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Anno LII .

APRILE 1928

Numero 4.

BOLLETTINO SALESIANOPERIODICO MENSILE PER I COOPERATORIDELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO

SOMMARIO: Crociata Missionaria . - Giornate Marina- . - Don Michele Rua . - Azione Salesiana :I . Convegno degli Insegnanti dell'Unione Don Bosco . - II. Convegni di Decurioni Salesiani in Emilia.-La voce del Papa . - Dalle nostre Missioni: Dalla nuova missione del Siam . - Esplorazioni sul BassoAraguaya . - Pia Opera del Sacro Cuore di Gesù . - Culto e grazie di Maria Ausiliatrice . - Dalle nostrecase: Alla memoria di Pio IX . - Tarcento (Udine) - Firenze - Belluno - Faenza - Napoli - Milano Volterra -Porto Said - Lima . - Necrologio . - Figlie di Maria Ausiliatrice defunte nel 1927. - Cooperatori defunti .

CROCIATA MISSIONARIA

Invito del Successore di D. Bosco .

Benemeriti Cooperatorie Benemerite Cooperatrici,

Ho letto e riletto la qui unita lettera delcarissimo D . P. Ricaldone . La scrisse la-sciando il Siam, ultima missione da lui visi-tata nel suo lungo viaggio in Oriente .

Egli intendeva dare a me materiale peresporre a voi i bisogni delle nostre Missioniin quelle immense regioni che ha percorso .

Ora a me pare che la sua lettera sia cosìchiara e così calda di zelo pel bene delle animeche non abbia bisogno di commenti e di ag-giunte, nè di esservi presentata con altrafirma. Ve la comunico quindi come è scritta,perchè sono sicuro che troverà la via dei cuorie che come ha commosso me, commuoveràanche quanti la leggeranno .

Sono lieto che essa possa uscire sul Bol-lettino del prossimo Aprile per due ragioni :

1 . Perchè sarò tra i primi che pubblica-mente chiederò l'assistenza sulle nostre Mis-sioni alla nuova Protettrice Santa Teresa

del Bambino Gesù, come tale proclamata orora da Sua Santità Pio XI .

2 . Perchè il 23 aprile ha principio il mesedi Maria Ausiliatrice, alla quale il Ven. DonBosco volle consacrate tutte le nostre Mis-sioni. Questa celeste nostra Madre e SantaTeresa del Bambino Gesù muovano il cuoredi molte anime pie e di molti Cooperatori avenire in aiuto alle Opere nostre .I Salesiani, i loro Missionari, i loro gio-vani, i loro neofiti, le Figlie di Maria Ausi-liatrice pregheranno il Signore perchè sialargo della sua misericordia verso tutti coloroche ci aiuteranno e li ricompensi in questae nell'altra vita .

Abbiatemi intanto, Benemeriti Coopera-tori e Benemerite Cooperatrici, con profondariconoscenza,

9 marzo, anniversariodella morte di Savio Domenico .

Vostro in C. J .Sac. FILIPPO RINALDI .

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Siam, Novembre 1927 .

Padre amatissimo in G . C .

Sia benedetto il Signore !Eccomi ormai al termine del mio lungo

viaggio .Ho lasciato, oggi, i nostri cari figliuoli

del Siam . Li ho benedetti e abbracciati,là, sullo scalo della Missione, e ancor livedo agitare i fazzoletti e nascondere qual-che lacrima, mentre il battelletto c'involaai loro sguardi solcando veloce le acquedel Meklong . Io pure sono profondamentecommosso .

Sarà presto un anno dacchè Lei, bene-dicendomi, m'incaricava di portare ainostri missionari lontani il conforto delsuo affetto paterno e l'incoraggiamentodel terzo successore del Ven. Don Bosco .Mentre il battello ci porta sulle onde

si affollano alla mia mente soavi visionimiste a incancellabili ricordi . E nasce vivoe spontaneo il ringraziamento al Signoreche così visibilmente, mi protesse e volleprocurarmi gioie che non si sanno espri-mere .

Soave conforto .

Permetta, amato Padre, che a suo con-forto e a rendere più lieve e soave il pesodella sua grande responsabilità, le ripeta,ancora una volta, che, ovunque, i suoifigli avanzano con zelo sulle orme diDon Bosco, animati dal suo spirito .

Nell'India, nell'Assam, nella Cina, nelGiappone, nel Siam, sotto climi e cielidiversi, in mezzo a popoli e costumi i piùvari e disparati, si vive, come all'Oratorio,la vita salesiana collo stesso fervore dipietà, nel tradizionale ambiente di carità,non risparmiandosi nel lavoro, affron-tando generosamente i sacrifizi, e con se-rena e costante allegria .

Le confesso che, più di una volta, an-zichè stimolare, dovetti frenare l'ardoredello zelo di quei cari figliuoli, che, quasidimentichi di se stessi, si slanciano conardore giovanile, s'immolano precoce-mente in un lavoro snervante, solo desi-

derosi di accrescere i manipoli della lorooperosità e condurre anime a Gesù . Allemie affettuose rimostranze una sola erala risposta : Che vuole? D. Bosco ci hafatti e vuole vederci così .

La carta geografica dell'Asia .

D'altronde quando ricordo che il nostrobuon. Padre piangeva alla sola vista dellacarta geografica dell'Asia, capisco, anzisperimento io pure i sentimenti di queicari confratelli, che, a contatto di queipopoli fra i quali vivono, sentono più fortel'ardente desiderio di redimerli e condurliall'amore e alla luce di Gesù . Sono oltrenovecento milioni di anime che, inabis-sate nelle ombre dell'errore, ancor nonprovarono le dolcezze della carità cri-stiana. Anch'io più di una volta mi sonosentito stringere il cuore e non poteitrattenere le lacrime, sopratutto alla vistadei bambini .

I miei piccoli Siamesi.

Me li vedo ancora dinanzi i miei pic-coli amici di Padang Besar . Eravamo allafrontiera: si pregava commossi nel metterepiede in territorio Siamese . Alcuni vispiragazzetti con quel loro immancabilesimpatico sorriso che li rende così cari,fissavano in noi il loro sguardo di sorpresache si convertì, ad un tratto, in uno sguardodi affetto, quando si videro avvicinati etrattati con amorevolezza da noi . Eranoi primi bimbi siamesi che circondavanoDon Bosco nella persona dei suoi figli ele confesso che mi distaccai con profondae affettuosa amarezza da quei cari figliuoli .

E quante volte nell'India, nella Cina,nel Giappone provai tutta l'angoscia cheincombe ogni giorno sul cuore del missio-nario dinanzi a centinaia, a migliaia, amilioni di anime ch'egli è insufficiente,impotente a salvare!

La crociata .

Anzi, permetta, amato Padre, che leapra oggi l'anima mia e le manifesti un

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pensiero che da tempo si affaccia alla miamente . Perché, mi son chiesto molte volte,perchè mai il successore di Don Bosco nonalza la sua voce e tutti invita ad iniziareuna santa Crociata in favore dei popolidell'Oriente, come già fece il Ven . DonBosco per le terre e i popoli dell'Occi-dente? Creda, Padre veneratissimo, è so-pratutto l'Oriente che deve, oggi, essere og-getto della maggiori preoccupazioni, dellecure, del lavoro assillante delle animebuone! Qui, non possiamo, non dobbiamonascondercelo, sono in giuoco i grandiinteressi, i problemi vitali dell'avveniredei popoli . Un Oriente cristiano sarà ca-parra di sicurezza, di pace pel mondo :mentre diverrebbe una costante e tre-menda minaccia se sconvolto e aizzatodall'odio bolscevico e anarchico .

Nel nome di Don Bosco.

Lei mi dirà : Ma che vuoi che si facciaoltre a quello che dai poveri Salesiani siè fatto e si va facendo? Ah! Io vorrei chela sua voce giungesse a tutti, risuonassecome fanfara di risveglio, di richiamo,di azione condotta con santo e audace en-tusiasmo fino agli estremi confini dellaterra! Si tratta delle anime, della salvezzadei nostri fratelli e nessuno può nè deverimanere indifferente . Tutti, se già nonsono, devono essere convinti che queimilioni di anime, redente da Gesù Cristo,a Lui devono essere condotte perchè liillumini della sua luce di verità e le in-fiammi di quell'amore che Egli venne aportare sulla terra . Ora a tutti deve dirsi, eLei, o buon Padre, in nome di Don Bosco,non può non dirlo, che per salvare quelleanime due cose ci vogliono : uomini e de-naro . E chi non sa che anche le battagliespirituali si preparano, si combattono, sivincono con soldati ben agguerriti e conmezzi abbondanti?

A Laitkynsew.Mi permetta un ricordo . Non ho ancora

dimenticato le turbe di Laitkynsew, accoc-colate all'indiana sul piazzale dell'umile

chiesetta della Missione. Erano migliaia :erano pazienti sotto il sollione del tropico :erano avide di luce : non pochi venuti dilontano assoggettandosi a un faticosoviaggio di due, tre, quattro giorni, a piedi,per le scoscese montagne dell'Assam .

Quanti di quei poveretti, dopo aver as-sistito alla imponente adunata, alla grandeginiassen, venivano, a gruppi, a depositarenelle mani del Padre, del Fathar Rambà,le loro suppliche, che, nell'insieme, di-cevano tutte, press'a poco, così :« Padre,noi vogliamo farci cristiani : quando saraiTorino, di' al Padre Grande che mandi

subito i missionari ai nostri villaggi perchèci istruiscano e ci facciano cristiani . Di' aituoi buoni fratelli d'Europa, ai ricchi, alleanime buone, che ci aiutino a costruirciuna chiesetta e una scuola per educare inostri figli e per formarci e conservarcitutti nella religione cristiana» .

Commosso fino alle lacrime davanti aquelle anime semplici e buone, assetatedi luce e di amore, purtroppo mi vedevanella dura necessità di non poter dir lorose non una parola di conforto, di lontanasperanza, talora evasiva, che si ripercuotevain cuor mio come una stretta penosa,pei chè la triste realtà mi faceva pur tropposentire di non poter far nulla per loro .Quante volte il mio sguardo s'incontròcon quello del carissimo Mons . Mathiascon un senso di angoscia opprimente!Amendue ricordavamo allora che, solol'Assam, conta più di otto milioni di animedisseminate su di una superficie di oltre19o.ooo kmq. E son così pochi i missio-nari, malgrado gli enormi sforzi fatti, cosìimpari al lavoro molteplice, incalzante,e volte opprimente!

Vocazioni.

Ma sono forse le vocazioni che fannodifetto? No, no ; anzi esse sono semprepiù numerose . Dappertutto è un fervorenuovo, è uno slancio mai visto, un accor-rere di giovani baldi, animosi, anelantidi consacrarsi alla salvezza delle anime .

La voce del gran Pontefice missionario

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ha suscitato dovunque santo entusiasmo,generoso ardimento . Ho qui sott'occhioalcune lettere ricevute ultimamente dainostri Istituti Missionari . Quale pena, mioDio.! Solo in tre mesi più di 200 domandeche non poterono essere soddisfatte . Eperchè? Perchè i nostri Istituti sono in-sufficienti, perchè ci mancano i mezzi persostentare i numerosi aspiranti missionari .

Ora io sono convinto, amato Padre, chese la voce del successore di D . Bosco giun-gesse a tanti cuori generosi, che Iddio sasuscitare numerosi dovunque, troverebbeampia risonanza e nobile corrispondenza .

A 99 anni.

Ella ricorda certamente quel vecchiovenerando che spegnevasi serenamentel'anno scorso nella tarda età di 99 anni aJerez nella Spagna . Allorquando io lo rin-graziava per aver fondato una casa per laformazione di vocazioni, quell'anima pro-fondamente cristiana mi rispondeva com-mosso: « Sono io che devo essere grato aloro. Il Signore mi diede dei beni ed eragiusto che io li impiegassi per Lui . Masono tante e così pure le gioie che io provoal contemplare i frutti della mia carità chemi sento largamente compensato del sa-crificio compiuto e non cesso di ringra-ziarne il cielo » .

Un invito ai ricchi.

Ora quanti e quanti si trovano nellecondizioni del nostro D . Rafael! Vi sonodei signori, soli, che non sanno talvoltain che modo impiegare le loro ricchezze .Vi sono delle nobili persone che o ebberoin eredità, o accumularono, colla loro in-telligente attività, fortune ingenti, e vivonosconfortate perchè mancanti di prole . Per-chè non dire loro, in nome di Dio, cheadottino come figliuolanza spirituale ungruppo, una famiglia di aspiranti missio-nari; che si procurino la gioia ineffabiledi fondare un Istituto ove raccogliere tantee tante vocazioni che altrimenti andreb-bero perdute?

Ci vorranno dei milioni! Lo so ; ma sopure che alcune fortune non resterebberoper nulla sbilanciate col dare a Dio, perla salvezza delle anime, somme ancheingenti .

La pagina d'oro .

E un altro appello io credo si possa, sidebba fare, con grande probabilità di suc-cesso, nel nome, coll'autorità e lo spirito delVen. Don Bosco. Per svolgere un'azioneveramente efficace nell'Oriente noi ab-biamo bisogno di almeno mille borse mis-sionarie . Le pare molto? Ma non si tro-veranno mille persone generose, dispostea fare il sacrificio di 20.000 lire per soste-nere, coi relativi interessi, un aspirantemissionario?

Io dedicherei, per tutto quest'anno,la prima pagina del « Bollettino », che diver-rebbe la pagina d'oro, a proporre, comeesempio, a tutti, i nomi di quanti si ac-cingono a compiere quest'opera di sublimecarità . E vorrei che figurassero, fosse purecolle sole iniziali o in altro modo, anchecoloro che amano fare il bene in incognito .In quest'opera è di grande valore l'esempioche stimola e avvince .

Ciò che sa fare una madre cristiana .

Nel 19o8 mi trovava nell'America delSud; taccio i nomi per mantenere il ri-serbo impostomi . Una distinta signora misi presenta e dice : « Padre, sarei stata felicese uno dei miei figliuoli si fosse fatto-sa-cerdote. Ma poichè non ebbi tale ventura,voglia accettare questa somma per con-tribuire alla educazione e formazione diun missionario che, ogni giorno, preghie offra i suoi sacrifici per i miei figli e pergli interessi spirituali e temporali della miafamiglia ». E la sua voce si fece commossamentre, sulle sue ciglia, luccicavano lelacrime. Quante mamme, quante vedove,quante anime buone si sentiranno stimo-late a imitare questi nobili esempi!

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Anime afflitte.., ascoltate!

Solo chi l'ha provato sa dire quale soavebalsamo sia la carità sulle ferite aperte daldolore. Perchè la carità ci conduce, ciavvicina, ci unisce a Dio, nel cui Cuoreè la sorgente del vero amore e del confortoefficace. Ora mi parrebbe opportuno in-vitare le persone afflitte, provate, ango-sciate dal dolore, alla pratica della carità .

Perchè non far rivivere, e per sempre,il figlio perduto, la bimba adorata, in unaspirante missionario che usufruisca dellaborsa creata a tal fine? Perchè il nome delbabbo, della mamma, della persona amatascomparsa, non unirlo perennemente almissionario, che, in terre lontane, compieun glorioso apostolato, refrigerio soaveall'anima del defunto e conforto alla fa-miglia?Abbiamo visto, con esultanza, sorgere

Ospedali e Istituti di beneficenza a ricordodi persone estinte : il Signore benedica igenerosi oblatori . Ma perchè non invite-remo altri a seguire sì nobili esempi creandoe dotando case missionarie? Chi può mi-surare il bene che opererebbero tali Istituti?

Il campo della carità aperto a tutti.

Lo so : non tutti avranno mezzi per com-piere opere così importanti : i più dovrannolimitarsi a cooperare in misura più modesta .Ma bisogna che da tutti si sappia che lenecessità sono così grandi e pressanti daesigere, e subito, il concorso di ognuno .Il Signore ricompensa con benedizioni epremii speciali anche l'obolo del più po-vero .

Taluno potrà dare L . 1ooo per l'annuapensione di un aspirante missionario : unaltro offrirà L. 500 per un catechista oL. 200 per le spese di un alunno . Chipotrà contribuire con stoffe, tele o altrigeneri, chi si sforzerà di aiutarci colla pre-ghiera, colla propaganda presso personefacoltose, coll'inviarci buone vocazioni .Tutti devono, possono, vogliono venirein aiu†o : per tutti noi pregheremo il Si-gnore .

Ma i Salesiani sono ricchi. . .?!

Quanta pena provai al leggere l'ultimasua lettera nella quale mi fa conoscere legravi difficoltà in cui versa per trovare ilnecessario per i viaggi e le cose più indi-spensabili ai 142 missionari che sono inprocinto di partire! Pena accresciuta dal-l'essersi sentito dire che i Salesiani sonoricchi .

Veda, anch'io, e quando mi trovavaproprio alle strette, dovetti udire la stessacosa . Pensando alle necessità in cui ellasi trova e alle penose condizioni in cuiversano i nostri missionari, non so propriospiegarmi come possano nascere tali di-cerie .

Molte volte mi sono domandato comesi sia potuto creare tale insussistente efantastica leggenda . Forse taluni al vederelo sviluppo dell'umile nostra Congrega-zione, al leggere, sul « Bollettino » e su altreRiviste, notizie che riguardano le nostreopere, hanno ragionato così : I Salesianiaprono nuove case, ingrandiscono i loroIstituti; dunque abbondano di mezzi . Manon le pare che si dovrebbe precisamenteconchiudere il contrario? Appunto perchèi figli di Don Bosco fondano nuove opere esviluppano le già esistenti, hanno semprele mani vuote, e versano, oggi come ieri,in bisogni sempre maggiori .

E d'altronde potremmo noi tacere?Potremmo privare i nostri benefattoridel diritto di conoscere in che modo fu-rono impiegate le loro elemosine? Nondisse il Signore : « Siano viste le vostrebuone opere » a conforto e stimolo altrui?Non vanità quindi, che, qui, sarebbe sem-plicemente ridicola; non ostentazione, esopratutto non indice di ricchezza ; mabensì enumerazione confortante di benecompiuto, di ricchezze assorbite da orfani,da vocazioni, da opere molteplici, di fondiscomparsi e che non si hanno più .

Povero D . Rinaldi! E proprio il caso didire che stavolta toccano ai suoi figli, coldanno, anche le beffe . No, no, non solonon siamo ricchi, ma non vogliamo esserlo .

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Mamma Margherita.

Sentiamo ancora forte, vibrante l'ecodelle parole di Mamma Margherita aDon Bosco : « Se per sventura diventassiricco, io non porrei piede in casa tua » .I Salesiani vogliono che la Mamma diDon Bosco possa entrare sempre, senzatimore di incontrarvi ricchezze, in tutti iloro Istituti . Anime! Anime! ecco l'aspi-razione nostra, il programma, la divisadei figli di Don Bosco! Noi vogliamo, pre-sentando al mondo le centinaia, le mi-gliaia di orfani, di giovani raccolti neinostri Istituti, poter sempre ripetere atutti : « Ecco le nostre gioie : sono queste lenostre ricchezze! » .Ma ora m'avveggo di avere abusato, e

GIORNATE MARIANE

17 Maggio .

PER I COOPERATORI ED EX ALLIEVI(dalle ore 14, 3o alle 17) .

Saranno svolti e discussi i seguentitemi:

1. Maria è l'aiuto del popolo cristiano .2 . La divozione a Maria Ausiliatricee i padri e le madri di famiglia .

3 . I Cooperatori ed ex allievi zelatoridella divozione a Maria Ausiliatrice .

17, 20, 22 maggio.

Per onorare Maria SS . Ausiliatrice in quest'anno venticinquesimo della sua inco-ronazione, il nostro venerato Rettor Maggiore - come annunziò nella sua letteracircolare pubblicata nel numero di gennaio -- dispose che fossero tenute discussioniintorno ad argomenti mariani .

In tutte le Case Salesiane perciò avranno luogo in quest'anno dei Congressini o Gior-nate Mariane, ai quali auguriamo fin d'ora un esito felice e 'frutti copiosi per l'incre-mento della divozione a Maria Ausiliatrice .

Qui a Torino, nella Casa Madre dell'Oratorio, avranno luogo, nel prossimo maggio,tre solenni giornate mariane, durante la novena di Maria Ausiliatrice . Eccone ilprogramma

fuor di misura, della sua bontà. Che vuole?Da tanto tempo non ho il bene di vederla! . . .e oggi, scrivendole, vorrei prolungarmila gioia di trovarmi, in ispirito, con lei .Solo voglio dirle, prima di finire, chechiunque venga in Oriente, e abbia incuore un briciolo di amore a Dio e alleanime, sentirebbe impellente il bisognodi gridare con me : Correte a salvare questiinnumerevoli nostri fratelli, fornite gene-rosamente vocazioni e mezzi per salvaretante anime .

Sono sulla via del ritorno . Ai primi didicembre spero ricevere il suo abbracciopaterno .

Frattanto mi benedica e mi credaSuo Um°. Figlio in Corde Jesu

Sac. P . RICALDONE .

20 Maggio .

PER LE ASSOCIAZIONI GIOVANILI(dalle ore 14,30 alle 17) .

Saranno svolti e discussi i seguentitemi :

1. Maria Ausiliatrice e i giovani.

2 . Maria Ausiliatrice e la purezza .

3 . Maria Ausiliatrice e le vocazioni .

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22 Maggio.

PER IL CLERO(dalle ore 9,3o alle 12,30) .

Saranno svolti e discussi i seguentitemi :

1. L'Ausiliatrice e il Clero .2 . L'Associazione dei divoti di Maria

Ausiliatrice .3 . La divozione a Maria Ausiliatrice

valido aiuto al Clero nell'opera di Aposto-lato tra la gioventù .

***

Non ci è ancora possibile dare il nome deisingoli oratori ; diciamo solo che sarannopersone competentissime e di alto valore .S . S . Pio Papa XI, nell'udienza accordata

il 14 gennaio u . s. al nostro Rettor Maggiore,informato di queste prossime riunioni, si

degnava esprimere il suo compiacimento el'augurio vivissimo che riuscissero efficacis-sime per animare e rendere operoso lo zelodei partecipanti ; e accordava l'INDULGENZAPLENARIA a quanti vi prenderanno parte,da lucrarsi in uno dei giorni di riunione, edava ai Superiori che le presiederanno lafacoltà d'impartire la Benedizione Aposto-lica ai convenuti .

Il favore concesso dal Sommo Ponteficee l'affetto divoto che tutti i nostri benemeritiCooperatori e zelanti Cooperatrici hannoper Maria Ausiliatrice saranno stimoli po-tenti per non lasciare cadere a vuoto unabella occasione di concorrere all'esaltazionedi Colei che, Regina del Cielo e della Terra,si è fatta l'aiuto dei Cristiani . L'Ausiliatricenon mancherà di manifestare il suo gradi-mento con quelle grazie più belle e più copioseche spanderà su coloro che la onorano .

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Don MICHELE RUA

Richiamiamo alla memoria dei nostri zelanti Cooperatori ilXVIII anniversario della morte del compianto D . Michele Rua,col pubblicare quest'interessante profilo che Mons . GiuseppeCorona ha scritto su L'Osservatore Romano del 19 gennaio u. s,

Avete conosciuto Don Michele Rua ?Vi prego non v'indugiate davanti allasua tomba nella pace silenziosa di Valsa-lice. L'angusto loculo vi trattiene in unamagnifica pompa la scarna figura solen-nemente avvolta in un ricco piviale . L'ar-te che con nobilissimi intenti ha volutoidealizzarlo, ha creato un'opera degna deigrandi mausolei sopra i quali riposanonelle cattedrali le jeratiche figure di pon-tefici e di sacerdoti . Ma qui l'arte non èla vita, per quanto forse il sacerdote cosìraffigurato non ebbe nella vita una posatanto naturale . Non ho avuto lunga fami-gliarità con lui . Brevi apparizioni, breviconversari e non mi è rimasto negli occhie nel cuore che la ferrea costrizione diun esile corpo entro la disciplina di un'ani-ma che nulla concedeva all'umanità pro-pria che non fosse dedizione intera, com-pleta, assoluta al dovere, al dovere il piùeroico, alla virtù più sovrumana .

Sembrava che al disopra di sè e dei suoimovimenti vegliasse sempre instancabilequalcosa che era una trasparenza incor-porea . Si vedeva questo povero prete cosìcomposto nello sguardo, negli atti, nelleparole che pareva non aver più nulla dinaturale in sè .

Egli aveva soprannaturalizzato la vita .

Così come l'ho conosciuto, lo riveggonelle posizioni ed articoli per il Processodell'Ordinario sulla fama di santità, vir-tù e miracoli che mi comunicava un caroamico salesiano di Torino . . .

Imitatore perfetto di Don Bosco .

Pareva che Don Rua temesse conti-nuamente di sè, perchè come San Paolo

non sapeva e non voleva sapere altro cheNostro Signore Gesù Cristo, così DonRua per quanto di carattere, di attitudini,di indole affatto diversa da quella del Ven .Don Bosco non sapeva far altro che farsil'imitatore perfetto di lui, l'eco della suavoce, l'interprete dei suoi desideri, loschiavo delle sue tradizioni .Non ho mai quindi saputo spiegarmi

perchè da tante persone altolocate si rite-nesse più facile la sua beatificazione diquella del Ven . Don Bosco .

Quel grandissimo teologo di quella teo-logia pratica e pastorale che fu l'arcive-scovo Mons . Bertagna, già ausiliare diTorino, diceva che quando Don Bosconon avesse fatto nulla, basterebbe la san-tità da lui trasfusa in Don Rua per dichia-rarlo Santo .

Gli uomini facilmente s'ingannano col-le apparenze e scambiano sovente la feb-bre del lavoro con esaltazioni incomposte,lo zelo delle anime con imprudente fana-tismo, la sconfinata fiducia nella divinaProvvidenza con la temerità, la lotta peril bene con l'irrequietudine, il non rinun-ziare a grandi vocazioni, a grandi ed irre-sistibili chiamate disobbedienza, capar-bietà, superbia .

Ah, povero Don Bosco! dove sarebbe-ro le migliaia di chiese, di Istituti, le cen-tinaia di migliaia di anime salvate se egliavesse ascoltato consigli, ordini, ingiun-zioni date in nome di Dio, che i fatti di-mostrarono così vittoriosamente che eranocontrari alla manifesta volontà del Signore?

Ah Don Bosco! Se avesse ascoltato gliuomini, gli uomini non gli avrebbero cosìspietatamente conteso un possesso di in-contrastata gloria, che certo gli ha giàdato Iddio .

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Don Rua era l'ombra discreta di DonBosco. Non si esponeva, non doveva espor-si . Don Bosco fu come chi direbbe nel pe-riodo spasmodico del terremoto, Don Ruasi adagiò nei fenomeni meno pericolosidell'assestamento .

Così nella vita di Don Rua spariscel'uomo, scompaiono le meravigliose dotina†urali di cui egli pure era stato larga-mente dotato e non resta che una diafanafigura, trasparente, eterea di un'animache vuol vivere e dominare da sola, so-pra l'esile corpo, che vuol vivere e domi-nare nel mondo, restando fuori del mon-do, nella vita propria dello spirito, nel-l'atmosfera propria della santità .

In ciò più fortunato del Ven . Don Bo-sco che viveva di una santità quotidiana,nascosta da doti ammirabili e da tuttiquegli umani accorgimenti di cui d'al-tronde Dio vuole che ci serviamo primadi ricorrere al soprannaturale . Don Ruaebbe meno contrasti, meno ombre, menonemici e nel compassato atteggiamento,nel misuratissimo gesto, potè più facil-mente scoprire l'intima santità dell'anima .

Irradiazioni delle sue eroiche virtù .

Noi lo contempliamo a prima vista nel-le posizioni processuali sollevato dalleirradiazioni delle sue eroiche virtù .

Una terza via di alterne virtù, di alternivizi non v'è che conduca al cielo, egli dice-va, quindi non si può lavorare per essa . Edecco che egli percorre la sua via irradiatadalla fede .

A tredici anni egli vigila nelle matti-nate fredde, lungo tempo alla pompa del-l'acqua potabile, perchè i suoi compagniche devono comunicarsi non rompanoil digiuno. In chiesa li avvicina perchènon escano prima di un fervido ringra-ziamento .

Ecco mi direte un fatto insignificante .No . In questo fanciullo che vigila nel-

la preparazione, che trepida nel ringra-ziamento voi avete il sacerdote, il religio-so, il santo che nella preparazione, nel

ringraziamento e sopratutto nella cele-brazione della S . Messa si indìa .

Egli celebra con tale soddisfazione, contale intima gioia che consola al vederlo ;serafica gioia che manifesta ogni volta cheentra in una chiesa, si avvicina ad un al-tare dov'è Gesù . Gioia che si irradia at-torno al suo corpo, che rifulge attorno alsuo capo, che lo fa vedere in alto nellabeatitudine di un'estasi errante, nella feli-cità di un'estasi eucaristica .E muore nell'estasi della celebrazionecontinua di S . Messe recitate, sacrificate,benedette accanto al letto dei suoi dolori ;muore dopo aver ricevuto la SS . Eucari-stia vestito con quell'abito talare stinto,scolorato, oh quante volte rattoppato, da-gli strappi che la fede viva che traspor-tava attorno a sè, gli aveva procurato daparte di coloro che lo seguivano, rinno-vando il desiderio di quel contatto divinodal quale l'emoroissa attendeva la propriasalute, la propria vita .E così questo sacerdote che era Tem-pio, Tabernacolo ed insieme figura viven-te di Gesù trascorreva la vita nei liturgicirichiami che il SS .mo Sacramento ali-menta in chi quotidianamente lo sacri-fica, in chi quotidianamente se ne ciba,sino a farsene ostensorio della sua gloria,raggiera della sua felicità .E poteva mancargli in una via così lu-minosa la più incrollabile fiducia?

Le notti buie, gli smarrimenti tristi, idesolanti abbandoni seguono sovente nel-la loro vita mortale i figli di Dio .

Don Rua percorre il suo Calvario . Selotte meno accese ebbe del Ven . Don Bo-sco perchè diluite nella immensità di un'o-pera che il venerabile padre gli aveva affi-dato gigante, non provò meno spasimi,meno ansie, meno preoccupazioni . E for-se provò più grande il travaglio quantomaggiore era lo sforzo che si richiedevaper vincere le difficoltà più grandi . Maegli aveva un'àncora, l'àncora della con-fidenza che pregava per lui, Maria . Egliaveva una protezione che stendeva la suamano possente sopra di lui, Dio, e nontemeva .

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Anche nelle strettezze più assillanti vol-geva il pensiero al cielo e diceva :

La divina Provvidenza è una banca chenon fallisce mai . Chi fa l'elemosina mettei suoi denari in una banca che non fallisce .Più elemosina farete, più saranno le ani-me salvate per esse che vi verranno in-contro quando entrerete in paradiso .

Ed i mezzi giungevano spesso in modoprodigioso .

I dolori, i patimenti, le persecuzioni siabbattevano sovente sopra i suoi figli . . .

Quando vedeva qualche poveretto soc-combere sotto la croce lo rianimava, losorreggeva, lo rialzava dicendogli : Ognicroce è pesante per chi la trascina, per chil'abbraccia con amore e se la carica sullespalle con generosità diventa leggera .

Coraggio neh!Coraggio, è nulla. Est Deusin Israel . E quando aveva ascoltato concarità qualche storia dolorosa non com-piangeva, ma soggiungeva :Ed ora «mettiti a ridere » e ricorri a

Maria Ausiliatrice, ricorri a Gesù in Sacra-mento e vedrai ti consoleranno .

La preghiera, la più bella manifesta-zione della speranza cristiana, il bel retag-gio di ricchezza e di forza che Gesù pove-ro lasciava ai suoi poveri e deboli disce-poli, vinceva tutte le difficoltà .

E Don Rua pregava anche per vivere .Per lui vivere, vivere lavorando, vivere alungo era rendersi meno indegno del pre-mio celeste .

Solo la vigilia dell'ultimo giorno dopoaver chiesto se non vi era più speranza diguarire, all'udire che purtroppo restavanosolo poche ore di vita, con serenità subli-me esclamò :

Ebbene ora lasciatemi tranquillo, mi di-spongo a compiere la volontà del Signore .

A metà della notte mentre era agoniz-zante bastò a rianimarlo un colloquio colsuo direttore di spirito, il quale volle affi-dargli un saluto per Don Bosco e per tuttii cari confratelli. Ad ogni nome le sue

pupille già spente si dilatavano per l'in-tima gioia del cuore, tutta la faccia sianimava al più dolce e largo sorriso enon potendo più parlare accennò collamano che accettava con gioia tale inca-rico .

Era la speranza che si cambiava in cer-tezza sulle soglie del paradiso, dove lorapiva una grande fiammata d'amore .

Perchè se la fede è la luce, la speranzaè l'anima, l'amore è nei santi il palpitodella vita .Non è ancora ora? esclamava nei brevi

ritorni dal coma preagonico .Non è ancora ora? sospirava quell'ani-

ma bella, quel cuore vibrante, non eraancora ora di vedere il suo Dio ? E per-chè l'amore immenso verso Dio non an-dò mai in lui disgiunto dall'amore delprossimo, si preoccupava perchè i con-fratelli indugiassero attorno al suo capez-zale e li spronava al lavoro, li spronava aprodigarsi nei quotidiani e consueti uffizidi assistenza e di carità .

Sublime e magnifico che fate voi qui?diceva loro . E voleva dire : Andate, pro-digatevi coi fratelli, che fate voi qui?

L'ultimo, il supremo conforto di unavoce amica, di un aiuto prezioso, di unabenedizione pia, di un'assoluzione sem-pre desiderata sul limitare dell'eternità,pareva a lui superfluo quando urgevanoaltrove i bisogni delle anime .

E questo diceva tutta la carità dellasua lunga vita . A che esemplificare difronte ad una sintesi così alta ed eloquen-te di dedizione piena e completa? Supre-me rinunzie di quel Da mihi animas coe-tera tolle che solo si possono compierenonchè concepire da chi era vissuto, vi-veva e moriva in un'atmosfera di spiri-tualizzazione talmente soprannaturale davincere gli estremi Uffizi della natura, peri sublimissimi slanci di un cuore etereocome l'anima .

Mons. GIUSEPPE CORONA .

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AZIONE SALESIANA

I . Convegno degli Insegnantidell'Unione Don Bosco .

Le buone iniziative compiono gradualmente illoro cammino : anche la sezione genovese dell'U-nione insegnanti Don Bosco sta prendendo il suosviluppo e raggiungerà la sua mèta . Il convegnodel 2 marzo, tenuto nei locali sociali di SalitaS . Matteo, 19, ne è una prova ed una promessa .

Gli insegnanti aderenti convennero in buonnumero per sentire la parola del rev . prof. D. Bar-tolomeo Fascie, che, di passaggio per Genova,accettò di fare una visita all'Unione . Il comm .Alpino porse il riconoscente saluto degli exallievi e degli Insegnanti al Sig. D. Fascie e salutòpure il prof . cav. Matteo Miraglia docente difilosofia all'Istituto M . Lambruschini, anticocombattente per la scuola cristiana, pedagogistainsigne e grande ammiratore dei Salesiani .

Il Rev . D . Fascie tenne, in forma familiare,ma con ricchezza di concetti, esposti lucidamentee efficacemente, un discorso in cui rievocò il sor-gere dell'Unione, a Torino, presso la tomba diDon Bosco a Valsalice, con la presenza e l'ade-sione di migliaia di insegnanti, a cominciare dalMinistro della P. I . prof . Fedele, ai più modestimaestri delle elementari.

L'Unione ha ormai sezioni in molte città d'I-talia e dell'estero . Ne espose gli scopi : portarenell'educazione e nella formazione degli allievi,il sistema educativo di Don Bosco, fondato sul-l'amore e sulla carità che deve seguire il fanciullonella scuola e nella vita, perchè tutte le azionidella vita siano informate ad un unico concettoe scopo, la perfezione dello spirito : la scuola nonè un mezzo per conquistare la vita, ma una for-m azione di vita . Tutta la bellezza del metodopedagogico di Don Bosco, rivelato a lui bambinoda un mirabile e profetico sogno, risaltò nelle pa-role di D . Fascie che parlò da maestro di peda-gogia ma anche da perfetto allievo del suo immor-tale maestro . Prese poi la parola il Prof . Mi-raglia che, con l'eloquenza sua calda ed attraente,ricordò come egli sempre nella scuola adottò conottimi risultati il metodo di D . Bosco: quandoquesto ricordò nella storia della pedagogia, suscitòmeraviglie di chi non voleva una scuola spiritualecristiana : vide perciò con gioia come nei programmidelle scuole d'oggi il metodo e lo spirito di D . Bo-

sco è chiamato in onore ; e ricorda la relazioneLombardo Radice che lo pone ad insegnamentoper tutti . Incita perciò gli insegnanti ad aderireall'Unione D . Bosco promettendo ad essa la suoattività per far conoscere sempre meglio questaperfetta pedagogia che deve darci i migliori cit-tadini di domani . I due oratori furono applauditied cpprovatissimi .

II. - Convegni di DecurioniSalesiani in Emilia.

I Convegni di Decurioni Salesiani, iniziati col1928 in Lombardia a Treviglio, Brescia, Milano,Pavia e Sondrio, proseguirono con consolante suc

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cesso nell'Emilia . Un convegno ebbe luogo a PARMA,il 26 febbraio, per le Diocesi di Parma, Fidenzae Reggio Emilia, presenti S . E. Mons. Conforti euna sessantina di intervenuti .

Dopo il saluto del Direttore del Collegio SanBenedetto, l'Ispettore Salesiano D . Antoniol esortaad avvicinare a se stessi e al popolo Don Boscocol suo spirito di apostolato adatto ai tempi, eD. Fasulo dà ampie notizie sul movimento deiCooperatori salesiani . Seguono due interessanti re-lazioni: una del R. D. Aldo Mussini, Prevosto diS. Giuseppe, che presenta il Ven . Don Boscocome « uomo di Dio che costantemente lavora conDio e per la suo gloria » - l'altra del R . P. Go-lia S. J. il quale, rievocando i rapporti che pas-sarono fra Pio IX e Don Bosco, rileva che ilVenerabile fu dato da Dio a consolazione delcuore del santo Pontefice, mentre Don Bosco dal

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l'attaccamento al Vicario di G . C. ebbe fecon

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dità indefettibile e universalità alla sua opera .Alla conversazione che s'intreccia colle rela

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zioni partecipano molti dei presenti .Chiude Mons . Conforti facendo voti che i Coo-

peratori abbiano a crescere sempre più in numeroe in attività, e augurando che presto Don Boscovenga elevato all'apoteosi degli altari come chiaromodello di apostolato a tutti i buoni e partico-larmente ai Sacerdoti.

A MODENA, il secondo convegno per le Diocesidi Modena, Carpi e Guastalla, raccolse nell'Isti

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tuto Salesiano intorno a S . E . Rma. Mons. Bus

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solari, Arcivescovo, una quarantina di sacerdoti.

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Alla discussione sul concetto della cooperazione esui cómpiti dei Decurioni, segue una bella rela-zione del Rmo. Mons. Antonio Bossi, DirettoreDiocesano di Guastalla, il quale, presentando« Don Bosco come modello di vita interiore » ad

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dita nelle eroiche virtù da lui esercitate il segretodel prodigioso sviluppo delle sue imprese .Mons. Bussolari, dopo di aver detto della va-

stità delle opere salesiane da lui visitate all'e

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stero, specialmente nel Brasile, mentr'era Supe

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riore Generale dei Cappuccini, chiude esaltandol'immensa propagazione della fede promossa daDon Bosco colla stampa, cogli Istituti educativie colle missioni .

Al convegno di FAENZA con S . E. Mons . Bo

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velli, vescovo di Faenza e Modigliana e S . E .Mons. Scarante, Vescovo di Sarsina e Bertinoro,parteciparono un centinaio di persone delle Dio-cesi di Faenza, Forlì, Imola, Modigliana, Ra-venna, Rimini e Sarsina .

Sul tema «La Madonna di Don Bosco » rife-risce il R. D. Giuseppe Farina, parroco di SanVitale, che porta ancor viva nell'animo l'eco delfervore e dell'entusiasmo suscitati per Maria Au-siliatrice dallo stesso Don Bosco nel 1882, par-lando ai chierici in Seminario e ai fedeli nellachiesa dei Servi. Segue la relazione di Monsi-gnor Giuseppe Rossini, tutta un inno commossoalle virtù sacerdotali di Don Bosco .D. Fasulo, parlando delle missioni, porge occa-

sione a S . E. Mons. Bovelli, Presidente dell'U-nione Missionaria del Clero, di dare autorevolinorme e chiarimenti sulla propaganda missionariaa favore delle Opere Pontificie e dei singoli Isti-tuti Missionari, sommamente cari alla S . Sede .

La parola confortatrice di Mons. Scarantechiude l'adunanza invitando i sacerdoti ad andare,sull'esempio di Don Bosco, alla gioventù guada-gnandone la confidenza .

A BOLOGNA ebbe luogo il quarto convegno il6 marzo. Più di ottanta rappresentanti delle Dio-cesi di Ferrara, Comacchio e Bologna, vi parteci-parono. L'Em.mo Card . Nasalli-Rocca, Arcive-scovo, si degnò presiedere l'adunanza, circondatoda S . E. Mons. Lodi, Vescovo Ausiliare, dalR .mo D. Giovanni Rossi, Superiore Generalecella Compagnia di S . Paolo, da Mons . Paoli,quaresimalista di S. Petronio, ecc. La sedutaaperta dai Direttore Diocesano Mons . Pedrelli,che fece un ampio resoconto dell'azione dei Coo-peratori in Bologna, proseguì con efficaci relazionifruttate da Mons. Pio Guizzardi (sul Venticin-quesimo dell'incoronazione di Maria A .), dal R .D. Nascetti (su Don Bosco e l'Eucaristia), da DonFasulo (sull'Apostolato di Don Bosco al pulpito eal confessionale), dal Cav . Don Ivo Bottacci (sullozelo del Venerabile per la cristiana educazionedella gioventù), da D . Brusasca (sulle industrie diDon Bosco per suscitare le vocazioni ecclesia-stiche) .

Sull'argomento delle vocazioni interloquisconovari dei presenti, Mons . Mimi, Rettore del Se-minario Interregionale, Mons . Pavani di Ferrara ;e Don Giovanni Rossi che, reduce dall'estero,rileva la prodigiosa espansione dell'Opera Salesianae trae da Don Bosco conforto e auspicio per losviluppo dell'Opera Card . Ferrari, affidata allaCompagnia di S. Paolo .S. Em . il Cardinale chiude ricordando i pre-

cedenti convegni ai quali personalmente aveva as-sistito e rilevandone con viva compiacenza il suc-cesso sempre più consolante e progressivo .

Anche nei Convegni dell'Emilia regnò spiritodi fraterna cordialità, di zelo edificante, di fer-vida devozione a Maria Ausiliatrice e di ammi-razione per Don Bosco ; e in tutti fu una risolutavolontà di cooperare sempre meglio coi Salesianialle grandi opere ideate da Don Bosco .

LA VOCE DEL PAPA.

E desiderio vivissimo dei Santo Padre che tutti i cattolici sostengano leOpere Pontificie Missionarie .

Il Successore del Ven. Don Bosco, come omaggio di filiale devozione alVicario di Gesù Cristo, invita tutti i Cooperatori ad inscriversi :

1) all'OPERA DELLA PROPAGAZIONE DELLA FEDE colversamento di L . 2,60 all'anno o L . 200 in una volta ;

2) all'OPERA DI S. PIETRO APOSTOLO pel Clero indigenocon oblazioni libere di annui contributi ;

3) di inscrivere i loro fili all'OPERA DELLA S . INFANZIA colversamento di L . 0,60 all'anno o L . 100 in una volta .

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DALLE NOSTRE

Dalla nuova missione del Siam .

Amatissimo Padre,Eccoci al Siam! Paese ospitale e buo-

no, lussureggiante di una magnifica ve-getazione tropicale, dalle sterminate efertili pianure, dalle estese foreste di al-beri preziosi, ricco di acque e di mine-rali, dà, a chi appena vi giunge, un'im-pressione viva di conforto, una gratasensazione di ordine e di progresso cheincoraggia a slanciarsi, a sacrificarsi pelbene delle anime .Don Bosco ci ha mandati per questo,

e noi ci siamo venuti per lavorare contutte le forze tra questo popolo al qua-le la Provvidenza pare abbia elargito aprofusione i tesori della sua bontà .

***

E ci siamo messi subito all'opera . . . .collo studio della lingua, che ai novellimissionari è essenziale come l'aria chesi respira . Per compiere un apostolatofruttuoso il missionario deve prima ditutto giungere al punto da sentirsi diredal popolo in cui vive : « Parla comeuno di noi! » . Ma si comprende quale dif-ficoltà ciò presenti a ciascuno di noi . Ciònon di meno, per amore di Gesù e delleanime, ci siam fatti di nuovo come bam-bini ripercorrendo la scuola elementaresiamese per apprendere l'alfabeto, persentire dalla bocca del maestro l'espres-sione viva dei cinque toni e ripeterli poicentinaia di volte lungo il giorno . Dai«toni» dipende il senso delle parole : sipuò quindi pensare che sbagli mador-nali sono all'ordine del giorno ; ma ci ser-vono di motivo per una più viva allegria .

MISSIONI

A uno di noi, volendo dire: « i cani la-trano rabbiosamente », è accaduto di direinvece - per uno sbaglio di tono - que-sti cavalli abbaiano rabbiosamente . Unaltro domandò una mattina a un siame-sino perchè si fosse messo due camicie,e soggiunse : « hai forse freddo ? » . L'in-terpella†o sbarrò tanto di occhi e rispo-se con vivacità: « Ma no, sono ancora vi-vo». Era accaduto che il principiante,cambiando il tono, aveva dato alla parola

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freddo il significato di imputridito : dondela naturale reazione dell'interpellato . Unterzo, imbattutosi in un ragazzetto chese ne stava intristito a terra col viso in-fuocato, sospettandolo in preda alla febbre,gli tastò il polso domandandogli : hai lafebbre? Il ragazzo scoppiò a ridere e ri-spose: non sono mica una gallina! solo legalline fanno le uova! Il malinteso prove-niva da uno sbaglio di tono . . .

Per evitare queste disdette che possonocompromettere facilmente la nostra pre-dicazione, studiamo i toni con la maggiorperfezione possibile : essi sono la chiavedella lingua siamese .

*

Il campo affidatoci è meraviglioso . Noitutti siamo ammirati del lavoro compiutodai buoni Padri delle Missioni Estere diParigi . E se si pensa che ogni chiesa, scuo-la, residenza, che ogni pezzo di terra fufrutto di una lunga e paziente conquista,di generosità grande e di illimitata dedi-

zione, più spontaneo sgorga dal nostrocuore il sentimento della riconoscenza edella lode .

Il lavoro quindi non mancherà sia perconservare ciò che esiste, sia per realiz-zare nuove conquiste nella penisola este-sissima che ancora non ha sentito parlaredi Dio .

Perciò il buon Vicario Apostolico delSiam Mons. Perros, che ci ha chiamati eci ha paternamente abbracciati nel giornodel nostro arrivo, ci ha detto : « Da tantianni, abbiamo pregato il Padrone dellamesse ad inviare operai nella sua vigna ;ora ci ha esauditi . Ne godiamo ; il campoè immenso; lavoreremo insieme, comefratelli per lo stesso Signore» .

Abbiamo festeggiato l'Immacolata concuore di figli . In quel giorno dieci novizifacevano a Dio l'immolazione della lorovita, quasi guidati dalla Mamma celeste .La sera all'Accademia parteciparono at-tivamente tutti i Seminaristi indigeni coiloro Superiori, numerosi cristiani, e nu-merosi giovanetti. Oh! come il pensieronostro volava alla sacrestia della chiesa diSan Francesco, a Bartolomeo Garelli,

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all'umile prete che iniziava in quel gior-no l'opera sua! Alla Vergine consacra-vamo anche noi nello s†esso giorno i no-stri umili inizi!

La notte di Natale poi i nostri chierici,allievi Missionari, hanno fatto un po' diteatro in siamese, con gioia immensa deicristiani, specie dei giovani, e con grandeammirazione di tutti per essere riuscitia cavarsela discretamente pur essendo dasoli due mesi al Siam . Palco improvvi-

sato con quattro bambù e qualche asse,una tenda per sipario, alcune coperte perquinte ... in pieno cortile, sotto la voltastellata del cielo .

Dopo, nella chiesa gremita, più di 6oopersone ricevevano il loro Signore . A meera riservato di vedere un altro spetta-colo di fede e di amore in un'altra partedella Missione. Fui a passare il Natale aDonkrabu'àng con il buon Padre Richarde ne sono tornato col cuore pieno di santeemozioni. A mezzanotte quando, tra losquillare delle campane, al canto del TeDeum eseguito in perfetto gregoriano daicristiani locali, fu processionalmente por-

tato il Bambino Gesù nella grotta, fu unmomento di indicibile commozione . An-che là si ebbero quasi 30o Comunioni .Come vede, amatissimo Padre, Maria

Ausiliatrice ci vuol bene e ci prepara lavia. Che essa inspiri molti nostri benefat-tori a venirci in aiuto. Siamo poveri,molto poveri, mentre gli inizi di una mis-sione richiedono grandissime spese ; e almomento - perchè non dirglielo ? -andiamo avanti, come affermava Don Bo-

sco a quel Ministro dell'Interno, « facen-do come la macchina a vapore puff . . .puff . .. puff. . . » .Spendiamo per le anime, spendiamo

per il Signore . . . solo per questo osiamostendere la mano e dire a tutti i Benefat-tori e Cooperatori nostri : « La missionedel Siam aspetta la vostra carità . Noi pre-gheremo incessantemente Maria Ausilia-trice a volervi benedire» .

Amatissimo Padre, benedica tutta lafamiglia salesiana del Siam

Suo Aff. mo in C . J .Sac . GAETANO PASOTTI .

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Rev.mo Sig. D. Risaldi,Conforme a quanto Le avevamo scritto,

D . Colbacchini ed io, il 27 luglio la no-stra spedizione prese posto nelle duebarche e partì verso i villaggi degli IndiCarajàs . Nella prima, di proprietà del co-lonnello Gerolamo Gomez -- che volleriservato a sè il posto di timoniere - siaccomodarono due Figlie di Maria Ausi-liatrice (Sr . Bianca e Sr. Antonia), la si-gnora Delfina Da Motta, donna di mol-ta abnegazione e coraggio, e un'altra don-na per aiutare nei lavori domestici . Nellaseconda barca entrarono il sottoscritto,D . Colbacchini, D . Fuchs, il coadiutoreVittorio Tabone e l'ing . Giorgio Pommot .

Molte affine virtuose ci accompagna-rono colle preghiere : alcune fecero di più,si offrirono vittime allasofferenza pur di scon-giurare a noi qualchesinistro che avesse aturbare !a nostra mis-sione .

Bellezze fluviali.

Nel mese in cui era-vamo, l'Araguaya nonera più il fiume impo-nente dell'anno scorsoquando le sue acquestrariparono portandosulle pianure delle duesponde desolazione erovina .

La bellezza e maestàdell'Araguaya è cono-sciuta da tutti i navi-ganti, e tutti decantanola sua placidità di corsoin un letto di bianchesabbie che gli dannol'aspetto di un lagoimmenso .Noi contemplavamo

Esplorazioni sul basso Araguaya .

l'incantevole scenario formato dalle rive oraritte, ora sinuose, che alle prime luci delgiorno e al tramonto avevano gradazioni dicolori d'un effetto mirabile . La stessa di-stesa della pianura per centinaia di leghe,che d'ordinario rattrista al solo vederla, inquelle ore era di un rilievo e aspetto bel-lissimo . Peccato che il sole d'agosto, co-centissimo, abbia riverberi così fasti-diosi per la vista, da costringerci a con-templare la natura solo per poche ore .

Sosta e Messa .

Sostammo in un luogo pittoresco perdisporre il campo, e innalzare le nostretende, e tettoie coperte di cuoi . Nella sab-bia sono scavati i letti dei rematori, e at-

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torno è acceso un gran fuoco per arrostirepesci e selvaggina e per tenere lontani imoscherini . Sette o otto imbarcazioniattraccate alla riva, riversano al nostrocampo i girovaghi indi, ai quali dopo ce-na facciamo un po' di catechismo .Nel silenzio notturno i coccodrilli e

le tigri hanno fatto una continua rondaattorno all'accampamento . Quella stessasera, all'arrivo, fummo posti sull'avvisodella presenza di questi animali poco de-siderabili ; ci fu detto che una tigre aveva,a poca distanza dal luogo, assalito un viag-giatore mentre riposava, e ci fu mos†ratoil terreno tutto smosso e un coltello in-sanguinato, documento della lotta dispe-rata combattuta fra la belva e l'uomo,nella quale l'uomo fu vinto e sbranato .Ed era visibile parte dello scheletro chela belva aveva abbandonato sulla sabbia .

Al pericolo noi credemmo senza diffi-coltà, anche perchè l'anno scorso, verso

le 23, mentre D. Fuchs riposava tran-quillamente nel canotto, un grosso coc-codrillo tentò di entrarvi ; per fortuna ilmissionario e i rematori svegliatisi atempo poterono ricacciare colle armi ilmostruoso rettile la cui compagnia nonera affatto desiderata .

Di buon mattino si preparò l'altare pelS . Sacrificio : fu quello il momento più so-lenne. Vi presero parte i rematori genuflessie devoti, e insieme con la nostra comitivarecitarono le preghiere . La consacrazionefu accompagnata dalla melodiose notedel violino, che resero emozionante quel-l'istante prezioso, specialmente per noiche imploravamo da Dio la protezionedivina al nostro viaggio .

A Santa Leopoldina.

Giungendo in quella località, i nostrisguardi si posarono sullo scafo del vapore

Araguaya, colà abban-donato, che tante fati-che costò per portarloa pezzi, attraverso ino-spiti boscaglie, dalParaguay all'Araguaya .Quante speranze destòla sua comparsa sulfiume e come dilegua-rono presto, malgradotanto si fosse adopera-to per dar incrementoalla navigazione flu-viale il generale Contede Magalhaes! Se FrateFrancesco da Rimini,Frate Francesco daMonte S . Vito e FraSigismondo da Taggia,che dal 1865 al 1870in Pedra Branca, SantaMaria e S . José crea-rono centri fiorenti diMissione, avessero a-vuto dei continuatori,ora non si parlerebbepiù di « indi » sulleacque dell'Araguaya . . .

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Ma ituera (tutto finì), mi ripete un Ca-rajà che mi accompagna, ed è necessariocominciare da capo .Ammalatesi due persone della nostra

comitiva, mi affrettai a partire colla spe-ranza di trovare in Dumbà-grande una casache presentasse qualche conforto migliore .

Dumbà-grande.

Trovai difatti un nostro ottimo amicoche gentilmente cedette la sua abitazionealle Suore .

Gli Indi, avvisati dal corno da caccia,del nostro approssimarsi, ci attendevanocon le mani cariche di banane, patate, euova di tartaruga da regalare al missionario .

Per prima cosa distribuimmo capi divestiario per togliere la sconcia esibizionedi nudità e poscia il giorno dopo si diedeprincipio alla catechizzazione degli indi .Il programma stabilito potè svolgersi in-teramente e con successo . Arrivati nelvillaggio, dopo il toteriambona (buongiorno) e relativa risposta arerino, il Ca-cico ci invitò a sedere menacurucu-bedena,e ridendo aggiunse che volessimo tolle-rare i bassi sgabelli Carajàs, che per altronon presentavano pericoli di cadute .

Col segno di Croce e coll'Ave Maria,ripetuta dai Carajàs, demmo principioalla nostra catechesi ; poi il virtuoso ing .Giorgio eseguì al violino una bella mar-cia che piacque grandemente agli indi .Di poi spiegai lo scopo della nostra ve-nuta fra loro, diedi alcuni avvisi e sialternò fin verso le 10 il canto di sacrelodi con pezzi di violino che i nostri in-diani accolsero sempre col rituale An-uire, an-uire, an-uititire (sta bene, stabene, sta molto bene!) . Ritiratici nella no-stra tenda, anche gli indi si affaccendaro-no a preparare il loro ivero-caluzi (mine-stra di riso) per il dioi-iraxiere (pranzo) .

Alla sera diedi incarico agli uomini dicercarmi un punto della riva che fosseadatto per le nostre riunioni e costruireivi il nostro retò (capanna), sotto la dire-zione del cacico Varucà .

Così Dumbà-grande diventava il no-stro quartiere generale, o meglio il cen-tro di Missione pei Carajàs, mentre DonColbacchini avrebbe perlustrato la zonadel Rio das Mortes e D . Fuchs si sarebbespinto fino alle ultime aldee dell'Ara-guaya .Accompagnai D. Colbacchini fino al-

l'Engenho, piccolo nucleo di civilizzati

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a 15 km . dalla riva sinistra; poi ritornaiall'accampamento per dare il saluto aD . Fuchs .

Al terzo giorno il nostro retò (capanna)era allestito . In questo genere di costru-zione l'estetica è sacrificata a favore del-l'igiene: la nostra capanna, che misuravam. 12 X 8 X 4, aveva tutti i lati, meno uno,perfettamente aperti, e per tetto una doz-zina di foglie di palma, gettate su soste-gni, per ripararci dalla pioggia e dal sole .Tutta la nostra mobilia consisteva in trerozzi ceppi, le cattedre dei maestri du-rante le lezioni : null'altro ingombrava lanostra scuola modello, in cui aria e luceerano davvero a profusione .

L'orario era stato pure compilato : dal-le 8 alle 9 1/2 e dalle 14 alle 1 6 1/2 , scuola ecucito . . . le altre ore furono lasciate libereper i lavori casalinghi, ecc . Gli alunni, 13bimbi (dai 3 ai 15 anni) e 10 donne, dimo-strarono buona volontà e intelligenza,più di quello che avremmo pensato . Ibimbi, sdraiati e seduti a piacimento,con le gambe in continuo moto, appren-devano il catechismo e nozioni di calcolosotto la direzione dell'infaticabile SuorAntonia e del buon missionario Tabone .La disciplina e il silenzio - cose molto

relative per i Carajàs - erano alternatecon scoppi d'ilarità per l'imprevisto chea tratti colpiva la fantasia dei nostri scola-retti . Vicino agli alunni se ne stavano lemamme, abilmente guidate da Sr. Biancanel cucito per confezionare vesti ai lorobimbi , e agli uomini. Questa vicinanzadelle mamme ai figli è naturale conse-guenza del loro reciproco amore, cheli tiene sempre uniti e fa che in nessunmomento si possano separare .

Questo per altro non influì sull'anda-mento della scuola : in capo a otto giornii bambini già sapevano fare il segno dellaCroce, recitare in parte l'Ave Maria, con-tare fino a cento e conoscevano le letteredell'alfabeto . Per le operazioni di aritme-tica servirono assai bene le . . . uova ditracayas, piccole tartarughe, che in queltempo si trovavano in abbondanza sullerive .

Regali e lutto .

Frattanto gli uomini erano ritornatidalla pesca con una buona provvista dipesci e di tartarughe. Andammo loro in-contro per fare acquisto di qualche cosache giovasse alla nostra comitiva . Fattala scelta, domandai al capitano :

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- Quanto costa ?- Nulla! E un regalo . . .- Ma io desidero pagare .- Pagare, no . Io offrire a Monsiò (Mon-

signore) e Monsiò anche offrire a Ca-rajàs, uomini, donne, tutti . . .

Il piano che avevamo escogitato perabituare i Carajàs a dar valore alle cose,naufragò davanti alla franca dichiarazionedel capo, e dovemmo ancora attenercial sistema delle offerte, sperando di poterin altre occasioni riformare l'abuso deiregali .

Intanto giunse da S . José la bruttanotizia della morte di tre giovani Carajàs,e ciò fu causa di lutto per un'intera setti-mana. Le famiglie Carajàs sono assai soli-dali nella gioia, ma ancor più nel dolore .Quando accade un caso di morte, l'indiodà sfogo al dolore che l'opprime : la donnaa qualunque ora del giorno e della notteprorompe in grida strazianti e piange perlungo tempo senza neppur versare una la-crima; l'uomo invece si rannicchia in unangolo del retòe a testa bassa soffre insilenzio .

Gli indi attribuiscono la malattia e lamorte a maleficio di qualcuno, dondeostilità e lotte contro coloro che sonosospettati di averlo operato .

Il figlioccio di Don Rinaldo.

Non voglio passar oltre, senza darlela lieta notizia del figlioccio che a lei,Sig. D . Rinaldi, abbiamo regalato il 10settembre nel piccolo Cucumarè, battez-zato col suo nome . E un bimbo vivace esimpatico. La sua mamma, Maria, appar-teneva alla tribù dei Tapirapè ; ancor bam-bina rubata in un assalto dai Carajàs di« Furo da Pedra » e venduta in cambiodi una canoa, venne ai villaggi più in alto,crebbe e si sposò .

Cucumarè è il figlio prediletto . Robusto,dagli occhi vivi e penetranti, di intelli-genza precoce, ha sorpassato i 3 anni emezzo: ma ha l'aspetto di un ometto egià possiede il suo ubasinho, canotto,remi, arco e freccia . In piedi o seduto a

prora del suo canotto, mostra una decisavocazione per la navigazione. E alunnonostro, ma si ferma poco nella scuola : ilcanotto lo attrae. Quando la sorellinadorme, egli si avvicina pian piano allamamma, succhia in fretta un po' del lattematerno, poi dà due tirate nella pipa dellamadre, e ritorna contento al suo posto .

Volli comprare il canottino di Cucu-marè. Fu necessario trattare direttamentecon lui, non volendo i genitori contrad-dire il loro bimbo, e me lo fece pagar caro,quantunque egli voglia bene al missio-nario: dovetti dargli un coltello con custo-dia e relativa cintura, conterie, vestitoper la madre, fazzoletti per le sorelle ealtro ancora .

Cucumarè si mostra assai intelligente .Nell'idioma Carajà certi vocaboli sonousati dagli uomini in modo differentedalle donne : Cucumarè conosce beneanche questo e nel salutarmi usa la paroladegli uomini aroicre (arrivederci) e nonquella delle donne caroicre, , che vuol direla stessa cosa .

Ella può pensare quale sia stata la no-stra soddisfazione nel rigenerare col SantoBattesimo questo caro bambino con altri6 compagni e due adulti . Voglia Iddioche nel prossimo anno possiamo portareall'Ovile del Maestro altre anime di que-sti Indi .

Ritorno di D. Fuchs e dei cacichi.

Avevo ricevuto per lettera notizie diD . Colbacchini : mi diceva che la sua comi-tiva andava avanti lottando coraggiosa-mente contro difficoltà di varia natura,spine che ad ogni passo sbarravano il cam-mino, coccodrilli enormi e piranhas car-nivore, moscherini, ecc . Ma di D . Fuchsda 24 giorni non avevo più saputo nulla,e ne ero preoccupato .

Il 31 agosto udimmo echeggiare duecolpi di revolver . Era il segnale convenu-to. Poco dopo vennero di corsa i ragazzidel villaggio gridando : Padre Giovanniritornare! Carajàs molti! Stare piangendo!- Mio Dio! che sarà mai successo ?

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Correte al porto - dissi ai ragazzi - eportatemi notizie .

Ritornarono poco dopo dicendomi : Nonstare piangendo, stare tutto bene!

Tirai un respiro e benedissi Iddio . ICarajàs quando hanno da comunicaretristi notizie, da lontano e ad intervalli,prevengono il villaggio con grida speciali .

Quel giorno non si udiva che la voce dei ra-gazzi . Uscii perciò rassicurato con gli altri .

Nella svolta del fiume, lontano, si scor-gevano le uba che risalivano in fila e sivedeva i rematori puntare con forza lepertiche sul fondo del fiume per vincerela corrente . Ci mettemmo in comunica-zione coi naviganti per mezzo delle squil-lanti voci dei ragazzi, e ad ogni rispostail sangue mi dava un flusso di soddisfa-zione in tutto il corpo . Finalmente attrac-

carono e potemmo riabbracciare D . Fuchse i cacichi valorosi e gli altri Carajàs, giànostri conoscenti .

Sedutici tutti sulla riva cominciò laconversazione che durò fin quasi a notte .Il 1° settembre distribuii ai capifamigliascuri, coltellacci, roncole e zappe ; ai gio-vani coltelli con custodia, lenze, ami, spec-

chi e tabacco . . . e a tutti vestiario che ave-vano preparato con abnegazione le buoneFiglie di Maria Ausiliatrice .

Approfittando dei vari capi presenti,li raccolsi più volte per gettare le basidella futura catechesi . Al quinto giornoperò essi già provavano la nostalgia deiloro villaggi e delle loro famiglie e li acco-miatai con regali per sè, per le donne epei figli, e li provvidi di mandioca e dirapadura pel viaggio .

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Caccia e pesca .

Perchè abbia un'idea delle difficoltàche deve superare il Carajà, per trarredal fiume e dalla foresta ciò che gli occorreper vivere, le dirò che ho voluto accompa-gnare per vari giorni gli indi e vedere davicino il risultato dei loro sforzi .

Curiosa conformazione hanno i laghiRico, Dumbà-grande, Cangas, Iuquery edaltri delle vicinanze: larghi qualche centi-naio di metri, si estendono invece perleghe e leghe (la lega è 6666 m .) nelledepressioni fiancheggianti il fiume, dacui sono formati nelle periodiche innon-dazioni, coperti sulle rive da foreste efitte boscaglie, con terreni pantanosi checostituiscono terribili focolai di paludismo .Questi laghi sono veri vivai di pesca e dicaccia, perchè là si reca la selvaggina adabbeverarsi nella stagione secca, facili-tando le provviste agli esperti cacciatori .

Lo stretto canale che dà accesso al lagoè generalmente ingombro di tronchi,ma la perizia dell'Indio sa superare facil-mente la difficoltà . Spesso i coccodrillivi si trovano appostati all'ingresso e assal-gono i naviganti .

Questi laghi sono ricchi di tartarughee di piracurù (la balena dell'Araguaya) .

Sulla prora dell'uba sta ritto il praticodel luogo che ha accanto un compagnocon l'arpone da conficcare nel fianco delpesce, intento a scrutare la superficiedove le otuny e i beddeguè sogliono filareplacidamente al sole nelle ore più calde .Nelle altre ore è difficile scorgere un pesce,motivo per cui la pesca è poco rimunera-tiva. Ho visto il risultato del lavoro di seipersone in otto giorni : 125 kg . di pescesecco, appena! È ben vero che se si uccide

una tartaruga che di solito pesa i suoi 75 kg .o un piracurù che ne pesa 100, o un cin-ghiale, la giornata è guadagnata: ma ciònon accade tutti i giorni .

In settembre e ottobre, quando le tarta-rughe depongono le uova, è tempo diabbondanza pei Carajàs : le uova sonoraccolte a migliaia . Da esse i nostri estrag-gono una specie di grasso con un sistemaprimitivo : lavano ben bene una canoa,poi la riempiono di uova, schiacciandole ;il grasso che affiora alla superficie vieneraccolte, fatto bollire e conservato in botti-glie. Per questo si servono delle uova nonfecondate, che sono molli e delle qualise ne trova una trentina in ogni nido : lealtre fecondate, lanciate sulla riva, rim-balzano per centinaia di metri, elastiche,senza rompersi quantunque sia assai tenuela pellicola che le ravvolge .

Dopo la carne di cinghiale, la prefe-rita dal Carajà è senza dubbio la carne ditartaruga .

Ritorno.

Violenti febbri colpirono alcuni dellacomitiva, tra cui lo scrivente . Dovemmoperciò ridurre la nostra permanenza aDumbà-grande e ritornare a Registro peravere le cure necessarie . Oggi siamo tuttiin convalescenza . Scrivendo affrettata-mente questa relazione ho mirato a richia-mare l'attenzione dei nostri Confratellie ottimi Cooperatori sull'Araguaya dovevivono numerosi indi che ci aspettano,

e che abbisognano delle loro preghieree dei loro aiuti.

Mons. CouTuRoN .Amministratore Apostolico .

Ai nostri ottimi Cooperatori e alle zelanti Cooperatrici raccomandiamo la diffusionedi GIOVENTÙ MISSIONARIA, mensile illustrato di 20 pagine. Per l'abbonamento (annuoL. 6,20) rivolgersi alla Amministrazione - Via Cottolengo, 32 - Torino (109) ;

della RIVISTA DEI GIOVANI, mensile. Rivolgersi per l'abbonamento (annuo L . 12,50)alla Soc . Editrice Internaz . - Corso Regina Margherita, 174 - Torino (1o9).

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PIA OPERA DEL SACRO CUORE DI GESÙ .Richiamiamo l'attenzione dei Cooperatori e delle Cooperatrici su quest'Opera chepresenta un vero tesoro di vantaggi spirituali alle anime divole del S . Cuore di Gesù .

CENNI STORICI.Il 5 aprile 188o Don Bosco fu ricevuto in udienza da S . S. Papa Leone XIII

che gli affidò la costruzione del Tempio del S . Cuore di Gesù sull'Esquilino .- Il desiderio del Papa, rispose Don Bosco appena ne ebbe la proposta, è per me

un comando : accetto l'incarico che Vostra Santità ha la bontà di affidarmi .- Ma io non potrò darvi denari, soggiunse il Pontefice .- Io a Vostra Santità, riprese Don Bosco, non chiedo denari : chiedo solo la sua

benedizione con tutti quei favori spirituali che crederà bene concedere a me e a quanticoopereranno con me, perchè il Cuore di Gesù abbia un tempio nella capitale del mondocattolico .

E Don Bosco cominciò a domandare al Pontefice il permesso di costruire accantoalla chiesa un grande ospizio : ciò che il Papa volentieri accordò . Don Bosco in seguitoideava l'Opera del S . Cuore che doveva somministrargli i mezzi per costruire e mante-nere il progettato ospizio .

L'OPERA DEL S . CUORE .Consiste nella celebrazione di sei Messe quotidiane in perpetuo (2 sono celebrate

all'altare del S . Cuore di Gesù - 2 a quello di Maria Ausiliatrice - e 2 a quello di SanGiuseppe) secondo l'intenzione degli inscritti ; vale a dire 2190 MESSE ANNUALI .

Per essere iscritti all'Opera del S . Cuore di Gesù basta l'offerta di UNA LIRA PERUNA SOLA VOLTA .

Gli iscritti - vivi o defunti - oltre al vantaggio delle 219o MESSE ANNUALI,partecipano in perpetuo :

a) alla recita del Santo Rosario e alla benedizione col SS . Sacramento, che haluogo ogni giorno nella stessa chiesa ;

b) alle funzioni, che hanno luogo quotidianamente nella cappella dei giova-netti dell'annesso ospizio .

c) alla Messa che viene ascoltata ogni giorno dagli stessi giovanetti ;d) a tutte le altre funzioni, novene, feste e solennità (che sono moltissime), le

quali si celebrano nella suddetta chiesa e cappella .

IL TESORO SPIRITUALEmesso a disposizione dei fedeli è veramente grande. Sappiamo tutti quale infinito

valore ha anche una messa sola : gli iscritti all'Opera del S. Cuore partecipano al fruttodi SEI MESSE QUOTIDIANE e IN PERPETUO .

Una considerazione ancora, che tornerà cara a molti Cooperatori e Cooperatrici :gli iscritti alla Pia Opera hanno diritto di « fissare l'intenzione per tutte le sei messe»e di « cambiarla in qualunque momento» secondo particolari bisogni e desideri .Inoltre ciascuno può iscrivere « vivi e defunti, e qualsiasi persona anche a sua insaputa » .

I nomi degl'iscritti sono raccolti in tanti volumi e conservati nel tempio del SacroCuore di Gesù (Roma) a perpetua memoria .

La Pia Opera ha due centri : uno a Roma, l'altro a Torino . - A ROMA presso ilRettore della Basilica e dell'Ospizio Sacro Cuore - Via Marsala, 42 . - A TORINOpresso il Rettor Maggiore dei Salesiani - Via Cottolengo, 32 .

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CULTO E GRAZIEDI MARIA AUSILIATRICE

Maria Ausiliatrice manifesta la sua potenza in Cina

Nel villaggio di Shin Tong (distretto di SiengCheng, provincia di Ngan Wei) esiste una cri-stianità antica e molto fervorosa che fu già laculla di tutte le cristianità di quella provincia .Essa si distingue specialmente per una tenera edilluminata devozione a Maria SS .ma. In rico-noscenza dei benefizi ricevuti dalla grande Re-gina del Cielo, tutto il villaggio concorse genero-samente a costruire in onore di Lei un magnificosantuario, intitolandolo a Chin Kao chi Yu (Ma-ria Aiuto dei Cristiani) . Il santuario divenne inbreve mèta di pellegrinaggi da parte delle variecristianità della regione . E la pietà dei fervorosifedeli non solo fregiò la statua, ma ancora glialtari e persino le pareti di quadri e di numero-sissimi ex voto .L'8 maggio 1927 un gruppo di nove soldati

rivoluzionari, passando per quel villaggio, occupòla residenza del missionario, malgrado le protestedi questi che vedeva con un abuso di forza violatoil suo domicilio . Ciò non sarebbe stato gran cosase non avesse avuto uno strascico di disgustosi in-cidenti . Il giorno seguente difatti i soldati parti-vano per recarsi in prima linea, ma il popolaccio,visto che impunemente si poteva violare la casadi uno straniero, istigato anche dagli alunni edai professori della scuola Lieng Tong si radunòall'entrata della chiesa e, sfondatane la porta,vi entrò con schiamazzi, suonando le campanee commettendo ogni sorta di disordini . Invano ilMissionario cercò di ammansare quella molti-tudine sfrenata; egli stesso fu preso, caricato diingiurie e di percosse . Poscia, come forsennati,tutti si diedero ad un'opera di rapina e di distru-zione: mobili, vasi sacri, candellieri, paramenti,ex voti, tutto quello che poteva avere qualchevalore, tutto fu rubato e quello che non fu possibileasportare, fu guastato e deturpato sconciamente .Giunse a tale punto il furore di quei miserabili,che, saliti sull'altare maggiore, ne deposero labella e taumaturga statua di Maria Ausiliatriceche aveva sempre formato la delizia dei povericristiani di quei luoghi e, orribile a dirsi, dopo diaverla profanata sconciamente la gettarono nellolatrina . La baldoria continuò tutta la notte e almattino sopragiunte alcune squadre di operai

delle vicine miniere di carbone, si unirono nelsaccheggio della chiesa, rovesciandosi poi sullascuola femminile, dove compirono vandalismiributtanti .

I danni causati si calcolarono a più di 3o.ooodollari. Ma i sacrileghi profanatori non rima-sero impuniti e tutta la regione circonvicina èancora sotto l'impressione dei terribili castighiinflitti ai miserabili . Ne aprì la serie una donnadi mala vita, che era giunta a tale impudenzada sedersi sul capo della statua della Madonna :mentre ritornava a casa veniva colta da orribilidolori nelle parti inferiori e moriva dopo alcunigiorni di spasimi atroci . Poi fu la volta di ungiovinotto che era stato dei più feroci nella di-struzione ed aveva anche rubato molte delle cosepreziose; dopo qualche giorno divenne pazzofurioso ; nella sua demenza distrusse tutti gli uten-sili e mobili di casa e correndo all'impazzatagridava che una giovane signora di aspetto avve-nente lo perseguitava dovunque, esigendo da luile cose rubate nella chiesa . E finì per confessareche le aveva seppellite in casa di sua sorella .

In molte case si svilupparono incendi misteriosie si trovarono sotto le rovine oggetti sacri rubatialla chiesa .

Anche nelle miniere di carbone uno scoppioimprovviso determinò un grande incendio nel qualemolti di quelli che avevano partecipato alla di-struzione della scuola femminile perirono mise-ramente. Un disgraziato che aveva rubato vasie paramenti sacri e, ritornato a casa, si vestivadelle sacre vesti per parodiare i divini misteri,impazziva improvvisamente e trovasi tuttora inquesto stato. Nè questo fu tutto : col sopraggiun-gere della stagione calda una peste micidiale in-fierì in tutta la regione e mietè innumerevolivittime . Non solo i cristiani ma anche i paganiriconobbero in tutto questo un castigo del Cielo .

Queste notizie furono raccolte e diligentementeaccertate dal Missionario del luogo, che ora, coa-diuvato dai suoi cristiani, attende alacramente ariparare i danni subiti .

Mons . LUIGI V ERSIGLIA

Vicario Apostolico di Shiu Chow .

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Angiolina Cerchini, di anni 4, fu colpita nelnovembre u. s . da meningite bacillare, con per-dita di favella, di udito e della vista . Il consultomedico dichiarò disperato il caso : « Di questamalattia un caso su cento si risolve bene », di-ceva il Dott . Marugo, e il suo collega DottorCaviglia aggiungeva : « Solo il cielo può com-piere un miracolo! ». Come sperarlo? I parentiavevano già offerto a Dio la piccina, straziatidal vederla smaniare giorno e notte . Un pen-siero di fede ci colpì in quel momento di su-premo sconforto, ci rivolgemmo a Maria Ausi-liatrice con una novena e con la promessa diun'offerta . Dopo la prima novena cominciammocon più fede la seconda . La bambina, che da20 giorni non parlava e non vedeva, si riebbeed ora è rosea e paffuta senza nessuna tracciadel male che l'aveva colpita . Noi che la pian-gemmo come perduta, oggi lieti sciogliamol'inno della riconoscenza alla bontà di MariaAusiliatrice .

Vignole Borbera .CERCHINI GIusEPPE,GAMBERI IDA .

La Vergine Ausiliatrice, con una grazia pro-digiosa, mi ha liberato il figliuolo da sicuramorte. Sposato da vari anni a Genova, egli il 6agosto fu improvvisamente colpito da paralisiprogressiva interessante il cervello . I dottorispecialisti dichiararono il caso gravissimo e laguarigione impossibile . E a nulla valsero daprincipio le assidue cure per provocare il mo-vimento delle gambe paralizzate e per riacqui-stare la vista perduta . Costernata, mi rivolsicon vivissima fede a Maria Ausiliatrice implo-rando con la sua potente intercessione l'aiutodivino essendo ormai impossibile quello umano .E la Madonna nella sua bontà mi ha esaudita,procurando la guarigione al mio caro figliuolo .

Con somma riconoscenza e gioia sciolgo ilmio voto alla gran Madre di Dio nella fiduciache Ella continuerà a proteggere il figlio che harisanato .

S . Maria la Strada (Giarre) .LUCIA COSTANZO IN CRIMI .

La mia piccola Pia, di 1 anno, colpita da« emclapsia infantile» ebbe in una sola notteben otto assalti di circa 10 minuti ciascuno,durante i quali ella non dava più segno di vita .Allora io e mia moglie ci rivolgemmo a MariaAusiliatrice con una novena promettendo un'of-ferta per le Opere Salesiane . La Madonna siaffrettò subito a toglierci da ogni ansia, rido-nando la sanità alla nostra piccola figliuola .Riconoscente adempio la mia promessa, fidenteche Maria Ausiliatrice continuerà a proteggerela mia famiglia.

Trento .ARTURO BLUIGNI .

Colpito da angina difterica, il mio caro ni-potino Aldo fu trasportato gravissimo all'Ospe-dale il 3 gennaio . Dopo un breve miglioramentoper una polmonite sopraggiunta si trovò incondizioni disperate . Mi rivolsi allora a MariaAusiliatrice con promessa di un'offerta per leMissioni. Immediatamente il male prese unabuona piega e il bimbo si trovò fuori pericolo .

Popereacco (Udine) .FORTE FRANCESCO .

Erano 27 anni che mia madre, pur vivendouna vita modello e timorata di Dio, aveva unainspiegabile indifferenza per la SS . Eucaristia .Preoccupandomi del suo stato, dal giorno incui mi son fatto religioso, ho pregato ognigiorno la Madonna, specialmente nel momentodella Comunione perchè volesse indurre lamamma all'adempimento di questo doverecristiano . La Madonna Ausiliatrice accolse lemie preghiere e si degnò di appagare il miodesiderio . L'ultima lettera che mi pervenivadalla cara mamma, diceva testualmente : « Hoil piacere di farti sapere che questa mattina,6 febbraio, di mia propria volontà mi sono ac-costata alla santa Comunione, dopo essermiconfessata dal R .mo Missionario che è statodi passaggio qui a S . A . M . Ora mi sento piùvicina a Dio : prega perchè si fortifichi nelmio cuore l'amore a Gesù » . Lo stesso giorno,anche mio fratello di 17 anni seguiva l'esempiodella mamma, scuotendo la sua apatia . Rin-grazio con tutto il cuore la Madonna di questifavori che completano la mia felicità, mentremi spingono ad esserLe sempre più fedele edevoto .

M. B.

Angela Traversa . - Ricorse a Maria Ausi-liatrice con una novena per aver rimborsatoun credito che da due anni non poteva ottenere .Ed ebbe quanto desiderava .

Maria ha ottenuto la grazia di un impiegotanto necessario ad una persona di famiglia .Con la più viva riconoscenza prego la VergineAusiliatrice di continuare sempre la sua ma-terna protezione alla mia famiglia e fare sì cheil nostro congiunto non abbia più a trovarsisenza impiego . Per tale grazia prometto cheanche in avvenire farò sempre qualche offertaper le sue missioni .

Sondrio .

N. N .

Una madre (Poirino) . - Riconoscente rin-grazia Maria A. per aver protetto i suoi figlinel corso dei loro studi .

Novero Clementina (Cumiana) . - Contrasseuna grave infezione di tifo che la portò sull'orlodella tomba. Nel momento in cui la catastrofepareva imminente, col suo assenso, fu racco-mandata a Maria Ausiliatrice . In poche settimanedal miglioramento passò alla perfetta guarigione .

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Ex allieva F . M. A . - Sul punto di scam-biare promessa di matrimonio si vide minac-ciata da grave malattia . Incominciò una novenaa Maria Ausiliatrice con promessa di offertaper le Missioni, e si trovò in breve completa-mente guarita .

Famiglia Casale (Somma L .) . - RingraziaM . A . per averle salvata la bambina MariaLuisa, ridotta per malattia in pericolo di morte .

Ottennero pure grazie da Maria SS . Ausiliatrice e al

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cuni, pieni di riconoscenza, inviarono offerte per la celebra

-

zione di Sante Messe di Ringraziamento, per le MissioniSalesiane, o per altre opere di Don Bosco, i seguenti :

A) - Accornero C., Albero G., Albini C., AmadoriR., Amato A ., Andalora G., Ansaldi Don E ., AntonioliM., Apostolo P., Arneri M ., Arrobbio Preda A ., ArteroB ., Aschieri dott . D ., Astegiano P ., Avesani F., Avidano M.

B) - Balbi M ., Balestriere E ., Ballarlo P., BameschiM., Barbero P ., Barbero V., Barbieri C ., Barlotta C ., Ba

-

roni M ., Baronio M ., Bartolotti L., Barudoni P., Baruf

-

fati R., Bassi G ., Bassignano T., Battaglia M ., BaudinoP., B. C., Bedeschi M ., Bedeschi sorelle, B . G ., Bellin

-

gegni C., Beltrame A., Benzon M ., Bergadano M ., Ber

-

gomi L ., Berguet G ., Berruquier Don E ., Berta T ., Ber

-

tagna C., Bertola A ., Bertolino, Bessolo A., Bovio A .,Bianchi A ., Bianchetto Regis E ., Bienna L ., BlanchiettiN., Bocchino E., Bodino D., Bogetti A ., Bollo B. di Va

-

rengo, Bonadei A ., Sonetti O ., Bonfanti sorelle, Bonfi

-

glioli E., Bongiovanni Barole B ., Borsai F., Bortalozzi C .,Bosso C., Bosso M., Bottino M., Bricalli A ., Bricalli M .,Brizzolari G ., Bruno G ., Buttini D .,C) - C. Adelaide di Pinerolo, Cagliari G ., CalcagniG., Caldera Balbo A., Callegari G ., Calossi A ., CalviLuigi (Palestro), Campagna A., Caneva A., Caranti O .,Carena A ., Carenzi C., Caroli T., Carta Sanna P., Ca

-

valli M ., Cattaneo L ., C . C. di Genova, Cena L., CenaBarone M ., Centazzo A ., Centazzo G ., Cerchi A., Cer

-

chini G., Ceretti M ., Cherchi G., Chiappani T., C . I.d'Iragna, Civalero G ., Clara S ., C. M. di Torino, Co

-

Iella M., Colombelli M ., Colombo B., Coltura G ., ConoL., Conterno T ., Conti R ., Cooperatrice di. . ., Corazzo G.,Corona E. di Vittorio, Corsanego I ., Cortese M., Cosen-tino T ., Costa B ., Craveri G ., Crescimbeni A., CrespiA., Croce C., Croce M .D) - Dall'Acqua L., Dalla Vecchia L ., Dallino S., Dal

-

mazzo G., Dal Negro C., Dalponte ,M ., Damerini U .,Da Rin A., Dato P ., D. B. M., De Antoni E ., De Che

-

rubini T ., Degano D., Del Campo Puglisi N ., Dell'OstaC., Demaria I ., De Napoli M ., De Ricci F., De ScolariL., Dessi Atzori G ., D. G. B. di Torino, Di Leo L.,Dima G., Divota di Maria Ausiliatrice .E) - Ecchi Manni A ., E. D. di Gressoney St=Jean, E .V. G ., Emiliani P., Ex-allieva .F) - Fabbiano L., Fabricci O ., Facini M ., Fadini A ., Fa

-

sciolo sorelle, Favaro G . Ferrari A ., Perrero L., FerreroM., Fiore V ., Floreani Demarchi A ., Fodrini Batt., For

-

nessi N ., Forte F., Fortino Don P ., Frongia G .G) - G. A. di Vicenza, Gagliardi D ., Gaido A .,Galenca M ., Gallina A ., Gallino Fr. fu Secondo, GalloA., Gamba M., Garbarino P ., Garella I ., Gatti RomussiM., Gay fam.a, Gazza M., Germani Marconcini C.,Ghioni A, Giaccherio E., Giaccone Viglino sorelle, Gia

-

comin V., Giacomuzzi A., Giorgi E., Giovina E ., Girola

A. e G., Girometta L ., G . J ., Gola A ., Gorlini A ., GornaB., Graziani B. . Grisanti G ., Grondona F ., G, T., Guer-rasio C., Guglielmi A ., Guglielminetti, Gullè M.

I) - Ingegnoli M., Imperiali G., Isola L., Ivaldi V.J) -Jaccosa R .

L) - Lanza A ., Lattuca F ., Lazarino A ., Lega C .,Loiacono L., Lombi L.M) - Maestroni A., Maggi G ., Magnetto G., Man-

geri G., Mangiarotti T., Manno N., Manzoni L ., Ma

-

quignaz F ., Margassi P ., Martellono Letizia D., Marti

-

net L . ved . Jacquemod, Martinuzzi I., Masala G ., Ma

-

scolina C., Matta A., Mattei A ., Mattiello S ., MaudenteA., Mazzola A ., Meinari R ., Melissari A ., Menada T .,Menapace A., Menozzi M ., Mina M ., Miretti M., Mi-rone P ., Mora E ., Morandini C., Morello ch . B., Mo

-

rino L ., Mortarino M ., Moscone M ., Mossetti E., MattaT., Mouroy Conte F.do, Mozzoni Don U., M. P . diCittadella (Padova), Mulas R., Mura R., Muratore B.N) - N. N . di Abbiategrasso, di Carmagnola, di Maz

-

zarino, di Mirabello Monf ., di Portacomaro, di S . Gio-vanni Bianco, di T . di Treviso, di Vedano Olona, NegriS., Negro Brero A., Negrone A ., Nerbo E., Nigra M .,Noascone A. Maria, Novero C.O) - Occleppo Ravetto M., Oliva Don L., Ortellifam.a, Ortis A.P) - Pacifici Matticani D., Pacotto E., Pagura A .,Pansa C., Papa E., Parato V ., Parietti A. Pascut A ., Pa

-

sinato E ., Pasino M., Passanito P., Passero G ., P . F.,Pelazza C., Pellanda A ., Pellegrinelli Sac . P ., Peretti V.,Perotto P., Perrazzini C ., Peruffo G., Persico A . M, Pe

-

sce Batt ., Petralia C., Pianti A., Piantoni P., Pibiri sorelle, Picone C ., Picone S., Pio Sac. Batt., Pirrello A .,Pirrot E., Pollioni E ., Poltenghi M ., Popis Formica E.,Pramotton Sac. Can . Pilippo, Prasca R ., Prisaglio G.,Prosio Avidano E., Pullacini fama, Puttini L .

R) - Ragusa G ., Ranzini L ., Reali Zucchella M.,Rebuffo M ., Rebughi, Reginato A., Regis M., RiccardiPrimitiva, Righetti A ., Rivalta A ., Rocca E ., RomagnoliP., Romanet R., Romano C., Rossi Toffaloni L., RossiM., Russo M .

S) - Sabatino N., Salvadori C ., Salvi Fr. fu G . B .,Salvo P., Sandrone E ., Sanguinetti C ., Sanna A ., Santo-mango C., Saracco L ., S . C. di Catania, Scaglioni P .,Scalambro M ., Scandola P., Scappino M ., Scarlata R.,Scarsini L., Schierano E., Scialpi A., Scolari Suor D.,Scovazzi M ., Selva C., Serafini A., Serafini Moresco M .,Sermosi Don Fr. . Serra M ., Siddi A ., Sidi Deiana E.,Soreca I., Spano Fr., Squizzato P ., Stevanoni T., Stra

-

della A., Stuardi C.

T) - Tadini Diana e Diego, Tadini G., TamburelliM., Tami L., Tassera A ., Tebaldi R., Tedeschi Ch. B.,Teboldi M., Tenneriello D ., Ternavasio P ., TerruschiA ., T. G., Tortoli L., Tramonti M ., Traveri G., Tra-versa Elena Ved. Clementi, Tripoli Fr., Trissoglio G.,Trepini G., Tulissio S .

U) - Ubertalli E .V) - V. A. di Iragna, Vassoney O., Valastro V., Va

-

lesio A . Ved. Corino, Valinotti P., Valinotto A ., VayraL., Vecchiatti Volpe E., Vecchietti G ., Vellari Margh .,Vendrame G ., Vener M ., Vicquery D., Vierin L ., Vi

-

glietti Giov ., Viora P ., Valinotti M ., Vitali N ., Vitali S.W) - Wieczoch G .

Z) - Zamprogno S., Zana M ., Zedda G., ZerbiGiani G, Ziche P., Zingaro M ., Zois M ., Zoppetti M .,Zubani C., Zucca T .

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DALLE NOSTRE CASE

Alla memoria di Pio IX .La riconoscenza dei Salesiani per Pio IX si

è rivelata con due belle manifestazioni nella ri-correnza del 50 ° anniversario della sua morte .A Volterra, nella solenne commemorazione

celebratasi in onore del grande Pontefice (che fececolà i suoi primi studi dai PP . Scolopi), S . E .Mons . Dante Munerati, Vescovo Diocesano, presela parola per illustrare le benemerenze di Pio IXverso la Congregazione Salesiana, alla quale Mon-signore appartiene, e per esaltare le intime relazioniche corsero tra il Pontefice e D . Bosco . Il discorsodi Mons. Munerati ha destato nell'adunanza unvivissimo senso di ammirazione per la bontà dimo-strata da Pio IX al grande educatore piemontese .A Roma, il nostro Ospizio del S . Cuore di

Gesù ha compiuto il 6 febbraio un devoto pelle-grinaggio alla tomba di Pio IX . Superiori edalunni, riunitisi di buon'ora alla basilica di SanLorenzo extra muros, discesero raccolti alla ve-nerata tomba nella cripta che la pietà filiale ditutto il mondo cattolico ha trasformato in sontuo-sissima cappella, ricca di marmi e di mosaici, eche per, la circostanza era resa ancor più sfolgo-rante nella sua classica bellezza da una copiosis-sima illuminazione elettrica .

Ivi si ascoltò da tutti la santa Messa, celebratadal Direttore dell'Ospizio, accompagnata dallarecita del S . Rosario e da una fervorosa Comu-nione . Quindi il Direttore con calda parola illustròai presenti il significato di quella devota mani-festazione, ricordando come Pio IX sia stato ilprimo amico, il primo benefattore e il più insignecooperatore di Don Bosco . « Qui intorno allatomba di Pio IX - conchiuse il Direttore - inquesto momento noi rappresentiamo tutti i figlidi Don Bosco sparsi per il mondo nelle 11oo casesalesiane. Anch'essi col pensiero e col cuore sonocon noi per rendere alla santa memoria del Pon-tefice il tributo di riconoscenza per l'affettuosoappoggio che Pio IX diede a Don Bosco, e perpregarlo di voler ancora dal cielo assistere l'Operache in vita ha protetta e benedetta» .

La devota manifestazione non poteva meglioesprimere il riconoscente affetto che i Salesianinutrono per il Pontefice Pio IX, memori dellagrande benevolenza che egli portò a D . Bosco eall'Opera sua .

TARCENTO (Udine) - Conferenza . -Domenica 26 febbraio nell'Oratorio di Tar-cento, gentilmente favorito dal Sig . Parroco, vifu una importante riunione di Cooperatori Sa-lesiani e di aderenti, per ascoltare una confe-renza sull'Opera Salesiana e sul sistema edu-cativo di Don Bosco .

Oratore fu l'Avv . ANNIBALE BOTTO, da Udine,ex allievo salesiano, anima ardente, entusiastaper l'Opera Salesiana .

La sua, più che una conferenza, fu una veraorazione, ascoltatissima ed applaudita, piena diforma e di sentimento: rievocazione meravi-gliosa della vita e dell'apostolato del Ven . DonBosco e della sua opera voluta da Dio e da Diosempre protetta .

Il 19 marzo, altra conferenza fu tenuta daun altro ex allievo salesiano .

Lodiamo l'azione dei nostri amici di Tar-cento e ci congratuliamo con gli ex allievi chesi sono dati alla propaganda salesiana : e augu-riamo che il nobile fine che essi si propongono,sia raggiunto .

FIRENZE. - Conferenza Salesiana. -Solenne fu la commemorazione di Don Boscotenuta nella chiesa di S . Gaetano, per gentileconcessione del R.mo Priore Sig. Somazzi. Lasceltissima folla di oltre 1200 invitati era for-mata dalle più illustri personalità del clero edel laicato e da cospicue autorità .

La Conferenza Salesiana presenta a tuttiuna bella occasione per conoscere l'uomo bene-fico, Don Bosco, per conoscere l'opera sua, laCongregazione Salesiana, l'unione de' suoiCooperatori, proponendo i mezzi di fare delbene, il maggior bene possibile, tra l'elementogiovanile, con modi svariati, pure di circondaredi una sana e benigna atmosfera, satura dicristianesimo informativo, quella parte spessonegletta, e spesso presa di mira dai falsi edu-catori e da una monca educazione, che nonpensa o non mira, a formare la buona societàdi domani .

Tale fu lo scopo di questa conferenza, affi-data alla parola placida, ma piena di vita e diaffetto di S . E . R .ma Mons. Guerra, Arcive-scovo titolare di Verissa, il quale diede magni-fico risalto alla figura dell'Apostolo, che co-nobbe da vicino, e alle opere sue, che contribuìanch'egli a diffondere nelle lontane Americhe,descrivendone i risultati benefici conseguiti intutto il mondo per il bene della gioventù .

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BELLUNO. - Visita di S. E. il Prefetto .- S. E. il Prefetto di Belluno dopo una visitaall'Istituto Salesiano scriveva al Direttore DonSignorini la seguente lettera : « Sig . Direttore,La mia visita a codesto Istituto mi ha datooccasione di ammirare l'ordine, la disciplina,l'accuratezza che suole trovarsi in tutte le operecui presiedono i PP . Salesiani .

Tale constatazione è motivo di maggioresoddisfazione perchè in codesto Istituto sonoaccolti numerosi orfani di guerra, ai quali vienprestata cura diligente ed amorosa ed una edu-cazione inspirata ad alti sentimenti di patriot-tismo, qual si conviene ai figlioli di quei prodiche dettero alla Patria, col sacrificio della lorovita, la vittoria e la grandezza .

Con particolare considerazione .Il Prefetto : Vigliarolo » .

FAENZA. -- Istituto Salesiano. - La mis-sione salesiana del Giappone ha trovato fervidiamici negli allievi dell'Istituto Salesiano diFaenza, e un propagandista zelante e compe-tente nell'illustre Dott . Giorgio Ghetti che conalto senso di cooperazione salesiana presta daanni paterne e disinteressate cure agli infermidell'Istituto . Egli, pur tra le assidue faticheprofessionali, volle tenere il 5 febbraio una con-ferenza sull'Opera Salesiana in Giappone : edavanti a un pubblico elettissimo della città,con a capo S. E . Mons. Vescovo, il SegretarioGenerale del Comune, il Commissario delleOpere Pie, il Comandante della Milizia e Di-rettori di Istituti, il dotto conferenziere, colsussidio di proiezioni, ha descritto l'ambientein cui si svolge l'ardua opera delle MissioniSalesiane .

Si è poi particolarmente soffermato sullecondizioni sociali, sulla legislazione sanitariae sulle malattie più frequenti nel Giappone .

Il pubblico ha seguito con viva attenzionela bella conferenza sottolineando i punti piùsalienti con approvazioni, ed ha tratto dallaparola affascinante dell'oratore stimolo a so-stenere con slancio di carità le opere salesianedel Giappone .

NAPOLI. - Istituto Sordomuti. - Unapreziosa visita ha fatto l'Em . Card. Ascalesiall'istituto dei Sordomuti a Tarsia, affidatoai Salesiani . Per la solennità del Bambine diPraga, Protettore della Pia Casa, Sua Eminenzaha celebrato il basso pontificale, rivolgendo alVangelo un paterno discorso e distribuendonumerose comunioni . Quindi l'Eminentissimoricevette gli omaggi dei ricoverati nella PiaCasa, e la sua commozione fu molto palese,quando, passando tra le file dei sordomuti, unodi questi, con parola spiccata lo ringraziava ditanta bontà e di tanto amore per essi, e lo invi-tava con semplicità ad andare spesso a rivederli .

Nel pomeriggio poi si svolse la festa dell'Al-bero di Natale con discorso del Comm . Avv .Nicola Mastelloni, Duca di Salza, con musicaelettissima e con un saggio di recitazione deisordomuti e delle sordomute .

Intervennero alla grandiosa duplice ceri-monia parecchie centinaia di ammiratori e, traquesti, molti illustri personaggi .

MILANO . - La scuola Elementare DonBosco . - Togliamo dalla « Scuola Italiana -Moderna»questa lieta notizia: « Il nostro Po -destà; a proposta del Direttore Centrale prof .Cav. Gian Francesco Marini, ha deliberato didenominare una delle nuove scuole elementari(di Via Morsenchio) GIOVANNI Bosco» . Ci ècaro esprimere all'Ill .mo Podestà e al CavalierGian Francesco Marini i più vivi ringrazia-menti per l'onore che hanno voluto recare allamemoria di Don Bosco con questo omaggio .

VOLTERRA . - Giornata missionaria so-lenne e fruttuosa fu quella che la DirezioneDiocesana dei Cooperatori Salesiani in unionealla Federazione Diocesana della G . C . I . pre-parò nel dì anniversario dell'ordinazione epi-scopale di S . E. Mons. Dante Munerati, VescovoDiocesano . Le autorità civili, militari e scola-stiche presero parte alla riunione e s'interessa-rono vivamente alla brillante esposizione cheD. Pedussia segretario Vescovile, fece dellefiorenti missioni salesiane . La giornata ebbe unrisultato pratico nell'aggregazione dei nuoviCooperatori, che si propongono di sostenereefficace mente le opere missionarie del Venera-bile D . Bosco.

PORTO SAID . La Premiazione scola-stica agli alunni delle RR. Scuole avvennequest'anno nel teatro Margherita e vi assistet-tero numerose famiglie . La cerimonia presie-duta dal R . Console d'Italia, presenziata dalGovernatore e Vice Governatore del Canalee da molte autorità consolari ed ecclesiastiche,fu preceduta da un melodramma artisticamenteeseguito e da recitazioni in varie lingue . Il Di-rettore Rev . Sig. D. Puddu fece ai convenutiun'ampia relazione sull'Istituto, inneggiando aiSovrani e al Governo d'Italia, alla terra ospi-tale e al suo Sovrano S . M . Re Fuad .

La distribuzione dei premi, che seguì, portòagli alunni un più efficace stimolo per trarredalla scuola il benefizio di una soda culturache giovi alla vita .

LIMA . - Premiazione al Collegio Sale-siano . - Presenziarono alla bella cerimonial'Eccellentissimo Arcivescovo, l'Ambasciatoredegli Stati Uniti, i ministri di Colombia e Ve-nezuela, e il Delegato dei Fasci Italiani . Dopoun discorso di circostanza e una ricostruzionedi quadri plastici rievocanti solenni episodi

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della Storia patria, le autorità furono compia-centi di distribuire i premi agli alunni merite-voli, e di visitare l'esposizione dei lavori eseguitidagli allievi. Tutti ebbero parole di vivo elogioal Direttore D. Briata per il buon indirizzodato al Collegio, dove si preparano onesti operaidel domani e probi cittadini .

NECROLOGIO

Prof. Ernesto SchiaparelliSenatore del Regno .

Si spense quasi improvvisamente il 14 feb-braio, dopo appena venti giorni di malattia,in età di 72 anni .

Apparteneva ad una distinta famiglia nellaquale studio e religione erano retaggio fami-gliare . Ebbe a maestri in Torino FrancescoRossi, direttore del Museo Egizio, indi il Ma-spero a Parigi, col quale visitò poi la primavolta l'Egitto . Dalla sua tesi di laurea, che fula sua prima opera, sul Sentimento religioso degliantichi Egiziani, le pubblicazioni dell'illustreprofessore ebbero sempre per argomento imonumenti e le scoperte egiziane ; e gli valserouna fama di celebrità indiscussa nel campodell'Egittologia .Nominato prima conservatore al Museo di

Firenze, poi direttore del Museo Egiziano diTorino, egli profuse la sua attività nel riordi-narlo e nell'arricchirlo colle frequenti campagnedi scavi da lui stesso praticate e dirette in Egitto .Il suo Libro dei funerali degli antichi Egizianifu il lavoro più ammirato dagli egittologi ditutte le nazioni .

Fu quindi a capo della Missione Archeologicaitaliana in Egitto e dal 19o3 al 1920, in 12 cam-pagne riuscì a magnifici successi .Ora la sua morte non ha privato soltanto la

scienza di un cultore valente, ma la nazione diun cittadino che, senza rumore, l'onorava al-tamente, e privò altresì del suo aiuto intelli-gente e sperimentato un'opera di religione in-spirata a un sincero zelo per le missioni catto-liche italiane . Con destrezza e prudenza egliaveva suscitato l'Associazione nazionale per ilsoccorso dei missionari all'estero, di cui finoalla morte, più che «segretario,», fu anima evita, e che diede tanto impulso alle opere mis-sionarie fuori d'Italia . Quest'opera grandiosae potente maturò dal suo grande amore perla Patria, ma ancor più dall'intima fede e dallozelo nell'aiutare la propagazione del Vangelo .La vita di Ernesto Schiaparelli, profondamentereligiosa, fu sempre rivolta al bene, al vero,

all'eterno, e rifulse di innumerevoli atti di vivapietà e di carità cristiana .E fondò anche l'Italica Gens, opera di assi-

stenza materiale, morale e religiosa per gli emi-grati italiani, conducendola a grande floridezzae a efficaci azioni .Ammiratore di D. Bosco e delle sue Opere

fu amico sincero dei Salesiani i quali oggi nerimpiangono la scomparsa, mentre più intensivibrano i ricordi della sua bontà. Alle fervidepreghiere che innalziamo a suffragio dell'animasua, aggiungiamo le più sentite condoglianzeper i desolati parenti .

Teresina La Corte Carmeci .Zelatrice di ogni opera buona, spiegò un'at-

tività costante nel propagare la divozione aMaria Ausiliatrice e nell'aiutare le opere diDon Bosco. La sua vita, che traeva confortodalla pietà e fu tutta un esercizio di elette virtùcristiane, si chiuse santamente in Cammaratanel luglio u. s .

Mons. Cav. Giuseppe GilliSuperiore del Conservatorio del Suffragio .

Sacerdote pio e zelantissimo compì un pre-zioso apostolato nelle varie parrocchie del Pie-monte dove fu vicecurato, e in modo specialeal Conservatorio del Suffragio dove fu rettoreper 15 anni . Generoso e fervente sostenitoredelle vocazioni ecclesiastiche, promosse quantopotè le opere di carità a favore dell'infanzia,portandovi lo spirito elevato della sua animafervida e generosa . Fu pure un affezionatocooperatore delle Opere Salesiane . Morì a 64anni, santamente com'era vissuto .

Anderbini AlfonsoMoriva l'11 gennaio in Gualdo Tadino a 66

anni con grave schianto della sua sposa e dei7 figli . Insigne benefattore dell'Oratorio Sale-siano e Presidente dell'Unione dei Padri diFamiglia, lasciò con la sua vita integerrima epraticante un esempio nobilissimo .

Sac. Umberto Andreoni .

Fu tra i primi Cooperatori dell'Archidiocesimilanese. Moriva alla Novella di Agliate B .,cappellano dei Conti Albertoni che il Ven . DonBosco si degnò di visitare nel 1866 e coi qualisi mantenne in corrispondenza, essendo essidivenuti suoi amici e larghi benefattori .

Di esimia pietà, D . Andreoni morì santa-mente come visse, in età di 62 anni il 6 febbraiodopo lunga malattia sopportata con esemplarerassegnazione .

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Giuseppina Ranzato .Spirava in Fiume il 12 febbraio. Nota nella

Azione Cattolica per la sua instancabile attività,fu tra le Cooperatrici più fervorose delle Operenostre. Un giovinetto dell'oratorio diede allapia signora l'estremo saluto sul limitare dellatomba, benedicendo l'opera caritativa da essacompiuta ai suoi numerosi compagni dell'Ora-torio salesiano .

Mons. D. Giuseppe Bacci .Preposto della Cattedrale.

Moriva il 18 febbraio in Cingoli all'età di 84anni. Arciprete, professore per oltre 3o anninel ginnasio, rettore del Seminario, Provicariogenerale, attese sempre con rettitudine e conzelo ai doveri delle varie mansioni e portòovunque un vivo affetto per le Opere di DonBosco .

FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICEdefunte dal dicembre 1926 al dicembre 1927

Suor ALBRizio ROSA, da Bisceglie (Bari),morta a Viedma (Argentina), il 12 settembre1927, a 42 anni di età e 18 di religione .Suor ANDREIS FERDINANDA, da Saluzzo (Cu-

neo), morta a Nizza Monferrato (Alessandria),il 27 settembre 1927, a 53 anni d età e 28 direligione .Suor ANGOTTI BARBARA, da Beja (Tunisi),

morta a Nizza Mare (Francia), il 1 ° febbraio 1927,a 26 anni di età e 3 di religione .

Suor ARCIDIACONO ROSALIA, da Bronte (Ca-tania), morta a Roppolo Castello (Vercelli),il 20 maggio 1927, a 22 anni di età e 5 di reli-gione .

Suor BARBERO DOMENICA, da Canale (Cuneo),morta a Contratacion (Colombia), il 12 di-cembre 1926, a 78 anni di età e 5o di religione .

Suor BENASSO EMILIA, da Tortona (Alessan-dria), morta a Genova, il 4 aprile 1927, a 55anni di età e 34 di religione .Suor BIANCHI MARIA, da Robecco sul Na-

viglio (Milano), morta a Roppolo Castello (Ver-celli), il 3 luglio 1927, a 56 anni di età e 35 direligione .Suor BIANCHI ROSA, da Mornese (Alessan-

dria), morta a Roppolo Castello (Vercelli), il 1 9ottobre a 36 anni di età e 14 di religione .

Suor BLASCO VICENTA, da Valencia (Spagna),morta a Salamanca (Spagna), il 16 dicembre1927, a 63 anni di età e 32 di religione .Suor BOLOGNESI ALCEA, da Lugo (Ravenna),

morta a Cannara (Perugia), il 16 gennaio 1927,a 53 anni di età e 32 di religione .

Suor BORGARELLO TERESA, da Cambiano(Torino), morta a St . Cyr (Francia), il 19 di-cembre 1927, a 5o anni di età e 28 di religione .Suor CATELLI E . ANGELA, da Casola Canossa

(Reggio Emilia), morta a Santiago (Chile), il24 ottobre 1927, a 47 anni di età e 22 di reli-gione .

Suor CHAPELLE ROSE, da Fenestrelle (Torino),morta a Ste Marguerite (Francia), il 10 set-tembre 1927, a 34 anni di età e 17 di religione .

Suor COSTAMAGNA BEATRICE, da Caramagna(Torino), morta a Mathi (Torino), il 29 aprile1927, a 63 anni di età e 43 di religione .Suor CREOLA GIUSEPPINA, da Invorio In-

feriore (Novara), morta a Casale Monf . (Ales-sandria), il 19 ottobre 1927, a 58 anni di etàe 33 di religione .Suor DABBENE CATERINA, da Asti (Alessan-

dria), morta a Puntarenas (Chile), il 9 ottobre1927, a 66 anni di età e 45 di religione .Suor FERRERO LUIGIA, da Lu Monferrato

(Alessandria), morta a Torino, il 27 settembre1927, a 68 anni di età e 47 di religione .Suor GRANGIOTTI GIOVANNA, da Conzano

(Alessandria), morta a Roppolo Castello (Ver-celli), il 19 marzo 1927, a 28 anni di età e 6 direligione .Suor LEON ELENA, da Cuzco (Perù), morta

a Lima (Perù), il 16 marzo 1927, a 26 anni dietà e 6 di religione .

Suor LEON JOSEFINA, da Golves Sevilla (Spa-gna), morta a Sevilla (Spagna), il 28 luglio 1927,a 52. anni di età e 3o di religione .

Suor MARCHELLI GIUSEPPINA, da Incisa Belbo(Alessandria), morta a Legnano (Milano), il 27giugno 1927, a 61 anno di età e 43 di religione .Fu Direttrice per 3o anni e per 6 Ispettrice .Suor MARTINI MARIA, da Castelnuovo d'Asti

(Alessandria), morta a Torino-Cavoretto, il 20settembre 1927, a 56 anni di età e 37 di reli-gione .Suor ORLANDI PAOLINA, da Milano, morta

a Torino-Cavoretto il 6 luglio 1927, a 79 annidi età e 52 di religione .Suor PORTA ROSA, da Roatto d'Asti (Ales-

sandria), morta a Roppolo Castello (Vercelli),il 23 ottobre1927, a 35anni di età e14di re-ligione .

Suor PRETINI ANGELA, da Pizzighettone (Cre-mona), morta a Torino Cavoretto, il 12 dicem-bre 1926, a 33 anni di età e 14 di religione .Suor RAVAZZA FELICINA, da Monastero Bor-

mida (Alessandria), morta a Torino-Cavoretto,il 30 agosto 1927, a 71 anno di età e 48 di reli-gione . Fu Direttrice per 26 anni.Suor RODRIGUEZ RAFAELA, da Castellò P .

(Spagna), morta a Sevilla (Spagna), il 12 aprile1927, a 71 anno di età e 3o di religione .Suor SALDUNGARAJ PASQUALA, da Buenos

Aires (Argentina), morta a Buenos Aires, il 7luglio 1927, a 49 anni di età e 28 di religione .

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Suor SILVA ERNESTA, da Gassino (Torino),morta a Nizza Monferrato (Alessandria), il 30giugno 1927, a 61 anno di età e 34 di religione .Fu Direttrice per 3 anni .

Suor SILVA ROSENDA, da Santiago (Chile),morta a Santiago il 7 settembre 1927, a 51 annodi età e 32 di religione .Suor SINISTRERO ROSINA, da Alba (Cuneo),

morta a Nizza Monferrato (Alessandria), il 16febbraio 1927, a 38 anni di età e 17 di religione .

Suor SPERTINO M . CELESTINA, da S . Mar-zano (Alessandria), morta a Novara, il 23 marzo1927, a 49 anni di età e 28 di religione .Suor VALLARINO ANGIOLINA, da Arenzano

(Genova), morta a Nizza Monferrato (Alessan-dria), il 16 dicembre 1927, a 54, anni di età e38 di religione .Suor VISIOLI GIACOMINA, da Casalmaggiore

(Cremona), morta a Colle Salvetti (Livorno),il 17 marzo 1927, a 28 anni di età e 7 di religione .

Preghiamo anche per :

ABELLI D . Giacomo, † Costigliole di Saluzzo .ADORNA Marietta fu Gius., + Villette (Novara) .ALFONSI Silvio, † Roma .ALIMENTI Angela, † Gualdo Tadino (Perugia) .ANDERLINI Alfonso, † Gualdo Tadino (Perugia) .ANDREONI D. Umberto, † Agliate (Milano) .AsINARI Andrea, † Genova . .AVELLONE Avv . Felice, † Roma .BARLA Francesco, + Genova .BARBERIS Domenica, † Centallo (Cuneo) .BEDINOST Teresa, + Cordenons (Udine) .BENIGNI Catterina, † Farnese (Roma) .BIANCHI Avv . Cav . Luigi, † Roma .BORDON Tersilla, + Nus (Aosta) .BRUNI Dario, † Roma .CAPPA-LEGORA Cav . Avv . Ettore, f Torino .CANDIANO Gaetano, † Canicatti (Agrigento) .CAVAZZUTI Silvio, † Modena .CENTOFANTI Annibale, f Roma .CHIMIENTI Mons . Raffaele, † Roma .CIMA Luigi, † Torino .COMINO Domenico, fu Giov ., + Monastero Vasco .COMINO D. Giacomo, † Monastero Vasco .Coppo Giovanna, + Cellamonte (Alessandria) .COSTANZI Comm . Pietro, † Roma .CRAVERO Vittoria Ved ., t Bra (Cuneo) .DEL ZOTTO Angelo † S . Giacomo di Cordenons .Di CARPEGNA Conte Mario, † Roma.DELL'ORBO Vincenzo, † Vigevano (Pavia) .D'ORELLI Nov. Edoardo, † Zurigo (Svizzera) .FALLETTI Ch . Giuseppe, † Monticello Villa .FASOLIS Suor Albertina, + Asti (Alessandria) .FEDRIZZI Salvatore, † Lona (Trento) .FERRARIS Felicina n . Ronco, † Torino .FERRERO Luigi, † Chiavazza (Vercelli) .

FIORE Teol . D . Angelo, † Vigone (Torino) .FoscARINI D. Antonio, Arciprete, † Ciano .GAIDO Laura, † Torino .GALIANO Carmela Ved . Scariano, † Corona L. I .GIIDONI D . Giovanni, + Cologno al Serio .GILETTA Lucia, † Trinità di Fossano (Cuneo) .GIoRGi Comm . Francesco, + Roma .GIULIANI Chiarina Ved., † Arco (Trentino) .GRASSI Dr . Angelo, † Acireale (Catania) .GROSSO Ing . Giov. Andrea, † Roma .GROSSO Nicoletta Borro, † Pietra Ligure .LANTELME P . Giov . Battista, † Torino .LATINI RIPA Rosa, Ved. Mattei-Gentili, † Mer-catino Marecchia .

LAZZARA D. Francesco, † Roma .LAZZERO Giuseppe, † Pino Torinese (Torino) .LECHI Contessa Giulia, † Brescia .LOMBARDO Cristina, † Viarigi (Alessandria) .MACCAGNO Cav . Giacomo, † Roma .MAGNINO Isidora Ved. Costa-Masser, † Sparone .MAJELLA Luigi, † Lanciano (Chieti) .MANZOLI N . U . Giulio, Ten.-Gen. + Rancate .MARAZZI Rodolfo, + Roma .MAZZUCCHELLI CROSA Albertina Pia, + Torino .MENIGHETTI Cav . Natale, † Refrontolo .MENOTTI Amalia, † Acqui (Alessandria) .MIRONE LOMBARDO Rosario, † Acireale .PANIERI Dionigi, † Sparone (Torino) .PETITTI D. Marco, † Pavone Canavese (Torino) .PICININ Costante, † Orcenico Sup . (Udine) .PIGNIN Teresa, † Cordenons (Udine) .PONTI Elvira, † Roma .PORTA Suor Rosa, † Roppolo (Novara) .PUIATTI Antonio, † Puia di Pordenone (Udine) .PUPPI Augusta, † Romans di Cordenons (Udine) .REBELLATO Angelo, † Catanduva (Brasile) .Rizzi Adele, + Milano .ROSSETTI Angela, + Cumiana (Torino) .Rossi Ermelinda n . Torchio, † Rosignano Monf .Rossi Maria, † Carona (Bergamo) .SANTINI Pasquale, † Terrinca (Lucca) .SANTOLIN D . Emanuele, + Villaverla (Vicenza) .SASSUDELLI Maria, † Malè (Trento) .SCHIAPARELLI Prof . Ernesto, + Torino .SCRINZO Marianna Marchino, † Rosignano Monf.SGALLETTI Vittorio, † Ancona .SPADA Luigi, † Roma .SPINOLA Marchesa Maria Antonia, † Roma.TIBALDI Francesco, † Lu Monferrato (Aless .)TURILLI Annina, † Roma.VECCHI Ch . Santo, † Cologno al Serio .VEGGI BAVA Giuseppina, † Ricaldone (Aless .) .VINAI Catterina in Rebaudengo, † Torino .ZANOTTO Mons . Francesco, † Roma .

R . I . P .