alla meridiana in oggetto dell’ I.T.I.S., che possiamo considerare la più completa,sono da attribuire al professore quella di Borgo Rivo, di Guardea, di Arese, diBologna ed altre, in diverse città. L’Associazione Ternana Astrofili, con caparbia determinazione, si è impegnataper portare a compimento l’istallazione di questo particolare orologio solare. Il raggiungimento di questo non facile obbiettivo ci onora perché arricchisce lacittà con un’opera peculiare, inoltre dà il giusto riconoscimento ad un suo illustrecittadino che bene ha saputo utilizzare la luce del Sole per scandire il tempo,lasciando però, troppo in ombra se stesso. Enrico Costantini

Per il moto ineguale della Terra intorno al Sole e l’adozione dei fusi orari, ladifferenza tra l’ora solare e l’ora scandita dagli orologi è mutevole di giornoin giorno. Perciò l’ora solare, dedotta dal quadrante della meridiana (a destra)osservando l’ombra dello gnomone, viene prontamente trasformata nell’oradegli orologi dall’altro quadrante (a sinistra), unico nel suo genere, grazie adodici curve matematiche: Dal giorno del mese ci si sposta verticalmente finoad incontrare la curva del relativo periodo; da quel punto… orizzontalmentesi trovano i minuti da aggiungere (+) o togliere (-) all’ora solare indicatadalla meridiana ed avremo l’ora degli orologi. Con l’ora legale c’è daaggiungere un’ora.L’ombra della sferetta posta sullo gnomone indica, con il passare dei giorni,anche le stagioni:- dal Tropico del Capricorno fino all’Equatore… l’Inverno;- dall’Equatore al Tropico del Cancro… la Primavera;- dal Tropico del Cancro all’Equatore… l’Estate;- dall’Equatore al Tropico del Capricorno… l’Autunno. Paolo Casal i

D a l l ’ o r a s o l a r e a l l ’ o r a d e g l i o r o l o g i

Il professor Stelio Mancinelli Degli Esposti

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U n a s o f f i t t a s u l l ’ U n i v e r s oMa cosa si intende perorbita, rivoluzione ero t a z i o n e ? P i a n o ,piano! Una domandaalla volta, anche secomprendo la tuacuriosità e voglia disapere! Sappiamo cheil sistema solare èformato dal Sole, danove pianeti, conside-rando il piccolo Plu-tone, e da una serie dicorpi celesti minoricome le comete e gliasteroidi che gli ruotano intono. Ebbene, questi corpi compiono intorno al Sole unpercorso di forma ellittica, di cui la stella occupa uno dei fuochi. Uno dei fuochi?Sì, perché essendo come un cerchio allungato, il Sole non si trova al centro, maspostato da una delle due parti ciascuna delle quali chiamiamo “fuoco”. Questa è nota come la Prima Legge di Keplero che per la prima volta abbandonòl’idea dei movimenti circolari per sostenere, a ragione, quelli ellittici. Il movimento che ogni corpo celeste compie sull’orbita intorno al Sole è chiamato“rivoluzione”, mentre il movimento che un corpo compie su se stesso è chiamata“rotazione”. Più i pianeti sono grandi, tipo Giove, più il movimento di rotazione sarà veloce edavremo così uno schiacciamento ai due poli.Ma allora la rotazione fa assomigliare i pianeti a delle grandi trottole!Proprio così Leonardo, hai afferrato perfettamente il concetto! Considera comefossero trottole inclinate il cui perno centrale è chiamato “asse”.Praticamente i pianeti fanno un doppio movimento, intorno al Sole e intorno alproprio asse come il pallone! Quando gioco a calcio con gli amici infatti mentre ilpallone “gira” intorno al campo, rotola anche su se stesso!Così quando giocherai penserai ai movimenti dei pianeti e per te sarà più facilespiegarli anche ai tuoi amici! Passiamo ora a Nettuno! Molto simile ad Urano, haun colore azzurro mare dovuto alla presenza del metano presente nell’atmosfera econ delle formazioni nuvolose di un bianco brillante che ruotano più lentamente delpianeta. Ha anch’esso dei satelliti naturali di cui il maggiore è Tritone. Rispetto aGiove e Saturno, l’atmosfera di Nettuno, oltre che da idrogeno ed elio, è compostaanche da maggiori parti di acqua, ammoniaca e, come ti spiegavo prima, metano,per questo insieme a Urano si tende a classificarlo come “gigante ghiacciato”. Ci sono forti venti, assai più veloci di quelli della Terra e questo fenomeno fa sì cheil suo aspetto cambi continuamente.E, dato che lo abbiamo nominato, del piccolo Plutone cosa puoi dirmi?Posso dirti che è il pianeta più freddo poiché la maggior parte del tempo è lontanodal Sole. Al suo interno possiamo trovare ghiaccio e roccia, mentre in superficieavremo uno strato di ghiaccio. Non sempre però è il pianeta più lontano dallanostra stella infatti, a causa della strana forma della sua orbita, per 20 anni,rispetto ai 248 che occorrono per girargli intorno una volta, si inclina tanto daessere più vicino al Sole rispetto a Nettuno.Per quella sera Overlook e Leonardo terminarono li la loro lezione teorica. Il maestro, come lo chiamava scherzosamente il ragazzo, non voleva riempirlo diinformazioni tutte insieme, voleva lasciargli infatti il tempo di assimilare poco pervolta quello che c’era da sapere in modo che rimanesse bene impresso nella suamente. Michela Pasqualett i mikypas78@virgi l io . i t

L’andru ggiornu io e Zzichicchiu… passannodavanti all’ìtisse… t’emo vistu su lu muru suppe’ ssopra l’entrata principale ddu’ lastre demarmu piene de nummeri e dde segni … unada ‘na parte e una dall’andra. Subbitu me tt’èscappatu da di’… A Zzichi’… e cche è ‘llarobba… e qquanno ce l’hanno appiccicata?...Me tt’ha rispostu… A Lunardi’… quella è lafamosa miridiana de Mancinelli… so’ anniche ’llu professore l’eva proggettata…finarmente ce so’ rriusciti a mmettela su!…Senti ‘n bo’ Zzichi’… hanno ‘spettatu ‘n bo’ma n’è vvarza la pena … ccuci’ n’hanno‘ppiccate su ddue!... Ma che stai a ddi’Lunardi’!?... La miridiana... ‘n do’ ce vidil’ora solare … è qquella a ddestra co’ lugnomone… quell’andra serve sulu pe’ dditteche ora deve fa l’orologgiu tuu….A Zzichi’… famme capi’!… L’ombra de ‘llugnomone... me dice che manconopricisamente ‘na ventina de minuti ammezzuggiornu… come l’orologgiu miu!…Co’ qquell’andra che cce faccio?...Che cce fai?... Mo’ tte lu spiego io… guardach’ore faccio io… mezzuggiornu!... Embè… mesà che ddevi armette ‘lla bbiocca!...‘N ciài capitu gnènte… guarda ‘n bo’ suqquella a ssinistra s’artrovi lu ggiornu deoggi ch’è lu ventisette… e ppo’ va’ su drittufinché no’ ‘ncontri la linea de lu mese deFebbraju… da llì te sposti a ddestra o assinistra… che nnummeru ce trovi?... Piùvventidue!… Quilli so’ li minuti che ttòcca‘ggiunge a ll’ora solare e… eccomezzuggiornu!... Ciò la vaga ‘mpressioneLunardi’… che è l’orologgiu tuu a èsse ‘nabbiocca o… devi arméttece le pile!…A Zzichi’… se tte ne stevi zzittu… ‘evo capitututtu e stévo più ccontentu!...???

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O s s e r v a t o r i o A s t r o n o m i c o d i S . E r a s m oOsservazioni per il giorno Venerdì 29 Marzo 2013

Protagonista indiscusso nei mesi precedenti, Giove ormai non è più osservabile eil suo posto viene preso da Saturno che farà capolino ad est, disturbato dalla Lunaassai vicina, verso le ore 24, ma col passare dei mesi diverrà sempre più nitido.La serata si presta per osservare oggetti deboli e quindi ci soffermeremo sullegalassie del Leone: il famoso “Tripletto” (M65-M66-NGC3628), distanti circa 35milioni di anni luce! Ad occhio nudo lo stupendo scenario del cielo invernale, conla spiegazione dei princìpi di base della meccanica celeste. TS

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C o n f e r e n z e d i A s t r o n o m i aConstatato il notevole successo riscontrato con le conferenze mensilitenute presso la Biblioteca Comunale di Terni, anche quest’anno la nostraassociazione darà il suo contributo a partire dal mese di febbraio. Gli incontri, a cura del Prof. Sergio Bacci (A.T.A.), si terranno alsecondo piano, saletta adiacente il Caffè Letterario, alle ore 17 di tuttii primi martedì del mese.

2/04/2013 La Cosmologia attraverso i tempi: la cosmologia medievale7/05/2013 La Cosmologia attraverso i tempi: la rivoluzione copernicana4/06/2013 La Cosmologia attraverso i tempi: la visione del mondo di

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Aumentano in Italia i comuni che spengono e/o attenuano l’illuminazionenotturna in modo studiato e ragionato.Ecco l’esempio virtuoso di un altro importante comune -Reggio Emilia-che pensa ed agisce in modo razionale e pacato, senza farsi prendereda paure ancestrali, come è avvenuto per l’operazione cieli bui,proposta dal Commissario straordinario Enrico Bondi (del governoMonti) e letteralmente cancellata dai deputati della CommissioneAmbiente della Camera. Con l’operazione cieli bui i Comuni italiani avrebbero risparmiato500 milioni di euro l’anno, senza provocare disagi ai cittadini e senzadover licenziare nessuno. Bastava solo adeguare e gestire gliimpianti di illuminazione pubblicaitaliani secondo gli standardinglesi, tedeschi e altri paesi europei.Reggio Emilia è già avanti. Già da due anni, spiega l’ingegnereAlfredo Di Silvestro, dirigente delServizio manutenzione del Comune,“stiamo procedendo a uno spegni-mento ragionato delle luci, secondoun preciso piano energetico edeterminate priorità. Ovviamenteabbiamo iniziato dalle zone indu-striali, da parcheggi più isolati opoco utilizzati e dalle zone coneccessiva illuminazione. Qualcheesempio? Nelle rotonde i corpi illuminanti sono stati ridotti da ottoa quattro, lungo le ciclabili, dove è sufficiente la luce che arriva dallestrade adiacenti, sono stati spenti i lampioni e, dove presenti,abbiamo compattato i regolatori di tensione per l’abbassamento delflusso luminoso dalle 21 (o dalle 22 in alcune zone) alle 5”.

L’ingegnere Di Silvestro, comunque, scaccia i fantasmi di chi immaginagià città buie e insicure: “Stiamo cercando di rendere la cosa il piùsoft possibile, per un impatto meno violento. Procediamo con buonsenso, non a manetta, valutando impianto per impianto”. Diversi, quindi, gli interventi “di limatura” fatti sugli impianti diilluminazione pubblica a Reggio Emilia. Sono stati coinvolti anchei ponti di Calatrava, inaugurati nel 2007 e già divenuti vanto esimbolo della città. Nei tre ponti e nelle infrastrutture collaterali,...“già da qualche mese l’illuminazione è stata ridotta, sia comenumero di punti luce sia come intensità. Nella prima serata il flusso

luminoso è più tonico, per poiabbassarsi nel corso della notte,quando c’è meno traffico”.In tema di numeri: a Reggio sonoquasi 35mila i punti luce. “Tra questi -dice Di Silvestro-circa 6mila sono già stati spenti,quindi quelli in funzione sonoattualmente 29mila. E ancora: “il 95% di tutti i corpiilluminanti della città sono ad altaefficienza energetica, ovvero avapori di sodio e non di mercurio.Tutto ciò, inoltre, si traduce intonnellate di anidride carbonica inmeno scaricate nell’atmosfera,quindi un importante vantaggio

anche per l’ambiente, non solo per le casse. ... Nell’ultimo annoabbiamo già risparmiato 400mila euro”. Altri interventi sono già inprogramma ma i cittadini di Reggio Emilia, secondo il dirigente delServizio manutenzione, possono dormire sonni tranquilli. Questo èun buon esempio per tutti. Anche per Terni Franco Capitol i

Il Comune di Reggio Emilia razionalizza l’illuminazione pubblica

Si potrebbe fare anche a . . . Terni!

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LIBERO de LIBEROLIBERO de LIBERO, poeta - (Fondi 1907 - Roma 1981)

Protagonista della Scuola Romana come critico d’arte ed animatore di eventi importanti di risonanza nazionale e mondiale, oltreche narratore, è stato soprattutto un grande poeta ermetico, esaltato anche da Giuseppe Ungaretti e Salvatore Quasimodo.Per la narrativa, tanto per enumerarne alcune, si menzionano tra l’altro: Amore e morte; Camera oscura; Malumore; Il guanto nero;Racconti alla finestra.Mentre per la poesia: Solstizio; Proverbi; Testa; Eclisse; Epigrammi; Il libro del forestiero; Banchetto; Post-scriptum nella bottiglia;Sono uno di voi; Circostanze; Scempio e lusinga, ecc.Molte sue opere sono state tradotte in varie lingue.Oggi mi piace ricordarlo come straordinario e severo professore di storia dell’arte durante i miei anni di liceo, poi divenuto conil tempo mio importante amico.Infatti, nel 1971, come omaggio alla nostra amicizia, fu data alle stampe, in soli cinquanta esemplari, una pregiata raccolta di suepoesie dal titolo: “Epigrammi”, corredata da una mia acquaforte raffigurante il ritratto del poeta. R o b e r t o B e l l u c c iR o b e r t o B e l l u c c i

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