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ANNOLXXXVII N.19 1. OTTOBRE1963 ------------------ t

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ANNO LXXXVII • N. 19 • 1 . OTTOBRE 1963- - - - - - - - - - - - - - - - - -

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LA CHIESA E IL PAPA

a lettura attenta dei Vangeli cisvela ammirabili e recondite ar-

o monie nella vita e nelle opere di Gesù Cristo .Quando iniziò la vita pubblica, Gesù do-

veva avere chiarissimo il piano della suaazione, i mezzi da usare, gli scopi da raggiun-gere; doveva avere dinanzi agli occhi, nettae precisa, la figura della sua Chiesa, con lasua vita interiore, con le sue proprietà ecaratteristiche, con i suoi elementi fonda-mentali.

Se così non fosse, non ci sapremmo spie-gare quello che avvenne nel primo incontrotra Gesù e Sirnon Pietro . Andrea . fratello diSimon Pietro, era stato a casa di Gesù : en-tusiasta di quella visita, andò in cerca disuo fratello Simone e, trovatolo, volle con-durlo da Gesù. Il Maestro, appena lo ebbedinanzi, fissò il suo sguardo su quell'uomoche gli veniva presentato e gli disse solenne-mente : « Tu sei Simone, figliuolo di Gio-vanni; tu ti chiamerai Cefa, cioè Pietro(Giov., I, 51-42) .

Il cambiamento di nome ha una importanzaenorme. Cori questo atto Gesù agisce dapadrone: se Pietro accetta, avrà la missionedi essere, con Gesù, la pietra su cui saràfondata la Chiesa! E Pietro rimane conGesù . Più tardi sarà felice di chiamarsi « ser-vitore e apostolo di Gesù » (II Petr . . I, 1) .

Fin da quell'istante, Pietro, nella mentedi Gsíì, avrà una parte insostituibile nellaClriR+,a-

Il Vangelo ci permette di seguire lo svi-luppo dell'azione di Cristo, che attua, neltempo, la sua volontà già ben determinata .

Alla fine del « discorso della montagna »,Gesù ricorderà che una casa può resisterealla tempesta solo se fondata sulla pietra(Matt., VII, 25), e quando, a Cesarea diFilippo. Gesù sentirà la risposta di Pietroche lo proclama « Figlio di Dio », manife-sterà apertamente perchè in quell'inizio, treanni prima . lo aveva chiamato « Pietro » :Ed io ti dico : Tu sei Pietro c su questa

pietra edificherò la mia Chiesa e le forze dell'in-ferno non la potranno vincere . Ti darò le chiavidel regno dei cieli . . . » (Matt . . XVI, 18-19) .

Poco prima di uscire dal cenacolo per re-carsi all'orto dell'agonia, il Maestro ricorderàancora a Pietro la sua missione con una evi-dente allusione al suo nome : « Simone, Si-mone, ecco, satana ha chiesto di vagliarvicome si vaglia il grano; ma io ho pregatoper te, affinchè la tua fede non venga meno :e tu, quando sarai convertito, confermai i tuoifratelli» (Luca, XXII, 31-32) .

+-Un altro ordine di considerazioni ci per

inette di capire più profondamente la figuradi Pietro, legato indissolubilmente a Gesù .(,ori una immagine ardita . Gesù volle pa-ragonare se stesso al pastore, rassomigliandola sua Chiesa a un gregge e a un ovile : « lo 325

sono il buon pastore; il buon pastore dà lavita per le sue pecore » (Giovi . . X, 11) .

Ma quando Gesù lascerà la terra per salireal cielo, Pietro diventerà il pastore dellaChiesa: a lui Gesù affiderà il suo gregge, pe-corelle e pastori : « . . . Pasci i miei agnelli . . .pasci le mie pecorelle . . . » (Giov ., XXI, 15-17) .

Unito a Cristo . Pietro sarà la roccia chedà solidità alla Chiesa, la pietra viva, su cuiè edificata la Chiesa, il pastore che ammettenella Chiesa le anime, l'autorità che guida ifedeli a Dio perchè abbiano la vita e realiz-zino così il Regno di Dio : sarà come un altroGesù: il suo Vicario, esercitando nella Chiesa,per volontà di Cristo stesso, una funzionenecessaria ed insostituibile .

La figura e la funzione di Pietro, come ledelinea la Scrittura e come le presenta lastoria della Chiesa primitiva, narrata negliAtti degli Apostoli . non possono esaurirsi nellapersona storica di Pietro : la sua missione ètroppo necessaria alla Chiesa, perchè cessicon la sua morte . Questo si capisce dalleparole di Cristo .

La Chiesa continua nei secoli, il gregge diCristo si sviluppa e cresce col tempo e conti-nuamente: il pastore è sempre necessario :anzi la necessità di esso aumenta con il cre-scere del gregge .

La costruzione divina che è la Chiesa dovràsempre essere sostenuta dal suo fondamento ;o il suo fondamento è Pietro .

L'intenzione di Cristo che cambiava ilnome a Simone, si proiettava necessariamentenei secoli . finchè, cioè, la sua Chiesa sarebbestata pellegrina su questa terra .

E la missione affidata da Cristo a Pietroera, prima di tutto, quella di assicurare laconsistenza della Chiesa contro tutte le tem-peste. Appena nata, la Chiesa dovrà affron-tare la prima persecuzione e il primo urtocon le forze esterne che tenteranno soffocarla .Pietro, ripieno dello Spirito di Cristo, coni suoi tempestivi interventi, con la sua au-torità, con la sua decisione e con la sua au-dacia, impedirà alle forze del male di preva-lere. Certo. è Cristo che regge e sostiene lasua Chiesa, tua egli si serve dell'azione diPietro. Ora, quelle condizioni non erano ec-cezionali per la Chiesa, poichè sempre essasarebbe vissuta in istato di persecuzione e dilotta, anche nei momenti più tranquilli

t3K della sua esistenza : la storia ce ne fa fede .

Gesù voleva ancora che Pietro confermassenella fede i suoi fratelli e per questo avevapregato il Padre, perchè non venisse meno lafede di Pietro . Ma quante volte sarebbestato necessario, lungo i secoli .. confermarela fede dei cristiani, popoli interi e singolifedeli! Quante volte si sarebbe profilato nellaChiesa il pericolo di errori, di eresie, di frain-tendimenti della dottrina di Cristo! La storiaè lì a presentarci il bilancio doloroso di questipericoli che tante volte, purtroppo, si sonotrasformati in realtà. Pietro è intervenutoper conservare la fede della Chiesa . Lungoi secoli, i Papi, hanno continuato mirabil-mente la missione di Pietro .

Quando i Padri del concilio di Calcedoniaaffermarono che « Pietro aveva parlato perbocca del papa Leone », non fecero altro cheesprimere la fede della Chiesa nella promessadi Cristo, così come si esprime la fede ditutta la Chiesa . quando, all'ingresso del Papanella Basilica di San Pietro . i cantori into-nano il Tu es Petrus . . .Pietro continua la sua insostituibile missione

nella Chiesa di Dio, nella persona dei Papi .I Sommi Pontefici, che si succedono lungo i se-coli e accompagnano e sostengono la vita dellaChiesa, non sono altro che i successori di Pietronella sua funzione di fondamento, di guida, dipastore. Per la loro ininterrotta successione,la promessa di Cristo si avvera nei secoli .

Questo fatto, mirabile per la Chiesa, costi-tuisce per noi una fonte di grandissima gioia .Sotto la guida del Papa. noi ci sentiamo

sicuri ; e uniti al Papa, siamo certi di essereuniti a Cristo . Per noi il Papa è il dono checi ha fatto Gesù Cristo. perchè potessimopiù sicuramente arrivare alla salvezza .

Ma la responsabilità del Papa. di fronte aDio è enorme . Se già San Paolo, nella epistolaagli Ebrei, diceva ai cristiani : « Ubbidite a co-loro che vi guidano e siate sottomessi, perchèessi vegliano per le vostre anime, come co-loro che hanno da renderne conto » (XIII, 17),cosa bisogna pensare del Papa, su cui in-combe la responsabilità di tutta la Chiesa?

P dovere dei cristiani vedere nel PapaGesù Cristo, obbedirgli come a Gesù Cristo elasciarsi docilmente guidare, perchè egli possacompiere la sua missione « con allegrezza enon sospirando » (Ebr ., XIII, 17) .

1 cristiani debbono amore al Papa • ma unamore autentico che si manifesti nella con-creta volontà di :

Essere docili alle direttive . alle esorta-zioni, ai desideri del Papa: obbedire genero-

Sua Santità Paolo VI, il 20 agosto scorso, ha ricevuto in privata Udienza il nostro r ev .m o Rettor Maggiore . Di essail signor Don Ziggioti scrive : " Già altre volte avevo avuto l'onore di essere accolto da Lui a Roma e poia Milano ; ma il vederlo biancovestito, con l'aureola di Vicario di Cristo, e la paterna, straordinaria be-nevolenza con cui mi accolse, mi procurarono una commozione e una gioia che mai potrò dimenticare .

Gli presentai l'omaggio filiale della triplice nostra famiglia ed Egli ascoltò con bontà e interesse le notiziedel nostro apostolato educativo e missionario, se ne compiacque vivamente e, dopo la mia assicurazioneche avremmo pregato molto per il Concilio, per la pace nel mondo e perchè cresca e fiorisca sempre piùlo spirito cristiano nel nostro popolo, imparti a noi tutti una specialissima Benedizione " .

samente attuando il suo insegnamento nellaloro vita e nel loro pensiero . « La parola delPapa deve essere la nostra regola in tutto eper tutto » (Don Bosco) .

• Credere fiduciosamente a quello che ilPapa presenta come dottrina di fede o comeesigenza della morale cristiana . « Preferiscosbagliare col Papa, piuttosto che mantenermiin quella che io credessi la verità, ma che fossecontro gli insegnamenti e le direttive del Papa »(Don Bosco) .

Difendere il Papa in ogni circostanzasenza paura, e pregare per lui . « Vorrei che

il Papa avesse in ciascun giovane dell'Ora-torio uno zelante difensore in qualunque angolodella terra in cui si trovasse » (Dora Bosco) .

• Rimanere sempre uniti al papa, in qua-lunque circostanza, soprattutto nei pericoli perla fede o nella persecuzione. « Gli sono attac-cato più di un polipo allo scoglio » (Don Bosco) .

Questo amore concreto al papa ci uniràstrettamente a Cristo e a Dío e unirà tutti ifedeli a Pietro, rinnovando il mirabile spet-tacolo della Pentecoste, quando tutta laChiesa era riunita attorno ai suo capo, Pietro,in attesa dello Spirito Santo .

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Filmati i nostri tempiin una profezia di Don Bosco

Mentre è in atto la felice ripresa del Concilio Vaticano 11, inquesto numero e nei due successivi commentiamo ai nostrilettori una profezia fatta da Don Bosco durante il ConcilioVaticano I. È ricca d'interesse e utile per confermarci - sepure ce n'è bisogno - nella fede che Dio assiste e governala sua Chiesa soprattutto quando è radunata a Concilio .

Nei leggere il singolare annuncio profetico,fatto da Don Bosco al tempo del ConcilioVaticano I, si ha l'impressione che al suosguardo si fosse squarciato il velo del futuro,dandogli la possibilità di osservare in ante-prima il film, straordinariamente vario e nonsempre entusiasmante, degli avvenimenti svol-tisi dal 1870 fino ai nostri tempi .

t una profezia che, come tutti i vaticini,ha i suoi punti oscuri o perchè il Veggentenon potè scorgere i fatti con sufficiente chia-rezza ; oppure perchè, per l'anticipazione so-lita ad usarsi dai profeti, non li espose in suc-cessione ordinata ; o perchè non li seppe de-scrivere in termini perfettamente intelligibili .Don Bosco stesso, quasi a scusarsi di certeoscurità, farà notare come fosse difficile co-municare ad altri con segni esterni e sensibiliciò che aveva veduto. Secondo lui quantonarrava non era altro che « la parola di Dioaccomodata alla parola dell'uomo > .Ala i molti punti chiari mostrano come

Iddio realmente abbia svelato al suo Servosegreti ignoti a tutti, perchè venissero palesatia bene della Chiesa e a conforto dei cristiani .

Assedio e caduta di ParigiL'annunzio incomincia col tono degli an-

tichi Profeti .« Dio solo può tutto, conosce tutto, vede tutto .

Dio non ha nè passato nè futuro, ma ognicosa è a lui presente come in un punto solo .Davanti a Dio non v'è cosa nascosta, nè pressodi lui vi ha distanza di luogo o di persona .Egli solo nella sua infinita misericordia e perla sua gloria può manifestare le cose futureagli uomini . . . » .

La visione avvenne il 5 gennaio 1870 .In anticipazione su altri fatti anteriori,

accennati più sotto, il vaticinio si apre conla descrizione della guerra franco-prussiana,scoppiata il iq luglio di quell'anno . L'assediodi Parigi, la sua caduta, i massacri orrendi ele distruzioni spaventose a cui soggiacque lagrande metropoli, vi sono previste con preci-sione impressionante .

Ala parte principalissima del presagio èquella riguardante il Concilio Vaticano I, giàiniziato da un mese e che nel febbraio 1870,quando la visione venne comunicata al papaPio IX, entrava nella difficile e intricata con-troversia pro e contro l'infallibilità pontificia .

Le opposizioni vivissime, interne ed esterne,alla sua definizione, facevano temere che essanon si sarebbe potuta realizzare . Ala Iddio,a mezzo del suo Veggente, conferma il Pon-tefice e lo illumina sulla risoluzione da prendere .

~a ~~tlt - Oltl di Dio al PonteficeIl tono dell'annunzio a questo riguardo si

fa deciso e imperativo .

« Ora la voce del Cielo è al Pastore dei Pastori .Tu sei nella grande conferenza (-- il Concilio)

con i tuoi assessori ( - i Vescovi), ma il nemicodel bene non istà un istante in quiete ; eglistudia e pratica tutte le arti contro di te . Se-minerà la discordia fra i tuoi assessori : su-sciterà nemici tra i figli miei . Le potenze delsecolo ( Stati e Governi) vomiteranno fuocoe vorrebbero che le parole fossero soffocatenella gola dei custodi della mia legge. Ciò nonsarà. Faranno male, male a se stessi . Tu ac-celera; se non si sciolgono le difficoltà, sianotroncate . Se sarai nelle angustie, non arrestarti,ma continua finchè non sia troncato il capodell'idra dell'errore ( - con la definizione del-l'infallibilità pontificia) . Questo colpo farà tre-mare la terra e l'inferno, ma il mondo saràassicurato e tutti i buoni esulteranno. Raccogliadunque attorno a te anche solo due assessori,

ma ovunque tu vada (- nell'ipotesi che ti debbaallontanare da Roma) continua e termina l'operache ti fu affidata. I giorni corrono veloci, glianni tuoi si avanzano nel numero stabilito ; mala Gran Regina sarà sempre il tuo aiuto,e come nei tempi passati così per l'avveniresarà sempre " magnum et singulare in Ecclesiapraesidium " : grande e straordinario sostegnodella Chiesa » .

« Io ho la Vergine con rne! »La « Voce del Cielo », comunicatagli da

Don Bosco, fu certamente meditata a lungodal servo di Dio Pio IX, e da lui interpretatacome un solenne ammonimento di Dio .Dal 12 febbraio 1870, giorno in cui ne venne

a conoscenza, egli non ebbe altro pensieroche di portare a termine quella che ormaigli appariva come la più importante e urgentedecisione del Concilio : la definizione dell'In-fallibilità pontificia.

Le discordie tra gli assessori, ossia i Padriconciliari, si facevano ogni dì più acute ; leingerenze dei Governi - le potenze del se-colo! - si manifestavano con pressioni semprepiù energiche . Il benedettino Don CuthbertButler nella sua Storia del Concilio Valicanodescrive l'opposizione serrata della minoranzadei Padri e la crescente ostilità dei Governi .

Il 20 febbraio, il ministro francese Dartiinviava a Roma un memorandum da presen-tarsi al Papa, nel quale si faceva presente checerti articoli dello schemaDe Ecclesia, specie là ovesi accennava all'infallibi-lità pontificia, interessa-vano non solo la Religionema anche lo Stato ; eminacciava un interventodi forza se la discussioneavesse avuto luogo. I Go-verni bavarese e inglese,cui il memorandum erastato comunicato, vi ave-vano aderito in linea dimassima. Una dichiara-zione simile era puregiunta a Roma da partedel Governo austriaco .

Nel mese di marzol'azione dei vari diplo-matici accreditati pressola Corte Pontificia sifece attivissima, ondebloccare la discussionedello scabroso argomen-to. Tale pressione nonpoteva non impensie-rire il Governo di Roma

papale. Narra il Butler : « Così minaccioso eradivenuto l'atteggiamento dei Governi durantela seconda metà di marzo, che il cardinal An-tonclli, Segretario di Stato, se ne mostravagrandemente allarmato. Il 25 marzo, radunatii cardinali suoi consiglieri negli affari di go-verno, si recò con loro dal Papa e con grandeenergia lo consigliò a ritirare l'articolo sull'in-fallibilità . Pio IX rispose testualmente : " Sivada avanti a pieno vapore . Io ho la Verginecon me " . Queste parole sono l'eco fedele diquelle comunicategli da Don Bosco : " Lagran Regina sarà sempre il tuo aiuto " .

Non sarà fuori di luogo una costatazione .Sembra che da quel momento Pio IX desse

a Don Bosco la sua completa fiducia. Il cheè provato dalla proposta fattagli e da Don Boscoin bel modo non accettata, di aggregarlo alcollegio cardinalizio ; e dal peso dato alla pa-rola del Santo, dopo la presa di Roma. Pre-lati e Governi insistettero per lunghi mesiaffinchè il Papa abbandonasse la città . Giàeran pronte le valigie per la partenza, maPio IX non sapeva decidersi . Alla fine volleinterpellare Don Bosco, per conoscere qualefosse il volere di Dio . Il Santo pregò a lungo .Poi, a mezzo di persona fidatissima, inviò alPontefice il noto messaggio : « La sentinella,l' Angelo d'Israele si fermi al suo posto e stiaa guardia della rocca di Dio e dell'arca santa » .

Da quel momento il Papa, nonostante nuovepressioni, non pensò più di lasciare il Va-ticano . E fu grande ventura per la Chiesa eper l'Italia!

Basilica di San Pietro • Il SantoVangelo esposto e venerato durante laprima seduta del Concilio Vaticano li .

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e barriodas - i popolosi sobborghi diIJ Lima, capitale del Perù - hanno ormairaggiunto l'oceano Pacifico, a sei miglia dalcentro metropolitano .

Negli ultimi venti anni una popolazioned'origine campagnola non ha cessato di ri-vcrsarsi dalla Sierra verso la Capitale, spintadai suoi insufficienti mezzi di sussistenza . Nel1956 la popolazione dei sobborghi di Limasi calcolava a 150 .000 persone ; oggi ne contapiù di mezzo milione sul milione e 700 .000 ditutta la città .L3 popolazione delle barriada ., soffre di mi-

seria materiale non meno che morale . I bam-bini scorrazzano per Ie strade abbandonali a,e stessi, sempre in cerca di qualcosa che servaa tacitare la farne . padre e madre sono fuoria lavorare tutto il giorno . e non pori ano maia casa il sufficiente per soddisfare ai bisognidella numerosa famizlia : sovente il poco da-

Musica, gioia e...buon appetito

Lima (Perù) - Don Jodice, con la sua insepara-bile fisarmonica, circondato dai non meno inse-parabili ragazzi dei popolari sobborghi di Lima .

naro guadagnato è speso nel bere piuttostoche in pane .

Le scuole non bastano per tutti. Molti ge-nitori non manderanno mai i loro figli ascuola per il inotivo che non hanno vestitidecenti per coprirli . Così, mentre padre emadre vanno a lavorare nella grande città,lasciano frotte di ragazzi senza assistenza,sbandate e di peso a tutti .

Questa la situazione in Magdalena del Marfino a tre anni fa, quando un Salesiano per-corse quelle strade, radunò quei fanciulli con-quislandoli col suo sorriso amico . diede loroun palle e un luogo decente per vivere, gio-care, pregare .

don Gennaro Jodice . ma per gli abitantidella burriada è semplicemente el Padre . Coltocco magico della sua inseparabile fisarmo-nica egli si proponeva di tener allegri giovanie vecchi . I Salesiani avevano lavorato in quel

quari iere fin dal 1923e vi avevano edificatouna bella chiesa inonore del S . Cuore diGesù. ora santuarionazionale . Avevanoanche aperto unascuola e uncentro gio-~ a rsile . ma per maii-canza di fondi suffi-cienti l'opera era ri-masta ferma .Bisognava costruire

un centro giovanileper essi; occorrevai rovare i mezzi perAfamarli,vestirli : prov-edere maestri e rido-

nare ai giovani il sor-riso e l'amore di Gesù .

Dalla Caritas degliStati Uniti giunsero iprimi aiuti essenziali .11 Padre intanto ap-parve sugli schermidella TV con la sua

fisarmonica e un. gruppo di ragazzi .Si conobbe così l'opera e giunseroaltri aiuti. La °° Prima Dama "della Nazione gli promise 300 pasticaldi al giorno per i più poveri .

Con questi mezzi don Jodiceincominciò a costruire un nuovoCentro giovanile con aule scola-stiche, refettori, sale di ricrea-zione, ampi cortili e persino unostadium. I primi dieci ragazziraccolti dalla strada divenneropresto sessanta ; poi cento, centi-naia e oggi quelli che frequentanoil Centro sono oltre 2000 . Diquesti, 300 che appartengono allefamiglie più povere, vi stannotutto il giorno . Hanno corsi rego-lari di insegnamento, tre pasti el'allegria dell'ambiente salesiano .

Oggi don Jodice è diventato unaistituzione . Compare sovente allaTV e partecipa a « Lascia o rad-doppia » con la speranza di vin-cere i 64.000 dollari di premioper i suoi ragazzi . Egli è del pa-rere che « per i suoi ragazzi diMagdalena del Mar musica, gioiae uno stomaco pieno sono gli ele-menti essenziali per una buonadigestione dell'istruzione religiosae dell'amor di Dio » .

Alle 0,30 del mattino ragazzicon ogni foggia di vestito comin-ciano a invadere il Centro . Prestose ne contano oltre 300 : sono gliospiti permanenti che iniziano lagiornata con le preghiere e unabuona colazione . Dopo una brevericreazione, essi sono suddivisi ingruppi a seconda dell'età e condotti in classe,dove viene loro impartita l'istruzione per mezzodella così detta « classe TV », che è trasmessaogni giorno in tutta la Nazione . L'insegna-mento di altre materie è impartito regolar-mente da maestri volontari . E molto curatal'istruzione religiosa quotidiana. A mezzo-giorno viene servito a tutti un pranzo caldoin un ristorante . Segue la ricreazione e poidi nuovo scuola . Nella tarda sera è distribuitaun'abbondante merenda, che per molti saràl'ultimo pasto della giornata, e poi vengonorinviati alle loro case .

11 Centro è aperto pure ai giovanotti e allasera anche ai padri di famiglia. Vi sono orga-nizzati gruppi sportivi, che gareggiano cononore con altre squadre della città . Giochivari attirano un grande numero di spettatori,ché preferiscono trascorrere il pomeriggio delladomenica al Centro giovanile piuttosto chespendere danaro nelle taverne locali .

Quando occorre, don Jodice s'improvvisa barbiere, cuoco ed anchesguattero, Non ha fatto così Don Bosco nei tempi eroici dell'Oratorio?

Don Jodice è amato e aiutato da tutti .Ha appena finito un magnifico stadiu.m, invi-diato dalle migliori organizzazioni cittadine .Il suo sorriso aperto è accompagnato dalla suavoce baritonale e dai gorgheggi dei suoi ra-gazzi. Quando è necessario diventa un espertobarbiere o cuoco, mentre in chiesa lo si vedesempre pronto al confessionale ad accogliere,come padre spirituale, i suoi ragazzi .

Il servizio medico è offerto gratuitamentedal Rotary Club della città, i cui soci sonofelici di contribuire con la loro opera al benedei figli del popolo. A fine settimana, quandoil Centro è invaso da oltre 2000 ragazzi, il« Padre » è aiutato da 20 novizi, chierici ecoadiutori della vicina casa salesiana e (la10 Suore Francescane .

Nonostante questi successi, don Jodiceresta l'umile figlio di Don Bosco, che prova lasua più grande soddisfazione nel donarsi quo-tidianamente e lietamente a Dio e alle anime . 331

LA PAGINA DEI CO3PERATORI

Pellegrinia FatimaP artiti dai vari Centri Cooperatori del Porto-gallo, circa tremila membri della Terza Fa-miglia Salesiana, il 18 maggio scorso, si raccol-sero in preghiera ai piedi della Madonna di Fa-tima per il Concilio Vaticano 11 e per la pacenel inondo. Celebrò la S . Messa S . E . mons. Gio-vanni Pereira Venàncio, vescovo diocesano, cheesortò i pellegrini alla vita eucaristica, lamen-tando che molti dimentichino che qui soprat-tutto sta l'essenza del Messaggio di Fatima .

Seguì una riunione di Zelatori e Zelatrici ;quindi si tenne l'assemblea generale dei Coope-ratori, presieduta da S . E. il Vescovo, al qualerese omaggio il signor Ispettore don ArmandoDa Costa Monteiro .

Furono conferenzieri due membri del Con-siglio Ispettoriale dei Cooperatori : un Consi-gliere, che presentò la Pia Unione come operadella Chiesa e per la Chiesa, in stretta collabo-razione con la Gerarchia ; e una Consigliera, cheillustrò l'opera educativa della gioventù, a cuichiama Don Bosco la sua triplice famiglia, perscendere poi alla conclusione pratica della edu-cazione cristiana dei propri figliuoli .S. E . il Vescovo espresse la sua piena soddi-

sfazione per le cose udite e disse sorridendoche sotto le due conferenze poneva il suo entu-siastico <, Nihil obstat « . Parlò quindi della prov-videnziale opera realizzata dai Salesiani nelPortogallo e invitò tutti a pensare alla salvezzapropria e del mondo intero, imitando il mira-bile e straordinario spirito di sacrificio e dimortificazione dei tre Pastorelli di Fatima,

A Lourdese a Fatima

U n gruppo di cinquanta Cooperatori e Coo-peratrici dell'lsi.ettoria Veneta Occidentale diSan Zeno, accompagnati da un Vescovo afri-cano, dal Delegato ispettoriale e dal Delegatolocale di Verona, hanno fatto un devoto pelle-grinaggio a Lourdes e a Fatima, sostandoanche al Tempio Salesiano del Tibidabo aBarcellona, alla Madonna del Pilar e al San-tuario di Montserrat . Nel ritorno si fermaronoa Torino, dove ebbero la gioia di ascoltarela S. Messa nella Basilica dell'Ausiliatrice e

:3:T_ di rendere omaggio al Rettor Maggiore .

Pellegrinaggiointerispettorialei Cooperatori dei Centri appartenenti alle Ispet-torie « Centrale» e <~ Subalpina,>, dal 4 all'8 luglio,scelsero come meta Venezia, con l'intento disostare in preghiera in vari Santuari Mariani . Viparteciparono 8o tra Cooperatori e Cooperatrici .

Ai momenti di intensa religiosità vissuti neiSantuari di Caravaggio, della Madonna del-l'Olmo a Peschiera, di Monte Berico a Vicenza,della Madonna della Salute a Venezia e delSanto Crocifisso a Como, si accompagnaronoquelli di soave dolcezza delle soste a Concesionella casa paterna di S . S. Paolo VI e a Sottoil Monte, in quella dell'indimenticabile PapaGiovanni XXIII .

La visione stupenda delle Dolomiti, che par-lano di elevazione e di ardimento, e del Caderepittoresco, non ha commosso i pellegrini quantoquella del Piave . del Monte Grappa e dell'Alti-piano di Asiago, che parlano ancora del sacrificiodi sangue che è costata ai nostri soldati la unifi-cazione e l'indipendenza della Patria .

Anche i Cooperatoridella Lombardiail Consiglio Ispettoriale di Milano quest'annoha organizzato il pellegrinaggio annuale con meteFirenze, Vallombrosa, La Verna, Arezzo, Pisa .Pregando e cantando inni, alternati da serena elieta conversazione e da pensieri spirituali delSacerdote Delegato, passarono tra gli splendoridella storia e dell'arte fiorentina, al contatto deiluoghi santificati dal « Poverello di Assisi >, ammi-rando, godendo, vivendo ore mistiche, che servi-rono a infiammarli maggiormente per i nobili idealidi perfezionamento personale e di apostolato .

In questo pellegrinaggio i Cooperatori eb-bero modo di conoscere la bellezza del pae-saggio toscano in uno dei periodi più felicidell'anno e di ammirare monumenti artistici difama mondiale ; ma l'impressione più forte epiù benefica la provarono a « La Verna », il« crudo sasso «, su cui San Francesco ricevettele Stimmate . La grotta dove il Santo dormiva,il « Sasso spicco * e tutto l'ambiente soffusodi dolcissima pace suscitarono nei pellegriniuna commozione così viva e sentita da lasciarein loro una invincibile nostalgia e un accresciutobisogno di vita interiore in mezzo alla tra-volgente vita di oggi

La Messa d'oro d iLa domenica 20 luglio scorso S . E. mons .

Luigi Mathias . salesiano, arcivescovo di Ma-dras, nella Basilica di Maria Ausiliatrice ce,lebrava la sua Messa d'oro . Aveva volutotrascorrere a Valdocco la data giubilare perringraziare Maria Ausiliatrice e San GiovanniBosco delle innumerevoli grazie di cui l'ave-vano colmato nei cinquant'anni di sacerdozioe nei quaranta di apostolato missionarionell'India. come sacerdote, come vescovo nel-l'Assam e come arcivescovo di Madras .

Il Successore di Don Bosco, i Superiorie i confratelli tutti si strinsero attorno al ve-nerato Pastore per dirgli la loro affettuosastima e la gioia riconoscente della Congrega-

1° CONCORSO INTERNAZIONALE ."L'EFFIGIE D'ORO 1963"Nel quadro delle attività

del Movimento Ex allievi hapreso inizio, nel mese di luglio,il lancio di un grande Con-corso Fotografico, denominato :« l'Effigie d'Oro 1963 », apertoagli Ex Allievi Salesiani, Al-lievi, Cooperatori e Confra-telli delle nostre Case .

Il Concorso, che è statoorganizzato dall'A . F . ex A. S .(Amatori Fotografi Ex AllieviSalesiani) di Torino, e appro-vato dai Superiori Maggiori,si propone l'incremento diuna attività che stimola lasensibilità artistica e il gustoestetico di chi la svolge, inuna ricreazione che non èsoltanto svago ma cultura, ele-vazione, preghiera .

Pertanto informiamo i foto-amatori che tutti gli Istituti Sa-

lesiani e relative Unioni ex Al-lievi, hanno ricevuto una primaquantità di depliant col re-golamento, che consegnerannoa tutti gli affiliati che ne fa-ranno richiesta ; in esso sitrova pure il modulo di parte-cipazione e il monte premi,il primo dei quali per ognunadelle due sezioni è di L . 30 .000 .

II Concorso è a tema liberoe comprende due sezioni :

BIANCONEROE

COLORPRINTS

Il formato ammesso è 24 X30

40 .

Ogni autore può inviare da1 a 4 copie per ogni sezione .

- La quota di partecipazione èfissata in L . 6oo per una se-

S. E, Mons. Mathiaszione e della Chiesa stessa per l'immensobene realizzato nei lunghi anni del suo fe-condissimo apostolato .Mons . Mathias è un autentico pioniere

delle Missioni cattoliche nell'India . L'evan-gelizzazione dell'Assam in particolare ebbeda lui il suo decisivo impulso . La MissioneAssamese fu affidata ai Salesiani 40 anni orsono. Contava solo 4000 cattolici ed era unamissione selvaggia e difficile, di cui la SantaSede, affidandola ai figli di Don Bosco, nonnascose le gravi difficoltà che vi avrebberoincontrate . A capo dei primi undici salesianiil servo di Dio don Rinaldi volle l'alloradon Luigi Mathias. 1 rapidi progressi fatti

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zione e L. looo per le duesezioni .

1 Le opere devono giungereentro il 31-10-1963 al se-guente indirizzo : SegreteriaA. E, ex A. S . - Istituto Re-baudengo - Piazza Rebau-dengo zz - Torino .

> La mostra sarà allestita nelmese di novembre a Torino-Valdocco ..

- 1 partecipanti saranno avvisatidella data dell'inaugurazione .

All'Istituto o all'Unione ExAllievi con maggior numero dipartecipanti, con opere sele-zionate dalla giuria e concor-renti ai premi, verrà conse-gnata una magnifica coppa .

Gli interessati possono ri-chiedere il regolamento all'in-dir ;zzo sopracitato .

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Torino-Valdocco • Sua Eccellenza Mons. Luigi Mathias porta all'altare di Maria Ausiliatrice la gioia e la riconoscenzache gli cantano nel cuore per i cinquant'anni di sacerdozio benedetto e fecondo .

dalla missione dell''Assam e dall'Opera sale-siana in India dicono quanto illuminala siastata la scelta fatta da don Rinaldi .

Oggi I'Assam è una delle più belle Missionidella Chiesa . ha due Vescovi salesiani e contaalmeno 170 .0011 cattolici . 1,` India Salesianaha tre lspettorie . un migliaio tra Salesianie novizi, di cui metà sono Indiani, 85 case .4 Vescovi e un /Arcivescovo . E tutto questononostante la seconda guerra mondiale . du-rante la quale il personale europeo che eragià in India, è stato internato e non si è po-tuto introdurre altro personale . finche neldopoguerra l'India ha ammesso ben pochimissionari esteri ed ora non ne ammette più .Da quando poi mons. Mathias è arcive-

SCOVO di Madras . ha realizzato tante operereligiose e sociali, che dobbiamo limitarci allasola elencazione delle principali : costruzionedi nuove parrocchie . specialmente in quellaparte dell'archidiocesi che ne fu poi staccatacd è diventata la diocesi di Vellore ; nuovechiese dappertutto: un grande seminario; unagrande casa di Esercizi Spirituali per il clero

: f; e il laicato; il famoso Centro Cattolico di

Madras (un palazzo enorme con molteplici(1 complesse organizzazioni) : un ospedale peri poveri che muoiono per le strade, con 200e più letti: case per i poveri ecc .

Tale molteplicità di opere ha impressionatoanche le autorità civili, tanto che il primoMinistro dello Stato di Madras . all'inaugura-zione dell'ospedale di cui sopra . ebbe a direche loro parlavano di opere sociali, ma i cat-tolici le facevano e che altrove era invitato aporre la prima pietra di varie opere ma nonl'ultima . mentre i cattolici lo invitavano ainaugurare opere compiute .

In tutta l'India mons . Mathiass è conosciutocome un leader dell'Episcopato . Come nonvi è fors - casa salesiana nell'India . nella cuifondazione in un modo o nell'altro non siaentrato mons. Mathias, così non vi è forseiniziativa della Chiesa in India di cui eglinon sia pars magna . I Vescovi lo hanno inaltissima stima e lo stesso Em .mo Cardi-nale Gracias, quando fu elevato al cardina-lato, ebbe a dire che considerava rnons . Ma-thias; come un suo maestro, al quale si erasempre ispirato .

Nelle Filippine

si aprono a Don Bosco

porte e cuori

Da una lettera dell'Ispettore don Carlo Bragaal reverendissimo Rettor Maggiore

« Le Filippine costituiscono uncampo adatto per ogni iniziativasalesiana e un terreno fertilissimodi vocazioni . Le nostre scuole sonoprese d'assalto e appena s'inizianole iscrizioni, bisogna subito chiu-derle per mancanza di posti . Inqualsiasi circostanza, quando citroviamo in difficoltà, basta di-chiarare che siamo di Don Boscoperchè tutto si appiani e le portesi aprano .

Non ostante le nostre deficienzee limitate possibilità, siamo otti-misti: ci autorizza ad esserlo so-prattutto 1' aumento di vocazioni .L'anno scorso abbiamo iniziatol'aspirantato con 72 alunni . Diessi otto sono entrati nel novi-ziato, qualcuno è andato in se-minario, altri si sono eliminati .Tuttavia oggi ne abbiamo 105, edi essi uno solo non proviene dainostri istituti .Intanto una lieta notizia. Il

27 luglio abbiamo trasferito ilnoviziato nella nuova casa diCanlubang. E un edificio in ce-mento armato che può ospitareuna sessantina di studenti . Oggiè troppo vasto per i novizi, madesideriamo aprirvi lo studentatofilosofico . Il terreno di sei ettarice ne dà la possibilità . Anchequesto è un bel passo avantiperché avremo un altro centro divocazioni » .

Qui don Braga fa una rapidarassegna delle diverse opere sa-lesiane nelle Filippine comin-

sopra : Makati (Filippine) . Il ComandanteSupremo delle Forze Aeree Filippine invisita al « Don Bosco ».

sotto : Victorias (Filippine) . Comincianocosì per arrivare alle grandi macchine,assistiti e diretti dai capi d'arte salesiani . ;t37

338

ciando dalla casa ispettoriale di Makati, cheospita una Scuola frequentata quest'annoda 950 allievi, di cui 700 artigiani e 250 bam-bini delle elementari, e terminando con l'o-pera di Viciorias, « che continua ad esserevisitata da autorità nazionali ed estere e adessere centro di attrazione per le scuole del-l'isola e di quelle vicine e mèta di viaggi diaggiornamento per studenti universitari » .Quindi, spingendo lo sguardo nel futuro

e delineando le grandi possibilità di sviluppodell'Opera di Don Bosco, prosegue : « E talela fiducia che ci circonda che il governo, de-siderando risanare il quartiere più malfamatodi Manila, Tondo, ove gli omicidi, i furti, gliassalti a nano armata si alternano con ognisorta di ribalderie, ha deciso di donarci sei et-tari di terreno : e un grande benefattore, ilsignor Andrés Soriano, ha messo a disposi-zione un milione di pesos filippini per iniziarela redenzione di quella plaga. Egli non vuoleche l'opera sia intitolata al suo nome perinvogliare altre grandi imprese a completarla .Un'altra provincia ha chiesto la nostra

opera . quella di Cavite, una delle più biso-gnose delle Filippine . Stanno costruendo unanuova capitale e sviluppando un grande pianoregolatore . Un nostro amico, l'avo. DavidAlegre, indirizzatoci dal padre gesuita LuigiCandelaria, ha donato sei ettari di terrenoa un chilometro dalla capitale per impian-tarvi una scuola professionale per la reden-zione della gioventù di tutta la provincia .Il 70°% dei diplomati delle scuole medie e

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superiori non trovano impiego e alimentanola malavita trascorrendo nell'ozio e nel giocola giornata. Un comitato di persone influentisi propone di trovare i mezzi per svilupparvila nostra Opera. Il terreno si trova al centrodi una ventina di borgate quasi equidistanti,tra i 13 e i 15 chilometri, con servizi di au-tobus. Lo sviluppo di questo progetto richie-derà cinque anni .C'è poi il Vescovo di Davao, S . E. mon-

signor Thibaut, che ci attende da undici anni .Davao è la capitale della grandissima isoladi Mindanao. la seconda delle Filippine, lapiù importante per foreste, miniere, agricol-tura, con un altipiano sui mille metri, ovecresce anche la frutta come in Europa . IlVescovo ha tre ettari a nostra disposizione .

Cinque anni fa i coniugi Ofracio offersero12 ettari nella città di Guinobalari, perchévi potessimo fondare una scuola professionale .Ora si son di nuovo fatti vivi e con essi leautorità del luogo continuano ad assediarcidi inviti pressanti perchè si cominci qualcosain modo da accontentare la cittadinanza. Laregione ove possediamo il terreno è ricca divocazioni, la popolazione è tra le miglioridelle Filippine . l'influsso dell'educazione cat-tolica ricevuta dagli anziani è notevole e siinsiste perchè diamo ai loro figliuoli il mododi studiare seriamente e di formarsi catto-licamente .

Non ci mancano le benedizioni di Dio e lesimpatie degli uomini, anch'esse necessarie perrealizzare un bene duraturo . . . » .

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ÉTAT PRIORITÉ

PAULUS VI

DA CITTÀ DEL VATICANO``

3 settembre 20,301tif0t1ttt1i1

In occasione della morte del nostro caro missionario don Luigi Montini, cugino delPapa, deceduto appena giunto nella Missione del Rio Negro (Brasile), Sua San-tità Paolo VI si è degnato di esprimere il Suo paterno cordoglio alla FamigliaSalesiana con questo telegramma personale diretto al nostro Rettor Maggiore .

Nell'apprendere la mesta notizia dell'inattesa dipartita avvenuta inAmazonia del Suo confratello a Noi carissimo non solo per vincoli diparentela ma soprattutto per la sua umile solida generosa vocazionesalesiana e missionaria esprimiamo a Lei e a codesta Famiglia religiosala nostra intima partecipazione al comune dolore per tale perdita .Mentre il ricordo ama soffermarsi sugli edificanti esempi lasciati inpreziosa eredità dal diletto scomparso, la nostra preghiera sale con-fidente a Dio per invocare il meritato premio al servitore buono efedele del Vangelo e delle anime nello spirito apostolico di Don Boscoe al tempo stesso desideriamo confortare la mestizia della dilettaSocietà Salesiana col dono della nostra Benedizione .

PAULUS PP VIDON RENATO ZIGGIOTTI RETTORE MAGGIORE SALESIANIVIA MARIA AUSILIATRICE 32 - TORINO

Lvuovl 3ancuari ai lviaria tiustuiairtce

IN MOGOFORES (Portogallo)

L'Istituto Salesiano di Mogoforesha aperto il suo giubileo d'argentocon l'inaugurazione del nuovo San-tuario dedicato a Maria Ausiliatrice .Lo consacrò S. E. mons. Manuelde Almeida Trindade, vescovo diAveiro. presenti molti Cooperatorie devoti .

La casa salesiana di Mogofores,aperta come noviziato, oggi svolgemolteplici attività come aspiran-tato, parrocchia e oratorio festivoe ha dato un nuovo volto spiritualealla zona .

Il Santuario è in stile neo-clas-sico. Lo domina sul frontone unagrande statua di Maria Ausiliatricealta quattro metri. Quattro grandicolonne monolitiche dànno impo-nenza alla facciata. Ma la partepiù ammirata è il campanile, co-struzione a sè, alta 40 metri . aotto piani, sui quali si apre unampio terrazzo da cui si gode unmagnifico panorama . L'interno dellachiesa presenta un'armonica fusionedi colori e di luci che invita al rac-coglimento e alla preghiera . Arti-stiche vetrate e mosaici presentanola gloria di Maria Ausiliatrice, disan Giovanni Bosco e di santaMaria Mazzarello .

A GUADALAJARA (Messico)

Mogofores (Portogallo) - Uno scorcio del Santuario di M . Ausiliatrice

Guadalajara, la bella città messicana dallecaratteristiche torri gotiche, ma soprattuttoterra di martiri e di eroi, ha assistito in massaalla benedizione del nuovo tempio di MariaAusiliatrice e alla consacrazione del suo al-tare maggiore .Il tempio ha tre navate e misura 40 metri

di lunghezza e 20 di larghezza . È in stilemoderno, semplice e armonico, con colonnerivestite di marmi di Tecali . L'altar maggioreha la forma di un trono marmoreo graziosa-mente lavorato, su cui si leva maestosa lastatua di Maria Ausiliatrice .

La benedizione del tempio e la consacra-zione dell'altare fu fatta da Sua Em . il Cardi-

nale José Garibi y Rivera, arcivescovo diGuadalajara, che vi celebrò la prima santaMessa, durante la quale distribuì la primaComunione a un centinaio di bambini . Piùtardi S. E. mons. Francisco Nuno, arcive-scovo coadiutore, vi tenne il primo pontificale .Per tutto il giorno una vera fiumana di

gente passò a visitare il nuovo santuario ea pregare l'Ausiliatrice. Parecchi lo percor-sero ginocchioni dalla porta fino alla balaustra .La memorabile giornata si chiuse con una

processione trionfale, a cui partecipò tuttala città, orgogliosa di aver elevato alla Ver-gine Ausiliatrice quel degno trono nel cuoredi Guadalajara, la « Perla dell'Occidente » . :639

:SS II

Ad Alessandria d'Egittofiorisce un Oratorio. .. Ecumenico

L'Oratorio salesiano per ragazzi copti pressol'Istituto Don Bosco di Alessandria d'Egittoebbe origine negli anni immediatamente suc-cessivi alla seconda guerra mondiale . Nel 1949era già fiorente . Da allora fu un crescendocontinuo di iniziative che incrementarono l'ef-ficienza della istituzione a favore di ragazziche girovagavano abbandonati per le strade .Come in tutto il inondo salesiano, anche

presso quei buoni cristiani copti l'oratorio

L Oratorio salesiano per ragazzi copti ad Alessandria d'tgitto

si rivelò opera provvidenziale sotto tutti gliaspetti . La gioventù vi affluì sempre più nu-merosa, senza distinzione di confessione reli-giosa, rito o altro .

Oggi l'Oratorio di Alessandria d'Egitto contauna frequenza di oltre mille ragazzi tra idieci e i quindici anni di età . Quanti sono gliiscritti, tanti sono i frequentanti . Purtroppoquest'anno si dovettero chiudere i battentiai giovanetti inferiori ai dieci anni o supe-riori ai quindici : i cortili e la chiesa, sebbeneampi e spaziosi . non comportano un numerosuperiore all'attuale .

Con il direttore don Eraldo De Rossi vilavorano altri sei sacerdoti, due chierici edue salesiani coadiutori, oltre vari giovanottiformati all'apostolato nell'Oratorio stesso .

Ammirevole l'entusiasmo che regna nell'al-legra assemblea . Molteplici le attività ricrea-tive e diverse a seconda della categoria, etàe capacità dei giovani . In piena attività le,squadre di calcio, che giocano soprattuttoin giorni feriali per lasciar libero il cortile

alla domncuica. quando l'affluenza èè più no-tevole. Assiepali. pure i giochi di calcio-ha-lilla, mentre attvi sono i giocatori di palla-canestro .

La grande massa però è suddivisa in unaottantina di gruppi, che si formano a ornanoa mano clic arrivano i ragazzi, attesi conimpazienza dai loro captains . Quando sonoal completo, si recano presso il capace cestodei palloni per la distribuzione . E ogni squadraha il suo angolo di cortile, che difende ani-mosamente perchè, perduto quello. dove po-trebbe trovarne un altro?

E giocano assistiti amorevolmente dai Sa-lesiani . che non temono di correre anch'essi .giovani tra i giovani, come li voleva Don Bosco .

E l'assistenza non è mai troppa . Salesianie aiutanti laici si prodigano con il sorriso,con la buona parola, con la loro amabilepresenza . Í giovani sentono di essere amatie non si stancherebbero mai di stare all'Ora-torio. Ci vuole del bello e del buono perfarli sciamare alla sera verso le loro case!

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Il 90°-, degli oratoriani sono copti orto-dossi. Solo il 10°ó sono cattolici . Tra di loroperò, nessuna distinzione . Tutti pregano ecantano con lo stesso fervore; tutti vannoin chiesa e vi si comportano con la stessadevozione. Aperta la strada con il gioco, iSalesiani non trovano difficile condurli inchiesa .

Il venerdì sera, sfollata la massa degli ora-toriani, hanno luogo le adunanze delle Com-pagnie religiose e del Piccolo Clero per trat-tare soprattutto dell'apostolato tra i com-pagni e delle funzioni religiose . Se ne vedonoi frutti all'altare, dove quei bambini incan-tano cori la loro compostezza e precisionenelle cerimonie; e se ne vedono pure i fruttinel cortile. dove i più buoni esercitano unvero apostolato tra i compagni .

La domenica poi abbonda l'istruzione reli-giosa, mattino e sera. E quei ragazzi copti

ascoltano volentieri la parola di Dio, comepregano e cantano cori entasiasuio . La linguausata è l'arabo .

Il Clero copto ortodosso sembra veda benequest'opera. Anzi qualche membro partecipaanche a rappresentazioni teatrali . Entusiastane è il Parroco cattolico, il quale visita spessol'Oratorio e, in occasioni di feste, invita ilpiccolo clero degli oratoriani .

L'intesa incoraggia : dove le forze cattolichesono unite per il trionfo della santa Chiesa,là maturano frutti di bene e ne avvantag-tgrano le anime .

Gli oratoriani sono poveri, alcuni moltopoveri. Perciò si cerca di aiutarli anche ma-terialmente. Grazie agli aiuti di Enti assi-stenziali stranieri, siamo in grado di distri-buire sovente farina e latte in polvere . Anchele premiazioni che si fanno ogni anno in spe-ciali circostanze consistono per lo più in capidi vestiario e commestibili. E di questo cheessi hanno bisogno .

Quello di Alessandria d'Egitto può esserebene definito «Oratorio Ecumenico» . Sottoil segno della carità di Gesù vi si radunanoragazzi provenienti dalle più disparate con-dizioni sociali e familiari . Imparano a volersibene e a vivere secondo quei princìpi chevanno apprendendo dal Vangelo e dalla pra-tica di chi con tanto amore e interesse siprende cura di loro .

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SANTUARIO D'OROPA (Biella)

Celebrazione del 1° Centenario della lettera di San Giovanni Boscoda Oropa : 1863 - 6 agosto - 1963

Nell'agosto del 1863, in uno dei suoi pelle-grinaggi al Santuario di Oropa, dove s'erarecato a invocare l'aiuto della _Madonna, es-sendo in procinto di aprire la prima casa fuoridi Torino, a Mirabello Monférrato, San Gio-vanni Bosco scrisse una lettera ai suoi giovanidi Valdocco, piena di ammirazione per il grandeSantuario alpino, di amore alla Vergine SS .e di sollecitudine per i suoi cari figliuoli . Iltesto della lettera lo si legge nelle MemorieBiografiche, vol. VII, pag. 498 .

Per iniziativa del Rettore del Santuario, econ la fervida approvazione del Vescovo diBiella, venne lassù celebrata la data centenaria,cui fu premesso un devoto triduo. Venneroesposte alla venerazione dei fedeli, ad un altaredell'antica Basilica, l'immagine e la reliquiadel Santo tra addobbi, ceri e fiori . In quelletre sere don Emilio Sirio, direttore dell'IstitutoTeologico Salesiano di Bollengo (Ivrea) parlò

all'attento pubblico che gremiva la chiesa . Pren-dendo le mosse dal documento ricordato . trattodella figura sacerdotale di Don Bosco, dellasua ansia nella ricerca di cooperatori alla pro-pria opera e dei suoi tre grandi amori : l'Eu-carestia, la Madonna, il Papa .

Il 6 agosto alla Messa solenne tenne il di-scorso commemorativo don Francesco Tribbia,direttore dell'Istituto Salesiano di Biella, de-lineando, con abbondanza di riferimenti storici,l'importanza dell'opera di Don Bosco in quelparticolare momento della storia italiana.

Sappiamo che a ricordo della data centenariae stato affidato ad esimio artista un grandequadro, dono di munifica signora, nel quale,col Santo Cottolengo ed altri, spiccherà la fi-gura di San Giovanni Bosco, grande divorodella Vergine Bruna d'Oropa.. Il quadroverrà posto nella Basilica prima del chiudersidel 1963 . :t i

ILTEMPIOSUL

COLLEDONBOSCO

Come fu detto l'ultima volta,sopra le sacrestie è stata fattala gettata la quale, da quelIato, mette la parola fine allacostruzione. Tanto più che,contrariamente a quanto si faràcon la grande ch.iesa san-tuario, lì sopra non correrànessun tetto e lo scolo delleacque sarà affidato a una ter-razza . Essa sarà protetta daun parapetto, il quale correràpoi anche lungo tutto il restodella costruzione e servità amascherare la caduta dei tet-tini laterali .

La superficie del terrazzosarà ferita da tre ampi lucer-nari, incaricati di illuminare icorridoi che corrono inferior-mente all'interno e sono didisimpegno alle camere siadegli ospiti che del personale .

Nella chiesa inferiore sisono fatte prove e sopraluoghiper definire due cose: la siste-

,iti :.' mazione delle fonti di illumi-

Comincia a profilarsi, nella sua imponenza, la facciata del Tempio .

nazione e il rivestimento deipilastri . Le sorgenti lumi-nose verranno sistemate neiriquadri in cui è diviso ilsoffitto . 1 pilastri di sostegnosaranno rivestiti di marmo intutta la loro altezza, nella ma-niera più consona all'ambientedi cui sono parte essenziale .

Sopra la chiesa inferiore sista ultimando una p_ima partedei soffitti del grande tempio .La sollecitudine e la periziacon le quali vengono effettuatetali gettate fanno sparare che,con l'inizio della brutta sta-

gione, il tetto passa proteg-gere tutto l'edificio .

1 muratori alla loro voltacontinuano a integrare conmateriale i vani tra i pilastriche formano l'ossatura dellacostruzione, appoggiati dai tu-bisti e dagli elettricisti, cheaffidano ai nuovi muri le con-dotte dall'acqua e della luce .

C'è da augurarsi che iltempo sia galantuomo fino adesaurimento di tutte le operedi protezione esterna, preludioe p-emessa dei lavori di si-stemazione interna .

Un grande missionario :Don ANGELO CERRI

D a trent'anni la-vorava nella Pre-lazia di Porto Velino,percorrendo instan-cabile il Rio Ma-deira, su e giù pertutti gli affluenti eigarapé, finchè lamorte lo stroncò :cadde come uno deigiganteschi alberidella foresta ama-zonica, colpito da un infarto improvviso al-l'età di 72 anni .

La sua lunga vita missionaria era incomin-ciata da un equivoco : questo salesiano ar-gentino. nativo di La Plata, attratto alla vitamissionaria, si era deciso a farne domandascritta ai Superiori di Torino . Aveva uditotante volte le « buone notti » e le conferenzedei missionari che giungevano dalla Patagoniae da Chos Malal, da Zapala, dal Neuquennella vallata del Rio Negro ; perchè non an-dare anche lui a lavorare là?Quando la sua domanda giunse a Torino,

parve una benedizione del Cielo . « Persinodall'Argentina, diceva il servo di Dio donRinaldi, ci vengono domande per le missionidel Brasile ». Infatti da parecchi anni si eranoiniziate le missioni nel Rio Negro del Brasile,ma il personale era ridotto a pochi uomini .

Belém (Brasile) • Don Angelo Cerri con i confratelli fondatori dell'opera salesiana .

La domanda di « padre Angelo » parlavaespressamente del Rio Negro, ma non spe-cificava affatto di quale Rio Negro si trat-tasse, se dell'Argentina o del Brasile . Scri-vendo da Buenos Aires ed essendo egli ar-gentino, era naturale pensare all'Argentina .Invece don Rinaldi nella risposta, ringra-ziandolo della generosità, lo consigliava apartire presto per Rio de Janeiro, dove sisarebbe incontrato con il prelato mons . Massae di là avrebbe raggiunto le missioni delBrasile .

.Nelle missioni deii ArnazoniaSi pensi la sorpresa di quel « qui pro quo »!

Ad altri sarebbe venuta l'idea di riscrivereper dissipare l'equivoco . Ma padre Angelo 343

non esitò : nell'invito del Superiore riconobbela voce di Dio e partì .

In quel tempo erano solo tre le residenzedel Rio Negro: San Gabriel, Taraquà' e Bar-celos : in quest'ultima chiuderà gli occhi nel1927 l'eroico don Balzola . consunto dallefebbri malariche. La malaria era lo scottoinesorabile che i missionari dovevano pa-gare; un collaudo che non perdonava nes-

A Belém (Brasile) . La chiesa della Madonna del Carmine,e rinnovata da «Padre Angelo» .

suno. Così fu per padre Angelo che, sfinitodagli attacchi incalzanti, un giorno fu obbli-gato a scendere a Manaus per curare la salute .

Nel frattempo dalla sede episcopale diManaus era stato promosso arcivescovo diBelérn l'ecc.mo mons. Jòfili, grande amicodei Salesiani. Conoscendo egli personalmentepadre Angelo, gli scrisse che andasse a Belérn,dove c'erano maggiori possibilità di medicie ospedali e soprattutto un clima più sop-portabile .

In convalescenza a BelémPadre Angelo si decise dunque a prose-

,uire il viaggio per Belérn. Si era nel 1929,l'anno della beatificazione di Don Bosco, ein tutti i giornali si leggevano le notizie dellegrandi manifestazioni di Roma e di Torino .

Mons. Jòfili aveva trovato in archivio docu-menti importanti che un giorno presentò -apadre Angelo : «Legga qui queste lettere diDon Bosco». Erano lettere autentiche delnostro santo Fondatore, scritte nel 1881-82,in cui prometteva a mons . Macedo Costa .allora vescovo del Parà . di aprire per l'annoseguente le prime due case del Brasile : Ni-teroi e Belérn .

La casa di Niteroi era stata apertarealmente nel 1883 ed è la casamadre dei Salesiani nel Brasile ;ma Belérn, dopo quasi 50 anni, eraancora una sogno . Padre Angelobatti' copia delle lettere e le inviòal Rettor Maggiore don Rinaldi,che rispose immediatamente con-fermando la realtà di quelle trat-tative rimaste senza effetto e con-chiudeva a mo' di supplica : «Vediun po', padre Angelo, se mentre tirifai in salute. puoi fare qualcosa,non foss'altro un po' di oratoriofestivo » .

Fondatore dell'operasalesiana in BelémDetto fatto, padre Angelo do-

mandò a mons . Jòfili se v'era pos-sibilità di un Oratorio in embrione .« Sicuro, è molto facile - risposel'Arcivescovo - vada nella vicinapiazza del Carmine : là bambini eragazzi ce ne sono in quantità atutte le ore del giorno . La piazzaserve per la ricreazione, e poi perle preghiere c'è in mezzo una cap-pella della Madonna del Carmine :

non manca nulla! » .Quando padre Angelo comparve in piazza .

avvenne lo spettacolo che è naturale nel Bra-sile : tutti quei ragazzi gli corsero incontrochiedendo la benedizione. un santino o unamedaglietta. La bontà conquistatrice di padreAngelo fece epoca fin da quel primo giorno,perchè dopo tanti anni che la cappella erachiusa e inutilizzata, avvenne un fatto straor-dinario: finiti i giuochi e la ricreazione, si spa-lancò la porta della cappella e quel gruppo diragazzi cominciò a pregare e cantare, attraendol'attenzione di tutta la piazza . « Dalle portee dalle finestre le donne riguardavano . . . » .

Quella sera stessa padre Angelo, tornatostanco in episcopio, trovò ancora la forza discrivere subito a Torino . « Rev.mo signordon Rinaldi, ho la gioia di comunicarle cheoggi si è iniziata la prima opera salesiana inBelérn del Gran Parà con un Oratorio festivi o » .

affrescata

E siccome l'Oratorio era solo l'inizio, eccoche la Provvidenza sviluppò subito l'opera .Terminava in quell'anno il contratto deiFratelli Maristi per il collegio del Carmine,sito in quella stessa piazza. Essi avevano giàultimato la costruzione del collegio nuovo inaltra parte della città, sicchè il 31 dicembredel '29 padre Angelo, accettando l'invito del-l'Arcivescovo, prese possesso del collegio .

Tale l'inizio di quel Collegio del Carmineche ora conta più di 1200 allievi . Era unantico convento dei Carmelitani che, per leleggi di soppressione del secolo scorso, l'ar-

A Porto Velho (Brasile) . L'ardimento egrandioso Collegio Don Bosco .

la fede di don

chidiocesi aveva usato prima come seminario,poi affidato ai Maristi e ora ai Salesiani .Nella nuova casa padre Angelo, ch'era pit-

Iore. cominciò a decorare la chiesa, uno splen-dido edificio a una sola nave, sorto nel tardo'700 per opera di ingegneri italiani, che loinnestarono a una antica chiesa barocca del'600. Da tanti anni la chiesa era chiusa .Padre Angelo, con la benedizione dell'Arcive-scovo, montò le impalcature, dipinse . abbellìquelle pareti e ricominciò la vita religiosa .

Ritorno alla missioneMentre gli allievi si moltiplicavano e il

collegio si consolidava sempre più, gli annipassavano e mons. Massa scriveva a Torinoche se un missionario ammalato può ancheservire per aprire un'opera nuova, rimessoin salute, deve tornare alle missioni .Ci volle la canonizzazione di Don Bosco

per ottenere dall'Italia il successore . Nel 193

padre Angelo, carico di benemerenze e di sim-patie, ritornò nella Prelazia del Rio Madeira,che sarà il suo campo d'azione fino allamorte. In Porto Velho cominciò a costruire ilCollegio Don Bosco e fu un lavoro massacranteper tre anni. In quel tempo chiedeva mat-toni a Belém, che dista la bazzecola di 3000km., via fluviale ; il solo trasporto sarebbecostato tre volte di più del materiale!Poi venne la costruzione della residenza

di San Carlos do Jamarí, fra Porto Velhoe Humaytà, e soprattutto il lavoro costantedi catechesi e il ministero apostolico nelle

Angelo Cerri fecero sorgere in piena missione questo

visite continue lungo la ferrovia di Guajarà-mirím e sui fiumi Jací-Paranò. Abunà eCandeias .

Fu un missionario itinerante modello, chelasciò memorie preziosissime dei suoi viaggiapostolici, pubblicate nelle Letture Cattolichedi Buenos Aires nel 1917. ~ i i• pure una col-lezione di grafici e di mappe inedite di miaesattezza mirabile .

Ma bisognerebbe leggere i due volumi Des-hraradores del salesiano don Vittorio Ugo eraccogliere le impressioni dalla viva vocedi S. E. mors. Giovanni Battista Costa edei missionari del Rio Madeira, per avereun'idea adeguata della statura morale dipadre Angelo.L'equivoco con cui cominciò la gloriosa

giornata missionaria, rivelò in lui iuta fedee un'obbedienza che ora, al traguardo dellamorte, splendono in tutto il loro fulgore ene fanno un esempio classico di virtù eroica .

SAC. GUIDO BORRAdel Capitolo Superiore 3 4 .;

Vita salesiana in CoreaIl

Paese del ca1m,, a

Tutti ricordiamo ancora quando l'atten-zione del inondo era rivolta alla Corea e siseguiva con inquietudine l'affrontarsi di duegiganti appollaiati dalle due parti del 38°parallelo . Da allora, è lo statu quo : ognuno èrimasto sulle sue posizioni . 11 che vuol direche la Corea dei sud è imbottita di divisioniamericane .. come quella del nord di truppecomuniste .

Il clima della Corea è simile a quello diRoma o di Napoli : su dodici mesi dell'annove ne sotto otto di splendido sole . D'invernoperò il freddo può essere intenso e l'estateè una stagione torrida .

La penisola della Corea, grande quasi quantel'Italia, è molto montagnosa ; vi sono pia-nure soprattutto vicino al litorale e fiumianche di una certa importanza .

Gli abitanti sono in maggioranza del tipomongolo .

Il riso, corte presso tutti i popoli d'Oriente .costituisce la base del loro alimcuto ; ma ilriso coreano è di una qualità eccezionale, percui è molto ricercato. Lo si mangia abitual-mente insieme con (lei grossi cavoli bianchiche si lasciano fermentare con molto pepein vasi di creta. Mangiano volentieri la carne .quando ne hanno, e non disdegnano quelladei cane .

È assai facile ricordare la data della pene-t :razione del Cristianesimo in Corea : 1777 .Essa ricorda il battesimo dei primi Coreani .

.341 ; E, cosa unica nel suo genere, furono essi,

i primi battezzati laici, che poi evangelizza-rono il paese . 1.'installamento del clero ri-sale all'anno 1836 .

La Corea è divisa in nove diocesi, di cuicinque sono governate da vescovi nativi . Visono circa 400 preti, di cui più della metàsono pure indigeni. Si contano oggi oltre500.000 cattolici, su una popolazione di 24 mi-lioni di abitanti . Vi sotto molti buddisti e iprotestanti passano i due milioni . l i restodella popolazione, cioè la massa, dal puntodi vista religioso, è indifferente : non hannonè dèi nè culto. È molto radicata la supersti-zione, per esempio, ogni sorta di praticheper cacciare gli spiriti cattivi . Circola un'in-finità di ciarlatani, sempre pronti a predirviil futuro e tutto ciò eh<- volete .

La scuola salesiana di Iîwangju1 Salesiani vi lavorano da otto anni. At-

tualmente hanno solo due case : il « SalesianCollege » a Kwangju e la parrocchia di Yong-dung-Po in Seoul . 11Ta non tarderà moltoche sorgeranno nuove importanti opere .

In Corea si trovano pure le Figlie di Ma-ria Ausiliatrice e un promettente avvenire sischiude davanti a loro . A Kwangju dirigonoun bellissimo collegio e sono molto apprezzatetanto per la loro cultura quanto per l'educa-zione ( , tre dànno .Da cinque anni esse si dedicano in Seoul

alle opere della parrocchia San Giovanni Bo-sco e hanno cominciato la costruzione diuna grande scuola per la gioventù femminile .

ACoreaIl Collegiosalesianodi Kwangju,che ospita1500 allievi .

KwangjuI primi novizi

salesian'circondano

S . E . l'arcivescovomonsignor

Harold Henry,nostro insigne

benefattore .

La scuola salesiana di Kwang,ju è un gin-nasio-liceo cori 1498 allievi, quasi tutti esterni,raggruppati in 22 aule, con 70-80 giovaniciascuna (le scuole pubbliche ne hanno anche120 per classe!) . Su 1300 allievi 264 sonocattolici e 83 protestanti : ma tutti, anche ipagani, studiano tanto volentieri il catechismo(tre ore settimanali : due di catechismo euna di filmine) e partecipano con entusiasmoalle gare e alle accademie e feste religiose .che si susseguono durante l'anno scolastico .

La nostra preoccupazione è rivolta ai cri-stiani . per i quali ci sotto le compagnie re-ligiose e la Messa settimanale con larga pos-sibilità di confessarsi ed accostarsi alla santaComunione .

C'è poi il gruppo dei catecumeni, circa 200,cioè (lei fortunati che per l'età, la condottae la situazione familiare possono essere iscrittinell'albo di coloro che si preparano a rice-vere il santo battesimo . Si dà la preferenzaai liceisti e a coloro che possono vantare diavere qualche parente cattolico . Questi ca-tecumeni, terminate le 7 lezioni giornaliere,si fermano nella scuola un'altra ora e parte-cipano ai « club » di catechismo, dove i no-stri salesiani coadiutori spendono con autore .le loro migliori energie .

Il catecumenato deve durare almeno unanno, durante il quale il giovane, oltre allequattro ore settimanali d'istruzione, deve as-sistere alla Messa domenicale nella propriaparrocchia . E basta che, senza un motivograve, manchi una volta sola, perchè sia co-stretto a riprender tutto da capro . E poi ci

sono i quattro chalgo : quattro terribili esami,in cui si approfitta per fare una buona eli-minazione. In Corea, (lato il grati numerodi catecumeni adulti e l'enorme scarsezza disacerdoti, la gerarchia ecclesiastica insistenel render difficile e quasi impossibile ilbattesimo agli adolescenti . Se diventano cat-iolici, praticano sul serio; ma il sacerdotemolte volte è impossibilitato a seguirli ea prestarsi per le confessioni .

Pur non avendo nella scuola la consola-zione di dare molti battesimi (in un annosolo due qui e alcune decine nelle parrocchie)sappiamo che l'influsso di quest'opera sale-siana in provincia è grande e nella parroc-chia vicina ben 200 genitori dei nostri al-lievi stanno studiando il catechismo .

Su una quarantina di insegnanti esternicirca due terzi sono cattolici, gli altri simpa-tizzano, come del resto tutti i coreani, perla Chiesa cattolica e parecchi si stan prepa-rando a ricevere il battesimo .

Il battesimo di quattro professoriÈ sempre un gran sacrificio l'accettare

l'invito a un pranzo coreano, non solo peril tempo tanto prezioso che si perde (infattibisogna osservare tutta una complessa eti-chetta, che mette a dura prova la limitatapazienza d'un occidentale), ma anche per icibi piccanti e alle volte per noi nauseanti,che con garbato sorriso bisogna trangugiare .Tuttavia questa volta ci arrendemmo con :1r,7

3 1.11

sincera gioia al desiderio del capo dei nostriprofessori, che c'invitava all'Hotel Cinese peruna cena singolare . Là, in una saletta adornadi arazzi 'e dipinti coreani e cinesi, accocco-lati sulle stuoie, davanti a tavoli alti unaspanna, ci siamo trovati subito tanto bene .Eravamo felicemente circondati dai nostriinsegnanti e i posti d'onore dinanzi a noierano occupati dai festeggiati : erano i quattroneofiti Kim Pio, Pak Antonio, Kim Griso-gono e Cliong Ignazio. Ogni anno c'era statoil battesimo di qualche nostro insegnante,ma un gruppo di quattro, tutti insieme, ca-techizzati dal nostro professore Hee Fran-cesco, era la prima volta . Ad un certo punto,

A Kwangju (Corea) - Il direttore don Facchinelifelice per aver assistito alla vestizione del figlio .

in un ambiente di famiglia, saturo di caritàe semplicità, un festeggiato, Kim TapponPio, raccontò la storia della sua conversione .Era un bonzo buddista del famoso tempiodi Gunten e invano cercava la pace del cuorenella pratica della faticosa ascetica orien-tale . Dopo vari anni di ricerche e di travagliospirituale, venne a contatto col Cristianesimoed infine, tre anni fa, riuscì a entrare nellanostra scuola come insegnante di lingua na-zionale. Qui non trovò difficoltà ad adattarsial nostro sistema educativo. e a un certopunto espresse il desiderio di potersi istruirenella religione cattolica . Il parroco lo avevapiù volte bocciato al chal o, ma la buonavolontà la vinse sulla memoria un po' ar-rugginita dagli anni .

Ora gli amici si congratulavano cori lui econ gli altri neofiti e li esortavano a mante-nere il cuore mondo dal peccato fino allamorte, mentre additavano loro i pericoli

per la fede e li esortavano a entrare subitoa far parte della « Legio Mariae » .

Qualche giorno dopo altri otto nostri in-segnanti chiedevano d'essere istruiti nellareligione cattolica e subito tre professori cat-tolici s'offersero d'insegnare il catechismo ailoro bravi colleghi.

Grazie alla generosa collaborazione di questinostri insegnanti, la Scuola salesiana in cittàe provincia è stimatissima e quest'anno perserietà di studi e formazione morale ha su-perato di parecchi punti famosissimi liceistatali. La stampa, la radio, come le auto-rità hanno espresso ripetutamente la lorosoddisfazione e gratitudine .

Per le vocazionicoreane

Questa nostra Scuola diKwangju, iniziata per lamunifica generosità del no-stro amato Arcivescovo,S. E . mons . Henry, ospitaparecchie altre opere, chedebbono esser sistemate e-v iluppate :•

l'aspirantato per salesianisacerdoti,• l'aspirantato per salesianicoadiutori, unito ad unascuola professionale ;•

il noviziato e lo studen-lato per i chierici .

Alla Scuola, fin dai primimesi, si è unito un piccolointernato per aspiranti alsacerdozio e alla vita sale-

siana, che accoglie anche un gruppetto di« Figli di Maria », ossia di aspiranti adulti . Quisi vedono avverate le parole di Don Bosco ariguardo dell'alta percentuale di ragazzi chemostrano segni di vocazione . Questo lo si deveanzitutto al fatto che nelle famiglie coreane lavita cristiana è vissuta intensamente e sognodei genitori è avere un figlio sacerdote o unafiglia consacrata al Signore .

Al Seminario di Seoul oltre 200 giovani cheavevano finito il liceo chiesero di entrare ; masolo una cinquantina riuscirono a superarel'esame d'ammissione, cioè tanti quanti nepuò accogliere ogni anno .Anche da noi ci furono domande a centi-

naia . . . I giovani vengono a piedi, di notte,(la lontano; e se non ottengono il favore dientrare, stanno dei giorni accoccolati allaporta ripetendo le loro suppliche e promesse .

La difficoltà sta nella scelta, perchè ci po-trebbe essere qualcuno spinto da motivi meno

retti, come la fame e la miseria . Ma noi siamomolto contenti dei nostri cari aspiranti . Essimanifestano una profonda pietà, sono rac-colti, riflessivi, senza pretese, si acconten-tano di poco e un'alta percentuale persevera .I Coreani che abbiamo già in Congregazionesono quanto mai generosi e molto affezio-nati a Don Bosco .

L'increscioso avviene quando si deve al-lontanare qualche giovane che non fa pernoi: sono scene indescrivibili . Per qualcunoinfatti partire dalla casa di Don Bosco si-gnifica ritornare a patir la fame, dormirenon più in un bianco letto tutto per se, manella propria capanna insieme con i numerosifratelli, sorelle, genitori, ziie nonni . ., lì sul pavimento .

Per ora l'aspirantato èunito alla scuola, sistematoalla meglio in locali inadatti :ma speriamo che presto sipossa avere un edificio con-veniente. tutto per loro .

Tra gli aspiranti al sacer-dozio abbiamo anche unaquindicina di giovani, chedesiderano divenire sale-siani coadiutori. Per lorosi sono allestiti due pic-coli laboratori di falegna-meria e meccanica ; labora-tori che farebbero ridere inostri capi d'arte d'Europa .nna perora non possiamo fardi meglio. Mentre altri in-terni studiano il latino, essifanno tre ore di laboratorio,guidati dai nostri confra-telli che oltre al mestiere,insegnano loro disegno professionale, tecno-logia e un po' d'italiano .Anche la loro non può essere che una si-

tuazione provvisoria ; occorre provvedere alpiù presto un posto adatto, a fianco diuna scuola professionale .

Ecco quindi in vista la scuola di arti e me-stieri, per la quale abbiamo avuto (la partedi autorità civili e religiose tante domandee offerte .

L'attuale presidente della nazione, PakChong Hui, per gentile interessamento degliAmbasciatori d'Italia e di Francia, ha già do-nato oltre cinque ettari di terreno, pocolontano dalla nostra parrocchia di Seoul . perla costruzione di una scuola professionale .Abbiamo già cinque salesiani coadiutori e sene attendono altri entro quest'anno . Penso chefra non molto anche questo sogno . con lagrazia del Signore . si potrà al tuare .

Abbondano gli orfanelliA questo centinaio di aspiranti, per neces-

sità di cose, abbiamo dovuto unire un grup-petto di orfanelli, raccolti in pietose condizioni .Ognuno di loro vi potrebbe raccontare unastoria pietosissima : Chon Gigetto era un lustra-scarpe senza casa e senza parenti; Cha Dome-nico ebbe la casa portata via del vento e dal-l'acqua; Son Bosco fu raccolto presso la madremorta di fame ecc . Quando potremo dedicarcisul serio all'educazione di questi poveri figlidi nessuno che a migliaia, sporchi e affamati,girano per le piazze e le vie della città?

A Bambini coreani nel loro tradizionale costume .

E facile immaginare che, anche tra i nostriaspiranti . quasi nessuno può contribuire allespese del proprio mantenimento . 1 genitori .quando vengono a offrirci i loro figli . fannomille promesse, anche scritte e firmate ; mapoi hanno (la pagare i debiti del bisnonno,e il riso è già venduto ancora prima chemetta la spiga .

Quanto bene farebbe alla Chiesa, alla ci-vile società e anche alla propria anima, quellabuona persona che potesse adottare uno diquesti piccoli orfani, tanto cari al Signore!

Come è sorto il noviziatoTutto sommato, l'opera peggio sistemata

è il noviziato . Impossibilitati a iniziarlo, inpassato abbiamo visto alcuni nostri «figlidi Maria» passare ad altre Congregazioni ; ;1,f>

poi, due anni fa, riuscimmo a inviare inGiappone al nostro noviziato di Ch ifu unpaio di ascritti . Nel frattempo giunse (la]Belgio il maestro dei novizi don Miller .

Il primo anno di noviziato f'u particolar-nrente difficile . I dieci novizi furono siste-mati nel sotterraneo del teatro della scuola,appena terminato . con l'umidità che goccio-lava dalle pareti e trapelava dal pavimentodi cemento . Sono poveri ambienti., senza cor-ridoio di comunicazione, posti a nord, prividi sole, e quando soffia il vento siberiano, iltermometro scende sotto i 30° .Quando. il 24 febbraio dell'anno scorso,

si dovette iniziare . mancavano tante cose :mancava soprattutto il maestro, a letto daquindici giorni . L'assistente . arrivato (la unmese, noti conosceva il coreano . . . Ricordoche mentre davo la benedizione ai locali,fuori imperversava una furiosa tempesta divento e lieve .

1 novizi, abituati nelle loro stamberghead una vita durissima, resistettero, s'irrobu-stirono e crebbero in fervore e generosità .rea il maestro e l'assistente caddero ripetu-tamente arrlmalati .mcutre qui noi della scuola .già sovraccarichi di lavoro. non si potevaaiutarli conio, abbisognavano .

Grazie all'aiuto poterne della nostra Au-siliatrice, si potè giungere alla fine di questoprimo anno di noviziato . E il 2-1 febbraioscorso, con indicibile gioia di t utti . i l signorIspettore. venuto appositamente dal Giap-pone, ricevette la loro professione religiosa .mentre altri otto novizi iniziavano il loroanno oli prova .

Purtroppo la nostra letizia era offuscata(la un nuovo dolore : due giorni dopo il signorIspettore sarebbe ripartito per il Giappone .conducendo con sé il maestro dei novizi, alquale il dottore aveva ordinato tre mesi diassoluto riposo .

In casa ora abbiamo anche i nuovi sale-siani, che frequentano filosofia al seminarioregionale . Tre ore al giorno di cammino :partono presto e tornano tardi . Speriamo re-sistano spiritualmente e fisicamente . E veroche in Corea, per necessità di cose, son tuffibravi camminatori e solo qualche dottore oprofessore può permettersi il lusso di unabicicletta!È evidente che urge avere un ambiente

decoroso sia per i novizi come per i giovanichierici. Speriamo che presto questa sia unabella realtà .

Infatti a Seoul c'è don Martelli che staspianando il terreno e presto si getterannole fondamenta del noviziato . Per i filosofi,più che i muri, ci vorrebbero un paio di sa-lesiani che potessero far loro scuola . Pur-

3:0 troppo per qualcuno di questi bravi chierici

coreani si profila vicina la prova terribile ditre anni di servizio militare . Che la dolceMamma celeste ce li conservi fervorosi epuri come sono ora!

Oratorio diretto da un coadiutoreNoti sarebbe contpleta la rassegna (lei no-

stro lavoro se non si accennasse, almeno disfuggita, al fiorente Oratorio domenicale, checerchiamo di fare come prima opera dellanostra Congregazione .

Siccome i sacerdoti alla domenica sonotutti occupati nel ministero in casa e fuori(parrocchia, ospedale, casa delle Figlie diMaria Ausiliatrice) . la responsabilità dell'Ora-torio è stata affidata al nostro coadiutoreGiacomo Corvino, che con l'aiuto di alcuni« figli di Maria » più in gamba, lo dirigemolto bene . Sono parecchie centinaia i ra-gazzi che costantemente assistono alla santaMessa, studiano il catechismo e poi parteci-pano ai vari giochi. Alle leste, grande pre-miazione: qualche indumento o qualche ca-ramella venuta da lontano . E intanto si faconoscere e aerare il Signore .

0

Trovandomi, giorni fa . all'ospedale dei Fa-tebenefratelli, il (loti . Wascb. un bravo ame-ricano che gratuitamente ci assiste, approfittòdella presenza di S . E. l'Arcivescovo . perrimproverarci del nostro troppo lavoro : « Que-sti poveri salesiani disse -- arrivano paf-futi e rubicondi, ma dopo due, tre anni, ri-partono magri e alle volte ammalati . E S. E .mons. Ilenry, pur lodando il fatto che ave-vamo pensato prima alla sistemazione. (leiragazzi che alla nostra, insistette insieme aldottore stilla necessità d'una cucina miglioree d'un edificio conveniente per le abitazionidei religiosi, che ora sono sparsi nei postipiù infelici della scuola .Anche questo è un grave problema che

ci assilla (la anni . e di cui non si vede, al-meno per il momento. l a soluzione .

Ecco quanto mi è parso bene far conosceredella nostra vita in Corea .

Da quanto si è detto, è facile dedurre chela Corea resta sempre un campo eccezional-mente fertile, dove per poco che si semini,si raccolgono frutti ubertosissimi, sia per laChiesa corno per la Congregazione .

Dobbiamo anche noi iniparare - contedice Nostro Signore - dai figli delle tenebre :arricchire di personale e mezzi quelle nazioni,dove più facilmente il Regno di Dio si puòsaldamente fondare e sviluppare .

DON RINALDO FACCIIINELLI A .D.R .Salesian. College, Kwangju (Korea)

yen vi-u missiona rio i.uea,i~

S. E. mons. Stefano Ferrando, vescovo diShillong, ha benedetto una nuova chiesa nelcentro missionario di Barpeta (Assam-India) .che conta 7000 cattolici .

Quel giorno il nuovo ponte sul Brama-putra veniva aperto alla circolazione delleauto. Con grande gioia il Vescovo attraversòil fiume, le cui sponde erano finalmente con-giunte a Gauhati . E una superba conquistadel lavoro umano .

La chiesa di Barpeta Road fu costruita dadon Remo Morra, che continua così la tradi-zione dei primi missionari salesiani, i qualifurono non solo costruttori spirituali, maanche architetti di chiese e di scuole .

Caratterizzò la festa la benedizione nuzialedi 45 matrimoni . Nella valle del l3rannaputra,in Avvento e in Quaresima, coloro che si pre-parano al matrimonio vengono per un meseal centro missionario. Le ragazze socio affidatealle suore e i giovanotti ai sacerdoti . Una verascuola in preparazione a questo grande sacra-mento per formare religiosamente le futurefamiglie cristiane .

Il Vescovo, quando si vide comparire da-vanti quelle 45 coppie, si commosse . Le ra-gazze erano biancovestite con una corona sulcapo. Le interrogazioni di rito furono fatte se-condo le lingue dei novelli sposi . Il distrettomissionario di Barpeta comprende tribù Ou-raon, Munda, Boro, Santali, Garo, e il missio-nario deve conoscere almeno 4 lingue .

Questi corsi prematrimoniali sono una verabenedizione perchè incidono decisamente sulclima cristiano delle future famiglie .

In Barpeta vi è anche la casa madre delleSuore Diocesane, il cui scopo principale è digirare nei villaggi delle vaste missioni e pre-parare i bambini alla prima comunione, istruirele donne catecumene per il battesimo, e tenerele scuole prematrimoniali e corsi di EserciziSpirituali . Queste Suore, nella loro semplicitàe fede ardente, si adattano facilmente a viverela vita che si vive nei villaggi indiani . Nontemono il sole cocente nè le piogge torrenziali,che convertono i sentieri in pozzanghere diviscido fango .

La Congregazione ha in Barpeta 20 ppstu-lanti, 15 novizie e 20 professe . Nelle diocesidi Shillong e Dibrugarh ha altre 6 case . Èuna Congregazione nuova nel suo genere, cheva incontro ai bisogni eccezionali di quella va-

Barpeta (Assam-India) . Facciata della nuova chiesa

stissima regione dell'Assam. I missionari do-vrebbero possedere un elicottero, come i nostriitaliani dell'ENI, che lavorano in Assam .Ogni settimana il loro elicottero atterra nelcortile della missione fra l'esultanza generale .

A Barpeta i Salesiani hanno pure una scuolaagricola, dove svolgono un'opera altamentecivile e provvidenziale, addestrando i ragazzinell'allevamento del bestiame, nella coltiva-zione degli ortaggi e delle varietà locali difrutta, come banane, ananas, mangos, be-telnut ecc. Moltissimi sono i visitatori cheogni giorno passano in questa scuola agricola,dove 270 ragazzi interni, mentre imparano acoltivare la terra, frequentano corsi regolaridi studio .

Così religione e civiltà, apostolato e pro-gresso tecnico fanno di Barpeta un centro mis-sionario ideale .

:353

m lo

Misterioso salvataggio da certo naufragioIl nostro figlio don Mario, missionario sa-

lesiano nell'Equatore, stava risalendo la cor-rente del fiume Esmeraldas per recarsi alla suaMissione, quando l'irruenza della corrente tra-volse l'imbarcazione : chi lo accompagnava an-negò, mentre don Mario, per aver invocatoMaria Ausiliatrice venne salvato, non si sacome, da alcuni indigeni in forma che ha delprodigioso .

Sentiamo il dovere di pubblicare la grazia,perchè quanti la leggeranno, aumentino la lorofiducia in Maria Ausiliatrice . Inoltre la piccolaofferta vuole essere un segno tangibile dellanostra viva riconoscenza per tutte le grazie ri-cevute nella nostra numerosa famiglia .Appiano Gentile (Como) ANITA E PIETRO MAZZONI

Guarita in modo prodigiosoDa oltre quindici anni ero affetta da colite

spastica con ulcera duodenale ed altri disturbigravi che minavano la mia esistenza. Pursopportando tutto con cristiana rassegna-zione, la situazione era divenuta per me quasiinsopportabile e, al dire dei medici, irrime-diabile. La lettura del Bollettino Salesiano midiede animo a rivolgermi con rinnovato fer-vore a Maria SS . Ausiliatrice e a San Gio-vanni Bosco, di cui sono fervente Cooperatrice .

Non avevo ancor finito la novena che igravi disturbi erano cessati in modo pro-digioso .Ruvo di Puglia

VITTORIA PELLEGRINI IN MARINELLI

Riprende a camminare il 31 gennaioIl giorno 31 gennaio, festività di San Gio-

vanni Bosco, mi trovavo come al solito sedutasu di un seggiolone, impossibilitata a cammi-nare a causa di una disgrazia succedutamicirca tre mesi prima .

A un tratto mi sentii investita da un soffios.; . e spinta a camminare . Provai e potei fare i

primi passi, salire i gradini per uscire sul bal-cone .

Chiamai ad alta voce i parenti che erano incortile e dissi : « San Giovanni Bosco m'haguarita ; le preghiere che gli ho rivolte in questanovena sono state esaudite! «> .

Lusernetta (Val Pellice)

ANNA MARTINA

Dal monte si staccò un grosso masso . . .Mio figlio Pietro, il 5 febbraio scorso, viag-

giava per lavoro con un autofurgone quando,giunto a Pradello (Lecco), dal monte si staccòun grosso masso di circa sei quintali, checentrò la macchina proprio alle spalle delconducente . Allo schiacciamento seguì unosbandamento pauroso. La macchina divelse unparacarro, poi precipitò dalla scarpata nellago, dove si incagliò tra gli scogli .

L'angoscia di (luci momenti fu terribile permio figlio, che si vedeva andare verso la morte,ma l'intervento miracoloso della Vergine Ausi-liatrice, da lui invocata, e di San Giovanni Boscol'hanno salvato ; ed egli potè uscire illeso dallamacchina ridotta a un mucchio di rottami .Sondrio

MARIA ORIETTI VED. NEGRINI

Esce illeso da un grave incidenteMentre mio figlio con una « 6oo » tornava

a Torino, in una curva, a causa del terrenoviscido per la pioggia, sbandava paurosamentee andava a battere con la macchina contro unparacarro. All'urto violento la « 6oo » si ca-povolgeva e, saltando un fosso, andava a fer-marsi in un prato . La macchina subì gravidanni, ma mio figlio ne uscì miracolosamenteilleso, con piccole scoriature alla fronte e albraccio. Solo la protezione di Maria Ausiliatriceha potuto salvarlo da gravissime conseguenze inquesto pauroso incidente . Mando un'offertaquale espressione della mia riconoscenza aMaria Ausiliatrice e a San Giovanni Bosco .Genova, passo Mazzarelli, 3-S

ROSALIA DI MENTO

Un operaio può riprendere il lavoro

Dal 1939, quando entrai per la prima voltanella Basilica di Maria Ausiliatrice, io sonoCooperatore e mi sento legato da una fedeprofonda al grande San Giovanni Bosco, dicui leggo le grazie pubblicate sul Bollettinoe a cui rivolgo sempre la mia misera preghiera .

Da anni soffrivo forti dolori che mi costrin-gevano a letto. Invocai San Giovanni Boscoperchè illuminasse i dottori . Finalmente fu-rono riscontrati calcoli renali e appendiciteretrocecale. Fui operato di quest'ultima esuperai felicemente l'operazione assai com-plicata, pregando Don Bosco . Anche i cal-coli se ne andarono e così posso ancora por-tare pane ai miei figli lontani. Nelle ore disconforto, il solo pensiero del grande Santobasta a consolarmi e a farmi riprendere co-raggio .Cigliano (Vercelli)

operaio PEPPINO RENDA

Altri cuori riconoscenti

Sac . Luigi Bozza (Missioni Salesiane dell'Equatore) af-fetto da esaurimento nervoso, trovava difficoltà insormon-tabili per il suo viaggio in Italia ; si raccomandò a MariaAusiliatrice con la novena consigliata da Don Bosco epotè compiere il viaggio senza difficoltà .Denise Verthny (Chàtillon-Aosta) con offerta per operesalesiane ringrazia M . A . per il miglioramento di un suofamiliare, colpito da meningite, e chiede preghiere per laguarigione completa .Sergio Marchisio (Occimiano Monferrato) trovandosiper due volte in serie difficoltà di lavoro, invocò confiducia Maria Ausiliatrice e don Rinaldi e fu aiutatopienamente e in breve tempo .

Alfredo Cappellacci (Gravellona Toce-Novara) avendola mamma gravemente inalata all'ospedale, la racco-mandò a M . A., a S . G . B . e a D . M. Rua, ottenendonela guarigione .Tre F.M.A. (Bologna) supplicando M . A . poterono subireun difficile esame di Stato con esito superiore ad ogniaspettativa .

Maria Battezzati (Monte-Alessandria) affetta da anemiae artrosi cervicale, si raccomandò a M . A ., a S . G. B .e a S. D . S . ottenendo un progressivo miglioramento .

Maria Brandone (Pezzolo, V . U . - Cuneo) rende grazie aS. G. B . e a S . D . S . per l'accomodamento di un inte-resse e la buona riuscita della nipotina studente ; e im-plora altre grazie per la famiglia .Rosetta Colombo (Torino) colpita da collasso circola-torio con vertigini, fu ricoverata all'ospedale per le curedel caso e nel frattempo si raccomandò con fede a M . A .,a D . Rua e a D . Rinaldi conseguendo la guarigione desi-derata .

Elvira Patitucci (Cariglio-Cosenza) elevò ferventi pre-ghiere a S . G. B . per una nipotina gravemente amma-lata prima ai polmoni, poi a una gamba, ottenendouna perfetta guarigione .Biagia L. (Cervere-Cuneo) colpita da infortunio a unagamba, potè guarire raccomandandosi a M . A ., a S . G . B .e , a S. D . Savio .Maria Giurin in Tonello (Mirano-Venezia) ammalata conforti dolori, supplicò M . A ., S . D. S . e D. F . R . per lasua guarigione e fu esaudita .

ottenute per l'intercessione di Maria Ausiliatrice e di S . Gio-vanni Bosco, di S . Maria Mazzarello, di S . Domenico Savioe di altri Servi di Dio - alcuni hanno anche inviato offerte edelemosine per sante Dlesse di ringraziamento - i seguenti :

Aldegheri Carmela - Alfano Francesca v. Noto - Aliperti Anna- Anessi Lanzani Maria - Angelillis Giuseppina - Ansaldi Luc;a- Ardito Novarina - Arena M . Teresa - Atzori Bonfiglio - BaffiDaniele Teresa - Baldovino Lidia - Balistreri Salvatore - Bar-bieri Coniugi - Barnasati Maria Rosa - Baroni Angelo - Battez-zati Elena - Battistella Maria - Baudeni Maria Teresa - BaudinoDorina - Belometti Rina - Benassé Albina - Bergia Serra Anita- Berrera Maria - Bevarina Fam . - Biffi Maria - Bo Teresa -Bonizzoni Gina - Bono Giovanni - Bormolini Giov . Maria -Bottos Domenico - Branca Amalia - Bruno Rosa - BuonsensoPina - Burigotto Letizia - Cali Anna - Cali Maria - CalizzanoGiovanni - Cailegari Luigi - Camona Maria - VappellettiTullio - Capponi Vittorina - Capra Daria - Carena Pietro -Cartasegna Maria - Castelli Pietro - Casula Nina - CattorettiMilano Ines - Cauda Lisa e Giovanna - Cerato Francesca -Cerutti Sebastiano - Chassen Isolina - Cicogna Nelda - ColomboZaffaroni Cettina - Coniglio M . Giuseppa - Consiglio D . Sal-vatore - Conti Dott. Sebastiano - Copetti Giuseppina - CocquioAugusta - Corradi Pietro - Corrente Mottini Ines - Cossu Col .Luigino - Costella Giuseppina - Cotta Antonio - CravediPinuccia - Cremasco Giovanni - Crespi Maria - Cuccaro Te-resa - Dall'Anese Lucia - Dalle Nogare Silvana - De Bene-detti Anna M . - De Filippis Matilde - Delle Baite Lucia - Del-l'Isola Antonio - Del Sordo Filomena - De Luca Rosa - De-monti Convoli Eulalia - De Rovere Valentino - Diemoz Maria -Di Fabrizio Giovanna - Drapante Maria - Drebertelli Rosa -Fpifani Ada - Ezilda Gina - Fantini Santina - Fattor Onorina- Fenocchio Fam . - Ferrando Gaggero Benedetta - FerrarisPietralanda Luigina - Fertitta Giuseppe - Fiore Mirella -Fiorilli Bambina - Forlì Marina - Franzino Cristina - FreriOlga - Galeazzi Emma - Gasperini Susanna - Gastaldi Maria- Gazzola Luigina - Ghidini Pierina - Ghilardi Cesarina -Giacomini Settimio - Gianni Giovanni - Giordano Francesco- Giordano Raffaele - Gironi Elisa - Grasso Pa!mira - GubetGianna - Guerini Teresina - Invernizzi Antonio - Isabel Maria- Iudano Angelina - luvanon - Ivaldi Clelia - La MartinaSalvatore - Largo Paola - Lattuada Silvano - Laudani Chiara -Laurenti Agnese - I .azzati Sandra - Lelli Italia - Leo Chiara- Leotta Emanuela - Lercari Battista - Lerda Rita - LignaniAvv . Carlo - Locatelli Elvira - Lo Monaco Angelina - Lu-nardini Paola - Maccarini Rosanna - Maggia Tcela - MagniMagno - AIanao Maria - Manavella Lucia - Mantovani Sante- Manzoni Luigia - Mao Flavia - Marchisio Bo Margherita -Marim Aida - Marino Angela - Martignago Rosa - MartinelliGiaeomina - Marzocchi Gino - Mascali Antonino - MascoloMaria - Mattesco Elisabetta - Melfi Giuseppe - Melina Giovanni- Menarni Luisa - Merlo Maestri Giovanna - Merlotti Virginia- Micheletti Pierina - Michelis Anita - Mina Elisabetta - Moi-sello Elena - Molaro Carolina - Molinar Giovanna - MontoValentina - Mondino Carla - Monesso Fidalma - MonizioTeresa - Momini Maria Cristina - Mordasini leanette - Mo-retta Maria - Moretti Francesco - Moretti Sr . Giselda - Mo-roso Giulia - Mourglia Margherita - Musso Giovanni - NardiSilvio e Angela - Nasi Esterina - Natta Benedetta - Nigro Giu-seppina - Nodari Bertocchi Cecilia - Occhiena Olga - OrsiniPensabene Maria - Pagani Serafino - Paiusco Lidia - PalermoSebastiano - Palmieri Maria Teresa - Panizza Lina - ParataliClementina - Pasquero Clementina - Passaretti Emilia. - Pas-sera Giampiera - Patti Sr . Giuseppina - Pcirano Elena - Pel-litteri Alda - Perini Pasqua - Perla Giacinta - Peruffo Maria- Pestarino Sabina - Petruso Maria - Pezzoli Pietro - PiantinoDionigi - Pianella Rosina - Piccoli Angelo - Piccotti Emilia -Piselli Giuseppe - Piva Eugenia - Pizzi Fortunatina - Po!inelliGiustina - Pozzi Irma - Priod Virginia - Prolo Giuseppe -Provera Biginelli Teresa - Pucci Rosy - Quaglia Erminia -Ranuschio Leone - Re Silvana - Regis Giuseppina - ResminiGiuseppina - Rocchi Flora - Romano Pierina - Rossi SerraAlberta - Rossi Flora - Rosso Prima - Rundo Savina - Sim-marco Franca - Saporiti Camillo e Olga - Sartori Antonio -Serafini Anna - Serina Maria - Schiavi Marietta - Sola Emma- Somma Emilia e Costanza - Sonda Norina - Soravia }'uicherMaria - Stefani Fam. - Stracquadanio Carmelina - StroppianaLucia - Suor Ercolina - Suppa Gelsomina - Tadini Fernanda -Tamburini Silvana - "Fardelli Albertina - Tarro Ricca Carmela- Tecchio Gino - 'Cerati Andrea - Tessitori Sartori Filomena -Testa Cecilia - Testa Maria - Tochetti Assunta - Torello Te-resa - Torre Giuseppina - Torti Natalina - Toscano Ginetta- Tosi Guglielmina - Trunteo Raffaele - Valdo bis Andreina -Valentini Maria - Vallet Pietro - \'anoni Maria - Varaglia Angela- Vaschetti Anna - Verri Piera - Vian Erminia - à'ittone Caterina- Voarino Anita - Zannier Nilde - Zanone Rosina e Giuseppe . 355

356

S .. DOMENICO SAVIO

«Nessuna medicina potrà guarirla»

Il 22 febbraio u . s. fui colpita da un maleche mi costrinse a chiamare il dottore . Questimi disse che occorreva un'operazione . « Pre-ferisco morire - risposi - piuttosto che su-bire questa operazione ». « Se vuol morire- riprese il dottore - faccia pure : nessunamedicina potrà guarirla » .Tornai a casa molto triste, ma subito mi

confortai pensando che il q marzo sarebbestato l'anniversario della santa morte di Do-menico Savio. Iniziai subito una novena insuo onore e promisi che se fossi guarita senzaoperazione, avrei mandato un mese dellamia pensione a San Domenico Savio e fattopubblicare la grazia. Ora posso dire a gloriadel Santo che sono guarita senza operazionee non sento più alcun disturbo. Riconoscentee commossa, lo ringrazio e lo prego di vo-lermi proteggere ancora .Massa Carrara

L. ROSSI

Un caso miracolosamente superato

La sera del q maggio fui colpita da edemapolmonare gravissimo . 1 medici, subito accorsi,dichiararono che si trattava di un caso grave eordinarono un primo immediato intervento : os-sigeno e salassi . In un primo momento io nonmi resi conto della gravità, ma al vedere i me-dici guardarsi in faccia in modo interrogativo,capii che ero grave. Il mio bambino VincenzoGian Domenico, che era nato per grazia diSan Domenico Savio, dormiva placidamentenella culla. Fu allora che mi venne di pronun-ciare la seguente preghiera : « San DomenicoSavio, San Giovanni Bosco, non lo fate per me,ma per quel bambino! » . Non passarono dueore che, con grande meraviglia dei medici, mirimisi in maniera tale che essi mi lasciaronotranquilla perchè il caso era stato miracolosa-mente superato. Fino ad oggi, grazie a Dio, stobene e godo la felicità dei miei due figli, avutiper grazia ricevuta da San Giovanni Bosco eda San Domenico Savio .Mineo (Catania)

BOCCUNI ROSARIA IN BELLINO

r' I

Il piccolo Santo non mi ha delusa

Avevo sempre desiderato che sbocciasse unfiore che rendesse più completa la nostraunione. Tardando a compiersi questo per lamia salute precaria, ricorsi alla scienza medica,sperando di riuscire nel mio intento ; Ina nerimasi fortemente delusa .

Intanto un mio fratello salesiano mi con-sigliò di rivolgermi a San Domenico Savio,pregandolo con fede di ottenere sì segnalatagrazia, e a tale scopo mi inviò l'abitino . Allorami rivolsi con fiducia al piccolo Santo ; e Do-menico non mi ha delusa. Infatti, dopo setteanni di matrimonio, il nostro focolare venneallietato dalla comparsa d'un piccolo Dome-nico, vero dono di Dio .

Ringrazio con tutta l'effusione d'affetto dicui è capace il cuore di una mamma San Do-menico Savio, raccomandandogli di conti-nuare a proteggerci e promettendogli di dif-fonderne la devozione .Albarè di Costermana (Verona)

TERESINA BARUFFA IN BORTIGNON

Federico Peragallo (Genova), colpito da un forte esauri-mento, vedendo inutili le cure dei medici, si rivolse conla mamma all'intercessione di S .D .S . e furono esauditi .Riconoscenti, inviano offerta .Giovanna Mangiapane, Insegnante (Cammarata-Agri-gento), in occasione degli esami di abilitazione magistralesi rivolse al piccolo Santo e fu esaudita . Come avevapromesso, invia il suo primo stipendio .Caterina B . (Trofarello-Torino), rende pubblica la suariconoscenza a S .D .S . per essere stata liberata in formaprodigiosa da uno scompenso cardiaco e invia offerta .Cecilia Pace (Roma) dopo un ritardo di 23 giorni, rice-vuto l'abitino di S . D . S., ebbe una bambina come permiracolo, senza operazione .Maria Migliorati Milanesi (Breda Cisoni-Mantova) men-tre su di lei si temeva doppia catastrofe, indossato l'abi-tino del Santo delle culle, per straordinario interventodi S . D . S . fu salva con il suo bambino . Allega testimo-nianza dell'ostetrica .Adele Delmastro (Colombaro Po-Torino) aveva un nipo-tino all'ospedale, in gravi condizioni per una caduta da4 metri di altezza e sopraggiunto morbillo . Ma avutol'abitino di S. D. S . e pregando di cuore, il bambinoguarì felicemente.Carla Pallavicini (Casale Monf.-Alessandria) da piùanni in vana attesa, ebbe un figliuolo quando prese ainvocare S . D . S . e a indossarne l'abitino .

CL/VIcoli oócenli al Oerzé

La meraviglia dei colleghi sanitari

L'improvvisa recrudescenza di un grave maleche uno dei miei carissimi figli trascurava perdedicarsi con tutte le sue forze alla sua profes-sione di valente medico-chirurgo, lo ridusse inbrevissimo tempo in condizioni così disperateda far temere della sua vita. In quell'ora tantoangosciosa, con grandissima fede ho chiesto alvenerabile Don Michele Rua che ottenesse daMaria Ausiliatrice la sua guarigione, conside-rata un miracolo. E il miracolo ci fu. Appenagli fu applicata la reliquia del Venerabile, gliritornò la vita, con grande meraviglia dei va-lenti colleghi che lo curavano . Desidero la pub-blicazione di questo fatto prodigioso a confortodi quanti aspettiamo di vedere Don Rua beato,accanto al suo grande maestro San GiovanniBosco .Palermo, via Ariosto, 31 SCARLATA ROSA VED. CAVADI

Cooperatrice

Riconosco senza alcun dubbio l'inter-vento del Venerabile »

Nei mesi di dicembre 1962 e gennaio 1963,mia sorella ed io, che per ragioni professio-nali viviamo lontani, siamo venuti a trovarciin una preoccupante situazione di caratterefamiliare, che si presentava di difficile solu-zione e che aveva messo in difficoltà le nostrerispettive famiglie.Mio padre, di 93 anni, che vive per suo

conto, in seguito a grave malattia della moglie(nostra matrigna), era rimasto privo di assi-stenza. Furono da noi studiate e tentate tuttele possibili soluzioni, ognuna delle quali,all'attuazione pratica, si dimostrava inadeguata .

Intanto, fin dall'inizio io cominciai ad in-vocare fiduciosamente l'intercessione del ve-nerabile Don Michele Rua, impegnandomianche a recitare quotidianamente la preghieraper la sua beatificazione, riportata dietro unaimmaginetta del Venerabile, che ebbi da unSacerdote salesiano, come Cooperatore . Edopo un periodo di contrarietà e di vive pre-occupazioni, ad un tratto la situazione si ap-

DON MICHELE RUA

pianò in modo insperato e da allora tutto èritornato alla normalità .

Riconosco senza alcun dubbio l'interventodel venerabile Don Michele Rua. Prego af-finchè al più presto la Famiglia Salesianapossa invocarlo « Beato » e invio una modestaofferta in suo onore per il sempre più rigo-glioso sviluppo delle Opere salesiane .Siena, piazza S . Francesco n . i8

MAR. MAGG. GABRIELE FERRETTI

I medici non han saputo trovare una spie-gazione

Ero stata colpita da una grave infezione al-l'iride dell'occhio sinistro, che mi producevaterribili dolori al capo . Dopo di aver invocatocon fede il venerabile Don Rua, mi applicaiuna sua reliquia . All'istante cessarono i fortidolori e mi addormentai profondamente. Daallora non ho più sentito alcun disturbo. Ildott. Gioachino Barraquer, dopo aver fattoconsulto con altri dottori, ebbe ad esclamare :« Tutti siamo del parere che l'inferma avrebbedovuto continuare a soffrire dolori così atrociche non ci sarebbe stato altro rimedio cheestrarle l'occhio . Noi non sappiamo trovare unaspiegazione naturale a questo caso veramentestraordinario e misterioso » .

Siano quindi rese grazie alla potente inter-cessione del venerabile Don Michele Rua .Valencia (Spagna)

SUOR MERCEDES ARTACHO, F.M.A.

Michelina Maffei (Bagnolo Villar - Cuneo)invocando Don Rua fu liberata da un forte maldi schiena che la tormentava da tempo .Angelita Manrique de Sifuentes (Lima-Perù), guarita da grave malattia per interces-sione di Don Rua, invita quanti leggerannoquesto suo ringraziamento a mettere alla provala sua valida intercessione presso Dio .Giuseppina Daniele (Borgo San Dalmazzo -Cuneo) è riconoscente a Don Rua per aver po-tuto evitare una operazione dichiarata necessaria . 857

. II lllornese (Alessandria)

L'aveva eletto suo avvocato difensore

Trascinato pci Tribunali a seguito di unainfamante calunnia, per sette lunghi anni hosubìto questa prova, avendo solo conforto inquel Dio cui sono patenti i segreti del cuore .Come avvocato difensore elessi il Servo di DioDon Filippo Rinaldi, per cui sentivo tantaammirazione e devozione ; e a Lui debbo laserenità che mi ha accompagnato in questotempo e il totale riconoscimento giuridico dellamia innocenza .

Adempio pertanto l'obbligo che mi ero im-posto di pubblicare questa Grazia, auguran-domi che presto il Servo di Dio Don FilippoRinaldi salga agli onori degli Altari .

Quarto Inferiore (Bologna)

D. CARLO MONTANARIParroco di S . G . B . di Calamosco

Scomparsa un'ulcera perforata

Mio fratello Renzo era stato ricoveratod'urgenza all'ospedale con forti dolori addo-minali. I medici non si pronunciarono, le curediedero risultato negativo, il malato peggioravaogni giorno più .

Nel mio dolore esposi il caso alle Figlie diMaria Ausiliatrice, che cominciarono subitouna novena al servo di Dio Don Rinaldi,facendo pregare i bambini innocenti . La lorofede mi diede la certezza che saremmo statiesauditi . Umanamente però il caso parve di-sperato. I medici infatti, in visite successive,dichiararono trattarsi di ulcera perforata e cheper la grande debolezza del malato non erapossibile l'operazione. Fu perciò dimesso dal-l'ospedale .

Invece il Servo di Dio ci esaudì e il fratellosi riprese così bene che oggi lavora e mangiadi tutto .Riconoscentissimo, invio offerta e prego

Don Rinaldi di assistere tutta la mia famiglia .

SABINA PESTARINO

fez irdezeeòòiarte dcl c5,zai di 2/o

DON FILIPPO RINALDIValenti professori l'avevano dichiarato in-guaribile

Mio fratello Edoardo, appena ventenne, co-minciò a sentire anale negli arti inferiori . Lamalattia si aggravò rapidamente degenerandoin paralisi generale. I miei familiari lo traspor-tarono a Belo Horizonte, dove valenti profes-sori, dopo accurate visite, lo dichiararono in-guaribile .

La mamma, angosciata, venne a visitarmiin noviziato per sfogare il suo dolore con me .Fu allora che la mia signora Maestra ci invitòa ricorrere all'intercessione di Don Rinaldi econsegnò alla mamma una reliquia del Servodi Dio per il fratello .

La protezione di Don Rinaldi si fece subitosentire . L a mamma trovò un massaggiatoreche cominciò i massaggi negli arti del fratellodicendo che al più avrebbe potuto cammi-nare solo dopo un anno . Invece il caro fratellosubito cominciò a sentir vita in tutte le partidel corpo e, dopo un solo mese, ritornava acasa guarito e felice .

La famiglia, riconoscentissima a Don Ri-naldi, ringrazia pubblicamente e invia offertaper la sua beatificazione .

Belo Horizonte (Brasile)

SR. MARIA BATISTA DO SACRAMENTO F .M .A .

L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONIcon sede in TORINO, eretto in Ente Morale conDecreto 12 gennaio 1924, n. zz, può legalmentericevere Legati ed Eredità. Ad evitare possibilicontestazioni si consigliano le seguenti formule:Se trattasi d'un legato: <, . . . lascio all'Istituto Sa-lesiano per le Missioni con sede in Torino a titolodi legato la somma di Lire . . . (oppure) l'immobile sito in . . .» .Se trattasi, invece, di nominare erede di ogni so-stanza l'Istituto, la formula potrebbe esser questa :

. . .Annullo ogni mia precedente disposizione testa-mentaria . Nomino mio erede universale l'IstitutoSalesiano per le Missioni con sede in Torino, lasciandoad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo ~) .(luogo e data)

(firma per esteso)

1 nostri moli ` ,C? eP c~

Salesiani defuntiS . E . Mons. DOMENICO COMIN, Vicario Apostolicodi Mendez (Equatore) t a Guavaquil il 17-vin-1963 a89 anni (di lui parleremo nel prossimo numero)Sac. Nicola Me Cabe f a Bahia Bianca (Argentina) a85 anni .Sac. Paolo Zolín t a Melbourne (Australia) a 84 anni .Sac. Alfredo Massa t a Faenza a 8z anni .Sac. Attillo Angelíni t a Tolmezzo a 84 anni .Sac . Vittore Carullo t a Napoli a 81 anni .Sac. Giorgio van Slembouck t a Elisabethville (Africa C .)a So anni .Sac. Giuseppe Ternka t a Landeck (Austria) a 77 anni .Sac. Giuseppe Savarin a Buenos Aires (Argentina) a76 anni .Sac. Vittorio Savio t ad Avas (Aosta) a 75 anni .Sac. Demetrio Urrutía t a Bahia Bianca (Argentina)a 69 anni .Sac. Antonio Garbini t a San Juan (Argentina) a 67 anni .Sac. Bartolomeo Pellegrino t a San Francisco (USA)a 64 anni .Sac. Angelo Ghiglione t a Lima (Perù) a 64 anni.Sac. Igíno Ricaldone t a Torino a 6o anni .Sac. Luigi Montíní t a Barcelos (Brasile) a 57 anni .Sac. Antonio Hawelka t a Linz (Austria) a 57 anni .Sac. Ernesto Stacher t ad Avellaneda (Argentina) a52 anni .Sac. Francesco Cusíní t a Madras (India) a 47 anni .Ch. Virgilio da Costa t a Manique (Portogallo) a 25 anni .Ch. Uberto Grafe t a Duisburg (Germania) a 24 anni .Coad. Francesco Mazzini t a Piossasco a So anni .

Cooperatori defuntiS. E. Mons. GIOVANNI BATTISTA PERUZZO, Arci-vescovo-Vescovo di Agrigento, Assistente al Soglio, t il2o-VU-1963 a 85 anni .

La meravigliosa eloquenza, l'intelligenza preclara, laforte volontà, il caldo affetto e l'inesauribile brio diederoalla persona di mons . Peruzzo un fascino a cui non erapossibile resistere . Per questo la sua opera pastorale e so-ciale lascia tracce profonde, specie nella diocesi di Agri-gento, da lui retta per un trentennio .

Nel lungo periodo del suo ministero pastorale eresseben 130 nuove parrocchie, chiamò 5o comunità religiose asvolgere il loro apostolato in diocesi, celebrò più di zo con-gressi Eucaristici-Mariani, tenne il 7° Sinodo Diocesano,apri un nuovo seminario e rinnovò le visite pastorali in ogniangolo del territorio affidato alle sue cure .Dalla fiducia del Papa prima e poi dell'assemblea dei Ve-scovi, fu chiamato quale rappresentante, insieme conl'Arcivescovo di licenze, dell Episcopato Italiano nellaCommissione Teologica del Concilio Vaticano II .Amico personale del nostro r ev.m o Rettor Maggiore,ammiratore e benefattore dell'Opera Salesiana, teneva trai libri più cari della sua biblioteca i volumi della collanaascetica salesiana del compianto Rettor Maggiore donRicaldone . Era solito dire che tra le tante opere compiutenel suo episcopato, considerava una delle migliori quella diaver chiamato i Salesiani a lavorare nella sua Diocesi .Mons . Pio Battisi t a 'l'orino a So anni .Chiamato a far parte della Curia Metropolitana nel 1913,vi lavorò per cinquant'anni con vari incarichi, diventandoin fine Cancelliere e Pro-Vicario Generale . La sua affabi-lità e il suo bel garbo nel trattare le numerose persone chericorrevano a lui, lo fecero apprezzare da tutti . Uno deimeriti particolari di mons . Battisi fu la cura solerte dellenumerosissime cause di beatificazione e canonizzazioneavviate presso il Tribunale Ecclesiastico, di cui ricoprìla carica di vice-presidente . E fu soprattutto in questesue mansioni che ebbe tratti di particolarissima benevo-lenza e bontà verso i figli di Don Bosco, condividendonela gioia ogni volta che le cause dei Servi di Dio dellanostra Famiglia facevano qualche passo verso la glorifi-cazione.Mons. Antonio Agrimi t a Lecce .

Era figura notissima di sacerdote esemplare, di pionieredella Azione Cattolica, di ideatore e attuatone di operesociali e soprattutto di giornalista cattolico dallo stileforte, polemico, ma sempre dignitoso e signorile, capace

di colpire l'avversario, non mai l'uomo . Cooperatore sa-lesiano affezionato, trovò in Don Bosco ispirazione e assi-stenza nelle sante battaglie dell'apostolato della parola edella penna .Enrico Ruggeri t a Manerbio (Brescia) a 61 anni .

Eletto nell'immediato dopoguerra primo cittadino diManerbio, fu da tutti amato e apprezzato . Il suo grandeamore a Don Bosco gli alimentava in cuore un desiderio :vedere il nuovo Oratorio per la cara gioventù di Ma-nerbio, che egli intensamente e cristianamente amava .Luigi Vajrus t a Caluso (Torino) a 58 anni .

Già domestico fedele di S . E . mons . Costanzo Castrale,fervente cristiano e ottimo Cooperatore, amò Don Bosco•

zelò la diffusione del Bollettino Salesiano . Nelle lunghesofferenze attingeva forza e conforto da Gesù Sacramentato• da Maria Ausiliatrice, le due spiccate devozioni del suocuore . Accettò la morte come ultimo atto di abbandonoin Dio, assistito dal fratello don Silvio .Francesco Leonardi t a Gualdo Tadino (Perugia) a23 anni .

Era studente universitario prossimo alla laurea . Ex al-lievo di Trevi e di Frascati, si iscrisse subito tra i Coope-ratori Salesiani . Seppe sopportare il doloroso male che neinsidiava la promettente vita con esemplare fortezza e se-renità ; serenità che egli diceva di aver appreso alla scuola diDon Bosco . La sua morte fu considerata un lutto cittadino .Giacinta Gullino in Visetti, t a `l'orino .

Era madre di tre figli sacerdoti (Umberto, medaglia d'oroin guerra, diventato poi padre Agostino di Cristo Re, Augusto•

Giuseppe) . Aveva conosciuto personalmente Don Rua ; anzii suoi figli Umberto e Augusto, da ragazzi, spesso servivanomessa al Venerabile che, dopo la celebrazione, più volteli benedisse posando loro la mano sul capo . La signoraVisetti visse tutta per i figli, in preghiera, sacrificio eumiltà, sorretta dalla buona figlia che le restò sempreaccanto . Aveva anche conosciuto Don Bosco . Da ragazzaaveva desiderato farsi suora ; vi aveva rinunciato per obbe-dienza . E il Signore la benedisse dandole la grazia di trefigli sacerdoti .Giuseppina Maria Bolís veda Pírola t a 'Perno d'Isola(Bergamo) a Si anni .Mamma esemplare, fece della sua vita un altare, dovequotidianamente offriva con generosità preghiere e soffe-renze per il bene della Chiesa e della Congregazione . Giàavanzata in età, assunse l'incarico di accendere i ceri da-vanti alla statua di San Giovanni Bosco in parrocchia• lo disimpegnò con scrupolosa esattezza, convinta dicooperare così a diffondere la divozione a Don Bosco .Negli ultimi anni, inchiodata sul suo letto di dolore, in-tercalava al bacio del Crocifisso quello alla reliquia di DonBosco . In momenti difficili per la famiglia, al figlio sale-siano Angelo che se ne preoccupava, scrisse : «'Pu rimanicon Don Bosco: la Provvidenza provvederà anche per noia .

Grazia Leone in Buscema t a Modica Alta (Ragusa) .Madre di dieci figli, passò tutta la vita tra casa e chiesa,insegnando il vivere cristiano più con l'esempio che conla parola . Colpita da paralisi, restò immobilizzata per piùdi sette anni e sopportò tutto con pazienza eroica, senzausai un lamento . Devotissima di Don Bosco, appena, nel1936, si aprì in Modica Alta l'Oratorio Salesiano, fu unadelle prime a prestare la sua opera ai Salesiani, comeCooperatrice e Zelatrice .Zelatrice Giovanna Giammateo t a 'Potino a 51 arsi .Madre esemplare di nove figli, nella sua grande fede .aveva capito che Gesù sarebbe stato l'unico suo sostegno .Per questo ogni giorno si accostava alla santa Comunione,attingendovi la forza per sostenere le numerose lotte dellavita . In punto di morte, a soli SI anni, pronunciò serenail suo fiat alla volontà di Dio .Luigia Coggíola ved. Sesto t a Varese .Zelante Cooperatrice salesiana, amò intensamente le operedi Don Bosco e fece opera assidua per farle conoscere .

Altri Cooperatori defuntiAccorsi Adorna - .\ntonucci Filomena - Arlati Rita - Bo-rrassi Cecilia - Brondolo Luigia - Boschi Giorgio - BossiBice - Bressan Battista - Brigada Caterina - CalcabrinaVittoria - Carnevale Achille - Carnevale Rea Silvia - Cor-rada Felice - Cortellini Rosa - Corvaro Mariano - Culac-ciati Giovannina - Delmarco Maria - Ferrarlo Gioconda- Filippi Caterina - Foschi Emma - Gaggino Ermelinda- Gianiui Danni Annunziata - Inzolfi D . Agostino - IsolaCapellini Caterina - Lìulpi Isolina - Marchetta Carolina- Marcuzzi Lucia - Marzi Giulia - Milan Soster Maria -Musumeci Dott. Salvatore - Poglio Rodolfo - RolandiFrancesca - Sanguinetti Maria - Schiavi Clotilde - TomàCelestina - 'I'osetti Eugenia . •̀i .S9

Î711 CROCI

Borse da completareBorsa M . Ausiliatrice, S. G . Bosco e S. D . Savio, proteg-geteci tutti, a cura della famiglia Campagnolo (Torino) -i' vers . L. 15 .000 .Borsa M . Ausiliatrice, invoco il Tuo divino aiuto, se-condo le intenzioni di E . L. F . (Varese) - L . 3o .ooo .Borsa Maria Addolorata e Venerabile Don Michele Rua,a cura di E. M. G . Taglieri (Roma) - i' vers . L . 10 .o0o .Borsa M . Ausiliatrice e S. D . Savio, proteggeteci, a curadi C. G. (Cuneo) - L. 20 .000 .Borsa M . Ausiliatrice e S . G. Bosco, in suffragio del fra-tello Federico Ventre, a cura di Lena Massimo, - I' vers .L . 25 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice dà pane agli affamati d'Africa,a cura di Zeni Valentina (Brescia) - i - vers . L . zo .oeo .Borsa Maria Ausiliatrice, soccorri gli affamati dell'India,a cura di Spoto Giacomo (Trapani) - i' vers . L . 40 .000 .Borsa M . Ausiliatrice, S . G . Bosco e S . D . Savio, proteg-gete le vocazioni religiose che Dio mette nei giovani, a curadi P . T . - Laura Rossi-Tissi 5000 - Tot ., L. 47 .500 .Borsa Maria Ausiliatrice ci protegga, a cura della famigliaVilla (Torino) - i' vers. L . 10 .000 .Borsa Marchisio Don Secondo, a cura di Pozzi Fran-cesco - Sergio Seglie 5000 ; Peluso V. 500 ; il nipote tono- Tot. L. 47.200.Borsa M. Ausiliatrice e S . G . Bosco, per ottenere una grazia,a cura di Adalgisa Bracesco (Genova) - L . 35 .000 .Borsa Meliga Don Riccardo, Missionario (Torino) inmemoria, a cura del Cooperatore G . B . (Torino) -L . 40.000 .Borsa Maria Ausiliatrice e Don Rinaldì, a cura di Bor-gnino Domenica - Famiglia Rainero 5000 - L . 36 .000 .Borsa Maria SS ., Causa nostrae laetitiae, in memoria diMons . Pasotti, a cura di Cesare Galè (Milano) - N. N .io .000 - Tot . L . 20.000 .Borsa Maria Ausiliatrice, Madre degli orfanelli, suscitatante vocazioni di Coadiutori Salesiani, a cura di UgoRocchino (Torino) - Pasquale dott . Stassano 5ooo -Tot . L . 30 .000.Borsa M . SS . Ausiliatrice, S . G. Bosco e Don FilippoRinaldi, continuate a proteggerci (Venezia), a cura diFantoni Margherita ved . Ricoveri - L . 20 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice, proteggici, e a suffragio dei nostrimorti, a cura di Filippeschi Sauro-Anna (Firenze) -i' vers . L. 10 .000 .Borsa Michele Giovanni, a cura di Antonietta Grassi(Roma) - L . 20 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice, in suffragio di Moroso Alfonso(Vicenza) - i' vers. L . 10 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco, proteggete l'avve-nire di Vittoria e Sandro, a cura di C . A . (Vicenza) -L . 38 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice, in ringraziamento, a cura diPastore Maria-Marchelli (Genova) - i' vers . L . 20 .000.Borsa Maria Ausiliatrice, S . G . Bosco e Santi Salesiani,a cura di Driussi Elvira (Palermo) . - i' vers . L . gooo .Borsa Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, secondo le inten-zioni di Palmnbo Antonio (2a) (Potenza) - L . 27 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice, proteggi la nostra creatura, econserva a lungo papà e mamma, a cura di Bonino Laura,Paolo (Cuneo) (z) - i' vers . L . 19 .500 .

(continua)

7lll0z9rZdriaTOTALE MINIMO PER BORSA L. 50.000

per cominciare una Borsa occorre un miniato ili Lire 10.000

Borse complete

Borsa S. G. Bosco e Don Filippo Rinaldi, in ringrazia-mento e protezione della famiglia, a cura di T . P . Z . (Ver-celli) - L . 50 .000 .Borsa Calovi Francesco ed Elisa, in suffragio, a cura diErcole Antonietta (Torino) - L. 50 .000 .Borsa M . Ausiliatrice e S . D . Savio, proteggete e beneditela mia figlia Rosaria e i suoi figliuoli, a cura di CaprileLuigi (Napoli) - L . 50 .000 .Borsa Anime del Purgatorio, p . g . r., a cura di D'OttaviAugusta (Roma) - L . 65 .000 .

.Borsa M . Ausiliatrice, S . G . Bosco e S . D . Savio, per laguarigione del nipote e secondo le intenzioni di S. A . (Or-vieto) - L. 50 .000 .Borsa S . Domenico Savio, proteggi la nostra nipotina, acura di Cuicchi Traiano (Ancona) - L . 50 .000 .Borsa M . Ausiliatrice e S . G . Bosco, impetrando preghiereper la guarigione di Rossignano in Di Marco (Genova) -L . 50 .000 .Borsa Rossi Toffoloni Linda, a cura dei figli, Gaetano,Rina, Antonio, e Margherita Zanon (Vicenza) (29a) -L . 50 .000 .Borsa Silvestri, a mezzo di Don Fedrigotti - L . 50 .000 .Borsa S . G . Bosco e S . D . Savio, in attesa di quelle grazie,a cura di Adele Castaldo (Napoli) - L. So .ooo .Borsa S . G. Bosco e Don F . Varvello, per bene ricevutoda A. P . (Genova) - L . 50 .000 .Borsa S . G. Bosco e Mons . Vincenzo Cimatti, per benericevuto da A . P. (Genova) - L . 50 .000 .Borsa M . Ausiliatrice, Don Bosco e Domenico Savio,a cura di D . G. B . (Torino), - L . 50 .000 .Borsa per un chierico povero, a cura di Mariani Fra-terna (Como) - L . 50 .000 .Borsa Ferrando Avv. Franco (ta), in suffragio e ricordodella sua anima (Torino), a cura di Julio Antonio -L . 200.000 .Borsa Ferrando Avv. Franco (2a), in suffragio e ricordodella sua anima (Torino) - L . 200 .000 .Borsa S . G . Bosco, p . g . r ., a cura di Smina d'Afflitto(Catanzaro) - L- 50.000.Borsa Rua Don Michele, venerabile, a cura di CeroniTeresa (Bergamo) - L . 100.000 .Borsa Curino Don Pietro, in suffragio e memoria (Varese)a cura dei Coniugi Maria Alberto Besoz7i - L . 75 .000.Borsa Brusasca Maria, a cura di Brusasca Nicola (Ales-sandria) - L. So .ooo .Borsa S . Giovanni Bosco, a cura di L. A. (Milano) -L . 50 .000 .Borsa Quitadamo Angela-Michela, a protezione di Raf-faela Quitadamo (Foggia), a cura di Salcuni MariaBiagia - L . 50 .000 .Borsa S . Maria Ausiliatrice, S . G . Bosco, Rua Don Mi-chele, venerabile, a cura dei fratelli Sac. D. Giuseppe,sal . defunto, D . Santino Sottocasa (Como) - L . 50 .000 .Borsa S . Maria Ausiliatrice, S . G. Bosco, Rua Don Mi-chele, venerabile, a cura dei fratelli Sac. D. Giuseppe,sal . defunto, D . Santino Sottocasa (Como) - L . 50 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice, prega per noi, e in suffragiodei defunti della famiglia Peretti Giuseppe e OrbassanoLuigi (Torino) - L. 50 .000 .

(continua)

AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI TORINO IN DATA i6 FEBBRAIO 1949, NUMERO 403 . - CON APPROVAZIONE ECCLESIASTICAiibO DIRETTORE RESPONSABILE : SAC . DOTT . PIETRO ZERBINO, VIA MARIA AUSILIATRICI :, 32 - TORINO (7[2) - OFFICINE GRAFICHE S.E.I .

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BOSSUET BENIGNO GIACOMO

Traduzione a cura di G . GiuliottiPagine XII-528 • L. 1100

CHIEREGHIN SALVINO

Pagine 136 con fotografie e ritratti • L. 750

ERCOLINI DOMENICO

Pagine 101 • L. 250

MICHIELI ARMANDO

Pagine VIII-303, con illustrazioni • L. 1300

BOLLETTINO SALESIANOPERIODICO QUINDICINALE DELLE OPERE E MISSIONI DI SAN GIOVANNI BOSCO

Direzione : via Maria Ausiliatrice, 32 - Torino - Telefono 48-41-17Al 1 ° del mese: per i Cooperatori e le Cooperatrici SalesianeAI 15 del mese: per i Dirigenti della Pia UnioneSi invia gratuitamente

Facciamo noto ai benemeriti Cooperatori e alle benemerite Cooperatriciche le Opere Salesiane hanno il c . c. postale con il numero 2-1355 (Torino)sotto la denominazione: Direzione Generale Opere di Don Bosco - Torino 712

Ognuno può valersene con risparmio di spesa, nell'inviare le proprie offerte,ricorrendo all'ufficio postale locale per il modulo relativo

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