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BOLLETTINOSALESIANO CINQUANT'ANNI DI SACERDOZIO 19 settembre1925 : aS .GregoriodiCataniaDonLuigi RICCERIdiventaSacerdotediCri- sto . 19settembre1975 : aRoma,MessaGiubilare,appunta- mentospiritualeperquantisisen- tonocoinvoltinellamissionesale- siana . FacciamonostreleparolechePaoloVI rivolsealRettorMaggiorenellaudienza generaledel29gennaioscorso : « ... DonBoscogliriversituttelesue grazie,lasuasapienza,lesueenergie, perchépossasvolgereconparibontà, conparifecondità,ilsuoministero» . ORGANODELLAFAMIGLIASALESIANA A.XCIX N .18 SETTEMBRE1975 Spediz.inabbon .post. - Gruppo2^(70) -2quindicina VogliamoportareICooperatoriSalesianiadiventarecollaboratoricoscienti, Integrali,afiancodlnoi,non sotto dinoi :nonsolo,quindi,fedeliedociliesecutori, macapacidiresponsabilitàapostoliche,pursempred'accordoeinsintoniacolSacerdote . DONLUIGIRICCERI PARTICOLARMENTEINDICATOPERIDIRIGENTIDEICOOPERATORISALESIANI77

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BOLLETTINO SALESIANO

CINQUANT'ANNIDISACERDOZIO

19 settembre 1925 :a S. Gregorio di Catania Don LuigiRICCERI diventa Sacerdote di Cri-sto.

19 settembre 1975 :a Roma, Messa Giubilare, appunta-mento spirituale per quanti si sen-tono coinvolti nella missione sale-siana .

Facciamo nostre le parole che Paolo VIrivolse al Rettor Maggiore nella udienzagenerale del 29 gennaio scorso :

« . . . Don Bosco gli riversi tutte le suegrazie, la sua sapienza, le sue energie,perché possa svolgere con pari bontà,con pari fecondità, il suo ministero » .

ORGANO DELLA FAMIGLIA SALESIANAA. XCIX • N. 18 • SETTEMBRE 1975Spediz. in abbon . post. - Gruppo 2^ (70) - 2• quindicina

Vogliamo portare I Cooperatori Salesiani a diventare collaboratori coscienti,Integrali, a fianco dl noi, non sotto di noi: non solo, quindi, fedeli e docili esecutori,

ma capaci di responsabilità apostoliche, pur sempre d'accordo e in sintonia col Sacerdote .

DON LUIGI RICCERI

PARTICOLARMENTE INDICATO PER I DIRIGENTI DEI COOPERATORI SALESIANI 77

DON RICCERI«CONSIGLIERESUPERIOREPER ICOOPERATORI»Fu una grande provvidenza! Per-

ché prese subito sul serio il suo im-pegno e ci mise l'anima con la preoc-cupazione di capire bene che cosavolesse Don Bosco e si attuasse .Ricordo che per qualche tempo nonmi disse nulla. Lasciò che io conti-nuassi il mio servizio, che svolgevosecondo gli ordini di Don Ricaldone,il quale, quando nel 195o mi sollevòdalla redazione del Bollettino, allamia domanda : « Ed ora che dovreifare? », rispose : « Ecco, vedi, tu do-vresti fare quello che faceva unavolta Don Trione » . Poi in una adu-nanza di Capitolo discusse sul titoloche avrei dovuto assumere, perchéforse egli aveva già intenzione (findalla morte di Don Trione il io aprile1935) di nominare un Superiore delCapitolo ed affidare a lui la curadei Cooperatori, sollevandone il Pre-fetto Generale, come realmente fecenel 194.7 nominando Don AlbinoFedrigotti .

Don Ricaldone chiamò quindi, miparlò di questa discussione e midisse che io avrei assunto doppiotitolo, di Segretario e Propagandista .Risposi che il secondo non mi pia-

78 ceva, perché sapevo che ancora ci

teneva Don Fasulo, primo Pro-pagandista ufficiale da una trentinad'anni . Egli pensò un momento,poi disse : « Già, veramente Don Trio-ne era Segretario Generale . . . » . Edio, ridendo : « Se lei mi manda ingiro solo come . . . caporale, chi ba-derà a me ? ». Si mise a ridere anchelui e concluse che io sarei stato Se-gretario Generale, come era DonTrione .

Si combinò quindi la nomina dei-Delegati ispettoriali, cominciando dal-l'Italia ad experimentum, ed il io Con-vegno Internazionale dei CooperatoriSalesiani a Roma (che egli non videpiù), nel 1952, preceduto dalla par-tecipazione al 1o Convegno Mon-diale dei Laici nel 1951 .Dopo un paio di mesi, mentre

quasi mi perdevo d'animo perchétemevo che si desse tutto all'altrosuo impegno di Superiore ancheper la Stampa e la Propaganda,Don Ricceri mi chiese tutta la docu-mentazione sulla Pia Unione deiCooperatori, e per un altro paio dimesi se la studiò bene . Quindi michiamò a colloquio e mi disse : « Ma,Don Bosco voleva ben più che sem-plici cooperatori-benefattori delle Sue

Opere ». Ed io, raggiante : « Oh,molto più, voleva veri salesiani ter-ziari nel mondo » . E mi accalorai arichiamargli i documenti . « Ma noi,allora - concluse - dobbiamo arri-vare a quello che voleva lui » .

Quindi altri colloqui e i primi pianidi aggiornamento ed adeguamentoall'ideale di Don Bosco. La nominadi veri Delegati ispettoriali e localiin tutte le altre Ispettorie e Case delmondo; l'intesa personale con l'in-dimenticabile Superiora Generale del-le F.M.A ., Madre Lucotti, la qualeincaricò subito la Vicaria Generale,perché provvedesse alla nomina diDelegate ispettoriali e locali concor-dando con Don Ricceri la rispettivacollaborazione e la costituzione diCentri attivi anche presso le lorocase .

Quindi la trasformazione del Bol-lettino quindicinale in Bollettino Di-rigenti ; i Convegni Delegati e Dele-gate in Italia e all'estero ; a me l'in-carico di divulgare la documenta-zione storica con ciclostilati e conpubblicazioni di articoli sul Bollet-tino Dirigenti e finalmente la com-pilazione del « Cammino di unagrande idea » ; i Convegni in varieparti d'Italia ; il grande ConvegnoInternazionale di Bruxelles, al qualepartecipò anche il celebre organiz-zatore della JOC Mons. Cardijn,poi Cardinale ; i Convegni in tuttele Ispettorie di Spagna, Portogallo,con Pellegrinaggi a Fatima ; la par-tecipazione al Congresso Eucaristicodi Monaco ; il Pellegrinaggio a Ma-ryazell in Austria ; l'imponente primopellegrinaggio a Lourdes nel cente-nario delle apparizioni (1958), se-guito da tutta una serie . . . ; il grandePellegrinaggio a Roma con udienzada Papa Giovanni (1962) ; i Conve-gni ispettoriali in varie nazioni d'Eu-ropa, Belgio, Francia, Germania,Olanda, Portogallo, Spagna e poinel 1961 a San Paolo del Brasile, aMontevideo (Uruguay), a BuenosAires, Santa Fè, Cordoba, Rosarioin Argentina, a Santiago del Cile enelle altre Repubbliche americane,man mano che egli si recava in vi-sita. . . Si aggiunga la corrispondenzapersonale ; la compilazione e pubbli-cazione del « Manuale Dirigenti » edel « Manuale di Pietà » per i Coope-ratori; i suoi discorsi tutto fuoco emille iniziative, a cui partecipava eche animava . .. Insomma fu il primoSuperiore vero organizzatore del rin-novamento e vero animatore deiCooperatori .Ad multos annos, quindi, e di

gran cuore! . . .DON GUIDO FAVINI(già Segret. gen . dei Cooperatori)

UN UOMO CHE SADIALOGARE«Con voi mi trovosempre bene »

PER NOI IL RETTOR MAG-GIORE È

- SUCCESSORE DI DON BO-SCO

- PADRE E CENTRO DI U-NITA DELLA FAMIGLIA SA-LESIANA

- SUPERIORE CON PIENAAUTORITÀ NELL'INTERA AS-SOCIAZIONE

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Ci ha voluto sempre bene

RILEGGIAMO IL MEGLIODEI SUOI DISCORSISU NOI CC

Cooperatori Gente Giovane

Cooperatori non vuole dire gente vecchia . Coopera-tore vuol dire gente attiva, gente dinamica, e la dina-mica è innanzi tutto un'arte del giovane . Don Bosconon ha mai pensato a far dei Cooperatori vecchi o deglianziani o dei matusa . Questa è un'idea che bisognaavere e propagandare nel nostro mondo, nel nostroambiente .

(Roma, 25 novembre 1966)

Conversione, diversione, diserzione

Per essere, in grande o in piccolo, nella scuola, nell'offi-cina, nella famiglia, nel mondo in cui siete chiamati adoperare, portatori efficaci del Vangelo, la strada obbli-gata è quella della conversione incessante, interiore ;e diciamo incessante perché l'uomo per sua natura è inclinealla diversione, arrivando talvolta sino alla diserzionedal Padre e da Cristo e dalla sua legge di amore; perquesto ha bisogno continuo di verificare la sua rotta evan-gelica, i suoi rapporti con l'Invisibile, ha bisogno di raf-forzare la sua naturale fragilità al contatto filiale ed amo-roso con Colui che è via, vita e fortezza .

(Grottaferrata, 3 novembre 1974)

A fianco di noi, non sotto di noi

Noi vogliamo portare i Cooperatori Salesiani a diven-tare collaboratori coscienti, completi, integrali, tecni-cizzati anche, per quello che ci può essere di tecnicanell'apostolato ; vogliamo portare i Cooperatori al livellod5 collaboratori, a fianco a noi, non sotto di noi ; a fiancoa noi (che è cosa molto diversa), non solo quindi fedelie docili esecutori, ma capaci di iniziative, di responsa-bilità apostoliche, pur sempre in accordo e in sintoniacol sacerdote .

(Ariccia, 23 aprile 1967)

Tutti alle Stanghe

Corresponsabilità vuol dire - ve lo dico in manierabanale - : «Tutti alle stanghe!* . Capite cosa vuol direalle stanghe? Ma si capisce che alle stanghe il cavallodi razza tirerà forza x ; il cavallino tirerà forza y . E sec'è anche un . . . asinello che rivela volontà, anche lui avràla sua parte farà del suo meglio . Ma tutti devono dareil proprio apporto nei limiti del loro possibile . Tutti allestanghe ! Questa è corresponsabilità !

(Grottaferrata, 20 maggio 1970)

Vorrei che foste i profeti delle Opere

Io vi invito a essere tutti profeti . Voi sapete che i80 profeti sono coloro i quali dicono, parlano, gridano

- a seconda dei casi - la verità, le minacce, l'avvenire,un mondo di cose. Ma sono parole. Io vorrei che voigiovani cooperatori foste i profeti delle opere . Nonprofeti delle parole, perché oggi c'è una inflazione, unapaurosa inflazione di parole . . . E sarete in magnificacompagnia con Don Bosco, il quale aveva uno sloganche voi dovete tenere sempre davanti a voi : « pocheparole, molti fatti » .

(Grottaferrata, 20 maggio 1970)

Quanto alle difficoltà . . .

Quanto alle difficoltà che incontrano i vari centri, met-tiamoci in mente tutti che non c'è mai nulla di importanteche sia facile ; bisogna che ci si persuada di questo : lecose veramente interessanti, costruttive e positive non sonomai facili ; è naturale quindi che cominciare, come delresto anche continuare, attività come le vostre non è cosa

. facile.(Cavoretto-Torino, 13 dicembre 1970)

Giovanilismo no

Vi dichiaro che sono molto, molto contro il giova-nilismo . È noto che tutte le parole, almeno tante paroleche finiscono in « ismo », non sono altro che il deterio-ramento di un concetto che nella sua origine è buono,positivo, costruttivo . Ora noi stiamo assistendo al feno-meno del giovanilismo, il senso deteriore o deterioratodella gioventù, dei giovani. E questo, in fondo, riescetutto a danno dei giovani stessi, ma la colpa di questofenomeno è in gran parte dei non giovani .

(Cavoretto-Torino, 13 dicembre 1970)

Ubriacature chi parole

Evitare l'ubriacatura di parole. Uno dei fenomenisociali del nostro tempo, dei giovani e non giovani, è quellodelle tavole rotonde, dei dialoghi, dei convegni, delleassemblee, ecc. Parlare, parlare, e solo parlare : per con-cludere con un nulla di concreto e tanto meno di fatto,per uscire da questi «parlamenti» con le idee più confusedi prima, senza nulla avere precisato, chiarito e definitoper poterlo realizzare. È una delle malattie del nostro'tempo. Voi molto opportunamente dite : più che discutereall'infinito vogliamo agire ; evidentemente ciò non puòvoler dire che vi facciate . . . muti (ma non credo ci siaquesto pericolo!) . Preoccupatevi, piuttosto, di realizzare,di costruire .

(Cavoretto-Torino, 13 dicembre 1970)

Il Salesiano non condanna a morte. . .

Un Salesiano, ma un salesiano-salesiano, non puòche essere un ammiratore, un entusiasta di ciò che èil giovane (senza diventare un giovanilista) ed averemolta, molta fiducia nei giovani . Il salesiano non èfacile condannatore, quello che dà le condanne, le sen-tenze di morte ai giovani ; no, il salesiano, invece, dice,pensa, sente che il giovane ha tali e tanti valori, tali etante energie che, ben indirizzate, sono un arricchi-mento per il giovane stesso e per il mondo in cui opera .Abbiamo quindi noi, come salesiani, come mondosalesiano, questa grande fiducia che poi si collega, siunisce, si impasta con quello che è l'ottimismo diDon Bosco .

(Torino-Rivalta. 11 marzo 1972)

Non giocare a fare il bene

L'alimento-sorgente è spirituale, è il ritiro mensile, siritrova negli esercizi spirituali, nella liturgia, nella me-ditazione della parola •di Dio. Senza questo, guardate chevoi correreste il pericolo di diventare solamente dei sem-plici attivisti o della gente che gioca a fare qualcosa di bene .

(Torino-Rivalta, 11 marzo 1972)

Costituzione più che Regolamento

C'.è un punto che deve far pensare. Quando noi par-liamo di «Regolamento dei Cooperatori » il terminenon è proprio : in realtà noi siamo di fronte ad unostatuto, ad una costituzione .

Voi sapete benissimo che Regolamento significaqualche cosa di minuto, di pratico, di normativo, diprescritto . Quello che Don Bosco chiamò Regolamentoin sostanza è una quintessenza dei grandi elementi diuna «Costituzione » . La prova sta . nel fatto che tantidi questi articoli sono, in certo modo, una specie ditraduzione, di adattamento delle Costituzioni dei Sale-siani ai Cooperatori .

(Roma, 18 gennaio 1975)

Da Collaboratori a Cooperatori

Quanto ai nostri Oratori mi sembra che sia la via giusta,indovinata quella di far diventare (lo dico in una forma unpo' . . . plastica) fratelli nostri coloro che sono stati figliuolinostri, o comunque collaboratori. E qui il punto : valoriz-zare ! Nell'oratorio, nelle nostre attività queste bravepersone, questi bravi giovani fanno tutto quello che fa ilCooperatore. Ma perché non diamo loro la gioia e il pre-mio di sapere che sono diventati nostri confratelli?

(Roma, 25 novembre 1966)

Una delle eredità più sacre

I Confratelli debbono formarsi la chiara coscienzache l'opera dei Cooperatori, fermamente voluta daSan Giovanni Bosco, fu lasciata alla Congregazionecome una delle eredità più sacre e caratteristiche : essarappresenta infatti, come fu riconosciuto dai papi, unageniale anticipazione del movimento dell'apostolatodei laici, e la Chiesa oggi ci invita con angosciosa urgenzaa continuarlo per corrispondere alle esigenze spiritualidel mondo contemporaneo .

Se rimane attualissimo il messaggio educativo cheDon Bosco ha lanciato al mondo nel secolo scorso, nonha minore attualità e aderenza la formula apostolica cheegli ha lanciato con i Cooperatori . . . Non è più concessoperciò sfuggire al dovere preciso di entrare nell'orienta-mento della Congregazione : la mancata istruzione, unesagerato esclusivo interesse per altre opere, come peresempio le scuole, la fatica di uscire da vie falsamentebattute finora, l'inerzia dell'abitudine, il timore e la,sfiducia di fronte a quelle che possono apparire adalcuni come novità, debbono cedere il posto a un soloatteggiamento : quello di adesione alla volontà precisadi Don Bosco e della Chiesa. Il nostro mancato impegnosarà la misura della nostra scarsa fedeltà a Don Boscoe del nostro non fattivo amore alla causa della Chiesa .La preoccupazione e lo zelo con cui noi sapremo svol-gere il nostro apostolato tra i Cooperatori sarà la rispostadella Congregazione alla mobilitazione dei Laici pro-mossa dalla Chiesa .

(ai Delegati CC . di Spagna, 8 settembre 1966)

CONGRESSO MONDIALE '`

IN VISTA

CONGRESSO MONDIALE IN VISTA

DIREZIONE GENERALE OPERE DON BOSCOROMA

Il Consigliere Generaleper la Pastorale degli Adulti

Roma, 17 luglio 1975

Carissimi Dirigenti, Delegati eDelegate dei Cooperatori,

dalla Lettera Convocatoria del Rettor Maggiore e dalla Cir-colare del Segretario Generale, appare chiaro che il prossimoCongresso non deve essere una manifestazione di massa mail punto culminante di una seria riflessione dei Cooperatoridi tutto il mondo ai vari livelli, sui temi proposti .

Da tale riflessione il Congresso deve raccogliere le indica-zioni per un sempre più approfondito rinnovamento dell'As-sociazione, e le proposte concrete da presentare al CapitoloGenerale XXI nel 1977 .

Per questo, mentre occorre mobilitare subito i Centri e iConsigli già funzionanti, si deve prendere occasione per farsorgere i nuovi Centri entro la data del 30 maggio 1976,perché possano anch'essi partecipare alla designazione deiDelegati ai Congressi ispettoriali e Nazionali da cui verrannodesignati i Delegati al Congresso Mondiale .

La cosa più importante è mettersi subito al lavoro, facendodei temi del Congresso argomento di studio e di dialogo inogni riunione ed incontro, stabilendo anzi un calendario diattività che permettano la raccolta di contributi di studio, sug-gerimenti, proposte in tempo utile .

Il lavoro di preparazione e le conclusioni che ne emerge-ranno daranno la prova della maturità e dell'attivismo deiConsigli; uno dei caratteri dello spirito salesiano è la creati-vità di cui il Congresso dà occasione ai Dirigenti, ai Delegatie alle Delegate, a tutti i Cooperatori, anche a questi « isolati » .

Secondo lo spirito proprio dell'Associazione, è necessarioche il programma che ogni Centro farà, sia portato a cono-scenza delle Comunità delle Figlie di Maria Ausiliatrice e deiSalesiani interessandole e chiedendone l'aiuto ; è naturale chealmeno nei momenti decisivi oltre i Delegati e le Delegatesiano presenti anche le Direttrici e i Direttori, gli Ispettori ele Ispettrici, le rappresentanze qualificate degli altri gruppidella Famiglia Salesiana .

Auguro a tutti buon lavoro e chiedo una fraterna unionenella preghiera alla Vergine Ausiliatrice e a Don Bosco perchéil Signore benedica il nostro lavoro . La celebrazione del Con-gresso è una incomparabile occasione offerta ai Cooperatoriper dimostrare la loro maturità e la loro inventiva secondo ilmodello ad essi indicato dal Fondatore e nello spirito del rin-novamento conciliare .

Dev.mo

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IL CAPITOLO GENERALEDELLE FMAHA COSÌ RISPOSTOAL MESSAGGIODEI COOPERATORI

«. . . Ci dichiariamo pronte aimpegnarci attivamente per losviluppo e l'impulso della vo-stra Associazione» .

Carissimi Cooperatori,abbiamo sentito la preghiera e

l'interesse con cui seguite il nostroCapitolo che sta studiando l'im-portante tema : « La formazionedella FMA » in rapporto a unasocietà in continuo cambiamento .Vi ringraziamo per quanto ci

avete scritto nel cordiale messag-gio e per la vostra fraterna fiducia .Uno sguardo a tutto il nostro

mondo ci ha permesso di costa-tare che moltissime FMA vi cono-scono e lavorano con voi ; altrenon vi conoscono nella vostravera identità, oppure vi conosconoancora troppo poco .Durante il Capitolo abbiamo

perciò cercato di raggiungere laconsapevolezza della vostra realtàcome fu nel cuore e nel pensierodi Don Bosco.Oggi siamo in grado di rispon-

dere alle domande che ci aveterivolto ; cercheremo di continuarenei Centri la linea operativa giàattuata e di svilupparla o di ini-ziarla .

CHI SIETE VOI COOPERATORIPER NOI FMA?

Noi vi consideriamo, come real-mente siete, un ramo vitale dellaFamiglia Salesiana, partecipi delcarisma permanente di Don Bo-sco che vi ha voluti, con vera pas-sione di apostolo, coi Salesiani econ noi, per la crescita del Regnodi Dio. Il vostro « risorgere rin-novato » stimola la nostra fedenella fecondità attuale della grandeispirazione del nostro Santo . Lavostra fedeltà e il vostro entusia-smo impegnano anche noi allacoerenza e ad offrire il nostro ori-ginale apporto alla meravigliosarealtà della Famiglia Salesiana .

Siete per noi e con noi Co-ope-ratori nella missione che lo Spi-rito Santo ci ha affidato nellaChiesa, apostoli per gli stessidestinatari : i giovani, specialmen-te i più poveri e abbandonati .Siete per noi dei «chiamati»

che hanno liberamente rispostoa una vocazione personale per lamissione salesiana.Siamo convinte di quanto dice

il primo articolo del Nuovo Re-golamento : « Con senso di umilegratitudine crediamo che i Coo-peratori sono sorti non da soloprogetto umano, ma per inizia-tiva di Dio » .

Siete cristiani decisi a vivere ilVangelo e a tendere alla santitànello stato secolare . Abbiamo fi-ducia, oltre che nella realtà dellavostra chiamata salesiana, anchenella possibilità d'azione vastis-sima offerta dal pluralismo delle

vostre situazioni. Tra i Coopera-tori contiamo infatti personed'ogni ceto, età, categoria, pro-fessione, cultura. Questo permetteuna collaborazione aperta, mol-teplice e costante.

CHE COSA ATTENDIAMODA VOI COOPERATORI?Una intesa fraterna e fiduciosa

in nome della comune salesianità,dono di Don Bosco alla Chiesae a noi .Attendiamo che siate fermento

nella Chiesa locale con la vostratestimonianza familiare e profes-sionale e con la vostra collabora-zione attiva e impegnata ; che siate« segni credibili » di autenticavita cristiana per contribuire« quasi dall'interno, a modo difermento, alla santificazione delmondo mediante l'esercizio delproprio ufficio sotto la guida dellospirito evangelico » (L . G . 3r) .

Attendiamo che siate la presenzaviva di Don Bosco ovunque, chesiate azione salesiana a favoredella gioventù, soprattutto là dovené il Sacerdote né la Suora pos-sono penetrare; che siate quindiil prolungamento della nostraazione comune in tutti gli am-bienti della nostra missione apo-stolica .Attendiamo da voi collabora-

zione come laici impegnati mossidallo stesso spirito, nella stessaazione, perché noi abbiamo bi-sogno della vostra specifica col-laborazione per realizzare il ca-risma di Don Bosco affidato al-l'intera Famiglia Salesiana .Sarebbe davvero auspicabile po-

ter trovare tra voi collaboratoriper la nostra scuola, Cooperatoridisposti a inserirsi nel lavoro edu-cativo dei Centri Giovanili perlo studio e l'attuazione di tecnichee di competenze professionaliaggiornate alle esigenze socio-politiche ai fini di una formazioneintegrale delle nostre giovani .Affidiamo anche a voi la nostra

sollecitudine per la vitalità del-l'Istituto e chiediamo il vostroprezioso contributo di preghierae di azione pastorale a favore dellevocazioni alla vita consacrata co-me FMA .Da parte nostra ci dichiariamo

pronte a impegnarci attivamenteper lo sviluppo e l'impulso dellaVostra Associazione .

Con l'aiuto dell'Ausiliatrice, co-mune Madre tenerissima, questoCapitolo serva ad accrescere an-che in noi lo zelo che ardeva in

Don Bosco per la pastorale dellevocazioni ai tre rami della Fami-glia Salesiana e per la loro ade-guata formazione così da moltipli-care apostoli disposti per la rea-lizzazione del piano divino disalvezza.

Uniti nello spirito di Don Boscoe nella preghiera di ogni giorno,vi ringraziamo e vi salutiamocordialmente.

Per le Capitolari :

Madre Ersilia Canta

Membri della IX Commissione :

Sr. Letizia M . Galletti

Sr. Fernanda Ramella - Italia

Sr. Haydée Bogantes - Centro America

Sr. Virginia Marchetti - India

Sr. Alice Moore - Irlanda

PER TUTTI I CENTRIIn settembre il consiglio si riunisce per la program-

mazione particolareggiata che si baserà sul programmagenerale (v . Boli. Dir. giugno sc .) .Per quanto riguarda la conferenza del ritiro men-

sile si segua la seguente indicazione :Ottobre : essendo un incontro di ripresa, si spie-

gherà il programma annuale e si decideranno le varieiniziative del centenario delle Missioni .

Novembre : tutti i centri faranno l'incontro mensilepossibilmente l'11 novembre, con la relativa vegliadi preghiera del Centenario (sarà inviata a parte unatraccia che si può seguire) .

Dicembre: inizia lo studio del tema annuale « L im-

RIPRENDE LA VITA NEI CENTRI

Sr. Bozena Stawecka - Polonia

3A.

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rQ, ~+ ,Av

Sr. Giorgetta Musumba - Zaire

Sr. Carolina Ribas - Brasile

Sr. Nérida Méndez - Antille

Sr . Vittoria Merola - Italia

Sr . Laura Iglesias - Spagna

Roma, 24 luglio 1975

I#.(CIV-4

Sr . Maria Raineri - Colombiai

Sr . Maria Bongianino - Italia

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pegno per la giustizia», secondo gli argomenti deltesto che verrà inviato ai centri .

GIOVANI CC. DELL'ALTA ITALIA18-19 ottobre, a BRESCIA, INCONTRO sul tema :

1 MODI DEL NOSTRO IMPEGNO SOCIALE-APO-STOLICO, REALIZZATO MEDIANTE UNA AUTEN-TICA VITA CRISTIANA Di GRUPPO . - Relatori:Pier Mario Riva, Don R . Tonelli, Don C . Fiore.

1 cooperatori di ogni regione seguono con la pre-ghiera e l'incoraggiamento questo importante incon-tro che intende sviluppare i/ discorso dei convegni diComo e di Grotta ferrata dell'anno scorso, e ad essoaugurano ogni migliore successo.

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Spediz . in abbon. postale - Gruppo 2° (70) - 2a quindicina

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BOLLETTINO SALESIANOQuindicinale di informazione e di cultura religiosaS'invia gratuitamente ai Cooperatori, Bene-meriti e amici delle Opere di Don Bosco

Direzione e amministrazione : via Maria Au-siliatrice, 32 - 10100 Torino - Tel. 48.29.24Direttore responsabile : Teresio Bosco

Redattore : Armando ButtarelliAutorizz. del Trib. di Torino n . 403 del 16 febbraio 1949C. C. Postale n . 2-1355 intestato a : Direzione GeneraleOpere Don Bosco - TorinoC.C .P . 1-5115 intest . a Dir. Gen. Opere D . Bosco - RomaPer cambio d'indirizzo inviare anche l'indirizzo precedente

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